segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier Democrazia diretta grazie alla lingua dei segni La Presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha partecipato a una conferenza-dibattito a Brugg alla presenza di ospiti sordi sul tema di ciò che è necessario fare, affinché essi possano ottenere la piena partecipazione alle attività politiche. Dopodiché ha onorato la Federazione svizzera dei sordi di un regalo particolare. testo: Martina Raschle, foto: Benjamin Hofer; traduzione: Catia De Ronzis M árta Gerbershagen della Federazione svizzera dei sordi ha dato il benvenuto a circa 200 ospiti presenti al Campussaal. A condurre l’evento avrebbe dovuto esserci Pascale Bruderer, ma quest’ultima ha dovuto rimanere a Berna per un’importante decisione al Consiglio degli Stati, così la signora Gerbershagen ha spiegato che l’avrebbe sostituita lei. Questo cambio di programma imprevisto si è rivelato un’eccellente opportunità per i sordi e per la Presidente della Confederazione di conoscersi più da vicino, senza iltri. OSPITE DEI SORDI La Presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, è stata ospite per la prima volta della Federazione svizzera dei sordi. Senza il sostegno della sua collega di partito Pascale Bruderer, Simonetta Sommaruga si è immersa completamente nello scambio con il pubblico composto quasi esclusivamente da persone sorde e audiolese. All’inizio, le diferenze culturali hanno reso un po’ insicura questa persona politica assai versatile, che si è posta la domanda di dove dover rivolgere lo sguardo quando c’è un interprete di lingua dei segni che traduce quello che dice un’altra persona, di come reagire di fronte ad un applauso silenzioso e di come comportarsi quando non si riesce a capire bene. La Presidente ha riassunto così la sua esperienza: «Questa sera, anch’io mi sento parte di una minoranza, quasi un pochino esclusa dalla comunicazione. Vi consiglio di coinvolgere il maggior nu- Roland Hermann ringrazia la Presidente della Confederazione per la donazione e per la sua presenza all’evento. mero possibile di politici e di far vivere loro la mia stessa esperienza, ainché le vostre richieste possano trovare ascolto.» L A LINGUA DEI SEGNI È INSOSTITUIBILE Sono stati formulati i seguenti interessi: Christa Notter della scuola di lingue DIMA ha parlato sul perché i testi scritti non sono automaticamente comprensibili per le persone sorde e spiega perché la comprensione richiede molto tempo. Beat Kleeb, consigliere nel consiglio della fondazione Procom, ha raccontato delle diicoltà che incontrano le persone sorde al momento di attivarsi in prima persona nel mondo politico. I sordi hanno bisogno di mezzi ausiliari per aggirare le barriere comunicative. Inoltre, la controparte deve anche capire che la comunicazione dura un po’ di più a causa di questi ostacoli. Inine Christoph Gremaud, conduttore della trasmissione «Signes», ha illustrato il perché i sottotitoli non sono suicienti ai sordi per sviluppare davvero un’opinione personale. DONAZIONE PRESIDENZIALE PER LA FEDERAZIONE SVIZZERA DEI SORDI La Presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, si è dimostrata impressionata da queste asserzioni. «Adesso capisco perché i sottotitoli non possono tradurre di maniera completa un dibattito. Per questo motivo si rende necessaria la lingua dei segni. Da parte mia, posso sostenere i sordi, ainché essi abbiano pieno accesso alla democrazia diretta, ed è proprio quello che ho intenzione di fare.». Alle parole sono seguiti subito i fatti. Simonetta Sommaruga ha sorpreso la Federazione svizzera dei sordi con la cosiddetta donazione presiden- 5 segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier ziale di 5000 franchi. Tutti i Presidenti della Confederazione possono donare quest’importo a un’organizzazione di loro scelta, aline di sostenere persone che ne hanno bisogno. Simonetta Sommaruga vuole utilizzare questo denaro per quei progetti che mirano a facilitare l’accesso alla politica per le persone sorde. Dopo la parte uiciale, la Presidente della Confederazione ha risposto ad alcune domande provenienti dal pubblico e durante il seguente aperitivo ha curato il contatto