Provincia di Pavia Settore Faunistico - Naturalistico Ricostituzione di marcite nell’Oasi Vernavola (Piano faunistico venatorio e di miglioramento ambientale del territorio della Provincia di Pavia 2006-2010) 11 marzo 2008 Il progetto Il progetto di ricostituzione di marcite nell’Oasi Vernavola, finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura e Riserve Naturali della Provincia di Pavia, e realizzato dalla Azienda Agricola “Cascina Colombara”, si prefigge un duplice obiettivo. In funzione faunistico-ambientale, il recupero di zone umide utili alla sosta ed al rifugio di specie di avifauna migratoria e stanziale. In funzione socio-culturale, il recupero di un tipico elemento colturale e paesaggistico della pianura lombarda di un tempo. La marcita E’una tecnica colturale che utilizza l’irrigazione a gravità usando, anche nella stagione invernale, l’acqua che, col proprio moto, impedisce la congelazione e somministra all’erba un continuo alimento, mantenendo così vive le funzioni vitali dell’erba che diversamente arresterebbe la propria crescita. La funzione della marcita era proprio quella di produrre foraggio già alla fine dell’inverno quando ormai il fieno dell’anno precedente scarseggiava; inoltre, somministrando erba fresca agli animali in lattazione, essi producevano una maggior quantità di latte. In effetti il primo taglio del foraggio viene effettuato a fine febbraio, il secondo a metà aprile, il terzo, detto maggengo, a fine maggio, il quarto taglio, detto agostano, a fine luglio , il quinto, detto terzuolo, a fine agosto, il sesto tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre e l’ultimo alla fine di novembre/inizio dicembre. Etimologia Per l’origine del nome marcita sono attualmente avanzate tre ipotesi: -marzita : perché si taglia a marzo; -marcita : perché l’erba dell’ultimo taglio non viene raccolta ma fatta marcire per nutrire il terreno; -marcita : perché tolta l’acqua, alcune parti di erba sembrano marcire. Storia Gli inventori delle marcite sono stati i frati Cistercensi e Umiliati intorno al 1500. I primi, provenienti dalla Borgogna, portarono in Italia la loro ingegnosità nel coltivare. La famiglia Archinto, antica famiglia nobile milanese, donò alla comunità cistercense un vasto territorio, in verità paludoso, sul quale i monaci costruirono l’abbazia di Chiaravalle e iniziarono il attraverso una razionalizzazione dei riordino del sistemi di terreno circostante, irrigazione, compresa canalizzazione degli scoli della città di Milano. Fattori indispensabili alla diffusione delle marcite in Lombardia furono la consistenza del terreno e la presenza di notevoli quantità d’acqua. la Le tipologie marcita a ripiglio: l’acqua che ha bagnato la marcita superiore viene ripresa per irrigare quella inferiore: ciò è possibile perché il fosso di scolo della marcita superiore diventa fosso di testa per la marcita inferiore. marcita a zig-zag : i fossi colatori (“menavia”) dell’appezzamento superiore diventano fossi maestri di quello inferiore. Per ottenere ciò sono collegati con un canaletto obliquo che porta l’acqua dai menavia ai fossi maestri dell’appezzamento inferiore. marcita a maschio e femmina : il fosso menavia si trasforma in fosso maestro. Le ali di un quadro, rispetto a quello successivo, sono a pendenza invertita. prato marcitorio o marcita a sguasso : La marcita realizzata nell’Oasi Vernavola è precisamente un prato marcitorio a sguasso. La marcita della Vernavola La marcita realizzata nell’ambito di questo progetto è precisamente un prato marcitorio a sguasso. L’acqua, derivata dal Cavo Colombara, digrada lentamente per gravità su più piani: immessa nella roggetta o nel cavo irrigatore, essa straripa e allaga il prato fino a raggiungere la seconda roggetta, che funge contemporaneamente da fosso di scolo e da fosso irrigatore del piano sottostante. Infine, l’acqua si raccoglie nel fosso di scolo finale e di qui si riversa tramite una serie di condutture, poste sotto il piano di campagna, nella roggia Vernavola, fresca e depurata. I campi, dell’estensione complessiva di circa 50 p.m., rappresenteranno una zona umida di particolare rilevanza per la tutela dell’avifauna durante il tragitto migratorio, mentre le siepi realizzate in fregio agli appezzamenti (e costituite da essenze tipiche della pianura padana, quali salici, gelsi, biancospini, ontani) potranno fornire rifugio e nutrimento anche alla piccola avifauna stanziale. Corredano l’intervento una serie di realizzazioni accessorie, come le colture a perdere ed il mantenimento di prati, le quali contribuiscono a mantenere inalterate le condizioni ambientali dell’Oasi di protezione Vernavola, tradizionalmente favorevoli al mantenimento della fauna selvatica stanziale, pur in un contesto urbano di accessibile e sostenibile fruibilità da parte del pubblico. La marcita della Vernavola Particolare della rete irrigua Visione d’insieme della marcita La fitodepurazione La marcita può essere considerata come un impianto fitodepurativo naturale, in quanto riduce il fenomeno dell’eutrofizzazione, causato dalla presenza nelle acque di nutrienti quali azoto e fosforo: ciò genera un eccessivo sviluppo di alghe, le quali sottraggono ossigeno agli altri organismi viventi. Grazie alla fotosintesi, l’erba della marcita trasferisce ossigeno ai sistemi radicali ed all’ambiente circostante mantenendo un ambiente adatto alla crescita dei batteri aerobi, mentre gli steli permettono lo sviluppo e l’insediamento di microrganismi. (per la realizzazione del presente opuscolo, nonché della bacheca illustrativa, sono state utilizzate informazioni contenute nel volume“La marcita…ricordi?”, a cura del prof. Franco Ferla, AA.VV., ed. la Goliardica Pavese, 2005. Si ringraziano gli Autori e l’Editore per la gentile concessione)