Pontelongo 2000 Informa
Periodico della lista civica “Pontelongo 2000”
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Marzo 2012
Numero
www.pontelongo.info 12
L’EMERGENZA è PASSATA,
è l’ORA dell’IMPEGNO DIRETTO
In una stagione caratterizzata da un clima sempre più ostile alla politica, vanno
recuperate le ragioni di un impegno delle forze sane e vive presenti nel nostro paese.
Anche se il percorso sarà ancora lungo e
impegnativo, crediamo di poter dire che
almeno l’emergenza è passata. L’Italia ha saputo superare questa difficile prova grazie alla
scelta di alcune forze politiche di guardare prima all’interesse del Paese e dei cittadini, piuttosto che alle convenienze di parte. I risultati
sono sotto gli occhi di tutti: sono stati rimessi
in ordine i conti ed è stata recuperata quella credibilità internazionale che con Mario
Monti ci permette di tornare a contare sulla
scena europea e mondiale.
La rigidità delle posizioni di chi guarda solo
all’oggi senza costruire una prospettiva lungimirante, capace di offrire un futuro di speranza per le nuove generazioni, non aiuta a realizzare quel clima di serenità indispensabile
per fare le scelte giuste e attuare politiche di
equità.
I temi di queste settimane, quali la riforma
del mercato del lavoro, la lotta all’evasione,
la difesa dei diritti dei più deboli e non ultimo la grande riflessioni sui costi della politica, intesi come la necessità di ridurre gli
sprechi nei tanti enti inutili, interessano tutti
noi e sono ben lungi dal trovare una risposta.
Tutto risolto quindi? Purtroppo no!
La strada del risanamento, della crescita economica e della costruzione di un clima meno “avvelenato” è ancora molto lunga. Nonostante i grandi sforzi fatti da tutti i cittadini, sarà necessario
continuare a lavorare per non fare passi indietro.
La Grecia ne è un chiaro esempio!
Va anche detto che oggi l’opinione pubblica
è alimentata da un’informazione che troppo
spesso amplifica il grado di insofferenza verso le istituzioni, la politica, le scelte
Quello che sta avvenendo in Italia non è poi
tanto diverso da quanto succede in tante parti del mondo. La vera sfida dei prossimi anni
sarà affrontare i cambiamenti economici, politici e sociali legati alla globalizzazione non
solo economica, ma anche culturale, con tutte
le sue opportunità (libertà, diritti umani, ecc),
ma anche i suoi rischi (sfruttamento economico, distruzione dell’ambiente ecc).
In un quadro così complesso, non aiutano
le continue esasperazioni in cui spesso viene trascinato il dibattito politico.
1
<--- continua dalla prima pagina <---
Lo abbiamo chiesto a più riprese all’attuale
amministrazione di Pontelongo che, su questioni rilevanti come il bilancio, non ha mai
voluto confrontarsi con i cittadini. Come non
ha voluto instaurare un dialogo con i rappresentanti delle parti sociali per confrontarsi su alcune questioni che riguardano le
categorie più deboli.
Non parliamo poi di vicende ormai note che
in questi anni hanno interessato intere fasce
di cittadini, che hanno visto limitati i loro
diritti senza possibilità di contraddittorio,
come nel caso della passerella di Terranova
o della Rotonda. Se non fosse stato per la nostra richiesta di convocazione di Consiglio Comunale aperto, la questione si sarebbe chiusa lì.
E’ uno stile che non ci appartiene e che
non possiamo condividere. Sappiamo che
chi amministra ha il “potere” di decidere, ma
dovrebbe avere anche il buon senso di farlo
dopo aver ascoltato le parti interessate.
anche pesanti ma necessarie, contribuendo
in questo modo a costruire un clima di avversità a qualsiasi decisione.
Pur comprendendo le difficoltà di molti e il
grado di sfiducia verso chi non ha fatto bene e
fino in fondo il suo dovere, non è certo questo
il momento di “ritirarsi sull’aventino”, per
esempio non andando a votare, o peggio
ancora di ingrossare le file di un’antipolitica
capace solo di aprire scontri che non portano da nessuna parte, destinati ad esasperare
gli animi e ad allungare i veri processi di riforma necessari.
In quest’ottica, raccogliendo le diffuse lamentele sui costi e la qualità del servizio
di raccolta dei rifiuti, il nostro gruppo consiliare ha deciso di convocare il 21 marzo
un’assemblea pubblica per discutere del
tema e raccogliere indicazioni utili a formulare una proposta che possa portare a
un miglioramento del servizio.
Organizzare un incontro pubblico del genere doveva essere compito di coloro che
oggi guidano questo nostro paese ma, come
sappiamo, questo non rientra nei loro piani.
O forse temono che emerga in modo evidente
la carenza di un servizio troppo frettolosamente lasciato nelle mani del Bacino e mal gestito
sotto l’aspetto della tutela dei cittadini.
