QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI La voce degli 8 Comuni l’Altopiano www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 324 - ANNO XIII - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 10 LUGLIO 2010 IN ALLEGATO GRATUITO... Cave: fuori regola una su tre e “poca sicurezza per i lavoratori” Rompiamo il ghiaccio I risultati di un anno di indagini e controlli da parte della Provincia Un’attività di verifica necessaria che verrà sempre più potenziata Pagina 4 Concorso Fotografico Gli angoli nascosti dell’Altopiano: le contrade Pagina 17 Pagina 27 ENEGO Il rilancio non passa solo per Marcesina Pag.17 Filatelia Il Premio Asiago celebra i suoi quarant’anni Pagina 4 ASIAGO ROANA Il Caffè Roma riapre. Lo gestirà la Pro loco Luigi Martello “Sullo stadio del ghiaccio inutili sparate” Pagina 7 Pagina 9 Il sentiero del silenzio: itinerario che attrae migliaia di visitatori Comunità Quarant’anni di campiscuola nella malga “dei boce” Pagina 5 Mezzaselva Una frazione visibilmente trascurata Pagina 10 Grafica Altopiano Pagina 16 “Uniamoci e collaboriamo”. L’invito del vice presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, Mario Lievore, che ha assunto questo incarico dopo le recenti elezioni del consiglio federale, è indirizzato a tutte le società di sport del ghiaccio presenti in Altopiano. Riuniti per un primo incontro a fine giugno, ci si è dati appuntamento ogni mese per concordare strategie ed iniziative per un’attività sempre più coordinata (dovrebbe essere così non solo nello sport, ma in ogni settore) e volta alla professionalità. L’educazione dei giovani, in primo luogo, la loro preparazione atletica e agonistica, ma anche la gestione societaria a 360 gradi non possono prescindere da una adeguata preparazione. Bravi tecnici e dirigenti capaci si diventa con lo studio e l’applicazione. Ci vuole tempo, ma questa è la strada. Il volontariato, preziosissimo, sul quale si è basata fino ad oggi l’attività di tutti i nostri club sportivi (guai se fosse mancato!) oggi continua ad essere necessario, ma non basta più. Indirizzare le società ad una attività sempre più professionale può portare, nell’idea di Lievore, anche a sviluppi occupazionali in favore dei nostri giovani. C’è da lavorarci su, e tanto! Sarebbe già importante capire che si deve crescere insieme. Stefania Longhini 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 2 Mobilità dolce, finalmente qualcosa si muove Se ne discute al tavolo degli assessori allo sport degli 8 comuni. Individuate le strategie e i piani operativi per il raggiungimento di un obiettivo unico per tutto l’altopiano Si parla tanto ultimamente di mobilità e tanti progetti sono allo studio da parte delle Amministrazioni dell’altopiano. Alcuni sono più classici, come può essere quello dei parcheggi della Piana di Marcesina, altri sono più innovativi come il sistema bike-bus di Enego, la dorsale ciclabile Brenta-Trentino e quella relativa ai percorsi pedonali di mobilità dolce pedonale. Oggi approfondiremo quest’ultimo progetto insieme a Franco Sella, Assessore allo sport, con delega alle associazioni comunali e soccorso alpino del Comune di Asiago. Vuol darci maggiori dettagli sul progetto di mobilità dolce pedonale che si sta cercando di implementare? “Sono molto contento che si parli di mobilità dolce e di tutte le problematiche ad essa connesse, in quanto come assessore allo sport ritengo estremamente positivo che la gente voglia fare sport e voglia effettuare passeggiate a contatto con la nostra meravigliosa natura. Do quindi atto e ringrazio il Giornale L’Altopiano nella sua opera di sensibilizzazione sul tema mobilità dolce svolta nel corso degli ultimi anni, con l’obiettivo principale di sensibilizzare la popolazione su questa importante tematica. Ma andiamo nel dettaglio. L’anno scorso a luglio è stato creato un tavolo con tutti gli assessori allo sport degli otto Comuni; ci incontriamo regolarmente una volta al mese in sala giunta del comune di Asiago dove discutiamo di programmazione , intenti, idee e quant’altro, creando così un tavolo estremamente valido ed omogeneo, in quanto permette lo scambio di idee, il confronto tra i vari comuni e che aiuta ad abbattimento questi confini campanilistici che a volte, malauguratamente, si creano. Da luglio dell’anno scorso si è cominciato un lavoro molto complesso sulla mobilita dolce dove, in comune accordo, sono state individuate le strategie e i piani operativi per il raggiungimento di un obiettivo unico che riguardi la mobilità dolce pedonale per l’altopiano. Si è deciso che il comune di Asiago sarà il promotore e il titolare del progetto pilota in modo che non si spendano eccessive risorse finanziarie da parte di tutti gli otto comuni; dopo l’esperienza che faremo quest’estate si tireranno le somme e ci sarà uno stanziamento certo e sicuro da parte di tutti gli altri sette comuni sull’esperienza del comune di Asiago. Tale scelta è stata dettata dal fatto che comunque ci sono comuni che hanno serie difficoltà economiche e appunto per questi motivi uno stanziamento di una cospicua somma di denaro poteva essere un problema. Diversamente, partendo con un progetto pilota dai costi contenuti, la fase successiva permette uno stanziamento di denaro in modo preciso, programmatico e non casuale. Il progetto ha visto la scelta di definire una unica tabella segnaletica per tutto il territorio dei sette comuni, in quanto negli ultimi decenni si è visto un proliferarsi di tabelle, indicazioni generiche, diverse, non solo da Comune in Comune, ma anche all’interno dello stesso territorio comunale, creando confusione agli occhi del turista; basti pensare che in alcuni punti ci si trovava dinnanzi a tre pali con sei/sette tabelle. Sicuramente non una degna immagine turistica per il nostro altopiano. La scelta di queste tabelle è durata un anno in quanto si è voluto sentire ogni categoria interessata, dal nordic walking, ai bike club, al C.A.I., etc. etc e la scelta è maturata appunto su tutti questi confronti. Inoltre le tabelle riportano l’antico nome cimbro della località in modo che le persone possano conoscere anche il luogo in cui si trovano, contribuendo a mantenere vivo l’antico idioma”. Ma operativamente quali sono i percorsi che si stanno immaginando come progetto pilota? “Per quest’anno sono stati individuati alcuni percorsi su strade comunali; quindi vecchie vie non più in uso, che una volta servivano da collegamento fra contrada e contrada, molto bello; direi che tanti miei concittadini non sanno nemmeno che sono strade comunali liberamen- te percorribili da tutti. In questi giorni stiamo definendo il possibile collegamento tra il Comune di Asiago e il Comune di Gallio e si sta appunto ipotizzando il percorso esatto dove potrebbe passare il tracciato all’interno del Comune di Gallio. Infatti, per intenderci, manca solo il congiungimento tra il sentiero della Pace con la fine di via Monte Zomo, circa 300 metri. Una volta che si trovano gli accordi con i privati la strada potrà essere percorribile; il lavoro che si sta svolgendo con l’Amministrazione comunale di Gallio è ottimo e si è istaurata la giusta sinergia, ottima la collaborazione con il Collega Giorgio Tagliaro. In ogni caso il primo percorso che dovrebbe essere tabellato sarà quello che conduce al Prunno e al Lazzaretto, quindi alle contrade del Kaberlaba. Con gli altri comuni si sta ragionando per eventuali futuri sviluppi del progetto pilota? Il progetto pilota prevede il coinvolgimento di tutti i Comuni. Infatti sarà firmato un protocollo d’intesa, come suggerito dal Presidente della Comunità Montana Lucio Spagnolo, in modo che il progetto veda comunque la realizzazione completa di ogni sua parte da tutti i Comuni. Per esempio con Roana ci sarà la tabellazione di alcuni percorsi della ex ferrovia per raggiungere la direttrice Boscon-CesunaTreschè Conca”. Quali difficoltà operative state incontrando? “La difficoltà principale è stata individuare i possibili percorsi, in quanto sentieri e strade che comunemente abbiamo sempre percorso di fatto non sono sempre strade comunali, ma strade private; quest’estate quindi ogni Comune dovrà sentire i proprietari terrieri di quei percorsi per avere le autorizzazioni al transito. Per questo motivo, quando vado a correre, mi accerto in prima persona dei sentieri in modo da valutare sul posto sia se il sentiero è comunale, in quanto trasmetto i dati all’ufficio tecnico via gps, dati che poi vengono analizzati in sede per verificare l’effettiva bontà del percorso scelto. In secondo luogo per valutare se il percorso è adatto alle biciclette o solo ai pedoni e stabilire un grado di difficoltà, in quanto determinati tracciati presentano delle difficoltà che ne permettono la percorrenza solo ad utenti esperti”. Ben venga quindi un progetto di questo genere. Mi permetto una valutazione personale: l’importante che questo, come tutti gli altri progetti che possono avere un grosso impatto sulla valorizzazione di tutto l’altopiano, siano concertati tra i vari Comuni, nello spirito ben rappresentato dal Caldogno: “… Dove egli (Il Caldogno) dice Asiago è capo di tutti i sette comuni, si ha da intendere che esso è il principale attese le prerogative descritte di sopra, ma in quanto è comunità né questo, né altro de’ medesimi possono vantare alcuna superiorità ed autorità sopra gli altri; poiché sono tutti fra di loro uguali. Tolta la qual uguaglianza non sussisterebbe più quella perfetta democrazia di governo che regna fra di loro.” (Citazione tratta dal libro di Giancarlo Bortoli, Spirito cooperativo e fratellanza regoliera nei sette Comuni). Claudio Savelli Ben venga la buona volontà, ma sarà sufficiente? Idealmente insieme, in pratica ancora ognuno per proprio conto. Diamo atto della buona volontà e dell’impegno che Franco Sella sta mettendo nel realizzare una minima proposta di mobilità dolce, ma ci sia consentito sottolineare alcune cose. Il giornale si è preso a cuore questo argomento portando avanti da ben oltre un anno un’azione di sensibilizzazione, con interventi, servizi, interviste e anche l’organizzazione di passeggiate. Il merito di averci aperto gli occhi sul tema va riconosciuto ad Andrea Cunico che, come egli stesso ha ripetuto più volte, non ha inventato niente. Da altre parti si sono ben organizzati ormai da tempo. I punti da subito ben chiari che secondo noi vanno tenuti bene in mente sono: è un progetto da realizzare subito, bene, in modo coordinato, unitario e completo. Per questo, lo diremo fino allo sfinimento, doveva essere affidato alla Comunità montana per tutto l’Altopiano. Ora parte Asiago? Bene. Almeno qualche sentiero ad hoc ci sarà, speriamo presto. E gli altri comuni partiranno? Quando? E se si parte ora con uno o due sentieri, quando potremo avere nel centro dei paesi delle tabelle complete che indichino tutti gli itinerari già dalle piazze? Una cosa è certa: finora la filosofia del “Io parto e chi mi ama mi seguirà” non ci ha portato tanto lontano. Stefania Longhini 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 3 Raccolta differenziata, asiaghesi poco ligi ATTUALITA’ Aumenterà del 16% la bolletta dei rifiuti per gli asiaghesi. Un aumento che segue quello del 2008 che aveva già destato numerose polemiche. Ma questa volta “l’imputato” è la cittadinanza asiaghese che differenzia poco e male. Meno raccolta differenziata, più rifiuti da smaltire in discarica, con costi che sono in continuo aumento; quindi maggiori costi in bolletta. L’equazione è molto semplice come sottolinea la stessa Etra: “Ridurre a monte la quantità di rifiuti, per esempio acquistando pochi imballaggi, e differenziare al massimo i rifiuti prodotti porta vantaggi sia dal punto di vista ambientale che economico. Tanto minori sono infatti i rifiuti destinati alle discariche o agli inceneritori e tanto meno è necessario intaccare il territorio o ritoccare i costi per il loro smaltimento”. Stefano Svegliado, presidente di Etra, spiega precisamente Aumentano le bollette Maggiore il costo del convogliamento in discarica. Dopo un avvio incoraggiante, registrato uno stop il perché del “ritocco in su” della bolletta della raccolta rifiuti in arrivo agli asiaghesi. “Ad Asiago in particolare la raccolta “spinta”, quella che consente di differenziare numerose frazioni di rifiuto, dopo un avvio incoraggiante, ha registrato uno stop attestandosi su un 25,7% di differenziazione – prosegue Questo dato non solo è di molto al di sotto dei parametri fissati dalla legge, ma anche notevolmente inferiore alle altre aree di Etra dove mediamente si differenzia il 68% dei rifiuti prodotti. Etra nel suo settore è concorrenziale in Veneto rispetto a chiunque, dal punto di vista economico. I maggiori costi per i cittadini asiaghesi, che pure sono stati contenuti al massimo grazie all’ottimizzazione delle risorse, sono imputabili solamente ai costi di smaltimento. Siccome non siamo autonomi per questa fase e ci appoggiamo ad altre strutture, è logico che più rifiuti portiamo e maggiori sono i costi che ci vengono fatturati”. E l’aumento previsto era anche più pesante prima di un incontro “tecnico” tra Comune di Asiago e Etra dove sono stati rivisti alcuni costi di smaltimento. Ma il primo cittadino Andrea Gios esorta la popolazione a fare la propria parte: “Purtroppo abbiamo ancora molti cittadini che non differenziano i rifiuti o lo fanno in maniera parziale; il maggiore costo è dovuto a questo, se tutti facessimo la raccolta differenziata come si deve, l’aumento non ci sarebbe”. Tra le cause della poca differenziazione dei rifiuti c’è anche la mancanza dei raccoglitori “intelligenti” dei rifiuti non differenziati accessibili con scheda che registra quanto indifferenziato ogni utente conferisce facendo, in pratica, pagare meno a chi differenzia di più. Sapor d'acqua natìa “L’America, Babele e le mani delle torri” La terra d’oltreoceano produce da secoli - sin dal lontano 1492 - un alone di fantasia, di magia e di spassionato fascino che colora le notti di tantissimi ragazzi che in lei vedono l’emblema e il sogno di una civiltà in ogni altro posto irraggiungibile. Non bastano certo le 100 lire cantate da Gianni Morandi per varcare oggi i confini americani: ma certamente basta qualche flash rubato sui cataloghi, tra i racconti di viandanti o sui libri di scuola per sognare, almeno per un istante, d’essere sulle spiagge dorate di Baywatch, sulla collina che sovrasta Hollywood o lungo quella carreggiata resa famosa dai casinò di Las Vegas. Perchè l’America, da tempo immemore, è città gemellata con il Paese dei Balocchi tratteggiato dal buon Carlo Collodi nel suo Pinocchio. Chi scrive s’è appena imbarcato, scortato da un gruppetto giovane, sul volo che da Miami riporta verso Venezia passando per Madrid. Due settimane di studio son bastate per iniziare a sgonfiare dalla memoria immaginativa la tanto cantata terra scoperta da Colombo, primo italiano in America. Perchè anche il divertimento, quand’è eletto a dogma centrale di una mentalità, a lungo andare stanca. Come stancano quella lunga fila di limousine oscurate, di Hammer esagerati e di fastosi palazzi - costruiti tutti in serie nella più bella tradizione della noia americana che a tutto concorrono fuorchè ad accendere nell’animo giova- ne la creativa possibilità di idearsi un’esistenza in proprio. Se l’America è mamma di tante aspettative, più di qualcuno converrà nel rimproverarne la sua femminile pedagogia: quel suo modo di saziare le domande prima ancora che vengano poste per bloccare sul nascere tutto quello che, magari, potrebbe disturbare la sua innata scanzonatezza. Cosa direbbe il Piccolo Principe dello scrittore francese qualora passeggiasse tra le vie - tutte in serie pure quelle - di Miami e scoprisse che le botteghe degli artigiani sono scomparse? Perchè dove tutto è “in serie” l’originalità è bandita, la cura del particolare scoraggiata e la paziente crescita della creatività impedita dal frastuono. Sembra strano che proprio su questi dogmi l’America abbia innalzato il suo fascino e la sua sospettosa accoglienza: qualunque sbarchi in aeroporto è un potenziale terrorista dopo il loro 11 settembre. Mitra caricati, sceriffi ovunque e quella schedatura fino all’osso che ti fa sentire in qualsiasi posto fuorchè a casa tua. Ma l’America è l’America direte voi: e avete pure ragione. Ma anche a Babele - ed eravamo solo nei primi giorni della creazione biblica - tentarono di costruire torri che sfidassero il cielo: e tutt’oggi di quelle torri gli uomini di ogni cultura e razza contemplano il pugno di polvere rimasto ad emblema del cantiere edile più fallimentare della storia. Come sulla terra di Ground Zero a torri abbattute. Rimane l’America colorata nei sogni dei bambini: quella di Topolino e Mickey Mouse, dei grandi parchi divertimento di Orlando e delle bagnine di Baywatch. Ma quella è solo una faccia dell’America: quella che cresce presentando il prezzo di una civiltà che ha puntato tutto sul divertimento, sul PIL e sulla voglia matta di dettare legge al mondo intero. Chi passeggia in zona capisce ben presto che non basteranno i sogni di rivincita di un Presidente Nero a cambiare il corso di una nazione perchè rimane sempre vera la sapienza delle vecchie massaie, quella che assicura come sia più facile da povero diventare ricco che da ricco fare i conti con la povertà: economica, cultura o semplicemente di stile di vita. Paperon de Paperoni e Minnie continueranno nei loro fumetti a cantare la ricchezza, lo sfarzo e la musica. L’importante è far capire ai bambini che stanno solamente leggendo un fumetto: e che quella è l’America. Non il mondo. Don Marco Pozza “I press container, sette previsti inizialmente, erano improponibili per il centro di Asiago perché di dimensioni enormi e con un impatto visivo intollerabile – spiega Gios – Di fronte a un gravissimo impatto sulla Città ho, assieme alla giunta, bloccato l’installazione per studiare soluzioni alternative. Si è valutato l’interramento dei press container e la mascheratura delle aree ecologiche che rimangono in superficie. Purtroppo il costo di tale interven- to è di circa 180 mila euro per ogni press container. Abbiamo perciò avviato una trattativa con Etra affinché contribuisse all’interramento che dovrebbe prevedere l’interramento di due press container a spesa di Etra, senza ulteriori aggravi sulla cittadinanza, altri 2 saranno interrati attraverso contributi regionali e due saranno interrati a spese del Comune non appena il patto di stabilità ci darà una piccola tregua”. Gerardo Rigoni I PICCOLI PARTICOLARI Quei bidoni che “arredano” la piazza “Mamma guarda, un bidone con gli occhiali”. La fantasia di un piccolo residente, sollecitata dai coloratissimi “arredi” di Piazzetta delle Poste adAsiago, certo fa sorridere: il mondo visto con gli occhi di un bambino è sempre e comunque bello! Ma quella lunga fila di raccoglitori per ogni tipo di immondizia (dalla plastica, al secco, dall’umido al vetro) indispettisce non poco gli abitanti della piazza asiaghese e delle vie limitrofe. E non passa inosservata neppure ai turisti che, parcheggiata l’auto al Piazzale dello stadio, passano di là per raggiungere il Corso. E’ uno spettacolo indegno, considerato tanto più che ci troviamo in pieno centro cittadino. Possibile non si pensi ad una soluzione se non per eliminare almeno per cercare di mascherare tanto obbrobrio? I bidoni di raccolta da qualche parte bisogna pur metterli, è innegabile, ma sognando la raccolta porta a porta, soluzione che gran parte degli asiaghesi auspicherebbe, perché non si provvede a mimetizzare adeguatamente “l’area ecologica” con legno e vegetazione? Una residente nei pressi della piazzetta, tra le tante che ha segnalato il problema alla nostra redazione, si è presa anche la briga di documentare e portare ad esempio ciò che si fa in altri comuni. Le foto riguardano il Comune di Limone del Garda. Come si può vedere ogni piazzola di raccolta è delimitata e ben nascosta da eleganti separè in legno. Anche i cestini lungo le strade sono rivestiti in legno e sicuramente è tutto un altro vedere. La grande attenzione per l’ordine e l’arredo urbano si nota tutta, con compiaciuto apprezzamento da parte di residenti e turisti. Per dare un’immagine elegante e curata i “piccoli” particolari servono. www.cinemaluxasiago.it 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 4 Arte filatelica Il Premio Internazionale Asiago: quarant’anni ben portati Domenica 18 luglio la cerimonia di premiazione. Per il quarantennale una cartolina postale celebrativa la cui affrancatura raffigura un particolare della Fontana del fauno Un appuntamento sempre originale ed accattivante, che da ben quarant’anni si snoda fra tradizione e novità. E’ il “Premio internazionale Asiago d’arte filatelica”, in programma la terza domenica di luglio, un evento che attira sull’altopiano un gran numero d’appassionati di francobolli, dall’Italia come da Stati vicini. Domenica 18 luglio, dunque, nella fastosa cornice della Sala dei Quadri del municipio di Asiago, si terrà la cerimonia di premiazione dei francobolli vincitori del premio. Che, come tradizione, sarà ritirato dai rappresentanti diplomatici degli Stati vincitori. Come da tradizione, nella “Sala della Reggenza” in Comunità montana, sarà allestita la mostra di collezioni di francobolli ed oggetti postali che presenta lavori di vari specialisti, nonché la rassegna dei vincitori delle passate edizioni. La giuria si è riunita a fine maggio ed ha già emesso il verdetto, che però, naturalmente, è riservato sino Maurizio al momento della Stella premiazione. Gli allori verranno assegnati al miglior francobollo del mondo, al migliore a soggetto turistico, al migliore a soggetto naturalistico: il giudizio è stato ponderato e meditato, sempre nel solco della tradizione del Premio che si contraddistingue per il prestigio ed il rigore, e che anche quest’anno è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’anno scorso, lo ricordiamo, i riconoscimenti sono stati assegnati alla Polonia per il francobollo più bello del mondo; all’Olanda per il turismo; all’Irlanda per il soggetto naturalistico ed alla Spagna, come premio speciale dell’Accademia olimpica. La giuria è anch’essa ormai una tradizione, anche se più recente. L’anno scorso, infatti, è stata la prima volta senza il cantore dell’altopiano, Mario Rigoni Stern, ed anche la prima volta del notissimo giornalista, anch’egli originario dell’altopiano, Gian Antonio Stella, che ha preso il posto dello scomparso scrittore. Gli altri componenti, invece, da anni svolgono il piacevole compito di selezionare e giudicare i migliori francobolli stampati dalle oltre duecento autorità emittenti del mondo, e sono Lorenzo Pellizzari, già presidente dell’Accademia olimpica vicentina; Ermanno Olmi, assiduo sull’altopiano; il grafico pubblicitario specializzato in francobolli Franco Filanci, e Maurizio Stella, presidente Circolo filatelico “Sette Comuni”, che svolge funzioni di segretario. La mostra nella sala della Reggenza rimarrà aperta per tutta la settimana; gli appassionati ed i curiosi – e tutti gli anni moltissimi turisti passeggiano fra i quadri espositivi – potranno visitarla con tutto comodo. Potranno anche prepararsi un souvenir filatelico, cioè una lettera od una cartolina affrancata con francobolli annullati con i bolli speciali che le amministrazioni postali d’Italia e di San Marino oggi anno preparano per ricordare degnamente il Premio. I francobolli ed i timbri postali d’Italia e della Repubblica del Titano, ormai, costituiscono una collezione di tutto rispetto. Tutto ciò è la tradizione del Premio; ma per i suoi quarant’anni c’è anche una bellissima novità. La Consulta per l’emissione delle carte-valori postali e la filatelia (che è l’organo che consiglia il ministro sui francobolli da emettere) ha infatti suggerito, e il ministro ha accolto la proposta, di emettere una carta-valore postale per commemorare degnamente il quarantennale del Premio Asiago. Si tratta di un “intero postale”. Questo termine filatelico indica una cartolina postale o simili, cioè un oggetto di corrispondenza con il francobollo già stampato sopra. Negli ultimi anni Poste italiane ha emesso una (a volte due) cartoline postali commemorative all’anno. Nello specifico sarà del valore di 0,60 euro, realizzata su bozzetto di Giustina Milite; in alto a destra, entro un riquadro fluorescente, reca l’impronta di affrancatura raffigurante un particolare della Fontana del fauno, l’opera dello scultore M. Zanetti sita in Piazza Giovanni Carli. A commento dell’emissione verrà posto in vendita un bollettino illustrativo con articolo e firma di Maurizio Stella. Lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Asiago utilizzerà, il giorno di emissione, l’annullo speciale a cura della Filatelia di poste italiane. La posta di San Marino sarà presente con un proprio ufficio distaccato che venderà francobolli e li annullerà con un bollo speciale disegnato da Michelangelo Pistoletto, uno dei “grandi” dell’arte contemporanea italiana. Potenziato il controllo a cave e miniere i risultati dopo un anno di attività Oltre 100 le verifiche, 29 sanzioni amministrative comminate, 6 segnalazioni di reato e 3 infrazioni di polizia mineraria riscontrate. Schneck: “Preoccupa la scarsa attenzione alla sicurezza dei lavoratori” Oltre 100 cave verificate, 29 sanzioni amministrative comminate, 6 segnalazioni di reato e 3 infrazioni di polizia mineraria riscontrate. Sono questi i numeri di un anno di attività dell’Ufficio Cave della Provincia di Vicenza, rinnovato nel giugno dello scorso anno e potenziato per essere più incisivo nel monitoraggio delle attività estrattive. Oggi la struttura è composta da 8 dipendenti coordinati dall’ing. Filippo Squarcina sotto la direzione del direttore generale Angelo Macchia. I compiti sono molteplici, dall’espressione di pareri tramite la Commissione Tecnica Provinciale Attività Estrattive, al ruolo di Polizia Mineraria per monitorare la sicurezza sul lavoro, passando per il controllo delle cave e miniere in stretta collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato di Vicenza e con i Comuni. La competenza “politica” è in capo al Presidente della Provincia Attilio Schneck, a testimoniare la delicatezza del settore, ed è stato proprio il Presidente, in una recente conferenza stampa a tracciare un quadro della situazione “cave” nel vicentino. “ In un anno - ha esordito Schneck - abbiamo effettuato sopralluoghi in 106 cave su un totale di 215 attive, con l’obiettivo di completare la lista nel giro di un anno, per avere una foto- grafia quanto più dettagliata e reale delle cave vicentine. Si sono riscontrate molte attività difformi sia per aspetti formali che sostanziali, ma per lo più si tratta di lievi irregolarità, per cui possiamo dire che la situazione è in linea generale buona.” Le verifiche sono state distribuite omogeneamente sul territorio e hanno interessato tutte le tipologie di attività estrattiva, dalle cave in sottorraneo dei Berici alle cave di marmo dell’Altopiano di Asiago. Nel dettaglio: 46 controlli alle cave di marmo, 19 a quelle di argilla, 8 a pietre e detriti, 8 a calcare da industria, 15 alle cave di ghiaia e 10 alle pietre dei berici. Sono stati effettuati controlli sia di tipo amministrativo che tecnico, verificando la conformità con l’autorizzazione regionale, con il progetto e con la normativa in materia di sicurezza. Questo il risultato: 6 non erano accessibili per attività sospesa o ancora da iniziare, 48 si sono rivelate conformi ai provvedimenti rilasciati, mentre per le 52 attività non conformi si è provveduto a comminare le relative sanzioni amministrative, ovvero ad avviarne i procedimenti tesi alla verifica dell’attività e alla successiva eventuale contestazione di difformità e all’ingiunzione di sistemazione ambientale. Sono state comminate 29 sanzioni amministrative, per un importo pari a 2.803.221 euro, di cui solamente 24mila incassati, mentre per il resto si aspetta l’esito Forte Belvedere (TN) dei ricorsi al giudice ordinario. Solo 3 sono invece le infrazioni di polizia mineraria riscontrate, per un importo, già incassato, di circa 3.900 euro. Le problematiche emerse durante i sopralluoghi sono sostanzialmente le seguenti: ricomposizione dei siti scavati che procede a rilento o è del tutto mancante; recinzioni carenti o mancanti e accessi non chiusi né delimitati, con situazione di potenziale accessibilità agli estranei e relativa situazione di pericolo; difformità dal cronoprogramma di scavo e ripristino; mancanza del cartello identificativo dell’attività estrattiva; presenza di ristagni (cave di argilla); stati di abbandono delle attività senza ricomposizione ambientale dei siti; asporto di materiale associato (cave di marmo dell’Altopiano di Asiago) in assenza di autorizzazione o per quantità eccedenti il volume autorizzato. L’Amministrazione provinciale intende potenziare ulteriormente l’attività di controllo. E’ iniziata una prima fase di rilevamento aereo delle cave tramite la ditta Geotecnos di Trieste: il rilevamento avverrà tramite un laser scanner e una camera metrica digitale posti su un aereo bimotore. I dati verranno inseriti in una piattaforma integrata che ne consente la gestione tramite internet, permettendo anche a terzi autorizzati, es. Corpo Forestale Regionale e Comuni, di accedere al sistema e di poter effettuare elaborazioni quali calcoli di volume/sezioni, ecc.. E’ prevista l’utilizzazione della tecnologia del laser scanner a terra per quelle cave per cui non è possibile il rilievo aereo. Tramite tecnologie innovative verranno verificate anche le cave in falda, attività che verrà effettuata in collaborazione con l’Università di Padova. “ Quello che ci preoccupa - ha concluso Schneck - è l’approssimativa gestione delle cave in particolare per la scarsa attenzione alla sicurezza dei lavoratori. In tal senso, siamo intervenuti e continueremo ad intervenire non solo con controlli, ma anche con l’attivazione di un corso di formazione. L’obiettivo è che i cosidetti “cavatori” diventino “imprenditori dell’attività estrattiva”, con tutto ciò che questo comporta in termini di rispetto delle autorizzazioni e della normativa”. 