diretto con gli elettori sordi. Dopodiché, la Presidente della Confederazione è do- vuta rientrare a Berna, dove ad aspettarla c’era un’agendina piena zeppa d’impegni. A Brugg si è continuato a segnare ancora a lungo sulla politica, su quest’occasione unica e sulla speranza che un giorno, forse, ci sarà anche una persona sorda all’interno del Consiglio federale. Intervista con la Presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga Simonetta Sommaruga segna il suo nome Signora Presidente della Confederazione, al momento lei è molto impegnata. Da una parte, nel suo ruolo di Presidente della Confederazione. Dall’altra, a causa dell’attuale emergenza dei rifugiati. Ciononostante, ha partecipato a quest’evento per persone sorde. Perché ha voluto prendersi il tempo di farlo? Durante il mio anno presidenziale ho deciso di porre l’accento sulla democrazia diretta. La Svizzera ha un sistema politico davvero unico, di cui vado molto iera. Ma ainché la democrazia diretta possa funzionare, i cittadini e le cittadine con diritto di voto devono poter partecipare alle decisioni politiche. Per i sordi, ciò 6 rappresenta una sida molto particolare. Stasera sono qui per imparare di quali dificoltà speciiche si tratta. E stasera me ne tornerò a casa con la convinzione che dobbiamo provvedere a che le persone sorde possano partecipare illimitatamente alle decisioni politiche, che cioè possano seguire i dibattiti e che possano in seguito sviluppare una propria opinione. una lingua a sé stante assai ricca, in grado di contestualizzare anche nessi assai complicati. Anche la politica, ovvero la nostra democrazia, si compone di questioni molto complicate, che non vanno sempliicate, bensì spiegate – per le persone udenti, in un linguaggio parlato e scritto semplice e per i sordi per l’appunto in lingua dei segni. Spesso le persone senza disabilità uditive si stupiscono quando vengono a sapere che per i sordi la lettura di solito è difficoltosa, perché per loro la lingua scritta equivale ad una lingua straniera. Lei come ha reagito quando se ne è resa conto? Beat Kleeb vent’anni fa è fallito nel ruolo di politico, tra le altre cose per via del fatto che la sua disabilità uditiva era vissuta come un peso. Fin dove si deve spingere la Svizzera affinché essa permetta alle persone sorde di partecipare alla democrazia diretta anche in veste di personaggi politici? Ho la fortuna di avere un collaboratore iglio di genitori sordi. Lui è stato capace di spiegarmi molto bene questo fatto. Troppe poche persone nel nostro Paese sanno che la lingua dei segni non è una traduzione in scala uno a uno della lingua parlata, bensì una lingua a sé stante. Le persone sorde necessitano di mezzi e di strumenti per superare la disabilità comunicativa. Spero che gli interessi delle persone sorde trovino ascolto in ambito politico. Le persone sorde chiedono maggiori informazioni in lingua dei segni, in particolare per capire in maniera completa anche nessi politici altamente complicati. Per loro non è sufficiente una semplificazione linguistica. Lei sostiene questa rivendicazione? Prima di tutto occorre comprensione per il fatto che la lingua dei segni non è una sempliicazione della lingua parlata, bensì C’è diferenza se si partecipa ad una votazione (cosa che è molto importante) oppure se si entra personalmente in politica. Questo percorso non è facile neppure per le persone che non sono sorde. Oppure è un vero «calvario», come l’ha raccontato in maniera assai impressionate Beat Kleeb stasera. Per l’entrata in politica delle persone sorde occorre da entrambe le parti un avvicinamento e tanta comprensione. È un percorso: i sordi devono approcciarsi agli udenti e poi non solo far capire le proprie richieste, bensì anche pretendere dagli udenti che essi sviluppino comprensione per la disabilità comunicativa. I sordi appartengono ad una minoranza e fa parte della nostra tradizione elvetica ascoltare e tener conto delle richieste delle minoranze. In Svizzera, questo percorso talvolta dura più a lungo, però ne vale la pena! ■ segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier Un Café des Signes eccezionale a Palazzo federale! Dal 23 al 25 settembre 