Mario AMEDURI
Chissà perché, Mario Ameduri sembra
uscito da un racconto del libro cuore.
Fisicamente fa pensare a Generoso Dattilo, arbitro internazionale, che ha fatto scuola
no agli anni ’50. E’ un’arca di scienza, storico della sezione. Sa proporre le sue preziose
conoscenze con doti pregevoli, ormai desuete:
intelligenza ed umiltà, dignità e obiettività.
Arbitralmente è nato con la Sezione,
mezzo secolo di tessera,
come i senatori Cirri e
Passet. Anche Mario
arbitrò nella massima
categoria regionale
(come Dattilo concedeva
parsimoniosamente i
rigori), poi osservatore ,
designatore, responsabile dei corsi arbitro, il che
è delicatissimo impegno
didattico. Consigliere sezionale con tutti i cinque Presidenti. Attualmente vic e Presidente
della Sezione. Arbitro Benemerito.
Forse impossibile trovare in Mario Ameduri una pagliuzza di imperfezione. La precisione è il suo habitus, in un rigore di onestà
nell’esercizio ragionieristico-contabile: perché redige il bilancio di previsione, il consuntivo semestrale, documenti questi approvati
dalla Presidenza dell’AIA. Da trent’anni è
cassiere della sezione. Periodicamente subisce la visita dei Servizi Ispettivi Nazionale
e Regionale. Solo compiacimenti per questo
oscuro lavoro da certosino. Anche per questo
i Presidenti che si sono succeduti hanno avuto
in Mario Ameduri un collaboratore eccelso.
Anche Ameduri, come Cirri, Giachero Walter
e Passet, è stato premiato dal Sindaco di Pinerolo per le attività in favore dello sport, un
giusto riconoscimento della Città.
servatori sezionali. Immagina tutte le vicende
in campo e fuori. Rivede, attraverso i rapporti, che sono le relazioni
sulle prestazioni arbitrali, centinaia di gare.
Quasi quarant’anni
di Associazione, quindi
Benemerito, arbitro e
osservatore a livello regionale, è stato segretario e consigliere sezionale, prima di diventare
vice presidente con Passet ed essere riconfermato da Falca. Pittino fa parte dell’Organo
Tecnico Periferico, responsabile degli Osservatori, che devono visionare e consigliare i
giovani arbitri. Un incarico di rilievo per uno
che ha dimostrato di essere preparato, serio e
corretto.
Massimo COERO BORGA,
Marco FASSONE,
Ezio MORINA
Per correttezza, discorrendo di una terna
di arbitri che ha operato molto bene in sezione, si dovrebbe iniziare in ordine alfabetico.
Sarà consentito partire da Morina, uno
dei più alti di statura della sezione, quello che
fa sentire più giovane l’estensore di queste
note. Casualmente, sotto la pensilina del benzinaio, Morina disse: “Sei stato tu il mio primo commissario speciale, mi incoraggiasti. E
ti sarò sempre grato”. Quasi commosso.
Umberto PITTINO
Potrebbero dire di lui: ha una bella voglia!. In realtà, ha la pazienza e la capacità
di leggere tutti i rapporti arbitrali degli Os-
21
Marco, Massimo ed Ezio
A.I.A.
Presidente del Collegio dei revisori per
alcuni anni, Morina è ancora in sella, ora
senza schietto e bandierina, dopo 11 anni
di assistente arbitrale alla CAN D, CAN C e
CAN D femminile. Consigliere sezionale da
dieci anni ed ora anche referente regionale
per la rivista “L’Arbitro”.
Coero Borga e Fassone formavano una
bella coppia di arbitri giovani, brillanti, in
carriera, sapevano tutto sul calcio e su tutti
gli arbitri nazionali, regionali e sezionali.
Vivevano per l’arbitraggio con grande dedizione e partecipazione, e i risultati si vedevano anno dopo anno. Arbitri regionali e poi a
livello nazionale. Massimo agli Scambi Interregionali, poi alla CAN D e inne conquista
la serie C. Ma gli impegni con il passare degli anni aumentano, il lavoro, la famiglia, le
partite in giro per l’Italia e purtroppo decise
di abbandonare ancora con molte possibilità
e qualche rammarico.
