A L A Amici Laici Assunzione . Italia Duc in altum Email: [email protected] Anno II N. 3 - Giugno 2003 NEL NOTIZIARIO Comunità Esperienze Eventi Riflessioni Letture Posta ALA informa Invito ai lettori Comunità Sr. Cristina scrive alle Superiore Provinciali Arrivando a Nairobi, una telefonata di Carmen Bondoc mi annunciava una bella notizia. Proprio il 10 marzo il Padre François Duthel, postulatore della causa di canonizzazione di M. Maria Eugenia, aveva incontrato a Lyon Claude Lapras, uno dei dottori a cui aveva affidato il dossier medico di Rise. Ecco le sue parole: "Nella mia relazione affermo decisamente che l'evoluzione clinica di questa bambina è più che eccezionale, unica nella letteratura medica e inspiegabile. Non so come evolveranno le cose ma spero vivamente che il processo avrà un corso favorevole. Ho così anche conosciuto M. Maria Eugenia Milleret. Ho letto con attenzione i libri riguardanti la sua vita, le sue lotte, soprattutto la sua energia spirituale e il suo atteggiamento davanti alla vecchiaia e alla morte. Ho potuto misurare la sua forza d'animo e trovare in lei un buon esempio della capacità di unire fino alla fine serenità e lotta. Un bel modello da proporre alle mie nipotine.." Il P. Duthel mi ha confermato quanto questo studio abbia Sito: spazioinwind.libero.it/alai NOTIZIARIO SEMESTRALE chiarito le cose. Ora attendiamo l'annuncio della prossima tappa. Di tappa in tappa camminiamo verso la proclamazione da parte della Chiesa della santità di M. Maria Eugenia… Roma Quadraro Uno sguardo sul nostro cammino 1996-2003 Sette anni sono passati da quel primo incontro del gruppo di amici nella casa di Via Viviani, invitati per conoscere più da vicino le Suore che per noi erano state delle pioniere nel nostro quartiere, sorto negli anni cinquanta. La maggior parte di noi aveva frequentato la casa chi per studio, chi per amicizia, ma mai avevamo conosciuto la loro Fondatrice, la sua spiritualità e quella delle sue figlie. Avevamo respirato un'atmosfera, ci trovavamo bene assieme a loro, ma non le conoscevamo realmente. In questi sette anni abbiamo fatto un cammino di avvicinamento, di conoscenza, di convivialità, di approfondimento della Parola di Dio alla luce della vita e degli insegnamenti di Madre Maria Eugenia. Ella ha vissuto per la Chiesa, per Cristo e per l'estensione del suo Regno. Non sapevamo dove ci avrebbero portato questi primi incontri. All'iniPREGHIERA PER OTTENERE zio credevamo di poter essere utili LA CANONIZZAZIONE nel quartiere mettendoci al servizio DI M. MARIA EUGENIA dei giovani, degli anziani, di chiunSignore Gesù-Cristo que avesse avuto bisogno. Eravamo Tu hai donato a Maria Eugenia un po' confusi, ragionavamo ancora la grazia di appartenere totalmente a Te su quello che avremmo potuto “fae un desiderio ardente re”. di conoscerti e di farti conoscere Ma il Signore ci ha condotto, indi amarti e di farti amare. contro dopo incontro, a scoprire Fa’ che la tua Chiesa, l'importanza dell' " e s s e r e " al di da lei tanto amata e servita, là del " fare ", valorizzando i doni riconosca il suo cammino di santità che Lui aveva dato a ciascuno di e la proclami santa tra i santi del cielo. noi, per il bene degli altri. Ognuno Concedi a noi tutti di vivere come lei era già impegnato in uno dei campi nella santità dell’amore di attività della Parrocchia ( Catee nella fedeltà alla nostra vocazione, chesi, Caritas, gruppi di preghiera, per la tua gloria e la salvezza del mondo. approfondimento biblico) e questo Amen. già ci faceva sentire Chiesa, tutta- Notiziario ALA 2 via, gli insegnamenti di Maria Eugenia ci hanno aiutato a vivere quello che già facevamo con uno spirito nuovo. L'ansia del Regno è entrata nella nostra vita. Pensiamo alle parole del Salmo 134 : " Tutto ciò che vuole il Signore lo compie in cielo e sulla terra ". Un'altra ricchezza è stata ed è l'amicizia che è nata tra di noi, che pur ci conoscevamo da tempo, amicizia che ci ha permesso di creare legami più veri e profondi, offrendoci un aiuto vicendevole che ci ha certamente arricchito. Gli strumenti che hanno contribuito alla nostra crescita sono stati gli incontri periodici di preghiera attorno a temi di spiritualità dell'Assunzione, le varie iniziative di solidarietà in favore dei bambini del Rwanda e soprattutto la settimana di ritiro-vacanza vissuta durante l'estate; quest'anno siamo arrivati alla sesta edizione e ci sembra ogni anno di vivere un'esperienza nuova, ricca, coinvolgente. Che cosa ci prepara il futuro? Ormai esiste un bel gruppo consolidato di “Amici dell’Assunzione”, ma lo Spirito non smette di indicarci sempre nuovi orizzonti. Rosetta Aversa Como Una serata speciale Più di 120 persone, genitori dei nostri piccoli alunni, accolgono il nostro invito e, sfidando il gelo di una serata di febbraio, vengono a S. Carpoforo per ascoltare due suore dell'Assunzione: Magdalena che, dopo anni di esperienza di servizio in Africa, è attualmente responsabile del “Bureau de solidarité” con sede a Parigi, e Marie Cécile, del Burkina Faso, missionaria in Togo . L’incontro con due testimoni che hanno accompagnato l’esperienza dei campi biblici in Africa ci familiarizza con essa e apre il cuore all’urgenza della solidarietà. Perché questo interesse per i campi biblici ? Da due anni, l’Associazione degli ex-alunni della scuola contribuisce generosamente, attraverso molte iniziative che hanno coinvolto anche i genitori dei bambini, a finanziare i campi biblici che da anni le suore dell’ Assunzione realizzano in alcuni paesi dell’Africa. E' viva la curiosità di conoscere più da vicino il contesto in cui queste esperienze nascono. L’incontro diventa un’occasione per aprire gli orizzonti facendoci sentire vicini popoli, culture, volti, valori, preoccupazioni diversi dai nostri. Di che cosa si parla? Innanzi tutto della scuola diretta da Marie Cécile, in Togo. Scuola molto originale e interessante, inserita in una fattoria modello, in cui gli alunni alternano le attività scolastiche e il lavoro nei campi, ognuno secondo le età, le forze, le capacità. I bambini arrivano al mattino senza … colazione. A metà mattina è prevista una piccola attività nei campi dell’azienda, che consentirà loro di guadagnarsi la minestra quotidiana (nel villaggio le famiglie possono permettersi solo un pasto al giorno…). Anche i genitori collaborano al lavoro dell’azienda, pagandosi in questo modo la retta scolastica. La scuola è così luogo di crescita nella responsabilità e nella autonomia, dove le famiglie ritrovano dignità attraverso un la- Anno II N. 3 - Giugno 2003 voro. L’azienda crea occupazione e il villaggio vive un’esperienza di partecipazione comunitaria a forte valenza educativa. Capirete allora come la proposta dei campi biblici raggiunge i bambini in un contesto vitale, immediatamente agganciato a un quotidiano fatto di terra da coltivare, di