Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, NE/BL Anno LXXX - n. 4-5 - Agosto-Ottobre 2014 www.agordo.diocesi.it Taxe perçue - Tassa riscossa 32100 BELLUNO - ITALIA BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO Benedetto Matrimonio! Quante discussioni, quante idee, quanta varietà di pensiero e di opinioni sul matrimonio! E quanto individualismo e relativismo appare in tutto quello che da tempo viene proposto e si vorrebbe come “paritario” rispetto al matrimonio. Una confusione che, sostanzialmente, nasce dal fatto di ritenere che il matrimonio sia una invenzione umana e che quindi possa essere lasciata alla libera determinazione di uomini, istituzioni, parlamenti, magistrati… Noi cristiani però non possiamo fare battaglie di difesa o di “retroguardia” come le definisce qualcuno. Non siamo chiamati, cioè, a difendere una realtà “nostra”, ma semplicemente a proporre con costanza, serenità e serietà il matrimonio, istituto naturale, aperto alla vita grazie proprio Sommario La nota pastorale " 2 Spigolando in Archivio " 3 Vita della Comunità " 5 Sinodo e famiglia " 7 Catechismo forma nuova " 8 Campeggio foraniale "11 Cristiani perseguitati "13 Il racconto di Cielo blu "14 Solidarietà/Volontariato “ 15 Cronachetta agordina "20 L’estate del CAI "26 Omaggio a Dolomieu “ 28 La guerra in... scatola “ 30 Mondo scuola "31 Educare alla mondialità “ 36 ITIM viaggio istruzione ’54" 38 Il mio primo impiego ’51 " 38 Felicitazioni e auguri "40 Lettere a Echi "44 In memoria/Anagrafe " 44-47 Toponomastica agordina " 48 Accompagnando il Sinodo dei Vescovi… ed è preparata ormai per una impresa meravigliosa: formare una nuova famiglia, creare un nuovo germoglio sulla pianta frondosa dell’umanità. alla diversità e complementarietà dei sessi. Matrimonio che il cristiano sa essere stato elevato da Gesù a sacramento dello stesso amore che Cristo nutre per la Chiesa. Ci chiediamo cos’è allora il matrimonio e il matrimonio cristiano in particolare. Non certamente un contratto privato tra persone che “si vogliono bene”. Nel libro della Genesi leggiamo: «perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e andrà con sua moglie e saranno tutti e due una vita sola” (Gen 2,24). Queste espressioni sono state scritte in un contesto beduino nel quale le mogli si vendevano, si compravano, e un uomo ne poteva avere quante gliene permettevano le sue sostanze. Dio, dunque, fin dall’inizio ha voluto un solo uomo per una sola donna, facendo conoscere attraverso il popolo eletto questa sua volontà: indissolubilità e unicità del matrimonio. Un uomo solo con una donna sola che non si compra e non si vende in un rapporto che nasce dal cuore ed è vincolato dall’amore. Una realtà che l’umanità non è stata in grado di realizzare al cento per cento e che, oggi, sembra da più parti essere rifiutata, in nome di un malinteso senso di libertà e di democrazia che - di fatto - ci sta sottomettendo ad una sorta di dittatura di qualche agguerrita minoranza secondo la quale ogni “unione” può (o deve) essere riconosciuta come “matrimonio”, con tutte le conseguenze che conosciamo. E forse non ci rendiamo conto a sufficienza che, con le parole “1’uomo lascerà suo padre e sua madre”, viene affermato anche che tale scelta dovrebbe essere il segno che la persona è arrivata alla maturità, ha lasciato l’infanzia, la casa, Ecco: questo solo sarà per noi il “matrimonio”. Il resto lo crei pure - se lo vuole e ne ha i numeri - il Legislatore, ma quello che uscirà non potrà mai essere definito “matrimonio”: sarà semplicemente e giustamente il riconoscimento giuridico di alcuni diritti e garanzie a chi si vuole unire ad un’altra persona e legarsi reciprocamente in maniera affettiva ed effettiva. Ma nulla più. Il matrimonio, con buona pace di tutti, è ben altra cosa. E gli sposi cristiani sono chiamati a mostrare proprio la bellezza e la forza, la gioia dell’amore coniugale, capace di generare una nuova vita! L’Arcidiacono ORARIO delle CELEBRAZIONI per il 1 e 2 NOVEMBRE 2014 Sabato 1 novembre - Solennità di TUTTI i SANTI - 9.40: Arcidiaconale: preghiera comunitaria delle Lodi mattutine - 10.00: Arcidiaconale: S. Messa per la Comunità Parrocchiale - 14.30: Vespri solenni, Processione al cimitero e benedizione delle tombe dei nostri Cari defunti - 18.30: Arcidiaconale: Santa Messa Domenica 2 novembre Commemorazione dei FEDELI DEFUNTI - 10.00: Arcidiaconale: S. Messa per la Comunità Parrocchiale - 14.30: Cimitero: Santa Messa per tutti i fedeli defunti - 18.30: Arcidiaconale: Santa Messa Ottobre 2014 2 Echi di Agordo La nota Diamo il primato alla Parola Vogliamo provare ad essere pastorale del Vescovo “Chiesa in uscita”? “Dobbiamo riconoscere che come Chiesa forse siamo più una Chiesa di riti che di Parola. Una Chiesa che si ritrova attorno a gesti e pratiche comuni più che una Chiesa convocata dalla Parola di Dio, plasmata dall’ascolto, dalla meditazione, dalla ricerca”. È quanto scrive un parroco del nostro “Nordest” che condivido appieno. Dobbiamo cercare di trovare nella Parola un riferimento essenziale per evitare che Dio diventi una specie di idolo che ci rassicura un po’, soprattutto in certe situazioni, ma non ha presa sulla mia vita; diventa una specie di cerotto che copre le ferite, ma non le guarisce. Occorre allora avvicinare Dio alla nostra vita (ma concretamente!) attraverso l’ascolto della sua Parola e l’impegno a far sì che questa Parola permei e trasformi la vita quotidiana di ciascuno. Con il Consiglio pastorale abbiamo perciò deciso di intraprendere un cammino, in parte “nuovo”. Abbiamo suddiviso la Parrocchia in diverse zone. In ogni zona si è trovato o si troverà in seguito un animatore, o una coppia di animatori, perché sono i laici per primi ad essere chiamati a mostrare la bellezza della fede, vissuta in prima persona. Il Vangelo va “mostrato”, non “spiegato”. L’Animatore aprirà la propria casa per incontri periodici (in Avvento ce ne saranno due, poi a partire da gennaio, un incontro mensile). L’incontro sarà caratterizzato dalla preghiera e dell’ascolto di un brano della Parola su cui si rifletterà insieme. L’Animatore non sarà colui che dovrà dare risposte a tutti e su tutto, ma il semplice coordinatore degli interventi e dare eventualmente qualche spunto che aiuti la riflessione comune. Calcisticamente parlando, dovrà essere più un “raccattapalle” (evitare dispersioni fuorvianti rispetto all’argomento) più che un arbitro. È importante che ciascuno dei partecipanti non ritenga la sua presenza semplicemente come un momento di “ricarica spirituale” personale, ma come: - occasione di confronto tra la Parola e la propria vita che porti poi magari a ripensare o rivedere i propri comportamenti - impegno ad essere nella propria via, quartiere, condominio o gruppo di abitazioni il tramite tra il centro della parrocchia e la zona di riferimento (attenzione a necessità presenti, agli anziani, a particolari eventi; far conoscere le iniziative parrocchiali, magari semplicemente portando nelle famiglie (con delicatezza e rispetto) il foglietto settimanale ecc… - impegno a vivere la vita della parrocchia con spirito attivo e costruttivo secondo le proprie possibilità. In questo modo il Centro di ascolto (o Gruppo del Vangelo) non corre il “rischio” di essere solo un momento pur importante per la crescita spirituale della persona, ma diventa veramente una specie di centro di irradiazione di impegno ecclesiale, alla luce e con la forza della Parola di cui ci si è arricchiti. Il sogno, ma anche l’obiettivo concreto raggiungibile, è che nascano nelle varie zone della parrocchia piccole Comunità che chiameremo “Comunità Ecclesiali di Base” (CEB) che si nutrono della Parola per essere lievito buono che fa fermentare tutta la pasta (cf. Mt 13,33). Quest’anno la Parola di Dio ci aiuterà a ri-conoscere la persona di Gesù, a comprenderne meglio il legame con la nostra vita, ad abbracciarne con gioia il messaggio, a diventare suoi testimoni nel quotidiano. Ovviamente, sarebbe bene che la Parola avesse il suo posto preminente anche nelle altre attività parrocchiali: perché i Cori parrocchiali non possono iniziare e/o concludere l’attività con una preghiera o con le parole di un salmo? Perché i giovani non possono iniziare le attività con una preghiera, un canto o con la lettura del vangelo della domenica? Probabilmente già si fa… magari occorre dare un po’ di più importanza! Insomma si tratta di credere che “se io ho piantato e Apollo ha irrigato, è Dio che ha fatto crescere” (cf. 1Cor 3,6). Don Giorgio Il Vescovo ha presentato e consegnato ufficialmente alla Diocesi la “Nota pastorale”, intitolata “Siamo il profumo di Cristo”. È stata illustrata da don Giorgio al Consiglio Pastorale, con particolare riferimento ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana (battesimo, confermazione ed eucaristia). Anzitutto il Vescovo, citando Papa Francesco, invita a vincere il rischio di essere cristiani “tristi” perché abbiamo ricevuto il grande dono gratuito della grazia, soprattutto nei tre sacramenti della Iniziazione cristiana: Battesimo, Cresime ed Eucaristia. Questi ultimi due, nella nostra parrocchia, verranno celebrati in una unica cerimonia, dal Vescovo, nella prossima primavera, anche per sottolineare come il cammino cristiano ha il suo culmine proprio nel sacramento dell’Eucaristia. A renderci “profumo di Cristo” sono questi tre sacramenti: il Battesimo che ci innesta in Cristo, la Cresima che conferma la presenza dello Spirito del risorto con i suoi doni e i suoi frutti; l’Eucaristia, sorgente e vertice di tutta la vita cristiana: non c’è traguardo più grande da raggiungere. Nella seconda parte il Vescovo ci ricorda che siamo chiamati a diffondere il profumo di Cristo, proprio come servitori della gioia; a questo impegno sono chiamati in primo luogo i genitori e, in questa società in continua evoluzione, anche i nonni chiamati spesso a sostituire genitori impegnati nel lavoro. Qui si inserisce una lunga riflessione che riguarda la prassi pastorale nelle parrocchie, l’età per i sacramenti della Confermazione e dell’Eucaristia, i percorsi formativi seguenti con una partecipazione più attiva alla vita anche liturgica della Comunità. Nell’ultima parte il Vescovo auspica che la nostra Chiesa, sia Chiesa che vive nella speranza, curando che al suo interno cresca la pace; impegnandoci ad essere capaci di amare la nostra terra, autentica “memoria della creazione” la cui custodia premurosa diventa profezia dei “cieli e terra nuovi”; sapendo fermarsi e pensare di fronte al nostro patrimonio artistico attraverso cui anche il vangelo parla; amando la liturgia, celebrazione comunitaria della fede; valorizzando e favorendo relazioni umane sempre più intense e vere. La Nota pastorale termina con una presentazione del Vangelo di Marco che ci accompagnerà in quest’anno 2014-2015. d.G. Zone in cui è stata suddivisa la Parrocchia Un gruppo di lavoro scelto all’interno del Consiglio Pastorale si è riunito per suddividere la Parrocchia in zone (non sono state indicate tutte le vie) alle quali saranno assegnati gli Animatori dei Centri di Ascolto da cui speriamo nascano le Comunità Ecclesiali di Base (CEB) Ponte Alto-Pragrande-Col di Foglia Faion-Veran-Crostolin-Le Grave Centro 1 Centro 2 Centro 3-Tóccol-Bries Farenzena-Val di Frèla-Paréch Rif-Piasént-Colvignas Giove-Valcozzena-Brugnach Il Parroco sta contattando i possibili Animatori che, una volta preparati da alcuni incontri, si presteranno per dare inizio al cammino. Gli incontri cominceranno in Avvento (ne sono previsti due) nelle zone dove avremo trovato gli Animatori. Da gennaio i “Centri di Ascolto” avranno cadenza mensile. Può darsi che, almeno all’inizio, non si trovino animatori per ogni singola zona disposti a guidare il gruppo e ad aprire la propria casa: in questo caso ciascuno può scegliere il luogo più vicino per la propria partecipazione. Resta inteso che - comunque - ognuno può partecipare al Gruppo dove meglio crede. Ottobre 2014 Echi di Agordo Padre Felice Maria Cappello JS, il grande studioso del Diritto canonico, professore all’Università Gregoriana, consultore della Curia Romana e per 40 anni “il confessore di Roma” nella chiesa di Sant’Ignazio, in procinto di diventare santo, ha vissuto frequentemente le sue vacanze estive ad Agordo dal fratello monsignor Luigi, Arcidiacono della Pieve fino all’ottobre 1952. Felice Maria Cappello nacque a Caviola l’8 ottobre 1879 da Antonio e Bortola Bortoli e morì a Roma il 25 marzo 1962. Riportiamo di seguito la sintetica scheda anagrafica, peraltro già pubblicata (Echi febbraio 2009) in occasione del ricordo in memoria del fratello mons. Luigi, 31° Arcidiacono di Agordo. La famiglia Cappello arrivò a Caviola, allora parrocchia di Canale, da Cavaso del Tomba (TV) attorno al 1830. Bonifacio (1779) era artigiano tintore tessile ed era venuto con la moglie e Cassandra Cunial (1779) e con due figli. I ragazzi intrapresero il mestiere del padre e si sposarono con ragazze del posto, Domenico (1809) sposò nel 1832 Maria Caterina Serafini e Battista (1812) sposò nel 1835 Margherita De Mio. Da quest’ultima coppia nacquero ben nove figli, il primo dei quali di nome Antonio Luciano, nato a Caviola il 6 ottobre 1835, sposò a Forno di Canale, il 15 marzo 1866 Maria Bortola Bortoli di Feder, nata il 3.11.1838. Da questa unione nacquero 10 figli, il primo Giovanni Antonio (1866), poi Serafino (1868), Vincenzo Clemente (1870), Rosalia (1872) che morì dopo un mese, Rosalia (1873) morta a vent’anni, Maria (1874 +1875), Vincenzo (1876 +1903), ottavo figlio Luigi (1.10.1877 +7.10.1952) arcidiacono di Agordo, Felice (8.10.1879 + 24.3.1962) padre gesuita e infine Maria (1882 +1912), suora. Felice M.e il fratello Luigi, terminata la scuola elementare, stimolati dal cooperatore don Andrea Serafini e dall’arciprete di Canale don Antonio Della Lucia, che alimentarono assieme alla famiglia la loro formazione umana e spirituale, frequentarono il Seminario vescovile minore di Feltre e quindi il Seminario maggiore Gregoriano di Belluno; Luigi fu ordinato sacerdote il 20.1.1901, mentre per Felice l’ordinazione avvenne il 20.4.1902. 3 a cura di GABRIELE BERNARDI Uomini illustri Felice Maria Cappello Roma. Chiesa di S. Ignazio e confessionale di Padre Felice Servo di Dio, Gesuita Agordo: la villeggiatura di un Santo Don Felice, inviato quale cooperatore a Castion e poi a Sedico, all’impegno pastorale unì anche un intenso studio. Il risultato di tale vigore, unito alle grandi capacità intellettuali, fu che don Felice, già nel 1904, si laureò in teologia presso la facoltà di Bologna, l’anno seguente in filosofia all’Accademia di San Tomaso d’Aquino a Roma e ancora, un anno dopo, nel 1906, conseguì la laurea in utroque jure all’Apollinare di Roma. Casa natale di padre Felice, a Caviola. Nel frattempo, nell’anno scolastico 1905-06, a don Cappello fu assegnata la cattedra di Diritto Canonico nel Seminario maggiore di Belluno. Insegnò fino alla fine del 1909, ma in quegli anni, con l’intento di irradiare la luce di Gesù nelle anime, a cominciare dai sacerdoti, don Felice collabora con la stampa locale facendosi portavoce di un impegno dei cattolici in prima persona nella vita politica in difesa della Verità, del bene comune, a servizio delle classi più umili. Già nel 1905, nell’opuscolo intitolato “La questione dei cattolici alle urne”, toccava l’argomento spinoso dal motto non expedit, la formula con cui la Santa Sede (dapprima Pio IX con l’enciclica “Quanta cura”, 1864 e la bolla pontificia “il Sillabo”, 1877, poi Leone XIII col decreto del 1886 “Non expedit importat prohibitionem”), dopo l’occupazione di Roma, aveva vietato ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche. Con queste accuse e contraccuse di modernismo, in seguito a una Visitazione Apostolica, tutti gli insegnanti bellunesi furono rimossi e sostituiti dai Padri Stimmatini di Verona. Neppure don Felice fu risparmiato, ma, con il senno di poi, fu per lui una svolta provvidenziale per tutta la vita. Messe le sue poche cose nella valigia partì per Roma in attesa di nuovi incarichi. La tesi di don Felice della revocabilità del precetto astensionista, non expedit, venne ripresa e sostenuta anche sulle pagine di Civiltà Cattolica. Pio X, che già si preparava a cancellare quell’impedimento ormai superato dai fatti, fece inviare alla Curia di Belluno una nota che dichiarava l’opuscolo “La questione dei cattolici alle urne” essere espressione delle idee della Santa Sede e quindi preparava il terreno alle illuminate disposizioni del Santo Padre per la revoca del non expedit perché, come diceva don Felice “…ciò non è applicazione di un precetto naturale divino... ma un semplice precetto disciplinare ecclesiastico”. Trasferitosi a Roma, con un inizio così “robusto”, sembrava destinato da subito a una carriera ecclesiastica altrettanto brillante. Non fu così, partecipò a concorsi per impiego alla Sacra Congregazione e al Sant’Uffizio e, pur avendo superato le prove con ottimi risultati, non venne assunto con una motivazione assai semplicistica: “…Quel concorrente era uno studioso… meglio lasciarlo ai suoi studi, ed a scrivere (segue a pag. 4) Ottobre 2014 4 (segue da pag. 3) Padre Felice Cappello Il confessionale di Padre Felice nell’arcidiaconale di Agordo. opere nuove…”. Il sostegno al modernismo bellunese gli aveva fatto un brutto scherzo, gli aveva creato attorno terra bruciata. Fu un duro colpo e così, per superare quel risentimento, chiese di partire per Lourdes, per incontrare “la Madonna e sentire cosa Ella volesse da lui”. Passò un’intera notte in preghiera e l’indomani spedì un telegramma chiedendo di entrare nell’Ordine dei Gesuiti, la Compagnia di Gesù. Era il 1913, aveva 34 anni ed era prete da 11; fu accolto, alla scuola a villa Torlonia e a Castel Gandolfo era novizio, ma con un nome già noto tra i “canonisti” del tempo. Da qui inizia la sua vita di Padre gesuita e di insegnante, dapprima di diritto canonico e teologia morale ad Anagni per passare nel 1920 alla pontificia Università Gregoriana, dove insegnò teologia morale e pastorale, diritto canonico e pubblico, fino a ottant’anni, nel 1959. Morì tre anni dopo, il 25 marzo 1962. Frutto dell’insegnamento a Belluno furono le Istituziones juris publici ecclesistici, pubblicate da Marietti nel 1910, che aprirono la strada alle centinaia e centinaia di pubblicazioni (in latino) con molte riedizioni. A Roma, oltre all’insegnamento, il suo curriculum, di fama internazionale, comprendeva pure, come già accennato, una ricca produzione editoriale, di cui proponiamo solo due titoli, ad esempio, di opere divenute veri classici del Diritto canonico, la “Summa Juris Canonicis” e gli insuperati cinque volumi sul diritto sacramentario “Tractatus Canonico-Moralis de Sacramentis”. È da rilevare pure che le riedizioni non erano semplici ristampe ma vere e proprie edizioni. Trovava sempre qualcosa di nuovo per completare e perfezionare le sue opere. Su questo argomento potremmo continuare a volontà, ma per ora ci fermiamo qui. La sua fama di uomo santo l’ebbe nel suo impegno di confessore, “aveva il dono di dare serenità e tranquillità, sapeva dare sicurezza e pace interiore” (card. G.B. Re). Al termine delle lezioni alla Gregoriana percorreva le vie cittadine per raggiungere, non molto lontano, la Chiesa di sant’Ignazio, dove si chiudeva fino a sera nel “Suo confes- sionale”, il secondo, presso la sacrestia. Padre Felice vedeva nella confessione la salvezza dei peccatori per la liberazione dai peccati e per suscitare l’impegno a migliorare e così tutti, ed erano tanti, uscivano dalla confessione con lui rasserenati. Perciò fu chiamato “il confessore di Roma”. Ciò che ci ha spinto a parlare di Padre Felice, oltre a ricordarlo per far conoscere la sua santa vita, è il desiderio di comprendere qual’era il rapporto con il fratello arcidiacono e con la popolazione di Agordo. Molti ancora oggi ricordano questo piccolo prete o per essersi confessati da lui o perché lo vedevano passeggiare per le vie del nostro paese. Speravamo di verificare la sua presenza ad Agordo con qualche documento. Lo studio delle carte, poche a dire il vero, relative a monsignor Luigi, non ha dato risposta alla nostra do- Copertina del registro firme. Libro delle Messe. Una pagina dell’agosto 1942. manda e di Padre Felice in quel cartolare è presente solo una breve lettera del 24.1.1946 nella quale, oltre ad alcuni chiarimenti in merito al Quaresimale e alle messe di legato del Beneficio parrocchiale e della Fabbriceria, c’è il continuo ripetersi, insistente, della necessità di pregare: “Io continuo a pregare e faccio pregare molte anime buone e fervorose. Manteniamoci sempre uniti nel vincolo della preghiera, dell’affetto, del ricordo costante e quotidiano nella S. Messa. Saluti affettuosissimi nei Cuori di Gesù e di Maria…”. Ma “Spigolando in archivio” è una rubrica che vuole essere utile a scoprire notizie inedite e abbandonate dalla “Storia”, perché ritenute poco significative, e divulgarle per fare… più grande la Storia. Ebbene, dopo una accurata ricerca, le uniche tracce documentali ritrovate in Archivio della presenza di Padre Felice ad Agordo sono le sue firme timidamente tracciate sui quaderni che la parrocchia utilizzava per confermare il sacerdote celebrante le messe quotidiane sugli altari dell’Arcidiaconale. I registri utili presenti datano dal 1942 e si nota la presenza di Padre Felice dall’ultima decade di luglio a tutto agosto, a volte anche fino alla prima settimana di settembre. Non fu presente ad Agordo negli anni 1943, ‘44, ‘45, sicuramente a causa della guerra e le sue risultano anche nel 1952 quando, oltre al soggiorno estivo, ritornò per i solenni funerali del fratello Luigi, morto il 7 ottobre e celebrati il 10, giornata di lutto cittadino, alla presenza di oltre 70 sacerdoti. La messa fu officiata da monsignor Augusto Bramezza, concelebranti il vescovo Muccin, padre Felice, don Mario Vallata (amministratore della sede vacante) e una quindicina di sacerdoti; l’omelia fu tenuta da don Ferdinando Tamis. Non ci sono altre notizie sulla sua villeggiatura agordina, ma è logico pensare che trascorresse gran parte del suo tempo con il fratello Luigi nella casa canonica di piazzetta Garibaldi e nel grande giardino annesso, oltre che in chiesa per le sue pratiche religiose e le confessioni. Anche ad Agordo come a Roma è ricordato ancor oggi dalle persone presenti in quegli anni e che facevano la coda per farsi confessare da quel santo uomo. È singolare aver fatto, senza volerlo, cenno a Garibaldi del quale, Padre Felice nella stampa bellunese, negli anni delle sue polemiche discussioni nel conflitto tra Stato e Chiesa, arrivò a definire “il bandito di Caprera”, provocando i patrioti che lo insultarono e in piazza bruciarono il giornale su cui aveva scritto. Nelle sue vacanze estive ad Agordo Padre Cappello andava a visitare i famigliari, passava a Forno di Canale a salutare don Filippo Carli, allora arciprete, suo coetaneo e amico, fermandosi a celebrare la Messa e a predicare. La chiesa si riempiva Echi di Agordo Un bel dipinto di P.Felice con lo sfondo delle Cime d’Auta. Parte della pagina di ottobre 1952. I funerali di mons. Luigi di gente che proveniva da tutta la vallata. Molti poi andavano a confessarsi da lui ad Agordo e qui, negli anni 1935-27, quando padre Felice d’estate veniva a trovare suo fratello Luigi, incontrava anche don Albino Luciani, fresco prete e nuovo cappellano della parrocchia. E molto spesso si trovarono uno di fronte all’altro, chiusi nei confessionali, a svolgere quel delicato compito sacramentale che l’ormai maturo padre e il giovane prete avevano condiviso. Lì, nella chiesa Arcidiaconale, c’è ancora il confessionale da lui utilizzato, sulla sinistra vicino alla porta della cappella della Madonna. Il 24 giugno scorso il Vicariato di Roma ha concluso la fase diocesana del processo di beatificazione, alla presenza del vescovo Andrich, del parroco di Caviola don Bruno De Lazzer, del sindaco di Falcade Michele Costa e di una consistente delegazione di pellegrini della Val del Bióis e bellunesi. Davanti al Postulatore e al suo vice, sono stati sigillati con la ceralacca i volumi contenenti le testimonianze su Padre Cappello, compresa quella raccolta l’anno scorso a Caviola da don Bruno. Il dossier sarà portato alla Congregazione delle cause dei santi, dove una commissione di teologi ed esperti verificherà le virtù eroiche del candidato. (G.B. 1 - continua) Echi di Agordo Ottobre 2014 5 VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ 22 Giugno. La solennità del Corpus Domini 29 giugno La festa dei Santi Patroni Pietro e Paolo Immagini dalla solennità del Corpus Domini,dei Patroni Pietro e Paolo e dalla domenica 14 settembre, festa dell’esaltazione della Croce. In quest’ultima occasione la S. Messa parrocchiale è stata animata dal Coro parrocchiale di Cavarzano foto sotto) con apprezzati brani a più voci. Non è la prima volta che questo Coro viene in Agordo e, nonostante la nostra Comunità abbia la ricchezza di tre Cori, speriamo possa ritornare! 