Ottobre 2006 LA FESTA DELLA CITTA’ La prima domenica di ottobre ricorre la Festa della Città. Come è ormai tradizione il nostro giornale esce con un numero speciale ad essa dedicato. L a festa della città nel corso degli anni ha perso la sua “rappresentatività cittadina” per diventare un evento che interessa solo la parte centrale di San Giuliano, costituita essenzialmente dal circondario della Parrocchia del Martire. Infatti è da giugno che si stanno rincorrendo le feste delle varie frazioni e quartieri cittadini, ciascuna vissuta intensamente ma senza alcun legame l’una all’altra. Più volte da queste pagine abbiamo sottolineato l’importanza di dare alla nostra città iniziative che possano fare riscoprire una propria identità (culturale, storica, sociale) fatta sì da cittadini di diverse provenienze, ma che sembrano essere accomunati solo dal fatto abitare in un uno stesso territorio. Anche le attività organizzate quest’anno da un misterioso “comitato per la festa” ruotano attorno alla solita lotteria e a ben poco altro, il tutto condito da una messaggio/slogan di solidarietà che di fatto serve solo a fare bella mostra di sé in qualche manifesto o volantino. Non vogliamo ripetere cose già dette, ma ci permettiamo di offrire qualche suggerimento. Sarebbe opportuno che per il prossimo anno il comitato organizzatore venisse scelto in maniera più trasparente e rappresentativa delle realtà locali, e venisse coinvolta non solo la zona centrale ma anche le altre frazioni e quartieri. Ci piacerebbe che nel programma non vi fossero solo mostre di pittura su tematiche a volte un po’ astratte, ma che si cogliesse questa opportunità anche per fare comunità sui problemi concreti, facendo riscoprire il gusto del dialogo, del confronto e anche della festa. Accanto alle bancarelle, ai giochi, alle luci, che tempo permettendo, accompagnano la nostra festa, sarebbe bello che questa avesse un senso ed una continuità con i 364 giorni che la precedono, e fosse di impulso e di motivazione agli altri 364 che la seguiranno. VIBOLDONE CI RIGUARDA Il progetto di recupero di Viboldone: riprendiamo il cammino, dopo la bocciatura del piano integrato da parte dell’Amministrazione Provinciale, facendo tesoro del dibattito che si è sviluppato. L a vicenda urbanistica di Viboldone sembrava giunta all’ultimo atto con la presentazione, da parte della società proprietaria dei terreni, di un nuovo piano di intervento integrato, approvato non senza aspri dibattiti dal Consiglio Comunale di San Giuliano Milanese. La contrarietà al piano di recupero espressa dalle forze politiche di opposizione e dalle associazioni operanti sul territorio ha trovato fortunatamente orecchie attente nell’Amministrazione Provinciale di Milano, che ha bocciato il suddetto piano. La ragione è che per redigerlo è stato utilizzato uno strumento urbanistico riservato alle aree dismesse, quindi non idoneo per Viboldone. Il borgo di Viboldone infatti è classificato all’interno del Piano Territoriale del Parco Agricolo Sud Milano quale “Nucleo Monumentale”, da preservare per le future generazioni, oltreché naturalmente per le attuali. Di fatto si è perduta l’occasione per avviare un nuovo dialogo fra le parti interessate, ovvero il Parco Sud e la Soprintendenza ai Beni Ambientali, le suore Benedettine, le associazioni che in questi anni si sono adoperate, prima per impedire operazioni urbanistiche speculative, e successivamente per sollecitare la necessità del recupero del borgo. Il dialogo avrebbe consentito di definire le modalità di utilizzo dello spazio pubblico consistente nella cascina Corte Grande, dato che a tutt’oggi il Comune non ha ancora: − definito le modalità di utilizzo della cascina; − valutato le effettive necessità di utilizzo degli spazi disponibili; − approntato un piano finanziario per il recupero edilizio, dal momento che manca la finanza. L’obiettivo del dialogo è quello di giungere a una soluzione so- stenibile, remunerativa per l’investimento privato e soddisfacente per la conservazione del bene e per la sua valorizzazione. A questo scopo prima di approvare qualsiasi piano di recupero (il piano presentato prevedeva la realizzazione di una volumetria complessiva di circa 42.000 metri cubi, ben superiore a quella indicata nel progetto approvato nel marzo 1995 dal Consiglio Comunale che, se fosse realizzata, snaturerebbe la fisionomia del borgo) si dovrebbe avviare la procedura