frutti da attendere, di contributo visibile di ognuno, oltre che di matematica e di geografia; di condivisione delle responsabilità e di impegno per… la sopravvivenza. Attraverso l’esperienza dei campi biblici che si svolge nel periodo estivo, i bambini sono resi partecipi, anno dopo anno, dell’avventura umana dei personaggi dell’Antico Testamento (Abramo, Mosé, Giosué, Elia e tutti i profeti) e si esprimono nel disegno, nella drammatizzazione, negli scambi di gruppo, a partire dalle splendide diapositive realizzate da un artista… e soprattutto attraverso la narrazione. Nella tradizione culturale africana il racconto orale è lo strumento privilegiato per far passare la notizia. I campi adottano il principio “child by child”, ossia trasmissione, da bambino a bambino, di un sapere vitale che fa scaturire creatività e rende protagonisti. A casa i genitori domandano, ascoltano i racconti e sono presi nella stessa avventura. Un intero villaggio vibra, tutti si sentono coinvolti non in un mondo fiabesco, ma nel loro stesso mondo visitato dalla Parola viva di Dio. Questi bambini, abituati alla condivisione, crescendo, diventano spontaneamente animatori. Hanno imparato ad ascoltare la Parola, ad amarla, a trasmetterla, soprattutto ad accoglierla nella propria vita "come seme che porta frutto a suo tempo…". La serata è stata davvero felice: l'Africa ci è ora più vicina, un ponte è lanciato tra la Scuola di S. Carpoforo e quelle regioni lontane, cresce la prospettiva della solidarietà tra fratelli. Sr. Irene Anno II N. 3 - Giugno 2003 CENA EBRAICA al Quadraro e a viale Romania Al Quadraro, lo scorso 8 aprile, abbiamo vissuto insieme l’esperienza della cena ebraica: eravamo più numerosi dell’ anno passato, segno del desiderio di conoscere meglio le nostre radici che affondano nella cultura ebraica. La cena si è conclusa con la recita dei salmi dell’Hallel (salmi 115-118) accompagnati dalla recita di alcune filastrocche. La più famosa è quella musicata da Angelo Branduardi con il titolo “Alla fiera dell’Est”. Certamente è il più popolare di tutti i canti del Seder; racconta del capretto che fu comprato da un padre per due soldi (le tavole della Legge), e che fu mangiato dal gatto che fu morso dal cane, che fu battuto dal bastone, che fu bruciato dal fuoco, che venne spento dall’acqua, che fu bevuta dal bue, che fu ucciso dal macellaio, che fu ucciso dall’angelo della morte, che fu ucciso dall’Onnipotente. Questo canto è un’allegoria il cui significato è che la giustizia divina si esercita sempre, anche quando noi non ce ne rendiamo conto. I colpevoli non potranno sfuggire a Dio. Per mettere questa verità alla portata dei bambini l’autore l’ha illustrata con delle immagini alquanto originali: ogni oppressore è oppresso a sua volta da chi è più potente di lui, anche l’angelo della morte trova il suo superiore in Dio. Secondo l’espressione del “Midrash” Israele sarebbe simile ad un capretto su cui si sono avventati in tutti i Notiziario ALA tempi le nazioni, come tanti lupi. Questo capretto è diventato proprietà di Dio, è diventato il suo popolo, con le due tavole della legge (due soldi). Il gatto, il cane, il bastone, il fuoco, l’acqua, il bue, il macellaio, sono il simbolo dei potenti imperi d’Egitto, di Babilonia, di Roma ecc… che sono accomunati dal medesimo odio contro Israele. Israele ha dimenticato i suoi obblighi e viene Nabucodonosor, re di Babilonia, e lo divora, ma Babilonia perirà a sua volta e così tutti i malvagi si combatteranno fino al giudizio ultimo. Allora il Signore darà a ciascuno secondo le sue azioni, bandirà la morte e riscatterà i giusti di tutte le nazioni… L’Haggadah è cominciata con il ricordo di una liberazione, quella d’Israele dalla schiavitù d’Egitto e finisce con la prospettiva di una liberazione ben più importante, la liberazione dell’umanità intera dalla morte e dai mali che l’affliggono. E’ quindi accarezzando una dolce speranza che ci si alza da tavola la sera del seder di Pesach. sach. Anche gli Amici di Viale Romania, lo scorso 12 aprile, hanno celebrato la loro cena ebraica, e una coppia in rappresentanza degli Amici del Quadraro hanno condiviso questo momento forte di preghiera e di amicizia spirituale. La celebrazione è stata più breve rispetto a quella vissuta al Quadraro ma 3 nulla ha tolto all’atmosfera di preghiera ed all’intensità dell’esperienza, terminata col bellissimo canto di lode chiamato “Hallel hagadol” che comprende il salmo 136 formato da 26 versi che ricordano le 26 generazioni passate di Israele, prima che il popolo ricevesse da Dio la Torah (insegnamento). Gruppo biblico - Quadraro OLIVIER LE GENDRE visita gli Amici di Roma QUADRARO - Abbiamo iniziato la nostra esperienza con gli Amici dell’Assunzione 4 anni fa e desideriamo condividere con tutti voi attraverso questo strumento di comunicazione la gioia della nostra comunità nell’ accogliere l’amico e fratello Olivier, passato per Roma, dopo aver visitato gruppi di Amici sparsi in tutto il mondo che hanno in comune l’amicizia con le Suore dell’Assunzione. Olivier ci ha raccontato di essere sposato e con cinque figli, di essere consulente aziendale, ed impegnato con la moglie a Parigi in questo cammino spirituale con le Suore dell’ Assunzione: ci siamo sentiti subito in sintonia con lui nonostante la difficoltà della lingua che, comunque, è stata superata dal linguaggio del cuore e… dalla traduzione simultanea di Sr. Francesca. Olivier ci ha messo a nostro agio con la sua simpatia e ci ha comunicato i suoi appunti di viaggio che noi abbiamo fatto nostri approfondendo le varie tematiche. Ci sono nel mondo molteplici gruppi che vivono l’amicizia con le Suore pur avendo comportamenti culturali e operativi diversi, dovuti a problemi locali legati alle distanze ed alle strutture. Notiziario ALA 4 Olivier ha illustrato le variegate realtà locali nel tentativo di focalizzare un’unica strada da seguire, individuare un nome comune e scrivere una regola che possa essere seguita da coloro che vorranno fare un cammino più impegnato nell’ambito dell’Istituto. E’ importante che ogni persona riesca a riconoscere il proprio ruolo e a fare una scelta finale. Olivier ha proposto un questionario su cui tutti noi siamo chiamati a riflettere e a dare il nostro parere sulla scelta del nome ed il ruolo da assumere come fratelli in cammino insieme con le Suore. Nonostante la cultura diversa la quotidianità degli Amici resta la stessa: la vita di ognuno di noi, infatti, ruota intorno al lavoro, alla famiglia. Si tratta di verificare la propria vocazione e intraprendere un cammino vero e sincero sia anche il più umile, purchè autentico. Con l’aiuto e l’opera dello Spirito Santo nel mese di ottobre prossimo avremo delle risposte dalla commissione incaricata e in attesa siamo nella fase di interruzione lavori. Con Olivier abbiamo condiviso anche