8 Sabato 10 luglio 2010 ASIAGO Quarant’anni di campiscuola a Malga “Dosso di sopra”. Li celebra la Parrocchia di Asiago per la quale questa struttura è da quattro decenni un importante punto di riferimento per le attività dedicate ai ragazzi e ai giovani durante l’estate. Ad ogni camposcuola sono legati tantissimi aneddoti; molti e indelebili sono i ricordi che generazioni di giovani asiaghesi conservano delle belle esperienze vissute in quella casa in cima al dosso, il cui tetto sembra toccare il cielo. Esperienze di comunità e di spiritualità, di giorni a stretto contatto con la natura magnifica delle zone alte dell’Altopiano. E’ la sede estiva del patronato, ristrutturata, sistemata, resa sempre più confortevole e bella negli anni grazie al lavoro di tanti volontari. Un nome su tutti ricorre sempre quando si parla della “malga dei boce”: Giuliano Rodeghiero, conosciuto come Giuliano “Rizzieri” o “Rode”, scomparso un anno fa. Sua l’idea, da giovane che frequentava il patronato, di sistemare questa malga di proprietà comunale e di organizzare l’Altopiano La “malga dei boce” compie quarant’anni A dosso di sopra tre giorni di festeggiamenti: occasione preziosa per stare insieme e per dare continuità alla storia nel segno dell’entusiasmo e della partecipazione lì i campiscuola estivi. Un’idea nella quale via via ha saputo coinvolgere un sacco di persone: chi per i lavori, chi per le pulizie, chi per i fondi necessari, chi per l’organizzazione e la realizzazione dei vari turni dei ragazzi. Per festeggiare alla grande il quarantesimo della malga, sono programmate varie iniziative. Il clou è fissato per la metà di luglio. Giovedì 15 e venerdì 16 si terrà il momento più particolare con il pellegrinaggio della croce dei giovani dal Patronato a Dosso di sopra. Una grande croce in legno realizzata appositamente dal gruppo di 3^ e 4^ superiore verrà portata in Malga e innalzata nel grande cortile. “Un’idea che hanno avuto i nostri ragazzi, nata in una serata passata a Monte Zebio e guardando la croce che c’è lì – spiegano gli animatori nel notiziario del patronato - Nel pellegrinaggio a piedi, per necessità legate al peso eccessivo della croce in costruzione, sarà però portata in spalla un’altra croce importante per la nostra parrocchia, quella che da alcuni anni viene portata per le strade del paese nella processione del venerdì santo; questa croce lascerà il posto a quella nuova NOTIZIE DAL MUSEO DELL’ACQUA ATTUALITA’ a cura del Gruppo Speleologico Settecomuni Duemila Leghe Sotto l’America E’ possibile arrivare nella misteriosa e ricca di tesori terra degli Incas, nel Perù, attraversando gli Stati Uniti, il Messico, l’Oceano, passando “sotto terra”? Sembra impossibile, ma esiste una galleria, lunga duemila leghe, che attraversa tutta l’America e che sbuca nei pressi di un fantastico tesoro, accumulato dagli Incas, e dimenticato da secoli. Un gruppo di avventurosi è pronto a tutto, anche a rischiare la vita, pur di mettere le mani sul fantastico tesoro, ed eccoli dunque imbarcarsi ed attraversare la caverna sotterranea, che sembra un fiume che si inoltra nelle profondità della Terra, combattendo contro il buio, gli scogli a fior d’acqua e mille altri pericoli. Scritto nel 1888, Duemila Leghe Sotto l’America fu noto anche come Il Tesoro misterioso. Ecco alcune note del nuovo libro presente nella nostra biblioteca: Anno: 1911 Titolo: Duemila leghe sotto l’America Autore: Emilio Salgàri Editore: Casa Editrice Bietti Lingua: Italiana Ma chi era Emilio Salgari... Nacque a Verona nell’ago- 5 sto 1862 da una famiglia di piccoli commercianti. Visse nel comune di Negrar, poi abbandonata per trasferirsi all’attuale “Ca’ Salgàri”. Da giovane studiò presso il Regio Istituto Tecnico e Nautico di Venezia, ma non arrivò mai a essere capitano di marina, cosa che si fregiò impropriamente per tutta la vita. Infatti, il sogno della sua vita era il mare, ma il destino gli permise solo un’unico viaggio che durò tre mesi. Per scrivere i suoi libri, oltre quell’unica esperienza di navigazione, si affidò a continui studi e ricerche nelle biblioteche. Autore straordinariamente prolifico, è ricordato sopratutto per il ciclo dei pirati della Malesia. Il suo primo lavoro fu I Selvaggi della Papuasia. Poi decine e decine di libri d’avventura. Ricordiamo fra i tanti, Sandokan, Il Corsaro Nero, La Regina dei Caraibi, Capitan Tempesta. Divenne così famoso che Umberto I lo insignì del titolo di Cavaliere della Corona d’ Italia. Ma non divenne ricco, anzi... Era un forzato nelle mani delle case editrici. Lo constrinsero a scrivere 3-4 libri all’anno più la direzione di un periodico di viaggi, più le novelle. Tutto questo per compensi miserabili, complice la sua ingenuità che lo portò a stilare contratti capestro. Finì così per aiutarsi con 100 sigarette e una bottiglia di marsala al giorno. Accadde a Torino, la mattina del 25 aprile 1911. Emilio Salgari lascia sul tavolo di casa alcune lettere d’addio ed esce con un rasoio in tasca. Non tornò più. < A voi che vi siete arrichiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. > Giliano Carli Paris (Gil) Nello Rabito a Val Formica. Da lì si salirà portando la croce in spalla, fino in malga”. L’intenzione per questo pellegrinaggio è quella di riuscire a realizzare una staffetta che coinvolga tutti i ragazzi della parrocchia, prevedendo dei punti di scambio dove il gruppo che arriva, passi la croce all’altro che prosegue nel cammino. “Incoraggiamo la partecipazione e ci auguriamo che sia davvero numerosa, da parte di grandi e piccoli, e chiediamo la collaborazione di tutti i ragazzi che vogliano contribuire a fare un pezzo di questo cammino della croce perché questo cammino possa davvero rappresentare l’anima della nostra parrocchia grazie al contributo di tutti. Si tratta di un momento importante per la comunità per affermare insieme la preziosità di quanto ricevuto e condiviso in tanti anni e per dare continuità alla storia nel segno dell’entusiasmo e della partecipazione” dice don Federico Meneghel. Il cammino si concluderà venerdì 16 luglio con la Santa Messa in Malga Dosso di sopra, per benedire questa croce e ringraziare il Signore di questi 40 anni di malga. La festa in Malga proseguirà sabato con un’escursione a Cima Portule per tutti, grandi e piccoli con partenza alle 9.30 da Malga Larici. Al ritorno cena in Malga Dosso di sopra e filò, ovvero una serata di canti e ricordi animata dal Coro San Matteo. Domenica 18 la conclusione con la celebrazione della Santa Messa e il pranzo. Non ci sono momenti riservati o preclusi a qualcuno, la malga sarà aperta a tutti coloro che intendono anche per poco viverne lo spirito e stare insieme. I festeggiamenti saranno completati con la pubblicazione di un opuscolo con ricordi e aneddoti relativi ai campi passati in malga e una mostra di vecchie foto. Per informazioni ed iscrizioni per i vari momenti rivolgersi alla segretaria del Patronato. Stefania Longhini Un orso in Altopiano…non è Dino Come previsto dagli esperti sembra che una nuova presenza si aggiri per l’alto vicentino Orso nuovamente sull’Altopiano? Pare che sabato 3 luglio un turista escursionista abbia avvisato un orso nella zona di Val Renzola nel territorio comunale di Roana. Subito al suo ritorno in paese l’uomo ha avvisato sia il Corpo Forestale dello Stato sia la Polizia Provinciale, ente competente per tutte la fauna selvatica. Inizialmente si pensava potesse essere l’orso Dino, il plantigrado che ha seminato il panico tra la popolazione equina altopianese diventando comunque simbolo della natura incontaminata dell’Altopiano tanto che il Comune di Asiago lo ha immor- talato su un manifesto pubblicitario. Ma poi i dati inviati dal radiocollare di Dino hanno indicato che l’orso sloveno era a Tarvisio e poi rilevamenti di pelo lo davano già oltre confine in Slovenia. L’unica altra ipotesi è che un nuovo orso abbia deciso di “scoprire” l’Altopiano come aveva fatto qualche anno fa l’orso trentino Kj2g2, chiamato Likkot dai bambini delle elementari dell’Altopiano. Con ogni probabilità anche l’eventuale orso avvistato potrebbe essere di origine trentina, un giovane maschio che cerca una nuova zona dopo essere stato allontanato dal suo nucleo famigliare come avviene per ogni maschio di orso che ha compiuto i 2 anni. Altri avvistamenti sono avvenuti in questi giorni sul Pasubio e nella valle sottostante. G.R. 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano Oltre duecento i commensali nella palestra dell’Istituto I camperisti cenano con i piatti dell’Alberghiero 6 Maestri della griglia in gara Applausi, soddisfazione ed apprezzamenti per gli studenti L’ultimo week end di giugno ha visto ad Asiago un bel numero di partecipanti al Raduno Nazionale Camperisti “Ecomuseo della Grande Guerra – L’Ortigara”, promosso dal Campeggio Club Vicenza in collaborazione con la Federazione Campeggiatori del Veneto e la Confederazione Italiana Campeggiatori. Il programma della tre giorni altopianese prevedeva l’arrivo degli iscritti, con sistemazione negli spazi interni dell’aeroporto “ Romeo Sartori ” di Asiago, per venerdì 25 giugno; all’indomani il trasferimento al Lozze e l’escursione all’Ortigara per l’intera giornata, con conclusione presso la palestra dell’Istituto Superiore di Asiago per la cena curata dai ragazzi della sezione alberghiera dell’Istituto. Domenica, infine, visita al Sacrario del Leiten ed alla città di Asiago, prima dello <sciogliete le righe>. Ci piace porre l’accento sul fatto che gli organizzatori - La <squadra> di cucina capitanata dal prof. Meneghini abbiano chiesto ed ottenuto la disponibilità dell’Istituto Alberghiero di Asiago a proporre ai partecipanti la cena della serata clou della manifestazione, sabato 26 giugno. Erano oltre duecento i commensali e non è certo stato uno scherzetto allestire nella palestra dell’Istituto una vera e propria sala da pranzo “Un impegno importante per i nostri ragazzi (coadiuvati dai due assistenti tecnici e da due collaboratrici scolastiche), giunto al termine di un lungo anno scolastico – ha commentato il prof. Meneghini, il docente che ha guida l’équipe – ed una responsabilità non indifferente per ragazzi di 1516 anni di 2^ e 3^ classe dell’Alberghiero. Direi che se la sono cavata proprio bene tutti, dai 5 ragazzi che (al fianco dello stesso Meneghini, ndr) hanno seguito la cucina con ottimi risultati e riscontri ai ragazzi di sala, eleganti, rapidi e precisi Uno sguardo d’insieme sulla palestra trasformata in sala da pranzo nel servizio; menzione particolare per il responsabile di sala, Stefano Pinaroli, studente di 5^, che è stato all’altezza del non facile ruolo” . “Abbiamo proposto loro – precisa Meneghini – un menù tipico che prevedeva come stuzzichini formaggi misti dell’Altopiano in combinazione con marmellate e mieli della Rigoni di Asiago, un antipasto di baccalà mantecato su crostoni di pane, quindi due primi piatti (crespelle ai funghi porcini e lasagne con finferli e Dolcezza di Asiago) e tre secondi piatti (spalla di vitello – roast-beef caldo al rosmarino e cosciotto intero di maiale al forno) con contorno di patate al forno e spinaci al burro; per dessert torta di ricotta ai frutti di bosco. Il tutto innaffiato con Vespaiolo e Cabernet delle cantine di Breganze”. Al termine della serata è stato lo stesso prof. Meneghini che, prendendo la parola, ha presentato ai commensali gli artefici dell’ottima ed apprezzatissima cena, ai quali è stato rivolto un caloroso applauso di ringraziamento e di compiacimento. Cesare Pivotto Al parco Millepini di Asiago il 18 luglio la tappa del campionato mondiale di barbeque I fuochi sono oramai pronti per essere accesi per la 5° edizione di Griglie Roventi, il campionato mondiale di barbeque per cuochi non professionisti che richiama cuochi da tutto il mondo per partecipare alla sfida che premia la miglior grigliata di carne. La manifestazione, promossa dalla Regione Veneto e dai Consorzi Turistici del territorio, di anno in anno ha riscontrato sempre maggior successo di pubblico superando le 20 mila persone l’anno scorso. E per la tappa di Asiago, in programma il 18 luglio, ci sono già una ventina di iscritti. Alla tappa di Belluno, avvenuta il 24 giugno, oltre 12 mila persone si sono assiepate in piazza per vedere i “maestri del grill” al lavoro. Grande divertimento e momenti di vera comicità hanno accompagnato la manifestazione ora molto attesa ad Asiago. Il tutto in attesa della tappa finale di Carole in programma per il 29 luglio dove si “scontreranno” 130 coppie di grigliatori per aggiudicarsi il titolo di “Re della griglia 2010”. Una pregiata fetta di lombo alla fiorentina, vino veneto Doc, acqua minerale, grembiule, cappello, t-shirt e la griglia a gas sono gli “ingredienti” che saranno consegnati alle coppie di concorrenti che parteciperanno alla gara asiaghese. Una gara che si terrà alle 12 in punto al parco Millepini dove al profumo degli abeti si assocerà, per un giorno, anche quello della grigliata. L’appuntamento sarà presentato dalla conduttrice del programma televisivo “Mela Verde” Elisa Bagordo accompagnata dal cantautore e musicista Gianni Scribano. A giudicare i migliori concorrenti, una giuria tecnica composta da chef professionisti. I parametri di valutazione per stilare la classifica saranno, oltre alla cottura delle costate, il gusto, la preparazione del piatto e l’estrosità dei concorrenti nel presentarsi e nel presentare la superbistecca messa a disposizione dall’associazione produttori carne bovina del Nord Est. Le iscrizioni, 50 euro a coppia, sono aperte a tutti i maggiorenni che non fanno i cuochi di professione ma che sono, o si ritengono, “maestri della griglia”. Le iscrizioni possono essere effettuate direttamente all’agenzia di organizzazione Ideeuropee al numero 0422-308627 oppure all’email [email protected]. Si potrà inoltre iscriversi direttamente domenica 18 luglio prima dell’inizio della gara fino a esaurimento griglie. Per vincere il trofeo la coppia dovrà cuocere la propria costata in 40 minuti. Per le coppie femminili invece l’iscrizione sarà scontata del 25% proprio per dimostrare che la preparazione della grigliata non è prettamente un affare maschile. Gerardo Rigoni Conoscere l’Altopiano con le guide naturalistiche Dotate di patentino riconosciuto a livello regionale accompagneranno turisti e residenti sui luoghi simbolo dell’altopiano Nasce ad Asiago il primo gruppo di Guide Naturalistico Ambientali. Grazie alla volontà e all’amore per la propria terra, alcuni ragazzi altopianesi hanno deciso di formare una squadra di guide per accompagnare durante la stagione estiva i turisti (ma anche i residenti interessati) sui luoghi simbolo dell’Altopiano. Lo scopo è quello di descrivere ed esaltare le peculiarità, le potenzialità e le caratteristiche del territorio. «Proponiamo un servizio di qualità perché per diventare guide naturalistico-ambientali abbiamo dovuto studiare per ottenere un patentino riconosciuto a livello regionale e che ci ha permesso di iscriverci all’albo professionale – spiega la portavoce nonché membro del gruppo Monica Fantin -; inoltre siamo tutte guide nate e cresciute sul territorio e questo avvalora ulteriormente l’attaccamento alle nostre radici e alla nostra terra». Nulla di improvvisato quindi; per arrivare alla formazione di questo gruppo ci sono voluti dedizione e studio per offrire un servizio adeguato alle esigenze di chi l’Altopiano non solo vuole viverlo, ma anche conoscerlo. Attualmente le guide sono Monica Fantin, Anna Sella, Francesca Pesavento, Gianni Frigo, Marco Pellegrini e Franco Sella (quest’ultimo in qualità di accompagnatore turistico). Al momento sono già disponibili due calendari, per i comuni di Roana ed Asiago (anche se saranno interessati itinerari di altri paesi tra cui Rotzo), con circa trenta uscite che si snoderanno tra i mesi di luglio ed agosto. «Toccheremo con mano i luoghi di maggior interesse naturalistico, storico e ambientale tra cui il Monte Cengio, l’Ortigara, l’Altar Knotto, Cima Portule e Cima XII, Forte Campolongo e i Castelloni di San Marco, solo per citarne alcuni – continua Fantin – anche se è prevista la possibilità, previa prenotazione, di escursioni su zone non indicate dal calendario». Le escursioni avranno una durata di mezza giornata o di una giornata intera con pranzo al sacco o, dove previsto, la possibilità di banchettare nei locali caratteristici o nelle malghe. Le proposte di itinerario sono state studiate per tutte le esigenze, con diversi livelli di “impegno” a seconda dell’attitudine fisica dei partecipanti. «La proposta organica del gruppo è di offrire un servizio di qualità senza avere sovrapposizioni con i programmi previsti dalle ProLoco – conclude Fantin – inoltre alcune guide si sono specializzate sulla Grande Guerra per poter offrire anche informazioni di carattere storico». Le prenotazioni possono essere effettuate presso gli uffici del turismo dei comuni di Asiago o Roana (per quest’ultimo anche nell’ufficio-chalet decentrato alle porte di Treschè Conca). Ogni partecipante sarà coperto da assicurazione. È comunque possibile avere maggiori informazioni visitando il sito www.guidealtopiano.com oppure telefonando agli uffici del turismo di Asiago e Roana. Luigi Frigo Bettinado 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 7 Riapre il Caffè Roma ASIAGO Grazie all’accordo tra i proprietari e la Pro Asiago Il Caffè Roma riapre, almeno per l’estate, grazie all’impegno e alla volontà dei ragazzi della Pro Asiago da una parte, e dei proprietari del locale dall’altra. I tavolini e le sedie apparsi nei giorni scorsi nell’area di piazza antistante il locale hanno subito incuriosito e fatto immaginare che a breve si sarebbero rialzate le serrande dello storico caffè. La conferma che, forse già da domenica 11 luglio, il bar sarà riaperto, arriva dall’assessore al turismo del Comune di Asiago Roberto Rigoni. “Ci è voluto un lavoro immenso, abbiamo incontrato enormi difficoltà – ammette – ma era una cosa che, in ottica turistica, andava fatta, per poter rianimare la piazza e togliere quell’immagine di degrado data dal locale chiuso da molti mesi. Con il sostegno del Comune, è la Pro Asiago ad essersi presa l’impegno di riapri- re il locale, mediante il coinvolgimento di alcuni giovani dell’associazione stessa assieme a ragazzi dell’Istituto Alberghiero. E’ stato compiuto un passo coraggioso da entrambe le parti, e la disponibilità dei proprietari ha portato ad accordarsi per un affitto simbolico. La scelta fatta, che va letta esclusivamente in chiave turistica, con l’intento di valorizzare la piazza e il centro storico anche attraverso questo suo luogo simbolo, non va in concorrenza con gli altri locali del centro, anzi, gli utili andranno reinvestiti in attività legate al turismo, e quindi a beneficio di tutti, e nel contempo si darà lavoro ad alcuni giovani”. Una soluzione provvisoria, in via sperimentale, che risolve temporaneamente la situazione statica in cui il locale si è venuto a trovare alla fine dell’estate scorsa, e il cui futuro sembra non è essere ancora stato deciso da parte dei proprietari. “Con l’occasione – conclude l’assessore Rigoni - desidero ringraziare i titolari del Caffè Roma per la disponibilità manifestata nel concedere alla nostra Pro Asiago il locale. Ringrazio pure il consiglio di Amministrazione della Pro Asiago per aver colto la sfida di gestire una nuova attività turistica, a fianco al Palazzo del Turismo Millepini ed al Museo Le Carceri. Un grande risultato che dimostra quanto la Pro Asiago rappresenti, oggi più che mai, un insostituibile braccio operativo delle attività turistiche pianificate dal Comune di Asiago”. Silvana Bortoli Emergenza “valari”: eliminiamo i nemici del nostro buon fieno “Valari”, così vengono chiamate in gergo rurale queste piante, il cui nome reale è “veratro”, (dal latino veratrum). Se ne parla sempre al plurale perchè sono piante infestanti che non crescono mai da sole, anzi si moltiplicano ogni anno fino a ricoprire l’intera superficie dei campi. L’argomento è poco conosciuto ed è piuttosto articolato, ma cercherò comunque di spiegare ai lettori di cosa si tratta e quali sono le complicazioni di tale problematica. Mi rivolgo inoltre a tutti i coltivatori e a coloro che possiedono terreno in altopiano, coltivato oppure no, perchè si attivino per estirpare questa pianta “antipatica”, che è bella, ma cattiva. I disagi arrecati non sono pochi né trascurabili e per questo urge un provvedimento repentino e globale per cercare, con il tempo, di ridurre al minimo i danni che ne derivano. Il problema principale è che - forse non tutti lo sanno, oppure ne sottovalutano le conseguenze - questo particolare tipo di pianta è velenoso. Spesso i valari vengono lasciati crescere e vengono falciati insieme al resto dell’erba: finiscono così nelle mangiatoie delle povere mucche che, riconoscendone la nocività, sono costrette ad avanzare il fieno contaminato. Di conseguenza l’allevatore, dopo aver lavorato inutilmente per giorni e giorni per procurarsi il fieno nei propri campi, deve ricorrere ad altro fieno, acquistandolo da fuori con ulteriore spesa economica. Inoltre, il fieno avanzato nelle stalle contamina il letame: così, al momento della concimazione, le sementi velenose vengono sparse nuovamente nei campi. Appare chiara quindi la formazione di un circolo vizioso che non lascia scampo: il valaro ricresce e si moltiplica, le sue radici aumentano notevolmente di anno in anno oltre i 30cm di profondità, e nel giro di poco tempo i campi ne sono infestati. A quel punto, il coltivatoreallevatore che vuole evitare che la propria fatica nel fare il fieno sia sprecata e che le sue bestie non lo mangino, deve affrettarsi a tagliare i valari prima che l’erba sia alta, in modo che le piante e le loro sementi marciscano prima del tempo del fieno e non vadano a contaminare il buono che la nostra terra offre. Qualcuno potrebbe obiettare che in termini economici conviene acquistare il fieno piuttosto che fare fatica per tagliare i valari ogni anno: con questo tipo di comportamento però si alimenta il bestiame con foraggi di provenienza incerta, con conseguente risultato sui prodotti animali (carne e latte), senza contare il fatto che l’incuria e il degrado dei prati abbandonati pregiudicano la bellezza del nostro altopiano. La crescita del veratro è infatti una delle conseguenze della diminuzione dei coltivatori e del sempre maggiore stato di abbandono dei nostri prati. Non bisogna inoltre sottovalutare l’azione di chi, non avendo bestiame, produce fieno contaminato e lo vende: in questo modo non solo vende un prodotto scadente ad acquirenti inconsapevoli, ma anche -ed è cosa più grave- contribuisce alla diffusione del valaro in zone che fino a quel momento non ne sono interessate, ampliando così il problem a dell’infestazione. Nel caso i campi infestati non vengano coltivati a fieno, i valari costituiscono comunque un problema e dovrebbero essere tagliati ugualmente, per almeno tre motivi: si tratta di erba pericolosa che potrebbe nuocere alle persone ignare che ne vengano a contatto (l’incidente si è già verificato alcuni anni fa ai danni di una bimba altopianese, fortunatamente salvata). Inoltre, sappiamo che il vento contribuisce allo spargimento delle sementi, e quindi la sola presenza di valari trascurati vanifica il lavoro di chi invece se ne prende cura ogni anno per arginare il problema. Infine, chiunque possieda un pezzo di terra dovrebbe occuparsene, se non altro per il bene dell’ambiente e per la buona immagine dell’altopiano. Mi faccio quindi promotrice di un appello per tutti gli agricoltori e per chi possiede dei terreni in altopiano: diamoci da fare per l’estinzione di questa pianta infestante e velenosa! E’ necessario continuare a tagliare i valari per renderli più deboli e per fermare la loro diffusione. Credo comunque che per risolvere un problema di tale portata sarebbe necessario l’intervento di chi ha l’autorità di prendere delle iniziative concrete, come per esempio la formulazione di un regolamento generale, o qualcosa di simile che induca tutti a farsi carico della questione. Spero inoltre che l’aver richiamato l’attenzione su questo argomento possa interessare qualche volonteroso studente di agraria: approfondire lo studio del veratrum e proporre qualche soluzione potrebbe essere un ottimo argomento di tesi, in quanto non fine a se stesso, ma di pubblica utilità. Ilaria Panozzo Premiati i partecipanti al concorso “Un poster per la Pace” Ogni anno i Lions Club di tutto il mondo sponsorizzano il concorso “Un poster per la pace” presso le scuole locali e i gruppi giovanili, per incoraggiare i giovani ad esprimere artisticamente attraverso il disegno il proprio concetto di pace. Tra gli oltre 350.000 giovani che partecipano da tutto il mondo, ogni anno vengono selezionati 24 finalisti internazionali, i cui poster vengono condivisi a livello globale tramite internet, stampa e mostre in tutto il mondo. “Visione di Pace” è stato il tema del concorso dello scorso anno scolastico, al quale hanno partecipato anche una cinquantina di ragazzi della scuola secondaria di 1° grado Reggenza 7 Comuni di Asiago, seguiti dagli insegnanti di educazione artistica Maria Luisa Tortora per la sede di Asiago, Gianluigi Martello per Gallio e Cesuna e Giada Meggiolaro per Mezzaselva. A tutti i partecipanti è stata donata una chiavetta USB, mentre a cinque studenti dei quali sono stati selezionati i disegni sono andati dei premi in denaro: Marden Nanon Greta Pais della 2^B e Lara Berthod della 3^ C di Asiago, Giada Baù della 1^G di Gallio, Ruben Slaviero della 1^ I di Mezzaselva e Marzia Magnabosco della 1^ L di Cesuna. Le premiazioni si sono tenute presso l’Aula Magna della Reggenza 7 Comuni ad Asiago. S.B. 8 Sabato 10 luglio 2010 ATTUALITA’ La prima edizione del concorso “Giovani idee aiutano a crescere”, promosso dal Comune di Asiago, con la finalità di promuovere e sostenere la realizzazione di progetti realizzati dalla creatività dei nostri giovani, ha visto la vittoria di Stefania Tessari. La ventiquattrenne 8 Stefania Tessari vince il concorso “Giovani idee aiutano a crescere” Un interessante progetto di recupero dell’antica Fada realizzato dalla ventiquattrenne asiaghese, studentessa presso l’ateneo Trentino asiaghese, ha frequentato il Liceo Scientifico G.B. Pertile affrontando l’esame di maturità nell’anno scolastico 20042005. Nel settembre 2005, tramite test di ammissione, è en- Cesare