Mario AMEDURI Chissà perché, Mario Ameduri sembra uscito da un racconto del libro cuore. Fisicamente fa pensare a Generoso Dattilo, arbitro internazionale, che ha fatto scuola no agli anni ’50. E’ un’arca di scienza, storico della sezione. Sa proporre le sue preziose conoscenze con doti pregevoli, ormai desuete: intelligenza ed umiltà, dignità e obiettività. Arbitralmente è nato con la Sezione, mezzo secolo di tessera, come i senatori Cirri e Passet. Anche Mario arbitrò nella massima categoria regionale (come Dattilo concedeva parsimoniosamente i rigori), poi osservatore , designatore, responsabile dei corsi arbitro, il che è delicatissimo impegno didattico. Consigliere sezionale con tutti i cinque Presidenti. Attualmente vic e Presidente della Sezione. Arbitro Benemerito. Forse impossibile trovare in Mario Ameduri una pagliuzza di imperfezione. La precisione è il suo habitus, in un rigore di onestà nell’esercizio ragionieristico-contabile: perché redige il bilancio di previsione, il consuntivo semestrale, documenti questi approvati dalla Presidenza dell’AIA. Da trent’anni è cassiere della sezione. Periodicamente subisce la visita dei Servizi Ispettivi Nazionale e Regionale. Solo compiacimenti per questo oscuro lavoro da certosino. Anche per questo i Presidenti che si sono succeduti hanno avuto in Mario Ameduri un collaboratore eccelso. Anche Ameduri, come Cirri, Giachero Walter e Passet, è stato premiato dal Sindaco di Pinerolo per le attività in favore dello sport, un giusto riconoscimento della Città. servatori sezionali. Immagina tutte le vicende in campo e fuori. Rivede, attraverso i rapporti, che sono le relazioni sulle prestazioni arbitrali, centinaia di gare. Quasi quarant’anni di Associazione, quindi Benemerito, arbitro e osservatore a livello regionale, è stato segretario e consigliere sezionale, prima di diventare vice presidente con Passet ed essere riconfermato da Falca. Pittino fa parte dell’Organo Tecnico Periferico, responsabile degli Osservatori, che devono visionare e consigliare i giovani arbitri. Un incarico di rilievo per uno che ha dimostrato di essere preparato, serio e corretto. Massimo COERO BORGA, Marco FASSONE, Ezio MORINA Per correttezza, discorrendo di una terna di arbitri che ha operato molto bene in sezione, si dovrebbe iniziare in ordine alfabetico. Sarà consentito partire da Morina, uno dei più alti di statura della sezione, quello che fa sentire più giovane l’estensore di queste note. Casualmente, sotto la pensilina del benzinaio, Morina disse: “Sei stato tu il mio primo commissario speciale, mi incoraggiasti. E ti sarò sempre grato”. Quasi commosso. Umberto PITTINO Potrebbero dire di lui: ha una bella voglia!. In realtà, ha la pazienza e la capacità di leggere tutti i rapporti arbitrali degli Os- 21 Marco, Massimo ed Ezio A.I.A. Presidente del Collegio dei revisori per alcuni anni, Morina è ancora in sella, ora senza schietto e bandierina, dopo 11 anni di assistente arbitrale alla CAN D, CAN C e CAN D femminile. Consigliere sezionale da dieci anni ed ora anche referente regionale per la rivista “L’Arbitro”. Coero Borga e Fassone formavano una bella coppia di arbitri giovani, brillanti, in carriera, sapevano tutto sul calcio e su tutti gli arbitri nazionali, regionali e sezionali. Vivevano per l’arbitraggio con grande dedizione e partecipazione, e i risultati si vedevano anno dopo anno. Arbitri regionali e poi a livello nazionale. Massimo agli Scambi Interregionali, poi alla CAN D e inne conquista la serie C. Ma gli impegni con il passare degli anni aumentano, il lavoro, la famiglia, le partite in giro per l’Italia e purtroppo decise di abbandonare ancora con molte