Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Direttore Regionale Elio Garzillo
Referente per il progetto Sandra Violante con Linda Garavaglia e Anna Paola Loi
Via dei Salinieri, 22 - 09126 Cagliari
Tel. 070 34281 - Fax 070 3428209 | [email protected]
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
Soprintendente Marinella Ferrai Cocco Ortu
Referente per il progetto Maria Rosaria Lai
Via Marche 17 - 09127 Cagliari
Tel 070 401610 - Fax 070 401920
[email protected]
Archivio di Stato di Cagliari
Direttore Marinella Ferrai Cocco Ortu
Referente per il progetto Giuseppina Catani
Via Gallura 2 - 09125 Cagliari
Tel. 070 665772 - 669450 - Fax 070 653401
[email protected]
Soprintendenza per i Beni Archeologici
per le province di Cagliari e Oristano
Soprintendente Marco Minoja
Referente per il progetto Donatella Cocco
Piazza Arsenale 7 - 09124 Cagliari
Tel. 070-605181 - Fax 070 658871
[email protected]
Archivio di Stato di Nuoro
Direttore Angela Orani
Referente per il progetto Angela Orani
Via Mereu 49 - 08100 Nuoro
Tel. 0784 33476 - Fax 0784 33469
[email protected]
Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici,
Storici Artistici ed Etnoantropologici
per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendente ad interim Gabriele Tola
Referente per il progetto Maria Paola Dettori
Via Monte Grappa 24 - 07100 Sassari
Tel. 079 2112900 - Fax 079 2112925
[email protected]
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico
Tel. 06.6723.2980-2990 - Fax 06.6798.441
[email protected]
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
SARDEGNA
Cabras, Cuccuru S'Arriu, statuina litica femminile del Neolitico Medio.
Cagliari, Museo Archeologico Nazionale (foto C. Buffa, L. Corpino)
Beni culturali:
sistemi di gestione e
gestione dei sistemi
14 - 16 OTTOBRE
2009
Archivio di Stato di Sassari
Direttore Angelo Ammirati
Referente per il progetto Angelo Ammirati
Via Angioj 1 - 07100 Sassari
Tel. 079 233470 - Fax 079 233470
[email protected]
Biblioteca Universitaria di Cagliari
Direttore Ester Gessa
Referente per il progetto Giorgio Mario Salis
Via Università 32/a - 09124 Cagliari
Tel. 070 661021 - Fax 070 652672
[email protected]
Biblioteca Universitaria di Sassari
Direttore Giuseppina Uleri
Referente per il progetto Giuseppina Uleri
Piazza Università - 07100 Sassari
Tel. 079 235788 - Fax 079 235787
[email protected]
CULTURA
A PORTE
APERTE
Edizioni MP MIRABILIA
MP Mirabilia - www.mpmirabilia.it
Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici,
Storici Artistici ed Etnoantropologici
per le province di Cagliari e Oristano
Soprintendente Gabriele Tola
Referenti per il progetto Maurizio Bistrusso
e Maura Picciau con Marina Sechi
Via Cesare Battisti 2 - 09123 Cagliari
Tel. 070 20101 - Fax 070 2010352
[email protected]
Archivio di Stato di Oristano
Direttore Marina Valdès
Referente per il progetto Marina Valdes
Via Ciusa 4/a - 09170 Oristano
Tel. 0783 310530 - Fax 0783 217216
[email protected]
2009
Soprintendenza per i Beni Archeologici
per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendente Bruno Massabò
Referente per il progetto Maria Rosaria Manunta
Piazza S. Agostino 2 - 07100 Sassari
Tel. 079 206741 - Fax 079 232666
[email protected]
CULTURA A PORTE APERTE - SARDEGNA
Via del Collegio Romano, 27 - 00186 Roma
Tel. 06.6723.2441 - Fax 06.6723.2538
[email protected]
DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
DELLA SARDEGNA
CULTURA
A PORTE
APERTE
DIREZIONE GENERALE
PER LA VALORIZZAZIONE
DEL PATRIMONIO CULTURALE
Direttore Generale Mario Resca
Servizio II - Comunicazione e Promozione
del Patrimonio Culturale
Responsabile del progetto Antonella Mosca
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI
CULTURALI E PAESAGGISTICI
DELLA SARDEGNA
Direttore Regionale Elio Garzillo
Referente per il progetto Sandra Violante
In collaborazione con Linda Garavaglia
e Anna Paola Loi
Per la modulistica Carla Palomba
COORDINAMENTO GENERALE DEL PROGETTO
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
Soprintendente Marinella Ferrai Cocco Ortu
Referente per il progetto Maria Rosaria Lai
Antonella Mosca
In collaborazione con Monica Bartocci
e Simona Pantella
Hanno inoltre collaborato Costanza Barbi,
Antonella Corona, Francesca D’Onofrio,
Maria Cristina Manzetti,
Maria Tiziana Natale, Susanna Puccio,
Maria Angela Siciliano
Rapporti con i media
Vassili Casula
Comunicazione multimediale
Alberto Bruni, Renzo De Simone,
Francesca Lo Forte, Emilio Volpe
Amministrazione
Laura Petracci
Soprintendenza per i Beni Archeologici
per le province di Cagliari e Oristano
Soprintendente Marco Minoja
Referente per il progetto Donatella Cocco
Soprintendenza per i Beni Archeologici
per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendente Bruno Massabò
Referente per il progetto Maria Rosaria
Manunta
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici Artistici
ed Etnoantropologici per le province
di Cagliari e Oristano
Soprintendente Gabriele Tola
Referenti per il progetto Maurizio Bistrusso
e Maura Picciau con Marina Sechi
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendente ad interim Gabriele Tola
Referente per il progetto Maria Paola Dettori
Archivio di Stato di Cagliari
Direttore Marinella Ferrai Cocco Ortu
Referente per il progetto Giuseppina Catani
Archivio di Stato di Nuoro
Direttore Angela Orani
Referente per il progetto Angela Orani
Archivio di Stato di Oristano
Direttore Marina Valdès
Referente per il progetto Marina Valdes
Archivio di Stato di Sassari
Direttore Angelo Ammirati
Referente per il progetto Angelo Ammirati
Beni Culturali sistemi di gestione
e gestione dei sistemi
Biblioteca Universitaria di Cagliari
Direttore Ester Gessa
Referente per il progetto Giorgio Mario Salis
Sardegna
14 - 16 ottobre 2009
Biblioteca Universitaria di Sassari
Direttore Giuseppina Uleri
Referente per il progetto Giuseppina Uleri
Si ringrazia
Paolo Bernardini (Università degli Studi di Oristano)
per la scheda del Museo Archeologico di Cagliari
CULTURA
A PORTE
APERTE
S
O
7
M
M
A
R
I
O
Progetto “Cultura a Porte Aperte”: il Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
39
Progetto “Cultura a Porte Aperte”: il MiBAC Incontra il Territorio
43
Progetto “Cultura a Porte Aperte”: Attività di programmazione
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per l’anno 2008
45
Progetto “Cultura a Porte Aperte”: la Modulistica
e il Piano di Riduzione degli Oneri Amministrativi
47
Programma Operativo Nazionale 2000-2006
“Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”
Misura 1.3 “Tecnologie per la tutela
delle risorse culturali e ambientali”
Struttura del MiBAC in Sardegna
52
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Sardegna
66
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Sede di Cagliari
88
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Sede di Sassari
105
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici
della Sardegna
121
Soprintendenza Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici
della Sardegna
146
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
161
Archivio di Stato di Cagliari
175
Archivio di Stato di Nuoro
180
Archivio di Stato di Oristano
188
Archivio di Stato di Sassari
194
Biblioteca Universitaria di Cagliari
199
Biblioteca Universitaria di Sassari
Istituzioni
209
Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per lo Sviluppo
e la Competitività del Turismo: Azioni per lo Sviluppo Turistico
del Mezzogiorno
213
Ministero dell’Interno Dipartimento per le Libertà Civili
e l’Immigrazione - Direzione Centrale per l’Amministrazione
del Fondo Edifici di Culto: Fondo Edifici di Culto
215
Regione Autonoma della Sardegna. Assessorato Pubblica
Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
3
222
Regione Autonoma della Sardegna. Assessorato degli Enti Locali,
Finanze e Urbanistica
223
Provincia di Cagliari: Assessorato alle Politiche Culturali
226
Provincia di Carbonia - Iglesias: Assessorato alle Politiche
Culturali, Sportive, per lo Spettacolo e per il Tempo Libero
227
Provincia del Medio Campidano: Assessorato alla Cultura
229
Provincia di Nuoro: Assessorato alla Cultura
232
Provincia di Oristano: Assessorato alla Cultura
233
Provincia di Sassari: Assessorato alla Cultura
235
UPI - Unione delle Province d’Italia: cos’è l’Unione delle Province
d’Italia
236
ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani
238
INVITALIA - Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti
e lo Sviluppo d’Impresa spa
241
ICOM – International Council of Museum Comitato Nazionale
Italiano (Icom Italia)
243
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
Istituti Enti Associazioni
4
253
AIPAI - Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico
Industriale Sezione Basilicata
255
ANA - Associazione Nazionale Archeologi
259
ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana
265
ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte
267
ArcheoClub d’Italia
269
Associazione Culturale Imago Mundi
271
Confartigianato
275
Confindustria
279
Consiglio Nazionale Architetti
280
Consiglio Nazionale degli Ingegneri
282
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
della Provincia di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias
285
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
della Provincia di Nuoro
287
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
della Provincia di Oristano
289
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
delle Province di Sassari e Olbia-Tempio
292
FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano
295
Federculture
299
Fondazione Teatro Lirico di Cagliari
301
FORMEZ – Centro Formazione Studi
316
Istituto Italiano dei Castelli
321
Italia Nostra
326
Legambiente
330
Mecenate 90
332
Paleoworking
336
SIMBDEA - Società Italiana per la Museografia ed i Beni
DemoEtno Antropologici
341
SIPBC - Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali
343
Touring Club Italiano
347
UNPLI - Unione Nazionale delle Pro Loco D’italia
Luoghi d’Arte Statali
351
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna
5
Cultura a porte aperte
PROGETTO “CULTURA A PORTE APERTE”:
IL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
STORIA
Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali nasce sotto il Governo Moro IV nel 1974, la
sua organizzazione viene regolamentata con D.P.R. 3 dicembre 1975, n. 805.
Il primo incarico di Ministro è affidato a Giovanni Spadolini, a cui si deve la ferma volontà
di costituzione di una struttura separata dalla Pubblica Istruzione, con competenze specifiche e dirette in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, archeologici, storici, artistici, archivistici e librari secondo la legislazione vigente.
L’intento è quello di creare un organismo prevalentemente tecnico, destinato a raccogliere in buona parte le competenze e le funzioni in materia prima affidate al Ministero
della Pubblica Istruzione per il tramite della Direzione Generale delle Antichità e le Belle
Arti. A queste competenze e funzioni se ne aggiunsero anche alcune del Ministero degli
Interni, come gli archivi di Stato, e della Presidenza del Consiglio dei Ministri come la discoteca di Stato, l'editoria libraria e diffusione della cultura.
Con decreto legislativo 20 ottobre 1998 n. 368, la struttura viene riformata e la denominazione viene mutata in Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attuale MiBAC; a
tutte le precedenti competenze e funzioni sono state aggiunte: la promozione dello
Sport e dell’impiantistica sportiva e la promozione delle attività dello Spettacolo in tutte
le sue espressioni.
Il mutamento terminologico evidenzia il cambiamento di prospettiva imperniato anche
sul valore culturale che non è rappresentato dall’oggetto materiale nella sua estrinsecazione fisica, bensì dalla funzione sociale del bene, visto come fattore di sviluppo della
collettività e come elemento storico attorno a cui si definisce l’identità delle collettività locali.
L’organizzazione dell’apparato è rimasta pressoché immutata fino al 2000, quando, a seguito delle innovazioni introdotte nell’assetto della Pubblica Amministrazione dalle cd.
Leggi Bassanini, in applicazione del D. Lgs. 30.7.1999, n. 300, è stato emanato il DPR
29.12.2000, n. 441.
All’assetto organizzativo le modifiche introdotte con tale provvedimento sono di particolare rilevanza e risultano tutte in linea con i principi in base ai quali si è inteso concepire un diverso ruolo dell’apparato centrale della Pubblica Amministrazione, senza
per questo modificare la Costituzione: decentramento amministrativo, trasferimento
dei poteri e delle risorse dal centro alla periferia, principio di sussidiarietà e diversa ripartizione di funzioni tra Stato e regioni, nonché tra regioni ed enti locali, riconoscimento della importantissima funzione che può svolgere il privato anche nei settori che
non hanno natura di imprenditorialità.
Una vera rivoluzione peraltro già annunciata negli anni Settanta con la nascita delle
Regioni.
Coerentemente con questa nuova concezione, per quanto riguarda nello specifico il settore dei beni culturali, con il citato DPR n. 441 del 2000, sono state istituite le Soprintendenze
regionali, con rilevanti funzioni di coordinamento degli uffici periferici presenti nei rispettivi
ambiti territoriali regionali, è stata istituita la figura del Segretario Generale, con corrispondenti funzioni di coordinamento delle strutture centrali, il precedente Ufficio Centrale per i beni archeologici, architettonici, ambientali, artistici e storici viene soppresso ed in suo luogo è istituita per ogni settore una specifica direzione generale, che, unitamente a quelle inerenti gli archivi, i beni librari, cinema e spettacolo, raggiungono il
numero di otto direzioni.
Dalla nuova articolazione è derivata nel tempo una nuova visione dell’intervento pubblico in materia di beni culturali, consistente nel passaggio da un’attività di tutela sta-
7
Cultura a porte aperte
tica del bene, ad un intervento diretto a garantire alla collettività una fruizione ampia
ed effettiva del valore culturale custodito nel bene. Ciò ha comportato la maturazione
del concetto che l’intervento pubblico sui beni culturali non deve esaurirsi nell’attività
di tutela, ma deve attribuire sempre più rilievo alle attività dirette a favorire la fruizione
collettiva dei beni culturali, e cioè le attività di valorizzazione e di gestione.
La completa trasformazione dell’impianto organizzativo ha richiesto, come è comprensibile, interventi regolamentari successivi per la messa a punto delle modifiche e l’adeguamento delle stesse alla continua e rapida evoluzione della società e delle esigenze
della collettività.
Per questo, successivamente al DPR n. 441 del 2000, è intervenuto, prima il DPR
10.6.2004, n. 173 e quindi il DPR 26.11.2007, n. 233.
Sotto il profilo organizzativo, entrando nel merito dei contenuti dei predetti atti regolamentari, si rileva come, con il DPR n. 173 del 2004, si sia, da un lato optato per un modello che al suo apice ha previsto non la figura del segretario generale, ma bensì
l’istituzione di quattro dipartimenti, ciascuno per ogni settore (arti, archivi e biblioteche,
cinema e spettacolo, affari generali e innovazione), e dall’altro si sia rafforzato il decentramento amministrativo con l’istituzione delle direzioni regionali, in luogo delle soprintendenze, con competenze non solo di coordinamento, ma anche operative e
tecniche.
Con il DPR n. 233 del 2007, si è preferito, invece, ripristinare la figura del segretario generale, rafforzare ulteriormente il ruolo delle direzioni regionali e riconoscere alle direzioni generali di settore una funzione essenziale e prevalente di indirizzo.
Grazie, quindi, a questa complessa riforma, si è ridisegnata la struttura del Ministero
con la volontà di rendere più efficiente l’assetto operativo sia a livello centrale che periferico. L’intento è stato quello di raggiungere una modernizzazione informatica, tecnologica e organizzativa per un’Amministrazione più capillare e radicata sul territorio,
più vicina ai cittadini, più collaborativa con Regioni ed Enti locali, più integrata con l’Università e la Ricerca, più aggiornata professionalmente.
Sono state individuate nuove forme di intervento, maggiori risorse disponibili in grado
di dare un impulso forte all’innovazione operativa del Ministero. Vero cuore della riforma è stato l’aver previsto, sia prima con la creazione del Dipartimento per la Ricerca,
l’innovazione e l’Organizzazione e l’istituzione della Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione, sia successivamente con il mantenimento delle rispettive competenze, un intervento importante e fondamentale nell’ambito della
modernizzazione ed informatizzazione della Pubblica Amministrazione.
Nel 2006, con il Governo Prodi le competenze dello Sport vennero assegnate al nuovo
Dipartimento per le politiche giovanili e le attività sportive della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel 2007, con l’entrata in vigore del Regolamento DPR n. 233 già citato, infine, è stata prevista la nascita dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio
Archivistico e Librario, dalla fusione di due precedenti Istituti (Istituto Centrale per la
Patologia del Libro e Centro di fotoriproduzione, legatoria e restauro degli Archivi di
Stato) e dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ex Istituto Centrale
per il Restauro): entrambi dotati di autonomia speciale.
Recentemente, il MiBAC ha subito un’ulteriore riforma; il regolamento di riorganizzazione del Ministero e di organizzazione degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro
per i Beni e le Attività Culturali, pubblicato nel Supplemento ordinario alla G.U. n.164
del 17 luglio 2009 il DPR 2 luglio 2009 n. 91, introduce nuove misure per una maggiore
razionalizzazione, efficienza ed economicità della Pubblica Amministrazione e significative innovazioni mirate a esaltare l’azione di tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale nazionale, restituendo centralità alla salvaguardia del paesaggio nel
contesto più generale delle belle arti.
Tra le principali novità, infatti, vi è l’istituzione della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, che consentirà maggiore incisività nella promozione
e nello sviluppo di questo settore, con lo scopo di migliorare la conoscenza e fruibilità
8
Cultura a porte aperte
dei beni culturali, e la costituzione della Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle
Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee.
STRUTTURA
Si tratta di una struttura capillare che dispone di uffici di diretta collaborazione del Ministro e Uffici propri del dicastero a livello centrale e territoriale.
Agli uffici a livello centrale appartengono 8 Direzioni Generali, il Consiglio Superiore per
i Beni Culturali e Paesaggistici, i Comitati tecnico-scientifici, gli Istituti Centrali - l’Opificio delle pietre dure, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, Istituto
superiore per la conservazione ed il restauro - e altri Istituti con finalità particolari quali
l’Archivio Centrale dello Stato, le Soprintendenze Speciali per i Beni Archeologici, le Biblioteche nazionali centrali di Roma e Firenze.
Sul territorio operano 17 Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici, che
hanno sede nel capoluogo della rispettiva regione e coordinano le attività delle 81 Soprintendenze specialistiche, operanti in ambito archeologico, architettonico, storico, artistico ed etnoantropologico, delle 19 Soprintendenze Archivistiche a cui vanno aggiunte
le 137 tra sedi archivistiche e sezioni distaccate, delle 46 Biblioteche Statali, dei 424 tra
musei, monumenti e aree archeologiche.
Salone ex Consiglio Nazionale, Collegio Romano, Roma
9
Cultura a porte aperte
ORGANIGRAMMA GENERALE
10
Cultura a porte aperte
ORGANIZZAZIONE E COMPETENZE
SEGRETARIATO GENERALE
Il Segretario Generale del Ministero è nominato ai sensi dell'articolo 19, comma 3, del
D.Lgs 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e, in conformità a quanto disposto dall'articolo 6 del D.Lgs 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, opera alle
dirette dipendenze del Ministro. Il Segretario Generale assicura il coordinamento e
l’unità dell'azione amministrativa, coordina gli uffici di livello dirigenziale generale, riferisce periodicamente al Ministro gli esiti della sua attività.
Esercita il coordinamento anche attraverso la convocazione periodica in conferenza dei
direttori generali, sia centrali che regionali, per l’esame di questioni di carattere generale o di particolare rilievo oppure afferenti a più competenze; coordina le attività delle
direzioni generali, centrali e regionali, nelle materie di rispettiva competenza, per le intese istituzionali di programma di cui all’art. 2, comma 203, lettera b), della legge 23 dicembre 1996, n. 662; concorda con le direzioni generali competenti le determinazioni
da assumere in sede di conferenza di servizi per interventi di carattere intersettoriale o
di dimensione sovraregionale; partecipa alle riunioni del Consiglio superiore per i beni
culturali e paesaggistici, senza diritto di voto; coordina le iniziative in materia di sicurezza del patrimonio culturale; coordina l’attività’ di tutela in base a criteri uniformi ed
omogenei sull’intero territorio nazionale; coordina le iniziative atte ad assicurare la catalogazione del patrimonio culturale, ai sensi dell’art. 17 del Codice; coordina gli interventi conseguenti ad emergenze nazionali ed internazionali, questi ultimi anche in
collaborazione con il Dipartimento per la protezione civile; coordina la predisposizione
delle relazioni di legge alle Istituzioni ed Organismi sovranazionali ed al Parlamento,
(anche ai sensi dell’art. 84 del Codice); coordina gli esiti delle elaborazioni dei programmi
annuali e pluriennali di competenza delle direzioni generali del Ministero e dei relativi
piani di spesa, da sottoporre all’approvazione del Ministro; formula proposte al Ministro, sentiti i direttori generali, centrali e regionali ai fini dell’esercizio delle funzioni di
cui all’art. 4, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni; coordina le attività internazionali, ivi comprese quelle relative alle convenzioni
UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, sulla protezione
e la promozione delle diversità delle espressioni culturali, nonché per la salvaguardia del
patrimonio culturale immateriale; coordina le attività di studio e di ricerca, attraverso
l’Ufficio studi; svolge le funzioni di coordinamento e vigilanza, anche ai fini dell’approSEGRETARIATO GENERALE
Servizio II
Servizio ispettivo
Servizio I
Coordinamento studi
Istituti dotati di
autonomie speciale
Istituti centrali
Istituto Centrale
per il catalogo e la
documentazione
Istituto Superiore per la
Conservazione
ed il Restauro
Opificio delle Pietre Dure
Istituto Centrale per il
restauro e la conservazione
del patrimonio archivistico
e librario
11
Cultura a porte aperte
vazione del bilancio di previsione, delle relative proposte di variazione e del conto consuntivo, sull’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro, sull’Opificio delle pietre dure, sull’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio
archivistico e librario e sull’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione; coordina il Servizio ispettivo. Il Segretariato generale costituisce centro di responsabilità
amministrativa ai sensi dell’art. 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279 e successive modificazioni.
Il Segretariato generale si articola in sei uffici dirigenziali di livello non generale, compresi il Servizio ispettivo, cui sono assegnati quattordici dirigenti con funzioni ispettive,
gli Istituti centrali e l’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro.
Struttura
Servizio I - Coordinamento studi
Servizio II - Servizio ispettivo
Afferiscono al segretariato generale
Istituti centrali
1. Istituto centrale per il catalogo e la documentazione
2. Opificio delle pietre dure
3. Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario
Istituti dotati di autonomia speciale
1. Istituto superiore per la conservazione ed il restauro
Restauro della Porta del Paradiso del Ghiberti, Firenze. Opificio delle Pietre Dure
12
Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE, GLI AFFARI GENERALI,
L’INNOVAZIONE, IL BILANCIO ED IL PERSONALE
La Direzione Generale per l’organizzazione, gli affari
generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale svolge
funzioni e compiti in materia di bilancio e programmazione delle risorse finanziarie, nonché di qualità e
di standardizzazione delle procedure; cura la gestione
efficiente, unitaria e coordinata dell’organizzazione,
degli affari generali, del bilancio e del personale e dei
servizi comuni, anche mediante strumenti di innovazione tecnologica; è competente in materia di stato
giuridico e trattamento economico del personale, di relazioni sindacali, di concorsi, assunzioni, assegnazioni,
mobilità nazionale e formazione del personale nonché Progetto Fonia Dati Immagini
in materia di politiche del personale per le pari opportunità. La Direzione generale, inoltre, è competente per l’attuazione delle direttive del Ministro in ordine alle politiche del personale e alla contrattazione collettiva e per l’emanazione di indirizzi ai direttori regionali ai fini dell’applicazione dei contratti collettivi e
della stipula di accordi decentrati; elabora proposte per la definizione di una strategia unitaria per la modernizzazione dell’amministrazione, anche attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e traduce in progetti coordinati e piani d’azione il
conseguente disegno strategico assicurandone il monitoraggio e verificandone l’attuazione. La Direzione generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell’art.
3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni, ed è responsabile per l’attuazione dei piani gestionali di competenza della stessa. Da essa dipendono
funzionalmente, per gli aspetti contabili, le direzioni regionali di cui all’art. 17. La Direzione
generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale
si articola in sei uffici dirigenziali di livello non generale.
DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE, GLI AFFARI GENERALI,
L’INNOVAZIONE, IL BILANCIO ED IL PERSONALE
Servizio I
Affari generali,
sistemi informativi,
tecnologie innovative
Servizio III
Risorse aggiuntive
nazionali e
comunitarie per le
politiche di sviluppo,
organizzazione
e semplificazione
Servizio II
Bilancio e
programmazione
Servizio V
Ordinamento,
stato giuridico
e trattamento
economico del
personale
Servizio IV
Concorsi e
assunzioni, mobilità,
relazioni sindacali,
formazione
e aggiornamento
professionale
del personale
Servizio VI
Contenzioso
e procedimenti
disciplinari
relativi al
personale
Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici
(per gli aspetti contabili)
Struttura
Servizio I - Affari generali, sistemi informativi, tecnologie innovative
Servizio II - Bilancio e programmazione
Servizio III - Risorse aggiuntive nazionali e comunitarie per le politiche di sviluppo
organizzazione e semplificazione
Servizio IV - Concorsi e assunzioni, mobilità, relazioni sindacali, formazione e aggiornamento professionale del personale
Servizio V - Ordinamento, stato giuridico e trattamento economico del personale
Servizio VI - Contenzioso e procedimenti disciplinari relativi al personale
13
Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE
La Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale svolge funzioni e
compiti nei settori della promozione della conoscenza, della fruizione pubblica e della
valorizzazione del patrimonio culturale, in conformità a quanto disposto dall’art. 6 del
Codice, con riguardo a tutti gli istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101, commi 1 e
2, del Codice medesimo, che siano di pertinenza dello Stato o costituiti dallo Stato.
La Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale costituisce centro
di responsabilità amministrativa ai sensi dell’art. 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997,
n. 279, e successive modificazioni, ed è responsabile per l’attuazione dei piani gestionali di competenza della stessa.
La Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale si articola in due uffici dirigenziali di livello non generale.
DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE
Servizio I - Valorizzazione
del patrimonio culturale,
programmazione e bilancio
Servizio II - Comunicazione
e promozione
del patrimonio culturale
Struttura
Servizio I - Valorizzazione del patrimonio culturale, programmazione e bilancio
Servizio II - Comunicazione e promozione del patrimonio culturale
MP MIrabilia s.r.l. - www.mpmirabilia.it
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San Valentino è la festa dell’amore
e, come ogni anno,
il Ministero per i Beni e le Attività Culturali
vuole regalare a tutti una giornata
all’insegna dell’arte e della cultura.
Lo slogan Innamorati dell’Arte è un invito
a visitare e conoscere il patrimonio artistico
italiano insieme alle persone amate,
per condividere le emozioni e la gioia
che l’arte suscita in chi vi si accosta.
Il 14 febbraio, nei luoghi d’arte statali
(musei, monumenti e siti archeologici),
un biglietto d’ingresso
vale per due persone.
Tutte le iniziative sono pubblicate
sul sito istituzionale del Ministero.
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
Amore e Psiche, Ostia Antica (fine del III secolo d.C.)
Materiale divulgativo Grandi Eventi 2009
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Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA’
La Direzione Generale per le antichità svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle
Direzioni Regionali ed ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia,
relativi alla tutela di aree e beni archeologici, anche subacquei. Esercita la vigilanza sulle Soprintendenze speciali per i beni archeologici di Napoli e Pompei e di Roma. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo
7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni.
La Direzione Generale per le antichità si articola in sette uffici dirigenziali di livello non
generale, compresi gli Istituti dotati di autonomia speciale e gli Istituti nazionali. Con riguardo alle attività di valorizzazione, restano ferme le competenze della Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale.
DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA’
Servizio I - Affari generali,
programmazione, bilancio
e personale
Servizio II - Tutela del
patrimonio archeologico
Servizio III - Gestione
e circolazione
internazionale del
patrimonio archeologico
Istituti Nazionali
Istituti dotati di
autonomia speciale
Soprintendenza al Museo
Nazionale preistorico ed
etnografico “L. Pigorini”
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici di
Napoli e Pompei
Museo Nazionale d’Arte
Orientale
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici di
Roma
Struttura
Servizio I - Affari generali, programmazione, bilancio e personale
Servizio II - Tutela del patrimonio archeologico
Servizio III - Gestione e circolazione internazionale del patrimonio archeologico
Afferiscono alla Direzione Generale
1. Soprintendenza al Museo nazionale preistorico
ed etnografico “L. Pigorini” - con sede a Roma
2. Museo Nazionale d’Arte Orientale - con sede a
Roma
Istituti dotati di autonomia speciale
1. Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici
di Napoli e Pompei
2. Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici
di Roma
Cratere di Talos, Museo Archeologico
Nazionale, Ruvo di Puglia
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Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER IL PAESAGGIO, LE BELLE ARTI, L'ARCHITETTURA E L'ARTE
CONTEMPORANEE
La Direzione Generale per il paesaggio,
le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle Direzioni Regionali ed ai soprintendenti di settore ai
sensi delle disposizioni in materia, relativi alla tutela dei beni architettonici,
alla qualità ed alla tutela del paesaggio, alla tutela dei beni storici, artistici
ed etnoantropologici, ivi compresi i dipinti murali e gli apparati decorativi,
alla qualità architettonica ed urbanistica ed alla promozione dell’arte conReal Basilica, Superga (TO)
temporanea.
Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell’art. 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni, ed è responsabile per l’attuazione dei piani gestionali di competenza della stessa. Si articola in dodici uffici
dirigenziali di livello non generale, compresi gli Istituti dotati di autonomia speciale,
l’Istituto centrale per la demoetnoantropologia e gli Istituti nazionali. Con riguardo alle
attività di valorizzazione, restano ferme le competenze della Direzione generale per la
valorizzazione del patrimonio culturale.
DIREZIONE GENERALE PER LA QUALITÀ E LA TUTELA DEL PAESAGGIO, L’ARCHITETTURA E L’ARTE
Servizio I
Servizio II
Servizio III
Affari generali,
Tutela del patrimonio Tutela del patrimonio
programmazione,
architettonico
storico-artistico ed
bilancio e personale
etnoantropologico
Istituti Centrali
Istituti Nazionali
Istituto centrale per la
demoetnoantropologia
Soprintendenza alla
Galleria nazionale
d’arte moderna e
contemporanea
Istituto nazionale
per la grafica
Servizio IV
Tutela e qualità
del paesaggio
Servizio V
Architettura e arte
contemporanee
Istituti dotati di
autonomia speciale
Soprintendenza speciale
per il patrimonio storico,
artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale
della città di Venezia e dei
Comuni della Gronda
lagunare
Soprintendenza speciale
per il patrimonio storico,
artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale
della città di Napoli
Soprintendenza speciale
per il patrimonio storico,
artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale
della città di Roma
Soprintendenza speciale
per il patrimonio storico,
artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale
della città di Firenze
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Cultura a porte aperte
Struttura
Servizio I Servizio II Servizio III Servizio IV Servizio V -
Affari generali, programmazione, bilancio e personale
Tutela del patrimonio architettonico
Tutela del patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico
Tutela e qualità del paesaggio
Architettura e arte contemporanee
Istituti nazionali
1. Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea – con sede
a Roma
2. Istituto nazionale per la grafica con sede a Roma
Alla Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee afferiscono:
Istituti centrali
1. Istituto centrale per la demoetnoantropologia
Istituti dotati di autonomia speciale
1. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e
per il Polo museale della città di Venezia e dei Comuni della Gronda lagunare
2. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e
per il Polo museale della città di Napoli
3. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e
per il Polo museale della città di Roma
4. Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e
per il Polo museale della città di Firenze
Villa Romana, Sirmione (BS)
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Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI
La Direzione Generale per gli Archivi svolge le funzioni e i compiti, non attribuiti alle Direzioni Regionali o ai soprintendenti di settore ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alla tutela dei beni archivistici.
Svolge le funzioni di coordinamento e di vigilanza sull'Archivio Centrale dello Stato e
sull'Istituto Centrale per gli archivi.
In materia informatica, elabora e coordina le metodologie archivistiche relative all'attività di ordinamento e di inventariazione, esercita il coordinamento dei sistemi informativi archivistici sul territorio nazionale, studia ed applica sistemi di conservazione
permanente degli archivi digitali, promuove l'applicazione di metodologie e parametri,
anche attraverso iniziative di formazione e aggiornamento.
Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto
legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. La Direzione generale per gli
archivi si articola in nove uffici dirigenziali di livello non generale, compresi quelli aventi
sede nelle regioni Sicilia e Trentino-Alto Adige, l’Istituto centrale per gli archivi e l’Archivio centrale dello Stato. Con riguardo alle attività di valorizzazione, restano ferme le
competenze della Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale.
DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI
Servizio II
Tutela e conservazione
del patrimonio
archivistico
Servizio I
Affari generali,
programmazione,
bilancio e personale
Soprintendenza
archivistica per la Sicilia
con sede a Palermo
Archivio di Stato di
Catania
Istituti centrali
Istituti dotati di
autonomia speciale
Istituto centrale per
gli archivi
Archivio centrale
dello Stato
Archivio di Stato di
Palermo
Soprintendenza
Archivistica di Trento
Struttura
Servizio I - Affari generali, programmazione, bilancio e personale
Servizio II - Tutela e conservazione del patrimonio archivistico
Servizio III – Studi e ricerca
Alla Direzione Generale per gli Archivi afferiscono
1. Soprintendenza archivistica per la Sicilia con sede a Palermo
2. Archivio di Stato di Catania
3. Archivio di Stato di Palermo
4.Soprintendenza Archivistica di Trento
Istituti centrali
1. Istituto centrale per gli archivi
Istituti dotati di autonomia speciale
1. Archivio centrale dello Stato
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Servizio III
Studi e ricerca
Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER LE BIBLIOTECHE, GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO
D'AUTORE
La Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali ed il Diritto d'autore svolge
funzioni e compiti non attribuiti alle Direzioni Regionali e ai soprintendenti di settore
ai sensi delle disposizioni in materia, relativi alle biblioteche pubbliche statali, ai servizi
bibliografici e bibliotecari nazionali, agli istituti culturali, alla promozione del libro e
della lettura ed alla proprietà letteraria e diritto d'autore. Sentite le altre Direzioni Generali competenti, svolge i compiti in materia di proprietà letteraria e di diritto d'autore e di vigilanza sulla Società italiana autori ed editori (SIAE) ai sensi dell'articolo 10
del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, e successive modificazioni.
Restano ferme la composizione e le competenze del Comitato consultivo permanente
per il diritto di autore di cui all'articolo 190 della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive
modificazioni, che opera presso la Direzione Generale e svolge funzioni di organo consultivo centrale.
Svolge le funzioni di coordinamento e di vigilanza sull'Istituto Centrale per il Catalogo
Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, sul Centro per
il libro e la lettura e sull'Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto
legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. La Direzione generale per le
biblioteche, gli istituti culturali ed il diritto d’autore si articola in otto uffici dirigenziali
di livello non generale, compresi gli Istituti centrali e gli Istituti dotati di autonomia speciale. Con riguardo alle attività di valorizzazione, restano ferme le competenze della Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale.
DIREZIONE GENERALE PER LE BIBLIOTECHE, GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE
Servizio I - Affari
generali, programmazione, bilancio e personale
Servizio II - Patrimonio
bibliografico ed
istituti culturali
Istituti centrali
Servizio III
Diritto d’autore e
vigilanza sulla SIAE
Istituti dotati di
autonomia speciale
Istituto centrale per il
catalogo unico delle
biblioteche italiane e per
le informazioni
bibliografiche
Biblioteca nazionale
centrale di Roma
Istituto centrale per i beni
sonori ed audiovisivi
Centro per il libro e la
lettura
Biblioteca nazionale
centrale di Firenze
Struttura
Servizio I - Affari generali, programmazione, bilancio e personale
Servizio II - Patrimonio bibliografico ed Istituti culturali
Servizio III - Diritto d’autore e vigilanza sulla SIAE
Alla Direzione Generale afferiscono:
Istituti centrali
1. Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni
bibliografiche
2. Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi
Istituti dotati di autonomia speciale
1. Biblioteca nazionale centrale di Roma
2. Biblioteca nazionale centrale di Firenze
3. Centro per il libro e la lettura
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Cultura a porte aperte
DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA
La Direzione Generale per il Cinema svolge funzioni e compiti in
materia di attività cinematografiche. Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni. La
Direzione Generale per il cinema si articola in tre uffici dirigenziali
di livello non generale.
Elsa Martinelli sul set
DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA
Servizio II
Produzione,
distribuzione, esercizio
e industrie tecniche
Servizio I
Affari generali,
programmazione,
bilancio e personale
Servizio III
Promozione
delle attività
cinematografiche
in Italia e all’estero
Struttura
Servizio I - Affari generali, programmazione, bilancio e personale
Servizio II - Produzione, distribuzione, esercizio e industrie tecniche
Servizio III - Promozione delle attività cinematografiche in Italia e all’estero
DIREZIONE GENERALE PER LO SPETTACOLO DAL VIVO
La Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo svolge funzioni e compiti in materia di
attività di spettacolo dal vivo, con riferimento alla musica, alla danza, al teatro, ai circhi,
allo spettacolo viaggiante ed ai festival teatrali.
Restano ferme la composizione e le competenze dell'Osservatorio dello spettacolo, che
opera presso la stessa Direzione Generale. Resta fermo quanto previsto all'articolo 11,
comma 2, del decreto legislativo 21 dicembre 1998, n. 492, e successive modificazioni.
Costituisce centro di responsabilità amministrativa ai sensi dell'articolo 3 del decreto
legislativo 7 agosto 1997, n. 279, e successive modificazioni.
Si articola in tre uffici dirigenziali non generali, i cui compiti sono definiti con decreto ministeriale di natura non regolamentare.
DIREZIONE GENERALE PER LO SPETTACOLO DAL VIVO
Servizio I - Attività liriche
e musicali
Servizio II - Attività
teatrali
Servizio III - Attività di
danza, circensi e dello
spettacolo viaggiante
Struttura
Servizio I - Attività liriche e musicali
Servizio II - Attività teatrali
Servizio III - Attività di danza, circensi e dello
spettacolo viaggiante
Teatro la Scala, Milano
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Cultura a porte aperte
ISTITUTI TERRITORIALI
DIREZIONE REGIONALI PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
Le Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici coordinano l'attività delle strutture periferiche del Ministero di cui all'articolo 16, comma
1, lettere b), c), d), e), e f), presenti nel territorio regionale.
Curano i rapporti del Ministero e delle strutture periferiche
con le regioni, gli enti locali e le altre istituzioni presenti
nella regione medesima, e, fra l’altro, sono titolari di competenze in materia di verifica di interesse culturale, di dichiarazione di interesse storico artistico, di emanazione di
provvedimenti di tutela indiretta, di autorizzazione di interventi nei quali siano presenti aspetti di competenza di
diverse soprintendenze, di autorizzazione di alienazioni,
permute, costituzione di ipoteca o pegno.
A loro è riconosciuto il ruolo di stazione appaltante. Costituiscono centri di costo e dipendono, funzionalmente, per Castello, Rapallo (GE)
quanto riguarda gli aspetti contabili, dalla Direzione Generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale.
Gli archivi e le Biblioteche, pur nel rispetto della loro autonomia scientifica, costituiscono articolazione delle Direzioni Regionali. Le Direzioni Regionali si articolano negli uffici dirigenziali non generali di seguito elencati:
Soprintendenze per i Beni Archeologici, Architettonici e Paesaggistici, Storici, Artistici
ed Etnoantropologici
In particolare:
- unificano e aggiornano le funzioni di catalogo e tutela nell'ambito della regione di
competenza, secondo criteri definiti dalle competenti direzioni centrali;
- autorizzano l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere sui beni culturali;
- dispongono l'occupazione temporanea di immobili per l'esecuzione di ricerche archeologiche o di opere dirette al ritrovamento di beni culturali;
- provvedono all'acquisto di beni e servizi in economia;
- partecipano ed esprimono pareri, riferiti ai settori e agli ambiti territoriali di competenza, nelle conferenze di servizi;
- amministrano e controllano beni dati in consegna;
- curano l'istruttoria finalizzata alla stipula di accordi e convenzioni con i proprietari di beni
culturali oggetto di interventi conservativi alla cui spesa ha contribuito il Ministero al
fine di stabilire le modalità per l'accesso ai beni medesimi da parte del pubblico;
- istruiscono e propongono i provvedimenti di verifica dell'interesse culturale;
- svolgono le istruttorie e propongono al direttore generale centrale competente i provvedimenti relativi a beni di proprietà privata;
- esprimono pareri sulle alienazioni, le permute, le costituzioni di ipoteca e di pegno ed ogni ltro negozio
giuridico che comporti il trasferimento a titolo oneroso di beni culturali appartenenti a soggetti pubblici
come identificati dal Codice;
- istruiscono i procedimenti concernenti le sanzioni ripristinatorie e pecuniarie previste dal Codice;
- istruiscono e propongono alla direzione generale centrale competente l'esercizio del diritto di prelazione;
- esercitano i compiti in materia di tutela del paesaggio ad esse affidati in base al Codice;
- esercitano ogni altra competenza ad esse affidata in
Abbazia di Collemaggio, L’Aquila
base al Codice.
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Cultura a porte aperte
Soprintendenze Archivistiche
Le Soprintendenze archivistiche, che hanno ambito regionale, esercitano le funzioni di tutela e vigilanza sugli archivi
non statali: archivi di enti pubblici territoriali o di altri enti
pubblici, archivi privati dichiarati di interesse storico particolarmente rilevante (i relativi provvedimenti di dichiarazione sono emessi dal soprintendente stesso) e archivi delle
confessioni religiose (previe intese).
La vigilanza, termine tecnico che indica il controllo, comprende diverse attività: il Codice stabilisce che l’esecuzione di
opere e lavori di qualunque genere sugli archivi dell’Ente
sono subordinati ad autorizzazione della Soprintendenza; la
stessa va concessa su progetto o almeno su descrizione tecnica dell’intervento” con eventuali prescrizioni delle cautele
necessarie (articoli 21 cc. 4-5 e 31) e la inosservanza è sanzioLivres de laudes et dévotions
nata. Tra i principali compiti propri delle Soprintendenze si
1435 - 1440, Archivio di Stato
segnalano inoltre: la concessione del nulla osta allo scarto
di Torino
dei documenti; il rilascio dell’autorizzazione preventiva al
trasferimento ed all’esposizione temporanea; la verifica dell’idoneità di sedi, attrezzature ed impianti, la vigilanza sugli interventi di restauro; altresì la vigilanza sul commercio di archivi e/o singoli documenti di comprovato valore; la consulenza, su richiesta,
sui metodi di conservazione, di ordinamento e di inventariazione.
Archivi di Stato
Gli Archivi di Stato dipendono dalle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici ai sensi dell’art.17, comma 1 del DPR n.233 del 26/11/2007 e svolgono funzioni di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio documentario dello Stato, secondo
le disposizioni vigenti.
A tal fine, in particolare:
a) conservano, tutelano e valorizzano:
1) gli archivi degli Stati italiani preunitari;
2) i documenti degli organi giudiziari e amministrativi
dello Stato non più occorrenti alle ordinarie esigenze
del servizio, acquisiti a norma dell’articolo 41 del Codice dei Beni Culturali;
3) tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato
abbia in proprietà o in deposito per disposizione di
legge o a qualsiasi titolo;
b) esercitano la sorveglianza, mediante la partecipazione
alle commissioni istituite ai sensi dell’articolo 30 del testo
unico, sugli archivi correnti e di deposito degli organi amSigillo del Vescovo Alberto
ministrativi e giudiziari dello Stato e sulla gestione dei
di Egna 1324 - 1336, Archivio
flussi documentali, qualunque ne sia il supporto, anche in
di Stato di Bolzano
base alla normativa vigente in materia di riproduzione
sostitutiva di documenti digitali e gestione elettronica dei documenti a norma degli
articoli 42-46 del D. LGS 82/2005 Codice dell’Amministrazione digitale e del DPR n.
445 del 28/12/2000 T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa;
c) esplicano i compiti relativi al trattamento e alla comunicazione dei documenti riservati;
d) svolgono le attività di promozione.
e) curano lo studio, la ricerca, l’ordinamento, l’inventariazione, la riproduzione e la
conservazione dei documenti conservati, e possono sottoscrivere, per tali fini e per
quelli di didattica e valorizzazione, convenzioni con enti pubblici ed istituti di studio e ricerca.
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Cultura a porte aperte
Biblioteche Statali
Le Biblioteche Pubbliche Statali dipendono dalla competente Direzione Generale e
svolgono funzioni di tutela e valorizzazione delle raccolte e degli altri beni librari che
lo Stato ha in proprietà o in deposito per disposizione di legge o per altro titolo.
Tenuto conto della specificità delle raccolte, della tipologia degli utenti e del contesto
territoriale in cui ciascuna è inserita, svolgono, in particolare, i seguenti compiti:
a) acquisire, raccogliere e conservare la produzione editoriale italiana e straniera;
b) conservare, accrescere e valorizzare le proprie raccolte;
c) realizzare con altre biblioteche, con istituti ed enti, sistemi integrati di informazione e servizi;
d) attività di promozione.
Le Biblioteche Universitarie, in particolare, svolgono le proprie funzioni in coordinamento con le università nelle forme ritenute più idonee sul piano dei servizi e delle acquisizioni. Le Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e di Roma, in attuazione dei servizi
bibliografici e bibliotecari nazionali, assicurano altresì in autonomia, la tutela, la conservazione, la gestione, la documentazione e la disponibilità della produzione editoriale italiana raccolta per deposito legale.
Salone Settecentesco, Biblioteca statale di Montevergine, Mercogliano (AV)
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Cultura a porte aperte
ATTIVITÀ
Al Ministero per i Beni e le Attività Culturali è demandato il compito di tutelare, conservare, valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio esistente per fronteggiare il
quale sono necessarie risorse finanziarie adeguate e organizzazioni efficienti.
Ai sensi dell’articolo 2 del Codice per i beni culturali e per il paesaggio “Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e
dai beni paesaggistici”.
Della prima categoria fanno parte: le cose immobili e mobili
che presentano interesse storico, artistico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate quali testimonianze aventi valore di civiltà (di cui alla ex
legge 1089 del 1939), ed i beni di interesse paesaggistico (già
tutelati dalla legge 1497 del 1939 e dalla legge "Galasso" 431 del
1985), frutto della millenaria antropizzazione e stratificazione
storica del nostro territorio, un unicum nell'esperienza euroRestauro di un affresco, pea e mondiale tale da meritare tutto il rilievo e la protezione
Opificio delle Pietre Dure dovuti.
Tutela, Conservazione, Valorizzazione e Gestione
Sono questi i compiti istituzionali del MiBAC, sanciti dall’art. 9 della Costituzione, il
quale stabilisce che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Nel 2004 entra in vigore il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 22 Gennaio
2004, n. 42 ai sensi dell'Articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137), meglio conosciuto
come Codice Urbani che determina una semplificazione legislativa rispetto alla previgente disciplina, fornendo uno strumento per tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio, anche attraverso il coinvolgimento degli Enti Locali.
I principali capisaldi del testo si possono così sintetizzare:
a) recupero del paesaggio nell’ambito del patrimonio culturale, del quale costituisce
parte integrante alla pari degli altri beni culturali;
b) riconoscimento del carattere rigorosamente unitario della tutela dell’intero patrimonio storico-artistico e paesaggistico così come previsto dalla Costituzione della
Repubblica, sia nell’art. 9, sia nel nuovo Titolo V agli art.117-118;
c) formulazione di un apposito demanio culturale nell’ambito del più ampio patrimonio pubblico, al quale sono ascritti tutti quei beni la cui piena salvaguardia ne richiede
il mantenimento nella sfera della proprietà pubblica;
d) subordinazione della pianificazione urbanistica a quella paesaggistica.
La materia dei Beni Culturali si presenta, inoltre, notevolmente ampliata, con alcune
aperture a settori finora trattati altrove, come la gestione museale, le procedure di intervento conservativo, il campo dell’arte contemporanea.
Tutela
Le attività consistono nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette
ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e
la conservazione per fini di pubblica fruizione. Tali funzioni vengono esercitate direttamente dal Ministero e tramite forme di
intesa e coordinamento, possono essere esercitate dalle Regioni.
I termini della cooperazione tra Stato, Regioni e
Enti locali nell’esercizio della tutela sono stati
affrontati e regolati anche dal Codice Urbani che
assicura una logica unitaria negli interventi di Restauro di un affresco, Opificio delle Pietre Dure
24
Cultura a porte aperte
tutela e un sistema integrato nella valorizzazione dei beni, in base all’art. 118 della Costituzione. Inoltre, conferisce alle Regioni ordinarie la tutela dei beni librari.
La conservazione del patrimonio culturale consiste in una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro (art. 29 del Codice
Urbani). L’insieme di queste attività fa si che si possano limitare le situazioni di rischio
connesse al bene culturale nel suo contesto, controllare le condizioni del bene al fine di
mantenerne l’integrità, l’efficienza funzionale e l’identità, garantire l’integrità materiale
ed il recupero del bene, la sua protezione e la trasmissione dei valori culturali di cui è portatore.
Valorizzazione
Le attività consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di risorse, strutture o reti,
ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al
perseguimento di ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e conservazione dei Beni Culturali e Ambientali e ad
incrementare la fruizione.
Tra le azioni istituzionali, quella di maggior ri- Restauro di un globo, Istituto Centrale per
lievo, anche a livello internazionale, è il re- il Restauro e la Conservazione del Patrimonio
stauro, uno dei nodi principali attorno al quale Archivistico e Librario
si sviluppa il lavoro di tutela e conservazione del patrimonio artistico italiano.
Esso si configura come ponte tra conservazione e innovazione, tra la componente più solida, stratificata e specifica dell’operare sul patrimonio culturale e la componente più fluida
e moderna dello stesso ambito di intervento. Il dibattito culturale contemporaneo sugli interventi di restauro è arricchito dalla componente ecologica e ambientale che si affianca
al consueto obiettivo della conservazione e della trasmissione alle future generazioni del
nostro prezioso patrimonio artistico e culturale, fatto non solo di edifici, sculture e dipinti,
ma anche di libri, documenti, fotografie e pellicole cinematografiche.
Il paesaggio e l’architettura contemporanea, negli ultimi anni, stanno diventando tema centrale di dibattito tra Pubblica Amministrazione e mondo dell’associazionismo e impresa.
Le strutture d’eccellenza nel campo della ricerca e del restauro sono l’Istituto Superiore
per la Conservazione ed il Restauro, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione
del Patrimonio Archivistico e Librario, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e l’Opificio delle Pietre Dure che operano ad altissimo livello tecnico scientifico
e professionale e sono punto di riferimento in tutto il mondo.
Gestione
Il Ministero, attraverso i propri Istituti, gestisce un immenso patrimonio storico, artistico e paesaggistico, il più importante del mondo (circa il 60% del patrimonio culturale
mondiale), costituito da oltre 20.000 centri storici, 45.000 tra castelli e giardini, 30.000
dimore storiche, 100.000 chiese, 2.000 siti archeologici, 3.500 musei pubblici e privati,
9.000 monumenti, centinaia di parchi. Si può certamente affermare che quella italiana
si configura come l’offerta al pubblico più ricca d’Europa.
Tale ricchezza rappresenta un tesoro di inestimabile valore da difendere e valorizzare in
quanto cuore della nostra identità di Paese ma anche elemento di richiamo per i turisti
di tutto il mondo, che determina un modello di vita apprezzato a livello internazionale
in grado di generare effetti positivi sull’economia (occupazione, turismo, servizi) e sulla
qualità della vita (paesaggio, ambiente, istruzione).
L’obiettivo della virtuosa combinazione tra il massimo rigore nella tutela e lo sviluppo
economico e sociale può e deve essere raggiunto anche con l’intento di rendere l’Italia
un caso esemplare a livello internazionale.
In particolare, vista la rilevanza numerica (44) dei siti italiani inseriti nella lista dell’Unesco, la valorizzazione e la gestione di questi ultimi deve basarsi sull’azione comune
25
Cultura a porte aperte
tra il tessuto produttivo, le istituzioni culturali e le amministrazioni locali, all’insegna
della sostenibilità.
PROMOZIONE
Al fine di rendere fruibile il grande patrimonio italiano, il MiBAC ha l’ulteriore compito
di spiegare con chiarezza ai cittadini le norme che lo tutelano, rendendoli in questo
modo partecipi della difesa dei beni culturali, stimolando ciascuno a sentirsene emotivamente partecipe ed interprete. Compito questo, gravoso e affascinante allo stesso
tempo. Se il vecchio sistema comunicativo era pensato in funzione di quello che si potrebbe definire un “utente modello” (mediamente preparato sulla materia, culturalmente evoluto, in grado di condividere lo stesso contesto e molto motivato alla
comprensione), oggi si sta tentando di superare tale approccio con nuove modalità di
gestione sempre più orientate alle esigenze delle differenti e sempre più vaste fasce di
pubblico. Per svolgere più efficacemente i compiti istituzionali il MiBAC ha investito
molto in un adeguamento tecnologico, informatico ed organizzativo, imperniato su
nuove forme di intervento e su servizi adeguati alla domanda di una utenza sempre
più esigente. L’assetto operativo sia a livello centrale che periferico è indirizzato verso
una qualità amministrativa che ottimizza l’utilizzo di tutte le risorse finanziarie disponibili e delle professionalità presenti.
Il successo dell’operazione di valorizzazione dei luoghi della cultura che si misura in
base alla soddisfazione dei visitatori ed alla percezione che questi hanno dei luoghi
stessi, passa necessariamente attraverso una puntuale ed attenta strategia di comunicazione integrata che trova il suo strumento fondamentale nel Piano di Comunicazione.
In tal senso, l’impegno del MiBAC si è concentrato su l’apertura prolungata dei luoghi
d’arte per renderli sempre più fruibili. Un’attenzione particolare è richiesta alle Soprintendenze per migliorare l’accoglienza presso le aree archeologiche incrementando le
visite guidate ai cantieri di scavo e di restauro e migliorando l’accessibilità, la comunicazione, l’offerta culturale e l’attenzione verso esigenze ed aspettative dei visitatori.
Una cura particolare è stata riservata anche ai temi dell’adeguamento funzionale e delle
barriere architettoniche e alla semplificazione delle modalità di fruizione.
La qualità delle realizzazioni architettoniche si traduce sempre in una futura qualità
della vita per tutti i cittadini che guardano all’opera come ad una parte del paesaggio
urbano che abitano e attraversano ogni giorno.
Valutazione, valorizzazione e programmazione sono,
quindi, i tre paradigmi definitori del cambiamento di
atteggiamento e di prospettiva del decisore pubblico
nei confronti dei Beni Culturali. Si è passati, infatti, da
un modello statico conservativo a un modello gestionale dinamico, dalla semplice conservazione alla gestione e alla valorizzazione, orientate alla fruibilità
sociale.
Il dicastero è quindi una struttura complessa, che collabora e dialoga sempre più con istituzioni ed enti sia nazionali che internazionali, con le Università e il mondo
accademico, con le associazioni di settore e con il mondo
imprenditoriale, oltreché con i cittadini. Quest’ultimo è
forse il compito più complesso poiché si tratta da un lato
di offrire un’immagine coerente e rendere più facile il
rapporto con il pubblico dal punto di vista burocratico e
amministrativo, dall’altro di rendere consapevoli i cittadini dell’importanza della cultura, nella varietà delle sue
espressioni, per il miglioramento della qualità della vita
e il riconoscimento di un forte senso di identità nazionale legato alle radici storico artistiche del Paese.
Materiali divulgativi Grandi Eventi 2009
26
Cultura a porte aperte
L’attività di promozione viene realizzata attraverso l’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento di iniziative culturali e grandi eventi
rivolti al pubblico e diffusi su tutto il territorio
nazionale e non solo. Un esempio sono le grandi
mostre e i grandi9 eventi come la Settimana
della Cultura, le giornate europee del Patrimonio, la Festa Europea della Musica, etc. Il MiBAC,
attraverso un’intensa collaborazione con gli Enti
locali e con gli operatori privati, punta a rendere Stand istituzionale del MiBAC, Salone dell’Arte
questi eventi un potente strumento di markedel Restauro e della Conservazione dei Beni
Culturali e Ambientali, Ferrara 2009
ting territoriale per promuovere insieme opere
d’arte e città, i territori e i loro prodotti, rafforzando il turismo culturale interno e quello proveniente dall’estero.
Altri strumenti di promozione sono la partecipazione a manifestazioni fieristiche nelle
quali, attraverso scelta tematiche, vengono di volta in volta rappresentate le diverse realtà istituzionali del Ministero; la promozione di iniziative e di contatti con gli organi di
comunicazione e di informazione nazionali ed internazionali; l’organizzazione di concorsi rivolti ai giovani e iniziative in collaborazione con gli Enti locali, per promuovere e
valorizzare il patrimonio italiano e le idee.
Ad esempio, il settore delle biblioteche e delle istituzioni culturali conosce oggi un momento di forte crescita in termini progettuali, gestionali, organizzativi e, soprattutto, in
termini di servizi. Innovazione tecnologica e collaborazione istituzionale sono dunque
i presupposti operativi dell’attuale attività in favore dei beni librari. Dopo anni di stasi,
è stata rafforzata l’attività di ristrutturazione edilizia delle sedi delle biblioteche pubbliche statali, che debbono ora essere dotate di moderni sistemi antincendio, antifurto,
antitaccheggio, antiscasso e di impianti di controllo e sicurezza.
L’incremento consistente del numero dei visitatori delle biblioteche negli ultimi anni, è stato
soprattutto determinato da un uso ampio e vario delle biblioteche che diventano sempre
più centri informativi per effettuare ricerche e consultare fonti in rete. La rete del Servizio Bibliotecario Nazionale è stata potenziata attraverso lo sviluppo e l’applicazione degli strumenti tecnologici che consentono la digitalizzazione dell’intero patrimonio bibliografico.
L’amministrazione archivistica è il settore del MiBAC che ha il maggior numero di istituti operanti sul territorio. L’attenzione negli ultimi anni si è concentrata soprattutto
sul recupero di antichi edifici e sull’acquisizione di immobili per ricavare nuovi spazi da
dedicare agli archivi. Il patrimonio archivistico è in continuo aumento, basti pensare all’archivio centrale dello Stato, che ha festeggiato nel 2003 il 50esimo della sua nascita
e dispone attualmente di circa 700.000 pezzi.
Conservazione, valorizzazione e promozione sono anche al centro delle iniziative intraprese dal MiBAC a sostegno dei musei, cuore pulsante della vita culturale dei centri urbani e luogo perfetto d’incontro tra tradizione e innovazione. Il museo come strumento
per la conservazione dei contenuti culturali e come garanzia della loro sopravvivenza e
della loro trasmissione alle generazioni future diventa oggi, non solo strumento di diffusione della conoscenza e della cultura ma anche luogo aperto di studio e di ricerca,
strumento integrativo dell’educazione scolastica.
Il museo, dunque, assolve sempre più ad una missione di formazione permanente grazie all’esposizione delle sue collezioni, le quali permettono lo sviluppo di temi storici, di
storia della cultura, di arte, di scienze naturali e di storia della tecnica e costituiscono la
base dell’attività educativa.
Il MiBAC non sfugge alla crisi economica e finanziaria che l’Italia e il mondo intero
stanno attraversando. Nonostante i tagli al bilancio e la conseguente esiguità delle risorse disponibili, che rendono più difficile la realizzazione delle iniziative previste, il
MiBAC continua a sostenere le strategie sopra enunciate e i progetti già avviati senza
trascurare la programmazione di nuovi interventi e sinergie anche grazie ad un’ notevole attività di sponsorizzazione che ha reso possibile l’avvio e la realizzazione di molti
progetti in collaborazione con le varie realtà produttive, nazionali ed internazionali.
27
Elenco generale
degli Istituti Territoriali
del MiBAC
ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC
ARCHIVI DI STATO
ABRUZZO
Archivio di Stato di Chieti
(e sezione di Lanciano)
Via F. Ferri, 25/27
66100 Chieti
Archivio di Stato di L’Aquila
(e sezioni di Avezzano e Sulmona)
Piazza della Repubblica, 9
67100 L’Aquila
Archivio di Stato di Pescara
Piazza della Marina, 2-4
65126 Pescara
Archivio di Stato di Teramo
Corso Porta Romana, 68
64100 Teramo
BASILICATA
EMILIA-ROMAGNA
Archivio di Stato di Bologna
(e sezione di Imola)
Piazza Celestini, 4
40123 Bologna
Archivio di Stato di Ferrara
Corso Giovecca, 146
44100 Ferrara
Archivio di Stato di Forlì
(e sezione di Cesena)
Via dei Gerolimini, 6
47100 Forlì
Archivio di Stato di Modena
Corso Cavour, 21
41100 Modena
Archivio di Stato di Parma
Via d’Azeglio, 45
43100 Parma
Archivio di Stato di Matera
Via T. Stigliani, 25
75100 Matera
Archivio di Stato di Piacenza
Piazza Cittadella, 29
29100 Piacenza
Archivio di Stato di Potenza
Via Nazario Sauro, 1
85100 Potenza
Archivio di Stato di Ravenna
(e sezione di Faenza)
Via Guaccimanni, 51
48100 Ravenna
CALABRIA
Archivio di Stato di Catanzaro
(e sezione di Lamezia Terme)
Piazza Rosario, 6
88100 Catanzaro
Archivio di Stato di Cosenza
(e sezione di Castrovillari)
Via Miceli, 67-79
87100 Cosenza
Archivio di Stato di Reggio Calabria
(e sezioni di Locri e Palmi)
Via Lia Casalotto
89122 Reggio Calabria
Archivio di Stato di Vibo Valentia
Via Jan Palach, 46
89900 Vibo Valentia
CAMPANIA
Archivio di Stato di Avellino
Via S. Soldi, 9
83100 Avellino
Archivio di Stato di Benevento
Via G. De Vita, 3
82100 Benevento
Archivio di Stato di Caserta
Via dei Bersaglieri, 1
81100 Caserta
Archivio di Stato di Napoli
Piazzetta Grande Archivio, 5
80138 Napoli
Archivio di Stato di Salerno
Piazza Abate Conforti, 7
84121 Salerno
30
Archivio di Stato di Reggio Emilia
Corso Cairoli, 6
42100 Reggio Emilia
Archivio di Stato di Rimini
Piazzetta S. Bernardino, 1
47900 Rimini
FRIULI VENEZIA GIULIA
Archivio di Stato di Gorizia
Via dell’Ospitale, 2
34170 Gorizia
Archivio di Stato di Pordenone
Via Montereale, 7
33170 Pordenone
Archivio di Stato di Trieste
Via La Marmora, 17
34139 Trieste
Archivio di Stato di Udine
Via Urbanis, 1
33100 Udine
LAZIO
Archivio Centrale dello Stato
P.le degli Archivi 27
00144 Roma
Archivio di Stato di Frosinone
(e sezione di Anagni-Guarcino)
P.le De Matthaeis, 41
03100 Frosinone
Archivio di Stato di Latina
Via dei Piceni, 24
04100 Latina
Archivio di Stato di Rieti
Viale Ludovico Canali, 7
02100 Rieti
Archivio di Stato di Roma
Corso del Rinascimento, 40
00186 Roma
Via Galla Placidia, 93a
00159 Roma
Archivio di Stato di Viterbo
Via M. Romiti
01100 Viterbo
LIGURIA
Archivio di Stato di Genova
Piazza S. Maria in Via Lata, 7
16128 Genova
Archivio di Stato di Imperia
(e sezioni di San Remo e Ventimiglia)
Viale Matteotti, 105
18100 Imperia
Archivio di Stato di La Spezia
Via Galvani, 21
19124 La Spezia
Archivio di Stato di Savona
Via Quarda Superiore, 7
17100 Savona
LOMBARDIA
Archivio di Stato di Ascoli Piceno
(e sezione di Fermo)
Via S. Serafino da Montegranaro, 8c
63100 Ascoli Piceno
Archivio di Stato di Macerata
(e sezione di Camerino)
Corso Cairoli, 175
62100 Macerata
Archivio di Stato di Pesaro
(e sezioni di Fano e Urbino)
Via della Neviera, 44
61100 Pesaro
MOLISE
Archivio di Stato di Campobasso
Via Orefici, 43
86100 Campobasso
Archivio di Stato di Isernia
Corso Risorgimento – Centro Commerciale, 2
86170 Isernia
PIEMONTE
Archivio di Stato di Alessandria
Via G. Solero, 43
15100 Alessandria
Archivio di Stato di Asti
Via Govone, 9
14100 Asti
Archivio di Stato di Bergamo
Via Tasso, 84
24122 Bergamo
Archivio di Stato di Biella
Via Arnulfo, 15/a
13900 Biella
Archivio di Stato di Brescia
Via G. Galilei, 42-44
25118 Brescia
Archivio di Stato di Cuneo
Via Monte Zovetto, 28
12100 Cuneo
Archivio di Stato di Como
Via Briantea, 8
22100 Como
Archivio di Stato di Novara
Corso Cavallotti, 23
28100 Novara
Archivio di Stato di Cremona
Via Antica Porta Tintoria, 2
26100 Cremona
Archivio di Stato di Torino
Sezione prima
Piazza Castello, 209
10124 Torino
Archivio di Stato di Mantova
Via Ardigò, 11
46100 Mantova
Archivio di Stato di Milano
Via Senato, 10
20121 Milano
Archivio di Stato di Pavia
Via Cardano, 45
27100 Pavia
Archivio di Stato di Sondrio
Lungomallero Cadorna, 28
23100 Sondrio
MARCHE
Archivio di Stato di Ancona
(e sezione di Fabriano)
Via Maggini, 80
60127 Ancona
Sezioni riunite
Via Piave, 21
10122 Torino
Archivio di Stato di Verbania
Via Cadorna, 37
28922 Verbania
Archivio di Stato di Vercelli (e sezione di
Varallo)
Via Manzoni, 11
13100 Vercelli
PUGLIA
Archivio di Stato di Bari
Via P. Oreste, 45
70125 Bari
Archivio di Stato di Brindisi
Piazza S. Teresa, 4
72100 Brindisi
31
ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC
Archivio di Stato di Foggia
Piazza XX Settembre, 3
71100 Foggia
Archivio di Stato di Lecce
Via Sozy Carafa, 15
73100 Lecce
Archivio di Stato di Taranto
Via Di Palma, 4
74100 Taranto
SARDEGNA
Archivio di Stato di Cagliari
Via Gallura, 2
09100 Cagliari
Archivio di Stato di Nuoro
Via L. Oggiano, 22 - Palazzo Ticca
08100 Nuoro
Archivio di Stato di Oristano
Viale F. Ciusa, 4a
09170 Oristano
Archivio di Stato di Sassari
Via G.M. Angioy, 1/A
07100 Sassari
SICILIA
Archivio di Stato di Agrigento
(e sezione di Sciacca)
Via Mazzini 185
92100 Agrigento
Archivio di Stato di Caltanissetta
Via P. Borsellino, 2-2a
93100 Caltanissetta
Archivio di Stato di Catania
(e sezione di Caltagirone)
Via Vittorio Emanuele, 156
95131 Catania
Archivio di Stato di Enna
Via Scifitello, 20
94100 Enna
Archivio di Stato di Messina
Via XXIV Maggio, 18, isol. 291
98122 Messina
Archivio di Stato di Palermo
(e sezione di Termini Imerese)
Corso Vittorio Emanuele, 31
90133 Palermo
Archivio di Stato di Ragusa
(e sezione di Modica)
Viale del Fante, 7
97100 Ragusa
Archivio di Stato di Siracusa
(e sezione di Noto)
Via Tucidide, 24
96100 Siracusa
Archivio di Stato di Trapani
Via Libertà, 35
91100 Trapani
TOSCANA
Archivio di Stato di Arezzo
Piazza del Commissario, 1
52100 Arezzo
Archivio di Stato di Firenze
Viale Giovine Italia, 6
50122 Firenze
Archivio di Stato di Grosseto
Piazza Socci, 3
58100 Grosseto
Archivio di Stato di Livorno
Palazzo del Governo
57100 Livorno
Archivio di Stato di Lucca
Piazza Guidiccioni, 8
55100 Lucca
Archivio di Stato di Massa
(e sezione di Pontremoli)
Via G. Sforza, 3
54100 Massa
Archivio di Stato di Pisa
Lungarno Mediceo, 17
56100 Pisa
Archivio di Stato di Pistoia
(e sezione di Pescia)
Piazza Scuole Normali, 2
51100 Pistoia
Archivio di Stato di Prato
Via Ser Lapo Mazzei, 41
59100 Prato
Archivio di Stato di Siena
Via Banchi di Sotto, 52
53100 Siena
TRENTINO ALTO ADIGE
Archivio di Stato di Bolzano
Via Armando Diaz, 8
39100 Bolzano
Archivio di Stato di Trento
Via Maccani, 161
38100 Trento
UMBRIA
Archivio di Stato di Perugia (e sezioni di
Assisi, Foligno, Gubbio e Spoleto)
Piazza G. Bruno, 10
06100 Perugia
Archivio di Stato di Terni
(e sezione di Orvieto)
Via Cavour, 28
05100 Terni
VENETO
Archivio di Stato di Belluno
Via S. Maria dei Battuti, 3
32100 Belluno
Archivio di Stato di Padova
Via dei Colli, 24
35143 Padova
32
Archivio di Stato di Rovigo
Via Sichirollo, 9
45100 Rovigo
Urbino (PS) - 61029
Via Vittorio Veneto, 42
LAZIO
Archivio di Stato di Treviso
Via A. Marchesan, 11a
31100 Treviso
Anagni-Guarcino (FR) - 03012
Via del Monastero
Archivio di Stato di Varese
Via Col di Lana, 5
21100 Varese
Sanremo (IM) - 18038
Corso Cavallotti, 362
Archivio di Stato di Venezia
Campo dei Frari, S. Polo, 3002
30125 Venezia
Archivio di Stato di Verona
Via Franceschine, 2-4
37122 Verona
Archivio di Stato di Vicenza
(e sezione di Bassano del Grappa)
Borgo Casale, 91
36100 Vicenza
LIGURIA
Ventimiglia (IM) - 18039
Via Hanbury
PIEMONTE
Varallo (VC) - 13019
Via Tancredi Rossi, 9
PUGLIA
Barletta (BA) - 70051
Via Ferdinando d’Aragona, 130
Lucera (FG) - 71036
Via dei Saraceni, 1
SEZIONI DI ARCHIVI DI STATO
Trani (BA) - 70059
Via Dogali, 11
ABRUZZO
SICILIA
Avezzano (AQ) - 67051
Piazza Castello, Palazzina ex O.N.M.I.
Caltagirone (CT) - 95041
Via S. Maria di Gesù, 90
Lanciano (CH) - 66034
Viale Cappuccini, 131
Modica (RG) - 97015
Via Liceo Convitto, 33
Sulmona (AQ) - 67039
Via S. Cosimo, 16
Noto (SR) - 96017
Via Simone Impellizzeri, 2
CALABRIA
Sciacca (AG) - 92019
Via Giuseppe Verdi, 27
Castrovillari (CS) - 87012
Via Porta della Catena
Lamezia Terme (CZ) - 88046
Via Aldo Moro, palazzo Gigliotti
Termini Imerese (PA) - 90018
Via Stesicoro, 242
TOSCANA
Locri (RC) - 89044
Via Matteotti, 302
Pescia (PT) - 51017
Piazza XX Settembre, 3
Palmi (RC) - 89015
Via Carbone, 3
Pontremoli (MS) - 54027
Via Nazionale, ex Convento SS. Annunziata
EMILIA-ROMAGNA
UMBRIA
Cesena (FC) - 47023
Via Montalti, 4
Assisi (PG) - 06081
Traversa Via Croce
Faenza (RA) - 48018
Via Manfredi, 14
Foligno (PG) - 06034
Piazza del Grano, 2
Imola (BO) - 40026
Via Verdi, 6
Gubbio (PG) - 06024
Piazza XL Martiri, 1
MARCHE
Orvieto (TR) - 05018
Piazza del Duomo, 31
Camerino (MC) - 62032
Via Venanzi, 20
Fabriano (AN) - 60044
Via C. Battisti, 23
Fano (PS) - 61032
Via Castracane, 1
Spoleto (PG) - 06049
Piazzale Ermini, 1
VENETO
Bassano del Grappa (VI) - 36061
Via Beata Giovanna, 58
Fermo (AP) - 63023
Via Perpenti
33
ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC
SOPRINTENDENZE ARCHIVISTICHE
Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo
Via Conte di Ruvo, 74
65127 Pescara
Soprintendenza Archivistica per la Basilicata
Via Discesa S. Gerardo, 7
85100 Potenza
Soprintendenza Archivistica per la Calabria
Via Demetrio Tripepi, 59
89100 Reggio Calabria
Soprintendenza Archivistica per la
Campania
Via S. Biagio dei Librai, 39
80138 Napoli
Soprintendenza Archivistica per l’EmiliaRomagna
Galleria del Leone, 1
40125 Bologna
Soprintendenza Archivistica per il Friuli
Venezia Giulia
Via La Marmora, 17
34139 Trieste
Soprintendenza Archivistica per il Lazio
Corso Vittorio Emanuele II, 209
00186 Roma
Soprintendenza Archivistica per la Liguria
Passo S. Caterina Fieschi Adorno, 4a
16121 Genova
Soprintendenza Archivistica per la
Lombardia
Corso Magenta, 24
20123 Milano
Soprintendenza Archivistica per le Marche
Via dell’Agricoltura, 1
60127 Ancona
Soprintendenza Archivistica per il Molise
Via Isernia, 15
86100 Campobasso
Soprintendenza Archivistica per il Piemonte
e la Valle d’Aosta
Via S. Chiara, 40/h
10122 Torino
Soprintendenza Archivistica per la Puglia
Strada Sagges, 3
70122 Bari
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
Via Marche, 15-17
09127 Cagliari
Soprintendenza Archivistica per la Sicilia
Via Mariano Stabile, 160
90139 Palermo
Soprintendenza Archivistica per la Toscana
Via Ginori, 7
50123 Firenze
34
Soprintendenza Archivistica per il Trentino
Alto Adige
Via Vannetti, 13
38100 Trento
Soprintendenza Archivistica per l’Umbria
Via Martiri dei Lager, 65
06128 Perugia
Soprintendenza Archivistica per il Veneto
Campo dei Frari - San Polo, 3002
30125 Venezia
BIBLIOTECHE STATALI
BASILICATA
Biblioteca nazionale
Via del Gallitello - Palazzo Giuzio
85100 Potenza
CALABRIA
Biblioteca nazionale
Piazza Toscano
87100 Cosenza
CAMPANIA
Biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele III”
Piazza del Plebiscito, 1
80132 Napoli
Biblioteca universitaria
Via Giovanni Paladino, 39
80138 Napoli
EMILIA-ROMAGNA
Biblioteca universitaria
Via Zamboni, 33-35
40126 Bologna
Biblioteca Estense universitaria
Piazza S. Agostino, 337
41100 Modena
Biblioteca Palatina
Strada alla Pilotta, 3
43100 Parma
FRIULI VENEZIA GIULIA
Biblioteca statale Isontina
Via Goffredo Mameli, 12
34170 Gorizia
Biblioteca statale
Largo Papa Giovanni XXIII, 6
34123 Trieste
LAZIO
Discoteca di Stato
Via Castani, 32
00186 Roma
Biblioteca Angelica
Piazza S. Agostino, 8
00186 Roma
Biblioteca Casanatense
Via S. Ignazio, 52
00186 Roma
Biblioteca statale “Antonio Baldini”
Via di Villa Sacchetti, 5
00197 Roma
Biblioteca di archeologia e storia dell’arte
Piazza Venezia, 3
00186 Roma
Biblioteca di storia moderna e
contemporanea
Via M. Caetani, 32
00186 Roma
TOSCANA
Biblioteca Marucelliana
Via Cavour, 43/47
50129 Firenze
Biblioteca Medicea Laurenziana
Piazza San Lorenzo, 9
50123 Firenze
Biblioteca medica statale
Viale del Policlinico, 155
00161 Roma
Biblioteca Nazionale Centrale
Piazza Cavalleggeri, 1
50122 Firenze
Biblioteca nazionale centrale
Viale Castro Pretorio, 105
00185 Roma
Biblioteca Riccardiana
Via Ginori, 10
50129 Firenze
Biblioteca universitaria Alessandrina
Piazzale Aldo Moro, 5
00185 Roma
Biblioteca statale
Via S. Maria Corteorlandini, 12
55100 Lucca
Biblioteca Vallicelliana
Piazza della Chiesa Nuova, 18
00186 Roma
Biblioteca universitaria
Via Curtatone e Montanara, 15
56100 Pisa
LIGURIA
VENETO
Biblioteca Universitaria
Via Balbi, 3
16126 Genova
LOMBARDIA
Biblioteca Nazionale Braidense
Via Brera, 28
20121 Milano
Biblioteca Statale
Via Ugolani Dati, 4
26100 Cremona
Biblioteca Universitaria
Palazzo Centrale dell’Università
Strada Nuova, 65
27100 Pavia
MARCHE
Biblioteca statale
Via Garibaldi, 20
62100 Macerata
PIEMONTE
Biblioteca nazionale universitaria
Piazza Carlo Alberto, 3
10123 Torino
Biblioteca Reale
Piazza Castello, 191
10122 Torino
PUGLIA
Biblioteca Universitaria
Via San Biagio, 7
35121 Padova
Biblioteca Nazionale Marciana
Piazza San Marco, 7
30124 Venezia
BIBLIOTECHE MONUMENTI NAZIONALI
CAMPANIA
Biblioteca oratoriana del monumento
nazionale dei Girolamini
Via Duomo, 142
80138 Napoli
Biblioteca pubblica statale annessa al
monumento nazionale di Montevergine
Via Domenico Antonio Vaccaro, 1
83013 Mercogliano (AV)
Biblioteca del monumento nazionale della
Badia di Cava
Via Morcaldi, 6
84010 Cava de’ Tirreni (SA)
LAZIO
Biblioteca dell’Abbazia di Casamari
Abbazia di Casamari
03029 Veroli (FR)
Biblioteca nazionale
“Sagarriga Visconti Volpi”
Via P. Oreste, 45
70121 Bari
Biblioteca dell’Abbazia di Farfa
Via del Monastero, 1
02032 Fara in Sabina (RI)
SARDEGNA
Biblioteca dell’Abbazia di Montecassino
Via Montecassino
03043 Cassino (FR)
Biblioteca universitaria
Via Università 32/a
Cagliari
Biblioteca universitaria
Piazza Università, 21
07100 Sassari
Biblioteca dell’Abbazia di Trisulti
Via Trisulti, 8
03010 Collepardo (FR)
Biblioteca del monastero di Santa Scolastica
Via dei Monasteri, 22
00028 Subiaco (RM)
35
ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC
Biblioteca del monumento nazionale
dell’Abbazia di San Nilo
Corso del Popolo, 128
00046 Grottaferrata (RM)
VENETO
Biblioteca del monumento nazionale
dell'Abbazia di Santa Giustina
Via G. Ferrari, 2/a
35123 Padova
Biblioteca del monumento nazionale di
Praglia
Via Abbazia di Praglia, 16
35033 Teolo (PD)
SOPRINTENDENZE DI SETTORE
ABRUZZO
Soprintendenza per i Beni Architettonici
e Paesaggistici per l’Abruzzo
Via Ottavio Colecchi
L'Aquila
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici per l’Abruzzo
Via Ottavio Colecchi
L'Aquila
Soprintendenza per i Beni Archeologici
per l’Abruzzo
Via dei Tintori, 1 - Chieti
BASILICATA
CAMPANIA
Soprintendenza speciale per i Beni
Archeologici di Napoli e Pompei
(sede di Napoli)
Piazza Museo, 19 - Napoli
(sede di Pompei) Via Villa dei Misteri, 2
Pompei
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per Napoli e provincia
Palazzo Reale - Piazza del Plebiscito, 1
Napoli
Soprintendenza Speciale per Patrimonio
Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per
il Polo Museale della Città di Napoli
Via Tito Angelini, 22 - Napoli
Soprintendenza per i Beni Archeologici di
Salerno, Avellino, Caserta e Benevento
Via Trottula de Ruggiero, 6/7 - Salerno
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Caserta
e Benevento
Viale Douet, 2/a (Palazzo Reale) - Caserta
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Salerno e
Avellino
Palazzo d’Avossa -Via Botteghelle, 11
Salerno
Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Basilicata
Via Andrea Serrao, 1 - Palazzo Loffredo
Potenza
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Salerno
e Avellino
Via Tasso, 46 - Palazzo Ruggi - Salerno
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici della Basilicata
Via dell’Elettronica, 7 - Potenza
EMILIA-ROMAGNA
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici della Basilicata
Vico II D’Addozio, 15 - Matera
CALABRIA
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Cosenza,
Catanzaro e Crotone
Piazza Valdesi, 13 - Cosenza
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Reggio
Calabria e Vibo Valentia
Via Sant’Anna - Reggio Calabria
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici della Calabria
Palazzo Arnone
Via Gian Vincenzo Gravina, 2 - Cosenza
Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Calabria
Piazza De Nava, 26 - Reggio Calabria
36
Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Emilia - Romagna
Via Belle Arti, 52 - Bologna
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Bologna,
Modena e Reggio Emilia
Via IV Novembre, 5 - Bologna
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici per le province di
Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e
Rimini
Via Belle Arti, 56 - Bologna
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici per le province di Modena
e Reggio Emilia
Piazza S. Agostino, 337 - Modena
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici per le province di Parma e
Piacenza
Piazzale della Pilotta, 15 - Parma
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Parma e
Piacenza
Via Bodoni, 6 - Parma
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Ravenna,
Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini
Via San Vitale, 17 - Ravenna
FRIULI VENEZIA GIULIA
LOMBARDIA
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Varese,
Como, Lecco, e Sondrio
Piazza Duomo, 14 - Milano
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia
Piazza della Libertà, 7 - Trieste
Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Lombardia
Via E. De Amicis, 11 - Milano
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia
Piazza della Libertà, 7 - Trieste
Soprintendenza archivistica per la
Lombardia
Corso Magenta, 24 - Palazzo Litta - Milano
Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Friuli Venezia Giulia
Piazza della Libertà, 7 - Trieste
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Milano,
Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e
Varese
Piazza Duomo, 14 - Milano
LAZIO
Soprintendenza per i Beni Archeologici di
Ostia Antica
Viale dei Romagnoli, 717 - Ostia Antica
Soprintendenza Speciale per i Beni
Archeologici di Roma
Piazza dei Cinquecento, 67 - Roma
Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Lazio
Via Pompeo Magno, 2 - Roma
Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Etruria meridionale
P.le di Villa Giulia, 9 - Roma
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici per il Lazio
Palazzo Venezia - Via San Marco, 49 - Roma
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Roma,
Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo
Via Cavalletti, 2 - Roma
Soprintendenza Speciale per Patrimonio
Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per
il Polo Museale della Città di Roma
Piazza San Marco, 49 - Roma
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per il Comune di Roma
Via di S. Michele, 17 - Roma
Soprintendenza al Museo Nazionale
Prestorico ed Etnografico “L. Pigorini”
Piazzale G. Marconi, 14
Roma
Soprintendenza alla Galleria Nazionale
d’arte Moderna e Contemporanea
Viale delle Belle Arti, 131 - Roma
LIGURIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Liguria
Via Balbi, 10 - Genova
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici della Liguria
Via Balbi, 10 - Genova
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici della Liguria
Via Balbi, 10 - Genova
Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed
Etnoantropologici per le province di Milano,
Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia,
Sondrio e Varese
Via Brera, 28 - Milano
Lombardia - Brescia
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le provincie di Brescia,
Cremona e Mantova
Via Gezio Calini, 26 - Brescia
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Brescia,
Cremona e Mantova
Palazzo Ducale - Piazza Paccagnini, 3
Mantova
MARCHE
Soprintendenza per i Beni Archeologici delle
Marche
Via Birarelli, 18 - Ancona
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici delle Marche
Piazza del Senato, 15 - Ancona
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici per le Marche
Piazza Rinascimento, 13 - Urbino
MOLISE
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici del Molise
Palazzo Japoce, Via A. Chiarizia, 14
Campobasso
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici del Molise
Palazzo Japoce, Via A. Chiarizia, 14
Campobasso
Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Molise
Via A. Chiarizia, 14 - Campobasso
PIEMONTE
Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Piemonte e del Museo antichità egizie
Piazza San Giovanni, 2 - Torino
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Torino, Asti,
Cuneo, Biella e Vercelli
37
ELENCO GENERALE DEGLI ISTITUTI TERRITORIALI DEL MIBAC
Palazzo Chiablese, Piazza S. Giovanni, 2 - Torino
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Novara,
Alessandria e Verbano - Cusio - Ossola
Novara
Soprintendenza per I Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Lucca e
Massa Carrara
Palazzo Mansi - Via Galli Tassi, 43 - Lucca
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici del Piemonte
Via Accademia delle Scienze, 5 - Torino
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Pisa e
Livorno
Lungarno Pacinotti, 46 - Pisa
PUGLIA
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Bari, Barletta
- Andria - Trani e Foggia
Piazza Federico II di Svevia, 4 - Bari
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici della Puglia
San Francesco della Scarpa
Via Pier L’Eremita, 25/B - Bari
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Lecce,
Brindisi e Taranto
Via Nicolò Foscarini, 2/B - Lecce
Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Puglia
Via Duomo, 33 - Taranto
SARDEGNA
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Cagliari
e Oristano
Via Cesare Battisti, 2 - Cagliari
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Sassari
e Nuoro
Via Montegrappa, 24 - Sassari
Soprintendenza per i Beni Archeologici per
le province di Cagliari e Oristano
Piazza Arsenale, 7 - Cagliari
Soprintendenza per i Beni Archeologici per
le province di Sassari e Nuoro
Piazza Sant’Agostino, 2 - Sassari
TOSCANA
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le provincie di Siena e
Grosseto
Via di Città, 138 - Siena
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e
Etnoantropologici per le province di Siena e
Grosseto
Via del Capitano, 1 - Siena
UMBRIA
Soprintendenza per i Beni Archeologici
dell’Umbria
Piazza Partigiani, 9 - Perugia
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici dell’Umbria
Corso Garibaldi, 185 - Perugia
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici dell'Umbria
Via Ulisse Rocchi, 71 - Perugia
VENETO
Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Veneto
Via Aquileia, 7 - Padova
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Venezia,
Belluno, Padova e Treviso
Palazzo Soranzo Cappello - Santa Croce, 770
Venezia
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici di Venezia e laguna
Palazzo Ducale - Piazza San Marco, 1
Venezia
Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Toscana
Via della Pergola, 65 - Firenze
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Venezia,
Belluno, Padova e Treviso
Palazzo Soranzo Cappello - Venezia
Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Firenze,
Pistoia e Prato
Piazza Pitti, 1 - Firenze
Soprintendenza Speciale per Patrimonio
Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il
Polo Museale della città di Venezia e dei
comuni della gronda lagunare
Piazza San Marco, 63 - Venezia
Soprintendenza Speciale per Patrimonio
Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per
il Polo Museale della città di Firenze
Via della Ninna, 5 - Firenze
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici per le province di Verona,
Rovigo e Vicenza
Piazza S. Fermo, 3/a - Verona
Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici e per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici di Arezzo
Via Ricasoli, 1 - Arezzo
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per le province di Verona,
Rovigo e Vicenza
Corte Dogana 2/4 - Verona
38
PROGETTO “CULTURA A PORTE APERTE”:
IL MIBAC INCONTRA IL TERRITORIO
Antonella Mosca
L’attuale periodo di incertezze pone il tema della riforma della Pubblica Amministrazione al centro del dibattito politico. È sempre più diffusa l’esigenza di efficienza, trasparenza ed efficacia per migliorare il rapporto tra cittadino e Stato.
La trasparenza amministrativa, in particolare, nella sua accezione più ampia, assicura la
massima circolazione possibile delle informazioni sia all'interno del sistema amministrativo, sia fra quest’ultimo e il mondo esterno.
A seguito della riforma del titolo V della Costituzione, la Legge 241/90 (modificata e integrata dalla Legge 15/2005) si pone come legge quadro, dettando i principi essenziali
del rapporto tra P.A. e cittadino.
Come enuncia l’art. 1, ''L'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge
ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza, secondo
le modalità previste dalla Legge nonché dai principi dell'ordinamento comunitario''.
È evidente come questi provvedimenti abbiano prodotto importanti modifiche nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini. Infatti, non solo è previsto il diritto
di prendere visione degli atti di un procedimento, ma anche il diritto all’accessibilità
alla documentazione amministrativa e la possibilità, da parte dei cittadini, di partecipare ai procedimenti. Ciò consente di creare un impatto positivo sul rapporto tra cittadino e P.A.
Tra le innovazioni introdotte, di particolare rilievo è la creazione dell’URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico che permette, attraverso i suoi sportelli, un dialogo continuo, dando
piena visibilità all'attività delle Pubbliche Amministrazioni e garantendo al cittadino la
possibilità di partecipare ed accedere all'attività delle stesse.
Successivamente, la legge 150/2000 fa dell’URP uno dei principali strumenti organizzativi attraverso cui le amministrazioni pubbliche possono assolvere ai loro compiti di
comunicazione e relazione con il pubblico e ne stabilisce le funzioni.
La strategia è quella di offrire informazione e consulenza trasversale in grado di soddisfare tutte le necessità di conoscenza e di comunicazione degli utenti, permettendo un
miglioramento della vita sociale attraverso l'aumento delle conoscenze, delle possibilità e potenzialità individuali e collettive, nell’interazione con la Pubblica Amministrazione e la realtà circostante.
Oggi il problema più importante è la definitiva affermazione degli standard qualitativi
ed organizzativi ed in particolare lo sviluppo del concetto di "rete di servizi" che, interagendo e collaborando tra loro secondo procedure e strumenti comuni, riescano nell'intento di coniugare alte prestazioni di servizio ad un’efficiente sistema di
comunicazione e di informazione.
Uno dei problemi di maggior rilievo che si riscontra in questo ambito, infatti, risulta essere una comunicazione inefficace o quantomeno fuorviante fra amministratore e
utente il quale talvolta non riesce ad accedere neanche alle informazioni più semplici
perché non ha conoscenza delle modalità con le quali approcciarsi alla Pubblica Amministrazione.
La scarsa conoscenza da parte dei cittadini dei servizi erogati determina la limitata utilizzazione degli stessi da parte dei destinatari, i quali non conoscono la varietà e la quantità di prestazioni offerte che potrebbero essere utili per risolvere problemi e
intraprendere attività di vario genere.
Negli ultimi anni l’amministrazione, in particolare quella centrale, ha assunto, quindi,
tendenze volte a rompere il muro di impenetrabilità che la caratterizzava nella percezione dei cittadini e delle parti economiche e sociali.
Ci sono stati progressi consistenti e, tuttavia, si è trattato il più delle volte di tentativi
non sistematici oppure (come nel caso della legge 241) di “aperture” dell’amministrazione collegate ad esigenze di singoli cittadini e a richiesta di questi nell’esercizio di tutela di loro diritti.
39
Cultura a porte aperte
L’iniziativa “Cultura a porte aperte” si inquadra in questa tendenza verso una progressiva maggiore trasparenza ma lo fa attraverso un approccio del tutto innovativo, e in
particolare:
a) “rovesciando” il principio di accesso : non è il cittadino che chiede di partecipare ma
è l’amministrazione che si apre autonomamente ed è lei che chiede ai cittadini di
partecipare per farsi conoscere e per far sì che attraverso questa conoscenza i cittadini sappiano di quali servizi sono beneficiari, come vengono spese le loro risorse,
cosa chiedere all’amministrazione perché quest’ultima possa migliorarsi ;
b) rendendo la partecipazione un fatto collettivo e quindi dando luogo all’esercizio della
partecipazione secondo un modello di offerta organizzato dell’amministrazione che
lavora per farsi conoscere piuttosto che rispondere di volta in volta;
c) aprendo l’amministrazione e il suo modello di lavoro (ma anche le persone che ne
sono responsabili) alla conoscenza dei cittadini non limitata alle questioni amministrative ma soprattutto allargata alla missione tecnica dell’amministrazione, a cosa
fa sul territorio e come lo fa, con quali risorse e con quali risultati.
È questa una iniziativa particolarmente rilevante per un’amministrazione come quella
dei beni culturali che rimane centrale sotto il profilo istituzionale ma che opera invece
in modo pervasivo sul territorio, a contatto con le sue espressioni culturali, sociali ed
economico-produttive.
Il progetto, avviato quest’anno, si propone di rafforzare il dialogo con tutte le amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni), con il mondo della scuola e con quello universitario, con gli ordini professionali e le associazioni pubbliche e private che operano
nel settore, le strutture preposte alla promozione del turismo e gli stessi cittadini che
si vogliono rendere consapevoli delle opportunità che l’interazione con la Pubblica Amministrazione, sempre più attenta alle esigenze dell’utenza, può offrire attraverso l’erogazione di servizi.
La collaborazione
I rapporti con le autorità regionali e locali rappresentano comunque uno dei problemi
più rilevanti dell’organizzazione periferica del MiBAC. Le soluzioni possibili sono molteplici e possono variare tra il modello del "federalismo duale" e quello del "federalismo
cooperativo".
Il primo enfatizza la distinzione-separazione di competenze tra lo Stato e le unità politico-amministrative sub-statali, mentre il secondo pone l’accento sulla costruzione di un
sistema di relazioni basato sull’integrazione funzionale e organizzativa tra i differenti
livelli territoriali di governo.
Alla luce del d.lg. 112/1998, si è optato per un sistema di relazioni tra Stato, Regioni ed
Enti Locali che fa coesistere i due principi della separazione e della cooperazione, applicandoli a campi materiali distinti.
Da una parte, infatti, c’è la funzione di tutela dei beni culturali che è riservata integralmente allo Stato, dall’altra parte, il decreto ha individuato altri campi materiali, come la
gestione, la valorizzazione, la promozione dei beni e delle attività culturali, materie a
"metà strada" tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali. In queste materie il decreto legislativo, invece di fissare un preciso criterio di ripartizione dei compiti tra i diversi livelli
territoriali di governo, ha posto l’accento sul principio di collaborazione, come d’altronde
stabilito dalla Corte Costituzionale che nella materia dei beni culturali ha sempre insistito sulla necessità di una collaborazione tra strutture statali e locali, per "il perseguimento di un grande obiettivo di civiltà" (sentenza 921/1988).
Più in generale, la collaborazione del MiBAC con gli Enti Locali e l’Associazionismo in genere si regola attraverso una serie di Convenzioni che possono essere impiegate per disciplinare una vasta gamma di attività, e in particolare:
- il prolungamento degli orari di apertura di musei, siti archeologici, biblioteche e archivi;
- il miglioramento del grado di sicurezza;
- l’ampliamento della gamma dei servizi culturali;
40
Cultura a porte aperte
-
il potenziamento e la qualificazione dei servizi di accoglienza;
la realizzazione di un maggior grado di flessibilità dell’offerta nei grandi musei;
il superamento delle difficoltà legate ai fattori di ordine stagionale;
la promozione dello sviluppo delle attività didattiche rivolte alla scuola dell’obbligo;
il supporto per la sistemazione di materiale di archivio e dei cataloghi;
la realizzazione dei circuiti di tutela e fruizione del patrimonio diffuso, impropriamente definito marginale, perché escluso dai percorsi universalmente conosciuti e
penalizzato dall’assenza di circuiti organizzati in grado di offrire supporti adeguati
alla fruizione, e da orari di apertura ristretti, quando non addirittura dalla totale chiusura per assenza di sorveglianza;
- la pubblicazione e divulgazione di materiali di informazione, promozione e didattici
(stampati, video, CD-ROM, siti Internet, ecc.);
- l’organizzazione di campagne di informazione sui beni culturali ed ambientali rivolto
al grande pubblico;
- l’organizzazione di eventi di valorizzazione dei beni stessi, anche tramite l’intervento
finanziario di soggetti privati.
Il Progetto
Nello specifico, è necessario anche rendere consapevoli i cittadini del fatto che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali non è un mero contenitore di bellezze architettoniche e paesaggistiche, archivi, siti archeologici, musei ma una compagine eterogenea
che dà vita ed esalta la cultura attribuendole grande valore comunicativo e rendendola
parte integrante del sistema produttivo ed economico del Paese.
Per accrescere tali potenzialità si devono mettere in atto politiche e strategie capaci di
esprimere tale valore, affinché diventi veicolo dinamico di promozione dell’immagine
con cui un territorio si presenta, nel complesso delle sue caratteristiche economiche,
sociali, urbanistiche.
Il progetto nasce, quindi, con il duplice intento di dare la massima trasparenza all’organizzazione istituzionale del MiBAC, in linea con le attuali tendenze di massima visibilità
delle strutture pubbliche e di avvicinamento dei cittadini al loro funzionamento e di
creare un momento di confronto-incontro con le istituzioni pubbliche e private che operano nel settore dei beni culturali per la loro tutela, conservazione e valorizzazione.
Il progetto interessa sette regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna) ed è coordinato a livello nazionale dalla Direzione Generale per
la valorizzazione del patrimonio culturale. Il coordinamento a livello territoriale è svolto
dalle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici di competenza, con il coinvolgimento di tutti gli Istituti territoriali. Al progetto collaborano altri soggetti istituzionali, enti e associazioni nonché rappresentanti dell’imprenditoria nazionale.
Le tematiche affrontate dal progetto, in stretta collaborazione tra Amministrazione
Centrale e Direzioni Regionali, il cui apporto è imprescindibile, sono differenti da regione a regione poiché evidenziano le necessità di cui il territorio ha bisogno, nel particolare momento storico che viviamo.
Le istituzioni che hanno aderito al progetto sono:
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento del Turismo; Ministero dell’Interno
- FEC - Fondo Edifici di Culto; Regione, Province, ICOM - International Council of Museums, Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, UPI – Unione delle Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Accademia pugliese delle scienze,
Associazione Dimore Storiche Italiana, UNPLI – Unione Nazionale Pro Loco Italia, Confindustria, Confartigianato, ANA – Associazione Nazionale Archeologi, FAI-Fondo per
l’Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, ANAI – Associazione Nazionale Archivistica Italiana,
ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell'Arte, Archeoclub d’Italia, Associazione Presìdi del Libro, SIPBC - Società Protezione Beni Culturali, Federculture, Touring club italiano, Mecenate 90, Società Invitalia, Formez, Consiglio Nazionale degli
Ingegneri, Consiglio Nazionale Architetti, Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Ordini degli Ingegneri, Fondazione Archeologica Canosina, Istituto
Italiano dei Castelli, Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia, Paleowor-
41
Cultura a porte aperte
king, SIMBDEA - Società Italiana per la Museografia ed i Beni Demoetnoantropologici,
Associazione Amici dei Musei di Taranto.
Il programma
In questo scenario, il progetto “Cultura a porte aperte” prevede, in ogni regione, convegni, tavoli tecnici, aperture straordinarie gratuite di luoghi istituzionali, laboratori e seminari, visite guidate volte a far conoscere ai cittadini le attività degli uffici tecnici e
amministrativi e a richiamare l’attenzione su quanto il Ministero ha da offrire.
L’articolazione del programma, suddiviso in ogni regione in tre giorni consecutivi di attività, consiste in un convegno e un tavolo tecnico che vedono coinvolti rappresentanti
istituzionali. Fra gli obiettivi dell’incontro c’è quello di far scaturire le proposte e le
istanze del territorio in base alle quali elaborare le strategie di sviluppo territoriale condivise. Nei giorni successivi verranno aperti al pubblico gratuitamente gli istituti ed i
luoghi d’arte del MiBAC per far conoscere le attività degli uffici tecnici e amministrativi
mettendo in evidenza i servizi che tali uffici erogano e dei quali sia il singolo cittadino
che l’Ente possono e devono usufruire.
In questo modo il cittadino sarà in grado di avvalersi delle opportunità che il Dicastero
mette a disposizione. Chiunque potrà, quindi, conoscere le giuste modalità con cui rivolgersi alla Pubblica Amministrazione riuscendo così a districarsi fra i tanti uffici e dipartimenti ministeriali a cui si viene costantemente rimandati.
Il progetto è realizzato dal Servizio II - Comunicazione e Promozione
Responsabile del progetto Antonella Mosca
In collaborazione con Monica Bartocci e Simona Pantella.
Hanno inoltre collaborato Costanza Barbi, Vassili Casula, Antonella Corona, Francesca
D’Onofrio, Maria Cristina Manzetti, Maria Tiziana Natale, Susanna Puccio, Maria Angela
Siciliano.
42
PROGETTO “CULTURA A PORTE APERTE”:
ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE DEL MINISTERO
PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI PER L’ANNO 2008
Paolo D’Angeli
Nel quadro della finalità di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della
Nazione sancita dall’articolo 9 della Costituzione, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali provvede alla tutela del patrimonio culturale mediante attività dirette a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. A questo scopo il
Ministero si avvale dello strumento della programmazione annuale e pluriennale per razionalizzare l’uso delle risorse disponibili oltre che per conferire unitarietà di indirizzo
agli interventi sull’intero territorio nazionale. In particolare l’assegnazione delle risorse
tiene conto della consistenza del patrimonio culturale presente sul territorio, dello stato
di conservazione, dell’urgenza e delle intese istituzionali stipulate tra Ministero, Regioni
ed autonomie locali.
Nel corso dell’esercizio finanziario 2008 sono state programmate risorse pari ad
€ 242.257.383,90 di cui:
- € 99.543.800,48 relative al programma dei lavori pubblici approvato con DM 16 luglio
2008;
- € 89.228.322,42 dal programma dei proventi derivanti dal gioco del Lotto rimodulato
con DM 25 settembre 2008 a seguito degli effetti prodotti dall’articolo 2, commi 615,
616 e 617 della legge finanziaria 2008;
- € 21.985.261,00 concernenti la programmazione dei contributi in conto capitale ai
sensi degli articoli 35, 36 e 37 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (codice dei
beni culturali e del paesaggio) approvata con DM 3 aprile 2008;
- € 31.500.000,00 dalle risorse stanziate dall’art. 1, comma 1138 della legge finanziaria
2007 e finalizzate con DM 3 aprile 2008 e DM 12 novembre 2008.
L’apporto di ogni fonte di finanziamento può essere, sinteticamente, rappresentato nel
grafico seguente:
L’ammontare complessivo delle risorse programmate può anche essere distinto per settore di intervento del Ministero come segue:
Principali programmazioni delle risorse di bilancio del MIBAC
Totale esercizio finanziario 2008 euro 242.257.383,90
art. 1 comma 1138. LF 2007;
31.500.000,00 ; 13%
programma LL.PP.;
99.543.800,48 ; 41,09%
contributi in c/capitale;
21.985.261,00 ; 9,08%
Fondi LOTTO; 89.228.322,42 ;
36,83%
programma LL.PP.
Fondi LOTTO
contributi in c/capitale
art. 1 comma 1138. LF 2007
43
Cultura a porte aperte
Come è facile constatare l’attività del Ministero può essere ricondotta a tre aree principali di intervento e ad un settore trasversale. In particolare alle arti, caratterizzate da in-
Principali programmazioni delle risorse di bilancio del MIBAC per settore intervento
Totale esercizio finanziario 2008 euro 242.257.383,90
Spettacolo; 21.087.620,00;
8,70%
Cinema; 11.136.040,00;
4,60%
Regioni autonome
6.527.700,00 ; 2,69%
SG/DGOIF/DGBIL
25.643.744,05 ; 10,59%
Beni librari ; 14.597.050,06 ;
6,03%
Paesaggio,
architettura e arte
contemp.; 1.266.702,66;
0,52%
Archivi; 11.688.146,10;
4,82%
Beni archeologici
36.481.468,79 ; 15,06%
Beni storico-artistici
ed etnoantropologico
23.424.386,78 ; 9,67%
Beni architettonici
90.404.525,46 ; 37,32%
SG/DGOIF/DGBIL
Archivi
Beni architettonici
Paesaggio, architettura e arte contemp.
Spettacolo
Beni librari
Beni archeologici
Beni storico-artistici ed etnoantropologico
Cinema
Regioni autonome
terventi su beni architettonici, storico-artistici, archeologici del paesaggio e dell’arte
contemporanea, sono state destinate risorse per € 151.577.083,69 pari al 62,57 % del totale; al settore degli archivi e dei beni librari sono stati assegnate risorse per
€ 26.285.196,16 pari al 10,85 %; al settore del cinema e dello spettacolo dal vivo sono
stati attribuiti € 32.223.660,00 pari al 13,30 %. Infine al settore trasversale sono state destinate risorse per € 25.643.744,05 pari al 10,59 % del totale.
Il Ministero per i beni e le attività culturali esercita anche attività di sostegno, promozione e vigilanza delle attività di spettacolo ai sensi di quanto previsto dal combinato
disposto dell’articolo 2 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 e dell’articolo 156
del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
A tale scopo la principale fonte di finanziamento disponibile è rappresentata dal Fondo
Unico per lo Spettacolo (FUS), che per l’anno 2008, è stato pari ad € 471.339.084,99.
Nel grafico seguente è rappresentata la ripartizione del Fondo nei diversi settori di intervento del Ministero nell’ambito del cinema e dello spettacolo dal vivo.
Ripartizione del Fondo UNico per lo Spettacolo (FUS) per settori di intervento
Totale FUS 2008 euro 471.339.084,99
Osservatorio dello Spettacolo;
661.691,67 ; 0,14%
Attività cinematografiche;
90.986.121,57; 19,30%
Spese funz. Comitati e Comm.;
205.352,59; 0,05%
Fondazioni liriche;
215.488.448,41; 47,72%
Attività Circensi Spettacolo
Viaggiante; 6.945.998,96
1,47%
Attività teatrali di Prosa;
84.256.408,59 ;
17,88%
Attività di danza ;
9.586.771,50; 2,03%
Fondazioni liriche
Attività teatrali di Prosa;
Osservatorio dello Spettacolo
44
Attività Musicali; 63.208.291,70;
13,41%
Attività Musicali
Attività Circensi e Spettacolo Viaggiante
Spese funz. Comitati e Comm.
Attività di danza
Attività cinematografiche
PROGETTO “CULTURA A PORTE APERTE”: LA MODULISTICA
E IL PIANO DI RIDUZIONE DEGLI ONERI AMMINISTRATIVI
Mariantonietta Leone
In occasione del progetto “Cultura a Porte Aperte”, la ex Direzione Generale per il bilancio
e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure - Servizio III “Qualità e standardizzazione delle procedure” - ha effettuato
una ricognizione della modulistica adottata dagli istituti territoriali (Soprintendenze, Archivi e Biblioteche) del MiBAC nella regione Sardegna.
I risultati di tale ricognizione hanno messo in evidenza l’attenzione posta da parte dei
suddetti istituti, nella predisposizione e produzione di un’ampia gamma di modelli messi a disposizione degli utenti, in relazione a distinti procedimenti e competenze.
E’ inoltre emersa la chiara consapevolezza della specifica finalità della modulistica, quale strumento di semplificazione amministrativa, che facilita e agevola il rapporto utente- Amministrazione
La modulistica della Regione Sardegna (ovviamente, adottata dalle strutture del MiBAC)
è in larga parte disponibile anche on line.
Per un utilizzo ancora più efficace e razionale, l’Amministrazione intende procedere, a
breve, ad un riesame generale della modulistica attualmente in uso sia in Sardegna sia
nelle altre regioni, per renderla omogenea sull’intero territorio nazionale ed accessibile on line dai siti delle strutture periferiche.
Dalle verifiche effettuate nell’ambito degli uffici del MiBAC è risultato, infatti, che allo
stato attuale manca una modulistica uniforme: spesso viene utilizzata in maniera limitata
e, diversamente da quanto riscontrato in Sardegna, non è disponibile in rete.
Inoltre, pur riferendosi ad un medesimo procedimento, a volte viene riportata nei siti degli istituti con differenti indicazioni. Qualora le informazioni necessarie non siano accessibili
on line, l’utente è costretto ad un’attività di raccolta direttamente presso gli uffici competenti, con notevole dispendio di tempo.
Pertanto, anche a causa della struttura organizzativa del Ministero, capillare e connotata da una forte articolazione territoriale, possono verificarsi situazioni di difficoltà che
impediscono agli utenti di reperire velocemente le informazioni utili per la presentazione
di istanze, l’acquisizione di autorizzazioni, l’inoltro di documentazione o altro.
E’ dunque necessario che l’Amministrazione si attivi per rispondere in modo tempestivo alle istanze dell’utenza, diminuendo i tempi di attesa e i disagi.
Il processo di revisione della modulistica, cui si è fatto cenno, prenderà l’avvio in coincidenza con l’adempimento degli obblighi previsti dal decreto legge 25 giugno 2008 n. 112,
convertito in legge 6 agosto 2008 n. 133, che anche il MiBAC è tenuto ad osservare.
La legge citata (c.d. legge taglia oneri amministrativi) all’art.25 prevede, infatti, che, per il raggiungimento dell’obiettivo di governo di ridurre entro il 31 dicembre 2012 gli oneri amministrativi che gravano sulle piccole e medie imprese,per una quota complessiva del 25%, come
stabilito in sede europea, ciascuna Amministrazione elabori un proprio piano di riduzione.
I piani di riduzione degli oneri amministrativi, adottati dalle Amministrazioni di concerto
con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e con il Ministro per la
semplificazione normativa, hanno la finalità di tracciare un quadro chiaro in relazione
al raggiungimento dei risultati previsti e di garantire piena trasparenza ai cittadini e alle
imprese sulle iniziative programmate e realizzate.
Anche il MiBAC si è attivato in tal senso ed ha avviato, alla fine del 2008, in raccordo con
il Dipartimento per la Funzione Pubblica, i lavori finalizzati alla elaborazione di un piano
ed alla individuazione degli interventi ritenuti idonei al raggiungimento dell’obiettivo.
Il piano di riduzione, in avanzata fase di definizione, è stato costruito, coerentemente con
le disposizioni normative, a valle della misurazione - effettuata dal Dipartimento della
Funzione Pubblica nell’area di regolazione”beni culturali e paesaggio”- degli oneri amministrativi, ossia dei costi sostenuti dalle imprese per conformarsi ad obblighi informativi.
45
Cultura a porte aperte
In particolare, sono stati oggetto di misurazione gli obblighi informativi derivanti da:
- Interventi soggetti ad autorizzazione
- Interventi conservativi imposti
- Manifesti e cartelli pubblicitari
- Autorizzazione alla modifica dello stato dei luoghi in ambiti di tutela paesaggistica
Gli esiti della misurazione del Dipartimento della Funzione Pubblica, in relazione agli adempimenti connessi ai suddetti obblighi informativi, hanno evidenziato come anche una
modulistica disomogenea, inadeguata e non sempre disponibile on line, possa incidere su tempi e costi a carico delle imprese.
Si è, pertanto, ritenuto necessario prevedere l’inserimento nel piano di riduzione del
MiBAC, dell’intervento di semplificazione e standardizzazione della modulistica e accessibilità on line.
L’obiettivo che l’Amministrazione si pone è in primis l’abbattimento dei costi che gravano
su piccole e medie imprese, ma è evidente che ne conseguirà una riduzione dei tempi
e dei costi attuali per tutte le categorie di utenti.
Per la realizzazione dell’intervento si prevede, quindi, di effettuare una preliminare ricognizione e verifica dell’esistente.
Si procederà successivamente ad elaborare una modulistica semplificata e standardizzata per l’intero territorio nazionale, che sia idonea a guidare l’interessato nella compilazione delle istanze e nella presentazione di eventuale documentazione da allegare
alle stesse.
L’adozione di una modulistica omogenea consentirà inoltre di uniformare le modalità
degli adempimenti relativi ad un medesimo procedimento.
La diffusione on line della modulistica sulle pagine web del Ministero completerà la realizzazione dell’intervento, le cui finalità sono chiaramente indirizzate alla semplificazione
amministrativa intesa come strumento più immediato per il perseguimento della certezza pubblica.
46
PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE 2000-2006
“SICUREZZA PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA”
MISURA 1.3 “TECNOLOGIE PER LA TUTELA
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI”
LA “SICUREZZA PARTECIPATA”.
L‘INNOVAZIONE TECNOLOGICA NEL CAMPO
DELLA SALVAGUARDIA E DELLA TUTELA DEI BENI CULTURALI:
STRATEGIE E RISULTATI
Maria Concetta Cassata, Gabriella Cetorelli Schivo
Con il Programma Operativo “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, per il periodo 2000-2006, si è finanziato l’avvio di un nucleo di interventi selezionati in base alla
considerazione dell’urgenza prioritaria di circoscritte realtà territoriali, nella fattispecie, per quanto attiene il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, finalizzate al recupero e alla messa
in sicurezza di aree archeologiche e storico artistiche, sedi archivistiche e museali di rilevante interesse nell’ambito del Patrimonio nazionale.
In tal senso l’attuazione del PON si è rivelata decisiva nel consentire un concreto risanamento e rafforzamento del sistema
socio/economico, in particolare proprio nelle zone motivatamente scelte quali “aree campione” (Regioni Obiettivo 1: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) e, specie
relativamente al Patrimonio culturale, mediante un innovativo
rapporto con le comunità residenti, il mondo dell’imprenditoria
e del lavoro, le organizzazioni sindacali, gli Enti locali e tutte le
altre realtà operanti sul territorio.
L’iniziativa è sorta dalla considerazione che il legame negativo
fra criminalità e crescita economica e culturale, con particolare
riferimento alle Regioni economicamente meno sviluppate, potesse essere convenientemente contrastato attraverso un cospicuo investimento in termini di sicurezza, intesa quale stabile
componente di un equilibrato sviluppo socioeconomico, come
pure culturale.
Alla luce di tali presupposti, il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, di concerto con il Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza –, con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e il Ministero dell’Economia e Finanze,
ha presentato il Progetto “Tecnologie per la tutela delle risorse
culturali ed ambientali” al fine di conseguire l’obiettivo globale di “determinare, nel tempo, su tutto il territorio del Mezzogiorno
italiano, a partire dalle aree più
sensibili, condizioni fisiologiche di
salvaguardia, quantomeno pari
a quelle sussistenti nel resto del
Paese”.
Con tale Programma il Ministero BAC, in sinergia con gli
altri Enti coinvolti, ha evidenziato il concetto di “sicurezza”
come “bene pubblico” con caratteri di relativa originalità rispetto al passato, ponendo
l’accento sulla necessità di un
Direttore Generale
Antonia Pasqua
Recchia
Servizio I
Dirigente ad interim
Maria Concetta Cassata
Responsabile
del Progetto
PON Sicurezza
per lo Sviluppo
del Mezzogiorno
d’Italia 2000-2006 - Mis. 1.3
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
[email protected]
Gabriella Cetorelli Schivo
Coordinatore
scientifico del Progetto
PON Sicurezza
per lo Sviluppo
del Mezzogiorno
d’Italia 2000-2006 - Mis. 1.3
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
[email protected]
47
Cultura a porte aperte
maggiore coinvolgimento delle molteplici realtà
territoriali, in particolar modo le Regioni, i Comuni e le altre articolazioni delle Istituzioni sul
territorio, nella tutela di un Bene che sempre più
viene individuato come fattore di crescita civile,
sociale e di sviluppo economico.
Tale Patrimonio, costituente il “Museo Italia” ha
rappresentato, per alcuni “progetti pilota”,
anche la possibilità di valorizzare il territorio nazionale attraverso lo sviluppo del turismo culturale.
Inoltre sono state realizzate pubblicazioni, prodotti multimediali, campagne pubblicitarie,
convegni, conferenze, seminari e tavole rotonde, nella consapevolezza che “comunicare
sicurezza significa attuare lo sviluppo” attraverso attività di sensibilizzazione.
Mis. 1.3. Tecnologie per la tutela delle risorse culturali
Il progetto ha avuto la finalità di potenziare il sistema per il controllo tecnologico del territorio attraverso l’adozione di strategie per il miglioramento della protezione e vigilanza nelle grandi aree archeologiche e museali, nonché dei complessi monumentali,
anche adibiti ad archivi del Mezzogiorno, per corrispondere non solo alle esigenze dell’utenza europea, ma anche alle raccomandazioni di Organismi sopranazionali, quale
l’UNESCO, in termini di corretta gestione e tutela del patrimonio artistico.
Tali progetti, incentrati su interventi di mappatura e monitoraggio del territorio,
protezione passiva e televigilanza dei siti di interesse, si sono integrati con gli eventuali
sistemi/organismi di vigilanza esistenti, interagendo con le centrali operative delle Forze
dell’Ordine, realizzando un valore aggiunto in termini di sicurezza.
Nello specifico, le azioni di intervento sono state principalmente:
- Potenziamento del sistema per il controllo tecnologico del territorio, attraverso l’adozione di sistemi informativi geografici in cui si sono localizzati, con opportune basi di
dati a carattere settoriale, gli ambiti del patrimonio diffuso, suscettibili di rischio (trafugamento in aree di scavo, manomissione del contrasto ambientale, furto di oggetti
d’arte, etc.).
- Protezione da azioni criminose di siti di particolare rilevanza, con elevata esposizione
al rischio, tramite il miglioramento della protezione e vigilanza nelle grandi aree archeologiche e museali, nonché dei complessi monumentali adibiti a diverse destinazioni d’uso nel Mezzogiorno, per corrispondere alle esigenze di conservazione,
valorizzazione e fruizione.
- Recupero di beni confiscati alle organizzazioni criminali e destinati alla
fruizione e conservazione dei beni archeologici.
Il Progetto, avviato negli anni 20002006, affidato nel 2006 all’Ufficio Tecnico del Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici, è proseguito nel corso negli anni 2007- 2008 nell’ambito
dell’Ufficio del Segretario Generale e
quindi presso la Direzione Generale
per l’Organizzazione, l’Innovazione, la
Formazione, la Qualificazione professionale e le Relazioni sindacali del MIBAC.
Va rilevato che il Progetto iniziale prevedeva 21 interventi nelle seguenti Regioni ed ambiti territoriali:
- Basilicata: Val d’Agri - Valle del Sinni - Bernalda Metapontino - Policoro
- Calabria: Vibo Valentia - Sibari - Crotone - Locri
- Campania: Ercolano - Reggia di Caserta – Geographic Information System (GIS)
Campania.
48
Cultura a porte aperte
- Puglia: Arpi - Copertino - Otranto - Bari
- Sardegna: Caprera- Nora - Tharros – Barumini Progetto “I Sentieri della memoria”
- Sicilia: Archivio di Stato di Palermo
I “progetti pilota”
A questi Progetti si sono aggiunti, utilizzando le
somme derivanti dai ribassi d’asta, altri 6 interventi risultati particolarmente significativi per
l’impiego di modelli culturali e organizzativi,
mezzi tecnologici e strumenti operativi d’ avanguardia.
Questi progetti, nel loro insieme, hanno permesso di favorire la diffusione della cultura
dell’innovazione nel campo della salvaguardia e della tutela del territorio,
consentendo di promuovere situazioni “di eccellenza”, all’interno del più ampio concetto della “sicurezza partecipata”, obiettivo conseguito attraverso strategie integrate
e concertate tra tutti gli Enti attori.
Si riportano, di seguito, le situazioni di maggiore rilievo emerse nelle varie Regioni coinvolte.
- Sardegna: Progetto “I sentieri della memoria” - Nora - Tharros – Barumini
Compendio garibaldino di Caprera
- Campania: Progetto “Sistema Informativo Geografico della Campania” (GIS)
Reggia di Caserta e Parco Vanvitelliano - Area Archeologica di Ercolano
- Puglia:
Area Archeologica e Ipogeo ellenistico della Medusa di Arpi
- Calabria: Museo Civico Archeologico e Polo Culturale di Cirò - Museo del Parco
Archeologico di Capo Colonna a Crotone
- Basilicata: Progetto Museo Archeologico Nazionale di Metaponto
- Sicilia:
Archivio di Stato di Palermo
- Basilicata /Sardegna: “Progetto Sistema Informativo Archeologico” (SIA)
Conclusioni
Alla luce dei risultati ottenuti - che si ritiene possano contribuire attraverso la valorizzazione del territorio al più generale processo di recupero e rafforzamento del sistema
economico, di relazione e di cooperazione sociale del Meridione - intento del MiBAC è stato quello di conseguire l’obiettivo globale di adeguare importanti aree
archeologiche e storico-artistiche del
Mezzogiorno italiano alle condizioni fisiologiche di salvaguardia comuni al resto del Paese, specie in relazione alle molteplici possibilità di sviluppo prodotte da
una offerta culturale ampia e integrata.
I progetti concretizzati nell’ambito del
Programma hanno raggiunto la significativa percentuale di realizzazione del
104.40% a seguito dell’ampliamento
degli obiettivi inizialmente indicati.
49
Cultura a porte aperte
In Sardegna
PROGETTO:“I SENTIERI DELLA MEMORIA”- CARTE E GUIDE DI ACCESSO AL TERRITORIO
Curato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna in collaborazione con
tutte e quattro le Soprintendenze di Settore e con il
Nucleo di Tutela Patrimonio Beni Culturali del Comando dell’Arma dei Carabinieri di Sassari, l’intervento
si è avvalso anche della preziosa collaborazione degli Enti Locali, con il coinvolgimento di circa 150 Comuni.
L’intervento ha avuto come scopo la realizzazione di
un modello di conoscenza del territorio, attuato principalmente mediante la rilevazione e la schedatura
dei beni archeologici ed artistici, per un ammontare
di migliaia di beni censiti, attraverso la creazione di
un sistema informativo geografico.
Ciò ha consentito la pubblicazione di carte e guide
dettagliate in quattro lingue (italiano- inglese- francese-tedesco) realizzate da un
Consorzio di Imprese con a capo l’Istituto Geografico De Agostini di Novara.
Il lavoro ha inteso, pertanto, coniugare sicurezza, accessibilità e fruizione, presentando e valorizzando la Sardegna e il suo patrimonio archeologico, monumentale e
paesaggistico e sviluppando un turismo alternativo alla Sardegna “mare e spiagge”.
Il progetto ha individuato dieci ambiti territoriali presi a campione tra quelli più distanti dalle consuete rotte turistiche, accessibili con difficoltà e sottratti al controllo
degli Enti preposti -a vario titolo- alla tutela, e pertanto esposti maggiormente al rischio ambientale e antropico.
Per tali ragioni, e per le caratteristiche di ampia trasversalità, questa attività è stata
espressamente citata quale “realizzazione particolarmente significativa nell’ambito
del rapporto annuale di esecuzione del programma PON”.
Importanti interventi di salvaguardia, tutela e messa in sicurezza di siti archeologici
della Sardegna sono stati attuati, altresì, nelle aree di Nora, Tharros e Barumini.
PROGETTO : “CAPRERA”
Il progetto di “adeguamento
e potenziamento dell’impianto di videosorveglianza”
del Compendio Garibaldino
di Caprera ha avuto lo scopo
di elevare gli standard di sicurezza del Complesso –
sede dell’omonimo Museoin quanto, data l’alta frequentazione di pubblico, la
peculiare articolazione dei
luoghi non sempre permetteva un adeguato controllo
da parte del personale addetto alla vigilanza, soprattutto relativamente agli spazi prossimi al perimetro murario esterno.
Le scelte progettuali sono state orientate, quindi, verso la dotazione di un’impiantistica tale da consentire il miglioramento del controllo interno e, in particolare, la sorveglianza di quelle aree distanti dalle postazioni di custodia.
50
Struttura del MiBAC in
SARDEGNA
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNA
Relativamente all’assetto degli Istituti territoriali della Sardegna, nel presente opuscolo
viene fotografata la situazione in atto al momento della sua redazione. Fino a giugno
2009, infatti, in base al D.M. 28 febbraio 2008 (di applicazione del D.P.R. 26 novembre
2007, n. 233), gli uffici periferici del MiBAC in Sardegna erano articolati nel modo seguente:
- Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
- Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna con
sede a Cagliari (e sede operativa a Sassari)
- Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna con sede a
Cagliari (e sede operativa a Sassari)
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna con sede a Sassari (e sede
operativa a Cagliari)
- Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
- Archivio di Stato di Cagliari
- Archivio di Stato di Nuoro
- Archivio di Stato di Oristano
- Archivio di Stato di Sassari
- Biblioteca Universitaria di Cagliari
- Biblioteca Universitaria di Sassari
Il decreto ministeriale del 20 luglio 2009, in applicazione del D.P.R. del 2 luglio 2009,
n. 91, ha modificato il regolamento di organizzazione del Ministero dando un nuovo assetto agli Istituti territoriali che da agosto risultano così articolati:
- Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
- Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano
- Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Sassari e Nuoro
- Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano
- Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro
- Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
- Archivio di Stato di Cagliari
- Archivio di Stato di Nuoro
- Archivio di Stato di Oristano
- Archivio di Stato di Sassari
- Biblioteca Universitaria di Cagliari
- Biblioteca Universitaria di Sassari
52
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNA
La lunga stagione di riforme del sistema costituzionale iniziata
alla fine degli anni Novanta dello scorso secolo ha visto anche
il Ministero per i Beni e le Attività culturali coinvolto in un forte
processo di cambiamento, ad oggi non ancora del tutto perfezionato. E’ all’interno di tale processo che si colloca la nascita, in
ogni regione, di un nuovo ufficio di livello dirigenziale con compiti di coordinamento e di cura dei rapporti istituzionali: la Soprintendenza regionale, oggi Direzione regionale (cfr. DL
8/1/2004, n. 3). Finalizzato a svolgere un ruolo di semplificazione e di coordinamento dell’attività degli uffici periferici e di
rappresentanza istituzionale in un momento di forte cambiamento del panorama costituzionale e di riequilibrio dei poteri
politici e di governo, l’Ufficio può essere considerato un’interfaccia istituzionale tra il Ministero e gli istituti e gli organi di
governo territoriali (cfr. D.P.R. 26/11/2007, n.233).
Seppure l’efficacia della sua funzione sia stata più volte messa
in discussione, la Direzione Regionale costituisce una risposta
all’esigenza di sintesi di un’articolazione organizzativa periferica piuttosto complessa, a beneficio del cittadino e del patrimonio da tutelare.
Rispetto a tale esigenza la Direzione regionale della Sardegna,
a parte i compiti istituzionali che le sono propri (dal coordinamento della tutela alla programmazione delle risorse e ai rapporti istituzionali), si è da subito proposta come il punto di
raccordo di attività comuni a tutte le strutture ministeriali. In
questo senso deve essere inteso il forte impegno nella semplificazione di procedure condivise, nel rafforzamento e coordinamento della comunicazione istituzionale, nel miglioramento
delle competenze del personale e nell’impostazione del sito
web.
Queste attività avevano del resto ricevuto notevole impulso
dall’attuazione del progetto finanziato dalla Misura II.2 del PON
ATAS nell’ambito della programmazione 2000-2006.
La sua realizzazione ha permesso di condividere esperienze comuni ed elaborare buone pratiche che hanno agevolato l’introduzione di un modello di lavoro in cui riveste una notevole
importanza la capacità di operare “in rete” e di partecipare ai risultati. Il PON ATAS ha offerto gli strumenti (anche materiali)
per affrontare con sicurezza un processo di riorganizzazione interno ma ha anche consentito di rendere più solido e continuo
il rapporto con le istituzioni locali, prima tra tutte la Regione.
Appartiene a questa stagione, infatti, l’apertura di un dialogo,
precedentemente piuttosto difficile e faticoso, con la Regione
Autonoma della Sardegna con la quale si è condivisa la firma
dell’APQ beni culturali e di ben tre atti integrativi e la realizzazione del POR 2000-2006. Ancora una volta hanno giocato a
favore le risorse strumentali messe a disposizione dal PON ATAS
e in particolare dal progetto di Assistenza tecnica alla realizzazione del POR Sardegna che hanno costituito un validissimo
supporto per rendere maggiormente comprensibili le procedure della programmazione con i fondi comunitari e per rafforzare le conoscenze del personale del Ministero su queste
tematiche.
Direttore Regionale
Elio Garzillo
Referente per il progetto
Sandra Violante
con Linda Garavaglia
e Anna Paola Loi
Via dei Salinieri, 22
09126 Cagliari
Tel. 070 34281
Fax 070 3428209
[email protected]
53
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
E sono proprio queste basi, solidamente gettate in passato, che hanno permesso al
MiBAC di essere coinvolto in modo informale nelle procedure di avvio del POR 20072013, ma anche di affermarsi, come interlocutore ascoltato, in tutto ciò che riguarda la
politica culturale della regione.
