Pontelongo 2000 Informa Periodico della lista civica “Pontelongo 2000” approfondisci gli articoli, vai sul sito internet: Marzo 2012 Numero www.pontelongo.info 12 L’EMERGENZA è PASSATA, è l’ORA dell’IMPEGNO DIRETTO In una stagione caratterizzata da un clima sempre più ostile alla politica, vanno recuperate le ragioni di un impegno delle forze sane e vive presenti nel nostro paese. Anche se il percorso sarà ancora lungo e impegnativo, crediamo di poter dire che almeno l’emergenza è passata. L’Italia ha saputo superare questa difficile prova grazie alla scelta di alcune forze politiche di guardare prima all’interesse del Paese e dei cittadini, piuttosto che alle convenienze di parte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: sono stati rimessi in ordine i conti ed è stata recuperata quella credibilità internazionale che con Mario Monti ci permette di tornare a contare sulla scena europea e mondiale. La rigidità delle posizioni di chi guarda solo all’oggi senza costruire una prospettiva lungimirante, capace di offrire un futuro di speranza per le nuove generazioni, non aiuta a realizzare quel clima di serenità indispensabile per fare le scelte giuste e attuare politiche di equità. I temi di queste settimane, quali la riforma del mercato del lavoro, la lotta all’evasione, la difesa dei diritti dei più deboli e non ultimo la grande riflessioni sui costi della politica, intesi come la necessità di ridurre gli sprechi nei tanti enti inutili, interessano tutti noi e sono ben lungi dal trovare una risposta. Tutto risolto quindi? Purtroppo no! La strada del risanamento, della crescita economica e della costruzione di un clima meno “avvelenato” è ancora molto lunga. Nonostante i grandi sforzi fatti da tutti i cittadini, sarà necessario continuare a lavorare per non fare passi indietro. La Grecia ne è un chiaro esempio! Va anche detto che oggi l’opinione pubblica è alimentata da un’informazione che troppo spesso amplifica il grado di insofferenza verso le istituzioni, la politica, le scelte Quello che sta avvenendo in Italia non è poi tanto diverso da quanto succede in tante parti del mondo. La vera sfida dei prossimi anni sarà affrontare i cambiamenti economici, politici e sociali legati alla globalizzazione non solo economica, ma anche culturale, con tutte le sue opportunità (libertà, diritti umani, ecc), ma anche i suoi rischi (sfruttamento economico, distruzione dell’ambiente ecc). In un quadro così complesso, non aiutano le continue esasperazioni in cui spesso viene trascinato il dibattito politico. 1 <--- continua dalla prima pagina <--- Lo abbiamo chiesto a più riprese all’attuale amministrazione di Pontelongo che, su questioni rilevanti come il bilancio, non ha mai voluto confrontarsi con i cittadini. Come non ha voluto instaurare un dialogo con i rappresentanti delle parti sociali per confrontarsi su alcune questioni che riguardano le categorie più deboli. Non parliamo poi di vicende ormai note che in questi anni hanno interessato intere fasce di cittadini, che hanno visto limitati i loro diritti senza possibilità di contraddittorio, come nel caso della passerella di Terranova o della Rotonda. Se non fosse stato per la nostra richiesta di convocazione di Consiglio Comunale aperto, la questione si sarebbe chiusa lì. E’ uno stile che non ci appartiene e che non possiamo condividere. Sappiamo che chi amministra ha il “potere” di decidere, ma dovrebbe avere anche il buon senso di farlo dopo aver ascoltato le parti interessate. anche pesanti ma necessarie, contribuendo in questo modo a costruire un clima di avversità a qualsiasi decisione. Pur comprendendo le difficoltà di molti e il grado di sfiducia verso chi non ha fatto bene e fino in fondo il suo dovere, non è certo questo il momento di “ritirarsi sull’aventino”, per esempio non andando a votare, o peggio ancora di ingrossare le file di un’antipolitica capace solo di aprire scontri che non portano da nessuna parte, destinati ad esasperare gli animi e ad allungare i veri processi di riforma necessari. In quest’ottica, raccogliendo le diffuse lamentele sui costi e la qualità del servizio di raccolta dei rifiuti, il nostro gruppo consiliare ha deciso di convocare il 21 marzo un’assemblea pubblica per discutere del tema e raccogliere indicazioni utili a formulare una proposta che possa portare a un miglioramento del servizio. Organizzare un incontro pubblico del genere doveva essere compito di coloro che oggi guidano questo nostro paese ma, come sappiamo, questo