Forme moderne per la valorizzazione del libro Dopo la interessante panoramica dei primi giorni, e le discussioni delle varie Commissioni di studio, possiamo cominciare a trarre gli elementi per un indirizzo pratico di attività capillare per la valorizzazione del libro. Noi siamo tutti convinti della necessità di un « ritorno » al libro o meglio, alla lettura ponderata ed intelligente del libro; siamo convinti che essa può contribuire molto alla formazione della vera cultura; tuttavia dobbiamo constatare con rincrescimento che la nostra convinzione non è condivisa da tutti i nostri contemporanei. Vi è ancora una larga parte della popolazione italiana che non si interessa del libro. Per questo noi ci dobbiamo preoccupare di studiare i mezzi più idonei per presentare, a quanti ancora non conoscono il gusto della buona lettura, l'occasione di farne l'esperienza. Ho accennato ad un « ritorno » alla lettura, riferendomi alle molte persone che, pur avendo ricevuto un'istruzione scolastica anche superiore a quella elementare, si sono lasciate un pò troppo distrarre (magari dalle numerose novità audiovisive del nostro tempo), dimenticando che uno dei veicoli più efficaci della conoscenza è stato, ed è tuttora, il libro. Taluni, poi, (e non sono pochi) ritengono che col conseguimento di un titolo di studio si esaurisca il loro impegno culturale, e dimenticano che l'educazione dell'uomo non è mai del tutto compiuta. Dopo l'insegnamento orale, e subito dopo questo, viene l'insegnamento del libro: sulle pagine del libro - scrive Piero Bargellini - e « soltanto sulle pagine del libro è possibile imparare, riflettere, ponderare, cioè formarsi una coscienza, prima ancora di farsi una scienza». Del resto, lo stesso cinema ha origine da una stesura scritta; il teatro, la radio, la televisione, sono l'espressione visiva, l'interpretazione, di quanto è scritto nel copione. Occorre tener presente che il problema, oggi, è ben diverso da quello che si presentò alle origini del libro, quando la scoperta della 91 stampa a caratteri mobili venne a rivoluzionare il mondo degli amanuensi ed a soppiantare l'era dei manoscritti. A quel tempo il numero delle persone in grado di leggere i nuovi libri era assai scarso; tuttavia la sete di imparare era così viva che la gente faceva pressione perchè i così detti « sapienti » comunicassero, attraverso la lettura ad alta voce, ciò che era stampato nei libri. Oggi, l'analfabetismo va rapidamente scomparendo, ed è un bene; eppure si presenta il problema di come si può creare attorno al libro un'atmosfera che susciti il desiderio di leggere, di approfondire, di pensare. Sembrerebbe inconcepibile una cosa del genere se non fosse purtroppo constatazione quotidiana, nonostante l'aumentato tempo libero, una certa indifferenza nei confronti della lettura. Per migliorare la situazione, occorre l'interessamento e l'attività convergente di tutti quanti hanno a cuore l'elevazione culturale e spirituale del popolo. Se da una parte - come abbiamo visto - competenti uffici ministeriali intensificano la loro opera a favore delle biblioteche e di altre iniziative per la diffusione del libro, è ancora necessaria, anzi indispensabile, l'azione complementare degli editori, dei librai, delle biblioteche anche non statali, della scuola, delle Associazioni a carattere educativo, dei singoli lettori e propagandisti del libro, oltre che della radio, della T.V. e della pubblicità. E' chiaro che non è il caso, oggi, di diffonderci su quanto possono fare gli editori ed i librai e neppure su ciò che attualmente fa la radio, la T.V., la pubblicità; questi discutono dei loro problemi in apposita sede; tuttavia, alla fine del Convegno, potremo far loro presente - in una mozione - i nostri desiderata al riguardo. Ci soffermeremo piuttosto su ciò che può essere attuato da noi, nelle biblioteche, nelle Associazioni, nei vari ambienti in cui ci troviamo abitualmente. Innanzitutto, lo studio del nostro ambiente ci farà conoscere quali ne possono essere i bisogni culturali, espressi od inconsci, e ci stimolerà a ricercare i mezzi per invogliare i non lettori a coltivare la loro intelligenza e per stimolare i lettori pigri a fare uno sforzo per coltivarsi di più. Vi sono tanti modi