momenti di allegria durante la Cena dell’Amicizia organizzata a favore del Rwanda. In quell’occasione sono stati raccolti circa 1.500,00 Euro. Nando e Paola Vignoli VIALE ROMANIA – Una visita attesa Suor Augusta nella nostra riunione del mese di Febbraio ci accoglie tutta emozionata e al contempo contenta. Ci chiediamo quale sia la causa di ciò. Il mistero è presto svelato, infatti, brandendo un e-mail da poco ricevuto sul suo “bene-amato” computer, ci porta a conoscenza che la nostra comunità sarebbe stata visitata da Olivier Le Gendre, responsabile a livello mondiale dei “Laici dell’Assunzione”, il quale, in vista del Capitolo Generale del 2006, stava compiendo un viaggio nelle numerose comunità dell’ Assunzione sparse nel mondo, per conoscere il cammino percorso dai vari gruppi di laici nelle loro diversità pur nell’unità d’intenti. La diversità solleva spesso dei problemi di comprensione relativi alla terminologia utilizzata per designare i vari tipi di impegno e di relazione con l’Assunzione. Le domande si intrecciano, gli sguardi evidenziano preoccupazione, Suor Augusta cerca di rassicurare tutti basandosi sulle informazioni di cui di- Anno II N. 3 - Giugno 2003 intendimento su cosa significa essere “Amici dell’Assunzione”. Eccoci arrivati a Viale Romania. Il numeroso gruppo dei presenti, dopo un saluto di benvenuto portato da Suor Augusta, ascolta interessato la relazione di Olivier che si svolge in maniera piana ed esaustiva sui vari aspetti che avevano costituito l’oggetto delle nostre perplessità. Il clima disteso e amichevole che caratterizza l’incontro, è dovuto al modo informale, simpatico e anche spiritoso con cui Olivier si è saputo porgere. Le risposte fornite con dovizia di argomentazioni alle varie domande poste dai presenti a Olivier e la richiesta di compilare un questionario, per trovare i termini più adatti a definire l’identità dei vari gruppi di laici, pongono fine a questa interessante riunione. Al di là dei simboli identificativi e della diversità di denominazione, è emerso chiaramente che i punti salienti si incentrano sulla “Preghiera” quale mezzo di crescita nel cammino spirituale, sulla “Comunità” intesa come appartenenza fraterna ad un unico progetto e sulla “Azione” quale solidarietà operativa nei confronti di chi ha bisogno. Massimo Cerulli Esperienze LE RADICI PROFONDE DELLA NOSTRA FEDE spone. Non sarà un Concilio di Trento né una Santa Inquisizione, sarà… Lo sapremo solo quando Olivier arriverà. Il gran giorno è arrivato. A me è riservato il compito di andare al Quadraro a prendere Olivier. Nel viaggio verso Viale Romania, in un affabile colloquio giocato in punta di fioretto ed intervallato da simpatici aneddoti, entrambi cerchiamo di capire il reciproco La “giornata della memoria” celebrata il 7 gennaio per non dimenticare gli orrori della shoà, lo sterminio degli ebrei, riguarda anche noi, per la stretta relazione che esiste tra cristianesimo ed ebraismo, legati fra loro a livello profondo. Il cristianesimo, infatti, proviene dall’ebraismo ed ha alle spalle la stessa realtà descritta nel libro sacro , la Bibbia, nella parte che chiamiamo Antico Testamento. E’ come un ramo innestato in un tronco antico, diventando così partecipe della radice e della linfa, come afferma San Paolo nella lettera ai Anno II N. 3 - Giugno 2003 Romani, dove aggiunge: “Non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te” (Rm 11,16-18). Siamo noi ad aver bisogno dell’ebraismo, più di quanto gli ebrei abbiano bisogno di noi. La fede cristiana esige la comprensione della fede ebraica. Il messaggio del Nuovo Testamento non è separabile da quello dell’Antico. Tra i due c’è continuità e armonia. Tutta la tradizione cristiana afferma che un Testamento richiama l’altro e che le loro prospettive si completano. Possiamo dire che cristianesimo ed ebraismo sono due forme dell’Alleanza. L’Antica Alleanza, conclusa tra Dio e Abramo, è innanzitutto una promessa che verrà precisata nei secoli e ha un valore universale: “Nella tua discendenza si diranno benedette tutte le genti della terra” (Gen 12,3). Nonostante l’infedeltà degli uomini, Dio persiste nel voler mantenere la sua promessa e realizzare l’Alleanza contratta. Ma l’infedeltà persistente d’Israele obbligherà Dio a innestare “l’ulivo selvatico su quello buono”. Saranno i Gentili a raccogliere i frutti dell’Alleanza, conclusa nei tempi antichi con Israele e attuata pienamente nel La Cristo. specificità della fede cristiana sta nella rivelazione di Gesù Cristo, Parola di Dio fatta carne. La rivelazione, da questo punto di vista, introduce una distinzione tra quelli che vedono in Gesù il Verbo di Dio incarnato (i cristiani) e quelli che non lo vedono (gli ebrei). Qui sta la frattura che rende difficile il dialogo. Tuttavia, molte sono le ricchezze che il mondo ebraico può portare alla esperienza cristiana: Innanzitutto un arricchimento nella lettura della Bibbia. Inoltre l’invito a vivere quaggiù non come in un luogo di passaggio, ma come nel vero luogo do- Notiziario ALA ve Dio ci ha messi, riconoscendo in esso un dono di Dio. Nel giorno del giudizio – dice un racconto talmudico – ad ogni uomo verrà chiesto conto delle occasioni di gioia che gli sono state offerte e che non ha saputo godere. L’ebraismo afferma inoltre che la salvezza delle genti non richiede conversione ad un’altra religione. E poi la fedeltà di Israele al suo Dio, nonostante tutto quello che è successo, resta un fatto straordinario. Gianni Bicchi “Parlare con i bambini è un’esperienza affascinante” Ho fatto diverse esperienze di volontariato nel corso di questi ultimi dieci anni e ogni anno sento crescere in me capacità sconosciute di comprensione, di intuizione, di chiarezza. Mi dedico al catechismo con i bambini più piccoli e preparo i più grandicelli alla prima Comunione e alla Cresima. Parlare con i bambini è un'esperienza affascinante: ascoltano attenti e interessati, anche se qualche argomento è un po' difficile. Le difficoltà vengono presto spianate con un gioco, con una similitudine, per cui tutto si illumina di grazia. Passando ai più grandicelli per la preparazione alla Cresima, trovo una grande differenza rispetto al primo anno: allora parlavo soltanto io, mentre i bambini ascoltavano; adesso invece intervengono, fanno domande, vogliono approfondire, capire, scoprire, sapere tutto. Non sono più passivi, vogliono capire se c'è Dio nella loro vita, avere l'esperienza di Dio nel quotidiano, toccare Dio. Si stabilisce tra noi un dialogo molto bello. Ascoltano e cercano di mettere in pratica i consigli durante la settimana e all'incontro successivo mi raccontano i loro piccoli successi. Sono prove di vita cristiana nel concreto. Ricorriamo ai libri soltanto dopo aver fatto un'esperienza viva della preghiera, del silenzio, del perdono, della comunione fraterna, della presenza di