6 Tema: cambiamento demografico
Titelthema: Vorsorgeuntersuchungen
Tema: cambiamento
in Unternehmen demografico 7
L’invecchiamento della forza
lavoro determina il futuro
In Europa la popolazione invecchia rapidamente. Contemporaneamente scende il tasso di natalità. Questa
evoluzione causa anche in Svizzera la diminuzione costante della forza lavoro qualificata. Per restare competenti
sul mercato, le aziende dovrebbero affrontare attivamente il cambiamento demografico.
Testo: Daniela Diener
Nei paesi industrializzati occidentali un numero sem­
pre maggiore di persone deve fare i conti con il proprio
invecchiamento. Ma l’evoluzione demografica non
pone problemi unicamente ai singoli individui, bensì
anche all’economia. Perché così come invecchia la po­
polazione, invecchiano anche le persone che lavorano.
«La fascia delle persone in età oltre i 50
anni è molto meno uniforme di quella delle
persone più giovani». Professor dott. François Höpflinger
Entro il 2020 la parte di lavoratori più anziani raggiun­
gerà quasi un terzo dell’intera popolazione attiva (UST
2008). Già oggi nel settore dei servizi un lavoratore su
quattro ha un’età superiore ai 50 anni. Se un’azienda
intende lavorare con successo anche in futuro, deve
sviluppare strategie per usufruire delle capacità dei
suoi dipendenti quanto più a lungo possibile. Questo è
realizzabile solo se l’azienda ha un occhio di riguardo
per la salute dei collaboratori, riconosce in modo ade­
guato le loro prestazioni e li stima.
Secondo il professor dott. François Höpflinger dell’Uni­
versità di Zurigo, il modo migliore di impiegare e pro­
muovere le capacità dei collaboratori più anziani di­
pende fortemente dal settore e dal collaboratore stesso.
Opuscolo «Cambiamento demografico»
Gestione aziendale dell’invecchiamento
Helsana sostiene le aziende nei provvedimenti relativi a come affrontare il cambiamento demografico. L’opuscolo «Helsana Business
Health – Cambiamento demografico» illustra i retroscena e presenta
possibili spunti d’azione. L’opuscolo di otto pagine è completato da
diversi strumenti per l’analisi del fabbisogno d’intervento dell’azienda
e da una lista di controllo. Potete ordinare questa pubblicazione gratuita tramite il tagliando figurante in quarta di copertina.
business 2/ 09
A causa delle diverse esperienze di vita, la fascia delle
persone in età oltre i 50 anni è molto meno uniforme
di quella delle persone più giovani. Le persone più an­
ziane hanno biografie e modelli di vita molto più varia­
ti delle generazioni più giovani. Di conseguenza anche
le loro esigenze variano molto. «I lavoratori che per
lunghi anni hanno esercitato lavori fisicamente pesan­
ti necessitano di sgravio. Altri che hanno eseguito
anno dopo anno lo stesso lavoro e accusano un senso
di saturazione hanno bisogno di nuovi campi d’attivi­
tà, altri ancora di un perfezionamento», spiega questo
gerontologo. Può essere indicata un’occupazione a tem­
po parziale dei lavoratori anziani. Questa prevede una
riduzione dell’orario di lavoro dal 100 all’80 per cento,
mantenendo immutato il diritto alla rendita di vec­
chiaia. In tale contesto alcune aziende assumono com­
pletamente l’ammanco di copertura del 20 per cento
per quanto riguarda la previdenza professionale e l’AVS.
Altre ditte assumono la metà dell’ammanco di coper­
tura mentre il lavoratore ne assume l’altra metà. Un al­
tro modello, detto «modello tandem» (una persona
anziana e una giovane si alternano in un posto di lavo­
ro), si presta a essere applicato soprattutto in ambito
tecnico: un ingegnere anziano può trasmettere prezio­
se conoscenze a un suo collega più giovane.