non rientra nei loro piani. O forse temono che emerga in modo evidente la carenza di un servizio troppo frettolosamente lasciato nelle mani del Bacino e mal gestito sotto l’aspetto della tutela dei cittadini. E’ giunto il momento di passare dalla critica alla proposta concreta, mettendo a disposizione le proprie capacità e il proprio tempo. E’ per questo che lo scorso 29 febbraio a Pontelongo è cominciata una scuola di formazione politica. Durerà fino al 26 aprile, con l’intento di offrire a tutti, in particolare ai giovani, l’opportunità di saperne di più su come funzionano le istituzioni locali. La serata conclusiva sarà dedicata alle motivazioni che dovrebbero portare una persona a impegnarsi nella propria comunità. Nelle prossime settimane ci auguriamo che arrivi anche la bozza del bilancio di previsione per il 2012. Alcuni comuni hanno già approvato il bilancio, altri lo stanno per fare; la maggior parte ne sta discutendo con i cittadini. Da noi non se ne sa nulla. Vedremo. Speriamo che questo ritardo sia foriero di buone notizie. Federico Ossari Capogruppo lista civica “Pontelongo 2000” Siamo sempre più convinti che l’operato di chi governa una comunità non può prescindere da un rapporto di condivisione consapevole con i cittadini: è necessario accorciare la distanza tra “il palazzo” e i cittadini, anche se questo è faticoso e richiede molto tempo. 2 I governi e i politici NON sono tutti uguali Il debito pubblico italiano continua a lievitare, ma i governi della seconda Repubblica ne macinano (molto) più di quelli della prima. Qualcosa sembra uscito arricchito dalla crisi economico-finanziaria degli ultimi tempi, il nostro vocabolario quotidiano: “spread”, “bond”, “rating”, “default”... Attenzione: le espressioni linguistiche non sono mai neutre. E così succede che, insieme ai vocaboli, si diffonda anche una interpretazione falsata della realtà. Prendiamo, ad esempio, l’emergenza per eccellenza della nostra epoca: il debito pubblico. Additato come peso insostenibile, capace di compromettere la crescita e di insidiare la stabilità finanziaria del paese, il debito pubblico ha assunto nel senso comune la veste di un nemico potentissimo, proprio perché poco conosciuto nella sua sostanza e nella sua origine. Una propaganda ben orchestrata lo ha descritto come una eredità mortale della prima Repubblica, di governi passati che hanno fatto un uso scellerato dei conti, condannando gli attuali all’immobilismo politico. Il Primo Ministro Monti li ha chiamati “governi buonisti”. E’ proprio così o si tratta di una comoda scappatoia? Quali sono stati i governi “buonisti”, responsabili della situazione? I dati ISTAT riferiti all’ultimo trentennio, elaborati da noti economisti, ci raccontano una cosa completamente diversa: ci dicono che solo il 43,5% del debito pubblico si è formato precedentemente a “Tangentopoli” e al governo Amato (1992); il restante 56,5% è stato accumulato durante la seconda Repubblica. La maggior parte del debito pubblico italiano si deve agli ultimi vent’anni di storia; in particolare, ai governi guidati da Berlusconi, che tanto ha gridato allo scandalo, rimproverando ogni male ai governi di sinistra degli anni ‘70 e ‘80. Prendendo come indicatore l’accumulo medio giornaliero di debito pubblico (in equivalenti euro di oggi), si scopre che durante l’intera prima Repubblica (1946-1992) l’Italia ha accumulato giornalmente una media di 49 milioni di euro di debito. Il dato si impenna sino a 285 milioni di euro per i “governi tecnici” del ‘92-’94, durante i quali il paese si trova ad affrontare una gravissima crisi monetaria. Il record storico di accumulo giornaliero di debito viene raggiunto con il primo governo Berlusconi, quello del “grande miracolo italiano”: ben 330 milioni di euro, più del sestuplo della media della prima Repubblica. Il primo governo Prodi (1996) accumula un debito di 96 milioni di euro al giorno (meno di un terzo del governo Berlusconi). Segue il governo D’Alema, che contiene il dato sino a 76 milioni. Con Amato l’accumulo di debito risale, portandosi a 124 milioni di euro giornalieri; sulla stessa cifra si assestano il secondo e il terzo governo Berlusconi (2001-2006). Con il ritorno di Prodi (2006-2008) si scende a 97 milioni di euro (la stessa media del suo primo governo). Con l’avvento della coalizione Pdl-Lega (a partire dal 2008) la media giornaliera di nuovo debito schizza a 217 milioni di euro, con buona pace del ministro Tremonti e dei suoi richiami al rigore dei conti