possibilità e qualche rammarico. Marco anche lui agli Scambi Interregionali per alcuni anni, poi inizia l’attività di Assistente per continuare ad essere protagonista sul terreno di gioco: infatti dopo la gavetta per quattro anni in serie D, approda alla Can C e dopo soli 3 anni viene promosso alla CAN con grande soddisfazione sua e dei dirigenti e colleghi della sezione. Un anno alla grande con il ore all’occhiello di una partita internazionale in Svizzera, poi all’inizio della seconda stagione una proposta di lavoro irrinunciabile, presso una società professionistica di serie A, lo obbligano a malincuore a lasciare l’attività arbitrale, ma il cuore e i ricordi sono ancora adesso rivolti ai 20 anni indimenticabili nella sezione e nell’associazione. E’ da alcuni anni a Torino apprezzato dirigente organizzativo e per il marketing in una delle famose società calcistiche a livello mondiale. Incontro di vecchie glorie per la direzione di Bolley con Martina e Morina di questioni legali. Bolley è arbitro e dà un elegante taglio legale, il che è piuttosto difcile, ai suoi interventi sulle grane (o brutte vicende) che possano accadere nel corso della gara di calcio. Si era mai vericato che un arbitro avvocato, almeno qui a Pinerolo, raccontasse con tanta chiarezza vicende di aggressioni, denunce, ferite, intervento di forza pubblica. E sono vicende più possibili nei nostri campi di provincia, piuttosto che allo stadio delle Alpi. Ma “Speriamo non succeda mai”. Ultimamente è giunto alla “Procura arbitrale”, funzione di prestigio, perché Bolley è ora Sostituto Procuratore nazionale per il Piemonte e la Valle D’Aosta. Andrea BEDINI Dottore in giurisprudenza, è capace di fare riettere un po’ tutti. Sarà per il suo la- Paolo BOLLEY Lui avvocato, e pure legali suocero e moglie, avvocatessa in Pinerolo. Credo che a tavola ed in casa parlino spesso e volentieri Bedini con Bertola e Violi voro, funzionario periferico di un Ministero nanziario, sarà per un suo stile comportamentale, fatto sta che il suo racconto su “Gli esami non niscono mai” è dedicato a tutti, arbitri effettivi, osservatori, collaboratori, giovani e… vecchi. Le sue raccomandazioni sulla conoscenza del regolamento, la presunzione di alcuni di conoscere tutto, le nuove disposizioni spesso ignorate perché l’unico momento della carriera arbitrale in cui si ha una discreta preparazione sulle regole del giuoco è… al tempo dell’esame. Luigi Einaudi, già Presidente della Repubblica, scrisse “Prediche inutili” (edito nel 1959). Dicono che lo intitolò così perché erano prediche destinate ai politici del tempo, i quali i sermoni intelligenti di Einaudi non si premuravano di leggerli. Così, per associazione di idee con il prof. Luigi Einaudi, il dott. Andrea Bedini, in sommesso consiglio, avrebbe dovuto sottotitolare le sue notazioni con “Prediche inutili”, questa volta con l’auspicio che i destinatari, giovani e meno giovani suoi colleghi, leggessero e meditassero. Francesco COPPOLA E’ difcile che in famiglia si riesca a fare opera di proselitismo arbitrale. Francesco, però, c’è riuscito. Suo fratello minore Fabio è stato avviato alla carriera di arbitro di calcio (sarà il caso di dire: alla passione arbitrale). Già, porta il nome del patrono d’Italia, quello che di proseliti ne aveva fatti molti (anche se in altro campo…). Margherita CAGGIANO E’ un po’ la rappresentante delle giacchette rosa. Dolce, elegante, sico da 80 metri piani. Dotata di grande personalità e di ottimo substrato culturale. Laureata in lingue straniere. Dalla sezione sente il profumo del suo vecchio prestigioso liceo classico, il “Porporato”. Giornalista, forse la più giovane iscritta all’albo