segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
Democrazia diretta grazie alla
lingua dei segni
La Presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha partecipato a una conferenza-dibattito a Brugg alla presenza di ospiti sordi sul tema di ciò che è necessario fare, affinché essi possano ottenere la piena partecipazione alle attività politiche. Dopodiché ha
onorato la Federazione svizzera dei sordi di un regalo particolare.
testo: Martina Raschle, foto: Benjamin Hofer; traduzione: Catia De Ronzis
M
árta Gerbershagen della
Federazione svizzera dei sordi
ha dato il benvenuto a circa
200 ospiti presenti al Campussaal. A
condurre l’evento avrebbe dovuto esserci
Pascale Bruderer, ma quest’ultima ha dovuto rimanere a Berna per un’importante
decisione al Consiglio degli Stati, così la
signora Gerbershagen ha spiegato che
l’avrebbe sostituita lei. Questo cambio di
programma imprevisto si è rivelato un’eccellente opportunità per i sordi e per la
Presidente della Confederazione di conoscersi più da vicino, senza iltri.
OSPITE DEI SORDI
La Presidente della Confederazione,
Simonetta Sommaruga, è stata ospite
per la prima volta della Federazione svizzera dei sordi. Senza il sostegno della
sua collega di partito Pascale Bruderer,
Simonetta Sommaruga si è immersa completamente nello scambio con il pubblico
composto quasi esclusivamente da persone sorde e audiolese. All’inizio, le diferenze culturali hanno reso un po’ insicura
questa persona politica assai versatile, che
si è posta la domanda di dove dover rivolgere lo sguardo quando c’è un interprete
di lingua dei segni che traduce quello che
dice un’altra persona, di come reagire di
fronte ad un applauso silenzioso e di come
comportarsi quando non si riesce a capire
bene. La Presidente ha riassunto così la
sua esperienza: «Questa sera, anch’io mi
sento parte di una minoranza, quasi un
pochino esclusa dalla comunicazione. Vi
consiglio di coinvolgere il maggior nu-
Roland Hermann ringrazia la Presidente della Confederazione per la
donazione e per la sua presenza all’evento.
mero possibile di politici e di far vivere
loro la mia stessa esperienza, ainché le
vostre richieste possano trovare ascolto.»
L A LINGUA DEI SEGNI È
INSOSTITUIBILE
Sono stati formulati i seguenti interessi:
Christa Notter della scuola di lingue
DIMA ha parlato sul perché i testi scritti
non sono automaticamente comprensibili per le persone sorde e spiega perché
la comprensione richiede molto tempo.
Beat Kleeb, consigliere nel consiglio della
fondazione Procom, ha raccontato delle
diicoltà che incontrano le persone sorde
al momento di attivarsi in prima persona nel mondo politico. I sordi hanno
bisogno di mezzi ausiliari per aggirare le
barriere comunicative. Inoltre, la controparte deve anche capire che la comunicazione dura un po’ di più a causa di questi
ostacoli. Inine Christoph Gremaud,
conduttore della trasmissione «Signes»,
ha illustrato il perché i sottotitoli non
sono suicienti ai sordi per sviluppare
davvero un’opinione personale.
DONAZIONE PRESIDENZIALE
PER LA FEDERAZIONE
SVIZZERA DEI SORDI
La Presidente della Confederazione,
Simonetta Sommaruga, si è dimostrata
impressionata da queste asserzioni.
«Adesso capisco perché i sottotitoli non
possono tradurre di maniera completa
un dibattito. Per questo motivo si rende
necessaria la lingua dei segni. Da parte
mia, posso sostenere i sordi, ainché essi
abbiano pieno accesso alla democrazia
diretta, ed è proprio quello che ho intenzione di fare.». Alle parole sono seguiti
subito i fatti. Simonetta Sommaruga ha
sorpreso la Federazione svizzera dei sordi
con la cosiddetta donazione presiden-
5
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
ziale di 5000 franchi. Tutti i Presidenti
della Confederazione possono donare
quest’importo a un’organizzazione di loro
scelta, aline di sostenere persone che ne
hanno bisogno. Simonetta Sommaruga
vuole utilizzare questo denaro per quei
progetti che mirano a facilitare l’accesso
alla politica per le persone sorde. Dopo
la parte uiciale, la Presidente della
Confederazione ha risposto ad alcune domande provenienti dal pubblico e durante
il seguente aperitivo ha curato il contatto
diretto con gli elettori sordi. Dopodiché,
la Presidente della Confederazione è do-
vuta rientrare a Berna, dove ad aspettarla
c’era un’agendina piena zeppa d’impegni.