pubblici. In breve: era di 795 miliardi di euro il debito pubblico nel 1992 (avvento di “mani pulite” e fine della prima Repubblica); oggi è di 1.931 miliardi: + 1.136 miliardi negli ultimi vent’anni. Se la prima Repubblica ha le sue colpe, la seconda non ne esce immacolata. I dati pubblicati dall’Istat ci dicono molte altre cose. Qui e ora accontentiamoci di questa prima, importante osservazione: il continuo rimando del ventennio berlusconiano alla pesante eredità del debito pubblico è servito come paravento ad una classe politica più interessata a soddisfare clientele e a difendere privilegi che a perseguire il bene comune. Come volevasi dimostrare: i governi non sono tutti uguali. Come gli asini non sono tutti grigi (e non sono tutti uguali, nemmeno di notte). Francesca Varotto Consigliere Comunale 3 Dimensionamento scolastico Due proposte non sono bastate ad evitare la bocciatura della Regione: dobbiamo attendere una terza delibera? Il terzo errore è di forma (ma anche di sostanza). Aver presentato alla Regione delibere diverse, incompatibili tra loro e, soprattutto, non coerenti con i parametri di efficienza e di efficacia funzionali al risparmio di risorse e al miglioramento dell’offerta formativa territoriale: è il motivo per cui la Regione ha bocciato le proposte avanzate. La giunta comunale ha individuato una nuova ripartizione tra i plessi delle nostre scuole e quelle di Piove di Sacco. La decisione è stata concordata con i dirigenti scolastici interessati, ma la soluzione non ci ha convinto: era evidente la debolezza della componente “medie” rispetto al segmento della scuola elementare. La nostra perplessità era già stata espressa in Consiglio Comunale nella discussione in risposta alla nostra interrogazione urgente del 19/12/2011. Vista la materia, si può ben dire che le Giunte sono state “rimandate tutte a settembre!” E’ qualcosa di semplicemente vergognoso. Le successive scelte operate dal comune di Brugine hanno stravolto il progetto originario dell’amministrazione di Pontelongo. La nuova delibera, però, non fa che evidenziare almeno tre errori, compiuti rispettivamente dalle amministrazioni di Pontelongo, Brugine e Piove di Sacco. Non siamo in presenza di un semplice errore formale, facilmente recuperabile in corso d’opera. Ci troviamo di fronte ad una situazione dominata dal caos, dall’inefficienza, dall’incapacità di prendere una decisione anche solo importante e significativa, ma non certo drammatica. Il primo errore è di percorso. Ci risulta che la fase istruttoria precedente l’adozione della prima delibera aveva coinvolto diversi soggetti, in particolare i dirigenti scolastici del territorio, con un ruolo sostanzialmente marginale delle amministrazioni locali. Ai primi di gennaio la situazione si è capovolta: mentre i politici decidevano, i dirigenti e gli organi collegiali venivano ignorati o, comunque, messi a margine. La situazione si commenta da sola e porta in primo piano tre Amministrazioni, dello stesso colore politico!, evidentemente in uno stato confusionale tale da diventare in tutto il Veneto l’unico esempio di mancata aggregazione così come richiesto dalla legge. Peggio di così non si poteva fare! Adriano Burattin Il secondo errore è di sostanza. Pur comprendendo le difficoltà delle scelte – tutte le scelte comportano rischi e ostacoli - non possiamo nemmeno immaginare che i sindaci interessati alla problematica e alla decisione non siano stati in grado di raggiungere un accordo con tutti gli attori e i soggetti interessati, al fine di produrre una delibera condivisa da sottoporre alla Regione. Invece è proprio quello che è successo: in assenza di una convergenza di opinioni tra i vari soggetti politici e sociali in campo si è preferito “prendere tempo”, in attesa e nella speranza che le cose si chiarissero e si aggiustassero da sole. Per tutto ciò chiediamo al sindaco: - perché non si è ritenuto importante, anzi doveroso, coinvolgere responsabilmente e adeguatamente i diversi soggetti interessati alla decisione relativa al dimensionamento scolastico, compresi i genitori presenti negli organi collegiali? - quali ragioni hanno indotto le tre diverse amministrazioni ad adottare tre diverse delibere? - vista la bocciatura della Regione, quali saranno le conseguenze della situazione che si è venuta a creare? 