Marco anche lui agli Scambi Interregionali per alcuni anni, poi inizia l’attività di
Assistente per continuare ad essere protagonista sul terreno di gioco: infatti dopo la
gavetta per quattro anni in serie D, approda
alla Can C e dopo soli 3 anni viene promosso
alla CAN con grande soddisfazione sua e dei
dirigenti e colleghi della sezione. Un anno
alla grande con il ore all’occhiello di una
partita internazionale in Svizzera, poi all’inizio della seconda stagione una proposta
di lavoro irrinunciabile, presso una società
professionistica di serie A, lo obbligano a
malincuore a lasciare l’attività arbitrale, ma
il cuore e i ricordi sono ancora adesso rivolti ai 20 anni indimenticabili nella sezione e
nell’associazione. E’ da alcuni anni a Torino
apprezzato dirigente organizzativo e per il
marketing in una delle famose società calcistiche a livello mondiale.
Incontro di vecchie glorie
per la direzione di Bolley con Martina e Morina
di questioni legali. Bolley è arbitro e dà un
elegante taglio legale, il che è piuttosto difcile, ai suoi interventi sulle grane (o brutte
vicende) che possano accadere nel corso
della gara di calcio. Si era mai vericato
che un arbitro avvocato, almeno qui a Pinerolo, raccontasse con tanta chiarezza vicende di aggressioni, denunce, ferite, intervento
di forza pubblica.
E sono vicende più possibili nei nostri
campi di provincia, piuttosto che allo stadio
delle Alpi. Ma “Speriamo non succeda mai”.
Ultimamente è giunto alla “Procura arbitrale”, funzione di prestigio, perché Bolley è ora Sostituto Procuratore nazionale
per il Piemonte e la Valle D’Aosta.
Andrea BEDINI
Dottore in giurisprudenza, è capace di
fare riettere un po’ tutti. Sarà per il suo la-
Paolo BOLLEY
Lui avvocato, e pure legali suocero e moglie, avvocatessa in Pinerolo. Credo che a
tavola ed in casa parlino spesso e volentieri
Bedini con Bertola e Violi
voro, funzionario periferico di un Ministero
nanziario, sarà per un suo stile comportamentale, fatto sta che il suo racconto su
“Gli esami non niscono mai” è dedicato a
tutti, arbitri effettivi, osservatori, collaboratori, giovani e… vecchi. Le sue raccomandazioni sulla conoscenza del regolamento,
la presunzione di alcuni di conoscere tutto,
le nuove disposizioni spesso ignorate perché
l’unico momento della carriera arbitrale in
cui si ha una discreta preparazione sulle regole del giuoco è… al tempo dell’esame.
Luigi Einaudi, già Presidente della Repubblica, scrisse “Prediche inutili” (edito
nel 1959). Dicono che lo intitolò così perché erano prediche destinate ai politici
del tempo, i quali i sermoni intelligenti di
Einaudi non si premuravano di leggerli.
Così, per associazione di idee con il prof.
Luigi Einaudi, il dott. Andrea Bedini, in
sommesso consiglio, avrebbe dovuto sottotitolare le sue notazioni con “Prediche
inutili”, questa volta con l’auspicio che i
destinatari, giovani e meno giovani suoi
colleghi, leggessero e meditassero.
Francesco COPPOLA
E’ difcile che in famiglia si riesca a fare
opera di proselitismo arbitrale. Francesco,
però, c’è riuscito. Suo fratello minore Fabio
è stato avviato alla carriera di arbitro di
calcio (sarà il caso di dire: alla passione
arbitrale). Già, porta il nome del patrono
d’Italia, quello che di proseliti ne aveva fatti molti (anche se in altro campo…).
Margherita CAGGIANO
E’ un po’ la rappresentante delle giacchette rosa. Dolce, elegante, sico da 80
metri piani. Dotata di grande personalità
e di ottimo substrato culturale. Laureata
in lingue straniere. Dalla sezione sente il
profumo del suo vecchio prestigioso liceo
classico, il “Porporato”. Giornalista, forse
la più giovane iscritta all’albo professionale della Regione Piemonte. Ha un grande
vantaggio, o forse ha ottenuto la dispensa
dal Presidente, quello di marinare le sedute
atletiche di allenamento, perché Margherita
abita al di là della collina di Santa Brigida,
dove sta nascendo un grande centro sportivo, ed allora indossa la tuta caracollando
nelle stradine agresti della Val Noce.