Spisani nuovo presidente del Lions Club Leonardo Franco ha passato le consegne in occasione della tradizionale “Charter Night” Dall’allestimento della palestra per la riabilitazione ortopedica all’allestimento del servizio per i Pap test che diventerà obbligatorio solamente con l’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale nel 1978. Dalla fornitura di kit diagnostici per la fenilchetunuria all’ultima donazione con 16 televisori per la stanze della nuova casa di riposo di Asiago. Passando per la tabellazione dei siti storici, il restauro degli affreschi della chiesetta di San Rocco ad Asiago, il rifacimento delle cucine del patronato, la donazione di pc alle scuole medie e l’elargizione di fondi per numerosi associazioni di volontariato e di assistenza. E’ il “percorso” del Lions Club Asiago 7 Comuni in 40 anni di attività. Una strada illustrata dal presidente uscente Leonardo Franco durante la tradizionale “Charter night” tenutasi all’Albergo Paradiso qualche settimana fa. Nell’anno appena trascorso, l’Altopiano con l’associazione filantropica che si è arricchita di sette nuovi soci, sono stati organizzati corsi per genitori di adolescenti con la formatrice Lions Paola Vigliano e promossi il progetto Lions “Kairos”per l’inserimento scolastico dei portatori di handicap (con un incontro organizzato alle scuole superiori con Andrea Stella) e il concorso internazionale “Un poster per la pace” con le scuole medie di Asiago. Per di più, oltre a serate culturali e attività conviviali per i soci, i Lions hanno partecipato alla sponsorizzazione dell’Highway Truck Team ed Energia Sorriso Onlus per i bambini touareg. Al termine della serata si è tenuta anche la cerimonia del passaggio del martello con il presidente Leonardo Franco che ha passato ufficialmente le consegne al nuovo presidente Cesare Spisani a cui spetterà il compito di proseguire sulla strada tracciata negli ultimi 40 anni G.R.. trata nel Corso di Laurea a ciclo unico di Ingegneria EdileArchitettura dell’Università di Trento, dove da poco ha finito di frequentare il quinto anno: a settembre inizierà infatti il laboratorio progettuale di Tesi di Laurea, incentrato sul miglioramento della situazione attuale di Asiago nell’ambito delle Infrastrutture viarie e della loro gestione. Il bando prevedeva la possibilità di dedicarsi a progetti di vario tipo, dall’innovazione tecnologica all’impegno sociale, dallo sviluppo civile alla gestione territoriale e dei servizi urbani. Proprio di quest’ultima area si è occupata la nostra concittadina. “Ho deciso di partecipare perché l’ho trovata un’importante occasione per migliorare la vita dei giovani, ma non solo – ha sottolineato Stefania – Questo è un evento, il primo evento per noi giovani che dia l’opportunità di proporre delle idee per migliorare la nostra vita, per migliorare il nostro paese, rendendolo più accessibile e vivibile per tutti. E’ importante anche l’esperienza in sé – ha proseguito la laureanda – ci fa pensare alla vita di tutti i giorni, a ciò che manca o a come certi aspetti possano essere migliorati, facendoci proporre elaborati basati sulla vita rea- le e non di simulazione, come per la maggior parte del tempo svolgiamo a livello universitario”. Il progetto presentato, come ci ha spiegato la giovane redattrice, si propone di risolvere un problema che affligge Asiago da sempre: la mancanza si un luogo dove approfondire le proprie conoscenze al di fuori dell’ambito scolastico. Stefania ha individuato la zona della “vecchia FADA”, in via dei Cinque, con una superficie di circa 2800 mq. Si propone di mantenere la forma attuale della struttura, quindi edificato ai lati del lotto e giardino centrale, anche se per motivi strutturali non è possibile mantenere integro il complesso attuale. Secondo il suo progetto, nell’area suddetta verrà demolito necessariamente l’edificio; dopo le dovute perizie geologiche si potrebbero costruire due piani di parcheggi sotterranei a un centro polifunzionale. La riqualificazione di questa zona si compone di diverse parti, tutte pensate per alleviare le mancanze del nostro paese: da una biblioteca utilizzabile da parte di tutta la popolazione che compensi allo scarso spazio e fruibilità di quella attuale, dove i nostri giovani potrebbero studiare e confrontarsi sulle proprie letture, alle aule tecnologiche, dove si potrà approcciare all’informatica; dalle sale congressi e dagli spazi destinati ai gruppi locali a un’area affiliata all’attuale Museo ‘Le Carceri’ per esposizioni artistico-culturali. Un bar ristorante potrebbe dare sul cortile interno. Sarebbero tutti punti di incontro e di scambio intergenerazionale, necessari per far crescer e, arricchire la popolazione. Stefania ha pen- sato anche a uno spazio dove ci sarebbe la possibilità di trovarsi per pranzare, per dare la possibilità a studenti e non di consumare il pranzo senza interrompere in modo troppo prolungato gli studi, nonché uno dedicato al pernottamento dei turisti. Tutti spazi pensati per essere trasformabili e flessibili, per venire incontro alle necessità temporanee delle attività. E dopo la sua vittoria? “L’unico progetto futuro sicuro è affrontare gli esami di Stato per la professione di Ingegnere e Architetto – ci ha detto la vincitrice – Spero che questo concorso si ripeta negli anni a venire, perché è l’occasione per tutti i giovani di cambiare e migliorare il proprio paese e con esso la vita di tutti i coetanei e non”. Martina Rossi Nel giorno di Sant’Anna il ricordo di una cara amica Anna fu moglie di Gioacchino, ricco mercante di Gerusalemme, che per la tradizione ebraica, non era degno di portare doni al tempio, in quanto non aveva avuto figli. Devoto ad Anna, non voleva avere una seconda moglie e ottenne la grazia dopo 40 giorni di preghiera in solitudine, di vederla incinta di Maria. Per il tempo, erano anziani e Anna rimasta vedova, allevò Maria assieme ai due figli avuti dal secondo matrimonio. (Anna però è menzionata solo nei Vangeli apocrifi).Anna (Hannah in ebraico) significa appunto grazia. Il culto di S. Anna fu prima orientale (Giustiniano dedicò nel 550 a Lei, una chiesa in Costantinopoli), poi occidentale (presente sui mosaici di S. Maria Maggiore del V secolo, ma il culto iniziò a Napoli nel X secolo), soprattutto per le reliquie portare in Europa con le crociate. Molte sono le chiese ad Ella dedicate, soprattutto al centro-sud e così pure piazze, strade, paesi. E’ patrona di Caserta, protettrice della pace di Firenze, deputa- ta di molte chiese e ricorrenze: S. Anna di Stazzema (Lucca), Canevoi (Bl) Centa (Fe) Baselga del Pinè (Tn), Carbognano, S. Vendemiano (Tv), il Palio di S.Anna ad Ischia (evento mirabile), perfino un film: “Miracolo a S. Anna” di Spike Lee. Vi sono scuole a Lei dedicate, Ospedali (To), Associazioni di volontariato, quartieri (St. Annes a Bristol e a Londra, città a Terranova e in Canada) e paesi in comuni italiani: Foggia, Carbonia, Enna, Agrigento, Rapallo, Cuneo, Vinadio (S. Anna, nome dell’acqua minerale). Ma quassù da noi, non risulta nessun toponimo col Suo nome...Chissà perchè? L’ immagine di S. Anna, su pale e affreschi, è sempre affiancata da Giacchino o dalla figlia Maria e Lei stessa appare sempre coperta da un manto verde, simbolo di speranza. La Bretagna (Francia) ne è devota e la Stessa è patrona degli orefici e protettrice di falegnami, carpentieri, sarti tessitori, commercianti di tessuti: questo perchè insegnò alla Figlia a cucire e tessere ed protettrice delle madri e delle vedove. Ma quassù non ci risulta nessun luogo sacro o profano, col Suo nome, né che questo nome così bello, corto, indeformabile, palindromo, sia molto diffuso. Ci abbiamo pensato, abbiamo fatto passaparola. Ci è venuta allora in mente un’Anna particolare, non perchè fosse una santa, tutt’altro, anzi era peperina, tosta e dalla lingua schietta! Anna (Rasotto!) è nata il 26 luglio - doppio festeggiamento - e noi abbiamo voluto ricordarla per come per tanti anni si è prodigata per la crescita del nostro Altopiano. Nessuna formazione culturale speciale, una conoscenza linguistica approsimativa, eppure quanto ha girato per portare i colori della nostra terra! In trentino di chi si ricordano? Di lei! In ambiti sportivi, chi citano tuttora? Lei! Quindi il segno lo ha lasciato, eccome. Oggi, andrebbe a nozze, col fermento che sta percorrendo le nostre contrade e, quanto bisogno le contrade avrebbero di figure come lei! Perchè pochi hanno amato i boschi e l’Altopiano come lei e così la ricordano la sua famiglia e i suoi amici: felice solo quando era in mezzo al verde, a camminare sui sentieri del nostro territorio. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 10 luglio 2010 ROANA Incontriamo Luigi Martello, Assessore al Turismo del Comune di Roana, per parlare innanzitutto del costruendo stadio del ghiaccio del Lonaba che, come riportato nello scorso numero del nostro giornale, suscita il malcontento di numerosi cittadini in quanto considerano che la spesa per la sua costruzione graverà per troppi anni sulle loro spalle, e dubitano che la struttura riuscirà poi a mantenersi, lamentando per contro disagi dovuti alla trascuratezza di strade, marciapiedi e di opere pubbliche. “Nello stesso giornale in cui si riportano le critiche allo stadio di Roana – esordisce Martello - si parla anche del mancato arrivo ad Asiago di squadre di calcio in preparazione estiva, per la mancanza di strutture di un certo livello. Se ci consideriamo località turistica, che vive principalmente di turismo anche alla luce della chiara fine dell’edilizia, per favorire le frequentazioni bisogna essere competitivi. Questo significa che, per poter lavorare almeno sei-sette mesi all’anno, chi lavora nel settore come gli albergatori, deve essere messo nelle condizioni di fare proposte accattivanti. Il progetto dello stadio si inserisce nello sviluppo pensato per l’area del laghetto: si tratta di una struttura polivalente, che verrà gestita assieme al laghetto, nell’ottica di una nuova visione della zona. Al Lonaba arriverà la ciclopedonale, alla quale è legata anche una rete di 12 percorsi per la mobilità dolce già inseriti nel PAT. La scelta di costruire lo stadio è stata sicuramente riflettuta, faremo in modo che costi meno possibile e ci auguriamo di farlo lavorare: ci sono contatti interessanti con la Federazione, abbiamo già parlato con delle società di artistico a rotelle che sono interessate alla struttura, la quale l’Altopiano 9 “E’ necessario dare nuovi impulsi al turismo, creando infrastrutture per dare l’opportunità di rendere più accattivante l’offerta alberghiera” Luigi Martello, assessore al Turismo di Roana risponde alle critiche sullo stadio del ghiaccio, chiedendo a minoranza e cittadini di fare un passo in avanti e sforzarsi di capire, piuttosto che fare “sparate a zero, che non servono a nulla”. Intanto, con regia del Comune e collaborazione di tutte le Pro Loco, per l’estate si punta al “meno, ma bello” sarà dedicato al ghiaccio d’inverno, mentre d’estate potrà essere utilizzata da società sportive, che occuperanno così anche posti alberghieri, e per manifestazioni e spettacoli, garantendo che possano svolgersi anche in caso di maltempo, pesante incognita per gli eventi all’aperto. Dobbiamo mettere il privato nelle condizioni di migliorare l’offerta alberghiera, attività che non avranno più motivo di esistere se non facciamo nuove piste per lo sci, se non pensiamo a tutta una serie di infrastrutture, come quelle ipotizzate nella zona che da Canove va verso Asiago. E’ necessario dare un nuovo impulso da una parte, mentre dall’altra serve il mantenimento di ciò che è l’ordinarietà, tra cui marciapiedi e strade. Lo vediamo anche noi che servono interventi per la sicurezza stradale, per la quale arriveranno quasi seicentomila euro, di cui centocinquantamila per lavori che verranno svolti entro la fine di luglio. Non è che i soldi spesi per lo stadio vengano sottratti ai lavori ordinari, si tratta di cose diverse; purtroppo, nel pubblico, ci sono degli iter burocratici quasi assurdi per la gestione degli appalti, che allungano moltissimo i tempi”. Cosa risponde a chi asserisce che la struttura sia brutta, tanto da rovinare l’area del laghetto? “Che si giudica quando è finito. L’idea è di dotarlo di impianto fotovoltaico, che oltre a far costare poco il mantenimento, scurirà il tetto. Inoltre, una volta terminati i lavori esterni, si vedrà solo la parte alta, per cui l’impatto sarà di gran lunga mi- Hoga Zait, gran finale con i Rispaar Dopo l’accensione dei Falò propiziatori in tutte le frazioni, e l’apertura ufficiale in sala consiliare del Municipio di Roana a Canove, la 5^ edizione del Festival Cimbro entra nel vivo con i suoi spettacoli, eventi ed incontri che formano un laboratorio culturale sulle minoranze etniche. Il programma (consultabile anche nell’inserto degli eventi allegato al giornale) si concluderà con il gran finale di domenica 18 luglio alle ore 22 al Laghetto Lonaba. Anche questa serata rappresenta una novità per il Festival, visto che è stata affidata al gruppo I Rispaar, e quindi sarà confezionata completamente “in casa”. Con lo spettacolo conclusivo di Hoga Zait, che ha richiesto loro un lavoro di preparazione molto impegnativo, i Rispaar sono chiamati ad esprimere le loro capacità più coreografiche e tecniche, con balletti contornati di luci ed effetti speciali che, ne siamo certi, riusciranno ancora una volta a sorprenderci. “Come ricordo sempre – commenta Silvano Vellar, presidente del gruppo – non siamo professionisti, ma mettiamo tutto il nostro impegno per fare le cose al meglio, e sono convinto che anche in questa occasione, se tutto andrà secondo previsioni, riusciremo a presentare uno spettacolo davvero unico, grazie all’impegno di tanti, visto che realizziamo da noi costumi, coreografie, effetti scenici. Cito in particolare il nostro tecnico Giacomo Silvagni, che ha fatto un lavoro egregio”. Poco si anticipa sulla serata, se non che sarà introdotta dal cantastorie Ezio Pesavento, e che proporrà poi balletti suggestivi, in tema di tradizioni e leggende del luogo. Una ventina i componenti del gruppo impegnati nello spettacolo, affiancati in questa occasione anche dai figli di alcuni di loro. nore. Del resto farlo più bello sarebbe costato una follia. Dispiace constatare questo populismo di basso rango da parte delle minoranze, la logica dell’alternanza dice che una volta tocca a uno e una volta all’altra, sparare a zero, e utilizzare lo stadio come strumento di critica non serve a nessuno. Siamo ancora fermi al pensiero che qualsiasi idea o scelta nasconda altri interessi, credo invece sia necessario fare un passo in avanti, avere la volontà di capire. Uno sforzo di comprensione lo chiedo anche ai cittadini, che devono sapere le difficoltà che si incontrano nella gestione della cosa pubblica: si devono fare i conti con tante cose, gli iter da seguire nel pubblico sono folli. Bisognerebbe provare prima di parlare”. Parliamo di iniziative ed eventi programmati per l’estate, da uno sguardo al calendario appare chiaro che ci sia un rin- novamento. “Sono state fatte scelte di qualità, si è deciso per il <meno, ma bello>, nella convinzione che non serva un programma zeppo di cose viste..e riviste. Ci è voluto un grande impegno, un grande lavoro di regia comunale che, con il sostegno di tutte le Pro Loco, ha portato a fare delle scelte dal più alto valore culturale ed artistico. Cito il ciclo di spettacoli di varietà, che ha preso il via con le prime due serate di Roana e Canove (che hanno riscosso grande favore di pubblico, ndr) con protagonista la compagnia lombarda “Il Magico Baule” , un insieme di teatro e musica di qualità. L’Hoga Zait, diventando “il festival delle minoranze del mondo” proporrà spettacoli di artisti che provengono da altri continenti, come gli Hulan (Mongolia) e il Duo Tobarich (Argentina). I 100 anni del Trenino verranno festeggiati con un ricco pro- gramma a Treschè Conca, Cesuna e Canove che farà rivivere la Vaca Mora dal 7 al 14 agosto. Si amplierà anche l’attività di Artemusica, che il Comune di Roana ha sostenuto fin dal suo debutto, e che quest’anno grazie anche all’importante contributo ad Hoga Zait, si confermerà connubio di arte, cultura, letteratura e musica classica. Oltre al programma serale abbiamo pensato a come dare la possibilità agli ospiti di tutte le età di impegnare giornate e tempo libero, prestando maggior cura ai sentieri, predisponendo una nuova formula per il Grest, proponendo, assieme alla Roana Servizi, un ampio ventaglio di attività e proposte legate al laghetto balneabile Lonaba, alla piscina, alla palestra e al centro benessere. Con la condivisione di tutte le Pro Loco, sotto un’immagine grafica unica, siamo riusciti a mettere a punto un programma al- ternativo di interessante livello, con circa duecento appuntamenti totali, che si integra così anche alle proposte di Asiago.” Silvana Bortoli “D’ora in poi si parlerà degli “stadi del ghiaccio” dell’Altopiano”. Mario Lievore, vice presidente della FISG, in un recente incontro con le società sportive del ghiaccio altopianesi ha avuto modo di dare il suo “benvenuto” alla nuova struttura che sarà portata a termine a Roana per il prossimo inverno. “Da ora in poi si dovrà ragionare su due stadi del ghiaccio – ha detto - quello di Asiago, sempre considerato “di tutti”, e quello nuovo di Roana, che dovrà pure essere recepito come “di tutti”. Con la collaborazione fra le due strutture, si riuscirà a offrire nuove opportunità a coloro che praticano gli sport del ghiaccio, ottimizzando anche la gestione di entrambi”. CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI ROANA II modello cooperativo al servizio del territorio Le Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali ed Artigiane hanno mostrato, in questo periodo di difficoltà, la capacità di superare la distonia tra dimensione dell’utile individuale e del benessere collettivo, alla base del corto circuito generato dal perseguimento del profitto a tutti i costi. A questa logica perversa del breve termine il modello cooperativo contrappone la propria capacità di co-operare, di operare insieme per lo sviluppo e il benessere del territorio. Nella semantica BCC è insita l’ottica della comunità, per cui il benessere collettivo non è inteso come risultato dello scontro tra gli utili individuali, ma come somma virtuosa degli stessi. Nel modello BCC è imprescindibile l’attitudine degli intermediari cooperativi ad essere espressione del territorio, a valorizzare il radicamento per qualificare la relazione creditizia stessa. In sostanza, il modello cooperativo è un modello di prossimità che vuol dire percezione diretta dei bisogni e delle caratteristiche peculiari di un territorio, maggiore efficienza nell’allocazione delle risorse, minor rischio. In questa logica le BCC-CR vivono e si nutrono di interattività: interattività all’interno dell’azienda, con la base sociale ed interattività con il territorio. Seguendo questo orientamento, le BCC hanno mantenuto la prossimità a imprese e famiglie e sono risultate non soltanto più visibili, ma soprattutto “riconosciute” nel loro ruolo di sostegno alle esigenze dei territori e delle comunità locali. Questi comportamenti hanno prodotto apprezzamento da parte dei diversi interlocutori, soprattutto da parte delle categorie economiche, delle istituzioni e della società civile. In particolare, ancora l’En- ciclica Caritas in Veritate dà atto all’esperienza delle BCC-CR di essere un esempio della possibilità di coniugare le ragioni dell’economia con quelle dei valori. Dice l’Enciclica: “Retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunti. Se l’amore è intelligente, sa trovare anche i modi per operare secondo una previdente e giusta convenienza, come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel campo della cooperazione di credito” (n. 65). Mentre il Governatore di Banca d’Italia Mario Draghi ha evidenziato che “il forte radicamento nel territorio e la fiducia accordata loro dai risparmiatori hanno consentito alle BCC di. esercitare un ruolo stabilizzatore delle fonti di finanziamento delle piccole imprese, di estendere il sostegno anche a quelle di medie dimensioni che incontrano difficoltà a trovare finanziamenti presso le banche più grandi”. Queste considerazioni non appannano, però, la nostra vista circa le difficoltà del momento presente e le sfide che il contesto pone soprattutto alle banche delle comunità locali. In questi anni è cresciuta la complessità del mercato e delle regole del fare banca. E’ aumentata la pressione competitiva. Si è accelerata l’esigenza di fornire risposte “di qualità” ad una clientela giustamente più attenta e più esigente. In questo contesto, la nostra Cassa Rurale vuole accelerare. Rafforzando l’identità di banca mutualistica del territorio ed amplificando gli strumenti per essere sempre più efficacemente componente di una moderna rete di imprese. 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 10 Qui Mezzaselva, ci siamo anche noi! “Ci siamo anche noi, abbiamo diritto ad un po’ di attenzione, a qualche cura in più per un paese ricco di storia come il nostro, che rischia di perdere la sua identità”. E’ quanto dicono alcuni cittadini di Mezzaselva, che dopo aver letto le rimostranze di altri residenti in territorio comunale di Roana per le trascuratezze di strade ed opere pubbliche, hanno contattato la redazione per dire anche le loro. “Mezzaselva ha cominciato a soffrire dopo la chiusura dell’Istituto elioterapico – dicono – per il quale però siamo ancora fiduciosi, avendo avuto rassicurazioni che la struttura sarà presto riattivata dalla Regione. Ora priorità per la comunità sembra essere il plesso scolastico, unica struttura che dà un po’ di vitalità a questo che rischia di diventare un paese fantasma. I ragazzini usano come mensa un locale del posto, ed il contesto scolastico in generale porta lavoro anche ai bar e al negozio di alimentari. I numeri tengono, sono quasi una sessantina gli iscritti di Rotzo, Mezzaselva e Roana, disponiamo di bravi insegnanti e la qualità del ser- vizio scolastico è ottima, i ragazzi vengono preparati bene per affrontare le scuole superiori , ma è necessario investire nella struttura,dimenticata da più di vent’anni, e rimetterla un po’ a posto affinché possa rispondere alle esigenze di una scuola più moderna “. In questo periodo di chiusura estiva l’edificio si presenta nel suo massimo degrado: sembra abbandonato, con balconi malmessi, ringhiere arrugginite, erbacce incolte, nonostante l’adiacente parcheggio “venga utilizzato anche da quei pochi turisti che, apprezzandone la tranquillità, fortunatamente scelgono Mezzaselva per le loro vacanze”. “Anche canonica, ambulatorio, ufficio turistico e cimitero necessitano di lavori di sistemazione, ed altra nota dolente è l’area verde del campo sportivo, fulcro tra l’altro della marcia Mittelwalt, una delle poche manifestazioni che ancora si svolgono regolarmente in paese, oltre al torneo di calcetto. Il campo sportivo è poco utilizzato, qui tutto è aperto e trascurato, anche il campo da tennis in cemento, che rappresenta una valida alternativa a quelli di Roana, in terra. La rete è rotta in più punti, panchine e porte sono malconce, l’erba viene tagliata grazie ad un contadino che si offre a ti- tolo di volontariato. Nei pressi c’è un’area- gioco con staccionata divelta, per non parlare poi del degrado di quella che era un’area per sosta e pic-nic, con panche e tavoli oggi inutilizzabili e circondati da rifiuti. Con regolare manutenzione questo sito, potrebbe trasformarsi in un bell’angolo di relax e divertimento per le famiglie, anche grazie ai panorami che si godono nei dintorni. Altra struttura sportiva che andrebbe integrata è quella dello schettinaggio, dove sono stati ricavati due bei campi da calcetto e beach volley,che andrebbe completata con l’utilizzo anche delle stanze sopra all’annesso piccolo edificio degli spogliatoi, pure ristrutturato, dove potrebbe trovare sede, come da proposta fatta già anni orsono, un piccolo museo faunistico e floreale. Il museo, integrato da un percorso didattico nel bosco circostante, potrebbe essere meta di visite turistiche. Anche qui ci vorrebbe maggiore cura e pulizia, mentre al taglio dell’erba del parco giochi hanno dovuto pensare alcuni ragazzini del paese. L’area viene rimessa in ordine solo subito prima che ini- zino i tornei.” Infine si mette l’accento sullo stato dei sentieri. “Quello delle “Beate donnette” viene trascurato spesso, fino a quando ortiche, sassi e rami lo invadono. Tenendolo curato, e ripristinando altri tratti di vecchie strade, come chiesto anche con una raccolta di un’ottantina di firme tra residenti e turisti, si potrebbe dare vita a un bellissimo percorso da fare a piedi o in bicicletta, attraverso zone paesaggistiche di bellezza particolare come le nostre, valorizzando anche il mondo agricolo che lo circonda, e collegando il paese con altri vicini. Sarebbe un’alternativa molto apprezzata, visto anche la pericolosità della strada che fa attraversare velocemente il paese dalle auto in transito. Mezzaselva, forse l’unico paese ad avere mantenuto intatto il suo centro storico, meriterebbe di più. Invece quest’anno ci hanno tolto anche gli appuntamenti dell’Hoga Zait: niente passeggiata delle Zeleghen Baiblen, e niente apertura del Festival Cimbro, che gli altri anni si teneva in centro paese. E pensare che a Mezzaselva esiste la biblioteca museo dedicata a Umberto Martello Màrtalar, fautore del dizionario della lingua cimbra”. “Con qualche piccolo investimento il nostro paese potrebbe essere più appetibile anche per i turisti, pensiamo alle persone che vivono nelle città tra traffico, smog, ritmi frenetici e che qui possono ritemprarsi, basterebbe dare loro la possibilità di godere di prati e boschi attraverso sentieri e piste ciclabili, o usufruire di strutture sportive ben tenute. Chiediamo a Sindaco e Amministrazione Comunale di ricordarsi anche di noi, in modo tale che si possano continuare a vedere quei pochi ma graditi ospiti che ancora scelgono Mezzaselva per la loro villeggiatura”. Silvana Bortoli Debutta a Treschè Conca il Mercato di Campagna Amica E’ arrivato il Grande Fardello A Camporovere il contenitore sociale che porta in giro l’opera-azione artistica concepita da Alberto Peruffo con la partecipazione di 24 artisti, fotografi e grafici E’ partito da Vicenza, ha risalito i dieci tornanti del Costo di Asiago e si è spostato in quota per stabilirsi temporaneamente a Camporovere. Giunto in Altopiano grazie alla partecipazione della Barental Free-Art di Asiago, il Grande Fardello è un’opera-azione artistica concepita da Alberto Peruffo (autore di The Wandering Cemetery e delle Tristi Montagne Fumanti) con la partecipazione di 24 artisti, fotografi e grafici. Un contenitore sociale per l’appunto, un social container: il titolo la dice lunga e nei fatti parliamo proprio di un container, già in uso come modulo espositivo, in questa occasione è spazio dis-positivo ed esso stesso un passaggio fondamentale dell’opera, un’azione concreta di raccolta di fardelli, pesi percepiti e opprimenti l’Italia contemporanea, un attraversamento dello spazio nazionale verso una meta distante e ancora ignota. Camporovere rappresenta la seconda tappa: il container è già stato frequentato da più di 3000 persone a Vicenza presso il Parco del Retrone durante Festambiente. Nel mese di agosto procederà sulla via di Bassano fino a Grosseto e ancor più giù, raccogliendo fardelli locali per creare dialogo, confronto e infine liberazione dall’immaginario che inquieta la collettività. Stefano Zattera, Elena Rapa, Dast, Manuel Pablo Pace, Andrea Zago, Tiziana Pretto, Ignazio Lago, Daniela Perissinotto, Giovanni Rubino, Laurina Paperina, Dario Lazzaretto, China di Keme, Umberto Rotondella, Giulio Malfer, Maurizio Camposeo, Lorenzo Menato, Alberto Peruffo, Alessandro Colombara. I primi fardelli sono stati pensati da loro e le loro opere viaggeranno assieme al container. Sono artisti italiani di diversa provenienza, da tempo impegnati nella rappresentazione della cultura del nostro Paese e i relativi legami sociali-politici-economici. All’interno, all’esterno e sopra il container in via 8 Agosto n. 201 a Camporovere, dietro l’Albergo Montagna, nello spazio aperto del