professionale della Regione Piemonte. Ha un grande vantaggio, o forse ha ottenuto la dispensa dal Presidente, quello di marinare le sedute atletiche di allenamento, perché Margherita abita al di là della collina di Santa Brigida, dove sta nascendo un grande centro sportivo, ed allora indossa la tuta caracollando nelle stradine agresti della Val Noce. Segretario è una carica importante. Nei Consigli di Amministrazione non solo redige il verbale delle sedute, ma fa anche il bello e cattivo tempo… Ha tutto in mano lui. Coppola segue ed archivia tutte le pratiche e la corrispondenza sezionale, quindi sa tutto di tutti. Intanto dopo aver arbitrato l’Eccellenza in regione, adesso è Assistente arbitrale in serie D. Rosa, Elisa, Marta, Erika e Margherita Francesco e Fabio Quando venne a Pinerolo il Presidente nazionale Lanese, era il 10 ottobre 2003, Falca le afdò la redazione della cronaca del grande evento, una cronaca brillante per la pubblicazione 2003-2004. Senonchè l’articolo più simpatico, ad anche più profondo di riessioni, che si fa leggere e rileggere è “Donne Arbitro”: “Sono 23 A.I.A. ragazze particolari, piuttosto grintose e sicure di sé. Dunque aspettiamo nuove donne in Sezione e nel frattempo continuiamo a perseverare, mosse solo dalla passione per l’arbitraggio”. Ma perché questo pezzo non sembri a tutti i costi elogiativo di Margherita, converrà precisare che i garbati complimenti in apertura abbracciano idealmente anche Rosa e Marta, Elisa ed Erika ragazze arbitro della Sezione (non si è scritto donne, in ossequio al ore della giovinezza). REALE e SCALI Se queste notazioni fossero state scritte a quattro mani, certo, il lavoro sarebbe riuscito meglio. Loro, Reale e Scali, scrivono a quattro mani, come suonare il pianoforte, e non sbagliano una nota. E parlano anche a due voci, senza stonare. La mecca del calcio italiano era solo Coverciano, e frequentarlo era un vanto. Ora si va a Sportilia, un po’ come se nel nostro piccolo, Falca precettasse i suoi 130 associati a Talucco. Solo che nella valle del Lemina, lassù, non ci sono campi di calcio. Reale e Scali sono saliti a Sportilia, provincia di Forlì, nell’Appennino tosco-emiliano. Là si veste sempre soltanto in abbigliamento sportivo. Loro, dopo una milizia no ai massimi livelli regionali, sono stati convocati ai raduni nazionali della CAN D e della CAI 5. Sono tornati in Sezione da quei raduni pre-campionato, con una notevole carica, come fare gli esercizi spirituali… “nelle vicinanze non vi sono svaghi, per cui è ideale per svolgere le attività atletiche e le riunioni tecniche previste dai raduni arbitrali”, hanno scritto in un bell’articolo. Walter GIACHERO Il suo nome è scritto con due V, alla tedesca. Se si abbreviasse sarebbe W Giachero. Ma quell’evviva se lo merita. Figlio d’arte. Suo padre Giovanni fu un buon direttore di gara, arbitrò nella massima categoria regio- nale e poi Assistente Arbitrale in serie D. In quella pubblicazione degli arbitri della sezione, pochi fogli, fatti in casa, pubblicazione che piace, c’è tanta storia, non certo racconti superciali. Peccato che esca solo una volta l’anno. Ebbene, in quel bollettino simpatico colo di Walter Giachero ed anche una sua bella immagine. Dovrebbero rileggerlo tanti giovani arbitri quel foglio. Traspare volontà, impegno, coscienza. L’AIA lo ringraziava della “collaborazione, serietà, disponibilità” profuse nei 5 anni alla CAN C, il massimo di permanenza. Il dilemma, forse sofferto: seduto in tribuna ad osservare l’operato di un collega od aspirare di passare dal centro alla fascia laterale? “La scelta non è stata semplice, ma dopo un’attenta disamina interiore, ho scoperto di avere