Segretario è una carica importante.
Nei Consigli di Amministrazione non solo
redige il verbale delle sedute, ma fa anche
il bello e cattivo tempo… Ha tutto in mano
lui. Coppola segue ed archivia tutte le pratiche e la corrispondenza sezionale, quindi
sa tutto di tutti. Intanto dopo aver arbitrato
l’Eccellenza in regione, adesso è Assistente
arbitrale in serie D.
Rosa, Elisa, Marta, Erika e Margherita
Francesco e Fabio
Quando venne a Pinerolo il Presidente
nazionale Lanese, era il 10 ottobre 2003,
Falca le afdò la redazione della cronaca
del grande evento, una cronaca brillante
per la pubblicazione 2003-2004. Senonchè
l’articolo più simpatico, ad anche più profondo di riessioni, che si fa leggere e
rileggere è “Donne Arbitro”: “Sono
23
A.I.A.
ragazze particolari, piuttosto grintose e sicure di sé. Dunque aspettiamo nuove donne
in Sezione e nel frattempo continuiamo a
perseverare, mosse solo dalla passione per
l’arbitraggio”.
Ma perché questo pezzo non sembri a
tutti i costi elogiativo di Margherita, converrà precisare che i garbati complimenti
in apertura abbracciano idealmente anche
Rosa e Marta, Elisa ed Erika ragazze arbitro della Sezione (non si è scritto donne, in
ossequio al ore della giovinezza).
REALE e SCALI
Se queste notazioni fossero state scritte
a quattro mani, certo, il lavoro sarebbe riuscito meglio. Loro, Reale e Scali, scrivono a
quattro mani, come suonare il pianoforte, e
non sbagliano una nota. E parlano anche a
due voci, senza stonare.
La mecca del calcio italiano era solo
Coverciano, e frequentarlo era un vanto.
Ora si va a Sportilia, un po’ come se nel
nostro piccolo, Falca precettasse i suoi 130
associati a Talucco. Solo che nella valle del
Lemina, lassù, non ci sono campi di calcio.
Reale e Scali sono saliti a Sportilia, provincia di Forlì, nell’Appennino tosco-emiliano. Là si veste sempre soltanto in abbigliamento sportivo. Loro, dopo una milizia
no ai massimi livelli regionali, sono stati
convocati ai raduni nazionali della CAN D
e della CAI 5. Sono tornati in Sezione da
quei raduni pre-campionato, con una notevole carica, come fare gli esercizi spirituali… “nelle vicinanze non vi sono svaghi, per
cui è ideale per svolgere le attività atletiche
e le riunioni tecniche previste dai raduni arbitrali”, hanno scritto in un bell’articolo.
Walter GIACHERO
Il suo nome è scritto con due V, alla tedesca. Se si abbreviasse sarebbe W Giachero.
Ma quell’evviva se lo merita. Figlio d’arte.
Suo padre Giovanni fu un buon direttore di
gara, arbitrò nella massima categoria regio-
nale e poi Assistente
Arbitrale in serie D.
In quella pubblicazione degli
arbitri della sezione,
pochi fogli, fatti in
casa, pubblicazione
che piace, c’è tanta
storia, non certo
racconti superciali. Peccato che esca
solo una volta l’anno. Ebbene, in quel
bollettino simpatico
colo di Walter Giachero ed anche una sua
bella immagine. Dovrebbero rileggerlo tanti
giovani arbitri quel foglio. Traspare volontà,
impegno, coscienza. L’AIA lo ringraziava
della “collaborazione, serietà, disponibilità”
profuse nei 5 anni alla CAN C, il massimo
di permanenza. Il dilemma, forse sofferto:
seduto in tribuna ad osservare l’operato di
un collega od aspirare di passare dal centro
alla fascia laterale? “La scelta non è stata
semplice, ma dopo un’attenta disamina interiore, ho scoperto di avere ancora voglia
di entrare su un terreno di gioco”. Corre a
Sportilia, alle pendici dell’Appennino romagnolo. “Sono stati giorni difcili – scrive
– ho dovuto mettermi in competizione con
degli amici più che dei Colleghi”. Test sul
regolamento (è risultato il migliore), test
atletici, colloqui con la Commissione e Walter supera tutto: è alla CAN A e B.