La sede
La Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della
Sardegna ha sede in un complesso edilizio di impianto tardo-razionalista realizzato nel secondo dopoguerra (tra il 1949 e il 1952)
e situato nella periferia orientale della città di Cagliari, in un
quartiere residenziale limitrofo all’area del Parco naturalistico di
Molentargius, prospiciente le Saline di Stato, ormai non più in
attività.
Appartenente al demanio statale, l’edificio è attualmente sottoposto ad un intervento di restauro e adeguamento funzionale. L’immobile, risalente agli anni Cinquanta del secolo scorso, si
caratterizza per un’ampia
pertinenza a verde che nell’ipotesi originaria doveva essere destinata ad ospitare un percorso espositivo permanente di arte
contemporanea. L’idea, condivisa nei suoi tratti essenziali con il Comune di Cagliari, intendeva attribuire
a tale spazio una funzione attrattiva in un quartiere assolutamente privo di emergenze culturali e caratterizzato esclusivamente da edilizia residenziale. Il percorso espositivo avrebbe inoltre la funzione
di caratterizzare la presenza e l’interesse del MiBAC
anche rispetto all’arte contemporanea.
ORGANIGRAMMA
La Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna è diretta dall’architetto Elio Garzillo e si articola in 6 servizi in cui operano 21 unità di personale;
per quanto riguarda la rete informatica e l’assistenza al sito web ci si avvale della collaborazione di un professionista esterno con contratto di manutenzione.
Alcuni funzionari coordinano tali servizi e svolgono le loro attività in continuo contatto
con i loro omologhi presenti negli uffici periferici, nel rispetto di quel modello di operatività “in rete” che come già detto, costituisce l’aspirazione della Direzione. Molte perciò sono le attività che si svolgono facendo ricorso a continui contatti esterni
caratterizzati dall’uso di strumenti “di rete”. Come in altre pubbliche amministrazioni,
anche la Direzione regionale, infatti, ha acquisito l’uso del protocollo informatico, del sistema di trasmissione via mail e della posta elettronica certificata, con evidente semplificazione dei contatti e una notevole diminuzione del cartaceo.
L’Istituto, oltre all’Ufficio di Direzione, è articolata nei seguenti Servizi:
- Affari Generali e Relazioni Sindacali
- Programmazione e Progetti speciali
- Bilancio e Contabilità
- Tutela del patrimonio culturale e paesaggistico
- Comunicazione e Promozione
- Personale
- Affari generali e relazioni sindacali
- Servizio per la tenuta del protocollo informatico, della gestione dei flussi documentari
e degli archivi
- Segreteria generale
- Relazione al conto annuale
- Servizio giuridico. Aggiornamenti sulla normativa legislativa e regolamentare
54
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
- Contenzioso. Istruttoria di ricorsi, interrogazioni, interpellanze, cause civili e penali
- Normalizzazione dei procedimenti, degli atti e dei provvedimenti e verifica di legittimità giuridico amministrativa degli atti prodotti dall’Amministrazione
- Servizio protezione e prevenzione
- Gestione e supervisione delle attività di manutenzione e servizi CONSIP
- Relazioni sindacali e contrattazione decentrata
- Programmazione e Progetti speciali
- Raccordo e interazione con le competenti istituzioni al fine della predisposizione di proposte in materia di intese istituzionali di programma Stato-Regione e di accordi di programma quadro in materia di beni culturali e paesaggistici e relative intese attuative
- Programmazione dei Lavori Pubblici. Elaborazione del programma annuale e pluriennale degli interventi
- Programmi di iniziativa comunitari
- POR Sardegna
- Accordi di programma
- Fondi CIPE
- Altri progetti speciali
Bilancio e Contabilità
- Banca dati sugli interventi di scavo e restauro finanziati dal Ministero e condotti dalle
Soprintendenze
- Fondi ARCUS
- Appalti, gare e contratti
- Funzioni di ufficiale rogante
- Funzioni di riscontro contabile
- Ufficio del consegnatario
- Verifica di legittimità amministrativo–contabile degli atti prodotti dall’Amministrazione
- Organizzazione e gestione delle risorse strumentali della Direzione regionale
- Predisposizione di atti e provvedimenti concernenti il bilancio della Direzione regionale. Attività connesse alla elaborazione del budget e del Piano dei conti
- Assegnazione delle risorse finanziarie alle Soprintendenze di settore
- Analisi, monitoraggio e verifica dei piani di spesa per il raggiungimento degli obiettivi
sulla base degli indirizzi del Dipartimento
- Controllo di gestione delle attività delle Soprintendenze
- Contenzioso in materia contabile
Tutela del patrimonio culturale e paesaggistico
- Dichiarazione di interesse culturale dei beni di proprietà privata
- Verifica della sussistenza dell’interesse culturale nei beni appartenenti a soggetti pubblici e a persone giuridiche private senza fini di lucro
- Prescrizioni di tutela indiretta
- Istruttoria delle conferenze di servizi per gli interventi, in ambito regionale, che riguardano le competenze di più Soprintendenze di settore
- Autorizzazione alla demolizione e rimozione dei beni culturali
- Concorso del Ministero nelle spese affrontate dai privati proprietari, possessori o detentori dei beni culturali per interventi di conservazione
- Valutazione delle proposte di acquisizione in comodato di beni culturali di proprietà
privata e delle richieste di deposito di beni culturali di soggetti pubblici presso i musei
presenti nel territorio regionale
- Autorizzazione di alienazioni, permute, costituzioni di ipoteca e di pegno e ogni altro
negozio giuridico che comporta trasferimento a titolo oneroso di beni culturali appartenenti a enti pubblici o a persone giuridiche senza fine di lucro
- Istruttoria dei provvedimenti di competenza nelle denunce di trasferimento a titolo
oneroso di beni culturali di proprietà privata
- Adempimenti in materia di esercizio della prelazione da parte del Ministero, della Regione e di altri enti pubblici territoriali
- Proposta ai Direttori generali competenti, su iniziativa delle Soprintendenze di set-
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Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
tore, dell’irrogazione delle sanzioni ripristinatorie e pecuniarie previste dal Codice dei
beni culturali e del paesaggio
- Proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico per i beni paesaggistici, ovvero
proposta al Direttore generale di adozione della dichiarazione in via sostitutiva
- Predisposizione, d’intesa con la Regione, dei programmi e dei piani finalizzati all’attuazione degli interventi di riqualificazione, recupero e valorizzazione delle aree sottoposte alle disposizioni di tutela paesaggistica
- Attività generali di prevenzione connesse alla sicurezza del patrimonio culturale e rapporti con il Comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale
- Attività di implementazione della Carta del rischio
- Rapporti con la Regione e altre Istituzioni per la predisposizione di accordi in materia
di tutela paesaggistica
- Studi, ricerche ed iniziative nel settore dei beni culturali e del paesaggio, anche in collaborazione con le regioni, le università e le istituzioni culturali e di ricerca
- Promozione, in collaborazione con le università, le regioni e gli Enti locali, della formazione in materia di tutela del paesaggio, della cultura e della qualità architettonica
e urbanistica
- Emanazione di direttive, verifica e controllo dell’esercizio dei poteri delegati
- Vigilanza sulla realizzazione delle opere d’arte e di abbellimento nei nuovi edifici pubblici
- Iniziative in materia di Patrimonio mondiale dell’Unesco
- Relazioni con il Nucleo Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale
- Carta del Rischio
- Catalogo dei beni culturali
- Affidamento diretto o in concessione delle attività e dei servizi pubblici di valorizzazione di beni culturali, previa istruttoria delle Soprintendenze di settore.
Comunicazione e promozione
- Ufficio stampa
- Ufficio relazioni con il pubblico
- Comunicazione istituzionale della Direzione regionale mediante strumenti tradizionali
ed innovativi
- Gestione e implementazione del sito web istituzionale e coordinamento degli altri siti
dell’Amministrazione a livello regionale
- Progetti di comunicazione nazionali e internazionali
- Progettazione e realizzazione di campagne di promozione, pubblicitarie e di divulgazione in campo regionale
- Promozione di grandi eventi quali la Settimana della Cultura e le Giornate Europee
del Patrimonio, partecipazione a manifestazioni fieristiche
- Promozione e organizzazione di studi, ricerche ed iniziative culturali, anche in collaborazione con le regioni, le università e le istituzioni culturali e di ricerca
- Promozione, presso le scuole di ogni ordine e grado, della conoscenza del patrimonio
culturale attraverso programmi concordati con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
- Accordi con la Regione e con gli Enti territoriali in materia di promozione e valorizzazione di beni culturali
- Realizzazione di pubblicazioni nel settore dei beni culturali
- Biblioteca d’Istituto.
Personale
- Allocazione delle risorse umane degli uffici dipendenti.
- Mobilità del personale assegnato alla Direzione regionale e alle Soprintendenze di settore
- Formazione e aggiornamento del personale
- Verifica di legittimità degli atti prodotti dall’Amministrazione in materia di personale
- Attuazione delle linee di indirizzo in materia di politiche del personale e contrattazione collettiva ai fini dell’applicazione dei contratti collettivi e per la stipula di accordi
decentrati
- Stato giuridico e trattamento economico del personale
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Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
- Disciplina interna d’istituto
- Anagrafe delle prestazioni e incarichi dei dipendenti
- Tenuta e aggiornamento dei fascicoli personali dei dipendenti della Direzione regionale
- Cessazioni dal servizio e trattamento pensionistico dei dipendenti
- Attività concernenti il contenzioso del lavoro
- Rappresentanza dell’Amministrazione in giudizio e nelle sedi di conciliazione.
Istituti territoriali MiBAC
A livello territoriale la Direzione si articola in 4 uffici dirigenziali di livello non generale
3 dei quali hanno competenza sull’intero territorio regionale e 6 uffici non dirigenziali
con competenza a livello provinciale.
Istituti dirigenziali
- Soprintendenza per i beni archeologici della Sardegna (n.343 unità di personale)
- Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Sardegna (n. 109 unità di
personale)
- Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Sardegna (n. 101
unità di personale)
- Soprintendenza Archivistica per la Sardegna (n. 23 unità di personale)
- Archivio di Stato di Cagliari (n.36 unità di personale).
Istituti non dirigenziali
- Archivio di Stato di Nuoro (n. 3 unità di personale)
- Archivio di Stato di Oristano (n. 11 unità di personale)
- Archivio di Stato di Sassari (n. 16 unità di personale)
- Biblioteca Universitaria di Cagliari (n. 66 unità di personale)
- Biblioteca Universitaria di Sassari (n. 36 unità di personale)
Complessivamente, prestano servizio presso gli Istituti del MiBAC in Sardegna n. 744
unità di personale.
GRAFICO DELLE RISORSE UMANE
Archivio di Stato di Cagliari
Il personale MiBAC in Sardegna
Archivio di Stato di Nuoro
250
Archivio di Stato di Oristano
Archivio di Stato di Sassari
200
Biblioteca Universitaria di Cagliari
Biblioteca Universitaria di Sassari
150
Soprintendenza Beni Archeologici
della Sardegna - Sede Sassari
100
Soprintendenza Beni Archeologici
della Sardegna - Sede Cagliari
Soprintendenza Archivistica per la
Sardegna
50
ex Soprintendenza BAPPSAE di
Cagliari e Oristano
0
ex Soprintendenza BAPPSAE di
Sassari e Nuoro
Direzione Regionale
57
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Attività amministrativa
L’azione di coordinamento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Sardegna si esplica in diverse direzioni e in differenti ambiti, al fine di una riconduzione ad unum dei molteplici ed eterogenei aspetti in cui si manifestano le competenze
amministrative degli organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali presenti
nella regione. Tale funzione, infatti, si configura ed assume rilievo sia nell’ambito delle vicende intraistituzionali, relativamente ai settori in cui si articola la struttura della Direzione Regionale medesima (con una particolare attenzione in ordine all’attivazione ed
alla gestione dei procedimenti che implicano l’assunzione di impegni di spesa e agli atti
consequenziali), sia nella sfera delle relazioni interistituzionali e, cioè, con riferimento alle
molteplici funzioni amministrative esercitate, in proprio o su delega, dagli altri organi periferici dello stesso Ministero presenti nel territorio (uffici di livello dirigenziale e non) e facenti capo alla Direzione Regionale (unico ufficio periferico di livello dirigenziale generale
dell’amministrazione statale dei beni culturali) di cui costituiscono articolazioni.
Programmazione e intese istituzionali
Attività pregnante è quella rappresentata dal coordinamento dell’attività di programmazione e di monitoraggio della spesa. La centralizzazione di tale funzione ha permesso di indirizzare con maggiore consapevolezza le risorse al conseguimento di una strategia culturale
unitaria, sia per quanto attiene alla risorse ordinarie, sia per quanto riguarda i finanziamenti
straordinari. Auspicabile un sempre più serrato confronto con la Regione Sardegna al fine di
condividere, in un disegno comune, la migliore destinazione delle risorse per il raggiungimento di obiettivi concreti di conoscenza e tutela dei beni e luoghi della cultura su cui si
possa innestare una proficua attività di valorizzazione e gestione con ricadute occupazionali e turistiche. Altri interlocutori di tutto rispetto sono l’Agenzia del demanio e la Conferenza Episcopale con cui la condivisione della destinazione delle risorse in fase
programmatoria assume il carattere di indispensabilità soprattutto nei momenti, come
questo, in cui la riduzione delle disponibilità di bilancio richiede una oculata previsione. E’
questa anche la recente impostazione avuta nell’individuazione dei progetti proposti per
il finanziamento nell’ambito del Progetto Pilota strategico “Poli museali di eccellenza nel
Mezzogiorno” (cfr. Delibera CIPE 35/2005). In questa occasione, infatti, si è ribadita una strategia già enunciata nell’APQ Beni culturali che vede la valorizzazione del Polo di Li Punti (Sassari) come Centro di conservazione e restauro ma anche come Scuola di alta formazione.
Prospetto risorse
ANNO 2007
Programma ordinario
n. 68 interventi finanziati
totale importo: € 5.889.389,00
Piano Lotto
n. 9 interventi finanziati
totale importo: € 1.187.210,00
€ 7.076.599,00
IMPORTO COMPLESSIVO
ANNO 2008
Programma ordinario
n. 62 interventi finanziati
totale importo: € 5.471.978,23
Altro
n. 1 intervento finanziato
totale importo: € 423.122,00
€ 5.895.100,23
IMPORTO COMPLESSIVO
ANNO 2009
Programma ordinario
n. 51 interventi finanziati
totale importo: € 4.034.895,00
Piano Lotto
n. 4 interventi finanziati
totale importo: € 1.409.845,86
IMPORTO COMPLESSIVO
€ 5.444.740,86
Risorse APQ beni culturali e atti integrativi in fase di spendita: Totale € 15.910.002,42
Vedi nota 1 pag. 205
58
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Una delle più importanti tappe del processo di condivisione della attività programmatoria tra Stato e Regione è stata la firma dell’Accordo di programma Quadro beni culturali nel 2005 a cui hanno fatto seguito due atti integrativi. In essi, a parte gli impegni
economici, è stato condiviso un importante documento strategico che delinea gli obiettivi che accomunano le istituzioni statale e regionale nella predisposizione delle azioni
di tutela e valorizzazione dei prossimi anni.
Attività di tutela
Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del
paesaggio”, introduce all’art. 12 il procedimento per la verifica dell’interesse culturale
dei beni mobili ed immobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici ed
alle persone giuridiche private senza fine di lucro. In particolare l’art. 12 prevede che
tutti gli immobili appartenenti a tali soggetti, se realizzati da più di 50 anni ad opera di
un autore non più vivente, siano sottoposti all’accertamento dell’interesse culturale attraverso una procedura che prevede l’invio dei dati identificativi e descrittivi degli immobili ai fini della valutazione di merito da parte dei competenti uffici del Ministero. Per
uniformare e rendere più efficace la trasmissione dei dati descrittivi degli immobili è
stato attivato il sistema informativo per la verifica dell’interesse culturale www.benitutelati.it che consente di acquisire i dati in un formato unitario, ottimizzare i tempi del
procedimento, controllare l’iter del procedimento e costituire una banca dati condivisa
dei beni d’interesse culturale. Secondo quanto indicato dagli artt. 53 e 59 del Codice
l’alienazione dei beni tutelati deve essere preventivamente autorizzata ed anche in tal
senso il sistema informatico è di valido aiuto consentendo l’archiviazione dei dati relativi a richieste, provvedimenti emanati, atti degli effettivi trasferimenti di proprietà. E’
competenza inoltre della Direzione Regionale la proposta dell’esercizio di prelazione da
parte del Ministero o a favore della Regione o di altri Enti pubblici territoriali (artt. 60 e
62 del Codice), dopo aver acquisito il parere delle Soprintendenze di settore. La Direzione deve istruire le pratiche di esproprio per causa di pubblica utilità, autorizzare le
alienazioni, le permute, le costituzioni di ipoteca e di pegno e di ogni altro negozio giuridico che comporta il trasferimento a titolo oneroso dei beni culturali, disporre il concorso del Ministero nelle spese effettuate dai proprietari, possessori o detentori di beni
culturali per gli interventi conservativi previsti dagli articoli 34 e 35 del Codice, erogando
il contributo previsto. In quest’ultimo caso (ai sensi dell’art. 17, comma 3, lettera f e lettera u del D.P.R. n. 233/2007), e sempre
previa istruttoria della Soprintendenza
competente, stipula accordi e convenzioni con i proprietari dei beni che
hanno usufruito di tale contributo, al
fine di stabilire le modalità di accesso ai
beni medesimi da parte del pubblico
(art. 38 del Codice). Si evidenziano di seguito i dati riassuntivi relativi ai principali procedimenti di tutela conclusi
dalla Direzione Regionale della Sardegna, a partire dal 2007 fino ad oggi,
anche sulla base delle attività istruttorie e propositive delle Soprintendenze
operanti sul territorio regionale.
59
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
TIPO PROVVEDIMENTO
Protocolli d’intesa con Enti di diretta competenza territoriale
N. PROVVEDIMENTI
CONCLUSI
40
Immobili pubblici o di Enti pubblici e Persone Giuridiche verificati attraverso la procedura informatica e/o verifiche d’ufficio
280
Immobili sottoposti a tutela a seguito di verifica ex art. 12
120
Immobili privati sottoposti a tutela
10
Beni archeologici sottoposti a tutela
11
Autorizzazioni alle alienazioni
18
IMPORTO COMPLESSIVO
479
Attività di comunicazione e sito web
Al giorno d’oggi la comunicazione riveste un ruolo centrale tra le attività dei vari soggetti e quindi anche della nostra Amministrazione. Non basta fare bene, bisogna saper
comunicare di far bene, raggiungere i nostri interlocutori e in via privilegiata il cittadino per informarlo in maniera efficace e completa sui singoli procedimenti amministrativi in maniera da snellirne lo svolgimento, consentire la più ampia partecipazione
da parte degli interessati, rendendo trasparente l’operato di tutti gli Istituti.
Questo concetto è stato esplicitato e ribadito anche nel piano di comunicazione predisposto per il 2008 dalla Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, ossia il raggiungimento di un obiettivo strategico che vede una rete di
comunicazione interna ed istituzionale coordinata ed efficiente, che trasmetta ai cittadini l’idea dell’esistenza di un “sistema” dei beni culturali statali nel territorio.
Già da diversi anni infatti è stata strutturata una rete di referenti individuati all’interno
degli Istituti territoriali attraverso i quali viene reso possibile il compito di coordinamento della Direzione soprattutto relativamente ad alcune tematiche quali Grandi
Eventi e manifestazioni fieristiche, modulistica e siti web.
Questo circuito informativo deve essere mantenuto efficiente e sicuramente potenziato così da consentire un tempestivo afflusso ed aggiornamento dei dati da utilizzare
sia nell’ambito dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico che per l’ordinaria gestione del sito
web.
Sito web
E’ stato concluso nel 2007 il progetto di realizzazione e aggiornamento dei siti web della Direzione
regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna e delle Soprintendenze; ed infatti dal
dicembre 2007 sono on line i siti delle Soprintendenze dislocate in Sardegna, due archeologiche
(www.archeocaor.beniculturali.it; www.archeossnu.beniculturali.it) e due cosiddette miste
(www.sbappsaecaor.beniculturali.it; www.sbappsaesnu.beniculturali.it), realizzati mediante il
CMS Open Source Museo & Web messo a disposizione dal MiBAC, che ha elaborato precisi standard di qualità per i siti delle istituzioni culturali pubbliche, rispettando i criteri previsti
dalla vigente normativa in materia di accessibilità.
Questi siti, attivati nell’ambito del progetto nazionale “Portale della cultura italiana”, coordinato a livello locale da questa Direzione, sono indubbiamente strumenti fondamentali
per la promozione della conoscenza degli Istituti, con le loro attività e servizi, e insieme
del patrimonio culturale. Si è posta pertanto particolare attenzione nell’ideazione di uno
schema organizzativo di agevole navigazione, nell’elaborazione di contenuti esaustivi
ed espressi con un linguaggio facilmente comprensibile da un’utenza generica. Una nuova riforma organizzativa del Ministero, al principio del 2008, ha modificato l’assetto de-
60
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
gli Istituti territoriali istituendo in Sardegna tre nuove Soprintendenze con competenza sull’intero territorio regionale (la Soprintendenza per i beni archeologici, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e la Soprintendenza per i beni storici,
artistici ed etnoantropologici) e rendendo pertanto necessario l’allineamento dei siti web
al nuovo contesto istituzionale. Non appena possibile si attiverà pertanto un progetto
di restyling, già attivato per quello della Direzione, che costituirà anche una preziosa occasione per aggiornare alcuni contenuti alla più recente normativa in materia di tutela. In questo scenario segnato da mutamenti amministrativi resi necessari anche dall’adeguamento alle nuove tecnologie, la Direzione Regionale è stata impegnata anche
in un’attività di riorganizzazione delle procedure sia a livello interno che in ambito regionale, allo scopo di rendere più efficiente l’attività interna e di migliorare i servizi offerti all’utenza, sia nell’immediato che in prospettiva.
Dal 1° gennaio 2007 è stato
adottato il sistema di protocollazione informatica dei documenti sulla base del sistema
ESPI, erogato attraverso la rete
privata virtuale del MiBAC, che
ha comportato una profonda
innovazione procedurale e organizzativa. La registrazione e
la classificazione della corrispondenza, prima svolta manualmente da non più di due
operatori, è ora gestita elettronicamente con modalità decentrata coinvolgendo un
maggior numero di addetti.
L’adozione di questo sistema di protocollazione ha comportato l’esigenza di una revisione del servizio archivistico sulla base della nuova tecnologia.
Considerato che l’adozione del protocollo informatico costituisce una condizione di base
per l’attivazione di altre funzionalità previste dal Codice dell’Amministrazione Digitale
(gestione elettronica del documento, firma digitale, posta elettronica certificata), il perfezionamento delle procedure connesse assume un’importanza strategica al fine di consentire, in prospettiva, l’accesso da parte dei cittadini all’iter del procedimento e il
raggiungimento dell’obiettivo della trasparenza amministrativa.
Una razionalizzazione delle procedure, finalizzata ad un migliore accesso ai servizi da
parte dell’utenza, si è resa necessaria anche per quanto riguarda il sito web ed infatti la
Direzione ha deciso di rendere uniforme, in ambito regionale, tutta la modulistica relativa alle medesime tipologie di procedure all’interno degli Istituti che, fino a quel momento, si presentava difforme o del tutto assente. E’ stato costituito un gruppo di lavoro,
con la partecipazione di rappresentanti di tutte le Soprintendenze, che ha prodotto, con
un linguaggio chiaro e in una forma grafica che facilita la leggibilità e la compilazione
da parte degli utenti, i modelli necessari per i vari tipi di procedure, dalla domanda di
avvio di un procedimento alla semplice richiesta di certificazioni o di consultazione di
materiali, uguali per tutte le Soprintendenze. I moduli sono stati inseriti on line sui siti
web della Direzione e degli uffici coinvolti e si può senza dubbio affermare che la sezione
modulistica costituisce uno dei punti di forza dei siti. Coordinata dalla Direzione regionale continua poi in Sardegna l’attività di censimento delle collezioni culturali digitali
nell’ambito del progetto MICHAEL, mirato a costituire il catalogo on line delle risorse
presenti in ambito internazionale e dunque strumento di fondamentale importanza
per la promozione del patrimonio culturale. Nel corso del 2008 il portale si è arricchito
di 30 nuove collezioni, afferenti agli istituti territoriali del MiBAC, alla Regione, ad enti
locali, a privati e fondazioni, per un totale sinora di 155 collezioni pubblicate.
Attività promozionale
Negli ultimi anni il MIBAC ha operato nell’ottica di una maggiore comunicazione della
propria attività, nell’intento di avvicinarsi sempre di più al cittadino, e di una ampliata
offerta di fruizione dell’ingente patrimonio di cui è ricco il nostro paese e, consapevole
di quanto sia importante in Italia il binomio cultura e tecnologia, ha trovato in quest’ultima un valido supporto. Anche gli Istituti periferici si avvalgono in misura sempre
61
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
crescente delle nuove tecnologie per la realizzazione di specifici progetti di comunicazione e valorizzazione del patrimonio o per la partecipazione ai progetti nazionali coordinati centralmente dal Ministero.
E’ appena il caso di evidenziare come la realizzazione di Grandi Eventi, che coinvolgono
l’intero territorio nazionale, e la partecipazione alle manifestazioni fieristiche siano divenuti un importante veicolo di promozione del patrimonio e proprio in tali occasioni
è stato possibile presentare ad un vasto pubblico gli esiti di numerosi progetti che
hanno visto in campo le competenze e l’impegno del personale applicate alle nuove
possibilità offerte da tecnologie sempre più sofisticate.
Nonostante l’impegno richiesto dalla normale attività, ciascun Istituto ha risposto all’invito del Ministero partecipando ai Grandi Eventi, quali la Settimana della Cultura e le
Giornate Europee del Patrimonio, che registrano ogni anno un incremento delle iniziative. Grande successo riscuote in Sardegna
MusicArte, la manifestazione abbinata alla Festa Europea della Musica, per la quale spesso non si riesce a far fronte alle richieste delle Associazioni desiderose di esibirsi nei luoghi della cultura statali. La Direzione Regionale, che coordina le attività sul territorio, con
la collaborazione della già citata rete di referenti, è riuscita ad organizzare calendari ricchi di iniziative, evitando quanto più possibile sovrapposizioni di date, per offrire al pubblico un programma variato e mai noioso, reso ancora più ricco dalla partecipazione di
enti e istituzioni territoriali che, con reiterato entusiasmo e sempre più numerose, aderiscono alle iniziative ministeriali.
A tutti gli eventi programmati è stato dato il giusto risalto informando e coinvolgendo
i media locali tramite comunicati stampa e pubblicazione sul sito web della Direzione
e sui siti che si occupano di cultura e/o predisponendo apposite conferenze stampa di
presentazione delle attività.
Particolarmente condivisa la partecipazione alle manifestazioni fieristiche che, se vissuta nella corretta ottica, costituisce indubbiamente
un buon elemento di richiamo per potenziare il settore turistico ed attrarre visitatori nelle strutture museali e nei luoghi della cultura che, secondo i dati
ufficiali del MiBAC, confermati dall’ultimo rapporto
del Touring Club Italiano, paiono aver registrato una
notevole battuta d’arresto in tutta Italia e la Sardegna
non si discosta da questo trend.
Nel corso del 2007 la Direzione regionale della Sardegna, come quelle delle altre regioni, ha contribuito
economicamente all’allestimento degli stand ministeriali riservandosi una postazione informatica “dedicata” nella quale sono stati proposti i più rilevanti
progetti presentati dagli istituti territoriali che, per
l’occasione, hanno realizzato filmati esplicativi degli
interventi effettuati.
Anche nel 2008 questa Direzione, insieme agli Istituti,
è stata presente nelle manifestazioni fieristiche cui ha
partecipato il MiBAC. Tutti i progetti presentati nelle
fiere sono stati raccolti nei relativi opuscoli curati e
stampati dal Ministero.
Oltre alle iniziative di carattere nazionale, questa Direzione è stata impegnata in iniziative più specificamente di carattere regionale o nella realizzazione di progetti di particolare rilevanza.
62
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Premio Internazionale del documentario e del reportage del Mediterraneo
A seguito di un accordo con l’Assessorato al Turismo della Regione Autonoma della Sardegna la Direzione Regionale è stata partner nella realizzazione del “Premio Internazionale del documentario e del reportage del Mediterraneo” (19/25 novembre 2007).
Grazie all’utilizzo della procedura di concessione in uso temporaneo e dell’utilizzo del
conto terzi per la prestazione del personale, lo Spazio San Pancrazio e la Pinacoteca Nazionale, strutture statali all’interno della Cittadella dei Musei di Cagliari, sono state teatro
della importante manifestazione che nel 2007 è
approdata in Sardegna, per la prima volta. Il Premio, nato in Francia nel 1994, è un concorso internazionale che si svolge con cadenza annuale,
grazie all’intesa tra il CMCA (Centro mediterraneo della comunicazione audiovisiva) e la RAI
ed è destinato alle produzioni audiovisive che,
nel campo specifico del documentario, del reportage e del film d’inchiesta, affrontano in
modo creativo ed originale, i temi che caratterizzano oggi l’area culturale del Mediterraneo
in senso lato
I Sentieri della memoria – Carta di accesso al territorio
Nel 2008 si è conclusa, con l’installazione del sistema informatico in tutti gli Uffici sardi
del Ministero, la produzione di un opuscolo e la presentazione in varie sedi nazionali e
regionali, il progetto “I Sentieri della Memoria - Carta di accesso al territorio della Sardegna”, finanziato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo
Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia - 2001-2006” e realizzato dalle quattro ex Soprintendenze, miste e archeologiche, con il coordinamento della ex Soprintendenza per i Beni
Architettonici, Paesaggistici e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico
delle province di Sassari e Nuoro.
Nel progetto è stata coinvolta la Direzione Regionale ed il Comando Carabinieri del Nucleo Tutela Beni Culturali della Sardegna.
Il lavoro, che ha usufruito di un finanziamento di € 1.032.914,80, attraverso il censimento e la catalogazione del patrimonio culturale di dieci ambiti territoriali campione
della Sardegna, ha portato alla realizzazione un sistema informatico e di dieci cartoguide con la proposta di itinerari, che conducono i visitatori tra i beni culturali presenti
sul territorio regionale con tutte le indicazioni necessarie per accedere ai siti in condizioni di sicurezza, segnalando e monitorando allo stesso tempo, attraverso schede informatizzate, le condizioni di conservazione e sicurezza dei beni ad Uffici ed enti
preposti al controllo e alla manutenzione.
I lavori sono stati affidati ad un’A.T.I. guidata dall’Istituto Geografico De Agostini S.p.a.
Il 75% delle carte e guide prodotte è stato distribuito gratuitamente presso i promotori
del turismo in Italia e all’estero dalla De Agostini, che fra tre anni acquisirà il diritto di
commercializzarle, mentre il restante 25% è stato consegnato alla Direzione Regionale
ed alle Soprintendenze che hanno provveduto a distribuirle in maniera capillare sul territorio isolano.
Una quota del finanziamento è stata destinata alla realizzazione di attività promozionali per la diffusione e pubblicizzazione del lavoro realizzato, secondo gli obiettivi del
P.O.N. (nel dicembre 2006 anteprima di presentazione a MANTOVA, nel corso del VI Convegno Nazionale ARCo e successivamente a VENEZIA, in occasione del X Salone Beni e
Attività Culturali, nel febbraio 2007, alla B.I.T. di Milano).
A conclusione del progetto sono state organizzate apposite conferenze di presentazione: a ROMA, al Ministero BAC, nella Sala dello Stenditoio il 4 maggio 2007; in Sardegna a Macomer (NU), presso la Biblioteca Comunale, il 12 maggio 2007; a Cagliari, presso
la Biblioteca Universitaria, in occasione della Settimana della Cultura e delle Giornate
Europee del Patrimonio 2007; in queste due ultime occasioni è stata organizzata una
escursione presso alcuni siti che ricadono in uno dei dieci ambiti prescelti. Inoltre, sem-
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Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
pre nello stesso anno, il progetto è stato presentato a ROMA al Forum PA nel corso del convegno “Sistemi informativi per la tutela e la
valorizzazione del patrimonio culturale” ed a
Romana (SS), nell’ambito delle manifestazioni
indette per celebrare il pittore Brancaleone da
Romana. In tutte le occasioni si è registrato un
notevole interesse per il lavoro e grande affluenza di pubblico. Nel 2008 il progetto è stato
presentato presso lo stand ministeriale in ottobre, a Milano, al COMPA ed in novembre alla
Borsa del turismo archeologico di Paestum.
E’ prevista, compatibilmente con i finanziamenti che si renderanno disponibili, la copertura dell’intero territorio regionale.
Attività didattica
Con l’istituzione dei rispettivi Servizi Educativi
del Museo e del Territorio (1998), le Soprintendenze della Sardegna, recependo le indicazioni
ministeriali sull’educazione al patrimonio culturale, hanno formalizzato l’attività che di fatto
veniva già svolta insieme con le scuole di ogni
ordine e grado presenti sul territorio per l’arricchimento dei programmi dell’offerta formativa. Questa attività ha condotto alla realizzazione di progetti, finalizzati alla conoscenza dei musei e del patrimonio storico, artistico, architettonico, archeologico,
etnografico dell’Isola, attuati mediante laboratori specifici e vari procedimenti metodologici; i progetti spesso sono confluiti nell’allestimento di mostre didattiche, culminate
con pubblicazioni che testimoniano le sinergie fra tecnici ministeriali, docenti e allievi,
tutti fortemente motivati a voler documentare i frutti di una attività spesso condotta in
modo ludico ma sempre sostenuta da rigore scientifico.
In questa ottica si inserisce la partecipazione della Direzione Regionale e degli Istituti
territoriali, che fanno parte rispettivamente del Comitato scientifico e del Comitato tecnico, alla manifestazione di ambito regionale “Monumenti aperti”, iniziativa promossa
dall’Associazione Imago Mundi e dal Comune di Cagliari, che gode dell’Alto Patronato
del Presidente della Repubblica.
La manifestazione, giunta quest’anno alla sua XII edizione, si attua anche in collaborazione con il MIUR e nello specifico con i docenti delle scuole cittadine; i nostri funzionari
sovrintendono alla formazione dei ragazzi che, in forma volontaristica, diventano guide turistiche adottando
per due giorni consecutivi, a rotazione,
un monumento che solitamente è
chiuso alla pubblica fruizione e che, per
l’occasione, viene reso visitabile grazie
a questa sinergia tra istituzioni, operatori del settore, studenti e volontari. Quest’anno, fino a giugno, sono
stati aperti oltre 380 monumenti di 44
Comuni, dal nord al sud dell’isola, ma
il numero è destinato ad aumentare;
è stato inoltre bandito un concorso per
l’adozione del nuovo logo della manifestazione, della cui giuria ha fatto parte questa Direzione.
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Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna
Apertura nuovo museo
Il 19 dicembre 2008 la Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici ed Etnoantropologici
della Sardegna ha inaugurato a Sassari il MUS’A, la Pinacoteca al Canopoleno, un centro d’arte polivalente nel centro storico della città, a pochi passi dalla Cattedrale.
Dopo lunghi anni di impegno, anche economico, da parte del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e dei suoi istituti periferici, la Soprintendenza, una volta ultimati i complessi lavori di restauro e adeguamento strutturale, ha potuto offrire alla città di Sassari
un importante spazio espositivo in cui trovano collocazione le collezioni d’arte Sanna e
Tomè, finora custodite nei depositi del Museo Archeologico G. A. Sanna, costituite da
importanti opere pittoriche che abbracciano un arco temporale che va dal Medioevo
alla metà del Novecento.
Il nuovo museo vanta una superficie molto ampia, distribuita su tre piani, ed è stato
concepito come un organismo dinamico in cui le raccolte verranno esposte a rotazione,
sotto forma di mostre tematiche.
Nell’edificio, fatto edificare nel primo Seicento dall’arcivescovo di Oristano Antonio Canopolo come sede del Seminario, poi trasformato in Convitto, hanno inoltre trovato una
prestigiosa sede operativa gli uffici della Soprintendenza, la Biblioteca di Storia dell’Arte
e il Centro di Studio e documentazione per i beni storici, artistici ed etnoantropologici
del Nord Sardegna. Nella consapevolezza del grande sforzo compiuto, la realizzazione
dell’iniziativa, che ha ricevuto il personale plauso del Ministro On. Sandro Bondi, è motivo di orgoglio non solo per la Soprintendenza ma per tutta l’Amministrazione territoriale del MiBAC.
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SOPRINTENDENZA PER I BENI
ARCHEOLOGICI DELLA SARDEGNA
Soprintendente
ad interim
Fulvia Lo Schiavo
Referente per il progetto
Donatella Cocco
Piazza Indipendenza, 7
09100 Cagliari
Tel. 070605181
Fax 070658871
[email protected]
www.archeocaor.beniculturali.it
L’accorpamento delle due storiche sedi delle Soprintendenze
per i Beni Archeologici di Cagliari e di Sassari, ha determinato la
nascita di un’unica Soprintendenza con la nuova denominazione di "Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna". La struttura organizzativa ha carattere di provvisorietà ed
è al momento oggetto di revisione da parte del Ministero.
SEDE DI CAGLIARI
La Sede di Cagliari opera per competenza sui territori delle province storiche di Cagliari e di Oristano, suddivisione anteriore
alla riforma definita dalla Regione Autonoma della Sardegna
nel 2005.
Fanno parte della Soprintendenza i centri operativi di Villa Pollini e di Sant’Antioco e il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
La sede della Soprintendenza è Palazzo delle Siziate , un edificio
storico risalente alla fine del XVI-inizi del XVII secolo, la cui
struttura originaria era costituita da un unico piano.
Il nome dell’edificio proviene dalle “sedute” durante le quali i vicerè spagnoli
ascoltavano le rimostranze e le suppliche dei detenuti nelle adiacenti carceri
ubicate presso la torre di San Pancrazio.
Disposto su due piani che poggiano su
un alto basamento, al centro del quale si
apre la porta denominata di San Pancrazio o della Zecca, costituisce il passaggio tra le due piazze contigue Indipendenza e
Arsenale.
Il nucleo originale, ad un solo piano, risale alla fine del XVI-inizi XVII secolo mentre importanti interventi finalizzati alla sopraelevazione furono compiuti nel 1825, come ricorda un’iscrizione posta sulla porta. Alla fine dell’Ottocento, con lo spostamento del carcere nel nuovo complesso di Buon Cammino, le costruzioni contigue alla Torre di San Pancrazio furono abbandonate o destinate ad altri usi. Dai primi del Novecento fino alla
metà degli anni ‘80 il palazzo ospitò la Collezione della Pinacoteca Nazionale di Cagliari.
FUNZIONI E ATTIVITÀ
La sede di Cagliari della Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Sardegna esercita nel territorio di competenza i compiti
istituzionali di tutela e valorizzazione dei beni archeologici,
anche in relazione al patrimonio subacqueo.
Una serie di attività sul campo ed un insieme di procedure caratterizzano l’azione di tutela, rivolta ad individuare i beni presenti sul territorio ed a garantirne la protezione e la conservazione a fini di pubblica utilità.
In quest’ambito le principali attività della Soprintendenza sono:
- la documentazione e la catalogazione dei materiali archeologici recuperati in seguito alle ricerche e alle indagini condotte
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
sul territorio.
- la direzione degli interventi di scavo attuati nel territorio, sia programmati con finanziamenti ministeriali che concordati con gli enti territoriali
- la valutazione di tutti i progetti di intervento che coinvolgono i beni archeologici, sui
quali svolge una funzione di sorveglianza in corso d’opera.
- l’istruttoria nella procedura di dichiarazione di interesse archeologico dei beni
- l’espressione del parere di competenza nelle procedure di verifica d’interesse
- i sopralluoghi e le verifiche volte ad accertare lo stato di conservazione dei beni
- la gestione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
- il controllo scientifico sull’allestimento dei musei degli Enti Locali, nell’ottica della corretta conservazione dei beni.
- la promozione e valorizzazione del patrimonio archeologico anche in collaborazione
con Università ed Enti Locali, tramite progettazioni e realizzazioni di ricerche archeologiche, censimenti, allestimenti di musei civici, interventi di restauro e di musealizzazione all’aperto.
- l’ideazione e la realizzazione di mostre ed eventi a carattere nazionale ed internazionale
- la collaborazione con gli Enti locali per l’adozione di misure di tutela condivise, sia nell’ambito della pianificazione urbanistica comunale che in relazione alla predisposizione del Piano Paesaggistico Regionale.
Inoltre, come uno scrigno prezioso, la Soprintendenza raccoglie e custodisce la memoria del territorio e delle attività che vi si sono svolte: l’archivio ne conserva i documenti,
le immagini, i disegni, i più antichi dei quali risalgono alla fine dell’ottocento, e li pone
a disposizione del pubblico che può richiederne la consultazione e la riproduzione.
Ampio spazio è riservato all’archeologia subacquea, che ha consentito il recupero di importanti contesti e materiali, perseguendo anche in questo campo la vocazione istituzionale alla conservazione, tutela e valorizzazione tramite:
- la raccolta delle segnalazioni di ritrovamenti occasionali con sopralluoghi di verifica
- la predisposizione, anche in accordo con l’Autorità portuale, le Capitanerie di Porto, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e la Guardia di Finanza, di verifiche e
interventi di scavo e di recupero finalizzati alla conoscenza e alla documentazione dei
contesti e al trattamento conservativo dei materiali recuperati
- la registrazione e raccolta dei dati e la documentazione relativa ai ritrovamenti
- l’esame dei progetti relativi agli insediamenti portuali e alle modifiche dei fondali
ORGANIZZAZIONE
La sede di Cagliari è organizzata in Servizi e uffici, ciascuno coordinato da un funzionario
responsabile; inoltre il territorio di competenza è suddiviso in zone omogenee di cui
sono responsabili i funzionari archeologi per i procedimenti previsti dalla normativa in
materia di tutela dei beni.
- Ufficio amministrativo
- Ufficio Vincoli
- Ufficio Tecnico
- Ufficio Catalogo
- Settore Restauro
- Settore Archeologia subacquea
- Biblioteca
- Archivio storico
- Archivio fotografico
- Archivio grafico
- Servizi educativi del Museo
e del Territorio
- Museo Archeologico Nazionale
- Depositi reperti archeologici
- Inventario beni archeologici
- Centro GIS (Geographical Information System)
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Biblioteca
La biblioteca della Soprintendenza è specializzata in tutti i settori dell’archeologia e rivolge il suo servizio esterno agli studiosi (archeologi, ricercatori, laureandi ecc.).
Collegata all’attività dei soprintendenti e dei funzionari archeologi che si sono avvicendati a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la biblioteca è stata incrementata
nel tempo con pubblicazioni di sostegno all’approfondimento degli studi sulle ricerche
e sulle scoperte scientifiche relative all’archeologia sarda.
Attualmente la consistenza libraria è valutabile in circa 13.000 monografie, 250 titoli di
periodici e 60 volumi di miscellanee. Questi ultimi racchiudono circa 1.000 estratti, donati alla biblioteca da autori italiani e stranieri che hanno pubblicato su riviste scientifiche difficilmente recuperabili, oppure assai costose.
L’incremento del patrimonio librario avviene per scambio e doni fra Soprintendenze,
Università e Istituti culturali italiani e stranieri.
La biblioteca possiede un catalogo cartaceo alfabetico per autori aggiornato fino al 1990
ed un elenco alfabetico dei periodici. Le schede bibliografiche prodotte a partire dal 1991
sono in fase di informatizzazione.
Servizi
- Informazioni e ricerche bibliografiche sui cataloghi della biblioteca
- Informazioni sugli scambi delle pubblicazioni scientifiche edite dalla Soprintendenza
- Consulenza e ricerche bibliografiche sui cataloghi presenti su Internet
- Prestito esterno giornaliero, nella misura massima di 3 volumi, da restituire entro l’orario di chiusura. Sono escluse dal prestito le pubblicazioni periodiche, le opere di pregio
e quelle danneggiate.
Attualmente la consultazione in sede non è consentita per carenza di spazi adeguati, un
problema per cui sono allo studio le opportune misure.
Editoria
Quaderni scientifici
La rivista, di taglio rigorosamente scientifico, accoglie i contributi degli studiosi del settore sulle più recenti indagini archeologiche e sui più significativi contesti di cultura
materiale.
Guide e studi
Le monografie pubblicate nella collana costituiscono un aggiornato approfondimento degli studi condotti sui più noti
complessi archeologici della Sardegna meridionale e sulle
tematiche della tutela, della valorizzazione e della gestione.
Quaderni Didattici
Destinati ad un pubblico giovane i quaderni finora pubblicati affrontano in maniera semplice i più svariati argomenti
di storia e di archeologia e costituiscono un valido strumento per l’approfondimento scolastico di temi specifici.
Cataloghi
Caratterizzati dall’accuratezza della veste tipografica e dalla
ricchezza dell’apparato iconografico i volumi illustrano la
storia della Sardegna antica attraverso le più recenti scoperte archeologiche.
Servizi educativi
L’affascinante quanto complesso compito della didattica è affidato ai Servizi Educativi del
Museo e del Territorio della Soprintendenza che, istituiti nel 1998, svolgono attività didattica sia in riferimento alle scuole che ad altre tipologie di utenza, allo scopo di diffondere la conoscenza dei beni archeologici del territorio.
La collaborazione con le scuole di ogni ordine e grado si esplicita nella elaborazione e
nella realizzazione di progetti didattico-archeologici, di laboratori sperimentali, di corsi
di formazione per insegnanti, che vedono i nostri funzionari impegnati in un lavoro co-
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
mune con gli educatori. L’obiettivo
è quello di far nascere nei giovani
la coscienza della propria corresponsabilità nell’azione di salvaguardia e di tutela del patrimonio
archeologico, sviluppando in loro
il senso di appartenenza ad una
tradizione culturale comune, ad
un luogo e alla sua storia.
Occasioni particolari sono le giornate al Museo studiate e organizzate per bambini e ragazzi, in cui il
contenitore museale si mobilita
per diventare un luogo di gioco e di apprendimento, dove dimostrare ai più giovani che “leggere” l’archeologia può essere
qualcosa di divertente e affascinante.
L’attività didattica si completa con le realizzazioni di quaderni
operativi, kit archeologici e CD multimediali destinati ai giovanissimi.
Per le altre fasce di utenza, al Museo Archeologico Nazionale di
Cagliari trovano spazio eventi aperti ad altre forme di cultura,
quali la musica, il teatro, la poesia, l’arte contemporanea.
I servizi educativi si occupano anche della promozione dell’attività didattica attraverso la partecipazione ai più importanti
expò nazionali (Borsa Archeologica del Turismo Mediterraneo di
Paestum, Salone del restauro di Ferrara, Salone dei benie delle
Attività Culturali di Venezia , ecc.).
Sedi Operative:
I centri operativi della Soprintendenza sono dislocati a Villa Pollini, a Cagliari, e a Sant’Antioco. Altro personale opera direttamente
sul territorio in località di particolare rilevanza archeologica: Abbasanta, Barumini, Cabras, Pula.
Centro Operativo di Villa Pollini
Villa Pollini, nota anche come Villa Doloretta, fu costruita nel
1812 in stile neoclassico da Giovanni Battista Franco su commissione del conte Gaetano Pollini insieme ad un piccolo nucleo abitativo nel territorio adiacente, con l’obiettivo di coltivare
vigneti e gelsi. Qualche decennio dopo la proprietà venne abbandonata e tale rimase sino alla fine del ventesimo secolo,
quando fu acquisita dallo Stato e restaurata parzialmente per
ospitare mostre ed eventi culturali.
Il centro operativo di Villa Pollini ospita dal 2007 il centro GIS
(Geographical Information System), l’Archivio grafico e l’Ufficio
Catalogo. Il GIS è un sistema informativo computerizzato che consente l’acquisizione, l’analisi, la visualizzazione
e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici.
In qualità di polo informatico la sede di
villa Pollini fornisce il necessario supporto informatico per la formazione e
l’aggiornamento del personale degli uffici periferici della Sardegna mediante
una modernissima aula informatica.
Via Jenner
09121 - Cagliari
Tel. 070 528091
Fax 070 52809615
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Via Bolzano
09017 - Sant’Antioco
Tel./Fax 0781 82311
Centro Operativo di Sant’Antioco
Il centro operativo di Sant’Antioco
è stato istituito, agli inizi degli
anni ’80, per garantire una più diretta ed efficace azione di tutela e
controllo del territorio nell’area
sulcitana, particolarmente ricca
sotto il profilo archeologico.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE
Nell’ambito dell’intensa attività di promozione portata avanti
in particolar modo dai Servizi Educativi, si ricordano alcune
delle più importanti ed innovative manifestazioni tra quelle
realizzate negli anni 2007-2008..
Archeologia in festa: l’arte greca in mostra al Museo Archeologico di Cagliari
Dal 2 febbraio al 1 Aprile 2007 il Museo Archeologico Nazionale
di Cagliari ha ospitato 11 capolavori dell’arte greca, nell’ambito
di una mostra itinerante organizzata dal MIBAC in cinque tra
le più importanti sedi museali italiane (Roma, Torino, Cagliari,
Ferrara e Reggio Calabria) .
L’iniziativa è nata da un accordo sottoscritto dal Ministro Rutelli con il Direttore del Museum of Fine Arts di Boston che, dopo
una lunga trattativa, ha restituito all’Italia un lotto di reperti
archeologici rubati, giunti a Boston attraverso i canali del commercio clandestino.
Si tratta di vasi di diverse forme, di produzione attica e dell’Italia meridionale, provenienti dai corredi funebri di ricchi personaggi, vissuti in Etruria e nella Magna Graecia in un’epoca
compresa tra il VI ed il IV sec. a.C.
Dei sei vasi di produzione attica, tutti provenienti dall’Etruria,
il più antico (530/520 a. C.) è un’hydrìa, grande recipiente per
l’acqua, decorato nell’arcaica tecnica ‘a figure nere’, con gruppi
di cavalieri e lotte di belve.
Tra le raffigurazioni, ispirate in gran parte al ricco e complesso
repertorio mitologico greco, spicca
quella, dipinta su una lekythos attribuita al “Pittore di Diosphos”,
(490 a.C.) di Eracle che, suonando
le nacchere, disperde gli uccelli
stinfalidi, terribili devastatori dei
campi dell’Arcadia con i loro escrementi velenosi ed il piumaggio
metallico.
Due nestoris lucane a figure rosse
del “Pittore di Amykos” (420 - 410
a.C.) propongono scene di atleti in
conversazione con giovani donne,
l’una,ed un guerriero osco con
scudo e lancia a cui una fanciulla
porge una spada corta, l’altra.
Sono presenti in mostra anche due
crateri a figure rosse : il più antico
(440-430 a.C.), di provenienza attica, è dipinto dal “Pittore della
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Centauromachia del Louvre” con scene di cacciatori
traci, l’altro,di provenienza apula, (380 – 370 a.C.) è del
“Pittore di Hoppin” e mostra Achille e Troilo sul cavallo.
Una pelike attica del “Pittore di Nausicaa” (450 a.C.) con
il mito di Fineo e le Boreadi, un anfora apula a figure
rosse del “Pittore di Dario” (340 – 330 a.C.) con l’assassinio di Atreo ed una loutrophoros apula (320 – 310 a.C.)
del “Pittore del sakkos bianco”con Pelope ed Ippodamia
su un carro completano il quadro delle opere in esposizione. La mostra rappresenta un importante momento
storico nella cooperazione internazionale contro i traffici illeciti di opere d’arte: l’enorme valore delle opere recuperate resterà agli atti come significativo esempio di
reciproco aiuto nella salvaguardia e nella valorizzazione
del patrimonio culturale dell’umanità.
Città delle Muse 2007: prosa al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari – Marzo 2007
- Radio Amore, atto unico ispirato alla “Favola di Amore e Psiche” tratta da “L’asino
d’oro” di Lucio Appio Apuleio e da “Il Simposio” di Platone, interpretato dagli attori
del Teatro Stabile di Sardegna con la regia di Orlando Forioso
Ripresentata al pubblico in un contesto moderno, la meravigliosa favola di “Amore e Psiche” diventa la “radio-novella”più seguita di una “scalcagnata” radio privata.
Attraverso le puntate che si sviluppano all’interno del palinsesto radiofonico emerge
tutta la storia dei due personaggi mitologici, dei quali parlerà Socrate in un’intervista
impossibile. Ma la radio - novella da anche spunto ad ampliare il dibattito sul grande
tema dell’”amore” e delle teorie platoniche (Simposio).
- Nozze riciclate. Storie d’amore in tempo d’ecologia
Eco-commedia di Orlando Forioso
Dedicata ai ciliegi e all’ironia di Anton Ceckov, alla città di Leonia e a tutte le città invisibili di Italo Calvino.
Interpretata dagli attori del Teatro Stabile di Sardegna con la regia Orlando Forioso.
Noi siamo tormentati dal problema della ricerca di nuove soluzioni per lo smaltimento
dei rifiuti, e per limitare il consumo di questo benedetto pianeta, ma nulla si potrà fare
senza una presa di coscienza attiva dei cittadini.
Il teatro, se non vuol perdere ancora una volta il contatto con la società, deve ritrovare
la sua corda civile, offrendo i suoi contenuti, i suoi linguaggi e le sue forme per coinvolgere gli spettatori-cittadini in una allegra o tragica riflessione.
Ed è quello che fanno i tre protagonisti di “ Nozze riclicate “: una madre che produce e
spaccia video ecologici amatoriali nei luoghi più impensati, una figlia scultrice che si
finge barbona per rovistare indisturbata nelle immondizie alla ricerca di oggetti da riciclare per le sue opere d’arte, ed un arzillo spasimante dal cuore debole e dallo spreco
facile. Vicini di casa ma con vite diametralmente opposte e antiche liti familiari mai risolte, i nostri eroi sono il motore di questa eco-commedia che strizza l’occhio all’ironico
universo di Anton Cechov, fatto di giardini di ciliegi e di domande di matrimonio, di natura incontaminata e malinconica e degli echi del “nuovo che avanza”.
Informazione e divertimento si coniugano in questa eco-commedia, forse capostipite di
una lunga serie a venire.
Città delle Muse 2008: prosa al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
Febbraio - Marzo 2008
- San Valentino 2008 . “Innamorati dell’arte “ con “Dialoghi d’amore”, da:
“Simposio “ di Platone, “Come vi piace”, “Pene d’amor perdute”,“Amleto” ,“Sogno di
una notte di mezza estate” , “La bisbetica domata” ,“Romeo e Giulietta” di W.Shakespeare, interpretati dagli attori del Teatro Stabile di Sardegna con la regia di Rosalba
Ziccheddu.
Che cos’è l’Amore? Dalla notte dei tempi l’uomo si è posto questa domanda e si è chie-
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
sto quali siano le cause che lo spingono a compiere in suo nome le azioni più nobili ma
anche le peggiori nefandezze.
Da una delle disquisizioni filosofico-letterarie del “Simposio” di Platone alle scene più
famose degli “innamorati” delle indimenticabili opere di Shakespeare, gli attori del Teatro Stabile della Sardegna offrono un omaggio al dibattito eterno sul più grande e misterioso tema dell’umanità.
- Festa della Donna 2008 “Peccaminose brame” da:
Eneide di Virgilio, Lettere d’amore di Ovidio, Vita brevis: lettere di Floria Emilia ad Aurelio Agostino di- Jostein Gaarder, Sedii di Marcello Fois, Confusa so pro tantu patimentu
di Maria Dore, Vietnam di Wislawa Szimborska
Adattamento e regia Cristina Maccioni e Rosalba Ziccheddu con le attrici del Teatro
Stabile di Sardegna.
Il tema dell’abbandono costituisce uno dei temi letterari maggiormente sfruttati per esprimere il difficile rapporto tra l’umanità, la sua essenza ed il
quotidiano.
“Di quale colpa mi accusi, se non di averti amato?”
Così Didone si rivolge ad Enea che la condanna, con il
suo abbandono, ad una tragica scelta tra una vita disonorevole e priva del suo amore, e una pur detestata
morte. Le attrici del Teatro Stabile della Sardegna assumono su di sé il compito di far conoscere donne che
hanno scelto l’azione o la rassegnazione in un momento in cui ci si trova nude di fronte alle proprie
scelte ed alle conseguenze che da esse derivano. L’abbandono non solo tra donne e uomini, la distanza fisica che si crea tra esseri amanti ed amati, ma anche
l’abbandono in senso “metafisico”: quello tra madri e
figlie, tra sorelle e fratelli, tra l’essere e l’apparire, tra
il vivere e ciò che c’è oltre il buio.
Launeddas e triplepipes: oltre il folklore .Conferenza
e concerto al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari in occasione della Settimana della Cultura 2007,
in collaborazione con: CEDAC e Associazione culturale Italia-Inghilterra
Circa 15 anni fa John Purser, musicologo scozzese, scoprì incise su alcune croci celtiche del
VIII-X secolo uno strano strumento musicale composto da tre canne e quindi molto simile alle launeddas. Barnaby Brown, giovane musicista e musicologo scozzese, affascinato dalla scoperta e dalle sue potenzialità decise di trasferirsi in Sardegna per capire che
relazione potesse esserci fra le launeddas e il nuovo strumento ribattezzato triplepipes.
Oggi le triplepipes sono state ricostruite e sono uno strumento musicale vivo.
Quali scenari si aprono attualmente per i due strumenti? Ne hanno parlato in una interessante conferenza al Museo Archeologico Nazionale Barnaby Brown, Dante Olianas della associazione culturale Iscandula e Giuseppe Orrù, suonatore di launeddas,
moderati da Franco Staffa della associazione Italia-Inghilterra promotrice dell’iniziativa
con la CEDAC.
E’ seguito un concerto del duo sardo-scozzese Band-Re e di Giuseppe Orrù alle launeddas.
Con notevole impegno, inoltre, la Soprintendenza partecipa, ormai da vari anni, agli
“expò” culturali, vere piattaforme di lavoro per “conoscere” e “farsi conoscere”, per confrontarsi su progetti, prodotti e servizi sia con chi opera a livello istituzionale nell’ambito del patrimonio culturale, sia con i rappresentanti della Pubblica Amministrazione,
dell’Università e degli altri soggetti che, a vario titolo, svolgono attività di formazione.
In questo senso vanno intese la partecipazioni , all’interno degli stand allestiti Direzione
Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la
standardizzazione delle procedure – Servizio IV- Comunicazione e Promozione del
Mibac, nel 2007 alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, al Salone
dei Beni e delle Attività Culturali a Venezia e nel 2008 al Salone dell’Arte del Restauro e
della Conservazione dei Beni Culturali di Ferrara.
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Mostre 2007 - 2008
La Soprintendenza compie cento anni, Cagliari 11/05/2007 – 30/01/2008
Organizzata in collaborazione con la Soprintendenza archivistica,
la mostra ripercorreva con immagini, strumenti fotografici, documenti, reperti e carte archeologiche, l’avvio dell’attività della Soprintendenza Archeologica, illustrata attraverso le figure dei personaggi che l’hanno determinata, attivi in un arco di
tempo compreso tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900.
I primi passi delle istituzioni e le iniziative di chi le reggeva si
intrecciano con le scoperte e le acquisizioni di importanti siti
archeologici, ancora oggi simbolo della storia e della cultura isolane. Tra gli episodi più significativi, l’inaugurazione della nuova sede del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, la realizzazione della carta archeologica della Sardegna, l’acquisto del
complesso del nuraghe Losa di Abbasanta, gli scavi presso la necropoli punica di Tuvixeddu a Cagliari.
Les Phéniciens et la Mediterranée, Parigi 05/11/2007 - 20/04/2008
La mostra esponeva reperti selezionati e poco
esportati, provenienti da tutto il Mediterraneo,
da Cipro, Tyro e area fenicia asiatica, dal Nord
Africa, dalla Spagna, Sicilia e Sardegna in particolare, ma anche da corredi etruschi e da area
adriatica.
Il Museo Archeologico di Cagliari ha inviato importanti reperti come la c.d. Stele di Nora, con
una delle più antiche e complesse iscrizioni fenicie, uno dei tre torcieri ciprioti dalla Sardegna accanto a pochi altri simili da Cipro, un
corredo arcaico da Bithia, alcune stele funerarie puniche esposte accanto ad altrettante da
Cartagine e da Mozia, gioielli della miglior fattura accanto ad esemplari dal British Museum,
acquisto ottocentesco di gioielli di Tharros.
Picturing the Bible, Fort Worth (Texas), 07/11/2007 – 12/04/2008
Il Museo Archeologico di Cagliari ha inviato la statuina bronzea tardo-imperiale di S.
Paolo da Cornus.
Recuperi subacquei della Soprintendenza Archeologica, Cagliari 10/02/2008 – 24/08/2008
Presentazione di scelta di reperti significativi di alcuni recuperi – scavi subacquei eseguiti dal personale della Soprintendenza, talvolta in collaborazione con sub della Guardia di Finanza. Suggestivo l’accumulo di anfore da trasporto relative a un grosso ritrovamento nelle acque del golfo di Oristano.
Etruria e Sardegna, Villanovaforru, Sa Corona Arrubia 11/04/2008 – 30/09/2008
Accanto all’esposizione di una collezione privata acquisita dalla Soprintendenza archeologica della Toscana, una sezione intitolata Etruria e Sardegna ha esposto una serie
di reperti nuragici e postnuragici provenienti da contesti etruschi e reperti coevi dalla
Sardegna, tra cui bronzetti, testa di toro in calcare e modello di doppio nuraghe in arenaria da S. Vittoria di Serri, brocca askoide d’impasto e bronzi da Sorradile, asce in bronzo
e i due calderoni ad ansa cipriota da Sardara, S. Anastasia.
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
La Sardegna al tempo della Guerra di Troia, Barumini, Centro G. Lilliu, 18/04/2008
marzo 2009
L’esposizione di Barumini era incentrata sulle attestazioni micenee in Sardegna e sull’architettura nuragica, nonché sull’interesse da essa suscitato in Schliemann e contemporanei nell’Ottocento, alla scoperta dei paralleli complessi di Micene e Tirinto. I
reperti esposti erano tutti del Museo di Cagliari e comprendevano i migliori frammenti
micenei e di imitazione micenea dal Nuraghe Antigori di Sarroch, il piccolo elmo a zanne
di cinghiale di un rilievo in avorio, lingotti, panelle, matrici e utensili bronzei attestanti
l’attivo commercio da e per l’area egea, nonché alcuni fra i modelli di nuraghe in calcare fra i più significativi e illuminanti dell’architettura nuragica.
Giulio Cesare, l’uomo, le imprese, il mito, Roma, Chiostro del Bramante 23/10/2008 –
03/05/2009
La mostra, accanto a opere significative della tarda età repubblicana: ritratti, sculture,
decorazioni templari (parte del fregio della Basilica Aemilia) e oggetti di lusso (una kline
decorata in bronzo ageminato in argento, argenterie da Boscoreale), presentava anche
la sezione di dipinti moderni che rappresentano la visione e il favore che continua a godere questo personaggio nell’immaginario contemporaneo. Il Museo di Cagliari ha inviato una raffinata coppa in calcedonio celeste decorata a rilievo vegetale, un raro
esempio di arredo di lusso dell’età.
Cento anni di tutela, Roma, Colosseo Ottobre 2008 – marzo 2009
Scelta di opere il cui recupero, restauro e valorizzazione ha arricchito in modo significativo il patrimonio archeologico italiano. Il Museo di Cagliari ha inviato la statua calcarea di arciere da Monte Prama - Cabras (OR), ricomposta e restaurata per l’occasione
nell’ambito dell’operazione di restauro di tutto il complesso di statue dallo stesso sito.
E a dir di Tuvixeddu, Cagliari 27/09/2008 – Ottobre 2009
Esposizione di corredi messi in luce negli scavi degli ultimi anni, corredati dai rilievi delle
tombe e dalla loro localizzazione nell’ambito della Necropoli e in rapporto con la situazione topografica della collina e dell’Acquedotto romano.
L’anima dell’acqua, Milano, Palazzo Reale 14/11/2008 – 13/04/2009
Incentrata sulle rappresentazioni dell’uso e del culto dell’acqua, l’esposizione presentava una campionatura di vasi greci e italioti e vari dipinti dal rinascimento in poi. Il
Museo di Cagliari ha fornito i reperti più antichi, una dea madre da Cuccuru s’Arriu, legata al culto dell’acqua, una navicella bronzea e una statuina bronzea di portatrice di
vaso da acqua.
La mostra attualmente è stata riproposta a Venezia, alla Cà d’Oro, con la dea madre e la
navicella associata a manufatti di arte contemporanea.
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
LUOGHI DELLA CULTURA
Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
Nel 1790 Lodovico Baille, importante intellettuale cagliaritano
e acuto raccoglitore e studioso di memorie sarde concepì l’idea
di costruire un Museo di Antichità e di Storia Naturale nella
città di Cagliari.
Un’istanza in tale senso fu inviata al re Carlo Emanuele IV ma
non ebbe buona sorte; successivamente, nel 1800, la proposta
fu inoltrata al vicerè di Sardegna, Carlo Felice, che la accolse con
entusiasmo destinando uno spazio del Palazzo Reale alla prima
struttura museale cagliaritana definita come Gabinetto di Antichità e Storia Naturale.
Nel 1802 la cittadinanza cagliaritana poteva visitare il suo
primo museo e ammirare le raccolte di antichità, di naturalistica e di mineralogia ivi riunite ed esposte, provenienti principalmente da donazioni private e sistemate in linea con le
tendenze nobili del collezionismo aristocratico che si sviluppò
in Europa tra il XV e il XVI secolo.
L’idea del museo, memoria della natura e delle cose umane, inizia infatti a germinare, dopo la fase del collezionismo di età romana e medioevale, nelle mirabilia, generalmente di ambito
naturale, raccolte nelle preziose stanze delle residenze aristocratiche tra l’età rinascimentale e il secolo dei lumi.
La “stanza delle meraviglie”, la wunderkammer, si
muove, tra mirabilia e naturalia, sulla linea dei saperi rinascimentali, che
separano la sfera dell’arte
e della scienza da quella
della natura; in questi luoghi meravigliosi, ancora
impreziositi dalle raffinatezze e dalle esagerazioni
del Barocco seicentesco,
sono leciti, anzi obbligatori, la meraviglia, lo stupore, ma anche la curiosità e lo stimolo alla ricerca, soprattutto
quando, con il tempo che avanza, prevalgono, in un mondo che
muta e che si allarga, le tendenze classificatorie e didascaliche
dell’Illuminismo. Le antichità vi trovano spazio nella misura in
cui la loro unicità e loro preziosa raffinatezza completano le
splendide realizzazioni naturali dei minerali, dei fossili, del variegato mondo animale e vegetale.
Le stanze delle meraviglie, dove, senza nessun criterio ordinatore, manufatti ed espressioni naturali, artificialia e naturalia
convivono in un pittoresco affollamento, resistono sostanzialmente all’esasperazione classificatoria e didascalica dell’Illuminismo, al bisogno quasi nevrotico di “inventariare il mondo”
che percorre l’età dei lumi e ancora fanno capolino dietro le
grandi istituzioni museali degli inizi del Novecento.
Le stanze immense e spesso tetre dei grandi complessi museali
di Vienna, di Londra, di Parigi, segneranno, gradatamente, la
conclusione di questa esperienza sulla spinta di nuovi bisogni
e di impellenti esigenze: la scansione cronologica dello sviluppo
delle attività umane, l’ideale di una comunicazione ampia che
Cittadella dei Musei
Piazza Arsenale, 1
09124 Cagliari
Tel. 070 655911
Fax 070 658871
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diventi generale condivisione sociale delle conoscenze, la necessità della conservazione.
Su questi itinerari di storia e di cultura si sviluppa anche il cagliaritano Gabinetto di Palazzo Reale: nel 1805 Carlo Felice dona le collezioni del Gabinetto alla Reale Università
di Cagliari e, successivamente, nel 1856, il Gabinetto si trasferisce nel Palazzo Universitario, creatura dell’architetto Saverio Belgrano di Famalasco; nella descrizione di questo
Museo “tridentino” che il canonico Giovanni Spano inserisce nella sua “Guida della città
e dintorni di Cagliari” (1861), dopo averne accresciuto il valore e l’entità con la donazione
della propria collezione nel 1859, la memoria della wunderkammer, la mescolanza dei saperi rinascimentali ancora convivono con la rigorosa classificazione illuminista.
Il Museo conserva e rappresenta le cose
di Dio (la natura) e dell’uomo (le antichità) in sale ordinate e distinte: zoologia,
mineralogia, archeologia, che ora fanno
parte di due musei distinti, quello di antichità e quello di storia naturale, vi trovano spazio così come alcune raccolte
peculiari, in cui si mescolano curiosità ed
esotismo: così la realizzazione in cera di
tutte le specie di funghi sardi o la raccolta
botanica di piante esotiche e indigene o
ancora il famoso gabinetto anatomico di
Clemente Susini.
Di nuovo la cittadinanza cagliaritana è
chiamata a godere, con una nuova inaugurazione, del suo museo: è il 31 luglio del 1859, e la circostanza si unisce ad un altro
evento, nobile e importante, la dedica del busto del Generale Alberto della Marmora.
Ai primi del Novecento, il Museo, in forte crescita ed espansione, ebbe necessità di disporre di una sede diversa; fu Dionigi Scano a progettare il Museo Archeologico nella
bella Piazza Indipendenza del castello cagliaritano; la nuova esposizione fu curata da
Antonio Taramelli che resse la Soprintendenza alle Antichità della Sardegna dal 1901 al
1931.
Arricchito in modo straordinario dalle donazioni di raccolte private e dai materiali provenienti dagli scavi che si svolgevano ormai con regolarità nell’isola, il Museo di Cagliari
fu diretto, dal 1931 e fino ai nostri giorni, da personalità di grande rilievo culturale: Doro
Levi, Paolo Mingazzini, Salvatore Puglisi, Massimo Pallottino, Raffaello Delogu, Gennaro
Pesce, Ferruccio Barreca, Vincenzo Santoni.
Sotto quest’ultimo, divenuto Soprintendente nel 1986, è avvenuto il trasferimento della
vecchia sede, ormai insufficiente per spazi e servizi, in quella nuova e prestigiosa della
Cittadella dei Musei, all’interno di una parte delle vecchie strutture militari dell’Arsenale
che erano già state recuperate, a partire dagli anni ’60, dagli architetti Gazzola e Cecchini.
Nel 1993 fu inaugurato il nuovo Museo Archeologico Nazionale di Cagliari articolato su
quattro piani.
L’attuale esposizione è concepita secondo un doppio itinerario: una presentazione, concentrata al sottopiano, dello sviluppo cronologico e culturale della Sardegna antica dal
Neolitico all’età paleocristiana, si abbina, nei tre piani successivi, ad una distribuzione
dei principali contesti e giacimenti archeologici dei territori centro meridionali dell’Isola,
in ordine topografico.
Nella sequenza cronologica la fase di partenza è quella del Neolitico, testimoniata da
numerose ceramiche e oggetti in pietra e, soprattutto, dalle belle statuine in pietra e terracotta di dea madre, rese sia in forme naturalistiche che astratte e schematiche.
La cultura nuragica fa la sua apparizione in Sardegna nell’età del Bronzo medio e raggiunge nel suo sviluppo la tarda età del Ferro (1500-600 a.C.); tra le numerose testimonianze che vi si riferiscono, va ricordata l’imponente massa di oggetti in bronzo, armi,
strumenti da lavoro, lingotti e la straordinaria architettura che viene elaborata in questo periodo: nuraghi, tombe di giganti, templi a pozzo.
Le piccole statuine in bronzo sono certamente i ritrovamenti più peculiari e interessanti
della civiltà nuragica della fine dell’età del Bronzo e degli inizi del Ferro: esse ritraggono
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guerrieri, offerenti, animali, esseri fantastici e mitologici come il temibile centauro o il
demone con quattro occhi e quattro braccia; straordinaria è anche la serie delle navicelle
votive in bronzo la cui prua è decorata da protomi animali, in genere di cervo.
Il Museo conserva molti documenti della presenza fenicia e punica nell’isola, avviata a
partire dal IX sec.a.C.: vasi e maschere in terracotta, bronzi figurati e d’uso rituale, la
splendida e raffinata gioielleria in argento, oro e pasta vitrea.
Altrettanto abbondante è la cultura materiale legata al lungo periodo della dominazione romana mentre la fase paleocristiana e altomedioevale sono per ora soprattutto
affidate alla gioielleria e ad altri ornamenti di uso personale o rituale.
L’itinerario topografico inizia al primo piano con il materiale archeologico proveniente
da Cagliari, dal suo circondario e dalla parte occidentale della provincia cagliaritana
(Sarrabus-Gerrei-Marmilla-Trexenta, con i giacimenti principali del nuraghe Su Nuraxi
di Barumini, del nuraghe Genna Maria di Villanovaforru, del nuraghe Piscu di Suelli e
della necropoli punica di Monte Luna di Senorbì) mentre il secondo piano ospita i giacimenti archeologici del Medio Campidano e del Sulcis-Iglesiente, con i grandi centri fenici e punici di Sulci, Monte Sirai, Bitia, Nora e quelli preistorici e protostorici di Monte
Arcosu di Uta e di Sant’Anastasia di Sardara.
Parte del terzo piano è dedicato al territorio dell’Oristanese, con l’importante giacimento neolitico di Cuccuru S’Arriu di Cabras e quelli nuragici e punico-romani del nuraghe Lugherrras di Paulilatino e del nuraghe Losa di Abbasanta; gli spazi restanti dello
stesso piano sono invece riservati all’esposizione di mostre temporanee o a eventi di
particolare significato.
Per quanto riguarda i servizi per diasbili, il Museo è interamente accessibile ai disabili
motori grazie ad un ascensore ed a rampe che collegano i diversi livelli dei piani espositivi.
Esistono , inoltre, vetrine per non vedenti con oggetti originali che possono essere toccati e maneggiati, ed è a disposizione una guida in Braille del piano cronologico-didattico con testi ed immagini.
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Area archeologica ‘Su Nuraxi’- Barumini - (CA)
Portato alla luce negli anni dal 1951 al 1956 dagli scavi di Giovanni Lilliu ed iscritto dal
giugno del 2002 nelle liste del patrimonio mondiale dell’UNESCO, il complesso preistorico, posto ai piedi dell’altopiano basaltico della Giara di Gesturi, si incentra su un
poderoso nuraghe quadrilobato costituito, oltre che dalla torre principale tronco conica
o mastio, da quattro torri minori periferiche anch’esse tronco-coniche, le quali, raccordate da cortine murarie rettilinee, danno luogo ad un robusto corpo quadrilatero o bastione. Questo include all’interno un esteso cortile a forma di semiluna, dalle pareti alte
e aggettanti, nel quale si protende il mastio con l’ampia convessità del prospetto frontale, mentre vi convergono dai diversi quadranti, tutte le articolazioni periferiche del
corpo quadrilobato.
La complessa costruzione, racchiusa a
breve distanza dalla cinta antemurale,
in un primo tempo a cinque torri, rappresenta il nucleo originario del fortilizio e, al pari di altri nuraghi complessi
del tipo a tholos (falsa cupola come il
Santu Antine di Torralba, l’Arrubiu di
Orroli, il Losa di Abbasanta) è inquadrabile unitariamente in fasi culturali
avanzate del Bronzo Medio (fine XV –
inizi XIII secolo a.C.).
E’ invece riferibile ai tempi successivi
del Bronzo Recente (inizi XIII – fine XII
secolo a.C.)la messa in opera nel medesimo bastione, del rifascio murario
a grossi blocchi basaltici, che determinò l’accecamento delle feritoie nelle torri minori
e di un nuovo accesso in posizione sopraelevata, nella contigua parete di Nord-Est.
E’ da riportarsi a tale lasso di tempo anche l’ampliamento strategico difensivo dell’antemurale, che dotato di ulteriori due torri raggiunse il
numero complessivo di sette.
Oltre al fortilizio, l’insediamento comprende una fitta
area di villaggio, protesa soprattutto in direzione Est e
Sud su una superficie di circa un ettaro e mezzo, formata da oltre 200 capanne abitative che si aggregano
variamente attorno al nucleo turrito, all’esterno e all’interno dell’antemurale, in gran parte diversificate
per tipologia edilizia e in qualche caso, anche per funzione.
L’abitato, quale oggi si presenta al visitatore, è di fatto
l’esito conclusivo di una lunga vicenda insediativa che,
sottolineata da un plausibile rito di fondazione del villaggio in tempi del Bronzo Finale (fine XII – Inizi IX secolo a.C.) raggiunge intensità e sviluppo nell’arco dello
svolgimento dell’Età del Ferro (fine IX – inizi VI secolo
a.C.) perdurando con vivacità anche in età storica,
dalla fase punica a quella romana tardo imperiale (V
secolo a.C. – III secolo d.C.). Il sito conosce infine episodi sporadici di frequentazione in età tardo romana
- altomedievale (dal IV all’VIII secolo d.C.)
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Area Archeologica del Nuraghe Losa - Abbasanta - (OR)
L’interessante complesso, la cui frequentazione inizia nell’età
del Bronzo Medio (fine XVI - inizi XIII sec. a.c.) e perdura fino all’età tardo romana ed alto medievale, sorge all’interno di
un’ampia muraglia recintoria di forma ellissoidale provvista di
torri d’accesso e di ingressi di servizio.
Il nuraghe, di tipo trilobato, consta di una torre centrale, con ampia camera interna coperta a tholos, cui si addossano tre torri marginali ed era originariamente difeso da un antemurale turrito,
di cui oggi residua solo un breve tratto murario provvisto di due
torri. Nelle adiacenze del monumento si snoda il villaggio di capanne di età preistorica e storica, che attende di essere riportato
alla luce nella sua interezza,
mentre all’esterno della grande muraglia sono visibili i resti dell’estesa necropoli ad incinerazione di età romana. Il
complesso archeologico è visitabile tutti i giorni, anche all’interno delle antiche torri
del nuraghe, dove si conservano le camere originarie, con
le tholoi di copertura e le
grandi nicchie, le scale intermurarie che salgono al terrazzo, gli anditi e i corridoi di
comunicazione.
Una sapiente illuminazione rende la visita densa di suggestioni.
Numerosi pannelli didascalici, ubicati nell’area, fanno da guida
al visitatore nell’interessante percorso, fornendo notizie e informazioni essenziali.
Per chi volesse approfondire gli argomenti, presso il monumento è allestita una unità didattica, che ripropone alcuni momenti della civiltà nuragica attraverso l’esposizione di pannelli
ricchi di testi, fotografie e disegni.
Particolare attenzione è riservata al nuraghe Losa, di cui vengono esposti anche alcuni reperti rinvenuti durante gli scavi e
la cui storia può essere seguita in un dettagliato multimediale.
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Area archeologica di Nora - Pula (CA)
Il sito archeologico di Nora si colloca in una incantevole posizione su un promontorio proteso nel mare, a pochi chilometri
da Cagliari. Sulla penisoletta, dopo una più antica presenza nuragica ancora oggi poco indagata, i Fenici posero un primo insediamento, verosimilmente tra la fine del VIII e l’inizio del VII
secolo a.C., come testimoniano la celebre stele di Nora (iscrizione fenicia che riporta il nome dell’isola) e frammenti di vasi.
In epoca punica la città godette di grande fioritura, indicata dai
ritrovamenti tardo-ottocenteschi nella necropoli, adesso ormai
erosa dal mare.
I corredi, ricchi di vasi di pregio importati dalla Grecia,
oreficerie, avori ed oggetti in pasta vitrea colorata,
segnalano l’importanza della città, mentre non abbiamo molti resti visibili di questo periodo, dal momento che la prosecuzione di vita in età romana,
sovrapponendosi alle strutture precedenti, le ha
completamente ricoperte.
L’aspetto attualmente visibile di Nora si riferisce
quindi, al periodo romano e tardo-romano. E’ caratterizzato da un impianto stradale che divide l’abitato
in isolati, nei quali possiamo individuare gli spazi
pubblici e quelli privati.
Nei primi spicca la mole del teatro, costruito in epoca
augustea (inizi del I secolo d.C.) adiacente al Foro e
ad un tempio di più tarda epoca (II secolo d.C.).
Proseguendo lungo la strada che taglia in due il promontorio, si possono ammirare da un lato i resti dei
pavimenti a mosaico delle Terme centrali e di un porticato, dall’altro ciò che rimane di modeste abitazioni
private,m prima di giungere nella zona del macellum
(mercato) e della grandi Terme a mare (II secolo d.C.)
interamente visitabili.
Seguendo la via alberata si giunge poi alla Casa dell’atrio tetrastilo (atrio con quattro colonne) di II-IV secolo d.C., anch’essa
con pavimenti a mosaico, ed infine al Santuario di Esculapio
sulla punta estrema del promontorio, visibile nella su fase di IV
secolo d.C.
La visita si può concludere al Museo Comunale di Pula, dove
sono co0nservati gli oggetti ritrovati nel territorio e nella città,
dalla sua nascita fino all’abbandono dell’VIII secolo d.C.
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Area archeologica di Tharros - Cabras - (OR)
Davanti agli occhi di un viaggiatore arabo del 1183 d.C. Tharros
appare come una città di spettri, sommersa dalla sabbia, vuota
e silenziosa; sono i resti, dice il nostro esploratore, “ di una città,
sede dei Giudei nei tempi antichi”,
Dietro l’appellativo “giudei” si nasconde l’antichissima matrice
fenicia e punica delle genti che fondarono e popolarono il sito;
l’antico nome di Tharros era probabilmente karth hadasht, la
città nuova, la Cartagine di Sardegna.
L’archeologia ha rivelato ancora pochissimo sui Fenici di Tharros:
i resti di una necropoli arcaica con tombe ad incinerazione e i
depositi più antichi del santuario tofet, entrambi del VII sec. a.C.;
ma il primo insediamento dovette sorgere nel corso dell’VIII
sec.a.C. , il periodo nel quale si apre la stagione della colonizzazione fenicia nel mediterraneo occidentale.
L’impronta e lo scenario fisici dei luoghi, con la sottile lingua di
terra che, in una successione di tre colli ( Muru Mannu, S.Giovanni,
Capo S. Marco) conclude nel golfo di Oristano le fertile piane del
Sinis, illustrano con chiarezza le caratteristiche del paesaggio fenicio.
Lo storico greco Tucidide descrive gli approdi privilegiati dai Fenici: piccole isole
di fronte alla terraferma o alla foce di
fiumi navigabili, strette lingue di terra,
promontori de isole, che si protendono
nel mare e che garantiscono molteplici
possibilità di attracco alle navi, spazi lagunari presso le coste, penisole e promontori che possono essere facilmente
protetti e fortificati verso la terraferma.
Il primo insediamento fenicio di Tharros
dovette sorgere alle pendici del colle di S. Giovanni, oggi dominato dalla torre omonima; le due alture limitrofe, Capo S.Marco
a sud e Muru Mannu a nord, furono rispettivamente le sedi
della necropoli e del tofet, luoghi extraurbani, sede del culto e
dei rituali da dedicare alla comunità dei defunti la prima, sede
del santuario legato al seppellimento degli infanti la seconda;
l’approdo principale era nel tranquillo specchio d’acqua che
borda il pendio del colle di Muru Mannu.
Duecento anni dopo la sua nascita, il ricco emporio commerciale fenicio di Tharros inizia ad assumere la fisionomia di un
vero e proprio centro urbano: sono gli anni della conquista cartaginese della Sardegna, ormai pienamente realizzata alla fine
del VI sec. a.C.
L’impronta cittadina emerge nel definirsi graduale degli spazi
riservati ai templi degli dei, alla vita degli uomini, agli spazi di
lavoro e di produzione; la necropoli resta sul colle di S.Marco,
fuori città, ma il tofet di Muru
Mannu, ampliato nella sua monumentalità, fa parte dei limiti
della città almeno dal IV sec.
a.C. quando il centro urbano
viene perimetrato con una poderosa cinta muraria.
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CASE HISTORY
Il gesto della preghiera nella Sardegna antica
Mostra temporanea
In occasione della visita di Sua Santità Benedetto XVI a Cagliari, effettuata il 7 settembre
2008, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna, in collaborazione con il
Comitato promotore “Il Papa in Sardegna”, afferente all’Arcidiocesi di Cagliari, ha
organizzato una serie di eventi al fine di incrementare il valore culturale delle iniziative
e per evidenziare la storia della religiosità della Sardegna attraverso le più antiche
testimonianze della cultura materiale.
- Nei Musei Nazionali di Cagliari e Sassari e
nell’Antiquarium di Porto Torres è stata
allestita una mostra dal titolo “ Il gesto
della preghiera nella Sardegna antica”. Una
scelta di reperti, distribuiti tra l’età preistorica
e l’altomedioevo e connessi alla ritualità
del sacro, ha proposto l’iconografia della
preghiera in Sardegna dall’età preistorica alla
fine dell’evo antico.
La mostra ha presentato, pertanto, un agile
campionario di immagini di preghiera e di
“devozione”, tratte dal vasto repertorio figurativo della Sardegna antica conservato nei
principali musei dell’isola, in occasione della visita in Sardegna del capo spirituale della religione Cristiana di fede cattolica.
I reperti esposti in occasione della mostra nella sede del Museo Archeologico di Cagliari
sono alcuni bronzetti di età nuragica, relativi ad offerenti e ad oranti; due statuette di
età punica raffiguranti una divinità ed un devoto;
numerosi manufatti della prima età cristiana, tra
cui lucerne, una coppa in vetro con la raffigurazione di Cristo ed una sigillata con cristogramma.
Tra i reperti esposti merita particolare attenzione
la statuetta bronzea proveniente dalla necropoli
paleocristiana di Cornus (OR) raffigurante San
Paolo. Ritrovata nel 1984 nel settore orientale
della necropoli del complesso episcopale paleocristiano, rappresenta, a figura intera, un personaggio maschile in età avanzata. Benché di piccole
dimensioni – l’altezza non raggiunge i dieci centimetri – colpisce l’accentuato espressionismo dell’immagine, giocato sul triangolo formato dal viso e dalle mani.
Nel volto la fronte è calva ed ampia, incorniciata da
rade ciocche di capelli e solcata da profonde rughe;
gli occhi, dalle palpebre a rilievo e dalla pupilla forata,
sono rivolti al cielo, il naso è sporgente e la bocca, dal
labbro inferiore carnoso, è socchiusa ed incorniciata
da una folta barba.
Nella figura spicca il gesto ampio delle braccia dalle
grandi mani, la destra stretta attorno ad un volumen
e la sinistra aperta, sproporzionate rispetto al corpo,
asciutto e minuto.
Nella fisionomia del viso e nella resa del corpo Letizia Pani Ermini ha riconosciuto il ritratto di San Paolo, così come tramandato dalle fonti : “Piccolo di statura, testa calva, gambe curve, corpo ben formato, sopracciglia congiunte, naso un po’ sporgente, pieno di
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
bontà” (Acta Pauli et Teclae , II sec d. C.). La stessa studiosa
ha, inoltre, riconosciuto, la sua originaria pertinenza ad
una lucerna in bronzo, andata persa, sulla base di un confronto con un analogo esemplare proveniente da Roma
e conservato al Museo Archeologico di Firenze, raffigurante
la mistica barca della Chiesa guidata da Pietro e Paolo. La
statuetta, apparteneva, originariamente, al corredo
liturgico del complesso episcopale cornuense, come
oggetto di pregio, di probabile produzione orientale.
- Una seconda mostra, allestita a Cagliari in piazza San Cosimo, frutto della collaborazione tra la Soprintendenza per
i beni archeologici della Sardegna – Sede di Cagliari, il Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico Artistiche
dell’Università degli Studi di Cagliari e la Pontificia Facoltà
Teologica della Sardegna ha proposto un breve itinerario
fra testi ed immagini, distribuiti su sette grandi pannelli, alla riscoperta San Lucifero, personalità discussa e controversa, ma certamente
emblematica di un’epoca
(il IV secolo d.C.), travagliata da dispute teologiche ed eresie, che si riflettevano anche sulla comunità cristiana cagliaritana ancora in formazione.
La devozione dei fedeli cagliaritani si rinvigorisce molti secoli dopo, nel Seicento, ancora una volta nell’ambito di dispute e controversie religiose, che contrapponevano le due
diocesi di Cagliari e Sassari.
L’eccezionale scoperta nel 1623 delle presunte reliquie del
corpo di Lucifero durante l’inventio des cuerpos santos incrementa il culto e determina la costruzione della chiesa di
San Lucifero proprio sul luogo del rinvenimento.
La forte devozione popolare si manifesta di lì a poco nella
creazione di un’iconografia di Lucifero, che sottolinea gli
aspetti della sua personalità.
Sistema Informativo Territoriale Integrato Regionale della Sardegna (S.I.T.S.)
Il Progetto G.I.S, finanziato dal CIPE (per un importo totale di Euro 500.000) con delibera
n. 17/2003, è la naturale prosecuzione del processo di informatizzazione avviato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Servizi Informativi Automatizzati, e consiste
nell’implementazione della rete locale e dei programmi di gestione documentale (denominato progetto WOAG).
L’obiettivo del progetto è stato la creazione e messa a punto di un Sistema Informativo
Territoriale integrato a livello regionale che vede interessate, secondo le singole competenze: la Soprintendenza per i Beni Archeologici per la Sardegna, la Soprintendenza
per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna, la Direzione Regionale per la
Sardegna, il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale con sede a Sassari,
località Li Punti.
Ferma restando l’impostazione generale del progetto, così come presentata al CIPE, si
evidenziano le linee guida che lo caratterizzano in termini di approccio metodologico:
1. viene esclusivamente utilizzato il metodo che il MiBAC ha seguito per la realizzazione
di “Cultura on line”, di cui il presente progetto può considerarsi una diretta conseguenza;
2. la Banca Dati del Sistema GIS - che assume particolare importanza in quanto costituisce il cuore del sistema stesso, dovendo gestire tutte le informazioni necessarie al
suo corretto funzionamento - sarà progettata in modo che nel tempo sia in grado di
accogliere tutte le istanze informative che i singoli Enti coinvolti dovessero richiedere.
Tenuto conto che gran parte dei dati del sistema GIS saranno “estrapolati”da archivi di
proprietà del MiBAC, dovrà contenere i links di collegamento per accedere alle informazioni relative ai dati statici, quali: idrografia, curve di livello, aree vulcaniche, toponomastica, cartografia raster IGM e quant’altro.
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
L’obiettivo primario del progetto è stato quello di mettere a disposizione dell’utenza la
maggior parte delle informazioni sul territorio che permettano di portare ad una reale
conoscenza dello stesso, in termini di interrelazioni finalizzate alla salvaguardia del patrimonio culturale supportando, ove possibile, le attività di pianificazione territoriale
portate avanti dagli uffici periferici del MiBAC (Direzione Regionale e Soprintendenze) e
dagli Enti Locali coinvolti (Regione, Province, Comuni,ecc. ); in tale ottica riveste particolare importanza la costituzione della Banca Dati intesa come informazioni da memorizzare e intercorrelare. È quindi necessario impostare in modo preciso e puntuale le varie
attività di “popolamento” della Banca Dati. Presso le strutture del MiBAC in Sardegna
sono presenti, in formato cartaceo, informazioni inerenti il patrimonio culturale quali, a
solo titolo di esempio, schede catalografiche, decreti di vincolo, ed inoltre un ulteriore
popolamento della banca dati, comprensivo di georeferenziazione del sito, sarà effettuato nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro tra MiBAC e Regione Sardegna.
Per quanto attiene al rilevamento, sono state ipotizzate e messe in atto le seguenti attività:
1. Campagne di rilievo mediante utilizzo di apparecchiature GPS che permetteranno la
puntuale “georeferenziazione” dei siti;
2. Campagne di ricognizione, con acquisizione di dati catalografici per mezzo dell’utilizzo di strumenti ad alta tecnologia (Penna Digitale).
Antiquario dell’Area Archeologica di Sant’Eulalia – Cagliari
A conclusione delle indagini archeologiche e a quasi venti anni dalle prime scoperte,
nel mese di Dicembre 2008 è stato inaugurato il nuovo allestimento del percorso archeologico sotto il complesso della chiesa di S. Eulalia. L’itinerario sotterraneo è praticabile sin dal 1996 e, nel corso degli anni, con il progredire degli scavi archeologici, è
stato ampliato e reso sempre più funzionale.
L’ultimo allestimento, realizzato con finanziamenti dell’assessorato ai Lavori Pubblici
del Comune di Cagliari, ha abbattuto le barriere architettoniche nella quasi totalità dell’area.
La visita è arricchita da vetrine dove sono
esposti i reperti più significativi recuperati
durante le campagne di scavo, corredati da
una serie di pannelli didattici.
L’Antiquario dell’Area Archeologica di Sant’Eulalia è il risultato di un lungo e complesso lavoro iniziato dalla parrocchia di
Sant’Eulalia, dalla Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Sardegna e, dal
1999, dalla Cattedra di Archeologia Cristiana dell’Università di Cagliari.
I tre enti hanno collaborano nelle ricerche,
nello studio, nella valorizzazione del sito,
nella promozione e nella divulgazione dei dati scientifici, sulla base di una convenzione
nella quale sono stabiliti i diversi ambiti di attività. Non è da trascurare, infine, il valore
didattico delle ricerche alle quali hanno partecipato, sul campo e nello studio della immensa mole dei dati di cultura materiali recuperati, centinaia di studenti, laureati, tirocinanti dell’Università di Cagliari
L’area visitabile si estende per più di ottocento metri quadrati, nei quali è raccolto uno
spaccato di storia della porzione orientale della Karales, un settore della città fin dall’epoca repubblicana interessato da programmi urbanistici dalla forte rilevanza strategica, in considerazione della sua vicinanza al porto e del fatto che costituiva l’estremo
limite orientale della città, prima del suburbio.
Il banco di calcare sul quale si imposta Marina, ai piedi del roccione dove, in età medievale, sorgerà il quartiere di Castello, era, nelle fasi più antiche (IV /III sec. a.C.), sfruttato
come cava a cielo aperto. In seguito, (seconda metà III sec. a.C.), l’area assunse valenza
cultuale: un piccolo thesaurus, tipico santuario di confine urbano che accoglieva offerte
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
monetali, forse dedicato ad una divinità punica, segnava l’l’ingresso allo scalo portuale.
Alla fine dell’età repubblicana l’edificio andò in disuso e tutta l’area venne abbandonata per lungo tempo. Il rinnovato interesse per il sito è dimostrato, nel IV sec. d. C., da
nuovi interventi edilizi di cui sono conservati importanti resti monumentali: una strada
lastricata fiancheggiata da due edifici, uno dei quali conservato, in altezza, per quasi
due metri. Non molto tempo dopo (metà IV sec. d. C.) la costruzione di un portico colonnato connesso ad opere di canalizzazione delle acque stravolge, con le sue dimensioni e con la sua collocazione anomala l’impianto urbanistico esistente. Segue, poi, il
declassamento della via porticata, il crollo e, infine, l’interro, funzionale ad una nuova
costruzione che occupa una parte della strada. Nuovi, poderosi interri nascondono
anche le ultime costruzioni e segnano l’ultimo abbandono, coincidente con l’abbandono dell’intero sito e con lo spostamento della città ad Ovest (a partire dall’VIII sec. d.
C). Soltanto molti secoli più tardi vi fu una nuova frequentazione dell’area, dovuta alla
conquista aragonese della città (1326) e alla costruzione della chiesa di Sant’Eulalia che
diventò il fulcro attorno al quale si sviluppò il quartiere così come lo conosciamo ora.
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PROGETTI REALIZZATI 2007
PROGETTO
IMPORTO
INVEST.
FONTE
FINANZIAMENTO
Complesso di S. Pancrazio e Villa Pollini, Edifici
ed istituti di pertinenza della Soprintendenza.
programmazione ordinaria ll.
Manutenzione straordinaria degli impianti
€ 50.000,00
pp. MiBAC – a. f. 2007
di sicurezza, tecnici e tecnologici e adeguamento dei sistemi.
Archivi – deposito archeologici viale La Plaia. reprogrammazione ordinaria ll.
stauro, risanamento conservativo e rifunzionapp. mibac – a. f. 2007. finanzia€ 50.000,00
lizzazione con messa in sicurezza delle strutture
mento inserito per quota parte
e delle facciate
del MiBAC in apq – beni culturali
programmazione ordinaria ll.
Archivi – deposito archeologici viale La Plaia.
pp. mibac – a. f. 2004 finanziaBonifica dalle coperture in amianto e messa in € 100.000,00
mento inserito per quota parte
sicurezza.
del MiBAC in apq – beni culturali
Progetto sperimentale per un modello di gestione e valorizzazione museale (quota parte
programmazione ordinaria ll.
€ 120.000,00
finalizzata all’adeguamento allestitivo
pp. MiBAC – a. f. 2007
e di sicurezza dell’esposizione).
Museo archeologico nazionale di Cagliari. Lavori
programmazione ordinaria ll.
€ 50.000,00
di realizzazione nuovi bagni e ristrutturazione
pp. MiBAC – a. f. 2007
programmazione ordinaria ll.
Cagliari, museo archeologico nazionale storico.
pp. mibac – a. f. 2007 finanziarestauro, ristrutturazione edilizia e rifunziona- € 300.000,00
mento inserito per quota parte
lizzazione a sede espositiva e biblioteca
del MiBAC in apq – beni culturali
Cagliari, museo archeologico nazionale storico.
fondi lotto a.f. 2007 - finanziaristrutturazione mediante adeguamenti
€ 276.480,00 mento inserito per quota parte
costruttivi, funzionali, impiantistici, allestitivi
del MiBAC in apq – beni culturali
e di sicurezza.
Complesso di S. Pancrazio e Villa Pollini, Edifici
ed istituti di pertinenza della Soprintendenza.
ristrutturazione mediante adeguamenti
programmazione ordinaria ll.
€ 70.000,00
costruttivi, funzionali, impiantistici, allestitivi
pp. MiBAC – a. f. 2007
e di sicurezza. completamento allestimento
villa Pollini
Sanluri, insediamento nuragico
in località “Corti Beccia”. Manutenzione
ordinaria e valorizzazione
€ 35.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2007
Sito unesco di “Su Nuraxi” di Barumini.
Manutenzione ordinaria e valorizzazione
€ 50.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2007
Cabras, Tharros. abitato punico – romano.
Manutenzione ordinaria e valorizzazione
€ 50.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2007
Aree archeologiche urbane ed extraurbane.
Cagliari, area archeologica di S. Saturno; tomba
programmazione ordinaria ll.
€ 50.000,00
a camera di età romana; ambiente ipogeo
pp. MiBAC – a. f. 2007
(c/o area ex agip)
Sistema informativo territoriale Gis
Beni Culturali Sardegna
fondi delibera 17-cipe 2004 finanziamento inserito per
€ 500.000,00
quota parte del MiBAC in apq –
Beni Culturali
Pula, area archeologica di Nora.
restauro dei mosaici. Il frigidarium
delle terme centrali
€ 250.000,00
IMPORTO COMPLESSIVO
Vedi nota 1 pag. 205
86
€ 1.951.480,00
fondi 8 per mille a. f. 2004
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
PROGETTI REALIZZATI 2008
PROGETTO
IMPORTO
INVESTIMENTO
FONTE
FINANZIAMENTO
Complesso di S. Pancrazio e Villa Pollini,
Edifici ed istituti di pertinenza della Soprintendenza. Manutenzione straordinaria degli
impianti di sicurezza, tecnici e tecnologici
e adeguamento dei sistemi
€ 50.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2008
Archivi – deposito archeologici viale La Plaia.
Restauro, risanamento conservativo
e rifunzionalizzazione con messa
in sicurezza delle strutture e delle facciate
programmazione ordinaria ll.
pp. mibac – a. f. 2008 finanzia€ 100.000,00
mento inserito per quota parte
del MiBAC in apq – beni culturali
Archivi – deposito archeologici viale La Plaia.
programmazione ordinaria ll.
restauro, risanamento conservativo
pp. mibac – a. f. 2005 finanzia€ 200.000,00
e rifunzionalizzazione con messa in sicumento inserito per quota parte
rezza delle strutture e delle facciate
del MiBAC in apq – beni culturali
Sito Unesco di “Su Nuraxi” di Barumini.
Manutenzione ordinaria e valorizzazione
€ 60.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2008
Progetto astra. implementazione gis beni
culturali. rilievo e verifica delle aree archeologice del territorio di competenza
€ 100.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2008
Cagliari, museo archeologico nazionale
storico. ristrutturazione mediante adeguamenti costruttivi, funzionali, impiantistici,
allestitivi e di sicurezza
€ 276.710,00
riprogrammazione della programmazione ordinaria ll. pp.
mibac – a. f. 2007 - finanziamento inserito per quota parte
del MiBAC in apq – beni culturali
Progetto sperimentale per un modello
di gestione e valorizzazione museale (quota
parte finalizzata all’adeguamento allestitivo
e di sicurezza dell’esposizione)
€ 40.000,00
programmazione ordinaria ll.
pp. MiBAC – a. f. 2008
Sistema informativo territoriale Gis
beni culturali sardegna
€ 350.000,00
fondi fas – apq beni culturali /
ras
Patrimonio archeologico subaqueo di Arbus.
lavori di ricognizione e impianto di valorizzazione – recupero galeone marina di Arbus,
localita’ “Is Arenas” e “S’Acqua e S’Ollastu”
€ 150.000,00
fondi fas – apq beni culturali /
ras
Pula, area archeologica di Nora. Restauro, coservazione e manutenzione in laboratorio
€ 500.000,00
dei pavimenti a mosaico di epoca romana
e consolidamento di strutture murarie
IMPORTO COMPLESSIVO
fondi por – ras – comune di
pula
€ 1.826.710,00
Vedi nota 1 pag. 205
87
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
SOPRINTENDENZA PER I BENI
ARCHEOLOGICI DELLA SARDEGNA
SEDE DI SASSARI
Soprintendente
ad interim
Fulvia Lo Schiavo
Referente per il progetto
Maria Rosaria Manunta
Piazza S. Agostino, 2
07100 Sassari
Tel. 079 206741
Fax 079 232666
[email protected]
www.archeossnu.beniculturali.it
La sede di Sassari è stata istituita nel 1958 e svolge i compiti di
tutela, conservazione, ricerca e promozione del patrimonio archeologico nell’ambito territoriale delle province storiche di
Sassari e Nuoro, anteriori alla riforma definita dalla Regione Autonoma della Sardegna nel 2005.
I capi di Istituto che si sono susseguiti nei cinquant’anni di vita
della Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro sono:
Guglielmo Maetzke, Ercole Contu, Francesco Nicosia, Fulvia Lo
Schiavo, poi ancora Francesco Nicosia e, dal 2006, ad interim
Paolo Scarpellini, Vincenzo Santoni, Giovanni Azzena e Fulvia Lo
Schiavo.
Ai fini dell’attività di monitoraggio di ricerca e di tutela archeologica, il territorio di competenza, esteso per circa Kmq. 14.500,
è stato ripartito fra 13 funzionari archeologi in zone coincidenti con le regioni storiche: Anglona, Baronia, Gallura meridionale,
Gallura orientale, Gallura settentrionale, Goceano, Logudoro, Mandrolisai, Marghine, Monte Acuto, Nuorese, Nurra occidentale,
Ogliastra, Planargia, Porto Torres, Sarcidano, Sassarese, Sassari (città).
La sede della Soprintendenza è situata, dal 1992,
in un edificio risalente alla fine del XVI secolo.
La facciata prospiciente la piazza costituisce
l’antico impianto di un convento domenicano
(1580), mentre la parte perpendicolare a questa risale ad un ampliamento della seconda
metà dell’Ottocento destinato ad ospedale militare fino alla metà degli anni ’60 del secolo
scorso.
ORGANIZZAZIONE
La Soprintendenza è organizzata in Servizi e Uffici, ciascuno coordinato da un Responsabile:
Servizio I - Affari Generali - Gestione contabile - Risorse umane
- Segreteria
- Protocollo
- Archivio
- Logistica
- Gestione e Servizi contabili
- Gestione personale
- Ufficio relazioni sindacali
Servizio II - Tutela
- Catalogo
- Tutela patrimonio archeologico e paleontologico
- Programmazione
- Ufficio tecnico
Servizio III - Conservazione
- Centro di Conservazione e Restauro
88
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Servizio IV - Ricerca - Innovazione - Fruizione - Valorizzazione
- Servizi educativi
- Servizi informativi, documentali e biblioteca
- Comunicazione
- Ufficio relazioni con il pubblico
- Sistemi informatici
La sede di Sassari della Soprintendenza per i Beni Archeologici
è così articolata:
Sedi Operative:
Nuoro
La sede operativa di Nuoro è stata istituita con decreto ministeriale del 15 gennaio 1981 al fine di potenziare l’attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico della provincia storica.
Dal 1981 il personale dell’Ufficio ha curato numerosissime campagne di scavo archeologico ed ha acquisito al patrimonio dello
Stato una grande quantità di reperti, gran parte dei quali sono
attualmente esposti nel Museo archeologico nazionale.
La presenza della sede operativa ha creato nel corso degli anni
un forte legame con le Amministrazioni locali e con tutte le
Forze dell’Ordine che offrono un valido supporto nell’azione di
contrasto dei danneggiamenti e dei saccheggi favoriti dalle caratteristiche ambientali del territorio della provincia di Nuoro.
L’attività svolta comprende interventi di tutela preventiva, progetti di indagine archeologica e di valorizzazione di monumenti, siti e aree archeologiche.
Alla sede sono assegnati 1 archeologo direttore coordinatore, 1
archeologo direttore, 2 geologi direttori coordinatori, 3 funzionari e 13 operatori collaboratori.
Olbia
La sede operativa di Olbia, attiva fin dal 1978, è stata istituita
con decreto ministeriale del 1982, per poter esercitare più efficacemente la tutela del patrimonio archeologico in una città e
in un territorio, la Gallura, interessato da un forte sviluppo turistico.
Olbia è una delle più importanti città di età storica antica della
Sardegna in quanto principale porto tirrenico dell’Isola, frequentata prima dai Fenici, dalla seconda metà VIII secolo a.C.,
poi in mano greca, dal 630 al 500 a. C., in seguito colonia di Cartagine allo scadere del IV secolo a.C., e infine in potere di Roma
dal 238 a. C.
La totale sovrapposizione della città moderna su quella antica
richiede un controllo di tutti gli interventi nel centro della
odierna area urbana e che comportano modifiche all’attuale
piano di frequentazione, a seguito dei quali è frequente la necessità di effettuare scavi archeologici d’urgenza, con risultati
che contribuiscono a costruire la storia della città.
Talvolta i risultati sono di straordinaria rilevanza come quello
che ha portato nel 1999-2001 al recupero di 24 porzioni di relitti romani e medievali.
Alla sede di Olbia sono assegnati 1 archeologo direttore coordinatore, 1 archeologo direttore e 9 operatori collaboratori.
Via A. Ballero, 30
08100 Nuoro
Tel./Fax 087438053
[email protected]
Palazzo Comunale del
quartiere di Poltu Quadu
via Macerata - Olbia
Tel./ Fax 0789 66257
[email protected]
89
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Piazza S. Francesco 07014 - Ozieri
Tel. 079 7851052
Fax 079 7851009
Piazza Azuni, 3
07034 - Perfugas
Tel./Fax 079 56478
via Ponte Romano
07046 - PortoTorres
Tel. /Fax 079 514189
[email protected]
90
Ozieri
La sede operativa di Ozieri, attiva dal 1980 e istituita con decreto ministeriale del 1992, è ospitata nel complesso restaurato
dell’ex Convento delle Clarisse, ove ha sede il Museo Civico Archeologico.
L’attività di tutela della sede operativa è rivolta al territorio del
Monte Acuto, il cui capoluogo, Ozieri, ha
dato la denominazione alla Cultura
Ozieri del Neolitico Recente (IV-III millennio a.C.) per i singolari ritrovamenti delle ceramiche decorate con motivi
geometrici rinvenute nelle grotte ubicate nel colle dei Cappuccini e nel contiguo colle del Carmelo.
Il territorio degli 11 comuni del Monte
Acuto corrisponde all’area della omonima curatoria medievale.
Sono assegnati a questa sede 1 archeologo direttore coordinatore e 2 operatori.
Perfugas
La sede operativa di Perfugas, attiva dal 1978 e istituita con decreto ministeriale del 1992, svolge l’attività di tutela in un territorio, l’Anglona, molto ricca di rilevanti emergenze archeologiche a partire dalla fase paleolitica (500.000 anni fa).
Nella regione sono noti 170
monumenti archeologici
che costituiscono risorsa
culturale per il territorio.
Sono compresi 14 comuni:
Bulzi, Castelsardo, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis,
Nulvi, Perfugas, Santa Maria Coghinas, Sedini, Tergu,
Valledoria, Viddalba e Badesi.
Alla sede operativa di Perfugas fanno capo 1 archeologo direttore coordinatore
e 14 collaboratori.
PortoTorres
La sede operativa di Porto Torres, attiva fin dal 1978, è stata istituita con decreto ministeriale nel 1992, al fine di garantire e rendere più efficace l’azione di tutela e di valorizzazione del ricco
patrimonio archeologico del territorio.
La città romana di Turris Libisonis, sulla quale sorge la città contemporanea, vanta l’unico porto del nord-ovest della Sardegna
che aveva rapporti diretti con il porto di Roma.
Si sviluppa sul porto e lungo il tratto finale del Rio Mannu, dove
è conservato il ponte, costruito agli inizi del I secolo d.C., che
rappresenta un’eccezionale opera di ingegneria.
L’area archeologica è incentrata sul complesso monumentale
detto Palazzo di Re Barbaro e conserva importanti resti dei
quartieri urbani antichi della prima e media età imperiale. Attorno al perimetro della città antica, interamente occupato, nel
settore orientale, dal centro moderno, sono conservate vaste
aree di necropoli, con sepolture che vanno dalla prima età im-
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
periale romana ad epoca paleocristiana.
Nel territorio comunale è nota la necropoli di Su Crocifissu
Mannu.
La sovrapposizione della città moderna su quella antica comporta un controllo di tutti gli interventi di modifica dell’attuale
piano di frequentazione e frequenti scavi archeologici d’urgenza.
Principalmente a questa attività è preposto il personale della sede
operativa, che esercita attività di controllo e prevenzione anche
sui comuni contermini e sull’isola dell’Asinara, e che consta di 30
operatori e 1 archeologo direttore coordinatore.
Centro di conservazione e restauro dei beni culturali
Nel 1980 un accordo tra la Provincia di Sassari e il Ministero per
i Beni e le Attività Culturali assegnò in comodato per 99 anni
alla Soprintendenza ampi locali su due piani, da destinare alla
realizzazione del Centro di restauro.
Grazie ai finanziamenti FIO del 1986 e ad un successivo progetto CIPE del 1996, gli edifici sono stati ristrutturati e ampliati;
contemporaneamente sono stati allestiti i laboratori, resi operativi dal maggio del 2002. Nell’edificio ha sede anche il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Nucleo di
Sassari.
Il Centro è articolato in diversi sezioni:
Il Centro di restauro
e conservazione dei beni
culturali è situato
nel quartiere di Li Punti,
nell’immediata periferia
della città di Sassari,
all’interno di un secolare
uliveto
- Laboratori di diagnostica, documentazione e restauro
- Biblioteca e archivio
- Museo del restauro e della conservazione archeologica, con
spazi destinati anche a mostre temporanee, in corso di allestimento
- Deposito, in corso di allestimento
- Aree espositive esterne con percorsi di visita, in corso di allestimento.
Nei laboratori si opera con strumentazioni di avanguardia per
il restauro di materiali provenienti da scavi terrestri o subacquei, da ritrovamenti casuali, oppure conservati nei musei e
nelle collezioni private.
Si eseguono interventi, anche sul territorio, su materiali lapidei e
litici, pitture murali e mosaici, metalli, ceramiche, vetri e materiale organico in genere (osso, tessuti, cuoio, legni bagnati ecc.).
I settori della diagnostica e della documentazione accompagnano tutte le fasi di intervento con l’acquisizione di dati utili
per la conservazione e per la ricerca nel campo dell’archeometria.
L’attività del Centro è aperta alla
collaborazione delle Università,
del CNR e di altre istituzioni che
operano nel campo dei beni culturali.
La struttura è aperta, su prenotazione, alle visite guidate per le
scuole, i gruppi organizzati e i cittadini interessati. Nel Centro, diretto da 1 archeologo direttore
coordinatore, operano, oltre a 1 restauratore direttore coordinatore
e a 2 restauratori direttori, 23 operatori.
91
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Archeologia subacquea
Il Servizio per l’Archeologia Subacquea della sede di Sassari, istituito formalmente nel
2006, è suddiviso in due settori territoriali, con sedi a Sassari e ad Olbia.
I responsabili, due archeologi direttori coordinatori, sono coadiuvati da personale fornito di una specifica abilitazione, rilasciata dal
Ministero, che viene rinnovata ogni anno a seguito di verifica dell’idoneità fisica alle immersioni.
Il patrimonio archeologico sommerso nelle
acque marine e interne del territorio di competenza della Soprintendenza è soggetto alle
stesse disposizioni di tutela di quello terrestre.
Negli anni recenti, l’attività della Soprintendenza ha riguardato, in particolare, le coste di
Alghero, Bosa, l’Isola Asinara, le coste della
Gallura fino a Budoni, con importanti ritrovamenti, essenzialmente relativi a relitti e carichi di epoca romana.
Non tutti i rinvenimenti subacquei riguardano gli antichi naufragi. Di recente, i lavori di
adeguamento del porto commerciale di Porto Torres hanno fornito l’occasione per recuperare decine di migliaia di frammenti di interesse archeologico provenienti dall’area
urbana dell’antica Turris Libisonis, tra cui 20 iscrizioni marmoree, in parte di destinazione funeraria, in parte da opere pubbliche, un frammento di bassorilievo, molto consunto, con figura maschile recumbente, oltre quattrocento monete di bronzo.
Gli scavi archeologici hanno, inoltre, consentito di documentare l’assetto ottocentesco
del bacino storico portuale, totalmente modificato nel XX secolo e nuovamente in fase
di ristrutturazione, per le esigenze del traffico marittimo.
Nel settore dell’archeologia subacquea assume grande rilievo la collaborazione con le
Forze dell’Ordine e con alcuni nuclei speciali come il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Sassari, il Nucleo Sommozzatori del Comando Carabinieri di Cagliari,
il Nucleo Sommozzatori del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Sassari.
Preziosa anche la collaborazione delle Capitanerie di Porto, per la disponibilità di supporti logistici, e di associazioni di volontariato come il Centro di Ricerche Archeosub Sassari Alghero e il Centro Sub Tavolara.
Beni Paleontologici
I beni paleontologici sono oggetto di tutela ai
sensi della normativa vigente. Pertanto anche in
relazione a tali beni la Soprintendenza esercita
compiti di tutela e valorizzazione.
Svolge principalmente attività di studio dei beni
paleontologici, i resti fossili di animali e vegetali che hanno popolato i mari e le terre emerse a
partire dalle prime forme di vita apparse sulla terra. La Sardegna è infatti ricca di testimonianze, a
partire dal Paleozoico (540 milioni di anni fa) fino
al Pleistocene superiore (10 mila anni fa).
La conoscenza dei fossili permette la ricostruzione
dell’evoluzione delle specie, dei paleo-ambienti e della paleo-geografia e la datazione
di formazioni rocciose sedimentarie.
L’attività di ricerca e valorizzazione è svolta in collaborazione con varie Università, divulgando ai vari livelli la conoscenza dei beni paleontologici.
Tra i siti oggetto di studio si ricordano la Grotta Corbeddu, nel territorio di Oliena
(Nuoro), e il monte Tuttavista presso Orosei (Nuoro). In relazione a quest’ultimo la scoperta, nel 1995, di un importante giacimento paleontologico ha consentito la conoscenza di una notevole quantità di reperti che documentano un periodo compreso tra
il Plio-Pleistocene inferiore (2 milioni di anni fa) e il Pleistocene superiore (10 mila anni
92
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
fa). Alcuni tra i resti fossili più significativi sono esposti nella sezione paleontologica del
Museo Archeologico Nazionale di Nuoro.
Tra i progetti realizzati, di particolare rilievo il Parco Paleobotanico dell’Anglona (Sassari), comprendente i comuni di Perfugas, Martis, Bulzi e Laerru, in cui sono presenti
resti di piante fossili riferibili al Miocene (23 milioni - 8 milioni di anni fa).
Biblioteca
La Biblioteca della Soprintendenza ha carattere specialistico ed è costituita da oltre
20.000 tra volumi e opuscoli, da 150 periodici correnti e da 100 periodici cessati.
Le sue origini, strettamente intrecciate a quelle del Museo
Sanna, sono rintracciabili in un piccolissimo fondo librario
risalente alla prima metà dell’Ottocento.
Grazie agli scambi librari con università, istituti culturali e di
ricerca, ai doni di archeologi e di studiosi, non soltanto sardi,
e soprattutto grazie alla tenace volontà e lungimiranza dei
Soprintendenti che si sono succeduti, la Biblioteca ha considerevolmente arricchito il proprio patrimonio.
Il ruolo e la mission della Biblioteca sono mutati nel tempo.
Da spazio di ricerca riservato in maniera quasi esclusiva ai
funzionari della Soprintendenza, è diventato un centro informativo in grado di offrire nuove tipologie di servizi, grazie anche alle innovazioni tecnologiche e all’automazione
del catalogo.
Il 90% del materiale è collocato a scaffalatura aperta e gli
utenti possono accedervi direttamente.
Dal 2002 la Biblioteca fa parte del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN).
Il catalogo della Biblioteca è consultabile on line nell’OPAC (Online Public Access Catalogue) della Regione Sardegna.
Nel 2004 è stata aperta una sezione relativa alle discipline inerenti la conservazione
e il restauro dei beni culturali, non soltanto archeologici, costituita da 1200 volumi.
Sono attivi i servizi aggiuntivi (a pagamento) di prestito interbibliotecario e di document delivery.
Pubblicazioni
La Soprintendenza promuove, in forma diretta o
in coedizione, la pubblicazione di singoli volumi o
collane dedicate all’archeologia, a temi connessi
alla cultura, alla civiltà e alla storia sarda e alle problematiche della conservazione e del restauro.
L’Istituto cura la distribuzione dei volumi sul territorio regionale e ne assicura la diffusione in ambito più strettamente specialistico.
Le pubblicazioni sono inoltre utilizzate per gli
scambi librari con università, accademie e istituzioni culturali. Tali scambi costituiscono uno dei canali di arricchimento delle raccolte della Biblioteca della Soprintendenza.
93
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
LUOGHI DELLA CULTURA
Museo archeologico nazionale G. A. Sanna
Via Roma, 64
07100 Sassari
Tel. 079 272203-272505
Fax 079 271524
[email protected]
http://151.12.58.80
94
Istituito nel 1878 come Regio Museo Antiquario, diventa nel 1931
Regio Museo di Antichità ed Arte “G. A. Sanna”, trovando un’adeguata sede espositiva in un edificio appositamente costruito.
Alla collezione del senatore e mecenate sassarese, Giovanni Antonio Sanna, si aggiunsero successivamente altre collezioni private (Chessa, Dessì, Clemente ecc.).
Il notevole incremento delle collezioni archeologiche ed etnografiche nei decenni successivi hanno reso necessaria la costruzione di nuovi padiglioni e, nel 1973, il Museo è stato
riaperto al pubblico con un nuovo assetto.
Ciò ha consentito di dare ampio spazio alla sezione archeologica, notevolmente arricchita dagli scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Sassari e
Nuoro, istituita nel 1958.
Il Museo, che rappresenta la principale istituzione museale
della Sardegna centro-settentrionale per dimensioni e importanza scientifica delle sue raccolte, nonché un importante riferimento culturale per il nord dell’Isola, è stato fin dalle sue
origini un organismo polivalente.
Oltre al materiale archeologico, infatti, conservava una quadreria pervenuta, in gran parte, per legato testamentario di
Giovanni Antonio Sanna, ora trasferita al MUSA e una sezione
etnografica, comprendente tessuti, legni, ceramiche e costumi
tradizionali della Sardegna.
La sezione archeologica permette di seguire le vicende dell’uomo nell’isola fin dal paleolitico, attraverso tutte le fasi della
preistoria e della protostoria.
I vari periodi storici sono documentati dalle collezioni di età fenicio-punica, romana e medievale.
Negli anni Settanta del secolo scorso fu completamente rinnovato dal prof. Ercole Contu, che ne volle fare “un Museo per
tutti”, nel quale l’ordinamento cronologico e topografico fosse
comprensibile al più vasto pubblico.
Negli ultimi anni il Museo è stato interessato da importanti lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche, la creazione di un padiglione per le esposizioni temporanee ed il
riallestimento delle sale di “Monte d’Accoddi” e “Romana”.
Nel marzo 2000 è stata inaugurata inoltre la nuova “Sezione
medievale e moderna”.
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Antiquarium Turritano
L’Antiquarium di Porto Torres, edificato tra il 1971 e il 1973 e
aperto al pubblico nel 1984, sorge nell’area archeologica di Turris Libisonis, al limitare meridionale della via Ponte Romano.
Offre un quadro molto esauriente del periodo romano a Turris,
la città organizzata nella seconda metà del I sec. a. C. attorno al
bacino portuale.
Il materiale esposto, proveniente interamente dagli scavi della
locale area archeologica romana, è diviso in due sezioni: la
prima concernente statuaria e scultura architettonica degli edifici di culto; la seconda relativa a materiali di vita quotidiana
rinvenuti in edifici pubblici, domus private e corredi di tombe.
Il percorso museale si sviluppa su due piani.
Al pianterreno sono esposti elementi architettonici, are, statue onorarie acefale di magistrati risalenti al
I-III secolo d.C. Tra questi, l’altare in
marmo di forma cilindrica dedicato
a Bubastis, la dea orientale con testa
di gatto, con iscrizione che permette
di datare il reperto al 35 d.C.
Trovano posto al primo piano reperti rinvenuti presso le tabernae, le terme e altri edifici privati: vasellame da
cucina e da mensa di origine prevalentemente africana, lucerne e matrici
di lucerne, condutture idriche in piombo o in terracotta.
I materiali provenienti dalle necropoli sono costituiti da tombe
alla cappuccina, lastre romane riutilizzate per sepolture paleocristiane, corredi di materiale ceramico e metallico.
I reperti attestano vivaci rapporti con tutte le regioni del bacino
mediterraneo centrale, occidentale e dell’Egeo.
Accanto all’Antiquarium è visitabile l’area archeologica che si
estende fino alla riva destra del Rio Mannu, comprendente una
serie di impianti termali e abitazioni ricche di mosaici policromi
e figurati. Un ambiente riscaldato di una terme è compreso all’interno dell’Antiquarium.
Via Ponte Romano, 89
07046 - Porto Torres (SS)
Tel./Fax 0865 900742
95
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Museo archeologico di Nuoro
Via Manno, 1
08100 Nuoro
Tel. /Fax 0784 38053
[email protected]
www.museoarcheologiconuoro.it
Inaugurato nel 2002, il Museo ha sede nel palazzo ottocentesco
appartenuto a Giorgio Asproni, intellettuale e uomo politico del
XIX secolo. È costituito dai materiali archeologici originariamente
conservati nel Museo speleo archeologico, aperto, nel 1978, in occasione della XXII Riunione dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, quando molti collezionisti privati, spinti dall’entusiasmo
per un evento culturale così importante per la città di Nuoro, lo
incrementarono con depositi e donazioni di grande interesse
scientifico e documentario. La Collezione comunale, raccolta agli inizi del 1900, è costituita da un
centinaio di oggetti di epoca nuragica, ellenistica e romana e alto medievale e da una raccolta
di 200 monete di epoche diverse. La ricerca archeologia, sviluppata soprattutto negli anni ‘80
del secolo scorso, ha portato all’acquisizione di
copiosi materiali archeologici che necessitavano
di una sede espositiva adeguata. L’esposizione si
limita, anche per ragione di spazio, ai materiali più
significativi dei vari periodi e privilegia, sul piano
tematico, gli edifici di culto di epoca nuragica dedicati alla divinità delle acque e agli aspetti
meno conosciuti del costume, del gusto estetico
e della vanità dei protosardi delle zone interne. Il
Museo comprende anche una sezione di Paleontologia con reperti provenienti dal giacimento paleontologico del Monte Tuttavista (Orosei,
Sardegna centro orientale) e dalla Grotta Corbeddu (Oliena, Sardegna centrale).
LUOGHI DELLA CULTURA: AREE ARCHEOLOGICHE
Monte d’Accoddi
SS. 131 in direzione di Sassari
96
L’area archeologica è situata a margine del pianoro scavato dal rio
d’Ottava, nella Nurra, regione della Sardegna nord-occidentale.
Il complesso comprende un altare, un villaggio e una necropoli
ipogeica. L’altare, scavato per la prima volta da Ercole Contu
(1952-59) rappresenta un monumento unico nel suo genere non
soltanto in Sardegna ma in tutto il Mediterraneo occidentale.
E’ costituito da una grande terrazza di forma tronco-piramidale
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
a cui si accede con una lunga rampa d’accesso trapezoidale.
Sulla sommità della terrazza era situato il sacello rettangolare
intonacato di ocra (il “tempio rosso”), del quale si conservano il
pavimento e, in parte, il muro perimetrale
Questo primo altare venne edificato in una fase evoluta di cultura Ozieri (3200-2800 a.C.) al centro di un coevo abitato di capanne quadrangolari, e sopra i resti di un più antico villaggio di
capanne circolari forse risalente a fasi di cultura San Ciriaco (3400
a.C.). L’incendio dell’altare, ai tempi della cultura Filigosa (2800
a.C. circa), rese necessaria la realizzazione di una nuova struttura,
quella oggi conservata. Estranee all’area archeologica sono
due pietre calcaree sferoidali di natura sacra.
Tra le capanne del villaggio che circondano l’altare e la rampa
– risalenti in parte al 2600 a.C., di grande interesse risulta la
“capanna dello stregone”, con 5 ambienti di forma irregolare
coperti da un tetto ad unico spiovente; la capanna deve il nome
a una punta di corno bovino e ad alcune conchiglie bivalvi trovate in una brocca.
Il sito fu frequentato ancora ai tempi della cultura Monte Claro,
del Vaso campaniforme e Bonnanaro, e più sporadicamente, in
età nuragica, fenicio-punica, romana e medievale.
La necropoli si compone di otto ipogei pluricellulari alcuni dei
quali decorati da protomi bovine e da elementi architettonici.
Area archeologica Palmavera
Il complesso è costituito da un nuraghe, conservato fino al secondo piano, da un antemurale in blocchi di calcare a profilo
polilobato che collega quattro torri-capanne, e dai resti delle
capanne del villaggio circostante.
Il nuraghe è formato da un torre principale, racchiusa in parte
da un bastione, da un cortile, da una torre secondaria e da un
breve corridoio con nicchie.
Una delle torri-capanna annesse all’antemurale presenta elementi costruttivi e cultuali che la differenziano dalle altre: la
cosiddetta Capanna delle Riunioni, così denominazione perché,
come altri ambienti simili noti in altri villaggi nuragici, ritenuta
sede di un “consiglio di anziani”. E’ una capanna circolare in arenaria di notevoli dimensioni (m. 8,87 di diametro) con sedile
lungo tutta la circonferenza; al centro è riproposta la copia dell’altare a forma di torre nuragica, il cui originale è ora esposto
al Museo archeologico nazionale “G. A. Sanna” di Sassari.
All’esterno dell’antemurale è il villaggio di cui si conservano una
cinquantina di ambienti, tra capanne, prevalentemente circolari, e recinti in pietra. Negli ambienti è stata rilevata la presenza di focolari e modeste delimitazioni degli spazi realizzati
con lastre infisse “a coltello”; vi sono stati rinvenuti, ancora integri, dei grossi vasi interrati fino all’imboccatura chiusa da lastre di pietra, probabilmente utilizzati come
contenitori per liquidi o derrate.
L’intero complesso architettonico è riferibile a diverse fasi edilizie e culturali: la costruzione della
torre principale del nuraghe e di un primo nucleo
di capanne risale al periodo 1600-1300 a.C.; l’edificazione della torre secondaria, del bastione, del
cortile interno e dell’antemurale ad un periodo
successivo (1300-1150 a.C.); lo sviluppo ulteriore
del villaggio ad una fase finale compresa tra il
1150-900 a.C.
Località Palmavera. Strada
Fertilia - Porto Conte
Alghero (SS)
97
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Necropoli ipogeica di Anghelu Ruju
Località I Piani
Alghero (SS)
La necropoli è il più vasto complesso di grotticelle artificiali
della Sardegna settentrionale. E’ costituita da 38 ipogei scavati
nella roccia di arenaria calcarea, distribuiti in maniera irregolare in una zona pianeggiante nell’immediato entroterra di Alghero, nei pressi di un piccolo torrente.
