∂   2004 ¥ 1/2
Testo in italiano
∂ – Rivista di architettura
Testo in italiano
2004 ¥ 1/2 · Costruire in legno
Traduzione: Architetto Rossella Letizia Mombelli
E-Mail: [email protected]
∂ – Revue d’Architecture
2004 ¥ 1/2 · Construire en bois
Résumé français
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Traduction: Xavier Bélorgey, architecte
E-Mail: [email protected]
∂ – Revista de Arquitectura Resumen español
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Testo in italiano
Skofja Loka era ancora la residenza del Vescovo di Freising: in un’incisione su rame
nella Cronaca del Valvassore Johann Weichard è riprodotta una staccionata di legno
con un’esigua copertura simile alle odierne
costruzioni. Un’indicazione sull’età dell’edificio è fornita dalla data spesso incisa sulla
trave sopra l’ingresso. Molte risalgono all’inizio del XX° secolo, solo alcune al XVIII° secolo. I Kozolci sono un esempio tipico di architettura vernacolare con cui si può
spiegare il fenomeno dello sviluppo di una
tipologia: proporzioni unitarie, pochi elementi di base semplici, variamente combinabili e
realizzabili senza perderne il carattere unitario. Anton Melik, uno dei più eminenti geografi e folcloristi, nel 1931 ha descritto per
primo le diverse tipologie. Tettoie, semplici
rifugi, o pareti senza protezione alla pioggia
sono ancor oggi in uso. La forma più semplice di “enojni stegnjeni kosolci” sono le recinzioni con copertura di dimensioni ridotte a
campata unica di circa 4,5 metri di lunghezza, la così detta “finestra”; le più lunghe raggiungono una lunghezza considerevole,
estendendosi fino a 25 campate. Sono sensibili all’azione del vento e devono essere
puntellate con l’ausilio di elementi di controventatura. La necessità di un tetto di protezione e di maggior stabilità ha portato a due
variazioni di tale modello di base. Nel caso
dei “Kozolec s plasˇc ˇem” si tratta di una
copertura ad una falda intesa come “manto
di rivestimento” di due staccionate di diversa altezza che funge al tempo stesso da irrigidimento. Il Kolzolci doppio “dvojni stegnjeni kozolec” consiste in due palizzate di
aste di pari altezza disposte parallelamente,
le cui travi trasversali di collegamento possono essere coperte con un tetto semplice e
costituiscono il riparo per attrezzi e materiali.
Può anche essere impiegato come pensilina
per le strutture più complesse ed è diffuso in
particolar modo nei territori lungo il fiume
Krka. Mentre i tipi di strutture più semplici si
ritrovano anche in altri Paesi Alpini, le strutture più complesse, sono un’esclusiva del
patrimonio culturale sloveno: si tratta di edifici a due livelli che possono raggiungere dimensioni considerevoli con un massimo di
otto finestre. Nel tetto, sopra il passaggio
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Fienili in Slovenia
Frank Kaltenbach
Raggiungendo la Slovenia, già pochi chilometri oltre il confine, il percorso è disseminato di strutture a staccionata che si ergono
isolate costellando senza un ordine preciso
il paesaggio. All’altezza di Skofja Loka, al
contrario, tali costruzioni, che allineate si
snodano per centinaia di metri, ricordano
più un’opera di Land-Art di Christo che architetture funzionali. Sino alla primavera, il
sole basso sull’orizzonte, filtrando attraverso
le palizzate, disegna reticoli d’ombre sul terreno. In tarda estate, gli esili reticoli di traverse assumono le apparenze di pareti massic-ce rivestite di covoni di fieno e di
pannocchie di granoturco appese ad essiccare su pertiche. Il seccatoio o struttura di
legno per l’essiccazione di erba, grano e riso è diffuso in molte regioni del mondo. In
Slovenia, nei secoli scorsi, si è assistito allo
sviluppo di una vera e propria tipologia edilizia dalla semplice palizzata divenuta poi
simbolo d’identità nazionale. La diffusione
non si limita esattamente agli odierni confini
politici ma raggiunge la valle di Gail, culla
del popolo sloveno, per estendersi verso il
Tirolo orientale, attraverso il confine italiano,
quindi in ogni luogo in cui gli sloveni vivono
da generazioni. Con “Kosolec” o Kozolci
(pron. kosolz) –arpa di montagna o mucchio
di fieno- in sloveno “harfa”, s’indicano tutti i
fabbricati rurali, dove i listelli di legno disposti orizzontalmente ricordano le corde dei
mitici strumenti musicali. “Solo con il clima
piovoso, non si può spiegare l’origine dell’esistenza dei Kozolci, in definitiva piove anche in altri paesi. Sicuramente c’è un fondo
etnologico ma per lo più si tratta di speculazioni”. Tom Cevc, eminente direttore dell’Istituto per il Folclore di Ljubljana, da decenni
si occupa di architettura vernacolare. Egli,
certamente, non potendo far riferimento a
fonti frammentarie, è stato costretto a respingere alcune ipotesi in quanto imprecise o
non documentabili. Le prime citazioni attendibili risalgono, infatti, all’anno 1689 quando
Traducción Documentación:
María Gómez Fernández-Layos
E-Mail: [email protected]
Traducción Discusión, Técnica: 
Lola Beneitez-Heinrich
E-Mail: [email protected]
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per i carri da fieno, si trovano vari depositi
per il fieno e per gli attrezzi. Le pareti esterne sono ermetiche ma realizzate con correnti orizzontali ad una distanza di 20-24 cm
che ben si prestano all’essiccatura di fieno e
mais; le pareti non sono sufficientemente robuste per assolvere una funzione di irrigidimento strutturale longitudinale della struttura
di copertura. Per non limitare con aste diagonali l’esposizione dei prodotti agricoli sulle superfici delle pareti esterne, al centro
dell’edificio, sotto il soffitto, è stata introdotta
una trave reticolare che assume la funzione
di irrigidimento longitudinale. Dall’esterno, la
trave o “albero”, sembra solo un’asta perpendicolare tra quelle diagonali della parete
del timpano. In passato il grano, la segale,
l’orzo, l’avena e i fagioli avevano un’importanza molto maggiore rispetto al mais e al
fieno. Spesso per utilizzare lo spazio vuoto
sopra il passaggio e ricavarne uno asciutto
ulteriore per la trebbiatura, al posto della trave centrale verranno introdotte due travi parallele tra le quali era sospeso un ambiente
chiuso ben aerato per conservare il fieno di
qualità migliore. Gli sloveni chiamano “Kosolec na kozla ali na psa” una variante asimmetrica di Kozolco ad ambiente unico per il
deposito del fieno costruito in particolare da
contadini agiati. L’elenco dei diversi tipi di
Kozolci indicherebbe uno sviluppo cronologico dalla struttura più semplice a quella più
complessa, non documentabile da alcuna
fonte. Al contrario, il fatto che tutt’oggi queste forme coesistano l’una accanto all’altra,
conferma le teorie che in ogni situazione e
per ogni budget si cercò la soluzione più
pragmatica. Naturalmente, ognuna di queste tipologie di base presentava dei vantaggi. Spesso i Kozolci avevano l’aspetto di un
Toplar le cui pareti laterali si allungano con
l’integrazione di recinti disposti longitudinalmente al fine di creare uno spazio di mediazione fra campi e superficie coperta. Come
tipologia particolare, citiamo anche il miniKozolco, alto due metri e largo 50 cm con
una falda di copertura unica in cui erano essiccate le pannocchie di mais. In riferimento
ad un metodo generale di classificazione, si
possono distinguere i caratteri formali in base ad una ripartizione regionale. Come linea
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Testo in italiano
di confine si assume il fiume Sava che divide a metà il paese all’altezza della città di
Ljubljana. A nord, nelle aree montagnose,
caratterizzate da vaste preci-pitazioni della
ex-alta Carniola e della Stajerska, i grandi
kozolci si chiamano “Stog”. Molti dei vecchi
kozolci sono realizzati ancora comple-tamente in legno: rovere per i pilastri e la trave
principale, due strati di scandole longitudinali in legno di conifere per il tetto, chiodi di
legno che sostituiscono le graffe e chiodi di
metallo usati comunemente. Anche per le
scale a pioli, le griglie e i supporti non è stato impiegato altro materiale che legno non
trattato. A Studor, non lontano dal lago
Bohinjer, si trovano fienili in un ottimo stato
di conservazione. In questo caso, era necessario prevedere il riempimento e lo svuotamento del deposito unicamente dall’esterno, per cui nella soletta è stata prevista una
nicchia sotto la quale poter far passare i trattori. Borut Juvanec, professore della Facoltà
di Architettura di Ljublijana, pone al centro
della sua ricerca l’impostazione strutturale di
queste architetture. Nei pilastri di Studor appositamente disposti obliqui, lo studioso vede un intento consapevole di aumentare la
stabilità invece che una pura intenzione formale. Secondo le sue teorie, il finale del pilastro non scortecciato era interrato e, solo
dopo che la testa a punta era marcita, era
tagliata e disposta su una lastra di pietra.In
altre località, Borut Juvanec ha precisato
che le fondazioni composte di aste di legno
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disposte incrociate creano in terreni paludosi una piattaforma e in campi acquitrinosi offrono possi-bilità di essiccare erba e granaglie. Più ad ovest, nei pressi di Cerkno, il
paesaggio collinare genera una forma particolare: i pilastri sono in pietra na-turale intonacati. Spesso una volta doveva bilan-ciare
la pendenza del terreno sulla quale erano
posizionate, derivandone un’immagine massiccia non tipica alla tipologia dei kosolci
classici. Nella Doljenska, l’ex Bassa Carniola, il clima secco si rispecchia in più ampie
ed estese strutture dove prevalgono i reticolati di legno diagonali. I magazzini erano
raggiunti tramite un’apertura laterale in corrispondenza del timpano dove una porta, una
pedana o anche un balcone in parte decorato potevano essere integrati da una scala.