“Dopo meno di un mese ero in campo a
Marassi con una bandierina in mano per la
gara di Coppa Italia Genoa – Lumezzane.
Riguardoso e commovente come Giachero
chiude il suo articolo: “una nuova avventura
è iniziata e spero prosegua per molti anni; mi
auguro di seguire i passi del nostro attuale
Presidente: sarebbe già un bel traguardo”.
Esordio in questa stagione, ottobre 2005, in
serie A in Treviso–Empoli all’inizio della seconda stagione quale Assistente arbitrale.
Presidente
L’elenco dei suoi talenti sembra non abbia ne. Prudente, non fa vita mondana, serio al punto giusto, non si mette mai in vista
in questa città provincialotta, eppure potrebbe. Sa contornarsi di gente capace, senza
ricorrere ad alchimie correntizie, ha qualcosa di personaggi patetici di Anton Cechov, a
volte deamicisiani, coltiva la segreta voglia
di correre sul terreno di gioco in testa ad un
drappello di suoi associati partecipanti agli
allenamenti settimanali.
La concretezza: traspare da quei
rendiconti
pubblicati in
prima pagina
dell’opuscolo
della Sezione, due fogli
tti di notizie
precise, documentate, che
Pairetto e Falca in Belgio - Coppa UEFA
raccontano
senza enfasi un intero anno. Notiziario consuntivo inventato dal Presidente.
Sa comprendere i suoi giovani arbitri.
Perché ha un grande cuore. Il sorriso negli
occhi. Si illumina quando racconta, anzi accenna soltanto alla sua storia, ricca, brillante. La modestia è glia dell’intelligenza. Da
raccontare ne avrebbe parecchio.
Arrivò in alto: alla Commissione Arbitri
Nazionale di serie C. Poi fu assistente alla
CAN no al 1996 e quindi Componente della
Commissione Regionale Arbitri del Piemonte
dal 1998 al 2000, dimostrando impegno costante e grande dignità.
Assistente di grandi nomi di arbitri a livello nazionale e anche internazionale.
Nel 1995 viaggiò niente meno che con
l’internazionale Pierluigi Pairetto in Belgio,
Coppa Uefa, assistente a Gand nella partite
AALST – LEVSKI SOFIA.
In precedenza, negli anni 1993 e 1994
assistente oltre Manica, a Middlesbrough
e Tranmere, vicino a Liverpool, nel Torneo
Anglo-Italiano, con le squadre prime classicate della serie B italiana e inglese.
Da casa sua, piani alti, vede mezza Pinerolo: l’attuale sede nel vecchio storico
palazzo, le sedi quasi di fortuna, il campo
sportivo studentesco. E’ un po’ sognatore,
qualche volta soltanto. Immagina una sede
degna, nei pressi di quel campo di calcio che
appena intravede oltre il cavalcavia, dedicato a Martin III, nazionale, cui venne intitolata la Sezione. Sarebbe stato un bel regalo,
per il cinquantennio, la sede nuova, ed al
Presidente del 50°, un regalo glielo avrebbero potuto anche fare.
Sarà per dopo le Olimpiadi invernali e
i mondiali di calcio in Germania, a caval
donato… Traghettatore della Sezione dal
vecchio al nuovo millennio, in un momento
di grandi innovazioni. Di carattere adamantino, schivo da tentennamenti o transazioni.
Ascolta ed intanto scava nella psiche dell’interlocutore. Giocò al calcio prima di arbitrare. È un maestro per il glio Alberto, arbitro
da oltre un anno.
17 maggio 1992 - Lucchese-Avellino
Falca con Trentalange e Clemente
A.I.A.
