Alle strutture regionali e territoriali Cgil e Fp Cgil Care/i compagne/i la decisione di proclamare una giornata di sciopero generale dei servizi pubblici per il 28 Settembre p.v. è il naturale sbocco di un lungo percorso di mobilitazione che la Cgil e la Fp Cgil hanno messo in campo in opposizione alle scelte del Governo Monti sul lavoro pubblico. Il cd. Decreto “spending review”, convertito in legge ad Agosto, è l’atto, temiamo nemmeno finale, di una serie di interventi di natura finanziaria che, a cominciare dal precedente decreto “salva-‐‑Italia”, hanno operato su di un'ʹunica direttrice di marcia: il restringimento dei perimetri e degli spazi pubblici quali pre-‐‑condizioni per la completa liberalizzazione/privatizzazione delle attività pubbliche. “Affamare la bestia”, indebolirla, renderla inefficiente, comprimerne le potenzialità, destrutturarne la missione sono i tratti di unione che tengono insieme tutti i provvedimenti del Governo sul lavoro pubblico. Tutto ciò aggravato, se mai fosse stato possibile, dall’ipocrita e a tratti schizofrenico comportamento del Governo sul sistema delle relazioni con le parti sociali: la gestione da parte dell’Esecutivo dell’accordo del 3 maggio u.s. sul lavoro pubblico è, alla luce di ciò che è successo dopo quella data, la conferma di una precisa volontà di perseguire non un obiettivo di razionalizzazione e miglioramento dell’azione pubblica, ma, al contrario, di ridimensionamento e destrutturazione delle Pubbliche Amministrazioni, dei servizi pubblici in generale. La “spending review” del Governo, quindi, in assoluta coerenza con l’impostazione dei provvedimenti precedenti, consegna a tutti noi, al Paese, ai cittadini una riflessione che lo sciopero generale deve sapere, in questo senso, rilanciare: l’idea che, lungi dal voler riformare, riorganizzare, migliorare l’azione pubblica, gli interventi governativi perseguono la ridefinizione del sistema, il ridisegno del welfare attraverso un nuovo rapporto fra cittadini e diritti, fra bisogni e tutele, fra pubblico e privato. La mobilitazione, lo sciopero del 28 settembre e le iniziative che seguiranno devono poter produrre, da un lato, un ripensamento radicale degli interventi assunti nei provvedimenti “spending”, a cominciare dalle questioni legate ai livelli occupazionali (precari/esuberi), e dall’altro devono poterci garantire la possibilità, attraverso una attenta interlocuzione con il Paese, di far leggere a tutti, alla politica, ai cittadini, ai giovani e ai pensionati la reale portata delle politiche del Governo sul lavoro pubblico: la distruzione di un modello sociale che, pur con le difficoltà che nessuno disconosce, ha fondato i suoi architravi sull’universalità delle prestazioni, sull’inclusione e sulla tutela sociale, sul sistema dei diritti di cittadinanza, sul lavoro. Le proposte della Cgil sono note come altrettanto chiare le nostre disponibilità ad aprire una stagione di confronto per una vera e funzionale riorganizzazione della macchina pubblica complessivamente intesa: l’accordo del 3 maggio u.s., i suoi principi, gli obiettivi che dichiarava di perseguire sono tuttora, per noi, validi; non è ascrivibile sicuramente a noi il fallimento di quel patto. Ecco, care/i compagne/i, lo sciopero generale del 28 settembre può, anzi deve essere interpretato come l’occasione per rilanciare un idea di riorganizzazione e valorizzazione del lavoro pubblico in risposta agli effetti devastanti della crisi in atto: rimettere al centro i cittadini, i giovani, i pensionati, i precari e i disoccupati, i loro bisogni, la loro maggiore richiesta di tutela e protezione sociale è la grande sfida che lo sciopero si incarica di lanciare al Governo. Lanciarla insieme alle categorie della Uil è il grande valore aggiunto che questo sciopero generale ci consegna. Buon lavoro. Roma 17 Settembre 2012 La Segretaria Generale Cgil La Segretaria Generale Fp Cgil Susanna Camuso Rossana Dettori ULTIMI PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO MONTI SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO ADESIONE DEI VIGILI DEL FUOCO Il Governo Monti ha deliberato, dal primo Consiglio dei Ministri svolto il 16 novembre u.s., ottantaquattro provvedimenti legislativi avviando una serie riforme che necessitano, tutt’oggi, di una catena infinita di decreti attuativi per essere ultimate. Al momento, non è possibile registrare alcun segno di discontinuità con la linea politica economica del precedente Governo, ma soltanto elementi di forte preoccupazione per il futuro del Paese, poiché l'auspicato sviluppo economico-sociale e l'uscita dalla crisi restano ancora lontani all'orizzonte. Purtroppo, le recenti manovre economiche hanno colpito duramente tutti i servizi pubblici essenziali, ivi compreso il soccorso tecnico urgente reso quotidianamente ai cittadini dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. La CGIL è stata l’unica organizzazione a denunciare le contraddizioni del servizio nazionale di protezione civile, impegnandosi in un discussione sulla necessità di riformare un sistema, così complesso e lacunoso, che non ha mai funzionato nel rispetto dei principi istituzionali per i quali è stato originato. Con