A L A
Amici Laici Assunzione . Italia
Duc in altum
Email: [email protected]
Anno II
N. 3 - Giugno 2003
NEL NOTIZIARIO
Comunità
Esperienze
Eventi
Riflessioni
Letture
Posta
ALA informa
Invito ai lettori
Comunità
Sr. Cristina scrive alle
Superiore Provinciali
Arrivando a Nairobi, una telefonata di Carmen Bondoc mi annunciava
una bella notizia. Proprio il 10 marzo
il Padre François Duthel, postulatore
della causa di canonizzazione di M.
Maria Eugenia, aveva incontrato a
Lyon Claude Lapras, uno dei dottori a
cui aveva affidato il dossier medico di
Rise. Ecco le sue parole: "Nella mia
relazione affermo decisamente che l'evoluzione clinica di questa bambina è
più che eccezionale, unica nella letteratura medica e inspiegabile. Non so come evolveranno le cose ma spero vivamente che il processo avrà un corso
favorevole. Ho così anche conosciuto
M. Maria Eugenia Milleret. Ho letto
con attenzione i libri riguardanti la sua
vita, le sue lotte, soprattutto la sua energia spirituale e il suo atteggiamento
davanti alla vecchiaia e alla morte. Ho
potuto misurare la sua forza d'animo e
trovare in lei un buon esempio della
capacità di unire fino alla fine serenità
e lotta. Un bel modello da proporre alle
mie nipotine.." Il P. Duthel mi ha confermato quanto questo studio abbia
Sito: spazioinwind.libero.it/alai
NOTIZIARIO SEMESTRALE
chiarito le cose. Ora attendiamo l'annuncio della prossima tappa. Di tappa
in tappa camminiamo verso la proclamazione da parte della Chiesa della
santità di M. Maria Eugenia…
Roma Quadraro
Uno sguardo sul nostro
cammino 1996-2003
Sette anni sono passati da quel
primo incontro del gruppo di amici
nella casa di Via Viviani, invitati
per conoscere più da vicino le Suore che per noi erano state delle
pioniere nel nostro quartiere, sorto
negli anni cinquanta.
La maggior parte di noi aveva
frequentato la casa chi per studio,
chi per amicizia, ma mai avevamo
conosciuto la loro Fondatrice, la sua
spiritualità e quella delle sue figlie.
Avevamo respirato un'atmosfera, ci
trovavamo bene assieme a loro, ma
non le conoscevamo realmente.
In questi sette anni abbiamo fatto un cammino di avvicinamento, di
conoscenza, di convivialità, di approfondimento della Parola di Dio
alla luce della vita e degli insegnamenti di Madre Maria Eugenia. Ella
ha vissuto per la Chiesa, per Cristo
e per l'estensione del suo Regno.
Non sapevamo dove ci avrebbero
portato
questi primi incontri. All'iniPREGHIERA PER OTTENERE
zio credevamo di poter essere utili
LA CANONIZZAZIONE
nel quartiere mettendoci al servizio
DI M. MARIA EUGENIA
dei giovani, degli anziani, di chiunSignore Gesù-Cristo
que avesse avuto bisogno. Eravamo
Tu hai donato a Maria Eugenia
un po' confusi, ragionavamo ancora
la grazia di appartenere totalmente a Te su quello che avremmo potuto “fae un desiderio ardente
re”.
di conoscerti e di farti conoscere
Ma il Signore ci ha condotto, indi amarti e di farti amare.
contro dopo incontro, a scoprire
Fa’ che la tua Chiesa,
l'importanza dell' " e s s e r e " al di
da lei tanto amata e servita,
là del " fare ", valorizzando i doni
riconosca il suo cammino di santità
che Lui aveva dato a ciascuno di
e la proclami santa tra i santi del cielo. noi, per il bene degli altri. Ognuno
Concedi a noi tutti di vivere come lei
era già impegnato in uno dei campi
nella santità dell’amore
di attività della Parrocchia ( Catee nella fedeltà alla nostra vocazione,
chesi, Caritas, gruppi di preghiera,
per la tua gloria e la salvezza del mondo. approfondimento biblico) e questo
Amen.
già ci faceva sentire Chiesa, tutta-
Notiziario ALA
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via, gli insegnamenti di Maria Eugenia ci hanno aiutato a vivere quello
che già facevamo con uno spirito
nuovo.
L'ansia del Regno è entrata nella
nostra vita. Pensiamo alle parole del
Salmo 134 : " Tutto ciò che vuole il
Signore lo compie in cielo e sulla
terra ".
Un'altra ricchezza è stata ed è
l'amicizia che è
nata tra di noi, che
pur ci conoscevamo
da tempo, amicizia
che ci ha permesso
di creare legami
più veri e profondi,
offrendoci un aiuto
vicendevole che ci
ha certamente arricchito.
Gli
strumenti
che hanno contribuito alla nostra
crescita sono stati gli incontri periodici di preghiera attorno a temi di
spiritualità dell'Assunzione, le varie
iniziative di solidarietà in favore dei
bambini del Rwanda e soprattutto la
settimana di ritiro-vacanza vissuta
durante l'estate; quest'anno siamo
arrivati alla sesta edizione e ci
sembra ogni anno di vivere un'esperienza nuova, ricca, coinvolgente.
Che cosa ci prepara il futuro?
Ormai esiste un bel gruppo consolidato di “Amici dell’Assunzione”, ma
lo Spirito non smette di indicarci sempre nuovi orizzonti.
Rosetta Aversa
Como
Una serata speciale
Più di 120 persone, genitori dei nostri piccoli alunni, accolgono il nostro
invito e, sfidando il gelo di una serata
di febbraio, vengono a S. Carpoforo
per ascoltare due suore dell'Assunzione:
Magdalena che, dopo anni di esperienza di servizio in Africa, è attualmente responsabile del “Bureau de solidarité” con sede a Parigi, e Marie
Cécile, del Burkina Faso, missionaria
in Togo .
L’incontro con due testimoni che
hanno accompagnato l’esperienza dei
campi biblici in Africa ci familiarizza
con essa e apre il cuore all’urgenza
della solidarietà.
Perché questo interesse per i campi
biblici ?
Da due anni,
l’Associazione
degli ex-alunni
della
scuola
contribuisce
generosamente,
attraverso molte
iniziative che
hanno coinvolto
anche i genitori
dei bambini, a
finanziare
i
campi
biblici
che da anni le
suore dell’ Assunzione realizzano in alcuni paesi dell’Africa. E' viva
la curiosità di conoscere più da vicino
il contesto in cui queste esperienze nascono. L’incontro diventa un’occasione
per aprire gli orizzonti facendoci sentire vicini popoli, culture, volti, valori,
preoccupazioni diversi dai nostri.
Di che cosa si parla? Innanzi tutto
della scuola diretta da Marie Cécile, in Togo. Scuola molto originale
e interessante, inserita in una fattoria modello, in cui
gli alunni alternano le attività scolastiche e il lavoro
nei campi, ognuno
secondo le età, le
forze, le capacità.
I bambini arrivano al mattino senza …
colazione. A metà mattina è prevista
una piccola attività nei campi
dell’azienda, che consentirà loro di
guadagnarsi la minestra quotidiana (nel
villaggio le famiglie possono permettersi solo un pasto al giorno…).
Anche i genitori collaborano al lavoro dell’azienda, pagandosi in questo
modo la retta scolastica. La scuola è
così luogo di crescita nella responsabilità e nella autonomia, dove le famiglie ritrovano dignità attraverso un la-
Anno II N. 3 - Giugno 2003
voro. L’azienda crea occupazione e il
villaggio vive un’esperienza di partecipazione comunitaria a forte valenza
educativa. Capirete allora come la proposta dei campi biblici raggiunge i
bambini in un contesto vitale, immediatamente agganciato a un quotidiano
fatto di terra da coltivare, di frutti da
attendere, di contributo visibile di ognuno, oltre che di matematica e di
geografia; di condivisione delle responsabilità e di impegno per… la sopravvivenza.