di valutazione d’impatto ambientale e paesaggistico per definire l’incidenza delle nuove edificazioni e la loro compatibilità con il tessuto esistente. Per far questo è necessario tenere conto dei flussi veicolari dei mezzi leggeri e pesanti sulla nuova viabilità di progetto; recuperare il patrimonio edilizio esistente, evitando demolizioni di strutture delle cosiddette “residenze povere” dei salariati agricoli e soprattutto della “ca’ de parol”, fatta costruire (come rivelano le scritte in latino) per godere della quiete della campagna; riconsiderare attentamente l’ipotesi del passaggio di tutta la Corte Grande alla proprietà pubblica, definendo nel dettaglio destinazione degli spazi e impegno finanziario per il Comune. Per chi voglia approfondire gli aspetti delle vicende storiche, artistiche e urbanistiche del borgo potrà esaminare il volume che sarà tra breve presentato al pubblico: “Il patrimonio rurale vernacolare ai margini della metropoli. Analisi di quattro insediamenti nell’area metropolitana milanese”, Milano 2006. Paolo Rausa Presidente della associazione per la salvaguardia e la valorizzazione di Viboldone 2 ROCCA BRIVIO QUALE E’ IL FUTURO? occa Brivio è il castello posto ai confini meridionali del Comune di San Giuliano; la sua storia e le sue vicende sono un nostro patrimonio davvero invidiabile. Per questo, alla fine del 1997 i tre Comuni lungo l’asse della Via Emilia (San Donato, San Giuliano e Melegnano), insieme all’Associazione Culturale Rocca Brivio, decisero di acquistare questo bene architettonico insieme con i possedimenti appena fuori il maniero e i terreni che circondano l’edificio principale. L’idea progettuale che stava alla base dell’accordo di programma firmato dalle parti era quello di restituire all’uso pubblico l’intero bene storico, proponendo al suo interno eventi, mostre, manifestazioni e cercando di promuovere, cominciando dalla Rocca, alcuni tra i beni più significativi che si trovano in ambiti limitrofi (per citarne alcuni: Viboldone, Chiaravalle, Zivido, il castello di Melegnano, ecc.). Con questa ipotesi progettuale si era cercato di dare forza e sostegno ad un progetto che sulla carta aveva tutte le prerogative per potersi realizzare. Tuttavia il progetto s’è scontrato inizialmente con difficoltà di natura economica, di sostenibilità, in poche parole, di scarsa concretezza gestionale. Ma in questi ultimi anni la Società “Rocca Brivio Sforza Srl”, incaricata della gestione del bene, e di cui il sottoscritto è Presidente del Consiglio d’Amministrazione, ha cercato di individuare strategie ed operatività nuove che riuscissero a garantire, da una parte la gestione ordinaria del bene stesso, dall’altra continuassero ad assicurare la sua fruizione pubblica, legandosi in prospettiva a partner significativi e che si R prendessero a cuore i destini del bene storico. Poco più che un anno fa, a metà luglio del 2005, all’interno della compagine societaria è entrato un nuovo membro, la TASM (la società Tutela Ambientale Sud Milanese); un ente che, nonostante la sua natura giuridica di società per azioni, è a totale capitale pubblico, partecipato dalla Provincia di Milano insieme a 24 Comuni dell’hinterland, e si occupa della gestione delle acque di superficie. L’ingresso di questo nuovo socio rappresenta diverse cose: da una parte l’arrivo di nuove risorse all’interno della società Rocca Brivio, che saranno impiegate sia per realizzare la nuova sede operativa della TASM, sia per migliorare l’accessibilità alla Rocca [leggi parcheggio]; dall’altra la possibilità di interloquire più direttamente con soggetti istituzionali (in primis la Provincia) a questo punto pienamente coinvolti nel progetto; in ultimo una maggiore promozione del bene storico per eventi di natura culturale e ambientale non ancora realizzati. Mi piace segnalare come lo staff che lavora in Rocca è riuscito in quest’ultimo periodo a mettere in cantiere diversi progetti particolarmente significativi: innanzitutto, grazie all’interessa- mento della Provincia di Milano, si vuole realizzare un’area del Parco Sud “forte”, in grado di coinvolgere parecchi enti ed associazioni che lavoreranno sui temi ambientali, storici e di promozione turistica; sempre su questi ultimi temi è notizia di questi giorni che il progetto presentato la primavera scorsa dalla società Rocca Brivio in partnership con il Consorzio di Formazione Professionale di San Donato, ha