mensile di informazione e cultura - a cura dell’ITC Luigi di Savoia duca degli Abruzzi numero 4 anno VI giugno 2006 s e i b a b , e y bye b VITA DI CLASSE, SECONDO ME Quando arrivo a Rieti, al mattino, trovo la città ancora addormentata mentre io ho lasciato le calde e dolci coperte da più di un’ora e mezza. Lungo il percorso un po’ sonnecchio e un po’ guardo il paesaggio attratta dai colori e dalle linee degli alberi. Una volta arrivata, l’appunta- mento è all’angolo di viale Maraini dove, per rilassarsi un po’ pensando alla lunga giornata che ci aspetta, si fuma una bella sigaretta… Non siate maligni, perché a me lasciano solamente il fumo passivo. Il nostro gruppetto diventa sempre più numeroso, inizia così il cammino verso scuola ed è inevitabile non arrivare al passaggio a livello, è cioè il momento cruciale in cui fare la propria scelta: “Sinclair o banchi di scuola?” E pensi ai possibili pro e contro: da una parte le furie del preside e dall’altra il piacere di passare una mattinata in modo diverso. “se non entrassi, quello di economia non m’interrogherebbe, Materia non mi metterebbe 4 e in più non farei il compito di natura…”E all’improvviso c’è un brusco ritorno alla realtà che mi porta a pensare alle durissime minacce dei miei genitori. Continuo così a camminare accompagnando a volte le amiche dello Scientifico fino all’Itis ma solo per gentilezza, è un gesto senza secondi fini…puramente altruista. Entrando a scuola non posso fare a meno di notare le particolarità dei miei compagni: c’è chi ogni santissimo giorno chiede di copiare i compiti per casa, chi entra perennemente in ritardo, chi fa i giri turistici per l’istituto ma, i miei preferiti, sono quelli che, come sanguisughe, si attaccano ai termosifoni. La giornata inizia con il prof di Francese che, una volta entrato e aperto il registro, ci guarda attentamente dicendo <Dormite e non respirate>. Lo so, ci vuole veramente bene. Arriva velocemente l’ora dell’interrogazione di Materia… La professoressa si siede sulla sedia e attacca <Oggi interrogo, avete studiato?>. A questo punto cominciamo a fare i vaghi, controllando se il pavimento è abbastanza pulito o se il soffitto sta per cedere e, mentre speriamo che quelle due dita incrociate possano salvarci dall’incombente 4, la professoressa è senza pietà: apre così la sua borsa prendendo “ i tombolini” ed in quei numeri è racchiuso il nostro amaro destino… Suona la campanella e arriva il turno della prof di natura che spicca per il modo di parlarci <Avete compreso bambolotti miei?>. Giungono velocemente le 10.50 e, questo vuol dire, che abbiamo pochi minuti di libertà vigilata e dico così perché sono veramente pochi da non permetterci neanche di captare l’odore della pizza. Quarta ora: Religione. Si parla di guerra, di morte, di distruzione nel mondo… e uno studente, per commentare dice <non c’è più religione> e un altro, perso nei suoi pensieri, che esclama <Wow! Scappamo un’ora prima>. L’ultima ora spetta al professore di Italiano ( o come direbbe lui di “Belle Lettere”) che ama complicarci l’esistenza con i suoi paradossi. Arriva in classe e dice al poveretto di turno <sei capace di cancellare la lavagna?>, oppure frasi contorte del tipo <il professore giusto è quello ingiusto e il professore ingiusto è quello giusto>. E ancora < siete uguali nella diversità e diversi nell’uguaglianza>. Valli a capire i prof. Ma non è finita qui. Se un ragazzo osa pronunciare una frase del tipo <professore, faccio un po’ di confusione fra Calvino e Manzoni> lui ha sempre la risposta pronta: <che problema c’è, Manzoni è Manzoni e Calvino è Calvino>. A un’alunna, chiede <hai la pezzetta per gli occhiali? Potresti pulirmeli?> esubito la lezione prende una piega diversa. E si, questa vita alle superiori è proprio di classe. PRIMA PAGINA Gli studenti in visita alla redazione del Messaggero per conoscere da vicino i segreti del giornalismo Sono stati 15 i giovani che con il progetto “Frontiera” si sono dimostrati interessati al mondo del giornalismo. E proprio per questo, accompagnati dalla vice preside della scuola Maria Livia Moretti, hanno visitato la redazione del Messaggero dove hanno potuto scoprire come si lavoro in una vera redazione giornalistica grazie al direttore Paolo Ricci Bitti: tutto sulla impaginazione quotidiana di un giornale, sui compiti dei giornalisti e sulle scelte del menabò. Gli studenti hanno rivolto domande al direttore e per tutti i giornalisti in erba è cresciuta la voglia di continuare il sogno di scrivere. Giulia Moroni Maria Elena Pompili Matteo Imperatori 2 Costanza Zelli ALTRO CHE DISABILI La gente li allontana, pensando che possano recare fastidi e problemi, la stessa società tende a “selezionare” le persone maggiormente competitive in un mondo, in cui, il denaro conta più dell’individuo stesso. E loro come reagiscono dinanzi a questa cultura radicata da secoli? A queste e altre domande ha risposto Licia Alonzi Carnicelli, exdocente di Educazione Fisica