Attraverso l’esperienza dei campi
biblici che si svolge nel periodo estivo,
i bambini sono resi partecipi, anno dopo anno, dell’avventura umana dei personaggi dell’Antico Testamento (Abramo, Mosé, Giosué, Elia e tutti i profeti) e si esprimono nel disegno, nella
drammatizzazione, negli scambi di
gruppo, a partire dalle splendide diapositive realizzate da un artista… e soprattutto attraverso la narrazione.
Nella tradizione culturale africana il
racconto orale è lo strumento privilegiato per far passare la notizia. I campi
adottano il principio “child by child”,
ossia trasmissione, da bambino a bambino, di un sapere vitale che fa scaturire creatività e rende protagonisti. A
casa i genitori domandano, ascoltano i
racconti e sono presi nella stessa avventura. Un intero villaggio vibra, tutti si
sentono coinvolti non
in un mondo fiabesco,
ma nel loro stesso
mondo visitato dalla
Parola viva di Dio.
Questi bambini, abituati alla condivisione, crescendo, diventano spontaneamente
animatori.
Hanno
imparato ad ascoltare
la Parola, ad amarla, a trasmetterla, soprattutto ad accoglierla nella propria
vita "come seme che porta frutto a suo
tempo…".
La serata è stata davvero felice: l'Africa ci è ora più vicina, un ponte è lanciato tra la Scuola di S. Carpoforo e
quelle regioni lontane, cresce la prospettiva della solidarietà tra fratelli.
Sr. Irene
Anno II N. 3 - Giugno 2003
CENA EBRAICA
al Quadraro
e a viale Romania
Al Quadraro, lo scorso 8 aprile, abbiamo vissuto insieme l’esperienza della cena ebraica: eravamo più numerosi
dell’ anno passato, segno del desiderio
di conoscere meglio le nostre radici
che affondano nella cultura ebraica.
La cena si è conclusa con la recita
dei salmi dell’Hallel (salmi 115-118)
accompagnati dalla recita di alcune filastrocche. La più famosa è quella musicata da Angelo Branduardi con il titolo “Alla fiera dell’Est”.
Certamente è il più popolare di tutti
i canti del Seder; racconta del capretto
che fu comprato da un padre per due
soldi (le tavole della Legge), e che fu
mangiato dal gatto che fu morso dal
cane, che fu battuto dal bastone, che fu
bruciato dal fuoco, che venne spento
dall’acqua, che fu bevuta dal bue, che
fu ucciso dal macellaio, che fu ucciso
dall’angelo della morte, che fu ucciso
dall’Onnipotente.
Questo canto è un’allegoria il
cui significato è che la giustizia divina
si esercita sempre, anche quando noi
non ce ne rendiamo conto. I colpevoli
non potranno sfuggire a Dio.
Per mettere questa verità alla portata dei bambini l’autore l’ha illustrata
con delle immagini alquanto originali:
ogni oppressore è oppresso a sua volta
da chi è più potente di lui, anche
l’angelo della morte trova il suo superiore in Dio.
Secondo l’espressione del “Midrash” Israele sarebbe simile ad un capretto su cui si sono avventati in tutti i
Notiziario ALA
tempi le nazioni, come tanti lupi. Questo capretto è diventato proprietà di
Dio, è diventato il suo popolo, con le
due tavole della legge (due soldi).
Il gatto, il cane, il bastone, il fuoco,
l’acqua, il bue, il
macellaio, sono il
simbolo dei potenti
imperi
d’Egitto, di Babilonia, di Roma
ecc… che sono
accomunati dal
medesimo odio
contro Israele.
Israele ha dimenticato i suoi
obblighi e viene
Nabucodonosor,
re di Babilonia, e
lo divora, ma Babilonia perirà a sua volta e così tutti i
malvagi si combatteranno fino al giudizio ultimo. Allora il Signore darà a
ciascuno secondo le sue azioni, bandirà
la morte e riscatterà i giusti di tutte le
nazioni… L’Haggadah è cominciata
con il ricordo di una liberazione, quella
d’Israele dalla schiavitù d’Egitto e finisce con la prospettiva di una liberazione ben più importante, la liberazione
dell’umanità intera dalla morte e dai
mali che l’affliggono. E’ quindi
accarezzando una dolce speranza che
ci si alza da tavola la sera del seder di
Pesach.
sach.
Anche gli Amici di Viale Romania,
lo scorso 12 aprile, hanno celebrato la
loro cena ebraica, e una coppia in rappresentanza degli Amici del Quadraro
hanno condiviso questo momento forte
di preghiera e di amicizia spirituale.
La celebrazione è stata più breve rispetto a quella vissuta al Quadraro ma
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nulla ha tolto all’atmosfera di preghiera
ed all’intensità dell’esperienza, terminata col bellissimo canto di lode chiamato “Hallel hagadol” che comprende
il salmo 136 formato da 26 versi che
ricordano le 26 generazioni passate di
Israele, prima che il popolo ricevesse
da Dio la Torah (insegnamento).
Gruppo biblico - Quadraro
OLIVIER LE GENDRE
visita gli Amici di Roma
QUADRARO - Abbiamo iniziato
la nostra esperienza con gli Amici
dell’Assunzione 4 anni fa e desideriamo condividere con tutti voi attraverso
questo strumento di comunicazione la
gioia della nostra comunità nell’ accogliere l’amico e fratello Olivier, passato per Roma, dopo aver visitato gruppi
di Amici sparsi in tutto il mondo che
hanno in comune l’amicizia con le
Suore dell’Assunzione.
Olivier ci ha raccontato di essere
sposato e con cinque figli, di essere
consulente aziendale, ed impegnato
con la moglie a Parigi in questo cammino spirituale con le Suore dell’ Assunzione: ci siamo sentiti subito in sintonia con lui nonostante la difficoltà della lingua
che, comunque, è
stata superata dal
linguaggio
del
cuore e… dalla
traduzione simultanea di Sr. Francesca.
Olivier ci ha
messo a nostro
agio con la sua
simpatia e ci ha
comunicato i suoi
appunti di viaggio che noi abbiamo fatto nostri approfondendo le varie tematiche.
Ci sono nel mondo molteplici
gruppi che vivono l’amicizia con le
Suore pur avendo comportamenti culturali e operativi diversi, dovuti a problemi locali legati alle distanze ed alle
strutture.
Notiziario ALA
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Olivier ha illustrato le variegate realtà locali nel tentativo di focalizzare
un’unica strada da seguire, individuare
un nome comune e scrivere una regola
che possa essere seguita da coloro che
vorranno fare un cammino più impegnato nell’ambito dell’Istituto.
E’ importante che ogni persona riesca a riconoscere il proprio ruolo e a
fare una scelta finale. Olivier ha proposto un questionario su cui tutti noi siamo chiamati a riflettere e a dare il nostro parere sulla scelta del nome ed il
ruolo da assumere come fratelli in
cammino insieme con le Suore.
Nonostante la cultura diversa la
quotidianità degli Amici resta la stessa:
la vita di ognuno di noi, infatti, ruota
intorno al lavoro, alla famiglia. Si tratta
di verificare la propria vocazione e intraprendere un cammino vero e sincero
sia anche il più umile, purchè autentico.
Con l’aiuto e
l’opera dello Spirito
Santo nel mese di
ottobre
prossimo
avremo delle risposte dalla commissione incaricata e in
attesa siamo nella
fase di interruzione
lavori.
Con Olivier abbiamo condiviso
anche momenti di allegria durante la
Cena dell’Amicizia organizzata a favore del Rwanda. In quell’occasione sono
stati raccolti circa 1.500,00 Euro.