14 settembre Festa dell’esaltazione della Croce 6 Ottobre 2014 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Domenica 5 ottobre: S. Cresima per 37 ragazzi Aiuto Martina, Basso Luca, Benvegnù Emily, Candiani Sara, Bernardi Marco, Case Tommaso, Castroflorio Salvatore, Chiea Eleonora, Conedera Andrea, Da Campo Samuel, Del Din Patrik, Dell’Antone Alice, Dell’Osbel Daniele, Follador Francesca, Fontanive Andrea, Fusina Davide, Giacomini Arianna, Laganà Francesco, Lanciato Thomas, Lena Nicole, Marchi Jacopo, Masoch Martina, Mezzacasa Nadia, Miola Mattia, Muti Roberto, Pescosta Yuri, Ramos Thaise, Ren Francesco, Roilo Anna, Santomaso Martina, Schena Alice, Schena Shamila, Selle Manuel, Sonzogni Valentina, Soppelsa Claudia, Soppelsa Filippo, Tissi Fabio. Foto-ricordo con il Vescovo Il Sito della Parrocchia del Coro dei Giovani ha un “Forum” per dialogare e dei Chierichetti Con il sito, ora rinnovato, la parrocchia intende dare modo, a coloro che lo desiderano, di dialogare su argomenti vari, anche a richiesta. Per il momento, iniziamo con l’argomento “Famiglia” e “matrimonio”. Entrando nella home page del sito, in alto a destra si trova la casella “Mi sta a cuore”. Cliccando su di essa, si apre il “forum” dove si troverà una riflessione o una domanda sull’argomento, a cui si potrà rispondere o che si potrà commentare, magari portando anche esperienze proprie, pur rimanendo nell’anonimato. Si può così iniziare un dialogo, anche con chi magari è un po’ ai margini della vita cristiana. Invitiamo tutti , anche dall’estero, a usufruire di questa opportunità! Ottobre 2014 Echi di Agordo 7 VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Il Sinodo straordinario “Famiglie in Parrocchia” una piccola comunità in cammino dei Vescovi sulla famiglia Alcune considerazioni emerse nel dibattito Nelle prime riunioni dei Padri sinodali sono emerse alcune riflessioni che riporto perché danno il senso del confronto e della disponibilità all’ascolto reciproco, e prima di tutto della docilità allo Spirito. Il matrimonio è e resta un sacramento indissolubile; tuttavia, poiché la verità è Cristo, una Persona, e non un insieme di regole, è importante mantenere i principi, pur cambiando le forme concrete della loro attuazione. Insomma, come diceva Benedetto XVI, novità nella continuità: il Sinodo non mette in discussione la Dottrina, ma riflette sulla Pastorale, ovvero sul discernimento spirituale per l’applicazione di tale Dottrina davanti alle sfide della famiglia contemporanea. In questo senso, la misericordia non elimina i comandamenti, ma ne è la chiave ermeneutica. Il Vangelo non va spiegato, ma va mostrato - si è detto in Aula - e soprattutto vanno coinvolti i fedeli laici nell’annuncio della Buona Novella, evidenziandone il carisma missionario. L’evangelizzazione non deve essere una teoria spersonalizzata, ma deve fare sì che le famiglie stesse diano, concretamente, testimonianza della bellezza e della verità evangeliche. La sfida, si è detto, è quella di passare da una situazione difensiva ad una propositiva e attiva, ovvero rilanciare la capacità di proporre il patrimonio della fede con un nuovo linguaggio, con speranza, ardore, entusiasmo, offrendo testimonianze convincenti, creando un ponte tra il linguaggio della Chiesa e quello della società. Inoltre, è stato sottolineato come anche situazioni imperfette debbano essere considerate con rispetto: ad esempio, unioni di fatto in cui si conviva con fedeltà ed amore, presentano elementi di santificazione e di verità. Essenziale, quindi, guardare innanzitutto agli elementi positivi, affinché il Sinodo infonda coraggio e speranza anche a forme imperfette di famiglia, che possono essere valorizzate, secondo il principio della gradualità. Bisogna amare davvero le famiglie in difficoltà. E proprio sulle coppie in difficoltà, i divorziati risposati, è tornato a riflettere il dibattito odierno: a loro, si è detto, la Chiesa deve presentare non un giudizio, ma una verità, con uno sguardo di comprensione, perché la gente segue la verità e segue la Chiesa se essa dice la verità. La “medicina” della misericordia dona accoglienza, cura e sostegno. Quanto all’accostamento all’Eucaristia da parte dei divorziati risposati, è stato ribadito che tale sacramento non è il sacramento dei perfetti, ma di coloro che sono in cammino. Un ulteriore legame che è stato sottolineato è quello tra il battesimo ed il matrimonio: senza una iniziazione cristiana seria ed approfondita il significato del sacramento coniugale viene sminuito. Di qui, il richiamo al fatto che il matrimonio cristiano non può essere solo una tradizione culturale o un’esigenza sociale, ma deve essere inteso come una decisione vocazionale, intrapresa con la dovuta preparazione, che non può essere improvvisata in pochi incontri, ma va avviata per tempo. Saluto alle “Famiglie in Parrocchia” Alla ricerca del sole… Il 4 ottobre 2014 Curvata sul limite dell’asfalto osservo con occhio diverso dal solito le fragili erbette che spuntano dalla fessura, quasi invisibile, tra il marciapiede e la mia casa. Ogni anno mi ritrovo qui a strappare quest’erba È stato bello, a giugno, ritrovarsi tutti in Valle di san Lucano, presso la chiesetta, con le famiglie al completo. Quanti bambini, quanti giovani! I più piccoli, padroni dei prati appena falciati, i grandi indaffarati ad aiutare in cucina, a preparare la tavolata, con una gioia, un’armonia nate solo dal piacere di stare assieme, in amicizia. Anche se la polénta e il pastim erano buoni, nell’aria spirava altro. Certo, la magia della valle con le sue acque rumorose, il sole tanto atteso, le suggestive pareti strapiombanti delle Pale di San Lucano e dell’Agnér sono stati che nasce in un posto non adatto. Sono fili sottilissimi che terminano con un fiorellino azzurro altrettanto infinitesimale e delicato. Si lasciano strappare con facilità, ma so che dovrei togliere le radici per ottenere un risultato definitivo. E invece queste resistono. È ogni volta così. La fragilità della pianta nasconde radici robuste. La pianta cede, ma le radici si tengono ferme al terreno e la pianta rinasce. Penso: “Anche noi uomini possiamo essere come quest’erba. Piegarci alle intemperie della vita, a volte queste sembrano volerci strappare, distruggerci. Ma se le radici sono salde, se la casa è costruita sulla roccia, possiamo rinasce, rifiorire”. E, continuando a riflettere: “Ognuno prima o poi si trova strappato dalla mano nemica: il male, la malattia, la sofferenza profonda. In che terreno posso conficcare le mie radici perché mi tengano salda? Provo ad avvinghiarmi al Signore!” “Nel giorno dell’angoscia io cerco il Signore… Tu sei il Dio che opera meraviglie”. (Salmo 76 ) un antipasto importante, ma non fondamentale. Questa giornata era la tappa di un cammino di tre anni, non sempre scontato. Un cammino dove ciascuno ha provato a mettersi in gioco, qualche volta a mettersi a nudo, pur di scoprire un significato più vero, più armonioso del vivere in coppia, in famiglia. Requisito importante: lasciare in disparte per un momento il proprio io, a volte prorompente, per cercare di costruire un noi. Il lavoro di una vita, dirà qualcuno. Importante è cominciare! E, in questo cammino non sempre facile e scontato, molti hanno scoperto un nuovo modo di stare in famiglia, di vedere l’altro, di rapportarsi con la propria fede; con quel Cristo Dio che è vissuto qualche anno fa tra la gente di Palestina, ma che assicura la sua presenza anche tra noi, in modo discreto. Sta a noi cercarlo. Floriana Santomaso Quest’anno sono in ritardo sulle pulizie esterne alla casa. Quei fili d’erba dal fiorellino azzurro si sono seccati. Si sono trasformati in terra fertile per un fiore giallo di radicchio. Troneggia rigoglioso, mi sfida, resistente alle intemperie e alle mie mani. Che meraviglia il creato! Il fiorellino azzurro ha concluso il suo compito. Come un pioniere ha creato il terreno per un’altra pianta, più grande, più duratura, più appariscente. Mi chiedo: “Che sia anche la mia vita come il filo d’erba che prepara il terreno ad un altro? Forse siamo tutti pionieri. Arranchiamo a volte con fatica per vedere il Sole. Ma questo nostro vivere non è disgiunto dagli altri. Anzi è strettamente unito, dipendente dagli altri, in una sinergia di forze, d’intenti che spesso sfuggono alla nostra comprensione. Ma che Gesù ci ha assicurato esserci. È la sinergia della fratellanza in Dio padre. Per questo è divenuto uomo ed ha piantato la tenda in mezzo a noi!” “Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho destinati a portare molto frutto. E il vostro frutto rimanga”.( Gv. 15,16 ) Un grazie di cuore a tutti voi che avete camminato con me alla ricerca del Sole. Floriana Ottobre 2014 8 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Catechismo: pastorale Giovanile anno e forma nuovi SI RIPARTE! Sabato 8 Novembre riprendono le attività del gruppo giovani: ci troviamo al Centro Parrocchiale per una castagnata tutti assieme. Dalla settimana successiva ci saranno attività e giochi per i bambini delle elementari, ogni sabato dalle ore 15.00 alle 17.00. Novità di quest’anno, un gruppo post Cresima per i ragazzi di 1^ 2^ e 3^ media (il mercoledì sera dalle 20.00 alle 21.15 o il venerdì sera dalle 18.00 alle 19.15), seguito dai ragazzi del gruppo giovani che avete già conosciuto in campeggio. Vi aspettiamo! Abbiamo iniziato il primo anno di catechismo (circa 100 ragazzi dalla seconda alla quinta elementare) improntato a un programma più agile, ma non meno intenso: il primo anno (seconda elementare) i bambini saranno invitati a conoscere la vita di Gesù; il secondo anno (terza elementare) verranno accompagnati dai personaggi e dal messaggio dei libri dell’Antico Testamento che hanno “preparato” il popolo eletto alla venuta di Gesù; il terzo anno (quarta elementare) vedrà in primavera l’appuntamento con la Festa del perdono (Prima Confessione), mentre durante l’anno ci sarà spazio per parlare dei sacramenti (in particolare Battesimo e Riconciliazione), dei Comandamenti e per approfondire il “Credo”; il quarto anno (quinta elementare) sarà vissuto in funzione della Prima Comunione e della Cresima celebrate alla fine dell’anno catechistico in una unica liturgia presieduta dal Vescovo. Duran- La bella avventura del Grest Anche quest’estate ho partecipato al Grest organizzato da Suor Cristina (Suore Dorotee) e coordinato dalla parrocchia. Ci siamo trovati al Centro Parrocchiale nelle mattinate dal lunedì al venerdì durante le cinque settimane di luglio. Ero in un gruppo di trenta amici, di età compresa tra i cinque e i tredici anni. All’inizio della giornata giocavamo all’aperto con attività animate dai ragazzi delle superiori. Dopo la merenda seguiva la riflessione quotidiana curata da Suor Cristina. Abbiamo meditato sulle tre parole indicate da Papa Francesco per migliorare i rapporti fra di noi: scusa, grazie e permesso. Il momento successivo era dedicato al laboratorio, curato dalla maestra Ilaria, durante il quale abbiamo realizzato diversi lavoretti con tecniche differenti: pittura, collage e molto altro. Il mercoledì ci trovavamo alla messa delle 9 per trascorrere un po’ di tempo con Gesù. Tra le varie attività vorrei ricordare la gita a Malga Ciapèla (nella foto) con la passeggiata ai Serrai di Sottoguda e il buon gelato gustato in una giornata piovosa. Abbiamo concluso questa esperienza portando a casa i lavoretti e una piantina di ciclamino. Spero di poter ripetere questa bella avventura anche il prossimo anno, sperando di fare ancora nuove amicizie. Un bambino te quest’anno, particolarmente, verrà presentato il Sacramento dell’Eucaristia collegato all’impegno dell’Amore e alla vita all’interno della Chiesa (le virtù, le Opere di misericordia); e lo Spirito Santo con i suoi doni, effusi in modo particolare con il Sacramento della Cresima. Ogni anno è caratterizzato anche da momenti comunitari legati al programma che, nel suo svolgimento pratico, è lasciato molto alla fantasia e all’inventiva dei catechisti, in modo da evitare il più possibile lo stile di “lezione”, cercando invece di suscitare nei bambini e ragazzi il desiderio di incontrarsi per “conoscere meglio Gesù”, sentire la bellezza di vivere nella Chiesa e far loro comprendere che il catechismo non è sufficiente alla vita cristiana: deve sfociare nell’incontro per eccellenza con il Signore, che è l’Eucaristia domenicale. Nell’incontrare all’inizio dell’anno catechistico le “matricole” ho detto: “Un bambino che andasse sempre al catechismo ma non partecipasse mai alla Messa, sarebbe come un calciatore che tutti i mercoledì si impegna all’allenamento e poi, quando la domenica c’è la partita, se ne sta tranquillamente a dormire… A che è servito il suo allenamento?”. Non so se loro penseranno a questo esempio, ma i genitori non potrebbero farlo? Insieme ai catechisti/e, che ringrazio fin d’ora per come stanno affrontando il nuovo cammino, chiedo ai genitori di collaborare con buona volontà per il bene dei loro figli. Con la collaborazione di tutti, i frutti non mancheranno. Conto di verificarlo insieme alla fine dell’anno. Buon cammino a tutti. Il Parroco Echi di Agordo Ottobre 2014 9 VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ Come ormai da qualche anno, noi ragazzi del gruppo Dialogando Coi Film abbiamo ricominciato le nostre attività che porteremo avanti per tutto l’anno. Innanzitutto abbiamo voluto proporre alla comunità una manifestazione di approfondimento sul tema delle mafie e della legalità. Abbiamo organizzato assieme all’associazione LIBERA (fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti, con lo scopo di combattere le organizzazioni di stampo mafioso e diffondere la cultura della legalità), quattro serate in cui abbiamo proiettato tre film e presentato uno spettacolo. Durante la prima serata abbiamo proposto il film Benvenuto Presidente! che ha dato lo spunto per parlare di legalità. Il secondo film (La mafia uccide solo d’estate) ha introdotto la storia della mafia a Palermo. Nella terza serata abbiamo avuto come ospiti i ragazzi della cooperativa sociale “Il tappeto di Iqbal” che direttamente dal quartiere Barra di Napoli sono venuti a presentare la loro realtà: una vita condizionata dalla camorra che controlla il quartiere della città. Abbiamo concluso questo evento con la proiezione del film “Alla luce del sole”, film basato sulla storia di don Pino Puglisi, prete ucciso dalla mafia a Brancaccio (Palermo) perché cercava di dare un futuro ai giovani. Le serate si sono svolte di sabato sera presso l’Auditorium del Centro Parrocchiale che, come Dialogando coi film - Quinta stagione «Cose di casa nostra, storie di mafia e legalità» Con “Libera” di don Ciotti La terza serata con il teatro de “I ragazzi del tappeto di Iqbal”. sempre, si è rivelato un meraviglioso punto di incontro. I vari approfondimenti che abbiamo proposto al pubblico sono stati curati da Nicolò Luciani e da Matteo Xaiz. Fondamentale la presenza e la preparazione dei ragazzi dello staff di Dialogando Coi Film che come sempre hanno intrattenuto il pubblico in maniera piacevole! Il secondo appuntamento che abbiamo presentato è stato il banchetto di torte e dolciumi sul Broi, durante la Fiera del be- Dolce... autofinanziamento stiam. Il ricavato verrà utilizzato per organizzare le prossime manifestazioni, che come sempre saranno ad ingresso gratuito. Adesso, conclusa l’esperienza con Libera, ci stiamo avviando all’organizzazione della quinta edizione del “Cineforum dei ragazzi” che ci auguriamo di presentare in primavera. Ricordiamo che il nostro piccolo gruppo è sempre aperto a nuovi volontari che vogliano contribuire con le proprie competenze all’allestimento delle manifestazioni. Per informazioni, suggerimenti od altro vi invitiamo a scriverci a questa indirizzo mail: dialogandocoifilm@ virgilio.it! Andrea Colaiacomo Dall’8 novembre, tutti al Centro! Un’altra stagione di... dolci soddisfazioni con il Gruppo Giovani. La vendita delle torte alla Fiera del bestiam. 10 Ottobre 2014 Echi di Agordo VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’ «Lo stand della spiritualità» 15 agosto, festa dell’Assunta Questa l’originale proposta dell’arcidiacono monsignor Giorgio Lise, in margine all’iniziativa «AgordoBaleno» svoltasi ad Agordo nei tre mercoledì del 30 luglio, 6 e 13 agosto. «In occasione dell’ultimo mercoledì dell’iniziativa», ha annunciato don Giorgio, «la nostra chiesa arcidiaconale resterà aperta fino alle 23.00 per permettere alle tante persone che popolano il centro in quella serata, di entrare per una preghiera o per una visita. Vuole essere questo un segno di partecipazione della comunità ecclesiale alla vita della città: i credenti non sono un “corpo estraneo” e la “chiesa aperta” vuole ricordare anche che la fede entra a pieno titolo in ogni attività della persona, guidandola e illuminandola al fine di vivere al meglio - in questo caso - l’esperienza dello stare insieme e di un sano divertimento». Insomma, tra i tanti stands di AgordoBaleno 2014 allestiti nei vari luoghi del centro di Agordo, se n’è aggiunto quest’anno un altro, che può essere appunto chiamato «Lo stand della spiritualità». L’Arcidiacono, presiedendo la celebrazione eucaristica nella solennità dell’Assunta, il 15 agosto scorso, ha imperniato l’omelia sulla speranza. Tra l’altro ha detto: “di speranza oggi abbiamo estremo bisogno, non solo per la crisi che ci attanaglia, ma perché, vivendo in un mondo – per usare le parole dell’apostolo Paolo - “senza senno, senza lealtà, senza amore, senza misericordia” (cf. Rm 1,31), comprendiamo che l’unico della vita umana, decidendo chi può vivere e chi deve morire, se e quando un essere deve nascere e con quali modalità tecniche farlo nascere, sfidando le leggi che naturalmente presiedono alla trasmissione della vita umana; in un uomo che in nome del progresso sta rovinando i doni che Dio gli ha affidato chiedendogli di amare e custodire il Creato; in un uomo che non si cura più – se non a parole – dei molti che diventano sempre più poveri a poter salvare l’uomo sarà Dio stesso. Perché oggi è difficile riporre la nostra speranza nell’uomo; in un uomo che si sta distruggendo con le proprie mani riempiendo di guerre il pianeta anche nel nome di Dio o perseguitando chi ha una fede diversa; in un uomo che per il miraggio di una egoistica felicità individuale sta corrodendo con le sue leggi l’istituto familiare; in un uomo che con le sue disposizioni giuridiche si ritiene padrone e dei pochi che arricchiscono a dismisura. Tuttavia, noi speriamo. Nonostante tutto, noi siamo figli della speranza: non perché non vediamo e quindi ci illudiamo, ma perché la visione di Maria nella gloria, lei nostra sorella e madre, ci dice che Dio non permetterà che vada perduta l’umanità; quell’umanità che Egli, attraverso il suo Figlio fatto uomo, ha voluto legare indissolubilmente a sé”. La giornata della speranza Ben preparata anche quest’anno la “Giornata della Speranza”, celebrata in Arcidiaconale domenica 21 settembre. La Messa parrocchiale ha visto la presenza di 18 anziani e malati che hanno ricevuto il Sacramento dell’Unzione degli Infermi, sacramento non “del congedo” – ha spiegato l’Aricidacono – ma “sacramento della speranza cristiana”. Era presente anche un bel gruppo di barellieri e sorelle dell’Unitalsi, l’Associazione che accompagna ogni anno a Lourdes pellegrini sani e malati. Don Giorgio, al termine della Messa, ha consegnato a ciascun anziano una croce raffigurante quella postata al collo da Papa Francesco, una croce a cui è appeso Gesù, raffigurato come il “Buon Pastore”. “Quando la guarderete – ha detto – ricordatevi che nelle vostre sofferenze, Gesù vi porta sulle spalle, come il Buon Pastore ha portato sulle sue spalle la pecorella smarrita”. 21 settembre. Il sacramento del “non congedo” Ottobre 2014 Echi di Agordo 11 la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale A Casèra Copàda Bassa Il nuovo entusiasmante campeggio 2014 “KODA FRATELLO ORSO” Quest’estate i giornali riportavano sovente di avvistamenti di orsi nei boschi e pascoli di Veneto e Trentino. Anche casèra Copàda Bassa, sul passo Cibiana, con i suoi 1600 metri di altitudine slm, ha ospitato nel periodo compreso fra il 30 giugno e il 13 luglio un piccolo orsetto tutto particolare e decisamente più amichevole degli altri. Come i colori dell’iride si fondono per dare la luce, come i chicchi di grano si mescolano per fare un solo pane, così le nostre 21 parrocchie… Assieme a Koda (questo il suo nome), un’ottantina di bambini e ragazzi divisi in due turni si sono visti protagonisti di un nuovo, entusiasmante campeggio, sulle tracce del film Disney “Koda fratello orso”, la storia di un ragazzo che cresce e diventa uomo proprio trasformandosi in un orso ed acquisendo un punto di vista totalmente diverso da quello che prima gli impediva di accettare e rispettare il “diverso”. Obiettivo questo, che hanno cercato di perseguire anche gli abitanti di Copàda: i ragazzi, guidati da una trentina di animatori, a loro volta orchestrati da un impegnatissimo e sempre entusiasta don Fabiano, che siamo riusciti a sottrarre alle sue tre parrocchie per lo stretto necessario, restituendolo poi forse un pochino esausto ma tutto intero al termine dei due turni. E se è vero che la gioventù ha un bisogno insaziabile di cibo, motivo per cui ringraziamo le nostre brave cuoche, I nostri animatori sempre disponibili a sostentare la nostra voracità, è altrettanto vero che un altro tipo di fame accompagna sempre tanti ragazzi che insieme vivono un’esperienza tanto intensa: la fame di amicizia e di rapporti umani, che abbiamo imparato ad alimentare aprendoci non solo agli amici di vecchia data, ma anche ai nuovi arrivati e a chi magari fa un po’ più fatica a mettersi in gioco, e la fame di una mano divina che ci guidi e ci insegni il sentiero giusto. Ogni mattina, dopo una sveglia che qualcuno definiva ingiustamente “un po’ brusca”, la giornata cominciava con il canto e la recita di alcuni salmi scelti appositamente per guidarci fino a sera, poi la colazione, i servizi e le attività, introdotte dalla scenetta che riportava un pezzo della nostra storia e un tema sul quale tutta la giornata Foto di gruppo dei partecipanti al 1° turno. (segue a pag. 12) Ottobre 2014 12 Echi di Agordo la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale (segue da pag. 11) era improntata. Attraverso i giochi, i momenti di riflessione più o meno profondi, le messe e, per i più grandicelli, anche la veglia guidata dal nostro animatore più anziano nonché seminarista e quasi diacono Roberto (a proposito, il 25 ottobre tutti a La Valle per l’ordinazione!), abbiamo cercato di lasciare da parte i pregiudizi e i pensieri negativi e di vedere oltre le apparenze, mettendoci in contatto con i compagni non più con gli occhi, ma con il cuore. Siamo diventati via via anche noi come dei fratelli, parola che, come abbiamo scoperto, non vuol dire solo affetto e amicizia, ma anche qualche scontro, alcuni sacrifici, una piccola litigata per poi tornare a giocare assieme. Come sempre il ringraziamento più grande va ai piccoli, perché se noi riusciamo a dare loro qualcosa mettendoci la nostra esperienza, serenità, lavoro e gioia, loro ci restituiscono almeno 7 volte tanto con il loro entusiasmo, fiducia e voglia di fare. 1° turno - La squadra dei verdi a caccia... del biglietto. E allora manca solo una raccomandazione ai nostri “orsetti”: conservate integro il sorriso per portarlo di nuovo il prossimo anno a Copàda 2015, che, come promesso, stiamo già organizzando! Gli animatori Sorrisi del 1° turno Don Bruno De Lazzer, “prete d’oro” Foto-ricordo per i sacerdoti della forania e zona agordina con don Bruno De Lazzer, parroco di Caviola che il 28 giugno scorso ha festeggiato il radioso traguardo di 50 anni di sacerdozio. I Sacerdoti gli hanno voluto donare un quadro (opera di Natale Dal Molin di Agordo) raffigurante la chiesa della B.V. della Salute con sullo sfondo le Cime d’Auta e un’immagine di padre Felice Cappello. A Don Bruno, il Vicario Foraneo, sottolineandone l’entusiasmo giovanile che sempre dimostra, ha augurato che il Signore gli conceda ancora tanta gioiosa energia per continuare il servizio pastorale in mezzo ai suoi fedeli, con l’unico scopo di essere sempre “collaboratore della loro gioia”, testimone quotidiano dell’ “evangelii gaudium”. Echi di Agordo 14 agosto 1480. Otranto. 