9 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 2009 mensile di economia e tecnica per un’agricoltura moderna al servizio del consumatore e dell’ambiente www.trentinoagricoltura.net Progetto leader in Val di Sole Interventi a favore delle aziende agricole La zanzara tigre NAZ/220/2008 numero 9 ottobre 2009 - anno LIV Meli resistenti alla ticchiolatura ASSESSORATO PROVINCIALE ALL’AGRICOLTURA SOMMARIO 3 9 14 15 16 17 19 23 25 26 27 28 32 34 36 39 41 43 45 PRIMO PIANO Progetto Leader Plus assegnato alla Val di Sole LEGGI E PROVVEDIMENTI Interventi a favore delle imprese agricole nel 2009 Progetti presentati da cooperative agricole Vini a denominazione d’origine. Affidate alla CCIAA le attività di controllo TERRA TRENTINA 9 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO /2009 Mensile di economia e tecnica dell’agricoltura Organo dell’Assessorato provinciale all’agricoltura di Trento INIZIATIVE DIDATTICHE Educazione sensoriale ed alimentare nelle scuole superiori Reg. Trib. Trento n. 41 del 29.8.1955 Direttore responsabile EVENTI Premio al miglior vigneto di Marzemino “La vigna eccellente” Giampaolo Pedrotti Coordinatore tecnico Sergio Ferrari EVENTI Mostra-Concorso dei formaggi di malga della Provincia di Trento Segreteria di redazione EVENTI Redazione Piazza Dante, 15 38100 TRENTO Tel. 0461 494614 492670 Fax 0461 494615 Miele Trentino MELINDA Daniela Poletti Melinda festeggia 20 anni di vita operosa Il consorzio From si propone alla Russia In tempi di crisi vince la qualità FRUTTICOLTURA BIO COMITATO DI DIREZIONE Mauro Fezzi Dipartimento agricoltura e alimentazione Fabrizio Dagostin Varietà di melo resistenti alla ticchiolatura Servizio aziende agricole e territorio rurale INSETTI PERICOLOSI Servizio promozione delle attività agricole La biologia della zanzara tigre L’esperto risponde alle vostre domande Marta Da Vià Alberto Giacomoni Agenzia provinciale per i pagamenti Giovanni De Silvestro Servizio promozione delle attività agricole NOTIZIE Notizie da “Europe Direct” Notizie dalla Fondazione E. Mach /IASMA Cambio di vertice all’Istituto Agrario CIBO E SALUTE Vino: da killer del fegato ad elisir di giovinezza? ORTO E DINTORNI Le cime di rapa Giuliano Dorigatti Servizio aziende agricole e territorio rurale Romano Masè Dipartimento risorse forestali e montane Corrado Zanetti Ufficio stampa P.A.T. Marina Monfredini Fondazione E. Mach – IASMA Silvia Ceschini Ufficio stampa Fondazione E. Mach – IASMA Fotocomposizione e stampa ESPERIA Srl Prodotto stampato da Esperia Srl, azienda certificata FSC, Iso9001 e Iso14001 Via G. Galilei, 45 - LAVIS (TN) PRIMO PIANO Un’occasione da non perdere per valorizzare le risorse locali Progetto Leader Plus assegnato alla Val di Sole deFInIzIone dI Leader Leader, sostiene progetti di svi- Allo stato attuale è stato riconosciuto il gruppo di animazione (GAL) e approvato il Piano di sviluppo rurale. Sono in corso di approvazione i bandi per la raccolta delle domande sulle singole misure al fine di darne pubblicazione entro il termine del 2009 Angela Menguzzato, Riccardo Molignoni (Ufficio supporto all’Autorità di Gestione del PSR / PAT) foto Archivio APT Val di Sole luppo rurale ideati a livello locale al fine di rivitalizzare il territorio e di creare occupazione, attraverso uno sviluppo integrato, endogeno e sostenibile delle aree rurali. Con la programmazione 2007-2013 la Comunità Europea ha rafforzato l’iniziativa Leader e, al termine di tre periodi di proficua programmazione, l’ha inse- TERRA TRENTINA 9/2009 Nel corso del 2008 si è concluso il Progetto Leader+ 2000-2006 che ha interessato il territorio della Valsugana. Un progetto che ha suscitato grande interesse fra gli operatori pubblici e privati e ha messo in luce le reali esigenze del territorio, migliorandone la vitalità socioeconomica, la valorizzazione di prodotti tipici, la recettività turistica e contribuendo a una differenziazione del reddito delle aziende agricole e dell’occupazione. Fra i numerosi interventi ricordiamo la realizzazione del progetto denominato “Ippovia del Trentino Centrale”, la Via Claudia Augusta, la valorizzazione dell’Ecomuseo del Lagorai, il recupero e valorizzazione della Torre dei Sicconi, il recupero di vaste aree coltivate a castagno, oltre alle numerose iniziative di formazione professionale (come ad esempio nel settore legno) e di valorizzazione di prodotti territoriali (mais Spin, piccoli frutti, Pavana, le Verde). Con la nuova programmazione la Provincia Autonoma di Trento riconferma la propria volontà di investire nell’approccio Leader come motore di sviluppo delle aree rurali, cogliendo la preziosa opportunità offerta dalla nuova programmazione della Politica di Sviluppo Rurale e destinando sul PSR risorse pubbliche per 17 milioni di euro (Stato+UE+PAT). 3 PRIMO PIANO rita a pieno titolo nello Sviluppo Rurale conferendole dignità di Asse (Asse IV Leader). Il suo obiettivo generale è la realizzazione di nuove strategie locali di sviluppo in grado di valorizzare le potenzialità endogene del territorio rurale, con il mantenimento dell´occupazione, la ricerca di nuova occupazione, la crescita della partecipazione ai processi decisionali e aggregativi. Le risorse dell’Asse sono destinate a zone sub-regionali ben definite e omogenee al loro interno, in quanto è strategico che l´azione si concentri sui territori a forte ruralità come quelli di montagna o quelli più marginali e svantaggiati. TERRA TRENTINA 9/2009 CaraTTerISTICHe dI Leader L’approccio Leader comprende i seguenti elementi: 1. Approccio territoriale Comporta l’applicazione di una politica di sviluppo che sotto il profilo strategico analizzi i punti di forza e debolezza di un territorio. Nell’ambito di Leader, un territorio è un’unità rurale locale omogenea, caratterizzata da coesione sociale interna, da una storia e da trazioni condivise e da un senso di identità comune. 4 foto Archivio APT Val di Sole 2. Approccio bottom-up Mira a incoraggiare un processo decisionale partecipativo su tutti gli aspetti della politica di sviluppo. Ha come obiettivo il coinvolgimento, all’interno della comunità, dei diversi attori socioeconomici e delle istituzioni pubbliche e private. L’approccio “ascendente” si basa sul coinvolgimento della comunità nei processi decisionali e sull’animazione territoriale al fine di stimolare il processo di sviluppo (proposta di interventi/ progetti da parte della comunità). 3. Approccio partenariale e Gruppo di Azione Locale (GAL) Fra le caratteristiche più originali e strategiche dell’approccio Leader vi è il GAL, un organismo avente natura privatistica con partecipazione anche pubblica. I diversi componenti del GAL sono uniti in un partenariato che promuove una strategia comune basata su un piano di azione locale per lo sviluppo dell’area. Il GAL gestisce sovvenzioni pubbliche provenienti dall’UE, dallo Stato e dalle Regioni (Provincia Autonoma di Trento), da concedere ai destinatari del finanziamento per la realizzazione del Piano di Sviluppo Locale. Il GAL, quindi, svolge un’importante attività istituzionale che persegue finalità di pubblico interesse, sociale e promozionale dello sviluppo economico delle comunità locali. 4. Innovazione Leader richiede l’attuazione di azioni che dovrebbero possedere una connotazione quanto più innovativa possibile per valorizzare le risorse locali. 5. Approccio integrato Le azioni e i progetti contenuti nel piano di azione locale devono essere coerentemente collegati e coordinati fra loro attraverso una strategia comune. L’integrazione deve collegare i diversi attori e settori economici, sociali, culturali e ambientali dell’area. 6. Creazione di reti di cooperazione tra le aree Agevolando lo scambio e la circolazione delle informazioni sulle politiche di sviluppo rurale e la divulgazione e il trasferimento delle buone pratiche e delle strategie innovative, la rete Leader mira a limitare l’isolamento del Gal e a creare una fonte di informazioni e analisi delle azioni. Relativamente a tale tematica, un altro aspetto centrale è la cooperazione tra le aree rurali che può essere sia transnazionale che interterritoriale (all’interno dello stesso stato membro). 7. Finanziamento e gestione a livello locale Ultimo elemento chiave dell’approccio Leader è l’au- tonomia organizzativa e decisionale in capo al GAL nella gestione delle sovvenzioni pubbliche e nella selezione dei progetti. Leader neLLa proVInCIa aUTonoma dI TrenTo La Provincia Autonoma di Trento, in linea con il Piano Strategico Nazionale, ha individuato quali obiettivi generali per l’Asse 4 la valorizzazione delle risorse endogene dei territori e il rafforzamento della capacità progettuale/gestionale locale. In aggiunta foto Archivio APT Val di Sole TERRA TRENTINA 9/2009 foto Archivio APT Val di Sole a questi persegue alcuni obiettivi specifici: adozione di un approccio multisettoriale allo sviluppo rurale, miglioramento della qualità della vita delle zone rurali, valorizzazione del territorio e dei prodotti locali. Al fine di identificare il territorio Leader, la Provincia Autonoma di Trento ha tenuto conto di tre elementi. Innanzitutto, per massimizzare le risorse finanziarie assegnate, è stata selezionata un’area coincidente con un Comprensorio, per garantire un’adeguata massa critica necessaria allo sviluppo di progetti efficaci. Inoltre, al fine di orientare l’applicazione di Leader verso territori particolarmente idonei ad accogliere tale approccio, si è ritenuto opportuno concentrare l’intervento in aree di montagna con svantaggi dal punto di vista geografico economico/occupazionale e demografico, sulla base della territorializzazione definita dal Piano di Sviluppo Provinciale (PSP). Infine, per evitare un’eccessiva concentrazione di risorse pubbliche nel medesimo territorio, dalle aree svantaggiate sono state escluse le aree che hanno già beneficiato di iniziative Leader o di Patti territoriali 5 PRIMO PIANO foto Archivio APT Val di Sole TERRA TRENTINA 9/2009 (per approfondimenti si rimanda al capitolo 3.1 del PSR 2007-13). Dall’analisi sopra evidenziata, e condotta a livello di singolo Comune, è emerso come nel Comprensorio della Val di Sole fossero presenti il maggior numero di Comuni rispondenti a tali caratteristiche. Per quanto riguarda la progettazione e la stesura del Piano di Sviluppo Locale, nel corso del 2008 6 il Comprensorio C7 della Val di Sole, quale organo di rappresentanza delle amministrazioni pubbliche locali, ha attuato una fase preliminare di studio-analisi del territorio attraverso l’intervento diretto della Facoltà di Economia dell’Università di Trento. Successivamente, il GAL Val di Sole si è costituito in data 21 febbraio 2009 al fine di dare attuazione al Piano di Sviluppo Locale 2007-2013. Il PSL è stato presentato presso gli uffici del Dipartimento Agricoltura ed Alimentazione in data 02 marzo 2009. A seguito dell’approfondita analisi condotta dall’Autorità di Gestione del Piano di Sviluppo Rurale con il supporto della Commissione Leader1, sulla proposta formulata dal GAL, è stato approvato ufficialmente il Piano, con Deliberazione di Giunta provinciale n. 1943 del 30 Luglio 2009. mISUre aTTIVaTe Per raggiungere gli obiettivi del PSL, comunque in linea con la strategia del PSR, sono state attivate tre misure: 1 foto Archivio APT Val di Sole Commissione Leader: Commissione interdipartimentale composta da un pool di esperti nei diversi settori economici e nella gestione dei fondi strutturali, creata al fine di supportare l’Autorità di Gestione nella valutazione della strategia di sviluppo locale e nella valutazione delle operazioni finanziabili. • 41 – Attuazione di strategie di sviluppo locale (che si compone di due sottomisure: Misura 411 e 413); • 421 – Cooperazione interterritoriale e trasnazionale; • 431 – Gestione dei GAL, acquisizionedi competenze e l’animazione sul territorio La Misura 41 dà attuazione alle misure dell’Asse 1, volte a migliorare la competitività del settore agricolo e forestale (Misura 41.1) e dell’Asse 3 destinate al miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali ed alla diversificazione delle attività economiche (Misura 41.3). Misura 411 – miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale. La Misura in questione fornisce un pacchetto di azioni che partendo dall’informazione e dalla formazione specifica (Azione 111) cerca di incentivare l’innovazione nel tessuto delle aziende del settore agroforestale sostenendo l’integrazione e la qualificazione dei processi produttivi sia all’interno dell’azienda lungo i vari passaggi delle filiere produttive che sostenendo l’approccio collettivo (Azione 121, 122, 123/1, 123/2, 125/4). foto Archivio APT Val di Sole Misura 413 – miglioramento della qualità di vita e diversificazione delle attività economiche. La misura prevede l’attuazione dell’Azione 311 che promuove principalmente l’agriturismo con tutte le attività previste dalla normativa e delle Azioni 313 e 323 per valorizzare il territorio tramite la realizzazione di percorsi turistici, il recupero delle strutture di interesse storico-culturale, promuovendo la cooperazione tra operatori. Inoltre, con l’Azione 312 e 323 saranno promosse la creazione di nuove realtà imprenditoriali a sostegno dell’occupazione giovanile e femminile ed azioni formative specifiche aperte a tutti gli operatori del territorio. Misura 421 – cooperazione interterritoriale e transnazionale. La misura è volta a stimolare progetti di cooperazione, ottima occasione per entrare in contatto con altre esperienze imprenditoriali. I continui scambi e le visite reciproche affineranno nel GAL la capacità di interloquire con mondi diversi, stimolando il confronto e migliorando l’efficienza del proprio operato. ❍ Nei giorni scorsi molte aziende agricole trentine hanno ricevuto, unitamente a IASMA Notizie, una breve pubblicazione denominata “Condizionalità 2009 – Istruzioni per l’uso” predisposto dall’Unità tecnica e di autorizzazione di APPAG (Agenzia provinciale per i pagamenti) responsabile dei controlli in corso. L’opuscolo contiene una semplificazione della complessa normativa relativa alla Condizionalità e fornisce alcune utili indicazioni alle aziende per il rispetto dei Criteri di Gestione Obbligatori (CGO). Chi non avesse ricevuto la pubblicazione, può farne richiesta ai seguenti indirizzi e-mail: [email protected] [email protected] oppure telefonando al 0461/495920 (APPAG) 0461/615456 (IASMA) L’opuscolo sarà disponibile anche presso le sedi sul territorio degli Uffici Agricoli Periferici del Dipartimento Agricoltura e Alimentazione. TERRA TRENTINA 9/2009 Brevi 7 PRIMO PIANO Misura 431 – acquisizione di competenze, animazione e gestione del GAL. È una misura preposta alla gestione del GAL e volta coprire i costi per l’acquisizione delle competenze necessarie a dare attuazione al PSL. Tramite questa misura viene garantita l’animazione del territorio e la pubblicità dello strumento. Misura/azione Spesa pubblica Misura 411 € 6.142.857,00 azione 111 formazione professionale, informazione e divulgazione di conoscenze € azione 121 ammodernamento delle aziende agricole € 3.500.000,00 azione 122 miglioramento del valore economico delle foreste € 600.000,00 azione 123/1 accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli € 800.000,00 azione 123/2 accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali € 292.857,00 azione 125/4 infrastrutture per la selvicoltura € 800.000,00 Misura 413 150.000,00 € 9.000.000,00 azione 311 diversificazione in attività non agricole € 1.822.757,00 azione 312 sostegno alla creazione ed allo sviluppo di microimprese € 1.000.000,00 azione 313 incentivazione delle attività turistiche € 3.300.000,00 azione 323 tutela e riqualificazione del patrimonio rurale € 2.727.243,00 azione 331 formazione degli operatori € 150.000,00 € 200.000,14 Misura 421 1 cooperazione interterritoriale € 140.000,00 2 cooperazione transnazionale € 60.000,14 Misura 431 acquisizione di competenze, animazione e gestione del gal € 1.428.571,00 proSSImI paSSI Allo stato attuale, come sopra precisato, è stato riconosciuto il GAL Val di Sole e approvato il Piano di Sviluppo Locale. Sono in corso di approvazione i Bandi per la raccolta delle domande sulle singole misure al fine di darne pubblicazione entro il termine del 2009. Parallelamente sul territorio Leader il GAL sta promuovendo un’intensa attività di animazione per dare rapida attuazione allo strumento. TERRA TRENTINA 9/2009 Brevi 8 ❍ La zanzara tigre si può ritenere ormai stabilmente insediata in tre territori del Trentino: Rovereto e dintorni, Trento e Alto Garda con focolai rinvenuti a Riva del Garda, Arco, Nago-Torbole e Dro. Il prof. Uberto Ferrarese, esperto di entomologia