Dio nel quotidiano. L'esperienza della preghiera per tutti loro è un punto di forza e la Messa è 5 una sorgente di energia; ci carichiamo di Gesù per tutta la settimana. Al catechismo i ragazzi vengono felici. Le domande che si fanno li spingono a capire, a pensare nel modo giusto, a vedere la realtà con gli occhi della fede. Non si tratta di imparare a memoria delle definizioni, ma di dialogare, capire la vita, saperla affrontare. E' di questo che i ragazzi hanno bisogno. Un'altra esperienza che mi arricchisce la faccio con i down. Al catechismo viene una bambina dolcissima, piena di riconoscenza per quanto cerco di fare per aiutarla e mi mostra la sua gratitudine con un abbraccio affettuoso. Seguo anche, ormai da dieci anni, una ragazza down, che conta su di me. Tra di noi si è stabilito un legame di amicizia e ci aiutiamo a vicenda. Il volontariato è per me un momento di crescita spirituale e intellettuale. E' un'esperienza che ti tocca il cuore e ti trascina a darti agli altri che hanno bisogno di te, finché ti accorgi che stai ricevendo un dono e scopri che " vi è più gioia nel dare che nel ricevere". Allora il tuo cuore si colma di gioia e ti rivolgi a Dio spontaneamente per ringraziarlo. Laura Lanzara Ex-alunna di Viale Romania Messa dei Popoli Suggestiva celebrazione in rito orientale, domenica 9 marzo, nella parrocchia di San Roberto Bellarmino a piazza Ungheria. All’insegna dell’ecumenismo, in un clima di attenta, cordiale accoglienza, la parrocchia di S. Roberto Bellarmino ha ospitato, domenica 9 marzo, celebranti e fedeli di rito Bizantino-Slavo. 6 Una “Messa dei popoli” che ha raccolto vari gruppi presenti a Roma e provenienti dall’est europeo (Ucraini, Slavi, Romeni, ecc.) i quali, nella loro liturgia, hanno voluto esprimere e condividere con noi fedeli di rito apostolico-romano il senso dell’universalità della vocazione cristiana. Un’esperienza di preghiera con una liturgia antichissima e ancora molto sentita, suggestiva e trascinante che pur nella diversità di culture e tradizioni, è riuscita a farci sentire tutti fortemente uniti nell’unico amore di Cristo. L’opuscolo diligentemente preparato e diffuso tra i presenti ha permesso anche ai più sprovveduti di seguire le varie fasi della celebrazione, suddivisa in tre momenti: 1) Rito della preparazione; 2) Liturgia dei Catecumeni; 3) Messa dei fedeli. Il Vescovo ucraino celebrante è stato validamente coadiuvato da un Padre che ha fedelmente tradotto e illustrato i momenti più salienti: omelia, benedizioni, iconografia, simboli…ecc. Pur nelle obiettive difficoltà a seguire e comprendere in toto la lunga celebrazione, è stato dunque agevole ed emozionante per tutti lasciarsi coinvolgere in un’ atmosfera di graduale distacco dal nostro quotidiano abitudinario (orari, schemi, gestualità, etc.) ed entrare nel ritmo solenne, cadenzato della liturgia bizantina, dove il coro trascina e trasporta nella sfera del Divino mentre il celebrante benedice, invoca, “contatta” quasi, Padre, Figlio e Spirito Santo e l’incenso profuso sui presenti, sui doni, sui sacri testi, sulle icone, avvolge in una nube che quasi toglie ai sensi il contatto con la materialità per elevarli all’esperienza del sacro e del sublime. È’ questa, forse, la nota caratteristica più forte di questa liturgia: i fedeli, più che “partecipare”, nel senso cui noi siamo ormai stati abituati dal postconcilio, si lasciano “portare” dal ritmo Notiziario ALA solenne della preghiera e del rito pur tuttavia restando attenti, vigili, pronti a ripetere all’infinito il loro segno di croce, con i polpastrelli delle dita uniti e in senso inverso rispetto al nostro, ma sentito, offerto, ritmato da profonda spiritualità. “Gòspodi pomìlui” = “Signore pietà” ripete il coro con fiduciosa solennità mentre l’incenso stordisce i sensi ma eleva l’anima a sentire la presenza del Dio invocato. Tanti i ceri accesi sull’altare dove troneggia il Cristo crocifisso, la Misericordia di Dio, l’unica Vera nostra Speranza. Solennissimo, il momento della Consacrazione ci porta, spinti quasi da una volontà superiore e certamente dalla presenza di Dio tra noi, a sentirci veramente tutti fratelli nella stessa fede, a sorriderci l’un l’altro con gli occhi, a lanciarci un tacito appello di amicizia e di pace, molto più vero, molto più sentito di quella sfuggente, convenevole stretta di mano che più o meno indifferentemente ci scambiamo nella nostra Messa domenicale e che per molti di noi rimane insignificante, non lascia traccia, non costituisce né impegno né promessa. E poi… l’incontro… la “mensa”…: certamente il momento più forte, più atteso e forse anche più “temuto” perché per molti rappresenta la prova, la misura di quanto la nostra mente e il nostro cuore siano aperti, pronti all’ecumenismo e forti, certi delle promesse evangeliche. Non è facile dire quanta emozione o “perplessità” ci sia stata in quel momento tra i partecipanti, certo il cuore di molti batteva forte, tutto teso a gustare ogni istante di quella “comunione” così profondamente spirituale ep- Anno II N. 3 - Giugno 2003 pure così visibilmente umana: il “pane” vero, unito, inzuppato nel vino, il Corpo e il Sangue uniti in Cristo e uniti nelle specie a noi distribuite; il corpo che si genuflette, la testa reclinata e la bocca bene aperta per ricevere il sacramento; il celebrante attento, delicatissimo nel contatto umano, personale, quanto mai sacerdote e mediatore tra Dio e l’Uomo. Infine la conclusione… ma si resta ancora lì, ci si attarda, non si avverte la stanchezza per il rito tanto più lungo del solito, si rimane ancora per assaporare, per prolungare quel senso di mistico abbandono a quel Dio che è sempre in noi e attorno a noi, ma che ci chiede un po’ del nostro tempo, almeno un giorno nella settimana per stare, con gli altri, nella sua casa e partecipare al suo banchetto. “Con gli altri”, dunque con tutti, con quelli che pregano come noi, ma anche e soprattutto con chiunque, in qualunque lingua e sotto qualsiasi forma lo invochi con cuore sincero e spiritualità filiale. Maria Consiglia Ascolillo Eventi 10 MARZO FESTA DI M. M EUGENIA La festa per la nascita al cielo di Madre M. Eugenia è stata celebrata con un giorno di anticipo per utilizzare la domenica. A Viale Romania ha presieduto la celebrazione Eucaristica il Vescovo ausiliare del settore Nord di Roma, Mons. Enzo Dieci, assistito da Padre Giuseppe dei Missionari Identes. Durante l’omelia il Vescovo ha messo l’accento sulla spiritualità cristocentrica dell’Assunzione, citando più volte la Anno II N. 3 - Giugno 2003 Regola di Vita e dicendo di aver scoperto con gioia la profondità del carisma di Madre M. Eugenia e la sua attualità. La celebrazione è stata molto raccolta e partecipata. Dopo la Messa, come vuole la tradizione, ci siamo ritrovati tutti nel chiostro per il consueto incontro familiare, intorno ai tavoli imbanditi con il rinfresco e la torta dell’Assunzione, in un clima di gioia e di fraternità. Per noi questa ricorrenza è sempre l’occasione per risvegliare nel nostro animo l’insegnamento di Madre M. Eugenia e spronarci a metterlo in pratica. Amici di viale Romania Notiziario ALA da Viale Romania Il giubileo di Sr. Augusta Un sole sfolgorante in un cielo di un azzurro limpidissimo: ecco il primo dono del Signore per questa ricorrenza che sognavamo serena e gioiosa, ma sentivamo minacciata dal cattivo tempo, che da molti giorni ci affliggeva. Invece, la delicatezza del Signore è giunta fino a comporre un quadro naturale, quale non avremmo mai potuto sognare. In questa cornice, tutta la cerimonia si è svolta con una tonalità di letizia e di festa a cui tutti i partecipanti hanno contribuito. 