Le tombe, le cosiddette domus de janas, sono di due tipi: con
accesso a pozzo, in genere piuttosto angusto, o a “dromos”, cioè
a corridoio scoperto, talvolta di grandi dimensioni e spesso munito di gradini all’imboccatura. Le tombe a pozzo hanno in genere una pianta irregolare e delle celle curvilinee, mentre quelle
a “dromos” presentano una pianta più regolare e anche celle
dal profilo rettilineo.
Su alcune tombe sono visibili, scolpiti o incisi, rilievi legati al
culto dei morti: false porte che raffigurano l’ingresso nell’aldilà,
protomi e corna taurine che rappresentano la divinità che doveva proteggere il sonno eterno.
Il tipo di rito funerario praticato era prevalentemente quello dell’inumazione, ma sono stati rilevati alcuni casi di semicremazione, con deposizioni dei corpi in apposite nicchie.
La necropoli fu utilizzata per un lungo arco di tempo che copre
oltre 1500 anni dal periodo del Neolitico Recente (2900 a.C.) al
Primo Bronzo (1800 a.C.)
L’area è attrezzata con pannelli didattici.
Complesso nuragico Santu Antine
Località Mura Era
Torralba (SS)
Il complesso è costituito da un imponente nuraghe che, nel suo
impianto originario, risale all’età del bronzo (probabilmente XVI
secolo a.C.) e dal villaggio circostante.
Il nuraghe consta di una torre centrale e di tre
torri che la circondano, raccordate da una cortina muraria che costituisce un bastione.
Nella torre centrale si conservano la tholos del
piano terra e la tholos del primo piano, mentre il piano terra e la terza tholos costituiscono
oggi la sommità dell’intera struttura, che
consente una vista panoramica sulla pianura circostante ricca di nuraghi. All’esterno
del bastione si sviluppa il villaggio nuragico,
solo parzialmente messo in luce, costituito da
capanne circolari risalenti a diverse fasi di vita.
Permangono strutture sovrapposte di età
romana pertinenti ad una villa rustica.
Villaggio nuragico Serra Orrios
Località Serra Orrios
Dorgali (NU)
98
Il villaggio sorge su un
terreno basaltico dell’altopiano del Gollei, facilmente accessibile attraverso un selciato lungo
circa 400 metri.
Il complesso è costituito
da un centinaio di capanne a base circolare,
disposte liberamente, e
da tre gruppi di capanne
distanti tra loro, che co-
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
stituiscono alcuni isolati. Questi ultimi, composti da diversi ambienti circolari gravitanti su un unico cortile di disimpegno, conservano resti di opere di canalizzazione e raccolta
delle acque.
L’impianto planimetrico è caratterizzato dalla presenza di due piccoli templi a “megaron” circondati da un recinto.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE
Negli anni 2007 e 2008 sono stati organizzati numerosi eventi
in collaborazione con Associazioni musicali, con il Conservatorio
di Musica e con l’Accademia di Belle Arti con l’Università, Istituti
scolastici ed Enti locali. Si ricordano, in particolare:
Mattinate musicali al Museo G.A. Sanna 2007 - 2008 in collaborazione con l’Associazione culturale Monteverdi
Le strade del Mito sono infinite: Medea nella letteratura e nella
Musica – Sassari Museo Archeologico Nazionale G.A. Sanna Settembre 2007
Performance teatrale e musicale, in collaborazione con il Laboratorio teatrale del Liceo Classico D. A. Azuni.
Rappresentazione e rielaborazione di testi classici e moderni, letterari e musicali, incentrati sulla figura mitica di Medea
Concerto del Coro tradizionale di Villanova Monteleone - Museo
Archeologico Nazionale “G.A. Sanna” - Giugno 2008
Tacita Muta: Le donne, il potere, il silenzio - Olbia - Dicembre
2008
Rappresentazione teatrale al Museo archeologico di Olbia in occasione del XVIII Convegno “L’Africa Romana”.
Protagonisti della manifestazione, organizzata in collaborazione
con l’Università degli Studi di Sassari, sono stati gli allievi del
Liceo classico D. A. Azuni che hanno offerto una galleria di personaggi femminili tratti dalla mitologia e dalla storia antica.
Partendo da un personaggio classico come Didone, si passa attraverso la divinità Tacita Muta, dea del silenzio a cui Giove
strappò la lingua, per giungere ad una figura reale legata alla
storia della Sardegna, come la liberta Atte amante di Nerone, rifugiatasi in volontario esilio nell’isola, presso Olbia.
Lionora. Azione teatrale inedita in logudorese
Bosa – Museo Archeologico – Settembre 2008
L’iniziativa, è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Bosa, per presentare alla cittadinanza e agli studiosi lo stato dei lavori del Museo Archeologico nell’ex
Convento dei Cappuccini, il cui progetto è stato avviato
circa un ventennio fa.
I lavori di adeguamento dell’edificio e degli impianti sono
stati ultimati, nell’ambito del progetto Por Sardegna 20002006. PIT SS2. “Dalla Costa del Corallo al Logudoro Meilogu”.
I reperti che saranno esposti provengono in massima parte
da scavi e recuperi della Soprintendenza per i beni archeologici, con la collaborazione degli enti territoriali e
delle Forze dell’Ordine.
Nel Museo saranno collocate anche le monete e il vasellame della collezione comunale, attualmente conservata
in parte nell’Archivio storico del Comune, in parte presso il
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Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Museo archeologico nazionale “G.A.Sanna” di Sassari.
Il Museo illustrerà le vicende storico-archeologiche del bacino del Temo e della Planargia,
quale attrattore e richiamo anche per i centri dell’interno. A conclusione della conferenza, è stata presentata una performance teatrale con accompagnamento musicale.
Fiere
A Ferrara, il più importante appuntamento dedicato in Italia al tema del restauro e della conservazione del patrimonio culturale, nel 2007 la
Soprintendenza ha partecipato attivamente con
un intervento al convegno “Conservazione: una
storia futura”.
In incontri tecnici nello stand del MiBAC sono stati
inoltre presentati tre importanti progetti di restauro, quello del nuraghe Santu Antine di Torralba (SS), del nuraghe Majore di Cheremule (SS) e
il restauro del nuraghe Alvu di Pozzomaggiore (SS).
Mostre
Un’arma per la Tutela. Beni culturali salvati dai carabinieri. Sassari, Museo Archeologico Nazionale “G. A. Sanna”.
20 maggio-30 settembre 2007
Allestita negli spazi del padiglione Clemente, recentemente ristrutturati, la mostra ha
inteso illustrare l’attività di tutela svolta, in tutta la Sardegna, dal Nucleo Regionale dei
Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
Curata e organizzata dalla Soprintendenza per i beni
archeologici per le province di Sassari e Nuoro e dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, con la collaborazione
della Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari
ed Oristano e delle due Soprintendenze per i beni Architettonici, Paesaggio, Patrimonio Storico, Artistico ed
Etnoantropologico rispettivamente di Sassari e Nuoro
e di Cagliari e Oristano e della Soprintendenza archivistica per la Sardegna.
Sono stati esposti reperti archeologici, opere d’arte,
beni archivistici e librari recuperati dal Nucleo e dall’Arma dei Carabinieri. La mostra si articolava in tre sezioni comprendenti beni paleontologici e archeologici,
beni documentari e beni storico-artistici.
Ampio spazio è stato riservato ai reperti archeologici, quantitativamente preponderanti
nel mercato clandestino. Tra gli oggetti recuperati ed esposti particolarmente significativi i bronzi figurati d’età nuragica, recuperati, con altri oggetti d’uso, sempre in bronzo,
in Piemonte e in Germania, a testimonianza di traffici che vanno ben oltre i confini isolani. Tra gli oggetti di età romana da segnalare una bella testa in marmo della prima età
imperiale e alcuni gioielli in oro e pietre preziose che dovevano costituire il ricco corredo
funerario di una sepoltura del IV sec. d. C.
Tra i beni documentari recuperati ed esposti i volumi dell’archivio dell’Ospedale della
SS. Annunzia di Sassari fondamentali per la ricostruzione delle vicende dell’Istituto e
fonte preziosa per la ricostruzione della realtà sociale del sassarese.
Tra i beni di interesse storico artistico esposti, si cita una consistente serie di quadri e di
statue lignee attualmente esposti nella Chiesa di San Gabriele Arcangelo di Sagama
(Oristano), chiaramente prodotti di botteghe locali.
Tra i beni in mostra anche quadri trafugati nella Penisola italiana e attribuibili a pittori
dell’Italia centrale e meridionale.
Il gesto della preghiera nella Sardegna antica
Cagliari- Sassari - Porto Torres - settembre 2008
In occasione della visita di Benedetto XVI a Cagliari, è stata organizzata nelle sedi dei Musei
100
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
nazionali di Cagliari, Sassari e Porto Torres una mostra sulla
storia della religiosità della Sardegna attraverso le più antiche
testimonianze della cultura materiale.
A Sassari e a Porto Torres si è optato per un percorso di visita
che mettesse in evidenza gli oggetti riferiti al tema della
preghiera già esposti nelle diverse sezioni dei due Musei,
sottolineandone la scelta con appositi pannelli esplicativi
posizionati accanto alle vetrine.
Nella sezione preistorica, pur essendo molti gli oggetti legati
al culto, è stata presentata la figura dell’orante della tomba
ipogeica di Cheremule (Sassari).
Tra i tanti bronzi figurati di età nuragica si citano, tra quelli
selezionati per il percorso di visita, la figurina di bronzo,
proveniente dal santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
(Sassari), individuato come un Re Pastore che conduce al
sacrificio un animale.
Di grande interessa la stele funeraria di pietra, proveniente dalla necropoli di Monte di
Campo a Valledoria (Sassari) in cui compare una figura umana stilizzata con due esili
braccia sollevate ai lati del volto nel tipico gesto di adorazione e di preghiera alla divinità.
Non poteva mancare l’unico esemplare integro di ampollina finora ritrovato nell’Isola
(Tharros) con l’immagine di san Mena.
Del tutto inedito il bicchiere in vetro inciso proveniente dall’insediamento di S. Efis di
Orune (Nuoro) raffigurante la scena della consegna della Legge.
Per l’Antiquarium di Porto Torres si segnala una iscrizione funeraria in marmo di Carrara,
probabilmente il coperchio di un sarcofago, e un fondo di scodella in sigillata africana
D2 con decorazione a stampo, risalente alla I metà del VI secolo d.C. con figura maschile
interpretabile come Cristo benedicente, o la rappresentazione di un santo.
Isola dell’Asinara. Asinara, isola di confine. Passaggio di popoli sulle orme di Ercole
Isola dell’Asinara - Porto Torres (Sassari) - 2008
La mostra e la performance teatrale sul mito di Ercole ha ricostruito le varie fasi storiche che hanno segnato il territorio dell’Isola.
Il mito di Ercole è stato illustrato attraverso la lettura ed il commento di testi classici.
L’esposizione è stata curata in collaborazione con: Direzione Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, Ente Parco dell’Asinara, Soprintendenza per i Beni Architettonici, il
Paesaggio, il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico, Facoltà di Architettura
di Alghero.
La morte i riti, gli oggetti: la necropoli romana di Monte Carru - Alghero
Alghero 22 febbraio - 30 marzo 2008
Sassari 17 maggio 2008 - 17 agosto 2008
La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Alghero, ha sollecitamente restituito alla cittadinanza i risultati dello scavo archeologico eseguito in località Monte
Carru, nell’immediata periferia della città, che ha riportato alla luce un’importante area
cimiteriale di un antico abitato romano identificabile, verosimilmente, con la mitica
città perduta di Carbia, citata nelle fonti antiche.
A pochi mesi dalla scoperta, la fulminea organizzazione della mostra ha rappresentato
un eccellente esempio di collaborazione e di condivisione della conoscenza, a fronte di
uno scavo difficile e disagevole, stretto tra un cantiere incombente e una torrida estate.
La Grotta Corbeddu: memorie e prospettive. Trent’anni di
studi e ricerche. Oliena (Nuoro) 2008
La Grotta Corbeddu, che prende il nome dal leggendario
bandito vissuto nella seconda metà dell’Ottocendo che la
scelse come rifugio, l’olianese Giovanni Salis Corbeddu, deve
oggi la sua fama ai ritrovamenti archeologici e paleontologici che offrono un contributo fondamentale per la ricostruzione della storia della Sardegna negli ultimi 40 mila
anni.
101
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
In questo sito, in territorio di Oliena, nella valle di Lanaitto, sono state trovate le prime
testimonianze di presenza umana nel Paleolitico superiore.
Uno degli obiettivi della mostra è stato quello di porre le basi per la valorizzazione del
sito, anche in previsione di una prossima apertura al pubblico.
In mostra il materiale rinvenuto nelle campagne di scavo, da quella del 1983 (anno del
ritrovamento del primo fossile umano) allo scavo del 2000 del professore olandese Paul
Yves Sondaar e della sua équipe dell’Università di Utrecht.
Per la prima volta sono state esposte una raccolta di foto inedite relative agli scavi della
ricercatrice olandese Hannie de Visser.
L’interesse degli studiosi per la Grotta Corbeddu risale agli anni Sessanta del secolo
scorso, quando Mary Dawson, ricercatrice dell’Università di Pittsburg (Pensilvania), analizzò nei dettagli le ossa del Prolagus sardus presente nella Grotta.
CASE HISTORY
I relitti del porto di Olbia: dallo scavo al Museo
Lo scavo e i suoi risultati
Nel corso di tre campagne di scavo tra agosto 1999 e dicembre 2001 è stata effettuata
l’indagine archeologica dell’intero tracciato del tunnel che collega il porto di Olbia alle
strade extraurbane. Oltre a una strabocchevole massa di materiale mobile sono state
rinvenute 24 porzioni (da molto grandi a molto piccole) di navi romane e medievali:
undici di esse sono onerarie affondate all’ormeggio durante l’attacco dei Vandali a Olbia
alla metà del V sec. d. C., che determinò la crisi della città romana, sei di esse furono
usate, ormai in abbandono, nel XII sec. come base di una colmata di bonifica necessaria per riattivare il porto, inagibile per navi di un certo tonnellaggio a causa dell’innalzamento del fondale dovuto alla presenza dei relitti di V sec. e al fango che essi
trattenevano.
L’opera era funzionale alla ripresa dei traffici transmarini di cospicuo impegno in seguito all’alleanza tra il locale Giudicato
(regno) di Gallura, con capitale proprio a
Olbia (allora detta Terranova), e la Repubblica Marinara di Pisa.
Si tratta di uno scavo di primario livello non
solo per dimensioni e per risultati materiali
ma anche sul piano delle acquisizioni storiche perché restituisce una “fotografia” di
due degli eventi di svolta dell’evoluzione
culturale mediterranea: la fine dell’Impero
di Roma e la rivoluzione dei traffici marittimi all’avvento delle “Repubbliche marinare”.
Trattamento conservativo
Per l’asportazione dei relitti dal terreno è stato usato il tradizionale sistema dello smontaggio delle parti costitutive, e il loro ricovero in casse piene d’acqua.
E’ per il trattamento conservativo che invece si è sperimentato un procedimento innovativo, uno sviluppo e perfezionamento del sistema a “impregnazione con amidi” e concomitante disidratazione controllata, che prometteva di essere meno costoso e lungo
dell’impregnazione con polietilenglycole (PEG) che va per la maggiore e di ottenere, al
contrario che col PEG, legno del tutto simile per aspetto, caratteristiche fisiche, strutturali, flessibilità ecc, al legno originario.
Nel primo lavoro, terminato nel novembre 2004 sono stati trattati campioni di quasi
tutti i relitti nonché 1/3 circa di uno dei più grandi (relitto n. 2 di V sec. d. C.) e i risultati
sono molto incoraggianti e corrispondono in pieno alle aspettative.
Nel 2007 è stato concluso il restauro del relitto n.2 e del relitto RC (medievale) e sono
stati avviati i lavori su altri due dei relitti di V sec. d. C. e su uno degli altri medievali.
II naturale luogo espositivo dei relitti è il Museo Archeologico di Olbia, sito tra l’altro
102
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
proprio dirimpetto al porto antico. Nel dicembre 2007 sono stati esposti i primi due relitti restaurati e riassemblati. Il restauro è stato realizzato con fondi Mibac, del Comune
di Olbia e con un finanziamento previsto dall’Accordo di Programma Quadro Mibac Regione Autonoma della Sardegna del 2005.
Sorgono - menhir di Biru e’ Concas
Il progetto, predisposto dalla Soprintendenza e finanziato per un importo di
400.000,00 euro nell’ambito del Piano Nazionale dell’Archeologia per il 2006 (legge 43/2005), è finalizzato alla valorizzazione dell’area archeologica in località denominata Biru ‘e Concas, presso Sorgono
(Nuoro), nella regione storica del Mandrolisai.
L’area, acquisita dal Comune per destinarla
a parco archeologico e naturalistico, è interessata dalla presenza di un centinaio circa di menhir, riferibili al periodo neolitico
antico e medio.
Nell’area sono inoltre presenti strutture
abitative e tombali dello stesso periodo ed un nuraghe del tipo a corridoio con camera
a copertura a tholos, oltre al nuraghe Talei, noto in letteratura, e ai ruderi di una tomba di giganti.
Il progetto prevede interventi di scavo, l’eventuale restauro dei reperti e delle strutture
ed una serie di interventi mirati alla valorizzazione e alla fruizione del sito:
- sistemazione dell’accesso e dell’area destinata a parcheggio
- centro servizi ( accoglienza, informazione ecc.)
- percorsi pedonali di tipo archeologico-naturalistico
- cartellonistica
Statue di Monte ‘e Prama di Cabras: progetto di restauro
Nel Centro di conservazione e restauro di Li Punti
– Sassari è in corso il restauro delle sculture di
età nuragica rinvenute tra il 1974 e 1979 nel sito
di Monte ‘e Prama di Cabras (Oristano).
L’accordo di Programma Quadro in materia di
Beni culturali tra Stato e Regione Sardegna, sottoscritto il 30 settembre 2005 e l’Atto integrativo
del 2006, ha definito i finanziamenti per il restauro del patrimonio scultoreo.
Sulla base del progetto preliminare è stato
aperto un bando pubblico per il progetto definitivo esecutivo e la realizzazione degli interventi.
La fase iniziale del lavoro ha richiesto una serie
di operazioni complesse finalizzate alla identificazione e denominazione di 5000 frammenti,
dei quali è stato redatto un elenco e schede specifiche. E’ seguita l’attività di pulitura delle superfici, di consolidamento e di ricerca degli
attacchi fra i frammenti.
Questa operazione ha richiesto un impegno notevolissimo poiché la frattura e i loro profili sono
in molti casi abrasi e smussati per le vicende subite dal momento dell’abbattimento e rimozione anche per i lavori agricoli nell’area in cui
sono stati ritrovati.
103
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna
Sono stati individuati oltre mille attacchi che hanno consentito la ricomposizione delle
parti con risultati eccezionali.
Le sculture finora rapportabili a 4 tipi, 15 statue di c.d. pugilatori, 6 arcieri, 2 guerrieri, e
modellini di nuraghe, monotorre e polilobato, ripropongono, in calcare, la statuaria di
dimensioni ridotte, i c.d. bronzetti figurati.
Tutte le sculture costituiscono parte di un complesso monumentale edificato per finalità cultuali con l’apparato di una comunità impegnata a rappresentare ideologie di una
civiltà che ha consegnato alle sculture messaggi inequivocabili, ancorchè non definibili
ora in termini quantitativi.
L’attribuzione dei prodotti scultorei alla civiltà nuragica e, molto probabilmente, alla
fase del Bronzo Finale, appare sicura, ma è urgente la ripresa delle indagini sul campo.
Il progetto di restauro ha curato anche l’informazione al pubblico con l’allestimento di
un Laboratorio aperto per le visite guidate e con un sito web dedicato, che ha registrato,
finora, oltre 8000 accessi.
A conclusione dei lavori è programmata una mostra nella Galleria del Centro di restauro
che presenterà tutte le sculture ricomposte e tutti i frammenti, in un sistema integrato
con la documentazione dei lavori di rinvenimento e di restauro.
104
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI
E PAESAGGISTICI DELLA SARDEGNA
L’arco temporale in cui è esaminata l’attività della Soprintendenza B.A.P. della Sardegna riguarda le annualità 2007 – 2008.
Prima di descrivere i dati salienti dell’attività di questi anni, bisogna premettere che tale periodo è stato caratterizzato da trasformazioni che hanno condotto nel 2008 all’unione delle due
soprintendenze miste in una Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna a seguito del D.P.R. del 26/11/2007 n. 233 e con D.M.
18/06/2008. Quindi le attività saranno riferite per il 2007 alle
singole Soprintendenze miste e, per il 2008, alla Soprintendenza
B.A.P. regionale in relazione alle due sedi di Cagliari e Sassari.
LE SEDI
Le sedi della Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna sono due:
quella centrale “Villa Binaghi”, a Cagliari in Via Cesare Battisti,
e la sede operativa di Sassari, “Villa Melis” in Via Monte Grappa.
“Villa Binaghi” è un complesso costituito da due edifici realizzati dalla famiglia Binaghi tra il 1925 e il 1930 in un ampio giardino alla periferia ovest di Cagliari. L’intero complesso è ubicato
in un’area che si inserisce tra le propaggini dell’antico nucleo
storico e l’asse di via S. Avendrace – viale Trieste che costituisce
il principale accesso da ovest della città, un’area che tra la fine
dell’Ottocento e l’immediato anteguerra era stata in gran parte
saturata dalle residenze dell’ormai consolidata classe borghese
e che aveva visto proliferare l’edificazione di ville e palazzi signorili. I due distinti edifici sono collegati da una monumentale recinzione in pietra intonacata con false bugne che si
alternano ad eleganti inserzioni liberty in ferro lavorato e di
grande pregio artistico, come le analoghe cancellate di ingresso.
L’edificio maggiore prospettante su viale Trento, ha l’accesso direttamente dalla strada mediato da un’ampia terrazza che
conduce al vano scala e ai tre piani in elevato, mentre il piano seminterrato è raggiungibile dal giardino. L’edificio più piccolo, prospettante via Cesare Battisti, è costituito da un piano terra dotato di un passaggio coperto che costituisce l’accesso carrabile
al giardino e disimpegna uno scalone monumentale che conduce
al piano superiore.
I prospetti, rigidamente simmetrici e d’impostazione classicheggiante, sono articolati dall’aggetto di cornicioni e balconcini, incorniciati da finti bugnati in intonaco. Villa Binaghi, proprietà dello Stato dal 1983, a partire dal 1987 è stato sottoposto
a lavori di ristrutturazione per adeguarne la struttura alle necessità dei nuovi uffici della Soprintendenza di Cagliari.
Villa Melis, dagli anni sessanta di proprietà dello Stato, dal nome
dei precedenti proprietari, sorge, circondata da un ampio giardino, in un quartiere che si è sviluppato negli anni cinquanta del
secolo, connotato da esempi di edilizia di stile razionalista che
ancora sopravvivono tra i palazzi multipiani che vanno via via sostituendoli in questi anni.
La Villa fu edificata sul cadere degli anni trenta in forme sobrie e
lineari, senza alcuna concessione al decorativismo e all’ornamentazione di facciata imperanti in quegli anni, con volumi netti
e uno schematismo che richiamano a riferimenti razionalisti.
Gli spazi interni hanno per contro una distribuzione funzionale
Soprintendente
Gabriele Tola
Referente per il progetto
Maurizio Bistrusso
con Marina Sechi
Sede centrale
Via Cesare Battisti, 2
09123 Cagliari
Tel. 070/20101
Fax 070/2010352
[email protected]
www.sbappsaecaor.beniculturali.it
Sede operativa
Via Monte Grappa, 24
07100 Sassari
Tel. 079/2112900
Fax 079/2112925
[email protected]
www.sbappsaessnu.beniculturali.it
105
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
che risente delle concezioni dell’abitazione borghese dei primi anni del secolo, con il
piano terra e il sottotetto con gli ambienti di servizio e con i due piani principali intermedi che ripetono il medesimo schema distributivo, caratterizzato da ambienti di limitata ampiezza tutti disposti attorno ad un vasto atrio centrale, e un corpo scala di ampie
proporzioni che collega i vari piani. Originali appaiono i pavimenti di cui esistono rari
esempi in città, una sorta di “seminato alla veneziana” a disegni geometrici, con frammenti irregolari marmorei e ceramici di cospicue dimensioni accostati a formare campiture di colori a contrasto con effetto di notevole eleganza.
ATTIVITÀ
Tutela del paesaggio
L’attività di tutela del paesaggio è l’azione che più sta impegnando l’attività della Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna dal 2007 al 2008.
Nel corso del biennio, sia le Soprintendenze miste di Cagliari e Sassari, sia la Soprintendenza B.A.P. della Sardegna hanno incrementato la propria attività di tutela nel settore
del paesaggio contribuendo alla fase attuativa del Piano Paesaggistico Regionale della
Sardegna, in relazione all’adeguamento dei Piani Urbanistici Comunali agli indirizzi che
il neonato strumento di pianificazione territoriale, approvato dalla Regione Autonoma
della Sardegna il 5 Settembre 2006, aveva inserito nelle norme tecniche di attuazione.
L’attività suddetta è consistita, come ratificato nell’accordo di programma stipulato tra
il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Sardegna, e così come previsto
nelle norme del Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.), nell’affiancamento alle amministrazioni comunali per l’individuazione dei beni culturali presenti nel territorio aventi
valenza paesaggistica ed inoltre, nella successiva fase di definizione di una fascia di rispetto intorno a detti beni. L’apporto della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, si è dimostrato
estremamente utile sia nella fase di individuazione dei beni, nella successiva fase di riconoscimento delle implicazioni paesaggistiche che detti beni generano sul territorio
circostante nonché nella predisposizione di una normativa tecnica d’uso a cui sottoporre la fascia di rispetto individuata. Nel corso del biennio 2007-2008 sono stati sottoposti a verifica i territori di 19 comuni della Sardegna e l’attività di collaborazione con
i competenti Uffici regionali è in fase di continuo aggiornamento finalizzato all’adeguamento dei Piani urbanistici di tutti i comuni della Sardegna.
Lo stesso biennio, a seguito dell’introduzione del Piano Paesaggistico Regionale, ha visto
una notevole riduzione nel numero di pratiche trasmesse da regione e comuni, sia per
motivi organizzativi interni delle Amministrazioni locali, in adeguamento alle nuove
norme, sia per l’entrata in vigore di norme molto più restrittive rispetto alla situazione
precedente, soprattutto se si voglia considerare che l’aspettativa, o l’allarme, creati dalla
preannunciata restrizione delle norme di tutela, aveva scatenato nel periodo immediatamente precedente all’adozione del P.P.R., una corsa alla richiesta di autorizzazioni, specie in zone agricole, per interventi a carattere essenzialmente residenziale, anche di
cospicua entità. Anche nel campo del contenzioso abbiamo assistito ad un’inversione
di tendenza, specie nella concessione di sospensive, che si è fatta molto più cauta in
considerazione delle nuove norme contenute nel Piano Paesaggistico.
Diminuiscono dunque notevolmente nel biennio 2007-08 i numeri degli annullamenti
per tutte le province, vista la maggiore attenzione dimostrata dalle Amministrazioni Comunali e Regionali in applicazione delle nuove norme, mentre per l’area delle province
di Cagliari e Oristano aumentano le richieste di autorizzazione in surrogatoria, indice
della difficoltà da parte della Regione e degli Enti Locali a esprimersi in tempi brevi, ma
soprattutto dell’incertezza nell’interpretazione di alcune norme del P.P.R.
Per quanto riguarda il contenzioso in materia paesaggistica si deve sottolineare che per
le province di Sassari e Nuoro nel biennio 2007-2008 si riduce rispetto agli anni precedenti in conseguenza del minor numero di annullamenti di autorizzazioni paesaggistiche.
Anno 2007: totale ricorsi al TAR presentati n. 10, di cui uno archiviato per cessata materia del contendere, due erano stati presentati contro provvedimenti di comuni o regione;
in tre casi il TAR Sardegna, invertendo la tendenza degli anni precedenti, ha negato la
sospensiva degli annullamenti della Soprintendenza; tre ricorsi sono stati presentati al
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Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
TAR Lazio avverso provvedimenti di altri enti.
Ricorsi straordinari: totale dei ricorsi presentati n. 6. Tutti avverso provvedimenti di comuni o regione, notificati alla Soprintendenza solo ai fini dell’istruttoria preliminare
quale Ministero competente.
Anno 2008: totale ricorsi presentati n. 4, di cui, uno archiviato per cessata materia del
contendere, tre erano stati presentati contro provvedimenti comunali.
Ricorsi straordinari: totale dei ricorsi presentati n. 1 contro provvedimenti comunali.
Anche per le province di Cagliari e Oristano il contenzioso in materia paesaggistica si è notevolmente ridotto infatti sono stati presentati n. 6 ricorsi nel 2007 e solamente uno nel 2008
Ricorsi straordinari: totale dei ricorsi presentati n. 67. Tutti avversi al P.P.R. e notificati
alla Soprintendenza solo ai fini dell’istruttoria preliminare quale Ministero competente.
Nel campo della tutela paesaggistica registriamo i seguenti dati:
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Cagliari e Oristano
Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna. Sede Cagliari
PROGETTI INVIATI DA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA O ENTI LOCALI
Anni
Totale autorizzazioni
trasmesse
Surrogatorie
Compatibilità
paesaggistiche
Annullamenti
2007
2132
58*
61
61
2008
2835
74**
64
28
* di cui 2 provvedimenti di diniego di autorizzazione in surrogatoria.
** di cui 3 provvedimenti di diniego di autorizzazione in surrogatoria.
A questi dati bisogna aggiungere, per il 2008, n. 142 pareri preliminari espressi ex art.
49 delle Norme Tecniche d’Attuazione (N.T.A.) del Piano Paesistico Regionale (P.P.R.)
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna. Sede Sassari
PROGETTI INVIATI DA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA O ENTI LOCALI
Anni
Totale autorizzazioni
trasmesse
Surrogatorie
Compatibilità
paesaggistiche
Annullamenti
2007
4407
21
136
64
2008
5819
24
243
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ATTIVITÀ
Tutela dei beni architettonici
L’attività di tutela dei beni architettonici è meno soggetta a contenzioso rispetto al paesaggio in quanto la maggior parte dei progetti sono discussi con questo Ufficio già nella
fase di elaborazione, proponendo, ove possibile, le necessarie modifiche ed integrazioni
secondo le esigenze della migliore tutela del bene. Tutti i progetti autorizzati sono stati
poi seguiti nella fase di realizzazione dai funzionari responsabili di zona, mediante Alta
Sorveglianza del cantiere. Si deve segnalare che nel biennio 2007-2008 sono in corso di
realizzazione i progetti finanziati dalla Comunità Europea denominati “Cattedrali di Sardegna” e “Città Regie”, sotto l’Alta Sorveglianza dell’Ufficio. Il contenzioso in materia monumentale vede, per le province di Sassari e Nuoro, la presentazione nel 2007 di 3 ricorsi
al TAR e di 2 ricorsi straordinari, mentre nessun ricorso è presentato nel 2008 contro atti
che riguardino l’attività dell’Ufficio. Per le province di Cagliari e Oristano sono stati pre-
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Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
sentati due ricorsi al TAR. Oltre la normale azione di controllo e alta sorveglianza sulla esecuzione dei progetti di restauro in atto sul territorio, negli anni 2007 – 2008 si è ampliata
l’azione riguardante i procedimenti di verifica dell’interesse culturale degli immobili realizzati da almeno cinquant’anni di proprietà di enti pubblici che di società senza fini di
lucro, in base a specifici accordi con gli enti suddetti; in relazione ad una più attenta conoscenza del territorio, l’azione vincolistica ha avuto incremento anche riguardo ad immobili di proprietà privata, con la conclusione per le sole province di Cagliari e Oristano
di 88 dichiarazioni di interesse. I progetti trasmessi per la richiesta di autorizzazioni ai
sensi dell’art. 21 del D.lgs. 42/2004 nell’ambito della tutela monumentale relativa al contenuto della parte seconda del Codice divisi per le singole sedi, sono:
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Cagliari e Oristano
Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna. Sede Cagliari
PROGETTI INVIATI DA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA O ENTI LOCALI
Anni
Pervenuti
Nulla Osta
Diniego
Resi o Sospesi
2007
267
209
9
46
2008
345
293
3
49
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna. Sede Sassari
PROGETTI INVIATI DA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA O ENTI LOCALI
Anni
Pervenuti
Nulla Osta
Diniego
Resi o Sospesi
2007
303
283
20
0
2008
345
321
24
0
I servizi digitali dell’amministrazione
Nel rispetto delle direttive nazionali della Pubblica Amministrazione, che hanno l’obiettivo di migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’azione dei pubblici Uffici attraverso un contatto diretto con l’utenza, la Soprintendenza ha realizzato in questi anni, in coordinamento
con la Direzione Regionale, due siti web istituzionali elaborati nell’ambito del Progetto
Europeo Minerva per la qualità dei siti web culturali. La Pinacoteca Nazionale di Cagliari
(www.pinacoteca.cagliari.beniculturali.it); e il sito d’Istituto (www.sbappsaecaor.beniculturali.it).
Il sito del museo offre informazioni utili su orari e aperture, il catalogo delle opere, notizie e appuntamenti; il sito istituzionale mira invece, oltre che a fornire informazioni ed
eventi, ad avvicinare il cittadino all’attività dell’amministrazione fornendo on line sia il
quadro d’insieme delle attività e dei servizi svolti, sia dati utili come i nominativi del personale e dei referenti dei vari Uffici, modulistica e procedure da seguire insieme ad esempi di restauri e di interventi realizzati con contributi ed approfondimenti scientifici.
PROGETTI REALIZZATI E ‘CASE HISTORY’
Cagliari - Basilica di Santa Croce
Progettista e Direttore dei lavori Lucia Siddi - Gabriele Tola
La basilica di Santa Croce, insieme all’annesso convento, oggi in parte sede di alcuni istituti dell’Università degli Studi di Cagliari, sorge nell’antico quartiere di Castello e costituiva il Collegio gesuitico di Santa Croce. Fondato nella metà del XVI secolo.
Nel 1809 Vittorio Emanuele I° di Savoia concesse la chiesa all’Ordine Mauriziano, at-
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tuale proprietario, dichiarandolo “basilica magistrale”. Un’iscrizione del 1661, posta sull’ingresso nella facciata, ricorda la benefattrice donna Anna Brondo e la fine dei lavori
di costruzione del complesso.
La Basilica ricalca l’architettura delle chiese della controriforma a navata unica e cappelle laterali con una galleria superiore che permette di percorrere i lati della navata
sopra le cappelle e raggiungere l’organo posizionato sopra la bussola lignea. Al suo interno è riccamente decorata, con pavimenti ed altari in marmi policromi, coevi alla data
di erezione dell’edificio, mentre le decorazioni dell’abside e della bella volta della navata, a cassettoni esagonali dorati e policromati, sono state decorate da Ludovico Crespi e Antonio Carboni nella prima metà del XIX° secolo. Quest’ultimo, noto pittore
restauratore cagliaritano, è l’autore delle due statue dipinte in chiaroscuro nella zona
absidale e raffiguranti i Santi Maurizio e Lazzaro, patroni dell’Ordine Mauriziano. Tutte
le cappelle laterali sono arredate con splendidi altari barocchi in marmi policromi; in
particolare, l’altare dedicato a Sant’Ignazio da Lodola, realizzato, con diversi tipi di marmi
di varia provenienza, da marmorai lombardi liguri.
Il complesso Mauriziano, in gravissimo stato di degrado, è stato oggetto di diversi interventi. La parte di proprietà dell’Università, il collegio vero e proprio con parte del
chiostro, ha subito un radicale restauro in quanto i locali erano in abbandono da diversi
decenni, con fondi dell’istituzione.
Per quanto riguarda la Basilica vera e propria, compresa la sacrestia e altri locali annessi,
l’intervento di restauro è stato curato dalla Soprintendenza mista di Cagliari. L’edificio
ormai chiuso al pubblico da oltre dieci anni a causa del grave stato di degrado in cui si
trovava a causa di copiose infiltrazioni d’acqua che avevano provocato la caduta di molti
stucchi e la perdita di parte delle decorazioni a tempera
presenti nella volta della navata centrale; la soprintendenza fu costretta a stendere una rete in fibra artificiale
lungo tutta la navata al di sotto dei cornicioni d’imposta
che ha consentito il recupero degli stucchi caduti successivamente. L’umidità di risalita presente perimetralmente
su tutti i muri della basilica, aveva, inoltre, danneggiato
tutti i paramenti marmorei che decorano le cappelle ed i
preziosi altari.
Le opere di restauro hanno interessato l’intera parte muraria e pavimentale, con estesi scavi archeologici dell’aula
che hanno messo in luce i resti delle strutture preesistenti
all’impianto della basilica, e le cripte utilizzate come os- Fig.1
sari, oltre a resti pavimentali, ceramica ed altro materiale
utile alla datazione ed alla ricostruzione della storia del sito. (Fig. 1)
Gli interventi più complessi sono stati quelli riguardanti il restauro delle tempere e degli
stucchi, del mosaico pavimentale del presbiterio, della bussola lignea policroma dell’ingresso, degli altari marmorei, degli infissi originari, dell’organo a canne, oltre tutti gli
arredi della sacrestia.
In oltre si è provveduto a sostituire gli infissi delle lunette superiori in corrispondenza
delle cappelle ed è stato riprogettato e realizzato il sistema illuminotecnico e tutti gli
impianti elettrici.
L’intero intervento è stato realizzato con due finanziamenti:
€ 720.982,00, Presidenza del Consiglio dei Ministri D.P.C.M. 20/11/2002
€ 572.155,00, Gioco del Lotto (art. 3 comma 89, Legge 23/12/1996
Cagliari - Restauro dell’ex Convento di Santa Chiara
Progettista e Direttore dei lavori Paolo Giovanni Margaritella
L’intervento mira a fornire un orientamento, fra i diversi possibili, ad un corretto approccio allo studio delle problematiche dei “vuoti urbani”, tanto comuni nelle città italiane, e che in Cagliari si trovano in modo sensibilmente diffuso, anche per le particolari
vicissitudini storiche della città.
L’area considerata nel presente studio, l’Ex Convento delle monache Clarisse di Santa
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Chiara in Stampace, può essere compresa nella tipologia dei luoghi che hanno perso la propria funzione vitale nei confronti della comunità, dopo
aver attraversato lunghi periodi rivestendo ruoli
piuttosto diversi l’uno dall’altro: convento, mercato rionale, ed infine, l’abbandono più completo.
L’amministrazione locale, negli ultimi anni, si è
posta il problema del recupero di questo spazio, inserito nel cuore storico della città, ma completamente estraneo ad essa (Fig. 2).
Da tempi recenti le pertinenze dello spazio dell’ex
convento sono stati adibiti a luogo di passaggio
Fig. 2 per l’accesso ad uno degli ascensori panoramici
che conducono al quartiere fortificato di Castello, il più eminente dei rioni storici della
città: l’ex convento rimane comunque un luogo recesso e poco frequentato dagli stessi
abitanti. Ebbe più fortuna quando, dal secondo dopoguerra e fino a pochi decenni or
sono, fu adibito, con le pertinenze costituite anche dallo spazio aperto del chiostro, a
mercato rionale per la vendita al dettaglio.
In relazione al sito in argomento, è stato sottoscritto tra il Comune di Cagliari e la Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Cagliari e Oristano un accordo di programma per il recupero dell’area relativa all’ex Convento delle Clarisse di Santa Chiara
in Stampace. L’impegno delle due istituzioni è quello di prevedere il recupero dell’intera area, ora in stato di completo abbandono, alla quale si affiancano parte delle strutture superstiti del piccolo mercato rionale tuttora in attività.
L’intento del progetto è anche quello di ridare a quest’area, attualmente da considerarsi marginale rispetto al resto del quartiere cittadino, una prerogativa di grande strategicità logistica in quanto punto di passaggio verso il quartiere storico di Castello che
risulta essere uno degli obiettivi principali di visita da parte dei turisti, degli studenti e
dei visitatori in generale, sia locali che forestieri.
Pertanto, l’antico spazio claustrale ospiterà un ufficio informazioni turistiche mirato a
proporre itinerari per la visita a piedi di Castello, considerato che, come si è già accennato, nelle adiacenze del complesso è collocato uno degli ascensori panoramici della
città. Il collegamento verticale con il quartiere di castello sarà ottimizzato con la sostituzione dell’attuale ascensore con un altro di minore impatto visivo, sia nei confronti del
paesaggio al contorno che nei confronti del decoro monumentale della adiacente chiesa
di Santa Chiara.
Inquadramento urbanistico
Il complesso di Santa Chiara è situato nel quartiere di Stampace Alto, nel settore centro occidentale della città, uno dei tre quartieri storici che fanno da corona al quarto e
più elevato di tutti, Castello, antica roccaforte della città di Cagliari.
L’area nella quale è inserito il complesso di Santa Chiara è caratterizzata da un edificato
storico decisamente compatto, racchiusa da quattro assi viari principali che sono scalette Santa Chiara, Scalette Santa Margherita, Piazza Yenne e Via del Cammino Nuovo.
Il chiostro con le sue antiche preesistenze costituisce un’enclave di tranquillità rispetto
alle arterie di grande traffico come il Largo Carlo Felice e Via Santa Margherita, che distano poche decine di metri, o come le strutture dell’adiacente mercato che ogni giorno
ospitano centinaia di persone.
L’edificato circostante il convento è caratterizzato da un’edilizia notevolmente degradata con la compresenza di strutture storicamente rilevanti e l’inserimento di edifici di
basso valore architettonico risalenti alle decadi 60’ e 70’ del secolo scorso.
Il complesso risulta, quindi, inserito nel tessuto storico del quartiere di Stampace ma
avulso da esso in quanto rudere in stato di abbandono e, per di più, circondato da un’edilizia spontanea caratterizzata da notevoli episodi di superfetazione dannosi per la percezione d’insieme del contesto.
L’azione del presente progetto è volta al recupero dell’area, non solo dal punto di vista
architettonico ma anche vocazionale, con il conferimento di nuove funzioni compatibili
con le preesistenze, con il tessuto socio-economico circostante e con le valenze strategiche, dal punto di vista urbanistico, del sito.
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Cenni storici
L’antico monastero e la chiesa di Santa Chiara risalgono, in base a fonti documentali d’archivio, al secolo XIV d.c. ma con diverso nome: il primo documento di cui si ha riscontro,
datato 1326, cita il nome di “Santa Margarita” per il convento e la sua chiesa, occupanti
lo stesso sito anche se con fisionomia certamente diversa da ciò che appare oggi nelle vestigia superstiti. La fondazione del complesso, quindi si fa risalire al secolo XIV d.c. come
attestano altri documenti inerenti concessione di una quantità annuale di grano alle
monache di clausura da parte del re aragonese Alfonso, o da una lettera delle monache
indirizzata al “Rev. Monsignor Canonico” riferente una situazione di malgoverno della
madre badessa, o, ancora, una lettera rinvenuta nel convento dei frati minori di Oristano
datata 1353, ma ancora citante il convento di Cagliari come “Santa Margarita”; mentre è
a partire dal 1420 che si ritrova in vari documenti il
nome di Santa Chiara riferito sia alla chiesa che al monastero, nome che tutt’oggi viene conservato. I due
edifici sono di proprietà del comune di Cagliari dal 1911
e durante la Seconda Guerra Mondiale hanno subito i
bombardamenti che hanno flagellato tutta la città. A
partire da diversi decenni addietro, lo spazio del chiostro è stato utilizzato come rivendita del mercato con
tanto di box e tettoie che occupavano, ed occupano
ancora, lo spazio del chiostro, nonostante quest’area
non sia più utilizzata come mercato e versi in uno stato
di abbandono totale. (Fig. 3)
Fig. 3
Il progetto
La proposta di recupero dell’ex convento, consiste nel restauro e consolidamento dei
due corpi di fabbrica superstiti, nell’eliminazione dei corpi aggiunti in tempi recenti,
come le strutture di copertura del mercato in attività sino a pochi anni or sono, complementare all’attuale mercato ancora in esercizio; inoltre, l’intervento mira alla creazione di un volume destinato ad ufficio informazioni turistiche che sostituisce il volume
di un corpo previsto in demolizione, ma principalmente il progetto è teso alla riconfigurazione dello spazio dell’antico chiostro con il recupero dell’antico livello pavimentale, la realizzazione, nello spazio aperto non più occupato da strutture superstiti, di
setti murari rivestiti in pietra con funzione di quinta per esposizioni di varia natura, nell’apertura dei passaggi di collegamento del chiostro vero e proprio con il vicolo dirimpetto alla chiesa di Santa Chiara, onde permettere l’accesso all’ascensore panoramico
esistente che collega il livello piazza con Via del
Cammino Nuovo. (Fig. 4)
Negli ambienti recuperati dei due bracci delle strutture esistenti troveranno posto ai piani terra un
punto di ristoro e le botteghe per la rivendita dei
prodotti di floricultura, mentre ai piani superiori saranno collocate delle sale per attività multimediali.
Scopo dell’intervento è quello di rivitalizzare questo
settore urbano, nonché quello di offrire attività complementari al vicino mercato rionale, ma, soprattutto, l’intento è quello di offrire al visitatore, sia
locale che forestiero, un invito ed un ulteriore supporto per favorire la visita del rione di Castello, facendo da cerniera tra l’area del porto e di Piazza
Yenne, zone di alta frequentazione e di traffici, con la
città alta, sede di importanti vestigia e di istituzioni
culturali di alto livello come il Museo Archeologico
Nazionale, l’Università degli Studi, la Pinacoteca Nazionale e vari edifici sedi di pubblici uffici.
L’importo del primo intervento, finanziato dal comune di Cagliari è di € 500.000,00.
Fig. 4
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Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
Cagliari - Restauro dei paramenti di “Sant’Agostino”
Progettista e Direttore dei lavori Giovanni Zanzu
Il parato, detto per tradizione popolare di “Sant’Agostino”, era conservato nel tesoro
della Cattedrale di Cagliari. E’ costituito da tre paramenti liturgici: una casula, una tonacella ed una dalmatica databili al X secolo circa, tutti con un fondo in tela di seta di
colore ecrù.
La casula è una sorta di cappa senza maniche con inserti sul davanti e sul retro di un tessuto operato di probabile origine mediorientale; la tonacella ha invece le maniche
strette intorno al polso con inserti in tessuto operato di chiara origine cinese con fondo
azzurro e lamine argentate e dorate. La dalmatica ha anch’essa le maniche ma di dimensioni diverse ovvero tutte larghe, gli inserti in tessuto sono anche in questo caso di
probabile provenienza orientale ed hanno il fondo di colore verde e l’opera in lamina
dorata.
I tre manufatti si trovavano in un pessimo stato di conservazione, dovuto al degrado
chimico-fisico della seta, alla presenza di numerose toppe sovrapposte sempre in tela
di seta. Il tessuto di fondo era scomparso in una grande percentuale sulla superficie dei
tre oggetti, lasciando a vista la fodera in tela di lino. Anche il tessuto operato era mancante in vaste aree, soprattutto sulla casula, da dove sembra asportato intenzionalmente.
Il tessuto in seta bianco era talmente deformato, sia per la sua cattiva conservazione che
per la presenza massiccia di toppe e di conseguenza di cuciture, da creare delle sacche
e dei rigonfiamenti.
Inoltre i tessuti decorati, ad eccezione del tessuto della casula ove presente, erano abrasi,
lacerati e una grande parte delle lamine metalliche sollevate.
Intervento di restauro
I tre manufatti sono stati sottoposti ad accurate analisi conoscitive sia per lo stato di
conservazione che per le caratteristiche dei materiali che li compongono.
Le analisi sono inoltre proseguite anche sulle polveri presenti con prelevamento di campioni dopo microaspiratura e hanno tutte confermato le ipotesi fatte in un primo momento, cioè che lo stato di conservazione della seta di fondo era tale da non permettere
interventi con fermature ad ago sulla tela stessa.
Un approfondito studio dei paramentii ha fatto rilevare che le toppe che lo ricoprono
servivano in gran parte ad arginare un problema di strappi e lacerazioni ed in alcuni
casi erano state utilizzate direttamente sopra il tessuto originale.
L’originalità della confezione è difficilmente individuabile per le tante manomissioni occorse durante i secoli, anche se i filati di cucitura delle toppe sono molto simili fra di sé.
I tessuti decorati potrebbero essere stati introdotti in un secondo momento come si è
potuto rilevare dalla scucitura di un inserto di tessuto azzurro. double-face”, cioè nato
per essere utilizzato da entrambi i lati perché sul davanti veniva utilizzata la lamina dorata per il disegno e la seta celeste per il fondo, mentre sul retro il fondo era dato dalla
stessa lamina argentata e il motivo decorativo dalla seta celeste.
I tre manufatti sono stati tutti puliti ad aria con microaspiratore; con un vaporizzatore
ad ultrasuoni, che fornisce vapore freddo, si è cercato di distendere il più possibile le
pieghe. Il trattamento con vapore rende possibile anche delle tamponature che permettono una pulitura più approfondita dei tessuti.
La Direzione dei Lavori di concerto con la ditta di restauro e in accordo con l’Opificio
delle Pietre Dure di eseguire un tipo di intervento che salvaguardasse gli oggetti da un
degrado futuro, rendendoli allo stesso tempo fruibili per una esposizione.
Abbiamo quindi individuato un tipo di tessuto, tinto nel colore idoneo, sufficientemente
leggero da non appesantire quelli originali così fragili e nello stesso tempo di una densità necessaria per ricompattare l’immagine del manufatto.
Questo tipo di intervento ha la funzione prioritaria di riunire esteticamente il manufatto stesso, coprendo le mancanze di seta che evidenziano il colore grigiastro della fodera, oltre ad uniformare anche matericamente le mancanze stesse.
Le zone degradate della seta non sono state fermate su questo supporto ma, di conse-
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guenza, sulla fodera per evitare che eventuali manipolazioni successive e sbagliate possano provocare altri danni. Quindi, per bloccare questo tipo di degrado e garantire una
conservazione dell’oggetto, è stato utilizzato un altro tessuto che posto sul davanti ci ha
permesso di agganciare i punti necessari per la fermatura senza interessare la fodera.
Per questo è stata utilizzata una crepeline di seta trasparente anch’essa tinta.
Per quanto riguarda i tessuti operati è stato individuato in questo caso un supporto in
tela di seta che si accordasse con la densità del tessuto originale, tinto anch’esso e posizionato al di sotto degli inserti decorati.
I parati, a fine restauro, sono stati esposti nel museo del Duomo, in teche climatizzate
su piano inclinato e con imbottiture create appositamente. (Figg. 5, 6)
Fig. 5 retro della casula prima
dell’intervento (databile al sec. X)
Fig. 6 retro della casula dopo l’intervento
Riola Sardo (OR) - Chiesa di Santa Corona
Progettista e Direttore dei lavori Paolo Giovanni Margaritella
Inquadramento territoriale
L’approccio alla tematica relativa al consolidamento del rudere è caratterizzato da problematiche complesse da mettere in relazione sia con la peculiarità del monumento da
salvaguardare che con il risultato finale che si voglia perseguire in materia di tutela e,
conseguente, valorizzazione del bene.
La chiesa di Santa Corona si trova alla periferia del paese di Riola Sardo, nella provincia
di Oristano, borgo agricolo situato nell’area dell’Alto Campidano, ampia pianura di tipo
alluvionale formatasi nel corso del tempo grazie agli apporti del fiume Tirso, il maggiore dell’Isola.
Essa sorge in un terreno rilevato rispetto al resto del paese, sul bordo di un argine di un
discreto corso d’acqua immissario della laguna di Cabras.
A pochi metri dal rudere è sorta, negli anni “70” del secolo scorso una struttura adibita
a scuola materna, dal cui cortile è possibile l’accesso allo spazio in cui sorgono i resti
della struttura oggetto del presente studio.
Il monumento si trova in uno stato di completo abbandono e la vegetazione infestante
occupa gli spazi un tempo occupati dall’impianto a tre navate.
Collocazione storica
Datata intorno all’anno 1000, citata nel “condaghe di Bonacatu” al tempo del Giudicato
di Arborea nel XII° secolo d.c., della chiesa si conservano solamente alcune parti, delle
quali il meglio conservato è, in particolare, un annesso, costituito da una cappella, addossato alla navata centrale.
Esso pare, con ogni probabilità, costruito in una fase di ristrutturazione del tempio successiva alla costruzione della chiesa.
La navata centrale è completamente crollata, si conservano soltanto, come ambienti coperti, il lato sinistro, costituito da due ambienti voltati a padiglione, e la parete di fondo
del presbiterio. (Fig. 7)
113
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
Non si conosce la data precisa di edificazione della chiesa,
però, da un documento ecclesiastico medioevale, si sa che
nella seconda metà del XII° secolo l’edificio era già esistente ed era molto importante per il borgo di Riola Sardo
del quale costituiva la parrocchiale.
La chiesa dipendeva da Santa Maria di Bonarcado ed era,
secondo una recente rilettura dei documenti dell’epoca,
proprietà dei Templari.
A sostegno di questa tesi, che oltretutto implica che la
stessa chiesa fosse in mano ai Templari e non ai Camaldolesi, come comunemente si ritiene, vi sono diversi elementi: in un documento di donazione viene citato come
testimone il “presbitero” di Santa Corona, che viene al
tempo stesso chiamato capitano, si tratta cioè di un sacerdote che era allo stesso tempo militare, per cui, quasi
Fig. 7 certamente, un templare; la chiesa, inoltre, viene definita
“tempio”, secondo l’uso templare, e lo stesso nome della
chiesa, Santa Corona, è relativo ad un culto particolarmente legato alla Terra Santa.
Da documenti successivi sappiamo che la chiesa era tenuta in gran conto dalla comunità locale, ma già alla metà del XV° secolo necessitava di importanti opere di restauro.
Più tardi, nel XVII° secolo, fu completamente ristrutturata tanto che alcuni elementi di
questo periodo sono tuttora visibili: tra tutti le due nicchie, ora molto erose, interposte
tra gli arconi di accesso alle cappelle del lato sinistro della navata centrale; una nicchia
risulta sormontata da un fastigio terminante a timpano e l’altra da un arco con colonnine laterali, entrambi in pietra calcareo tufacea lavorata finemente con motivi ornamentali geometrici o riferiti ad elementi della tradizione classica (come frontoni,
semicolonne scanalate) e rinascimentali (riquadri a punta di diamante).
L’intervento
L’edificio risulta situato sul bordo del terrapieno che protegge l’abitato di Riola da eventuali esondazioni del corso d’acqua che la lambisce a nord.
In particolare, lo stesso lato nord della chiesa, il più colpito dai fenomeni di crollo, risulta poggiante sul muro che sostiene il citato terrapieno: muro che appare preesistente
all’impianto originario della chiesa e di natura, almeno per un certo tratto del perimetro del terrapieno, ciclopica.
Con molta probabilità la chiesa sorge su un impianto insediativo precedente, forse di
epoca preromana: gli scavi che si prevedono per i successivi lotti saranno destinati a
stabilire una datazione ed una natura dei manufatti più certa.
Della struttura a tre navate rimangono solo le tracce sul terreno dei pilastri di ripartizione delle stesse che sono state messe in luce dal rinvenimento dei plinti e delle basi
attraverso gli scavi di indagine.
Rimane da rimuovere al centro della navata centrale il grande quantitativo di materiale
di crollo che ancora cela buona parte del livello pavimentale originario e che sarà affrontato in successivi lotti.
Nel presente lotto di lavori, realizzati come intervento d’urgenza, si è predisposto, oltre
che una campagna d’indagine costituita da un rilievo architettonico, dalla redazione di
opportune Unità Stratigrafiche Murarie e da una campagna fotografica che ha incluso
anche una ricognizione aerea tramite pallone sonda, un provvidenziale puntellamento
di strutture che versavano in uno stato di incuria ed abbandono pressoché totali.
Sono state oggetto di puntellamento con pali in legname di abete di adeguato spessore
le porzioni di volte a botte ribassata di due navate, quella centrale, maggiore per altezza
e ampiezza, e la laterale sinistra avente una corda di minore ampiezza: la navata del
lato destro risulta completamente crollata, ma si è individuato il muro perimetrale coincidente, in parte, con il sopradescritto terrapieno.
Anche il muro della facciata principale risulta al livello del terreno, ma se n’è individuato
il varco d’ingresso grazie ai lavori di pulitura dell’area.
Gli ulteriori puntellamenti hanno interessato i locali chiusi del lato sinistro che sono caratterizzati da lesioni importanti nelle volte a padiglione e da deiezione di materiale
114
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
dalle murature in pietrame misto delle pareti perimetrali.
Grazie ad un accordo di programma con l’amministrazione comunale si provvederà ad
avviare un progetto sistematico di indagine e recupero del rudere, con la possibilità di
creare un parco archeologico che getti le basi per una conoscenza ed un’efficace divulgazione delle notizie riguardanti le origini della comunità di Riola Sardo e del suo territorio.
Ittiri (SS) - Abbazia di Nostra Signora di Paulis
Progettista e Direttore dei lavori Daniela Scudino con Raffaele Pitirra
I ruderi della monumentale Abbazia cistercense di N.S. di Paulis sono ubicati in territorio del Comune di Ittiri, in prossimità del confine col Comune di Uri, in un’area di notevole valore paesaggistico e ambientale, su un’altura che domina una grande vallata e da
cui la vista spazia fino alla città di Sassari e al castello di Osilo. La piana sottostante, un
tempo paludosa e ricca di corsi d’acqua e di antiche fonti, è stata bonificata dai Cistercensi otto secoli fa attraverso un complesso sistema idraulico di cui restano ampie tracce.
La costruzione dell’abbazia cistercense di Nostra Signora di Paulis ebbe inizio a partire
dal 1205, anno in cui il Giudice di Torres Comita I fecce atto di donazione di alcuni terreni a favore dei monaci di Clairvaux. L’abbazia fu edificata secondo canoni romanici, ma
con moduli e tecniche importate dalla Borgogna. La pianta è a croce latina a tre navate
e con abside rettangolare. Le navate erano divise da archi a tutto sesto impostati su
otto robusti pilastri a sezione quadrata. Le volte erano a botte. Due ampie monofore si
aprono, accostate, al centro dell’abside, e tra le due centine è collocato uno stemma con
croce greca a doppio uncino retta da una sorta di giglio. La chiesa era orientata secondo
l’asse est-ovest e aveva il chiostro a nord, ad archi su colonne binate con capitelli a motivi fitomorfi. Sono sparsi nel terreno interessanti elementi decorativi, provenienti in
gran parte dal chiostro, capitelli a fogliame, edicolette a colonnine tortili. Dallo studio
dei documenti noti sembra che, nella prima metà del Quattrocento, inizi la fase di abbandono dell’abbazia da parte dei Cistercensi. Le indagini archeologiche e gli studi delle
murature eseguiti da questo Ufficio hanno però rivelato che tra la seconda metà del
Trecento e la prima metà del Quattrocento il complesso abbaziale ha conosciuto una
fase di grande potenza e ricchezza, nella quale si è dato luogo alla costruzione del chiostro e di alcuni corpi di fabbrica con caratteri architettonici di grande ricchezza ed eleganza e con riferimenti gotici. Nel Seicento l’abbazia è divenuta Chiesa campestre e le
strutture conventuali sono occupate da famiglie di contadini. Nei secoli successivi il
complesso ospitò numerosi eremiti, e intorno alle strutture in rovina fiorirono curiose
leggende. Oggi restano integre l’abside con le due cappelle laterali, le sette arcate che
dividevano la navata centrale dalla navatella destra, con l’imposta della volta su cui si
aprono le monofore, la base di parte delle murature perimetrali, strutture basamentali
del chiostro che scavi archeologici recenti hanno portato alla luce, insieme al piano del
deambulatorio e a crolli di intere murature ruotate. Resta inoltre, privo di una delle pareti perimetrali laterali, un ampio vano voltato a botte, a doppia altezza, forse della
struttura conventuale. La leggibilità delle strutture del complesso originario era resa
assai difficile a causa degli interventi arbitrari realizzati tra gli anni quaranta e cinquanta
del Novecento dall’eremita noto come Padre Cau, che visse per alcuni anni tra le rovine
dell’Abbazia e lì fu misteriosamente ucciso alla fine degli anni ‘50. Se gli interventi realizzati dal padre Cau sono stati determinanti per evitare ulteriori crolli e perdite di strutture, le murature realizzate e i tamponamenti di archi e di porzioni di navata e la
chiusura di vani hanno reso difficile la lettura dell’organismo edilizio originario e hanno
nascosto o alterato apparecchi murari e apparati decorativi.
Gli interventi
Nell’ultimo decennio si sono succeduti numerosi interventi di consolidamento e recupero da parte della Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Sassari sui resti del complesso abbaziale di N.S. di Paulis, accompagnati da campagne di scavo archeologico che hanno messo
in luce interessanti strutture, restaurate e consolidate nel corso dei vari interventi.
Nel 2007 si è concluso il più importante tra gli interventi eseguiti dalla Soprintendenza
di B.A.P.P.S.A.E. Sassari, sulla base di un progetto elaborato nel 2003 per l’ammontare
complessivo di 206.580,00 Euro, di cui 150.764,00 per lavori e altre somme per spese
115
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
relative a indagini e scavi archeologici, dall’Arch. Daniela Scudino con la collaborazione del geom. Raffaele Pitirra e approvato dall’arch. Stefano Gizzi.
I lavori ebbero inizio nel settembre 2005 e si conclusero nel
2007 con il completamento delle fasi di studio degli elevati,
mentre nel 2008, è stata completata l’elaborazione dei risultati scientifici e dei molti dati acquisiti nel corso dei lavori e delle indagini archeologiche, comprese nello stesso
finanziamento.
Nel corso di tale intervento si sono effettuati scavi archeologici nella navata e si è proceduto alla rimozione di alcune
Fig. 8 Ittiri (Ss) - Abbazia di Nostra delle strutture realizSignora di Paulis durante zate nel corso del Noi lavori di restauro
vecento dal Cau, che
alteravano la spazialità originaria impedendone
la corretta lettura, mentre si sono conservate le
strutture murarie realizzate dallo stesso Cau che
ancora assolvono ad una funzione statica o che
delimitano lo spazio dell’abside, conservando in
tal modo anche la memoria della particolare fase
di vita novecentesca del monumento ma distinguendo le murature recenti da quelle originarie
tramite trattamento superficiale con leggero
scialbo. Inoltre sono state consolidate tutte le
Fig. 9 Ittiri (Ss) - Abbazia di Nostra
strutture a rischio di crollo che costituivano peri- Signora di Paulis lavori di scialbatura
colo e si è garantita la visitabilità in sicurezza di
tutto il complesso.
Sassari - Chiesa di Santa Caterina
Progettista e Direttore dei lavori Bruno Billeci
La chiesa di Gesù e Maria viene costruita dai Gesuiti tra il 1580 e il 1609, anno della sua
consacrazione, ed era adiacente la loro casa. Autore del progetto iniziale è l’architetto
gesuita Giovanni Maria Bernardoni, che tuttavia in seguito a dei contrasti con il consiliarius aedificiorum dell’Ordine, Giovanni Tristano, viene presto sostituito da Giovanni de
Rosis che modificherà parte della progettazione originaria e sostituirà le maestranze
esterne con quelle locali.
Essa sorge su un piano più alto di quello stradale dell’omonima piazza ed originariamente vi si accedeva da un piazzale, poi sostituito da una scalinata poligonale.
Predominano nella fabbrica i motivi tardo-gotici, nelle coperture (ad eccezione dell’abside con volta a botte, la navata, i bracci del transetto e le cappelle presentano copertura
con volte a crociera costolonata e gemmata, ed archi ribassati) e nella decorazione (sia
dell’interno che della facciata), motivi cui erano legati le maestranze locali, opportunamente filtrati dalla tradizione architettonica gesuitica.
Lo schema planimetrico è, infatti, quello della Controriforma: la chiesa presenta navata
unica con tre cappelle rettangolari su ciascun lato -comunicanti tra loro mediante archi
a tutto sesto e che si estendono in profondità quanto il transetto- e copertura gotica con
arconi ogivali, volte a crociera con costoloni e gemme anulari; all’incrocio una cupola di
forma ottagonale con volta a padiglione.
Nonostante le dimensioni imponenti della fabbrica architettonica non sono stati riscontrati particolari fenomeni di dissesto, mentre la totale assenza di manutenzione
ha viceversa innescato dei fenomeni di degrado che hanno progressivamente aggredito i materiali limitando le capacità portanti e favorendo la penetrazione delle acque
meteoriche.
Nello specifico si sono osservati:
- Fenomeni di degrado del materiale lapideo, in particolare del paramento esterno, dovuti agli agenti atmosferici e causanti erosioni, alveolizzazioni, scagliature, etc.;
- Processi avanzati di dilavamento della malta di allettamento dei conci;
116
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
- Lesioni verticali o inclinate sia lungo i giunti di connessione che sui conci, dovuti a
schiacciamento per carico eccessivo o per scarsa dimensione della sezione resistente;
- estesa presenza di vegetazione ben radicata nel paramento murario;
- depositi superficiali;
- sconnessioni nei muretti che contornano la cupola;
- infissi in cattivo stato di conservazione;
- estese integrazioni effettuate con materiale diverso dall’originale ed in grado, come le
malte cementizie, di innescare reazioni dannose per la conservazione dei paramenti;
- fessurazioni, distacchi e mancanze nello strato di cocciopesto della cupola.
Fig. 10 Chiesa di Santa Caterina - Prospetto su Piazza
S. Caterina dopo l’opera di restauro
Fig. 11 Chiesa di Santa Caterina - Dettaglio
degli elementi decorativi della facciata
L’intervento si è articolato in due lotti successivi nel corso dei quali sono state eseguite
le seguenti opere relative alla facciata, alle coperture, a tutti i paramenti esterni e alla
cupola avendo cura di rimuovere i fattori che potessero arrecare danni alle superfici
senza effettuare puliture “eccessive”, rispettando così la naturale patina dei materiali
originari. In sintesi:
- Restauro di tutte le coperture con sostituzione delle impermeabilizzazioni, delle pavimentazioni;
- Integrazioni e protezioni di alcuni tratti del tamburo della cupola in precario stato di
conservazione (in particolare il fronte rivolto verso la navata principale);
- Pulitura, restauro della facciata principale della chiesa;
Fig. 12 Chiesa di Santa Caterina
Gli elementi decorativi prima dei restauri
Fig. 13 Chiesa di Santa Caterina
La cupola durante le fasi di restauro
117
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
- razionalizzazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche nella facciata
retrostante su via Canopolo;
- Consolidamento della copertura del campanile la cui struttura versava in precario stato
di conservazione.
- Eliminazione di erbe infestanti varia grandezza e natura tramite biocida e azione meccanica con la massima cura onde evitare sconnessioni del paramento;
- pulitura delle superfici murarie tramite spazzole di saggina e/o tramite sistema centrifugo ad impatto tangenziale a bassa pressione pari a 0.50 + 1.5 bar di esercizio (raccomandazione normal 20/85);
- rimozione delle stuccature in cemento e degli intonaci non recuperabili dai paramenti
in pietra
- rimozione di elementi in ferro infissi in parete (chiodi, staffe, ecc) compreso il ripristino del foro e delle zone adiacenti;
- rimozione degli infissi ammalorati;
- restauro, consolidamento, integrazione e protezione di tutte le membrature architettoniche e degli elementi decorativi;
- consolidamento e protezione dello strato di cocciopesto ricoprente la calotta della cupola tramite integrazione con malte idonee e chiodature in vetroresina;
- integrazioni del paramento e delle malte dei giunti con materiale compatibile e favorendo, tramite protettivi, il ripristino dello strato di difesa dagli agenti atmosferici
Importo totale progetto: € 279.730
PROGETTI COMPLETATI O IN VIA DI COMPLETAMENTO 2007 - 2008
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Cagliari e Oristano
Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna. Sede Cagliari
PROGETTO
IMPORTO
FINANZ.
FONTE
FINANZ.
ANNO
NOTE
Restauro e consolidamento
del chiostro di San Domenico in Cagliari
€ 50.000,00
programma ordinario mibac
2007
In corso
Restauro e consolidamento
programma
della chiesa di Santa Co- € 100.000,00
ordinario mibac
rona a Riola Sardo (OR)
2007
In corso
Restauro e consolidamento
della Chiesa di Santa Lucia
in Cagliari
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2007
Ultimato
Restauro e adeguamento
funzionale di Porta Cristina
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2007
Ultimato
Restauro e adeguamento
funzionale della sede
della Direzione Regionale
di Cagliari
€ 300.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Restauro e adeguamento
funzionale della sede di
Villa Binaghi di Cagliari
€ 100.000,00
programma
ordinario mibac
2007
Ultimato
Restauro e adeguamento
funzionale dell'Ex Acquedotto di Cagliari
€ 150.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Consolidamento statico del
programma
convento di San Francesco € 200.000,00
ordinario mibac
di Oristano
2007
In corso
118
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
Restauro della Chiesa di
Santo Spirito di Oristano
€ 100.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Restauro e adeguamento
funzionale della sede
della Direzione Regionale
di Cagliari
€ 200.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Restauro e consolidamento
della chiesa di Santa
Corona a Riola Sardo
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Consolidamento statico
della cappella della Confraternita del Rosario
in Serdiana (CA)
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2008
Ultimato
Restauro e consolidamento
del chiostro di San Domenico in Cagliari
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Adeguamento sedi Soprintendenza di Cagliari
€ 125.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Restauro e adeguamento
funzionale dell'Ex Acquedotto di Cagliari
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Restauro della Chiesa di
Santo Spirito di Oristano
€ 70.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Consolidamento statico
della Basilica di Santa Giusta in Santa Giusta (OR)
€ 50.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
ANNO
NOTE
2007
In corso
2007
Ultimato
2007
Ultimato
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Sassari Chiesa di San Quirico
programma
- Restauro e manutenzione € 100.000,00
ordinario mibac
straordinaria
2007
Ultimato
IMPORTO COMPLESSIVO
€ 1.745.000,00
Vedi nota 1 pag. 205
Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. per le province di Sassari e Nuoro
Soprintendenza B.A.P. per la Sardegna. Sede Sassari
PROGETTO
IMPORTO
FINANZ.
FONTE
FINANZ.
Sassari - Sede Soprintendenza (Villa Melis) manuprogramma
€ 150.000,00
tenzione e adeguamento
ordinario mibac
impianti
Osilo (SS) Castello
programma
dei Malaspina - Restauro € 200.000,00
ordinario mibac
e consolidamento
Sassari Chiesa di Sant'Euseprogramma
bio in località Caniga € 85.000,00
ordinario mibac
Restauro
Bosa (NU) Chiesa del Rosario - Restauro degli interni
€ 150.000,00
119
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Sardegna
Orani (NU) Chiesa di San
Giovanni - Restauro
€ 200.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
La Maddalena - Museo
Garibaldino di Caprera Manutenzione e restauro
cimeli
€ 150.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Sassari Chiesa di Santa,
Maria di Betlem Restauro altari lignei
€ 100.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
programma
ordinario mibac
2007
In corso
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Nuoro Chiese delle Diocesi
di Lanusei - Restauro Statue € 16.000,00
Lignee
Ozieri (SS) Museo Diocesano
€ 30.000,00
- Restauro opere artistiche
Progetto Sperimentale di
gestione e valorizzazione
Museale
€ 216.085,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Sassari Chiesa del Sacro
Cuore - Restauro affreschi
€ 20.000,00
programma
ordinario mibac
2007
In corso
Sassari - Sede Soprintendenza (Villa Melis) manutenzione e adeguamento
impianti
€ 125.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Posada (NU) Chiesa
di Sant'Antonio - Restauro
architettonico
€ 25.000,00
programma
ordinario mibac
2008
In corso
Bulzi (SS) - San Pietro delle
Immagini - Manutenzione
programmata, studio
sperimentale
€ 100.000,00
programma
ordinario mibac
2008
Non
avviato
Posada (NU) Chiesa
del Rosario - Restauro
architettonico
€ 130.000,00
programma
ordinario mibac
2008
Non
avviato
Dualchi (NU) Chiesa
di Santa Croce - Restauro
€ 72.500,00
programma
ordinario mibac
2008
Non
avviato
2008
Non
avviato
2008
Non
avviato
2008
Non
avviato
Ittiri (SS) Chiesa
programma
di San Giovanni - Restauro € 50.000,00
ordinario mibac
degli interni
Ozieri (SS) Ex Carceri Borgia
programma
€ 100.000,00
- Restauro e manutenzione
ordinario mibac
Tortoli (NU) Episcopio - Maprogramma
nutenzione architettonica, € 130.000,00
ordinario mibac
restauro e adeguamento
Progetto Sperimentale di
gestione e valorizzazione
Museale
€ 210.000,00
programma
ordinario mibac
2008
Non
avviato
Sassari Chiesa di San Giacomo di Taniga - restauro
€ 130.000,00
programma
ordinario mibac
2008
Non
avviato
IMPORTO COMPLESSIVO
Vedi nota 1 pag. 205
120
€ 3.026.865,00
SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI DELLA SARDEGNA
La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici della Sardegna è una novità assoluta nell’ ormai secolare
percorso dello Stato Italiano per la tutela del patrimonio culturale sardo.
E’ stata istituita nell’aprile 2008 in seguito alla promulgazione
del D. P. R. 233/07 di riordino del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali (poi modificato ), e ha acquisito le competenze in precedenza svolte dai settori tecnici delle Soprintendenze ‘miste’
con sede centrale a Cagliari e a Sassari, per esercitare le sue funzioni sul patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico dell’intera regione. La nuova Soprintendenza di settore ha quindi
competenza specifica sulle testimonianze d’arte e di storia dal
Medioevo ad oggi, e sulla cultura materiale, in Sardegna veramente straordinarie. Difatti la regione è molto ricca di beni etnoantropologici, e conserva anche rilevanti beni culturali
immateriali, come ad esempio la Cavalcata Sarda e la Festa dei
Candelieri a Sassari, la Sartiglia di Oristano e la Festa di Sant’Efisio a Cagliari. Di queste ultime manifestazioni storiche
sono peraltro in corso le pratiche per il riconoscimento UNESCO
come Patrimonio dell’Umanità, con il concorso della Soprintendenza stessa per gli aspetti di competenza.
Ricade nei compiti della Soprintendenza BSAE della Sardegna anche la diretta gestione di tre ‘perle’ del sistema museale isolano: la Pinacoteca Nazionale di Cagliari, il Compendio Garibaldino
a Caprera e il Mus’a, Pinacoteca al Canopoleno a Sassari, aperto al pubblico in maniera permanente il 19 dicembre 2008.
Presso questa struttura sono ospitate periodicamente mostre
temporanee, che a Cagliari sono proposte invece nel suggestivo Spazio San Pancrazio alla Cittadella dei Musei.
A poco più di un anno di distanza dalla sua istituzione può tracciarsi un bilancio sostanzialmente positivo, perché nonostante
le oggettive difficoltà collegate all’impegno prioritario di organizzare la struttura per fornire adeguati servizi all’utenza, ottimizzando le risorse umane ed economiche disponibili, si è data
continuità all’attività di tutela sul territorio, resa più incisiva per
avere l’occasione di informare del nuovo assetto istituzionale tutti gli interlocutori. Numerosi e lusinghieri sono stati i consensi
di pubblico e stampa per le proposte culturali che sono state organizzate dal personale della Soprintendenza, in un costante dialogo e fattivo rapporto di collaborazione con gli enti locali, le diocesi e le università, soprattutto in risposta alle iniziative e agli
eventi promossi dal superiore Ministero. Tali positivi riscontri incoraggiano a portare a compimento l’intenso lavorìo finalizzato a dare un assetto organico alla Soprintendenza BSAE della Sardegna e a restituire omogeneità e unitarietà d’indirizzo alle procedure, ricomponendo un tessuto in precedenza frammentato
tra due diverse Soprintendenze BAP-PSAE, le quali inevitabilmente
ponevano il settore storico artistico in posizione subordinata rispetto alle competenze sull’Architettura e il Paesaggio.
Soprintendente
Lucia Arbace
Referente per il progetto
Maura Picciau
Via Cesare Battisti, 2
09123 Cagliari
Tel. 070 20101
Fax 070 252277
[email protected]
Sede operativa di Sassari
Referente per il progetto
Maria Paola Dettori
121
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
LE SEDI
A Cagliari la Soprintendenza ha la sua sede principale a Villa Binaghi, circondata da un
gradevole giardino con palme, all’interno di un complesso architettonico di gusto eclettico aperto a suggestioni tra liberty e art decò, edificato tra il 1925 e il 1930 dai precedenti proprietari
attingendo a modelli di Giò Ponti.
In questa struttura sono allocati l’Ufficio del Soprintendente, il comparto amministrativo e di gestione
del personale, l’Ufficio del Territorio cui fanno capo
gli storici dell’arte che coordinano l’azione di tutela
del patrimonio storico artistico ed etnoantropologico
di competenza, e gli altri uffici regolarmente aperti e
di rilevanza esterna, quali l’Ufficio Stampa e Relazioni
con il Pubblico, il Catalogo, l’Archivio fotografico, la Biblioteca d’Istituto, l’Ufficio Esportazione, l’ Ufficio Mostre, l’Ufficio Furti. E’ annesso alla struttura anche un
Villa Binaghi
piccolo laboratorio di restauro.
I Servizi Educativi del Museo e del Territorio svolgono
la loro attività presso gli uffici situati nel Castello di San Michele e presso gli spazi espositivi di San Pancrazio. L’archivio disegni ha sede a Porta Cristina in Piazza Arsenale.
La sede di Sassari, invece, ha trovato adeguata collocazione, con un trasferimento progressivo avviato a partire dal giugno
2008, nel prestigioso ex Collegio gesuitico del Canopoleno, nel cuore del centro
storico. Attualmente vi hanno sede l’Ufficio Territorio, l’Ufficio Catalogo, l’Ufficio
Esportazione per l’Arte Contemporanea
e tutti i servizi collegati all’attività della
Pinacoteca. Annessi alla struttura sono
due spaziosi Laboratori di restauro.
Un ulteriore ufficio è dislocato a La Maddalena, presso il Compendio Garibaldino
di Caprera, a supporto dell’attività museale e dei servizi ad essa collegati.
Caprera, il pino di Clelia
AREE DI INTERVENTO
Nel rispetto del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, la Soprintendenza svolge attività di tutela, valorizzazione e promozione dei beni artistici, storici e etnografici della
Sardegna, con azione diretta e indiretta. Si occupa dei beni mobili e degli apparati decorativi appartenenti allo Stato e agli Enti pubblici ed ecclesiastici o a indirizzo pubblico,
o appartenenti a privati qualora ne sia stata dichiarato l’interesse culturale. L’azione diretta prevede in particolare:
- la gestione della Pinacoteca Nazionale e dello Spazio San Pancrazio a Cagliari, del
Mus’a Pinacoteca al Canopoleno a Sassari e del Compendio Garibaldino a Caprera, con
particolare attenzione alla tutela e valorizzazione del patrimonio statale di pertinenza
di tali istituti nel rispetto della Carta dei Servizi e degli standard museali.
- la programmazione, progettazione e direzione degli interventi di restauro e conservazione con fondi pubblici; l’autorizzazione all’intervento e ai lavori sui beni culturali,
l’alta sorveglianza e l’eventuale direzione scientifica per i restauri realizzati con finanziamenti non statali;
- la verifica dello stato di conservazione dei beni culturali di competenza nel territorio
sardo;
- il procedimento di dichiarazione di interesse culturale;
- il parere tecnico sulle richieste di ammissibilità ai contributi statali per le opere o gli
interventi conservativi proposti da privati su beni vincolati;
- la stipula di accordi e convenzioni con i proprietari dei beni ammessi ai contributi per
122
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
il godimento pubblico dei beni restaurati con contributi statali;
- lo svolgimento delle funzioni relative alla catalogazione dei
beni storico-artistici ed etnoantropologici in ambito regionale
secondo le indicazioni fornite dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, in collaborazione con i diversi
soggetti coinvolti, prime tra tutti le Diocesi Sarde;
- la collaborazione con le forze dell’ordine per quanto concerne
furti, illecita commercializzazione ed altre attività di rilevanza
giudiziaria riguardanti i beni culturali;
- lo svolgimento delle funzioni relative al commercio di cose antiche secondo l’art. 63 del D. Lgs. 42/2004.
L’azione indiretta di tutela e valorizzazione del patrimonio richiede lo sviluppo di una politica culturale rivolta alla cittadinanza attraverso studi, ricerche, pubblicazioni, mostre e
convegni, attività da svolgere autonomamente o in collaborazione con l’Università e gli enti territoriali. Grande importanza,
inoltre, riveste il potenziamento della fruizione museale grazie
alle iniziative coordinate dai Servizi educativi, tra cui laboratori, visite guidate e altre azioni didattiche anche a beneficio
della disabilità e delle minoranze linguistiche, in stretta collaborazione con le scuole, gli enti locali e gli istituti di cultura.
GLI ISTITUTI MUSEALI
Pinacoteca Nazionale di Cagliari
Edificio di gusto razionalista progettato da Piero Gazzola inLa Pinacoteca Nazionale
di Cagliari è situata
globa parti delle mura cinquecentesche spagnole, baluardi delall’interno del complesso
l’antico quartiere di Castello. Inaugurata nel 1992, la Pinacoteca
museale della Cittadella
conserva dipinti su tela e su tavola, databili dal XIV al XX sedei Musei e sorge
colo. Il nucleo fondamentale della raccolta si è formato a sesulle strutture
del Regio Arsenale
guito della soppressione degli enti ecclesiastici nel 1866 e della
distruzione della chiesa gotica cagliaritana di San Francesco nel
1875. Da qui provengono numerosi retabli: grandi pale d’altare
a più scomparti, dipinte a tempera su tavola secondo la tradizione iberica, importata dai pittori catalani giunti nell’isola, e
applicata anche dalla bottega di Stampace, la più importante
scuola pittorica sarda che vede tra i suoi più significativi esponenti Pietro e Michele Cavaro, attivi nel corso del XVI secolo. Si
segnalano il Retablo di San Bernardino
di J.Figuera e R. Tomas (1455), quello della
Visitazione di J.Barcelo e le opere del
Maestro di Castelsardo, tutti impreziositi
da splendidi fondi in oro zecchino, oltre
al notevole Polittico di Sant’Eligio, già
aperto alle novità rinascimentali.
Il percorso espositivo del museo si snoda
su tre livelli: in quello d’ingresso sono i
retabli e gli altri dipinti su tavola più antichi; nell’ammezzato sono i dipinti di
epoca barocca, con opere di Carpioni, Fiasella e Orazio De Ferrari; nel piano inferiore s’ammirano alcuni ritratti e
paesaggi dell’Ottocento e Novecento,
questi ultimi eseguiti dai pittori sardi Cabras, Delitala, Dessy e Ciusa Romagna.
La Pinacoteca possiede, inoltre, una bel- Pinacoteca Nazionale di Cagliari
123
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
la e significativa collezione etnografica, di
prossima esposizione, caratterizzata dal nucleo di destinazione cerimoniale, proveniente in larga parte dall’ oristanese e dal Sarcidano, nonché dalla Barbagia e dal Campidano di Cagliari. Essa è costituita da tessuti, gioielli sardi, cassapanche in legno intagliato, databili prevalentemente tra la fine
del Settecento e la fine dell’Ottocento, che
presentano delle caratteristiche che li rendono immediatamente distinguibili dalla
produzione delle altre regioni italiane per
l’utilizzo di un preciso codice stilistico, frutto della trasformazione di elementi eterogenei di epoche e ambiti differenti assimilati nel tempo attraverso gli scambi commerciali e l’avvicendamento di genti diverse.
I temi decorativi sono i più vari: antropomorfi,
vegetali e floreali, zoomorfi, geometrici.
Gran parte dei tessuti proviene dalle raccolte Pischedda, Todde e Piras-Mocci, acquisite
Acquamanile negli anni venti del Novecento. Notevole è anche il nucleo di armi e ceramiche medievali
e moderne di produzione sarda, pisano-ligure o valenzana. L’oggetto più antico e ammirato della Pinacoteca è però lo splendido acquamanile bronzeo medievale, di origine mozarabica, a forma di uccello, un oggetto di grande rarità che presenta notevoli affinità con l’esemplare coevo del Museo del Louvre.
Spazio San Pancrazio a Cagliari
Lo Spazio San Pancrazio
è una sede espositiva
della Soprintendenza,
situata nella Cittadella
dei Musei di Cagliari
124
Ricavata dalle architetture militari adibite alla
difesa settentrionale
della città, alla sommità
del quartiere di Castello.
Eretto in prossimità della Torre di San Pancrazio,
lo Spazio fa parte delle
vestigia militari costruite dal Vicerè Juan Dusay,
governatore della città
dal 1491 al 1507. La necessità di aggiornare le
linee difensive della capitale, ancora protetta
da fortificazioni di concezione medievale, sol- Spazio S. Pancrazio, esterno
lecitò la realizzazione di
un blocco antemurale che ebbe termine nel 1503. Il rapido sviluppo dell’artiglieria rese superata la struttura che subì numerose fasi di modifica fino alla sua destinazione ad infermeria del
carcere nel 1823. Nel 1901, a seguito dell’assegnazione del complesso di San Pancrazio all’amministrazione delle Belle Arti, i locali del baluardo furono adibiti a magazzini di materiale archeologico.
Grazie ai finanziamenti FIO ‘86 i locali sono stati sottoposti ad
un intervento di recupero che ha valorizzato le caratteristiche
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
architettonico-difensive del complesso, che si intendeva destinare a sede espositiva, portando in
luce le originali volumetrie degli spazi, ampi e
maestosi: nel rispetto della salvaguardia dell’involucro murario, si è costruita una struttura costituita da elementi portanti in acciaio reggenti un
solaio in doghe in legno, che consente di apprezzare gli elementi originari delle antiche strutture.
I locali sono articolati su tre livelli con una superficie utilizzabile di circa 375 mq., a norma per gli
accessi ai disabili. Una saletta al pian terreno è
adibita per le proiezioni.
A partire dal 2005, tale Spazio è stato utilizzato Spazio S. Pancrazio, interno con la mostra
principalmente dai Servizi Educativi del Museo e di R. Innocenti
del Territorio, che hanno organizzato in collaborazione con enti pubblici e privati diversi eventi, mostre e manifestazioni culturali, svolgendo parallelamente attività educative
e di laboratorio, con particolare attenzione al pubblico con disabilità visive, uditive e psichiche. Inoltre lo Spazio rientra nel
circuito di “Cagliari -Monumenti Aperti” che si svolge annualmente.
Sono state realizzate in collaborazione con il Centro Sistema Bibliotecario della Provincia di Cagliari e l’ associazione culturale
Hamelin di Bologna, due iniziative: Dentro il dettaglio. Illustrazioni di Roberto Innocenti (17 gennaio-28 febbraio 2007) e Contare le stelle: 1987-2007 Vent’anni di Letteratura per l’Infanzia
(16-31 ottobre 2008), ed inoltre Il fotogiornalismo in Italia. Linee
di tendenze e percorsi (12 novembre-11 dicembre 2008) in collaborazione con la Provincia e l’Università di Cagliari. In tali occasioni, che hanno riscosso un unanime consenso, sono stati
organizzati incontri per l’utenza scolastica e conferenze di approfondimento dei temi proposti.
Ha inoltre ospitato un importante Festival di cinematografia:
Premio Internazionale del Documentario e reportage del mediterraneo, organizzato da RAI e Regione Sardegna (10-16 dicembre 2007).
Nello Spazio San Pancrazio ha sede la “Postazione informatica
Cassio” per il pubblico disabile, costantemente aggiornato nei
contenuti dai Servizi Educativi, che curano anche un foglio
d’informazione delle attività istituzionali intitolato Officina del
Mediterraneo.
Compendio Garibaldino di Caprera - Museo Nazionale
Aperto al pubblico dal 2 giugno del 1976, il Compendio Garibaldino riunisce una serie di strutture erette nella seconda metà del
XIX secolo, tra le quali
casa Garibaldi e l’insieme
degli altri fabbricati realizzati dal Generale con il
figlio Menotti e i suoi
più stretti collaboratori,
come la stalla, il mulino,
la cosiddetta “casa di ferro” e la “casa di legno”,
oggetto di recenti interventi di restauro ancora
Panorama de la Maddalena con mulino in corso. Gli edifici prin-
Isola di Caprera
La Maddalena
(Olbia - Tempio)
125
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
Docu - film “Garibaldi da Caprera a Caprera”
cipali, immersi nella vegetazione incontaminata dell’isola, si affacciano su un cortile dominato dal pino monumentale piantato
in occasione della nascita della figlia Clelia nel 1867. Alle spalle
della casa, nei pressi del primo mulino a vento, è il busto dell’Eroe
scolpito nel 1883 dal piemontese Luigi Bistolfi.
La visita al complesso comprende un suggestivo percorso all’interno della Casa Bianca, l’abitazione principale nella quale dal
1857 e per venticinque anni visse l’Eroe con la sua famiglia, ricca di cimeli e ricordi, tra i quali gli arredi originali, le carrozzelle
che aiutavano il Generale a muoversi quando già affetto dalle
conseguenze delle ferite e dall’artrite deformante, il poncho sudamericano, la camicia rossa, i ritratti dei figli Manlio e Clelia,
dell’ultima compagna Francesca Armosino e di alcuni valorosi
combattenti. Nella stalla si conservano ancora gli attrezzi che testimoniano delle attività svolte per dominare la natura ostile dell’isola, tra cui il locomobile che era utilizzato per azionare il mulino in assenza del vento. Il Generale dimostrò grandi capacità
nella coltivazione della terra, nel drenaggio delle acque, nell’allevamento del bestiame, nell’apicoltura, al punto da rendere la
sua fattoria una struttura autosufficiente in grado di produrre
tutto ciò di cui avesse bisogno la famiglia con i suoi sempre assidui ospiti.
Il cimitero privato, che ospita la salma del Generale chiusa da un
grande masso di granito grezzo e circondata dalle tombe dei
suoi cari, costituisce una delle tappe più toccanti dell’itinerario,
126
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
ed è tuttora oggetto di manifestazioni di devozione e omaggio.
A conclusione del percorso sono presentate due barche d’epoca,
la prima regalata a Garibaldi dalla Marina sarda verso il 1860,
l’altra, da competizione, donata a Manlio Garibaldi, ancora giovanissimo, dai Cantieri Orlando di Livorno nel 1881.
Nel secondo semestre del 2008 è stata attrezzata la nuova sala
didattica, dotata di un impianto di videoproiezione, che permetterà tra l’altro di proporre al pubblico scolare, nell’ambito delle prossime attività dei Servizi Educativi, filmati d’epoca e il film
documentario Garibaldi da Caprera a Caprera di Lamberto Lambertini, con fotografia di Carlo Sgambati e musica di Savio Riccardi, prodotto da AGI – Agenzia Italia per la Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione del Bicentenario.
Mus’a Pinacoteca al Canopoleno di Sassari
Mus’a, la Pinacoteca al Canopoleno, è allestita all’interno del restaurato ex collegio gesuitico, un edificio storico eretto tra la fine
del Cinquecento e l’inizio del Seicento, nel cuore del centro storico di Sassari in prossimità dei maggiori e più significativi edifici monumentali della città. L’attigua Chiesa di Gesù e Maria, ora
intitolata a Santa Caterina, ne era parte integrante. La fondazione
del complesso monumentale si deve all’arcivescovo di Oristano
Antonio Canopolo (1540-1621), personalità tra le più importanti e feconde del panorama culturale sardo tra ‘500 e ‘600. Alla
sua infaticabile attività si deve la creazione in città della Casa Professa e del Seminario “Canopoleno” inaugurato nel 1627 con insegnanti gesuiti. Dopo la battuta di arresto del 1773, dovuta alla
soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1824 i Padri Gesuiti
– riabilitati grazie alla Bolla di Pio VII –tornarono a dirigere la scuola. Il complesso monumentale venne restaurato e ampliato, con
la trasformazione del seminario nel ‘Real Convitto Canopoleno
dei Nobili’, riservato soprattutto ai figli della ricca borghesia sassarese. Il 10 marzo 1860, riconosciuto ufficialmente come Convitto
Nazionale, ancora accoglieva convittori poveri grazie alle borse
di studio istituite fin dall’origine. Alla fine degli anni Ottanta del
Novecento il fabbricato versava in deplorevoli condizioni, conseguenti al prolungato abbandono: furono necessari urgenti lavori di messa in sicurezza a cura della Soprintendenza finché, grazie ai fondi Lotto, si è restaurato l’intero edificio e sono stati predisposti gli impianti atti ad avviare la
tanto attesa Pinacoteca.
La sua recente istituzione si deve all’esigenza di rendere fruibile il ricco patrimonio di opere d’arte pervenute allo
Stato attraverso una serie di donazioni
di privati cittadini, che, tranne una piccola sezione esposta nel Museo Archeologico Nazionale G.A. Sanna, giacevano da lunghissimo tempo nei
depositi.
Le raccolte permanenti, costituite prevalentemente da opere pittoriche di
diversa scuola, con artisti italiani ed
europei dal medioevo alla metà del
Novecento, pur prive di capolavori,
sono rappresentative di quella cultura borghese che attraverso un colle- Sassari, Mus’a, Sala dei ritratti
Via S. Caterina
Piazza del Comune
Via Canopolo
07100 Sassari
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Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
zionismo privato di gusto eclettico ed eterogeneo permetteva la circolazione capillare
dell’arte in una regione in cui era assente la cultura del collezionismo diffuso.
Il museo è dotato di spazi per mostre temporanee, ascensore, guardaroba, sala conferenze, sala lettura con postazione internet, sala didattica e di un moderno laboratorio
di restauro. Accessibile anche dai diversamente abili, offre a questi ultimi la possibilità
di utilizzare nella sala didattica una postazione multimediale a loro dedicata.
Dalla fine del 2008 all’estate del 2009 sono state numerose le attività di valorizzazione
del patrimonio storico artistico che hanno trovato spazio al Mus’a, tra le quali le mostre
dedicate rispettivamente alla Storia del Canopoleno, alla Pittura del Sei e Settecento dalla
Collezione Sanna, a Garibaldi a Caprera. Fotografie inedite e cimeli restaurati, e alla Pittura sarda del Novecento nelle collezioni statali.
A. Vaccaro, Maddalena
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Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
ATTIVITA’
I servizi digitali dell’amministrazione
In accordo con le direttive nazionali della Pubblica Amministrazione, che mirano a portare l’utente al centro dei servizi realizzando al contempo un miglioramento dell’efficacia ed efficienza dell’azione dei pubblici Uffici, la Soprintendenza ha attivato in questi
anni, in coordinamento con la Direzione Regionale, diversi siti web istituzionali: creati
secondo il Progetto internazionale Minerva per la qualità dei siti web culturali, sono
ben quattro, tre siti museali - della Pinacoteca Nazionale di Cagliari (www.pinacoteca.cagliari.beniculturali.it), del Mus’a, Pinacoteca al Canopoleno (www.pinacotecamusa.it), del Compendio garibaldino di Caprera (www.compendiogaribaldino.it) e un
sito d’Istituto (www.sbappsaessnu.beniculturali.it: indirizzo in fase di ridefinizione).
I siti museali offrono informazioni utili su orari e aperture, visite virtuali alle collezioni,
notizie, immagini e appuntamenti; il sito istituzionale mira invece, oltre che a fornire informazioni ed eventi, a migliorare concretamente l’azione della Soprintendenza avvicinando il cittadino, che può trovare online sia il quadro d’insieme delle attività e servizi
svolti, sia dati utili come nominativi del personale e dei referenti dei vari Uffici, modulistica e procedure da seguire per inoltrare e portare avanti correttamente le pratiche relative ai beni culturali, insieme ad esempi di restauri e interventi realizzati, con contributi
e approfondimenti scientifici.
Servizio catalogo
L’attività di catalogazione dei beni presenti sul territorio, disciplinata dall’art. 17 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, costituisce un elemento chiave del sistema di tutela. Le schede di catalogo hanno come funzione principale il censimento e l’identificazione
dei beni della regione, ma sono anche indispensabile supporto per altri procedimenti attivabili dai vari uffici della Soprintendenza, come l’avvio del procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale o la programmazione di un intervento di restauro.
Le schede forniscono un quadro sintetico ma completo dei principali dati che caratterizzano i beni: anagrafici, giuridici, storico-critici, cronologici, documentari, bibliografici, amministrativi e di riferimento. Riguardano per la maggior parte i beni mobili, categoria che comprende opere e oggetti d’arte, ed anche strumenti musicali, mezzi di trasporto d’epoca, fotografie, opere d’arte contemporanea, nonché i beni etnoantropologici, materiali (strumenti da lavoro, costumi ecc.) e immateriali (feste, cerimonie, eventi ecc.).
Nell’Archivio catalogo della Soprintendenza è ben documentato anche il settore dei beni
immobili, tipologia riferita non solo ai beni architettonici, ma anche a parchi, giardini
e centri storici.
La catalogazione è svolta sia da funzionari della Soprintendenza che da professionisti
esterni incaricati a seguito di selezione pubblica, sulla base degli standard definiti dall’Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione.
Le schede realizzate confluiscono nel data base nazionale,
il Sistema Informativo Generale del Catalogo (SIGEC).
L’Archivio Catalogo della sede di Cagliari, ospitato a Villa
Binaghi, conta su un patrimonio catalografico complessivo di ca. 30.000 schede (3.000 delle quali di tipo architettonico). Il criterio di ordinamento delle schede è
topografico; il materiale infatti è diviso per comuni in ordine alfabetico delle province di Cagliari e Oristano: l’archivio catalogo continua a svolgere servizio al pubblico
per entrambe le neo-istituite Soprintendenze BSAE e
BAP che erano in precedenza unite. (Fig. 11).
L’attività catalografica è piuttosto avanzata: più dell’80%
del patrimonio ecclesiastico, infatti, è già stato schedato
e si sta procedendo, secondo il progetto ministeriale Art
Past, alla loro digitalizzazione per una fruizione più agile
con il programma Art In.
Iglesias, Palazzo Vescovile,
Annunciazione, secc. XV - XVI
129
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
L’Archivio Catalogo della sede di Sassari ha sede al secondo
piano nel complesso dell’ex Collegio Gesuitico Canopoleno.
Dispone di una sala attrezzata per la ricerca e la consultazione di materiale sia informatico che cartaceo. Conserva
circa 15.000 schede di Beni Mobili - completamente informatizzate - e circa un migliaio di schede di Beni Immobili,
nonché un certo numero di “schede storiche”, risalenti alle
prime campagne di catalogazione condotte dallo Stato italiano (fine XIX secolo – inizi XX secolo). Custodisce inoltre le
schede del patrimonio afferente al Compendio Garibaldino
di Caprera.
Archivio fotografico
L’archivio fotografico della sede di Cagliari conserva le immagini legate all’attività scientifica e di tutela degli uffici
preposti alla conservazione dei beni culturali dalla fine dell’Ottocento a oggi. Il patrimonio consta di ca. 130.000 immagini, tra fotografie e diapositive, tra le quali spiccano per interesse storico le vecchie
lastre fotografiche ai sali d’argento (ca 4000), databili a
partire dalla fine dell’Ottocento agli anni Trenta. Si segnala, poi, il corredo fotografico legato alla grande campagna di catalogazione svolta, in tutta la Sardegna, tra il
1936 e il 1939 dal futuro Soprintendente Raffaello Delogu:
opere oggi disperse, perdute in guerra, o trasformate nel
tempo vi trovano rappresentazione e memoria. Ordinato
topograficamente, l’Archivio è completamente inventariato; si sta procedendo, inoltre, alla digitalizzazione delle
foto più antiche (lastre e negativi) per favorire una fruizione più ampia possibile e compatibile con le esigenze
di futura conservazione di tali documenti visivi.
Henry Le Lieure, Ritratto
di Garibaldi
Archivio disegni
Illustrazione da “Defensio Sanctitati
Beati Luciferi”, 1639
L’archivio disegni della sede di Cagliari conserva un significativo patrimonio di stampe
e disegni principalmente collegati all’attività scientifica e di tutela degli uffici preposti
alla conservazione dei beni culturali dalla fine dell’Ottocento a oggi. Non mancano però
anche alcuni interessanti reperti più antichi. E’ previsto un progetto finalizzato al restauro e alla digitalizzazione dei materiali più fragili.
Biblioteca
La Biblioteca della Soprintendenza BSAE della Sardegna nasce a Cagliari nel lontano
1891 ed oggi ha sede a Villa Binaghi. Il patrimonio bibliografico è stato per la maggior
parte ereditato, grazie a donazioni sia ministeriali che private come quella fatta dal Prof.
Carlo Aru, un tempo direttore dell’Ufficio dei Monumenti della Sardegna, quella del Soprintendente Prof. Raffaello Delogu negli anni Cinquanta, ed altre.
E’ una biblioteca specialistica che raccoglie soprattutto testi di carattere storico-artistico, architettonico e di tecnica del restauro; un’ampia sezione, inoltre, è dedicata alla
Sardegna - vista in tutti i suoi aspetti - e annovera le opere dei più illustri scrittori di
storia e antichità sarde dall’ultimo Ottocento ai giorni nostri. La biblioteca per decenni
è stata fruibile dal solo personale interno dell’ufficio, ma, considerata l’importanza di
questo patrimonio librario, nel 1994 se ne è decisa l’apertura al pubblico; contestualmente si è proceduto a informatizzare il catalogo cartaceo, per ottenere una consultazione quanto più ampia e facile.
Nel 2005 la Biblioteca ha aderito al Polo Regionale Sardo del Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN Opac, Sebina Regione Sardegna) che permette la catalogazione in rete nazionale, e questo fatto ha garantito una maggiore visibilità con un notevole incremento
di utenti, soprattutto di studenti universitari e studiosi. Il patrimonio librario conta oggi
16.300 volumi e circa 300 titoli di periodici interamente reperibili in rete: grazie all’SBN,
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Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
infatti, è possibile effettuare anche una ricerca “remota” sul posseduto librario dell’Istituto e successivamente usufruire del prestito locale. In sede, il personale addetto al
settore guida e assiste l’utente nelle sue ricerche, offrendo ogni informazione necessaria.
Nel 2008 è stato avviato il progetto per l’istituzione della Biblioteca di Storia dell’Arte
presso l’ex-Collegio gesuitico Canopoleno, con ingresso autonomo da via Canopolo 7, accessibile anche ai disabili, che si gioverà per la realizzazione dei fondi ordinari della programmazione ministeriale 2009. Il patrimonio librario avrà come primo nucleo i volumi e le riviste in deposito dalla Biblioteca della ex-Soprintendenza BAP-PSAE di Sassari e Nuoro, integrati dalle nuove acquisizioni che cominciano già a pervenire principalmente attraverso scambi con altri istituti e donazioni.
Ufficio mostre
Il 2.10.2008 la Soprintendenza BSAE della Sardegna ha istituito l’Ufficio Prestiti opere
d’arte (Ufficio Mostre), che cura gli aspetti organizzativi e gli atti connessi alla gestione
dei prestiti in entrata e in uscita delle opere sia di proprietà statale che di quelle sottoposte a tutela, previa autorizzazione rilasciata dalla competente Direzione Generale del
Ministero e, nel caso di prestiti fuori dall’Italia, si coordina con l’Ufficio Esportazione
della stessa Soprintendenza. Nei primi due mesi d’attività sono state completate le procedure di prestito relative alla tavola attribuita a Memmo di Filippuccio di proprietà
della Diocesi di Oristano, esposta nella Pinacoteca di Cagliari durante la manifestazione
La pittura dei Fondi d’oro, e l’iter pertinente il prestito di un disegno di Amedeo Modigliani di proprietà del Comune di Cagliari richiesto per la mostra monografica al Kunst
und Ausstellunghshalle di Bonn.
Settore etnoantropologico
In Sardegna le attività in ambito etnoantropogico hanno preso avvio nel 2005, in seno
alla Soprintendenza BAPPSAE per le Province di Sassari e Nuoro, attraverso i lavori di catalogazione del repertorio etnomusicale dei Gremi di Sassari e la relativa stesura di un
opuscolo, con audiovisivo allegato, dal titolo: “Suoni e Visioni dei Candelieri di Sassari”. Successivamente, all’interno del progetto nazionale di catalogazione delle opere dei depositi
museali sono state inserite la schedatura dell’importante collezione etnografica appartenuta a Gavino Clemente, uno dei primi e più accreditati cultori, e quella degli oggetti di cultura contadina della casa museo di Galtellì, “ Sa Domo e Marras”. Attualmente
l’azione prevalente del settore etnoantropologico si concentra sulla documentazione audio, video e fotografica delle più importanti feste popolari dell’isola: manifestazioni carnevalesche, riti della Settimana Santa, sagre patronali, da considerarsi come veri e propri giacimenti etnoantropologici di beni materiali e immateriali. A partire dal maggio 2008,
uno degli intenti del Soprintendente è stato quello di unificare l’azione delle sedi di Cagliari e Sassari attraverso progetti di attività congiunta. Una prima esperienza in tal senso ha interessato la tutela e valorizzazione della tessitura del bisso marino, da parte di Chiara Vigo, l’unica maestra tessitrice sarda in attività a S.Antioco.
All’interno del progetto, proposto nel 2008 per le
“Giornate Europee del Patrimonio” dal titolo: “La musica del bisso. Il liuto monocordo”, è stato presentato uno strumento musicale con la corda in bisso,
e illustrata questa antica e preziosa arte di tessitura
tramandata oralmente.
Nella sede di Cagliari l’attività etnoantropologica
è inglobata all’interno dei Servizi Educativi, dove
opera un gruppo di lavoro affiatato e ben strutturato, che ha elaborato diversi documenti audiovisivi fra i quali uno di notevole interesse sulla lavorazione del pane tradizionale.
Sant’Antioco, Chiara Vigo tesse il bisso
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Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
Ufficio esportazione
Presso la sede operativa di Cagliari è funzionante l’Ufficio Esportazione competente per
l’Arte Antica, che ha tuttavia un’attività molto limitata, la quale riguarda esclusivamente
pratiche di esportazione e spedizione all’interno della CEE relative a mostre. Nel 2007
sono state effettuate due commissioni di esportazione per una mostra a Treviri e l’altra
a Parigi, mentre è stato inviato nel Texas un bronzetto del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Nel 2008 è stata effettuata una spedizione di materiale etnografico e
di opere del primo Novecento a Corte in Corsica. Per l’Arte Contemporanea è operativo
l’Ufficio Esportazione di Sassari al quale è possibile richiedere le autorizzazioni temporanee per mostre ed effettuare le pratiche relative all’importazione, esportazione temporanea e/o definitiva e reimportazione di opere d’arte aventi meno di cinquanta anni
o di artisti viventi. Si rileva un decremento notevole delle opere movimentate nel 2008
rispetto all’anno precedente, si è passati da un totale di 233 ad appena 49.
Servizi educativi del museo e del territorio
Cagliari
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha tra i
suoi compiti istituzionali la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio culturale del Paese (art. 2
del Codice Urbani); a sostegno del conseguimento
di tale obiettivo, il Ministero ha istituito, già nel
1998, il Centro per i Servizi Educativi del Museo e
del Territorio. La Soprintendenza BSAE della Sardegna ha attivi due uffici didattici, uno a Cagliari di
prima istituzione, ed uno, recente, a Sassari: eduSan Pancrazio, mostra
care alla conoscenza e al rispetto del bene culturale
è lo scopo che informa l’operato di entrambi, pur con alcune differenze nella concreta
operatività sul territorio. Un cittadino, di ogni età, che maturi una conoscenza della propria identità attraverso la storia del territorio si sentirà parte di una cultura, e saprà
quindi apprezzarla, rispettarla e tutelarla.
Il gruppo didattico della sede cagliaritana opera sin dal 1998 in ambito museale (Pinacoteca Nazionale e Spazio San Pancrazio) e sul territorio, principalmente con scuole di
ogni ordine e grado, secondo l’Accordo Quadro che il Mibac ha steso con il Ministero
della Pubblica Istruzione. Le attività sono rivolte ad associazioni culturali e di disabili, a
gruppi di aggregazione sociale, nonché ad enti a carattere educativo o sociale, anche attraverso apposite convenzioni. Si propongono progetti e laboratori incentrati sul patrimonio culturale isolano, mettendo a frutto le proprie competenze ed esperienze nel
collaborare ad iniziative ed eventi culturali, promosse sia da enti pubblici sia privati.
ATTIVITA’
Progetto: l’Antiquarium Arborense a portata …di mano (anni 2007-2008) Realizzazione
di un percorso tattile all’interno dell’Antiquarium Arborense di Oristano e realizzazione
delle relative audioguide. Progetto promosso dall’Unione Italiana Ciechi di Oristano
(UIC) e Istituto Statale d’Arte C. Contini di Oristano, con la consulenza scientifica della Soprintendenza e dell’Antiquarium
Arborense, e col sostegno finanziario di Comune di Oristano,
Provincia di Oristano, Regione Autonoma della Sardegna.
Progetti educativi per l’Unione Italiana Ciechi – Sezione di Cagliari (convenzione del 2005): nel biennio 2007-2008 si è avviato un percorso tattile sulla Storia dell’arte in Sardegna, con
lezioni in sede e visite sul territorio. Inoltre all’interno delle
manifestazioni Quartu-Monumenti Aperti e Quartu-Monumenti all’Aperto sono stati coordinati i lavori per la realizzaTavole tattili zione dei plastici di alcuni monumenti ed è stata curata la
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Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
preparazione dei non vedenti come guide. Per la Giornata del Disabile (3 dicembre 2008)
è stata realizzata una conferenza su Garibaldi, l’eroe dei due mondi, in previsione della
visita al compendio Garibaldino di Caprera.
Progetti educativi per l’Ente Nazionale Sordi – Sezione di Cagliari (Convenzione del
2007): percorsi culturali e artistici con traduzione in lingua dei segni a cura dei Servizi
Educativi in occasione delle mostre e degli eventi culturali organizzati dalla Soprintendenza negli anni 2007-2008. Centro Socio-Sanitario Don Orione di Selargius: progetti
didattici per il Modulo Alzheimer e per il Modulo Disagio Mentale (Convenzione del
2006). Per l’Alzheimer in particolare sono stati avviati diversi progetti, tra cui Le attività
artigianali femminili e La lettura dell’Icona. Di recente è stato avviato il progetto: Sulla
memoria dei miei passi. Indagine sulla Cagliari del ‘900. Partecipazione anche alla tavola rotonda Il centro diurno e la ri-abilitazione nella demenza (25 maggio 2007).
Per il Modulo Disagio Mentale 2A e 2B, sono stati avviato diversi progetti, tra cui Giocando
con l’arte e La magia della trasformazione (2B), e Conosci i quartieri storici di Cagliari con
relativo laboratorio di acquerello (2A). Nel 2007, con Italia Nostra è stata stipulata una
convenzione per la formazione dei volontari del servizio civile per i disabili
Sono stati inoltre elaborati progetti per diversi ordini e gradi della Scuola, concordati
con i docenti e inseriti nei percorsi curricolari. Gli interventi hanno sempre mirato all’educazione al patrimonio con particolare attenzione al territorio di competenza. Si
elencano di seguito alcuni progetti: Scuola Statale dell’Infanzia 3° circolo Sacro Cuore di
Oristano, Giocando con l’arte (a.s. 2006-2007); Istituto Tecnico Commerciale di Quartu
Primo Levi , Il valore dell’arte (a.s. 2006-2007); Scuola Primaria di Settimo San Pietro,
Giocando con l’arte (a.s. 2006-2007); Scuola Primaria di Via Caboni di Cagliari, Giocando
con l’arte (a.s. 2006-2007); Scuola dell’Infanzia 3° circolo Sacro Cuore di Oristano, La
magia della trasformazione. L’opera di Maria Lai (a.s. 2007-2008); Scuola Media G. Spano
di Cagliari, Le attività artigianali tradizionali femminili in Sardegna (a.s. 2007-2008);
Scuola l’Istituto Tecnico Commerciale e turistico Levi di Quartu S. Elena, Il valore dell’arte
(a.s. 2007-2008);Scuola Elementare di Settimo San Pietro, Percorso sull’arte contemporanea e Itinerario su Cagliari medievale (a.s. 2007-2008).
Sassari
I servizi educativi sassaresi, istituiti nel dicembre 2008, si rivolgono soprattutto al pubblico scolastico delle varie fasce d’età, proponendo dei percorsi educativi sulle tematiche sviluppate nelle mostre presentate al Mus’a Pinacoteca al Canopoleno. Creare un
pubblico è stato il primo impegno: sono state informate le scuole del territorio dell’esistenza del nuovo servizio e tutte hanno risposto con entusiasmo, effettuate le prime visite guidate e alcune scuole hanno proposto delle tracce da sviluppare insieme, già nel
prossimo anno scolastico, coinvolgendo anche le istituzioni pubbliche della città per
eventuali finanziamenti.
La conservazione e gli interventi di restauro
La Soprintendenza, con senso di continuità operativa e di intenti, ha raccolto l’eredità dell’attività di conservazione del patrimonio storico-artistico ed etnoantropologico già svolta
dal settore tecnico delle Soprintendenze BAP-PSAE di Cagliari e Oristano e Sassari e Nuoro,
varando attività di valorizzazione già nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio
2008 per sensibilizzare la collettività all’attività di tutela e restauro. L’Istituto opera prevalentemente con fondi ministeriali, con delega della Direzione Regionale per i Beni Culturali della Sardegna, che attua i piani annuali di intervento conservativo del patrimonio.
La linea generale di intervento è volta principalmente al patrimonio di proprietà statale e ai beni artistici ecclesiastici, che rappresentano una quota maggioritaria in ambito isolano, con recenti aperture a settori specifici quali i monumenti funerari custoditi
nei Cimiteri monumentali, e ai manufatti di interesse etnoantropologico. Nel 2008 è
stato vivace anche il restauro svolto sul territorio finanziato dagli Enti locali ed Ecclesiastici: sono stati, infatti, complessivamente 46 i nulla osta rilasciati per progetti esterni.
Dal punto di vista strategico ed amministrativo una importante azione è stata il varo del
Prezziario Regionale per il Restauro dei Beni Mobili, uno strumento di lavoro indispensabile per rendere omogenea l’attività istituzionale sull’intero territorio, che sarà a breve
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integrato da una short-list dei restauratori. L’attività nel settore è esercitata anche attraverso l’opera del personale interno all’Amministrazione, soprattutto a Sassari dove
agiscono due restauratori direttori.
Laboratori di restauro
Gli “Atti di indirizzo sui criteri tecnico scientifici e sugli standard di funzionamento e
sviluppo dei musei” elaborati dall’art.150, comma 6 del D.L. 112-1998, furono pienamente
recepiti quando, negli stessi anni, partiva il 2° lotto del restauro del Complesso Monumentale del ex-Collegio Canopoleno. La destinazione a Museo non poteva quindi prescindere dall’allestimento dei Laboratori di restauro e dei depositi opere d’arte,
fondamentali per la valorizzazione del patrimonio storico artistico statale e per la tutela
dei beni culturali nel territorio di competenza. A Sassari l’area destinata alla conservazione comprende quattro ampie sale, due operative e due attrezzate al deposito delle
opere d’arte; in stretto collegamento con la falegnameria che prosegue e completa le attività di restauro insieme ad altri locali, come la cabina di verniciatura o il magazzino dei
materiali. I laboratori di restauro, dotati di moderne attrezzature di lavoro e sicurezza,
sono stati studiati principalmente per la conservazione dei dipinti e della statuaria lignea, ma possono provvedere agevolmente anche a limitate lavorazioni su materiali
metallici e lapidei. Nei depositi, climatizzati e dotati di impianto antincendio ed intrusione, le opere sono collocate secondo la natura e lo stato dei materiali costitutivi, in griglie, cassettiere o scaffali. Oltre al patrimonio storico artistico di proprietà statale,
attualmente ospitano anche beni ecclesiastici considerati a rischio che necessitano di
particolare tutela. Molte delle opere qui restaurate sono state poi esposte in mostre
presso la Pinacoteca, altre di proprietà ecclesiastica, spesso oggetto di grande devozione popolare, sono tornate dopo il restauro nelle chiese d’origine, come il piccolo simulacro fittile di Nostra Signora di Valverde di Alghero o Nostra Signora di Sauccu di
Bortigali. I laboratori ospitano e seguono i restauri di opere di proprietà diverse; si ricorda il restauro delle opere della Collezione Regionale Giuseppe Biasi, ora al Museo del
Carmelo, oppure i dipinti del Duomo di Sassari esposti nella mostra “Tesori riscoperti”.
Inoltre, la Soprintendenza BSAE della Sardegna dispone a Cagliari di un piccolo laboratorio di restauro, presso il quale l’unico addetto si dedica principalmente ad interventi
sul materiale ceramico. Pertanto è stato avviato nel 2008 ed è tuttora in corso ad uno
stato avanzato il recupero di una Madonna con il Bambino in terracotta, pervenuta in
uno stato frammentario e molto lacunosa.
RESTAURI 2008 - CASE HISTORY
Oristano - Chiesa di Santa Chiara (XIV/XX secc.)
Restauro dei dipinti murali dell’ex cappella del SS.Sacramento, 2007-2008
Progettista e Direttore lavori Patricia Olivo (Ditta esecutrice: Giuliana Fenu di Cagliari Analisi microchimiche: Laboconsult Srl di Roma).
Il recupero fortuito di alcuni brani di decorazione parietale, gravemente danneggiati da
interventi successivi, avvenuto nel 2003 nell’antica chiesa francescana oristanese di Santa Chiara, costituisce l’unica e preziosissima testimonianza rimasta della prima decorazione
della chiesa eretta in età giudicale. I dipinti presentano all’estrema destra un gruppo sacro, ai piedi della croce con il Cristo crocefisso secondo i moduli del gotico doloroso: la Vergine, San Giovanni, due santi non identificati e due personaggi in
ginocchio. A sinistra, incorniciati da motivi geometrici delimitati da stemmi araldici solo in parte leggibili, sono emersi una Madonna con Bambino e altre due figure con aureola decorata, inquadrate entro cornici a sesto acuto. All’estrema Oristano, Chiesa di S. Chiara, affreschi
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sinistra ancora si nota parte della figura di un santo con un libro. Di difficile datazione,
secondo le risultanze di una ricerca dell’Università di Cagliari, la decorazione pittorica
potrebbe essere assegnata alla seconda metà del XIV secolo. Considerata la preziosità
e la rarità della testimonianza pittorica, e le assai precarie condizioni di conservazione,
la Soprintendenza ha predisposto un intervento di somma urgenza per il restauro. Il progetto e la direzioni dei lavori sono stati a cura di Patricia Olivo: l’intervento è stato finalizzato
tanto alla messa in sicurezza dei dipinti quanto allo studio analitico e diagnostico, volto a individuarne le tecniche e i materiali costitutivi, e a stabilire le condizioni di conservazione futura dell’opera.
Ales (OR) - Cattedrale
Restauro di 15 paramenti sacri
Progettista e Direttore lavori Lucia Siddi (Ditta esecutrice: L’Ermesino s.c.r.l. di Siena)
Con questo intervento si è concluso il programma pluriennale di restauro dei parati liturgici conservati nel tesoro della Cattedrale di Ales, il cui Museo Diocesano è stato inaugurato lo scorso 27 giugno. All’interno del ricco patrimonio tessile sono stati individuati i pezzi più pregiati e maggiormente deteriorati: nel 2007
una pianeta in teletta laminata verde, con lo stemma di
mons. Melchiorre Pirella vescovo negli anni 1636-37;
uno splendido parato laminato giallo, del primissimo Settecento; due pianete in lampasso lanciato, con motivi vegetali e floreali policromi del XVIII; infine un ultimo parato settecentesco in lampasso lanciato con tralci floreali
variopinti.
I manufatti presentavano lacerazioni e lacune, macchie
e ossidazioni del filato metallico, oltre a danni recenti
causati da precedenti interventi con cuciture a macchina Tunicella in faglia, secc. XVII - XVIII
e inserimento di filati di colore contrastante con l’originale. I parati sono stati sottoposti ad aspiratura a potenza controllata e, ove necessario,
a lavaggio a secco mediante l’utilizzo di prodotti adatti e non in soluzione acquosa. Rimossi gli inserti non idonei, le lacune sono state integrate con tessuto di cotone opportunamente tinto, mentre i fili penduli e lacerati sono stati fermati a punto posato
eseguito con filato di seta. Il restauro di altri antichi parati di grande interesse per la
loro rarità è stato inserito nella programmazione delle annualità 2009-2012.
Cimitero di Buggerru (OR)
Restauro di tre monumenti funerari, 2008
Progettista e Direttore lavori Marcella Serreli - Stefano Montinari (Ditta esecutrice: Abacus di Gerlinde J. Tautschnig - Indagini Diagnostiche: Paola Meloni, Università di Cagliari)
I tre monumenti si trovano nel suggestivo cimitero del Comune di Buggerru sulla costa
sud-occidentale dell’Isola. Il cimitero è sottoposto ai venti di maestrale, a variazioni di
temperatura ed acqua (piovana e umidità di risalita), all’esposizione al sole e all’ombra
di pini e cipressi, tali condizioni ambientali erano alla base dei fattori di deterioramento
dei monumenti. Il restauro ha richiesto lo smontaggio solo di alcune parti e si è svolto
sul posto utilizzando un ambiente di proprietà del Comune; è stato preceduto dalle indagini diagnostiche sui materiali costitutivi - periclastite nota come pietra di Serrenti,
marmo di Carrara e marmo bardiglio e dalle seguenti indagini conoscitive: osservazione
a luce naturale e radente, saggi di consolidamento, di pulitura a secco, con acqua e spugna, con impacchi di sali solubili, verifica delle condizioni statiche e fisiche dei materiali costitutivi. Le patine di funghi, batteri e licheni sono state trattate con un prodotto
biocida applicato a pennello e le incrostazioni e i depositi coerenti, rimossi mediante
impacchi di carbonato d’ammonio sospesa in polpa di cellulosa.
Monumento del caporale di miniera Domenico Arizio. Periclastite, marmo di Carrara e
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marmo bardiglio. Opera di Giuseppe Sartorio - 1909.
Nelle parti maggiormente esposte all’erosione del vento, la periclastite evidenziava la
perdita di inclusioni e noduli da cui è costituita. E’ stata consolidata con infiltrazioni di
microemulsione acrilica. Le giunzioni dei blocchi lapidei sono state riprese con una
malta a base di calce, sabbia di fiume e polvere di marmo nero in assimilazione alla
malta originale. Gli elementi metallici della catena di recinzione, ossidati, sono stati
trattati con un inibitore di corrosione e protetti
con uno strato di resina acrilica.
Monumento dell’ingegnere del Genio Civile Maurizio Marchese. Periclastite e marmo bianco di
Carrara. Opera di Giuseppe Sartorio - 1893.
Le parti esfoliate e distaccate sono state consolidate con infiltrazione a siringa e applicazione a
pennello di una microemulsione acrilica; le parti in marmo di Carrara con l’applicazione a pennello di silicato d’etile. La rottura in due parti del
medaglione-ritratto, lavorato a rilievo in marmo
bianco di Carrara, è stata risolta con l’inserimento
di due perni in acciaio inox e l’ incollaggio con resina epossidica. Il medaglione è stato poi fissato
con due staffe d’acciaio nella sua collocazione originaria previo risanamento della muratura.
Monumento di Emile Dubreucq. Periclastite e
marmo bianco di Carrara. Autore ignoto - 1909.
La pietra di Serrenti, di qualità inferiore a quella
utilizzata da Sartorio negli altri monumenti, presentava gravi scagliature ed esfoliazioni sulle quali si è intervenuti con infiltrazione a siringa e apBuggerru, cimitero,
Monumento funebre del Cap. Arizio plicazione a pennello di una microemulsione
acrilica. Le lacune più profonde sono state integrate con malte assimilabili alla pietra.
Sassari – Chiesa di Santa Maria di Betlem
Altare ligneo policromo di sant’Antonio di Padova, 2007 - 2008
Progettista e Direttore lavori Alma Casula con Pietro Usai.
(Ditta esecutrice: Paolo Oggiano di Cagliari)
Dei fastosi altari in legno dorato e policromato, testimonianza della ricca produzione fiorita tra Sei e
Settecento nel territorio isolano, la Soprintendenza
ha avviato una sistematica campagna di restauro.
L’esemplare dedicato a sant’Antonio di Padova rientra in una tipologia pressoché scomparsa in Sardegna: quella degli altari dotati di meccanismo barocco
di movimentazione. L’altare, la cui esuberanza ornamentale rimanda a modelli della statuaria napoletana, è stato ultimato nel 1741, ad opera del maestro sassarese escultor y dorador Juan Antonio Contena. Al centro del retablo è una nicchia che ospita
la statua del santo titolare, che può essere velata o
scoperta mediante un meccanismo che consente lo
scorrimento di un dipinto. Il congegno, che permetteva alla tela di scorrere tesa, dal basso verso l’alto, entro una sottile e ben dissimulata asola ricavata nello spessore dell’altare, costituisce un singolare
stratagemma della devozione barocca tesa a sorprendere, suggestionare e incantare il fedele durante
le elaborate liturgie.
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Sassari, Chiesa S. Maria di Betlem, altare ligneo
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L’altare versava in grave stato conservativo a causa dalla devastante azione di numerose colonie di termiti annidate nel terreno; ciò ha reso necessaria una disinfestazione
generale della chiesa e lo smontaggio del complesso arredo barocco. Impossibilitati a
smontare e spostare in laboratorio la struttura portante dell’altare, si è allestito un cantiere per il restauro in loco: dopo la disinfestazione dei legni, si è effettuata la pulitura
e il consolidamento delle cromie che hanno restituito una foglia d’oro particolarmente
brillante e una raffinata cromia a finto marmo. Inoltre, si sono consolidate le parti indebolite, e sostituite con legno lamellare quelle irrimediabilmente ammalorate, nelle
quali l’azione degli insetti ha lasciato integra la sola pellicola pittorica.
Sassari - Basilica del Sacro Cuore
Restauro dei dipinti murali di Costantino Spada
Progettista e Direttore lavori Alma Casula - Laura Donati - Francesca Mureddu (Ditta
esecutrice: Abacus, di Gerlinde Tautschnig)
A Costantino Spada (1922-1975) appartiene uno dei maggiori progetti decorativi sacri
eseguiti in Sardegna nel Novecento: la decorazione della Basilica del Sacro Cuore, realizzata a partire dal 1962. Il restauro che ha interessato l’opera ha gravato sul programma
ordinario del MiBAC (E.F. 2007), finanziato dalla PARC, la Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, dell’architettura e dell’arte contemporanea.
Ciò che colpisce maggiormente chi visiti la basilica è l’unitarietà del programma dottrinario alla base della decorazione, che interessa ogni elemento dell’edificio: la struttura architettonica, gli affreschi, i mosaici, le vetrate istoriate, il portale, il contesto
urbanistico. Ideatore del programma decorativo, volto a mostrare la presenza del messaggio divino nella storia umana, il dialogo tra la Chiesa e l’uomo, è stato Antonio Piga,
al tempo parroco. Costantino Spada eseguì, con l’aiuto di un solo collaboratore, i dipinti
murali, che si estendono nel transetto e nell’abside, e i cartoni per le vetrate ed i mosaici.
L’intervento di restauro, resosi necessario a causa delle infiltrazioni di acque meteoriche
dalle coperture, si è concentrato sul catino absidale ospitante una monumentale Crocefissione realizzata quasi interamente “a fresco” (mq 144 circa), delimitata da una fascia
musiva. Più che di un restauro vero e proprio, si è trattato di una manutenzione volta a
prevenire i danni che l’umidità avrebbe inesorabilmente causato alle superfici.
In occasione di questo lavoro si è avuta la possibilità di rilevare alcune caratteristiche
della tecnica esecutiva di Costantino Spada nella decorazione parietale. Le mappature
realizzate nel corso dell’intervento hanno reso graficamente le aree nelle quali si evidenzia l’utilizzo dei cartoni con incisioni dirette, quelle che presentano incisioni indirette, e le zone abbozzate direttamente senza l’ausilio dei cartoni, come accade nel caso
del ritratto del committente, il parroco Piga, che salì sul ponteggio per farsi ritrarre dal
vero. Sono state inoltre evidenziate le “giornate”, di maggiore estensione nelle parti con
figurazioni più rade, di dimensioni limitate dove la decorazione diviene più articolata.
Sassari, Sacro Cuore, Catino absidale
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Caprera - Compendio Garibaldino, 2007 - 2008
Restauro delle fotografie e dei cimeli cartacei
Progettista e Direttore lavori Wally Paris con Pietro Usai
Tra i lavori finanziati con il programma ordinario MiBAC riveste un particolare significato
il recupero dei cimeli di proprietà statale già appartenuti a Giuseppe Garibaldi o alla sua
famiglia. Nel 2007 si è deciso di concentrare i fondi a disposizione per intervenire sul
materiale più fragile, ovvero quello cartaceo, sottoposto al degrado tipico dei materiali
organici igroscopici come le fibre di cellulosa.
