QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
La voce degli 8 Comuni
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 324 - ANNO XIII - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 10 LUGLIO 2010
IN ALLEGATO
GRATUITO...
Cave: fuori regola una su tre e
“poca sicurezza per i lavoratori”
Rompiamo
il ghiaccio
I risultati di un anno di indagini e controlli da parte della Provincia
Un’attività di verifica necessaria che verrà sempre più potenziata
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Concorso
Fotografico
Gli angoli
nascosti
dell’Altopiano:
le contrade
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ENEGO
Il rilancio non
passa solo per
Marcesina
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Filatelia
Il Premio
Asiago
celebra i suoi
quarant’anni
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ASIAGO
ROANA
Il Caffè
Roma riapre.
Lo gestirà la
Pro loco
Luigi Martello
“Sullo stadio
del ghiaccio
inutili sparate”
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Il sentiero del silenzio:
itinerario che attrae
migliaia di visitatori
Comunità
Quarant’anni di
campiscuola
nella malga
“dei boce”
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Mezzaselva
Una frazione
visibilmente
trascurata
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Grafica Altopiano
Pagina 16
“Uniamoci
e collaboriamo”.
L’invito del
vice presidente della
Federazione Italiana
Sport del Ghiaccio, Mario
Lievore, che ha assunto questo incarico dopo le recenti
elezioni del consiglio federale, è indirizzato a tutte le società di sport del ghiaccio presenti in Altopiano. Riuniti per
un primo incontro a fine giugno, ci si è dati appuntamento ogni mese per concordare
strategie ed iniziative per
un’attività sempre più coordinata (dovrebbe essere così
non solo nello sport, ma in
ogni settore) e volta alla professionalità. L’educazione dei
giovani, in primo luogo, la loro
preparazione atletica e agonistica, ma anche la gestione
societaria a 360 gradi non
possono prescindere da una
adeguata preparazione. Bravi tecnici e dirigenti capaci si
diventa con lo studio e l’applicazione. Ci vuole tempo,
ma questa è la strada. Il
volontariato, preziosissimo,
sul quale si è basata fino ad
oggi l’attività di tutti i nostri club sportivi (guai se
fosse mancato!) oggi continua ad essere necessario,
ma non basta più. Indirizzare le società ad una attività sempre più professionale può portare, nell’idea
di Lievore, anche a sviluppi occupazionali in favore
dei nostri giovani. C’è da lavorarci su, e tanto! Sarebbe
già importante capire che si
deve crescere insieme.
Stefania Longhini
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
2
Mobilità dolce, finalmente qualcosa si muove
Se ne discute al tavolo degli assessori allo sport degli 8 comuni. Individuate le strategie e
i piani operativi per il raggiungimento di un obiettivo unico per tutto l’altopiano
Si parla tanto ultimamente di
mobilità e tanti progetti sono allo
studio da parte delle Amministrazioni dell’altopiano. Alcuni
sono più classici, come può essere quello dei parcheggi della
Piana di Marcesina, altri sono
più innovativi come il sistema
bike-bus di Enego, la dorsale
ciclabile Brenta-Trentino e
quella relativa ai percorsi pedonali di mobilità dolce pedonale.
Oggi approfondiremo quest’ultimo progetto insieme a Franco Sella, Assessore allo sport,
con delega alle associazioni comunali e soccorso alpino del
Comune di Asiago.
Vuol darci maggiori dettagli
sul progetto di mobilità dolce pedonale che si sta cercando di implementare?
“Sono molto contento che si
parli di mobilità dolce e di tutte
le problematiche ad essa connesse, in quanto come assessore allo sport ritengo estremamente positivo che la gente
voglia fare sport e voglia effettuare passeggiate a contatto
con la nostra meravigliosa natura. Do quindi atto e ringrazio il
Giornale L’Altopiano nella sua
opera di sensibilizzazione sul tema
mobilità dolce svolta nel corso
degli ultimi anni, con l’obiettivo
principale di sensibilizzare la popolazione su questa importante
tematica. Ma andiamo nel dettaglio. L’anno scorso a luglio è stato creato un tavolo con tutti gli
assessori allo sport degli otto Comuni; ci incontriamo regolarmente una volta al mese in sala giunta
del comune di Asiago dove discutiamo di programmazione , intenti, idee e quant’altro, creando
così un tavolo estremamente valido ed omogeneo, in quanto permette lo scambio di idee, il confronto tra i vari comuni e che aiuta ad abbattimento questi confini
campanilistici che a volte,
malauguratamente, si creano. Da
luglio dell’anno scorso si è cominciato un lavoro molto complesso sulla mobilita dolce dove,
in comune accordo, sono state
individuate le strategie e i piani
operativi per il raggiungimento di
un obiettivo unico che riguardi la
mobilità dolce pedonale per
l’altopiano. Si è deciso che il comune di Asiago sarà il promotore
e il titolare del progetto pilota in
modo che non si spendano eccessive risorse finanziarie da parte di tutti gli otto comuni; dopo
l’esperienza che faremo quest’estate si tireranno le somme
e ci sarà uno stanziamento certo
e sicuro da parte di tutti gli altri
sette comuni sull’esperienza del
comune di Asiago. Tale scelta
è stata dettata dal fatto che comunque ci sono comuni che
hanno serie difficoltà economiche e appunto per questi motivi uno stanziamento di una cospicua somma di denaro poteva essere un problema. Diversamente, partendo con un progetto pilota dai costi contenuti,
la fase successiva permette
uno stanziamento di denaro in
modo preciso, programmatico
e non casuale. Il progetto ha
visto la scelta di definire una unica tabella segnaletica per tutto
il territorio dei sette comuni, in
quanto negli ultimi decenni si è
visto un proliferarsi di tabelle,
indicazioni generiche, diverse,
non solo da Comune in Comune, ma anche all’interno dello
stesso territorio comunale, creando confusione agli occhi del
turista; basti pensare che in alcuni punti ci si trovava dinnanzi
a tre pali con sei/sette tabelle. Sicuramente non una degna immagine turistica per il nostro
altopiano. La scelta di queste
tabelle è durata un anno in quanto si è voluto sentire ogni categoria interessata, dal nordic
walking, ai bike club, al C.A.I.,
etc. etc e la scelta è maturata
appunto su tutti questi confronti. Inoltre le tabelle riportano
l’antico nome cimbro della località in modo che le persone
possano conoscere anche il luogo in cui si trovano, contribuendo a mantenere vivo l’antico
idioma”.
Ma operativamente quali
sono i percorsi che si stanno
immaginando come progetto
pilota?
“Per quest’anno sono stati individuati alcuni percorsi su strade
comunali; quindi vecchie vie non
più in uso, che una volta servivano da collegamento fra
contrada e contrada, molto bello; direi che tanti miei concittadini non sanno nemmeno che
sono strade comunali liberamen-
te percorribili da tutti. In questi giorni stiamo definendo il
possibile collegamento tra il
Comune di Asiago e il Comune di Gallio e si sta appunto
ipotizzando il percorso esatto
dove potrebbe passare il tracciato all’interno del Comune di
Gallio. Infatti, per intenderci,
manca solo il congiungimento
tra il sentiero della Pace con la
fine di via Monte Zomo, circa
300 metri. Una volta che si trovano gli accordi con i privati la
strada potrà essere percorribile;
il lavoro che si sta svolgendo con
l’Amministrazione comunale di
Gallio è ottimo e si è istaurata la
giusta sinergia, ottima la collaborazione con il Collega Giorgio
Tagliaro. In ogni caso il primo
percorso che dovrebbe essere
tabellato sarà quello che conduce al Prunno e al Lazzaretto,
quindi alle contrade del
Kaberlaba.
Con gli altri comuni si sta ragionando per eventuali futuri sviluppi del progetto pilota?
Il progetto pilota prevede il
coinvolgimento di tutti i Comuni. Infatti sarà firmato un protocollo d’intesa, come suggerito dal
Presidente della Comunità Montana Lucio Spagnolo, in modo
che il progetto veda comunque
la realizzazione completa di ogni
sua parte da tutti i Comuni. Per
esempio con Roana ci sarà la
tabellazione di alcuni percorsi
della ex ferrovia per raggiungere
la direttrice Boscon-CesunaTreschè Conca”.
Quali difficoltà operative state incontrando?
“La difficoltà principale è stata
individuare i possibili percorsi, in
quanto sentieri e strade che comunemente abbiamo sempre
percorso di fatto non sono sempre strade comunali, ma strade
private; quest’estate quindi ogni
Comune dovrà sentire i proprietari terrieri di quei percorsi per
avere le autorizzazioni al transito. Per questo motivo, quando
vado a correre, mi accerto in
prima persona dei sentieri in
modo da valutare sul posto
sia se il sentiero è comunale, in quanto trasmetto i dati
all’ufficio tecnico via gps,
dati che poi vengono analizzati in sede per verificare
l’effettiva bontà del percorso scelto. In secondo luogo
per valutare se il percorso è
adatto alle biciclette o solo
ai pedoni e stabilire un grado di difficoltà, in quanto
determinati tracciati presentano delle difficoltà che ne
permettono la percorrenza solo
ad utenti esperti”.
Ben venga quindi un progetto
di questo genere. Mi permetto
una valutazione personale: l’importante che questo, come tutti gli altri progetti che possono
avere un grosso impatto sulla
valorizzazione di tutto
l’altopiano, siano concertati tra
i vari Comuni, nello spirito ben
rappresentato dal Caldogno:
“… Dove egli (Il Caldogno)
dice Asiago è capo di tutti i sette
comuni, si ha da intendere che
esso è il principale attese le prerogative descritte di sopra, ma
in quanto è comunità né questo, né altro de’ medesimi possono vantare alcuna superiorità ed autorità sopra gli altri;
poiché sono tutti fra di loro
uguali. Tolta la qual uguaglianza non sussisterebbe più
quella perfetta democrazia di
governo che regna fra di loro.”
(Citazione tratta dal libro di
Giancarlo Bortoli, Spirito cooperativo e fratellanza regoliera nei
sette Comuni). Claudio Savelli
Ben venga la buona volontà,
ma sarà sufficiente?
Idealmente insieme, in pratica ancora ognuno per proprio conto.
Diamo atto della buona volontà e dell’impegno che Franco Sella
sta mettendo nel realizzare una minima proposta di mobilità dolce,
ma ci sia consentito sottolineare alcune cose.
Il giornale si è preso a cuore questo argomento portando avanti da
ben oltre un anno un’azione di sensibilizzazione, con interventi,
servizi, interviste e anche l’organizzazione di passeggiate. Il merito
di averci aperto gli occhi sul tema va riconosciuto ad Andrea Cunico
che, come egli stesso ha ripetuto più volte, non ha inventato niente. Da altre parti si sono ben organizzati ormai da tempo. I punti da
subito ben chiari che secondo noi vanno tenuti bene in mente
sono: è un progetto da realizzare subito, bene, in modo coordinato,
unitario e completo. Per questo, lo diremo fino allo sfinimento, doveva essere affidato alla Comunità montana per tutto l’Altopiano.
Ora parte Asiago? Bene. Almeno qualche sentiero ad hoc ci sarà,
speriamo presto. E gli altri comuni partiranno? Quando? E se si
parte ora con uno o due sentieri, quando potremo avere nel centro
dei paesi delle tabelle complete che indichino tutti gli itinerari già
dalle piazze? Una cosa è certa: finora la filosofia del “Io parto e chi
mi ama mi seguirà” non ci ha portato tanto lontano.
Stefania Longhini
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
3
Raccolta differenziata, asiaghesi poco ligi
ATTUALITA’
Aumenterà del 16% la bolletta dei rifiuti per gli asiaghesi.
Un aumento che segue quello
del 2008 che aveva già destato numerose polemiche. Ma
questa volta “l’imputato” è la
cittadinanza asiaghese che
differenzia poco e male. Meno
raccolta differenziata, più rifiuti da smaltire in discarica,
con costi che sono in continuo aumento; quindi maggiori costi in bolletta. L’equazione è molto semplice come sottolinea la stessa Etra: “Ridurre a monte la quantità di rifiuti, per esempio acquistando
pochi imballaggi, e differenziare al massimo i rifiuti prodotti porta vantaggi sia dal
punto di vista ambientale che
economico. Tanto minori
sono infatti i rifiuti destinati
alle discariche o agli inceneritori e tanto meno è necessario intaccare il territorio o ritoccare i costi per il loro
smaltimento”.
Stefano Svegliado, presidente di Etra, spiega precisamente
Aumentano le bollette
Maggiore il costo del convogliamento in discarica.
Dopo un avvio incoraggiante, registrato uno stop
il perché del “ritocco in su”
della bolletta della raccolta rifiuti in arrivo agli asiaghesi.
“Ad Asiago in particolare la
raccolta “spinta”, quella che
consente di differenziare numerose frazioni di rifiuto,
dopo un avvio incoraggiante,
ha registrato uno stop
attestandosi su un 25,7% di
differenziazione – prosegue Questo dato non solo è di
molto al di sotto dei parametri
fissati dalla legge, ma anche
notevolmente inferiore alle altre aree di Etra dove mediamente si differenzia il 68% dei
rifiuti prodotti. Etra nel suo
settore è concorrenziale in
Veneto rispetto a chiunque, dal
punto di vista economico. I
maggiori costi per i cittadini
asiaghesi, che pure sono stati
contenuti al massimo grazie
all’ottimizzazione delle risorse,
sono imputabili solamente ai
costi di smaltimento. Siccome
non siamo autonomi per questa fase e ci appoggiamo ad
altre strutture, è logico che più
rifiuti portiamo e maggiori
sono i costi che ci vengono
fatturati”.
E l’aumento previsto era anche più pesante prima di un
incontro “tecnico” tra Comune di Asiago e Etra dove sono
stati rivisti alcuni costi di
smaltimento. Ma il primo cittadino Andrea Gios esorta la
popolazione a fare la propria
parte: “Purtroppo abbiamo
ancora molti cittadini che non
differenziano i rifiuti o lo fanno in maniera parziale; il maggiore costo è dovuto a questo, se tutti facessimo la raccolta differenziata come si
deve, l’aumento non ci sarebbe”.
Tra le cause della poca
differenziazione dei rifiuti c’è
anche la mancanza dei raccoglitori “intelligenti” dei rifiuti
non differenziati accessibili
con scheda che registra quanto
indifferenziato ogni utente
conferisce facendo, in pratica, pagare meno a chi differenzia di più.
Sapor d'acqua natìa
“L’America, Babele e le mani delle torri”
La terra d’oltreoceano produce da secoli - sin dal lontano
1492 - un alone di fantasia, di
magia e di spassionato fascino
che colora le notti di tantissimi
ragazzi che in lei vedono l’emblema e il sogno di una civiltà
in ogni altro posto
irraggiungibile. Non bastano
certo le 100 lire cantate da
Gianni Morandi per varcare
oggi i confini americani: ma
certamente basta qualche flash
rubato sui cataloghi, tra i racconti di viandanti o sui libri di
scuola per sognare, almeno per
un istante, d’essere sulle spiagge dorate di Baywatch, sulla
collina che sovrasta Hollywood
o lungo quella carreggiata resa
famosa dai casinò di Las Vegas.
Perchè l’America, da tempo
immemore, è città gemellata
con il Paese dei Balocchi tratteggiato dal buon Carlo Collodi
nel suo Pinocchio.
Chi scrive s’è appena imbarcato, scortato da un gruppetto
giovane, sul volo che da Miami
riporta verso Venezia passando per Madrid. Due settimane
di studio son bastate per iniziare a sgonfiare dalla memoria
immaginativa la tanto cantata
terra scoperta da Colombo,
primo italiano in America.
Perchè anche il divertimento,
quand’è eletto a dogma centrale di una mentalità, a lungo andare stanca. Come stancano
quella lunga fila di limousine
oscurate, di Hammer esagerati
e di fastosi palazzi - costruiti
tutti in serie nella più bella tradizione della noia americana che a tutto concorrono fuorchè
ad accendere nell’animo giova-
ne la creativa possibilità di idearsi un’esistenza in proprio. Se
l’America è mamma di tante
aspettative, più di qualcuno converrà nel rimproverarne la sua
femminile pedagogia: quel suo
modo di saziare le domande
prima ancora che vengano poste per bloccare sul nascere
tutto quello che, magari, potrebbe disturbare la sua innata
scanzonatezza. Cosa direbbe il
Piccolo Principe dello scrittore
francese qualora passeggiasse
tra le vie - tutte in serie pure
quelle - di Miami e scoprisse
che le botteghe degli artigiani
sono scomparse? Perchè dove
tutto è “in serie” l’originalità è
bandita, la cura del particolare
scoraggiata e la paziente crescita
della creatività impedita dal frastuono. Sembra strano che proprio su questi dogmi l’America
abbia innalzato il suo fascino e
la sua sospettosa accoglienza:
qualunque sbarchi in aeroporto
è un potenziale terrorista dopo
il loro 11 settembre. Mitra caricati, sceriffi ovunque e quella
schedatura fino all’osso che ti
fa sentire in qualsiasi posto
fuorchè a casa tua.
Ma l’America è l’America direte voi: e avete pure ragione.
Ma anche a Babele - ed eravamo solo nei primi giorni della
creazione biblica - tentarono di
costruire torri che sfidassero il
cielo: e tutt’oggi di quelle torri
gli uomini di ogni cultura e razza contemplano il pugno di polvere rimasto ad emblema del
cantiere edile più fallimentare
della storia. Come sulla terra di
Ground Zero a torri abbattute.
Rimane l’America colorata nei
sogni dei bambini: quella di
Topolino e Mickey Mouse, dei
grandi parchi divertimento di
Orlando e delle bagnine di
Baywatch. Ma quella è solo una
faccia dell’America: quella che
cresce presentando il prezzo di
una civiltà che ha puntato tutto
sul divertimento, sul PIL e sulla voglia matta di dettare legge
al mondo intero. Chi passeggia
in zona capisce ben presto che
non basteranno i sogni di rivincita di un Presidente Nero a
cambiare il corso di una nazione perchè rimane sempre vera
la sapienza delle vecchie massaie, quella che assicura come
sia più facile da povero diventare ricco che da ricco fare i
conti con la povertà: economica, cultura o semplicemente di
stile di vita.
Paperon de Paperoni e Minnie
continueranno nei loro fumetti
a cantare la ricchezza, lo sfarzo e la musica. L’importante è
far capire ai bambini che stanno solamente leggendo un fumetto: e che quella è l’America. Non il mondo.
Don Marco Pozza
“I press container, sette previsti inizialmente, erano
improponibili per il centro di
Asiago perché di dimensioni
enormi e con un impatto visivo intollerabile – spiega Gios
– Di fronte a un gravissimo
impatto sulla Città ho, assieme alla giunta, bloccato l’installazione per studiare soluzioni alternative. Si è valutato
l’interramento dei press
container e la mascheratura
delle aree ecologiche che rimangono in superficie. Purtroppo il costo di tale interven-
to è di circa 180 mila euro per
ogni press container. Abbiamo
perciò avviato una trattativa
con Etra affinché contribuisse all’interramento che dovrebbe prevedere l’interramento di due press container
a spesa di Etra, senza ulteriori
aggravi sulla cittadinanza, altri 2 saranno interrati attraverso
contributi regionali e due saranno interrati a spese del Comune non appena il patto di
stabilità ci darà una piccola
tregua”.
Gerardo Rigoni
I PICCOLI PARTICOLARI
Quei bidoni che “arredano” la piazza
“Mamma guarda, un bidone con
gli occhiali”. La fantasia di un piccolo residente, sollecitata dai
coloratissimi “arredi” di Piazzetta
delle Poste adAsiago, certo fa sorridere: il mondo visto con gli occhi di un bambino è sempre e comunque bello! Ma quella lunga
fila di raccoglitori per ogni tipo di
immondizia (dalla plastica, al secco, dall’umido al vetro) indispettisce non poco gli abitanti della
piazza asiaghese e delle vie limitrofe. E non passa inosservata
neppure ai turisti che, parcheggiata l’auto al Piazzale dello stadio, passano di là per raggiungere il Corso. E’ uno spettacolo indegno, considerato tanto più che
ci troviamo in pieno centro cittadino. Possibile non si pensi ad una
soluzione se non per eliminare almeno per cercare di mascherare
tanto obbrobrio? I bidoni di raccolta da qualche parte bisogna pur
metterli, è innegabile, ma sognando la raccolta porta a porta, soluzione che gran parte degli
asiaghesi auspicherebbe, perché
non si provvede a mimetizzare
adeguatamente “l’area ecologica”
con legno e vegetazione?
Una residente nei pressi della
piazzetta, tra le tante che ha segnalato il problema alla nostra redazione, si è presa anche la briga
di documentare e portare ad
esempio ciò che si fa in altri comuni. Le foto riguardano il Comune di Limone del Garda. Come
si può vedere ogni piazzola di raccolta è delimitata e ben nascosta
da eleganti separè in legno. Anche i cestini lungo le strade sono
rivestiti in legno e sicuramente è
tutto un altro vedere. La grande
attenzione per l’ordine e l’arredo
urbano si nota tutta, con compiaciuto apprezzamento da parte
di residenti e turisti. Per dare
un’immagine elegante e curata i
“piccoli” particolari servono.
www.cinemaluxasiago.it
8
Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
4
Arte filatelica
Il Premio Internazionale Asiago:
quarant’anni ben portati
Domenica 18 luglio la cerimonia di premiazione.
Per il quarantennale una cartolina postale celebrativa la cui
affrancatura raffigura un particolare della Fontana del fauno
Un appuntamento sempre originale ed accattivante, che da ben quarant’anni si snoda fra tradizione e novità. E’ il “Premio internazionale
Asiago d’arte filatelica”, in programma la terza domenica di luglio, un
evento che attira sull’altopiano un gran numero
d’appassionati di francobolli, dall’Italia come
da Stati vicini. Domenica 18 luglio, dunque, nella fastosa cornice della Sala dei
Quadri del municipio di Asiago, si terrà la
cerimonia di premiazione dei francobolli
vincitori del premio. Che, come tradizione,
sarà ritirato dai rappresentanti diplomatici
degli Stati vincitori. Come da tradizione, nella “Sala della Reggenza” in Comunità montana, sarà allestita la mostra di collezioni di francobolli
ed oggetti postali che presenta lavori di vari specialisti, nonché la rassegna
dei vincitori delle passate edizioni. La giuria si è
riunita a fine maggio ed
ha già emesso il verdetto, che però, naturalmente, è riservato sino
Maurizio
al momento della
Stella
premiazione. Gli allori
verranno assegnati al miglior francobollo del mondo, al migliore a
soggetto turistico, al migliore a soggetto naturalistico: il giudizio è
stato ponderato e meditato, sempre nel solco della tradizione del Premio che si contraddistingue per il prestigio ed il rigore, e che anche
quest’anno è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’anno scorso, lo ricordiamo, i riconoscimenti sono stati
assegnati alla Polonia per il francobollo più bello del mondo; all’Olanda per il turismo; all’Irlanda per il soggetto naturalistico ed alla Spagna, come premio speciale dell’Accademia olimpica. La giuria è anch’essa ormai una tradizione, anche se più recente. L’anno scorso,
infatti, è stata la prima volta senza il cantore dell’altopiano, Mario
Rigoni Stern, ed anche la prima volta del notissimo giornalista, anch’egli originario dell’altopiano, Gian Antonio Stella, che ha preso il
posto dello scomparso scrittore. Gli altri componenti, invece, da anni
svolgono il piacevole compito di selezionare e giudicare i migliori
francobolli stampati dalle oltre duecento autorità emittenti del mondo,
e sono Lorenzo Pellizzari, già presidente dell’Accademia olimpica
vicentina; Ermanno Olmi, assiduo sull’altopiano; il grafico pubblicitario specializzato in francobolli Franco Filanci, e Maurizio Stella, presidente Circolo filatelico “Sette Comuni”, che svolge funzioni di segretario. La mostra nella sala della Reggenza rimarrà aperta per tutta la
settimana; gli appassionati ed i curiosi – e tutti gli anni moltissimi
turisti passeggiano fra i quadri espositivi – potranno visitarla con
tutto comodo. Potranno anche prepararsi un souvenir filatelico, cioè
una lettera od una cartolina affrancata con francobolli annullati con i
bolli speciali che le amministrazioni postali d’Italia e di San Marino
oggi anno preparano per ricordare degnamente il Premio. I francobolli ed i timbri postali d’Italia
e della Repubblica del Titano, ormai, costituiscono una collezione di
tutto rispetto. Tutto ciò è la tradizione del Premio; ma per i suoi
quarant’anni c’è anche una bellissima novità. La Consulta per l’emissione delle carte-valori postali e la filatelia (che è l’organo che consiglia il ministro sui francobolli da emettere) ha infatti suggerito, e il
ministro ha accolto la proposta, di emettere una carta-valore postale
per commemorare degnamente il quarantennale del Premio Asiago. Si
tratta di un “intero postale”. Questo termine filatelico indica una cartolina postale o simili, cioè un oggetto di corrispondenza con il francobollo già stampato sopra. Negli ultimi anni Poste italiane ha emesso
una (a volte due) cartoline postali commemorative all’anno. Nello
specifico sarà del valore di 0,60 euro, realizzata su bozzetto di
Giustina Milite; in alto a destra, entro un riquadro fluorescente,
reca l’impronta di affrancatura raffigurante un particolare della Fontana del fauno, l’opera dello scultore M. Zanetti sita in Piazza
Giovanni Carli. A commento dell’emissione verrà posto in vendita
un bollettino illustrativo con articolo e firma di Maurizio Stella. Lo
sportello filatelico dell’ufficio postale di Asiago utilizzerà, il giorno di emissione, l’annullo speciale a cura della Filatelia di poste
italiane. La posta di San Marino sarà presente con un proprio
ufficio distaccato che venderà francobolli e li annullerà con un
bollo speciale disegnato da Michelangelo Pistoletto, uno dei “grandi” dell’arte contemporanea italiana.
Potenziato il controllo a cave e miniere
i risultati dopo un anno di attività
Oltre 100 le verifiche, 29 sanzioni amministrative comminate,
6 segnalazioni di reato e 3 infrazioni di polizia mineraria riscontrate.
Schneck: “Preoccupa la scarsa attenzione alla sicurezza dei lavoratori”
Oltre 100 cave verificate, 29 sanzioni amministrative comminate,
6 segnalazioni di reato e 3 infrazioni di polizia mineraria riscontrate. Sono questi i numeri di un
anno di attività dell’Ufficio Cave
della Provincia di Vicenza, rinnovato nel giugno dello scorso
anno e potenziato per essere più
incisivo nel monitoraggio delle
attività estrattive. Oggi la struttura è composta da 8 dipendenti
coordinati dall’ing. Filippo
Squarcina sotto la direzione del
direttore generale Angelo Macchia. I compiti sono molteplici,
dall’espressione di pareri tramite
la Commissione Tecnica Provinciale Attività Estrattive, al ruolo
di Polizia Mineraria per monitorare
la sicurezza sul lavoro, passando per il controllo delle cave e
miniere in stretta collaborazione
con il Corpo Forestale dello Stato di Vicenza e con i Comuni.
La competenza “politica” è in
capo al Presidente della Provincia Attilio Schneck, a testimoniare la delicatezza del settore, ed è
stato proprio il Presidente, in una
recente conferenza stampa a tracciare un quadro della situazione
“cave” nel vicentino.
“ In un anno - ha esordito
Schneck - abbiamo effettuato
sopralluoghi in 106 cave su un
totale di 215 attive, con l’obiettivo di completare la lista nel giro
di un anno, per avere una foto-
grafia quanto più dettagliata e
reale delle cave vicentine. Si sono
riscontrate molte attività difformi
sia per aspetti formali che sostanziali, ma per lo più si tratta di
lievi irregolarità, per cui possiamo dire che la situazione è in linea generale buona.”
Le verifiche sono state distribuite omogeneamente sul territorio
e hanno interessato tutte le
tipologie di attività estrattiva,
dalle cave in sottorraneo dei
Berici alle cave di marmo
dell’Altopiano di Asiago. Nel dettaglio: 46 controlli alle cave di
marmo, 19 a quelle di argilla, 8 a
pietre e detriti, 8 a calcare da industria, 15 alle cave di ghiaia e 10
alle pietre dei berici. Sono stati
effettuati controlli sia di tipo amministrativo che tecnico, verificando la conformità con l’autorizzazione regionale, con il progetto e con la normativa in materia di sicurezza. Questo il risultato: 6 non erano accessibili per attività sospesa o ancora da iniziare, 48 si sono rivelate conformi ai
provvedimenti rilasciati, mentre
per le 52 attività non conformi si
è provveduto a comminare le relative sanzioni amministrative,
ovvero ad avviarne i procedimenti tesi alla verifica dell’attività e
alla successiva eventuale contestazione di difformità e all’ingiunzione di sistemazione ambientale. Sono state comminate 29 sanzioni amministrative, per un importo pari a 2.803.221 euro, di cui
solamente 24mila incassati, mentre per il resto si aspetta l’esito
Forte Belvedere (TN)
dei ricorsi al giudice ordinario.
Solo 3 sono invece le infrazioni
di polizia mineraria riscontrate, per
un importo, già incassato, di circa 3.900 euro.
Le problematiche emerse durante i sopralluoghi sono sostanzialmente
le
seguenti:
ricomposizione dei siti scavati
che procede a rilento o è del tutto mancante; recinzioni carenti o
mancanti e accessi non chiusi né
delimitati, con situazione di potenziale accessibilità agli estranei
e relativa situazione di pericolo;
difformità dal cronoprogramma di
scavo e ripristino; mancanza del
cartello identificativo dell’attività estrattiva; presenza di ristagni
(cave di argilla); stati di abbandono delle attività senza
ricomposizione ambientale dei
siti; asporto di materiale associato (cave di marmo dell’Altopiano
di Asiago) in assenza di autorizzazione o per quantità eccedenti
il volume autorizzato.
L’Amministrazione provinciale
intende potenziare ulteriormente
l’attività di controllo.
