Como Cronaca
16 Sabato, 12 novembre 2011
ri
Superio
In un agevole opuscolo alcune informazioni
utili sulle domande di lavoro in provincia di Como
Univercomo: una scelta
consapevole per il futuro
S
Novembre 2011
ono giorni in cui
i genitori sono
chiamati a scegliere a
quale scuola iscrivere
i loro figli dopo la terza
media. La preoccupazione
è quella di dar loro una
preparazione culturale e
professionale che sia in
sintonia con le esigenze
attuali del mercato e nello
stesso tempo abbia anche
un futuro.
Proprio per dare un
concreto aiuto alle
famiglie Univercomo,
in collaborazione con la
Confindustria di Como,
ha compiuto una indagine
UN CONTRIBUTO ALLA SCELTA DI STUDENTI E
FAMIGLIE: L’ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI
E PROFESSIONALI IN PROVINCIA DI COMO
Questo breve opuscolo vuole contribuire alla scelta che famiglie e studenti si trovano a compiere
al termine della scuola media, fornendo alcune
informazioni sulla domanda di lavoro in provincia
di Como.
Nasce dalla convinzione che oggi la condizione
essenziale per mantenere competitive tutte le imprese, piccole e grandi, è far crescere il capitale
umano dei giovani che entrano nel mondo del
lavoro sviluppando una sinergia fra il sistema formativo e quello produttivo. Bisogna pertanto parlare alle famiglie, spiegare ai ragazzi che
una scelta giusta non solo va a vantaggio dell’inserimento nel mondo del lavoro ma contribuisce a
rafforzare la loro personalità e va a beneficio di
tutto il sistema economico e sociale.
Per contribuire ad una scelta consapevole ed informata vengono di seguito presentati i più recenti
dati sulla domanda di lavoro espresse dalle imprese comasche: in particolare viene proposta un primo quadro generale, per poi declinare le informazioni rispetto ai principali settori industriali e del
mondo artigiano.
Si è ritenuto importante evidenziare
quante e quali sono le professioni più
richieste, qual è il titolo di studio ricercato e quale la forma contrattuale
proposta, qual è la stabilità delle proposte di lavoro delle imprese (l’indice
di stabilità) e quale la difficoltà che le
stesse imprese hanno nel trovare le
persone che cercano (l’indice di criticità).
Una guida semplice
per orientare
meglio le famiglie
nell’individuazione
del percorso di studi
per verificare quali sono
le professionalità più
richieste dal mercato del
lavoro locale e fornire utili
informazioni sulla domanda
di lavoro in provincia di
Como.
In una apposita conferenza
stampa, tenutasi nella
sede della Confindustria
di Como giovedì 3
novembre, Giacomo
Castiglioni, presidente di
Univercomo, Claudia Striati
del Gruppo Clas, Graziano
Brenna, vicepresidente di
Confindustria Como con
delega alla formazione che
ha parlato per il sistema
industriale e Nadia Galli,
rappresentante di Cna al
tavolo interassociativo che
ha parlato per il sistema
artigiano, hanno presentato
il libretto contenente i
risultati della ricerca.
Lo studio nasce dalla
convinzione che oggi la
Infine vengono proposti un sintetico
aggiornamento sui più recenti dati
disponibili e un breve cenno alla ricca
offerta formativa presente in provincia ed alle possibilità che ciascun percorso offre.
Elaborazione dati e redazione a cura di
condizione essenziale per
mantenere competitive
tutte le imprese, piccole
e grandi, è far crescere
il capitale umano dei
giovani che entrano
nel mondo del lavoro
sviluppando una sinergia
fra il sistema formativo
e quello produttivo. Il
libretto vuole pertanto
parlare alle famiglie,
spiegare ai ragazzi che una
scelta giusta non solo va a
vantaggio dell’inserimento
nel mondo del lavoro, ma
contribuisce a rafforzare la
loro personalità, a svolgere
una professione congeniale
alle proprie attitudini e va a
beneficio di tutto il sistema
economico e sociale.