A Brugg si è continuato a segnare ancora
a lungo sulla politica, su quest’occasione
unica e sulla speranza che un giorno, forse,
ci sarà anche una persona sorda all’interno del Consiglio federale.
Intervista con la Presidente della Confederazione
Simonetta Sommaruga
Simonetta Sommaruga segna
il suo nome
Signora
Presidente
della
Confederazione, al momento lei è
molto impegnata. Da una parte,
nel suo ruolo di Presidente della
Confederazione. Dall’altra, a causa
dell’attuale emergenza dei rifugiati. Ciononostante, ha partecipato
a quest’evento per persone sorde.
Perché ha voluto prendersi il tempo
di farlo?
Durante il mio anno presidenziale ho deciso di porre l’accento sulla democrazia
diretta. La Svizzera ha un sistema politico
davvero unico, di cui vado molto iera.
Ma ainché la democrazia diretta possa
funzionare, i cittadini e le cittadine con
diritto di voto devono poter partecipare
alle decisioni politiche. Per i sordi, ciò
6
rappresenta una sida molto particolare.
Stasera sono qui per imparare di quali dificoltà speciiche si tratta. E stasera me ne
tornerò a casa con la convinzione che dobbiamo provvedere a che le persone sorde
possano partecipare illimitatamente alle
decisioni politiche, che cioè possano seguire i dibattiti e che possano in seguito
sviluppare una propria opinione.
una lingua a sé stante assai ricca, in grado
di contestualizzare anche nessi assai complicati. Anche la politica, ovvero la nostra democrazia, si compone di questioni
molto complicate, che non vanno sempliicate, bensì spiegate – per le persone
udenti, in un linguaggio parlato e scritto
semplice e per i sordi per l’appunto in lingua dei segni.
Spesso le persone senza disabilità
uditive si stupiscono quando vengono a sapere che per i sordi la lettura di solito è difficoltosa, perché
per loro la lingua scritta equivale ad
una lingua straniera. Lei come ha reagito quando se ne è resa conto?
Beat Kleeb vent’anni fa è fallito nel
ruolo di politico, tra le altre cose per
via del fatto che la sua disabilità uditiva era vissuta come un peso. Fin
dove si deve spingere la Svizzera
affinché essa permetta alle persone
sorde di partecipare alla democrazia
diretta anche in veste di personaggi
politici?
Ho la fortuna di avere un collaboratore
iglio di genitori sordi. Lui è stato capace
di spiegarmi molto bene questo fatto.
Troppe poche persone nel nostro Paese
sanno che la lingua dei segni non è una
traduzione in scala uno a uno della lingua parlata, bensì una lingua a sé stante.
Le persone sorde necessitano di mezzi e
di strumenti per superare la disabilità comunicativa. Spero che gli interessi delle
persone sorde trovino ascolto in ambito
politico.
Le persone sorde chiedono maggiori
informazioni in lingua dei segni, in
particolare per capire in maniera
completa anche nessi politici altamente complicati. Per loro non è
sufficiente una semplificazione linguistica. Lei sostiene questa rivendicazione?
Prima di tutto occorre comprensione per
il fatto che la lingua dei segni non è una
sempliicazione della lingua parlata, bensì
C’è diferenza se si partecipa ad una votazione (cosa che è molto importante) oppure se si entra personalmente in politica.
Questo percorso non è facile neppure per
le persone che non sono sorde. Oppure è
un vero «calvario», come l’ha raccontato
in maniera assai impressionate Beat Kleeb
stasera. Per l’entrata in politica delle persone sorde occorre da entrambe le parti
un avvicinamento e tanta comprensione.
È un percorso: i sordi devono approcciarsi
agli udenti e poi non solo far capire le
proprie richieste, bensì anche pretendere
dagli udenti che essi sviluppino comprensione per la disabilità comunicativa.
I sordi appartengono ad una minoranza
e fa parte della nostra tradizione elvetica
ascoltare e tener conto delle richieste delle
minoranze. In Svizzera, questo percorso
talvolta dura più a lungo, però ne vale la
pena! ■
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
Un Café des Signes eccezionale
a Palazzo federale!
Dal 23 al 25 settembre 2015, la Federazione svizzera dei sordi è partita alla conquista
di Berna e del suo Palazzo federale. Durante tre giorni, i politici si sono ritrovati ad avere
a che fare con dei camerieri sordi al momento di ordinare un caffè. Così facendo, hanno
scoperto in maniera ludica la lingua dei segni e i problemi legati alla sordità.
testo: Sandrine Burger; foto: Benjamin Hofer; traduzione: Catia De Ronzis
proponendo loro di imparare a passare
l’ordinazione in lingua dei segni, di partecipare ad un quiz per valutare il loro
livello di conoscenza di questa lingua
o addirittura di ilmarsi nell’atto di segnare una frase a loro scelta.
