Futura
BresciaFarmacia
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Anno IV - N° 5 . 2009 - 1 euro (IVA inclusa)
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È ora di tornare a scuola
Disturbi d’autunno
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Futura
Brescia
Anno IV - N° 5 . 2009
Brescia Farmacia Futura
Anno IV - Numero 5 - 2009
www.bresciafarmaciafutura.it
Direttore responsabile:
Luigi Cavalieri
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Punto Farma Srl
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AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE
DI BRESCIA
N. 7/2006 DEL 26/02/2006
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Editoriale
5
Settembre, pronti
a ripartire
Novità
44
Primo piano
sommario
Comitato di Redazione:
Lorenza Barziza
Marco Belloni
Beatrice Bonzi
Annalisa Cavaleri
Gabriele Ciresola
Erica Denti
Simonetta Elseri
Alessandro Errigo
Antonio Marinelli
Francesco Rastrelli
Roberto Romano
Antonio Schiavo
7
Malattie
Esistono anche
le specie rare
Focus
10
Rientro dalle vacanze
È ora di tornare
a scuola!
14
L'omeopatia e i disturbi
del "dopo vacanze"
19
Disturbi d'autunno
22
Coccolare la pelle
dopo l'estate
Il punto
25
Menopausa, meno male!
28
Universo intestino
Notizie di stagione
33
Funghi
"Leggende" da sfatare
In farmacia
36
Dispositivi inalatori
Che dilemma!
Incontri
39
I bisogni socio-sanitari
della Vallecamonica
Iniziative
40
Una "Ruota per la Vita"
Riconoscimenti
42
Mons. Antonio Fappani
Una vita di studio
e di preghiera
Psichiatria
Un nuovo Centro
diurno in Valsabbia
45
Libri
Le nuove schiave
46
In farmacia
La Guida Turni
Il personaggio
48
Matteo Manassero,
il baby fenomeno
del golf italiano
Terza età
53
Malattia di Alzheimer
Aspettando il futuro
57
Anziani e Farmacia
Un'alleanza per la vita
Salute
60
65
Vitiligine
Le terapie
Nutrizione
Cosa mangiare in pausa
pranzo
Benessere
69
73
Terme di Boario
La SPA delle meraviglie
Bellezza
Una nuova tecnica per
rivitalizzare la pelle
Sport
76
Il doping nello sport
Cucina
79
Ricette al sapore di mare
Giochi e passatempi
82
Sudoku
Si fa per ridere
in collaborazione con:
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Settembre,
pronti a ripartire!
Editoriale
I
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nostri lettori certamente si stupiranno che la copertina di questo numero non l’abbiamo riservata al solito personaggio dello spettacolo.
E poi abbiamo scelto un uomo, così come alcuni ci hanno ripetutamente
richiesto, o meglio un giovane di 16 anni, Matteo Manassero, classificatosi tredicesimo all’Open Championship. Per chi non è appassionato di golf
questo, forse, vuol dire poco, ma se anche il Corriere della Sera, primo
quotidiano nazionale, si è scomodato per lui mettendolo in prima pagina, evidentemente la
nostra scelta un significato ce l’ha.
L’Open in questione, in effetti, non è una semplice “gara di golf”, bensì il massimo evento golfistico europeo, con una tradizione secolare. Peraltro il golf è lo sport più praticato al mondo.
Il risultato del giovane Manassero, ancorchè dilettante, ha fatto scalpore. Per noi bresciani,
poi, c’è un motivo in più per dedicare a Matteo la copertina: pur essendo veronese, Manassero è, infatti, iscritto al Gardagolf di Soiano del Lago e questo, permettetemelo, ci fa sentire importanti, e decisamente meno provinciali anche nel golf…
Fatta questa premessa, torniamo agli argomenti che più ci sono familiari, vale a dire temi più
squisitamente inerenti alla salute ed al benessere secondo la mission della nostra rivista.
I servizi di questo numero sono, in prevalenza, dedicati al rientro dalle vacanze, ossia alla
vita routinaria, che ci apprestiamo ad affrontare, con i suoi piccoli problemi quotidiani.
Le vacanze, purtroppo, sono ormai un ricordo, anche se per alcuni il mese di settembre
qualche scampolo lo riserva ancora.
Seguire i consigli che i nostri collaboratori propongono significa, nella maggior parte dei
casi, evitare che i benefici, ottenuti con la pausa agostana, vengano vanificati. Stress da rientro, ritorno a scuola, come mantenere giovane e bella la pelle ambrata così faticosamente
raggiunta con l’esposizione al sole e tante altre notizie davvero interessanti.
Inoltre come prepararci al meglio alla stagione invernale, che ci auguriamo possa non essere compromessa da quell’influenza che si è diffusa in mezzo mondo e che, abbinandosi a
quella tradizionale, deve vederci ancor più attenti nell’azione preventiva.
Ma, anche in questo caso, nessun allarmismo, perchè tutti siamo consapevoli che in farmacia i nostri farmacisti di riferimento sapranno consigliarci su come ci si deve comportare.
Alla prossima.
Luigi Cavalieri
5
Primo piano
Malattie:
esistono anche le specie rare…
È nato a Brescia il
Centro Territoriale
per le Malattie rare
per offrire informazioni,
orientamento e
supporto ai pazienti
e alle loro famiglie.
di Lisa Cesco
P
romosso dall’Asl di Brescia,
rappresenta un’iniziativa al momento unica in Regione Lombardia, che intende farsi carico
di patologie rimaste finora un po’
ai margini, perché considerate
malattie che interessano un numero molto limitato di persone.
Le malattie rare
di malattie (in tutta la Lombardia i
casi sono circa 30 mila), che hanno forme estremamente variabili,
fino ad arrivare ai casi in cui solo una persona in tutto il territorio
dell’Asl ne è affetta.
Le malattie rare sono in gran parte di origine genetica, comprendendo anche tumori, malattie
autoimmuni,
malformazioni
congenite, patologie di origine
infettiva o tossica. Le forme di
malattia rara riscontrate sul territorio dell’Asl di Brescia sono 171
(mentre salgono a 500 se si considera la Lombardia), e interessano problematiche molto diverse
fra loro: si va dai disturbi immunitari, del metabolismo e del sistema endocrino, alle malattie del
sangue come le anemie ereditarie e i difetti di coagulazione, dalle malattie del sistema nervoso a
quelle degli
organi di senso e
dell’apparato digerente.
Malattie “orfane”
Si dice spesso che le malattie rare
sono anche “orfane”, perché sono ancora poco studiate o conosciute, e possono contare su
un’offerta socio-sanitaria meno
efficace rispetto ad altre patologie. Le persone affette da malattie rare si ritrovano di frequente a
fare i conti con una serie di ostacoli comuni, che sono le difficoltà
diagnostiche - perché il percorso
Le malattie rare, infatti, sono un
ampio gruppo di patologie caratterizzate da un alto grado di complessità e da una bassa prevalenza nella popolazione, in quanto
colpiscono non più di 5 persone
ogni 10 mila abitanti. «In realtà,
le malattie rare sono numerosissime, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ce ne
siano fra le 6 e 7 mila: il fenomeno, quindi, non va sottovalutato,
perché complessivamente il numero delle persone che ne sono
affette è rilevante», spiega il Direttore generale dell’Asl di Brescia,
Carmelo Scarcella, ricordando
che, nel bresciano, sono 6529
le persone colpite da questo tipo
7
Primo piano
Centro per le Malattie rare
Dott. Carmelo Sacrcella,
Direttore Generale Asl di Brescia
che porta alla diagnosi e all’assistenza è complicato dalla rarità
dei presidi sanitari di riferimento
e dalla necessità di un approccio
multispecialistico – la scarsità di
opzioni terapeutiche (molti farmaci per la terapia, essendo di
uso molto limitato, sono difficilmente reperibili sul mercato), la
carenza di percorsi assistenziali
condivisi, l’andamento
cronico e talvolta invalidante della malattia,
il forte impatto emotivo vissuto da pazienti e famiglie, che porta
spesso ad isolarsi ed
a vivere il problema in
solitudine. Aspetti tanto più rilevanti dal momento che queste malattie richiedono un
approccio
articolato, basato su interventi specifici e combinati,
in modo da prevenire
l’aggravamento e, dove sia evitabile, la mortalità precoce, e migliorare la qualità di
vita delle persone affette.
Il nuovo Centro
Territoriale
«In questa prospettiva il nuovo
Centro rappresenta il tassello
che mancava al sistema di ri-
Una “dote” per le malattie rare
Oltre ad aver inaugurato il Centro per le Malattie rare, operativo dallo scorso luglio, l’Asl di Brescia è stata scelta dalla Regione
per sperimentare la “dote” per le malattie rare. La dote è costituita da una somma in denaro che sarà erogata all’assistito per valorizzare la sua libertà di scelta e la possibilità di
acquisire prestazioni appropriate alle sue necessità.
Durante la sperimentazione la dote sarà applicata ad un numero limitato di casi, soprattutto persone con malattie rare
gravi e complesse: spetterà alle Unità di continuità assistenziale Asl stendere il Piano socio-sanitario per valutare il caso,
e predisporre il “patto” con paziente e famiglia per definire
l’entità della dote, le modalità di erogazione, le prestazioni riconducibili alle somme assegnate. A seguire la persona malata sarà un “case manager”, una nuova figura che
rappresenta una sorta di tutore, pensata per ottimizzare la
presa in carico del paziente, coordinare la rete degli interventi e seguire da vicino il malato e la sua famiglia.
8
sposta sul territorio, per promuovere una risposta multidisciplinare ai bisogni del paziente e
prestare attenzione alla qualità
di vita, al sostegno, insomma
guardare la malattia non solo
dal punto di vista assistenziale,
ma anche da quello “esistenziale”», afferma Scarcella.
Il Centro ha sede in via Galilei
20 a Brescia ed è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle
12.30 (telefono 030-3839256,
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rare). Qui malati e famiglie possono trovare tutte le informazioni ed il supporto tecnico per
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richieste di assistenza domiciliare o di presidi di appoggio.
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È ora di tornare
Le vacanze sono
finite anche per i più
piccoli ed è arrivato il
momento di pensare
alla scuola che inizia.
del dr. Stefano Sardini, Direttore U.O. Complessa di Pediatria e Neonatologia
Azienda Ospedaliera “C. Poma”, Presidio di Asola, (Mantova)
P
er tutti i bambini la fine delle
vacanze coincide con una riduzione drastica del tempo che i
rispettivi genitori riescono a dedicare loro, con una riduzione
del tempo libero, dei momenti di
gioco e di svago, con minori occasioni di stare all'aria aperta
ed a contatto con la natura. Lo
zainetto con raffigurato l’eroe o
l’eroina del momento, ed il tanto sospirato diario all’ultimo grido non riusciranno a far dimenticare, almeno per i primi giorni,
le splendide giornate trascorse
in vacanza, sulla battigia a fare
castelli o in montagna a stretto
contatto con la natura.
Il ritorno a scuola…
che stress!
Per molti bambini il ritorno a
scuola è visto come un evento
traumatico e, proprio per questo,
10
diventa fondamentale il sostegno
dei genitori affinché lo stress da
rientro sia attutito senza danni
per i piccoli. Quando i bambini
tornano "al lavoro" non sempre
sono entusiasti: il momento del
rientro a scuola è un momento
delicato sia per i bambini che per
gli adolescenti, e richiede grande
attenzione da parte dei genitori e degli insegnanti. Si deve fare
in modo che soprattutto i più piccoli non si trovino ad affrontare
il cambiamento improvvisamente.
Innanzitutto il rientro a scuola va
programmato per tempo. Non
possiamo pensare che un bambino, dopo alcuni mesi di vacanza, sia subito pronto ad affrontare
i ritmi e gli impegni scolastici. Il
bambino ha bisogno che qualcuno lo prepari a riprendere il
contatto con il mondo scolastico.
I genitori possono cominciare ad
introdurre qualche giorno pri-
ma l'argomento “scuola” nelle
loro conversazioni con i figli, ad
esempio immaginando insieme
come sarà il nuovo anno scolastico, oppure raccontando i ricordi
che riguardano i loro primi giorni di scuola. È importante cercare
di creare in loro delle aspettative positive ed infondere entusiasmo per far sentire la voglia
di tornare tra i banchi di scuola.
Questo il compito per settembre
dei genitori.
Il ritorno a scuola non deve essere una fonte di stress per bambini e ragazzi dopo la fine del riposo estivo. Bisogna 'accendere'
nei figli la voglia di tornare a
studiare con la giusta passione,
mettendo da parte paure e angosce. L'entusiasmo è fondamentale visto che, dopo una lunghissima estate, non sarà facilissimo
riprendere il ritmo con regole e
orari più rigidi.
Rientro dalle vacanze
È utile preparare il bambino ai
cambiamenti che dovrà affrontare con l'inizio dell'anno scolastico. Ecco, pertanto, qualche
semplice consiglio per vivere
con più serenità il rientro dalle
vacanze e l’inizio del nuovo anno
scolastico:
1.
Per prima cosa è importante rientrare in città qualche tempo prima di ricominciare
le attività consuete, in modo da
poter fare abituare l’organismo
all’ambiente e, soprattutto, alle
regole, alle scadenze da rispettare ed agli impegni da mantenere. In questo modo si potrà arginare la sensazione di costrizione
che, a volte, può essere avvertita
quando si passa da un ambiente estremamente libero ad uno in
cui è necessario assumere determinati comportamenti e rispettare regole ed orari.
andare a letto (se in tv c’è qualcosa di “irrinunciabile”, si potrà
registrare e vedere il giorno dopo). La riuscita in questo campo
dipenderà molto dalla costanza
e dalla fermezza dei genitori.
4.
Si devono tenere informati i nostri figli sull'inizio della scuola e sui cambiamenti a cui dovranno adattarsi.
5.
È fondamentale comunicare entusiasmo, parlare
della scuola in termini positivi e
metterne in risalto gli aspetti piacevoli: l'incontro con i compagni,
la conoscenza di argomenti nuovi, le attività scolastiche.
6.
È opportuno dare importanza all'autonomia, incoraggiando i piccoli a mangiare e vestirsi da soli.
7.
Se il bambino cambia
scuola, è opportuno fargli
conoscere la nuova destinazione prima dell’inizio dell’impegno
scolastico, magari facendo una
passeggiata verso l'edificio e
permettendogli di familiarizzare
con i luoghi.
8.
Molto importante è la prima colazione a casa.
Bambini e ragazzi devono avere il
tempo di mangiare in modo autonomo e sereno prima di uscire:
non devono mai andare a scuola a stomaco vuoto per evitare le
conseguenze dell’ipoglicemia.
9.
Sono da sconsigliate merende abbondanti a metà
mattina per evitare che i ragazzi
siano appesantiti e trovino difficoltà a seguire le lezioni e, una
volta tornati a casa, abbiano
2.
Può essere utile modificare l’alimentazione,
soprattutto laddove, durante le
vacanze, siano state acquisite
abitudini alimentari scorrette. È
importante ritornare, dunque ad
una dieta equilibrata e ben bilanciata, costituita da alimenti più idonei all’organismo del
bambino.
3.
È opportuno preparare bambini e ragazzi con
gradualità ai nuovi orari, facendoli andare a letto un po' prima la
sera e svegliandoli prima del solito al mattino. È importante dormire le ore adeguate alla propria
età (almeno 8-9 ore per notte),
perché la mancanza di sonno riduce notevolmente la capacità di
apprendimento e concentrazione:
dunque è importante far rispettare ai figli l’orario stabilito per
11
Focus
Rientro dalle vacanze
scarso appetito. Un frutto, dei
cracker, uno yogurt sono merende estremamente nutrienti e facili
da digerire. E quando il piccolo
torna a casa da scuola, è bene
che il pranzo sia già pronto.
10.
Il primo giorno di
scuola meglio farli alzare con un po' di anticipo per
evitare di fare tutto di corsa e,
proprio per questo, è bene che la
cartella venga preparata la sera prima (questa abitudine deve
essere adottata per tutto l'anno
scolastico).
11.
Se possibile è bene
accompagnate personalmente i figli a scuola. Alla
materna meglio accompagnarli
sino in classe. Per le elementari è necessario seguire le regole
di ciascuna struttura. Per quanto riguarda i più grandi, è meglio lasciarli scegliere se andare
da soli: potrebbero aver voglia di
mostrarsi 'grandi' ai compagni.
12.
È utile insegnare ai figli
a non vivere la scuola, i compiti ed i doveri giornalieri come delle imposizioni coercitive, ma come degli impegni che si
possono affrontare insieme.
13.
Come in tutte le cose
è giusto educare alla
misura. Lo studio deve avere il
suo spazio adeguato: non deve
essere trascurato, ma non deve
nemmeno assorbire tutte le energie del bambino. A questo scopo
può essere importante aiutarlo
a coltivare altri interessi, come
lo sport, uno strumento musicale…: potrà servire da valvola
di sfogo per coloro che vivono
lo studio come una costrizione o
come mezzo per chiudersi nello
12
studio facendone un assoluto,
spesso anche a scapito dell’amicizia. Certamente coltivare altri
interessi non significa riempire i
figli di impegni tanto da togliere
loro anche lo spazio per il gioco,
gli hobbies ed altro. Bisogna trovare la giusta misura!
14.
Lasciare al bambino
una parte importante del tempo libero dedicata
ad attività creative come gioco,
disegno e lettura.
15.
È buona cosa, inoltre, mantenere sempre dei momenti di incontro familiare, almeno a colazione ed
a cena, durante i quali condividere i problemi quotidiani dei
bambini.