E’ iniziata una prima fase di rilevamento aereo delle cave tramite
la ditta Geotecnos di Trieste: il
rilevamento avverrà tramite un laser scanner e una camera metrica
digitale posti su un aereo
bimotore. I dati verranno inseriti
in una piattaforma integrata che
ne consente la gestione tramite
internet, permettendo anche a
terzi autorizzati, es. Corpo
Forestale Regionale e Comuni, di
accedere al sistema e di poter effettuare elaborazioni quali calcoli di volume/sezioni, ecc..
E’ prevista l’utilizzazione della
tecnologia del laser scanner a
terra per quelle cave per cui non
è possibile il rilievo aereo. Tramite tecnologie innovative verranno verificate anche le cave
in falda, attività che verrà effettuata in collaborazione con
l’Università di Padova.
“ Quello che ci preoccupa - ha
concluso Schneck - è l’approssimativa gestione delle cave in
particolare per la scarsa attenzione alla sicurezza dei lavoratori. In tal senso, siamo intervenuti e continueremo ad intervenire non solo con controlli,
ma anche con l’attivazione di un
corso di formazione. L’obiettivo
è che i cosidetti “cavatori” diventino “imprenditori dell’attività
estrattiva”, con tutto ciò che questo comporta in termini di rispetto delle autorizzazioni e della normativa”.
8
Sabato 10 luglio 2010
ASIAGO
Quarant’anni di campiscuola
a Malga “Dosso di sopra”. Li
celebra la Parrocchia di
Asiago per la quale questa
struttura è da quattro decenni
un importante punto di riferimento per le attività dedicate
ai ragazzi e ai giovani durante
l’estate. Ad ogni camposcuola
sono legati tantissimi aneddoti; molti e indelebili sono i ricordi che generazioni di giovani asiaghesi conservano
delle belle esperienze vissute
in quella casa in cima al dosso, il cui tetto sembra toccare
il cielo. Esperienze di comunità e di spiritualità, di giorni a
stretto contatto con la natura
magnifica delle zone alte
dell’Altopiano. E’ la sede estiva del patronato, ristrutturata,
sistemata, resa sempre più
confortevole e bella negli anni
grazie al lavoro di tanti volontari. Un nome su tutti ricorre
sempre quando si parla della
“malga dei boce”: Giuliano
Rodeghiero, conosciuto come
Giuliano “Rizzieri” o “Rode”,
scomparso un anno fa. Sua
l’idea, da giovane che frequentava il patronato, di sistemare questa malga di proprietà comunale e di organizzare
l’Altopiano
La “malga dei boce”
compie quarant’anni
A dosso di sopra tre giorni di festeggiamenti: occasione
preziosa per stare insieme e per dare continuità alla
storia nel segno dell’entusiasmo e della partecipazione
lì i campiscuola estivi.
Un’idea nella quale via
via ha saputo coinvolgere un sacco di persone:
chi per i lavori, chi per
le pulizie, chi per i fondi
necessari, chi per l’organizzazione e la realizzazione dei vari turni dei
ragazzi. Per festeggiare alla grande il quarantesimo della malga, sono
programmate varie iniziative. Il clou è fissato
per la metà di luglio. Giovedì 15 e venerdì 16 si
terrà il momento più particolare con il pellegrinaggio
della croce dei giovani dal Patronato a Dosso di sopra. Una
grande croce in legno realizzata appositamente dal gruppo di 3^ e 4^ superiore verrà
portata in Malga e innalzata nel
grande cortile. “Un’idea che
hanno avuto i nostri ragazzi,
nata in una serata passata a
Monte Zebio e guardando la
croce che c’è lì – spiegano gli
animatori nel notiziario del patronato - Nel pellegrinaggio a
piedi, per necessità legate al
peso eccessivo della croce in
costruzione, sarà però portata
in spalla un’altra croce importante per la nostra parrocchia,
quella che da alcuni anni viene portata per le strade del
paese nella processione del
venerdì santo; questa croce
lascerà il posto a quella nuova
NOTIZIE DAL MUSEO DELL’ACQUA
ATTUALITA’
a cura del Gruppo Speleologico Settecomuni
Duemila Leghe Sotto l’America
E’ possibile arrivare nella misteriosa e ricca di tesori terra
degli Incas, nel Perù, attraversando gli Stati Uniti, il Messico,
l’Oceano, passando “sotto terra”? Sembra impossibile, ma
esiste una galleria, lunga
duemila leghe, che attraversa
tutta l’America e che sbuca
nei pressi di un fantastico tesoro, accumulato dagli Incas, e
dimenticato da secoli. Un gruppo di avventurosi è pronto a
tutto, anche a rischiare la vita,
pur di mettere le mani sul fantastico tesoro, ed eccoli dunque imbarcarsi ed attraversare la caverna sotterranea,
che sembra un fiume che si
inoltra nelle profondità della
Terra, combattendo contro il
buio, gli scogli a fior d’acqua
e mille altri pericoli. Scritto
nel 1888, Duemila Leghe
Sotto l’America fu noto anche come Il Tesoro misterioso. Ecco alcune note del nuovo libro presente nella nostra
biblioteca:
Anno: 1911 Titolo:
Duemila leghe sotto l’America Autore: Emilio Salgàri
Editore: Casa Editrice Bietti
Lingua: Italiana
Ma chi era Emilio Salgari...
Nacque a Verona nell’ago-
5
sto 1862 da una famiglia di piccoli commercianti. Visse nel
comune di Negrar, poi abbandonata per trasferirsi all’attuale
“Ca’ Salgàri”. Da giovane studiò presso il Regio Istituto Tecnico e Nautico di Venezia, ma
non arrivò mai a essere capitano di marina, cosa che si
fregiò impropriamente per tutta la vita. Infatti, il sogno della
sua vita era il mare, ma il destino gli permise solo un’unico viaggio che durò tre mesi. Per scrivere i suoi libri, oltre quell’unica
esperienza di navigazione, si affidò a continui studi e ricerche
nelle biblioteche. Autore straordinariamente prolifico, è ricordato sopratutto per il ciclo dei pirati
della Malesia. Il suo primo lavoro fu I Selvaggi della
Papuasia. Poi decine e decine di libri d’avventura. Ricordiamo fra i tanti, Sandokan,
Il Corsaro Nero, La Regina
dei Caraibi, Capitan Tempesta. Divenne così famoso che
Umberto I lo insignì del titolo
di Cavaliere della Corona d’ Italia. Ma non divenne ricco,
anzi... Era un forzato nelle mani
delle case editrici. Lo
constrinsero a scrivere 3-4 libri all’anno più la direzione
di un periodico di viaggi, più
le novelle. Tutto questo per
compensi miserabili, complice la sua ingenuità che lo portò a stilare contratti capestro.
Finì così per aiutarsi con 100
sigarette e una bottiglia di
marsala al giorno.
Accadde a Torino, la mattina
del 25 aprile 1911. Emilio Salgari
lascia sul tavolo di casa alcune
lettere d’addio ed esce con un
rasoio in tasca. Non tornò più.
< A voi che vi siete arrichiti con
la mia pelle, mantenendo me e
la mia famiglia in una continua
semi-miseria od anche di più,
chiedo solo che per compenso
dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto
spezzando la penna. >
Giliano Carli Paris (Gil)
Nello Rabito
a Val Formica. Da lì si salirà portando la croce in spalla, fino in malga”. L’intenzione per questo pellegrinaggio è quella di riuscire a
realizzare una staffetta che
coinvolga tutti i ragazzi della parrocchia, prevedendo
dei punti di scambio dove il
gruppo che arriva, passi la
croce all’altro che prosegue
nel cammino. “Incoraggiamo la partecipazione e ci
auguriamo che sia davvero
numerosa, da parte di grandi e piccoli, e chiediamo la
collaborazione di tutti i ragazzi che vogliano contribuire
a fare un pezzo di questo cammino della croce perché questo cammino possa davvero
rappresentare l’anima della
nostra parrocchia grazie al
contributo di tutti. Si tratta di
un momento importante per la
comunità per affermare insieme la preziosità di quanto ricevuto e condiviso in tanti anni
e per dare continuità alla storia nel segno dell’entusiasmo
e della partecipazione” dice
don Federico Meneghel. Il
cammino si concluderà venerdì 16 luglio con la Santa Messa in Malga Dosso di sopra,
per benedire questa croce e
ringraziare il Signore di questi
40 anni di malga. La festa in
Malga proseguirà sabato con
un’escursione a Cima Portule
per tutti, grandi e piccoli con
partenza alle 9.30 da Malga
Larici. Al ritorno cena in Malga
Dosso di sopra e filò, ovvero
una serata di canti e ricordi animata dal Coro San Matteo.
Domenica 18 la conclusione
con la celebrazione della Santa Messa e il pranzo. Non ci
sono momenti riservati o preclusi a qualcuno, la malga sarà
aperta a tutti coloro che intendono anche per poco viverne
lo spirito e stare insieme. I
festeggiamenti saranno completati con la pubblicazione di
un opuscolo con ricordi e aneddoti relativi ai campi passati in
malga e una mostra di vecchie
foto. Per informazioni ed iscrizioni per i vari momenti rivolgersi alla segretaria del Patronato.
Stefania Longhini
Un orso in Altopiano…non è Dino
Come previsto dagli esperti sembra che una nuova presenza si aggiri per l’alto vicentino
Orso nuovamente
sull’Altopiano? Pare che sabato 3 luglio un turista escursionista abbia avvisato un orso
nella zona di Val Renzola nel
territorio comunale di Roana.
Subito al suo ritorno in paese
l’uomo ha avvisato sia il Corpo Forestale dello Stato sia la
Polizia Provinciale, ente competente per tutte la fauna selvatica. Inizialmente si pensava potesse essere l’orso Dino,
il plantigrado che ha seminato
il panico tra la popolazione
equina altopianese diventando
comunque simbolo della natura
incontaminata
dell’Altopiano tanto che il Comune di Asiago lo ha immor-
talato su un manifesto pubblicitario. Ma poi i dati inviati dal
radiocollare di Dino hanno indicato che l’orso sloveno era
a Tarvisio e poi rilevamenti di
pelo lo davano già oltre confine in Slovenia. L’unica altra
ipotesi è che un nuovo orso
abbia deciso di “scoprire”
l’Altopiano come aveva fatto
qualche anno fa l’orso trentino
Kj2g2, chiamato Likkot dai
bambini delle elementari
dell’Altopiano. Con ogni probabilità anche l’eventuale orso
avvistato potrebbe essere di origine trentina, un giovane
maschio che cerca una
nuova zona dopo essere
stato allontanato dal suo
nucleo famigliare come avviene per ogni maschio di orso
che ha compiuto i 2 anni. Altri
avvistamenti sono avvenuti in
questi giorni sul Pasubio e nella valle sottostante.
G.R.
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
Oltre duecento i commensali nella palestra dell’Istituto
I camperisti cenano con
i piatti dell’Alberghiero
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Maestri della
griglia in gara
Applausi, soddisfazione ed apprezzamenti per gli studenti
L’ultimo week end di giugno ha visto ad Asiago un
bel numero di partecipanti
al Raduno Nazionale
Camperisti “Ecomuseo
della Grande Guerra –
L’Ortigara”, promosso dal
Campeggio Club Vicenza
in collaborazione con la
Federazione Campeggiatori del Veneto e la Confederazione Italiana Campeggiatori.
Il programma della tre
giorni altopianese prevedeva l’arrivo degli iscritti,
con sistemazione negli
spazi interni dell’aeroporto “ Romeo Sartori ” di
Asiago, per venerdì 25 giugno; all’indomani il trasferimento al Lozze e l’escursione all’Ortigara per l’intera giornata, con conclusione presso la palestra dell’Istituto Superiore di
Asiago per la cena curata
dai ragazzi della sezione alberghiera dell’Istituto. Domenica, infine, visita al Sacrario del Leiten ed alla città di Asiago, prima dello
<sciogliete le righe>.
Ci piace porre l’accento sul
fatto che gli organizzatori
-
La <squadra> di cucina capitanata dal prof. Meneghini
abbiano chiesto ed ottenuto la disponibilità dell’Istituto Alberghiero di Asiago
a proporre ai partecipanti la
cena della serata clou della
manifestazione, sabato 26
giugno.
Erano oltre duecento i
commensali e non è certo
stato uno scherzetto allestire nella palestra dell’Istituto una vera e propria sala
da pranzo “Un impegno
importante per i nostri
ragazzi (coadiuvati dai due
assistenti tecnici e da due
collaboratrici scolastiche),
giunto al termine di un
lungo anno scolastico –
ha commentato il prof.
Meneghini, il docente che
ha guida l’équipe – ed una
responsabilità non indifferente per ragazzi di 1516 anni di 2^ e 3^ classe
dell’Alberghiero. Direi
che se la sono cavata proprio bene tutti, dai 5 ragazzi che (al fianco dello
stesso Meneghini, ndr)
hanno seguito la cucina
con ottimi risultati e riscontri ai ragazzi di sala,
eleganti, rapidi e precisi
Uno sguardo d’insieme sulla palestra trasformata in sala da pranzo
nel servizio; menzione particolare per il
responsabile
di
sala,
Stefano
Pinaroli, studente di
5^, che è stato all’altezza del non facile ruolo” .
“Abbiamo proposto
loro
–
precisa
Meneghini – un menù
tipico che prevedeva
come stuzzichini formaggi
misti
dell’Altopiano in
combinazione con
marmellate e mieli
della Rigoni di
Asiago, un antipasto di
baccalà mantecato su
crostoni di pane, quindi
due primi piatti (crespelle
ai funghi porcini e lasagne con finferli e Dolcezza di Asiago) e tre secondi piatti (spalla di vitello
– roast-beef caldo al rosmarino e cosciotto intero di maiale al forno) con
contorno di patate al forno e spinaci al burro; per
dessert torta di ricotta ai
frutti di bosco. Il tutto innaffiato con Vespaiolo e
Cabernet delle cantine di
Breganze”.
Al termine della serata è
stato lo stesso prof.
Meneghini che, prendendo
la parola, ha presentato ai
commensali gli artefici dell’ottima ed apprezzatissima
cena, ai quali è stato rivolto un caloroso applauso di
ringraziamento e di compiacimento.
Cesare Pivotto
Al parco Millepini di Asiago il 18 luglio
la tappa del campionato mondiale di barbeque
I fuochi sono oramai pronti per essere accesi per la 5° edizione
di Griglie Roventi, il campionato mondiale di barbeque per cuochi non professionisti che richiama cuochi da tutto il mondo per
partecipare alla sfida che premia la miglior grigliata di carne. La
manifestazione, promossa dalla Regione Veneto e dai Consorzi
Turistici del territorio, di anno in anno ha riscontrato sempre
maggior successo di pubblico superando le 20 mila persone l’anno
scorso. E per la tappa di Asiago, in programma il 18 luglio, ci
sono già una ventina di iscritti. Alla tappa di Belluno, avvenuta
il 24 giugno, oltre 12 mila persone si sono assiepate in piazza per
vedere i “maestri del grill” al lavoro. Grande divertimento e
momenti di vera comicità hanno accompagnato la manifestazione ora molto attesa ad Asiago. Il tutto in attesa della tappa
finale di Carole in programma per il 29 luglio dove si “scontreranno”
130 coppie di grigliatori per aggiudicarsi il titolo di “Re della griglia
2010”. Una pregiata fetta di lombo alla fiorentina, vino veneto Doc,
acqua minerale, grembiule, cappello, t-shirt e la griglia a gas sono gli
“ingredienti” che saranno consegnati alle coppie di concorrenti che
parteciperanno alla gara asiaghese. Una gara che si terrà alle 12 in
punto al parco Millepini dove al profumo degli abeti si assocerà, per
un giorno, anche quello della grigliata. L’appuntamento sarà presentato dalla conduttrice del programma televisivo “Mela Verde” Elisa
Bagordo accompagnata dal cantautore e musicista Gianni Scribano.
A giudicare i migliori concorrenti, una giuria tecnica composta da
chef professionisti. I parametri di valutazione per stilare la classifica
saranno, oltre alla cottura delle costate, il gusto, la preparazione del
piatto e l’estrosità dei concorrenti nel presentarsi e nel presentare la
superbistecca messa a disposizione dall’associazione produttori carne bovina del Nord Est. Le iscrizioni, 50 euro a coppia, sono aperte
a tutti i maggiorenni che non fanno i cuochi di professione ma che
sono, o si ritengono, “maestri della griglia”. Le iscrizioni possono
essere effettuate direttamente all’agenzia di organizzazione
Ideeuropee al numero 0422-308627 oppure all’email
[email protected]. Si potrà inoltre iscriversi direttamente domenica 18 luglio prima dell’inizio della gara fino a esaurimento griglie. Per vincere il trofeo la coppia dovrà cuocere la propria costata
in 40 minuti. Per le coppie femminili invece l’iscrizione sarà scontata
del 25% proprio per dimostrare che la preparazione della grigliata
non è prettamente un affare maschile.
Gerardo Rigoni
Conoscere l’Altopiano con le guide naturalistiche
Dotate di patentino riconosciuto a livello regionale accompagneranno turisti e residenti sui luoghi simbolo dell’altopiano
Nasce ad Asiago il primo
gruppo di Guide Naturalistico
Ambientali. Grazie alla volontà e all’amore per la propria
terra, alcuni ragazzi altopianesi
hanno deciso di formare una
squadra di guide per accompagnare durante la stagione
estiva i turisti (ma anche i residenti interessati) sui luoghi
simbolo dell’Altopiano. Lo
scopo è quello di descrivere ed
esaltare le peculiarità, le
potenzialità e le caratteristiche
del territorio. «Proponiamo
un servizio di qualità perché
per
diventare
guide
naturalistico-ambientali abbiamo dovuto studiare per
ottenere un patentino riconosciuto a livello regionale
e che ci ha permesso di iscriverci all’albo professionale
– spiega la portavoce nonché
membro del
gruppo Monica
Fantin -; inoltre
siamo tutte
guide nate e
cresciute sul
territorio e
questo avvalora ulteriormente l’attaccamento alle
nostre radici e
alla nostra
terra». Nulla di
improvvisato quindi; per arrivare alla formazione di questo
gruppo ci sono voluti dedizione e studio per offrire un servizio adeguato alle esigenze di
chi l’Altopiano non solo vuole
viverlo, ma anche conoscerlo.
Attualmente le guide sono
Monica Fantin, Anna Sella,
Francesca Pesavento, Gianni
Frigo, Marco Pellegrini e Franco Sella (quest’ultimo in qualità di accompagnatore turistico). Al momento sono già disponibili due calendari, per i
comuni di Roana ed Asiago
(anche se saranno interessati
itinerari di altri paesi tra cui
Rotzo), con circa trenta uscite
che si snoderanno tra i mesi di
luglio ed agosto. «Toccheremo
con mano i luoghi di maggior
interesse naturalistico, storico e ambientale tra cui il
Monte Cengio, l’Ortigara,
l’Altar Knotto, Cima Portule
e Cima XII, Forte
Campolongo e i Castelloni
di San Marco, solo per citarne alcuni – continua
Fantin – anche se è prevista la possibilità, previa
prenotazione,
di escursioni
su zone non
indicate dal
calendario».
Le escursioni
avranno una
durata di mezza giornata o di
una giornata
intera con pranzo al sacco o,
dove previsto, la possibilità di
banchettare nei locali caratteristici o nelle malghe. Le proposte di itinerario sono state
studiate per tutte le esigenze,
con diversi livelli di “impegno”
a seconda dell’attitudine fisica dei partecipanti. «La proposta organica del gruppo
è di offrire un servizio di
qualità
senza
avere
sovrapposizioni con i programmi previsti dalle ProLoco – conclude Fantin –
inoltre alcune guide si sono
specializzate sulla Grande
Guerra per poter offrire
anche informazioni di carattere storico». Le prenotazioni possono essere effettuate
presso gli uffici del turismo dei
comuni di Asiago o Roana (per
quest’ultimo anche nell’ufficio-chalet decentrato alle porte di Treschè Conca). Ogni
partecipante sarà coperto da
assicurazione. È comunque
possibile avere maggiori informazioni visitando il sito
www.guidealtopiano.com oppure telefonando agli uffici del
turismo di Asiago e Roana.
Luigi Frigo Bettinado
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
7
Riapre il Caffè Roma
ASIAGO
Grazie all’accordo tra i proprietari e la Pro Asiago
Il Caffè Roma riapre, almeno per l’estate, grazie all’impegno e alla volontà dei ragazzi della Pro Asiago da una parte,
e dei proprietari del locale dall’altra. I tavolini e le sedie apparsi nei giorni scorsi nell’area di piazza antistante il locale
hanno subito incuriosito e fatto immaginare che a breve si
sarebbero rialzate le serrande dello storico caffè. La conferma che, forse già da domenica 11 luglio, il bar sarà riaperto,
arriva dall’assessore al turismo del Comune di Asiago Roberto Rigoni. “Ci è voluto un lavoro immenso, abbiamo
incontrato enormi difficoltà – ammette – ma era una cosa
che, in ottica turistica, andava fatta, per poter rianimare
la piazza e togliere quell’immagine di degrado data dal
locale chiuso da molti mesi. Con il sostegno del Comune, è la Pro Asiago ad essersi presa l’impegno di riapri-
re il locale, mediante il coinvolgimento di alcuni giovani
dell’associazione stessa assieme a ragazzi dell’Istituto
Alberghiero. E’ stato compiuto un passo coraggioso da
entrambe le parti, e la disponibilità dei proprietari ha
portato ad accordarsi per un affitto simbolico. La scelta
fatta, che va letta esclusivamente in chiave turistica, con
l’intento di valorizzare la piazza e il centro storico anche attraverso questo suo luogo simbolo, non va in concorrenza con gli altri locali del centro, anzi, gli utili andranno reinvestiti in attività legate al turismo, e quindi a
beneficio di tutti, e nel contempo si darà lavoro ad alcuni giovani”. Una soluzione provvisoria, in via sperimentale,
che risolve temporaneamente la situazione statica in cui il
locale si è venuto a trovare alla fine dell’estate scorsa, e il
cui futuro sembra non è essere ancora stato deciso da parte
dei proprietari. “Con l’occasione – conclude l’assessore
Rigoni - desidero ringraziare i titolari del Caffè Roma
per la disponibilità manifestata nel concedere alla nostra Pro Asiago il locale. Ringrazio pure il consiglio di
Amministrazione della Pro Asiago per aver colto la sfida
di gestire una nuova attività turistica, a fianco al Palazzo del Turismo Millepini ed al Museo Le Carceri.
Un grande risultato che dimostra quanto la Pro
Asiago rappresenti,
oggi
più
che
mai, un
insostituibile braccio operativo delle attività turistiche
pianificate dal Comune di Asiago”.
Silvana Bortoli
Emergenza “valari”: eliminiamo
i nemici del nostro buon fieno
“Valari”, così vengono chiamate in gergo rurale queste
piante, il cui nome reale è
“veratro”, (dal latino
veratrum). Se ne parla sempre al plurale perchè sono piante infestanti che non crescono
mai da sole, anzi si moltiplicano ogni anno fino a ricoprire
l’intera superficie dei campi.
L’argomento è poco conosciuto ed è piuttosto articolato, ma
cercherò comunque di spiegare ai lettori di cosa si tratta e
quali sono le complicazioni di
tale problematica. Mi rivolgo
inoltre a tutti i coltivatori e a
coloro che possiedono terreno
in altopiano, coltivato oppure
no, perchè si attivino per estirpare questa pianta “antipatica”,
che è bella, ma cattiva. I disagi
arrecati non sono pochi né
trascurabili e per questo urge
un provvedimento repentino e
globale per cercare, con il tempo, di ridurre al minimo i
danni che ne derivano.
Il problema principale è
che - forse non tutti lo
sanno, oppure ne sottovalutano le conseguenze
- questo particolare tipo
di pianta è velenoso.
Spesso i valari vengono
lasciati crescere e vengono falciati insieme al resto dell’erba: finiscono
così nelle mangiatoie delle povere mucche che,
riconoscendone
la
nocività, sono costrette
ad avanzare il fieno contaminato. Di conseguenza l’allevatore, dopo aver
lavorato inutilmente per
giorni e giorni per procurarsi il fieno nei propri
campi, deve ricorrere ad
altro fieno, acquistandolo da
fuori con ulteriore spesa economica.
Inoltre, il fieno avanzato nelle
stalle contamina il letame: così,
al
momento
della
concimazione, le sementi velenose vengono sparse nuovamente nei campi. Appare chiara quindi la formazione di un
circolo vizioso che non lascia
scampo: il valaro ricresce e si
moltiplica, le sue radici aumentano notevolmente di anno in
anno oltre i 30cm di profondità, e nel giro di poco tempo i
campi ne sono infestati.
A quel punto, il coltivatoreallevatore che vuole evitare che
la propria fatica nel fare il fieno
sia sprecata e che le sue bestie
non lo mangino, deve affrettarsi
a tagliare i valari prima che l’erba sia alta, in modo che le piante e le loro sementi marciscano
prima del tempo del fieno e non
vadano a contaminare il buono
che la nostra terra offre. Qualcuno potrebbe obiettare che in
termini economici conviene
acquistare il fieno piuttosto che
fare fatica per tagliare i valari
ogni anno: con questo tipo di
comportamento però si alimenta
il bestiame con foraggi di provenienza incerta, con conseguente risultato sui prodotti animali (carne e latte), senza contare il fatto che l’incuria e il degrado dei prati abbandonati pregiudicano la bellezza del nostro
altopiano. La crescita del
veratro è infatti una delle conseguenze della diminuzione dei
coltivatori e del sempre maggiore stato di abbandono dei
nostri prati.
Non bisogna inoltre sottovalutare l’azione di chi, non avendo
bestiame, produce fieno contaminato e lo vende: in questo
modo non solo vende un prodotto scadente ad
acquirenti inconsapevoli, ma anche -ed è cosa più
grave- contribuisce alla diffusione del valaro in
zone che fino a
quel momento
non ne sono interessate, ampliando così il problem
a
dell’infestazione.
Nel caso i campi
infestati non vengano coltivati a
fieno, i valari costituiscono comunque un problema e dovrebbero essere tagliati ugualmente,
per almeno tre motivi: si tratta
di erba pericolosa che potrebbe nuocere alle persone ignare
che ne vengano a contatto (l’incidente si è già verificato alcuni anni fa ai danni di una bimba
altopianese, fortunatamente
salvata). Inoltre, sappiamo che
il vento contribuisce allo spargimento delle sementi, e quindi
la sola presenza di valari trascurati vanifica il lavoro di chi
invece se ne prende cura ogni
anno per arginare il problema.
Infine, chiunque possieda un
pezzo di terra dovrebbe occuparsene, se non altro per il bene
dell’ambiente e per la buona
immagine dell’altopiano.
Mi faccio quindi promotrice di
un appello per tutti gli agricoltori e per chi possiede dei terreni in altopiano: diamoci da
fare per l’estinzione di questa
pianta infestante e velenosa!
E’ necessario continuare a tagliare i valari per renderli più
deboli e per fermare la loro
diffusione. Credo comunque
che per risolvere un problema di tale portata sarebbe necessario l’intervento di chi ha
l’autorità di prendere delle iniziative concrete, come per
esempio la formulazione di un
regolamento generale, o qualcosa di simile che induca tutti
a farsi carico della questione.
Spero inoltre che l’aver richiamato l’attenzione su questo
argomento possa interessare
qualche volonteroso studente
di agraria: approfondire lo studio del veratrum e proporre
qualche soluzione potrebbe
essere un ottimo argomento
di tesi, in quanto non fine a se
stesso, ma di pubblica utilità.
Ilaria Panozzo
Premiati i partecipanti
al concorso
“Un poster per la Pace”
Ogni anno i Lions Club di tutto il mondo sponsorizzano il
concorso “Un poster per la pace” presso le scuole locali e i
gruppi giovanili, per incoraggiare i giovani ad esprimere artisticamente attraverso il disegno il proprio concetto di pace.
Tra gli oltre 350.000 giovani che partecipano da tutto il mondo, ogni anno vengono selezionati 24 finalisti internazionali, i
cui poster vengono condivisi a livello globale tramite internet,
stampa e mostre in tutto il mondo. “Visione di Pace” è stato il tema
del concorso dello scorso anno scolastico, al quale hanno partecipato anche una cinquantina di ragazzi della scuola secondaria di 1°
grado Reggenza 7 Comuni di Asiago, seguiti dagli insegnanti di educazione artistica Maria Luisa Tortora per la sede di Asiago, Gianluigi
Martello per Gallio e Cesuna e Giada Meggiolaro per Mezzaselva. A
tutti i partecipanti è stata donata una chiavetta USB, mentre a cinque
studenti dei quali sono stati selezionati i disegni sono andati dei premi
in denaro: Marden Nanon Greta Pais della 2^B e Lara Berthod della
3^ C di Asiago, Giada Baù della 1^G di Gallio, Ruben Slaviero della
1^ I di Mezzaselva e Marzia Magnabosco della 1^ L di Cesuna. Le
premiazioni si sono tenute presso l’Aula Magna della Reggenza 7 Comuni ad Asiago.
S.B.
8
Sabato 10 luglio 2010
ATTUALITA’
La prima edizione del concorso “Giovani idee aiutano a
crescere”, promosso dal Comune di Asiago, con la finalità di
promuovere e sostenere la realizzazione di progetti realizzati
dalla creatività dei nostri giovani,
ha visto la vittoria di Stefania
Tessari. La ventiquattrenne
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Stefania Tessari vince il concorso
“Giovani idee aiutano a crescere”
Un interessante progetto di recupero dell’antica Fada realizzato dalla
ventiquattrenne asiaghese, studentessa presso l’ateneo Trentino
asiaghese, ha frequentato il Liceo Scientifico G.B. Pertile affrontando l’esame di maturità
nell’anno scolastico 20042005. Nel settembre 2005, tramite test di ammissione, è en-
Cesare Spisani nuovo
presidente del Lions Club
Leonardo Franco ha passato le consegne in
occasione della tradizionale “Charter Night”
Dall’allestimento della palestra per la riabilitazione ortopedica all’allestimento del servizio per i Pap test che diventerà obbligatorio solamente
con l’istituzione del Sistema
Sanitario Nazionale nel 1978.
Dalla fornitura di kit
diagnostici
per
la
fenilchetunuria all’ultima donazione con 16 televisori per
la stanze della nuova casa di
riposo di Asiago. Passando
per la tabellazione dei siti storici, il restauro degli affreschi
della chiesetta di San Rocco
ad Asiago, il rifacimento delle
cucine del patronato, la donazione di pc alle scuole medie
e l’elargizione di fondi per numerosi associazioni di
volontariato e di assistenza.