ancora voglia di entrare su un terreno di gioco”. Corre a Sportilia, alle pendici dell’Appennino romagnolo. “Sono stati giorni difcili – scrive – ho dovuto mettermi in competizione con degli amici più che dei Colleghi”. Test sul regolamento (è risultato il migliore), test atletici, colloqui con la Commissione e Walter supera tutto: è alla CAN A e B. “Dopo meno di un mese ero in campo a Marassi con una bandierina in mano per la gara di Coppa Italia Genoa – Lumezzane. Riguardoso e commovente come Giachero chiude il suo articolo: “una nuova avventura è iniziata e spero prosegua per molti anni; mi auguro di seguire i passi del nostro attuale Presidente: sarebbe già un bel traguardo”. Esordio in questa stagione, ottobre 2005, in serie A in Treviso–Empoli all’inizio della seconda stagione quale Assistente arbitrale. Presidente L’elenco dei suoi talenti sembra non abbia ne. Prudente, non fa vita mondana, serio al punto giusto, non si mette mai in vista in questa città provincialotta, eppure potrebbe. Sa contornarsi di gente capace, senza ricorrere ad alchimie correntizie, ha qualcosa di personaggi patetici di Anton Cechov, a volte deamicisiani, coltiva la segreta voglia di correre sul terreno di gioco in testa ad un drappello di suoi associati partecipanti agli allenamenti settimanali. La concretezza: traspare da quei rendiconti pubblicati in prima pagina dell’opuscolo della Sezione, due fogli tti di notizie precise, documentate, che Pairetto e Falca in Belgio - Coppa UEFA raccontano senza enfasi un intero anno. Notiziario consuntivo inventato dal Presidente. Sa comprendere i suoi giovani arbitri. Perché ha un grande cuore. Il sorriso negli occhi. Si illumina quando racconta, anzi accenna soltanto alla sua storia, ricca, brillante. La modestia è glia dell’intelligenza. Da raccontare ne avrebbe parecchio. Arrivò in alto: alla Commissione Arbitri Nazionale di serie C. Poi fu assistente alla CAN no al 1996 e quindi Componente della Commissione Regionale Arbitri del Piemonte dal 1998 al 2000, dimostrando impegno costante e grande dignità. Assistente di grandi nomi di arbitri a livello nazionale e anche internazionale. Nel 1995 viaggiò niente meno che con l’internazionale Pierluigi Pairetto in Belgio, Coppa Uefa, assistente a Gand nella partite AALST – LEVSKI SOFIA. In precedenza, negli anni 1993 e 1994 assistente oltre Manica, a Middlesbrough e Tranmere, vicino a Liverpool, nel Torneo Anglo-Italiano, con le squadre prime classicate della serie B italiana e inglese. Da casa sua, piani alti, vede mezza Pinerolo: l’attuale sede nel vecchio storico palazzo, le sedi quasi di fortuna, il campo sportivo studentesco. E’ un po’ sognatore, qualche volta soltanto. Immagina una sede degna, nei pressi di quel campo di calcio che appena intravede oltre il cavalcavia, dedicato a Martin III, nazionale, cui venne intitolata la Sezione. Sarebbe stato un bel regalo, per il cinquantennio, la sede nuova, ed al Presidente del 50°, un regalo glielo avrebbero potuto anche fare. Sarà per dopo le Olimpiadi invernali e i mondiali di calcio in Germania, a caval donato… Traghettatore della Sezione dal vecchio al nuovo millennio, in un momento di grandi innovazioni. Di carattere adamantino, schivo da tentennamenti o transazioni. Ascolta ed intanto scava nella psiche dell’interlocutore. Giocò al calcio prima di arbitrare. È un maestro per il glio Alberto, arbitro da oltre un anno. 17 maggio 1992 - Lucchese-Avellino Falca con Trentalange e Clemente A.I.A. Inaugurò il terzo millennio con la sua Presidenza, ma alla base di questa elezione c’era un grande segnale: la stima dei suoi elettori. “Bilancio annuale”: lo pubblica a ne stagione sugli