laboratorio di Gil Carli Paris e Wally Vescovi, chiunque vorrà potrà passare, trovando di certo qualche punto di vista fisico o simbolico sulla realtà di ogni giorno, in uno spazio in cui l’arte apre le porte e si presenta sulla strada. Anche il visitatore è invitato a lasciare un proprio contributo, punto di vista che entrerà a far parte del container. Per questo, come già i Delirio House a Vicenza, nel mese di luglio Ilaria Carli Paris e Silvano Beggio continueranno a costruire il container dipingendone il tetto di fronte al nostro passaggio e paesaggio, all’aperto. Il luogo è dei migliori, nella strada che dai paesi passa il Vezzena, tra gli alberi dell’antica Kamparube, non distante dal Tanzerloch, accanto ad un luogo magico e misterioso: il laboratorio in cui tra i ferri del mestiere del legno, si trovano innumerevoli preziosi oggetti e documenti dei tempi vecchi e ormai antichi della Gente dell’Altipiano. Nel sito www.socialcontainer.net sarà possibile trovare gli orari di apertura del container e del party di sosta! Tutti potranno scrivere e leggere in [twitter.com/socialcontainer]. È partito domenica 4 luglio il progetto della Coldiretti vicentina rivolto a portare il mercato di Campagna Amica sull’Altopiano. Una dozzina i banchi sistemati presso il piazzale in centro a Treschè Conca, posti bene in vista del serpentone di auto che sale dal Costo; pane, verdure, carni, miele, insaccati e formaggi sono gli alimentari posti in vendita. “Per tutte le domeniche estive – Spiega Domenico Rasia Dal Polo - sarà quindi possibile l’acquisto di merce direttamente dai produttori della provincia, esclusa la scadenza di fine agosto, in cui il mercato si sposterà ad Asiago in concomitanza con l’evento “Il cielo sotto le stelle”. A Treschè Conca saranno mediamente presenti una dozzina di aziende provenienti dalla pianura, precisamente da Velo d’Astico, Villaverla, Zanè, Bolzano Vicentino, S. Vito di Leguzzano, Malo, Arsiero, Zanè, Poiana e S. Germano dei Berici. Un progetto ambizioso ma utilissimo che la Col diretti sta portando avanti in tutta la Penisola. L’obiettivo – continua il funzionario della Col diretti – è la realizzazione della filiera corta che porta beneficio economico al consumatore finale in termini di qualità e giusto prezzo per gli acquisti, ma anche un migliore sviluppo per l’economia locale. E non si deve sottovalutare la possibilità offerta di conoscere direttamente produttore e prodotto, una vera rivoluzione nel modo di fare la spesa. Auspichiamo che i vicentini imparino a scegliere i prodotti, con grande attenzione al prezzo, ma non a scapito della qualità. Seguendo la stagionalità è possibile risparmiare, mangiare sano e portare in tavola prodotti sempre freschi”. Con la realtà dei farmer’s market vicentini proposti da Campagna Amica si apre inoltre l’epoca del dialogo tra produttore e consumatore, poiché quest’ultimo potrà far valere le proprie valutazioni sull’acquisto degli alimenti attraverso le schede di gradimento, veloci questionari da compilare e consegnare al commerciante. G. Dalle Fusine 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 11 CESUNA ROANA “Vacareti e Vacarete” seconda edizione Cecilia Tribbia Una settantina di persone hanno partecipato al raduno in casaretta degli Ostarei sullo Zovetto. L’allegra festa conviviale è stata il frutto dell’impegno di un gruppo di volontari Domenica 4 luglio si è tenuto a Cesuna il secondo raduno dei “Vacareti e Vacarete”; una settantina di persone sono salite in casaretta degli Ostarei sullo Zovetto, chi a piedi per l’antico sentiero vicinale a fianco di Villa Tabor, chi per la strada comunale che dal bivio della Kostelaba, sopra la chiesa di Cesuna, raggiunge la valle dei Magnaboschi, passando per il Kübele. Fino agli anni ’60 le pendici dello Zovetto, il monte che contorna a sud Cesuna, erano ancora tutto un grande pascolo, che partiva dal centro del paese ed arrivava alle dolci praterie della malga, per poi scendere in contrada Jeckele, più conosciuta come val Magnaboschi. Tranne che durante la prima guerra mondiale, quelle praterie furono sempre intensamente percorse dai cesunesi, che lassù trascorrevano le giornate dalla primavera all’autunno. A salire erano soprattutto i bambini, vacareti, dai sei ai tredici anni, che conducevano ai pascoli le mucche di famiglia o delle famiglie da cui erano a servizio; si può dire che i bambini appena imparavano a stare in piedi già pren- Emma Frigo Metele La Messa devano il bastone in mano per condurre le mucche. La maggior parte delle famiglie cesunesi possedeva lì dei pascoli, che salivano dai 1000 m. del paese ai 1200 m. della cima, in forma di lunghe strisce, in modo da favorire un’equa monticazione per ognuna di loro. Ora, tranne qualche lembo di radura rimasta, il paesaggio ha completamente cambiato aspetto, trasformato da largo pascolo ad incombente bosco nero d’abeti. Quest’anno a celebrare la S.Messa è stato Don Gianfranco Ambrosini, che da pochi giorni ha lasciato la parrocchia di Centrale, in arte Ambrogio Campanaro; egli non ha mai dimenticato le sue origini, immortalate nelle poesie di “Cesuna ricordi sempre verdi come i pini”. Salendo sullo Zovetto ha stentato a riconoscere i pascoli che lo videro fanciullo, perchè i boschi hanno sostituito le praterie e tutto, strade e sentieri, ora è lasciato in abbandono. I servetti, un tempo, venivano in gran numero da Calvene, Chiuppano e Cogollo e anche quest’anno sono arrivati in loro rappresentanza alcuni attempati e vivacissimi vacareti della pedemontana, come Bruno Stivanello e Gioventina Frigo, classe 1924, che ci hanno raccontato le loro storie semplici, intrise di un sen- so di nostalgia per l’immersione in una natura preponderante e sempre benigna. Un’autorevole e frizzante testimone della pedemontana è stata Cecilia Tribbia, classe 1925, salita dalle Bregonze de Ciupan ad allietare la compagnia con le sue argute poesie, a nome dell’associazione dei poeti dialettali www.elgraspo.kamae.it, e con impareggiabili racconti di vita vissuta. Dalla Dalmazia è arrivato l’ex campione italiano di decatlon Bruno Poserina, che ha lasciato la barca a vela a Monfalcone per non mancare all’appuntamento. Bruno ci ha ricordato la diaspora dei numerosi altopianesi trasferitisi a Zara prima della guerra e l’incredibile storia della mamma, Ida Magnabosco Dodese, vacareta dei Cavrari, classe 1919, che sopravvisse due giorni sotto le macerie dei bombardamenti che distrussero Zara nel 1943 Da Roana è venuto il prof. Sergio Bonato, con antiche parentele cesunesi legate alla famiglia Ostarei, a testimoniare la sua infanzia “vacareta”, trascorsa ai Rebeschini. Era presente anche Andrea Cunico Jegary, che da qualche anno si sta battendo per promuovere una rete di “mobilità dolce” con il ripristino degli antichi sentieri intercomunali, vedi www.liberaconsulta.it. L’allegra festa conviviale, allietata anche da numerosi affezionati villeggianti è stata il frutto dell’impegno di un gruppo di volontari vacareti come Gianpietro Spiller Rocco, Alvaro Ambrosini Campanaro con le sorelle Gianna e Flaviana Valente Xausa e la famiglia di Edo Valente Gianela in rappresentanza del passato “pegoraro”. La famiglia Spiller Ostarei, proprietaria del fondo, ha iniziato il ripristino del sentiero che sale in casara e spera di portarlo a termine per l’autunno prossimo, rendendo ancora più agevole il raggiungimento di una zona tra le più suggestive di Cesuna. Giorgio Spiller Ostarelo 8 l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 12 CESUNA Emma ritira l’attestato Emma e Solidio, Maestri del Commercio I coniugi Pannilunghi premiati per i cinquant’anni di attività dietro al banco dei negozi a Cesuna Una vita dietro al banco del negozio, un lavoro svolto con sacrificio e passione, al servizio di paesani e turisti. Emma Magnabosco e Solidio Pannilunghi di Cesuna, entrambi nominati “maestri del commercio” e premiati con l’ “Aquila di diamante” per gli oltre 50 anni di attività, il mestiere di “bottegari” lo hanno imparato dalle rispettive famiglie. Veniva da Arezzo Valerio Pannilunghi, padre di Solidio, che fu in prima linea sull’Altopiano durante il primo conflitto mondiale, per questo lo appellarono “il toscanino”. Finita la guerra rinunciò a tornare nella sua terra, perché qui aveva conosciuto Domenica Magnabosco, sua futura moglie, decidendo, sull’esempio della famiglia di lei, di dare il via a un’attività commerciale, prima vicino alla chiesa di Cesuna, poi in centro paese. La bottega mise buone radici, grazie anche all’intraprendenza di Valerio, che oltre a gestire il negozio con la moglie partecipava a sagre e fiere dell’Altopiano, arrivandovi con le merci a bordo di una motocarrozzetta, come quando presenziava alla sagra dei cuchi di Canove, vendendo anche i fischietti di terracotta che lui stesso creava. Ma a farlo conoscere a tanta gente fu il suo girare fra i contadini di Cesuna e Treschè Conca per la raccolta delle uova in cambio di prodotti del suo negozio.Attività proseguita poi anche dal figlio Solidio e dalla nuora Emma, che ricorda come le donne di casa che potevano disporre delle uova delle loro galline fossero felici di darle in cambio di qualche dolciume per i loro bambini, piccole golosità che altrimenti non avrebbero potuto permettersi. Emma loro 9 Solidio crebbe nel negozio dei genitori, e fu al termine della guerra, dopo che l’essere stato partigiano gli costò l’incendio e la distruzione del negozio e della casa dei suoi, che costruì la nuova casa in via Magnaboschi, con l’abitazione e il negozio di alimentari, frutta e verdura, chincaglierie e dolciumi. Questo divenne punto di riferimento per i paesani, visto che oltre a vendervi merci di svariato genere, Solidio offriva servizi come la ripara- e Solidio con i nipoti zione di biciclette, la sostituzione di vetri, le bombole di gas e tante altre cose necessarie. Nel frattempo si era sposato con Emma Magnabosco ori- La Proloco propone le “Passeggiate del ciclamino” Una serie di itinerari che si snodano lungo il territorio di Cesuna: è l’apprezzabile proposta della Proloco dedicata ai turisti a partire da questa estate. I percorsi sono illustrati all’interno di esaustivi pieghevoli prodotti col patrocinio del Comune di Roana, della Sezione CAI vicentina e Comunità Montana “Spettabile Reggenza”. Con immagini e testi esaustivi si raccontano le storie legate alla toponomastica, ma anche agli eventi bellici che tra queste abetaie hanno scritto pagine di alto eroismo. Passo dopo passo, l’escursionista troverà evidenziati sulle map- pe il tempo di percorrenza, il dislivello altimetrico e la morfologia di un panorama montano tra i più caratteristici dell’Altopiano. Il “per- corso 1”, unitamente alla cartina topografica, prevede passeggiate attorno al Monte Lèmerle, partendo dal Piazzale ex Stazione e attraverso la zona del Jirio e Bosco Nero, intersecando il Baito Boscòn si sale per la Selletta Lèmerle e si giunge al Magnaboschi per tornare infine al piazzale. Tutto il tragitto presenta numerosi cippi, monumenti e vestigia evidenti della Grande Guerra. I fascicoli sono acquistabili presso i negozi di Cesuna e nei centri contermini, unitamente presso gli uffici di promozione turistica. G.D.F. ginaria di Canove, anche lei figlia di commercianti. All’inizio Emma lavorò assieme ai suoceri e al marito collaborando nella gestione dell’attività, poi nel 1961 decise di dare vita alla Moda Sport, a fianco del negozio del marito, dove vendeva lana e abbigliamento sportivo mentre Solidio vendeva e noleggiava sci. Il boom lo conobbe negli anni ’70, quando, azzardando un po’, Emma decise di introdurre l’abbigliamento in pelle, facendo un primo cospicuo ordine per pagare il quale fu necessaria una colletta in famiglia. “Le parole di risposta di mio suocero ai miei dubbi di aver osato troppo con quella prima fornitura – racconta Emma – furono come una benedizione: mi disse di aver fiducia, che con l’abbigliamento in pelle avrei fatto ottimi affari. E così fu!” Il negozio voluto da Emma ebbe grande successo, con la clientela che giungeva dai vari paesi dell’altopiano e dalla pianura. “Ho avuto tante soddisfazioni – dice – anche per l’affetto che la gente mi ha sempre dimostrato. Con orgoglio posso poi dire di aver dato lavoro a tantissime ragazze del paese, che sono state commesse nel mio negozio”. L’attività si è poi ampliata e sviluppata, fino all’apertura negli anni 90 del punto vendita della centrale via Armistizio, con l’introduzione di piumini e piumoni, affiancati all’abbigliamento e all’attrezzatura sportiva di vario genere, seguendo l’evoluzione del settore. Solidio ed Emma hanno avuto quattro figli, oggi solo Ketty, la minore, vive a Cesuna, occupandosi oltre che di Moda Sport, anche del negozio di tabaccheria, cartoleria, ricevitoria e giocattoli, recentemente aperto a fianco degli altri. Ma Emma nei suoi racconti non manca mai di nominare gli altri figli (Vito, medico a Feltre, Odette e Grazia, che abitano rispettivamente a Rovigo e Treviso) e soprattutto i 9 nipoti: “tutti maschi, tutti belli e soprattutto tutti bravi ragazzi” dice la nonna con fierezza e soddisfazione. Solidio, classe 1922, poco più di un anno fa ha scelto di cessare l’attività e chiudere il negozio di cui si occupava ancora personalmente: troppe le tasse da pagare, per un la- voro sempre più difficile da gestire. Ma tutto sommato non è stata una rinuncia troppo dolorosa, Solidio dice di non sentirne la mancanza, e più che di quello che è stato il suo lavoro di una vita, parla volentieri di quand’era partigiano e delle due croci al merito di guerra ricevute. Emma invece, pur avendo dovuto affrontare numerose malattie e interventi chirurgici, non ha nessuna intenzione di mollare, anche se dopo le conseguenze di una recente brutta caduta deve farsi aiutare nella sua attività. “Non lascio il mio lavoro, che mi ha aiutato a superare anche le malattie – dice - tanto che spesso i medici mi dicevano che per guarire del tutto dovevo tornare in negozio”. E intanto il prossimo anno il suo negozio, Moda Sport, festeggerà i 50 anni di vita! Un traguardo davvero importante, altrettanto lo sarà la ricorrenza che attende Emma e Solidio nel 2012, quando saranno passati 65 anni dal giorno del loro matrimonio! Silvana Bortoli Dal mare alla montagna, a Canove espone Lucia Bonifazi Una grande passione, avuta fin da giovane, è da qui che nasce la pittura di Lucia Bonifazi, polesana di Porto Tolle, che dopo aver abitato a Bassano, da quattro anni si è trasferita a Canove, dove dal 18 luglio al 22 agosto terrà una personale dei suoi oli su tela presso le scuole elementari di Via Monte Lemerle. “Con i soldi delle “mance” che ricevevo da mio padre – ha avuto più volte modo di raccontare – salivo in corriera per andare ad Adria ad acquistare tele e pennelli”. “I critici che mi hanno seguito – scrive nella presentazione di una sua mostra – parlavano del Polesine come unico soggetto proposto nelle personali. Da alcuni anni, forse per il distacco dalla mia terra, ho iniziato delle ricerche su nuovi soggetti”. La mostra di Canove, dove Lucia Bonifazi ha deciso di trasferirsi dopo esserci stata un paio d’anni tanti anni fa, proporrà opere vecchie e nuove, oltre al mare, ci sarà anche qualche soggetto diverso, compresi monti e boschi. L’orario di apertura è dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. S.B. Alcuni villeggianti affezionati e riconoscenti, invitano quanti volessero unirsi a loro a partecipare venerdì 23 luglio alla messa serale in chiesa parrocchiale a Canove in ricordo di don Graziano Dissegna, durante la quale verrà invocata la sua protezione sui parrocchiani ammalati. Al Ristorante con ill’Altopiano Caseificio Pennar Asiago 8 13 Sabato 10 luglio 2010 L’Hotel Erica della famiglia Vescovi, nato dall’esigenza di mamma Rosalia di sistemare i suoi cinque figli Questo spazio dedicato ai formaggi del Caseificio Pennar Asiago e alle ricette degli chef locali in cui vengono utilizzati con fantasia e creatività, ci permette di conoscere anche un po’ della storia dell’Altopiano, attraverso quella dei locali ospitati di volta in volta. In questa occasione siamo ad Asiago, e precisamente nella centrale Via Garibaldi, dove andiamo a scoprire quella che è stata l’evoluzione negli anni dell’Hotel Erica della famiglia Vescovi. Papà Antonio aveva un negozio di ferramenta in Corso, e mamma Rosalia, pensando alla sistemazione dei 5 figli, dei quali solo Flores aveva studiato diplomandosi maestra, decise nel 1952 di trasformare la casa che affittavano in una piccola pensione con 8 camere e 2 bagni. Il figlio Alberto fu mandato a Venezia al “Graspo de Ua” per imparare, a pagamento, a fare il cameriere, e al suo ritorno sei mesi dopo fu dato avvio all’attività. Nel frattempo un secondo figlio, Gianni, imparava i segreti della cucina, seguendo la cuoca che era stata assunta per la stagione. Anche mamma Rosalia dava una mano, ma purtroppo venne presto a mancare, il 16 agosto del 1953. Flores prese la direzione della pensione, la sorella Annamaria aiutava a riordinare le camere e nei lavori di pulizia, mentre il figlio più piccolo, Francesco, iniziò a collaborare a soli 12 anni, lavando piatti e pentole in cucina per avere in premio i pantaloni lunghi “da ometto”, cosa rara e molto ambita a quei tempi. Nel 1956, con il ricavato della vendita di alcuni campi che aveva in contrada Zocchi, la famiglia Vescovi raddoppiò camere e bagni della pensione, ampliandola poi anche successivamente, fino ad arrivare con adeguamenti e migliorie, alla svolta decisiva nel 1981, quando lo stabile fu alzato di un piano. Intanto, dal 1970, alla gestione era rimasto solo Francesco, assieme alla moglie Gianna Maria. Altra importante tappa, l’apertura nel 1989 della sala grande da 200 posti, con la possibilità di proporsi anche per matrimoni, cerimonie, pranzi e cene molto numerose. Dal 2004 la conduzione dell’hotel è in mano al figlio Alberto, che, assieme alla moglie Celeste, continua la tradizione di famiglia, portando nuove idee e servizi per riuscire a soddisfare sempre più i bisogni della clientela e continuando le innovazioni con il rinnovamento di quasi tutte le camere e la recente creazione di una suite. A papà Francesco è rimasto l’impegno di curare il bel giardino sul retro dell’Hotel, oasi di relax per gli ospiti nella bella stagione, mentre mamma Gianna è sempre a disposizione quando c’è bisogno di una mano o di un parere. In cucina c’è il fidato chef Manuel, aiutato da Mattia, mentre la sala è affidata a Celeste, che assieme a Samantha cura particolarmente il servizio ristorante. La ricetta GNOCCHI DI RICOTTA “DEI PENNAR” CON VERZA E PANCETTA CROCCANTE SU CIALDA DI GRAN PENNAR INGREDIENTI: 300g RICOTTA -150g FARINA 1 UOVO INTERO NOCE MOSCATA q.b. SALE q.b. PEPE q.b. Pancetta stufata Verza PROCEDIMENTO: In un recipiente passare al setaccio la ricotta, aggiungere mescolando la farina, l’uovo, sale, pepe e noce moscata; con l’impasto ottenuto confezionare degli gnocchi che verranno cotti in acqua bollente salata. Nel frattempo preparare un fondo d’olio con cipolla, farla dorare e unire la pancetta precedentemente tagliata a listarelle e la verza sbollentata in acqua bollente tagliata a julienne. Scolare gli gnocchi appena vengono a galla e saltarli in padella con il condimento precedentemente preparato. A piacere servire gli gnocchi disponendoli su delle cialde di Gran Pennar decorando con ravanello e foglie di verza. PREPARAZIONE: 25 min. COTTURA: 5 min. DIFFICOLTÀ: Bassa In cucina lo chef Manuel e il suo aiutante Mattia Manuel Rigoni, giovane chef dell’albergo ristorante Erica di Asiago, può vantare già una buona esperienza in cucina, “grazie - come ci tiene a sottolineare – agli ottimi maestri, rigorosamente altopianesi, avuti ad inizio carriera”. All’Erica da qualche anno, Manuel qui ha potuto affinare la sua arte, dedicandosi a piatti di cucina tradizionale e locale, ai quali non manca di dare un suo tocco particolare, a volte anche seguendo l’istinto del momento. Lo affianca in cucina l’ormai fedele Mattia Sostizzo, studente dell’istituto alberghiero di Asiago che dopo aver fatto lo stage scolastico presso l’Hotel, è stato confermato anche per la stagione estiva in corso. Insieme formano una bella coppia, e l’affiatamento porta ad ottimi risultati, per la soddisfazione dei palati della clientela. An- che Manuel conferma che i formaggi del Caseificio Pennar Asiago sono un validissimo contributo in cucina, ingredienti versatili con cui sbizzarrirsi nella preparazione di piatti semplici o raffinati. Il piatto che, dopo debita meditazione, Manuel e Mattia hanno scelto di proporre ai nostri lettori, prevede l’utilizzo della favolosa ricotta dei Pennar, che ben si presta non solo a preparazioni salate, ma anche dolci, come la crostata con gli amaretti che tanto piace. Il gusto delicato degli gnocchetti di ricotta, viene esaltato dal condimento con verza e pancetta croccante, e dalla cialda di Gran Pennar su cui gli gnocchi vengono serviti. Altre specialità in cui i formaggi del Pennar si possono gustare in tutta la loro bontà sono il carpaccio di manzo con rucola e stravec- chio dei Pennar, i formaggi alla piastra, e la velocissima ma sempre gradita tosela. Parlando invece in generale dei “piatti dello chef”, grande successo riscuotono il timballo di melanzane gratinato su letto di basilico, i ravioli ai carciofi al burro spumeggiante ed erba cipollina, le pappardelle alla lepre fatte in casa, la zuppa di porcini, la tagliata di manzo al rosmarino, il filetto di maiale ai 3 pepi, il petto d’anitra scaloppato con scorzetta d’arancia caramel- lata, oltre ai sempre richiesti cervo e capriolo. Di fianco la facile ricetta proposta, che vi invitiamo a fare, visto anche le dettagliate spiegazioni che i nostri chef hanno preparato, corredando la preparazione con le foto, passaggio per passaggio: ci vogliono 25 minuti per la preparazione e 5 di cottura…Buon appetito! TOSELA PENNAR Tra i vari primati proposti dal Caseificio Pennar c’è un formaggio dalle caratteristiche uniche e cioè un formaggio che cuocendo non si scioglie ma resta in fetta come una bistecca. Il Caseificio Pennar Asiago resta l’unico a proporre questo prodotto seguendo pienamente i segreti dell’antica tradizione altopianese. Si prepara tagliandolo a fette di un centimetro e mezzo di spessore, le si cosparge di sale grosso lasciandole per cinque minuti a prendere il sale, di seguito si pulisce il sale e le si fa rosolare su una teglia antiaderente aggiungendo se si vuole uno spicchietto di burro, le fette si rigirano più volte fino al raggiungimento del caratteristico colore rosa, pronte per essere servite 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 14 Lo squisito gelato artigianale del Caffè alla Posta di Canove E’ aperto il Rifugio Campomuletto Fino ad ottobre è possibile pranzare, cenare, pernottare in una struttura accogliente e moderna immersa nei boschi e nella storia dell’Altopiano La quiete, la tranquillità, il profumo dei fiori, dei pascoli e degli alberi d’alta montagna, il fascino di un luogo ricco di storia dove recentemente anche l’arte ha trovato inusuale ma suggestiva collocazione, il tutto coniugato con una particolare atmosfera di cordialità e accoglienza e con la buona cucina. E’ quanto potrete trovare nella Valle di Campomulo, località Campomuletto, presso l’omonimo rifugio. Grazie all’intuito del gestore Rinaldo Rigoni ed al suo profondo amore per la montagna e le sue risorse, l’antica e fatiscente casara di Campomuletto, dopo molti anni di abbandono, è stata accuratamente ristrutturata. Gli interventi di ripristino, adeguamento e ampliamento hanno consentito di rendere la struttura accogliente e moderna, lasciando però inalterato il suo fascino originale. Pur se isolato ed immerso nella natura, il Rifugio Campomuletto dispone di elettricità indipendente, acqua corrente, ris c a l d a m e n t o , cucina equipaggiata e bagni moderni. E’ quindi attrezzato per fornire servizi di bar, ristoro, ristorante e pernottamento. Disposto su due piani è dotato al piano terra di quattro confortevoli salette da pranzo, di cui una nuovissima aggiunta proprio per l’estate 2010, che consentono di accogliere oltre 60 coperti. Al piano superiore si trovano due camere, attrezzate con letti a castello ed uso di bagno e doccia che consentono il pernottamento a circa 16 persone. Nel piazzale antistante sono disponibili numerose panche per poter mangiare piacevolmente anche all’aperto. La cucina, con specialità altopianesi e costine alla griglia, è aperta sia a mezzogiorno che alla sera ed è consigliata la prenotazione da effettuarsi direttamente al rifugio o telefonando al 348.3162529. Dal solarium si può godere della vista delle cime a nord, mentre i bambini potranno giocare sul prato ed incuriosirsi nel vedere mucche, muli e pecore che spesso pascolano nelle vicinanze. Al tramonto o al mattino presto, non è raro vedere caprioli, cervi e mufloni che escono dal bosco. L’esperienza di trascorrere una notte nel rifugio, cenando in allegria, piacevolmente circondati dal silenzio del bosco e da un cielo stellato incontaminato (nuvole permettendo) è sicuramente da provare. Specialmente per gruppi di amici, c’è la possibilità di avere l’intero rifugio a disposizione. Facilmente raggiungibile in auto, si trova sulla strada che conduce alle località storiche dell’Ortigara. Per le escursioni a piedi o in mountain bike, oppure anche per brevi passeggiate nei dintorni è ideale punto di partenza. In prossimità del Rifugio si trova il “Sentiero del silenzio”, un tracciato ad anello di circa 2 km che si snoda attraverso il bosco ed il pascolo attorno al rifugio e dove sono state installate 10 opere artistiche di grande suggestione che hanno per tema gli eventi bellici che si sono svolti in questi luoghi. Si percorre agevolmente in circa 1 ora e merita assolutamente una visita. Servizio redazionale Da oggi per gustare un buon gelato, fatto secondo la migliore tradizione artigianale, basta andare al Caffè Alla Posta di Canove. Qui il gelato di propria produzione viene preparato solo con ingredienti freschi e genuini, come il latte appena munto in Altopiano e la frutta di stagione, senza l’utilizzo di preparati o aggiunta di grassi idrogenati. Per questo risulta buonissimo, assolutamente digeribile ed è l’ideale per la merenda, come dessert, a qualsiasi età. D’estate poi, può essere davvero un valido alimento in sostituzione al pasto: fresco, nutriente e goloso! Proprio per usare solo ciò che la stagione offre, al Bar Alla Po- sta hanno scelto di proporre un numero limitato di gusti, con una scelta tale comunque da soddisfare tutti. Il gelato artigianale del Caffè Alla Posta di Canove si può gustare in coppetta o in cono da passeggio, o seduti comodamente ai tavoli del bar, anche esterni. Sono disponibili vaschette da asporto e prossimamente saranno proposte nuove coppe arricchite di frutta e altri ingredienti golosi. Il Caffè Alla Posta, bar ed edicola, vi aspetta, a Canove in piazzetta 20 Maggio, ora anche con il vero gelato artigianale. Servizio redazionale E’ uscito “Platten Giugno 2010” La rivista trimestrale dell’Unità Pastorale E’ stato pubblicato il numero di Giugno 2010 di PLATTEN, l’apprezzata rivista trimestrale dell’Unità Pastorale di Gallio, Foza, Sasso e Stoccareddo. In questo numero, dopo l’editoriale di don Lauderio, la rivista propone una testimonianza della visita di metà maggio alla Sacra Sindone, un reportage sulla Madonna di Medjugorje, le cronache di un paio di eventi vissuti a Stoccareddo (la serata dedicata alla Sindone con don Giandomenico Tamiozzo e la via Crucis fino a contrada Zaibena), le foto che immortalano gli appuntamenti con i sacramenti (prima Confessione e Prima Comunione nella varie Parrocchie), una riflessione sullo stato delle strutture della parrocchia di Sasso, un Acconciatura e trucco da sposa e da sera Trattamenti tricologici mirati Check-up della cute e del capello Extension Manicure Accessori moda Bigiotteria Via J.SCAJARO ASIAGO Telefono: 0424 463694 frammento di storia dedicato al Coro Parrocchiale di Gallio, il saluto a don Giorgio Verzotto (il parroco di Canove andato in pensione), una riflessione che arriva da Foza sulla devozione a S. Antonio e sui “sequeri”, una sottolineatura sulla visita dei cresimandi alla Cooperativa “S. Matteo” ed infine un doveroso omaggio ai cento anni