la conversione in Legge n. 100 del 12 luglio 2012 del DL 15 maggio 2012, n. 59, recante disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile, il Governo non fornisce, né risposte concrete, né soluzioni definitive per la gestione delle emergenze, ma si limita esclusivamente a contenere i costi e le spese di esercizio. Al riguardo, fortemente critica è stata la netta posizione presa dalla CGIL in merito al limite temporale imposto agli interventi pubblici rivolti a sostenere le popolazioni colpite dalle calamità, nonché alla mancanza di un meccanismo di canalizzazione delle risorse derivanti dal finanziamento, attraverso un Fondo Speciale, delle attività rese dal Corpo Nazionale in ambito emergenziale. Sul piano delle modifiche necessarie a superare le incertezze legate al coordinamento generale delle attività operative e delle componenti di protezione civile presenti sul territorio, si attende altresì il rispetto degli impegni assunti dai Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato ottenuti grazie alla costante pressione esercitata nei confronti dei gruppi politici, presenti durante la discussione sul Regolamento degli uffici dirigenziali periferici VVF. La riduzione drastica di risorse messe a disposizione dal Governo per i pubblici servizi continua a generare, soprattutto, gravissime conseguenze nella lotta contro gli incendi boschivi in una drammatica stagione estiva che vede bruciare ettari di boschi e parchi naturali su tutto il territorio italiano. I danni ai cittadini e al patrimonio pubblico rischiano di essere inestimabili. Oltretutto, all’interno del “Decreto Sviluppo 2012” si è proceduto, sempre nella direzione della riduzione delle spese, alla chiusura dello stato di emergenza determinatasi nella regione Abruzzo a seguito del sisma del 6 aprile 2009. In attesa della nuova classificazione richiesta per il Comando Provinciale Vigili del Fuoco L’Aquila, la CGIL si è impegnata nel potenziamento del dispositivo per il soccorso alla popolazione con il rientro in sede di tutto il personale Abruzzese in servizio fuori sede, oltreché nella presentazione di una proposta relativa alla ricostruzione lo sviluppo e il rilancio dei territori interessati. Altro provvedimento emanato ultimamente per assicurare l’operatività del Vigili del Fuoco è stata la conversione del DL 20 giugno 2012 n.79 in legge n. 131 del 07 agosto 2012. Tale disposizione se da un lato scioglie i nodi rappresentati da alcune situazioni difficili bloccate da tempo, quali le procedure straordinarie per l’accesso alle qualifiche di capo squadra e di capo reparto o l’individuazione della competenza complessiva in materia di spegnimento degli incendi boschivi con la flotta aerea antincendio, dall’altro lascia irrisolte le problematiche relative al reperimento delle risorse necessarie per la gestione coerente della componente aerea e del corretto ripristino delle dotazioni organiche del Corpo. Quest’ultimo punto ha messo in evidenza tutte le incongruenze e le ambiguità della mancanza di un’opportuna attenzione politica, non solo da parte della compagine governativa, ma anche dei rappresentanti di tutti i maggiori gruppi parlamentari. Negli ultimi mesi si è assistito alla presentazione paradossale di un'infinità di emendamenti, puntualmente ritirati o dichiarati inammissibili, di mozioni e ordini del giorno che impegnano il Governo sulla valorizzazione dell’autonomia tecnica, amministrativa e gestionale del CNVVF, per mezzo di una diretta collaborazione del Capo del Corpo alle dipendenze del Ministro e sulla delicatissima tematica delle assunzioni nel Corpo Nazionale tramite la proroga delle graduatorie ancora aperte. Un simile atteggiamento, stigmatizzato in maniera decisa dalla CGIL, qualora non dovesse essere immediatamente seguito da coerenti interventi normativi, concorrerebbe ad aumentare l’attuale situazione di confusione generata all’interno del Dipartimento, nonché ad illudere, sia coloro che hanno legittimamente superato il concorso pubblico 814 VVF, sia numerosi volontari che già operano nel Corpo Nazionale aspirando ad una concreta valorizzazione della propria professionalità. Le perplessità manifestate dalla nostra O.S. sono state confermate dall’approvazione in Parlamento, contestuale alle succitate misure in favore dei Vigili del Fuoco, del DL n. 95 del 6 luglio 2012 (Spending review), con cui il Governo taglia l’80% del regolare turnover e delle assunzioni a tempo indeterminato nel Corpo per il triennio 2012-14 e il 50% per l’anno 2015. Un ridimensionamento che, sommato all’allungamento dell’età pensionabile già programmata dai vertici politici del Paese, limiterà ulteriormente la salvaguardia del territorio e la tutela della popolazione. Tutto ciò premesso, la FP CGIL si opporrà con tutti gli strumenti disponibili, anch’essi nel mirino della presunzione dimostrata in più occasioni anche dagli attuali Ministri in carica, a questo nocivo disegno governativo. L’idea immaginata originariamente dalla FP CGIL di utilizzare le risorse utilizzate annualmente per i richiami dei Vigili Discontinui, sulla quale apparentemente sembrerebbero convergere, sia le opinioni dell’Amministrazione, sia della