ambientale e consulente del Museo Civico di Rovereto dal 1997, ha tenuto recentemente alcune conferenze nei centri elencati per informare i cittadini sulla biologia dell’insetto e sulle misure di prevenzione e di cura da mettere in atto. Il pericolo di trasmissione di malattie vitali importanti, secondo il prof. Ferrarese, è ampiamente sottovalutato dalla gente. ❍ Il Consorzio di miglioramento fondiario di Sopramonte e Cadine costituito il 27 settembre 2009 sottende 288 ettari di superficie agro-forestale. Si tratta in prevalenza di terreni parzialmente dismessi a seguito dell’esodo di chi ha preferito un’occupazione o un impiego in settori diversi dall’agricoltura. Le aziende condotte da agricoltori a tempo pieno sono meno di una diecina. Il nuovo consorzio potrebbe favorire un graduale ripristino dei terreni, promuovendo progetti di viabilità rurale e impianti di irrigazione. LEGGI E PROVVEDIMENTI L’agricoltura al centro del programma anticongiunturale Interventi a favore delle imprese agricole nel 2009 Ne sono concreta dimostrazione i cospicui investimenti attivati attraverso l’applicazione del PSR 2007-2013 e della L.P. 4 (2003) Giovanni Bazzoli , Luigi Sinacori Servizio Aziende Agricole e Territorio Rurale le domande di adesione al PSR 2007-2013 bando 2009 misure 121 e 311. Per una più completa e analitica rappresentazione del lavoro istruttorio svolto dal Servizio Aziende Agricole e Territorio Rurale alla fine del mese di agosto, per quanto riguarda gli interventi a favore delle imprese agricole, si rinvia alla tabella riportata nelle pagine seguenti. TERRA TRENTINA 9/2009 Nell’ambito del programma anticongiunturale il settore agricolo assume un ruolo particolarmente rilevante, ne sono concreta dimostrazione i cospicui investimenti attivati attraverso l’applicazione del PSR 2007-2013 e la L.P. 4\2003. La scadenza più impegnativa è stata quella del 31 luglio 2009. Entro quella data si è concluso il gravoso lavoro di impegno delle domande di adesione al PSR 2007-2013, bando 2008 finanziate a totale carico della PAT, per le misure 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” e 311 “Diversificazioni in attività non agricole”, delle domande di adesione alla L.P. 4\03 art. 46 3° c. “Rinnovo frutteti tramite le cooperative”, art. 46 1° c. “Limitatamente al rinnovo frutteti proposti da singoli”, art. 55 “Indennizzi per estirpazione di impianti di meleto colpiti da Apple proliferation”. Il lavoro di impegno all’interno della manovra anticongiunturale è tuttora in corso e si concluderà entro il tardo autunno. Questa seconda fase riguarda l’impegno sulle disponibilità residue del bilancio 2009 delle domande proposte sulla L.P. 4\03: art. 25 “Alpicoltura”, “Interventi a favore delle malghe e pascoli”, art. 42 “Agevolazioni per la zootecnia”, art. 44 “Agevolazioni per l’apicoltura”, art. 46 1° c. “Agevolazioni per le produzioni vegetali esclusi gli interventi per impianti e reimpianti frutticoli”, sul- 9 LEGGI E PROVVEDIMENTI Importo impegnato (contributo concesso Euro) PSR 2007/2013 N. Numero provvedimenti domande Anno 2009 finanziate Misura 112 Premio insediamento 77 77 Misura 121 Investimenti aziende agricole 17 84 6.136.895,72 2.537.418,41 Cofinanziati Feasr Misura 311 Agriturismo 1 2 213.737,00 106.858,50 Cofinanziati Feasr Misura 323.3 Riqualificazione malghe (conto capitale) 1 4 1.473.111,45 1.473.111,45 Cofinanziati Feasr TOTALE PSR 2007/2013 N. Numero provvedimenti domande Anno 2009 finanziate Spesa ammessa (Euro) Tipo finanziamento 2.450.000,00 Cofinanziati Feasr 6.567.388,36 Importo impegnato (contributo concesso Euro) Spesa ammessa (Euro) Tipo finanziamento Misura 121 Investimenti aziende agricole 42 8.896.512,06 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT Misura 311 Agriturismo 7 21 5.635.828,23 2.421.688,24 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT Misura 323.3 Riqualificazione malghe (conto capitale) 1 2 694.830,42 694.830,42 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT TOTALE L.P. 4/2003 Art. 17 Premio insediamento L.P. 4/2003 Art. 25 Alpicoltura 2 2 113.761,00 77.734,50 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4/2003 Art. 27 Agriturismo 1 1 23.750,00 7.150,00 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4/2003 Art. 42 Agevolazioni zootecnia 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4/2003 Art. 44 Apicoltura 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4/2003 Art. 46 1° c. Trasformazione 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4/2003 Art. 46 1° c. Rinnovi frutticoli 4 TOTALE 548.102,35 L.p. 4/2003 L.P. 4/2003 Art. 25 Alpicoltura contributi annui* 1 3 203 19.322.403,17 12.013.030,72 TERRA TRENTINA 9/2009 L.p. 4/2003 10 133 1.230.386,75 785.963,12 463.217,85 59.581,96 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT 10 rate annue 6 L.P. 4/2003 Art. 55 Scopazzi 27 7.527.233,00 2.636.669,76 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT 161 5.944.861,20 4.161.372,00 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4/2003 Art . 42- 44- 46 1° comma 26 - 27 Patti Territoriali - Investimenti Aziendali comparti zootecnicovegetale agrituristico 61 226 7.420.605,00 2.865.318,78 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT L.P. 4 ART. 23 Recupero superfici foraggere abbandonate 11 11 70.000,00 36.126,13 100% aiuti aggiuntivi a totale carico PAT 1 2 L.P. 24/91 art. 33 Indennizzo danni da selvaggina TOTALE TOTALE pSr 2007-2013 bando 2009 Il 30 giugno è scaduto il termine per la presentazione delle domande di adesione al PSR 2007-2013, bando 2009 adottato con D.G.P. 1101 dell’8 maggio 2008. Con determinazione del dirigente del Servizio Aziende Agricole e Territorio Rurale n. 978 di data 14 agosto 2009 è stata approvata la graduatoria delle istanze sul bando citato per le misure 121-311-323,3. Sulla scorta dell’ammissibilità sul bilancio 2009 delle domande PSR 2008 M.121 n. 508 su un totale di 642 e M.311 n 36 su un totale di 42, le disponibilità per le domande PSR bando 2009 si sono considerevolmente ridotte. Ne consegue che una attendibile previsione sulla ulteriore ammissibilità ai benefici di domande di adesione al PSR per il 2009 rispetto a quella individuata sulla scorta delle disponibilità residue sul 2009 (M.121 fino alla 30°-M.311 fino alla 13a posizione), sarà possibile alla luce delle nuove assegnazioni che saranno definite con il bilancio 2010. Nes- 3.917,20 9.762.985,83 233 959 56.593.366,06 28.891.507,26 suna graduatoria è stata prevista per la misura 112 in quanto le disponibilità sull’esercizio 2009 consentiranno di finanziare tutte le domande, mentre per quanto riguarda le domande di adesione alla misura 323,3 (Interventi a favore del recupero delle strutture di malga) non è previsto sull’esercizio 2009 l’accoglimento di alcuna domanda e ciò in quanto la delibera di riparto fondi n. 1944 del luglio scorso non ha previsto assegnazioni finanziarie su detta misura. Si riporta di seguito una sintesi delle iniziative contenute nelle domande di adesione al PSR bando 2009, organizzata in funzione delle Misure e per quanto riguarda la misura 121, in funzione dell’indirizzo produttivo, della tipologia e dell’importo prevalente. TERRA TRENTINA 9/2009 L.P. 4/2003 Art.46 3° c. Rinnovi cooperative 11 112 insediamento giovani agricoltori 121 ammodernamento delle aziende agricole n. iniziative n. domande LEGGI E PROVVEDIMENTI Misura PSR indirizzi aziendale 35 323,3 Riqualificazione delle strutture di malga 31 struttura (serra) Macchine Bonifiche per raccolta frutteto e trattamenti 2.594.691,74 637.479,34 11.637.071,05 4.425.031,15 struttura struttura 498.895,62 199.543,84 5 ORTICOLTURA Macchine e attrezzature Macchine e attrezzature 132.817,00 50.778,14 Sfogliatrici e Bonifica cimatrici vigneto 3.665.921,08 1.458.518,57 Strutture 1.046.977,46 4.187.890,98 8.034.605,38 1 VIVAISTICO 311 diversificazione in attività non agricole struttura (serra) 1 FUNGICOLO 57 VITICOLO Strutture Macchine e attrezzature 215 ZOOTECNICO per la fienagione Stalle per bovini 18.104.196,13 500 37.680.570,08 18.993.847,40 451 L.p. 4 del 28 marzo 2003 bando 2009 TERRA TRENTINA 9/2009 contributo presunto 323 217 FRUTTICOLO 12 spesa richiesta 68 4 FLORICOLO Totale iniziative iniziativa prevalente prevalenti in termini in termine di numero di importo Come richiamato nella parte introduttiva anche le pratiche proposte sulla L.P. 4\03 rientrano nel piano anticongiunturale. Tuttavia la data di scadenza ultima per l’impegno delle domande riguardanti l’art. 25-42-44-46 1° esclusi gli interventi di impianto e reimpianto è rinviata al mese di dicembre, vale a dire entro 120 gg dall’approvazione della graduatoria avvenuta il 25 giugno 2009. L’istruttoria di dette domande e la liquidazione del contributo sono state affidate, con apposita convenzione, a Cooperfidi. A queste istanze si debbono aggiungere le domande di adesione ai patti Territoriali che interessano gli Normativa artt. 25-16-27-42-44-46 1° e le domande di intervento per la prosecuzione delle aree foraggiere abbandonate, di cui all’art 23 della L.P. 4\03. N° domande Art 25 Agevolazioni per l’Alpicoltura 39 Art 42 Agevolazioni per la zootecnia 75 Art 44 Agevolazioni per l’apicoltura 1 Art 46 1° comma 3 totale 118 Si informa che con delibera n. 2601 del 18 agosto scorso la giunta provinciale ha aperto i termini per la presentazione delle domande di adesione alla L.P. 4\03 per gli artt. 25-26-27-42-44-46 1° c., limitatamente agli interventi di ripristino delle strutture e di reintegrazione di macchine ed attrezzature danneggiate da incendio. Detta delibera non prevede scadenze e dovrebbe rimanere attiva per dette tipologie di istanze fino al 2013. L.p. 10 GennaIo 1992 n. 2 Al programma anticongiunturale si è inserito nell’esercizio in corso, l’oneroso programma di in- terventi per il ripristino strutturale a favore delle imprese agricole che hanno subito danni a seguito delle eccezionali nevicate dell’inverno scorso. Dopo l’approvazione delle delibera dei criteri n. 1924 del 30 luglio 2009, che ha fatto seguito alla delibera con la quale la Giunta provinciale ha riconosciuto quali calamità pubbliche gli eventi citati, gli uffici hanno provveduto all’invio della modulistica a tutti i titolari di segnalazione di danni rientranti nelle fattispecie prevista dalla delibera attuativa e risultati in n. di 142. Detti operatori dovranno fare pervenire le domande entro il 10 ottobre, data ultima prevista dalla delibera attuativa. Lp 24 dICenbre 1991 arT 33 Le insistenti precipitazioni nevose hanno determinato poi una eccezionale impennata dei danni arrecati alle colture agricole dalla fauna selvatica, con particolare riferimento alle colture frutticole poste nei comprensori confinanti con le aree incluse nel parco nazionale dello Stelvio. le domande sono state censite in n. di 544. A seguito di più attente verifiche svolte dagli uffici e dai produttori nel fase di fioritura e produzione è stato formalizzato un consistente numero di rinunce. Tuttavia le istanze in istruttoria rimangono oltre 300 concentrate nei comprensori C5-C6-C7. Fatti/Previsioni ❍ Gli ortaggi prodotti nel territorio che fa capo al Consorzio ortofrutticolo Val di Gresta sono prodotti per l’80% con metodo biologico. Il dato è stato reso noto dalla presidente Vanda Rosà durante la cerimonia di inaugurazione della 39° Mostra Mercato. Dai vari interventi sono emersi però anche gli aspetti negativi di una situazione produttiva, commerciale ed organizzativa piuttosto criti- ca. Il consorzio ha perso negli ultimi anni 30 ettari di terreno coltivato ad ortaggi per abbandono dei soci o per dismissione dei fondi coltivati. La produzione conferita proviene da 80 ettari e non riesce a fare massa critica sul mercato. Tra le vie di uscita dalla difficile situazione è stata indicata l’introduzione in valle di coltivazioni complementari agli ortaggi, quali fragole, piccoli frutti e ciliegie. ❍ In data 5 agosto 2009 la Commissione Europea ha emanato un nuovo regolamento riguardante l’allevamento biologico di animali d’acquacoltura che entrerà in vigore dal 1° luglio 2010. Il testo contiene norme riguardanti la qualità dell’acqua di allevamento, l’origine del materiale riproduttivo, il tipo di alimentazione e l’uso di farmaci veterinari per la prevenzione e la cura delle malattie. Dall’ufficio per le produzioni biologiche della Provincia di Trento si apprende che in Trentino non ci sono finora impianti biologici di allevamento di trote od altre specie ittiche od acquatiche. C’è stato però un interessamento in vista del nuovo regolamento che ora potrebbe tradursi in realtà. TERRA TRENTINA 9/2009 ❍ L’Istituto Talento metodo classico è stato rilanciato in sede nazionale al duplice scopo di distinguere i vini spumante ottenuti da rifermentazione in bottiglia partendo da uve base Chardonnay e Pinot nero e per fare massa critica a livello commerciale in Italia, ma soprattutto in sede internazionale. Il marchio Talento, dice il presidente neo-eletto dell’Istituto Claudio Rizzoli, è stato per molti anni proprietà di alcune ditte spumantistiche. Dal 2004, in base a decreto legislativo, è diventato marchio collettivo di proprietà del Ministero per le politiche agricole. Finora sono 13 le ditte che hanno aderito all’Istituto Talento. Complessivamente sottendono una produzione di 4 milioni di bottiglie su un totale di 25 milioni. 13 LEGGI E PROVVEDIMENTI Investimenti richiesti e disponibilità di bilancio TERRA TRENTINA 9/2009 Progetti presentati da cooperative agricole 14 La nuova linea di imbottigliamento di latte microfiltrato (Latte Trento) per 1.300.000,00 euro e l’ampliamento della cantina Rotaliana di Mezzolombardo per 7.180.000,00 sono solo 2 delle molteplici iniziative che la Provincia Autonoma di Trento si accinge a finanziare nell’ambito del Piano di sviluppo rurale 2007/13 e della Legge provinciale n. 4/2003 relativamente ai bandi appena chiusi. I termini per la presentazione delle domande scadevano rispettivamente lo scorso 30 giugno e 31 luglio. Le domande complessivamente presentate sono state 29 per una spesa prevista pari a circa 69 milioni di euro. Gli investimenti maggiori, in termini di numero di domande presentate (9) e spesa preventivata complessiva (45 milioni euro) riguardano il settore frutticolo; nello specifico, tali interventi prevedono l’adeguamento delle capacità di frigoconservazione, in conseguenza dei futuri maggiori conferimenti dovuti ai recenti reimpianti. Spicca fra tutti l’intervento di completamento della nuova sede della Società Frutticoltori Trento a sud del capoluogo (15 milioni euro). Per quanto riguarda il settore lattiero caseario, gli interventi (6) riguardano il completamento degli investimenti inerenti il “Polo latte” (Fiavé e Latte Trento), per una spesa prevista di 11 milioni di euro ed una serie di interventi “minori” previsti da altri caseifici riguardanti l’adeguamento tecno- Stanti le attuali risorse disponibili sul bilancio provinciale, tutte le domande presentate a valere sul PSR risultano avere la copertura finanziaria; di quelle presentate sulla L.P. 4/2003 potranno da subito essere finanziate solo 9 delle 15 presentate Paolo Ferrari Servizio Vigilanza e Promozione delle attività agricole / PAT logico. Tra le iniziative previste per il settore vitivinicolo risalta l’intervento previsto da Cantina Rotaliana Mezzolombardo (7.180.000,00 euro) riguardante l’ampliamento interrato della sede di Mezzolombardo. Tale iniziativa ha già ottenuto il nulla osta da parte del Comitato tecnico del settore agricolo (C.t.s.a.). In generale, la percentuale di contributo varia dal 20% al 40% della spesa ritenuta ammissibile, in relazione al settore di riferimento ed alla tipologia di investimento. Stanti le attuali risorse disponibili sul bilancio provinciale, le domande presentate a valere sul P.s.r. risultano avere tutte la copertura finanziaria; per contro, sulla L.p. 4/2003 potranno essere da subito finanziate solo 9 iniziative delle 15 presentate; le rimanenti iniziative (Società frutticoltori Trento, Consorzio Ortofrutticolo Lovernatico, Consorzio frutticoltori Cles, Cooperativa ortofrutticola centro anaunia, Consorzio ortofrutticolo terza sponda) saranno finanziate a fronte di eventuali economie di spesa ovvero allo stanziamento, da parte della Giunta provinciale, di maggiori risorse rispetto alle attuali. Vini a denominazione d’origine LEGGI E PROVVEDIMENTI Affidate alla CCIAA di Trento le attività di controllo Attuando le disposizioni di legge sono state introdotte nuove modalità per il controllo sul corretto utilizzo delle indicazioni per i VQPRD (vini di qualità prodotti in regioni determinate) che, dallo scorso 1 agosto, viene svolto da autorità pubbliche competenti