Per contribuire ad una
scelta consapevole ed
informata il libretto
presenta i più recenti dati
sulla domanda di lavoro
espresse dalle imprese
comasche: in particolare
viene proposto un primo
quadro generale, per poi
declinare le informazioni
rispetto ai principali settori
industriali e del mondo
artigiano. Si è ritenuto
importante evidenziare
quante e quali sono le
professioni più richieste,
qual è il titolo di studio
ricercato e quale la forma
contrattuale proposta, qual
è la stabilità delle offerte
di lavoro delle imprese
(l’indice di stabilità) e quale
la difficoltà che le stesse
imprese hanno nel trovare
le persone che cercano
(l’indice di criticità). Infine
vengono mostrati sintetici
aggiornamenti sui più
recenti dati disponibili e
un breve cenno alla ricca
offerta formativa presente in
provincia ed alle possibilità
che ciascun percorso offre.
Nonostante il periodo di
crisi che stiamo affrontando
le imprese private con
dipendenti della provincia
di Como nel triennio 20082010 hanno continuato
ad assumere mediamente
6.200 persone all’anno,
assumendo con contratti
di lavoro dipendente più di
5.000 nuovi addetti all’anno.
È diminuita la domanda
di addetti da parte delle
imprese del settore tessile,
meccanico ed elettricoelettronico, a vantaggio del
settore dei servizi che ormai
assorbe 3 assunzioni su
5; con quote rilevanti e in
crescita per il commercio
e i servizi alle persone.
Nonostante ciò per alcune
professioni la domanda
del settore industriale ed
artigianale si mantiene
elevata e le imprese faticano
a trovare la disponibilità
del personale ricercato:
ciò è vero con riferimento
a figure con formazione
elevata, come i dirigenti,
personale con elevata
specializzazione e tecnici,
sia a “operai specializzati
e conduttori di impianti e
macchine”. Molto difficile da
trovare appaiono le figure
commerciali (i commessi
di vendita sono le figure
più richieste, oltre l’11%
delle assunzioni totali, e tra
le più difficili da reperire
in assoluto), quelle della
ristorazione (cuochi e
assimilati) e le figure del
“benessere” (parrucchieri
ed estetisti).
L’opuscolo è scaricabile
dai siti www.
confindustriacomo.it, www.
istruzione.lombardia.it/
como
Giuseppe Corti
◆ Novembre
In edicola il
nuovo numero
di “Como”
è
in edicola il numero di novembre di
“Como e dintorni”, nella consueta coloratissima veste grafica ed editoriale e
come sempre ben curata nella scelta e nell’esposizione dei più vari argomenti, dai racconti alle singole testimonianze e dalle tematiche
artistiche a quelle della storia locale. Tra gli
articoli di questo mese, è da segnalare l’intervista di Francesca Molinari a Beniamino
Fargnoli, attualmente in pensione dopo aver
ricoperto, in passato, le cariche di pretore e
di giudice del lavoro, che si colloca nel solco
ormai collaudato dell’approfondimento delle
attuali tendenze della città da un angolo di os-
servazione “privilegiato” come
può esserlo quello di cittadini che per anni hanno svolto professioni di un certo prestigio
e rilievo. L’articolo, che reca l’eloquente
titolo “Como, una città non più all’altezza
della sua fama”, affronta il tema del declino politico, economico, sociale e culturale della città lariana, sullo sfondo naturalmente del più generale processo di disgregazione in corso della civiltà nazionale ed
europea, sempre più irriconoscibile rispetto
a un passato neppure troppo lontano. Tra le
notizie di attualità, è degna di nota la presentazione dell’edizione 2011 della Colletta Alimentare, in programma sabato 26 novembre
e come sempre organizzata dalla sezione comasca del Banco Alimentare nazionale, i cui
volontari raccoglieranno in tutta Italia cibi
e prodotti da destinare ai nuclei familiari in
condizioni di grave difficoltà economica. (s.c.)