opuscoli della Sezione. Riletti uno per uno, sono gioielli di cronaca, di commenti sereni, di cose fatte. Storie precise e puntuali degli arbitri pinerolesi, anno per anno, da rileggere. Sensibile com’è si lasciò prendere una volta (2004) da scoramento. Quella certa amarezza era per taluni “voti fantasiosi” nella votazione per il rinnovo della Presidenza, ma si riprese subito: “sono ragazzi!” avrà pensato. Battute a parte. Lui, il Presidente, vede in questo atleta giudice delle gare di calcio, l’uomo del futuro che sotto la divisa dell’arbitro nasconde una più alta realtà umana, con i suoi aneliti, per rendere un grande servizio allo sport. È il primo, perché “l’esempio trascina”. E siccome vive a Pinerolo, si può dire: è un cavallo di razza. È Guido Falca, benemerito. ATTORI E PROTAGONISTI: IL BLASONE S’è detto che era come spigolare, qualche bella spiga può lasciarla appresso anche lo spigolatore. Tutti, quelli menzionati e quelli involontariamente dimenticati, quelli che hanno abbandonato quanti non ci sono più, rappresentano un po’ il blasone per lo sport di questa Città, non solo, di questo territorio ai piedi delle Alpi del re Cozio. 25° della Sezione - Dibattito con Long, Gonella, Fiammotto, Rancati, Adami e Cirri TRA INFALLIBILITÀ ED ERRORI Gli arbitri, essendo comuni mortali, sono soggetti a sbagliare. Se ad essi si può chiedere il massimo perfezionamento, non si può pretendere l’infallibilità assoluta. Pertanto sarebbe appena logico rimettersi alla media del minor numero possibile di errori (che spesso sono supposti tali dal pubblico) ed alla interpretazione il più uniforme possibile delle regole di gioco. Ed allora abbiniamo pure la critica alla comprensione, i suggerimenti alle varie esigenze, ma soprattutto senza inerire su chi, non per abitudine, può commettere involontariamente degli errori di valutazione. E’ destino di sempre quello di considerare gli arbitri parafulmini di tutti i problemi calcistici, destino incoraggiato da taluni scrittori di sport sulla carta stampata o commentatori di radio e televisioni che vorrebbero selve di telecamere collocate tra i pali e sul parterre. Ma il calcio è bello così, anche con l’errore involontario del direttore di gara. Vi sono poi i temporali sui campi di gara ed il bersaglio preferito da migliaia di spettatori è ancora l’arbitro. Sono spettatori che si considerano “ sportivi ” per dare qualche volta pratica dimostrazione di essere dei provetti lanciatori. Ma non lanciano dischi o gettano palle di ferro, ma normalmente bottigliette e talvolta guanciali più o meno morbidi ed anche fumogeni o petardi. Marzo 2006 - L’attuale Consiglio Direttivo: Scali, Coppola Francesco, Giachero, Cannetti, Manganiello, il Presidente Falca, Pittino, Coppola Fabio, Morina; Al tavolo: Passet, Cavallone, Ameduri, Bisceglia E’ vero, l’arbitro di calcio si trova ad agire tra infallibilità, errori, interpretazione delle regole, l’armata pedatoria, le raccomandazioni… di quanti stanno in tribuna. INNOVAZIONI D’altra parte, in questi ultimi anni, innovazioni ce ne sono state e per migliorare il gioco del calcio e perfezionare la direzione arbitrale. E’ stata un’esplosione di novità. Gli ultimi 3 lustri hanno portato notevoli innovazioni: nelle regole, nell’AIA, nelle Sezioni. Carte federali a parte, anche il grande mondo degli arbitri subì, per così dire, delle trasformazioni, ma grazie a Dio “non reformatio in peius” (“non riforme in peggio” dicevano i latini). Il quarto uomo. Anche se è più corretto dire: il quarto ufciale di gara, in funzione dal campionato 1988-89. Falca, Fassone, Morina e Giachero ampliarono le loro esperienze e furono molto positive. Un anno dopo ed