designate dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MIPAF). Su indicazione della Provincia autonoma di Trento, in accordo con il Consorzio vini del Trentino, la Camera di Commercio è stata indicata quale soggetto idoneo a verificare le produzioni a Denominazione di origine controllata (DOC) locali: Teroldego rotaliano, Trento, Trentino e Casteller. La procedura tracciata dal Piano di controllo delle DOC prevede siano verificati tutti i produttori presenti nella filiera di un vino, dalla produzione della materia prima alla commercializzazione del prodotto finito. Nello specifico, i soggetti interessati sono: il viticoltore, sottoposto alla verifica dei documenti di iscrizione delle superfici all’Albo dei vigneti e di denuncia delle uve; il vinificatore, che può procede- Informazioni: Ufficio agricoltura-ambiente tel. 0461/887254 e-mail: [email protected] www.tn.camcom.it re a trasferimenti, tagli, assemblaggi, riclassificazioni, declassamenti, ecc. delle partite di vino garantendone la tracciabilità e quindi, comunicata per ogni annata la giacenza al 31 luglio, segnalando ogni operazione che modifichi questo stato iniziale. Dopo la richiesta di prelievo, la Camera di Commercio verificherà la rispondenza tra partita di vino, giacenza risultante e denuncia delle uve; l’imbottigliatore, tenuto a comunicare all’Ente camerale, con almeno 24 ore d’anticipo, l’imbottigliamento di una partita di vino, indicando gli estremi della certificazione di idoneità. Dopo le verifiche sulla rispondenza della giacenza e l’iscrizione all’Albo imbottigliatori, ottenuto il parere di conformità obbligatorio potrà imbottigliare; successivamente dovrà inoltrare i dati di dettaglio della partita di vino. Un’ulteriore azione ispettiva sarà svolta su un campione di almeno il 15% della DOC controllata, composto a caso, e riguarderà: il viticoltore, per il quale sarà accertata la persistenza delle condizioni per l’iscrizione delle superfici all’Albo dei vigneti e la resa di uva per ettaro; Soggetto Viticoltore €/q uva Vinificatore €/hl vino Imbottigliatore €/hl vino il vinificatore, di cui sarà verificata la rispondenza dei quantitativi di prodotto detenuto con i documenti di cantina, la conformità delle operazioni a quanto disposto dal disciplinare, la rispondenza del titolo alcolometrico con il minimo previsto per la detenzione in cantina e presso cui saranno prelevati campioni di prodotto già certificato per i relativi esami chimico-fisici ed organolettici; l’imbottigliatore, presso cui ci saranno prelievi, a campione, sul vino a DOC imbottigliato, per la verifica della rispondenza tra prodotto confezionato e certificazioni di idoneità, con i relativi esami organolettici e la verifica del corretto uso della denominazione, compresa quella sui contenitori utilizzati. I costi dell’attività di controllo, che il Decreto ministeriale mette interamente a carico dei produttori, sono inseriti in un Piano tariffario così individuato dall’Ente camerale: Costi (più IVA 20%) 0,20 (alla consegna della Ricevuta uve) 0,30 (al prelievo del campione da certificare) 0,30 (al momento dell’imbottigliamento) TERRA TRENTINA 9/2009 Ufficio stampa CCIAA 15 INIZIATIVE DIDATTICHE Fa parte dei progetti dell’Accademia d’impresa della CCIAA di Trento Educazione sensoriale ed alimentare nelle scuole superiori Marica Bertoldi TERRA TRENTINA 9/2009 Comunicazione / Accademia d’Impresa 16 L’educazione alimentare oggi non fa parte dei programmi della scuola dell’obbligo: è, tuttavia, un tema importante per educare i giovani comportamenti di consumo sostenibili e responsabili. E’ una materia che non deve necessariamente essere affrontata in forma teorica, ma può anche trasformarsi in scoperta e gioco diventando così più curiosa e stimolante. E’ quello che Accademia d’Impresa sta facendo da oltre cinque anni presso alcuni istituti superiori di Trento fra cui l’istituto Fontana di Rovereto, i Licei L. Da Vinci e A. Rosmini di Trento, con attività didattiche curate da esperti, produttori e artigiani del settore alimentare, coinvolgendo attivamente gli studenti tramite attività di degustazione e di riconoscimento delle caratteristiche dei diversi prodotti. Particolare attenzione è dedicata ai prodotti tipici locali: i formaggi di malga, i piccoli frutti e il miele trentino hanno avuto grande successo fra i banchi di scuola, non solo per l’entusiasmo espresso dai ragazzi nell’imparare a riconoscere sapori e profumi attraverso un’attenta analisi organolettica, ma anche per l’interesse verso i racconti sulla storia, le tradizioni e l’am- Archivio CCIAA – Foto: Romano Magrone biente cui questi prodotti sono fortemente legati. Alcune scuole hanno adottato con grande interesse il percorso formativo “Educazione sensoriale ed alimentare” inserendolo nei programmi di antropologia e agraria e valorizzando l’educazione alimentare e del gusto e l’alfabetizzazione sensoriale, ovvero la ri-scoperta delle funzioni sensoriali per mezzo del cibo. I ragazzi hanno così l’occasione di vivere esperienze pratiche di descrizione degli alimenti, approfondendo i prodotti tradizionali e tipici e cogliendo il legame storico, economico e sociale che unisce il territorio alle sue produzioni tradizionali. Otto ore di formazione “alternativa” che non pretende di sostituirsi agli insegnamenti canonici, ma che ha lo scopo di dar voce a quelle specialità agroalimentari che non sono solo testimoni di un’identità enogastronomica, ma anche il veicolo privilegiato per una comunicazione positiva di un intero territorio. Informazioni: Accademia d’Impresa Azienda Speciale della C.C.I.A.A di Trento Via Asiago 2 - 38123 Trento tel. 0461/382304 fax: 0461/921186 [email protected] www.accademiadimpresa.it Premio al miglior vigneto di Marzemino “La vigna eccellente” Un’edizione, quella de “La Vigna Eccellente“ 2009, davvero ricca: 36 le aziende agricole partecipanti per un totale di 221.030 mq di vigneti eccellenti. I vigneti iscritti risultano 49, ripartiti sul territorio Comunale Catastale di Isera e su quella della denominazione Marzemino Superiore. Al concorso sono rappresentate le Cantine Sociali di Isera, Vivallis, Mori Colli – Zugna, nomi e aziende vitivinicole privati. La commissione tecnica nel valutare i vigneti ha: - considerato gli aspetti agronomici relativi alla corretta impostazione degli impianti e delle operazioni colturali; - verificato la sanità delle uve e della vegetazione; - valutato l’omogeneità di maturazione e colorazione delle uve e la presenza sulle stesse di eventuali residui visivi da antiparassitari come pure l’adozione di pratiche agronomiche alternative al diserbo chimico. Dopo un’attenta analisi e valutazione dei criteri sopra esposti la Giuria ha proclamato con le seguenti motivazioni: Giulia Marcucci, Valentina Paolini Ufficio stampa / Comune di Isera Foto: Florio Badocchi • 1° Classificato: SILVIO SPAGNOLLI. Vigneto in Località Pradaglia di Isera, allevato a pergola semplice spezzata. In questo appezzamento è stata individuata l’ottimale esecuzione degli interventi colturali che hanno determinato un omogeneo sviluppo vegetativo ed un adeguato carico produttivo. Evidente il riscontro qualitativo. • 2° Classificato: RENZO PIZZINI. Un valido esempio di pergola tradizionale sita nel territorio viticolo di Nogaredo in località Pille. Corretta la gestione delle operazioni al ver- TERRA TRENTINA 9/2009 Unico concorso in Italia volto a valorizzare un vigneto e non un vino, promosso dal Comune di Isera. EVENTI Domenica 20 settembre 2009 – IX EDIZIONE 17 TERRA TRENTINA 9/2009 EVENTI de. Ottimale la selezione dei germogli produttivi, la gestione della chioma e la regolazione della carica produttiva. • 3° Classificato: ENRICO DALMASO. Vigneto impostato a gujot, a Marano di Isera in località Cesura. L’allestimento dell’impianto e la gestione dello stesso sono conformi al raggiungimento del miglioramento qualitativo della produzione. 18 menzIonI SpeCIaLI 1 Conti Bossi Fedrigotti per il vigneto storico Marzemino 2 Osvaldo Parisi per vigneto selezionato. La commissione tecnica ha dichiarato al termine dei sopralluoghi che tutti i vigneti iscritti al concorso presentano una situazione finale qualitativamente soddisfacente. In generale tutti i viticoltori hanno impostato in modo corretto i propri vigneti orientandoli al massimo livello qualitativo. Alla premiazione erano presenti: il Sindaco di Isera Alessandro Passerini, l’Assessore all’Agricoltura Marco Tonini, il Vicesindaco Mario Cossali, il Presidente della Cassa Rurale di Isera Fabiano Conzatti, il Direttore della Cassa Rurale di Isera Graziano Manica oltre all’Assessore Provinciale all’Agricoltura, Foreste, Turismo e Promozione Tiziano Mellarini. Per questa IX edizione nomi importanti dei settori protagonisti a comporre la giuria, fra cui il prof. Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura presso il Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, accanto ad autorevoli nomi della stampa italiana, fra cui Lucia Bellaspiga, Paolo Benvenuti, Carlo Cambi, Paolo Massobrio, Davide Paolini, Nereo Pederzolli. All’inizio della premiazione è stato proiettato in anteprima l’esito del viaggio nella Grecia Orientale, che è stato guidato dal Prof. Scien- Foto: Florio Badocchi Foto: Florio Badocchi Foto: Florio Badocchi za, accompagnato da una troupe cinematografica. Il filmato ha dato testimonianza della raccolta del sapere di viticoltori e produttori dediti alla coltivazione del vitigno, così come si è dato spazio alla narrazione di esperti della cucina territoriale isolana e dell’abbinamento al vino locale. Non sono mancati gli apporti degli storici, degli uomini di cultura e degli studiosi vitivinicoli che hanno arricchito il filmato di racconti inseriti in grandi paesaggi. Mostra-Concorso dei formaggi di malga della Provincia di Trento EVENTI Decima edizione – 12-13 settembre 2009 Angelo Pecile1, Silvia Schiavon1, Marco Vettori2 3 Anche quest’anno la Fondazione E. Mach – Istituto di S. Michele all’Adige, attraverso l’apporto tecnico ed organizzativo dell’ Unità Risorse Foraggere e Produzioni Zootecniche, ha fortemente voluto e reso possibile la realizzazione del decimo Concorso Provinciale per formaggi di malga promosso dall’APT Val di Fiemme e realizzato a Cavalese nell’ambito della ormai tradizionale Desmontegada delle caore. Unità risorse foraggere e produzioni Zootecniche – Centro Trasferimento Tecnologico Fondazione E. Mach-IASMA Ufficio periferico di Cavalese – Servizio Aziende agricole e territorio rurale / PAT Questa iniziativa, arrivata al traguardo dei dieci anni, è inserita nell’ambito delle diverse attività svolte dal Centro di Trasferimento Tecnologico dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige a favore degli operatori di malga, attività fra di loro coordinate e tutte finalizzate a fornire agli operatori di malga un supporto tecnico completo sulle diverse problematiche che devono affrontare: dalla gestione del pascolo, alle tematiche dell’integrazione alimentare, alle attrezzature ed alle modalità di mungitura fino alla caseificazione con tutte le problematiche tecniche ed igienico – sanitarie connesse. Alla decima edizione si sono iscritte 41 malghe e 10 caseifici con 58 formaggi di vacca e 7 di capra: (13 formaggi in più rispetto al 2008 che pur era stato un anno assai positivo): una partecipazione molto numerosa soprattutto se si considera che stanno prendendo sempre più piede su territorio provinciale iniziative analoghe alla mostra concorso di Cavalese anche se a carattere più locale. Tra gli iscritti ci sono state un buon numero di presenze “storiche” ma anche di malghe che con molto entusiasmo ed orgoglio nei confronti del proprio formaggio hanno deciso di provare quest’avventura per la prima volta. Nel corso della stagione estiva, proseguendo quanto avviato nelle tre edizioni passate, tutti i formaggi partecipanti sono stati controllati e marchiati dai tecnici dell’unità di Zootecnia e produzioni foraggere del Centro di Trasferimento Tecnologico dell’Istituto Agrario che hanno fatto visita, durante l’alpeggio, a tutte le malghe e caseifici iscritti al concorso. I sopralluoghi sono stati spesso occasione per un costruttivo scambio di informazioni tecniche e sono stati preceduti da momenti di formazione e di aggiornamento realizzati in concerto con l’Istituto Zooprofilattico, i Servizi Veterinari pubblici, il Concast Trentingrana, la Federazione Provinciale Allevatori. In risposta all’aumentato numero di formaggi in concorso, anche la giuria di esperti (composta in gran parte da membri ONAF, ma anche da persone esperte delle tecniche di degustazione e buoni conoscitori della tipologia formaggi di malga), quest’anno è cresciuta passando dai 25 TERRA TRENTINA 9/2009 1 19 TERRA TRENTINA 9/2009 EVENTI 20 membri dell’anno passato ai 28 di quest’anno. Anche per quanto riguarda le categorie dei formaggi quest’anno si è introdotta una nuova categoria, ossia quella delle malghe che per motivi organizzativi o strutturali trasformano il loro latte in un caseificio aziendale. Nella giornata di sabato sono stati realizzati i tanto apprezzati ed ormai consueti “Incontri di degustazione”, organizzati dalla Strada dei Formaggi delle Dolomiti, in compagnia di produttori, chef ed esperti che hanno offerto la possibilità di assaggi “guidati” a base di produzioni tipiche trentine e vini di elevata qualità per scoprire le ricette che valorizzano i formaggi della tradizione trentina. Dopo il successo del 2007 e 2008, è stata ripetuta l’iniziativa della Mostra Mercato, che ha quindi reso possibile anche l’acquisto di formaggi e altri prodotti tipici; inoltre, per sottolineare il perfetto accoppiamento tra due prodotti di montagna, i formaggi e il miele, è stato organizzato nella stessa sala di degustazione dei formaggi di malga l’”Angolo del Miele”, con esposizione, degustazione e vendita del miele della Val di Fiemme e Fassa. Quest’anno inoltre, c’è stato un secondo appuntamento per poter apprezzare i “migliori” formaggi di malga trentini del 2009; infatti, il 24 settembre, all’interno degli incontri “I giovedì dell’enoteca”, è stato organizzato da Accademia d’impresa (azienda speciale della C.C.I.A.A. di Trento), presso Palazzo Roccabruna, un incontrodegustazione con il pubblico con oggetto l’assaggio dei formaggi vincitori del concorso di Cavalese e l’iniziativa ha riscosso un grande successo. I patecipanti ed i risultati Nelle tre tabelle che seguono sono elencati i formaggi che sono stati presentati al concorso suddivisi nelle diverse categorie provenienti dalle 41 malghe e 10 caseifici partecipanti nonché l’elenco delle malghe e dei caseifici con i relativi casari: Categorie concorso Nostrano Fresco di Malga Nostrano di Caseificio Fresco Crosta Lavata Caprino di malga e caseificio Nostrano Stagionato di Malga Nostrano Stagionato di Caseificio Nostrano di Caseificio aziendale Totale formaggi Malga Avalina Baite-Table Basson di sotto Bezzecca Biscotto Boer Brigolina Cagnon di sotto Cambroncoi Caserina Castrin Cespedè Paludè Cima Verle Colo / Cavé Contrin Dimaro Guì Iuribello Lavazzè Misone di Tenno Montagnoli Monte Sole Palù Piovernetta Pletzn-Perg (Valcava) Postesina/Costo di sotto Sass Sasso Piatto Spina Stableti Stabolfresco Stabolone e Rolla Susine Tassulla Tovre Trat Tuena Valcoperta Valfontane Vernera Zochi Comune Roncone Prezzo Levico Terme Bezzecca Levico Terme Soraga Trento Telve S. Orsola Scurelle Castelfondo Rabbi Levico Terme Ronchi Valsugana Pozza di Fassa Dimaro Concei Tonadico Rumo Tenno Ragoli Rabbi Levico Terme Folgaria Fierozzo Levico Terme Valfloriana Campitello Storo Rabbi Lardaro Praso Daone Brentonico Tassullo Molveno Concei Tuenno Grigno Castello Tesino Sover Calceranica n° Formaggi 33 5 4 7 9 3 4 65 Casaro Fioroni Ferdinando Bugna Daniel, Severino Maestri Cunico Girolamo Oradini Mario Vettorazzi Tullio De Nardin Giovanni Bondesan Daniele Stroppa Renzo Aldo Raccanelli Francesco Lenzi Bendetti Alberto Ioan Tincu Foradori Damiano Pompermaier Marco Haselrieder Konrad Stanchina Stefano Baruzzi Giuliano Bordiga Giuseppe Schwienbacher Peter Bonomi Oscar Severio Olivieri Casna Guido Lorenzini Paolo Comper Fabio Moltrer Aldo Zanoni Vito Giovannini Andrea Birgit Reiserer. Christian Emeier Livio Buccio Pedergnana Ettore Enrico Leonardi Mandra Schennach Faben Mirko Paroletti Salvatore Moraschini Damiano Mora Giuliano Alessandri Luca Cenci Antonio Sandri Carlo Avi Giovanni Facchinelli Francesco Comune Cavalese Predazzo Fiera di Primiero Grigno Borgo Valsugana Lavarone Peio Avio Rovereto Campitello La premiazione della 10a Mostra Concorso si è tenuta domenica 13 settembre, ad ore 11.00, presso il Palacongressi di Cavalese, alla presenza di autorità politiche, tecnici, addetti al settore e visitatori. I casari di malga, nonostante la data dell’evento anticipata rispetto alla discesa di molti dalle malghe, erano presenti in buon numero, confermando in questo modo la bontà della scelta di effettuare le premiazioni la domenica mattina e l’effettivo interesse degli operatori di malga nei confronti di questo concorso. Anche quest’anno le malghe site sull’Altopiano delle Vezzene hanno partecipato numerose (nonostante la presenza, dallo scorso anno, di un concorso di formaggi di malga a carattere locale che si tiene a dicembre) e hanno vinto molti premi. Per festeggiare il 10° anno dalla Nostrano di Malga Fresco Categoria Classifica 1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8° 9° 10° 11° 11° 11° 11° nascita del concorso, sono stati introdotti anche dei premi speciali: 1. Premio “fedeltà” (malghe che hanno partecipato a tutte e 10 le edizioni del concorso) finanziato dall’APT Val di Fiemme e vinto da 5 malghe piazzatesi a pari merito: malga Boer, malga Cambroncoi, malga Contrin, malga Misone di Tenno, malga Sass. 2 Premio per la malga che si trova all’altitudine più elevata, finanziato dalla Strada dei Formaggi e vinto da malga Sassopiatto. 