di « valorizzare » il libro, così che - di proposito, o senza un esplicito intento - ne risulti un risveglio di interesse anche da parte di altre persone. Quando in una conversazione, si parla con entusiasmo di un'opera recentemente letta, normalmente in chi ci ascolta si desta una certa curiosità, che può portare a chiedere in prestito il libro, oppure a chiederne i dati per un successivo eventuale acquisto. Anche questa è una propaganda del libro, e quanto più la si sa fare « bene », (con garbo, con mordente, al momento opportuno) tanto più essa è efficace. Vi sono però anche iniziative di più vasto raggio, ne citerò alcune tra quelle in uso in Italia, che vanno dai « Circoli di lettura », alle « Fiere » e Mostre del Libro, alle Biblioteche di vario tipo. I Circoli di lettura sono già stati sperimentati con successo da varie 92 parti. Si prestano specialmente per l'attuazione in gruppi giovanili, Associazioni, o tra persone dello stesso ambiente di lavoro, o aventi gusti affini. Il desiderio di leggere in queste persone c'è, ma spesso scarseggia la disponibilità finanziaria per l'acquisto dei libri, e non sempre c'è a disposizione una biblioteca attrezzata e aggiornata. Allora un gruppetto (dieci o dodici persone) si accordano per formare un « circolo di lettura ». Sotto la guida di persona esperta, a cui vengono esposte le proprie preferenze a titolo indicativo, si scelgono dieci o dodici libri (tanti quante sono le persone del gruppo) e si acquistano, ripartendo la spesa, in misura uguale, fra tutti. A sorte si estrae il libro che tocca a ciascuno come prima lettura; appena letto, o comunque non oltre un mese dalla data della distribuzione, il libro viene scambiato direttamente o per mezzo del capogruppo; e così via in modo che alla fine dell'anno ciascuno ha letto tutti i libri, ne ha pagato solo una quota (decimo o dodicesimo a seconda del numero dei membri) e viene in possesso di un libro, estratto a sorte tra quelli letti nell'anno. Nel nuovo anno si rinnova l'acquisto di un altro gruppo di libri e si procede con lo stesso sistema. E' interessante rilevare che, di solito, i Circoli di lettura non danno la preferenza a libri leggeri o di scarso valore; le opere di narrativa figurano sì, ma non in maggioranza e sono alternate con libri istruttivi, culturali, di formazione spirituale, biografie ecc. Per quanto riguarda le Fiere del Libro, non si tratta di ripetere pedissequamente iniziative analoghe promosse dai vari Enti, o dai bancarellari. Si tratta invece di manifestazioni specializzate, in cui le bancarelle che si susseguono presentando i libri non sono divise secondo la Casa Editrice, ma secondo il genere di pubblicazioni: ci sarà il reparto libri per bambini, un altro di letture per ragazzi, un altro di viaggi, di libri di informazione, di romanzi, di opere culturali, ecc. La suddivisione viene fatta dagli organizzatori secondo un criterio che mira ad andare incontro ai bisogni e ai centri di interesse del pubblico che visiterà la Fiera. Cartelli indicatori, ben visibili, potranno servire d'orientamento. Questo tipo di « fiera » - di solito - ha la durata di almeno una settimana, e viene allestito in ambienti in cui il pubblico possa accedere con comodità e fermarsi con agio. Un negozio momentaneamente sfitto, posto al centro della città o in posizione ben frequentata, può essere l'ambiente ideale. L'allestimento dei banchi di vendita non richiede particolari difficoltà; tutto però dev'essere dignitoso e accogliente se si vuole che l'iniziativa abbia successo. Talvolta, anzichè di Fiera, si tratta di « Mostra » di un particolare tipo di libri. Il pubblico li può senz'altro acquistare; ma la denominazione « mostra » si riferisce al fatto che si mettono in evidenza (ossia in speciale mostra) determinati generi di opere. Per esempio la « Mostra del libro per ragazzi», organizzata in prossimità delle feste natalizie, è un'iniziativa di questo carattere, che richiama di solito un pubblico 93 piuttosto qualificato. Infatti, interessa specialmente quei genitori benpensanti che tra le strenne per i loro figli vogliono includere anche un buon libro. A poco a poco, nelle famiglie d'un certo livello, si sta facendo strada l'idea della « biblioteca personale » dei loro figlioli. Non un solo libro in dono, ma un gruppetto di libri (magari di minor mole). Il libro isolato, dopo la lettura, può finire in un cassetto. La bibliotechina, invece, richiede il « suo posto » nella casa e tutti sono chiamati a consiglio per decidere « dove » verrà collocata. Il ragazzo ne intuisce l'importanza; al primo gruppetto di libri, altri se ne aggiungono in seguito, ben scelti, adatti, interessanti. La bibliotechina viene mostrata agli amici, ai parenti che vengono in visita. Il libro si valorizza. Dalla bibliotechina personale alla biblioteca pubblica il passaggio è ovvio. Alle biblioteche di studio e di specializzazione i competenti già ricorrono da sè, senza bisogno del nostro incoraggiamento. Si tratta invece di occuparci d'un altro tipo di biblioteca, quella così detta « circolante », o popolare, o aziendale, o parrocchiale, o altro ancora; quella cioè che ha in prevalenza libri accessibili anche ai non studiosi di professione. Esiste una biblioteca di questo genere in un raggio non troppo ampio del nostro ambiente di residenza? Se esiste, è in grado di assolvere bene la sua funzione, oppure avrebbe bisogno di un potenziamento? In una successiva lezione sarà trattato del buon funzionamento della biblioteca, richiamando le indispensabili nozioni di biblioteconomia. Vediamo invece un altro aspetto del problema: che cosa si può fare per colpire favorevolmente l'attenzione del pubblico e invogliarlo a frequentare la biblioteca? Nella nostra epoca, in cui la pubblicità ha invaso ogni campo, e i cittadini sono continuamente sollecitati a soddisfare bisogni più o meno immaginari, perchè non far sentire anche la nostra voce, sia pure con linguaggio dignitoso e forma moderna? Far conoscere la biblioteca, dopo averla disposta in modo « accogliente » è il primo passo. In che modo farla conoscere? Interessando il pubblico sotto varie forme. Quando si tratta di biblioteche già in funzione ci si preoccupa non soltanto di aumentare l'afflusso del pubblico, ma ancor più di sviluppare la curiosità intellettuale dei frequentatori, orientandoli, gradatamente e delicatamente, verso il meglio della produzione editoriale. E si ha cura di educare a poco a poco alla lettura fatta con senso critico. A tale scopo si prestano assai bene certe speciali iniziative, quali: recensioni parlate, libroforum, ed altre ancora, alle quali vengono invitati non solo gli abituali frequentatori della biblioteca, ma pure i loro familiari ed amici. Tuttavia, prima di arrivare a queste iniziative di allargamento della cerchia degli abbonati, è meglio soffermarsi sui particolari accorgimenti da usare per stuzzicare la curiosità del nostro pubblico e fargli gustare qualcosa di più sostanzioso, che non i soliti romanzetti scacciapensieri. Riferisco esperienze che mi sembrano interessanti. In una biblioteca del Nord, le novità librarie, od altri libri che - per particolari ragioni – 94 si intendono « lanciare », vengono esposti bene in vista con cartelli-richiamo appositamente studiati. Per esempio: qualche tempo fa è uscito il libro di Kessel : « La pista selvaggia ». Nè titolo, nè copertina avevano in sè particolare attrattiva, tuttavia il libro, presentato con l'aiuto di un supporto, richiamava l'attenzione con un cartello di questo genere: « Chi sono i Mau Mau? Sanguinari o eroi? Come mai hanno affascinato un giornalista? ». E' bastato questo perchè la curiosità del pubblico fosse risvegliata: è stato necessario acquistare tre copie del libro per soddisfare le richieste. (E non si tratta di un romanzo!). La bibliotecaria, poi, seppe sfruttare bene la situazione perchè qualche settimana dopo, su un apposito leggìo, erano esposti altri libri riguardanti i problemi africani; con la scritta ben visibile: Per chi ha letto « La pista selvaggia », ecco altri volumi che completano l'argomento, e venivano presentati « Il risveglio dei popoli di colore » (di Gheddo) « Africa d'oggi » ed altri. E questi pure ebbero accoglienza insperata. All'epoca dello scoppio della superbomba sovietica, la geniale bibliotecaria ha subito acquistato il volumetto: « Fallout : le precipitazioni radioattive e il futuro dell'umanità » di John Fowler. Il cartello-richiamo risultò quasi superfluo. Benchè