PANNELLI MOSTRA Un anno a Roma Il pittore Antoine Jean-Baptiste Thomas, vincitore del Prix de Rome dell'Accademia di Francia, soggiorna per circa due anni a Roma, dal novembre 1816 al dicembre 1818, durante i quali ritrae in una cospicua serie di schizzi dal vero aspetti popolari e religiosi, costumi, usanze e scene varie di vita cittadina. Una volta tornato a Parigi effettua lui stesso una selezione dei disegni, che verranno tradotti in litografia presso lo stabilimento di François Le Villain e riuniti in un volume, intitolato Un an à Rome et dans ses environs, pubblicato da Firmin Didot prima nel 1823 e poi nel 1830 a motivo del successo riscosso. Thomas realizza settantadue scene, corredate da un testo esplicativo, raffiguranti gli avvenimenti romani considerati più importanti, che riunisce in dodici sezioni corrispondenti ai mesi dell'anno: scene del carnevale per febbraio, la festa del Corpus Domini a giugno, i ‘fochetti’ al Corea ad agosto, il presepe dell’Aracoeli a dicembre e così via. Una sorta di moderno almanacco, vera e propria summa della vita quotidiana, che ci offre uno straordinario spaccato sociale dell’epoca, con il popolo romano protagonista indiscusso della storia cittadina. Poiché il Museo di Roma conserva, oltre agli esemplari sciolti delle litografie che compongono il volume, centoquarantadue disegni originali, si è pensato di esporre - utilizzando un colore per ogni stagione - una significativa selezione dei fogli della collezione insieme a qualche opera di Bartolomeo Pinelli, le cui figure di popolani con fisionomie e anatomie derivate dall’iconografia classica contrastano con le vivaci e realistiche macchiette di Thomas, dal vago intento caricaturale. Antoine Jean-Baptiste Thomas (Parigi, 1791-1834) 31 ottobre 1791: nasce a Parigi. 1810-1816: studia presso il maestro François-André Vincent, all’École polytechnique e all’École spéciale de peinture et de sculpture al Palais des Quatre-Nations. 1811: vince il primo premio per Le torse che gli fa guadagnare l’ambita esenzione dal servizio militare da parte dell'Imperatore. 1813: si assicura il secondo premio per la pittura con la Morte di Giacobbe. 1815: vince il secondo premio per la pittura con Briseide prega davanti al corpo di Patroclo nella tenda di Achille. 22 luglio 1816: è vincitore del Grand Prix de Rome con la tela Enone si rifiuta di curare Paride dopo l’assedio di Troia (Parigi, École nationale supérieure des Beaux-Arts), che gli garantisce la borsa di studio quinquennale presso l'Accademia di Villa Medici a Roma. novembre 1816-dicembre 1818: soggiorna a Roma a Villa Medici. 1817-1818: collabora al restauro della chiesa di Trinità di Monti; durante la primavera del 1817 con Vinchon fa studi di paesaggio nella campagna romana; con Géricault e da solo gira la città di Roma eseguendo i 142 acquerelli conservati presso il Museo di Roma, forse si reca a Napoli con l'amico. Nel dicembre del 1818 è costretto a rientrare a Parigi per motivi familiari e rinuncia a tre anni di pensionato romano. 1819: un suo Guerriero greco morto (Chambery, Musée des beaux-arts) è registrato fra gli invii dell'Accademia di Francia a Parigi. 1819-1823: tornato a Parigi lavora alla traduzione litografica dei suoi acquerelli romani per Un an à Rome et dans ses environs, che esce presso l'editore Firmin Didot dal 1823. 1820-21: per il Municipio di Parigi esegue la grande tela con i Mercanti cacciati dal Tempio, destinata all’Église St-Roch. 1821: firma e data il piccolo olio con Frascati, abitanti della cittadina alla fontana (collezione privata). 1822: al Salon espone Un’eruzione del Vesuvio durante la quale si fa la processione di San Gennaro, (Versailles, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon) e i Mercanti cacciati dal Tempio. 1823: al Salon espone Luigi XVIII riceve il duca d’Angoulême al ritorno dalla guerra di Spagna (Versailles, Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon). 1824: con i guadagni sortiti dalle vendite del volume Un an à Rome si fa costruire una maison all’angolo tra Rue Neuve e Place Saint-Georges, nel nouveau Quartier d’Antin. Al Salon espone L’assedio del Parlamento: l’arresto di Achille d’Harlay e dei membri del Parlamento (oggi Auxerre, Musée de l’abbaye Saint Germain, già Consiglio di Stato, Parigi); Gesù Cristo in prigione (non rintracciato). 1825: al Salon espone l' Ecce Homo (Auvergne, Puy-de-Dôme, parrocchiale di Ennezat). 1829: al Salon espone La giornata delle barricate, Mathieu Molé insultato dal popolo per la decorazione del Consiglio di Stato, Parigi, distrutto o disperso nell'incendio del 1871. Pubblica presso l'editore Delpech un opuscolo in folio dal titolo Le Romantisme. Le rêve, ou les effets du romantisme sur un jeune surnuméraire à l'arriéré, una parodia scherzosa delle illustrazioni eseguite l’anno prima da Delacroix per la traduzione in francese del Faust di Goethe. 1830: esce la seconda edizione di Un an à Rome. 1831: al Salon espone: Un religioso in meditazione sulla fossa che lui stesso scava; Eremita che cerca un rifugio dalla tempesta; Paesaggio, studio di viaggio in Italia; San Luigi adora a Sens la corona di spine inviata a Gerusalemme; esegue il San Luigi adora a Sens la corona di spine inviata a Gerusalemme. 21 luglio 1833: mette all'incanto, con un'asta pubblica, le sue opere d'arte, i mobili e i libri. 13 gennaio 1834: muore, colpito da un ictus, a Parigi. Il popolo di Roma Nel corso dell'Ottocento, l’insieme dei costumi del popolo di Roma rappresenta un fattore rivelatore dell'identità cittadina che emerge con forza in ogni contemporanea fonte testuale e visiva relativa alla Città Eterna: nella letteratura (dalle Passeggiate Romane di Stendhal a Roba di Roma di Wetmore Story), nella narrativa (dalla Corinne di Madame de Staël al Fauno di Marmo di Hawthorne), nella poesia (i Sonetti di Belli) ma soprattutto nella produzione artistica, che contribuisce a costruire, e a veicolare nell' Europa romantica, il mito del popolo di Roma attraverso dipinti, stampe, illustrazioni di libri. Il principale normalizzatore dell'atlante visivo del popolo romano è Bartolomeo Pinelli con le sue stampe, dipinti e piccole sculture in terracotta. Tra la Raccolta di cinquanta costumi pittoreschi incisi all’acquaforte da Bartolomeo Pinelli del 1809, pubblicata in piena stagione napoleonica, e i Costumi di Roma del 1831, editi in una città ormai dominata dalla censura dei pontefici zelanti, le sue incisioni rappresentano un modello per gli artisti attivi a Roma. Lo svizzero Léopold Robert, molti pittori francesi, belgi, scandinavi, tedeschi, inglesi, russi o petit maîtres italiani come Francesco Diofebi, misurano e articolano le proprie invenzioni sulla base del repertorio offerto dal formidabile artista trasteverino. Il volume Un an à Rome et dans ses environs di Antoine Jean-Baptiste Thomas, edito a Parigi nel 1823, del quale gli acquerelli qui esposti rappresentano gli studi preparatori, costituisce uno degli esiti più significativi della fortuna figurativa del soggetto del popolo di Roma in Francia.