POLITICI CURIOSI
M
ercoledì 23 settembre, dopo
mesi di organizzazione e di
lavoro intenso, è inalmente
arrivato il gran giorno: la Federazione
svizzera dei sordi si è insediata in due
diversi punti di ristorazione di Palazzo
federale (al ristorante chiamato Galerie
des Alpes e al bar incastonato tra la sala
del Consiglio nazionale e quella del
Consiglio degli Stati) per un Café des
Signes davvero eccezionale.
Nonostante si trovasse a fronteggiare un
programma politico assai sovraccarico,
Pascale Bruderer ha funto da madrina
a questa operazione e si è presa il tempo
di dare il benvenuto a tutto lo staf della
Federazione e di ricordare l’importanza
di questi tre giorni volti a stabilire un
ponte tra il mondo della sordità e quello
politico.
UNO STAFF AL TOP!
Per i camerieri sordi, chiamati a lavorare
per tre giorni in coppia col personale di
ristorazione normalmente presente a
Palazzo federale, si trattava di una sida
di notevoli proporzioni. In efetti, non
solo a Palazzo federale regnava uno stato
di particolare ibrillazione dovuto alle
imminenti elezioni, bensì era pure la
prima volta che i camerieri avevano il
compito di servire un Café des Signes
con l’ausilio dei nuovi tablet muniti
dell’applicazione sviluppata dall’agenzia
di comunicazione Creatives.
Ad ogni modo, bisogna dire che lo staf
di camerieri sordi si è mostrato estremamente motivato ed è senza paura
che gli uni o gli altri sono partiti all’abbordaggio dei politici di ogni colore,
Dal canto loro, i politici si sono mostrati
molto aperti e curiosi. Nonostante i dibattiti in corso su temi scottanti, molti
di loro hanno saputo prendersi il tempo
per imparare a comunicare con i camerieri sordi, scoprire le animazioni legate
alla lingua dei segni e, qualche volta, addirittura a rimandare più in là le discussioni di approfondimento sulla sordità
e i problemi quotidiani riscontrati dai
sordi in Svizzera grazie al sostegno degli interpreti, oppure ricorrendo a uno
dei membri della Federazione svizzera
dei sordi presenti su luogo per il lavoro
di lobbying (Harry Witzthum, Roland
Wagner, Márta Gerbershagen).
BILANCIO POSITIVO!
Dopo questi tre giorni passati a Palazzo
federale, non ci sono dubbi che questo
Café des Signes è stato un gran successo!
Lo staf dei camerieri ha dato prova
di un impegno impeccabile e i politici
hanno scoperto un mondo di solito invisibile ai loro occhi. Ora sta a noi fare in
modo che questo ponte resti in piedi con
l’obiettivo di migliorare la quotidianità
futura delle persone sorde in Svizzera. ■
7
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
Opinioni politiche sul
Café des Signes
Ad essere importante per il Café des Signes non era solo uno svolgimento tranquillo, bensì
anche la reazione dei politici. In fondo, quest’azione di sensibilizzazione era appositamente pensata per loro. La redazione di Segni amo ha sondato il terreno con alcuni personaggi del mondo politico per conoscere le loro impressioni su quest’azione della Federazione svizzera dei sordi. testo: Catia De Ronzis e Sandrine Burger; foto: Parlament.ch
Anne Mahrer, lei è appena uscita dal
Café des Signes. Cosa ne pensa di
quest’azione?
Anne Mahrer, Consigliera nazionale,
Verdi, Ginevra
Quest’azione della Federazione svizzera
dei sordi è davvero interessante perché
permette di rendere visibile la sordità.
In efetti, se si è udenti non ci si rende
conto dei problemi riscontrati dai sordi
nella quotidianità. Ho discusso con una
delle cameriere sorde e sono stata sorpresa quando mi ha detto che avrebbe
voluto seguire i nostri dibattiti dalla tribuna pubblica, ma stando così le cose, il
compito di riservare un interprete di lingua dei segni spetta a lei. Ciononostante,
tutte le persone dovrebbero poter accedere liberamente ai nostri dibattiti!
Signor Germann, lei è appena stato
servito da un cameriere sordo. È
stata un’esperienza unica per lei è
come le è sembrata?
Hannes Germann, UDC, Consigliere
Anne Mahrer
8
agli Stati, Sciaffusa:
segni, sarà un vero piacere esserci!