non si trattasse di un romanzetto ameno, le richieste furono parecchie ed i commenti in proposito assai ponderati. La tempestività della presentazione fruttò 5 nuovi abbonati alla biblioteca. Nell'approssimarsi delle vacanze estive in alcune biblioteche moderne appaiono avvisi particolarmente intonati alle ferie. Oltre a precisare l'orario della biblioteca nel periodo estivo (o l'eventuale temporanea chiusura), vi sono utili indicazioni per le letture delle vacanze: Ecco un cartello: « Per chi va in montagna » e viene indicato - per esempio - « Storia eroica dell'alpinismo - Dalle Alpi al K 2 » che è veramente molto interessante ed istruttivo. Oppure Andate ad Assisi? Leggete: « Visitare e sentire Assisi » di Piero Bargellini. O ancora: « Per chi vuol fare un viaggio all'estero senza muoversi dall'Italia», e vengono messi in evidenza alcuni volumi della collana Periscopio: « La valle dei Re » (che tratta dell'Egitto e delle varie dinastie dei Faraoni); « Nel Paese degli uccelli Paradiso » (il mistero degli abitanti della Papuasia, rivelato da un missionario), ed altri ancora. Esce un romanzo nuovo, d'un certo valore? La bibliotecaria segue attentamente le recensioni sui giornali, le ritaglia, le incolla su appositi fogli ed espone il tutto bene in vista sul leggìo. Se l'autore è italiano, si procura una fotografia, ed oltre alle recensioni la presenta, corredata di alcuni dati biografici. Documentazione che ha più mordente di quanto si creda, specialmente oggi. In un'altra biblioteca ho trovato il mese scorso un avviso di questo genere: « Ricorre quest'anno: - il cinquantenario dell'opera « L'annuncio a Maria » di Paul 95 Claudel (ed erano messe bene in vista le opere di questo autore in dotazione alla biblioteca) ; - il 4° centenario del « Cammino di perfezione » di S. Teresa d'Avila (ed era presentata la vita di S. Teresa scritta da Papasogli con stile scorrevolissimo); - il 1° centenario de « I Miserabili » di Victor Hugo. Era presentata la nuova edizione della S. Paolo con la introduzione esplicativa che rende innocua l'impostazione ideologica sbagliata. Ecco qualche esempio di intelligente sfruttamento di quei « richiami », che spesso invece sono posti a servizio di motivi assai meno validi. E' chiaro che la persona addetta alla Biblioteca non deve considerarsi soltanto una buona « conservatrice » del patrimonio di libri della biblioteca stessa; oppure un'accurata « distributrice » di tali libri a chi li richiede. Il pubblico attende qualche cosa di più, anche - talvolta - senza saperlo esprimerlo a parole. La bibliotecaria ideale dovrebbe « captare » gli interrogativi che sorgono, in certi momenti, nell'opinione pubblica, e presentare libri che trattino di « quel » problema in modo serio e sicuro. Come si può pensare - per esempio - che oggi, in una biblioteca circolante non ci sia un settore di libri sui problemi familiari? E' un argomento scottante, attualissimo, ma appunto per questo è un tema da approfondire. Su di esso non mancano opere di studi e di divulgazioni. Occorrerà saperle dare in lettura con un certo discernimento, ma non si può restare sprovvisti solo perchè - non essendo romanzetti - saranno richiesti da una minoranza di lettori. Una bibliotecaria ligure, che ha acquistato subito appena uscito il volume di Mario d'Elia « Matrimonio in crisi » diceva recentemente: - Non sono pentita dell'acquisto, anzi! I miei clienti ne sono entusiasti;il libro è sempre fuori, e starà in giro un bel pezzo perchè c'è un lungo elenco di prenotazioni per la lettura... Anche in questo caso, non si tratta d'una lettura di evasione, ma l'argomento ha mordente e i lettori non mancano. E poi, accanto a volumi che si prendono in prestito in biblioteca per argomenti speciali, si possono anche tenere opuscoli da vendere a chi li richiede. Poche pagine, poco prezzo: sono utili da tenere a portata di mano per far leggere a chi ne ha bisogno, e danno il desiderio di conoscere opere di maggior mole. Sull'argomento famiglia, per esempio, l'opuscolo « No, al divorzio, perchè? » si presta benissimo a tale scopo. E' necessario parlare ancora di alcune iniziative che fanno opera di integrazione della biblioteca; quelle iniziative che possono trasformare anche una modesta