4 Scuola di politica Interessante iniziativa di un gruppo di giovani Pontelongani Siamo un gruppo di giovani di Pontelongo che si è trovato a discutere di cosa significhi amministrare un Comune. Ci siamo posti domande quali: - come influenzano la nostra vita le decisioni del consiglio comunale? - quali poteri ha un sindaco? - come si gestiscono le risorse di un comune? Si tratta di questioni importanti che sembrano riguardare solo gli “addetti ai lavori”. Noi pensiamo invece che capire come viene amministrato un Comune deve riguardare tutti i cittadini, perché li aiuta a comprendere come l’operato di chi li governa influisce concretamente sulla loro vita. Perciò, abbiamo deciso di organizzare alcuni incontri presso la SEDE delle ASSOCIAZIONI dove avere, tutti insieme, l’opportunità di saperne di più. Ti invitiamo quindi a partecipare alla Scuola di Politica di Pontelongo: incontreremo amministratori pubblici e tecnici del settore che illustreranno in modo chiaro e semplice gli aspetti chiave del funzionamento e della vita amministrativa di un Comune. QUESTO IL CALENDARIO DEI PROSSIMI INCONTRI IL BUONO E CATTIVO GOVERNO GIOVEDÌ 15 MARZO 2012 QUANDO I CONTI TORNANO GIOVEDÌ 29 MARZO 2012 Funzioni e competenze di Giunta e Consiglio con MARINO SALVATORE segretario comunale e FRANCESCA VAROTTO tecnico e consigliere comunale Il bilancio comunale con MARCO STRADIOTTO Senatore e ACHILLE CALLEGARO revisore dei conti DALLA PARTE DELLE PERSONE… GIOVEDÌ 12 APRILE Rapporto tra Comune ed enti pubblici controllati 2012 con DANIELE ROCCON direttore Casa di Riposo e GIAMPAOLO CREMA ex presidente CdA Casa di Riposo A. Galvan OLTRE LA POLTRONA C’È DI PIÙ GIOVEDÌ 26 APRILE Rapporto tra etica e politica 2012 con FRANCESCO JORI giornalista e FRANCESCA SCHIANO direttrice scuola sociopolitica diocesana 5 “Moschetti di legno, fucili di latta” Di legno erano i fucili delle esercitazioni dei sabati fascisti; di latta, i “mezzi pesanti” del fronte. Emidio Pichelan ricostruisce la storia turbolenta del quindicennio 1932-1946, usando le parole di chi c’era e i documenti originali. zione, l’alimentazione, la realtà linguistica, economica e sociale della comunità negli anni Trenta. E grazie alle parole di Radamés, di Orazio, di Delino Marcato e di una quindicina di testimonianze raccolte nel 1975 dai ragazzi della III media della “Giacomo Leopardi”, coordinati dal prof. Umberto Marinello, vengono ricostruiti i fronti di guerra dei soldati pontelongani, l’8 settembre e il ritorno a casa, l’internamento nei campi di concentramento, la durissima vita in prigionia, la fine del conflitto, il ritorno – definitivo – a casa. Cosa succedeva a Pontelongo il 10 giugno 1940, mentre dal balcone di Palazzo Venezia Mussolini dichiarava guerra all’Inghilterra? Quanti erano i pontelogani sui fronti di guerra (greco, albanese, jugoslavo, africano, russo) e come vivevano quell’esperienza? Voci originali, come originale è la documentazione: i dispacci della Guardia Nazionale Repubblicana; la “Relazione degli avvenimenti verificatisi nella Parrocchia durante il periodo della guerra 1940-45”, preparata da don Caon per il Vescovo di Padova (mai inviata e mai pubblicata); la cronistoria del Battaglione garibaldino Bruno Contiero (il partigiano ucciso contro il muro del cimitero di Candiana), che operava tra Conselve e Correzzola (12 i pontelongani arruolati tra le sue fila, tra i quali il giovanissimo comandante Artemio Zambolin – cfr. l’articolo “Un 25 aprile speciale anche per Pontelongo”). L’8 settembre 1943 qualche soldato pontelongano riuscì a tornare a casa e a nascondersi da qualche parte; qualcun altro venne deportato nei campi di concentramento in Germania, in Polonia, nell’attuale Repubblica Ceca come forza lavoro della macchina da guerra nazista: anche i pontelongani parteciparono alla costruzione delle V1 e V2 lanciate sulle teste degli inglesi. Ci sono pagine imperdibili e indimenticabili: il giorno della rappresaglia minacciata dopo l’attentato ai ponti (4 settembre ’44); la settimana dello zuccherificio in fiamme, saccheggiato dai vicini e dai lontani; il ritorno di Francesco Scopel dalla Russia, salvato (anche) da una ciotola di latte delle giovane ucraine delle isbe. E ci sono personaggi - Artemio Zambolin, Francesco Camilotti, Pasquale Gaudenzio Ciprian, Giacomo Lombello, Olindo Pinato – che aspettano dalla comunità il riconoscimento (e il grazie) per il sacrificio compiuto per la patria e per la libertà di tutti. Nella concitazione del dopo attentato ai ponti del 4 settembre 1944 don Caon si prese uno schiaffo? Cosa sono stati per i nostri padri e i nostri nonni il fascismo, l’antifascismo, la repressione, la Resistenza, la