diocesi di como - proposte pastorali APPUNTI E RIFLESSIONI INTRODUTTIVE PER LA PROGRAMMAZIONE DEL TRIENNIO PASTORALE 2010 - 2013 Un nuovo tratto di strada per una diocesi in cammino APPUNTI E RIFLESSIONI INTRODUTTIVE PER LA PROGRAMMAZIONE DEL TRIENNIO PASTORALE 2010 - 2013 Un nuovo tratto di strada per una diocesi in cammino 1 2 INTRODUZIONE Care sorelle e fratelli nel Signore Gesù, dalla fine di gennaio del 2007, sono passati tre anni e mezzo da quando la volontà del Signore, espressa nella chiamata della Chiesa, mi ha inviato a voi con la missione di servirvi come Vescovo in nome e per amore di Gesù. Trovo bene espressi il sentimento e il proposito di questi anni nelle parole di san Paolo ai cristiani di Colossi: Sono lieto, fratelli, delle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami a Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza, per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo; in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza. Dico questo perché nessuno vi inganni con argomenti seducenti: infatti, anche se sono lontano con il corpo, sono però tra voi con lo spirito e gioisco vedendo la vostra condotta ordinata e la saldezza della vostra fede in Cristo. Col 1,24-2,5 3 1. Un invito a meditare insieme Mi piacerebbe che, personalmente e in comunità, provaste a rileggere e meditare questa pagina della Scrittura. Per me è proprio così: posso dire che in questi anni ho fatto mia, per quanto ne sono stato capace, l’intenzione di Paolo: rendere presente Cristo in ciascuno di voi e rendervi perfetti in Cristo: “consummati in unum” con Lui e tra di voi. A volte posso aver insistito fino alla noia sulla differenza tra la fede cristiana e una religiosità senza il nome proprio di Dio (che è Gesù, il suo e nostro Padre e il loro Spirito) e senza volto (che é quello di Gesù, che ha detto: “… chi vede me vede il Padre!”). Ma l’insistenza è giustificata dal fatto che non ho un bene più prezioso né altro compito più urgente di questo: la custodia e la crescita della gioia della vostra fede (Fil 1,25). Ho avuto tante occasioni, soprattutto durante la visita pastorale, per constatare la ricchezza delle tradizioni, del fervore e della fede di tante delle nostre comunità. E ne ringrazio il Signore ogni giorno. Eppure il lavoro da fare è molto ed è importante. Ancora mi aiuta la parola di Paolo: Noi… non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo. 2Cor 4,5-6 2. Verifica e bilancio In questi anni ci siamo conosciuti ed abbiamo imparato a volerci bene. Abbiamo fatto insieme un tratto di cammino e, dopo un primo ascolto e dialogo, nel 2008, durante il quale molti hanno lavorato in modo sinodale (ricordate?) sul testo 4 introduttivo intitolato “Tornino i volti”, abbiamo dato vita ad un biennio (2008-2010) sul tema dell’educazione. Nel testo intitolato “Il maestro è qui e ti chiama”, ho proposto alle comunità cristiane della diocesi alcune scelte pastorali che hanno trovato larga accoglienza e, nonostante comprensibili difficoltà e diffidenze, stanno già portando qualche frutto: a. la ripresa e il rilancio dell’esperienza dei Consigli pastorali parrocchiali, come luogo privilegiato di partecipazione e di corresponsabilità e occasione di crescita e di educazione per i consiglieri; b. la nuova impostazione dell’iniziazione cristiana secondo modalità più affini allo stile catecumenale; c. i nuovi percorsi offerti ai fidanzati in preparazione al sacramento del matrimonio. 