Personalmente sono già sensibilizzato al
tema della disabilità, un pochino anche
sulla sordità. Ho già avuto qualche contatto con persone sorde, ma non conosco
la lingua dei segni. L’idea del Café des
Signes è però molto buona. È un bene che
i vari gruppi di persone disabili vengano
in qui a Palazzo federale per far sentir la
propria voce, rendendo noti i temi a loro
cari.
Signor Tschäppät, lei si è interessato alla documentazione della
Federazione svizzera dei sordi. Che
impressione ne ha ricavato?
Alexander Tschäppät, PS, Consigliere
nazionale, Berna:
Trovo estremamente importante che le
persone sorde sensibilizzino gli udenti
con azioni simili, perché al contrario della
cecità o delle paralisi, la loro disabilità
non è visibile. Da questo punto di vista,
i sordi hanno un problema di percezione
più grande. Non vedo l’ora di partecipare
alla Giornata mondiale della lingua dei
Hannes Germann
Signora Leutenegger-Oberholzer, lei
ha appena usato l’Ipad. Le è stato
d’aiuto e le è sembrato di facile utilizzo? E cosa ne pensa di questa sensibilizzazione in generale?
Susanne Leutenegger-Oberholzer,
PS, Consigliera agli Stati, BasileaCampagna:
L’Ipad è di enorme aiuto, tra l’altro anche
al momento dell’ordinazione, ma ovviamente è molto diicile imitare alla perfezione i segni mostrati. L’idea del Café dei
Signes è ottima, si vede che dietro si cela
un gran lavoro concettuale. Nell’insieme,
l’azione ha un’aria molto elegante. Inoltre,
ho imparato un bel po’ di cose. Per esempio, che la Svizzera ha tre lingue dei segni
davvero molto diferenti tra loro. Me ne
sono accorta in maniera vivida quando
ho visto che l’interprete di lingua dei segni della Svizzera tedesca e il cameriere
sordo della Svizzera francese non sempre
riuscivano a capirsi subito. Ne sono rimasta davvero stupita! ■
Alexander Tschäppät
Susanne LeuteneggerOberholzer
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
Gran bel successo per la Giornata
mondiale della lingua dei segni!
Durante una giornata piacevolmente soleggiata, i sordi provenienti da tutta la Svizzera si
sono ritrovati sul Waisenhausplatz di Berna lo scorso 26 settembre per celebrare la tradizionale Giornata mondiale della lingua dei segni. Tra discorso, karaoke e Deaf Pride, la
sordità si è resa visibile nell’arco di un pomeriggio. Di conseguenza, la lingua dei segni è
stata festeggiata con grande fierezza. testo: Sandrine Burger; foto: Benjamin Hofer; traduzione: Catia De Ronzis
D
opo Ginevra nel 2014, nel 2015
è toccato a Berna fungere da
luogo d’incontro per i sordi
provenienti da tutta la Svizzera, ainché essi potessero festeggiare la Giornata
mondiale della lingua dei segni. Dal momento che anche l’istituto San Giuseppe
di Friburgo festeggiava i suoi 125 anni, i
sordi romandi non sono stati molto numerosi, ma essi sono stati lo stesso ben
rappresentati, così come anche quelli ticinesi che hanno attraversato addirittura le
Alpi. A occhio e croce, circa 500 persone
sorde o simpatizzanti hanno risposto
all’appello della Federazione svizzera dei
sordi.
L A PAROLA DEL PRESIDENTE
Come da tradizione, è toccato a Roland
Hermann nella sua veste di presidente
del Comitato direttore della Federazione
svizzera dei sordi aprire la parte uiciale,
e questo subito dopo la parola di benvenuto della coppia di conduttori del
giorno, ovvero Roland Wagner (udente)
e Carmela Zumbach (sorda). I due sono
stati in grado di divertire la folla.
Ovviamente, Roland Hermann ha cominciato ricordando l’importanza di
questa giornata che è festeggiata nel
mondo intero, ainché la sordità divenga
visibile, e di modo da celebrare degnamente la lingua dei segni. Quest’azione di
sensibilizzazione quest’anno ha ottenuto
un accento particolarmente politico da
parte della Federazione svizzera dei sordi,
dal momento ch’essa ha deciso di celebrare questa giornata a Berna, ossia nel
centro nevralgico del potere politico svizzero, e questo dopo aver già in precedenza
organizzato una conferenza-dibattito
con la Presidente della Confederazione il
mercoledì e un Café des Signes a Palazzo
federale della durata di tre giorni.