Un significativo lotto di documenti, stampe, disegni è stato restaurato a Roma a cura dell’Istituto centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario; le fotografie, invece, dalla ditta Art’è di Roma. Queste pervennero allo Stato dopo la
morte di Clelia Garibaldi, la figlia che visse fino al 1959 nella Casa Bianca, l’abitazione di
famiglia a Caprera. Si tratta di 261 fotografie d’epoca, opera dei più noti fotografi del tempo, da Vittorio Besso a Henry Le Lieure a Luigi Montabone, dedicate ai luoghi e alle persone care all’Eroe, compresi quattordici ritratti di Garibaldi stesso. Il lotto dei cimeli cartacei comprende sessantanove esemplari tra manoscritti autografi, disegni ritraenti familiari, stampe con le effigi dei garibaldini, carte nautiche, dipinti su carta, giornali d’epoca appartenuti al Generale. Al restauro di questi materiali è seguita la mostra “Garibaldi a Caprera. Fotografie inedite e cimeli restaurati” che è stata presentata nella primavera 2009 presso il Mus’a, la Pinacoteca al Canopoleno, e quindi trasferita in estate a Caprera, presso il Compendio Garibaldino. La mostra, svolta in collaborazione con la Provincia di Sassari, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma, il Comune di Sassari, la Confcommercio e la Confidi di Sassari, è stata corredata da un catalogo edito da Umberto Allemandi e C..
Pergamena con dedica reale, 1892
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ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE
La Soprintendenza BSAE partecipa a tutte le iniziative di promozione istituzionali del
Mibac, ma realizza anche esposizioni e iniziative culturali sul territorio a partire dai dati
forniti dall’esercizio della tutela. Tra i progetti realizzati nel 2007 e nel 2008, si segnalano il Ciclo di conferenze “La Pittura dei fondi oro” presso la Pinacoteca Nazionale di Cagliari e le mostre collegate all’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio
statale o del territorio di competenza. Si precisa che tutte le iniziative espositive delineano un percorso coerente e funzionale alle attività didattiche, grazie all’attività delle
professionalità interne all’amministrazione, con minimo ricorso all’esterno quasi esclusivamente per la materiale realizzazione degli apparati illustrativi.
PROGETTI REALIZZATI NEL 2007 e 2008
Mostra: Tesori riscoperti. Opere restaurate dalle cattedrali di Sassari e Alghero
(Mus’a, Pinacoteca al Canopoleno, Sassari, 29 novembre 2007 - 19 gennaio 2008)
La mostra ha offerto la straordinaria opportunità di apprezzare, anche attraverso l’analitica descrizione del loro restauro, una serie d’opere d’arte proveniente dalle cattedrali
di Sassari e di Alghero. Infatti, grazie ad un intervento di conservazione finanziato con
fondi ordinari, le opere hanno ritrovato forza espressiva e una buona leggibilità storico
artistica anche grazie alle parallele indagini storico-critiche condotte.
Dal duomo di Alghero provengono uno spettacolare settecentesco paliotto d’argento di
bottega genovese, la cinquecentesca croce astile di fattura aragonese, qui assegnata all’argentiere Lorenzo Marton (1520-93) di Saragozza, la Pala d’altare dell’Addolorata, ormai destinata alla perdita totale per le pessime condizioni conservative, il busto reliquario
in legno policromo di S. Zenone, dalle vesti in estofado de oro, e infine le due cariatidi appartenenti al seicentesco catafalco ligneo policromo dell’Assunta che, mortificato nella plastica scultorea da ben sette strati di ridipinture, ha recuperato le originarie cromie
e il raffinato intaglio.
Tra le opere appartenenti all’antico duomo di S. Nicola e al Museo diocesano sono stati
riproposti ad una nuova lettura critica ed iconografica ben diciotto dipinti databili dal
Cinque al Settecento. Attraverso rilievi d’epoca e indagini documentarie è stata ricostruita la storia e le vicende che portarono alla demolizione negli anni Venti del Novecento della chiesa medievale di S. Biagio in Sassari da cui proviene la Pala d’altare il cui
prezioso impaginato figurativo era stato celato dalle ridipinture ottocentesche.
Laboratorio: La magia della trasformazione: l’opera di Maria Lai
(Scuola dell’Infanzia di Oristano, 2007-2008)
Tra i progetti attuati dai Servizi Educativi si segnala in particolare quello denominato“La
magia della trasformazione: l’opera di Maria Lai” destinato ai bambini di 5 anni della
Scuola Statale dell’Infanzia. Realizzato in sinergia con esperti di letteratura e illustrazione per l’infanzia, il progetto conclude un percorso triennale sull’arte
contemporanea (Klee, Mirò, Kandinsky, Chagall) e mira a introdurre i
bambini di età prescolare alla conoscenza di un’artista di primo piano nel
quadro isolano. I “libri di stoffa” della
Lai, sia per le tematiche narrative a carattere favolistico e mitico che per il
grafismo fortemente semplificato ed
evocativo, hanno suscitato nei bambini un’empatia immediata.
Laboratorio: elaborati dei bambini
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Mostra didattica: Storia del Canopoleno. Immagini e documenti
(Mus’a, Pinacoteca al Canopoleno, Sassari 19 dicembre 2008- 27 settembre 2009)
La mostra didattica propone una breve storia dell’ex Collegio gesuitico, a partire dalle
piante che illustrano l’antico assetto del centro storico, mettendo in luce la personalità
del suo fondatore Antonio Canopolo. D’origine corsa, egli è parroco di Bitti e a soli 34
anni diventa cappellano dell’Imperatrice Maria d’Austria. Nel 1578 è nominato arcivescovo d’Arborea e poi nel 1621 è destinato alla sede arcivescovile turritana, ma purtroppo
morirà poco prima di prenderne possesso. Uomo di grande levatura culturale promuoverà delle borse di studio per i giovani e introdurrà la tipografia a Sassari. In mostra è
esposto il suo ritratto ed è raffigurato in età matura, emaciato e ascetico, con un’estrema
sobrietà caratterizzata dalla veste talare e dal semplice ornamento di una croce austera.
Della storia del collegio sono ricordate in una tavola cronologica le vicende principali che
hanno caratterizzato l’arrivo della compagnia dei Gesuiti a Sassari nel 1559. La costruzione dell’edificio prese l’avvio dalla chiesa di Gesù e Maria, oggi Santa Caterina, inaugurata nel 1609, per continuare nell’attuale piano terra dell’edificio, prima sede della
casa professa poi Seminario .
Nella mostra trovano posto le piante topografiche dell’epoca, alcuni libri e registri del
XVI secolo e degli arredi appartenuti al collegio del Canopoleno: tra questi, due dipinti
del XVII secolo attribuiti al cosiddetto Maestro del capitolo, una cassaforte di artigianato
iberico del XVII secolo, un divano e due poltroncine lignee degli anni ’30 di bottega sassarese. Una serie di pannelli didattici illustra la vita del Convitto Nazionale con le foto
e i regolamenti interni dell’istituto a partire dall’inizio del Novecento fino alla fine degli
Anni Trenta, esposti anche in originale assieme a materiali che narrano l’attività nell’Istituto.
Mostra permanente: Dipinti del Sei e Settecento dalla collezione Sanna
(Mus’a, Pinacoteca al Canopoleno, Sassari dal 19 dicembre 2008)
L’esposizione sulla pittura del Seicento e Settecento offre la possibilità di ammirare nelle
sale del primo piano della Pinacoteca oltre ottanta dipinti suddivisi per temi, in larga
parte provenienti dal più ampio corpus donato, nel 1875, dall’imprenditore e politico sassarese Giovanni Antonio Sanna, finora conservate nei depositi del Museo Archeologico
Nazionale a lui dedicato. La ricca collezione sta finalmente trovando una collocazione
definitiva nella Pinacoteca al Canopoleno; la raccolta è una delle più importanti dell’Isola con opere dal Medioevo al Novecento, ma consideratane la vastità, per iniziare si
è operata una selezione, cominciando dai più prestigiosi dipinti del Sei e Settecento
delle diverse scuole italiane. Le opere, che riflettono l’evoluzione del gusto e le tematiche privilegiate dai committenti del tempo, sono tuttora oggetto di una campagna di
restauri e di ricerche tese a valorizzare e sottrarre all’anonimato le testimonianze di più
alto rilievo.
Le opere esposte rappresentano i generi più significativi come il ritratto, il paesaggio, il
vedutismo, le scene di genere, le nature morte, la pittura di storia e a tema religioso.
Dal ritratto introspettivo degli inizi del ‘600, attento alla resa delle emozioni e delle caratteristiche dei personaggi, si giunge ai settecenteschi ritratti alla moda, passando per
le opere di autori come Giovan Battista Paggi, Justus Sustermans, Giacomo Cavedone.
I paesaggi e le vedute illustrano soprattutto la scuola romana e la veneta, accanto alle
caratteristiche battaglie di Jacques Courtois. Soggetti profani e burleschi caratterizzano
la pittura di genere, che crescente diffusione ebbe nel ‘600 e viene qui rappresentata da
Giacomo Ceruti, da Pannini con i suoi studi di figure, da soggetti tratti dalla letteratura
popolare come le storie di Bertoldino attribuite alla scuola bolognese. Le nature morte
documentano la produzione francese, fiamminga e italiana delle più celebri scuole: napoletana, lombarda, genovese, proponendo i soggetti più ricorrenti come fiori, frutta,
cacciagione, pesci. Le opere di carattere religioso, storico, biblico o mitologico vantano
attribuzioni a pittori noti, come Andrea Vaccaro, per la Maddalena, o Francesco Trevisani, autore della Lucrezia.
Mostra: Martiri Gloriosu (Cagliari, Palazzo Civico 30 aprile-15 maggio 2008).
La Soprintendenza ha collaborato con l’assessorato alla cultura del Comune di Cagliari
alla realizzazione di una grande mostra dedicata a Sant’Efisio, patrono della città e martire sardo, festeggiato dalla città ininterrottamente da circa quattrocento anni, il 1 mag140
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
gio di ogni anno, con una grande festa religiosa e popolare che richiama persone e fedeli dai paesi di tutta l’Isola e turisti da tutto il mondo. In questa occasione, è stata curata un’esposizione che ripercorre la storia della devozione intorno al santo martire che
salvò la città dalla peste nel lontano 1656, analizzando e valorizzando diversi ambiti che
si sono formati intorno a tale culto: la scultura lignea religiosa, gli oggetti devozionali
di vario tipo, gli ex voto dipinti, l’Arciconfraternita religiosa nata intorno al culto del santo, con opere provenienti dalle parrocchie di tutta l’Isola. La collaborazione è continuata nel 2009: nelle sale dell’antico Palazzo di Città di Cagliari, in apertura della XI Settimana della Cultura sono stati presentati i più importanti argenti del Tesoro di Sant’Efisio e la scultura lignea secentesca del Santo Martire portata in processione a Nora, durante la festa del 1 maggio. La scultura è stata presentata inquadrandola nella sua collocazione storica e artistica e sono state approfondite le problematiche collegate al prossimo intervento di restauro, che sarà realizzato nel corso dell’anno grazie all’impegno
della Soprintendenza.
Scultura lignea di S.Efisio, prima metà XVII sec.
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Expò & Presepe delle Città Regie
(Cagliari, Galleria Umberto I, 21 dicembre - 7 gennaio 2009)
In collaborazione con il comune di Cagliari, è stata curata la realizzazione di una Natività con i simulacri settecenteschi provenienti da chiese della Arcidiocesi di Cagliari e la
piccola statua ottocentesca della collezione comunale d’Arte Sacra Ingrao. In luogo dei
Pastori, i rappresentanti delle Città Regie, simulati con manichini vestiti con gli abiti tradizionali, facevano da cornice alla Sacra Famiglia.
Mostra permanente: Franco D’Aspro. L’artista artigiano
(Sinnai, Pinacoteca Comunale, 26 settembre 2008)
Nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, è stata inaugurata nei locali della Pinacoteca Comunale di Sinnai (CA), un’importante retrospettiva dell’artista Franco D’Aspro (Mondovì 1911 – Cagliari 1995) la cui collezione (prevalentemente sculture in bronzo) è stata recentemente acquisita dall’Amministrazione Comunale di Sinnai. La mostra, che ha privilegiato un taglio didascalico,
ha esposto, per sezioni tematiche più che secondo un mero criterio cronologico, l’opera del grande artista piemontese di formazione napoletana (era allievo di Vincenzo Gemito). Si spazia quindi dai famosi e toccanti crocifissi e dalle Madonne ai monumentali
nudi femminili di ispirazione classica, dal bozzetto caricaturale ai bronzetti nuragici ripensati in chiave primitiva, dai cavallini della giara ai gruppi scultorei dell’Apocalisse di
forte impatto drammatico; il tutto filtrato da una duplice opposta esigenza di sintesi formale e di tendenza all’astrazione.
Sculture della Diocesi di Lanusei. La Diocesi di Lanusei corrisponde in larga misura alla subregione dell’Ogliastra, territorio di grande bellezza, ma periferico e poco conosciuto: a
questa sua peculiarità si deve il fatto che il suo patrimonio di opere d’arte, ricco e vario,
è ad oggi altrettanto poco noto. Da ciò la decisione di intervenire nell’arco di due annualità
su un gruppo di sculture lignee non provenienti da un unico contenitore ma da diverse
chiese della Diocesi: sono state perciò fatte oggetto d’intervento opere appartenenti ai
paesi di Gairo, Ilbono, Lanusei, Perdasdefogu, Tertenia, Ulassai, Ussassai. Alcune opere restaurate sono state esposte ad Ulassai,in
occasione della presentazione dei restauri (Giornate Europee del Patrimonio
2008). L’intervento ha innanzi tutto consentito di fermare il degrado, in alcuni
casi piuttosto avanzato (la casistica dei
danni subiti dai manufatti comprendeva incendi, esposizione ad elevati tassi di
umidità, “ammodernamenti” estremamente invasivi con nuove gessature e incamottature…) e ha permesso di scoprire opere di estremo interesse: da ricordare l’antico Sant’Antioco di Perdasdefogu, la Madonna di Monserrato di Ulassai (entrambi del XVI secolo), il San Giovanni Battista in estofado de oro un
tempo “decollabile” in occasione della
questua ad Ussassai (XVII sec.), la Madonna del Buoncammino di Gairo, trasformata nel XIX secolo in Madonna di
F. D’Aspro, Donna che partorisce sulla testa del drago
Bonaria.
Pinacoteca Nazionale di Cagliari: La pittura dei fondi d’oro - Incontri al museo
Da settembre 2008 la Pinacoteca Nazionale di Cagliari ha ospitato un ciclo di incontri
sulla pittura su tavola in Sardegna tra il XIV ed il XVI secolo, concluso nell’anno in corso.
Le conferenze sono state tenute da storici dell’arte della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna, da docenti delle Università di Cagliari
e Sassari e da altri studiosi. Le relazioni, incentrate sulla pittura dai fondi d’oro, hanno
preso in considerazione principalmente la raccolta dei retabli della Pinacoteca che co142
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
stituisce il gruppo pittorico più significativo della Sardegna. Le conferenze erano prevalentemente rivolte agli studenti universitari, ma il taglio divulgativo ne ha consentito
la fruizione anche da parte di un più ampio pubblico.
Calendario degli appuntamenti del 2008
25 settembre– Lucia Arbace – Soprintendente BSAE della Sardegna, e Pasquale Mistretta, Magnifico Rettore dell’Università
di Cagliari hanno presentato il calendario
degli appuntamenti in Pinacoteca (da ottobre 2008 a maggio 2009), a cui è’ seguita
una visita guidata al Retablo della Madonna di Bonaria, ricomposto nella Pinacoteca Nazionale.
2 ottobre – Roberto Coroneo – Università
di Cagliari “La tecnica dei retabli pittorici
verificata sul Libro dell’Arte di Cennino Cennini.
16 ottobre – Marcella Serreli – Soprintendenza BSAE della Sardegna “Le origini del
fondo d’oro dei retabli in Sardegna”.
6 novembre– Maria Paola Dettori – Soprintendenza BSAE della Sardegna “Deiparae Virgini dicatum. La Madonna del
Latte di Bonorva.
20 novembre – Tavola Rotonda sul futuro
dei beni culturali, cui hanno partecipato
rappresentanti dell’Università, delle Istituzioni e degli Enti locali.
4 dicembre – Maria Grazia Scano – Università di Cagliari “Il Maestro di Castelsardo”. M. Cavaro, Retablo di Bonaria, Tavola centrale,
prima metà XVI sec.
18 dicembre – Gabriele Borghini,Soprintendente BSAE di Siena e Grosseto “Memmo di Filippuccio: un artista del primo Trecento.
143
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
PROGETTI REALIZZATI NEGLI ANNI 2007 - 2008 / PROGETTI IN CORSO
SEDE DI CAGLIARI
IMPORTO
INVESTIMENTO
FONTE
DI FINANZIAMENTO
Cagliari - Chiesa S. Mauro Somma
Urgenza 2006
€ 25.810,00
Perizia 33/06
Cap. 5130 MIBAC - P. O.
2008
Maracalagonis - Chiesa Beata
Vergine Assunta
restauro sculture lignee
€ 20.000,00
Perizia 36/07
Cap. 5130 MIBAC
Buggerru - Cimitero
Restauro monumenti
funerari
€ 33.196,00
Perizia 38/07
Cap. 5130 MIBAC
Cagliari - Chiesa
San Lucifero Restauro
dipinti e suppellettili
€ 60.000,00
Perizia 22/07
Cap. 5130 MIBAC
Suelli- Chiesa San Giorgio
Restauro coro e suppellettili
€ 61.000,00
Perizia 27/07
Cap. 5130 MIBAC
Cagliari- Arcidiocesi
Restauro sculture
€ 49.000,00
Perizia 28/07
Cap. 5130 MIBAC
Capoterra- Chiesa
Santa Barbara
Restauro altari marmorei
€ 59.992,00
Perizia 19/07
Cap. 5130 MIBAC
Cagliari-Fiera Campionaria
Restauro Trittico pittorico
€ 25.000,00
Perizia 26/07
Cap. 5130 MIBAC
Ales- Duomo San Pietro
Restauro paramenti sacri
€ 37.796,00
Perizia 23/07
Cap. 5130 MIBAC
Ales - Terralba - Museo
Diocesano Restauro sculture
e paramenti
€ 52.204,00
Perizia 24/07
Cap. 5130 MIBAC
Oristano Chiesa Santa Chiara
Somma urgenza Restauro affreschi
€ 25.800,00
Perizia n. 20/2007
Cap.5130 MIBAC
Cagliari - Pinacoteca
Nazionale
Restauro materiali tessili
€ 30.000,00
Perizia 25/07
Cap. 8281 MIBAC
Cagliari – Sestu e Settimo S.Pietro
restauro sculture lignee
€ 30.000,00
Cap. 5130 MIBAC
Iglesias – Diocesi Tele e Sculture
€ 30.000,00
Cap. 5130 MIBAC
Oristano – Arcidiocesi Sculture lignee
€ 70.000,00
Cap. 5130 MIBAC
Ales Arcidiocesi dipinti e sculture
€ 40.000,00
Cap. 5130 MIBAC
IMPORTO COMPLESSIVO
Vedi nota pag. 205
144
€ 649.798,00
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Sardegna
SEDE DI SASSARI
IMPORTO
INVESTIMENTO
FONTE
DI FINANZIAMENTO
Sassari – Chiesa di Santa
Maria di Betlem - Restauro
altari lignei
€ 100.000,00
Perizia 1075/07
Cap. 5130 MIBAC
Sassari - Basilica del Sacro
Cuore - Restauro dipinti
murali
€ 20.000,00
Perizia 1078/07
Cap. ex 7834 MIBAC
La Maddalena – Compendio
Garibaldino di Caprera
Restauro cimeli
€ 88.287,60
Perizia 1019 bis/07
Cap. 8281 MIBAC
Ozieri – Museo diocesano
Restauro opere d’arte
€ 30.000,00
Cap. 5130 MIBAC
Diocesi di Lanusei
Restauro statue lignee
€ 16.000,00
Cap. 5130 MIBAC
La Maddalena – Compendio
Garibaldino di Caprera
Manutenzione e restauro
cimeli garibaldini
€ 435.528,00
Fondi lotto MiBAC
Dorgali – Chiesa di S. Caterina d’Alessandria
Restauro dipinti e statue
lignee
€ 66.350,00
Cap. 2065/1 MiBAC
Martis – Chiesa di S. Giovanni e chiesa di S. Pantaleo
Restauro altare, statue
e dipinti
€ 40.000,00
Cap. 2065/1 MiBAC
Nuoro, Orani, Escolca,
Gergei – Chiese della
provincia, restauro tavole
dipinte e polittici
€ 45.000,00
Cap. 2065/1 MiBAC
Sassari – Chiesa di S. Maria
di Betlem – Restauro altari
lignei
€ 85.000,00
Cap. 2065/1 MiBAC
€ 138.600,00
Cap. 7433/2 MiBAC
Sassari – Mus’a Pinacoteca
al Canopoleno – Adeguamento funzionale e restauri
di dipinti, grafica
e manufatti lignei
Vedi
nota 1COMPLESSIVO
IMPORTO
€ 1.064.765,60
Vedi nota 1 pag. 205
145
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER LA SARDEGNA
LA STORIA E LE COMPETENZE
Soprintendente
Marinella Ferrai Cocco
Ortu
Referente per il progetto
M. Rosaria Lai
Via Marche, 17
09127 Cagliari
Tel 070 401610
Fax 070 401920
[email protected]
www.sacasardegna.org
146
E’possibile riconoscere sin dalle origini una linea di continuità,
pur nei cambiamenti istituzionali e delle competenze avvenuti
in questo lungo lasso di tempo, nell’azione dell’amministrazione archivistica in Sardegna nel campo degli archivi non statali, cioè dei complessi documentari appartenenti agli enti
pubblici, ai privati e agli enti ecclesiastici.
Infatti gli inizi di tale azione si possono già identificare alla fine
dell’Ottocento quando vi fu un riflesso anche nell’isola delle
importanti deliberazioni votate nel corso del Sesto Congresso
Storico Italiano, tenutosi a Roma nel 1895. In quella sede, all’unanimità, si sollecitò l’intervento diretto dello Stato per l’ordinamento e l’inventariazione degli archivi storici dei più
importanti comuni, curie vescovili, parrocchie e di ogni altro
ente morale sparsi sul territorio nazionale, attraverso l’opera
dei propri funzionari specializzati.
Il governo di allora non fu sordo all’autorevole invito e aderì alla
richiesta degli studiosi; pertanto anche in Sardegna Silvio Lippi
e Michele Pinna, in servizio presso l’Archivio di Stato di Cagliari,
furono incaricati di provvedere al riordino e all’inventariazione
dei fondi documentari comunali rispettivamente del capoluogo
e della città di Iglesias. Successivamente, a seguito di accordi
con le autorità religiose preposte, la medesima operazione fu
conclusa, a cura di Michele Pinna, per l’archivio del Capitolo metropolitano di Cagliari.
Sin dall’esordio di quella che già allora era definita l’attività di
vigilanza sugli archivi non statali sardi, si delineavano due delle
costanti che caratterizzeranno sino ai nostri giorni la stessa attività: la particolare attenzione agli archivi ecclesiastici e, nel
quadro degli archivi comunali, la volontà di dare una descrizione più esaustiva possibile, attraverso il censimento, della situazione di tali rilevanti complessi archivistici.
All’epoca la competenza nel settore era affidata dal R. D. 31 dic.
1891, n. 745, agli Archivi di Stato. Quando poi, a seguito della L.
22 dic. 1939, n. 2006, furono istituite le Soprintendenze archivistiche, con il compito specifico di occuparsi del controllo sugli
archivi non statali, l’isola non ebbe un ufficio tutto per sé ma
fece capo alla Soprintendenza per la Liguria, la Lunigiana e la
Sardegna, con sede a Genova. Nonostante questo palese handicap l’attività di vigilanza conobbe egualmente un incremento
e in particolare nel campo degli archivi privati con la prima dichiarazione di notevole interesse storico di una raccolta privata,
quella del professor Ovidio Addis, nel 1959.
Un ulteriore, notevole miglioramento della situazione si ebbe
con l’istituzione, a seguito del D. P. R. 30 sett. 1963, n. 1409, finalmente della Soprintendenza Archivistica per la Sardegna.
Benché con un organico ridotto al minimo, il solo soprintendente e pochi collaboratori amministrativi, l’Istituto riuscì a dispiegare un’ampia azione, sfruttando le nuove possibilità di
intervento previste dalla normativa del 1963 all’interno della
quale le competenze inerenti la tutela giuridica della demanialità degli archivi statali e pubblici e la vigilanza sugli archivi
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
non statali erano organicamente disegnate.
In particolare furono incrementate le ispezioni e i censimenti negli archivi comunali, i
contatti con i privati per la dichiarazione di notevole interesse storico di diversi archivi
e raccolte, la proficua politica di collaborazione e di reciproca fiducia con le autorità ecclesiastiche a favore degli archivi del settore.
Se in precedenza le grandi capacità e il prestigio personale del soprintendente, il dottor
Giovanni Todde, avevano sopperito alla grave carenza di personale, il successivo ingresso
di funzionari e impiegati, sul finire degli anni Settanta, rispondeva alla vastità dei compiti previsti per legge in un territorio regionale tra i più estesi d’Italia.
La dimensione maggiore dell’attività di vigilanza in tutti i settori, dovuta appunto alla
presenza di un congruo numero di funzionari, ha portato a risultati tangibili che mostrano una situazione assai diversa, e in meglio, rispetto al passato. Più censimenti, ordinamenti e inventari di archivi di enti locali, di enti ecclesiastici e di privati e soprattutto
una crescita della consapevolezza dell’importanza del bene culturale archivistico tra i
soggetti proprietari, sono il frutto di questi anni di lavoro.
Per arrivare a tali risultati la Soprintendenza Archivistica per la Sardegna priva, tranne
casi relativamente sporadici, di finanziamenti ministeriali da erogare - concessi, quando
disponibili, soprattutto a favore degli archivi ecclesiastici e privati - ha avuto il merito di
incoraggiare da subito i comuni e le province ad utilizzare, per l’ordinamento e l’inventariazione dei propri archivi, i fondi messi a disposizione dalla Regione Autonoma della
Sardegna, prima nell’ambito delle misure contro la disoccupazione giovanile, poi come
risorse per impiantare e migliorare i servizi culturali.
L’attuale quadro legislativo, rappresentato a livello nazionale dal Codice dei Beni Culturali (Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) e successive modifiche e integrazioni,
continua ad attribuire l’attività di vigilanza in campo archivistico non statale alle Soprintendenze archivistiche, regolandone l’attività ispettiva e prevedendo, per la prima
volta, anche sanzioni amministrative e penali nei confronti dei contravventori ad alcuni
degli obblighi fissati per legge a favore del bene culturale archivistico. Lo stesso Codice
peraltro richiama ad una maggiore cooperazione con le regioni e gli enti pubblici territoriali nelle funzioni di tutela e valorizzazione; la Soprintendenza Archivistica ha da
tempo maturato la cultura della collaborazione, in particolare con la Regione.
Anche l’intervento a favore degli archivi ecclesiastici, tradizionalmente presente nell’azione della Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, ha ricevuto una ratifica normativa, a seguito della riforma del Concordato del 1984 e dalla successiva intesa del 18
aprile 2000 tra il Ministro per i Beni Culturali e il Presidente della Conferenza Episcopale
Italiana, ripresa nel corpo del Codice Urbani.
In ambito regionale la recente legge emanata dalla Regione Autonoma della Sardegna,
la n. 14 del 20 settembre 2006, oggetto anch’essa di modifiche e integrazioni, pur non
dando forse alla competenza statale il rilievo dovuto, riconosce in modo organico e continuativo la possibilità di erogare finanziamenti agli enti locali per l’ordinamento e l’inventariazione dei propri archivi.
Esistono quindi le condizioni sul piano normativo per proseguire e incrementare l’attività intrapresa da più di un secolo dall’amministrazione archivistica statale in Sardegna per la tutela e la valorizzazione del bene culturale archivistico non statale. Ci si
augura che l’attuale periodo di crisi economica, che incide anche sui finanziamenti del
nostro Dicastero, venga presto superato per poter continuare a dispiegare un’azione
istituzionale all’altezza dei compiti previsti.
LA SEDE
La Soprintendenza Archivistica per la Sardegna ha sede dal 1996 nella cosiddetta Casa
Barrago edificata, ai primi del Novecento, dall’imprenditore ligure Agostino Casaccia in
località Is Stelladas, allora periferica rispetto al quartiere storico di Villanova.
Nel 1941, parecchi anni dopo il ritorno del Casaccia in Liguria, la palazzina venne venduta
a Francesco Barrago, industriale cagliaritano che operava nel settore delle concerie, che
vi si trasferì con la famiglia.
Dichiarata di interesse storico artistico dal Ministero della Pubblica Istruzione (D.M. 9
luglio 1974) perchè apprezzabile esempio di architettura civile in stile liberty, Casa Bar-
147
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
rago fu acquisita nel 1987, dietro esercizio
del diritto di prelazione, dal Ministero dei
Beni Culturali e Ambientali e destinata a
sede della Soprintendenza.
Composto da un piano rialzato e da un primo piano, l’edificio presenta una facciata
movimentata oltre che da tre piccoli balconi,
dalla varietà di decorazioni in terracotta che
incorniciano e sottolineano le aperture, il cornicione e le paraste; l’interno è caratterizzato da uno spazioso androne e da una bella scalinata con ringhiera originale in ferro
Casa Barrago - esterno battuto e, soprattutto, da delicate tempere fedelmente riprodotte sulle pareti e sui
soffitti. Una porta sul retro introduce in un piccolo giardino.
In seguito all’intervento di restauro, diretto dalla Soprintendenza ai Beni AAAS per le
province di Cagliari e Oristano, la palazzina è quindi
divenuta una sede funzionale, con spazi dedicati ai
servizi generali e al pubblico, agli impiegati ed alla
biblioteca.
La Biblioteca
Con l’istituzione della Soprintendenza, nel 1963,
nasce la biblioteca specializzata ad uso interno, allo
scopo di fornire ai funzionari l’apporto necessario
di strumenti di studio e approfondimento indispensabili all’attività istituzionale.
La biblioteca possiede circa 8.000 pubblicazioni tra
riviste, collane, materiale audiovisivo e monografie
di carattere storico-sociale, archivistico, paleografico e giuridico.
Di notevole interesse è la sezione riguardante la
Sardegna, ricca di circa 2.000 opere relative alla storia, agli usi e ai costumi dei diversi centri abitati
Casa Barrago - interno
nonché di pubblicazioni a carattere archeologico,
artistico e ambientale.
Il fondo librario viene potenziato con gli acquisti gestiti direttamente dall’Istituto, con
i volumi inviati dal Ministero, con i doni delle varie istituzioni culturali e mediante gli
scambi con gli enti locali.
Tra le opere di particolare pregio si segnalano: un manoscritto [Amministrazione della
chiesa di Santa Croce] dei primi del Cinquecento; i Commentaria et Glossa in Cartam de
Logu di Geronimo Olives (Sassari, 1617); la Descrizione storica degli ordini religiosi compilata sulle Opere del Bonanni, d’Helyot, dell’Ab. Tironi di Luigi Cibrario (Torino, 1845); il
Codex diplomaticus Sardiniae a cura di Pasquale Tola (Torino, 1861); il Codice diplomatico
di Villa di Chiesa in Sardegna a cura di Carlo Baudi di Vesme (Torino, 1877).
Nutrito il numero delle riviste, circa 170 testate tra periodici, riviste scientifiche, storiche
ed archivistiche e delle pubblicazioni a carattere regionale, attinenti ad attività culturali e ad iniziative locali.
LE POLITICHE TERRITORIALI ATTUATE NELL’ULTIMO BIENNIO
L’organico della Soprintendenza è composto da un dirigente ad interim e da 23 unità di
personale dei diversi profili, inserite nei servizi:
Direzione
- Soprintendente, Vice - soprintendente
148
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
Affari generali organizzativi e di pianificazione
Servizi generali, amministrativi e del personale
Protocollo e servizi informatici
Vigilanza e tutela sugli archivi degli enti pubblici
Province di: Cagliari, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Oristano, Sassari, Ogliastra,
Olbia-Tempio, Nuoro
Vigilanza e tutela sugli archivi privati
- Famiglia e persona, Minerari, Imprese, Istituti di credito, Associazioni, Partiti e Sindacati
Tutela sugli archivi ecclesiastici
- Diocesi di Castelsardo Tempio Lanusei, Diocesi di Ales e Nuoro, Arcidiocesi di Sassari e
diocesi di Ozieri, Arcidiocesi di Cagliari e diocesi di Iglesias, Arcidiocesi di Oristano e
diocesi di Alghero Bosa
Commercio ed esportazione
Valorizzazione
- Attività culturali, didattica
Biblioteca
URP
L’Istituto nel biennio ha proseguito nella attuazione di una azione incisiva per innovare la
gestione generale, al fine di fornire servizi di qualità agli utenti, stimolando la partecipazione dei collaboratori e rendendoli attori principali del cambiamento non solo organizzativo ma anche tecnologico. Tutto il personale infatti è dotato di casella di posta ed ha
l’accesso alla RPV e alla Intranet. Nel 2006 è entrato a regime il protocollo informatizzato,
in collegamento diretto con i flussi documentari, accompagnato dall’utilizzo generalizzato
della posta elettronica nella gestione delle comunicazioni all’interno e all’esterno che,
anche in seguito alla recente assegnazione di casella postale sicura, è destinata a prevalere
nei rapporti istituzionali. L’uso strategico del programma informatico di contabilità ha consentito il controllo delle risorse ai fini di una loro oculata gestione; gli acquisti necessari
alla funzionalità dell’Ufficio sono stati effettuati, ove conveniente, accedendo al mercato
elettronico della Consip e con l’utilizzo della firma digitale. Il sito internet, che presenta la
modulistica in rete, è continuamente aggiornato con le news sull’attività di valorizzazione.
Gli archivi degli enti pubblici
Gli archivi degli enti pubblici presenti in Sardegna e sui quali la Soprintendenza Archivistica esercita la vigilanza, sua competenza primaria, sono circa un migliaio, globalmente considerati.
Tra gli archivi vigilati rientra la grande categoria degli archivi comunali, in numero di 377,
distribuiti in otto province; agli archivi storici delle cosiddette “città regie” (Cagliari, Sassari, Oristano, Alghero, Bosa, Iglesias e Castelsardo) e a quelli dei Comuni di più antica
tradizione spetta il ruolo di interlocutori privilegiati
nell’azione di tutela. Una posizione ancor più rilevante assume l’archivio del Comune di Cagliari, oggetto anche di
iniziative culturali congiunte nonchè l’archivio del Comune
di Sassari che ha recentemente inaugurato la nuova sede
del suo archivio storico.
Merita di essere ricordata la pluridecennale collaborazione
con l’archivio comunale di Iglesias e con quello di Oristano,
presso i quali si garantisce il funzionamento di una sezione didattica; con quest’ultimo inoltre sono stati or- Archivio comunale di Cagliari
ganizzati, nel biennio 2007 e 2008, anche due corsi di ag- Pace di Arborea (1388)
giornamento per addetti agli archivi storici.
Ultimamente molti enti pubblici, ai fini di una corretta impostazione delle metodolo-
149
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
gie di formazione e gestione degli archivi correnti, hanno fatto frequentemente ricorso alla consulenza della Soprintendenza per l’informatizzazione del protocollo e l’adozione dei
manuali di gestione delle Unità organizzative omogenee.
Nel quadro della politica di valorizzazione delle memorie locali perseguita dalla Regione sarda diversi comuni hanno beneficiato di notevoli risorse per la ristrutturazione e l’adeguamento delle sedi da adibire ad archivio storico; altri contributi sono stati accordati invece per progetti di digitalizzazione, di riordinamento e restauro della documentazione. La
Soprintendenza ha svolto il suo ruolo non solo autorizzando,
quando previsto dalla normativa, i vari interventi, se risultati
conformi alla stessa, ma anche partecipando spesso alla fase
di elaborazione ed attuazione degli stessi progetti.
Se si mettono a confronto i dati relativi all’attività di tutela e
conservazione degli anni 2007-2008, emerge chiaramente un
trend in crescita che denota un incremento in diversi settori.
Archivio comunale di Ad esempio i pareri e le consulenze fornite a domanda delOristano - Llibre de Regiment
(1479 - 1578) l’utenza per questioni attinenti ai locali d’archivio e ai sistemi
di archiviazione sono stati 17 nel 2007 e 19 nel 2008; i censimenti realizzati direttamente sono passati da 6 a 28 mentre le schede redatte sono
state 8.247 nel 2007 e 69.612 nel 2008. Ugualmente in crescita le operazioni di scarto effettuate nel rispetto delle procedure in vigore: i nullaosta concessi, infatti, sono stati 34
nel 2007 e 50 nel 2008.
Le autorizzazioni e i progetti per l’esecuzione di interventi di restauro, ordinamento e digitalizzazione, invece, sono stati complessivamente 35, dei quali 15 portati a completamento nel biennio considerato ed i rimanenti ancora in corso.
Un’attenzione specifica è stata riservata al recupero degli archivi sanitari. In tale settore è da segnalare il salvataggio dell’archivio dell’Ospedale di Sant’Antonio di Cagliari,
la più importante struttura cittadina nel suo genere trasformatasi nel XIX secolo con
l’affidamento ai frati dell’Ordine di San Giovanni di Dio nell’omonimo ospedale; il fondo
documentario, ora conservato nell’Archivio di Stato di Cagliari, è oggetto di un lavoro di
riordinamento e inventariazione da parte di due funzionari della Soprintendenza archivistica. Altrettanto importante l’azione di tutela nei confronti dell’archivio storico
dell’Ospedale civile Santissima Annunziata di Sassari, culminata nella partecipazione all’operazione di restituzione all’ente ospedaliero di quattro manoscritti dei secoli XVIIXVIII, individuati e recuperati a Miami (Florida, USA) dal Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale, Nucleo di Sassari.
Il D.P.R. 8/03/1999 n. 275, come è noto, ha esteso a tutte le Istituzioni scolastiche la natura di ente pubblico, facendo ricadere i loro archivi sotto la tutela delle Soprintendenze. In accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale si è pertanto avviata un’opera di
divulgazione della normativa ministeriale in materia di archivi presso le scuole sarde, illustrando il ruolo dell’Istituto e sollecitando una fattiva collaborazione; i primi risultati
si sono avuti tra il 2006 e il 2007 con diverse richieste di autorizzazione allo scarto, derivanti principalmente dalla perenne carenza di spazi di cui soffrono gli edifici scolastici. Dopo questa fase l’azione della Soprintendenza si è fatta più incisiva e nel 2008 ha
portato alla realizzazione di un programma di ispezioni e censimenti negli archivi scolastici più importanti della città di Cagliari e dintorni: sono stati censiti 23 archivi, per un
totale di circa 40.000 pezzi.
Una menzione a parte merita l’archivio dell’Ispettorato scolastico provinciale di Cagliari,ufficio statale soppresso, che giaceva presso la scuola elementare cagliaritana Sebastiano Satta e che è stato oggetto di un’azione di rivendica. La documentazione (264
unità documentarie relative agli anni 1923-1981), a conclusione del procedimento, è stata
versata, nel 2008, all’Archivio di Stato di Cagliari, competente per territorio.
Analoga azione di rivendica è stata effettuata a favore dello stesso Archivio di Stato che
ha riottenuto 36 pezzi dell’archivio del Comando federale della GIL di Cagliari mentre il
150
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
Comune di Castelsardo ha riacquisito 15 registri di deliberazioni consiliari del XVII secolo
e altri documenti sciolti dei secoli XVI-XVIII, dispersi dall’inizio del secolo scorso; il Comune di Quartu ha restituito invece a quello di Burcei i documenti in suo possesso.
Il processo di trasformazione dell’apparato amministrativo dello Stato con la modifica
dello status giuridico degli uffici statali finanziari in Enti pubblici ed Agenzie ha comportato un’azione sinergica della Soprintendenza e dell’Archivio di Stato di Cagliari nella
delicata fase di individuazione della documentazione di pertinenza statale e di quella
da far confluire nel nuovo organismo; i due Istituti hanno effettuato il censimento di
detta documentazione, seguendone le operazioni di scarto. In particolare la cessazione
dell’attività della Manifattura Tabacchi, struttura afferente inizialmente al Ministero
delle Finanze e poi gestita da privati nella fase finale della sua esistenza, ha sollecitato,
dato il grave pericolo di dispersione, ad un pronto intervento; la documentazione di tale
stabilimento industriale, sorto a Cagliari nella metà del Settecento, rappresenta infatti
una fonte preziosissima per la storia dell’industria, dell’economia e della società cittadina (basti pensare al ruolo che la Manifattura ha avuto nelle prime rivendicazioni salariali delle lavoratrici ). Per tali motivi questo fondo, ricco di oltre 3.000 pezzi tra buste
e registri, è oggetto, da alcuni anni, di un intervento di tutela per il recupero allo Stato
della sua parte superstite: l’ultimo versamento all’ Archivio di Stato Cagliari risale al
2008.
Il Progetto SIUSA
Dal 2006 ha preso avvio, grazie ad un finanziamento ministeriale, il Progetto SIUSA (Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche) finalizzato alla creazione di una banca dati descrittiva del patrimonio archivistico tutelato nel territorio
regionale.
Un’operazione che è ancora in corso e che ha consentito la redazione di 1.500 schede relative agli archivi storici dei Comuni e agli archivi aggregati (ECA, Barracellato, Patronati scolastici, Uffici di Conciliazione, Monti frumentari etc… ), elaborate sulla base dei
dati, relazioni e censimenti prodotti dall’Ufficio nello svolgimento della sua attività.
Gli archivi privati
Per quanto attiene agli archivi privati l’attività di tutela è stata rivolta quasi totalmente
ai lavori di censimento preliminari all’emissione di dichiarazioni di interesse storico particolarmente importante.
E’ stata dedicata particolare attenzione alla documentazione prodotta dalle cessate imprese minerarie italiane e straniere, attive nell’isola fin dall’Ottocento, per arrivare ad un
ulteriore rinnovo del vincolo, ad integrazione dei provvedimenti emessi nel 1994 e nel
2006. In occasione delle visite effettuate presso l’archivio IGEA, dove tale documentazione è confluita, sono state compilate 4.342 schede ricavando i dati da 1.404 buste,
2.589 fascicoli, 150 registri, 166 scatole, 19 schedari. La rilevazione
è in fase di completamento e si prevede l’emissione di un nuovo
provvedimento entro l’anno (case history n°1).
Sempre in ambito minerario è stato dichiarato l’archivio familiare
Sanna Castoldi, comprendente la documentazione relativa alla
figura, di grande rilievo, dell’imprenditore Giovanni Antonio
Sanna; la documentazione, di natura anche tecnica (pezzi 70),
contribuisce a far luce sull’attività della miniera di Montevecchio
e su aspetti meno noti della vita del proprietario, la cui collezione
archeologica costituisce il nucleo principale del Museo Nazionale
Sanna di Sassari.
In seguito alla firma di un protocollo d’intesa con l’ENEL e la Regione Sardegna si è, inoltre, completata l’acquisizione digitale
dell’archivio ENEL Angelo Omodeo (pezzi 480), fonte di primaria Giovanni Antonio Sanna
importanza per la storia dell’industrializzazione del territorio isolano: intervento fortemente sollecitato dalla Soprintendenza nel momento in cui i vertici dell’Ente avevano deciso, in accordo con il MiBAC, il trasferimento di tutta la
documentazione esistente a livello nazionale presso il loro Archivio centrale, a Napoli.
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
I succitati archivi d’impresa sono oggetto di frequente consultazione; nel biennio sono
stati emessi 105 provvedimenti per la relativa autorizzazione: 84 per l’IGEA, 10 per l’Associazione Industriali Province della Sardegna Meridionale, 2 per quella degli Industriali
del Nord Sardegna, 7 per la Società Bonifiche Sarde e 2 per l’ENEL.
Anche al di là di questo settore, la Soprintendenza ha privilegiato negli ultimi anni gli
archivi contemporanei. Tra gli archivi politici, che rivestono un ruolo fondamentale come
fonte storica, è stato dichiarato di interesse particolarmente importante l’archivio
della Fondazione Sardinia, che contiene la documentazione del Partito Sardo d’Azione a
partire dal 1944, mentre nel 2008 è stato sottoposto a vincolo l’archivio della Cooperativa La Tarantola (146 pezzi fra registri, cartelle, cassette audio e video) che conserva la
memoria della storia, della cultura, della politica delle donne dal 1966. Per quanto riguarda gli archivi di personalità, si è seguito il censimento dell’imponente archivio personale e professionale dell’ingegnere Bruno Cipelli (1889-1970) che, nel corso di una
lunga carriera nel Genio Civile, ha lasciato in Sardegna, ma anche a Firenze, Lucca e Littoria il segno del passaggio epocale dallo stile eclettico-storicista a quello razionalista.
Si sono curate le procedure per donazioni, trasferimento fra terzi e restituzioni di materiale in possesso di privati. L’Archivio di Stato di Cagliari ha ricevuto in donazione l’archivio della Direzione e Segreteria provinciale di Cagliari del Partito Liberale italiano, già
appartenuto all’on. Francesco Cocco Ortu junior, leader sardo del PLI. Sempre all’Archivio di Stato di Cagliari sono state donate due pergamene (XIX e XX secolo) e 24 pezzi dell’archivio dell’architetto Salvatore Rattu, uno dei maggiori esponenti del movimento
razionalista in Sardegna. All’Archivio di Stato di Sassari sono stati donati l’archivio della
tipografia Chiarella (1922-1960) e la seconda tranche della raccolta Mattone relativa
alla vita politica sarda, e sassarese in particolare, dal 1970 al 2000; l’archivio privato Luperi è stato invece acquistato dal Comune di Oristano.
L’archivio Amat di San Filippo, il più importante archivio gentilizio dell’isola, è stato oggetto di richieste di autorizzazioni alla consultazione anche dall’estero, e si è consentita
altresì la digitalizzazione di alcune pergamene di grande formato.
Gli archivi ecclesiastici
Concorrere con le autorità ecclesiastiche alla salvaguardia dell’ingente e prezioso patrimonio, che gli archivi delle molteplici istituzioni affidate alla loro giurisdizione custodiscono, è l’obiettivo che la Soprintendenza sta perseguendo da oltre trent’anni e
che ha consentito l’interazione finalizzata ad assicurarne la conservazione e agevolarne
la fruizione. Tali fonti, risalenti fino all’XI secolo, rivestono infatti un ruolo determinante
per l’alta valenza che esse assumono in un panorama archivistico come quello sardo, oggettivamente povero di documentazione anteriore al XVIII secolo. L’acquisizione di informazioni sulla consistenza quantitativa e qualitativa dei 10 archivi storici diocesani,
degli altrettanti archivi capitolari, di oltre 500 archivi parrocchiali, di quelli più significativi degli Ordini religiosi e di alcune Associazioni laicali ha consentito un’azione mirata, diversificata e resa sempre più incisiva per effetto della recente introduzione di
strumenti legislativi specifici, poi raccordati nel Codice dei Beni Culturali.
In detto contesto si collocano anche le attività svolte nel 2007-2008 tra le quali si distinguono quelle connesse agli interventi di ordinamento e inventariazione dell’archivio del
Capitolo di Alghero, svolti sotto il controllo scientifico della Soprintendenza e cofinanziati
dalla Diocesi di Alghero-Bosa e dal MiBAC (case history n° 2).
Nel contempo si è sviluppata anche la multidirezionale collaborazione con l’Arcidiocesi di Oristano per la quale è stato avviato un intervento a favore dell’ archivio del Capitolo arborense, finora inaccessibile, sfociato in un primo strumento analitico di consistenza
e consultazione di tutti i 376 registri che vi sono custoditi e che risalgono agli albori del
Cinquecento. Il reperimento fortuito di ulteriore materiale documentario relativo all’archivio
del Seminario arcivescovile ha portato alla compilazione di oltre 1.200 schede e ha imposto
l’adeguamento di un dettagliato elenco già predisposto dalla stessa Soprintendenza.
L’ininterrotta e proficua intesa con la Diocesi di Iglesias, che in passato usufruì di finanziamenti ministeriali per l’ordinamento e l’inventariazione dell’archivio storico
diocesano, ha condotto, nel periodo in questione, a concorrere all’ideazione del convegno dedicato agli archivi storici diocesani della Sardegna.
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
All’archivio arcivescovile di Cagliari e a quelli vescovili di Ales e di Alghero-Bosa, invece, si è fornita la consulenza tecnica per la predisposizione
di progetti di restauro.
Sono inoltre proseguiti, a cura della Soprintendenza, i lavori di inventariazione dell’archivio
della Provincia Francescana degli Osservanti di
Sardegna; nel complesso archivistico, che risale al
XVI secolo, sono confluiti anche gli archivi di 20
conventi dell’Ordine, quello del Commissariato di
Terra Santa e quello della Confraternita dei SiciL’immagine di Santa Chiara in un registro liani, per un totale di circa 1.000 unità.
dell’Archivio del Capitolo di Iglesias
(1695 - 1706) Un simile intervento ha riguardato anche le circa
700 unità dell’archivio del Convento cagliaritano
di N.S. di Bonaria dell’Ordine dei Mercedari che, nel corso del 2008, la Soprintendenza ha
ampiamente valorizzato mediante tre iniziative espositive.
Per questi ultimi archivi si è avviata anche l’informatizzazione dei dati attraverso l’utilizzo del programma CEIar, proposto dalla Conferenza Episcopale Italiana su tutto il territorio nazionale.
Il restauro
Grande impegno ha richiesto la vigilanza sugli interventi di restauro che enti pubblici
o privati, civili o ecclesiastici intendono realizzare con fondi propri o con finanziamenti
regionali sugli archivi sottoposti alla tutela statale. Tale compito infatti non si esaurisce
con il semplice provvedimento autorizzativo che comporta comunque l’analisi dei progetti e la formulazione delle eventuali prescrizioni di modifica, ma spesso implica per
la Soprintendenza un’intensa attività di consulenza preliminare e, talvolta, anche di
progettazione.
La tendenza da parte dei detentori di archivi ad accedere ai programmi di restauro, predisposti dalla Regione Autonoma della Sardegna, pur quando non se ne ravveda la necessità o quando persistono fattori di criticità connessi alle situazioni logistiche e di
ordinamento negli archivi coinvolti, espone ad ulteriori rischi la documentazione ed induce a sprechi di risorse. Per limitare gli aspetti negativi e rendere più incisiva l’azione
amministrativa tra questo Istituto e l’Assessorato regionale per i Beni Culturali si stipulò,
a dicembre 2006, l’ Accordo per lo snellimento e la semplificazione del procedimento amministrativo in base al quale nel 2007 è stata indetta la prima Conferenza di Servizi; in
questa sede, alla luce delle diverse competenze e dei diversi ruoli, sono state esaminate
17 domande per il restauro di 126 pezzi, autorizzato per 78 di essi con contestuale rilascio
dei provvedimenti autorizzativi per il trasferimento dei documenti al laboratorio.
In attesa della convocazione di una nuova Conferenza di Servizi, il 2008 è stato dedicato invece all’istruzione degli atti preliminari che hanno comportato la consulenza per
la stesura di ulteriori progetti relativi ad una decina di archivi.
Non si è mai interrotta inoltre la collaborazione con il Centro Tutela e Restauro della Regione Autonoma della Sardegna presso cui si eseguono le verifiche in corso d’opera e si
concordano le eventuali modifiche agli interventi autorizzati.
Frequenti sono stati i pareri in merito alla conservazione espressi dalla Soprintendenza
che ha agito anche direttamente per impostare gli interventi d’emergenza, come nel
caso del recupero dell’ archivio comunale di Capoterra, devastato dalla grave alluvione
abbattutasi sul paese nell’ottobre del 2008.
153
Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE
La Soprintendenza Archivistica ha, da sempre, riservato particolare attenzione alla promozione della conoscenza del ricco e variegato patrimonio archivistico locale. L’organizzazione di laboratori didattici, visite guidate, seminari e convegni; la realizzazione di
mostre, prodotti multimediali e a stampa ha, infatti, fortemente contraddistinto l’azione
dell’Istituto, particolarmente in occasione dei tradizionali appuntamenti della Settimana della Cultura e delle Giornate Europee del Patrimonio.
Numerose le iniziative concluse anche negli anni 2007-2008: tra esse spiccano, per lo
straordinario impatto sull’utenza, le mostre documentarie.
E’ d’obbligo citare, a questo proposito, la mostra Pazzescamente che, inaugurata a Cagliari in occasione della
Settimana della Cultura 2007, ha consentito di apprendere, attraverso i documenti dell’archivio provinciale,
del Manicomio di Villa Clara e dell’Archivio di Stato, le
storie dei malati di mente e delle strutture psichiatriche
cagliaritane dal medioevo ai giorni nostri. I contenuti
sono stati approfonditi nel volume Oltre il cancello, presentato nella medesima occasione, frutto anch’esso
della collaborazione con la Direzione Regionale, con la
Provincia, con l’Archivio di Stato di Cagliari e con la
Il C.d. Scoprire le carte
AM&D Edizioni.
Per la stessa Settimana è stata realizzata, sempre a Cagliari e insieme con le altre due
Soprintendenze, la mostra Dedicato a Villa Pollini in cui l’Archivistica ha curato il settore
dedicato al conte Gaetano Pollini, primo proprietario dell’edificio, del quale sono state
illustrate- con i documenti provenienti dai principali archivi del capoluogo e dall’archivio del comune svizzero di Mendrisio- la personalità e le attività.
In provincia di Sassari, il Palazzo baronale di Sorso ha ospitato il percorso espositivo Scoprire le carte nel quale sono stati approfonditi i temi legati alla storia, usi e costumi degli
abitanti della Romangia. Utili allo scopo sono stati i documenti dell’archivio del Comune
di Sorso e della locale Parrocchia di San Pantaleo, promotori dell’iniziativa, nonché il
materiale proveniente dall’archivio privato Amat di San Filippo; i documenti di questo
archivio sono stati riprodotti nel C.D. Scoprire le carte. Contributo alla storia della Romangia attraverso le carte dell’archivio Amat di San Filippo.
Ancora per la Settimana 2007 la Soprintendenza, accogliendo l’invito del Nucleo regionale dei Carabinieri per la Tutela, ha partecipato- relativamente al settore del recupero
dei beni archivistici- alla mostra Un’arma per la tutela, allestita a Sassari.
Altra iniziativa espositiva di forte richiamo è stata la mostra Itinerari di miniera. Storie
di migrazioni fra il Sulcis Iglesiente e la Germania organizzata, su invito e in collaborazione con il Comune di Iglesias, per le Giornate Europee 2007: i documenti dell’archivio
comunale e dell’archivio della società mineraria Monteponi-Montevecchio hanno raccontato le storie delle migrazioni effettuate tra il sud ovest della Sardegna e la Germania alla ricerca di un lavoro in miniera; il Comune e il Circolo dei sardi di Oberhausen
hanno dato il loro contributo all’iniziativa.
Inserite al di fuori di questi tradizionali appuntamenti ma ugualmente significative
sono state la mostra Tracce garibaldine, presentata a Cagliari, che ha illustrato attraverso le carte dell’archivio comunale, il ruolo della città e le iniziative dalla stessa messe
in atto per tenere vivo il mito dell’eroe e, in ambito ecclesiastico, la mostra Monsignor
Francesco Masones y Nin, fondatore del Seminario di Oristano, allestita ad Oristano con
il locale Seminario e la Diocesi e riproposta nel 2008. Di quest’ultima, che ha dato l’avvio al ciclo di manifestazioni celebrative dei 300 anni di vita dello stesso Seminario, è
stato recentemente pubblicato il catalogo.
La partecipazione alla mostra navigante Un mare di archivi, organizzata dalla Direzione
Generale Archivi e il completamento del Museo Casa Zapata, descritto come case history (n.3) completano l’attività espositiva del 2007.
Diversificano l’offerta culturale le giornate di studio, i convegni e i seminari, generalmente indirizzati ad un pubblico specialistico. E’ questo il caso di due convegni, uno con
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
l’Archivio di Stato di Cagliari, Un viaggio lungo sei secoli…, nel quale è stata illustrata una pergamena recentemente acquistata per lo stesso Archivio e l’altro,
Fonni ritrova il suo passato, tenutosi nella cittadina
del nuorese per presentare alcuni documenti recuperati dalla Soprintendenza e restituiti al Comune.
Tra le iniziative sostenute da altri enti e istituzioni
cui l’Archivistica è stata invitata a prender parte si segnala il convegno Gli archivi storici diocesani: traguardi e prospettive, curato dall’ANAI Sardegna e
dall’Archivio storico diocesano di Iglesias, nonché la
giornata programmata dai Lyons e dalla Parrocchia
di San Giorgio Martire di Quartucciu sul tema dell’
archivio storico parrocchiale.
Il 2008 è stato segnato dalla mostra Dal colle una
eco… sette secoli di storia, fede e cultura dei Mercedari
in Sardegna, celebrativa del Centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna e della visita, nell’isola, del Santo
Padre. Risultato della collaborazione con il Santuario
N.S. di Bonaria, il Comune di Cagliari e la Soprinten- Il manifesto della mostra “Dal colle una eco...”
denza BSAE e segnalata tra le eccellenze a livello nazionale, è stata parzialmente anticipata in occasione della Settimana della Cultura per
essere poi proposta nel mese di settembre. Ospite anche della nave Moby Drea durante
il pellegrinaggio lungo le coste sarde, l’esposizione ha inteso valorizzare il prezioso patrimonio posseduto dal Convento illustrando, attraverso i documenti, spesso inediti, del
suo archivio e diverse opere artistiche, l’origine e lo sviluppo del culto della Madonna,
l’affermazione dell’Ordine dei Mercedari, la fabbrica della basilica.
Il Liceo Euclide è stata la sede della mostra 1848-1948. La Sardegna dallo Statuto albertino alla Costituzione della Repubblica italiana e allo Statuto dell’Autonomia regionale,
inaugurata nell’ambito della Settimana con l’Archivio di Stato di Cagliari; il percorso ha
fatto conoscere agli studenti, cui era prevalentemente rivolto, le fasi più significative
dell’estensione all’isola dello Statuto albertino, della promulgazione della Costituzione
e dell’approvazione dello Statuto sardo, attraverso
le fonti documentarie dell’archivio storico comunale di Cagliari e dello stesso Archivio di Stato.
Per le Giornate Europee 2008 la Soprintendenza ha
allestito la mostra Cose…da matti! Storia e storie
del Manicomio di Sassari (con relativo catalogo),
frutto di una decennale collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale della ASL 1 e conclusione del progetto PIC Interreg III A, portato avanti
dallo stesso Dipartmento con la USL 6 di Livorno e
con la Direction des Affaires Sanitaires di Bastia. La
mostra, a carattere permanente e ospitata nei locali ristrutturati del vecchio reparto 1° Uomini, ricostruisce attraverso documenti provenienti dagli
archivi dell’ex Ospedale psichiatrico, della Provincia e dell’Archivio di Stato di Sassari, la storia dell’assistenza ai malati di mente del nord dell’isola
La mostra “Cose... da matti!”
dall’Ottocento alla chiusura dei manicomi.
Per quanto riguarda le altre attività di valorizzazione poste in essere in occasione dei due
principali appuntamenti culturali si segnalano Discovery: la scoperta. Gli archivi ci raccontano
le nostre radici in cui, nell’ambito della conferenza sull’importanza degli archivi locali, si
è illustrata l’attività del laboratorio didattico interdisciplinare voluto dal Circolo Didattico di Villacidro; Villa Pollini tra storia e leggenda, ciclo di proiezioni del filmato che ripropone i contenuti della mostra del 2007; la presentazione dei primi due numeri del Bollettino dell’Archivio storico del comune di Oristano, manifestazione in collaborazione con
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
l’ISTAR e con l’Arxiu de Tradicions de l’Alguer e, sempre ad Oristano, quella del D.V.D. Comprendere per diffondere: l’Amostassen a teatro che presenta il lavoro teatrale della locale Scuola Media n.1, momento conclusivo del laboratorio didattico pluriennale avente per
tema lo studio della figura dell’amostassen attraverso i documenti dell’archivio comunale.
Anche nel 2008 la Soprintendenza, punto di riferimento culturale per l’intero territorio
regionale, è stata invitata da enti e istituzioni a dare il proprio qualificato contributo per
la realizzazione degli eventi più significativi, divenuti talvolta degli appuntamenti fissi. E’ il caso per esempio di Cagliari Monumenti Aperti e Quartu Monumenti Aperti, voluti dalle due Amministrazioni comunali, della Giornata della Memoria e del seminario
Archivi e Storia contemporanea, organizzati ogni anno dall’Università di Cagliari.
Con la partecipazione alla tavola rotonda su Musei in avvenire e al convegno I codici minerari, statuti europei a confronto, entrambi incentrati sulle problematiche connesse
agli archivi minerari, la Soprintendenza ha proseguito nella sua azione a favore degli
archivi d’impresa mentre l’intervento alla cerimonia I verbali della Municipalità ritrovati,
voluta dal Comune di Castelsardo in occasione
della restituzione della documentazione recuperata, costituisce quasi l’atto finale della sua
azione di tutela. Si possono infine citare gli apporti dati ai convegni Archivi degli Enti Pubblici
e Privati: normative obbligatorie sulla conservazione documentale, promosso dall’Associazione Professionisti sardi; Gente e genti di
Monte Claro, organizzato dalla Provincia di Cagliari ed infine Storia, memoria, diritti dei cittadini: gli archivi della Regione Autonoma della
Sardegna curato dalla ANAI Sardegna e dalla
stessa Regione.
I Magazzini della Memoria
CASE HISTORY
1 - I Magazzini della Memoria
L’attività mineraria è stata, in Sardegna, la realtà industriale più rilevante che ha lasciato
importanti vestigia non solo per i chilometri di gallerie e per le grandiose opere di ingegneria, ma anche per l’immenso patrimonio documentario, testimonianza unica del
glorioso passato.
Il nucleo più consistente di tale documentazione prodotta dalle società minerarie dismesse, che riveste carattere sociale, amministrativo, contabile, tecnico, cartografico e
fotografico, nel 1994 è stato dichiarato, dopo un lungo e articolato lavoro di recupero, di
interesse storico particolarmente importante. Successivamente sono stati identificati
altri complessi archivistici, ancora dislocati in diversi siti e in parte non ordinati, che
hanno richiesto nuovi interventi di tutela.
Il censimento di primo livello ha consentito di compilare oltre 30.000 schede relative a
buste, registri, disegni, mappe, scatole e pacchi delle più diverse dimensioni che, conservati all’interno di strutture perlopiù inidonee, rischiavano di andare dispersi.
Per risolvere in maniera definitiva una tale situazione è stato appena completato, nell’ambito di un più generale progetto di riqualificazione e valorizzazione delle strutture
minerarie in disuso, il restauro dell’ex Magazzino centrale di Monteponi, scelto dall’IGEA
S.p.A., attuale proprietaria, come sede unica dell’archivio, la cui realizzazione si deve
anche al fattivo apporto della Soprintendenza Archivistica sia nel momento dell’individuazione della struttura che nella fase di elaborazione del progetto relativo ai locali,
agli arredi, alle attività di servizio.
Ottenuto dalla stessa Società, in partenariato con il Comune di Iglesias, un cospicuo finanziamento dalla Regione Autonoma, nell’ambito delle risorse del POR Sardegna
2000-2006, oggi il sogno di ridare continuità al suo passato, per anni vagheggiato dalla
comunità iglesiente, sta per divenire realtà e l’Archivio minerario disporrà della sede la
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
cui inaugurazione è prevista per l’anno in corso.
L’imponente edificio, recuperato nelle sue componenti costruttive originarie di diversa
epoca, ma con l’aggiunta degli adeguamenti necessari per lo svolgimento delle nuove
funzioni, ospiterà nei depositi la documentazione relativa alle società minerarie che
hanno operato numerose in Sardegna, il fondo Monteponi Montevecchio di proprietà
del Comune di Iglesias e, si auspica, l’archivio storico del soppresso Distretto minerario
di pertinenza statale. Gli altri spazi saranno ripartiti tra l’area in cui si svolgeranno i lavori di riordinamento e inventariazione, la sala per la consultazione, un centro multimediale, un laboratorio di fotoriproduzione, una biblioteca, una sala convegni e un
laboratorio di restauro ad alta specializzazione. Alcuni ambienti saranno, inoltre, riservati alla valorizzazione che, attraverso iniziative espositive permanenti, mostre tematiche e percorsi didattici, promuoverà la conoscenza e la piena fruizione di questi, in gran
parte inesplorati, fondi documentari.
A partire dall’anno in corso il materiale verrà gradualmente trasferito nei nuovi locali dove
sarà oggetto di un consistente intervento di riordinamento e inventariazione informatizzata che, utilizzando le potenzialità offerte dalla nuove tecnologie, ne diffonderà i
dati in rete. I lavori, il cui coordinamento scientifico sarà affidato alla Soprintendenza,
verranno realizzati mediante l’impiego di personale dotato di idonei requisiti professionali
e adeguato alla vastità e complessità dei fondi da trattare.
L’ampio spazio offerto dai Magazzini della Memoria, oltre ad assolvere il fondamentale
ruolo di custode di un complesso documentario di rilevanza mondiale, consentirà nell’immediato futuro di realizzare progetti integrati e altre molteplici iniziative interdisciplinari rispondendo ad esigenze di diffusione della cultura e di nuovi sbocchi
economici e occupazionali.
2 - Il progetto di riordinamento degli archivi del Capitolo della Cattedrale e della Curia
di Alghero
Tra i risultati più significativi ottenuti dal costante
impegno della Soprintendenza nel settore degli archivi ecclesiastici sono da segnalare i due interventi
di riordinamento e inventariazione del Fondo Capitolo e del Fondo Curia della Diocesi di AlgheroBosa, per la cui realizzazione sono state investite anche risorse ministeriali. Il sostegno dato alle richieste
presentate dalla Diocesi si è basato sull’indiscussa
importanza dei due archivi, importanza strettamente connessa con le peculiari vicende storiche
delle Diocesi di Alghero e di Bosa, recentemente unificate. Particolarmente rilevante in tale quadro la
storia della Diocesi di Alghero e del Capitolo della
cattedrale la cui nascita si fa coincidere con la creazione, nel 1503, della nuova sede vescovile che risultò
dalla traslazione ad Alghero della sede dell’antica
Diocesi di Ottana e dall’unione delle diocesi soppresse di Castro e Bisarcio. Non a caso la pregevolezza dell’archivio capitolare si fonda soprattutto sulla presenza di documenti anteriori alla istituzione
della Diocesi, quali i Sinodi di Castro (1420), Bisar- Archivio del Capitolo di Alghero - Repertorio dei Censi (1670)
cio (1435) e Ottana (1475) contenuti nella serie Noticias Antiguas e provenienti proprio dalle Diocesi soppresse.
Su attivazione della procedura prevista dall’art. 35 del Codice Urbani di cofinanziamento
al 50 %, il MiBAC ha erogato le somme di 30.000 euro per l’ordinamento e l’inventariazione dell’Archivio del Capitolo e di 10.000 per l’analogo intervento sull’archivio della
Curia.
Il progetto del Capitolo della cattedrale di Alghero è stato avviato a novembre 2005 e si
è concluso nel mese di marzo 2008. Per l’esecuzione dell’intervento la Diocesi ha sostenuto una spesa complessiva di 60.393,73 euro dei quali 30.000 coperti appunto dal
contributo ministeriale. Il secondo progetto è ancora in corso.
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
La Soprintendenza ha verificato con cadenza semestrale lo stato d’avanzamento dei lavori, la cui direzione è stata affidata al responsabile dell’Archivio storico diocesano, garantendo la propria consulenza tecnica e scientifica.
Sono stati così realizzati:
- Il riordinamento con utilizzo del programma C.E.I.a.r., versione del programma Arianna
adottata dalla CEI per la descrizione degli archivi ecclesiastici, di tutta la documentazione che costituisce il fondo;
- La redazione dell’inventario articolato in tre parti: una introduzione storico-metodologica, l’inventario vero e proprio (vi sono descritte le 1.009 unità archivistiche costituenti il fondo che consta di 69 serie che decorrono dal 1420 e trovano collocazione
all’interno di 25 “partizioni”, ossia sezioni virtuali o aree omogenee); un indice onomastico e toponomastico;
- La redazione di due strumenti di corredo complementari all’inventario, ossia: l’indice
dei volumi della Serie Noticias Antiguas e l’indice della Serie Amministrazione di Valverde.
L’archivio del Capitolo della cattedrale di Alghero, dopo tale intervento, risulta secondo
in Sardegna, nell’ambito degli archivi del suo genere, a possedere un inventario (l’altro
è quello della cattedrale di Cagliari, ma la sua pubblicazione risale al lontano 1899); è invece primo in assoluto ad essere dotato di uno strumento informatico per la sua consultazione.
Tale inventario sarà accessibile on line non appena la CEI, dando vita ad un’articolata ed
ampia rete informativa, attiverà la connessione fra tutte le istituzioni archivistiche ecclesiastiche che utilizzano il software C.E.I.a.r.
3 - Il Museo Storico Archivistico Casa Zapata di Barumini
Il complesso di Casa Zapata, costituito da tre distinte entità museali, archeologica, storico-archivistica ed etnografica, rappresenta un significativo esempio di valorizzazione unitaria di beni
culturali in quanto offre attraverso reperti, documenti ed oggetti, molteplici testimonianze delle
vicende storiche e della quotidianità vissute dalla comunità baruminese dall’epoca nuragica fino
al Novecento.
Il museo storico-archivistico può, a buon diritto,
essere definito il coronamento dell’opera di sensibilizzazione portata avanti, negli anni, dalla Soprintendenza Archivistica che ha sempre trovato
negli amministratori di Barumini interlocutori attenti e sensibili, pronti ad operare in un clima di
fattiva collaborazione con l’Istituto.
Conosciuto nel mondo per la presenza, nel suo
territorio, del villaggio nuragico Su Nuraxi, dichiarato dall’U.N.E.S.C.O. Patrimonio dell’Umanità, il Comune ha infatti ampliato i suoi orizzonti
culturali accogliendo le sollecitazioni ad investire
Casa Zapata notevoli risorse anche nel settore degli archivi
nell’ intento di salvaguardare, rendere fruibile e
valorizzare il patrimonio documentario esistente e di riacquisire quelle fonti, andate
disperse, essenziali per la ricostruzione della storia e della identità locali.
In quest’ottica sono stati recuperati, in formato elettronico, l’archivio del Monte di Soccorso di Barumini e Las Plassas, parte integrante dell’Archivio Storico del Banco di Sardegna e, soprattutto, l’archivio della famiglia Zapata, ritenuto per decenni irrimediabilmente perduto. Tale recupero - di primaria importanza per la storia del paese, le cui vicende strettamente si intrecciarono con quelle degli Zapata, loro feudatari, ma oltremodo
significativo anche per la storia sarda più in generale - si deve alla disponibilità di uno
degli eredi che lo conserva presso la sua abitazione romana e che ha consentito la digitalizzazione dei circa diecimila pezzi, tra carte e pergamene, che lo costituiscono. L’archivio
Zapata (secc. XV –XIX) è stato dichiarato, nel 2005, di interesse storico particolarmente
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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna
importante dalla Soprintendenza per il Lazio, competente per territorio.
Acquistato dall’Amministrazione comunale con il manifesto intento di trasformarlo in
un polo museale polivalente, il complesso di Casa Zapata si compone di una casa d’abitazione vera e propria, la secentesca residenza rurale della famiglia, e di un insieme di
rustici, un tempo ricovero per attrezzi e bestiame; il suo restauro è stato realizzato attraverso lunghi e complessi interventi, giudicati dalla International Academy of Architecture tra i migliori in campo internazionale.
La sezione storico archivistica, interamente curata dalla Soprintendenza, è articolata in
due itinerari distinti ma complementari (L’archivio ritrovato. Barumini e i suoi baroni: una
storia comune; ... Altre carte raccontano...) suddivisi, a loro volta, in settori in cui una esauriente scheda esplicativa introduce i temi trattati, approfonditi nei commenti che, insieme ai regesti, fanno da corredo ai documenti esposti.
La Casa apre le sue porte parlandoci subito di coloro che l’hanno fatta edificare e l’hanno
abitata: gli Zapata. Una storia comune quella vissuta da questo antico casato aragonese
e dai baruminesi in quanto la famiglia ebbe in feudo la baronia di Las Plassas, Barumini e Villanovafranca dal 1541- anno in cui Azor la acquistò- al 1839, anno della soppressione del regime feudale in Sardegna.
Attraverso i documenti provenienti, per la gran parte, dal ritrovato archivio familiare,
sono delineate le figure dei primi baroni, le loro cariche e i privilegi, la vita quotidiana a
Cagliari e a Barumini, i loro interessi; quindi i rapporti con la popolazione angariata dall’insostenibile peso fiscale, il momento del riscatto del feudo, le figure degli ultimi baroni.
Nel 2007 si è portato a termine l’allestimento della sezione con il completamento del
secondo itinerario, incentrato, in modo più specifico, sulla comunità di cui racconta, attraverso le carte dell’archivio comunale e quelle del Monte di Soccorso e dell’Archivio di
Stato di Cagliari, i mille problemi che la stessa era costretta, quotidianamente, ad affrontare in un contesto prettamente agricolo pastorale, privo di mezzi e di strutture.
Il polo Casa Zapata, visitato nel biennio 2007-2008 complessivamente da 32.700 persone, costituisce attualmente una delle tappe privilegiate dei circuiti culturali e turistici
della Marmilla e della Sardegna tutta.
PROGETTI REALIZZATI
ANNO
PROGETTO
IMPORTO
INVESTIMENTO
FONTE
INVESTIMENTO
2007
Progetto SIUSA
€ 40.000,00
MiBAC (7752)
2007
Progetto SIUSA
€ 30.000,00
MiBAC(7404)
2007
Recupero e salvaguardia
patrimonio archivistico
(progetto Lotto)
€ 4.500,00
MiBAC (7461)
2007
Recupero e salvaguardia
patrimonio archivistico
(progetto Lotto)
€ 5.755,00
MiBAC (7671)
2007
Progetti integrati
di gestione
€ 7.000,00
MiBAC (1321)
2008
Progetti integrati
di gestione
€ 16.980,00
MiBAC (1321)
2008
Progetto SIUSA
€ 30.000,00
MiBAC (7752)
2008
Progetto di riordinamento e inventariazione
€ 10.000,00
MiBAC (3670)
IMPORTO COMPLESSIVO
€ 144.235,00
Vedi nota 1 pag. 205
159
LE POLITICHE FUTURE
Le risorse, sia umane che finanziarie, saranno destinate a portare a termine i progetti in
corso a cominciare da quello degli archivi minerari. Tra il 2009 e il 2010 si dovranno affrontare infatti le problematiche connesse con la gestione della documentazione nei
nuovi locali dei Magazzini e con l’avvio degli interventi di riordinamento.
In campo ecclesiastico sarà, come di consueto, profuso il massimo impegno per una
condivisione di intenti e di oneri con le autorità ecclesiastiche affinchè l’offerta culturale sia accresciuta e la ricerca agevolata; il sostegno finanziario ministeriale (il contributo concesso per il 2009 è di 15.000 euro) potrà garantire la prosecuzione degli
interventi sugli archivi diocesani e la realizzazione di nuovi progetti mirati alla conservazione e alla promozione di tale patrimonio.
Nell’ambito della collaborazione con la Diocesi di Alghero-Bosa, si darà completamento al
progetto concernente l’archivio del Capitolo della Cattedrale di Alghero con la pubblicazione
dell’inventario a stampa finanziata dal Ministero; con fondi ministeriali sarà altresì effettuata
la digitalizzazione delle unità archivistiche più antiche e di maggior pregio.
L’intervento più articolato riguarderà, tuttavia, il materiale documentario della Curia
vescovile di Alghero che con le sue 985 unità che decorrono dal 1539 e, soprattutto, per
la presenza di serie come quelle dei Quinque Libri (451 registri canonici di tutte le parrocchie della Diocesi a partire dal 1546), delle Visite Pastorali (dal 1546), delle Ordinazioni
sacerdotali (dal 1578) e dell’Amministrazione (dal 1607), è indubbiamente il più consultato dall’utenza, sebbene privo di inventario.
Le assegnazioni di contributi ministeriali consentiranno anche nel 2009 la prosecuzione
del Progetto SIUSA che sarà esteso proprio agli archivi ecclesiastici, a partire da quelli
parrocchiali che sono i più numerosi, capillarmente diffusi su tutta la Sardegna.
Si proseguiranno poi i censimenti degli archivi scolastici, allargandone l’ambito agli istituti più antichi ed importanti dell’intera regione e, ove possibile, si realizzeranno iniziative di valorizzazione quali mostre e convegni; è prevista anche l’organizzazione, in
collaborazione con la Scuola di archivistica dell’Archivio di Stato di Cagliari, di un corso
di formazione per i responsabili di quegli archivi.
Da circa due anni la Soprintendenza, alla quale è preposto un dirigente ad interim, è penalizzata nell’esercizio della sua primaria funzione di vigilanza dalla mancanza della
vettura di servizio, mancanza importante in un contesto assai carente relativamente al
sistema dei collegamenti pubblici e che, in aggiunta alla scarsità delle risorse destinate
alla attività ispettiva, costringe a privilegiare le zone più vicine al capoluogo o meglio
collegate. Il perdurare di tale stato di cose imporrà, anche per il futuro, che i contatti con
il territorio siano limitati ad interventi da attuare attraverso modalità meno costose,
sfruttando al massimo le tecnologie innovative. Tutti i settori di intervento riceveranno
naturalmente l’attenzione dovuta nell’ambito della programmazione generale dell’attività dell’Ufficio e anche la valorizzazione, secondo gli indirizzi di politica culturale del
Ministero, avrà un ruolo di rilievo.
160
ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI
LA STORIA
L’Archivio di Stato di Cagliari ha origini molto antiche: il primo
Direttore
Marinella Ferrai Cocco
nucleo si costituì nel 1332 per volontà di Alfonso il Benigno, re
Ortu
d’Aragona, dopo nove anni dallo sbarco dei conquistatori nell’isola.
Referente
per
il
progetto
Situato nel quartiere storico di Castello e dentro il palazzo regio,
Giuseppina Catani
fu destinato ad esercitare funzioni di archivio generale del ReVia Gallura, 2
gno e a conservare tutta la documentazione relativa all’ammi09125 Cagliari
nistrazione aragonese in Sardegna. La sua storia è quindi stretTel. 070 669450 - 665772
Fax 070 653401
tamente collegata agli eventi politici ed istituzionali che [email protected]
ro la città svolgere per secoli il ruolo di capitale del Regno di Sardegna, passando attraverso le dominazioni aragonese, spagnola, www.archiviostatocagliari.it
austriaca e piemontese. I fondi riflettono la peculiarità della storia sarda in quanto l’isola ebbe proprie istituzioni politiche, amministrative e giudiziarie sino alla cosiddetta “fusione perfetta”
con lo Stato sabaudo (dicembre 1847)
che provocò importanti riflessi in campo
archivistico. La cessazione degli uffici isolani dell’antico Regnum Sardiniae, sostituiti con quelli in vigore nella terraferma,
comportò infatti la trasformazione dell’Archivio dallo status di generale a quello di provinciale. Dopo l’Unità d’Italia,
l’Istituto cagliaritano si è man mano arricchito dei fondi provenienti dagli uffici
periferici statali; possiede inoltre una noProgetto di costruzione dell’attuale sede
tevole documentazione notarile di oltre
dell’Archivio (1925)
10.000 pezzi, formatasi a partire dal XV secolo, oltre ad una raccolta di pergamene di varia provenienza
(secc. XIV - XIX) e ad alcuni importanti archivi privati di famiglie
e di persone acquisiti mediante donazione, compravendita o eredità. Tra i fondi risalenti al periodo aragonese e spagnolo si segnalano in particolare l’Antico Archivio Regio, il Regio Demanio,
la Reale Udienza di Sardegna, la Regia Amministrazione delle torri; al tempo dell’amministrazione sabauda appartengono gli archivi della Regia Segreteria di Stato e di Guerra, dell’Intendenza
generale e la raccolta degli Atti governativi e amministrativi. Testimonianza del
periodo postunitario e contemporaneo
sono i fondi Prefettura di Cagliari, Alto
Commissariato per la Sardegna, Consulta
regionale della Sardegna, Partito Nazionale Fascista, Comitati di Liberazione Nazionale, Manifattura Tabacchi. Di particolare rilevanza sono inoltre gli archivi cartografici (Real Corpo d Stato Maggiore Generale, Ufficio Tecnico Erariale di Cagliari),
quelli giudiziari (Tribunale di Cagliari e Corte d’Appello) e sanitari (Ospedali sanPergamena di laurea in medicina (1736)
t’Antonio Abate e san Giovanni di Dio).
Servizi generali dell’Istituto: personale e amministrazione
L’organico dell’Archivio è composto da un dirigente e 34 unità di
personale dei diversi profili inserite all’interno dei servizi secondo l’Organigramma che segue:
161
Archivio di Stato di Cagliari
- Direzione
- Affari generali archivistici
- Ufficio amministrativo e del personale
- Segreteria- Protocollo informatico
- Patrimonio
- Ragioneria
- URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico)
- Tecnologia archivistica
- Servizi informatici archivistici
- Documentazione archivistica
- Rapporti con la Soprintendenza archivistica, gli Enti e gli Istituti di cultura
- Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica
- Servizi didattici
- Sala di Studio
- Servizio di riproduzione beni archivistici
- Biblioteca
- Laboratorio di legatoria e restauro
- Servizi di vigilanza e ausiliari
La Sala di Studio
La consultazione del materiale archivistico avviene nella Sala di Studio. L’accesso è libero e il
servizio è gratuito. L’utente può consultare la
documentazione dopo aver compilato la domanda di ammissione nella quale, oltre ai dati
personali, deve indicare l’argomento oggetto
della ricerca, sia essa di studio o di carattere
amministrativo. I documenti sono liberamente
consultabili con le eccezioni previste dal Codice dei Beni culturali per i documenti riservati
e contenenti dati sensibili.
La Sala di studio è aperta al pubblico nei giorni
di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8,45
alle ore 13,45; il martedì e il giovedì continuativamente dalle ore 8,45 alle ore 18,30; il sabato
Uniforme del 2° Reggimento Artiglieria dalle ore 8,45 alle ore 13,00. La gestione del
di Marina (1835) prelievo è completamente informatizzata: la
richiesta dei documenti avviene mediante la compilazione di un modulo elettronico da
parte sia degli operatori del servizio che degli utenti esterni. I pezzi archivistici da consultare vanno chiesti uno per volta e fino a un massimo di 4 al mattino e di 2 al pomeriggio. Il regolamento della Sala di studio determina tempi e modalità di prelievo del
materiale archivistico nonché eventuali restrizioni per quello in cattivo stato di conservazione di cui, laddove è possibile, è prevista la consultazione in copia. Allo stesso modo
sono consultabili in formato elettronico gli archivi digitalizzati, come ad esempio, la cartografia storica e la raccolta delle pergamene.
Per facilitare la ricerca gli studiosi hanno a disposizione le guide, gli inventari, gli elenchi e i regesti, a stampa, dattiloscritti e anche elettronici; questi ultimi sono consultabili direttamente nelle pagine web. Al patrimonio documentario dell’Archivio si può
infatti accedere on line attraverso il sito www.archiviostatocagliari.it dove sono elencati
tutti i fondi conservati con i principali elementi identificativi. Un apposito segnale indica
i fondi che possono essere consultati direttamente attraverso gli inventari in formato
elettronico.
La ricerca nella Sala di Studio è comunque guidata da personale qualificato in grado di
offrire un’assistenza tecnico–scientifica agli utenti e di rispondere alle varie richieste.
Non è consentito il prestito del materiale documentario né di quello librario.
Per ulteriori informazioni si consiglia di prendere visione della Carta della qualità dei
Servizi e del Regolamento della Sala di Studio nel sito www.archiviostatocagliari.it.
162
Archivio di Stato di Cagliari
La Biblioteca
L’Archivio possiede una ricca raccolta libraria formatasi
a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Nata
come biblioteca d’Istituto, col tempo è diventata un
punto di riferimento importante per le ricerche bibliografiche. Attualmente consta di oltre 32.000 volumi,
21 manoscritti, 25 cinquecentine, 47 stampe e disegni,
302 testate di periodici (3539 annate), circa 400.000 microfiches oltre a un numero rilevante di riproduzioni fotografiche, nastri magnetici, CD e videocassette. Le pubblicazioni riguardano non solo le fonti documentarie
conservate nell’Archivio di Stato, ma anche le discipline storico-istituzionali, quelle giuridico-amministrative,
La Biblioteca
e soprattutto l’archivistica, la paleografia e la diplomatica. Il fondo librario viene incrementato con acquisti diretti, con volumi inviati dal
Ministero, con doni e pubblicazioni ricevute per “diritto di copia” da parte dei ricercatori che utilizzano i documenti d’archivio. Sono state acquisite, inoltre, per lascito testamentario e donazione, intere biblioteche private tra cui quella ottocentesca del teologo Antioco Polla e del professore in geologia Silvio Vardabasso (1891-1966) e, più di recente, tre di interesse specificamente storico, archivistico e paleografico appartenute a
Francesco Loddo Canepa (1887-1966) che fu direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari dal
1936 al 1954, a Ovidio Addis (1908-1966), studioso di archeologia e storia sarda, e al conte Cesare Giovanni Rusconi (1881-1963), generale di brigata dei granatieri di Sardegna.
Le informazioni bibliografiche sono rese possibili grazie ai cataloghi on line e alle schede
per autore, titolo e soggetto delle monografie, delle collane e delle opere in continuazione, secondo le regole disposte dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche (RICA e ISBD). Per quanto riguarda i periodici, invece, oltre al catalogo delle
riviste possedute, esistono vari indici per autore e titolo di quelle più richieste; è anche
disponibile l’elenco dei manoscritti e il catalogo delle stampe.
La Biblioteca fa parte del Sistema Bibliotecario Nazionale attraverso il Polo regionale
sardo; al suo catalogo è possibile accedere attraverso l’OPAC SBN.
Il Laboratorio di legatoria e restauro
Il Laboratorio di Legatoria e Restauro, operativo dal 1991, si occupa dell’esecuzione di lavori di restauro sul materiale cartaceo e pergamenaceo nonché della rilegatura di materiale
a stampa e della produzione, per uso interno, di cartelle e contenitori. Le operazioni di restauro, sia manuale che meccanico, sono eseguite da personale specializzato che ha seguito i corsi di qualificazione tecnica e professionale presso il Centro di Fotoriproduzione, Legatoria e Restauro di Roma (oggi Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario) con cui opera a
stretto contatto e in continuo aggiornamento.
I tecnici, su segnalazione e in stretta collaborazione con
gli archivisti, individuano i documenti da sottoporre a
restauro e i lavori vengono realizzati secondo un criterio
di priorità del danno riscontrato, ricorrendo talvolta
anche a ditte esterne su progetto redatto dallo stesso
Archivio.
Il Laboratorio fornisce anche consulenze per progetti di
conservazione e restauro del materiale documentario
degli uffici pubblici e dei privati che ne facciano richiesta.
I restauratori affiancano, inoltre, il servizio didattico nell’attività rivolta alle scuole e finalizzata a far conoscere i
procedimenti di restauro che suscitano sempre un
grande interesse tra gli studenti; collaborano anche all’allestimento delle mostre documentarie realizzate dall’Archivio.
Intervento di cucitura su telaio
163
Archivio di Stato di Cagliari
Il Servizio di fotoriproduzione
Il Laboratorio di fotoriproduzione è nato nel 1955 come servizio interno per assolvere,
mediante la microfilmatura di sicurezza e di sostituzione, l’importante funzione di tutela e di salvaguardia del patrimonio documentario. Divenuto pubblico e regolamentato
il rilascio delle copie, il servizio è in grado di soddisfare le richieste di riproduzione fotografica dei documenti per uso di studio, di pubblicazione ed amministrativo. Il laboratorio è infatti dotato di moderne apparecchiature per le riproduzioni digitali e
cartacee, effettuate mediante scanner digitale, masterizzatore, fotocopiatore, stampanti laser in bianco e nero e a colori. All’utente è consentito effettuare riproduzioni
con mezzi propri, su richiesta e previa autorizzazione della Direzione. Il pagamento deve
essere anticipato ed effettuato presso il servizio di cassa dell’Archivio di Stato.
Le richieste di riproduzione per motivi di studio, per uso editoriale o amministrativo
devono essere compilate sugli appositi moduli. Le richieste di fotoriproduzione per uso
editoriale e amministrativo sono soggette all’imposta di bollo. Nel primo caso il richiedente, oltre ad indicare il numero delle copie della pubblicazione – di cui dovrà consegnare tre copie per diritto d’autore - ed il prezzo di copertina, si impegna a riportare
nel testo la segnatura esatta del documento e gli estremi dell’autorizzazione. Per le fotoriproduzioni ad uso amministrativo, ogni singolo documento in copia è soggetto all’imposta di bollo; nel caso di copie di documenti che superino le quattro facciate, la
marca da bollo deve essere applicata ogni quattro copie dello stesso documento.
Per la modulistica ed il tariffario ministeriale si rimanda al sito www.archiviostatocagliari.it.
La Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica
La Scuola cagliaritana è una delle 17 Scuole esistenti in Italia e l’unica in Sardegna. Il
primo corso fu inaugurato nel 1877 ma nel corso degli anni l’attività didattica conobbe
alterne vicende e lunghe interruzioni sino a quando, nel 1956, le lezioni ripresero definitivamente.
I corsi sono di grado para-universitario, pubblici e gratuiti, hanno durata biennale e sono
finalizzati alla formazione del personale tecnico-scientifico dell’amministrazione archivistica e di quanti intendono operare nel settore della gestione e riordino del patrimonio documentario nazionale, sia pubblico che privato.
La Scuola è a numero chiuso, stabilito attualmente in
trenta unità. La selezione dei candidati avviene attraverso
una prova di traduzione scritta di un documento medievale
in lingua latina accompagnata da un’altra prova tesa ad accertare la preparazione storico-istituzionale degli aspiranti.
Le lezioni, la cui frequenza è obbligatoria, si tengono due
volte alla settimana, da novembre a giugno. Gli insegnamenti fondamentali sono Archivistica, Archivistica speciale, Diplomatica del documento contemporaneo, Paleografia e Diplomatica. Tutte le materie sono accompagnate da
esercitazioni sulla documentazione conservata in Archivio.
Gli esami finali si articolano in due prove scritte, una di Archivistica e una di Paleografia e Diplomatica, superate le quali, si accede alla prova orale che verte sulla conoscenza delle materie trattate durante il biennio. A conclusione viene
rilasciato il diploma di Archivistica, Paleografia e Diplomatica,
che costituisce titolo di studio specifico, valido a tutti gli efDisposizioni di Pietro IV, fetti di legge. Esso deve essere posseduto, oltre che dal perre d’Aragona sul regio archivio (1359)
sonale scientifico degli Archivi, anche da coloro che vogliano
partecipare ai concorsi per la direzione degli archivi storici delle Regioni, delle Province,
dei Comuni capoluoghi di provincia, dei consorzi di Comuni e di altri enti i cui archivi siano stati dichiarati di particolare importanza. Il diploma, inoltre, costituisce titolo preferenziale e talvolta indispensabile, per lavorare nei progetti di riordino degli archivi.
La modulistica per l’iscrizione alla Scuola è scaricabile dal sito web dell’Archivio dove
sono presenti le norme per il biennio in corso e le altre informazioni relative allo svolgimento dei corsi.
164
Archivio di Stato di Cagliari
RELAZIONE DI SINTESI SULLA POLITICHE TERRITORIALI ANNI 2007-08
Nel pregresso biennio le sinergie lavorative di tutto il personale, tecnico scientifico ed
amministrativo, sono state rivolte, oltre che ai normali compiti istituzionali, alla gestione dei lavori di ristrutturazione della sede storica e monumentale, programmando
razionalmente l’intersecarsi delle varie attività.
E’ stato necessario privilegiare alcuni servizi rispetto ad altri, poiché alcuni uffici erano
logisticamente ubicati in zone interessate dai lavori in corso; di conseguenza sono stati
sottratti alla consultazione interi fondi archivistici.
Al progetto di ristrutturazione della sede, per la sua importanza e complessità, è dedicata una scheda come case history n.1.
L’Istituto persegue la creazione di un nuovo disegno dei processi amministrativi fondato sul pieno utilizzo dell’innovazione organizzativa e tecnologica per fornire servizi di
qualità agli utenti. Già dal 2006 tutto il personale è dotato di casella di posta ed ha l’accesso alla RPV ed alla Intranet e tutti i P.C. sono connessi alla rete LAN dell’ufficio; pertanto i processi di comunicazione all’interno della struttura sono stati ridisegnati e le
modalità di lavoro attraverso lo scambio telematico delle informazioni stanno diventando la prassi. La più efficace gestione del patrimonio di conoscenze si è tradotta in
maggiore tempestività e quindi migliore qualità dei servizi verso l’esterno; il dialogo
diretto tra utenti e funzionari è favorito dall’uso della casella di posta elettronica.
Nell’anno 2007 è entrato a regime l’utilizzo del protocollo informatico, con la totale abolizione di quello cartaceo; le registrazioni sono collegate alla relativa classificazione con
formazione dei fascicoli elettronici (primo passo verso il workflow).
Sono inoltre totalmente informatizzati il servizio del Consegnatario e la gestione delle
presenze del personale; parzialmente informatizzato il servizio di contabilità speciale e
ordinaria; gli acquisti sono in parte effettuati accedendo al mercato elettronico della
Consip con la firma digitale.
Tutela attraverso le Commissioni di Sorveglianza
La vigilanza sulla corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito e le procedure di selezione
degli stessi, finalizzate allo scarto o al versamento, viene attuata attraverso le riunioni periodiche delle Commissioni istituite presso i vari
uffici statali; essendo questi ultimi in generale abbastanza portati a trascurare i propri archivi per
mancanza di tempo o per difficoltà di vario genere, l’Istituto interviene frequentemente per sollecitare gli incontri collegiali.
Sono 43 le Commissioni esistenti, di cui 36 regolarmente funzionanti, 61 le riunioni effettive per
complessivi ml. 1.098 di documenti proposti per
lo scarto.
Sigaraie ai banchi di lavoro (1922)
Molto attiva è stata la Commissione designata
presso la Prefettura di Cagliari, dove è stato effettuato il censimento del materiale delle
Divisioni amministrative, conservato in due depositi sussidiari, attività propedeutica
allo scarto e al successivo versamento.
Analogo lavoro è stato fatto presso l’Agenzia delle Dogane (ufficio statale di recente
trasformatosi in ente pubblico) sulla documentazione di pertinenza statale, e presso la
Manifattura Tabacchi in collaborazione con la Soprintendenza archivistica.
E’ proseguito poi il censimento dell’archivio di deposito del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cagliari e quello delle antiche Saline di Stato di Cagliari.
Incremento del patrimonio documentario
Tra il 2007 e il 2008 sono stati ultimati e consegnati, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione, 6 ampi depositi che, scaffalati con moderni compactus per complessivi 3.056
ml., hanno consentito la ricollocazione degli archivi preunitari; nei nuovi spazi creatisi
si è potuta riprendere l’accettazione dei versamenti di documentazione storica indivi165
Archivio di Stato di Cagliari
duata nell’ambito delle Commissioni di sorveglianza.
Sono stati così recuperati archivi della seconda metà del
Novecento, molto rilevanti sotto il profilo storico: Prefettura di Cagliari, Tribunale Militare (per soppressione
della sede di Cagliari), Manifattura Tabacchi (antica e
importante fabbrica cittadina simbolo di lavoro al femminile), Ispettorato scolastico provinciale (Ufficio soppresso), Direzione marittima di Cagliari (Ufficio del
lavoro portuale).
Tramite la Soprintendenza archivistica è stata acquisita
la documentazione intercorsa tra il Comando federale
GIL di Cagliari e i Comandi delle GIL periferiche (n° 36
documenti degli anni 1938-1943) ed è stata acquistata
con finanziamento del Ministero una pergamena feuI moderni compactus dell’Archivio
di Stato dale del XIV secolo.
L’Archivio ha inoltre ricevuto, a titolo di donazione, n°
36 pezzi tra disegni e progetti dell’architetto Salvatore Rattu risalenti agli anni Trenta del
Novecento, n° 78 pezzi tra registri e cartelle e n° 16 nastri di registrazione relativi al Partito Liberale Italiano, sede di Cagliari (anni 1953-1992).
Incremento dei servizi di consultazione in Sala di Studio in situ e on-line
La gestione della Sala di studio è informatizzata. Da quando sono stati restituiti alla
consultazione i fondi sottratti temporaneamente a causa dei lavori in corso, (in particolare quelli notarili e giudiziari e il nucleo più antico dell’Antico Archivio Regio molto richiesti dall’utenza), è risalito il trend della frequenza degli utenti. Le presenze degli
studiosi nell’anno 2007 ammontano a 3.791 e nel 2008 a 3.879. Il numero dei pezzi archivistici movimentati nell’anno 2007 è stato di 3.490 unità, nel 2008 invece di 4.229.
Collaterale alla consultazione in loco è il servizio di consulenza svolto per corrispondenza e in parte attraverso la posta elettronica; nel biennio sono state espletate 685 richieste.
Contestualmente è proseguita l’implementazione del
sito web dell’Archivio con l’immissione in rete di inventari informatizzati dotati di maschera di ricerca
avanzata. Nel 2008 è stato ultimato il riordinamento e
l’inventariazione informatizzata del fondo dell’Alto
Commissario della Sardegna (1943-49): sono state redatte 2.735 schede.
La sala di studio virtuale, affiancandosi a quella in
sede, è in grado di proiettare la consultazione ad di là
del ristretto spazio di un luogo fisico e consente di svolgere dal proprio P.C. domestico una ricerca orientativa
propedeutica a quella diretta in Archivio. Il numero di
accessi al sito web registrati per il 2007 è di 2.164, le
pagine visitate 16.377.
Per quanto riguarda il Sistema Informativo degli Archivi
di Stato italiani si è conclusa la seconda fase dell’inventariazione elettronica delle 421 Pergamene, degli oltre
Pregone del viceré Des Hayes (1768) 1700 Atti governativi e amministrativi e della relativa digitalizzazione degli stessi documenti; attualmente l’accesso agli inventari on-line presente nelle pagine web del Patrimonio documentario
dell’Archivio di Stato di Cagliari può essere effettuato anche attraverso il SIAS.
L’Archivio, all’avanguardia nell’utilizzo dell’informatica applicata agli archivi sia relativamente alla digitalizzazione dei documenti che alla loro descrizione secondo gli standard internazionali, grazie anche all’esperienza acquisita nella partecipazione a progetti
europei, ha ottenuto negli anni 2007-2008 un finanziamento sull’APQ Beni Culturali
Regione Sardegna per un Progetto di digitalizzazione della Cartografia storica denominato CARSTOS (al quale si dedica la scheda case history n. 2).
166
Archivio di Stato di Cagliari
L’Istituto ha poi partecipato al progetto promosso dall’Archivio di Stato di Catania, con il coinvolgimento di
molti Archivi di Stato e di Soprintendenze archivistiche,
per la realizzazione dell’Archivio Storico Multimediale del
Mediterraneo. Nell’ambito del progetto che ha portato
alla creazione di un innovativo portale, l’Archivio cagliaritano ha conferito in formato digitale 18.847 documenti
del secolo XV, accompagnati dalla schedatura informatizzata per un totale di 4.562 schede descrittive di unità
documentarie e 179 schede di unità archivistiche.
Nella Sala di Studio, alla consultazione dei documenti si
affianca quella del materiale librario. La Biblioteca nell’ultimo biennio ha incrementato il suo patrimonio di
689 unità (tra volumi e riviste). Si è poi potenziato il servizio di informazione bibliografica con il recupero del catalogo elettronico delle pubblicazioni pregresse
dell’Archivio all’interno del Sistema Nazionale Bibliotecario: in particolare la collezione di periodici italiani e
stranieri, editi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Sono state catalogate 327 testate di periodici (per
complessive 3.833 annate), dedicate soprattutto all’arLa Sardegna di S. Arquer (sec. XVI)
chivistica, alla storia delle istituzioni, alla paleografia e
alla storia locale. Il numero dei volumi e riviste movimentati ammontano a 1.298.
Collegato alla Sala di studio è anche il servizio di rilascio di copie di documenti in formato digitale: all’utenza sono state fornite 10.854 copie, per un introito di € 20.433,28.
Attività didattica e formativa
Nella Scuola di Archivistica insegnano sei docenti interni ed uno solo esterno per la paleografia, proveniente dall’Università degli Studi di Cagliari.
Per non interrompere i corsi a causa dell’inagibilità dell’Aula della scuola, in conseguenza dei lavori di ristrutturazione, le lezioni degli ultimi bienni si sono tenute presso
i locali della vicina Società operaia di mutuo soccorso di Cagliari che ha offerto ospitalità
concedendo la sua Sala Convegni in uso gratuito.
Dopo gli esami conclusivi del biennio 2005- 2007 svoltisi nel settembre 2007, hanno
conseguito il Diploma 36 alunni. Il successivo biennio 2007-2009 è ancora in corso.
La Scuola coadiuva l’ANAI Sardegna nella organizzazione di corsi di aggiornamento.
L‘istituto collabora con le Università sarde di Cagliari e Sassari, per la organizzazione di
stages formativi obbligatori e post-universitari.
L’Archivio ha attivato anche dei tirocini formativi di orientamento per conto dell’Agenzia regionale del Lavoro e dei volontariati archivistici (ex art. 55 del DPR 1409/63) per
periodi variabili da tre a sei mesi, con giovani diplomati della Scuola d’Archivio che collaborano ai lavori di censimento ed inventariazione e nei vari progetti in corso. Nel biennio sono stati svolti 16 tirocini.
Diversi sono gli incontri che si ripetono con la cattedra di Storia dell’Università di Cagliari
si tengono seminari sulle fonti archivistiche per la Storia Contemporanea. Costante è la
collaborazione all’attività didattica con il Liceo scientifico Pacinotti di Cagliari, dove da
alcuni anni l’insegnamento della storia trova un supporto fondamentale nella documentazione d’archivio.
L’attività didattica rivolta alle Scuole di Istruzione primaria e secondaria della provincia
di Cagliari e all’Università di Cagliari ha tuttavia subito un drastico ridimensionamento
a causa dell’indisponibilità dell’Aula. Dal 2009 l’attività si riprenderà a pieno regime. Le
visite guidate sono state in tutto 16.
Attività di valorizzazione
Appuntamento fisso sono le Settimane della Cultura. Nell’ambito della IX l’Istituto ha
partecipato alla programmazione di due Mostre: una allestita nei locali del Museo archeologico di Cagliari Le Soprintendenze compiono cento anni, l’Archeologia in Sardegna:
167
Archivio di Stato di Cagliari
personaggi e documenti, di cui ha coordinato un intero settore; l’altra, curata con la Provincia di Cagliari, Oltre il cancello. Storia dei manicomi di Cagliari
dal S. Antonio Abate a villa Clara attraverso le carte
d’archivio.
E’ stata poi organizzata una Giornata per illustrare e
commentare una pergamena feudale del 1373, acquistata dal MiBAC per l’Archivio, e che nell’anno
successivo è stata oggetto di una Conferenza tenuta
dal prof. Francisco Gimeno Blay dell’Università di
Barcellona.
Nell’ambito della X Settimana è stata realizzata, insieme alla Soprintendenza archivistica, una Mostra
per la ricorrenza del sessantesimo anno della Costituzione dal titolo 1848-1948 La Sardegna dallo Statuto albertino alla Costituzione della Repubblica
italiana e allo Statuto dell’Autonomia Regionale,
nella quale sono state illustrate le fasi storiche più
significative relative all’estensione dello Statuto albertino alla Sardegna, fino alla promulgazione della
Costituzione repubblicana e dello Statuto della Regione Autonoma.
Si segnala poi la collaborazione con la CGIL per le celebrazioni del Centenario della nascita della Camera del lavoro di Cagliari, sfociata in
una pubblicazione Storia della Camera del lavoro di Cagliari nel Novecento, in cui sono
inseriti due importanti contributi dell’Archivio di Stato di Cagliari ed una introduzione
sull’apporto scientifico dell’Istituto.
All’interno del progetto nazionale per il bicentenario della nascita di Garibaldi è stata
allestita la Mostra dal titolo La tradizione garibaldina cagliaritana a testimonianza della
presenza di Giuseppe Garibaldi in Sardegna, completata con un’esposizione di cimeli,
lettere, foto e medaglie che hanno posto in risalto l’attività ed i legami tra il personaggio Garibaldi ed il capoluogo sardo; in concomitanza si è tenuto un incontro di studio
sul tema Gli itinerari del mare di Giuseppe Garibaldi.
Altro appuntamento costante è la partecipazione alla celebrazione delle Giornate della
Memoria, predisposte dal Dipartimento di Storia dell’Università di Cagliari il 28 gennaio di ogni anno: nel 2007 Guerra totale e diritti umani, una riflessione sulla shoah tra
passato e presente; nel 2008 Memoria e silenzi nella Shoah.
Il programma televisivo “Pianeta mare” di RETE 4 ha trasmesso il 23 novembre 2008
(con replica il sabato successivo) le riprese effettuate presso l’Archivio nell’ambito di
una puntata nella quale, prendendo spunto dal ritrovamento di un relitto nella marina
di Orosei, ha inteso far conoscere il mondo degli archivi e descrivere alcune fasi della ricerca documentaria messe in atto per identificare il relitto e ricostruire la sua storia.
L’Archivio di Stato di Cagliari è costante punto di riferimento culturale nell’ambito dell’area metropolitana di Cagliari e dell’intera Sardegna. L‘Istituto è coinvolto nelle principali iniziative sia delle Università sarde di Cagliari e Sassari, che degli Istituti storici
come l’Istituto del Risorgimento italiano, l’Istituto Sardo della Resistenza e dell’Autonomia, e di alcune Fondazioni, tra cui quella del Banco di Sardegna e la Fondazione Lamarmora di Biella, oltre al Centro Sardo di Studi Genealogici e Storia Locale.
Innumerevoli sono gli apporti scientifici a Conferenze e Convegni organizzati dalle istituzioni politiche e culturali nel territorio. Per la sua rilevanza si segnala il convegno Le
Genti di Monte Claro, curato dalla Provincia di Cagliari.
L’Archivio è componente del Comitato provinciale per la Valorizzazione della Cultura
della Repubblica creato per le celebrazioni del sessantennio della Costituzione in vista
del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, ed è anche membro del Comitato sardo costituito per le stesse celebrazioni.
Con la Regione Autonoma della Sardegna si è instaurato nel tempo un positivo clima di
collaborazione, di cui si sono già colti utili risultati. Nel febbraio 2008 nell’ambito della
legge regionale n° 14 Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura,
168
Archivio di Stato di Cagliari
con la quale l’Ente intende celebrare i protagonisti
della Storia e della Cultura della Sardegna, è stato
totalmente finanziato il Convegno dal titolo Francesco Cocco Ortu nel centenario del T.U. della legislazione speciale per la Sardegna, di cui sono in corso di
pubblicazione gli atti, che ha visto la presenza di illustri studiosi. L’Archivio ha partecipato inoltre al
successivo convegno Giorgio Asproni, una vita per la
democrazia e al più recente Gli ebrei in Sardegna nel
contesto mediterraneo, la riflessione storiografica da
Giovanni Spano ad oggi.
Il settore dei rapporti internazionali non può essere
coltivato come dovrebbe perché condizionato dalla
scarsità delle risorse necessarie per mantenere vivaci e frequenti contatti; le relazioni con l’Archivio
della Corona di Aragona di Barcellona si sono mantenute grazie al coinvolgimento dell’Università di
Cagliari e Sassari; attraverso quest’ultima è stata effettuata nel 2008 una missione di studio presso l’Archivio della Corona di Aragona di Barcellona.
ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007 - 2008
PROGETTO
IMPORTO
INVESTIMENTO
FONTE
FINANZIAMENTO
Ristrutturazione sede
€ 2.898.740,00
Cap. 7671 MIBAC
Ristrutturazione sede
€ 2.582.284,50
Por Sardegna
Cofinanziamento RAS
Unione Europea
CARSTOS Digitalizzazione
€ 300.000,00
Risorse CIPE fondi F.A.S.
APQ Regione Sardegna
Restauro documenti
€ 10.000,00
7670 MIBAC
Progetti integrati di gestione
€ 29.000,00
1321 MIBAC
Digitalizzazione Sommarioni
UTE
€ 24.000,00
Fondi RAS
S.I.A.S.
€ 24.992,00
7752 MIBAC
Portale della cultura
€ 10.000,00
7752 MIBAC
Progetti integrati
di gestione
€ 21.380,00
1321 MIBAC
IMPORTO COMPLESSIVO
€ 5.900.396,50
Vedi nota 1 pag. 205
169
Archivio di Stato di Cagliari
CASE HISTORY N° 1
Ristrutturazione statica e funzionale della sede monumentale dell’Archivio di Stato di
Cagliari
La sede monumentale dell’Archivio di Stato di Cagliari rappresenta la prima importante testimonianza dell’edilizia archivistica post-unitaria
italiana; l’edificio infatti fu realizzato negli anni
1925-27 per essere adibito esclusivamente ad archivio, contrariamente alla prevalente invalsa tendenza dello Stato italiano, di adibire ad archivi
“edifizi di risulta costruiti per tutto altro uso”.
L’edificio, sottoposto nel tempo a soli interventi di
manutenzione, nel corso dell’ultimo conflitto monL’edificio sede dell’Archivio di Stato diale subì notevoli danni in quanto fu tra i fabbricati pubblici più colpiti; i lavori di ricostruzione
furono eseguiti nell’immediato dopoguerra a cura del Genio civile. Negli anni ‘70 la
struttura cominciava a mostrare i segni del tempo e gli accorgimenti tecnici studiati e
realizzati nel passato si mostravano insufficienti a garantire la buona conservazione
delle carte (problemi di umidità ascendente e climatico-ambientale, eccessiva polverosità dei locali, etc). I depositi, dopo tutti i versamenti della seconda metà del Novecento,
erano completamente saturi e incapaci di ricevere la benché minima documentazione;
non esistevano neanche spazi da dedicare alle politiche di valorizzazione promosse dal
Ministero.
Agli inizi del Duemila l’Amministrazione centrale prende atto della necessità di intervenire
nel settore dell’edilizia archivistica; l’Istituto
viene così inserito nella programmazione dei
finanziamenti lotto destinati ai lavori di recupero delle sedi archivistiche. L’intervento è
stato finalizzato in primo luogo ad aumentare
e razionalizzare la capacità conservativa dell’Archivio; in secondo luogo ad accrescerne le
potenzialità culturali destinando ampi spazi
alla valorizzazione per divulgare sempre più La vecchia sala mostre
ampiamente le conoscenze del patrimonio storico documentario della Sardegna.
I lavori, per motivi di carattere tecnologico e logistico, sono stati suddivisi in quattro
grandi lotti così come rappresentato nello schema seguente dove è visibile l’articolazione delle varie fasi.
Per una corretta successione dei lavori, è
stata decisa una “fasizzazione” degli interventi con operazioni propedeutiche intermedie, calibrate in modo tale da consentire lo svolgimento delle attività lavorative dell’Istituto durante le fasi di realizzazione delle opere, nel rispetto dei vincoli di sicurezza impartiti dalla normativa vigente. E’ evidente che la presenza del cantiere ha comportato un grande sacrificio da
parte del personale, ma nonostante le
obiettive difficoltà, si è mantenuto l’accesso
al pubblico per tutta la durata dei lavori, con
rare eccezioni per alcuni periodi in cui se ne
è limitato l’afflusso numerico.
Il 2009 vede la conclusione delle fasi A e B da 1 a 8; rimangono da completare, con ul-
170
Archivio di Stato di Cagliari
teriori risorse, le fasi C e D da 9 a 13. Sono stati realizzati lavori di consolidamento, nuove
strutture, impianti e finiture; l’allestimento, con scaffalature a compatti, dei nuovi depositi ubicati al piano terra, secondo e terzo; l’Aula polifunzionale per le esigenze della
didattica e convegnistica, la Sala Esposizione.
Il progetto è stato presentato al Salone del Restauro di Ferrara il 2 aprile 2008, nello
stand organizzato dalla Direzione generale degli archivi.
Il MiBAC ha destinato ingenti somme a questo intervento: sui soli fondi lotto oltre 10 miliardi. Contemporaneamente l’Istituto è riuscito ad accedere ad un cofinanziamento sui
Fondi Strutturali 2000-2006, destinati alle Regioni obiettivo 1 del Mezzogiorno d’Italia,
nelle quali è compresa la Sardegna. L’Unione Europea infatti riserva maggiori risorse a
dette Regioni per colmare il gap del sottosviluppo, individuando nella cultura un settore
determinante su cui intervenire; pertanto un intero asse strategico (Asse II) è dedicato
alle risorse culturali; nella Misura 3, tra le tipologie di intervento finanziabili è inserito
il recupero, la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale, il potenziamento
dei servizi bibliotecari e documentari, l’attivazione di interventi mirati allo sviluppo e all’approfondimento delle attività di inventariazione e diffusione del patrimonio culturale.
Partecipando al bando PIT del Comune di Cagliari caratterizzato dall’idea forza La qualità della vita a Cagliari: città ambientale e turistica, senza periferie e costruendo un rapporto di parternariato e collaborazione col Municipio cagliaritano, si è ottenuto un
cofinanziamento sulla misura 2.3. del POR Regione Sardegna di € 2.582.284,50 che è andato a sommarsi al finanziamento statale.
Con la riqualificazione delle sue strutture, una volta che tutti lavori saranno terminati,
l’Archivio di Stato di Cagliari, in relazione alle nuove funzioni che è chiamato a svolgere
nella più moderna veste di Istituzione della Memoria collettiva al servizio dei cittadini,
sarà in grado di migliorare ed estendere le condizioni di accesso alla conoscenza, fornire
servizi qualificati secondo gli standard quali-quantitativi oggi richiesti e svolgere un
ruolo fondamentale per lo sviluppo durevole della società.
CASE HISTORY N° 2
CARSTOS, La Cartografia storica della Sardegna
Il progetto CARSTOS (Cartografia storica della Sardegna e suo inserimento nel Sistema Informativo
Territoriale Regionale della Sardegna) è un progetto di valorizzazione che ha portato alla creazione di uno strumento innovativo volto alla
fruizione della cartografia storica, conservata
negli Archivi di Stato della Sardegna.
Risultato della collaborazione tra il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e la Regione Autonoma
della Sardegna, il progetto ha preso avvio con la stipula di uno specifico Accordo di Programma Quadro (APQ) siglato il 30 settembre 2005, avvalendosi di finanziamenti (risorse FAS) disposti con delibera
CIPE. 20/2004, per un totale di € 300.000,00.
I motivi che hanno determinato la realizzazione di
tale progetto sono riconducibili essenzialmente alla
consapevolezza che la cartografia storica riveste
un’importanza fondamentale per gli studi sul territorio: dalla comparazione con l’attuale Catasto e
la Carta Tecnica Regionale si colgono le trasformazioni ambientali e del paesaggio avvenute nel
secolo scorso, le persistenze e le modifiche topo- Manifesto del progetto CARSTOS presentato
nomastiche, si posizionano le emergenze cultura- alla conferenza “Michael”
li, ricostruendo gli antichi percorsi.
L’Archivio di Stato di Cagliari aveva avuto modo di sperimentare con successo i risultati
di una precedente iniziativa con Imago II: progetto promosso dall’Amministrazione archivistica e che negli anni 1998-2000 aveva portato alla creazione di una banca dati
171
Archivio di Stato di Cagliari
della cartografia storica (8.321 unità documentarie) per la Sardegna centro-meridionale,
fruibile in rete all’indirizzo http://www.archiviostatocagliari.it/arcdigit.htm. Le numerosissime interrogazioni via web da parte di studiosi – soprattutto, cartografi, ingegneri
e storici – e i frequenti richiami nel Piano Paesaggistico Regionale, hanno quindi suggerito di completare la digitalizzazione dell’intera cartografia con le 1.697 mappe del
Nord Sardegna conservate nell’Archivio di Stato di Sassari.
La cartografia più antica della Sardegna conservata negli Archivi di Stato di Cagliari e
Sassari, risale al decennio 1841-1852 quando, con Regio Brevetto del 28 aprile 1840, il re
Carlo Alberto diede incarico al Real Corpo di Stato Maggiore della Sardegna, comandato dall’allora capitano Carlo De Candia, di proseguire la “triangolazione di primo ordine” realizzata da Alberto La Marmora alcuni anni prima (1835-39), al fine di creare le
basi del futuro Catasto. Le istruzioni regie prescrivevano regole uniformi per le operazioni di triangolazione e poligonazione geodetiche dei singoli Comuni da eseguirsi mediante l’uso del teodolito e della tavoletta, ad opera degli ufficiali del Real Corpo. La
rappresentazione planimetrica con le delimitazioni comunali e le distinzioni fra terreni
demaniali, comunali e privati, nonché la redazione dei processi verbali, fu invece affidata
agli ingegneri civili.
Le mappe si compongono, per ogni Comune, di
un foglio d’unione in scala da 1:10.000 sino a
1:50.000 e di un numero variabile di fogli di tavoletta in scala 1:5.000, su cui sono indicate la
data iniziale e finale del rilievo, i nomi dei disegnatori, la data del visto e la firma del De Candia.
In ogni carta sono raffigurati in rosso i fabbricati,
le fortificazioni, le torri, i nuraghi, i ponti in pietra
e i muri di cinta; in azzurro le acque del mare,
degli stagni e dei fiumi con frecce che indicano la
direzione della corrente; i rilievi montuosi sono
invece tratteggiati con la matita. Sono riportate
le strade principali, le vie carreggiabili e i sentieri;
i confini comunali sono rappresentati con linee e
punti. Con la legge del 15 aprile 1851 e il successivo regolamento del giugno dello stesso anno,
fu istituito il Catasto provvisorio dell’isola e affidato ad una Direzione del Ministero delle Finanze. La cartografia approntata dal Real Corpo
fu così aggiornata e modificata, furono distinti i
vari appezzamenti e le colture e indicati i rispettivi proprietari. In molti casi le revisioni vennero
effettuate sulle carte antiche che infatti rivelano
Mappe del R.C.S.M.G. i segni delle successive integrazioni.
Fasi operative: digitalizzazione e metadatazione
L’acquisizione digitale del materiale è stata realizzata tramite scanner a rullo (mod. HP Designejet 4500), in formato tiff con risoluzione di 300
dpi, 24 bit di profondità; all’immagine digitalizzata è stato applicato un cartiglio elettronico in
cui sono stati riportati i seguenti dati di contesto:
istituto conservatore, fondo archivistico, codice
identificativo dell’unità, scala e dimensioni dell’originale, nome file, formato, risoluzione, tipologia dello scanner e data della digitalizzazione.
In un secondo momento i files di digitalizzazione sono stati convertiti in formato jpg a bassa ri- Scheda fondo
soluzione, adatto alla pubblicazione e gestione
sul web, su ogni immagine è stato apposto un watermark per il copyright.
Parallelamente alla digitalizzazione si è proceduto alla descrizione archivistica del ma-
172
Archivio di Stato di Cagliari
teriale nel rispetto degli Standard internazionali con l’utilizzo dei metadati EAD (Encoded archival description) e il linguaggio di marcatura XML. Definita pertanto la struttura descrittiva articolata in Fondo, Serie, Unità archivistica e Unità cartografica con i tag
corrispondenti, è stato creato un apposito software di gestione (data entry) che ha consentito di esportare i dati in formato xml/ead. La descrizione oltre agli elementi fondamentali quali codice identificativo, denominazione, estremi cronologici, provenienza,
contenuto, informazioni sull’accesso, consistenza, descrizione fisica, responsabilità archivistica, ecc. ha previsto la rilevazione dei toponimi e degli antroponimi esistenti con
la creazione di indici controllati che costituiscono chiavi di ricerca sul web.
Per le mappe conservate dall’Archivio di Stato di Cagliari relative alla parte centro-meridionale della Sardegna - in tutto 3.966 - è stata preliminarmente operata una selezione, eliminando le copie; - non è stata necessaria la scansione degli originali, giacché
si disponeva dei formati digitali realizzati con Imago II, bensì aggiornare la descrizione
archivistica arricchendola con i nuovi elementi EAD e soprattutto con la rilevazione dei
toponimi e degli antroponimi.
Georeferenziazione
L’ultima fase esecutiva del progetto ha
comportato il collegamento della Cartografia storica all’attuale Carta tecnica
Regionale; a tal fine sono stati individuati
dei punti di appoggio sul terreno (Ground
control point / GCP), all’interno dei 385
quadri d’unione comunali: rilevate le coordinate di detti punti misurate secondo
il metodo Gauss-Boaga –tramite sovrapposizione con la Carta Tecnica Regionale Coordinate geografiche
- si sono estrapolate le coordinate dei vertici di ciascun “quadro d’unione”. Con un’operazione aritmetica si sono quindi stimate
le coordinate dei vertici delle tavolette al 5.000 e sebbene quest’ultima stima presenti
un margine di errore, la determinazione dei vertici di ogni elemento consente di relazionare
i risultati di ricerche effettuate su diverse basi di dati, all’elemento della Cartografia Storica Regionale.
E’ stato infine approntato un nuovo portale web che integra le raccolte digitalizzate costituendo un unico archivio virtuale della cartografia storica della Sardegna, dove è possibile reperire le carte che interessano attraverso la navigazione, la ricerca libera, la ricerca per toponimi e/o antroponimi e per coordinate geografiche. Impostata la ricerca,
si otterrà una lista di documenti che può soddisfare la richiesta con la denominazione
del documento e del fondo archivistico di provenienza e il link alla rispettiva scheda cartografica. Selezionata la scheda, si avrà come risposta l’intera scheda descrittiva della
carta anche in xml o pdf e la possibilità di visualizzare la carta e di stamparla.
Attualmente è in corso, secondo le modalità descritte, il completamento della cartografia riconducibile al Cessato Catasto avviato nel 1851 e vigente sino agli anni Venti del Novecento e l’inserimento delle carte relative agli usi civici quali cussorgie e ademprivi.
Prospettive future
L’attività di promozione e valorizzazione
avrà nell’immediato una forte espansione,
perché la conclusione della prima fase dei
lavori di ristrutturazione statica e funzionale
della sede, che ha interessato la metà dell’edificio, ha riconsegnato all’attività istituzionale una moderna sala polifunzionale
per le esigenze della didattica e di altre manifestazioni culturali (seminari, conferenze
ecc.), un’ampia Sala Mostre, dotata delle più
moderne strutture di allestimento.
Certamente il completamento dei lavori di
Home page del sito web dell’Archivio
173
Archivio di Stato di Cagliari
riqualificazione della sede, che dovrebbe comprendere tutta l’altra ala dell’edificio, è
obiettivo prioritario. Su questo punto si insisterà per ottenere le risorse necessarie dal
MiBAC, anche perché parte del materiale documentario è inscatolato, e quindi non fruibile, per mancanza delle scaffalature, che a loro volta non possono essere acquisite se
non si realizzano nei depositi i lavori di consolidamento, gli impianti di sicurezza e di
climatizzazione; anche la Sala di Studio e i Laboratori non sono stati riqualificati.
Se i lavori di ristrutturazione della sede dovessero fermarsi, ne conseguirebbe non solo
una caduta di immagine dell’Amministrazione Archivistica, ma anche un danno per il
cittadino proprio nel momento in cui si porta avanti una politica di promozione e valorizzazione delle attività culturali.
Lo stop dei lavori non inciderà negativamente sull’attività dell’Istituto, che intende comunque continuare a portare avanti i progetti di digitalizzazione: è in corso una ulteriore tranche del Progetto CARSTOS che, se verranno assegnate le risorse nell’ambito
dell’APQ regione Sardegna, verrà completato con tutta la cartografia storica conservata
negli Archivi di Stato dell’isola.
Si vorrebbe ripetere l’esperienza dei progetti europei: l’Archivio ha lanciato un’idea progetto sul P.O. Marittimo Italia –Francia, dal titolo Route TIR – il mare Tirreno una antica
autostrada per la condivisione virtuale dei patrimoni documentari con gli archivi dipartimentali della Corsica (Aiaccio e Bastia) e con gli archivi di Stato di Genova e Livorno
al fine di ricreare gli antichi legami che nel passato hanno unito quest’area del mar Mediterraneo. Si è in attesa della prossima pubblicazione del Bando.
La scuola di Archivistica riprenderà l’attività didattica nella nuova Aula che, dotata di
30 P.C. in rete, consentirà di svolgere le esercitazioni sui vari software di inventariazione,
sul protocollo informatico e la gestione dei flussi documentari; si vorrebbe poi, col coinvolgimento della Soprintendenza archivistica, potenziare l’offerta formativa estendendola all’aggiornamento del personale che opera nella pubblica amministrazione nel
settore degli archivi correnti, la cui gestione è notoriamente carente proprio perché gli
addetti non conoscono la disciplina archivistica.
Secondo gli impulsi e le risorse fornite dalla Direzione Generale degli Archivi, dovrebbe
anche implementarsi il Sistema Informativo degli Archivi di Stato (SIAS). Il sito web dell’Archivio è oggetto di un restyling secondo le direttive ministeriali per i siti web di qualità, con nuove e più celeri maschere di accesso al patrimonio documentario.
Si intende continuare ad investire anche sulla Biblioteca, al fine di rendere più qualificati i servizi rivolti all’utenza. Attualmente infatti sono disponibili a catalogo circa l’80%
delle opere possedute.
Sarà incentivata la collaborazione dei tirocinanti e dei volontari archivistici nei consueti
lavori di ordinamento dei fondi documentari; la loro presenza ha già dato buoni risultati, sia perché consente di accelerare i lavori di ordinamento, sia perchè permette la trasmissione dei saperi dai funzionari alle nuove generazioni, garantendo così un’avvenire
alla nostra professione.
Il futuro dell’Archivio dipende infatti in parte dalle politiche che il Ministero vorrà attuare in materia di risorse umane sulle quali è necessario investire; l’80% del personale
ha un’anzianità di servizio mediamente di 30 anni; il mancato ricambio, senza l’ingresso
di nuovo personale, fa sentire sempre più i suoi effetti, ed è solo in minima parte limitato dal processo di riqualificazione in atto.
174
ARCHIVIO DI STATO DI NUORO
LA STORIA
L’Archivio di Stato di Nuoro, ufficio periferico del Ministero per
i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per gli Archivi,
nasce come sezione d’archivio con D. M. del 15 Aprile 1959 e, solo
in seguito al d. p. r. n°1409/1963, diventa Archivio di Stato.
La città, che ha dato i natali ad illustri artisti quali Sebastiano e
Salvatore Satta, Francesco Ciusa, Antonio Ballero e il Premio
Nobel Grazia Deledda, ospita l’Istituto nella sua prima sede di
via L. Manara n°3, ove rimane fino agli anni Settanta. Risale a
questo periodo il trasferimento in un appartamento di via Oggiano che, proprio per la sua natura di abitazione privata, risulta
essere un contesto non del tutto adatto ad ospitare un Archivio
di Stato. È solo nel gennaio 2007 che
l’ASNu conosce l’attuale sede, ubicata
nel cuore della città, lungo le pendici del
colle Sant’Onofrio, quindi facilmente
raggiungibile, ed ospita nei suoi locali la
reception, gli uffici amministrativi, la
spaziosa sala di studio, che accoglie una
ricchissima quanto interessante biblioteca, ed i depositi, ove sono custoditi
quasi duemila metri di patrimonio documentario.
Il suo compito, dal momento della sua
istituzione, è quello di raccogliere e conservare la documentazione storica relativa agli affari esauriti da
oltre quarant’anni, prodotta dagli uffici statali della provincia, la
cui creazione risale al 1927: la documentazione anteriore a tale
data si trova inserita in gran parte nei fondi dell’Archivio di Stato di Cagliari e dell’Archivio di Stato di Sassari, dove sono tuttora
consultabili.
Direttore
Angela Orani
Referente per il progetto
Angela Orani
Via Mereu 49
08100 Nuoro
Tel. 0784 33476
Fax 0784 33469
[email protected]
[email protected]
www.archiviodistatodinuoro-beniculturali.it
175
Archivio di Stato di Nuoro
COMPITI ISTITUZIONALI
L’Archivio di Stato di Nuoro, nel provvedere alla conservazione, tutela, ricerca, valorizzazione e promozione del patrimonio documentario posseduto, rispecchia le trasformazioni territoriali, istituzionali, economiche, sociali e politiche avvenute nell’ambito di
competenza provinciale.