biblioteca circolante in un « centro di cultura », non riservato a pochi, ma a tutti quelli che desiderano parteciparvi. E' stato già accennato alle « recensioni parlate ». Si tratta di una esposizione vivace e sintetica del contenuto di un libro, corredata dalla lettura di qualche pagina più significativa, fatta ad alta voce, con dizione 96 perfetta, tono adeguato ed un certo calore di convinzione che non manca di comunicarsi agli astanti. La recensione parlata si fa specialmente per il lancio di libri istruttivi, o di formazione spirituale, o di lettura amena per ragazzi. Nei primi due casi, il pubblico ascolta « per sè » la recensione e c'è sempre chi richiede il libro presentato; nell'ultimo caso, gli adulti ascoltano volentieri il racconto e lo tengono presente per eventuali doni da fare ai ragazzi. Dove si tiene la recensione parlata e le altre iniziative che abbiamo accennato? Anche nelle associazioni, o nei luoghi di ritrovo e di villeggiatura. L'ambiente « normale » è però la biblioteca. Se il locale della biblioteca è sufficientemente ampio, oppure dotato anche di una sala di lettura (e sarebbe l'ideale) si tiene nella sede stessa della biblioteca; in altro caso e quando il pubblico - abituato a questi richiami periodici, che di solito sono mensili, escludendo i mesi estivi - gradatamente aumenta, per la propaganda che spontaneamente fanno gli abbonati, allora ci si trasferisce in altro locale, possibilmente non troppo lontano dalla sede della biblioteca stessa. Altra interessante iniziativa: il libroforum; si differenzia dalla recensione parlata su alcuni punti. Anzichè essere « esposizione » sintetica (da parte di chi ha letto il libro, ad altri che ancora non lo conoscono) del contenuto dell'opera in questione, è invece una discussione che si fa di un libro che molti hanno già letto. Anche nel « libroforum » c'è la presentazione dell'autore (quando se ne hanno i dati) e un breve riassunto del libro, ma il giudizio non viene dato da chi dirige la discussione, bensì innanzitutto dai lettori. Il libroforum si tiene, di preferenza, su opere di narrativa, scegliendo libri d'un certo valore ma non privi di elementi discutibili (discutibili, non solo per eventuali pagine scabrose; talvolta sono discutibili per l'impostazione di problemi, o per situazioni che suscitano divergenze di pareri). E' bene tener presente che, tra i romanzi moderni, vi sono alcune opere le quali - nonostante le dichiarazioni degli editori e degli « imbonitori » (compresi certi critici interessati), e talvolta nonostante i premi letterari - sono e restano « sudicerie ». E' ovvio che questi libri non meritano l'onore del libroforum, e normalmente neppure di essere tenuti in biblioteca. Può essere utile che gli educatori li conoscano, perchè di fronte ad eventuali discussioni con giovani, o altre persone che leggono senza discernimento, possono avere maggiori elementi per chiarire le idee a chi ne ha bisogno. Tuttavia, questo genere di libri non merita evidentemente che si ci preoccupi di diffonderlo. Come si svolge un libroforum? Dopo l'esposizione della vicenda narrata, per rammentarla a chi l'ha letta e darne un'idea a chi non ha letto il libro, chi dirige il libroforum invita i presenti ad esprimere le proprie impressioni e valutazioni, circa il romanzo in questione. C'è la massima libertà di parola; non si tratta solo di un dialogo 97 tra chi dirige e una persona del pubblico, ma anche altri fra i presenti possono pronunciarsi, in risposta o a chiarimento di ciò che il primo interlocutore ha detto, oppure dissentire dal giudizio spresso. Chi fa da moderatore, coordina la discussione, la orienta - se è il caso - in modo che vengano messi in evidenza i problemi che affiorano nel libro, ma specialmente ha cura di far scaturire dalla discussione « il messaggio » dell'autore, ciò che questi intendeva esprimere attraverso la sua opera. E' ovvio, che non sempre l'impostazione dei problemi o delle situazioni è convincente; e non sempre il messaggio dell'autore è un messaggio cristiano. In questo caso, obiettivamente si constata come l'autore non sia purtroppo riuscito a trovare la verità, o si sia fermato a metà strada. Deplorare questo fatto non significa misconoscere gli eventuali