I Banale, le piante tagliate uno sfregio al turismo aro direttore, ecco la foto che ho scattato sulla strada tra Villa Banale e San Lorenzo. Sono l’immagine di come noi trentini sappiamo farci del male, in questo caso in un settore preziosissimo quale il turismo. Nel mese di agosto la Provincia ha fatto scempio della bella strada ombreggiata e sinuosa che dal ponte dei Servi porta verso San Lorenzo in Banale, Molveno, Andalo. Con due pachere con un rasoio gigantesco hanno tagliato tutte le fronde che poco o tanto sporgevano sul lungo strada, anche quelle a distanza di metri. Dire tagliate è un eufemismo, sono state semplicemente divelte, strappate. Sembra che sia passato un tornado tropicale, Capisco la responsabilità per eventuali cadute, ma con lo stesso impegno, forse anche meno, e segando i rami veramente pericolosi si sarebbe ottenuto un risultato che non dimostrasse il disprezzo della burocrazia per il paesaggio. San Lorenzo in Banale si fregerebbe del titolo di «più bel borgo di Italia». Certamente chi arriva non ne ha la sensazione e nemmeno l’accoglienza. Credo che il sindaco dovrebbe farsi sentire. Un lavoro così fatto male lo vede, lo nota, lo riporta a casa anche il più asettico dei cittadini. L’immagine che diamo è quella della sciatteria, incuria e mancanza di attenzione ai nostri boschi, al nostro verde, alle nostre strade. Il turismo è fatto anche di queste immagini, soprattutto se ci vantiamo di saper curare il nostro patrimonio naturale. Rita Grisenti - Trento C I Santa Chiara, a Maternità assoluta mancanza di spazi rovare sulla propria pelle la realtà è il modo migliore per conoscerla, il metodo empirico permette poi di aiutare alcune riflessioni. Un esempio. Proprio in questi giorni, grazie ad un lieto evento, ho frequentato il reparto Maternità dell’ospedale Santa Chiara di Trento, un reparto P Lettere&Commenti encomiabile dove la prima cosa che risalta è la professionalità, tecnica ed umana, di medici e paramedici. Quello che si nota subito dopo è la carenza degli spazi, la loro organizzazione, la mancanza di rispetto delle regole della prossemica e, al contrario, la tendenza ad eccedere nel rispetto di culture diverse. Chi ha deciso di chiudere i punti nascita di Borgo Valsugana, San Camillo, ed altri ancora, ha scelto sicuramente sulla base di dati economici reali confrontandoli, si pensa, con l’ adeguatezza delle strutture destinate ad accogliere le «sfrattate» dai punti periferici. In realtà guardando le varie stanze del reparto ostetricia del Santa Chiara si nota un sovraffollamento davvero poco adatto alla nostra «civilissima» Trento. Camere a cinque letti separate da una modesta svolazzante tendina, riuniscono forzatamente pazienti che hanno appena partorito, magari con problematiche serie, come un parto cesareo, ad altre che hanno risolto meno drammaticamente. Le prime hanno bisogno di maggiore assistenza, le seconde spesso e fortunatamente, solo di tanta calma e pace; tutte, comunque, di privacy, o meglio, riservatezza. Indiscutibile la norma che permette al partner l’ assistenza della donna operata con il cesareo ma è altrettanto indiscutibile che ciò debba avvenire in una stanza riservata. Paradossalmente è accaduto che, per una cultura secondo la quale una donna non può mai essere lasciata sola dal marito ( discutibile mancanza di fiducia), un uomo si trova a dormire in «tenda» con altre quattro donne sconosciute. Magari insiste per rimanere altre notti ed usufruire dell’unico servizio igienico della tendopoli. Fatto questo molto grave. Torniamo al nocciolo del problema: la mancanza di spazi. Quando si sono chiusi i punti nascita, si sapeva che Trento non era in grado di assistere adeguatamente? È vero si sta pensando di fare un ospedale nuovo, ma adesso, in attesa di questa struttura, perché chiudere i punti nascita periferici se non si può garantire a tutte quella serenità, quell’igiene, che una struttura come il Santa Chiara attualmente sembra non in grado di gestire? Forse sarebbe il caso di