L’Archivio di Stato di Nuoro esercita la propria funzione di tutela e di conservazione attraverso le Commissioni di Sorveglianza operative in seno agli uffici periferici dello Stato.
Il patrimonio documentario
L’Archivio di Stato di conserva un patrimonio documentario suddiviso in fondi, i più importanti dei quali sono: Atti notarili, Prefettura, Cessato catasto, Tribunale, Preture, Questura, cui si aggiungono donazioni private di documenti e libri. Il patrimonio in costante
accrescimento abbraccia un arco cronologico che va dal secolo XVI al XX e consta di
20.000 pezzi collocati in appositi armadi compattabili per circa 1000 metri lineari.
Archivi notarili (secc. XVI-XX): I fondi mantengono un ordinamento per tappe di insinuazione e comprendono sia atti originali dei notai sia atti degli uffici di insinuazione, indicati nelle serie come Atti diversi. Appartengono al fondo Archivi notarili gli atti dei notai
della Tappa di Nuoro, della Tappa di Bosa, della Tappa di Cuglieri e della Tappa di Oliena.
Cessato Catasto (1848-1930): Fu compilato dal 1851 e riformato secondo le disposizioni
del 1866, sulla base delle rilevazioni trigonometriche
operate a partire dal 1840 dal Real Corpo di Stato Maggiore.
Documentazione: il catasto terreni, relativo a 100
paesi, è costituito dalle Mappe relative ai Beni Rurali e
dalle Tavolette di Rilievo, queste ultime redatte da Alberto La Marmora e Carlo de Candia, e dai registri partitari, sommarioni, matricole, matrici dei beni rurali,
repertori, elenchi, tavole censuarie, prontuari, frazionamenti, rubriche.
Ufficio delle Imposte dirette di Nuoro: comprende
mappe e registri del catasto Terreni (29 paesi) e del catasto Fabbricati (29 paesi).
Tribunale (1863-1994): Comprende Atti civili e volontaria giurisdizione, Corte d’Assise, Procedimenti penali e
civili, Sentenze penali e civili, Ufficio di Conciliatura di
Nuoro.
Procura del Regno poi della Repubblica c/o Tribunale di Nuoro (1847-1980) Comprende Processi penali, documentazione alienati, Esecuzioni, Registri di controlleria e
vari. 2 Registri delle Cause Criminali del Regno di Sardegna anno 1847 e anno 1851 (digitalizzato).
Prefettura (1900-1965) Il Fondo comprende le serie Gabinetto, Archivio generale, Ragioneria, Affari di guerra, Terre incolte. La Prefettura istituita nel 1927, subentra, con circoscrizione più ampia, alla locale sottoprefettura che dipendeva dalla Prefettura di
Sassari.
Questura (1930-1960) Il Fondo è costituito dalla serie Gabinetto, Polizia giudiziaria, Polizia amministrativa, Fascicoli personali di confinati e sovversivi politici, Protocolli.
Preture e Giudicature (secc. XIX-XX) Preture di Nuoro, Macomer, Orani, Tortolì e Bono
sede staccata di Bolotana, comprendono cause civili e penali, sentenze civili e penali,
procedimenti civili, penali ed affari diversi. La documentazione anteriore al 1865 si riferisce alle precedenti Giudicature e, per Macomer e Tortolì, anche alla Curia, che esercitava giurisdizione civile e penale.
Ufficio del registro di Bosa e Ufficio d’Insinuazione (1797-1928) Comprende pregoni, leggi
e circolari. Gli atti precedenti l’Unità d’Italia fanno parte dell’Ufficio dell’Insinuazione.
176
Archivio di Stato di Nuoro
Ragioneria provinciale dello Stato (1935-1946) Il Fondo comprende le serie Contributi radiofonici, Ammasso lana e olio,
Fondo culto e Beni immobili ex fascio.
Corporazioni religiose soppresse ed Enti ecclesiastici (secc.
XVII-XIX) Il Fondo comprende le carte degli enti religiosi
soppressi versate all’Archivio dall’Ufficio del Registro di Bosa
e sono state prodotte da Cappuccini e Carmelitani di Bosa,
Cappuccini e Servi di Maria di Cuglieri, Cappellania di Santulussurgiu, Cappellania del Rosario di Tresnuraghes e Parrocchia di Sennariolo.
Archivi di famiglie e persone (secc. XIX-XX) E’ costituito
dalle carte donate dalla famiglia Delitala di Orani
Raccolte e miscellanee Comprendono due antiche pergamene, risalenti al 1545 e al 1770
Provveditorato agli studi (1936-1955) Rubriche e protocolli.
Direzioni didattiche (secc. XIX-XX) Comprendono i registri di classe, gli esami, le statistiche, gli affari diversi delle scuole elementari provenienti da Bolotana e da Cuglieri .
Ufficio di leva di Nuoro (1835-1925) Comprende le liste di leva e di estrazione, i registri
sommari e i registri revisione riformati dei circondari di Nuoro, Oristano e Lanusei.
GIL (Gioventù Italiana del Littorio) In fase di riordino.
Pretura di Bono sede staccata di Bolotana e Giudice del Mandamento di Bolotana
(1822-1964) In fase di riordino.
Biblioteca
L’Istituto possiede anche una ricca biblioteca specialistica, con pubblicazioni relative
alla storia sarda ed in particolare alla disciplina archivistica, paleografica e diplomatistica. Entro il patrimonio bibliografico risulta di estremo interesse il dono della biblioteca del dott. Carlo Pinna di Thiesi, che raccoglie circa 1500 titoli, alcuni dei quali rari ed
introvabili, ed anche carte geografiche della Sardegna con incisioni su rame: alcune acquerellate, altre d’ispirazione tolemaica e rinascimentali ad opera dei cartografi Ortelio e Mercatore. La biblioteca aderisce al sistema Sebina OpenLibrary Opac Sardegna.
ATTIVITA’ DI COMUNICAZIONE, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE
L’attività e i servizi offerti vengono promossi all’interno e all’esterno attraverso un’attività di promozione e valorizzazione del patrimonio documentario conservato, spesso
anche in collaborazione con le istituzioni territoriali (Provincia, Comune, Prefettura, Associazioni e privati cittadini).
Oltre alle manifestazioni promosse dal MIBAC, l’Istituto organizza incontri volti a coinvolgere un numero sempre maggiore di pubblico con laboratori didattici, incontri musicali e letterari, mostre figurative e storico-documentarie, con l’esposizione di
documenti che affrontano le tematiche riguardanti la storia di tutto il territorio del capoluogo barbaricino. Questa attività fa sì che un pubblico sempre più vasto e dai diversificati interessi, costituito anche da non esperti, si avvicini al mondo degli archivi.
MOSTRE E CONVEGNI
Anno 2007
Inaugurazione sede: “Inaugurazione dell’Archivio di Stato di Nuoro”. Un’intera giornata
densa di iniziative per far conoscere la nuova sede dell’Istituto, alla presenza del Direttore Generale degli Archivi, Maurizio Fallace: lettura di brani tratti dai fascicoli politici
della Questura di Nuoro, a cura di Anna Segreti Tilocca, relazione dal titolo “Gli archivi
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Archivio di Stato di Nuoro
per lo studio della storia delle istituzioni contemporanee”, a cura di Guido Melis dell’Università di Roma La Sapienza;nel pomeriggio visite guidate al Museo del Costume
e alla casa natale di Grazia Deledda con accompagnamento musicale a cura del coro
“Su Nugoresu” di Nuoro, “Su Cuntzertu” e del gruppo musicale “Sa Cointrotza” di Aidomaggiore.
Mostra: “Rispettare il cibo: rispettare noi stessi”. Esposizione di opere a stampa, manoscritti, cartoline e manifesti riguardanti la storia dell’alimentazione e del cibo dal ’700
al periodo fascista. Nel corso della manifestazione distribuzione del volumetto “Sa terra
de sas cosas bonas”, in lingua sarda, curato dall’Ufficio Lingua Sarda di Nuoro. In esposizione libri e quaderni sulla cucina e sull’alimentazione (proprietaria Laura Melis).
Conferenza: “Antonio Mereu. Un partigiano nuorese” La figura del partigiano nuorese,
morto sulle Alpi durante la Resistenza, illustrata da Marina Moncelsi, direttore della sezione di Nuoro dell’Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia. La manifestazione è stata organizzata nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio.
Conferenza: “Garibaldi nelle carte “inglesi”. Conversazione a cura di Anna Tilocca Segreti,
già Soprintendente Archivistico per la Sardegna, su alcuni aspetti della personalità dell’eroe,desumibili dalla documentazione privata di una famiglia inglese di recente donata all’Archivio Centrale dello Stato. Anno 2007.
Visita Guidata: In occasione della manifestazione “Monumenti Aperti”, l’Istituto ha
messo a disposizione dei visitatori il suo patrimonio culturale, antico e moderno, offrendo, attraverso i documenti, testimonianze sugli usi, i costumi e le tradizioni del territorio per far meglio comprendere le relazioni e gli scambi avvenuti nel corso dei secoli
tra cultura diverse.
Anno 2008
Mostra storico-documentaria: “Il Redentore tra sacro e profano”. La mostra fotografica,
realizzata in occasione della Notte bianca, ha esposto ritratti di uomini e donne ripresi
durante la festa del Redentore, colti dentro la cornice naturalistica del Monte Ortobene
in momenti di fervente religiosità e di gioioso divertimento, tra balli e canti della tradizione popolare sarda, scattate da diversi autori tra gli anni ‘60 e ‘70 del Novecento.
Mostra: “Concessione delle terre incolte. Programmi di sviluppo agricolo della Sardegna”. Le trasformazioni agrarie in Sardegna alla luce delle relazioni tecniche e le statistiche redatte dalle Commissioni Terre Incolte negli anni dal secondo dopo guerra fino
alle lotte di rivendicazione degli anni ’70 del ’900. Esposizione dei carteggi relativi.
Mostra-conferenza: “Sa die de sa Sardigna nel segno della lingua sarda”. In occasione del
28 aprile, data in cui il popolo sardo ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, cioè l’insurrezione
popolare del 28 aprile 1794 con la quale i Piemontesi furono allontanati da Cagliari, l’Archivio ha dedicato tre giorni alla divulgazione della lingua sarda. In programma una
mostra di documenti di proprietà dell’Archivio, la proiezione del film di Giovanni Columbu “Arcipelaghi” e la presentazione di tavole di fumetti sulla storia sarda disegnate
da Manuele Mureddu.
Conferenza: “I disabili e la fruizione dei Beni Culturali”. Presentazione di tecnologie informatiche, nuove opportunità e criticità. Relatori: Giovanni Loche e Pietro Manca.
Conferenza: “Fiori d’arancio.....e capitoli matrimoniali”. Esposizione di atti notarili riguardanti i capitoli matrimoniali, accompagnata dalla lettura di brani e dalla recita di
poesie dialettali d’amore, a cura di Giovanni Piga, Anna Cristina Serra, Ignazio Porcheddu.
Conferenza: “Le donne e la guerra.” Lettura e commento di lettere di donne ai propri cari
durante la II Guerra Mondiale.
Conferenza: “Il Tracoma: malattia invalidante in Sardegna fra XIX e XX secolo”. Uno studio sulla presenza del tracoma, della sua azione invalidante e la lotta antitracomatosa
in Sardegna fra ’800 e ’900 di Paola Maria Melis, tecnologo dell’Istituto di Genetica
delle Popolazioni del CNR di Sassari, attraverso la consultazione dei registri del Fondo
“Liste di Leva”, conservato presso l’Archivio di Stato di Nuoro (in occasione della Giornata
Internazionale dei diritti delle persone con invalidità).
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Archivio di Stato di Nuoro
Didattica: “Racconti e piccole storie.” Inaugurazione della Settimana della Cultura con
l’intervento lo storico dell’arte Antonello Cuccu, esperto di cultura materiale ed arte
sarda. Nel corso della settimana laboratori in lingua sarda con proiezioni di cartoni animati e storie per bambini della tradizione sarda con l’esposizione finale dei lavori eseguiti (in collaborazione con S’Ufitziu de sa Limba Sarda.
Didattica: “Il ciclo del riciclo” Laboratorio didattico con lo scopo di sensibilizzare i cittadini in tema di raccolta differenziata della carta. Sono stati mostrati i processi di riciclo
della carta, dal momento della raccolta differenziata sino all’elaborazione del prodotto
ottenuto dal materiale riciclato, presentati filmati sull’argomento con una breve conferenza conclusiva sui vari materiali scrittori, a partire dall’epoca antica sino all’introduzione dei nuovi supporti elettronici.
Festa della Musica 2008: “L’altra musica: il canto a tenore”. Giornata didattica all’insegna del canto a tenore, uno stile di canto importante nel panorama tradizionale sardo,
sia come espressione artistica di pura matrice isolana, sia come espressione sociale del
mondo agro-pastorale sul quale il popolo sardo ha radicato le proprie origini. Il Canto a
tenore è stato inserito dall’UNESCO tra i Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity, perciò proclamato “Patrimonio intangibile dell’Umanità”. Ospiti della
giornata i Tenores di Oniferi.
Anno 2009
Mostra: “Le carte d’archivio tra storia e mondo digitale” nella quale è stata presentata la
digitalizzazione di alcune serie archivistiche come strumento di buona conservazione
e di stimolo alla ricerca attiva e alla visita dei luoghi, facendo dialogare carte storiche e
carte attuali, esiti culturali di un complesso processo di comprensione e restituzione del
mondo.
Conferenza: “L’amore e la tradizione orafa ornamentale:i doni di fidanzamento.” In occasione della Festa di San Valentino l’Archivio ha organizzato una conferenza sul tema
degli ornamenti e dei doni preziosi scambiati dagli innamorati per il fidanzamento.
Breve viaggio tra le tipologie ornamentali sarde, legate al tradizionale scambio di doni
che sancisce la promessa di matrimonio, dove il gioiello rappresenta il simbolo dell’alleanza e del vincolo.
Mostra: “La capacità giuridica femminile fra XVI e XVIII secolo”. L’Archivio di Stato in occasione della Festa della Donna 2009 propone una mostra di documenti (testamenti,
processi, inventari e carte matrimoniali) che evidenziano il limite alla capacità giuridica
femminile, facendo divieto di assumere obbligazioni nell’interesse altrui.
Conferenza: “Accessibilità e fruibilità del patrimonio documentario”. Incontri tematici
nel corso dei quali Angela Orani ha presentato sia la tipologia della documentazione
conservata presso l’Istituto, dedicando maggiore attenzione ai fondi di recente acquisizione, sia le ultime tecnologie acquisite per l’erogazione di nuovi servizi all’utenza.
(Settimana della Cultura).
Convegno: “Una die in limba sarda”. Convegno sulla lingua sarda con la partecipazione
di Angela Orani, direttrice dell’Archivio di Stato di Nuoro, Maiantonietta Piga, responsabile dell’Ufficio di Lingua Sarda della Provincia di Nuoro e Bartolomeo Porcheddu, direttore della rivista Logosardigna. Sono intervenuti inoltre il poeta Giovanni Piga e la
cultrice di lingua sarda Maria Paola Dettori. I bambini della scuola materna di Oniferi e
della scuola elementare Biscollai di Nuoro hanno recitato poesie e racconti in lingua
sarda.
Festa della Musica: “Franceschino Satta poeta nuorese”. In collaborazione con l’Ufficio
della Lingua Sarda della Provincia di Nuoro, un recital-concerto, volto a commemorare
il poeta nuorese Franceschino Satta (1919-2001), del Coro Ortobene, che ha realizzato
un CD musicale con le poesie di Tziu Frantzischinu dal titolo “Ispadas de sole”, alcuni
poeti e i bambini delle scuole primarie di Nuoro, che reciteranno le sue poesie.
Concerto: “Musica etnica e folk nella Notte dei Musei”. Concerto di musiche etniche e
folk del cantautore Soleandro accompagnato dal maestro Andrea Cossu.
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ARCHIVIO DI STATO DI ORISTANO
Direttore
Marina Valdès
Referente per il progetto
Marina Valdès
Via Ciusa 4/a
09170 Oristano
Tel. 0783 310530
Fax 0783 217216
[email protected]
L’Archivio di Stato di Oristano è stato istituito con decreto del
Ministro dell’Interno il 30 settembre 1974, a seguito della costituzione della Provincia (L.16 luglio1974, n.306), ma già dall’anno precedente era in funzione come Sezione di Archivio di
Stato.
Poiché a Oristano operavano diversi e importanti uffici distrettuali, il Sindaco della città, già dal 1958, aveva manifestato l’interesse per la creazione di una “sottosezione” di Archivio di
Stato. Nel 1968 fu dato il via libera alla ricerca dei locali per la
Sezione di Archivio di Stato che, di fatto, iniziò a operare nel 1973.
Nell’anno 1975 il nuovo Ministero per i Beni Culturali e Ambientali acquisiva le competenze sugli Archivi di Stato precedentemente svolte dal Ministero dell’Interno.
L’Archivio di Oristano ha sede, dal 1992, nel centrale viale Ciusa
4, ma sarà presto trasferito in locali più funzionali nell’edificio
delle ex riserie Putzu, in prossimità della stazione ferroviaria.
COMPITI ISTITUZIONALI
L’Archivio di Oristano provvede alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio documentario dello Stato. In particolare conserva i documenti degli uffici statali, giudiziari e amministrativi, con sede nella provincia di Oristano, non più occorrenti alle esigenze dell’attività amministrativa. Di grande interesse storico per lo studio della realtà politica, economica e sociale della Provincia, di cui riflettono i cambiamenti, gli archivi
pubblici versati e conservati nell’Archivio di Stato di Oristano assumono enorme rilevanza anche nelle ricerche di storia locale
e di storia familiare.
L’Archivio di Stato di Oristano cura lo studio, la ricerca, l’ordinamento, l’inventariazione, la riproduzione dei documenti conservati. Svolge servizio al pubblico per la fruizione del patrimonio e assume iniziative per la sua promozione e valorizzazione.
Attraverso le Commissioni di sorveglianza esercita il controllo sugli archivi degli uffici statali della provincia al fine del loro versamento.
L’obiettivo primario dell’Archivio di Stato di Oristano è, quindi,
quello di accrescere il proprio patrimonio archivistico mediante versamenti, depositi, donazioni e acquisti, promuoverne la conoscenza, valorizzarlo e consentirne la massima fruizione. A questo scopo pone in essere le attività necessarie a favorirne la conoscenza e a facilitarne l’accesso, attraverso manifestazioni promozionali, attraverso la predisposizione di strumenti di ricerca
innovativi e attraverso la collaborazione con enti di cultura, Università e organismi scolastici.
ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
Protocollo informatico
Il servizio di protocollo informatico è stato avviato nel gennaio
2008. Gestisce i flussi documentali, registra e classifica la posta
in ingresso e in uscita, ne acquisisce le immagini, forma i fascicoli informatici e cura la tenuta dell’archivio corrente e di deposito.
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Archivio di Stato di Oristano
Gestione delle risorse finanziarie
Il servizio provvede all’acquisizione di beni e servizi anche attraverso il mercato elettronico e al pagamento delle spese attraverso l’emissione di mandati. Liquida i compensi accessori al personale, effettua la rendicontazione semestrale e la chiusura della
contabilità. L’ufficio di ragioneria utilizza dal 2008 un software di gestione della contabilità che ha fatto rilevare un notevole incremento dell’efficienza e dell’efficacia delle
procedure.
Gestione del personale
Il servizio gestisce la rilevazione di assenze, congedi, permessi ed effettua i conteggi relativi alle diverse fattispecie (decurtazioni per malattia, erogazione di buoni pasto, compenso per lavoro straordinario). Tiene i fascicoli del personale di cui cura le pratiche,
anche pensionistiche. Attiva le procedure per le contrattazioni sindacali.
Il Patrimonio documentario
Nonostante la sua recente istituzione, l’Archivio di Oristano conserva materiale documentario cospicuo, che copre un arco cronologico dal 1566 alla fine del secolo XX e occupa 3616 metri lineari di scaffalatura.
Il documento più antico consiste in un legato testamentario disposto nel 1563, e pubblicato tre anni dopo, a favore dei poveri dell’ospedale di Oristano. Proviene da un versamento della USL 5 di Oristano (39 pezzi dal 1566 al 1966) di atti degli ospedali
Sant’Antonio Abate e San Martino.
Fondo notarile
Rilevante il fondo notarile composto
principalmente dai volumi degli Atti
originali dei notai e da copie registrate presso le Tappe di Insinuazione
e, successivamente, presso gli Uffici
del Registro.
Nel 1738 fu istituito in Sardegna, per la
registrazione e la conservazione degli
atti notarili, un sistema complesso di
distretti, chiamati Tappe di Insinuazione. Nell’Oristanese operavano le
Tappe di Insinuazione di Oristano,
Ales e Ghilarza. La loro funzione era duplice: da una parte i notai vi registravano, o “insinuavano”, gli atti via via ro- Depositi - Fondo atti notarili
gati, dall’altra le Tappe di Insinuazione conservavano gli atti originali dei notai, una volta cessata la loro attività. Le Tappe
d’Insinuazione furono sostituite con gli Uffici del Registro, mentre la funzione di conservazione fu attribuita agli Archivi notarili distrettuali.
Ai 1397 pezzi dal 1769 al 1898 provenienti da successivi versamenti dell’Archivio notarile distrettuale di Oristano si sono aggiunti nel 2007 ulteriori 2027 pezzi provenienti
dall’Archivio di Stato di Cagliari. Questa recente e preziosa acquisizione non solo ha più
che raddoppiato il fondo notarile, ma l’ha arricchito dei pezzi più antichi, cioè degli atti
registrati presso le Tappe di Insinuazione di Oristano, Ales e Ghilarza dal 1738, e degli
atti originali dei notai operanti negli stessi distretti all’inizio dell’Ottocento. Nel corso
del 2009 l’Archivio notarile distrettuale effettuerà un ulteriore versamento di volumi e
registri degli anni 1899-1908.
Uffici finanziari
Dall’Ufficio Tecnico Erariale e dall’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette di Oristano
proviene il consistente fondo di quasi 6000 mappe catastali dei terreni e dei fabbricati
della provincia, fra cui 34 mappe “De Candia”, a partire dal 1843 al 1970. I fondi sono com-
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Archivio di Stato di Oristano
pleti di registri e partitari e costituiscono un fondamentale contributo
alla conoscenza del territorio.
Documentazione scolastica
L’Archivio di Stato di Oristano conserva
oltre 12.000 registri, in qualche caso
dalla metà dell’Ottocento, di tutte le
Scuole Elementari della Provincia, facenti capo alle Direzioni didattiche di
Abbasanta, Ales, Busachi, Cabras, Fordongianus, Ghilarza, Marrubiu, Mogoro, Oristano, Santulussurgiu, San
Vero Milis, Senis, Simaxis, Terralba e
Cabras - Mappa catastale Uras.
Conserva inoltre registri del Regio
Corso Secondario di Avviamento a tipo Agrario di Ales (3 registri) e Cuglieri (63 registri)
dal 1937 e ancora 11 registri di ammissione e idoneità alle classi ginnasiali dell’Istituto
Salesiano “Carta Meloni” di Santulussurgiu
(1936-1943).
Importantissimo per la storia delle classi dirigenti della Provincia il cospicuo fondo di 146 registri provenienti dal Liceo Ginnasio Salvator
Angelo De Castro di Oristano. Il fondo comprende anche i registri, dal 1828, del Collegio Filosofico (Scuole Pie), che i Padri Scolopi
avevano fondato in Oristano alla metà del
‘600. Il Comune di Oristano, a seguito della
legge Casati del 1859, trasformò le Scuole Pie
in Ginnasio che iniziò la sua attività, in perfetta
continuità, a partire dall’anno scolastico 186061.
L’istruzione classica, secondo la legge Casati,
era impartita in istituti di primo grado, i ginnasi, della durata di cinque anni, e in istituti di
secondo grado, i licei, della durata di tre anni. Il
Ginnasio di Oristano, divenuto “Regio Ginnasio” nel 1888, continuò a operare fino a che, in
seguito alla riforma Gentile del 1923, venne trasformato in Liceo Ginnasio, denominato nel
1935 “Regio Liceo Ginnasio” e ancora, cessata la
monarchia, “Liceo Ginnasio governativo” o
“Liceo Ginnasio statale”. Il Liceo Ginnasio ori- Fondo Liceo Ginnasio De Castro
stanese è intitolato all’intellettuale oristanese Salvatore Angelo De Castro (1817-1880),
protagonista della vita culturale e politica della Sardegna nell’Ottocento.
Al liceo ginnasio fu annesso, alle sue origini, anche il Liceo scientifico, per cui l’archivio
del De Castro comprende anche parte dell’archivio di questo, così come della Regia
Scuola Magistrale e della Scuola Tecnica che, nei primi tempi del loro funzionamento,
ebbero sede presso il Ginnasio.
Uffici militari
Uno dei fondi più consultati e richiesti dall’estero è quello proveniente dal Distretto militare di Oristano che comprende i ruoli matricolari (267 registri) e oltre 1000 fogli matricolari dei militari di leva e sottufficiali dell’Esercito e della Marina dalla classe 1880 alla
classe 1927.
Un piccolo fondo viene dal Distretto militare di Sassari, comprendente liste di leva di
militari nati nella Provincia di Oristano (classi 1922-1925).
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Archivio di Stato di Oristano
Uffici amministrativi
La documentazione della Prefettura di Oristano (971 buste) data dalla fine dell’Ottocento al 1989. I documenti sino al 1971 rappresentano efficacemente le problematiche
della Provincia, trattandosi principalmente di “affari comunali”. Il Prefetto, infatti, massimo rappresentante del Governo nella Provincia, esercitava uno stretto controllo sugli
organi comunali, in quanto presidente della Giunta Provinciale Amministrativa.
Le GPA furono istituite nel 1888 nell’ambito delle riforme crispine dello Stato, per una
migliore conoscenza, e controllo, del governo centrale sulle periferie. Subirono successive modifiche prima di essere soppiantate, nel 1971, dai Comitati Regionali di Controllo
(ora soppressi). Di pari consistenza, ma più recente (1954-1998), è la documentazione versata dalla Questura di Oristano, relativa alle attività della Polizia di Stato. Quanto alla formazione del personale, si conserva la documentazione, dal 1967 al 1998, del Centro di
Addestramento e Istruzione Professionale della Polizia di Stato che opera ad Abbasanta.
Recente, ma significativa per le sue implicazioni di carattere economico e sociale, la documentazione proveniente dall’Ufficio del Lavoro e della massima occupazione (197084), dall’Ispettorato Provinciale del Lavoro (1960-72), dall’Ufficio provinciale della
Motorizzazione civile (1977-91), dalla Ragioneria Provinciale dello Stato (1975-1993) e
dalla Direzione provinciale dei servizi vari (1975-94).
Uffici giudiziari
Sono antichi anche i fondi degli uffici giudiziari, di cui il più cospicuo per consistenza
(9460 buste) e importanza è il fondo del Tribunale di Oristano, con gli atti delle sezioni
civile e penale dal 1839. Contengono documenti dell’inizio dell’Ottocento anche gli archivi delle Preture di Oristano, di Terralba e di Cuglieri (questo anche documenti anteriori al 1725) e delle soppresse Preture di Cabras, Mogoro e Simaxis. Il fondo versato dalla
Procura della Repubblica nel 1994 consta di 547 buste e contiene documentazione dal
1892. Numerosi sono stati i versamenti, da parte dei Comuni che li detenevano, degli
archivi degli Uffici di Conciliazione: l’Archivio di Stato di Oristano conserva quelli di Ardauli, Bidonì, Cuglieri, Masullas, Mogorella, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Paulilatino, Santulussurgiu, Sedilo, Soddì, Sorradile, Uras, Villaurbana, Villaverde e Zerfaliu.
Archivi di enti disciolti o soppressi
Ancora dai Comuni che li detenevano proviene la documentazione rimasta dei Fasci di
combattimento di Bonarcado e di San Vero Milis. Dall’Assessorato all’Igiene e Sanità
della Regione Autonoma della Sardegna provengono gli archivi dell’ENAOLI (Ente Nazionali Assistenza Orfani Lavoratori Italiani) composto da oltre 1000 pratiche assistenziali degli anni 1976-88 e dell’ENPMF (Ente Nazionale Protezione Morale del Fanciullo)
con 50 pratiche assistenziali degli anni 1976-79, mentre la USL 5 di Oristano ha versato
gli atti degli antichi ospedali oristanesi, che costituiscono la più antica documentazione
dell’Archivio di Stato di Oristano.
SERVIZI AL PUBBLICO
Accoglienza
Gli utenti vengono accolti dal personale addetto ai servizi di vigilanza, accompagnati
nella sala di studio, dove possono prendere visione della Carta dei servizi, del regolamento della sala di studio e delle tariffe sui servizi di fotoriproduzione. La sala di studio
è accessibile alle persone con disabilità.
Consultazione
Il materiale documentario è liberamente consultabile per motivi di studio e per motivi
di carattere giuridico-amministrativo, salvi i casi previsti dal DLgs 196/2003 “Codice in
materia di protezione dei dati personali”. I mezzi di corredo sono a disposizione del pubblico e vengono opportunamente segnalati dal personale di sala. La sala di studio dell’Archivio di Stato di Oristano ha una capacità ricettiva di 20 posti. Gli studiosi hanno a
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Archivio di Stato di Oristano
disposizione 2 postazioni Internet e le prese elettriche per i PC portatili. Non vi sono limiti per la richiesta di unità archivistiche e si garantisce un
tempo di attesa non superiore ai 15 minuti. La distribuzione avviene tutti i giorni durante l’orario di
apertura dell’Istituto per un totale di 42 ore settimanali. E’ possibile la prenotazione a distanza tramite fax o posta elettronica. Personale addetto alla
sala di studio garantisce il supporto alla ricerca.
Riproduzione e rilascio di copie
E’ possibile richiedere a pagamento, anche tramite
fax o e-mail, il rilascio di copie. La riproduzione
Il personale in sala studio viene eseguita dall’Istituto e viene rilasciata nei
tempi necessari alla lavorazione, proporzionati al
numero delle copie richieste. Il rilascio delle copie autenticate per uso giuridico-amministrativo avviene entro 7 giorni dalla richiesta.
L’utente può richiedere di eseguire con la propria fotocamera digitale la riproduzione,
qualora l’Archivio non abbia acquisito l’immagine richiesta nella propria banca dati. Il
tariffario per la riproduzione di documenti è consultabile nella sala di studio, insieme al
regolamento interno dell’Istituto.
Biblioteca
A disposizione degli studiosi è la biblioteca che conserva oltre 6000 volumi di soggetto
prevalentemente archivistico, storico istituzionale e locale.
Ricerche per corrispondenza
Negli ultimi anni la ricerca per corrispondenza ha avuto enorme incremento. Benchè
non manchi un’ampia casistica, si tratta per lo più di ricerche per l’individuazione, dai
ruoli e dai fogli matricolari, del Comune di nascita degli emigrati all’estero, in particolare in America latina. Dato il gran numero di richieste, si è avviata alla fine del 2007
una banca dati dei ruoli matricolari, finora completata dal 1880 al 1889.
PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE
Nel corso degli ultimi anni l’Archivio di Stato di Oristano ha dato vita a un’intensa attività di promozione e valorizzazione, coinvolgendo in essa tutti i livelli istituzionali e ottenendo un ottimo riscontro di pubblico.
CASE HISTORY
In occasione delle Giornate Europee
del Patrimonio (28-29 settembre 2007,
con prosecuzione sino al 4 ottobre) è
stata allestita la Mostra multimediale “Gramsci Sardo. Infanzia e giovinezza” in collaborazione con la Biblioteca Gramsciana Onlus e la partecipazione della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della
Pubblica Istruzione e Beni Culturali,
che ha finanziato con 9000 euro la
realizzazione dell’iniziativa, inserita
nelle manifestazioni per la celebrazione del 70° anniversario della morte di Antonio Gramsci.
Nelle bacheche, realizzate per l’occa-
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Studenti in visita alla mostra
Archivio di Stato di Oristano
sione, sono stati esposti i registri della scuole frequentate da Gramsci prima del suo trasferimento a Torino: la scuola Elementare di Ghilarza e il Ginnasio di Oristano in cui, da
privatista, sostenne gli esami di ammissione e, ancora, il Liceo Classico Dettori di Cagliari che ha concesso in prestito i suoi registri. E’ stato possibile, dunque, per la prima
volta, esaminare attraverso i registri originali il percorso completo della formazione culturale e intellettuale del giovane Gramsci. I documenti sono stati accompagnati da didascalie, fotografie e citazioni gramsciane sui diversi momenti della sua vita
studentesca in Sardegna.
Ai documenti originali hanno fatto da cornice 16 grandi pannelli espositori con altrettanti posters riproducenti fonti bibliografiche, archivistiche e iconografiche significative per la ricostruzione della biografia gramsciana nel periodo sardo dell’infanzia e
della giovinezza. La ricerca relativa è stata realizzata dalla Biblioteca Gramsciana.
La Biblioteca Gramsciana ha inoltre curato il settore multimediale, mettendo a disposizione del pubblico la propria collezione di VHS e DVD con testimonianze orali e filmati. Nel corso dell’inaugurazione, che ha visto un’importante partecipazione
istituzionale nazionale e locale, gli interventi dei relatori hanno messo in luce inediti
scenari della biografia gramsciana.
Sono intervenuti:
Francesco Giasi, responsabile dell’Edizione nazionale delle opere di Antonio Gramsci
per la Fondazione Istituto Gramsci di Roma, Le fonti archivistiche e i più recenti studi
sulla biografia di Gramsci;
Franco Masala, architetto, storico dell’architettura, La Cagliari di Gramsci;
Luigi Manias, presidente della Biblioteca Gramsciana Onlus, Leggere Gramsci.
Nel corso della settimana è stato fornito al pubblico, a cura della Biblioteca Gramsciana,
un servizio di visite guidate anche per le scuole e sono state registrate 516 presenze.
La mostra è stata riallestita nella sua completezza, a richiesta dell’Assessorato della Pubblica Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna, a Macomer, in occasione della
VII mostra del libro in Sardegna (24-28 ottobre 2007), nei locali delle ex Caserme Mura, nell’ampio spazio espositivo del
padiglione Filigosa, ottenendo l’ulteriore consenso di 250
visitatori.
Manifestazioni Culturali
Nel corso del 2008 l’Archivio di Oristano ha aderito alle iniziative del MiBAC con tre manifestazioni di notevole successo che lo hanno portato al centro della vita culturale
cittadina.
Settimana della Cultura (25-31 marzo 2008)
In occasione della X edizione della Settimana della Cultura,
l’Archivio di Stato di Oristano, con la partecipazione delle
Università degli Studi di Cagliari e di Sassari, il contributo
della Provincia di Oristano, la collaborazione del liceo classico De Castro, del liceo scientifico Mariano IV d’Arborea e
della sede regionale RAI, ha organizzato la manifestazione “Costituzione e Statuto
sardo”. Alle due lezioni e alla tavola rotonda, tenute da docenti delle Università di Cagliari e Sassari, ai dibattiti che ne sono seguiti e alle proiezioni di filmati RAI sul tema
hanno partecipato 410 persone, prevalentemente studenti delle scuole superiori della
città e della provincia.
Festa Europea della Musica (21 giugno 2008)
In occasione della Festa Europea della Musica, l’Archivio di Stato di Oristano ha organizzato, in collaborazione con l’Ente Concerti “Alba Pani Passino” di
Oristano, un concerto di musica classica e contemporanea dal titolo Solstizio musicale che ha ottenuto notevole successo di pubblico.
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Archivio di Stato di Oristano
Giornate Europee del Patrimonio (27-28 settembre 2008)
Nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, l’Archivio di Stato di Oristano ha organizzato una mostra di documenti catastali, notarili e militari che è stata arricchita di
oggetti e fotografie prestate da diversi privati. La manifestazione era rivolta in prevalenza agli appassionati di ricerche familiari e genealogiche, con l’intento di presentare
i nuovi strumenti di ricerca per la consultazione dei documenti pubblici (inventario degli
atti dei notai e banca dati dei militari). Il titolo della manifestazione: Carte di casa. Ricerche per la storia delle famiglie. Mostra di documenti catastali, notarili, militari
Nell’anno in corso l’Archivio di Stato di Oristano ha aderito alle seguenti manifestazioni:
- Settimana della Cultura 2009
- Festa Europea della Musica (21 giugno 2009)
Restauro ordinamenti inventari digitalizzazione banche dati
Il restauro dell’archivio del Liceo Ginnasio “S.A. De Castro di Oristano” è oggetto del programma triennale dei Lavori Pubblici 2008-2010 del Ministero. La progettazione dei
primi due lotti è in fase esecutiva e i lavori verranno appaltati entro l’anno. Lo stesso archivio è stato analiticamente schedato, per cui sarà a breve ordinato e inventariato.
Nel corso del 2008 è stato realizzato l’inventario SIAS di 1397 volumi che costituiscono gli Atti originali dei notai (1815-1898).
Alla serie, raddoppiata a fine 2007 grazie al
versamento dell’Archivio di Stato di Cagliari, è stato dato un nuovo ordinamento
complessivo che permetterà anche l’inserimento dei nuovi volumi (1899-1908) la cui
acquisizione è prevista nell’anno.
Data la grande richiesta di ricerca per corrispondenza sui ruoli matricolari, che contengono le generalità dei militari di leva e
sottufficiali della provincia di Oristano, nel
2008 si è avviata la costituzione della
banca dati relativa. La realizzazione, completata per gli anni 1880-1889, è stata possibile grazie alle convenzioni stipulate con
l’Università degli Studi di Cagliari, sia nell’ambito dei programmi ordinari di tirocinio formativo, che nell’ambito del
programma FIxO “Formazione e Innovazione per l’Occupazione”, promosso dal
Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali.
L’Archivio di Stato di Oristano ha arricchito
il suo patrimonio documentario digitale con il Progetto Cartografia storica della Sardegna realizzato dall’Archivio di Stato di Cagliari nel biennio 2006-2008, nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro siglato tra il Mibac e la Regione Sardegna. Con la
realizzazione di tale progetto, che ha portato alla creazione di un unico archivio virtuale
della cartografia storica redatta dal Real Corpo di Stato Maggiore Generale nella prima
metà dell’Ottocento e noto come Catasto de Candia, l’Archivio di Stato di Oristano è
stato dotato di un server di accesso alla banca dati Carstos e di un client per rendere disponibili nella Sala di Studio sia le copie digitali delle mappe planimetriche relative alla
provincia di Oristano, i cui originali sono conservati nell’Archivio cagliaritano, sia le copie
riguardanti l’intero territorio della Sardegna, con grande vantaggio per l’utenza.
E’stato avviato, con l’acquisto di uno scanner a planetario di grande formato, il “Progetto classi dirigenti locali”. Si tratta di un progetto ambizioso che prevede la digitalizzazione dei registri scolastici che l’Archivio di Stato di Oristano conserva, e dalla
costituzione di una banca dati relativa alle classi dirigenti locali dalla metà dell’Otto-
186
Archivio di Stato di Oristano
cento. Il progetto potrà coinvolgere tutti gli Archivi di Stato della Sardegna e la Soprintendenza Archivistica che, a seguito del DPR 8.3.1999, n.275, vigila sugli archivi delle Istituzioni scolastiche. La mutata natura giuridica delle Scuole statali in Istituzioni
scolastiche, infatti, porterà alla scissione delle serie dei registri scolastici, conservati in
parte negli Archivi di Stato e in parte nelle scuole. Il progetto sopperirà a questo limite,
riunificando virtualmente le serie conservate in più sedi. Per l’importanza dell’iniziativa e le sue implicazioni sarà necessariamente coinvolta anche la Regione Autonoma
della Sardegna.
PROGETTI FUTURI
- Concludere l’inventario SIAS degli Atti dei notai con le nuove acquisizioni e inserirvi gli
indici digitalizzati dei volumi
- Avviare l’inventario SIAS dei registri delle Tappe di insinuazione dal 1738 e inserirvi gli
indici digitalizzati dei registri
- Concludere la banca dati dei militari (1889-1927)
- Effettuare la digitalizzazione completa delle
mappe catastali
- Effettuare l’ordinamento dell’Archivio del
Liceo “De Castro”
- Attivare un sito Internet per la consultazione
in rete del materiale digitalizzato e delle banche dati
- Entrare nel Sistema SBN. La Regione Autonoma della Sardegna ha recentemente accolto la richiesta dell’Archivio di Stato di
Oristano di entrare nel sistema bibliotecario
nazionale e ha avviato i corsi di formazione,
cui hanno partecipato due dipendenti dell’Archivio.
Atti notarili per la mostra “Carte di casa”
187
ARCHIVIO DI STATO DI SASSARI
ATTIVITA’
L’Archivio di Stato di Sassari fu istituito con D.M. 15 aprile 1959,
mentre la sede fu costruita all’inizio degli anni 60 dall’AmmiReferente per il progetto
nistrazione Provinciale di Sassari, usufruendo di appositi beneAngelo Ammirati
fici previsti dalla legge 19 luglio 1959, n. 550.
Via Angioj, 1
Il Ministero dei Lavori Pubblici – Direzione Generale Edilizia Sta07100 Sassari
tale e sovvenzionata con lettera n. 23288 del 14 novembre 1961
Tel. 079 233470
stabiliva che la concessione del contributo del 4% per 35 anni per
Fax 079 233470
[email protected]
l’erigendo edificio sede dell’Archivio di Stato, era subordinata all’assenso da parte della Provincia di Sassari “di destinare l’edificio in perpetuo ed esclusivo uso dell’Archivio di Stato”. Tale clausola ha già salvato per ben due volte l’Istituto dal tentativo di
sfratto avanzato dall’Amministrazione Provinciale di Sassari, sempre molto attenta alla
salvaguardia del patrimonio documentale.
Attualmente sono in corso i lavori di restauro
dell’ex Ospedale civile SS. Annunziata situato
in piazza Fiume a Sassari. L’imponente edificio
fu eretto nel 1843 per offrire alla città una struttura sanitaria, modernissima per quell’epoca,
ed adeguata alla cura degli ammalati. Il progetto di restauro del vecchio ospedale e la sua
destinazione a scopi culturali è nato nel 2003,
quando il Ministero per i beni e le attività culturali e l’Azienda Sanitaria Locale di Sassari firSede attuale dell’Archivio di Stato marono un’apposita convenzione nella quale
si prevedeva che i lavori di restauro conservativo e di adeguamento funzionale dell’immobile fossero effettuati a cura e spese del Ministero; la A.S.L. invece si impegnava
a concedere in comodato gratuito al Ministero, per un periodo
di 99 anni rinnovabile, alcuni spazi a futura sede dell’Archivio di
Stato e della Biblioteca Universitaria. La parte frontale dell’edificio sarà destinata ad uffici di rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Locale. In tal modo tre inquilini dovranno avere il buon
senso di trovare gli opportuni equilibri per la conduzione di uno
stabile complesso e con un’utenza variegata portatrice di interessi diversi.
Se la nuova sede fosse stata invece utilizzata esclusivamente per
scopi culturali, avrebbe potuto costituire il primo esempio di una mega struttura, destinata
ad accogliere archivi della città e dell’intera provincia, accorpando i fondi prodotti dalle varie istituzioni che nel corso dei secoli hanno operato
sul territorio. Una tale iniziativa avrebbe apportato indubbi vantaggi ai cittadini e ricercatori, per la facilità di reperire il materiale attinente alla propria ricerca, senza dover rincorrere
fantomatici archivi ed archivisti. In nome di una
fruizione generalizzata del bene culturale archivistico e della sua promozione, si sarebbero
trovati i modi giusti per superare le difficoltà deFutura sede dell’Archivio di Stato
in corso di restauro rivanti dal diverso regime giuridico degli archivi.
Direttore
Angelo Ammirati
188
Archivio di Stato di Sassari
COMPITI ISTITUZIONALI
Compito primario dell’Archivio di Stato di Sassari è quello della conservazione del patrimonio documentale. Infatti l’articolo 41 del DLGS. 42/2004 specifica che gli organi
giudiziari e amministrativi dello Stato versano all’archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato i documenti relativi agli affari esauriti da oltre quarant’anni, unitamente
agli strumenti che ne garantiscono la consultazione. Le liste di leva e di estrazione sono
versate settant’anni dopo l’anno di nascita della classe cui si riferiscono. Gli archivi notarili versano gli atti notarili ricevuti dai notai che cessarono l’esercizio professionale
anteriormente all’ultimo centennio.
Si possono accettare versamenti di documenti più recenti, quando vi sia pericolo di dispersione o di danneggiamento. Nessun versamento può essere ricevuto se non sono
state effettuate le operazioni di scarto. Le spese per il versamento sono a carico delle
amministrazioni versanti. Anche gli archivi degli uffici statali soppressi e degli enti pubblici estinti sono versati all’archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato, a meno che
non se ne renda necessario il trasferimento, in tutto o in parte, ad altri enti.
Conservare, che non è sinonimo di accumulare, nella sua accezione più ampia, presuppone avere locali sufficienti e a norma, dotati degli impianti necessari per la protezione
del materiale. Attraverso la corretta conservazione dei fondi, è possibile scorgere l’evolversi delle magistrature che si sono susseguite sul territorio e la loro operatività. Questa lettura permette di fare storia istituzionale partendo dal basso, da quello che è il
residuo, fonte auto-documentazione e memoria dell’attività pratica.
Questo compito da solo non giustifica il mantenimento in vita di istituti che assorbono
ingenti risorse economiche, se non è accompagnato anche da altre iniziative come la tutela, la ricerca, la valorizzazione e promozione del patrimonio culturale documentario.
In tal modo il bene culturale e la riscoperta della memoria, assumono un ruolo di catarsi
per la società, ed un impegno per i suoi membri a mantenere sempre vitale la linfa che
per secoli ha caratterizzato la loro esistenza. Il riconoscersi in questi valori e condividerli
fa sì che ogni individuo sia riconosciuto ed accettato dagli altri membri della comunità.
I compiti fin qui esposti riguardano, in modo particolare, la documentazione storica già
versata all’Archivio di Stato. Per gli atti correnti e di deposito degli uffici statali, la tutela
viene espletata tramite le commissioni di sorveglianza, che nel Codice dei beni culturali
e del paesaggio, sono chiamate a vigilare sulla corretta tenuta degli archivi correnti e di
deposito, di collaborare alla definizione dei criteri di organizzazione, gestione e conservazione dei documenti, di proporre gli scarti, di curare i versamenti, di identificare gli atti
di natura riservata.
Vorrei richiamare l’attenzione su un concetto, ben evidenziato nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, che riguarda la commissione di sorveglianza: “vigilare sulla corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito, di collaborare alla definizione dei criteri
di organizzazione, gestione e conservazione dei documenti”. Come si vede, questa attribuzione implica una diretta partecipazione del direttore dell’Archivio di Stato o del
suo delegato, alla reingegnerizzazione dei processi da attuare presso le pubbliche amministrazioni per la gestione documentale e dei flussi documentali, a seguito dell’adozione del protocollo informatico.
L’assolvimento di questo incarico presuppone un aggiornamento continuo da parte dell’archivista, che dovrà essere più che competente nella gestione dei documenti elettronici.
Un controllo costante esercitato fin dalla prima fase di ricezione del documento, della
sua registrazione, classificazione, acquisizione ottica ed assegnazione al responsabile
del procedimento, consente di verificare il rispetto dei tempi di conclusione del procedimento e di controllare il carico di lavoro.
Purtroppo la commissione di sorveglianza è ancora vista come l’organismo incaricato
esclusivamente di avviare al macero le carte inservibili. Tanto è vero che quando si illustra il contenuto dell’art. 41 del Codice dei beni culturali e si propongono soluzioni innovative di reingegnerizzazione dei processi che vanno ad incidere sull’organizzazione
del lavoro, sono proprio i responsabili degli uffici a rimanere perplessi, perché vedono
come un’indebita intromissione la collaborazione che la commissione di sorveglianza
è chiamata a prestare per la corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito e per la
189
Archivio di Stato di Sassari
definizione dei criteri di organizzazione della gestione documentale.
In tali occasioni si rende quasi sempre indispensabile specificare le motivazioni del versamento degli atti all’Archivio di Stato, il lavoro successivo che si farà in sede per riordinare le carte e renderle fruibili agli studiosi.
Solo dopo diverse sedute della commissione di sorveglianza il Presidente della stessa
eviterà a priori di pronunciare categorici giudizi sul futuro destino delle certe quasi sempre considerate come materiale inservibile. Anche quando ci si trova di fronte a materiale ripetitivo e di scarsa rilevanza storica, sorge la necessità di lasciare traccia ai posteri
dell’effettivo modo di lavorare e di impostare l’iter procedurale, nonché i diversi compiti
espletati dal soggetto produttore. In ultima analisi, l’adozione e il rispetto del metodo
storico, principio cardine dell’archivistica, deve essere applicato soprattutto in fase di
selezione e scarto degli atti, in presenza di procedimenti ripetitivi e di scarsa rilevanza
storica, ma che sono pur sempre indicativi della tanta energia profusa dagli addetti.
Applicare il metodo storico esclusivamente a quella modesta quantità di atti che viene
ritenuta degna di essere conservata, è un non senso con il principio stesso di cui si sta
parlando. Se l’archivio dovrebbe rappresentare l’immagine del soggetto produttore, che
senso ha conservarne solo alcuni tronconi e talvolta anche incompleti, se non si ha
anche la visione di tutto l’insieme prodotto? Come in una foto possono esserci aspetti
bellissimi ma anche imprecisioni e difetti, ugualmente l’applicazione corretta del metodo storico in fase di selezione, ci permetterà di avere un quadro veritiero ed oggettivo
di come venivano attuati gli scopi esistenziali dell’istituzione.
Questa metodologia di lavoro incontra purtroppo notevoli ostacoli in fase operativa,
perché difficilmente si ha la possibilità di avere sotto mano, in sede di commissione di
sorveglianza, elenchi dettagliati dei procedimenti che si intendono eliminare, e tempo
sufficiente per analizzare l’intrecciarsi delle singole operatività con una visione d’insieme del materiale archivistico. Ne discende che la corretta applicazione del metodo
storico richiederebbe un cambio epocale di strategia, in quanto bisognerebbe agire soprattutto in fase di avviamento della gestione documentale.
Il patrimonio documentario
L’Archivio di Stato di Sassari conserva attualmente un patrimonio documentario che si
estende dal XVI al XX secolo e consta di 39.962 pezzi, collocati su apposita scaffalatura
in ferro, per complessivi 3.450 metri lineari.
I fondi archivistici versati sono ormai tanti e diversificati, alcuni dei quali, per l’abbondanza e per l’arco di tempo che abbracciano, offrono uno spaccato interessantissimo
della trasformazione della società del nord Sardegna. In tale ottica si collocano gli atti
notarili che offrono una panoramica dei vari aspetti della storia economico-sociale degli
ultimi quattro secoli dal 1521 al 1906. Gli atti originali sono ordinati per nome del notaio
rogante; le copie, invece, sono ordinate cronologicamente per località di Tappa o Distretto. I versamenti furono effettuati dagli Uffici del Registro di Ozieri, Alghero e dall’Archivio Notarile di Sassari. Quest’ultimo ufficio continua ancora oggi a versare gli atti
dei notai che cessarono l’attività anteriormente all’ultimo centennio.
L’accesso alla consultazione è facilitato da una serie di strumenti di corredo costituiti dagli indici dei notai e delle piazze, e dagli schedari cronologici topografici. Le tappe presenti sono quelle di Alghero, Castelsardo, Ozieri, Sassari e Tempio Pausania.
Gli atti notarili sono costituiti da donazioni, vendite, testamenti, appalti, contratti di società, legati, capitoli matrimoniali, censi, capitoli barracellari ed altro. Interessanti ai fini
della ricerca sono gli inventari dei beni e delle proprietà lasciati dal defunto e dei quali
si provvedeva a stilarne l’elenco con il relativo valore. Man mano che il notaio, assistito
da diversi periti chiamati a valutare gli oggetti, procedeva nella descrizione dei beni mobili ed immobili, si veniva delineando il patrimonio del defunto e il contesto che aveva
caratterizzato a sua esistenza.
Si descrivevano e si valutavano mobili, attrezzi, biancheria nuova ed usata come ad
esempio “4 mutandoni in orbace molto usati”, provviste , animali, piante, orti e terreni.
E’ facilmente intuibile come lo status sociale dell’individuo fosse riconoscibile dai beni
posseduti. Un aspetto interessante degli atti notarili è costituito dalla presenza di una
miriade di toponimi, particolare che non è stato tenuto nella debita considerazione
dagli specialisti del settore. Per ricerche del genere, le fonti più consultate sono i sommarioni del cessato catasto terreni e le mappe dell’Istituto Geografico Militare. Questi
190
Archivio di Stato di Sassari
toponimi, secondo una certa critica, non sono molto attendibili in quanto la cartografia e la documentazione è stata compilata da tecnici continentali, che non avevano confidenza con la lingua sarda, per cui la trascrizione dei toponimi ha subito trasformazioni
più o meno profonde.
Negli atti notarili i toponimi riportati corrispondono effettivamente a quelli in uso, in
quanto le parti, come nel caso di compra-vendita o di inventari, conoscendo i toponimi
ove era situata la casa o il terreno da vendere, se vi fosse stato un errore di trascrizione,
avrebbero preteso le opportune correzioni. Per di più, attraverso la lettura degli atti notarili è possibili scoprire anche i micro toponimi che certamente non si rinvengono nei
sommarioni.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per i procedimenti penali. Nella stesura
della denuncia è quasi sempre riportato il toponimo ove è stato commesso il reato. In
questi casi, la precisione che si richiede nella descrizione del reato, della data, ora e luogo,
fa sì che si abbia nozione precisa del micro toponimo. Lo sforzo che si sta conducendo
per la compilazione dell’Atlante toponomastico sardo, sarebbe vanificato se non si tenessero nel debito conto anche queste altre fonti archivistiche che presentano un alto
valore di attendibilità. Sarebbe inoltre possibile, attraverso lo studio degli atti notarili,
verificare le trasformazioni dei toponimi nel corso del tempo.
Anche i fondi giudiziari presenti in Archivio di Stato sono tanti e diversificati e costituiscono una risorsa indispensabile per il ricercatore che voglia conoscere dal di dentro le
comunità sarde ed il fenomeno della criminalità. Se si riuscisse a creare una banca dati
regionale con una metodologia comune di descrizione dei procedimenti, si potrebbero
raggiungere risultati sorprendenti sulla concatenazione dei reati, degli imputati e delle vittime. Oggi con le tecnologie informatiche a
disposizione, è possibile realizzare prodotti divulgativi impensabili sino a pochi anni addietro. Una simile banca dati permetterebbe una
comparazione spazio-temporale del fenomeno
criminoso a livello di singolo paese e dell’intera
regione.
Quando si legge un procedimento penale si ha
l’impressione di avere sotto mano una foto Registro Corte d’Assise (piantina)
d’epoca che all’improvviso prende vita e il lettore viene proiettato all’interno dello scenario. In un attimo si risvegliano e prendono
vita i personaggi che a vario titolo entrano in scena.
Rivivono squarci di vita famigliare, rapporti interpersonali, le stagioni con i relativi lavori
da farsi nei campi, le vie, i mestieri, gli animali, il linguaggio giornaliero, i sentimenti, i
rancori. In ultima analisi è come assistere ad un viaggio a ritroso nel tempo, ove il ruolo
del protagonista è svolto dalla figura dell’imputato, seguito da quello della vittima e dei testimoni.
Altri fondi di una certa consistenza sono costituiti dai registri scolastici delle direzioni didattiche di Sassari e dei
paesi, a decorrere dalla seconda metà del XIX secolo sino
alla fine degli anni cinquanta del XX secolo.
Anche del cessato catasto terreni e fabbricati si conservano migliaia di unità archivistiche tra volumi, registri,
buste e mappe (1843-1971).
Ugualmente molto interessanti si presentano le liste di
leva e di estrazione (1830-1920), nonché i ruoli matricolari
(1850-1906). Tra gli archivi di famiglia e di persone, donati all’Archivio di Stato, figurano il fondo “Lavagna
Mocci” (1655-1922); il fondo Manca di Mores (1736-1868);
la donazione Mattone Antonello (1956-1986) con carte
relative all’attività politica e sindacale.
Le notizie sopra riportate sono puramente indicative del
materiale conservato in Archivio di Stato. Per un’analisi
Registro scolastico più dettagliata, si rimanda alla voce Archivio di Stato Sas-
191
Archivio di Stato di Sassari
sari, pubblicata nella Guida Generale degli archivi
di Stato italiani, vol. IV S-Z, Roma 1994, edita dal
Ministero per i beni culturali e ambientali – Ufficio Centrale per i beni archivistici.
LE POLITICHE TERRITORIALI ATTUALE NEGLI
ULTIMI DUE ANNI
In questi due anni si è dato maggiore impulso all’attività delle commissioni di sorveglianza per verificare la consistenza del materiale archivistico
Telegramma morte di Garibaldi
ancora giacente sul territorio. Il risultato è stato
alquanto esplosivo. La mole di documenti presenti nei vari uffici, alcuni dei quali soppressi da tempo, si aggira sui dieci chilometri. I fondi presi in considerazione riguardano
gli istituti carcerari di Sassari, Tempio, Alghero, Tramariglio, Asinara; le soppresse preture di La Maddalena, Sorso, Pattada, Alghero, Olbia, Osilo, Ossi, Ozieri, Tissi, Villanova
Monteleone, Sassari; l’Ufficio Scolastico Provinciale, la Prefettura, il Genio Civile,
l’U.P.I.C.A., l’Agenzia del Territorio. Purtroppo lo stato di abbandono in cui versano alcuni
dei fondi sopra riportati, rischia di provocare ulteriori danni alla documentazione, se
non si interviene con una certa urgenza. Un lavoro immane che per essere condotto a
termine con serietà e professionalità, richiederebbe una schiera di archivisti che l’Ufficio non possiede.
Per sopperire a tale difficoltà si sono attuate strategie che hanno coinvolto più istituzioni presenti sul territorio. In primo luogo la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Sassari che ha stipulato apposite convenzioni con uffici statali, al fine
di facilitare l’espletamento del tirocinio degli studenti nel censimento e riordinamento
degli archivi. Anche il personale dell’Archivio di Stato ha collaborato con diversi uffici, a
censire in loco i documenti da versare o da scartare, riscuotendo stima e riconoscenza
per la serietà e professionalità nella conduzione del lavoro.
Contemporaneamente si è attivato un dialogo costruttivo con la Direzione del Parco
nazionale dell’Asinara per realizzare un apposito progetto che prevede il censimento,
riordinamento dell’archivio del carcere dell’Asinara e la creazione di un prodotto multimediale contenente la ricostruzione virtuale di un giorno di vita nell’isola dell’Asinara.
Altra attività ha visto il coinvolgimento dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione della
Provincia di Sassari, il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e alcuni istituti scolastici
cittadini nel progetto di censimento di archivi scolastici, con la creazione di una banca
dati. Il sito sarà interattivo ed implementabile e consente anche ad altri istituti di aderire all’iniziativa. Con il tempo si potrebbe addirittura costituire una banca dati scolastica
regionale, ove potranno trovare spazi i lavori di ricerca fatti dagli studenti ed altre attività scolastiche.
Anche con il Presidente del Tribunale di Sassari si è programmato di intervenire per il recupero degli archivi delle soppresse preture che giacciono ancora nelle vecchie sedi. Ad
Ozieri sono stati recuperati migliaia di fascicoli della Giudicatura risalenti al 1717. Per gli
altri fondi si è pensato di coinvolgere studenti locali che abbiano frequentato il corso di
laurea in Scienze dei beni culturali, indirizzo archivistico, onde procedere al censimento.
L’Amministrazione comunale metterebbe a disposizione poche migliaia di euro per finanziare l’iniziativa, che vede anche la preparazione di una mostra finale ed un convegno sulla storia cittadina. In tal modo le istituzioni coinvolte hanno modo di veicolare
un’immagine diversa, aperta ed attenta alle esigenze di crescita culturale.
Un altro filone di apertura al territorio riguarda il mondo scolastico e gli anziani. Sono
stati effettuati corsi di aggiornamento per docenti sull’insegnamento della storia attraverso le fonti archivistiche. L’Archivio di Stato ha partecipato a specifici progetti realizzati da istituti scolastici che hanno visto coinvolti in prima persona gli alunni. Anche
per la terza età si sono effettuati diversi incontri dal titolo: “Alla riscoperta della memoria“, ove gli anziani hanno potuto riscoprire modi di vivere degli antenati attraverso
la lettura degli atti notarili, procedimenti penali, registri scolastici. ruoli matricolari.
A questa attività si è affiancata anche la partecipazione del direttore dell’archivio a convegni con apposite relazioni, attraverso le quali si è cercato di inculcare un’attenzione
maggiore agli archivi e ai diversi modi di sfruttamento della risorsa archivistica. Si sono
Archivio di Stato di Sassari
prospettati gli enormi vantaggi derivanti alla pubblica amministrazione ed ai cittadini se
fossero applicate in pieno le norme previste per la gestione del protocollo informatico, i
flussi documentali, il Workflow, l’archiviazione ottica, la firma digitale. Si accenna per ultimo al grave problema della carenza di spazi nell’attuale sede ormai satura ed ai vari
tentativi che da anni si stanno conducendo per reperire nuovi locali ove conservare gli atti
da versare. Tutta la politica sopra descritta perderà di efficacia se entro brevissimo tempo
non si disporrà di nuovi e capienti locali e di nuovi archivisti. Attualmente solo il direttore
riveste tale qualifica. Per i compiti vecchi e nuovi a cui l’Archivio di Stato è chiamato ad
assolvere, non è pensabile né attuabile un programma di rilancio se non si disporrà di
adeguate risorse umane e strumentali. Per il prossimo futuro si prevede di continuare
sulla scia di quanto sopra descritto, con la speranza di poter incidere in modo positivo nel
cambiamento che investe tutta la pubblica amministrazione nella gestione documentale
e degli archivi, e nella valorizzazione del patrimonio culturale presso un pubblico più
vasto.
ELENCO PROGETTI REALIZZATI 2007-2008
PROGRAMMA
FINANZ.
ANNO
SETTORE
Gestione
delle
risorse
Progetto locale
MiBAC
2007
Progetto nazionale
MiBAC
2007 Comunicazione
2008 e promozione
Progetto nazionale
MiBAC
2007
2008
Progetto
nazionale
MiBAC
2007
2008
Progetto
locale
MiBAC
2008
MiBAC
Progetto
locale
Progetto
locale
Progetto
locale
Progetto
locale
Conservazione
beni archivistici;
Protezione beni
archivistici; gestione delle risorse; gestione
del personale
Direzione;
Amministrativo
Conservazione
beni archivistici;
Protezione beni
archivistici; gestione delle risorse; gestione
del personale
COMUNE
OGGETTO
IMPORTO
Sassari
"Ricognizione
beni per pas8.292,75
saggio di
consegna"
Sassari
"Comunicazione
3.477,26
Istituzionale"
Sassari
"La Casa
delle Carte"
2.935,18
Sassari
"Firma
digitale"
1.987,00
Sassari
"Riordino registri scolastici"
3.133,00
2008 Amministrativo
Sassari
"Pensioni"
993.51
MiBAC
2008
Sassari
"Biblioteca"
626.6
MiBAC
2008
Gestione
risorse
Sassari
MiBAC
2008
Promozione beni
archivistici
Sassari
IMPORTO COMPLESSIVO
"Beni
mobili"
"Digitalizzazione cartografia
catasto"
308.34
626.6
€ 22.380,24
Vedi nota 1 pag. 205
193
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI CAGLIARI
La Biblioteca Universitaria di Cagliari: dal manoscritto
all’e-book
Direttore
Ester Gessa
Referente per il progetto
Giorgio Mario Salis
Via Università, 32
09100 Cagliari
Tel. 070 661021
Fax 070 652672
[email protected]
194
La Biblioteca Universitaria di Cagliari, nata inizialmente per
l’Università degli Studi nel sec. XVIII, col compito di fornire gli
strumenti bibliografici agli studenti , ha svolto in primis, tra le
sua diverse funzioni, anche quella di raccolta, conservazione e
documentazione della memoria storica, manoscritta e stampata, con particolare riguardo per la produzione locale. Proprio
tali compiti hanno trasmesso una percezione della Biblioteca
come di museo bibliografico, le cui raccolte di materiali antichi
venivano incrementate parallelamente alle acquisizioni delle
edizioni moderne. In tal modo si è formato un patrimonio culturale che testimonia, senza soluzione di continuità, la cultura
scritta , manoscritta e a stampa, dal sec. XIII ad oggi.
Il deposito obbligatorio degli stampati, disposto già nelle Costituzioni di Carlo Emanuele III del 1764 con cui si riformava
l’Università degli Studi di Cagliari, fu a lungo uno dei canali fondamentali per il formarsi del patrimonio librario della Biblioteca, deposito che, dall’ambito iniziale più ampio che prevedeva
l’obbligo agli stampatori di tutto il Regno di consegnare alla biblioteca copia di tutto quanto veniva impresso, subì nel tempo
delle riduzioni sino all’attuale totale recente normativa che dispone la destinazione degli stampati alla struttura regionale.
Nel corso del tempo si sono succeduti direttori illustri che si sono
adoperati con impegno ad accrescere il patrimonio librario. Diversi i canali di accrescimento: gli acquisti seppure
frenati in certi momenti dalle limitate risorse finanziarie; i doni, sia personali degli stessi direttori
delle proprie librerie, come il caso di Ludovico Baylle, che ha disposto il dono della sua collezione libraria
in cui aveva riunito importantissime testimonianze a stampa e manoscritte dal medioevo al sec. XIX
o il carteggio di Giovanni Spano, sia attraverso la promozione di versamenti o doni da parte di privati, i
cui fondi librari hanno implementato il patrimonio
primigenio dell’Istituto. Tale patrimonio è stato
particolarmente impreziosito da quanto proveniente istituzionalmente dalle biblioteche della soppressa Compagnia Gesuitica nel sec. XVIII e dall’inglobamento del patrimonio di conventi e congregazioni religiose nel XIX secolo.
A titolo di esempio di momenti significativi del costituirsi del patrimonio, si cita l’acquisto, effettuato
nel 1936 dalla direttrice Bianca Bruno, di manoscritti medievali,
di provenienza privata, manoscritti che hanno ulteriormente arricchito il già cospicuo patrimonio antico posseduto.
Si deve alla stessa Bruno l’idea di impiantare all’interno della biblioteca un Laboratorio di Restauro, autorizzato dal Ministero dell’
Educazione Nazionale ed operante dal 1937, affinché potessero
essere effettuati interventi di restauro immediati. Alterne vicende
logistiche e di personale qualificato ne impedirono il funzionamento ininterrotto. Attualmente è operante con una attività volta al restauro ed alla rilegatura di materiali posseduti ed opera anche come consulenza esterna all’Istituto.
Biblioteca Universitaria di Cagliari
La Biblioteca ha anche voluto documentare, tra i suoi
beni, il settore artistico cartaceo istituendo, nel 1941, un
Gabinetto delle stampe a seguito della donazione di un
interessante fondo di grafica. La sezione, appositamente
costituita, ebbe un significativo impulso negli anni del
secondo dopoguerra, e sino ad oggi si sono destinate
delle risorse per incrementare con continuità l’acquisizione che testimonia, senza soluzione di continuità, la
produzione grafica artistica della Sardegna.
In tempi mutati, sia per le esigenze avanzate da un’utenza variegata, che per l’irrompere della tecnologia si è reso necessario aggiornare l’offerta
di servizi, affiancando alle funzioni tradizionali di disponibilità bibliografica e promozione
della lettura, altre funzioni, al fine di evitare col protrarsi di un’inutile immobilismo, la
perdita graduale degli utenti.
A questo scopo la Biblioteca si è dotata, nel corso del 2008, di una Carta dei Servizi alla
cui elaborazione ha partecipato tutto il personale interessato. La Carta è stata diffusa
all’interno dell’Istituto sia in formato cartaceo che elettronico sia nella rete interna destinata all’utenza che in siti istituzionali ministeriali.
Le attività tradizionali di informazione bibliografica e conseguentemente di prestito,
hanno vissuto un importante mutamento con l’introduzione e l’utilizzo dell’ OPAC nel quadro del Servizio Bibliotecario Nazionale, grazie al quale tra gli anni ’80 e 90 del secolo
scorso, si è superata la limitatezza data dalla consultazione nelle biblioteche di cataloghi
cartacei, sostituiti da quelli on line disponibili all’interno di una rete informatica, rete ove
anche la catalogazione partecipata ha mutato l’impegno dei singoli Istituti. La diffusione
delle tecnologie informatiche a supporto dei servizi ha portato la Biblioteca ben oltre le
proprie mura, sia nel dare che nell’offrire informazioni bibliografiche, dalle più semplici alle
più raffinate per fondi speciali. A tale proposito si citano per questa Biblioteca il progetto
di catalogazione in SBN delle edizioni del sec. XVII e la catalogazione dei codici manoscritti.
Il primo disponibile sulla rete nazionale, il secondo nella rete interna della Biblioteca.
Grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate, anche i servizi aggiuntivi hanno avuto un notevole impulso ed un’innovazione: riproduzioni in formato digitale, con una qualità insperata tale da consentire di soddisfare l’utenza più esigente che oramai sembra prediligere,
per gli studi, il formato digitale allo stesso originale, perché vuole sfogliare e consultare, tramite il computer, con una libertà impensabile con gli autentici cartacei o pergamenacei.
Tra le recenti novità, merita di essere citata la creazione di un punto di accesso alla lettura dedicato ad ipovedenti a cui, una voce narrante ed un
monitor adeguato, restituiscono i libri in formato audio e
digitale. Questo progetto Libro Parlato. Lions per non vedenti, ipovedenti, dislessici: la rete delle biblioteche statali, è
nato dalla collaborazione della Direzione Ministeriale ed associazioni capeggiate dal Lions Club, club che ha investito
fondi e risorse importanti per attivare questo progetto.
In tempi recenti è stato attivato in Biblioteca un servizio di Internet-Point. Per i lettori, gratuito ed interamente gestito dal
personale dell’Istituto, nell’ambito dell’offerta dei servizi
al pubblico. Questo è stato possibile grazie anche ad un
programma di potenziamento, con finanziamenti mirati
del settore informatico, perseguito dal Ministero e ben
sfruttato nella Biblioteca, programma che ha portato a
vedere innovata una certa parte dei servizi tradizionali
che caratterizzano le biblioteche.
Proprio le attività di digitalizzazione per gli utenti stanno
portando al formarsi di un interessante archivio digitale,
con campagne di attività mirate. Tra queste iniziative si citano la digitalizzazione del fondi Autografi e Cartoline, mentre da una collaborazione con
la Digital Library della Regione Autonoma della Sardegna, si è ottenuta quella dei Giornali
e Periodici Sardi dell’’800. Molti i pezzi singoli oramai disponibili nella rete della Biblioteca.
195
Biblioteca Universitaria di Cagliari
Le nuove tecnologie si sono estese anche al prodotto libro.
Si assiste così al diffondersi, nel patrimonio della Biblioteca, dell’editoria elettronica accanto a quella tradizionale.
Merita d’essere citato a tal proposito l’acquisizione digitale del giornale L’UNIONE SARDA grazie ad un finanziamento dalla Fondazione Banco di Sardegna che ha
consentito di rendere disponibile in formato digitale una delle fonti moderne più consultate.
L’introduzione delle novità tecnologiche ha imposto un mutamento proprio nell’organizzazione del lavoro e nelle attività degli operatori del libro. Nuove competenze tecniche e gestionali , a cui si era inizialmente impreparati, sono state colmate sia all’interno
della biblioteca che ricorrendo a collaborazioni esterne, quando non vi era, tra il personale, nessuna possibilità di un’assunzione di responsabilità per mancanza di una troppo
specifica competenza.
La tecnologia ha reso e rende un importante servizio alle attività di tutela ma anche alle
funzioni di promozione e valorizzazione del libro e della cultura. I testi originali restano
cautelativamente conservati, mentre copie digitali volano tra reti informatiche, copie difese da water mark ad hoc, ma luminosamente disponibili nei monitor dei personal computer. Immagini che sono finalmente libere di farsi guardare, leggere e assaporare come
se fossero davvero gli originali: un patrimonio di saperi e del sapere che diventa davvero virtualmente disponibile senza confini seppure conservato nelle Biblioteche . Come osservava Paolo Sarpi ….la materia dei libri par cosa di poco momento perché tutta di parole; ma da quelle parole vengono le opinioni del mondo….riconoscendo così agli Istituti che
li conservano un ruolo fondamentale nel panorama delle competenze dei diversi istituti
culturali .
Nel corso della lunga storia della Biblioteca sono state organizzate attività di promozione con grandi e piccole mostre, in autonomia o talvolta in collaborazione con enti
ed istituti. In tempi recenti sono state abbinate talvolta a finalità benefiche o educative.
Si citano a tal proposito le esposizioni organizzate con la
locale sezione del l’AIRC e l’Università degli Studi di Cagliari, dal titolo Le meravigliose virtù terapeutiche del
mondo vegetale, e, in collaborazione con la locale condotta di Sloow Food, L’Appetito vien... leggendo. Entrambe
le iniziative sono stati momenti particolarmente apprezzati dal pubblico che ha visto il patrimonio librario sotto
una luce e da un’angolazione più vicina: la cura per la salute nel primo caso con l’utilizzo della medicina erboristica antica e nel secondo il valore del cibo tradizionale
nella cultura gastronomica.
L’esigenza di promuovere il libro, e la lettura, ha mutato indirizzo perché l’esperienza ha insegnato a dare una valenza
contenuta, salvo casi eccezionali, alle presentazioni di libri ed alle attività espositive
bibliografiche. Si è giunti alla
constatazione che si doveva
mutare rotta; così grazie a collaborazioni importanti con Enti
ed Associazioni, si è organizzato un diverso lavoro di promozione che, sfruttando la bellezza del proprio patrimonio
logistico della sede storica, ha consentito di organizzare iniziative in cui il panorama librario era ed è sfondo di attività culturali diverse: concerti, recitals e laboratori sono oramai un modo in cui la Biblioteca si offre all’esterno, con le
sue caratteristiche tradizionali ma con sistemi diversi. Lo slogan comunicare la biblioteca ha portato al suo interno migliaia di persone che pur vivendo nella stessa Cagliari non
avevano mai varcato la soglia di via Università 32. E’ stato
adoperato il veicolo della musica e su di esso si ripone grande aspettativa.
La funzione della Biblioteca è salva, e come sosteneva An-
196
Biblioteca Universitaria di Cagliari
tonio Ludovico Muratori copiose biblioteche ancora occorrono per chi vuole navigare in
tanti mari dell’umano sapere, sapere e conoscenza trasmessi nel rispetto del suo carattere tradizionale ma in una dimensione futura e mobile, così come rappresenta il
viaggio della conoscenza umana che oramai naviga nell’ oceano web.
I libri sono testimoni del passato ma sono anche la materializzazione culturale del nostro presente proiettato in un futuro senza tempo.
Le biblioteche coltivano il sogno della durata eterna della conoscenza trasferita nelle
cose scritte in esse conservate. In effetti i libri antichi hanno già dimostrato con la loro
integrità fisica di poter sfidare il tempo, trasmettendoci quel sapere che altrimenti sarebbe svanito, e noi collaboriamo perché questo sogno perduri.
Servizi al pubblico
Orari al pubblico Lun/Ven/Sab. 8,30-13,30; Mar.- Giov.8,30-19.
La Biblioteca è chiusa al pubblico due settimane attorno a ferragosto, i giorni festivi e il
30 ottobre (Santo Patrono). L’orario pomeridiano è sospeso tutto il mese di agosto, dal
23 al 31 dicembre e la settimana di Pasqua.
Serv. Informazioni, Reclami, Proposte, Eventi [email protected]
Serv. Informazioni Bibliografiche [email protected]
Serv. Riproduzioni [email protected]
Serv. Prestito [email protected]
Progetto di valorizzazione: “Comunicare la Biblioteca”
Nel biennio 2007/2008 la Sala Settecentesca e la Cappella del Seminario Tridentino sono
state teatro di 57 manifestazioni che significano mediamente una ogni due settimane.
La Biblioteca oltre a partecipare ai grandi eventi che si svolgono annualmente sotto il
patrocinio del Ministero: Settimana della Cultura, Giornate Europee del Patrimonio, MusicArte, Giornata dell’Alimentazione, Piovono libri, Festa della donna ed aperture straordinarie ecc. dedica molta attenzione alle richieste di iniziative culturali che vengono
da più parti.
Nel corso del biennio si sono organizzate diverse e molteplici iniziative dedicate alla
musica, alla letteratura ed altro ancora.
Anno 2007
- Tra le presentazioni di opere a stampa si segnalano:
- “I sentieri della memoria” in collaborazione con la Direzione Regionale del Ministero.
- La “Storia della Camera del Lavoro di Cagliari nel novecento” in collaborazione col Dipartimento di Studi Storici della facoltà di lettere dell’Università di Cagliari.
- “Il costante piacere di vivere. Vita di Giaime Pintor” in collaborazione con lo stesso Dipartimento.
Musica:
- I concerti organizzati in collaborazione col Teatro Lirico di Cagliari.
- I concerti – lezione tenuti dal “Quartetto Accademia”
- I concerti tenuti dai maestri dell’Orchestra del Teatro Lirico.
- Il V festival di chitarra con esposizione di chitarre d’epoca.
Inoltre:
- Serata dedicata alla poesia ricordando Francesco Masala.
- Giornata mondiale della Dante Alighieri che si tiene ogni anno in Biblioteca. Nel - 2007
era dedicata al centenario della morte di Giosuè Carducci.
Anno 2008
Tra le presentazioni di opere a stampa si segnalano:
- “Perché non c’è la mafia in Sardegna” del prof. Pino Arlacchi, già vice-segretario dell’ONU.
- “La lingua della prima stampa periodica in Sardegna”
- Grazia Deledda - Lettere ad Angelo De Gubernatis (1892 – 1909). Con l’allestimento di
una mostra bibliografica: Gli autografi di Grazia Deledda conservati nella Biblioteca
Universitaria di Cagliari.
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Biblioteca Universitaria di Cagliari
- Ottobre-Piovono libri: I Passeggioni – incontro tra le autrici ed i bambini della scuola
elementare.
- Salvatore Quasimodo Edd est subitu sero. Tottu sas poesias. Traduzione in lingua sarda
di Gian Gavino Irde.
Musica:
- MusicArte – Maratona di musiche: Mozart in Biblioteca, Recital chitarristico, Notturno
jazz.
- Fotoalbum con musica: Concerto – Incontro con Nuria Schoenberg Nono ed il pianista
Stefan Litwin. Ricordi musicali e di vita quotidiana dei due grandi artisti padre a marito di Nuria.
- Stagione autunnale di concerti ed Aperitivi Musicali in collaborazione con prestigiose
associazioni culturali cagliaritane.
Inoltre:
- Presentazione del premio:“Amedeo Prize 2008” e comunicazione dei nomi dei 3 vincitori
- Presentazione di nuovi servizi in Biblioteca Libro parlato – Internet point – Carta dei
servizi
- Giornata dell’Alimentazione. Api: non solo miele unitamente ad un laboratorio scientifico di degustazione del miele, tavola rotonda sulla funzione delle api non solo come
produttrici ma anche come spie dello stato di salute ambientale,degustazione di miele
associato a formaggi, ricotta e pani, accompagnato da vini delle cantine sarde.
Presentazione di
- Sardegna Digital Library
- La Collezione Digitale dell’Unione Sarda
Linee strategiche e politiche future
Il progetto che impegnerà il futuro prossimo dell’ Istituto è l’apertura delle attività nella
nuova biblioteca che sarà allestita nei locali dell’ex Distretto Militare di Cagliari, ove i mutamenti e le innovazioni attuati nella sede storica, avranno possibilità d’essere ancor più
esaltati e confermati, grazie soprattutto il raddoppio degli spazi che consentirà una totale
riorganizzazione dei servizi. Servizi che saranno distribuiti tra queste due sedi, la storica
nell’ex Seminario Tridentino dia via Università e la nuova, sita nel Largo Carlo Felice.
Sarà così possibile ridistribuire in maniera razionale il patrimonio librario confermando
il potenziamento dei servizi al pubblico, al fine di dare all’utente quanto una biblioteca
può offrire nei tempi e nei modi più idonei in spazi adeguati.
Il progetto prevede innanzi tutto lo spostamento della gran parte del patrimonio bibliografico moderno nella sede del Largo Carlo Felice, mentre i fondi manoscritti e l’intero corpo dei materiali a stampa antichi e rari, saranno riuniti nella sede di via
Università, in quanto attualmente sono allogati in parte in una edificio esterno. La collezione di grafica e di stampe resterà disponibile, in sale specificamente allestite per la
consultazione di materiali iconografici, nella stessa sede in via Università..
Si avrà in tal modo una duplicazione della Biblioteca che pur nell’attuare una comune
mission risponderà a bisogni diversi, vista la diversità di materiali conservati. Le attività
ed i servizi saranno comunque correlati perché parti diverse di una comune offerta al
pubblico di studiosi.
In via Università resteranno anche i Laboratori di riproduzione e di restauro, le attività
amministrative e di gestione del personale, la Direzione, mentre nella sede del Largo
Carlo Felice saranno attivati i servizi di consultazione di cataloghi, distribuzione, lettura
e prestito ed i servizi aggiuntivi propri delle attività della Biblioteca.
Ampie sale correttamente arredate ed illuminate potranno tra breve accogliere gli
utenti, a cui non mancherà l’opportunità di usufruire di servizi di ristoro negli spazi interni dell’edificio. La maggiore disponibilità logistica inoltre consentirà la prosecuzione
ed incentivazione dei servizi quali la consultazione di prodotti digitali, la lettura per ipovedenti, l’utilizzo dell’ internet-point. Le ampie sale della nuova sede saranno in parte
destinate al pubblico ma consentiranno di organizzare attività promozionali diverse e
specifiche come mostre e manifestazioni artistiche.
Sarà una sfida importante abituare il lettore alla frequentazione di sedi diverse i cui funzionamenti saranno coordinati e parti della singola Biblioteca Universitaria di Cagliari.
198
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI SASSARI
STORIA
L’origine della Biblioteca Universitaria di Sassari è conseguente
alla nascita dell’Università nel 1562. Il 4 luglio del 1765 Vittorio
Amedeo III, a seguito della restaurazione dell’Università, istituì
la Biblioteca di diritto regio decretando l’obbligo per gli stampatori del regno di depositarvi una copia delle loro edizioni e
per i professori della locale Università un esemplare di ogni lavoro elaborato nel corso dell’anno accademico. Con la soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773 i volumi appartenuti
alle “librerie” dei Gesuiti furono versati alla biblioteca. Tale
fondo rispecchia gli insegnamenti impartiti dai Padri, oltre la
grammatica, la retorica e la dialettica, appaiono gli scritti di teologia, filosofia e sacra scrittura. Per effetto delle disposizioni legislative del 1855 e del 1866 inerenti la soppressione delle
congregazioni religiose e l’accorpamento dei loro beni allo
Stato, un consistente patrimonio librario, costituito da manoscritti, incunaboli e edizioni a stampa dei secoli XVI-XIX dei conventi della provincia confluì nella Biblioteca. Particolarmente
importante il fondo di Antonio Sisco, frate dei Minori Conventuali di Santa Maria, consistente in opere storiche, teologiche
e “cronache”manoscritte di Sassari.
Con la direzione del parmense Giuliano Bonazzi (1893-1899), l’edificio fu fornito di nuove
strutture e servizi: furono adottati i cataloghi
Staderini per autori, titoli e materia e dal 1896
si istituì anche la lettura serale. Si deve all’intuito del direttore Bonazzi il prezioso acquisto
del Condaghe di S. Pietro di Silki, manoscritto
pergamenaceo del XII secolo e fonte importante per gli sudi storici della città e del suo
territorio.
Prevalentemente a carattere umanistico, il patrimonio librario si è arricchito nel corso degli
anni anche grazie a numerose donazioni di
studiosi e professionisti locali: i principi di casa
Savoia Placido Benedetto conte di Moriana,
governatore di Sassari, e il fratello Carlo Felice, oltre a diverse
opere donarono anche i loro ritratti ad olio (1802); il protomedico e professore Gavino Pittalis che contribuì non solo con monografie, ma anche con collezioni complete di periodici che la
biblioteca continuò a ricevere anche dopo la sua morte (1824);
Domenico Alberto Azuni il cui lascito consta di 27 suoi manoscritti (1827); il professore di medicina Giuseppe Luigi Canedda
e il colonnello Francesco Abozzi (1842); anche il bibliotecario Antonio Marras volle versare 113 titoli di argomento umanistico; il
professore torinese di materia medica, e poi Rettore, Maurizio
Reviglio lasciò 88 volumi di argomento medico legale; il medico
Ignazio Manca, l’ingegnere Giuseppe Franchetti donò alla biblioteca 138 titoli di ingegneria (1927); l’avvocato di vasta cultura giuridica e storica, anche giornalista, Giovanni Zirolia fece
un lascito di 20 manoscritti, di cui 4 nel 1970 furono consegnati
alla Soprintendenza Archivistica della Sardegna, in quanto concernenti gli Statuti di Castelsardo (1939); il giurista e politico
Direttore
Maria Giuseppina Uleri
Referente per il progetto
Maria Giuseppina Uleri
Piazza Università, 21
07100 Sassari
Tel. 079 235179
Fax 079 235787
[email protected]
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Biblioteca Universitaria di Sassari
Pietro Salis ha incrementato il fondo con una donazione di 568 tra volumi e opuscoli
(inizio XX sec.); il politico e industriale Luigi Aperlo ha devoluto 76 opere di argomento
sardo e corso (1966); l’avvocato Isidoro Magliocco ha contribuito con 500 titoli di argomento storico giuridico (1940-1949); e infine le consistenti donazioni di scritti di storia
locale dell’avvocato Carlo Manunta Bruno (4.475 titoli), del medico Giuseppe Devilla
(1.954 titoli) e dell’avvocato Arnaldo Satta Branca (1.981 titoli).
La biblioteca si trova dal 1611 nel palazzo dello Studio
Generale, oggi sede di rappresentanza dell’Università. Dal 1872 al 1875 fu realizzata la nuova sede al piano superiore dell’edificio (dove ancora oggi è ubicata) dipingendone i soffitti di quelle che oggi corrispondono all’ingresso, alla sala cataloghi, distribuzione,
ufficio prestito e sala consultazione, con le raffigurazioni dei busti degli uomini illustri di Sardegna: Alessio Fontana, Francesco Carboni, Domenico Alberto Azuni, Gavino Farina, Francesco de Vico e Giovanni Maria
Dettori, accompagnati dai simboli delle Lettere, delle Scienze e delle arti; Alberto de La
Marmora, Giovanni Francesco Fara, Pasquale Tola e Giuseppe Manno circondano lo Stemma dei Savoia. Sono anche dipinti gli stemmi di Alghero, Tempio Pausania, Castelsardo
e Bosa.
Questa parte della biblioteca, una volta effettuato il trasferimento nella nuova sede, resterà comunque come sede di conservazione e consultazione per il materiale antico, essendo anche fornita di scaffalature e soppalchi in legno originari dell’800.
La attuale sede, da lungo tempo, soffre dell’esiguità della superficie e risulta inadeguata
al contenimento di una struttura in continua crescita. Attualmente è stata acquisita dal
Ministero la disponibilità del Complesso monumentale “SS. Annunziata”, imponente
struttura cittadina che ospiterà la biblioteca e l’Archivio di Stato. Sino agli anni ’80 la biblioteca ha fornito alla città servizi non strettamente istituzionali, poichè ha dovuto sopperire alla
carenza di altre tipologie di biblioteche. Con l’attivazione delle biblioteche di ateneo e di pubblica lettura, la Biblioteca Universitaria ha privilegiato la
funzione propria di documentare la produzione editoriale nazionale ed internazionale e, specialmente,
locale attraverso il deposito obbligatorio degli stampati. Purtroppo, ultimamente, è stato disposto il loro
deposito a favore della Biblioteca Regionale con
grave danno per la completezza delle collezioni.
IL PATRIMONIO
La Biblioteca possiede attualmente circa 300.000 volumi di cui 72 incunaboli, 3.500 cinquecentine. Inoltre circa 4.600 opere del XVII e 3.300 del XVIII secolo.
La collezione di opere antiche si è notevolmente arricchita quando, a seguito delle disposizioni legislative del 1855 e del 1866 relative alla Soppressione delle Corporazioni
religiose, sono confluiti i patrimoni librari dei monasteri sassaresi e della provincia. Insieme ai libri è stato versato dalle Corporazioni anche un consistente ed interessante
fondo documentario relativo all’attività e alla storia delle congregazioni monastiche
del territorio. I codici più importanti posseduti dalla biblioteca, oltre al Condaghe, sono
gli Statuti di Castel Genovese, una Bibbia membranacea, manoscritti di Domenico Alberto Azuni, di Grazia Deledda e di Salvatore Farina. Un pezzo pregiato della collezione
di manoscritti è una carta nautica pergamenacea del XVI secolo. Illustra il bacino del
Mediterraneo ed è variamente illustrata con mostri marini e simboli delle città. Una curiosità legata a questo manoscritto è che era stato utilizzato come copertina di un’opera
molto piu’ recente e fu scoperto durante il restauro dell’opera che ricopriva. Lo stesso destino era toccato ad un raro manoscritto in ebraico della fine del XV secolo. Si tratta di
un contratto di matrimonio avvenuto in Alghero e costituisce una rara fonte per gli studi
sugli ebrei in Sardegna.
200
Biblioteca Universitaria di Sassari
Il materiale cartografico posseduto consta di circa un centinaio di carte geografiche
della Sardegna stampate dal XV al XIX secolo. Circa la metà di queste sono state acquistate negli anni 70 durante la direzione di Maria Carla Sotgiu Cavagnis. Questo fondo
testimonia il passaggio dalla cartografia empirica in cui la Sardegna appare in forma
non reale fino alla carta di Alberto de La Marmora disegnata sulla base di rilevazioni
geodetiche.
Insieme alle carte antiche si possiedono le edizioni curate dall’ Istituto Geografico militare di Firenze, sia quelle relative all’archeologia di fine 800 sia quelle piu’ recenti.
Si deve alla legge sul deposito obbligatorio il possesso di numerose stampe ed incisioni
di illustri pittori sardi come Giuseppe Biasi, Mario Delitala e Stanis Dessy.
Particolarmente interessante il fondo di fogli volanti,
manifesti e locandine relative soprattutto alla storia
della musica e dello spettacolo a Sassari nell’800. Il
fondo, recentemente restaurato costituisce la base
per lo studio della cultura cittadina e testimonia la
partecipazione della società dell’epoca alle iniziative
culturali e musicali del tempo.
Sala Sarda
A partire dagli anni ‘70 esiste in biblioteca una sezione di storia locale a scaffale aperto
nella quale sono conservate tutte le opere relative alla Sardegna dal XVI secolo fino ad
oggi. Il fondo a carattere locale è stato notevolmente arricchito, nel corso degli anni, per
merito delle donazioni di corposi fondi di proprietà di illustri e magnamini studiosi e
professionisti sassaresi. Queste donazioni fanno da completamento alla raccolta locale.
La Sala Sarda è stata ed è ancora un importante punto di riferimento per studiosi locali
e stranieri, ma anche per i curiosi di cose e fatti della nostra regione. La tipologia a scaffale aperto consente agli utenti di curiosare tra i libri e di trovare pubblicazioni anche
impensate. Una vasta collezione di pubblicazioni miscellanee, costituite da opuscoli e
fogli volanti, spesso offre informazioni che non compaiono in opere piu’ consistenti.
E’ stato studiato apposta un dettagliato catalogo per soggetto per rispondere alla ricerca di voci locali. La ricerca è inoltre favorita dallo spoglio dei singoli articoli pubblicati
su riviste sarde.
La ricca collezione di periodici e numeri unici dell’800 di carattere locale è stata microfilmata nella sua interezza, come pure gran parte dei testi antichi e, pur se tra le intenzioni originarie era la tutela e la conservazione, si pensa, in un prossimo futuro, di
convertire i microfilm in formato digitale per favorire la conoscenza dei documenti attraverso Internet.
Emeroteca
La biblioteca possiede circa 2.200 testate di periodici, di queste circa 1.000 sono correnti: riguardano le varie discipline umanistiche e scientifiche
e molte sono straniere. E’ terminato lo spoglio
degli articoli dei periodici sardi mentre è ancora in
corso quello della “terza pagina” del quotidiano locale «La Nuova Sardegna». La biblioteca ha inoltre
partecipato attivamente al progetto di creazione
di una vasta banca-dati relativa ai periodici posseduti dalle biblioteche italiane (ACNP) di cui tuttora
si segue l’aggiornamento.
Sala Manoscritti e rari
La sala è destinata alla raccolta delle opere di pregio e alla consultazione di tutto il materiale antico. La catalogazione del posseduto è stata quasi completata con fondi ministeriali mediante due progetti di catalogazione retrospettiva in SBN delle opere del 600
e del 700. Si è verificato di recente il prezioso ritrovamento di un incunabolo risalente
201
Biblioteca Universitaria di Sassari
al 1494-1495? nel corso della catalogazione in SBN delle cinquecentine straniere. L’opera era rilegata con una edizione del XVI secolo.
Le informazioni sul materiale antico sono oggi reperibili nella basedati relativa all’Indice antico di SBN.
Sala lettura e consultazione
Sotto la direzione di Giuseppe Dondi (1970-1972)è stata incrementata
la dotazione delle sale di lettura e consultazione acquistando opere quali, Monumenta Germaniae Historica, Fonti per la storia d’Italia,
Corpus Christianorum, Sources Chretiennes, e le collane di classici Les
Belles Lettres e la Oxford
English texts. Inoltre sono
presenti i cataloghi retrospettivi delle piu’importanti biblioteche nazionali straniere i cui
aggiornamenti sono oggi posseduti su supporti non cartacei.
I repertori bibliografici conservati nelle sale
rispecchiano l’orientamento delle discipline
impartite nella locale università.
Servizi al pubblico
La biblioteca ha una lunga tradizione di apertura serale che fu arricchita alla fine degli
anni 70 con l’incremento dei servizi. Se, originariamente, era garantita la lettura in sede,
oggi i servizi che la biblioteca fornisce funzionano a pieno ritmo durante tutto il suo
orario di apertura senza limitazioni sulla tipologia di utenza.
Già da un paio d’anni la biblioteca si è dotata di una Carta dei servizi pubblicata sul sito
del Ministero, che comprende un questionario sulla soddisfazione degli utenti i quali, attraverso i loro suggerimenti, aiutano i bibliotecari a trovare i correttivi da apportare per
una azione sempre piu’ efficiente ed efficace della nostra attività.
Informazioni bibliografiche
A partire dalla fine degli anni ’90 la biblioteca è entrata a far parte del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Con finanziamenti regionali in concorrenza con quelli statali,
sono state catalogate nel sistema tutte le opere possedute per confluire nella grandissima banca-dati nazionale. Non solo la consultazione e la ricerca, ma anche il servizio
di prestito, in modo particolare quello nazionale ed internazionale, si è così modernizzato e semplificato attraverso la rete.
Il servizio di informazioni bibliografiche funziona tutti i giorni durante tutto l’orario di
apertura della biblioteca. Le informazioni possono essere richieste attraverso la posta
elettronica all’indirizzo: [email protected].
La ricerca bibliografica e i servizi al pubblico sono inoltre assicurati da una postazione
Internet a consultazione libera che, nel futuro, verrà potenziata secondo i mezzi e i locali a disposizione.
Prestito
Le opere possono essere chieste in prestito locale, previa iscrizione al servizio, dopo aver
effettuato la ricerca in sede o da casa attraverso la consultazione dell’OPAC SBN per la
loro localizzazione.
La biblioteca effettua il servizio di prestito interbibliotecario, nazionale ed internazionale, come biblioteca prestante e ricevente. Le richieste possono essere effettuate anche
online con la posta elettronica all’indirizzo:
[email protected]. Le spese di spedizione dei volumi sono a carico del richiedente.
Sezione non vedenti
Di recente il Ministero ha fornito una postazione Internet all’interno del progetto “Libro
202
Biblioteca Universitaria di Sassari
parlato”, a cui questa biblioteca ha aderito, destinata a non vedenti, ipovedenti e dislessici con una vasta collezione di opere da ascoltare a domicilio su diversi supporti.
L’utente viene assistito da un bibliotecario per la consultazione della base dati e, una
volta scelta l’opera, può decidere di averla in prestito a domicilio su cd-rom o su un lettore di MP3.
Riproduzioni
La biblioteca consente la riproduzione, a spese del richiedente,per uso personale di studio delle opere possedute dalla Biblioteca,nel rispetto della normativa vigente sul diritto
d’autore, (Legge n. 248/2000), ovvero: non oltre il quindici per cento di volumi o fascicoli di periodici. Le riproduzioni possono essere in fotocopia o attraverso scanner effettuata da personale interno. E’ possibile, previa autorizzazione, effettuare fotografie a
scopo di studio o, se a scopo commerciale, previo pagamento.
Visite guidate
La biblioteca organizza e promuove, su prenotazione, visite guidate e attività didattiche destinate ad associazioni, enti, scuole di ogni ordine e grado, università e gruppi di
utenti.
VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE
Nel corso del 2008 la Biblioteca ha realizzato complessivamente 7 eventi. Le iniziative
sono state realizzate interamente all’interno con scarsi mezzi finanziari e, soprattutto, in
locali troppo esigui. La nuova sede consentirà, con la creazione di spazi appositi, di potenziare le attività di valorizzazione del patrimonio e di realizzare altri servizi quali ad
esempio una mediateca e ulteriori postazioni Internet per il pubblico.
ATTIVITA’
Anno 2007
Apertura Straordinaria 1° Maggio 2007
- La biblioteca ha allestito l’esposizione di 2 manoscritti autografi di Grazia Deledda
“L’Edera” e “Il Ritorno del Figlio” in occasione delle celebrazioni connesse all’anniversario del conferimento del premio Nobel all’autrice sarda. Sono state inoltre illustrate
le opere più significative della Deledda.
- E’ stato esposto il numero “2 giugno” del 1892 celebrativo di Giuseppe Garibaldi, opuscolo di particolare pregio acquistato di recente.
Anno 2008
8 Marzo - Festa della Donna:
- Mostra “La donna nell’arte dedicata alla pittrice Liliana CANO”. E’ stato realizzato su CD
un servizio fotografico dell’esposizione.
- Esposizione dei libri posseduti dalla biblioteca sulle donne artiste e sulla figura della
donna nell’arte.
X° Settimana per la Cultura:
- Celebrazione del 60° anniversario della Costituzione Italiana. (Mostra Bibliografica”La
Costituzione Italiana: testi e documenti”
- Conferenza dal titolo “Dall’Assemblea Costituente alla Costituzione” presso l’aula
magna dell’Università di Sassari tenuta dal Prof. Guido Melis dell’Universita’ La Sapienza di Roma.
203
Biblioteca Universitaria di Sassari
21 Giugno Festa della Musica
- Conferenza del Musicologo Prof. Gian Nicola Spanu dal titolo “Il canto a più voci in Sardegna: dinamiche tradizionali e della contemporaneità”.
- Esibizione del coro polifonico dell’Associazione Culturale Paulis di Uri, del coro di Bosa
e del coro di Uri.
- “In’ canto”:Mostra bibliografica di documenti e oggetti della tradizione musicale
della Sardegna.
25 Aprile - Festa della Liberazione
- Mostra bibliografica “ I partigiani sardi: testi e documenti”.
- Proiezione del filmato “Le staffette” regia di Paola Sangiovanni.
- Conferenza del Prof. Aldo Borghesi dell’Istituto sardo per la storia della Resistenza dal
titolo “Resistenza al femminile”.
PROGETTI FUTURI
Si è detto che è in corso il recupero di un imponente stabile situato al centro della città,
che in passato era un ospedale, in cui troveranno spazio la nuova biblioteca, l’Archivio
di Stato e gli uffici dell’Azienda sanitaria locale proprietaria dell’immobile. Sarà realizzato uno spazio comune destinato a conferenze ed esposizioni e, sempre in comune,
punti di ristoro.
Troveranno adeguata sistemazione tutti i volumi moderni che si trovano nella sede attuale e quelli conservati, attualmente, in un deposito esterno.
La biblioteca sarà trasferita al primo piano dell’edificio pertanto godrà di buona esposizione alla luce necessaria agli studi. I servizi al pubblico saranno potenziati sia dal
punto di vista delle attrezzature che per la vastità delle sale; in particolare sarà incrementata l’attrezzatura informatica per il pubblico.
E’ previsto l’allestimento di una mediateca strettamente legata alla sezione di storia locale dove potranno essere visionati documentari etnografici e musica tradizionale della
Sardegna. Verrà realizzato un Gabinetto di restauro che garantisca una maniera veloce
ed efficiente di conservazione dei beni.
La sistemazione di biblioteca e archivio nello stesso stabile nasce dall’intenzione di
creare in città un polo culturale che possa essere punto di riferimento per la cittadinanza e che si trova lungo un percorso che parte dal Museo per arrivare all’Università.
E’ in corso di studio la creazione del sito Internet della biblioteca nel quale troverà spazio il materiale digitalizzato sulla base di alcuni progetti in corso di approvazione e di finanziamento da parte del Ministero. Si tratta della digitalizzazione e messa in rete di
significativi fondi utili alla diffusione della conoscenza del patrimonio bibliografico della
biblioteca.
204
Biblioteca Universitaria di Sassari
Nota 1
Con il programma ordinario dei lavori pubblici, ogni anno il Ministero finanzia gli interventi di tutela dei beni Culturali. Si tratta, prevalentemente, di restauri sui beni architettonici, storico-artistici, scavi archeologici ed interventi nei settori del paesaggio e
dell’arte contemporanea nonché di recupero e tutela nei settori dei beni archivistici e
librari. Si utilizzano risorse stanziate in bilancio, in appositi capitoli in conto capitale,
che non provengono da leggi speciali.
Con il programma Lotto il Ministero, ogni tre anni, elabora un programma di interventi
di un certo rilievo, in termini di fabbisogno finanziario, in tutti i settori di interesse compreso il settore del cinema e dello spettacolo dal vivo. Le risorse utilizzate sono relative
agli introiti del lotto e stanziate dalla legge finanziaria 1997.
Con la riprogrammazione delle risorse giacenti in contabilità speciale il Ministero, ai
sensi della legge finanziaria 2008 (art.2,c.386), ogni anno individua gli interventi relativi a programmi approvati per i quali non risultino avviate le procedure di gara entro il
termine del 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione, quindi procede
alla definizione di un nuovo programma. I settori di intervento sono gli stessi del programma ordinario.
La legge finanziaria 2007 (art. 1 c. 1142), prevede lo stanziamento di fondi per consentire
al Ministero per i Beni e le Attività Culturali di far fronte, con interventi urgenti, al verificarsi di emergenze che possano pregiudicare la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici e di procedere alla realizzazione di progetti di gestione di modelli museali,
archivistici e librari, nonché di progetti di tutela paesaggistica e a archeologico- monumentale e di progetti per la manutenzione, il restauro e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici.
205
Istituzioni
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIPARTIMENTO PER LO SVILUPPO
E LA COMPETITIVITÀ DEL TURISMO: AZIONI
PER LO SVILUPPO TURISTICO DEL MEZZOGIORNO
Come è noto il turismo è materia che nel nostro ordinamento
è attribuita alla competenza esclusiva delle Regioni. Purtuttavia
da tempo è stata riconosciuta l’esigenza di un punto di riferimento centrale, che favorisca l’azione regionale nel settore, incrementando la competitività globale del nostro sistema di
offerta turistica. Questa esigenza è particolarmente sentita per
quanto riguarda le Regioni meridionali, sia perché proprio questi territori possono trovare nel settore uno specifico fattore di
sviluppo economico territoriale, sia per una tradizionale “debolezza” di molte Regioni meridionali.
In questo quadro generale, nel periodo di programmazione 2000
– 2006, le attività svolte dal Dipartimento sono state orientate
a fornire assistenza tecnica e supporto alle Amministrazioni regionali per la realizzazione, gestione e monitoraggio dei loro progetti di sviluppo turistico regionale e interregionale.
Il Dipartimento è stato infatti responsabile del progetto Operativo “Indirizzo, coordinamento, assistenza tecnica e orientamento nel campo del turismo” nell’ambito della mis. I.2 del PON
ATAS, nonché Amministrazione proponente del progetto operativo “Sviluppo di servizi formativi e trasferimento di buone
pratiche nel settore del turismo e dell’ospitalità di cui alla
mis.II.2 del PON ATAS.
In attuazione del progetto di cui alla mis. I.2 i servizi prestati
dal Dipartimento hanno riguardato:
La realizzazione di una ricerca di mercato sull’attrattività delle
aree turistiche delle regioni Obiettivo 1, che, in seguito a bando
di gara con procedura aperta, è stata affidata ad un raggruppamento di imprese di riconosciuta competenza a livello nazionale ed internazionale: l’istituto DOXA per le ricerche di
mercato, il Touring Club Italiano e l’istituto Mercury per le attività di consulenza e ricerca nel settore turistico.
Capo Dipartimento
Caterina Cittadino
Capo dell’Ufficio II
Consigliere Federico Fauttilli
Referente
Giovanna Degrassi
Via della Ferratella
in Laterano, 51
00184 Roma
Tel. 06 455321
[email protected]
L’analisi, che è stata avviata nel corso del 2004, rivista e quindi
ripetuta nel 2006 e nel 2007 ed e aggiornata con i dati del 2008,
si è soffermata sulle dinamiche che hanno caratterizzato l’evoluzione del turismo in Italia e nel Mezzogiorno con lo scopo di
offrire alle amministrazioni nazionali e regionali deputate alla
realizzazione di interventi nel campo del turismo, gli strumenti
conoscitivi idonei per le prossime misure di sostegno, con particolare riferimento all’attuazione dei PIT- Progetti Integrati Territoriali.
In particolare il progetto si è sviluppato secondo le seguenti
linee programmatiche:
1) Indagini sulla domanda turistica, sui media e sugli intermediari della domanda, con riferimento alla qualità attesa dei
servizi, all’immagine percepita e all’indice di gradimento
delle destinazioni turistiche a livello di ogni singola realtà regionale – anche su un piano comparativo con i più diretti
209
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo
competitors stranieri – da cui possano emergere punti di criticità e di eccellenza delle
destinazioni stesse.
In particolare, destinatari dell’indagine sono stati campioni di popolazione dei nove
paesi stranieri (Austria, Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Regno Unito, USA,
Giappone) con i maggiori flussi turistici verso l’Italia, oltre ad un campione della domanda turistica nazionale. Per quanto riguarda gli intermediari della domanda, sono
stati intervistati i principali Tour Operators italiani e stranieri ai quali si è chiesto di
rilevare i fattori fondamentali alla base della scelta delle diverse destinazioni, anche
in vista dell’individuazione dei punti di debolezza dei territori interessati rispetto ai
competitors. L’indagine sui media, infine, ha coinvolto le principali testate giornalistiche, specializzate e non, dei paesi esteri e italiane.
2) Analisi dell’offerta turistica, tramite una segmentazione territoriale riferita ai vari
PIT a vocazione turistica presenti nelle Regioni Obiettivo 1. Obiettivo di questa indagine è stato la codifica dei singoli comuni, PIT e PIS in modo da rendere possibile la
lettura integrata del territorio per vocazione turistica attuale, prospettiva ambientale
e culturale e potenzialità di utilizzo del parco di servizi integrati al turista tramite
l’individuazione del livello quantitativo e qualitativo dell’offerta ricettiva e di servizi
turistici esistente sul territorio.
In una seconda fase l’indagine è stata effettuata in loco (riguardando alcuni dei PIT
già presi in considerazione) presso gli attori dell’offerta turistica allo scopo di analizzare il livello di integrazione delle filiere turistiche locali (livello di associazionismo,
canali integrati di promozione, reti locali, ecc.) e di evidenziarne i punti di debolezza
presso la domanda nazionale ed estera. I risultati, incrociati con i dati relativi alla domanda, costituiscono un importante strumento ai fini della riprogrammazione delle
azioni di sostegno al settore.
3) Studio sui principali competitors nell’area mediterranea caratterizzati da contesti
territoriali e tipologia di prodotto analoghi a quelli delle Regioni Ob.1, allo scopo di individuare le strategie e le politiche di eccellenza poste in essere che hanno favorito
la scelta della destinazione estera da parte dei turisti italiani e stranieri.
4) Raccolta di dati statistici ed elaborazione di studi e ricerche sull’evoluzione del prodotto turistico e sulle nuove tendenze turistiche internazionali presso le principali
Organizzazioni Internazionali del settore.
In relazione ai risultati conseguiti e al gradimento da parte delle regioni, è stata soprattutto rilevata la necessità di ripetere l’indagine per monitorare l’andamento del settore e riorientare gli interventi e la pianificazione territoriale in modo da adeguare le
attività programmabili al continuo evolversi del contesto.
Tra le altre attività indirizzate a specifiche Regioni, si può anche segnalare, a supporto
della programmazione della regione Basilicata e su proposta della medesima la realizzazione di un itinerario turistico interregionale dedicato all’Imperatore Federico II ed
esteso al territorio in cui sono presenti resti e testimonianze federiciane con azioni progettuali finalizzate a fornire una chiave di lettura del periodo storico e del rapporto tra
Federico II e il territorio dell’Italia peninsulare. L’assistenza tecnica fornita al progetto ha
portato in primo luogo all’acquisizione di elementi conoscitivi sul contesto turistico,
storico e culturale, alla definizione delle infrastrutture di cui è dotato il territorio, al censimento delle istituzioni già coinvolte e di quelle potenzialmente interessate alla realizzazione del percorso. Si è concretizzata poi nella stipulazione di cinque contratti
d’incarico con altrettanti esperti dell’epoca federiciana, ognuno per le seguenti aree di
consulenza: pianificazione territoriale, antropologia e storia medievale del ciclo federiciano, marketing del turismo culturale, tradizioni storiche, studi su Federico II.
Gli studi prodotti hanno mirato ad un analisi puntuale del territorio, e hanno messo in
rilievo le specificità territoriali in qualche modo legate alla figura dell’imperatore, collegando i luoghi che hanno visto le vicende della vita di Federico II nelle regioni Basilicata e Puglia in un itinerario ideale nell’ambito del quale sono state ipotizzate attività
210
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo
promozionali legate ad un’offerta turistica strutturata intorno alla figura di Federico II.
E’ stata presa in esame la figura dell’imperatore inserendola nel contesto storico e geografico in cui ha vissuto, analizzando, oltre alle vicende storiche, i resti architettonici
delle costruzioni ad esse legate, mettendo in luce usi e costumi della vita quotidiana
dell’epoca, tradizioni locali, manifestazioni folcloristiche che hanno le loro origini in tale
periodo e ipotizzando varie attività di marketing turistico locale con il coinvolgimento
degli operatori turistici.
Con l’acquisizione di tale materiale è stata predisposta, a cura dell’APT della Basilicata,
una guida relativa a tali località ed è stata ipotizzata la stesura di un Atlante degli stessi
luoghi . Tale materiale ha costituito inoltre la base per la progettazione di un STL incentrato intorno alla figura dell’imperatore e comprendente le località ad esso legate
Si è svolta anche attività di assistenza tecnica alle Regioni dell’Obiettivo Convergenza
(ex Obiettivo 1), esplicitatasi in forma di consulenze, studi, ricerche e indagini conoscitive finalizzate alla definizione, messa a punto e implementazione di modelli metodologico – operativi per l’individuazione ottimale dei Sistemi Turistici Locali previsti dalla
Legge 135/2001. E’ stata finanziata al riguardo una ricerca relativa alla regione Campania, una alla regione Siciliana ed è stata supportata la regione Puglia nell’espletamento
della gara per l’affidamento di tale attività di ricerca nella regione
Lo studio relativo alla regione Campania è costituito da una ricerca degli indicatori e
dei parametri necessari all’individuazione di metodologie e strumenti per la valutazione del livello di “turisticita’ “ di un ambito territoriale che ha portato alla definizione
di un modello statistico-socio-economico, utile all’individuazione e classificazione delle
diverse tipologie di modelli di sistemi turistici locali. E’ stato altresì elaborato un sistema di monitoraggio e controllo della qualità, finalizzato alla verifica del mantenimento nel tempo delle caratteristiche di turisticita’ richieste.
La ricerca relativa alla regione Siciliana, fondata su indagini analitiche sul territorio,
parte dall’analisi dei possibili strumenti di programmazione concertata, verificando il livello di aggregazione degli organismi presenti nel territorio regionale e definisce il modello socio-economico di individuazione dei Sistemi Turistico Locali e le azioni necessarie
all’accompagnamento dei soggetti protagonisti degli interventi programmati.
Tutti gli studi ed analisi realizzati, raccolti anche in pubblicazioni a cura del Dipartimento, costituiscono materiale necessario alla pianificazione e programmazione delle
politiche turistiche regionali. La loro diffusione potrà favorire la circolazione delle informazioni e dei risultati di tale attività nel suo complesso e costituire un utile supporto
agli amministratori locali.
Con il progetto di cui alla mis. II.2 sono state realizzate attività miranti alla qualificazione
professionale del personale delle amministrazioni regionali e degli enti locali che operano nel settore turistico.
La finalità di questo progetto è stata di assistere le Amministrazioni competenti, nei
modi più opportuni e da esse condivisi, nell’attività di individuazione, riconoscimento
e mantenimento dei Sistemi Turistici Locali (STL) e favorire la qualificazione professionale dei soggetti a vario titolo coinvolti nelle varie fasi di individuazione, organizzazione, promozione, riconoscimento, istituzionalizzazione, pianificazione, controllo
qualità, gestione strategica e monitoraggio dei STL, attraverso percorsi formativi integrati (seminari, laboratori, studio di casi, scambi di esperienze ecc.).
Si è proceduto tramite un’analisi condotta in ognuna delle Regioni Ob. 1, condensata in
singole monografie regionali, raccogliendo la documentazione disponibile e svolgendo
interviste con i responsabili del settore.
Dopo aver realizzato una ricognizione delle migliori pratiche sviluppate nel territorio
delle Regioni Obiettivo 1, oltre che di eventuali esperienze di eccellenza simili realizzate
in altri paesi Comunitari e ugualmente finalizzate all’obiettivo dello sviluppo territoriale, economico e di valorizzazione delle potenzialità turistiche, si è proceduto alla diffusione dei principali risultati emersi nel corso dell’analisi svolta, attraverso seminari
formativi ed informativi tesi a favorire la diffusione di buone pratiche fra operatori del
turismo locale e amministratori coinvolti nel processo di sviluppo dei STL, PIS e PIT a vocazione turistica.
211
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo
I risultati dell’attività sono stati raccolti in una pubblicazione di sintesi.
Inoltre, sempre nello stesso periodo 2000/2006 il Dipartimento, in collaborazione con
il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero del Lavoro, ha gestito progetti di
formazione “on the job”, indirizzati a non occupati delle Regioni ex Obiettivo 1. Con detti
progetti, finanziati a valere sulle risorse del PON Sviluppo imprenditoriale locale, sono
stati realizzati circa 2000 stages presso imprese turistiche, sia del Meridione, sia anche
in mobilità nel Nord Italia ed all’estero (soprattutto Russia).
Il Dipartimento ha poi partecipato fin dall’inizio ai lavori relativi alla programmazione
2007/2013 delle risorse finanziarie comunitarie e nazionali da destinare alle politiche di
sviluppo regionali ed ha quindi contribuito, per quanto di competenza, alla redazione del
Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007/2013, che definisce le finalità ed i programmi
di tali politiche, orientando ancora per i prossimi sei anni l’utilizzo sia dei Fondi strutturali comunitari, sia delle risorse finanziarie nazionali del Fondo aree sottoutilizzate
(FAS), sia di altri fondi nazionali, normalmente destinati attraverso delibere CIPE.
Nell’ambito del citato QSN è stato fra l’altro previsto un apposito Programma interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo” che prevede una strategia integrata di
valorizzazione turistica e di messa a rete di specifici territori (Poli) dotati di particolari
attrattori culturali e naturali.
Il Dipartimento ha quindi anche partecipato attivamente alla fase di redazione del Programma operativo interregionale cofinanziato dai Fondi strutturali (POIN), che si è
svolta per tutto l’arco del 2007 ed è stata molto laboriosa.
Il programma (POIN), che opera con il cofinanziamento dei Fondi strutturali per le quattro regioni Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) è accompagnato da un
programma gemello, avente una strategia unitaria e stessi obiettivi e linee di intervento, che opera su fondi esclusivamente nazionali (FAS) per le otto Regioni dell’aggregato Mezzogiorno.
La governance dei due programmi gemelli è molto articolata, poiché prevede l’intervento di tre Amministrazioni centrali (il Dipartimento, il Ministero per i Beni e le Attività
culturali, il Ministero dell’Ambiente) e di otto Amministrazioni regionali.
L’intervento finanziario complessivo del POIN (programma con cofinanziamento comunitario) è di circa 1.031 milioni di euro per tutto il periodo fino al 2013; l’intervento finanziario del PAIN (finanziato con fondi FAS) è al momento definito in circa 882 milioni
di euro.
Il Programma POIN si articola in due assi principali ed un terzo asse destinato all’assistenza tecnica. Ogni asse si articola a sua volta in obiettivi specifici, obiettivi operativi
e linee di intervento.
In particolare, l’Asse I è orientato alla “Valorizzazione ed integrazione su scala interregionale dei Poli e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici in essi localizzati” mentre l’Asse II è finalizzato alla “Competitività delle imprese del settore turistico, culturale ed
ambientale e promozione dell’offerta delle Regioni Convergenza”.
Le linee di intervento che dovranno vedere un ruolo attivo di questo Dipartimento possono essere riassunte come di seguito:
- attività di promozione internazionale e di costruzione del prodotto turistico meridionale;
- supporto per la creazione ed il rafforzamento della rete dei poli turistici;
- realizzazione di progetti pilota su scala interregionale per la gestione di sistemi turistici integrati;
- definizione di linee guida per l’adeguamento della qualità dei servizi turistici, ivi compresa la classificazione alberghiera;
- diffusione di buone pratiche con specifico riferimento anche alle migliori tecniche di
destination management;
- sostegno all’innovazione ed alla qualificazione delle imprese turistiche.
212
MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO PER LE LIBERTÀ CIVILI
E L’IMMIGRAZIONE - DIREZIONE CENTRALE
PER L’AMMINISTRAZIONE DEL FONDO EDIFICI
DI CULTO: FONDO EDIFICI DI CULTO
Il Fondo Edifici di Culto (F.E.C.), istituito dalla legge 20 maggio
1985, n. 222, attuativa dell’Accordo del 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, ha come finalità la conservazione, la manutenzione e la tutela del proprio patrimonio, costituito
principalmente da edifici di culto di grandissimo pregio storico,
artistico, religioso e culturale e dalle opere d’arte ivi custodite.
Nei patrimonio del F.E.C., che ha quale rappresentante giuridico il Ministro dell’Interno ed è amministrato per mezzo del
Dipartimento per le libertà Civili e l’Immigrazione - Direzione
Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto, sono
confluiti i patrimoni del Fondo per il Culto e del Fondo di beneficenza e religione nella città di Roma, nonché delle altre
Aziende speciali di culto, organismi istituiti con le diverse leggi
eversive della seconda metà dell’800.
Tra gli oltre 700 edifici sacri di proprietà molti sono universalmente conosciuti per l’alto rilievo storico-artistico: la Basilica di
Santa Croce, S. Maria Novella e S. Marco a Firenze; S. Maria in
Aracoeli, S. Maria del Popolo, S. Maria della Vittoria, S. Ignazio, S.
Francesca Romana, S. Maria Sopra Minerva, S. Andrea della Valle,
la Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio a Roma; l’Abbazia di
Farfa a Fara Sabina (Rieti) e quella di Praglia a Teolo (Padova); S.
Chiara con annesso Monastero, S. Domenico Maggiore e S. Gregorio Armeno a Napoli; la Chiesa del Gesù - Casa Professa e S.
Maria dell’Ammiraglio o della Martorana a Palermo; S. Domenico, S. Maria dei Servi e la Chiesa del Corpus Domini a Bologna.
Michelangelo, Guido Reni, Paolo Veneziano, Caravaggio, Gian
Lorenzo Bernini, Domenico Antonio Vaccaro, Cavalier d’Arpino,
Tiziano, Bernardino Luini, Francesco Francia sono alcuni degli
autori più illustri e rappresentativi dei più grandi capolavori
della storia dell’arte internazionale, le cui opere sono conservate nelle chiese del Fondo.
Insieme alle chiese, il F.E.C. annovera nel suo patrimonio importanti aree museali, la cui gestione è assicurata dal Ministero nell’interesse della cultura. Tra queste le “Case Romane” sottostanti la Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo al Celio a Roma: un
sontuoso luogo archeologico consistente in una domus romana unica per la sua ricchezza e conservazione; il Museo dell’Opera
di S. Chiara e l’adiacente chiostro maiolicato nell’omonimo
Monastero campano e la Sala degli arredi sacri all’interno della Basilica di S. Domenico Maggiore a Napoli.
Va ricordato, inoltre, che il Fondo è proprietario di beni di altra
natura, tra i quali spicca per la sua particolarità la Foresta di Tarvisio, un’estensione di circa 23.000 ettari all’interno della Provincia di Udine, confinante con la Slovenia e l’Austria: un’area naturale incontaminata che si presenta ancora in tutta la sua integrità e particolarmente apprezzata per la presenza di rari esemplari di flora e fauna.
Il Fondo Edifici di Culto possiede anche un interessante fondo librario antico, custodito nella Biblioteca della Direzione Centrale,
costituito da circa 400 volumi editi dall’anno 1552.
Dipartimento per
le libertà Civili
e l’immigrazione
Direzione Centrale
per l’amministrazione
del Fondo Edifici di Culto
Direttore
Lucia Di Maro
Referente
Ugo Righini
Piazza del Viminale, 1
00184 Roma
Tel. 06 46537290
Fax 06 46549697
213
Fec
Le edizioni, di grande pregio storico ed artistico per le splendide illustrazioni eseguite
con incisioni xilografiche e calcografiche, riguardano non solo opere giuridiche ma
anche classici della letteratura.
Annualmente il Fondo finanzia interventi di restauro e conservazione per circa 6 milioni di euro, oltre a attuare azioni di conoscenza e di valorizzazione del proprio patrimonio attraverso eventi culturali di notevole rilevanza artistica quali, in particolare,
mostre e pubblicazioni.
In Sardegna
LE CHIESE DEL FONDO EDIFICI DI CULTO
CAGLIARI
Cagliari
S. Agostino
Cagliari
SS.ma Annunziata
Cagliari
Nostra Signora di Bonaria
Cagliari
SS.ma Concezione
Cagliari
S. Domenico
Cagliari
S. Francesco di Paola
Cagliari I
S. Giuseppe Colasanzio
Cagliari I
Nostra Signora del Carmine
Iglesias
S. Francesco
NUORO
Bosa
Chiesa dei Cappuccini
Bosa
Chiesa dei Carmelitani
Nuoro
S. Giovanni Battista
Orani
Chiesa degli Osservanti
ORISTANO
Oristano
SS.ma Concezione
SASSARI
Sassari
S. Agostino
Sassari
S. Antonio Abate
Sassari
Chiesa del Carmine
Sassari
Chiesa dei Cappuccini
Sassari
S. Pietro
214
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
ASSESSORATO PUBBLICA ISTRUZIONE,
BENI CULTURALI, INFORMAZIONE, SPETTACOLO
E SPORT
Quadro normativo generale
L’Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, Beni Culturali,
Informazione, Spettacolo e Sport opera nel campo della cultura
sulla base delle competenze attribuitegli dalla L.R.1/77 “Norme
sull’organizzazione amministrativa della Regione Sarda e sulle
competenze della Giunta, della Presidenza e degli Assessorati
regionali”, art.20, e di varie leggi riguardanti la cultura e i beni
culturali:
- la L.R. n. 1/1958, in gran parte abrogata dalla L. R.14/2006;
- la L.R. 26/1972 “Istituzione con sede in Nuoro dell’Istituto superiore regionale etnografico con annesso Museo della vita e
delle tradizioni popolari sarde nel centenario della nascita
della scrittrice Grazia Deledda”;
- la L.R.29/1994 “Norme per il recupero e la valorizzazione del
patrimonio archeologico - industriale della Sardegna”;
- la L.R. 26/1997 “Promozione e valorizzazione della cultura e
della lingua della Sardegna”;
- la L.R. n. 1/1990, art. 56 “Interventi per attività teatrali e musicali”;
- la L.R. 44/1993 “Istituzione della giornata del popolo sardo “Sa
Die de sa Sardinia”;
- la L. R. 22/1998 “Interventi della Regione a sostegno dell’editoria locale, dell’informazione e disciplina della pubblicità istituzionale e abrogazione delle leggi regionali n. 35 del 1952 e n.
11 del 1953”;
- la L. 482/1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”;
- la L.R. 14/2006 “Norme in materia di beni culturali, istituti e
luoghi della cultura”;
- la L.R. 15/2006 “Norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna”;
- la L.R. 18/2006 “Disciplina delle attività di spettacolo in Sardegna”;
Varie altre leggi consentono alla Regione di sostenere in via
continuativa istituzioni culturali, quali: la Deputazione di Storia
Patria, la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, La Fondazione Giuseppe Dessì, la Fondazione Costantino Nivola.
Presidente
Ugo Cappellacci
Assessore
M. Lucia Baire
Viale Trieste, 186
Tel. 070 6067004
Fax 070 6064900
[email protected]
La L.R. 14/2006 è la legge-quadro che riunisce in un’unica disciplina il comparto dei beni culturali, dei luoghi e degli istituti
della cultura (musei, parchi archeologici, eco-musei, biblioteche
e archivi). Essa prevede che la Regione:
- predisponga il piano regionale per i beni, istituti e luoghi della
cultura;
- promuova, d’intesa e in concorso con gli organi statali competenti, con gli enti locali e con i titolari di istituti e di luoghi
della cultura, nonché con altri soggetti pubblici e privati, il censimento, l’inventariazione e la catalogazione dei beni culturali e lo sviluppo delle relative banche dati regionali, favorendo
l’interoperabilità tra i diversi sistemi informatizzati;
215
Regione Sardegna
- cooperi con il Mibac e con i soggetti proprietari in ordine alla tutela di beni mobili e immobili degli enti locali o di interesse locale, o comunque inclusi nei musei, nei parchi
archeologici, negli ecomusei e nelle altre strutture degli enti locali o di interesse locale, sottoposti a tutela o destinatari di contributi finanziari, diretti e indiretti, della Regione;
- promuova e coordini progetti per la valorizzazione dei beni culturali, l’organizzazione
delle connesse attività, l’allargamento delle capacità e delle competenze di fruizione
culturale;
- promuova e coordini progetti per la valorizzazione dell’arte contemporanea e ne favorisca la catalogazione;
- promuova e coordini interventi di restauro dei beni culturali sulla base di metodologie definite d’intesa con gli organi statali competenti;
- collabori alle azioni per il recupero dei beni culturali trafugati e acquisti beni culturali
anche attraverso l’esercizio del diritto di prelazione;
- promuova, d’intesa con gli organi statali competenti, con le università e gli istituti di
ricerca, interventi di ricerca archeologica e paleontologica nel territorio della Sardegna;
- esprima il parere per l’esportazione di opere d’arte, di cui al comma 7 dell’articolo 68
del decreto legislativo n. 42 del 2004;
- eserciti le funzioni e i compiti di soprintendenza dei beni librari, ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica 22 maggio 1975, n. 480, attraverso il Centro regionale di
tutela e restauro dei beni librari;
- predisponga e aggiorni l’Albo regionale degli istituti e dei luoghi della cultura, di cui all’articolo 19;
- determini, con il concorso degli organi statali competenti e delle organizzazioni professionali, gli standard di qualità dei servizi degli istituti e dei luoghi della cultura, di
cui al comma 4 dell’articolo 1, e ne verifichi periodicamente la sussistenza;
- contribuisca alla definizione di linee di indirizzo e di standard tecnici concernenti l’intervento pubblico in tema di beni culturali a livello nazionale e predispone, nel rispetto
delle competenze statali, le linee guida per i profili professionali e i percorsi formativi
del personale degli istituti e dei luoghi della cultura e promuova la formazione e l’aggiornamento degli operatori;
- coordini la rilevazione dei dati sugli istituti e luoghi della cultura, i loro servizi, attività
ed utenti;
- promuova la ricerca di soluzioni innovative per il coordinamento e la qualità della gestione del patrimonio e dell’offerta culturale sul territorio;
- assicuri, su richiesta degli enti locali, servizi di supporto e di assistenza tecnica, amministrativa e giuridica nelle materie della presente legge;
- promuova azioni e accordi diretti all’integrazione sociale e multiculturale e allo sviluppo delle collezioni bibliografiche e documentarie e di servizi bibliotecari rivolti alle
fasce di utenti svantaggiati;
- curi lo sviluppo e l’inserimento delle attività e dei servizi degli istituti e dei luoghi della
cultura della Sardegna nel contesto europeo ed extraeuropeo, favorendo la collaborazione e la cooperazione, la circolazione delle persone e delle idee e gli scambi professionali.