La diversa disposizione formale risultava anche nel linguaggio; quello che a nord era
chiamato “Stog”, in queste regioni si chiamava “Toplar”. Più semplicemente lo “Stog”
si distingue dal “Toplar” per la geometria.
Borut Juvanec sostiene che entrambi i sistemi dimensionali si basano sulla combinazione di quadrati avente lato 1, diagonale della
faccia √2 e diagonale del cubo del cubo
√3. La luce delle campate corrisponde alla
lunghezza del lato del quadrato, l’edificio si
delinea nell’allineamento di un modulo di base sulla pianta quadrata a seconda del numero delle campate. Queste poche ma semplici regole con-sentivano al contadino di
costruire il proprio edificio in tutto il territorio
senza ulteriori conoscenze. Joze Marinko ha
indagato a Studor il dimensionamento impostato su un sistema di misurazione doganale
e ha scoperto che, dalle misure esterne sino
alla distanza delle assicelle, esiste un’incredibile coerenza. La funzionalità è comunque
sempre all’origine dello sviluppo dei fienili.
L’altezza del passaggio deriva da quella del
trattore, quella del deposito di granaglie dalle proporzioni di un uomo in piedi, e la dimensione dell’apertura a quella necessaria
alla discesa di un uomo con un cesto o una
balla di fieno. Più differenziate sono, invece,
le soluzioni d’orientamento. A Studor si trova
la maggior parte degli edifici con la facciata
lunga rivolto verso sud. Anche la posizione
dell’accesso è in molti casi differente. Se ancora nel 1931 Anton Melik sciveva: “....la
maggior parte dei Kosolci della Bassa Carniola sono coperti da paglia di segale, solo
pochi moderni hanno tetto con tegole”. Oggi, in tutto il territorio, si trovano ancora alcuni fienili con tetti a falde coperte di paglia, la
metà dei quali ospitati nei Musei all’aperto.
Attualmente, a poche settimane dall’ingresso della Slovenia nella Comunità Europea, ci
sono sempre più amatori che acquistano e
ristrutturano i fienili. Sarà per trasformarli in
attrazioni turistiche, o per risparmiarsi dello
spettacolo dei silos di plastica che in autunno costellano il paesaggio del resto dell’Europa?
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Il legno, un materiale universale
Hermann Kaufmann
Il legno, il materiale da costruzione più antico, affascina più che mai. La materia prima
che praticamente cresce davanti a casa, è
poliedrica come poche altre: traducibile dal
mobile alla vasta struttura portante. Pochissimi sono i materiali in cui si ripone tanta fiducia nella risoluzione delle molteplici problematiche del costruire; nessun materiale
gode di una simile credibilità circa la durabilità. In realtà, negli ultimi anni, l’interesse verso la costruzione di legno è cresciuta fortemente
sia nella società che in politica. Il numero di
pubblicazionidisettoreaumenta,mentresorgono
architetture di legno sempre più interessanti e
affascinanti che confermano le potenzialità
poliedriche offerte dal moderno costruire in
legno. Anche se l’interesse da parte degli
architetti è grande, le costruzioni di legno, in
rapporto alla produzione edile complessiva,
rimangono sempre comunque realizzazioni
isolate anche nei paesi dell’Europa Centrale
ricchi di materia prima. Perplessità e diffidenza
da parte del committente, oggi come un tempo,
non sono state ancora risolte. Il settore della
costruzione in legno non presenta una propria
struttura ed un orientamento specifico. Un
gran numero di pionieri e di sostenitori solitari sviluppano un proprio “sistema”. Piccole
imprese cercano di conquistare una parte di
mer-cato con nuovi speciali prodotti in piccola serie, ma le aziende per la costruzione
di legno di me-dia dimensione non sono in
grado di costituire una lobby. L’elevato potenziale creativo esplode di fronte al più interno frazionamento. Se è vero che da alcune associazioni nazionali è offerta
un’informazione professionale, in realtà, manufatti definibili sistematici e “pulsanti” risultanti da processi di standardizzazione dell’edilizia di legno rimangono un’eccezione.
Inoltre, esistono anche molti libri e opuscoli
ormai obsoleti riportanti informazioni
contraddittorie. Chi desidera addentrarsi nella
complessità tecnica della materia, deve
selezionare in modo finalizzato le informazioni.
Nonostante ciò, non manca di certo l’interesse tra
legiovanigenerazionichesonocresciuteastretto
contatto con tematiche quali l’ecologia e la
durabilità.Quindi,spesso,ilbagaglioconoscitivo
nello specifico è fornito solo nelle facoltà
d’ingegneria ed esposto solo sotto un profilo
puramente tecnico; cosacherisultademotivante
per l’architetto. E con gli architetti, lo sviluppo
della costruzione di legno perde il suo più
importante motore e la ricerca si traduce in
un’immagine piuttosto frammentaria. Di certo
non manca completamente uno sforzo in direzione di una coordinazione nella ricerca su scala
nazionale, ma a livello internazionale sarebbe
sensato pensare ad una sinergia e ad un’accorta
ripartizione delle competenze nella ricerca per
contrastare le attuali tendenze antitetiche. In
molti stati europei emerge comunque un
parallelismo a livello di ricerca e sperimentazione. Nelle modifiche dei regolamenti
Testo in italiano
antincendio, che casualmente sono in corso
parallelamente in Germania, Svizzera e Austria,
emergono tre diverse filosofie. Circa questa
difficile situazione, non ci si può di certo
meravigliare se l’architettura in legno dal punto
di vista quantitativo rimanga in secondo piano
benchéunnumerocrescentediarchitettilavorino
costantementeaduncontinuosviluppo.Inoltre,ci
sono edifici che dimostrano che sia la durata che
un processo costruttivo razionalizzato non
contrastano con l’ideale estetico. Anche le
complesse esigenze di edifici efficienti dal punto
di vista energetico si possono riscattare senza
presupporre rinunce a livello estetico come nel
caso della Scuola a Klaus. Ci sono anche progetti
che dimostrano che il legno è un materiale che si
può impiegare universalmente. Che la diffusione a larga scala della costruzione di legno non sia un’utopia, lo dimostra la regione
di Vorarlberg in Austria dove il 20 % di tutte
le nuove costruzioni è realizzato in legno.Da
questo si possono dedurre le strategie per
una più massiccia diffusione della tecnologia in altre regioni:
1)Il confronto sempre più aspro tra architetti
ed esecutori è da abbattere. Ad entrambe le
categorie incaricate di sviluppare prodotti
convincenti e di buona qualità nonostante la
pressione della concorrenza, si raccomanda
di entrare in un dialogo aperto e privo di
pregiudizi. Solo quando l’architetto dimostrerà una competenza tecnica, e il carpentiere vedrà nell’architettura innovativa ed
originale una possibilità per una nuova immagine
della costruzione in legno, potrà nascere una
fruttuosa ed efficace cooperazione.