3 Premio per la donna casaro che ha partecipato a più edizioni, finanziato anche questo dalla Strada dei Formaggi e vinto dalla Sig.ra Adriana Parotto di malga Valfontane In conclusione, questi dieci anni di mostra-concorso hanno con- Malga Postesina Zochi Colo Cagnon di Sotto Sassopiatto Cambroncoi Susine Spina Tuena Boer Avalina Baite-Table Bezzecca Biscotto Comune Levico Terme Calceranica Ronchi Valsugana Telve Campitello S. Orsola Brentonico Storo Tuenno Soraga Roncone Prezzo Bezzecca Levico Terme Casaro Campi Paolo Campi Walter Pradel Valerio, Cosner Cesare Valentino Bellin Zottele Fiorenzo Bertacchini Rodolfo Pegolotti Bruno Caden Renato Marco Tardivo Morandini Angelo tribuito a diffondere e far conoscere ad un ampio pubblico i formaggi delle malghe trentine con le loro caratteristiche peculiari quali prodotti realmente “tipici” e identitari del territorio montano. Ed è merito di questo concorso anche la realizzazione del libro “Malghe da Formaggio” edito dalla Provincia Autonoma di Trento e della relativa cartina prodotta da Trentino SpA, che hanno consentito di raccogliere, in un agile strumento, tante informazioni sul mondo delle malghe trentine e dei loro formaggi. In questi dieci anni il numero delle malghe con produzione di formaggio è aumentato e in molte sono stati eseguiti importanti lavori di ristrutturazione ed adeguamento alle normative in vigore. Tutto ci fa pensare che per queste malghe ci sia un futuro, a vantaggio di tutta la collettività. Casaro Zanoni Vito Facchinelli Francesco Pompermaier Marco Stroppa Renzo Birgit Reiserer e Christian Emeier Aldo Raccanelli Faben Mirko Livio Buccio Alessandri Luca De Nardin Giovanni Fioroni Ferdinando Bugna Daniel, Severino Maestri Oradini Mario Vettorazzi Tullio TERRA TRENTINA 9/2009 Caseificio Val di Fiemme Predazzo e Moena Primiero Casearia Monti Trentini Trento – Borgo Degli Altipiani e del Vezzena Turnario di Peio Sabbionara Pinzolo-Fiavé-Rovereto Campitello 21 Malga Brigolina Caserina Cespedè Paludè Cima Verle Contrin Dimaro Lavazzè Monte Sole Palù Piovernetta Pletzn-Perg (Valcava) Stableti Stabolfresco Stabolone e Rolla Tassulla Tovre Valcoperta Valfontane Valpiana Comune Trento Scurelle Rabbi Levico Terme Pozza di Fassa Dimaro Rumo Rabbi Levico Terme Folgaria Fierozzo Rabbi Lardaro Praso Daone Tassullo Molveno Grigno Castello Tesino Telve Casaro Bondesan Daniele Francesco Lenzi Ioan Tincu Foradori Damiano Haselrieder Konrad Stanchina Stefano Schwienbacher Peter Casna Guido Lorenzini Paolo Comper Fabio Moltrer Aldo Pedergnana Ettore Enrico Leonardi Mandra Schennach Paroletti Salvatore Moraschini Damiano Cenci Antonio Sandri Carlo Franzoi Francesco 1° Palù Levico Terme Lorenzini Paolo 2° Cima Verle Levico Terme Foradori Damiano 3° Lavazzè Rumo Schwienbacher Peter 4° Basson di Sotto Levico Terme Cunico Girolamo 4° Juribello Tonadico Bordiga Giuseppe 4° Postesina Levico Terme Zanoni Vito 4° Stableti Rabbi Pedergnana Ettore 4° Valcoperta Grigno Cenci Antonio 4° Valfontane Castello Tesino Sandri Carlo 1° Casearia Monti Trentini Grigno Valentino Bellin 2° Pinzolo Fiavè Rovereto Rovereto Marco Tardivo 2° Sabbionara Avio Caden Renato 2° Trento Borgo Borgo Valsugana Zottele Fiorenzo 2° Turnario di Peio Peio Pegoletti Bruno 1° Sabbionara Avio Caden Renato 2° Casearia Monti Trentini Grigno Valentino Bellin 2° Altipiani del Vezzena Lavarone Bertacchini Rodolfo 1° Vernera Sover Avi Giovanni 2° Montagnoli Ragoli Severio Olivieri 2° Sass Valfloriana Giovannini Andrea 2° Trat Concei Mora Giuliano Crosta Lavata 22 Classifica 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 11° 1° Val di Fiemme Cavalese Campi Paolo 2° Primiero Fiera di Primiero Pradel Valerio, Cosner Cesare 2° Predazzo e Moena Predazzo Campi Walter 2° Campitello Campitello Morandini Angelo Caprino di malga e caseificio TERRA TRENTINA 9/2009 Nostrano di Caseificio aziendale Nostrano di Caseificio Stagionato Nostrano di Caseificio Fresco Nostrano di Malga Stagionato EVENTI Nostrano di Malga Fresco Categoria 1° Guì Concei Baruzzi Giuliano 2° Trat Concei Mora Giuliano 3° Spina Storo Livio Buccio 4° Val di Fiemme Cavalese Campi Paolo 4° Tassulla Tassullo Paroletti Salvatore 4° Turnario di Peio Peio Pegoletti Bruno 4° Misone di Tenno Tenno Bonomi Oscar Paolo Faccioli Tecnico apistico UNAAPI, contrattista all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige Mieli trentini Il Concorso di qualità per i mieli Trentini nasce da una rinnovata stagione di associazionismo apistico nella nostra Provincia, impersonato dalla Associazione Apicoltori Trentini. Un associazionismo che sta cercando di guardare oltre i limiti localistici e amatoriali di questa affascinante professione per lasciarsi ispirare da un lato dall’ aziendalismo italiano, con la sua praticità e capacità di “fare prodotto”, dall’altro dalla raffinatezza delle scuole austriaca e tedesca in termini di allevamento e selezione delle api. L’AAT è riuscita a organizzare questo concorso in sinergia con altre forze, locali e nazionali. La Fondazione Mach ha infatti mes- so a disposizione la sua “potenza di fuoco” nella comunicazione, mentre l’Associazione Ambasciatori dei Mieli, che conta tra i suoi fondatori la dottoressa Lucia Piana, uno dei massimi esperti di miele a livello internazionale, il supporto di esperienza e professionalità nella valutazione del prodotto. Ma l’AAT non intendeva limitare il Concorso a un evento episodico, tant’è vero che nelle sue riunioni di zona aveva già cominciato a proporre agli apicoltori un approfondimento della loro capacità di valutare il miele dal punto di vista organolettico. E intende riportare nelle riunioni di zona le problematiche emerse al concorso, in modo EVENTI Miele Trentino da farne la tappa di un percorso di formazione permanente. Il gruppo stesso dei giudici, presieduto dalla dottoressa Maria Teresa Lanzinger, ha in programma di riunirsi periodicamente fino alla prossima edizione del Concorso, in modo da creare un affiatamento tra i componenti e una maggiore omogeneizzazione dei criteri di valutazione. 89 i campioni presentati, quasi il doppio di quelli presentati l’anno scorso, e rappresentativi di ogni angolo della nostra provincia: complice l’ottima annata, ma sicuramente anche il rinnovato entusiasmo degli apicoltori. Una delle problematiche che pone il miele trentino è la difficoltà a produrne le tipologie monofloreali (acacia, castagno,tiglio,melata d’abete, tarassaco, melo, rododendro) con la stessa purezza con cui è possibile farlo in altre zone d’Italia. Proprio la biodiversità della nostra regione è all’origine di quello che, rispetto ai concorsi di livello nazionale, potrebbe costituire un handicap. Proprio per questo la giuria ha deciso di cominciare a lavorare sui criteri con cui valutare un miele trentino in un concorso locale. La qualità dei campioni presentati è stata generalmente molto alta: impeccabile la pulizia, sempre inferiore ai limiti previsti dal regolamento del concorso il contenuto di umidità, un aspetto che permette la conservazione del prodotto e conferisce intensità al sapore. Le condizioni climatiche particolarmente favorevoli hanno permesso anche di produrre alcuni mieli monofloreali che ben avrebbero figurato anche a un concorso nazionale. Se mai, qualche problema si è riscontrato nella capacità degli apicoltori di identificare la categoria alla quale iscrivere il loro miele. Molti mieli iscritti alla categoria TERRA TRENTINA 9/2009 Un Festival per la sensibilizzazione di chi del miele si nutre, un Concorso per la formazione di chi lo produce 23 EVENTI I bambini vengono giocosamente coinvolti nella fabbricazione di candele di cera d’api TERRA TRENTINA 9/2009 “millefiori di alta montagna”, per esempio, erano in realtà delle ottime melate d’abete. Ecco dunque un aspetto su cui lavorare: l’apicoltore deve essere in grado di etichettare il proprio miele, per esempio “tarassaco”, non tanto per aver visto il tarassaco in fiore durante quella specifica produzione, ma perché è in grado di individuarne nel miele le caratteristiche organolettiche, confermando così quella che altrimenti era solo una plausibile ipotesi (le api infatti amano spesso sfidare le convinzioni che abbiamo su di loro). 24 Folta la partecipazione al mercatino dei mieli con stand rappresentativi dell’intera provincia Il Concorso è stato organizzato nella Cornice del 2° Festival del Miele di Montagna alle Terme di Comano, un evento che, a differenza del concorso, destinato ai produttori, era invece destinato a chi del miele si nutre. Denso di avvenimenti per tutte e tre le giornate in programma, il Festival ha ospitato sessioni aperte di degustazione guidata, tenute proprio da alcuni degli esperti che hanno fatto da giudici al concorso, e utilizzando mieli presentati al concorso; ad esse hanno partecipato un totale di quattrocento persone; inoltre alcune mostre L’esperto Maurizio De Giuli introduce un gruppo di intervenuti al Festival ai fondamenti dell’analisi sensoriale del miele fotografiche, tra cui una storica, dedicata all’apicoltura trentina, l’altra sulla biologia delle api. Un’intera parte del programma è stata dedicata ai bambini, stimolandoli non solo con l’offerta di gelati e merende a base di miele, ma anche con piccoli spettacoli sul mondo delle api e attività creative come la fabbricazione di candele di cera d’api. Al festival hanno dato un contributo pratico e organizzativo non solo apicoltori delle Giudicarie, ma di tutta la Provincia, che hanno potuto anche esporre il loro prodotto all’affollato mercatino. Il presidente dell’AAT, Marco Facchinelli (al centro), dà inizio al conferimento degli attestati di eccellenza; alla sua sinistra, il Presidente del Consiglio Regionale Marco Depaoli e la dott.ssa Rosanna Parisi, Presidente dell’APT Terme di Comano-Adamello Brenta; alla sua destra la dott.ssa Maria Teresa Lanzingher, Presidente della Giuria e il tecnico della Fondazione Mach, Paolo Faccioli Melinda festeggia 20 anni di vita operosa MELINDA È’ l’unica mela DOP in Italia Pietro Bertanza intervistati ha citato il marchio noneso come prima marca di mele conosciuta. Ma il consumatore come si pone in tempo di crisi? L’indagine rivela che vince la qualità e il prodotto riscuote un maggior successo in termini di fiducia, in particolare se si tratta di alimenti e soprattutto nel caso di frutta e verdura. Una ricerca che ha anche mostrato come il Nord sia più attento all’origine italiana del prodotto, il Centro alla qualità e il Sud al fatto che la frutta sia di stagione. Onder, invece, ha riferito dell’importanza della mela nell’alimentazione e la sua radicata storia, basti pensare al famoso proverbio “una mela al giorno leva il medico di torno”. melinda per l’abruzzo I festeggiamenti sono stati anche l’occasione per dare un aiuto concreto a favore delle popolazione colpite dal terremoto in Abruzzo. Infatti i produttori della Val di Non contribuiranno alla ricostruzione del mercato rionale de l’Aquila andato distrutto. La raccolta di fondi coinvolge tutti i produttori, tramite donazione spontanea e gli specialisti di Melinda (circa 1.350 tra i migliori dettaglianti di ortofrutta operanti su tutto il territorio nazionale). Inoltre in occasione di Pomaria il ricavato delle vendite di mele verrà devoluto ai terremotati. Melinda aggiungerà un contributo di pari importo. Il futuro Odorizzi ha concluso il suo intervento volgendo lo sguardo al futuro. Il consorzio per il 2010 è associato a Vog products, cooperativa che cura la trasformazione e commercializzazione del prodotto di 26 cooperative altoatesine e ha annunciato la nascita del consorzio From. “Una strategia delle alleanze” - come ha riferito Odorizzi - che vede la voglia di esportare la mela italiana per rafforzare il marchio e raggiungere nuovi mercati. Sistema mela Sul palco di Cles è intervenuto anche Tiziano Mellarini, assessore all’agricoltura e al turismo della Provincia, che ha lanciato l’obiettivo di creare il “sistema mela Trentino”. Un modo per legare la bellezza del territorio, la salubrità del prodotto e l’eccellenza della mela dop Melinda. Un Sistema che vuole rifarsi al più conosciuto mondo del vino copiando, ma sviluppando il sistema cugino enoturistico. TERRA TRENTINA 9/2009 Lo scorso 6 settembre presso il centro sportivo di Cles, Melinda ha festeggiato 20 anni di vita operosa. Proprio nel fulcro della Valle di Non l’organizzazione di produttori nata nel 1989 ha voluto festeggiare i cinque lustri di vita vissuti con passione. Una passione, la mela, che ha unito e unisce più di 5.000 produttori, 16 cooperative per una superficie produttiva di 6.500 ha. Sul palco del palazzetto hanno erudito la folla, perché di folla si è trattato, Michele Odorizzi, presidente di Melinda, e Paola Zanella, responsabile marketing. I due oratori hanno raccontato la storia del consorzio con momenti di ilarità e momenti di commozione, specialmente ricordando i difficili momenti degli inizi. Sul palco è intervenuto anche Guido Ghirardini, il primo presidente di Melinda, che ha sottolineato la vera forza di Melinda: lo stare insieme. Illustri invitati, come il prof. Renato Mannheimer e Lucinao Onder, hanno esposto le loro relazioni con passione e interesse, per un mondo Melinda, per loro stessa affermazione, non a loro molto conosciuto. Mannheimer ha presentato i dati della ricerca svolta da Ispo sul tema “La qualità e le scelte dei consumatori in tempi di crisi”. Dallo studio sono emersi molteplici aspetti interessanti, ma probabilmente il più interessante è legato alla forza del marchio Melinda. Infatti ben il 62% degli 25 Nato da un accordo fra le Op frutticole del Trentino Alto-Adige MELINDA Il consorzio From si propone alla Russia Pietro Bertanza TERRA TRENTINA 9/2009 La mela delle Alpi invade la Russia. Questa la nuova strategia del neonato consorzio From. Il gruppo si pone l’obiettivo di riuscire a vendere 25.000 t di mele sul mercato moscovita per la prossima stagione. Un dato per capire l’importanza di penetrare nel mercato russo: ogni anno vengono importate 1 milione di tonnellate di mele da Paesi Terzi. Il gruppo rappresenta tutte le organizzazioni di produttori di mele del Trentino-Alto Adige. Le due province producono il 65% delle mele italiane. Un progetto ambizioso che lascia in disparte i campanilismi e che vuole puntare ai consumatori di qualità. Il consorzio avrà sede presso la “Casa della Mela” a Terlano (Bolzano) e coopererà strettamente con un collaboratore operante nei Paesi destinatari. Un passo importante in un momento storico delicato come quello attuale. Una scelta per creare nuovi spazi e decongestionare il mercato nazionale. 