ottenuto il finanziamento di € 650.000 da parte della Fondazione Cariplo. Questo progetto prevede la realizzazione in Rocca Brivio di un “Centro per il turismo culturale ed ambientale” che consentirà di mettere in rete e di promuovere tutti i beni storico-ambientali di cui è ricco il nostro territorio. L’immagine che più di altre sintetizza questa nuova fase, è la possibilità di realizzare a Rocca Brivio un “Palazzo delle Stelline nel Sud Milano”, un luogo cioè in cui i cittadini e i visitatori, oltre alla possibilità di poter visionare mostre o partecipare a meeting in un contesto storico ed ambientale davvero suggestivo, possano anche trovare servizi d’accoglienza e di ristorazione, oltre che di ricettività per periodi brevi, di un certo livello, assicurando in questo maniera una nuova “vita” del bene storico, insieme ad una maggiore fruibilità di cui ancora oggi esso non gode pienamente. Dr. Andrea Checchi Presidente Rocca Brivio 3 L e prime testimonianze documentate e facilmente consultabili sulla nostra città, le troviamo nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” scritto da Goffredo da Bussero. Esse fanno riferimento alla costruzione di una Chiesa pievana dedicata a “Sancti Juliani”, martire cristiano. Nel XIV secolo si radicò nella diocesi ambrosiana il culto di San Giuliano Martire, trasmesso dai missionari orientali rifugiatisi in Italia tra il VI ed il VII secolo per sfuggire alle persecuzioni in atto nei loro paesi. La difficoltà a reperire maggiori informazioni storiche derivano dal fatto che il nostro Comune purtroppo non dispone di archivi ai quali attingere. Gli amministratori che si sono succeduti al governo della nostra città hanno pensato ad altro, dimenticandosi di salvaguardare e tramandare le memorie della gente, le sue storie, i suoi ricordi, i suoi documenti, e tutto quello che sarebbe servito oggi per raccontare il passato ai giovani e meno giovani. Le uniche testimonianze (poche) si possono trovare quindi a Milano, nell’Archivio Storico Nazionale, e credetemi, con grande fatica. Per dare una idea di cosa era un tempo la Festa Patronale, leggiamo nel “Liber Cronicum” dell’archivio parrocchiale che la domenica della festa del 1900 (ricorrente nella terza domenica di ottobre e il lunedì successivo) la piazza della Chiesa e il giardino della casa del Prevosto Don Giovanni Penuti vennero ornati con vasi di fiori, coccarde e nastri multicolori. Per avere una visione del nostro paese a quel tempo è giusto ricordare che SAN GIULIANO MARTIRE CENNI DI STORIA DI SAN GIULIANO San Giuliano, appena sette anni prima, era passato da frazione di Viboldone a vero e proprio comune. Nella festa patronale di inizio secolo fu abbellita la zona della piazza centrale (attorno alla quale si raccoglievano non più di una ventina di abitazioni) ma anche le cinque grosse aziende agricole che possedevano un numero elevato di capi di bestiame. La Santa Messa in quella festa di inizio secolo fu celebrata dal Priore dei Carmelitani di Milano, e la chiesa della piazza era gremita di contadini, dispensati per l'occasione dal lavoro. La processione per le vie del paese ebbe luogo il lunedì con molti sacerdoti, seguiti dai vessilli delle varie associazioni esistenti come la confraternita maschile e quella femminile, le associazioni dei figli di Maria, dei Luigini, eccetera. La processione si chiudeva con la banda musicale di Melegnano seguita dai fedeli. In ogni ricorrenza patronale veniva costituito un comitato che raccoglieva i fondi per organizzare la festa. I fondi venivano consegnati al Prevosto che provvedeva poi a ripartirti per lo svolgimento dei festeggiamenti. Non sempre questa raccolta era facile: durante la guerra 1915-18 venne incaricato della raccolta il sagrestano; nel 1921 la festa minacciò di sfumare a causa della mancanza di volontari per il comitato. In aiuto del par- roco di allora, don Antonio Colombo, vennero alcuni giovani disoccupati che si prestarono alla raccolta, mettendo insieme ben 1.000 lire. Alla processione di quell’anno partecipò la Banda Vecchia di Melegnano in seguito al rifiuto di quella di Rogoredo (a causa degli scontri avvenuti in giugno fra gli operai di San Giuliano e quelli del Vigentino). Problemi si manifestarono anche in pieno regime fascista. Il Prevosto minacciò di sospendere la festa se il podestà, Angelo Albetario Biraghi, non gli avesse garantito il divieto dei balli pubblici. Avute