7 monia si è svolta in modo armonioso e ricco di partecipazione. La liturgia del giorno – seconda domenica del tempo ordinario – non poteva essere più adatta alla circostanza, presentando il tema della vocazione con la chiamata di Samuele e la chiamata dei primi apostoli, forte invito a scoprire ciò che è veramente essenziale: seguire Gesù. L’omelia ha messo in evidenza la centralità del Cristo e delle sue esigenze d’amore, facendo risuonare nei cuori l’interrogativo: “Chi è Cristo per me? Che posto gli do nella mia vita?” Dopo la Messa, il rinfresco nel chiostro ci ha riuniti in un clima gioioso di amicizia con scambio di saluti, di auguri e di piacevoli incontri rinnovati. Amici di Viale Romania La festa di Madre Maria Eugenia al Quadraro è ormai entrata a far parte della nostra vita; l’abbiamo inserita tra le ricorrenze importanti della nostra famiglia perché questa nostra amica fa ormai parte della nostra famiglia. Tra le prove di canto ed i preparativi di carattere tecnico-organizzativo siamo arrivati al 10 marzo con un po’ d’ansia, ma tutte le preoccupazioni si sono dissolte nel momento in cui siamo entrati nella nostra piccola e bellissima chiesa e abbiamo preso posto nei sedili un tempo riservati solo alle suore. Quest’anno, la festa si è concentrata in una S.Messa particolarmente animata, celebrata dal Superiore dei Padri Assunzionisti insieme al suo Consiglio e dal nostro Parroco Don Italo. Il Padre Nostro, cantato in lingua aramaica, è stato accompagnato da movimenti del corpo che avevano lo scopo di sottolineare i sentimenti espressi con la preghiera ed il canto. Veramente i modi per arrivare al Signore sono tanti e semplici, basta lasciarsi guidare dallo Spirito e rendere il nostro cuore docile alla sua azione. Ecco perché abbiamo voluto condividere questa piccola sensazione con tutti gli amici di ALA. Giuliana e Graziano Valente DA VIALE ROMANIA UN PIANOFORTE NEL TEMPO La chiesa, decorata con bellissimi fiori offerti da parenti ed amici, si è rapidamente riempita. E’ giunto per primo, con Sr. Alessandra, un gruppo di suore del Quadraro, desiderate ed attese; successivamente sono giunti i familiari della festeggiata, rappresentanti di tre generazioni ed infine una marea di ex-alunni, insegnanti, genitori, amici antichi e recenti, tutti uniti nel sentimento di affetto gioioso verso Sr. Augusta, felici di incontrarsi e di condividere un’ora di intensa gioia spirituale. Don Josè Mozo, già guida spirituale di tanti alunni, ha presieduto la solenne concelebrazione Eucaristica. Ben preparata, con canti significativi e gesti densi di suggestioni spirituali, la ceri- Domenica 23 marzo nella Chiesa dell’Assunzione di Viale Romania, abbiamo assistito ad un concerto particolare, Un pianoforte nel tempo, inserito nell’iniziativa Festa per il pianoforte restaurato, curata dal direttore artistico Giancarlo Tammaro del gruppo amici dell’Assunzione di Viale Romania. L’evento è stato un momento di elevazione spirituale e di incontro degli Amici. La particolarità del concerto è legata allo strumento, un pianoforte Erard del 1879 di proprietà dell’ Istituto dell’Assunzione, che, dopo un lungo e graduale restauro, durato circa dieci anni, è stato restituito al suo antico splendore. Per il compimento di quest’opera, tanto complessa quanto amorevole, dobbiamo ringraziare la tenacia del nostro direttore artistico e la generosità di quanti hanno contribuito alla sua realizzazione. Dopo i saluti ed i ringraziamenti al folto pubblico convenuto, il direttore artistico ha presentato le musiche eseguite dai pianisti Marco Forgione e Steven Roach, dall’800 di Chopin e Liszt al ‘900, in gran parte concepite su uno strumento Erard, che era il preferito di Liszt, Verdi, Franck, ed altri. Notiziario ALA 8 Cominciava il pianista M. Forgione, affrontando la Sonata in Si minore, che rappresenta quanto di più difficile, tecnicamente ed interpretativamente, abbia prodotto il genio vulcanico di Liszt. Il pianoforte resisteva assai bene all’impatto ferreo del grande tecnicismo di forza che il lavoro dell’ ungherese impone, sia all’interprete che al mezzo musicale. Nella seconda parte il pianista S. Roach iniziava con la Toccata e fuga in Re minore, nella trascrizione pianistica di Carl Tausig dall’originale per organo di J.S.Bach. Poi di Brahms i tre Intermezzi op.117, cui veniva corrisposto un pianismo introspettivo e significativo. Seguiva uno Chopin dal carattere forte: la celebre Polonese eroica op.53. Il programma continuava con Oli- vier Messiaen: “Premiere Communion de la Vierge” dai “Vingt regards sur l’Enfant Jésus”, unico brano non pertinente l’epoca del pianoforte: un omaggio arditamente moderno alla sacralità della sede del concerto. Completava la manifestazione “L’isola gioiosa” di Debussy, composizione fra le più difficili esecutivamente ed interpretativamente del grande francese. Coronavano la manifestazione i molteplici riscontri esclamativi da parte del numeroso pubblico. di condivisione, le nostre esperienze di Amici FELICI dell’Assunzione. Al Quadraro, Sr. Cristina ha anche assistito ad una rappresentazione del Piccolo Principe, in lingua francese: INSIEME E’ BELLO Dovete sapere che quest’inverno alcune amiche dell’Assunzione avevano iniziato con grande entusiasmo un corso di francese con Suor Giovanna ed era nata così l’idea di preparare una piccola “piece”. Quando farla? La visita di Suor Cristina è sembrata l’occasione ideale. Prove, controprove e … coinvolgimento inaspettato di alcuni figli (no comment… però è stato divertente!). Come pubblico avevamo ovviamente le suore della casa e alcuni amici più legati alle nostre “amiche” suore. Le interpreti sono state da premio Oscar. Franca, nel ruolo del Piccolo Principe (ruolo azzeccatissimo); Michela, nelle vesti dell’aviatore (perfetta); Pina, la rosa (un bijou); Giuliana, la volpe (reclutata all’ultimo minuto per un imprevisto, se l’è cavata alla grande); Maria, il piccolo fiore (timida al punto giusto); Federica, il serpente (un serpente molto riccioluto!). Poi, non mi posso dimenticare