E’ giunto il momento di passare dalla critica
alla proposta concreta, mettendo a disposizione le proprie capacità e il proprio tempo.
E’ per questo che lo scorso 29 febbraio a Pontelongo è cominciata una scuola di formazione politica. Durerà fino al 26 aprile, con
l’intento di offrire a tutti, in particolare ai giovani, l’opportunità di saperne di più su come
funzionano le istituzioni locali. La serata conclusiva sarà dedicata alle motivazioni che
dovrebbero portare una persona a impegnarsi nella propria comunità.
Nelle prossime settimane ci auguriamo che
arrivi anche la bozza del bilancio di previsione
per il 2012. Alcuni comuni hanno già approvato il bilancio, altri lo stanno per fare; la maggior
parte ne sta discutendo con i cittadini. Da noi
non se ne sa nulla. Vedremo. Speriamo che
questo ritardo sia foriero di buone notizie.
Federico Ossari
Capogruppo lista civica “Pontelongo 2000”
Siamo sempre più convinti che l’operato di chi
governa una comunità non può prescindere
da un rapporto di condivisione consapevole
con i cittadini: è necessario accorciare la distanza tra “il palazzo” e i cittadini, anche se
questo è faticoso e richiede molto tempo.
2
I governi e i politici NON sono tutti uguali
Il debito pubblico italiano continua a lievitare, ma i governi della seconda
Repubblica ne macinano (molto) più di quelli della prima.
Qualcosa sembra uscito arricchito dalla crisi economico-finanziaria degli ultimi tempi,
il nostro vocabolario quotidiano: “spread”,
“bond”, “rating”, “default”...
Attenzione: le espressioni linguistiche non
sono mai neutre. E così succede che, insieme
ai vocaboli, si diffonda anche una interpretazione falsata della realtà.
Prendiamo, ad esempio, l’emergenza per eccellenza della nostra epoca: il debito pubblico.
Additato come peso insostenibile, capace di
compromettere la crescita e di insidiare la stabilità finanziaria del paese, il debito pubblico
ha assunto nel senso comune la veste di un
nemico potentissimo, proprio perché poco conosciuto nella sua sostanza e nella sua origine.
Una propaganda ben orchestrata lo ha descritto come una eredità mortale della prima
Repubblica, di governi passati che hanno fatto
un uso scellerato dei conti, condannando gli attuali all’immobilismo politico. Il Primo Ministro
Monti li ha chiamati “governi buonisti”.
E’ proprio così o si tratta di una comoda scappatoia? Quali sono stati i governi “buonisti”,
responsabili della situazione?
I dati ISTAT riferiti all’ultimo trentennio, elaborati da noti economisti, ci raccontano una
cosa completamente diversa: ci dicono che
solo il 43,5% del debito pubblico si è formato
precedentemente a “Tangentopoli” e al governo Amato (1992); il restante 56,5% è stato
accumulato durante la seconda Repubblica.
La maggior parte del debito pubblico italiano si deve agli ultimi vent’anni di storia; in
particolare, ai governi guidati da Berlusconi, che tanto ha gridato allo scandalo, rimproverando ogni male ai governi di sinistra
degli anni ‘70 e ‘80.
Prendendo come indicatore l’accumulo medio giornaliero di debito pubblico (in equivalenti euro di oggi), si scopre che durante
l’intera prima Repubblica (1946-1992) l’Italia
ha accumulato giornalmente una media di 49
milioni di euro di debito.
Il dato si impenna sino a 285 milioni di euro
per i “governi tecnici” del ‘92-’94, durante i
quali il paese si trova ad affrontare una gravissima crisi monetaria.
Il record storico di accumulo giornaliero di
debito viene raggiunto con il primo governo
Berlusconi, quello del “grande miracolo italiano”: ben 330 milioni di euro, più del sestuplo della media della prima Repubblica.
Il primo governo Prodi (1996) accumula un
debito di 96 milioni di euro al giorno (meno
di un terzo del governo Berlusconi). Segue il
governo D’Alema, che contiene il dato sino a
76 milioni. Con Amato l’accumulo di debito risale, portandosi a 124 milioni di euro giornalieri; sulla stessa cifra si assestano il secondo e
il terzo governo Berlusconi (2001-2006).
Con il ritorno di Prodi (2006-2008) si scende a
97 milioni di euro (la stessa media del suo primo governo). Con l’avvento della coalizione
Pdl-Lega (a partire dal 2008) la media giornaliera di nuovo debito schizza a 217 milioni di
euro, con buona pace del ministro Tremonti e
dei suoi richiami al rigore dei conti pubblici.
In breve: era di 795 miliardi di euro il debito
pubblico nel 1992 (avvento di “mani pulite” e fine della prima Repubblica); oggi è di
1.931 miliardi: + 1.136 miliardi negli ultimi
vent’anni. Se la prima Repubblica ha le sue
colpe, la seconda non ne esce immacolata.