Per tutti i lavoratori più anziani è comunque decisiva
la promozione della salute sul posto di lavoro e nella
vita privata. L’ergonomia del posto di lavoro, le offerte
sportive, le pause di ricupero sufficienti e un’atmosfera
psicosociale sana contribuiscono molto al benessere
delle persone anziane che continuano a lavorare.
I consulenti più anziani destano più fiducia
Invecchia il personale, ma anche la clientela. Il socio­
psicologo professor Urs Kalbermatten della Scuola pro­
fessionale universitaria di Berna trova perciò che sia
I lavoratori più anziani trasmettono ai collaboratori giovani conoscenze preziose.
business 2/ 09
6 Tema: cambiamento demografico
Titelthema: Vorsorgeuntersuchungen
Tema: cambiamento
in Unternehmen demografico 7
L’invecchiamento della forza
lavoro determina il futuro
In Europa la popolazione invecchia rapidamente. Contemporaneamente scende il tasso di natalità. Questa
evoluzione causa anche in Svizzera la diminuzione costante della forza lavoro qualificata. Per restare competenti
sul mercato, le aziende dovrebbero affrontare attivamente il cambiamento demografico.
Testo: Daniela Diener
Nei paesi industrializzati occidentali un numero sem­
pre maggiore di persone deve fare i conti con il proprio
invecchiamento. Ma l’evoluzione demografica non
pone problemi unicamente ai singoli individui, bensì
anche all’economia. Perché così come invecchia la po­
polazione, invecchiano anche le persone che lavorano.
«La fascia delle persone in età oltre i 50
anni è molto meno uniforme di quella delle
persone più giovani». Professor dott. François Höpflinger
Entro il 2020 la parte di lavoratori più anziani raggiun­
gerà quasi un terzo dell’intera popolazione attiva (UST
2008). Già oggi nel settore dei servizi un lavoratore su
quattro ha un’età superiore ai 50 anni. Se un’azienda
intende lavorare con successo anche in futuro, deve
sviluppare strategie per usufruire delle capacità dei
suoi dipendenti quanto più a lungo possibile. Questo è
realizzabile solo se l’azienda ha un occhio di riguardo
per la salute dei collaboratori, riconosce in modo ade­
guato le loro prestazioni e li stima.
Secondo il professor dott. François Höpflinger dell’Uni­
versità di Zurigo, il modo migliore di impiegare e pro­
muovere le capacità dei collaboratori più anziani di­
pende fortemente dal settore e dal collaboratore stesso.
Opuscolo «Cambiamento demografico»
Gestione aziendale dell’invecchiamento
Helsana sostiene le aziende nei provvedimenti relativi a come affrontare il cambiamento demografico. L’opuscolo «Helsana Business
Health – Cambiamento demografico» illustra i retroscena e presenta
possibili spunti d’azione. L’opuscolo di otto pagine è completato da
diversi strumenti per l’analisi del fabbisogno d’intervento dell’azienda
e da una lista di controllo. Potete ordinare questa pubblicazione gratuita tramite il tagliando figurante in quarta di copertina.
business 2/ 09
A causa delle diverse esperienze di vita, la fascia delle
persone in età oltre i 50 anni è molto meno uniforme
di quella delle persone più giovani. Le persone più an­
ziane hanno biografie e modelli di vita molto più varia­
ti delle generazioni più giovani. Di conseguenza anche
le loro esigenze variano molto. «I lavoratori che per
lunghi anni hanno esercitato lavori fisicamente pesan­
ti necessitano di sgravio. Altri che hanno eseguito
anno dopo anno lo stesso lavoro e accusano un senso
di saturazione hanno bisogno di nuovi campi d’attivi­
tà, altri ancora di un perfezionamento», spiega questo
gerontologo. Può essere indicata un’occupazione a tem­
po parziale dei lavoratori anziani. Questa prevede una
riduzione dell’orario di lavoro dal 100 all’80 per cento,
mantenendo immutato il diritto alla rendita di vec­
chiaia. In tale contesto alcune aziende assumono com­
pletamente l’ammanco di copertura del 20 per cento
per quanto riguarda la previdenza professionale e l’AVS.