E’ il “percorso” del Lions Club
Asiago 7 Comuni in 40 anni di
attività. Una strada illustrata
dal presidente uscente
Leonardo Franco durante la
tradizionale “Charter night”
tenutasi all’Albergo Paradiso
qualche settimana fa.
Nell’anno appena trascorso,
l’Altopiano
con l’associazione filantropica
che si è arricchita di sette nuovi
soci, sono stati organizzati corsi
per genitori di adolescenti con
la formatrice Lions Paola
Vigliano e promossi il progetto
Lions “Kairos”per l’inserimento scolastico dei portatori
di handicap (con un incontro
organizzato alle scuole superiori con Andrea Stella) e il concorso internazionale “Un
poster per la pace” con le
scuole medie di Asiago. Per di
più, oltre a serate culturali e attività conviviali per i soci, i
Lions hanno partecipato alla
sponsorizzazione dell’Highway
Truck Team ed Energia Sorriso Onlus per i bambini
touareg.
Al termine della serata si è tenuta anche la cerimonia del
passaggio del martello con il
presidente Leonardo Franco
che ha passato ufficialmente
le consegne al nuovo presidente Cesare Spisani a cui spetterà il compito di proseguire
sulla strada tracciata negli ultimi 40 anni
G.R..
trata nel Corso di Laurea a ciclo unico di Ingegneria EdileArchitettura dell’Università di
Trento, dove da poco ha finito di frequentare il quinto
anno: a settembre inizierà infatti il laboratorio progettuale
di Tesi di Laurea, incentrato
sul miglioramento della situazione attuale di Asiago nell’ambito delle Infrastrutture
viarie e della loro gestione. Il
bando prevedeva la possibilità di dedicarsi a progetti di
vario tipo, dall’innovazione
tecnologica all’impegno sociale, dallo sviluppo civile alla
gestione territoriale e dei servizi urbani. Proprio di quest’ultima area si è occupata
la nostra concittadina. “Ho deciso di partecipare perché l’ho
trovata un’importante occasione per migliorare la vita dei
giovani, ma non solo – ha sottolineato Stefania – Questo è un
evento, il primo evento per noi
giovani che dia l’opportunità
di proporre delle idee per migliorare la nostra vita, per migliorare il nostro paese, rendendolo più accessibile e vivibile per tutti. E’ importante
anche l’esperienza in sé – ha
proseguito la laureanda – ci fa
pensare alla vita di tutti i giorni, a ciò che manca o a come
certi aspetti possano essere migliorati, facendoci proporre
elaborati basati sulla vita rea-
le e non di simulazione, come
per la maggior parte del tempo svolgiamo a livello universitario”. Il progetto presentato,
come ci ha spiegato la giovane
redattrice, si propone di risolvere un problema che affligge
Asiago da sempre: la mancanza si un luogo dove approfondire le proprie conoscenze al di
fuori dell’ambito scolastico. Stefania ha individuato la zona della
“vecchia FADA”, in via dei Cinque, con una superficie di circa
2800 mq. Si propone di mantenere la forma attuale della struttura, quindi edificato ai lati del
lotto e giardino centrale, anche
se per motivi strutturali non è
possibile mantenere integro il
complesso attuale. Secondo il
suo progetto, nell’area suddetta
verrà demolito necessariamente l’edificio; dopo le dovute perizie geologiche si potrebbero costruire due piani di
parcheggi sotterranei a un centro polifunzionale. La
riqualificazione di questa zona
si compone di diverse parti,
tutte pensate per alleviare le
mancanze del nostro paese: da
una biblioteca utilizzabile da
parte di tutta la popolazione che
compensi allo scarso spazio e
fruibilità di quella attuale, dove
i nostri giovani potrebbero studiare e confrontarsi sulle proprie letture, alle aule tecnologiche, dove si potrà
approcciare all’informatica;
dalle sale congressi e dagli spazi destinati ai gruppi locali a
un’area affiliata all’attuale
Museo ‘Le Carceri’ per esposizioni artistico-culturali. Un
bar ristorante potrebbe dare sul
cortile interno. Sarebbero tutti
punti di incontro e di scambio
intergenerazionale, necessari
per far crescer e, arricchire la
popolazione. Stefania ha pen-
sato anche a uno spazio dove
ci sarebbe la possibilità di trovarsi per pranzare, per dare la
possibilità a studenti e non di
consumare il pranzo senza interrompere in modo troppo prolungato gli studi, nonché uno
dedicato al pernottamento dei
turisti. Tutti spazi pensati per
essere trasformabili e flessibili,
per venire incontro alle necessità temporanee delle attività.
E dopo la sua vittoria? “L’unico progetto futuro sicuro è
affrontare gli esami di Stato
per la professione di Ingegnere e Architetto – ci ha detto la vincitrice – Spero che
questo concorso si ripeta
negli anni a venire, perché
è l’occasione per tutti i giovani di cambiare e migliorare il proprio paese e con
esso la vita di tutti i coetanei e non”.
Martina Rossi
Nel giorno di Sant’Anna il ricordo di una cara amica
Anna fu moglie di
Gioacchino, ricco mercante
di Gerusalemme, che per la
tradizione ebraica, non era
degno di portare doni al tempio, in quanto non aveva avuto figli. Devoto ad Anna, non
voleva avere una seconda moglie e ottenne la grazia dopo 40
giorni di preghiera in solitudine,
di vederla incinta di Maria. Per il
tempo, erano anziani e Anna rimasta vedova, allevò Maria assieme ai due figli avuti dal secondo matrimonio. (Anna però
è menzionata solo nei Vangeli
apocrifi).Anna (Hannah in ebraico) significa appunto grazia. Il
culto di S. Anna fu prima orientale (Giustiniano dedicò nel 550
a Lei, una chiesa in
Costantinopoli), poi occidentale
(presente sui mosaici di S.
Maria Maggiore del V secolo,
ma il culto iniziò a Napoli nel
X secolo), soprattutto per le
reliquie portare in Europa con
le crociate. Molte sono le chiese ad Ella dedicate, soprattutto al centro-sud e così pure
piazze, strade, paesi. E’
patrona di Caserta, protettrice
della pace di Firenze, deputa-
ta di molte chiese e ricorrenze: S. Anna di Stazzema
(Lucca), Canevoi (Bl) Centa
(Fe) Baselga del Pinè (Tn),
Carbognano, S. Vendemiano
(Tv), il Palio di S.Anna ad
Ischia (evento mirabile), perfino un film: “Miracolo a S.
Anna” di Spike Lee. Vi sono
scuole a Lei dedicate, Ospedali (To), Associazioni di
volontariato, quartieri (St.
Annes a Bristol e a Londra,
città a Terranova e in Canada) e paesi in comuni italiani:
Foggia, Carbonia, Enna,
Agrigento, Rapallo, Cuneo,
Vinadio (S. Anna, nome dell’acqua minerale). Ma quassù da noi, non risulta nessun
toponimo
col
Suo
nome...Chissà perchè?
L’ immagine di S. Anna, su
pale e affreschi, è sempre affiancata da Giacchino o dalla
figlia Maria e Lei stessa appare sempre coperta da un
manto verde, simbolo di speranza. La Bretagna (Francia)
ne è devota e la Stessa è
patrona degli orefici e protettrice di falegnami, carpentieri, sarti tessitori,
commercianti di tessuti: questo
perchè insegnò alla Figlia a
cucire e tessere ed protettrice
delle madri e delle vedove. Ma
quassù non ci risulta nessun luogo sacro o profano, col Suo
nome, né che questo nome così
bello, corto, indeformabile,
palindromo, sia molto diffuso.
Ci abbiamo pensato, abbiamo
fatto passaparola. Ci è venuta allora in mente un’Anna particolare, non perchè fosse una
santa, tutt’altro, anzi era
peperina, tosta e dalla lingua
schietta! Anna (Rasotto!) è
nata il 26 luglio - doppio
festeggiamento - e noi abbiamo voluto ricordarla per come
per tanti anni si è prodigata per
la crescita del nostro
Altopiano. Nessuna formazione culturale speciale, una conoscenza
linguistica
approsimativa, eppure quanto
ha girato per portare i colori
della nostra
terra! In
trentino
di chi si ricordano? Di lei! In
ambiti sportivi, chi citano tuttora? Lei! Quindi il segno lo
ha lasciato, eccome. Oggi,
andrebbe a nozze, col fermento che sta percorrendo le nostre contrade e, quanto bisogno le contrade avrebbero di
figure come lei! Perchè pochi
hanno amato i boschi e
l’Altopiano come lei e così la
ricordano la sua famiglia e i
suoi amici: felice solo quando
era in mezzo al verde, a camminare sui sentieri del nostro
territorio. Beppa Rigoni Scit
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Sabato 10 luglio 2010
ROANA
Incontriamo Luigi Martello,
Assessore al Turismo del Comune di Roana, per parlare
innanzitutto del costruendo stadio del ghiaccio del Lonaba che,
come riportato nello scorso numero del nostro giornale, suscita il malcontento di numerosi cittadini in quanto considerano che
la spesa per la sua costruzione
graverà per troppi anni sulle loro
spalle, e dubitano che la struttura
riuscirà poi a mantenersi, lamentando per contro disagi dovuti alla
trascuratezza di strade, marciapiedi e di opere pubbliche. “Nello stesso giornale in cui si riportano le critiche allo stadio di
Roana – esordisce Martello - si
parla anche del mancato arrivo
ad Asiago di squadre di calcio in
preparazione estiva, per la mancanza di strutture di un certo livello. Se ci consideriamo località
turistica, che vive principalmente di turismo anche alla luce della
chiara fine dell’edilizia, per favorire le frequentazioni bisogna essere competitivi. Questo significa che, per poter lavorare almeno sei-sette mesi all’anno, chi lavora nel settore come gli albergatori, deve essere messo nelle
condizioni di fare proposte
accattivanti. Il progetto dello stadio si inserisce nello sviluppo pensato per l’area del laghetto: si tratta
di una struttura polivalente, che
verrà gestita assieme al laghetto,
nell’ottica di una nuova visione
della zona. Al Lonaba arriverà la
ciclopedonale, alla quale è legata
anche una rete di 12 percorsi per
la mobilità dolce già inseriti nel
PAT. La scelta di costruire lo stadio è stata sicuramente riflettuta,
faremo in modo che costi meno
possibile e ci auguriamo di farlo
lavorare: ci sono contatti interessanti con la Federazione, abbiamo già parlato con delle società
di artistico a rotelle che sono interessate alla struttura, la quale
l’Altopiano
9
“E’ necessario dare nuovi impulsi al turismo,
creando infrastrutture per dare l’opportunità di
rendere più accattivante l’offerta alberghiera”
Luigi Martello, assessore al Turismo di Roana risponde alle critiche sullo stadio del ghiaccio, chiedendo a minoranza e cittadini di fare un passo in avanti e sforzarsi di capire, piuttosto che fare “sparate a zero, che non servono a
nulla”. Intanto, con regia del Comune e collaborazione di tutte le Pro Loco, per l’estate si punta al “meno, ma bello”
sarà dedicato al ghiaccio d’inverno, mentre d’estate potrà essere
utilizzata da società sportive, che
occuperanno così anche posti alberghieri, e per manifestazioni e
spettacoli, garantendo che possano svolgersi anche in caso di maltempo, pesante incognita per gli
eventi all’aperto. Dobbiamo mettere il privato nelle condizioni di
migliorare l’offerta alberghiera, attività che non avranno più motivo di esistere se non facciamo
nuove piste per lo sci, se non pensiamo a tutta una serie di infrastrutture, come quelle ipotizzate
nella zona che da Canove va verso Asiago. E’ necessario dare un
nuovo impulso da una parte, mentre dall’altra serve il mantenimento di ciò che è l’ordinarietà, tra
cui marciapiedi e strade. Lo vediamo anche noi che servono interventi per la sicurezza stradale,
per la quale arriveranno quasi
seicentomila euro, di cui
centocinquantamila per lavori che
verranno svolti entro la fine di luglio. Non è che i soldi spesi per lo
stadio vengano sottratti ai lavori
ordinari, si tratta di cose diverse; purtroppo, nel pubblico, ci
sono degli iter burocratici quasi assurdi per la gestione degli
appalti, che allungano moltissimo i tempi”. Cosa risponde a
chi asserisce che la struttura sia brutta, tanto da rovinare l’area del laghetto?
“Che si giudica quando è finito.
L’idea è di dotarlo di impianto
fotovoltaico, che oltre a far costare poco il mantenimento,
scurirà il tetto. Inoltre, una volta terminati i lavori esterni, si
vedrà solo la parte alta, per cui
l’impatto sarà di gran lunga mi-
Hoga Zait, gran
finale con i Rispaar
Dopo l’accensione dei Falò propiziatori in tutte le frazioni, e l’apertura
ufficiale in sala consiliare del Municipio di Roana a Canove, la 5^
edizione del Festival Cimbro entra nel vivo con i suoi spettacoli, eventi
ed incontri che formano un laboratorio culturale sulle minoranze etniche. Il programma (consultabile anche nell’inserto degli eventi allegato al giornale) si concluderà con il gran finale di domenica 18 luglio alle
ore 22 al Laghetto Lonaba. Anche questa serata rappresenta una novità per il Festival, visto che è stata affidata al gruppo I Rispaar, e
quindi sarà confezionata completamente “in casa”. Con lo spettacolo
conclusivo di Hoga Zait, che ha richiesto loro un lavoro di preparazione molto impegnativo, i Rispaar sono chiamati ad esprimere le loro
capacità più coreografiche e tecniche, con balletti contornati di luci ed
effetti speciali che, ne siamo certi, riusciranno ancora una volta a
sorprenderci. “Come ricordo sempre – commenta Silvano Vellar, presidente del gruppo – non siamo professionisti, ma mettiamo tutto il
nostro impegno per fare le cose al meglio, e sono convinto che anche
in questa occasione, se tutto andrà secondo previsioni, riusciremo a
presentare uno spettacolo davvero unico, grazie all’impegno di tanti,
visto che realizziamo da noi costumi, coreografie, effetti scenici. Cito
in particolare il nostro tecnico Giacomo Silvagni, che ha fatto un
lavoro egregio”. Poco si anticipa sulla serata, se non che sarà introdotta dal cantastorie Ezio Pesavento, e che proporrà poi balletti suggestivi, in tema di tradizioni e leggende del luogo. Una ventina i componenti
del gruppo impegnati nello spettacolo, affiancati in questa occasione
anche dai figli di alcuni di loro.
nore. Del resto farlo più bello
sarebbe costato una follia. Dispiace constatare questo
populismo di basso rango da
parte delle minoranze, la logica
dell’alternanza dice che una
volta tocca a uno e una volta
all’altra, sparare a zero, e utilizzare lo stadio come strumento
di critica non serve a nessuno.
Siamo ancora fermi al pensiero che qualsiasi idea o scelta nasconda altri interessi, credo invece sia necessario fare un passo in avanti, avere la volontà di
capire. Uno sforzo di comprensione lo chiedo anche ai cittadini, che devono sapere le difficoltà che si incontrano nella
gestione della cosa pubblica: si
devono fare i conti con tante
cose, gli iter da seguire nel pubblico sono folli. Bisognerebbe
provare prima di parlare”. Parliamo di iniziative ed eventi
programmati per l’estate, da
uno sguardo al calendario appare chiaro che ci sia un rin-
novamento. “Sono state fatte
scelte di qualità, si è deciso per
il <meno, ma bello>, nella convinzione che non serva un programma zeppo di cose viste..e
riviste. Ci è voluto un grande
impegno, un grande lavoro di
regia comunale che, con il sostegno di tutte le Pro Loco, ha
portato a fare delle scelte dal
più alto valore culturale ed artistico. Cito il ciclo di spettacoli di varietà, che ha preso il
via con le prime due serate di
Roana e Canove (che hanno riscosso grande favore di pubblico, ndr) con protagonista la
compagnia lombarda “Il Magico Baule” , un insieme di teatro e musica di qualità. L’Hoga
Zait, diventando “il festival delle
minoranze del mondo” proporrà spettacoli di artisti che provengono da altri continenti,
come gli Hulan (Mongolia) e il
Duo Tobarich (Argentina). I
100 anni del Trenino verranno
festeggiati con un ricco pro-
gramma a Treschè Conca,
Cesuna e Canove che farà rivivere la Vaca Mora dal 7 al 14
agosto. Si amplierà anche l’attività di Artemusica, che il Comune di Roana ha sostenuto fin
dal suo debutto, e che quest’anno grazie anche all’importante
contributo ad Hoga Zait, si confermerà connubio di arte, cultura, letteratura e musica classica. Oltre al programma serale
abbiamo pensato a come dare
la possibilità agli ospiti di tutte
le età di impegnare giornate e
tempo libero, prestando maggior cura ai sentieri, predisponendo una nuova formula per il
Grest, proponendo, assieme alla
Roana Servizi, un ampio ventaglio di attività e proposte legate al laghetto balneabile
Lonaba, alla piscina, alla palestra e al centro benessere. Con
la condivisione di tutte le Pro
Loco, sotto un’immagine grafica unica, siamo riusciti a mettere a punto un programma al-
ternativo di interessante livello,
con circa duecento appuntamenti totali, che si integra così
anche alle proposte di Asiago.”
Silvana Bortoli
“D’ora in poi si parlerà
degli “stadi del ghiaccio”
dell’Altopiano”.
Mario Lievore, vice presidente
della FISG, in un recente incontro con le società sportive del
ghiaccio altopianesi ha avuto
modo di dare il suo “benvenuto”
alla nuova struttura che sarà portata a termine a Roana per il prossimo inverno. “Da ora in poi si
dovrà ragionare su due stadi del
ghiaccio – ha detto - quello di
Asiago, sempre considerato “di
tutti”, e quello nuovo di Roana,
che dovrà pure essere recepito
come “di tutti”. Con la collaborazione fra le due strutture, si riuscirà a offrire nuove opportunità
a coloro che praticano gli sport
del ghiaccio, ottimizzando anche
la gestione di entrambi”.
CASSA RURALE ED ARTIGIANA DI ROANA
II modello cooperativo al servizio del territorio
Le Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali ed Artigiane
hanno mostrato, in questo periodo di difficoltà, la capacità di
superare la distonia tra dimensione dell’utile individuale e del
benessere collettivo, alla base del
corto circuito generato dal
perseguimento del profitto a tutti
i costi. A questa logica perversa
del breve termine il modello cooperativo contrappone la propria
capacità di co-operare, di operare insieme per lo sviluppo e il benessere del territorio. Nella
semantica BCC è insita l’ottica
della comunità, per cui il benessere collettivo non è inteso come
risultato dello scontro tra gli utili
individuali, ma come somma virtuosa degli stessi. Nel modello
BCC è imprescindibile l’attitudine
degli intermediari cooperativi ad
essere espressione del territorio,
a valorizzare il radicamento per
qualificare la relazione creditizia
stessa. In sostanza, il modello cooperativo è un modello di prossimità che vuol dire percezione diretta dei bisogni e delle caratteristiche peculiari di un territorio,
maggiore
efficienza
nell’allocazione delle risorse, minor rischio. In questa logica le
BCC-CR vivono e si nutrono di
interattività: interattività all’interno dell’azienda, con la base sociale ed interattività con il territorio. Seguendo questo orientamento, le BCC hanno mantenuto la
prossimità a imprese e famiglie e
sono risultate non soltanto più
visibili, ma soprattutto “riconosciute” nel loro ruolo di sostegno
alle esigenze dei territori e delle
comunità locali. Questi comportamenti hanno prodotto apprezzamento da parte dei diversi
interlocutori, soprattutto da parte
delle categorie economiche, delle istituzioni e della società civile. In particolare, ancora l’En-
ciclica Caritas in Veritate dà atto
all’esperienza delle BCC-CR di
essere un esempio della possibilità di coniugare le ragioni dell’economia con quelle dei valori. Dice l’Enciclica: “Retta intenzione, trasparenza e ricerca
dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere
disgiunti. Se l’amore è intelligente, sa trovare anche i modi
per operare secondo una previdente e giusta convenienza,
come indicano, in maniera significativa, molte esperienze nel
campo della cooperazione di
credito” (n. 65). Mentre il Governatore di Banca d’Italia Mario Draghi ha evidenziato che
“il forte radicamento nel territorio e la fiducia accordata loro
dai risparmiatori hanno consentito alle BCC di. esercitare un
ruolo stabilizzatore delle fonti di
finanziamento delle piccole imprese, di estendere il sostegno
anche a quelle di medie dimensioni che incontrano difficoltà
a trovare finanziamenti presso
le banche più grandi”.
Queste considerazioni non appannano, però, la nostra vista
circa le difficoltà del momento
presente e le sfide che il contesto pone soprattutto alle banche delle comunità locali. In
questi anni è cresciuta la complessità del mercato e delle regole del fare banca. E’ aumentata la pressione competitiva. Si
è accelerata l’esigenza di fornire risposte “di qualità” ad una
clientela giustamente più attenta e più esigente. In questo contesto, la nostra Cassa Rurale
vuole accelerare. Rafforzando
l’identità di banca mutualistica
del territorio ed amplificando gli
strumenti per essere sempre più
efficacemente componente di
una moderna rete di imprese.
8
Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
10
Qui Mezzaselva, ci siamo anche noi!
“Ci siamo anche noi, abbiamo
diritto ad un po’ di attenzione,
a qualche cura in più per un
paese ricco di storia come il
nostro, che rischia di perdere
la sua identità”. E’ quanto dicono alcuni cittadini di
Mezzaselva, che dopo aver letto le rimostranze di altri residenti in territorio comunale di
Roana per le trascuratezze di
strade ed opere pubbliche, hanno contattato la redazione per
dire anche le loro. “Mezzaselva
ha cominciato a soffrire dopo
la chiusura dell’Istituto
elioterapico – dicono – per il
quale però siamo ancora
fiduciosi, avendo avuto
rassicurazioni che la struttura
sarà presto riattivata dalla
Regione. Ora priorità per la
comunità sembra essere il
plesso scolastico, unica struttura che dà un po’ di vitalità a
questo che rischia di diventare
un paese fantasma. I ragazzini
usano come mensa un locale
del posto, ed il contesto scolastico in generale porta lavoro
anche ai bar e al negozio di
alimentari. I numeri tengono,
sono quasi una sessantina gli
iscritti di Rotzo, Mezzaselva e
Roana, disponiamo di bravi
insegnanti e la qualità del ser-
vizio scolastico è ottima, i ragazzi vengono preparati bene
per affrontare le scuole superiori , ma è necessario investire nella struttura,dimenticata
da più di vent’anni, e rimetterla un po’ a posto affinché
possa rispondere alle esigenze
di una scuola più moderna “.
In questo periodo di chiusura
estiva l’edificio si presenta nel
suo massimo degrado: sembra
abbandonato, con balconi malmessi, ringhiere arrugginite, erbacce incolte, nonostante
l’adiacente parcheggio “venga
utilizzato anche da quei pochi
turisti che, apprezzandone la
tranquillità, fortunatamente
scelgono Mezzaselva per le loro
vacanze”. “Anche canonica,
ambulatorio, ufficio turistico e
cimitero necessitano di lavori
di sistemazione, ed altra nota
dolente è l’area verde del campo sportivo, fulcro tra l’altro
della marcia Mittelwalt, una
delle poche manifestazioni che
ancora si svolgono regolarmente in paese, oltre al torneo di
calcetto. Il campo sportivo è
poco utilizzato, qui tutto è aperto e trascurato, anche il campo
da tennis in cemento, che rappresenta una valida alternativa a quelli di Roana, in terra.
La rete è rotta in più punti, panchine e porte sono malconce,
l’erba viene tagliata grazie ad
un contadino che si offre a ti-
tolo di volontariato. Nei pressi
c’è un’area- gioco con staccionata divelta, per non parlare
poi del degrado di quella che
era un’area per sosta e pic-nic,
con panche e tavoli oggi
inutilizzabili e circondati da
rifiuti. Con regolare manutenzione questo sito, potrebbe trasformarsi in un bell’angolo di
relax e divertimento per le famiglie, anche grazie ai panorami che si godono nei dintorni. Altra struttura sportiva che
andrebbe integrata è quella
dello schettinaggio, dove sono
stati ricavati due bei campi da
calcetto e beach volley,che andrebbe completata con l’utilizzo anche delle stanze sopra all’annesso piccolo edificio degli spogliatoi, pure ristrutturato, dove potrebbe trovare sede,
come da proposta fatta già
anni orsono, un piccolo museo
faunistico e floreale. Il museo,
integrato da un percorso didattico nel bosco circostante, potrebbe essere meta di visite turistiche. Anche qui ci vorrebbe
maggiore cura e pulizia, mentre al taglio dell’erba del parco giochi hanno dovuto pensare alcuni ragazzini del paese. L’area viene rimessa in ordine solo subito prima che ini-
zino i tornei.” Infine si mette
l’accento sullo stato dei sentieri. “Quello delle “Beate
donnette” viene trascurato
spesso, fino a quando ortiche,
sassi e rami lo invadono. Tenendolo curato, e ripristinando altri tratti di vecchie strade, come chiesto anche con una
raccolta di un’ottantina di firme tra residenti e turisti, si potrebbe dare vita a un bellissimo percorso da fare a piedi o
in bicicletta, attraverso zone
paesaggistiche di bellezza particolare come le nostre, valorizzando anche il mondo agricolo che lo circonda, e collegando il paese con altri vicini.
Sarebbe un’alternativa molto
apprezzata, visto anche la pericolosità della strada che fa
attraversare velocemente il paese dalle auto in transito.
Mezzaselva, forse l’unico paese ad avere mantenuto intatto
il suo centro storico, meriterebbe di più. Invece quest’anno ci
hanno tolto anche gli appuntamenti dell’Hoga Zait: niente
passeggiata delle Zeleghen
Baiblen, e niente apertura del
Festival Cimbro, che gli altri
anni si teneva in centro paese.
E pensare che a Mezzaselva
esiste la biblioteca museo dedicata a Umberto Martello
Màrtalar, fautore del dizionario della lingua cimbra”. “Con
qualche piccolo investimento il
nostro paese potrebbe essere più
appetibile anche per i turisti,
pensiamo alle persone che vivono nelle città tra traffico,
smog, ritmi frenetici e che qui
possono ritemprarsi, basterebbe dare loro la possibilità di
godere di prati e boschi attraverso sentieri e piste ciclabili,
o usufruire di strutture sportive
ben tenute. Chiediamo a Sindaco e Amministrazione Comunale di ricordarsi anche di noi,
in modo tale che si possano
continuare a vedere quei pochi
ma graditi ospiti che ancora
scelgono Mezzaselva per la loro
villeggiatura”.
Silvana Bortoli
Debutta a Treschè Conca il
Mercato di Campagna Amica
E’ arrivato il Grande Fardello
A Camporovere il contenitore sociale che porta in giro l’opera-azione artistica concepita
da Alberto Peruffo con la partecipazione di 24 artisti, fotografi e grafici
E’ partito da
Vicenza, ha risalito
i dieci tornanti del
Costo di Asiago e si
è spostato in quota
per stabilirsi temporaneamente a
Camporovere.
Giunto in Altopiano
grazie alla partecipazione
della
Barental Free-Art di
Asiago, il Grande
Fardello è un’opera-azione artistica
concepita da Alberto Peruffo (autore di The Wandering Cemetery e delle Tristi Montagne Fumanti) con la partecipazione di 24 artisti,
fotografi e grafici. Un contenitore sociale per l’appunto, un
social container: il titolo la dice lunga e nei fatti parliamo
proprio di un container, già in uso come modulo espositivo,
in questa occasione è spazio dis-positivo ed esso stesso un
passaggio fondamentale dell’opera, un’azione concreta di
raccolta di fardelli, pesi percepiti e opprimenti l’Italia contemporanea, un attraversamento dello spazio nazionale verso una meta distante e ancora ignota. Camporovere rappresenta la seconda tappa: il container è già stato frequentato
da più di 3000 persone a Vicenza presso il Parco del Retrone
durante Festambiente. Nel mese di agosto procederà sulla
via di Bassano fino a Grosseto e ancor più giù, raccogliendo fardelli locali per creare dialogo, confronto e infine liberazione dall’immaginario che inquieta la collettività.
Stefano Zattera, Elena Rapa, Dast, Manuel Pablo Pace,
Andrea Zago, Tiziana Pretto, Ignazio Lago, Daniela
Perissinotto, Giovanni Rubino, Laurina Paperina, Dario
Lazzaretto, China di Keme, Umberto Rotondella, Giulio
Malfer, Maurizio Camposeo, Lorenzo Menato, Alberto
Peruffo, Alessandro Colombara. I
primi fardelli sono
stati pensati da
loro e le loro opere viaggeranno assieme al container.
Sono artisti italiani
di diversa provenienza, da tempo
impegnati nella
rappresentazione
della cultura del
nostro Paese e i
relativi legami sociali-politici-economici. All’interno, all’esterno e sopra il container in via 8
Agosto n. 201 a Camporovere, dietro l’Albergo Montagna,
nello spazio aperto del laboratorio di Gil Carli Paris e Wally
Vescovi, chiunque vorrà potrà passare, trovando di certo
qualche punto di vista fisico o simbolico sulla realtà di ogni
giorno, in uno spazio in cui l’arte apre le porte e si presenta
sulla strada. Anche il visitatore è invitato a lasciare un proprio contributo, punto di vista che entrerà a far parte del
container. Per questo, come già i Delirio House a Vicenza,
nel mese di luglio Ilaria Carli Paris e Silvano Beggio continueranno a costruire il container dipingendone il tetto di
fronte al nostro passaggio e paesaggio, all’aperto. Il luogo
è dei migliori, nella strada che dai paesi passa il Vezzena, tra
gli alberi dell’antica Kamparube, non distante dal Tanzerloch,
accanto ad un luogo magico e misterioso: il laboratorio in
cui tra i ferri del mestiere del legno, si trovano innumerevoli preziosi oggetti e documenti dei tempi vecchi e ormai antichi della Gente dell’Altipiano.
