INDICE Una introduzione necessaria………………….……………….... 1 SEZIONE PRIMA CENNI SUI DIVERSI MODELLI ORDINAMENTALI Capitolo I LA DISCIPLINA GIURIDICA DELL’ISTIGAZIONE ALL’ODIO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE ED EUROPEO 1. Determinazione preliminare sull’importante funzione ricostruttiva del diritto straniero, internazionale ed europeo al fine di una possibile comparazione delle norme che riguardano l’istigazione all’odio…………………………………………….. 11 2. Enunciazioni specificamente riconducibili all’incitamento all’odio nel Diritto internazionale. La Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale e l’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo…………..……………………………..…… 13 3. L’impegno europeo nella lotta contro tutte le forme di discriminazione razziale. Dall’EUMC al FRA: evoluzione delle politiche a sostegno dell’integrazione, della prevenzione e dell’eliminazione dei fenomeni razzisti………………………… 20 4. L’Azione comune 96/443/GAI contro razzismo e xenofobia. Le riserve manifestate da alcuni Paesi riguardo la definizione VIII INDICE del reato di “istigazione pubblica alla discriminazione, alla violazione ed all’odio razziale”…………………………….…… 32 5. Il tormentato cammino verso la Decisione quadro del Consiglio (2008/913/GAI) sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale…. 37 6. La Direttiva 2000/43/CE del 29 giugno 2000. Nuove “frontiere” di intervento per la prevenzione dell'odio razziale: la dignità umana come bene emergente. Il difficile iter di recepimento e i molteplici ricorsi per infrazione ai sensi dell’art. 226 TCE………………................................................................ 50 Capitolo II LA DISCIPLINA GIURIDICA DELL’ISTIGAZIONE ALL’ODIO NELLA “DEMOCRAZIA MILITANTE” 1. La Repubblica federale tedesca e la conservazione di alcuni valori fondamentali intangibili per la sopravvivenza democratica. Cenni alle norme costituzionali di riferimento…… 2. La legislazione tedesca volta ad introdurre misure di contrasto all’odio e ad ostacolare la “messa in pericolo dello stato democratico”. L’“insulto collettivo” ed il Tucholsky Urteil. 3. Leugnung der Judenverfolgung, ovvero quando la libertà di manifestazione del pensiero non può comprendere l’asserzione di fatti che negano la verità……………………………………... 4. Il negazionismo come reato di opinione atipico e l’espansione dei profili penalistici di tale reato in ambito comparato…….. 5. Dalla “democrazia protetta” alla “democrazia sedata”? Primi spunti di analisi critica a fronte della eccessiva, per quanto scrupolosa, pervasività delle norme sull’incitamento all’odio in Germania…………………………………………………..…..... 59 66 76 83 103 IX INDICE Capitolo III LA DISCIPLINA GIURIDICA DELL’ISTIGAZIONE ALL’ODIO NELLA “DEMOCRAZIA TOLLERANTE” 1. Libertà di manifestazione del pensiero e unprotected speech: le espressioni che non contengono l’esposizione di una idea o sono dotate di scarso valore ai fini della ricerca della verità……. 2. Una prima interpretazione delle espressioni odiose nella giurisprudenza della Corte Suprema americana: il caso Beauharnais tra esigenze di garanzia del “marketplace of ideas” e le norme previste per una libera ed ordinata convivenza nella società multietnica. Prove tecniche di limitazione dell’odio……………………………………………………....…. 3. La prima definizione di incitamento all’odio nella sentenza Brandenburg v. Ohio, 395 U.S. 444 (1969) e l’antitetico caso Skokie, simbolo di una piena tolleranza dell’hate speech….….... 4. Il cross burning come caso grave e complesso dell’istigazione all’odio ed alla supremazia razziale nella giurisprudenza americana. R.A.V. v. City of St. Paul (1992) e Virginia v. Black (2003): come la propaganda razzista pur rientrando negli unprotected speech rimane impunibile. Primi spunti alla ricerca di una possibile normazione federale sul tema………………………….………………………………..… 5. L’“altra” America. La Corte Suprema canadese e il giudizio di costituzionalità dell’articolo 319 del Codice penale sul pubblico incitamento all’odio razziale. Il caso Regina v. Keegstra (1990)…………………………………………………. 