Inaugurò il terzo millennio con la sua
Presidenza, ma alla base di questa elezione
c’era un grande segnale: la stima dei suoi
elettori. “Bilancio annuale”: lo pubblica a
ne stagione sugli opuscoli della Sezione. Riletti uno per uno, sono gioielli di cronaca, di
commenti sereni, di cose fatte. Storie precise
e puntuali degli arbitri pinerolesi, anno per
anno, da rileggere.
Sensibile com’è si lasciò prendere una
volta (2004) da scoramento. Quella certa
amarezza era per taluni “voti fantasiosi”
nella votazione per il rinnovo della Presidenza, ma si riprese subito: “sono ragazzi!”
avrà pensato.
Battute a parte. Lui, il Presidente, vede
in questo atleta giudice delle gare di calcio,
l’uomo del futuro che sotto la divisa dell’arbitro nasconde una più alta realtà umana,
con i suoi aneliti, per rendere un grande servizio allo sport.
È il primo, perché “l’esempio trascina”.
E siccome vive a Pinerolo, si può dire: è un
cavallo di razza. È Guido Falca, benemerito.
ATTORI E PROTAGONISTI: IL BLASONE
S’è detto che era come spigolare, qualche bella spiga può lasciarla appresso anche lo
spigolatore.
Tutti, quelli menzionati e quelli involontariamente dimenticati, quelli che hanno abbandonato quanti non ci sono più, rappresentano un po’ il blasone per lo sport di questa
Città, non solo, di questo territorio ai piedi delle Alpi del re Cozio.
25° della Sezione - Dibattito con
Long, Gonella, Fiammotto, Rancati, Adami e Cirri
TRA INFALLIBILITÀ ED ERRORI
Gli arbitri, essendo comuni mortali, sono
soggetti a sbagliare. Se ad essi si può chiedere il massimo perfezionamento, non si
può pretendere l’infallibilità assoluta. Pertanto sarebbe appena logico rimettersi alla
media del minor numero possibile di errori
(che spesso sono supposti tali dal pubblico)
ed alla interpretazione il più uniforme possibile delle regole di gioco. Ed allora abbiniamo pure la critica alla comprensione, i suggerimenti alle varie esigenze, ma soprattutto
senza inerire su chi, non per abitudine, può
commettere involontariamente degli errori
di valutazione.
E’ destino di sempre quello di considerare gli arbitri parafulmini di tutti i problemi
calcistici, destino incoraggiato da taluni
scrittori di sport sulla carta stampata o
commentatori di radio e televisioni che vorrebbero selve di telecamere collocate tra i
pali e sul parterre. Ma il calcio è bello così,
anche con l’errore involontario del direttore
di gara. Vi sono poi i temporali sui campi
di gara ed il bersaglio preferito da migliaia
di spettatori è ancora l’arbitro. Sono spettatori che si considerano “ sportivi ” per dare
qualche volta pratica dimostrazione di essere dei provetti lanciatori. Ma non lanciano
dischi o gettano palle di ferro, ma normalmente bottigliette e talvolta guanciali più o
meno morbidi ed anche fumogeni o petardi.
Marzo 2006 - L’attuale Consiglio Direttivo: Scali, Coppola Francesco, Giachero, Cannetti, Manganiello, il Presidente Falca,
Pittino, Coppola Fabio, Morina; Al tavolo: Passet, Cavallone, Ameduri, Bisceglia
E’ vero, l’arbitro di calcio si trova ad
agire tra infallibilità, errori, interpretazione
delle regole, l’armata pedatoria, le raccomandazioni… di quanti stanno in tribuna.
INNOVAZIONI
D’altra parte, in questi ultimi anni, innovazioni ce ne sono state e per migliorare il
gioco del calcio e perfezionare la direzione
arbitrale. E’ stata un’esplosione di novità.
Gli ultimi 3 lustri hanno portato notevoli innovazioni: nelle regole, nell’AIA,
nelle Sezioni. Carte federali a parte, anche
il grande mondo degli arbitri subì, per così
dire, delle trasformazioni, ma grazie a Dio
“non reformatio in peius” (“non riforme in
peggio” dicevano i latini).
Il quarto uomo. Anche se è più corretto
dire: il quarto ufciale di gara, in funzione
dal campionato 1988-89. Falca, Fassone,
Morina e Giachero ampliarono le loro esperienze e furono molto positive.