le debite rassicurazioni (e dopo aver visto una circolare nella quale il podestà vietava i balli tranne che in occasione del Carnevale, della Sagra e delle feste di Pasqua e Natale), il Prevosto si indusse a organizzare la festa patronale. Con la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio di un forte processo migratorio verso di noi, San Giuliano assume un altro aspetto,. Nascono nuove vie e nuovi quartieri. Borgolombardo si espande verso San Donato, iniziano a sparire le cascine, i lavori nei campi vengono abbandonati e le aree una volta agricole vengono edificate. Spariscono i mestieri legati ai lavori nei campi e ne compaiono di nuovi legati al lavoro nelle fabbriche e nel terziario. Nel 1958 San Giuliano arriva a 10.586 abitanti, che nel 1961 diventano 14.999 (dei quali 2.536 sono immigrati). Il nuovo Prevosto, don Luigi Carcano, si rende conto che la festa del paese, che si svolge nel mese di agosto, ha perso di interesse. Con un benessere sempre più diffuso, la gente preferisce andare in vacanza. Per questi motivi sposta la festa alla prima domenica di ottobre, consuetudine che vive ancora oggi. (Per notizie più dettagliate si rimanda al libro “San Giuliano Milanese. Dalle cascine alla città” del prof. Stefano Sportelli che si può anche richiedere alla redazione di “Città Nuova”). 4 I NUMERI DEL VERDE A SAN GIULIANO I l Comune ci comunica (via Tam Tam) che a San Giuliano ci sono 570.000 metri quadrati di superfici verdi, ovvero 17 metri quadri per abitante. Questa superficie complessiva è così composta: 270.000 metri quadri nelle abitazioni residenziali, ovvero giardini privati, 68.000 nelle scuole, 58.000 consistono di aiuole spartitraffico, 3.600 sono di verde “sportivo”; infine 180.000 metri quadri sono di parchi e giardini. Non è soltanto il nostro Comune a inserire nel verde pubblico anche quello privato, i cortili delle scuole, il verde delle aiuole spartitraffico: nella situazione dell’Italia soffocata dal cemento, tutto fa brodo. Ma il nostro punto di vista è un tantino diverso. Cioè che il verde pubblico dovrebbe conteggiare soltanto i parchi e i giardini, ovvero luoghi usufruibili come tali, soprattutto per gli abitanti dei grossi palazzi e dei falansteri che di verde ne hanno ben poco, per un effettivo sollievo del corpo e dello spirito. In questo caso i metri quadri per persona sarebbero in effetti a San Giuliano 5,5 e non 17. Qualcuno ci ha detto che sì, c’è un progetto di un “Parco dei Giganti”, che verrebbe bello e grande, ma che il costo è proibitivo, ben otto milioni di euro, ovvero sedici miliardi delle vecchie lire. La cosa ci pare strabiliante. E’ ovvio che bisogna intenderci su che cosa Zivido - Il Parco dei Giganti vuol dire parco. Parco è una zona verde della città composta di alberi, prati e sentieri. Tutt’al più qualche panchina. Punto. Certo che se cominciamo a parlare di “attrezzature”, “di impianti”, di “costruzioni”, di “giochi”, di muretti di cemento o di mattoni e quant’altro per far felici i soliti fornitori del Comune, siamo su una strada sbagliata. Chi abbia visitato i parchi di Londra, Parigi, Berlino (oggi, con i voli low cost , non bisogna essere ricchi per andarci) sa che i parchi sono fatti di prati, alberi, magari un laghetto, panchine, un piccolo chiosco per i rinfreschi. E che i parchi devono essere grandi, grandi, grandi… Sappiamo per certo che con un milione di euro si possono comprano 50.000 piante di pregio. Avete letto bene: 50.000 piante, ovvero alberi e cespugli. Se si considera che tutto il patrimonio verde del Comune di San Giuliano è composto da 7.000 alberi, 400 arbusti (?) e due chilometri di siepi, viene un po’ da ridere. Non c’è bisogno di 50.000 piante per fare il Parco dei Giganti. Non c’è bisogno di sedici miliardi per fare un parco, anche con tutto il movimento terra che ci vuole. E in ogni caso la spesa potrebbe essere ripartita su più esercizi. Ci vogliono idee e capacità operativa. E meno subordinazione ai fornitori. PARCHI E GIARDINI N on dubitiamo che sia ottima la decisione del Comune di affidare a Genia <<le redini del servizio di gestione e riqualificazione del verde pubblico>>, come ci dice il penultimo numero di Tam Tam. Ciò significa che possiamo aspettarci <<una attenta manutenzione, attraverso l’utilizzo di tecniche innovative, e un piano complessivo per usufruire al meglio di parchi e giardini pubblici>>, non solo, ma <<una particolare