Anno XXIX° - Bergamo
Dicembre 2013
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Bergamo
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PERIODICO DI INFORMAZIONE,
CULTURA E TECNICA
ORTOFLOROVIVAISTICA
Direttore Resp.: Carlo Fattori
Redazione: Maurizio Zanetti
Walter Galli
Grafica: *Asterisco
Impianti e Stampa:
La stamperia di Gorle S.r.l.- Gorle (BG)
L’ARCA n° 5 - Dicembre 2013 - Anno XXIX
Pubblicazione periodica bimestrale
Autorizzazione del Tribunale di Bergamo
n° 35 del 7.12.1984.
Tutti i diritti sono riservati.
Vi piacerebbe vedere un articolo che parli
della Vostra azienda e dei Vostri prodotti?
Inviateci testi, immagini e descrizioni
al seguente indirizzo e-mail:
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Sommario
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ENA lancia il tavolo
mondiale del vivaismo
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Le micosi del tappeto erboso:
la lotta biologica
6
Santinon & Rossi:
noi parliamo alle piante
10
Le imprese agricole under 35
guardano al futuro
14
Fuori suolo: acidificazione
dell'acqua e della soluzione nutritiva
16
Federico Bonato:
l’uomo “aromatico”
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Piante 2013, un primo
semestre in sofferenza
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La distribuzione dei prodotti
fitosanitari per uso agricolo
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Spoga+Gafa: risultato
stabile e trend positivo
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Un Lillium
per Natale
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Eventi & Fiere
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ENA lancia il tavolo
mondiale del vivaismo
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Esportare fuori e dentro l’Europa e negli spazi del mercato mondiale: è questa la chiave per il rilancio e la crescita dell’intero settore. Ma è necessario
superare le barriere doganali e i problemi fitosanitari che ostacolano gli
scambi. Sono state queste le tematiche alla base dell’incontro mondiale
dell’anno voluto da ENA – European Nurseystock Association – con la partecipazione di 150 persone ed una presenza attiva di 19 nazioni.
Ai delegati ENA si sono infatti aggiunti Grecia, Turchia, Russia, USA,
Canada, Sudafrica, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Il tutto
si è svolto a Giarre (CT) nella splendida cornice di Radicepura, il centro congressi ubicato all’interno di una moderna serra di piante tropicali rare adatta all’accoglienza di una così grande mole di persone.
Il Presidente ENA ed ANVE Maurizio Lapponi ha sottolineato come “il vivaismo nel mondo ha simili problemi ed opportunità. ENA, riconoscendo queste similitudini, ha deciso di organizzare la prima tavola rotonda mondiale
del vivaismo per focalizzare i futuri passi in comune da portare avanti.
Con diciannove nazioni presenti ed i messaggi di supporto inviati dalle più
disparate parti del mondo, la tavola rotonda ha dimostrato di poter soddisfare le attese degli organizzatori e del pubblico presente.
Siamo stati dunque lieti di aver ospitato in Italia un incontro di tale portata
ed auspichiamo che venga proposto nuovamente a cadenza biennale,
ovviamente con il sostegno organizzativo di ENA. Sono orgoglioso di aver
avuto la presenza ed i messaggi di sostegno dal mondo politico, dal
Governo italiano, dalle amministrazioni locali a conferma del fatto che
viene posta grande attenzione all’intera filiera produttiva florovivaistica”.
Lo stesso Lapponi ha anche aggiunto “In Italia, il florovivaismo contribuisce
per circa il 6% al totale del valore della produzione agricola nazionale, più
dei produttori di vino e di olive, ma non riusciamo a interloquire efficacemente con la politica, per questo dobbiamo fare pesare la nostra voce a
Roma e a Bruxelles, dove si decide il futuro”.
In effetti il vivaismo italiano, nonostante faccia i conti con la grave crisi economica, mostra un export in costante crescita negli ultimi tre anni: dopo il
crollo del 2009, a 589 milioni di Euro, nel 2012 è salito a oltre 683 milioni di Euro. L’interscambio ha un saldo anch’esso positivo: l’anno scorso è
stato di oltre 160 milioni di Euro, in crescita dal 2009, quando era precipitato rispetto all’anno precedente. Mario Faro, vivaista e consigliere di
ANVE, ha sottolineato “..L’Italia è un Paese molto propenso alle esportazioni, grazie all’industria manifatturiera. Allo stesso modo potrebbe esserlo
anche per il vivaismo, ma paradossalmente oggi importare piante in Italia
è diventato più facile che esportare. Il florovivaismo non deve essere la
cenerentola dell’agricoltura italiana, ma un’eccellenza cui va riconosciuta la
posizione che le spetta, per avere più forza all’estero, superando le barriere doganali”.
La politica, da parte sua, ha risposto con l’on. Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, che in un videomessaggio ha assicurato la “massima disponibilità per il settore” ed ha ricordato che “siamo nelle fasi conclusive della riforma della PAC, che darà
all’UE una politica più efficiente e flessibile”.
Il principale problema messo in luce dagli operatori è la difficoltà a superare le barriere doganali a causa degli ostacoli di tipo fitosanitario. Nei Paesi
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dove si esporta sono in vigore norme rigide e diversificate per l’ingresso dei
prodotti. Regioni e Stato devono stringere accordi per unificare i protocolli
fitosanitari. Un valido esempio viene dalla Sicilia dove esistevano barriere
fitosanitarie per l’esportazione di arance in Giappone, e sono state superate mediante un impegnativo negoziato tra i politici dei due Paesi.
L’impegno a seguire la medesima strada è arrivato dall’assessore regionale
all’Agricoltura Dario Cartabellotta: “Quelle che una volta erano barriere
tariffarie oggi sono barriere fitosanitarie, rispetto alle quali tocca ai governi
agire con impegno serio per aiutare le imprese ad esportare”. Ma nel settore vivaistico siciliano (1.500 aziende e addetti stimati in 9-10 mila unità,
considerando l’indotto) non c’è solo la questione fitosanitaria:
“Siamo pronti a collaborare per rendere più efficace l’azione del Distretto
del Florovivaismo Siciliano – ha affermato Mario Faro – per ottenere una
rete di infrastrutture di comunicazione più efficiente, utilizzando le vie di trasporto che abbiamo già e creandone di nuove: ovvero, potenziando i porti,
rendendo più operativi gli aeroporti (anche quello di Comiso), e migliorando le strade”.
I partecipanti alla prima tavola rotonda mondiale chiedono inoltre maggiori sforzi da compiere per promuovere i benefici apportati dalle piante i quali sono ben noti, ma troppo spesso oggetto di scarsa attenzione. Iniziative come “Green Cities” sono molto importanti per promuovere questi benefici, ma molto più deve essere fatto. Gli effetti positivi
delle piante per l’ambiente globale devono essere pienamente compresi e pienamente apprezzati.
Il settore del vivaismo inoltre fa un lavoro di promozione, ma l’importanza
delle piante è così elevata per cui è necessario l’aiuto di tutta la società.
Questo include le organizzazioni internazionali, i governi nazionali, le autorità locali, gli sviluppatori e gli individui. Solo attraverso sforzi concertati il
settore sarà in grado di fornire il massimo beneficio per l’ambiente e per la
popolazione mondiale. I costi di promozione risultano elevati, ma un piccolo investimento di fondi pubblici potrebbe fornire un servizio non indifferente alla società.
In conclusione, i delegati presenti hanno sottoscritto un documento comune
di intenti, nel quale viene chiesto ai governi di accettare la sfida per fornire
un futuro migliore al mondo, riconoscendo l’importanza del vivaismo e adottando azioni positive per aumentare attivamente la quantità di piante nei
rispettivi paesi.
I numeri dell’ENA
30.000 aziende
120.000 ettari coltivati
125.000 lavoratori
Una produzione lorda vendibile pari a circa 7.000 miliardi di Euro
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Le micosi del tappeto
erboso: la lotta biologica
La lotta biologica utilizza sistemi naturali al posto dei principi attivi
chimici e mira alla bio-protezione del tappeto erboso utilizzando
organismi viventi ed escludendo applicazioni chimiche. Vengono
infatti sfruttati i diversi gradi di competizione naturale esistenti tra gli
organismi colonizzatori del suolo. Abbiamo esempi tra alcuni funghi,
insetti, batteri, nematodi e virus che riescono a “parassitizzare” od
entrare in antagonismo con gli organismi patogeni.
gato in top-dressing, ha fornito buoni risultati nei confronti di
Sclerotinia homoeocarpa su Agrostis stolonifera. Anche una selezione di Pseudomonas aureofaciens recentemente isolata pare stia
dando buoni risultati sempre sull’agrostide contro la stessa micosi. Di
questo secondo ceppo si sta studiando, in Francia e in Florida, la
possibile distribuzione mediante un sistema di iniezione direttamente
nell’impianto di irrigazione.