Nel sito www.socialcontainer.net sarà possibile trovare gli
orari di apertura del container e del party di sosta! Tutti
potranno scrivere e leggere in [twitter.com/socialcontainer].
È partito domenica 4 luglio il progetto della Coldiretti vicentina
rivolto a portare il mercato di Campagna Amica sull’Altopiano.
Una dozzina i banchi sistemati presso il piazzale in centro a
Treschè Conca, posti bene in vista del serpentone di auto che
sale dal Costo; pane, verdure, carni, miele, insaccati e formaggi sono gli alimentari posti in vendita. “Per tutte le domeniche
estive – Spiega Domenico Rasia Dal Polo - sarà quindi possibile l’acquisto di merce direttamente dai produttori della provincia, esclusa la scadenza di fine agosto, in cui il mercato si
sposterà ad Asiago in concomitanza con l’evento “Il cielo sotto le stelle”. A Treschè Conca saranno mediamente presenti
una dozzina di aziende provenienti dalla pianura, precisamente da Velo d’Astico, Villaverla, Zanè, Bolzano Vicentino, S.
Vito di Leguzzano, Malo, Arsiero, Zanè, Poiana e S. Germano
dei Berici. Un progetto ambizioso ma utilissimo che la Col
diretti sta portando avanti in tutta la Penisola. L’obiettivo –
continua il funzionario della Col diretti – è la realizzazione della
filiera corta che porta beneficio economico al consumatore finale in termini di qualità e giusto prezzo per gli acquisti, ma anche
un migliore sviluppo per l’economia locale.
E non si deve sottovalutare la possibilità offerta di conoscere
direttamente produttore e prodotto, una vera rivoluzione nel modo
di fare la spesa. Auspichiamo che i vicentini imparino a scegliere
i prodotti, con grande attenzione al prezzo, ma non a scapito della
qualità. Seguendo la stagionalità è possibile risparmiare, mangiare
sano e portare in tavola prodotti sempre freschi”.
Con la realtà dei farmer’s market vicentini proposti da Campagna
Amica si apre inoltre l’epoca del dialogo tra produttore e consumatore, poiché quest’ultimo potrà far valere le proprie valutazioni
sull’acquisto degli alimenti attraverso le schede di gradimento,
veloci questionari da compilare e consegnare al commerciante.
G. Dalle Fusine
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
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CESUNA
ROANA
“Vacareti e Vacarete” seconda edizione
Cecilia
Tribbia
Una settantina di persone hanno partecipato al raduno in casaretta degli Ostarei sullo
Zovetto. L’allegra festa conviviale è stata il frutto dell’impegno di un gruppo di volontari
Domenica 4 luglio si è tenuto a
Cesuna il secondo raduno dei
“Vacareti e Vacarete”; una settantina di persone sono salite
in casaretta degli Ostarei sullo
Zovetto, chi a piedi per l’antico sentiero vicinale a fianco di
Villa Tabor, chi per la strada
comunale che dal bivio della
Kostelaba, sopra la chiesa di
Cesuna, raggiunge la valle dei
Magnaboschi, passando per il
Kübele. Fino agli anni ’60 le
pendici dello Zovetto, il monte
che contorna a sud Cesuna,
erano ancora tutto un grande
pascolo, che partiva dal centro
del paese ed arrivava alle dolci
praterie della malga, per poi
scendere in contrada Jeckele,
più conosciuta come val
Magnaboschi. Tranne che durante la prima guerra mondiale, quelle praterie furono sempre intensamente percorse dai
cesunesi, che lassù trascorrevano le giornate dalla primavera all’autunno. A salire erano
soprattutto i bambini, vacareti,
dai sei ai tredici anni, che conducevano ai pascoli le mucche
di famiglia o delle famiglie da
cui erano a servizio; si può dire
che i bambini appena imparavano a stare in piedi già pren-
Emma
Frigo
Metele
La Messa
devano il bastone in mano per
condurre le mucche. La maggior parte delle famiglie
cesunesi possedeva lì dei pascoli, che salivano dai 1000 m.
del paese ai 1200 m. della cima,
in forma di lunghe strisce, in
modo da favorire un’equa
monticazione per ognuna di
loro. Ora, tranne qualche lembo di radura rimasta, il paesaggio ha completamente cambiato
aspetto, trasformato da largo
pascolo ad incombente bosco
nero d’abeti. Quest’anno a celebrare la S.Messa è stato Don
Gianfranco Ambrosini, che da
pochi giorni ha lasciato la parrocchia di Centrale, in arte
Ambrogio Campanaro; egli non
ha mai dimenticato le sue origini, immortalate nelle poesie di
“Cesuna ricordi sempre verdi
come i pini”. Salendo sullo
Zovetto ha stentato a riconoscere i pascoli che lo videro fanciullo, perchè i boschi hanno
sostituito le praterie e tutto, strade e sentieri, ora è lasciato in
abbandono. I servetti, un tempo, venivano in gran numero da
Calvene, Chiuppano e Cogollo
e anche quest’anno sono arrivati in loro rappresentanza alcuni attempati e vivacissimi
vacareti della pedemontana,
come Bruno Stivanello e
Gioventina Frigo, classe 1924,
che ci hanno raccontato le loro
storie semplici, intrise di un sen-
so di nostalgia per l’immersione in una natura preponderante
e sempre benigna. Un’autorevole e frizzante testimone della
pedemontana è stata Cecilia
Tribbia, classe 1925, salita dalle
Bregonze de Ciupan ad allietare la compagnia con le sue argute poesie, a nome dell’associazione dei poeti dialettali
www.elgraspo.kamae.it, e con
impareggiabili racconti di vita
vissuta. Dalla Dalmazia è arrivato l’ex campione italiano di
decatlon Bruno Poserina, che
ha lasciato la barca a vela a
Monfalcone per non mancare
all’appuntamento. Bruno ci ha
ricordato la diaspora dei numerosi altopianesi trasferitisi a Zara
prima della guerra e l’incredibile storia della mamma, Ida
Magnabosco Dodese, vacareta
dei Cavrari, classe 1919, che
sopravvisse due giorni sotto le
macerie dei bombardamenti
che distrussero Zara nel 1943
Da Roana è venuto il prof. Sergio Bonato, con antiche parentele cesunesi legate alla famiglia
Ostarei, a testimoniare la sua
infanzia “vacareta”, trascorsa ai
Rebeschini. Era presente anche Andrea Cunico Jegary, che
da qualche anno si sta battendo
per promuovere una rete di “mobilità dolce” con il ripristino
degli
antichi
sentieri
intercomunali,
vedi
www.liberaconsulta.it.
L’allegra festa conviviale, allietata anche da numerosi
affezionati villeggianti è stata il
frutto dell’impegno di un gruppo di volontari vacareti come
Gianpietro Spiller Rocco,
Alvaro Ambrosini Campanaro
con le sorelle Gianna e Flaviana
Valente Xausa e la famiglia di Edo
Valente Gianela in rappresentanza del passato “pegoraro”. La
famiglia Spiller Ostarei, proprietaria del fondo, ha iniziato il ripristino del sentiero che sale in
casara e spera di portarlo a termine per l’autunno prossimo, rendendo ancora più agevole il
raggiungimento di una zona tra le
più suggestive di Cesuna.
Giorgio Spiller Ostarelo
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l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
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CESUNA
Emma ritira l’attestato
Emma e Solidio, Maestri del Commercio
I coniugi Pannilunghi premiati per i cinquant’anni di attività dietro al banco dei negozi a Cesuna
Una vita dietro al banco del
negozio, un lavoro svolto con
sacrificio e passione, al servizio di paesani e turisti. Emma
Magnabosco e Solidio
Pannilunghi di Cesuna, entrambi nominati “maestri del
commercio” e premiati con l’
“Aquila di diamante” per gli
oltre 50 anni di attività, il mestiere di “bottegari” lo hanno imparato dalle rispettive famiglie.
Veniva da Arezzo Valerio
Pannilunghi, padre di Solidio, che
fu in prima linea sull’Altopiano
durante il primo conflitto mondiale, per questo lo appellarono
“il toscanino”. Finita la guerra
rinunciò a tornare nella sua terra, perché qui aveva conosciuto Domenica Magnabosco, sua
futura moglie, decidendo, sull’esempio della famiglia di lei, di
dare il via a un’attività commerciale, prima vicino alla chiesa di
Cesuna, poi in centro paese. La
bottega mise buone radici, grazie anche all’intraprendenza di
Valerio, che oltre a gestire il negozio con la moglie partecipava
a sagre e fiere dell’Altopiano,
arrivandovi con le merci a bordo di una motocarrozzetta,
come quando presenziava alla
sagra dei cuchi di Canove, vendendo anche i fischietti di terracotta che lui stesso creava. Ma
a farlo conoscere a tanta
gente fu il suo girare fra i
contadini di Cesuna e
Treschè Conca per la
raccolta delle uova in
cambio di prodotti del suo
negozio.Attività proseguita poi anche dal figlio
Solidio e dalla nuora
Emma, che ricorda come
le donne di casa che potevano disporre delle
uova delle loro galline fossero felici di darle in cambio di qualche dolciume
per i loro bambini, piccole golosità che altrimenti non avrebbero
potuto permettersi. Emma
loro 9
Solidio crebbe nel negozio dei genitori, e fu
al termine della guerra,
dopo che l’essere stato partigiano gli costò
l’incendio e la distruzione del negozio e della casa dei suoi, che
costruì la nuova casa in
via Magnaboschi, con
l’abitazione e il negozio
di alimentari, frutta e
verdura, chincaglierie e
dolciumi. Questo divenne punto di riferimento per i paesani,
visto che oltre a vendervi merci di svariato genere, Solidio
offriva servizi come la ripara-
e Solidio con i
nipoti
zione di biciclette, la sostituzione di vetri, le bombole di gas
e tante altre cose necessarie.
Nel frattempo si era sposato
con Emma Magnabosco ori-
La Proloco propone le
“Passeggiate del ciclamino”
Una serie di itinerari che si
snodano lungo il territorio di
Cesuna: è l’apprezzabile
proposta della Proloco dedicata ai turisti a partire da
questa estate. I percorsi
sono illustrati all’interno di
esaustivi pieghevoli prodotti col patrocinio del Comune di Roana, della Sezione
CAI vicentina e Comunità
Montana “Spettabile Reggenza”. Con immagini e testi esaustivi si raccontano le
storie
legate
alla
toponomastica, ma anche
agli eventi bellici che tra queste abetaie hanno scritto pagine di alto eroismo. Passo
dopo passo, l’escursionista
troverà evidenziati sulle map-
pe il tempo di percorrenza, il
dislivello altimetrico e la
morfologia di un panorama
montano tra i più caratteristici dell’Altopiano. Il “per-
corso 1”, unitamente alla
cartina topografica, prevede passeggiate attorno al
Monte Lèmerle, partendo
dal Piazzale ex Stazione e
attraverso la zona del Jirio
e Bosco Nero, intersecando il Baito Boscòn si sale
per la Selletta Lèmerle e
si giunge al Magnaboschi
per tornare infine al piazzale. Tutto il tragitto presenta numerosi cippi, monumenti e vestigia evidenti della Grande Guerra. I
fascicoli sono acquistabili
presso i negozi di Cesuna e
nei centri contermini,
unitamente presso gli uffici di
promozione turistica.
G.D.F.
ginaria di Canove, anche lei
figlia di commercianti. All’inizio Emma lavorò assieme ai
suoceri e al marito collaborando nella gestione dell’attività,
poi nel 1961 decise di dare
vita alla Moda Sport, a fianco
del negozio del marito, dove
vendeva lana e abbigliamento sportivo mentre Solidio vendeva e noleggiava sci. Il boom
lo conobbe negli anni ’70,
quando, azzardando un po’,
Emma decise di introdurre
l’abbigliamento in pelle, facendo un primo cospicuo ordine
per pagare il quale fu necessaria una colletta in famiglia.
“Le parole di risposta di mio
suocero ai miei dubbi di aver
osato troppo con quella prima
fornitura – racconta Emma –
furono come una benedizione: mi disse di aver fiducia, che
con l’abbigliamento in pelle
avrei fatto ottimi affari. E così
fu!” Il negozio voluto da
Emma ebbe grande successo, con la clientela che giungeva dai vari paesi
dell’altopiano e dalla pianura.
“Ho avuto tante soddisfazioni
– dice – anche per l’affetto
che la gente mi ha sempre
dimostrato. Con orgoglio
posso poi dire di aver dato
lavoro a tantissime ragazze del paese, che sono state commesse nel mio negozio”. L’attività si è poi
ampliata e sviluppata, fino
all’apertura negli anni 90
del punto vendita della
centrale via Armistizio,
con l’introduzione di piumini e piumoni, affiancati all’abbigliamento e all’attrezzatura sportiva di
vario genere, seguendo
l’evoluzione del settore.
Solidio ed Emma hanno
avuto quattro figli, oggi
solo Ketty, la minore,
vive a Cesuna, occupandosi oltre che di Moda
Sport, anche del negozio
di tabaccheria, cartoleria, ricevitoria e giocattoli, recentemente aperto a fianco degli altri.
Ma Emma nei suoi racconti non manca mai di
nominare gli altri figli
(Vito, medico a Feltre,
Odette e Grazia, che abitano rispettivamente a
Rovigo e Treviso) e soprattutto i 9 nipoti: “tutti maschi, tutti belli e soprattutto
tutti bravi ragazzi” dice la
nonna con fierezza e soddisfazione. Solidio, classe
1922, poco più di un anno
fa ha scelto di cessare l’attività e chiudere il negozio
di cui si occupava ancora
personalmente: troppe le
tasse da pagare, per un la-
voro sempre più difficile da
gestire. Ma tutto sommato
non è stata una rinuncia
troppo dolorosa, Solidio
dice di non sentirne la mancanza, e più che di quello che
è stato il suo lavoro di una vita,
parla volentieri di quand’era
partigiano e delle due croci al
merito di guerra ricevute.
Emma invece, pur avendo dovuto affrontare numerose malattie e interventi chirurgici, non
ha nessuna intenzione di mollare, anche se dopo le conseguenze di una recente brutta
caduta deve farsi aiutare nella sua attività. “Non lascio il
mio lavoro, che mi ha aiutato
a superare anche le malattie
– dice - tanto che spesso i
medici mi dicevano che per
guarire del tutto dovevo tornare in negozio”. E intanto il
prossimo anno il suo negozio,
Moda Sport, festeggerà i 50
anni di vita! Un traguardo davvero importante, altrettanto lo
sarà la ricorrenza che attende
Emma e Solidio nel 2012, quando saranno passati 65 anni dal
giorno del loro matrimonio!
Silvana Bortoli
Dal mare alla montagna, a Canove espone Lucia Bonifazi
Una grande passione, avuta fin da giovane, è da qui che nasce la pittura di Lucia Bonifazi,
polesana di Porto Tolle, che dopo aver abitato a Bassano, da quattro anni si è trasferita a
Canove, dove dal 18 luglio al 22 agosto terrà una personale dei suoi oli su tela presso le
scuole elementari di Via Monte Lemerle. “Con i soldi delle “mance” che ricevevo da
mio padre – ha avuto più volte modo di raccontare – salivo in corriera per andare ad
Adria ad acquistare tele e pennelli”. “I critici che mi hanno seguito – scrive nella
presentazione di una sua mostra – parlavano del Polesine come unico soggetto proposto nelle personali. Da alcuni anni, forse per il distacco dalla mia terra, ho iniziato
delle ricerche su nuovi soggetti”. La mostra di Canove, dove Lucia Bonifazi ha deciso
di trasferirsi dopo esserci stata un paio d’anni tanti anni fa, proporrà opere vecchie e
nuove, oltre al mare, ci sarà anche qualche soggetto diverso, compresi monti e boschi.
L’orario di apertura è dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
S.B.
Alcuni villeggianti affezionati e riconoscenti, invitano quanti
volessero unirsi a loro a partecipare venerdì 23 luglio alla
messa serale in chiesa parrocchiale a Canove in ricordo di
don Graziano Dissegna, durante la quale verrà invocata la
sua protezione sui parrocchiani ammalati.
Al Ristorante con ill’Altopiano
Caseificio Pennar Asiago
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Sabato 10 luglio 2010
L’Hotel Erica della famiglia Vescovi,
nato dall’esigenza di mamma Rosalia
di sistemare i suoi cinque figli
Questo spazio dedicato ai formaggi del Caseificio Pennar
Asiago e alle ricette degli chef locali in cui vengono utilizzati con fantasia e creatività, ci permette di conoscere
anche un po’ della storia dell’Altopiano, attraverso quella dei locali ospitati di volta in volta. In questa occasione
siamo ad Asiago, e precisamente nella centrale Via
Garibaldi, dove andiamo a scoprire quella che è stata
l’evoluzione negli anni dell’Hotel Erica della famiglia Vescovi. Papà Antonio aveva un negozio di ferramenta in
Corso, e mamma Rosalia, pensando alla sistemazione
dei 5 figli, dei quali solo Flores aveva studiato
diplomandosi maestra, decise nel 1952 di trasformare
la casa che affittavano in una piccola pensione con 8
camere e 2 bagni. Il figlio Alberto fu mandato a Venezia
al “Graspo de Ua” per imparare, a pagamento, a fare il
cameriere, e al suo ritorno sei mesi dopo fu dato avvio
all’attività. Nel frattempo un secondo figlio, Gianni, imparava i segreti della cucina, seguendo la cuoca che
era stata assunta per la
stagione. Anche mamma
Rosalia dava una mano,
ma purtroppo venne presto
a mancare, il 16 agosto del
1953. Flores prese la direzione della pensione, la sorella Annamaria aiutava a
riordinare le camere e nei
lavori di pulizia, mentre il figlio più piccolo, Francesco,
iniziò a collaborare a soli 12
anni, lavando piatti e pentole in cucina per avere in
premio i pantaloni lunghi
“da ometto”, cosa rara e
molto ambita a quei tempi.
Nel 1956, con il ricavato
della vendita di alcuni campi
che aveva in contrada
Zocchi, la famiglia Vescovi
raddoppiò camere e bagni
della pensione, ampliandola poi anche successivamente, fino ad arrivare con
adeguamenti e migliorie, alla
svolta decisiva nel 1981,
quando lo stabile fu alzato
di un piano. Intanto, dal 1970, alla
gestione era rimasto solo Francesco, assieme alla moglie Gianna Maria. Altra importante tappa, l’apertura nel
1989 della sala grande da 200 posti, con la possibilità di
proporsi anche per matrimoni, cerimonie, pranzi e cene
molto numerose. Dal 2004 la conduzione dell’hotel è in
mano al figlio Alberto, che, assieme alla moglie Celeste,
continua la tradizione di famiglia, portando nuove idee e
servizi per riuscire a soddisfare sempre più i bisogni
della clientela e continuando
le innovazioni con il rinnovamento di quasi tutte le camere e la recente creazione di
una suite. A papà Francesco
è rimasto l’impegno di curare il bel giardino sul retro
dell’Hotel, oasi di relax per
gli ospiti nella bella stagione, mentre mamma Gianna
è sempre a disposizione
quando c’è bisogno di una
mano o di un parere. In cucina c’è il fidato chef Manuel,
aiutato da Mattia, mentre la
sala è affidata a Celeste,
che assieme a Samantha
cura particolarmente il servizio ristorante.
La ricetta
GNOCCHI DI RICOTTA “DEI PENNAR” CON VERZA
E PANCETTA CROCCANTE SU CIALDA DI GRAN
PENNAR
INGREDIENTI: 300g RICOTTA -150g FARINA
1 UOVO INTERO
NOCE MOSCATA q.b.
SALE q.b.
PEPE q.b.
Pancetta stufata
Verza
PROCEDIMENTO:
In un recipiente passare al setaccio la ricotta, aggiungere mescolando
la farina, l’uovo, sale, pepe e noce moscata; con
l’impasto ottenuto confezionare degli gnocchi che
verranno cotti in acqua bollente salata. Nel frattempo preparare un fondo d’olio con cipolla, farla dorare e unire la pancetta precedentemente tagliata a
listarelle e la verza sbollentata in acqua bollente
tagliata a julienne. Scolare gli gnocchi appena vengono a galla e saltarli in padella con il condimento
precedentemente preparato.
A piacere servire gli gnocchi disponendoli su delle
cialde di Gran Pennar decorando con ravanello e
foglie di verza.
PREPARAZIONE: 25 min. COTTURA: 5 min. DIFFICOLTÀ: Bassa
In cucina lo chef Manuel e il suo aiutante Mattia
Manuel Rigoni, giovane
chef dell’albergo ristorante
Erica di Asiago, può vantare già una buona esperienza in cucina, “grazie - come
ci tiene a sottolineare – agli
ottimi maestri, rigorosamente altopianesi, avuti ad inizio
carriera”. All’Erica da qualche
anno, Manuel qui ha potuto
affinare la sua arte, dedicandosi a piatti di cucina tradizionale e locale, ai quali non
manca di dare un suo tocco
particolare, a volte anche seguendo l’istinto del momento. Lo affianca in cucina l’ormai fedele Mattia Sostizzo,
studente dell’istituto alberghiero di Asiago che dopo
aver fatto lo stage scolastico
presso l’Hotel, è stato confermato anche per la stagione
estiva in corso. Insieme formano una bella coppia, e l’affiatamento porta ad ottimi risultati, per la soddisfazione
dei palati della clientela. An-
che Manuel conferma che i
formaggi del Caseificio
Pennar Asiago sono un validissimo contributo in cucina,
ingredienti versatili con cui
sbizzarrirsi nella preparazione
di piatti semplici o raffinati. Il
piatto che, dopo debita meditazione, Manuel e Mattia
hanno scelto di proporre ai
nostri lettori, prevede l’utilizzo della favolosa ricotta dei
Pennar, che ben si presta
non solo a preparazioni salate, ma anche dolci, come
la crostata con gli amaretti
che tanto piace. Il gusto delicato degli gnocchetti di ricotta, viene esaltato dal
condimento con verza e
pancetta croccante, e dalla
cialda di Gran Pennar su cui
gli gnocchi vengono serviti.
Altre specialità in cui i formaggi del Pennar si possono gustare in tutta la loro
bontà sono il carpaccio di
manzo con rucola e stravec-
chio dei Pennar, i formaggi
alla piastra, e la velocissima
ma sempre gradita tosela.
Parlando invece in generale dei “piatti dello chef”,
grande successo riscuotono il timballo di melanzane
gratinato su letto di basilico,
i ravioli ai carciofi al burro
spumeggiante ed erba
cipollina, le pappardelle alla
lepre fatte in casa, la zuppa
di porcini, la tagliata di manzo al rosmarino, il filetto di
maiale ai 3 pepi, il petto
d’anitra scaloppato con
scorzetta d’arancia caramel-
lata, oltre ai sempre
richiesti cervo e capriolo. Di fianco la
facile ricetta proposta, che vi invitiamo
a fare, visto anche
le dettagliate spiegazioni che i nostri
chef hanno preparato, corredando la
preparazione con le
foto, passaggio per
passaggio: ci vogliono 25 minuti per la
preparazione e 5 di
cottura…Buon appetito!
TOSELA PENNAR
Tra i vari primati proposti dal Caseificio
Pennar c’è un formaggio dalle caratteristiche uniche e cioè un formaggio che
cuocendo non si scioglie ma resta in fetta come una bistecca. Il Caseificio
Pennar Asiago resta l’unico a proporre
questo prodotto seguendo pienamente i
segreti dell’antica tradizione altopianese.
Si prepara tagliandolo a fette di un centimetro e mezzo di spessore, le si cosparge di sale grosso lasciandole per cinque
minuti a prendere il sale, di seguito si
pulisce il sale e le si fa rosolare su una
teglia antiaderente aggiungendo se si
vuole uno spicchietto di burro, le fette si
rigirano più volte fino al raggiungimento
del caratteristico colore rosa, pronte per
essere servite
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
14
Lo squisito gelato artigianale
del Caffè alla Posta di Canove
E’ aperto il Rifugio
Campomuletto
Fino ad ottobre è possibile pranzare,
cenare, pernottare in una struttura
accogliente e moderna immersa nei
boschi e nella storia dell’Altopiano
La quiete, la tranquillità, il
profumo dei fiori, dei pascoli e degli alberi d’alta
montagna, il fascino di un
luogo ricco di storia dove
recentemente anche l’arte
ha trovato inusuale ma
suggestiva collocazione, il
tutto coniugato con una particolare atmosfera di cordialità e accoglienza e con la
buona cucina. E’ quanto
potrete trovare nella Valle di
Campomulo,
località
Campomuletto, presso
l’omonimo rifugio. Grazie
all’intuito del gestore
Rinaldo Rigoni ed al suo
profondo amore per la montagna e le sue risorse, l’antica e fatiscente casara di
Campomuletto, dopo molti
anni di abbandono, è
stata accuratamente
ristrutturata. Gli interventi di
ripristino, adeguamento e
ampliamento
hanno
consentito di rendere la struttura
accogliente
e
moderna, lasciando però
inalterato il suo fascino originale. Pur se isolato
ed immerso nella natura, il
Rifugio Campomuletto
dispone di elettricità indipendente, acqua corrente, ris c a l d a m e n t o ,
cucina equipaggiata e bagni
moderni. E’ quindi attrezzato
per fornire servizi di
bar, ristoro, ristorante e pernottamento. Disposto su due
piani è dotato al piano terra di
quattro confortevoli salette da
pranzo, di cui una nuovissima aggiunta proprio per
l’estate 2010, che consentono di accogliere oltre 60
coperti.
Al
piano
superiore si trovano due
camere, attrezzate con letti
a castello ed uso di bagno
e doccia che consentono il
pernottamento a circa 16
persone. Nel piazzale
antistante sono
disponibili numerose panche per poter mangiare piacevolmente anche all’aperto. La cucina, con specialità altopianesi e costine alla
griglia, è aperta sia a mezzogiorno che alla sera ed è
consigliata la prenotazione
da effettuarsi direttamente
al rifugio o telefonando al
348.3162529. Dal solarium
si può godere della vista
delle cime a nord, mentre
i bambini potranno giocare
sul prato ed incuriosirsi nel
vedere mucche, muli e pecore che spesso pascolano
nelle vicinanze. Al tramonto
o al mattino presto, non è
raro vedere caprioli, cervi e
mufloni che escono dal bosco. L’esperienza di
trascorrere una notte nel
rifugio, cenando in allegria,
piacevolmente circondati dal
silenzio del bosco e da un cielo stellato incontaminato (nuvole permettendo) è sicuramente
da
provare. Specialmente per
gruppi di amici, c’è la possibilità di avere l’intero rifugio a
disposizione. Facilmente
raggiungibile in auto, si trova
sulla strada che conduce
alle località storiche
dell’Ortigara.
Per
le escursioni a piedi o in
mountain bike, oppure
anche per brevi passeggiate nei dintorni è ideale punto di partenza. In prossimità del Rifugio si trova il
“Sentiero del silenzio”,
un tracciato ad anello di circa 2 km che si snoda attraverso il bosco ed il pascolo
attorno al rifugio e dove sono
state installate 10 opere artistiche di grande suggestione
che hanno per tema gli eventi
bellici che si sono svolti in
questi luoghi. Si percorre
agevolmente in circa 1 ora e
merita assolutamente una
visita.
Servizio redazionale
Da oggi per gustare un buon gelato, fatto secondo la migliore tradizione artigianale, basta andare al Caffè Alla Posta
di Canove. Qui il gelato di propria produzione viene preparato solo con ingredienti freschi e genuini, come il latte
appena munto in Altopiano e la frutta di
stagione, senza l’utilizzo di preparati o
aggiunta di grassi idrogenati. Per questo risulta buonissimo, assolutamente
digeribile ed è l’ideale per la merenda,
come dessert, a qualsiasi età. D’estate
poi, può essere davvero un valido alimento in sostituzione al pasto: fresco, nutriente e goloso! Proprio per usare solo
ciò che la stagione offre, al Bar Alla Po-
sta hanno scelto di proporre un numero limitato di gusti, con una scelta tale
comunque da soddisfare tutti. Il gelato
artigianale del Caffè Alla Posta di
Canove si può gustare in coppetta o in
cono da passeggio, o seduti comodamente ai tavoli del bar, anche esterni.
Sono disponibili vaschette da asporto
e prossimamente saranno proposte
nuove coppe arricchite di frutta e altri
ingredienti golosi. Il Caffè Alla Posta,
bar ed edicola, vi aspetta, a Canove in
piazzetta 20 Maggio, ora anche con il
vero gelato artigianale.
Servizio redazionale
E’ uscito “Platten Giugno 2010”
La rivista trimestrale dell’Unità Pastorale
E’ stato pubblicato il numero
di Giugno 2010 di
PLATTEN, l’apprezzata rivista trimestrale dell’Unità
Pastorale di Gallio, Foza,
Sasso e Stoccareddo.
In questo numero, dopo l’editoriale di don Lauderio, la rivista propone una testimonianza della visita di metà maggio
alla Sacra Sindone, un
reportage sulla Madonna di
Medjugorje, le cronache di un
paio di eventi vissuti a
Stoccareddo (la serata dedicata alla Sindone con don
Giandomenico Tamiozzo e la
via Crucis fino a contrada
Zaibena), le foto che immortalano gli appuntamenti con i
sacramenti (prima Confessione e Prima Comunione nella
varie Parrocchie), una riflessione sullo stato delle strutture
della parrocchia di Sasso, un
Acconciatura e trucco
da sposa e da sera
Trattamenti
tricologici mirati
Check-up della cute e
del capello
Extension
Manicure
Accessori moda
Bigiotteria
Via J.SCAJARO
ASIAGO
Telefono:
0424 463694
frammento di storia dedicato
al Coro Parrocchiale di Gallio,
il saluto a don Giorgio Verzotto
(il parroco di Canove andato
in pensione), una riflessione che
arriva da Foza sulla devozione a
S. Antonio e sui “sequeri”, una
sottolineatura sulla visita dei
cresimandi alla Cooperativa “S.
Matteo” ed infine un doveroso
omaggio ai cento anni compiuti
il 28 giugno da mons. Beniamino
Schivo, galliese di nascita ed
adottato da Città di Castello, figlio spirituale del Beato Carlo
Liviero. Il tutto condito con una
ricca documentazione fotografica; potete trovare la rivista presso le chiese delle quattro parrocchie dell’Unità Pastorale. C.P.