I dati pubblicati dall’Istat ci dicono molte altre cose. Qui e ora accontentiamoci di questa
prima, importante osservazione: il continuo
rimando del ventennio berlusconiano alla
pesante eredità del debito pubblico è servito
come paravento ad una classe politica più interessata a soddisfare clientele e a difendere
privilegi che a perseguire il bene comune.
Come volevasi dimostrare: i governi non sono
tutti uguali. Come gli asini non sono tutti grigi
(e non sono tutti uguali, nemmeno di notte).
Francesca Varotto
Consigliere Comunale
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Dimensionamento scolastico
Due proposte non sono bastate ad evitare la bocciatura della Regione:
dobbiamo attendere una terza delibera?
Il terzo errore è di forma (ma anche di sostanza). Aver presentato alla Regione delibere
diverse, incompatibili tra loro e, soprattutto,
non coerenti con i parametri di efficienza e di efficacia funzionali al risparmio di
risorse e al miglioramento dell’offerta formativa territoriale: è il motivo per cui la Regione ha bocciato le proposte avanzate.
La giunta comunale ha individuato una nuova ripartizione tra i plessi delle nostre scuole e
quelle di Piove di Sacco.
La decisione è stata concordata con i dirigenti
scolastici interessati, ma la soluzione non ci
ha convinto: era evidente la debolezza della
componente “medie” rispetto al segmento
della scuola elementare. La nostra perplessità
era già stata espressa in Consiglio Comunale
nella discussione in risposta alla nostra interrogazione urgente del 19/12/2011.
Vista la materia, si può ben dire che le Giunte
sono state “rimandate tutte a settembre!”
E’ qualcosa di semplicemente vergognoso.
Le successive scelte operate dal comune di
Brugine hanno stravolto il progetto originario dell’amministrazione di Pontelongo. La
nuova delibera, però, non fa che evidenziare
almeno tre errori, compiuti rispettivamente
dalle amministrazioni di Pontelongo, Brugine
e Piove di Sacco.
Non siamo in presenza di un semplice errore formale, facilmente recuperabile in
corso d’opera. Ci troviamo di fronte ad una
situazione dominata dal caos, dall’inefficienza, dall’incapacità di prendere una decisione anche solo importante e significativa, ma non certo drammatica.
Il primo errore è di percorso. Ci risulta che
la fase istruttoria precedente l’adozione della
prima delibera aveva coinvolto diversi soggetti, in particolare i dirigenti scolastici del
territorio, con un ruolo sostanzialmente marginale delle amministrazioni locali. Ai primi di
gennaio la situazione si è capovolta: mentre i
politici decidevano, i dirigenti e gli organi
collegiali venivano ignorati o, comunque,
messi a margine.
La situazione si commenta da sola e porta in
primo piano tre Amministrazioni, dello stesso
colore politico!, evidentemente in uno stato
confusionale tale da diventare in tutto il Veneto l’unico esempio di mancata aggregazione così come richiesto dalla legge.
Peggio di così non si poteva fare!
Adriano Burattin
Il secondo errore è di sostanza. Pur comprendendo le difficoltà delle scelte – tutte le
scelte comportano rischi e ostacoli - non possiamo nemmeno immaginare che i sindaci
interessati alla problematica e alla decisione non siano stati in grado di raggiungere
un accordo con tutti gli attori e i soggetti
interessati, al fine di produrre una delibera condivisa da sottoporre alla Regione.
Invece è proprio quello che è successo: in assenza di una convergenza di opinioni tra i vari
soggetti politici e sociali in campo si è preferito “prendere tempo”, in attesa e nella speranza che le cose si chiarissero e si aggiustassero
da sole.
Per tutto ciò chiediamo al sindaco:
- perché non si è ritenuto importante, anzi
doveroso, coinvolgere responsabilmente e
adeguatamente i diversi soggetti interessati
alla decisione relativa al dimensionamento
scolastico, compresi i genitori presenti negli
organi collegiali?
- quali ragioni hanno indotto le tre diverse
amministrazioni ad adottare tre diverse delibere?
- vista la bocciatura della Regione, quali saranno le conseguenze della situazione che si
è venuta a creare?
4
Scuola di politica
Interessante iniziativa di un gruppo di giovani Pontelongani
Siamo un gruppo di giovani di Pontelongo
che si è trovato a discutere di cosa significhi
amministrare un Comune.
Ci siamo posti domande quali:
- come influenzano la nostra vita le decisioni
del consiglio comunale?
- quali poteri ha un sindaco?
- come si gestiscono le risorse di un comune?
Si tratta di questioni importanti che sembrano riguardare solo gli “addetti ai lavori”.
Noi pensiamo invece che capire come viene
amministrato un Comune deve riguardare
tutti i cittadini, perché li aiuta a comprendere
come l’operato di chi li governa influisce concretamente sulla loro vita. Perciò, abbiamo
deciso di organizzare alcuni incontri presso la
SEDE delle ASSOCIAZIONI dove avere, tutti
insieme, l’opportunità di saperne di più.