3. Proposta di itinerario Al termine di questo primo tratto del nostro cammino di Chiesa, ho riflettuto e pregato, mi sono confrontato con la sapienza di molti, e sono ora in grado di proporre un itinerario per il prossimo triennio 2010/2013. Si dovranno ancora precisare molte cose e dare concretezza alle indicazioni che seguono, e sono ancora inevitabilmente generiche. Mi sta a cuore l’attenzione a superare un possibile errore e a correggerlo dove si presentasse: un progetto pastorale non deve indurre a inventare cose straordinarie ed eccezionali, o complicare inutilmente la vita, ma aiuta a porre una rinnovata attenzione (certo, introducendo anche qualche novità!) a quello che già facciamo o dovremmo fare, per farlo in modo sempre più efficace ed attuale. Prima di descrivere alcuni temi fondamentali del percorso dei prossimi tre anni, vorrei indicare quelle che, a mio avviso, dovrebbero essere le intenzioni principali che muovono i nostri passi, la direzione nella quale penso che la Chiesa di Como debba camminare per aprire un futuro ricco di speranza. 5 4. Le tre sfide che ci aspettano Mi pare che si possano riassumere alcune delle sfide di fronte alla quali si trovano oggi le comunità della nostra diocesi intorno a tre nodi principali. LA SFIDA DELLA QUALITÀ DELLA FEDE Il primo nodo, già indicato qui sopra, è costituito dalla difficile custodia e promozione di ciò che è specifico e proprio della fede cristiana: dobbiamo ricollocare Gesù Cristo, la sua Parola e la sua Persona viva, al centro della fede e della vita. E rendere questa centralità, dove già fosse chiaramente vissuta, ancora più capace di produrre nuovi stili di testimonianza al Vangelo. Questo problema, da sempre importante nella vita della Chiesa, si sta facendo oggi più urgente, come più volte ci è stato ricordato da Benedetto XVI, dato il clima di diffuso relativismo sulle convinzioni e sulle fedi, provocato anche dalla mescolanza di religioni e di culture, tipica del villaggio globale e sempre più presente anche da noi, e a causa della genericità, superficialità e ignoranza religiosa diffusa nella nostra cultura secolarizzata. Non senza motivo il Papa ha dato vita ad un servizio particolare della Santa Sede per dare rinnovato impulso alla evangelizzazione dell’Occidente! LA SFIDA DELLA VERA FRATERNITÀ Il modo di vivere, d’incontrarci e di comunicare, di lavorare, di gioire e di soffrire, tipico della nostra cultura, ci rende sempre più estranei gli uni agli altri. Le relazioni tra le persone, anche quelle profonde e significative (amore, familiarità, amicizia…) diventano sempre più superficiali e fragili. Se da un lato questo fenomeno, che è sotto gli occhi di tutti, colpisce al cuore il messaggio e la proposta cristiana, dall’altro mi pare che si possa considerarlo come un’occasione eccezionale, che ci viene offerta nell’oggi di Dio, per far vedere quanto sia vero e urgente il messaggio del Vangelo e quanto sia preziosa la 6 presenza nel mondo di autentiche comunità cristiane nelle quali si vive una capacità di fraternità e di amicizia sostenuta dal dono dello Spirito santo di Gesù: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35). A questo proposito dobbiamo convincerci del compito urgente che ci è affidato: la trasformazione delle nostre parrocchie da dispensari di servizi religiosi a vere comunità fraterne, nella quali ci si conosce e ci si vuole bene e si collabora all’annuncio e alla testimonianza del Vangelo, che ha nell’amore reciproco sul modello di Gesù il suo centro propulsore e la sua verifica decisiva. LA SFIDA DI UNA RINNOVATA IMMAGINE DI CHIESA Anche come conseguenza di quanto sopra, dobbiamo affrontare una terza sfida: quella determinata dalle prevedibili (e per certi versi auspicabili) novità che, nel prossimo futuro, richiederanno un ripensamento della stessa articolazione della comunità cristiana e dei suoi ministeri, pur nella più rigorosa fedeltà alla tradizione della chiesa cattolica. Quella che chiamiamo “pastorale integrata” o “nuova collaborazione tra parrocchie” è solo l’inizio di una lunga strada che dovrà portarci verso comunità articolate e flessibili, guidate da vere e proprie comunità apostoliche che, senza perdere il necessario riferimento al prete/parroco e al vescovo, sappiano