Liberazione? Conquistata la libertà, i pontelongani hanno fatto i conti con il passato e con se stessi? Con il nuovo libro “Moschetti di legno, fucili di latta”, Emidio Pichelan mette a fuoco un quindicennio turbolento della storia pontelongana. Il racconto, l’intreccio, il tono, il ritmo sono suoi; le parole sono dei testimoni. Grazie alle parole di Radamés Bissarro e di Orazio Lombello, i primi tre capitoli del libro ricostruiscono gli usi, i costumi, l’educa- IL LIBRO È IN STAMPA Piergiorgio Tamiazzo 6 Un 25 aprile speciale anche per Pontelongo Due sentenze del tribunale dicono, a tutti e definitivamente, che Artemio Zambolin è innocente; il 25 aprile prossimo a Maserà si renderà omaggio al comandante partigiano, con la ri-scoperta di una sua lapide commemorativa e una pubblicazione. Alle 13,30 del 25 settembre del 1944 veniva assassinato don Luigi Bovo, parroco di Bertipaglia. Restano tuttora sconosciuti i motivi dell’assassinio del sacerdote e gli attori del delitto. Sei mesi dopo, il 6 aprile del 1945, veniva arrestato Artemio Zambolin, pontelongano ventiduenne, comandante partigiano del battaglione garibaldino Bruno Contiero, accusato dell’orribile omicidio; due giorni dopo, l’8 aprile – venti giorni prima della Liberazione! – veniva fucilato alla schiena sulla pubblica piazza. Senza prove, senza processo. guerra mondiale, come tutti i conflitti, è stata una tragedia immane. Non ci sono vincitori né vinti (...) In ogni caso mi preme sottolineare che non è mai stata fatta piena luce sulla morte di don Luigi” (“Il Gazzettino”, 12 febbraio 2012). La migliore risposta al sindaco De Paoli è stata scritta – tanti anni fa - dai partigiani della Bruno Contiero: “Allorquando vedemmo la nostra patria tradita, invasa dai Tedeschi in conbutta [sic!] con i fascisti, un dovere pervase i sentimenti nostri, onde ridare all’Italia l’onore perduto, ridare la libertà al Popolo e attraverso il sacrificio dei nostri Compagni migliori pagare l’onta del fascismo responsabile dell’immane sciagura nazionale e per dimostrare agli altri popoli aggrediti che gli Italiani sanno redimersi col sangue le offese recate, non dal Popolo Italiano ma dal fascismo. Ebbe luogo il novello risorgimento e l’epopea dei Partigiani”. Armando Trentin, segretario dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) di Maserà, è venuto in possesso di due documenti eccezionali. Si tratta di due sentenze pronunciate dalla Corte Straordinaria di Padova il 15 e il 30 ottobre del 1945, sei mesi dopo la fucilazione di Artemio e la Liberazione, che condannano i membri della Brigata Nera di Maserà all’ergastolo e alla prigione (dai 30 ai 12 anni) per “collaborazionismo con il nemico” e per “l’omicidio” di Artemio Zambolin. Continuano le ricerche, nella speranza di leggere gli atti dei due processi. Allo stato attuale, quello di Artemio è un omicidio; il giovane comandante non c’entra con l’assassinio del parroco di Bertipaglia. E’ molto significativo che nelle due sentenze il nome di Artemio non venga mai associato a quello di don Luigi. Il secondo conflitto come frutto delle megalomanie deliranti del fascismo e del nazismo; la Repubblica di Salò come “collaborazione con il nemico”; la lotta partigiana come dovere e come secondo Risorgimento. La lotta antifascista ha dato a tutti noi libertà e Costituzione; e il dovere di ricordare e di dire grazie. Piergiorgio Tamiazzo A Maserà, poi, sono venuti in possesso di una lapide commemorativa di Artemio. Così l’Anpi di Maserà ha deciso di organizzare un evento e una pubblicazione (un opuscolo commemorativo del partigiano Artemio Zambolin), con il coinvolgimento delle amministrazioni di Maserà e di Pontelongo. Per ora, negativa la risposta di De Paoli, il sindaco di Maserà: “non voglio addentrarmi in polemiche sterili; la seconda 7 la sanità del Piovese Dopo le rassicuranti promesse iniziali arrivano risposte poco convincenti Nel 2010, con l’ingresso nell’ASL 16, ci eravamo illusi che finalmente i nostri servizi sanitari territoriali e ospedalieri avrebbero riacquistato il personale mancante, le apparecchiature e la professionalità adeguata a tutelare la salute della nostra popolazione. Purtroppo, l’adeguamento agli standard assistenziali dell’ASL 16, ripetutamente promesso dagli amministratori regionali e dalla Direzione strategica, è ancora lungi dall’essere realizzato, anche se sono stati avviati numerosi progetti di miglioramento e sono stati assunti alcuni primari di provata competenza. Di qui il sospetto che nel prossimo