compiuti il 28 giugno da mons. Beniamino Schivo, galliese di nascita ed adottato da Città di Castello, figlio spirituale del Beato Carlo Liviero. Il tutto condito con una ricca documentazione fotografica; potete trovare la rivista presso le chiese delle quattro parrocchie dell’Unità Pastorale. C.P. 8 l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 ROTZO Rotzo, i cani a scuola insegnano l’amore e il rispetto per gli animali Amiciad Onlus Altopiano: insieme per la solidarietà Sabato 17 luglio alle ore 21 presso il Palatenda di Roana uno spettacolo tra musica, arte e danza Cambia sede, ma non finalità la terza edizione della serata organizzata ogni estate dall’Associazione Amiciad Onlus per la solidarietà. Quest’anno, l’evento si svolgerà al Palatenda di Roana, sabato 17 luglio alle ore 21. La collocazione dello spettacolo è la prima novità dell’anno, ma ce ne sono molte altre; prima di tutto, durante la serata, gli spettatori potranno consumare la birra a 1,50 euro al bicchiere: il ricavato verrà devoluto ai bambini del continente africano cui Amiciad ha già destinato degli aiuti per la costruzione di un villaggio e per il sostentamento: dal cibo ai mezzi 15 didattici. Altra importante novità sarà il contributo delle Scuole di Danza di Asiago e Gallio: DanzAsiago e Les Etoiles de la Danse, che, con i loro balletti, si propongono di intrattenere il pubblico a scopo benefico. Il ballo si aggiungerà all’intrattenimento musicale che verrà riproposto come gli anni addietro. Uno spettacolo da non perdere che anche gli organizzatori, dal Presidente dell’associazione (Dottor Gilbert) alle volontarie di Rotzo, hanno salutato con gioia. Divertimento assicurato, ma con una marcia in più: la solidarietà! Martina Rossi Cosa può fare, se ben addestrato, ma soprattutto cosa può essere un cane per l’uomo. I bambini della scuola primaria e della scuola dell’infanzia di Rotzo hanno potuto scoprirlo alla fine dell’anno scolastico con una particolare iniziativa proposta dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione “Cani da soccorso Altopiano 7 comuni”, presieduta da Mila Nicoletta De Paoli, con la Direzione didattica, le insegnanti e i genitori. Per gli alunni, che non ne sapevano assolutamente niente, la dimostrazione, effettuata Foto di Bruno Slaviero nel cortile della scuola con la partecipazione degli amici a quattro zampe (quelli addestrati, ma anche alcuni simpatici cuccioli) e dei loro padroni, è stata una graditissima sorpresa, accolta davvero con grande entusiasmo. L’associazione “Cani da soccorso Altopiano 7 Comuni”offre al territorio altopianese un prezioso servizio mettendo a disposizione i propri cani per la ricerca di persone disperse, collaborando con le autorità competenti. Vedere operare i volontari con i loro animali, intelligenti e ubbidienti, capaci in molti casi di salvare vite uma- ne sicuramente è stato per i bambini molto educativo, un importante aiuto per capire quale rapporto speciale può esserci tra un cane e una persona e di quanto amore possono essere degni questi animali per antonomasia da sempre “i migliori amici dell’uomo”. Alle giornate dimostrative, svoltesi il 9 giugno (per la scuola primaria) e il 25 giugno (per la scuola dell’infanzia) ha partecipato anche un’operatrice dell’Enpa che ha spiegato con grande sensibilità come gli animali vadano rispettati, curati e mai abbandonati. S.L. 8 l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 Le opere e il loro significato Pace ritrovata Una serie di travi di legno di castagno posizionati in modo da formare una gabbia, racchiudono uno spazio entro il quale si cela una colomba. Una prigione a cielo aperto, uno spazio angusto entro il quale intrufolarsi per godere della visione di Libertà e di Pace dettata dalla presenza della colomba, scolpita da un unico blocco di marmo bianco con le ali pronte a spiccare il volo verso il cielo che fa capolino nella struttura massiccia di legno. All’interno anche le targhe con i nomi dei galliesi di cui non si vuol perdere memoria, un ricordo dei figli di questo paese, gente comune che però ha lasciato il segno. Pietà L’installazione è semplice e di lettura immediata. Quattro croci greche sono sovrapposte a due a due, crivellate dalle pallottole. Il simbolo della croce in molti popoli e, specialmente, in molte religioni assume significati legati alla Vita, alla Morte, alla Rinascita ed è un segno di forte identità sociale, culturale e religiosa. Il significato prevalente della composizione è la Pietà. Infatti, essa è orientata verso il Monte Ortigara, che nel corso della Grande Guerra, prevalentemente nel giugno del 1917, è divenuto tristemente il Calvario di migliaia di soldati di tutte le nazionalità. Speranza L’installazione è formata da 12 braccia umane in bronzo, alte 130/150 cm., che emergono dal terreno e possono essere nude o “vestite”. Le braccia si elevano al cielo (messaggio positivo), con mani che tengono ben stretto un foglio contenente uno scritto, oppure porgono un fiore, una colomba o altro simbolo. Posizionate circolarmente potranno creare un cerchio magico entro il quale rinchiudersi, oppure allineate potranno invitare il visitatore a percorrerle e sfiorarle. Lettere Lungo il Sentiero del silenzio Il suggestivo percorso nel bosco, ai piedi delle storiche cime altopianesi, costellato d’opere d’arte E’ stato inaugurato nel novembre 2008 ed è nato, su idea dell’amministrazione Stella, per valorizzare un’area di straordinario interesse storico ed ambientale, nell’alta Valle di Campomulo (località Campomuletto), ma soprattutto per lasciare un segno duraturo, un perpetuo monito, per indurre una profonda riflessione sulla vita e sulla morte, sulla pace e sulla guerra. Il “Sentiero del silenzio, porta della memoria”, a Gallio, sta diventando sempre più un’attrazione turistica di rilievo che attira e affascina migliaia di visitatori. Un percorso già esistente, di circa 2 chilometri, intorno a Campomuletto costituisce la traccia lungo la quale sono state posizionate 10 opere d’arte con- temporanea, realizzate dall’architetto bassanese Diego Morlin, collocate rispettando la morfologia del luogo e gli elementi emergenti che in esso si trovano, già per se stessi ricchi di messaggi. Il Sentiero sabato 10 luglio alle 21, diverrà luogo per ritrovarsi insieme, in una suggestiva serata di canti, testimonianze e immagini dal campo di battaglia. L’appuntamento, intitolato “Per non dimenticare”, s’inserisce nel ciclo di manifestazioni verso il centenario della Grande Guerra e vedrà la partecipazione di Federica Santinello (voce narrante) e del Coro parrocchiale di Gallio. La serata è organizzata dal Gruppo Alpini (custode del sentiero), dalla parrocchia e dal Rifugio Campomuletto. Testimoni Labirinto nero Grandi sagome in acciaio corten, allineate, stanno a rappresentare tanti soldati pronti alla partenza per il fronte o pronti sulla linea di combattimento. Sagome alte 280/300 cm., smembrate, slabbrate, ferite, scheggiate dalla guerra. Solo alcune di esse rimangono integre, immuni alla furia distruttrice della Guerra. Le sagome sono collocate a cerchio entro il quale sono posizionate nel terreno le parti mancanti, a significare che nulla di quanto patito andrà perduto, almeno sino a quando nella Memoria di chi saprà leggere con sentimento la scena, il Ricordo non sparirà. Questa installazione prende spunto dal luogo stesso in cui si colloca e dalla presenza di pietre di grandi dimensioni disseminate in tutta l’area. Le pietre sono riunite in modo da permettere il passaggio di una persona alla volta, la quale si volgerà al cuore della composizione, entrando quasi in un labirinto, entro il quale spicca un blocco squadrato di granito nero. Il nucleo della composizione è costituito dal parallelepipedo nero, circondato da una selva di massi biancastri, sul quale sono incise singole parole o lettere o poesie che esaltano il valore della Pace. Un valore indiscutibile, celato dal biancore anonimo della quotidianità che tende a rendere tutto banale, una verità difficile da raggiungere, una possibilità rivolta a tutti. Eserciti Questa composizione rappresenta i due eserciti (italiano ed austro ungarico) che sulle montagne circostanti si sono fronteggiati nel corso della Grande Guerra. Elmetti, corrispondenti a quelli in uso nei due eserciti, si contrappongono, posizionati simbolicamente nella medesima direzione mantenuta dagli eserciti nel periodo bellico. Le due schiere di elmetti esaltano il momento dello scontro, il cui solo risultato sarà la Morte, simboleggiata da quattro teschi collocati al centro. Fiore Vivo Grandi lastre rettangolari in acciaio corten, da un metro per quattro, sono collocate orizzontalmente nel terreno, senza un ordine precostituito. Grandi pagine della storia, sulle quali sono posizionate lettere inviate dal fronte dai soldati della Grande Guerra alle loro famiglie. Ricordo indelebile delle loro sofferenze, paure, angosce, ma anche segno di Amore e di Speranza nei confronti dei loro Cari, della Vita e della Pace. Gioie che a pochi di loro sono state concesse. 16 La composizione è costituita da una serie di fiori giganteschi realizzati in “acciaio corten”, che ben si addice al posto con la sua caratteristica tonalità simile al ferro arrugginito, elemento costantemente presente nei siti interessati dagli eventi bellici. Una selva di fiori arrugginiti, alti 100 cm. con diametro di 40/50 cm., tristi segni di distruzione, sono redenti da un fiore colorato posizionato nel centro, messaggero di speranza e di fiducia che dopo tanta distruzione la Vita ritornerà a fiorire e a germogliare, spazzando via l’angoscia del passato. Gli immortali Frutti gloriosi La radura dove è posizionata questa composizione brulica di grossi massi biancastri, informi, anonimi, pietre comuni della zona. Il gruppo di pietre che vanno a costituire la composizione è diverso dagli altri: ogni pietra, infatti, porta incise simbolicamente delle iniziali, a Memoria degli innumerevoli soldati che hanno perduto la Vita o sono risultati dispersi nel corso delle Guerre. Sono trascorsi novanta anni dal termine del conflitto, e, spesso, anche nelle famiglie dei soldati, dei caduti o degli eroi è andata perduta la Memoria storica dei loro cari… Ecco allora che, a delle semplici pietre, in un luogo Sacro, è dato il compito di mantenerla viva. Questa installazione è collocata in una grande buca provocata dallo scoppio di granate di vario calibro, che all’epoca hanno spappolato qualsiasi cosa o essere vivente. Nulla ci si aspetta da un simile evento distruttore e da un luogo così desolato. Da questa buca, invece, “nascono” degli alberi senza vita, secchi, che in futuro non porteranno né foglie, né frutti, perché originati da una mutazione genetica dovuta alla Guerra. Sul loro tronco emergono solo delle grandi “piastrine di riconoscimento”, oggetti che i soldati a partire dalla Grande Guerra, portavano al collo come segno di identificazione, perché contenevano tutti i dati personali, utili nella vita e, purtroppo, ancor più nella morte. 8 Sabato 10 luglio 2010 ENEGO di Gerardo Rigoni “Il progetto di Marcesina non è a sè stante, fa parte di un programma globale di rilancio di Enego che vuol fare di questo paese la porta dell’Altopiano per la mobilità dolce, per il trekking, per la bicicletta, per tutti i mezzi di trasporto ecocompatibili”. Il sindaco di Enego Igor Rodeghiero inserisce così il progetto di riqualificazione della Marcesina, progetto fin dall’inizio al centro di aspre polemiche, all’interno di un disegno più ampio. Un progetto che parte da tre capisaldi (Marcesina, ciclopista del Brenta, centro storico) poi collegati tra loro per portare avanti un piano di rilancio che dovrebbe beneficiare tutti, non solo gli eneghesi. “Credo ci siano stati pochi Comuni che hanno cercato di l’Altopiano Enego, il rilancio non passa solo per la piana di Marcesina Il progetto di valorizzazione ha altri due capisaldi: ciclopista del Brenta e centro storico coinvolgere più attori possibili nella fase di progettazione; tutti hanno avuto la possibilità di dire la propria opinione. Il progetto era, ed è tuttora migliorabile, ma chi lo defini- sca un spreco di denaro o peggio ancora uno scempio offende non solo l’amministrazione, ma tutti quelli, enti e gruppi, che hanno contribuito alla sua realizzazione – prosegue Rodeghiero – L’abbellimento del centro con il restauro della torre, i parcheggi a pagamento per decongestionare la piazza, il progetto di Marcesina, il ciclo percorso del Brenta sono tutti progetti interconnessi per rendere Enego “appetibile” e così portare, attraverso un bicibus che parte dal ciclo percorso, estimatori della natura ad Enego e da qui verso gli altri centri dell’Altopiano”. Il progetto di valorizzazione tu- ristica, ambientale e naturalistica della piana di Marcesina intanto è in via di definizione. Alcuni significativi cambiamenti sono emersi dal progetto definitivo e quello preliminare. Intanto spariscono i bagni imhoff e le tettoie delle aree picnic. In alternativa saranno ristrutturate le 3 casette di proprietà comunale presenti nella piana ricavando aree espositive, alloggi, info point e bagni pubblici. Aumentano con il prospetto economico particolareggiato, i fondi da destinare alla risistemazione del Forte Lisser a cui il progetto già dedica 500 mila euro cui si aggiungeran- Ad Enego la rievocazione storica della Battaglia del Solstizio d’estate Il programma per la quarta edizione della rievocazione storica della battaglia del solstizio è stato suddiviso in due giornate: il 3 luglio in Piazza S. Marco con onoranze e celebrazioni e il 4, sul campo: come location la piana di Marcesina. La Comunità Montana dei 7 Comuni, già da anni si sta preparando alla commemorazione del Centenario del conflitto, con grandi opere di restauro di forti trincee e siti e attraverso rievocazioni storiche come questa di Enego, che ha portato in Piazza S. Marco membri dell’Associazione “Per non dimenticare”, del Battaglione Alpini Sette Comuni, del settimo Reggimento Alpini di Pieve di Cadore, dei “Viribus Unitis” (Kaiserschuetzen Regiment Innichen), Kaisershuetzen Regiment Trient, Innsbruck e Bozen. Nell’occasione, le parole di benvenuto del Sindaco 17 di Enego, Igor Rodeghiero, dell’Assessore della Comunità Montana Andrea Benetti e di Giancarlo Bortoli, la sfilata di figuranti profughi e l’inaugurazione del Museo Monte Ortigara. La rievocazione storica vera e propria si è tenuta sulla piana di Marcesina, in località Campo Spa, il giorno 4, con il seguente programma: una prima parte didattica (dove i visitatori potevano entrare li- beramente fra i figuranti a fare domande e fotografie), dalle 10 del mattino, con una simulazione della vita in trincea seguita dal rancio militare in gavetta, quindi dopo il rancio, la riedizione della battaglia che si è prolungata fino alle ore 17, con simulazione di attacchi, strategie di appostamento e accerchiamento, colpi d’arma da fuoco a salve molto rumorosi e fumosi, che han creato forte emozione fra il pubblico accorso numeroso. L’evento si è concluso con il presentatarm e il tiro di parata in onore dei caduti di tutte le nazioni e con la sfilata fino al Cimitero Militare di Busa Menotto (al quale dopo questo specifico evento verranno apportate ulteriori migliorie) per le onoranze finali, il cui momento topico è stata la consegna di una targa a tutti i figuranti e inoltre, al gruppo “nemico”, di un paio di ramponi austriaci originali rinvenuti sulla piana, cosa che li ha commossi notevolmente. Il loro commento, circa le scelte politiche fatte nel dopoguerra, fin all’anno scorso, è stato di forte rammarico per l’impossibilità di conoscere le sorti di molti loro congiunti caduti inAltopiano (circa 11.000) mentre, è stato molto favorevole per le iniziative poste in essere da Amministrazioni ed enti locali e nella fattispecie per l’ospitalità e l’organizzazione attuate dal Comune di Enego. Beppa Rigoni Scit La piana di Marcesina, nella foto in piccolo il sindaco di Enego Igor Rodeghiero no tutti i risparmi e ribassi d’asta, circa altri 400 mila. Definiti anche i due percorsi didattici flora – faunistici definiti dall’assessore ai Lavori Pubblici Gianni Cantele “vero fiore all’occhiello del progetto”. I percorsi saranno allestiti con tabelle informative e “aule all’aperto” dove scolaresche o gruppi possono fermarsi per ricevere spiegazioni dalle guide. Il progetto si completa con aree picnic, nuova sentieristica e rifacimento dei fondi stradali. “I parcheggi, anche per bus, sono predisposti in funzione delle attrazioni che saranno valorizzate – spiega Cantele – Comunque sono tutti allestiti all’inizio della piana per togliere la vista delle auto dal cono visivo come suggerito dai Forestali e realizzati con materiale ecocompatibile. Inoltre metà sono nelle due principali entrate della piana proprio per evitare che le auto si inoltrino nella zona e parcheggino dove capita. Così come i parcheggi per i camper sono tutti a tempo ridotto tranne a Valmaron dove ci saranno le aree di sosta attrezzate”. “Bisogna rendere fruibile la montagna, con rispetto, ma fruibile – conclude Cantele – Perché la si vuole far diventare una cosa d’elité, di pochi fortunati?” Inaugurato il Museo “Monte Ortigara” Il Museo Monte Ortigara che ha trovato collocazione nel “seminterrato” del Municipio, nell’antica sede di vasche di raccolta idrica ai piedi della bellissima torre scaligera, è sorto per il grande contributo dato da un appassionato raccoglitore di reperti locale: Michele Cerato, che ci ha raccontato come in 25 anni di ricerche sia in Altopiano che in altre aree del fronte italiano, abbia raccolto un tal numero di reperti, da pensare appunto di esporli...Tutto è iniziato da una scatoletta di alici: il ghiacciaio dell’Adamello, dove il nostro faceva escursioni, ne ha conservato perfettamente parecchie. L’allestimento e i pezzi esposti sono davvero di grande impatto e meritano quanto prima una visita. Proprio a causa dell’ambientazione scelta, il sito museale necessita di ulteriori lavori di isolamento dalle infiltrazioni e sarà in questo periodo chiuso al pubblico, allo scopo di effettuarli adeguatamente con l’obiettivo della miglior conservazione possibile dei pezzi esposti. Una volta ultimato l’intervento, vi si terranno esposizioni “a tema”. B.R.S. 8 Sabato 10 luglio 2010 LUSIANA l’Altopiano 18 Un piano strategico e turistico per lo sviluppo di Lusiana e Conco Un’idea nata dall’impegno di un gruppo di lavoro quale risposta concreta allo spopolamento Sviluppare il turismo con un progetto integrato tra i Comuni di Lusiana e Conco. E’ quanto propone il “Centro per lo sviluppo di Conco e Lusiana” che in tre anni ha elaborato, con il sostegno delle associazioni di categoria e di alcuni Istituti di Credito, un piano strategico turistico. “L’idea di creare un progetto integrato per lo sviluppo fra i due comuni è nata dall’impegno di un gruppo di lavoro che, basandosi su una serie di analisi e di riscontri oggettivi raccolti, ha cercato di offrire una risposta concreta allo spopolamento e all’abbandono progressivo del territorio – Musica e letteratura in chiesa Sabato 10 luglio alle ore 21.00, presso la chiesa di S.Giacomo a Lusiana, si terrà una serata con brani di musica organistica alternati a brani di letteratura, organizzata dall’assessorato alla cultura di Lusiana e da Albatros-Gruppo Biblioteca, intitolata:” Musica e parola, le vie dello spirito.” Saranno eseguiti brani organistici di Franck, Brahms, Gigout e Boellmann e letti brani di Gibran, Jammes, Turgenev e Pascal. Eseguirà i brani per organo Francesco Munari e leggerà i brani letterari Margherita De Pellegrin. Entrata libera. Presentazione della “Guida ai campi di battaglia” Venerdì 16 luglio alle ore 20.45, presso la Sala Consiliare del Palazzon a Lusiana, verrà presentato il volume: “Guida ai campi di battaglia dell’Altopiano dei Sette Comuni - Monte Ortigara”, di Mario Busana, Paolo Pozzato, Ruggero Dal Molin, edito da Gaspari Editore. Interverranno i tre autori e un filmato introduttivo illustrerà le caratteristiche di questa innovativa guida.” La serata è organizzata dall’assessorato alla cultura di Lusiana. Venerdì 9 FIVE ARROWS Sabato 10 EVIL MAZE Venerdì 16 NUOVO FRONTE DEL VASCO Sabato 17 SISMICA Venerdì 23 live music Sabato 24 4EVER – Queen tribute spiega Virgilio Boscardin, ex sindaco di Lusiana e presidente del Centro – I riscontri si riferiscono agli aspetti comuni ed alle risorse che caratterizzano la realtà territoriale, naturalistica, sociale, economica e storico-culturale dei due comuni ed al modello di sviluppo che ha caratterizzato la storia più recente”. Il progetto parte dalla valorizzazione delle risorse già esistenti tra cui la natura e paesaggi integri nonché la posizione geografica strategica, vicina alla pianura e alle grandi vie di comunicazione. Inoltre si mira a far collimare gli interessi delle varie categorie produttive con le nuove esigenze socio-economiche attraverso percorsi formativi, ma anche favorendo l’utilizzo delle nuove tecnologie. Si propone di sviluppare una nuova “cultura turistica integrata” improntata sul territorio e sull’ecologia così da stabilizzare, creando nuovi competenze e opportunità, la popolazione residente frenando l’esodo giovanile. Azioni che possono essere finanziati con un fondo di rotazione a tasso agevolato e approfondendo le opportunità che la Comunità Europea offre. Il progetto ha già determinato un primo impegno formale con una convenzione fra i due comuni, con l’approvazione del progetto stesso e con la costituzione del “Centro per lo Sviluppo dei Comuni di Conco e Lusiana”. “A conclusione del nostro lavoro, affidiamo il progetto alle due amministrazioni comunali, alle categorie produttive ed alle associazioni che operano nel territorio, a chi fin dall’inizio ha creduto in questo progetto sostenendolo con generosità e lungimiranza – conclude Boscardin - Formuliamo l’augurio più sincero che si possa dare seguito al lavoro fatto finora, superando le naturali riserve o le difficoltà di varia natura ed attivando con coraggio e generosità tutte le iniziative che restano ancora da completare ed i vari interventi ad esse collegati”. Gerardo Rigoni A Campana di Lusiana l’inaugurazione di un antico pozzo recuperato e restaurato In occasione dell’annuale festa della “Madonna del Lazzaretto” a Campana di Lusiana, è stata inaugurata un’opera importante: il recuperato e restaurato vecchio pozzo che si trova al centro della contrada, e risale, datato, al 1731. Ricordiamo che a Campana, nella piccola torre campanaria, si conserva una campanella che è fra le più antiche del Veneto: fusa nel 1388. La cerimonia di inaugurazione è stata semplice e nel contempo solenne, alla presenza del sindaco Antonella Corradin che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza e il valore storico che hanno queste opere di recupero e conservazione del patrimonio per le nostre contrade, perché sono espressione di identità e vitalità delle famiglie che le abitano. Mario Polato, in rappresentanza della Comunità Montana e della società Etra, ha ricordato il valore vitale che aveva una volta la raccolta dell’acqua per le persone e per gli animali e anche oggi questo elemento e alimento prezioso è cercato e conteso e dobbiamo quindi aver cura di non sprecarlo. Don Valentino Grigiante, nell’impartire la benedizione dopo aver levato il drappo che ricopriva il pozzo, ha fatto cenno all’episodio evangelico di Giovanni quando Gesù arriva al pozzo di Giacobbe affaticato dal viaggio e dice alla donna samaritana di dargli da bere. Agli interventi delle autorità ha fatto immediato seguito la spiegazione storica e tecnica, curata dall’architetto Antonio Cantele: una illustrazione che risulta si può ritrovare anche nella bacheca posta a scopo informativo vicino al pozzo. Per avere una visione completa delle fasi di recupero dell’antico pozzo, abbiamo intervistato il protagonista di questo intervento, Ronzani Ranieri Alberto. Com’era lo stato di conservazione del pozzo? “Dal sopralluogo effettuato preliminarmente agli interventi è stato possibile verificare lo stato di degrado e di abbandono del pozzo. Al suo interno c’era molto materiale inerte; alla volta del pozzo mancavano alcune “chiavi” per cui è stato necessario un primo intervento urgente finalizzato a porre dei ponteggi per sostenerla. Anche la vera di pozzo è stata messa in sicurezza”. Per iniziare il recupero quali pratiche e autorizzazioni sono state espletate? “Il Comitato Cittadini “Regola Traversagno” mi ha delegato, in veste di Presidente del Comitato stesso, a prendere contatto con il Comune di Lusiana, l’Azienda Etra e la Comunità Montana Spett.le Reggenza dei Sette Comuni, per avere l’autorizzazione, non solo, ma anche la loro collaborazione e il loro aiuto economico. Questi Enti hanno infatti provveduto a finanziare buona parte dell’intervento.” Ci può descrivere le fasi tecniche ed operative del la- voro di recupero e restauro? “L’intervento di ripristino ha visto innanzitutto la rimozione del materiale inerte, dopodiché è stata fatta una pulizia minuziosa delle “chiavi di volta” che, successivamente, sono state bagnate e cosparse di polvere di cemento. Esternamente è stato costruito un muretto di contenimento laterale per la messa in sicurezza del pozzo e in superficie è stata posata una rete elettrosaldata ed effettuata la gettata di cemento. La torretta di imboccatura del pozzo è stata ricostruita con i sassi originali e la vera del pozzo è stata saldata con malta cementizia. È stato installato inoltre un pannello fotovoltaico che permette di illuminare il pozzo e, al suo interno, uno specchio riflette la struttura della volta. I lavori – conclude Ronzani – sono stati coordinati dall’Architetto Antonio Cantele e da chi sta parlando mentre la manodopera e l’attrezzatura necessaria è stata reperita grazie all’intervento di volontari, ricompensati con un simbolico contributo.” Come già accennato, una bacheca con illustrazioni e didascalie descrive l’opera: ne riportiamo una suggestiva frase: “Di questo mondo antico si sta quasi perdendo la memoria ed ecco perché è bello ritrovarsi ancora attorno a questo pozzo recuperato, per raccontare un po’ la sua storia che è anche la nostra storia”. Decimo Cantele Storia e caratteristiche del manufatto Il manufatto ha pianta rettangolare e, verso l’alto, una volta arcuata. Su di un lato si apre, verso l’alto, l’imboccatura, sovrastata dalla vera di pozzo (la balaustra di protezione sovrastante il foro del pozzo) su cui è incisa la data 1731. Per costruire tali opere dapprima si procedeva predisponendo lo scavo nel terreno e quindi costruendo la struttura portante in pietra con conci ricavati dalle lastre di biancone messe “a coltello”. Via via che si andava verso l’alto, si procedeva compattando la creta (“terra crea”, materiale argilloso impermeabile per evitare la dispersione dell’acqua che si raccoglieva nel pozzo) fra il terreno e la muratura. La struttura era, di solito, stondata sul fondo e rastremata verso l’alto in modo da formare una volta capace di sostenere il terreno circostante. La capacità dei pozzi cisterna (tali sono questi pozzi, che servivano non già per raggiungere l’acqua di una falda, bensì per raccogliere l’acqua piovana in posti solitamente poco ricchi d’acqua) poteva variare da 20 a 40 metri cubi. Questi pozzi a cisterna venivano realizzati nella piazzetta di una contrada o nelle corti ed erano utilizzati da un gruppo di famiglie o da tutti i contradaioli. 