Queste azioni hanno elargito alla nostra Federazione una maggiore visibilità,
dando così modo di ribadire le tre rivendicazioni per la quale essa si batte, ovvero
il riconoscimento della lingua dei segni, il
bilinguismo a livello formativo, nonché
maggiori informazioni visive per una migliore accessibilità.
L A PAROLA DEL SINDACO
Il secondo oratore, ovvero il sindaco di
Berna Alexander Tschäppät, ha spiegato
per l’occasione che lui, una volta tanto,
aveva come la sensazione di vivere un’inversione di ruoli. In mezzo alla folla di
persone sorde che si esprimevano in lingua dei segni, è stato infatti lui a sentirsi
per così dire disabile, perché era lui ad
aver bisogno di aiuto per farsi capire.
Cosciente del fatto che ciò che stava vivendo in quel momento corrispondesse
alla quotidianità delle persone sorde, il
signor Tschäppät ha voluto ricordare che
la città di Berna vuole aprirsi ai sordi e ha
pregato quest’ultimi ad esprimere i propri bisogni, perché solo loro li conoscono
davvero bene. Alexander Tschäppät ha
continuato a martellare questo concetto,
aggiungendo anche che è importante che
i sordi non si isolino e che osino impegnarsi per mostrare che fanno parte della
società, rammentando alla maggioranza
il proprio dovere integrativo.
UN INNO IN LINGUA DEI SEGNI
Un altro piatto forte del programma della
giornata era il karaoke organizzato dalla
9
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
sorpreso da un messaggio videoilmato di Colin Allen, il presidente della
Federazione mondiale dei sordi.
Federazione svizzera dei sordi, ispirato
alla proposta legata alla creazione di un
nuovo inno nazionale per mezzo di un
concorso della Società Svizzera di Utilità
Pubblica SSUP (cfr. articolo alla pagina
12). Il presidente di quest’ultima, JeanDaniel Gerber, era presente a Berna e si
è sentito estremamente adulato dal fatto
che la Federazione svizzera dei sordi fosse
la prima grande organizzazione a riprendere il nuovo inno nazionale in vista della
sua difusione che si spera ampia, anche
perché l’inno sottolinea il plurilinguismo
svizzero.
momento straordinariamente magico,
perché sul Waisenhausplatz è sceso un insolito silenzio…
Dopodiché hanno tutti avuto il piacere
di ascoltare Harry Witzthum per il saluto inale. Il direttore della Federazione
svizzera dei sordi, che ha appreso la lingua dei segni poco più di un anno fa, ha
anche lui sorpreso tutti esprimendosi sia
in lingua parlata, sia in lingua dei segni.
Una performance di tutto rispetto, nonché un atto simbolico volto ad illustrare
la multiculturalità svizzera da lui stesso
evocata, nella quale andrebbe ancorata
anche la lingua dei segni. Questo punto
rappresenta la rivendicazione maggiore
della Federazione svizzera dei sordi.
BATTUTE CONCLUSIVE
Un altro momento tradizionale di questa giornata è rappresentato dalla marcia, quest’anno ribattezzata col nome
di Deaf Pride. Quest’ultima è stata animata dalla compagnia teatrale movo e
allietata da una decina di ombrelli colorati che ricordavano il cartellone di
questa manifestazione. Di ritorno sul
Waisenhausplatz, il pubblico è stato
Da parte della Federazione svizzera dei
sordi, Carmela Zumbach ha spiegato che
l’idea di riprendere il nuovo inno nazionale in lingua dei segni era una maniera
come un’altra di appropiarsene, cosa che
non è mai avvenuta con l’attuale inno che
ha sempre escluso i sordi.
Anche se la proposta vincente dell’inno
nazionale è stata proclamata soltanto il
12 settembre scorso, la traduzione nelle
tre lingue dei segni nazionali ha potuto
essere realizzata e presentata al pubblico
tramite l’esibizione di un coro silenzioso,
che in seguito ha oferto a tutti i presenti
la possibilità di cimentarsi in questo canto
segnato. Al momento di efettuare questo
karaoke davvero singolare, si è avuto un
Album fotografici su facebook!
Venite a visitare il sito facebook della Federazione svizzera dei sordi! Ne vale davvero la pena, perché troverete vari
album fotografici di tutte queste giornate consacrate alla Settimana internazionale dei sordi! Vi aspettiamo con gioia!
10
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
Questa giornata è
importante per noi!