Altre ditte assumono la metà dell’ammanco di coper­
tura mentre il lavoratore ne assume l’altra metà. Un al­
tro modello, detto «modello tandem» (una persona
anziana e una giovane si alternano in un posto di lavo­
ro), si presta a essere applicato soprattutto in ambito
tecnico: un ingegnere anziano può trasmettere prezio­
se conoscenze a un suo collega più giovane.
Per tutti i lavoratori più anziani è comunque decisiva
la promozione della salute sul posto di lavoro e nella
vita privata. L’ergonomia del posto di lavoro, le offerte
sportive, le pause di ricupero sufficienti e un’atmosfera
psicosociale sana contribuiscono molto al benessere
delle persone anziane che continuano a lavorare.
I consulenti più anziani destano più fiducia
Invecchia il personale, ma anche la clientela. Il socio­
psicologo professor Urs Kalbermatten della Scuola pro­
fessionale universitaria di Berna trova perciò che sia
I lavoratori più anziani trasmettono ai collaboratori giovani conoscenze preziose.
business 2/ 09
8 Tema: cambiamento demografico
Thema: Gesundheitserhaltender Arbeitsplatz 9
«ce ne dobbiamo liberare. Il pericolo di questi precon­
cetti sta nel fatto che alla fine le persone diventano pro­
prio così come si crede che debbano essere».
Preziose competenze inutilizzate
Sovente le aziende non tengono più colloqui di qualifi­
cazione con i loro collaboratori più anziani. Molte ditte
escludono inoltre questa fascia d’età dalle promozioni,
dai corsi di perfezionamento e dall’assegnazione di
nuove funzioni. Secondo François Höpflinger le azien­
de sostengono spesso troppo poco i collaboratori in età
a partire dai 50 anni. Di conseguenza il collaboratore
dà la sua «disdetta interiore» e tira avanti senza moti­
vazione per gli anni restanti fino al pensionamento. In
questo modo l’azienda danneggia anche sé stessa per­
ché è proprio da questi collaboratori che potrebbe trar­
re vantaggio: essi sono oggi molto più efficienti di 30
anni fa. ‹
François Höpflinger riconosce un grande potenziale nei collaboratori anziani.
molto importante che, nei loro progetti per affrontare
l’invecchiamento demografico, le aziende considerino
la clientela tanto quanto i collaboratori. «In determina­
ti settori come, ad esempio, quello bancario o quello
«In futuro la qualità delle aziende si
misurerà sul loro modo di trattare i collaboratori più anziani.» Professor dott. Urs Kalbermatten
immobiliare, i clienti più anziani preferiscono consu­
lenti più anziani, dai quali si sentono compresi meglio.
Anche nell’ambito sanitario si preferisce spesso il per­
sonale più anziano». A seconda dunque del segmento
di clienti, i collaboratori più anziani possono dare un
contributo prezioso all’azienda.
Le aziende devono liberarsi dai pregiudizi
Albert Einstein ha detto che è più facile frantumare un
atomo che demolire un pregiudizio. Anche i pregiudizi
business 2/ 09
nei confronti dei collaboratori anziani sono duri a mo­
rire. Contrariamente all’opinione largamente diffusa
secondo la quale i collaboratori più anziani sarebbero
meno efficienti di quelli giovani, secondo Urs Kalber­
matten i lavoratori ultracinquantenni sanno fare me­
glio molte cose. «Essi sono più sicuri di sé, più leali e
più affidabili. Inoltre hanno spesso strategie migliori e
una rete di contatti più grande».
Efficienti anche dopo i 60 anni
E cosa dire dell’affermazione secondo la quale i collabo­
ratori anziani si ammalerebbero più spesso di quelli
giovani? In tale contesto l’opinione di François Höp­
flinger: «Non è così. I collaboratori che a 60 anni lavo­
rano ancora nell’azienda sono, di regola, tanto efficienti
quanto i giovani».
Ma purtroppo i pregiudizi nei confronti dei lavoratori
più anziani sono ancora molto diffusi. «Nella nostra
società ci sono molti stereotipi negativi riguardanti le
persone più anziane», si rammarica Urs Kalbermatten,
Urs Kalbermatten e i pregiudizi nei confronti della generazione anziana.