Un anno dopo ed ancora una novità più...
rosa che curiosa. Le donne arbitro. Timida
esperienza anche a Pinerolo, ed ora sono in
cinque. Una di esse, la dottoressa Margherita è anche nell’organigramma come collaboratrice sezionale.
Nella storia della sezione le donne arbitro di calcio sono state quattordici, da 15
anni a questa parte, da quando il gentil sesso
è stato ammesso ufcialmente ad arbitrare
le partite di calcio, oppure come assistenti.
Anche le qualiche dei due sbandieratori
si sono aggiornate: non più guardalinee ma
assistente arbitrale, dizione più consona al
ruolo ed elegante.
Sono intanto cambiate anche le divise.
Già non erano più giacche a due bottoni,
bordate di azzurro. Ma le casacche nere
sono ora sgargianti di variopinti colori.
C’era un precedente in Piemonte. Chi
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arbitrava i nerostellati del Casale doveva vestire una maglia color verde
A.I.A.
bottiglia fornita dal dirigente casalese addetto all’arbitro, con un po’ di ritrosia del
direttore di gara geloso ed orgoglioso della
sua divisa classica.
Il Commissario Speciale, arbitro giubilato, quello che a ne gara entrava nello
spogliatoio e commentava l’operato del più
giovane collega, ha cambiato nome. Da alcuni anni si chiama Osservatore Arbitrale.
La funzione, comunque, è sempre delicata.
Conviene rileggere la riessione di Walter
Giachero, assai interessante, dal titolo “Arbitri senza schietto”, sì, ma con un grande
bagaglio di preziose esperienze da trasmettere.
Il nuovo millennio propone una innovazione democratica. Dall’ottobre 2000 si torna a votare il Presidente nazionale : da parte
dei Presidenti di sezione, che a loro volta
sono stati votati dai loro associati. E Falca è
il primo eletto dalla base.
INFORMATICA IN SEZIONE
E la sezione corre con i tempi. Addio
alle polverose carte. Ameduri, Passet, Pittino, Falca, i fratelli Coppola provvedono
alla gestione informatizzata dei dati. Hanno
messo le loro cognizioni tecniche, ma prima
ancora la loro preziosa perspicacia. Padrini
Marino e Forestello, non li dimentichiamo,
hanno tenuto a battesimo il computer con i
relativi software, avviando l’informatica in
casa arbitri.
OBBLIGHI ATLETICI
Negli anni ’80 il gioco si
velocizza sempre più, le azioni diventano più frenetiche,
le marcature sull’avversario
più asssianti. Molte squadre
adottano la famosa tattica
del fuorigioco, in pratica i
difensori corrono tutti verso
la linea mediana quando il
pallone viene rilanciato dalla
propria area di rigore, oppure
prima che gli avversari effettuino un lancio
verso i proprii attaccanti.
Anche gli arbitri devono adeguarsi e
quindi correre molto di più per essere sempre vicini alle azioni di gioco. Vengono
istituiti i tests atletici obbligatori, il famoso
test di Cooper ( 2400 m da percorrere al
massimo in 12 minuti ) oltre ai 50 m. e 200
m. con tempi limite da rispettare. Negli
anni questi tests e i relativi tempi diventano
sempre più selettivi: attualmente per gli arbitri sono 3.000 metri al massimo in 12’ 50’’
e i 50 metri in 7’ 10’’. Chi non li supera all’inizio della stagione (agosto-settembre) o
dopo la pausa invernale (gennaio-febbraio)
non viene designato per la categoria di appartenenza (in regione e a livello nazionale).
Vi sono tests specici per gli arbitri del
Calcio a 5 e per gli Assistenti Arbitrali che
propongono le varie corse in velocità che
devono effettuare (in avanti, laterale, all’indietro, scatti).
Il Consiglio Direttivo sezionale si
adegua senza indugio. Al campo sportivo
“Martin”, là nei pressi del palazzetto del
ghiaccio, dove in occasione delle Olimpiadi
Invernali di Torino 2006, da poco terminate,
è stata istituita una nuova fermata del treno
Torino – Pinerolo, le giovani leve arbitrali
si allenano in ossequio alle nuove disposizioni. E così, martedì e giovedì sera, la pista
atletica è frequentata dagli arbitri di calcio
pinerolesi, Presidente esemplarmente e simpaticamente in testa.