attenzione all’impatto estetico e alle esigenze funzionali>>. Bene, ci crediamo. E ci auguriamo che questo significhi, per esempio, un intervento di robusta alberazione di un piccolo pezzo di parco fra le vie Civesio e Giotto, proprio all’imbocco del borgo di Civesio, caratterizzato ora da tre sparuti ciuffi di verzura che sembrano i peli sulla testa dell’elefantino Dumbo; o la cura del pezzo di parco ben più importante fra le vie Basilicata e Toscana a Sesto Ulteriano, anche esso caratterizzato da una certa desolazione; o ancora di più, il giardino lungo la via Campoverde proprio nel centro di San Giuliano, piuttosto spelacchiato, con un triste muretto in mattoni di cui non si capisce lo scopo; o il collegamento viario del cosiddetto Parco Nord con la via Emilia, perché altrimenti ci vuole il navigatore per trovarlo (che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa…), essendo tutto accuratamente circondato da palazzi e palazzetti e palazzine (un parco pubblico è un’altra cosa)…. 5 A bbiamo ricevuto in omaggio dall’Assessorato alla Cultura di San Giuliano un gradevole libretto che parla dei luoghi più belli e interessanti della nostra città. L’opuscolo è ben fatto, le fotografie sono eccellenti. Sono tratte dal materiale del corso fotografico “Occhio all’obiettivo”. L’intento della pubblicazione è quello di richiamare l’attenzione sui luoghi storici e di bellezza di San Giuliano: insomma si vuol ricordare, in particolare ai ragazzi delle scuole, che San Giuliano non ha solo palazzacci, ma luoghi storici, che poteremmo chiamare “del cuore”. Guardando il bel librino, una cosa salta all’occhio: con qualche eccezione, come la chiesa parrocchiale di San Giuliano e l’Abbazia di Viboldone, si tratta di reperti archeologici in stato di grave decadenza. Inoltre Sestogallo sta per essere travolta da una ondata di nuove costruzioni (per Viboldone il rischio sembra per ora accantonato). Noi non sosteniamo che le cascine dismesse non debbano essere recuperate e sistemate anche ad uso di abitazioni civili. Ma qui i privati ci vuole guadagnare alla grande. E allora addio alla pace e serenità che ispira quel luogo. I “posti del cuore” andrebbero recuperati con il criterio che usa il Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, che opera a livello nazionale: è fondamentale che ci sia una fascia di rispetto intorno agli edifici storici, per mantenere intatta la magia dei luoghi. E poi ci vuole un restauro sapiente. E poi un minimo di servizi, da quelli igienici a quelli C osa offre San Giuliano ai suoi giovani? La prima reazione istintiva di un qualsiasi sedicenne di San Giuliano è questa: ti sorride, ti guarda divertito e ti risponde candidamente “niente!”. Nessuna proposta culturale? Nessun centro di aggregazione? Eppure qualcosa ci deve essere... mi vengono in mente gli oratori e il centro di aggregazione giovanile, l’Arena del Sole, che ha aperto i battenti un paio d’anni fa. Ero stata anche all’inaugurazione del nuovo centro: nuova costruzione, ampi spazi, sale prove insonorizzate al piano inferiore, lo spazio accoglienza e la sala teatro al pianterreno, aula informatica e aula laboratorio al piano superiore, un paio di band giovanili sangiulianesi che suonavano, un buffet, un comico di Zelig per inaugurarlo degnamente e gli educatori per farlo funzionare… Che mancava? Mi era stato detto che l’Arena del Sole apriva i battenti per attività musicali e di ampio respiro culturale e sociale e che i giovani sangiulianesi avrebbero potuto, finalmente, avere un centro di aggregazione tutto loro, in via Marzabotto. Però qualcosa forse non ha funzionato se ancora oggi un sacco di ragazzini non sanno neppure l’esistenza di questo centro e se molti, pur conoscendolo, non lo frequentano! Proprio su “Il Sabato” (un settimanale di informazione locale), del 2 settembre 2006, a pagina 31, trovo una lettera di alcuni sedicenni del nostro comune, che dicono: “Vi I POSTI DEL CUORE OCCHIO ALL’OBIETTIVO di ristoro. Chi abbia visitato i castelli inglesi e soprattutto scozzesi, fonte di grande reddito per i privati come per il famoso British National Trust, a cui il Fai si ispira, avrà notato il perfetto mantenimento degli edifici, la bellezza dei giardini, le panchine, i bagni, il ristoro: insomma tutto quello che noi non abbiamo. Allora è inutile organizzare gite per vedere questi luoghi, se poi questi si presentano abbastanza tristi e ab- bandonati, e