La ricerca scientifica ha compiuto notevoli progressi ed attualmente
l'efficacia di questi prodotti biologici è aumentata di 10 volte rispetto a 20 anni fa. Per quanto riguarda la difesa biologica nei confronti della malattie fungine e delle infestanti del tappeto erboso siamo
nella realtà ancora ad uno stadio di ricerca e con pochi prodotti
Diversi ceppi di Trichoderma harzianum hanno mostrato azione efficiente nel contenimento sempre di Sclerotinia homoeocarpa in
Agrostis tolonifera per la capacità di colonizzare rapidamente la rizosfera e il filloplano. Il tricoderma ha inoltre mostrato interessante azione nel contenere gli attacchi radicali di Pythium spp. e di Rhizoctonia
Marciume basale da Sclerophtora.
Dollar-spot da Sclerotinia.
impiegabili. Maggiori applicazioni pratiche sono state realizzate per
la lotta agli insetti dannosi. L’organismo antagonista può essere introdotto nel tappeto erboso, o possono essere impiegate sostanze da
esso prodotte che inibiscono o limitano la diffusione del fungo patogeno. Gli antagonisti possono poi evitare il contatto tra il patogeno
e l’ospite occupando per primi gli spazi, competere con il parassita
per gli elementi nutritivi o anche produrre tossine che limitano la crescita del patogeno.
solani. Un terzo indirizzo di ricerca è volto allo sfruttamento del fenomeno della resistenza indotta. È allo studio il possibile impiego di
ceppi avirulenti o ipovirulenti di Phialophora sp. e di
Gaeumennomyces sp nella lotta a Gaeumannomyces graminis. In
questo caso si punta a sfruttare i fenomeni di “resistenza indotta” a
cui le piante possono essere portate una volta colonizzate dalle forme
virulente o ipovirulente.
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Un indirizzo della ricerca per la lotta biologica alle malattie fungine
ha riguardato l’impiego di ceppi avirulenti di alcuni patogeni, come
nel caso di ceppi binucleati di Rhizoctonia spp. per ridurre gli attacchi di macchia bruna causati da ceppi multinucleati di R. solani su
Agrostis stolonifera. Numerosi studi sono stati condotti per isolare
microrganismi antagonisti. Un ceppo di Enterobacter cloacae, impie-
Molto interessante, ma ancora in fase di sperimentazione, è il possibile impiego di compost organici dotati di capacità bio-repressiva. In
particolare è stato osservato come applicazioni mensili di 5
kg/100mq di compost organico misto a sabbia possono limitare gli
attacchi di Sclerotinia homoeocarpa, Rhizoctonia solani, Typhula
spp. e Laetisaria fuciformis e possono in parte contenere gli attacchi
di Pythium spp. Distribuzioni più pesanti di compost nel tardo autun-
a
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no possono poi limitare i danni causati dal freddo e da malattie fungine invernali. L’applicazione di pieno campo resta poco diffusa a
causa della difficoltà di controllo sulla qualità “biologica” delle forniture di ammendante organico, materiale di difficile standardizzazione industriale. Oltre a ciò, la maturità del compost influenza molto la
sua attività antagonistica.
Lo stesso compost, in due epoche diverse di maturazione, mostra
infatti azione opposta su Rhizoctonia solani: se applicato ancora
“acerbo” ha un effetto “benefico” sull’aggressività del patogeno mentre esercita azione repressiva se applicato maturo e stabilizzato.
L’impiego di materiali compostati è stato stimolato anche dalla United
States Golf Association, che ha inserito nella revisione del 2003 questi materiali come idonei per la costruzione di tappeti erbosi secondo
l’USGA System.
In Italia l’uso del compost maturo è però solo limitato ai costruttori che
puntano a ridurre le spese di preparazione del suolo o ai tappeti
Rizottoniosi in condizioni di alta umidità.
ceppi di Bacillus subtilis, attivo nel contenere gli attacchi di
Rhizoctonia solani.
Per l’impiego su tappeto erboso è però necessaria un’attenta vagliatura e una lunga maturazione con completa stabilizzazione verificabile solo in laboratorio con prove respirometriche.
A pieno campo, a tutt’oggi, la lotta biologica contro le malattie crittogamiche del tappeto erboso non può dare ampie garanzie e richiede un supporto agronomico davvero specialistico.
INFO
Fiorenzo Pandini
Dottore Agronomo
[email protected]
Copper-spot da Gloeocercospora.
erbosi estensivi dei grandi parchi urbani mentre è molto raro nei tappeti di pregio o di alta intensità colturale. Prove sperimentali condotte in Lombardia nel biennio 2009-2010 hanno mostrato, nel caso di
un ammendante ben compostato applicato a turno mensile da aprile
a settembre, un contenimento degli attacchi di Sclerotinia homoeocarpa che non differiva statisticamente dal confronto di riferimento trattato con Iprodione e Dicloran.
Oltre a un’azione nei confronti di questo patogeno, l’applicazione di
compost ha favorito la ripresa vegetativa primaverile, il recupero dei
danni invernali, una colorazione verde più intensa e una maggiore
densità del tappeto.
Recentemente gli agronomi hanno avviato prove di messa a punto di
metodi di induzione di repressività nel compost con l’introduzione di
Antracnosi da Colletotrichum.
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Santinon & Rossi:
noi parliamo alle piante
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Dagli anni ‘80 la famiglia Santinon & Rossi si dedica con amore e
passione alla coltivazione di piante del Lago Maggiore. Abbiamo
incontrato Fabrizio Santinon.
Come è nata l’azienda? Quali motivazioni hanno
spinto alla sua costituzione?
La Floricoltura Santinon & Rossi è nata per passione. Nel 1988 i
miei genitori comprarono il terreno dove oggi si trova la floricoltura. Inizialmente il loro era più un hobby, non avrebbero mai
pensato che quella sarebbe stata la loro vita. Sono cresciuto a
contatto con la natura e sono sempre stato affascinato dalla passione e dall’amore che mio padre e mia madre dedicano alle loro
piante, alla fatica e al sudore spesi per vedere germogliare la
vita e dall’odore della terra che ti pervade con la sua fragranza
intensa. Sono stati questi elementi che mi hanno spinto a far parte
di tutto questo. Alla floricoltura dedichiamo intere giornate, dall’alba al tramonto, ogni minuto è speso per il benessere delle
piante.
Quali sono le principali varietà prodotte?
La coltivazione si concentra sulle piante tipiche del Lago
Maggiore come rododendri, azalee e camelie. Da alcuni anni
coltiviamo pieris, aceri palmatum-dissectum innestati, cornus florida e frutti minori tra cui mirtilli, lamponi, more e ribes.
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C’è una particolare varietà che vi ha affascinato? Come vi siete avvicinati a
questa varietà?
Da qualche anno abbiamo iniziato a coltivare i frutti minori in vaso. Crediamo che meritino di
essere conosciuti e apprezzati perché si inseriscono perfettamente nel giardino e nei balconi
delle nostre case ed offrono una gustosa e piccola produzione familiare. Si tratta di specie
molto rustiche, adattabili, che richiedono pochissime cure e normalmente non sono colpite da
insetti o altri organismi patogeni. Alcuni di questi frutti sono indicati per la preparazione di confetture piuttosto che il normale consumo e sono frutti che richiamano alla mente serene giornate trascorse all’aria aperta in campagna a contatto con la natura. Un ultimo, ma non meno
importante, motivo per iniziare la coltivazione di frutti di bosco è quello delle proprietà che racchiudono questi piccoli frutti. Infatti tutti sono molto utili per la nostra salute, dei veri concentrati di vitamine, minerali e altri elementi come fibre e antiossidanti indispensabili per contrastare
un gran numero di malattie.
Quali sono i punti di forza della vostra floricoltura? Che tipo di standardizzazione avete raggiunto in termini di qualità del prodotto?
Il nostro principale obiettivo è sicuramente quello di soddisfare tutti gli amanti del verde che si
rivolgono a noi. Prestiamo attenzione ad ogni minimo particolare, come ad esempio, che le
piante spedite siano tutte uniformi, che le foglie siano verdi, lucenti e rigogliose. Ci piace fare
le cose per bene! Un’altra particolarità, che ci contraddistingue, é che siamo produttori di frutti minori fruttiferi in vaso: mirtilli, lamponi, more e ribes ci stanno dando grandi soddisfazioni
poiché tra Luglio e Settembre riusciamo a fornire piante colme di frutti! Le nostre coltivazioni
sono apprezzate in molti paesi stranieri, le distribuiamo in tutto il mondo.
Come viene gestito il processo produttivo?