introdurre la possibilità che anche in un ospedale pubblico si possano pagare alcune comodità, come, ad esempio, avere una stanza con al massimo due pazienti. Siamo sicuri che le stanze a pagamento fossero indice di poca democrazia? Se si vuole garantire la stessa qualità di vita ai pazienti, la si deve garantire «al meglio» per tutti. I soldi dei privati che desiderano spendere per avere maggiore privacy, non maggiori cure, che devono essere uguali per tutti, permetterebbero alla comunità di risparmiare: inoltre sarebbe una forma di tassazione indiretta per chi gode di maggior reddito. Laura Mansini (segue dalla prima pagina) Putin che, dopo la Crimea, ora è pronto ad inglobare l’Ucraina (o almeno una sua grossa porzione), per poi puntare lo sguardo sulle repubbliche baltiche, ai cui confini sono già posizionati uomini e mezzi al fine di ripetere lo schema qualora la partita ucraina andasse a buon fine. Il meccanismo è quello già in auge ai tempi di Stalin (peraltro lo stesso perseguito da Hitler per giustificare l’Anschluss con l’Austria, e poi l’invasione dei Sudeti, Danzica e il resto): andare in soccorso dei connazionali rispondendo all’appello per unirsi alla madrepatria. Minoranze russofone vi sono in Ucraina, ma anche in Georgia, Moldova, nelle repubbliche baltiche, tutti paesi che hanno firmato accordi di associazione con l’Unione europea. Il pretesto è quindi assicurato per replicare l’invasione - se questa volta Putin non verrà fermato - anche in Lituania, Estonia, Lettonia. Dovunque lo zar di Mosca ritenga sia necessario per difendere il sogno di una nuova Urss. I Aggredito dall’orsa Bravo De Guelmi, no ultrà n merito alla complicata vicenda sulla convivenza uomo-orso mi compiaccio perché sull’«Adige» di sabato 30 agosto avete dato voce in prima pagina anche ad un esperto, il dottor Alessandro De Guelmi, il quale ha di certo una preparazione di base per dare un parere sensato ed obiettivo. Credo che si stia esagerando sia in un senso che nell’altro e francamente faremmo a meno sia dei cortei ma anche delle opinioni da ultrà di persone che a vario titolo hanno lo scopo principale di cavalcare l’onda per qualche tornaconto più o meno personale. Ernesto Buganza - Saone I I Aggredito dall’orsa Ora analisi sul progetto gregio direttore, il progetto «Life ursus», creato e finanziato da un molteplice gruppo di enti, impone di introdurre l’orso in tutto l’arco alpino per ragioni di etica ecologica, ma suppongo non ci viene comunicato o semplicemente manca di una analisi approfondita di alcuni elementi: 1) Una ricerca delle abitudini alimentari rapportata alla estensione ed antropizzazione delle aree di introduzione, nelle quali prima non era presente, e delle fonti di cibo necessarie per ciascun elemento; 2) Ripopolamento con esemplari provenienti da amplissime foreste disabitate (Slovenia) nelle quali usano spostarsi rapidamente su grandi distanze, mentre gli orsi presenti nel gruppo Brenta-Adamello erano pochi e stanziali nelle alte selve poco accessibili; 3) Analisi dell’entità delle possibili conseguenze negative sull’ecosistema nel quale è presente l’uomo. In ultima, analisi dei loro ritmi riproduttivi (sono molto prolifici, longevi, prestanti, al vertice della catena alimentare e non hanno predatori) con un loro certo boom demografico senza stabilire, come per cinghiali, cervi, caprioli, modalità e tassi di prelievo necessari per riequilibrarne la presenza e la struttura rispetto alle certamente sempre prevalenti necessità umane e dell’ambiente. È stata creata una incredibile atmosfera magica nei loro confronti, nella quale sono semplicemente deificati ed intoccabili, al massimo qualcuno si potrà carcerare, ma con tutta una stampa contraria. Moltissime persone li vogliono liberi a tutti i costi, anche se potevano o potranno uccidere uomini. Comunque uccidono continuamente molti animali domestici e superano con la loro grossa mole qualsiasi recinzione. Il risultato certo, anche se non imminente, sarà il progressivo abbandono