e fondatrice della Società Sportiva Atletica Sport Terapia Rieti. La Carnicelli confessa che non ama parlare di handicap o di diversità, ma di “unicità” della persona, poiché ognuno di noi è unico quindi, diverso. <Per quanto riguarda l’handicap fisico - spiega - c’è una situazione meno difficoltosa dal punto di vista dell’approccio, tuttavia ci sono maggiori difficoltà per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche; ma il problema più grave riguarda gli svantaggiati mentali> E’ proprio l’approccio il problema più difficile verso i deboli mentali, perché mentre l’handicap fisico si vede, l’handicap mentale no, e per questa loro condizione vengono con più frequenza allontanati dalla nostra società. Paradossalmente in questa realtà, c’è un movimento che porta all’accettazione e all’integrazione. <La nostra società ha scelto lo sport come via preferenziale per l’integrazione attraverso il volontariato dei giovani>. Il sodalizio promuove nella nostra città attività di avviamento alla pratica sportiva di ragazzi disabili, in particolare con inabilità mentale. Nel corso della propria attività ha perseguito costantemente lo scopo di integrazione tra disabili e normodotati al fine di un reciproco arricchimento. <Il volontariato serve per l’integrazione – continua Licia Carnicelli - per capire meglio il problema, e per una condivisione che porta a scoprirci, e riesce a far nascere in noi una progettualità>. Sono stati compiuti numerosi passi in avanti rispetto al passato riguardo questa realtà, e quindi c’è una maggiore presa di coscienza da parte delle persone. Anche la terminologia si è evoluta nel tempo in senso positivo, tuttavia si utilizzano dei termini forti che accentuano la negatività. Difatti, mentre in passato si usavano le parole storpio, pazzo e simili, oggi si tende a non usarle più e sono state sostituite dal termine diversamente abile. Ma che cosa offre concretamente il capoluogo reatino a questa categoria di persone? Il Comune di Rieti ha attivato un servizio di trasporto a chiamata, con pulmini accessibili, per persone anziane o con difficoltà di deambulazione che devono re- carsi in certi orari, ad effettuare terapie e prestazioni riabilitative. (per informazioni rivolgersi allo 0746/491330) CIDHA (Centro di Informazione e Documentazione sull’Handicap) Il Cidha è un servizio gratuito di informazione, documentazione, orientamento e consulenza sulla disabilità gestito direttamente dal Coordinamento tra le Associazioni dei Disabili della Provincia di Rieti tramite volontari e personale del Servizio Civile Volontario. Costituisce un valido sportello di servizio per disabili, famiglie, associazioni, enti locali ed istituzioni territoriali in materia di legislazione, permessi ed agevolazioni, scuola, lavoro, sport e tempo libero, interventi sociali, mobilità e barriere architettoniche Il Cidha si trova in viale Maraini, 75 (ex Piaggio) E’ aperto dalle ore 9.00 alle 12.00 dal martedì al sabato ed il martedì, giovedì e venerdì anche dalle ore 17.00 alle ore 19.00. (Per ulteriori informazioni contattare il numero telefonico 0746/251097). Attività sportiva I disabili che desiderano svolgere attività sportiva nella disciplina dell’ Atletica Leggera possono rivolgersi alla Società Sportiva Atletica Sport Terapia Rieti (tel. 0746/250101). Oltre alle attività sportive, per chi non ha modo di svolgerle, sono presenti anche dei Centri Diurni per Disabili, dove si svolgono attività socio-riabilitative, ricreative e culturali attraverso laboratori e con personale altamente preparato. A Rieti un Centro Diurno per Disabili è sito in via Belvedere, 1 ed è gestito dall’Associazione Reatina Famiglie Portatori di Handicap. Il centro è aperto dalle ore 9.00 alle 17.00 dal lunedì al venerdì. (Per ulteriori informazioni contattare il numero telefonico 0746/491330). Stefano Ubertini IL CENTRO GIOVANILE DI CITTADUCALE: UN LABORATORIO DI IDEE PER COMBATTERE LA NOIA E’ noto che nei centri di provincia - soprattutto in una zona come la nostra, con paesi spesso isolati rispetto alle vie di comunicazione - i giovani si trovino ad avere poche offerte per passare il tempo libero in modo diverso dal passeggiare senza meta per le vie principali, magari con qualche sosta alla solita pizzeria. Per ovviare alla noia, nel 2005 è nato anche nel comune di Cittaducale, con sede a Santa Rufina, un centro giovanile. Come ci illustra Leonardo Ranalli, collaboratore del Centro <nasce dall’esigenza di creare sia un punto d’aggregazione per i giovani, sia un punto di formazione con corsi base che vanno dall’informatica alla lingua inglese, con prezzi molto agevolati o in qualche caso perfino gratuiti. Inoltre il centro organizza tornei sportivi, viaggi turistici come la gita a Bologna per il Motor Show, visite guidate e settimane bianche>. Il responsabile del Centro è Daniele D’Angeli, ex alunno dell’Itc, e l’idea di aprirlo è nata grazie alla sua spiccata capacità organizzativa e dall’esigenza di creare, in