Ogni specie di pianta coltivata in vaso richiede almeno 2 anni di cure e viene fatta crescere sotto strutture speciali, il terreno è una miscela di torbe e terricci. I sistemi adottati per prendersi cura delle piante sono di due tipi: 1) sistemi automatici di concimazione liquida (fertirrigazione), distribuzione dell’acqua, invasatura e preparazione del terreno e 2) attività
manuali fondamentali come la potatura e l’ispezione delle piante al fine di garantire una crescita perfetta ed uniforme.
Come è organizzata l’azienda?
Tutta la famiglia è coinvolta nella gestione e vi si dedica anima e corpo ogni giorno. Come in
ogni azienda che si rispetti però ognuno deve svolgere il suo ruolo altrimenti il meccanismo s’inceppa, quindi tutti abbiamo dei compiti essenziali. Io decido le piante da coltivare e curo ogni
aspetto manageriale dell'azienda. Mio padre Valter si occupa della selezione di innesti e talee,
oltre alla scelta dei fornitori di vasi, torba e terricci. Cura l'irrigazione e la salute delle piante.
Mia madre Maria è addetta dell'approvvigionamento dei concimi e dei fertilizzanti. Controlla
gli aspetti più estetici delle piante. Alcuni collaboratori occasionali, ci aiutano nei periodo dell’anno dove le piante richiedono più attenzioni.
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Come è ripartita la superficie produttiva?
La Floricoltura Santinon & Rossi si estende oggi su un terreno di oltre 40.000 mq di cui
26.000 mq sono attualmente coltivati e protetti da strutture autoportanti. La produzione è
suddivisa in diversi tunnel per la coltivazione e la propagazione delle piante. La propagazione avviene tramite talea ed innesto – piante madri coltivate in terra – così che le piante
propagate risultino più sane e forti, adatte ad ogni clima. I tunnel sono rivestiti di nylon stagionale per la protezione delle piante dalla neve; ombreggiati in estate per garantire una
crescita omogenea e continua.
Vi sono particolari vantaggi dovuti alla posizione geografica?
Sicuramente uno dei vantaggi è il clima. Il clima che caratterizza le nostre aree è uno dei
migliori per la crescita delle piante. Le piante si distinguono per i colori particolarmente
intensi e accesi, per la fioritura abbondante, per le foglie lucide e per l’elevata resistenza
agli sbalzi di temperatura.
Quali sono i principali canali di vendita? Chi è il cliente ideale?
Il canale di vendita principale sono garden, vivai, floricolture, giardinieri e commercianti italiani ed esteri. Godiamo anche di una posizione molto vantaggiosa per chi desidera venirci a trovare poiché siamo a 3 km dall’uscita di Busto Arsizio dell’autostrada A8 MilanoLaghi. Per noi non esiste un cliente ideale poiché il cliente ideale è quello che decide di
acquistare una nostra pianta e dedicargli tempo e cure e ovviamente amore.
Cosa ne pensa delle nuove opportunità di comunicazione offerte da
Internet? Pensate di utilizzare questo strumento?
È certamente uno strumento utile soprattutto come mezzo di comunicazione e di continuità
di relazioni che si intraprendono magari durante le fiere internazionali.
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Quali sono le previsioni di medio termine sull’andamento del settore?
Decisamente buone. In questo periodo le persone hanno riscoperto il piacere di coltivare e
prendersi cura delle piante.
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Quindi ritiene che vi sia ancora spazio per iniziative imprenditoriali?
La coltivazione delle piante richiede fatica, sudore, non ha orari…e poi la terra,
come dice sempre mio padre, “è bassa” non è un lavoro facile e adatto a tutti,
richiede troppi sacrifici e pochi sono disposti a farli. Spazio per le iniziative imprenditoriali ce n’è, ma non penso che nei prossimi anni si assisterà ad un aumento del
numero di floricolture.
Cosa ne pensa in merito alla partecipazione a Consorzi od Associazioni
di categoria?
La partecipazione a Consorzi o Associazioni di categoria è importante soprattutto per le
piccole attività, in quanto hanno la possibilità di farsi conoscere e rappresentare da
realtà più organizzate. La lotta è contro le aziende molto strutturate, che hanno sostituito
la mano d’opera dell’uomo con gli automatismi delle macchine. Le piante per crescere
bene hanno bisogno della mano delicata e del sapiente occhio dell’uomo; durante il
giorno noi parliamo alle nostre piante, ci prendiamo cura di loro con amore e dedizione. Questa passione è la nostra carta vincente.
LE NOSTRE PIANTE
DEL LAGO MAGGIORE
• Azalea Japonica
• Acer Palmatum-Dissectum
• Azalea Extra
• Cornus Florida
• Azalea Mollis
• Mirtillo americano
• Rododendro Ibrido a fiore grande
• Lampone rifiorente
• Camellia Japonica
• More
• Camellia Sasanqua
• Ribes
• Pieris Japonica
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INFO
Floricoltura Santinon & Rossi
Via Brecht, 14
21054 Fagnano Olona (VA)
Mobile 347 8279868
Tel. - Fax 0331 611326
[email protected]
www.santinonerossifloricoltura.com
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Le imprese agricole under
35 guardano al futuro
Sono 57.673 le imprese agricole under 35 in Italia, secondo i dati
Unioncamere, il 7% del totale delle imprese agricole iscritte al registro
delle imprese delle CCIAA (823.542) e il 9% circa delle imprese giovani complessive. Un numero comunque rilevante visto che solo le categorie delle imprese giovani di “costruzioni” e del “commercio all’ingrosso e al dettaglio” possono vantare un numero superiore di operatori
(rispettivamente 123 mila e 183 mila circa). Come sostiene il
Presidente di Confagricoltura Mario Guidi "I giovani sono la forza del
paese, il vero motore della ripresa, un patrimonio che non si può vanificare come sta accadendo attualmente". Per Guidi investire sui giovani "dovrebbe essere la regola, così come sarebbe logico creare condizioni adatte allo sviluppo delle imprese, ma così non è. Vanno ora ridisegnate completamente le regole del gioco, riscrivendo l'intero sistema
e ponendo al centro la terra, in termini di sostenibilità ambientale ed
economica".
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Nel corso degli ultimi anni, secondo i dati Eurostat, le imprese agricole giovani in Italia sono comunque diminuite in valore assoluto: da 145
mila nel 1990 a 115 mila nel 2000 sino ai poco meno di 52 mila nel
2007 (dato comunque non paragonabile a quello di Unioncamere).
Siamo dunque di fronte ad un calo complessivo del 64% per cento;
superiore alla flessione del numero complessivo di aziende agricole
(meno 37%) nello stesso periodo. Come sopra accennato, le imprese
agricole rappresentano il 9% (esattamente l’8,8%) di tutte le imprese
condotte da giovani (658.033) nei vari settori. Un dato comunque
peggiore rispetto all’incidenza (13,5%) delle imprese agricole rispetto
al totale delle imprese di tutti i settori (6,1 milioni).
In Italia i giovani che si dedicano all’agricoltura sono soprattutto nel
meridione e nelle isole, in particolare in Calabria, Sicilia e Sardegna,
dove si trovano il 56% delle aziende agricole giovani nazionali, pari
a quasi il 9% delle imprese complessive (la media nazionale è del 7%).
Per approfondire questi dati, Il Centro Studi di Confagricoltura ha realizzato un’indagine diretta ad un campione ragionato di aziende associate, cercando di focalizzare sia il profilo dell’impresa sia vari temi
che spaziano dal commercio alla politica.
Lo studio ha rilevato un incidenza maggiore degli uomini (66%) rispetto
alle donne (34%) ma entrambi mediamente hanno la stessa età (32 anni),
sono titolari d’azienda a tutti gli effetti il 71% degli intervistati e gestiscono una azienda di famiglia (93%) con una dimensione media di 113 ettari. Questo a dimostrazione di come anche oggi continui ad esserci uno
stretto legame tra attività di impresa e “familiarità” con il settore.
Purtroppo, l’elevato costo dei terreni e la scarsa rimuneratività del beneficio fondiario impediscono ai nuovi di insediarsi nel settore primario
come capi azienda. E’ pure molto probabile che le varie misure volte
ad introdurre nuovi soggetti nel mondo agricolo siano troppo macchinose e scoraggino in partenza anche i più interessati.
I giovani di Confagricoltura certificano le proprie produzioni (ma
comunque entro il 50%) prestando attenzione alle problematiche
ambientali, coltivando bio (50%) od utilizzando le denominazioni di origine (50%). Utilizzano quasi sempre mezzi informatici per la gestione
dell’azienda (89%) però non aderiscono ancora a strumenti innovativi
come le reti di impresa (solo il 12% lo fa).