futuro, considerate anche le ristrettezze economiche imposte dalla recessione, la Regione dia il via ad un pesante ridimensionamento. Negli ultimi mesi, il Direttore Generale ha finalmente deliberato l’assunzione del nuovo Direttore Medico dell’Ospedale, assente da troppo tempo; ha programmato la riorganizzazione dei Reparti Ospedalieri (organizzandoli in Dipartimenti ); ha bandito una serie di concorsi per i Primariati più significativi. La strada è però ancora lunga e incerta perchè l’ospedale di Piove ha una dotazione organica insufficiente in quasi tutti i reparti. Non è ancora chiaro quale sarà il futuro del nostro ospedale dopo l’approvazione del nuovo “Piano Socio-sanitario Regionale” e quali servizi saranno definitivamente assegnati dalle schede ospedaliere, allegate al Piano. Nè è scontato che, con la nuova programmazione regionale, il nostro ospedale conservi il ruolo e la dimensione di ospedale di rete di I° livello destinato alla cura dei pazienti con patologie acute. Va sottolineato in particolare che: - il Reparto di Ostetricia è senza primario da oltre due anni e lavora con un numero di medici insufficiente a garantire la necessaria assistenza ai 1.000 parti annuali previsti dai programmi regionali; - il Reparto di Anestesia e Rianimazione funziona con organico di dimensioni ridotte ed è senza primario da circa due anni; di conseguenza, una parte degli interventi chirurgici vengono posticipati o indirizzati in altre Asl o in strutture private; - da anni sono senza primario il Reparto di Pediatria e di Geriatria, e non sono ancora banditi i concorsi per poter coprire tali vacanze. Non è ancora realizzato il progetto di integrazione col S. Antonio di Padova, né è ancora stabilito il ruolo che il nostro ospedale occuperà nel sistema sanitario padovano. Non sono ancora definite le risorse che dovrebbero permettergli di curare l’80% delle patologie presenti nel nostro territorio, ossia quelle che si possono affrontare senza inviare i pazienti alle strutture specialistiche padovane. Il nostro ospedale, anche se ufficialmente elogiato, è considerato ancora, da numerosi politici, un ospedaletto. A riprova di ciò, ancora oggi vengono pubblicati articoli su giornali, anche di tiratura nazionale, che lo relegano al ruolo di struttura di 2° piano, e buona parte dei cittadini di Padova si lamentano quando vengono inviati a Piove per accertamenti e cure. 8 dell’ambulatorio chiuso Ovvero quando i servizi non sono al servizio del cittadino (paziente) Niente di tragico, per carità; nessuno si è fatto male. Contemporaneamente, molto all’italiana: tutti colpevoli, nessun colpevole. E a rimetterci sono i soliti noti: i cittadini che vorrebbero avere a che fare con servizi normali, istituzioni decenti, dirigenti e responsabili attenti, professionisti al servizio del bene pubblico più pregiato (la salute). I fatti sono noti: alla fine dello scorso anno il dr. Carpenedo decideva di andare in pensione; seguiva l’iter per la scelta, da parte degli ex pazienti, del nuovo “medico di fiducia”. Con il dr. Carpenedo se ne andava in pensione anche una certa “interpretazione del ruolo di medico di base (di fiducia)”. Che lui aveva incarnato per più di trent’anni in modo tanto convincente da meritarsi – in tempi non sospetti - il sentito ringraziamento da parte dell’intera popolazione di Pontelongo. Abbiamo capito quello che è successo; non abbiamo né voglia né interesse a trovare un colpevole. Vogliamo solo dire che il “pasticciaccio” non doveva capitare! Un cartello che annuncia la chiusura di un ambulatorio; una dottoressa che viene quasi di nascosto e si riporta via le sue cose come una persona non gradita; un altro medico che s’affretta a esporre il suo orario; i capannelli di pazienti preoccupati; funzionari e sindaco che spiegano (cercano di spiegare), tranquillizzano (cercano di tranquillizzare).. uno spettacolo deprimente! Si poteva e si doveva gestire la vicenda diversamente: perché non c’era niente di imprevisto, niente di urgente, niente di pericoloso, ineludibile, irreparabile. Ai cittadini-pazienti si dovevano risparmiare paure, incertezze, ansie. Non è stato un bello spettacolo: troppo pressapochismo, troppa superficialità. La vicenda induce una riflessione sul nostro Sistema Sanitario Nazionale. Sono passati 34 anni dall’anno della sua costituzione (legge 833/1978): è diventato adulto ma non sembra godere di buona salute. Costa sempre di più, ma non si può dire che i servizi migliorino. Sono arcinote le “piaghe sistemiche”: le liste di attesa; i ticket; i tempi del pronto soccorso e della guardia medica; le visite specialistiche; le libere professioni; le analisi; la farmaceutica... C’era una volta il medico condotto; poi il medico di famiglia, poi il medico di base, poi il medico di fiducia. E’ cambiata la denominazione; ma non si può dire che ne esca rafforzata la fiducia dei pazienti verso i medici né l’attenzione di questi alla salute dei cittadini-pazienti. E’ su queste tematiche – queste sì molto “sensibili” per i cittadini - che i sindacati dei pensionati di Pontelongo da due anni chiedono un incontro con l’amministrazione. A questi problemi le amministrazioni locali dovrebbero prestare più attenzione e magari convocare una (dovuta) conferenza dei servizi. In questo momento di grande confusione, ci saremmo aspettati che il sindaco, oltre a promettere a più riprese un incontro pubblico, lo avesse realizzato e avesse spiegato ai pazienti interessati cos’era successo e quali potevano essere le possibili alternative. Invece, si è preferito lasciare che tutto venisse gestito da un impiegato del distretto, che si è limitato a raccogliere le richieste di cambio del medico avanzate dai pazienti, molto spesso in difficoltà nella scelta a causa delle poche informazioni a disposizione. La redazione 9 Avanti tutta: fare peggio è non è difficile... Terminata la rotonda, un’opera abbastanza discutibile che ha spaccato il paese e seminato rancori, l’amministrazione ha aperto il cantiere per la nuova strada destinata a tagliare il quartiere del Volo. Agli inquilini delle case popolari che si sentono in pericolo, è giunta provvidenziale la visita di un emissario che ha promesso loro una diversa sistemazione. Ma dove? Ci sono case del Comune assegnate a persone che le aspettano da anni. Sono bloccate perché hanno bisogno di manutenzione e non ci sono i soldi per farlo! Ai residenti del quartiere “quella strada” proprio non va giù. I discreti contatti intessuti in questo ultimo anno portano ad affermare che questa bretella di collegamento non interessa proprio a nessuno. Tranne all’amministrazio�ne, che vuole continuare a dimostrare che non gliene importa nulla di quello che pensano i cittadini. La giornata della donna Una ricorrenza istituita per ricordare l’impegno civico, etico e politico dei movimenti femminili del XIX e XX secolo: ha ancora senso celebrarla? Una ricorrenza quanto mai attuale, perché per assicurare il progresso sociale e le libertà fondamentali dell’essere umano diventano irrinunciabili la partecipazione attiva, l’eguaglianza e l’emancipazione delle donne. La giornata giusta per rilanciare i dati allarmanti in ordine all’occupazione femminile, attestata in Italia al 46,1% (peggio di noi in Europa solo Malta), con la maternità quale causa di abbandono dell’attività lavorativa per una donna su tre. L’occasione per denunciare l’incredibile violenza di cui ancora la popolazione femminile è vittima: in Italia un terzo delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nella loro vita l’aggressività di un uomo. La circostanza migliore per prendere atto dei passi compiuti: ci ritroviamo con tre donne ministro, di indiscussa competenza, tutte con portafoglio, tutte in ministeri “pesanti”, senza bisogno di chiedere quote rosa al governo. Una data in cui rendere noto il contributo di donne del nostro tempo: Giuseppina Pesce, Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo, donne ribellatesi alla ‘ndrangheta ed emblema dell’8 marzo. Infine, vogliamo ricordare Rossella Urru, cooperante sarda rapita in Algeria lo scorso 22 ottobre, in prima linea nella sfida per la pace e la sicurezza internazionale. Francesca Varotto 10 Zanonato a Pontelongo L’ultimo giorno di Febbraio ha preso il via una serie di conferenze dedicate al tema della macchina amministrativa comunale. La serata era dedicata alla figura del Sindaco e alle funzioni che viene chiamato a svolgere per la comunità. Per farlo, gli organizzatori hanno invitato Flavio Zanonato, attuale primo cittadino di Padova, e Federico Ossari che ha guidato la Giunta del nostro paese. Il pubblico, attento ed interessato, ha fatto da giusta cornice all’appuntamento e lo ha arricchito con domande varie e molto stimolanti. E’ stato possibile capire che Padova, a conti fatti, si trova ad affrontare problemi del tutto analoghi ai nostri. Quando il Sindaco è per strada, la gente si avvicina a lui e gli sottopone questioni analoghe sia in grandi città che in piccole realtà come la