Ti invitiamo quindi a partecipare alla Scuola
di Politica di Pontelongo: incontreremo amministratori pubblici e tecnici del settore che
illustreranno in modo chiaro e semplice gli
aspetti chiave del funzionamento e della vita
amministrativa di un Comune.
QUESTO IL CALENDARIO DEI PROSSIMI INCONTRI
IL BUONO E CATTIVO GOVERNO
GIOVEDÌ
15 MARZO
2012
QUANDO I CONTI TORNANO
GIOVEDÌ
29 MARZO
2012
Funzioni e competenze di Giunta e Consiglio
con MARINO SALVATORE segretario comunale
e FRANCESCA VAROTTO tecnico e consigliere comunale
Il bilancio comunale
con MARCO STRADIOTTO Senatore
e ACHILLE CALLEGARO revisore dei conti
DALLA PARTE DELLE PERSONE…
GIOVEDÌ
12 APRILE
Rapporto tra Comune ed enti pubblici controllati
2012
con DANIELE ROCCON direttore Casa di Riposo
e GIAMPAOLO CREMA ex presidente CdA Casa di Riposo A. Galvan
OLTRE LA POLTRONA C’È DI PIÙ
GIOVEDÌ
26 APRILE
Rapporto tra etica e politica
2012
con FRANCESCO JORI giornalista
e FRANCESCA SCHIANO direttrice scuola sociopolitica diocesana
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“Moschetti di legno, fucili di latta”
Di legno erano i fucili delle esercitazioni dei sabati fascisti; di latta, i “mezzi pesanti”
del fronte. Emidio Pichelan ricostruisce la storia turbolenta del quindicennio 1932-1946,
usando le parole di chi c’era e i documenti originali.
zione, l’alimentazione, la realtà linguistica,
economica e sociale della comunità negli
anni Trenta.
E grazie alle parole di Radamés, di Orazio, di
Delino Marcato e di una quindicina di testimonianze raccolte nel 1975 dai ragazzi della
III media della “Giacomo Leopardi”, coordinati dal prof. Umberto Marinello, vengono
ricostruiti i fronti di guerra dei soldati pontelongani, l’8 settembre e il ritorno a casa, l’internamento nei campi di concentramento, la
durissima vita in prigionia, la fine del conflitto,
il ritorno – definitivo – a casa.
Cosa succedeva a Pontelongo il 10 giugno
1940, mentre dal balcone di Palazzo Venezia
Mussolini dichiarava guerra all’Inghilterra?
Quanti erano i pontelogani sui fronti di
guerra (greco, albanese, jugoslavo, africano,
russo) e come vivevano quell’esperienza?
Voci originali, come originale è la documentazione: i dispacci della Guardia Nazionale Repubblicana; la “Relazione degli avvenimenti
verificatisi nella Parrocchia durante il periodo
della guerra 1940-45”, preparata da don Caon
per il Vescovo di Padova (mai inviata e mai
pubblicata); la cronistoria del Battaglione garibaldino Bruno Contiero (il partigiano ucciso
contro il muro del cimitero di Candiana), che
operava tra Conselve e Correzzola (12 i pontelongani arruolati tra le sue fila, tra i quali il
giovanissimo comandante Artemio Zambolin – cfr. l’articolo “Un 25 aprile speciale anche
per Pontelongo”).
L’8 settembre 1943 qualche soldato pontelongano riuscì a tornare a casa e a nascondersi da
qualche parte; qualcun altro venne deportato
nei campi di concentramento in Germania, in
Polonia, nell’attuale Repubblica Ceca come
forza lavoro della macchina da guerra nazista: anche i pontelongani parteciparono alla
costruzione delle V1 e V2 lanciate sulle teste
degli inglesi.
Ci sono pagine imperdibili e indimenticabili:
il giorno della rappresaglia minacciata dopo
l’attentato ai ponti (4 settembre ’44); la settimana dello zuccherificio in fiamme, saccheggiato dai vicini e dai lontani; il ritorno di Francesco Scopel dalla Russia, salvato (anche) da
una ciotola di latte delle giovane ucraine delle
isbe. E ci sono personaggi - Artemio Zambolin, Francesco Camilotti, Pasquale Gaudenzio
Ciprian, Giacomo Lombello, Olindo Pinato
– che aspettano dalla comunità il riconoscimento (e il grazie) per il sacrificio compiuto
per la patria e per la libertà di tutti.
Nella concitazione del dopo attentato ai ponti del 4 settembre 1944 don Caon si prese
uno schiaffo? Cosa sono stati per i nostri padri e i nostri nonni il fascismo, l’antifascismo,
la repressione, la Resistenza, la Liberazione?