26 Quale strategia La strategia prevede un marchio che mette in luce la provenienza, il legame con il territorio, infatti recita: “From dalle Alpi italiane”. Un segno distintivo che vuole portare in primo piano la qualità del prodotto con il giusto prezzo. Strategia per evitare la concorrenza della Polonia, primo fornitore in Russia, ma certo con un prodotto di qualità inferiore rispetto a quello italiano e quindi di basso costo. La stagione scorsa ha visto una forte pressione di prodotto polacco a basso prezzo, che ha limitato l’entrata del nostro prodotto sul mercato zarino. Un prodotto con il giusto rapporto qualità prezzo. Questo quanto ci ha riferito il presidente di From, Georg Kössler, durante la giornata dedicata ai 20 anni di Melinda. Una strategia per le mele del Trentino-Alto Adige che «se funziona From, il consorzio di produttori sarebbe contento di allargare anche alle OP del Veneto e dell’Emilia-Romagna» ha continuato Georg Kössler. Per la prima volta alla mostra mercato di Mosca, World food Moscow, (dal 15 al 18 settembre), i produttori di mele del Trentino-Alto Adige si sono presentati uniti e con il loro marchio è partita così l’avventura di From. Il futuro del colosso del- la mela From parte dalla Russia, ma già pensa all’India e al Nord America. Oltre a From Ma la strategia della mela per il 2010 non si vuole fermare a From: infatti l’assessore all’agricoltura e turismo della provincia di Trento – Tiziano Mellarini – lancia l’obiettivo di creare il Distretto mela legando, così, il territorio, la bellezza naturale delle valli trentine, l’eccellenza della mela e l’idea di sicurezza alimentare. Un sistema mela che vuole rifarsi al più conosciuto mondo vino, copiando, ma sviluppando, le idee del comparto enoturistico. «Una strategia delle alleanze», come ha riferito Michele Odorizzi presidente di Melinda, per il 2010 che vede la voglia dei consociati ad aprirsi ai nuovi mercati per consolidare e aumentare la visibilità della mela italiana. In tempi di crisi vince la qualità I consumi alimentari degli italiani in tempi di crisi Dalla ricerca realizzata da ISPO per il Consorzio Melinda in occasione del ventennale di fondazione, emerge che per quanto riguarda il consumo di alimentari (acquisto di prodotti come pane, pasta, carne, pesce, frutta, verdura) tra le strategie messe in atto per fronteggiare la crisi, le famiglie italiane privilegiano la qualità. Infatti, il 59% cerca di spendere meno spendendo meglio, facendo cioè più attenzione alla qualità di ciò che compra, mentre il 31% cerca prodotti di qualità inferiore purchè costino meno. Solo l’8% non ha adottato nessuna particolare strategia di risparmio. L’attenzione per la qualità (“spendere meno ma spendere meglio”) è più alta fra le donne (65%) piuttosto che fra gli uomini (52%) e cresce al crescere del titolo di studio (il 67% dei diplomati/laureati contro il 54% di coloro che hanno solo la licenza media) e della dimensione del comune (il 65% degli abitanti dei centri urbani contro il 61% dei comuni da 20 a 100mila abitanti e il 55% dei comuni fino ai 20mila abitanti). Quando si tratta di acquistare frutta o verdura, le famiglie italiane controllano innanzitutto che sia di stagione, preferendo quella italiana. L’idea del marchio italiano come garanzia di qualità è più forte nelle classi centrali di età, tra i residenti al Nord, tra i responsabili degli acquisti e tra chi, anche in seguito alla crisi, preferisce la qualità alla quantità. Tra le altre caratteristiche indicate nella scelta di frutta o verdura, si segnalano l’aspetto estetico e l’assenza di ammaccature (un’attenzione più alta tra i più giovani e tra chi non si occupa di fare la spesa per la famiglia), l’etichettatura chiara con indicazione di provenienza e la conoscenza del marchio di fiducia. Il sondaggio di opinione ha potuto misurare anche il grado di notorietà di Melinda che, nel 62% dei casi, è stata la prima marca di mele citata spontaneamente dal campione intervistato (gli altri marchi non vanno oltre il 23% di risposta spontanea). Inoltre, i conoscitori di Melinda promuovono a pieni voti la mela dop della Val di Non attribuendole un voto medio superiore all’8 con una stragrande maggioranza che esprime giudizi da buono a ottimo (64%) o sufficiente-discreto (27%), mentre solo l’8% non sa pronunciarsi. I comportamenti cambiano di regione in regione Se il 59% degli italiani dichiara attenzione alla qualità anche in tempo di crisi, sono i consumatori del Centro a tenere alta la media (64%) superando quelli del Nord Ovest, Sud e Isole (58%) e quelli del Nord Est (56%). Per i consumatori del Nord Italia è l’attenzione alla provenienza italiana della frutta e della verdura la tendenza maggiormente diffusa (59% sia al Nord Est sia al Nord Ovest) rispetto alla media nazionale (55%) e alle regioni del Centro (50%) e del Sud (53%). Acquistare frutta di stagione è invece una tendenza che segue un crescendo da Nord a Sud. Infatti, se la media italiana è del 71%, il Nord è sotto la media (67%), mentre aumenta nelle regioni del Centro (73%) e del Sud-Isole (75%). TERRA TRENTINA 9/2009 Da una ricerca finanziata dal Consorzio Melinda MELINDA Una ricerca ISPO conferma che anche in tempo di crisi vince la qualità e il prodotto italiano riscuote maggior fiducia dai consumatori, in particolare se si tratta di alimentari e soprattutto di frutta e verdura. Il Nord più attento all’italianità, il Centro alla qualità e il Sud che la frutta sia di stagione. Melinda si conferma la mela più amata dagli italiani. 27 FRUTTICOLTURA BIO Interessano per il momento il comparto della frutticoltura biologica Varietà di melo resistenti alla ticchiolatura Dott. Federico Bigaran, P.a. Giuseppe Visintainer TERRA TRENTINA 9/2009 Ufficio per le produzioni biologiche / PAT 28 L’evoluzione del mercato La moderna frutticoltura è sempre più indirizzata verso la ricerca di nuove varietà che possano affiancare, in prospettiva anche sostituire, l’attuale assetto varietale. Ad accelerare i nuovi orientamenti produttivi contribuiscono in maniera determinante anche i grossi interessi che ruotano attorno al lancio di nuove varietà protette da brevetti, royalties ed altre formule vincolanti, che in genere fanno riferimento alle grandi imprese vivaistiche e/o commerciali. Ingenti capitali vengono investiti nella promozione di nuove cultivar con l’obiettivo di imporre sul mercato le nuove selezioni, inducendo il consumatore ad apprezzare e ricercare la mela con le caratteristiche propagandate. Si prospetta, in definitiva, una marcata accelerazione nella proposta di nuove varietà di mele che porterà, come prima conseguenza, ad un più rapido ricambio delle cultivar sul mercato, fatta salva la quota destinata agli “estimatori irriducibili”. Difficilmente, ad esempio, si potrà assistere ad una stagione duratura e redditizia come quella che ha contraddistinto finora la Golden Delicius. In questo quadro in costante evoluzione si stanno affacciando anche varietà nuove che, oltre a rispondere agli indi- Le attuali selezioni hanno dimostrato, oltre alla resistenza alla ticchiolatura, di poter reggere il confronto con quelle normalmente coltivate sotto il profilo tecnico-agronomico e sensoriale. Unico aspetto negativo: il carattere resistenza è sostenuto da un solo gene. Golden Orange in piena produzione spensabili requisiti agronomici e organolettici richiesti, hanno per prerogativa la caratteristica di essere resistenti alla ticchiolatura. Sono varietà selezionate, anche in tempi recenti, con l’intento di coprire il gap qualitativo inizialmente dimostrato dalle varietà resistenti alla ticchiolatura nei confronti delle cultivar standard. Tecnici in visita alla stazione CReSO di Manta (CN) può essere paragonata, pur con i dovuti distinguo, alla ticchiolatura del melo in relazione ai danni potenziali ed all’impegno richiesto per la difesa. Il fatto che in un settore strettamente legato alla tipicità del prodotto ed alle tradizione locali si siano aperte le porte a vitigni con caratteri di resistenza alla più diffusa crittogama, è da considerarsi un notevole passo in avanti nella direzione della riduzione dell’uso dei fitofarmaci, con tutte le positive implicazioni collegate. La diffusione di varietà resistenti alle principali malattie, sia per il settore frutticolo come per altri settori, potrebbe essere un’efficace risposta alle legittime istanze sollevate da più parti per una reale riduzione dell’impatto ambientale che l’attività agricola comporta, consentendo una riduzione drastica dei trattamenti, specie nelle situazioni di elevata conflittualità (centri abitati, aree ricreative, strade a forte percorrenza...). Inoltre, in particolar modo nelle aree coltivate in forte pendenza, il venir meno della frequente necessità di trattare tempestivamente, anche in situazioni ambientali avverse, può contribuire a diminuire sensibilmente il rischio di incidenti agricoli. Oltre a quanto esposto non sono da trascurare, in sede di valutazione complessiva nella scelta di una varietà ticchiolatura-resistente, i minori costi di produzione dovuti alla drastica riduzione degli interventi fitosanitari richiesti. proposte operative A seguito delle considerazioni sopra esposte, un gruppo di tecnici composto, oltre che dagli scriventi, da tecnici della Fondazione E. Mach di S. Michele a/ Adige (Tommaso Pantezzi, Pierluigi Magnago, Alex Bertolini) si è posto l’obiettivo di verificare la possibilità di proporre l’adozione di cultivar resistenti alla ticchiolatura di più recente introduzione nelle nostre realtà frutticole. Sono stati contattati agricoltori e responsabili commerciali locali per verificare la loro disponibilità nell’avviare un progetto pilota che prevede la messa a dimora di piante delle varietà resistenti alla ticchiolatura attualmente più promettenti (Crimson Crisp, Da- TERRA TRENTINA 9/2009 Le prospettive future Le attuali selezioni di cultivar ticchiolatura – resistenti hanno dimostrato di poter reggere il confronto, sotto il profilo tecnico-agronomico e sensoriale, con quelle normalmente coltivate. La loro caratteristica di resistenza alla ticchiolatura diventa un elemento aggiuntivo che valorizza ulteriormente le qualità intrinseche della mela e non rappresenta il solo requisito che ne giustifichi la scelta. In definitiva i tempi sono maturi per l’inserimento delle varietà ticchiolatura resistenti nel novero delle proposte varietali per dare una valida opportunità a chi desidera rivedere l’attuale impostazione delle linee di difesa fitosanitaria. Il miglioramento qualitativo delle varietà ticchiolatura-resistenti in questi ultimi anni è stato tale che alcuni autorevoli personaggi del settore (uno per tutti il prof. Sansavini – “Liste varietali fruttiferi 2008”), ipotizza che in prossimo futuro tali varietà contribuiranno in maniera determinante al cambiamento dell’attuale assortimento varietale melicolo. Nel settore viticolo, particolarmente sensibile al discorso della qualità della produzioni, in sintonia con quanto accade nel resto d’Europa, sono state introdotte nel “Registro nazionale delle varietà di vite” due nuovi vitigni, Bronner e Regent, resistenti alla peronospora. Tale crittogama considerata la principale malattia fungina che colpisce la vite 29 EDITORIALE FRUTTICOLTURA BIO linette Choupette...). Le prime risposte avute nei territori maggiormente vocati, non sempre sono stati incoraggianti ed all’altezza delle generali aspettative ed hanno lasciato intendere una radicata diffidenza verso proposte che, pur ritenute interessanti, non sono in linea con l’attuale impostazione produttiva e commerciale. Interesse invece è stato manifestato da produttori biologici e cooperative di altre zone frutticole provinciali. Nell’ambito di tale iniziativa sono stati contattati diversi tecnici di altre Regioni per avere un quadro più completo dell’attuale situazione in questo settore e raccogliere maggiori ragguagli tecnici sulle varietà resistenti di recente introduzione. TERRA TRENTINA 9/2009 Visita a realtà frutticole del cuneese Al fine di approfondire l’argomento, è stata organizzata una visita presso il CReSO (Centro Ricerche per la Frutticoltura) di Manta, nel cuneese, in occasione della giornata di “Presentazione delle più recenti cultivar di melo resisitenti alla ticchiolatura” dove sono stati illustrati i dati produt- tivi e qualitativi della varietà in osservazione presso l’azienda annessa al centro. Sono state prese in considerazione varietà già diffuse (Gold Rush, Golden Orange, Topas...), altre di nuova introduzione (Modì, Dalinette Choupette, Crimson Crisp) e altre ancora in osservazione (Luna, Juliet, Sirius, Collina..). In linea di massima sono state espresse, da relatori e partecipanti, parole di incoraggiamento verso queste varietà che si ritiene possano fornire una risposta adeguata, oltre che sotto il profilo sanitario, anche sotto l’aspetto merceologico e commerciale. Rimane la perplessità sulla persistenza nel tempo del fattore di resistenza, legato per lo più ad un unico gene (gene Vf) acquisito dalla varietà nel corso dei vari incroci attraverso i quali è stata costituita. Vi è infatti l’ipotetico rischio che, in situazioni di forte pressione del patogeno dovuta a particolari condizioni ambientali, la resistenza possa essere aggirata da parte di particolari razze di ticchiolatura (Razza 6 e 7) in grado di superare la resistenza mono-genetica. Al fine di superare tale rischio, la ricerca è indirizzata a proseguire 30 Titolare e visitatori nell’azienda biologica Bunino nel lavoro di selezione di cultivar a resistenza poligenica orizzontale che dovrebbero dare maggiore sicurezza nel mantenimento dei caratteri di resistenza. A conclusione dei lavori in aula, è stata effettuata una visita all’impianto di Crimson Crisp presso l’azienda frutticola biologica gestita da Sergio Bunino e familiari. Il frutteto di 3.000 mq allevato su portainnesto M9 (selezione Pajam 1) ed attualmente al quinto anno di impianto (sesta foglia), presenta piante ben sviluppate, con un buon carico produttivo stimato attorno ai 25 Kg/pianta. I frutti di colore rosso brillante, esteso ed uniforme, con la parte non esposta giallo - paglierino, si presentano omogenei e di pezzatura media. La polpa è soda, croccante, succosa, aromatica, caratteristiche che conferiscono alla mela un sapore equilibrato. La particolarità di questa cultivar, oltre ad avere un peso specifico elevato, è quella di presentare un’allegagione monocorimbo, vale a dire la formazione di un frutto, massimo due, per mazzetto fiorale. Questa particolare predisposizione naturale alla regolazione della produzione fa sì che non si rendano necessari interventi di diradamento nè in fase di fioritura nè manuali in presenza dei frutticini ed inoltre garantisce negli anni una costante carica produttiva. Crimson Crisp, oltre alla resistenza alla ticchiolatura, manifesta in quegli ambienti scarsa predisposizione agli attacchi di oidio. L’epoca di maturazione anticipa di circa 5 giorni quella di Golden Delicius. Altra cultivar ticchiolatura resistente che trova consenso tra gli sperimentatori ed i produttori della zona e la Dalinette Choupette, con epoca di maturazione posticipata di 3 settimane circa la Golden delicius. Il frutto si pre- senta di pezzatura medio-grossa, di colore rosso violaceo ad elevata conservabilità. La polpa è soda, croccante, succosa, di un buon sapore acidulo-aromatico. La pianta è di facile gestione e ben predisposta a produrre con continuità. Questa varietà, grazie alle sue qualità organolettiche, trova al momento molti estimatori in Francia tanto che l’attuale offerta insufficiente, ha fatto salire le quotazioni ben oltre i prezzi usuali. Tra le varietà emergenti nel campo delle cultivar resistenti alla ticchiolatura va citata Modì, varietà disponibile all’interno di un club specifico di coltivazione, Modì Europa, che fa capo al consorzio C.I.V. Modì viene raccolta una settimana prima di Golden delicius, si presenta di colore rosso intenso, poco striato. Di pezzatura media e forma allungata, il frutto presenta una polpa soda, croccante, di sapore equilibrato. La pianta, di vigore contenuto, è caratterizzata da una produttività elevata e costante. Sono in corso valutazioni da parte dei tecnici per impostare, anche in Trentino, una prova dimostrativa di coltivazione in pieno campo, in diversi ambienti produttivi, delle varità ticchiolatura resistenti più interessanti. Per questa ragione sono state contattate aziende frutticole Particolare della produzione di Crimson Crisp biologiche che nella primavera 2010 metteranno a dimora astoni delle varietà resistenti summenzionate allo scopo di poter effettuare rilievi e valutazioni sul posto. Rimane sottinteso che, pur operando in questa prima fase nell’ambito di una gestione biologica, le esperienze ed i dati raccolti potranno avere una ricaduta per tutto il mondo frutticolo locale. ❍ La Fondazione dei Bellat di Borgo Valsugana ha messo anche quest’anno a disposizione dei produttori di mais da polenta Caldonazzo Spin un locale attrezzato per l’essiccazione della granella e la sua conservazione in silo fino al momento della molitura. Il locale si trova all’interno del fabbricato centrale dell’azienda Spagolle. ❍ L’idrovora di Mattarello è stata completa- ta e collaudata in settembre e sarà inaugurata entro novembre 2009. Il controllo ha riguardato in particolare il funzionamento delle tre pompe della capacità singola di sollevamento di 2500 litri di acqua al secondo. Il manufatto serve un bacino di 2 mila ettari che comprendono l’area di Trento sud ed il versante che scende