ORGANIZZAZIONE GENERALE
La L.R. 9/2006 “Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali” attribuisce alla Regione le funzioni di programmazione pluriennale, la predisposizione dei criteri attuativi,
la verifica degli interventi e la ripartizione dei fondi in materia di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale, musei di ente locale e di interesse locale, biblioteche e archivi storici di ente locale e di interesse locale. A questi fini la Regione promuove
il sistema regionale dei beni culturali e degli istituti e luoghi della cultura, con la creazione dei musei regionali e trasferendo risorse agli enti locali sulla base di progetti o
programmi specifici.
La Regione interviene in materia di cultura e beni culturali principalmente attraverso
l’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
216
Regione Sardegna
(Servizi dei Beni Culturali, della Lingua e Cultura Sarda, dei Beni Librari, Biblioteca e Archivio storico regionali, dello Spettacolo, Sport, Editoria e Informazione) e attraverso l’Istituto Superiore Regionale Etnografico. Operano in misura minore altri Assessorati regionali
e la Presidenza-Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e le tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (gestione dei portali web e dei contenuti digitali).
Ai sensi della L.R.14/2006 le Province devono:
concorrere alla valorizzazione e assicurare la fruizione dei beni culturali. In particolare
devono programmare e coordinare, con il concorso dei comuni, lo sviluppo dei servizi
degli istituti e dei luoghi della cultura del territorio provinciale e istituire i sistemi museali e bibliotecari provinciali; approvare, sulla base delle proposte dei comuni singoli o
associati, il piano provinciale da trasmettere alla Regione; garantire il buon funzionamento e la fruizione degli istituti e dei luoghi della cultura e curare il monitoraggio sui
relativi servizi e attività; promuovere la didattica dei beni culturali e realizzare attività
di promozione del patrimonio culturale anche a fini di turismo culturale; coordinare e
pubblicare un calendario trimestrale e annuale delle attività degli istituti e dei luoghi
della cultura e trasmetterlo alla Regione.
I Comuni devono:
operare per la conservazione del patrimonio di memorie e tradizioni della comunità.
Concorrere alla valorizzazione e assicurare la fruizione dei beni culturali. Provvedere in
particolare: in concorso con le province, all’elaborazione dei piani provinciali; singolarmente o in maniera associata, alla gestione e valorizzazione delle attività e dei servizi
degli istituti e dei luoghi della cultura; alla cura e conservazione delle aree, parchi archeologici e complessi monumentali, anche attraverso interventi di prevenzione, manutenzione e restauro secondo metodologie concordate con la Regione e con gli organi
statali competenti; all’integrazione degli istituti e dei luoghi della cultura nei sistemi
museali e bibliotecari e alla collaborazione con le istituzioni scolastiche e universitarie
e con le associazioni culturali e sociali; all’organizzazione del servizio diffuso della lettura, accompagnamento alla fruizione e all’informazione sul proprio territorio; al monitoraggio su servizi e attività degli istituti e dei luoghi della cultura.
ATTIVITA’
Servizio Beni Culturali
Piano regionale per i beni culturali, gli istituti e i luoghi della cultura. Predisposto ai
sensi L.R. 14/2006, è lo strumento fondamentale della programmazione dell’Assessorato. A cadenza triennale, definisce finalità, priorità e linee di intervento, procedendo
per obiettivi strategici e coordinando l’azione dei vari livelli di governo (province, comuni), delle istituzioni culturali e degli operatori e portatori di interesse del territorio.
Cura i criteri di assegnazione, la ripartizione e l’uso efficiente delle risorse.
Sistema museale e gestione siti e musei
La normativa prevede la creazione di
un sistema regionale dei musei costituito da musei regionali, musei di
Ente locale, parchi archeologici, ecomusei e musei di interesse locale, articolati su base provinciale. I musei
regionali, che allo stato attuale sono
in parte in fase di progettazione, di
realizzazione ed in parte terminati,
rappresentano i punti di forza del territorio: il Museo dell’arte nuragica e dell’arte contemporanea del Mediterraneo, a Cagliari,
che coniugherà, in un’unica esperienza, i fondamenti della storia e della identità dei
sardi con le proposte più innovative dello scenario artistico contemporaneo; il Museo
della Sardegna giudicale, a Oristano e Sanluri, che farà largo uso delle tecnologie multimediali e si specializzerà nei settori della storia, della storia dell’arte e dell’architettura, dell’archeologia e dell’epigrafia medievale, della storia della musica; il Museo del
Novecento e del Contemporaneo, a Sassari, che esporrà le opere del pittore Giuseppe
Biasi, di proprietà della Regione, e dedicherà una sezione alla ricerca artistica contem217
Regione Sardegna
poranea in Corsica; il Museo e laboratori dell’identità, a Nuoro, che prevede il recupero
funzionale del Mulino Guiso Gallisai e la realizzazione di un percorso dell’identità sarda
attraverso le sue varie espressioni: lingua, letteratura, arte, musica, danza, tradizioni popolari; il Museo delle bonifiche e elettrificazione della Sardegna, ad Arborea, che, coinvolgendo ampie porzioni di territorio ed una serie di luoghi ed edifici, ricostruirà la
vicenda delle bonifiche e dell’introduzione dell’industria idroelettrica in Sardegna; la
Rete museale dei Fenici (musei archeologici nazionali di Cagliari e Sassari, musei civici di
Pula, Carbonia, Villasimius, Olbia, Cabras e Padria, aree e parchi archeologici di Tuvixeddu, Nora, Bithia, Sulci, Monte Sirai, Antas, Monte Luna, Neapolis, Othoca, Tharros,
Cornus), dedicata al fenomeno della colonizzazione fenicia mediterranea ed atlantica,
che avrà ad Oristano una struttura informativa di sintesi; il Museo Tavolara per l’Artigianato ed il Design, a Sassari, con sede in una delle architetture più pregevoli del Novecento in Sardegna, destinato all’esposizione di collezioni storiche di artigianato
artistico e alla commercializzazione delle produzioni contemporanee.
La Regione, inoltre, eroga contributi agli enti locali per la fruizione e gestione di musei
di ente locale, aree archeologiche, biblioteche e archivi. Sono attualmente gestiti 74 siti
archeologici e 57 musei distribuiti nel territorio regionale.
Centro Catalogo Unico
Il Centro Catalogo Unico cura il censimento, la catalogazione e la digitalizzazione dei
beni culturali secondo le direttiva dell’ICCD. L’obiettivo è di dare vita al Catalogo Unico
Regionale, sistema partecipato di banche dati locali, unificate e condivise dagli organismi che operano a vario titolo nel settore della catalogazione (uffici periferici del Mibac,
Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, Consulta Regionale per i Beni
Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Sarda, Consiglio delle Autonomie Locali, ANCI Sardegna, Unione delle Province Sarde, Assessorato Regionale Enti Locali) consultabile anche attraverso il portale Sardegna Cultura e il portale Cultura Italia.
Le campagne catalografiche promosse dal Centro hanno già portato alla creazione di
una banca dati di 14000 schede cartacee ed elettroniche di beni architettonici, archeologici, storico-artistici, archeologico-industriali e demologici. L’archivio è inoltre costituito da 19.000 fotografie digitalizzate, da un repertorio bibliografico di circa 3.500 voci
e da un repertorio autori di circa 900 voci. E’ in fase di realizzazione, in base ad un accordo con gli uffici del Mibac e le Università, il Corpus delle antichità della Sardegna,
che comprende reperti delle varie epoche storiche, nonché atlanti monumentali, linguistici e iconografici dei luoghi e dei paesaggi della Sardegna contemporanea.
Il Centro opera per l’adozione, da parte di musei, parchi archeologici, eco-musei e biblioteche, delle metodologie e degli standard di catalogazione prefissati e per la migrazione delle diverse banche dati nello stesso catalogo; cura la realizzazione di percorsi
interattivi, in strutture museali selezionate, fruibili attraverso postazioni multimediali
e attraverso il portale Sardegna Cultura; si pone come supporto delle varie amministrazioni nell’erogazione e potenziamento dei servizi culturali e turistico-culturali, attraverso il progetto SICPAC, Sistema integrato per la gestione del patrimonio ambientale
e culturale.
Restauro
L’Assessorato finanzia restauri conservativi di beni immobili e mobili di enti locali ed ecclesiastici tramite programmi annuali e sulla base di specifici criteri di selezione.
Promozione
L’Assessorato organizza e dà contributi ad enti locali e associazioni per manifestazioni
artistiche e culturali di interesse regionale, nazionale e internazionale. Convegni e seminari tematici sono organizzati in collaborazione con enti locali e istituzioni universitarie.
218
Regione Sardegna
Servizio Lingua e Cultura sarda
La Regione promuove e valorizza la cultura e la lingua sarda, anche nelle sue varietà alloglotte. Cura la definizione di un codice linguistico e la costituzione di sportelli linguistici che favoriscono la comunicazione tra il cittadino e la pubblica amministrazione. In
Sardegna sono stati aperti circa 260 sportelli ed elaborati materiali linguistici che assicurano un uso effettivo del sardo nell’ambito delle amministrazioni locali, degli organi
di governo e assembleari, nella comunicazione con la cittadinanza, nella toponomastica, segnaletica e modulistica.
Cura l’Atlante Toponomastico Sardo, al fine di una revisione della toponomastica regionale sulla base della toponomastica storica; acquisisce beni materiali e immateriali e finanzia ricerche riguardanti la lingua e la cultura sarda; promuove iniziative
socio-culturali in Italia e all’Estero per la lingua sarda; promuove la trasmissione di notiziari radiofonici in lingua sarda e progetti culturali in lingua sarda attraverso i mezzi
di comunicazione di massa; organizza conferenze annuali sulla cultura e lingua sarda e,
in ambito scolastico, cura, attraverso le Università, la formazione degli insegnanti sul
versante linguistico e della didattica della lingua; celebra la giornata del popolo sardo
“Sa Die de sa Sardinia” e attribuisce alte onorificenze a cittadini italiani e stranieri che
abbiano dato lustro alla Sardegna.
Servizio beni librari, biblioteca e archivio storico regionali
Sistema bibliotecario
La L.R. 14/2006 pone il Sistema bibliotecario della Sardegna a cardine del conseguimento degli obiettivi di acquisizione, conservazione e diffusione del patrimonio librario e documentario e di qualità dei servizi all’utenza. A tal fine la Regione promuove lo
sviluppo del polo regionale SBN ed eroga contributi annuali alle biblioteche di ente locale (attualmente circa 350 funzionanti su 377 comuni), ai sistemi bibliotecari territoriali
(20) e alle biblioteche private (circa 30, alcune ecclesiastiche). Gli enti locali sono beneficiari anche di contributi per la gestione.
La Regione cura il portale “Sardegna Biblioteche” nonché la catalogazione, anche in formato elettronico, di fondi librari di pregio. Con il progetto CAPSDA Centri di Accesso Pubblici ai Servizi Digitali Avanzati, si è realizzata una rete di 128 centri di accesso al pubblico
localizzati nelle biblioteche di ente locale.
Biblioteca regionale
La Biblioteca regionale supporta l’attività amministrativa della Regione e mette a disposizione di tutti i cittadini un grande patrimonio librario (70.000 volumi, 250 testate)
e multimediale che viene costantemente arricchito e aggiornato. La Biblioteca è stata
individuata come archivio della produzione editoriale preposto al deposito legale dei documenti pubblicati sul territorio regionale ed ha pertanto il compito di conservare la
memoria della cultura e della vita sociale della Sardegna, di valorizzare la produzione
editoriale e di garantire l’informazione e il libero accesso ai documenti editi nell’Isola.
Centro regionale di tutela e restauro dei beni librari
La Regione, in base alla normativa
nazionale, esercita le funzioni di Soprintendenza ai beni librari e documentari non appartenenti allo
Stato, con l’esclusione dei beni che
sono stati dichiarati dallo Stato di
interesse culturale.
Le funzioni regionali vengono esercitate nell’ambito delle biblioteche
e degli archivi di enti pubblici, privati ed ecclesiastici, e dei privati cittadini che detengono materiale
librario e documentario antico, raro, di pregio o di notevole interesse storico e che ne ga-
219
Regione Sardegna
rantiscano la pubblica fruibilità. Il centro cura il censimento, l’ordinamento, la catalogazione, i trattamenti conservativi e di restauro, la riproduzione e l’acquisto dei beni
tutelati.
Fra le competenze dell’Assessorato sono contemplati gli interventi finanziari annuali in
favore di progetti tesi ad incentivare la lettura e di festival letterari d’interesse regionale,
nazionale e internazionale, con particolare attenzione ad iniziative finalizzate a promuovere la lettura tra i bambini e i ragazzi ed a favorire le fasce di utenza svantaggiate.
Servizio Spettacolo, Sport, Editoria e Informazione
Editoria e Informazione
La Regione sostiene l’editoria locale con contributi alle imprese e promuove le opere
edite in Sardegna partecipando a fiere e mostre di rilevanza nazionale ed internazionale
(fiere di Torino e di Francoforte, fiera della piccola e media editoria di Roma) e curando
proprie mostre in Sardegna (Macomer) e fuori del territorio regionale.
Dà inoltre contributi per la pubblicazione di opere di particolare valore e per la stampa
periodica, finanzia programmi radiofonici e televisivi in collaborazione con la RAI, disponibili anche sul web, e notiziari regionali e locali con sistemi di linguaggio mimico
gestuale dei sordi.
Spettacolo e Cinema
La Regione promuove lo spettacolo dal vivo
dando contributi a soggetti operanti nel
campo del teatro, della musica e della
danza e per la realizzazione di produzioni
originali destinate all’esportazione. Sostiene inoltre le attività e il personale artistico stabile della Fondazione Teatro Lirico
di Cagliari. Il cinema è considerato un
mezzo fondamentale di espressione artistica e di crescita culturale e socio-economica e la Regione ne promuove lo sviluppo
erogando contributi per la realizzazione
nell’isola di rassegne, circuiti, festival,
premi, seminari, convegni. Sono finanziati
anche la produzione di cortometraggi e
lungometraggi di interesse regionale, la
loro diffusione e distribuzione, l’incremento e l’innovazione della didattica del
cinema, gli studi, ricerche e sperimentazioni sui nuovi linguaggi e tecnologie audiovisive.
Tramite la Film Commission la Regione promuove la produzione cinematografica e audiovisiva nell’isola, dando impulso al territorio inteso come studio cinematografico all’aperto e offrendo opportunità professionali a vari livelli.
La Sardegna gode oggi di importanti teatri storici recuperati alla fruibilità grazie anche
ai fondi della programmazione europea 2000-2006, tra questi il Massimo di Cagliari,
l’Eliseo di Nuoro e il Garau di Oristano. Grazie ad accordi di programma quadro con i
ministeri dell’economia e dei beni culturali, l’amministrazione regionale si accinge a
realizzare a Cagliari la Fabbrica delle creatività, che comprenderà il Centro di documentazione del cinema, dello spettacolo e del patrimonio audiovisivo RAI Sardegna.
ISRE
L’Assessorato opera nel settore demo-etno-antropologico anche attraverso L’Istituto Superiore Regionale Etnografico. L’ISRE ha sede a Nuoro e gestisce due musei: il Museo
della vita e delle tradizioni popolari sarde e la Casa natale di Grazia Deledda. Cura inoltre ricerche sul campo e studi, allestisce mostre e realizza pubblicazioni mirate a diffondere la conoscenza del patrimonio museale e della cultura tradizionale sarda in
220
Regione Sardegna
ambito mediterraneo. Fornisce assistenza scientifica alle
amministrazioni locali nell’ambito delle iniziative museali
d’interesse etnografico.
L’Ente gestisce una biblioteca specialistica, diversi fondi di
interesse storico, una cineteca e un archivio fotografico,
organizza seminari di museografia e scuole di antropologia visuale.
L’antropologia visuale è uno dei campi d’eccellenza dell’Istituto, che ogni due anni promuove una rassegna internazionale di film etnografici (Sieff).
Sistema informativo digitale
La Regione si è dotata di un avanzato sistema di documentazione e comunicazione digitale, che costantemente
aggiorna. SardegnaCultura è il portale dedicato alla catalogazione e divulgazione dei beni culturali. E’ accessibile per periodi storici, argomenti,
aree geografiche, tipologia delle strutture
monumentali, e offre una sezione sulla lingua sarda. La Digital Library, supporto del
portale SardegnaCultura (interfacce con PortaleCulturaItalia e Biblioteca Digitale Europea), è l’archivio digitale dei documenti
legati alla storia, letteratura, tradizioni, musica e territorio della Sardegna. Realizzato nel
rispetto degli standard nazionali ed internazionali, ospiterà presto anche l’archivio ENEL,
il patrimonio librario di notevole interesse
storico, le carte geografiche di proprietà del
Consiglio Regionale della Sardegna, le
schede degli argenti della collezione Luigi
Cocco e di altre opere d’arte di proprietà regionale.
221
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
ASSESSORATO DEGLI ENTI LOCALI, FINANZE
E URBANISTICA
Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica
Presidente
Ugo Cappellacci
Assessore
Gabriele Asunis
Viale Trieste, 186
Tel. 070 6067001
Fax 070 6064177
[email protected]
222
Il concetto di paesaggio, così come riportato all’interno della Convenzione europea, racchiude in sé una molteplicità di riferimenti
culturali e scientifici che spaziano dall’accezione estetico-percettiva a quella tecnico-scientifica. L’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica ha fra le sue competenze la predisposizione e la gestione degli atti di pianificazione che governano
il paesaggio in Sardegna, attraverso i quali intende diffondere
un metodo condiviso che lega la conoscenza, l’interpretazione
e le risposte attese da un intero territorio.
Su una tematica così delicata come quella del paesaggio, largamente riconosciuto come una ricchezza insostituibile e non
rinnovabile, lo strumento che la legislazione nazionale ha attribuito alle regioni italiane è il Piano paesaggistico, attraverso
il quale poter governare con il giusto equilibrio il ruolo degli Enti
locali e le azioni che direttamente o indirettamente hanno riflessi
sul paesaggio.
La normativa regionale in materia discende dal Codice dei beni
culturali e del paesaggio, adeguato alle risultanze della Conferenza europea del paesaggio con l’ultima modifica intervenuta
nel 2008. La Legge regionale 8/2004, che giuridicamente individua a livello regionale il piano paesaggistico come strumento
di pianificazione, si propone di invertire la tradizionale ottica
insediativa costiera, rilanciando la funzione turistica e ricettiva,
attraverso la riqualificazione degli insediamenti storici e delle
tradizioni culturali, fondamentali per salvaguardare l’identità
di una regione. La scelta di mantenere e conservare i valori ambientali e culturali ancora integri del territorio costiero e di
orientare le opportunità di sviluppo turistico verso i centri urbani e gli insediamenti turistici esistenti, attraverso azioni di riqualificazione urbanistica, è una scelta difficile da sostenere
nell’immediato, ma che guarda lontano verso il benessere delle
future generazioni.
Assume in questo senso rilevanza strategica anche la L.R.
13/2008 “Norme urgenti in materia di beni paesaggistici e delimitazione dei centri storici e dei perimetri cautelari dei beni paesaggistici e identitari”, che coinvolge maggiormente i comuni nella gestione del proprio patrimonio culturale e paesaggistico, come
i primi e veri artefici delle trasformazioni territoriali.
Il Piano paesaggistico, quindi, pianifica le trasformazioni territoriali in base ai principi di sostenibilità ambientale e nel rispetto del patrimonio storico-culturale dell’isola. Si avvale allo
scopo di sofisticati sistemi informativi che gestiscono una
grande quantità di informazioni, dati cartografici e fotografici,
incluse le modalità di navigazione e di consultazione in rete. Il
SITR (Sistema informativo territoriale regionale) è esteso alle
comunità locali (SIT2COM) nel rispetto dei ruoli strategici e del
principio di sussidiarietà che regola i rapporti fra la pianificazione regionale, provinciale e comunale in Sardegna.
PROVINCIA DI CAGLIARI: ASSESSORATO
ALLE POLITICHE CULTURALI
ATTIVITA’
Dal 2009 il vecchio nome identificativo dell’Assessorato alla
Cultura della Provincia di Cagliari (Assessorato alla Cultura,
Identità, Sport e Spettacolo) è stato mutato in Assessorato alle
politiche culturali – attualmente sotto la direzione e responsabilità politica del Presidente dell’Ente Dott. Graziano Milia.
Anno 2007
Le attività realizzate nel corso dell’anno sono state diverse e
hanno riguardato:
- Valorizzazione dei beni culturali, che comprende, la promozione e la gestione di attività culturali;
- Sistema Museale Provinciale che promuove la valorizzazione,
la tutela e la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale, archeologico e monumentale, anche attraverso la
messa in rete di tutti i siti e musei archeologici presenti nel
territorio provinciale;
- Turismo Culturale servizio di promozione delle risorse turistiche culturali – partecipazione ad eventi fieristici nazionali e
internazionali;
- Centro Sistema Bibliotecario e Centro Regionale di documentazione Biblioteche per Ragazzi, le attività promosse riguardano sia servizi di consulenza, formazione degli operatori
bibliotecari provinciali e regionali, che attività finalizzate alla
promozione della lettura per i ragazzi;
- Biblioteca Provinciale che garantisce il servizio di pubblica lettura.
Presidente
Graziano Milia
Viale Ciusa, 21
09131 Cagliari
Tel. 070 4092348
Fax 070 4092312
Premio internazionale letterario H. D. Lawrence (1 Edizione)
sulla letteratura di viaggio – Evento di premiazione tenutosi a
Mandas (Sea and Sardinia)
Da segnalare che nel corso del 2007 (fine esercizio) l’Assessorato è stato investito di nuove funzioni ai sensi della L.R. 9/2006
in materia di Spettacolo e Attività Culturali (art. 79), Sport (art.
81), Cultura e Lingua Sarda (art. 82), e di Archivi e Biblioteche
(L.R. 14/2006):
- predisposizione entro 27 marzo 2007 della proposta di piano
provinciale degli interventi per i beni culturali e gli istituti e i
luoghi della cultura, da elaborarsi dalla Provincia d’intesa con
i comuni singoli o associati, ai fini della predisposizione del
piano regionale (art.7 , comma 1 ,L.R. n.14/2006);
- elaborazione del Piano di riordino degli Archivi Storici ai sensi
della L.R. n°4/2006;
- avvio progetto SADEL Digitalizzazione della documentazione
dell’Archivio Storico della Provincia di Cagliari;
- avvio delle procedure di istituzione del Sistema archivistico
provinciale e degli Archivi Storici ricadenti nel territorio della
stessa.
Sono state avviate inoltre le attività per l’erogazione dei con-
223
Provincia di Cagliari
tributi (art. 79 L. R. n. 9/2006):
- interventi per manifestazioni culturali e di spettacolo organizzate da operatori privati
non professionali, ai sensi della legge regionale 21 giugno 1950, n. 17;
- interventi per lo sviluppo delle attività musicali popolari di cui alla legge regionale 18
novembre 1986, n. 64, e successive modifiche ed integrazioni;
- promozione e gestione delle attività culturali, di ricerca e studio, anche attraverso l’erogazione dei contributi previsti dal comma 3 dell’articolo 60 della legge regionale n. 1
del 1990;
- organizzazione di iniziative dirette a favorire l’integrazione delle attività culturali con
quelle relative all’istruzione scolastica ed alla formazione professionale;
- interventi in favore dell’istituzione e del funzionamento delle scuole civiche di musica
di cui alla legge regionale 15 ottobre 1997;
- interventi di valorizzazione e promozione della cultura e lingua sarda, programmazione e gestione delle risorse finanziare relative all’erogazione di contributi locali per
il ripristino dei toponimi in lingua sarda e delle varietà linguistiche tutelate dalla L.R.
n. 26/1997 ( L.R. n.9/2006- art. 82).
Anno 2008
Le attività realizzate nel corso dell’anno sono state diverse ed hanno riguardato:
- Valorizzazione dei beni di interesse storico, artistico e altre attività culturali;
- Promozione e valorizzazione dei beni e della attività culturali del territorio, partecipazione a fiere ed eventi in territorio nazionale ed estero, cura e allestimento di mostre;
- Prima elaborazione di elementi istruttori del Piano provinciale per i beni culturali, gli
istituti e i luoghi della cultura, sulla base del Piano Regionale, in attesa di definitiva
approvazione;
- Gestione ordinaria delle competenze in materia di cultura e spettacolo trasferite dalla
RAS in esecuzione della L. R. n. 9/2006 (art. 79);
- Gestione ordinaria delle competenze in materia di valorizzazione della lingua e della
cultura sarda trasferite dalla RAS in esecuzione della L. R. n. 9/2006 (art. 82);
- Promozione e sviluppo del Sistema Museale Provinciale.
Servizi Bibliotecari
Centro Servizi Bibliotecari e Biblioteca Provinciale
Il Centro Servizi Bibliotecari e Centro Regionale di documentazione Biblioteche per Ragazzi, ha promosso attività di consulenza, formazione degli operatori bibliotecari provinciali e regionali, nonché attività finalizzate alla promozione della lettura per i ragazzi.
La Biblioteca Provinciale garantisce il servizio di pubblica lettura; il servizio, svolto in
difficili condizioni “infrastrutturali”, è peraltro molto apprezzato dal pubblico di Cagliari
e non solo, e soprattutto da studenti universitari.
Il servizio ha curato altresì:
- elaborazione del Piano di riordino degli Archivi Storici ai sensi della L. R. n°4/2006;
- l’avvio del progetto SADEL Digitalizzazione della documentazione dell’Archivio Storico
della Provincia di Cagliari;
- l’avvio delle procedure di istituzione del Sistema archivistico provinciale e degli Archivi
Storici ricadenti nel territorio della stessa.
Premio internazionale letterario H. D. Lawrence (2 Edizione) sulla letteratura di viaggio – Evento di premiazione tenutosi a Mandas (Sea and Sardinia)
Mercoledì a palazzo (manifestazioni musicali – musica classica a Palazzo Vice-Regio) e
nei comuni della provincia.
Gestione delle deleghe conferite dalla Regione Sardegna ai sensi della L. R. n. 9/2006
in materia di:
- interventi per manifestazioni culturali e di spettacolo organizzate da operatori privati
224
Provincia di Cagliari
non professionali, ai sensi della legge regionale 21 giugno 1950, n. 17;
- interventi per lo sviluppo delle attività musicali popolari di cui alla legge regionale 18
novembre 1986, n. 64, e successive modifiche ed integrazioni;
- promozione e gestione delle attività culturali, di ricerca e studio, anche attraverso l’erogazione dei contributi previsti dal comma 3 dell’articolo 60 della legge regionale n. 1
del 1990;
- organizzazione di iniziative dirette a favorire l’integrazione delle attività culturali con
quelle relative all’istruzione scolastica ed alla formazione professionale;
- interventi in favore dell’istituzione e del funzionamento delle scuole civiche di musica
di cui alla legge regionale 15 ottobre 1997;
- interventi di valorizzazione e promozione della cultura e lingua sarda, programmazione e gestione delle risorse finanziare relative all’erogazione di contributi locali per
il ripristino dei toponimi in lingua sarda e delle varietà linguistiche tutelate dalla L.R.
n.26/1997 ( L.R. n.9/2006- art.82).
Anno 2009
Prosegue l’attività ordinaria di gestione delle funzioni trasferite dalla RAS in materia di
promozione della cultura e dello spettacolo (L. R. n. 9/2006).
E’ in programma la 3^ Edizione del Premio Lawrence (Festa della letteratura da viaggio)
– settembre 2009.
Prosegue l’attività di promozione della musica classica con i mercoledì a Palazzo ed
Estate a Monte Claro.
225
PROVINCIA DI CARBONIA - IGLESIAS: ASSESSORATO
ALLE POLITICHE CULTURALI, SPORTIVE,
PER LO SPETTACOLO E PER IL TEMPO LIBERO
PROGETTI REALIZZATI
Presidente
Pierfranco Gaviano
Assessore
Cinzia Micheletti
Via Fertilia, 40
09013 Carbonia
Tel. 0781 66951
Fax 0781 670821
226
La Provincia di Carbonia - Iglesias, con il trasferimento da parte
della Regione di competenze in materia di Beni Culturali, pone
fra i suoi obiettivi prioritari la valorizzazione e la fruizione del
patrimonio presente nel territorio. Pur essendo un ente di
nuova istituzione, nell’ottica di valorizzazione dei luoghi della
cultura e dell’enorme patrimonio archeologico e naturalistico, la
Provincia di Carbonia Iglesias ha promosso e finanziato diversi
progetti a carattere culturale anche attraverso l’azione del Sistema Turistico Locale (STL ). In particolare:
Nel 2007 prende avvio il Progetto Sadel, per la salvaguardia
degli Archivi e Documenti degli Enti Locali, attraverso una
forma associata tra alcuni comuni del territorio e la Provincia.
Conclusosi nel 2008, il progetto si inserisce nel complesso di
iniziative a favore della salvaguarda dei beni e dei valori della
cultura, della lingua e dell’identità regionale. Nello specifico è
indirizzato a quelle categorie di beni di notevole rilevanza ai fini
della documentazione e della memoria storica che sono inevitabilmente soggetti al deterioramento e all’usura del tempo. Il
progetto è, infatti, finalizzato alla digitalizzazione, mediante
tecnologie avanzate, del materiale facente parte degli archivi
dei comuni aderenti al progetto e si pone il duplice obiettivo di
salvaguardia e di miglioramento dell’accesso da parte dei soggetti al patrimonio documentario. Questa iniziativa è in armonia con l’azione che la Provincia sta programmando nell’ottica
della valorizzazione e riscoperta degli Archivi Storici presenti
nel territorio.
Sempre nel 2007 viene attivato il progetto ‘’Studio dell’architettura dal romanico al neoclassico‘’, finalizzato alla realizzazione di uno studio sulla architettura religiosa presente nel
territorio, attraverso la mappatura dei beni monumentali e
delle loro caratteristiche storiche ed architettoniche. A partire
da tale base documentale è poi attualmente in corso di elaborazione una raccolta sintetica riferita ai principali beni culturali
della Provincia – non solo in relazione all’architettura religiosa
– utile per la programmazione di interventi di valorizzazione in
campo culturale e turistico. La Provincia di Carbonia-Iglesias si
propone l’obiettivo di portare avanti progetti per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico, anche
attraverso iniziative culturali e di spettacolo che possano favorire l’accesso e la conoscenza dei beni presenti nel territorio sia
da parte della comunità locale sia da parte dei flussi turistici in
entrata. Inoltre, la Provincia si propone di realizzare un sistema
coordinato nella gestione del patrimonio documentale ed archivistico locale, nonché dei siti di interesse culturale-turistico.
Un primo esempio in tal senso è rappresentato dalla realizzazione del sito di promozione turistica del territorio, che offre
un’immagine unitaria del complesso patrimonio culturale fruibile nel Sulcis Iglesiente, e dalla carta servizi SIcard, la quale, distribuita nei maggiori punti di informazione turistica incentiva
la visita ai principali musei e siti di interesse culturale presenti
nel territorio prevedendo delle tariffe scontate.
PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO:
ASSESSORATO ALLA CULTURA
La Sardegna è conosciuta da milioni di persone soltanto per le
spiagge, il mare, il sole. Soltanto di recente l’archeologia, i beni
culturali e il patrimonio ambientale in generale anche quello
dell’interno, hanno aperto una prospettiva sul versante dello
sviluppo economico che ancora stenta ad imporsi.
La giovane provincia del Medio Campidano, nata nel 2005 per
l’esigenza di dare voce ad un territorio che sino ad allora sembrava un’area dimenticata dalle istituzioni, ha sin dagli esordi
mosso i suoi primi passi nell’ambito della cultura, dei beni culturali e delle attività che da questi settori traggono linfa ed
energia, ed in particolare per valorizzare l’identità del territorio, costituito da diverse e multiformi sfaccettature. L’Assessorato alla Cultura ha investito sulla lingua e la cultura della
Sardegna e nella fattispecie, all’idioma proprio delle comunità
locali che ha manifestato,come previsto, una notevole ricchezza. Con la legge regionale di promozione e salvaguardia
della lingua e della cultura della Sardegna, sono stati realizzati
due progetti di grande valore per il contenuto e la modalità di
realizzazione. Il primo progetto, realizzato in due anni, è stato
dedicato allo studio della poesia estemporanea della Provincia.
Il lavoro di ricerca, raccolta e cernita del patrimonio documentale privato e, spesso, esclusivamente orale, ha visto la fattiva
collaborazione dei 28 comuni facenti parte del territorio provinciale e si è concluso con la pubblicazione di un testo, di un
DVD e un CD-ROM. Oltre alle amministrazioni e alle comunità
locali, importante è stato il coinvolgimento della scuola con la
partecipazione di circa 1200 bambini che, con entusiasmo,
hanno appreso l’antica arte del poetare in sardo, secondo lo
schema tradizionale de su mutetu o de sa repentina, con alcuni
cantadores del Medio Campidano, che sino a qualche anno fa si
cimentavano in certami poetici nelle piazze e in ambienti più
conviviali e di festa, secondo una moda che ci riporta alle gare
poetiche greche, le rapsodie, dove gli aedi, i cantori, citati da
Omero nell’Iliade e nell’Odissea, rallegravano i banchetti di eroi
e padroni con canti sulla vita quotidiana , in guerra e in pace.
Per dare continuità alla tradizione, sottraendola al rischio di
estinzione e attribuendole una nuova importanza culturale,
nell’anno 2008, la provincia ha cofinanziato una scuola di Poeti
improvvisatori, “Poetas” appunto, aperta ai giovani, che sotto
una qualificata direzione artistica e tecnica e con la guida dei
cantadores tradizionali del Medio Campidano hanno appreso l’
antica arte della composizione improvvisata a tema.
Il secondo progetto, che è ancora in corso di realizzazione e ha
avuto inizio nell’anno 2008, è denominato Is Pregadorias antigas- su signu de sa devozioni, un viaggio nella tradizione religiosa tra fede e magia. Il materiale, oggetto dello studio, è
rappresentato da preghiere, liturgiche e paraliturgiche, formule
sacre che le comunità religiose hanno tramandato a noi, da
tempi remoti e lontanissimi di cui rimane memoria flebile. Un
lavoro, in cui la comunità locale si è riconosciuta e ancora una
volta ha dato il suo importante contributo.
Ulteriore impulso allo studio e alla valorizzazione del patrimo-
Presidente
Fulvio Tocco
Assessore
Rossella Pinna
Via Paganini, 22
09025 Sanluri (VS)
Tel. 070 9356400
Fax 070 9370383
227
Provincia del Medio Campidano
nio linguistico e culturale del territorio provinciale, è stato dato con i progetti relativi alla
L. 482/99 “Norme in materia di minoranze linguistiche storiche”, che a partire dall’anno
2008 ha visto l’apertura di uno sportello linguistico per la lingua sarda, con due operatori a disposizione dell’Ente e del territorio, che si occupano delle traduzioni degli atti e
delle comunicazioni ufficiali. A breve partiranno i primi corsi per i dipendenti e per i cittadini interessati sul sardo da utilizzare quale lingua della pubblica amministrazione.
Nell’anno 2008, la Provincia ha aderito altresì ad un progetto regionale in seno a detta
legge e ha presentato una sua istanza per la prosecuzione della sperimentazione che
sembra dare i primi interessanti risultati.
Diverse e ricche, sono le attività culturali relative al settore dello spettacolo con “Un’Isola
in Festival” progetto biennale finanziato dal MIBAC: in qualità di partner della Regione
Sardegna, con le altre province e 52 comuni, nel 2007 e 2008 ha offerto al territorio un
interessante programma di spettacoli dal vivo di danza, teatro, canto che hanno interessato tutti i suoi 28 centri.
Appuntamento annuale con la musica dal vivo e il teatro è “Tutta un’altra musica”, realizzato in collaborazione con i comuni e con l’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo:
- Circuito pubblico della Provincia di Cagliari: spettacoli musicali, cabaret, danza, che
animano le piazze e i centri dei comuni del territorio.
Per gli amanti della musica classica, giunta alla seconda edizione, la rassegna Cantus e
Sonus il cui tema quest’anno è ”Alle radici della musica classica-La musica popolare. Le
stanze della musica”. Oltre ad artisti famosi, tra i quali il celebre chitarrista Jorge Cardoso,
la rassegna vede il protagonismo di validi musicisti ed ensemble nostrani e stranieri.
Nell’ambito della Promozione e valorizzazione della cultura del territorio provinciale,
nel 2008 è stato avviato il progetto di salvaguardia del patrimonio musicale del Maestro Stanislao Silesu, musicista originario del Medio Campidano, vissuto tra l’800 e il
‘900, tanto noto e apprezzato in Francia, quanto misconosciuto in patria. Il progetto
prevede la digitalizzazione del patrimonio documentale originale rappresentato da
spartiti e appunti, la II edizione del concorso con borse di studio per giovani pianisti dei
conservatori di musica, ed infine un concerto su un’opera inedita del musicista.
Dal connubio tra cultura e innovazione tecnologica è nato SADEL: Salvaguardia Archivi
Degli Enti Locali che ha portato tra il 2007 e il 2008 alla raccolta e alla digitalizzazione
di 12 000 documenti provenienti dall’archivio di Stato di Cagliari, dagli archivi ecclesiastici, dagli archivi e fondi comunali e dagli archivi privati, appartenenti al secondo ventennio dell’Ottocento. Un patrimonio acquisito dalla Provincia e messo a disposizione,
tramite il sito internet istituzionale, di tutti i cittadini.
In via di conclusione, è il progetto “I rimedi a base di erbe dell’ospedale Managu di Siddi”:
iniziato nel 2007 e sviluppato grazie all’apporto di Cecilia Tasca, titolare del Dipartimento di Archivistica dell’Università di Cagliari, che ha raccolto, vagliato e studiato i registri dei
malati dell’unico ospedale per poveri della Sardegna Meridionale nell’Ottocento. A settembre
verrà pubblicato il volume con il risultato di questo imponente studio.
In fase di istituzione sono il Sistema Bibliotecario Provinciale e il Sistema Archivistico Provinciale (SAP) e il Sistema Museale Provinciale: a partire dal 2006 sono stati attivati gli
incontri interlocutori con gli enti e i soggetti interessati che presto daranno vita ai diversi Sistemi Provinciali. Attualmente l’Assessorato è fortemente impegnato nella elaborazione partecipata, di un piano strategico dei beni e delle attività culturali, nell’ottica
in cui la cultura e i beni culturali possono diventare volano del turismo, con indicatori
certi sulle linee politiche da seguire per ottenere un risultato in termini di sviluppo del
territorio, che si tramuti in crescita economica, sociale e culturale.
Il territorio del Medio Campidano per chi già lo conosce e per chi vuole scoprirlo, offre
una molteplicità di occasioni per un breve viaggio: dal mare cristallino di Arbus, alle
montagne di Villacidro e Gonnosfanadiga, all’altopiano della Giara; dall’archeologia nuragica della Marmilla all’archeologia industriale di Montevecchio e Ingurtosu, dalla cultura e le tradizioni popolari quali il suono delle launeddas, le antiche danze, la poesia
improvvisata, la musica e i canti, uniti ad una gastronomia di qualità.
Per il nostro territorio la valorizzazione dei nostri giacimenti culturali, la ricchezza delle
tradizioni popolari, della cultura e dei nostri prodotti tipici rappresenta un importante
asse di sviluppo economico e sociale, il terreno dove si gioca la scommessa che la Provincia del Medio Campidano ha fatto insieme ai suoi 28 comuni.
228
PROVINCIA DI NUORO:
ASSESSORATO ALLA CULTURA
La Provincia di Nuoro lavora per promuovere la cultura sul proprio territorio, organizzando direttamente eventi e offrendo il
proprio sostegno a iniziative letterarie e artistiche, teatrali, musicali.
I suoi obiettivi sono:
- promuovere la cultura come bene collettivo di coesione, crescita sociale e di sviluppo anche economico;
- valorizzare la conoscenza del patrimonio culturale del territorio attraverso progetti ed eventi con la collaborazione dei Comuni del territorio provinciale;
- sostenere l’attività di Enti e Istituzioni locali finalizzate allo
sviluppo e alla conoscenza della cultura;
- promuovere eventi nazionali e internazionali, anche in concomitanza con importanti appuntamenti e celebrazioni
- sostenere progetti che utilizzano l’espressione artistica come
mezzo di integrazione sociale con particolare riguardo al
mondo del disagio;
- valorizzare e dare visibilità alle capacità artistiche dei giovani;
- sostenere l’attività di Associazioni, Gruppi artistici ed Enti valorizzandone le professionalità;
- collaborare alle iniziative culturali promosse da Enti e Associazioni del territorio, anche attraverso la gestione della delega regionale per la promozione culturale;
- sviluppare il nuovo ruolo delle biblioteche del territorio provinciale come centri dinamici di cultura, per favorire e potenziare i servizi di pubblica lettura;
- promuovere la lettura, con un particolare riguardo al mondo
giovanile, mediante progetti inediti;
- stimolare la riflessione critica su temi attinenti alla produzione e alla fruizione della letteratura per ragazzi con incontri
e seminari specialistici.
Presidente
Roberto Derin
Assessore
Giuseppe Paffi
Palazzo della Provincia
Piazza Italia, 22
08100 Nuoro
Tel. 0784 238600
Fax 0784 33325
Nell’intento di costruire un itinerario culturale che esplori ed
esalti le immagini e i suoni del territorio della provincia e dei
paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la Provincia di Nuoro
da tre anni organizza il Festival Mediterranuoro & Dintorni,
con il sostegno dei Comuni, della Regione Autonoma della Sardegna, del Sistema Turistico Locale, della Fondazione Banco di
Sardegna e dell’Interreg.
Il Festival, decisamente originale, si realizza nel mese di luglio
per quattro settimane, e coinvolge le quattro regioni storicogeografiche della provincia Baronia, Marghine, Barbagia e Mandrolisai
E’ previsto l’accostamento di gruppi sardi con gruppi etnici stranieri che raccontino la cultura e le tradizioni del loro paese con
l’utilizzo dei vari strumenti tipici di ogni zona.
L’iniziativa si presenta come un evento che ambisce a rimanere
negli anni un appuntamento fisso, caratteristico della stagione
estiva in grado nel tempo di coinvolgere altre realtà locali con
le loro storie, la loro cultura e le loro tradizioni
La scelta del mese di luglio è dovuta alla volontà di coinvolgere
anche i numerosi turisti presenti nell’isola nonché di veicolare
229
Provincia di Nuoro
flussi turistici aggiuntivi.
Il turismo culturale rappresenta, infatti, un settore in forte espansione su cui la Provincia intende investire, considerata l’imponenza e la vastità del suo patrimonio archeologico, artistico e architettonico.
L’ISTITUZIONE MAN
Il fiore all’occhiello di tutta l’attività culturale della Provincia di Nuoro è il MUSEO D’ARTE
DI NUORO. Dal 1999 al 2003 il MAN è stato inserito come “ufficio” all’interno del settore
cultura della Provincia di Nuoro, facendo parte, quindi, di una struttura più ampia dalla
quale dipendeva gerarchicamente, con un ordinamento interno corrispondente a quello
dell’ente di appartenenza. Tuttavia, la specificità delle attività del museo hanno fatto sì
che, con delibera del Consiglio Provinciale n. 100 del 30 luglio 2003 (ai sensi dell’art. 114
comma 2 del D. Lgs n. 267/2000), il museo sia diventato una Istituzione, con autonomia
gestionale e senza personalità giuridica. In adempimento al regolamento della nuova istituzione è stato nominato un Presidente, un CdA e un Direttore. L’insediamento è avvenuto il 6 febbraio 2004 e l’attività dell’Istituzione è cominciata a regime il 30 aprile 2004.
Il MAN sin dalla sua apertura, condividendo e riconoscendovisi pienamente, ha fatto
propria la definizione dell’ICOM (International Council of Museums), secondo cui “il
museo è una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo
sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali dell’uomo
e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di
studio, di educazione e di diletto”. Attraverso diverse proposte culturali, il MAN cerca di
illustrare dibattiti artistici e proporre alcuni spaccati dell’epoca attuale, di interrogarsi
sulle nuove tendenze contemporanee, offrendo gli strumenti per instaurare una relazione con l’arte che permetta il confronto tra le testimonianze e moltiplichi i punti di
vista, costruendo attorno a ogni mostra un programma di avvenimenti: conferenze, seminari, dibattiti, ricerche e studi per una comprensione approfondita delle proposte
espositive senza aver paura del confronto. È l’idea di museo come laboratorio permanente con la vocazione all’interdisciplinarità e alla multidisciplinarità. Il progetto culturale del MAN è sotteso dalla volontà di dare basi istituzionali stabili alla vita culturale
del territorio su cui insiste, ponendo fine alle forme di provvisorietà, irregolarità ed
emarginazione culturale.
L’intensa attività espositiva ha avuto la finalità di offrire al pubblico un programma
equilibrato nel quale sia possibile trovare riferimenti alle tendenze storiche internazionali così come al percorso italiano del XX e XXI secolo, unitamente a mostre personali
di prestigiose e rappresentative figure dell’arte del Novecento e a mostre tematiche che
cercano di dare una lettura ad alcune idee che preoccupano o imperniano il nostro contemporaneo.
Il MAN si impegna nell’organizzazione della collezione d’arte sarda (acquisizione, incremento, inventario, catalogazione, ordinamento, restauro, documentazione, ricerca e
studio), nella promozione e diffusione dell’arte contemporanea nelle sue diverse forme,
nella realizzazione e cura di mostre antologiche monografiche e a tema, producendo
progetti concreti affinché, negli stessi spazi del museo, si realizzi il divenire della storia
artistica attuale. Inoltre, favorisce la coesistenza spontanea dei diversi linguaggi e promuove con forza il servizio educativo.
La collezione e le acquisizioni
DNA. Dal Novecento ad Oggi. La collezione d’arte sarda del MAN è il risultato della accurata selezione di opere dal principio del ‘900 sino ai nostri giorni, annoverando opere
rappresentative dei più grandi e prestigiosi nomi dei maestri di quel periodo quali, per citarne solo alcuni, Ballero, Biasi, Ciusa, Floris, Ciusa Romagna, Delitala, Nivola, l’unica raccolta di disegni e ceramiche di Fancello e un grande corpus grafico dell’opera di Pintori.
Uno dei principale obiettivi del MAN è l’incremento della collezione attraverso donazioni, comodati, acquisti, e depositi, in modo da arricchire non solo il numero di artisti rappresentati ma, soprattutto, la qualità delle opere che, in modo significativo, documentino
le diverse e più importanti fasi del percorso artistico di ciascuno degli autori. Tale incre-
230
Provincia di Nuoro
mento è orientato all’acquisizione di opere dalla fine ‘800 a tutto il ‘900 fino ai nostri
giorni per una visione attuale e aggiornata dell’arte in Sardegna, ma anche all’acquisizione di opere che documentino l’attività espositiva segnando quindi un’apertura della
collezione anche a altre tipologie, diverse ma connesse ai programmi del museo.
Il Servizio educativo e il dipartimento didattico
Il MAN organizza e promuove iniziative collegate sia all’attività espositiva temporanea
che alla collezione permanente. La metodologia prescelta incoraggia un rapporto creativo con l’universo artistico, attraverso le opere esposte nelle mostre e nella collezione
permanente che vengono usate non come testo passivo di apprendimento, bensì come
pretesto per un coinvolgimento diretto e creativo, atto a far conoscere i processi del fare
artistico. Il museo collabora normalmente con altre prestigiose istituzioni italiane quali
il Centro per l’Arte Contemporanea Pecci di Prato, la GAM di Bologna, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e operatori del MIC (museo della ceramica) di Faenza,
del MUBA (museo dei bambini) di Milano, e dell’Associazione Art Therapy. Inoltre, sono
oltre mille gli insegnanti che usufruiscono dei servizi del MAN: la tessera che consente
l’ingresso gratuito, i laboratori didattici, i corsi di aggiornamento e le serate speciali.
ATTIVITÀ
Esposizioni 2007
D’Ombra (06.05.07)
Zimmerfrei, site specific (16.03- 15.03.2007)
Jota Castro presenta “Presidenza Italiana”, “Doing it to Death” (23.03- 06.05.2007)
Il luogo ideale. Il paesaggio simbolista in Francia (25.05- 02.09.2007)
L’evento immobile (Contratempi) (28.06- 01-07-2007)
Elisabetta Benassi, site specific #2 (25.05- 02.09.2007)
Jorge Peris, Project Space 2007: Una questione di sopravvivenza (25.05- 02.09.2007)
Dna. La collezione del Man & Vanda Nazzari in Monocro [Moso]MI (25.05- 02.09.2007)
Franco Pinna, Sardegna ’61 (32.08- 16.09.2007)
Egon Schile (28.09- 09.12.2007)
Martinica: la collezione del Man dialoga con Mirella Mibelli (28.09- 06.01.2008)
Nico Vascellari: Project Space 2007. Una questione di sopravvivenza (28.09- 09.12.2007)
Sala 1: Cruel Fairy Tales (28.09- 11.11.2007)
Sala 1: Mario Fois, 1/60 (23.11- 09.12.2007)
Gianni Berengo Gardin, reportage in Sardegna 1968-2006 (18.12.2007- 06.01.2008)
Voci dalla Luna: omaggio a Federico Fellini (18.12.2007- 06.01.2008)
Sala 1: Gian Vincenzo Monni, Concetto Emersivo (18.12.2007- 06.01.2008)
Esposizioni 2008
Marc Chagall: Mostri, chimere e figure ibride. Temi bibblici (18.01- 15.04. 2008)
Margherita Morgantin: Il pensiero veloce (2007) (18.01- 02.03.2008)
Josephine Sassu: È severamente vietato dare da mangiare ai coccodrilli: La collezione
del Man dialoga con Josephine Sassu (18.01- 15.04.2008)
Dna, Aldo Contini, Giovanni Dotzo, progetto d ampliamento (24.04- 08.06.2008)
Nicola Filia: Bosco di alberi bianchi (14.03- 15.04.2008)
Mondo e Terra, la collezione del FRAC CORSICA (19.06- 05.10.2008)
Man Ray: Unconcerned but not indifferent / Incurante ma non indifferente
(24.10.2008- 06.01. 2009)
Esposizioni extra muros 2008
Il Man a Festarch 29.05- 01.06. 2008
L’evento immobile (Incantamenti). Gavoi (04-31.07.2008)
Antonio Secci. Gala Gonone, Dorgali (19.07-14.09.2008)
Giusy Calia: Hai mai visitati i miei sogni? (17- 30.2008)
231
PROVINCIA DI ORISTANO:
ASSESSORATO ALLA CULTURA
ANNI 2007 - 2008
Presidente e Assessore
alla Cultura
Pasquale Onida
Via Enrico Carboni
09170 Oristano
Tel. 0783 7931
Fax 0783 793305
232
Il concorso con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali degli Enti
Pubblici territoriali, e dunque anche delle province, nell’ ambito della valorizzazione e della fruizione dei Beni Culturali, sancito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. Lg. 42 /2004) è stato pienamente attuato dalla Provincia di Oristano, anche nel biennio 2007
e 2008. In relazione all’ art. 2 del Codice citato l’ attività della Provincia di Oristano ha proposto percorsi istituzionali che giungessero all’ integrazione fra i Beni Culturali e del Paesaggio costituenti
l’unico Patrimonio culturale. In dettaglio la Provincia di Oristano,
in accordo con la provincia del Medio Campidano e con i comuni
rivieraschi del golfo di Oristano, ha avanzato la proposta agli organi
competenti statali e regionali della Istituzione del Parco Archeologico
del Golfo dei Fenici “PHOINIX”, imperniato sull’unitarietà paesaggistico-culturale del golfo di Oristano, pur nella dinamica dei paesaggi dall’ antichità ai nostri giorni, espressa dai centri urbani di Neapolis, Othoca e Tharros e dei territori di pertinenza. La Provincia di
Oristano nell’ auspicare una intesa fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Autonoma della Sardegna, gli Enti Pubblici territoriali interessati, le Università e gli Enti di Ricerca attivi
nel territorio per la costruzione condivisa del Parco archeologico Phoinix, ha sottolineato l’ esigenza del riconoscimento delle competenze
specifiche degli Organi dello Stato (tutela) e delle competenze concorrenti dello Stato, della Regione Autonoma della Sardegna e degli Enti Pubblici Territoriali nella valorizzazione e fruizione del Parco, da attuarsi anche in collaborazione con le competenze scientifiche delle Università, degli Istituti di Ricerca e degli Istituti Museali
del territorio. Tale iniziativa costituisce una concreta forma di attuazione del Sistema museale Arborense, istituito il 3 aprile 2006,
che tende ad assicurare le sinergie tra i diversi istituti museali e i
luoghi della cultura del territorio provinciale. Con i propri finanziamenti la Provincia di Oristano ha avviato, in accordo con gli Organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività culturali, secondo
un modello di iniziativa risalente alla fondazione stessa della Provincia nel 1974, le pratiche presso i Comuni e gli Enti Ecclesiastici
interessati per il restauro di beni monumentali e di opere storico
artistiche. Nel campo archeologico la Provincia ha finanziato due
campagne di scavi, condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna nel sito di Sa Osa (Cabras), nella golena
del fiume Tirso, relative ad un insediamento del periodo nuragico
(II metà del II millennio a.C.-inizi I millennio a.C.), che ha restituito fra l’ altro ceramiche integre che contengono semi di acini d’ uva,
semi di fico e di altri frutti, elementi fondamentali per le ricostruzioni
paleoambientali del territorio in questione. Fra i beni culturali Immateriali la politica della Provincia di Oristano si è concentrata nella promozione della lingua e cultura sarda, con particolare riferimento alla poesia sarda. I beni librari hanno ricevuto un deciso sostegno dalla Provincia mediante il finanziamento di opere di carattere culturale fra cui si segnalano i volumi Die ac nocte (a cura
di G.P. Mele) sui codici liturgici medievali della città di Oristano (annoveranti anche frammenti di Bibbie atlantiche) e Archeologia fra
Planargia e Montiferru di Pietro Pes, curato dagli archeologi Alessandro Usai e Tatiana Cossu.
PROVINCIA DI SASSARI:
ASSESSORATO ALLA CULTURA
ATTIVITA’ CULTURALE 2007/2009
La cultura costituisce un valore chiave dello sviluppo capace di
generare ricchezza e occupazione come dimostra l’Agenda di Lisbona che contempla il settore culturale come una delle condizioni necessarie per la realizzazione di poli di eccellenza, di alta
visibilità, aperti sul piano internazionale e capaci di incentivare
e influire con altre filiere produttive. Nella situazione delineata
dall’Agenda di Lisbona la cultura rientra, al pari della ricerca
scientifica e di quella tecnologica, nel ristretto ambito della core
creativity, ovvero nei “fondamentali” della nascente economia
della conoscenza.
La strategia è quella di creare nuova cultura e far sì che questa
si integri in quella del patrimonio esistente e fornendo nuova
linfa, trasformando le nostre località in centri particolarmente
vivi, fortemente propositivi, capaci di offrire ai loro residenti soprattutto ai giovani continue opportunità di esperienze umanamente e intellettualmente qualificanti.
Raccogliere la sfida lanciata da Lisbona significa riconoscere
che il ruolo della cultura e dello spettacolo non si esaurisce nel
mero intrattenimento turistico che richiede un passatempo più
o meno colto, ma che coincide con la funzione di attivatore sociale e con alla sua capacità di presentarsi come progetto di
senso condiviso, per creare e trasmettere senso di identità.
Appare, dunque, chiaro che nell’arena competitiva post-industriale propria della nascente economia della conoscenza si affrontano nuove sfide, in cui la cultura è uno dei fattori
all’origine della catena del valore e i centri urbani rivestono un
ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema paese. In un contesto di crescente competitività proprio della nuova società globale e dell’Europa unita si determina, infatti, con forza
crescente, un confronto su base locale sempre più centrato sul
coordinamento e sull’integrazione tra performance economiche, qualità della vita, offerta culturale e coinvolgimento delle
componenti sociali. In particolare, la cultura diviene la piattaforma dell’innovazione ed è la base di ripensamento di un modello di specializzazione del territorio in grado di offrire risposte
e prospettive ai giovani e alle generazioni future, di fronte alle
sfide e alla complessità dell’economia della conoscenza. Proprio
a partire da queste considerazioni la Provincia di Sassari ha realizzato soprattutto in questo ultimo mandato 2005-2009 numerose iniziative avviando e concretizzando percorsi che hanno
generato nuove ed interessanti prospettive. I punti salienti di
questa attività si è concretizzata attraverso azioni di sostegno
agli operatori culturali sia sul piano organizzativo che finanziario. L’erogazione di contributi finanziari sulla base di specifici progetti discussi e condivisi con le associazioni ed altri
organismi Culturali presenti sul territorio.
Questi finanziamenti hanno consentito la realizzazione di numerosi programmi previsti nei vari settori: concerti, rappresentazioni teatrali, mostre d’arte e fotografiche, presentazione di
libri, convegni, festival tematici, spettacoli dal vivo, che sono
stati attuati in varie sedi sia nella città di Sassari che in vari co-
Presidente
Alessandra Giudici
Assessore
Sergio Mundula
Piazza d’Italia, 31
07100 Sassari
Tel. 079 2069000
Fax 079 2069267
233
Provincia di Sassari
muni ritenuti periferici rispetto al capoluogo, con una diffusione capillare sul territorio
della Provincia.
La Provincia di Sassari nel riconoscere la validità di molte altre attività culturali promosse dai vari organismi operanti nel territorio ha concesso il proprio patrocinio per
quelle attività anche mediante apposito contributo economico. Nell’ottica però, di iniziare a porre termine alla frammentazione delle attività culturali e al fine di anteporre
l’azione di una regia per mettere a sistema tutte le attività culturali, ottimizzando la
resa produttiva delle risorse finanziarie a disposizione, l’Amministrazione Provinciale a
seguito della sottoscrizione – su progetto della Regione Sardegna - del Patto per le Attività Culturali di Spettacolo tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Regioni,
le Province Autonome, le Province ed i Comuni, già dal 2007 ha attivamente partecipato a “Un’Isola in Festival”, progetto che ha concorso alla promozione e alla organizzazione delle attività culturali e delle produzioni artistiche che avvengono nell’ambito
del territorio della provincia di Sassari. “Un’Isola in Festival” è un progetto che tende a
superare la dimensione di consumo immediato della cultura, a favore di un paradigma
legato alle produzioni immateriali quale fattore di sviluppo.
La finalità principale è stata quella di mobilitare, le risorse progettuali sia esistenti che
inespresse, che permettono al territorio di esprimere nuove forme di specializzazione
della cultura esponendolo alla cultura in tutte le sue forme, incoraggiando l’innovazione, l’apertura mentale, la curiosità intellettuale, la disponibilità al cambiamento. Progetto nato dalla consapevolezza dell’importanza che assume la condivisione del
progetto globale della cultura di una intera regione, nel suo insieme, con tutti gli attori
protagonisti: Province, Comunità Locali, Associazioni e Talenti.
Altro progetto cui aderisce in qualità di socio fondatore è quello relativo al Festival delle
Province, e più precisamente alla rete culturale del Comitato Festival delle Province che
ha portato avanti progetti d’innovazione e ricerca sulle tradizioni popolari nell’intento
di restituire valore alle diverse espressioni dei saperi, degli usi e dei costumi come pure
delle pratiche tradizionali che caratterizzano la quotidiana esistenza delle nostre comunità e dei nostri territori, al fine di preservarne l’autonoma identità. Sia Un’isola in
Festival che il Festival delle Province hanno rappresentato una risposta concreta che ha
consentito di individuare quei luoghi, che esprimono il meglio della valenza culturale del
nostro territorio, sono diventate le location degli eventi di eccellenza che hanno guidato l’offerta culturale.
L’azione della Provincia di Sassari ben s’inquadra in quello spirito della “Cultura a Porte
Aperte” che intende infatti dare la massima visibilità all’organizzazione istituzionale
del dicastero, rafforzare il dialogo con tutte le Amministrazioni locali (Regioni, Province,
Comuni), ma anche con il mondo della scuola e universitario, gli ordini professionali, le
associazioni pubbliche e private che operano nel settore, strutture preposte alla promozione del turismo, i cittadini e tutti quelli che in qualche modo sono interessati al settore culturale.
234
UPI - UNIONE DELLE PROVINCE D’ITALIA: COS’È
L’UNIONE DELLE PROVINCE D’ITALIA
L’UPI è l’Associazione che rappresenta tutte le Province d’Italia,
escluse le province autonome di Trento, Bolzano e Aosta .
Svolge compiti di valorizzazione, promozione, supporto tecnico
e politico in favore delle associate e promuove la tutela delle
istanze locali presso il Governo e il Parlamento .
L’UPI è parte della Conferenza Unificata e della Conferenza
Stato-Città e Autonomie locali, istituite presso il Governo, la
prima con funzioni consultive, di raccordo, di scambio dati in
tutti i casi in cui Regioni, Province, Comuni e Comunità montane debbano esprimersi su un medesimo oggetto; la seconda
per coordinare i rapporti tra Governo ed Enti locali.
L’UPI è inoltre interlocutore delle commissioni parlamentari di
Camera e Senato attraverso l’espressione di pareri sui principali
provvedimenti che riguardano gli Enti Locali.
Il Presidente dell’UPI è Fabio Melilli, Presidente della Provincia
di Rieti.
Presidente
Fabio Melilli
Referente
Claudia Giovannini
Piazza Cardelli, 4
00187 Roma
Tel 06/68403430
Fax 06/6873716
Le Province e la cultura
Le Province esercitano le competenze relative a musei e altri
beni culturali la cui gestione viene loro trasferita. Inoltre promuovono direttamente attività culturali, quali mostre, festival
teatrali, sagre dei prodotti tipici, spettacoli dal vivo, manifestazioni sportive, all’insegna delle tradizioni culturali, musicali,
teatrali e artistiche locali.
A questo scopo destinano in media ogni anno cospicue risorse,
attraverso cui si realizzano eventi ed appuntamenti il cui successo si è imposto a livello nazionale. Il più importante è il Festival delle Province, una manifestazione attraverso cui ogni
anno si realizzano decine di eventi e spettacoli dal vivo lungo
tutta la penisola, grazie al lavoro del Comitato Festival delle Province che rappresenta una vera e propria rete culturale nazionale costituita dalle Province italiane, accomunate dall’esigenza
di restituire valore alle diverse espressioni dei saperi, degli usi e
costumi, delle pratiche tradizionali che caratterizzano la quotidiana esistenza delle proprie comunità e dei rispettivi territori.
1
D. l.vo n. 196 del 30 giugno 2003.
Legge n. 5 del 29.01.1975 (istituzione del Ministero per i Beni Culturali
e Ambientali).
3
D.l.vo n. 368 del 20 ottobre 1998 (istituzione del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali e definizione delle funzioni).
4
D.l.vo n. 42 del 22 gennaio 2004 pubblicato sulla G.U. n. 45 del 24 febbraio
2004.
2
235
ANCI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI
ITALIANI
L'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani - ANCI è un’associazione senza scopo di lucro.
Costituisce il sistema della rappresentanza di Comuni, Città Metropolitane ed enti di derivazione comunale.
Persegue i propri scopi ispirandosi a valori di autonomia, indipendenza e rappresentatività. In essa trovano sede e rappresentanza i principi di pari dignità e pluralismo espressione delle
assemblee elettive locali.
Presidente
Leonardo Dominici
Referente
Vincenzo Santoro
Via dei Prefetti, 46
00186 Roma
236
In particolare:
- rappresenta i comuni, le città metropolitane e gli enti di derivazione comunale dinanzi a istituzioni e organismi internazionali e dell’Unione Europea, Comitato delle Regioni,
Parlamento della Repubblica, Governo, Regioni, organi della
Pubblica Amministrazione e a ogni altro soggetto, di rilievo
istituzionale, che eserciti funzioni di interesse locale;
- ne promuove lo sviluppo e la crescita;
- ne tutela e rappresenta gli interessi, anche nei rapporti con le
altre istituzioni e amministrazioni, con le organizzazioni economiche, politiche, sindacali e sociali nazionali, comunitarie
ed internazionali. In particolare, tiene stabili rapporti politici e
istituzionali con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, con
l’UPI, con l’UNCEM, e con le altre organizzazioni che si occupino di questioni d’interesse del sistema delle autonomie;
- designa i rappresentanti delle Città metropolitane e dei Comuni italiani in seno alla Conferenza Stato-Città – Autonomie
Locali, alla Conferenza Unificata, nella Commissione parlamentare per le questioni regionali, nell’Agenzia Autonoma per
la gestione dell’Albo dei segretari comunali e provinciali, in
ogni altro organismo, di qualsiasi natura, in cui sia prevista la
rappresentanza di Comuni e Città metropolitane o di altri enti
aderenti all’Associazione;
- cura la raccolta, analisi e diffusione dei dati e delle informazioni riguardanti le Città metropolitane, i Comuni italiani e gli
enti di derivazione comunale; riceve dai Comuni e dalla Pubblica Amministrazione centrale e periferica tutti i dati e le informazioni per la gestione e della cura degli archivi pubblici;
- svolge attività di sostegno, assistenza tecnica ed erogazione di
servizi nell’interesse e nei confronti dei Comuni italiani singoli o associati e delle Città metropolitane e degli enti soci;
- promuove e diffonde, a tutti i livelli, la coscienza dei valori
della sussidiarietà, dell’autonomia, del decentramento.
Per elevare il livello di rappresentatività ed al fine di realizzare un
pieno coinvolgimento di tutte le peculiarità territoriali, l’ANCI
promuove, sostiene e valorizza associazioni di Comuni o di enti di
derivazione comunale che fondano il loro spirito associativo su
temi specifici connessi a questioni di interesse locale. Inoltre, direttamente o tramite proprie strutture e/o enti, può tra l’altro:
- promuovere lo studio di problemi che interessino gli associati;
- intervenire con propri rappresentanti in ogni sede nella quale
si discutano o si amministrino interessi delle istituzioni locali
rappresentate;
- prestare informazione, consulenza ed assistenza agli associati,
ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani
direttamente o mediante altri soggetti;
- partecipare nei modi previsti dalla legge alla contrattazione collettiva di lavoro per il
personale degli Enti;
- aprire uffici di rappresentanza in altri Paesi o Unioni di Stati;
- promuovere e incoraggiare iniziative per l'educazione civica dei cittadini e per diffondere la conoscenza delle istituzioni locali;
- studiare e proporre l'adozione di misure per sollecitare la partecipazione dei cittadini
alla vita delle autonomie locali;
- promuovere e coordinare, in via esclusiva, le relazioni internazionali e le attività di cooperazione allo sviluppo, nello spirito di solidarietà fra i governi locali;
- ricevere e gestire finanziamenti, pubblici e privati;
- promuovere, coordinare, gestire programmi comunitari, nazionali e regionali;
- gestire, per conto delle medesime autorità, progetti e programmi di diversa natura.
237
INVITALIA - AGENZIA NAZIONALE
PER L’ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
E LO SVILUPPO D’IMPRESA SPA
Amministratore
Delegato
Domenico Arcuri
Referente
Paolo di Nola
Via Calabria, 46
00187 Roma
Tel. 06 421601
Fax 06 42160729
[email protected]
www.invitalia.it
Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e
lo sviluppo d’impresa, è una società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ed agisce su mandato del
Governo per sostenere la competitività del Paese, in particolare
del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. Gli obiettivi prioritari sono:
- favorire l’attrazione di investimenti esteri
- sostenere la crescita del sistema produttivo
- valorizzare le potenzialità dei territori.
Nell’ambito delle attività finalizzate allo sviluppo del territorio,
Invitalia opera in stretta collaborazione con le istituzioni nazionali, regionali e locali per accelerare la crescita economica del
Paese attraverso interventi mirati volti a:
- dare impulso all’innovazione tecnologica, sostenendo i distretti hi-tech e favorendo le sinergie tra il mondo della ricerca
e quello delle imprese
- realizzare progetti per valorizzare il patrimonio culturale e per
ampliare l’offerta turistica
- migliorare la qualità degli investimenti pubblici.
In particolare, Invitalia supporta le Amministrazioni nel definire
e gestire politiche e strumenti di valorizzazione del turismo e dei
beni e attività culturali, nonchè il processo di riqualificazione e di
rafforzamento dell’offerta turistica e artistico-culturale, al fine
di incrementare i livelli di domanda e gli standard di servizio.
PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY
Progetto pilota strategico “Poli museali di eccellenza
nel Mezzogiorno”
I musei e le aree archeologiche dell’Italia meridionale rappresentano uno dei più grandi patrimoni culturali esistenti. Per questo, il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha avviato il programma
operativo “Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno”, che punta
a riqualificare l’offerta museale del Mezzogiorno. Il progetto affidato a Invitalia mira a organizzare alcuni attrattori culturali, già dotati - o potenzialmente dotati - di flussi significativi di visitatori,
come “poli museali di eccellenza” dotati dei più innovativi standard
di servizio per adeguare l’offerta dei beni culturali del Mezzogiorno
ai modelli internazionali di eccellenza.
Il progetto “Poli museali” promuove le eccellenze, intese sia come
valore in sé sia come discontinuità e innovazione gestionale, con
l’obiettivo di integrare l’offerta territoriale dei musei, avviare un
processo di riqualificazione di aree urbane prossime agli attrattori culturali e promuovere lo sviluppo della filiera turistica nel
territorio e nel Mezzogiorno.
La valorizzazione dell’offerta museale deve puntare al miglioramento delle funzioni tipiche (organizzazione di mostre, catalo-
238
INVITALIA - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo
d’impresa spa
gazione e conservazione delle raccolte, ricerca e studio, esposizione delle collezioni) e all’adeguamento dei servizi aggiuntivi (offerta di visite guidate, gestione di punti vendita, servizi di ristorazione, iniziative promozionali), nonché alla stretta integrazione tra
patrimonio museale e territorio.
In conclusione, il progetto intende elevare la qualità della tecnologia dell’offerta per
migliorare la fruizione del bene culturale “museo” e ottenere benefici in termini di aumento dei visitatori e di incremento della domanda di servizi a maggiore valore aggiunto, contribuendo in tal modo a rendere i musei mete turistiche caratteristiche e
caratterizzanti il territorio.
Le regioni interessate dal programma sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In ciascuna di esse il MiBAC, attraverso le Direzioni regionali per i beni culturali e il paesaggio, ha individuato i musei e le aree archeologiche
che per caratteri intrinseci e potenzialità di sviluppo turistico possono diventare “poli
museali di eccellenza”. Le candidature sono esaminate dal Comitato Scientifico e di Alta
sorveglianza, composto da rappresentanti del MiBAC, del DPS e di Invitalia.
Nel marzo 2009 si è conclusa l’Analisi di prefattibilità sui primi 8 poli selezionati: L’Aquila,
Melfi-Venosa, Napoli, Palermo, Sassari-Porto Torres, Sepino, Sibari e Taranto.
Si prevede di estendere il Progetto a ulteriori candidature che saranno individuate in
una seconda fase.
La costruzione delle ipotesi di Polo ha riguardato 4 ambiti di tematiche:
- Patrimonio: valori intrinseci, aspetti museologici, edifici, qualità funzionale
- Turisticità ed Interrelazioni Territoriali: competitività turistica, interdipendenze socioeconomiche
- Urbanistica, Collegamenti e Trasporti: urbano/paesaggistico, dotazioni e funzionamento infrastrutture, “status” urbanistico delle strutture
- Gestione comparata: modelli di gestione contestualizzati all’ordinamento amministrativo e benchmarking sulla gestione.
Il progetto punta ad arrivare all’elaborazione dei progetti preliminari degli interventi
individuati.
Programma di investimenti per la valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree
sottoutilizzate attraverso specifici progetti imprenditoriali
Invitalia, su incarico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, svolge le attività di accompagnamento per l’attivazione, la realizzazione, il monitoraggio e la diffusione dei risultati riferiti al Programma del MiBAC di investimenti per la valorizzazione del
patrimonio culturale nelle aree sottoutilizzate. L’obiettivo delle attività di Invitalia è
quello di supportare l’Amministrazione centrale e quelle periferiche nella gestione degli
interventi oggetto del Programma che il MiBAC ha affidato a società esterne.
I progetti operativi in cui si articola il Programma, che riguardano il Molise, la Basilicata,
la Calabria, l’Abruzzo, la Sardegna, la Puglia, il Lazio e la Campania, sono complessivamente 28, di cui 23, dedicati prevalentemente all’ampliamento dei servizi e all’incremento della qualità dei beni, sono concentrati in Lazio e in Campania. I restanti 5
supportano il MiBAC nell’attività di promozione e comunicazione del patrimonio culturale, nella sicurezza e nella tutela degli insediamenti culturali, nel riordino della gestione informatizzata degli archivi presso gli istituti periferici del Ministero, nella
manutenzione delle aree archeologiche del Nord Ovest della Sardegna e della Gallura
Costiera e nel servizio di call center finalizzato a fornire informazioni sul patrimonio e
sulle attività culturali.
L’insieme di tali progetti è, nel complesso, finalizzato a garantire il raggiungimento dei
239
INVITALIA - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo
d’impresa spa
seguenti obiettivi:
1. rafforzamento delle capacità operative delle strutture territoriali del MiBAC
2. ampliamento dell’offerta di fruizione e dei relativi servizi collegati
3. “messa a valore” di competenze e capacità professionali altrimenti sottoutilizzate o
depauperate
4.valorizzazione del patrimonio culturale.
In Sardegna
Le attività del progetto pilota strategico “Poli museali di Eccellenza nel Mezzogiorno”
realizzate in Sardegna hanno riguardato i seguenti musei/aree archeologiche:
- Museo Nazionale G.A. Sanna (Sassari)
- Antiquarium Turritano (Porto Torres)
- Altare pre-nuragico di Monte D’Accoddi (Porto Torres)
- Area Archeologica della città romana di Turris Libisonis (Porto Torres)
- Centro di Conservazione Archeologica e Restauro dei Beni Culturali (Sassari)
- Centro di Documentazione Archeologica (Sassari)
Nell’ambito del “Programma di investimenti per la valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree sottoutilizzate attraverso specifici progetti imprenditoriali” i progetti attivati in Sardegna riguardano la “Manutenzione delle Aree Archeologiche nel
Nord – Ovest della Sardegna e nella Gallura Costiera”.
L’Istituto periferico del MiBAC coinvolto è la Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Sardegna.
240
ICOM – INTERNATIONAL COUNCIL
OF MUSEUM COMITATO NAZIONALE
ITALIANO (ICOM ITALIA)
Il Comitato Nazionale Italiano di ICOM, fondato nei primi anni
Settanta da Franco Russoli e da un gruppo di direttori e funzionari di musei italiani, è la principale associazione professionale
del settore museale in Italia e si occupa di tutti i problemi strettamente connessi allo sviluppo e alla difesa della professione, secondo le finalità dettate dallo Statuto e dal Codice Deontologico
di ICOM. ICOM Italia, attualmente presieduto da Daniele Jalla, ha
circa 700 soci, tra istituzioni museali e professionisti dei musei. La
sede centrale è presso il Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano. Il Comitato Nazionale si
è dotato di coordinatori regionali presenti attualmente il 13 regioni ed ha attivato alcuni gruppi tematici di approfondimento
disciplinare. L’ICOM (International Council of Museums) è l’organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti museali
impegnata a preservare, ad assicurare la continuità e a comunicare il valore del patrimonio culturale e naturale mondiale, attuale e futuro, materiale e immateriale. Riunendo più di 26.000
aderenti presenti nei 5 continenti, l’ICOM costituisce una rete internazionale di comunicazione e di confronto per i professionisti
museali di tutte le discipline e tutte le specialità. Essi partecipano
alle attività dell’Associazione, che si svolgono a livello locale e internazionale, attraverso convegni, pubblicazioni, momenti di formazione, gemellaggi e la promozione dei musei. Creato nel 1946,
all’indomani della Seconda guerra mondiale, per iniziativa di
Chauncey J.Hamlin, Presidente dell’American Association of Museums, con l’obiettivo di diffondere la reciproca conoscenza fra le
culture come base comune per la pace, l’ICOM è un’organizzazione senza fini di lucro, in gran parte finanziata dalle quote dei
suoi aderenti e grazie al sostegno di diversi organismi pubblici e
privati. Organizzazione non governativa (ONG), l’ICOM è associato all’UNESCO e gode dello status di organismo consultivo
presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
La Segreteria e il Centro d’informazione dell’ICOM hanno sede
a Parigi presso la Maison de l’UNESCO e assicurano il coordinamento delle attività e dei programmi a livello internazionale.
Presidente
Daniele Jallà
Referente
Luca Baldin
Via San Vittore, 21
20123 Milano
Tel./Fax 02 4695693
[email protected]
www.icom-italia.org
ORGANIZZAZIONE
I Comitati nazionali
I Comitati nazionali sono le unità fondamentali dell’ICOM e i
principali strumenti di comunicazione fra i suoi soci. All’ICOM
fanno capo 116 Comitati nazionali di tutto il mondo. Ogni Comitato nazionale cura gli interessi dell’ICOM a livello nazionale,
rappresenta i suoi soci in seno all’ICOM e contribuisce alla realizzazione dei programmi dell’ICOM.
Le Organizzazioni regionali
Alcuni Comitati nazionali si sono riuniti in Organizzazioni regionali per dare più forza alla propria azione. Esistono 7 Organizzazioni regionali: ASPAC - Asia & Pacific; CIAO - West Africa;
ICOMAC - Central Africa; ICOM-ARAB; ICOM-EUROPE; ICOM-SEE;
LAC - Latin America & Caribbean
241
ICOM – International Council of Museum Comitato Nazionale Italiano
(Icom Italia)
I Comitati internazionali
I soci dell’ICOM partecipano ai lavori dei 30 Comitati internazionali, al cui interno si perseguono i principali obiettivi dell’Associazione: scambio di informazioni scientifiche;
elaborazione di norme professionali; adozione di regole comuni e di raccomandazioni;
realizzazione di progetti comuni.
I Comitati internazionali hanno carattere esclusivamente professionale, si incontrano
ogni anno e pubblicano regolarmente i risultati del loro lavoro.
Tutte le informazioni sui Comitati internazionali e sulle loro attività sono reperibili alla
pagina web: http://icom.museum/international-f.html
Le Organizzazioni internazionali affiliate
Alcune organizzazioni internazionali hanno voluto collegare le loro attività a quelle dell’ICOM. Pur conservando la propria autonomia, 14 organizzazioni si sono associate su
progetti specifici, contribuendo in tal modo ad ampliare la già vasta rete internazionale
dell’ICOM.
ATTIVITA’
Il Comitato Nazionale Italiano, noto anche come ICOM Italia, si propone inoltre di importare nel nostro Paese il dibattito internazionale sulla museologia e nello stesso
tempo di esportare le idee e le metodologie elaborate in Italia per garantire una corretta
gestione del patrimonio culturale e delle istituzioni museali.
Ogni anno ICOM Italia organizza oltre alla propria assemblea nazionale, la Conferenza
Nazionale dei Musei d’Italia e “Museitalia” forum nazionale di Museografia e Museotecnica, oltre a numerosi altri momenti di approfondimento e formazione.
In Sardegna
La Sardegna ha un coordinatore regionale, incarico attualmente rivestito da Anna
Maria Montaldo che ha curato, tra l’altro, il 1° Forum Regionale Musei e Turismo, tenutosi il 18 maggio 2009, alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari, in occasione della
Giornata internazionale dei musei. Un importante evento che per la prima volta ha
creato un’occasione di confronto tra gli operatori del settore museale e del settore turistico. Dalla giornata di studi è scaturito un documento che potrà essere un valido
strumento di lavoro per la progettazione e la pianificazione delle future attività.
In Sardegna si è anche costituito un Comitato Regionale della conferenza permanente delle associazioni museali, al quale hanno aderito l’AMEI (Associazione Musei
Ecclesiastici Italiani), l’ANMLI (Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali),
lANMS (Associazione Nazionale Musei Scientifici), l’ICOM Italia (Comitato Nazionale
Italiano dell’ International Council of Museums, la SIMBDEA (Società Italiana per la
Museografia e i Beni Demoetnoantropologici).
242
COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO
CULTURALE
LA STORIA
L’Italia, culla di grandi civiltà e di eccelsi artisti di ogni epoca,
custodisce innumerevoli, inestimabili ed irripetibili manufatti
d’arte e del genio creativo umano, dalla preistoria ai giorni nostri, detenendo il primato mondiale in questo campo. Di contro, da sempre, l’intero territorio nazionale è campo privilegiato
per ladri di opere d’arte, tombaroli, mercanti e collezionisti
senza scrupoli; per contrastare tale fenomeno il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, d’intesa con il Ministero della
Pubblica Istruzione, il 3 maggio 1969 istituisce il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, con sede in Roma. La percezione della lungimiranza che assume l’iniziativa è immediata,
infatti l’Italia precede di un anno U.N.E.S.C.O. (Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura),
che il 14 novembre 1970, a Parigi, raccomanda gli stati membri
di istituire uno o più uffici o servizi per la tutela del patrimonio
nazionale. Il 14 dicembre 1974, con l’istituzione del Ministero
per i Beni Culturali e Ambientali, il Comando transita alle dipendenze funzionali del nuovo Dicastero e viene dislocato, in
Piazza S. Ignazio, nello storico palazzo tardo barocco opera di
Filippo Raguzzini (1680 – 1771).
Nel 1980 è istituita la Banca Dati delle opere d’arte da ricercare,
strumento indispensabile e fondamentale per la catalogazione
dei beni trafugati e illecitamente alienati e l’attività info-investigativa volta al loro recupero.
Il peculiare settore di specialità è stato affidato all’Arma con Decreto del Ministro dell’Interno del 12 febbraio 1992, mentre il
Ministro per i Beni Culturali e Ambientali con proprio Decreto in
data 5 marzo 1992 lo riconosce giuridicamente quale unità operante presso lo stesso Dicastero, disciplinandone compiti e funzioni. Da ultimo il Ministro dell’Interno, con decreto del 28 aprile
2006, ha confermato il ruolo di preminenza attribuito all’Arma,
individuando il Comando CC TPC quale polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tute le Forze di Polizia.
Il 12 agosto 2001, a seguito dell’istruzione del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e delle conseguenti accresciute competenze, il Comando assume la denominazione di “Carabinieri
per la Tutela del Patrimonio Culturale”.
Per i meriti acquisiti dal Comando nel campo dei Beni Culturali
sono conferite alla Bandiera dell’Arma quattro medaglie d’oro
ai Benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte.
Comandante
Gen. B Giovanni Nistri
Vice Comandante
Col. Luigi Cortellessa
Piazza Sant’Ignazio, 152
00186 Roma
Tel. 06 6920301
Fax 06 69203069
www.carabinieri.it
[email protected]
Nucleo CC TPC di Sassari
Centro di Conservazione e
Restauro dei Beni Culturali
S.P. La Crucca, 3
07100 Sassari
Tel. 079 3961013
Fax 079 395654
[email protected]
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è retto da
un Generale di brigata che si avvale: di un Colonnello Vice Comandante (dal quale dipendono direttamente i 12 Nuclei territoriali) di un Ufficio Comando (organo di staff articolato su 3
sezioni: Segreteria e Personale, Operazioni ed Elaborazione
dati), per l’amministrazione delle risorse umane, la direzione
operativa e la gestione dei sistemi informativi; di un Reparto
Operativo (articolato su 3 sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione ed Arte Contemporanea) con competenza sulle Regioni Lazio e Abruzzo e in supporto ai Nuclei TPC su tutto il
territorio nazionale; di 12 Nuclei territoriali (Ancona, Bari, Bolo243
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
gna, Cosenza, Firenze, Genova, Monza, Napoli, Palermo, alle cui dipendenze è istituita la
Sezione di Siracusa, Sassari, Torino, Venezia) con competenza regionale e, per alcuni, interregionale.
Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari, istituito formalmente con D.M. del 14 novembre 2000, ha sede presso il Centro di Conservazione e Restauro di Li Punti ed ha intrapreso la sua attività istituzionale il 13 luglio 2001, con competenza territoriale sulla
Regione Sardegna.
Consapevoli della peculiarità del patrimonio culturale nazionale presente in Sardegna,
con particolare riferimento alle imponenti vestigia delle culture eneolitica , nuragica,
fenicio-punica, romana e medievale, i carabinieri del Nucleo di Sassari conducono, d’intesa con le Soprintendenze di settore, anche una sistematica attività preventiva ed un
controllo capillare del territorio, con conseguenti positivi riflessi in ordine all’accertamento di reati specifici.
LE FUNZIONI E LE ATTIVITÀ
Ai sensi del Decreto Ministeriale del 5 marzo 1992, in relazione al ruolo di preminenza
riconosciuto all’Arma dei Carabinieri nel settore della Tutela del Patrimonio Culturale,
Statuito anche dal Decreto del Ministro dell’Interno del 28 aprile 2006, gli vengono attribuiti compiti concernenti:
- la sicurezza del Patrimonio Culturale;
- l’acquisizione di notizie atte a far promuovere le iniziative necessarie per la protezione
del Patrimonio storico-artistico ed ambientale;
- l’attività di prevenzione e repressione per quanto attiene alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio storico, artistico, culturale ed ambientale (furti e ricettazioni di
opere d’arte, danneggiamenti in danno di monumenti ed aree archeologiche, esportazioni illegali, contraffazioni ed alterazioni di opere di pittura, grafica, scultura, oggetti d’antichità, commercio illegale, opere illecite su beni culturali);
- il recupero dei Beni Culturali, del materiale scientifico e didattico inerente ai beni stessi;
- la gestione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti (art. 85 D.Lgs.
42/2004);
- la consulenza specialistica a favore del Ministero per i beni e le Attività Culturali e delle
sue articolazioni periferiche;
- ogni altra attività che il Ministero ritenga necessaria per l’assolvimento delle funzioni
attribuitegli dalla legge.
L’attività specialistica del Comando, sempre svolta in stretto contatto con gli organi centrali e periferici del MiBAC, nel contesto dell’inserimento funzionale del Comando nel Dicastero, è qualificata dalla preparazione del personale che, basata sulla piena
conoscenza professionale delle tecniche investigative “comuni” e sulla esperienza acquisita nel servizio territoriale, si affina con la frequenza di apposito corso presso il
MiBAC e si rafforza con la passione, la competenza e l’intuito dei singoli militari.
Il valore aggiunto del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è costituito dalla
stretta collaborazione con le altre articolazioni dell’Arma e, in particolare, con l’Organizzazione Territoriale, la cui capillarità moltiplica, anche nello specifico settore, le capacità info-operative del dispositivo.
Il Comando TPC conduce attività all’estero, non solo nell’ambito della cooperaizone internazionale di polizia, ma anche per:
- supporto specialistico a operazioni di Peace-Keeping, come in Iraq dal 2003 al 2006;
- attività di formazione di operatori di polizia e delle dogane di Stati che lo richiedano;
- consulenza al Ministero per i Beni e le Attività Culturali per le attività (cd stragiudiziali) volte alla restituzione di reperti archeologici appartenenti al patrimonio nazionale ed esposti in musei e collezioni private straniere.
Il sistema informativo
Come già accennato, sin dagli anni ’80, il Comando si avvale di un potente strumento
di ausilio alle indagini di polizia giudiziaria: la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente
244
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
sottratti”, prevista anche dall’art.85 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42, che contiene informazioni sui beni da ricercare di provenienza sia italiana sia estera ed informazioni
circa gli eventi delittuosi collegati: in essa sono informatizzati oltre 118.000 eventi, oltre
2.870.000 oggetti con oltre 318.000 immagini.
Tale sistema informativo grazie la PON sicurezza 2000/2006 è stato ulteriormente potenziato e qualificato, in particolare:
Il programma: PON sicurezza
Il progetto di potenziamento del Sistema Informativo del Comando Carabinieri Tutela
del Patrimonio Culturale rientra tre le iniziative previste dal Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” 2000-2006, realizzato dal
Ministero dell’Interno e cofinanziato dall’Unione Europea con l’obiettivo di creare migliori condizioni di sicurezza nelle sei regioni del sud (Basilicata, Calabria, Campania,
Puglia, Sardegna e Sicilia). Un impegno importante attuato attraverso l’acquisizione di
nuove più sofisticate tecnologie per le Forze dell’Ordine, da utilizzare per l’attività di
prevenzione e di contrasto della criminalità e finanziando progetti in ambito sociale
per contribuire alla diffusione della cultura della legalità. In particolare, progetto in argomento si colloca all’interno della Misura 1.3 la cui finalità è di migliorare la tutela
delle risorse ambientali e culturali presenti sul territorio del Mezzogiorno d’Italia, ricorrendo anche all’ausilio dei più moderni sistemi resi disponibili dai recentissimi sviluppi tecnologici. L’obiettivo perseguito dal progetto può essere riassunto nel
miglioramento delle capacità di prevenzione e contrasto al crimine.
Questa esigenza è particolarmente sentita nelle regioni del sud d’Italia dove la criminalità organizzata trae maggior profitto da queste specifiche forme di reato.
Il sistema: la Banca Dati delle opere d’arte trafugate
Il nuovo sistema informativo consente al personale dell’Arma, operativo sul territorio, di
interagire con la Banca Dati in tempo reale attraverso apparecchiature di ultima generazione, come palmari e personal computer portatili. Ciò consente, ad esempio durante
una operazione di controllo, di avere a disposizione direttamente sul posto tutte le informazioni utili all’attività operativa, richiedendo eventualmente al sistema di verificare la lecita provenienza dell’opera d’arte (ad esempio un dipinto o una scultura) a
partire da una foto scattata sul momento, con apparecchiature digitali. Inoltre, direttamente dal luogo dell’intervento, l’operatore può compilare un verbale su supporto elettronico e inviarlo al sistema centrale e successive operazioni di analisi e ricerca. A livello
centrale, ogni informazione inviata dal luogo di intervento da parte dei Carabinieri, o
proveniente da segnalazioni di altre Forze di Polizia, è sotto il controllo della Sezione
Elaborazione Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Qui personale
altamente specializzato, utilizzando un complesso software di classificazione (basato su
un Data Base iconografico) cura l’inserimento di ogni caratteristica peculiare del bene
artistico di interesse, come ad esempio la sua tipologia (dipinto, scultura, libro antico
etc.) il soggetto raffigurato, l’autore, il materiale, le misure e la tecnica di esecuzione. Tali
informazioni vengono ulteriormente arricchite attraverso la consultazione di banche
dati esterne, integrate nel sistema, quale ad esempio quelle dell’Ufficio Esportazione e
dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e, particolarmente dal Sistema Informativo Territoriale integrato a livello regionale della Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Sardegna.
La ricerca: l’individuazione delle opere d’arte
Il punto di forza del nuovo sistema risiede nelle evolute capacità di ricerca, in rado non soltanto di verificare e ritrovare termini lessicali utilizzati per la descrizione dell’opera, ma
anche di confrontare immagini o porzioni di immagini sulla base delle sue caratteristiche
grafiche, nonché di utilizzare come chiave di ricerca “concetti” nel contesto da ricercare.
Il software di indicizzazione analizza le immagini sulla base delle proprie caratteristiche
visuali (texture, colore, distribuzione, etc.) e dei valori attribuiti grafici (luminosità, spettro, etc.) e trasla tali informazioni in una sorta di impronta visuale dell’immagine, utilizzata ai fini della ricerca.
Inoltre, la capacità di visualizzare gli eventi criminosi e le opere d’arte coinvolte su
mappe cartografiche digitali, permette ai militari dell’Arma di percepire in modo im245
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
mediato lo sviluppo di un fenomeno delittuoso sul territorio (ad esempio furti di dipinti
con determinati soggetti o con determintati “modus operandi” in particolare contesto
geografico) e di pianificare interventi operativi in modo rapido ed efficace.
L’analisi investigativa
Occorre evidenziare che il sistema è dotato di un software altamente specializzato per
analisi di tipo investigativo che consente di estrapolare e rappresentare in forma grafica,
attraverso diagrammi a grafo, tutte le connessioni logiche presenti tra le informazioni
archiviate nel sistema, non direttamente visibili perché insite nei dati stessi e che collegano, ad esempio, alcune persone indagate per la scomparsa di particolari opere d’arte
sulla base di tabulati telefonici relativi alle rispettive utenze cellulari. Il software, in caso
di diagrammi con un elevato numero di elementi informativi al loro interno, consente
di ridistribuire e presentare i dati in formato intelligibile per l’operatore, con particolare
riferimento a tipologie standard (ad esempio raggruppato, gerarchico) e a tipologie personalizzate progettate e sviluppate a fini specifici per particolari esigenze del Comando
Tutela Patrimonio Culturale.
I vantaggi: salvaguardia del patrimonio culturale
Il nuovo sistema fornisce agli operatori di polizia un valido supporto per migliorare e
rendere più efficaci le attività di tipo investigativo e pianificazione degli interventi, a
carattere preventivo e repressivo. Nel lungo periodo la gestione, la conservazione e l’aggiornamento della banca dati, le tecniche di ricerca avanzate e l’interazione con i sistemi di altri Enti Istituzionali, consentiranno di valorizzare il patrimonio di conoscenza
acquisito durante lo svolgimento dell’attività investigativa. Questa accresciuta capacità di inserire, richiamare e analizzare tutte le informazioni disponibili relative alle operazioni e ai rilievi eseguiti durante gli interventi, associandole all’area geografica
coinvolta attraverso un “riferimento territoriale” e ad una base cartografica digitale,
permetterà di accrescere le capacità di analisi nell’attività di indagine e supportare con
maggiore efficacia la pianificazione degli interventi a salvaguardia del patrimonio culturale specie in quelle aree del territorio nazionale dove la presenza di organizzazioni
criminali dedite al traffico illecito di opere d’arte è particolarmente radicata.
I servizi per il cittadino
Una sezione significativa della Banca Dati è consultabile sul sito istituzionale
www.carabinieri.it, sul quale sono altresì disponibili elenchi di beni culturali sottratti in
altri Paesi (ad esempio in Iraq) e moduli scaricabili in formato WORD e PDF utili per la
catalogazione privata dei beni culturali, al fine di facilitarne eventuale futuro recupero
(ad esempio Documento dell’opera d’arte – Object ID). Sono altresì disponibili una serie
di utili consigli circa l’acquisto di un’opera d’arte, su come evitare di acquistare un’opera
falsificata, su come comportarsi in caso di furto di un’opera, sulla individuazione di uno
scavo clandestino o il rinvenimento fortuito di un bene archeologico.
I reparti Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale sono pienamente disponibili a fornire,
a richiesta di chiunque sia interessato, indicazioni circa l’eventuale presenza in Banca
Dati di opere d’arte.
CONSIGLI RIGUARDANTI I BENI DI INTERESSE CULTURALE
Cosa fare in caso di acquisto di beni d’interesse culturale?
- Diffidate dei “facili acquisti”: un prezzo non congruo può essere indice di una provenienza sospetta o di dubbia autenticità. Inoltre l’acquisto di oggetti compiuto in modo
troppo “disinvolto” può configurare il reato previsto e punito dall’articolo 712 del Codice
Penale (“Acquisto di cose di sospetta provenienza“).
- Una volta individuata l’opera d’interesse, consultate possibilmente gli archivi dell’autore per rendervi conto delle quotazioni di mercato.
- Pretendete, ai sensi del D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 - “Nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, il rilascio da parte del venditore della copia fotografica dell’opera o dell’oggetto, con retroscritta dichiarazione di autenticità e indicazione della
246
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
provenienza, recanti la sua firma.
- Valutate l’opportunità di adottare idonee misure di sicurezza nel luogo ove vengono custoditi i beni.
- Custodite le riproduzioni fotografiche in luogo diverso
dalle opere.
- Compilate il “Documento dell’opera d’arte - Object ID”. E’
un modulo concepito dall’UNESCO ed elaborato in collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, nel quale si devono riportare i dati
identificativi essenziali di qualsiasi bene d’arte (oggetto,
autore, epoca, tecnica e materiale, dimensioni, titolo e
descrizione, fotografia). Con esso il possessore di oggetti d’arte può costituirsi un proprio “archivio fotografico - descrittivo”. E’ bene che sia custodito in luogo sicuro perché
in caso di furto può essere d’ausilio alle Forze dell’Ordine per il suo successivo recupero.
- Effettuate il pagamento servendovi possibilmente dei servizi bancari (come bonifico
o assegno circolare non trasferibile) e non a mezzo di denaro contante, per conservare
documentazione della transazione effettuata.
Come evitare di acquistare beni d’interesse culturale falsificati?
Il D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 - “Nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”
sanziona indistintamente la contraffazione, l’alterazione e la riproduzione di un bene
culturale. Nello specifico:
- la contraffazione consiste nell’imitare pedissequamente un opera d’arte dandole caratteri di autenticità non propri (esempio: la firma dell’artista);
- l’alterazione consiste nel modificare l’essenza di un’opera originale intervenendo su di essa;
- la riproduzione consiste nella moltiplicazione meccanica o nella copia manuale il più
fedele possibile all’originale. Si distingue dalla contraffazione per la dicitura esposta
sul retro (o sul documento che l’accompagna) che si tratta di opera copia dall’originale dell‘artista.
La norma non punisce solamente il falsario, ma anche chi pone in commercio o detiene
per farne commercio o introduce nel territorio dello Stato come autentiche, opere contraffatte, alterate o riprodotte, nonché chi, pur conoscendone la falsità, le autentica.
Dopo gli anni ‘60, contestualmente al fenomeno di una sempre più diffusa mercificazione dell’arte, per soddisfare la pressante domanda di mercato dei “nuovi ricchi”, si è
percepito un aumento esponenziale del fenomeno delittuoso concernente la falsificazione delle opere d’arte ed in particolare delle grafiche di Autori contemporanei.
Occorre quindi prestare particolare attenzione quando si decide di acquistare beni culturali.
Cosa fare in caso di furto?
- Procuratevi riproduzioni fotografiche di quanto asportato consultando anche gli
album di famiglia, ove potrebbe essere stato fotografato, anche se non in primo piano,
l’oggetto rubato.
- Recatevi presso la Stazione dei Carabinieri più vicina o presso l’Ufficio di altra forza di
Polizia per denunciare l’accaduto, portando con voi i “Documenti dell’opera d’arte Object ID“, compilati a suo tempo per ogni bene, ed ogni altro materiale utile per una
accurata descrizione degli stessi.
La documentazione verrà subito informatizzata nella “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti“ in modo da favorire la costante comparazione con quanto giornalmente è oggetto di controllo.
Cosa fare se si viene a conoscenza di uno scavo clandestino?
Nel “Nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio“ (D. Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004)
è prevista un’intera sezione per disciplinare le ricerche e i rinvenimenti fortuiti di beni
archeologici nell’ambito del territorio nazionale. Ciò dimostra l’attenzione sempre costante da parte del legislatore verso la tutela del patrimonio archeologico, che è sentito
247
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
come parte integrante ed elemento costituente della nostra storia e della nostra identità nazionale. Infatti, poiché tutto ciò che viene rinvenuto nel sottosuolo è proprietà
dello Stato, nessuno può effettuare ricerche archeologiche senza l’autorizzazione del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Qualora vengano effettuati scavi illeciti, ciò
che viene ritrovato, per legge, è considerato provento di furto in danno dello Stato ed il
responsabile subisce le pene previste per quel tipo di reato. Se si viene a conoscenza di
scavi archeologici clandestini è opportuno informare prontamente il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale oppure le Forze dell’Ordine presenti sul territorio per
impedire la continuazione del reato.
Cosa fare se si rinviene fortuitamente un bene archeologico?
- Denunciate il ritrovamento entro ventiquattro
ore al Soprintendente o al Sindaco, ovvero all’Autorità di pubblica sicurezza.
- Provvedete alla conservazione temporanea dei
beni rinvenuti, lasciandoli nelle condizioni e nel
luogo di rinvenimento. Se si tratta di beni mobili
dei quali non se ne possa assicurare la custodia
sul posto della scoperta, lo scopritore ha la facoltà di rimuoverli per meglio garantirne la sicurezza e la conservazione sino all’arrivo
dell’autorità competente e, ove occorra, può richiedere l’ausilio della forza pubblica.
- Tenete presente che ai sensi dell’all’art. 92 del
“Nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” è previsto un premio per il ritrovamento fortuito sia allo scopritore, sia al proprietario
dell’immobile dove è avvenuto il ritrovamento,
sia al concessionario dell’attività di ricerca autorizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il premio può essere corrisposto in denaro
o mediante rilascio di parte delle cose ritrovate e sarà determinato in base alle stime
ufficiali effettuate dal Ministero.
248
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
In Sardegna
SINTESI DELL'ATTIVITÀ OPERATIVA DEL NUCLEO CARABINIERI TPC DI SASSARI
DAL 1°GENNAIO 2005 AL 30 GIUGNO 2009
ATTIVITÀ PREVENTIVA E DI CONTROLLO
- Verifiche sicurezza a musei – biblioteche - archivi
80
- Controlli ad aree archeologiche
531
- Controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici
60
- Controlli ad esercizi antiquariali, commerciali e privati
309
- Beni culturali controllati in banca dati
2.193
ATTIVITÀ DI RECUPERO
- Reperti archeologici e monete
126.226
- Beni antiquariali, archivistici e librari
70
Falsi sequestrati
24
Persone deferite all’A. G. in stato di libertà
202
Esempio di modello “Documento dell’opera d’arte - Object ID”
249
ISTITUTI
ENTI
ASSOCIAZIONI
AIPAI- ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL
PATRIMONIO ARCHEOLOGICO INDUSTRIALE
L’AIPAI è l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico
Industriale, fondata nel 1997 da un gruppo di specialisti del patrimonio industriale e da alcune tra le più importanti istituzioni
del settore nel Paese. L’AIPAI, coordinata dall’attuale presidente
in carica prof. Renato Covino, ha sede a Terni. All’interno dell’Associazione è costituita la seziona italiana del TICCIH - The
International Committe for the Conservation of the Industriale
Heritage.
L’AIPAI interagisce proficuamente con università, centri di ricerca, fondazioni, musei, organi centrali e periferici dello Stato
(Ministeri, Soprintendenze, Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Agenzie di promozione turistica e per lo sviluppo
locale, ecc.).
L‘AIPAI ha promosso, coordinato e svolto attività di ricerca avvalendosi di diverse competenze disciplinari e tra i suoi fini vi è
la promozione di un più elevato livello di collaborazione operativa e scientifica tra enti pubblici e privati per la catalogazione,
la conservazione e la valorizzazione del patrimonio industriale,
per la salvaguardia di archivi, macchine e altre testimonianze
della civiltà industriale e del lavoro, per la formazione degli operatori e la promozione del turismo industriale.
A tale scopo l’AIPAI ha stipulato convenzioni con Comuni, Province e Regioni ed ha partecipato a diversi progetti europei per
studi, ricerche, censimenti e progetti di valorizzazione riguardanti i manufatti architettonici, l’ambiente, il paesaggio e le infrastrutture, le fonti documentarie e archivistiche, i macchinari
e le attrezzature, i saperi produttivi e importanti aspetti della
storia tecnica, sociale ed economica più direttamente collegati
alle vicende del patrimonio industriale.
Tra le attività dell’AIPAI vi è anche la formazione: l’associazione
ha dato un fondamentale contributo alla progettazione ed all’attivazione del Master in Conservazione, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Industriale, istituito nel 2002-2003
congiuntamente dall’Università di Padova (Dipartimento di
Storia), dall’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (Dipartimento di Urbanistica), dalla Prima Facoltà di Architettura
del Politecnico di Torino (Dipartimento di Progettazione architettonica), in successiva convenzione con le Università di Ferrara, Perugia, Napoli, Lecce e Cagliari, e d’intesa con l’Istituto
per la Cultura e la Storia d’Impresa “F. Momigliano” (Icsim) di
Terni, il Comune di Schio e il Comune di Terni. Si tratta dell’unico
Master italiano in Archeologia industriale e di un’esperienza
unica nel suo genere anche a livello internazionale.
Sezione Regionale
Sardegna
Coordinatore Regionale
Monica Stochino
Tel. 333 2417399
[email protected]
[email protected]
Segretario
Alessandra Maurandi
[email protected]
Tesoriere
Mariangela Porru
[email protected]
Delegato per l’Archeologia
Industriale Mineraria
Marco Piras
[email protected]
c/o Parco Minerario
di Montevecchio
Centro di Accoglienza,
Impianti di Levante Guspini
Sede operativa
c/o TEXNH srl
Via Is Maglias, 31
Cagliari
Tel 070 273698
[email protected]
[email protected]
AIPAI
aderente al TICCIH
The International
Committee for
the Conservation
of Industrial Heritage
253
Aipai- Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale
In Sardegna
Per conseguire i fini statutari sopra descritti nel miglior modo possibile l’AIPAI ha deciso, nel febbraio 2005, di strutturarsi in Sezioni Regionali e a partire da quella data,
sono state attivate in Italia quasi tutte le sezioni locali, tra le quali quella sarda, costituitasi il 25 maggio 2005 con sede anche presso il Parco museo della Miniera di
Montevecchio.
Nei suoi primi tre anni di vita (2005-2007) la Sezione AIPAI Sardegna ha promosso alcune importanti iniziative finalizzate, attraverso mostre, seminari didattici e ricerche sul campo, alla divulgazione dei principi e dei metodi più opportuni per la
conoscenza e la tutela attiva delle testimonianze storiche del mondo del lavoro, presupposti fondamentali per avviare, in sinergia con amministratori ed operatori sul
territorio,una sistematica opera di censimento, salvaguardia e valorizzazione del Patrimonio Industriale isolano.
In Sardegna l’interesse per l’Archeologia Industriale data oggi poco più di 30 anni.
Inevitabile l’appuntarsi dell’attenzione sul comparto minerario, che in quegli stessi
anni viveva su vasta scala il momento della dismissione.
Risale al 1994 l’emanazione della legge con cui la Regione Sardegna ha incluso tra i
beni culturali, alla cui salvaguardia e valorizzazione destinare risorse, anche le testimonianze di archeologia industriale.
La L.R. n°29 del 9 giugno 1994 “Norme per il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico-industriale della Sardegna”, una legge quadro in materia, è
anche un punto di avvio per la programmazione del recupero.
Un nuovo scenario è stato introdotto dalla recentemente Pianificazione paesaggistica, approvata con decreto del presidente della regione n. 82 del 7 settembre 2006,
apre un quadro normativo di estremo interesse per la tutela e la valorizzazione del
patrimonio di archeologia industriale.
Sulla base di tali considerazioni e attraverso una ricognizione delle principali esperienze pregresse, la sezione AIPAI Sardegna ha inteso promuovere sul territorio una
costante azione di sensibilizzazione verso le testimonianze archeologico-industriali
presenti nella regione e di divulgazione dei risultati delle ricerche in corso.
In particolare, nel corso del 2007 e del 2008, si è andata rafforzando l’intesa tra la Sezione AIPAI Sardegna, l’Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento e Facoltà di
Architettura e il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna con l’attiva
partecipazione e il coordinamento organizzativo da parte dell’associazione, nell’ambito del Master in Conservazione, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio Industriale, degli workshop “Archeologia industriale in Sardegna: patrimonio minerario e
le reti eco museali”, Workshop e Convegno internazionale 9-13 Ottobre 2007 e “Progetti e pratiche di archeologia industriale in Sardegna” Workshop e Convegno internazionale 7-12 Settembre 2008.
Negli stessi anni e fino ad oggi l’impegno della Sezione AIPAI Sardegna si è poi anche
tradotto in una serie di iniziative didattiche e di ricerca di particolare importanza per
la formazione di operatori specializzati nel settore. Nel 2008 e 2009, l’ AIPAI Sardegna ha svolto una più incisiva azione di sensibilizzazione sul territorio, sia attraverso
la ricerca di un maggiore dialogo con le Istituzioni locali, sia mediante il coinvolgimento con altre realtà associative in azioni comuni di salvaguardia e di valorizzazione.
In questo quadro di intenti si colloca la recente partecipazione dell’AIPAI alla 17° Edizione Giornata Fai di Primavera (Domenica 29 marzo 2009) a sostegno dell’arte e
della natura italiane, promuovendo con la delegazione FAI di Cagliari una visita in
anteprima dei nuovi percorsi museali della Miniera di Montevecchio.
254
ANA - ASSOCIAZIONE NAZIONALE
ARCHEOLOGI
La realtà archeologica in Italia si è sviluppata in senso autonomo, senza che il legislatore l’abbia mai realmente regolamentata. Mentre il bene culturale è tutelato da un accurato
apparato legislativo di lontana tradizione, gli archeologi (nella
medesima situazione sono i demoetnoantropologi, gli storici
dell’arte, i bibliotecari e gli archivisti) non hanno normative che
ne regolamentano gli ambiti d’interesse, le modalità lavorative
e, cosa ben più grave, che ne definiscano l’identità professionale. Mentre nell’immaginario comune l’archeologo è professione nota e rispettata, nella legislazione italiana la medesima
professione non è in alcun modo considerata, nonostante il macrosistema lavorativo ormai esistente e radicato nel territorio.
L’Associazione Nazionale Archeologi, costituitasi nel 2005, rappresenta la principale associazione di categoria degli archeologi italiani. L’Associazione registra una diffusa presenza nazionale
con una particolare concentrazione nelle regioni centro-meridionali. L’Associazione è impegnata, principalmente, per ottenere
il riconoscimento istituzionale e la regolamentazione della
professione di archeologo per le migliaia di specialisti, provvisti
degli adeguati requisiti accademici e professionali, che in Italia
lavorano come collaboratori esterni del MIBAC e delle sue
strutture periferiche, delle Università e di altri enti. L’Associazione
opera sia a livello nazionale sia a livello regionale, attraverso tavoli di concertazione con il MIBAC e le sue strutture periferiche,
le Università e le amministrazioni locali, per favorire occasioni
d’incontro e di dialogo tra tali soggetti e tutti gli archeologi, al
fine d’individuare insieme le migliori soluzioni per il riconoscimento della professione e per il rafforzamento delle funzioni pubbliche della tutela, della ricerca e della valorizzazione del patrimonio archeologico italiano.
L’Associazione Nazionale Archeologi ha più volte sottolineato
la grave assenza del riconoscimento professionale dell’archeologo. Nonostante la formulazione di proposte e disegni di legge,
il legislatore, pur ribadendo la necessità che gli esecutori delle
ricerche archeologiche devono possedere requisiti di qualificazione, non è ancora giunto alla definizione degli stessi, a tal
punto da ritenere non necessario l’inserimento di tale figura
professionale nel Codice dei Beni Culturali (Dlgs 42/2004). Le
attività di ricerca archeologica sono considerate all’interno del
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (artt. 88-89) e, limitatamente ai lavori pubblici, disciplinate dalla normativa di settore (DPR 25 gennaio 2000, n. 34) tanto da prevedere, per i
soggetti giuridici esecutori di tali interventi (Imprese, Società,
Cooperative), una specifica qualificazione in merito ai requisiti.
In Italia, pertanto, Paese che secondo l’UNESCO possiede il maggior patrimonio archeologico e culturale al mondo, per fare l’archeologo non è necessario alcun requisito accademico e
professionale specifico.
Una carenza normativa che provoca anomalie e difficoltà nel
mercato del lavoro professionale e che, in assenza di regolamentazione, determina nei confronti dei professionisti qualificati una scorretta concorrenza a favore di soggetti non qualificati e di professionalità prive di competenze specifiche, scel-
Presidente
Tsao Cevoli
Sede legale
Via Depretis, 102
80133 Napoli
Sede operativa
Via Salvatore Tommasi, 67
80135 Napoli
[email protected]
www.archeologi.org
Coordinatrice
Giuseppina Manca
di Mores
Membri
del coordinamento
Sardegna
Franco Campus,
Mauro Perra,
Piera Porqueddu,
Laura Soro,
Membri ANA Sardegna
del Direttivo Nazionale
Giuseppina Manca
di Mores,
Mauro Perra
255
ANA - Associazione Nazionale Archeologi
ti a “discrezione”.
Si formulano rapporti di lavoro di tipo subordinato, che possono variare da regione a
regione, svolti per conto di Soprintendenze, Società, Cooperative, Imprese di costruzione,
Studi professionali, spesso con pagamento a giornata, vincolati alla presenza fisica in
cantiere e agli orari del cantiere stesso. Gli archeologi possono essere incaricati sia direttamente dai committenti (Ministeri, Comuni, Enti pubblici), dalle stazioni appaltanti
(Società partecipate) o da eventuali General contractors, situazione che si verifica spesso
nelle regioni meridionali, sia in parasubordinazione o con P. IVA, da Società o Cooperative subappaltatrici.
L’indagine statistica condotta dell’Associazione, ha rilevato che la maggior parte degli archeologi è impegnata in cantieri d’interventi infrastrutturali (metropolitane, TAV, lavori
di urbanizzazione, oleodotti, metanodotti, ecc.), quasi la metà (45%) come collaboratore
di Società o Cooperative, inquadrati con contratti di tipo parasubordinato (Co.Co.Pro, P. IVA,
ecc.). Pochi gli archeologi assunti con contratti di tipo subordinato, nella maggior parte
dei casi a tempo determinato e in pochissimi casi a tempo indeterminato, questi ultimi
concentrati per lo più nelle regioni a statuto autonomo, come il Trentino Alto Adige. Una
professione, quindi, caratterizzata da una precarietà consolidatasi nel tempo. L’archeologo
tipo in Italia è in prevalenza di sesso femminile (72%), ha mediamente 30 anni (oltre il 50%
ha tra i 28 e i 32 anni), per metà ha conseguito titoli post lauream (specializzazione o dottorato) in Italia e/o all’estero. Attualmente, la discontinuità e precarietà del lavoro costringe
un archeologo su tre (37%) a svolgere parallelamente altri lavori e oltre la metà degli archeologi (55%) cambia lavoro entro quattro/cinque anni: tutto ciò dopo circa sette/otto
anni di formazione accademica e professionale.
L’assenza di regolamentazione comporta, inoltre, l’impossibilità per gli archeologi di godere dei diritti più elementari che spettano ad ogni lavoratore, come quelli indiscutibili della sicurezza nel luogo di lavoro, della malattia e maternità retribuite, degli indennizzi di disoccupazione nei periodi di sospensione dei cantieri o tra un contratto e l’altro. Proprio a causa dell’atipicità degli incarichi, gli archeologi, che versano al Fondo Gestione Separata dell’INPS una parte del proprio reddito, che nel caso dei lavoratori con
P. IVA corrisponde ad un quarto del reddito (25%) e un indennizzo aggiuntivo per la maternità/paternità (0,72%), molto spesso non hanno alcun diritto di trattamenti previdenziali.
Si tratta di un grave vuoto legislativo, incompatibile, tra l’altro, con il quadro normativo comunitario, che prevede modalità di riconoscimento professionale eguali per tutti gli Stati
della Comunità Europea. Si sottolinea, inoltre, la contraddizione con il nuovo assetto gestionale dei Beni Culturali in Italia, che prevede il coinvolgimento sempre maggiore di
operatori e risorse privati in collaborazione con gli organi ministeriali e gli enti locali.
Problematiche che l’Associazione Nazionale Archeologi, in linea con quanto definito nel
I Congresso Nazionale, svoltosi a Pompei il 3 Marzo 2007, ha sollevato ed imposto all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il 14 Giugno 2008, nell’ambito della
I Manifestazione nazionale di Roma, che ha visto per la prima volta scendere in piazza
centinaia di archeologi provenienti da tutta Italia.
A seguito della I Manifestazione nazionale degli archeologi, il 5 agosto 2008, è stata depositata dal PD una proposta di legge che, proponendo un emendamento al Codice dei
Beni Culturali e del Paesaggio, prevede l’istituzione di elenchi/registri presso il MIBAC
al fine di riconoscere e regolamentare le figure professionali che operano nel settore
dei beni culturali. La proposta, firmata dai deputati della Commissione Lavoro, Attività
Produttive, Bilancio, Giustizia e della Capogruppo PD in Commissione Cultura, è stata il
frutto di una discussione aperta con le Associazioni di categoria che ne hanno condiviso
il testo con documenti pubblici.
In Basilicata
256
ANA - Associazione Nazionale Archeologi
In Sardegna
Alla prima manifestazione nazionale degli archeologi italiani promossa e organizzata dall’ANA il 14 giugno 2008 a Roma, davanti alla Colonna Traiana, partecipa un
gruppo di iscritti sardi.
Poche settimane dopo, sabato 5 luglio a Sassari, nell’aula O dell’Università degli
Studi di Sassari, Facoltà di Lettere e Filosofia, in un’assemblea affollata da un’ottantina fra archeologi e studenti di archeologia provenienti da tutta l’isola e alla presenza degli esponenti del Direttivo Nazionale dell’ANA, nasce il primo Comitato ANA
Sardegna.
Sin dalla prima assemblea gli archeologi sardi pongono con forza l’accento sulla complessità della figura, delle competenze e del ruolo dell’archeologo, non esclusivamente identificabili con lo scavo, ponendosi da un lato all’interno del quadro generale
e nazionale della professione e dall’altro sottolineando le specificità dell’isola che registra la più alta densità italiana di risorse archeologiche, la competenza primaria
della Regione nel ricco bacino museale, il ruolo significativo degli Enti territoriali - Regione, Province e in particolare Comuni - nella destinazione di interventi e risorse finanziarie.
ATTIVITÀ SVOLTE
In questa prima fase di costituzione, che non ha ancora raggiunto il primo anno di età,
il Direttivo Sardegna si è preoccupato soprattutto di far conoscere l’Associazione e i
suoi obiettivi e portare all’attenzione, innanzi tutto degli archeologi sardi, le problematiche alla base del lavoro dell’Associazione.
Questa attività , attuata attraverso incontri pubblici e anche attraverso personali contatti fra gli archeologi ha portato, allo stato attuale, la Sardegna ad avere al suo attivo oltre 80 iscritti.
Tavoli di lavoro
A seguito della costituzione del Comitato, l’ANA Sardegna ha organizzato una serie di
tavoli tematici che hanno concluso un ampio lavoro, in via di composizione, sui seguenti temi: “La definizione della professione di archeologo”, “La ricetta: come si fa un
archeologo oggi”, “La professione di archeologo in Europa” e infine “La gestione dei
musei e dei parchi archeologici in Sardegna”.
Il lavoro è stato oggetto di ampia discussione tra i soci, con proficua diffusione e presa
coscienza delle varie problematiche.
Alla base delle riflessioni comuni sta la constatazione del fatto che nel suo lungo percorso evolutivo e formativo la figura professionale è rimasta in qualche modo compressa nel dualismo creatosi fra Università e Soprintendenze; invece che assistere,
come di norma nelle varie professioni, alla definizione, tramite idoneo cursus studiorum, di un profilo professionale indipendentemente da quella che sarebbe poi stata
l’occupazione lavorativa dei singoli (Enti locali, Soprintendenze, Università, aziende
private, enti di cultura nazionali ed esteri, libera professione, etc.) la mancata definizione di profili e regole ha portato alla nascita della figura o meglio all’attività del
“collaboratore esterno”, un’anomalia foriera di ambiguità e instabilità professionale
quando addirittura di comportamenti contrari alla legge, che in un sistema completamente privo di regole e riferimenti normativi concorre a dare vita e al consolidarsi
di un precariato particolare, di alta specializzazione e qualificato.
Questo precariato, che è stato però in grado di produrre un crescente livello di coscienza, ha prodotto ad oggi un’analisi puntuale dei punti critici da risolvere per superare questa situazione negativa.
Per contro, negli anni la situazione generale di contesto per l’assorbimento delle figure legate al lavoro nel settore dei beni culturali è profondamente cambiata e vede,
fra gli altri, tutto l’ambito dei servizi culturali ancora in crescita e legato al turismo;
fatto che impone nuove e organizzate forme di gestione dei beni culturali e segnatamente dei beni archeologici.
257
ANA - Associazione Nazionale Archeologi
La stessa evoluzione di concetti e modalità di gestione del territorio, la costruzione
delle città, la redazione dei piani urbanistici, la salvaguardia del paesaggio vedono la
necessità della presenza degli archeologi non solo nella fase di controllo ma anche in
quella di costruzione del territorio – si pensi solo alla Valutazione di Impatto Ambientale, ai Piani Urbanistici Comunali, ai Piani Paesaggistici Regionali, alla recente
normativa sulla Verifica Preliminare Archeologica per i lavori pubblici (si veda da ultimo, i lavori per la verifica preventiva di interesse archeologico per la realizzazione del
metanodotto Algeria- Toscana via Sardegna, nel quale stanno lavorando diversi archeologi sardi). E, nei fatti, gli ultimi decenni, anche nella nostra isola, hanno visto una
significativa crescita delle committenze da parte di Enti Locali e di soggetti privati,
ben oltre la classica committenza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e dunque delle Soprintendenze, anche nel campo delle grandi opere pubbliche.
ATTIVITA' 2008 - 2009
TITOLO
ANNO
CITTA’
Nasce il primo Comitato ANA Sardegna
2008
Sassari
Incontro con Assessore Regionale
alla Cultura e P.I
2008
Sassari
Difesa e tutela della necropoli punica
di Tuvixeddu, Cagliari-Azione
di sensibilizzazione, con invio petizioni
a difesa del sito
2008
Sassari
Tavolo di lavoro: "La definizione
della professione di archeologo"
2008-2009
Villanovaforru-Sassari
Tavolo di lavoro: "La ricetta: come si fa
un archeologo oggi"
2008-2009
Villanovaforru-Sassari
Tavolo di lavoro: "La professione
di archeologo in Europa"
2008-2009
Villanovaforru-Sassari
Tavolo di lavoro: "La gestione dei musei
e dei parchi archeologici in Sardegna"
2008-2009
Villanovaforru-Sassari
Azioni di solidarietà con l'Abruzzo
2009
ANA Sardegna
ANA Nazionale
258
ANAI - ASSOCIAZIONE NAZIONALE
ARCHIVISTICA ITALIANA
Nel 1949 un gruppo di archivisti di Stato diede vita all’attuale
ANAI con la finalità di contribuire alla salvaguardia del patrimonio archivistico nazionale, gravemente danneggiato dagli
eventi bellici. Dal 1967 l’ANAI fonda una propria rivista scientifica e avvia una serie di altre pubblicazioni e iniziative di studio
e ricerca. Con l’istituzione del Ministero per i beni culturali
(1975), nel quale confluisce anche l’amministrazione archivistica
statale, la professione archivistica si va sempre più estendendo,
nel settore statale e soprattutto nei settori degli enti locali,
delle istituzioni culturali, delle imprese e delle banche. Così nel
1988 l’ANAI riformò il proprio statuto, aprendo maggiormente
la partecipazione a queste categorie e creando proprie sezioni
distinte per ciascuna regione.
Scopi Statutari
L’associazione non ha fini di lucro e ha come scopi statutari di
promuovere lo studio delle questioni inerenti agli archivi, di
contribuire alla tutela, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio archivistico, di favorire le relazioni degli
archivisti fra loro e con i colleghi stranieri, di affermare la funzione culturale degli archivisti e il loro ruolo nella gestione e
nell’organizzazione di enti pubblici e privati, di promuovere iniziative scientifiche e tecniche e di tutelare la professionalità
degli archivisti, anche mediante istituzione di albi professionali.
Presidente
Isabella Orefice
Via G. Bazzoni, 15
00195 Roma
Tel. - Fax 06 37517714
[email protected]
Sezione Sardegna
Presidente
Anai Sardegna
Carla Ferrante
Archivio di Stato
di Cagliari
Via Gallura, 2
09125 Cagliari
Soci
Attualmente l’ANAI conta circa 1200 soci, fra addetti alla professione archivistica nelle diverse categorie di soci ordinari (archivisti di Stato, archivisti di enti locali, enti pubblici, istituzioni
e imprese, liberi professionisti, docenti universitari) e persone
giuridiche (enti pubblici e privati possessori di archivi, come regioni, comuni, istituti di credito, istituti culturali, imprese), che
possono anche essere soci sostenitori dell’associazione. Sono
inoltre soci (straordinari) anche coloro che, pur non appartenendo ancora alle predette categorie, sono in procinto di entrarvi o per i loro interessi culturali e professionali desiderano
partecipare alle attività dell’associazione.
ORGANIZZAZIONE
Organi statutari
Gli organi nazionali dell’ANAI sono l’Assemblea Nazionale, il
Consiglio Direttivo Nazionale eletto dall’Assemblea, il Presidente del quale rappresenta l’Associazione, il Collegio dei Probiviri e quello dei Sindaci. L’associazione si articola inoltre in
sezioni regionali, ciascuna delle quali è dotata di propria assemblea e consiglio direttivo regionale.
259
ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana
ATTIVITÀ
Numerose e continue sono poi le iniziative tecnico-scientifiche dell’ANAI di cui molte in
collaborazione proficua con gli istituti archivistici e con la Direzione Generale per gli Archivi: si organizzano i congressi nazionali incentrati sulle tematiche più rilevanti del settore ogni quattro anni e numerosi convegni su tematiche tecniche, scientifiche e
professionali, sia a livello internazionale, che nazionale, regionale o interregionale attraverso le proprie sezioni. L’ultimo convegno internazionale Sport invernali e montagna. Una memoria a rischio,svoltosi a Torino nel maggio 2007, era dedicato agli archivi
degli sport invernali; precedentemente, nel maggio 2003, era stato organizzato il convegno La memoria del Cinema. Archivisti, bibliotecari e conservatori a confronto, sulle
principali problematiche che esistono per la conservazione e la tutela del materiale cinematografico, film e “non film”. Dal 2006 l’ANAI organizza periodicamente Archiexpo,
la prima iniziativa del genere in Italia, di carattere scientifico ed espositivo al tempo
stesso, dedicata al mondo degli archivi. Nel gennaio 2009 è stato presentato il Progetto
pluriennale Archivi della Moda del 900, volto al recupero e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio della moda italiana contenuto negli archivi del ‘900, che prevede
anche diversi seminari di studio sulle fasi di avanzamento del progetto e su argomenti
relativi ai diversi distretti produttivi in varie città d’Italia.
Pubblicazioni
L’ANAI svolge una intensa attività tecnico-scientifica ed editoriale e pubblica una rivista
scientifica semestrale, “Archivi”, un notiziario quadrimestrale, “Il Mondo degli Archivi”,
dal 2006 in versione elettronica, sul web (www.ilmondodegliarchivi.org), congiuntamente con la Direzione Generale per gli Archivi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e diverse altre pubblicazioni non periodiche, anche curate dalle sezioni regionali.
Tutela degli Archivi
Politica degli archivi
L’ANAI svolge una costante attività per proporre e chiedere in sede legislativa e amministrativa misure opportune o modifiche per una migliore organizzazione della tutela
e conservazione degli archivi.
ATTIVITÀ INTERNAZIONALI
Partecipazione a organismi internazionali
L’ANAI partecipa alle attività degli organismi archivistici internazionali ed è membro del
Comitato della Sezione delle Associazioni professionali e del Comitato della Sezione
degli Archivi dello Sport del Consiglio Internazionale degli Archivi, organismo nel quale
sono rappresentate le diverse istituzioni, associazioni e categorie archivistiche dei Paesi
di tutto il mondo; ha contribuito ad elaborare il codice internazionale di deontologia
degli archivisti adottato al Congresso di Pechino del 1996. Inoltre l’ANAI ha organizzato
a Firenze la VI Conferenza Europea degli Archivi dal 30 maggio al 2 giugno 2001, manifestazione quadriennale del Consiglio internazionale degli Archivi, in collaborazione
con l’amministrazione archivistica ed altri enti, con la partecipazione di archivisti dei
Paesi europei e di Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Sud Africa, sul tema “Gli archivi dal passato al futuro”.
Progetto InterPARES
Nell’ambito dell’attività di ricerca, l’ANAI ha avviato nel 1997 la parte italiana del progetto internazionale di ricerca InterPARES comprendente nove Paesi, sulla conservazione a lungo termine del documento elettronico. Poi l’ANAI ha partecipato alle attività
del progetto internazionale InterPARES 2, di cui ha pubblicato i risultati finali nel dicembre 2008, e partecipa al proseguimento del progetto InterPARES 3, che ha lo scopo
di studiare tutte le problematiche legate ai documenti digitali, dalla nascita alla conservazione.
260
ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana
GRUPPI DI LAVORO
ISAD (G)
Si è costituito nel 1996 un gruppo di lavoro nazionale misto sulle norme internazionali
di standard di descrizione archivistica ISAD (G), che dal 1997 si occupa anche di ISAAR
(CPF), che elabora idee e proposte in materia e promuove l’attuazione di queste norme
in Italia. Recentemente il Gruppo di lavoro delle ISDIAH ha preso in esame la versione
ufficiale dello standard approvata a Londra nel 2008 e ha recentemente pubblicato sul
sito dell’ANAI la traduzione ufficiale italiana dello standard.