8 l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 19 LUSIANA Cocktail analcolici contro lo sballo Un’iniziativa dell’Assessorato alle politiche giovanili per promuovere uno stile di vita sano nei giovani in collaborazione con i bar del paese “Usa la testa…c’è più gusto a bere bene”…è uno slogan ideato dai ragazzi dell’Istituto alberghiero di Asiago insieme all’Associazione Occhi aperti per costruire giustizia e al Ser.t dell’Ulss 3 per promuovere nei bar dell’Altopiano dei cocktail analcolici che possano essere una valida alternativa alle bevande alcoliche. Il Comune di Lusiana ha aderito a questo progetto di prevenzione e sabato 10 luglio, a partire dalle 17, lungo via Roma si potranno assaggiare gratuitamente questi cocktail preparati da alcuni ragazzi dell’Istituto alberghiero. L’iniziativa è nata in sinergia con i gestori della Locanda Centrale che hanno dato la loro piena collaborazione per promuovere l’evento di sabato e per proporre questi prodotti analcolici all’interno del loro locale. “Il problema dell’abuso di sostanze alcoliche nei giovani ma anche negli adulti - spiega l’assessore alle politiche giovanili Sabrina Passuello - deve essere affrontato non in un’ottica di totale proibizionismo ma dando ai ragazzi delle valide alternative e proponendo uno stile di vita più sano nel quale il divertimento non deve essere necessariamente associato allo sballo. I ragazzi devono riacquisire delle modalità di divertimento positive che non siano necessariamente centrate sullo stare insieme per bere”. Si tratta di un primo evento creato grazie alla collaborazione dei titolari della Locanda Centrale, ma la prospettiva è che altri locali del Comune di Lusiana possano aderire al progetto. E’ indispensabile creare una rete nel territorio coinvolgendo i ragazzi, ma soprattutto i gestori dei locali che per primi hanno un contatto diretto con i giovani e li possono aiutare a vivere in maniera più sana senza la necessità di arrivare allo sballo. Le mega lapidi al cimitero suscitano polemiche Le nuove tombe del cimitero di Santa Caterina di Lusiana hanno sollevato un’ondata di polemica per la loro dimensione ritenuta da molti visitatori troppo grande. Le nuove tre tombe sono infatti corredate con lapidi giganti che nascon- dono quelle poste dietro, esagerate rispetto a tutte le altre. E poiché lo spazio per mettere altre cornici in marmo alle future tombe che potrebbero venire realizzate davanti a queste ultime è al momento libero, si teme che vengano co- struite sullo stesso modello, in stridente contrasto con quelle già esistenti. E.Z. Nella foto le ultime tre tombe con lastre esageratamente grandi al cimitero di Santa Caterina. Finco e Baù primi a Monte Corno Al Casello del Guardia di Monte Corno si è svolto il “5° torneo di settino-Casello del Guardia-Bar Fina” a coppie. Al primo posto si è insediata la coppia formata da Corrado Finco e Marino Baù di Gallio. Seconda piazza per Riccardo Gheller e Niki Omizzolo da Foza. In terza fila si è piazzato il duo formato da Gianpaolo Grazian e Francesco Cantele di Lusiana. Quarti sono arrivati Simone e Carlo Gheller di Foza. Prossimo appuntamento per il settino in altopiano è il “Master del barbiere” al “Tacabanda” a fine luglio. E.Z. Nella foto, le prime due coppie classificate al Casello del Guardia del Monte Corno CONCO Domenica 27 giugno 2010 i Donatori di Sangue di Fontanelle, associati alla Fidas, hanno celebrato i 30 anni di fondazione del Gruppo con la posa di un cippo nel parco giochi che, nell’occasione, è stato intitolato “Parco del Donatore”. Dopo il ritrovo presso il campo sportivo, le autorità, i gruppi e i cittadini presenti hanno formato il corteo che, accompagnato dalla banda “Attilio Boscato”, ha raggiunto il luogo della cerimonia. Il parroco, Don Davide, ha svolto la parte religiosa con la benedizione del cippo; sono seguiti poi i discorsi del sindaco e del presidente provinciale. Nel suo discorso il sindaco ha messo in evidenza l’importanza dell’azione del dono del sangue che contiene un grande valore morale, poiché chi dona il sangue dona anche speranza e dignità a chi dalla malattia viene non solo reso più fragile nel fisico, ma spesso anche umiliato nella dignità di essere umano. Ha quindi ringraziato i donatori per la loro attività e anche per aver scelto di collocare il cippo in un I Donatori di sangue di Fontanelle di Conco hanno festeggiato i trent’anni di attività luogo frequentato da bambini, ragazzi, famiglie cui verrà inevitabilmente trasmessa quella testimonianza di generosità, attenzione, solidarietà verso il prossimo. Dopo il saluto del presidente provinciale, che ha sottolineato anche le difficoltà nel portare avanti l’Associazione, l’attuale presidente del gruppo Rinaldo Bertacco ha ricordato i presidenti che lo han- no preceduto, in particolare Egidio Marchiori che fu il fondatore ed ha ringraziato tutti i donatori che con generosità sono pronti sempre a impegnarsi non solo con le donazioni di sangue, ma anche nelle varie occasioni della vita del paese. Ha ringraziato gli sponsor e coloro che in vario modo hanno lavorato per la riuscita della manifestazione. Sono stati quindi consegnati dei quadri a ricordo della cerimonia alle vedove di Egidio Marchiori e di Giordano Tumelero, alla prima madrina del gruppo Vania Rodighiero, al parroco, ai gruppi invitati e al sindaco. La banda di Fontanelle ha accompagnato le varie fasi della cerimonia rendendola più solenne. Alla fine tutti i presenti hanno ricevuto un omaggio e poi sono stati invitati al ricco buffet che era stato preparato. 8 l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 20 Tra proposte classiche e piacevoli novità La stagione concertistica di Artemusica MUSICA “Attraverso la musica possiamo vagare nel tempo( e trovare amici in ogni epoca”. Con questo suggestivo aforisma si apre il sito internet dell’Associazione Artemusica di Roana, e a queste parole si ispira l’attività dell’associazione, impegnata nella realizzazione della stagione concertistica del 2010, giunta ormai alla sua sesta edizione. Come di consueto, i protagonisti saranno artisti di fama, affiancati da giovani virtuosi, in una serie di proposte che spazieranno dal recital solistico alla musica da camera, dalla lirica al jazz, in un alternarsi di generi e di autori che attraversano secoli di musica. Ad aprire la stagione saranno il soprano Cristina Villani e il pianista Fulvio Galanti che, lunedì 12 luglio alle ore 21 presso la sala S.Giustina di Roana e nell’ambito del festival Hoga Zait, presenteranno il concerto “Musi- Un calendario ricchissimo di proposte con la partecipazione di artisti di fama affiancati da giovani virtuosi. Si parte il 12 luglio con il concerto di Cristina Villani e Fulvio Galanti ca colta e ispirazione popolare” con brani di Britten, Poulene, Brahms, Dvorak. Fino alla fine di agosto, dunque, in un nutrito programma che si svilupperà tra Roana, Camporovere, Treschè Conca, Cesuna e Canove, si esibiranno artisti di solida fama come il pianista Massimiliano Motterle, il clavicembalista Marco Vincenzi, il violinista Fulvio Luciani, i pianisti Francesca Righini e Riccardo Zadra e giovani talenti come Olga Georgevskaya, Thomas Schwan, Francesco Pulga con il Quartetto Indaco, Nicola Lamon. Dal 14 luglio al 14 agosto saranno inoltre riproposti i corsi di perfezionamento musicale per pianoforte e violino che si articoleranno nella forma delle lezioni-concerto, occasioni del tutto particolari durante le quali il pubblico potrà cono- scere il “dietro le quinte” della preparazione di un concerto, lo studio e il perfezionamento costante nel quale si impegnano i giovani musicisti . La musica farà poi da cornice e da accompagnamento ai Grande successo per il ritorno degli storici Rheetma! Dopo sette anni, di certo non se lo aspettavano: i cinque musicisti nostrani hanno riscosso un grandissimo successo, complice forse il loro album, il primo lavoro musicale autoprodotto che li ha consacrati come gruppo storico dell’Altopiano. I Rheetma, attraverso il nostro quindicinale, hanno tenuto a ringraziare tutti gli spettatori accorsi per l’occasione, in particolar modo il proprio fan club, ancora attivo dopo sette anni di quasi assoluto silenzio, nella figura di Andrea ‘Pelo’ Segafredo, che, diventato padre della piccola Francesca proprio il giorno del concerto, non è comunque potuto mancare, come se si trattasse di una sorta di battesimo, di riconsacrazione di un grup- po che ha calcato tra i primi i palcoscenici altopianesi, quando ancora la musica dal vivo era apprezzata nei nostri locali. Di persone ce n’erano davvero molte, se si pensa che alcune, addirittura, hanno seguito il concerto dall’esterno, sotto un cielo sicuramente non dei migliori e muniti di ombrello. Si è parlato di circa 300 persone, tante da finire la birra a disposizione nel locale. Un ringraziamento da parte della band va anche a Radio Asiago e a Salvatore Baù, che, prossimamente, trasmetterà il loro concerto, durato quasi tre ore ininterrottamente. Il bello dell’evento è stato che i cinque “ragazzi cresciuti” sembravano non aver mai preso le loro strade indipendenti: all’armonia ha fatto da specchio l’instancabilità, che ha reso la serata più arte che esecuzione. La cosa che ha maggiormente colpito i Rheetma è stato sentire la gente cantare i pezzi da loro composti: una grande soddisfazione, che ha compensato la loro lunga assenza. Questo ha dato al gruppo la forza di valutare l’idea di tornare a suonare insieme, magari per “Martedì dell’arte”, appuntamenti ideati e condotti dal Prof. Davide Apolloni che quest’anno si apriranno il 27 luglio (Roana, sala santa Giustina, ore 17.30) con la presentazione del libro di Alessandra Zamperini “Le Grottesche: il sogno della pittura nella decorazione parietale”. I successivi tre appuntamenti saranno dedicati a Caravaggio “il pittore che scopre la forma delle ombre” , allo scultore Gian Lorenzo Bernini, e al capolavoro giottesco della decorazione della chiesa di San Francesco ad Assisi. Il programma di Artemusica si arricchisce poi di due novità: giovedì 5 agosto, presso il laghetto di Roana, un vero e proprio spettacolo nel bosco avrà come tema le avventure di Orlando, il celebre paladino divenuto folle d’amore per la bella Angelica. Le sue gesta, cantate nel poe- ma di Ludovico Ariosto, saranno rievocate nella magica atmosfera del bosco attraverso immagini di celebri dipinti, musiche suggestive, voci narranti, damigelle e cavalieri. L’appuntamento è per le ore 21. In caso di maltempo lo spettacolo sarà rinviato al 18 agosto. Il 13 agosto, presso la Sala Santa Giustina di Roana alle ore 16, verrà proposto un incontro letterario, rivolto a grandi e piccoli, intitolato”Libri da assaggiare, piccola merenda letteraria”. In una atmosfera familiare e amichevole verranno proposti alcuni generi letterari sui quali tutti i presenti potranno confrontarsi, scambiare idee, condividere la passione e il gusto per la lettura. Il programma dettagliato delle attività estive dell’associazione può essere consultato su: www.artemusicaroana.it Nicoletta Manfrin Le Voci della Spelonca e amici a Roana Per festeggiare la 10° rassegna il coro “Le Voci della Spelonca” organizza un concerto sabato 10 luglio alle ore 21 nella chiesa parrocchiale di Roana. Ad accompagnare nella serata il coro roanese, che attraverso il canto racconta del territorio, dei suoi luoghi e delle sue leggende, il coro Vecchio Ponte di Bassano e il coro Ciclamino di Marano Vicentino. La serata è stata resa possibile grazie anche alla collaborazione della Parrocchia, della pro loco e del Comune di Roana. G.R. Ad Asiago la rassegna “Col nostro canto andiam” Serata di grandi cori al Millepini di Asiago sabato 17 luglio alle ore 21. Con la 17° rassegna di canto tradizionale “Col nostro canto andiam…” il coro Asiago regala a residenti e turisti un interessante mix di canti popolari, da quelli della montagna al gospel degli afroamericani. E lo farà un nuovo disco, anche se questa eventualità deve ancora essere discussa. La storica band si è sentita accolta come non mai: i partecipanti hanno preparato una serie di scherzi che li hanno fatti divertire, scaricando la tensione pre concerto. Un evento a dir poco emozionante che fa sperare che ci siano tempi migliori per la musica dal vivo; se questi cinque ragazzi sono rimasti nel cuore nonostante un silenzio durato sette anni, significa che la buona musica può ancora toccare le corde più remote e sensibili del nostro animo, ma anche farci divertire tanto da rimanere indelebilmente impressa. Martina Rossi ospitando i trentini del Coro Genzianella di Roncogno e i Blugospel di Monticello di Fara. La serata, con ingresso a pagamento con biglietti in prevendita allo IAT, sarà aperta dal Coro Asiago cui seguirà il Coro Genzianella, diretto da Andrea Fuoli, che offrirà al pubblico canti che vanno dalla “Rebandonada” a “La Valle” per finire con la famosa “Joska la Rossa”. Chiuderà la serata i Blugospel diretti da Lorella Miotello che proporranno gospel tradizionali per poi concludere con “Somebody to love” di Freddie Mercury. G.R. 8 l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 21 “E DIO DISSE: …FIAT LUX… E LA LUCE FU” ( SECONDA PARTE) Dal Dopoguerra all’avvento dell’Enel STORIA Con la fine della prima guerra mondiale, si rendeva necessario riattivare gli impianti per far fronte alle più urgenti necessità a favore dei paesi in fase di ricostruzione. In questo periodo la richiesta di energia elettrica, per forza motrice, era notevolmente aumentata e la Centrale di Cogollo non era più sufficiente, tanto che la ditta Zanini&C doveva sopperire a tale carenza assumendo l’energia fornita dagli impianti del Lanificio Rossi di Rocchette e Caltrano e dalla Cartiera Rossi di Arsiero al momento inattivi. Nel 1921 Zanini acquisiva dalla Società P. Chilesotti&C i suoi impianti di Thiene, Zugliano e Grumolo delle Abbadesse rinnovandoli ed adattandoli alle nuove esigenze, mentre contemporaneamente riprendevano i lavori di costruzione dell’impianto elettrico, progettato fin dal 1910, in località Bocca dei Sogi (Progettista e Direttore lavori: Ing. Vittorio Altieri di Thiene), portato a termine nell’ottobre 1923, in sostituzione di quello precedente ormai desueto di Bogidori. Poiché l’energia elettrica a Bocca dei Sogi veniva prodotta a 10.000 volt, anziché come in precedenza a 7.000, si rendeva necessario procedere alla sostituzione anche di tutti i trasformatori installati nelle singole cabine e degli isolanti di sostegno presenti sulle varie linee. Nel periodo postbellico tra il 1920 ed il 1925, la Ditta Zanini&C acquisiva nuove utenze nell’Alta Valdastico e sull’Altopiano di Tonezza. La ricostruzione degli impianti di L’energia elettrica sull’Altopiano dei Sette Comuni, Valdastico, Altopiano di Tonezza e pedemontana fino al 1962 quando tutti gli impianti vennero trasferiti allo Stato Panoramica dell’impianto idrico di Cogollo Foto Lanaro Thiene distribuzione della nuova centrale e delle nuove linee collegate veniva resa possibile con gli anticipi relativi agli indennizzi sui danni di guerra, fatti dall’Istituto Federale di Credito delle Venezie, come pure con accensione di nuovi mutui ed aumenti del Capitale sociale, deliberati nelle riunioni del 13 luglio 1921 e del 16 maggio 1923. Con il rientro dei profughi, dopo la fine della prima guerra mondiale e le crescenti esigenze della popolazione civile, le richieste di allacciamento aumentavano notevolmente, tanto che il decennio veniva quasi esclusivamente occupato nella costruzione di nuove linee e centrali, potendo raggiungere, in questo modo, anche le contrade più isolate. Nei primi anni trenta, la Società stipulava accordi di forniture elettriche anche con la SADE (Società Adriatica di Elettricità), acquisendo gli impianti diArsiero e Velo d’Asico e relative centraline in località Menador e Pria, che utilizzavano cadute d’acqua, rispettivamente, nel torrenteAstico e Posina. Contemporaneamente, si acquisivano e rinnovavano anche gli impianti di Lugo e Calvene, costruendo una nuova linea a 10 KW e relativa stazione di trasformazione. Durante gli anni trenta la Società aumentava gli allacciamenti e l’utenza e pertanto si dava mano alla ricostruzione della centralina dei Sogi in cessione dal 1925 ed entrata in funzione solo nel 1940. Ma la nuova guerra bloccava ogni attività e purtroppo il 24 marzo 1942 il fondatore della Paola Vescovi presenta il suo libro “Sogni veloci” Piccoli pensieri del viv e re q u o t i d i a n o , a n z i “pensieri e divagazioni d i u n v i v e re q u a l u n que”, è così che Paola Vescovi sottotitola il suo libro “Sogni veloci”, r a c c o l t a d i o l t re u n a sessantina tra poesie e racconti brevi, dove si p o s s o n o t ro v a re e m o zioni e ricordi, riportati con grande spontaneità, tanto che la lettura risulta fresca e immediat a . L’ a u t r i c e , n a t a a d Asiago, vive attualmente a Pieve di Soligo, in p ro v i n c i a d i Tre v i s o ; laureata in Psicologia, è responsabile di un servizio socio sanitario che si occupa di disabilità in età adulta. Da sempre coltiva la passione per la conoscenza dell’animo umano e per le relazioni, che intreccia con la passione per i viaggi, la lettura e la scrittura. Il libro, della collana Autori Italiani Moderni - SBC edizioni, pubblicato da poco e già disponibile anche in n u m e ro s e l i b re r i e dell’Altopiano, verrà presentato ad Asiago venerdì 23 luglio alle ore 17.30, in sala consiliare del Municipio. Società P. Zanini&C chiudeva la sua esistenza terrena. Era nato a Thiene il 22 settembre 1876. Nel successivo 10 aprile dello stesso anno, egli veniva sostituito alla guida della Società dal Nob. Mario Cavazzani, suo stretto collaboratore fin dal febbraio 1904. Dopo l’Aprile 1945, con la cessazione delle ostilità, la ditta riprese a ripristinare gli impianti, aumentando anche il prelievo di energia elettrica dalla SADE, acquisendo dall’1 ottobre 1946 pure gli impianti di distribuzione della Coop. Elettrica di Thiene ed i relativi impianti avuti in locazione dalla Società Forze Idrauliche Senettin, derivanti l’acqua dal Torrente Astico a oltre 4 Km a monte della centrale di Cogollo. Visto lo stato di pessima manutenzione degli impianti, si pensava di unirli a quelli di Cogollo, rinnovandoli però completamente, con un nuovo progetto. Espletata l’istruttoria burocratica, fatto approvare il progetto presentato nell’ottobre del 1947, ottenuta l’autorizzazione provvisoria ad iniziare i lavori, il 10 novembre 1948, avveniva la posa della prima pietra del nuovo impianto, mentre nel dicembre la ditta Zanini acquisiva definitivamente i diritti sulle derivazioni d’acqua, sui beni immobiliari della Ditta Senettin. I lavori terminavano nel luglio del 1950. Una diga, costruita a sbarramento dell’Astico convogliava l’acqua, tra canali, derivatori e gallerie, nella condotta forzata, dove, dopo un salto di 27 metri sulla turbina, metteva in movimento un alternatore della potenza di 2500 KW. Subito dopo un canale di scarico riportava le acque schiumeggianti in superficie, riconvogliandole nuovamente nell’Astico. Sistemata razionalmente, con la nuova centrale unica, l’utilizzazione delle acque dei torrenti Astico e Posina, la ditta poteva raddoppiare la produzione in KWO. Per la costruzione della nuova centrale, nel corso di quattro anni, sono occorsi circa 600.000 ore di mano d’opera, 40.000 quintali di cemento e 1.500 di ferro circa, oltre che l’accensione di debiti nei confronti degli Istituti di Credito e l’aumento del capitale da parte dei soci. Progettista dell’opera e Direttore dei lavori: L’Ing. Dino Altieri di Thiene. Imprese appaltatrici: Fratelli Viviani di Cornuda e Coop. Monte Cengio di Cogollo. Fornitrici dei macchinari: Soc. De Pretto Escher-Wyss di Schio per la parte idraulica e Officine Pellizzari di Arzignano per quella elettrica. In occasione del 50^ della fondazione della Società, Domenica 14 dicembre 1952, alla presenza delle maestranze, in particolare dei dipendenti benemeriti Bellinaso e Pellegrini, dei sindaci ed autorità locali, rappresentanti i comuni coinvolti, aveva luogo la celebrazione dell’anniversario col seguente programma: ^ Raduno e successiva visita inaugurale del nuovo impianto idroelettrico di Cogollo. ^ Pranzo conviviale presso il Ristorante “Luna” di Thiene. Per tutti gli anni ’50, la Società espandeva sempre più la sua utenza e rinnovava gli impianti per renderli adeguati ai tempi ed alle necessità. La SADE, inoltre, fornitrice storica di energia alla ditta altopianese, stava sostituendo i propri impianti a 10.000 volt con altri a 50.000 volt, costringendo la ditta Zanini a fare altrettanto. Per tale motivo la stessa costruiva una nuova cabina di trasformazione a Thiene, allineando tutte le sue linee alla medesima frequenza. Con questo sistema introduceva linee ad alta tensione per uso industriale, ma anche a bassa (125 volt), utili, oltre che per l’illuminazione elettrica, anche per uso più strettamente domestico, A cavallo degli anni ‘50/’60, la Ditta P. Zanini&C. diramava le proprie linee elettriche in ventisei comuni dell’Altopiano dei 7 Comuni, Valdastico, Altopiano di Tonezza ed alto vicentino. Ma, purtroppo, con Legge 06 dicembre 1962, veniva istituito l’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica), nato per operare la nazionalizzazione dell’energia elettrica e pertanto tutte le imprese, operanti nel settore, venivano rimborsate e liquidate, mentre i loro beni trasferiti allo Stato. (P.S.: Vorrei ringraziare pubblicamente il Sig. Domenico Rigoni di Sandrigo, per avermi concesso la consultazione di un volumetto sull’opera dello Zanini, pubblicato nel 1942, a me sconosciuto). Mario Basso “I forti di Primolano” Ultimo libro di Luca Girotto Nuova fatica letteraria per Luca Girotto, ultima di una lunga serie dedicata alla storia del territorio posto tra Trentino e Veneto e ai fatti bellici ad esso legati. L’autore, dirigente medico presso l’Ospedale di Borgo Valsugana, propone il secondo fascicolo della collana monografica storico-escursionistica delle opere permanenti tra il Canal di Brenta, la Val Cismon e l’agordino. Con questa pubblicazione viene illustrata una dettagliata analisi degli aspetti architettonici, e tecnici della fortezza, assieme alla ricostruzione inedita degli avvenimenti che ne decretarono la fine, allo scopo di permetterne una visita ragionata. La “tagliata della Scala”, sopra il tranquillo villaggio di Primolano, offre un inconfondibile scorcio panoramico al viaggiatore in transito lungo la S.S. 47 della Valsugana. Eppure, il complesso fortificato ebbe un ruolo militare assolutamente irrilevante tra il 1915 ed il 1918, anche se la sua nascita influì in misura non trascurabile sulla vita economica e sociale del ristretto ambito territoriale del Canal di Brenta a cavallo tra XIX e XX secolo. Numerose immagini mai precedentemente pubblicate, nonché planimetrie del genio militare, foto recuperate da collezioni private e carteggi dello spionaggio austroungarico concorrono ad arricchire il corredo iconografico che rende avvincente l’interpretazione di quanto resta oggi, sul terreno e nella storia, della più imponente delle fortezze ottocentesche dello “sbarramento Brenta-Cismon”. I Forti di Primolano, Silvy Edizioni, 240 pagine, 17,00 euro. G.D.F. 8 Sabato 10 luglio 2010 - Cosa facciamo, Nonno? - chiedeva Henna al primo degli “incontri del doposcuola”, come li avevano battezzati Mamma Gala e Papà Welusch. concluso il pranzo, era trascorso un quarto d’ ora senza che si dedicassero ad un’ attività specifica. Questo aveva messo Henna in uno stato di agitazione, ed ella, cercando di non farsi notare, spiava le intenzioni del Nonno, il quale se ne stava sospirando alla tavola in disordine. L’ Istituto Mondiale di Salute ed Economia raccomandava di non indulgere in stati d’ inattività durante la veglia per un tempo che andasse oltre i cinque minuti consecutivi; secondo accurati studi infatti, era dannoso per l’ organismo “perseverare in atteggiamenti che non producano per effetto, secondo gradi variabili d’ immediatezza, un risultato di concreta utilità materialistica al singolo, alla sua cerchia più prossima e in generale alla collettività” - parola del Manuale del Dott. Prof. Giùngar. - Laviamo i piatti? Facciamo gli Esercizi Digestivi? Freajoch, muto, seguitava a grattarsi la pancia. Infine, il suo volto s’ illuminò, e disse: - Sì, hai ragione! Vieni, andiamo in poltrona. - Ma... per fare qualcosa, giusto? Non certo per star seduti in poltrona... - Certo, certo... Presero posto in soggiorno, vicino ad un mobiletto in simil-legno. Freajoch mentre Henna si stringeva le braccia, osservando le bizzarre immagini appese alle pareti - aprì il mobiletto e ne estrasse una pipa; la caricò con del tabacco preso da un astuccio di cuoio - e sfregato un fiammifero, se l’ accese. Henna lo fissava a bocca aperta. - Ma! Nonno! E’ contro la legge! E in più sei malato! - l’Altopiano HOGA ZAIT! - CAPITOLO 2 disse. Anelli di fumo riempirono i secondi, mentre il vecchio traeva gustose boccate guardando il soffitto. - Vedi, - rispose il vecchio, - in questo tempo che passeremo insieme, cercherò di trasmetterti certe cose che la gente h a dimenticato. Come ad esempio, la differenza tra Bene e Male. Non dovrai parlarne con nessuno, soprattutto con i tuoi genitori. S’ interruppe per qualche secondo, poi la guardò intensamente. - Allora, affare fatto? Henna, nonostante il disagio, sentiva il cuore batterle per l’ emozione. - Va bene - rispose in un soffio. - Brava! Lo sapevo che non mi avresti deluso. - Dunque, - continuò Freajoch, partiamo dal principio. Tu pensi, come tutti, che Ostera sia sempre esistita così com’ è. - Sì, e prima “c’ erano solo sofferenza, vizio, e gli uomini vivevano nel buio di tutte le imperfezioni, afflitti dall’ ombra della morte” - recitò Henna da brava studiosa dei Vangeli di Ostera. - Ebbene, non è affatto così. E’ sì esistito un tempo, in cui gli uomini vivevano in una società più primitiva, ma... noi, tanto abbiamo guadagnato, tanto abbiamo perduto. Un po’ alla volta ti sarà tutto chiaro, vedrai. - Innanzitutto, una volta la città non ricopriva l’ intero mon- 22 do. I Boschi - che ti hanno insegnato essere un’ invenzione malata dei selvaggi - esistevano eccome, e così pure il Mare e le favolose Montagne, ah, jà. - E, su alcune di queste montagne, viveva un antico popolo, da secoli in armonia con il proprio territorio. Si chiamavano Cimbri, ed essi sono i nostri veri antenati. Ti racconterò del Bene e del Male attraverso le loro leggende e, per non spaventarti, incomincerò col Bene. Tu prima eri agitata perché, secondo la tua mentalità, “non stavamo facendo niente”. Non è vero? La ragazza annuì, sorpresa. - Bene, invece, secondo un’ antica sapienza, - più antica perfino dei Cimbri - “Esiste un tempo per ogni cosa”. E’ facile: ad esempio, il tempo di lavorare, ed il tempo godere certi momenti. Quando i Cimbri erano un popolo vivo, non si “produceva” soltanto, ma si cercava, al momento giusto, di assaporare insieme i frutti delle fatiche, di condividere cose semplici come la parola, il buon cibo, il tabacco, la musica e la danza. A te hanno insegnato che son tutte cose pericolose. Frottole! Nella giusta misura, e al momento opportuno, donano una cosa che tu, povera creatura della grigia Ostera, non sai nemmeno cos’ è: la Gioia. Henna serrò le labbra, spalancò gli occhi. - E la Gioia, cara Henna, è il primo degli insegnamenti che voglio darti. Sai cosa fecero gli abitanti di quelle montagne? Quando la memoria del loro passato rischiava di scomparire? Decisero di creare non cinque minuti, non venti, ma dieci giorni interi di incontri e feste, cui diedero il nome di “Hoga Zait”. Vuol dire “Tempo Alto”. Allora, non esistevano solo i Boschi, il Mare, le Montagne; esisteva anche il Sole, che proprio d’ Estate, quando c’ era Hoga Zait, brillava fulgido e luminoso e faceva nascere i fiori nei prati, e così insieme ad esso brillavano i cuori degli uomini desiderosi di svago e riposo tra una fatica e l’ altra. Gli occhi del vecchio parevano scrutare lontano, molto oltre la parete di fronte, oltre l’ edificio, oltre la città e chissà dove... - Questa, cara Henna, - disse poi Freajoch, svuotando la pipa in un piccolo contenitore scuro, - Era la Gioia. Luca Trapani LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA Alcuni mali moderni sono frutti del benessere: il caso dell’ortoressia Tra i numerosi mali del vivere d’oggi, ve ne illustro un esempio lampante che è attualmente oggetto di interesse clinico e psicopatologico. Si tratta del disordine che va sotto il nome di “ortoressia”. In breve, si tratta di una spinta ossessiva a mantenere un regime alimentare ristretto e caratterizzato dalla ricerca di alimenti considerati sani e puri. Essa si configura come una “mania nutrizionale” caratterizzata da tratti tipici dei disturbi alimentari e contemporaneamente del disturbo ossessivo compulsivo. Le persone ortoressiche (la parola ricorda molto il termine anoressia) compiono estremi sforzi per evitare alcuni cibi considerati “velenosi” per il corpo e perseguono uno stile di alimentazione volto alla ricerca spasmodica della salute fisica e della