dalla Marzola. Il funzionamento dell’idrovora è completamente automatizzato. TERRA TRENTINA 9/2009 Brevi 31 INSETTI PERICOLOSI È ormai presente stabilmente soprattutto nel Trentino sud-occidentale La biologia della zanzara tigre Uberto Ferrarese TERRA TRENTINA 9/2009 Entomologo ambientale – Padova 32 Come tutte le zanzare, anche Aedes albopictus si sviluppa attraverso stadi preimaginali (uova, larve e pupe) acquatici. Le uova vengono deposte poco sopra la superficie dell’acqua, ai bordi di piccole raccolte o sulla vegetazione, e schiudono quando vengono sommerse. Le fasi di sviluppo larvale (“età”) sono quattro e ad esse fa seguito lo stadio di pupa, da cui, dopo circa 48 ore sfarfallerà l’insetto adulto, abbandonando sull’acqua l’involucro (esuvia) pupale. Alle nostre latitudini l’intero ciclo descritto può durare 1-3 settimane, a seconda della temperatura. L’accoppiamento può avvenire già due o tre giorni dopo lo sfarfallamento e immediatamente dopo la femmina può effettuare il primo pasto di sangue, necessario alla maturazione delle uova. Il periodo che intercorre tra il pasto di sangue e la deposizione delle uova è di 3-5 giorni. Ogni femmina depone in media 40-80 uova dopo ciascun pasto di sangue. La durata del periodo di sopravvivenza in natura è valutato intorno alle due tre settimane. Ae. albopictus punge (per quanto esposto sopra solo le femmine lo fanno) quasi esclusivamente di giorno, con picchi nella mattinata e nella parte centrale e finale del pomeriggio. Punge inoltre preferibilmente all’aperto, ma può spingersi anche all’interno delle case quando il livello dell’infestazione è alto. In Trentino è stata portata all’interno di copertoni d’auto provenienti dagli USA. La conoscenza delle fasi di sviluppo e delle modalità di vita dell’insetto aiutano a capire i suggerimenti forniti dagli esperti per prevenire o rallentare la sua diffusione. Può trasmettere gravi malattie. Adulto di zanzara Punge prevalentemente i mammiferi, con un alto grado di antropofilia, ma non disdegna uccelli e altri animali. Vola vicino al suolo e si riposa tra la vegetazione. In Italia le prime uova possono schiudere talvolta già in aprile (con un fotoperiodo superiore alle 13 ore e una temperatura minima non minore di 10 °C), ma in certe zone con clima particolarmente mite tale schiusa può continuare anche in inverno. Il periodo in cui si possono trovare adulti va per lo più da verso la metà di maggio alla fine di ottobre-primi di novembre, ma in queste stesse zone a clima mite può proseguire anche in inverno. Nell’Alto Garda è stato possibile verificare la presenza di adulti già nella seconda metà di aprile (osservazione diretta dell’autore nel 2007). In settembre cominciano ad essere deposte, sempre con le modalità descritte sopra, le prime uova diapausanti (fotoperiodiche), la cui deposizione proseguirà con un ritmo via via maggiore. Tali uova sono destinate a superare l’inverno. Fino ad ora larve e pupe di Ae. albopictus sono state trovate solo in piccole raccolte d’acqua (copertoni, tombini, bidoni, sottovasi, con- tenitori abbandonati, carie degli alberi, etc.), con basso contenuto di sostanza organica. Ciò è in relazione al fatto che, nell’areale originario, questa specie si sviluppa in ambienti come i tronchi di bambù spezzati e riempiti d’acqua o come le piccole raccolte d’acqua che si formano nelle ascelle fogliari di varie piante. La durata del ciclo di sviluppo larvale varia in relazione, oltre che alla temperatura, alle dimensioni del focolaio, alla disponibilità di cibo etc.. Il numero di generazioni annuo varia anche in relazione alle variazioni del livello dell’acqua, per cause naturali (piogge) o artificiali. In Italia la diffusione primaria di Ae. albopictus è sostanzialmente legata al trasporto passivo di uova deposte sulle pareti interne di pneumatici usati, il cui commercio è molto diffuso nel nostro paese. Un’attività a rischio per l’importazione e la diffusione di questa zanzara è anche quella florovivaistica, nell’ambito della quale possono essere importati stadi preimaginali di questa specie in piccole raccolte d’acqua collegate alla coltivazione di specie particolari (per esempio il tronchetto della felicità, come avvenuto in Olanda nel 2006) o adulti (con fiori secchi). È stato ipotizzato che anche il trasporto passivo di alate all’interno di autovetture possa avere un ruolo nella diffusione di questa specie. In una prima fase la colonizzazione degli ambienti adatti avviene od opera di pochi individui e durante i primi anni l’infestazione passa inosservata, perché circoscritta ad aree limitate e con livelli di molestia trascurabili. La capacità di diffusione dai focolai larvali attraverso il volo degli adulti è abbastanza modesta ed è stata valutata intorno ai 2-2,5 km annui, nella direzione dei venti dominanti. Solo quando la densità di popolazione diviene sufficientemente elevata e comincia a interessare i tombini del sistema di raccolta delle acque superficiali il livello di molestia diventa così elevato da rendere manifesta l’infestazione. L’areale di distribuzione originario di questa specie comprende tutto il sudest asiatico, dall’India al Giappone, e la maggior parte delle isole dell’Oceano Indiano, dal Madagascar alla Nuova Guinea. Nella seconda metà di questo secolo esso si è esteso, dapprima alle Hawaii e alle isole del Pacifico del sud e poi, negli anni ’80, agli Stati Uniti, al Messico e al Brasile. In Europa i primi paesi in cui sono state segnalate colonie stabili dell’insetto sono l’Albania e l’Italia. Successivamente si sono aggiunti il Montenegro, la Francia, la Svizzera, la Serbia, la Slovenia, la Spagna, il Belgio e più recentemente l’Olanda e la Germania. Per quanto riguarda il nostro Paese è sta- TERRA TRENTINA 9/2009 Larva to dimostrato che in uno dei due focolai iniziali, scoperti all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, l’infestazione proveniva da carichi di copertoni usati importati dagli Stati Uniti. Dal punto di vista sanitario Aedes albopictus è ritenuto un importante vettore del virus della Dengue, del virus Chikungunya e di altri arbovirus compreso quello della West Nile Desease (WND). La Dengue non è endemica in Italia e il pericolo di epidemia è quindi abbastanza remoto, ma non impossibile in presenza di un’alta densità del vettore. Tale valutazione si faceva fino allo scorso anno anche per la probabilità di epidemia di Chikungunya. Dopo la scoperta di alcuni focolai del virus in alcuni comuni dell’Emilia-Romagna nell’estate 2007, che sono stati circoscritti con una certa difficoltà, si è avuta la prova della concreta possibilità di innesco di un’epidemia di influenza causata da questo virus (e per analogia quindi anche del virus della Dengue), in seguito all’arrivo in zone ad alta densità di zanzara tigre di individui viremici dalle zone endemiche. Nel 2008 si sono verificati in Italia i primi due casi umani di WND, i cui vettori sono in prevalenza zanzare del genere Culex, ma anche altre specie, tra cui Ae. albopictus, possono svolgere questo ruolo. Accertata è anche la possibilità di trasmissione da parte di quest’ultima specie della filaria del cane Dirofilaria immitis (e di Dirofilaria repens). L’aspetto sanitario attualmente più importante nel nostro paese è però ancora rappresentato dai gravi fenomeni di molestia causati dall’insetto, che punge di giorno (talvolta con produzione di pomfi pruriginosi, spesso emorragici) rendendo difficile e talvolta impossibile lo svolgimento di attività lavorative o del tempo libero all’aperto, particolarmente in aree urbane con presenza di verde. 33 INSETTI PERICOLOSI L’ESPERTO RISPONDE ALLE VOSTRE DOMANDE Come si distingue la zanzara tigre dalle altre zanzare? Generalmente la zanzara tigre ha dimensioni comprese tra i 4 e i 10 millimetri simili alla zanzara comune nostrana. Il suo corpo è nero con bande trasversali bianche sulle zampe e sull’addome, inoltre una striscia bianca le solca il dorso e il capo. A distinguere le due zanzare non è solo l’aspetto: zanzara tigre infatti è più veloce nel volo, più aggressiva e punge anche in pieno giorno soprattutto nelle ore fresche e all’ombra. TERRA TRENTINA 9/2009 Quali sono i luoghi maggiormente frequentati dalla zanzara tigre? Gli adulti di zanzara tigre generalmente preferiscono spazi aperti, al riparo negli ambienti freschi e ombreggiati soprattutto tra l’erba alta, le siepi e gli arbusti. Negli ultimi anni sono però cresciute le segnalazioni anche in zone assolate come i parcheggi dei supermercati o le aree industriali in cui ci sono pochi alberi. 34 Quali sono le fasce orarie in cui si concentrano gli attacchi all’uomo? Il picco di attività della zanzara tigre si osserva in piena estate ed è concentrato nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio. Si tratta infatti di un insetto molto aggressivo, che punge soprattutto nelle ore più fresche della giornata, al mattino presto e al tramonto. La massima densità numerica della popolazione adulta di zanzara tigre si osserva generalmente tra metà agosto e metà settembre, ma la sua presenza si inizia ad avvertire da aprile e arriva fin quasi a novembre. Bicchieri, sottovasi o stagni. Quali sono i luoghi preferiti dalla zanzara tigre per deporre le uova? La chiave dell’enorme capacità di diffusione della zanzara tigre è dovuta al fatto che le bastano piccole raccolte d’acqua per la deposizione delle uova. Nei centri abitati l’infestazione di Aedes albopictus è associata, sul suolo pubblico, ai tombini e alle bocche di lupo per lo sgrondo dell’acqua piovana delle strade. Tuttavia, un ruolo determinante nella diffusione e nello sviluppo delle infestazioni viene giocato da focolai che si trovano in aree private, come ad esempio: • caditoie e tombini pluviali • bottiglie • barattoli • lattine • bicchieri • annaffiatoi • secchi e bacinelle • sottovasi • bidoni e vasche • teli di plastica che coprono cumuli di materiali • abbeveratoi per animali • grondaie otturate • pneumatici • anfore Quante uova può deporre una femmina nel corso della sua vita? Secondo quanto osservato in laboratorio in condizioni ottimali, ogni femmina è in grado di deporre, in una stagione, un totale di 350-450 uova in 7 cicli consecutivi. A partire da circa 60 ore dopo il pasto di sangue le femmine di zanzara tigre depongono tra le 40 e le 80 uova, disponendole singolarmente appena sopra il livello dell’acqua. La femmina di Aedes, responsabile delle punture all’uomo, può compiere diversi pasti di sangue a distanza di 3-5 giorni uno dall’altro e in condizioni ottimali può vivere anche più di 40 giorni. Quanti giorni sono necessari per lo sviluppo di un individuo adulto capace di attaccare l’uomo? In primavera e autunno, dalla deposizione delle uova fino allo sfarfallamento dell’adulto passano in media 15-20 giorni, mentre in piena estate questo periodo si accorcia a soli 6-8 giorni. Grazie a raffinati meccanismi bio-fisiologici, le uova di Zanzara Tigre possono sopravvivere in forma quiescente anche durante il freddo invernale e i periodi di siccità. Una umidità del 60-70% e temperature di 25°C sono sufficienti a far sopravvivere circa un quarto delle uova deposte per 4 mesi. Da osservazioni di laboratorio è risultato che le uova sono capaci di sopravvivere a -10°C per 24 ore. Basta però che le uova siano sommerse anche in una minima quantità d’acqua per un’ora, a temperature miti, per schiudersi. La zanzara tigre è in grado di spostarsi dal suo luogo di nascita? Tradizionalmente, si riteneva che la zanzara tigre non si spostasse più di poche decine di metri. Studi recenti svolti in Emilia-Romagna dimostrano al contrario che è capace di effettuare spostamenti anche Cosa bisogna fare per difendersi dalla zanzara tigre? Quali sono i comportamenti corretti e quelli scorretti? La zanzara tigre ama l’acqua, dove si sviluppano le sue larve, anche in piccole quantità. Le sue uova, deposte in luoghi asciutti, sono capaci di svernare perfino in un sottovaso! È poi sufficiente che, quando le temperature si alzano in primavera, siano ricoperte da una minima quantità d’acqua per schiudersi. Se il ristagno persiste per almeno 7 giorni, il ciclo si completerà e nasceranno nuovi adulti. Bisogna quindi evitare qualsiasi ristagno. Tutti gli ambienti dove sono presenti le larve vanno trattati da aprile a novembre, con prodotti larvicidi acquistabili in farmacia, seguendo accuratamente le indicazioni riportate in etichetta. Cosa fare: • pulire accuratamente i tombini e le zone di scolo e ristagno, trattarli regolarmente e quando possibile coprirli con una zanzariera • eliminare i sottovasi e ove non è possibile evitare il ristagno d’acqua al loro interno • controllare periodicamente le grondaie mantenendole pulite e non ostruite • evitare la formazione di qualsiasi raccolta di acqua stagnante tenere pulite fontane e vasche ornamentali, eventualmente introducendo pesci rossi che sono predatori delle larve di zanzara tigre • svuotare settimanalmente nel suolo e tenere puliti gli abbeveratoi e le ciotole per l’acqua degli animali domestici • coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana con coperchi ermetici, teli o zanzariere ben tese informare i vicini e i conoscenti sui corretti comportamenti mettere, quando possibile, zanzariere sui pozzetti cosa NON fare: • accumulare copertoni e altri contenitori che possono raccogliere anche piccole quantità d’acqua stagnante • lasciare gli annaffiatoi e i secchi con l’apertura rivolta verso l’alto utilizzare i sottovasi • lasciare le piscine gonfiabili e altri giochi pieni d’acqua per più giorni • lasciare che l’acqua ristagni sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiali e legna • svuotare nei tombini gli abbeveratoi, i sottovasi e qualsiasi altro contenitore d’acqua. TERRA TRENTINA 9/2009 di centinaia di metri, avvicinandosi al chilometro. A volte, grazie all’azione del vento, la zanzara tigre può andare anche più lontano, anche se non riesce mai a volare oltre un chilometro dal luogo di origine. La dispersione tra zone limitrofe può essere favorita dalla presenza di aree verdi nei quartieri residenziali con case e abitazioni singole con giardino. Questi spazi possono rappresentare, infatti, dei veri e propri “corridoi ecologici”. Nelle zone dove sono presenti palazzi e condomini, le zanzare sono capaci di raggiungere anche appartamenti al ventesimo piano. Grazie al trasporto passivo offerto da macchine e camion, gli adulti possono diffondersi anche a distanze ben superiori al chilometro e colonizzare aree molto lontane da quella di origine. 35 NOTIZIE da “Europa Direct Trentino” Fondazione Edmund Mach Istituto Agrario San Michele all’Adige a cura di Silvia Ceschini e Giancarlo Orsingher TERRA TRENTINA 9/2009 EUROPA IN 23 LINGUE, PREMIATI I VINCITORI 36 Giuliana Bassetti, Michela Menguzzo e Carmelo La Rosa sono i tre vincitori de “L’Europa in 23 lingue”, il concorso a premi organizzato a Pergine Valsugana da Europe Direct Trentino in occasione della “Giornata europea delle lingue”. 