813 cristiani vengono decapitati dagli invasori turchi per aver rifiutato di abiurare la fede cristiana. Agosto 2014. Oltre centomila cristiani iracheni sono perseguitati, uccisi, torturati, crocifissi, scacciati dalle loro case da orde barbariche di terroristi e fanatici. La storia si ripete, l’orrore ritorna, il martirio continua ad essere il destino di chi non vuole rinnegare la propria fede neanche di fronte alla follia violenta del mondo. Quella dei santi martiri di Otranto non è una vecchia leggenda salentina, è una storia di oggi che ha ancora un grande valore di esempio e di attualità. Lo aveva intuito il grande Giovanni Paolo quando il 5 ottobre 1980 disse: «Non dimentichiamo i martiri dei nostri tempi. Non comportiamoci come se non esistessero». Un appello che risuona di nuovo oggi, forte e chiaro, per bocca di un altro Papa, Francesco, che nei giorni scorsi ha più volte chiesto di «porre fine a un dramma umanitario in atto e proteggere i minacciati dalla violenza e assicurare aiuti agli sfollati». La minaccia sottovalutata Quando nel 1480 la flotta ottomana che aveva piegato Costantinopoli salpò dall’Albania per conquistare la Puglia poté agire indisturbata perché le grandi potenze occidentali erano distratte dalle loro beghe e rivalità: Venezia, gli aragonesi, la Firenze di Lorenzo il Magnifico, non mossero un dito per soccorrere Otranto, sottovalutando la minaccia. Non riuscivano a concepire l’idea che il sultano, abbattuto l’impero bizantino, puntasse dritto a conquistare l’Italia e soprattutto Roma, il cuore della cristianità. Non ci furono eserciti francesi o imperiali, lombardi o spagnoli a contrastare la sfida che puntava al cuore dell’Europa. Si rimase indifferenti di fronte alla tragedia di una città lasciata da sola a difendersi con circa cinquecento soldati e una popolazione di seimila abitanti rispetto a un esercito turco di ventimila armati, diverse decine di navi da guerra e molte potenti bocche da cannone, per l’epoca un’arma eccezionale. L’esito era scontato, e nonostante una strenua resistenza gli ottomani conquistarono prima la città bassa e poi la cittadella, perpetrando un massacro senza pari: sembra che siano state sterminate 12 mila persone, compresi gli abitanti della campagna, e altre cinquemila, soprattutto donne e bambini, ridotte in schiavitù. Come accade anche in queste ore in Iraq, dove i jihadisti dopo aver preso il controllo di Mosul sono andati all’attacco delle città della piana di Ninive, alcune abitate da duemila anni solo da cristiani, tutte indifese. La persecuzione Le chiese sono state distrutte, gli antichi manoscritti bruciati, le immagini della madonna ridotte in frantumi, le croci divelte. Nel nord Ottobre 2014 Per riflettere Uno sguardo sul mondo… Otranto. La cattedrale dei Santi Martiri. Cristiani perseguitati Da tre mesi, il mondo inorridisce per la persecuzione delle minoranze in Iraq. Ora sono passati in azione i tagliagole, che agitano i loro coltellacci da macellaio e postano tutto con cura su You Tube, in modo che il mondo sappia cosa tocca all’infedele che rifiuta di convertirsi o di pagare il fio. Tutto era cominciato all’inizio dell’estate con l’occupazione di Ninive, con gli incendi appiccati ai vescovadi locali, con la cacciata dei monaci che da due millenni pregano in aramaico negli antichi monasteri scavati nelle rocce… Eppure anche nell’Europa civile priva di Califfi e di eserciti islamici operativi e ben armati, il copione non è troppo diverso. Non ci sono le scimitarre, ma le profanazioni sono all’ordine del giorno, e il più delle volte vengono taciute, fatte passare come generici atti di vandalismo perpetrati da giovani infelici, adolescenti annoiati, cultori di qualche serie TV che ammicca al mondo esoterico. Invece: chiese attaccate, presepi distrutti in Francia e in Austria; in Svizzera ci si è accorti che nell’inno nazionale ci sono troppi riferimenti all’Altissimo, e quindi va riscritto. Quasi undicimila franchi andranno a chi saprà convincere la giuria incaricata di valutare tra le proposte che possano sostituire il “salmo” (inno poetico) composto dal musicista zurighese Widmer e musicato dal prete cattolico Alberik Zwwyssig, considerato obsoleto e poco adatto alla nuova e multiculturale Svizzera del ventunesimo secolo. A volte i novelli barbari preferiscono le sceneggiate: ne sa qualcosa l’arcivescovo emerito di Colonia che lo scorso Natale durante la messa solenne si è visto saltare sul palco una attivista delle Femen, nuda, con la scritta “io sono Dio” ben dipinta sul petto. O come a Bologna dove le femministe invasero a Natale la chiesa di San Petronio per una dimostrazione abortista: “Voi occupate i Consultori, noi invadiamo le chiese”. Diceva il papa emerito Benedetto XVI: “…una cultura che rimuovesse la domanda circa Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilità più alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero essere che gravi. Ciò che ha fondato l’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarlo, rimane anche oggi il fondamento di ogni cultura”. Veramente possiamo essere d’accordo con Papa Francesco che recentemente ebbe a dire: “Per trovare i martiri non è necessario andare nelle catacombe o al colosseo: i martiri sono vivi adesso in tanti paesi. I cristiani sono perseguitati per la fede. In alcuni paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo fanno. Oggi, nel ventunesimo secolo, la nostra Chiesa è una Chiesa di martiri”. (Da un articolo di Matteo Matzuzzi - “Il Foglio” - 30.08.2014) 13 dell’Iraq i miliziani hanno dichiarato che ogni cosa è di proprietà dello Stato islamico, ingiungendo ai sopravvissuti di andarsene, così, in pigiama e senza scarpe, lasciando tutto. Se hanno avuto la fortuna di non essere crocifissi, decapitati o presi in schiavitù. Unica alternativa, la conversione forzata all’islam. E come ieri anche oggi la comunità dei paesi liberi è divisa e lacerata da interessi contrastanti, incapace di difendere il vecchio ordine internazionale e ancora di più di determinarne uno nuovo. Non replichiamo la storia: è necessario un intervento umanitario che impedisca il genocidio di un popolo e aiuti i vicini a difendersi da chi, usando in modo improprio la sacralità della religione islamica, la distorce per i propri fini terroristici, determinando una regressione umana e civile della nostra epoca. Una comunità di profughi Dal nord dell’Iraq è stata spazzata via l’intera comunità cristiana, ridotta a una massa enorme di profughi affamati, choccati, privati di tutto. Di tutto tranne che della loro fede. Come era accaduto ad Otranto. Dove alla fine, dopo la strage, il generale del sultano offrì agli ultimi sopravvissuti la possibilità di convertirsi all’islam e di aver salva la vita. Erano 813, erano pescatori, contadini, artigiani. Gente semplice e ignorante. Li guidava un sarto, Antonio Primaldo, che rispose a nome di tutti: «Crediamo tutti in Gesù Cristo, figlio di Dio, e siamo pronti a morire mille volte per lui». Vennero decapitati senza pietà. Quando morirono non sapevano che avrebbero avuto fama, che sarebbero stati il seme per far germogliare la ripresa dell’Europa. Otranto sarebbe stata liberata l’anno dopo, e l’invasione del continente e di Roma sarebbe stata sventata. Eroi senza nome È interessante notare che quegli 813 martiri non hanno un nome, tranne il loro portavoce. Non sono “eroi” celebrati, sono un popolo, una comunità. Che è stata oltraggiata, devastata, sradicata. Ma non ha ceduto. Persone che non hanno nomi propri ma rappresentano la nostra cultura, la nostra civiltà e al contempo ciascuno di noi. Come forse non hanno per noi nomi quei fantasmi indistinti che oggi, in questo momento, vagano violati in tutto alla ricerca di un aiuto nel nord della Mesopotamia. Perseguitati perché sono cristiani come quegli occidentali che invece li stanno ignorando e dimenticando, lasciandoli alla mercé di spietati barbari tagliagole. Oggi cinquecento anni dopo, Otranto si ripete. Otranto è là, in Iraq. Otranto è Mosul, bagnata del sangue dei martiri Pier Ferdinando Casini Pres. Commissione Esteri del Senato 14.08.2014 14 C’era una volta, alcuni anni fa, una bambina magra e smilza, timida e solitaria, che abitava in una frazione stupenda di un bel paese, fra il verde della natura. Questa bambina era dotata di grande fantasia che le permetteva di giocare, inventandosi fiabe e storie che popolavano la sua tranquilla vita. I sassi diventavano magici castelli, gli alberi immaginosi percorsi a tema e i fiori dei meravigliosi vestiti e collane che abbellivano e ornavano la sua semplice vita. La bambina di certo non lo sapeva, ma l’inventiva che ogni giorno alimentava segretamente, sarebbe diventata una sua preziosa alleata in età adulta. La bambina viveva in una bella famiglia, dove tutti erano collocati al loro posto, dove i nonni erano considerati una risorsa e la vecchiaia non era un peso, ma una ricchezza da scoprire e trasmettere. La bambina era molto curiosa, osservatrice e chiedeva spesso ai nonni di raccontare aneddoti sull’esistenza. Allo stesso tempo guardava lo svolgersi della vita, facendo tesoro di tutti quei riti, di tutte quelle sapienze, che appartenevano al modo di vivere di allora. Tutto questo era immagazzinato nella sua giovane mente, senza sapere che un giorno sarebbe tornato utile per la tutela del ricordo e a sua volta per poterlo raccontare, scrivere, trasmettere e testimoniare negli anni. Forse la voglia di scrivere, di narrare era già presente in lei, nel suo DNA, nel suo essere. La bambina cresceva bene in quella situazione famigliare, serenamente, doveva affrontare quotidianamente tutti i problemi che hanno i bambini e i ragazzi che percorrono la strada per diventare adulti. Anche per lei questo cammino fu veloce e si ritrovò nella foga dei vent’anni, quando pensi di sapere tutto del mondo e della vita, ma in realtà non sai niente, perché non hai maturato né esperienze, né saggezze. La bambina adulta si ritrovò in una vita formale che le stava un po’ stretta e che cercò di cambiare, rendendosi conto solo anni dopo che le cose che contano davvero sono quelle semplici, che ti legano alla tua terra, alla tua famiglia, al tuo essere e tutto questo non è una formalità, ma un orgoglio. Una volta presa coscienza e capito questo concetto, la vita riparte, ma riparte con un altro ritmo, con equilibrio, con armonia e con rispetto verso se stessi che è la chiave per una dignitosa esistenza, dove qualunque cosa accada si attinge da dentro la Ottobre 2014 Echi di Agordo Il racconto di Cielo Blu C’era una volta forza per andare avanti e non farsi abbattere. La bambina adulta si rifugiava spesso fra le montagne, oasi di pace, forse stava cercando il contatto con la natura e conseguentemente con se stessa; o forse nel silenzio delle valli, nella bellezza dei paesaggi, sperava di trovare l’immensità di Dio. Di sicuro quando tornava a valle, era più calma, più serena, più tranquilla e quello che le davano le montagne doveva essere qualcosa di davvero molto speciale. Fra le montagne scoprì per caso quella leggera essere e la fece vivere armoniosamente e in equilibrio, lasciandola libera di essere ciò che veramente era. Da quest’unione sono nate due creature uniche e rare che hanno cambiato, anzi stravolto il significato della sua vita rendendola sicuramente più faticosa, ma più gioiosa, più completa, più appagante, più stimolante. L’uomo la portò a vivere in un paese diverso dal suo, dove la bambina adulta si trovò subito bene e dove era contenta di poter crescere i suoi figli, perché le piaceva quel paese e soprattutto la gente che Val de Frèla, anni ’80. brezza che è Dio e proprio fra le rocce imparò a pregare e il valore della preghiera, del ringraziare e del gioire per quello che si ha, del condividere emozioni e sentimenti. Capì poi che era possibile tutto questo perché in alto si è più vicini a se stessi. La bambina adulta continuò la sua vita che, come sappiamo, spesso è più furba di noi. Iniziò a dare una mano in un’associazione di volontariato, dove incontrò un uomo unico che in poco tempo divenne uno dei suoi più grandi e sinceri amici. E quante cose imparò da quell’uomo diplomatico e pieno di valori che le insegnò la disponibilità, la riservatezza, l’umiltà, lo stare insieme e il vivere in società. Anche ora che è andato avanti, pensa spesso a lui con leggerezza e gratitudine. La bambina adulta trovò poi il suo compagno di vita, un uomo artistico, dotato di sensibilità e intelligenza che capì il suo lo abitava: gente semplice con il senso della responsabilità e della solidarietà che lavorava insieme con concordia per uno scopo comune. La bambina vive ancora lì e spera di potervi dimorare a lungo. La bambina adulta ne ha fatta di strada, da quando giocava fra i fiori e i sassi immaginando di essere principessa… Ora sono nel pieno della mia maturità, sorrido guardando indietro, contenta di aver capito i miei errori, contenta di aver appreso che una sconfitta serve a comprendere molti più concetti che una vittoria. Penso spesso alla mia infanzia, soprattutto dopo aver avuto i miei figli. Penso alla bimba magra e smilza e mi ritengo molto fortunata per aver potuto sceglier il mio percorso di vita. Un grazie particolare per quella che sono lo devo ai miei genitori Tita e Flora che mi hanno cresciuto, mi hanno lasciato libera di scegliere e I 37 racconti di Cielo blu, pubblicati su “Echi” dal 2005 ad oggi, sono stati raccolti in un libro “La leggerezza del cuore”, edito dal Circolo Auser “ El Brói”, dedicato a Renzo Da Rif nel 2° anniversario della morte (27 ottobre 2012), e presentato sabato 25 ottobre 2014, in sala don Tamis, dalla Prof.ssa Fiorella Guadagnini. anche di sbagliare. Oggi che sono una madre mi rendo conto cosa significhi educare un figlio e devo dire che loro con me hanno fatto un buon lavoro. Mi hanno trasmesso tutti quei valori che rendono le persone responsabili, indipendenti, ma soprattutto in grado di capire cosa conta davvero nella vita, per distinguersi e fare le proprie scelte senza condizionamenti. Grazie per quello che mi è stato insegnato. Quando ero una bambina magra e smilza, mi servivo della fantasia per giocare e devo dire che, anche se sono passati molti anni, la fantasia è ancora parte viva della mia vita. Ora, proprio come allora, l’immaginazione mi permette di andare dove voglio, di vedere quello che mi piace e conseguentemente di sognare. Alimentare i miei sogni mi aiuta a vivere serenamente, soprattutto nei momenti difficili. Anche la facoltà di osservare è rimasta viva in me e mi è servita a ricostruire parte del mio essere, di quella che sono e a conoscere e preservare le mie radici. C’era una volta una bambina magra e smilza che ora è donna e si gode la vita in tutte le sue sfaccettature, una donna di quarant’anni che ha semplificato il suo essere in questo racconto. Per il futuro ci mettiamo con fiducia nelle mani di Dio. Anche questa donna farà la sua parte, dando del suo meglio per lo scopo più importante che possa esserci: crescere i suoi figli con gli ideali ricevuti, con responsabilità e usando sempre una delle sue più care amiche: la fantasia! Blu Sky Ottobre 2014 Echi di Agordo 15 solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato In pochi per una richiesta d’aiuto in Notizie dall’associazione La nostra associazione prosegue la propria attività assistenziale sia presso la struttura ospedaliera di Agordo che sul territorio con i servizi a domicilio e con nuove iniziative. Il periodo primavera-estate 2014 è stato sicuramente movimentato sia per problematiche, nuove iniziative ed esempi fattivi di collaborazione tra associazioni. Nell’assemblea del 9 marzo era stato sollevato il problema dei nuovi orari, proposti dalla direzione Ulss1 di Belluno per il personale della struttura ospedaliera di Agordo, e del conseguente disagio per i nostri volontari. A fine marzo dopo un incontro con i dirigenti dell’Ulss si è giunti a un accordo per una correzione degli orari in modo da metterci nelle condizioni di operare sia all’interno della struttura che per la consegna dei pasti a domicilio, anticipando il momento della consegna dalle cucine dell’ospedale di aumento Agordo. L’accordo, fino ad oggi sostenibile, andrà sicuramente rivisto con l’arrivo della stagione invernale. Vale la pena di segnalare che tra i vari servizi, quello riguardante la consegna pasti sul territorio ha registrato un aumento di richieste nettamente superiori alle medie precedenti, coincidenti purtroppo con una nostra difficoltà interna per imprevista assenza di alcuni volontaria preposti al servizio stesso. Fortunatamente alcune nuove recenti adesioni ci permettono di proseguire. A questo punto rivolgo un appello a chi ci sta leggendo. Abbiamo bisogno di almeno altre due persone disposte a guidare un mezzo per la consegna pasti ai nostri anziani del Basso Agordino, dando la propria disponibilità per una settimana al mese. Ci sono invece delle iniziative in fase di realizzazione in questi ultimi mesi. Stiamo parlando del progetto regionale “Sollievo” a favore delle persone affette da demenza previsto dal DGR 1873 del 15/10 2013. Dopo vari incontri tra la responsabile dei Servizi Sociali e i volontari, che hanno accettato di partecipare al primo corso di formazione, è stata sottoscritta una convenzione con il Comune di Agordo, incaricato quale gestore per il Distretto n°2 dell’Agordino, nella quale il GAV e l’AUSER si impegnano ad assistere e trasportare le persone interessate per il periodo di un anno dal mese di luglio 2014. Il progetto, nato proprio per dare un aiuto alle famiglie, è partito regolarmente a fine luglio e gli incontri avvengono settimanalmente nella giornata di giovedì, al momento nella sede del circolo “El Brói”. Un normale impegno della associazione è quindi il corso di aggiornamento per volontari che verrà realizzato tra fine ottobre e inizio novembre per un totale di tre lezioni, con l’intervento dell’Ulss1 che metterà a disposizione i docenti necessari. Dobbiamo segnalare con molta gratitudine la generosa donazione fattaci dall’AUSER “Còl Bèl” di Tiser, il cui Direttivo ha deciso di regalare una Fiat Punto, ritenendo giusto metterla disposizione di una associazione che avesse la necessità di usarla frequente- Rovereto, 24 settembre. Il gruppo dei gitanti sotto la famosa “Campana dei Caduti. La città di Rovereto ospita sul Colle Miravalle la Campana dei Caduti, Maria Dolens, pensata e voluta dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro all'indomani della Grande Guerra come simbolo imperituro di condanna del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza. mente per i propri servizi sul territorio. Il passaggio di proprietà è avvenuto a fine maggio e il mezzo è entrato in servizio a luglio per la consegna pasti sul percorso Agordo-TaibonVoltago. Infine, parliamo di una giornata di distensione come quella trascorsa dai volontari in occasione della gita a Rovereto, lo scorso 24. In occasione del centenario dell’inizio della grande guerra era quasi d’obbligo visitare questi luoghi, peraltro panoramicamente molto belli. La gita, perfettamente riuscita, è stata organizzata con il solito entusiasmo da Ilva Dal Col che ha potuto contare sull’aiuto di altri volontari e ha permesso di visitare i luoghi più significativi di Rovereto. È stato visitato il Museo della guerra situato nel centro storico della città e, dopo la sosta per il pranzo consumato nella caratteristica “casa del vino della Vallagarina” a Isera, si e potuta ammirare la Campana dei caduti situata fuori Rovereto. È la campana più grande del mondo e tutte le sere suona 100 rintocchi per onorare i morti di tutte le guerre e invocare la pace e la fratellanza tra i popoli. Desidero quindi ringraziare sentitamente i volontari che, nel momento di difficoltà come quello capitato questa estate per il servizio di consegna pasti, hanno moltiplicato il loro impegno per garantire in ogni modo la consegna per tutti i giorni della settimana. Aldo Da Ronch Ottobre 2014 16 Echi di Agordo solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato AAA Volontari agordini cercansi Domenica 21 Settembre l’Auser della provincia di Belluno ha festeggiato a Mel i venticinque anni della vita dell’associazione, nata in sede nazionale nel 1989. Durante la tavola rotonda che si è tenuta nel Palazzo delle Contesse, uno dei fondatori storici ha ripercorso la storia, sia pur recente, dell’Auser, sottolineando come forza viva della società, sfida e speranza siano una realtà costante. In questi 25 anni di vita Auser ha sviluppato migliaia di azioni sociali di sussidiarietà in collaborazione con le pubbliche amministrazioni e non, finalizzate all’aiuto di persone in difficoltà, ad Agordo dal 1999 anno della costituzione del circolo ‘’el Brói’’. Alla base delle scelte di Auser, è stato ricordato, è l’invecchiamento attivo, finalizzato a far uscire gli anziani dall’isolamento e dalla solitudine, perché cosi si allontanano e si rallentano i processi di invalidità e di demenza. Ricordare i 25 anni di vita nazionale dell’Auser è un atto doveroso verso i fondatori e quelli che in passato vi hanno collaborato, ma nel contempo vanno consolidate le azioni di sussidiarietà e solidarietà nei territori dove è attivo e con una attenzione particolare in quelli dove la presenza è scarsa. Al termine del convegno una breve visita al centro di Mel e la festa conviviale ai tavoli del capannone con oltre 300 persone. Nel pomeriggio con la visita al castello di Zumelle si è conclusa la partecipazione alla festa provinciale per i soci di Agordo. In agosto è iniziato in modo formale, presso la nostra sede di via Rova, il progetto ‘’Sollievo’’, finanziato dalla regione Veneto in aiuto alle persone affette da demenza o da malattia di Alzheimer e a sostegno delle loro famiglie. Al progetto aderiscono tutti i comuni nell’ambito territoriale del Distretto Socio-sanitario di Agordo, il G.A.V. Gruppo di assistenza volontaria e l’Auser. A supporto dei volontari impegnati nel progetto, per tre ore settimanali, la presenza di un psicologo o un assistente sociale. Con l’inizio del nuovo anno scolastico sono state rinnovate le convenzioni con alcuni comuni dell’Agordino per l’accompagnamento negli scuolabus degli alunni delle materne. Non ci siamo dimenticati delle 27-28 settembre 2014. Ricordo della bella e interessantissima gita in Emilia-Romagna. A due anni dalla prematura scomparsa (27 ottobre 2012), il suo ricordo rimane sempe vivo in tutti noi. attività socio-culturali rivolte principalmente ai soci: a Verona per la stagione all’Arena con l’opera Madame Butterfly, a Marostica per la partita a scacchi in costume e in Emilia Romagna con la visita di Comacchio, di Ravenna ultima capitale dell’Impero Romano e con la tomba di Dante e il caratteristico borgo di Bertinoro. L’11 ottobre il notaio dott. Maurizio Malvagna ha tenuto nella sede del Circolo una conferenza su “Approfondimenti eredità e successioni”. Dopo il pranzo sociale di domenica 19 ottobre, ci siamo ritrovati, sabato 25, in sala don Tamis, per la presentazione del libro “La leggerezza del cuore”, la raccolta dei 37 “Racconti di cielo blu” (di Giuliana Da Ronch), usciti su “Echi di Agordo” dal 2005 a oggi. Edito dal nostro Circolo il volumetto è stato dedicato a Renzo Da Rif. Vorrei spendere infine una parola per ringraziare i volontari che ogni giorno percorrono le strade della nostra provincia, sempre disponibili ad accompagnare anziani e disabili verso strutture sanitarie e sul posto di lavoro o con i pullmini scuolabus. Se qualcuno di buona volontà si rendesse disponibile a impiegare un poco del suo tempo libero in aiuto ai meno fortunati è sempre ben accetto nella squadra dei volontari Auser. Alvio Peratoner Echi di Agordo Ottobre 2014 17 solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato ...il volo del pettirosso... ...audace, coraggioso, in lotta contro la sofferenza Prima di informare i lettori sulle nostre ultime attività, ci piace ricordare il motivo che ci ha portati a scegliere il nome “Il Pettirosso” per la nostra Associazione. Il pettirosso della Cucchini Agordino è in realtà un po’ il “figlio” del gabbiano presente nel logo ufficiale della Cucchini Belluno. Il grande gabbiano accoglie il pettirosso e gli trasmette tutta la sua conoscenza e capacità, lo porta sulle sue ali e gli fa conoscere la sua esperienza e un giorno dice all’uccellino: “ora sei pronto per volare da solo”. “Il pettirosso, audace e fiducioso, spicca tenacemente il volo!. Abbiamo scelto il pettirosso perché è coraggioso, è noto per la capacità di avvicinarsi all’uomo, ha un cuore grande per il sentimento che prova verso chi ha bisogno” (dal sito Cucchini Associazione Agordino, alcuni passaggi di “Grazie”). Ma abbiamo scelto il pettirosso anche perché vediamo nella carità del pettirosso della leggenda la stessa carità del volontario! “Gesù era sulla croce. Le spine della corona che gli stringeva la fronte, si conficcavano nelle sue bianche carni, facendo uscire grosse gocce di sangue. Un uccellino che volava poco distante, vedendo la sofferenza di Gesù, sentì tanta pietà per Lui. Gli si avvicinò con un leggero pispiglio. Cosa disse l’uccellino? Forse rimprove- Il 19 settembre, sala Don Tamis. La dottoressa Paola Fornasier, psicologa e pedagogista, tiene la conferenza “Per mano nel tempo del lutto”. rò gli uomini di essere tanto cattivi, forse rivolse a Gesù tenere parole di consolazione. Poi tentò di portargli aiuto e col becco tolse alcune di quelle spine che lo torturavano. Le piume dell’uccellino caritatevole si macchiarono di rosso! L’uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Gli uomini, vedendolo, lo chiamarono “pettirosso”. Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla famiglia dei pettirossi hanno sul petto qualche piumetta sanguigna” (da “La leggenda del pettirosso”). Il volontario dell’Associazione, come il pettirosso, combatte contro la sofferenza, Agordo, 19 luglio. La consegna di due letti elettrici all’Uls n.1. dà sollievo al malato affinché possa vivere il più pienamente possibile fino alla fine, offre la carità che infonde speranza anche nell’amara esperienza della sofferenza, nella consapevolezza che l’importante, per ogni essere umano, è non sentirsi abbandonato e solo. L’attività Fatta questa premessa ricordiamo gli eventi e le iniziative della nostra Associazione. Il 4 maggio i ragazzi di Selva di Cadore hanno ricevuto il sacramento della S. Cresima. Per questa importante occasione i cresimandi, guidati dalla catechista, hanno realizzato, con tanto impegno e maestria, delle decorazioni pasquali che sono state offerte, dopo la cerimonia religiosa, in un mercatino. Il ricavato è stato donato con generosità e tanto entusiasmo all’Associazione “Il Pettirosso”. È vivo il nostro apprezzamento per la sensibilità che hanno dimostrato la catechista e i cresimandi, e per l’alto valore formativo dell’iniziativa. Il 29 luglio, a seguito della nostra partecipazione al Bando del CSV 2012, congiuntamente all’Auser “El Brói”, sono stati acquistati due letti elettrici ed è stato stipulato un contratto di comodato d’uso gratuito con la Usl 1 con preferenza ai bisogni dell’Agordino. La cerimonia di consegna dei letti all’Uls è avvenuta alla presenza dei rappresentanti della Uls 1, della Presidente Nadia Dell’Agnola e del Consiglio Direttivo che hanno ritenuto questo evento un traguardo molto importante per “Il Pettirosso” Cucchini Agordino. Il 2 agosto, a Taibon, è stato proposto il Concerto “Alle ombre dell’ultimo sole”, organizzato da Laura Miana con la collaborazione di altre volontarie. Hanno suonato i complessi “3got down”, i “CafèRebelde” e i “Tirataie”. Nonostante il tempo incerto, e a tratti la pioggia e il vento, c’è stata una buona partecipazione di pubblico. Durante la serata sono stati rinnovati molti tesseramenti e sono state incamerate alcune donazioni. L’Associazione è grata a tutti: ai gruppi musicali per la loro disponibilità, ai volontari, ai soci e ai nuovi iscritti per la loro generosità; Il 13 settembre al parco giochi di Falcade si è svolta “The Giant Polenta Challenge” la sfida della polenta gigante. Grazie all’idea e all’intraprendenza di Fabrizio Vigilante e di Alessandro De Dea e alle braccia e all’entusiasmo dei “mastri polentai”, la polenta di 3988 chili realizzata ha conquistato, sia pur per poche ore, il primato mondiale! Le fette di polenta con il “pastin” sono state distribuite a tutti i numerosi presenti in cambio di un’offerta che gli organizzatori hanno devoluto alla nostra Associazione. Il 19 settembre, in sala Don Tamis di Agordo, la dottoressa Paola Fornasier, psicologa e pedagogista, ha tenuto la conferenza “Per mano nel tempo del lutto”, riflessioni ed esperienze per stare accanto a bambini e ragazzi che hanno perso una persona cara”. Davanti ad un pubblico numeroso, attento, emotivamente coinvolto, la relatrice ha affrontato con serenità e pacatezza un argomento molto delicato e difficile come quello del lutto nei bambini. Per i 14 volontari dell’Associazione, formati nell’anno 2014-2015, è stata la prima serata del programma di Formazione continua. 18 Ottobre 2014 Echi di Agordo solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato La Confraternita della Beata Vergine della Salute Domenica 4 Maggio 2014 era una bella domenica di sole con un clima mite e primaverile e noi consorelle della Confraternita della B.V. della Salute (con alcuni simpatizzanti) ci siamo ritrovate di buon mattino per dare avvio alla nostra gita/pellegrinaggio annuale. Ritrovo in Piazza di Agordo, partenza e subito durante il viaggio ci siamo impegnate nella recita del Rosario e poi … a fraternizzare fra di noi. Giunti a destinazione nella cittadina di Dolo (VE) abbiamo partecipato alla S.Messa nella cappella intitolata alla Beata Vergine della Salute. Questa chiesa è antica, le prime testimonianza scritte sono del 1601, ed era l’oratorio della Villa Barbarigo Massari i cui proprietari di nobile famiglia veneziana proprio da Venezia portarono il culto della BVS. La Villa in epoca recente è stata adibita a sanatorio, poi intorno alla stessa è sorto l’attuale ospedale civile di Dolo, che ha mantenuto il bel parco. Proprio al limite del parco sorge questa chiesa semplice con un pregevole affresco; oggi è “amministrata” dal cappellano dell’ospedale, il gentilissimo don Giuseppe Cassandro che ci ha accolto fra i suoi fedeli e al termine della messa ci ha intrattenuto sulla storia della chiesa e del culto della Beata Vergine della Salute. Poi, liberamente abbiamo fatto una breve visita al centro storico di Dolo, grazioso paese attraversato dalle acque del Naviglio Brenta e da dove parte il Burchiello, storica imbarcazione che da secoli collega la città Padova a Venezia. Alla giusta ora abbiamo pranzato in un moderno locale lungo la Riviera del Brenta. Nel primo pomeriggio ci siamo recate alla bellissima Villa Pisani di Stra, ricca di storia e di arte; due guide turistiche ci hanno illustrato molto bene perché nacquero le Ville lungo la Riviera del Brenta, il tipo di vita che ivi si svolgeva, la loro ricchezza e il loro lento declino. Oggi la Villa Pisani (a differenza di altre ville che sono private) è di proprietà dello Stato: sicuramente un bene perché così tutti ne possono godere ma, ahimè, ha serie necessità di fondi per la manutenzione. Comunque ogni stanza aveva il suo ruolo e il salone da ballo, affrescato da Giambattista Tiepolo, è meraviglioso! La villa oggi è usata anche per mostre temporali, infatti una parte di essa ospitava la mostra fotografica intitolata “Luci e ombre di Venezia”: erano esposte molte fotografie antiche che ritraevano alcuni luoghi di Venezia e accanto vi era a confronto una foto moderna ripresa con la stessa inquadratura… veramente interessante, Le più giovani partecipanti alla gita-pellegrinaggio a Dolo del 4 maggio. avrebbe meritato una maggiore disponibilità di tempo. A seguire passeggiata libera nel parco per ammirare il giardino detto all’italiana o giardino romantico e la ricca collezione di piante nelle serre e nelle limonaie, ma qui sicuramente c’era bisogno di qualche giardiniere in più! Ero curiosa di riprovare a trovare la giusta strada nel famoso labirinto di siepi di bosso, inseguendo un vecchio ricordo da bambina, ma proprio la domenica pomeriggio il labirinto è chiuso per… mancanza di custodia! Che peccato! È giunta l’ora di rientrare a casa e il tragitto è presto trascorso fra qualche chiacchiera, qualche canzone e un po’ di meditazione. Ringrazio tutte e tutti i parteci- panti (in particolare i giovani che non hanno avuto paura di unirsi a noi meno giovani!), che hanno reso bella questa giornata importante per me (era la prima gita che organizzavo!) ma soprattutto importante per la Confraternita che trova nei momenti trascorsi assieme gioia di Comunità e nuova linfa per continuare a tenere viva questa sodalizio, il cui scopo, lo voglio ricordare, è la beneficienza dopo la preghiera. Le quote di iscrizione raccolte annualmente vengono infatti devolute a scopi benefici, siamo in molte e quindi anche la semplice quota di ciascuna di noi (euro 5 all’anno) assieme alle altre permette di dare degli aiuti significativi. Ogni nuova persona che desidera associarsi è ovviamente la benvenuta! Adriana Alfonsi Pro-Memoria Domenica 16 novembre, Festa della B.V. della Salute Domenica 16 Novembre siete invitati a partecipare alla Messa delle ore 10.00 nella Chiesa Arcidiaconale di Agordo per onorare la Festa della Beata Vergine della Salute; seguirà il pranzo sociale dove spero di incontrarvi numerose! Iscrizioni presso cartoleria Miola entro sabato 8 novembre 2014. Il 21 Novembre – giorno proprio della ricorrenza - celebreremo la Festa della Beata Vergine della Salute con la partecipazione alla S. Messa nella Chiesa di S.Agostino a Tóccol (ore 17.00). Dolo (VE), 4 maggio 2014, al termine della S.Messa celebrata nella cappella intitolata alla Beata Vergine della Salute. Ringrazio tutte le persone che in vario modo aiutano la Confraternita a rimanere viva e arrivederci a presto! Echi di Agordo Ottobre 2014 19 solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato Tanta amicizia e generosità al festoso ritrovo di Sant’Agostino il tradizionale Mercatino di Natale a scopo benefico si svolgerà quest’anno Nei giorni di: Venerdì 28, Sabato29 Novembre 2014 con il seguente orario: 9 - 12 e 15 - 19 e Domenica 30 dalle 9 alle 12 nella sala “don Tamis” della Unione montana ad Agordo (g.c.) Il ricavato sarà destinato all’emergenza fame in Uganda. Il 31 agosto il Gruppo “Vècia Pòpa da Le Ville” ha organizzato per il quarto anno consecutivo un ritrovo conviviale presso la chiesetta di Tóccol per festeggiare Sant’Agostino. Dopo la messa celebrata da mons. Giorgio Lise le numerose persone presenti hanno pranzato all’aperto degustando per l’occasione gli ottimi prodotti locali preparati da donne e uomini da Le Ville. Terminata la ristorazione, la creatività, la fantasia e l’abilità di Andrea Bernardi e la simpatia di Patrizia De Nardin hanno intrattenuto giovani e non con una serie di giochi e passatempo che hanno divertito e reso piacevole un bel pomeriggio. Va evidenziato il particolare clima di serenità, di amicizia e lo spirito di solidarietà che per l’intera giornata ha accompagnato tutti i presenti, in particolare le persone meno giovani che per l’occasione hanno rivangato con nostalgia ricordi e momenti piacevoli di un tempo, quando con pochi mezzi e risorse venivano organizzati eventi e intrattenimenti che creavano legami solidi e momenti di collaborazione e altruismo profondi. Il ricavato della bella e festosa giornata, 1.900,00 euro, frutto delle offerte degli intervenuti, è stato devoluto alla parrocchia di Agordo per far fronte alla spese sostenute negli scorsi anni per ristrutturare la chiesetta di Sant'Agostino da sempre molto cara e considerata dalle genti della zona di Le Ville. Matteo Chissalè Dopo la Messa celebrata da don Giorgio, si è dato il via alla festa popolare con giochi vari e l’immancabile gustosissima polenta all’aperto. I “Bòce da Rif” per i Chimici del “Follador” Sabato 18 ottobre, i Bòce hanno dimostrato ancora una volta la loro grande generosità consegnando al dirigente del Polo scolastico, prof. Bruno Bulf, un forno e una centrifiga separatrice, apparecchiature utili al laboratorio dei Chimici, acquistate con il ricavato della tradizionale sagra di san Giuseppe del 1° maggio. Centro Parrocchiale “Mons. Vincenzo Savio” Ricordiamo che è SEMPRE POSSIBILE CONCORRERE ALLA RIDUZIONE DEL DEBITO con: - Offerte libere - Dedicando alla memoria di persone care le aule o altre attrezzature - Acquisendo una delle 4.104 tessere che compongono il pannello, del valore di 150 euro ciascuna da versare in Parrocchia. Nuovamente grazie fin d’ora a quanti vorranno riservare concreta attenzione alla realizzazione del centro al fine di poter estinguere il debito restante. 20 Ottobre 2014 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Nell’ultima tornata elettorale, come già segnalato nell’ultimo numero di Echi, si è assistito al cambiamento dell’Amministrazione comunale di Agordo. Passate le elezioni il gruppo guidato dal Sindaco Sisto Da Roit ha iniziato a lavorare sui molti temi della vita pubblica. Si è composta quindi la nuova Giunta comunale che è formata da cinque degli eletti e che, oltre al sindaco, vede un’eguale presenza di genere, che sono (con i rispettivi referati): - Sindaco: Sisto Da Roit (affari generali, bilancio e urbanistica; - Vicesindaco: Angelo Ramazzina (patrimonio e salvaguardia del territorio); - Assessori: Nadia Dall’Agnola (servizi alla persona); Gabriele Trento (sviluppo sostenibile); Maria Grazia Dorigo (gestione associata dei servizi, società partecipate, finanziamenti e progetti innovativi). Nei primi mesi di lavoro sono già alcune le decisioni/attività adottate e svolte nonostante il periodo estivo. Per chiarezza espositiva abbiamo scelto di suddividerle schematicamente nei referati dei vari componenti della giunta. 1. Affari generali, bilancio e rbanistica A seguito del rinnovo del Consiglio comunale sono stati nominati i rappresentati del comune (di maggioranza e minoranza) all’Unione montana agordina (Stefano Tomè, per la maggioranza e Cristina Bien per la minoranza), alla Pro Loco (Gabriele Trento e Fabrizio Campedel, per la maggioranza, e Crisitna Bien per la minoranza), e le commissioni comunali elettorale (per la maggioranza Paolo Chissalè e Fabrizio Campedel, membri supplenti Stefano Tomè e Marco Da Roit, e per la minoranza Roberto Chissalè, membro supplente Giulio Favretti), e per la formazione degli elenchi dei Giudici popolari (Marco Da Roit, maggioranza e Claudio Sito, minoranza). Nel consiglio comunale del 31 luglio sono stati approvati il bilancio annuale di previsione per l’anno 2014 e i regolamenti di applicazione di TASI, IMU e addizionale comunale IRPEF e le relative aliquote, che sono state modificate per far fronte alle minori entrate conseguenti a un riduzione dei trasferimenti Notizie dal Comune dell’amministrazione statale, che per il 2014 ammonta a 477.000 euro. La Giunta ha anche deliberato la destinazione del 5xmille che servirà a finanziare il buono nuovi nati, il progetto aiuto studenti scuola media e contributi straordinari a sostegno del reddito per famiglie disagiate. 2. Patrimonio e Salvaguardia del territorio (manutenzione e amministrazione del patrimonio comunale e lavori pubblici) È stata approvata dalla Giunta la stipula dell’Accordo di Pro- da tennis e della sorgente acquedotto Framónt (secondo le indicazioni dell’Ulss). In questo periodo è stato infine risolto il problema delle infiltrazioni d’acqua presso il cimitero. 3. Servizi alla Persona (sanità e sociale, cultura, istruzione, famiglia, giovani e servizi per l’infanzia e l’adolescenza) Nei giorni a cavallo di ferragosto (14-19 agosto) è stata organizzata in Sala Don Tamis la mostra foto-storica “Volti e storie della resistenza bellunese”, affiancata dalla rassegna «I luoghi della grande guerra Lavori al cimitero. gramma con Veneto Strade e gli altri comuni coinvolti nell’intervento di miglioramento del collegamento stradale fra le Province di Trento e Belluno lungo la S.P. 347 “del Passo Cereda e Passo Duran”, finanziato dall’O.D.I.. Per il comune di Agordo l’intervento è rappresentato dalla realizzazione del marciapiede tra Veran e Crostolin con un investimento di circa 400.000 euro. Nel periodo tra giugno e settembre si sono conclusi i lavori di sostituzione delle lampade a vapori di mercurio con quelle a risparmio energetico (su tutti i 780 i punti luce del territorio comunale), di realizzazione di una parete in cartongesso presso il magazzino-archivio della scuola media e l’installazione di nuovi giochi e tavoli presso il parco giochi. Sono terminati anche i lavori di pulizia dei tombini stradali di tutto il territorio, di sistemazione della recinzione del campo in provincia di Belluno», entrambe patrocinate anche dall’Unione montana agordina e per la seconda da un progetto Interreg. Con settembre sono ricominciate le scuole ed è ripresa l’attività del Pedibus (iniziativa partita lo scorso aprile): grazie alla collaborazione dei volontari e del circolo Auser “El Brói” ogni mercoledì il Pedibus, partendo dalla zona della caserma dei carabinieri, passando di fronte all’ospedale e per la piazzetta vecchia porterà i bambini a scuola. L’8 ottobre è stata proposta una serata di dibattito promossa dalle associazioni dei consumatori riconosciute dalla Regione del Veneto. “Facciamo i conti, difendere la famiglia dalla crisi finanziaria” è il progetto della Codacons Veneto, finanziato dalla Regione Veneto, attraverso il quale dei consulenti all’economia della famiglia offrono il loro contributo per controllare questioni economico-burocratiche quali la correttezza nei conteggi dei tassi d’interesse e dei mutui, carte di credito e finanziamenti al consumo nelle varie forme. 4. Sviluppo Sostenibile (turismo, associazionismo, sport, sviluppo sostenibile, agricoltura-attività primarie e mobilità). Nonostante il periodo estivo, sono stati compiuti i primi passi nella discussione del progetto sull’Ospitalità Diffusa, progetto turistico sostenibile che coinvolge tutti e sei i comuni della conca e che rappresenta un primo tentativo di lavoro comune tra le amministrazioni. Il progetto in fase di discussione prevede la messa in rete delle strutture ricettive, il recupero e la valorizzazione del territorio con particolare attenzione al turismo senza barriere, nonché il ripristino dell’attività costante dell’ufficio turistico di Agordo, centro organizzato e competente dell’ospitalità diffusa che dia informazioni e assistenza all’ospite. L’interesse e la disponibilità alla discussione degli amministratori della conca ha permesso di effettuare il primo passo e organizzare un incontro con oltre 50 privati proprietari di strutture ricettive di vario tipo operanti sul territorio (il 5 settembre a Taibon) a cui seguiranno quelli con le altre categorie di soggetti potenzialmente coinvolti. Si è effettuato altresì il censimento delle associazioni operanti in loco. 5. Gestione associata dei servizi, società partecipate, finanziamenti e progetti innovativi (monitoraggio delle società partecipate del comune o di altri enti territoriali) È stato approvato, nel consiglio comunale del 31 luglio, il bilancio di esercizio relativo all’anno 2013 dell’Azienda Speciale Agordo Servizi. Marco Da Roit Echi di Agordo Ottobre 2014 21 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Il Gruppo Archeologico Arca di Agordo, presieduto da Gabriele Bernardi, informa della chiusura della campagna di scavo effettuata nella Busa delle Vette Feltrine, in Comune di Sovramonte, all’interno del territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, a quota 1800 metri. L’intervento, preparato in circa un anno di contatti con istituzioni e di pratiche necessarie, era previsto per la prima settimana di luglio di quest’anno; le note condizioni del maltempo estivo hanno costretto a spostare l’attività nella settimana dal 3 all’8 settembre. Tutto è andato “miracolosamente” per il meglio: le piogge hanno disturbato poco sia l’allestimento che lo smontaggio del piccolo cantiere che l’esecuzione dell’indagine, tanto da riuscire a portare a termine i lavori. L’attenzione per quella zona nasce da uno studio durato anni effettuato da Piergiorgio Cesco Frare e da Gabriele Fogliata sui recinti pastorali esistenti in provincia, per ora un censimento di circa un centinaio di complessi, che è stato sintetizzato in un articolo pubblicato sul quarto numero della rivista Frammenti del 2012. In seguito, dato che alla Busa delle Vette esiste un articolato insieme di recinti contigui, il Parco ha ritenuto vantaggioso finanziare uno Archeologia in alta quota a Sovramonte Una prospezione con drone eseguita dalla ditta Zollet Service di Santa Giustina. studio per datare le strutture; a tal fine ha proposto ad Arca una sovvenzione per l’orga- Dal 3 all’8 settembre, tutto è andato “miracolosamente” per il meglio. nizzazione di un intervento archeologico alla Busa. Notevole interesse verso il progetto, steso da Arca, è stato mostrato da Federico Dalla Torre, sindaco di Sovramonte, e da Annaluisa Pedrotti, docente dell’Università di Trento, divenuta poi direttore scientifico dello scavo. Una volta richiesta da Trento la Concessione al Ministero, redatta la relazione sull’impatto ambientale dal geologo Maurizio Olivotto (siamo in pieno territorio protetto da vincoli), eseguita una prospezione con drone dalla ditta Zollet Service di Santa Giustina per avere un fotopiano georeferenziato dell’area, si è potuto impostare l’impresa nei suoi risvolti concreti. La campagna ha risposto alle aspettative arricchendo signifi- cativamente il già eccezionale patrimonio archeologico di Sovramonte (basti pensare alla sepoltura preistorica della Val Rosna ): sono stati raccolti sia carboni che una volta analizzati permetteranno una datazione del sito, sia frammenti ceramici che studiati da esperti permetteranno anch’essi un’attribuzione temporale alla frequentazione, sia campioni di terreno per poter valutare l’utilizzo antico dei vari recinti (se umano o animale). Per ora non dobbiamo far altro che ringraziare i vari ingranaggi della macchina che hanno contribuito in modo essenziale alla riuscita della campagna: a partire dalla stesura del progetto (P.G Cesco Frare e G. Fogliata); dalla volontà del Parco (dott. Enrico Vettorazzo); dal trasporto del materiale a Faller (Manlio Monestier ed Elio Bordignon); dal montare in quota (e poi scendere) con trattore lo stesso materiale (sig. De Bortoli); dal coordinamento realizzato dalla dott.ssa Berto del Corpo Forestale; dal prezioso trasporto in salita e in discesa della strumentazione degli archeologi, degli effetti della decina di persone stabilite in rifugio e di persone stesse, da parte del personale della Stazione Forestale di Pian d’Avena; dalla gentilezza e disponibilità dei gestori del rifugio (Erika De Bortoli e Mirco Gorza); dall’attività scientifica e di rilevazione svolta sul campo (dott. Fabio Cavulli - UNITN, direttore di scavo, e dott. Francesco Carrer - Univ. di York); dal contributo dell’archeologo Ivan Minella; dal valido aiuto degli studenti Marco Toffanetti - UNITN, Filippo Favilli e Alessandro Mazzariol - UNIPD; dal volontariato di Nicoletta Barazzuol e Mariarosa Salmazo. Non possiamo dimenticare i graditissimi visitatori che, nonostante la salita di tre ore, hanno poi dato una mano in alcune fasi di scavo e setacciatura: Enzo Galeone, Maurizio Olivotto, Federico Toffoli, Mirella Munaro, Mara Dalla Vecchia, Guendalina Bordin, Daniele e Giorgia Olivotto. Ora attendiamo la relazione degli archeologi che già pensano a un futuro approfondimento dell’indagine. Il Gruppo Arca Ottobre 2014 22 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Luca, un Alpino effettivo Per Luca Da Roit, classe 1994, diplomato all‘ITIS Segato di Belluno nel luglio 2013, diventare Alpino è un sogno che si è avverato. Già nel 2012 ha partecipato a “vivi le forze armate”, la cosiddetta mininaia, che lo ha visto provare la vita di caserma per tre settimane a S. Candido, nel mese di settembre. Ha avuto modo così di indossare il cappello con la penna e di questo si è innamorato. Nel mese di dicembre dello stesso anno, in occasione dell’assemblea del Gruppo Alpini di Agordo, gli è stata consegnata, da parte del capogruppo, Caio Gavaz, la tessera di socio. In Luca, quelle tre settimane di caserma, hanno fatto scattare una molla, continuava a ripetersi: “dopo il diploma devo riuscire ad entrare nelle Forze Armate e fare l’Alpino”. Come si sa, per riuscire nei propositi, bisogna essere convinti, impegnarsi e dare il meglio di se stessi. Per due anni ha fatto tutti i corsi possibili per avere il punteggio necessario e così è riuscito a vincere il concorso (9000 partecipanti-1700 selezionati), “II blocco 2014 “che Dicembre 2012. Il capogruppo Caio Gavaz consegna a Luca la tessera di socio del Gruppo Alpini Agordo-Rivamonte-Taibon. Il 20° Ritorno a Paluch Il saluto di Angelo Dal Borgo, presidente della Sezione ANA di Belluno. La cerimonia di giuramento del 18 luglio scorso. Non solo da... “Maria De Filippi” i sogni si avverano gli ha permesso di partecipare al R.A.V (Reggimento Addestramento Volontari) a Montorio Veronese dal 24 giugno al 16 settembre. Con la cerimonia di giuramento avvenuta il 18 luglio scorso è diventato “fante”, ma il 17 settembre, finalmente, è stato aggregato al VI° Regg.to Alpini di S. Candido come “modulo K” e a metà novembre sarà trasferito definitivamente al Reparto Comando Supporto Tattico della Divisione Tridentina nella caserma di Corvara in Badia. Ci siamo riusciti, abbiamo coronato un sogno ed abbiamo un nuovo Alpino effettivo. Bravo Luca! Un Amico Alpino Puntuale anche quest’anno il tradizionale incontro dell’ultima domenica di luglio promosso dalla famiglia alpina. Favorita dal bel tempo, la giornata si è svolta nel consueto clima di serenità e fratellanza, sottolineata da una folta partecipazione di amici, di rappresentanti dei gruppi agordini e dalla gradita presenza del presidente sezionale Dal Borgo e del direttore di ’In marcia”, Bridda i quali, prima del rancio alpino, hanno assistito alla Messa celebrata dal parroco di Rivamonte, don Fabiano Del Favero, davanti all’antico oratorio, recuperato dagli alpini 20 anni fa.so anno. Paluch, 27 luglio 2014. Il maggiore-nonno, Franco Bustreo presenta con orgoglio il nipotino Alex subito dopo il battesimo nell’arcidiaconale. Echi di Agordo Ottobre 2014 23 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Con tre nuovi arrivi... Via con fiducia alla registrazione del nuovo CD Dopo una primavera nata sotto l’entusiasmo dell’inizio delle registrazioni del nuovo CD, il 2014 non è stato un anno particolarmente fortunato per la nostra compagine. Infatti, alcuni dei nostri coristi sono stati messi “ko” da problemi di salute, purtroppo anche di una certa gravità. Per fortuna loro, e anche del Coro, possiamo finalmente dire che tutto sembra tornato a posto e approfitto di queste due righe per ringraziare tutte le persone che si sono interessate alla nostra poco piacevole “situazione sanitaria”. Non tutto il male viene però per nuocere; infatti, proprio davanti a questi problemi, tutti i coristi si sono uniti ancora di più combattendo insieme ai più sfortunati una battaglia fatta di sostegni morali e anche materiali. Purtroppo questa situazione ha influito pesantemente sulla nostra attività. A causa del ridotto numero degli attuali coristi abbiamo dovuto interrompere la registrazione del CD per diversi mesi e ridurre al minimo indispensabile le nostre esibizioni. Quel poco che abbiamo cantato in pubblico è stato però bellissimo e pieno di gioia perché nonostante le avversità eravamo ancora tutti in gruppo a fare qualcosa che ci piace. Come non ricordare la serata del 26 luglio al Mis di Sagron… Una piccola chiesa ci ha accolti strapiena e ha apprezzato i nostri canti creando una sorta di serata in famiglia. Quante emozioni