Segni amo ha intervistato i partecipanti della marcia Deaf Pride per sapere da loro perché
sono venuti a Berna per la Giornata mondiale della lingua dei segni. Tutti concordavano
che c’è bisogno di questa giornata, ma occorre dare maggiore visibilità alla sordità e perciò resta ancora molto da fare! interviste e foto: Martina Raschle; traduzione: Catia De Ronzis
MARIE-LOUISE FOURNIER, ROLANDE PRAPLAN:
«Siamo qui, oggi, nella speranza che possano inalmente sparire le
barriere nelle quali s’imbattono le persone sorde. È una giornata importante per noi, perché è visiva e pone l’accento sulle nostre richieste. Bisogna darsi da fare, e subito! È un bene che siano venute così
tante persone, perché in questo modo c’è parecchio movimento. Si
vedono dappertutto persone che segnano, e questo è bello. Inoltre
possiamo incontrare molte persone e sperimentare la solidarietà della
comunità sorda.»
THOMAS SCHMIDT:
«Oggi sono qui in veste di insegnante della scuola di lingue
DIMA. La DIMA sostiene i sordi stranieri nella loro integrazione
all’interno della cultura svizzera. Al contempo, è altresì importante
che i sordi stranieri vengano notati. Vogliamo far capire che essi
sono ostacolati da una doppia barriera linguistica. Per me, la giornata mondiale della lingua dei segni è parte integrante della mia
vita. Sono politicamente attivo e questa è una piattaforma davvero
importante per noi. »
PETRA ZURKIRCHEN:
«Oggi sono qui per i sordi. È una giornata molto bella e posso incontrare tante persone sorde, è fantastico. Sono felice dell’esistenza di
questa manifestazione.»
ANDREAS BLASER:
«So per esperienza personale che le persone sorde non usufruiscono
di pari diritti. Quando ho dovuto abbandonare la scuola professionale per motivi di salute, non ho più potuto tornare a frequentarla,
perché l’AI paga gli interpreti solo se si costituisce una classe con almeno cinque persone sorde. È un ostacolo che gli udenti non conoscono. Per questo motivo, a mio modo di vedere la marcia di oggi
è in troppo <educata>; manca un BAM-BAM-BAM che attiri l’attenzione della gente in maniera più costrittiva.» ■
11
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
Un nuovo inno nazionale
per la Svizzera?
Il Salmo svizzero non piace a tutti. Per questo, la Società Svizzera di Utilità Pubblica SSUP
(che esiste già dal lontano 1810!) ha indetto un concorso artistico per la creazione di un
nuovo inno nazionale svizzero. testo e traduzione: Catia De Ronzis; foto: Martina Raschle
BUONE POSSIBILITÀ
T
ra gennaio e giugno 2014, la
giuria ha ricevuto oltre 200 proposte. Il 12 settembre è inine
avvenuta la proclamazione del vincitore
all’interno di una trasmissione televisiva
(maggiori informazioni nel riquadro). Va
però subito fatta un’importante precisazione: anche se c’è una canzone vincitrice,
questo non signiica che l’inno nazionale
cambierà davvero a livello uiciale. Per
arrivare a tanto, bisognerà efettuare ancora un gran lavoro di persuasione. Ma di
questo ne parleremo più in là.
DI COSA SI TRATTA
Con questo progetto, la SSUP vuole in
primo luogo rilettere sui valori centrali
della Svizzera. Come si può leggere sul
loro sito (www.chymne.ch/it), tra questi
valori igurano pace, democrazia, indipendenza e solidarietà. Essi sono ancorati
anche nel cosiddetto preambolo della
Costituzione federale. Tra l’altro, questo
preambolo dice anche che la forza di una
società si misura tramite il benessere delle
persone più deboli. Questo signiica che
la società è chiamata ad eliminare il più
possibile i fattori ostacolanti, di modo che
tutti possano vivere bene. E guarda caso:
questo è uno dei cavalli di battaglia principali della Federazione svizzera dei sordi!
12
L A PARTE DELLA FEDERAZIONE SVIZZERA DEI SORDI
La Federazione svizzera dei sordi è quindi
già in partenza adatta a questo progetto.
Ma la SGB-FSS non vi partecipa principalmente per questo motivo. Più che
altro, la Federazione ha seguito l’appello
della SSUP. Essa infatti vorrebbe che a
partire dal 13 settembre ci fossero tanti
gruppi, cori e classi scolastiche a scaricare dal sito web lo spartito della canzone
vincitrice e che poi venissero fatte molte
esibizioni in tanti luoghi diversi. Ma non
è tutto. La SSUP vorrebbe convincere in
questo modo anche i personaggi politici
più scettici della sensatezza di un nuovo
inno nazionale, perché solo convincendoli si potrà sperare nel riconoscimento
uiciale del nuovo inno.