2015, la Federazione svizzera dei sordi è partita alla conquista di Berna e del suo Palazzo federale. Durante tre giorni, i politici si sono ritrovati ad avere a che fare con dei camerieri sordi al momento di ordinare un caffè. Così facendo, hanno scoperto in maniera ludica la lingua dei segni e i problemi legati alla sordità. testo: Sandrine Burger; foto: Benjamin Hofer; traduzione: Catia De Ronzis proponendo loro di imparare a passare l’ordinazione in lingua dei segni, di partecipare ad un quiz per valutare il loro livello di conoscenza di questa lingua o addirittura di ilmarsi nell’atto di segnare una frase a loro scelta. POLITICI CURIOSI M ercoledì 23 settembre, dopo mesi di organizzazione e di lavoro intenso, è inalmente arrivato il gran giorno: la Federazione svizzera dei sordi si è insediata in due diversi punti di ristorazione di Palazzo federale (al ristorante chiamato Galerie des Alpes e al bar incastonato tra la sala del Consiglio nazionale e quella del Consiglio degli Stati) per un Café des Signes davvero eccezionale. Nonostante si trovasse a fronteggiare un programma politico assai sovraccarico, Pascale Bruderer ha funto da madrina a questa operazione e si è presa il tempo di dare il benvenuto a tutto lo staf della Federazione e di ricordare l’importanza di questi tre giorni volti a stabilire un ponte tra il mondo della sordità e quello politico. UNO STAFF AL TOP! Per i camerieri sordi, chiamati a lavorare per tre giorni in coppia col personale di ristorazione normalmente presente a Palazzo federale, si trattava di una sida di notevoli proporzioni. In efetti, non solo a Palazzo federale regnava uno stato di particolare ibrillazione dovuto alle imminenti elezioni, bensì era pure la prima volta che i camerieri avevano il compito di servire un Café des Signes con l’ausilio dei nuovi tablet muniti dell’applicazione sviluppata dall’agenzia di comunicazione Creatives. Ad ogni modo, bisogna dire che lo staf di camerieri sordi si è mostrato estremamente motivato ed è senza paura che gli uni o gli altri sono partiti all’abbordaggio dei politici di ogni colore, Dal canto loro, i politici si sono mostrati molto aperti e curiosi. Nonostante i dibattiti in corso su temi scottanti, molti di loro hanno saputo prendersi il tempo per imparare a comunicare con i camerieri sordi, scoprire le animazioni legate alla lingua dei segni e, qualche volta, addirittura a rimandare più in là le discussioni di approfondimento sulla sordità e i problemi quotidiani riscontrati dai sordi in Svizzera grazie al sostegno degli interpreti, oppure ricorrendo a uno dei membri della Federazione svizzera dei sordi presenti su luogo per il lavoro di lobbying (Harry Witzthum, Roland Wagner, Márta Gerbershagen). BILANCIO POSITIVO! Dopo questi tre giorni passati a Palazzo federale, non ci sono dubbi che questo Café des Signes è stato un gran successo! Lo staf dei camerieri ha dato prova di un impegno impeccabile e i politici hanno scoperto un mondo di solito invisibile ai loro occhi. Ora sta a noi fare in modo che questo ponte resti in piedi con l’obiettivo di migliorare la quotidianità futura delle persone sorde in Svizzera. ■ 7 segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier Opinioni politiche sul Café des Signes Ad essere importante per il Café des Signes non era solo uno svolgimento tranquillo, bensì anche la reazione dei politici. In fondo, quest’azione di sensibilizzazione era appositamente pensata per loro. La redazione di Segni amo ha sondato il terreno con alcuni personaggi del mondo politico per conoscere le loro impressioni su quest’azione della Federazione svizzera dei sordi. testo: Catia De Ronzis e Sandrine Burger; foto: Parlament.ch Anne Mahrer, lei è appena uscita dal Café des Signes. Cosa ne pensa di quest’azione? Anne Mahrer, Consigliera nazionale, Verdi, Ginevra Quest’azione della Federazione svizzera dei sordi è davvero interessante perché permette di rendere visibile la sordità. In efetti, se si è udenti non ci si rende conto dei problemi riscontrati dai sordi nella quotidianità. Ho discusso con una delle cameriere sorde e sono stata sorpresa quando mi ha detto che avrebbe voluto seguire i nostri dibattiti