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l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
ROTZO
Rotzo, i cani a scuola insegnano
l’amore e il rispetto per gli animali
Amiciad Onlus Altopiano:
insieme per la solidarietà
Sabato 17 luglio alle ore 21 presso il Palatenda
di Roana uno spettacolo tra musica, arte e danza
Cambia
sede, ma non
finalità la terza edizione
della serata
organizzata
ogni estate
dall’Associazione
Amiciad
Onlus per la solidarietà. Quest’anno, l’evento si svolgerà al
Palatenda di Roana, sabato 17
luglio alle ore 21. La collocazione dello spettacolo è la prima novità dell’anno, ma ce ne
sono molte altre; prima di tutto, durante la serata, gli spettatori potranno consumare la
birra a 1,50 euro al bicchiere:
il ricavato verrà devoluto ai
bambini del continente africano cui Amiciad ha già destinato degli aiuti per la costruzione di un villaggio e per il sostentamento: dal cibo ai mezzi
15
didattici.
Altra importante novità
sarà il contributo delle
Scuole di
Danza di
Asiago e
Gallio:
DanzAsiago
e Les Etoiles de la Danse, che,
con i loro balletti, si propongono di intrattenere il pubblico a
scopo benefico. Il ballo si aggiungerà all’intrattenimento
musicale che verrà riproposto
come gli anni addietro. Uno
spettacolo da non perdere che
anche gli organizzatori, dal Presidente dell’associazione
(Dottor Gilbert) alle volontarie di Rotzo, hanno salutato con
gioia.
Divertimento assicurato, ma
con una marcia in più: la solidarietà!
Martina Rossi
Cosa può fare, se ben addestrato, ma soprattutto cosa
può essere un cane per l’uomo. I bambini della scuola
primaria e della scuola dell’infanzia di Rotzo hanno potuto
scoprirlo alla fine dell’anno
scolastico con una particolare iniziativa proposta dall’Amministrazione comunale
in collaborazione con l’associazione “Cani da soccorso
Altopiano 7 comuni”, presieduta da Mila Nicoletta De
Paoli, con la Direzione didattica, le insegnanti e i genitori.
Per gli alunni, che non ne sapevano assolutamente niente,
la dimostrazione, effettuata
Foto di
Bruno
Slaviero
nel cortile della scuola con la
partecipazione degli amici a
quattro zampe (quelli addestrati, ma anche alcuni simpatici cuccioli) e dei loro padroni, è stata una graditissima sorpresa, accolta davvero con grande entusiasmo.
L’associazione “Cani da soccorso
Altopiano
7
Comuni”offre al territorio
altopianese un prezioso servizio mettendo a disposizione i propri cani per la ricerca
di persone disperse, collaborando con le autorità competenti. Vedere operare i volontari con i loro animali, intelligenti e ubbidienti, capaci in
molti casi di salvare vite uma-
ne sicuramente è stato per i
bambini molto educativo, un
importante aiuto per capire
quale rapporto speciale può
esserci tra un cane e una
persona e di quanto amore
possono essere degni questi
animali per antonomasia da
sempre “i migliori amici dell’uomo”. Alle giornate dimostrative, svoltesi il 9 giugno
(per la scuola primaria) e il
25 giugno (per la scuola dell’infanzia) ha partecipato anche un’operatrice dell’Enpa
che ha spiegato con grande
sensibilità come gli animali
vadano rispettati, curati e mai
abbandonati.
S.L.
8
l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
Le opere e il loro significato
Pace ritrovata
Una serie di travi di legno di castagno posizionati in modo da formare una gabbia, racchiudono uno spazio entro il quale si cela una
colomba. Una prigione a cielo aperto, uno spazio angusto entro il
quale intrufolarsi per godere della visione di Libertà e di Pace dettata
dalla presenza
della colomba,
scolpita da un
unico blocco di
marmo bianco con
le ali pronte a spiccare il volo verso il
cielo che fa capolino nella struttura
massiccia di legno.
All’interno anche
le targhe con i
nomi dei galliesi di cui non si vuol perdere memoria, un ricordo dei figli di
questo paese, gente comune che però ha lasciato il segno.
Pietà
L’installazione è
semplice e di lettura
immediata. Quattro
croci greche sono
sovrapposte a due a
due, crivellate dalle
pallottole. Il simbolo della croce in molti popoli e, specialmente, in molte religioni assume significati legati alla Vita, alla Morte,
alla Rinascita ed è un segno di forte identità sociale, culturale e religiosa. Il significato prevalente della composizione è la Pietà. Infatti,
essa è orientata verso il Monte Ortigara, che nel corso della Grande
Guerra, prevalentemente nel giugno del 1917, è divenuto tristemente
il Calvario di migliaia di soldati di tutte le nazionalità.
Speranza
L’installazione è formata da 12
braccia umane in bronzo, alte
130/150 cm., che emergono dal
terreno e possono essere nude
o “vestite”. Le braccia si elevano al cielo (messaggio positivo),
con mani che tengono ben stretto un foglio contenente uno
scritto, oppure porgono un fiore, una colomba o altro simbolo. Posizionate circolarmente
potranno creare un cerchio magico entro il quale rinchiudersi,
oppure allineate potranno invitare il visitatore a percorrerle e
sfiorarle.
Lettere
Lungo il Sentiero del silenzio
Il suggestivo percorso nel bosco, ai piedi delle storiche
cime altopianesi, costellato d’opere d’arte
E’ stato inaugurato nel novembre 2008 ed è nato, su idea dell’amministrazione Stella, per valorizzare un’area di straordinario interesse
storico ed ambientale, nell’alta Valle di Campomulo (località
Campomuletto), ma soprattutto per lasciare un segno duraturo, un
perpetuo monito, per indurre una profonda riflessione sulla vita e
sulla morte, sulla pace e sulla guerra. Il “Sentiero del silenzio, porta
della memoria”, a Gallio, sta diventando sempre più un’attrazione turistica di rilievo che attira e affascina migliaia di visitatori. Un percorso
già esistente, di circa 2 chilometri, intorno a Campomuletto costituisce
la traccia lungo la quale sono state posizionate 10 opere d’arte con-
temporanea, realizzate dall’architetto bassanese Diego Morlin, collocate rispettando la morfologia del luogo e gli elementi emergenti che
in esso si trovano, già per se stessi ricchi di messaggi. Il Sentiero
sabato 10 luglio alle 21, diverrà luogo per ritrovarsi insieme, in una
suggestiva serata di canti, testimonianze e immagini dal campo di
battaglia. L’appuntamento, intitolato “Per non dimenticare”, s’inserisce nel ciclo di manifestazioni verso il centenario della Grande Guerra
e vedrà la partecipazione di Federica Santinello (voce narrante) e del
Coro parrocchiale di Gallio. La serata è organizzata dal Gruppo Alpini
(custode del sentiero), dalla parrocchia e dal Rifugio Campomuletto.
Testimoni
Labirinto nero
Grandi sagome in acciaio
corten, allineate, stanno a
rappresentare tanti soldati
pronti alla partenza per il
fronte o pronti sulla linea di
combattimento. Sagome
alte 280/300 cm., smembrate,
slabbrate, ferite, scheggiate dalla guerra. Solo alcune di esse rimangono integre, immuni alla furia distruttrice della Guerra. Le sagome
sono collocate a cerchio entro il quale sono posizionate nel terreno
le parti mancanti, a significare che nulla di quanto patito andrà
perduto, almeno sino a quando nella Memoria di chi saprà leggere
con sentimento la scena, il Ricordo non sparirà.
Questa installazione prende
spunto dal luogo stesso in cui si
colloca e dalla presenza di pietre
di grandi dimensioni disseminate
in tutta l’area. Le pietre sono riunite in modo da permettere il passaggio di una persona alla volta, la
quale si volgerà al cuore della composizione, entrando quasi in un
labirinto, entro il quale spicca un blocco squadrato di granito nero. Il
nucleo della composizione è costituito dal parallelepipedo nero, circondato da una selva di massi biancastri, sul quale sono incise singole parole o lettere o poesie che esaltano il valore della Pace. Un
valore indiscutibile, celato dal biancore anonimo della quotidianità
che tende a rendere tutto banale, una verità difficile da raggiungere,
una possibilità rivolta a tutti.
Eserciti
Questa composizione rappresenta i due eserciti (italiano
ed austro ungarico) che sulle
montagne circostanti si sono
fronteggiati nel corso della
Grande Guerra. Elmetti, corrispondenti a quelli in uso nei
due eserciti, si contrappongono, posizionati simbolicamente nella medesima direzione mantenuta dagli eserciti nel periodo bellico. Le due schiere di
elmetti esaltano il momento dello scontro, il cui solo risultato sarà la Morte,
simboleggiata da quattro teschi collocati al centro.
Fiore Vivo
Grandi lastre rettangolari in acciaio corten, da un metro per
quattro, sono collocate orizzontalmente nel terreno, senza un
ordine precostituito. Grandi pagine della storia, sulle quali sono
posizionate lettere inviate dal
fronte dai soldati della Grande
Guerra alle loro famiglie. Ricordo indelebile delle loro sofferenze, paure, angosce, ma anche
segno di Amore e di Speranza
nei confronti dei loro Cari, della
Vita e della Pace. Gioie che a
pochi di loro sono state concesse.
16
La composizione è costituita da una serie di fiori giganteschi realizzati
in “acciaio corten”, che ben si addice al posto con la sua caratteristica
tonalità simile al ferro arrugginito, elemento costantemente presente
nei siti interessati dagli eventi bellici. Una selva di fiori arrugginiti, alti
100 cm. con diametro di 40/50 cm., tristi segni di distruzione, sono
redenti da un fiore
colorato posizionato nel centro, messaggero di speranza e di fiducia che
dopo tanta distruzione la Vita ritornerà a fiorire e a
germogliare, spazzando via l’angoscia del passato.
Gli immortali Frutti gloriosi
La radura dove è posizionata
questa composizione brulica di
grossi massi biancastri, informi,
anonimi, pietre comuni della
zona. Il gruppo di pietre che vanno a costituire la composizione è
diverso dagli altri: ogni pietra,
infatti, porta incise simbolicamente delle iniziali, a Memoria
degli innumerevoli soldati che
hanno perduto la Vita o sono risultati dispersi nel corso delle
Guerre. Sono trascorsi novanta
anni dal termine del conflitto, e,
spesso, anche nelle famiglie dei
soldati, dei caduti o degli eroi è
andata perduta la Memoria storica dei loro cari… Ecco allora che,
a delle semplici pietre, in un luogo Sacro, è dato il compito di
mantenerla viva.
Questa installazione è collocata in
una grande buca provocata dallo
scoppio di granate di vario calibro,
che all’epoca hanno spappolato
qualsiasi cosa o essere vivente.
Nulla ci si aspetta da un simile evento distruttore e da un luogo così
desolato. Da questa buca, invece,
“nascono” degli alberi senza vita,
secchi, che in futuro non porteranno né foglie, né frutti, perché originati da una mutazione genetica dovuta alla Guerra. Sul loro tronco
emergono solo delle grandi “piastrine di riconoscimento”, oggetti che
i soldati a partire dalla Grande Guerra, portavano al collo come segno
di identificazione, perché contenevano tutti i dati personali, utili nella
vita e, purtroppo, ancor più nella
morte.
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Sabato 10 luglio 2010
ENEGO
di Gerardo Rigoni
“Il progetto di Marcesina non
è a sè stante, fa parte di un
programma globale di rilancio
di Enego che vuol fare di questo
paese
la
porta
dell’Altopiano per la mobilità
dolce, per il trekking, per la bicicletta, per tutti i mezzi di trasporto ecocompatibili”.
Il sindaco di Enego Igor
Rodeghiero inserisce così il
progetto di riqualificazione della
Marcesina, progetto fin dall’inizio al centro di aspre polemiche, all’interno di un disegno
più ampio. Un progetto che
parte da tre capisaldi
(Marcesina, ciclopista del
Brenta, centro storico) poi collegati tra loro per portare avanti un piano di rilancio che dovrebbe beneficiare tutti, non
solo gli eneghesi.
“Credo ci siano stati pochi
Comuni che hanno cercato di
l’Altopiano
Enego, il rilancio
non passa solo per la
piana di Marcesina
Il progetto di valorizzazione ha altri due capisaldi:
ciclopista del Brenta e centro storico
coinvolgere più attori possibili
nella fase di progettazione; tutti
hanno avuto la possibilità di
dire la propria opinione. Il progetto era, ed è tuttora
migliorabile, ma chi lo defini-
sca un spreco di denaro o peggio ancora uno scempio offende non solo l’amministrazione,
ma tutti quelli, enti e gruppi, che
hanno contribuito alla sua realizzazione – prosegue
Rodeghiero – L’abbellimento
del centro con il restauro della
torre, i parcheggi a pagamento per decongestionare la piazza, il progetto di Marcesina, il
ciclo percorso del Brenta sono
tutti progetti interconnessi per
rendere Enego “appetibile” e
così portare, attraverso un
bicibus che parte dal ciclo percorso, estimatori della natura
ad Enego e da qui verso gli altri
centri dell’Altopiano”.
Il progetto di valorizzazione tu-
ristica, ambientale e
naturalistica della piana di
Marcesina intanto è in via di
definizione. Alcuni significativi cambiamenti sono emersi
dal progetto definitivo e quello
preliminare. Intanto spariscono i bagni imhoff e le tettoie
delle aree picnic. In alternativa saranno ristrutturate le 3
casette di proprietà comunale
presenti nella piana ricavando
aree espositive, alloggi, info
point e bagni pubblici.
Aumentano con il prospetto
economico particolareggiato, i
fondi da destinare alla
risistemazione del Forte Lisser
a cui il progetto già dedica 500
mila euro cui si aggiungeran-
Ad Enego la rievocazione storica
della Battaglia del Solstizio d’estate
Il programma per la quarta
edizione della rievocazione
storica della battaglia del solstizio è stato suddiviso in due
giornate: il 3 luglio in Piazza S.
Marco con onoranze e celebrazioni e il 4, sul campo: come
location
la piana di
Marcesina. La Comunità
Montana dei 7 Comuni, già da
anni si sta preparando alla
commemorazione del Centenario del conflitto, con grandi
opere di restauro di forti trincee e siti e attraverso
rievocazioni storiche come
questa di Enego, che ha portato in Piazza S. Marco membri dell’Associazione “Per non
dimenticare”, del Battaglione
Alpini Sette Comuni, del settimo Reggimento Alpini di Pieve
di Cadore, dei “Viribus Unitis”
(Kaiserschuetzen Regiment
Innichen), Kaisershuetzen
Regiment Trient, Innsbruck e
Bozen. Nell’occasione, le parole di benvenuto del Sindaco
17
di Enego, Igor Rodeghiero,
dell’Assessore della Comunità Montana Andrea Benetti e
di Giancarlo Bortoli, la sfilata
di figuranti profughi e l’inaugurazione del Museo Monte
Ortigara. La rievocazione storica vera e propria si è tenuta
sulla piana di Marcesina, in
località Campo Spa, il giorno
4, con il seguente programma:
una prima parte didattica (dove
i visitatori potevano entrare li-
beramente fra i figuranti a fare
domande e fotografie), dalle
10 del mattino, con una simulazione della vita in trincea seguita dal rancio militare in gavetta, quindi dopo il rancio, la
riedizione della battaglia che
si è prolungata fino alle ore 17,
con simulazione di attacchi,
strategie di appostamento e
accerchiamento, colpi d’arma
da fuoco a salve molto rumorosi e fumosi, che han creato
forte emozione fra il pubblico
accorso numeroso. L’evento
si è concluso con il presentatarm e il tiro di parata in onore
dei caduti di tutte le nazioni e
con la sfilata fino al Cimitero
Militare di Busa Menotto (al
quale dopo questo specifico
evento verranno apportate ulteriori migliorie) per le onoranze finali, il cui momento topico
è stata la consegna di una targa a tutti i figuranti e inoltre, al
gruppo “nemico”, di un paio di
ramponi austriaci originali rinvenuti sulla piana, cosa che li
ha commossi notevolmente. Il
loro commento, circa le scelte
politiche fatte nel dopoguerra, fin
all’anno scorso, è stato di forte
rammarico per l’impossibilità di
conoscere le sorti di molti loro
congiunti caduti inAltopiano (circa 11.000) mentre, è stato molto
favorevole per le iniziative poste
in essere da Amministrazioni ed
enti locali e nella fattispecie per
l’ospitalità e l’organizzazione attuate dal Comune di Enego.
Beppa Rigoni Scit
La piana di Marcesina, nella
foto in piccolo il sindaco di
Enego Igor Rodeghiero
no tutti i risparmi e ribassi
d’asta, circa altri 400 mila.
Definiti anche i due percorsi
didattici flora – faunistici definiti dall’assessore ai Lavori
Pubblici Gianni Cantele “vero
fiore all’occhiello del progetto”. I percorsi saranno allestiti
con tabelle informative e “aule
all’aperto” dove scolaresche
o gruppi possono fermarsi per
ricevere spiegazioni dalle guide. Il progetto si completa con
aree picnic, nuova sentieristica
e rifacimento dei fondi stradali.
“I parcheggi, anche per bus,
sono predisposti in funzione
delle attrazioni che saranno
valorizzate – spiega Cantele –
Comunque sono tutti allestiti
all’inizio della piana per togliere la vista delle auto dal cono
visivo come suggerito dai
Forestali e realizzati con materiale ecocompatibile. Inoltre
metà sono nelle due principali
entrate della piana proprio per
evitare che le auto si inoltrino
nella zona e parcheggino dove
capita. Così come i parcheggi
per i camper sono tutti a tempo ridotto tranne a Valmaron
dove ci saranno le aree di sosta attrezzate”.
“Bisogna rendere fruibile la
montagna, con rispetto, ma
fruibile – conclude Cantele –
Perché la si vuole far diventare una cosa d’elité, di pochi fortunati?”
Inaugurato il Museo
“Monte Ortigara”
Il Museo Monte Ortigara che ha trovato collocazione nel
“seminterrato” del Municipio, nell’antica sede di vasche di
raccolta idrica ai piedi della bellissima torre scaligera, è sorto
per il grande contributo dato da un appassionato raccoglitore
di reperti locale: Michele Cerato, che ci ha raccontato come
in 25 anni di ricerche sia in Altopiano che in altre aree del
fronte italiano, abbia raccolto un tal numero di reperti, da
pensare appunto di esporli...Tutto è iniziato da una scatoletta
di alici: il ghiacciaio dell’Adamello, dove il nostro faceva escursioni, ne ha conservato perfettamente parecchie. L’allestimento e i pezzi esposti sono davvero di grande impatto e
meritano quanto prima una visita. Proprio a causa
dell’ambientazione scelta, il sito museale necessita di ulteriori lavori di isolamento dalle infiltrazioni e sarà in questo periodo chiuso al pubblico, allo scopo di effettuarli adeguatamente
con l’obiettivo della miglior conservazione possibile dei pezzi
esposti. Una volta ultimato l’intervento, vi si terranno esposizioni “a tema”.
B.R.S.
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Sabato 10 luglio 2010
LUSIANA
l’Altopiano
18
Un piano strategico e turistico
per lo sviluppo di Lusiana e Conco
Un’idea nata dall’impegno di un gruppo di lavoro quale risposta concreta allo spopolamento
Sviluppare il turismo con un
progetto integrato tra i Comuni di Lusiana e Conco. E’
quanto propone il “Centro per
lo sviluppo di Conco e
Lusiana” che in tre anni ha
elaborato, con il sostegno delle associazioni di categoria e
di alcuni Istituti di Credito, un
piano strategico turistico.
“L’idea di creare un progetto
integrato per lo sviluppo fra i
due comuni è nata dall’impegno di un gruppo di lavoro che,
basandosi su una serie di analisi e di riscontri oggettivi raccolti, ha cercato di offrire una
risposta concreta allo
spopolamento e all’abbandono progressivo del territorio –
Musica e letteratura in chiesa
Sabato 10 luglio alle ore 21.00, presso la chiesa di S.Giacomo
a Lusiana, si terrà una serata con brani di musica organistica
alternati a brani di letteratura, organizzata dall’assessorato
alla cultura di Lusiana e da Albatros-Gruppo Biblioteca, intitolata:” Musica e parola, le vie dello spirito.” Saranno eseguiti brani organistici di Franck, Brahms, Gigout e Boellmann
e letti brani di Gibran, Jammes, Turgenev e Pascal. Eseguirà
i brani per organo Francesco Munari e leggerà i brani letterari Margherita De Pellegrin. Entrata libera.
Presentazione della
“Guida ai campi di battaglia”
Venerdì 16 luglio alle ore 20.45, presso la Sala Consiliare del
Palazzon a Lusiana, verrà presentato il volume: “Guida ai
campi di battaglia dell’Altopiano dei Sette Comuni - Monte
Ortigara”, di Mario Busana, Paolo Pozzato, Ruggero Dal
Molin, edito da Gaspari Editore. Interverranno i tre autori e
un filmato introduttivo illustrerà le caratteristiche di questa
innovativa guida.” La serata è organizzata dall’assessorato
alla cultura di Lusiana.
Venerdì 9 FIVE ARROWS
Sabato 10 EVIL MAZE
Venerdì 16 NUOVO FRONTE DEL VASCO
Sabato 17 SISMICA
Venerdì 23 live music
Sabato 24 4EVER – Queen tribute
spiega Virgilio Boscardin, ex
sindaco di Lusiana e presidente del Centro – I riscontri si
riferiscono agli aspetti comuni
ed alle risorse che caratterizzano la realtà territoriale,
naturalistica, sociale, economica e storico-culturale dei due
comuni ed al modello di sviluppo che ha caratterizzato la
storia più recente”. Il progetto parte dalla valorizzazione
delle risorse già esistenti tra cui
la natura e paesaggi integri
nonché la posizione geografica strategica, vicina alla pianura e alle grandi vie di comunicazione. Inoltre si mira a far
collimare gli interessi delle varie categorie produttive con le
nuove esigenze socio-economiche attraverso percorsi formativi, ma anche favorendo
l’utilizzo delle nuove tecnologie. Si propone di sviluppare
una nuova “cultura turistica
integrata” improntata sul territorio e sull’ecologia così da
stabilizzare, creando nuovi
competenze e opportunità, la
popolazione residente frenando l’esodo giovanile. Azioni
che possono essere finanziati
con un fondo di rotazione a
tasso agevolato e approfondendo le opportunità che la
Comunità Europea offre. Il
progetto ha già determinato un
primo impegno formale con
una convenzione fra i due comuni, con l’approvazione del
progetto stesso e con la costituzione del “Centro per lo Sviluppo dei Comuni di Conco e
Lusiana”. “A conclusione del
nostro lavoro, affidiamo il progetto alle due amministrazioni
comunali, alle categorie produttive ed alle associazioni che
operano nel territorio, a chi fin
dall’inizio ha creduto in questo progetto sostenendolo con
generosità e lungimiranza –
conclude Boscardin - Formuliamo l’augurio più sincero che
si possa dare seguito al lavoro
fatto finora, superando le naturali riserve o le difficoltà di
varia natura ed attivando con
coraggio e generosità tutte le
iniziative che restano ancora
da completare ed i vari interventi ad esse collegati”.
Gerardo Rigoni
A Campana di Lusiana l’inaugurazione
di un antico pozzo recuperato e restaurato
In occasione dell’annuale festa della “Madonna del
Lazzaretto” a Campana di Lusiana, è stata inaugurata un’opera importante: il recuperato e restaurato vecchio pozzo che
si trova al centro della contrada, e risale, datato, al 1731.
Ricordiamo che a Campana, nella piccola torre campanaria,
si conserva una campanella che è fra le più antiche del Veneto:
fusa nel 1388. La cerimonia di inaugurazione è stata semplice e nel contempo solenne, alla presenza del sindaco
Antonella Corradin che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza e il valore storico che hanno queste opere di recupero
e conservazione del patrimonio per le nostre contrade, perché sono espressione di identità e vitalità delle famiglie che
le abitano. Mario Polato, in rappresentanza della Comunità
Montana e della società Etra, ha ricordato il valore vitale che
aveva una volta la raccolta dell’acqua per le persone e per
gli animali e anche oggi questo elemento e alimento prezioso
è cercato e conteso e dobbiamo quindi aver cura di non sprecarlo. Don Valentino Grigiante, nell’impartire la benedizione
dopo aver levato il drappo che ricopriva il pozzo, ha fatto
cenno all’episodio evangelico di Giovanni quando Gesù arriva al pozzo di Giacobbe affaticato dal viaggio e dice alla
donna samaritana di dargli da bere. Agli interventi delle autorità ha fatto immediato seguito la spiegazione storica e tecnica, curata dall’architetto Antonio Cantele: una illustrazione
che risulta si può ritrovare anche nella bacheca posta a scopo informativo vicino al pozzo. Per avere una visione completa delle fasi di recupero dell’antico pozzo, abbiamo intervistato il protagonista di questo intervento, Ronzani Ranieri
Alberto.
Com’era lo stato di conservazione del pozzo?
“Dal sopralluogo effettuato preliminarmente agli interventi è
stato possibile verificare lo stato di degrado e di abbandono
del pozzo. Al suo interno c’era molto materiale inerte; alla
volta del pozzo mancavano alcune “chiavi” per cui è stato
necessario un primo intervento urgente finalizzato a porre
dei ponteggi per sostenerla. Anche la vera di pozzo è stata
messa in sicurezza”. Per iniziare il recupero quali pratiche e
autorizzazioni sono state espletate? “Il Comitato Cittadini
“Regola Traversagno” mi ha delegato, in veste di Presidente
del Comitato stesso, a prendere contatto con il Comune di
Lusiana, l’Azienda Etra e la Comunità Montana Spett.le
Reggenza dei Sette Comuni, per avere l’autorizzazione, non
solo, ma anche la loro collaborazione e il loro aiuto economico. Questi Enti hanno infatti provveduto a finanziare buona
parte dell’intervento.”
Ci può descrivere le fasi tecniche ed operative del la-
voro di recupero e restauro?
“L’intervento di ripristino ha visto innanzitutto la rimozione
del materiale inerte, dopodiché è stata fatta una pulizia
minuziosa delle “chiavi di volta” che, successivamente, sono
state bagnate e cosparse di polvere di cemento. Esternamente è stato costruito un muretto di contenimento laterale
per la messa in sicurezza del pozzo e in superficie è stata
posata una rete elettrosaldata ed effettuata la gettata di cemento. La torretta di imboccatura del pozzo è stata ricostruita con i sassi originali e la vera del pozzo è stata saldata con
malta cementizia. È stato installato inoltre un pannello
fotovoltaico che permette di illuminare il pozzo e, al suo interno, uno specchio riflette la struttura della volta. I lavori –
conclude Ronzani – sono stati coordinati dall’Architetto Antonio Cantele e da chi sta parlando mentre la manodopera e
l’attrezzatura necessaria è stata reperita grazie all’intervento di volontari, ricompensati con un simbolico contributo.”
Come già accennato, una bacheca con illustrazioni e didascalie
descrive l’opera: ne riportiamo una suggestiva frase: “Di
questo mondo antico si sta quasi perdendo la memoria ed
ecco perché è bello ritrovarsi ancora attorno a questo pozzo
recuperato, per raccontare un po’ la sua storia che è anche
la nostra storia”.
Decimo Cantele
Storia e caratteristiche del manufatto
Il manufatto ha pianta rettangolare e, verso l’alto, una volta arcuata. Su di un lato si apre, verso l’alto, l’imboccatura, sovrastata dalla vera di pozzo (la balaustra di protezione sovrastante il foro del pozzo) su cui è incisa la data
1731. Per costruire tali opere dapprima si procedeva predisponendo lo scavo nel terreno e quindi costruendo la struttura portante in pietra con conci ricavati dalle lastre di
biancone messe “a coltello”. Via via che si andava verso
l’alto, si procedeva compattando la creta (“terra crea”,
materiale argilloso impermeabile per evitare la dispersione dell’acqua che si raccoglieva nel pozzo) fra il terreno e
la muratura. La struttura era, di solito, stondata sul fondo
e rastremata verso l’alto in modo da formare una volta
capace di sostenere il terreno circostante. La capacità dei
pozzi cisterna (tali sono questi pozzi, che servivano non
già per raggiungere l’acqua di una falda, bensì per raccogliere l’acqua piovana in posti solitamente poco ricchi d’acqua) poteva variare da 20 a 40 metri cubi. Questi pozzi a
cisterna venivano realizzati nella piazzetta di una contrada
o nelle corti ed erano utilizzati da un gruppo di famiglie o
da tutti i contradaioli.
8
l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
19
LUSIANA
Cocktail analcolici contro lo sballo
Un’iniziativa dell’Assessorato alle politiche giovanili per promuovere
uno stile di vita sano nei giovani in collaborazione con i bar del paese
“Usa la testa…c’è più gusto
a bere bene”…è uno slogan
ideato dai ragazzi dell’Istituto alberghiero di Asiago insieme all’Associazione Occhi aperti per costruire giustizia e al Ser.t dell’Ulss 3
per promuovere nei bar
dell’Altopiano dei cocktail
analcolici che possano essere una valida alternativa alle
bevande alcoliche. Il Comune
di Lusiana ha aderito a questo
progetto di prevenzione e sabato 10 luglio, a partire dalle
17, lungo via Roma si potranno assaggiare gratuitamente
questi cocktail preparati da alcuni ragazzi dell’Istituto alberghiero. L’iniziativa è nata in
sinergia con i gestori della Locanda Centrale che hanno dato
la loro piena collaborazione per
promuovere l’evento di sabato e per proporre questi prodotti analcolici all’interno del
loro locale. “Il problema dell’abuso di sostanze alcoliche
nei giovani ma anche negli
adulti - spiega l’assessore alle
politiche giovanili Sabrina
Passuello - deve essere affrontato non in un’ottica di totale proibizionismo ma
dando ai ragazzi delle valide alternative e proponendo uno
stile di vita più sano nel quale il
divertimento non deve essere
necessariamente associato allo
sballo. I ragazzi devono
riacquisire delle modalità
di divertimento positive
che non siano necessariamente centrate
sullo stare insieme
per bere”. Si tratta
di un primo evento creato grazie
alla collaborazione dei titolari della Locanda Centrale, ma la
prospettiva è che
altri locali del Comune
di Lusiana possano aderire
al progetto. E’ indispensabile
creare una rete nel territorio
coinvolgendo i ragazzi, ma soprattutto i gestori dei locali che
per primi hanno un contatto diretto con i giovani e li possono
aiutare a vivere in maniera più
sana senza la necessità di
arrivare allo sballo.