Qualità negli archivi
Si è formato nel 1997 un gruppo di lavoro sulla qualità negli archivi, che ha elaborato,
sempre in collaborazione con l’amministrazione archivistica, il documento la “Carta
della qualità nei servizi archivistici”, che, sulla base delle norme ISO/UNI/EN 9000, ha
stabilito i criteri fondamentali e gli strumenti per l’attuazione degli standard di qualità
nei servizi archivistici ed ha avuto anche l’adesione di altre istituzioni pubbliche e private.
Certificazione
Da anni opera questo gruppo di lavoro che, allo scopo di avviare le procedure di certificazione professionale dei soci, previste dalle nuove norme nazionali e internazionali,
volte a tutelare la professionalità degli archivisti e garantire la qualità degli interventi
sui beni archivistici, ha predisposto lo schema di valutazione dei curricula di studio e
specializzazione e dei titoli scientifici e professionali.
Tariffario
Si è costituito nel 1998 il gruppo di lavoro sul tariffario che ha stilato il “Tariffario dei lavori archivistici” come proposta di regolamentazione per i liberi professionisti relativamente al tema delle tariffe degli operatori archivistici. Dal 2001 il gruppo di lavoro sul
tariffario studia inoltre le regole da adottare per la certificazione della professione archivistica, in linea con le indicazioni della Comunità Europea e ha elaborato un prospetto pubblicato nel numero 2/3-2004 de “Il Mondo degli Archivi” e successivamente
nel 2006 su “Il Mondo degli Archivi” on line. Attualmente è allo studio un aggiornamento.
Outsourcing
Il gruppo di lavoro sull’Outsourcing, cioè sui problemi tecnici e giuridici posti dalla gestione da parte di terzi degli archivi di enti e imprese, che ha dato vita ad un convegno
svoltosi nel 1999, ha prodotto un documento con raccomandazioni per una miglior qualità e sicurezza della gestione, conservazione e tutela di questo tipo di archivi.
Fonti orali
Dal 2001 il gruppo di lavoro sulle fonti orali affronta le tematiche legate alla raccolta, trascrizione, descrizione, conservazione e utilizzo delle fonti orali.
Archivi d’impresa
Dal 2001 il gruppo di lavoro sugli archivi d’impresa, GIAI, studia le problematiche della
gestione degli archivi d’impresa e degli enti economici, cui è stata dedicata, nel novembre 2007, la II Edizione di Archiexpò.
Archivi degli Enti Locali
Costituito nel 2001, questo gruppo di lavoro si occupa dei profili professionali degli archivisti degli Enti Locali.
Archivi delle Regioni
Dal 2001 questo gruppo di lavoro studia le principali problematiche inerenti agli archivi
regionali, quali l’attuazione del protocollo informatico, il regolamento d’archivio, il titolario.
261
ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana
Standard Audiovisivi
Nell’aprile del 2004 è nato questo gruppo di lavoro che si pone l’obiettivo di studiare e
riordinare gli standard di descrizione e classificazione del materiale audiovisivo e cinematografico.
Archivi teatrali
Sono iniziati nel 2007 i primi contatti per la realizzazione di questo gruppo che si propone di individuare linee guida e standard di catalogazione per le svariate tipologie di
documenti presenti negli archivi teatrali.
FORMAZIONE
L’ANAI svolge un’intensa attività didattica ed ha realizzato numerose iniziative di formazione e aggiornamento professionali, come giornate di studio, seminari e corsi. Negli
ultimi anni, ad esempio, sono stati organizzati i seguenti eventi di formazione:
Gli archivi fotografici: una realtà in divenire, Napoli, 20-21 marzo 2006; L’archivio corrente: protocollo informatico e titolari di classificazione, Bologna, 23 maggio 2006; L’archivio di deposito: gestione e selezione dei documenti, Bologna, 24 maggio 2006; Teoria
e pratica della descrizione archivistica: standard e buone pratiche, Firenze, 19-20 giugno
2006; La formazione professionale dell’archivista, Erice, 2-4 novembre 2006; Immagini in
movimento: quale tutela e quali diritti in Italia?, Roma, 1-2 marzo 2007; Corso base di formazione per riordinatori di archivi,, Prato, 2-4 aprile 2007; Fonti Orali: esperienze di conservazione, integrazione, trattamento, Genova, 24-26 ottobre 2007; Seminario di
formazione di base per archivisti, Roma,17-18 giugno 2008; Gestire un archivio comunale,
Bologna, 2-3 ottobre 2008; Prevenzione e conservazione dei beni documentari, Roma, 67 novembre 2008; Seminario di formazione di base per archivisti, Napoli, 29-30 gennaio
2009
TUTELA DELLA PROFESSIONALITÀ
L’ANAI dedica costante attenzione alle tematiche professionali e interviene, sia sul piano
tecnico che su quello propositivo, nelle diverse sedi istituzionali per la tutela della professionalità degli archivisti e per il suo riconoscimento giuridico.
Albo professionale
Per una regolamentazione della professione, l’ANAI, insieme con altre associazioni dei
beni culturali, ha anzitutto elaborato e proposto fin dal 1992 un disegno di legge di definizione delle funzioni professionali e istituzione di albi e ordini per gli archivisti e gli
altri operatori dei beni culturali, presentato da parlamentari di diverse forze politiche
nelle ultime legislature. L’ANAI è intanto entrata a far parte della Consulta delle Associazioni professionali non regolamentate istituita presso il CNEL.
Soci professionisti
L’ANAI ha modificato nel 1999 il proprio statuto, istituendo la categoria dei soci liberi
professionisti, per l’ammissione alla quale sono richiesti titoli culturali e professionali
(lavori archivistici) che vengono esaminati da una commissione nazionale di esperti,
delineando così in tal modo una prima forma di albo professionale “privato” secondo gli
orientamenti emergenti sia a livello europeo che nei disegni di legge di riordinamento
in materia.
CODICE DI DEONTOLOGIA PER LA RICERCA STORICA
L’ANAI ha infine contribuito sostanzialmente all’elaborazione del “Codice di deontologia
per archivisti e utenti nel trattamento di dati a fini di ricerca storica” previsto dalla Legge
675/96 e dal D. Lgs. 281/99 nel gruppo ufficiale promotore istituito presso il Garante
della privacy e sottoscrivendo il codice stesso, nel quale si è adoperata per introdurre misure di garanzia per gli archivi e per gli utenti e di riconoscimento per le responsabilità
e il ruolo degli archivisti.
262
ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana
In Sardegna
L’ Associazione Nazionale Archivistica Italiana (Anai) è una associazione no profit che
riunisce e tutela la professionalità degli archivisti; promuove iniziative di formazione
e aggiornamento e favorisce le relazioni tra archivisti italiani e stranieri. All’interno dell’Associazione trova ampio spazio anche il dibattito sulle questioni riguardanti la tutela,
la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archivistico pubblico e privato.
La Sezione Sardegna, nata contemporaneamente ai vari gruppi regionali alla fine
degli anni Ottanta del Novecento, dopo circa trent’anni dall’istituzione del sodalizio
a livello nazionale (1949), ha aderito con grande entusiasmo ai principi e agli obiettivi previsti nello Statuto e col tempo è andata a costituire una vera e propria comunità archivistica sarda che si adopera per il miglioramento dello stato giuridico della
professione e degli archivi.
La composizione dell’Anai è mutata sensibilmente: da una prevalenza di soci provenienti dalle amministrazioni archivistiche statali, si è passati ormai ad una presenza
più numerosa di archivisti che operano presso archivi pubblici di enti locali e di giovani sostenitori che, pur avendo la preparazione culturale di base o anche specialistica nel settore (Diploma delle Scuole di Archivistica, Laurea vecchio ordinamento,
o Triennale e Magistrale in Beni Culturali con indirizzo archivistico, Master…), non
svolgono ancora un’attività lavorativa stabile. La sinergia fra queste due anime fa sì
che l’Associazione condivida, approfondisca e discuta sui molteplici aspetti e problemi che la professione incontra nel mondo del lavoro, intervenendo anche a precisare e definire linee di intervento.
Complessivamente la Sezione Sardegna riunisce circa cinquanta soci regolarmente
iscritti, oltre ad alcune Società che operano nel settore degli archivi sia a livello locale
che nazionale; il numero è cresciuto in maniera notevole a partire dal 2005. La Sezione viene ospitata presso la sede dell’Archivio di Stato di Cagliari, dove si riuniscono
gli organi previsti dallo Statuto ossia il Consiglio direttivo con il suo presidente e l’Assemblea dei soci.
L’attività della Sezione, che si raccorda alla programmazione dell’Anai nazionale, si
esplica attraverso l’organizzazione e la cura di iniziative (Giornate di studio, Convegni, Seminari e Corsi di formazione) anche in collaborazione con enti e istituzioni
culturali locali. Della sua attività viene dato conto nelle riviste dell’Anai, il <<Mondo
degli Archivi>> on-line e in saggi sulla rivista ufficiale <<Archivi>>.
Il biennio 2007-2008 ha visto un impegno costante e vivace della Sezione per la realizzazione di iniziative culturali tecnico-scientifiche di spessore, talune delle quali
volte principalmente alla formazione professionale.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE - 2007
Il 24 gennaio presso la sala conferenze della Società degli Operai di Cagliari si è tenuto
un incontro di tipo seminariale con Concetta Damiani del Direttivo Nazionale dell’ANAI sul tema: Certificazione di qualità e tariffario dei lavori archivistici. All’incontro, che ha rappresentato un momento di riflessione e approfondimento sulle
prospettive della professione, hanno partecipato moltissimi archivisti libero-professionisti che operano nel settore degli archivi locali.
Nell’ambito delle iniziative dedicate all’aggiornamento, la Sezione, in collaborazione
con la Scuola di Archivistica dell’Archivio di Stato di Cagliari, ha organizzato nei giorni
6-7 febbraio 2007, il Seminario Organizzazione e gestione degli archivi di deposito tra
teoria e prassi a cui hanno partecipato tra gli altri Stefano Vitali (Archivio di Stato di
Firenze), Giorgetta Bonfiglio Dosio (Università di Padova) e la Società Hyperborea. Il
Corso ha affrontato gli aspetti teorici legati alla fase semiattiva della vita archivistica
dei complessi documentari, divisi a metà tra l’esigenza di un accesso rapido ai documenti e di un’idonea conservazione del materiale.
Il 28 giugno, è stata dedicata un’intera Giornata di Studio agli archivi ecclesiastici. Al
Convegno, Gli archivi storici diocesani: traguardi e prospettive, curato con l’Archivio
storico diocesano di Iglesias e l’Archivio di Stato di Cagliari, hanno tra l’altro partecipato Carlo Chenis, vescovo di Civitavecchia, già segretario della Pontificia Commis263
ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana
sione per i BB.CC.EE, don Stefano Russo, direttore Ufficio Nazionale per i BB.CC.EE,
mons. Antioco Piseddu, presidente della Commissione per i BB.CC. della Conferenza
Episcopale Sarda, alcuni dirigenti della Regione Sardegna e i responsabili degli archivi storici vescovili dell’isola che hanno illustrato la situazione degli istituti e le attività intraprese per far conoscere e valorizzare la documentazione.
Su richiesta del Comune di Cagliari, Ufficio formazione, si è tenuto nei giorni 12-14 e
17-19 dicembre un Corso di aggiornamento professionale rivolto ai funzionari sulla
Gestione e tenuta dell’archivio corrente. Sono stati affrontati i principi teorici di base
sul concetto di archivio e le fasi di vita e sono stati approfonditi gli aspetti del sistema
di gestione documentale con esemplificazioni concrete sulla classificazione e fascicolazione dei documenti.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE - 2008
La Sezione ha collaborato con la Regione Autonoma della Sardegna all’organizzazione del Convegno Storia, memoria, diritti dei cittadini: gli archivi della Regione Autonoma della Sardegna. Riflessioni sul censimento degli archivi di deposito regionali e
discussione sul volume Il potere degli archivi, tenutosi il 6 giugno 2008.
Ha partecipato, su invito dell’AIB-Sardegna all’incontro Digital Library, Biblioteche e Archivi della Sardegna svoltosi il 30 giugno, con un contributo relativo ai profili professionali. In relazione a tale intervento la Sezione è stata invitata dall’Assessorato
regionale alla P. I. e Beni Culturali a presentare delle proposte e osservazioni in merito ai profili professionali presenti nel Piano Regionale dei Beni culturali. Le proposte sono state formulate e trasmesse alla Regione e all’Osservatorio regionale delle
Biblioteche.
Ha organizzato, insieme alla Scuola di Archivistica dell’Archivio di Stato di Cagliari,
un corso di aggiornamento su Restauro e conservazione dei documenti. Tenuto da archivisti e tecnici del settore, il corso si è articolato in lezioni in aula e in laboratorio.
Nei giorni 19 e 20 gennaio 2009, per venire incontro alle esigenze manifestate dai
soci più giovani, si è tenuto un Seminario di formazione di base per archivisti (previsto inizialmente per l’autunno 2008). Il corso, tenuto da Concetta Damiani, ha approfondito le tematiche inerenti al trattamento degli archivi di deposito e degli
archivi storici.
Progetti futuri
Per il prossimo futuro la Sezione Sardegna intende proseguire la sua attività secondo
il percorso tracciato. Per ciò che riguarda l’aspetto dell’aggiornamento professionale,
sulla base delle richieste avanzate dai soci, si è programmato un Corso teorico-pratico sui metadati descrittivi EAD (Encoded Archival Description) ed EAC (Encoded Archival Context) e un secondo Corso sulla conservazione e restauro, approfondendo in
modo particolare il modulo sulla scheda tecnica.
Per dare maggiore diffusione all’attività della Sezione e per supportare gli archivisti
nella quotidianità lavorativa si sta realizzando un proprio sito web, che dovrebbe essere in linea entro la fine dell’anno Al sito web si affianca anche la pubblicazione di
un Quaderno dove gli archivisti possono dar conto delle molteplici attività in corso
(censimenti, inventariazioni) in modo da ampliare le conoscenze e confrontarsi sullo
stato dell’arte in Sardegna.
264
ANISA - ASSOCIAZIONE NAZIONALE
INSEGNANTI DI STORIA DELL’ ARTE
L’ANISA, Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte
nasce nel 1951; è un’associazione disciplinare senza scopo di
lucro con sede a Roma e conta oltre 750 iscritti in tutta l’Italia.
Scopo prioritario dell’associazione è la formazione professionale degli insegnanti di storia dell’arte, unitamente alla promozione delle discipline artistiche in tutti gli ordini di studi, alla
tutela e alla divulgazione del patrimonio artistico.
Possono iscriversi all’Anisa tutti i docenti di storia dell’arte, educazione artistica e arti visive, come anche gli operatori museali,
il personale delle Soprintendenze e, in generale, quanti si riconoscono negli obiettivi sotto elencati.
La riqualificazione della professione insegnante, attraverso:
- la pratica costante dell’aggiornamento scientifico e metodologico;
- il riconoscimento del contributo fondamentale e delle responsabilità che i docenti si assumono in qualità di educatori
e di custodi della trasmissione dei saperi e dei principi etici;
- il perseguimento di un sistema meritocratico che valuti i docenti, individuandone competenze e potenzialità;
- la tutela del sistema scolastico pubblico, quale componente
irrinunciabile di una società pienamente democratica che assicuri a tutti i cittadini il diritto all’istruzione;
- la difesa del principio dell’autonomia dei docenti sul piano
delle scelte metodologiche.
Presidente
Clara Rech
Referente
Maria Antonietta Destro
c/o Liceo Ginnasio Statale
“Torquato Tasso”
Via Sicilia, 168
00187 Roma
Tel/Fax 064402294
[email protected]
[email protected]
La diffusione dell’educazione alle arti e al patrimonio,
da intendersi come:
- materia di studio e di riflessione imprescindibile nel sistema
educativo di tutti i paesi e dell’Italia in modo particolare, ove se
ne auspica il sensibile incremento nel quadro orario di tutti gli
indirizzi di studio ed in particolare dell’istruzione liceale;
- contributo fondamentale alla crescita etica e culturale di tutti i
cittadini in un’ottica di educazione continua, che si rinnovi ininterrottamente dall’età pre-scolare fino all’età adulta;
- strumento di sensibilizzazione che valichi le frontiere geografiche e rafforzi il valore della salvaguardia della memoria di ciascun popolo.
Lo sviluppo dell’innovazione metodologica applicata all’educazione alle arti, attraverso:
- la diffusione delle sperimentazioni e della progettualità in
tutti gli ordini di scuole;
- il perseguimento del principio della interdisciplinarietà;
- il consolidamento dell’approccio storicistico allo studio del linguaggio figurativo, inteso come testimonianza imprescindibile per la comprensione dello sviluppo di tutte le civiltà;
- il confronto costante tra realtà educative diverse, possibilmente in una dimensione di respiro internazionale;
- la collaborazione tra scuola e altre istituzioni culturali che,
nella società, contribuiscano alla tutela del patrimonio e all’educazione all’arte;
265
ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’ Arte
- un aggiornamento continuo dei sistemi di trasmissione dei saperi, che si avvalga quanto più possibile delle moderne tecnologie.
L’incoraggiamento verso una politica culturale che:
- tuteli il patrimonio artistico ed il paesaggio dando priorità alla salvaguardia delle radici storiche del nostro Paese, assicurandone l’integrità materiale, la comprensione e
la trasmissione alle future generazioni;
- privilegi la tutela e la valorizzazione delle raccolte museali permanenti, dei monumenti e delle opere d’arte, rispetto all’organizzazione di eventi provvisori di cui non
sia accertata l’effettiva valenza scientifica;
- ponga come proprio obiettivo primario la crescita etica e l’istruzione di tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta.
L’Anisa intende inoltre promuovere, nell’ambito nazionale e internazionale, ogni iniziativa volta ad incrementare una più diffusa conoscenza e coscienza del valore storicoculturale dei beni artistici ed ambientali anche attraverso l’attivazione di rapporti con
amministrazioni locali, Istituzioni pubbliche e private, Enti, Associazioni (Protocollo d’Intesa Miur/Anisa sottoscritto nella sua rinnovata versione lo scorso 16 marzo 2009 tra il
Ministro On.Maria Stella Gelmini, e la Presidente Prof.Clara Rech; Protocollo Mibac-Centro dei Servizi Educativi rinnovato il 2-1-2009 tra la Dott.Maria Antonella Fusco, Direttore del Centro per Servizi Educativi del MIBAC. e la Presidente Anisa Prof. Clara Rech.
Anisa inoltre è dal 2005 membro dell’ICOM e della CECA.
Il Congresso Nazionale dell’Associazione è convocato ogni tre anni.
Organo di stampa è il Bollettino quadrimestrale.
Direttore Patrizia De Socio
Direzione e Redazione ANISA c/o Liceo Tasso, Via Sicilia 168, 00187 Roma
Per altre informazioni sulla nostra attività visitare il sito www.anisa.it
266
ARCHEOCLUB D’ITALIA
Archeoclub d’Italia onlus è un grande movimento di opinione
pubblica al servizio dei beni culturali e ambientali. Sorto il 25
febbraio 1971 come Centro di documentazione archeologica ha
gradualmente esteso il suo interesse a tutti i beni culturali, di
cui promuove la conoscenza, la tutela, la fruizione e la valorizzazione. Con Decreto del Presidente della Repubblica del 24 luglio 1986 n. 565 Archeoclub d’Italia è divenuto Ente Morale. Dal
26 giugno 2006 è iscritta all’anagrafe delle Onlus.
L’Associazione opera attraverso 210 sedi locali distribuite sul territorio nazionale con 8.500 associati, proponendo nuove forme
di fruizione e valorizzazione che trovano il loro punto di forza
nell’espressione collettiva delle municipalità, volano sociale per
una rinnovata, condivisa e partecipata tutela civile del patrimonio storico artistico e archeologico.
Le migliaia di attività nazionali e territoriali realizzate dall’associazione dal nord al sud d’Italia in circa 40 anni di storia, rappresentano l’effervescenza, la tenacia e la passione di schiere
di volontari che tengono alta l’attenzione sul patrimonio culturale locale divulgandone la storia, la bellezza, l’autorevolezza,
l’unicità. Ciò rende Archeoclub d’Italia il luogo naturale di aggregazione per tutti coloro, giovani e meno giovani, che hanno
a cuore il futuro del nostro grande patrimonio culturale. Il suo
Comitato scientifico composto da Antonio Paolucci, Luciano
Marchetti, Mario Torelli, Paolo Sommella, Luciano Canfora, Salvatore Italia, Anna Maria Buzzi, Paolo Peduto, Claudio Mocchegiani Carpano, Guido Vannini, Alessandro Baratta, contribuisce
a orientare in termini di qualità le azioni e il lavoro dell’associazione su tutto il territorio nazionale.
Presidente
Clelia Arduini
Via del Porto, 13
00153 - Roma
Tel. 06 44202250
334 9924242
Strutture specialistiche, accordi, manifestazioni nazionali
e territoriali
Archeoclub d’Italia ha messo a punto tre strutture specialistiche dedicate alla didattica, all’architettura e alla subacquea: il
Laboratorio dell’Ecologia del Quaternario di Cupramarittima, il
Centro di architettura e cultura urbana di Camerino e Marenostrum, con sede a Torre del Greco. Tre eccellenze che, nel loro
specifico settore, rappresentano un punto di riferimento per i
giovani e gli appassionati e che offrono una varietà di attività e
iniziative durante il corso dell’anno grazie al buon rapporto con
le Università, le scuole e le altre istituzioni di riferimento del
territorio.
Ogni anno, da quindici anni, la seconda domenica di Maggio
con la manifestazione nazionale “Chiese aperte” l’associazione
rende fruibili almeno per un giorno i monumenti religiosi d’Italia appartenenti al patrimonio artistico “minore”.
In tre lustri sono state aperti oltre 2.000 edifici
sacri spesso in stato di degrado e di abbandono.
Molti di questi sono oggi restaurati, o in fase di
recupero. Anche i Campi di ricerca archeologici
che Archeoclub d’Italia organizza in estate, in
collaborazione con le Soprintendenze, rappresentano la mission associativa dedicata alle
“forze” più giovani. Il principale campo è a Venezia, presso l’Isola del Lazzaretto Novo che, grazie
267
ArcheoClub d’Italia
a 15 anni di attività, è tornata al suo antico splendore; altre iniziative sono a Jesi, Mentana, Gravina di Puglia, Loreto Aprutino, Barletta.
Nel campo della scuola e della didattica, Archeoclub d’Italia è veramente all’avanguardia: la sua esperienza ultratrentennale, infatti, le ha fatto conseguire nel 2005 il gallone
di Ente formatore da parte del Ministero della Pubblica Istruzione permettendo, da
parte dei presidenti delle sedi locali occupati nella formazione il rilascio dei crediti formativi per i ragazzi. Si sta ora lavorando sul versate dei crediti per gli insegnanti che
partecipano ai corsi organizzati dall’associazione, e alla creazione di un Centro dedicato
alla didattica con sede a Foligno i cui volontari sono stati i principali artefici di questo
successo.
Archeoclub d’Italia, inoltre, opera in convenzione con alcune strutture del MiBAC, quali
il Vittoriano e l’Istituto centrale del Restauro, a Roma; altri protocolli d’intesa sono stati
realizzati con alcune amministrazioni comunali, specie nel sud d’Italia, per la gestioni di
antiquaria, siti archeologici e musei civici. In conseguenza di ciò è stato siglato un documento di collaborazione con l’ANCI per valorizzare e promuovere il patrimonio storicoartistico dei piccoli e piccolissimi Comuni italiani.
DESCRIZIONE ASSOCIAZIONE E ATTIVITA’
Archeoclub d’Italia in Italia
L’Archeoclub d’Italia è un’associazione a carattere nazionale, nata come Ente Morale con
D.P.R. 24 luglio 1986 n. 565, con finalità di carattere sociale, civile e culturale e senza fini
di lucro.
STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE
L’art. 1 dello statuto associativo, così presenta l’Archeoclub d’Italia:
“Articolo 1
Costituzione e scopi
1. L’Archeoclub d’Italia è un’Associazione culturale e di volontariato con finalità di carattere sociale, civile e culturale, senza fini di lucro, secondo quanto disposto dalla legge 11
agosto 266, a carattere nazionale, con sede in Roma, ricoonsciuta quale persona giuridica con decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1986 n. 565.
2. L’Associazione persegue i seguenti scopi:
a) diffondere fra i cittadini ed, in particolare, fra i giovani e nella scuola, l’interesse per i
beni culturali e per l’ambiente;
b) assicurare ai propri soci occasioni per il proprio arricchimento culturale;
c) concorrere con lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli Enti pubblici e privati, con
gli Organi dell’Unione Europea e con gli altri Organismi internazionali o comunque Stati
esteri, quale associazione di volontariato di cui alla citata legge (…), a promuovere la
conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e dell’ambiente nazionali ed
europei;
d) organizzare corsi di formazione professionale e di aggiornamento anche per docenti ed
operatori culturali e ambientali.
3. Per il raggiungimento degli scopi di cui al precedente comma 2, l’Associazione si avvale in
modo determinante e prevalente delle prestazioni volontarie e gratuite dei propri aderenti.
4. Gli scopi di cui al comma 2 vengono perseguiti dall’Associazione improntando la propria attività ai principi della qualità nella gestione dell’organizzazione e delle procedure operative”.
L’Archeoclub d’Italia, al pari di altre realtà associative a carattere nazionale, ha una presenza territoriale molto forte; da Nord a Sud, in piccole e grandi città, sono numerose le
sedi locali di Archeoclub, che rappresentano la vera anima dell’Associazione.
E’ nelle sedi locali, infatti, che si svolge la vita associativa e si concretizza il ruolo sociale
e civile di Archeoclub, i cui volontari, ogni giorno, con passione ed entusiasmo si adoperano per programmare e realizzare iniziative ed eventi e dare linfa vitale alla vita culturale all’interno delle proprie comunità e concorrere alla diffusione e valorizzazione
del patrimonio artistico, storico e ambientale del nostro Paese.
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ASSOCIAZIONE CULTURALE IMAGO MUNDI
In Sardegna
L’Associazione Culturale Imago Mundi ha sede a Cagliari e da
16 anni ha come obiettivo principale la valorizzazione e promozione del patrimonio culturale attraverso il recupero delle
memorie e delle tradizioni.
La struttura dell’Associazione consta di 9 soci e di 127 volontari che collaborano alle diverse iniziative realizzate. I volontari si adoperano prevalentemente per l’organizzazione della
manifestazione Monumenti Aperti e per il buon esito dei
progetti che l’Associazione pone in essere.
Imago Mundi organizza da 13 anni la manifestazione “Monumenti Aperti”, contando sulla partecipazione attiva di un
Comitato Scientifico e di un Comitato Tecnico costituito da
tutte le Istituzioni che sul territorio operano, a vario titolo,
per la tutela e la promozione del patrimonio culturale isolano (Regione, Comuni, Province, MIBAC, MIUR, Università,
UPI, ANCI, Ufficio Beni culturali della Curia e diverse Associazioni). In diversi fine settimana, da maggio ad ottobre,
questa importante iniziativa permette di aprire alla pubblica
fruizione monumenti, aree archeologiche, luoghi della cultura che normalmente non si possono visitare, facendo in
modo che, insieme ai turisti, anche i cittadini si trasformino
per un week end in “visitatori” della propria città, senza dover
pagare alcun biglietto di ingresso. La visita di questi luoghi,
importanti per il loro valore artistico e storico e per la memoria che hanno saputo conservare della vita delle singole
città, si svolge con l’accompagnamento di gruppi di giovani
studenti volontari, che si offrono ai visitatori come guide.
Questi giovani, attraverso un percorso didattico strutturato
che si dipana durante tutto l’anno scolastico, vengono preparati dai loro insegnanti a svolgere questo compito attraverso lo studio della storia e delle caratteristiche del luogo
che ciascuna scuola ha scelto di adottare.
Il risultato è grandissimo.
Più di 250.000 visitatori hanno partecipato alla XII edizione
nel 2008, e quasi 200.000 hanno partecipato all’edizione
2009 attualmente in corso.
La finalità di Imago Mundi è quella di aumentare la conoscenza, da parte degli studenti, del territorio in cui vivono,
attraverso percorsi di analisi, studio ed esposizione della storia del monumento con gli insegnanti delle scuole coinvolte
(più di 150 istituti in 52 comuni della Sardegna nel solo 2008
e 54 nel 2009), al fine di potenziare la loro formazione culturale, morale e civile che li renda cittadini più consapevoli
del valore del proprio patrimonio e maggiormente coinvolti
nella sua tutela.
Oggi Imago Mundi è una realtà radicata nel territorio sardo
- formata da professionisti - attiva nei campi della progettazione e consulenza nel campo dei beni culturali, ideazione e
realizzazione di percorsi formativi particolarmente in tema
di dispersione scolastica, gestione di beni culturali e museali,
implementazione di sistemi qualità, piani di comunicazione
Presidente
Fabrizio Frongia
Via S. Freud, 6
Cagliari
Tel. 070 6402115
Fax 070 6401730
[email protected]
www.monumentiaperti.com
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Associazione Culturale Imago Mundi
integrata, realizzazione di ricerche socio-economiche, progettazione di iniziative in
ambito comunitario.
L’attività annuale coincide con l’evento principale, ovvero la realizzazione della manifestazione, la cui organizzazione, ormai, richiede un intero anno di lavoro. Sintetizzando le fasi principali del processo di realizzazione di Monumenti Aperti possiamo
individuare:
- Progettazione e progettazione comunitaria
- Diffusione dell’Iniziativa e Marketing
- Fund raising
- Definizione del Calendario delle iniziative
- Redazione Piano di Comunicazione
- Rapporti e relazioni con le Amministrazioni, Scuole e Associazioni coinvolte
- Seminari di presentazione
- Attività didattiche nelle scuole e progetti antidispersione scolastica
- Definizione dei materiali tipografici e promopubblicitari
- Definizione e progettazione attività collaterali e didattiche
- Realizzazione conferenze stampa e promozione
- Gestione giornate della Manifestazione
- Attività di Customer Satisfaction
- Amministrazione e Rendicontazione
Il processo di realizzazione prevede l’utilizzo di strumentazioni informatiche e tecnologiche di uso comune. Nella realizzazione di alcune attività, l’Associazione si avvale del contributo di consulenti esterni e professionalità specifiche legate prevalentemente alle attività di promozione e stampa (Ufficio Stampa, Studi Grafici, Tipografie).
Collateralmente alle fasi sopra descritte, l’Associazione sviluppa attività progettuali
nel campo della progettazione comunitaria, grazie alle reti di partner che ha saputo
costruire negli anni, e una forte attività nel campo della formazione tecnica superiore (IFTS) e antidispersione scolastica, attraverso la partecipazione a diversi progetti cui ha dato vita e di cui è motore principale.
Nel prossimo triennio si prevede di aumentare il numero dei volontari coinvolti e
delle collaborazioni. In relazione allo sviluppo della manifestazione e dei progetti ad
essa collegati l’Associazione prevede di strutturare il proprio organigramma con
nuove aree settoriali e di offrire ai propri collaboratori occasioni di crescita professionale.
270
CONFARTIGIANATO
Confartigianato è un’organizzazione autonoma, fondata sul principio della libera adesione e aperta a tutte le componenti geografiche, settoriali e culturali dell’imprenditoria artigiana e delle piccole imprese che in essa trovano informazione, rappresentanza degli interessi generali, rapporto con le controparti
negoziali e con le Istituzioni. Costituita nel 1946, Confartigianato rappresenta
oggi più di 521.000 imprese e imprenditori appartenenti a 870 settori di attività, che nella Confederazione sono organizzati in 120 Associazioni territoriali, 20 Federazioni regionali, 12 Federazioni di categoria, 74 Gruppi di mestiere.
Con i suoi 1.215 sportelli territoriali e un patrimonio professionale di 14.000 collaboratori, Confartigianato si propone inoltre alle imprese come un partner per
nascere, competere e crescere in un mercato in continua evoluzione grazie a
un sistema di servizi integrati e personalizzati. Sul fronte della cultura d’impresa,
dello sviluppo dei mercati, della ricerca e dell’innovazione, Confartigianato è parte attiva di una vasta rete di istituzioni pubbliche e private a livello territoriale, nazionale e internazionale. Confartigianato promuove e accompagna inoltre i processi organizzativi e aggregativi che, facendo sistema, proiettano il tessuto produttivo diffuso verso le nuove opportunità di sviluppo dettate dall’evoluzione dei mercati.
FEDERAZIONE REGIONALE DELL’ARTIGIANATO SARDO
Presidente
Giorgio Natalino Guerrini
Referente
Roberta Corbò
Via di S. Giovanni
in Laterano, 152
00184 Roma
Tel. 347 9698078
Fax 06 7045188
[email protected]
www.musei.confartigianato.it
L’attività di rappresentanza
Aggregare la forza negoziale di un numero enorme di soggetti che altrimenti non avrebbero voce: è questo il tratto costitutivo di Confartigianato.
È in questo modo che la Confederazione ha saputo dare fin dall’inizio sostanza alla tutela costituzionale dell’Artigianato. Raccogliendo in una casa
comune esperienze territoriali ricche di tradizione e di conoscenze, ha fatto di esse un interlocutore univoco e credibile per tutte le relazioni essenziali
alla vita delle imprese: con i vari livelli dell’amministrazione e del governo del territorio, con le controparti sindacali, con i corpi legislativi, con le
numerose Istituzioni e agenzie che operano nel tessuto di una società moderna. Grazie a questo impegno sul fronte della rappresentanza, Confartigianato dialoga oggi con i Comuni, le Province, le Regioni, il Governo
nazionale. Grazie alla fermezza e alla convinta azione sindacale, Confartigianato è parte firmataria di accordi interconfederali nazionali e regionali su materie trasversali all’intero sistema produttivo, di 17 Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro specifici dei settori produttivi e merceologici delle attività artigiane, nonché di numerosi contratti collettivi regionali di lavoro. Confartigianato è inoltre in rapporto costante con il Parlamento, prende parte alle audizioni delle Commissioni parlamentari su materie rilevanti
per il comparto, offre supporto conoscitivo a numerosi parlamentari attenti
ai temi della vita economica e dell’artigianato in particolare. Sono numerose le istituzioni pubbliche e private verso le quali la Confederazione esprime un ruolo attivo: si tratta di un panorama reso particolarmente dinamico
dalle più recenti politiche nazionali e comunitarie dettate dall’evoluzione
dei mercati, delle tecnologie, dei paradigmi organizzativi e produttivi che
caratterizzano l’attuale scenario operativo e di sviluppo.
Turismo e Beni Culturali
Confartigianato è attiva da anni nella valorizzazione dell’artigianato come
attrattore turistico, (itinerari di botteghe storiche, artigianato d’arte, merchandising museale, souvenir di qualità, servizi ed eno-gastronomia). In
questo ambito sono stati realizzati diversi progetti, sono state pubblicate
guide turistiche con il Touring club e sono stati creati siti web. In particolare ricordiamo il Progetto “Musei dell’Artigianato”, patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha messo in luce la ricchezza di
350musei dell’artigianato in tutta Italia (www.musei.confartigianato.it).
271
Confartigianato
In Sardegna
La Federazione Regionale dell’Artigianato della Sardegna (Confartigianato Imprese
Sardegna), è una Organizzazione datoriale degli Artigiani, autonoma e indipendente,
che aderisce a CONFARTIGIANATO-Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato.
Costituita in Sardegna nel 1988, è una libera Associazione aperta a tutte le espressioni
dell’Artigianato della Sardegna, che in essa trovano rappresentatività, tutela, voce,
formazione, informazione e promozione.
Federazioni di Categoria e Gruppi di Mestiere
All’interno dell’Associazione Regionale, sono state istituite 12 Federazioni Regionali di
Categoria, con i relativi Gruppi di Mestiere, con lo scopo di tutelare, a livello settoriale e nel rispetto degli indirizzi associativi, gli interessi delle imprese appartenenti
ai diversi gruppi di Settore/Mestiere.
Le Federazioni sono le seguenti:
- Alimentazione
- Artistico
- Autoriparazione
- Benessere e Servizi alla persona
- Comunicazione e Servizi Innovativi
- Costruzioni
- Impianti
- Legno e Arredo
- Metalmeccanica di produzione
- Moda
- Servizi e terziario
- Trasporti, logistica e mobilità.
La diffusione nel territorio e le strutture operative
Confartigianato Imprese Sardegna è articolata in una Federazione Regionale e in cinque Associazioni Provinciali, suddivise a loro volta in sedi zonali e comunali.
Le sedi Provinciali sono le seguenti:
- l’Unione Provinciale di Sassari, con sedi zonali ad Alghero, Bono, Oschiri, Ozieri, Porto
Torres;
- l’Unione Provinciale della Gallura, con sedi zonali ad Arzachena e Tempio Pausania;
- l’Unione Provinciale di Oristano, con sede zonale a Cuglieri, Ghilarza, Samugheo e
Terralba;
- l’Associazione Provinciale di Nuoro, con sedi zonali a Dorgali, Lanusei, Macomer e
Tortolì;
- l’Unione Interprovinciale delle Province di Cagliari, Medio Campidano e CarboniaIglesias, con sedi zonali a Carbonia, Quartu S.Elena e Orroli.
Politiche territoriali e azioni di tutela e sviluppo attuate negli ultimi anni
Nel corso degli ultimi anni, costanti sono stati i rapporti con la Regione e Enti Locali,
e numerose sono state le iniziative intraprese per lo sviluppo dell’intero territorio regionale in ogni suo settore economico.
Le azioni più importanti si sono avute nel Credito, nei Trasporti, nell’Artistico, nell’Edilizia, negli Impianti, nell’Autoriparazione e nel binomio cultura-turismo.
La Federazione dei Trasporti della Sardegna, invece, ha affrontato una serie di problematiche inerenti la viabilità, la sicurezza e soprattutto la crisi che sta soffocando
il settore.
Seppur l’accesso alle 6 porte della Sardegna sia molto migliorato (anche dal punto di
vista dell’infrastrutturazione) in questi ultimi anni, manca infatti un importante programma di interventi che metta in collegamento/rete e in relazione i porti, gli aero-
272
Confartigianato
porti e le principali arterie (come la SS 131 o l’Orientale Sarda), con il centro e le zone
periferiche della Sardegna.
La Federazione dell’Artistico della Sardegna, ha partecipato a numerosi incontri regionali nei quali si sono dibattuti argomenti come la promozione, i marchi di tutela
e l’affidamento delle ex botteghe ISOLA.
L’attività del settore dell’Artigianato Artistico di Confartigianato Sardegna, è stata
basata sul bisogno di trovare e sperimentare nuovi canali commerciali e promozionali per i prodotti dell’artigianato tipico e tradizionale della Sardegna. Questi rappresentano infatti una necessità ormai consolidata e condivisa da parte di artigiani,
esercenti di commercio e Regione, soprattutto alla luce del progetto sui Marchi di
Valorizzazione delle produzioni artigianali di Sardegna, con il quale vengono certificati i prodotti realizzati.
Confartigianato Artistico, per esempio, ha sostenuto la Regione nella
fase di realizzazione del “marchio di
tutela”. L’Associazione ha lavorato
per ovviare al problema della commercializzazione e, a monte, della
produzione. E’ stato sottolineato
come lo scopo principale delle
azioni della Regione debba essere
anche il raggiungimento di una
soddisfacente azione commerciale.
Confartigianato ha studiato soluzioni per creare e applicare una
serie di strumenti che servano a incentivare i commercianti nella scelta di avere in negozio un prodotto artigianale di qualità e di proporlo alla clientela. Ovvero far capire
loro quanto sia importante commercializzare prodotti sardi e far parte di un gruppo
riconosciuto e sostenuto da una Istituzione come la Regione.
Le idee di sviluppo dell’Artigianato Artistico sono partite da due presupposti: il primo
è che il solo circuito commerciale legato alle Botteghe ISOLA di Cagliari e di Porto
Cervo non è più sufficiente mentre il secondo è che è giunto il tempo che gli artigiani
competano sui mercati con prodotti innovativi e originali, basati anche su design e
tecnologia.
Una nuova rete per la valorizzazione e commercializzazione dei prodotti artigiani
della Sardegna, una gamma di prodotti che leghi design e artigianato tipico-tradizionale e una più approfondita azione di marketing comunicativo, sono solo alcune
soluzioni proposte per allargare gli orizzonti di vendita all’intera regione e per promuovere, in maniera sempre più forte, l’unione tra Turismo e Artigianato.
Confartigianato Artistico ha anche organizzato un incontro con il Consorzio ARTEXFirenze, con il fine di discutere e sviluppare una serie di interventi relativi alla promozione dei prodotti della Sardegna.
Per quanto riguarda la cultura e il turismo, Confartigianato Imprese Sardegna ha realizzato una importante serie di iniziative con il fine di valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale regionale.
Tra queste ricordiamo il progetto sulla valorizzazione delle “Vetrine dell’Artigianato”,
a valere sul Bando POR 2000-2006 della progettazione integrata regionale, e il “Circuito dei Musei dell’Artigianato”, realizzato già nel 2003, e valorizzato da Confartigianato Turismo Nazionale e dal Touring Club Italiano, con il quale è stata pubblicata
una riuscitissima guida.
La Stampa e la Comunicazione
L’attività di comunicazione di Confartigianato Sardegna si articola sull’invio di Comunicati Stampa, sull’organizzazione di Conferenze Stampa e sulla partecipazione a
numerose trasmissioni televisive e sulla redazione quotidiana della Rassegna
Stampa.
273
Confartigianato
La Federazione ha anche un portale
informatico con la quale interagisce
con i propri associati e con il mondo
dell’artigianato. Il sito (www.sardegna.confartigianato.it) viene costantemente aggiornato con le novità
provenienti dall’attività dell’Organizzazione e del mondo dell’economia
regionale.
All’interno trovano spazio, oltre all’attività della FRAS, anche le categorie costituite quali l’edilizia, i trasporti,
l’artistico e gli impianti. Ampia anche
la sezione riservata alle fotografie, ai filmati e ai documenti divulgati.
274
CONFINDUSTRIA
Fondata nel 1910, Confindustria è la principale organizzazione
rappresentativa delle imprese manufatturiere e di servizi in Italia. Raggruppa, su base volontaria, 135.320 imprese di tutte le
dimensioni per un totale di 4.954.000 addetti.
Il valore base che ispira l’azione dell’organizzazione degli imprenditori è la convinzione che la libera impresa ed il libero esercizio dell’attività economica, in un contesto di economia di mercato, siano fattori di sviluppo e di progresso per l’intera società.
Confindustria in base al suo Statuto si propone di contribuire, insieme alle istituzioni politiche e alle organizzazioni economiche,
sociali e culturali, nazionali ed internazionali, alla crescita economica e al progresso sociale del paese.
A questo fine Confindustria rappresenta le esigenze e le proposte
del sistema economico italiano nei confronti delle principali istituzioni politiche ed amministrative, incluso il Parlamento, il Governo, le organizzazioni sindacali e le altre forze sociali.
Il Vertice
Emma Marcegaglia, Presidente
Alberto Bombassei, Vice Presidente per le Relazioni industriali, affari sociali e previdenza
Aldo Bonomi, Vice Presidente per le Politiche territoriali e distretti industriali
Cristiana Coppola, Vice Presidente per il Mezzogiorno
Antonio Costato, Vice Presidente per l’Energia e mercato
Edoardo Garrone, Vice Presidente per l’Organizzazione e marketing associativo
Federica Guidi, Vice Presidente e Presidente Giovani Imprenditori
Andrea Moltrasio, Vice Presidente per l’Europa
Giuseppe Morandini, Vice Presidente e Presidente Consiglio centrale Piccola Industria con delega per il credito, la finanza per le PMI e la semplificazione
Gianfelice Rocca, Vice Presidente per l’Education
Cesare Trevisani, Vice Presidente per le Infrastrutture, logistica e mobilità
Paolo Zegna, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione
Diana Bracco, Presidente del Progetto speciale “Ricerca e innovazione” e
“Expo 2015”
Luca Garavoglia, Presidente del Comitato tecnico per il Fisco
Salomone Gattegno, Presidente del Comitato tecnico per la Sicurezza
Angelos Papadimitriou, Presidente del Comitato tecnico per gli Investitori esteri in Italia
Ettore Artioli, Delegato del Presidente per il Coordinamento della rappresentanza al Cnel
Gabriele Galateri di Genola, Delegato del Presidente per le Comunicazioni e sviluppo banda larga
Paolo Scaroni, Delegato del Presidente per le Dinamiche dei nuovi scenari mondiali
Alberto Tripi, Delegato del Presidente per il Coordinamento servizi e tecnologie
Antonello Montante, Delegato Nazionale Confindustria per i rapporti
con le Istituzioni preposte al controllo del territorio
Giampaolo Galli, Direttore Generale
Daniel Kraus, Vice Direttore Generale
Presidente
Emma Marcegaglia
Referente
Aurora Riccardi
Viale dell’Astronomia, 30
00144 Roma
Tel. 06 5903469
Fax 06 5923713
[email protected]
Confindustria Sardegna
Presidente
Massimo Putzu
Viale Diaz, 29
09125 Cagliari
Tel. 070 650600
Fax 070 651588
[email protected]
www.confindustriasardegna.it
Associazione Industriali
delle Province della
Sardegna Meridionale
Cagliari, Carbonia
Iglesias, Medio Campidano
Presidente
Alberto Scanu
Viale Colombo 2/a
09125 Cagliari
Tel. 070 604281
Fax 070 604281
[email protected]
www.assindca.it
Associazione Industriali
della Provincia di Oristano
Presidente
Antonello Garau
Via Brunelleschi, 26
09170 Oristano
Tel. 0783 303517
Fax 0783 73544
[email protected]
www.assindor.it
Associazione Industriali
della Sardegna Centrale
Nuoro, Ogliastra
Presidente
Salvatore Nieddu
Via Veneto, 46
08100 Nuoro
Tel. 0784 233311
Fax 0784 233301
[email protected]
www.assindnu.it
Associazione Industriali
del Nord Sardegna
Sassari, Gallura
Presidente
Stefano Lubrano
Villa Mimosa,
Via Alghero, 49
07100 Sassari
Tel. 079 275171
Fax 079 280711
[email protected]
www.confindustrianordsardegna.it
275
Confindustria
In Sardegna
Nel 1978, dalla federazione delle quattro Associazioni provinciali degli Industriali aderenti a Confindustria, nasce la Confindustria regionale della Sardegna che, a partire
dal 2004, assumerà l’attuale denominazione di Confindustria Sardegna.
A norma dello Statuto Confederale, la Confindustria Sardegna esercita la rappresentanza e la tutela degli interessi generali delle imprese aderenti al sistema.
In particolare, sono prestazioni istituzionali della Confindustria Sardegna:
- rapporti con l’Ente Regione e con le società collegate, enti ed organismi di ambito
regionale, organi dello Stato decentrati a livello regionale, associazioni regionali;
- designazioni negli organismi collegiali di amministrazione attiva o consultiva;
- tutela della rappresentatività in ambito regionale;
- programmazione economica regionale e politica del bilancio della Regione;
- attività della Regione in materia tributaria;
- legislazione di livello regionale in materia di: urbanistica, territorio, ambiente ed
energia;
- legislazione industriale di livello regionale;
- disciplina e interventi nelle infrastrutture e trasporti anche nell’ambito interregionale;
- legislazione ed azioni amministrative per le fiere e la promozione dell’internazionalizzazione;
- formazione professionale e interventi regionali sul mercato del lavoro;
- legislazione ed azioni amministrative in materia di igiene, sicurezza e sanità;
- azioni dell’Unione Europea di interesse regionale;
- studi, ricerche ed indagini;
- comunicazione e immagine, relazioni esterne.
Le Associazioni Provinciali Industriali provvedono all’assistenza delle aziende industriali associate ed alla tutela degli interessi dell’industria favorendone lo sviluppo ed
il progresso e le rappresentano nell’ambito delle rispettive competenze territoriali
nei rapporti con le Istituzioni ed Amministrazioni, con le Organizzazioni economiche,
politiche, sindacali, sociali e culturali, nonché con le altre componenti del sistema
confederale;
Le Associazioni inoltre concorrono a promuovere con le Istituzioni, le Organizzazioni
economiche, politiche, sociali e culturali della provincia forme di collaborazione che
consentano di perseguire, in comune, più vaste finalità di progresso e di sviluppo.
Alla Confindustria sarda aderiscono nel complesso circa 1.700 aziende per un totale
di 3.700 lavoratori, e ciò la rende la principale organizzazione rappresentativa delle
imprese manifatturiere e di servizi nella nostra regione.
Con l’approvazione del nuovo Statuto del febbraio 2004, la Federazione sarda è stata
adeguata ai maggiori compiti di rappresentanza richiesti dal rinnovato assetto regionale ed ha cambiato il proprio nome in quello di Confindustria Sardegna.
Confindustria Sardegna, costituita principalmente con funzioni di coordinamento e
rappresentanza presso la Regione, ha visto in questi anni aumentare le proprie competenze e funzioni.
Attualmente si propone di contribuire, insieme alle istituzioni politiche e alle organizzazioni economiche, sociali e culturali della regione, alla crescita economica e al
progresso sociale del nostro territorio.
A questo fine rappresenta le esigenze e le proposte del sistema economico regionale
nei confronti delle principali istituzioni politiche ed amministrative regionali e nazionali, incluso il Parlamento, il Governo, le organizzazioni sindacali e le altre forze sociali.
Il valore fondamentale che ispira l’azione della Confindustria Sardegna è la convinzione che la libera impresa ed il libero esercizio dell’attività economica, in un contesto di economia di mercato, siano fattori di sviluppo e di progresso per il territorio e
276
Confindustria
l’intera società della nostra regione.
Nel corso degli anni le Associazioni industriali del sistema della Confindustria sarda
e la stessa Confindustria Sardegna hanno partecipato a diversi progetti e promosso
svariate iniziative con l’obiettivo di favorire la diffusione della cultura e della formazione per lo sviluppo del territorio.
Il Progetto Lauree Scientifiche, promosso dalla Conferenza Nazionale dei Presidi delle
Facoltà di Scienze e Tecnologie, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca e da Confindustria, ha l’obiettivo di avvicinare i giovani alle scienze di base:
matematica, chimica, fisica e scienze dei materiali.
Le linee di azione perseguite a livello regionale mirano a:
- potenziare l’Orientamento pre-Universitario degli studenti delle Scuole Medie Superiori;
- meglio sintonizzare la Formazione triennale dei Laureati con le esigenze del mondo
del lavoro;
- potenziare e incentivare le attività di Stage degli studenti delle classi 27, 30 e 35
presso le Imprese;
- mettere a punto un dettagliato piano di Comunicazione.
Orientagiovani (OR)
Il Gruppo Giovani Imprenditori della Provincia di Oristano ha organizzato in collaborazione con la Provincia, il Comune e la Camera di Commercio di Oristano, un
evento per l’orientamento al lavoro e ai percorsi di formazione superiore e universitari rivolto ai giovani studenti degli Istituti Secondari della provincia, a tutti i giovani
e alle loro famiglie.
La manifestazione non ha trascurato l’importantissimo collegamento con il mondo
del lavoro, con ampie possibilità di contatti sia con le realtà produttive del territorio
che con gli organismi che erogano i servizi per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro.
Polo Plasturgia Sardegna-Piemonte
Nel 2004 è stato firmato un Protocollo di intesa tra Regione Piemonte, Regione Sardegna, Ministero Istruzione, Università e Ricerca e Ministero del Lavoro e Politiche
Sociali, per la creazione del Polo Sardegna-Piemonte per la formazione e la ricerca nel
settore delle materie plastiche attraverso la partnership di Istituto Tecnico Industriale
Scanu, Università di Cagliari, Confindustria Sardegna, Regione Sardegna e alcuni centri di ricerca (CRENOS e CRS4).
Nel 2009 si è concluso il primo corso IFTS per Tecnico Superiore per la Trasformazione
delle Materie Plastiche che ha visto i partecipanti coinvolti negli stage presso le
aziende del settore. In particolare, grazie al supporto dell’Unione Industriali di Torino,
una decina di ragazzi sardi hanno avuto la possibilità di svolgere lo stage presso alcune aziende del torinese per un periodo di sette settimane.
Polo ICT Sardegna Piemonte
Negli anni scorsi il sistema della Confindustria Sardegna, attraverso l’Associazione
degli Industriali del Nord Sardegna, ha partecipato ad un’importante sperimentazione, promossa e finanziata dal Ministero dell’Istruzione, tesa a realizzare percorsi
formativi di specializzazione post-diploma, che siano connessi con le esigenze di innovazione e sviluppo tecnologico delle imprese.
E’ stato così realizzato un corso che ha tenuto conto delle particolari esigenze delle
aziende relativamente alle competenze e alle conoscenze professionali ritenute utili
per poter realizzare i propri progetti innovativi.
Il corso è stato realizzato dagli attori coinvolti nel progetto: Università di Cagliari e di
Sassari, Politecnico di Torino, Istituito Tecnico Deffenu di Olbia, Ist. Pininfarina di Torino, CRENOS, e la Confindustria nord Sardegna.
277
Confindustria
Polo Ambientale per la Sardegna
Nel 2006 è stato costituito il Polo Ambiente tra l’Istituto Tecnico Grazia Deledda, l’Associazione Industriali della Sardegna Meridionale, la Regione Sardegna, oltre ad enti
di formazione e di ricerca.
Già quaranta ragazzi hanno conseguito una specializzazione post diploma rispettivamente in tecnico per il monitoraggio ambientale e tecnico superiore per ambiente
energia e sicurezza
Altre iniziative culturali
L’Associazione Industriali della Sardegna Meridionale partecipa ad iniziative riguardanti il patrocinio di iniziative veliche e turistiche finalizzate a valorizzare le risorsa
del territorio, oltre ad ospitare convegni, incontri-dibattito e presentazioni letterarie.
L’Associazione industriali del Nord Sardegna, è spesso centro, grazie alla sede di Villa
“La Mimosa”, di prestigiose manifestazioni culturali della provincia di Sassari riguardanti convegni e conferenze, eventi di letteratura e poesia (presentazioni di opere e
volumi, conferenze etnografiche), arte e pittura (mostre ed esposizioni), musica (concerti e incontri musicali), moda (sfilate e presentazioni di collezioni), mostre fotografiche e d’antiquariato.
La villa è inoltre sede regionale del FAI-Fondo Italiano per l’ambiente e dell’AICC-Associazione Italiana della Cultura Classica.
278
CONSIGLIO NAZIONALE ARCHITETTI
Il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, organismo istituito presso il Ministero della Giustizia
con la Legge n. 1395/23, ha assunto la sua attuale denominazione, che sostituisce quella originaria di Consiglio Nazionale
Architetti, a seguito dell’entrata in vigore del D.P.R. 328/01 che
affianca alla tradizionale figura di architetto altre figure specialistiche con lauree quinquennali e triennali (iunior).
Il Consiglio è composto da 15 membri, eletti dagli Ordini provinciali, la cui durata in carica è di cinque anni. L’attuale Consiglio è in carica dal gennaio 2006.
L’attività di approfondimento delle tematiche professionali è
perseguita dal CNAPPC attraverso il lavoro svolto dai propri dipartimenti.
Il Consiglio Nazionale assume delle determinazioni al fine di
fornire il proprio parere e la propria interpretazione in merito a
provvedimenti e leggi concernenti l’esercizio della professione.
Le circolari, inviate agli Ordini provinciali, forniscono un costante aggiornamento dei principali provvedimenti di natura
legislativa connessi al mondo professionale.
Il sistema ordinistico italiano fonda la propria organizzazione
sulla presenza di 104 Ordini provinciali, distribuiti su tutto il territorio nazionale.
I Consigli direttivi degli Ordini sono eletti ogni quattro anni
dagli iscritti alle strutture provinciali.
Gli organismi regionali, Consulte e le Federazioni, sono organismi volontari che raggruppano gli Ordini provinciali dello stesso
ambito geografico con lo scopo di condividere iniziative connesse alla tutela ed alla promozione della professione di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore.
Il sistema di rappresentanza della professione di architetto, a
livello internazionale, è formato da una serie di organismi che,
con il contributo delle proprie rappresentanze nazionali, coordinano le attività, organizzano manifestazioni e concorrono alla
promozione dell’architettura.
Via di S. Maria dell’Anima, 10
00186 Roma
Tel. 06 6889901
Fax 06 6879520
[email protected]
279
CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI
Presidente
Paolo Stefanelli
Referente
Giuseppe Zia
Via IV Novembre, 114
00187 Roma
Tel. 0669767048 – 49
[email protected]
[email protected]
280
Il Consiglio Nazionale Ingegneri (C.N.I.), disciplinato nell’ordinamento giuridico italiano dalla Legge 1395/23, dal Regio Decreto 2537/25, dal Decreto Luogotenenziale 382/44 e dal DPR
169/2005, è l’organismo di rappresentanza istituzionale sul
piano nazionale degli interessi rilevanti della categoria professionale degli ingegneri.
Il Consiglio, per specifica disposizione legislativa, è un ente di
diritto pubblico vigilato dal Ministero della Giustizia ed ha sede
in Roma. Esso è composta da quindici Consiglieri l’insediamento
dei quali è ratificato da decreto del Ministero della Giustizia in
base all’esito di regolare elezione da parte di tutti i Consigli provinciali dell’Ordine.
Il mandato è quinquennale ed il Consiglio in carica esercita le
proprie funzioni fino all’insediamento effettivo del nuovo Consiglio eletto.
I consiglieri eleggono al loro interno il Presidente, il Vice Presidente, il Consigliere Segretario. Ciascun consigliere su incarico
del Consiglio cura un particolare settore dell’attività dell’Ente,
presenta relazioni e propone in Consiglio le deliberazioni che si
rendessero opportune.
I compiti istituzionali del C.N.I. prevedono: il ruolo di magistratura di secondo grado nei ricorsi e reclami degli iscritti avversi
alle decisioni dei Consigli dell’Ordine, ai sensi del regolamento di
cui al decreto ministeriale 1 ottobre 1948; l’espressione di pareri,
su richiesta del Ministero della Giustizia, in merito a proposte di
legge e regolamenti riguardanti la professione; la funzione di referente del Governo in materia di tariffa professionale; la definizione dell’ammontare del contributo annuale per il funzionamento del Consiglio Nazionale che ogni Ordine corrisponderà in funzione del proprio numero di iscritti.
Il C.N.I., inoltre, ha la potestà di dare parere all’autorità vigilante
in caso di scioglimento dei singoli Consigli degli Ordini, quando
non siano in grado di funzionare regolarmente (articolo 8 del
D. L. 382/44).
Il C.N.I. svolge un ruolo di primaria importanza nel promuovere,
sviluppare e potenziare l’attività dell’ingegnere al fine di accrescere la sua incidenza nella società in cui opera ed è sempre
più attivo ed operante nel perseguire obiettivi di crescita delle
capacità tecnico/culturali dei professionisti che rappresenta e di
un sempre maggiore riconoscimento, da parte delle forze politiche e sociali, del ruolo motore dell’ingegnere nei processi
d’evoluzione e cambiamento.
L’apparato d’autogoverno della categoria professionale degli ingegneri funziona a due diversi livelli autonomi: da un lato opera
il C.N.I., dall’altro i 106 Ordini provinciali. E’ preciso compito del
C.N.I., attraverso l’emanazione di pareri e direttive, uniformare
l’attività dell’apparato sul territorio nazionale, ferme restando
le necessarie differenziazioni d’attività legate alle diverse collocazioni territoriali e relative esigenze economico/sociali. Un
prezioso strumento per attuare questa politica è dato dall’Assemblea dei Presidenti di tutti gli Ordini e delle Federazioni Regionali.
Il C.N.I. è membro e partecipa attivamente ai lavori di alcune
importanti organizzazioni internazionali (CLAIU, FEANI, FMOI-
Consiglio Nazionale degli Ingegneri
WFEO, ECCE ed ECEC), e tiene naturalmente contatti con le Associazioni nazionali di Ingegneri dei vari paesi fuori e dentro l’Unione Europea. Con alcune di esse sono stati stipulati degli accordi bilaterali di carattere tecnico e culturale (in particolare con l’ ASCE,
il CNISF, la FEBRAE e il CAI.
Il C.N.I. cura la redazione e divulgazione di una rivista mensile di cultura ed informazione L’Ingegnere italiano, gratuitamente inviato a tutti gli iscritti all’Ordine.
Composizione del Consiglio per il quinquennio 2007-2012:
Membri del Consiglio insediato il 13 aprile 2007
Presidente Paolo Stefanelli Ordine di Lecce
Vice Presidente vicario Pietro De Felice Ordine di Napoli
Vice Presidente aggiunto Giovanni Rolando Ordine di Imperia
Consigliere Segretario Roberto Brandi Ordine di Chieti
Tesoriere Carlo De Vuono Ordine di Cosenza
Consigliere Alessandro Biddau Ordine di Cagliari
Consigliere Giovanni Bosi Ordine di Bergamo
Consigliere Ugo Maria Gaia Ordine di Alessandria
Consigliere Alcide Gava Ordine di Treviso
Consigliere Romeo La Pietra Ordine di Udine
Consigliere Giovanni Montresor Ordine di Verona
Consigliere Junior Antonio Picardi Ordine di Salerno
Consigliere Sergio Polese Ordine di Latina
Consigliere Silvio Stricchi Ordine di Ferrara
Consigliere Giuseppe Zia Ordine di L’Aquila
Inoltre, allo scopo di contribuire alla valorizzazione della professione dell’ingegnere così
come configurata dall’Ordinamento Professionale, il C.N.I. ha deciso nel 1999 di attivare
un proprio Centro Studi che ha sede in Roma, via Dora 5, il cui direttore è il Dott. Massimiliano Pittau e il cui direttivo è così composto:
Presidente Romeo La Pietra, Vice Presidente Giuseppe Zia, Consiglieri Ugo Gaia, Alberto
Speroni e Massimiliano Pittau.
Il CNI si avvale, inoltre, di altre proprie strutture organizzative che hanno origine dal
suo regolamento interno, tra esse c’è la “Scuola Superiore e il Centro di Formazione Professionale per l’Ingegneria” che ha sede in Roma presso lo stesso CNI il cui direttivo è
così composto:
Presidente Giuseppe Zia
Segretario Giovanni Rolando
Tesoriere Carlo De Vuono
281
ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI,
PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA
DI CAGLIARI, MEDIO CAMPIDANO
E CARBONIA-IGLESIAS
In Sardegna
Presidente
Tullio Angius
Via L. B. Alberti, 9
09131 Cagliari
Tel. 070 403205
Fax 070 403019
[email protected]
282
Tra le attività di promozione culturale, condotte negli ultimi
anni, si segnala in particolare la III Conferenza Regionale sul
Restauro del Moderno, Problematiche conservative dell’architettura civile e industriale del Novecento, che ha rappresentato una straordinaria occasione di valorizzazione del
patrimonio edilizio nel territorio. Non solo delle opere, ma
del nuovo mondo progettuale che si affaccia alla realtà professionale, dal primo Novecento.
Composizioni che divengono fondative dell’architettura e
dell’urbanistica contemporanea.
I lavori sono stati pubblicati nella rivista scientifico culturale
Arte, Architettura, Ambiente, promossa dall’Ordine Architetti
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Cagliari e Province
e divulgati sul sito web www.ca.archiworld.it.
Il progetto culturale di promozione e valorizzazione dei contenuti trattati nelle due giornate seminariali di rilievo internazionale , ha alternato alle partecipazioni di partners
pubblici e privati, le Università e l’ autorevole personalità di
studiosi che, con le loro relazioni, hanno contribuito alla costruzione della sensibilità cittadina verso i temi del Novecento. Assegnando valore significativo, a questa parte
importante della cultura architettonica e della sua espressione dell’ Arte nel Mondo.
In effetti pur essendoci una vasta letteratura in merito, il dibattito, contenuto un tempo in una sfera ristretta della ricerca sulla storia contemporanea, si sta spostando alla sfera
cittadina. Ora ci si chiede quali approcci sono possibili e convenienti in quelle parti dell’ urbano caratterizzato dall’architettura moderna. Si tratta di produzione edilizia “segnata”
dal forte incremento degli spazi edificati, da nuovi manufatti
del tessuto abitativo o da edifici specializzati nel territorio,
in molte parti composto da architetture deteriorate e spazi
urbani degradati. Constatazione che impone un ripensamento ed allo stesso tempo una rivisitazione dei principi tecnici, delle possibilità operative e migliorative che la cultura di
questo immenso patrimonio edilizio ha prodotto. Tale è il filo
conduttore che attraversa i temi trattati dalla Conferenza Regionale.
Se in prima istanza una delle problematiche più urgenti, riguarda l’individuazione di quelle architetture che costituiscono esempi di eccezionale valore per lo sviluppo e “lo
spirito” dell’arte contemporanea e per la memoria locale, con
questa emerge la problematicità dell’azione, nel decidere
quali “oggetti”, quali spazi, possono essere reintegrati con
maggiore libertà nell’uso dei materiali e nella ricomposizione delle forme, sia architettoniche che paesaggistiche.
È proprio questo interesse, che rende ancor più complicate
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia
di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias
le possibilità operative, non solo per la fragilità dei materiali utilizzati, spesso sperimentali ed il più delle volte pensati per un “tempo breve”; ma soprattutto perché la
“tutela” seppure di casi emblematici, della cultura architettonica, implica un’idea interpretativa della stessa.
Non sembra infatti, che si possa parlare di architettura e dell’urbanistica del nostro
tempo, senza tener conto della cultura architettonica espressa dalle opere del primo
Novecento, dagli estesi tessuti abitativi del periodo della ricostruzione e dagli indirizzi e le tendenze culturali recenti, spesso influenzate dai contesti storici, evolutivi,
dei luoghi nei quali si opera professionalmente.
Considerazioni che si accompagnano a domande dal risvolto compositivo, per gli architetti (e per gli esperti che vi sovrintendono) molto suggestive: quali relazioni sono
individuabili tra le linee degli spazi architettonici (per buona parte del ‘900 ormai
storicizzati) e l’esterno? Quali corrispondenze è possibile individuare tra l’architettura e l’intorno ambientale o la forma topografica? Siamo consapevoli di quanto sia
difficile discutere di città e di edifici moderni o di sviluppi che ancora si verificano intorno a noi e sotto i nostri occhi, e di quanto sia “pericoloso” tracciare un profilo di tali
situazioni.
Il percorso più appropriato quindi, è rappresentato dal confronto senza preconcetti,
adeguato ad una comunità aperta. Un’occasione di studio comprensivo di apporti
scientifici ed allo stesso tempo rivolto all’ attenzione pubblica ed alla sensibilità dei
cittadini che di quelle forme e di quegli spazi sono i principali fruitori e che tra l’altro
determinano il successo o l’insuccesso (a posteriori) dell’opera stessa. Non l’offerta
di un’iniziativa culturale con un percorso pre-definito, indirizzato ad un obiettivo premeditato (se non nella volontà di comprendere quanto “ancora” possiamo tutelare
della cultura del nostro tempo), ma piuttosto cogliere dai contributi dei relatori e dai
temi trattati nel corso della Conferenza, gli spunti ed i fili positivi e propositivi rispetto alla realtà architettonica e urbana contemporanea.
La volontà di studiare insieme, ha indirizzato nel corso dei lavori, verso l’ identificazione delle linee progettuali percorribili negli aspetti tecnici del restauro e nel rapporto luogo-edificio. Poichè se è importante comprendere il valore dell’architettura
moderna per un suo restauro, allo stesso tempo è importante spostare la sensibilità
del fare architettura verso le comunità sociali ed i loro bisogni, affinché i nostri interventi sull’“Antico” del ‘900, siano adeguati e rispettosi non solo di quello che c’è ma
siano, nella migliore delle intenzioni, l’espressione “futura” dell’arte, e dell’opera architettonica.
In questo senso, in linea con tali intenti la rivista Arte, Architettura, Ambiente, pubblica
e divulga sinergicamente i contenuti della III Conferenza Regionale sul Restauro del
Moderno, Problematiche conservative dell’architettura civile e industriale del Novecento.
Tale “memoria” si compone di due parti. Nella prima sono anticipati gli argomenti
trattati nel corso della Conferenza.
- Spaziando dal Restauro del Moderno rispetto all’”Antico” con l’autorevole partecipazione di Gillo Dorfles che ne ha delineato mirabilmente i profili nella sua relazione; all’Etica e la pratica della conservazione edilizia, argomento affrontato da
Paolo Scarpellini;
- dai Restauri brutalisti in aree archeologiche e le sue problematiche di conservazione
con la relazione di Stefano Gizzi; ai Preliminari del restauro tra ricerca e documentazione di Franco Masala;
- dall’Avventura della costruzione e la questione dell’attribuzione di casa Malaparte, a
cura di Gianni Pettena; all’Importanza dell’archivio della commissione edilizia di Cagliari, quale fonte fondamentale per il restauro architettonico di Ester Gessa.
- Passando per i casi di studio specifici: Il tempo come elemento della composizione.
L’Antico e i giovani ‘razionalisti’ italiani, argomento illustrato nella relazione di Marco
Lecis;
- La riqualificazione dei tessuti residenziali di Carbonia di Antonello Sanna;
- Il restauro del Dopolavoro di Carbonia di Paolo Sanjiust;
- Il manuale del recupero dell’architettura mineraria di Alfredo Ingegno; Il parco mi-
283
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia
di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias
nerario dell’Argentiera. Appunti per il recupero di un’identità storica ed il progetto di
una futura identità di Giacomo Tempesta;
- Il restauro nella città di fondazione del Novecento: una precisazione e un esempio di
Giorgio Pellegrini;
- Le problematiche della Conservazione dei materiali da costruzione moderni di Luigi
Massidda;
- Il Cinema Teatro “Eliseo” di Nuoro. Il progetto di restauro di Elia Lubiani e Paolo Scarpellini .
Inoltre alle sessioni di studio della Conferenza, ovvero:
- La conoscenza e la documentazione del patrimonio culturale del Novecento;
- La conservazione ed il recupero dell’ architettura mineraria in Sardegna;
- La rassegna di casi nazionali ed internazionali di conservazione e recupero dell’ architettura mineraria;
- Le problematiche locali e casi di restauro moderno in Sardegna;
- La rassegna di casi nazionali ed internazionali di restauro del moderno;
altri contributi ed altre relazioni si sono alternati nel programma. Tra questi:
Erilde Terenzoni, Gli archivi del moderno. Problemi e metodi di inventariazione e catalogazione; Roberto Porra’ L’archivio di Monteponi ed i documenti dell’architettura; Gabriele Tola, La diga di S. Chiara a Busachi; Giovanni Maciocco, Dimensioni territoriali del
Moderno; Francesca Segni Pulvirenti, Il restauro del paesaggio minerario in Sardegna;
Tatiana K. Kirova La Sardegna in Europa: culture minerarie a confronto; Barbara Denicolo, Il padiglione Libera: caratterizzazione dei materiali con TND, modellazione strutturale agli elementi finiti; Alberto Artioli Interventi di valorizzazione e conservazione
della Casa del Fascio e di altre opere comasche di Giuseppe Terragni; Anna Maria. Montaldo e Lucia Siddi, Dal restauro alla musealizzazione della Collezione Ingrao.
A seguire un partecipato dibattito, con l’ autorevole conclusione di Margherita Guccione.
In appendice alla rivista Arte, Architettura, Ambiente, lo scritto Nuovi paesaggi dalla
Biennale di Venezia a cura di Marco Lecis, apre una finestra, sulle trasformazioni contemporanee di cui abbiamo parlato più sopra. Trasformazioni urbane ed architettonico-progettuali che Kurt W. Forster ha ben individuato nel tema Metamorph, a
rappresentare il filo conduttore dell’Esposizione di quest’anno. Cogliendo l’occasione
di tale relazione, si è voluto offrire ai lettori ed ai partecipanti alla Conferenza, l’esempio di alcune delle composizioni più recenti dell’architettura e dell’urbanistica contemporanea. Da questa si può osservare quanto l’architettura incida, reagisca,
trasformi e sia in costante e perenne evoluzione nel rendere metamorfico il nostro intorno di vita ma anche il lavoro e l’etica professionale. Più in generale le opere presenti in Mostra esprimono il “sentire” della cultura architettonica contemporanea
nella azione trasformatrice del rapporto luogo-edificio. Rapporto che può essere totalmente rispettoso di quello che c’è (e del suo contesto storico-ambientale) ma può
anche essere completamente ripensato. Fra le due parti, la rubrica documentale, con
gli Scritti di Gillo Dorfles, per ricordare lo “spirito” del tempo di un Novecento ormai
lunghissimo: 1930; 1964; 1998.
Sono appunti che ci aiutano a procedere in questo non semplice cammino sulle problematiche conservative (e trasformative) dell’architettura civile e industriale del Novecento e che si offrono ora all’attenzione del Ministero a testimonianza dell’impegno della Pubblica Amministrazione sul territorio.
284
ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI,
PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA
DI NUORO
In Sardegna
Come attività specifica del 2008 l’Ordine ha concentrato le
sue attenzioni all’organizzazione del III° Convegno Euromediterraneo, Nuoro 23 - 24 maggio 2008
Mettendo a frutto l’esperienza delle due precedenti edizioni, si è potuto contare, come previsto, su un afflusso giornaliero di numerose persone, provenienti da tutto il territorio regionale oltre che da altre regioni italiane e dall’estero. Particolarmente intensa la presenza di studiosi della materia, soprattutto architetti, amministratori e intellettuali. Al notevole
impegno organizzativo e logistico, conseguente anche alla numerosa rappresentanza dei relatori stranieri e del continente si è potuto far fronte in maniera soddisfacente, grazie alla
segreteria organizzativa costituita dalla struttura dell’Ordine
degli Architetti, PP, PP, e CC delle Province di Nuoro ed Ogliastra (per l’occasione rafforzata da esperti esterni, allo scopo
convenzionati) ed all’impiego di risorse, finanziarie e di partecipazione, da parte degli Enti Patrocinatori. La complessa ma
efficiente organizzazione per l’accoglienza e l’assistenza degli studiosi e dei convenuti ha consentito un soddisfacente svolgimento della manifestazione, come testimoniato dalle lettere di apprezzamento scritte dagli studiosi e dagli ospiti partecipanti, al loro rientro in sede. La presenza di così tante persone, tra le quali si è potuto contare un gran numero di stranieri, ha ancora una volta promosso l’attenzione degli studiosi
del paesaggio sulla centralità della Sardegna nel Mediterraneo ed ha ancora una volta confermato la manifestazione del
Convegno Euromediterraneo come appuntamento fisso a cadenza biennale per la Città di Nuoro e quindi per l’intera Isola. Questo elemento di interesse ha creato una conseguente
implementazione del comparto turistico-culturale sia dal punto di vista strettamente tecnico (risultati dello studio del Convegno) che da quello socio-economico, dando luogo all’afflusso
di circa 1000 persone in periodo di bassa stagione, oltre ad aver
promosso un territorio per molti degli studiosi e dei convenuti fino a quel momento pressoché sconosciuto.
Nel Convegno sono stati coinvolti relatori e studiosi di alcuni tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, quali la Spagna con l’ Arch. Fabian Llisterri, Membro del Consiglio di Spagna, delegato UMAR e membro del Consiglio UIA che ha parlato di Le littoral espagnol, leçons d’une développement non durable, la Francia (Corsica e Region du Gard) rappresentata dagli Architetti Jean Filippi, Libero professionista, Président
d’honneur de l’Ordre Régional des Architectes de Corse e Paul
Milon, Presidente en exercice de l’Ordre des Architectes con
le relazioni L’intégration des concepts de Développement Durable dans les projets en Corse et plus généralement dans l’ensemble des pays méditerranéens e Présentation du Plan d’Amé-
Presidente
Giovanni Pigozzi
Via Mons. Melas, 15 a
08100 Nuoro
Tel. /Fax 0784 232563
[email protected]
285
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia
di Nuoro
nagement Développement Durable de la Corse e l’Arch. Renè Ventura, Membro Assemblea
UMAR che ha esposto la sua relazione su Paysages region du Gard, entre Mer et Montagne: inventaire et actions de valorisation.
Ancora il Portogallo con l’Arch. Fernando Pinto, Libero professionista su Il Paesaggio
in Portogallo: mutazioni necessarie?.
L’Arch. Pangalos Panayotis, Dottorando presso il Dipartimento di Architettura Università di Patrasso ha parlato di Paesaggio Storico Mediterraneo in rappresentanza
della Grecia; il Marocco con il Prof. Ing. Khalid El Harrouni, Docente Ecole Nationale
d’Architecture de Rabat su La Planification Urbaine au Maroc: Bilan et Perspectives.
La Tunisia rappresentata da Ali Djerbi, Architetto Urbanista che ha relazionato su L’Architecture vernaculaire de Djerba; il Prof. Arch. Atilla Yücel, Docente alla Istanbul Bilgi
University ha parlato di Continuità e Trasformazioni del Paesaggio Urbano nel Contesto Mediterraneo, ambienti ed esempi di Turchia.
Infine l’Italia, rappresentata con relatori provenienti da diverse regioni:
- Veneto: la Prof. Arch. Paesaggista Maria Pia Cunico, Docente alla Facoltà di Architettura Università di Venezia ha parlato dell’Hortus conclusus e il paesaggio del Mediterraneo;
- Puglia: Mauro Masullo – Responsabile Sezione Centropeninsulare dell’Associazione
Italiana di Architettura del Paesaggio con la relazione su Peculiarità ed eterogeneità
dei paesaggi Mediterranei: analisi e valutazione del patrimonio paesaggistico;
- Sardegna: Arch. Giorgio Costa, della Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale e della Vigilanza Edilizia Regione Sardegna su Il Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna tra vincoli e opportunità;
- Arch. Alceo Vado, Libero professionista su Paesaggio, nuova frontiera: il caso Sardegna;
- Arch. Luisella Girau, Libero Professionista su Il paesaggio periurbano, un’ esperienza
di buona pratica per la valorizzazione e riqualificazione delle aree del Golfo Orientale di Cagliari;
- Dott. Vittorio Gazale, del Parco Nazionale dell’Asinara su Il Paesaggio marino Mediterraneo
Tra tutti i Paesi e le regioni che si sono voluti coinvolgere è facilmente comprensibile
la centralità geografica e non solo, della nostra Isola; si è perciò ritenuto opportuno
riconfermare il luogo del Convegno nella città di Nuoro, che di tale ambito regionale
ne rappresenta la parte più centrale.
I risultati del III° Convegno, così come testimoniato dai commenti della stampa, degli
studiosi del paesaggio e della architettura e dai convenuti tutti hanno confermato la
validità e l’attualità della iniziativa ed hanno indotto gli scriventi ad assumere l’impegno perché la stessa sia ripetuta nel tempo. Così che la stessa possa costituire appuntamento periodico per gli studiosi della materia e non solo per un confronto di
idee, di progetti e di realizzazioni sulla conservazione, la costruzione e la messa in
valore del paesaggio considerato quale irrinunciabile testimonianza del patrimonio
identitario delle comunità che lo hanno espresso attraverso la storia. Rimane salda
e si rinforza, quindi, l’idea di proseguire il Convegno Euromediterraneo come un appuntamento biennale. E’ maturata inoltre la convinzione che i temi e gli argomenti
trattati su queste fondamentali discipline debbano necessariamente essere resi disponibili a tutti gli interessati, partecipanti o meno fisicamente alla manifestazione,
anche oltre il tempo in cui si svolge l’evento, perché costituiscono un fondamentale
strumento di conoscenza dello stato dell’arte sulla materia trattata. A maggior ragione se tali occasioni di confronto sono state, anche almeno in parte, promosse con
risorse della comunità. In considerazione di tale impegno i lavori del Convegno sono
stati pubblicati in internet e chiunque ha potuto, sin dal giugno 2008, prenderne visione sul portale della casa editrice Di Baio (www.dibaio.com), che ne ha curato una
elegante ed efficace rappresentazione. A seguito dei lavori di correzione delle bozze
si sta procedendo, come per le precedenti edizioni, alla pubblicazione degli atti ed
alla loro divulgazione.
286
ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI,
PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA
DI ORISTANO
In Sardegna
Politiche territoriali nella regione
L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
della provincia di Oristano svolge la propria funzione nell’ambito territoriale di appartenenza, mediante l’impegno continuo e costante del consiglio teso a valorizzare la figura ed
il ruolo professionale dell’Architetto, del Pianificatore, del Paesaggista e del Conservatore, nel rapporto con le istituzioni la
committenza, la collettività, offrendo impulso alla sua funzione
sociale ed al costante aggiornamento degli iscritti sotto il profilo tecnico e culturale.
L’obiettivo prefisso è quello della promozione della qualità
dell’architettura e della valorizzazione della professionalità
dell’architetto, del pianificatore, del paesaggista e del conservatore, perseguito attraverso l’organizzazione di eventi
ed occasioni di confronto su tematiche inerenti la professione in genere e che hanno riflessi in ambito sociale.
Nella fattispecie l’attuale consiglio oltre ad espletare attività
ordinaria di funzionamento ha profuso notevole impegno
nelle seguenti attività:
- corsi di aggiornamento sia in loco che on line;
- adesione al progetto Leonardo per la promozione la collaborazione ed il confronto fra culture ed esperienze in ambito europeo a favore di giovani architetti iscritti e studi
professionali esteri, condiviso con altri ordini territoriali;
- incontri, seminari, dibattiti e convegni, sull’architettura di
qualità, in quanto la qualità dell’ambiente che ci circonda si
riflette inevitabilmente nella qualità della vita. A tal riguardo nel mese di maggio u.s. è stato svolto in collaborazione con la provincia di Oristano un convegno avente
come finalità il perseguimento della qualità degli interventi
pubblici, a partire dalle procedure attraverso cui li si realizza, ciò infatti costituisce per le amministrazioni pubbliche una fondamentale responsabilità e un importante
elemento di innovazione e per raggiungere tale obiettivo
occorre un rilevante impegno in termini di collaborazione
interistituzionale, trasparenza e capacità di comunicazione.
Fra le tematiche affrontate in recenti seminari anche quelle
inerenti il recupero e la valorizzazione dei beni culturali.
- occasioni di confronto con le amministrazioni, sulla normativa che regola gli appalti e l’affidamento degli incarichi
nonché, sulla strumentazione urbanistica e la trasformazione del territorio;
- attività di valorizzazione delle tecniche e dei materiali tradizionali con l’attivazione di un work shop con l’Università
degli Studi di Firenze, facoltà di Architettura all’interno del
quale sono stati invitati anche architetti stranieri, noti per
l’uso della terra cruda nella loro produzione al fine di internazionalizzare il materiale e le tecniche applicative e confrontarsi sulle peculiarità di un materiale antico dalle
Presidente
Gabriele Manca
Via Carpaccio, 34
09170 Oristano
Tel./Fax 0783 216098
[email protected]
www.architettioristano.it
Vicepresidente
Pusceddu Tiziana
Segretario
Oppo M.R. Silvia
Tesoriere
Santus Luigi
Consiglieri
Murgia Giovanni
Falchi Maura M.G.C.
Perra M. Franca
Trogu Adriana
Abis Paolo
287
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia
di Oristano
prestazioni altamente competitive in ambito della Bioarchitettura;
- esposizioni e mostre di architettura;
- premi di architettura di concerto con la federazione degli architetti, p. p. e c. della
Sardegna.
Proposta di legge sulla qualità dell’architettura
L’ordine di concerto con altri ordini provinciali degli architetti, p.p.e c., ha contribuito
alla predisposizione di un disegno di “Legge quadro in materia di valorizzazione della
qualità architettonica e disciplina della progettazione e delega al Governo per la modifica del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”.
Il disegno di legge ha l’obiettivo primario di introdurre nel nostro ordinamento la nozione di «qualità architettonica». Contestualmente esso detta anche nuove disposizioni di specificazione e attuazione della nozione di «qualità architettonica» applicabile
nei diversi ambiti materiali di competenza dello Stato e delle regioni.
Promozione della pratica del concorso di idee
Per divulgare la cultura del progetto e la prassi dei concorsi di progettazione, l’ordine
fornisce il proprio supporto agli enti che bandiscono concorsi di idee.
In tale ambito è recente l’organizzazione di una mostra-convegno sulla Qualità architettonica, sull’importanza del concorso e della centralità del progettista architetto
nel processo edilizio, anche con il fine di pubblicizzare il concorso organizzato dagli
Enti sopramenzionati con Qualità Italia.
Attenzione all’aggiornamento e formazione professionale
L’ordine organizza corsi di aggiornamento e di specializzazione volti all’accrescimento
culturale e professionale e ad un sempre continuo e costante impegno di qualificazione professionale dei propri iscritti.
288
ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI,
PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLE PROVINCIE
DI SASSARI E OLBIA-TEMPIO
In Sardegna
L’Ordine di Sassari, costituito nel 1988, ora Ordine degli Architetti, PP.PP.CC. delle province di Sassari e Olbia-Tempio a
seguito dell’istituzione della nuova provincia, conta 513
iscritti alla sezione “A” e 7 iscritti alla sezione “B” (laurea
breve) e svolge la propria attività nell’ambito delle due province.
L’Ordine, ente di diritto pubblico vigilato dal Ministero della
Giustizia, rappresenta un punto di riferimento tanto per gli
iscritti quanto per la committenza e le altre istituzioni.
I compiti istituzionali, individuati dalla specifica normativa
di settore, che il Consiglio dell’Ordine è tenuto a perseguire
riguardano:
- la tenuta dell’albo degli iscritti;
- il controllo dell’operato degli iscritti dal punto di vista deontologico;
- la repressione dell’eventuale uso abusivo del titolo professionale e dell’esercizio illecito della professione;
- la mediazione di controversie tra professionisti e clienti;
- la formulazione di pareri richiesti dalle pubbliche amministrazioni su argomenti attinenti la professione di architetto,
pianificatore, paesaggista e conservatore.
Presidente
G. Giuliano Mossa
Via Torres, 2/a
07100 Sassari
Tel. 079.2828008
Fax 079.2827035
www.ss.archiworld.it
[email protected]
[email protected]
Vice Presidente
Stefano Navone
Segretario
Francesco De Rosa
Tesoriere
Giancarmelo Serra
Consiglieri
Alfonso Lendini,
Elia Lubiani,
Francesco Spanedda,
Patrizia Angius,
Paola Alciator
Oltre ai compiti prettamente istituzionali, l’attività dell’Ordine si incentra sulla valorizzazione e sulla qualificazione
della professione dell’Architetto, del Pianificatore, del Paesaggista e del Conservatore, ed è finalizzata al costante aggiornamento tecnico, scientifico e culturale, alla promozione
e all’attuazione di iniziative dirette alla formazione, al perfezionamento, alla qualificazione professionale.
In particolare l’Ordine:
- organizza corsi di aggiornamento e di specializzazione di
interesse della categoria;
- promozione e divulga studi e ricerche sulle dinamiche di
trasformazione dell’edilizia e del territorio;
- partecipa al confronto pubblico sui contenuti delle problematiche relative all’architettura e alla professione attraverso
l’organizzazione di seminari, mostre, dibattiti, convegni su
temi diversi della cultura architettonica e delle esperienze
artistiche;
- collabora con gli Enti locali per l’organizzazione di concorsi
di idee e di progettazione;
- opera per la tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, attraverso la promozione e la diffusione di una cultura progettuale architettonica ed urbanistica, ad alta
sostenibilità ambientale;
- segnala nominativi di iscritti per la composizione di commissioni giudicatrici;
- informazione gli iscritti sulle problematiche professionali;
- controlla lo svolgimento degli esami di stato per l’abilita-
289
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia
di Sassari e Olbia - Tempio
zione all’esercizio della professione partecipando con propri rappresentanti alle sessioni di esame;
L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Province di
Sassari e Olbia-Tempio collabora inoltre con le Istituzioni e gli Enti Pubblici territoriali
per il perseguimento dell’interesse pubblico generale oltre che dei propri iscritti.
Attività e iniziative culturali biennio 2007 - 2008
macs – Mostra Architetture Contemporanee della Sardegna Settentrionale
Sassari 19 – 28 ottobre 2007 - Padiglione Tavolara
Organizzata dall’Ordine degli Architetti di Sassari e Olbia-Tempio con il patrocinio:
Presidenza del Consiglio Regionale della Regione Sardegna
Presidente del Consiglio Provinciale di Sassari
Comune di Sassari
Facoltà di Architettura di Alghero
Mostra di architetture recenti realizzate nella Sardegna settentrionale, con l’obiettivo
di promuovere la qualità architettonica e di far conoscere al pubblico le opere di architettura contemporanea realizzate dal 1996 fino ai nostri giorni nei territori del
nord Sardegna, attraverso l’esposizione delle opere di 15 architetti selezionate da una
commissione composta dal professore Valerio Dehò, l’architetto Luigi Snozzi, l’architetto Ignasi Perez Aràl, e il professore Marco Maluzzani.
Convegno “Freiburg Città sostenibile”
Alghero 20 giugno 2008 - Asilo Sella
Organizzato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della
Provincia di Sassari e Olbia-Tempio insieme all’Ordine degli Architetti Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori di Genova e all’Associazione Arché Liguria Architettura e
Archeologia con il patrocinio del Dipartimento Architettura e Pianificazione dell’Università di Sassari e della Provincia di Sassari.
Proiezione del film documentario su Freiburg realizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Genova con “Arché Italia – sezione Liguria” –
Riprese e montaggio di Giorgio Bergamini
Interventi:
Arch. Gotz Kemniz – Amministratore Comunale di Freiburg
Arch. Luciana Zuaro – “Aspetti normativi in Italia a sostegno della sostenibilità e del risparmio energetico”
Dott. Giovanni Rassu – Direttore Punto Energia della Provincia di Sassari “Piano di
azione della U.E. e pianificazione locale”
Tavola rotonda con la partecipazione di tecnici e rappresentanti delle Amministrazioni
Comunali della Provincia.
L’iniziativa nasce da un viaggio a Freiburg, in Germania, svolta l’anno scorso dall’Ordine di Genova, in collaborazione con l’Associazione di Bioarchitettura “Archè Italia –
sezione Liguria”.
Freiburg è stata scelta perché città più solare per l’uso diffuso di energie alternative
e per la politica ecologica avanzata perseguita da una amministrazione lungimirante,
che ha influenzato il modo di fare programmazione urbanistica.
XXIII UIA WORLD CONGRESS OF ARCHITECTURE
Torino 29 giugno – 3 luglio 2008 - Lingotto
Partecipazione al congresso mondiale di architettura con l’allestimento di due spazi
espositivi sul tema “Non si può progettare il futuro se manca la conoscenza e la comprensione del passato e del presente”
L’Ordine di Sassari e Olbia-Tempio insieme all’Ordine di Nuoro-Ogliastra, con la sponsorizzazione del Banco di Sardegna, ha offerto un contributo alla comprensione di
due valori identitari della Regione Sardegna: il paesaggio inteso come segno umano
che racconta una storia e il simbolo architettonico della nostra cultura ancestrale, le
290
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia
di Sassari e Olbia - Tempio
strutture a tholos dei nuraghi e pozzi sacri.
I due temi sono stati studiati, filtrati e proposti attraverso gli occhi, la sensibilità e la
competenza disciplinare di colleghi architetti.
Caratteristiche tecnico strutturali delle costruzioni nuragiche: torri nuragiche e pozzi
sacri
Lo studio presentato dagli Architetti Serena Noemi Cappai e Giuseppe Pulina nasce
con l’intento di indagare e capire le modalità costruttive delle strutture nuragiche,
siano esse rappresentate dai nuraghi, dai pozzi sacri o dalle tombe dei giganti.
La comprensione dei meccanismi di equilibrio di una struttura complessa quale è la
torre nuragica, o il pozzo sacro passa attraverso la conoscenza del funzionamento dei
diversi elementi che li compongono: la muratura intesa come materiale composito,
il suo utilizzo nei diversi elementi costruttivi e le soluzioni adottate per connetterli
nella realizzazione dell’intera costruzione. Si tratta quindi di leggere la struttura in
tutte le sue parti, guidati dal suo schema strutturale, per comprendere il suo comportamento globale. La stessa analisi delle modalità costruttive della torre nuragica,
indagata nelle sue parti fondamentali come la curvatura dell’intradosso delle tholoi,
il sistema mensole, lo svolgimento delle scale intermurarie conforta l’analisi strutturale.
Paesaggi in Sardegna – mostra fotografica di Davide Virdis
20 immagini che intendono raccontare il paesaggio dell’identità, non più interpretato secondo i gradi di eccellenza del suo sistema naturale ma rappresentato leggendo le stratificazioni dei segni che, derivati dalle azioni dell’uomo, ne definiscono
la forma, ne costituiscono la dimensione culturale.
291
FAI - FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO:
FAI VOCE DEL VERBO FARE
FAI - Fondo
per l’Ambiente Italiano
Presidente
Giulia Maria
Mozzoni Crespi
Referente
Maria Paola Giuliani
Viale Coni Zugna, 5
20144 Milano
Tel. 02 467615265
Fax 02 467615223
[email protected]
Il FAI - Fondo Ambiente Italiano, nasce dalla determinazione di
uomini e donne che hanno deciso di FARE qualcosa di concreto
per salvare l’Italia più bella. Salvare il paesaggio,
l’arte e la natura di questo Paese dal degrado e dall’oblio, per
consegnarli intatti alle generazioni future.
Questa è la missione del FAI, fondazione senza scopo di lucro,
nata nel 1975 che agisce grazie al supporto di amici, sostenitori
e iscritti.
Per il paesaggio, l’arte e la natura. Per sempre, per tutti
In oltre trent’anni di attività il FAI ha salvato 41 beni di cui 20
sono stati aperti al pubblico dopo un accurato restauro. Tra questi vi sono castelli, ville, parchi storici, antiche dimore, giardini e
aree naturali di incomparabile bellezza.
Obiettivo del FAI è promuovere una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni del nostro Paese,
nella convinzione che conoscere sia il primo passo per imparare
ad apprezzare, e dunque a difendere, un patrimonio che è parte
delle nostre radici e della nostra identità.
Come è organizzato il FAI
Il FAI ha una sede operativa a Milano e un ufficio a Roma che
coordinano tutte le attività. È poi presente su tutto il territorio
nazionale grazie ai suoi volontari organizzati in 105 Delegazioni:
il loro prezioso impegno permette alla Fondazione di diffondere
capillarmente i valori che stanno alla base del suo operato! I volontari sono coordinati da segretarie regionali che fanno riferimento alla Sede di Milano.
Per informazioni: è possibile contattare la Delegazione FAI a voi
più vicina tramite le Segreterie Regionali del FAI oppure rivolgendosi all’Ufficio Delegazioni, tel. 02 467615263,
e-mail: [email protected]
LE ATTIVITA’
L’attività del FAI si sviluppa su due assi principali: il restauro e
l’apertura al pubblico di monumenti e aree naturali altrimenti
destinati al declino e all’oblìo; e l’educazione e sensibilizzazione
di tutta la collettività in relazione ai temi della tutela e salvaguardia dell’arte, della natura e del paesaggio del nostro Paese.
Restauro, conservazione e apertura al pubblico dei Beni affidati
al FAI
Quando il FAI riceve per lascito o donazione un Bene ne prevede
il restauro che, spesso, richiede anni di ingenti sforzi, lavoro e
risorse economiche. L’impegno degli ingegneri, degli architetti,
dei giardinieri, dei restauratori, degli storici dell’arte che lavorano per il FAI ci permette di portare a compimento lavori molto
impegnativi. Non solo: poter restaurare un Bene al fine di
aprirlo a tutta la collettività è qualcosa che il FAI può realizzare
anche grazie a tutti quei cittadini, alle aziende ed agli enti pubblici che con i loro contributi ci aiutano a coprire le ingenti spese
292
Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano
di restauro.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti ed è anche il nostro orgoglio: poter riaprire le porte
di un castello, di una villa, di un parco altrimenti dimenticati per la gioia di tante famiglie.
Oggi sono 20 i Beni aperti regolarmente al pubblico, sparsi in diverse regioni italiane.
Educazione e sensibilizzazione ai temi della tutela
Diverse sono le attività del FAI che hanno come obiettivo principale quello di diffondere
una cultura di conoscenza e rispetto di un bene che appartiene a ciascuno di noi: il patrimonio d’arte e natura italiano.
Il settore cultura organizza ogni anno corsi di storia dell’arte in diverse città italiane
rivolti a giovani e meno giovani.
Il settore Scuola Educazione propone a insegnanti e studenti di tutti i livelli e ordini di
scuola molteplici progetti per la scoperta, la ricerca e la presa in carico dell’arte italiana.
Particolari proposte di visita nei Beni FAI, concorsi nazionali sull’esplorazione del territorio, progetti di educazione ambientale, laboratori, percorsi di didattica dell’arte, esperienze di scuola - lavoro, coinvolgono ogni anno migliaia di studenti nella ricerca e nella
difesa del bello che li circonda, attraverso una metodologia incentrata sulla pedagogia
della scoperta e sul fare scuola nel territorio.
LE ALTRE ATTIVITA’
Molteplici sono le iniziative organizzate dalla Fondazione durante tutto l’anno. Eccone
una breve sintesi:
Le grandi campagne
Giornata FAI di Primavera
Principale evento della Fondazione, da ben diciassette anni la Giornata di Primavera
viene realizzata grazie all’enorme impegno dei volontari FAI: è un appuntamento importantissimo, mirato a promuovere il FAI e la sua missione e durante il quale centinaia
di migliaia di visitatori e di studenti sono invitati a conoscere, scoprire o riscoprire monumenti eccezionalmente aperti in tutta Italia, grazie alla collaborazione di 7.000 volontari, grandi e piccoli. Dal 1992 a oggi il FAI è riuscito ad aprire migliaia di monumenti
con circa quattro milioni di visitatori.
I luoghi del cuore
Con il Censimento I luoghi del cuore promosso dal FAI a partire dal 2002 (nel 2008 si è
svolta la quarta edizione) si invitano tutti gli italiani a segnalare i luoghi che stanno a
loro più a cuore. E’ un invito a osservare e fare propri monumenti, opere d’arte, aree naturali, scorsi di paesaggio… perché segnalare è il primo passo per attirare l’attenzione
delle istituzioni locali e delle Sovrintendenze su luoghi spesso dimenticati o che rischiano la cancellazione. I voti arrivati nelle prime quattro edizioni sono 350mila, segno
concreto di quanto gli italiani tengano al loro ‘Bel Paese’. Il FAI si impegna a restaurare
alcuni dei Beni più segnalati grazie al sostegno di un grande sponsor e a scrivere a Sindaci, Presidenti Regionali e responsabili delle varie Sovrintendenze per trasmettere loro
tutte le segnalazioni.
Le Giornate Europee del Patrimonio
Nel 2007 e nel 2008 il FAI, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha partecipato in modo attivo all’organizzazione delle Giornate del Patrimonio.
Oltre agli oltre mille Beni aperti al pubblico a cura del Ministero, il FAI si è impegnato per
organizzare l’apertura straordinaria di altri 250 monumenti normalmente chiusi o poco
accessibili con grande successo di pubblico.
293
Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano
Iniziative culturali e di raccolta fondi
Incontri nei Beni FAI
Durante tutto l’anno il FAI organizza eventi che, traendo spunto dalle diverse stagioni,
toccano argomenti di ogni genere, dal giardinaggio alla gastronomia, alla musica, alla
danza e all’arte. Si tratta di manifestazioni per famiglie, coppie, single, nonni, bambini…
Il calendario di tutti gli eventi viene rinnovato ogni tre mesi e può essere richiesto direttamente presso i Beni del FAI, presso la sede centrale del FAI o consultato su Internet.
Concerti di raccolta fondi
Per comunicare a un pubblico sempre più ampio la missione del FAI e per contribuire alla
raccolta fondi, in molte città italiane il Fondo Ambiente Italiano organizza grandi concerti con la partecipazione dei maggiori protagonisti della scena musicale italiana e internazionale, come Maxim Vengerov, Paolo Conte, Roberto Bolle, Lucio Dalla, Franco
Battiato e molti altri ancora.
I Viaggi culturali del FAI
Seguendo percorsi lontani dai grandi flussi turistici, ogni anno il FAI presenta un calendario di viaggi dedicati ai propri iscritti e che si svolgono sotto la guida di grandi esperti
d’arte e di storia: India, Cuba, Egitto, Sicilia, Iran, Uzbekistan, Berlino, Boston e il New
England, Madrid, Mali, Vietnam sono solo alcune delle mete proposte.
Come aiutare il FAI
Il gesto più semplice, ma anche più importante è quello di ISCRIVERSI alla Fondazione
versando una quota d’iscrizione annuale. Questo significa decidere di sostenere i nostri
valori e la nostra missione, divulgando tra amici e conoscenti l’operato della Fondazione! Non solo: i nostri iscritti sono per noi linfa vitale e per questo desideriamo anche
ringraziarli offrendo loro sconti, omaggi e interessanti opportunità raccolte nell’opuscolo IL FAI PER TE,
Ci sono però tanti modi per aiutare la Fondazione a svolgere il proprio lavoro quotidiano.
Eccoli in sintesi:
Diventare volontari FAI
Adottare un Bene FAI
Visitare i nostri Beni e acquistare i prodotti venduti nei bookshop
Rispondere agli appelli destinati ai lavori più urgenti con donazioni anche piccole
Fare un lascito testamentario a favore del FAI
Destinare al FAI il proprio 5x1000
Acquistare le bomboniere solidali del FAI
Sostenere il FAI con la propria azienda
Iscrivere la propria azienda al progetto Corporate Golden Donor
Per chi ci segue da lontano: entrare a far parte del gruppo Friends of FAI
Per maggiori informazioni visita il sito
www.fondoambiente.it
oppure chiamaci ai numeri 02 467615.1 e 06 68.96.75.2
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FEDERCULTURE
Federculture è la Federazione nazionale che raggruppa Regioni,
Enti Locali, Aziende di Servizio Pubblico Locale e tutti i soggetti
pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, al
turismo, allo sport e al tempo libero. Obiettivo della Federazione è valorizzare il patrimonio culturale ed ambientale diffuso nel Paese, sostenendo gli sforzi di città grandi e piccole per
riqualificare la spesa e razionalizzare i servizi, affermando una
cultura d’impresa per la gestione dei teatri, musei, biblioteche,
servizi turistici, impianti sportivi ed aree protette.
Federculture sostiene i processi di crescita economica e sociale
delle realtà locali, promuovendo una gestione efficiente ed efficace di musei, teatri, biblioteche, impianti sportivi, parchi, aree
archeologiche e sistemi turistici.
Sono compiti istituzionali della Federazione:
- la promozione e diffusione del nuovo contratto privatistico per
i lavoratori del settore;
- la progettazione e diffusione di modelli organizzativo/gestionali innovativi per i servizi del tempo libero;
- la tutela degli interessi dei soggetti gestori dei servizi presso
il Governo, il Parlamento, le istituzioni regionali e locali;
- la promozione di progetti ed iniziative di valorizzazione del
territorio;
- la costituzione di un centro di analisi e di informazione sulle
dinamiche in atto e di diffusione di esperienze e best practice;
- il raccordo tra il mondo universitario e della ricerca con il
mondo del lavoro.
Federculture promuove importanti iniziative, tra cui: la Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo, appuntamento biennale di confronto e dibattito tra esponenti del
Governo, delle Regioni, degli Enti Locali, delle imprese e delle
associazioni sui nuovi scenari e le politiche da adottare per conseguire inediti traguardi di sviluppo per il settore culturale e turistico; il Rapporto Annuale, pubblicazione che analizza le
dinamiche di settore e fornisce informazioni aggiornate e chiavi
di lettura sull’evoluzione delle politiche culturali, sui problemi e
sulle esperienze in atto; il Premio Cultura di Gestione volto all’individuazione e alla diffusione delle migliori pratiche gestionali del settore a livello nazionale; Ravello LAB – Colloqui
internazionali: appuntamento annuale, punto di incontro in cui
esperti, politici, amministratori, studiosi e operatori pubblici e
privati confrontano strategie a livello internazionale per la definizione di nuove possibili politiche per lo sviluppo territoriale.
Federculture, inoltre, attiva tavoli di lavoro - spettacolo, turismo,
ambiente - nei quali i suoi associati (160 tra Regioni, Enti Locali,
Imprese, Associazioni), promuovono studi ed analisi, individuano
proposte legislative, iniziative comuni, realizzano occasioni di confronto.
Dal 2004 opera Federculture Servizi S.r.l, società partecipata al
100% da Federculture, che offre assistenza e affiancamento agli
associati di Federculture, attraverso studi di fattibilità, piani di
marketing culturale, piani di impresa, analisi economiche di sostenibilità di progetti culturali, progetti europei, monitoraggio
dei finanziamenti del settore, formazione specifica.
Presidente
Roberto Grossi
Referente
Claudio Bocci
Piazza Cavour, 17
00193 Roma
Tel. 06 32697512
Fax 06 32120269
[email protected]
295
Federculture
In Sardegna
PROGETTI REALIZZATI IN SARDEGNA NEL BIENNIO 2007 - 2008
Definizione del modello gestionale per il sistema culturale del Comune di Cabras
Obiettivi e metodologia
Progetto per la definizione del modello di
governance e del soggetto giuridico per
la gestione e valorizzazione del sistema
culturale del Comune di Cabras.
Il progetto ha fornito un supporto consulenziale all’Amministrazione comunale
finalizzato all’analisi del sistema culturale, del sistema di offerta e dell’attuale
modello di governance, con l’obiettivo di
individuare le migliori strategie e il modello giuridico più idoneo per la gestione
dei beni e dei servizi presenti. Il lavoro ha
consentito inoltre l’elaborazione di un
modello gestionale e organizzativo della
costituenda Fondazione.
A corredo del progetto sono stati prodotti una bozza di statuto e di contratto di servizio, volto a regolare i rapporti tra soggetto gestore a Amministrazione.
Periodo di Svolgimento
Ottobre 2007 - Novembre 2007
Committente
Comune di Cabras
Innovaspettacolo
Obiettivi e metodologia
Progetto di “Assistenza e consulenza
volte alla costituzione e attivazione
delle forme di gestione per lo spettacolo, nonché al supporto triennale ai
soggetti gestori”, finanziato dalla Regione Sardegna. Il progetto, di durata
triennale, vede il coinvolgimento degli
Enti Locali già destinatari dei finanziamenti POR Sardegna 2000/2006, Misura 2.3, Azione 2.3.a e Azione 2.3.c. Oltre
che all’avvio dei modelli gestionali per
tali strutture, obiettivo principale del progetto è quello di garantire un processo di
crescita in capo a chi istituzionalmente è chiamato ad attuare politiche per le attività
culturali. Tale crescita è riferita non solo alla più corretta ed efficiente gestione della
struttura teatrale, in termini sia strategici che organizzativi, ma anche agli elementi
di integrazione con gli attori locali, ad una maggiore attenzione verso gli aspetti economici e finanziari e verso quelli di natura giuridico-amministrativa. Oltre alle attività di affiancamento alle Amministrazioni, il gruppo di lavoro Innovaspettacolo ha
realizzato, quali azioni di sistema, un manuale ad uso degli amministratori locali, inerente la gestione pubblica dello spettacolo, pubblicato dalla Franco Angeli, e un portale internet contenente una sezione specifica dedicata al progetto con un database
on line relativo alle strutture destinatarie degli interventi.
296
Federculture
Periodo di Svolgimento
Novembre 2005 – novembre 2008
Committente Regione Autonoma della Sardegna
Innovaspettacolo ENG
Obiettivi e metodologia
Il progetto Innovaspetacolo ENG nasce come naturale complemento al progetto Innovaspettacolo. A seguito di alcuni sopralluoghi e verifiche tecniche nei Teatri della
Sardegna (ristrutturati con i Fondi POR Sardegna 2000-2006, Asse II – Misura 2.3 progetto CARAS), il gruppo di lavoro del progetto Innovaspettacolo, ha avuto modo di
riscontrare carenze di tipo strutturale e funzionale, e in altri casi l’inadeguatezza di
attrezzature e di impianti. Si è reso necessario dunque, prima di procedere al completamento funzionale delle opere interessate, effettuare una attenta verifica tecnica delle strutture realizzate per valutarne sia la loro esatta rispondenza al progetto
esecutivo, sia il rispetto delle normative in materia di sicurezza e pari opportunità
(per le strutture ultimate, si è proceduto alla verifica sulle necessarie autorizzazioni
per l’apertura locali adibiti a pubblico spettacolo). Il gruppo di lavoro, composto da
esperti in discipline giuridiche e ingegneri, ha consentito la compilazione di una
banca dati informativa finalizzata al censimento degli interventi di adeguamento
strutturale e autorizzatorio necessari, in modo da garantire la possibilità di aprire al
pubblico le strutture e avviare le attività previste.
Periodo di Svolgimento
Marzo 2006 – Ottobre 2008
Committente Regione Autonoma della Sardegna
Innovaspettacolo MONIT
Obiettivi e metodologia
Nato come estensione del più ampio Progetto Innovaspettacolo, la Regione Sardegna
affida allo stesso RTI la realizzazione di una nuova serie di attività, da realizzarsi a completamento del servizio di assistenza e supporto agli Enti Locali voluto dalla Regione Sardegna per lo sviluppo del settore spettacolo regionale. Le fasi di sono: realizzazione di un monitoraggio a livello regionale di tutta l’offerta di spettacolo; creazione
di un database informativo in grado di ricostruire il quadro completo del settore in
Sardegna; monitoraggio nazionale, analisi dei centri di ricerca, studio e osservazione
del mondo dello spettacolo; formazione degli Enti Locali sardi gestori di strutture e
attività di spettacolo attraverso seminari tecnici dedicati in particolare ai temi del ‘fund
raising’, della nuova legge regionale sullo spettacolo e della normativa gestionale e
fiscale di settore; elaborazione delle Pagine Gialle degli Operatori dello Spettacolo contenenti le risultanze delle attività di
monitoraggio, formazione e verifica
tecnico-funzionale e un’indagine sui
maggiori operatori e fornitori del
settore spettacolo a livello nazionale. I soggetti destinatari dell’intervento sono in via diretta gli Enti locali
che sono stati beneficiari dei finanziamenti previsti dal Progetto CARAS
(Misura 2.3 del POR) per la ristrutturazione di sale di pubblico spettacolo.
297
Federculture
Periodo di Svolgimento
settembre 2006 – settembre 2008
Committente Regione Autonoma della Sardegna
Innovacultura 2
Obiettivi e metodologia
Il progetto prosegue il percorso iniziato da InnovaCultura 1, supportando e assistendo la Regione Sardegna nella fase di realizzazione degli strumenti di attuazione della L.R. 7/2005. Primo atto di questo nuovo incarico, la consulenza specifica nella stesura delle Direttive istruttorie della Legge (n. 61/30 del 20 dicembre 2005) e di seguito
la pubblicazione del bando per la selezione dei nuovi progetti di gestione dei beni culturali da finanziare, nel marzo 2006. Parallelamente il progetto sostiene, con attività di assistenza agli Enti locali sardi, la comprensione e la ricezione da parte di questi del nuovo assetto normativo. In questo senso, Federculture Servizi, in collaborazione
con l’Assessorato, ha sviluppato l’attività di assistenza a livello macro – sensibilizzazione ampia del territorio attraverso strumenti di informazione e comunicazione – e
con particolare attenzione alla specifica esigenza del singolo ente locale, interessato a presentare il proprio progetto nell’ambito del nuovo bando regionale. Ultimo atto
del processo di assistenza di Federculture Servizi alla Regione sull’attuazione è stata la valutazione dei
progetti presentati sul bando dagli
enti locali. L’ammissibilità delle domande di contributo, e ancor prima la
qualità dei progetti presentati, ha
rappresentato per l’Assessorato Regionale un momento di riscontro importante su tutto il percorso realizzato,
in particolare sulla validità delle innovative attività di accompagnamento e supporto agli Enti locali.
Periodo di Svolgimento
Aprile 2004 - Giugno 2006
Committente Regione Autonoma della Sardegna
298
FONDAZIONE TEATRO LIRICO DI CAGLIARI
In Sardegna
Il Teatro Lirico di Cagliari è stato inaugurato nel 1993, al termine di una lunghissima stagione di lavori. Risale al 1964 il
bando di concorso per la realizzazione di un edificio che sostituisse l’antico Teatro Civico, distrutto dai bombardamenti
della seconda guerra mondiale nel centro storico cittadino.
Approvato nel 1967 il progetto degli architetti bergamaschi
Ginoulhiac e Galmozzi, si dà il via alla costruzione della moderna struttura di 5.000 metri quadri: foyer, sala di 1650 posti
distribuiti fra platea e due gallerie, ampio palcoscenico e
golfo mistico. Negli anni successivi all’inaugurazione vengono realizzate sale-prova, laboratori, magazzini e locali per
uffici. Le ultime opere riguardano il rinnovamento del foyer,
l’apertura del bookshop, del bar e del ristorante.
Il Teatro Lirico di Cagliari, sede dell’omonima Fondazione, è
attivo tutto l’anno con stagioni sinfonico-cameristiche, liriche e di balletto. Sul suo palcoscenico, insieme all’Orchestra
e al Coro del Teatro Lirico, protagonisti di molte produzioni
di prestigio, si sono succeduti artisti di ottimo livello, che
hanno concorso a determinare il rilancio dell’attività musicale cagliaritana. Sono da ricordare, tra gli altri, i direttori Riccardo Muti, Georges Prêtre, Mstislav Rostropovich, Zubin
Mehta, Iván Fischer, Carlo Maria Giulini, Vladimir Ashkenazy,
Pierre Boulez, Giuseppe Sinopoli, Lorin Maazel, Gennadi Rozhdestvensky, Rafael Frühbeck de Burgos, Neville Marriner,
Carlos Kleiber, Valery Gergiev, Trevor Pinnock, Christopher
Hogwood; i registi Dario Fo, Beni Montresor, Luca Ronconi,
Hennings Brockhaus, Pier Luigi Pizzi, Graham Vick, Denis
Krief, Gilbert Deflo, Stephen Medcalf, Giancarlo Cobelli; i solisti Maurice Bourgue, Kim Kashkashian, Murray Perahia, Mikhail Pletnev, Viktoria Mullova, Truls Mørk, Sabine Meyer,
Vadim Repin, Yuri Bashmet, Salvatore Accardo, Bruno Canino,
Uto Ughi, Trevor Pinnock, Maxim Vengerov, Vadim Repin,
Katia e Marielle Labèque, Julian Rachlin, Fazil Say, Maurizio
Pollini; i complessi Filarmonica della Scala, London Philharmonic Orchestra, Chamber Orchestra of Europe, Sächsische
Staatskapelle Dresden, Philharmonia Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra, Royal Philharmonic Orchestra, Chor und
Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunk, Orchestra
Filarmonica di San Pietroburgo, Budapest Festival Orchestra,
New York Philharmonic.
Negli ultimi anni è stata dedicata una grande attenzione
anche ai compositori italiani contemporanei, come Aldo Clementi, Sylvano Bussotti, Azio Corghi, Marco Tutino, ai quali
sono state commissionate nuove composizioni. Tra i molti allestimenti lirici di rilievo sono particolarmente importanti
quelli di opere in prima esecuzione italiana o di nuova produzione: Sebastian (tratto da Le martyre de Saint-Sébastien
di Claude Debussy), Dalibor di Bed ich Smetana, Die Feen di
Richard Wagner, erevi ki e Opri nik di Pëtr Il’i ajkovskij, Die
ägyptische Helena e Capriccio di Richard Strauss, Euryanthe di
Carl Maria von Weber, A Village Romeo and Juliet di Frederich
Soprintendente
Maurizio Pietrantonio
Via Sant’Alenixedda
09128 Cagliari
Tel. 070 40821
[email protected]
www.teatroliricodicagliari.it
299
Teatro Lirico di Cagliari
Delius, Alfonso und Estrella di Franz Schubert, Hans Heiling di Heinrich Marschner,
Œdipe di George Enescu, Chérubin di Jules Massenet, Die Vögel di Walter Braunfels, La
leggenda della città invisibile di Kite e della fanciulla Fevronia di Nikolaj Rimskij-Korsakov.
Per la qualità e il carattere innovativo della sua programmazione, la fondazione cagliaritana ha ricevuto nel 2001 il Premio Franco Abbiati (sezione “Iniziative”). Il prestigioso riconoscimento della critica musicale italiana è stato inoltre attribuito a
Denis Krief e Marcelo Alvarez per Lucia di Lammermoor, e a Stephen Medcalf per Carmen: entrambe le opere sono state prodotte rispettivamente nel 2000 e nel 2005.
Nelle stagioni 2007 e 2008 il Teatro Lirico di Cagliari è stato parte attiva nella realizzazione di Un’Isola in Festival, promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna e dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali: una lunga rassegna di musica, teatro, danza
e cinema che, attingendo al patrimonio culturale locale e coinvolgendo moltissimi
centri del territorio isolano, ha stimolato nuove produzioni artistiche.
Quest’anno il Teatro Lirico di Cagliari ha aderito all’XI Settimana della Cultura organizzando percorsi guidati alle sale e ai laboratori teatrali. Ai visitatori è stato così svelato il complesso lavoro che si svolge dietro le quinte e che prepara un allestimento:
la costruzione delle scene, il confezionamento dei costumi, la realizzazione del trucco
degli interpreti, la predisposizione delle luci di palcoscenico. Parallelamente è stata allestita la mostra Piccolo atlante della Sardegna, rassegna delle più significative opere
di autori sardi scelte dalla Collezione Soddu-Tanda.
300
FORMEZ – CENTRO FORMAZIONE STUDI
Il Formez è un istituto nato nel 1965 che opera a livello nazionale e internazionale e risponde al Ministero per la pubblica
amministrazione e l’innovazione. L’Istituto fornisce assistenza
tecnica e servizi formativi ed informativi alle amministrazioni
locali e centrali.
Presidente è Carlo Flamment, vicepresidenti Angelo Raffaele Di
Nardo ed Enrico Borghi, direttore generale Marco Villani, vicedirettore generale Carlo Conte.
Il Formez è un’associazione con personalità giuridica partecipata dallo Stato attraverso la Funzione Pubblica (76 per cento).
Per la restante quota partecipano al Formez alcune regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Molise, Sardegna, Sicilia e Toscana), Comuni, Province e Comunità montane.
Nell’ambito delle competenze già stabilite dal D.Lgs. 285/99,
l’Assemblea dei Soci dell’11 aprile 2007 ha individuato una missione specifica per il Formez:
Centro Formazione Studi
Presidente
Carlo Flamment
Referente
Pasquale Barbieri
Viale Marx, 15
00137 Roma
Tel. 06 84891
[email protected]
- accompagnare le amministrazioni pubbliche, in particolare
le amministrazioni regionali e locali, nello sviluppo di progetti
di innovazione organizzativa e amministrativa e nel monitoraggio delle politiche e dei processi di innovazione, anche attraverso lo sviluppo di programmi finalizzati a sviluppare la
qualità della regolazione e la semplificazione amministrativa,
nonché promuovere l’impiego delle nuove tecnologie per il
miglioramento delle risorse umane e dei processi organizzativi;
- fornire alle amministrazioni pubbliche assistenza tecnica e
tecnico-formativa per migliorare la qualità dei servizi e l’efficacia delle politiche, avendo come particolare riferimento le
politiche regionali e locali e gli interventi finalizzati ad accrescere la competitività dei territori e del paese;
- fornire alle amministrazioni pubbliche il supporto, l’assistenza tecnica ed i contenuti utili a migliorare la comunicazione delle stesse tra di loro, nonché verso cittadini ed
imprese;
- sviluppare, anche d’intesa con altre amministrazioni e/o organizzazioni italiane e di altri paesi, progetti di cooperazione
internazionale finalizzati alla crescita dei sistemi amministrativi anche attraverso l’attivazione di processi di scambio di
esperienze e di “buone pratiche”;
- supportare il percorso di internazionalizzazione delle amministrazioni pubbliche, in particolare le amministrazioni regionali e locali;
- svolgere ogni altra attività devoluta mediante apposito accordo dal Dipartimento della Funzione pubblica, da altri associati, o da altre amministrazioni pubbliche.
ATTIVITÀ
L’Istituto realizza sull’intero territorio nazionale (e, al momento,
in oltre 20 paesi esteri) attività di ricerca, formazione, consulenza e assistenza tecnica rivolte alle amministrazioni centrali,
regionali e locali. Svolge dunque una funzione propulsiva nel-
301
FORMEZ – Centro Formazione Studi
l’introduzione, la sperimentazione e la diffusione di innovazioni nella pubblica amministrazione, nonché nello scambio e condivisione delle best practices.
L’Istituto predispone ogni tre anni un Piano Strategico: dopo l’approvazione del Dipartimento per le Riforme e l’Innovazione nella P.A. e dell’Assemblea dei Soci, viene presentato alla Conferenza Stato-Regioni. Ogni anno il Formez presenta un documento di
Aggiornamento al Piano Triennale che segue lo stesso iter di approvazione. Il Piano
2006-2008 vuole intervenire direttamente sul contributo che la Pubblica Amministrazione può dare alla competitività del Paese a livello nazionale ed internazionale.
PROGETTI REALIZZATI E CASE HISTORY
Progetto 1
“SVILUPPO DEI SERVIZI FORMATIVI E TRASFERIMENTO DI BUONE PRASSI NEL SETTORE
DEL TURISMO E DELL’OSPITALITÀ”
Finalità e obiettivi specifici del progetto
La finalità generale che il Progetto ha perseguito è stata quella di produrre un’azione
forte di potenziamento dei sistemi locali del turismo, agendo sui soggetti appartenenti
a tale sistema o promotori dello stesso, attraverso una politica di rafforzamento del capitale umano e di internalizzazione delle competenze acquisite.
Il Progetto ha voluto essere un’occasione, per i referenti delle Amministrazioni che
hanno aderito, per avviare una riflessione congiunta sul tema del turismo e per cercare,
insieme e attraverso lo scambio di esperienze e la messa in comune di know-how, di
“fare rete” ed attivare forme di cooperazione sistematiche e durature in grado di favorire l’apprendimento reciproco permanente ma anche di sviluppare una progettualità
condivisa.
Obiettivi specifici del Progetto sono stati pertanto:
- realizzare una ricognizione delle migliori pratiche sviluppate nel territorio delle Regioni Obiettivo 1, in quanto a costruzione di STL regionali ed interregionali, PIS o PIT a
vocazione turistica, oltre che di eventuali esperienze di eccellenza simili realizzate
nelle Regioni del centro nord e in altri paesi comunitari e ugualmente finalizzate all’obiettivo dello sviluppo territoriale, economico e di valorizzazione delle potenzialità
turistiche;
- diffondere i principali risultati emersi nel corso dell’analisi svolta, attraverso seminari
formativi e informativi, nonché favorire la diffusione di buone pratiche attraverso l’incontro e lo scambio di esperienze fra operatori del turismo locale e amministratori
coinvolti nel processo di sviluppo dei STL, PIS e PIT a vocazione turistica o altre forme
di progetti integrati nel settore;
- favorire la qualificazione professionale dei soggetti coinvolti nelle fasi di individuazione, organizzazione, promozione, riconoscimento, pianificazione, gestione, monitoraggio e controllo dei STL, attraverso percorsi formativi integrati;
- individuare le realtà locali da coinvolgere nella sperimentazione di un modello di rete
per il monitoraggio delle fasi di attuazione e sviluppo dei STL;
- favorire la diffusione delle informazioni raccolte e sistematizzate e la condivisione tra
i soggetti direttamente coinvolti nelle fasi progettuali, attraverso l’implementazione
del sistema di rete su indicato;
- diffondere ad una platea allargata i risultati dell’intervento.
Attività svolte: contenuti e prodotti realizzati per ambiti di attività
Fase preparazione
Nel corso del primo semestre di attività sono stati realizzati incontri formali ed informali
con i rappresentanti delle Regioni Ob. 1, finalizzati ad acquisire tutte le informazioni necessarie e gli elementi di contesto utili alla progettazione di dettaglio delle attività, oltre
che a promuovere e sensibilizzare le amministrazioni destinatarie.
302
FORMEZ – Centro Formazione Studi
Fase realizzazione
“Mappatura delle buone prassi, scambio di esperienze e Formazione-Intervento per lo
sviluppo delle competenze degli operatori della P.A. coinvolti a vari livelli nel settore del
turismo”
La fase realizzativa dell’intervento si è avviata con una prima ricognizione della normativa, degli attori e delle esperienze in campo turistico presenti nelle diverse Regioni,
effettuata attraverso strumenti e metodologie tipiche della ricerca desk e sul campo e
finalizzati alla elaborazione di report monografici (uno per ciascuna delle Regioni coinvolte).
La rilevazione delle informazioni, condotta attraverso riunioni e interviste a personale
degli Uffici regionali competenti in materia di Turismo, ha condotto alla elaborazione di
sette monografie regionali. Le monografie sono state poi analizzate trasversalmente
ed è stato elaborato un documento di sintesi, volto a mettere in evidenza elementi di
continuità e di discontinuità tra i territori oggetto di indagine. Sulla base delle informazioni raccolte è stato elaborato un report contenente l’illustrazione della situazione
del mezzogiorno per ciò che concerne il settore turistico.
Nel frattempo, con l’impegno congiunto del Formez, del DFP e del Dipartimento Turismo,
è proseguita l’attività di promozione del progetto: in particolare è stata trasmessa una
lettera di presentazione dell’intervento a tutte le Autorità di Gestione dei POR Obiettivo
1, chiedendo loro di farsi portavoce dell’iniziativa presso gli Assessorati competenti per
settore.
Parallelamente sono state svolte:
- le attività preparatorie per la realizzazione di una banca dati sulle leggi regionali sul
turismo;
- una ricognizione a livello europeo per individuare prassi di eccellenza, sempre con riferimento a forme di partenariato o gestione associata di progetti nel campo turistico, da prendere a modello e analizzare nella successiva attività laboratoriale;
- la definizione di una griglia di indicatori sulla base della quale analizzare tutte le best
practices (BP) individuate al fine di identificare gli elementi caratterizzanti ed essenziali su cui dovrebbe poggiare i Sistemi Turistici. Si è convenuto di impostare l’analisi
delle BP in modo tale da far emergere le metodologie di progettazione ed attuazione
delle esperienze, per poi verificare, attraverso i laboratori, la possibilità di implementare, nelle diverse realtà regionali beneficiarie dell’intervento, questa base comune
di conoscenze.
Inoltre, al fine di avviare la successiva fase laboratoriale, ma anche di effettuare la restituzione delle attività di mappatura effettuate, è stato organizzato un seminario interregionale con l’obiettivo di coinvolgere tutte le amministrazioni destinatarie delle
attività.
I primi mesi del 2007 sono stati per lo più dedicati alla messa a punto di tutti gli aspetti
organizzativi per la realizzazione del seminario; si è proceduto all’individuazione e al
contatto degli ospiti italiani e stranieri, alla scelta della sede, all’individuazione degli
invitati, alla spedizione degli inviti, all’acquisizione delle adesioni ecc. ecc. In parallelo,
il gruppo di lavoro si è concentrato sulla ultimazione di materiali e dei prodotti già realizzati in funzione della diffusione da effettuarsi nel corso dell’evento.
In particolare:
- attraverso un’approfondita indagine, le cui informazioni di base sono state rintracciate principalmente on-line, è stata ottenuta una lista preliminare di 60 casi di studio nazionali ed internazionali; lo screening dei casi è stato effettuato in base
all’utilizzo di cinque criteri sulla base dei quali leggere le esperienze raccolte:
1. complessità del sistema di relazioni;
2. esito dell’esperienza;
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
3. forme di gestione/aggregazione;
4. logica prevalente di aggregazione (e quindi di promozione);
5. significatività nel contesto nazionale ed internazionale.
- tra le 60 esperienze individuate, utilizzando il metodo Delphi, è stata effettuata la selezione di alcuni casi aventi, nella fase realizzativa, particolari elementi di successo
nella logica di sistema. Ciascuno di questi casi è stata approfondito attraverso indagini ulteriori (interviste ai referenti operativi) ed infine è stato elaborato un documento contenente:
- l’esplicitazione della metodologia adottata;
- l’elenco delle buone prassi individuate;
- le schede sintetiche delle 60 esperienze turistiche analizzate;
- le schede sintetiche delle 11 Buone Prassi individuate.
- sulla base dell’analisi delle Buone Prassi individuate, sono stati elaborati alcuni
principi guida per la realizzazione di un sistema turistico, condivisi con le amministrazioni nel corso del seminario, ma destinati ad essere arricchiti nella fase dei
laboratori.
Nel frattempo sono stati intensificati i contatti con le amministrazioni regionali e locali
di riferimento allo scopo di:
- approfondire i fabbisogni o verificare quelli già espressi in passato;
- ricondurli all’interno delle potenziali attività di progetto e dei modelli di laboratorio proposti;
- co-progettare un percorso di affiancamento, definendo tempi, modalità, destinatari, ecc;
- garantire la presenza fattiva al seminario di referenti regionali e locali, nonché di
operatori privati aventi un rilievo significativo nel settore turistico dei territori.