un piccolo comune come quello di Cittaducale, una struttura adeguata a soddisfare le esigenze dei giovani e magari con l’intenzione di prevenire il disagio causato anche dalla carenza di altri luoghi d’incontro, in modo piacevole e costruttivo. Daniele D’Angeli ci spiega che <le fasi di apertura del Centro sono state lunghe, ma grazie al lavoro sinergico dei responsabili e dell’Amministrazione Comunale, è stato possibile ottenere questo spazio nel quale i giovani possono passare piacevolmente il loro tempo libero. Questi ultimi sono seguiti dai ragazzi più grandi e quindi in grado di comprenderli e di aiutarli mettendo a disposizione la loro esperienza di vita>. Il Centro collabora anche con gli altri centri della provincia. Abbiamo parlato anche con Andrea Bassiniani, collaboratore responsabile delle attività svolte all’esterno del Centro, che si sta occupando dell’organizzazione di un cineforum per proporre film adatti ai giovani,visto che essi spesso non usufruiscono del cinema di Rieti a causa dei mezzi di trasporto. Un Centro giovanile quello di Cittaducale dove le offerte sono davvero per tutti e per tutti i gusti e tutti i giovani residenti e non nel comune, sono invitati a parteciparvi. Simona Paone Alessandra De Angelis 3 LA LUDOTECA DEL PROF Veramente l’Italia è una patria di poeti oltre che di navigatori, inventori… Dopo che la piccola rubrica (Ludoteca…) è apparsa nell’ultimo numero della rivista scolastica molti alunni mi hanno cercato e sottoposto i loro testi. Poesie che ho letto con piacere e con vivo interesse anche se scritte un po’ troppo con il cuore in mano. La poesia è anche e soprattutto magistero: arte, creazione, originalità, linguaggio, stile. La poesia ha sviluppato nel tempo delle proprie tecniche per descrivere, ricreare la realtà del mondo sia esterno e quindi fisico, che interno e quindi psicologico (senso della vita e dell’infinito, amore, desiderio…) Ma torniamo alle poesie dei ragazzi. Molti testi mi sono apparsi veramente interessanti. Ne riporto alcuni di una poetessa che però, forse per timidezza, mi ha chiesto l’anonimato. Adulti!! A voi che tutto sapete Ma nulla capite. A voi che gli occhi chiudete Ma la bocca aprite. Ascoltate il nostro silenzio Unica voce ormai Per poter dire Vita Un attimo dà e dopo toglie. Lei Che porta l’atteso Dolore all’esasperata gioia. Lei Che nulla promette Ma tutto può dare. E’ la vita Che ora amo E lasciatemela, vi prego, amare. Dubbio Mai hai dubitato E a credere agli altri Hai sempre ostentato È della tua amicizia Che ho bisogno E non dell’amore: il mio dannato sogno. Solo questo mi resta Da scrivere: aiutami Di nuovo a vivere. Felice Paniconi 4 SESSO e BUGIE “Sesso e bugie”, titolo originale “Writer’s block”, primo testo scritto da Allen per il palcoscenico, si svolge in due atti, chiamati “Riverside Drive” e “Old saybrook”. Il primo episodio è ambientato in una strada dell’Upper West Side, un quartiere ebraico e intellettuale di Manhattan. Uno scrittore di nome Jim (Pierfrancesco Poggi), sulla riva del fiume Hudson, attende l’arrivo della sua amante, con l’intento di chiudere questa relazione extraconiugale. Durante l’attesa della donna, avviene l’incontro con Fred (Attilio Corsini), un barbone psicopatico e violento che psicanalizza l’uomo, lo incolpa di aver plagiato una sua opera e facilita il doloroso compito dello scrittore provvedendo lui a togliere di mezzo l’amante, get- CON WOODY ALLEN (Filologia – poesia – giochi di parole) L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI: TANTO ANCORA DA IMPARARE Lo sapete che nell’acqua ci son tanti animaletti piccinin piccinin? A pronunciare questa frase è un fanciullo di otto anni di nome Minek nel film “ L’albero degli zoccoli”. Con quella ingenuità che solo i bambini hanno, il regista di questo film vuole inviarci forse il messaggio più importante: quello di andare oltre ciò che vediamo, di riuscire a captare le cose più lontane, più profonde, meritevoli della nostra attenzione, ma che trascuriamo perché siamo accecati da messaggi superficiali e situazioni della vita quotidiana che ci allontanano dal vero significato della vita. La scuola ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’umanità, il progresso e la conoscenza di nuove cose. Progredire economicamente e culturalmente migliora le condizioni di vita e porta ad uno stato di benessere generale, e come dice Batistì nel film: non si finisce mai di imparare. Dobbiamo acquisire consapevolezza che non esiste solo il nostro mondo, ma che ce ne sono tanti altri anche se non li conosciamo. Nel film Ermanno Olmi illustra un mondo che non conosciamo perché è agli antipodi dal nostro: è il mondo dei nostri nonni e bisnonni. È un film che parla al cuore delle persone, mette in scena un mondo dove le parole sono spesso tandola nel fiume. In questo atto si nota bene quanto Jim somigli all’alter-ego di Allen. Il secondo atto, più pungente del primo, è ambientato in una casa nella quale piombano