16.
Dare un tempo ridotto a tv, play-station,
game-boy (l’ideale sarebbe non
superare le 2 ore quotidiane
complessive): è provato, infatti,
che stancano la vista e riducono
le capacità di attenzione e concentrazione e aumentano l’aggressività. Sarebbe consigliabile, inoltre, cercare di vedere la
tv sempre insieme al bambino,
per rendere la visione una forma
di interazione più attiva e non
passiva e per selezionare i programmi discutendo insieme delle cose viste e sentite.
E dopo tutto ciò buon rientro a
scuola a tutti!
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Focus
L’omeopatia
e i disturbi del “dopo vacanze”
di Antonio Schiavo, farmacista
Il ritorno dalle vacanze
spesso e volentieri
ci riserva parecchie
sorprese di salute.
La disbiosi intestinale
Il malessere più frequente, che
ci affligge nel "dopo vacanza", è
la "disbiosi intestinale". Questa
patologia, ormai molto comune
e frequente, è vincolata, anzi, è
strettamente dipendente dalla
nostra alimentazione. In vacanza, spesso, ci lasciamo andare
a tavola, mangiamo cibi nuovi, spesso in quantità esagerata: pertanto andiamo a turbare
l'equilibrio della nostra flora
batterica probiotica (Disbiosi).
Per questo motivo torniamo dalle
nostre vacanze con pance gonfie, con problematiche di meteorismo e con alterazioni dell'alvo
fecale.
Il mio consiglio di farmacista omeopatico è
quello di utilizzare
rimedi omeopatici che normalizzano fisiologicamente tutte
queste problematiche, invece
di ricorrere a farmaci antigonfiore
o spasmolitici.
14
Esiste in natura un meraviglioso gemmoderivato diluito omeopaticamente alla 1DH che è il
"MIRTILLO ROSSO" (vaccinum
vitis idaea). Questo rimedio è un
grande modulatore e disinfettante di tutte
le affezioni intestinali. risolve in
maniera brillante
molte patologie
colitiche se associato a rimedi
omeopatici miorilassanti come
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5CH o MAGNESIA
Mirtillo rosso
PHOSPHORICA 5CH; oppure
associato a rimedi antimeorici come CARBO VEGETABILIS 5CH o
ASA FOETIDA 5CH.
Curare la pelle
Una seconda problematica che si
presenta al ritorno delle vacanze,
soprattutto quelle marine, è la
problematica cutanea. La nostra
pelle, meravigliosa corazza che
ci difende dai raggi solari, spesso non è stata ben protetta e subisce degli insulti fotodermici pesanti, che obbligano il soggetto
a ricorrere a riparazioni obbliga-
Rientro dalle vacanze
te per evitare
degenerazioni irreversibili. Il
ripristino
del giusto
equilibrio
idrolipidico
della nostra
cute è fondamentale per evitare invecchiamenti
precoci e altre malattie
cutanee più gravi. Pertanto, ad
ogni ritorno, dopo un’esposizione
solare, è opportuno supportare il
nostro organismo con integratori a base vitamine, amminoacidi, collagene e omega 3.
Questa integrazione è potenziata
e resa più efficace se si aggiungono rimedi omeopatici specifici.
Io utilizzo e consiglio "ANTI-AGE
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4CH, TIMULINE 9CH, e con ri-
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respiratori migliorando la remineralizzazione dei tessuti e ottimizzando la melanogenesi (abbronzatura) come PLATANUS
D3, ULVA LACTUCA 4CH, BRU-
NELLA D3.
È altresì utile
assumere
un reidratante cutaneo naturale per
ristabilire il
giusto equilibrio idrolipidico. Il gemmoderivato omeopatico
"CEDRUS LIBANI 1DH"
fa al caso nostro perché è un rimedio utilizzato in omeopatia per
curare tutte le dermatosi secche
con tendenza alla cheratosi.
La sua posologia dipende dal
peso della persona, di solito è
utile assumerne 60-80 gocce al
dì, diluite con acqua per uno o
due mesi.
stema si rilassa. Il ritorno alla
vita normale ci riporta a riprendere i nostri ritmi lavorativi, ma
il nostro organismo non risponde: rimane in vagotonia, con tutte quelle manifestazioni psichiche
molto simili alla depressione.
La medicina omeopatica ha il
suo rimedio appropriato e molto
efficace: KALIUM PHOSPHORICUM 5CH, rimedio dell'astenia
fisica e psichica. Noi omeopati
lo definiamo "il sale della vita",
in quanto è molto importante
per l'equilibrio vitale delle cellule cerebrali, del sangue e dei muscoli. L'assunzione di 5/6 granuli
al di' di questo rimedio per 15-20
giorni riporta l'individuo in piena
forma e risolve in maniera brillante questa spiacevole sensazione di sonnolenza.
Sensazione di stanchezza
e di sonnolenza
Una terza problematica, non
molto frequente, ma molto subdola, che si può presentare al ritorno dalla vacanze è "l'astenia".
Questo malessere si presenta con
una sensazione di stanchezza
e sonnolenza che ci porta spesso dal proprio medico per chiedere "numi chiarificatori". Questa sintomatologia è facilmente
spiegabile proprio in funzione
delle vacanze che abbiamo appena terminato. In vacanza per
lo più ci rilassiamo, non abbiamo orari, non abbiamo impegni,
prevale sovrano il "vagotono",
fase del nostro metabolismo che
deve anabolizzare tutto ciò che
assimiliamo (per questa ragione
molti di noi aumentano di peso
durante le vacanze), ma è anche
una fase in cui tutto il nostro si15
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Focus
Rientro dalle vacanze
Disturbi
Con l’arrivo
dell’autunno
capita di sentirsi
“scarichi” e stanchi.
Vediamo perché.
di Simonetta Elseri, farmacista
M
aledetta primavera? Non
solo. Con l'inizio dell'autunno,
nel periodo in cui dovremmo essere più "ricaricati" grazie all'effetto ferie, paradossalmente possono comparire disturbi e fastidi
di vario genere. Colpa della stagione che cambia o è il nostro
organismo che stenta ad adattarsi alle variazioni ambientali
e climatiche? Il ritmo biologico
all'interno di ciascuno di noi è,
indubbiamente, influenzato dai
cicli stagionali. Soprattutto in
autunno, infatti, variazioni climatiche
come la temperatura, l'umidità, la pressione e la luce
possono interagire negativamente su alcune
sostanze chimiche (neurotrasmettitori) presenti nel
nostro cervello. In
parole semplici queste sostanze, che hanno il compito di trasportare gli impulsi tra una cellula nervosa e l'altra, si "scaricano"
temporaneamente causando tutta una serie di sintomi quali depressione, mal di testa, fatica, insonnia ecc. È
noto come proprio
la depressione
sia maggiormente diffusa tra le popolazioni
che vivono
nelle regioni nordiche, dove
le temperature sono più
rigide e le giornate più brevi.
Cambi di stagione
e sistema ormonale
Ma, al di là dell'aspetto psicologico, a risentire di questo cambiamento di stagione è anche
il nostro sistema ormonale. In
questo periodo, infatti, anche le
nostre ghiandole si attivano per
fronteggiare l'arrivo dell'inverno.
Il nostro organismo è una macchina molto sofisticata, dotata di
una serie di meccanismi che le
permettono di adeguare le proprie funzioni all'ambiente.
Il variare delle ore di esposizione alla luce sicuramente influisce
sulla produzione di alcuni ormoni. L'esempio tipico è la melatonina. Ma, con il ridursi delle
ore di sole, anche la temperatura tende ad abbassarsi e, nel19
Focus
Rientro dalle vacanze
le stagioni di transizione,
adattamenti ormonali predispongono
il nostro organismo ad affrontare periodi
più duri. Gli
ormoni tiroidei, deputati,
tra le altre cose, a regolare
la
produzione di energia e
di calore dell'organismo, hanno una variazione stagionale essendo più
elevati durante l'inverno. L'argomento, comunque, è ancora
discusso.
Disturbi alle articolazioni
Per chi soffre di artrosi e reumatismi umidità e primi freddi sono una vera e propria iattura.
In questo periodo dell'anno chi è
affetto da disturbi alle articolazioni può avvertire maggior fastidio e/o dolore. L'autunno, infatti, porta con sé il freddo, che
può avere degli effetti, oltre che
sulla struttura interna delle articolazioni (osso e cartilagine), soprattutto sulle strutture esterne
che le circondano, come tendini, guaine e borse. Sono proprio
queste a soffrire maggiormente del calo termico, provocando fastidio in particolare all'inizio
del movimento "a freddo", causando un rallentamento dell'attività motoria, che, in alcuni casi,
può raggiungere livelli anche notevoli. Un fenomeno che aggrava, soprattutto nei più anziani,
uno stato di salute articolare magari già compromesso a causa
dell'artrosi, favorendo una tendenza all'immobilità.
20
Risveglio “pesante”
Anche la riduzione
della pressione
atmosferica
può contribuire a farci sentire più dolori.
Nelle
giornate più
fredde, umide
e piovose, infatti, il risveglio può
essere
veramente
"pesante". Che fare?
Questa condizione può essere combattuta con rimedi molto
semplici. Un consiglio, che abitualmente viene dato, è quello
di fare un bagno o una doccia molto calda al mattino per
"sciogliere" i muscoli. Inoltre è
consigliabile essere sempre ben
protetti con indumenti caldi, che
evitino, durante il giorno, il raffreddamento degli arti, del collo e della zona lombare. Sicuramente uno degli accorgimenti
più importanti è quello di mantenersi in moto il più possibile.
Non solo passeggiate prolungate nelle ore più calde, ma anche
ginnastica leggera, soprattutto
nei soggetti più anziani. Ovviamente oggi sono disponibili anche molte medicine per combattere il dolore, ma è sempre
preferibile cercare di mantenere
un adeguato stato di funzione
fisica che permetta la massima
efficacia di ogni azione terapeutica.
Focus
Coccolare
la pelle
dopo l’estate
di Francesco Rastrelli,
Presidente dell’Ordine dei
Farmacisti di Brescia
I benefici del sole
Ogni anno la stagione estiva ripropone una sfida a chi lavora in
Farmacia: insegnare a conciliare
il desiderio di tintarella con un
uso attento di prodotti solari.
Sono innegabili i benefici che
dà l’esposizione solare: accanto
al piacere dell’abbronzatura vi è
l’aumento del buon umore e del
benessere globale, la sintesi della vitamina D e della serotonina. Non dimentichiamo, inoltre,
il piacevole colorito ambrato
che ne deriva e l’effetto psicologico di trascorrere una vacanza.
Un po’ di stress…
Ciononostante, nel periodo estivo, la nostra pelle è sottoposta a
grande stress: oltre alla nostra
abbronzatura “sana”, sale e salsedine assicurano infatti disidratazione ed ispessimento della
cute, opacità e disidratazione dei capelli.
Un’eccessiva e prolungata esposizione al sole provoca,
inoltre, l’accelerazione del normale
processo di invecchiamento
cuta22
neo ed i segni più evidenti vanno
dall’accentuazione delle rughe,
alle alterazioni del microcircolo,
dalla riduzione dell’idratazione
e del contenuto lipidico, alla destrutturazione delle strutture elastiche e di sostegno del derma.
Cosa fare
Diviene, pertanto, necessario dedicare alla
nostra pelle maggiori
attenzioni
ed adottare alcuni semplici accorgimenti, al fine di
mantenerla idratata. Di fondamentale
importanza è l’utilizzo, per l’intera vacanza, di un adatto prodotto doposole, che sia in grado di
idratare ed ammorbidire la pelle
al termine di una giornata passata al sole. Molte persone commettono l'errore di affidarsi ad
una semplice crema idratante,
che, però, non è studiata appositamente per dare alla pelle tutto
ciò di cui necessita dopo l'esposizione solare. Importante, invece,
prendere l'abitudine di utilizzare il
doposole in maniera costante,
poiché è un prodotto che ripara
le fibre danneggiate dall'esposizione ai raggi solari. I principi attivi più comunemente usati in questi tipi di prodotti sono il burro di
Rientro dalle vacanze
karitè, l’aloe vera, il bisabolo, il
pantenolo, l’allantoina, l’estratto
di liquirizia e la linfa di copaiba.
Ma attenzione: la maggior cura
che dobbiamo alla nostra cute
dopo un’eccessiva esposizione al
sole non deve esaurirsi al rientro dalle vacanze, deve, invece,
proseguire nei giorni e nelle settimane successive. È consigliabile,
almeno per il mese successivo al
rientro, continuare ad adottare, in
sostituzione della crema abituale,
la crema doposole, che, con le
sue proprietà calmanti, lenitive,
rinfrescanti, nutrienti, idratanti e
riparatrici, è in grado di garantire alla nostra pelle l’elevata idratazione di cui abbisogna ed una
buona attività rigenerante. Importante praticare regolarmente una
buona pulizia della cute ed utilizzare prodotti neutri e delicati.
I prodotti giusti
per il bagno e la doccia
Durante la doccia evitare di utilizzare bagnoschiuma molto schiu-
mogeni, è, invece, consigliabile
lavarsi con detergenti contenenti tensioattivi naturali, di derivazione vegetale a base di olio
di oliva e massaggiare la pelle e soprattutto le gambe con
un esfoliante delicato, che
favorisce il distacco delle cellule morte. Per chi preferisse il
bagno, potrebbe essere d’aiuto aggiungere all’acqua qualche goccia di olio di mandorle
dolci, in grado di ammorbidire
la pelle e neutralizzare il calcare, mentre nell’asciugarsi tamponare la pelle senza strofinare.
Per limitare la sensazione di stiramento su guance, contorno occhi e fronte, una buona soluzione
potrebbe essere l’applicazione di
una maschera idratante ricca di
vitamine A, E ed NMF.
Per capelli
morbidi e setosi
Per quanto riguarda i capelli,
nonostante le cure e gli accorgimenti, la stagione estiva li rende
inevitabilmente duri, si consiglia
dunque, per i primi lavaggi,
trattamenti con oli leggeri ed
assorbibili. Dopo l’estate, fare attenzione a pettinarsi
con delicatezza ed evitare strappi, che molto spesso possono strappare inutilmente molti capelli in
quanto duri ed inariditi.
L’alimentazione del
“dopo-vacanza”
Fare molta attenzione anche all’alimentazione: è
possibile, infatti, prevenire
o limitare i danni alla pelle derivanti da un eccessiva esposizione al sole
con un adeguato ap-
porto di antiossidanti. Ricordiamoci dunque, in particolar modo
durante il periodo estivo, di assumere frutta e verdura contenenti
vitamina A (betacarotene), vitamina E e vitamina C, oltre che acqua e minerali.
Il consiglio del Farmacista
Vorrei concludere affermando
che la Farmacia moderna non
può più essere intesa solamente
come luogo di dispensazione del
farmaco, ma deve essere vissuta
soprattutto come presidio avanzato della salute. Per salute non
si intende solo quella fisica, ma
anche quella estetica (e psicologica), per il cui mantenimento si
ricorre spesso a prodotti complementari, come, appunto, il cosmetico. Il consiglio competente
ed autorevole del Farmacista acquista, dunque, sempre maggiore importanza nell’acquisto di un
prodotto destinato al mantenimento della salute ed al benessere personale.
23
Il punto
Menopausa,
meno male!
Presentato a Milano un
sondaggio condotto dai
ginecologi della Società
Italiana della Menopausa
su 760 donne ed un
opuscolo informativo
dal titolo “Menopausa,
meno male”. Senza ciclo
il cuore è a rischio, ma
nemmeno il 50% lo sa.
Il sondaggio
Il 28% delle italiane accoglie la
menopausa come una liberazione dai fastidi e dolori legati al
ciclo e dalla paura di gravidanze indesiderate. Ma ben l’86%
presenta qualche disturbo e 6
su 10 affermano di sentirsi nel
complesso peggio di prima.
Tuttavia solo il 6,5% ricorre alla
Terapia Ormonale Sostitutiva
(TOS) per risolverli, e nemmeno
la metà (45,5%) è consapevole
che dopo la fine dell’età fertile il
rischio cardiovascolare cresce
fino a diventare la prima causa
di morte femminile.
La Terapia Ormonale
Sostitutiva
È la fotografia scattata da un sondaggio dalla Società Italiana
della Menopausa (SIM),
che ha coinvolto 760
donne nel maggio
2009, presentato a Milano. “I
risultati confermano la scarsa cultura che
regna nel nostro
Paese fra i citta-
dini, ma anche tra di noi – commenta il prof. Gian Benedetto
Melis, ordinario di Ginecologia e
Ostetricia all'Università di Cagliari e presidente della SIM -. Ben il
49% delle intervistate afferma, infatti, di non utilizzare la Terapia
Ormonale Sostitutiva, perché il
medico la sconsiglia. Oggi sono,
invece, disponibili terapie capaci
di controllare i sintomi ed in
grado di ridurre anche il
rischio cardiovascolare. In particolare Angeliq, l’unica Associazione
estro-progestinica utile nel controllo della pressione arteriosa:
proprio per questo
è stata inserita dall’Aifa in fascia A
ed è, quindi, totalmente gratuita
per la paziente. Siamo convinti
che con una corretta informazione i disturbi si possano gestire
al meglio con una buona qualità
di vita.
“Menopausa, meno male!” è il
titolo dell’opuscolo informativo
che abbiamo promosso, uno slogan che speriamo le donne facciano proprio”.