politica che di tutti i nostri partners sindacali, oltre ovviamente al recupero totale del turn-over attraverso lo scorrimento della graduatoria degli idonei al concorso 814 VVF, resta la proposta più convincente per una definitiva risoluzione della cronica carenza di organico. Continueremo con le nostre iniziative di protesta per far arrivare la voce di tutti i Vigili del Fuoco al Ministro Cancellieri e al Presidente del Consiglio Monti per sollecitare soluzioni concrete per salvaguardare il servizio sociale fondamentale reso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il percorso intrapreso con la manifestazione nazionale del 19 luglio 2012 e proseguito con i presidi del 27 luglio e del 6 Agosto organizzati a Roma dalla Segreteria Nazionale FP-CGIL per contrastare le misure presentate dal Governo porterà allo sciopero generale dei servizi pubblici già proclamato per il 28 settembre p.v., giornata in cui, vista l’importanza degli argomenti in discussione, auspichiamo la massima partecipazione di tutto il personale per rivendicare e sostenere con forza la professionalità dei lavoratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF Mario MOZZETTA Roma, 31 agosto 2012 Al Ministro dell'Interno Dott.ssa Annamaria CANCELLIERI Al Sottosegretario di Stato all'Interno Dott. Giovanni FERRARA Al Capo Dipartimento Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile Dott. Francesco Paolo TRONCA Al Capo del CNVVF Dott. Ing. Alfio PINI All’Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali Dott. Giuseppe CERRONE Oggetto: Revisione spesa pubblica. Gentilissima Ministro Cancellieri, con riferimento ai provvedimenti approvati dal Governo sulla revisione della spesa pubblica, la FP CGIL intende esprimere il proprio giudizio estremamente negativo sui contenuti delle controverse manovre in oggetto che, senza un’effettiva riduzione della spesa, prevedono tagli generalizzati ai servizi pubblici indispensabili per la tutela dei cittadini e la salvaguardia del Paese. L’iniquità delle misure interviene pesantemente sulla funzionalità del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco impedendo il regolare svolgimento del servizio di soccorso tecnico urgente. E’ del tutto evidente che la limitatezza delle risorse rese disponibili dal Governo per assicurare l’incolumità della popolazione e la riduzione progressiva delle dotazioni organiche del Corpo Nazionale dovuta al taglio delle assunzioni, in aggiunta agli effetti devastanti di un eventuale innalzamento dei limiti di età per l’accesso alla pensione, produrrebbero una lacerazione insanabile nel modello organizzativo del soccorso ed il crescente aumento dei rischi e degli infortuni in servizio per il personale operativo. Il mancato ripristino del turn-over ed il conseguente invecchiamento del CNVVF avrà riflessi negativi sull’adeguatezza e l’efficacia di un servizio sempre più penalizzato da interventi finalizzati esclusivamente alla riduzione dei costi. Inoltre, sul versante della lotta contro gli incendi boschivi, gli eventi drammatici che hanno contraddistinto la stagione estiva in corso impongono una seria riflessione sulle conseguenze derivanti dalla grave carenza di mezzi ed attrezzature denunciate dalla FPCGIL su tutto il territorio italiano. Purtroppo, il trasferimento della flotta aerea antincendio della Protezione Civile al Dipartimento Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile, senza i necessari finanziamenti e l’opportuna definizione del confuso quadro normativo vigente, mediante l’individuazione delle specifiche competenze d’intervento, non sarà sufficiente a garantire i livelli di operatività essenziali per contrastare un fenomeno che sta devastando il nostro patrimonio naturale. Inoltre, la grave crisi finanziaria che investe le Istituzioni Regionali, competenti in materia di incendi boschivi, ha determinato la sottoscrizione drasticamente ridotte rispetto agli anni precedenti, sia in termini di attrezzature e mezzi che di risorse economiche per gli interventi di tutto il personale operativo. Tutto ciò premesso, la scrivente O.S. ritiene non più prorogabile un’assunzione di responsabilità da parte del Governo in merito alle problematiche che affliggono il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Al riguardo, in alternativa ai tagli predisposti dall’attuale Esecutivo, la FP CGIL ha formulato alcune proposte, inviate in allegato alla presente, che consentirebbero un’ottimizzazione delle risorse attualmente disponibili per il CNVVF evitando, nel contempo, nuove riduzioni del servizio prestato. Infine, per quanto concerne il tema della radicata carenza di personale, in mancanza di ulteriori specifiche risorse, si ribadisce la necessità di un impellente intervento a carattere straordinario che potrebbe concretizzarsi, senza costi aggiuntivi per il bilancio dello Stato, attraverso la stabilizzazione della spesa impegnata per la retribuzione del personale volontario, oltre al contestuale e corretto avvicendamento del personale collocato in quiescenza grazie allo scorrimento della graduatoria degli idonei al concorso 814 VVF. Per le ragioni fin qui esposte, la FP CGIL Vigili del Fuoco aderirà allo Sciopero