Come dire che in agricoltura c’è ancora un gap generazionale significativo nella collaborazione partecipativa del “fare impresa”. Si comprende dunque come solo il 35% dei giovani imprenditori agricoli è
aggregato in OP ma di converso ben il 40% utilizza la cooperativa
come canale commerciale, l’industria il 23% e la vendita diretta il 26%.
Tutto sommato limitato (4%) il ricorso alla vendita on-line. Il 51% ritiene
comunque tuttora insoddisfacente il collocamento del prodotto.
Il 60% degli intervistati ha beneficiato dei fondi strutturali PSR soprattutto (quasi esclusivamente visto che si tratta del 90% dei giovani imprenditori) tramite le misure per il primo insediamento, le misure agro
ambientali e per l’ammodernamento dell’azienda agricola; misure servite in sei casi su dieci ad introdurre innovazione di prodotto o di processo. Ben il 90% dei giovani imprenditori di Confagricoltura intervistati ha introdotto innovazione all’interno della propria azienda. Da sottolineare purtroppo che solo la metà abbia potuto beneficiare di incentivi di politiche nazionali comunitarie.
Una parte significativa dell’intervista è stata incentrata sul peso della
politica; i giovani hanno indicato come priorità la riforma fiscale e contributiva e il riassetto delle istituzioni nazionali (rispettivamente il 26% ed
il 23% degli intervistati). Seguono misure per favorire l’occupazione
(14%), la promozione di formazione e ricerca (11%) e la riforma del
sistema elettorale (10%). Per quanto riguarda invece i provvedimenti di
politica agricola richiesti, su tutti spicca l’esigenza di maggior facilità
di accesso al credito (25%). Sono dunque evidenti le difficoltà nel reperire tuttora capitali di esercizio e di investimento per la propria attività.
Subito dopo sono stati indicati il finanziamento per acquisire mezzi di
produzione innovativi (22%) e per acquisire terreni agricoli (20%).
Quest’ultima esigenza al pari della richiesta di un nuovo regime fiscale per creare nuove reti di impresa (20%).
Qui è dunque chiara l’esigenza per una politica che sia efficace,
soprattutto per quanto riguarda l’innovazione (che i giovani imprenditori chiedono di incentivare) e per il fattore di produzione principale - e
di più difficile acquisizione – per le aziende agricole: la terra.
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ne facciamo
di tutti i colori
arcavasi.it
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ne facciamo
di tutti i colori
arcavasi.it
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Fuori suolo: acidificazione
dell'acqua e della
soluzione nutritiva
Le coltivazioni idroponiche, cosiddette Fuori Suolo, pur essendo molto studiate negli istituti di ricerca, sono attualmente limitate ad alcune esperienze
aziendali, a motivo soprattutto degli elevati costi impiantistici che comportano e della specializzazione del personale richiesta.
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In Olanda il 90% delle colture orticole sotto serra vengono gestite con sistemi "senza suolo", mentre tale superficie in Italia è molto ridotta. Nel nord
Italia si riscontrano pochi impianti notevolmente specializzati, mentre la gran
parte della coltivazione di prodotti orticoli, anche destinati alla cosiddetta
"quarta gamma", viene condotta direttamente su terreno. Tuttavia negli ultimi
anni sono nate esperienze aziendali innovative che hanno adattato i sistemi idroponici riducendone i costi d'impianto, ad esempio attraverso la coltivazione con il cosiddetto "floating system". Un recente convegno si è occupato della finalità di presentare metodi di coltivazione e soluzioni economicamente sostenibili che permettano alle aziende che oggi effettuano su terreno coltivazioni agricole specializzate di adottare vantaggiosamente le tecniche idroponiche. In questo ambito tratteremo il tema delle soluzioni nutritive legate alla pratica della fertirrigazione.
L’acidificazione delle soluzioni nutritive per la fertirrigazione in fuori
suolo è una pratica necessaria e vantaggiosa sotto numerosi punti di
vista. Benché esista la possibilità di utilizzare diversi tipi di sostanze, in
generale, l’acidificazione delle soluzioni, fino a raggiungere il pH desiderato, si effettua mediante l’applicazione di acidi minerali. Secondo
la composizione chimica dell’acqua irrigua normalmente impiegata,
bisogna considerare il potere tampone di questa prima dell’addizione
di un acido, e questo dipende esclusivamente dalla quantità presente
nell’acqua dello ione bicarbonato HCO3- Questo anione è la specie
chimica predominante che determina l’equilibrio dell’acido carbonico
H2CO3 disciolto tra i valori di pH 4 e pH 8,2. Aggiungendo un acido
(vale a dire qualunque sostanza capace di apportare ioni idrogeno
H+) si produce la seguente reazione di neutralizzazione.
HCO3- + H+ --> H2O + CO2
In questa reazione vengono eliminati gli ioni bicarbonato ottenendo dalla
reazione acqua ed anidride carbonica. Questa è la principale reazione
che ci consente di gestire e controllare il pH in una soluzione nutritiva.
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Vantaggi dell’acidificazione della soluzione nutritiva.
La correzione del pH della soluzione nutritiva ci permette di gestire molteplici parametri, tra cui i due principali sono:
1) Ottimizzazione del pH per una migliore disponibilità degli elementi nutritivi.
2) Prevenzione e/o eliminazione di occlusioni e depositi nell’impianto d’irrigazione e nei gocciolatoi.
Principali acidi minerali utilizzati in fertirrigazione.
Gli acidi impiegati per l’acidificazione delle soluzioni nutritive
sono fondamentalmente i seguenti:
• Acido fosforico (H3PO4);
• Acido nitrico (HNO3);
• Acido solforico (H2SO4).
Dai fertilizzanti sali semplici ai fertilizzanti complessi NPK
L’utilizzo dei concimi idrosolubili in fertirrigazione ha avuto inizio
con i sali semplici. Essi sono stati i primi fertilizzanti utilizzati,
normalmente conosciuti dall’agricoltore per l’impiego in pieno
campo. Questi avevano però caratteristiche di purezza e di solubilità non eccellenti ma accettabili per le primordiali tecniche e
impianti di distribuzione in irrigazione. La successiva specializzazione dell’industria produttiva dei fertilizzanti ha però creato e
messo a disposizione degli operatori agricoli dei prodotti tecnici specifici di elevata purezza e solubilità.
L’utilizzo dei concimi semplici idrosolubili (sali puri) per preparare una soluzione nutritiva madre ed applicarla in fertirrigazione
è considerata, da tecnici e agricoltori, l’approccio migliore per
la massima liberta di scelta e gestione di una ricetta nutritiva,
oltre ad un certo contenimento dei costi, grazie al minore
costo/unità fertilizzante del sale semplice rispetto al concime
NPK idrosolubile.
Fertilizzanti complessi NPK = Soluzioni nutritive già pronte
Nella preparazione delle soluzioni nutritive però, si possono utilizzare anche fertilizzanti idrosolubili complessi NPK, anche se in
questo caso è più difficile ottenere una soluzione nutritiva con
composizione identica alla formula prescelta in ricetta. Piccole
differenze, fra la soluzione ottenuta e quella prescelta, sono, in
ogni caso, accettabili. E’ di fondamentale importanza però, la
corretta scelta del titolo NPK più appropriato alle esigenze nutritive della coltura.
Occorre inoltre, fare alcune considerazioni pratiche nei riguardi
dell’utilizzo di un concime NPK idrosolubile; esso infatti, è come
se fosse una soluzione nutritiva madre già pre-miscelata a secco,
con indubbi vantaggi di praticità e facilità d’uso.
La semplicità d’uso ed il risparmio di manodopera e l’eventuale
riduzione di possibili errori grossolani durante la miscelazione dei
prodotti nelle vasche, potrebbero far considerare il maggiore prezzo per unità fertilizzante accettabile e conveniente. Inoltre bisogna
considerare che spesso i fertilizzanti NPK idrosolubili contengono
anche i microelementi cationici necessari (Ferro, Rame,
Manganese e Zinco ) in forma chelata, che altrimenti si dovrebbero aggiungere se si preparasse la soluzione nutritiva con i concimi
semplici.
15
L’utilizzo dei fertilizzanti NPK idrosolubili in fuori
suolo (situazioni dove è richiesta una maggiore specializzazione degli operatori) può essere quindi
un’interessante alternativa?
Può diventarlo. È necessario però tenere conto degli equilibri nutrizionali di ogni coltura, per poter calcolare e adottare la formula
NPK più adatta rispetto all’utilizzo dei concimi semplici.
Per esempio, possiamo ipotizzare di soddisfare l’apporto totale
di elementi nutritivi di un’ipotetica coltura, apportando il fosforo,
il potassio, il magnesio ed il calcio necessario con un concime
NPK contenente calcio, considerando la necessita di una eventuale correzione dei bicarbonati contenuti nell’acqua d’irrigazione, grazie al potere acidificante del concime stesso, e/o se
necessario completare la richiesta di acidificazione con un
acido come il fosforico o il nitrico.