1994 - Sportilia - Assistenti C.A.N. in allenamento
BANDIERINE ELETTRONICHE
C’era una volta, (è il caso di dirlo, perché correvano gli anni ’50) una squadra a
Torino che partecipava al campionato di
terza categoria. Era la società dei Sordomuti. Per gli arbitri era un’impresa arbitrare
le loro partite. Venivano dotati i direttori di
gara di una bandierina bianca, ed ogni volta
che necessitava, oltre a schiare per i giocatori più fortunati, l’arbitro doveva sbandierare a lungo per richiamare l’attenzione
degli altri undici. Ora abbiamo le bandierine
elettroniche, in funzione da quasi nove anni,
prima in serie A e B, poi anche in C.
Ogni bandierina ha una trasmittente
Altro esperimento fatto diversi anni fa in
alcune partite di Coppa Italia è stato quello
del doppio arbitro, ognuno in una metà del
terreno di gioco, quasi subito abbandonato.
Un nuovo esperimento fatto in questi
ultimi mesi al Campionato mondiale giovanile in Sud America è stato quello del pallone contenente un microcips e con i sensori
sui pali e sulla traversa, per determinare se
il pallone è entrato completamente in rete,
evitando così di non concedere reti valide
o di assegnare segnature non effettuate.
Vi sono stati, però, numerosi problemi di
funzionamento e quindi il meccanismo deve
ancora essere messo a punto, per migliorare.
Giugno 2005 - La squadra della Sezione pinerolese al Torneo di Cesena
azionata da un piccolo pulsante sopra l’impugnatura della mano e l’arbitro ha una
ricevente inserita in una fascia elastica al
braccio; quando l’assistente vuole richiamare l’attenzione dell’arbitro aziona il pulsante
che fa vibrare il braccio del direttore di gara.
Sono stati fatti esperimenti anche con
ricetrasmittenti e auricolari tra l’arbitro e gli
assistenti, per cui si possono addirittura parlare. In Francia questa soluzione è operativa
in serie A, e ultimamente anche in alcune
partite di Champions League.
LA SQUADRA
Da oltre 15 anni, gli arbitri pinerolesi
una volta all’anno cambiano ruolo, stanno
dall’altra parte. Nel senso che abbandonano
la divisa e vestono gli indumenti dei giocatori. Hanno una loro squadra di calcio,
che partecipa annualmente ad un torneo
organizzato a rotazione da alcune sezioni
piemontesi: Alessandria, Aosta e Nichelino.
Lo scorso anno 2005, visti i magri risultati 29
ottenuti negli anni precedenti, e la
voglia dei componenti la squadra di
A.I.A.
cercare fortuna lontano da
Pinerolo, il Consiglio Direttivo autorizzò la partecipazione al Torneo di Cesena,
organizzato in riva al mare
a Bellaria – Igea Marina e
nalmente gli attaccanti si
sono sbloccati segnando diverse reti con un onorevole
settimo posto nale, per la
soddisfazione del mister
Morina, del suo aiutante
Garelli ed ovviamente del
Presidente.
Qui occorre ancora
aggiungere che a nessun giocatore arbitro
dell’equipe pinerolese è stato mostrato il
cartellino giallo o peggio quello rosso.
INTEGRAZIONE PERFETTA.
Si scorre l’elenco degli
associati. Il controllo delle
presenze è afdato ai vice
Presidenti e al segretario.
C’è un ragazzo appena
ventenne, extra comunitario, i suoi genitori
sono originari del
Marocco. Titolo di
studio ragioniere,
conseguito presso
l’Istituto Tecnico statale
di Pinerolo. Si chiama
Youness Anfaiha, è mussulmano, un esempio di
perfetta integrazione:
Youness, Jona, ovvero:
colomba, pace. Un nome di buon augurio…
Chissà se un giorno sentiremo in qualche gara di spicco, all’altoparlante: “dirige
il signor Anfaiha della sezione di Pinerolo”?