Generale dei Servizi Pubblici proclamato per il prossimo mese di settembre contro le disposizioni adottate dal Governo relativamente alla cosiddetta “spending review”. In attesa di urgente riscontro, l'occasione è gradita per porgere distinti saluti. Il Segretario Nazionale FP CGIL Adriano SGRO’ Il Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF Mario MOZZETTA RIDUZIONE DELLE DOTAZIONI ORGANICHE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI E DELLE SPESE PER IL PERSONALE Il Decreto Legge n. 95 del 6 luglio 2012, relativo alla norma sulle disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, rappresenta l’ennesimo intervento economico che, oltre ad incidere pesantemente su di un bilancio già da tempo deficitario, ancora una volta, penalizza la carente struttura organica del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, arrestando in modo definitivo il regolare svolgimento del servizio pubblico di soccorso, reso quotidianamente alla popolazione. Il provvedimento in discussione produrrà effetti disastrosi perseguendo, senza alcuna soluzione di continuità, la politica di destrutturazione e smantellamento dello stato sociale attuata dal precedente Governo, attraverso il palese tentativo di introdurre deleterie forme sostitutive del lavoro pubblico. Purtroppo, qualora siffatta strategia dovesse trovare compimento, si arrecherebbero gravissime conseguenze alla qualità del servizio offerto e alle condizioni, sia economiche che professionali, delle lavoratrici e dei lavoratori. E’ del tutto evidente che l’obiettivo dell’attuale Esecutivo Tecnico è di portare a termine l’opera intrapresa, negli scorsi anni, dai Ministri Tremonti e Brunetta con il D.lgs.112 del 25 giugno 2008, convertito con modifiche nella L. 133 del 6 agosto 2008, i quali sferrarono un feroce attacco nei confronti dei dipendenti pubblici ritenuti, peraltro, responsabili dell’inefficienza delle pubbliche amministrazioni, con l’unico obiettivo di scaricare sui lavoratori le colpe dell’intera classe politica. Infatti, con la prevista diminuzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni, vengono formalizzati i tagli definiti nel 2008, dal Decreto Tremonti, attraverso l’ulteriore riduzione delle previsioni di assunzione per il recupero del turn-over, già anticipata nelle precedenti finanziarie, che ha determinato un calo effettivo di circa 600.000 dipendenti pubblici negli ultimi anni e oggi, stando alle cifre fornite ufficialmente dal Governo, un esubero stimato di 24.000 persone, delle quali 8.000 con possibilità di essere collocate a riposo. Tale situazione, inoltre, come ormai annunciato, innescherà il fenomeno della mobilità volontaria o compensativa con possibili e dolorose ripercussioni sui trattamenti economici dovute ad eventuali passaggi ad altre amministrazioni. Nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco abbiamo vissuto un’esperienza analoga con l'entrata in vigore del DL 217/05 che, moltiplicando gli effetti fortemente negativi di una riforma iniqua e finanziata con i soldi dei lavoratori, ha penalizzato una parte del personale inserito nelle qualifiche iniziali dei ruoli superiori, a seguito delle operazioni di primo inquadramento, con un trattamento economico inferiore a quello in godimento in precedenza e coperto da un "assegno ad personam", riassorbito dall’ultimo rinnovo contrattuale. Tutto ciò premesso, entrando nel merito dell’articolato predisposto dal Consiglio dei Ministri, pur avendo apprezzato l'esclusione del CNVVF dalle riduzioni delle dotazioni organiche, di cui al comma 7, art. 2, è prevista una drastica limitazione alle assunzioni, così come viene esplicitamente stabilita dal comma 2 dell'art. 14. Un atteggiamento palesemente contraddittorio che abbiamo provveduto a stigmatizzare nei confronti del Ministro dell’Interno, che da un lato sembra mostrare una particolare attenzione politica per le problematiche che affliggono da tempo i Vigili del Fuoco e per le esigenze impellenti del Paese, dall’altro si oppone al corretto recupero del turn-over, autorizzando le assunzioni a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale corrispondente ad una spesa, per il triennio 2012-14, pari al 20% di quella relativa al personale collocato a riposo nell’anno precedente e al 50% nell’anno 2015. Con questo provvedimento si rischia di mettere a serio rischio il servizio e di avere ricadute disastrose sulla sicurezza degli operatori e sulle speranze di stabilizzazione di circa 3.000 discontinui/precari Vigili del fuoco. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha una dotazione di 30.000 unità operative, ma per fornire un servizio efficiente ed efficace di soccorso dovrebbe avere un organico di 45.000 unità. Nel rispetto degli standard europei, calcolando 1 vigile del fuoco ogni 1.500 abitanti, la situazione attuale è ancora più difficile, in quanto si deve registrare un’ulteriore carenza di oltre 2.000 unità per il mancato recupero del turn – over, determinato dai tagli operati negli ultimi 10 anni. Dunque, a maggior ragione, riteniamo intollerabile che questa manovra finanziaria produca, alla fine del prossimo quadriennio, un ulteriore diminuzione degli attuali organici di circa 2.000 unità. Per le ragioni fin qui esposte, Il Coordinamento Nazionale CGIL VVF parteciperà, auspicando la massima partecipazione dei lavoratori, alla manifestazione nazionale del 19 luglio 2012 organizzata dalla Segreteria Nazionale FP-CGIL per contrastare le misure del Governo presentate con il Decreto Legge 95/2012 (spending review). Alleghiamo, di seguito, gli articoli del Decreto Legge in parola che interessano direttamente i Vigili del Fuoco e che, come volevasi dimostrare, introducono modifiche emendative all’articolo 66, comma 9-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ( cosiddetto Decreto Tremonti-Brunetta) convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Il Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF Mario MOZZETTA DISPOSIZIONI URGENTI PER LA REVISIONE DELLA SPESA PUBBLICA, AD INVARIANZA DEI SERVIZI AI CITTADINI (Spendine review) Articolo 2 Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni 1. Gli uffici dirigenziali e le dotazioni organiche delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, delle agenzie, degli enti pubblici non economici, degli enti di ricerca, nonché degli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni ed integrazioni sono ridotti, con le modalità previste dal comma 2, nella seguente misura: a) gli uffici dirigenziali, di livello generale e di livello non generale e le relative dotazioni organiche, in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 per cento di quelli esistenti; b) le dotazioni organiche del personale non dirigenziale, apportando un’ulteriore riduzione non inferiore al 10 per cento della spesa complessiva relativa al numero dei posti di organico di tale personale. Per gli enti di ricerca la riduzione di cui alla presente lettera si riferisce alle dotazioni organiche del personale non dirigenziale, esclusi i ricercatori ed i tecnologi. Omissis….. 7. Sono escluse dalla riduzione del comma 1 le strutture e il personale del comparto sicurezza e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il personale amministrativo operante presso gli uffici giudiziari, il personale di magistratura. Sono altresì escluse le amministrazioni interessate dalla riduzione disposta con il decreto-legge 27 giugno 2012, n. 87, recante “Misure urgenti in materia di efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, di razionalizzazione dell’amministrazione economico-finanziaria, nonché misure di rafforzamento del patrimonio delle imprese del settore bancario”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2012, n. 148, nonché la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha provveduto alla riduzione con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 15 giugno 2012. Articolo 14 Riduzione delle spese di personale 1. Al fine di dare attuazione a quanto previsto in materia di assunzioni dall’articolo 16, comma 1, del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito, con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, sono apportate le seguenti modificazioni alle disposizioni vigenti in materia: a. all’articolo 3, comma 102, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 come modificato da ultimo dall’articolo 9, comma 5, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole “Per il quadriennio 2010-2013” sono sostituite dalle seguenti “Per il quinquennio 2010-2014”; b. all’articolo 66, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’articolo 9, comma 7, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: “Per l’anno 2014” sono sostituite dalle seguenti “Per l’anno 2015”; c. all’articolo 9, comma 8, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole “A decorrere dall’anno 2015” sono sostituite dalle seguenti “A decorrere dall’anno 2016”. 2. All’articolo 66, comma 9-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole “A decorrere dall’anno 2010” sono sostituite dalle seguenti “Per gli anni 2010 e 2011”. In fine è aggiunto il seguente periodo “La predetta facoltà assunzionale è fissata nella misura del venti per cento per il triennio 2012-2014, del cinquanta per cento nell’anno 2015 e del cento per cento a decorrere dall’anno 2016” RIDUZIONE DELLA SPESA RELATIVA ALLA GESTIONE DEL DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE. Il Governo ha già imposto l’ennesima drastica riduzione dei flussi di spesa pubblica da conseguire attraverso una riorganizzazione delle attività ai fini di una più efficiente erogazione dei servizi, dell’eliminazione degli sprechi e della realizzazione di economie di bilancio. La FP CGIL intende avviare un ragionamento su come si può parlare di spending review nelle Amministrazioni Centrali, puntualizzando che tale concetto non va inteso come taglio alla spesa pubblica ma, al contrario, come revisione della spesa e reinvestimento dei risparmi per una razionalizzazione dell’organizzazione che sia in grado di offrire migliori servizi. Dunque, riteniamo che sono almeno altri due gli elementi senza i quali non sarebbe neanche possibile avviare un ragionamento: • il mantenimento dei livelli occupazionali; • la necessità di non arretrare dal territorio e dai cittadini. L’accentramento di competenze e funzioni