Fattori di rischio
Il leaflet verrà distribuito tramite i ginecologi, così da favorire
anche nei medici più attenzione
ai bisogni delle pazienti ed una
maggiore consapevolezza delle specificità del rischio cardio25
Il punto
Menopausa
vascolare femminile. “I fattori
di rischio che rivestono un peso
maggiore per le donne – afferma
la dr.ssa Silvia Maffei, responsabile dell’ambulatorio di Endocrinologia cardiovascolare ginecologica dell’Istituto di Fisiologia
Clinica del CNR di Pisa - sono gli
alti valori pressori, il fumo ed i
trigliceridi elevati”. Ma, in base
ai risultati del sondaggio, l’ipertensione è paradossalmente uno
fra i disturbi meno segnalati, proprio perché silente (solo il 14%
delle donne lo dichiara).
I disturbi
In testa, invece, tra i disturbi segnalati dalle intervistate, le vampate (78.5%), l’aumento di
peso (52%), la sudorazione eccessiva (51.5%), le palpitazioni
(51%). Ma anche sbalzi d’umore (42.5%), alterazioni del sonno (41%), irritazione e secchezza
vaginale (35%).
Quando iniziare la
terapia ormonale
sostitutiva
L’età media della menopausa in Italia è 50 anni (l’81% delle intervistate
dichiara che è iniziata fra
i 49 e i 51 anni), un momento in cui molto spesso si è nel pieno della
vita professionale e di
relazione. “Ma la fine
dell’età fertile può provocare anche perdita di tono e secchezza vaginale,
con ovvie difficoltà nei
rapporti sessuali – spiega il prof. Melis -. Anche
in questo caso la TOS è
indicata. Ma le donne intervistate ne hanno pau26
ra e rifiutano di utilizzarla: preferiscono ricorrere ai fitoestrogeni
(23%) oppure sopportano senza
fare nulla (55.5%)! Questo significa per molte di loro non poter
vivere pienamente la sessualità,
che a quest’età può essere ancora molto intensa e soddisfacente.
La comunità scientifica è ormai
concorde sulla sicurezza della
terapia ormonale sostitutiva, se
iniziata precocemente, prima dei
60 anni o comunque entro 10
anni dalla menopausa. Su questo abbiamo prodotto raccomandazioni e linee guida, ma molto
resta ancora da fare”.
L’opuscolo
Da qui la necessità di materiali informativi come l’opuscolo
“Menopausa, meno male”, che
fornisce anche consigli e piccoli trucchi per mantenersi in forma dopo gli anta. È sufficiente
un movimento costante pari a
mezz’ora al giorno di camminata veloce o di bicicletta per ridare tonicità ai muscoli, migliorare
l’equilibrio, mantenere la linea.
Per combattere l’ipertensione ed
i chili di troppo è bene limitare
l’assunzione di alcol, caffeina e
dolci, ma soprattutto del sale. Stili di vita adeguati e corretti, dunque, ma, quando non sono sufficienti, un aiuto importante viene
dalle terapie farmacologiche.
Gestire anche
le alterazioni pressorie
“Fra le formulazioni della TOS
disponibili, Angeliq, presenta un
duplice valore aggiunto – afferma
la dr.ssa Maffei -. In primo luogo
il basso dosaggio, poiché contiene un solo mg di estradiolo. Ma
soprattutto la componente progestinica, a base di drospirenone. Si
tratta di un ormone derivato dallo
spironolattone, un farmaco diuretico utilizzato anche per il trattamento degli scompensati.
Il drospirenone possiede
proprietà antagoniste del
recettore dell’aldosterone,
che regola i livelli pressori,
proprietà che non sono finora ancora state descritte
per nessun altro progestinico. Per questo - conclude la dr.ssa Maffei - risulta
particolarmente efficace
per contenere la pressione arteriosa in donne con
valori alterati. Non parliamo di condizioni necessariamente patologiche (non
è un anti-ipertensivo), ma
rappresenta una strumento valido per la gestione
ottimale delle alterazioni pressorie così frequenti
nelle donne fin dalla fase
premenopausale”.
Il punto
Eubiosi, disbiosi, fermenti
lattici, probiotici: termini
conosciuti, tanta
pubblicità, forse anche
confusione. Proviamo
a fare un po’ di
chiarezza e a
spiegare perché il
nostro intestino è
così importante, e
come comportarci
per mantenere
il suo benessere
e, dunque,
anche il nostro.
Universo intestino
della Dott.ssa Patrizia Mariotto e
della Dott.ssa Angela Maria Mele
Intestino “in equilibrio”
L'intestino sano è fondamentale,
non solo per garantire una corretta
assimilazione del cibo e la conseguente eliminazione delle scorie, ma anche
perché, essendo l'interfaccia
tra ambiente
esterno ed interno più estesa
del nostro corpo, circa 2000
mq, riveste un
ruolo importantissimo sia a livello
immunitario (sede di attività importanti per la difesa), che neuroendocrino (ricco di terminazioni nervose
e cellule che producono ormoni).
La flora batterica che lo riveste ne
è parte integrante e contribuisce in
modo essenziale al mantenimento
delle sue funzioni. Essa è costituita
28
da un numero enorme di microrganismi (circa 1,5 kg): i simbiotici,
utili all’ospite (Enterococchi, Lattobacilli e Bifidobatteri), i patogeni,
potenzialmente dannosi per l'ospite
(Pseudomonas, Clostridi...), e germi indifferenti (Funghi, Lieviti...). Per
Eubiosi si intende la presenza di
una flora batterica in equilibrio,
che condiziona
lo stato di salute, proteggendo
la mucosa digestiva e intestinale e facilitando i
processi digestivi e assimilativi.
I disturbi
Al contrario, per Disbiosi si intende un'alterata ecologia della microflora e ciò può causare
disturbi e malattie, sia a carico
dell'intestino che dell'intero organismo: disturbi digestivi, stipsi,
diarrea, cistiti, vaginiti, candidosi,
allergie alimentari e sistemiche,
dermatiti, abbassamento delle
difese immunitarie con infezioni
ricorrenti anche broncopolmonari (date le correlazioni esistenti
tra questi due apparati).
Tra le principali cause di disbiosi ricordiamo l'assunzione di protratte o ripetute terapie antibiotiche, una dieta errata (un
mancato allattamento materno
o uno svezzamento scorretto, cibi
molto raffinati con additivi, conservanti, o ricchi di grassi saturi e
poveri di fibre che hanno effetto
prebiotico, cioè sono nutrimento
per i batteri saprofiti) e lo stress.
Gli antibiotici
Gli antibiotici, oltre, ovviamente, ad uccidere i batteri intestinali simbiotici e utili, favoriscono lo
sviluppo di ceppi ad essi resistenti
con effetti pericolosi non solo per
l'intestino, ma per l'organismo intero. Durante l’assunzione di un
antibiotico spesso si ha proliferazione di funghi quali la Candida Albicans, che crea situazioni molto fastidiose. La Candida,
Universo intestino
in effetti, non viene uccisa dagli
antibiotici e, moltiplicandosi indisturbata, può migrare, dislocandosi in distretti diversi come il cavo orale (mughetto) o la pelle, o,
molto frequentemente, la zona
genitale provocando vaginiti.
Per poter contenere la proliferazione fungina che si verifica per
riduzione dei batteri eubiotici durante la terapia antibiotica, si può
utilizzare
per esempio il Saccaromices
Boulardi:
si tratta di
un lievito
innocuo
per l’uomo, che contrasta lo sviluppo
delle colonie di Candida Albicans sia a livello intestinale che
in altre zone (mucosa orale e vaginale), è gastroresistente e prolifera in modo ottimale a 37°C.
Probiotici, per
“ripopolare” l’intestino
Dopo la terapia antibiotica è fondamentale tuttavia ricolonizzare
l’intestino con batteri probiotici, ma non a caso.
Per orientarci nella scelta di fronte a un'offerta vastissima, le principali caratteristiche che un probiotico deve possedere sono:
• non patogenicità;
• appartenenza alla flora
saprofita;
• resistenza ai succhi digestivi;
• derivazione umana;
• carica adeguata;
• buona conservabilità;
• effetti biologici positivi legati
al transito, oppure capacità
colonizzante.
Lo stress
Da ultimo, ma non per ultimo,
parliamo dello stress, termine
generico, che, in realtà, determina una catena di reazioni di tipo neuroendocrino, che, a livello
intestinale, possono modificare
l'ambiente e, di conseguenza, alterare la microflora. Partendo
da un disagio psichico, che in
questo contesto è legato ad un
problema difficile da digerire o di
cui non ci si riesce a liberare o
che ripugna trattenere, attraverso il sistema nervoso, il sistema
endocrino induce la produzione
di ormoni e di altre sostanze:
da qui nasce il sintomo, un segnale che il nostro corpo ci dona
per capire come risolvere il conflitto di partenza e ritrovare la salute.
Anche in questi contesti il bambino esprime molto bene i suoi
problemi, sta a noi, pediatri e
genitori, porre attenzione, osservarlo e sostenerlo, affinché li
comprenda per poi risolverli.
29
MAL DI SCHI
Per la salute della colonna vertebrale è
importante la scelta del sistema letto.
Perchè non è vero che un solo tipo di materasso
va bene per tutti.
I più frequenti problemi alla colonna vertebrale come:
lombaggini, sciatica e generico mal di schiena possono
essere causati da posture innaturali che si assumono
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Notizie di stagione
Funghi:
“leggende” da sfatare
di Pietro Curti, Micologo
Presidente dell'Associazione
Micologica Nazionale AMINT
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E
cco alcune delle più diffuse
"leggende" sui funghi, cui è bene non dare credito. Alcune di
queste hanno millenni di storia,
furono elaborate nell’Antichità da
famosi personaggi quali Plinio il
Vecchio vissuto nei primi decenni d.C. (uno dei primi “scienziati” viventi) e resistono inalterate
all’usura del tempo. Risulta del
tutto singolare che, in era mo-
Hypholoma fasciculare
derna, le conoscenze sui funghi
siano ancora collegate a luoghi
comuni, a dicerie, a superstizioni, mentre in parallelo tutte le
altre discipline delle scienze naturalistiche si siano culturalmente e
scientificamente evolute in modo
sostanziale, quasi ci fosse il bisogno, ancor oggi, di legare i funghi al mondo del magico, delle
streghe, del mistero, dell’intruglio e dell’esoterismo
più arcaico.
I funghi che
crescono
vicino a ferri
arrugginiti
sono tutti
velenosi
Pietro Curti
La presenza di oggetti arrugginiti di va-
rio genere nel terreno deve solo
far pensare all'esigenza di copertura vaccinale antitetanica e alla lotta serrata all'inquinamento
ambientale.
L'aglio in presenza
di funghi velenosi in
cottura annerisce
Se proverete ad utilizzare questa procedura in modo
sperimentale
con
l'A manita phalloides, fungo responsabile della maggioranza
assoluta degli
avvelenamenti
con esito letale
in Italia, vi accorgerete come l'aglio
mantiene
inalterato
Amanita phalloides
33
Notizie di stagione
Funghi
il suo candore e, quindi, quali effetti mortali provocherebbe
l'eventuale consumo di tale fungo in bello modo così trattato.
I funghi mangiati dalle
lumache sono buoni
Le lumache non appartengono
alla famiglia dei mammiferi, in
verità non sono neanche uccelli
o rettili, in conclusione sono talmente diverse da noi da potersi
consentire regimi alimentari tra i
più eccentrici.
Prima di consumare
dei funghi, è bene farli
assaggiare al gatto
Non so quale crudele e distorta
mente abbia potuto diffondere tale concetto, ma certamente
Dario Argento in confronto è assolutamente privo
di fantasia.
Armilaria mellea
Se i funghi sono velenosi,
il cucchiaio d'argento
immerso nel tegame
di cottura annerisce
"Se mia nonna avesse avuto le
ruote, sarebbe stata una carriola", vi invito ad usare l'argenteria
per scopi più sensati ed appropriati, non esistono micotossine
che sono in grado di alterare i
cromatismi dell’argento.
Un fungo diventa
velenoso, se viene
morso da una vipera
I funghi che crescono nel
mio albero sono buoni
Il concetto di proprietà privata
viene assolutamente ignorato dai
funghi e là dove si raccolgono
buoni chiodini (Armilaria mellea
e simili), un anno dopo possono
trovarsi Hypholoma tossici (noti come falsi chiodini o chiodini
velenosi e responsabili di numerose brutte esperienze tossicologiche).
34
Vi assicuro che le vipere usano il
loro veleno per immobilizzare le
piccole prede delle quali si nutrono
o per difendersi dalle aggressioni
dalle quali non riescono a sottrarsi
con la fuga. E’ noto che parliamo
di un timido animale che ha abitudini alimentari strettamente carnivore e non mi risulta che funghi
"iperattivi" girino per il bosco alla
ricerca di vipere da "pestare".
I funghi che crescono sul
legno sono tutti buoni
La maggioranza dei funghi che
crescono sul legno non sono commestibili o sono tossici, alcuni di
questi provocano avvelenamenti
severamente pesanti. In buona sostanza, a fronte delle centinaia di
specie micologiche che nascono
su legno, si contano in massimo
due mani le buone commestibili.
Amanita verna
Amanita virosa
I funghi bianchi
sono tutti buoni
Non è così: in realtà, le candidissime in ogni loro parte, Amanita
verna o la simile Amanita virosa,
sono funghi che, se incautamente
consumati, portano a morte certa.
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L’
unico grande ostacolo è
rappresentato dall’adesione del
paziente alla terapia, che spesso non avviene per mancanza di
istruzioni chiare e precise. È nota,
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inalazione in modo non appropriato, rendendo del tutto inutile
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renderli più maneggevoli e più
facili nell’impiego quotidiano.
36
I nuovi erogatori
Negli ultimi anni si è assistito ad
un vero e tangibile progresso
delle tecniche inalatorie, sia in
termini di efficacia che di maneggevolezza: ogni erogatore,
in spray e in polvere, è in grado di determinare una diversa
distribuzione di principio attivo
nell’apparato respiratorio in funzione delle dimensioni delle particelle inalate e della velocità di
erogazione.
Dispositivi sotto pressione: sono
i dispositivi di più largo impiego,
viste le loro piccole dimensioni e
l’efficace conservabilità del farmaco nel liquido propellente che,
addizionato di tensioattivo, evita
qualsiasi forma di aggregazione.
Tuttavia il paziente, specie se piccolo o anziano, non è sempre in
grado di coordinare l’erogazione del farmaco col movimento
inspiratorio, per cui buona parte
di questo rischia di rimanere nel
distretto della bocca. Per ovviare
a tali inconvenienti, sono stati in-
Dispositivi inalatori
Utilizzo di un distanziatore
trodotti i cosiddetti distanziatori,
ovvero strumenti capaci di creare notevole spazio tra inalatore e
bocca: viene così ridotta notevolmente la velocità dell’aerosol e
ciò permette al farmaco di raggiungere le più basse vie aeree.
La grandezza del distanziatore
è, dunque, un fattore determinante l’adesione alla terapia.
Dispositivi a polvere secca: si
tratta degli inalatori di ultima generazione, dove il farmaco polverizzato e predosato viene
sospeso in una corrente d’aria
creata dal paziente stesso durante l’inspirazione per cui, se inalata bene, la polvere raggiunge
a dose piena sia le diramazioni
bronchiali più piccole che i polmoni. Pertanto il corretto funzionamento del dispositivo dipende
esclusivamente dalla composizione della polvere: nei dispositivi a singola dose (Spinhaler,
Rotahaler, Handihaler) il farmaco è solitamente contenuto in
una capsula di gelatina inserita
manualmente nell’inalatore dal
paziente stesso immediatamente
prima dell’uso e poi forata. Nei
dispositivi multidose (Turbohaler con serbatoio, Diskhaler con
molteplici dosi singole) le dosi del
farmaco (massimo 4-8), sono
contenute in un blister circolare
d’alluminio, già caricato nell’alloggiamento predisposto per
l’uso. È un ago metallico, presente all’interno, a forare di
volta in volta ogni singolo
alloggiamento del blister
ed a liberare la singola dose di farmaco, che
viene così inalato attraverso il boccaglio durante l’inspirazione. Unico
vero limite di questi dispositivi
è la necessità di avere un flusso inspiratorio elevato da parte
del malato, e l’alta incidenza di
tosse in seguito al contatto della
polvere con la faringe.
I più recenti erogatori in polvere, i Novolizer, assicurano una
corretta assunzione del farmaco, perché, premendo il tasto di
attivazione, il paziente carica la
giusta dose e, contemporaneamente, una finestrella posta sul
boccaglio diventa di colore verde. Se l’inalazione avviene con
successo, la stessa finestrella diventa rossa e il dispositivo emette
un click; in caso contrario, la finestrella non cambia colore e il
farmaco rimane, comunque, intatto e pronto all’uso.
A
B
Esempio di dispositivo a singola dose (A) e dispositivo multidose (B)
Avvertenze
1. Sciacquare accuratamente la bocca e lavare bene i denti dopo ogni applicazione per evitare sviluppo di micosi da
corticosteroidi e carie (dal momento che, tra gli eccipienti,
compare il lattosio).
2. Verificare efficienza e grado di usura dell’erogatore.
3. Pulire i dispositivi inalatori almeno una volta la settimana
togliendo la bomboletta dal boccaglio e sciacquando tutto
con acqua calda. Asciugare perfettamente dentro e fuori!
37
IN FRIGO C’È FERMENTO. VIVO.
SOLO YOVIS CONTIENE 300 MILIARDI
DI FERMENTI LATTICI DI 9 CEPPI DIVERSI.