di molte attività umane in montagna: allevamenti, presenza di insediamenti, eccetera, ma soprattutto di molte forme di turismo, uno E dei pilastri dell’economia del Trentino. Come inizio non c’è male, con complimenti all’orso e ai suoi amici. Marco Gaddo I Legge sull’omofobia Stop agli attivisti Arcigay l consigliere del Pd Manica vuole rassicurarci: Arcigay e Arcilesbica non invaderanno le scuole con la loro propaganda, causa la legge Civico. Non credo di sentirmi rassicurato, in quanto in diverse città d’Italia sta già succedendo: attivisti dell’Arcigay entrano nelle scuole dietro minaccia: «Se non ci lasciate parlare ai ragazzi siete omofobi». E così sono stati letti ai ragazzi racconti di rapporti tra due uomini, e si è presentata l’omosessualità come una scelta positiva e felice. Salvo poi illustrare, agli stessi ragazzi, i rischi insiti nel rapporto omosessuale (dall’Aids a varie altre infezioni sessuali). Girano inoltre, da tempo, anche negli asili, opuscoli in cui viene spiegato a bambini di 3-5 anni, che avere due padri o due madri, è del tutto «normale». Manica può rassicurarmi quanto vuole, ma rimango dell’idea che se questo sarà permesso, tanti giovani finiranno nella confusione più totale. Sergio Ricci I I Legge sull’omofobia Una ideologia da fermare ignor direttore, mi consenta di intervenire sulla dura presa di posizione dell’arcivescovo Bressan al testo di legge contro l’omofobia che approderà in Consiglio provinciale il prossimo autunno. Al presule non è sfuggita la stranezza che, nonostante i tanti problemi e le mancate risposte che assillano la vita della gente che abita il nostro Trentino, la maggioranza (Pd, Patt e Upt) ha deciso di conferire priorità a questa legge nonostante il singolo, chiunque esso sia, trovi già una tutela nell’ordinamento giuridico a cominciare dall’articolo 3 della Costituzione e siano già in vigore regole per le pari opportunità. Malgrado questo, il 16 settembre in Consiglio provinciale inizierà la discussione dei vari articoli che la compongono perché, a detta dei promotori, siamo in presenza di un’emergenza omofobica tale da richiedere un’urgente e speciale tutela di questa tipologia di cittadino «discriminato». A pensarla in modo diverso è il difensore civico Daniela Longo che il 20 maggio, in audizione davanti alla Commissione competente, aveva dichiarato l’inutilità della legge in discussione ricordando che non aveva ancora dovuto affrontare casi di discriminazione o di bullismo omofobico ma soltanto di tipo etnico e razziale. Perché allora voler ostinarsi ad approvare una legge inutile per quanto riguarda la tutela dell’individuo? La S L’invasione russa di Putin Ucraina, fermare la guerra europea PIERANGELO GIOVANETTI Indicativo al riguardo è il messaggio inviato dal presidente russo ai separatisti di Donetsk, rivolgendosi loro come «milizia di Novorossija», Nuova Russia. Lo stesso nome che Caterina II sul finire del 1700 diede alle terre sottratte agli ottomani e annesse all’impero degli zar, e che oggi sono parte della nazione ucraina. Questa volta, pertanto, l’Europa non può rimanere a guardare. Si tratta di intraprendere una decisa, forte, unitaria azione politica, diplomatica ed economica di pressione sul Cremlino, volta a fare capire che l’Europa c’è, e non è soltanto un guazzabuglio di stati più o meno divisi fra loro, preoccupati esclusivamente ad azzannarsi sul rigore domenica 31 agosto 2014 o a lamentarsi di Bruxelles, ma incapaci di esprimere una politica unitaria. In questo caso una forte politica estera unitaria. Vladimir Putin ha scommesso su questa debolezza dell’Europa, ha puntato tutto sulle divisioni della Ue, sulle preoccupazioni economiche dei singoli stati di fronte all’inasprimento di sanzioni verso Mosca. Ha fatto i calcoli, ritenendo che nessuno ad Ovest sarebbe stato disposto a rinunciare a qualcosa per Kiev; nessuno avrebbe osato mettere a rischio gli approvvigionamenti energetici e gli affari con Mosca in nome della libertà e dell’indipendenza dell’Ucraina. Al