soprattutto per Terry che per la prima volta è riuscita a portare il suo Coro nel paese di origine. Altre emozioni, e forti, le abbiamo provate il 19 luglio per merito del Gruppo della Vècia Pòpa con il quale, ormai da qualche anno, siamo felici di collaborare in più occasioni. Chiamati a cantare nella serata del premio “Dedicato a…” abbiamo scoperto, con Sabato 19 luglio. Sorpresa: il “Dedicato a…” del Comitato Vècia Pòpa è stato “dedicato” proprio al Coro Agordo! di voler continuare il sogno di Salvatore anche se certe volte è più difficile sognare che accettare la realtà. Detto ciò parliamo del futuro. Quante emozioni, soprattutto per Terry, la sera del 26 luglio nella piccola chiesa di Mis di Sagron, suo paese d’origine! grande stupore che i premiati quest’anno eravamo noi! Che sorpresa! Il nostro felice s-concerto si faceva sempre più grande Tre graditissime new-entry: Giulia, Nicolò e Leonardo, giovanissimi nuovi cantori allo sbaraglio. a mano a mano che la signora Antonia Bortot D’Isep leggeva il “papiro” che illustrava l’attività del personaggio agordino premiato… alla fine quando abbiamo inteso che il premio era per noi è scesa anche qualche lacrima… Come già ho detto, ringraziando il presidente del Gruppo, Giorgio Favero, per aver pensato al Coro Agordo, per questo peraltro graditissimo riconoscimento, credo che il premio vada dedicato certamente a quanto fatto dal Coro in passato, ma anche a tutti quei coristi che, con don Vincenzo Da Ronch, hanno tenuto duro quando è venuto a mancare lo storico maestro Salvatore Santomaso. Sarebbe stato più comodo chiudere baracca e burattini, come qualcuno avrebbe voluto, ma chi è rimasto ha avuto il coraggio Abbiamo finalmente 3 newentry: Giulia, Nicolò e Leonardo, giovanissimi nuovi cantori allo sbaraglio che si stanno già distinguendo per la presenza alle prove tanto da poter partecipare già alle registrazioni. La sera del 26 ottobre canteremo nell’Arcidiaconale di Agordo la sentita Messa per i Caduti sulle nostre montagne mentre il 22 novembre, festa di Santa Cecilia patrona dei musicisti, abbiamo pensato di ritrovarci, sempre ad Agordo, per una Messa in ricordo dei nostri coristi “andati avanti”, per Salvatore e Lamberto Pietropoli il nostro storico armonizzatore di cui quest’anno ricorre il ventennale della prematura scomparsa. Il 9 novembre saremo invece a Breganze (VI), invitati dal coro locale per una rassegna autunnale di cori. Termino questo breve notiziario sperando di vedervi presto ai nostri momenti corali e, perché no, nella nostra sede per provare l’ebbrezza del cantare insieme. Roberta Ottobre 2014 24 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Un anno di grandi soddisfazioni Ancora riconoscimenti per “I Musici” Un anno in crescendo ha caratterizzato l’attività dei Musici, conclusasi con l’attestazione Ministeriale conferita al Coro dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e da Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato per l’apprendimento pratico della musica a scuola. La cerimonia ha avuto luogo a Roma nel Palazzo dell’Istruzione e i riconoscimenti sono andati ai gruppi orchestrali e corali che hanno dimostrato la qualità degli interventi musicali nelle scuole: nella categoria cori, cinque sono stati i premiati fra le scuole italiane di ogni ordine e grado. Un riconoscimento notificato a pochi giorni dalla partecipazione al Festival Musicando e appena prima del Concerto di fine anno scolastico. Quest’ultimo evento ha potuto avvalersi della bella cornice costituita dal Centro Parrocchiale Vincenzo Savio, gentilmente concesso dal Parroco, e ha offerto una panoramica su come i ragazzi vengono coinvolti nell’attività corale nelle diverse fasce d’età: dai bambini di prima, seconda e terza elementare, che sotto la direzione della maestra Daniela Lena hanno proposto un repertorio gioioso e di qualità, ai Musici di età compresa fra i dieci e i diciannove anni, diretti da Marina Nessenzia, che hanno alternato brani polifonici complessi ed espressivi ad altri leggeri e coinvolgenti. Tutto è avvenuto in un clima festoso, nel quale il Dirigente scolastico ha colto l’occasione per manifestare la propria gratitudine alle insegnanti della scuola primaria che nell’anno scolastico 2013/14 hanno concluso la loro attività. *** Il concerto di fine anno ha consentito ai Musici di presentare al pubblico anche i brani appresi alla decima edizione di Musicando, festival rivolto ai giovani di tutt’Italia impegnati nel mondo dell’espressività musicale attraverso la particolare attività Riccione, 10 maggio. Il concerto dei Musici nella Rassegna dei cori partecipanti alla 10a edizione del Festival “Musicando”. del canto corale. Patrocinato e sostenuto dal Comune di Riccione, l’evento ha avuto luogo dal 9 all’11 maggio. I Musici hanno avuto l’opportunità di lavorare sotto la sapiente guida di Basilio Astulez, maestro spagnolo di fama internazionale, che collabora con enti e istituzioni di tutto il mondo come direttore di corsi e seminari sul canto corale e in qualità di giurato. Con lui il coro ha trascorso ore di appagante impegno, con un’attività trasversale, fatta di canto, movimento, lingue stra- niere, non solo per il carattere multietnico del repertorio, ma soprattutto perché il Maestro si è quasi sempre espresso in lingua inglese. Un’esperienza intensa e indimenticabile, ricca di contenuti profondi che trascendono il festival stesso. Il canto corale è infatti una potentissima metafora della condivisione, del lavoro di gruppo, e della capacità di costruire, insieme, qualcosa di superiore alla somma dei singoli sforzi individuali; e il clima gioioso e collaborativo che si respira nel gruppo ne è la conferma. I «Sonadór» del caffè Garibaldi Al concerto di fine anno, tenutosi al “Centro mons. Vincenzo Savio” venerdì 30 maggio, hanno cantato sia i Musici che i bambini di prima, seconda e terza elementare, che frequentano il laboratorio con Daniela Lena (propedeutico all’ingresso nei Musici). Una nuova interessante e singolare mostra fotografica è stata allestita quest’estate al caffè Garibaldi, lo storico locale di piazza Santa Maria, pensata da Dario De Nardin, cultore di storia locale, e dalla titolare del bar, Lucia Collesei, intitolata «Sonadór», inserita nel ciclo di esposizioni denominate «Artisti al muro», che ritrae oltre un secolo di suonatori e/o musicisti del Basso Agordino. Una mostra che ha voluto sottolineare la musica «come punto di aggregazione in quanto, un tempo, quasi unica ricreazione», come rileva Lucia, «e quindi diffusissima con intere famiglie di artisti ed esperti liutai». Dalle osterie uscivano canti e suoni spontanei già dalla mattina, si ballava nelle stalle, alle sagre. «Soprattutto negli anni ‘50» concludono Lucia e Dario, «quasi a esorcizzare gli anni bui. Negli anni ’70 la musica è stata bandiera e portavoce di movimenti e idee per poi, dopo gli anni ’80, subire una flessione proprio come uno specchio dei tempi». Echi di Agordo Ottobre 2014 25 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Circolo Culturale Agordino Dal “Cuore Dolomitico” alla raccolta di firme pro-recupero Torresella... “Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto”. Questa frase di Fernando Pessoa rappresenta bene quello che il Circolo culturale agordino, in collaborazione con la Biblioteca e il Comune di Agordo, ha proposto in questa estate 2014. Una serie di incontri, esposizioni, proposte e riflessioni per far conoscere cose di interesse vario. Abbiamo iniziato alla fine di giugno ospitando la mostra collettiva fotografica itinerante “Cuore Dolomitico”. Come ha spiegato Dario Ganz all’inaugurazione, questa associazione ha come scopo la vendita delle opere in mostra per raccogliere fondi da devolvere al CRO (Centro di Riferimento Oncologico) di Aviano. Il mese di luglio è stato il più ricco di avvenimenti iniziando dalla mostra di quadri e libri per ricordare Gino Miana, persona ricca di passioni che amava riportare i suoi ricordi e le sue impressioni su carta e tela. La conferenza “Girolamo Segato: naturalista, scienziato, esploratore, disegnatore, egittologo, cartografo e antropologo” curata da Giovanni Grazioli direttore della Biblioteca di Belluno, ha suscitato l’interesse di numerose persone. Famoso sia in Italia che all’estero, in particolare per il suo studio sulla pietrificazione dei corpi, ci ha lasciato anche vari reperti e documenti alcuni dei quali ci sono stati letti durante la conferenza, da Nanni Dorigo. Abbiamo poi assistito alla presentazione di due libri molto diversi tra loro. Pierluigi Tamborini ci ha parlato del suo romanzo “Hotel Praga: la ragazza della porta accanto” dove si parla di un fantasma che appare in una stanza d’albergo e sembra nascere da una storia realmente accaduta. Giovanni Larese e Monica Sandi ci hanno trasportato indietro negli anni con il volume “La società e l’economia bellunese nei primi decenni del Novecento”. Il libro è una raccolta di documenti d’archivio e statistiche che offre un quadro dei cambiamenti economici, sociali e politici che si sono alternati nella nostra Provincia nei decenni successivi alla Grande Guerra. Ad agosto abbiamo concluso questo percorso con una esposizione di libri di interesse locale presentati da autori Agordini: Giuliano Dal Mas, Giorgio Fontanive, Bepi Pellegrinon, Un mese di luglio ricco di avvenimenti, a cominciare dalla mostra di quadri e libri per ricordare Gino Miana, presentata da Gabriele Riva. Luigi Rivis, l’Istitut Cultural Ladin “Cesa de Jan” di Colle Santa Lucia, l’Istituto Bellunese Ricerche Sociali e Culturali e il gruppo Ladin de Agort. All’inaugurazione erano con noi gli autori e i direttori degli istituti che hanno presentato i loro libri di soggetti e argomenti vari. In contemporanea a questa mostra c’è stata una esposizione di opere del ceramista Luigi Dal Bò presentate con affetto e riconoscenza dalla nipote Rossella. Abbiamo potuto ammirare acquerelli, disegni a carboncino, piatti in ceramica dipinti con maestria da questo artista. Gino Miana (1937-2003), fecondo scrittore e artista di Voltago. Vi ricordiamo che il Circolo si è fatto promotore assieme al Comune e ad alcuni altri cittadini di Agordo, di un’iniziativa validissima: la raccolta firme all’interno dell’iniziativa del F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano), “I luoghi del cuore” finalizzata alla salvaguardia e al ripristino della “Torresella” la bella torre segusinana che si trova all’interno del parco del palazzo de’ Manzoni. In Biblioteca trovate ancora i fogli per la raccolta delle firme. Aiutateci a realizzare questo desiderio e venite a trovarci. Circolo culturale agordino Agordo Musica La 21a edizione di «Musica nell’Agordino» Con il concerto per organo e flauto, eseguito dai fratelli Rinaldo e Roberto Padoin nella chiesa parrocchiale di Rivamonte (organo Zanin del 2003), ha preso il via il 3 agosto la 21a edizione di «Musica nell’Agordino», la tradizionale rassegna di organo dell’estate, organizzata da Agordo Musica, in collaborazione con Veneto Musica e le parrocchie. Gli altri appuntamenti: il 4 agosto nella parrocchiale di Alleghe con il soprano Roberta Bortolozzo, accompagnata all’organo (del XVIII secolo) da Giovanni Feltrin; il 6 Nicolò Sari ha suonato all’organo Callido (1802) della parrocchiale di San Tomaso e l’8, nell’arcipretale di Canale d’Agordo, si è esibito Giovanni Feltrin all’organo Callido (1801) con Ottaviana Ronchi (voce recitante); il 9 nella chiesa di Falcade (organo Pinchi del 1993) è stata la volta dell’organista Daniele Toffolo (nella foto) che il giorno dopo, 10 agosto, ha suonato alle tastiere del Cipriani (1844) dell’arcidiaconale di Agordo. 26 Ottobre 2014 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Un’altra stagione è stata lasciata alle spalle; questa del 2014 sarà ricordata come una delle più deleterie degli ultimi decenni per tutti gli operatori della montagna: frequentatori, gestori di rifugi, volontari, turisti, alpinisti. All’uscita di un inverno già causa di tanti problemi e difficoltà per precipitazioni abbondati e anomale, la meteorologia si è accanita nuovamente con il perseverare di condizioni avverse: pochissimo sole e tanta pioggia. I tre mesi estivi tanto attesi, sono stati contraddistinti da precipitazioni insistenti - sostanzialmente giornaliere - con la beffa della penetrazione dell’Anticiclone delle Azzorre nella Regione Dolomitica il 22 settembre, primo giorno di chiusura dei rifugi! Un disastro! Anche di carattere commerciale per chi opera in quota in tempi dove davvero “piove sul bagnato” nel senso più negativo di questo “luogo comune”: cioè di male in peggio. La Sezione Agordina del CAI e tutto il comparto del volontariato della montagna diffuso sul territorio ha dovuto occuparsi di manutenzioni varie, ripristino della viabilità sentieristica ove limitata da frane e smottamenti, sgombero da schianti. Tuttavia sempre con un programma di uscite sociali che, pur se penalizzato dalla meteo, ha potuto essere portato a buon fine con la consueta serie di uscite (Monte Carega-Vicenza; Pizzon; Pizzocco; Zückerhutl-Austria; Catinaccio; Col Bechei, Monte Cernèra) e gli incontri culturali. Tra questi la 31.ma Adunanza a Fradòla in Comune di San Tomaso Agordino e la Giornata dell’Amicizia in Framónt. Fradòla è stata contrassegnata da una tempo che ha permesso lo svolgersi della manifestazione senza problemi; l’appuntamento ritornato la prima domenica di agosto, oltre alla trattazione di altre interessanti relazioni storico-scientifiche, è ruotato attorno alla figura della guaritrice di Avoscan, Maria CRONACA SEZIONALE DELL’ESTATE 2014 a cura di Giorgio Fontanive Malga Framónt. La S.Messa celebrata da mons. Giorgio Lise nella 15a “Giornata dell’amicizia” del 7 settembre, in una unità d’intenti Cai-Ana-Coro Agordo. In questa occasione 2014, peraltro, si è visto che è necessario modificare la formula e collegare unitariamente le forze che operano in questo campo per la promozione del territorio alle spalle del capoluogo di vallata. Momento a Fradòla con Antonello Cibien, Luca Luchetta, Giovanni Specchièr (figlio di Maria Teresa Rossi) con ritratto consegnato dall’Amministrazione Comunale di San Tomaso, e la signora Fausta. ...manca qualcuno... al ristoro sotto il tendone. Ritratto di “Trèsa Specéra” ovvero Maria Teresa Rossi-Specchiér, guaritrice di Avoscan.Tra gli infortunati “importanti” si ricorda anche Pietro Mennea amico dell’hockeysta Renato De Toni; il primatista mondiale dei 200 metri con 19’’72 si sottopose felicemente ad alcuni massaggi agli arti inferiori all’inizio degli anni ’70 allorché era ospite all’Albergo Coldai di Alleghe. Tra i casi più difficili di assoluto rilievo è quello di una discesista altoatesina rimasta menomata da una caduta sugli sci; convenientemente ospitata all’Albergo Ciclamino e seguita per più giorni dalla guaritrice di Avoscan, in una dozzina di giorni recuperò una funzionalità praticamente normale. È possibile che il numero degli infortunati da lei curati oltrepassi il numero di diecimila. La bella conca prativa di Fradòla sottostante il centro di San Tomaso scelta per la 31.ma Adunanza del 3 agosto, con l’eccellente panorama verso l’Alto Cordévole e la Civetta. Teresa Rossi “Trèsa Speciéra” al cui figlio è stato anche consegnato un riconoscimento in sua memoria dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Moreno De Val. In Framónt la “Giornata dell’Amicizia” si è dimostrata sotto tono, con assenze importanti, palesando l’assoluta necessità di modificarne la formula unificando gli sforzi di tutti gli operatori per la promozione della montagna alle spalle di Agordo. Qui Antonello Cibien ha rinnovato il ricordo del socio “storico” Silvano Peloso, affezionata presenza a Casera Framónt, mentre Giorgio Fontanive ha portato a conoscenza dell’assemblea la contemporanea scomparsa del (continua alla pag. seguente) Ottobre 2014 Echi di Agordo 27 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina (segue da pag.26) L’ATTIVITA’ del CAI La Sezione Agordina del CAI in gita sul Catinaccio. Gli operai della Unione Montana Agordina hanno terminato il lavoro in Piazzale Marconi. socio Giuseppe Dai Pra (di Taibon), figura di rilievo nella cultura e nella conoscenza scientifica della montagna agordina. Nel corso della manifestazione è stato dato anche l’annuncio della realizzazione (in collaborazione con gli Uffici dell’Unione Montana Agordina-ex CMA, utilizzando fondi ministeriali), del percorso - in via di completamento - denominato “Sentiero Geologico di Agordo”, itinerario storico culturale ad anello con punti informativi attrezzati che porta alla base della Moiazza dal capoluogo; qui, in Piazzale Marconi, è stato allestito un primo pannello esplicativo. Per quanto riguarda la sentieristica da segnalare anche l’avvio dell’operazione per l’attesa sistemazione dell’accesso al Rifugio Carestiato da Passo Duràn nella zona acquitrinosa sul percorso dell’Alta Via n.1. L’operazione - programmata ancora alcuni anni fa - è stata alfine possibile con l’utilizzo di fondi GAL gestiti dall’Amministrazione Provinciale di Belluno con il proprio personale tecnico. I rifugi sono ancora soggetti a manutenzioni e aggiornamenti sull’adeguamento alle normative legate alla sicurezza con interventi programmati sia al Còl dei Pass che in Lósch. Qui, sotto l’Agnèr il mese di luglio ha visto finalmente il vitale completamento della pista forestale che sale da Frassené attraverso la località Rafadora realizzando un’opera - attesa da almeno un trentennio - necessaria sia per la manutenzione del territorio che per il funzionamento logistico delle opere alpine in sito (Malga Lósch e Rifugio ScarpaGurekian): uno scenario che non potrà che migliorare l’appetibilità turistica dell’area in estate come in inverno facilitando la logistica e la fruizione delle aree boschive. Sotto l’Agnèr, il mese di luglio ha visto finalmente il vitale completamento della pista forestale che sale da Frassené. L’opera - attesa da almeno un trentennio - era necessaria sia per la manutenzione del territorio che per il funzionamento delle opere alpine in sito (Malga Lósch e Rifugio Scarpa-Gurekian): uno scenario che non potrà che migliorare l’appetibilità turistica dell’area facilitando la fruizione delle aree boschive. (Il commovente affettuoso saluto, rivolto in chiesa dal presidente della Sezione agordina del Cai, al funerale di Silvano Peloso) Caro Silvano, mi trovo a disagio a leggere queste poche righe che ti scrivo col cuore - unitamente a tutta la nostra Sezione - in questo frangente che purtroppo non si può evitare. Anche se - in questi anni di presidenza mi sono sempre augurato di non dover mai trovarmi nella condizione di porgere quest’ultimo triste saluto a un amico che tanto ha dato alla Sezione Agordina del CAI. Ma non solo: credo anche ai molti amici che hai accompagnato facendo scoprire loro quanto la montagna, nei suoi molteplici aspetti, può regalare a chi l’avvicina con il giusto animo. Venendo da un piccolo Comune della vallata, io personalmente ti devo molto per i preziosi consigli, per la tua ferrea memoria storica, per avermi saputo raccontare il passato con lo sguardo di chi guarda al futuro con occhio attento e vigile. Certo, la tua schiettezza non sempre ti ha gratificato, e credo però che ognuno di noi, vecchi e nuovi soci del CAI, ben abbiamo compreso la sincerità dei tuoi pensieri, dei tuoi rimproveri e delle tue convinzioni. Al CAI hai dedicato con vera passione, altruismo e sacrificio, i tuoi migliori anni di attività per la promozione di questo fantastico ambiente montano che ci circonda. Non ti sei certo risparmiato nel contribuire con lavori di fatica alla costruzione di rifugi e bivacchi in quota, per non parlare poi della realizzazione di percorsi in roccia e manutenzione dei sentieri. Hai proseguito poi negli anni, anche quando l’età ti ha precluso alcune attività, a sostenere, incentivare e frequentare attivamente con caparbietà il nostro Sodalizio (quanta cura e amore hai avuto per la nostra sede!), portando il tuo contributo ai vari eventi in programma; anche all’ultima adunanza di pochi giorni fa dove per nessun motivo avresti voluto mancare. Te ne sono grato e ti ringrazio, ma credo che lo siano anche molti di noi che con te hanno condiviso negli anni questa irrefrenabile passione per l’Alpe. Ciao Silvano, mi piace pensare il tuo spirito libero di percorrere le nostre montagne, mentre in noi resterà vivo il tuo ricordo più forte di qualsiasi abbraccio, più importante di qualsiasi parola. Antonello Cibien 28 Ottobre 2014 Echi di Agordo cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina Eventi e attività del 2014 Nuove elezioni anche a Dolomieu (Francia) e a Zugliano (Vicenza) Nella primavera del 2014 anche nei Comuni gemelli di Dolomieu e di Zugliano ci sono state le elezioni del nuovo Consiglio Comunale. A Dolomieu si sono presentate 2 liste e per sole 9 preferenze la vittoria è andata alla lista capeggiata da André Bejuit. L’ex sindaco Patrick Bourdaret esce dalla vita amministrativa, ma rimane nei ricordi dei due paesi come colui che ha siglato con Renzo Gavaz il patto di gemellaggio, il 31 ottobre 2005. Delle due liste che si sono contese la guida del Comune di Zugliano le preferenze, anche in questo caso con scarso margine, sono andate a Uniti per Zugliano con capolista Sandro Maculan che Agordo aveva già conosciuto nelle vesti di direttore della Banda Centrale di Zugliano durante la festa del gemellaggio del 2011. Gita a Zugliano L’8 giugno il Comitato di Gemellaggio ha organizzato una gita a Zugliano in occasione della tredicina di S.Antonio, tradizionale festa con eventi organizzati durante le prime due settimane di giugno. Interessante la visita guidata alla nuova sede della distilleria Zanin, un tempo ubicazione del cascamificio in cui lavorarono tante agordine emigrate agli inizi del ‘900. Nei locali Una mostra in omaggio a Deodat de Dolomieu mega campioni di roccia sia di origine vulcanica, risalenti al triassico che di dolomia, con le sue evidenti stratificazioni. Un grande successo ha riscosso pure la terza parte conclusiva della mostra con la proiezione Una classe 2^ media, in visita alla mostra su Dolomieu, segue le spiegazioni di Nicoletta Cargnel. L’interessante documentazione esposta in una teca. della stessa distilleria è stato anche possibile visitare una particolare mostra fileteliconumismatica su S.Antonio. È seguita la visita, nella frazione di Grumolo, dell’affascinante chiesetta di San Biagio, risalente all’anno mille. Mostra su Deodat de Dolomieu Sabato 11 ottobre, in concomitanza con la Fiera del Bestiam, è stata inaugurata la mostra su Deodat de Dolomieu (1750-1801), da cui hanno preso il nome le nostre meravigliose montagne. All’allestimento dell’esposizione hanno collaborato con il Comitato di Gemellagio la dottoressa Nicoletta Cargnel di Cortina, In visita ai “gemelli di Zugliano per la tredicina di Sant’Antonio. l’Istituto Follador di Agordo e Roberto Soramaè. Per l’occasione si è recata di proposito da Dolomieu una rappresentanza del Comitato di gemellaggio e del Consiglio Comunale della cittadina francese. La mostra è stata strutturata in tre parti: la prima documentale e descrittiva della vita del personaggio il cui amore per i vulcani e le rocce lo portò per ben tre volte in Italia nel corso della sua breve vita; nella seconda parte è stato curato l’aspetto geologico tramite l’esposizione di interessanti e particolari attrezzature usate al tempo di Dolomieu per analizzare, studiare e trasportare i campioni di roccia; inoltre hanno fatto bella mostra di sé delle favolose immagini del dvd di Roberto Sorameè e Paolo Sibillon Dolomiti agordine – tesoro del mondo. Appuntamento teatrale A conclusione della programmazione annuale domenica 26 ottobre è stata di nuovo invitata presso il Centro Parrocchiale la compagnia Teatroinsieme di Zugliano per rappresentare Che quarantotto in casa Ciabotto ,la continuazione della commedia portata ad Agordo nel 2013, che tanto ha divertito gli spettatori agordini grandi e piccoli. Un 2014 intenso e soddisfacente per il Comitato di Gemellaggio, ora il 2015 è alle porte insieme al decennale del gemellaggio con Dolomieu. Ottobre 2014 Echi di Agordo 29 cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina L’incontro di F.lla Camp Sabato 27 settembre, una cinquantina di persone sono salite a Forcella Camp per il tradizionale incontro in occasione del 16° anniversario della posa in opera del Capitello, voluto dall’instancabile Giorgio Favero. Una giornata di autentica limpidezza settembrina: aria fresca, atmosfera tersa, cielo azzurro: veramente l’ideale per una “sgambata” in montagna. E quest’anno anche l’arcidiacono, mons. Giorgio Lise, è salito fino a quota 1933 per celebrare la S.Messa durante la quale c’è stato un ricordo particolare per Rosi, la moglie di Giorgio Favero che tante volte era salita con lui fino a quel capitello, curato sempre con tanta devozione. L’arcidiacono, riferendosi a San Vincenzo De’ Paoli di cui si celebra la memoria proprio il 27 settembre, apostolo della carità, ha invitato i presenti a coltivare l’attenzione agli altri nella vita quotidiana, forti dell’esperienza che in montagna nasce e si rafforza: quella della solidarietà, dell’aiuto reciproco e della condivisione, soprattutto nei momenti più difficili. “Quella dell’amore - ha concluso il celebrante - è la strada maestra non solo per incontrare gli altri, ma anche per incontrare l’Altro”. SuPerBinàtega e Framónt 2a edizione Domenica 14 Settembre si è svolta la 2a edizione di SuPer Binatega e Framónt, evento organizzato da Cristina Bien del negozio Stile Libero in collaborazione con varie associazioni di Agordo (CAI, Pro Loco, U.S. Le Ville, Bòce da Rif, Gruppo Campregana, Sezione Cacciatori Agordo, Rifugio Carestiato, Famiglia Frigimelica, Malga Framónt, Soccorso Alpino Agordo, Latteria Agordino Cooperativa di Vallata). La passeggiata paesaggisticoenogastronomica ha visto la partecipazione di una settantina di persone. Bambini, famiglie, gruppi di amici sono stati accompagnati nella camminata dal Presidente della Sezione Agordina del CAI, Antonello Cibien, da Eugenio Bien nelle veci di “Cicerone” della giornata e da uno splendido sole! Il gruppo partito da Malga Framónt si è diretto verso Forcella Camp, trovando sulla sua strada la ProLoco di Agordo che ha offerto una super colazione, caffè, thè, dolci e torte di ogni tipo. Arrivati alla Forcella, dopo un’oretta di Tutti felici e soddisfatti per la immancabile foto ricordo alla fine della gita paesaggistica-enogastronomica tra le tradizioni e i prodotti tipici locali. cammino, sono stati accolti dal CAI di Agordo che con molto impegno ha portato fin lassù thè caldo e biscotti per tutti. Seguendo poi il sentiero dell’Altavia n. 1 si è raggiunto il Rifugio Carestiato, ma appena prima, proprio sotto le pareti della Moiazza, la sorpresa più spettacolare della giornata... l’esercitazione del Soccorso Alpino di Agordo che ha fatto vedere da vicino ai partecipanti alcune manovre di soccorso. Dopo un ottimo pranzetto al Rifugio da Diego Favero, è iniziata la discesa tra i boschi e i prati di Binàtega, tappa alla Casera ai Pass dove era allestita una mostra partecipanti e, grazie alla sua disponibilità, tutti hanno potuto vedere lo sfalcio con la “falz” e chi ha voluto ha provato l’esperienza di sfalciare a mano come nella tradizione agordina. Messi via falz e restèi sono ripartiti, in ritardo sulla tabella di marcia (per colpa dello splendido sole!)