Grazie alla conservazione in frigo, i fermenti lattici di Yovis si mantengono
vivi e attivi fino al tuo intestino, offrendo così un’azione utile
contro diarrea, colite e alterazioni da terapia antibiotica.
Concessionaria:
È un medicinale. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 09/12/2008.
Incontri
I bisogni socio-sanitari della
Un incontro “sul campo”
per discutere dei bisogni
socio-sanitari espressi
dal territorio e per
condividere le possibili
soluzioni da adottare.
Vallecamonica
C
on questo impegno la Regione Lombardia ha incontrato,
al Centro Congressi di Darfo Boario Terme, l’Asl di Vallecamonica - Sebino.
L’assessore alla Sanità Luciano
Bresciani si è confrontato con i
rappresentanti istituzionali delle
realtà locali e con gli operatori
socio-sanitari della Vallecamonica in occasione degli "Stati Generali territoriali del Sistema
socio-sanitario".
La Farmacia in
Vallecamonica: un
punto di riferimento
Nel corso del dibattito è intervenuta anche Clara Mottinelli, presidente di Atf - Federfarma Brescia e
Presidente della Sezione Farmacie
Rurali, sottolineando l’importanza della Farmacia come presidio
territoriale al servizio dei cittadini.
«La Vallecamonica vive una situazione particolare e, soprattutto nei
paesi poco popolati, la farmacia
diventa un punto di riferimento fondamentale per i cittadini spiega la Mottinelli -. Oggi il “Sistema Farmacia” sta cambiano
radicalmente ed è pronto ad affrontare nuove sfide: l’assistenza
domiciliare integrata, l’informazione alla popolazione, la raccolta di
prenotazioni e di pagamenti per
visite ed esami specialistici. Queste innovazioni si accompagnano
al primo, irrinunciabile compito del
farmacista in farmacia, che è quello, appunto, di veicolare una corretta informazione sul farmaco,
perché il paziente possa aderire
con efficacia alla terapia prescritta dal medico. Il nostro auspicio è
che la Lombardia diventi portavoce di un progetto di alto profilo,
dove la farmacia sia pensata come
un presidio polifunzionale al servizio del territorio».
I farmaci H Osp2
Non è mancata una riflessione sui
farmaci H Osp2, cioè quei farmaci
soggetti a prescrizione medica limitativa, che, ad oggi, sono utiliz-
La dott.ssa Clara Mottinelli
zabili solo in ambito ospedaliero.
«L’obiettivo è quello di stilare un
protocollo partecipato che veda la collaborazione di farmacisti
e medici, perché i farmaci H Osp2
possano essere distribuiti anche in
farmacia, sotto il controllo attento e
professionale del farmacista - continua la Mottinelli -. La realizzazione di questo progetto porterebbe
grandi vantaggi al cittadino, che
avrebbe la comodità di usufruire
della terapia direttamente al proprio domicilio. Non da ultimo, se
questi farmaci potessero essere
dispensati in farmacia, si avrebbe
un notevole risparmio economico
per il Servizio Sanitario Nazionale, visto che oggi le spese di ospedalizzazione giornaliere si aggirano intorno agli ottocento euro.
Grazie a questa iniziativa ingenti
risorse potrebbero essere allocate diversamente. Speriamo che si
possa creare davvero una solida
rete sul territorio, che leghi farmacisti, medici e tutti i professionisti della salute, per poter offrire
ai cittadini un sistema sempre più
attento ai loro bisogni».
39
Iniziative
Una "Ruota per la Vita"
Da un progetto
del Rotary Club
Rodengo Abbazia
una ruota che
può accogliere
neonati 24 ore su 24,
garantendo loro la
massima sicurezza
e l’anonimato a
chi li deposita.
U
n’iniziativa per la tutela del
diritto alla vita, destinata a tutte
le donne, italiane o straniere, che
desiderano partorire in anonimato. Una realizzazione significativa che consente di depositare
in sicurezza i neonati, evitando
la triste pratica dell’abbandono
40
nei cassonetti di cui, purtroppo,
si è spesso sentito parlare, anche
nella nostra provincia.
La "Ruota per la Vita" nasce da
un’idea del Rotary Club Rodengo Abbazia, per supportare in
modo concreto gli Spedali Civili
di Brescia, realizzando un service che proteggesse il diritto alla
vita dei neonati che vengono abbandonati.
moderna, dotata di sensori elettronici collegati con il reparto di
neonatologia dell’ospedale 24
ore su 24.
Questa ruota permette di creare
un vero e proprio punto di abbandono protetto: un vano riscaldato e controllato da un si-
Una ruota moderna
Il meccanismo della ruota affonda le radici nei secoli scorsi quando, anche a Brescia, ne
era diffuso l’utilizzo soprattutto
presso i Conventi ed Ospizi, che
accoglievano i bambini che non
potevano essere nutriti e cresciuti
dalle famiglie.
La ruota, oggi, è aperta in via
Dal Monte, nel Muro di Cinta
dell’Ospedale Civile, dal lato
del Parco. Si tratta di una ruota
Brescia, la ruota degli Esposti,
Convento di San Francesco
Una "Ruota per la Vita"
stema ad infrarossi, in grado di
quelle creature non morissero di
percepire la presenza del nuovo
freddo o di altro”.
arrivato, con simultaneo allarme
Più tardi la ruota divenne il prinal reparto neonatologico. Il vano
cipale mezzo di accettazione deconsente il completo anonimagli esposti. Chi voleva abbandoto di chi lascia il neonato.
nare in Ospedale il bambino lo
Oltre a questa importante iniziadeponeva in una specie di bustiva del Rotary di Rodengo Abbasolotto (disposto in modo che chi
zia, ulteriore opportunità per i nelo abbandonava non fosse visibionati che potranno essere accolti
le dall’interno) e lo faceva girare
e dati in adozione, ricordiamo che
su se stesso. Il movimento faceva
è sempre possibile, per qualsiasi
suonare un campanello all’interdonna, partorino dell’Ospedare in Ospedale
le, dove abita“Non abbandonare il
in assoluta sivano la levatrice
tuo bambino, lascialo in
curezza e, cone un’infermiera
mani sicure, adagiandolo
servando l’anoche dovevano
nella
Ruota
per
la
Vita”
nimato,
non
provvedere
a
riconoscere il
prestare immebambino che verrà dato in adodiate e sollecite cure. L’abbandozione alle famiglie in possesso dei
no, per ragioni di pubblica denecessari requisiti.
cenza, avveniva di notte.
Un po’ di storia
“La balia del povero”
Il fenomeno dell’abbandono dei
bambini neonati nel mondo occidentale ha accompagnato la
storia dell’infanzia sin dai tempi
più antichi. Fin dalla sua fondazione, anche l’Ospedale di Brescia servì da ricovero agli esposti.
Papa Pio II, nel 1458, concedeva l’indulgenza plenaria a chi
“in Casa propria o fuor di Casa, latterà, o farà lattare, nutrirà o farà nutrire, uno de figliuoli, o figliuole esposti, o languidi
dell’Hospital Maggiore di S. Spirito di Brescia, a sue spese”.
Il fenomeno dell’esposizione si
era fatto preoccupante se papa
Giulio II, il 20 dicembre 1507,
comminava la scomunica a coloro che, pur avendo i mezzi per
mantenerli, esponessero figli
all’Ospedale. Gli Statuti cinquecenteschi dell’Ospedale stabilivano che “l’infermiero – specie di
notte e d’inverno – ogni ora vada a guardare nella cunetta dove
si mettono gli esposti, acciocché
I fanciulli abbandonati aumentano vistosamente tra la fine del
Settecento e il primo Ottocento.
Il brefotrofio, creato come struttura per custodire l’infanzia abbandonata o illegittima, diventa ricovero di bambini abbandonati a
causa della miseria delle famiglie
o della morte improvvisa della
madre. Successivamente, con la
crescente industrializzazione e il
conseguente lavoro femminile,
il sovraffollamento nelle case, le
sempre maggiori difficoltà del vivere quotidiano, l’abbrutimento
delle madri e l’alcolismo degli
uomini, il brefotrofio diventò la
“balia del povero”.
Il ventennio 1850-1870 vide un
notevole incremento dell’esposizione di figli legittimi (più
del 50%). Il fenomeno colpiva
il quarto bambino nato. Ai genitori realmente impossibilitati o
indifferenti la ruota facilitava la
soluzione non solo del mantenimento, ma anche quella della sistemazione, attraverso la dote se femmina o la preparazione
ad un mestiere se maschio. L’abbandono dei propri figli era entrato nella mentalità comune. Il
dottor Andrea Buffini, direttore
dell’Ospedale cittadino, scriveva
all’epoca: “Il brefotrofio è stato
fatto non per i bastardi, ma per
la famiglia del povero”. A Brescia la ruota venne chiusa il 1°
gennaio 1871.
Dove si trova la “Ruota per la Vita”
La ruota si trova a Brescia in Via Dal Monte, nel muro di cinta dell’Ospedale Civile, dal lato del parco. Per informazioni è
attivo anche il numero verde S.O.S. Vita: 8008-13000.
41
Riconoscimenti
Mons. Antonio Fappani,
una vita di studio e di preghiera
Storico ed
esponente di
rilievo della
realtà bresciana,
ha ricevuto a
Milano il “Sigillo
Longobardo”.
U
n riconoscimento importante per un sacerdote che ha
fatto molto per preservare la storia e la cultura della nostra terra bresciana. In occasione della
decima edizione della “Festa dello Statuto” è stato premiato con
il “Sigillo Longobardo” anche
mons. Antonio Fappani, Canonico onorario della Cattedrale di
Brescia, vice assistente delle ACLI
e assistente diocesano del Movimento Scout, che ha coltivato per
tutta la vita, accanto ai suoi doveri pastorali, anche la passione per la storia, in particolare
per quella bresciana.
Il Sigillo Longobardo è un premio che
vuole essere simbolo di gratitudine verso quei
cittadini lombardi, che si sono
distinti nei diversi
ambiti sociali e culturali, onorando così
la Regione Lombardia.
42
Attento studioso,
uomo di cultura
di ferrea volontà e di grande
umiltà, mons.
Fappani ha ricevuto il premio per
aver messo in pratica, nella sua vita, il
motto Ora et labora,
individuando, nell’attività di conoscenza e di studio, valori fondanti per la comunità.
Le sue prime pubblicazioni, relative alla vita sociale e politica del
Paese, risalgono al 1953.
Negli anni Sessanta, quando la
storia locale era relegata soltanto ad un ruolo secondario e di
minore importanza, don Antonio,
Mons. Antonio Fappani
come Direttore del Settimanale
diocesano “La Voce del popolo”, inizia a pubblicare dei volumetti di divulgazione scientifica sulla storia locale. Da allora
l’intenso lavoro di storico e giornalista si concretizza in una vastissima produzione, di cui difficilmente troveremmo eguali nella
nostra storia culturale. Oltre 540
le sue pubblicazioni, ma don Antonio, instancabile, scrive ancora, scrive sempre.
L’Enciclopedia bresciana, l’Atlante lessicale bresciano, il Centro
studi “Giulio Aleni” per i rapporti
Europa-Cina, i Centri per la storia e l’arte del ferro, per la storia
dell’agricoltura o per la ricerca
e didattica della storia, l’Istituto
per la storia del prete, sono solo alcune delle iniziative di questo inesauribile sacerdote. Nel
1984 ha dato vita alla Fondazione Civiltà Bresciana, di cui è
Presidente, che, con biblioteca di
storia e cultura bresciana, archivio di documenti, immagini, microfilm, pubblicazione di riviste e
volumi, conferenze e mostre, si
è affermata come una delle più vivaci realtà culturali cittadine. Intorno al
sacerdote è cresciuta
una generazione di
storici che ha raggiunto vertici di
eccellenza. Un riconoscimento dovuto e meritato da
un monsignore,
che, da sempre,
si adopera per studiare e preservare
la storia ed i valori
della “brescianità” e
che, con l’esempio, insegna l’importanza del
voler bene alla propria terra ed alle proprie tradizioni.
Tutto il Bresciano
in un’Enciclopedia
L’Enciclopedia Bresciana (Edizioni La Voce del Popolo Brescia) è un’opera monumentale ed unica nel suo genere,
sia in ambito locale che nazionale. Una “fatica sconfinata”
messa in opera da mons. Antonio Fappani, il tenace e prolifico storico bresciano, che, con passione vera per la nostra
Brescia, è riuscito a concludere, nel 2007, un’opera che sembrava inattuabile.
I 22 volumi che la compongono comprendono 51mila e
324 voci, distribuite in 8.528 pagine, con 3.679 fotografie
in bianco e nero su 1216 tavole fuori testo, e 304 fotografie a
colori su 192 tavole fuori testo. Intrapresa nei primi anni Settanta, l’Enciclopedia è stata, in un primo tempo, pubblicata
a fascicoli inseriti nel Settimanale diocesano bresciano “La
Voce del popolo”. Con il 3° volume (1978) la pubblicazione
diventa autonoma.
Quest’opera è destinata agli studenti, ai ricercatori ed a tutti i
bresciani che desiderano conoscere le vicende e i personaggi
della propria terra. Con l’Enciclopedia, che raccoglie un’imponente massa di dati, si entra nel cuore della brescianità.
Si tratta di una vera miniera di notizie, conoscenze, informazioni, ricchissima di voci su cultura, storia, attualità, arte, musica, personaggi, imprese, associazioni, sigle, strade, lavoro, folclore, sport,
tradizioni, curiosità, località,
luoghi dello svago e del
divertimento, toponomastica, paesi (a
volte vere e proprie
monografie), avvenimenti, dialetto, modi di
dire, nomignoli, statistiche
e molto altro
ancora. Con
quest’opera
sorprendente
ed unica si è realizzato il sogno
di mons. Antonio
Fappani: racchiudere tutto il Bresciano in un’Enciclopedia.
43
Novità
un nuovo Centro diurno in Valsabbia
L
o hanno chiamato Stella del
Mattino. E’ il nuovo Centro diurno psichiatrico della Comunità
Fraternità Onlus di Ospitaletto,
Cooperativa sociale del Gruppo
Fraternità. Si tratta di un servizio
operativo a Nozza di Vestone, in
alta Valsabbia. «E' la prosecuzione del Centro diurno che avevamo aperto un anno fa in un'altra zona, poi abbiamo deciso
di spostarci e puntare alla zona
della Valsabbia» spiega Stefania
Guerini, coordinatrice del Centro diurno psichiatrico Stella del
Mattino. «Il 30 dicembre scorso
abbiamo ottenuto l'autorizzazione ad aprire il servizio e l'accreditamento per 15 pazienti presenti
in contemporanea all'interno del
Centro, anche se, in pratica, potranno essere di più».
44
quota 14 pazienti, ma continuiamo ad averne di più, perché non
è detto che tutti debbano venire
al Centro ogni giorno. Per la nostra Cooperativa si tratta del secondo Centro diurno psichiatrico
aperto».
La Comunità Fraternità
che servizi aggiuntivi ha?
«La Cooperativa gestisce delle
Comunità per tossicodipendenti, per esempio ne abbiamo una
a media assistenza a Travagliato, un'altra a bassa assistenza
a Ospitaletto; ce n'è anche una
per doppia diagnosi, ossia psichiatrica e di tossicodipendenza.
Gestiamo anche alcuni appartamenti sociali».
Un servizio che mancava?
Come si inserisce il nuovo
Centro nel territorio?
«Credo proprio di sì. Il nostro
Centro è l'unico servizio psichiatrico in alta Valsabbia, che fa parte del Distretto 12 dell'Asl. in poco tempo abbiamo già raggiunto
«Siamo già aperti tutto il giorno
dal lunedì al venerdì e il sabato
mattina. Il territorio è composto
di paesi di montagna, la valle ha
diverse convalli difficili da rag-
giungere e per questo ci occupiamo anche del trasporto di pazienti da casa al Centro e ritorno.
Alla Stella del Mattino lavorano
due educatrici professionali».
Quale l'apporto del
volontariato?
«Purtroppo non siamo ancora riusciti ad avere un rapporto con il
volontariato, che è una vera risorsa anche perché il nostro obiettivo è la socializzazione all'interno
del territorio, e i volontari hanno
un fondamentale ruolo di ponte.
In valle ci sono delle Associazioni
che si occupano di anziani e una
composta da familiari di pazienti
psichiatrici, "Il chiaro del bosco"».
Riferimenti:
dott. Luigi Chiari
Consigliere Delegato
Gruppo Fraternità
Tel 030.6841638 – 335.6373670
[email protected]
www.fraternita.it
Novità
Libri
Il criminologo bresciano
Carlo Alberto Romano
ha pubblicato, per
la collana BS64
di Liberedizioni, il
suo ultimo libro:
“Marciapiedi.
La prostituzione
nella Brescia
contemporanea”.
di Annalisa Cavaleri
U
n viaggio nel mondo della
prostituzione locale per scoprire
l’evoluzione di un fenomeno antico, che, nei secoli, ha completamente cambiato volto.
Nel 1483 Marin Sanudo, viaggiatore della Repubblica Veneta, con indubbio sense of humor
descriveva Brescia come città
«fornida di fontane, campane et
putane». Nel Quattrocento era
famosa anche la “corsa della festa dell’Assunta”, dove le meretrici si esibivano in una corsa per
vincere “quattro braccia di tessuto di fustagno”. E, poi, chi non ricorda che, fino a qualche anno
fa, bastava fare una passeggiata
in città per incrociare lo sguardo
di signore disinvolte, sedute con
la loro seggiolina nel quartiere
del Carmine, in paziente attesa
di qualche cliente. Dimenticate
queste immagini “storiche”, perché adesso il fenomeno è ben diverso. La prostituzione oggi significa schiavitù, violenza, tortura,
immigrazione clandestina, tratta
di persone e di minorenni. È dimostrato, infatti, che oltre il 95%
delle ragazze, che si prostituiscono, lo fanno perché obbligate,
senza alcun valido consenso.