dalla tribuna pubblica, ma stando così le cose, il compito di riservare un interprete di lingua dei segni spetta a lei. Ciononostante, tutte le persone dovrebbero poter accedere liberamente ai nostri dibattiti! Signor Germann, lei è appena stato servito da un cameriere sordo. È stata un’esperienza unica per lei è come le è sembrata? Hannes Germann, UDC, Consigliere Anne Mahrer 8 agli Stati, Sciaffusa: segni, sarà un vero piacere esserci! Personalmente sono già sensibilizzato al tema della disabilità, un pochino anche sulla sordità. Ho già avuto qualche contatto con persone sorde, ma non conosco la lingua dei segni. L’idea del Café des Signes è però molto buona. È un bene che i vari gruppi di persone disabili vengano in qui a Palazzo federale per far sentir la propria voce, rendendo noti i temi a loro cari. Signor Tschäppät, lei si è interessato alla documentazione della Federazione svizzera dei sordi. Che impressione ne ha ricavato? Alexander Tschäppät, PS, Consigliere nazionale, Berna: Trovo estremamente importante che le persone sorde sensibilizzino gli udenti con azioni simili, perché al contrario della cecità o delle paralisi, la loro disabilità non è visibile. Da questo punto di vista, i sordi hanno un problema di percezione più grande. Non vedo l’ora di partecipare alla Giornata mondiale della lingua dei Hannes Germann Signora Leutenegger-Oberholzer, lei ha appena usato l’Ipad. Le è stato d’aiuto e le è sembrato di facile utilizzo? E cosa ne pensa di questa sensibilizzazione in generale? Susanne Leutenegger-Oberholzer, PS, Consigliera agli Stati, BasileaCampagna: L’Ipad è di enorme aiuto, tra l’altro anche al momento dell’ordinazione, ma ovviamente è molto diicile imitare alla perfezione i segni mostrati. L’idea del Café dei Signes è ottima, si vede che dietro si cela un gran lavoro concettuale. Nell’insieme, l’azione ha un’aria molto elegante. Inoltre, ho imparato un bel po’ di cose. Per esempio, che la Svizzera ha tre lingue dei segni davvero molto diferenti tra loro. Me ne sono accorta in maniera vivida quando ho visto che l’interprete di lingua dei segni della Svizzera tedesca e il cameriere sordo della Svizzera francese non sempre riuscivano a capirsi subito. Ne sono rimasta davvero stupita! ■ Alexander Tschäppät Susanne LeuteneggerOberholzer segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier Gran bel successo per la Giornata mondiale della lingua dei segni! Durante una giornata piacevolmente soleggiata, i sordi provenienti da tutta la Svizzera si sono ritrovati sul Waisenhausplatz di Berna lo scorso 26 settembre per celebrare la tradizionale Giornata mondiale della lingua dei segni. Tra discorso, karaoke e Deaf Pride, la sordità si è resa visibile nell’arco di un pomeriggio. Di conseguenza, la lingua dei segni è stata festeggiata con grande fierezza. testo: Sandrine Burger; foto: Benjamin Hofer; traduzione: Catia De Ronzis D opo Ginevra nel 2014, nel 2015 è toccato a Berna fungere da luogo d’incontro per i sordi provenienti da tutta la Svizzera, ainché essi potessero festeggiare la Giornata mondiale della lingua dei segni. Dal momento che anche l’istituto San Giuseppe di Friburgo festeggiava i suoi 125 anni, i sordi romandi non sono stati molto numerosi, ma essi sono stati lo stesso ben rappresentati, così come anche quelli ticinesi che hanno attraversato addirittura le Alpi. A occhio e croce, circa 500 persone sorde o simpatizzanti hanno risposto all’appello della Federazione svizzera dei sordi. L A PAROLA DEL PRESIDENTE Come da tradizione, è toccato a Roland Hermann nella sua veste di presidente del Comitato direttore della Federazione svizzera dei sordi aprire la parte uiciale, e questo subito dopo la parola di benvenuto della coppia di conduttori del giorno, ovvero Roland Wagner (udente) e Carmela Zumbach (sorda). I due sono stati in grado di divertire la folla. Ovviamente, Roland Hermann ha cominciato ricordando l’importanza di questa giornata che è festeggiata nel mondo intero, ainché la sordità divenga visibile, e di modo da celebrare degnamente la lingua dei segni. Quest’azione di sensibilizzazione quest’anno ha ottenuto un accento particolarmente politico da parte della Federazione