Le mega lapidi al cimitero
suscitano polemiche
Le nuove tombe del cimitero
di Santa Caterina di Lusiana
hanno sollevato un’ondata di
polemica per la loro dimensione ritenuta da molti visitatori
troppo grande. Le nuove tre
tombe sono infatti corredate
con lapidi giganti che nascon-
dono quelle poste dietro, esagerate rispetto a tutte le altre.
E poiché lo spazio per mettere altre cornici in marmo alle
future tombe che potrebbero
venire realizzate davanti a
queste ultime è al momento libero, si teme che vengano co-
struite sullo stesso modello, in
stridente contrasto con quelle
già esistenti.
E.Z.
Nella foto le ultime tre tombe con lastre esageratamente grandi al cimitero di Santa Caterina.
Finco e Baù primi a Monte Corno
Al Casello del Guardia di Monte Corno si è svolto il “5° torneo di settino-Casello del Guardia-Bar Fina” a coppie. Al primo posto si è insediata la coppia formata da Corrado Finco e
Marino Baù di Gallio. Seconda piazza per Riccardo Gheller e Niki Omizzolo da Foza. In
terza fila si è piazzato il duo formato da Gianpaolo Grazian e Francesco Cantele di Lusiana.
Quarti sono arrivati Simone e Carlo Gheller di Foza. Prossimo appuntamento per il settino
in altopiano è il “Master del barbiere” al “Tacabanda” a fine luglio.
E.Z.
Nella foto, le prime due coppie classificate al Casello del Guardia del Monte Corno
CONCO
Domenica 27 giugno 2010 i
Donatori di Sangue di
Fontanelle, associati alla
Fidas, hanno celebrato i 30
anni di fondazione del Gruppo con la posa di un cippo nel
parco giochi che, nell’occasione, è stato intitolato “Parco del Donatore”. Dopo il ritrovo presso il campo sportivo, le autorità, i gruppi e i cittadini presenti hanno formato il corteo che, accompagnato dalla banda “Attilio
Boscato”, ha raggiunto il luogo della cerimonia. Il parroco, Don Davide, ha svolto la
parte religiosa con la benedizione del cippo; sono seguiti
poi i discorsi del sindaco e del
presidente provinciale. Nel
suo discorso il sindaco ha
messo in evidenza l’importanza dell’azione del dono del
sangue che contiene un grande valore morale, poiché chi
dona il sangue dona anche
speranza e dignità a chi dalla
malattia viene non solo reso
più fragile nel fisico, ma spesso anche umiliato nella dignità
di essere umano. Ha quindi
ringraziato i donatori per la loro
attività e anche per aver scelto di collocare il cippo in un
I Donatori di sangue
di Fontanelle di Conco
hanno festeggiato i
trent’anni di attività
luogo frequentato da bambini,
ragazzi, famiglie cui verrà inevitabilmente trasmessa quella
testimonianza di generosità,
attenzione, solidarietà verso il
prossimo. Dopo il saluto del
presidente provinciale, che ha
sottolineato anche le difficoltà
nel portare avanti l’Associazione, l’attuale presidente del
gruppo Rinaldo Bertacco ha ricordato i presidenti che lo han-
no preceduto, in particolare
Egidio Marchiori che fu il fondatore ed ha ringraziato tutti i
donatori che con generosità
sono pronti sempre a impegnarsi non solo con le donazioni di sangue, ma anche nelle varie occasioni della vita del
paese. Ha ringraziato gli sponsor e coloro che in vario modo
hanno lavorato per la riuscita
della manifestazione. Sono stati quindi consegnati dei quadri a ricordo della cerimonia alle vedove di Egidio
Marchiori e di Giordano
Tumelero, alla prima madrina del gruppo Vania
Rodighiero, al parroco, ai
gruppi invitati e al sindaco.
La banda di Fontanelle ha
accompagnato le varie fasi
della cerimonia rendendola
più solenne. Alla fine tutti i
presenti hanno ricevuto un
omaggio e poi sono stati invitati al ricco buffet che era
stato preparato.
8
l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
20
Tra proposte classiche e piacevoli novità
La stagione concertistica di Artemusica
MUSICA
“Attraverso la musica possiamo vagare nel tempo( e
trovare amici in ogni epoca”.
Con questo suggestivo
aforisma si apre il sito internet
dell’Associazione Artemusica
di Roana, e a queste parole si
ispira l’attività dell’associazione, impegnata nella realizzazione
della
stagione
concertistica del 2010, giunta
ormai alla sua sesta edizione.
Come di consueto, i protagonisti saranno artisti di fama,
affiancati da giovani virtuosi,
in una serie di proposte che
spazieranno dal recital solistico
alla musica da camera, dalla
lirica al jazz, in un alternarsi di
generi e di autori che attraversano secoli di musica. Ad aprire la stagione saranno il soprano Cristina Villani e il pianista
Fulvio Galanti che, lunedì 12
luglio alle ore 21 presso la sala
S.Giustina di Roana e nell’ambito del festival Hoga Zait, presenteranno il concerto “Musi-
Un calendario ricchissimo di proposte con la partecipazione di artisti di fama affiancati da
giovani virtuosi. Si parte il 12 luglio con il concerto di Cristina Villani e Fulvio Galanti
ca colta e ispirazione popolare” con brani di Britten,
Poulene, Brahms, Dvorak.
Fino alla fine di agosto, dunque, in un nutrito programma che si svilupperà tra
Roana, Camporovere,
Treschè Conca, Cesuna e
Canove, si esibiranno artisti di solida fama come il pianista Massimiliano Motterle,
il clavicembalista Marco
Vincenzi, il violinista Fulvio
Luciani, i pianisti Francesca
Righini e Riccardo Zadra e
giovani talenti come Olga
Georgevskaya, Thomas
Schwan, Francesco Pulga
con il Quartetto Indaco, Nicola Lamon.
Dal 14 luglio al 14 agosto
saranno inoltre riproposti i corsi
di perfezionamento musicale
per pianoforte e violino che si
articoleranno nella forma delle lezioni-concerto, occasioni
del tutto particolari durante le
quali il pubblico potrà cono-
scere il “dietro le quinte” della preparazione di un concerto, lo studio e il perfezionamento costante nel quale si
impegnano i giovani musicisti
. La musica farà poi da cornice e da accompagnamento ai
Grande successo per il ritorno
degli storici Rheetma!
Dopo sette anni, di certo non
se lo aspettavano: i cinque
musicisti nostrani hanno riscosso un grandissimo successo, complice forse il loro
album, il primo lavoro musicale autoprodotto che li ha
consacrati come gruppo storico dell’Altopiano.
I Rheetma, attraverso il nostro quindicinale, hanno tenuto a ringraziare tutti gli spettatori accorsi per l’occasione, in particolar modo il proprio fan club, ancora attivo
dopo sette anni di quasi assoluto silenzio, nella figura di
Andrea ‘Pelo’ Segafredo,
che, diventato padre della
piccola Francesca proprio il
giorno del concerto, non è
comunque potuto mancare,
come se si trattasse di una
sorta di battesimo, di
riconsacrazione di un grup-
po che ha calcato tra i
primi i palcoscenici
altopianesi, quando ancora la musica dal vivo era
apprezzata nei nostri locali.
Di persone ce n’erano
davvero molte, se si pensa che alcune, addirittura,
hanno seguito il concerto
dall’esterno, sotto un cielo sicuramente non dei
migliori e muniti di ombrello. Si è parlato di circa 300 persone, tante da
finire la birra a disposizione nel locale.
Un ringraziamento da
parte della band va anche
a Radio Asiago e a Salvatore Baù, che, prossimamente, trasmetterà il loro
concerto, durato quasi tre ore
ininterrottamente.
Il bello dell’evento è stato
che i cinque “ragazzi cresciuti” sembravano non
aver mai preso le loro strade indipendenti: all’armonia ha fatto da specchio
l’instancabilità, che ha
reso la serata più arte che
esecuzione. La cosa che
ha maggiormente colpito i
Rheetma è stato sentire la
gente cantare i pezzi da
loro composti: una grande
soddisfazione, che ha compensato la loro lunga assenza. Questo ha dato al
gruppo la forza di valutare l’idea di tornare a suonare insieme, magari per
“Martedì dell’arte”, appuntamenti ideati e condotti dal Prof.
Davide Apolloni che quest’anno si apriranno il 27 luglio
(Roana, sala santa Giustina,
ore 17.30) con la presentazione del libro di Alessandra
Zamperini “Le Grottesche: il sogno della
pittura nella decorazione parietale”. I
successivi tre appuntamenti saranno dedicati a Caravaggio
“il pittore che scopre
la forma delle ombre” , allo scultore
Gian
Lorenzo
Bernini, e al capolavoro giottesco della decorazione della chiesa di San
Francesco
ad
Assisi. Il programma di Artemusica si
arricchisce poi di
due novità: giovedì
5 agosto, presso il
laghetto di Roana, un vero e
proprio spettacolo nel bosco
avrà come tema le avventure di Orlando, il celebre paladino divenuto folle d’amore per la bella Angelica. Le
sue gesta, cantate nel poe-
ma di Ludovico Ariosto, saranno rievocate nella magica atmosfera del bosco attraverso immagini di celebri
dipinti, musiche suggestive,
voci narranti, damigelle e cavalieri. L’appuntamento è per
le ore 21. In caso di maltempo lo spettacolo sarà rinviato al 18 agosto. Il 13 agosto,
presso la Sala Santa Giustina
di Roana alle ore 16, verrà
proposto un incontro letterario, rivolto a grandi e piccoli,
intitolato”Libri da assaggiare, piccola merenda letteraria”. In una atmosfera familiare e amichevole verranno
proposti alcuni generi letterari sui quali tutti i presenti
potranno confrontarsi, scambiare idee, condividere la passione e il gusto per la lettura.
Il programma dettagliato delle attività estive dell’associazione può essere consultato
su: www.artemusicaroana.it
Nicoletta Manfrin
Le Voci della Spelonca e amici a Roana
Per festeggiare la 10° rassegna il coro “Le Voci della Spelonca” organizza un concerto
sabato 10 luglio alle ore 21 nella chiesa parrocchiale di Roana. Ad accompagnare nella serata
il coro roanese, che attraverso il canto racconta del territorio, dei suoi luoghi e delle sue
leggende, il coro Vecchio Ponte di Bassano e il coro Ciclamino di Marano Vicentino. La
serata è stata resa possibile grazie anche alla collaborazione della Parrocchia, della pro loco
e del Comune di Roana.
G.R.
Ad Asiago la rassegna “Col nostro canto andiam”
Serata di grandi cori al
Millepini di Asiago sabato 17 luglio alle ore 21.
Con la 17° rassegna di
canto tradizionale “Col
nostro canto andiam…” il
coro Asiago regala a residenti e turisti un interessante mix di canti popolari, da quelli della
montagna al gospel degli
afroamericani. E lo farà
un nuovo disco, anche se
questa eventualità deve ancora essere discussa. La storica band si è sentita accolta
come non mai: i partecipanti
hanno preparato una serie di
scherzi che li hanno fatti divertire, scaricando la tensione pre concerto. Un evento
a dir poco emozionante che
fa sperare che ci siano tempi migliori per la musica dal
vivo; se questi cinque ragazzi sono rimasti nel cuore nonostante un silenzio durato
sette anni, significa che la
buona musica può ancora
toccare le corde più remote
e sensibili del nostro animo,
ma anche farci divertire tanto
da
rimanere
indelebilmente impressa.
Martina Rossi
ospitando i trentini del
Coro Genzianella di
Roncogno e i Blugospel
di Monticello di Fara. La
serata, con ingresso a
pagamento con biglietti in
prevendita allo IAT, sarà
aperta dal Coro Asiago
cui seguirà il Coro
Genzianella, diretto da
Andrea Fuoli, che offrirà
al pubblico canti che
vanno
dalla
“Rebandonada” a “La
Valle” per finire con la
famosa “Joska la Rossa”.
Chiuderà la serata i
Blugospel diretti da
Lorella Miotello che proporranno gospel tradizionali per poi concludere
con “Somebody to love”
di Freddie Mercury.
G.R.
8
l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
21
“E DIO DISSE: …FIAT LUX… E LA LUCE FU” ( SECONDA PARTE)
Dal Dopoguerra all’avvento dell’Enel
STORIA
Con la fine della prima
guerra mondiale, si rendeva necessario riattivare gli
impianti per far fronte alle
più urgenti necessità a favore dei paesi in fase di ricostruzione.
In questo periodo la richiesta di energia elettrica, per
forza motrice, era notevolmente aumentata e la Centrale di Cogollo non era più
sufficiente, tanto che la ditta Zanini&C doveva sopperire a tale carenza assumendo l’energia fornita dagli impianti del Lanificio
Rossi di Rocchette e
Caltrano e dalla Cartiera
Rossi di Arsiero al momento inattivi. Nel 1921 Zanini
acquisiva dalla Società P.
Chilesotti&C i suoi impianti di Thiene, Zugliano e
Grumolo delle Abbadesse
rinnovandoli ed adattandoli
alle nuove esigenze, mentre contemporaneamente
riprendevano i lavori di costruzione dell’impianto elettrico, progettato fin dal 1910, in
località Bocca dei Sogi
(Progettista e Direttore lavori: Ing. Vittorio Altieri di
Thiene), portato a termine nell’ottobre 1923, in sostituzione
di quello precedente ormai
desueto di Bogidori. Poiché
l’energia elettrica a Bocca dei
Sogi veniva prodotta a 10.000
volt, anziché come in precedenza a 7.000, si rendeva necessario procedere alla sostituzione anche di tutti i trasformatori installati nelle singole
cabine e degli isolanti di sostegno presenti sulle varie linee.
Nel periodo postbellico tra il
1920 ed il 1925, la Ditta
Zanini&C acquisiva nuove
utenze nell’Alta Valdastico e
sull’Altopiano di Tonezza. La
ricostruzione degli impianti di
L’energia elettrica sull’Altopiano dei Sette Comuni, Valdastico, Altopiano di Tonezza
e pedemontana fino al 1962 quando tutti gli impianti vennero trasferiti allo Stato
Panoramica dell’impianto idrico di Cogollo
Foto Lanaro Thiene
distribuzione della nuova centrale e delle nuove linee collegate veniva resa possibile con
gli anticipi relativi agli indennizzi sui danni di guerra, fatti
dall’Istituto Federale di Credito delle Venezie, come pure
con accensione di nuovi mutui ed aumenti del Capitale sociale, deliberati nelle riunioni
del 13 luglio 1921 e del 16 maggio 1923. Con il rientro dei profughi, dopo la fine della prima
guerra mondiale e le crescenti esigenze della popolazione
civile, le richieste di allacciamento aumentavano notevolmente, tanto che il decennio
veniva quasi esclusivamente
occupato nella costruzione di
nuove linee e centrali, potendo
raggiungere, in questo modo,
anche le contrade più isolate.
Nei primi anni trenta, la Società
stipulava accordi di forniture elettriche anche con la SADE (Società Adriatica di Elettricità), acquisendo gli impianti diArsiero e
Velo d’Asico e relative centraline
in località Menador e Pria, che
utilizzavano cadute d’acqua, rispettivamente, nel torrenteAstico
e Posina. Contemporaneamente, si acquisivano e rinnovavano
anche gli impianti di Lugo e
Calvene, costruendo una nuova
linea a 10 KW e relativa stazione di trasformazione.
Durante gli anni trenta la Società aumentava gli allacciamenti e
l’utenza e pertanto si dava mano
alla ricostruzione della
centralina dei Sogi in cessione
dal 1925 ed entrata in funzione solo nel 1940.
Ma la nuova guerra bloccava
ogni attività e purtroppo il 24
marzo 1942 il fondatore della
Paola Vescovi
presenta il suo libro
“Sogni veloci”
Piccoli pensieri del viv e re q u o t i d i a n o , a n z i
“pensieri e divagazioni
d i u n v i v e re q u a l u n que”, è così che Paola
Vescovi sottotitola il suo
libro “Sogni veloci”,
r a c c o l t a d i o l t re u n a
sessantina tra poesie e
racconti brevi, dove si
p o s s o n o t ro v a re e m o zioni e ricordi, riportati
con grande spontaneità,
tanto che la lettura risulta fresca e immediat a . L’ a u t r i c e , n a t a a d
Asiago, vive attualmente a Pieve di Soligo, in
p ro v i n c i a d i Tre v i s o ;
laureata in Psicologia, è
responsabile di un servizio socio sanitario che
si occupa di disabilità
in età adulta. Da sempre coltiva la passione
per la conoscenza dell’animo umano e per le
relazioni, che intreccia
con la passione per i
viaggi, la lettura e la
scrittura. Il libro, della
collana Autori Italiani
Moderni - SBC edizioni, pubblicato da poco e
già disponibile anche in
n u m e ro s e
l i b re r i e
dell’Altopiano, verrà
presentato ad Asiago venerdì 23 luglio alle ore
17.30, in sala consiliare
del Municipio.
Società P. Zanini&C chiudeva la sua esistenza terrena.
Era nato a Thiene il 22 settembre 1876. Nel successivo
10 aprile dello stesso anno, egli
veniva sostituito alla guida della Società dal Nob. Mario
Cavazzani, suo stretto collaboratore fin dal febbraio 1904.
Dopo l’Aprile 1945, con la cessazione delle ostilità, la ditta riprese a ripristinare gli impianti, aumentando anche il prelievo di energia elettrica dalla
SADE, acquisendo dall’1 ottobre 1946 pure gli impianti di
distribuzione della Coop. Elettrica di Thiene ed i relativi impianti avuti in locazione dalla
Società Forze Idrauliche
Senettin, derivanti l’acqua dal
Torrente Astico a oltre 4 Km
a monte della centrale di
Cogollo.
Visto lo stato di pessima manutenzione degli impianti, si
pensava di unirli a quelli di
Cogollo, rinnovandoli però
completamente, con un nuovo progetto. Espletata l’istruttoria burocratica, fatto approvare il progetto presentato nell’ottobre del 1947, ottenuta
l’autorizzazione provvisoria ad
iniziare i lavori, il 10 novembre
1948, avveniva la posa della
prima pietra del nuovo impianto, mentre nel dicembre la ditta
Zanini
acquisiva
definitivamente i diritti sulle
derivazioni d’acqua, sui beni
immobiliari della Ditta Senettin.
I lavori terminavano nel luglio
del 1950. Una diga, costruita
a sbarramento dell’Astico convogliava l’acqua, tra canali,
derivatori e gallerie, nella condotta forzata, dove, dopo un
salto di 27 metri sulla turbina,
metteva in movimento un alternatore della potenza di 2500
KW. Subito dopo un canale di
scarico riportava le acque
schiumeggianti in superficie,
riconvogliandole nuovamente
nell’Astico. Sistemata razionalmente, con la nuova centrale unica, l’utilizzazione delle acque dei torrenti Astico e
Posina, la ditta poteva raddoppiare la produzione in KWO.
Per la costruzione della nuova
centrale, nel corso di quattro anni,
sono occorsi circa 600.000 ore
di mano d’opera, 40.000 quintali
di cemento e 1.500 di ferro circa, oltre che l’accensione di debiti nei confronti degli Istituti di
Credito e l’aumento del capitale
da parte dei soci. Progettista dell’opera e Direttore dei lavori:
L’Ing. Dino Altieri di Thiene.
Imprese appaltatrici: Fratelli
Viviani di Cornuda e Coop.
Monte Cengio di Cogollo.
Fornitrici dei macchinari: Soc.
De Pretto Escher-Wyss di Schio
per la parte idraulica e Officine
Pellizzari di Arzignano per quella elettrica. In occasione del
50^ della fondazione della Società, Domenica 14 dicembre 1952,
alla presenza delle maestranze,
in particolare dei dipendenti benemeriti Bellinaso e Pellegrini, dei
sindaci ed autorità locali, rappresentanti i comuni coinvolti, aveva luogo la celebrazione dell’anniversario col seguente programma: ^ Raduno e successiva visita inaugurale del nuovo impianto idroelettrico di Cogollo.
^ Pranzo conviviale presso il Ristorante “Luna” di Thiene.
Per tutti gli anni ’50, la Società
espandeva sempre più la sua
utenza e rinnovava gli impianti per
renderli adeguati ai tempi ed alle
necessità.
La SADE, inoltre, fornitrice storica di energia alla ditta
altopianese, stava sostituendo i
propri impianti a 10.000 volt con
altri a 50.000 volt, costringendo
la ditta Zanini a fare altrettanto.
Per tale motivo la stessa costruiva una nuova cabina di trasformazione a Thiene, allineando tutte le sue linee alla medesima frequenza. Con questo sistema introduceva linee ad alta tensione
per uso industriale, ma anche a
bassa (125 volt), utili, oltre che
per l’illuminazione elettrica, anche per uso più strettamente
domestico, A cavallo degli anni
‘50/’60, la Ditta P. Zanini&C. diramava le proprie linee elettriche
in ventisei comuni dell’Altopiano
dei 7 Comuni, Valdastico,
Altopiano di Tonezza ed alto
vicentino. Ma, purtroppo, con
Legge 06 dicembre 1962, veniva istituito l’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica), nato
per operare la nazionalizzazione dell’energia elettrica e pertanto tutte le imprese, operanti
nel settore, venivano rimborsate e liquidate, mentre i loro beni
trasferiti allo Stato. (P.S.: Vorrei
ringraziare pubblicamente il Sig.
Domenico Rigoni di Sandrigo, per
avermi concesso la consultazione di un volumetto sull’opera dello
Zanini, pubblicato nel 1942, a me
sconosciuto).
Mario Basso
“I forti di Primolano”
Ultimo libro di Luca Girotto
Nuova fatica letteraria
per Luca Girotto, ultima di una lunga serie
dedicata alla storia del
territorio posto tra
Trentino e Veneto e ai
fatti bellici ad esso legati. L’autore, dirigente medico presso
l’Ospedale di Borgo
Valsugana, propone il
secondo fascicolo della collana monografica
storico-escursionistica
delle opere permanenti tra il Canal di Brenta,
la Val Cismon e
l’agordino. Con questa
pubblicazione viene illustrata una dettagliata analisi degli aspetti architettonici, e
tecnici della fortezza, assieme alla ricostruzione inedita
degli avvenimenti che ne decretarono la fine, allo scopo
di permetterne una visita ragionata.
La “tagliata della Scala”, sopra il tranquillo villaggio di
Primolano, offre un
inconfondibile scorcio panoramico al viaggiatore in transito lungo la S.S. 47 della
Valsugana. Eppure, il complesso fortificato ebbe un
ruolo militare assolutamente
irrilevante tra il 1915 ed
il 1918, anche se la sua
nascita influì in misura
non trascurabile sulla
vita economica e sociale del ristretto ambito territoriale del Canal di
Brenta a cavallo tra XIX
e XX secolo. Numerose immagini mai precedentemente pubblicate,
nonché planimetrie del
genio militare, foto
recuperate da collezioni
private e carteggi dello spionaggio austroungarico
concorrono ad arricchire
il corredo iconografico
che rende avvincente l’interpretazione di quanto resta oggi,
sul terreno e nella storia, della
più imponente delle fortezze
ottocentesche dello “sbarramento Brenta-Cismon”.
I Forti di Primolano, Silvy
Edizioni, 240 pagine, 17,00
euro.
G.D.F.
8
Sabato 10 luglio 2010
- Cosa facciamo, Nonno? - chiedeva Henna al primo degli
“incontri del doposcuola”, come li avevano battezzati Mamma Gala e Papà Welusch. concluso il pranzo, era trascorso
un quarto d’ ora senza che si dedicassero ad un’ attività specifica. Questo aveva messo Henna in uno stato di agitazione, ed ella, cercando di non farsi notare, spiava le intenzioni
del Nonno, il quale se ne stava sospirando alla tavola in disordine.
L’ Istituto Mondiale di Salute ed Economia raccomandava
di non indulgere in stati d’ inattività durante la veglia per un
tempo che andasse oltre i cinque minuti consecutivi; secondo accurati studi infatti, era dannoso per l’ organismo “perseverare in atteggiamenti che non producano per
effetto, secondo gradi variabili d’ immediatezza, un risultato di concreta utilità materialistica al singolo, alla sua cerchia più prossima e in generale alla collettività” - parola del Manuale del Dott.
Prof. Giùngar.
- Laviamo i piatti? Facciamo gli Esercizi
Digestivi?
Freajoch, muto, seguitava a grattarsi la
pancia. Infine, il suo volto s’ illuminò, e
disse:
- Sì, hai ragione! Vieni, andiamo in poltrona.
- Ma... per fare qualcosa, giusto? Non
certo per star seduti in poltrona...
- Certo, certo...
Presero posto in soggiorno, vicino ad
un mobiletto in simil-legno. Freajoch mentre Henna si stringeva le braccia,
osservando le bizzarre immagini appese alle pareti - aprì il mobiletto e ne
estrasse una pipa; la caricò con del tabacco
preso da un astuccio di cuoio - e sfregato un
fiammifero, se l’ accese. Henna lo fissava a bocca
aperta.
- Ma! Nonno! E’ contro la legge! E in più sei malato! -
l’Altopiano
HOGA ZAIT!
- CAPITOLO 2 disse. Anelli di fumo riempirono i secondi, mentre il vecchio
traeva gustose boccate guardando il soffitto.
- Vedi, - rispose il vecchio, - in questo tempo che passeremo insieme, cercherò di trasmetterti certe cose che la gente
h a dimenticato. Come ad esempio, la differenza tra Bene
e Male. Non dovrai parlarne con nessuno, soprattutto con i tuoi genitori.
S’ interruppe per qualche secondo, poi la guardò intensamente.
- Allora, affare fatto?
Henna, nonostante il disagio, sentiva il
cuore batterle per l’ emozione.
- Va bene - rispose in un soffio.
- Brava! Lo sapevo che non mi
avresti deluso.
- Dunque, - continuò Freajoch, partiamo dal principio. Tu
pensi, come tutti, che Ostera
sia sempre esistita così com’
è.
- Sì, e prima “c’ erano solo
sofferenza, vizio, e gli uomini vivevano nel buio di tutte
le imperfezioni, afflitti
dall’ ombra della morte”
- recitò Henna da brava studiosa dei Vangeli di Ostera.
- Ebbene, non è affatto così. E’ sì
esistito un tempo, in cui gli uomini vivevano in una società più
primitiva, ma... noi, tanto abbiamo guadagnato, tanto abbiamo perduto. Un po’ alla volta ti sarà tutto chiaro, vedrai.
- Innanzitutto, una volta la città non ricopriva l’ intero mon-
22
do. I Boschi - che ti hanno insegnato essere un’ invenzione
malata dei selvaggi - esistevano eccome, e così pure il
Mare e le favolose Montagne, ah, jà.
- E, su alcune di queste montagne, viveva un antico popolo,
da secoli in armonia con il proprio territorio. Si chiamavano
Cimbri, ed essi sono i nostri veri antenati. Ti racconterò del
Bene e del Male attraverso le loro leggende e, per
non spaventarti, incomincerò col Bene. Tu prima eri
agitata perché, secondo la tua mentalità, “non stavamo facendo niente”. Non è vero?
La ragazza annuì, sorpresa.
- Bene, invece, secondo un’ antica sapienza, - più antica
perfino dei Cimbri - “Esiste un tempo per ogni cosa”. E’
facile: ad esempio, il tempo di lavorare, ed il tempo godere
certi momenti. Quando i Cimbri erano un popolo vivo, non si
“produceva” soltanto, ma si cercava, al momento giusto,
di assaporare insieme i frutti delle fatiche, di condividere cose semplici come la parola, il buon cibo, il tabacco, la musica e la danza. A te hanno insegnato che son
tutte cose pericolose. Frottole! Nella giusta misura, e al momento opportuno, donano una cosa che tu, povera creatura
della grigia Ostera, non sai nemmeno cos’ è: la Gioia.
Henna serrò le labbra, spalancò gli occhi.
- E la Gioia, cara Henna, è il primo degli insegnamenti che
voglio darti. Sai cosa fecero gli abitanti di quelle montagne?
Quando la memoria del loro passato rischiava di scomparire? Decisero di creare non cinque minuti, non venti, ma dieci giorni interi di incontri e feste, cui diedero il nome
di “Hoga Zait”. Vuol dire “Tempo Alto”. Allora, non esistevano solo i Boschi, il Mare, le Montagne; esisteva anche il
Sole, che proprio d’ Estate, quando c’ era Hoga Zait, brillava fulgido e luminoso e faceva nascere i fiori nei prati, e così
insieme ad esso brillavano i cuori degli uomini desiderosi di svago e riposo tra una fatica e l’ altra.
Gli occhi del vecchio parevano scrutare lontano, molto oltre
la parete di fronte, oltre l’ edificio, oltre la città e chissà dove...
- Questa, cara Henna, - disse poi Freajoch, svuotando la
pipa in un piccolo contenitore scuro, - Era la Gioia.