107 111 114 120 128 X INDICE SEZIONE SECONDA L’ITALIA ED IL PROBLEMATICO RAPPORTO LIBERTÀ- REPRESSIONE DELLE MANIFESTAZIONI DI ODIO RAZZIALE Capitolo I IL RAZZISMO NELLE VICENDE STORICOGIURIDICHE ITALIANE. DALLA COLONIZZAZIONE ALLE PUBBLICAZIONI IN “DIFESA DELLA RAZZA” 1. Premessa……………………………………………………… 2. «Le Razze Umane e il Diritto nella Questione Coloniale»…... 3. La discriminazione razziale nasce in Colonia. L’eguaglianza negata: dalla proibizione delle “relazioni di indole coniugale”, all’impossibilità del riconoscimento dei figli nati da matrimoni misti……………………………………………………………... 4. «Il fascismo e i problemi della razza». L’istigazione all’odio (e alla persecuzione) razziale nella “comunità di pensiero” creata da Mussolini……………………………………………… 5. L’“arte dell’Odio”e la perpetrazione del reato attraverso la distribuzione pubblica di immagini, opuscoli o materiali diversi inerenti la discriminazione razziale……………………………... 141 144 148 152 159 Capitolo II ALLA RICERCA DEL “LIMITE” APPLICABILE ALLE ESPRESSIONI DI ODIO RAZZIALE 1. Il ripudio del fascismo nella Carta costituzionale italiana e la XII disposizione transitoria e finale………………………...….. 165 2. L’ordine pubblico come limite alla manifestazione del pensiero. Cenni su di un limite che segnala la necessità di una attenta “rilettura” alla luce dei principi costituzionali……...…... 174 INDICE XI 3.“Dei delitti contro l’ordine pubblico”, ovvero: i reati di apologia e istigazione tutt’ora vigenti nel Titolo V del Codice penale. La distinzione fra istigazione diretta e istigazione apologetica o “indiretta” nella sentenza della Corte costituzionale 65/1970…..……………………………………… 182 4. L'abbandono del piano della riconducibilità alle norme costituzionali del divieto di istigazione. La comparsa sul piano internazionale di Convenzioni per l'eliminazione della discriminazione razziale………………………………………… 187 Capitolo III INCITAMENTO E ISTIGAZIONE, DIFFUSIONE E PROPAGANDA: L’ODIO RAZZIALE E I SUOI CON-FINI. INTERVENTI NORMATIVI E GIURISPRUDENZIALI 1. Una diversa fase legislativa caratterizzata in Italia dall’ampliamento dell’area della illiceità penale e dall’individuazione di un nuovo bene giuridico tutelato: il decreto legge 26 aprile 1993, n. 122 convertito con legge 25 giugno 1993, n. 205…………………………………………….. 2. Il delitto di istigazione al razzismo (violento e non) di cui all’art. 3, 1° comma, legge n. 654/1975 come modificato dalla c.d. legge Mancino e oggi novellato dall’art. 13 della legge 24 febbraio 2006, n. 85………………………………………...…… 3. L’esiguo numero delle sentenze emanate sulla base della norme commentate. Le recenti incertezze interpretative della Corte di cassazione nell’applicazione dell’aggravante della finalità di discriminazione razziale. Un’ondivaga giurisprudenza o la definitiva emersione dell’irrilevanza della “motivazione soggettiva dell’agente”?..................................................……….. 4. Un leading case su cui riflettere. Dalla diffusione alla propaganda di idee razziste: il complesso “caso Verona” e la nozione di razzismo penalmente rilevante……………………… 5. Verso l’emersione della dignità individuale e sociale come parametri di interpretazione assiologica del giudice……………. 193 201 208 217 228 XII INDICE Capitolo IV LE “ESPRESSIONI ODIOSE” NELL’ORDINAMENTO CHE EVOLVE 1. Il trend crescente di problemi legati al razzismo e le diverse strategie di risposta al fenomeno. L’istituzione dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali …………………..……. 247 2. L’Italia e il recepimento della Decisione quadro (2008/913/GAI): un dilemma irrisolvibile?……………….……. 259 3. La lotta contro i contenuti razzisti e xenofobi su Internet e il protocollo addizionale alla Convenzione sul cybercrime del 28 gennaio 2003……………………………………………………. 266 Verso una “nuova Costituzione conservatrice”: il riconoscimento del carattere individuale e al tempo stesso comunitario/relazionale della persona umana…………….……. 277 Bibliografia……………………………………………………… 285