2)Proprio un esempio isolato deve far valere le
sue particolari qualità e peculiarità. Alcuni
architetti hanno saputo stabilire con aziende
all’avanguardia un linguaggio architettonico
moderno.
3)Il legno si presta come materia prima alle
esigenzecostruttivecollettive.Spessoèproposto
per costruzioni particolari o strutture insolite, con
conseguente riduzione a fenomeno isolato.
Economicità e capacità strutturale di idee
semplici non devono gravare sulle qualità
architettoniche. Proprio nell’ambito delle
costruzioni “comuni” esiste la possibilità di
abbattere anche i costi grazie a processi di
standardizzazione.
4) Oggi, nella costruzione in legno, si tende ad
usareladefinizione“sistema”,anchesenonsene
posseggono i requisiti. I cosidetti sistemi
costruttivi in legno sono classificabili nelle
seguenti categorie, tecniche di realizzazione
costruttiva e edile.
-metodicostruttivi(classificazionetradizionalein
profili di legno, a montanti, a telaio, di tavole);
-sistemi strutturali (ad es. sistemi a graticcio);
-sistemi di componenti (sistemi a pareti esterne,
sistemi di copertura, sistema divisorio, sistema
solaio);
-elementi da costruzione (elementi scatolari,
elementiatavolesovrapposte,ecompositi,ecc.);
-sistemi costruttivi.
Per abbattere i costi con la sistematizzazione, i
sistemi costruttivi e i sistemi parziali presenti sul
mercato che spesso solo minimamente si
3
differenziano tra loro, devono unificarsi. I loro requisiti sono da comprovare attraverso
la certificazione. Per il raccordo critico degli
elementi devono essere fissati particolari
costruttivi campione testati dal punto di vista fisico-tecnico. Per soprassedere alle numerosissime prototipizzazioni delle costruzioni in legno, le connessioni standard
devono essere divise secondo i metodi costruttivi, documentati con tutti gli annessi valori fisico- tecnici. Se consideriamo lo sviluppo tecnologico degli ultimi 100 anni,
possiamo riconoscere la tendenza a sempre più complesse prefabbricazioni. Già ai
carpentieri di un tempo era nota la prefabbricazione con l’assemblaggio della struttura. Negli anni ’40 Konrad Wachsmann con il
suo “General Panel System” cercò di sviluppare l’idea di architettura standardizzata caratterizzata da un elevato grado di economicità. Oggi, le nuove tecniche di trasporto
aprono possibilità inimmaginabili. La prefabbricazione non avviene attualmente in
grandi fabbriche o aziende, ma in padiglioni di
assemblaggio di piccole e medie imprese. Ciò
assicuraunelevatogradodiindividualità –fattore
particolarmente importante per raggiungere le
necessarie qualità architettoniche, il presupposto fondamentale per l’affermazione sul
mercato. Non è raro attualmente che le strutture
siano progettate da architetti per poi essere
prodotte e montate da carpentieri che lavorano
come imprenditori capi. Questa sarà anche in
futuro la combinazione vincente. La maggiore
efficienza ottenuta con la standardizzazione si
esprimerà attraverso soluzioni dettagliate e
principidispo-sitivi,maancheprecisenormative
relative alla produzione. In questo modo si apre
un ampio campo d’azione per gli architetti. La
sinergia con le aziende conquisterà nuovi settori
di mercato, fino ad ora proibiti per gli architetti.
Negli ultimi anni, gli edifici multipiano
costituisconolagrandesfidadellacostruzionedi
legno. Numerosi esempi dimostrano l’idoneità
della costruzione in legno per questo compito.
Imoderniregolamentiantincendioconsentonodi
costruire in Germania con il legno fino a cinque
piani, mentre in Svizzera si arriva a sei. L’elevata
rapidità di assemblaggio ed i vantaggi ecologici
lascianopresupporreunincrementodell’utilizzo
del legno nella costruzione di edifici a più piani.
Migliorando i parametri di resistenza al fuoco e
riducendo i particolari costruttivi dei punti di
giunzione e delle stratificazioni, sono state
introdotte lastre di legno massello rinforzate che
l’incremento della domanda ha reso economicamente più accessibili. Nelle strutture composite legno-calcestruzzo in via di sviluppo sono
contenutelepotenzialitàdellaprefabbricazione.
Nel caso di edifici pubblici in legno, i promotori
sono per lo più Province e Comuni con una
particolareconsapevolezza neiriguardidell’ambiente e dei parametri di durabilità, che esplicitamente nei bandi di concorso sollecitano in
questo senso soluzioni propositive. I vantaggi
ecologici della struttura di legno saranno in
futuro sempre più significativi. La complessità di
certi incarichi richiederà un team di specialisti
con lunga esperienza nella costruzione di legno,
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Testo in italiano
prerogativa al momento mancante. Le strutture ad ampia luce, sono da sempre un tema importante e seducente per l’applicazione del legno. I limiti economici
presuppongono strutture semplici, standardizzate e concorren-ziali, un compito interessante per architetti ed ingegneri in stretta
cooperazione con aziende. Alcune aziende
cercano di guadagnarsi incarichi eludendo
architetti ed ingegneri attraverso proprie soluzioni spesso prive di qualità architettonica
e formale. Anche architetti e ingegneri talvolta non sono pronti a sviluppare una soluzione economica collaborando. Anche in questo caso, bisogna ricordare che solo la
cooperazione può condurre al successo.
Spazi abitativi e di lavoro nei quali l’uomo
può permanere a lungo, dovrebbero essere
costruiti ed isolati con materiali naturali, il più
possibile privi di sostanze chimiche e protetti da influssi elettromagnetici. Nel caso dei
materiali compositi rimane da risolvere la
questione dello smaltimento. Richiamandosi
ai vantaggi delle bioarchitetture storiche, nel
caso di requisiti fisici ed energetici migliorati, si tratta comunque di una sfida e contemporaneamente di una grande occasione per
la futura costruzione di legno. Il dibattito tra
temi pragmatici, associato ad una rinnovata
qualità architettonica potrebbe concretizzarsi in manufatti che eguagliano le qualità di
edifici storici anonimi con la naturalezza e la
precisione dimostrata. Forse per questo la
tecnologia in legno massiccio fornirebbe la
metodologia costruttiva idonea che, seppur
messa variamente a disposizione dai diversi
produttori, presenta sempre un potenziale di
sviluppo. La combinazione più semplice, il
sistema edile a pannelli “povero di strati” con
isolanti naturali ad alta prestazione, costituisce
un’importante base per la ricerca e lo sviluppo.
Negli interventi di ampliamento e adattamento di edifici in uso da realizzarsi senza
presupporre un’interruzione di attività si ha
spesso l’esigenza tempi minimi di realizzazione. Per questo tipo di incarico è richiesto
il maggior grado possibile di prefab-bricazione e una certa semplificazione delle fasi
di montaggio. Edifici come il deposito a
Reuthe dimostrano che soprattutto in questi
casi il legno è particolarmente adatto. Per
massi-mizzare il grado di prefabbricazione,
le strutture di legno dovranno in futuro essere sistematizzate in maniera coerente. In relazione al tipo di progetto si sono affermate le
strutture a pannello ad alto livello innovativo o le
costruzioniacella.Combinandostruttureportanti
d’acciaio e calcestruzzo con involucri di sistemi
di elementi di facciata prefabbricati e ad elevato
potere isolante, nonostante lo spessore
relativamente ridotto delle pareti, é possibile
raggiungere un buon grado di isolamento
termico e tramite un elevato grado di prefabbricazione un rapido montaggio. Nel contesto della costruzione in legno, gli sviluppi di
sistemi di facciate intelligenti costituiscono
un tema di una certa urgenza, anche se una
particolare attenzione deve essere rivolta alle possibilità di smaltimento nel rispetto
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dell’ambiente. Sia sotto forma di pura struttura di
legno sia in combinazione con sistemi
prefabbricati massicci, si riuscirà a sradicare la costruzione di legno dalla sua nicchia;
allora il “vecchio” materiale legno, applicato
in maniera innovativa avrà un futuro tecnologico ed architettonico davanti a sé.