svizzera dei sordi, dal momento ch’essa ha deciso di celebrare questa giornata a Berna, ossia nel centro nevralgico del potere politico svizzero, e questo dopo aver già in precedenza organizzato una conferenza-dibattito con la Presidente della Confederazione il mercoledì e un Café des Signes a Palazzo federale della durata di tre giorni. Queste azioni hanno elargito alla nostra Federazione una maggiore visibilità, dando così modo di ribadire le tre rivendicazioni per la quale essa si batte, ovvero il riconoscimento della lingua dei segni, il bilinguismo a livello formativo, nonché maggiori informazioni visive per una migliore accessibilità. L A PAROLA DEL SINDACO Il secondo oratore, ovvero il sindaco di Berna Alexander Tschäppät, ha spiegato per l’occasione che lui, una volta tanto, aveva come la sensazione di vivere un’inversione di ruoli. In mezzo alla folla di persone sorde che si esprimevano in lingua dei segni, è stato infatti lui a sentirsi per così dire disabile, perché era lui ad aver bisogno di aiuto per farsi capire. Cosciente del fatto che ciò che stava vivendo in quel momento corrispondesse alla quotidianità delle persone sorde, il signor Tschäppät ha voluto ricordare che la città di Berna vuole aprirsi ai sordi e ha pregato quest’ultimi ad esprimere i propri bisogni, perché solo loro li conoscono davvero bene. Alexander Tschäppät ha continuato a martellare questo concetto, aggiungendo anche che è importante che i sordi non si isolino e che osino impegnarsi per mostrare che fanno parte della società, rammentando alla maggioranza il proprio dovere integrativo. UN INNO IN LINGUA DEI SEGNI Un altro piatto forte del programma della giornata era il karaoke organizzato dalla 9 segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier sorpreso da un messaggio videoilmato di Colin Allen, il presidente della Federazione mondiale dei sordi. Federazione svizzera dei sordi, ispirato alla proposta legata alla creazione di un nuovo inno nazionale per mezzo di un concorso della Società Svizzera di Utilità Pubblica SSUP (cfr. articolo alla pagina 12). Il presidente di quest’ultima, JeanDaniel Gerber, era presente a Berna e si è sentito estremamente adulato dal fatto che la Federazione svizzera dei sordi fosse la prima grande organizzazione a riprendere il nuovo inno nazionale in vista della sua difusione che si spera ampia, anche perché l’inno sottolinea il plurilinguismo svizzero. momento straordinariamente magico, perché sul Waisenhausplatz è sceso un insolito silenzio… Dopodiché hanno tutti avuto il piacere di ascoltare Harry Witzthum per il saluto inale. Il direttore della Federazione svizzera dei sordi, che ha appreso la lingua dei segni poco più di un anno fa, ha anche lui sorpreso tutti esprimendosi sia in lingua parlata, sia in lingua dei segni. Una performance di tutto rispetto, nonché un atto simbolico volto ad illustrare la multiculturalità svizzera da lui stesso evocata, nella quale andrebbe ancorata anche la lingua dei segni. Questo punto rappresenta la rivendicazione maggiore della Federazione svizzera dei sordi. BATTUTE CONCLUSIVE Un altro momento tradizionale di questa giornata è rappresentato dalla marcia, quest’anno ribattezzata col nome di Deaf Pride. Quest’ultima è stata animata dalla compagnia teatrale movo e allietata da una decina di ombrelli colorati che ricordavano il cartellone di questa manifestazione. Di ritorno sul Waisenhausplatz, il pubblico è stato Da parte della Federazione svizzera dei sordi, Carmela Zumbach ha spiegato che l’idea di riprendere il nuovo inno nazionale in lingua dei segni era una maniera come un’altra di appropiarsene, cosa che non è mai avvenuta con l’attuale inno che ha sempre escluso i sordi. Anche se la proposta vincente dell’inno nazionale è stata proclamata soltanto il 12 settembre scorso, la traduzione nelle tre lingue dei segni nazionali ha potuto essere realizzata e presentata al pubblico tramite l’esibizione di un coro silenzioso, che in seguito ha oferto a tutti i presenti la possibilità di cimentarsi in questo canto segnato. Al momento di efettuare questo karaoke davvero singolare, si è avuto un Album fotografici su facebook! Venite a visitare il sito facebook della Federazione svizzera dei sordi! Ne vale davvero la pena, perché troverete vari album fotografici di tutte queste giornate consacrate alla Settimana internazionale dei sordi! Vi aspettiamo con gioia! 