Sempre in funzione dell’analisi dell’acqua, se il Calcio, non risulta sufficiente per la coltura, con il Nitrato di Calcio, apportiamo il
calcio necessario, avendo previsto, nel calcolo, l’azoto nitrico
apportato con il Nitrato di calcio.
INFO
Dott. Agr. Silvio Fritegotto
www.fritegotto.it
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Federico Bonato:
l’uomo “aromatico”
Si usano principalmente in cucina per insaporire i cibi, ma anche in
medicina, farmacologia e sempre più come piante ornamentali. Stiamo
parlando delle piante aromatiche che negli ultimi anni sono tra i prodotti verdi più venduti nei centri di giardinaggio e garden center. Sono
infatti prodotti di facile utilizzo e collocazione che trovano sempre più
interesse da parte del consumatore finale. Oltre che come elemento
decorativo in molteplici attività commerciali, oggi spuntano nelle vetrine dei negozi come motivo promozionale per eventi internazionali
come il Salone del Mobile, di Milano. Per cercare di capire qual è il
lavoro a monte di questa particolare filiera, siamo andati a visitare
l’Azienda Florovivaistica Bonato Federico che negli ultimi 10 anni si è
specializzata nella produzione di aromatiche riuscendo ad anticipare il
boom delle richieste da parte di diversi punti vendita e consumatori.
16
Sig. Bonato, ci descrive in breve la sua realtà aziendale?
La nostra azienda si trova a Montagnana a pochi chilometri dalle principali città del Veneto. Nel corso dell’ultimo decennio ci siamo specializzati nella coltivazione di piante officinali, diventando la più importante realtà produttiva del Nord – Est. La nostra particolare collocazione
geografica ci consente di coltivare alle condizioni climatiche tipiche
della Pianura Padana, offrendo piante forti resistenti e coriacee. Un
altro vantaggio è la logistica, ovvero raggiungere nel giro di 150 km i
più importanti mercati del nord Italia, con basso impatto ambientale ed
il minimo inquinamento.
A quando risale il vostro “esordio produttivo”?
L’Azienda Bonato è stata fondata dal capostipite Valerio circa 60 anni
fa. La produzione iniziò con gli ortaggi. Dopo vent’anni il testimone
passò al sottoscritto. L’esperienza acquisita da mio padre, l’evoluzione
del mercato e l’attenzione costante alle richieste del consumatore, mi
hanno portato ad affacciarmi al vasto mondo del fiorito. La produzione diventa così fiorito annuale e ornamentale, facendo dell’azienda un
punto di riferimento importante nel fiorito primaverile. I mercati in continua e costante evoluzione, la selezione naturale delle culture e del reddito, portano a un nuovo cambiamento: lo studio e la ricerca del
mondo delle piante aromatiche.
Come è strutturata l’azienda?
La superficie aziendale si estende su 30 mila metri quadrati di serre ad
alto contenuto tecnologico, con modernissimi sistemi di irrigazione a
basso impatto ambientale. Tutte le fasi del ciclo produttivo, semina,
taleaggio, invasatura, messa a dimora, potatura e consegna, sono eseguite secondo rigidi protocolli che garantiscono efficienza e qualità.
Come viene gestito il processo produttivo?
Nella nostra azienda sono stati effettuati ingenti investimenti, specialmente nella tecnologia. Apparecchi sofisticati e macchinari sempre più
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evoluti e sicuri vengono utilizzati per il taleaggio, l’invasatura, la potatura, l’irrigazione e la preparazione per la vendita. Ci sarà ancora da fare
per migliorare il nostro livello produttivo dato che il mercato cambia velocemente ed anche noi lavoriamo per essere sempre adeguati. Siamo
comunque molto soddisfatti di ciò che abbiamo ottenuto fino ad ora.
Quante piante produce ogni anno?
Siamo nell’ordine di 1,5 milioni di vasi l’anno. Contiamo più di cento
differenti varietà, prodotte principalmente nel vaso diametro 14.
Quali sono i canali distributivi a cui Vi rivolgete ?
Circa il 70% del nostro fatturato viene assorbito dalla distribuzione tradizionale, centri di giardinaggio, garden center e mercati rionali; il
restante 30% dalla GDO.
Quali sono i vostri punti di forza?
Senza dubbio la specializzazione, la formazione e la qualità. La nostra
azienda si è specializzata nella produzione delle piante aromatiche,
fornendo al consumatore piante di ottima qualità e un vasto assortimento di cui possiamo vantare essere gli unici nel nord Italia. Certo non
bisogna dimenticare che tutto questo si è ottenuto dopo anni di studi e
prove. Test su svariate quantità e qualità di piante hanno decretato
quali di esse sono le migliori, le più resistenti e le più adatte ad essere
immesse nel mercato senza alcun problema. Anche il nostro personale
è stato specializzato ed istruito secondo le direttive comunitarie; segue
corsi di formazione e di aggiornamento ogni anno per essere sempre
più preparato e motivato a dare il meglio di sé e di conseguenza, il
meglio per l’azienda stessa. L’impegno forte e costante nel raggiungere qualità, specializzazione e formazione ci hanno permesso di ottenere il certificato “GLOBAL G.A.P”. Tale certificato garantisce la sicurezza alimentare, la protezione ambientale e la salute e la sicurezza sul
lavoro. Il consumatore, quindi, può tranquillamente utilizzare le nostre
piante senza alcun problema.
17
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Quali sono dunque le varietà più vendute?
Rosmarino, salvia, lavanda, timo…sono sempre le varietà classiche quelle più richieste. L’arrivo numeroso degli stranieri nel nostro paese con nuovi gusti alimentari, i tanti programmi di cucina che occupano sempre più gli spazi
televisivi ed il ritorno alla tradizione, al vivere sano ed al curarsi con le erbe come un tempo, hanno incrementato
l’uso delle piante aromatiche. Le richieste di piante dimenticate e poco conosciute in Europa, ci hanno poi spinto
ad incrementare, studiare e produrre tante varietà di piante aromatiche. Tale sforzo è oggi premiato dall’attenzione di molti appassionati che rappresentano un vero e proprio “motore” per un miglioramento continuo.
Garantite anche un servizio di personalizzazione delle confezioni?
Le nostre piante aromatiche vengono consegnate confezionate, secondo criteri impostati alla salvaguardia
ed integrità delle stesse e, su richiesta della clientela, è possibile personalizzare il confezionamento applicando etichette, foto e barcoding. Tutta la logistica, inoltre, dal ricevimento dell’ordine fino alla spedizione,
è eseguita in tempi rapidi con mezzi aziendali e in stretta collaborazione con vettori qualificati.
Quali forme di comunicazioni usate?
Fino a poco tempo fa i nostri mezzi di comunicazione più importanti sono stati opuscoli, brochure con indicazioni specifiche ed informazioni su come utilizzare e coltivare le nostre piante, libri di cucina con ricette semplici e sfiziose da preparare con velocità, oppure libri di tisane per curare in maniera naturale piccoli disturbi quotidiani. Una serie di documentazioni vengono fornite ai nostri clienti, i quali propongono ed omaggiano i consumatori al momento dell’acquisto, fornendo un ulteriore servizio molto gradito dal consumatore. Da qualche
anno abbiamo incrementato la comunicazione con la presenza in fiere, manifestazioni a tema, lettere ai clienti e tra poco saremo su riviste specializzate e non, oltre che in radio, con una massiccia pubblicità che inviterà
il consumatore a richiedere le nostre particolari piante aromatiche. Comunque ci potete trovare anche online.
C’è ancora spazio per la collaborazione nel settore?
Io ho dedicato e dedico tuttora la mia vita a questa azienda, lavoro a tempo pieno affinché sia sempre produttiva e funzioni al meglio, ma credo molto anche nella collaborazione, perché come si usa dire: “l’unione fa la
forza!” ed è per questo che mi sono associato alla grande Cooperativa Fioritalia, che fornisce fiorito e piante
in Italia e all’estero. Anche in questo periodo mantengo comunque l’ottimismo, le difficoltà mi stimolano ad andare avanti, a fare il meglio ed allargare i miei orizzonti e a lanciarmi in nuove iniziative e nuove produzioni.
18
Ora grazie ai miei fedeli dipendenti, affiancati da collaboratori preparati e volenterosi, come mio figlio per
la produzione e mia figlia esperta in lingue straniere, sono ancora più motivato ad andare avanti e aprire
nuovi mercati. L’Azienda ha ancora molto da realizzare!