78 sono stati i cittadini che nel corso del mese di settembre si sono cimentati nella “caccia al tesoro” che li ha portati ad associare alle rispettive lingue ufficiali dell’UE le 23 parole nascoste sulle locandine affisse nei negozi del centro storico della cittadina che ospita il centro Europe Direct. Dopo che nel corso della mattinata era stato allestito lo stand del mercato europeo delle lingue con gadget europei per tutti i partecipanti al concorso, nel pomeriggio di sabato 26 settembre – Giornata europea delle lingue – è avvenuta l’estrazione del vincitori fra tutti coloro che sono riusciti ad accoppiare correttamente almeno dieci parole alle rispettive lingue ufficiali dell’UE. Sul palco, assieme allo Europe Direct e al coro Castel Pergine che ha allietato il pubblico con canzoni in alcune lingue straniere, i rappresentanti dei partner del progetto: Giorgio Girardi, assessore al commercio del Comune di Pergine, Mauro De Manincor, direttore della Cassa Rurale di Pergine e Jim Crittenden della scuola di lingue CLM Bell. Ai tre vincitori vanno altrettanti corsi di lingue straniere del valore di 750 euro ciascuno. GLI STATI MEMBRI RESTITUISCONO 214,6 MILIONI DI FONDI PAC Diciannove stati membri dovranno rimborsare alla Commissione europea un importo totale di 214,6 milioni di euro per spese irregolarmente sostenute nell’ambito della Politica Agricola Comune. I paesi più colpiti sono la Francia che dovrà restituire circa 70 milioni di euro principalmente per l’errata applicazione delle sanzioni nel settore della condizionalità e la Spagna con 31,7 milioni di euro per gli insufficienti controlli nel settore della produzione d’olio d’oliva. Per una volta l’Italia non rientra tra gli Stati membri particolarmente indisciplinati! COMMISSIONE, FISCHER BOEL ALL’ ULTIMO MANDATO? Dopo un mandato di cinque anni come commissario europeo all’agricoltura, Mariann Fischer Boel ha confermato che non sarà “candidata” per un nuovo mandato a questo posto. La signora Fischer Boel ha dichiarato di aver preso questa decisione vari mesi fa e ha garantito che la crisi del latte non ha in alcun modo influenzato la sua scelta. A questo stadio, solo l’ex ministro dell’agricoltura rumeno, Dacian Ciolos, si è mostrato interessato dal portafoglio di commissario all’agricoltura. Fischer Boel ha riconosciuto che il peso degli anni l’ha fortemente spinta a non proseguire questa carriera: ministro dell’agricoltura nel suo paese (tra il 2001 e il 2004) ha oggi 66 anni. CLIMA E AGRICOLTURA Martedì 15 settembre, in Svezia, durante la loro riunione informale, i ministri europei dell’agricoltura hanno discusso dell’influenza del cambiamento climatico sull’agricoltura e del ruolo che l’agricoltura può svolgere nella lotta contro questo fenomeno. È emerso un consenso abbastanza ampio sulla necessità, per il mondo agricolo, di ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra, per contribuire agli obiettivi dell’UE in questa materia, con idee svariate per migliorare le misure attuali o prevederne altre. Ma nessun ministro ha chiesto che si impongano agli agricoltori obiettivi precisi e costrittivi. I paesi del Sud dell’Europa hanno insistito molto sul problema della penuria d’acqua. AMBIENTE, RATIFICA UNIVERSALE DEL PROTOCOLLO DI MONTREAL L’Unione europea apprezza la ratifica universale del Protocollo di Montreal sulle sostanze che impoveriscono la fascia di ozono nell’atmosfera, che era ormai acquisita, dato che Timor-Leste si è associata alla comunità dei paesi che hanno ratificato questo strumento internazionale. L’annuncio di questo progresso da parte delle Nazioni Unite è coinciso con la giornata internazionale per la protezione della fascia di ozono. Anche il commissario europeo all’ambiente, Stavros Dimas, si è rallegrato della notizia, che gli è sembrata di buon augurio per la conclusione di un accordo mondiale sul clima, in dicembre, a Copenaghen. COMMISSIONE IN AIUTO AL SETTORE LATTIERO-CASEARIO Un albergo in Irlanda, un’impresa di ceramica in Italia e un produttore di tinte e vernici nella regione parigina sono i tre vincitori del primo concorso sulla comunicazione dell’etichetta ecologica comunitaria (l“Ecolabel”), organizzato dalla Direzione generale Ambiente della Commissione europea. Il premio a chi ha meglio comunicato ai cittadini l’esistenza e l’importanza del marchio ecologico comunitario – il fiore con le dodici stelle che individua i prodotti e i sevizi che hanno particolarmente a cuore l’ambiente – è stato assegnato il 23 settembre a Bruxelles da una giuria composta da esperti in ambiente e in comunicazione. Il Bush Hotel di Carrik-on-Shannon (nella contea irlandese di Leitrim) è stato premiato nella categoria dei “servizi”, mentre nella categoria “prodotti” si è aggiudicato il premio la Ceramic title maker, impresa di Modena premiata per la qualità e la pertinenza dei suoi opuscoli pubblicitari e per l’utilizzo efficace del marchio. Aiuti temporanei ai produttori contro la crisi del mercato, capacità di intervento in condizioni di particolare urgenza, modifiche del regime delle quote latte: sono queste alcune delle misure previste nel pacchetto di interventi da attuare a breve termine per garantire le prospettive future del settore lattiero, appena presentato al Parlamento europeo. Tra le misure più importanti, quella che permette agli Stati dell’UE di versare ai produttori aiuti temporanei fino a un massimo di 15 000 euro. La Commissione europea che ha preparato il testo propone inoltre di applicare al settore lattiero una clausola di urgenza come quella già in vigore per altri settori agricoli, che permette di reagire più rapidamente a eventuali turbative del mercato. Altro punto chiave: una modifica del funzionamento dei regimi di acquisto delle quote da parte degli Stati membri dell’UE. Attualmente essi possono “acquistare” quote latte dai produttori, a fini di ristrutturazione, e versarle nella riserva nazionale, la quale fa parte TERRA TRENTINA 9/2009 ECOLABEL, PREMIATA ANCHE UNA DITTA ITALIANA 37 NOTIZIE della quota complessiva dello Stato. In caso di superamento della quota da parte di singoli produttori, senza tuttavia che ci sia un superamento della quota nazionale nel suo insieme, il prelievo supplementare non si applica. Tuttavia, se lo Stato in questione decide la riscossione del prelievo supplementare, la parte corrispondente alla quota acquistata dallo Stato stesso può essere utilizzata per la ristrutturazione del settore. CONSULTAZIONE SULLA BIBLIOTECA DIGITALE La Commissione europea ha lanciato una consulta- zione pubblica sul futuro di Europeana, la biblioteca digitale multilingue dell’Europa (www.europeana.eu) e sul futuro della digitalizzazione dei libri. Sedici sono le domande poste (in inglese, francese e tedesco) dalla Commissione e riguardano, ad esempio, in che modo le opere digitalizzate possono essere rese accessibili a tutti gli europei, oppure come si dovrebbe rafforzare la cooperazione con gli editori per quanto riguarda le opere soggette al diritto d’autore, o ancora se sarebbe auspicabile creare registri europei delle opere esaurite e infine come finanziare Europeana nel lungo periodo. La consultazione si concluderà il 15 novembre, http://ec.europa.eu/information_society/activities/ digital_libraries/index_en.htm TERRA TRENTINA 9/2009 Tecnica flash 38 ❍ Per eliminare il batterio Stafilococco che può inquinare il latte e i formaggi di malga causando disturbi gravi nelle persone che consumano il prodotto, i casari hanno seguito i consigli del Servizio veterinario della Provincia di Trento. - Conservare il latte appena munto al di sotto di 8 gradi centigradi. - Aggiungere al latte 100 grammi di yogurt per 1 ettolitro di latte. I batteri dello yogurt distruggono il lattosio contenuto nel latte inquinato che rappresenta il nutrimento base dello Stafilococco. va dimostrativa di contenimento della mosca delle ciliegie mediante copertura delle piante con reti a maglia sottile che arrivano fino a terra. L’esperimento è durato 3 anni ed è stato realizzato su un impianto di ciliegi a taglia bassa dotato di copertura anti-pioggia. La conclusione è solo parzialmente positiva. L’efficacia della copertura nel ridurre od annullare il danno della mosca è evidente, ma la messa in opera comporta spese di materiale e di manodopera superiori al beneficio economico derivante dal mancato danno. ❍ Gli uccelli che hanno occupato i nidi artificiali posti nei frutteti e/o vigneti per incentivare il controllo biologico degli insetti dannosi hanno completato il ciclo riproduttivo. I nidi vanno pertanto ripuliti e liberati di tutto il materiale organico. Non è necessaria alcuna disinfezione. La pulizia va effettuata prima che arrivi il freddo. Con l’avvicinarsi dell’inverno, dice il naturalista Sergio Abram, nei nidi trovano rifugio altre specie di insetti predatori, utili all’agricoltura, quali Coccinelle e Crisope. Una pulizia ritardata li allontanerebbe dal rifugio invernale. ❍ “Guida all’impiego dei prodotti fitosanitari” è il titolo di un manuale curato dal Servizio vigilanza e promozione delle attività agricole della Provincia di Trento. I testi sono stati predisposti in base alla personale competenza da Gastone Dallago del Centro per il trasferimento tecnologico della Fondazione Mach, Dario Uber, medico dell’Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Azienda per i servizi sanitari e da Lorenza Tessari, responsabile dell’Ufficio fitosanitario provinciale che ha curato anche il coordinamento redazionale. Il libro è stato stampato in 8 mila copie ed è disponibile presso gli uffici periferici dell’Assessorato provinciale all’agricoltura e/o del centro per il trasferimento tecnologico della Fondazione Mach. ❍ L’Ufficio per le produzioni biologiche della Provincia di Trento ha concluso in Alta Val di Non, zona Salobbi, una pro- Istituto Agrario di S. Michele all’Adige NOTIZIE Notizie dalla Fondazione Edmund Mach a cura di Silvia Ceschini eCoLoGIa deLLe aCQUe, premIaTo rICerCaTore dI San mICHeLe Si chiama Domenico D’Alelio ed è un ricercatore dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige uno dei quattro migliori giovani ricercatori italiani nelle scienze ecologiche per l’anno 2009. In questi giorni, a Bolzano, nell’ambito del 19esimo congresso nazionale, la Società Italiana di Ecologia gli ha conferito il premio “Roberto Marchetti”. D’Alelio, classe 1976, lavora al programma biocomplessità e dinamiche degli ecosistemi del Centro ricerca e innovazione di San Michele e ha vinto l’ambito premio grazie alla relazione “Biologia di popolazione in microbi planctonici: caos, sincronie e una nuova prospettiva da una diatomea biennale”. L’argomento trattato ha riguardato uno dei paradigmi fondamentali dell’ecologia delle popolazioni naturali, ovvero la ritmicità dei cicli vitali. Si tratta della prima osservazione demografica a lungo termine su popolazioni naturali di un microorganismo, nello specifico una diatomea marina che può avere un andamento sincrono e la fase sessuale ha un ciclo strettamente biennale, in maniera del tutto simile a quanto avviene sui prati alpini nelle popolazioni di alcune piante erbacee terrestri. Il parallelo tra vette alpine e profondità marine e la discussione su tendenza al caos negli ecosistemi e ordine nelle popolazioni che li compongono, a prescindere Domenico D’Alelio dal loro livello evolutivo, hanno valso al ricercatore il prestigioso premio. Nell’ambito dell’Istituto Agrario l’attività scientifica di Domenico D’Alelio consiste nello studio delle dinamiche evolutive che regolano le popolazioni di organismi fotosintetici unicellulari (in particolare, cianobatteri d’acqua dolce). Nei prossimi anni, attraverso un approccio che integra indagini di ecofisiologia, evoluzione molecolare, storie vitali e biologia delle popolazioni, cercherà di capire quali sono i fattori critici che determinano, nei laghi sud-alpini, il crescente sviluppo di fioriture di cianobatteri tossici e potenzialmente dannosi per la salute umana. bIodIVerSITÀ In VITICoLTUra, 17 nazIonI SI ConFronTano Ricercatori provenienti da 17 nazioni si sono dati appuntamento, a San Michele all’Adige, per fare il punto sulle attività di ricerca nel settore viticolo, in particolare per creare una banca dati della biodiversità viticola al fine di garantire la conservazione dei vitigni attualmente esistenti sul pianeta. Oltre all’Italia, rappresentata dal Centro Ricerca e Innovazione dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, partecipano Austria, Azerbaidjan, Croatia, Repubblica Ceca, Cipro, Francia, Germania, Georgia, Grecia, Ungheria, Moldavia, Marocco, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svizzera. Lo scopo, in particolare, è creare una banca dati delle risorse genetiche della vite, in modo da permettere anche alle future generazioni di sfruttare i numerosi vitigni mantenuti nelle collezioni ampelografiche e consumare ancora le uve da tavola ed i vini pregiati geograficamente caratterizzati che qualificano il mercato nazionale ed europeo degli ultimi anni. È questo l’obiettivo principale del progetto europeo GrapeGen, finanziato nell’ambito del programma comunitario sulla conservazione, caratterizzazione ed utilizzo delle risorse genetiche in agricoltura che, attraverso un’ottimale conservazione e caratterizzazione di queste risorse, intende promuoverne l’utilizzo e garantire TERRA TRENTINA 9/2009 Ufficio Stampa 39 TERRA TRENTINA 9/2009 NOTIZIE 40 la competitività del settore viti-enologico. Il gruppo di San Michele, condotto dalle ricercatrici Stella Grando e Flavia Moreira, si occupa di descrivere con marcatori del DNA i vitigni presenti nelle diverse collezioni europee. Partecipa inoltre a tutte le altre unità di ri- cerca in cui si articola il progetto fornendo le descrizioni morfologiche ed agronomiche dei vitigni minori dell’area trentina, alcuni dei quali sono coltivati in prove dimostrative presso aziende locali (a cura dei ricercatori Marco Stefanini e Luca Zulini). CampaGna In SICUrezza, 220 CorSI e 7000 aGrICoLTorI CoInVoLTI In campagna la raccolta è iniziata e l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige ricorda ancora una volta ai frutticoltori gli aspetti prioritari della nuova normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono circa 7000 gli agricoltori coinvolti e più di 220 i corsi formativi per la sicurezza in frutticoltura e viticoltura organizzati fino ad oggi dal Centro Trasferimento Tecnologico di San Michele. «Ogni anno si verificano gravi incidenti e molto spesso perché non si rispettano le regole dettate dalla sicurezza» spiega Fabrizio Benvenuti, responsabile dell’unità qualità e sicurezza delle filiere agroalimentari. La nuova normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ha come riferimento il decreto legislativo 81/2008. Tutti gli agricoltori – si legge nel bollettino tecnico Iasma notizie destinato al mondo agricolo – hanno l’obbligo di utilizzare attrezzature conformi alle specifiche disposizioni di legge e munirsi dei dispositivi di protezione individuale quando previsti. Tra le attrezzature e macchinari utilizzati in un’azienda agricola sicuramente la trattrice agricola è la più importante. Ebbene, questa deve disporre dell’arco di protezione oppure della cabina omologata antischiacciamento nonché delle cinture di sicurezza. I trattori sprovvisti di questi dispositivi devono essere messi a norma rivolgendosi ad un’officina specializzata, disponibile ad eseguire e, soprattutto, a certificare tale adeguamento in ottemperanza alle norme ISPESL. Nel caso delle scale la normativa prevede che queste siano dotate dei seguenti requisiti: possedere dispositivo antisdrucciolo alle estremità inferiori; essere resistenti e costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego; nel caso delle scale di legno queste devono avere i pioli incastrati ai montanti. breVeTTaTo IL “CompoSTo proTeICo” CHe dIFende Le pIanTe I ricercatori dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige e del Volcani Centre di Israele hanno messo a punto un composto a base di proteine e idrolizzati proteici che protegge le piante dalle malattie. Il prodotto, “inventato” nell’ambito del progetto Safecrop da Ilaria Pertot e Yigal Elad, è stato recentemente brevettato da Trentino Sviluppo e risulta ora disponibile per le aziende che volessero intraprendere una sua commercializzazione. Si tratta di un prodotto sicuro per la salute, non dannoso per l’ambiente e applicabile contro diverse malattie delle piante in particolare gli oidi, noti anche come “mal bianco” in quanto portano alla formazione di una muffa polverulenta sulle foglie. È a base di proteine ed idrolizzati proteici della carne e dei legumi ed è efficace nel controllare le malattie su numerose piante. Le colture su cui è ormai stato testato con successo sono tra quelle più importanti come produzione e rappresentano alcune delle più rilevanti famiglie botaniche: fragola, vite, cetriolo e zucchino. Le piante ricevono annualmente livelli elevati di agrofarmaci, in particolare fungicidi, per poter garan- tire un livello di produzione sufficiente. Il composto brevettato è efficace al pari di uno degli agrofarmaci più vecchi ed utilizzati in ambito agrario, come lo zolfo; non lascia residui in quanto le proteine sono degradate dai microrganismi naturalmente presenti nell’ambiente: agisce inducendo una resistenza nelle piante contro le malattie e non ha quindi un effetto tossico. Per il suo contenuto in azoto, può essere anche considerato un fertilizzante fogliare e utilizzato come coadiuvante nella difesa convenzionale, ma anche in agricoltura biologica ed amatoriale in quanto privo di rischi. Il prof. Salamini è il nuovo presidente, Giovanni Gius conclude il mandato dopo oltre 11 anni. Cambio di vertice all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Il nuovo presidente è Francesco Salamini ed è stato nominato l’11 settembre scorso dalla Giunta provinciale. Il professore, uno dei massimi esperti italiani nel campo delle biotecnologie applicate al settore agroalimentare, succede a Giovanni Gius, che è stato alla guida dell’ente per oltre undici anni e al quale il presidente Dellai e l’intera Giunta provinciale hanno rivolto un sincero ringraziamento per la gestione della storica istituzione ad un tempo scientifica e formativa avente sede a San Michele, ma anche per aver gestito la delicata fase del passaggio dall’Istituto agrario