10 segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier Questa giornata è importante per noi! Segni amo ha intervistato i partecipanti della marcia Deaf Pride per sapere da loro perché sono venuti a Berna per la Giornata mondiale della lingua dei segni. Tutti concordavano che c’è bisogno di questa giornata, ma occorre dare maggiore visibilità alla sordità e perciò resta ancora molto da fare! interviste e foto: Martina Raschle; traduzione: Catia De Ronzis MARIE-LOUISE FOURNIER, ROLANDE PRAPLAN: «Siamo qui, oggi, nella speranza che possano inalmente sparire le barriere nelle quali s’imbattono le persone sorde. È una giornata importante per noi, perché è visiva e pone l’accento sulle nostre richieste. Bisogna darsi da fare, e subito! È un bene che siano venute così tante persone, perché in questo modo c’è parecchio movimento. Si vedono dappertutto persone che segnano, e questo è bello. Inoltre possiamo incontrare molte persone e sperimentare la solidarietà della comunità sorda.» THOMAS SCHMIDT: «Oggi sono qui in veste di insegnante della scuola di lingue DIMA. La DIMA sostiene i sordi stranieri nella loro integrazione all’interno della cultura svizzera. Al contempo, è altresì importante che i sordi stranieri vengano notati. Vogliamo far capire che essi sono ostacolati da una doppia barriera linguistica. Per me, la giornata mondiale della lingua dei segni è parte integrante della mia vita. Sono politicamente attivo e questa è una piattaforma davvero importante per noi. » PETRA ZURKIRCHEN: «Oggi sono qui per i sordi. È una giornata molto bella e posso incontrare tante persone sorde, è fantastico. Sono felice dell’esistenza di questa manifestazione.» ANDREAS BLASER: «So per esperienza personale che le persone sorde non usufruiscono di pari diritti. Quando ho dovuto abbandonare la scuola professionale per motivi di salute, non ho più potuto tornare a frequentarla, perché l’AI paga gli interpreti solo se si costituisce una classe con almeno cinque persone sorde. È un ostacolo che gli udenti non conoscono. Per questo motivo, a mio modo di vedere la marcia di oggi è in troppo <educata>; manca un BAM-BAM-BAM che attiri l’attenzione della gente in maniera più costrittiva.» ■ 11 segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier Un nuovo inno nazionale per la Svizzera? Il Salmo svizzero non piace a tutti. Per questo, la Società Svizzera di Utilità Pubblica SSUP (che esiste già dal lontano 1810!) ha indetto un concorso artistico per la creazione di un nuovo inno nazionale svizzero. testo e traduzione: Catia De Ronzis; foto: Martina Raschle BUONE POSSIBILITÀ T ra gennaio e giugno 2014, la giuria ha ricevuto oltre 200 proposte. Il 12 settembre è inine avvenuta la proclamazione del vincitore all’interno di una trasmissione televisiva (maggiori informazioni nel riquadro). Va però subito fatta un’importante precisazione: anche se c’è una canzone vincitrice, questo non signiica che l’inno nazionale cambierà davvero a livello uiciale. Per arrivare a tanto, bisognerà efettuare ancora un gran lavoro di persuasione. Ma di questo ne parleremo più in là. DI COSA SI TRATTA Con questo progetto, la SSUP vuole in primo luogo rilettere sui valori centrali della Svizzera. Come si può leggere sul loro sito (www.chymne.ch/it), tra questi valori igurano pace, democrazia, indipendenza e solidarietà. Essi sono ancorati anche nel cosiddetto preambolo della Costituzione federale. Tra l’altro, questo preambolo dice anche che la forza di una società si misura tramite il benessere delle persone più deboli. Questo signiica che la società è chiamata ad eliminare il più possibile i fattori ostacolanti, di modo che tutti possano vivere bene. E guarda caso: questo è uno dei cavalli di battaglia principali della Federazione svizzera dei sordi! 