assumersi e condividere responsabilità, e acquisire competenze in ordine ad un servizio efficace offerto alla fede e alla vita cristiana di tutti i battezzati, e all’annuncio missionario verso i non battezzati e i dispersi. Faccio solo un esempio: come saremo in grado di gestire la vita e la preghiera di piccole comunità che non avranno più un parroco residente e si troveranno spesso a santificare le feste con celebrazioni della Parola e condivisione della Comunione Eucaristica in attesa della celebrazione della Messa che non sarà più possibile ogni domenica? Chi si preparerà a guidarle con umile spirito di servizio e con la necessaria competenza? Attraverso quali percorsi potremo preparare questi nuovi “ministeri”, così come in questi anni abbiamo in qualche modo preparato, ad esempio, i catechisti e gli operatori di pastorale familiare? 7 5. «La Chiesa che vorrei...» Ci sentiamo quasi intimiditi e disorientati di fronte a questi compiti. Ma dobbiamo ricordare anzitutto che il Signore, se abbiamo fatto un buon discernimento, non mancherà di aprirci il cammino; e poi sappiamo che non si tratta di cose che si realizzano nel giro di qualche mese. Ci vorranno anni di lavoro intenso e tenace, ma bisogna cominciare a muoversi nella direzione giusta, con pazienza, gradualità e prudenza, ma anche con un poco di coraggio e di slancio generoso verso il futuro. Il compito è arduo ma è anche appassionante. Anzi, penso che affrontandolo faremo esperienza di una rinnovata vivacità nel nostro servizio per Gesù e per il Vangelo. A questo proposito sono andato a riprendere quello che dissi a Sondrio, pochi giorni dopo il mio ingresso in Diocesi, il 3 febbraio di tre anni fa, quando mi chiedevo quale Chiesa potevo desiderare di servire per i miei fratelli e le mie sorelle nella fede. E rispondevo con tre aggettivi: una Chiesa coraggiosa, fiduciosa e missionaria. Forse non è superfluo riproporre qui quelle parole. Una Chiesa coraggiosa Vorrei una Chiesa coraggiosa, che ha la forza, come Pietro, di prendere il largo dopo una giornata trascorsa in mare senza aver pescato nemmeno un pesce. Una Chiesa che si sente dire: “Non temere”; e risponde: “Eccomi”. Una Chiesa insomma, fatta di uomini e donne non intimoriti, ripegati su se stessi, spaventati, pessimisti, disperati, ripetitivi… La parola coraggio ha la stessa radice di “cuore”: una Chiesa che senza essere arrogante, invadente o aggressiva, sa essere intransigente contro il male, ma misericordiosa con i peccatori. Una Chiesa fiduciosa Vorrei una Chiesa fiduciosa della forza che arriva da Qualcun altro, perché non siamo soli, ma il Signore Gesù, il suo e nostro Padre e il loro Spirito d’amore sono con noi. Vorrei una Chiesa saldamente fondata sulla roccia. Una Chiesa che abbia come riferimento costante la Scrittura, la Parola di Dio. Pietro si è fidato di quella Parola e 8 ha capito che solo fidandosi, ascoltando la Parola di Dio, e gettando la rete nell’obbedienza a quella Parola, la vita sterile (ovvero le reti vuote) si sarebbe riempita di frutti. Una Chiesa missionaria Infine, vorrei una Chiesa che condivide, annuncia e si mette a disposizione di tutto il mondo: una Chiesa missionaria. Perché quando la vita è sovrabbondante di frutti non si può tenere tutto per sé. Non si può non chiamare anche altri all’incontro con Gesù. Se la nostra vita sarà fondata sull’amicizia con Dio, allora il mondo intero verrà a chiedere di poter tirare su le reti insieme a noi. 6. Una pagina di Vangelo per capire Vi invito a leggere e meditare una pagina di Vangelo che trovo ricca di significato a proposito del coraggio e della fiducia che ci devono spingere ad entrare con vigore nella nostra “missione”. Il contesto ci riporta nella sinagoga di Cafarnao dove Gesù ha appena concluso il suo discorso sul pane vivo disceso da cielo, che ha superato, come la realtà supera il