Luca Trapani
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Alcuni mali moderni sono frutti del benessere: il caso dell’ortoressia
Tra i numerosi mali del vivere d’oggi, ve ne illustro un esempio
lampante che è attualmente oggetto di interesse clinico e
psicopatologico. Si tratta del disordine che va sotto il nome di
“ortoressia”. In breve, si tratta di una spinta ossessiva a mantenere un regime alimentare ristretto e caratterizzato dalla ricerca
di alimenti considerati sani e puri. Essa si configura come una
“mania nutrizionale” caratterizzata da tratti tipici dei disturbi alimentari e contemporaneamente del disturbo ossessivo
compulsivo. Le persone ortoressiche (la parola ricorda molto il
termine anoressia) compiono estremi sforzi per evitare alcuni
cibi considerati “velenosi” per il corpo e perseguono uno stile di
alimentazione volto alla ricerca spasmodica della salute fisica e
della purificazione. Non si tratta di una tendenza a ridurre la
quantità di cibo per dimagrire, come accade appunto
nell’anoressia; piuttosto, l’ortoressia è correlata alla qualità del
cibo. Generalmente, scegliere di alimentarsi secondo
uno stile sano è verosimilmente una
condotta di buon senso. In realtà, quello
che fa la persona con
questa patologia è varcare la soglia della normalità e rendere
l’alimentazione un’ossessione disturbante tanto da compromettere (paradossalmente) il benessere fisico e
causare evitamento e disagio
relazionale. Gli atteggiamenti più
frequenti sono: indagare ogni singola
componente del prodotto che si vuole
acquistare (conoscendo a menadito
le sostanze considerate “killer”), programmare precisamente ogni singolo
pasto, temere di contaminare il proprio corpo, rifiutarsi di ingerire alimenti ritenuti non naturali e perciò
dannosi, desiderare costantemente di depurarsi,
sentirsi in
colpa per aver trasgredito alle regole, evitare cene o situazioni
in cui non si può mangiare strettamente ciò che si vuole. Alle
radici di questo fondamentalismo alimentare ci possono essere numerose cause. Sebbene le manifestazioni umane originino
frequentemente da una somma di elementi e non da un singolo
fattore eziologico, in questo caso il ruolo del bombardamento
massmediatico salutista e la strenua opposizione nei confronti
della sofisticazione e della manipolazione chimica e genetica dei
cibi hanno contribuito non poco ad alimentare il filone ortoressico
tra la popolazione generale. La restrizione nutrizionale in termini
di prodotti e generi ha come obiettivo di evitare più possibile
quelle sostanze ritenute “non pure”, foriere cioè di tutti quei
derivati della tecnologia biologica e del mondo industrializzato
che possono compromettere la salute e portare malattia, divenendo in alcuni casi una vera e propria filosofia di vita. Un secondo elemento che contraddistingue
l’ortoressico è la rigidità dello stile nutrizionale
che se perseguito con integerrima volontà fa
percepire un estremo senso di controllo dello
stato fisico che si riflette su autostima e identità. I seguaci più accaniti di certi movimenti
salutisti tendono a non voler discutere delle proprie scelte con gli altri e si ritengono superiori e
più consapevoli (ad esempio: “io ho avuto l’illuminazione, il cibo è tutto!”), adducendo motivazioni discutibili e
prive di reale fondamento scientifico; l’atteggiamento di rigidità
e assolutismo tende però a compromettere i rapporti
interpersonali tanto da produrre isolamento sociale. La seduzione del disturbo sta nel non trarre piacere dall’assunzione del
cibo, sentendosene affrancati quasi fosse un peccato, gratificandosi invece nella capacità di mantenere un regime di restrizione delle categorie alimentari e nell’evitamento di certe situazioni potenzialmente “avvelenanti”; pensate che si può raggiungere l’estremismo di portarsi dei “kit di sopravvivenza” per superare certe cene in cui il menù proposto è
considerato inadeguato. Va da sé che ogni trasgressione
è vissuta come una colpa da dover scontare attraverso
condotte di espiazione quali l’inasprimento della dieta per
un certo periodo. In altri casi, è frequente riscontrare negli
ortoressici una forte fobia di sviluppare malattie e di contrarre morbi derivati dal
cibo, celando negli evitamenti
una forte componente
ipocondriaca latente. Pertanto i comportamenti di rifiuto di certe vivande sono da considerarsi protettivi nei confronti di un’ansia di contaminazione che non è del tutto consapevole. A ben
guardare, ad un livello generale non è da biasimare il tentativo di
evitare di intossicarsi: sui giornali leggiamo che il vino ha il
metanolo, la mozzarella è alla diossina, le verdure sono zeppe di
pesticidi, i grassi contengono il colesterolo, la mucca è pazza e
piena di ormoni, il pollo ha l’aviaria e il suino la “suina”, le falde
sono inquinate e ciò che resta di “masticabile” è quasi sempre,
a nostra insaputa, un organismo geneticamente modificato. Da
qui a dire che il cibo è tutto veleno, comunque, ce ne passa. Non
si dovrebbe arrivare al punto di evitare rigidamente alcune sostanze necessarie al nostro organismo perché vietate dal proprio “credo” nutrizionale, tanto da rischiare altre complicazioni
quali avitaminosi, squilibri elettrolitici, osteoporosi, atrofie muscolari, eccetera. Sarebbe una presa di posizione pregiudiziale
ed ascetica, ovvero indirizzata al sentirsi superiori e diversi a
tutti i costi, aderendo ciecamente ad una delle tante scuole di
pensiero integraliste che mescolano principi orientali a principi
occidentali, teorie scientifiche più o meno raffazzonate per
validare le teorie con palesi chiacchiere da bar (o da parrucchiera). Ci potremmo sbizzarrire ulteriormente sulla varietà della fenomenologia del disturbo; non credo però si possa aggiungere altro a quanto esposto. Piuttosto, mi pare utile ribadire quanto sia importante nella società in cui viviamo mantenere un buon
grado di elasticità mentale; consiglio pertanto di evitare gli
estremismi e l’accettazione incondizionata di teorie mutuate da
chissà quale fondamento teorico-epistemologico. L’impressione è che spesso si abbia bisogno, a tutti i costi, di punti di riferimento e di una “stampella” che sorregga la nostra fragilità interna. Credo che vada riscoperta la nostra naturalità, non c’è dubbio, per tornare ad un equilibrio più consono alle nostre origini e ad un
sfruttamento più sostenibile delle risorse zooagricole. Ciononostante,
diventare adepti di certe sette o di certi movimenti fondamentalisti
mi pare più una forzatura e una fuga inconsapevole che una libera
scelta. Se l’uomo è onnivoro ed è sopravvissuto alla notte dei tempi,
significa che può vivere manteStefano Rigoni,
nendo uno spirito autocratico e
Psicologo
adattabile seguendo il proprio
Psicoterapeuta
Cognitivo
istinto e le proprie necessità naComportamentale
turali, senza imboccare tunnel
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oscuri. A mio parere, questo è
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il segreto del benessere.
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8
Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
23
Hockey Inline
il CT dell’Italia Christian Rela
SPORT
ItalAltopiano parte seconda
A Beroun (Repubblica Ceca) la nazionale a trazione altopianese
di Cristian Rela cerca un posto nella storia
Pagina a cura di
Stefano Angonese
L’ultima volta che l’Italia è arrivata tra le prime quattro del
mondo è stato a London (Canada) nel 2004. Un bronzo,
quello conquistato dai ragazzi
dell’allora c.t. Angelo Roffo,
che ancora adesso rimane, assieme a quello del 1996 a
Roccaraso (ma erano altri tempi e pure un altro inline), il miglior risultato di sempre per gli
azzurri. Negli anni successivi
tanti assalti, più o meno organizzati, ma mai riusciti. Sempre fuori dal Mondiale che conta. Sempre piazzati, mai più vincenti.
Ed è questa la sfida che Cristian
Rela ed il suo gruppo hanno
accettato quest’anno: provare
a (ri)scrivere la storia. Perché
questa è la differenza tra il solito Mondiale azzurro oppure
uno speciale.
A Beroun (Repubblica Ceca),
cittadina non lontana da Praga
dove da due anni gioca la formazione
campione
dell’Extraliga, da lunedì 12 fino
a sabato 17 luglio l’Italia ci prova. E questa volta potrebbe
essere diverso, o almeno lo
sperano in molti: nuovo c.t., ex
capitano degli Asiago Vipers
pigliatutto, ex allenatore di quella squadra, attuale tecnico dell’Edera Trieste, l’unica formazione a strappare qualcosa ad
Asiago (una Supercoppa) negli ultimi anni; e in panchina
Foto di Marco Guariglia
c’era lui. Un c.t. che si è
insediato anche tra i consensi
dei giocatori, rimasti, dopo vari
raduni di selezione e qualche
forfait, 17 a cui si aggiungono
quattro riserve a casa. Rela ha
costruito un gruppo, non certo
giovane (il “bocia” è il 25enne
Claudio Mantese), che poggia
su elementi di fiducia (anche
nello staff, come Luca Tessari,
Fabio Forte e Raimondo
Petrone), esperti (per qualcuno potrebbe essere l’ultima occasione di vincere qualcosa) e
provenienti per gran parte dagli
Asiago Vipers (nove in totale ed
una riserva).
La nazionale che voleva? « Direi di sì – attacca Cristian Rela
– è più o meno la formazione
che avevo in mente. Non sono
state semplici le scelte da effettuare. I raduni sono stati
Ottavi. Peggio di un anno fa (sesti). Le premesse, ad esser sinceri, non erano particolarmente incoraggianti, e questo era già stato
detto e scritto, ma è pur vero che alla luce delle prime tre partite
(vittorie preventivate contro Messico e Namibia, inframmezzate,
però, da un sorprendente successo sul Canada vicecampione),
forse qualcuno si era illuso che le altre non fossero poi così
inavvicinabili.
E, invece, lo sono, almeno per ora. Nell’ultima giornata della prima fase, quella decisiva per le prime posizioni, la Giovine Italia ha
infatti iniziato a sbattere il muso contro la realtà. Una giornata
nera, iniziata con l’infortunio occorso a Paolo Nicolao, giocatore
degli Asiago Vipers che fino ad allora era stato il terminale più
prolifico. A quel punto, qualcosa si è rotto nei meccanismi degli
azzurrini, incapaci di riprendersi dal contraccolpo e finiti ko contro Francia (0-6) ed Usa (0-3). Zero gol nelle sfide più importanti.
Segnale preoccupante alla vigilia di un quarto di finale con la Svizzera che non ha fatto altro che confermare le difficoltà del gruppo di Marobin. Sconfitta per 5-2 e Mondiale praticamente finito
per un’Italia svuotata, mentalmente e fisicamente, andata poi incontro ad altre due battute d’arresto in serie al cospetto di Colombia (2-6) e Spagna (1-5). Resterà, è ovvio, il dubbio di come
sarebbe andata senza l’infortunio di Nicolao. Magari ci sarebbe
Riccardo Marobin
La foto ci è stata gentilmente
concesse da Marco Buschi
Hockey Empoli.
positivi, sono soddisfatto del
lavoro svolto, anche se mi dispiace non aver potuto sostenere almeno un paio di test contro qualche altra nazionale per
valutare meglio il grado di preparazione. Questo è l’unico
rimpianto che ho alla vigilia.
Comunque sia avremo quatto
allenamenti in Repubblica
Ceca (l’arrivo è previsto per
venerdì, ndr) e poi anche 45’
di prova della pista dove si
svolgeranno le gare iridate. Se
in Italia abbiamo curato la
condizione fisica, non per tutti
brillante almeno all’inizio, in
queste ultime sedute lavoreremo su tattica e situazioni di gioco. In merito alle linee, posso
dire che un blocco, se non sorgeranno problemi dell’ultima
ora, è deciso e collaudato
(Mantese-Comencini-Mosele-
Frigo) ed è quello che ha ben
figurato in queste ultime stagioni con i Vipers; per il resto
tutti entreranno nelle rotazioni. I portieri (Commisso ed
Antionori, ndr) sono in forma
e valuterò al momento la soluzione più indicata ».
Un Mondiale che per l’Italia inizia da un girone tosto: Canada,
argento un anno fa, Repubblica Ceca, bronzo, e la sempre
ostica Spagna. « Gruppo duro,
non c’è che dire, ma questo è il
Mondiale. Non ho esperienza
di gare iridate, ma chiaramente Canada e Repubblica Ceca,
che gioca in casa e che troveremo subito all’esordio, sono
squadroni. Gli spagnoli, invece, sono sempre “rognosi”; in
Champions, contro i loro club,
ho sempre faticato molto, ma
va bene così. Se vogliamo far
Mondiali Under 20
A Düsseldorf i ragazzi di Marobin
partono bene, ma poi crollano e
chiudono all’ottavo posto. Positive,
comunque, le prove dei tre altopianesi
scappato un risultato migliore, chissà, ma avrebbe probabilmente
distolto l’attenzione dalle reali difficoltà del movimento che in quell’ottavo posto si specchia alla perfezione. Ora, invece, forse ci si
potrà interrogare davvero sul futuro dell’inline a livello giovanile.
« E’ un campanello d’allarme – dice il c.t. azzurro Marobin appena rientrato dalla Germania – e credo sia arrivato il momento di
voltare pagina e lavorare diversamente ».
Tipo la Francia, un anno fa giunta alle spalle dell’Italia e quest’anno luccicante bronzo iridato?
« Ho parlato con il loro allenatore – prosegue Marobin – e mi ha
raccontato che dopo Varese
erano praticamente nella stessa nostra situazione. Si sono
rimboccati le maniche, hanno cambiato metodo, lavorando per un’intera stagione
per preparare questo Mondiale
e alla fine sono arrivati sul
podio. Bravi davvero! Mi auguro che il nostro hockey possa fare altrettanto, perché,
dopo una partenza di slancio,
i ragazzi alla distanza hanno
pagato a caro prezzo anche la
differenza di preparazione, fisica e mentale. Contro la Sviz-
strada dobbiamo misurarci subito e capire quanto valiamo.
Sono convinto di avere a disposizione una buona squadra,
costruita sul gruppo e sull’esperienza, ma attenzione c’è anche qualità. Possiamo fare
bene, ne sono convinto e spero
lo siano anche i giocatori. E’
una grande opportunità per
tutti ».
Obiettivo minimo il passaggio
ai quarti, ma la vera differenza
sarebbe andare oltre quello
sbarramento.
« Lo sappiamo, ma, rispetto ad
un anno fa a Varese (c’era la
Gran Bretagna come avversario più morbido, ndr), il
superamento del turno non è
così scontato. Comunque sia
la squadra c’è e ci proveremo,
senza alcun timore, a cominciare dalla sfida con i cechi ».
Gli azzurri Mondiali. Luca
Rigoni, Cristiano Sartori, Claudio Mantese, Stefano Frigo,
Riccardo Mosele, Andrea
Comencini, Enrico Dorigatti,
Gianluca Tomasello, Mirko
Ceschini (Asiago Vipers);
Thomas Commisso e Denis
Sommadossi (Ferrara); Stefano Antinori, Matthias
Eisenstecken, Enrico Chelodi e
Luca Roffo (Vicenza); Riki
Tessari (Milano 24); David
Stricker (Arezzo). Riserve a
casa: Gianluca Stella (Asiago
Vipers); Marco Peruzzi
(Arezzo); Fabio Rigoni e Patrik
Frizzera (Edera Trieste).
Mondiale Senior, Beroun (Repubblica Ceca) dal 12 al 17
luglio 2010.
Girone A: Usa, Svizzera, Francia e Colombia.
Girone B: Canada, Repubblica
Ceca, Italia e Spagna.
Girone C: Gran Bretagna, Germania, Argentina, Venezuela,
Australia e Messico.
Calendario Italia: 12 luglio (ore
18.10) Italia-Rep. Ceca; 13 luglio Canada-Italia (ore 13.30);
14 luglio Italia-Spagna (ore
14.30).
Dal 15 luglio via alla seconda
fase (quarti di finale); 16 luglio
(semifinali); il 17 luglio le finali,
con quella per il titolo in programma alle ore 20.40.
Per ulteriori informazioni e diretta
http://
live
incontri:
beroun2010.esports.cz oppure su
www.worldinlinehockey.org
zera eravamo un po’ “cotti”; non siamo riusciti a riprenderci ».
E’ pur vero che l’assenza di Nicolao ha segnato il torneo. « Certamente è stato un punto di svolta, perché il ragazzo stava avendo un rendimento impressionante, era esploso al momento giusto
ed i compagni ne stavano beneficiando. La sua uscita di scena,
purtroppo, ha scombussolato i piani. La squadra non è riuscita a
reagire come avrebbe voluto, calando progressivamente. Dopo il
ko con la Francia (il match dell’infortunio a Nicolao, ndr), eravamo annebbiati nella testa, abbiamo perso di vista il gioco di
squadra; mentre fisicamente abbiamo iniziato ad incontrare difficoltà. Le prime cinque, sei nazionali del Mondiale hanno pattinato con intensità e freschezza dal primo all’ultimo giorno del
torneo, nessun calo; noi, purtroppo, non abbiamo tenuto il passo
ed è anche su questi aspetti che il nostro hockey dovrà lavorare in
futuro. La mia esperienza al Mondiale è stata comunque estremamente positiva e la porterò con me come bagaglio anche in
vista di quella nella massima serie con i Ghosts Padova. Non so
se sarò riconfermato alla guida della nazionale, ma quello che
so e che spero è che si inizi un nuovo percorso, anche a livello di
approccio a queste competizioni internazionali. Se vogliamo tentare il salto di qualità dobbiamo lavorare molto e con un altro
sistema. Serve maggior programmazione e serve anche una maggiore attenzione per la preparazione atletica. Insomma, una svolta nel metodo di lavoro da parte di tutti noi ».
Infine un telegramma per il trio altopianese (Filippo Rigoni, Andrea Rigoni e Marco Frigo) che ha indossato la maglia azzurra al
Mondiale. « Bravi, tra i più positivi, anche come atteggiamento
».
L’oro iridato, per il secondo anno consecutivo, è finito al collo
della Repubblica Ceca, che in finale ha sconfitto gli Usa. « Meritata la vittoria dei cechi – conclude il “Maro” – anche se gli
americani hanno mostrato a tutti come si gioca questo sport.
Uno spettacolo! ». Bronzo, come detto, alla Francia, che ha superato la Svizzera nella finalina. Tra le sorprese, in negativo, il
quinto posto di un Canada certamente non all’altezza come in
altre occasioni e il nono posto dei padroni di casa; mentre in positivo il sesto ed il settimo posto rispettivamente appannaggio di
Colombia e Spagna.
8
Sabato 10 luglio 2010
SPORT
Rinviata per cause di forza maggiore, la due giorni di muay thai
che si sarebbe dovuta tenere al
Palasport Auditorium di Gallio,
con stage dimostrativo e gare il
17 e 18 luglio, ci dà ugualmente
lo spunto conoscere meglio la
disciplina, parlandone con Daniele Salvadio, istruttore del
Centro Studi Muay Thai affiliato alla FIMT (Federazione Ita-
l’Altopiano
24
Primi risultati positivi per
il Centro Studi Muay Thai
Una quindicina gli atleti, di cui quattro agonisti, che dallo
scorso ottobre fanno parte del gruppo asiaghese che pratica
l’arte marziale conosciuta anche come boxe thailandese
liana Muay Thai) che dallo scorso ottobre opera sull’Altopiano.
Codificata come sportiva attorno al 1920, quest’arte marziale
conosciuta anche come boxe
thailandese prevede combattimenti sportivi che si svolgono
su ring regolamentari come quelli del pugilato. “E’ uno sport che
ASIAGO CALCIO ALTOPIANO
Trovato l’allenatore
si apre il mercato
si fa innanzitutto per tenersi in
forma e come autodifesa, molto efficace – commenta Salvadio
- ma anche per misurarsi con i
propri limiti, se si ha voglia di
gareggiare. Si può colpire con
pugni, calci, ginocchiate, con
i gomiti, e combattere corpo a
corpo. Ad agosto a Pechino
sono in programma le prime
olimpiadi delle arti marziali, di
cui farà parte anche il muay
thai”. Salvadio, che fino allo
scorso marzo abitava ad
Asiago, è tornato recentemen-
te a vivere in pianura per lavoro, ma torna quassù almeno due
volte la settimana per seguire il
gruppo di atleti, quasi una quindicina di cui quattro agonisti,
che allena presso il Centro
Fitness di Gallio. “Gli allenamenti – spiega ancora– prevedono una prima parte aerobica, poi lo stretching, quindi c’è
la parte che riguarda le tecniche e infine un po’ di combattimento a contatto controllato.
E’ uno sport che si può iniziare
fin da piccoli, naturalmente in
Adesso è ufficiale: il nuovo tecnico dei
giallorossi sarà Lorenzo Lorenzi
Ora è ufficiale. Lorenzo Lorenzi è il nuovo allenatore
dell’Asiago Calcio Altopiano (terza categoria) per la prossima stagione. Già anticipato
nel numero precedente, la
conferma è arrivata nei giorni scorsi dal presidente Federico Longhini, già al lavoro sul
fronte mercato per individuare gli elementi giusti da mettere a disposizione di Lorenzi
per cercare di riportare i
giallorossi in zone più nobili.
Nelle prossime settimane si
attendono novità.
ERRATA CORRIGE
Nello
scorso
numero
dell’Altopiano nell’articolo relativo all’ottimo risultato conquistato dalla squadra allievi del
Canove Calcio sono rimasti erroneamente “fuori rosa” due
giocatori dall’elenco degli “eroi
dell’Armando Frigo” Nicholas
Dellai e Marco Slaviero. Mi co-
spargo il capo di ceneri e chiedo scusa a società, dirigenti e
soprattutto ai ragazzi. Nessuna
volontà di tralasciare alcuno,
nessun complotto, nessuna
macchinazione. Solamente un
errore. Forza Canove.
Gerardo Rigoni
Sci nordico
La Nazionale Junior
in raduno ad Asiago
La prossima settimana, dall’ 11 al 16 luglio sarà in raduno ad Asiago
la squadra nazionale Junior dello sci nordico. Si tratta di un gradito ritorno visto che l’Altopiano aveva accolto le promesse del
fondo già lo scorso anno. Per questo raduno sono stati convocati
6 femmine e 6 maschi. Alcune ragazze hanno già ottenuto buoni
risultati a livello internazionale, Gaia Vuerich: 4^ ai Campionati del
mondo Junior Sprint 2010, due volte al secondo posto in OPA
Continental Cup; Debora Agreiter con due vittorie in OPA
Continental Cup; Lucia Scardoni due volte al secondo posto in
OPA Continental Cup; Stefania Zanon e Debora Roncari al 2°
posto nella Team Sprint in tecnica Classica valida per la Coppa
Kurikkala in Francia. I maschi convocati sono tutti nuovi rispetto
all’o scorso anno, solo il valdostano Ronc Cella era già stato qui.
I ragazzi saranno sotto la guida del coordinatore del settore giovanile Ploner Giuseppe (Carabinieri), l’allenatore responsabile
Rigoni Alberto (Forestale) e l’allenatore Cioffi Giuseppe (Carabinieri). Un ringraziamento va all’Amministrazione Comunale che
anche quest’anno contribuisce al soggiorno della squadra
una forma diversa, ed è adatto
anche alle donne: nel mio gruppo ci sono due atleti
quindicenni e due ragazze. La
Federazione organizza gare di
Campionato Italiano e di Coppa Italia, e quest’anno ha organizzato gli europei a Roma,
validi per la qualificazione alle
olimpiadi. Con alcuni dei nostri
atleti abbiano iniziato a gareggiare in diverse città italiane, siamo stati a Montebelluna, Brescia
e al Festival dello Sport di Monza.
Siamo soddisfatti perché i primi
risultati stanno arrivando, cominciamo ad avere delle vittorie e contiamo il prossimo anno di fare i
campionati italiani”. “L’intenzione è quella di dare, organizzando delle gare a Gallio,una
bella panoramica di questo
sport. Pensiamo già a una tappa di Campionato il prossimo
settembre. Il nostro è uno sport
povero, i ragazzi si pagano trasferte e iscrizioni alle gare, ci
auguriamo che facendoci conoscere possa arrivare il main
sponsor di cui siamo alla ricerca, anche in considerazione
del fatto che girando l’Italia
per gareggiare facciamo pubblicità all’Altopiano”. Chi volesse maggiori informazioni su
questo sport, può contattare
Daniele Salvadio al numero telefonico 339 2837582.
Silvana Bortoli
Daniele Salvadio
VOLLEY
Ilenia e Veronica campionesse provinciali
Per il secondo anno consecutivo, le due atlete del Volley Asiago
Altopiano Ilenia Basso e
Veronica Galante, sono state selezionate dalla AICS per rappresentare, insieme ad altre 10 coetanee, la rappresentativa provinciale di pallavolo AICS U16
Vicenza. Rappresentativa che all’alba della scorsa Domenica 31
Maggio si e’ presentata a
Chioggia per difendere il titolo
conquistato lo scorso anno.
L’edizione 2010 ha visto ai nastri
di partenza oltre alla rappresentativa di Vicenza anche la squadra dell’Arzignano (vincitrice del
campionato AICS U16 per la provincia di Vicenza), di Chioggia
(squadra organizzatrice e vincitrice
del titolo per la provincia di Venezia) e l’Asolo (campione provinciale U16AICS Treviso). E come l’anno scorso, la squadra di Vicenza si
e’ aggiudicata il titolo battendo in
finale l’Arzignano per 3 a 2 (25-16,
21-25, 25-20, 20-25 e 15-12 i parziali),
dopo aver sconfitto in semifinale
l’Asolo con un 2 a 0 secco (26-24 e
25-14 i parziali). Grande successo
quindi per la rappresentativa, per le
atlete e, soprattutto, per il Volley
Asiago Altopiano che in questi primi due anni di attività, grazie alle
competenze dell’allenatore Ulisse
Munari, ha portato Ilenia e Veronica
a livelli così spiccatamente compe-
titivi da farsi notare anche a livello
provinciale. Ma le soddisfazioni
non si fermano solo a questo titolo; infatti Ilenia e Veronica sono già
state convocate per le nazionali di
categoria che si svolgeranno a
Lignano Sabbiadoro e, neanche a
dirlo, l’obiettivo è quello di conquistare il titolo che l’anno scorso, a
Cervia, è sfumato per soli due punti al secondo set contro la rappresentativa di Bologna. L’impresa
sarà piuttosto difficile in quanto,
dalle prime indiscrezioni…, la squadra di Bologna potrebbe essere ulteriormente potenziata rispetto a
quella dell’anno scorso. Ma le motivazioni sono alle stelle e per assaporare il clima agonistico che si respira nell’ambiente vicentino, ab-
biamo intervistato proprio le due
atlete del Volley Asiago Altopiano
Ilenia e Veronica, che da buone e
affiatate compagne di squadra, concordano anche nelle loro impressioni: E’ stata senza dubbio una
gran bella soddisfazione che va a
coronamento di una stagione intensa e meravigliosa con il
Volley Asiago, anche se non
sono mancate alcune difficoltà che ci hanno portato al terzo posto in campionato quando forse avremmo potuto conquistare qualcosa di più. Questo titolo regionale è il frutto
di grandi sacrifici profusi durante l’anno con la nostra
squadra e con il nostro allenatore, ma è anche il frutto di
una giornata estremamente faticosa soprattutto per quanto
riguarda la finale: infatti abbiamo vinto al tie-breack dopo
quattro set particolarmente intensi
ed
equilibrati.
L’Arzignano si è dimostrata
squadra
assolutamente
competitiva, non a caso ha
vinto il titolo provinciale, e
batterla è stato senz’altro motivo di orgoglio per la nostra
rappresentativa dato che la finale tra queste due squadre si
poteva considerare praticamente un derby. Per quanto riguarda le nazionali, direi che
sarà molto dura ma abbiamo
intenzione di provarci seriamente. Ci saranno squadre
molto compettitive e sicuramente Bologna è una squadra
temibile e composta da atlete
fisicamente molto prestanti; noi
invece abbiamo un’ottima organizzazione di gioco e un allenatore, Marco Zanatta, che oltre ad
avere delle notevoli capacità tecniche è anche un grande
motivatore, e quindi credo che
daremo del filo da torcere alle
nostre avversarie. Appuntamento dunque a Settembre (dal 9 al 12)
per la conquista del titolo nazionale a Lignano con Ilenia e Veronica
del Volley Asiago sempre piu’ protagoniste della Pallavolo Vicentina.
8
Sabato 10 luglio 2010
Il coraggio è un cosa, la spavalderia cosa tutta diversa. Il
primo è cosa rara e, a volte,
costosa, la seconda è cosa che
si riscontra spessissimo, e non
costa nulla. Tre sono le cose
che bisognerebbe fare a Gallio,
ma devono essere fatte con
coraggio, oltre che d’urgenza,
specialmente le prime due:
1) A Gallio è stato detto di sì a
cani e porci e c’è però gente
che, pur avendone la possibilità, non può costruirsi la casa.
Si tratta solo di fare un po’ di
giustizia, con coraggio e determinazione. E prima la si fa,
meglio è. 2) Sembra che alcune imprese aggiudicatarie di
lavori, non abbiano lavorato a
dovere, per cui il Comune di
Gallio dovrebbe soffrire ulteriori spese per rimediare a vizi
di costruzione. Sembra siano
in corso delle verifiche e se ne
attendono i risultati. Sarebbe
veramente un guaio se quanto
si vocifera si dimostrasse vero.
C’è solo da augurarsi una cosa:
che, finalmente, coloro che
avranno sbagliato, paghino.
Imprese, tecnici, consulenti,
dipendenti, chiunque essi siano. È ora di finirla di pensare
che a pagare debba essere sempre e soltanto Pantalone. 3) rivedere la posizione comunale
in merito all’investimento ine-
l’Altopiano
Tre cose da fare subito a Gallio
rente al nuovo impianto di
arroccamento che dal centro
di Gallio sale sul monte
Longara e collega il
comprensorio delle Melette.
Questo è un argomento davvero delicato! Cercherò di spiegare come la vedo io. Sono assolutamente favorevole a tutto
ciò che contribuisce allo sviluppo delle Melette, lo sono stato sin da quando, ai tempi del
Sig. Garziera, ci fu chi ha avuto l’idea e l’ha portata avanti
con risolutezza e merito, con
la fattiva collaborazione
dell’amm.ne comunale. Sono
perplesso, però, su come si è
mosso il Comune di Gallio. Ritengo che la procedura intrapresa non sia stata meditata a
dovere, ma che si sia agito sotto l’impulso dell’entusiasmo.
Spero di sbagliarmi. Tornando
a bomba, secondo quando udito
nella riunione Sindaco - patite
IVA dell’ 8 maggio u.s., dovrà
essere commissionata la redazione di un progetto la cui elaborazione costerà circa 300
mila euro.
Li dovranno sborsare soltanto
i cittadini di Gallio distogliendoli dal bilancio corrente? Po-
trebbe anche essere. È possibile evitare che ciò accada?