improvvisamente gli ex proprietari e, nel giorno dell’anniversario di matrimonio dei nuovi inquilini, rivelano indirettamente gli intrighi e i tradimenti dei coniugi, rovinando l’apparente clima di pace. Lo spettacolo finisce con la scoperta che tutte le vicende narrate, facevano parte di una commedia, quindi sfruttando la tecnica della “commedia nella commedia”. In questo spettacolo teatrale, emergono temi molto ricorrenti nelle opere di Woody Allen: l’insoddisfazione sessuale, il tradimento con i relativi sensi di colpa, la psicanalisi e la continua ricerca di un ruolo degli inetti personaggi. Altra caratteristica di Allen è la rapidità dei testi, con battute corte ma incalzanti e divertenti; emerge anche il geniale talento dell’autore newyorkese: descrivere perfettamente tramite ironia il reale malessere. Samantha Albrizio inutili, un mondo che ignora i discorsi o li considera pleonastici. L’albero degli zoccoli è interpretato non da attori bensì da contadini veri che recitano nel dialetto bergamasco per darci un’idea ancor più verosimile della realtà cruda e “ingiusta” del tempo. La vicenda si svolge in una cascina della bassa padania dall’autunno del 1897 fino alla primavera seguente e narra la vita, gli amori, gli umori e il lavoro di quattro famiglie di mezzadri impegnate nei campi per conto del proprietario. La vita si svolge secondo i riti consueti, scanditi dal trascorrere delle stagioni e delle attività agricole. Nelle famiglie rappresentate troviamo alcuni valori molto importanti come la semplicità accompagnata dall’umiltà, la modestia, la pazienza, l’onore, il dolore sentito con dignità e compostezza e la felicità nel possedere nulla, definita dal Manzoni “dignitosa povertà”. Nella famiglia di Batistì ci sono tre figli di cui uno appena nato, ma accolto con gioia tra la miseria in cui vivono, una bambina e il figlio di otto anni Minek che per le sue capacità il prete del paese invita suo padre a mandarlo a scuola e non passare la sua fanciullezza nei campi. A quei tempi la legge “Coppino” aveva sancito l’obbligo di andare a scuola per i primi tre anni. Per i contadini la scuola rappresentava un lusso e per il piccolo ciò rappresentava anche un’enorme fatica poiché la scuola era lontana dalla cascina. Nella cascina abita anche una madre di sei figliuoli rimasta vedova e aiutata a vivere dal figlio più grande che lavora giorno e notte per non mandare le sorelline più piccole in collegio e da suo padre nutrito da un grande amore verso i nipotini. Nel film c’è anche una storia d’amore. Il finale è un po’ amaro e difficile da intendere per l’ingiustizia che si presenta. Il piccolo Minek all’uscita di scuola rompe uno zoccolo, il padre per fargliene uno nuovo abbatte un albero del padrone e per questo viene costretto ad abbandonare la cascina tra il dispiacere e il silenzio degli altri contadini. Un finale che fa rimanere a bocca asciutta e fa riflettere. Vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 1978, questo film merita di essere visto soprattutto perché, con semplicità, insegna ad apprezzare di più ciò che abbiamo. Roberta Ardante Gli anni Sessanta portarono in Italia un grande movimento e una grande ventata di novità nella musica. Con la nascita del genere Beat migliaia di giovani si riunirono in gruppi per dare vita ai famosi “complessi”. Si cominciarono a sfornare in quantità i famosi “45 giri” suonati a tamburo battente da tutti i ragazzi. Sulla scia dei Beatles, dei Rolling Stones e di tanti famosi gruppi americani come i Jafferson Airplaine, all’inizio traducendo le canzoni provenienti da oltre oceano, raggiungendo poi un proprio stile ed una propria linea musicale, nascevano i famosi Nomadi, Equipe’84, Pooh, Alunni del sole, Dik Dik, Camaleonti. Rieti in quel periodo non fu da meno, nacquero infatti nella nostra città complessi rimasti oggi nella memoria dei più attempati che, forse, ebbero la fortuna di essere giovani in quel periodo. Tra i gruppi storici reatini sono da ricordare i Sabini, le Pozzanghere Bianche, i Lovers, i Titani, i Night Birds, ed ancora i Blue Reflection, i Sonital, i Friends, i Demoni, i Diamanti e tanti altri. Con la nascita di questi complessi musicali furono aperti tantissimi locali privati chiamati “Clubs”, dove in ognuno di essi, oltre a provare le varie canzoni nell’arco della settimana, il sabato sera e la domenica pomeriggio allietavano tantissimi giovani che sfrenati si gettavano in pista. Quasi ogni via nel centro storico della nostra città aveva il suo club, per ricordarne alcuni non possiamo non citare il famoso “Club 66”, in via del Seminario ed il “Sonital Club”, divenuto poi “Covo” in via Alemani. Rieti viveva negli anni ’60 il suo grande momento musicale: tutti i ragazzi si riunivano per incominciare a suonare, era un momento magico per chi amava la musica. Andava di moda soprattutto la chitarra elettrica (le prime in assoluto in Italia ed anche a Rieti) e le cantine erano piene di complessini. Si sentiva un