L’appello
■ Disabilità visiva
I rischi di un disegno
di legge
Non vedenti e ipovedenti, anche
comaschi, ancora sul piede di guerra,
dopo l’irrigidimento della posizione
del Governo in merito alla prevista
attuazione del disegno di legge 4566,
relativo alle riforme in materia di fisco e
assistenza. Il dito è puntato contro “la
logica ispiratrice della riforma - scrive
Tommaso Daniele, presidente nazionale
dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli
Ipovedenti - che limita l’intervento
pubblico ai soli casi di estremo bisogno
economico non soltanto del disabile,
ma anche della sua famiglia. Una
logica che ci fa tornare indietro di molti
decenni, perché‚ cancella brutalmente
i diritti fondamentali conquistati dai
movimenti nazionali e internazionali dei
disabili in lunghi anni di dure lotte e di
grandi sacrifici… ”. Il piano del Governo
consiste in un risparmio su scadenza
triennale di circa 40 miliardi per la
spesa pubblica.“Il legislatore - continua
Daniele - per rendere concreto il
concetto di uguaglianza dei cittadini, ha
concesso alle persone cieche una speciale
indennità, definita impropriamente
‘di accompagnamento’. In realtà tale
indennità serve per favorire il processo
di integrazione dei minorati della vista
nella società. Altra natura ha l’istituto
della pensione, concessa ai ciechi o agli
altri disabili, non in quanto ciechi o
disabili, ma in base alle loro condizioni
economiche. La pensione, infatti, è
concessa per garantire il minimo dei
mezzi economici per la sopravvivenza dei
beneficiari. La stessa filosofia che ispira
l’istituto della pensione sociale. Non tutti
conoscono, non sono tenuti a conoscere,
la diversa natura e le diverse finalità
degli istituti che ho cercato di illustrare.
Accade così che una parte non irrilevante
di politici, di giornalisti e anche di
opinione pubblica condivida il progetto
del Governo di assoggettare l’indennità
di accompagnamento dei ciechi e degli
altri disabili a un tetto di reddito e faccia
un ragionamento che a prima vista,
ai disinformati, puo’ sembrare giusto.
Siamo in una crisi profonda, non ci
sono soldi, e’ giusto che l’assistenza sia
garantita solo a chi non ha i mezzi per
provvedere da solo: sillogismo semplice,
di immediata percezione, indegno
pero’ di uno stato di diritto che deve
garantire i diritti acquisiti di persone
che non aspirano ad altro che alla non
discriminazione, alle pari opportunità e
alle pari dignità. L’Assemblea dei Quadri
Dirigenti della nostra Unione, riunitasi
a Tirrenia il giorno 29 ottobre, ha scelto
la difesa ad oltranza dell’indennità
di accompagnamento al titolo della
minorazione perché è la più giusta, la
più coerente con i diritti fondamentali
dell’uomo, la più rispettosa della dignità
delle persone con disabilità”.
“Nella ipotesi che l’Atto Camera 4566
venisse approvato dal Governo – prosegue
il presidente - nelle casse dello Stato
entrerebbero pochi spiccioli, un risparmio
davvero irrisorio, perché‚ non ci sono
ricchi fra i ciechi, perché‚ la cecità
generalmente alligna nelle famiglie
con scarsi mezzi economici e basso
livello culturale, dove sono pressoché‚
sconosciuti i concetti di prevenzione della
cecità e di riabilitazione visiva. Qualora
il tetto di reddito fosse così basso da
travolgere i redditi da lavoro, i ciechi si
troverebbero nella condizione di dover
scegliere tra il lavoro e l’indennità e non
è detto che essi sceglierebbero il lavoro,
perché‚ i ciechi lavoratori, a differenza
degli altri lavoratori, devono sopportare
gravosi costi per andare e tornare dal
luogo di lavoro. Tale scelta aumenterebbe
smisuratamente l’esercito dei poveri e
degli assistiti. Si tratta, quindi, in ogni
caso di un provvedimento inutile perché‚
non porta soldi nelle casse dello Stato,
impolitico perché‚ colpisce una platea di
oltre 4 milioni di persone, incivile perché‚
scarica il peso della disabilità sulle
famiglie, iniquo perché‚ approfondisce
il solco delle disuguaglianze sociali
e colpisce al cuore il concetto di pari
opportunità”. (s.c.)
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