valori umani presenti nel libro: vuol dire soltanto « dimensionare » l'opera secondo giustizia e verità. Il libroforum è un'eccellente educazione alla lettura attenta e vigile, è un allenamento all'equilibrio ed al sano spirito critico. La novità del metodo può, sulle prime, un pochino sconcertare o lasciare delle perplessità; ma gradatamente manifesta le sue possibilità di formazione mentale. Chi è portato a vedere tutto nero, scopre che altri lettori hanno trovato nel libro anche dei lati buoni, che egli non aveva avvertito; invece chi, nell'euforia della narrazione avvincente, non si era accorto di gravi errori d'impostazione, starà più attento in seguito. Chi è propenso a lasciarsi ni cantare dalla forma letteraria a scapito del contenuto, si accorge della sua lacuna; e chi - per la sua impreparazione letteraria - si ferma all'episodio particolare e non sa vedere come esso si inquadri nell'insieme dell'opera, sarà più cauto in seguito nel dare giudizi, perchè vedrà dischiudersi un orizzonte più vasto di quanto credeva. Un elemento che può dare « mordente » al libroforum è dato, talvolta, dal discutere l'opera di un autore locale. Altra forma nuova, che può suscitare interessamento, è il dibattito. E' stata sperimentata in ambienti di livello culturale un pò più elevato, ma in scala più ridotta, si potrebbe tentarla anche nelle nostre biblioteche meglio avviate. Per esempio, potrebbe fornire l'argomento qualche premio letterario più discusso. Non sempre le assegnazioni dei premi convincono il pubblico: se due o tre persone ben preparate presentano la nuova opera obiettivamente, anche se sostengono punti di vista diversi, chi ascolta può trarne utili indicazioni e chi dirige il dibattito trarrà la conclusione opportuna. Per alternare e variare le forme di « incontro » tra la biblioteca ed il suo pubblico (composto non soltanto dagli abbonati più assidui; ma anche dai loro amici, familiari, compagni di lavoro, ecc.), in altre occasioni si possono far ascoltare dischi con brani di capolavori letterari, premettendo - se è il caso - una breve presentazione dell'autore e dell'opera. Oppure proiettare cortometraggi su argomenti che sono pure trattati da libri che s'intendono lanciare. Una biblioteca che si rispetti non manca di un settore di libri di 98 viaggi, di costumi di altri Paesi. Un cortometraggio sulla Palestina, per esempio, avrebbe grande attrattiva per molti e farebbe richiedere libri che ne parlano diffusamente (e non mancano!). Ora, recensioni parlate, libroforum, segnalazioni con cartoncini di richiamo, dibattiti, dischi, cortometraggi ed altro ancora, che la genialità dei singoli può escogitare, tutto mira a suscitare desiderio di leggere, ma di leggere NON un libro qualsiasi, bensì di leggere opere che arricchiscono lo spirito, che aiutino a maturare la personalità; ossia opere che stimolano ad analizzare, a valutare, a riflettere, a discutere, a ragionare rettamente. Pur evitando qualsiasi forma che possa dare l'impressione di voler imporre il proprio pensiero, un'attività di questo genere non si può svolgere « a freddo » : solo chi è illuminato e riscaldato da un ideale superiore si impegna a fondo in un'impresa tanto ardua quanto è quella di far gustare libri ottimi, non agli studiosi, ma a coloro che fino a questo momento ambiscono ben altro cibo intellettuale o addirittura non gradiscono alcun cibo per il loro spirito, ma potrebbero in seguito aprirsi a qualcosa di superiore. Tra i mezzi moderni per la diffusione delle idee, il libro è ancora tra quelli più idonei a dare la consapevolezza dei valori umani e ad affrancare da una vita con bisogni soltanto primordiali. L'essenziale però, in questo sforzo per la valorizzazione del libro, è di inculcare nei lettori l'arte di discernere il vero dal falso, è ancora di destare il senso delle realtà umane alla luce della concezione cristiana della vita, che considera l'uomo completo: corpo ed anima, persona individuale e membro della società, cittadino della terra ed eletto dal cielo. Allora non avremo lavorato invano. MARIA SOLA __________ Prof. MARIA SOLA, capo Ufficio Stampa UDACI, direttrice dei Corsi per l'educazione degli adulti alla lettura promosso dall'Ente per l'Educazione della Donna. 99