Potrebbe anche essere. Speriamo in bene. C’è anche un vizio di fondo nel rapporto gestore delle Melette - Comune
di Gallio. Volente o nolente il
Comune tratta in posizione non
paritetica. Il gestore delle
Melette ha dichiarato pubblicamente che, essendo imprenditore, intende gestire le Melette
da imprenditore, così come
deve essere. Come contraddirlo? Il Comune, attraverso le
Melette, però, ha anche un impegno sociale , in contrasto con
quello del profitto, proprio del
gestore.
Deve perciò essere in grado di
trattare col gestore in maniera
paritetica. È possibile? Certo
che è possibile. E prima sarà
meglio sarà, perché soltanto
così potranno essere affrontati
con reciproca soddisfazione sia
il problema dello sviluppo delle
Melette, sia altri che seguiranno. Così come stanno le cose
non si capisce quale sia l’interesse del Comune di Gallio in
merito alla questione. Mettersi
in società col gestore? Con
quale prospettiva? E quale ge-
store accetterebbe il Comune
come socio? Ipotesi assurda!
Ed il mistero permane. Quello
che spaventa è l’onerosità dell’intervento e la sua fumosità.
Fissatone l’importo presunto,
quale sarà l’onere in capo al Comune di Gallio? E quale ne sarà
il beneficio concreto? Bisogna
tenere presente che Gallio è l’ultimo centro abitato che si incontra prima di arrivare alle
Melette e il primo centro abitato che si incontra dopo la partenza dalle Melette. Come accade attualmente, anche per
l’avvenire non si fermerà mai
nessuno in paese. Ciò potrebbe succedere soltanto se l’abitato venisse dotato di adeguati
parcheggi che nessuno vede,
perché per vederli ci vuole occhio, e nessuno vuole realizzare, perché per realizzarli ci vuole
coraggio (la solita merce rara;
maledetta quella volta che il negozio Mentìnle, che ne era ben
rifornito, ha chiuso l’attività!)
Non vuole essere una critica,
ma, purtroppo, le cose stanno
così. C’è da dire anche che
negli ultimi anni le Melette hanno continuato a perdere clienti.
Ogni anno sempre di più. Per
L’INGANNO DEL REFERENDUM PER IL TRENTINO
Probabilmente molti lo sapevano fin dall’inizio che il
referendum per il passaggio al Trentino sarebbe stata
un’ingannevole illusione
che con il passare del tempo risulta sempre più evidente, in quanto non è mai
stata presa in considerazione dalla Provincia autonoma di Trento.
Il Comitato promotore del referendum continua però a fare
il suo percorso, nonostante il
niet della Regione Veneto, del
Capo dello Stato, del Parlamento e intende portare l’istanza
fino alla Corte dell’Aia.
Ma ormai la sentenza è già
scritta: non si va da nessuna
parte e non ci andranno neppure gli altri Comuni che hanno fatto richiesta di passare ad
altre Regioni, perché evidentemente non si vogliono creare
dei precedenti.
Pertanto le nostre speranze o
meglio le nostre illusioni sono
naufragate e converrebbe piuttosto che invece di far la guerra ai privilegi delle Regioni a
Statuto speciale, ma per quanto ci riguarda quelli della Provincia autonoma di Trento, riuscire a farci ascoltare di più
presso la Regione Veneto, che
non ha mai avuto un occhio di
riguardo per i territori montani, per una ragione ben nota, in
quanto le nostre popolazioni
non sono portatrici di grandi
numeri di voti
Inoltre la politica sia della Regione che della Provincia è sta-
25
ta mirata da sempre a dividere
l’Altopiano, presentando alla
elezioni candidati non
altopianesi, i quali ottengono un
maggior numero di voti dei
candidati di casa nostra, tant è
che qualcuno ha scritto che siamo dei masochisti e quindi ci
facciamo male con le nostre
mani.
Ma
la
scarsa
unità
dell’Altopiano, le invidie trasversali, i personalismi esacerbati, l’individualismo ecc. sono
ben noti e in qualche modo
costituiscono il male oscuro del
nostro Altopiano, che mai
come ora risulta diviso con tutte
le conseguenze.
Questa divisione ha fatto si che
anche in questa tornata elettorale non è stato eletto nessuno
dei 3 candidati dell’Altopiano e
dovremo sempre far capo a
quelli eletti fuori dal nostro territorio, con i quali per altro si è
consolidata da molto tempo una
clientela certamente in cambio
di qualcosa, perché questi, se
eletti, un po’ di attenzione per
il nostro territorio e per i nostri problemi la dovranno pure
dover dimostrare.
E intanto il Trentino continua
a godersi i suoi privilegi, mentre noi dobbiamo accontentarci dell’obolo, sia pure pesante, scaturito dall’accordo fra
la Provincia autonoma di
Trento e la Regione Veneto,
sottoscritto dal Presidente
Dellai e dal Governatore
Galan. Di questo obolo ne
beneficeranno i Comuni di
confine, ma guarda caso che
uno stanziamento di 14 milioni di euro viene investito
per una pista ciclabile che da
Folgaria arriva fino a Gallio
in quota, una pista che interessa soltanto pochi appassionati della mountain bike.
L’economia dell’Altopiano,
specialmente dei paesi periferici, ha bisogno di ben altro, come ho già scritto nella lettera pubblicata sul G. di
Vicenza del 13 marzo 2010.
Come è risaputo questo primo accordo, ma ne seguiranno altri, prevede uno
stanziamento di 2 milioni di
euro, di cui 20 milioni a carico della Provincia autonoma di Trento e 4 della Regione Veneto.
Già questo dato dà la misura delle disponibilità finanziarie della Provincia autonoma e della Regione, ma è
evidente
che
ne
beneficeranno soprattutto i
Comuni di confine della
Provincia di Trento e di
Belluno. Questo accordo assume pertanto il significato
di un “contentino” da offrire ai Comuni referendari,
per smorzare i toni
secessionisti e per cancellare definitivamente ogni illusione di passaggio ad altra
Regione o Provincia.
Pertanto siamo stati “becchi
e bastonati”, oltre che illusi
e presi in giro, e dovremo
continuare a subire la concorrenza sleale della Provincia autonoma di Trento in
tutti i settori, a cominciare
dall’impiantistica, che in
Trentino fruisce di contributi
consistenti a fondo perduto,
ma lo stesso vale anche per
molti altri interventi
infrastrutturali, ma non solo,
per la costruzione di una casa,
per l’ammodernamento degli alberghi, per la zootecnia, ecc, si
potrebbero enumerare tanti benefici di cui fruisce la Provincia
autonoma di Trento. Come ricetta
anti-separazione,
il
neogovernatore del Veneto ha
detto che “Non serve cambiare i
confini”, basta il federalismo e i
Comuni
dell’Altopiano
beneficeranno dei vantaggi di
questa riforma. Vedremo se sarà
così!
Edoardo dr. Sartori
fortuna, da qualche tempo sembra essersi instaurata un’inversione di tendenza.
Tuttavia, i clienti che si sono
indirizzati verso altri lidi, non
torneranno più, dato che non
cessano di osannare la diversità di trattamento, di offerta di
servizi e di differenza di costi
che trovano in altre località concorrenti alle quali si sono
affezionate. Le mode cambiano ed anche i gusti. Le Melette
sono servite a dare impulso alla
politica della seconda casa e,
di conseguenza, a valorizzare
maggiormente la prima casa,
oltre che, beninteso, dare lavoro ed a fare sviluppo in generale. Certo che è una buona idea
quella di potenziare le Melette!
Impresa magnifica che, però
non deve essere supportata dal
solo Comune di Gallio, perché
anche
altri
Comuni
dell’Altopiano, quelli centrali in
particolare, direttamente od indirettamente ne hanno interesse. Come hanno sempre fatto
nel passato, però, quando si
tratta di problemi comuni,
svicolano, non si fanno trovare né sentire o hanno sempre
qualche ragione più o meno
buona per procrastinare la loro
partecipazione, finché il tempo
fa
cadere
tutto
nel
dimenticatoio. Per la prima
ambulanza acquistata dall’Ospedale di Asiago con il concorso unanime di tutti i Comuni si è atteso per anni ed anni il
saldo della quota a loro carico.
Questo la dice tutta.
Malgrado ciò sono convinto
che lo sviluppo delle Melette imponga una sinergia collettiva
che interessi tutti i Comuni
altopianesi, specialmente quelli
centrali, come pure tutti gli imprenditori altopianesi, specialmente quelli dei Comuni centrali, nessuno escluso, perché
riguarda l’Altipiano tutto, non
il solo Comune di Gallio. L’ambito comunale è un ambito troppo ristretto e l’iniziativa nascerebbe mutilata o morta. Si prenda esempio di quanto è stato
fatto nel bellunese dall’ex assessore regionale al turismo
Floriano Pra, un grande. Quella
è la strada da seguire. È poi, è
ora che anche in Altipiano, per
certe questioni, si cominci a
ragionare
in
termini
comprensoriali. Un’utopia?
Forse sì, ma perché non crederci?
... Non succede, ma se succede...
Gastone Paccanaro
Onda Marina
Son qui sulla sponda
che ammiro e m’incanto
su quell’onda.
Un burrascoso
Forte vento,
padrone del suo movimento,
la spinge, la scuote, l’innalza;
lei s’avanza spumosa e bianca
S’avanza con furore
come un cavallo corridore
sotto la frusta del vincitore.
Sulla riva s’infrange
e scavando una buca
consuma il suo vigore.
s’inzuppa sulla sabbia convulsa
cambiando colore.
S’alza un’ebbrezza
sul mio viso in sudore,
dolce soffice carezza
d’un’onda che muore.
Giustina Boscardin in Soster
8
Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
26
a cura di G. Dalle Fusine
Da sabato 10 a venerdì 23 luglio 2010
Il 10 luglio è il 191° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 174 giorni alla fine del 2010.
Sabato 10 luglio SS. Ruffina e Seconda
Domenica 11 S. Benedetto da Norcia
Lunedì 12 S. Fortunato
Martedì 13 S. Enrico
Mercoledì 14 S. Camillo
Giovedì 15 S. Bonaventura
Venerdì 16 Beata Vergine del Carmelo
Sabato 17 S. Alessio
Domenica 18 S. Federico
Lunedì 19 S. Simmaco
Martedì 20 S. Elia profeta
Mercoledì 21 S. Lorenzo da Brindisi
Giovedì 22 S. Maria Maddalena
Venerdì 23 S. Brigida
Curiosità del mese: Luglio 2010 è il “mese WWF delle farfalle”,
l’iniziativa del Wwf che vede una ventina di oasi, dal nord al sud
Italia, attive sia nei fine settimana, ma anche in altri giorni con aperture
speciali, per visite guidate a tema fornendo ai visitatori una speciale
scheda di riconoscimento delle specie di farfalle più frequenti. Sebbene in Europa siano presenti 482 specie di farfalle diurne tra cui 142
esclusive del continente, queste stanno subendo una sensibile diminuzione: negli ultimi 10 anni, il 31% delle farfalle europee ha subito un
sensibile declino e il 9% è considerato ormai a rischio. In Italia sono oltre
270 le specie presenti e anche da noi molte sono in declino, si legge in una
nota del Wwf Italia.Aminacciare le farfalle, riferisce il Wwf, la distruzione
e la trasformazione degli habitat, l’agricoltura intensiva, l’inquinamento
atmosferico e da pesticidi, i cambiamenti climatici e il mercato del collezionismo. Perderle, spiega l’associazione, “significa eliminare i servizi ecologici di primaria importanza che sono in grado di fornire, dall’impollinazione,
al controllo dei parassiti, all’essere una fonte importante di cibo per i
predatori, senza considerare che le farfalle sono anche ottimi indicatori
della salute dell’ambiente e dell’impatto dei cambiamenti climatici sugli
ecosistemi”. Le aree del Wwf ospitano da anni appositi “giardini delle
farfalle”, che grazie alle fioriture di piante appositamente inserite e ricche di
nettare o che sono fonte di nutrimento per i bruchi, “attirano moltissime
farfalle, nel pieno della loro attività – ha affermatoAntonio Canu, presidente di Wwf Oasi – l’invito per questo mese di luglio è, quindi, di venire nelle
Oasi per ammirarle da vicino, apprezzarne l’importanza e scoprirne le caratteristiche meno conosciute”.
Curarsi con la frutta: Frutta e verdura dovrebbero essere una componente costante nella nostra alimentazione. Anche la moderna scienza dietetica infatti raccomanda di inserire regolarmente verdura nei
due pasti principali e frutta almeno in tre occasioni giornaliere. Che
questi cibi siano le fonti privilegiate di vitamine e minerali è cosa
risaputa. Ma oltre a garantirci un apporto adeguato di questi nutrienti, le numerose specie di vegetali che compaiono sulla nostra tavola
possono aiutarci anche in qualità di veri rimedi terapeutici, ognuno
con le sue peculiarità. Prendiamo in considerazione alcuni esempi. Se
si soffre di dolori reumatici Potete trarre giovamento dalle ciliegie:
possono essere infuse nella grappa (se ne beve un sorso tutti i giorni),
oppure centrifugate intere con i piccioli. Ma anche la fragola, la prugna e
il ribes sono dei buoni rimedi. Il ribes nero in particolare è efficace anche nel
trattamento della gotta per la sua azione antiuricemica e può essere usato
anche sotto forma di tintura madre. Una discreta azione antireumatica è
propria anche dell’uva. Fra le verdure, in tema di dolori articolari, la più
indicata è il sedano, specialmente come centrifugato da solo o con il
pomodoro. In caso di articolazioni infiammate, un rimedio topico molto
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Nella chiesa di S. Rocco il 1° di luglio,
dopo la celebrazione di un matrimonio, è stato dimenticato un cuscino
bianco in pizzo, di grande valore affettivo. Chi l'avesse preso per errore
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noto è costituito dalle foglie di verza o dalla cipolla bollite e usate come
impacco. Per curare la tosse Poniamo il caso che dobbiate curare una
tosse secca e stizzosa: una ricetta semplice e gradevole potrebbe essere
una macedonia ben zuccherata con anguria, fragola, pera e melone. Può
funzionare anche una insalata di kiwi e cetriolo (quest’ultima dotata anche
di proprietà lassative) o del succo di crescione. Se invece la tosse è accompagnata da catarro abbondante, si può ricorrere ad un centrifugato di rapa
bianca o di ravanello, con poco miele. In tutti i casi di tosse specialmente se
cronica e secca, la pera è sempre indicata.
Un santo per volta: San Alessio, nato a Roma o Costantinopoli V secolo,
morto a Roma il 17 luglio di anno imprecisato. Fattosi povero, da patrizio
qual era, Alessio trascorreva le notti sotto una scala sul colle romano
dell’Aventino. In quel luogo Papa Onorio III gli dedicò nel 1217 una chiesa, scelta ancora oggi per molti matrimoni che si celebrano nell’Urbe. Ma
quella della scala è soltanto una delle due tradizioni esistenti sul santo.
Secondo quella siriaca, infatti, il giovane fuggì la sera delle nozze per
recarsi a Edessa, dove visse da mendicante e morì. La variante grecoromana introduce il ritorno a Roma (raffigurato nelle pitture della chiesa
inferiore della basilica San Clemente). QuiAlessio visse sempre da mendico e non venne riconosciuto dal padre. Fu Papa Innocenzo a scoprirne
l’identità e a comunicarla ai genitori, che, straziati, si recarono al capezzale
del figlio ormai morente. Una scena spesso raffigurata nell’arte. Della figura di Alessio si è impadronita anche la letteratura. Patronato: Mendicanti.
Etimologia: Alessio = protettore, difensore, dal greco.
Una ricetta laboriosa per una pietanza favolosa: Arancini di
riso. Gli arancini di riso. Una ricetta forse un pochino laboriosa
ma senz’altro gustosa quella degli arancini, una specialità della
cucina tradizionale siciliana. Ingredienti per 15 arancini: 500 gr.
di riso (arborio o roma), 1 busta piccola di zafferano, formaggio,
350 gr. di carne trita mista (anche con maiale), 150 gr. di piselli
piccoli
200 gr. di salsa di pomodoro, 150 gr. di formaggio grattugiato
(meglio se caciocavallo), 3 uova, 200 gr. di farina, 400 gr. di
pangrattato, sale, pepe. Per preparare gli arancini occorre prima
lessare il riso in una pentola d’acqua salata aggiungendo durante l’ebollizione la bustina di zafferano. Quando sarà pronto
e giallo grazie allo zafferano, aggiungere due o tre cucchiai
d’olio per evitare che possa risultare troppo colloso a causa
dell’amido e successivamente il caciocavallo grattugiato. Girare il tutto con un cucchiaio e lasciare riposare mentre si prepara
il ripieno. In un tegame soffriggere la carne trita e aggiustare di
sale e pepe, unire la salsa di pomodoro ed infine i piselli precedentemente sbollentati in acqua salata. Si otterrà un sugo piuttosto denso di carne e piselli, lasciare cuocere per almeno 10-15
minuti. A questo punto prendere il riso e farne delle palle della
dimensione di una piccola arancia; con un cucchiaio inserire
nella parte più centrale dell’arancino il ripieno di carne al sugo
con i piselli, quindi ricoprire con un po’ di riso e riformare come
una arancia piccola. Eseguito questo procedimento non resta
che passare le arancine nella farina e successivamente nell’uovo sbattuto con una presa di sale. Passare poi nel pangrattato
e friggere accuratamente in olio d’oliva. Gli arancini sono buoni sia caldi che freddi ma è meglio gustarli caldi per assaporare
il formaggio che fonde rendendoli ancora più squisiti.
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Domenica 11 luglio
MEZZASELVA: IP – Via XXI Maggio
CONCO:OMV – Via Cappellari 12
Domenica 18 luglio
ASIAGO: Q8 – Località Mosele
ARIETE
Se siete davvero decisi a chiarire quello che
non vi soddisfa, cominciate con una sincera
autocritica sui vostri errori recenti, ponendovi rimedio. In amore la sincerità rende, anche
se ha un prezzo, che vale comunque la pena
di pagare. Nel lavoro potere migliorare la qualità della vita, eliminando ogni spreco di tempo e denaro, e organizzandovi meglio.
TORO
Se avete voglia di cambiare qualcosa, è giunto il momento di dirlo
apertamente, anche a chi non vorrebbe sentirvi. Prima di assumere
un atteggiamento deciso, però, bisogna essere più che sicuri dei
fatti, sui quali conviene informarsi a fondo, in tal modo le novità
sono a portata di mano. L’amore potrà così rinnovarsi e darvi maggiore sicurezza.
GEMELLI
Saturno vi spinge alla critica, che se bene autorizzata, vi rende più
autorevoli e stimati, specie nelle questioni di lavoro o di studio, e
nelle finanze. Potete quindi agire con sicurezza. Se resterete ancora ancorati ai fatti che conoscete, e non alle dicerie, otterrete quello
che desiderate. Nell’amore è meglio non prendere iniziative rischiose.
CANCRO
Marte vi spiana la strada dell’amore e del sesso, ma voi tentennate, e rischiate così di farvi sfuggire l’occasione di un’esperienza
più che positiva. L’amore vi apre nuove prospettive da vivere con
interesse, evitando però di buttarvi a capofitto in un rapporto
soltanto perché è una novità. Nel lavoro siete stimati: potete farvi
avanti con prudenza e buon gusto.
LEONE
La sensazione che qualcosa stia cambiando è più che giustificata
dagli astri, ma per ora si concretizza soltanto in un vago annuncio,
che dovete saper cogliere, mettendo alla prova la vostra nota capacità di andare a fondo nelle faccende complicate. L’amore e il
sesso non vi mancano, ma non vi bastano: a voi il compito di
capire che cosa vi serve nell’immediato.
VERGINE
Vi siete certo accorti della vicinanza di Saturno, che non migliora
l’atmosfera generale e neppure il vostro umore, rendendovi più
enigmatici. L’amore beneficia di una maggiore consapevolezza delle
difficoltà, quindi diventa più intenso. Le amicizie, gli acquisti di
lusso, gli svaghi, per il momento non vi interessano, quindi farete
meglio a concentrarvi sull’essenziale.
BILANCIA
Siete ancora in fase ascendente, e potete prendere una iniziativa
coraggiosa, con ottime possibilità di successo. Se è l’amore che vi
sta più a cuore, fatevi coraggio e agite con decisione: il partner vi
seguirà, stupito dalla vostra audacia. Nel lavoro e nelle finanze
agite solo dopo aver verificato attentamente tutti i particolari e
chiarito un dubbio.
SCORPIONE
Potete sfruttare una situazione favorevole per sostenere le vostre
ragioni, oltre che per aiutare chi merita la vostra attenzione. Un’azione generosa a favore di chi ha bisogno del vostro aiuto vi renderà
popolari anche con chi ancora non vi conosce. Nell’amore potete
sfruttare il coraggio e la generosità di Marte, che si trova stabilmente nel vostro segno.
SAGITTARIO
I vostri romantici sogni d’amore potrebbero infrangersi sulle sponde della realtà, che non sempre corrisponde alle vostre rosee aspettative. Eviterete una delusione se saprete prendere le distanze da
una situazione poco chiara, che potrebbe spingervi a nuove esperienze, certo formative, ma forse anche difficili. Nel lavoro guardatevi alle spalle.
CAPRICORNO
Siete più che sollecitati da Giove e da Urano, che valorizzano le
vostre migliori qualità, ma rischiano di farvi eccedere nelle chiacchiere: siate misurati e attenti alle reazioni provocate in chi vi interessa. Nell’amore avrete a portata di mano più di una occasione
per farvi onore perfino con un partner un po’ imbronciato.
ACQUARIO
Con il sostegno di Mercurio e di Venere potete puntare in alto,
scegliendo il settore nel quale desiderate un deciso miglioramento
della situazione. Se si tratta dell’amore, basterà parlare sinceramente, facendo perno sui fatti per convincere il partner, se siete già
in coppia, o per conquistarne uno, se siete single. Nel lavoro potete chiedere di più.
PESCI
Potete finalmente dar libero sfogo ai vostri sentimenti e anche ai
vostri risentimenti, però vi farà bene esternare nel modo meno
aggressivo possibile. In amore, seguite pure il vostro istinto, ma
nel lavoro e nelle questioni finanziarie la prudenza è d’obbligo. Il
consiglio di qualcuno che stimate potrà sostenervi, specialmente
se vi dibattete in un amletico dubbio.
Dalle ore 8.45 di sabato 10 alle ore 8.45 di sabato 17 luglio
CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio – via Roma 33/a
ENEGO: Farmacia della dr.ssa Giovanna Gabrieli
Piazza del Popolo 16
Dalle ore 8.45 di sabato 17 alle ore 8.45 di sabato 24 luglio
ASIAGO: Farmacia chimica Bortoli sas del dr. Vittorino Ballici
Molini – Piazza II° Risorgimento 23
8
Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
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Nuovo Concorso fotografico
“Gli angoli nascosti dell’Altopiano: le contrade”
stabilita in base al numero di preferenze ottenute attraverso la
procedura di votazione della commissione. Ai sensi del D.Lgs.
196/2003 e s.m. e i. , i partecipanti autorizzano l’Organizzazione
al trattamento dei dati personali e ad utilizzare le informazioni inviate per tutti gli usi connessi al concorso.
Il Giornale L’Altopiano e il Club Fotografico Altopiano 7 Comuni organizzano un concorso di fotografia avente per tema:
“Gli angoli nascosti dell’altopiano: le contrade”. Tutto ciò che
si può trovare e vedere attraversando le contrade altopianesi, dai
più piccoli particolari (esterni) ai panorami.
REGOLAMENTO
1.
Il concorso è aperto a tutti i fotografi dilettanti e non, ed è
a partecipazione gratuita. Il concorso fotografico avrà inizio il
giorno 10 Luglio 2010 e terminerà il giorno 30 settembre 2010.
2.
Ci saranno due classi di concorso: Junior e Senior.
Categoria Junior: tale categoria è riservata ad una classe
3.
di fotografi con età compresa tra i 6 e i 16 anni di età.
Categoria Senior: tale categoria è riservata ad una classe di fotografi con età maggiore di 16 anni.
4.
Le fotografie partecipanti al concorso dovranno riportare:
titolo, nome e cognome del fotografo, la categoria (junior o
senior), luogo e data dello scatto.
5.
Le fotografie potranno essere inviate tramite Internet all’indirizzo ([email protected] in formato JPEG alta
risoluzione (1200x1024) o tramite stampa fotografica in formato
20x30 all’indirizzo Giornale L’Altopiano, via Jacopo Scajaro, 23
36012 Asiago - Vicenza
Le fotografie inviate a mezzo posta dovranno contenere sul retro
di ogni foto un’ etichetta con la specifica del titolo della foto,
luogo dove è stata scattata, nome, cognome e indirizzo dell’autore;
La spedizione del materiale è a carico dei partecipanti.
6.
Non verranno accettate fotografie incorniciate o montate
su telaio di alcun tipo (vetro, passe-partout, cartoncino, ecc.).
7.
Non sono ammessi fotomontaggi, doppie esposizioni,
solarizzazioni, filtri digitali o ritocchi digitali, salvo lievi correzioni
di colore, contrasto o esposizione.
8.
Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 6 fotografie.
9.
L’invio di più immagini rispetto a quelle previste verrà sanzionato con l’esclusione dal Concorso.
10. Si accettano stampe a colori o in bianco e nero.
11. Gli originali (file digitali o pellicola) resteranno a disposizione del giornale L’Altopiano per la pubblicazione.
12. Le stampe non saranno restituite.
13. Ogni partecipante dichiara di essere autore delle fotografie presentate in concorso, di essere titolare dei diritti sulle stesse
e responsabile del contenuto e autorizza la pubblicazione, sia in
l’Altopiano
Sabato 10 luglio 2010
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi)
Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi)
Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002
presso il tribunale di Bassano del Grappa
Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517
Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517
E-mail: [email protected] [email protected]
rete sia sul giornale o altri mezzi in occasione di particolari eventi,
sollevando il giornale l’Altopiano da ogni responsabilità, e condivide con il giornale l’Altopiano i diritti di utilizzo delle fotografie.
14. Le fotografie digitali e non, verranno ammesse solo dopo
essere state esaminate e approvate dalla commissione.
15. La commissione si riserva il diritto di non visualizzare nel
sito e nel giornale, le fotografie che riterrà non opportuno esporre
per qualsivoglia motivo. La selezione delle immagini verrà effettuata da una giuria tecnica ed il suo operato sarà insindacabile.
La giuria è composta da:
- Stefania Longhini, Direttore Giornale l’Altopiano
- Andrea Bergamaschi Fotografo
- Roberto Rossi – Club Fotografico Altopiano 7 Comuni
- Denis Lunardi – Club Fotografico Altopiano 7 Comuni
- Diego Lunardi – Club Fotografico Altopiano 7 Comuni
La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente
regolamento. Le foto dovranno essere inedite, e non aver partecipato ad altri concorsi fotografici. L’assegnazione del premio sarà
Direttore responsabile: Stefania Longhini
Segretaria di redazione: Silvana Bortoli
In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado,
Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo,
Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni,
Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese
Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello,
Aurora Carli, Stefano Rigoni, Alessandro Siviero,
Mario Basso, Claudio Savelli, Ilaria Panozzo,
Decimo Cantele, Giorgio Spiller, Nicoletta Manfrin,
Luca Trapani
Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro
Impaginazione: Davide Degiampietro
Foto: Archivio Giornale - Grafica Altopiano
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
Cunico Serena, si è
laureata il 21 giugno
2010 in “Scienze della
formazione primaria”
presso l’Università di
Padova. Voto 110 e
lode! Mamma
Sandra, papà
Livio, i parenti
e gli amici si
congratulano.
E' stato ritrovato venerdì 2 luglio a Cesuna un gatto rosso a
pelo lungo, affettuosissimo e abituato a stare in casa.
Se qualcuno lo riconoscesse o se volesse adottarlo può
telefonare alla Protezione Animali di Asiago al 349 1954795.
Il micio ha bisogno di una famiglia che possa fargli tante,
tante coccole, aiutateci a trovargli casa.
Sabato 17 luglio
Domenica 18 luglio
Sabato 24 luglio
Domenica 25 luglio
Venerdì 30 luglio
Sabato 31 luglio
Domenica 1 agosto
ballo liscio con l’orchestra Piero Band
ballo liscio con l’orchestra Blu Music
ballo liscio con l’orchestra Enrico Marchiante
ballo liscio con l’orchestra I Vecchi Tempi
Serata giovani con The G.P.L. live band
Ballo liscio con l’orchestra Roberto Polisano
8° Raduno dei Baù –
dalle ore 15 Gruppo Folcloristico El Cafin Ore 21 ballo liscio con l’orchestra I Cavalieri del Liscio
Alle ore 23 estrazione della sottoscrizione a premi
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Sabato 10 luglio 2010
l’Altopiano
ome abitanti legati alle proprie origini o come foresti che responsabilmente fruiscono dell’altopiano,
chiediamo la massima trasparenza e la pubblicazione dei progetti di rilevante interesse territoriale e ambientale,
quali la ciclopedonale da Folgaria, la rete pedonale intercomunale, il tavolo per lo sviluppo unitario del turismo
e la “riqualificazione di Marcesina”, tema oggi di maggior attualità e urgenza. La nostra iniziativa vuole
sensibilizzare tutti e in particolare la Comunità Montana Spettabile Reggenza 7C affinchè, attraverso il suo
sito web e con l’organizzazione di incontri pubblici, informi gli altopianesi sull’iter dei progetti. Rendere fruibili
tali informazioni è un preciso impegno previsto dalle direttive U.E. e dalla Legge 108 art. 1: “Al fine di
contribuire alla protezione del diritto di ogni persona della presente e delle future generazioni di vivere in
un ambiente adeguato alla propria salute ed al proprio benessere, ogni Parte garantirà i diritti di accesso
all’informazione, alla partecipazione pubblica nel processo decisionale e l’accesso alla giustizia in materia
di ambiente.” L’altopiano è un ineguagliabile patrimonio da salvaguardare, ciascuno di noi può contribuire
chiedendo di favorire l’informazione e la partecipazione: sostieni l’iniziativa, scrivi un commento a
[email protected] specificando che ne acconsenti la pubblicazione sul nostro sito liberaconsulta7c.it.
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Cave: fuori regola una su tre e “poca sicurezza per i