12 L A PARTE DELLA FEDERAZIONE SVIZZERA DEI SORDI La Federazione svizzera dei sordi è quindi già in partenza adatta a questo progetto. Ma la SGB-FSS non vi partecipa principalmente per questo motivo. Più che altro, la Federazione ha seguito l’appello della SSUP. Essa infatti vorrebbe che a partire dal 13 settembre ci fossero tanti gruppi, cori e classi scolastiche a scaricare dal sito web lo spartito della canzone vincitrice e che poi venissero fatte molte esibizioni in tanti luoghi diversi. Ma non è tutto. La SSUP vorrebbe convincere in questo modo anche i personaggi politici più scettici della sensatezza di un nuovo inno nazionale, perché solo convincendoli si potrà sperare nel riconoscimento uiciale del nuovo inno. E cosa fa la Federazione svizzera dei sordi? Fa qualcosa di quasi insuperabile. Essa incarica il proprio settore di lingua dei segni (sotto la guida di Ruedi Graf e Bibi Daiss-Klang) di creare una versione segnata della canzone di modo da poterla esibire. Ma non chissà come, chissà quando e chissà dove, bensì sotto forma di karaoke durante la Giornata mondiale della lingua dei segni a Berna, ovvero nella capitale geograica e politica della Svizzera! Per la SSUP è quindi particolarmente importante che il nuovo inno attiri l’attenzione su di sé. Proprio per questo motivo, la SSUP è alla ricerca delle interpretazioni più originali. Al più tardi da quando il coro silenzioso della SGB-FSS è uscito vittorioso dalle premiazioni dello Swissfundraising Award, si può ben dire che la lingua dei segni è in grado di fare entrambe le cose: attirare l’attenzione e ofrire un’interpretazione a dir poco unica. Possiamo dunque dare il via alla trepidante attesa di vedere come inirà questo progetto! ■ La proposta vincitrice A vincere il concorso è stata l’inno dal titolo: Rosso e bianco in unità. L’opera è di Werner Widmer di Zollikerberg/ZH e mantiene l’attuale melodia del Salmo svizzero. Ecco qua il testo in italiano: Rosso e bianco in unità, la bandiera svizzera, simbolo di libertà e pace. Forti e solidali siamo, per la libertà lottiamo! Sia la nostra società luogo di pluralità. La bandiera svizzera, simbolo di solidarietà. Strofa che unisce tutte e quattro le lingue nazionali svizzere: Weisses Kreuz auf rotem Grund, unser Zeichen für den Bund:Vielfalt, Unabhängigkeit, Frieden. Soyons forts et solidaires, que l’entente nous éclaire. Per mintgin la libertad e per tuts l’egualitad. La bandiera svizzera, simbolo di pace ed unità. segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier La giornata della lingua dei segni – ieri e oggi Francia Irlanda sordi svizzeri, indicendo una Giornata dei Sordi. Crea l’opuscolo «Vivere insieme, sordi e udenti». Su due manifesti illustra le regole della comunicazione, uno di questi riporta il nuovo logo della Federazione mondiale – l’orecchio blu tracciato – e spiega che si dovrebbe parlare di sordi piuttosto che di sordomuti. Inoltre, ci sono manifesti che ribadiscono “le richieste agli udenti: più sottotitoli in TV, trasmissioni speciali per sordi e pari opportunità”. PROMOZIONE DEI DIRITTI Belgio Finlandia Scorci tratti dalla Giornata mondiale dei sordi 2013 in Europa. La Federazione mondiale dei sordi (WFD/FMS) fonda nel 1958 una Giornata internazionale dei sordi. Dal 1981 la Federazione Svizzera dei Sordi partecipa ai festeggiamenti. Gettiamo uno sguardo alla storia movimentata della Giornata mondiale dei sordi – o Giornata mondiale della lingua dei segni. testo: Martina Raschle, foto: Federazione svizzera dei sordi, EUD, traduzione: Emilia Pennella L ’ultimo sabato di settembre è dedicato ai quasi 70 milioni di sordi sparsi nel mondo. In occasione di questa giornata, i sordi promuovono i loro diritti e festeggiano la loro cultura con manifestazioni di vario tipo. La giornata ricorda l’anno 1951, quando si tenne il primo congresso dei sordi a Roma. Nell’ambito di questo congresso fu fondata il 21 settembre la Federazione mondiale dei sordi (WFD/FMS). Dal 1958 la WFD/FMS ricorda annualmente questo giorno speciale con una Settimana internazionale dei sordi. Il riconoscimento dell’ONU giunse già l’anno dopo, nel 1959. Punto culminante della Settimana dei sordi è sempre il sabato, quando ricorre la Giornata mondiale della lingua dei segni. L A SVIZZERA COME PARTECIPANTE Dal 1958 sempre più Paesi aderiscono alla Giornata internazionale dei sordi. In Germania e