di chi, come me, ha avuto un ruolo secondario: Valeria mia madre, la narratrice, che introduceva in italiano le scene che si succedevano; io e Sara, le vallette, avevamo il compito di aprire e chiudere il sipario (cioè tre paraventi); infine Samuele, lo scenografo, che ha “sudato sette camicie” per mettere e togliere gli oggetti di scena. a cura di Giancarlo Ricci Visita di Sr. Cristina alle comunità di Roma A Sr. Cristina, la nostra Madre Generale, vanno i ringraziamenti di tutti gli Amici di Roma per essersi intrattenuta con loro, l’8 Giugno a viale Romania e l’11 Giugno al Quadraro, ed aver voluto ascoltare, in un momento L’emozione iniziale è svanita quando, con un grande applauso, il “piccolo pubblico” ha accolto le prime attrici e la rappresentazione si è svolta Anno II N. 3 - Giugno 2003 tra risate, partecipazione e… tanti applausi. Il finale è stato a sorpresa: le attrici hanno ricevuto un “attestato” per il corso effettuato e le signore del pubblico hanno ricevuto in dono una rosa. I complimenti non sono mancati: SIAMO PIACIUTI. A conclusione della serata c’è stato uno scambio di esperienze e testimonianze. L’elemento essenziale emerso è che, nella comunità dell’Assunzione, ognuno di noi si trova come a casa propria (con la differenza di avere tanti fratelli). Tutto questo è bello perché ciascuno conta sull’altro e il cuore è sempre aperto a tutti. Un particolare ringraziamento alla Voce di Uno che con pazienza e affetto ci ha accompagnato in questo anno di studio della lingua francese e ha condiviso i nostri sforzi nel mettere in scena questo piccolo lavoro del Piccolo Principe. Petra Mucciarelli Riflessioni UN PASSO INDIETRO Ogni tanto fare un passo indietro ci aiuta a guardare da una prospettiva migliore. Il Regno non sta solo al di là dei nostri sforzi, ma perfino anche al di là della nostra visione. Durante la nostra vita, realizziamo soltanto una minuscola parte di quella magnifica impresa che è l’opera di Dio. Niente di quello che facciamo è finito, questo significa che il Regno sta sempre davanti a noi. Nessuna dichiarazione dice tutto quello che si potrebbe dire. Nessun discorso può esprimere pienamente la nostra fede. Nessuna confessione porta la perfezione. Nessuna visita pastorale porta la pienezza. Nessun programma realizza la missione della Chiesa. In nessuno schema di mete ed obiettivi si raggiunge tutto. Anno II N. 3 - Giugno 2003 Questo è quello che cerchiamo di fare: piantiamo semi che un giorno cresceranno, irrighiamo i semi già piantati, sapendo che sono promesse di futuro. Mettiamo basi che avranno bisogno di maggior sviluppo. Gli effetti del lievito che collochiamo vanno al di là delle nostre possibilità. Non possiamo fare tutto pienamente e, rendendoci conto di ciò, sentiamo una certa liberazione. Essa ci abilita a fare qualcosa, e a farlo molto bene. Può essere che sia incompleto, ma è un principio, un passo durante il tragitto, un’occasione affinché entri la grazia del Signore e faccia il resto. E’ possibile che non vediamo mai il risultato finale, ma questa è la differenza tra il capocantiere e il muratore. Siamo muratori, non capi di opera, ministri, non il Messia. Siamo profeti di un futuro che non è nostro. Notiziario ALA "Quando ti ho ferito, hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai in una pietra. Perché?". L'altro risponde: "Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia, dove i venti del perdono possano cancellarlo; ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo." IMPARA ANCHE TU A SCRIVERE LE TUE FERITE NELLA SABBIA E AD INCIDERE NELLA PIETRA LE TUE GIOIE. 9 La fiducia è il luogo dove Dio parla e la resa al mistero ci apre la porta su un universo insospettato… Un apparente salto nel vuoto si rivela un salto nel tutto. La fiducia ha sete di verità e la verità ha voluto aver bisogno della fiducia. Lentamente scopriamo che un Dio invisibile implica un uomo trasparente. Il silenzio è il primo volto che noi conosciamo di Dio. L’insignificanza dei fedeli che mascherano il loro Dio con la propria infedeltà, ha potuto far dire a qualcuno che Dio è morto, ma è il Dio mascherato dai concetti astratti di esistenza di Dio e di natura di Dio che possiamo annichilire, non il Dio vivo che riceve la nostra fiducia. A che cosa corrisponde nello spirito Mons. Oscar A. Romero AMICI Due amici camminano nel deserto. Ad un certo punto del viaggio cominciano a discutere, e uno dà uno schiaffo all'altro. Questi, addolorato, senza dire nulla, scrive nella sabbia: IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO SCHIAFFO. Continuano il cammino finché trovano un'oasi, dove decidono di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato sta per affogare, ma l'altro lo aiuta e lo salva. Dopo essersi ripreso, il primo incide su una pietra: IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domanda: Letture OLIVIER LE GENDRE Le maschere di Dio (EDB, pagine 148, € 10,33) Olivier Le Gendre è responsabile a livello mondiale dei laici dell’ Assunzione; del suo libro riportiamo un estratto ed alcune riflessioni personali. di Giancarlo Ricci LE MASCHERE DI DIO Dio creò l’uomo a sua immagine, un’altezza vertiginosa per la nostra mente, che si affretta a mascherarlo per non essere accecata da tanta luce. Così ci siamo arresi alla nostra ragione, e abbiamo incatenato il nostro cuore sulla terra. Tuttavia, la nostra buona coscienza ricrea incessantemente Dio, risvegliando il suo fantasma in un cuore assetato di amore e di protezione. Il Dio senza maschera può essere visto e capito solo dall’uomo senza maschera di un Dio il voler diventare uomo? Un Dio povero, debole, tradito, disprezzato, vinto agli occhi del mondo, un Dio che vuol dipendere dal cuore dell’uomo per estendere la sua influenza. A che serve un Dio che lascia soffrire i bambini ? A che serve un Dio che non ferma la mano dell’assassino ? Come può il credente conciliare l’infelicità che si vede con l’annuncio della felicità in cui crede ? Dio serve all’uomo per servire l’uomo. Dio accetta di dipendere dall’uomo per condurre l’uomo ad amare l’uomo. Dio usa la sua onnipotenza attraverso l’uomo. L’UOMO SENZA MASCHERA Notiziario ALA 10 Solo l’uomo senza maschera può vedere Dio senza maschera. Quando le difese mie e dell’altro cadono allo stesso tempo, allora l’estraneo diventa mio fratello. Ogni uomo è una storia sacra perché è fatto di sofferenza e di pene, di dolore e di grida. E’ il mistero trasparente attraverso il quale il mio Dio raggiunge la sua creatura, vincendo la sua sensazione di essere figli dell’ impotenza. Quando avremo rinunciato a noi stessi, alla maschera che ci eravamo disegnata, allora diventeremo trasparenti, cessando di essere ostacolo per colui che ci vuole attraversare e saremo il suo strumento, la sua espressione… L’amore per la verità di Dio conduce la nostra anima a fare scelte