Conquistata la libertà, i pontelongani hanno fatto i conti con il passato e con se stessi?
Con il nuovo libro “Moschetti di legno, fucili di
latta”, Emidio Pichelan mette a fuoco un quindicennio turbolento della storia pontelongana. Il
racconto, l’intreccio, il tono, il ritmo sono suoi; le
parole sono dei testimoni.
Grazie alle parole di Radamés Bissarro e di
Orazio Lombello, i primi tre capitoli del libro ricostruiscono gli usi, i costumi, l’educa-
IL LIBRO È IN STAMPA
Piergiorgio Tamiazzo
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Un 25 aprile speciale anche per Pontelongo
Due sentenze del tribunale dicono, a tutti e definitivamente, che Artemio Zambolin è
innocente; il 25 aprile prossimo a Maserà si renderà omaggio al comandante partigiano, con la ri-scoperta di una sua lapide commemorativa e una pubblicazione.
Alle 13,30 del 25 settembre del 1944 veniva
assassinato don Luigi Bovo, parroco di Bertipaglia. Restano tuttora sconosciuti i motivi
dell’assassinio del sacerdote e gli attori del
delitto. Sei mesi dopo, il 6 aprile del 1945, veniva arrestato Artemio Zambolin, pontelongano ventiduenne, comandante partigiano
del battaglione garibaldino Bruno Contiero,
accusato dell’orribile omicidio; due giorni
dopo, l’8 aprile – venti giorni prima della Liberazione! – veniva fucilato alla schiena sulla
pubblica piazza. Senza prove, senza processo.
guerra mondiale, come tutti i conflitti, è stata
una tragedia immane. Non ci sono vincitori
né vinti (...) In ogni caso mi preme sottolineare che non è mai stata fatta piena luce sulla
morte di don Luigi” (“Il Gazzettino”, 12 febbraio 2012).
La migliore risposta al sindaco De Paoli è stata scritta – tanti anni fa - dai partigiani della
Bruno Contiero: “Allorquando vedemmo la
nostra patria tradita, invasa dai Tedeschi in
conbutta [sic!] con i fascisti, un dovere pervase i sentimenti nostri, onde ridare all’Italia
l’onore perduto, ridare la libertà al Popolo e
attraverso il sacrificio dei nostri Compagni migliori pagare l’onta del fascismo responsabile
dell’immane sciagura nazionale e per dimostrare agli altri popoli aggrediti che gli Italiani
sanno redimersi col sangue le offese recate,
non dal Popolo Italiano ma dal fascismo. Ebbe
luogo il novello risorgimento e l’epopea dei
Partigiani”.
Armando Trentin, segretario dell’Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) di Maserà,
è venuto in possesso di due documenti eccezionali. Si tratta di due sentenze pronunciate
dalla Corte Straordinaria di Padova il 15 e il 30
ottobre del 1945, sei mesi dopo la fucilazione di Artemio e la Liberazione, che condannano i membri della Brigata Nera di Maserà
all’ergastolo e alla prigione (dai 30 ai 12 anni)
per “collaborazionismo con il nemico” e per
“l’omicidio” di Artemio Zambolin. Continuano
le ricerche, nella speranza di leggere gli atti
dei due processi. Allo stato attuale, quello di
Artemio è un omicidio; il giovane comandante non c’entra con l’assassinio del parroco di
Bertipaglia. E’ molto significativo che nelle
due sentenze il nome di Artemio non venga
mai associato a quello di don Luigi.
Il secondo conflitto come frutto delle megalomanie deliranti del fascismo e del nazismo; la
Repubblica di Salò come “collaborazione con
il nemico”; la lotta partigiana come dovere e
come secondo Risorgimento. La lotta antifascista ha dato a tutti noi libertà e Costituzione; e il dovere di ricordare e di dire grazie.
Piergiorgio Tamiazzo
A Maserà, poi, sono venuti in possesso di una lapide commemorativa di Artemio. Così l’Anpi di
Maserà ha deciso di organizzare
un evento e una pubblicazione
(un opuscolo commemorativo
del partigiano Artemio Zambolin), con il coinvolgimento delle
amministrazioni di Maserà e di
Pontelongo. Per ora, negativa la
risposta di De Paoli, il sindaco di
Maserà: “non voglio addentrarmi
in polemiche sterili; la seconda
7
la sanità del Piovese
Dopo le rassicuranti promesse iniziali arrivano risposte poco convincenti
Nel 2010, con l’ingresso nell’ASL 16, ci eravamo illusi che finalmente i nostri servizi sanitari
territoriali e ospedalieri avrebbero riacquistato il personale mancante, le apparecchiature
e la professionalità adeguata a tutelare la salute della nostra popolazione.
Purtroppo, l’adeguamento agli standard
assistenziali dell’ASL 16, ripetutamente
promesso dagli amministratori regionali
e dalla Direzione strategica, è ancora lungi dall’essere realizzato, anche se sono stati
avviati numerosi progetti di miglioramento
e sono stati assunti alcuni primari di provata
competenza.