Pagina 22
Luci ed ombre
Falk Jaeger
Rem Koolhaas e Berlino: alcuni anni fa una
storia infinita, a partire dall’abbandono da
parte dell’architetto della giuria per il SonyCenter per divergenze concettuali (“Un massacro di idee”) e fino alla disputa fra Koolhaas e Hans Stimmann, di alto incarico
politico nel settore delle costruzioni. Oggi,
sorge a Berlino un nuovo edificio di Koolhaas, un volume di alluminio e vetro come
tanti altri lungo la Sprea, avvalorato però da
una quinta che si piega per creare distacco
con gli edifici circostanti e che accoglie le
scale d’emergenza, gli impianti e alcuni appartamenti.Apprezzatisonosopratuttogliinterni,
accessibili solo tramite visita guidata. Un
passaggio si snoda attraverso l’edificio come
rampa o come scala, a volte stretto a volte
spazioso,correlungolafacciata,s’innestanuovamente nell’edificio per terminare sulla terrazza
nel cielo sopra Berlino. Ad eccezione della cantina e del consolato tutti gli ambienti sono connessi tra di loro ed offrono viste aperte, scorci,
atmosfere e sensazioni. Il colore è creato dalla
luce, dalle piante e dalle opere d’arte. Unica
eccezione il pavimento acrilico verde tiglio della
sala fitness. Alcune pareti presentano un rivestimento ligneo fiammato in zebrano o copaiva.
Rinunciando ad una maglia strutturale, l’architetto ha dovuto soccombere a non poche soluzioni di adattamento. Anche l’aspetto ecologico
non costituisce per Koolhaas un aspetto
prioritario, così come l’illuminazione, la
protezione solare e l’isolamento. Forse l’uomo
stesso non costituisce oggetto d’interesse. Le
grandiarchitetturesonospessosinonimidigrandi
errori. E questo lo si può tollerare, solo quando
l’architettura è convincente.
Pagina 26
Esposizione di Kohlhaas a Berlino
Fino al 18 gennaio 2004 si terrà la mostra
“Content” a Berlino; dal 27 marzo 2004
l’esposizione itinerante dei lavori di Rem Koolhaas sarà presso la Kunsthal di Rotterdam. La prima mostra monografica OMA dal
1994 si presenta come una cronaca dei lavori dei precedenti 8 anni. Dal 1997, con la
sua fabbrica interdisciplinare di pensiero AMO,
l’architetto ha cercato di mantenersi aperto alla
strategia innovativa e allo sviluppo in fieri. La
mostra diventa un catalogo d’intenzioni e
un’arringa sull’incompiuto. E’ stato presentato
anche un ampio panorama sul metodo di lavoro
dell’OMA/AMO.
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Strutture di luce
“La nostra curiosità non ha limiti”. La frase
riassume l’evoluzione progettuale di Jörg
Schlaich e Rudolf Bergermann: che siano
strutture portanti per coperture, ponti, centrali solari, si tratta sempre di architetture di
elevato grado estetico che nascono da principi generali di progetto, mostrano strutture
tecniche e funzionali realizzabili ad alto livello. La mostra è fino all’8 febbraio 2004 a
Francoforte (www.DAM-online.de).
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Torre panoramica nello Zoo di Helsinki
Lo Zoo Korkeasaari in collaborazione con
l’Assolegno finlandese e l’Università di Helsinki ha indetto un concorso per studenti per
una torre panoramica con ampia vista sulla
città. Il progetto vincitore ha scelto forme libere e tondeggianti che rappresentassero
l’idea di natura e umanitá al contempo, più
economica rispetto ad una struttura ortogonale. In realtà, la forma nasce dal proposito
di seguire il percorso segnato da un muro di
pietra naturale esistente. Per ovviare a problemi in fase di realizzazione, si sperimentò
a lungo ricorrendo a simulazioni tridimensionali e a modelli sino ad una scala 1:5 che
hanno portato alla alla decisione di far curvare in officina i listelli di lamellare 6x6 cm
con sette diversi raggi per poi modellarli sino alla forma predefinita mediante vaporizzazione direttamente in cantiere. I correnti di
legno sono stati connessi con l’ausilio di bulloni;
per accentuare ulteriormente la trasparenza. Il
legno è stato trattato con olio di lino per non
impedire il processo di invecchiamento estetico
desiderato.
Pianta, sezioni, scala 1:20
1 Piatto d’acciaio inox, curvato 1,5 mm
2 Connettore 10 mm con viti
3 Listello di abete rosso curvato, trattato ad olio
60/60 mm
4 Lamellare di abete rosso, trattato ad olio 80 mm
5 Gradino di abete rosso, trattato ad olio 300/45
mm su angolare d’acciaio zincato 30/30/3 mm
6 Listello di abete rosso, trattato ad olio 50/28 mm
7 Vite maschiata
8 Trave secondaria di abete rosso trattato ad olio
75/200 mm
9 Trave ad anello di abete rosso curvato, trattato ad
olio, 100/250 mm
10 Cuneo di multistrato
11 Trave principale di lamellare 100/500 mm
12 Piastra d’acciaio zincata 60/190/3 mm
13 Piastra d’acciaio curvata, zincata, 60/400/10 mm
14 Doppia piastra d’acciaio zincata 120/860/10 mm
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Pensilina per le tribune a Parigi/ Nanterre
L’impianto sportivo, a nord ovest di Parigi,
progetto vincitore di un concorso indetto dal
Comune per la ristrutturazione di un terreno
industriale, è composto da uno stadio di calcio e da uno di rugby oltre che da un campo
per il tiro con l’arco. Lungo i due campi da
gioco sorge una tribuna con parte retrostan-
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Testo in italiano
te di c.a. inverdita, sotto la quale sono stati
disposti gli spazi funzionali secondari.La
pensilina è costituita da una struttura tridimensionale in tavole di douglas e travi in aggetto suddivisa in 24 comparti di 2x10 metri.
Le tavole in diverse lunghezze ed inclinazione di posa sono state calcolate e tagliate
con l’ausilio di un sistema computerizzato. I
correnti superiore ed inferiore con l’asta diagonale della struttura reticolare sono stati realizzati con connessioni a coda di rondine
prive d’acciaio. L’involucro di copertura è
costituito da lastre di policarbonato.
Planimetria generale, scala 1:4000
Piante, piano 1 e 2, scala 1:500
A Tiro con l’arco; B Campo da calcio; C Campo da
rugby, D Spogliatoi, E Sala d’attesa; F Aerazione; G
Riscaldamento; H Impianti; I Docce; K Ufficio; L Tribune; M Accesso al campo
Sezione, scala 1:200 Sezione particolareggiata, scala
1:10
1 Pannello ondulato di policarbonato 177/51 mm,
trasparente
2 Corrente superiore di douglas 60/150 mm,
3 Corrente inferiore di douglas 60/50 mm
4 Diagonale di douglas 110/55 mm, connessione a
coda di rondine
5 Tavole di douglas 138/30 mm, con diagonale avvitato
6 Tubolare d’acciaio Ø 88.9/3.2 mm
7 Pilastro di legno Ø 150 mm, conico
8 Tubolare d’acciaio Ø 14 mm
9 Trave d’acciaio IPE 100 per l’irrigidimento trasversale con corrente superiore avvitato in piano sulla
quota superiore
Pagina 36
Carpenteria a Feldkirch
Edition ∂
Lo stabilimento di produzione e la stecca
con l’amministrazione creano uno spazio
d’accesso accentuato dalla presenza del silo di forma tondeggiante. Pilastri e travi sono
stati realizzati di legno lamellare. L’irrigidimento delle spinte orizzontali avviene attra-
verso gli elementi di facciata chiusi sul lato
est ed ovest. Pannelli isolanti ed elementi di
facciata chiusi in enormi lastre di derivati del
legno poggiano tramite guarnizioni di gomma e profili d’alluminio su di un intermedio
listello separato pressato. La massa termica
della facciata sud dello stabilimento e degli
uffici consiste in pannelli di particelle cementizi posti dietro un vetro camera.