non sono organizzati a ricevere i visitatori, sia sotto il profilo estetico che dei servizi. Naturalmente il Comune non ha i quattrini per gli interventi. Bene, si usino i privati a cui verrà data un qualche tipo di concessione (ma non certo il permesso di costruire dei villaggi a ridosso di luoghi da mantenere intatti e protetti). E in ogni caso, i quattrini dovrebbero saltare fuori. Il Comune di San Giuliano riscuote ogni anno ottanta miliardi di tasse e contributi: meno spese effimere, meno denaro disperso in mille rivoli, ma investimenti in bellezza che Viboldone - La Corte Grande LA REALTA’ GIOVANILE scriviamo perché nella nostra cittadina non c’è uno spazio di ritrovo tutto nostro. O meglio, uno spazio pubblico. Il comune ci ha regalato tempo fa un bel centro di aggregazione giovanile, peccato si trovi in una zona fuori mano, la sera perciò non ci possiamo andare da soli. Se volessimo andarci dovremmo farci scarrozzare tutte le volte dai nostri genitori. Noi non lo troviamo giusto….”. Il centro, infatti, si trova in via Marzabotto, una zona di attività industriali che alla sera rimane completamente isolata, la strada è un po’ buia. Ma la parte della lettera, a mio parere, più triste è quella in cui dicono: “Il nostro ritrovo abituale è diventato il centro commerciale della zona, ci troviamo lì dopo la scuola soprattutto il sabato”. Davvero edificante trascorrere il sabato pomeriggio in giro fra negozi; però l’alternativa è stare seduti sulle panchine in piazza, e d’inverno non è il caso. Insomma loro vorrebbero uno spazio per organizzare concerti, guardarsi insieme dei film e ascoltare della buona musica, ma pare che non lo trovino e non possono certo permettersi di andare sempre al cinema perché ha un costo. Poi concludono “Ogni tanto ci si ritrova in biblioteca, ma lì come è noto non si può parlare più di tanto”. Però la biblioteca è un gran punto di ritrovo: studi, ti leggi il giornale e poi c’è sempre tempo per una pausa caffè e per le chiacchiere con gli altri. Fortunatamente l’amministrazione ha pensato di riaprirla per tre sere alla settimana (dal trasferimento nella nuova sede di piazza della Vittoria è sempre stata chiusa alla sera), a seguito di un’indagine tra i fruitori; ma per ora rimane una “prova”: alla fine del mese di ottobre decideranno del futuro. Devo dire che io problemi non ne ho mai avuti: il mio punto di ritrovo era l’oratorio con il mio gruppo, catechesi, domenica pomeriggio con giochi organizzati, responsabili che ti ascoltavano e preparavano le attività per la domenica. Cos’altro c’è a San Giuliano? Un cinema, un bowling aperto da poco e poi c’è “Eterotopia”. Non ci sono mai entrata ma spesso si trovano volantini in giro che pubblicizzano le loro iniziative come mostre fotografiche, proiezioni di film o cene di cucina etnica e altro. Può piacere o non piacere, ma bisogna riconoscere che qualcosa organizzano. E allora un ragazzo che fa a San Giuliano? “Niente!”. Poi però non lamentiamoci se c’è chi ancora paragona San Giuliano a un dormitorio! Maria Elena Gala 6 SETTEMBRE A ZIVIDO ettembre è il mese zividese per eccellenza. Nel giro di pochi giorni, infatti, si passa dalla festa patronale della Natività di Santa Maria alle celebrazioni della leggendaria battaglia dei Giganti. Messi alle spalle i due fine settimana di festeggiamenti, e lasciato ai cronisti il compito di ricordare che il primo è trascorso in un clima quasi estivo, mentre il secondo già lasciava presagire l’arrivo dell’autunno, vorremmo cogliere l’occasione per una breve riflessione su quanto accade (o non accade) nella nostra frazione. Andando a rivisitare gli interventi dell’ultimo anno dell’amministrazione per migliorare la qualità della vita a Zivido, siamo ancora una volta S SESTO ULTERIANO UNA FRAZIONE ABBANDONATA esto Ulteriano ha sempre rappresentato, nell’ambito della nostra città, una realtà a sé. Con i suoi 3176 abitanti, il 9,46% di tutta San Giuliano, dopo Zivido è la frazione più popolosa, con S Sesto Ulteriano - La chiesa costretti a tracciare un Dei grandi proclami e bilancio non soddisfacen- dei grandi progetti degli te. anni scorsi ormai nessuBisogna dire che fino ne parla più. Il Blu nalmente è stata ultimata Residence? È lì. Il Parco la pista ciclabile da Serdei Giganti? Sterpaglia. pent House al Cimitero, L’ampliamento della primo passo, speriamo, di scuola e l’edificazione un nuovo orientamento della scuola media? Nemdella