Il seminario “I sistemi turistici locali nella realtà dei fatti: nascita, sviluppo e
consolidamento” si è svolto a Roma nei giorni 28 febbraio e 1 marzo 2007 ed è stato articolato in 4 sessioni di lavoro:
1. presentazione da parte del DFP, del Dipartimento Turismo e del Formez delle attività progettuali e del processo volto alla definizione di un documento contenente le Linee Guida per la costruzione e la gestione di un sistema turistico di
successo;
2. illustrazione dei primi contenuti delle Linee Guida per la costruzione e la gestione
di un sistema turistico di successo, scaturite dall’analisi di oltre 60 esperienze turistiche nazionali e comunitarie;
3. presentazione di alcune buone prassi turistiche nazionali e comunitarie;
4.presentazione degli indirizzi per il settore turistico nel periodo di programmazione comunitario 2007/13 da parte del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo
e illustrazione delle strategie per il settore turistico delle Regioni coinvolte nel
progetto.
Il seminario ha costituito anche l’occasione per presentare il progetto formativo, concordato
dal Formez con le Regioni, da sviluppare nel corso dei laboratori tecnici regionali.
I mesi successivi sono stati per lo più dedicati alla progettazione di dettaglio e all’avvio
dei laboratori. Attraverso un lavoro assiduo ed approfondito di analisi del fabbisogno,
condotto dal Formez al fianco dei referenti regionali, si è cercato di pervenire a 7 modelli
di laboratorio, rispondenti ai fabbisogni espressi e al contempo coerenti con le strategie regionali. Sempre in maniera congiunta con l’amministrazione sono stati definiti:
tempi, luoghi e modalità operative, piani di lavoro e docenti, prodotti finali.
Nei mesi di aprile, maggio e giugno sono stati realizzati gli incontri seminariali di approfondimento sulle tematiche turistiche concordate. Il Formez ha mantenuto rapporti
costanti con le Amministrazioni e con i partecipanti, ha individuato per ciascun territorio le sedi per lo svolgimento degli incontri, ha provveduto alla stesura dei programmi,
ad effettuare eventuali modifiche in base alle esigenze che le Regioni manifestavano nel
corso delle attività, all’animazione degli incontri, all’individuazione di esperienze ed attori centrali o locali che potessero arricchire i contenuti dei diversi incontri, alla comu-
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
nicazione delle modalità di svolgimento ai partecipanti potenziali e agli opportuni inviti, alla predisposizione e alla raccolta delle firme per presenza previste dalla normativa comunitaria.
In qualità di uditori anche rappresentati del settore turistico privato hanno preso parte
attiva agli incontri, animandoli e attivando un dialogo diretto con gli interlocutori pubblici, fornendo un importante valore aggiunto ai lavori e dimostrando un forte interesse per la tematica ma anche una consapevolezza del ruolo di primo piano che essi
stessi rivestono per l’animazione e lo sviluppo del proprio territorio.
“Sperimentazione di un modello di rete”
Il Dipartimento Turismo ha chiesto al Formez di implementare il Sistema Informativo
TOURPASS che era stato realizzato nell’ambito del Progetto Operativo Turismo previsto
dalla Mis.I.2 del PON ATAS, ma il cui utilizzo era stato fino a quel momento ridotto, sia
per il mancato collegamento con i siti regionali sia per la scarsa implementazione del
portale stesso. Il Formez ha effettuato quindi, alcuni accertamenti sul sito TOURPASS, rilevando l’esistenza di diversi livelli di intervento sviluppabili:
- arricchimento informativo del sistema: completare il quadro esistente attraverso l’inserimento di informazioni, documenti e materiali derivanti dalle attività progettuali
ed elaborare schede sintetiche per una lettura più agevole dei documenti presenti nel
sito, garantendo livelli progressivi di approfondimento;
- rete interregionale: promuovere, nell’ottica degli obiettivi originari, il sito già esistente,
quale “portale” di accesso centralizzato tra i siti web di settore implementati dalle diverse Amministrazioni regionali;
- supporto allo svolgimento delle attività di formazione/affiancamento in presenza garantendo alle amministrazioni l’accesso a informazioni, materiali e consentendo la
loro interazione.
Il Formez ha inoltre avanzato la possibilità di integrazione tra tale sistema ed il sito tematico del Formez “Risorse culturali e turistiche”, all’interno del quale, nello specifico
focus dedicato al Turismo, sarebbero stati messi in evidenza eventi, attività, documentazione e normative sul tema, permettendo di diffondere a livello nazionale tutte le informazioni e gli output progettuali.
Successivamente il Formez ha effettuato alcune verifiche sulle funzionalità e sui contenuti presenti nel sito TOURPASS per poter definire l’intervento da realizzare nell’ambito del Progetto. Da tale analisi ne è emerso un quadro piuttosto critico: la
struttura del sito è apparsa obsoleta ed i contenuti limitati e scarsamente significativi
dal punto di vista informativo. Non è parso possibile l’arricchimento del patrimonio
informativo del sistema: si è rilevato che potevano essere inseriti informazioni, documenti e materiali derivanti dalle attività progettuali; sarebbe stato invece più difficile
l’utilizzo del portale come luogo virtuale per la realizzazione di una rete tra le Regioni.
Le informazioni rese disponibili sul sito, una volta validate da esperti, avrebbero potuto essere di supporto alle singole Regioni (pur trattandosi in realtà di materiali prodotti in una di esse o in uno specifico territorio) e in tal modo alimentare il know-how
comune. Più difficile sarebbe stato invece qualificare il portale come il luogo di dialogo dei diversi siti regionali, non tanto per scarse potenzialità tecniche - un link ai siti
regionali sarebbe stato semplice da realizzare – quanto per il fatto che rinviare alle
home page (o a specifiche sezioni) dei singoli siti web regionali non avrebbe soddisfatto abbastanza gli obiettivi progettuali. È stato proposto di individuare, insieme alle
stesse Regioni, un percorso attraverso cui far emergere le informazioni regionali realmente utili per lo scopo che il progetto si prefiggeva. Dal punto di vista operativo l’opportunità per determinare e condividere questo modello sarebbe stata offerta dai
laboratori organizzati territorialmente.
È stato evidenziato inoltre come il portale TOURPASS non contenesse una funzione per
un “ambiente di lavoro condiviso” tra le Regioni, essenziale per supportare il modello di
Comunità professionale promosso nel corso dei laboratori territoriali.
Da un lato i costi eccessivi, dall’altro la durata limitata del progetto (difficilmente le comunità on line sopravvivono alla durata del progetto) hanno portato il Formez a sconsigliare vivamente l’implementazione ad hoc di queste funzioni all’interno di TOURPASS.
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
Allo scopo si è proposto di utilizzare uno strumento di condivisione informativa, attivabile
direttamente sul canale tematico “Risorse culturali e turistiche” del sito web Formez.
Il Formez, dopo aver effettuato alcune verifiche sulle funzionalità e sui contenuti del
sito TOURPASS, e dopo aver consultato un panel di esperti, ha elaborato un documento
di sintesi descrivendo i limiti e le potenzialità del suddetto sistema, ma anche una proposta di intervento per l’implementazione del sito.
Tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, è stato portato avanti anche il lavoro relativo alla
costruzione del modello di rete. Si è proceduto, come previsto, su un doppio binario: da
un lato l’aggiornamento del sito Tourpass, dall’altro l’implementazione del Focus “Turismo” nell’ambito del canale tematico “Risorse culturali e turistiche” del sito Formez.
Per quanto riguarda il sito Tourpass, all’analisi dello stato dell’arte e delle criticità del sito
ha fatto seguito la stesura di un documento di dettaglio, contenente la proposta metodologica, l’indicazione di alcuni siti, riferimenti, contenuti integrativi (mappa dei contenuti). Nel periodo successivo si è conclusa l’attività di definizione e di raccolta delle
indicazioni e dei materiali per l’aggiornamento e si è proceduto alla consegna brevi
manu al Dipartimento di tutti i materiali necessari per l’aggiornamento del sito Tourpass su cd-rom.
Nel frattempo, anche su sollecitazione del DFP, si è operato apportando alcune modifiche al Focus “Turismo”, da un lato per rendere le informazioni in esso presenti più coerenti con le finalità del progetto e più rispondenti alle fonti di finanziamento
(inserimento loghi ecc.), dall’altro per consentire la creazione, nell’ambito del Focus, di
un’Area Riservata agli operatori del progetto, attraverso cui consentire ai partecipanti ai
laboratori, lo scambio di materiale, di informazioni e la possibilità di instaurare un dialogo sia con gli operatori del Formez, sia tra operatori del singolo laboratorio, sia ancora
tra i diversi laboratori.
Contemporaneamente è stata portata a termine la realizzazione della banca dati sulle
Leggi turistiche e il relativo caricamento sul Focus “Turismo” del Canale Tematico “Risorse Culturali e Turistiche” del Formez. Inoltre si è proceduto ad un’integrazione della
normativa con quanto previsto nelle Regioni del Centro Nord e a livello nazionale e comunitario.
Fase diffusione dei risultati
Nei mesi estivi del 2007 sono state condotte le attività preparatorie per l’organizzazione del Seminario conclusivo del Progetto, dal titolo “Le prospettive dei Sistemi Turistici Locali nella nuova programmazione”.
L’evento si è tenuto a Roma il 23 ottobre 2007. Agli interventi di tipo istituzionale hanno
fatto seguito quelli di esperti del settore e dei rappresentanti delle Regioni partecipanti
al progetto. Durante la giornata si è tenuta anche una tavola rotonda sul tema “Il Turismo italiano: soluzioni e strumenti operativi in un contesto internazionale”, alla quale
hanno partecipato rappresentanti dell’ISNART – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche,
del Dipartimento per le politiche di sviluppo del MEF, di APT, Consorzi e di Regioni del
Centro Nord titolari di esperienze di punta nel settore turistico.
Sempre al fine di divulgare gli esiti del Progetto, d’intesa con i committenti è stata realizzata:
- una pubblicazione, dal titolo “Esperienze e prospettive di sistema nel turismo”. Sono
stati predisposti i contributi da inserire nel testo e svolte le opportune attività per la
curatela del volume e l’inserimento nella collana editoriale Formez “Materiali – Azioni
di Sistema”;
- un cd-rom di progetto. Il lavoro di progettazione ha riguardato nello specifico: la sigla
iniziale arricchita con contributi audio ed animati, il layout grafico di interfaccia e navigazione ipertestuale, il copy-writing delle sezioni informative generali, la predisposizione delle schede di sintesi e presentazioni delle attività e prodotti.
Successivamente si è proceduto alla sistematizzazione dei materiali prodotti e all’inserimento degli stessi nel suddetto prodotto multimediale.
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
Progetto 2
“CULTURA SICURA”
(PON 2000/06 “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” - Misura 1.5 “Risorse
umane per la sicurezza”)
Descrizione del progetto
Il Progetto “Cultura Sicura”, avviato nel gennaio 2006 e sviluppato dal Formez Centro di
Formazione Studi in stretta collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si rivolge ai dipendenti delle sedi regionali e periferiche del Ministero stesso nell’Obiettivo 1.
È finalizzato ad accrescere e sviluppare le conoscenze e le competenze per l’utilizzo e
l’applicazione di nuovi strumenti e tecniche per il controllo e la sicurezza dei siti culturali e ambientali, tramite la realizzazione di attività di ricerca e formazione, predisposte
in base alle specifiche caratteristiche delle realtà regionali e tenendo conto dell’organizzazione istituzionale e dei fabbisogni formativi connessi alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Il Progetto, i cui risultati e prodotti saranno raccolti in un specifico cd-rom, si articola in
due interventi:
INTERVENTO 1: Corso “G.I.S. Campania”, rivolto all’approfondimento e all’applicazione sul
campo delle competenze relative al sistema informativo geografico in corso di implementazione nella Regione Campania;
INTERVENTO 2: Percorso formativo “Sicurezza nel settore dei beni culturali”, volto alla
diffusione di nuovi modelli di gestione della sicurezza, vigilanza e accoglienza in archivi,
biblioteche, musei e aree e parchi archeologici.
A. Intervento 1 – corso “GIS Campania”
- Rivolto ai dipendenti della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
della Regione Campania e delle relative Soprintendenze territoriali interessati dal Sistema Informativo Geografico (G.I.S.) in corso di implementazione
- Strutturato in 5 moduli composti da formazione d’aula, applicazioni pratiche e rilevamenti all’aperto:
•
•
•
•
•
•
Dalla cartografia ai G.I.S. per i Beni Culturali
Approfondimento e attività pratiche per l’uso degli strumenti di posizionamento
geografico utilizzati per il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Regione
Campania
Approfondimento ed attività pratiche per l’uso dell’applicazione catalografica
relazionale utilizzata per il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Regione Campania
Approfondimento ed attività pratiche per l’uso dell’applicazione G.I.S. utilizzata per
il Sistema Informativo Geografico Territoriale della Regione Campania
Fasi d’uso e operative dei sistemi di telerilevamento GPS
- Erogato tra maggio 2006 e marzo 2007
- L’intervento si è posto come continuazione e implementazione pratica del percorso
formativo già realizzato a livello regionale nell’ambito della stessa Misura 1.5 tra il
2003 e il 2004, che ha avuto come obiettivi sia quello di fornire un quadro completo
ed esauriente delle potenzialità dei Sistemi Informativi Geografici per la gestione dei
beni culturali (tramite un percorso logico che andava dai principi di base delle scienze
geografiche all’analisi delle funzionalità elementari ed avanzate degli strumenti
G.I.S.), sia soprattutto quello di addestrare gli operatori del settore all’uso delle applicazioni G.I.S. e relazionali specifiche acquistate o realizzate ad hoc dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per la realizzazione del parallelo Progetto “Sistema Informativo
Geografico Territoriale della regione Campania”, condotto dalla Direzione Regionale
e dalle Soprintendenze consorziate nell’ambito della Misura 1.3 dello stesso PON
2000/06.
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
B. Intervento 2 – Percorso formativo “sicurezza nel settore dei beni culturali”
Dapprima si è proceduto alla realizzazione di una ricerca chiamata “Vademecum della
vigilanza e sicurezza” sulle procedure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza
da attivare in musei, archivi, biblioteche ed aree e parchi archeologici.
A partire dai contenuti della ricerca, è stato elaborato un corso di formazione strutturato
in attività didattiche:
- in presenza, dedicate ad un numero ristretto di discenti detti avviatori;
- a distanza, per tutti i discenti, erogato tramite:
• un corso on-line
• un cd-rom per la fruizione off-line del corso
• un manuale e quattro guide a stampa.
Destinatari: personale pubblico (addetti, operatori e assistenti) con compiti di vigilanza,
sicurezza e accoglienza appartenenti alle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici e relativi istituti periferici di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna
e agli Istituti Archivistici della Sicilia.
Ricerca “vademecum della vigilanza e sicurezza”
Analizza le procedure che gli addetti, gli operatori e gli assistenti impegnati nell’area
della vigilanza, della sicurezza e dell’accoglienza sono chiamati ad attivare e svolgere in
condizione di gestione ordinaria e straordinaria (emergenza diurna e notturna) negli
istituti e luoghi della cultura individuati dall’art. 101 del Codice dei beni culturali e del
paesaggio, ovvero musei e monumenti musealizzati, biblioteche, archivi, aree e parchi
archeologici.
Per rendere i contenuti della ricerca centrati sui fabbisogni del personale pubblico e allo
stesso tempo non tralasciare le ultime tendenze che caratterizzano il settore privato, è
stato organizzato un gruppo di lavoro con professionalità molto qualificate e differenziate: hanno partecipato infatti oltre ad esperti privati del settore, anche esperti pubblici di ciascun luogo/istituto della cultura analizzato e referenti di ciascuna Regione
destinataria dell’intervento, con la supervisione scientifica di un team di esperti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali operanti a livello centrale.
I risultati della ricerca sono stati organizzati in 5 prodotti a stampa (in corso di pubblicazione), cioè un manuale e quattro guide di facile ed agile consultazione, contenenti
anche indicazioni pratiche per lo svolgimento delle diverse attività. Punti di forza delle
guide sui 4 istituti/luoghi della cultura sono:
- la scelta di strutturare i contenuti in maniera simile nei testi, ma rispettando le specificità di ciascun caso, per favorire confronti e paralleli tra le diverse realtà
- riportare nei testi procedure, corredate di indicazioni e istruzioni, per l’applicazione
pratica immediata dei contenuti;
- fornire schede di autovalutazione della condizione operativa degli operatori.
I principali contenuti dei cinque prodotti a stampa sono di seguito brevemente riportati:
Gli istituti e i luoghi della cultura - la vigilanza, la sicurezza l’accoglienza e le emergenze
(MANUALE)
- Tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale
- Problemi di gestione
-Descrizione dei fattori di rischio
- Le professionalità del settore culturale: individuazione e qualificazione
- La definizione dei compiti del personale addetto alla vigilanza, sorveglianza e accoglienza nella declaratoria dei profili attualmente esistenti
- Il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine e delle strutture di protezione e sanitarie
- La sicurezza sul lavoro
Musei - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed
emergenza (GUIDA)
- La definizione di museo e di monumento musealizzato
- L’organizzazione tipo di un museo: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
- Attività tecnico gestionali per l’organizzazione della sicurezza
- Rischi specifici e norme di comportamento
- L’accoglienza del pubblico
- Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza
- La gestione delle emergenze
Biblioteche - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza
ed emergenza (GUIDA)
- La definizione di biblioteca
- L’organizzazione tipo di una biblioteca: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte
- Attività tecnico-gestionali per l’organizzazione della vigilanza
- L’accoglienza del pubblico
- Rischi specifici e norme di comportamento
- Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza
- La gestione delle emergenze
Archivi - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed
emergenza (GUIDA)
- La definizione di archivio
- L’organizzazione tipo di un archivio: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte
- Attività tecnico-gestionali per l’organizzazione della vigilanza
- L’accoglienza del pubblico
- Rischi specifici e norme di comportamento
- Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza
- Gestione delle emergenze
Aree e parchi archeologici - Procedure per l’attuazione delle misure di accoglienza, vigilanza, sicurezza ed emergenza (GUIDA)
- La definizione di area e di parco archeologico
- L’organizzazione tipo di un’area e di un parco archeologico: individuazione e qualificazione delle professionalità coinvolte
- Attività tecnico-gestionali per l’organizzazione della vigilanza
- L’accoglienza del pubblico
- Rischi specifici e norme di comportamento in aree e parchi archeologici
- Rischi correlati e modalità di vigilanza sul territorio
- Sicurezza e impianti di allarme e vigilanza
- Gestione delle emergenze
Corso “sicurezza nel settore dei beni culturali”
Sviluppato, a partire dai contenuti della ricerca “Vademecum della vigilanza e sicurezza”,
con un modello didattico che vede la partecipazione attiva dei destinatari dell’attività
nell’organizzazione e nella realizzazione delle attività, nonché in appositi spazi di discussione virtuali tra di essi e con il gruppo di esperti (pubblici e privati) attivati per la
ricerca stessa.
Il corso prevede infatti attività didattiche
- in presenza: dedicate ad un numero ristretto di discenti, detti avviatori, per condividere il modello didattico adottato e coadiuvare le attività di partecipazione attiva
- a distanza: per tutti i discenti, per l’erogazione dei contenuti del corso erogato tramite
• una piattaforma on-line (disponibile nel sito Formez) con appositi spazi di discussione e condivisione tra gli iscritti
• un cd-rom per la fruizione off-line del corso
• un manuale e quattro guide a stampa.
Per favorire una più agevole e interessante fruizione da parte dei discenti:
- le singole lezioni (per quanto concerne il corso on-line e su cd-rom) sono state organizzate sotto forma di learning object, ovvero pillole didattiche audio e animate sugli
argomenti del Vademecum didatticamente autoconsistenti e provviste di semplici
esercizi di autovalutazione, collegamenti ai link di riferimento più importanti, allegati legislativi e bibliografici scaricabili
309
FORMEZ – Centro Formazione Studi
- il Progetto ha messo a disposizione dei discenti in ciascuna Regione delle postazioni
informatiche multimediali dedicate (Learning Point) con collegamento a internet per
seguire il corso.
I discenti individuati come avviatori svolgono un importante ruolo di facilitazione e animazione delle attività del corso nei confronti degli altri discenti della propria sede di lavoro (e/o sedi limitrofe), supportati e coadiuvati da appositi tutor messi a disposizione
dal Formez.
Oltre a rappresentare un punto di riferimento per i colleghi, gli avviatori si occupano di:
- organizzare l’aula didattica virtuale, tramite il reperimento dei dati anagrafici dei discenti e le informazioni sulle modalità di fruizione da essi prescelte;
- fornire orientamento/prima informazione ai discenti affidati circa obiettivi del corso,
strumenti per la fruizione del corso on-line e loro utilizzo, informazioni sui learning point;
- distribuire i materiali didattici: manuale/guide e cd-rom per la fruzione off-line del corso.
In questo modo si è voluto creare un contatto diretto con il Formez (ente erogatore del corso)
e i discenti stessi, favorendo gli scambi e creando possibilità di comunicazione in real time.
- Inoltre la condivisione con le Regioni destinatarie del Progetto (ovvero le sedi regionali e periferiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in esse presenti) della
scelta dei discenti “avviatori” ha favorito una più funzionale distribuzione degli stessi
tra le numerose sedi periferiche del Ministero presenti sul territorio.
- Il percorso didattico realizzato inoltre rappresenta un modello di formazione permanente, che attraverso gli strumenti implementati consente
• la messa in rete degli operatori del settore
• l’aggiornamento periodico dei contenuti
• la fruizione oltre la durata del progetto stesso
• l’allargamento ad ulteriori target di discenti (sia per tipologia, sia per localizzazione
geografica).
Progetto 3
INFO-CS “INNOVAZIONE E FORMAZIONE NEL SETTORE DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO”
L’obiettivo generale del Progetto “InFo-CS Innovazione e formazione nel settore della
cultura e dello spettacolo” è stato quello di rafforzare le competenze del personale della
P.A. operante nei settori dello spettacolo e della cultura.
In particolare con l’azione del Progetto, il Formez ha puntato:
- alla valorizzazione delle risorse umane del sistema pubblico dello spettacolo dal vivo
e del cinema attraverso una serie di efficaci interventi di formazione e di scambio di
esperienze finalizzati alla promozione di una nuova cultura dell’organizzazione e della
gestione amministrativa;
- allo sviluppo delle competenze in materia di metodologie e tecniche audiovisive da
parte del personale pubblico a partire da quello impegnato nella comunicazione istituzionale e nei rapporti con il pubblico;
- all’aggiornamento delle competenze del personale delle amministrazioni locali finalizzate alla valorizzazione dei beni culturali ed artistici presenti sui territori attraverso
l’attivazione di servizi formativi e informativi.
Il progetto InFo-CS ha sviluppato un’attività di formazione ed informazione rivolta ai responsabili della PA sul territorio, per sviluppare competenze e conoscenze da utilizzare
nei settori dello spettacolo dal vivo, del cinema, dell’audiovisivo e del marketing culturale.
In particolare tra le competenze rafforzate c’è stata anche la capacità di supportare – per
la parte spettante alle amministrazioni locali – la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di associazioni e imprese locali di produzione e di supporto agli eventi culturali di
spettacolo, tanto nelle Regioni ove era già consolidata la presenza di strutture di questo
tipo, quanto in quelle dove la presenza di nuclei attivi nell’allestimento, produzione e servizio per iniziative di spettacolo era assente o scarsamente sviluppata. Inoltre è stato fornito un servizio di formazione/informazione ad uso dei responsabili della PA sulle
strategie di comunicazione audiovisiva, sulle strategie di marketing territoriale a sostegno
dei beni culturali ed artistici territoriali, sulla promozione degli eventi sostenuti da enti territoriali e sulla politica nazionale ed europea a sostegno dello spettacolo.
L’azione progettuale è stata articolata in tre linee di attività:
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
1. InFo-CS Spettacolo dal vivo e Cinema
È stato realizzato un programma integrato di interventi per gli operatori pubblici dello
spettacolo dal vivo e del cinema a partire dalla realizzazione di una ricerca-azione per
il monitoraggio e la ricognizione dello stato e dei fabbisogni di tali settori in Italia, anche
in relazione al possibile accesso ai servizi offerti; si è proceduto quindi con la diffusione
dei risultati come base informativa per la PA a cui è seguita una attività di formazione
e informazione su vari temi tra cui: le caratteristiche dei settori dello spettacolo (dal
vivo e riprodotto), del teatro e del cinema, sulle leggi e sui meccanismi che li regolano,
le opportunità di finanziamenti agevolati per la costituzione di nuove imprese e sui
fondi nazionali e comunitari a favore delle iniziative di sostegno all’industria culturale
e cinematografica, alle Film Commission e alle iniziative culturali di spettacolo e non
solo accessibili dalle amministrazioni locali.
2. InFo-CS Audiovisivo e Comunicazione
È consistito un intervento di studio e formazione sulle metodologie e tecniche audiovisive
diretto ai dirigenti e funzionari pubblici con l’obiettivo di fornire un sistema di competenze
finalizzato ad integrare l’insieme delle metodologie audiovisive con conoscenze relative alle
tecniche economico –gestionali proprie delle produzioni cinematografiche e televisive.
3. InFo-CS Marketing Culturale
Si è trattato di un’attività diretta alle amministrazioni locali in alcuni territori, aventi
caratteristiche interessanti per lo studio di buone prassi, finalizzata al marketing culturale tramite l’identificazione dei fabbisogni e delle potenzialità locali, con particolare
riferimento alla valorizzazione territoriale e alla possibilità di accrescerne la visibilità e
le opportunità di investimento.
Risultati attesi
Il progetto InFo-CS è stato finalizzato al conseguimento dei seguenti risultati:
- formazione e aggiornamento a favore della P.A. nei settori della cultura e dello spettacolo con particolare riferimento a leggi e meccanismi che regolano il settore, all’accesso e alla fruizione del territorio, alla gestione e programmazione di progetti,
alle strategie di marketing culturale, alle opportunità di finanziamento nazionale e comunitario a favore di iniziative di sostegno per l’industria culturale;
- ricognizione sullo stato e sui bisogni dei settori del cinema, della produzione audiovisiva e dello spettacolo dal vivo in Italia (con un particolare focus sul teatro) e alla
diffusione dei risultati come base informativa per la PA;
- identificazione dei fabbisogni formativi della PA locale operante nei settori dello spettacolo e dei beni culturali;
- analisi delle competenze delle risorse umane interne all’amministrazione in termini
di potenzialità, espansione operativa, fabbisogni formativi;
- progettazione ed erogazione di programmi e interventi formativi in presenza e a distanza a favore del personale degli enti locali per rispondere alle esigenze e ai fabbisogni manifestati ed emersi durante le attività di ricerca;
- informazione, diffusione e affiancamento a sostegno della comunità professionale
degli operatori della cultura e dello spettacolo.
A fronte dell’attuazione del progetto e della formazione di operatori della P.A., l’intervento si è concentrato su linee di attività innovative rivolte:
- allo sviluppo di realtà regionali collegate al settore dello spettacolo e della cultura;
- ad una efficace politica culturale attraverso la diffusione delle esperienze, l’informazione e la sensibilizzazione del territorio;
- all’aggiornamento delle figure professionali operanti nel settore;
- alla creazione di un collegamento in rete di soggetti e strutture interregionali operanti
nello stesso ambito.
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ATTIVITÀ SVOLTE
Linea di attività 1: Spettacolo dal vivo e cinema
Nel corso della prima annualità (2004), in collaborazione con una struttura specializzata nel settore (Fondazione Rosselli), è stata completata una ricerca-azione di monitoraggio e ricognizione sullo stato e sui fabbisogni del settore dello spettacolo dal vivo
in Italia, condotta principalmente sulle amministrazioni regionali, coinvolgendo in primis i teatri pubblici che costituiscono l’ossatura centrale del sistema di offerta di spettacolo dal vivo in Italia, nonché esperti del settore e testimoni privilegiati in grado di
fornire elementi utili alla definizione dello scenario di riferimento.
Una analoga ricerca-azione è stata ultimata per quanto concerne il settore cinematografico, con riferimento ai fabbisogni degli enti locali in materia di promozione di eventi,
iniziative e servizi in campo cinematografico. L’indagine sul campo, condotta attraverso
la somministrazione di questionari di rilevazione predisposti ad hoc dal gruppo di ricerca, ha costituito la base di partenza per la realizzazione di un programma integrato
di interventi per gli operatori pubblici dello spettacolo dal vivo e del cinema che prevedeva la diffusione dei risultati come base informativa per la PA e un’attività di formazione, informazione continua riguardante i singoli settori di riferimento e le specifiche
aree tematiche sulle quali si sono registrate le carenze formative più rilevanti.
Inoltre sono stati predisposti studi di settore (con riferimento all’area normativa, economica e di mercato, finanziaria ed organizzativa) e sono state effettuate alcune analisi di raffronto con strutture pubbliche operanti a livello europeo. Tali studi hanno
condotto – per quanto attiene allo spettacolo dal vivo - all’elaborazione di strumenti
didattico-informativi, quali:
- analisi dei fabbisogni formativi, individuazione delle competenze degli operatori pubblici dello spettacolo dal vivo, con specifico riferimento al comparto teatrale;
- definizione, progettazione ed elaborazione di un percorso didattico modulare;
- un vademecum sulle attività di fund raising (accesso a risorse economiche pubbliche
e private) nel settore dello spettacolo dal vivo;
- un dossier di approfondimento sul quadro normativo e legislativi dello spettacolo dal
vivo in Italia, alla luce delle recenti iniziative di riforma;
- una guida di benchmarking nazionale ed internazionale (analisi delle buone prassi)
delle politiche di marketing (strategie di promozione delle attività del settore) nello
spettacolo dal vivo.
Parallelamente, per quanto riguarda il settore audiovisivo, è stata prodotta una documentazione contenente:
- una ricerca-azione relativa ai fabbisogni formativi ed individuazione delle competenze degli operatori pubblici del cinema;
- un syllabus dei contenuti di un percorso di formazione/informazione sulle caratteristiche del settore cinematografico;
- la predisposizione di materiale informativo sui temi da diffondere nei seminari su
temi riguardanti il comparto cinematografico;
- un dossier tematico di analisi del quadro normativo e legislativo del cinema in Italia,
alla luce delle recenti iniziative di riforma;
- un vademecum sul sostegno europeo al settore cinematografico che affronta e illustra tanto i meccanismi comunitari di sostegno alla cinematografia quanto le strategie di sostegno alle attività cinematografica nei maggiori paesi della Uninione
Europea.
Le attività di ricerca hanno condotto, infine, alla realizzazione di due strumenti di diffusione complementari all’intervento formativo:
- un dossier tematico “Misure di sostegno pubblico nazionale al settore cinematografico” di analisi del quadro normativo e legislativi del cinema in Italia, alla luce delle recenti iniziative di riforma;
- un vademecum sul sostegno europeo al settore cinematografico “le Politiche europee
dell’audiovisivo - linee di pensiero, direttive, attività dell’UE” che affronta e illustra
tanto i meccanismi comunitari di sostegno alla cinematografia quanto le strategie di
sostegno alle attività cinematografica nei maggiori paesi della Unione Europea.
Nel 2005, a partire dai risultati delle attività di ricerca-azione sui fabbisogni del settore
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
dello spettacolo dal vivo in Italia e sui fabbisogni degli Enti Locali in materia di promozione di eventi, iniziative e servizi in campo cinematografico, si è proceduto alla definizione del programma integrato di interventi per gli operatori pubblici dello spettacolo
dal vivo e del cinema.
In particolare sono state studiate le modalità con cui diffondere i risultati delle ricerche e con cui realizzare l’attività di formazione e informazione continua sui settori e
sulle aree tematiche sulle quali nel corso delle indagini erano emerse le carenze formative più rilevanti.
Si è quindi proceduto ad una definizione più puntuale del Ciclo di seminari “La Pubblica
Amministrazione al servizio dello Spettacolo”. Il ciclo di seminari è stato ideato come
uno strumento per elevare i livelli di conoscenza e performance del personale della PA
impegnato nel campo dello spettacolo dal vivo e del cinema, tramite l’acquisizione e
l’utilizzo di competenze innovative, e come un mezzo per favorire e aumentare gli
scambi tra gli operatori privati e gli operatori pubblici. I destinatari principali del ciclo di
seminari sono stati individuati in dirigenti, quadri, funzionari, impiegati nei vari livelli
e consulenti della PA, intesa in senso ampio come Regioni, Province, Comuni, organismi
con forte partecipazione di soggetti pubblici territoriali (Aziende speciali, Fondazioni,
Istituzioni, S.p.a., Associazioni, ecc.).
Linea di attività 2: Audiovisivo e comunicazione
Nell’ambito della linea 2 “Audiovisivo e comunicazione”, il Formez ha realizzato un programma di formazione sulle metodologie e tecniche audiovisive rivolto ai dirigenti e
funzionari pubblici con l’obiettivo di fornire un sistema di competenze diretto ad integrare l’insieme delle metodologie e tecniche audiovisive con conoscenze relative alle
tecniche economico-gestionali proprie delle produzioni cinematografiche e televisive.
Le attività sono state erogate utilizzando un sistema di formazione a distanza, al fine
di aumentare il numero dei destinatari ed accrescere il livello di interazione e di scambio di informazioni e di esperienze.
Nel corso del 2004 sono state realizzate le attività di ricerca propedeutiche, in collaborazione con una agenzia specializzata (MAGICA), consistite in:
- somministrazione di questionario di rilevazione ad un campione rappresentativo di
amministratori locali;
- completamento ricerca-azione e conseguente dossier tematico concernente la rilevazione dei fabbisogni formativi e predisposizione delle metodologie idonee per la
creazione e aggiornamento di competenze nella pubblica amministrazione di carattere economico e gestionale delle iniziative di produzione nel settore audiovisivo;
- raccolta di casi studio e best practice a livello nazionale ed europeo;
- elaborazione e sperimentazione dei contenuti di un percorso di formazione/informazione on-line sulle metodologie e tecniche audiovisive rivolto ai dirigenti ed ai funzionari pubblici con l’obiettivo di fornire un sistema di competenze diretto ad
integrare l’insieme delle metodologie audiovisive con conoscenze relative alle tecniche economico-gestionali proprie delle produzioni cinematografiche e televisive nell’ambito della prima annualità del progetto;
- realizzazione di un “Vademecum sulla produzione audiovisiva”, di facile e pronta consultazione per i Dirigenti ed i Funzionari della Pubblica Amministrazione”.
Nel 2005, a fronte dei principali risultati e delle questioni chiave emerse nel corso di tali
attività, si è proceduto alla definizione puntuale dei contenuti del percorso di formazione/informazione sulla gestione dei progetti di comunicazione on-line rivolto ai dirigenti ed ai funzionari pubblici sulle metodologie e tecniche audiovisive integrate con le
tecniche economico-gestionali, proprie delle produzioni cinematografiche e televisive.
Nel 2006 si è provveduto all’erogazione del corso a distanza “Gestione dei progetti audiovisivi di comunicazione” articolato in 8 moduli,
313
FORMEZ – Centro Formazione Studi
La prima erogazione dei corsi è stata realizzata nel periodo marzo-giugno 2006; dato il
successo della prima edizione dei corsi, è stata erogata nei mesi successivi una ulteriore
edizione dei corsi agli utenti ulteriori che ne hanno fatto richiesta, fino alla conclusione
del Progetto.
Linea di attività 3: Marketing culturale
La terza linea “Marketing culturale” è stata rivolta alle amministrazioni locali per migliorarne le conoscenze tramite l’identificazione dei fabbisogni e delle potenzialità del
territorio, con particolare riferimento ai siti e ai beni artistici e culturali meritevoli di
una visibilità adeguata al loro valore.
Nel 2004 è stata portata a termine l’attività di rilevazione dei fabbisogni formativi delle
pubbliche amministrazioni a livello di assessorati regionali articolata secondo le seguenti fasi di lavoro:
1. raccolta materiali e progettazione di un questionario di rilevazione
2. invio e somministrazione del questionario presso gli Assessorati regionali
3. feed-back rilevazione, raccolta ed elaborazione dei dati
4. analisi delle principali carenze formative registrate nelle varie strutture ed individuazione di settori ed aree professionali di particolare interesse per gli operatori
del settore.
Il gruppo di lavoro, sul piano della produzione documentale, ha messo a punto una serie
di strumenti divulgativi, veicolati anche attraverso il sito di progetto, in relazione a tematiche di particolare interesse: scenario dei beni culturali in Italia e il patrimonio Unesco; legislazione italiana in materia di beni culturali; ruolo del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e politiche di valorizzazione; guida al Codice dei Beni culturali e del
Paesaggio (Codice Urbani); schede informative sui distretti culturali, turismo culturale
relativi alla gestione dei beni culturali sul territorio; casi studio e best practice a livello
nazionale ed internazionale; attori, esperienze nel settore della promozione e valorizzazione dei beni culturali.
I dati e le indicazioni emerse hanno costituito la base di partenza per la progettazione
e realizzazione di workshop formativi volti a sviluppare e migliorare le competenze del
personale delle amministrazioni locali, favorendo la valorizzazione e la promozione dei
beni culturali ed artistici presenti sul territorio. Nella scelta delle aree nelle quali attivare
gli interventi sono stati presi in considerazione siti di particolare interesse sotto un duplice punto di vista: come casi studio in grado di rappresentare best practice da replicare
in altre zone del Paese; come aree in cui esistono potenzialità di sviluppo legate alla valorizzazione del territorio dal punto di vista turistico-culturale.
Nel corso del 2005 si è proceduto alla progettazione, all’organizzazione e alla promozione di due workshop formativi volti a sviluppare e migliorare le competenze del personale delle amministrazioni locali, favorendo la valorizzazione e la promozione dei
beni culturali ed artistici presenti sul territorio. I workshop sono stati concepiti come
un’utile occasione di disseminazione, informazione ed affiancamento alle Amministrazioni nella redazione di programmi di intervento ed azioni di sostegno con riferimento: alla creazione o alla migliore gestione di progetti integrati sul territorio; alle
tecniche di pianificazione strategica; ai sistemi turistici locali: piani settoriali, paesaggistici, territoriali e naturali; strategie e politiche di marketing culturale e comunicazione territoriale
Il primo dei due workshop, dal titolo “La valorizzazione integrata delle risorse sul territorio”, è stato realizzato il 14 e 15 ottobre a Campiglia Marittima (Livorno) in collaborazione con la Società Parchi Val di Cornia. Il workshop ha delineato il quadro
istituzionale e legislativo attinente i beni culturali analizzando le caratteristiche, gli
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FORMEZ – Centro Formazione Studi
obiettivi e le fasi di progettazione e implementazione delle strategie di valorizzazione
integrata sul territorio.
II secondo workshop, organizzato in collaborazione con il Centro Europeo Universitario
per i Beni Culturali di Ravello, si è svolto il 7 e 8 novembre a Ravello (SA). L’incontro, dal
titolo “Promozione e marketing culturale”, si è focalizzato sui temi della definizione e
gestione di progetti di investimento per la valorizzazione dei siti e beni culturali. Per
tale motivo sono stati presentati diversi casi di successo in tale campo.
Nel 2006, a completamento delle attività già svolte, è stato organizzato un terzo workshop dal titolo “La valorizzazione culturale dei territori: laboratorio di esperienze e
pratiche” che si è svolto il 6 aprile 2006 presso il Castello Baronale di Collalto Sabino
(Rieti) ed è stato organizzato dal Formez in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Rieti. Obiettivo della giornata di lavoro è stato avviare,
ove necessario, e rafforzare la costituzione di sistemi di relazioni e collaborazione interistituzionale tra i soggetti locali e con enti esterni alla Valle del Turano.
315
ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI
Presidente
Flavio Conti
Via G.A. Borgese, 14
20154 Milano
Tel./Fax 02 347235
[email protected]
L’Istituto Italiano dei Castelli è un’organizzazione culturale
(ONLUS), nata nel 1964 su iniziativa di Pietro Gazzola ed eretta
in Ente Morale, riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali, nel
1991.
L’organizzazione sul territorio si articola in Sezioni regionali, cui
fanno capo Delegazioni provinciali. Sezioni e Delegazioni, autonome nell’attività nel loro ambito, rispondono nelle linee generali ad un Consiglio Direttivo nazionale, mentre l’attività di
studio e di ricerca è coordinata da un apposito Consiglio Scientifico.
Gli scopi dell’Istituto sono la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura fortificata. Esso si occupa, infatti di
tutte quelle architetture –torri, castelli, caseforti, città e borghi fortificati, rocche, forti, bastioni, conventi fortificati, mura e così vianate per esigenze difensive.
Queste architetture sono esposte ad un grande pericolo, perché tutte hanno perso la loro originaria funzione.
Infatti una chiesa o un palazzo, pur se antichi, possono essere
utilizzati ancora oggi, dopo accurati restauri, per gli stessi scopi
per cui sono nati. Ma un edificio nato cinque o seicento anni fa
con funzioni militari non può essere utilizzato oggi per fare la
guerra o per difendersi da eventuali nemici. Pertanto, se lo si
vuole mantenere in vita in virtù del suo valore storico e artistico, bisogna trovargli un’altra, diversa funzione: naturalmente
una funzione compatibile con le strutture e la vocazione del
monumento e tale da garantire la reimmissione dell’edificio
nella vita attuale.
Tale edificio va, quindi, “rivitalizzato”, ma non stravolto.
ATTIVITÀ
L’Istituto Italiano dei Castelli svolge la sua attività essenzialmente su quattro fronti:
Lo studio storico, archeologico e artistico dei castelli e dei monumenti fortificati
Questa attività comporta una serie di operazioni, necessarie per
la conoscenza del patrimonio di architettura fortificata italiano,
che vanno dall’inventario e dal censimento del patrimonio
stesso all’escussione delle fonti storiche e delle ricerche archeologiche.
La loro salvaguardia e conservazione
L’Istituto opera infatti sia per la tutela in senso stretto delle architetture fortificate attraverso lo studio e la formulazione di
appositi strumenti giuridici, sia per dar vita ad un quadro culturale, sociale e legislativo che favorisca tale conservazione.
L’inserimento delle architetture fortificate nel ciclo attivo della
vita moderna
Organizzazione
internazionale sotto
gli auspici dell’UNESCO
e del Consiglio d’Europa
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Ottenere tale inserimento è il fine ultimo per cui opera l’Istituto. Si tratta infatti di mettere a disposizione della comunità i
beni culturali – in questo caso l’architettura fortificata –
tramandataci dai nostri padri, consentendone una fruizione il
più possibile ampia, diffusa e rispettosa. Essa comporta molte-
Istituto Italiano dei Castelli
plici attività, fra le quali, le più importanti in assoluto: l’attenzione a che l’opera di restauro sia effettuata secondo la teoria scientifica più aggiornata e il reperimento dei
mezzi necessari all’attuazione dei programmi di riuso e rivitalizzazione.
La sensibilizzazione scientifica e turistica dell’opinione pubblica
Si tratta di un’operazione fondamentale, attraverso la quale l’Istituto svolge un’intensa
azione sociale con attività di divulgazione storico-scientifica allo scopo di diffondere in
strati sempre più larghi della popolazione (e coinvolgendo gli enti pubblici) la conoscenza, l’apprezzamento e la volontà di tutela delle architetture fortificate.
LE INIZIATIVE DI MAGGIORE PRESTIGIO DELL’ISTITUTO SONO:
Le targhe di segnalazione
L’Istituto assegna particolari targhe di segnalazione alle opere di architettura fortificata
restaurate e valorizzate in modi che l’Istituto, attraverso i suoi organi scientifici, considera degni di elogio e di imitazione.
Le visite di studio
L’Istituto e le sue Sezioni organizzano ogni anno numerose visite di studio alla scoperta
delle principali o più significative opere di architettura fortificata in Italia e all’estero
nonché delle dimore fortificate tuttora abitate. Ogni visita è guidata da esperti di valore
sull’argomento specifico, quando non dai proprietari delle stesse architetture.
Le manifestazioni
Sia l’Istituto nel suo complesso, sia le varie Sezioni organizzano numerose manifestazioni
volte alla conoscenza e alla valorizzazione dell’architettura fortificata: congressi, tavole rotonde, seminari, conferenze, corsi di architettura castellana e corsi di aggiornamento su argomenti attinenti.
Il premio per tesi di laurea
Ogni anno l’Istituto bandisce un premio per tesi di laurea sull’architettura fortificata,
con cospicua dotazione in denaro, cui possono partecipare tutti i laureati delle università italiane che abbiano sostenuto l’esame di laurea nell’anno accademico precedente.
Pubblicazione dell’Atlante Castellano d’Italia
Uno degli obiettivi dell’Istituto Italiano dei Castelli è appunto la realizzazione dell’Atlante Castellano d’Italia, una pubblicazione di estrema importanza, che è partita da
una metodica e capillare operazione di censimento dell’architettura fortificata del territorio nazionale.
Il Consiglio Scientifico ha messo a punto un’apposita scheda di rilevamento, studiando
una metodologia che garantisse omogeneità di risultati. Dopo un primo lavoro di censimento che individuasse per ogni Comune del territorio italiano l’esistenza o meno di
strutture fortificate, e la loro ubicazione, si è passati alla metodica compilazione della
scheda di censimento, completa di mappe, indicazioni catastali e di proprietà, storia e
bibliografia essenziale dell’opera, fotografie, stato delle strutture e dell’apparato artistico interno ed esterno.
Tutto ciò è stato affidato alle varie Sezioni regionali in cui l’Istituto è organizzato. Ogni
Sezione ha provveduto a procurarsi i fondi necessari al censimento, a reclutare i rilevatori cui affidare il censimento degli edifici, provincia per provincia.
A tutt’oggi, è stato censito circa il 70% del territorio italiano e si conosce un discreto panorama del resto. Da queste ricognizioni si può affermare con ragionevole certezza, che
le opere fortificate presenti in Italia sono più di 20.000, il più grande patrimonio dopo
quello dell’architettura sacra; di oltre 10.000 fortificazioni si conoscono i nomi e le ubicazioni, di circa 8.000 si conoscono situazione, caratteristica e consistenza.
Questi dati vengono, di volta in volta elaborati per trarne indicazioni utili alla programmazione del territorio e alla salvaguardia degli edifici stessi. Ogni scheda castellana viene
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Istituto Italiano dei Castelli
infatti “riassunta” in un’apposita simbologia che costituisce un profilo grafico, secondo
parametri standardizzati, dell’opera. Gli stessi dati vengono immessi in un archivio elettronico che ne consente l’elaborazione statistica e la rapida consultazione.
Su questa base si stanno impostando tre operazioni di largo respiro.
La prima è la creazione di un completo “Atlante delle architetture fortificate italiane”,
con tavole in scala 1:100.000, redatte con la simbologia scientifica studiata.
La seconda è l’elaborazione statistica dei dati, incrociando i parametri essenziali per il
restauro e vitalizzazione emersi dal censimento, in particolare lo stato di consistenza di
un edificio (quanta parte di esso è sopravvissuta) e lo stato di manutenzione (quanto
bene è tenuta questa parte). Si sarà così in grado di dare utili priorità di programmazione agli amministratori pubblici, indicando quali e quante sono le opere che necessitano di interventi più urgenti.
Infine, sulla base dei dati del censimento, combinati con i parametri di costo necessari
al restauro si sta studiando la possibilità di un archivio automatico dei costi di restauro
e riuso che possa dire, zona per zona, approssimativamente quanto denaro occorre investire per salvare il patrimonio di architettura fortificata, secondo quali priorità e con
quali possibilità d’uso.
In Sardegna
L’istituto Italiano dei Castelli – Onlus, ha preso ad operare in Sardegna a partire dal
1968 grazie all’impegno del compianto prof. arch. Bruno Virdis legato al fondatore
nazionale arch. Gazzola.
Nel corso dei decenni successivi si sono succeduti alla guida dell’Istituto in Sardegna:
il conte Alberto Villasanta; la prof.ssa dott.ssa Renata Serra; la dott.ssa Giovanna Puligheddu; il dott. Sergio Serra; il prof. dott. Francesco Floris attualmente in carica.
L’Istituto in Sardegna svolge attività complessa nel rispetto degli obiettivi contenuti
nello Statuto, ma tiene conto anche della specificità della cultura sarde.
I suoi interessi, quindi, sono indirizzati non solo alla salvaguardia e alla valorizzazione
dei castelli, ma anche a quella delle altre architetture fortificate e in particolare delle
torri litoranee, che nel corso dei secoli hanno svolto una funzione di capitale importanza per la difesa dell’isola dalle incursioni dei corsari nordafricani.
Inoltre, sulla base di una recente delibera del Consiglio direttivo Nazionale, anche i
nuraghe sono stati considerati monumenti legati alle finalità dell’Istituto.
L’associazione attualmente si articola in due delegazioni multi provinciali:
- quella di Cagliari e Oristano;
- quella di Sassari e Nuoro.
Ciascuna delle due ha autonomia amministrativa ed è retta da un proprio Consiglio
Direttivo.
Le principali attività svolte sono:
- cicli di conferenze sulla storia della Sardegna e in particolare sui castelli;
- escursioni finalizzate allo studio dei castelli della Sardegna;
- viaggi di studio in Italia e in Europa per studiare le diverse tipologie di castelli;
- ogni anno viene promossa ed organizzata la Giornata Nazionale dei Castelli volta
a far conoscere il patrimonio castellano dell’isola.
Il 16 ottobre 1999 è stata indetta a Cagliari una Giornata di studio sul tema “Conservazione e valorizzazione delle architetture fortificate della Sardegna meridionale“ con
l’intervento di docenti universitari, dirigenti della Soprintendenza ai Beni culturali
delle Province di Cagliari e Oristano e della Sovrintendenza archeologica di Cagliari,
ingegneri e architetti.
Di detta manifestazione nel 2001 sono stati pubblicati gli Atti.
E’ stato pubblicato un opuscolo sulle “Torri e Castelli della Sardegna”.
Nel 2003 è stato realizzato, ”L’Atlante Castellano” per le Province di Cagliari e Oristano.
Nel 2004 è stato completato “L’ Atlante Castellano” per le province di Sassari e Nuoro.
Nel 2005 è stata realizzata una Carta Geografica dei Castelli, Fortificazioni e Torri co-
318
Istituto Italiano dei Castelli
stiere della Sardegna.
Al fine di illustrare meglio le attività che l’istituto svolge, si riportano qui di seguito
gli in terventi realizzati negli periodo 2007- luglio 2009:
Nel 2007 l’attività più importante è stato il Seminario sulla storiografia i cui lavori
hanno avuto inizio nel 2006.
L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Assessore alla Cultura della Provincia di Cagliari e con il CNR; con il patrocinio del dipartimento di Storia dell’Università di Cagliari e con la partecipazione dell’Università di Sassari.
I lavori si sono svolti secondo il seguente calendario:
Novembre 2006:
giovedì 16, ore 16.30 Apertura dei lavori presso la Sala consiliare del palazzo Viceregio
ore 17,30 Prof. Moravetti e Prof.Zucca “Il periodo prenuragico e nuragico”
giovedì 30, ore 16.30 Prof. Bartoloni “Il periodo fenicio punico”
Gennaio 2007:
giovedì 11, ore 16.30 Prof. Murgia “Il periodo spagnolo”
Febbraio 2007:
giovedì 8, ore 16.30 Prof.Tore “Il Settecento”, Prof. Carta “La sarda rivoluzione”, Prof.
Accardo “ L’Ottocento”
Marzo 2007:
martedì 20, ore 16.30 Prof. Pira “La Sardegna nel Novecento”
giovedì 29, ore 16.30 Prof. Murtas “La storia dell’arte in Sardegna”
Aprile 2007:
martedì 3, ore 17.00 Prof.Floris “Araldica, genealogia e storia della nobiltà in Sardegna”
venerdì 13, ore 17.00 Prof.ssa Da Re “Antropologia e Storia del territorio”, Prof.ssa Racugno “La condizione femminile in Sardegna”
mercoledì 18, ore 17.00 Prof. Pisanu “Storia della Chiesa”
martedì 24, ore 17.00 Prof.Sanna “La salvaguardia e la pianificazione del territorio in
Sardegna”, Prof. Montaldo “Le tecniche del restauro”
Maggio 2007:
giovedì 10, ore 17.00 Prof. Mattone “Istituzioni e ordinamento giuridico”
venerdì 18, ore 17.00 Tavola rotonda su “L’immagine della Sardegna nella storiografia
contemporanea”
Partecipazione al Convegno nazionale di Ferrara per il 13,14 e 15 Ottobre c.a.
nel corso del 2007 si sono inoltre svolte le seguenti conferenze:
- ing. Massimo Rassu “Torri costiere della Sardegna”
- arch. U. Pintori “Restauro delle mura di Cagliari”
- Prof. ing. G. Montaldo “Le fortificazioni piemontesi”
- prof. F.C, Casula “Funzione dei castelli nel Medioevo sardo”
- prof. F.Floris “Le famiglie proprietarie dei castelli della Sardegna”
Alla fine del mese di maggio un viaggio di studio in Boemia con visita in particolare
dei castelli della parte meridionale della regione.
L’attività dell’istituto durante il 2008 si è articolata secondo il seguente calendario:
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Istituto Italiano dei Castelli
Gennaio - luglio:
- 24 gennaio: conferenza “Caratteri dell’architettura fortificata nel medioevo in Sardegna del prof. F.C. Casula”
- 2 marzo: “Visita agli scavi del castello giudicale di Silius” con la guida della dott.ssa
Donatella Salvi
- 19 marzo: conferenza sulle “Architetture fortificate del periodo Bizantino” del prof.
Paolo Benito Serra
- 13 aprile: “Visita al centro storico di Mandas” con la guida del prof. F. Floris e del dott.
Umberto Oppus
- 18 aprile: conferenza su “Rapporto delle Torri costiere della Sardegna con il territorio circostante” proff. F. Floris e G. Montaldo;
- 3 - 4 maggio: “Visita ai castelli di Osilo e Castelsardo e alla cinta fortificata di Alghero” con la guida del prof. Tola e dott.ssa Lobrano;
- 28 maggio: conferenza su “Legislazione regionale e tutela del patrimonio culturale,”
dott. Marcello Tuveri;
- 20 giugno: “presentazione del viaggio in Svezia” a cura del prof. F. Floris e del gen.
Duilio Mambrini
- 5 - 13 luglio: “Viaggio in Svezia (Upsala-Goteborg-Kalmar- Stoccolma) e visita di alcuni castelli e fortezze significativi.
Ottobre 2008 - giugno del 2009
- 24 settembre: visita ai monumenti di Quartu Sant’Elena guidata dal prof. Carlo Melis;
- dal mese di ottobre: organizzazione del direttivo nazionale e della premiazione del
concorso nazionale sulle tesi di laurea pertinenti ai castelli e alle architetture fortificate. La manifestazione si è svolta a Cagliari nell’aula magna della facoltà di Architettura;
- Prima settimana di novembre viaggio di studio in Monferrato e visita di alcuni castelli residenziali della parte meridionale del territorio;
- 15 gennaio 2009: conferenza della dott.ssa Sara Ghirra sui castelli dell’Iglesiente;
- 20 febbraio conferenza su “I siti archeologici di Cagliari” del prof. Enrico Atzeni;
- 9 marzo: visita alle chiese romaniche di Uta, Villaspeciosa, Perdiana, Dolianova e
alla chiesa bizantina di Assemini, guidata dalla prof.ssa Mariella Manca;
- 18 aprile: in collaborazione con l’Accademia Italiana della cucina, escursione a Sanluri, per assistere al processo di panificazione de “su civraxiu” e visita al Castello e
ai monumenti della cittadina;
- 20 aprile: conferenza del Prof. Giorgio Cavallo: “ Immagini di una città:Cagliari fortezza”;
- 15 maggio: conferenza del Conte Antoncarlo Tomassini Barbarossa: “Da Ugone a
Leonardo Alagon: la fine di un regno”;
- 18 maggio: presentazione del viaggio di studio in Belgio a cura del prof. Floris e del
gen. Duilio Mambrini;
- 25 maggio: Lunedi 1 giugno viaggio in Belgio;
- 20 e 21 giugno: visita di studio a Posada e Orosei.
I programmi delle attività che l’Istituto intende realizzare in Sardegna nell’immediato futuro non sono stati ancora definiti.
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ITALIA NOSTRA
Italia Nostra è un’Associazione di promozione sociale, a livello
nazionale ha sede a Roma e si articola in sezioni ed in Consigli
Regionali sul territorio.
L’Associazione, costituita il 29 ottobre 1955 e riconosciuta con
Decreto del Presidente della Repubblica il 22 agosto 1958 n.1111,
ha lo scopo di concorrere alla tutela ed alla valorizzazione del
patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. L’Associazione, Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, non ha
scopo di lucro ed ha carattere di volontariato conformemente
alle disposizioni legislative statali e regionali concernenti la materia.
Per il conseguimento dei propri scopi l’Associazione si propone di:
- suscitare il più vivo interesse e promuovere azioni per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali, dell’ambiente, del paesaggio urbano, rurale e naturale, dei
monumenti, dei centri storici e della qualità della vita;
- stimolare l’applicazione delle leggi di tutela e promuovere l’intervento dei poteri pubblici allo scopo di evitare le manomissioni del patrimonio storico, artistico ed ambientale del Paese
e di assicurarne il corretto uso e l’adeguata fruizione;
- stimolare l’adeguamento della legislazione vigente al principio fondamentale dell’art. 9 della Costituzione, alle convenzioni internazionali in materia di tutela dei patrimoni naturali
e storico-artistici ed in particolare alle Direttive dell’Unione
Europea;
- collaborare alle attività ed iniziative aventi gli stessi fini;
- sollecitare quanto opportuno per facilitare la manutenzione
dei beni culturali ed ambientali ed il loro pubblico godimento;
- promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio
storico, artistico e naturale del Paese mediante opportune iniziative di educazione ambientale nelle scuole,
- formazione ed aggiornamento professionale dei docenti nonché mediante attività di formazione ed educazione permanente nella società;
- promuovere idonee forme di partecipazione dei cittadini e dei
giovani in particolare alla tutela e valorizzazione dei beni culturali e del territorio;
- svolgere e promuovere iniziative editoriali relative alle attività
e agli scopi dell’Associazione;
- promuovere la formazione culturale dei Soci anche mediante
viaggi, visite, corsi e campi di studio;
- in generale, svolgere qualsiasi altra azione che possa rendersi
utile per il conseguimento degli scopi sociali.
ATTIVITA’
ITALIA NOSTRA riunisce tutti i cittadini, che, consapevoli delle
gravi minacce che sempre più drammaticamente incombono
sul patrimonio storico, artistico e naturale della nazione, sono
animate da un comune intento: difendere il patrimonio culturale ed il paesaggio dalle continue ed incontrollate manomissioni ed aggressioni.
Da più di 50 anni Italia Nostra continua le sue battaglie mobi-
Presidente
Giovanni Losavio
Referente
Annalisa Cipriani
Viale Liegi, 33
00198 Roma
Tel. 06 8537271
Fax 06 85350596
[email protected]
[email protected]
Consiglio Regionale Sardegna
Presidente
Fanny Cao
c/o Sezione di Cagliari
Via Ottone Bacaredda, 11
09127 Cagliari
Tel/Fax. 070 488791
[email protected]
Sezione di Cagliari
Presidente
PierMaurizio Castelli
Via Ottone Bacaredda, 11
09127 Cagliari
c/c post. 334 63159
Tel. e Fax 070 488791
[email protected]
Sezione di Sant’Antioco
Presidente
Graziano Bullegas
c/o Graziano Bullegas
Vico Dante, 3
09017 Sant’Antioco (CI)
c/c post. 338 54282
Tel. 0781 800111
[email protected]
www.torrecanai.altervista.org
Sezione Sinis Cabras
Presidente
Mena Manca Cossu
Casella Postale 55
09072 Cabras (OR)
[email protected]
Sezione di Sassari
Presidente
Antonio Raimondo Cugia
Via Dante, 22
07100 Sassari
Tel. 340 6853684
c/c post. 36186112
[email protected]
web.tiscalinet.it/italianostra
Sezione La Maddalena
Presidente
Lucia Spanu
c/o Anna Ardau
Via Ammiraglio Magnaghi, 21
07024 La Maddalena (SS)
Tel. 0789 737129
[email protected]
Sezione di Carbonia
Presidente
Luciano Chia
Via Catania, 3
09013 Carbonia (CI)
Tel. 0781 673070 - 694219
Fax 0781 673070
[email protected]
Sezione di Iglesias
Presidente
Stefano Priola
Via Garibaldi, 63
09016 Iglesias (CI)
Tel. 0781 41662
[email protected]
321
Italia Nostra
litando la coscienza pubblica alla rigorosa osservanza delle leggi di tutela sostenendo
lo Stato nell’azione di rispetto del Bene comune ma anche sollecitandolo alla piena attuazione dell’art.9 della Costituzione in base al quale “la Repubblica tutela il paesaggio
ed il patrimonio storico ed artistico della nazione”; interviene con progetti, indicazioni
e suggerimenti a livello nazionale e locale con l’intento sempre di orientare le scelte in
campo ambientale e dell’urbanistica alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio
culturale. Italia Nostra sin dal 1957 pubblica il “Bollettino”, concepito non solo come strumento d’informazione interna, ma anche come mezzo di comunicazione volto alla sensibilizzazione dei cittadini.
ITALIA NOSTRA promuove la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale con iniziative di Educazione ambientale anche nelle scuole. Il Settore
Educazione-Formazione sin dal 1971 è impegnato a sensibilizzare le nuove generazioni
sull’importanza della tutela, collaborando a garantire generazioni future più attente e
disponibili all’azione in difesa dei Beni culturali ed ambientali.
Nel quadro di protocolli d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e dei Beni e le Attività
culturali, Italia Nostra interviene nel sistema scolastico e formativo attraverso progetti
didattici, concorrendo alla formazione dei docenti, degli adulti e dei professionisti, coordina progetti e campagne nazionali sostenendo le iniziative locali.
Italia Nostra opera su tutto il territorio nazionale con le numerose sezioni ( circa 200 )
presenti in tutto il Paese.
In Sardegna
Sono presenti sette sezioni di Italia Nostra: a Cagliari, Sassari, Sinis Cabras, Sant’Antioco, Iglesias, Carbonia e La Maddalena.
LE ATTIVITÀ SVOLTE DAL CONSIGLIO REGIONALE
Il Consiglio Regionale è istituito da decenni e svolge l’importante funzione di coordinamento tra le sezioni, e attività su tematiche di rilevanza regionale. Cura i rapporti tra Sede Centrale e Sezioni e partecipa, con voto consultivo, alle riunioni del
Direttivo Nazionale.
Nel 2008 ha partecipato alla campagna nazionale indetta da Italia Nostra denominata “Paesaggi sensibili” individuando il colle di Tuvixeddu e la sua necropoli come
sito da difendere dai numerosi tentativi di cementificazione ad opera di imprenditori
e istituzioni locali. L’inserimento di Tuvixeddu tra i siti dei “Paesaggi sensibili” è servito
per portare all’attenzione dell’intera nazione la necropoli punica di Cagliari e a pubblicizzare le iniziative dell’Associazione in difesa del colle e del parco archeologico.
Partecipa con un suo rappresentante al Comitato Faunistico Regionale e, in quella
sede, ha proposto l’istituzione di diverse Zone di Protezione Speciale e una diversa organizzazione dell’attività venatoria in Sardegna.
Il Consiglio Regionale ha collaborato con l’attività dell’Agenzia della Conservatoria
delle Coste della Sardegna proponendo una serie di azioni prioritarie per l’attività
della Conservatoria e coordinando l’attività delle sezioni nella campagna di sensibilizzazione per la difesa delle spiagge e degli spazi costieri.
L’Associazione ha promosso numerose proteste a difesa dell’anfiteatro romano di Cagliari - ricoperto dal 2000 da impalcature lignee che stravolgono la percezione del
sito archeologico - chiedendo lo smantellamento delle impalcature per tutelare e restituire dignità a questa preziosa testimonianza della storia della Sardegna.
Ultimamente il Consiglio è intervenuto a difesa della piazza Satta di Nuoro minacciata dall’intervento di ristrutturazione del Museo di arte Contemporanea.
Il Consiglio Regionale aderisce alla Consulta delle Associazioni per il Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna (patrimonio dell’umanità riconosciuto dal-
322
Italia Nostra
l’UNESCO) e organizza iniziative a sostegno del parco e per far conoscere l’immenso
patrimonio esistente all’interno dello stesso.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE DI SANT’ANTIOCO
La sezione di Sant’Antioco da anni gestisce una Torre Costiera, fulcro delle attività
dell’Associazione nell’isola. All’interno della Torre, aperta al pubblico nella stagione
estiva o a richiesta di gruppi e scolaresche, ha allestito una mostra sul patrimonio
naturalistico dell’isola e sulle torri costiere della Sardegna. Nella torre si organizzano
eventi culturali quali concerti e reading, mostre e incontri sui beni naturali e culturali presenti nel territorio.
La sezione partecipa alle varie iniziative culturali regionali e nazionali che si ripetono stagionalmente, quali: il Coast Day, la Settimana della Cultura, le Giornate Europee del Patrimonio, la rassegna Monumenti aperti. In diverse occasioni la sezione ha
indetto una giornata per la pulizia delle spiagge e dei litorali e lo scorso anno ha partecipato alla campagna, promossa dalla Conservatoria delle Coste, sull’uso responsabile
delle spiagge.
Importante l’attività di educazione ambientale svolta dall’Associazione nelle scuole
di ogni ordine e grado sulle tematiche ambientali e culturali quali: urbanistica, produzione di rifiuti e riciclaggio, recupero delle aree degradate, vivibilità della città, etc.
Tra le attività future l’associazione sta lavorando alla trasformazione della Torre in
Centro Nazionale di Educazione Ambientale e l’area circostante la torre in Giardino
Botanico delle specie costiere delle isole del Sulcis. Ha già predisposto un progetto di
restauro conservativo che è stato presentato alla fiera del restauro di Ferrara e a diversi Enti e Fondazioni che potrebbero essere interessati a partecipare alla realizzazione del CEA.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE DI SINIS CABRAS
La sezione di Sinis-Cabras si è distinta per i numerosi interventi a tutela del territorio costiero e collinare, per l’attività di ricerca e valorizzazione degli aspetti della cultura locale, dalle forme di poesia popolare come “sa canzoni longa” ai tipici manufatti
artigianali come su fassoni al quale è stata dedicata una pubblicazione, un video e
una mostra in collaborazione col comune di Cabras. La sezione ha realizzato un’importante mostra sulle Torri Costiere dell’Oristanese e, a seguito di una ricerca sulla
pesca – attività e luoghi, attrezzature, modalità e sistemi di pesca - sta lavorando alla
realizzazione di un museo del mare all’interno della peschiera Pontis recentemente
restaurata.
Notevole l’attività pubblicistica della sezione su numerosi argomenti relativi alla cultura popolare, alle tradizioni, all’architettura e ai beni culturali.
Di prossima pubblicazione un libro fotografico sul Sinis in collaborazione con l’Area
Marina Protetta della penisola del Sinis.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE DI SASSARI
La sezione di Sassari ha attivato numerose iniziative nel settore dell’educazione ambientale e della formazione attraverso progetti con la scuola dell’obbligo. Ha organizzato inoltre corsi di aggiornamento per docenti sul tema dei centri storici, delle
tradizioni popolari e delle risorse territoriali e culturali.
Ha realizzato un dettagliato censimento delle Torri Costiere del nord Sardegna: cartina con l’ubicazione, dimensioni, tipologia, denominazione, anno di costruzione,
stato di conservazione, etc.
Da anni conduce una vertenza per la tutela del paesaggio che si estende fra i comuni
di Nulvi e Tergu minacciato dagli impianti eolici. Ciò ha portato al sequestro del parco
eolico nel quale era prevista l’ubicazione di 62 aero-generatori.
323
Italia Nostra
Nell’estate 2008 l’Associazione ha aderito alla campagna di sensibilizzazione per la
difesa delle spiagge e degli spazi costieri attraverso la diffusione tra i visitatori di alcuni volantini contenenti semplici ma essenziali informazioni sulla fruizione degli
spazi costieri.
Lo scorso mese di marzo la sezione ha bandito la prima edizione di un concorso per
poesie in sassarese, di argomento satirico- umoristico.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE DI LA MADDALENA
La sezione è impegnata nell’attività di ricerca e di promozione della cultura del mare.
L’Associazione ha realizzato, in collaborazione con l’Ente parco dell’arcipelago della
Maddalena, il museo del mare, allestito nel centro di educazione ambientale del
parco a Stagnali, nell’isola di Caprera. Obiettivo del museo è quello di recuperare le
antiche tradizioni marinaresche che da sempre hanno tinteggiato gli orizzonti culturali ed economici della vita dell’arcipelago. La sezione Maddalenina è impegnata
anche nella gestione del museo.
Nel corso dell’anno sarà pubblicato a cura della sezione un volume sulle architetture
militari presenti nell’arcipelago della Maddalena (in particolare sullo stretto: Caprera,
Maddalena, Palau, Santo Stefano) con interessanti proposte sul recupero del patrimonio costiero costituito essenzialmente dalle fortificazioni.
L’Associazione ha editato il libro “Flora” e “Avifauna” di Giovanni Cesaraccio e “Caprera natura” di Cesaraccio e Gin Racheli sulla natura e le essenze naturali dell’arcipelago della Maddalena.
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE DI CAGLIARI
Dal 2006 la Sezione di Cagliari ha ripreso il Ciclo di Conferenze “Recenti acquisizioni
dell’Archeologia in Sardegna” già sperimentato nell’ormai lontano 1985. La manifestazione viene ora riproposta tutti gli anni, a gennaio e febbraio, presso la Cittadella
dei Musei dell’Università di Cagliari e costituisce oramai un momento di incontro acquisito per tutti gli studiosi e cultori delle ricerche archeologiche ai massimi livelli.
Parallelamente, nell’ambito della diffusione della Cultura scientifica, la Sezione di
Cagliari ha realizzato tre Corsi in progressione per promuovere la “Fruizione dell’Archeologia in Sardegna”.
A gennaio 2008 é stato organizzato il Seminario di studio in memoria del socio Siro
Vannelli, pioniere infaticabile nella valorizzazione culturale della Flora della Sardegna.
La Sezione di Cagliari continua altresì a organizzare cicli di conferenze sul territorio,
seguite da visite culturali di monumenti e paesaggi e parchi e siti naturali e corsi di
aggiornamento per gli insegnanti delle Scuole medie e per gli allievi.
Presso la Sezione di Cagliari é attivo dagli anni 1980 il Centro di documentazione ambientalista “Sportello verde” che sta potenziando la biblioteca e le attrezzature con
il contributo della Regione Sardegna – Servizio beni librari.
Dal 2004 le attività culturali sono per lo più raccolte nei “Quaderni di studio”.
Fin dall’anno accademico 2003-04 la Sezione di Cagliari partecipa con altre quattro
Associazioni alla formazione e accompagnamento degli Operatori Naturalistici Ambientali, presso la Facoltà di Ingegneria di Cagliari. Si tratta di una attività complessa,
costituita da un Corso formativo di 250 ore, integrato da un Tirocinio applicativo di
350 ore , che si conclude con un Seminario autogestito pubblico su temi culturali. Docenti volontari sono professori universitari, ed esperti delle Associazioni ambientaliste, guide, accompagnatori e titolati del CAI, guide regionali. Il Corso è stato ritenuto
idoneo per la diffusione della Cultura scientifica dal MIUR. Gli Operatori possono
iscriversi al registro regionale delle Guide.
Con diversi Enti pubblici e Associazioni la Sezione di Cagliari ha partecipato alla pre-
324
Italia Nostra
parazione e realizzazione di diversi Convegni e Seminari:
- Seminario “Energia eolica in Sardegna”, con CAI e Università - Cagliari - Nurri 3/2005
- Seminario “Ferrovie interne della Sardegna”, con Comune e Provincia di Cagliari Isili 6/2005;
- Seminario “Ferrovie di Montagna della Sardegna”, con Provincia Ogliastra e Ferrovie dello Stato – Lanusei 6/2006;
- Convegno “I paesaggi umani e naturali dei Tacchi d’Ogliastra”, con Università di Cagliari - Ulassai 5/2007;
- Convegno “Le prospettive delle cave del Sarcidano”, con Comune di Nurallao e Provincia di Cagliari - 10/2007;
- Convegno in onore di Siro Vannelli, con Università di Cagliari - Cagliari 1/2008;
- Convegno “Le cave: Valori paesaggistici e prospettive di recupero”, con CAI e Provincia di Cagliari - 10/2008;
- Mostra “Le parole della guerra”, con Comune di Quartu - Quartu s. Elena, 10/2008 per
le province di Cagliari e Oristano.
Con la Soprintendenza BAPPSAE e l’UICI ha organizzato nel 2007 la visita culturale per
disabili sensori a Mandas e Senorbì con il “Trenino verde” e con l’Ente Foreste della
Sardegna e l’UICI ha realizzato nel 2009 la visita guidata al Giardino botanico di Maidopis, nei monti dei Sette fratelli.
La Sezione di Cagliari partecipa dall’origine alle manifestazioni di Monumenti aperti,
e ora anche di Foreste aperte.
I PROGETTI IN CANTIERE: in occasione della II Giornata di ItaliaNostra, “Paesaggi sensibili” 2009, la Sezione di Cagliari organizzerà un ciclo di Seminari di studio e proposta dedicati a diversi temi “caldi” della città di Cagliari, per i quali sono stati avviati
contatti con la regione e con gli studiosi e Amministratori:
- Venerdì 11 settembre - Per il recupero della visibilità dell’Anfiteatro romano
- Venerdì 18 settembre - Per la bellezza della Natura in città
- Venerdì 25 settembre - Per la conservazione dell’identità del Centro storico
La Sezione di Cagliari crede nel valore della continuità, che costruisce e lascia una
traccia: pertanto si è data l’obiettivo di proseguire (e migliorare) le molteplici attività
già sperimentate: la ricerca Sentieri della Memoria, i Convegni e i Cicli di conferenze,
lo sportello verde, gli Operatori Naturalistici Ambientali, il Trenino verde, etc.
325
LEGAMBIENTE
Presidente
Luigi Vittorio
Cogliati Dezza
Referente
Federica Sacco
Via Salaria, 403
00199 Roma
Tel. 0686268367
Fax 0686218474
[email protected]
www.legambiente.eu
Legambiente Sardegna
Presidente
Vincenzo Tiana
Via Nuoro, 43
09125 Cagliari
Tel./Fax 070 659740
[email protected]
www.legambientesardegna.com
326
Legambiente è una associazione di liberi cittadini e cittadine
che si battono per migliorare la vivibilità dell’ambiente, per garantire la salute della collettività, per un mondo diverso, più giusto e felice. Quasi trent’anni di storia fatta da 115.000 tra soci e
sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a
programmi di educazione ambientale. Impegnata contro l’effetto serra, l’inquinamento, le ecomafie e l’abusivismo edilizio,
Legambiente ha aperto la strada ad un forte e combattivo volontariato ambientale. Con le sue campagne di monitoraggio
scientifico e di informazione ha raccolto migliaia di dati sull’inquinamento del mare, delle città, delle acque, del sistema alpino e del patrimonio artistico, sviluppando un’idea innovativa
delle aree protette. Sostiene le energie rinnovabili e un’agricoltura libera da ogm e di qualità; è attiva nel mondo della scuola;
con Volontariambiente offre a migliaia di ragazzi opportunità di
partecipazione. Con La Nuova Ecologia svolge un’opera quotidiana di informazione sui temi della qualità ambientale. Con i
progetti di cooperazione, si batte per un mondo dove le persone, le comunità, i popoli siano davvero i protagonisti del futuro.
Le campagne
Nel panorama ambientalista italiano, Legambiente è una delle
organizzazioni più conosciute per le campagne di analisi e informazione sull’inquinamento come Goletta verde, Treno verde, Fiuminforma e Salvalarte, che ogni anno “fotografano” lo stato di salute dei mari, delle città, dei fiumi, dei monumenti; Mal’aria, la campagna delle lenzuola contro lo smog; Cambio di clima, programma di azioni per ottenere l’applicazione in Italia del
Protocollo di Kyoto contro i mutamenti climatici e per favorire
il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili; Piccola grande Italia, iniziativa per la difesa e la valorizzazione dei
piccoli comuni.
E ancora:
- i grandi appuntamenti di volontariato, gioco e turismo ambientale per il recupero e la valorizzazione di spiagge, parchi e
giardini pubblici, piazze, boschi (Spiagge e fondali puliti, Puliamo
il Mondo, Festa dell’albero, 100 strade per giocare, Nontiscordardimé/Operazione scuole pulite, i campi di Volontariato)
- l’attività di ricerca e proposta dell’Osservatorio su Ambiente e
Legalità, che raccoglie e diffonde dati ed informazioni sui fenomeni d’illegalità che danneggiano l’ambiente e sulle “ecomafie”;
- l’impegno per una piena valorizzazione delle aree protette e delle economie territoriali basate sulla qualità;
- Legambiente per un’agricoltura di qualità, campagna per promuovere i prodotti agroalimentari tipiche e pulite;
- le campagne e i progetti del Settore Scuola e Formazione per
la diffusione dell’educazione ambientale e la formazione;
- pubblicazione di dossier e rapporti sullo stato dell’ambiente in
Italia, denunciandone le incompatibilità e suggerendo azioni
concrete.
Legambiente
In Sardegna
Legambiente, presente in Sardegna sin dal 1984, si è costituita formalmente l’11 agosto 1991. Si articola in 11 circoli locali e annovera più di 500 tra soci e sostenitori. L’associazione Legambiente Sardegna opera per la difesa dell’ambiente e della salute
umana, delle risorse naturali, delle specie animali e vegetali, del patrimonio storico
e culturale, per la tutela del territorio e del paesaggio; a favore di stili di vita, di produzione e di consumo improntati allo sviluppo sostenibile e ad un equilibrato e rispettoso rapporto tra gli esseri umani, gli altri esseri viventi e la natura. Le sue azioni
in difesa dell’ambiente, sempre fondate su una solida base scientifica, hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nei centri urbani, messa in pericolo dal degrado
ambientale, dall’ inquinamento dell’aria, dall’assenza di spazi verdi, ecc… e la lotta
alle diverse forme di illegalità ambientali. Esse si concretizzano secondo varie modalità, caratterizzate tutte da percorsi formativi ed educativi rivolti a studenti e
adulti, convinti che la formazione e l’educazione rappresentino momenti fondamentali per lo sviluppo di una coscienza ecologica, capace di operare scelte sostenibili e consapevoli. Pertanto si è interessata costantemente dell’educazione e
formazione dei cittadini denunciando, tra l’altro, la difficile situazione vissuta dalle
scuole della Sardegna e operando contemporaneamente su due fronti: uno, più urgente, quello del contrasto a tutte le misure peggiorative delle condizioni in cui
opera la scuola pubblica; l’altro, quello più propositivo, perché la Scuola, e le scuole,
migliorino nel concreto, nel fare quotidiano, anno dopo anno, con l’impegno di tutte
le persone e i soggetti di buona volontà: politica e professionale.
Attraverso proposte, progetti e iniziative, tese all’istituzione di parchi ed aree protette, l’associazione opera per la conservazione e la valorizzazione dello straordinario patrimonio naturale, storico e culturale della Sardegna, nella consapevolezza che
ciò possa creare lavoro e prospettive di sviluppo locale. In questo quadro vogliamo
sottolineare alcune esperienze originali, che hanno portato alla realizzazione del
Parco di Molentargius, a Cagliari, e di quelli dell’Asinara, La Maddalena, l’Isola di Mal
di Ventre, il parco fluviale del Rio Posada e quello Geominerario, che valorizza i numerosi siti minerari presenti nell’isola; poi, ancora, in una zona bella e difficile come
l’Ogliastra, la costituzione del parco dei Tacchi, secondo una logica istitutiva alternativa rispetto a quanto già visto per il parco del Gennargentu.
Nell’ambito della campagna nazionale “PiccolaGrandeItalia”, ha scelto di sostenere
i piccoli comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, depositari di importanti aspetti dell’identità dell’isola. Si dedica annualmente a forme di volontariato ambientale, tese
a recuperare e migliorare habitat naturali e rurali; realizza iniziative per la tutela e salvaguardia del patrimonio culturale e archeologico.
INIZIATIVE E ATTIVITA’
Numerose le iniziative e le campagne realizzate annualmente dall’associazione su
gran parte del territorio regionale, con il coinvolgimento e la collaborazione di amministrazioni comunali, province, la Regione Sardegna, associazioni di categoria e di
volontariato, cittadini e ragazzi.
Promuove campagne per monitorare e tutelare lo stato di salute del mare e delle
coste (Goletta verde); attività di volontariato ambientale contro il degrado e abbandono di rifiuti (Puliamo il mondo – Puliamo la Sardegna, Spiagge e fondali puliti); realizza iniziative per la tutela ed il recupero del patrimonio culturale (Salvalarte);
promuove giornate di riqualificazione delle strutture scolastiche (Nontiscordardimè
–Operazione scuole pulite) e giornate chiuse al traffico dedicate al recupero di spazi
e strade per una città a misura di ragazzi (Centrostrade per giocare) e iniziative di riqualificazione di aree abbandonate o degradate attraverso la messa a dimora di
nuove piante (Festa dell’Albero). Visto che la Sardegna ha da un lato un sistema eco-
327
Legambiente
nomico/industriale energivoro e dall’altro possiede le migliori opportunità nel
campo delle energie alternative, Legambiente Sardegna si impegna per promuovere
una virtuosa riconversione dell’apparato produttivo dell’energia puntando sull’efficienza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e il metano come fonte di transizione. Si adopera affinchè la Sardegna sia dichiarata regione denuclearizzata.
L’associazione realizza attività in molti campi, la cui progettazione e realizzazione si
sviluppa in molti settori.
Produzione, distribuzione, diffusione di materiale scientifico, tecnico, politico, culturale, didattico, attraverso qualsiasi mezzo di divulgazione:
nel 2007-2008 ha collaborato con la Provincia Ogliastra per attività di ricerca e divulgazione per la costituzione del Parco dei Tacchi, realizzando un fascicolo divulgativo sul Parco stesso.
Svolge e organizza in proprio o con la collaborazione di altri organismi, seminari, assemblee, incontri, corsi di specializzazione, di qualificazione e formazione, borse di
studio, dibattiti, conferenze, convegni, anche all’estero, escursioni attinenti allo scopo
sociale:
- recentemente ha collaborato con IAL SARDEGNA al “Programma Parnaso” Scheda J,
per la realizzazione dei corsi: operatore per i servizi di custodia e manutenzione
presso siti archeologici, musei, aree culturali ambientali valorizzate.
Ha organizzato escursioni guidate col trenino verde: “Il treno dell’archeologia”, (sulla tratta Cagliari – Isili) e “Alla scoperta delle zone interne della Sardegna” (sulla tratta Mandas –Sorgono e Mandas – Arbatax), nell’intento che il “trenino verde” continui a portare linfa vitale ai piccoli paesi dei territori interni, sollecitando allo stesso
tempo alla Regione Sardegna un adeguato piano di investimenti che garantisca lunga vita a questa linea ferroviaria che fa parte della storia dell’isola.
Sempre nel 2008 l’ Escursione guidata “Pellegrinaggio –trekking: sulle orme di San Giorgio, vescovo di Suelli”, organizzata in collaborazione con altre associazioni, ha proposto
l’esplorazione di affascinanti e poco battute regioni della Sardegna centro-orientale,
situate subito sotto il massiccio del Gennargentu.
Promuove e svolge attività di ricerca e analisi inerenti problemi specifici di carattere
ecologico, ambientale territoriale e socio economico.
- ha realizzato: il progetto di studio “I valori paesaggistici del colle Tuvixeddu – Tuvumannu” e relativa attività di divulgazione didattica con le scuole di Cagliari, con la
collaborazione dell’Assessorato regionale P.I. e attività di divulgazione e sensibilizzazione, attraverso convegni e visite guidate nella suddetta area archeologica di Tuvixeddu - Tuvumannu;
- attività di ricerca ambientale e divulgazione sui temi dell’inquinamento marino in
occasione delle edizioni annuali di GOLETTA VERDE.
Organizza campi di lavoro per il recupero ambientale, il risanamento di strutture urbane, la bonifica di ambienti litoranei, il rimboschimento di colline e montagne, il recupero di terre incolte, il disinquinamento di zone agricole e industrializzate e la
formazione ai temi della ecologia e dello sviluppo sostenibile:
- campi di lavoro estivi a carattere ambientale del territorio di Montevecchio Ingurtosu, Guspini, CA e campi di lavoro estivi a carattere subacqueo nel territorio di Alghero, area marina protetta di Capo Caccia.
Gestisce centri di educazione ambientale, aree naturali protette, oasi naturalistiche
e di protezione della fauna, aree siti e zone di importanza naturalistica e storico culturale, parchi urbani e suburbani e delle relative strutture, nel quadro delle leggi regionali, nazionali e internazionali vigenti:
- ha realizzato il “Progetto Entulzu Bosa”, programma di interventi conservazionistici
a favore del Grifone e del suo habitat che ricade all’interno del Sito di Interesse Comunitario “(Entroterra e Zona costiera tra Bosa e Capo Marrargiu e Porto Tangone
SIC ITB000041)”, nonché nell’Oasi permanente di protezione faunistica e di cattura
nell’area vasta denominato del Marrargiu e una riserva alimentare sperimentale a
Bosa in località Maria Pilu.
- ha partecipato alla realizzazione del progetto “Distribuzione e abbondanza del Muflone nel territorio comunale di Gairo (NU). Problemi di competizione col bestiame
328
Legambiente
domestico” in collaborazione con il Comune di Gairo, l’Università di Sassari, la Comunità Montana Ogliastra, su finanziamento dell’Istituto Nazionale per la Ricerca
Scientifica e Tecnologica sulla Montagna (RM);
- partecipa alla gestione dei Centri di Educazione Ambientale di: Isili, Ulassai, S.Lucia
di Siniscola, Montevecchio; collabora con l’Associazione Parco Molentargius – Saline
Poetto nelle attività di progettazione, organizzazione di percorsi, iniziative, eventi
con finalità educative formative e divulgative.
Promuove eventi culturali di rilievo regionale ed internazionale:
Ha realizzato e collaborato alle diverse edizioni della Festadelmare che si svolge ogni
settembre nello splendido borgo di Pescatori di Santa Lucia di Siniscola. Sullo sfondo
della pittoresca Torre di Santa Lucia quattro giorni densi di appuntamenti all’insegna dell’ecologia, dell’ecosostenibilità, del “mangiare sano”, delle energie rinnovabili,
della tutela e la protezione del territorio e del mare, del turismo responsabile che
sceglie destinazioni poco battute dai flussi turistici convenzionali in periodi alternativi.
Ha partecipato al progetto EQUAL Vie del Treno, con le regioni Calabria e Basilicata.
Per ciò che concerne la salvaguardia dei beni culturali, Legambiente Sardegna, oltre
a promuovere costantemente la conoscenza dell’enorme patrimonio archeologico
dell’isola, costituito soprattutto dai siti prenuragici e nuragici, da più di quindici anni
si batte per la salvaguardia del colle di Tuvixeddu-Tuvumannu di Cagliari, dove auspica la realizzazione di un parco archeologico-ambientale.
329
MECENATE 90
Presidente
Alain Elkann
Segretario Generale
Ledo Prato
Corso Vittorio
Emanuele II, 21
00186 Roma
Tel. 06 6785815
Fax 06 6781041
[email protected]
www.mecenate90.it
330
Mecenate 90, associazione senza scopo di lucro, dal 1989 favorisce la collaborazione tra soggetti pubblici e privati nella valorizzazione dei beni culturali e nella promozione del turismo
culturale. Ha predisposto, fra gli altri, i progetti per la riapertura
del Palazzo delle Esposizioni di Roma, del Palazzo Ducale di Genova, del Museo di Emilio Greco a Orvieto, della Villa Sorra di
Modena, del Forte a Mare di Brindisi, del Convento Celestiniano
e del Complesso di Santa Maria dei Raccomandati dell’Aquila,
dell’ex area Ansaldo a Milano, delle Officine ICO di Ivrea, dell’ex
Convento di S. Placido di Catania, del Castello Colonna di Genazzano, dei Palazzi Scaligeri e dell’ex-Arsenale a Verona. Per
ciascuno di questi spazi, su incarico delle Amministrazioni locali, ha predisposto gli studi di fattibilità con il piano economico-finanziario, il modello di gestione, le destinazioni d’uso.
Molti progetti sono stati realizzati, come il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Palazzo Ducale di Genova ecc. E’ titolare di
due convenzioni, una con l’ANCI e l’altra con l’UPI, per fornire
servizi alle Amministrazioni comunali e provinciali per la valorizzazione dei beni culturali e per la promozione dello sviluppo
turistico-culturale. E’ titolare di una convenzione con Confindustria e Unioncamere per assistere imprese e associazioni territoriali nella predisposizione di progetti di valorizzazione e
gestione di beni culturali, improntati al rapporto pubblico-privato. Ha curato per conto di ACRI (Associazione Casse di Risparmio) il Progetto Sviluppo Sud. Fornisce servizi e assistenza
tecnica al CIDAC (Associazione delle città d’arte e cultura). Ha
realizzato, su incarico del Ministero per i beni e le attività culturali, il piano di gestione del sito UNESCO Val di Noto e il canale web sui musei della regione Friuli Venezia Giulia. Ha
redatto, in collaborazione con Si.T.I., lo studio di fattibilità per la
valorizzazione della Reggia di Caserta. Ha promosso la Fondazione CittàItalia per la raccolta di fondi da destinare al restauro
dei beni culturali. Elabora progetti di valorizzazione del patrimonio dei beni culturali e del turismo in relazione con lo sviluppo economico territoriale. In particolare ha condotto studi,
fra gli altri, per i Comuni di Milano, Ivrea, Novara, Verona, Vicenza, Genova, La Spezia, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Rubiera, Pesaro, Pisa, Lucca, Arezzo, Spoleto, Roma, L’Aquila, Lecce,
Caserta, Salerno, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Caltagirone,
Noto e Siracusa e per le Province di Vercelli, Torino, Asti, Brescia,
Trieste, Vicenza, La Spezia, Arezzo, Livorno, Cagliari, Sassari,
Nuoro, Ascoli Piceno, Pesaro, Perugia, L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara, Campobasso, Benevento, Napoli, Salerno, Foggia, Brindisi,
Taranto, Lecce, Potenza, Matera, Vibo Valentia, Cosenza, Crotone,
Catanzaro, Reggio Calabria, Messina, Palermo, Caltanissetta, Catania, Enna, Agrigento e Siracusa. Ha progettato e realizzato, in
collaborazione con il Ministero per i beni culturali e primarie
imprese, il PROGETTO MAGNIFICO per promuovere le Eccellenze
dell’Italia. Ha predisposto il progetto “Le Vie dei Pellegrini” e “La
Via Francigena del Piemonte”. Ha svolto studi per la valorizzazione di Musei e aree archeologiche, per conto di numerose Soprintendenze. Ha organizzato, tra l’altro, la mostra, “I luoghi
degli dei”, nel Museo Nazionale e nel Museo della Civitella a
Chieti, la mostra di Mirò nel Complesso di Santa Sofia a Salerno.
Mecenate 90
Con il Ministero per i beni e le attività culturali e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna
ha organizzato l’apertura del Centro per le arti contemporanee di Roma (MAXXI).
STRUTTURA
Presidente Alain Pierre Elkann
Vice Presidente Gabriello Mancini - Fabio Melilli
Segretario Generale Ledo Prato
Comitato Scientifico Giuseppe De Rita, Giuliano Amato, Giuseppe Galasso e Salvatore
Veca
Soci: Alpitour, Anci, Anie Confindustria, Autogrill S.P.A., Autostrade Per L’italia,
Banca Monte Dei Paschi Di Siena, Bassilichi, Co.Fi.Mer., Confartigianato, Dentsu Italia,
Fintermica-Gruppo Jacorossi, Fondazione Carla Fendi, Fondazione Cassa Di Risparmio
Di Alessandria, Fondazione La Triennale Di Milano, Fondazione Monte Dei Paschi Di
Siena, Fondazione Per L’arte Della Compagnia Di San Paolo, Fondazione Silvano Toti, Fondazione Venezia, Gruppo Fbh, Il Cenacolo, Iulm, La Sicilia Multimedia - Ciancio Sanfilippo, Lottomatica, Lauro.It, Maggiore Group, Minimega, Modigliani Institut Paris-Rome,
Mondadori, Orsogril, Poltrona Frau, Rcs Mediagroup, Renzi E Partners, Studio Roscini, Telecom Italia, Terna.,Unioncamere, Upi.
331
PALEOWORKING
BREVE STORIA DI PALEOWORKING
L’associazione nasce a Rovigo, presso il Museo dei Grandi
Fiumi, nel 2004 per volontà di alcuni ricercatori e docenti dell’
Università di Ferrara, di concerto con il Preside della Facoltà di
Scienze MM.FF.NN. e del Direttore del Dipartimento di Scienze
dei Beni naturali e Culturali (oggi Dipartimento di Biologia ed
Evoluzione). L’intento fu quello di creare uno strumento agile
e dinamico (rispetto all’apparato accademico, ma in forte sinergia con esso) per proporre, nell’allora nascente “mercato”
della valorizzazione dei Beni Culturali e della didattica verso le
Scuole una serie di servizi ad alta valenza scientifica, ma nello
stesso tempo in grado di coinvolgere il grande numero di studenti e laureati nei corsi di laurea dell’ateneo, in modo diretto
e informale.
In realtà, la domanda di un’offerta strutturata nel campo della
valorizzazione del territorio da un punto di vista archeologico
era latente da tempo: mentre nel resto dell’Europa si affermava la validità dei Centri didattico – divulgativi diffusi (Archeoparchi) in cui giovani ricercatori iniziavano ed integravano
il loro percorso accademico e sempre più visitatori affluivano
e fruivano dei servizi turistico – culturali, in Italia alcuni luoghi
(spesso a ridosso di scavi o Musei) si assisteva a sporadiche
“spettacolarizzazioni” dell’archeologia in cui lo spettacolo a
volte “prendeva piede” sulla scientificità e sulla correttezza
della divulgazione.
Paleoworking nacque quindi con questo intento: porsi in questo mercato nascente evidenziando, da un lato, la necessità di
un percorso scientificamente corretto nell’ambito dell’Archeologia sperimentale (definizione di un codice deontologico
per la didattica) da un altro quello di colmare dei “vuoti” strategici attraverso una opportuna comunicazione e strutturazione di rete sul territorio.
Grazie alle referenze accademiche e agli sforzi degli organizzatori/coordinatori, nel giro di tre anni Paleoworking apre delegazioni in tutta Italia, raggiunge la quota (odierna) di circa
500 tesserati in 23 delegazioni, cercando di promuovere servizi
che toccano la formazione (attivando sul territorio un modello di “Corso di Formazione Professionale” per Tecnologi dei Beni
Culturali), la divulgazione e comunicazione (lavorando con le
Scuole primarie e secondarie). La spettacolarizzazione (ricostruzione di eventi o Living History) e la tecnologia di lavorazione per la produzione di repliche di manufatti, questo anche con il concorso delle tecnologie avanzate di reverse engineering, rivolte al merchandising museale di qualità. La
sede nazionale dell’associazione, fino al 2004 a Rovigo, oggi
è a Bologna.
332
Paleoworking
Elenco delle Delegazioni
Nadro (BS): [email protected]
Responsabile di Delegazione: Valentino Bonomi
Museo Archeologico didattico di Nadro (BS) – Parco regionale delle incisioni rupestri.
Cuneo: [email protected]
Responsabile di delegazione: Enrico Ascani- Genola (CN)
Novara: [email protected]
responsabile di delegazione: Marco Caminati
Altana del Motto Rosso, Gattico (Novara)
Milano: [email protected]
Responsabile di delegazione: Gianluca Panachia - Milano
Varese: [email protected]
Responsabile di delegazione: Giovanni Aletti - Varese
Pian di Cansiglio (BL) : [email protected]
Centro Naturalistico Vallorch - Pian di Consiglio (BL)
Responsabile di delegazione: Dario Ferroni
Venezia: [email protected]
Responsabile di delegazione: Giovanni Aletti – Venezia
Bologna: [email protected]
Sede operativa di Bologna. Direttore generale : Vittorio Brizzi - 051 401693– 338 6990146
Ravenna: [email protected]
Responsabile di delegazione: Pier Bruno Cimatti - Godo (RA)
Porto S.Elpidio (AP): [email protected]
Gruppo Archeologico Cupra Marittima
Responsabile di Delegazione : Alberto Marinangeli
Grosseto: [email protected]
Responsabile di delegazione: Riccardo Chessa
Villaggio preistorico “Gli Albori” di Campagnatico (Gr) www.glialbori.it
Radicofani (SI): [email protected]
Castello di Radicofani – responsabile Michele Lupoli
Giano dell’Umbria (PG) [email protected]
Responsabile di delegazione:Stefano Creatore,
Parco archeologico di Giano dell’Umbria
Ardauli (OR): [email protected]
Responsabile di delegazione: Cinzia Loi
Perfugas (SS): [email protected]
Responsabile di delegazione: Daniela Mudadu,
Museo Archeologico Botanico di Perfugas (SS)
Rocca Priora (Roma) : [email protected]
responsabile di delegazione : Michele Lupoli, Centro “Alba della stella del mattino”
Castelli Romani- Rocca Priora (RM) - www.dimavitalia.it
Matera: [email protected]
Responsabile di delegazione: Vinicio Camerini
Circolo La Scaletta - Matera
Potenza: [email protected]
Responsabile di delegazione: Simona Lapolla
Museo Archeologico nazionale - Potenza
Grumento Nova (PZ): [email protected]
Responsabile di delegazione: Maria Antonietta Giliberti - Grumento Nova (PZ)
Salerno: [email protected]
Responsabile di delegazione: Giovanni Amatuccio - Stefano Prota - Salerno
Delegazione Nord: Bellizzi (SA): [email protected]
Responsabile di delegazione: Virgilio Mari - Associazione Argonauta - Bellizzi (Sa)
Delegazione Sud: Pertosa (SA): [email protected]
Responsabile di delegazione: Francescantonio D’Orilia - Laboratori presso i Musei Integrati dell’Ambiente MIdA01 - MIdA02 - Pertosa (Sa)
Napoli: [email protected]
Responsabile di delegazione: Annalisa Norante
333
Paleoworking
Vaste (LE) : [email protected]
Responsabile di delegazione: Pasquale Urso - Museo Diffuso di Vaste – Poggiardo Delegazione Provinciale di Lecce
Noto (SR): [email protected]
Responsabile di delegazione: Anna Raudino - Delegazione Provinciale di Siracusa
La Ricerca
Il comitato scientifico di paleoworking, formato da docenti e ricercatori universitari, ha
il compito di coordinare e validare le ricerche, definendo gli standard per la loro pubblicazione. Ha anche il compito di regolamentare l’Albo dei docenti e provvedere alla
loro formazione e al loro aggiornamento. Questo viene fatto attraverso i Workshop. Gli
iscritti, interessati a elaborare proprie ricerche nei campi di competenza, possono presentare i loro progetti al C.S. il quale ha il compito di verifica e validazione dei risultati,
favorire la sinergia tra i soci e verificare la possibilità di afferire a risorse.
La Museologia
Paleoworking, grazie ai suoi esperti, fornisce
consulenze e progettazione nel campo della
valorizzazione dei Beni Culturali. In questo
campo paleoworking collabora con Musei, Soprintendenze, Enti pubblici e privati nella realizzazione di percorsi museologici didattici,
ricostruzioni (repliche) di reperti e paleoabitati, e servizi diretti alla spettacolarizzazione
dell’archeologia.
La Didattica
Paleoworking eroga servizi formativi e didattica a veri livelli sull’archeologia sperimentale, attraverso corsi di formazione professionale in collaborazione con Università e Enti di formazione, e corsi rivolti agli
insegnanti e verso e scuole. I docenti di paleoworking sono certificati attraverso l’Albo,
la cui regolamentazione è tenuta dal Comitato Scientifico.
Conclusioni
In sintesi, la struttura di network che l’associazione ha individuato permette a livello
nazionale una condivisione e una omogeneità nella ripartizione dei servizi di spessore,
in tutte le tre “specializzazioni” sulle quali l’Associazione opera, unitamente ad una “osmosi” notevole dei partecipanti che da tutta Italia si muovono
per partecipare alle iniziative, sentendosi parte fondamentale della rete (incrementando il turismo
specializzato, ad alto impatto soprattutto quando
si operi in piccoli Comuni e luoghi di interesse culturale, l’Italia ne è piena…). Ovviamente le operazioni di marketing e comunicazione vere e proprie,
fino ad ora sono state condotte in modo silenzioso,
approfittando dell’energia economica dei singoli Enti coinvolti (che vedono un diretto
beneficio individuale) senza premere troppo sull’acceleratore.
Collaborazioni principali
Soprintendenze archeologiche: Padova, Venezia,
Bologna, Grosseto, Siena, Etruria meridionale, Perugia, Roma, Ancona, Campobasso, Napoli e Caserta, Paestum, Salerno e Avellino, Potenza,
Matera, Siracusa, Cagliari e Oristano, Sassari e
Nuoro.
Musei, Centri e Parchi archeologici: Museo di Storia Naturale di Verona, Museo dei Grandi Fiumi di
334
Paleoworking
Rovigo, Museo Archeologico Nazionale di Este, Centro Naturalistico Vallorch (BL), Museo
Archeologico di Montebelluna, Museo di Pordenone, Museo Archeologico di Pinerolo (To),
Museo di Tenda (Fr), Centro Naturalistico di Monteveglio (Bo), Museo Etnologico ed Archeologico di Modena, Parco delle Terramare di Montale (Mo), Museo Paleontologico Universitario di Ferrara, Museo di Scienze Naturali di Bondeno, Museo Archeologico di Firenze,
Museo Archeologico di Grosseto, Museo di Scienze Naturali Grosseto, Museo Archeologico
di Fucecchio, Museo Archeologico di Vetulonia, Museo Nazionale di Matelica, Parco Archeologico di Cetona, Centro Naturalistico di Cortacciaro (Pg) Museo Archeologico di Firenze, Museo Archeologico Provinciale di Avellino, MIdA – Musei Integrati dell’Ambiente
(Sa), Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Museo Archeologico di Sorrento, Museo
Nazionale di Potenza, Museo Archeologico Nazionale di Grumento Nova (Pz), Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano (Pz), Museo Archeologico Nazionale della Siritide di
Policoro (Mt), Museo Archeologico Nazionale di Matera, Museo Archeologico di Noto (Sr),
Museo Paleontologico di Perfugas (Ss).
In Sardegna
ARCHEOSPERIMENTARE IN SARDEGNA
In località S’Irighinzu, sul Lago Omodeo (Or), sede per la Sardegna dell’Associazione Paleoworking, si è tenuto il 10 Maggio 2009 un meeting nel quale sono intervenuti esperti da tutta Italia sulle Tecnologie Primitive e l’Archeologia sperimentale. Nei giorni 7 ed
8 Maggio l’equipe degli operatori dell’associazione Paleoworking è stata impegnata
nei laboratori didattici dedicati agli alunni delle scuole primarie dei Plessi scolastici di
Ardauli, Neoneli, Sorradile e Nughedu S.Vittoria e le scuole dell’infanzia di Ardauli e Nughedu S.Vittoria. Contemporaneamente, in località S’Irighinzu, sono stati frequentati corsi di avviamento al tiro con l’arco preistorico e con il propulsore. Nell’ambito della manifestazione si è avuto un coinvolgimento attivo delle persone della terza età di
Ardauli. Nei locali del Centro Geriatrico del paese gli operatori dell’associazione hanno ripercorso, guidati dai preziosi consigli degli anziani, le diverse fasi di lavorazione
del lino, documentandone i gesti. Il giorno 10 Maggio, in località S’Irighinzu, sono stati allestiti laboratori didattici sulle tecnologie litiche, vegetali e dell’argilla aperti a tutti. Di particolare importanza i laboratori dell’ossidiana, in cui è stato possibile riproporre
il protocollo d’indagine utilizzato nell’analisi del sito preistorico di Monte S.Vittoria di
Neoneli – Nughedu S.Vittoria. Degni di rilievo, i laboratori litici aperti al pubblico, hanno utilizzato materiali riciclati dalle qualità meccaniche affini all’ossidiana, al fine di
sensibilizzare i visitatori alla cultura del “non spreco”, al rispetto delle preziose materie prime, maggiormente utilizzate dall’Uomo preistorico (ossidiana e selce). Nei locali
della sede si è tenuta una tavola rotonda, sul tema “Esperimento, Esperienza ed Educazione: tracce convergenti per un percorso di valorizzazione dell’Archeologia”, in questa occasione, è stato discusso un Manifesto redatto dal Comitato organizzatore incentrato sulle problematiche inerenti l’Archeologia sperimentale (omologazione del linguaggio, deontologia degli operatori, ricadute a favore del territorio e della cultura).
L’evento si è concluso con l’esibizione di maschere tradizionali (Sos Corriolos di Neoneli) e musicisti con strumenti antichi della tradizione sarda. L’intera manifestazione
è stata patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza Archeologica della Sardegna, dal Dipartimento di Storia Antica dell’Università di Sassari, dal Dipartimento de Prehistoria y Arqueología dell’Università di Granada. La manifestazione è stata finanziata dal Comune di Ardauli con il patrocinio della Provincia di
Oristano, e dell’Unione de Comuni del Barigadu.
Informazioni:
Cinzia Loi - [email protected] - 347 5150191
Sede Paleoworking di Ardauli
335
SIMBDEA - SOCIETÀ ITALIANA
PER LA MUSEOGRAFIA ED I BENI DEMOETNO
ANTROPOLOGICI
SIMBDEA
(Società Italiana per la
Museografia ed i Beni
DemoEtno Antropologici)
Presidente
Pietro Clemente
Referenti
Vito Lattanzi
Eleonora Censorii
C/o Museo degli Usi
e Costumi delle Genti
di Romagna
Via Montevecchi, 41
47822 Santarcangelo
di Romagna (RN)
www.simbdea.it
www.amrivista.org
Tel. +39 3938582109
336
SIMBDEA (Società Italiana per la Museografia ed i Beni DemoEtno Antropologici) è una Associazione Culturale senza scopo di
lucro attiva dal 2001, che opera nel campo della museografia e
delle scienze demoetnoantropologiche (DEA) applicate ai patrimoni culturali, con vocazione particolare per i settori della
formazione e ricerca scientifica. Dal 2001 l’Associazione ha curato numerosi progetti per conto di enti locali e nazionali, in diversi ambiti legati al mondo dei musei DEA ed alla tutela e
conservazione del patrimonio immateriale, come progetti di allestimento e fattibilità, corsi di formazione, convegni e seminari, seguendo le finalità definite dal proprio statuto:
-proporsi come luogo di riflessione sui beni DEA e sul museo
quale fenomeno d’espressione, d’incontro, di produzione culturale e di educazione interculturale;
-promuovere iniziative per lo sviluppo del settore DEA nel sistema dei beni culturali italiano;
-consolidare e sviluppare le competenze antropologiche applicate al museo e ai beni DEA in campo scientifico e professionale;
-promuovere il riconoscimento delle culture locali e “altre” presenti nel territorio e/o documentate e rappresentate nei
musei DEA come parte essenziale della memoria comune da
radicare nel futuro, e orientare in tal senso la politica dello
Stato, delle Regioni e degli Enti Locali.
Tre sono gli assi principali lungo i quali le attività dell’associazione si articolano: la formazione, per creare una categoria professionale altamente specializzata sulle tematiche della
museografia e dei beni DEA, riconoscendo la peculiarità di questi beni e la necessità di strutturare in modo puntuale le aree di
specializzazione e competenza; la ricerca sui musei, per avere
un quadro continuamente aggiornato sul mondo dei musei
DEA e sulla loro trasformazione, soprattutto per capirne le necessità e supportare i musei locali nella loro missione di conservazione e promozione del ricchissimo patrimonio che
custodiscono; infine, la tutela e la promozione del patrimonio
immateriale, per lavorare, insieme ai musei ed agli archivi, alla
salvaguardia ed alla realizzazione di forme di promozione culturale che valorizzino i territori nella loro complessità, senza
svalutarli con promozioni stereotipate e poco rispettose della
ricchezza delle identità locali.
Ad oggi, SIMBDEA conta oltre 200 soci su tutto il territorio nazionale, e raccoglie sia il mondo accademico DEA che si occupa
di musei e patrimonio che numerosissimi operatori museali, direttori, educatori e catalogatori che si muovono nel complesso
settore della museografia DEA.
L’associazione ha inoltre attivato numerose partnership con il
mondo dell’Università, con Festival a carattere etnografico, e
collabora ad alcune delle attività di ICOM-Italia, all’interno della
Conferenza Nazionale delle Associazioni Museali.
Dal 2002 Simbdea pubblica AM- Antropologia Museale, quadrimestrale su musei e patrimonio DEA con un doppio focus
sulle esperienze ed il dibattito sia a livello nazionale che inter-
SIMBDEA - Società Italiana per la Museografia ed i Beni DemoEtno Antropologici
nazionale, mentre dal Gennaio 2008 ha on line due siti: www.amrivista.org, sito della
rivista AM, e www.simbdea.it, sito istituzionale dell’associazione che comprende delle
sezioni di approfondimento sui temi del “fare e pensare musei” e informa sulle novità
nel settore.
SIMBDEA ha un Presidente, Pietro Clemente (cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Firenze) ed è coordinata da un Comitato Direttivo di 7 membri eletto durante l’assemblea dei soci ogni 3 anni. Nel 2008 il Comitato è stato rinnovato ed è oggi
composto da:
Vicepresidente
Sandra Ferracuti (Redazione Rivista AM, Dottore di ricerca in Etnologia ed Etnoantropologia – Università di Roma “La Sapienza”)
Segretario
Vito Lattanzi (Responsabile servizi educativi, Museo Preistorico-Etnografico Nazionale
“L. Pigorini” Roma)
Mario Turci (Direttore, Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna – Santarcangelo -RN, Museo Ettore Guatelli - Ozzano Taro. PN)
Vincenzo Padiglione (Direttore rivista AM - Cattedra di Antropologia Culturale -Università di Roma “La Sapienza”)
Ferdinando Mirizzi (Cattedra di Antropologia Culturale - Università della Basilicata)
Fulvia Caruso (Ricercatore , Facoltà di Musicologia, Università di Pavia)
Inoltre, l’associazione ha una Segreteria Operativa che si occupa della gestione dei soci
e delle iniziative, con un ufficio stampa, una redazione web ed un settore dedicato allo
sviluppo di progetti ad attività associative, composta da:
Eleonora Censorii - Coordinamento - Sviluppo progetti - Comunicazione on line
Alexia Proietti - Responsabile rapporti con gli associati
Laura Palomba - Ufficio stampa e comunicazione
lessandro Andreini - Redazione sito web
La rivista AM - antropologia museale
Nel 2002 nasce la rivista quadrimestrale AM-antropologia museale che si propone come:
- connessione tra mondi che difficilmente dialogano tra loro (musei e istituzioni; archeologi, architetti, storici, storici dell’arte e antropologi; musei e università);
- luogo di convergenza e dibattito per i musei e chi vi opera;
- terreno di incontro per riflessioni teoriche, note etnografiche di musei e mostre, resoconti di esperienze didattiche, presentazioni di collezioni locali, progetti di nuovi allestimenti e proposte gestionali;
- bandiera da esibire perché capace di dar conto del rinnovamento che stanno vivendo
i nostri studi e musei;
- casa vissuta in tanti e differenti modi che regali un senso di appartenenza e sitimoli
la creatività professionale di chi la frequenta;
La redazione è composta da: Vincenzo Padiglione (direttore), Pietro Clemente, Rosa Anna
Di Lella, Vito Lattanzi, Sandra Ferracuti, Francesco Staffa, Nadia Truglia.
Partnership
SIMBDEA collabora ad alcune attività promosse da ICOM dal 2004, anno della creazione
della Conferenza Permanente delle Associazioni Museali Italiane, della quale fanno
parte anche ANMLI (Associazione Nazionale dei Musei Locali e Istituzionali), ANMS (Associazione Nazionale dei Musei Scientifici); AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani); AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani); Commissione Musei
della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiana).
Tra i temi sui quali Simbdea ha lavorato con ICOM: il volontariato nell’ambito della gestione dei Beni Culturali, il rapporto tra musei, archivi e biblioteche, la Carta delle Professioni Museali, il Lessico dei Musei Italiani e, più recentemente, ha partecipato a
Museitalia, primo Forum di Museografia e Museotecnica. Nell’ambito di quetsa manifestazione, che si è tenuto a Milano nel Novembre del 2008, ha organizzato workshop
sui molti aspetti del “fare e pensare musei”, dall’allestimento alla comunicazione on
line.
337
SIMBDEA - Società Italiana per la Museografia ed i Beni DemoEtno Antropologici
Principali attività dell’associazione
Per conto della Regione Lazio, Simbdea ha gestito il censimento dei musei DemoEtnoAntropologici regionali, per la Regione Veneto e la Provincia di Parma ha programmato,
coordinato e gestito in prima persona corsi di formazione per operatori della catalogazione di beni DEA, per il Comune di Polirone (MN) ha realizzato il progetto di fattibilità
del Museo Civico Polironiano e per il Comune di Tuili (VS) il progetto di allestimento
del museo “Casa Asquer”. Queste sono solo alcune delle attività, che spaziano dalle consulenze per la definizione della missione di un museo fino al suo allestimento ed alla
formazione degli operatori.
Intensa è anche l’attività di organizzazione di convegni, seminari e workshop destinati
agli operatori museali di ogni tipologia e mirati all’approfondimento delle problematiche e della metodologia di lavoro sui beni DEA materiali ed immateriali.
In più, ogni anno si tiene una assemblea annuale nella quale si discutono temi che riguardano il mondo dei musei DEA, coinvolgendo i soci nella riflessione e nello scambio
di esperienze pratiche della vita ordinaria e straordinaria dei musei, creando le condizioni per un incontro che di frequente ha facilitato la creazione di reti, anche spontanee,
di musei e istituzioni culturali sia a livello regionale che nazionale o tematico.
Dal 2008 Simbdea organizza una giornata “Musei Aperti”: dal primo anno oltre 370
musei hanno aperto le loro porte ed organizzato iniziative speciali per festeggiare la
sottoscrizione da parte dell’Italia della Convenzione Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Intangibile. Sempre per coinvolgere i musei è nato il Premio Museo Frontiera,
per riconoscere e valorizzare il lavoro svolto nell’ambito dei musei DEA e del patrimonio immateriale. Sono stati premiati enti ed artisti a livello nazionale ed internazionale,
istituzioni museali, archivi, case editrici: esempi di eccellenza nel panorama dei musei
e dei beni DEA.
In Sardegna
Referenti
Giannetta Murru Corriga
[email protected]
Vladimira Desogus
[email protected]
Le attività di SIMBDEA in Sardegna
sono state sempre frequenti dal 2001
ad oggi, con una progressiva intensificazione negli ultimi tre anni: molti soci
dell’associazione che vivono e lavorano
in Sardegna e soci dal resto d’Italia
hanno partecipato alle iniziative organizzate in una regione che si configura
come una delle realtà più attive per
quanto riguarda i musei demo-etnoantropologici ed i beni immateriali.
Non è un caso che nella lista dei capolavori del patrimonio intangibile dell’Unesco ci sia una tradizione sarda, il canto a tenore. SIMBDEA inoltre, attraverso la presenza del Presidente, Pietro Clemente, ai
tavoli di discussione, ha partecipato alla riflessione riguardo alla legge regionale sui
musei della Sardegna.
La rete dei musei che hanno un rapporto di collaborazione con l’Associazione è molto
ampia e comprende musei di nuova concezione con allestimenti realizzati o rinnovati
negli ultimi anni, ne sono un esempio il Museo delle tradizioni agroalimentari “Casa
Steri“ di Siddi ed il Museo del Carbone di Carbonia solo per citarne alcuni. Molto intensa è anche la collaborazione alle attività dell’ISRE (Istituto Superiore Regionale
338
Etnografico della Sardegna) sia in ambito museale che per quanto riguarda la tutela e la promozione dei beni immateriali.
Citiamo qui solo alcune delle attività più rilevanti portate avanti dalla sezione regionale sarda in collaborazione con la SIMBDEA nazionale o autonomamente.
Musei
SIMBDEA ha realizzato negli ultimi anni alcune consulenze per l’allestimento o il riallestimento di alcuni musei demo-etno-antropologici:
2007: progetto con annesso studio di
fattibilità per il riallestimento del
Museo “Casa Asquer” di Tuili (MC) per
conto del Comune di Tuili.
2006 e 2007: consulenza per l’allestimento del Museo della cultura pastorale
di Vico Gennargentu – Fonni (NU)
2000: presentazione del Museo delle
tradizioni agroalimentari “casa Steri” di
Siddi (MC) in occasione dell’inaugurazione.
Attualmente, la referente di SIMBDEA
– Sardegna,Giannetta Murru, è impegnata in una consulenza scientifica col Comune
di Decimoputzu per il progetto del locale “Parco archeologico ed Etnologico”.
Museiaperti
SIMBDEA Sardegna ha aderito ad entrambe le edizioni di MuseiAperti, l’appuntamento annuale inaugurato dall’Associazione nel 2008 per dare visibilità ai musei
DEA in tutta Italia, con una giornata di apertura speciale ed iniziative organizzate
per l’occasione per avvicinare il pubblico a questa tipologia di realtà museali. Il tema
del 2009 è stato il patrimonio immateriale, in occasione dell’adesione dell’Italia alla
convenzione Unesco per la salvaguardia del Patrimonio Intangibile, mentre nel 2009
l’iniziativa è stata dedicata all’Abruzzo e ad iniziative di solidarietà per la ricostruzione dei musei DEA ed i beni danneggiati. La sezione regionale sarda
ha coordinato l’adesione dei musei all’iniziativa, ed ha organizzato alcune
delle attività presso i musei, come nel
caso del Museo della cultura pastorale
di Fonni che ha realizzato un seminario sul canto a tenores con l’etnomusicologo Ignazio Macchiarella ed
alcuni gruppi di cantori del paese.
Festival
SIMBDEA collabora da alcuni anni ad iniziative dell’ISRE ed in particolare ad ETNU,
Festival dell’Etnografia di Nuoro del quale ISRE è promotore, la collaborazione è continuata anche nell’edizione del 2009. Ad Etnu SIMBDEA ha contribuito nel 2007 con
due tipologie di attività:
a) ha organizzato momenti di dibattito e discussione, con tavole rotonde come Gramsci ritrovato tra “Cultural Studies” e antropologia nel settantesimo della morte e la
presentazione della rivista Lares, numero speciale monografico sulla Sardegna;
b) ha coordinato la partecipazione di alcuni musei etnografici italiani che hanno allestito uno spazio con oggetti delle loro collezioni ed ha gestito l’organizzazione di
alcune mostre concepite esclusivamente per il Festival.
Nell’edizione del 2009 SIMBDEA ha organizzato dei tavoli di riflessione sui temi della
museografia etnografica e presentato workshop su varie tematiche del “fare e pensare musei”, dall’intercultura all’allestimento etnografico all’utilizzo delle fonti orali
339
nei musei. In più ha coordinato la partecipazione di alcuni musei etnografici ed ha
realizzato una sezione dedicata all’Abruzzo ed alle testimonianze post-terremoto,
con la collaborazione della sezione regionale SIMBDEA –Abruzzo.
Seminari e convegni
Pietro Clemente insieme ad alcuni membri del Comitato Direttivo ha tenuto dal 5 al
6 Settembre 2008 un seminario di aggiornamento per operatori museali a Seulo - CA,
sul tema “Musei per la memoria contemporanea, per una museografia del contemporaneo”.
A Nuoro è stato organizzato il convegno Gramsci ritrovato tra “Cultural Studies” e antropologia nel settantesimo della morte presso l’Auditorium del Museo Etnografico,
il 24 ed il 25 Ottobre 2008, in collaborazione con l’ISRE (Istituto Superiore Etnografico
della Sardegna) come approfondimento della tavola rotonda presentata all’edizione
di Etnu dell’anno precedente.
Infine, SIMBDEA ha offerto le sue competenze per il convegno e seminario Musei in
avvenire il 23 e 24 ottobre 2008 a Iglesias , con le docenze di Pietro Clemente, Vito
Lattanzi e Vincenzo Padiglione e la coordinatrice di SIMBDEA Sardegna Giannetta
Murru. L’evento è stato organizzato con la consulenza scientifica di SIMBDEA in collaborazione con il Laboratorio di Antropologia del CICC, il Comune di Carbonia –CA,
il Parco Geologico Minerario Storico Ambientale della Sardegna, il dipartimento di
Filosofia e teoria delle Scienze Umane dell’Università di Cagliari ed il dipartimento di
Architettura dell’Università di Cagliari, il Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Firenze, la Soprintendenza Archivistica della Sardegna e
quella Toscana.
Tra le iniziative più recenti, Giannetta Murru ha partecipato al Seminario-laboratorio
“I musei risorsa del territorio” , il 27 Marzo 2009 a Fonni, progetto promosso dall’Associazione Bes, costituita da 37 soggetti pubblici e privati, che ha lo scopo di programmare sinergicamente azioni di promozione, per favorire l’integrazione tra le
risorse culturali e la valorizzazione dei territori.
340
SIPBC - SOCIETA’ ITALIANA PER LA PROTEZIONE
DEI BENI CULTURALI
PRESENTAZIONE
La SIPBC è un’Associazione senza fini di lucro, politicamente e
confessionalmente neutrale che si propone,con l’attività di Soci,
di diffondere e di applicare i principi della Convenzione dell’Aja
del 14 maggio 1954, relativa alla protezione dei Beni Culturali
La SIPBC si conforma allo spirito della citata Convenzione (e successivi Protocolli), fondato sul principio che i Beni Culturali, a
qualsiasi popolo essi appartengano, costituiscono patrimonio
di tutta l’Umanità.
La SIPBC è strettamente collegata al Diritto Internazionale
Umanitario che tutela i Diritti durante i conflitti armati. I Beni
Culturali, vanno sempre tutelati e protetti anche in tempi di
pace e in quest’ottica, nell’esigenza, cioè del “Posteritati Servare”, opera la SIPBC.
L’Associazione nasce a Viterbo il 18 aprile 1996, grazie al generale Arturo Marcheggiano, primo Presidente Nazionale, oggi
Presidente Onorario. Si sostiene con le quote dei Soci e con il
contributo del ministero per i Beni e le Attività Culturali, ai sensi
della L. 534\96.
Fa parte, insieme ad altre Società Europee (Austria, Germania,
Romania, Spagna e Svizzera) della Lega Internazionale per la
Protezione dei Beni Culturali (Lega PBC) di cui è membro fondatore, con lo scopo di indirizzare lo sforzo di tutti verso comuni
obiettivi.
Ha la sua sede presso l’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario (IIDU) – International Institute of Humanitarian Law
(IIHL) di Sanremo.
Dal 2003 Presidente Nazionale è il dott. Roberto Conforti, Generale ® dell’Arma dei Carabinieri, già Comandante dello speciale Reparto dell’Arma preposto alla Tutela del Patrimonio
Artistico.
Il Presidente è affiancato dal Segretario Generale, Gen. Giuseppe Rizzo, da tre Vicepresidenti, da un Consiglio Nazionale e
da un Comitato Scientifico.
Attualmente l’Associazione annovera nove Sezioni con competenza regionale: Piemonte,Veneto, Toscana,Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sezione Giovanile del Lazio. e ventitre
delegazioni provinciali.
Presidente
Generale Roberto Conforti
Via Biferali, 15
Loc. S. Lucia
00053 Civitavecchia - RM
[email protected]
ATTIVITA’
Il 1 agosto 2008 la SIPBC ha stipulato un Protocollo di Intesa con
il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, concordando “sull’opportunità di dare impulso ad un proficuo rapporto di collaborazione” e demandando le modalità operative alle competenti
Direzioni Regionali.
Importanti occasioni di confronto e scambio di culture ed esperienze sono i Convegni Internazionali che si svolgono annualmente dal 1996. Ogni Convegno, è incentrato su una tematica
ed è articolato in modo tale da consentire ai partecipanti la conoscenza dei Beni culturali, con visite e incontri con le più prestigiose personalità operanti nel settore dei beni Culturali. I re-
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SIPBC - Societa’ Italiana per la Protezione dei Beni Culturali
lativi atti confluiscono in pubblicazioni, distribuite gratuitamente. Nel quadro delineato dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, la SIPBC promuove gli sforzi per
garantire il trasferimento integro del Patrimonio Culturale – materiale ed immateriale
– alle generazioni future.
In quest’ottica, la SIPBC è impegnata a:
- Diffondere,attraverso Convegni, Seminari, Incontri,in sinergia con analoghi organismi
e riferimenti istituzionali, i principi contenuti nelle Convenzioni per il rispetto e la salvaguardia dei Beni Culturali, da qualsiasi rischio, sia in tempo di pace che in tempo di
conflitti armati.
- Adottare ogni possibile iniziativa per qualificare la coscienza collettiva culturale e sensibilizzare l’opinione pubblica nella tutela del Patrimonio dell’Umanità, per evitarne il
depauperamento ed il degrado ed assicurarne il trasferimento, integro, alle future generazioni.
- Promuovere e condurre specifici Corsi Formativi per la Protezione dei Beni Culturali, soprattutto nell’ambito delle Forze Armate e delle Scuole di ogni ordine e grado.
- Sostenere le strutture competenti, a livello nazionale e locale, attraverso raccomandazioni ed interventi, nello svolgimento dei loro compiti per la salvaguardia dei Beni
Culturali.
- Assicurale al Dipartimento di Protezione Civile la massima collaborazione in caso di calamità.
- Garantire i collegamenti con le analoghe Associazioni anche estere per confronti su
esperienze tecniche e pratiche.
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TOURING CLUB ITALIANO
Il Touring Club Italiano nasce nel 1894 per iniziativa di un gruppo
di ciclisti il cui intento principale è la diffusione della bicicletta, vista come nuovo mezzo alla portata di tutti, simbolo di modernità e motore di diffusione del turismo in tutta la penisola. Libero
da qualsiasi legame politico-religioso, il Touring si impegna sin da
subito in un’attività di miglioramento e sviluppo concreto delle
strade, indispensabili arterie per intraprendere qualsiasi viaggio
in una nazione formatasi poco più di 30 anni prima. Piste ciclabili,
installazione di cassette mediche e di primo soccorso sulle vie principali, cartellonistica e abbellimento delle stazioni ferroviarie sono
solo alcuni dei tantissimi segni lasciati dal TCI in questo primo periodo di storia italiana. Con gli inizi del nuovo secolo la comparsa dell’automobile allarga notevolmente il raggio d’azione. Le iniziative si moltiplicano, l’impegno nella valorizzazione dell’ambiente
urbano e naturale si arricchisce, e il Touring Club presenta proposte
di istituzione di Parchi Nazionali, progetti di rimboschimento, soluzioni ai nuovi problemi posti dalla viabilità, e con un’intensa attività di sensibilizzazione delle classi politiche, unita a una profonda
opera di educazione nei confronti degli italiani, mette in evidenza un interesse generale verso il benessere del paese e non più solo
finalità turistiche. Guide, manuali e carte geografiche del Touring
nel frattempo si diffondono ovunque, a dimostrazione dell’importanza che la divulgazione delle conoscenze artistiche e culturali,
unite alla valorizzazione e alla scoperta dell’Italia, ricoprono per
l’associazione. Con il tempo il TCI accresce le sue iniziative facendosi sempre più promotore della scoperta delle bellezze naturali e artistiche più nascoste e meno conosciute d’Italia, anche al fine
di regolarizzare i flussi del turismo di massa indirizzati quasi esclusivamente nelle città più grandi e sovraffollate. Attività di consulenza e proposta di piani di sviluppo locale, formazione, studi
e ricerche, ma anche organizzazione di viaggi in tutto il mondo
e apertura di villaggi turistici rafforzano il ruolo del Touring nel panorama turistico internazionale. I valori principali di salvaguardia
dei beni culturali e ambientali, di sviluppo del turismo e di diffusione della conoscenza di paesi, culture e di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli non sono mai cambiati e il Touring continua a portarli avanti nello stesso identico modo anche dopo oltre 115 anni di storia e di battaglie. Da oltre cent’anni il Touring Club
Italiano si fa portavoce di valori incentrati al rispetto dell’ambiente
culturale e naturale e persegue obiettivi che vanno in questa direzione. Nonostante l’associazione sia nata sul finire del XIX secolo, i valori che ne costituiscono le fondame
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Opuscolo di 351 pagine - Ministero dei Beni e le Attività Culturali