Nando e Paola Vignoli
VIALE ROMANIA –
Una visita attesa
Suor Augusta nella nostra riunione
del mese di Febbraio ci accoglie tutta
emozionata e al contempo contenta. Ci
chiediamo quale sia la causa di ciò. Il
mistero è presto svelato, infatti, brandendo un e-mail da poco ricevuto sul
suo
“bene-amato”
computer, ci porta a
conoscenza che la nostra comunità sarebbe
stata visitata da Olivier
Le Gendre, responsabile a livello mondiale
dei
“Laici
dell’Assunzione”,
il
quale, in vista del Capitolo Generale del
2006, stava compiendo
un viaggio nelle numerose comunità dell’
Assunzione sparse nel
mondo, per conoscere
il cammino percorso dai vari gruppi di
laici nelle loro diversità pur nell’unità
d’intenti. La diversità solleva spesso
dei problemi di comprensione relativi
alla terminologia utilizzata per designare i vari tipi di impegno e di relazione con l’Assunzione.
Le domande si intrecciano, gli
sguardi evidenziano preoccupazione,
Suor Augusta cerca di rassicurare tutti
basandosi sulle informazioni di cui di-
Anno II N. 3 - Giugno 2003
intendimento su cosa significa essere
“Amici dell’Assunzione”.
Eccoci arrivati a Viale Romania. Il
numeroso gruppo dei presenti, dopo un
saluto di benvenuto portato da Suor
Augusta, ascolta interessato la relazione di Olivier che si svolge in maniera
piana ed esaustiva sui vari aspetti che
avevano costituito l’oggetto delle nostre perplessità. Il clima disteso e amichevole che caratterizza l’incontro, è
dovuto al modo informale, simpatico e
anche spiritoso con cui Olivier si è saputo porgere. Le risposte fornite con
dovizia di argomentazioni alle varie
domande poste dai presenti a Olivier e
la richiesta di compilare un questionario, per trovare i termini più adatti a
definire l’identità dei vari gruppi di laici, pongono fine a questa interessante
riunione.
Al di là dei simboli identificativi e
della diversità di denominazione, è
emerso chiaramente che i punti salienti
si incentrano sulla “Preghiera” quale
mezzo di crescita nel cammino spirituale, sulla “Comunità” intesa come
appartenenza fraterna ad un unico progetto e sulla “Azione” quale solidarietà
operativa nei confronti di chi ha bisogno.
Massimo Cerulli
Esperienze
LE RADICI PROFONDE
DELLA NOSTRA FEDE
spone. Non sarà un Concilio di Trento
né una Santa Inquisizione, sarà… Lo
sapremo solo quando Olivier arriverà.
Il gran giorno è arrivato. A me è riservato il compito di andare al Quadraro a prendere Olivier. Nel viaggio verso Viale Romania, in un affabile colloquio giocato in punta di fioretto ed intervallato da simpatici aneddoti, entrambi cerchiamo di capire il reciproco
La “giornata della memoria” celebrata il 7 gennaio per non dimenticare
gli orrori della shoà, lo sterminio degli
ebrei, riguarda anche noi, per la stretta
relazione che esiste tra cristianesimo ed
ebraismo, legati fra loro a livello profondo.
Il cristianesimo, infatti, proviene
dall’ebraismo ed ha alle spalle la stessa
realtà descritta nel libro sacro , la Bibbia, nella parte che chiamiamo Antico
Testamento. E’ come un ramo innestato
in un tronco antico, diventando così
partecipe della radice e della linfa, come afferma San Paolo nella lettera ai
Anno II N. 3 - Giugno 2003
Romani, dove aggiunge: “Non sei tu
che porti la radice, ma è la radice che
porta te” (Rm 11,16-18). Siamo noi ad
aver bisogno dell’ebraismo, più di
quanto gli ebrei abbiano bisogno di noi.
La fede cristiana esige la comprensione
della fede ebraica.
Il messaggio del Nuovo Testamento
non è separabile da quello dell’Antico.
Tra i due c’è continuità e armonia. Tutta la tradizione cristiana afferma che un
Testamento richiama l’altro e che le loro prospettive si completano. Possiamo
dire che cristianesimo ed ebraismo sono
due forme dell’Alleanza. L’Antica Alleanza, conclusa tra Dio e Abramo, è innanzitutto una promessa che verrà precisata nei secoli e ha un valore
universale: “Nella tua discendenza si
diranno benedette tutte le genti della
terra”
(Gen
12,3).
Nonostante
l’infedeltà degli uomini, Dio persiste
nel voler mantenere la sua promessa e
realizzare l’Alleanza contratta. Ma
l’infedeltà
persistente
d’Israele
obbligherà Dio a innestare “l’ulivo
selvatico su quello buono”. Saranno i
Gentili
a
raccogliere
i
frutti
dell’Alleanza, conclusa nei tempi
antichi con Israele e attuata pienamente
nel La
Cristo.
specificità della fede cristiana sta
nella rivelazione di Gesù Cristo, Parola
di Dio fatta carne. La rivelazione, da
questo punto di vista, introduce una distinzione tra quelli che vedono in Gesù
il Verbo di Dio incarnato (i cristiani) e
quelli che non lo vedono (gli ebrei). Qui
sta la frattura che rende difficile il dialogo. Tuttavia, molte sono le ricchezze
che il mondo ebraico può portare alla
esperienza cristiana:
Innanzitutto un arricchimento nella
lettura della Bibbia. Inoltre l’invito a
vivere quaggiù non come in un luogo di
passaggio, ma come nel vero luogo do-
Notiziario ALA
ve Dio ci ha messi, riconoscendo in esso un dono di Dio. Nel giorno del giudizio – dice un racconto talmudico – ad
ogni uomo verrà chiesto conto delle occasioni di gioia che gli sono state offerte e che non ha saputo godere.
L’ebraismo afferma inoltre che la salvezza delle genti non richiede conversione ad un’altra religione. E poi la fedeltà di Israele al suo Dio, nonostante
tutto quello che è successo, resta un fatto straordinario.
Gianni Bicchi
“Parlare con i bambini
è un’esperienza
affascinante”
Ho fatto diverse esperienze di volontariato nel corso di questi ultimi
dieci anni e ogni anno sento crescere in
me capacità sconosciute di comprensione, di intuizione, di chiarezza. Mi
dedico al catechismo con i bambini più
piccoli e preparo i più grandicelli alla
prima Comunione e alla Cresima.
Parlare con i bambini è un'esperienza affascinante: ascoltano attenti e
interessati, anche se qualche argomento
è un po' difficile. Le difficoltà vengono
presto spianate con un gioco, con una
similitudine, per cui tutto si illumina di
grazia.
Passando ai più grandicelli per la
preparazione alla Cresima, trovo una
grande differenza rispetto al primo anno: allora parlavo soltanto io, mentre i
bambini ascoltavano; adesso invece
intervengono, fanno domande, vogliono approfondire, capire, scoprire, sapere tutto. Non sono più passivi, vogliono
capire se c'è Dio nella loro vita, avere
l'esperienza di Dio nel quotidiano, toccare Dio. Si stabilisce tra noi un dialogo molto bello. Ascoltano e cercano di
mettere in pratica i consigli durante la
settimana e all'incontro successivo mi
raccontano i loro piccoli successi. Sono
prove di vita cristiana nel concreto. Ricorriamo ai libri soltanto dopo aver fatto un'esperienza viva della preghiera,
del silenzio, del perdono, della comunione fraterna, della presenza di Dio
nel quotidiano.
L'esperienza della preghiera per tutti loro è un punto di forza e la Messa è
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una sorgente di energia; ci carichiamo
di Gesù per tutta la settimana.