provocherebbe solo disagi, inefficienza e servizi iniqui. In questo contesto non va mai dimenticato che le Amministrazioni Centrali garantiscono diritti costituzionali che devono essere esigibili in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale e da tutti i cittadini. Siamo convinti, e non da ora, che la Pubblica Amministrazione vada riformata, riorganizzata e che le risorse pubbliche possano essere spese meglio. Siamo convinti anche che ciò non possa essere attuato senza il coinvolgimento ed il confronto vero con chi poi queste riforme dovrà riceverle ed applicarle: i lavoratori e chi li rappresenta. Per ciò che concerne i tagli al Ministero dell'Interno, riteniamo che il Corpo dei Vigili del Fuoco abbia già pesantemente subito la politica del rigore e non possa essere sottoposto a ulteriori tagli che provocherebbe il blocco totale delle attività amministrative, tecniche e operative. Occorre agire, dunque, puntando ad ottimizzare le scarse risorse attualmente disponibili per continuare a fornire soddisfacenti risposte in tema di soccorso pubblico, protezione civile, sicurezza ed emergenza alla popolazione. Dall’analisi approfondita del documento inviato all’attenzione delle OO.SS. maggiormente rappresentative del CNVVF e concernente la sintesi degli interventi di riduzione della spesa che si intendono apportare al Ministero dell’Interno, appare apprezzabile il tentativo di salvaguardare tutte le strutture operative presenti sul territorio, anche se la genericità dell’intervento lascia aperti molti dubbi soprattutto per l’obiettivo minimo di risparmi, 200 milioni di euro, che si prevede nellʹ arco di vari anni (9 anni). Inoltre, in aggiunta al nostro totale disaccordo, riteniamo urgente e doveroso esprimere un giudizio estremamente negativo sul progetto di riordino generale delle funzioni decentrate dello Stato che prevede, a livello regionale e provinciale, l’unificazione di tutti i servizi strumentali delle varie amministrazioni all’interno delle prefetture rinominate, per tale scopo, Uffici Territoriali dello Stato. Inevitabilmente, infatti, una simile articolazione strutturale comporterebbe un notevole aumento dei costi di gestione, nonchè la paralisi completa di tutte quelle organizzazioni che hanno la necessità di liberarsi dai vincoli burocratici e di rispondere sollecitamente alle richieste di intervento della popolazione. Infatti, Se è possibile valutare positivamente il mantenimento sul territorio delle strutture periferiche dellʹ Amministrazione dellʹ interno, non si può dire altrettanto delle funzioni ad esse assegnate e svolte. Assistiamo, infatti, a un accentramento in capo a un unico organismo, con compiti di coordinamento (presumibilmente nella responsabilità del prefetto) delle diverse funzioni dello Stato sul territorio con un accorpamento non solo logistico ma anche funzionale nella gestione dei servizi comuni. Tale questione pone problematiche in relazione ai servizi erogati dalle altre amministrazioni che si vedranno gestite dal Prefetto dal punto di vista delle risorse finanziarie superando il concetto di autonomia delle amministrazioni. Lʹ Ufficio Territoriale dello Stato, così come proposto, risponde ad una logica di accentramento delle funzioni territoriali delle Amministrazioni pubbliche in una singola sede logistica e funzionale che, aldilà dell’esiguo risparmio immediato, rischia di diventare un appesantimento per lʹ attività dello Stato nel rapporto con il cittadino andando a perdere quella funzione decentrata, più vicina allʹ utenza, che invece riteniamo necessaria per erogare un servizio più efficiente. Anche lʹ affidamento ad unico organo di governo centrale sul territorio non può a nostro avviso garantire quella necessaria capacità autonoma di intervento delle Amministrazioni. Altra questione che si può sollevare di fronte a una ipotesi del genere è come sarà gestito il personale, tenendo conto del fatto che lʹ unificazione dei servizi comuni potrebbe determinare degli esuberi. La previsione dello snellimento di alcune prefetture, oltre a provocare una ricaduta sul personale, sembrerebbe delineare una contrazione dei servizi alla cittadinanza in quanto si focalizza lʹ attività delle prefetture più piccole in particolare sullʹ ordine e la sicurezza pubblica. Non si comprende quale potrà essere lʹ attività di questi uffici, quali saranno i servizi che resteranno, a partire in primo luogo dagli sportelli per lʹ immigrazione. La nostra proposta, invece, delinea unʹ amministrazione più vicina alla cittadinanza con un ruolo maggiormente significativo delle attività con caratteristiche più amministrative e non quasi esclusivamente di ordine pubblico. Lʹ individuazione di spazi condivisi per le sedi delle amministrazioni centrali sul territorio e la creazione di un unico centro di spesa, che rientrano nella nostra proposta, possono essere condivisibili se, su questo ultimo punto, vengano chiarite le procedure di acquisto dei servizi e l’autonomia di spesa che hanno le singole amministrazioni per le specifiche attività di settore. Al riguardo riteniamo opportuno evidenziare che sono già in funzione sia il mercato elettronico, sia una centrale unica che opera