di là delle migliaia di morti che dallo HAI PROBLEMI SCOLASTICI? NON TI SEI ANCORA DIPLOMATO? Siamo specializzati nel RECUPERO ANNI Frequenza: regolare per studenti - minima serale per lavoratori HAI DIFFICOLTÀ IN QUALCHE MATERIA? Offriamo SOSTEGNO ANCHE NEL PERIODO ESTIVO ISCRIZIONI APERTE PER L’ANNO SCOLASTICO 2014-2015 53 mia sensazione e il mio sospetto sono che con questa legge la politica si stia prestando a dar cittadinanza all’ideologia «gender» introducendo, nei percorsi scolastici, principi e testi che la caratterizzano per condizionare e pilotare al suo pensiero bambini e ragazzi (ad esempio: hai 14 anni, sei maschio ma se vuoi puoi diventare donna; tu non sei ciò che nasci ma ciò che vuoi essere) lasciandone la regia alla scuola e alle stesse associazioni gay e lesbiche. Insomma, con l’approvazione di questa legge il rischio è quello di favorire una scuola di rieducazione che bypassi la famiglia e neghi ad essa il diritto primario nell’educazione sessuale dei figli, nell’appellarsi all’obiezione di coscienza e alla pluralità di pensiero. Tutto questo va fermato. Claudio Cia I Legge sull’omofobia, prima fate pagare l’Imu alla Curia l mio giudizio collima perfettamente con quello dell’arcivescovo di Trento. La Provincia ha provveddimenti più urgenti che la legge sull’omofobia. Deve approvare subito una legge che faccia paga alla Curia l’Imu e tutte le imposte sugli enti religiosi come scuole e ospedali, esenti ora da qualsiasi imposta. Dino Stanchina - Carciato I I Basta con i profughi I trentini devono ribellarsi ta arrivando una nuova ondata di cosiddetti profughi e anche in Trentino ci si sta organizzando per accoglierne degnamente qualche decina che andranno a sommarsi ai 578 già presenti tra Marco di Rovereto e Castelfondo in Val di Non. Lo Stato corrisponde 30 euro al giorno per ogni profugo per far fronte alle sue esigenze di vitto, alloggio e corsi di lingua, mentre la Provincia di Trento, sempre generosa gli stranieri, ne corrisponde ulteriori 2,5 di euro, ogni giorno e per ogni profugo, per le loro «piccole spese personali». Quindi, 2,5 euro al giorno significano 75 auro al mese cadauno. Mi chiedo chi ha mai ricevuto 75 euro al mese dalla Provincia per le sue «piccole spese personali». Mi chiedo come fanno i trentini a non ribellarsi di fronte a queste sperequazioni e ingiustizie: molti con quei 75 euro al mese potrebbero pagarsi qualche bolletta. Ai miei concittadini dico solo: è ora di ribellarsi a questo scandalo. Non abbiamo bisogno di ulteriori disperati, ce ne sono già troppi in giro per il Trentino e soprattutto per Trento. Se i nostri politici nulla fanno di concreto per risolvere questo problema, facciamoci sentire noi cittadini. Questa è una battaglia che merita di essere combattuta senza risparmiarsi. C’è in ballo il nostro futuro e il nostro presente. Gianpaolo Bonelli S scorso aprile ad oggi già si contano in terra ucraina, anche tra le file russe, fermare l’invasione e la guerra di Ucraina è un obbligo politico e morale per l’Europa. Se passa il principio che lo zar del Cremlino può fomentare guerriglie o invadere direttamente i Paesi confinanti, solo per il timore di perdere influenza e centralità politico-economica su di essi, allora non ci sarà più fine. E la guerra strisciante e localizzata, diventerà apertamente guerra europea. Pertanto è necessario mettere in atto tutti gli strumenti diplomatici e politici di cui l’Europa e gli Stati Uniti dispongono. L’opinione pubblica europea deve essere consapevole della partita in corso. Le ambizioni imperialiste di Putin si fondono sulla convinzione che l’Occidente non abbia né capacità né voglia di reagire ad una crisi internazionale come questa, nel pieno della recessione economica in cui si trova. Sta all’Europa dimostrare che il calcolo è sbagliato. [email protected] Twitter: @direttoreladige UNIVERSITÀ (PER TUTTE LE FACOLTÀ) Hai problemi nel SUPERARE UN ESAME? Lavorando non puoi FREQUENTARE? 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