E cosa fa la Federazione svizzera dei sordi?
Fa qualcosa di quasi insuperabile. Essa
incarica il proprio settore di lingua dei
segni (sotto la guida di Ruedi Graf e
Bibi Daiss-Klang) di creare una versione
segnata della canzone di modo da poterla esibire. Ma non chissà come, chissà
quando e chissà dove, bensì sotto forma
di karaoke durante la Giornata mondiale
della lingua dei segni a Berna, ovvero
nella capitale geograica e politica della
Svizzera!
Per la SSUP è quindi particolarmente
importante che il nuovo inno attiri l’attenzione su di sé. Proprio per questo
motivo, la SSUP è alla ricerca delle interpretazioni più originali. Al più tardi da
quando il coro silenzioso della SGB-FSS
è uscito vittorioso dalle premiazioni dello
Swissfundraising Award, si può ben dire
che la lingua dei segni è in grado di fare
entrambe le cose: attirare l’attenzione
e ofrire un’interpretazione a dir poco
unica. Possiamo dunque dare il via alla
trepidante attesa di vedere come inirà
questo progetto! ■
La proposta vincitrice
A vincere il concorso è stata l’inno
dal titolo: Rosso e bianco in unità.
L’opera è di Werner Widmer di Zollikerberg/ZH e mantiene l’attuale
melodia del Salmo svizzero.
Ecco qua il testo in italiano:
Rosso e bianco in unità, la bandiera svizzera, simbolo di libertà
e pace. Forti e solidali siamo,
per la libertà lottiamo! Sia la
nostra società luogo di pluralità.
La bandiera svizzera, simbolo di
solidarietà.
Strofa che unisce tutte e quattro le
lingue nazionali svizzere:
Weisses Kreuz auf rotem Grund,
unser Zeichen für den Bund:Vielfalt,
Unabhängigkeit, Frieden. Soyons
forts et solidaires, que l’entente
nous éclaire. Per mintgin la libertad
e per tuts l’egualitad. La bandiera
svizzera, simbolo di pace ed unità.
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
La giornata della lingua
dei segni – ieri e oggi
Francia
Irlanda
sordi svizzeri, indicendo una Giornata
dei Sordi. Crea l’opuscolo «Vivere insieme, sordi e udenti». Su due manifesti
illustra le regole della comunicazione,
uno di questi riporta il nuovo logo della
Federazione mondiale – l’orecchio blu
tracciato – e spiega che si dovrebbe parlare di sordi piuttosto che di sordomuti.
Inoltre, ci sono manifesti che ribadiscono
“le richieste agli udenti: più sottotitoli in
TV, trasmissioni speciali per sordi e pari
opportunità”.
PROMOZIONE DEI DIRITTI
Belgio
Finlandia
Scorci tratti dalla Giornata mondiale dei sordi 2013 in Europa.
La Federazione mondiale dei
sordi (WFD/FMS) fonda nel
1958 una Giornata internazionale dei sordi. Dal 1981
la Federazione Svizzera dei
Sordi partecipa ai festeggiamenti. Gettiamo uno sguardo
alla storia movimentata della
Giornata mondiale dei sordi
– o Giornata mondiale della
lingua dei segni.
testo: Martina Raschle, foto: Federazione
svizzera dei sordi, EUD, traduzione: Emilia
Pennella
L
’ultimo sabato di settembre è dedicato ai quasi 70 milioni di sordi
sparsi nel mondo. In occasione di
questa giornata, i sordi promuovono i
loro diritti e festeggiano la loro cultura
con manifestazioni di vario tipo.
La giornata ricorda l’anno 1951, quando
si tenne il primo congresso dei sordi a
Roma. Nell’ambito di questo congresso
fu fondata il 21 settembre la Federazione
mondiale dei sordi (WFD/FMS). Dal
1958 la WFD/FMS ricorda annualmente questo giorno speciale con una
Settimana internazionale dei sordi. Il
riconoscimento dell’ONU giunse già
l’anno dopo, nel 1959. Punto culminante
della Settimana dei sordi è sempre il sabato, quando ricorre la Giornata mondiale della lingua dei segni.
L A SVIZZERA COME
PARTECIPANTE
Dal 1958 sempre più
Paesi aderiscono alla
Giornata internazionale
dei sordi. In Germania e
Francia si festeggia dagli
Anni Settanta, mentre in
Svizzera si commemora per
la prima volta nel 1981. È
l’anno ONU dei disabili
e, parallelamente, l’inizio
dell’emancipazione
dei
sordi in Svizzera. In relazione a questo evento,
il 26 settembre 1981 la
Federazione svizzera dei
sordi decide di attirare
l’attenzione sui bisogni dei
Ciò che nel 1981 era stato formulato
come «i desideri dei sordi», oggi sono
vere e proprie rivendicazioni: auspichiamo che i nostri diritti siano rispettati.