nostra. Nell’occasione Zanonato ha potuto spiegare nei dettagli la vicenda di via Anelli, una storia complicatissima tanto sul piano sociale quanto su quello politico e della sicurezza. Nella discussione ha riscosso un fragoroso applauso quando ha ribadito che lui, se entra in contrasto con qualche istituzione, evita la rissa improduttiva e si attrezza per trovare la strada che mette tutti d’accordo. Giulia Cecconello Villa Foscarini usata per riunioni di partito dei Ragazzi L’ultima elezione di questo organo collegiale si è svolta nella primavera del 2009. Essendo di durata biennale, la sua scadenza è avvenuta nella primavera dello scorso anno. Di fatto, la quasi totalità dei componenti che ne facevano parte sono decaduti, se non altro per non essere più studenti delle nostre scuole elementari o medie. Ci siamo quindi rivolti al sindaco per sapere: Giovedì 12 gennaio è successo un fatto, a nostro avviso, molto grave: la Sala Consiliare è stata aperta al pubblico, non per un evento istituzionale, culturale, ma per ospitare una riunione di zona della Lega Nord. Ad accogliere il particolare evento c’era una folta schiera di bandiere sia all’esterno che all’interno della sala di Villa Foscarini Erizzo. Quanto successo rappresenta un fatto grave: si è creato un precedente nell’utilizzo di uno spazio pubblico destinato alle funzioni istituzionali svolte dall’Amministrazione. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione: chiediamo al sindaco come si giustifichi la concessione della sala consiliare per scopi di partito quando vi era la disponibilità di altro spazio pubblico più idoneo per simili riunioni. Vedremo quale sarà la risposta che, per quanto ci riguarda, non può trovare giustificazione alcuna. * per quale ragione non ha proceduto ad indire regolari elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale dei Ragazzi; * se si è provveduto almeno alla sostituzione dei consiglieri decaduti con i primi non eletti; * se in questi mesi è stata data la possibilità al Consiglio dei Ragazzi di esprimere il proprio contributo in idee e progettualità nelle materie di propria competenza; * in che modo questa amministrazione ha assicurato il momento partecipativo degli studenti, garantendo ausilio e supporto alle attività del Consiglio Comunale dei Ragazzi. Da quanto possiamo vedere pare proprio che l’attività sia ferma e tutto sia stato dimenticato. Speriamo che con questo sollecito qualcosa si muova. Continua il ricevimento dei consiglieri in via Ungheria Si ricorda ai cittadini che gli eletti della nostra lista sono presenti ogni domenica mattina dalle ore 10,00 alle ore 12,00 presso la sede delle associazioni di Via Ungheria. Hai un dubbio, una segnalazione da fare, una curiosità di tipo amministrativo? Vieni a trovarci, troverai sempre qualcuno pronto ad ascoltarti! 11 CARI RIFIUTI.... Nel 2011 il Comune di Pontelongo cambia gestore per la raccolta dei rifiuti; il servizio viene affidato in gestione al Bacino Padova 3. Come era facilmente prevedibile, l’inizio presentò una valanga di proteste: era una cosa assai complicata sostituire una gestione “tagliata su misura”, come la precedente, con un prodotto industriale come quello offerto ora. Ma non furono previsto… code furenti davanti agli incaricati dello sportello, cittadini inferociti dalle estenuanti attese. Ci limitammo a sottolineare che si poteva limitare il disagio con semplici assemblee. Ma questa amministrazione ha in urto tutto quello che porta al confronto, si sa! Prima di pronunciarci aspettavamo i fatti: il contratto stipulato dal nostro Comune con il gestore del servizio, le tariffe applicate, le clausole previste, le modalità di raccolta, il piano finanziario del Bacino Padova 3… Il contratto è giunto dopo sei mesi di attività (sic!); il resto è ancor oggi un mistero! 12 E’ STATO UN AFFARE O SI TRATTA DI UN BIDONE? - ecocentro: meno ritiri; - meno svuotamenti: fino al 2010, d’estate si facevano 3 svuotamenti di umido a settima na e c’era una raccolta settimanale di plastica e lattine…. E OGGI? - gli svuotamenti costano molto: e in giro per i fossi la cosa si nota bene... - Quanto abbiamo “risparmiato” rispetto alla precedente gestione? - Gli utenti del bacino pagano tutti con la stessa tariffa? - Quali sono stati gli investimenti fatti dal gestore dell’asporto? - Quanto incidono sulla tariffa gli investi menti fatti per modificare il servizio: bidoni, badge, programma informatico di gestione? - Quanti anni ci vorranno per pagare gli investimenti fatti?