Al catechismo i ragazzi vengono
felici. Le domande che si fanno li spingono a capire, a pensare nel modo giusto, a vedere la realtà con gli occhi della fede. Non si tratta di imparare a
memoria delle definizioni, ma di dialogare, capire la vita, saperla affrontare.
E' di questo che i ragazzi hanno bisogno.
Un'altra esperienza che mi arricchisce la faccio con i down. Al catechismo
viene una bambina dolcissima, piena di
riconoscenza per quanto cerco di fare
per aiutarla e mi mostra la sua gratitudine con un abbraccio affettuoso. Seguo anche, ormai da dieci anni, una
ragazza down, che conta su di me. Tra
di noi si è stabilito un legame di amicizia e ci aiutiamo a vicenda.
Il volontariato è per me un momento di crescita spirituale e intellettuale.
E' un'esperienza che ti tocca il cuore e
ti trascina a darti agli altri che hanno
bisogno di te, finché ti accorgi che stai
ricevendo un dono e scopri che " vi è
più gioia nel dare che nel ricevere".
Allora il tuo cuore si colma di gioia e ti
rivolgi a Dio spontaneamente per ringraziarlo.
Laura Lanzara
Ex-alunna di Viale Romania
Messa dei Popoli
Suggestiva celebrazione in rito orientale, domenica 9 marzo, nella parrocchia di San Roberto Bellarmino a
piazza Ungheria.
All’insegna dell’ecumenismo, in un
clima di attenta, cordiale accoglienza,
la parrocchia di S. Roberto Bellarmino
ha ospitato, domenica 9 marzo, celebranti e fedeli di rito Bizantino-Slavo.
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Una “Messa dei popoli” che ha raccolto vari gruppi presenti a Roma e
provenienti dall’est europeo (Ucraini,
Slavi, Romeni, ecc.) i quali, nella loro
liturgia, hanno voluto esprimere e condividere con noi fedeli di rito apostolico-romano il senso dell’universalità
della vocazione cristiana.
Un’esperienza di preghiera con una
liturgia antichissima e ancora molto
sentita, suggestiva e trascinante che pur
nella diversità di culture e tradizioni, è
riuscita a farci sentire tutti fortemente
uniti nell’unico amore di Cristo.
L’opuscolo diligentemente preparato e diffuso tra i presenti ha permesso
anche ai più sprovveduti di seguire le
varie fasi della celebrazione, suddivisa
in tre momenti:
1) Rito della preparazione; 2) Liturgia dei Catecumeni; 3) Messa dei
fedeli.
Il Vescovo ucraino celebrante è stato validamente coadiuvato da un Padre
che ha fedelmente tradotto e illustrato i
momenti più salienti: omelia, benedizioni,
iconografia,
simboli…ecc.
Pur nelle obiettive difficoltà a seguire e
comprendere in toto la
lunga celebrazione, è
stato dunque agevole
ed emozionante per
tutti lasciarsi coinvolgere in un’ atmosfera
di graduale distacco
dal nostro quotidiano
abitudinario
(orari,
schemi,
gestualità,
etc.) ed entrare nel
ritmo solenne, cadenzato della liturgia bizantina, dove il coro
trascina e trasporta
nella sfera del Divino
mentre il celebrante benedice, invoca,
“contatta” quasi, Padre, Figlio e Spirito
Santo e l’incenso profuso sui presenti,
sui doni, sui sacri testi, sulle icone, avvolge in una nube che quasi toglie ai
sensi il contatto con la materialità per
elevarli all’esperienza del sacro e del
sublime.
È’ questa, forse, la nota caratteristica più forte di questa liturgia: i fedeli,
più che “partecipare”, nel senso cui noi
siamo ormai stati abituati dal postconcilio, si lasciano “portare” dal ritmo
Notiziario ALA
solenne della preghiera e del rito pur
tuttavia restando attenti, vigili, pronti a
ripetere all’infinito il
loro segno di croce,
con i polpastrelli delle
dita uniti e in senso
inverso rispetto al nostro, ma sentito, offerto, ritmato da profonda spiritualità.
“Gòspodi pomìlui” =
“Signore pietà” ripete
il coro con fiduciosa
solennità
mentre
l’incenso stordisce i
sensi
ma
eleva
l’anima a sentire la
presenza del Dio invocato. Tanti i ceri
accesi sull’altare dove troneggia il Cristo crocifisso, la Misericordia di Dio,
l’unica Vera nostra Speranza.
Solennissimo, il momento della
Consacrazione ci porta, spinti quasi da
una volontà superiore e certamente dalla presenza di Dio tra noi, a sentirci
veramente tutti fratelli nella stessa fede, a sorriderci l’un
l’altro con gli occhi,
a lanciarci un tacito
appello di amicizia e
di pace, molto più
vero, molto più sentito di quella sfuggente, convenevole stretta di mano che più o
meno
indifferentemente ci scambiamo
nella nostra Messa
domenicale e che per
molti di noi rimane
insignificante,
non
lascia traccia, non
costituisce né impegno né promessa.
E poi… l’incontro… la “mensa”…:
certamente il momento più forte, più
atteso e forse anche più “temuto” perché per molti rappresenta la prova, la
misura di quanto la nostra mente e il
nostro cuore siano aperti, pronti
all’ecumenismo e forti, certi delle
promesse evangeliche.
Non è facile dire quanta emozione o
“perplessità” ci sia stata in quel momento tra i partecipanti, certo il cuore
di molti batteva forte, tutto teso a gustare ogni istante di quella “comunione” così profondamente spirituale ep-
Anno II N. 3 - Giugno 2003
pure così visibilmente umana: il “pane”
vero, unito, inzuppato nel vino, il Corpo e il Sangue uniti in
Cristo e uniti nelle specie a noi distribuite; il
corpo che si genuflette,
la testa reclinata e la
bocca bene aperta per
ricevere il sacramento; il
celebrante attento, delicatissimo nel contatto
umano, personale, quanto mai sacerdote e mediatore tra Dio e l’Uomo.
Infine la conclusione… ma si resta ancora
lì, ci si attarda, non si
avverte la stanchezza per il rito tanto
più lungo del solito, si rimane ancora
per assaporare, per prolungare quel
senso di mistico abbandono a quel Dio
che è sempre in noi e attorno a noi, ma
che ci chiede un po’ del nostro tempo,
almeno un giorno nella settimana per
stare, con gli altri, nella sua casa e partecipare al suo banchetto.
“Con gli altri”, dunque con tutti, con
quelli che pregano come noi, ma anche
e soprattutto con chiunque, in qualunque lingua e sotto qualsiasi forma lo
invochi con cuore sincero e spiritualità
filiale.
Maria Consiglia Ascolillo
Eventi
10 MARZO
FESTA DI M. M EUGENIA
La festa per la nascita al cielo di
Madre M. Eugenia è stata celebrata con
un giorno di anticipo per utilizzare la
domenica.
A Viale Romania ha presieduto la
celebrazione Eucaristica il Vescovo
ausiliare del settore Nord di Roma,
Mons. Enzo Dieci, assistito da Padre
Giuseppe dei Missionari Identes. Durante l’omelia il Vescovo ha messo
l’accento sulla spiritualità cristocentrica dell’Assunzione, citando più volte la
Anno II N. 3 - Giugno 2003
Regola di Vita e dicendo di aver scoperto con gioia la profondità del carisma di Madre M. Eugenia e la sua attualità.
La celebrazione è stata molto raccolta e partecipata. Dopo la Messa,
come vuole la tradizione, ci siamo ritrovati tutti nel chiostro per il consueto
incontro familiare, intorno ai tavoli
imbanditi con il rinfresco e la torta
dell’Assunzione, in un clima di gioia e
di fraternità.