simbolo che l’ha preannunciata, l’antica manna, cibo della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto e nutrimento di sostegno nel cammino verso la terra promessa. Come l’antico Israele, il piccolo gregge dei discepoli, anche se non capisce fino in fondo le parole del Signore, si accorge che esse vogliono significare qualcosa di molto grande, di sconvolgente e impegnativo. Come se il Maestro stesse ripetendo a loro che solo se si è disposti a morire per amore e a dare – sempre per amore – se stessi in dono (in cibo!) per la fame dell’umanità, solo allora la vera vita, quella data dallo Spirito, nasce in noi e diventa feconda. Come dirà, sempre nel Vangelo di Giovanni più avanti: «Se il chicco caduto in terra non muore resta solo… se invece muore porta molto frutto» (Gv 12,24): Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura; chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: 9 «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?È lo Spirito che dà la vita, la carne non giovaa nulla; le parole che vi ho dettosono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Gv 6,59-69 Insieme a Pietro, anche noi, per quanto si possa essere sconcertati e perplessi di fronte alle difficoltà dell’impresa, confermiamo la nostra fede nel Signore e riconosciamo la sua santità; accogliamo dalle parole del Maestro l’annuncio di una vita carica di valore e sovrabbondante di fecondità e di bene per tutti. Così Gesù sostiene la fatica e riscalda il cuore dei discepoli che rimangono con Lui e con Lui partecipano al lavoro nel cantiere dove si edifica l’umanità nuova, redenta dalla misericordia e dall’amore del Padre, attraverso il dono «senza misura» dello Spirito Santo. 10 7. Una traccia per il cammino Vi presento lo schema, come ho detto ancora passibile di qualche variante e ancora alquanto generico, di quello che vorrei proporre alla Diocesi come particolare cammino di attenzione e di aggiornamento per il triennio 2010-2013. A questa presentazione schematica aggiungo, non senza qualche trepidazione, il proposito di concludere questo ciclo di tre anni – se il Signore vorrà e me ne darà la forza – con la celebrazione di un vero e proprio Sinodo Diocesano per gli anni 2013-2015. 8. Un nuovo inizio per l’Anno Pastorale Propongo di considerare, d’ora innanzi, l’inizio dell’Anno Pastorale non facendolo coincidere con il rientro dalle ferie a fine agosto o con la ripresa dell’anno scolastico all’inizio di settembre, ma con l’inizio del nuovo anno liturgico, cioè con la prima domenica di Avvento. La scelta non consiste in un semplice cambiamento di calendario, ma comporta anche una novità di metodo. Voglio dire che, dopo le attività estive, la ripresa autunnale potrà essere dedicata ad un’opportuna verifica di quanto si è vissuto e fatto nel precedente anno pastorale e nel contempo si potrà riavviare il normale ritmo della vita della comunità in vista della nuova “partenza” che si verificherà non più nel momento difficile della lenta ripresa autunnale, ma in un tempo molto significativo perché coincide con l’inizio dell’anno liturgico. I temi e le sottolineature dell’anno in corso potranno poi essere utilmente estese anche alle attività estive (dal Grest, ai campi di formazione dei ragazzi, dei giovani e delle famiglie…) collegando così in modo più organico tali attività con quanto si è fatto e sperimentato nei mesi precedenti. 