grande slancio creativo che trovava il suo punto più alto nella grande manifestazione “Festival dei Complessi”, al Teatro Flavio Vespasiano. Il Festival dei Complessi, unico in Italia, convogliava nella città tutti quei complessi di grande espressione musicale e notorietà, che per tre giorni dormivano, mangiavano e giravano per le vie della nostra città. Rieti era invasa dai cosiddetti “capelloni” tanto criticati dai più anziani, quanto amati e imi- tati dai giovani. Tre giorni di caccia all’autografo, tre serate di musica in un teatro Vespasiano stracolmo di attenti ascoltatori, dove per ben quattro anni, dal 1966 al 1969, si sono NOTA: I CLUB INDICATI NELLA MAPPA OLTRE AD ESSERE LE SALE PROVE PERSONALI DEI GRUPPI ERANO ANCHE POSTI DI RITROVO DOVE SI ORGANIZZAVANO FESTE E CONCERTI. esibiti complessi indimenticabili come i Rokes, i Motowns, le Orme. Questa fu una grande occasione anche per i musicisti reatini che ebbero l’opportunità di suonare in coppia con i loro colleghi più famosi, a tal proposito ricordiamo i Sabini che con la canzone “Ci vuol poco” si esibirono con i New Dada di Maurizio Arcieri, vincendo la prima edizione del Festival. THE ROKES al Teatro Flavio Vespasiano Da tutto il tram tram musicale del momento, tra i tantissimi giovani impegnati nella musica, alcuni ebbero la fortuna di uscire dall’ambiente locale e approdare in lidi più grandi, non per niente il bassista e il tastierista della regina del Piper Club Patty Pravo, per alcuni anni, furono due reatini. Con il passaggio dagli anni ’60 agli anni ’70 ci fu un trauma musicale, dal beat si passava al rock progressivo, tanto da arrestare la nascita di nuovi gruppi, si cominciò a fare politica e la musica diventò impegnata e momento di aggregazione sociale. A Rieti il Festival dei Complessi fu trasformato in Parata di Primavera, ad esibirsi al teatro Vespasiano non erano più i gruppi idoli dei giovani, ma arrivavano flotte di cantanti, seppur di grande prestigio, ma tomba di un momento irripetibile. Chi rimase nel mondo della musica perse il carattere Beat limitandosi a suonare nelle sale da ballo e nelle piazze. - FOTO TRATTE DALL’OPUSCOLO BEAT N ROCK - Pier Luca Aguzzi Per i più coraggiosi e per coloro che si vogliono spingere ai limiti dell’assurdità....la rivincita dell’Istituto Tecnico Commerciale arriva con lo stupidario, la raccolta degli sfondoni di professori, alunni, preside compreso. Adesso bando alle ciance e passiamo ai fatti: - Per favore ragazzi, non uscite a valanga! (Prof. Cannarozzi) - ....perchè Lucia faceva la filanda! - Le mano (Prof. Colantoni) - M’appronco! (Direttamente dallo Zingarelli Cantaliciano) - Il Re degli Etruschi era il Lumacone! (Al secolo...LUCUMONE) - Tesorino, stellina, amoruccio, bambolina.....HAI COMPRESO?? (Prof. Cecchettin) - Abbiamo con l’H??? (Direttamente dalla nuova edizione della “GRAMMATICA ITALIANA”) - Assente per motivi famiGLIari! - Vediamo un pò oggi come ho incartato gli occhiali!! - S’alluppeca! (Zingarelli....ILARIA:” poiano”, MICOL:” no, si dice POGGIO BUSTONESE!!!”) - Novembro! (Prof. Alunni) - Oggi non ci vengo HA scuola! - “Questa è la scuola più sicura di Rieti ma le porte della palestra non sono agibili per 476 persone!” (Preside) - Lo prego, lo prego.... non mi interroghi!!! - Mi traballano le orecchie! (Gallicismo Scandrigliese) - Si ma a ME NON MI VA di riscendere e poi ricalà: si devono decidere! - La GRACIA! (In epoche antiche: GRECIA!) - .....traZformazione.... - Vi ricordate il film di GIANNI, Giovanni e Giacomo?? (Prof. Cecchettin) - “Come sta il cane??”, “ Bene............E’ MORTO!!!” - Occhio non vede duole non core!!! - “My name is Ilaria!”, PROF. ARCIFA:” Mmm, brava Ilaria.....9!!!!!” - “I prof. Non vanno corretti, perchè non sbagliano..... Sono disattenti!” (Prof. Gilbert) - “Te au du bricocule?” (Tipica espressione cantaliciana) - Me devo STURA’ il naso!!! - Mettiamo i puntini sulle M!!! - “BOSCIE che è cosci?” (Vocabolario Cantaliciano) - “Nella vita non bisogna avere pregiudiZZi!!!” - Ma tu sei proprio MAZZA!!! - Cosa vuoi di più dalla vita? Un LUCIANO!!!! - Cultuale!!!! (Prof. Alunni) - “Senti, ma TU che FACCIAMO per Halloween!!” - Vuoi che vengo lì e ti SPOCCO il muso??? - ALUNNO: ”Scusi prof. Non ho capito!”, PROF. COLANTONI:” Non importa, così lo fai perchè così va fatto!” E tanto per finire, la perla di saggezza del Preside: STUPIDARIO QUEI FANTASTICI ANNI 60 “ VI DENUNCIO ALLA DIGOS!!!!” Micol Donati Ilaria Vallocchia 5 L’ECONOMIA IN ITALIA E A RIETI VISTA DAL COMMISSARIO STRAORDINARIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO Abbiamo intervistato Antonio Lirosi, da un anno commissario straordinario della Camera di Commercio di Rieti, sulla situazione economica in Italia e nella provincia reatina Innanzitutto qual’è la sua funzione <Sostituisco provvisoriamente i vertici camerali in attesa che si formi il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ente> Qual’è la situazione italiana dal punto di vista economico