Strada aperta verso la partecipazione,
1 milione di euro per ogni circoscrizione
Comune di Padova
Comune
di Padova
Comunicazione
istituzionale
QUARTIERI,
L’AUTONOMIA CONQUISTATA
“Definisco cristalli di massa – scrive Elias Canetti – quei
piccoli e rigidi gruppi di uomini, ben distinti gli uni dagli
altri e particolarmente durevoli, che contribuiscono alla
formazione delle masse”. Canetti, parlando di soldati
e di monaci, veste i suoi cristalli di spiccate specificità,
ma, in senso più lato, possono rientrare nella definizione
i gruppi attorno ai quali si coagula un’opinione diffusa per forza di attrazione degli stessi. Questo svela il
meccanismo attraverso il quale si forma il consenso o
il dissenso. Di questo devono tener conto le pubbliche
amministrazioni sia che il contenitore sia di carattere
istituzionale, come accade per i consigli di quartiere,
sia che le esigenze vengano segnalate da un comitato spontaneo che potrebbe essere un’associazione
di intellettuali come il sodalizio dopolavoristico di una
bocciofila, una lobby di commercianti, gli operai che lavorano in una fabbrica. Questa apertura che, nel nostro
caso, riguarda gli enti locali, è la premessa del principio
di partecipazione. A nessuno viene negato il diritto al
dialogo, al confronto. Secondo l’assessore alla parte-
cipazione, professor Renzo Scortegagna, l’amministrazione deve sempre avere un tavolo pronto attorno a cui
far sedere chi chiede partecipazione. Se al posto del
dialogo si produce una contrapposizione inconciliabile,
un braccio di ferro in cui uno tenti di prevaricare l’altro, il
concetto di partecipazione evapora e svanisce. Entra in
questo quadro partecipativo la crescente autonomia anche finanziaria che il Comune ha assegnato ai quartieri,
osservatòri ravvicinati, sensori delle esigenze di una
porzione di territorio urbano. Quest’anno, per esempio,
è stato confermato il robusto stanziamento assegnato dal Comune l’anno scorso alle 6 circoscrizioni che
compongono la città: un milione di euro ad ognuno dei
6 quartieri. Quale ne sarà la destinazione? Si tratta di
investimenti che devono puntare al miglioramento della
qualità della vita dei cittadini. Per saggiarne la bontà e
esaminarli in dettaglio è in corso in questi giorni un’importante consultazione: il sindaco, infatti, ha fissato una
serie di incontri con i consigli di quartiere.
Bilancio sociale
A che cosa serve?
In una lettera inviata nel novembre dell’anno scorso
ai consigli di quartiere, l’assessore ha sottolineato
l’esistenza di un nuovo strumento che costituisce
un deciso passo avanti verso la partecipazione. “Per
la seconda volta – scrive Scortegagna – i quartieri
hanno elaborato il bilancio sociale. Si tratta di un
lavoro importante che dà conto dell’attività svolta
direttamente dal consiglio di quartiere e di quella decisa dalla giunta assegnabile al quartiere medesimo.
Le voci di spesa sono state aggregate all’interno di
ambiti specifici e ciò consente di riflettere attorno agli
obiettivi che l’azione di governo sta privilegiando e
perseguendo. Proprio per questo il bilancio sociale
costituisce una premessa indispensabile ad alimentare il processo di costruzione del bilancio partecipativo”.
Sono stati pubblicati i bilanci sociali del 2005 quartiere per quartiere, ogni opuscolo è preceduto da una
presentazione del sindaco Zanonato che dà piena
luce al concetto. Intanto lo scopo. A che cosa serve?
Serve a comunicare agli abitanti quali attività si sono
svolte nel quartiere nel corso dell’anno. E’ quindi un
consuntivo. Si tratta di attività in gran parte decise
dal quartiere stesso oppure decise dalla giunta e dai
settori e assegnabili comunque ai quartieri.
Il Comune, infatti, svolge una serie di attività che non
sono divisibili per quartiere, perché riguardano la città
nel suo insieme. Non esistono i capitoli di spesa e di
entrata che caratterizzano un bilancio contabile, quindi non occorre un commercialista per leggere questo
bilancio, anche un umanista è in grado di capire. Le
attività, infatti, sono presentate in rapporto agli obiettivi per cui si sono svolte.
Ci sono obiettivi che riguardano il benessere delle
persone, altri che si riferiscono all’ambiente, altri
ancora che riguardano le attività sportive e così
via. Queste aggregazioni evidenziano le scelte che
sono state fatte e le attenzioni che si sono avute per
questo o per quel bisogno, individuale o collettivo. E
ciò rappresenta un primo indicatore di valutazione su
come il quartiere è stato governato. Il bilancio sociale
costituisce anche un importante riferimento per
scegliere gli obiettivi che si vogliono privilegiare per
i prossimi anni. Così si è gettato il seme del bilancio
partecipativo; infatti, conoscendo le condizioni in
cui vive il quartiere, si possono esprimere le priorità
con le quali si dovrebbe governare il futuro e questo processo coinvolge tutti: abitanti, associazioni,
rappresentanti di categorie. Saranno poi il consiglio di
quartiere e la giunta comunale ad accogliere le istanze e a valutarle in rapporto al programma generale
già approvato. In questa maniera l’orizzonte si può
ampliare, si può immaginare, a volte anche pianificare, che cosa sarà quel quartiere tra 10-15 anni.