ancora una novità più... rosa che curiosa. Le donne arbitro. Timida esperienza anche a Pinerolo, ed ora sono in cinque. Una di esse, la dottoressa Margherita è anche nell’organigramma come collaboratrice sezionale. Nella storia della sezione le donne arbitro di calcio sono state quattordici, da 15 anni a questa parte, da quando il gentil sesso è stato ammesso ufcialmente ad arbitrare le partite di calcio, oppure come assistenti. Anche le qualiche dei due sbandieratori si sono aggiornate: non più guardalinee ma assistente arbitrale, dizione più consona al ruolo ed elegante. Sono intanto cambiate anche le divise. Già non erano più giacche a due bottoni, bordate di azzurro. Ma le casacche nere sono ora sgargianti di variopinti colori. C’era un precedente in Piemonte. Chi 27 arbitrava i nerostellati del Casale doveva vestire una maglia color verde A.I.A. bottiglia fornita dal dirigente casalese addetto all’arbitro, con un po’ di ritrosia del direttore di gara geloso ed orgoglioso della sua divisa classica. Il Commissario Speciale, arbitro giubilato, quello che a ne gara entrava nello spogliatoio e commentava l’operato del più giovane collega, ha cambiato nome. Da alcuni anni si chiama Osservatore Arbitrale. La funzione, comunque, è sempre delicata. Conviene rileggere la riessione di Walter Giachero, assai interessante, dal titolo “Arbitri senza schietto”, sì, ma con un grande bagaglio di preziose esperienze da trasmettere. Il nuovo millennio propone una innovazione democratica. Dall’ottobre 2000 si torna a votare il Presidente nazionale : da parte dei Presidenti di sezione, che a loro volta sono stati votati dai loro associati. E Falca è il primo eletto dalla base. INFORMATICA IN SEZIONE E la sezione corre con i tempi. Addio alle polverose carte. Ameduri, Passet, Pittino, Falca, i fratelli Coppola provvedono alla gestione informatizzata dei dati. Hanno messo le loro cognizioni tecniche, ma prima ancora la loro preziosa perspicacia. Padrini Marino e Forestello, non li dimentichiamo, hanno tenuto a battesimo il computer con i relativi software, avviando l’informatica in casa arbitri. OBBLIGHI ATLETICI Negli anni ’80 il gioco si velocizza sempre più, le azioni diventano più frenetiche, le marcature sull’avversario più asssianti. Molte squadre adottano la famosa tattica del fuorigioco, in pratica i difensori corrono tutti verso la linea mediana quando il pallone viene rilanciato dalla propria area di rigore, oppure prima che gli avversari effettuino un lancio verso i proprii attaccanti. Anche gli arbitri devono adeguarsi e quindi correre molto di più per essere sempre vicini alle azioni di gioco. Vengono istituiti i tests atletici obbligatori, il famoso test di Cooper ( 2400 m da percorrere al massimo in 12 minuti ) oltre ai 50 m. e 200 m. con tempi limite da rispettare. Negli anni questi tests e i relativi tempi diventano sempre più selettivi: attualmente per gli arbitri sono 3.000 metri al massimo in 12’ 50’’ e i 50 metri in 7’ 10’’. Chi non li supera all’inizio della stagione (agosto-settembre) o dopo la pausa invernale (gennaio-febbraio) non viene designato per la categoria di appartenenza (in regione e a livello nazionale). Vi sono tests specici per gli arbitri del Calcio a 5 e per gli Assistenti Arbitrali che propongono le varie corse in velocità che devono effettuare (in avanti, laterale, all’indietro, scatti). Il Consiglio Direttivo sezionale si adegua senza indugio. Al campo sportivo “Martin”, là nei pressi del palazzetto del ghiaccio, dove in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, da poco terminate, è stata istituita una nuova fermata del treno Torino – Pinerolo, le giovani leve arbitrali si allenano in ossequio alle nuove disposizioni. E così, martedì e giovedì sera, la pista atletica è frequentata dagli arbitri di calcio pinerolesi, Presidente esemplarmente e simpaticamente in testa. 