Per noi questa ricorrenza è sempre
l’occasione per risvegliare nel nostro
animo l’insegnamento di Madre M.
Eugenia e spronarci a metterlo in pratica.
Amici di viale Romania
Notiziario ALA
da Viale Romania
Il giubileo di Sr. Augusta
Un sole sfolgorante in un cielo di
un azzurro limpidissimo: ecco il primo
dono del Signore per questa ricorrenza
che sognavamo serena e gioiosa, ma
sentivamo minacciata dal cattivo tempo, che da molti giorni ci affliggeva.
Invece, la delicatezza del Signore è
giunta fino a comporre un quadro naturale, quale non avremmo mai potuto
sognare. In questa cornice, tutta la cerimonia si è svolta con una tonalità di
letizia e di festa a cui tutti i partecipanti
hanno contribuito.
7
monia si è svolta in modo armonioso e
ricco di partecipazione.
La liturgia del giorno – seconda
domenica del tempo ordinario – non
poteva essere più adatta alla circostanza, presentando il tema della vocazione
con la chiamata di Samuele e la chiamata dei primi apostoli, forte invito a
scoprire ciò che è veramente essenziale: seguire Gesù. L’omelia ha messo in
evidenza la centralità del Cristo e delle
sue esigenze d’amore, facendo risuonare nei cuori l’interrogativo: “Chi è Cristo per me? Che posto gli do nella mia
vita?”
Dopo la Messa, il rinfresco nel
chiostro ci ha riuniti in un clima gioioso di amicizia con scambio di saluti, di
auguri e di piacevoli incontri rinnovati.
Amici di Viale Romania
La festa di Madre Maria Eugenia al
Quadraro è ormai entrata a far parte
della nostra vita; l’abbiamo inserita tra
le ricorrenze importanti della nostra
famiglia perché questa nostra amica fa
ormai parte della nostra famiglia.
Tra le prove di canto ed i preparativi di carattere tecnico-organizzativo
siamo arrivati al 10 marzo con un po’
d’ansia, ma tutte le preoccupazioni si
sono dissolte nel momento in cui siamo
entrati nella nostra piccola e bellissima
chiesa e abbiamo preso posto nei sedili
un tempo riservati solo alle suore.
Quest’anno, la festa si è concentrata
in una S.Messa particolarmente animata, celebrata dal Superiore dei Padri
Assunzionisti insieme al suo Consiglio
e dal nostro Parroco Don Italo.
Il Padre Nostro, cantato in lingua
aramaica, è stato accompagnato da
movimenti del corpo che avevano lo
scopo di sottolineare i sentimenti espressi con la preghiera ed il canto.
Veramente i modi per arrivare al
Signore sono tanti e semplici, basta lasciarsi guidare dallo Spirito e rendere il
nostro cuore docile alla sua azione.
Ecco perché abbiamo voluto condividere questa piccola sensazione con
tutti gli amici di ALA.
Giuliana e Graziano Valente
DA VIALE ROMANIA
UN PIANOFORTE
NEL TEMPO
La chiesa, decorata con bellissimi
fiori offerti da parenti ed amici, si è
rapidamente riempita. E’ giunto per
primo, con Sr. Alessandra, un gruppo
di suore del Quadraro, desiderate ed
attese; successivamente sono giunti i
familiari della festeggiata, rappresentanti di tre generazioni ed infine una
marea di ex-alunni, insegnanti, genitori, amici antichi e recenti, tutti uniti nel
sentimento di affetto gioioso verso Sr.
Augusta, felici di incontrarsi e di condividere un’ora di intensa gioia spirituale.
Don Josè Mozo, già guida spirituale
di tanti alunni, ha presieduto la solenne
concelebrazione Eucaristica. Ben preparata, con canti significativi e gesti
densi di suggestioni spirituali, la ceri-
Domenica 23 marzo nella Chiesa
dell’Assunzione di Viale Romania, abbiamo assistito ad un concerto particolare, Un pianoforte nel tempo, inserito
nell’iniziativa Festa per il pianoforte
restaurato, curata dal direttore artistico
Giancarlo Tammaro del gruppo amici
dell’Assunzione di Viale Romania.
L’evento è stato un momento di elevazione spirituale e di incontro degli Amici.
La particolarità del concerto è legata allo strumento, un pianoforte Erard
del 1879 di proprietà dell’ Istituto
dell’Assunzione, che, dopo un lungo e
graduale restauro, durato circa dieci
anni, è stato restituito al suo antico
splendore. Per il compimento di
quest’opera, tanto complessa quanto
amorevole, dobbiamo ringraziare la
tenacia del nostro direttore artistico e la
generosità di quanti hanno contribuito
alla sua realizzazione.
Dopo i saluti ed i ringraziamenti al
folto pubblico convenuto, il direttore
artistico ha presentato le musiche eseguite dai pianisti Marco Forgione e
Steven Roach, dall’800 di Chopin e
Liszt al ‘900, in gran parte concepite su
uno strumento Erard, che era il preferito di Liszt, Verdi, Franck, ed altri.
Notiziario ALA
8
Cominciava il pianista M. Forgione, affrontando la Sonata in Si minore,
che rappresenta quanto di più difficile,
tecnicamente ed interpretativamente,
abbia prodotto il genio vulcanico di
Liszt. Il pianoforte resisteva assai bene
all’impatto ferreo del grande tecnicismo di forza che il lavoro dell’ ungherese impone, sia all’interprete che al
mezzo musicale.
Nella seconda parte il pianista S.
Roach iniziava con la Toccata e fuga in
Re minore, nella trascrizione pianistica
di Carl Tausig dall’originale per organo di J.S.Bach. Poi di Brahms i tre Intermezzi op.117, cui veniva corrisposto
un pianismo introspettivo e significativo. Seguiva uno Chopin dal carattere
forte: la celebre Polonese eroica op.53.
Il programma continuava con Oli-
vier Messiaen: “Premiere Communion
de la Vierge” dai “Vingt regards sur
l’Enfant Jésus”, unico brano non pertinente l’epoca del pianoforte: un omaggio arditamente moderno alla sacralità
della sede del concerto. Completava la
manifestazione “L’isola gioiosa” di
Debussy, composizione fra le più difficili esecutivamente ed interpretativamente del grande francese.
Coronavano la manifestazione i
molteplici riscontri esclamativi da parte del numeroso pubblico.
di condivisione, le nostre esperienze di
Amici FELICI dell’Assunzione.
Al Quadraro, Sr. Cristina ha anche
assistito ad una rappresentazione del
Piccolo Principe, in lingua francese:
INSIEME E’ BELLO
Dovete sapere che quest’inverno
alcune amiche dell’Assunzione avevano iniziato con grande entusiasmo un
corso di francese con Suor Giovanna
ed era nata così l’idea di preparare una
piccola “piece”. Quando farla? La visita di Suor Cristina è sembrata
l’occasione ideale.
Prove, controprove e … coinvolgimento inaspettato di alcuni figli (no
comment… però è stato divertente!).
Come pubblico avevamo ovviamente le suore della casa e alcuni amici
più legati alle nostre “amiche” suore.
Le interpreti sono state da premio Oscar.