BRIGNONE RIFLETTE
Sono le riunioni tecniche del venerdì che
danno un gran da fare al Consiglio Direttivo, utilissime per gli arbitri. La sezione è
Riunione tecnica “in allegria”
il tempio dell’Associazione, dove i giovani
approfondiscono le cognizioni sulle regole
del gioco, anche con la visione di lmati.
Non solo, ma la partecipazione è conoscersi,
è amicizia, è vita associativa, nelle quali il
Presidente crede profondamente, e per questo
non si stanca mai di raccomandare la presenza regolare.
Un po’ di mesi fa, all’inizio di questa stagione, l’estensore di queste note venne preso
da malinconia nostalgica. Quasi a mezzanotte
di una sera autunnale, quando una patina
d’oro aveva stemperato le foglie delle piante
dei viali di piazza Vittorio Veneto in Pinerolo.
All’interno di quel palazzo austero costruito
dal prestigioso architetto Bernardo Vittone
è la sede degli arbitri. Le auto che dovranno
sgomberare dopo la mezzanotte per il grande
mercato del sabato hanno una spolverata di
umidità, il che mimetizza il curioso osservatore.
Dall’alto del suo piedistallo il generale
Filippo Frignone osserva in altera solitudine,
con la coda dell’occhio, un rito che si ripete, al venerdì notte scendono a gruppi, gli
arbitri. Forse il generale avrebbe preferito
cavalleggeri, ma i tempi sono cambiati. E’
quasi un Osservatore arbitrale. Vivaci, con
garbo, quelli che ormai sono amici e che tra
le undici e mezzanotte abbandonano quella
lunga softta della sede bohème per un più
goliardico arrivederci alla Addio Giovinezza
su quella piazza che illuminata dai lampioni
sembra un campo di calcio … senza pelouse.
QUARTETTO DELLA GIOVINEZZA
Non parlano più di regolamento, ma si
raccontano le esperienze dell’ultima direzione arbitrale, immaginando la prossima gara,
tra poche ore.
Una volta quel palazzo era ospizio dei catecumeni ai quali insegnavano dogmi e precetti della Chiesa, impartendo anche lezioni
di cultura elementare e di addestramento ad
arti e mestieri.
Ora, in cattedra montano distinti signori
che illustrano dogmi e precetti della palla
rotonda ed anche lezioni di civile comportamento sportivo, di addestramento all’arte del
giudice sportivo.
Sembra sorridere Brignone. In fondo questi ragazzi del venerdì gli tornano simpatici.
E se il generale vedesse passeggiare sottobraccio quei magnici quattro del Consiglio
Direttivo – Falca presidente, Ameduri e Pittino i due vice, Passet designatore – Brignone, rigenerato dall’effetto lifting olimpico,
sussurrerebbe dall’alto del suo piedistallo,
“ecco, passa il quartetto della giovinezza”.
A TESTA ALTA
All’inizio di una riunione tecnica, quasi
un anno fa, il Presidente Falca rivelò con
una certa emozione: “Cari Colleghi – disse
– vi partecipo una bella notizia: l’AIA è più
orgogliosa. Ora è la sesta componente della
Federazione Italiana Giuoco Calcio”. Un lungo applauso.
Anche nella vita sportiva ci sono corsi
e ricorsi, come dappertutto; avventure e disavventure che inorano anche quel mondo
di gente onesta che è quello degli arbitri di
calcio.
SOGNI DIPINTI D’AZZURRO
Soltanto chi conosce bene un arbitro, chi l’ha quale amico, può comprendere l’importanza, l’onestà e la probità di questa categoria di sportivi, arbitri pinerolesi d’una
provincia sana che celebrano il mezzo secolo di vita della loro sezione, nel sottile legame del fascino dei ricordi. Sportivi che – come suol dirsi qui – gettano il cuore al di là
dell’ostacolo e conservano nell’anima i sogni dipinti d’azzurro caracollando su verdi
campi di calcio, ritrovando sempre la giovinezza prima che sorisca.
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Il Presidente Lanese in visita alla Sezione (10 ottobre 2003) Falca, Viterbo, Lanese, Inversi e Biasizzo
A.I.A.
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Storia Sezione AIA Pinerolo (parte 3)