Di qui il sospetto che nel prossimo futuro,
considerate anche le ristrettezze economiche
imposte dalla recessione, la Regione dia il via
ad un pesante ridimensionamento.
Negli ultimi mesi, il Direttore Generale ha
finalmente deliberato l’assunzione del nuovo Direttore Medico dell’Ospedale, assente
da troppo tempo; ha programmato la riorganizzazione dei Reparti Ospedalieri (organizzandoli in Dipartimenti ); ha bandito una serie
di concorsi per i Primariati più significativi.
La strada è però ancora lunga e incerta perchè l’ospedale di Piove ha una dotazione
organica insufficiente in quasi tutti i reparti.
Non è ancora chiaro quale sarà il futuro del
nostro ospedale dopo l’approvazione del
nuovo “Piano Socio-sanitario Regionale” e
quali servizi saranno definitivamente assegnati dalle schede ospedaliere, allegate
al Piano. Nè è scontato che, con la nuova programmazione regionale, il nostro ospedale
conservi il ruolo e la dimensione di ospedale di
rete di I° livello destinato alla cura dei pazienti
con patologie acute.
Va sottolineato in particolare che:
- il Reparto di Ostetricia è senza primario
da oltre due anni e lavora con un numero di
medici insufficiente a garantire la necessaria
assistenza ai 1.000 parti annuali previsti dai
programmi regionali;
- il Reparto di Anestesia e Rianimazione funziona con organico di dimensioni ridotte ed è
senza primario da circa due anni; di conseguenza, una parte degli interventi chirurgici
vengono posticipati o indirizzati in altre Asl o
in strutture private;
- da anni sono senza primario il Reparto di Pediatria e di Geriatria, e non sono ancora banditi i concorsi per poter coprire tali vacanze.
Non è ancora realizzato il progetto di integrazione col S. Antonio di Padova, né è ancora stabilito il ruolo che il nostro ospedale
occuperà nel sistema sanitario padovano.
Non sono ancora definite le risorse che dovrebbero permettergli di curare l’80% delle
patologie presenti nel nostro territorio, ossia
quelle che si possono affrontare senza inviare i
pazienti alle strutture specialistiche padovane.
Il nostro ospedale, anche se ufficialmente
elogiato, è considerato ancora, da numerosi politici, un ospedaletto.
A riprova di ciò, ancora oggi vengono pubblicati articoli su giornali, anche di tiratura nazionale, che lo relegano al ruolo di struttura di
2° piano, e buona parte dei cittadini di Padova
si lamentano quando vengono inviati a Piove
per accertamenti e cure.
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dell’ambulatorio chiuso
Ovvero quando i servizi non sono al servizio del cittadino (paziente)
Niente di tragico, per carità; nessuno si è fatto
male. Contemporaneamente, molto all’italiana: tutti colpevoli, nessun colpevole.
E a rimetterci sono i soliti noti: i cittadini che
vorrebbero avere a che fare con servizi normali, istituzioni decenti, dirigenti e responsabili attenti, professionisti al servizio del bene
pubblico più pregiato (la salute).
I fatti sono noti: alla fine dello scorso anno il
dr. Carpenedo decideva di andare in pensione; seguiva l’iter per la scelta, da parte degli
ex pazienti, del nuovo “medico di fiducia”.
Con il dr. Carpenedo se ne andava in pensione anche una certa “interpretazione del
ruolo di medico di base (di fiducia)”. Che lui
aveva incarnato per più di trent’anni in modo
tanto convincente da meritarsi – in tempi non
sospetti - il sentito ringraziamento da parte
dell’intera popolazione di Pontelongo.
Abbiamo capito quello che è successo; non
abbiamo né voglia né interesse a trovare un
colpevole. Vogliamo solo dire che il “pasticciaccio” non doveva capitare!
Un cartello che annuncia la chiusura di un
ambulatorio; una dottoressa che viene quasi
di nascosto e si riporta via le sue cose come
una persona non gradita; un altro medico che
s’affretta a esporre il suo orario; i capannelli
di pazienti preoccupati; funzionari e sindaco
che spiegano (cercano di spiegare), tranquillizzano (cercano di tranquillizzare).. uno spettacolo deprimente!
Si poteva e si doveva gestire la vicenda diversamente: perché non c’era niente di imprevisto, niente di urgente, niente di pericoloso,
ineludibile, irreparabile.
Ai cittadini-pazienti si dovevano risparmiare
paure, incertezze, ansie.
Non è stato un bello spettacolo: troppo pressapochismo, troppa superficialità.
La vicenda induce una riflessione sul nostro
Sistema Sanitario Nazionale.
Sono passati 34 anni dall’anno della sua costituzione (legge 833/1978): è diventato adulto
ma non sembra godere di buona salute.