Franca, nel ruolo del Piccolo Principe (ruolo azzeccatissimo); Michela,
nelle vesti dell’aviatore (perfetta); Pina, la rosa (un bijou); Giuliana, la volpe (reclutata all’ultimo minuto per un
imprevisto, se l’è cavata alla grande);
Maria, il piccolo fiore (timida al punto
giusto); Federica, il serpente (un serpente molto riccioluto!). Poi, non mi
posso dimenticare di chi, come me, ha
avuto un ruolo secondario: Valeria mia
madre, la narratrice, che introduceva in
italiano le scene che si succedevano; io
e Sara, le vallette, avevamo il compito
di aprire e chiudere il sipario (cioè tre
paraventi); infine Samuele, lo scenografo, che ha “sudato sette camicie”
per mettere e togliere gli oggetti di
scena.
a cura di Giancarlo Ricci
Visita di Sr. Cristina
alle comunità di Roma
A Sr. Cristina, la nostra Madre Generale, vanno i ringraziamenti di tutti
gli Amici di Roma per essersi intrattenuta con loro, l’8 Giugno a viale Romania e l’11 Giugno al Quadraro, ed
aver voluto ascoltare, in un momento
L’emozione iniziale è svanita
quando, con un grande applauso, il
“piccolo pubblico” ha accolto le prime
attrici e la rappresentazione si è svolta
Anno II N. 3 - Giugno 2003
tra risate, partecipazione e… tanti applausi.
Il finale è stato a sorpresa: le attrici
hanno ricevuto un “attestato” per il
corso effettuato e le signore del pubblico hanno ricevuto in dono una rosa. I
complimenti non sono mancati: SIAMO PIACIUTI.
A conclusione della serata c’è stato
uno scambio di esperienze e testimonianze. L’elemento essenziale emerso è
che, nella comunità dell’Assunzione,
ognuno di noi si trova come a casa
propria (con la differenza di avere tanti
fratelli). Tutto questo è bello perché
ciascuno conta sull’altro e il cuore è
sempre aperto a tutti.
Un particolare ringraziamento alla
Voce di Uno che con pazienza e affetto
ci ha accompagnato in questo anno di
studio della lingua francese e ha condiviso i nostri sforzi nel mettere in scena
questo piccolo lavoro del Piccolo Principe.
Petra Mucciarelli
Riflessioni
UN PASSO INDIETRO
Ogni tanto fare un passo indietro ci
aiuta a guardare da una prospettiva migliore. Il Regno non sta solo al di là dei
nostri sforzi, ma perfino anche al di là
della nostra visione.
Durante la nostra vita, realizziamo
soltanto una minuscola parte di quella
magnifica impresa che è l’opera di Dio.
Niente di quello che facciamo è finito,
questo significa che il Regno sta sempre davanti a noi. Nessuna dichiarazione dice tutto quello che si potrebbe dire. Nessun discorso può esprimere pienamente la nostra fede. Nessuna confessione porta la perfezione. Nessuna
visita pastorale porta la pienezza. Nessun programma realizza la missione
della Chiesa. In nessuno schema di mete ed obiettivi si raggiunge tutto.
Anno II N. 3 - Giugno 2003
Questo è quello che cerchiamo di
fare: piantiamo semi che un giorno cresceranno, irrighiamo i semi già piantati, sapendo che sono promesse di futuro. Mettiamo basi che avranno bisogno
di maggior sviluppo.
Gli effetti del lievito che collochiamo vanno al di là delle nostre possibilità. Non possiamo fare tutto pienamente e, rendendoci conto di ciò,
sentiamo una certa liberazione. Essa ci
abilita a fare qualcosa, e a farlo molto
bene. Può essere che sia incompleto,
ma è un principio, un passo durante il
tragitto, un’occasione affinché entri la
grazia del Signore e faccia il resto.
E’ possibile che non vediamo mai il
risultato finale, ma questa è la differenza tra il capocantiere e il muratore.
Siamo muratori, non capi di opera, ministri, non il Messia.
Siamo profeti di un futuro che non
è nostro.
Notiziario ALA
"Quando ti ho ferito, hai scritto
nella sabbia, e adesso lo fai in una
pietra. Perché?".
L'altro risponde:
"Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia, dove
i venti del perdono possano cancellarlo; ma quando qualcuno fa
qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove
nessun vento possa cancellarlo."
IMPARA ANCHE TU
A SCRIVERE LE TUE FERITE
NELLA SABBIA
E AD INCIDERE NELLA PIETRA
LE TUE GIOIE.
9
La fiducia è il luogo dove Dio parla
e la resa al mistero ci apre la porta su
un universo insospettato… Un apparente salto nel vuoto si rivela un salto
nel tutto. La fiducia ha sete di verità e
la verità ha voluto aver bisogno della
fiducia. Lentamente scopriamo che un
Dio invisibile implica un uomo trasparente.
Il silenzio è il primo volto che noi
conosciamo di Dio.
L’insignificanza dei fedeli che mascherano il loro Dio con la propria infedeltà, ha potuto far dire a qualcuno
che Dio è morto, ma è il Dio mascherato dai concetti astratti di esistenza di
Dio e di natura di Dio che possiamo
annichilire, non il Dio vivo che riceve
la nostra fiducia.
A che cosa corrisponde nello spirito
Mons. Oscar A. Romero
AMICI
Due amici camminano nel deserto.
Ad un certo punto del viaggio
cominciano a discutere, e uno dà
uno schiaffo all'altro. Questi, addolorato, senza dire nulla, scrive
nella sabbia:
IL MIO MIGLIORE AMICO
OGGI MI HA DATO UNO
SCHIAFFO.
Continuano il cammino finché trovano un'oasi, dove decidono di fare un bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato sta per affogare, ma l'altro lo aiuta e lo salva.
Dopo essersi ripreso, il primo incide su una pietra:
IL MIO MIGLIORE AMICO
OGGI MI HA SALVATO LA
VITA
L'amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore
amico domanda:
Letture
OLIVIER LE GENDRE
Le maschere di Dio
(EDB, pagine 148, € 10,33)
Olivier Le Gendre è responsabile a livello mondiale dei laici dell’ Assunzione; del suo libro riportiamo un estratto ed alcune riflessioni personali.
di Giancarlo Ricci
LE MASCHERE DI DIO
Dio creò l’uomo a sua immagine,
un’altezza vertiginosa per la nostra
mente, che si affretta a mascherarlo per
non essere accecata da tanta luce. Così
ci siamo arresi alla nostra ragione, e
abbiamo incatenato il nostro cuore sulla terra. Tuttavia, la nostra buona coscienza ricrea incessantemente Dio,
risvegliando il suo fantasma in un cuore assetato di amore e di protezione.
Il Dio senza maschera può
essere visto e capito solo
dall’uomo senza maschera
di un Dio il voler diventare uomo? Un
Dio povero, debole, tradito, disprezzato, vinto agli occhi del mondo, un Dio
che vuol dipendere dal cuore
dell’uomo per estendere la sua influenza.
A che serve un Dio che lascia soffrire i bambini ? A che serve un Dio
che non ferma la mano dell’assassino ?
Come può il credente conciliare
l’infelicità che si vede con l’annuncio
della felicità in cui crede ?
Dio serve all’uomo per servire
l’uomo. Dio accetta di dipendere
dall’uomo per condurre l’uomo ad amare l’uomo. Dio usa la sua onnipotenza attraverso l’uomo.
L’UOMO SENZA MASCHERA
Notiziario ALA
10
Solo l’uomo senza maschera può
vedere Dio senza maschera. Quando le
difese mie e dell’altro cadono allo stesso tempo, allora l’estraneo diventa mio
fratello.
Ogni uomo è una storia sacra perché è fatto di sofferenza e di pene, di
dolore e di grida. E’ il mistero trasparente attraverso il quale il mio Dio raggiunge la sua creatura, vincendo la sua
sensazione di essere figli dell’ impotenza.
Quando avremo rinunciato a noi
stessi, alla maschera che ci eravamo
disegnata, allora diventeremo trasparenti, cessando di essere ostacolo per
colui che ci vuole attraversare e saremo
il suo strumento, la sua espressione…
L’amore per la verità di Dio conduce la nostra anima a fare scelte che fino
ad allora avevamo rifiutato. Ma Dio è
padre…non ci lascia soli, si manifesta
alla nostra anima e lascia i suoi messaggi guida lungo il cammino delle
scelte e delle rinunce.