che fino ad allora avevamo rifiutato. Ma Dio è padre…non ci lascia soli, si manifesta alla nostra anima e lascia i suoi messaggi guida lungo il cammino delle scelte e delle rinunce. IL VOLTO DI DIO Il nostro Dio è il Dio dell’attesa paziente; attende che l’uscio sia aperto per far visita alla nostra anima, che allora si scopre calda e luminosa dimora di Dio, il suo riparo prediletto, senza più né sofferenza, né rimpianti. Senza più timori. Abitato da Dio, non sono più che uno sguardo sospeso sul volto di Dio e non temo più nulla, sono il figlio del padre, sono la mano che Dio vuol mettere al servizio del bene e della felicità. Così il mistero di Dio ci prende per mano e diventa il volto di tenerezza che si offre a ciascuno dei suoi figli, il compimento delle promesse fatte all’ uomo da secoli. I concetti di Dio e di Persona, la loro verità, si ergono qui come valori assoluti, universali, condivisibili da culture diverse e da religioni diverse. Tutto il resto è storia di una ricerca continua; è la nostra storia umana, dove chi sale sui pendii di una montagna può incontrarsi sulla cima. In questa storia di ricerca abbiamo il dovere di coltivare quella amicizia ecumenica - come la chiamava J. Maritain – che permette di accettare l’altro com’è, rispettando i suoi valori di libertà. Ma Olivier ha parlato anche al mio cuore, interrogandomi sul mio Dio senza maschera, sul volto del mio Dio. La mia risposta è un gesto quotidiano: ogni sera, prima di uscire dall’ufficio, guardo a lungo una piccola immagine raffigurante l’impronta del volto del Cristo nella sindone. Attraverso quelle palpebre abbassate, quasi volessero custodire un mistero, cerco lo sguardo di Gesù e gli mostro il mio senza maschere; gli con te. Non preoccuparti, io sono il tuo Dio. Ti rendo forte, ti aiuto, ti proteggo con la mia mano invincibile. Ed è la verità. La mia esperienza di vita me lo conferma. Preghiera davanti alla Sindone Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché il Padre, vedendo Te in me ripeta: “Tu sei il figlio che amo” e perché chiunque mi incontra veda una scintilla del Padre. Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché possa essere testimone della tua luce e della tua bontà e dell’infinita tenerezza che hai per ogni creatura. IL MENDICANTE DIVINO Mi è capitato di avere tra le mani la poesia di un poeta indiano: Tagore. Racconta l'esperienza di un incontro tra un mendicante e un re detto "Re di tutti i re", che fa doni a profusione. Ecco il testo: Ero andato mendicando di uscio in uscio, di villaggio in villaggio quando il tuo cocchio dorato apparve in lontananza come un magnifico sogno e mi chiesi chi fosse questo Re di tutti i re! RIFLESSIONI PERSONALI Il libro di Olivier, ricco di poesia e di profonda spiritualità, ha un timbro fortemente ecumenico, che parla al cuore dell’uomo, senza distinzione di razze, di culture e di religioni; è un contributo al dialogo spirituale e all’amicizia tra i popoli. Anno II N. 3 - Giugno 2003 presento la giornata trascorsa e mi confesso a lui con una preghiera. Gli affido la mia famiglia, rinnovando la nostra disponibilità di coppia e, nel silenzio che avvolge l’immagine di quel volto, sento echeggiare le parole di Isaia (41,10): Non temere, io sono Le mie speranze crebbero, e pensai che i brutti giorni fossero passati, e rimasi in attesa di doni non richiesti, di ricchezze profuse da ogni parte. Il tuo cocchio si fermò vicino a me; Anno II N. 3 - Giugno 2003 mi guardasti e scendesti sorridendo. Sentivo che alfine era arrivata la fortuna della mia vita. Poi, all'improvviso, stendesti la mano chiedendo: "Che cosa hai da darmi?" Quale gesto regale fu il tuo! Stendere la mano a un mendicante per mendicare! Rimasi indeciso e confuso; poi estrassi dalla mia bisaccia il più piccolo chicco di grano e te lo offersi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, finito il giorno, vuotai la mia bisaccia per terra e trovai un granellino d'oro nel mio povero mucchio! Piansi amaramente e desiderai di avere avuto il coraggio di donarti tutto quello che avevo. Alla fine della lettura pensai che quel mendicante era stato stolto. Io al suo posto avrei dato tutto il sacco di grano. Ma, quasi subito, stormi di pensieri si sono affollati alla mia mente e mi hanno fatto ripercorrere la mia storia. Ho ripensato alle tante volte in cui il Re dei re si è presentato a me nella veste meno sfolgorante di un sacerdote o di una suora, mendicando un po' del mio tempo e della mia disponibilità e io invece ho avuto paura di lasciarmi coinvolgere troppo. Quante volte inoltre il Re mi ha chiesto di svuotare la bisaccia del mio cuore, che non contiene solo chicchi di grano ma ben altre cose inutili e dannose che impediscono a Lui di effondere i suoi meravigliosi doni, i soli che fanno ricchi i poveri. Cari amici, ai quali voglio far giungere sia la mia riflessione che la poesia, io mi sono ritrovata nei panni del mendicante indiano, avara come lui. Voglio però concludere questa mia "confessione" con la preghiera del Pellegrino russo: "Signore Gesù, Fi- Notiziario ALA 11 In occasione del Giubileo del 2000 si è cominciato a parlare della missione Maria Berardini cittadina negli ambienti di lavoro, e una mia collega, che da anni provava invano a bussare alla mia porta, mi ha chiesto di accompagnarla per portare nel nostro Ufficio la lettera di annuncio del Papa. Ho accettato volentieri, ma senza l’impegno di parlare. Questa esperienza ha iniziato a cambiarmi, perché ho provato il desiderio di avvicinarmi al Signore. Abbiamo iniziato allora con altri colleghi a parlare del Signore, a leggere la sua Parola insieme e a pregare. Abbiamo cominciato in un piccolo gruppo, una volta alla settimana, durante la pausa dal lavoro, e questa è stata un’esperienza bellissima CHE COSA IL SIGNORE perché la mia collega, cresciuta nel HA FATTO PER ME Rinnovamento dello Spirito, ci ha fatto conoscere la sua esperienza, ci ha parMi chiamo Marina e sono da quasi lato dello Spirito Santo, che io conotre anni un’amica dell’Assunzione. scevo pochissimo, e ci ha fatto leggere Fino ad alcuni anni fa, pur ritenendei libri sulle meraviglie che opera il domi una persona credente, avevo con Signore nella vita di ciascuno di noi. il Signore un rapporto diverso. ParteciA tutto ciò devo aggiungere il pavo regolarmente alla Messa, ogni cammino percorso anche con altri coltanto mi confessavo e mi accostavo leghi del Ministero attraverso il Centro all’Eucaristia, ma non parlavo mai con di Ascolto, dove sono cresciuta nella nessuno della mia fede, anzi mi dava fede, confrontandomi con le diverse quasi fastidio parlarne, perché la sentirealtà della Chiesa… vo una cosa solo mia, da non condiviSiccome da cosa nasce cosa, sucdere con alcuno. cessivamente mi è stato proposto di far Pregavo quando mi ricordavo ed il parte di un piccolo gruppo di preghiera