Costa sempre di più, ma non si può dire che
i servizi migliorino. Sono arcinote le “piaghe
sistemiche”: le liste di attesa; i ticket; i tempi
del pronto soccorso e della guardia medica;
le visite specialistiche; le libere professioni; le
analisi; la farmaceutica...
C’era una volta il medico condotto; poi il medico di famiglia, poi il medico di base, poi il medico di fiducia. E’ cambiata la denominazione;
ma non si può dire che ne esca rafforzata la fiducia dei pazienti verso i medici né l’attenzione di questi alla salute dei cittadini-pazienti.
E’ su queste tematiche – queste sì molto “sensibili” per i cittadini - che i sindacati dei pensionati di Pontelongo da due anni chiedono
un incontro con l’amministrazione.
A questi problemi le amministrazioni locali
dovrebbero prestare più attenzione e magari
convocare una (dovuta) conferenza dei servizi.
In questo momento di grande confusione, ci
saremmo aspettati che il sindaco, oltre a promettere a più riprese un incontro pubblico, lo
avesse realizzato e avesse spiegato ai pazienti
interessati cos’era successo e quali potevano
essere le possibili alternative.
Invece, si è preferito lasciare che tutto venisse
gestito da un impiegato del distretto, che si
è limitato a raccogliere le richieste di cambio
del medico avanzate dai pazienti, molto spesso in difficoltà nella scelta a causa delle poche
informazioni a disposizione.
La redazione
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Avanti tutta: fare peggio è non è difficile...
Terminata la rotonda, un’opera abbastanza discutibile che
ha spaccato il paese e seminato rancori, l’amministrazione ha aperto il cantiere per la
nuova strada destinata a tagliare il quartiere del Volo.
Agli inquilini delle case popolari che si sentono in pericolo, è giunta provvidenziale la
visita di un emissario che ha
promesso loro una diversa sistemazione.
Ma dove? Ci sono case del
Comune assegnate a persone che le aspettano da anni.
Sono bloccate perché hanno
bisogno di manutenzione e
non ci sono i soldi per farlo!
Ai residenti del quartiere “quella
strada” proprio non va giù.
I discreti contatti intessuti in
questo ultimo anno portano
ad affermare che questa bretella di collegamento non interessa proprio a nessuno.
Tranne all’amministrazio�ne, che vuole continuare a
dimostrare che non gliene
importa nulla di quello che
pensano i cittadini.
La giornata della donna
Una ricorrenza istituita per ricordare l’impegno civico, etico
e politico dei movimenti femminili del XIX e XX secolo: ha
ancora senso celebrarla?
Una ricorrenza quanto mai
attuale, perché per assicurare
il progresso sociale e le libertà
fondamentali dell’essere umano diventano irrinunciabili la
partecipazione attiva, l’eguaglianza e l’emancipazione delle
donne.
La giornata giusta per rilanciare
i dati allarmanti in ordine all’occupazione femminile, attestata in Italia al 46,1% (peggio di
noi in Europa solo Malta), con
la maternità quale causa di abbandono dell’attività lavorativa
per una donna su tre.
L’occasione per denunciare
l’incredibile violenza di cui
ancora la popolazione femminile è vittima: in Italia un
terzo delle donne tra i 16 e i 70
anni ha subito nella loro vita
l’aggressività di un uomo.
La circostanza migliore per
prendere atto dei passi compiuti: ci ritroviamo con tre donne
ministro, di indiscussa competenza, tutte con portafoglio,
tutte in ministeri “pesanti”, senza bisogno di chiedere quote
rosa al governo.
Una data in cui rendere noto
il contributo di donne del
nostro tempo: Giuseppina
Pesce, Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo, donne
ribellatesi alla ‘ndrangheta
ed emblema dell’8 marzo.
Infine, vogliamo ricordare
Rossella Urru, cooperante
sarda rapita in Algeria lo
scorso 22 ottobre, in prima
linea nella sfida per la pace e
la sicurezza internazionale.
Francesca Varotto
10
Zanonato
a Pontelongo
L’ultimo giorno di Febbraio
ha preso il via una serie di
conferenze dedicate al tema
della macchina amministrativa comunale.
La serata era dedicata alla
figura del Sindaco e alle funzioni che viene chiamato a
svolgere per la comunità.
Per farlo, gli organizzatori
hanno invitato Flavio Zanonato, attuale primo cittadino
di Padova, e Federico Ossari
che ha guidato la Giunta del
nostro paese.
Il pubblico, attento ed interessato, ha fatto da giusta
cornice all’appuntamento e
lo ha arricchito con domande varie e molto stimolanti.
E’ stato possibile capire che
Padova, a conti fatti, si trova ad affrontare problemi
del tutto analoghi ai nostri.
Quando il Sindaco è per strada, la gente si avvicina a lui e
gli sottopone questioni analoghe sia in grandi città che in
piccole realtà come la nostra.