INFO
Azienda Florovivaistica
Bonato Federico
Via Busi, 18
35044 Montagnana (PD)
Italia
Cell. +39 347 2552 152
+39 346 9621 441
Fax 0429 800 340
[email protected]
www.azienda-bonato.com
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Piante 2013, un primo
semestre in sofferenza
L’accentuarsi della crisi economica sul finire del 2012 con la riscossione
di nuovi tributi (IMU) e l’andamento negativo delle vendite natalizie del
medesimo anno hanno accentuato la carenza di liquidità che non poteva non ripercuotersi sugli acquisti dei primi mesi del 2013.
Lo scorso anno ad un gennaio normale e ad un febbraio freddo e nevoso aveva fatto seguito un marzo eccezionalmente soleggiato e mite che,
unitamente alla Pasqua trainante nei primi di aprile, aveva di fatto creato
una domanda ottima.
Quest’anno marzo, aprile e parzialmente maggio sono stati sempre condizionati da freddo e piogge continue, bloccando di fatto la normale stagionalità proprio nei mesi più importanti. Il fattore climatico ha avuto un
ruolo decisamente preminente nell’evoluzione delle vendite ma il perdurare e l’acuirsi della crisi economica hanno abbattuto ulteriormente il desiderio di spendere per l’addobbo degli ambienti interni e esterni.
Bisogna ricordare che questo è un comparto che manca totalmente di
marketing per cui l’induzione all’acquisto di impulso è limitato all’effetto
scenico dei fiori esposti nei punti vendita.
Il parere sulle vendite non è stato dappertutto unanime, in Liguria per le essenze tipiche del periodo e in Toscana la vendita si è attivata con punte di ottimismo, ad aprile; ci sono zone esclusivamente nel Meridione, dove evidentemente il maltempo è stato meno duraturo, le cui vendite si sono realizzate
in maniera soddisfacente a maggio e giugno e più raramente ad aprile.
A giugno, periodo caratterizzato di solito da un calo della domanda, anche
nel Nord Italia grazie al clima fresco, si è riscontrato un periodo di vendite
superiori su base annua. In alcune zone della Puglia anche a gennaio e febbraio si è avuto un aumento in quanto lo scorso anno le abbondanti nevicate e lo sciopero dei trasporti aveva compromesso la vendita.
Tale sovrapproduzione ha generato un abbassamento dei prezzi che è
perdurato per tutto il semestre, con vendite, come sempre accade in queste condizioni, anche sottocosto. Invece quando ci sono delle resistenze
all’acquisto cosi forti dovute al clima è inutile fare degli sconti maggiori
perché il prodotto non si vende comunque.
Parecchio prodotto è stato buttato, tra cui molte partite di piante da orto, e
parecchio venduto in ritardo con conseguente diminuzione della qualità
offerta al cliente. Solo nel mese di giugno non vi sono state sovrapproduzioni poiché tutti gli invasi tardivi di piante stagionali sono stati limitati nelle
quantità per le poche vendite di marzo che ha ridotto lo spazio nelle serre.
Si conferma la domanda di prodotto fiorito stagionale, con buone performance di vendite per margherita, hibiscus, dipladenia, vinca e piante
aromatiche, mentre si avverte la conferma del calo di vendite per il geranio, impatiens N.G. e primula veris e quest’anno anche per le begonie
e per le calle. Tuttavia dalla Toscana si cita una richiesta anche di alcune misure più grandi (diametro 18-20-22) per ortensie e begonie e altre
poche specie.
Continua la difficoltà di vendita per le bromelie in genere e delle piante
con un valore in euro superiore ad una certa cifra e per dimensioni superiori al diametro 14. Hanno tenuto le orchidee e gli anthurium grazie alla
loro qualità che ben contrastava le provenienze estere.
Vi è stata una richiesta superiore all’offerta locale di piante stagionali fiorite in provincia di Ragusa e sempre in questa area, è elevato l’interesse
verso le tipologie su tutore quali pothos e philodendri, oltre alle specie in
basket, soprattutto per la fascia di prezzo di vendita medio-bassa. Molto
richiesti gli spathiphillum e gli anthurium prodotti anche localmente ma la
cui concorrenza di altre regioni nonché estero, ne limita l’espansione.
INFO Ismea - ASA mercati - [email protected]
Il semestre si chiude con perdite di fatturato tra il 10% e il 20% che si riducono per le aziende con buoni flussi di spedizione all’estero e si ampliano per le aziende vivaistiche la cui attività è collegata strettamente ai lavori paesaggistici. Inoltre nelle zone dell’Italia centrale dove oltre alla tradizionale clientela vi è anche un rapporto consolidato con la Grande distribuzione organizzata, si stima una contrazione delle vendite in tale
semestre del 50% negli ultimi due anni e del 30% per i prezzi medi.
L’offerta è stata bassa come al solito nei primi due mesi anche
perché il freno delle vendite degli anni precedenti ha indotto
i produttori ad avere meno merce pronta per la vendita.
Nel mese di marzo c’è stata una grossa eccedenza di prodotto sia rispetto alla domanda sia perché c’è stata troppa produzione di piante primaverili basata sull’andamento straordinario delle vendite di marzo 2012.
19
Pag. 20-21_Pag. 06-07 05/12/13 11.37 Pagina 1
La distribuzione dei prodotti
fitosanitari per uso agricolo
Nel decennio 2002-2012, la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per
uso agricolo è diminuita complessivamente di 33 mila tonnellate (-19,8%).
In particolare, rispetto alla loro classificazione tipologica, si osserva un
calo dei fungicidi (-28,9%), degli insetticidi e acaricidi (-17,7%) e dei prodotti erbicidi (-22,9%), mentre è aumentata la quantità distribuita dei prodotti vari (+51,8%).
Considerando il livello di tossicità, la quantità di prodotti molto tossici e tossici si è ridotta del 33,6% e quella dei prodotti non classificabili del
26,1%, mentre è aumentata la quantità dei prodotti nocivi (+57%).
Questa tendenza alla diminuzione è in linea con le indicazioni espresse
dalle politiche agro-ambientali comunitarie e nazionali, che mirano al
minore utilizzo di mezzi tecnici chimici impiegati nelle coltivazioni agricole. Resta comunque da considerare che il ricorso a prodotti fitosanitari
dipende anche dalle condizioni meteorologiche verificatesi nel corso degli
anni e dai piani colturali adottati dagli agricoltori.
20 Dal 2002 al 2012 la quantità di principi attivi contenuti nei prodotti
fitosanitari è diminuita complessivamente di 32.820 tonnellate (34,7%); in particolare, sono calate le sostanze attive insetticide, funghicide ed erbicide (rispettivamente del 43,8%, 41,5% e 31,9%), le
sostanze attive varie sono invece aumentate del 27,3%. In forte crescita sono risultati i prodotti di origine biologica, passati da 11,9 a
289,9 tonnellate; le trappole invece calano dello 0,3%. La diffusione
dei prodotti di origine biologica e delle trappole rappresenta il segmento più innovativo della distribuzione, anche se le quantità immesse al
consumo risultano ancora di entità limitata.
I fungicidi per uso agricolo immessi al consumo nel corso del 2012 (pari
a 64 mila tonnellate) registrano un decremento del 7,9% rispetto all’anno
precedente, dovuto al calo più consistente dei prodotti classificabili nocivi
(-31,9%) ma anche di quelli molto tossici e tossici (-3,4%); si rileva, invece,
un incremento del 4,5% dei formulati non classificabili. Le sostanze attive
funghicide (pari a 36.976 tonnellate) diminuiscono di 6 mila tonnellate (14,3%); anche la concentrazione media nei prodotti che le contengono
diminuisce, passando dal 61,7% al 57,5%.
Tra i principi attivi diminuisce soprattutto la presenza degli azoto
organici (-27,7%), degli inorganici a base di zolfo (-16,1%) e di quelli a base di rame (-10,9%); aumentano solamente gli altri principi attivi fungicidi (+16%).
Nel 2012, i principi attivi consentiti in agricoltura biologica diminuiscono
del 15,1% (-5 mila tonnellate); il calo è dovuto, in particolare, agli inorganici a base di zolfo (-4.325 tonnellate, pari a -16%). Le regioni settentrionali e meridionali assorbono rispettivamente il 43,3% e il 44,7% della distribu-
zione nazionale dei prodotti fungicidi, mentre il restante 11,9% è commercializzato nelle regioni centrali. Nel Mezzogiorno, la Sicilia e la Puglia si
confermano le regioni più interessate (rispettivamente con 7.178 e 3.823
tonnellate immesse al consumo); al Nord, il Veneto e l’Emilia-Romagna
(rispettivamente con 4.574 e 4.393 tonnellate di formulati fungicidi commercializzati) e al Centro, la Toscana con 2.324 tonnellate. La quantità di
principi fungicidi per ettaro di superficie trattabile è pari, a livello nazionale, a 3,92 chilogrammi (-0,66 chilogrammi rispetto al 2011).