Le nuove schiave
«Oggi le prostitute sono vere e
proprie schiave, costrette da
sfruttatori sempre più violenti ed
organizzati ad acquistare progressivamente la libertà tramite
la vendita del proprio corpo ed
il versamento di tutto il ricavato ai “protettori” - spiega Carlo Alberto Romano, docente di
Criminologia presso la Facoltà
di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia e autore
del testo -.
La provincia di Brescia è interessata in modo anomalo da questo
fenomeno, visto che l’autostrada
A4, rapida via di fuga per i crimi-
nali, rende il nostro territorio e la
zone del Garda “crocevia” di condotte penalmente sanzionabili.
Non dimentichiamo un altro dato eclatante: 9 milioni di italiani
sarebbero coinvolti come clienti
nel fenomeno.
Eppure non bisogna arrendersi
davanti all’ipocrita rassegnazione
che il problema sia sempre esistito: è necessaria un’azione sinergica che coinvolga il territorio, le
Istituzioni e tutti i cittadini, perché,
solo lavorando sull’integrazione,
sarà possibile liberare e far tornare alla vita chi soffre per questa condizione inumana».
L’Autore
Carlo Alberto Romano, autore di
numerose pubblicazioni scientifiche,
è docente di Criminologia presso la
Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Brescia. È
presidente
dell'Associazione
Carcere e Territorio Onlus.
45
Novità
In farmacia
la nuova Guida Turni!
Uno strumento utile e di facile
consultazione per scoprire i
turni di guardia delle Farmacie
di Brescia e provincia.
A
nche quest’anno l’Atf - Federfarma Brescia (Associazione dei titolari di farmacia della
provincia di Brescia) dà vita ad
un’utile e pratica Guida che informa sulle Farmacie di turno a
Brescia e nel suo hinterland, nella Bassa Bresciana e nelle zone dell’Oglio Ovest, del Montorfano, del Sebino, del Lago
di Garda, della Valle Trompia,
della Valle Sabbia e della Valcamonica. Si tratta di uno strumento indispensabile che vi segnala
in modo chiaro ed immediato il
nome delle Farmacie di turno,
gli indirizzi, i numeri di telefono
diretti e gli orari di apertura.
La Guida ai Turni è un supporto completo e di facile consultazione, da tenere vicino al telefono per sapere sempre qual
sia la Farmacia aperta più vicina: in questo modo si evitano
imprevisti, riuscendo a reperire
immediatamente, anche in caso
46
di necessità o urgenza, i farmaci
necessari.
La Guida è distribuita gratuitamente in tutte le Farmacie di Brescia e provincia ed ha validità da
giugno 2009 a maggio 2010.
I turni
È bene ricordare che i turni delle
Farmacie sono bigiornalieri per
una durata di 48 ore: iniziano alle ore 9.00 per terminare alle ore
9.00 del giorno successivo per
quanto riguarda l’Asl di Brescia,
mentre iniziano alle 8.30 per terminare alle 8.30 del giorno successivo per l’Asl di Vallecamonica/Sebino.
Il turno comprende il servizio durante le ore diurne, anche fuori
dal normale orario di apertura,
durante le ore notturne, le domeniche e le eventuali festività infrasettimanali. Quando è di turno,
la Farmacia è aperta anche nella
giornata di chiusura infrasettimanale.
Tutti i modi per trovare
senza fatica la Farmacia di Turno
L’elenco completo e dettagliato delle Farmacie in servizio di
guardia nella provincia è disponibile consultando:
• il sito internet dell’Associazione Titolari di Farmacia della
Provincia di Brescia: ww.federfarma.brescia.it;
• le bacheche all’esterno di tutte le Farmacie della provincia, che riportano le farmacie di turno evidenziando quelle
più vicine;
• le pagine dedicate di Giornale di Brescia e Bresciaoggi;
• telefonando al numero verde 800.231061 per l’ASL di
Brescia, oppure al numero verde 800.240263 per l’ASL
Vallecamonica – Sebino;
• telefonando al servizio di call center 030.3554949.
Notizie dalle Aziende
PM P Phitomassopodia:
il primo metodo brevettato per il piede
e per il benessere della colonna
di Stefano Giacomini, Massoterapista
Authorized Center Poliambulatorio Oberdan - Brescia
L’importanza del
piede come pompa
circolatoria, linfatica
e sede riflessogena
è straordinaria.
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il benessere ai piedi e a tutta la
persona. Il trattamento PMP è un
eccezionale momento di decompressione, che, partendo dai piedi, defatica, rilassa, disintossica e
ossigena corpo e mente.
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· Rieducazione e Riabilitazione
· Ozonoterapia
· Visite Specialistiche
· Tac
· Ecografie
· Ecodoppler
· Tecar
· Spine-Lab
I tre ingredienti del
successo PMP
Il metodo PMP ha reso scientifico l’uso del caldo e del freddo
della tradizione popolare. I fitopreparati, ottenuti solo da vegetali freschi selvatici, vengono
raffreddati o riscaldati, con uno
speciale strumento, per ottenere precise temperature di applicazione. Alla fase preparatoria
esfoliante ed igienizzante segue il
massaggio con il Podostrigiles:
uno straordinario attrezzo a forma di piede che permette di am-
plificare la qualità del trattamento manuale e le proprietà degli
oli essenziali.
PMP Phitomassopodia
mette le ali ai piedi
Adatto a tutte le persone, il metodo PMP è particolarmente consigliato alle donne in gravidanza,
anziani e sportivi, sia prima che
dopo la performance. Oltre a
donare sollievo a piedi stanchi,
gonfi o dolenti è una vera occasione di benessere globale, che,
irradiandosi dai piedi, si diffonde
in tutta la persona sia a livello fisico che mentale.
Per saperne di più 030.3701312
Il personaggio
È
stato per me un piacere
e per la nostra rivista motivo di
prestigio intervistare l’amico Matteo Manassero, veronese, classe
1993, socio al Gardagolf di Soiano del Lago, si può dire quindi
bresciano d’adozione. È il ragazzo prodigio del golf italiano,
da poco reduce da una storica
vittoria al British Amateur, la più
importante gara dilettantistica a
livello europeo e da uno strepitoso 13° posto al British Open,
il torneo europeo professionistico più importante in assoluto.
Matteo Manassero,
di Alessandro Marcoli
PH: Claudio Scaccini
Vittoria al British Amateur
e partecipazione al British
Open: quale delle due ti
ha regalato più emozioni?
Il British Open senza dubbio, giocarlo è qualcosa di stupendo.
Qual è stato il momento
più emozionante del British
Open?
Quando ho giocato
insieme alla leggenda del golf
Tom Watson (il
giocatore a sinistra nella foto
di copertina).
Alla buca 16
lui ha imbucato
un lungo putt da
48
il baby fenomeno del golf italiano
15 metri e subito dopo anche io
ho imbucato circa dalla stessa distanza. Lui ha visto ed è venuto a
darmi il cinque! In generale è stato bellissimo vedere alcuni giocatori, che fino a poco fa ammiravo
solo in televisione, venire da me a
presentarsi ed a complimentarsi!
Quando hai concluso la tua impresa
al British, c’è
stata una
telefonata o
un messaggio che tra
gli altri ti ha
fatto più
piacere?
Ho ricevuto tan-
tissimi messaggi e complimenti.
Tutti mi hanno fatto molto piacere, forse il più bello sono state le
congratulazioni di Stewart Cink,
il neo vincitore del British Open.
Hai incontrato Tiger Woods
al British Open?
L’ho visto qualche volta in giro,
ma non abbiamo mai parlato.
Sapere che io ho passato il taglio
al British Open e lui no è sicuramente una bella soddisfazione.
Vincendo il British Amateur
sarai anche invitato a
partecipare il prossimo
aprile al prestigioso
Augusta Master, giocato in
America su uno dei campi
Matteo con la Silver Medal, premio per
il miglior dilettante del British Open
Matteo Manassero
più difficili e belli al
mondo. Come lo vedi?
Il Master è incredibile, tutto diverso dal British Open. Sarò più
spaesato perché il British era in
Europa, su un campo in cui avevo
già giocato. Ad Augusta sarà tutto diverso, giocare su quel campo
per la prima volta è quasi proibitivo. Non ho ancora scelto il mio
caddie che mi aiuterà e consiglierà in campo durante il torneo: sarà il mio maestro Binaghi o forse
il mio amico Emanuele Sesia.
Che attrezzatura usi per
giocare?
Gioco con attrezzatura Titleist,
mentre l’abbigliamento è lo sponsor della nazionale Robe di Kappa; ho un drive Titleist 909 D3,
ferri Titleist AP2, legno 3 909S3,
legno rescue Adams, il wedge 58°
è prototipo Titleist, mentre il 52° è
un Titleist Vokey; ho scelto di usare un rescue (una via di mezzo tra
un ferro e un legno) perché è un
bastone utilissimo al mio tipo di
gioco, lo uso molto, soprattutto
nel vento perché ha una traiettoria più bassa; come ferri, invece, uso al massimo il ferro 3. Ho
scelto di avere anche delle mazze che posso inserire o togliere in
base al campo in cui gioco, per
esempio ho due legni 3, uno con
un’inclinazione di 13° e l’altro di
15°, uno è per i campi più ventosi e l'altro per quelli in cui la traiettoria della palla può essere più
alta; ho anche due sand wedge
entrambi da 58° con un diverso
bounce che uso alternativamente
per i campi con il terreno duro o
molle. Non uso invece il lob wedge 60° perché per la mia tipologia di gioco è inutile, lo userei solo intorno al green perdendo un
bastone da 60-70 metri.
senti meno sicuro?
Preferisco sicuramente il gioco
lungo in generale, devo, invece,
migliorare nel putt perché sono incostante: ho una media di 30 putt
a giro, mentre, per giocare bene,
dovrei essere sul 29. Riguardo ai
green presi con i colpi regolari sono messo bene: sono sui 14 a giro. Di solito faccio la differenza col
gioco lungo, drive e ferri lunghi, tipo il ferro 4 che metto spesso in
asta, sono spesso dei colpi decisivi. Come lunghezza di drive sono
sui 250 m. Non sono tra i giocatori più lunghi, ma recupero con la
sicurezza della traiettoria dritta.
C’è un tipo di campo in cui
ti trovi meglio a giocare?
Mi piacciono molto i links, campi
inglesi dove la palla corre molto perché il terreno è duro, con
bunker profondi e molto ventosi,
anche perché ci ho giocato molto negli ultimi anni. Il campo di
Turnberry in Scozia, dove ho giocato il British Open quest’anno,
è un campo meraviglioso, uno
dei più belli del mondo, scenograficamente incredibile, ma è
molto selettivo: ha dei fairway
strettissimi e, quando vai fuori
dalla pista, l’erba alta è proibitiva.
Il tuo colpo preferito?
Quello, invece, in cui ti
49
Il personaggio
Matteo Manassero
Qual è il golfista cui ti
ispiri, che vorresti
raggiungere o, se
possibile, superare?
Severiano Ballesteros è speciale,
diverso da tutti gli altri, mi piaceva il suo carisma. Riguardo ai
golfisti in attività, invece, direi Rory McIlroy: la facilità con cui gioca è ammirevole.
Quanto ti alleni durante la
settimana?
Durante l’inverno mi alleno 3
volte alla settimana in campo e
vado due volte in palestra. Ho
un personal trainer con cui faccio aerobica, pesi e stretching; in
Nazionale, invece, ho un preparatore atletico che mi consiglia
anche durante le gare.
Quale è il ricordo più
datato che hai del golf?
Ho un vago ricordo di quando ho
sfidato Costantino Rocca in putting green a Gardagolf durante
l’Open d’Italia nel 1996. Avevo
allora solo tre anni.
Dove ti allenerai
quest’inverno?
Mi allenerò a Gardagolf, sarò a
Verona durante la settimana e
qualche volta andrò dal mio maestro Alberto Binaghi al golf di
Monticello.
I tuoi genitori che ruolo
hanno avuto nella tua
carriera e come ti hanno
aiutato ad arrivare a
questo livello?
A loro devo molto, mi hanno aiutato sempre, per esempio accompagnandomi in giro per tutte
le gare. Al British Open a seguirmi c’erano il mio papà, il nonno,
lo zio e mio cugino.
Quando passerai
professionista?
Probabilmente il prossimo anno,
dopo aver giocato l’Augusta Master.
Segui una dieta particolare
per tenerti in forma?
Ho seguito una dieta particolare quest’inverno per migliorare il
mio fisico per la stagione: carboidrati a pranzo e proteine a cena,
credo la rifarò quest’inverno; durante l’estate non riesco a seguirla perché sono molto impegnato.
La mia colazione è, invece, molto
semplice, magari mangio un toast e bevo caffelatte.
Usi degli integratori
particolari durante un
torneo?
Mangio delle barrette Enervit
specifiche, non ti appesantiscono
e ti fanno passare la fame, bevo
poi del potassio e magnesio.
50
Il tuo campo italiano
preferito? E il tuo Circolo
di casa, Gardagolf?
Direi che Olgiata è bellissimo e
molto difficile, Castelconturbia
è molto impegnativo, tosto e
disegnato per
gare di campionato. Gardagolf
mi piace sempre molto, lo reputo ora per me un po’ facile, ma
perché ci gioco da sempre. Sarò,
comunque, sempre fedele a Gardagolf!
Reputi il numero di campi
da golf italiani sufficiente?
Sicuramente qualcosa di più si
potrebbe fare, ma penso che il
golf in Italia stia crescendo, e si
vede!
Cosa diresti a tutti quelli
che definiscono il golf uno
sport da vecchi o un mezzo
sport?
Direi che è evidente che non
l’hanno mai provato e non sanno cosa vuol dire praticarlo ad
alto livello, anzi non gli risponderei neppure!
Alessandro Marcoli
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Terza età
Malattia di Alzheimer:
aspettando il futuro…
Ogni giorno leggiamo notizie di nuovi
possibili rimedi per la malattia di
Alzheimer in via di sperimentazione
di Ermellina Zanetti,
Gruppo di Ricerca Geriatria, Brescia
D
al vaccino, ai farmaci per
le proteine che si depositano nel
cervello dei malati (chiamate amiloide e proteina tau), a farmaci
che agiscono sull’infiammazione,
sull’ossidazione, sui meccanismi
di neurotrasmissione.
La ricerca, nei prossimi anni, probabilmente fornirà cure efficaci
che potranno forse sconfiggere questa terribile malattia, ma
ora che possiamo fare? Che cosa possiamo dire a chi è malato
oggi? Purtroppo è ancora diffuso
(anche tra i medici e gli operato-
ri della salute) un atteggiamento di sfiducia sulla possibilità di
“curare”. Questo determina che
in circa la metà dei casi la malattia non sia diagnosticata o
lo sia molto tardivamente, che le
cure disponibili (per quanto di efficacia limitata) siano utilizzate in
una percentuale molto ridotta di
pazienti (in Italia circa il 6%, contro un 10% medio dell’Europa,
con una punta massima di circa
il 20% in Francia).
I trattamenti a
disposizione del paziente
La mancanza di una diagnosi
e di una cura adeguata è il se-
gno della scarsa attenzione che
viene dedicata ai pazienti ed alle loro famiglie in molte aree del
nostro Paese (nella nostra provincia la percentuale di pazienti correttamente valutati e trattati è già
elevata). Eppure, oggi, è possibile
fare molto per le persone ammalate. E’, infatti, dimostrato che
i trattamenti disponibili sono in
grado di rallentare la malattia e
di determinare (in circa un terzo
dei casi) miglioramenti temporanei (che possono durare 6-12
mesi o anche più). Un attivo coinvolgimento dei familiari determina una riduzione dei disturbi del
comportamento, un miglioramento della qualità della vita ed
53
Terza età
una ottimizzazione delle abilità
funzionali residue (vestirsi, mangiare) che vanno stimolate e non
sostituite nell’erronea convinzione
di aiutare il proprio caro.
Una cura attenta delle malattie
intercorrenti, un adeguato stato nutrizionale, un uso accorto
dei farmaci (che spesso vuol
dire evitare farmaci inutili o potenzialmente dannosi) migliorano
le performance cognitive e rallentano la progressione della
malattia. Gli Interventi riabilitativi e, più in generale, i trattamenti
non farmacologici per stimolare
la memoria, l’orientamento, le
abilità funzionali, possono sempre avere uno spazio di utilità.
Una relazione da costruire
Nelle fasi più avanzate della malattia è sempre possibile cercare
di correggere alcune manifestazioni con interventi che trovano
nella “relazione” con la persona ammalata l’elemento centrale. Sebbene, infatti, la malattia
di Alzheimer e le altre demenze
compromettano la capacità di
comunicare nel soggetto ammalato (cioè di capire ed essere capito), mantenere una relazione
54
da parte dei familiari e degli
operatori costituisce fondamento per
il successo
di qualsiasi strategia
assistenziale.
La persona
con demenza è in grado
di ascoltare, ma
talvolta può non capire ciò che gli si dice,
così come può manifestare
difficoltà nell'utilizzo corretto delle
parole. Il linguaggio diviene, fin
dalle fasi iniziali della malattia,
“povero”, con vocaboli semplici
e di uso comune. In alcuni casi
si manifestano precocemente difficoltà nel trovare le parole adatte
per denominare gli oggetti. Anche la capacità di memorizzare
il contenuto di ciò che un interlocutore sta dicendo si affievolisce
sempre più.