anche bene per alcuni prodotti quali carburanti, nolo o acquisto fotocopiatrici e macchine da ufficio, materiale informatico, cancelleria, autovetture, mobili per uffici. Tale progetto di riordino si riflette in modo particolarmente negativo sul Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che rappresenta il punto di riferimento nel Paese in materia di soccorso pubblico e gestione dell’emergenza in quanto, come determinato dalla Legge n. 225 del 24 febbraio 1992, è la componente fondamentale del servizio nazionale di protezione civile. Siamo convinti che la sede istituzionale più consona alle esigenze operative dei Vigili del Fuoco non possa essere il Ministero dell’Interno dove, in ogni caso, il Corpo Nazionale è stato incardinato dal D.P.R. n. 398 del 7 settembre 2001, peraltro con un notevole aumento di posti di funzione e di personale assegnato alle dipendenze delle Direzioni e Uffici Centrali per un totale incremento complessivo di 800 unità, di cui 100 con funzioni dirigenziali. Per queste ragioni i Vigili del Fuoco devono avere la propria autonomia tecnica, amministrativa e gestionale delle risorse, sia livello centrale che sul territorio, attraverso una diretta collaborazione del Capo del Corpo alle dipendenze del Ministro. L'attuale modello organizzativo del Dipartimento è troppo burocratizzato e necessita, dunque, di un intervento diretto sull'apparato centrale allo scopo di garantire una migliore operatività sul territorio e una maggiore autonomia gestionale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. E’ indispensabile uno snellimento dei procedimenti e delle relative funzioni dipartimentali sostenendo, nel contempo, un ampio decentramento funzionale attraverso una forte valorizzazione delle Direzioni Regionali e dei Comandi Provinciali. La rivisitazione della struttura interna del Ministero dovrebbe prevedere una riduzione delle Direzioni Centrali, anche in termini strutturali, per consentire il mantenimento di elevati profili di efficienza ed efficacia grazie ad un processo di riconoscimento delle professionalità direttamente recuperabili dal profilo operativo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. L’ampliamento dell’organico realizzato nel passato all’interno del Dipartimento non è stata seguita da un corrispondente aumento di risorse, bensì da una sottrazione delle disponibilità economiche dei vari Comandi Provinciali a discapito del servizio di soccorso reso alla popolazione. Dunque, le Direzioni Regionali dei Vigili del Fuoco devono continuare a svolgere gli attuali compiti istituzionali previsti dalla normativa vigente, oltre alle funzioni amministrative e contabili delegate dal livello centrale, in modo tale da garantire il decentramento e l’autonomia gestionale degli uffici territoriali. In definitiva, si presenta l’urgenza di ridurre il costo complessivo dell’apparato burocratico centrale del Dipartimento dei VVF, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile. Diversi interventi assicurerebbero un taglio dei costi strutturali con una diminuzione che si aggira intorno al 20%, senza alcuna importante riduzione del servizio prestato. A tal fine è possibile prevedere la soppressione di alcuni Uffici Centrali quali: • L’Ufficio Centrale Ispettivo con il trasferimento delle funzioni allo staff del Capo del Corpo e delle ispezioni che possono essere demandate ai Direttori Regionali dei VVF; • La Direzione Centrale della Difesa Civile e delle Politiche di Protezione Civile con il trasferimento delle competenze proprie dei Vigili del Fuoco, anche di carattere internazionale, in materia di Difesa Civile e di Protezione Civile, oltre agli uffici per la gestione dei C.A.P.I., alla Direzione Centrale Emergenza e Soccorso Tecnico, prevedendo nel contempo il passaggio della struttura denominata “D.C. 75” (Bunker atomico) alle amministrazioni di competenza; • La Direzione Centrale per gli Affari Generali con il trasferimento delle competenze alla Direzione Centrale per le Risorse Umane. Per quanto concerne le proposte inviate, riteniamo che la riorganizzazione dei servizi amministrativi e contabili delle Direzioni e dei Comandi Provinciali è vincolata all’estensione della figura di funzionario delegato anche al Direttore Regionale, nonché ad un indispensabile sviluppo già considerato della Dirigenza Amministrativa a sostegno delle competenze tecniche e operative. L’inadeguatezza dell’attuale parco automezzi impone un immediato ammodernamento e un conseguente svecchiamento del gare di appalto centrali per le manutenzioni ordinarie di tutte le macchine in coerenza con la riduzione dei costi di gestione, grazie all’apertura di una via preferenziale anche per i Vigili del Fuoco sull’uso dei beni confiscati. Utile sarebbe la valorizzazione commerciale dei beni non più in uso al Comando che potrebbe trarre un utile dalle demolizioni o vendite. L’ottimizzazione logistica dei presidi garantisce di certo un risparmio di gestione, tuttavia non si può prescindere dal considerare sia i livelli minimi di rischio sul territorio, connessi all’esigenza di offrire un servizio di alta qualità uniforme in tutto il Paese, sia l’identificazione di sedi idonee ad