e soprattutto riusciremo a sostenere la concorrenza delle imprese provenienti da paesi come la Cina? <L’Italia sconta un periodo di crisi iniziato con l’ingresso nel mercato globale, da vera protagonista, della Cina. Adesso siamo in via di ripresa, anche se è difficile mantenere porzioni di mercato vista la concorrenza di paesi con un costo del lavoro molto basso. Noi puntiamo sulla rivalutazione del prodotto italiano per la sua qualità e per le sue caratteristiche peculiari. Il problema è che le aziende hanno difficoltà ad adeguarsi al mercato. Stiamo aspettando le riforme del sistema economico in modo da poter permettere alle imprese di essere elastiche e di sapersi adattare alla flessibilità di mercato. Ormai non si può più parlare di un economia su scala nazionale ma globale> Qual è invece la situazione del Reatino? Cosa si pensa di poter fare per risollevare l’economia locale? <Il territorio reatino ha una situazione complessa: è fatta di lati chiari e lati oscuri. Non è come si crede sull’orlo della crisi totale ma soltanto una crisi legata al complessivo regresso del paese. L’economia reatina presenta dei lati positivi come la comparsa e il rafforzamento di piccole imprese di capitale che presentano ottime qualità riguardo alla capacità di adattamento. Positivo è anche il reddito pro-capite della provincia, in crescita rispetto al 2003. Inoltre il bilancio delle esportazioni, nonostante la frenata dovuta alla crisi generale che ha colpito il paese, rimane attivo. I lati negativi sono dovuti al fatto che la provincia è poco appetibile dal punto di vista delle infrastrutture. Nel boom economico dovuto alla Cassa del Mezzogiorno si sono impiantate molte grandi industrie che appena hanno visto sparire le agevolazioni si sono trasferite altrove. La provincia di Rieti si trova in una sorta di isolamento rispetto alle altre zone industriali e commerciali italiane. Le soluzioni possono essere molteplici: si può partire da una rivalutazione del territorio con la formazione di infrastrutture adeguate e un miglioramento dei servizi. Si può crea- re un polo universitario “d’eccellenza” adeguato e coordinato ad una realtà industriale in modo da generare una situazione utile a favorire l’impianto di nuove industrie. Inoltre il territorio necessita di una promozione e rivalutazione esponenziale> I giovani avranno la possibilità di lavorare nel nostro territorio o dovranno andare altrove se non addirittura all’estero? Come si pensa di arginare la cosiddetta fuga di cervelli? <Dipende tutto dalla situazione economica. Da come riusciremo a superare questa crisi e da quali scelte verranno fatte dal nuovo Governo. Si cerca di limitare la dispersione di capacità attraverso gli investimenti nella ricerca, il maggiore settore colpito e di creare il migliore ambiente possibile per far rimanere le persone nell’ambito italiano. Nel 2001 esisteva un fondo attraverso il quale si cercava di richiamare persone il cui potenziale veniva sfruttato all’estero. Ma venne sospeso perchè non garantiva risultati utili. Adesso si attendono le manovre del Governo> Che cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? <Il futuro è sempre difficile da prevedere perchè può essere influenzato da molti fattori, come il mercato del petrolio o la situazione politica globale. Credo che l’Italia riuscirà ad uscire dalla crisi economica, per il resto bisogna saper attendere ed io mi sento ottimista>. Giandomenico Desideri LE INCHIESTE DI MIRINO PICCOLI COMMERCIANTI, GUAI GROSSI In un clima di crisi generale e precarietà lavorativa che interessa anche i lavoratori reatini, abbiamo lasciato la parola ai commercianti che hanno illustrato i problemi di oggi dovuti alla presenza massiccia e all’evoluzione dei centri commerciali. Sandra Salvi, 39 anni, piccola commerciante <Sono quattro anni che lavoriamo in questo negozio e quando abbiamo aperto l’attività era già iniziata l’era dei grandi supermercati, e nonostante la loro presenza ingombrante sul mercato abbiamo guadagnato la fiducia di una sicura e quotidiana clientela. Oltre ai rapporti a livello umano che si instaurano con i nostri clienti, entra in gioco la carta vincente per quanto riguarda la qualità dei prodotti. Ma è naturale che se parliamo di convenienza, la gente preferisce recarsi nei supermercati rispetto ai piccoli negozi. Inoltre grazie alla nostra posizione vicino alle scuole, godiamo anche di una clientela piuttosto giovane> Nello Sielli, 70 anni, piccolo commerciante <Da 58 anni lavoro, di cui 40 passati nel 6 mio negozio al quale mi lega una vera e propria passione per il commercio. Questi sono comunque tempi difficili e non posso negare che c’è una certa difficoltà ad andare avanti. L’esperienza lavorativa che ho coltivato negli anni passati mi aiuta, ma comunque non posso dire di poter contare su una clientela fissa perché oramai le persone, grazie ai supermercati che si trovano in ogni punto della città e alle offerte con cui si mettono continuamente