11 9. Il primo anno del trienno: riflessione e verifica Vorrei che il primo anno del triennio che andiamo ad aprire (I domenica di Avvento 2010 – Solennità di Cristo Re 2011) fosse considerato un anno dedicato alla riflessione e alla verifica in rapporto a quanto abbiamo fatto fin qui: cioè un periodo in cui non mettiamo a tema nuovi contenuti né intraprendiamo nuove sperimentazioni. E questo almeno per tre motivi: a. ciò che abbiamo avviato nel biennio trascorso, nelle tre direzioni che ho già ricordato (consigli pastorali parrocchiali, iniziazione cristiana, preparazione al matrimonio cristiano), merita di essere proseguito e mantenuto al centro dell’attenzione prevalente ancora per un altro tratto di cammino; b. inoltre potremo dedicarci con più agio ad avviare le verifiche di quanto stiamo facendo; non siamo molto abituati a dedicare tempo ed energie a questa riflessione, che invece – se condotta bene e con i criteri di un giusto discernimento cristiano – si rivela preziosa per correggere errori, dare più continuità ed efficacia alle scelte, orientare l’investimento delle risorse disponibili; c. con questo anno pastorale inizia anche il percorso decennale proposto dalla CEI per la Chiesa in Italia sul tema dell’educazione; noi abbiamo anticipato questo tema qui a Como nel biennio 2008-2010, ma è bene che possiamo dare adeguata attenzione anche alle proposte che ci giungeranno a livello nazionale. 12 10. Il secondo anno del trienno: la Parola di Dio Il secondo anno (I domenica di Avvento 2011 – Solennità di Cristo Re 2012), nel quale speriamo di poter usufruire della prevista Esortazione post sinodale di Benedetto XVI sulla Parola di Dio nella vita della Chiesa, sarà perciò dedicato: a. anzitutto alla verifica di quanto la Parola di Dio sia veramente ascoltata, conosciuta, pregata, vissuta di fatto nelle nostre comunità: famiglie, gruppi, parrocchie, associazioni e movimenti…; b. e, di conseguenza, ad una rinnovata proposta di occasioni e percorsi, di tradizioni e di sane abitudini (che non si esauriscano nell’arco dell’anno, ovviamente) che si rivelino utili per una maggiore diffusione della conoscenza delle Scritture, in particolare e anzitutto dei Vangeli, senza la quale non c’è vera conoscenza del Signore Gesù Cristo. Con quello che ne deriva… 11. Il terzo anno del trienno: la Celebrazione Eucaristica Durante il terzo anno (I domenica di Avvento 2012 – Solennità di Cristo Re 2013), vorrei che la nostra attenzione si volgesse a quel momento della vita cristiana che, come ci ricorda il Vaticano II, è fonte e culmine di tutta l’esperienza cristiana: mi riferisco alla celebrazione eucaristica, alla quale sarà necessario porre nuova attenzione per ridare vita agli stili della festa cristiana e soprattutto della domenica, affinché ritorni ad essere veramente il giorno del Signore, e più in genere, mi riferisco alla centralità di Cristo nelle altre celebrazioni sacramentali e nella liturgia. 13 12. Con lo sguardo rivolto al futuro Al termine di questo triennio si potrebbe pensare alla celebrazione di un Sinodo Diocesano, che a questo punto non dovrebbe risultare come un elemento estraneo al cammino della Diocesi in questi ultimi anni, ma dovrebbe apparire come il momento di sintesi di quanto abbiamo vissuto insieme, concentrato intorno al tema che da diversi punti di vista e sotto differenti profili è stato al centro del nostro impegno in questi anni: la paziente ricerca di ciò che è proprio, specifico e qualificante della fede cristiana; senza questo essa perde la sua verità e la sua forza; cioè la rivelazione avvenuta in Gesù Cristo di Dio Padre misericordioso e gratuitamente amico degli uomini che con il Figlio e con lo Spirito Santo è Trinità di Persone che si amano e che danno all’universo il suo senso ultimo e il suo fine supremo: un grande invito al “Regno” cioè alla partecipazione di tutto e di tutti all’amore divino. Per le persone umane a questo invito si risponde nella forma della libertà obbediente e riconoscente dei figli e per le altre creature nella forma di un’obbedienza attraverso le leggi della natura alla sapiente cura dell’uomo fatto a immagine e secondo la somiglianza di Dio. Perché possiate abbracciare con uno sguardo di sintesi le proposta che vi ho illustrato nei particolari, la riassumo nel seguente schema. 