L’importanza
della comunicazione
Le difficoltà di comunicazione con la persona affetta da demenza hanno alla base
i deficit sensoriali, gnosici (cioè di
comprensione), mnesici (che riguardano la memoria), linguistici,
ma anche l'atteggiamento di chi
si pone in contatto con la persona ammalata assume grande importanza. La mancanza di consapevolezza porta talvolta i familiari,
o gli operatori, ad usare strategie
comunicative errate e ad essere sostanzialmente incapaci sia di
capire che di farsi capire. Questi
atteggiamenti sono tra le cause
più frequenti dei fallimenti dei
programmi di cura ed assistenza,
determinando frustrazioni in chi
presta le cure e disturbi del comportamento nel soggetto affetto
da demenza. La capacità degli
operatori e dei familiari di interpretare il linguaggio del soggetto, fatto non più di espressioni verbali compiute e significanti,
ma di comportamenti («anormali» rispetto a standard usuali),
di atteggiamenti del corpo, di
espressioni del viso, è di fondamentale importanza per stabilire
una relazione significante.
Uno dei primi
sforzi, che devono compiere le persone
che
vivono con
una persona
affetta da demenza, è
Malattia di Alzheimer
quello di rendere più semplice (e
quindi comprensibile) la comunicazione verbale.
Regole utili
Vi sono alcune regole da seguire:
parlare lentamente, ad un normale livello di voce, scandendo le
parole; usare parole brevi, familiari e frasi semplici; porre solo
una domanda o richiesta o ordine
per volta; preferire le espressioni
positive piuttosto che quelle negative; evitare istruzioni che richiedano alla persona di ricordare più
di una azione alla volta; rispon-
dere alle stesse domande con le
stesse risposte. La comunicazione non verbale, in particolare,
assume grande significato; il soggetto affetto da demenza, infatti,
è molto sensibile all'atteggiamento del corpo ed al tono della voce.
Un atteggiamento rilassato, una
voce calma, e modi rassicuranti aiutano una buona comunicazione, così come accompagnare
le istruzioni con atteggiamenti che
mimano ciò che si vuole dal soggetto (le azioni parlano più delle
parole) e mostrare approvazione, con un sorriso, una carezza,
per ciò che viene fatto bene.
Affrontare l’Alzheimer
oggi, sperando nel futuro
In attesa che la scienza attraverso la ricerca risolva il problema della cura della malattia di
Alzheimer e delle altre demenze
è già oggi possibile, attraverso
tanti piccoli interventi, singolarmente forse di limitata importanza, ma nell’insieme di grande
significato, migliorare la qualità
della vita delle persone ammalate delle loro famiglie. L’attesa
di un futuro migliore non può
quindi essere inerte!
55
Benessere
BRUCIORE
PRURITO
DOLORE
da EMORROIDI?
SUPPOSTE
CREMA
PRONTO
SOLLIEVO
Le emorroidi sono disturbi molto comuni che colpiscono un grande numero di persone
di entrambi i sessi.
In questi casi, Proctolyn allevia i sintomi contrastando l’infiammazione, la congestione, il
prurito ed il bruciore anale grazie all’azione dei suoi componenti che svolgono un’azione
anestetica locale contro il dolore ed un’attività antinfiammatoria.
E’ un medicinale. Leggere attentamente il foglio illustrativo. Attenzione i medicinali vanno assunti con cautela, per un breve periodo di
tempo, non superando le dosi consigliate e solo per le indicazioni riportate nel foglio illustrativo. In caso di dubbio rivolgersi al medico
o al farmacista. Autorizzazione su domanda del 26 febbraio 2008.
Terza età
Anziani e Farmacia:
un'alleanza per la vita
Un nuovo
progetto per
rafforzare un
legame antico.
di Antonio Marinelli, farmacista
“I
nvecchiare non è una
malattia” è una massima che
trova ampio riscontro nella scienza medica, ma che stenta a penetrare a fondo nella coscienza
sociale ed individuale.
L'età cronologica è, oggi, un indicatore assai poco preciso dell'invecchiamento biologico: invecchiare, infatti, non è più, come in
passato, sinonimo di decadimento. A volte, anzi, è vero l'esatto
contrario e la vecchiaia può essere una stagione felice della
vita, in cui, ad esempio, l'allontanamento dal mondo del lavoro
concede una nuova libertà
di pensiero e di azione.
Una vita sempre
più lunga
La medicina moderna ha fatto
passi da gigante
nell'ultimo secolo,
arrivando a raddoppiare l'aspettativa di vita e promettendo di superare nel
futuro la soglia dei 100
anni. Solo di recente è emersa la
necessità di dare “vita agli anni”,
oltre che anni alla vita, ovvero di
rendere soddisfacenti, dal punto
di vista fisico, psichico e sociale,
tutte le fasi dell'esistenza umana.
Questo è un
risultato
più complesso da raggiungere,
perché prevede il concorso di fattori diversi non solo sanitari, ma
anche di organizzazione della società e di cultura in generale.
La Farmacia, Centro Socio
Sanitario Polifunzionale
Dal punto di vista sanitario prendono sempre più importanza due
attività: la prevenzione e l'assistenza a lungo termine. La prevenzione delle malattie cronicodegenerative è sicuramente un
pilastro per una vita serena ed
in salute, non solo nella terza e
quarta età. Gli “Stili di Vita” sani comprendono una corretta alimentazione, un'attività fisica costante ad ogni età, l'eliminazione
dei fattori di rischio più comuni
57
Terza età
Anziani e Farmacia
(es. fumo di sigaretta) ed il controllo dello stress cronico.
Le Farmacie, come gli altri servizi sanitari, da sempre sono impegnate nella promozione dei
corretti stili di vita. Una recente
modifica legislativa ha aumentato le loro competenze trasformandole in Centri Socio Sanitari Polifunzionali. Potranno
effettuare analisi, prenotazioni
CUP, consegnare i referti medici e collaborare con altre figure
sanitarie che potranno operare
in farmacia, ad esempio gli infermieri. Questa nuova legge consentirà alle Farmacie di inserirsi
anche nell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), che, per
forza di cose, si rivolge in misura
maggiore agli anziani.
FarmaciaINsieme,
da sempre accanto
agli anziani
Le Farmacie aderenti al network FarmaciaINsieme hanno
già sperimentato forme avanzate di assistenza sanitaria, hanno promosso Campagne di prevenzione offrendo gratuitamente
lo screening del Progetto Cuore
e del Diabete.
Entro la fine del 2009 partirà un
nuovo progetto a lungo termine
a favore degli anziani in collaborazione con il Gruppo di Ricerca Geriatrica (vedi box) in modo
da sfruttare da subito le nuove
possibilità che la legge offre alle farmacie. Gli anziani, le loro
famiglie ed il personale di assistenza (es. badanti) troveranno
nelle Farmacie tutto il supporto necessario per la prevenzione
e per la cura, oltre a tutte quelle
attività di prevenzione che possono impedire o ritardare la perdita
dell'indipendenza.
58
Il Gruppo di Ricerca Geriatrica
di Brescia
Il Gruppo di Ricerca Geriatrica di
Brescia è un'Associazione senza
fini di lucro nata nel 1988 dall'intenzione di alcuni laureati, operanti da tempo nell'area della
gerontologia e della geriatria,
di dare impulso a studi, ricerche ed attività rivolte ai problemi
epidemiologici, clinici e socio-assistenziali nella terza età. Attualmente è presieduto dal prof. Marco
Trabucchi.
Le finalità perseguite dal Gruppo, attraverso studi e ricerche,
possono essere riassunte in:
• studio e ricerca scientifica inerente i problemi
sanitari ed assistenziali degli anziani;
• educazione sanitaria della popolazione;
• formazione del personale sanitario che svolge
mansioni di assistenza all'anziano;
• pubblicazione di giornali, riviste, lavori scientifici
attinenti all'anziano;
• organizzazione di Congressi scientifici;
• consulenza per la realizzazione e gestione di servizi
socio-assistenziali per gli anziani.
Nel corso della sua attività il Gruppo di Ricerca Geriatrica
si è sempre sforzato di coniugare la cultura con la società, di
tradurre le più moderne acquisizioni della ricerca scientifica
in indicazioni cliniche e organizzative concrete da utilizzare
nella vita quotidiana degli anziani e di chi opera con loro. Il
GRG è particolarmente attivo nella ricerca, nella cura e nella
assistenza per l'A lzheimer e le demenze, a fianco dei malati
e dei familiari.
Inoltre funge da Segreteria scientifica per l'A ssociazione Italiana Operatori Cure Continuative (AIOCC), presieduta
dalla dr.ssa Ermellina Zanetti.
L’Associazione ha come obiettivo prioritario la diffusione di un
pensiero ed una cultura della “continuità” della “presa in carico”, che non attiene ad una singola professionalità, ma deve
essere patrimonio comune di tutti i professionisti e gli operatori, che, a diverso titolo e nel rispetto delle proprie competenze, operano in questo settore.
Salute
le terapie
La vitiligine è
un disordine
acquisito della
pigmentazione,
caratterizzato dalla
comparsa di chiazze
acromiche sulla
superficie cutanea.
di P.G. Calzavara Pinton,
M. Venturini, R. Sala, M. T. Rossi
della Clinica Dermatologica
Spedali Civili di Brescia
C
olpisce circa l’1% della
popolazione ed ha un notevole
impatto estetico e psicologico.
È dovuta alla scomparsa di melanociti funzionali dalla cute per
un’aggressione autoimmune, ma
anche lo stress ossidativo ha un
ruolo causale. Una volta era considerata semplicemente incurabile, ad oggi disponiamo di numerose terapie fisiche (fototerapia),
farmacologiche e chirurgiche.
Fototerapia
L’esposizione ripetuta e controllata a radiazioni ultraviolette
(fototerapia) è il trattamento di
prima scelta per la vitiligine che
interessa più del 10% della superficie corporea.
Le lampade con picco di emissione a 311 (fototerapia UVB a
banda stretta) sono le più studiate e le più utilizzate. Questo tipo di lampada è stato ideato per
rimuovere le radiazioni più peri60
colose lasciando quelle più efficaci. Recentemente sono stati
impiegati anche laser ad eccimeri, con emissione a 308 nm.
Il sistema è ideato in modo tale
che l’emissione può essere concentrata selettivamente sulle
chiazze vitiligoidee e non sulla
cute circostante. Ne deriva che
questo tipo di trattamento è vantaggioso solo in pazienti con
poche chiazze, visto il notevole impiego di tempo necessario.
L’efficacia è molto simile a quella
della fototerapia NB-UVB.
La PUVA terapia (esposizione
UVA dopo assunzione orale o
applicazioni locali di psoraleni) è
utilizzata nei casi più resistenti,
ma per l’elevato rischio di effetti
collaterali richiede una notevole
esperienza.
Tutti questi trattamenti sono disponibili nei principali Centri
dermatologici pubblici. Esistono
poi altre fototerapie, molto pubblicizzate su Internet e giorna-
li per il grande pubblico, ed effettuate a costi spesso rilevanti in
alcuni Centri privati. Raccomandiamo molta attenzione nella
scelta e di verificare l’effettiva
veridicità dei risultati pubblicizzati con il proprio medico curante o
dermatologo.
Terapie locali
Alcuni farmaci locali si sono dimostrati efficaci nel trattamento della vitiligine e l’efficacia è in
genere ancora superiore se associati alla fototerapia.
L’applicazione locale di cortisonici è efficace, ma l’uso non dovrebbe essere quotidiano e non
dovrebbe superare i 2-4 mesi
onde evitare l’insorgenza di effetti collaterali locali, quali la comparsa di teleangiectasie, atrofia
cutanea ed ecchimosi nel sito di
applicazione, o in alcuni casi sistemici, quali l’inibizione della
attività della ghiandola surrena-
Vitiligine
le. Pertanto la loro applicazione
dovrebbe essere di breve durata
e riservata ai casi di vitiligine localizzata.
I derivati della vitamina D (tacalcitolo, calcipotriolo e calcipotriene) sono meno efficaci dei
cortisonici, ma non possiedono
gli effetti collaterali di questi ultimi. La loro efficacia aumenta,
tuttavia, in modo considerevole
se associati a piccole dosi locali
di cortisonici o a fototerapia.
Gli inibitori della calcineurina
(Tacrolimus e Pimecrolimus) han-
no azione immunomodulante e
un’efficacia simile ai cortisonici
senza averne gli effetti collaterali.
Come per tutte le terapie locali
e le fototerapie l’efficacia è, comunque, dipendente dalla sede (il viso e il tronco rispondono più degli arti), dal fototipo (i
soggetti più scuri meglio di quelli
più chiari) e dalla durata delle
lesioni (le più recenti meglio di
quelle di vecchia insorgenza). La
risposta al trattamento comincia
ad essere visibile dopo circa due
mesi dall’inizio. Tuttavia, se entro
Pre fototerapia: chiazze vitiligoidee
prima del trattamento
tale tempo non sono visibili risultati soddisfacenti, è consigliabile
non proseguire oltre.
Terapie chirurgiche
L’innesto di piccole isole di cute sana prelevate da altre aree
corporee è ampiamente utilizzato, ma è indicato solo per piccole aree e può lasciare esiti cicatriziali. Molto più efficace è
l’innesto di ampie aree di epidermide dello stesso soggetto
coltivate in laboratorio.
Post fototerapia: lo stesso paziente tre mesi
dopo fototerapia NB-UVB 3 volte alla settimana
61
Notizie dalle Aziende
Insufficienza venosa:
come prevenirla
“con stile”
Collant, calze e gambaletti sono dei veri
amici per salvaguardare la salute delle
nostre gambe e, con una attenzione in
più all’estetica, è ancora più facile!
P
revenire l’insufficienza venosa e,
allo stesso tempo, essere eleganti
ed alla moda. Oggi è possibile grazie a Solidea che, nel corso della
sua esperienza, ha dato molta importanza all’aspetto della prevenzione e della cura dell’insufficienza
venosa. Da questo impegno nasce
una vasta gamma di calze e collant a compressione graduata, che
spazia da una linea preventiva fino
alla linea terapeutica per i casi di
insufficienza venosa confermata.
Tutta la collezione non perde di vista l’obiettivo di essere un valido
aiuto per contrastare l’insufficienza venosa, senza dimenticare
di esaltare l’eleganza e la raffinatezza di un accessorio come la
calza che, nell’immaginario collettivo, è da sempre uno strumento di
seduzione e di fascino.
Solidea:
eleganza e benessere.
I collant a compressione graduata fanno tornare molto spesso all’immagine dei collant per le
vene varicose delle nostre nonne,
ma i tempi sono cambiati! Sono
cambiate le materie prime e sono cambiate le tecnologie. Oggi
nessuna donna può permettersi
di trascurare la salute delle proprie gambe per evitare di com-
promettere l’eleganza
che dona una calza
velata, perché le calze ed i collant a compressione graduata
di Solidea sono stati
studiati perseguendo
la filosofia del benessere e dell’eleganza.
Semplici sintomi come
gambe pesanti, caviglie gonfie, sensazione
di stanchezza, semplice dilatazione delle vene superficiali e capillari, sono già
dei segnali di un potenziale manifestarsi della malattia. La manifestazione dell’insufficienza venosa può essere accelerata dalla
presenza di fattori di rischio come
l’ereditarietà, l’eccesso di peso, la
gravidanza, i trattamenti ormonali, la sedentarietà.
L’azione preventiva, che consiste
nell’indossare quotidianamente
collant o calze a compressione
graduata nella compressione consigliata a seconda del livello di
evoluzione dell’insufficienza venosa, è veramente un gesto per la
nostra salute che costa poco! Ed in
più, oggi è più facile e piacevole
dal momento che la gamma Solidea presenta un’ampia scelta di
articoli per tutte le occasioni e
per tutte le esigenze. I modelli si
distinguono per grado livello di
compressione dagli 8/11 mmHg ai
25/33 mmHg, da consigliare a seconda del tipo di disturbo venoso
riscontrato oltre che per performance di vestibilità. Non si dimentichi il comfort e la sensazione di
benessere che caratterizzano i collant e le calze Solidea. Pertanto le
calze ed i collant Solidea sono stati studiati e realizzati con lo scopo
di offrire benessere e salute alle
gambe grazie alla compressione
graduata e, allo stesso tempo, riescono ad esaltare eleganza e
charme femminile con l’eccezionale trasparenza e setosità che solo l’impegno costante nella ricerca
e la grande esperienza maturata
hanno permesso di ottenere.
63
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ed esercizio fisico favorisce la perdita del peso.
ADIPE-LIP. PIÙ SNELLI, PIÙ LEGGERI.
Abbinato a una dieta ipocalorica ed esercizio fisico.
“Stitichezza
e non solo...”
Da oggi in Farmacia Psylloplus, fibra pura
al 99%, che rispetta
la fisiologia intestinale.
a stitichezza rappresenta un vero
“attentato” per il nostro equilibrio intestinale. Il Ministero della
Salute, attraverso le sue Linee Guida,
indica nell’adozione di una dieta
equilibrata ricca di fibre, la “strada
maestra” per ritrovare e preservare la naturale motilità intestinale. In
L
armonia con questa indicazione, la
ricerca dietetica ha reso disponibile
Psylloplus, una linea completa di
prodotti a base di fibra pura al 99%,
Psyllium fibra alimentare viscosa.