in competizione, sono portate all’acquisto di quei prodotti sicuramente meno genuini ma molto più convenienti. Dal mio punto di vista però posso dire che fare compere nei piccoli punti vendita può essere vantaggioso perché si limita la spesa ai prodotti utili. Sicuramente ho anche clienti affezionati con i quali ho stretto rapporti confidenziali che vanno aldilà del rapporto strettamente lavorativo. Da parte mia inoltre c’è una particolare attenzione per quanto riguarda la provenienza dei prodotti che vendo. Infatti cerco di offrire la qualità e la genuinità reatina. Ormai sono tanti anni che lavoro e penso di continuare ancora per qualche tempo, ma non posso negare che se avessi dovuto aprire un’attività adesso, probabilmente non sarei riuscito a mantenerla così a lungo>. Rossella Liberati, 25 anni, piccolo supermercato Juliis Market <Questa attività è nata 18 anni fa e sicuramente, facendo riferimento ai tempi passati il lavoro è un po’ diminuito, tuttavia possiamo ancora contare su clienti che fanno acquisti qui da molto tempo. La fascia media di età dei nostri acquirenti è molto varia, infatti abbiamo la possibilità si soddisfare persone giovani anche grazie alla vicinanza di una scuola, di media e di avanzata età. Sono sicura che per quanto riguarda i prodotti che si consumano giornalmente le piccole attività commerciali garantiscono una freschezza, una qualità ed una provenienza più sicura senza dimenticare l’ampia scelta che offriamo anche su prodotti di marca. Sono fortunata perché la posizione del nostro negozio in un’ottima zona di passaggio favorisce la vendita e ci assicura una percentuale di clientela quotidiana. Il rapporto che si instaura con i nostri clienti è motivo di ritrovo e dà la possibilità di relazionarsi in modo amichevole>. Micol Donati Marta Petrongari A SCUOLA DI LEGALITA’ Un progetto della II A per saperne di più su usura e racket Gli studenti della II A dell’Itc coordinati dalla professoressa Maria Rita Leonardi, si sono impegnati nel conseguimento del progetto legalità Livatino-Grassi “La scuola contro il racket e l’usura”. Il progetto si rivolge a tutte le scuole, comprese le scuole carcerarie e quelle per adulti, prevedendo lo svolgimento di percorsi differenziati in funzione dell’età e della tipologia di scuola. Il percorso, svolto in rete, è iniziato con la scelta di una storia su cui lavorare: “La maturità”. Nella storia il reato di usura si manifesta con la richiesta di un prestito in denaro in cambio del quale l’usuraio richiede alla vittima il pagamento di interessi superiori a quelli previsti dalla legge, sino a soglie che consentono di entrare in possesso dei beni della vittima. È stata inoltre proposta una storia con finale aperto con lo scopo di favorire un’autonoma interpretazione del fenomeno nello studente. Gli obiettivi del progetto sono quelli di sostenere la diffusione della cultura alla legalità; mediante il ricercato coinvolgimento delle diverse componenti della società, cittadinanza e democrazia; “entrare” nella società a tutti i livelli per alimentare un nuovo modo di affrontare la sfida educativa alla legalità ed inoltre di sviluppare un sistema valoriale proprio agli studenti, fondato sull’etica della responsabilità e della legalità, misurandosi con la conoscenza di un fenomeno che impatta formalmente sul loro vissuto quotidiano. I fenomeni dell’usura e del racket, pur se di rilevanza nazionale, sono praticamente assenti dal dibattito culturale. La mancanza di informazioni è uno dei principali problemi della lotta all’usura ed estorsione; per questo bisognerebbe aumentare l’attenzione sulla gravità del fenomeno, dando maggiore visibilità agli esempi positivi; riaccendere il dibattito e l’informazione sui temi dell’antiracket e dell’antiusura per spingere le vittime alla denuncia e lo Stato a provvedimenti più incisivi che tengano conto delle risposte e delle proposte che vengono dalla società civile. Maria Elena Pompili Alessia Giovannini Giulia Moroni Fabiana Giovannini MIRINO A FIUGGI: FELICE E PREMIATO Con Alboscuole, il giornale dell’Itc vince tra 1.700 partecipanti A Fiuggi la terza edizione di Alboscuole quest’anno ci ha visto ancora concorrenti e premiati. Grazie a Mirino, infatti, l’Itc è stata l’unica scuola reatina ad aver vinto un premio giornalistico. Subito dopo le premiazioni, una esplosione di gioia e danze ha accompagnato centinaia di studenti che erano lì, nell’attesa del coronamento di tanto impegno profuso con passione per il giornalismo, quel giornalismo fatto nell’unico modo in cui deve essere portato avanti, vale a dire con serietà. Sono state così più di 1.700 le scuole partecipanti, ma solo 700 sono state quelle selezionate da tutto il territorio nazionale. Ogni scuola è stata meritevolmente premiata per l’impegno, gli articoli, il proprio sito web, e per chi lavora dietro le quinte come nel caso degli insegnanti. Una grande soddisfazione per tutta la nostra redazione e per la nostra scuola che