viabilità, ma inutile meno l’ombra. La fruibilise non collegata ad una tà per tutti i cittadini delrete più ampia. Un altro le parti comuni della Corrallentamento delle auto te Invernizzi, come votaè stato poi aggiunto sulla via Gorkij all’altezza della chiesa, che si aggiunge a quello che lo scorso anno è stato posto all’incrocio con la via Gogol. Anche in questo caso l’intervento è quasi inutile, se non accompagnato da progetti coerenti per il nostro sistema viario. Non ci viene in mente null’altro purtroppo che possa essere visto come un miglioramento della vita zividese, se non una maggior cura di quelle poche aiuole gestite dalla noZivido - La corte Invernizzi stra municipalizzata. ta in Consiglio Comunale? Scordiamocela. Dunque. Le feste zividesi di settembre stanno giungendo al termine, i costumi d’epoca tra poco saranno riposti per il prossimo anno, le autorità cittadine hanno fatto il consueto bagno di folla. Rimane solo la sensazione che dopo, tutto tornerà come prima… una crescita lenta ma costante negli ultimi anni. Fortunatamente l'edilizia residenziale di Sesto non ha raggiunto la stessa foga edificatoria del centro, e l’insieme di piccole villette e palazzine contribuiscono a rendere piacevole questa parte San Giuliano. Purtroppo lo sviluppo della frazione non è stato accompagnato da un adeguato sviluppo dei servizi. Sesto si trova praticamen- zione, utilizzata probabilmente più come bacino di voti a cui attingere durante le elezioni, che una comunità della quale tutelare il benessere. Da segnalare inoltre il problema annoso della delinquenza che ha sempre visto Sesto Ulteriano come terreno favorevole Ai propri esercizi. La proposta caldeggiata alcuni anni fa di istituire i consigli di quartiere, che nel caso di Sesto poteva essere una opportunità per mettere in rilievo i propri problemi, è stata abbandonata dall'attuale maggioranza che la ritiene troppo onerosa per le casse comunali. Una frazione abbandonata quindi. Che però ha tra i suoi abitanti la potenzialità di esprimere rappresentanti capaci di far sentire la propria voce e tutelare gli interessi del loro borgo. Se solo gli abitanti lo volessero. te isolata, vuoi per via della distanza, vuoi perché è circondata da capannoni industriali che sono cresciuti negli anni in maniera disordinata. Le due vie di accesso che la collegano a San Giuliano e a San Donato sono caratterizzate da un elevato traffico di mezzi pesanti che in alcune ore della giornata rendono difficile uscire da Sesto, così come arrivarci. I mezzi pubblici sono scarsi ed insoddisfacenti. Qualche tempo fa “Città nuova” aveva presentato un documento che impegnava l’amministrazione comunale ad attivarsi per la realizzazione della fermata ferroviaria sulla linea Milano Genova. Nonostante numerose promesse, il progetto è tuttora fermo. Tutto questo nonostante diversi assessori dell’attuale giunta provengano da questa fra- 7 LA STRADA PER CIVESIO L o scorso mese di luglio 2006 le autorità comunali hanno presentato un progetto di sistemazione della strada di collegamento tra Viboldone e Civesio preparato dalla società Genia. Il progetto dovrà ancora essere discusso in commissione urbanistica, ma dalla cartina allegata già si intravede la proposta della nostra amministrazione. Verrà realizzata una rotonda sulla provinciale per Locate dove attualmente c’è il terzo ingresso di Viboldone venendo da San Giuliano (prima del cavalcavia). La strada costeggerà l’abitato di Viboldone per unirsi alla vecchia strada. Prima di arrivare a Civesio la strada verrà però deviata verso la rotonda della tangenziale. La piantina riprodotta qui sotto riporta il tracciato della nuova strada. Con questo ci preoccupiamo di rendere ai cittadini un servizio di informazione, dal momento che il bollettino ufficiale Tam Tam disperatamente latita (se a qualcuno di voi capitasse per le mani l’ultimo bollettino comunale di San Donato, potrebbe apprezzare la differenza). Restiamo in attesa di ricevere dagli abitanti di Civesio commenti sulla nuova proposta. COSA E’ SUCCESSO ALLA LINEA ARANCIO? N egli scorsi mesi si è sparsa a macchia d'olio la voce della soppressione della linea arancio. E’ una linea di autobus che ogni giorno trasporta circa 4000 persone essenzialmente tra San Giuliano, San Donato e la fermata della metropolitana di Milano. La notizia si era diffusa perché i concessionari della linea avevano lamentato un aumento dei