purificazione. Non si tratta di una tendenza a ridurre la quantità di cibo per dimagrire, come accade appunto nell’anoressia; piuttosto, l’ortoressia è correlata alla qualità del cibo. Generalmente, scegliere di alimentarsi secondo uno stile sano è verosimilmente una condotta di buon senso. In realtà, quello che fa la persona con questa patologia è varcare la soglia della normalità e rendere l’alimentazione un’ossessione disturbante tanto da compromettere (paradossalmente) il benessere fisico e causare evitamento e disagio relazionale. Gli atteggiamenti più frequenti sono: indagare ogni singola componente del prodotto che si vuole acquistare (conoscendo a menadito le sostanze considerate “killer”), programmare precisamente ogni singolo pasto, temere di contaminare il proprio corpo, rifiutarsi di ingerire alimenti ritenuti non naturali e perciò dannosi, desiderare costantemente di depurarsi, sentirsi in colpa per aver trasgredito alle regole, evitare cene o situazioni in cui non si può mangiare strettamente ciò che si vuole. Alle radici di questo fondamentalismo alimentare ci possono essere numerose cause. Sebbene le manifestazioni umane originino frequentemente da una somma di elementi e non da un singolo fattore eziologico, in questo caso il ruolo del bombardamento massmediatico salutista e la strenua opposizione nei confronti della sofisticazione e della manipolazione chimica e genetica dei cibi hanno contribuito non poco ad alimentare il filone ortoressico tra la popolazione generale. La restrizione nutrizionale in termini di prodotti e generi ha come obiettivo di evitare più possibile quelle sostanze ritenute “non pure”, foriere cioè di tutti quei derivati della tecnologia biologica e del mondo industrializzato che possono compromettere la salute e portare malattia, divenendo in alcuni casi una vera e propria filosofia di vita. Un secondo elemento che contraddistingue l’ortoressico è la rigidità dello stile nutrizionale che se perseguito con integerrima volontà fa percepire un estremo senso di controllo dello stato fisico che si riflette su autostima e identità. I seguaci più accaniti di certi movimenti salutisti tendono a non voler discutere delle proprie scelte con gli altri e si ritengono superiori e più consapevoli (ad esempio: “io ho avuto l’illuminazione, il cibo è tutto!”), adducendo motivazioni discutibili e prive di reale fondamento scientifico; l’atteggiamento di rigidità e assolutismo tende però a compromettere i rapporti interpersonali tanto da produrre isolamento sociale. La seduzione del disturbo sta nel non trarre piacere dall’assunzione del cibo, sentendosene affrancati quasi fosse un peccato, gratificandosi invece nella capacità di mantenere un regime di restrizione delle categorie alimentari e nell’evitamento di certe situazioni potenzialmente “avvelenanti”; pensate che si può raggiungere l’estremismo di portarsi dei “kit di sopravvivenza” per superare certe cene in cui il menù proposto è considerato inadeguato. Va da sé che ogni trasgressione è vissuta come una colpa da dover scontare attraverso condotte di espiazione quali l’inasprimento della dieta per un certo periodo. In altri casi, è frequente riscontrare negli ortoressici una forte fobia di sviluppare malattie e di contrarre morbi derivati dal cibo, celando negli evitamenti una forte componente ipocondriaca latente. Pertanto i comportamenti di rifiuto di certe vivande sono da considerarsi protettivi nei confronti di un’ansia di contaminazione che non è del tutto consapevole. A ben guardare, ad un livello generale non è da biasimare il tentativo di evitare di intossicarsi: sui giornali leggiamo che il vino ha il metanolo, la mozzarella è alla diossina, le verdure sono zeppe di pesticidi, i grassi contengono il colesterolo, la mucca è pazza e piena di ormoni, il pollo ha l’aviaria e il suino la “suina”, le falde sono inquinate e ciò che resta di “masticabile” è quasi sempre, a nostra insaputa, un organismo geneticamente modificato. Da qui a dire che il cibo è tutto veleno, comunque, ce ne passa. Non si dovrebbe arrivare al punto di evitare rigidamente alcune sostanze necessarie al nostro organismo perché vietate dal proprio “credo” nutrizionale, tanto da rischiare altre complicazioni quali avitaminosi, squilibri elettrolitici, osteoporosi, atrofie muscolari, eccetera. Sarebbe una presa di posizione pregiudiziale ed ascetica, ovvero indirizzata al sentirsi superiori e diversi a tutti i costi, aderendo ciecamente ad una delle tante scuole di pensiero integraliste che mescolano principi orientali a principi occidentali, teorie scientifiche più o meno raffazzonate per validare le teorie con palesi chiacchiere da bar (o da parrucchiera). Ci potremmo sbizzarrire ulteriormente sulla varietà della fenomenologia del disturbo; non credo però si possa aggiungere altro a quanto esposto. Piuttosto, mi pare utile ribadire quanto sia importante nella società in cui viviamo mantenere un buon grado di elasticità mentale; consiglio pertanto di evitare gli estremismi e l’accettazione incondizionata di teorie mutuate da chissà quale fondamento teorico-epistemologico. L’impressione è che spesso si abbia bisogno, a tutti i costi, di punti di riferimento e di una “stampella” che sorregga la nostra fragilità interna. Credo che vada riscoperta la nostra naturalità, non c’è dubbio, per tornare ad un equilibrio più consono alle nostre origini e ad un sfruttamento più sostenibile delle risorse zooagricole. Ciononostante, diventare adepti di certe sette o di certi movimenti fondamentalisti mi pare più una forzatura e una fuga inconsapevole che una libera scelta. Se l’uomo è onnivoro ed è sopravvissuto alla notte dei tempi, significa che può vivere manteStefano Rigoni, nendo uno spirito autocratico e Psicologo adattabile seguendo il proprio Psicoterapeuta Cognitivo istinto e le proprie necessità naComportamentale turali, senza imboccare tunnel Tel. 338.2919597 oscuri. A mio parere, questo è E-mail: il segreto del benessere. [email protected] 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 23 Hockey Inline il CT dell’Italia Christian Rela SPORT ItalAltopiano parte seconda A Beroun (Repubblica Ceca) la nazionale a trazione altopianese di Cristian Rela cerca un posto nella storia Pagina a cura di Stefano Angonese L’ultima volta che l’Italia è arrivata tra le prime quattro del mondo è stato a London (Canada) nel 2004. Un bronzo, quello conquistato dai ragazzi dell’allora c.t. Angelo Roffo, che ancora adesso rimane, assieme a quello del 1996 a Roccaraso (ma erano altri tempi e pure un altro inline), il miglior risultato di sempre per gli azzurri. Negli anni successivi tanti assalti, più o meno organizzati, ma mai riusciti. Sempre fuori dal Mondiale che conta. Sempre piazzati, mai più vincenti. Ed è questa la sfida che Cristian Rela ed il suo gruppo hanno accettato quest’anno: provare a (ri)scrivere la storia. Perché questa è la differenza tra il solito Mondiale azzurro oppure uno speciale. A Beroun (Repubblica Ceca), cittadina non lontana da Praga dove da due anni gioca la formazione campione dell’Extraliga, da lunedì 12 fino a sabato 17 luglio l’Italia ci prova. E questa volta potrebbe essere diverso, o almeno lo sperano in molti: nuovo c.t., ex capitano degli Asiago Vipers pigliatutto, ex allenatore di quella squadra, attuale tecnico dell’Edera Trieste, l’unica formazione a strappare qualcosa ad Asiago (una Supercoppa) negli ultimi anni; e in panchina Foto di Marco Guariglia c’era lui. Un c.t. che si è insediato anche tra i consensi dei giocatori, rimasti, dopo vari raduni di selezione e qualche forfait, 17 a cui si aggiungono quattro riserve a casa. Rela ha costruito un gruppo, non certo giovane (il “bocia” è il 25enne Claudio Mantese), che poggia su elementi di fiducia (anche nello staff, come Luca Tessari, Fabio Forte e Raimondo Petrone), esperti (per qualcuno potrebbe essere l’ultima occasione di vincere qualcosa) e provenienti per gran parte dagli Asiago Vipers (nove in totale ed una riserva). La nazionale che voleva? « Direi di sì – attacca Cristian Rela – è più o meno la formazione che avevo in mente. Non sono state semplici le scelte da effettuare. I raduni sono stati Ottavi. Peggio di un anno fa (sesti). Le premesse, ad esser sinceri, non erano particolarmente incoraggianti, e questo era già stato detto e scritto, ma è pur vero che alla luce delle prime tre partite (vittorie preventivate contro Messico e Namibia, inframmezzate, però, da un sorprendente successo sul Canada vicecampione), forse qualcuno si era illuso che le altre non fossero poi così inavvicinabili. E, invece, lo sono, almeno per ora. Nell’ultima giornata della prima fase, quella decisiva per le prime posizioni, la Giovine Italia ha infatti iniziato a sbattere il muso contro la realtà. Una giornata nera, iniziata con l’infortunio occorso a Paolo Nicolao, giocatore degli Asiago Vipers che fino ad allora era stato il terminale più prolifico. A quel punto, qualcosa si è rotto nei meccanismi degli azzurrini, incapaci di riprendersi dal contraccolpo e finiti ko contro Francia (0-6) ed Usa (0-3). Zero gol nelle sfide più importanti. Segnale preoccupante alla vigilia di un quarto di finale con la Svizzera che non ha fatto altro che confermare le difficoltà del gruppo di Marobin. Sconfitta per 5-2 e Mondiale praticamente finito per un’Italia svuotata, mentalmente e fisicamente, andata poi incontro ad altre due battute d’arresto in serie al cospetto di Colombia (2-6) e Spagna (1-5). Resterà, è ovvio, il dubbio di come sarebbe andata senza l’infortunio di Nicolao. Magari ci sarebbe Riccardo Marobin La foto ci è stata gentilmente concesse da Marco Buschi Hockey Empoli. positivi, sono soddisfatto del lavoro svolto, anche se mi dispiace non aver potuto sostenere almeno un paio di test contro qualche altra nazionale per valutare meglio il grado di preparazione. Questo è l’unico rimpianto che ho alla vigilia. Comunque sia avremo quatto allenamenti in Repubblica Ceca (l’arrivo è previsto per venerdì, ndr) e poi anche 45’ di prova della pista dove si svolgeranno le gare iridate. Se in Italia abbiamo curato la condizione fisica, non per tutti brillante almeno all’inizio, in queste ultime sedute lavoreremo su tattica e situazioni di gioco. In merito alle linee, posso dire che un blocco, se non sorgeranno problemi dell’ultima ora, è deciso e collaudato (Mantese-Comencini-Mosele- Frigo) ed è quello che ha ben figurato in queste ultime stagioni con i Vipers; per il resto tutti entreranno nelle rotazioni. I portieri (Commisso ed Antionori, ndr) sono in forma e valuterò al momento la soluzione più indicata ». Un Mondiale che per l’Italia inizia da un girone tosto: Canada, argento un anno fa, Repubblica Ceca, bronzo, e la sempre ostica Spagna. « Gruppo duro, non c’è che dire, ma questo è il Mondiale. Non ho esperienza di gare iridate, ma chiaramente Canada e Repubblica Ceca, che gioca in casa e che troveremo subito all’esordio, sono squadroni. Gli spagnoli, invece, sono sempre “rognosi”; in Champions, contro i loro club, ho sempre faticato molto, ma va bene così. Se vogliamo far Mondiali Under 20 A Düsseldorf i ragazzi di Marobin partono bene, ma poi crollano e chiudono all’ottavo posto. Positive, comunque, le prove dei tre altopianesi scappato un risultato migliore, chissà, ma avrebbe probabilmente distolto l’attenzione dalle reali difficoltà del movimento che in quell’ottavo posto si specchia alla perfezione. Ora, invece, forse ci si potrà interrogare davvero sul futuro dell’inline a livello giovanile. « E’ un campanello d’allarme – dice il c.t. azzurro Marobin appena rientrato dalla Germania – e credo sia arrivato il momento di voltare pagina e lavorare diversamente ». Tipo la Francia, un anno fa giunta alle spalle dell’Italia e quest’anno luccicante bronzo iridato? « Ho parlato con il loro allenatore – prosegue Marobin – e mi ha raccontato che dopo Varese erano praticamente nella stessa nostra situazione. Si sono rimboccati le maniche, hanno cambiato metodo, lavorando per un’intera stagione per preparare questo Mondiale e alla fine sono arrivati sul podio. Bravi davvero! Mi auguro che il nostro hockey possa fare altrettanto, perché, dopo una partenza di slancio, i ragazzi alla distanza hanno pagato a caro prezzo anche la differenza di preparazione, fisica e mentale. Contro la Sviz- strada dobbiamo misurarci subito e capire quanto valiamo. Sono convinto di avere a disposizione una buona squadra, costruita sul gruppo e sull’esperienza, ma attenzione c’è anche qualità. Possiamo fare bene, ne sono convinto e spero lo siano anche i giocatori. E’ una grande opportunità per tutti ». Obiettivo minimo il passaggio ai quarti, ma la vera differenza sarebbe andare oltre quello sbarramento. « Lo sappiamo, ma, rispetto ad un anno fa a Varese (c’era la Gran Bretagna come avversario più morbido, ndr), il superamento del turno non è così scontato. Comunque sia la squadra c’è e ci proveremo, senza alcun timore, a cominciare dalla sfida con i cechi ». Gli azzurri Mondiali. Luca Rigoni, Cristiano Sartori, Claudio Mantese, Stefano Frigo, Riccardo Mosele, Andrea Comencini, Enrico Dorigatti, Gianluca Tomasello, Mirko Ceschini (Asiago Vipers); Thomas Commisso e Denis Sommadossi (Ferrara); Stefano Antinori, Matthias Eisenstecken, Enrico Chelodi e Luca Roffo (Vicenza); Riki Tessari (Milano 24); David Stricker (Arezzo). Riserve a casa: Gianluca Stella (Asiago Vipers); Marco Peruzzi (Arezzo); Fabio Rigoni e Patrik Frizzera (Edera Trieste). Mondiale Senior, Beroun (Repubblica Ceca) dal 12 al 17 luglio 2010. Girone A: Usa, Svizzera, Francia e Colombia. Girone B: Canada, Repubblica Ceca, Italia e Spagna. Girone C: Gran Bretagna, Germania, Argentina, Venezuela, Australia e Messico. Calendario Italia: 12 luglio (ore 18.10) Italia-Rep. Ceca; 13 luglio Canada-Italia (ore 13.30); 14 luglio Italia-Spagna (ore 14.30). Dal 15 luglio via alla seconda fase (quarti di finale); 16 luglio (semifinali); il 17 luglio le finali, con quella per il titolo in programma alle ore 20.40. Per ulteriori informazioni e diretta http:// live incontri: beroun2010.esports.cz oppure su www.worldinlinehockey.org zera eravamo un po’ “cotti”; non siamo riusciti a riprenderci ». E’ pur vero che l’assenza di Nicolao ha segnato il torneo. « Certamente è stato un punto di svolta, perché il ragazzo stava avendo un rendimento impressionante, era esploso al momento giusto ed i compagni ne stavano beneficiando. La sua uscita di scena, purtroppo, ha scombussolato i piani. La squadra non è riuscita a reagire come avrebbe voluto, calando progressivamente. Dopo il ko con la Francia (il match dell’infortunio a Nicolao, ndr), eravamo annebbiati nella testa, abbiamo perso di vista il gioco di squadra; mentre fisicamente abbiamo iniziato ad incontrare difficoltà. Le prime cinque, sei nazionali del Mondiale hanno pattinato con intensità e freschezza dal primo all’ultimo giorno del torneo, nessun calo; noi, purtroppo, non abbiamo tenuto il passo ed è anche su questi aspetti che il nostro hockey dovrà lavorare in futuro. La mia esperienza al Mondiale è stata comunque estremamente positiva e la porterò con me come bagaglio anche in vista di quella nella massima serie con i Ghosts Padova. Non so se sarò riconfermato alla guida della nazionale, ma quello che so e che spero è che si inizi un nuovo percorso, anche a livello di approccio a queste competizioni internazionali. Se vogliamo tentare il salto di qualità dobbiamo lavorare molto e con un altro sistema. Serve maggior programmazione e serve anche una maggiore attenzione per la preparazione atletica. Insomma, una svolta nel metodo di lavoro da parte di tutti noi ». Infine un telegramma per il trio altopianese (Filippo Rigoni, Andrea Rigoni e Marco Frigo) che ha indossato la maglia azzurra al Mondiale. « Bravi, tra i più positivi, anche come atteggiamento ». L’oro iridato, per il secondo anno consecutivo, è finito al collo della Repubblica Ceca, che in finale ha sconfitto gli Usa. « Meritata la vittoria dei cechi – conclude il “Maro” – anche se gli americani hanno mostrato a tutti come si gioca questo sport. Uno spettacolo! ». Bronzo, come detto, alla Francia, che ha superato la Svizzera nella finalina. Tra le sorprese, in negativo, il quinto posto di un Canada certamente non all’altezza come in altre occasioni e il nono posto dei padroni di casa; mentre in positivo il sesto ed il settimo posto rispettivamente appannaggio di Colombia e Spagna. 8 Sabato 10 luglio 2010 SPORT Rinviata per cause di forza maggiore, la due giorni di muay thai che si sarebbe dovuta tenere al Palasport Auditorium di Gallio, con stage dimostrativo e gare il 17 e 18 luglio, ci dà ugualmente lo spunto conoscere meglio la disciplina, parlandone con Daniele Salvadio, istruttore del Centro Studi Muay Thai affiliato alla FIMT (Federazione Ita- l’Altopiano 24 Primi risultati positivi per il Centro Studi Muay Thai Una quindicina gli atleti, di cui quattro agonisti, che dallo scorso ottobre fanno parte del gruppo asiaghese che pratica l’arte marziale conosciuta anche come boxe thailandese liana Muay Thai) che dallo scorso ottobre opera sull’Altopiano. Codificata come sportiva attorno al 1920, quest’arte marziale conosciuta anche come boxe thailandese prevede combattimenti sportivi che si svolgono su ring regolamentari come quelli del pugilato. “E’ uno sport che ASIAGO CALCIO ALTOPIANO Trovato l’allenatore si apre il mercato si fa innanzitutto per tenersi in forma e come autodifesa, molto efficace – commenta Salvadio - ma anche per misurarsi con i propri limiti, se si ha voglia di gareggiare. Si può colpire con pugni, calci, ginocchiate, con i gomiti, e combattere corpo a corpo. Ad agosto a Pechino sono in programma le prime olimpiadi delle arti marziali, di cui farà parte anche il muay thai”. Salvadio, che fino allo scorso marzo abitava ad Asiago, è tornato recentemen- te a vivere in pianura per lavoro, ma torna quassù almeno due volte la settimana per seguire il gruppo di atleti, quasi una quindicina di cui quattro agonisti, che allena presso il Centro Fitness di Gallio. “Gli allenamenti – spiega ancora– prevedono una prima parte aerobica, poi lo stretching, quindi c’è la parte che riguarda le tecniche e infine un po’ di combattimento a contatto controllato. E’ uno sport che si può iniziare fin da piccoli, naturalmente in Adesso è ufficiale: il nuovo tecnico dei giallorossi sarà Lorenzo Lorenzi Ora è ufficiale. Lorenzo Lorenzi è il nuovo allenatore dell’Asiago Calcio Altopiano (terza categoria) per la prossima stagione. Già anticipato nel numero precedente, la conferma è arrivata nei giorni scorsi dal presidente Federico Longhini, già al lavoro sul fronte mercato per individuare gli elementi giusti da mettere a disposizione di Lorenzi per cercare di riportare i giallorossi in zone più nobili. Nelle prossime settimane si attendono novità. ERRATA CORRIGE Nello scorso numero dell’Altopiano nell’articolo relativo all’ottimo risultato conquistato dalla squadra allievi del Canove Calcio sono rimasti erroneamente “fuori rosa” due giocatori dall’elenco degli “eroi dell’Armando Frigo” Nicholas Dellai e Marco Slaviero. Mi co- spargo il capo di ceneri e chiedo scusa a società, dirigenti e soprattutto ai ragazzi. Nessuna volontà di tralasciare alcuno, nessun complotto, nessuna macchinazione. Solamente un errore. Forza Canove. Gerardo Rigoni Sci nordico La Nazionale Junior in raduno ad Asiago La prossima settimana, dall’ 11 al 16 luglio sarà in raduno ad Asiago la squadra nazionale Junior dello sci nordico. Si tratta di un gradito ritorno visto che l’Altopiano aveva accolto le promesse del fondo già lo scorso anno. Per questo raduno sono stati convocati 6 femmine e 6 maschi. Alcune ragazze hanno già ottenuto buoni risultati a livello internazionale, Gaia Vuerich: 4^ ai Campionati del mondo Junior Sprint 2010, due volte al secondo posto in OPA Continental Cup; Debora Agreiter con due vittorie in OPA Continental Cup; Lucia Scardoni due volte al secondo posto in OPA Continental Cup; Stefania Zanon e Debora Roncari al 2° posto nella Team Sprint in tecnica Classica valida per la Coppa Kurikkala in Francia. I maschi convocati sono tutti nuovi rispetto all’o scorso anno, solo il valdostano Ronc Cella era già stato qui. I ragazzi saranno sotto la guida del coordinatore del settore giovanile Ploner Giuseppe (Carabinieri), l’allenatore responsabile Rigoni Alberto (Forestale) e l’allenatore Cioffi Giuseppe (Carabinieri). Un ringraziamento va all’Amministrazione Comunale che anche quest’anno contribuisce al soggiorno della squadra una forma diversa, ed è adatto anche alle donne: nel mio gruppo ci sono due atleti quindicenni e due ragazze. La Federazione organizza gare di Campionato Italiano e di Coppa Italia, e quest’anno ha organizzato gli europei a Roma, validi per la qualificazione alle olimpiadi. Con alcuni dei nostri atleti abbiano iniziato a gareggiare in diverse città italiane, siamo stati a Montebelluna, Brescia e al Festival dello Sport di Monza. Siamo soddisfatti perché i primi risultati stanno arrivando, cominciamo ad avere delle vittorie e contiamo il prossimo anno di fare i campionati italiani”. “L’intenzione è quella di dare, organizzando delle gare a Gallio,una bella panoramica di questo sport. Pensiamo già a una tappa di Campionato il prossimo settembre. Il nostro è uno sport povero, i ragazzi si pagano trasferte e iscrizioni alle gare, ci auguriamo che facendoci conoscere possa arrivare il main sponsor di cui siamo alla ricerca, anche in considerazione del fatto che girando l’Italia per gareggiare facciamo pubblicità all’Altopiano”. Chi volesse maggiori informazioni su questo sport, può contattare Daniele Salvadio al numero telefonico 339 2837582. Silvana Bortoli Daniele Salvadio VOLLEY Ilenia e Veronica campionesse provinciali Per il secondo anno consecutivo, le due atlete del Volley Asiago Altopiano Ilenia Basso e Veronica Galante, sono state selezionate dalla AICS per rappresentare, insieme ad altre 10 coetanee, la rappresentativa provinciale di pallavolo AICS U16 Vicenza. Rappresentativa che all’alba della scorsa Domenica 31 Maggio si e’ presentata a Chioggia per difendere il titolo conquistato lo scorso anno. L’edizione 2010 ha visto ai nastri di partenza oltre alla rappresentativa di Vicenza anche la squadra dell’Arzignano (vincitrice del campionato AICS U16 per la provincia di Vicenza), di Chioggia (squadra organizzatrice e vincitrice del titolo per la provincia di Venezia) e l’Asolo (campione provinciale U16AICS Treviso). E come l’anno scorso, la squadra di Vicenza si e’ aggiudicata il titolo battendo in finale l’Arzignano per 3 a 2 (25-16, 21-25, 25-20, 20-25 e 15-12 i parziali), dopo aver sconfitto in semifinale l’Asolo con un 2 a 0 secco (26-24 e 25-14 i parziali). Grande successo quindi per la rappresentativa, per le atlete e, soprattutto, per il Volley Asiago Altopiano che in questi primi due anni di attività, grazie alle competenze dell’allenatore Ulisse Munari, ha portato Ilenia e Veronica a livelli così spiccatamente compe- titivi da farsi notare anche a livello provinciale. Ma le soddisfazioni non si fermano solo a questo titolo; infatti Ilenia e Veronica sono già state convocate per le nazionali di categoria che si svolgeranno a Lignano Sabbiadoro e, neanche a dirlo, l’obiettivo è quello di conquistare il titolo che l’anno scorso, a Cervia, è sfumato per soli due punti al secondo set contro la rappresentativa di Bologna. L’impresa sarà piuttosto difficile in quanto, dalle prime indiscrezioni…, la squadra di Bologna potrebbe essere ulteriormente potenziata rispetto a quella dell’anno scorso. Ma le motivazioni sono alle stelle e per assaporare il clima agonistico che si respira nell’ambiente vicentino, ab- biamo intervistato proprio le due atlete del Volley Asiago Altopiano Ilenia e Veronica, che da buone e affiatate compagne di squadra, concordano anche nelle loro impressioni: E’ stata senza dubbio una gran bella soddisfazione che va a coronamento di una stagione intensa e meravigliosa con il Volley Asiago, anche se non sono mancate alcune difficoltà che ci hanno portato al terzo posto in campionato quando forse avremmo potuto conquistare qualcosa di più. Questo titolo regionale è il frutto di grandi sacrifici profusi durante l’anno con la nostra squadra e con il nostro allenatore, ma è anche il frutto di una giornata estremamente faticosa soprattutto per quanto riguarda la finale: infatti abbiamo vinto al tie-breack dopo quattro set particolarmente intensi ed equilibrati. L’Arzignano si è dimostrata squadra assolutamente competitiva, non a caso ha vinto il titolo provinciale, e batterla è stato senz’altro motivo di orgoglio per la nostra rappresentativa dato che la finale tra queste due squadre si poteva considerare praticamente un derby. Per quanto riguarda le nazionali, direi che sarà molto dura ma abbiamo intenzione di provarci seriamente. Ci saranno squadre molto compettitive e sicuramente Bologna è una squadra temibile e composta da atlete fisicamente molto prestanti; noi invece abbiamo un’ottima organizzazione di gioco e un allenatore, Marco Zanatta, che oltre ad avere delle notevoli capacità tecniche è anche un grande motivatore, e quindi credo che daremo del filo da torcere alle nostre avversarie. Appuntamento dunque a Settembre (dal 9 al 12) per la conquista del titolo nazionale a Lignano con Ilenia e Veronica del Volley Asiago sempre piu’ protagoniste della Pallavolo Vicentina. 8 Sabato 10 luglio 2010 Il coraggio è un cosa, la spavalderia cosa tutta diversa. Il primo è cosa rara e, a volte, costosa, la seconda è cosa che si riscontra spessissimo, e non costa nulla. Tre sono le cose che bisognerebbe fare a Gallio, ma devono essere fatte con coraggio, oltre che d’urgenza, specialmente le prime due: 1) A Gallio è stato detto di sì a cani e porci e c’è però gente che, pur avendone la possibilità, non può costruirsi la casa. Si tratta solo di fare un po’ di giustizia, con coraggio e determinazione. E prima la si fa, meglio è. 2) Sembra che alcune imprese aggiudicatarie di lavori, non abbiano lavorato a dovere, per cui il Comune di Gallio dovrebbe soffrire ulteriori spese per rimediare a vizi di costruzione. Sembra siano in corso delle verifiche e se ne attendono i risultati. Sarebbe veramente un guaio se quanto si vocifera si dimostrasse vero. C’è solo da augurarsi una cosa: che, finalmente, coloro che avranno sbagliato, paghino. Imprese, tecnici, consulenti, dipendenti, chiunque essi siano. È ora di finirla di pensare che a pagare debba essere sempre e soltanto Pantalone. 