Il colore del futuro
Proviamo a sfogliare uno di questi opuscoli. Prendi il
quartiere est 3 (Brenta - Venezia, Forcellini - Camin).
In premessa se ne elencano le caratteristiche: 28,02
chilometri quadrati, presenza dei più importanti corsi
d’acqua che attraversano la città (Brenta e Piovego),
aree verdi consistenti, zona industriale che occupa la
parte sud. Il punto di massima criticità è il rione Stanga dove vi è l’emergenza di via Anelli su cui il Comune sta intervenendo anche con iniziative strutturali e
una mole di traffico considerevole (unico accesso da
Padova est per chi proviene dall’autostrada; presenza
di centri commerciali, Ikea). La popolazione sfiora le
40 mila persone, la presenza di stranieri è in crescita
(9,23%). Attività e iniziative si raggruppano attorno ai
seguenti obiettivi: tutela e promozione della cultura;
vita all’aperto e sport; educazione e socializzazione di
bambini e adolescenti; benessere sociale; sicurezza;
sviluppo sostenibile del territorio; viabilità.
Connessioni e piccoli municipi
Il punto cruciale di questo fiorire di attività è la connessione tra attività del quartiere finanziate con il milione di
euro assegnato a ciascuna delle circoscrizioni e opere
realizzate nell’ambito del quartiere dal Comune stesso.
Lo sottolinea l’assessore Scortegagna: le iniziative di
quartiere devono avere due qualità: essere congrue
rispetto ai progetti comunali su più ampia scala che
interessano il quartiere; integrarsi con le stesse. Qui è
necessario fare un esempio: per la viabilità di quartiere
si decide la costruzione di una pista ciclabile. Va accertato che l’area oggetto dell’iniziativa non sia compresa
nella rete di piste ciclabili che il Comune sta realizzando. Ammettiamo che non lo sia ma che per collegare
questa pista di quartiere al contesto generale della rete
siano necessari più soldi rispetto a quelli stanziati ad
uso del quartiere stesso. A questo punto l’integrazione
può essere chiesta al Comune. L’affiancamento tra opere di quartiere e opere comunali si registra soprattutto
nelle aree coinvolte nell’insediamento della linea del
tram dove all’attrezzatura stradale si accompagna un lavoro di riqualificazione urbana che riguarda marciapiedi,
verde, arredo. Questo sviluppo per “fuochi” in cui il tram
diventa il seme di senape di una profonda metamorfosi
del tessuto urbano si registra soprattutto alla Guizza e
all’Arcella. Alla fine del 2005 si è organizzato un laboratorio di partecipazione per raccogliere bisogni e proposte di soluzione sulla riqualificazione di via Guizza,
coinvolgendo direttamente gli abitanti e il loro “sapere
esperto”. Nel corso del 2006, altri laboratori si sono
tenuti a Mortise, a Camin e nella zona di via Pescarotto.
E’ auspicabile che iniziative simili si organizzino anche
all’Arcella. Questi laboratori sono guidati da agenzie
specializzate e diventano interlocutori importanti delle
commissioni e dei consigli di Circoscrizione. Attualmente con lo stesso metodo dei laboratori nei quartieri si sta
affrontando la problematica dei nuovi Piani di Assetto
Territoriale.
Luca Luciani, presidente del quartiere 4: “Con l’amministrazione Zanonato è aumentata l’autonomia dei quartieri che ora sono in grado di programmare e investire
adeguatamente. Stanno diventando dei veri e propri
piccoli municipi. Un esempio, un’idea che mi è venuta:
la biblioteca di quartiere di via dell’Orna, raccattata con
fondi di magazzino, con il soffitto in cattive condizioni.
Oggi si può ristrutturarla con le risorse di quartiere e farne una biblioteca multimediale moderna. Altro esempio:
i lacerti, i residui di verde che lo sviluppo lascia sul suo
cammino non devono essere lasciati dentro la tristezza
di un recinto, ma attrezzati con sentieri e panchine, resi
fruibili, degni di essere vissuti dalla popolazione. Il milione di euro assegnato cade nel comparto dei progetti
obiettivo, e se sono congrui, il Comune ne accetterà la
realizzazione. C’è anche la possibilità di presentare progetti di riqualificazione ambientale che l’amministrazione
comunale può recepire se sono incardinati su un’idea
forte.
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quartieri, l`autonomia conquistata