... il gruppo unito è stato accolto alla baita del Gio Tromba da Grazia, Adis, Silo e altri amici con musica e una favolosa minestra d’orzo preparata dal mastro Bepo Tromba; non potevano mancare i dolcetti preparati con impegno dai parói delle baite! Finita la giornata... sono quasi Al Còl di Binàtega le fisarmoniche di Damiano e Franco hanno portato una gradita nota di allegria. storico-fotografica delle malghe di Agordo e dove i Boce da Rif avevano preparato un “sorbetto d’alta quota”. L’U.S. Le Ville, assieme a Roberto Chissalè della Latteria Cooperativa di Vallata, ci aspettavano al Còl di Binàtega, alla baita del Mario Cépo, con una tavolata di formaggi e prodotti locali, Damiano e Franco con le loro fisarmoniche hanno rallegrato il momento. Una pausa sugli splendidi prati sfalciati, uno sgurdo ai vecchi filmati preparati dall’amico Italo Schena e via... l’allegra compagnia ha proseguito la gita, arrivando a La Stòrta di Binàtega alla baita del Giorgio Busna che ha offerto da bere ai servite le lampade frontali... ritorno a Le Pécole e poi in navetta a Malga Framónt a riprendere le macchine. “Una giornata meravigliosa”,ha commentato Cristina, “un successo per tutti, organizzare un evento così non è facile ma le fatiche passano quando si vedono i partecipanti stanchi ma entusiasti alla fine della giornata! Grazie a tutti i volontariamici che mi hanno aiutato, le associazioni di Agordo che hanno lavorato insieme e sono sempre disponibili per gli altri. Una giornata indimenticabile in luoghi splendidi sotto lo sguardo della “nostra” Moiazza sempre immensa ed emozionante!” Ottobre 2014 30 LA GUERRA IN SCATOLA, CHE PASSIONE! L’agordina Vania Porta, che vive a Domegge di Cadore, possiede una ricca collezione di scatolette di latta per alimenti destinati ai nostri soldati nel 1915-18 “Com’è il rancio?” chiedeva il comandante al soldato Alberto Sordi nel film ‘La Grande Guerra’ di Mario Monicelli. “Ottimo e abbondante” era la risposta, “Invece è una schifezza” la replica dell’ufficiale. Ma, al di là della sincerità o meno dell’affermazione dell’Albertone nazionale, possiamo dire che paradossalmente entrambi gli interlocutori avevano ragione: se gli ufficiali, provenienti dalle classi colte ed agiate, potevano lamentarsi della qualità del vitto, così non era obbiettivamente per i soldati di estrazione popolare, che nel “rancio” trovarono una dieta più ricca di quella cui erano abituati. Ce lo conferma Vania Porta, che, originaria di Agordo, vive a Domegge di Cadore e lavora come tecnico di laboratorio presso l’ospedale di Belluno. Da tempo è interessata alla Grande Guerra, una passione trasmessale dal padre Antonio, tanto da specializzarsi sul tema della quotidianità della vita in trincea e in particolar modo su come i nostri soldati erano nutriti. “Il Manuale sulla preparazione del rancio - ci spiega Vania - prevedeva, oltre alle varie ricette, che la normale razione giornaliera fosse di circa 4000 calorie, mentre per le truppe sottoposte a lavori intensi in alta montagna si arrivava a 4700. Non fu però sempre così ed i nostri soldati soffrirono spesso la fame, soprattutto qui sulle Dolomiti, con una pessima qualità del cibo, che molto spesso giungeva freddo e scotto nelle trincee d’alta quota, dove addirittura si manifestarono casi di “scorbuto”. Ecco quindi che quei poveri combattenti, in assenza di verdure fresche e frutta, dovettero alimentarsi Echi di Agordo alla Bertolli, o ad altre aziende meno conosciute. Ricordo che la prima scatoletta rinvenuta è stata quella delle “Alici Savoia” ,di forma ovale, che reca impresso il ritratto di un bersagliere col fucile in mano, nell’atto di andare all’assalto al grido di “Savoia!”. Questi oggetti mi hanno sempre affascinata, se non altro per il fatto che essi sono stati utilizzati un secolo fa da uomini gettati nel crogiuolo di una guerra tremenda su queste nostre montagne. Così mi sono sempre più appassionata a questo aspetto poco conosciuto della Grande Guerra e, grazie anche all’aiuto di Giuseppe Teza, ho potuto via via raccogliere moltissime scatolette. Uno dei pezzi più belli della mia collezione è la Vania Porta tra il papà Antonio e Giuseppe Teza. soprattutto “a secco” ,con gallette e cibi in scatola. Nel corso dell’intero conflitto furono distribuite qualcosa come 200 milioni di scatolette, ed ancor oggi, quando percorro le trincee o attraverso i ghiaioni, mi imbatto in questi piccoli contenitori di latta. La maggior parte di essi è corrosa dal tempo, mentre altri hanno miracolosamente conservato i propri colori, mantenendo intatta la pregevole grafica dei marchi, dalla Simmenthal alla Cirio e scatoletta di “Filetti di alici in salsa piccante tartufato” della Rizzoli-Emanuelli di Parma, che io amo definire ‘della signorina’, perché ha impressa una donnina con un’acciughina in mano. Un altro pezzo forte è ‘Alici alla Garibaldi’, con la figura dell’eroe dei due mondi e i luoghi delle sue gesta. Poi ven- gono le alici in salsa piccante ‘Trento e Trieste’ della Carlo Ghislanzoni di Morbegno con la rappresentazione di due donne simboleggianti le città irredente, e ancora ‘Antipasto Italia della Soc. Parmigiana Prodotti Alimentari’, il ‘Reale antipasto Savoia’ con l’aquila sabauda, la ‘Mortadella Bologna’ della Ulisse Colombini. Ma il pezzo più singolare e raro è quello dell’‘Antipasto Chavez” - Omaggio all’Eroe - Raid traversata delle Alpi’ della ditta E. Lavati & C., con l’effigie dello sfortunato aviatore peruviano, che dopo essere stato il primo trasvolatore delle Alpi, si schiantò in fase di atterraggio a Domodossola nel 1910. Invece un pezzo ‘tutto cadorino’ è il contenitore da 2 litri di ‘olio sopraffino per tavola miscelato con olio di seme’, marca “Alpino”, prodotto a Pieve di Cadore da Ernesto Genova & Fratelli. Penso che ben pochi oggi sappiano che a Pieve un secolo fa si produceva questa miscela per l’esercito”. (Walter Musizza e Giovanni De Donà “Il Cadore”, Luglio 2014) Il maestro e l’allievo Andando alla ricerca di piacevoli immagini, l’obbiettivo dell’amico Franco si è fermato al Centro parrocchiale dove ha incontrato una vecchia conoscenza musicale, Fulvio Zanin, della scuola del maestro Bellus, intento ad allevare una nuova promettente fisarmonica nel piccolo ma già bravo Ilario Farenzena. Echi di Agordo Ottobre 2014 31 dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Giugno 2014 37 ragazzi in Inghilterra... Come avviene ormai da diverso tempo, anche quest’anno nel mese di giugno, un nutrito numero di alunni dell’Istituto tecnico, professionale e turistico del Polo scolastico «Follador» di Agordo, ha effettuato un proficuo soggiorno di due settimane in Inghilterra, seguendo corsi d’inglese gratuiti. La trasferta ha offerto ai 37 studenti partecipanti l’opportunità di perfezionare la lingua inglese e di godere delle bellezze naturalistiche e delle attrazioni culturali dello Yorkshire grazie al progetto europeo «Move for the future». Accompagnati dalle loro due insegnanti di inglese e da I soggiorni-studio degli studenti del “Follador” Il packed lunch al parco delle rose. ...con il progetto “Move for future” quattro tutors, i ragazzi sono stati inseriti in classi internazionali in una scuola di Leeds, dove hanno conosciuto studenti provenienti da tutto il mondo. Inoltre, le escursioni e la attività organizzate hanno reso il soggiorno-studio stimolante e ricco di cose da scoprire. «Un’esperienza bellissima e indimenticabile».è stato il commento degli allievi al ritorno, «anche dal punto di vista umano». Oltre alla calda accoglienza e alla disponibilità delle famiglie ospitanti, i ragazzi hanno infatti legato molto fra di loro e hanno conosciuto, e assai apprezzato, realtà così diverse dalla loro. A York I più coraggiosi del gruppo sul galeone dei pirati Foto di gruppo a Whitby, contea del North Yorkshire 4^A 4^B Al Corn Exchange di Leeds 4^C Siamo sul ponte di Whitby5^C Ottobre 2014 32 Echi di Agordo dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Settembre 2014 I soggiorni-studio 39 ragazzi degli studenti del “Follador” Minerari/chimici... Possibile dover andare fino in Gran Bretagna alla ricerca dell’estate? Strano ma vero. È successo ai ragazzi dell’Istituto Follador che, accompagnati dalle insegnanti Barbara De Nardin, Mara Schena e Marianella Zasso, hanno trascorso 10 giorni a Cardiff, capitale del Galles, in occasione del soggiornostudio organizzato come ogni anno dalla scuola nel mese di settembre prima dell’inizio delle lezioni. Dieci giorni intensi, all’insegna della cultura e del divertimento, con l’opportunità di perfezionare il proprio inglese frequentando il CELT, una scuola internazionale che si dedica all’insegnamento della lingua Cardiff-Alexandra Gardens agli stranieri, e ovviamente parlando con la gente del posto, cosa non sempre facile, dato il particolare accento dei gallesi. Divisi in gruppi di due o tre, ragazzi e docenti hanno alloggiato per tutta la durata della vacanza presso famiglie gallesi, entusiaste di dare loro ospitalità e ansiose di cimentarsi nella preparazione di piatti tipici italiani come pizza e pasta (con risultati, in alcuni casi, un pochino discutibili). Il programma, ricco di attività pomeridiane, ci ha consentito di visitare molti luoghi interessanti, come il National Museum, il Millennium Stadium, il Castello e il Keep e l’affollatissima baia di Cardiff, le miniere di carbone del Big Pit (dove, armati di ca- ...dieci giorni a Cardiff (Galles) Bath-Royaal Crescent sco e pila frontale, siamo scesi nel sottosuolo accompagnati da simpaticissimi ex minatori), la bella ed elegante città termale di Bath, che abbiamo potuto ammirare anche dalla cima della Abbey Tower, il Millennium Stadium con il suo tetto apribile. La sera, ci siamo divertiti al Bowling e al cinema. Non è di certo mancato il tempo libero per lo shopping negli immensi centri commerciali, nelle numerose Arcades e nei negozietti tipici del centro di Cardiff, una città vivace, ricca di cultura e di svaghi. Grazie all’esperienza delle professoresse e dello staff della scuola, il soggiorno si è svolto nel migliore dei modi, e si è concluso con la gita finale alle meravigliose spiagge della Gower Peninsula, dove Rhossili Bay Cardiff-The Keep la giornata soleggiata e calda ha permesso ai più temerari di immergere i piedi nell’acqua del Celtic sea. Dieci giorni insieme, che ci hanno fatto crescere tantissimo. Abbiamo imparato a destreggiarci in una grande città, dove anche ritrovare la strada di casa può diventare un’impresa! Lasciata a malincuore la capitale Cardiff con le sue giornate assolate, il gruppo è giunto all’aeroporto di Londra, e successivamente a quello di Venezia. Immancabile il temporale scoppiato alle porte del bellunese, quasi a dare il “bentornato” a ragazzi e professoresse di ritorno dal paese più piovoso d’Europa! Gli alunni Chimici e Minerari Ottobre 2014 Echi di Agordo 33 dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Giugno 2014 La 3a Liceo a Cardiff... “Move for the future” è il nome del progetto al quale ha partecipato, nell’anno scolastico 2013/14, anche la classe terza liceo dell’Istituto di Istruzione Superiore “Follador” di Agordo. Il progetto, proposto dalla Regione Veneto e gestito per la parte organizzativa in provincia di Belluno dal Circolo Cultura e Stampa Bellunese, è stato una grande opportunità per gli alunni della scuola, in quanto prevedeva un intervento di formazione di ben 60 ore di lingua inglese svolte in orario pomeridiano da febbraio a giugno, e un successivo intervento di formazione all’estero, per un periodo di due settimane, presso una scuola specializzata per l’insegnamento della lingua inglese. La gradita specificità del progetto era che tutte queste attività avevano per lo studente la speciale caratteristica di essere completamente gratuite. La destinazione scelta per la terza liceo è stata Cardiff, capitale del Galles, in Gran Bretagna. Destinazione piuttosto insolita per i viaggi-studio, che in generale prediligono centri più rinomati. In realtà questa scelta si è rivelata molto interessante per vari aspetti tra cui il senso di ospitalità dimostrato della popolazione Gallese, l’organizzazione dei servizi, il livello qualitativo delle host families e le tante attività culturali proposte dalla scuola CELT. La città inoltre non è troppo grande ma vivace, ricca di parchi e aree pedonali e caratterizzata dalle bellissime arcades, gallerie coperte, da quelle più moderne e ricche di negozi a quelle più antiche, intime e caratteristiche. Tra le attività culturali pomeridiane proprio nel centro della città i ragazzi hanno potuto visitare il Castello di Cardiff, splendidamente restaurato; di grande impatto è stata la visita guidata al grandioso Millennium Stadium, tempio indiscusso del rugby nazionale e internazionale che ci ha permesso di entrare anche negli spogliatoi e di vivere l’emozionante boato che accoglie gli atleti al loro ingresso in campo; nella verdissima campagna gallese siamo stati ospiti a Llancaiach Fawr Manor, residenza di un signorotto di campagna del 1600 in cui figuranti in costume ricevono i visitatori secondo le Le vacanze-studio degli studenti del “Follador” ...con il progetto “Move for future” usanze (e il linguaggio!) del tempo: un eccezionale tuffo nel passato; davvero spaventosa e mozzafiato è stata invece la discesa nei pozzi minerari di Big Pitt, accompagnati dal racconto dei veri minatori che lì hanno lavorato fino a qualche decennio fa. Cardiff è anche luogo importante per l’attività politica: è infatti capitale del Galles e come tale è sede di importanti strutture amministrative come la National Assembly of Wales (il “parlamento”) che è situato nella baia in una splendida struttura moderna. Siamo entrati superando metal Galles, Swansea. London, Buckingham Palace. Cardiff Bay. detector e perquisizioni, ma all’interno l’atmosfera era rilassata e accogliente, un posto speciale per l’esercizio della democrazia. Il National Museum è stato invece il luogo dove i ragazzi hanno tentato di “trafugare” (solo teoricamente!) un’opera d’arte, Galles, miniera di Big Pit. e con sorpresa abbiamo constatato che il museo, pur essendo “di provincia”, conserva opere di grandi artisti quali Monet, Rodin, Rossetti, Renoir, Van Gogh… Il soggiorno ha incluso anche due escursioni di un’intera giornata: Londra e Bath. Cardiff, Millennium Stadium. Londra, caotica e affollata come ogni capitale deve essere, ci ha visti camminare lungo un percorso che ci ha portato a vederne alcune delle attrattive principali: Buckingham Palace, il Big Ben, Trafalgar Square, Covent Garden, Piccadilly Circus… Molto in poco tempo, ma l’emozione di vivere Londra in una splendida giornata di sole ha ripagato tutti della lunga “scarpinata”! A Bath purtroppo il tempo non era dei migliori ma abbiamo comunque potuto vedere molto; dopo la visita all’abbazia, ognuno ha potuto scegliere tra le varie attrazioni: i famosi bagni romani, il museo di Jane Austen, il Royal Crescent, the Circus… Ognuna di queste attività è stata occasione di crescita personale, di rinforzo della lingua parlata, di incontro e scoperta della storia e della specificità del popolo gallese. Gli studenti hanno partecipato con grande entusiasmo a tutte le iniziative, esprimendo interesse, competenza e un comportamento sempre corretto. Con la loro simpatia hanno reso quest’esperienza ancora più piacevole guadagnandosi i complimenti di tutti! La tutor Roberta Cardiff, il Castello. Ottobre 2014 34 Echi di Agordo dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della Settembre 2014 Le 4a e 5a Liceo a... Anche quest’anno, come ormai consuetudine, la nostra scuola ha organizzato per le classi quarte e quinte del Liceo un soggiorno studio in Inghilterra della durata di 10 giorni, dal 6 al 15 settembre. Questo viaggio ci ha portati nella splendida località marittima di Brighton, situata lungo la costa meridionale dell’Inghilterra, con lo scopo di visitare luoghi di interesse culturale, ma soprattutto per migliorare il nostro inglese a contatto con chi questa lingua la parla ogni giorno: eravamo infatti ospitati, a gruppi di due o tre, presso alcune famiglie del luogo, e dal lunedì al venerdì ci recavamo puntualmente a scuola armati della solita buona volontà propria degli studenti modello… più o meno! Al mattino eravamo impegnati in lezioni rigorosamente in lingua inglese, durante le quali affinavamo le nostre “doti” con esercizi di speaking e listening, vale a dire conversazione e ascolto, mentre il pomeriggio era principalmente occupato da visite a musei e luoghi di interesse artistico e culturale. A Brighton abbiamo visitato in particolare due musei di arte contemporanea, ma la visita indubbiamente più interessante è stata quella al Royal Pavilion: questo edificio, ampliato e abbellito per volere del re Giorgio IV (1820-1830), presenta una struttura in stile arabo con coperture a “cipolloni”, mentre l’interno è decorato e arricchito da elementi che ricordano la cultura dell’estremo Oriente; questa struttura fu utilizzata dal sovrano inglese come residenza ma soprattutto per le frequenti feste che organizzava pressoché ogni giorno. Dopo le varie visite, ogni pomeriggio avevamo del tempo libero per shopping e quant’altro, mentre la sera si cenava a casa in compagnia della famiglia ospitante, Le vacanze-studio degli studenti del “Follador” ...Brighton, London & Canterbury Canterbury, interno della Cattedrale. London: Tower Bridge e, sotto, British Museum. con l’eccezione di due serate: nella prima ci siamo recati con le nostre insegnanti al bowling, mentre la seconda ci ha visti impegnati in un ghost tour, un teorico “giro dell’orrore” durante il quale un singolare individuo ci narrava alcuni macabri episodi relativi alla storia della città. Un giorno inoltre, nel tardo pomeriggio, ci siamo ritrovati sulla spiaggia per un barbecue che sinceramente è servito solo da antipasto, dal momento che alla Brighton, Royal Pavilion. sua conclusione una buona parte di noi si è messa alla ricerca di una vera e propria cena nel più vicino fast food. Per ben due volte ci siamo recati a Londra, dove abbiamo visitato il British Museum (uno dei musei più prestigiosi al mondo) e la Tower of London (fortezza, palazzo reale e prigione, patrimonio UNESCO dal 1988); alcuni di noi hanno anche potuto visitare la National Gallery, una delle gallerie d’arte più ricche al mondo che raccoglie opere dei più famosi pittori di varie epoche. Abbiamo potuto inoltre ammirare la London Eye - la ruota panoramica della città -, la sede del Parlamento con il famoso Big Ben, l’abbazia di Westminster, Trafalgar Square, Buckingham Palace e molti altri luoghi e monumenti di elevato interesse culturale. Nell’ultimo giorno in Inghilterra ci siamo recati nella cittadina medievale di Canterbury, famosa per l’assassinio dell’arcivescovo e martire Thomas Becket, avvenuto nel 1170 sugli scalini della Cattedrale, che per diversi anni ne ha conservato le spoglie divenendo meta di pellegrinaggio da tutt’Europa. La città, che conserva ancora parte della sua cinta muraria originale, è molto conosciuta anche grazie all’opera “The Canterbury Tales”, la raccolta di novelle scritta da Geoffrey Chaucer che ha appunto come protagonisti alcuni pellegrini in viaggio verso la cittadina per onorare le reliquie del Santo Becket. In conclusione, è stata un’esperienza davvero molto costruttiva e stimolante: ci ha permesso di confrontarci, talvolta con qualche palese difficoltà, con uno stile di vita diverso dal nostro, ha potenziato le nostre abilità comunicative in lingua inglese e ha arricchito notevolmente il nostro bagaglio culturale. Nicola Genuin 4^ Liceo Scientifico Ottobre 2014 Echi di Agordo 35 dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della All’Istituto comprensivo Avvio regolare del nuovo anno scolastico Archiviati gli esami di IIIa Media del giugno 2014, con sei candidati licenziati a pieni voti e con altri tre candidati premiati con il 10 e lode, e ricevuta comunicazione del buon esito delle prove INVALSI, l’avvio dell’attività didattica per il nuovo a.s. 2014-15 all’Istituto Comprensivo di Agordo è avvenuto in modo molto regolare. A partire da lunedì 15 settembre, 701 alunni, suddivisi tra 40 classi, hanno preso a frequentare le lezioni presso le quattro Scuole d’Infanzia, i sei plessi di Scuola Primaria e la Scuola secondaria di I grado. Alla data odierna sono 110 gli iscritti alla Scuola d’Infanzia, 349 alla Scuola Primaria e 242 alla Scuola secondaria di I grado. Assestate da subito le cattedre per la Scuola Primaria, nell’arco di pochi giorni sono intervenute le nomine che hanno permesso di completare il quadro di partenza anche alle Scuole d’Infanzia e alla Scuola Media Antonio Pertile, dove l’orario definitivo è stato attivato già a partire da lunedì 22 settembre, con i consueti tre corsi completi dalla classe prima alla classe terza integrati da altre due sezioni: la I^D e la II^D Alcuni dati riferiti al numero dei docenti e dei non docenti in servizio: ai 55 insegnanti della Scuola d’Infanzia e della Scuola Primaria si affiancano 29 professori della Scuola Secondaria di I grado, 19 collaboratori scolastici e 5 amministrativi per un totale di 108 unità di personale. Conferma per la vicaria del dirigente scolastico insegnante Mirella Munaro e per la collaboratrice e responsabile RSPP, prof.ssa Barbara Fontanive. Conclusa la fase di accoglienza, tutte le sedi di Scuola Primaria ripropongono l’orario settimanale articolato su cinque giorni, dal lunedì al venerdì, con il rientro pomeridiano al lunedì. Dopo l’avvio dello scorso anno e per corrispondere all’esi- genze del territorio, prosegue presso la Scuola Primaria don Giacomo Mezzacasa di La Valle Agordina l’esperienza del Tempo pieno che quest’anno caratterizza anche la classe seconda: ai 10 iscritti dello scorso anno si sono aggiunti 17 nuovi alunni, con una crescita che conferma la bontà dell’iniziativa destinata ad andare a regime con l’a.s. 2017-18. Per quanto riguarda la Scuola Media, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Belluno ha autorizzato durante l’estate la formazione di quattro sezioni di classe prima e quindi si è potuta confermare la sezione con l’insegnamento della lingua tedesca, auspicata da numerose famiglie. A questa sezione, come noto, si accede tramite un sorteggio subordinato ai vincoli deliberati dal Consiglio d’Istituto: quest’anno sono state accolte 23 delle 46 richieste inoltrate. Sempre alla Scuola Media, sulla scorta dell’esperienza della III^E, che ha concluso il triennio in modo incoraggiante e con dei validi riscontri in par- La scuola media “A.Pertile”, oggi sede dell’Istituto comprensivo ticolare sul piano disciplinare, si ripropone la riconferma della cosiddetta sezione degli sportivi con l’inserimento degli alunni impegnati in attività agonistiche in un’unica classe, la I^B, coordinata dal prof. Vito De Marco. Come in precedenza, durante i prossimi mesi verranno realizzate numerose attività tra cui gli attesi incontri di orientamento per alunni e genitori, finalizzati ad una appropriata iscrizione alle Scuole superiori, con una novità in più che vedrà il coinvolgimento degli alunni delle ultime classi della Scuola Primaria. A poco più di un mese dall’inizio delle lezioni il Dirigente