Planimetria generale, scala 1:2000
Pianta, PT, P1, sezioni, scala 1:500
1 Ingresso; 2 Hall; 3 Sala macchine; 4 Caldaia; 5 Vuoto; 6 Archivio; 7 Corridoio; 8 Deposito; 9 Spogliatoio/
WC; 10 Ufficio 11 Riunioni; 12 Silo
1 Parete: pannello OSB 22 mm; Barriera al vapore;
isolante termico 200 mm; pannello OSB 22 mm
2 Listello di fibre di cemento 8 mm
3 Telaio di lamellare
4 Parete: pannello OSB 22 mm; lastra di fibre di cemento 15 mm, barriera al vapore; isolante
200 mm, pannello di fibre di cemento 15 mm; isolante termico 45 mm; pannello doppio di fibre di
cemento 15 mm; pannello OSB 22 mm
5 Lastra di acciaio 10mm
6 Copertura: impermeabilizzazione; isolante
100+100 mm; barriera al vapore, correnti di legno
7 Telaio di alluminio con vetro isolante
8 Pannello di fibre di cemento 8 mm; guaina impermeabilizzante; isolante termico 50 mm
9 Isolante termico 180 mm
10 Isolante termico 150 mm
11 Copertura: guaina impermeabilizzante; pannello
OSB 22 mm, isolante termico 280 mm, barriera al
vapore; pannello OSB 22 mm
12 Linoleum; pavimento cementizio 70 mm; materassino fonoassorbente 30mm, pannello OSB 22
mm, fonoisolante 200 mm; separatore 80 mm su
impermeabilizzazione, pannello OSB 22 mm
Sezione verticale ed orizzontale, scala 1:20
Pagina 40
Casa d’abitazione a Seekirchen
Nella cittadina austriaca di Seekirchen, situata nella regione di Salisburgo, sorge un
edificio a stecca di legno dal carattere omo-
geneo e di forma semplice realizzato con
copertura a falde come disposto dalle autorità comunali locali. L’involucro esterno è
rivestito con una fitta trama d’assi in larice;
dissolvendosi otticamente la linea di gronda tra
facciata e copertura, l’architettura risulta ridotta
ad una forma pura. Tutte le superfici vetrate sono
fisse e a filo facciata. Il manto di copertura di
lamiera grecata d’alluminio è nascosto nella
struttura. Si è volutamente rinunciato ad un
protettivo per il legname da costruzione, ma al
fine di impedire degradi causati dall’umidità in
corrispondenza dei punti d’ancoraggio, ogni
singola tavola è stata fissata con chiodi sul lato
interno. La distanza fra le tavole di legno
garantisceunprocessod’essiccazionenaturale.
Un ulteriore stratagemma: le assi di larice a piano
sega favoriscono un veloce assorbimento
acusticoediconseguenzaun’accelerazionedella
chiusura delle cellule della superficie.
Piante • sezione, scala 1:250
1 Ripostiglio; 2 Bussola; 3 Bambini; 4 Terrazza;
5 Bagno; 6 Camera; 7 Cabina armadio; 8 Corridoio;
9 Soggiorno; 10 Cucina/pranzo; 11 WC; 12 Spazio
accessorio; 13 Lavanderia; 14 Riscaldamento; 15 Fitness;
16 Laboratorio
Sezione, scala 1:10
1 Lamiera d’alluminio
2 Correnti di larice non trattato 30 mm, su controlistelli 30 mm; lamiera grecata per il drenaggio 30
mm; listelli 40/50 mm su controlistelli 25 mm,
guaina a poro aperto 0,7 mm, perline 25 mm; isolante termico 240 mm, barriera al vapore, lana minerale 80 mm, rivestimento di tavole 25 mm, cartongesso 15 mm
3 Canale di raccolta delle acque meteoriche
4 Tubolare d’acciaio zincato 60 mm
5 Tavole di larice non trattato 30 mm; corrente
30 mm su controlistello 25 mm; barriera di cartone al vento; rivestimento di tavole diagonale
25 mm; isolante termico 200 mm ; barriera al vapore, isolante termico 80 mm, rivestimento di tavole 25 mm; cartongesso12,5 mm
6 Vetrata fissa in telaio d’acciaio
7 Compensato di Okume verniciato nero 15 mm
8 Tubolare d’acciaio zincato 50 mm
Il fascino degli involucri
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6
Testo in italiano
9 Barra di sezione tonda d’acciaio zincato Ø 16 mm
10 OSB 20 mm; strato di separazione su pietrisco
100 mm; solaio in listelli sovrapposti 120 mm
11 Impermeabilizzazione 4 mm
Pagina 44
Case a schiera passive a Dornbirn
Alla periferia di Dormbirn, sullo sfondo della
foresta di Bregenz, si trova il complesso di
villette a schiera con nove appartamenti e
un’unità comune. Vari committenti, tra cui
anche l’architetto, si sono associati per la
realizzazione delle case a schiera. L’impiego di
elementi prefabbricati di legno ha consentito che
la produzione mantenesse un budget minimo e
che la realizzazione avvenisse in tempi brevi. Le
singole unità dispongono di circa 80 mq con
spazi utilizzabili in modo flessibile distribuiti su
due livelli; solo la posizione del bagno, della
toilette e della cucina è stata fissata lungo la
parete che divide le unità abitative. Al piano terra
è a disposizione dei residenti un’area cucinasoggiorno aperta. Una scala ad una rampa
conducealpianoprimoconduecamere,bagnoe
toilette. Sia l’impianto di riscaldamento supplementare che l’accumulatore solare per l’acqua
calda si trovano nell’edificio comune. Ogni casa
possiede un piccolo spazio all’aperto rivolto
verso sud con deck di legno usato come terrazza. Sul lato nord pedane in lastre di fibrocemento con parete laterale e copertura,
definiscono gli ingres-si alle abitazioni e fungono da protezione dalle intemperie.
Planimetria generale, scala 1:1000
Sezione, piante, scala 1:200
1 Aerazione/riscaldamento; 2 Cantina; 3 Cucina/
soggiorno; 4 Camera; 5 Bagno; 6 WC
1 Finestra di larice, vetro isolante con doppio vetro
camera
2 Rivestimento in perline di larice 20 mm, correnti
30 mm, impermeabilizzazione, pannello di compensato impiallacciato di abete rosso 21 mm; legno squadrato 100/280 mm; lana minerale 280
mm; pannello di fibre di gesso doppio con barriera al vapore 25 mm
3 Elemento solaio di legno, abete rosso levigato
124 mm; correnti 30 mm; perline di larice 20 mm
4 Tavola di massello di larice 20 mm, OSB 18 mm,
barriera al vapore, legname squadrato 80/280
mm, lana minerale 280 mm, rivestimento in abete
rosso piano sega 20 mm; impermeabilizzazione
5 Pannello di fibre di cemento 8 mm
6 Pannello di compensato impiallacciato 21 mm
Pagina 48
Complesso residenziale a Merano
Il rigoroso impianto strutturale in macro pannelli prefabbricati di legno massiccio raggiunge un’elevata rigidezza statica, che secondo l’azienda può essere impiegato in
edifici fino a dieci piani. I pannelli fungono
tra l’altro da masse d’accumulo termico. Gli
appartamenti si aprono verso sud-est con
ampie logge, portate dai pannelli parete in
aggetto. Verso sud e nord ovest l’edificio é
caratterizzato da una struttura d’acciaio contenente passaggi, scale e ascensori. Pavimenti e pedate sono in larice; la quinta in
esile rete metallica dovrebbe col passare
2004 ¥ 1/2   ∂
degli anni essere rivestita da un filtro di vegetazione.
Planimetria generale, scala 1:1000
Piante, scala 1:250
1 Cucina; 2 Camera; 3 Soggiorno; 4 Terrazzo
1 Substrato 500 mm; impermeabilizzazione 5 mm;
termoisolante a fibra morbida 150 mm; elemento
prefabbricato di tavolato d’abete disposto incrociato
incollato 146 mm; cartongesso 15 mm
2 Parquet 13 mm; materassino autolivellante 2 mm;
pavimento cementizio 45 mm; materassino
fonoassorbente in fibre morbide 15 mm; pietrisco 30
mm; elemento prefabbricato di tavolato d’abete
disposto incrociato incollato 162 mm; isolante
fonoassorbente 28 mm; cartongesso 15 mm
3 Elemento prefabbricato di tavolato d’abete disposto
incrociato incollato 160 mm, strato superiore di larice
4 Parete interna di irrigidimento: cartongesso 12,5 mm;
elemento prefabbricato di tavolato d’abete disposto
incrociato incollato 94 mm; correnti 50 mm;
cartongesso 12,5 mm; piastrelle 8 mm
5 Parete esterna: Rivestimento di tavole di larice 19 mm;
correnti 30 mm; termoisolante di fibre morbide 80 mm
pannelli tavolato d’abete, incrociati incollati 94 mm;
fonoassorbente 50 mm; cartongesso 12,5+12,5 mm
6 Rivestimento di tavole di larice 19 mm; correnti
30 mm; contro-correnti 80 mm; elementi prefabbricati
di tavolato d’abete disposto incrociato incollato
94 mm; rivestimento di tavole di abete rosso 19 mm
Pagina 52
Centro giovanile a Monaco di Baviera
Il nome “Drago rosso” del centro giovanile
deriva dalla sua insolita pelle esterna ruggine formata da una guaina di impermeabilizzazione sintetica che avvolge le facciate e la
copertura dell’edificio. Il centro è un luogo
d’incontro per giovani di ogni provenienza
sociale con vasto programma di attività. Dato che al momento della progettazione, l’assetto urbanistico del quartiere non era ancora delineato, si pensò di progettare un
edificio indipendente dal contesto. L’opera è
stata realizzata in tecnologia a montanti portanti di legno su due fondamenta continue a
nastro. Pavimenti, soffitti e pareti degli spazi
interni sono stati rivestiti con tavolati in compensato. Gli ambienti di gruppo si aprono
verso sud con un lungo fronte finestrato,
mentre gli spazi accessori sono disposti a
nord. Gli ingressi sono protetti da una terrazza coperta dove elementi di seduta che formano una scala o il basamento dell’edificio
invitano i giovani ad intrattenersi. Gli architetti hanno progettato insieme ad Hermann
Hiller un teatro all’aperto con gusci di seduta
disseminati sulle verdi colline.