Evoluzione della parte di persone attive in età a partire dai 50 anni per rapporto alla popolazione
attiva ed evoluzione futura secondo l’evoluzione demografica prevista
35 %
30 %
25 %
20 %
15 %
10 %
2005
2006
Totale
2007
Uomini
2010
Donne
2020
2030
2040
2050
(Ufficio federale di statistica UST )
business 2/ 09
8 Tema: cambiamento demografico
Thema: Gesundheitserhaltender Arbeitsplatz 9
«ce ne dobbiamo liberare. Il pericolo di questi precon­
cetti sta nel fatto che alla fine le persone diventano pro­
prio così come si crede che debbano essere».
Preziose competenze inutilizzate
Sovente le aziende non tengono più colloqui di qualifi­
cazione con i loro collaboratori più anziani. Molte ditte
escludono inoltre questa fascia d’età dalle promozioni,
dai corsi di perfezionamento e dall’assegnazione di
nuove funzioni. Secondo François Höpflinger le azien­
de sostengono spesso troppo poco i collaboratori in età
a partire dai 50 anni. Di conseguenza il collaboratore
dà la sua «disdetta interiore» e tira avanti senza moti­
vazione per gli anni restanti fino al pensionamento. In
questo modo l’azienda danneggia anche sé stessa per­
ché è proprio da questi collaboratori che potrebbe trar­
re vantaggio: essi sono oggi molto più efficienti di 30
anni fa. ‹
François Höpflinger riconosce un grande potenziale nei collaboratori anziani.
molto importante che, nei loro progetti per affrontare
l’invecchiamento demografico, le aziende considerino
la clientela tanto quanto i collaboratori. «In determina­
ti settori come, ad esempio, quello bancario o quello
«In futuro la qualità delle aziende si
misurerà sul loro modo di trattare i collaboratori più anziani.» Professor dott. Urs Kalbermatten
immobiliare, i clienti più anziani preferiscono consu­
lenti più anziani, dai quali si sentono compresi meglio.
Anche nell’ambito sanitario si preferisce spesso il per­
sonale più anziano». A seconda dunque del segmento
di clienti, i collaboratori più anziani possono dare un
contributo prezioso all’azienda.
Le aziende devono liberarsi dai pregiudizi
Albert Einstein ha detto che è più facile frantumare un
atomo che demolire un pregiudizio. Anche i pregiudizi
business 2/ 09
nei confronti dei collaboratori anziani sono duri a mo­
rire. Contrariamente all’opinione largamente diffusa
secondo la quale i collaboratori più anziani sarebbero
meno efficienti di quelli giovani, secondo Urs Kalber­
matten i lavoratori ultracinquantenni sanno fare me­
glio molte cose. «Essi sono più sicuri di sé, più leali e
più affidabili. Inoltre hanno spesso strategie migliori e
una rete di contatti più grande».
Efficienti anche dopo i 60 anni
E cosa dire dell’affermazione secondo la quale i collabo­
ratori anziani si ammalerebbero più spesso di quelli
giovani? In tale contesto l’opinione di François Höp­
flinger: «Non è così. I collaboratori che a 60 anni lavo­
rano ancora nell’azienda sono, di regola, tanto efficienti
quanto i giovani».
Ma purtroppo i pregiudizi nei confronti dei lavoratori
più anziani sono ancora molto diffusi. «Nella nostra
società ci sono molti stereotipi negativi riguardanti le
persone più anziane», si rammarica Urs Kalbermatten,
Urs Kalbermatten e i pregiudizi nei confronti della generazione anziana.
Evoluzione della parte di persone attive in età a partire dai 50 anni per rapporto alla popolazione
attiva ed evoluzione futura secondo l’evoluzione demografica prevista
35 %
30 %
25 %
20 %
15 %
10 %
2005
2006
Totale
2007
Uomini
2010
Donne
2020
2030
2040
2050
(Ufficio federale di statistica UST )
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