scolastico Bernardino Chiocchetti, assieme al personale docente e non docente, ringrazia quanti a vario titolo collaborano per il buon esito dell’anno scolastico, in particolare le amministrazioni comunali per il loro fattivo interessamento, il periodico Echi di Agordo che concorre a diffondere una efficace informazione e soprattutto le famiglie che, attraverso il decisivo contributo volontario, concorrono a garantire il buon livello dell’offerta formativa. Il dirigente scolastico Bernardino Chiocchetti Foto ricordo della classe 2^C, al termine della visita alla casa di soggiorno di Taibon Agordino mercoledì 4 giugno 2014. Ottobre 2014 36 Echi di Agordo dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della La scuola ti aiuta a essere cittadino del mondo Educazione alla mondialità, alla pace e alla solidarietà A volte noi educatori (genitori, professori, sacerdoti, animatori, operatori) ci chiediamo a cosa serva parlare, proporre, richiamare, etc.. Qualche volta sembra di parlare al vento. In realtà, se seminiamo, raccogliamo, a volte presto, a volte dopo un certo tempo. Ma è chiaro che, se non si fa nulla, non si potrà raccogliere nulla. Questa semplice ed essenziale filosofia della “scommessa formativa” è sottesa al “Progetto di Educazione alla Mondialità, alla Pace e alla Solidarietà” della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Agordo. A questo scopo sono state predisposte varie attività, capaci di aprire la mente e l’animo alle condizioni di vita delle popolazioni più disagiate. Ha preso corpo così, fra l’altro, il progetto “Storie nei barattoli” dell’Associazione Insieme si può di Belluno, che ha interessato gli alunni delle classi seconde, fra i quali sono stati raccolti tra l’altro questi commenti: “Adesso so che per fare la cioccolata etc. maltrattano tante persone”, “Da questi incontri ho imparato a controllare la provenienza dei prodotti per sapere se erano stati fatti da gente che sfruttava i contadini; ho cercato di comperare la cioccolata equo-solidale: an- Il logo del progetto di “Educazione alla Mondialità, alla Pace e alla Solidarietà”. Piergiorgio Da Rold sta svolgendo l’incontro per le prime medie sul tema “Acqua, risorse del pianeta, povertà e ricchezza”. Edy Battiston sta svolgendo un incontro per le seconde medie nel progetto “Storie nei barattoli”. Il cartellone lasciato alla casa di soggiorno di Taibon Agordino dalla prima B in ricordo della visita svoltasi lunedì 26 maggio 2014. che se si spende di più, si aiuta”, “Non ho fatto cambiare molte abitudini ai miei genitori, ma ci sto provando”, “Ho capito che nel mondo ci sono molte persone povere che fanno di tutto pur di prendere soldi”. Il Progetto di Educazione alla Mondialità aiuta a capire che dire di sì a una prospettiva di solidarietà conviene, che impegnarsi conviene. Gli alunni coinvolti nel progetto hanno rafforzato questi convincimenti nell’uscita al “Museo dei Sogni, della Memoria, della Coscienza e dei Presepi” di Feltre, così “riassunta” nel suo significato ideale da una ragazza: “La gratuità è una cosa, un regalo, un favore, un consiglio dato di propria volontà, rivolto a una o più persone, per fare sentire quella o quelle persone migliori, felici”. Il messaggio capillarmente presente nei vari momenti della visita era quello di lasciar stare falsi pretesti, pigrizie ed egoismi per saper dire di sì a qualche esperienza di aiuto ad altri, perché donarsi fa stare bene, impedisce di chiudersi nei problemi; e quando si sta bene dentro… si è belli anche fuori! Quel messaggio ha ispirato anche la visita agli ospiti della casa di soggiorno di Taibon Agordino, nella quale quest’anno sono state coinvolte le classi 1^B e 2^C (le impressioni di alcuni alunni: “Mi sono piaciuti i sorrisi di quando abbiamo giocato insieme.”, “Mi è piaciuto cantare insieme ad altri”, “Abbiamo recitato la poesia ‘Se’ per la quale abbiamo ricevuto un bellissimo applauso”, “Mi è piaciuto, perché abbiamo aiutato gli anziani a giocare a tombola” ) e ispirerà - il prossimo anno - la collaborazione con il CEOD - Cooperativa Società Nuova di Agordo. Tutti sanno che solidarietà e pace, apertura e dialogo sono “difficili” e hanno tanti “nemici”. Il Progetto di Educazione alla Mondialità della Media di Agordo ha cercato di essere invece “amico” di una generosa, seppur realista, prospettiva umana, espressa nel logo scelto da una delle alunne coinvolte, Giorgia, che rappresenta il sogno di potersi un domani sedere a guardare sorgere la Pace nel Mondo, a partire da dove abitiamo. La referente al progetto prof.ssa Marta Bianchi Ottobre 2014 Echi di Agordo Il 37 19° anno della Sezione dell’ Università Adulti/ Anziani Ha riaperto i battenti, per la 19a volta, la Sezione di Agordo dell’Università adulti/anziani. L’inizio del nuovo anno accademico, il terzo del quinto ciclo, è avvenuto come sempre con una prolusione introduttiva che quest’anno è stata tenuta da don Attilio Menia Cadore, fondatore e presidente della benemerita istituzione bellunese. L’appuntamento si è svolto martedì 7 ottobre, alle 15, in sala «don Tamis» di via 27 aprile e nel 30° di fondazione dell’Università A/A il tema dell’intervento di don Menia, dopo il saluto agli studenti e alle autorità, è stato «Il sogno del riscatto: i nuovi 30 anni». Il Comitato di gestione della sezione agordina, coordinato da Gabriele Bernardi, ha nuovamente richiamato l’attenzione sul fatto che alla prolusione sono invitati non solo gli studenti, ma tutti coloro che desiderano partecipare a un momento di approfondimento culturale che, anche quest’anno, si preannuncia di vivo interesse. E così è stato, perché oltre al numero dei corsisiti, aumentati anche quest’anno, c’è stata una significativa partecipazione della cittadinanza. È stato nel frattempo stilato il calendario del primo trimestre ricco di argomenti di varie discipline trattati sempre da relatori qualificati (indicati fra parentesi). Martedì 14 ottobre: Corrispondenza tra Mitologia e Psicoanalisi (Franco Da Ronch) e Le balie bellunesi (Daniela Perco); 21 ottobre: La luna e i poeti (Viviana Sogne); 28 ottobre: Con Dante negli abissi infernali (Bianca Maria Da Rif); 4 novembre: La Grande Guerra e le guerre d’Italia (Maurizio Reberschak) e La Grande Guerra nelle Dolomiti (Luciana Palla); 11 novembre: Addio Italia: una storia di emigrazione, quasi una rivolta contadina (Gianni Favarato in collaborazione con il Circolo Auser «El Brói» di Agordo); 18 novembre: Fossili e mitologia (Alberto Bertini) e Meteoriti: sassi d’altri mondi (Umberto Repetti); 25 novembre: Depressione e sue complessità: approccio medico e approccio psicoterapeutico (Giampaolo Ben e Francesca De Biasi); 2 dicembre: La pittura del Cinquecento: da Jacopo da Ponte a Veronese (Lidia Rui) e Gli Strauss e il valzer viennese L’omaggio della Sezione a don Attilio, fondatore e da trent’anni instancabile presidente dell’Università Adulti/Anziani di Belluno. (Attilio Costa); 9 dicembre: Ingegno migrante: profili e vicende di personaggi importanti (Dino Bridda); 16 dicembre: Scipio Slataper e Piero Jahier: memorialisti di Guerra (Savina De Lazzer) e L’Amministrazione della Giustizia Penale nella Repubblica di Venezia (Gianni Santomaso). Chiusura del trimestre con scambio di auguri natalizi e di fine anno. Le lezioni si tengono sempre martedì alle 15, in sala don Tamis. Attività complementari: Laboratorio di pittura (Laura Ballis) e di Informatica di base (Enza Dagai). Sono previste anche gite d’istruzione e visite a: Castelfranco Veneto e Bassano del Grappa alla mostra del Veronese e ai musei; Trento e Rovereto al museo Muse e al Mart museo d’arte moderna e contemporanea; Cesiomaggiore e Feltre al museo etnografico di Seravella e alla chiesa di san Marcello a Umin. Recapiti telefonici per informazioni: 0437/62416 (coordinatore) e 333 / 8638929 (segretaria). Lo splendido concerto per Claudio Sala Luciani, 4 ottobre. Tanta gente e tanta emozione al concerto del “Trifolium Ensemble”, dedicato a Claudio. Anche le corsiste del laboratorio artistico seguito da Laura Ballis hanno voluto donare al Presidente un’opera del loro lodevole impegno. Nel primo anniversario della sua improvvisa e prematura morte, avvenuta a Feltre il 13 settembre 2013, a soli 48 anni, il ricordo di Claudio Mei, il giovane insegnante del liceo «Dal Piaz» di Feltre, è rivissuto nel suo paese d’origine, dove risiedono i famigliari (presenti in sala) e dove ha lasciato un grande rimpianto. Per iniziativa di Agordo Musica e della parrocchia, sabato 4 ottobre è stato reso omaggio alla sua memoria con un concerto del «Trifolium ensemble», il prestigioso gruppo vocale bellunese di cui Claudio faceva parte, come tenore, assieme a Lorenzo Luciani (alto) e a Franco Cisilino (basso) con l’accompagnamento strumentale di Florindo Baldissera (vihuela). La formazione, che propone in particolare autori del Rinascimento spagnolo (con citazioni dal repertorio polifonico italiano) si è ricomposta per l’occasione avvalendosi dell’apporto vocale del tenore Paolo Da Col, in sostituzione di Claudio. 38 Ottobre 2014 1954. I diplomandi del “Follador” in viaggio d’istruzione in Germania nell’Hartz e nella Ruhr Echi di Agordo Memorie di scuola di 60 anni fa Siamo grati a Rita Becherucci, di Pistoia, per la cortese attenzione riservata a “Echi” (di cui è affezionata lettrice e a volte anche collaboratrice) per aver voluto farci omaggio di questa significativa cronaca che ricorda non solo la serietà dei viaggi d’istruzione di una volta, ma anche un caro amico, Giorgio Corrieri, che ci ha lasciati sette anni fa. Non per nostalgia nei confronti “ampia e possente” miniera di città vicine alle zone minerarie di un lontano passato che era carbonato di ferro di Salzgitter. a causa della disorganizzata diquello del dopoguerra, periodo Il quinto giorno, gli studenti spersione dei rifiuti estrattivi: con difficile ma anche di grande italiani, sulle colline di Clausthal, una parte del materiale di scarto, impegno ed entusiasmo per furono ospiti della scuola Monvenivano realizzati mattoni per le il risveglio delle coscienze e tanistica della Germania nata costruzioni ma il resto purtroppo dell’energia operosa di tutto un nel 1773, sede di un bel Museo era sparso indiscriminatamente popolo impegnato nella ripresa geo-mineralogico. nelle lande attigue alle città. morale ed economica, ma inveAttraversati, poi, i territori delle Docenti e studenti verificaroce per documentare il fervore città di Hannover e Luneburgo, no, dunque, non solo la grande delle attività scolastiche e cultugiunti a Nienhagen constatarono ripresa dell’attività mineraria in rali di quel periodo, mi fa piacere che in quella zona l’anno preceGermania, ma anche la triste e paletnologia. ricordare la gita scolastica che dente erano stati perforati 126 grigia realtà delle problematiche L’ultimo giorno, risalendo il gli studenti della Quinta classe chilometri di pozzi, ricavando relative all’estrazione mineraria Reno, iniziò il ritorno. dell’Istituto Minerario “Follador” 620.000 tonnellate di petrolio di allora, la più grave delle quali Lungo il panorama incontrarodi Agordo, effettuarono nella grezzo, cioè il 30 % della produera già quella relativa alla tutela no città importanti e interessanti: primavera del 1954. zione totale tedesca di allora. dell’ambiente e del paesaggio. Bonn, Linz, Coblenza, Saint Grazie all’ottima organizzaA Gutersloh, il settimo giorno, Il viaggio degli studenti contiGoar, luoghi in cui respirano i zione e all’apertura culturale e giorno festivo, un bellunese di nuò nel giorno successivo fra il versi di Heine, Bingen, con la stascientifico-pratica del Preside, Zoldo, il signor Molin Pradel, che paesaggio irto delle ciminiere di tua di Bismark ingegner Carlo e Magonza la Piva e dei Procittà di Guttemfessori l’Istituto berg, e ancora Follador offrì Mannheim e ai suoi studenStoccarda, le ti del 5° anno cui mutilazioni la possibilità di provocate dalvisitare i terla guerra non ritori tedeschi erano ancora dell’Hartz e delrimarginate. la Ruhr, uno dei Grande e intepiù importanti ressante uscita centri minerari quella degli studella Germania, denti agordini e di confrontarsi nell’ultimo anno con l’economia del loro corso e l’industria midi studi e dobneraria tedesca biamo riconoanch’essa imscere la grande pegnata nella apertura culturipresa dopo la rale dei dirigenti tragedia della dell’Istituto che dittatura e della la programmaguerra. rono ed anche Furono ospidelle famiglie ti del viaggio che con sacrifie competenti cio sostennero coadiuvatori questa iniziatinel guidare e va finanziando, illustrare le viforse anche con site alle miniere fatica, questa tedesche l’ingegnere Ubaldo Una foto ormai storica scattata in Germania sessant’anni fa. Con i diplomandi periti minerari vedia- i m p o r t a n t e Bracalenti, Pre- mo il prof. Ervino Milli, l’allora preside Carlo Piva (alle sue spalle Giorgio Corrieri), l’ing. Ubaldo esperienza formativa per i loro side dell’Istituto Bracalenti preside dell’Istituto Segato di Belluno, il dottor Giuseppe Berletti e il prof. Fedele Tazzer. figli. “G. Segato” di Questa usciBelluno, il dotta scolastica effettuata dal 19 tor Citterio della Società Edison da venti anni faceva il gelataio Mulheim e Solingen che erano al 29 Aprile 1954 dai giovani di Milano e il dottor Giuseppe in quei luoghi affumicati dalle cifra loro “in gara di fumo”. agordini, a conclusione del loro Berletti, veterinario di Agordo, miniere, li accolse con affettuoso Negli ultimi giorni del viaggio, corso di studi, testimonia una che conosceva la lingua tedecalore e stima e guidò i giovani arrivarono a Colonia che prevolontà precisa dei Professori sca. nella visita del vastissimo parco sentava ancora molte ferite di dell’istituto Follador a indicare e La trasferta durò undici giorni della città. guerra e a Kalk dove i giovani insegnare ai loro studenti la via e si svolse su un percorso lungo Il giorno dopo, avendo supedell’Istituto agordino visitarono del confronto con altri popoli, altremila chilometri. rato in autobus Bochum, Esla Klockner-Humboldt-Deutz e tre economie, altre culture, come Allora ci vollero ben due giorsen e Duisburg, arrivarono alla furono salutati da un funzionanecessario completamento della ni di viaggio per raggiungere grandiosa Miniera di carbone di rio del Consolato italiano e poi loro preparazione. i bacini minerari dell’Hartz e Augusta Vittoria a Marl-Huls in guidati nella visita delle miniere In quell’anno scolastico al della Ruhr dove i giovani furoWestfalia: 15000 operai e 5000 dall’ingegnere Mottig che conoFollador si diplomarono 11 Periti no guidati in interessanti visite tonnellate di carbone combustisceva l’apparato dirigenziale del Minerari. presso le miniere di Goslar, bile e 100 tonnellate di minerale settore minerario di quasi tutto il Di questa istruttiva uscita Rammelsberg nell’Hartz da cui di piombo e di zinco. mondo. scolastica fu fatta relazione in venivano estratti rame, piombo, Tutto era grandioso, ma tutto Altre miniere di carbone fuun articolo pubblicato su un zinco e ferro. era anche triste e sporco per rono visitate a Walzum presso quotidiano locale e conservato Vi lavoravano 1500 operai una polvere finissima, residuo ed Duisburg. da Giorgio Corrieri, diplomatosi e 25 apprendisti dai 14 ai 15 effetto del lavoro estrattivo. Le I giovani passarono anche in quell’anno. anni. polveri sottili, infatti, addirittura da Neandhertal, importante Il giorno dopo visitarono la Rita Becherucci Corrieri già cambiavano il colore delle riferimento per lo studio della Echi di Agordo Nel 1951 in Sicilia a Traina, in provincia di Catania, sui monti Nebrodi, era avviato lo scavo di una galleria a media sezione allo scopo di imbrigliare le acque del bacino di Ancipa e condurle fino alla piana di Catania. La galleria si doveva sviluppare su 7 chilometri e, all’uscita, l’acqua si sarebbe convogliata, tramite una condotta forzata, alla base, dei monti Nebrodi per alimentare una centrale idroelettrica e poi utilizzata per l’irrigazione. I 7 chilometri erano stati divisi in tre tronconi: uno di sbocco verso la condotta forzata e gli altri due equamente divisi da due finestre (questo il progetto). I lavori erano da tempo iniziati e la ditta che li eseguiva era la Sogene, su commissione dell’E.S.E. (Ente siciliano elettricità). Un grave incidente, che descriverò in seguito, successo a causa della presenza di gas nelle rocce, costrinse la società a migliorare il controllo della sicurezza in quelle gallerie. L’incarico fu assunto dal professor Ervino Milli, insegnante di mineralogia e geologia all’Istituto minerario Follador di Agordo. Per assolvere tale compito, egli si avvalse dei periti minerari disponibili e disoccupati, io ero uno di quelli. Avevo conseguito il diploma a giugno nel 1950, il 15 gennaio 1951 partii per la Sicilia e raggiunsi Traina. Sotto la direzione del professor Milli erano arrivati in Sicilia sette periti, due per galleria, e un coordinatore. Il nostro compito era quello di controllare la presenza di gas 12 ore al giorno, in particolar modo durante la perforazione dei fori Ottobre 2014 Loris Conedera “bèca” racconta... Il mio primo impiego Loris Conedera vicino al grosso ventilatore che areava la galleria n.1 di cui si vede l’imbocco. Catania. Pasqua 25 marzo 1951. Da sn. Loris Conedera, Renzo De Riva, Sante Docci, Achille Reolon e Alfonso Piaia. 39 Memorie di lavoro di 63 anni fa Dopo aver pubblicato l’avvincente avventura del “Piccolo esploratore del deserto”, che ha riscontrato il gradimento dei lettori, ospitiamo questa volta con altrettanto piacere una nuova interessante testimonianza di Loris Conedera “bèca” (che ringraziamo), che ricorda la sua prima e anche tragica esperienza di lavoro di Perito minerario in Sicilia. da mina e dopo lo sparo delle mine; gli strumenti che avevamo per controllare la presenza di gas erano la lampada grisoumetrica, la cui lettura era molto approssimata, e l’esposimetro che indicava esattamente la percentuale. Il gas che sprigionavano quelle rocce non era grisou o metano bensì benzolo. Lo sparo delle mine doveva essere effettuato all’esterno elettricamente. Prima di riprendere il lavoro nel cantiere si doveva verificare il gas liberato dallo sparo. In caso di presenza di esso dovevamo sospendere i lavori in attesa che la ventilazione artificiale ripulisse l’aria. Prima del nostro arrivo spesso si incontrava qualche sacca di gas e il sorvegliante periodicamente la bruciava con piccole fiammate. Il giorno di S. Barbara del 1950 (4 dicembre) i lavori erano sospesi per festeggiare la santa protettrice dei minatori. Tutte le maestranze a mezzogiorno erano a pranzo in un ristorante di Traina. A un certo punto due sorveglianti si ricordarono che anche quel giorno bisognava bruciare il gas e si recarono alla finestra 2. Di lì a breve tempo un forte boato fece tremare il locale dove erano i commensali e molti intuirono il motivo di quel terremoto. Dopo l’ultimo sparo delle mine, si era liberata una notevole sacca di gas e la galleria si era saturata. I due sorveglianti erano entrati in galleria sul locomotore elettrico e, arrivati in fondo, nell’atto di fermare il locomotore a batteria, la scintilla provocata dal reostato causò lo scoppio. Tutti i commensali, compreso il direttore, si precipitarono alla finestra 2. Il direttore prese una lampada ed entrò in galleria che era lunga 300 metri e, percorsi i (segue a pag.40) 40 (segue da pag.39) primi 100, cadde a terra morto. Per raggiungerlo e recuperarlo caddero altre 10 persone fino a che un sorvegliante, che aveva capito la situazione, si mise all’imbocco della galleria e non consentì più a nessuno di entrare. Le vittime perirono per inalazione di ossido di carbonio il quale per ventilazione naturale usciva piano piano dalla galleria provocando la morte delle persone sempre più vicino all’imbocco. Undici corpi furono recuperati dai pompieri muniti di maschere anti-gas, ma i due sorveglianti, che morirono per primi, rimasero lì ancora per molto poiché la galleria fu sequestrata dalla magistratura. Nel mese di febbraio si ottenne l’autorizzazione per il recupero delle due salme e, successivamente, di riprendere i lavori. Il professor Milli, per eseguire questo impegnativo lavoro, scelse me e il signor Alfonso Piaia (collega perito minerario di San Tomaso), che era il coordinatore di noi periti e lui stesso vi prese parte assieme a noi. Dopo una esercitazione con gli auto protettori, muniti di misuratori della percentuale di benzolo e dell’ossido di carbonio, entrammo in galleria. Lo spettacolo era impressionante, era come se la galleria avesse funzionato come la canna di un cannone: il ventilatore all’imbocco, di notevole peso, era stato proiettato a 50 metri. All’interno tubi accartocciati, vagoni accavallati e impedimenti di ogni genere, due fessure percorrevano la muratura Ottobre 2014 Echi di Agordo Il mio primo impiego della galleria fino in fondo a testimonianza della pressione subita. Noi si avanzava scansando gli impedimenti e stendendo la tubazione per la ventilazione, naturalmente operando con la massima attenzione e prudenza onde evitare una nuova esplosione. Contemporaneamente si misurava la presenza di ossido di carbonio e benzolo. Il primo era assente; la galleria invece era satura del secondo. A titolo di informazione si precisa che il benzolo si misurava con l’esposimetro e l’ossido di carbonio con fiale che, munite di indicatore colorimetrico, viravano in presenza dell’ossido. Con l’arrivo dell’aria le salme, che erano rimaste intatte, Sante Docci, un caposquadra e Loris (col fucile da caccia, sua grande passione ereditata dai Bèche da Le Fòche) sulla soglia del loro monolocale. Due capisquadra, l’assistente contrario dell’ESE e Loris Conedera a destra. Il locomotore elettrico adibito al trasporto in discarica della roccia abbattuta in galleria. Docci e Conedera sul tetto, il conduttore e un caposquadra; nell’angolo in alto a dx il nostro monolocale. iniziarono il processo di putrefazione. Esse erano una seduta al posto di guida del locomotore e l’altra a terra fuori del mezzo. Le riponemmo in teli e le portammo all’esterno. Dopo poche ore l’aria della galleria si purificò e dopo pochi giorni i lavori ricominciarono. Io rimasi in quella galleria per il periodo di avviamento dei lavori poi chiesi di ritornare alla galleria 1 dove ero stato destinato all’inizio, questo anche per dimenticare le impressioni avute. Rimasi in quel cantiere per sette mesi, facendo servizio responsabile con facoltà di fermare i lavori in caso di pericolo, 12 ore al giorno, una settimana di giorno e una di notte, sabato e domenica compresi. In sette mesi si fece festa solo a Pasqua e il primo maggio. Il 25 marzo 1951 (giorno di Pasqua) assieme ad altri colleghi ci recammo a Catania, visitammo la città e ricordo che andammo a vedere il celebre film “Via col vento” e il primo maggio visitammo la città di Nicosia, dove incontrammo anche il collega Bepi De Colò Titòt, che lavorava nella stessa galleria. Per il resto del tempo, vissi sette mesi in una capanna di legno, arredata con: due letti, due armadi, due seggiole e un tavolo. I pasti ce li forniva la mensa aziendale. Il mio collega e compagno di lavoro e di dimora è stato Sante Docci, un caro amico che ricordo con affetto e simpatia. In precedenza avevo fatto domanda per essere assunto nelle miniere di fosfato a Kosseir in Egitto. Fu così che a metà agosto da Agordo venne in visita, come di consueto, il professor Milli in compagnia del mio sostituto; mi portò la lettera della società Fosfati che mi comunicava l’assunzione con decorrenza primo agosto 1951. Partii subito per Agordo a preparare la documentazione necessaria per recarmi a Kosseir. Con rispetto, per ricordo, e con affetto rivolgo qui un pensiero a mio padre Arcangelo Conedera le cui spoglie giacciono nel cimitero cristiano di Kosseir fin dal 1943, quando ivi morì a causa delle complicazioni avvenute dopo un grave infortunio in miniera. Questa è la cronistoria del mio primo lavoro. Loris Conedera Bèca Ottobre 2014 Echi di Agordo Le felicitazioni e gli auguri di “Echi” a... 41 Nozze di Pietra Le 100 candeline di Maria Fumei... Domenico De Grandi (classe 1924) e Paolina Davare (Adelia) (classe 1926) per le recenti “nozze di pietra” ricordando il 65° del loro matrimonio, celebrato a Laste il 15 settembre 1949. Gli sposi ringraziano il buon Dio e tutte le persone che hanno voluto loro bene in questi anni trascorsi insieme. Nozze d’Oro Gioiosa festa centenaria lo scorso 30 settembre in via 27 aprile, in casa di Maria Fumei, vedova Guadagnini, che ha felicemente raggiunto il traguardo del secolo di vita ancora in buona salute fisica e mentale. È stata festeggiata dai quattro figli, i gemelli Fiorella e Massimiliano, Carmen e Fabiola con rispettivi famigliari, fra cui otto nipoti e tre pronipoti. Anche se non esce più di casa, nonna Maria si mantiene il cuore e la mente in forma pregando, leggendo e facendo parole crociate, sempre attenta e interessata a ciò che succede nella realtà locale e nel mondo. ... e le 90 primavere di Elsa Gaz Alberto Dorigo e Paola Paternoster, che attorniati da famigliari e amici il 19 settembre scorso hanno festeggiato il traguardo dei 50 anni di vita insieme, ricordando il loro sì pronunciato mezzo secolo fa a San Simon di Vallada. Elsa Gaz, ved. Savioli, che lo scorso 6 marzo ha festeggiato le sue splendide 90 primavere assieme ai numerosi