Assonometria • Prospetto • Pianta • sezioni, scala
1:250
1 Terrazza coperta; 2 Sala polifunzionale; 3 Sala per
gioco e lavoro di concentrazione; 4 Anticamera; 5 Deposito; 6 Cucina; 7 Ufficio direttrice
Sezione verticale ed orizzontale, scala 1:20
1 Lamiera stirata, telaio; profilo d’ottone a L 40/80,
60/40 mm
2 Telaio in abete rosso, vetrata isolante, stratificato
10 + intercapedine 16 + stratificato 8 mm
3 Compensato 20 mm; termoisolante 80 mm
4 Poliestere, pigmentato; compensato 30 mm; fascia di tessuto nelle fughe, stuccate; polistirolo a
schiuma rigida 250 mm, barriera al vapore
5 Elemento di legno squadrato 80/180 mm
6 Compensato 25 mm
7 Lamellare 200/450 mm
8 Cassettone di compensato 20 mm
9 Pannello di compensato di pino marino 2 mm; pavimento cementizio a secco 35 mm; feltro coibente, barriera al vapore, compensato impiallacciato
30 mm, termoisolante 270 mm, lamellare
135/250 mm
10 Poliestere; compensato impiallacciato 30 mm;
isolante160 mm/ elemento di legno quadrato
80/160 mm; barriera al vapore, correnti
40/60 mm; pannello di carton gesso 20 mm, piastrelle 10/10 mm
Pagina 56
Centro sportivo a Odate
Il centro Atsushi Imai è annesso ad un ospedale in qualità di cittadella terapeutica costruita per offrire la possibilità di svolgere
corsi di terapia sportiva annuali. Al fine di
non pregiudicare il tessuto urbanistico puntiforme adiacente, gli architetti hanno deciso
di disporre sotto terra la maggior parte degli
spazi. Quello che emerge dal terreno è una
cupola ovale, dalle forme futuristiche, la cui
superficie si compone di fasce di lamiera
d’acciaio e lastre di policarbonato traslucido
curvato. A questo semplice e tondeggiante
volume si allacciano sull’asse longitudinale
due elementi a spigolo vivo che sembrano
ripiegarsi. Sopra il campo da gioco s’inarca
la cupola, la cui vista interna differisce in
modo stupefacente dalla fredda e rigorosa
immagine esterna.Qui dominano le tonalità
calde del legno, inserito nella struttura portante in modo raffinato. Il materiale da costruzione è il compensato multistrato più
economico in lastre appositamente disposte
a creare la forma a cupola. Fra queste, corrono longitudinalmente le travi che sono
composte da segmenti di compensato multistrato con funzione di irrigidimento diagonale delle travi trasversali.
Planimetria, scala 1:1000
Sezioni • pianta, scala 1:400
1 Ingresso; 2 Hall; 3 Sala da musica; 4 Palestra; 5 Lavanderia; 6 Spogliatoi; 7 Piscina; 8 Deposito; 9 Trattamento acque; 10 Riscaldamento acqua; 11 Serbatoio
acqua
Sezioni, scala 1:20
1 Lastra di policarbonato curvata 23 mm
2 Corrente superiore in compensato impiallacciato
curvato 600/60 mm
3 Tubolare d’acciaio 76,3/18 mm
4 Diagonale, profilo d’acciaio a T 100/50/6/8 mm
5 Piastra di connessione d’acciaio 200/100/16 mm
6 Pannello di compensato impiallacciato d’irrigidimento 400/400/50 mm
7 Fascia di compensato impiallacciata
400/50/50 mm
8 Corrente inferiore di compensato impiallacciato
curvato 600/60 mm
9 Telaio di profili di legno 80/40 mm
10 Pannello di compensato traforato, trattato a velatura 12 mm
11 Panca di seduta di compensato impiallacciato
50 mm su profili d’acciaio a T 50/40-75/9 mm
12 Profilo d’acciaio a I 100/100/6/8 mm
13 Zoccolo in MDF 6 mm
14 Parquet di ciliegio 12 mm; compensato 9 mm,
15 Lamiera di copertura d’acciaio zincato 0,4 mm;
guaina bituminosa; termoisolante in pannello di
schiuma rigida 60 mm; guaina di gomma a poro
chiuso
∂   2004 ¥ 1/2
Pagina 60
Centro per bambini e ragazzi a Salisburgo
Il nuovo impianto fonda su un complesso
scolastico dei primi anni ’70 ed è stato realizzato
conlatecnologia dellegnoperquestioni statiche.
Le pareti sono composte da elementi
prefabbricati cui sono connessi gli elementi di
copertura mediante chiodatura. Un solaio di
supporto in elementi di cls devia i carichi su
pilastri e pareti.
Planimetria generale, scala 1:4000
Sezioni, Pianta, scala 1:750
1 Campo da gioco; 2 Scuola secondaria; 3 Scuola
elementare; 4 Asilo materno; 5 Aule di gruppo; 6 Cucina; 7 Sala da pranzo; 8 Sala giochi; 9 Servizi;10 Amministrazione
Sezione orizzontale, verticale, scala 1:20
1 Guaina impermeabilizzante 9 mm; termoisolante
polistirolo espanso 100 mm, con guaina bituminosa; guaina bituminosa sottotrave 1 mm; compensato a tre fogli d’abete rosso 30 mm; lana minerale 300 mm, fra travetti di lamellare; compensato a
tre fogli d’abete rosso 30mm; barriera al vapore,
correnti 40/40 mm o 40/60 mm, pannello di compensato di betulla laccato 9 mm
2 Elemento parete: compensato a tre fogli di larice
20 mm, retroventilazione 50 mm, guaina, compensato 16 mm, lana minerale 300 mm, compensato 16 mm, barriera al vapore, correnti
30/60 mm,pannellodicompensatodibetullalaccato9
mm
3 Pavimento cementizio autolivellante, levigato 80 mm,
con riscaldamento radiante, guaina, materassino
fonoassorbente10mm,sabbiagrossa50 mm,c.a.130
mm, trave prefabbricata
4 Compensato 22 mm per irrigidimento
5 Vetro semplice colato 10 mm
Pagina 65
Scuola media a Klaus
Il complesso a tecnologia passiva rappresenta un progetto pilota della categoria architettura scolastica. Disposto su tre livelli, il
rigoroso corpo di fabbrica e il volume di
connessione creano una schermatura del
cortile di ricreazione rispetto alla strada. Nella scuola sono radunate 12 classi. Al piano
superiore del volume di connessione si trova
la biblioteca. La relazione tra i due volumi
scolastici avviene attraverso una lunga zona
corridoio illu-minata da lucernari. In volumi
separati si trovano servizi, spazi funzionali
secondariedimpianti.Unospaziovuotocontinuo
consente l’illuminazione dei livelli sottostanti. Le
lamelle a dispositivo automatico fungono da
schermaturasolaredellefinestre,mentrelamiere
di rame perforate con 30% di trasparenza
proteggono il lato sud delle aule.