3) rivedere la posizione comunale in merito all’investimento ine- l’Altopiano Tre cose da fare subito a Gallio rente al nuovo impianto di arroccamento che dal centro di Gallio sale sul monte Longara e collega il comprensorio delle Melette. Questo è un argomento davvero delicato! Cercherò di spiegare come la vedo io. Sono assolutamente favorevole a tutto ciò che contribuisce allo sviluppo delle Melette, lo sono stato sin da quando, ai tempi del Sig. Garziera, ci fu chi ha avuto l’idea e l’ha portata avanti con risolutezza e merito, con la fattiva collaborazione dell’amm.ne comunale. Sono perplesso, però, su come si è mosso il Comune di Gallio. Ritengo che la procedura intrapresa non sia stata meditata a dovere, ma che si sia agito sotto l’impulso dell’entusiasmo. Spero di sbagliarmi. Tornando a bomba, secondo quando udito nella riunione Sindaco - patite IVA dell’ 8 maggio u.s., dovrà essere commissionata la redazione di un progetto la cui elaborazione costerà circa 300 mila euro. Li dovranno sborsare soltanto i cittadini di Gallio distogliendoli dal bilancio corrente? Po- trebbe anche essere. È possibile evitare che ciò accada? Potrebbe anche essere. Speriamo in bene. C’è anche un vizio di fondo nel rapporto gestore delle Melette - Comune di Gallio. Volente o nolente il Comune tratta in posizione non paritetica. Il gestore delle Melette ha dichiarato pubblicamente che, essendo imprenditore, intende gestire le Melette da imprenditore, così come deve essere. Come contraddirlo? Il Comune, attraverso le Melette, però, ha anche un impegno sociale , in contrasto con quello del profitto, proprio del gestore. Deve perciò essere in grado di trattare col gestore in maniera paritetica. È possibile? Certo che è possibile. E prima sarà meglio sarà, perché soltanto così potranno essere affrontati con reciproca soddisfazione sia il problema dello sviluppo delle Melette, sia altri che seguiranno. Così come stanno le cose non si capisce quale sia l’interesse del Comune di Gallio in merito alla questione. Mettersi in società col gestore? Con quale prospettiva? E quale ge- store accetterebbe il Comune come socio? Ipotesi assurda! Ed il mistero permane. Quello che spaventa è l’onerosità dell’intervento e la sua fumosità. Fissatone l’importo presunto, quale sarà l’onere in capo al Comune di Gallio? E quale ne sarà il beneficio concreto? Bisogna tenere presente che Gallio è l’ultimo centro abitato che si incontra prima di arrivare alle Melette e il primo centro abitato che si incontra dopo la partenza dalle Melette. Come accade attualmente, anche per l’avvenire non si fermerà mai nessuno in paese. Ciò potrebbe succedere soltanto se l’abitato venisse dotato di adeguati parcheggi che nessuno vede, perché per vederli ci vuole occhio, e nessuno vuole realizzare, perché per realizzarli ci vuole coraggio (la solita merce rara; maledetta quella volta che il negozio Mentìnle, che ne era ben rifornito, ha chiuso l’attività!) Non vuole essere una critica, ma, purtroppo, le cose stanno così. C’è da dire anche che negli ultimi anni le Melette hanno continuato a perdere clienti. Ogni anno sempre di più. Per L’INGANNO DEL REFERENDUM PER IL TRENTINO Probabilmente molti lo sapevano fin dall’inizio che il referendum per il passaggio al Trentino sarebbe stata un’ingannevole illusione che con il passare del tempo risulta sempre più evidente, in quanto non è mai stata presa in considerazione dalla Provincia autonoma di Trento. Il Comitato promotore del referendum continua però a fare il suo percorso, nonostante il niet della Regione Veneto, del Capo dello Stato, del Parlamento e intende portare l’istanza fino alla Corte dell’Aia. Ma ormai la sentenza è già scritta: non si va da nessuna parte e non ci andranno neppure gli altri Comuni che hanno fatto richiesta di passare ad altre Regioni, perché evidentemente non si vogliono creare dei precedenti. Pertanto le nostre speranze o meglio le nostre illusioni sono naufragate e converrebbe piuttosto che invece di far la guerra ai privilegi delle Regioni a Statuto speciale, ma per quanto ci riguarda quelli della Provincia autonoma di Trento, riuscire a farci ascoltare di più presso la Regione Veneto, che non ha mai avuto un occhio di riguardo per i territori montani, per una ragione ben nota, in quanto le nostre popolazioni non sono portatrici di grandi numeri di voti Inoltre la politica sia della Regione che della Provincia è sta- 25 ta mirata da sempre a dividere l’Altopiano, presentando alla elezioni candidati non altopianesi, i quali ottengono un maggior numero di voti dei candidati di casa nostra, tant è che qualcuno ha scritto che siamo dei masochisti e quindi ci facciamo male con le nostre mani. Ma la scarsa unità dell’Altopiano, le invidie trasversali, i personalismi esacerbati, l’individualismo ecc. sono ben noti e in qualche modo costituiscono il male oscuro del nostro Altopiano, che mai come ora risulta diviso con tutte le conseguenze. Questa divisione ha fatto si che anche in questa tornata elettorale non è stato eletto nessuno dei 3 candidati dell’Altopiano e dovremo sempre far capo a quelli eletti fuori dal nostro territorio, con i quali per altro si è consolidata da molto tempo una clientela certamente in cambio di qualcosa, perché questi, se eletti, un po’ di attenzione per il nostro territorio e per i nostri problemi la dovranno pure dover dimostrare. E intanto il Trentino continua a godersi i suoi privilegi, mentre noi dobbiamo accontentarci dell’obolo, sia pure pesante, scaturito dall’accordo fra la Provincia autonoma di Trento e la Regione Veneto, sottoscritto dal Presidente Dellai e dal Governatore Galan. Di questo obolo ne beneficeranno i Comuni di confine, ma guarda caso che uno stanziamento di 14 milioni di euro viene investito per una pista ciclabile che da Folgaria arriva fino a Gallio in quota, una pista che interessa soltanto pochi appassionati della mountain bike. L’economia dell’Altopiano, specialmente dei paesi periferici, ha bisogno di ben altro, come ho già scritto nella lettera pubblicata sul G. di Vicenza del 13 marzo 2010. Come è risaputo questo primo accordo, ma ne seguiranno altri, prevede uno stanziamento di 2 milioni di euro, di cui 20 milioni a carico della Provincia autonoma di Trento e 4 della Regione Veneto. Già questo dato dà la misura delle disponibilità finanziarie della Provincia autonoma e della Regione, ma è evidente che ne beneficeranno soprattutto i Comuni di confine della Provincia di Trento e di Belluno. Questo accordo assume pertanto il significato di un “contentino” da offrire ai Comuni referendari, per smorzare i toni secessionisti e per cancellare definitivamente ogni illusione di passaggio ad altra Regione o Provincia. Pertanto siamo stati “becchi e bastonati”, oltre che illusi e presi in giro, e dovremo continuare a subire la concorrenza sleale della Provincia autonoma di Trento in tutti i settori, a cominciare dall’impiantistica, che in Trentino fruisce di contributi consistenti a fondo perduto, ma lo stesso vale anche per molti altri interventi infrastrutturali, ma non solo, per la costruzione di una casa, per l’ammodernamento degli alberghi, per la zootecnia, ecc, si potrebbero enumerare tanti benefici di cui fruisce la Provincia autonoma di Trento. Come ricetta anti-separazione, il neogovernatore del Veneto ha detto che “Non serve cambiare i confini”, basta il federalismo e i Comuni dell’Altopiano beneficeranno dei vantaggi di questa riforma. Vedremo se sarà così! Edoardo dr. Sartori fortuna, da qualche tempo sembra essersi instaurata un’inversione di tendenza. Tuttavia, i clienti che si sono indirizzati verso altri lidi, non torneranno più, dato che non cessano di osannare la diversità di trattamento, di offerta di servizi e di differenza di costi che trovano in altre località concorrenti alle quali si sono affezionate. Le mode cambiano ed anche i gusti. Le Melette sono servite a dare impulso alla politica della seconda casa e, di conseguenza, a valorizzare maggiormente la prima casa, oltre che, beninteso, dare lavoro ed a fare sviluppo in generale. Certo che è una buona idea quella di potenziare le Melette! Impresa magnifica che, però non deve essere supportata dal solo Comune di Gallio, perché anche altri Comuni dell’Altopiano, quelli centrali in particolare, direttamente od indirettamente ne hanno interesse. Come hanno sempre fatto nel passato, però, quando si tratta di problemi comuni, svicolano, non si fanno trovare né sentire o hanno sempre qualche ragione più o meno buona per procrastinare la loro partecipazione, finché il tempo fa cadere tutto nel dimenticatoio. Per la prima ambulanza acquistata dall’Ospedale di Asiago con il concorso unanime di tutti i Comuni si è atteso per anni ed anni il saldo della quota a loro carico. Questo la dice tutta. Malgrado ciò sono convinto che lo sviluppo delle Melette imponga una sinergia collettiva che interessi tutti i Comuni altopianesi, specialmente quelli centrali, come pure tutti gli imprenditori altopianesi, specialmente quelli dei Comuni centrali, nessuno escluso, perché riguarda l’Altipiano tutto, non il solo Comune di Gallio. L’ambito comunale è un ambito troppo ristretto e l’iniziativa nascerebbe mutilata o morta. Si prenda esempio di quanto è stato fatto nel bellunese dall’ex assessore regionale al turismo Floriano Pra, un grande. Quella è la strada da seguire. È poi, è ora che anche in Altipiano, per certe questioni, si cominci a ragionare in termini comprensoriali. Un’utopia? Forse sì, ma perché non crederci? ... Non succede, ma se succede... Gastone Paccanaro Onda Marina Son qui sulla sponda che ammiro e m’incanto su quell’onda. Un burrascoso Forte vento, padrone del suo movimento, la spinge, la scuote, l’innalza; lei s’avanza spumosa e bianca S’avanza con furore come un cavallo corridore sotto la frusta del vincitore. Sulla riva s’infrange e scavando una buca consuma il suo vigore. s’inzuppa sulla sabbia convulsa cambiando colore. S’alza un’ebbrezza sul mio viso in sudore, dolce soffice carezza d’un’onda che muore. Giustina Boscardin in Soster 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 26 a cura di G. Dalle Fusine Da sabato 10 a venerdì 23 luglio 2010 Il 10 luglio è il 191° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 174 giorni alla fine del 2010. Sabato 10 luglio SS. Ruffina e Seconda Domenica 11 S. Benedetto da Norcia Lunedì 12 S. Fortunato Martedì 13 S. Enrico Mercoledì 14 S. Camillo Giovedì 15 S. Bonaventura Venerdì 16 Beata Vergine del Carmelo Sabato 17 S. Alessio Domenica 18 S. Federico Lunedì 19 S. Simmaco Martedì 20 S. Elia profeta Mercoledì 21 S. Lorenzo da Brindisi Giovedì 22 S. Maria Maddalena Venerdì 23 S. Brigida Curiosità del mese: Luglio 2010 è il “mese WWF delle farfalle”, l’iniziativa del Wwf che vede una ventina di oasi, dal nord al sud Italia, attive sia nei fine settimana, ma anche in altri giorni con aperture speciali, per visite guidate a tema fornendo ai visitatori una speciale scheda di riconoscimento delle specie di farfalle più frequenti. Sebbene in Europa siano presenti 482 specie di farfalle diurne tra cui 142 esclusive del continente, queste stanno subendo una sensibile diminuzione: negli ultimi 10 anni, il 31% delle farfalle europee ha subito un sensibile declino e il 9% è considerato ormai a rischio. In Italia sono oltre 270 le specie presenti e anche da noi molte sono in declino, si legge in una nota del Wwf Italia.Aminacciare le farfalle, riferisce il Wwf, la distruzione e la trasformazione degli habitat, l’agricoltura intensiva, l’inquinamento atmosferico e da pesticidi, i cambiamenti climatici e il mercato del collezionismo. Perderle, spiega l’associazione, “significa eliminare i servizi ecologici di primaria importanza che sono in grado di fornire, dall’impollinazione, al controllo dei parassiti, all’essere una fonte importante di cibo per i predatori, senza considerare che le farfalle sono anche ottimi indicatori della salute dell’ambiente e dell’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi”. Le aree del Wwf ospitano da anni appositi “giardini delle farfalle”, che grazie alle fioriture di piante appositamente inserite e ricche di nettare o che sono fonte di nutrimento per i bruchi, “attirano moltissime farfalle, nel pieno della loro attività – ha affermatoAntonio Canu, presidente di Wwf Oasi – l’invito per questo mese di luglio è, quindi, di venire nelle Oasi per ammirarle da vicino, apprezzarne l’importanza e scoprirne le caratteristiche meno conosciute”. Curarsi con la frutta: Frutta e verdura dovrebbero essere una componente costante nella nostra alimentazione. Anche la moderna scienza dietetica infatti raccomanda di inserire regolarmente verdura nei due pasti principali e frutta almeno in tre occasioni giornaliere. Che questi cibi siano le fonti privilegiate di vitamine e minerali è cosa risaputa. Ma oltre a garantirci un apporto adeguato di questi nutrienti, le numerose specie di vegetali che compaiono sulla nostra tavola possono aiutarci anche in qualità di veri rimedi terapeutici, ognuno con le sue peculiarità. Prendiamo in considerazione alcuni esempi. Se si soffre di dolori reumatici Potete trarre giovamento dalle ciliegie: possono essere infuse nella grappa (se ne beve un sorso tutti i giorni), oppure centrifugate intere con i piccioli. Ma anche la fragola, la prugna e il ribes sono dei buoni rimedi. Il ribes nero in particolare è efficace anche nel trattamento della gotta per la sua azione antiuricemica e può essere usato anche sotto forma di tintura madre. Una discreta azione antireumatica è propria anche dell’uva. Fra le verdure, in tema di dolori articolari, la più indicata è il sedano, specialmente come centrifugato da solo o con il pomodoro. In caso di articolazioni infiammate, un rimedio topico molto Assicurazioni Generali Asiago ricerca giovane età 22/33 anni da avviare alla professione di consulente assicurativo per Asiago e l’Altopiano. Per colloquio telefonare al mattino allo 0424/462610 Nella chiesa di S. Rocco il 1° di luglio, dopo la celebrazione di un matrimonio, è stato dimenticato un cuscino bianco in pizzo, di grande valore affettivo. Chi l'avesse preso per errore è pregato di mettersi in contatto con il numero telefonico 349 - 45.08.378. Affittasi a Padova zona Palestro appartamento spazioso, per 4-5 studenti, libero da ottobre, con 2 camere doppie, una camera -studio, bagno, cucina, dotato di lavatrice e climatizzatore, con posto bici al chiuso - 10 minuti a piedi dalla piazze, servito da autobus. Chiamare il 340 673.42.42 noto è costituito dalle foglie di verza o dalla cipolla bollite e usate come impacco. Per curare la tosse Poniamo il caso che dobbiate curare una tosse secca e stizzosa: una ricetta semplice e gradevole potrebbe essere una macedonia ben zuccherata con anguria, fragola, pera e melone. Può funzionare anche una insalata di kiwi e cetriolo (quest’ultima dotata anche di proprietà lassative) o del succo di crescione. Se invece la tosse è accompagnata da catarro abbondante, si può ricorrere ad un centrifugato di rapa bianca o di ravanello, con poco miele. In tutti i casi di tosse specialmente se cronica e secca, la pera è sempre indicata. Un santo per volta: San Alessio, nato a Roma o Costantinopoli V secolo, morto a Roma il 17 luglio di anno imprecisato. Fattosi povero, da patrizio qual era, Alessio trascorreva le notti sotto una scala sul colle romano dell’Aventino. In quel luogo Papa Onorio III gli dedicò nel 1217 una chiesa, scelta ancora oggi per molti matrimoni che si celebrano nell’Urbe. Ma quella della scala è soltanto una delle due tradizioni esistenti sul santo. Secondo quella siriaca, infatti, il giovane fuggì la sera delle nozze per recarsi a Edessa, dove visse da mendicante e morì. La variante grecoromana introduce il ritorno a Roma (raffigurato nelle pitture della chiesa inferiore della basilica San Clemente). QuiAlessio visse sempre da mendico e non venne riconosciuto dal padre. Fu Papa Innocenzo a scoprirne l’identità e a comunicarla ai genitori, che, straziati, si recarono al capezzale del figlio ormai morente. Una scena spesso raffigurata nell’arte. Della figura di Alessio si è impadronita anche la letteratura. Patronato: Mendicanti. Etimologia: Alessio = protettore, difensore, dal greco. Una ricetta laboriosa per una pietanza favolosa: Arancini di riso. Gli arancini di riso. Una ricetta forse un pochino laboriosa ma senz’altro gustosa quella degli arancini, una specialità della cucina tradizionale siciliana. Ingredienti per 15 arancini: 500 gr. di riso (arborio o roma), 1 busta piccola di zafferano, formaggio, 350 gr. di carne trita mista (anche con maiale), 150 gr. di piselli piccoli 200 gr. di salsa di pomodoro, 150 gr. di formaggio grattugiato (meglio se caciocavallo), 3 uova, 200 gr. di farina, 400 gr. di pangrattato, sale, pepe. Per preparare gli arancini occorre prima lessare il riso in una pentola d’acqua salata aggiungendo durante l’ebollizione la bustina di zafferano. Quando sarà pronto e giallo grazie allo zafferano, aggiungere due o tre cucchiai d’olio per evitare che possa risultare troppo colloso a causa dell’amido e successivamente il caciocavallo grattugiato. Girare il tutto con un cucchiaio e lasciare riposare mentre si prepara il ripieno. In un tegame soffriggere la carne trita e aggiustare di sale e pepe, unire la salsa di pomodoro ed infine i piselli precedentemente sbollentati in acqua salata. Si otterrà un sugo piuttosto denso di carne e piselli, lasciare cuocere per almeno 10-15 minuti. A questo punto prendere il riso e farne delle palle della dimensione di una piccola arancia; con un cucchiaio inserire nella parte più centrale dell’arancino il ripieno di carne al sugo con i piselli, quindi ricoprire con un po’ di riso e riformare come una arancia piccola. Eseguito questo procedimento non resta che passare le arancine nella farina e successivamente nell’uovo sbattuto con una presa di sale. Passare poi nel pangrattato e friggere accuratamente in olio d’oliva. Gli arancini sono buoni sia caldi che freddi ma è meglio gustarli caldi per assaporare il formaggio che fonde rendendoli ancora più squisiti. Vendesi a prezzo molto vantaggioso banco frigo di lunghezza 4 metri, in buone condizioni. Contattare il 328-94.64.526 In centro a Cesuna vendesi ampio locale da adibire a negozio, studio, ufficio o altro. Gli interessati possono chiamare il n. 328-94.64.526 Domenica 11 luglio MEZZASELVA: IP – Via XXI Maggio CONCO:OMV – Via Cappellari 12 Domenica 18 luglio ASIAGO: Q8 – Località Mosele ARIETE Se siete davvero decisi a chiarire quello che non vi soddisfa, cominciate con una sincera autocritica sui vostri errori recenti, ponendovi rimedio. In amore la sincerità rende, anche se ha un prezzo, che vale comunque la pena di pagare. Nel lavoro potere migliorare la qualità della vita, eliminando ogni spreco di tempo e denaro, e organizzandovi meglio. TORO Se avete voglia di cambiare qualcosa, è giunto il momento di dirlo apertamente, anche a chi non vorrebbe sentirvi. Prima di assumere un atteggiamento deciso, però, bisogna essere più che sicuri dei fatti, sui quali conviene informarsi a fondo, in tal modo le novità sono a portata di mano. L’amore potrà così rinnovarsi e darvi maggiore sicurezza. GEMELLI Saturno vi spinge alla critica, che se bene autorizzata, vi rende più autorevoli e stimati, specie nelle questioni di lavoro o di studio, e nelle finanze. Potete quindi agire con sicurezza. Se resterete ancora ancorati ai fatti che conoscete, e non alle dicerie, otterrete quello che desiderate. Nell’amore è meglio non prendere iniziative rischiose. CANCRO Marte vi spiana la strada dell’amore e del sesso, ma voi tentennate, e rischiate così di farvi sfuggire l’occasione di un’esperienza più che positiva. L’amore vi apre nuove prospettive da vivere con interesse, evitando però di buttarvi a capofitto in un rapporto soltanto perché è una novità. Nel lavoro siete stimati: potete farvi avanti con prudenza e buon gusto. LEONE La sensazione che qualcosa stia cambiando è più che giustificata dagli astri, ma per ora si concretizza soltanto in un vago annuncio, che dovete saper cogliere, mettendo alla prova la vostra nota capacità di andare a fondo nelle faccende complicate. L’amore e il sesso non vi mancano, ma non vi bastano: a voi il compito di capire che cosa vi serve nell’immediato. VERGINE Vi siete certo accorti della vicinanza di Saturno, che non migliora l’atmosfera generale e neppure il vostro umore, rendendovi più enigmatici. L’amore beneficia di una maggiore consapevolezza delle difficoltà, quindi diventa più intenso. Le amicizie, gli acquisti di lusso, gli svaghi, per il momento non vi interessano, quindi farete meglio a concentrarvi sull’essenziale. BILANCIA Siete ancora in fase ascendente, e potete prendere una iniziativa coraggiosa, con ottime possibilità di successo. Se è l’amore che vi sta più a cuore, fatevi coraggio e agite con decisione: il partner vi seguirà, stupito dalla vostra audacia. Nel lavoro e nelle finanze agite solo dopo aver verificato attentamente tutti i particolari e chiarito un dubbio. SCORPIONE Potete sfruttare una situazione favorevole per sostenere le vostre ragioni, oltre che per aiutare chi merita la vostra attenzione. Un’azione generosa a favore di chi ha bisogno del vostro aiuto vi renderà popolari anche con chi ancora non vi conosce. Nell’amore potete sfruttare il coraggio e la generosità di Marte, che si trova stabilmente nel vostro segno. SAGITTARIO I vostri romantici sogni d’amore potrebbero infrangersi sulle sponde della realtà, che non sempre corrisponde alle vostre rosee aspettative. Eviterete una delusione se saprete prendere le distanze da una situazione poco chiara, che potrebbe spingervi a nuove esperienze, certo formative, ma forse anche difficili. Nel lavoro guardatevi alle spalle. CAPRICORNO Siete più che sollecitati da Giove e da Urano, che valorizzano le vostre migliori qualità, ma rischiano di farvi eccedere nelle chiacchiere: siate misurati e attenti alle reazioni provocate in chi vi interessa. Nell’amore avrete a portata di mano più di una occasione per farvi onore perfino con un partner un po’ imbronciato. ACQUARIO Con il sostegno di Mercurio e di Venere potete puntare in alto, scegliendo il settore nel quale desiderate un deciso miglioramento della situazione. Se si tratta dell’amore, basterà parlare sinceramente, facendo perno sui fatti per convincere il partner, se siete già in coppia, o per conquistarne uno, se siete single. Nel lavoro potete chiedere di più. PESCI Potete finalmente dar libero sfogo ai vostri sentimenti e anche ai vostri risentimenti, però vi farà bene esternare nel modo meno aggressivo possibile. In amore, seguite pure il vostro istinto, ma nel lavoro e nelle questioni finanziarie la prudenza è d’obbligo. Il consiglio di qualcuno che stimate potrà sostenervi, specialmente se vi dibattete in un amletico dubbio. Dalle ore 8.45 di sabato 10 alle ore 8.45 di sabato 17 luglio CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio – via Roma 33/a ENEGO: Farmacia della dr.ssa Giovanna Gabrieli Piazza del Popolo 16 Dalle ore 8.45 di sabato 17 alle ore 8.45 di sabato 24 luglio ASIAGO: Farmacia chimica Bortoli sas del dr. Vittorino Ballici Molini – Piazza II° Risorgimento 23 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano 27 Nuovo Concorso fotografico “Gli angoli nascosti dell’Altopiano: le contrade” stabilita in base al numero di preferenze ottenute attraverso la procedura di votazione della commissione. Ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e s.m. e i. , i partecipanti autorizzano l’Organizzazione al trattamento dei dati personali e ad utilizzare le informazioni inviate per tutti gli usi connessi al concorso. Il Giornale L’Altopiano e il Club Fotografico Altopiano 7 Comuni organizzano un concorso di fotografia avente per tema: “Gli angoli nascosti dell’altopiano: le contrade”. Tutto ciò che si può trovare e vedere attraversando le contrade altopianesi, dai più piccoli particolari (esterni) ai panorami. REGOLAMENTO 1. Il concorso è aperto a tutti i fotografi dilettanti e non, ed è a partecipazione gratuita. Il concorso fotografico avrà inizio il giorno 10 Luglio 2010 e terminerà il giorno 30 settembre 2010. 2. Ci saranno due classi di concorso: Junior e Senior. Categoria Junior: tale categoria è riservata ad una classe 3. di fotografi con età compresa tra i 6 e i 16 anni di età. Categoria Senior: tale categoria è riservata ad una classe di fotografi con età maggiore di 16 anni. 4. Le fotografie partecipanti al concorso dovranno riportare: titolo, nome e cognome del fotografo, la categoria (junior o senior), luogo e data dello scatto. 5. Le fotografie potranno essere inviate tramite Internet all’indirizzo ([email protected] in formato JPEG alta risoluzione (1200x1024) o tramite stampa fotografica in formato 20x30 all’indirizzo Giornale L’Altopiano, via Jacopo Scajaro, 23 36012 Asiago - Vicenza Le fotografie inviate a mezzo posta dovranno contenere sul retro di ogni foto un’ etichetta con la specifica del titolo della foto, luogo dove è stata scattata, nome, cognome e indirizzo dell’autore; La spedizione del materiale è a carico dei partecipanti. 6. Non verranno accettate fotografie incorniciate o montate su telaio di alcun tipo (vetro, passe-partout, cartoncino, ecc.). 7. Non sono ammessi fotomontaggi, doppie esposizioni, solarizzazioni, filtri digitali o ritocchi digitali, salvo lievi correzioni di colore, contrasto o esposizione. 8. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 6 fotografie. 9. L’invio di più immagini rispetto a quelle previste verrà sanzionato con l’esclusione dal Concorso. 10. Si accettano stampe a colori o in bianco e nero. 11. Gli originali (file digitali o pellicola) resteranno a disposizione del giornale L’Altopiano per la pubblicazione. 12. Le stampe non saranno restituite. 13. Ogni partecipante dichiara di essere autore delle fotografie presentate in concorso, di essere titolare dei diritti sulle stesse e responsabile del contenuto e autorizza la pubblicazione, sia in l’Altopiano Sabato 10 luglio 2010 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] rete sia sul giornale o altri mezzi in occasione di particolari eventi, sollevando il giornale l’Altopiano da ogni responsabilità, e condivide con il giornale l’Altopiano i diritti di utilizzo delle fotografie. 14. Le fotografie digitali e non, verranno ammesse solo dopo essere state esaminate e approvate dalla commissione. 15. La commissione si riserva il diritto di non visualizzare nel sito e nel giornale, le fotografie che riterrà non opportuno esporre per qualsivoglia motivo. La selezione delle immagini verrà effettuata da una giuria tecnica ed il suo operato sarà insindacabile. La giuria è composta da: - Stefania Longhini, Direttore Giornale l’Altopiano - Andrea Bergamaschi Fotografo - Roberto Rossi – Club Fotografico Altopiano 7 Comuni - Denis Lunardi – Club Fotografico Altopiano 7 Comuni - Diego Lunardi – Club Fotografico Altopiano 7 Comuni La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento. Le foto dovranno essere inedite, e non aver partecipato ad altri concorsi fotografici. L’assegnazione del premio sarà Direttore responsabile: Stefania Longhini Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello, Aurora Carli, Stefano Rigoni, Alessandro Siviero, Mario Basso, Claudio Savelli, Ilaria Panozzo, Decimo Cantele, Giorgio Spiller, Nicoletta Manfrin, Luca Trapani Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro Foto: Archivio Giornale - Grafica Altopiano Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova Cunico Serena, si è laureata il 21 giugno 2010 in “Scienze della formazione primaria” presso l’Università di Padova. Voto 110 e lode! Mamma Sandra, papà Livio, i parenti e gli amici si congratulano. E' stato ritrovato venerdì 2 luglio a Cesuna un gatto rosso a pelo lungo, affettuosissimo e abituato a stare in casa. Se qualcuno lo riconoscesse o se volesse adottarlo può telefonare alla Protezione Animali di Asiago al 349 1954795. Il micio ha bisogno di una famiglia che possa fargli tante, tante coccole, aiutateci a trovargli casa. Sabato 17 luglio Domenica 18 luglio Sabato 24 luglio Domenica 25 luglio Venerdì 30 luglio Sabato 31 luglio Domenica 1 agosto ballo liscio con l’orchestra Piero Band ballo liscio con l’orchestra Blu Music ballo liscio con l’orchestra Enrico Marchiante ballo liscio con l’orchestra I Vecchi Tempi Serata giovani con The G.P.L. live band Ballo liscio con l’orchestra Roberto Polisano 8° Raduno dei Baù – dalle ore 15 Gruppo Folcloristico El Cafin Ore 21 ballo liscio con l’orchestra I Cavalieri del Liscio Alle ore 23 estrazione della sottoscrizione a premi 8 Sabato 10 luglio 2010 l’Altopiano ome abitanti legati alle proprie origini o come foresti che responsabilmente fruiscono dell’altopiano, chiediamo la massima trasparenza e la pubblicazione dei progetti di rilevante interesse territoriale e ambientale, quali la ciclopedonale da Folgaria, la rete pedonale intercomunale, il tavolo per lo sviluppo unitario del turismo e la “riqualificazione di Marcesina”, tema oggi di maggior attualità e urgenza. La nostra iniziativa vuole sensibilizzare tutti e in particolare la Comunità Montana Spettabile Reggenza 7C affinchè, attraverso il suo sito web e con l’organizzazione di incontri pubblici, informi gli altopianesi sull’iter dei progetti. Rendere fruibili tali informazioni è un preciso impegno previsto dalle direttive U.E. e dalla Legge 108 art. 1: “Al fine di contribuire alla protezione del diritto di ogni persona della presente e delle future generazioni di vivere in un ambiente adeguato alla propria salute ed al proprio benessere, ogni Parte garantirà i diritti di accesso all’informazione, alla partecipazione pubblica nel processo decisionale e l’accesso alla giustizia in materia di ambiente.” L’altopiano è un ineguagliabile patrimonio da salvaguardare, ciascuno di noi può contribuire chiedendo di favorire l’informazione e la partecipazione: sostieni l’iniziativa, scrivi un commento a [email protected] specificando che ne acconsenti la pubblicazione sul nostro sito liberaconsulta7c.it. 28