Francia si festeggia dagli Anni Settanta, mentre in Svizzera si commemora per la prima volta nel 1981. È l’anno ONU dei disabili e, parallelamente, l’inizio dell’emancipazione dei sordi in Svizzera. In relazione a questo evento, il 26 settembre 1981 la Federazione svizzera dei sordi decide di attirare l’attenzione sui bisogni dei Ciò che nel 1981 era stato formulato come «i desideri dei sordi», oggi sono vere e proprie rivendicazioni: auspichiamo che i nostri diritti siano rispettati. Pari opportunità, accesso all’informazione attraverso i sottotitoli e la lingua dei segni, accesso alla formazione, al lavoro e alla politica. Ogni anno la Federazione mondiale dei sordi attribuisce uno slogan uiciale alla Giornata mondiale dei sordi. Nel 2015 sarà: With Sign Language Rights, Our Children Can (in italiano: attraverso il diritto alla lingua dei segni, i nostri bambini possono farcela). Le federazioni nazionali dei sordi sono, però, libere di deinire quei punti focali che nel loro Paese rappresentano una priorità. 1984 Zurigo 13 segni amo - ottobre/novembre 2015 dossier 1994 Berna La lingua dei segni è la conquista e l’opportunità più importante per le persone sorde e audiolese, perciò è sempre stata al centro della Settimana internazionale dei sordi. Di conseguenza, in molte località, oggi la Giornata mondiale dei sordi è diventata la Giornata mondiale della lingua dei segni – anche in Svizzera. Grazie a questa denominazione, i sordi possono porre l’attenzione sull’importanza della lingua dei segni come chiave d’accesso alle pari opportunità. PIÙ DI UNA GIORNATA L’ultimo sabato di settembre è dedicato ai sordi, che si riversano nelle strade di tutto il mondo per mostrarsi alla società degli udenti e per impegnarsi a favore dei loro diritti. Poiché la sordità è invisibile e la lingua dei segni è silenziosa, i sordi devono lottare per ottenere l’attenzione del mondo circostante. Pertanto, organizzano sempre nuove azioni per farsi notare dagli udenti: teatro in lingua dei segni, danza con i guanti bianchi, cori in lingua dei segni, manifestazioni e aissioni. Le richieste illustrate sui manifesti sono simili in tutto il mondo: vogliamo vivere la nostra cultura, usare la nostra lingua ed esprimere le nostre competenze come gli altri. La Giornata mondiale dei sordi è nata grazie al fatto che le persone sorde si sono unite per creare la Federazione mondiale dei sordi WFD/FMS. Questa Federazione è diventata un partner ui- 14 2014 Ginevra. Da oltre 30 anni la Federazione svizzera dei sordi festeggia la Giornata della lingua dei segni. ciale di importanti organizzazioni quali l’ONU. In quest’ambito, i sordi possono esprimere le loro opinioni e inluenzare opere come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e lottare per i propri diritti. Finché questi diritti non diventeranno una realtà, l’ultimo sabato di settembre rimarrà per i sordi e gli audiolesi l’occasione di scendere in piazza, ovvero ino a quando ogni giorno dell’anno non sarà un giorno anche dei sordi e della lingua dei segni. ■ La Federazione Svizzera dei Sordi festeggia la Giornata mondiale della lingua dei segni ogni anno in una città diversa. In alcune edizioni lo slogan rende attenti a un particolare tema, caro alla comunità dei sordi 1981 Zurigo «Capirsi, sordi e udenti» 1982 Zurigo «Vita culturale nella comunità dei sordi» 1983 Zurigo 1984 Zurigo 1985 Zurigo «Più informazione adatta ai sordi!» 1988 1989 1990 1991 Ginevra Zurigo Friborgo San Gallo «Più formazione – una migliore integrazione!» 1992 Lucerna «Il coraggio di essere autonomi» 1993 Losanna «Occhi alle orecchie / occhi per capire» 1994 Berna 1995 Vaduz «Integrazione culturale e sociale per i sordi» 1996 Zurigo 1997 San Gallo 1998 Basilea «Capire guardando» 1999 Bellinzona 2000 Zurigo 2001 Roma Giubileo WFD con congresso 2002 Losanna «Integrazione, sì ma …» 2003 Aarau «Formazione bilingue, un’opportunità o no?» 2004 Zurigo «Sentire e non sentire - appartenere» 2005 Winterthur «Formazione – un diritto umano» 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Berna Basilea «La nuova TV» Locarno Losanna Winterthur Montreux Coira «Bilinguismo – L’accesso alla formazione» 2014 Ginevra 2015 Berna