I dati segnalano ancora un calo dei prodotti insetticidi e acaricidi.Gli insetticidi e acaricidi distribuiti nel 2012 (26.872 tonnellate) registrano, rispetto all’anno precedente, un calo complessivo di 699 tonnellate (-2,5%).
Analizzando i dati per classe di tossicità, si osserva che i formulati non
classificabili e nocivi registrano un aumento pari, rispettivamente, a 784 e
115 tonnellate (+3,6 e +20,9%), mentre i formulati nocivi diminuiscono di
311 tonnellate (-6,2%).
Nel 2012 le sostanze attive insetticide e acaricide (6.687 tonnellate) diminuiscono in quantità (-890 tonnellate, pari a -11,8%), e diminuisce anche
la loro concentrazione rispetto all’anno precedente.
Le regioni settentrionali assorbono il 53,2% della distribuzione nazionale
dei prodotti insetticidi e acaricidi, mentre il 39,7% viene distribuito nelle
regioni meridionali. Nel Nord, Emilia-Romagna e Trentino Alto-Adige sono
le regioni più rappresentate (rispettivamente con il 19,8% e il 13,2% della
distribuzione nazionale).
i
o
Pag. 20-21_Pag. 06-07 05/12/13 11.37 Pagina 2
Nel Mezzogiorno si distingue la Sicilia, con il 11,3% del totale
complessivo.
2
0,6
0
Erbicidi
-2
Nello stesso periodo d’indagine i prodotti erbicidi o diserbanti distribuiti per
uso agricolo (24.240 tonnellate) aumentano di 154 tonnellate (+0,6%)
rispetto all’anno precedente, per effetto della crescita dei prodotti non molto
tossici e tossici (+384 tonnellate, +98,6%), mentre risultano in calo i prodotti tossici non classificabili (-1,0%) e i nocivi (-0,6%). La concentrazione dei
prodotti erbicidi (pari al 33,2%) diminuisce del 3,9% rispetto al 2011.
Il calo complessivo delle sostanze attive è pari a 271 tonnellate (-3,3%) ed
è dovuto soprattutto al decremento degli ammidi (-129 tonnellate, pari al 10,3%). La distribuzione dei formulati erbicidi è localizzata prevalentemente nelle regioni settentrionali con il 63,4% del totale, a fronte del 25,5%
commercializzato nel Mezzogiorno e del restante 11,1% immesso al consumo nel Centro. La Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Veneto assorbono
rispettivamente il 16,1%, il 15,6% e il 14,7% del totale dei diserbanti commercializzati in Italia.
-2,5
Insetticidi e
acaricidi
-4
-6
-8
-10
-10,1
Vari
-12
Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo per tipologia.
Anno 2012 - Variazione percentuale sull’anno precedente.
7
6
2011
4,85
5
INFO
Istat
4,58
4,45
3,92
3,81
4
2,72
3
2,48
2
1
0
Centro
Sud
Italia
Principi attivi funghicidi distribuiti per ettaro di superficie trattabile
per ripartizione territoriale.
Anno 2011-2013 - in chilogrammi
1,4
1,2
Nel 2012 vengono anche distribuite 289 tonnellate di principi attivi di origine biologica e 590.615 trappole. La quantità distribuita di questo prodotti ha registrato un andamento crescente nel decennio 2002-2012,
dovuto alla sempre maggiore richiesta da parte degli agricoltori, interessati a qualificare le proprie produzioni vegetali come prodotti di origine protetta, biologici e integrati.
2012
5,75
Nord
La distribuzione dei prodotti fitosanitari di tipo vario (18.770 tonnellate)
registra, tra il 2011 e il 2012, un decremento di 2.106 tonnellate (10,1%). Diversamente dalle altre categorie di prodotti fitosanitari, la distribuzione dei formulati vari è più elevata nelle regioni meridionali, dove
viene immesso al consumo il 47,6% del totale nazionale, contro il 37,4%
commercializzato nel Nord e il restante 15% nel Centro.
-5,,7
Totale
-7,9
Funghicidi
2011
1,16
2012
1,08
1,0
0,8
0,77
0,8
0,71
0,61
0,6
0,4
0,23
21
0,27
0,2
0
Nord
Centro
Sud
Italia
Principi attivi insetticidi e acaricidi distribuiti per ettaro di superficie
trattabile per ripartizione territoriale.
Anno 2011-2013 - in chilogrammi.
Pag. 22-23_Pag. 06-07 05/12/13 11.37 Pagina 1
Spoga+Gafa: risultato
stabile e trend positivo
Il Salone Internazionale del Gardening e del Tempo Libero termina
con un leggero incremento di visitatori. L’edizione dello scorso settembre ha chiuso i battenti il 10 settembre 2013 con un buon risultato. Allo Spoga+Gafa hanno aderito complessivamente 36.800
operatori provenienti da 116 paesi riconfermandola nel proprio
ruolo di evento leader, come ha spiegato Katharina C. Hamma,
direttrice della Koelnmesse. “Nel polo espositivo di Colonia abbiamo avuto il piacere di dare il benvenuto a più visitatori da più paesi
e siamo quindi molto soddisfatti, considerato anche l’avvio piuttosto moderato della stagione nel settore”. Hanno presentato i loro
più recenti prodotti, temi e tendenze 1.817 aziende, con una incidenza di espositori stranieri pari all’82 per cento.
22
La presenza di molte aziende leader di mercato, l’offerta merceologica di alta qualità e gli eventi collaterali molto vari hanno
suscitato grande interesse presso i visitatori creando una buona
atmosfera nei padiglioni. Il 75 per cento dei visitatori intervistati ha competenza decisionale in tema di forniture e acquisti, il
47 per cento addirittura con potere decisionale. In totale l’86
per cento dei visitatori intervistati consiglierebbe la visita a
spoga+gafa ai propri colleghi d’affari. Il 74 per cento degli
operatori in visita era soddisfatto o addirittura estremamente
soddisfatto degli obiettivi conseguiti in fiera.
In fiera di fatto si poteva vedere tutto ciò che rende la vita in
giardino più bella, migliore e più confortevole. I mobili da giardino con 700 espositori circa hanno rappresentato la sezione
espositiva più consistente. In quanto ai materiali la scelta era
vasta: dal bambù al calcestruzzo passando per la pelle ad uso
outdoor. Sulla scia dei trend della sostenibilità e del vintage è
stato notato anche un “come back” del teak. Nel campo dell’arredamento da giardino, inoltre, i rivestimenti sono stati notevolmente sviluppati e ottimizzati sotto l’aspetto tattile.
A fronte della crescente domanda di superfici espositive nella sezione dei mobili da giardino e per utilizzare al meglio le sinergie affini, i mobili ‘high-end’ quest’anno sono stati trasferiti nel più ampio
padiglione 10.2. La sezione espositiva “garden unique” nella
nuova location con il suo allestimento esclusivo e di alta gamma
ispirato al design ha convinto ancora espositori e visitatori.
Anche la sezione Decorazioni vanta un andamento positivo ed
espositori in crescita. I padiglioni 9 e 10.1 hanno convinto con
un’offerta merceologica molto vasta e ricca di novità ed una varietà
decisamente multicolore. Come già per i mobili da giardino, anche
in fatto di decorazioni spiccava il tema “Colour Clash”, che nella
prossima stagione si farà notare su terrazze, balconi e nei giardini.
Pag. 22-23_Pag. 06-07 05/12/13 11.38 Pagina 2
Non devono mancare neppure cuscini, vasi, stoviglie e tessili dal
tocco lieve, perché gli accessori classici da indoor si stanno sempre più affermando anche all’esterno conferendo al verde eleganza e modernità.
La sezione “garden living” è stata nuovamente integrata con le
novità del settore Grill & BBQ e con i prodotti per il campeggio, il
tempo libero, lo sport e i giochi. E il parco delle grigliate e le installazioni, quali il simulatore del surf nel Boulevard della fiera, hanno
completato alla perfezione l’offerta merceologica dei padiglioni.
Le piante e i fiori quest’anno si potevano ammirare in tutto il loro
splendore nel parco delle piante. Allestita da oltre 20 imprese di
giardinaggio dei consorzi “Plantregio Rhein-Maas e.V” e “The
Green Connection”, la superficie è stata inserita armonicamente
nella sezione merceologia “garden creation”.
Nelle immeditate vicinanze numerosi espositori hanno presentato le loro novità funzionali sia alla creazione di un giardino sia
per l’allestimento di una superficie verde, tra cui “dotazioni per
esterni & casette”, “attrezzi & accessori” oltre a ”acqua & luce”.
Per le luci nel 2014 sono senz’altro di tendenza le lampade ad
energia solare, che si presentano sotto la forma di creazioni di
design dal look raffinato.