Piante • sezione, scala 1:1000
1 Aula/aula ricreazione; 2 Aula; 3 Corridoio; 4 WC/
Impianti/ambienti accessori; 5 Aula riservata agli insegnanti; 6 Aula speciale; 7 Biblioteca; 8 Servizi
Planimetria generale, scala 1:3000
1 Nuovo; 2 Palestra; 3 Esistente
Sezione aule, scala 1:20
1 Inverdimento estensivo 100 mm, impermeabilizzazione bituminosa a tre strati, termoisolante lana
minerale 300 mm, barriera al vapore, pannello
OSB 22 mm, lamellare 520–380 mm; pannello
OSB 22 mm, controsoffitto in compensato di betulla
2 Trave di lamellare 220/640 mm
3 Telaio finestra in lamellare 540/60 mm
Testo in italiano
4 Doppio vetro camera
5 Rivestimento in tavole di abete bianco naturale
20 mm; listelli 30 mm, controlistelli 40 mm; barriera al vento, listelli 40/60 mm, con lana minerale;
compensato impiallacciato 33 mm, travi di lamellare 180 mm con lana minerale 180 mm; compensato multistrato impiallacciato 33 mm, barriera al
vapore, correnti 84 mm, lana minerale 50 mm; intercapedine d’aria 35 mm, compensato di betulla 12 mm
6 Resina 3 mm; pavimento cementizio 60 mm, materassino fonoassorbente 25 mm, pietrisco 50
mm
7 Pannello di compensato impiallacciato 33 mm,
trave di lamellare 80/380 mm, lana minerale
100 mm, pannello di compensato impiallacciato
33 mm, controsoffitto di betulla 12 mm
8 Pannello OSB 30 mm, trave di legno 80/280 mm,
pannello OSB 22 mm
9 Pannello di compensato impiallacciato impregnato
Pagina 70
Scuola speciale a Garbsen
Dal lato nord, la scuola é percepibile come
un edificio a stecca rigorosamente lineare,
mentre sul lato posteriore un complesso organismo di strutture aperte e chiuse sorprende l’osservatore. Un ambiente pensato
per le funzioni quotidiane e quelle didattiche
di una comunità di 100 bambini con handicap mentali e 40 insegnanti. Le lezioni si
svolgono in quattro batterie d’aule disposte
su un piano, ad ognuna delle quali, coperta
da un tetto a falde, è stato anteposto un cortile per la ricreazione. Nel volume più largo
dell’edificio su due piani sono disposte le
unità amministrative, il centro per la terapia
e una palestra. Qui l’ampio foyer in corrispondenza dell’area d’ingresso, con copertura in cuscini di membrana trasparenti
pneumatici, è utilizzato come cortile comune
dagli alunni. Durante la costruzione, gli architetti hanno optato per il materiale legno,
poiché è particolarmente adatto ai bambini:
ha un buon odore, crea una bella atmosfera
e ha anche “un buon sapore”. Inoltre, la
scelta di una struttura massiccia costituiva un
vantaggio per lea protezione antincendio. La
tecnica a tavole di legno sovrapposte, scelta per
ragioni statiche, soddisfaceva tutti i requisiti,
anche le normative per l’isolamento termico del
1995. La prefabbricazione artigianale di alcuni
elementi ha consentito un montaggio veloce in
loco. Per il rivestimento esterno della facciata
sono state scelte perline di rivestimento
inchiodate in legno di conifera trattato
termicamente per migliorare la resistenza
all’umidità.
Sezioni• Piante, scala 1:750
1 Aula; 2 Aula di gruppo; 3 Ricreazione; 4 Multifunzioni; 5 Musica; 6 Aula magna; 7 Terapia; 8 Ginnastica; 9
Aula riservata agli insegnanti; 10 Scuola di cucina; 11
Vuoto; 12 Computer; 13 Laboratorio; 14 Terrazza; 15
Amministrazione
Sezione verticale ed orizzontale, scala 1:20
1 Listello 30/30 mm, Rivestimento di tavole 20 mm,
correnti 40/60 mm, correnti 30/60 mm, barriera al
vento, elemento di legno squadrato 60/60 mm inframmezzato da isolante
lana di pietra 60+60 mm, pannello OSB 20 mm,
strato di sovrapposizione di listelli 60/130 mm
7
trattati con olio bianco
2 Vetrata isolante, telaio in abete rosso 50/90 mm
con profili d’alluminio
3 Guaina impermeabilizzante sintetica, isolante di
lana minerale a due strati, 180 mm, guaina bituminosa, strato di sovrapposizione di listelli
60/240 mm
4 Parquet 22 mm, sottofondo 62 mm, materassino
fonoisolante 35 mm, c.a. 120 mm, pietrisco 140
mm, pannello di particelle 20 mm, profilo d’acciaio HEA I 300, rivestimento in tavole abete rosso
20 mm; listello 30/30 mm,
5 Copertura in cuscini ETFE: esterno: pellicola 0,2
+ 0,1 mm con fissaggio a punti, interno: pellicola
0,2 + 0,2 mm con fissaggio a punti
6 Trave di legno incollato 210/460 mm
7 Tavole sovrapposte 60/100 mm; lastra di OSB 12
mm; termoisolante; lana minerale 60 mm
8 Substrato di terriccio 80 mm, guaina filtrante,
pannello drenante 70 mm guaina di impermealizzazione, lana minerale a due strati 180 mm, guaina impermeabiliz-zante bituminosa, tavoloni sovrapposti 60/180 mm
9 Pensilina, vetro stratificato 2≈ 5 mm
10 Montante, tubolare d’acciaio _ 160/60 mm
11 Rivestimento in tavole di legno retroventilate
23 mm
Pagina 83
Costruire in tecnologia a blocchi oggi:
una casa d’abitazione a Brixlegg, Tirolo
Antonius Lanziger
Alcuni scavi archeologici potrebbero confermare la presenza d’edifici germanici costruiti
con struttura massiccia detta “a blocco” già
nell’Età del Bronzo (1100–750 a.C.). In origine, la struttura in legno massiccio definiva un
volume cubico unico le cui dimensioni erano
stabilite tramite fusti d’albero. Solo più tardi si
riuscirono a costruire pareti più lunghe grazie
all’allineamento di più elementi di legno squadrati e alla suddivisione degli spazi interni. La
rilevanza architettonica ed economica della
costruzione di legno massiccio è oggi alquanto modesta. I motivi sono molteplici: un
considerevole consumo di legno, elevati costi
di manodopera, difficoltà tecniche progettuali
ed esecutive, e non da ultimo, l’immagine di
“povertà” connessa a questa tecnologia costruttiva. Costruire in elementi massicci è il
metodo più arcaico di “metter su casa”. E’ la
forma più pura della costruzione di legno. Le
strutture di legno prefabbricate sono solitamente combinate in elevata percentuale con
materiali prodotti industrialmente, le cui proprietà bioedili indeboliscono il bilancio generale. La limitata conducibilità termica che genera un bilanciamento della temperatura
superficiale con quella interna, impedisce la
formazione d’umidità di condensa. Le proprietà igroscopiche del legno, consentono
una regolazione del grado d’umidità degli
spazi, qualità che agisce positivamente sul
clima dell’ambiente interno.
L’idea di progetto: casa torre a Brixlegg.
Un ripido pendio roccioso con inclinazione di
35° ha generato la tipologia della costruzione:
un edificio a torre. Tale struttura, al contempo
di forte impatto formale, consente l’unica soluzione possibile per l’illuminazione naturale
dei livelli superiori altrimenti ombreggiati dai
rilievi adiacenti. L’edificio si apre sullo spazio
naturale di fronte alla valle. Su un basamento
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Testo in italiano
di calcestruzzo si ergono i quattro piani abitativi di legno. Le pareti in tavole sono irrigidite
in senso orizzontale tramite le connessioni
degli angoli. Altre tramezze intermedie d’irrigidimento per ridurre la lunghezza libera a
presso flessione non sono necessarie nel caso di estensioni inferiori a nove metri. La struttura è composta di travi (12x18 cm) che fungono da setti strutturali insieme a pannelli
multistrato a tre fogli. Le teste delle travi sono
state affondate per 3 cm nelle pareti esterne,
dunque non sono percepibili esternamente.