all’attuale Fondazione Edmund Mach. «La scelta del professor Salamini – di cui è nota l’attività accademica e di ricerca non solo in Italia ma anche all’estero, fra l’altro come responsabile del Dipartimento di colture vegetali del Max-Planck Institut di Colonia – va nella direzione di garantire e rafforzare ulteriormente il raccordo tra la Fondazione e la rete internazionale della ricerca, senza peraltro trascurare le attività di formazione e di assistenza al sistema agricolo del Trentino» ha spiegato il presidente Lorenzo Dellai. Francesco Salamini è nato a Passaggio di consegne: il presidente Francesco Salamini tra il vicepresidente Gabriele Calliari e il direttore generale Alessandro Dini a cura di Silvia Ceschini Castelnuovo Bocca d’Adda, in provincia di Lodi, il 18 marzo 1939. Laureato in scienze agrarie, attualmente professore di tecnologie genetiche all’Università di Milano, proveniendo dal Max-Planck Institut di Colonia, ha insegnato e svolto attività di ricerca in numerose università in Italia e all’estero (in particolare negli Usa e in Germania); è stato professore ordinario alle università di Potenza, Verona e Milano e ha ricevuto la laurea honoris causa dell’Università di Bologna. Già presidente della Società italiana di genetica agraria, coordinatore del programma nazionale “Tecnologie avanzate” del Ministero dell’agricoltura, socio di prestigiose istituzioni come l’Accademia nazionale dei Lincei, l’Accademia europea di Londra, la Max-Planck Gesellschaft di Monaco, l’Accademia nazionale di Agricoltura di Bologna, l’Accademia dei Georgofili, è anche autore di circa 560 pubblicazioni di interesse generale e di settore. Il presidente Francesco Salamini ha detto che «si punterà a sviluppare San Michele in un cluster tecnologico dedicato all’agro-industria dove ricerca, trasferimento tecnologico e cre- NOTIZIE Ufficio Stampa TERRA TRENTINA 9/2009 Cambio di vertice all’Istituto Agrario 41 TERRA TRENTINA 9/2009 NOTIZIE azione di impresa concorrono a trasferire la conoscenza in valore economico». L’attenzione più alta verrà dedicata alla formazione sia a livello di scuola superiore che per l’università (scuole superiori di dottorato, corsi di laurea, master). Le strutture relative a questo sviluppo sono in parte già in costruzione. «L’Istituto Agrario in questo ultimo decennio – spiega Giovanni Gius – è cresciuto molto in termini di risorse, attività e notorietà sia in ambito nazionale che internazionale. Questo è stato reso possibile grazie al qualificato apporto di quanti con passione lavorano a San Michele, grazie all’operato di un consiglio di amministrazione che ha svolto con atti condivisi i propri compiti di indirizzo, pro- 42 A sinistra, il nuovo presidente Francesco Salamini; a destra Giovanni Gius grammazione e controllo e, non ultimo, grazie al sostegno finanziario della Provincia autonoma di Trento, che ha accompagnato l’ente in questi anni non facendo mancare stimoli e risorse. Una crescita importante, senza però mai dimenticare le proprie origini e quindi la necessità di mantenere un forte collegamento con il territorio e con la società trentina, per dare risposte concrete alle esigenze di sviluppo di un’agricoltura di qualità, attuata in un contesto ambientale difficile e delicato. Il giusto equilibrio fra tradizione ed innovazione, fra passato e futuro, è stato uno dei più importanti criteri che hanno consentito la crescita di San Michele fino a farlo divenire un consolidato punto di riferimento a livello locale e nazionale». Da killer del fegato ad elisir di giovinezza? CIBO E SALUTE Le due facce del vino Prof. Carmelo Bruno Già insegnante di chimica (ITI Buonarroti – Trento) questi alimenti e tutte le cause di mortalità. Prendendo in considerazione il consumo di tali alimenti, si è calcolata l’aderenza alla dieta mediterranea da parte delle persone, assegnando un valore uno alle persone che consumavano grandi quantità di alimenti probabilmente benefici (ad esempio frutta e verdura) e un valore zero alle persone che ne consumavano piccole quantità. Al contrario si assegnava il valore uno alle persone che facevano scarso uso di alimenti senza effetti benefici(ad esempio carne e prodotti lattiero-caseari) e valore zero a quelli che ne abusavano. Per l’alcool (etanolo) si è dato il valore uno alle persone che consumavano da 10 gr a 50 gr al giorno (da meno di 100 ml a 400 ml di vino) e valore zero per chi consumava quantità di alcool troppo basse (al di sotto di 10 gr al giorno per gli uomini) o troppo alte (maggiori di 50 gr al giorno per gli uomini). Per le donne le quantità di alcool erano ridotte da 5 gr a 25 gr al giorno. Perciò, il punteggio totale poteva andare da zero (minima aderenza alla tradizionale dieta mediterranea) a nove (massima aderenza). Si è valutato il contributo di ciascuno dei nove componenti della dieta mediterranea mettendolo in relazione inversa con tutte le cause di mortalità, cioè a dire quanto più alto è il punteggio, tanto maggiore è l’aderenza alla dieta mediterranea e tanto minore è la mortalità. Dopo 8.5 anni di sperimentazione, c’erano stati 650 morti tra i 12.000 partecipanti che avevano un basso punteggio (tra zero e quattro) e 423 morti tra i 10.000 partecipanti con un alto punteggio (da 5 in su). Si è visto che un aumento di due punti, ottenibile con un cambio realistico della dieta, è associato con una diminuzione della mortalità del 14%. Quali sono i componenti della dieta maggiormente responsabili degli effetti benefici? Moderato consumo di alcool (dà il contributo maggiore agli effetti salutari, con una diminuzione di mortalità del 24%), basso consumo di carne e derivati (diminuzione della mortalità del 17%), forte presenza di vegetali (diminuzione della mortalità del 16%), elevato apporto di acidi grassi monoinsaturi che abbondano nell’olio di oliva, alto consumo di frutta, elevato consumo di legumi (ciascuno di essi diminuisce la mortalità del 10%). Invece appare minimo il contributo salutare di cereali, latte e derivati, pesce. In sostanza, l’alto consumo di pesce, l’alto consumo di cereali, il basso consumo di prodotti TERRA TRENTINA 9/2009 È certamente vero che l’abuso dell’alcool è una piaga mondiale e che l’Organizzazione mondiale della sanità ha più volte lanciato l’allarme sui danni prodotti dall’alcool, ma è anche vero che una gran quantità di studi scientifici confermano che un uso moderato del vino può apportare molti benefici alla salute, ed è su questi che vogliamo discutere, a partire dall’influenza sulla lunghezza della vita. Facciamo riferimento ad un importante studio pubblicato quest’anno sul British Medical Journal. Si tratta di uno studio enorme che ha coinvolto circa 23.000 persone, che non presentavano problemi di cancro, malattie coronariche e diabete. Tali persone sono state seguite per 8.5 anni. La considerazione da cui sono partiti i ricercatori è la seguente: è stato dimostrato da parte di molti studi che la dieta mediterranea fa bene alla salute, Ma tra gli alimenti che la compongono quali sono i più salutari? Saranno più utili i vegetali o il pesce? Il vino o l’olio d’oliva? La frutta o i cereali? Sono stati presi in esame nove alimenti tipici della dieta mediterranea: verdura, frutta, legumi, alcool, latte e derivati, carne, pesce, olio di oliva, cereali. I ricercatori hanno valutato se c’era un’associazione inversa tra 43 TERRA TRENTINA 9/2009 CIBO E SALUTE caseari, non è associato con una diminuzione significativa della mortalità. Questo dato sul pesce è in contraddizione coi risultati di altri studi precedenti che attribuiscono al pesce valenze salutistiche. Però, gli autori fanno notare che questo dato non è significativo in quanto il campione di popolazione analizzato consumava poco pesce e quindi i risultati non danno molte informazioni in proposito. In merito ai cereali, si fa notare che sotto la voce “cereali” erano inclusi sia quelli integrali e poco raffinati (utili alla salute) sia quelli raffinati ad alto indice glicemico e ciò ha reso meno forte un possibile impatto positivo. 44 Il bicchiere di lunga vita In sostanza lo studio ha isolato il contributo che ciascun alimento dà alla riduzione di mortalità. L’alcool è quello che aiuta a vivere più a lungo, soprattutto sotto forma di vino durante i pasti, come è nella tradizione mediterranea. Il consumo ridotto di carne e quello elevato di frutta e verdura vengono dopo nella classifica dei cibi benefici. I benefici maggiori del vino si registrano a livello del sistema cardiovascolare con una riduzione di infarti e ictus. Il problema, però, è vedere quali sono le dosi che permettono di ottenere gli effetti positivi a livello cardiovascolare senza che siano annullati dai danni epatici, dall’aumento dell’incidenza dei tumori e dalle morti per incidenti. In conclusione, prendendo in esame i risultati di 34 studi si deduce da tutti che gli effetti benefici del vino si ottengono bevendo meno di 400 ml di vino al giorno, ai pasti, per gli uomini e meno di 250 ml per le donne. A queste quantità il vino produrrebbe una riduzione di mortalità del 18%. A cosa è dovuta? Ci sono gli effetti attribuibili all’alcool in sé, che produce vasodilatazione ed evita il formarsi di coaguli di sangue che possono provocare infarto e ictus. Poi c’è l’effetto derivante dagli antiossidanti, come i polifenoli. Sembra che l’effetto antiossidante del vino si esplichi nello stomaco, dove i polifenoli sarebbero in grado di neutralizzare gli effetti potenzialmente dannosi dei grassi ossidati presenti negli alimenti. Tali grassi possono provocare aterosclerosi, cancro, diabete. GLI EFFETTI BENEFICI DELLA TAVOLA Buon consumo di legumi (10%) Alto consumo di vegetali (16%) Alto consumo di olio di oliva (11%) Moderato consumo di vino (24%) Alto consumo di frutta fresca e a guscio (11%) Basso consumo di carne e derivati (17%) Il consumo di cereali, pesce, latte e formaggi ha un valore trascurabile. Le cime di rapa Iris Fontanari Molto apprezzata in cucina nei mesi autunno-invernali è la cima di rapa, un ortaggio coltivato da lungo tempo in alcune regioni dell’Italia centro-meridionale (Lazio, Campania, Puglia, Calabria ecc.) dov’è conosciutissima dai buongustai e dai gastronomi che la utilizzano in gustosi e rinomati piatti: chi non ha mai sentito parlare, infatti, delle “cime di rapa alla pugliese” o delle “cime di rapa alla romana”, per non parlare poi di tante altre deliziose pietanze come il purè di fave e fagioli, le cime bollite e condite con solo olio d’oliva oppure stufate con olio e cipolle? Sono ricette che negli ultimi decenni hanno cominciato a diffondersi anche da noi, in particolare quando si è dato inizio alla coltura di questa pianta orticola nelle varietà molto precoci e con semina anticipata. Nelle nostre vallate, infatti, la temperatura invernale tende spesso a scendere sotto lo zero e perciò, per impedire che le piantine gelino, anche la raccolta dev’essere anticipata. Chi dispone di un campo o semplicemente di un orto può riservare una parte anche per questo gustoso ortaggio, diventato ormai un ingrediente “classico” anche della nostra cucina. noTe boTanICHe La cima di rapa (Brassica campestris varietà cymosa), conosciuta anche come broccoletto di rapa o broccolo pugliese, appartiene alla famiglia delle Brassicacee ed è una pianta di origine mediterranea forse già nota ai Greci e ai Romani. È molto diversa dalla comune rapa (Brassica rapa): infatti, mentre di quest’ultima noi consumiamo la radice carnosa, della cima di rapa, che è un or- CUre CoLTUraLI Questo ortaggio cresce bene in qualsiasi suolo, purché abbastanza profondo e di medio impasto. Si consiglia, tuttavia, di spargere sul terreno, prima della vangatura oppure più tardi con le successive lavorazioni del terreno, del concime tipo solfato potassico. Per ottenere un ottimo raccolto sono indispensabili pure le irrigazioni. A seconda del clima, la semina si esegue in mesi diversi che variano da settembre fino a febbraio-marzo. Nelle regioni a clima invernale mite essa si esegue in genere scalarmente da settembre fino a febbraio, iniziando con le varietà precoci, proseguendo quindi con le semiprecoci ed in- ORTO E DINTORNI TERRA TRENTINA 9/2009 Un ortaggio per ogni mese taggio esclusivamente da foglia, si cucinano solo le infiorescenze, o “cime”, che si raccolgono prima della completa apertura dei fiori. Le infiorescenze, quando non vengono colte, si allungano e assomigliano a quelle delle altre brassicacee. La cima di rapa è una pianta erbacea con radice inizialmente a fittone, poi fascicolata, ma sempre superficiale. Il fusto è molto corto e le foglie hanno varie forme: quelle che circondano le infiorescenze, ad esempio, sono piccole, lanceolate e aderenti al gambo. Alla base di ogni foglia c’è una gemma che, dopo il taglio della “cima” principale, sviluppa, in particolare nelle varietà tardive della specie, numerose infiorescenze secondarie. Le varietà da orto sono numerose, tutte assai gustose e nutrienti. Fra le migliori ci sono: la precocissima o “quarantina” (con un ciclo di sviluppo di 40 giorni), la semiprecoce o “sessantina” (con ciclo di 60 giorni) e la pugliese tardiva o “novantina” (con ciclo di tre mesi). 45 ORTO E DINTORNI fine con quelle tardive, in modo da poter raccogliere il prodotto da ottobre fino a tutto aprile. Nelle regioni a clima invernale piuttosto rigido come la nostra la semina si può effettuare solo da settembre ad ottobre ed è opportuno seminare soltanto le varietà precoci. Tuttavia è possibile seminare anche a fine inverno, ma in questo caso il periodo di raccolta è piuttosto breve, perché le piantine vanno rapidamente in fiore. Il seme va sparso abbastanza rado, direttamente sul posto, in piccoli solchi poco profondi, distanti 30-40 cm uno dall’altro. La raccolta si esegue a mano recidendo le piante alla base quando le cime sono ben ingrossate e hanno i boccioli fiorali ancora ben chiusi. In CUCIna Le cime di rapa si consumano cotte ed entrano a far parte di svariati piatti preparati ormai in tutte le regioni italiane, benché il più noto rimanga sempre quello che le vede accompagnate alle orecchiette pugliesi. Una gustosa ricetta, forse non a tutti nota, è la seguente: cime di rapa al vino. Occorrono: un chilogrammo di cime di rapa, 3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, un bicchiere di vino bianco secco, un peperoncino piccante, sale. Pulire e lavare le cime di rapa, quindi farle scottare per circa 10 minuti in acqua bollente salata. In un capace tegame riscaldare l’olio con il peperoncino, unire le cime di rapa ben scolate, lasciarle insaporire qualche minuto ed aggiungere il vino bianco. Far evaporare il vino rimescolando di tanto in tanto, aggiungere il sale (poco) e servire. TERRA TRENTINA 9/2009 Scadenze 46 ❍ Il 22 settembre 2009 il consiglio provinciale di Trento ha approvato una modifica all’articolo 39 della legge in materia di appalti che consente ai comuni e alle amministrazioni di beni di uso civico di adottare la trattativa diretta al posto dell’asta nell’affidamento a soggetti esterni di malghe pubbliche. Il provvedimento dovrà essere completato dall’approvazione del disciplinare tecnico economico che fissa regole per la gestione del pascolo da parte degli affittuari. Il testo già predisposto dai funzionari dell’Assessorato provinciale all’agricoltura di Trento era stato in precedenza sospeso dai rappresentanti sindacali e della cooperazione che partecipano al tavolo verde. ❍ Il Servizio veterinario dell’azienda sanitaria della Provincia di Trento si avvale della prestazione d’opera di esperti apistici per eseguire un monitoraggio che ha un duplice scopo: individuare focolai di peste americana in un numero predeterminato di apiari dislocati in vari distretti del Trentino e verificare il grado di infestazione da varroa a seguito dei trattamenti eseguiti dopo la smielatura conclusiva della stagione 2009. L’indagine è iniziata nel mese di agosto. Gli esperti apistici dispongono cumulativamente di 2 mila 600 ore di lavoro retribuite dalla Provincia di Trento. ❍ Ammonta a 1,2 milioni di euro la riserva finanziaria costituita con il contributo degli agricoltori trentini associati al Codipra per liquidare i danni da avversità meteorica nei casi in cui la media degli indennizzi stabiliti dai periti nei fondi situati nello stesso comune catastale non raggiunga la soglia di accesso del 30%. Il fondo di mutualità sarà utilizzato fino ad esaurimento. Foto presa dal catalogo “I prodotti della terra. Artisti trentini fra Ottocento e Novecento” edito da EsaExpo in occasione della mostra allestita a Palazzo Roccabruna (20 novembre -18 gennaio 2009). Orazio Gaigher Autunno. Raccolta delle castagne 1910 olio su tela 45x35 collezione privata