Psylloplus non contiene zucchero ed
è disponibile in pratiche bustine nei
gusti Tè e Arancia da sciogliere in un
bicchiere d’acqua, e in compresse
da masticare nei gusti Arancia e
Frutti di bosco da bere con
abbondante acqua.
Psylloplus favorisce il formarsi di una massa feca-
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le soffice, voluminosa e scorrevole,
particolarmente utile a chi soffre di
ragadi, emorroidi e aiuta lo sviluppo
della flora batterica. Completa la linea
Psyllomint, in bustine monodose
senza zucchero, che unisce tutto il
bene della fibra pura al 99% all’azione spasmolitica ed anti-gas dell’olio
essenziale di Mentha Piperita.
“Mi sento sotto pressione, perdo la pazienza al
minimo inconveniente,
cambio umore “ogni due
per tre”, dormo male…
che stress!!”
Come si fa a non tenere
conto di questi segnali
che il nostro organismo
ci lancia?
Lo stress, come è noto,
può generare ansia
accompagnata spesso da
una serie di disturbi ricorrenti, fra i quali la facile
irritabilità, la sensazione
di stanchezza, la difficoltà di concentrazione e,
per di più, la difficoltà di
recupero a causa di un
sonno che viene con difficoltà ed è sempre meno
riposante.
Quando questi segnali
non vi danno tregua c’è
Melasin-val, il nuovo ed
originale integratore di
Poolpharma, a base di
Melatonina e Valeriana
che può rappresentare un
valido aiuto per “forzare
le catene dello stress”.
La combinazione bilanciata di questi due principi naturali, caratteristica
esclusiva di Melasin-val,
risultano particolarmente utili per le proprietà
blandamente
sedative della Valeriana che
favorisce il rilassamento
generale senza interferire sull’attenzione e della
Melatonina che rappresenta un valido aiuto per
il ripristino dei ritmi fisiologici del sonno.
Melasin-val aiuta a ritrovare la tranquillità e il relax
necessari per migliorare
le attività diurne e la qualità del sonno notturno.
Melasin-val, in flaconcini da
30 compresse, è reperibile in Farmacia. Se ne
consiglia una compressa
al giorno, assunta preferibilmente la sera mezz’ora
prima di coricarsi.
Chiedi consiglio al farmacista.
CHIEDI GLI ORIGINALI IN FARMACIA.
RITAGLIA E RICHIEDI
L’ORIGINALE
Salute
Nutrizione
Cosa mangiare in
pausa pranzo
Il pranzo e la
colazione sono
i due pasti più
bistrattati dagli
italiani, soprattutto
da chi li consuma
fuori casa.
di Antonio Marinelli, farmacista
S
econdo
una ricerca della
Coldiretti il 42%
degli adulti pranza fuori casa: ben
3,7 milioni di persone per 5 volte alla settimana sceglie di mangiare
al bar (31%), ma anche in fast
food, mense e ristoranti.
Come la colazione, il pranzo è
un momento fondamentale per
la soddisfazione del nostro fabbisogno alimentare giornaliero:
una dieta varia e bilanciata è
necessaria, oltre che per mantenere una linea snella, per il benessere dell’organismo. Invece,
per abitudine e pigrizia, si tende
a consumare il proprio pasto di
metà giornata sempre negli stessi luoghi, per lo più in locali nelle
immediate vicinanze del posto di
lavoro, che, nella maggior parte dei casi, offrono cibi preparati con ingredienti scadenti; e,
quasi senza pensarci, si ordinano
sempre gli
stessi piatti, poco
nutrienti o troppo ricchi di grassi
e carboidrati, che, inevitabilmente, provocano una sensazione di
pesantezza e sonnolenza. Senza contare l’influenza sull’umore
di un ambiente affollato o poco
gradevole.
Le regole per una
pausa pranzo in salute
La composizione del pranzo, anche se consumato fuori casa, deve rispettare le stesse regole di
tutti gli altri pasti “principali”.
1. Bilanciare: innanzitutto deve contenere tutti e tre i cosiddetti
“macronutrienti” ovvero carboidrati, proteine e grassi. L'errore principale dei pasti fuori casa,
soprattutto di quelli veloci al bar,
è rappresentato da un eccesso di
carboidrati raffinati, di grassi di
bassa qualità e da una carenza di
proteine. Questo causa alti livelli
di insulina responsabili di effetti negativi sia a breve che lungo
termine. Nell'immediato l'insulina
può causare quella sensazione
di sonnolenza, che inutilmente
65
Salute
si cerca di combattere con uno
o più caffè. Inoltre la diminuzione degli zuccheri nel sangue ad
opera di questo ormone porta
ad una sensazione di fame, nonostante le calorie ingerite fossero sufficienti o addirittura in eccesso rispetto al fabbisogno. Nel
lungo termine l'eccesso di insulina è pericoloso per l'insorgenza
di malattie cronico-degenerative
e dell'accumulo di massa grassa,
soprattutto viscerale.
2. Frutta e verdura: gli alimenti provenienti dal mondo vegetale devono essere la base
della nostra alimentazione, ed il
pranzo fuori casa non deve fare
eccezione. Cinque porzioni al
giorno di frutta e verdura di colori
diversi assicurano all'organismo i
cosiddetti “micronutrienti”, ossia
le vitamine ed i sali minerali,
necessari al buon funzionamento
del nostro organismo. Senza dimenticare che i vegetali sono ricchissimi in fibre utili
al nostri intestino.
Alternative a confronto
Insalatona
È un'ottima scelta per la pausa pranzo, purché l'insalata
sia effettivamente l'alimento principale all'interno del piatto e non sia troppo ricca in alimenti ipercalorici. Provate
ad accompagnarla solo con una porzione abbondante di
frutta e senza pane: non ci sarà bisogno di bere due caffè
per riprendere il lavoro.
Panino
Scelta di ripiego che non può essere effettuata più di due
volte la settimana. Il panino è sbilanciato in carboidrati e
molto denso di calorie: meglio prepararlo a casa per poterlo farcire in modo sano. Togliere la mollica del pane, inserire qualche foglia di insalata e pomodori ed un alimento
proteico.
Obbligatorio mangiare anche un frutto e bere molta acqua.
Pasto sostitutivo
Barrette e beveroni possono essere una alternativa valida
solo in casi limitati (una volta alla settimana). L'importante
è che siano bilanciati: meglio chiedere consiglio al farmacista e non dar peso alla pubblicità: le barrette light spesso
hanno indici glicemici micidiali. Le barrette vanno sempre
accompagnate da molta acqua.
Yogurt al naturale
E' un alimento naturalmente bilanciato e rinfrescante: per un pranzo ne servono due vasetti piccoli o
metà di quello grande. Meglio scegliere quello naturale, bianco e magro ed aggiungere frutta fresca (o mangiarla a parte). Gli
yogurt industriali alla frutta sono troppo
ricchi di zuccheri e la frutta è totalmente ossidata. Diffidare dei prodotti light:
se sono poveri in grassi, vengono arricchiti di zuccheri e viceversa.
Al ristorante
I primi sono generalmente sbilanciati in
carboidrati. Meglio un piatto unico od
un secondo magro accompagnato da
molta verdura. E come dessert una bella
macedonia senza zucchero.
66
Nutrizione
3. Misurare: il pranzo fuori casa si consuma in fretta ed in locali pubblici: pesare gli alimenti diventa improponibile. Dobbiamo,
comunque, imparare a “stimare”
la quantità di calorie che stiamo
ingerendo. Teniamo presente che
la frutta e soprattutto la verdura sono alimenti voluminosi, ma
poveri di calorie e che, quindi, si
prestano a candidarsi come alimento principe in tutte quelle occasioni nelle quali non si ha a disposizione una bilancia. Due terzi
del piatto deve essere riempito di
vegetali (cotti o crudi), mentre un
terzo di un alimento proteico.
4. Scegliere gli alimenti: i
carboidrati devono provenire da
fonti integrali (pane e pasta) ed
in questo modo riducono il loro impatto sull'insulina. Il grasso
migliore è quello dell'olio extra
vergine d'oliva, mentre sono da
evitare salse e salsine industriali, spesso ricche di grassi idrogenati. Le proteine provengono per
lo più da alimenti di origine
animale: è opportuno
favorire quelli magri
come le carni bianche, il pesce ed i
formaggi magri.
Ottima alternativa
i legumi: fagioli,
piselli, fave e lenticchie accompagnati
da cereali integrali.
5. Fare davvero pausa!
spesso, infatti, durante la pausa
pranzo ci si preoccupa del pranzo, ma non della pausa, né delle sue potenzialità rigeneranti.
Nell’illusione di ritagliarsi un po’
più di tempo a fine giornata, ci si
rassegna a mangiare davanti al
computer oppure al tavolo con i
colleghi continuando a discutere di lavoro o, addirittura,
si approfitta dell’ora
d’aria per sbrigare
alcune incombenze domestiche, come andare a fare la
spesa o pagare le
bollette, con il solo
risultato di non staccare mai e di arrivare a
fine giornata senza l’energia necessaria per godere delle
ore rimaste.
MEDICINA ESTETICA CORPO
Dir. San. Dr. Enrico Filippini
Via S.Francesco d’Assisi, 3 (piano terra)
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ambulatoriali in anestesia locale
Benessere
Terme di Boario
La SPA delle meraviglie
Alle Terme di Boario
una nuovissima SPA,
luogo magico dove
ritrovare equilibrio
e benessere per
corpo ed anima.
di Annalisa Cavaleri
L
asciate fuori i problemi quotidiani e preparatevi a provare un’esperienza sensoriale ed
emozionale unica. Immergetevi
in una nebbia fredda al profumo
di menta che accarezza la pelle, scoprite una cascata di acqua
calda alle note di maracuja che vi
trasporta nel mezzo di un tempo-
rale estivo. Subito dopo, lasciatevi avvolgere lievemente da una
pioggerellina leggera, mentre
un vento dal sapore agrumato vi
sfiora dolcemente il viso. Ora vi
aspetta una sala dalla luce calda,
dove si staglia una parete formata da spessi mattoni di sale iridescente: sentite il respiro che si
fa più profondo, come se
foste sdraiati in riva
al mare. Toccate
i cristalli di neve che cadono
magicamente dall’alto e,
poi, immergetevi in una
vasca di acqua
calda
sovrastata da
una parete di
ghiaccio tra mille bollicine che vi
regalano un morbido massaggio.
Infine, riposatevi con una tisana
calda, mentre il vostro sguardo si
perde rapito dalla bellezza della
natura. Non è un sogno, o meglio, è un sogno che oggi è diventato realtà. Di nuovissima apertura, la SPA delle Terme di Boario
offre questo meraviglioso
percorso che riporta
equilibrio nel corpo e nell’anima.
Ad accogliervi
con un sorriso troverete
la Direttrice
Donatella
Marchioro
(nella foto a
lato), esperta
‘maestra di be69
Benessere
nessere’ che, da più di 15 anni,
coltiva con passione i suoi studi
sulle più antiche tecniche di rilassamento, viaggiando dall’India
all’Oriente. «L’ingresso della nostra SPA è una soglia che ci separa dal mondo frenetico di tutti i
giorni, per proiettarci in un luogo
di pace e serenità – spiega Donatella -. La prima cosa che consiglio agli ospiti è di concentrarsi sulla respirazione: è nel breve
momento tra l’inspirazione e
l’espirazione che siamo veramente vivi, in quell’attimo di sospensione sta la nostra vera essenza».
Ovunque, cascate di cristalli Swarovski puri come gocce di rugiada,
rifrangono la luce scomponendola in un pulviscolo di colori, ed
il profumo del legno fresco dà la
sensazione di trovarsi in un bosco
fatato. L’ambiente è elegante e
curato in ogni dettaglio, dai lettini
in midollino scuro avvolti da cuscini bianchi, alle pareti foderate
in legno di wengé e mosaico perlescente. Ragazze vestite con una
divisa candida sono sempre pronte a rispondere ad ogni domanda e ad offrirvi una
tazza di tisana
calda.
Lo SPA Center:
un percorso per innamorarsi di sé
Ecco le tappe della pausa di benessere che avete sempre sognato.
Percorso Kneipp: un percorso di quattro vasche riempite di acqua calda e fredda. Il calore calma e addolcisce il corpo, mentre
il freddo stimola e rinvigorisce. Questa alternanza di temperature
diminuisce lo stress, detossica l’organismo, rafforza le pareti delle
vene e stimola il corpo e la mente.
Nebbia fredda: le particelle nebulizzate di acqua e menta accarezzano la pelle e la rendono più tonica.
Temporale estivo: le gocce di acqua calda e i profumi tropicali
aiutano a sciogliere le tensioni muscolari.
Pioggia al lime: una pioggia aromatizzata che esalta la sensazione di benessere e infonde una frizzante carica vitale.
Bagno mediterraneo: un bagno di calore tiepido che favorisce
l’eliminazione delle tossine e la dilatazione di bronchi e polmoni,
particolarmente benefico per chi ha problemi di respirazione. Il
calore stimola la dilatazione dei capillari e riattiva il microcircolo, in particolare nelle zone soggette al ristagno dei liquidi come
gambe, fianchi e glutei.
Bagno turco: favorisce una profonda pulizia e purificazione della
pelle, ha un effetto tonificante e rilassante. Riduce lo stress e scarica le tensioni nervose.
Pioggia fredda: una doccia fredda al profumo di agrumi per
ritrovare la carica vitale.
Stanza del sale: una stupenda sala rivestita di
mattoni di sale bianco screziato di rosa, per
avere la sensazione di trovarsi in riva al
mare. Le proprietà benefiche dello iodio
contrastano con dolcezza i problemi legati a sinusiti, laringiti, asma, eczemi
ed i disturbi della pelle. Ha anche un
effetto sgonfiante, decongestionante, allevia la fatica e rafforza il sistema immunitario.
Sauna finlandese: La sauna finlandese seda l’ansia, aumenta le difese
immunitarie e favorisce il recupero da
stress. Ci si prepara alla sauna facendo una doccia calda per aprire i pori
e facilitare il rilassamento muscolare. È
consigliato entrare asciutti per favorire la
sudorazione, e restare in posizione comoda per beneficiare di tutto il calore.
70
Terme di Boario
Stupenda la sala relax protetta
da grandi vetrate che si affacciano direttamente sugli alberi
secolari del Parco. Potrete rilassarvi nelle tre piscine (di cui una
è esterna) con acqua termale
calda a circa 30-34 gradi e getti idromassaggio. Da non perdere il solarium open air, da cui si
può godere di una vista mozzafiato sul Monte Altissimo e sulle
montagne della Valle Camonica.
Naturalmente, ad ogni ingresso,
vengono forniti un morbido accappatoio, una grande salvietta e le ciabattine: si può, quindi, viaggiare “leggeri”, portando
con sé semplicemente il costume
da bagno.
«La mia più grande soddisfazione professionale ed umana è vedere il cambiamento dei volti dei
nostri ospiti alla fine del percorso
in SPA- continua con un sorriso
Donatella -. Le ore trascorse in
questo regno di pace distendono
i lineamenti, purificano corpo e
anima regalando nuova energia
e consapevolezza di sé».
Lama d’acqua: un getto d’acqua termale freddo che, battendo
su collo, spalle e schiena, sblocca le zone tese e contratte. Ottimo
per la cervicale.
Cascata di ghiaccio: le scaglie di ghiaccio rinfrescano e tonificano la pelle, donando nuovo vigore a corpo e mente.
Fiotto: una “secchiata” di acqua termale fredda che favorisce la
circolazione, conserva l’elasticità della pelle ed aiuta a combattere la cellulite.
Piscine con acqua termale: tre piscine con acqua termale calda a
30-34 gradi. La forza modulare dei getti d’acqua idroterapici ridona vitalità e benessere grazie alle proprietà dell’acqua termale.
Tisaneria: per massimizzare gli effetti benefici del percorso non
dimenticate di sorseggiare una tisana calda con effetto rilassante
e detossinante.
Relax in cromoterapia: i colori influiscono sul sistema nervoso e
agiscono sui nostri stati emotivi favorendo l‘equilibrio ed il benessere psicofisico: il rosso dà carica e vitalità, il giallo infonde ottimismo, il verde è uno stabilizzante emotivo, il blu concilia il sonno, il
viola aiuta ad uscire alla stanchezza.
Solarium open air: potrete sdraiarvi all’esterno per un “bagno di
sole” con vista sul verde Parco termale e sulle magnifiche montagne della Valle Camonica.
L’ingresso alla SPA per 3 ore costa 30 euro dal lunedì al venerdì, 40 euro il
sabato e la domenica. La struttura è aperta dal lunedì al sabato dalle 12,30
alle 22,00; domenica e festivi dalle 10,00 alle 22,00.
Per informazioni, prenotazioni, pacchetti benessere e offerte speciali potete
chiamare il numero: 0364. 525660 o visitare il sito www.termediboario.it.
DISPONIBILE IN FARMACIA NELLE VERSIONI MINI, CLASSIC, MAXI E COMFORT.
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Bellezza
Una nuova tecnica
per rivitalizzare la pelle
Buon giorno dott. Filippini,
mi è capitato di parlare con
una mia conoscente americana di una tecnica moderna di
rivitalizzazione cutanea che
utilizza dei fattori presenti nel
proprio sangue. Mi ha detto di avere avuto dei risultati meravigliosi sul viso e sul
collo, senza nessun rischio di
allergie o di reazioni avverse,
trattandosi del proprio sangue. Ma è possibile questo?
Marta R., Brescia
del dott. Enrico Filippini
Poliambulatorio Medico-chirurgico
dott. Enrico Filippini
È
vero! Uso il punto esclamativo perchè è stata qualche anno
fa una meravigliosa sorpresa anche per me.