costi di gestione (gasolio, eccetera) che, a fronte delle entrate, non gli permettevano di poter continuare a mantenere il servizio. Fortunatamente, grazie agli interventi delle amministrazioni dei comuni interessati, compresa quello di Milano, questo pericolo è stato scongiurato. Sta di fatto che in un momento di estrema difficoltà sul versante del traffico cittadino, invece di discutere di come potenziare i servizi pubblici locali si cerca di evitarne i tagli. Ne sanno qualcosa i molti studenti che ogni giorno fanno i pendolari tra San Giuliano e San Donato e che sono costretti ogni mattina a stare letteralmente accatastati uno sull'altro perché il servizio è del tutto insufficiente a rispondere alle esigenze della cittadinanza. A quando un piano organico dei trasporti per chi come noi vive ai confini della grande città? IL PARCHEGGIO IN VIA GOGOL hi conosce il complesso scolastico di via Gogol sa bene che ai lati vi sono due aree destinate a parcheggio. A sinistra un bello spiazzo asfaltato, a destra, invece, uno sterrato con i lampioni posti in posizione di estremo intralcio per le auto in manovra. Forse pochi sanno che quell’area non era inizialmente prevista, ma è stata creata velocemente a causa della pressante richiesta dei genitori degli alunni nell’anno dell’apertura della scuola (2001), con la promessa della sistemazione entro la primavera successiva. Lambita dai lavori per la creazione della pista ciclabile, speravamo che fosse la volta buona per la definitiva sistemazione dell’area. Il cantiere è oramai chiuso da settimane, il parcheggio è rimasto nella sua desolazione. Perché non è stato sistemato? C 8 WWW.CITTANUOVA-SANGIULIANO.IT C ittà Nuova è on-line! Da alcuni giorni è disponibile il nuovo sito dell’associazione, all’indirizzo di cui sopra nel titolo. E’ un sito progettato per incontrare i gusti e gli stimoli di chi naviga abitualmente in rete. Ma soprattutto è nasce con l’obiettivo incrementare i canali di comunicazione dell’associazione. Con il sito Città Nuova si propone di completare un’offerta di comunicazione già molto ricca grazie al giornale che state leggendo. Il sito ci consentirà di essere più rapidi e capillari, per raggiungere tutti coloro che sono disponibili a navigare in rete. La struttura del sito si sta consolidando ma sarà molto semplice. Ci consentirà di rendere disponibili sul web il nostro materiale istituzionale (chi siamo, quali sono i nostri propositi e obiettivi) e le informazioni di ciò che succede in consiglio comunale. Sarà un archivio di tutto ciò che concerne la nostra città, i problemi dei cittadini. le iniziative della nostra associazione, notizie sulle frazioni sui quartieri. Saranno disponibili anche tutti i numeri del giornale: in questo modo potrete recuperare facilmente eventuali arretrati. Il sito consentirà infine a tutti coloro che sono interessati al buon andamento della “cosa pubblica” di inviarci osservazioni, spunti, proposte, domande. Non resta con concludere con un invito: vistate il nostro sito e fateci avere i vostri commenti. ARCHITETTURA AFORISMI RICCHEZZA E POVERTA’ Una architettura bella è un atto di civiltà nei confronti di chi ne usufruisce. Ogni edificio dovrebbe esprimere la miglior cultura che lo ha prodotto (Assam Fathi, architetto inglese). Secondo un missionario comboniano, in Africa non esiste una parola equivalente a povertà (in quanto contrapposta a ricchezza). Esiste una parola povertà atta a designare la mancanza di amici. La civiltà urbana è stata distrutta dalla barbarie delle periferie. La barbarie moderna può essere sconfitta solo portando la civiltà urbana nelle periferie (Leon Krier, architetto francese). ASSOCIAZIONE SAN GIULIANO MILANESE CITTÀ NUOVA Campagna tesseramento 2006 La quota associativa è di 10 € Via Matteotti 6 - 20098 S.Giuliano Mil. (MI) CITTÀ NUOVA E’ possibile abbonarsi a “CITTA’ NUOVA” per ricevere direttamente a casa il giornale, tramite posta o mail. Scrivete all’associazione. “CITTA’ NUOVA” è reperibile in tutte le edicole di San Giuliano Foglio dell’associazione San Giuliano Città Nuova Registrazione n.363 del 2 febbraio 2006 presso il tribunale di Lodi Direttore Responsabile: Lorenzo Borla Redazione : Gabriella Achilli, Paolo Biffi, Marco Magri, Rita Orfino, Harry Paradiso, Filippo Tito, Mario Vicini Impaginazione: Mario Vicini Inviateci OPINIONI, COMMENTI E PROPOSTE al nostro indirizzo oppure via mail a: [email protected]