amici toscani in un ristorante enoteca sotto le mura della città di Grosseto. «È fantastico», hanno detto la figlia Fernanda e gli amici, «arrivare a 90 anni, avere come Elsa il desiderio di fare ancora tante cose e pensare al futuro!». Un affettuoso augurio anche da “Echi di Agordo” sempre riconoscente per la puntuale dedizione con cui per lunghi anni Elsa lo ha distribuito alle famiglie della sua zona. Lauree e... Arianna De Nardin, che il 26 settembre 2014 ha conseguito la laurea triennale in Scienze dell’architettura, all’Università IUAV di Venezia, con un portfolio discusso con i docenti Mauro Galantino, Silvio Nocera e Maria Antonia Barucco. Luca Cappelletti di Agordo, che il 22 luglio 2014 ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Catania. Ha discusso la tesi “DNA e Social Networ”, con relatore il prof. Salvatore Amato. Auguri per una brillante carriera da parte del fratello Fabio (con Francesca), della mamma Maria Pia (per tanti anni insegnante alla scuola media) a del papà Marcello (già stimato maresciallo dei carabinieri, comandante della Stazione di Agordo, ora in pensione). Ma tanti auguri anche perché, nel frattempo, Luca è diventato papà, come lo vediamo in foto con la sua primogenita Marea, “gioiello” di papà e mamma Manuela, ma anche dei nonni, nel parco di villa Cerami dove ha sede la facoltà universitaria di Giurisprudenza catanese. La famiglia, temporaneamente in Sicilia, è sempre legatissima e residente, da 40 anni, ad Agordo. Ottobre 2014 42 Le felicitazioni e gli auguri di “Echi” a... Nozze d’Oro con il diploma «È stata una giornata magnifica, indimenticabile, carica di emozione e significati». Questo il commento di Gianni Gatta, soddisfatto per il felice esito dell’incontro da lui organizzato con i colleghi periti minerari a cinquant’anni dal conseguimento del titolo all’istituto «Follador». E non poteva essere diversamente per le «nozze d’oro con il diploma» ottenuto alla fine dell’anno scolastico 1963-64: l’abbraccio fra diciannove di quei trentatre (ventinove dei quali ancora viventi) compagni di scuola intervenuti, ha segnato un momento carico di evidente commozione per tutti. È stato un po’ come ritornare indietro di mezzo secolo, riandare con il ricordo ai giorni trascorsi insieme sui banchi, nella «caminàza», la caratteristica aula dei minerari nella storica sede della storica istituzione scolastica di via 5 maggio, che li ha forgiati umanamente e professionalmente, permettendo loro di andare a farsi apprezzare in tutto il mondo quali periti di alta dirittura tecnica e morale. E proprio sul piazzale del «vecchio e glorioso Follador» è iniziato il ritrovo di giovedì 14 agosto, al quale hanno partecipato anche i famigliari dei quattro colleghi nel frattempo deceduti: Roberto Bulf, Giovanni Chenet, Augusto Peruz e Renzo Zasso, ricordati poi nella Messa. Dopo l’immancabile foto di gruppo e una breve visita al museo mineralogico delle Dolomiti agordine, accompagnati dal collega Dino Preloran, il gruppo ha partecipato alla Messa nell’arcidiaconale, celebrata da monsignor Giorgio Lise: «E’ stata certamente l’amicizia a portarvi qui», ha detto, «a ritrovarvi nel luogo della vostra educazione scolastica. L’amicizia nata sui banchi di scuola in genere la più duratura perché accompagnata da fatiche, successi e insuccessi, trepidazione, attese e complicità… ». Don Giorgio ha aggiunto che alla base dell’incontro vi è pure «la gratitudine per una Scuola gloriosa che ha fatto la storia dell’Agordino e ha educato e formato generazioni di ragazzi e giovani di questa terra. Una scuola che ha permesso di fare nuove esperienze, conoscere mondi e culture diversi, dando quindi la possibilità di arricchirsi umanamente e culturalmente...». Non è mancato poi il ricordo di papa Albino Luciani che nel 1936-37 fu insegnante al Follador. Infine il ritrovo conviviale all’hotel Villa Imperina, con un festoso brindisi di benvenuto seguito dalla lettura dei messaggi, particolarmente graditi, giunti dall’allora preside Franco Foresi e dagli insegnanti Ripanucci, Spagna, Ben e dai compagni impossibilitati a partecipare. Questi i nominativi dei colleghi giunti da ogni parte d’Italia e che nell’accomiatarsi si sono ripromessi di ritrovarsi l’anno prossimo: Gino Basso Valentina, Giuseppe Bonelli, Gian Pietro Dall’acqua, Dante Giulio Fiocco, Oscar Rubinato, Fabio Toffoli, Giuseppe Zasso Màrden, Mario Caldart, Eugenio Costa, Lucio Cimitan, Gianluigi De Col, Elio Faoro, Vittorio Fenti, Gianni Gatta, Florestano Monestier, Aldo Troi, Renzo Varaschin, Claudio Zanardelli, Virgilio Xaiz. In alto: i 19 periti minerari presenti all’incontro nella foto-ricordo di giovedì 14 agosto sul piazzale della storica sede di via 5 maggio e, qui sopra, le classi 5e del «Follador» in una sbiadita ma significativa immagine scattata nel 1964, l’anno del diploma, con l’allora preside Franco Foresi e altri insegnanti. Echi di Agordo I Fiori della Vita Cinque generazioni... tre volte Per la bis-nonna Alma Fattor, vedova De Toffol, si tratta di un eccezionale caso di quinta generazione-bis. Eccola con il figliononno Fabrizio e con i nipoti Erik divenuto papà di Ambra De Toffol (il 3 maggio 2013), e di Genny diventata mamma di Devid Olivier (il 24 luglio 2014). Giovanna Scussel (22.8.1926), Dora Comina (4.12.1949), Denis Tormen (11.5.1967), Natasha Tormen (18.6.1990), e Lorenzo Ballis nato il 15 dicembre 2013 (mentre si allestiva la mostra a ricordo del nonno Tita Zasso nel 10° anniversario). Margherita D’Isep, battezzata nella parrocchia di Mussoi a Belluno, l’8 giugno di quest’anno, dorme beatamente in braccio a papà Maurizio con accanto la mamma Francesca Bartolini e gli zii Enrico e Katj. Ottobre 2014 Echi di Agordo 43 I Fiori della Vita Che bel quadretto! Lorenzo sta imboccando il cuginetto Marco Adami, di Andrea e Romina Zasso, nato a Belluno il 27 dicembre 2013 e battezzato a Canale d’Agordo il 4 maggio 2014, allenandosi così in attesa del fratellino Gianluca che stava arrivando… Da Rosa Farenzena (gnòfa) questa bella foto bucolica dei primi anni ‘60. Montegada a malga Framónt allora gestita e alimentata da agordini. Da sx :Eugenio Bien, Emilio Da Ronch,Giovanni Carlin (nonno di Sandro Carlin), Sebastiano Da Ronch (Bastian Busna), il piccolo Attilio Da Ronch (Tilio Busna) e ultimo di spalle Vincenzo Da Ronch (Cencio Busna). Ilay Bianchi, di Adriano e Anita Lena, nato a Feltre l’11 gennaio 2014 e battezzato nella chiesa di San Lucano il 6 settembre scorso. Alin Gilber, nata il 6 maggio 2014 a Bressanone, figlia di Andrea Scussel abitante a Bressanone con Mindi Gilber. Non abitano ad Agordo ma hanno tutti per metà nelle vene sangue agordino. Sono i dodici nipoti (emblematico numero uguale a quello dei suoi fratelli) di Angela Santomaso vedova Grigoletto, che vive da tanti anni a Lupiola di Sandrigo (Vicenza), conservando e trasmettendo peraltro ai figli e progenie un profondo legame con la terra d’origine. Nel bel quadretto vediamo Cristiana, Giovanni, Aurora, Lara e Diletta (figli di Giorgio); Noemi, Chiara e Gioele (di Rodolfo); Matteo e Samuele (di Michela); Tomaso e Tobia (di Andrea). Agordo, Campo dei fiori, inizio anni ’90. Da sinistra a destra le sorelle Aurora (Lola) e Antonietta (Etta) Chierzi, con Mavy Stehlin-Soppelsa, figlia di Aurora che oggi vive in Svizzera e alla quale la cugina Sara spera di fare una gradita sorpresa pubblicando su Echi questo bel ricordo non solo… fotografico. Per mancanza di spazio siamo costretti a rimandare al prossimo numero la pubblicazione di altre notizie e cronache degli ultimi avvenimenti. Ce ne scusiamo con gli affezionati lettori e ringraziamo tutti i collaboratori che hanno contribuito in vario modo all’uscita di questo numero. 44 Ottobre 2014 Lettere a “Echi...” Da Lanzada (Sondrio) Buongiorno, sono Fusina Luigia (Gigetta) detta “Malènca” nata ad Agordo nel 1927. Da ragazza lavoravo presso la famiglia Galliani-Croce come bambinaia di Giuseppe e Noemi Croce, il loro papà a quei tempi era in guerra. Nel 1946 sono emigrata in Svizzera a lavorare per guadagnare di più. Nel 1949 mi sono sposata e sono tornata in Italia a vivere nella valle di cui era originario mio marito Alessandro… strano caso del destino il posto si chiama Valmalenco (Comune di Lanzada, Provincia di Sondrio) stesso nome di come era soprannominata ad Agordo la famiglia di mio papà (Malènchi). Ho avuto tre figli, ma ora mio marito e un figlio non ci sono più. Ho una grande famiglia (v. foto sotto): i miei due figli si sono sposati ed hanno avuto dei figli e sono quindi ormai nonna di quattro nipoti e bisnonna di quattro pronipoti più una in arrivo. Spesso, sebbene non abitiamo tutti vicini, ci troviamo tutti assieme nella mia casa di Lanzada, soprattutto a Natale e per il mio compleanno, ci riuniamo e festeggiamo! Poco tempo fa abbiamo organizzato una festa e con mia gran- de gioia erano presenti anche due nipoti venuti dalla Svizzera, figli di mio fratello Attilio Fusina detto “Malènco”, morto poco tempo fa all’età di novant’anni. Mi vogliono tutti tanto bene! Ora sono anziana e vivo con mia figlia. Mia mamma Giacomina è vissuta con me a Lanzada ed è sepolta nel cimitero della Valmalenco. Ho sempre ricevuto il giornale, grazie di cuore! Ho un caro ricordo del Dott. Lise. Grazie ancora e tanti saluti a tutti gli Agordini! Gigetta Pubblichiamo volentieri questa bella lettera inviataci da Luca, uno dei nipoti di Gigetta (alla quale “Echi” manda tanti affettuosi auguri), che ricorda come «...noi figli e nipoti siamo cresciuti con i suoi racconti della vita trascorsa ad Agordo, che porta sempre nel cuore. Ha sempre ricevuto il giornale e quindi le farebbe piacere, se possibile, vedere pubblicata la sua lettera, con la sua foto e della sua famiglia. Vorrebbe così dimostrare che, pur essendo andata altrove, per vari motivi, ricorda sempre la vita, spesso anche difficile, trascorsa ad Agordo». Da Cologno Monzese Grazie a “Echi di Agordo”, sempre ricco e interessante, al suo direttore e ai suoi valenti collaboratori. Giuseppe (Pino) Croce Da Listolade Ricevo sempre con grande piacere il nostro “Echi di Agordo” e vi ringrazio con tanti complimenti! Antonietta Miola Echi di Agordo IN MEMORIA DI Giuseppe Benvegnù (Bepino Gnàol, in una foto con le figlie Barbara e Marinella negli anni ‘70). “Caro papà, sono qui, seduta vicino a te e ti stringo la mano. Tu rispondi alla stretta, hai sentito la mia presenza. Siamo in ospedale, ormai non parli più anche se capisci ancora chi ti è vicino. Vorrei fermare il tempo, non mi pesa stare qui; è vero, ci alterniamo spesso perché fisicamente sarebbe impossibile farcela, ma ho paura che possano essere gli ultimi momenti che stiamo insieme. Mai avrei immaginato di vederti così, pensavo ci avresti lasciato improvvisamente mentre lavoravi. Questo mese di ospedale sono sicura sia servito a tutti noi per unirci, starti vicino e ricordarti con amore. Sei stato un bravo papà, forse non ho soddisfatto io le tue aspettative o forse alla fine si! Ricordo quando mi sono sposata, ero minorenne e hai dovuto firmare il consenso, dicendomi: “Questa è la firma che mi pesa di più mettere in vita mia, spero di non dovermi pentire”. Sapessi quante volte mi è tornata in mente quella frase, quante volte avrei preso certe decisioni e invece, per non deluderti, ho stretto i denti e sono andata avanti. Quando ero piccola ti vedevo poco, eri sempre fuori per lavoro; io restavo col nonno, ero come in simbiosi con lui, ricordo che pensavo addirittura: “Se dovessi scegliere preferirei morisse papà invece che il nonno”. Mi sono sentita tanto in colpa per quei pensieri seppur fatti da bambina; ora non vorrei lasciarti andare. Sento che vorresti dire o fare qualcosa quando ci senti vicino ma non puoi più comunicare. È una cosa che mi strazia! Non sei mai stato di tante parole, non serviva, bastava una tua occhiata. Non eri severo, anzi, il papà più buono che potessi avere ma anche, e l’ho capito quando sei rimasto solo, deciso e determinato come pochi. Da piccola andavamo insieme a pascolare le mucche, mi scioglievi la resina sui sassi ed io ero felice di avere la “ciunga” come i miei amici. Mi hai insegnato a strappare le felci che infestavano i pascoli: dovevo tenere le mani ben salde e dare uno strattone. Che belli quei momenti con te! Avevi acquistato una radiolinatransistor da portare in Coilónch e a Binàtega per ascoltare il Tour de France; le imprese di Anquetil e Massignan ti entusiasmavano e c’era la rivalità con Nildo per decretare la bravura di uno o dell’altro. Ti ho visto una volta piangere, il giorno dell’alluvione del 66. La situazione era tragica ma io, che avevo 12 anni, non me ne rendevo conto. Quando ho visto il tuo viso cambiare e le lacrime scendere mi sono sentita persa: c’era davvero da avere paura! Abbiamo dormito tutti e quattro, vestiti, nella nostra cameretta convinti di dover morire: almeno saremmo morti insieme. Sei rimasto senza la mamma Angelina, sei stato bravo, merito di Mari che l’ha sostituita in tutto e ti è stata accanto ogni giorno. Ti sei riversato nel lavoro, come e più di prima. I prati, i boschi, la legna, il fieno, ogni stagione aveva i suoi lavori e tu sempre in prima persona, non ti sei mai risparmiato! Ora sei qui, quasi immobile a letto, fai capire di non avere male, lo spero tanto; voglio credere che stai riposando. Io non vorrei vederti andare papà, ma questa non è la vita che vorresti tu. Egoisticamente ti terrei qui con noi, ma per l’amore che sento è giusto che ti lasci andare. Buon viaggio papà. Un bacio grande. 6 agosto 2013, ore 10.15. Barbara” P.S. Papà è mancato il 9 agosto 2013 alle ore 3.10, era nato il 30 marzo 1925. Angelina Brancaleone, nel ventesino anniversario della prematura morte (9 agosto 1994, lo stesso giorno e mese in cui lo scorso anno l’ha raggiunta in cielo il marito Giuseppe), resta nel ricordo affettuoso dei suoi cari e di chi le ha voluto bene. Resta soprattuto l’edificante esempio con cui quando ha scoperto di essere ammalata, ha saputo tradurre con la penna sentimenti profondi quali: la sua serenità di spirito, l’amore alla famiglia, l’accettazione della volontà di Dio. Echi di Agordo Ottobre 2014 45 IN MEMORIA DI Giuseppina Gaz, nel 10° anniversario della morte (15 dicembre 2004). “Cara Pina, da 10 anni non sei più con noi, tutto questo tempo è passato e tu ci sei mancata tanto. Eri sempre attiva in tutte le cose che si facevano con grande entusiasmo: per il nostro coro, con il canto nella nostra bella chiesa, per i bei lavori del nostro mercatino natalizio e tante altre cose ancora. Ora ti voglio ricordare a tutti con grande amore e grande affetto assieme a tuo figlio Bruno, alla sorella Toni, al fratello Olinto, a tutti gli amici e parenti. Con tanta nostalgia tua sorella Maria”. Toni Guadagnini, a trent’anni dalla sua scomparsa (2 settembre 1984), i familiari lo ricordano con immutato affetto. Ma un ricordo grato gli rivolge doverosamente tutta la nostra comunità per il suo lungo e appassionato impegno svolto in maniera disinteressata, per la promozione e la crescita turistica e sociale di Agordo e dell’Agordino in tanti campi di azione, con innumerevoli idee e lungimiranti iniziative. Ida Marinello ved. Zasso, nel 5° anniversario (19 novembre 2009) rivive nel ricordo caro dei figli, dei nipoti e dei parenti. Massimo Da Rif, nel 19° della prematura scomparsa (26 novembre 1995 a soli 30 anni). “Volevi dormire… ora dormi il sonno della Pace. I tuoi cari con sempre grande afffetto”. Maria Schena in De Cassai (nella foto con le nipoti), morta improvvisamente ad Agordo lo scorso 23 settembre, a 91 anni. “Ciao mamma, grazie di cuore per la tua presenza costante, per la tua pazienza, per la tua disponibilità, per tutte le cose belle che ci hai insegnato. Rimarranno a ricordarti la tua campana al Carestiato e la stima di parenti e amici che ti hanno conosciuto nella vita terrena trascorsa ad Agordo, a Gavorrano e a Follonica. Cammineremo ancora insieme, per adesso su strade diverse. Riposa in Pace. Fabio ed Eldo”. Attilio Malènco Fusina, morto il 22 marzo 2014 a Winterthur (Svizzera), all’età di 90 anni (era nato il 22 agosto 1923 ad Agordo). Lo comunica il figlio Claudio con i famigliari che lo ricordano a parenti e conoscenti agordini. Wiesner Alfonso Jairo, nel 1° anniversario della sua improvvisa e tragica scomparsa (il 14 luglio 2013 a soli 19 anni), continua ad essere presente nell’affettuoso ricordo dei suoi famigliari, dei tanti amici e del Coro Agordo. Giovanni Rubinetto, deceduto a Porto Torres (Sardegna) nell’agosto 2011, a 73 anni (era nato a Veran nel 1938). La famiglia Farenzena lo ricorda con affetto. Alfredo Gobbis. “Sono trascorsi otto anni (26 luglio 2006) da quando ci hai lasciato, ma il tuo ricordo è sempre vivo nei nostri cuori. Tua moglie con figli, nipoti, parenti e amici”. Emilia Conedera, nel 7° anniversario (20 ottobre 2007) e Maria Teresa Conedera, nel 10° anniversario dell’improvvisa scomparsa (23 agosto 2004), sono ricordate assieme anche al fratello Luigi, deceduto lo scorso 17 gennaio, con riconoscente affetto e rimpianto dalla sorella Gabriella unitamente ai suoi familiari. Ottobre 2014 46 “L’eterno riposo dona loro, o Signore” Adriano De Luca, nel 5° anniversario (24 settembre 2009), il ricordo della sua bontà e simpatia è sempre vivo nella moglie, nella figlia, nei parenti e nei tanti amici agordini e friulani. Antonio Favretti, lo ricordano i congiunti e con gratitudine anche la nostra comunità nel 7° anniversario della morte (27 settembre 2007). Antonietta Bonisoli Pegoraro, nell’8° anniversario (2 settembre 2006) “Nonostante il passare degli anni, la tua presenza è sempre viva in mezzo a noi. I tuoi cari”. Maria Luigia Case (Marisa), nell’8° anniversario (23 settembre 2006) rivive nel ricordo caro dei figli, dei fratelli, dei nipoti e dei parenti. IN MEMORIA DI Sara Cecchella, a sei anni (21.9.2008) dalla morte, la ricordano con immutato affetto i figli, i nipoti, i parenti e tutte le persone che l’hanno amata. Filomena Ména Collesei, nell’8° anniversario (14 agosto 2006) il suo sorriso e la sua simpatia rimangono nel ricordo dei suoi cari e di Agordo. Agostino (Ferruccio) Baldini, nel 10° anniversario (12 agosto 2004), la moglie Amelia Tomè, i figli Roberto e Franco, i nipoti Luca e Giorgio, la nuora Lorena De Nardin lo ricordano sempre con grande affetto. Echi di Agordo “Il ricordo dei buoni resta per sempre” Dino Scussel, a due anni dalla sua prematura salita al Cielo (29 agosto 2012) “Quando la tristezza ci assale, ti pensiamo... sorridiamo e... siamo felici! Ci specchiamo nei tuoi occhi... e tu nei nostri. Viviamo nel tuo cuore e... tu nel nostro. Ecco che ci pervade la dolce certezza: Chi ama ed è nel cuore dell’altro... non morirà mai! Nadia e Miriam”. Vito Valcozzena, “Da quasi tre anni (9 dicembre 2011) vive nella luce del Signore e nei nostri pensieri. La moglie e le figlie”. Tita Zasso, nell’11° anniversario (14 ottobre 2003) è ricordato con grande affetto dalla moglie, dai famigliari e dai tanti amici, che assieme alla famiglia gli hanno reso omaggio con la bella mostra fotografica del dicembere 2013. Lucia Scussel ved. Soppelsa, nel 6° anniversario (30 luglio 2008) resta nel ricordo caro della sorella, dei congiunti e della comunità riconoscente per i servizi ricevuti. Angelina Zecchini, nel 6° anniversario (2 settembre 2008) è ricordata con affetto e simpatia dalla nostra comunità, ma la ricorda con uguale affetto e nostalgia anche la signora Ortynska Lyubov (con lei nella foto) che per sei anni l’ha amorevolmente accudita. Maria Santel in Bressan. “A tre anni dalla tua morte (22 dicembre 2011), sei sempre nel cuore del marito, dei figli e di chi ti ha voluto bene”. Ines Miana Santomaso, nel 31° anniversario (29 novembre 1983) “Ciao, mamma, sei sempre viva più che mai nei nostri cuori, grati per l'amore e l’esempio che ci hai donato. I tuoi figli con nipoti, pronipoti e parenti”. Lucia Da Barp ved. Chissalè, nel 6° anniversario (25 luglio 2008) è sempre viva nel ricordo dei familiari e nel pensiero grato della comunità parrocchiale per il servizio reso alla chiesa di Sant’Agostino e nella distribuzione di “Echi”. Domenica 26 ottobre S.Messa per i Caduti della Montagna e Domenica 16 novembre per i Caduti sul Lavoro alle 18,30 Echi di Agordo Ottobre 2014 47 anagrafe parrocchiale DEFUNTI - Riposino in pace 22. De Col Vittoria ved. Fattor, di anni 78, il 23 giugno 35. Giroletti Teresa Giulia ved. Daurù, a. 88, il 4 ottobre 27. Paganin Ida Maria ved. Farenzena, a. 95, il 29 luglio 31. Buttol Elena ved. Zanatta, a. 85, il 27 agosto 23. Apollonia Antonia ved. Chierzi, a. 89, il 30 giugno 36. Soppelsa Luciano, a. 84, il 5 ottobre 28. Panziera Maurizio, a. 55, il 6 agosto 32. Soccol Maria ved. Peloso, a. 91, l’8-9, sepolta a Taibon 24. Da Ronch Gianni, a. 75, il 4 luglio 37. Porta Fabio, a. 39, il 10 ottobre 29. Peloso Silvano, a. 82, il 18 agosto 33. Soppera Renata in Costantini, a. 74, il 15 settembre 25. De Nardin Carletto, Angelo, a. 79, il 21 luglio 30. Cangini Maria ved. Da Ronch, a. 86, il 21 agosto 26. De Nardin Angelo, a. 78, il 21 luglio 34. Schena Maria in De Cassai, a. 91, il 23 settembre L’unica cosa importante della vita sono le tracce dell’amore che lasciamo dietro di noi, quando siamo costretti ad andarcene e a congedarci. (Albert Schweitzer) BATTEZZATI Rinati nell’acqua alla luce 8. Ren Livia, b. il 27 luglio (n. 21.06.2013) 9. Bustreo Alex, b. il 27 luglio (n. 17.12.2013) 10. Buxaj Rebecca, b. il 17 agosto (n. 13.05.2011) 11. Buxaj Alessandro, b. il 17 agosto (n. 13.02.2014) 12. Santomaso Noemia, b. il 6 settembre (n. 20.01.2010) 13. Rudatis Francesco, b. 14 settembre (n. 12.04.2014) MATRIMONI Perché siano una cosa sola 1. Fontanive Alberto e Tomè Valentina, il 14 giugno 2. Deon Federico e Da Ronch Chiara, il 14 settembre Ottobre 2014 48 Echi di Agordo Una proposta: alla scoperta della Toponomastica agordina Piazza della Libertà. I nomi delle vie e dei villaggi di Agordo rispecchiano un clichè abbastanza comune a molti altri paesi e tra di essi prevale sicuramente il riferimento ai toponimi locali (Tóccol, Giove, Piasént, Veran, Villalta ecc.). A perenne memoria di personaggi locali, distintisi in varie attività e in differenti periodi, compaiono le vie dedicate a Raffaele Costa, Roberto Paganini, Tèto Pìciol (Silvestro Follador), Piero Poloni, Pacifico Soccol, Felice Cappello, ecc.) Il ricordo di movimenti insurrezionali nazionali e dei principali eventi bellici del ventesimo secolo, è stato evidenziato con date e nomi. Così, Via 5 Maggio 1848, Via XXI Ottobre 1866 e Via Garibaldi evocano il periodo risorgimentale mentre a Piazza Libertà e alle vie 4 Novembre 1918, Cesare Battisti, 27 Aprile 1945, Attilio Tissi, viene affidata la memoria della Grande Guerra e del secondo conflitto mondiale. Non poteva mancare un doveroso ossequio al padre della lingua italiana Dante Alighieri peraltro relegato in periferia, mentre il nome di Guglielmo Marconi spicca in prossimità del centro cittadino nel piazzale antistante al Municipio. Aldo Moro è l’unico politico ricordato nella omonima traversa che collega l’ospedale a Via 5 Maggio. Ad Agordo non c’è una Via Roma ma, con il cambio di una consonante, si è voluto rendere omaggio (e forse anche esorcizzare i pericoli derivanti dalle sue periodiche ma fortunatamente rare esondazioni) al torrente Rova. Tra le tante vie una, in particolare, suscita una certa curiosità per il suo originale nome: Via Campo dei Fiori. Questa strada corre a nord del vecchio e glorioso Istituto Minerario “U.Follador” e il suo pittoresco nome porta l’immaginazione a disegnare ampi prati fioriti. Forse un tempo era cosi, anche se oggi le numerose abitazioni sorte nell’area circostante non lo fanno supporre. Ma “Campo dei Fiori” conduce inevitabilmente all’omonima e famosa piazza di Roma la cui notorietà è legata alla tragica esecuzione di Giordano Bruno Via Campo dei fiori... perché?! lì arso vivo perché accusato di eresia. Sorge quindi spontanea anche l’ipotesi che, nel corso della storia del Comune di Agordo, qualche “spirito laico” abbia pensato al frate domenicano dedicando una via al luogo dove fu giustiziato. Da una sommaria ricerca presso gli archivi comunali, un documento rivela l’esistenza di Via Campo dei Fiori già nel 1929, quindi l’intitolazione fu decisa in un periodo antecedente a quell’anno. Rimane cosi aperto l’interrogativo sulle motivazioni che, nel secolo scorso, indussero gli amministratori comunali a dare il nome di “Campo dei Fiori” ad una strada di Agordo. Una ulteriore, auspicata e più approfondita ricerca da parte di qualche appassionato potrebbe dare la risposta a una originale e non certo essenziale curiosità, come pure a sviluppare ulteriori osservazioni su altri toponimi che qui non compaiono solo per una questione di spazio. Franco Colleselli “ECHI di AGORDO” Anno LXXX - n. 4-5 - 2014 registrazione del Tribunale di Belluno n. 12/90 dell’ 8/8/1990; col permesso dell’Autorità Ecclesiastica. Mons. Giorgio Lise, Arcidiacono - Direttore Responsabile 32021 Agordo (BL) - Dolomiti - tel. 0437/62143. Spedizione in abb. postale D.L.335/2003 (conv. in L.27.2.2004, n.46), art.1, c.2, DCB, BL. c.c.p. n. 10163327 Composizione e impaginazione computerizzate a cura di Loris Santomaso e Toni Pampanin e-mail: [email protected] - [email protected] www.agordo.diocesi.it Villalta. Via Garibaldi, un tempo Contrada dei signori. Stampa: Tipografia Piave - Belluno