IL VOLTO DI DIO
Il nostro Dio è il Dio dell’attesa paziente; attende che l’uscio sia aperto
per far visita alla nostra anima, che allora si scopre calda e luminosa dimora
di Dio, il suo riparo prediletto, senza
più né sofferenza, né rimpianti. Senza
più timori.
Abitato da Dio, non sono più che
uno sguardo sospeso sul volto di Dio e
non temo più nulla, sono il figlio del
padre, sono la mano che Dio vuol mettere al servizio del bene e della felicità.
Così il mistero di Dio ci prende per
mano e diventa il volto di tenerezza
che si offre a ciascuno dei suoi figli, il
compimento delle promesse fatte all’
uomo da secoli.
I concetti di Dio e di Persona, la
loro verità, si ergono qui come valori
assoluti, universali, condivisibili da
culture diverse e da religioni diverse.
Tutto il resto è storia di una ricerca
continua; è la nostra storia umana,
dove chi sale sui pendii di una montagna può incontrarsi sulla cima. In
questa storia di ricerca abbiamo il
dovere di coltivare quella amicizia
ecumenica - come la chiamava J.
Maritain – che permette di accettare
l’altro com’è, rispettando i suoi valori di libertà.
Ma Olivier ha parlato anche al
mio cuore, interrogandomi sul mio
Dio senza maschera, sul volto del
mio Dio.
La mia risposta è un gesto quotidiano: ogni sera, prima di uscire
dall’ufficio, guardo a lungo una piccola
immagine
raffigurante
l’impronta del volto del Cristo nella
sindone.
Attraverso quelle palpebre abbassate, quasi volessero custodire un mistero, cerco lo sguardo di Gesù e gli
mostro il mio senza maschere; gli
con te. Non preoccuparti, io sono il
tuo Dio. Ti rendo forte, ti aiuto, ti
proteggo con la mia mano invincibile.
Ed è la verità. La mia esperienza di vita me lo conferma.
Preghiera davanti alla Sindone
Imprimi il tuo volto in me, Signore,
perché il Padre, vedendo Te in me
ripeta: “Tu sei il figlio che amo”
e perché chiunque mi incontra
veda una scintilla del Padre.
Imprimi il tuo volto in me, Signore,
perché possa essere testimone
della tua luce e della tua bontà
e dell’infinita tenerezza
che hai per ogni creatura.
IL MENDICANTE DIVINO
Mi è capitato di avere tra le mani
la poesia di un poeta indiano: Tagore.
Racconta l'esperienza di un incontro
tra un mendicante e un re detto "Re
di tutti i re", che fa doni a profusione.
Ecco il testo:
Ero andato mendicando
di uscio in uscio,
di villaggio in villaggio
quando il tuo cocchio dorato
apparve in lontananza
come un magnifico sogno
e mi chiesi chi fosse
questo Re di tutti i re!
RIFLESSIONI PERSONALI
Il libro di Olivier, ricco di poesia
e di profonda spiritualità, ha un timbro fortemente ecumenico, che parla
al cuore dell’uomo, senza distinzione
di razze, di culture e di religioni; è un
contributo al dialogo spirituale e
all’amicizia tra i popoli.
Anno II N. 3 - Giugno 2003
presento la giornata trascorsa e mi
confesso a lui con una preghiera. Gli
affido la mia famiglia, rinnovando la
nostra disponibilità di coppia e, nel
silenzio che avvolge l’immagine di
quel volto, sento echeggiare le parole
di Isaia (41,10): Non temere, io sono
Le mie speranze crebbero,
e pensai che i brutti giorni
fossero passati,
e rimasi in attesa di doni non
richiesti,
di ricchezze profuse da ogni parte.
Il tuo cocchio si fermò vicino a me;
Anno II N. 3 - Giugno 2003
mi guardasti e scendesti
sorridendo.
Sentivo che alfine era arrivata
la fortuna della mia vita.
Poi, all'improvviso,
stendesti la mano
chiedendo: "Che cosa hai da
darmi?"
Quale gesto regale fu il tuo!
Stendere la mano a un mendicante
per mendicare!
Rimasi indeciso e confuso;
poi estrassi dalla mia bisaccia
il più piccolo chicco di grano
e te lo offersi.
Ma quale non fu la mia sorpresa
quando, finito il giorno, vuotai
la mia bisaccia per terra e trovai
un granellino d'oro
nel mio povero mucchio!
Piansi amaramente e desiderai
di avere avuto il coraggio
di donarti tutto quello che avevo.
Alla fine della lettura pensai che
quel mendicante era stato stolto. Io al
suo posto avrei dato tutto il sacco di
grano. Ma, quasi subito, stormi di
pensieri si sono affollati alla mia
mente e mi hanno fatto ripercorrere
la mia storia. Ho ripensato alle tante
volte in cui il Re dei re si è presentato a me nella veste meno sfolgorante
di un sacerdote o di una suora, mendicando un po' del mio tempo e della
mia disponibilità e io invece ho avuto
paura di lasciarmi coinvolgere troppo.
Quante volte inoltre il Re mi ha
chiesto di svuotare la bisaccia del
mio cuore, che non contiene solo
chicchi di grano ma ben altre cose
inutili e dannose che impediscono a
Lui di effondere i suoi meravigliosi
doni, i soli che fanno ricchi i poveri.
Cari amici, ai quali voglio far giungere sia la mia riflessione che la poesia, io mi sono ritrovata nei panni del
mendicante indiano, avara come lui.
Voglio però concludere questa mia
"confessione" con la preghiera del
Pellegrino russo: "Signore Gesù, Fi-
Notiziario ALA
11
In occasione del Giubileo del 2000
si è cominciato a parlare della missione
Maria Berardini cittadina negli ambienti di lavoro, e
una mia collega, che da anni provava
invano a bussare alla mia porta, mi ha
chiesto di accompagnarla per portare
nel nostro Ufficio la lettera di annuncio
del Papa. Ho accettato volentieri, ma
senza l’impegno di parlare. Questa esperienza ha iniziato a cambiarmi,
perché ho provato il desiderio di avvicinarmi al Signore. Abbiamo iniziato
allora con altri colleghi a parlare del
Signore, a leggere la sua Parola insieme e a pregare. Abbiamo cominciato in
un piccolo gruppo, una volta alla settimana, durante la pausa dal lavoro, e
questa è stata un’esperienza bellissima
CHE COSA IL SIGNORE
perché la mia collega, cresciuta nel
HA FATTO PER ME
Rinnovamento dello Spirito, ci ha fatto
conoscere la sua esperienza, ci ha parMi chiamo Marina e sono da quasi
lato dello Spirito Santo, che io conotre anni un’amica dell’Assunzione.
scevo pochissimo, e ci ha fatto leggere
Fino ad alcuni anni fa, pur ritenendei libri sulle meraviglie che opera il
domi una persona credente, avevo con
Signore nella vita di ciascuno di noi.
il Signore un rapporto diverso. ParteciA tutto ciò devo aggiungere il
pavo regolarmente alla Messa, ogni
cammino percorso anche con altri coltanto mi confessavo e mi accostavo
leghi del Ministero attraverso il Centro
all’Eucaristia, ma non parlavo mai con
di Ascolto, dove sono cresciuta nella
nessuno della mia fede, anzi mi dava
fede, confrontandomi con le diverse
quasi fastidio parlarne, perché la sentirealtà della Chiesa…
vo una cosa solo mia, da non condiviSiccome da cosa nasce cosa, sucdere con alcuno.
cessivamente mi è stato proposto di far
Pregavo quando mi ricordavo ed il
parte di un piccolo gruppo di preghiera
Signore per me era un’immagine lonformato da fratelli cresciuti nel Rinnotana, astratta, soprattutto da temere:
vamento, che si riuniva presso
io sulla terra, Lui lassù nei Cieli, come
l’Istitutto delle Suore dell’Assunzione.
un giudice severo pronto a punire i
Ho subito accettato e per me questo è
miei peccati, che non si poteva occupastato l’inizio di un’esperienza davvero
re di me, in quanto
straordinaria ed
aveva
certamente
illuminante .