ha dato conferma del prezioso e faticoso lavoro svolto fino ad oggi. Una soddisfazione che ha cancellato, in un momento, la stanchezza di noi studenti e insegnanti. Questo premio ha una particolarità che lo rende davvero unico: quando ci chiedono cosa si vince, rispondiamo che il vero premio in palio, al di là di ogni riconoscimento concreto, innanzitutto è esserci. Essere presenti, salire sul palco, ma anche saper ascoltare e parlare con altri che, in mezzo alle difficoltà e con sacrificio, hanno fatto in qualche modo quello che abbiamo fatto noi: semplicemente scrivere, raccontando la nostra scuola e i suoi protagonisti, raccontando la nostra realtà, quella fatta dalla persone, per scoprirne problemi e aspettative, ma anche per denunciare, per testimoniare, per fare cronaca con lealtà e spirito critico. Da veri giornalisti, insomma. Sonia De Santis 7 RIETI IN FINALE PER LA SERIE A1 Il trenta aprile per la Noi Sport Rieti sono iniziati i playoff e con questi anche le grandi vittorie. La prima partita affrontata è stata in casa contro Imola: una partita giocata con grinta e molta tenacia grazie alla quale si è raggiunta la vittoria tra gli applausi e il calore dell’intera città. E con la stessa grinta Rieti si è aggiudicata anche la vittoria nel secondo match. A Imola, se da una parte c’è stata la reazione a dir poco scontata dell’ex Guerra e compagni vincitori di gara tre, dall’altra la Noi sport non ha esitato a chiudere in vantaggio nella quarta sfida, utile a mettere la firma sulla semifinale. Quindi è toccato a Ferrara che ha chiamato al confronto sul campo amico estense la squadra di coach Lasi: uno a uno nelle prime due gare in erra straniera ed un eloquente 2-0 in gara tre e quattro a Rieti davanti ai quasi 4.000 spettatori amarantocelesti. In particolare la sfida del 21 maggio al Palaleoni è stata durissima e le squadre si sono ritrovate in parità e solo nel finale dell’unico tempo supplementare i giocatori reatini hanno dimostrato cosa sanno fare lasciando a bocca asciutta la Carife. Ed è per questo che Noi Sport Rieti ha trovato la meritata finale che dovrà portare alla conquista della serie A 1. Una vero successo, comunque vada a finire, per questi giocatori che si sono dimostrati autentici professionisti, giocando e lottando per il raggiungimento di un obiettivo. In particolare in questo spaccato di playoff, Rieti ha messo in campo giocatori - gladiatori. A partire da capitan Cristiano Fazzi, a dir poco sensazionale e che ha portato molte volte la squadra alla vittoria. E come lui tanti altri. Ma ora non ci rimane che attendere chi vincerà. Michaela Miluzzi ITC, CHE PORTENTO DI RAGAZZE Le ragazze del biennio dell’Itc, sono uscite vittoriose dal torneo provinciale di calcio a 5, senza mai perdere e subendo solo due gol contro i venticinque fatti in due partite. Il gruppo sotto la guida del professor Sciumè ha battuto nella prima partita l’Istituto Geometri per 20-0 e la finale contro lo Scientifico finita 5-2. Ora le bravissime calciatrici stanno giocando il torneo regionale. Nella prima partita sono state autentiche schiacciasassi vincendo per 11-0, mentre la seconda hanno vinto 16-2. Il gruppo è formato da: Noemi Ciani II C, Ilaria Tiberti II B, Ilaria Petroni II B, Alessia Brucchietti II B, Giada Santucci II B (capitano della squadra), Elena Proietti I L, Costanza Zanelli I C, Giulia Chiaretti I C, Laura Marchetti I B, Elisabetta Ianni II A, Sevime Bezcdi I A e Giorgia Felici I B. Distinta prestazione anche per le ragazze che si sono impegnate nel torneo di pallavolo. Allenate dalla professoressa Passarani si sono piazzate al secondo posto. Contro l’Istituto Alberghiero e il Liceo Pedagogico hanno vinto per due set a zero, mentre con il Classico 2 set a 1 aggiudicandosi il primo e il terzo set. La finale contro lo Jucci si è conclusa 3 set a 2 in favore dei liceali.Oltre al calcio a 5 e alla pallavolo, il biennio femminile si è dimostrato in ottima forma anche nell’atle- Il mensile scolastico Mirino da oggi è anche on line. Visitaci cliccando l’indirizzo www.mirino.net Troverai aggiornamenti, news, articoli, presentazioni, i numeri di quest’anno e quelli degli anni passati. Insomma tutta la storia del nostro giornale e della scuola raccolta in un clic. 8 tica leggera ottenendo il primo posto nel lancio del disco con Ilaria Petroni II B e il primo posto nel salto in alto con Alessia Brucchietti II B. Si sono classificate seconde Giada Santucci II B nei 100 metri piani, Giorgia Felici I B nel lancio del peso, Martina Mei I P negli ostacoli, Valentina Buscema I C nel salto in lungo, mentre nella staffetta 4X100 il secondo posto è stato tutto per le rosa dell’Itc. Vincenzo Galasso DIRETTORE RESPONSABILE: Alessandra Pasqualotto REDAZIONE: Giandomenico Desideri Michaela Miluzzi Vincenzo Galasso Samantha Albrizio Giulia Ciaramelletti Ilaria Nicolò Simona Paone Alessandra De Angelis FOTO: Marco Matteocci VICEDIRETTORE: Sonia De Santis SEGRETARIO REDAZIONE: Vanessa Fatucci