Pari opportunità, accesso all’informazione attraverso i sottotitoli e la lingua dei
segni, accesso alla formazione, al lavoro
e alla politica. Ogni anno la Federazione
mondiale dei sordi attribuisce uno slogan
uiciale alla Giornata mondiale dei sordi.
Nel 2015 sarà: With Sign Language
Rights, Our Children Can (in italiano:
attraverso il diritto alla lingua dei segni,
i nostri bambini possono farcela). Le federazioni nazionali dei sordi sono, però,
libere di deinire quei punti focali che nel
loro Paese rappresentano una priorità.
1984 Zurigo
13
segni amo - ottobre/novembre 2015
dossier
1994 Berna
La lingua dei segni è la conquista e l’opportunità più importante per le persone
sorde e audiolese, perciò è sempre stata
al centro della Settimana internazionale
dei sordi. Di conseguenza, in molte località, oggi la Giornata mondiale dei sordi è
diventata la Giornata mondiale della lingua dei segni – anche in Svizzera. Grazie
a questa denominazione, i sordi possono
porre l’attenzione sull’importanza della
lingua dei segni come chiave d’accesso
alle pari opportunità.
PIÙ DI UNA GIORNATA
L’ultimo sabato di settembre è dedicato
ai sordi, che si riversano nelle strade di
tutto il mondo per mostrarsi alla società
degli udenti e per impegnarsi a favore dei
loro diritti. Poiché la sordità è invisibile
e la lingua dei segni è silenziosa, i sordi
devono lottare per ottenere l’attenzione
del mondo circostante. Pertanto, organizzano sempre nuove azioni per farsi notare
dagli udenti: teatro in lingua dei segni,
danza con i guanti bianchi, cori in lingua
dei segni, manifestazioni e aissioni. Le
richieste illustrate sui manifesti sono simili in tutto il mondo: vogliamo vivere
la nostra cultura, usare la nostra lingua ed
esprimere le nostre competenze come gli
altri.
La Giornata mondiale dei sordi è nata
grazie al fatto che le persone sorde si
sono unite per creare la Federazione
mondiale dei sordi WFD/FMS. Questa
Federazione è diventata un partner ui-
14
2014 Ginevra. Da oltre 30 anni la Federazione svizzera
dei sordi festeggia la Giornata della lingua dei segni.
ciale di importanti organizzazioni quali
l’ONU. In quest’ambito, i sordi possono
esprimere le loro opinioni e inluenzare
opere come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e lottare
per i propri diritti. Finché questi diritti
non diventeranno una realtà, l’ultimo
sabato di settembre rimarrà per i sordi
e gli audiolesi l’occasione di scendere in
piazza, ovvero ino a quando ogni giorno
dell’anno non sarà un giorno anche dei
sordi e della lingua dei segni. ■
La Federazione Svizzera dei Sordi festeggia la Giornata mondiale della
lingua dei segni ogni anno in una città diversa. In alcune edizioni lo slogan rende attenti a un particolare tema, caro alla comunità dei sordi
1981 Zurigo «Capirsi, sordi e
udenti»
1982 Zurigo «Vita culturale nella
comunità dei sordi»
1983 Zurigo
1984 Zurigo
1985 Zurigo «Più informazione
adatta ai sordi!»
1988
1989
1990
1991
Ginevra
Zurigo
Friborgo
San Gallo «Più formazione –
una migliore integrazione!»
1992 Lucerna «Il coraggio di essere
autonomi»
1993 Losanna «Occhi alle orecchie /
occhi per capire»
1994 Berna
1995 Vaduz «Integrazione culturale
e sociale per i sordi»
1996 Zurigo
1997 San Gallo
1998 Basilea «Capire guardando»
1999 Bellinzona
2000 Zurigo
2001 Roma Giubileo WFD con
congresso
2002 Losanna «Integrazione, sì ma
…»
2003 Aarau «Formazione bilingue,
un’opportunità o no?»
2004 Zurigo «Sentire e non sentire -
appartenere»
2005 Winterthur «Formazione – un
diritto umano»
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Berna
Basilea «La nuova TV»
Locarno
Losanna
Winterthur
Montreux
Coira «Bilinguismo – L’accesso
alla formazione»
2014 Ginevra
2015 Berna
Scarica

Dossier Segni amo 23 - SGB-FSS