ospitare il personale. Sembra ottima, inoltre, l'idea dell’introduzione di un bilancio sociale per consentire ai cittadini di verificare il rapporto esistente tra la spesa sostenuta e i servizi resi, mentre per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi, è già in essere sia il mercato elettronico, sia una centrale unica che funziona anche bene per alcuni prodotti quali carburanti, nolo o acquisto fotocopiatrici e macchine da ufficio, materiale informatico, cancelleria, autovetture, mobili per uffici. Infine, un rilevante contenimento dei costi è possibile anche attraverso il perfezionamento dell’efficienza della macchina amministrativa, ponendo particolare attenzione alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione all’interno di in un processo di cambiamento dell’attività finalizzato ad una maggiore interazione tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione. L’informatizzazione del Dipartimento e degli uffici territoriali del Corpo Nazionale, inoltre, grazie ad esempio ad una migliore gestione del protocollo informatico, alla digitalizzazione completa dei rapporti di intervento oppure all’utilizzo del libretto individuale di formazione, consentirebbe una razionalizzazione non solo del tempo, ma anche delle risorse umane e strumentali Roma, 17 settembre 2012 Al Ministro dell'Interno Dott.ssa Annamaria CANCELLIERI Al Sottosegretario di Stato all'Interno Dott. Giovanni FERRARA E p.c.: Oggetto: Carenza antincendio boschiva. di fondi All’Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali Dott. Giuseppe CERRONE e coordinamento per l’attività Gentilissima Ministro Cancellieri, televisioni e giornali recentemente hanno dato risalto al tema degli incendi di bosco, che hanno funestato per tutta l'estate l'intero territorio nazionale. Con la notizia, si è posta l'attenzione sui tagli operati a carico delle Pubbliche Amministrazioni, Vigili del Fuoco inclusi, attraverso la cosiddetta "spending-review" . La legge cui la lotta agli incendi di bosco fa riferimento - L.353/2000 - individua nelle Regioni gli enti deputati alla lotta attiva contro gli incendi di bosco che, mediante specifiche convenzioni, possono avvalersi del Corpo Nazionale, sia per la formazione degli operatori, sia per le operazioni di spegnimento a terra. Nell’anno in corso sono risultate solo 13 le Regioni firmatarie di convenzioni con i Vigili del Fuoco. Il Corpo Nazionale ha quindi effettuato nei mesi scorsi oltre 50.000 interventi di spegnimento, con un costo che è stato stimato per difetto - calcolando l'invio di una sola squadra standard composta da 5 unità, mediamente operative per quattro ore su ogni scenario - e che ammonta a circa 25.000.000,00 di euro. Tutto ciò premesso, dunque, occorre evidenziare che le convenzioni stipulate hanno permesso, purtroppo, di recuperare solo un terzo circa dei costi sostenuti. Considerato che la lotta agli incendi di bosco si sostanzia in molte fasi (prevenzione, vigilanza del territorio, spegnimento dall'alto con mezzi aerei, spegnimento dal basso con l'impiego di squadre VVF e squadre di volontari di PC e Gruppi comunali di P.C., attività di indagini e repressione del fenomeno catasto aree incendiate) a giudizio della scrivente organizzazione, le poche risorse disponibili andrebbero concentrate e le competenze ricondotte, di conseguenza, ad un unico ente che sia in grado di assicurare un coordinamento nazionale. In tal modo si potrebbe concretizzare il miglior coordinamento delle operazioni di spegnimento per garantire il controllo di un fenomeno che in estate assume dimensioni nazionali. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dovrebbe ritornare ad essere il soggetto di riferimento di tutte le attività antincendio, allo scopo di recuperare ogni risorsa utile allo spegnimento di tutti gli incendi ed al soccorso pubblico su tutto il territorio nazionale, per 365 giorni all'anno. Infatti, nel corso del 2012 sono enormemente accresciuti i danni al patrimonio per effetto del drammatico fenomeno e gli stessi, a nostro giudizio, sono stati anche contenuti solo grazie alla consueta dedizione al dovere che da sempre contraddistingue tutti i Vigili del Fuoco. Nessuno si illude che la lotta agli incendi di bosco possa chiudersi solo con le modifiche fin qui prospettate; altri soggetti devono essere preposti e coinvolti per le altre azioni indispensabili al buon esito di questa immane sfida. Ma se conveniamo che si tratti di una vera azione di tutela del territorio e del patrimonio boschivo del paese, allora bisognerà attrezzarsi con convinzione per la realizzazione di un sistema che funzioni. Con l'auspicio del recupero delle risorse necessarie, anche per ciò che concerne il tema già evidenziatoLe sul ripristino del turn over integrale, confidiamo nella sua sensibilità riguardo ai temi del soccorso pubblico e del funzionamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ribadendo il convincimento di una rapida modifica della legge 353/2000. Certi di un positivo riscontro, ci è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti. Il Segretario Nazionale FP CGIL Adriano SGRO’ Coord.Nazionale FP CGIL VVF Mario MOZZETTA FP CGIL VVF Dirigenza Ugo D’ANNA