1994 - Sportilia - Assistenti C.A.N. in allenamento BANDIERINE ELETTRONICHE C’era una volta, (è il caso di dirlo, perché correvano gli anni ’50) una squadra a Torino che partecipava al campionato di terza categoria. Era la società dei Sordomuti. Per gli arbitri era un’impresa arbitrare le loro partite. Venivano dotati i direttori di gara di una bandierina bianca, ed ogni volta che necessitava, oltre a schiare per i giocatori più fortunati, l’arbitro doveva sbandierare a lungo per richiamare l’attenzione degli altri undici. Ora abbiamo le bandierine elettroniche, in funzione da quasi nove anni, prima in serie A e B, poi anche in C. Ogni bandierina ha una trasmittente Altro esperimento fatto diversi anni fa in alcune partite di Coppa Italia è stato quello del doppio arbitro, ognuno in una metà del terreno di gioco, quasi subito abbandonato. Un nuovo esperimento fatto in questi ultimi mesi al Campionato mondiale giovanile in Sud America è stato quello del pallone contenente un microcips e con i sensori sui pali e sulla traversa, per determinare se il pallone è entrato completamente in rete, evitando così di non concedere reti valide o di assegnare segnature non effettuate. Vi sono stati, però, numerosi problemi di funzionamento e quindi il meccanismo deve ancora essere messo a punto, per migliorare. Giugno 2005 - La squadra della Sezione pinerolese al Torneo di Cesena azionata da un piccolo pulsante sopra l’impugnatura della mano e l’arbitro ha una ricevente inserita in una fascia elastica al braccio; quando l’assistente vuole richiamare l’attenzione dell’arbitro aziona il pulsante che fa vibrare il braccio del direttore di gara. Sono stati fatti esperimenti anche con ricetrasmittenti e auricolari tra l’arbitro e gli assistenti, per cui si possono addirittura parlare. In Francia questa soluzione è operativa in serie A, e ultimamente anche in alcune partite di Champions League. LA SQUADRA Da oltre 15 anni, gli arbitri pinerolesi una volta all’anno cambiano ruolo, stanno dall’altra parte. Nel senso che abbandonano la divisa e vestono gli indumenti dei giocatori. Hanno una loro squadra di calcio, che partecipa annualmente ad un torneo organizzato a rotazione da alcune sezioni piemontesi: Alessandria, Aosta e Nichelino. Lo scorso anno 2005, visti i magri risultati 29 ottenuti negli anni precedenti, e la voglia dei componenti la squadra di A.I.A. cercare fortuna lontano da Pinerolo, il Consiglio Direttivo autorizzò la partecipazione al Torneo di Cesena, organizzato in riva al mare a Bellaria – Igea Marina e nalmente gli attaccanti si sono sbloccati segnando diverse reti con un onorevole settimo posto nale, per la soddisfazione del mister Morina, del suo aiutante Garelli ed ovviamente del Presidente. Qui occorre ancora aggiungere che a nessun giocatore arbitro dell’equipe pinerolese è stato mostrato il cartellino giallo o peggio quello rosso. INTEGRAZIONE PERFETTA. Si scorre l’elenco degli associati. Il controllo delle presenze è afdato ai vice Presidenti e al segretario. C’è un ragazzo appena ventenne, extra comunitario, i suoi genitori sono originari del Marocco. Titolo di studio ragioniere, conseguito presso l’Istituto Tecnico statale di Pinerolo. Si chiama Youness Anfaiha, è mussulmano, un esempio di perfetta integrazione: Youness, Jona, ovvero: colomba, pace. Un nome di buon augurio… Chissà se un giorno sentiremo in qualche gara di spicco, all’altoparlante: “dirige il signor Anfaiha della sezione di