Gli attrezzi nella prossima stagione consentiranno invece di lavorare
con un comfort ancora maggiore. Le cesoie per siepi e le zappe, ad
esempio, sono dotate di altezze adattabili e di manici ergonomici.
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Nella sezione “garden care” l’attenzione era tutta concentrata sulle
novità richieste dalla cura del verde. Tra queste si segnalano terricci, macchine ed accessori. Una novità assoluta sono stati i substrati compressi che relegheranno nel passato lo strascinamento di terricci pesanti.
La Industrieverband Garten (IVG), l’associazione dell’industria
del giardinaggio, ente patrocinatore di gafa, ha dichiarato la
propria soddisfazione per l’andamento di Spoga+Gafa 2013.
Le aziende associate hanno riferito di stand ben frequentati e
colloqui costruttivi. Molto positivamente è stata valutata anche
la forte affluenza di visitatori dall’Europa orientale. In linea
generale dopo questa spoga+gafa 2013 si guarda con ottimismo alla prossima stagione, come ha sintetizzato Hans-Jürgen
Riehl, presidente del comitato tecnico.
Spoga+gafa 2013 ha infine mostrato chiaramente il crescente
orientamento ai trend degli assortimenti: diventano sempre più vasti
e variegati. Di conseguenza anche l’aspetto dei padiglioni dei settori outdoor, gardening e tempo libero si è fatto più variegato e
colorato. Da notare anche l’ampliamento degli stand di molti fornitori asiatici.
Nel 2014 la prossima edizione si svolgerà nuovamente a Colonia
dal 31 agosto al 2 settembre.
INFO
www.spogagafa.com.
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Un Lillium per Natale
I fioristi ora possono smettere di cercare, perché il Lilium ‘Red
Sensation’® fa davvero onore al suo nome e rappresenta un’ottima scelta per tutti i fioristi e/o Garden Center che questo Natale vogliono
distinguersi con qualcosa di davvero particolare.
Questo “giglio” è sul mercato già da tempo ma proprio i suoi petali
dimostrano esattamente la sua natura: un giglio natalizio che riscalda i
cuori. Questo giglio è già bello quando i calici sono ancora chiusi;
quando poi si aprono questa varietà sfoggia ‘stelle’ di un colore rosso
intenso, quasi fluorescente, con un diametro di 15 cm. Il ‘Red
Sensation’, inoltre, supera senza problemi il periodo strettamente natalizio, visto che la durata è di 10-14 giorni, sempre che gli steli siano
recisi quando sono sufficientemente maturi e siano stati esposti alla luce
per un periodo sufficientemente lungo.
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La lunghezza media dello stelo è di 85 cm. Il numero di fiori per
stelo dipende dalle misure del bulbo usato: da un minimo di quattro (misura del bulbo 12/14) ad un minimo di sei (misura del
bulbo 16/18). Grazie ai fiori eretti gli steli non si sciupano durante il trasporto e sono facili da utilizzare. Il Lilium appartiene alla
famiglia delle Liliacee e tradizionalmente l’assortimento è composto da 4 gruppi principali: Lilium longiflorum, ibridi asiatici, ibridi
orientali e Lilium longiflorum con ibridi asiatici (LA). I selezionatori
non solo sono impegnati con la selezione all’interno di questi 4
gruppi, ma ora fanno anche incroci tra i diversi gruppi.
Lilium è un vecchio nome botanico latino, in italiano è detto
comunemente giglio. Altri nomi italiani sono ‘Giglio della
Madonna ‘ o “Giglio di San Luigi’: l’arcangelo
Gabriele e i genitori di Maria vengono spesso
raffigurati con un giglio in mano. Il giglio simbolizza l’innocenza, la fugacità, la regalità,
l’amore spirituale, la castità, la fertilità, la
purezza, il candore e l’unità. In molti paesi
il giglio ha anche un significato particolare: il Lilium Longiflorum per gli americani
simboleggia la speranza.
Già i Greci ed i Romani comunque incoronavano le loro spose con i gigli, come
simbolo di una vita casta e fertile. Dal 1179
il giglio è anche raffigurato sullo stemma del
Regno di Francia.
I gigli vengono dunque usati in molte occasioni, tra
cui funerali e matrimoni. Il giglio bianco infatti viene
spesso usato come omaggio per l’ultimo saluto e
viene perciò frequentemente associato alla morte.
Nei cimiteri questo fiore si trova soprattutto
sulle tombe di bambini e di fanciulle,
a volte con lo stelo spezzato.
Di seguito vediamo alcuni preziosi consigli per la cura:
Conservate i gigli all’asciutto ad una temperatura tra i 2 e i 5 gradi centigradi. In questo modo lo sviluppo viene bloccato. Più a lungo si conservano i fiori, minore è la possibilità che si schiudano. Soprattutto gli
Orientali non vanno conservati più di quanto strettamente necessario.
Evitate la vicinanza di fonti di etilene come la frutta in maturazione e i
gas di scarico; i gigli sono sensibili all’etilene.
I gigli coltivati senza luce artificiale perdono più in fretta i boccioli. Per
questo motivo è forte la tentazione di reciderli troppo presto. La conseguenza di ciò è che i boccioli si seccano e che la fioritura dei fiori rimasti è insoddisfacente.
Recidete un pezzetto dello stelo e mettete i fiori in secchi puliti con
acqua pulita. Lasciate la busta intorno allo stelo sino a che quest’ultimo
non sia nuovamente fresco e rigoglioso. Eliminate le foglie più in basso
in modo che l’acqua del vaso non si sporchi inutilmente.
Ad una temperatura di 15 gradi il calice si schiude leggermente e può
essere venduto subito dopo.
INFO
www.vbn.nl
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Eventi & Fiere
17 - 26 Gennaio 2014
BERLINO - GERMANIA
GRÜNE WOCHE (Settimana Verde)
Salone dell'agricoltura, silvicoltura e floricoltura.
INFO: Delegazione Fiere di Berlino in Italia
Tel. 02 33402131 - Fax 02 33402130
www.gruenewoche.com - [email protected]
19 – 22 Gennaio 2014
MILANO
HOMI (Ex MACEF)
Salone internazionale della casa
MILANO - Quartiere fieristico.
INFO: FieraMilano +39 02 48550469
www.homimilano.com - [email protected]
24 – 28 Gennaio 2014
FRANCOFORTE SUL MENO - GERMANIA
CHRISTMASWORLD
Mostra degli articoli natalizi e decorazioni.
INFO: Fiera di Francoforte
Tel. (+49) 69 75750 - Fax (+49) 69 75756433
www.christmasworld.messefrankfurt.com
28 - 31 Gennaio 2014
ESSEN - GERMANIA
IPM
Fiera internazionale delle piante.
INFO: Fiera di Essen (Milano)
Tel. 02 46712204 - Fax 02 48013233
www.messe-essen.de
6 - 9 Febbraio 2014
VERONA
FIERAGRICOLA
Fiera internazionale della meccanica, dei servizi
e prodotti per l'agricoltura e la zootecnia
INFO: VeronaFiere
Tel. 045 8298111 - Fax 045 8298288
www.fieragricola.it
18 - 20 Febbraio 2014
ANGERS - FRANCIA
SALON DU VEGETAL
Esposizione di florovivaismo.
INFO: B.H.R.
Tel. (+33) 241 791417 - Fax (+33) 241 452905
www.salon-du-vegetal.com - [email protected]
20 - 22 Febbraio
CHANDIGARH - INDIA
FLORA EXPO
Esposizione internazionale di floricoltura,
giardinaggio e serricoltura
INFO: Media Today
Fax +91 11 26680153
www.floraexpo.com
26 - 28 Febbraio 2014
VERONA
FLORSHOW
Esposizione florovivaistica.
VERONA - Nuovo Mercato.
INFO: PADOVAFIERE
Tel. 049 840111 - Fax 049 840570
[email protected]
26 - 28 Febbraio 2014
PUGLIA
FLORBUSINESS
5º Open day della floricoltura in Puglia.
BARI - c/o le sedi di diverse aziende
INFO: Associazione FlorBusiness
Tel. 080 6982912
www.florbusiness.it
1 – 9 Marzo 2014
PORDENONE
ORTOGIARDINO
Esposizione di floricoltura, giardinaggio ed attrezzature
INFO: Pordenone Fiere Spa
Tel. 0434 232111 - Fax 0434 570415
www.ortogiardinopordenone.it
8 - 10 Aprile 2014
KIEV - UCRAINA
FLOWERS & HORTECH UKRAINE
Fiera internazionale dell'agricoltura e della floricoltura.
INFO: BTO (Olanda)
Tel. (+31) 36 5330580 - Fax (+31) 36 5306087
www.flowers-hortech.com
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arcavasi.it
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