Le travi del solaio sono connesse su entrambi
i lati del blocco per le installazioni da coprigiunti stabili a trazione in modo tale che l’intero soffitto sia stabile a trazione e compressione. Insieme alla struttura di copertura piana
retroventilata, si crea una “scatola di
legno”controventata alle fondamenta mediante aste tiranti d’acciaio. Le prime costruzioni a
struttura piena poggiavano direttamente sul
terreno con una base composta di traversine
disposte ad anello. Per impedire la risalita
d’umidità e garantire un affidabile defluire di
neve e pioggia battente, nel corso del tempo,
l’anello d’appoggio fu sollevato da terra tramite pietre, legname o pilastri di legno. Grazie
alla sua posizione in corrispondenza di un ripido pendio, la torre fonda sul lato della collina su un elemen-to angolare di calcestruzzo,
mentre verso valle è sollevata da terra mediante pilastri di calcestruz-zo. L’esigenza
d’elevati requisiti, ha avuto come conseguenza il sovradimensionamento dell’anello di base e la sua realizzazione in essenze molto
dure (rovere). Per questo edificio è stato usato legno d’abete del vicino Tirolo, relativamente stabile e privo di nodi. Le tavole di legno, la cui lunghezza corrisponde a quella
dell’edificio, sono stati essiccati artificialmente, smistati tramite numerazione, trasportati in
cantiere dove due o tre artigiani esperti hanno impiegato da quattro a cinque settimane
per l’assemblaggio. La parete con struttura in
profili di legno massiccio corre dalle fondamenta sino alla terrazza in un unico spessore.
L’aspetto levigato delle superfici esterne è
accentuato dall’impiego di legname squadrato piallato. In confronto alle sezioni tondeggianti od ovali delle strutture arcaiche, sezioni
che conferiscono alla parete un carattere
espressivo ed archetipo, il legname squadrato si distingue per la migliore aderenza fra
tronchi. La giunzione con maschiatura conferisce un’elevata tenuta delle fughe d’appoggio mentre solo le connessioni in corrispondenza degli angoli rimangono semplici fughe
e quindi punti critici della struttura. Inoltre, si
riduce drasticamente la torsione delle travi da
parete. A causa delle forze di taglio fra le travi, che spesso si vengono a creare trasversalmente alle fibre durante il processo d’essiccazione e molto meno durante il ciclo di
vita quando il legno “lavora”, si rende necessario un ulteriore fissaggio delle pareti. Il più
diffuso è il fissaggio con bulloni. Tramite l’assorbimento delle forze di taglio si riesce ad
elevare la tenuta della parete stessa, ma non
si può impedire la flessione cui si ovvia con la
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connessione angolare delle travi da parete.
La tecnologia in profili di legno squadrati detta “a blocco”, sotto molti aspetti “low-tech”; è
ancora caratterizzata da un elevato impiego
di manodopera specializzata. Basata sui
principi della costruzione di legno, conta numerose variazioni che si riconducono fondamentalmente a due tipologie di base, con o
senza rostro. La forma tradizionale con rostro
aggettante è usata attualmente di rado, mentre a questa si preferisce la giunzione a coda
di rondine. In casi particolari, gli angoli sono
ulteriormente protetti da un rivestimento in tavole. La giunzione angolare a coda di rondine é soprannominata “Tiroler Schloss” o giunzione tirolese e si annovera tra le connessioni
senza rostro. Vantaggio di questa struttura è
sicuramente la possibilità di prefabbricazione. Con la forma rastremata, questo tipo di
giunzione si rivela più tenace nell’accoppiamento e più resistente alle intemperie rispetto
alle immorsature e alle giunzioni a mezzo legno. Si creano pochi ponti termici e in ogni
modo una parete di legno massiccio può
avere un valore K quadruplo rispetto ad una
parete in muratura d’uguale spessore. Una
parete spessa 19 cm monostrato sarebbe
conforme ai quasi 2000 regolamenti tecnici tirolesi e garantirebbe il valore U di 0,5. Dato
che lo spessore preferenziale di 21 cm non
poteva essere adottato per la carenza di
macchine per la produzione del “Tiroler
Schloss”, si pensò di ricorrere ad uno spessore di 16 cm anche se dal punto di vista statico ne sarebbero bastati 10. Un rivestimento
interno non fu considerato alla luce dell’analisi del comportamento invernale della parete.
Gli esili giunti angolari non possono essere
completamente resi impenetrabili alle infiltrazioni d’aria rispondenti agli standard delle case a basso consumo energetico, a meno di
introdurre una membrana di protezione. Questo fatto si scontra però con la filosofia del
costruire di legno. Secondo il mio parere,
ogni struttura di legno dovrebbe essere retroventilata, una giunzione ermetica conduce
quasi irrimediabilmente ad un degrado del legno dovuto all’umidità. Al fine di non pregiudicare le proprietà e le qualità del materiale,
dobbiamo rinunciare a questo standard. Il legno non sottoposto ad alcun trattamento superficiale di protezione dalle intemperie, è solo semplicemente piallato liscio. Nelle
costruzioni realizzate interamente in legno, la
problematica dell’isolamento acustico è alquanto difficile da controllare. L’edilizia privata residenziale in Tirolo non prevede alcuna
misura di protezione antincendio. I vantaggi
in questo campo sono che il legno non libera
fumi e che fondamentalmente le travi portanti
mantengono la loro stabilità più a lungo rispetto ad elementi costruttivi in acciaio. In caso d’incendio, è garantita una resistenza al
fuoco pari all’R150. Le proprietà igroscopiche
del materiale caratterizzano la costruzione di
legno che si dilata in presenza di un’elevata
umidità nell’aria ed è soggetta a ritiro quando
asciuga. Mentre il comportamento conseguente all’essiccazione è trascurabile in
quanto avviene in direzione delle fibre, la riduzione del volume si accentra trasversalmente, in senso radiale. Il legno subisce un
ritiro tangenziale alle fibre. Questo fenomeno,
da un lato, pone il problema del fissaggio,
dall’altro spesso favorisce l’apertura dei giunti. Mentre la differenza d’esposizione soleombra dell’edificio è trascurabile, nel cambio
di stagione estate-inverno si percepiscono le
variazioni di sezionie del legname che possono essere assorbite tramite tolleranze create
tra gli elementi edili. Il retrocedere dell’umidità da costruzione ha maggiori ripercussioni:
nonostante il montaggio sia realizzato in loco
in tempi brevi, ogni cantiere presenta effetti di
disturbo che provocano un aumento d’umidità nella struttura. In questo caso, per una parete di 12,5 metri d’altezza è stato calcolato
un ritiro di 12-15 cm. Dalla fine dei lavori, si è
già verificato un ritiro di 15 cm, cosa che ha
portato a conferire un’elevata attenzione nel
disegno dei particolari costruttivi affinché le
vetrate e gli impianti tecnicologici non subissero conseguenze. Gli impianti sono concentrati in un elemento centrale in cls gettato in
opera. Il nucleo di calcestruzzo e la struttura
a blocchi sono completamente indipendenti
l’uno dall’altra. Collegato con il nucleo di cls
è, invece, una stufa da riscaldamento in ceramica. A differenza della tecnologia a traliccio
dove le aperture sono parte integrante del sistema, nella struttura a blocchi esse costituiscono una problematica. Le finestre, le porte
e gli stipiti devono potersi “muovere” o dilatare indipendentemente. La connessione tra
elementi deve essere al tempo stesso fissa e
mobile, cosa che si verifica inserendo tra elementi e pareti diversi ambiti di dilatazione. Il
problema delle vetrate di grande dimensione
è risolto secondo il principio della sovrapposizione dei singoli elementi edili e tramite l’intercapedine ricavata nella parete piena in cui
i vetri possono adattarsi. Per collaborare al
movimento della parete in blocchi e consentire un movimento indipendente, i telai sono
sempre appesi e solo fissati dall’alto. Il fissaggio laterale avviene tramite il tassello maschio e quello femmina incassati nel telaio di
legno che impediscono un sollevamento solo
in direzione orizzontale. Questo particolare
consente di compensare il ritiro sino a 8 cm
nelle finestre esposte a sud alte 6,2 metri. Le
fughe tra parete e telaio sono state sigillate
termicamente con nastri isolanti o con materiale di riempimento, mentre è stato impossibile mettere a punto un incollaggio con silicone.
Nonostante l’elevata qualità abitativa offerta,
le costruzioni in profili di legno massicci dette
a “blocco” sono destinate anche in futuro a rimanere un’eccezione. Le costruzioni a doppio o singolo starto contribuiscono a migliorare all’interno la fonoassorbenza, all’esterno il
potere termoisolante e la tenuta al vento.
Economia, riduzione del fabbisogno di legno
e prefabbricazione fronteggiano le tradizioni
artigianali. L’edificio “ a blocco” di Brixlegg è
un tentativo di tradurre una tecnica tradizionale in una tecnologia contemporanea.
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Testo in italiano Pagina 6 Fienili in Slovenia Frank