14 Anno pastorale Contenuto specifico 2010/2011 Anno di verifica del bienno precedente e proseguimento del lavoro della diocesi come par tecipazione al cammino della Chiesa italiana nel decennio sull'educare 2011/2012 Un anno dedicato alla speciale diffusione di una rinnovata conoscenza e utilizzo spirituale della Parola di Dio Esor tazione postsinodale di Benedetto XVI sulla Parola di Dio nella vita della Chiesa 2012/2013 Un anno dedicato alla revisione e alla qualificazione della Celebrazione Eucaristica soprattutto domenicale Sussidi del Cong resso Eucaristico Nazionale di Ancona/Loreto dopo il 2013 Indizione e celebrazione di un SINODO DIOCESANO Testi diocesani Principali sussidi Documento CEI Maestro do ve abiti? Discepoli di Gesù per la vita del mondo Affido queste note, oltre che alla vostra attenzione e benevola accoglienza, alla materna intercessione della Vergine Maria, Assunta in cielo, e a quella di sant’Abbondio e dei nostri compatroni, e chiedo al Signore Gesù la grazia di un abbondante dono dello Spirito Santo che guidi la Chiesa di Como nel cammino di questi prossimi anni, rendendola sposa sempre più fedele al suo Signore e serva sempre più generosa e feconda di bene per la pienezza della vita del mondo. Como, 14 agosto 2010 Vigilia della solennità della Beata Vergine Assunta in cielo 15 16 Proposte pastorali 2010-2013 Percorsi e appunti 17 18 Proposte pastorali 2010-2013 PERCORSO Prima tappa I domenica di Avvento - Epifania • Messaggio del vescovo • Indicazioni Pastorali (Caritas) • Avvio percorsi e itinerari Seconda tappa Tempo Ordinario • Catechesi adulti (Ufficio Catechesi) Terza tappa Mercoledì delle Ceneri – Pentecoste • Messaggio Santo Padre – Messaggio Vescovo • Indicazioni pastorali (Ufficio Missionario) • Celebrazione sacramenti (Catecumeni – Iniziazione Cristiana) Quarta tappa Tempo ordinario • Catechesi Adulti • Attività estive (Grest, Campi, Corsi aggiornamento, Esercizi, Pellegrinaggi) • Sant’Abbondio – Messaggio Vescovo • Assemblea Diocesana • San Felice – Convocazione Comunità Apostolica e mandato Operatori pastorali Obiettivo • Domenica, centro della vita cristiana e della comunità dei credenti 19 Sussidi • Agenda Diocesana • Piano Pastorale e sussidi di accompagnamento (Catechesi, Liturgia, Animazione) • Messaggio Santo Padre Quaresima • Messaggi Vescovo Prima di Avvento, Pentecoste, Sant’Abbondio • Avvento – Natale (Caritas) • Novena di Natale (Pastorale Giovanile - Ufficio Liturgico) • Opuscolo Benedizione delle Famiglie • Quaresima – Pasqua (Ufficio Missionario) • Grest (Oratori Diocesi Lombarde) • Adorazione (Centro Diocesano Vocazioni) Proposte culturali • Scuole e Corsi di Formazione • Centro culturale Cardinal Ferrari • Pellegrinaggi 20 Avvio e organizzazione dell’Anno Pastorale-Liturgico Il Tempo della pastorale A. La I domenica di Avvento B. Organizzazione dell’anno pastorale secondo l’anno liturgico C. Appuntamenti diocesani prioritari A. La I domenica di Avvento «La prima domenica di Avvento, infatti, è il contesto più favorevole per l’inizio dei vari cammini di fede, a cominciare da quello primario del catecumenato (Rito dell’ammissione). È auspicabile che siano coinvolti gli adulti che intendono completare l’iniziazione cristiana, i fidanzati, i genitori che si preparano al Battesimo dei figli, i cresimandi e comunicandi; insomma, tutte le persone che riceveranno i Sacramenti nel corso del nuovo Anno liturgico» (dal piano pastorale Il Maestro è qui e ti chiama). 1. Valorizzare gli itinerari di fede più che i “gruppi” di appartenenza. 2. Momento di accoglienza prima dell’inizio della celebrazione, presentando in breve i cammini che iniziano; poi inizio con processione di ingresso con le persone coinvolte nei cammini. 3. Una sola Messa per parrocchia/comunità pastorale per sottolineare che si comincia un unico cammino. 