Signore per me era un’immagine lonformato da fratelli cresciuti nel Rinnotana, astratta, soprattutto da temere: vamento, che si riuniva presso io sulla terra, Lui lassù nei Cieli, come l’Istitutto delle Suore dell’Assunzione. un giudice severo pronto a punire i Ho subito accettato e per me questo è miei peccati, che non si poteva occupastato l’inizio di un’esperienza davvero re di me, in quanto straordinaria ed aveva certamente illuminante . “Il Signore ha fatto questioni più imporI fratelli hantanti. Conoscevo Geno pregato per grandi cose nella sù, sapevo che era il me ed ho riceFiglio di Dio e che mia vita e sono felice vuto l’effusione. era morto per noi, ma Questo ha vedi raccontarlo!!!” era distante dal mio ramente aperto i cuore. miei occhi. Ho Mi bastava essere imparato a pregare a voce alta spontacristiana “per obbligo”, perché avevo neamente senza vergogna. Ho capito ricevuto questo tipo di educazione, ma quanto è grande l’amore del Signore e non lo accettavo con gioia, ma per doquanto Lui tenga a me. Ed il Suo amovere. re è un dono gratuito, non dipende da Circa quattro anni e mezzo fa un quanto io sia buona e brava, anzi sono giorno ho cominciato, con alcune colpienamente cosciente di essere nel pecleghe, a parlare del Vangelo che avevo cato, ma ora so quanto siano immensi iniziato a leggere con difficoltà, da soil Suo Amore, il Suo perdono, la Sua la, confrontando le mie impressioni misericordia, la Sua tenerezza. Egli è con le loro su alcuni contenuti e su proprio il Padre Misericordioso di cui quello che non comprendevo… parla la parabola del figliol prodigo. glio di Dio, abbi pietà di me peccatrice". Posta Notiziario ALA 12 Noi dobbiamo dirgli soltanto un piccolo sì e credere nelle Sue promesse. E Suo Figlio Gesù, che ora riconosco pienamente come mio Signore, mio Re e mio Salvatore, ha donato la Sua vita per noi, per la nostra salvezza. L’amore di Dio non ci lascia mai soli e di questo ora sono certa. Ogni volta che ascolto la proclamazione della Sua parola mi sento davvero “trafiggere il cuore” e sento che davvero tanti sono i messaggi che vanno bene per la mia vita. Ho imparato a lodarlo per ogni cosa. Come dice San Paolo “di ogni cosa rendete grazie”; ho imparato ad affidargli la mia vita ed a rivolgermi a Lui per chiedere, perché non dobbiamo avere paura di rivolgerci a Lui, perché Egli è nostro Padre e noi siamo suoi figli. Ho imparato a pregare per le persone che hanno bisogno insieme ai miei fratelli in Cristo ed ogni volta è un’esperienza bellissima. Da cosa nasce cosa ed è giunta l’esperienza con gli Amici dell’ Assunzione: sono stata a Como con tutti gli Amici tre anni fa insieme con mio marito Alfonso e da allora insieme viviamo questa esperienza di comunione e partecipiamo con entusiasmo agli incontri spirituali e alle varie attività che ogni anno vengono programmate (mercatino, cena dell’amicizia, cena ebraica). Mio marito partecipa rispetto a me con più prudenza ma in modo più costante ed io prego sempre il Signore perché anche lui possa fare quel salto che gli consentirà di dire al Signore un piccolo “sì” e di accoglierlo pienamente nella sua vita. Insomma, il Signore ha fatto grandi cose nella mia vita e sono felice di raccontarlo!!!! Marina Moscioni della mia presenza in quel particolare momento mi è venuta alla luce nell’ultimo incontro, durante il quale si è discusso su alcune proposte riguardanti i termini da scegliere per designare i vari tipi d’impegno e di relazione con l’Assunzione. La spiritualità acquisita, che inconsciamente mi ha portato a contatto con la stessa spiritualità di Madre M. Eugenia, mi ha fatto sobbalzare: quelle proposte mi sconcertavano perché, a mio parere, non avevano niente a che fare con la spiritualità e potevano nascondere la voglia di un riconoscimento umano, il bisogno di un’ appartenenza legata a qualcosa di tangibile, mentre il nome “amico laico dell’ Assunzione” che avevo appena conosciuto, mi è apparso veramente “grande“ nella scelta di chi l’aveva inizialmente proposto. La parola “laico” (dell’Assunzione) la sento distante dal significato comune dato a questa parola. Così lascio a voi le scelte proposte; io non so per quanto tempo potrò camminare con voi e partecipare alle vostre opere, ma senz’ altro vi farò trasparire la gioia che mi è stata donata attraverso la lontananza graduale da cose troppo materiali e discriminanti, che lasciano un sapore amaro in qualsiasi cosa facciamo. Ritengo che quelli che vorranno impegnarsi di più, non avranno bisogno di un simbolo o di un nome particolare per vedere se hanno raggiunto il loro obiettivo. Questo potranno vederlo sul volto dell’altro. Il Ritiro-Vacanza del gruppo “Amici dell’Assunzione - Quadraro” giunge quest’anno alla 6a edizione. La prima volta ci siamo dati appuntamento all’Assunzione di SaintGervais (Alta Savoia), la seconda all’Assunzione di Cannes, poi a Como, poi a Spiazzi (VR), infine all’Assunzione di Lourdes. Quest’anno è l’Alta Valcamonica che ci attende e precisamente Ponte di Legno (BS), dal 23 al 30 Agosto. Il Ritiro-Vacanza è per noi una momento forte della nostra vita, personale e di gruppo. Tempo di fraternità, di distensione, di riflessione, ma anche possibilità di preghiera prolungata, di condivisione semplice e profonda. Il primo anno ci aveva iniziati a questa singolare esperienza Mère Hélène, negli anni seguenti siamo stati tanto aiutati da Sr. Claire Myriam. Quest’anno sarà Padre Giuliano, della Comunità dei Padri Assunzionisti di Firenze a farci da guida per inoltrarci nei Sentieri del Signore. Ci prepariamo a vivere questa avventura “sempre antica e sempre nuova” col cuore aperto e fiducioso. Dio è sempre “l’Imprevedibile”. Gli Amici del Quadraro IN VITO AI LETTORI Maria Rita D’Auce ALA informa LE SCELTE Una coppia di cari amici, ritrovata dopo tanti anni, mi ha dato il piacere d’incontrare la realtà dell’Assunzione, La prima volta è stata in occasione del 50° della professione religiosa di Sr. Augusta; la seconda volta per un incontro di preghiera e la terza per l’arrivo di Olivier Le Gendre. Il venire a contatto col gruppo di Viale Romania e l’importanza o meno Anno II N. 3 - Giugno 2003 CONVEGNI Convegno Nazionale degli Amici dell’Assunzione dal 2 al 4 gennaio 2004 in località da stabilire. RITIRO-VACANZA Affinché il Notiziario ALA sia sempre più “voce degli Amici”, invitiamo i lettori a partecipare alla sua crescita, con articoli e comunicazioni di interesse generale, ed anche con idee per un miglioramento continuo dell’ iniziativa. I contributi possono essere inviati via e-mail all’indirizzo [email protected]; o, in alternativa indicando “ALA” - ai Telefax: 06.7690.6046 o 06.8535.4307. Le comunità prive di posta elettronica pos- Anno II N. 3 - Giugno 2003 sono, volendo, segnalarci l’indirizzo elettronico di un laico disponibile a fare da tramite. Notiziario ALA 13