Nell’occasione Zanonato ha
potuto spiegare nei dettagli la
vicenda di via Anelli, una storia complicatissima tanto sul
piano sociale quanto su quello politico e della sicurezza.
Nella discussione ha riscosso un fragoroso applauso
quando ha ribadito che lui,
se entra in contrasto con
qualche istituzione, evita la
rissa improduttiva e si attrezza per trovare la strada che
mette tutti d’accordo.
Giulia Cecconello
Villa Foscarini usata
per riunioni di partito
dei Ragazzi
L’ultima elezione di questo organo collegiale
si è svolta nella primavera del 2009. Essendo
di durata biennale, la sua scadenza è avvenuta
nella primavera dello scorso anno.
Di fatto, la quasi totalità dei componenti che ne
facevano parte sono decaduti, se non altro per
non essere più studenti delle nostre scuole elementari o medie.
Ci siamo quindi rivolti al sindaco per sapere:
Giovedì 12 gennaio è successo un fatto, a
nostro avviso, molto grave: la Sala Consiliare è stata aperta al pubblico, non per un
evento istituzionale, culturale, ma per ospitare una riunione di zona della Lega Nord.
Ad accogliere il particolare evento c’era una
folta schiera di bandiere sia all’esterno che
all’interno della sala di Villa Foscarini Erizzo.
Quanto successo rappresenta un fatto grave: si è creato un precedente nell’utilizzo di
uno spazio pubblico destinato alle funzioni
istituzionali svolte dall’Amministrazione.
Per questo abbiamo presentato un’interrogazione: chiediamo al sindaco come si
giustifichi la concessione della sala consiliare per scopi di partito quando vi era
la disponibilità di altro spazio pubblico
più idoneo per simili riunioni.
Vedremo quale sarà la risposta che, per
quanto ci riguarda, non può trovare giustificazione alcuna.
* per quale ragione non ha proceduto ad indire
regolari elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale dei Ragazzi;
* se si è provveduto almeno alla sostituzione dei
consiglieri decaduti con i primi non eletti;
* se in questi mesi è stata data la possibilità al Consiglio dei Ragazzi di esprimere il proprio contributo in idee e progettualità nelle materie di propria
competenza;
* in che modo questa amministrazione ha assicurato il momento partecipativo degli studenti, garantendo ausilio e supporto alle attività del Consiglio Comunale dei Ragazzi.
Da quanto possiamo vedere pare proprio che l’attività sia ferma e tutto sia stato dimenticato.
Speriamo che con questo sollecito qualcosa si
muova.
Continua il ricevimento dei consiglieri in via Ungheria
Si ricorda ai cittadini che gli eletti della nostra lista sono presenti
ogni domenica mattina dalle ore 10,00 alle ore 12,00
presso la sede delle associazioni di Via Ungheria. Hai un dubbio,
una segnalazione da fare, una curiosità di tipo amministrativo?
Vieni a trovarci, troverai sempre qualcuno pronto ad ascoltarti!
11
CARI RIFIUTI....
Nel 2011 il Comune di Pontelongo cambia gestore per la raccolta dei rifiuti; il servizio viene
affidato in gestione al Bacino Padova 3.
Come era facilmente prevedibile, l’inizio
presentò una valanga di proteste: era una
cosa assai complicata sostituire una gestione
“tagliata su misura”, come la precedente, con
un prodotto industriale come quello offerto
ora. Ma non furono previsto… code furenti
davanti agli incaricati dello sportello, cittadini
inferociti dalle estenuanti attese.
Ci limitammo a sottolineare che si poteva limitare il disagio con semplici assemblee.
Ma questa amministrazione ha in urto tutto quello che porta al confronto, si sa!
Prima di pronunciarci aspettavamo i fatti: il
contratto stipulato dal nostro Comune con
il gestore del servizio, le tariffe applicate, le
clausole previste, le modalità di raccolta, il
piano finanziario del Bacino Padova 3…
Il contratto è giunto dopo sei mesi di attività (sic!); il resto è ancor oggi un mistero!
12
E’ STATO UN AFFARE O
SI TRATTA DI UN BIDONE?
- ecocentro: meno ritiri;
- meno svuotamenti: fino al 2010, d’estate si
facevano 3 svuotamenti di umido a settima
na e c’era una raccolta settimanale di plastica
e lattine…. E OGGI?
- gli svuotamenti costano molto: e in giro
per i fossi la cosa si nota bene...
- Quanto abbiamo “risparmiato” rispetto
alla precedente gestione?
- Gli utenti del bacino pagano tutti con la
stessa tariffa?
- Quali sono stati gli investimenti fatti dal
gestore dell’asporto?
- Quanto incidono sulla tariffa gli investi
menti fatti per modificare il servizio: bidoni,
badge, programma informatico di gestione?
- Quanti anni ci vorranno per pagare gli
investimenti fatti?
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Notiziario n 12