4. Presentazione alla comunità delle linee guida del piano pastorale (diocesano e parrocchiale per l’anno liturgico che comincia). 21 B. Organizzazione dell’Anno Pastorale secondo l’Anno Liturgico • I Domenica di Avvento Avvio del nuovo anno per tutte le attività parrocchiali e vicariali. • Giugno Non “solennizzare” l’interruzione delle attività – si tratta di dire semplicemente «gli incontri… sono sospesi per i mesi di luglio e agosto e riprendono a settembre secondo il calendario….»; piuttosto dedicare una serata alla presentazione delle proposte estive (forse meglio a maggio, per le eventuali iscrizioni). • Mesi estivi Esperienze speciali di formazione, vita comunitaria, spiritualità; che devono essere presentate, scelte e valorizzate come “parte del cammino” e non come “extra”; questo cambiamento di visione dell’estate è un punto cruciale perché si radichi la nuova mentalità dell’anno liturgico. • Mesi settembre-ottobre-novembre - Prosecuzione dei cammini formativi con particolare attenzione agli aspetti di carità, missionarietà, incarnazione del Vangelo nella ferialità. - Contatti e accoglienza con le persone che dovranno iniziare nuovi cammini. - Programmazione del nuovo anno pastorale in Consiglio Pastorale parrocchiale e vicariale. • In particolare a novembre - conclusione e verifica dei cammini formativi; - verifica finale dell’anno pastorale (magari con assemblea parrocchiale) e conseguente “integrazione” di suggerimenti nella programmazione. ♦ Prove di applicazione alle attività di una parrocchia * itinerari iniziazione cristiana: per un percorso da dicembre a novembre occorre valorizzare i tempi forti facendone scaturire le tematiche necessarie per il cammino; perché l’estate faccia parte del cammino occorre valorizzarla con proposte di esperienze (dai campi, a progetti e gruppi di interesse in Parrocchia) collegate tematicamente al cammino che si sta facendo; unica avvertenza per i mesi settembre-novembre tenersi pronti a eventuali variazioni di orario scolastico che richiedano di spostare l’orario degli incontri; 22 * giovani: come sopra; * gruppi familiari: cammino da dicembre a novembre, in estate si programma un momento di convivialità o residenziale; * itinerari fidanzati: già impostati in questa logica; * Commissione Missioni, Caritas…: ci sono azioni continuative che permangono di anno in anno; per eventuali “temi di attenzione” dell’anno, è sufficiente avviarli a dicembre e mantenerli fino a novembre; per le missioni l’ottobre missionario diventa il culmine dell’anno a cui può seguire un novembre di verifica e programmazione; * Commissione Liturgia: è naturalmente orientata sull’anno liturgico. Associazioni Gruppi e Movimenti che funzionano sul calendario settembre/ottobre-agosto devono tenere il doppio registro, consapevoli del valore prioritario dell’Anno Liturgico rispetto al cammino di fede di ciascuno. C. Appuntamenti diocesani prioritari Nella programmazione si verifichino gli eventi diocesani indicati nell’agenda diocesana Per valutare se interessano come : • appuntamenti rivolti a tutti i fedeli • appuntamenti rivolti alla “comunità apostolica” • appuntamenti distinti per categoria o uffici (per i preti; per i giovani; per le famiglie…) Una attenzione sarà da dare - Veglia di Pentecoste può essere il momento “di Chiesa” più importante, riscoperta della Chiesa che nasce dallo Spirito e momento di comunione con il Vescovo - Veglie Missionaria, per la Vita, del Lavoro, dei Martiri, sono più un’occasione tematica (hanno un grado di importanza inferiore ma toccano punti significativi dell’identità cristiana, che devono ancora essere riscoperti e approfonditi) Per la “comunità apostolica”: • ipotizzare il Mandato agli operatori pastorali in parrocchia 23 Finito di stampare ottobre 2010 dalla New Press s.a.s. 22100 Como - via Carso, 18/20 Telefono 031 30.12.68/69 - fax 031 30.12.67 e-mail: [email protected] 24