“Il Signore ha fatto
questioni più imporI fratelli hantanti. Conoscevo Geno
pregato per
grandi cose nella
sù, sapevo che era il
me ed ho riceFiglio di Dio e che
mia vita e sono felice
vuto l’effusione.
era morto per noi, ma
Questo ha vedi raccontarlo!!!”
era distante dal mio
ramente aperto i
cuore.
miei occhi. Ho
Mi bastava essere
imparato a pregare a voce alta spontacristiana “per obbligo”, perché avevo
neamente senza vergogna. Ho capito
ricevuto questo tipo di educazione, ma
quanto è grande l’amore del Signore e
non lo accettavo con gioia, ma per doquanto Lui tenga a me. Ed il Suo amovere.
re è un dono gratuito, non dipende da
Circa quattro anni e mezzo fa un
quanto io sia buona e brava, anzi sono
giorno ho cominciato, con alcune colpienamente cosciente di essere nel pecleghe, a parlare del Vangelo che avevo
cato, ma ora so quanto siano immensi
iniziato a leggere con difficoltà, da soil Suo Amore, il Suo perdono, la Sua
la, confrontando le mie impressioni
misericordia, la Sua tenerezza. Egli è
con le loro su alcuni contenuti e su
proprio il Padre Misericordioso di cui
quello che non comprendevo…
parla la parabola del figliol prodigo.
glio di Dio, abbi pietà di me peccatrice".
Posta
Notiziario ALA
12
Noi dobbiamo dirgli soltanto un piccolo sì e credere nelle Sue promesse. E
Suo Figlio Gesù, che ora riconosco
pienamente come mio Signore, mio Re
e mio Salvatore, ha donato la Sua vita
per noi, per la nostra salvezza. L’amore
di Dio non ci lascia mai soli e di questo
ora sono certa.
Ogni volta che ascolto la proclamazione della Sua parola mi sento davvero “trafiggere il cuore” e sento che
davvero tanti sono i messaggi che
vanno bene per la mia vita.
Ho imparato a lodarlo per ogni cosa. Come dice San Paolo “di ogni cosa
rendete grazie”; ho imparato ad affidargli la mia vita ed a rivolgermi a Lui
per chiedere, perché non dobbiamo avere paura di rivolgerci a Lui, perché
Egli è nostro Padre e noi siamo suoi
figli. Ho imparato a pregare per le persone che hanno bisogno insieme ai
miei fratelli in Cristo ed ogni volta è
un’esperienza bellissima.
Da cosa nasce cosa ed è giunta
l’esperienza con gli Amici dell’ Assunzione: sono stata a Como con tutti gli
Amici tre anni fa insieme con mio marito Alfonso e da allora insieme viviamo questa esperienza di comunione e
partecipiamo con entusiasmo agli incontri spirituali e alle varie attività
che ogni anno vengono programmate
(mercatino, cena dell’amicizia, cena
ebraica). Mio marito partecipa rispetto
a me con più prudenza ma in modo più
costante ed io prego sempre il Signore
perché anche lui possa fare quel salto
che gli consentirà di dire al Signore un
piccolo “sì” e di accoglierlo pienamente nella sua vita.
Insomma, il Signore ha fatto grandi
cose nella mia vita e sono felice di raccontarlo!!!!
Marina Moscioni
della mia presenza in quel particolare
momento mi è venuta alla luce
nell’ultimo incontro, durante il quale si
è discusso su alcune proposte riguardanti i termini da scegliere per designare i vari tipi d’impegno e di relazione
con l’Assunzione.
La spiritualità acquisita, che inconsciamente mi ha portato a contatto con
la stessa spiritualità di Madre M. Eugenia, mi ha fatto sobbalzare: quelle
proposte mi sconcertavano perché, a
mio parere, non avevano niente a che
fare con la spiritualità e potevano nascondere la voglia di un riconoscimento umano, il bisogno di un’ appartenenza legata a qualcosa di tangibile,
mentre il nome “amico laico dell’ Assunzione” che avevo appena conosciuto, mi è apparso veramente “grande“
nella scelta di chi l’aveva inizialmente
proposto.
La parola “laico” (dell’Assunzione)
la sento distante dal significato comune
dato a questa parola. Così lascio a voi
le scelte proposte; io non so per quanto
tempo potrò camminare con voi e partecipare alle vostre opere, ma senz’ altro vi farò trasparire la gioia che mi è
stata donata attraverso la lontananza
graduale da cose troppo materiali e discriminanti, che lasciano un sapore
amaro in qualsiasi cosa facciamo.
Ritengo che quelli che vorranno
impegnarsi di più, non avranno bisogno di un simbolo o di un nome particolare per vedere se hanno raggiunto il
loro obiettivo. Questo potranno vederlo
sul volto dell’altro.
Il Ritiro-Vacanza del gruppo “Amici dell’Assunzione - Quadraro”
giunge quest’anno alla 6a edizione.
La prima volta ci siamo dati appuntamento all’Assunzione di SaintGervais (Alta Savoia), la seconda
all’Assunzione di Cannes, poi a
Como, poi a Spiazzi (VR), infine
all’Assunzione
di
Lourdes.
Quest’anno è l’Alta Valcamonica
che ci attende e precisamente Ponte di Legno (BS), dal 23 al 30 Agosto.
Il Ritiro-Vacanza è per noi una
momento forte della nostra vita,
personale e di gruppo. Tempo di
fraternità, di distensione, di riflessione, ma anche possibilità di preghiera prolungata, di condivisione
semplice e profonda. Il primo anno
ci aveva iniziati a questa singolare
esperienza Mère Hélène, negli anni
seguenti siamo stati tanto aiutati da
Sr. Claire Myriam. Quest’anno sarà Padre Giuliano, della Comunità
dei Padri Assunzionisti di Firenze a
farci da guida per inoltrarci nei Sentieri del Signore.
Ci prepariamo a vivere questa
avventura “sempre antica e sempre
nuova” col cuore aperto e fiducioso.
Dio è sempre “l’Imprevedibile”.
Gli Amici del Quadraro
IN
VITO
AI
LETTORI
Maria Rita D’Auce
ALA informa
LE SCELTE
Una coppia di cari amici, ritrovata
dopo tanti anni, mi ha dato il piacere
d’incontrare la realtà dell’Assunzione,
La prima volta è stata in occasione del
50° della professione religiosa di Sr.
Augusta; la seconda volta per un
incontro di preghiera e la terza per
l’arrivo di Olivier Le Gendre.
Il venire a contatto col gruppo di
Viale Romania e l’importanza o meno
Anno II N. 3 - Giugno 2003
CONVEGNI
Convegno Nazionale degli Amici
dell’Assunzione
dal 2 al 4 gennaio 2004
in località da stabilire.
RITIRO-VACANZA
Affinché il
Notiziario ALA
sia sempre più “voce degli Amici”, invitiamo i lettori a partecipare alla sua
crescita, con articoli e comunicazioni
di interesse generale, ed anche con idee per un miglioramento continuo
dell’ iniziativa.
I contributi possono essere inviati
via e-mail all’indirizzo
[email protected]; o, in alternativa indicando “ALA” - ai Telefax:
06.7690.6046 o
06.8535.4307.
Le comunità
prive di posta
elettronica pos-
Anno II N. 3 - Giugno 2003
sono, volendo, segnalarci l’indirizzo
elettronico di un laico disponibile a
fare da tramite.
Notiziario ALA
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