Pinerolo”? BRIGNONE RIFLETTE Sono le riunioni tecniche del venerdì che danno un gran da fare al Consiglio Direttivo, utilissime per gli arbitri. La sezione è Riunione tecnica “in allegria” il tempio dell’Associazione, dove i giovani approfondiscono le cognizioni sulle regole del gioco, anche con la visione di lmati. Non solo, ma la partecipazione è conoscersi, è amicizia, è vita associativa, nelle quali il Presidente crede profondamente, e per questo non si stanca mai di raccomandare la presenza regolare. Un po’ di mesi fa, all’inizio di questa stagione, l’estensore di queste note venne preso da malinconia nostalgica. Quasi a mezzanotte di una sera autunnale, quando una patina d’oro aveva stemperato le foglie delle piante dei viali di piazza Vittorio Veneto in Pinerolo. All’interno di quel palazzo austero costruito dal prestigioso architetto Bernardo Vittone è la sede degli arbitri. Le auto che dovranno sgomberare dopo la mezzanotte per il grande mercato del sabato hanno una spolverata di umidità, il che mimetizza il curioso osservatore. Dall’alto del suo piedistallo il generale Filippo Frignone osserva in altera solitudine, con la coda dell’occhio, un rito che si ripete, al venerdì notte scendono a gruppi, gli arbitri. Forse il generale avrebbe preferito cavalleggeri, ma i tempi sono cambiati. E’ quasi un Osservatore arbitrale. Vivaci, con garbo, quelli che ormai sono amici e che tra le undici e mezzanotte abbandonano quella lunga softta della sede bohème per un più goliardico arrivederci alla Addio Giovinezza su quella piazza che illuminata dai lampioni sembra un campo di calcio … senza pelouse. QUARTETTO DELLA GIOVINEZZA Non parlano più di regolamento, ma si raccontano le esperienze dell’ultima direzione arbitrale, immaginando la prossima gara, tra poche ore. Una volta quel palazzo era ospizio dei catecumeni ai quali insegnavano dogmi e precetti della Chiesa, impartendo anche lezioni di cultura elementare e di addestramento ad arti e mestieri. Ora, in cattedra montano distinti signori che illustrano dogmi e precetti della palla rotonda ed anche lezioni di civile comportamento sportivo, di addestramento all’arte del giudice sportivo. Sembra sorridere Brignone. In fondo questi ragazzi del venerdì gli tornano simpatici. E se il generale vedesse passeggiare sottobraccio quei magnici quattro del Consiglio Direttivo – Falca presidente, Ameduri e Pittino i due vice, Passet designatore – Brignone, rigenerato dall’effetto lifting olimpico, sussurrerebbe dall’alto del suo piedistallo, “ecco, passa il quartetto della giovinezza”. A TESTA ALTA All’inizio di una riunione tecnica, quasi un anno fa, il Presidente Falca rivelò con una certa emozione: “Cari Colleghi – disse – vi partecipo una bella notizia: l’AIA è più orgogliosa. Ora è la sesta componente della Federazione Italiana Giuoco Calcio”. Un lungo applauso. Anche nella vita sportiva ci sono corsi e ricorsi, come dappertutto; avventure e disavventure che inorano anche quel mondo di gente onesta che è quello degli arbitri di calcio. SOGNI DIPINTI D’AZZURRO Soltanto chi conosce bene un arbitro, chi l’ha quale amico, può comprendere l’importanza, l’onestà e la probità di questa categoria di sportivi, arbitri pinerolesi d’una provincia sana che celebrano il mezzo secolo di vita della loro sezione, nel sottile legame del fascino dei ricordi. Sportivi che – come suol dirsi qui – gettano il cuore al di là dell’ostacolo e conservano nell’anima i sogni dipinti d’azzurro caracollando su verdi campi di calcio, ritrovando sempre la giovinezza prima che sorisca. 31 Il Presidente Lanese in visita alla Sezione (10 ottobre 2003) Falca, Viterbo, Lanese, Inversi e Biasizzo A.I.A.