Utilizzare fattori rivitalizzanti prodotti e presenti
nel nostro organismo è veramente
una
novità a dir poco rivoluziona-
ria. Negli ultimi anni le allergie
a farmaci, cibi, creme e lozioni,
ecc., sono decisamente aumentate. Il prodotto in questione, che
potremmo chiamare con un eufemismo “trapianto di cellule autologhe”, consiste nell’applicazione
di fattori di crescita presenti negli
α-granuli delle piastrine, che,
come sapete, sono delle cellule presenti nel nostro sangue e
che hanno il compito di intervenire a formare il coagulo ovvero
bloccare l’emorragia, ogni qualvolta vi è una perdita di sangue,
dalla piccola ferita alla emorragia grave. Tra i fattori di crescita
presenti negli α-granuli ve ne è
uno detto PDGF (Platelet Derived Growth Factor) che stimola
in modo potente la produzione
di nuove cellule del derma e accelera la normale produzione
di collagene producendo quindi
una rivitalizzazione cutanea.
La procedura di
estrazione e di
applicazione di
questi fattori di crescita consiste
nel prelievo di una piccola quantità del nostro sangue, che, introdotto in provette appositamente studiate, permettono di isolare
le piastrine e, quindi, i fattori in
esse contenute, dai globuli rossi.
Successivamente, con una piccola
siringa ed utilizzando un ago indolore, si inietta il prodotto ottenuto nel derma, come già avviene nella normale rivitalizzazione,
ottenendo, però, un eccellente
rivitalizzante. Per l’utilizzo nella
pratica nei nostri poliambulatori estetici di questa nuova tecnica
(più difficile da spiegare che da
effettuare), è indispensabile, trattandosi di prelievo di sangue, sottostare alla legislazione vigente al
fine di garantire che l’attività venga effettuata in sterilità secondo
delle procedure ben definite e
verificate da Strutture Trasfusionali competenti, che già da alcuni
anni producono tali prodotti, che
vengono prettamente utilizzati nel
trattamento delle ulcere torpide
cutanee, in Odontoiatria, in Chirurgia maxillo-facciale, in Ortopedia ed in Oculistica.
73
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Ritrova la
tua armonia
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Notizie dalle Aziende
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Dalla ricerca
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una nuova risposta
contro la caduta
dei capelli.
Biomineral One con Lactocapil
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brevetto depositato, indicato in
caso di indebolimento dei capelli
e di caduta eccessiva
Agisce in modo innovativo fornendo dall’interno dell’organismo sostanze attive sia sul bulbo
pilifero per ritardare la caduta
dei capelli, sia sul fusto per donare forza e vitalità ai capelli. La
sua formulazione è arricchita con
Lactocapil, un complesso costituito da pro-
www.lineabiomineral.it
teine del latte - che stimolano
l’attività della papilla dermica,
prolungano la fase anagen e ritardano la caduta - da metionina, indispensabile per la sintesi
della cheratina e vitamina E ad
azione antiossidante.
Biomineral One con Lactocapil contiene, inoltre, taurina, che
stimola l’attività del bulbo pilifero, aminoacidi (leucina, prolina,
glicina) che agiscono sulla sintesi delle cheratine del capello, e
olio di semi di lino, che completa
l’azione anticaduta.
75
Sport
Il doping nello
Oggi più di
ieri il compito
fondamentale
del farmacista
è la salute del
cittadino.
spor t
di Francesco Rastrelli,
Presidente dell’Ordine dei
Farmacisti di Brescia
S
ulla questione doping ed
abuso di farmaci nello sport, il
farmacista, con il suo bagaglio
di conoscenze circa i medicinali,
i loro effetti collaterali e le loro
interazioni in caso di politerapia,
può contribuire in modo efficiente ed efficace ad un’opera di informazione ed educazione,
volta a prevenire l’eccesso ed
a responsabilizzare l’utenza al
corretto uso dei medicamenti.
Doping: un fenomeno
complesso
L’uso di sostanze o metodi per
aumentare il rendimento fisico
non è recente: vi sono testimonianze di ricorso ad erbe e funghi, ritenuti capaci di far aumentare le capacità atletiche, che
risalgono all’antica Grecia ed
alle popolazioni precolombiane. Ad oggi il doping è un fenomeno molto complesso, che,
diversamente da quanto accadeva in passato, investe molti
76
strati della popolazione sportiva
e non si limita più al solo giorno
della competizione. Se consideriamo il doping quale ricorso a
mezzi illegali od assunzione di
sostanze chimiche proibite dalle autorità sportive, sia a livello
nazionale che internazionale,
al fine di accrescere artificiosamente le proprie prestazioni,
possiamo facilmente comprendere quanto esso sia responsabile della progressiva perdita di
spirito agonistico e ludico, che
contraddistingue il mondo delle
competizioni attuali.
Le motivazioni
Alla diffusione di tale fenomeno
hanno contribuito sicuramente
fattori sociali e motivazioni individuali molto profonde, che,
sin dall’antichità, si sono insinuate nelle scelte e nei comportamenti umani. Spesso ad avvicinare al doping è quella sorta di
autoconvinzione che non ritiene
possibile che, con l'impegno ed il
sacrificio, si possano raggiungere certi traguardi. Una compressa, l'iniezione, diventano la soluzione più comoda, una sorta di
Doping
“bacchetta magica” per ottenere velocemente ottimi risultati. Il
farmaco viene visto come l'espediente che dà sicurezza, che
esime dal mettersi in discussione
nei confronti di se stessi e degli
altri e ad esso vengono attribuite
funzioni che nulla hanno a che
fare con la salute. A ciò contribuisce anche la convinzione che
i farmaci siano equiparabili ad
un qualsiasi bene di consumo e
che esista una "soluzione chimica" per tutti i problemi.
stagione agonistica: vi è il periodo della preparazione alla gara,
nel quale si tenta di aumentare le
masse muscolari e la forza fisica,
vi è il periodo della gara, ove si
cerca di ridurre il senso di fatica,
di stimolare il sistema nervoso
centrale, di ridurre il livello di ansia, di aumentare il trasporto di
ossigeno e, quindi, la resistenza
fisica alla fatica, ed infine, dopo
la gara, l’obiettivo è il riacquistare il più velocemente possibile le
energie.
Farmaci, sostanze
e pratiche dopanti
Doping? No grazie.
Meglio il sano
divertimento
I farmaci utilizzati illecitamente
nello sport sono molti, con meccanismi d'azione diversi e diverso
indice di pericolosità: le amfetamine vengono assunte dagli atleti per ridurre la fatica e migliorare
il rendimento sportivo, gli anabolizzanti per accrescere la massa
e la forza muscolare, l'eritropoietina per ottenere più energia
per le prestazioni muscolari e per
aumentare la resistenza alla fatica, l'ormone della crescita per
stimolare l'accrescimento fisiologico. Anche l'insulina viene considerata da molti atleti come un
ormone anabolizzante ed il suo
utilizzo è finalizzato a migliorare
le prestazioni sportive e la capacità di resistenza attraverso un aumento della massa muscolare e
dei depositi di glicogeno. Vengono considerate pratiche dopanti
anche la trasfusione del sangue
(emotrasfusione) e la somministrazione di globuli rossi o di prodotti derivati dal sangue.
Doping per ogni “fase”
Esistono vari tipi di doping, utilizzati in particolari periodi della
Assumere farmaci per ottenere
vantaggi sportivi, non sempre dimostrati, significa esporsi a dei
rischi e, per meglio sottolineare
l’influenza di tali medicinali sulle
prestazioni sportive, sulle rispettive confezioni viene raffigurato un
pittogramma con la scritta “no
doping”. Ad oggi è molto difficile valutare quanto sia diffuso
il doping: gli sport coinvolti sono
numerosi e la mancanza di dati
precisi va imputata al fatto che,
trattandosi di una pratica illecita, viene negata da tutti, medici, allenatori e atleti. Sappiamo
comunque che, dagli esiti degli
esami effettuati senza preavviso,
emerge un indice di positività
nel 15% dei casi, con punte del
40%.
Vorrei concludere ricordando
quanto sia importante recuperare
l’aspetto ludico all’interno delle
competizioni: se, all’interno della gara, riuscissimo nuovamente
a ricercare il sano divertimento,
piuttosto che l’euforia della vittoria ad ogni costo, lo sport tornerebbe a costituire un terreno di
sfida e confronto per una crescita armonica e responsabile di
ognuno di noi.
Cucina
Ricette
a cura di Cristina Buffoli
al sapore di mare
C
ari lettori,
mi chiamo Cristina e sono molto
contenta di aver la possibilità
di condividere con voi la mia
passione per la cucina. In questo
primo appuntamento ho intenzione
di spiegarvi le ricette di due piatti,
un primo ed un secondo, di facile
realizzazione e di sicuro successo.
Il primo:
Pennette
con gli scampi
Le dosi sono per 4 persone.
Prendere 20 scampi di piccolemedie dimensioni, tenerne da
parte 4 interi e pulire i restanti.
Per pulire gli scampi è necessario
togliere prima la testa (senza buttarla!), e poi il rivestimento della
coda ed il filo intestinale.
Prendere una larga padella e aggiungervi 4 cucchiai di olio extra vergine d'oliva ed uno spicchio d'aglio intero e schiacciato.
Scaldare il tutto e, quando l’olio
sarà caldo, togliere l’aglio e aggiungere le teste degli scampi
(tenute da parte) per insaporire
l’olio.
Successivamente unite 250 gr. di
polpa di pomodoro o di passata
di pomodoro, salate e pepate e
fate insaporire il tutto per 5 minuti; aggiungete quindi le code degli scampi pulite e fatele cuocere
per pochi minuti. In ultimo, unite
anche gli scampi lasciati interi e
cuocete per ancora 5 minuti.
Cuocete ora 300 gr. di pennette in abbondante acqua salata,
quando risulteranno al dente,
scolatele e versatele nella padella con il sugo. Cuocete per 2
minuti rigirando il tutto e aggiungendo in ultimo del prezzemolo
tritato.
Vi consiglio di tenere da parte
poca acqua di cottura della pasta
necessaria per allungare il sugo,
se questo, nella fase di manteca
tura, si addensasse troppo.
Ed ecco il secondo
che ho pensato di proporvi:
vergine d’oliva.
Mescolate bene.
Mettete 4 tranci di tonno (uno a
persona) nella teglia e disponete
sopra a ciascun trancio il preparato di pan carré e prezzemolo.
Cuocete in forno per 10 minuti
e servite ben caldo.
Ora non vi resta che provare
queste semplici ricette.
E buon appetito!
Tranci di tonno
gratinati
Accendete il forno a 180°,
prendete una teglia e rivestitela con carta da
forno.
Preparate un trito con
prezzemolo, poche foglie di basilico e poco,
ma indispensabile, aglio.
Unite a questo 4 fette di
pan carré sbriciolate, sale,
pepe e 5 cucchiai di olio extra
79
BENESSERE NATURALE
A PORTATA DI… NASO.
Lo sapevate che esiste un decongestionante assolutamente naturale, senza l’aggiunta di sostanze chimiche o farmacologiche, conservanti, additivi né gas propellenti, che aiuta a mantenere in perfetta
efficienza la più importante delle nostre
funzioni biologiche, quella respiratoria, e
a prevenire i malanni ad essa collegati?
Questo prodotto è ACQUA DI SIRMIONE,
un’acqua termale sulfurea salsobromoiodica dalle proprietà antinfiammatorie,
immunostimolanti, fluidificanti e anticatarrali confezionata in 6 pratici flaconcini
con un comodo erogatore per spruzzarla
facilmente nel naso, in modo da raggiungere tutta la mucosa nasale e la gola.
inalata tutti i giorni: per la semplice igiene
Esattamente la medesima acqua usata nei
nasale, soprattutto quando si vive in
trattamenti alle omonime terme, con il
ambienti inquinati o troppo secchi e, a
grande vantaggio di poter fare inalazioni
maggior ragione, per tutte le disfunzioni
in modo semplice ed efficace a casa pro-
respiratorie croniche – allergie e irritazio-
pria.
ni soprattutto –, quando è fondamentale
ACQUA DI SIRMIONE, con Acqua Termale
mantenere il naso libero e detersa, idrata-
di Sirmione al 100%, è un prezioso alleato
ta e morbida la mucosa. ACQUA DI SIR-
per la nostra salute: non ha effetti collate-
MIONE può quindi essere consigliata a
rali o contro-indicazioni di alcun tipo, pre-
tutti, sempre e in ogni caso, e senza limi-
viene e cura i disturbi delle prime vie
tazioni temporali.
aeree ed evita l’aumento di muco catarra-
L’assoluta igiene delle confezioni e le otti-
le conseguente all’infiammazione della
mali condizioni di conservazione del pro-
mucosa nasale su cui si insediano virus e
dotto sono garantite dalle Terme di
batteri, responsabili delle patologie del-
Sirmione, che imbottigliano l’Acqua di
l’apparato respiratorio quali sinusiti, riniti,
Sirmione così come sgorga dalla fonte –
faringiti e malattie di raffreddamento.
microbiologicamente pura –, e dalla casa
È adatta a tutti, anche ai bambini molto
farmaceutica Nycomed, che la distribuisce
piccoli, agli anziani, ai malati e può essere
in Farmacia.
Giochi e passatempi
Sudoku
I
l Sudoku è un gioco
intelligente per passare parte
del proprio tempo libero.
E' una Griglia di 9 riquadri,
ciascuno di 9 caselle; quindi
9 righe e 9 colonne.
L'origine è Giapponese
5
1
6
9
7
8
4
2
7
8
9
1
+
2
3
5
=
3
4
2
SU (numero)
DOKU (singolo)
SUDOKU
2
Le origini del gioco sono
antiche: si tratta infatti
del "Quadrato Latino"
studiato nel XVIII secolo dal
grande matematico svizzero
Eulero (Leonhard Euler).
Bisogna riempire la griglia
in modo che in ogni riga,
ogni colonna e ogni riquadro
contengano i numeri da 1
a 9 o le lettere da A a I.
C’è una sola regola: nessuna
riga, nessuna colonna,
nessun riquadro possono
contenere due volte lo stesso
numero o la stessa lettera.
5
9
6
8
6
1
3
7
Si fa per… ridere
Ci sono due periodi in cui l’uomo e la donna non si capiscono. Prima del matrimonio e dopo il matrimonio.
* * *
In questi tempi di crisi siamo così poveri che ci dobbiamo
spogliare a rate.
* * *
Era così bugiardo che credeva in quello che diceva.
* * *
8
7
1
6
4
9
2
5
3
2
9
3
7
1
5
8
4
6
6
5
4
8
2
3
7
9
1
7
3
9
2
6
1
5
8
4
5
1
8
9
3
4
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2
7
4
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2
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7
1
3
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3
4
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1
5
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7
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9
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3
7
6
4
1
2
1
2
7
4
9
8
3
6
5
Soluzione:
82
Un uomo si presenta a Gesù. «Chi sei?» gli chiede il Messia.
«Sono Lazzaro – risponde l’uomo – Non ricordi? Tempo fa
mi hai detto alzati e cammina». «Ah, sì, è vero. Ora ricordo.
Scusami Lazzaro, è passato un po’ di tempo ed ho avuto un
sacco di cose da fare. Ma ora dimmi: cosa volevi?». «Solo se
posso fermarmi o devo continuare a camminare?».
* * *
In farmacia: «Vorrei un pacco di cotone idraulico».
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Sin dai tempi delle nostre nonne,
le calze e i collant a compressione
graduata venivano identificati come
tutori compressivi per curare e coprire
le vene varicose. Oggi la ricerca e
la tecnologia hanno contribuito a
modificare sostanzialmente questo
concetto.
SOLIDEA, sempre attenta al benessere
e all’estetica delle gambe di tutte le
donne, è protagonista di un’evoluzione
nella selezione delle materie prime e
delle nuove tecnologie. Sapendo che,
la donna moderna vuole salvaguardare
la salute delle sue gambe e mantenere
contemporaneamente la propria
eleganza per essere sempre alla
moda, ha studiato calze e collant a
compressione graduata, sia nella linea
preventiva che terapeutica, perseguendo
la filosofia del benessere e dell’eleganza,
proponendo prodotti tecnologicamente
avanzati e moderni, pensati per la salute
delle gambe.
La cattiva circolazione venosa si
manifesta con semplici sintomi: gambe
pesanti, caviglie gonfie, semplice
dilatazione delle vene superficiali e
capillari, fino alle forme più gravi di
tromboflebite. L’insufficienza venosa
è una malattia cronica che si evolve,
accentuata da fattori di rischio come
l’ereditarietà, l’eccesso di peso, la
gravidanza, i trattamenti ormonali, la
sedentarietà.
Quale azione preventiva è migliore
di un piccolo gesto quotidiano?
Indossare calze o collant nella giusta
compressione graduata, sempre
in relazione al livello evolutivo
dell’insufficienza venosa, è un gesto per
la nostra salute veramente semplice!
SOLIDEA, che pensa non solo
all’aspetto estetico delle gambe, ma
soprattutto alla salute ed al benessere
quotidiano, ha voluto sfatare il classico
pensiero di dover indossare oggetti
di tortura o che fanno sentire ancor
più ammalati. Scegliere con piacere
SOLIDEA significa pensare solo alla
salute ed alla bellezza e dimenticare
completamente la malattia.
Ecco perchè le calze ed i collant
SOLIDEA si distinguono da sempre per
il pregio di saper coniugare le esigenze
di salute con fascino e benessere.
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