Copia di 6f7359ec2a883146426e391c02de4332 Trento TRENTINO MERCOLEDÌ 23 MARZO 2016 ■ Indirizzo viaSanseverino,29-Trento ■ Centralino 0461/885111 ■ Fax 0461/235022 22 ■ Abbonamenti 0471/904252 ■ Pubblicità 0461/383711 ■ RadioTaxi 0461/930002 econsms 3409949655 ■ e-mail: [email protected] » La banda dei furti: quasi sessanta colpi CARABINIERI OPERAZIONE «BEDI» In sei sono finiti in carcere. Tutti (tranne uno) legati da parentela, agivano in mezzo Trentino fra slot machine e scuole di Mara Deimichei ◗ TRENTO Usavano solo strade secondarie per evitare di incappare in controlli o di far restare traccia del loro passaggio nei filmati delle telecamere. E per maggior sicurezza in alcuni casi avevano anche rubato delle auto per mettere a segno il colpo ed evitare di essere rintracciati con facilità. Non portavano mai con sè gli arnesi da scasso, ma li rubavano poco prima del furto nei cantieri evitando così, in caso di verifiche da parte delle forze dell’ordine di essere trovati con materiale «interessante». E usavano i pali - solitamente due - per poter scappare prima dell’arrivo di carabinieri e polizia. Un’organizzazione attenta e puntigliosa quella che - in base alle indagini dei carabinieri della compagnia di Riva del Garda - era stata allestita da sei persone, quasi tutte di origine sinta e quasi tutte legate fra loro da un legame di parentela. 47 i colpi che avrebbero messo a segno fra il gennaio e il dicembre dello scorso anno anche se nelle ordinanze di custodia cautelare eseguite lunedì, l’elenco ne comprende 15. Gli arrestati sono Luciano Pasquale, 55enne, Sebastiano Reichast, 31enne, Stefano Reichard, 46enne (residente in provincia di Treviso), Farfallino Pasquale 26enne e Cristian Reichard, 19enne, entrambi residenti a Comano Terme. Gli ultimi tre hanno ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere (richiesta dalla pm Affinito che ha seguito tutte le indagini e firmata dal gip Miori) in carcere. Erano stati arrestati - sempre dai carabinieri di Riva - dopo il furto a Iavrè al bar “Barbaluba”. In quell’occasione era finito nei guai anche Gabriel Budai, 18enne romeno, l’unico non legato da parentela con gli altri cinque. Ad instradare i militari verso questo gruppo (sono state denunciate anche tre persone, due sono donne) alcuni particolari. Come il fatto che dopo i furti nella zona delle Giudicarie, le telecamere non riprendevano mai la macchina in «uscita». Un elemento che ha portato a pensare che a colpire fosse gente della zona, gente che aveva una grande conoscenza del territorio e quindi la possibilità di raggiungere e di lasciare gli obiettivi usando strade secondarie. In alcuni casi pure le ciclabili. Le verifiche hanno portato prima ai due che abitano a Comano e poi la rete delle indagini si è allargata a tutta la famiglia, anche a quanti vivono a Madonna Bianca. Un lungo lavoro di raccolta di materiale e di controllo incrociato dei dati che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare. Fra i furti di cui i carabinieri accusano il gruppo (gruppo per il quale è stato prevista l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati) c’è anche quella alla canonica e alla chiesa di San Rocco, con ingenti danni e bottino pari a zero, e il tentativo di furto della cassaforte dell’Eurospin di Ravina. Ma anche all’edicola di Madonna Bianca dove (era il novembre scorso) avevano fatto tanti danni. E visto che era il terzo colpo, non si esclude che la mano fosse stata la stessa anche in precedenza. Poi ci sono i furti ai danni delle slot machine e in questi casi si innescava uno strano circuito. Perché il denaro che veniva «raccolto» nei colpi, pare venisse in parte speso proprio per tentare la fortuna alle slot. E poi - secondo i carabinieri - ci sarebbero stati una serie di furti dettati da situazioni contingenti. E quindi quando nella famiglia è nato un bambino, c’è stato il colpo in farmacia da dove sparisce solo del latte in polvere. E in questo elenco ci sarebbero anche i colpi nei supermercati per portare a casa generi alimentari, o quelli di bombole a gas ed infine quelli di benzina dai distributori. ©RIPRODUZIONE RISERVATA dalla chiesa all’edicola ‘‘ Sceglievano i loro obiettivi vicino a casa usando strade secondarie (ciclabili comprese) per evitare i controlli. E con i «pali» per dare l’allarme La mappa dei colpi che secondo i carabinieri sarebbero stati messi a segno dalla banda di sinti (foto Panato) il retroscena In un anno un bottino di almeno 150 mila euro Gli obiettivi da Fiavé a Ravina fra bar, la Posta e farmacie. Dove è sparito latte in polvere ◗ TRENTO I danni dopo il furto L’operazione i carabinieri l’hanno chiamata «Bedi» che in sinto significa forze dell’ordine ed era in segnale che i «pali» davano a chi stava mettendo a segno il furto: dovevano smettere, perché i carabinieri erano nelle vicinanze. Furti che avevano obiettivi fra i più diversi fra loro. Nell’elenco dell’Arma ci sono due colpi al cantiere comunale di Fiavé (bottino, 170 litri di gasolio), il tentato furto della cassaforte all’Eurospin di Ravina e quello riuscito alla rivendita tabacchi Viale Europa di Trento (6.000 euro il valore della merce sottratta), il furto di un’auto a l’opuscolo Dall’Arma un vademecum per difendersi dai ladri ◗ TRENTO Un nuovo pieghevole per contribuire alla prevenzione dei furti adottando comportamenti adeguati a proteggersi. Lo hanno presentato i carabinieri di Trento. Il pieghevole, come ha spiegato il comandante provinciale, colonnello Maurizio Graziano, «intende essere un ulteriore contributo alla campagna d'informazione per prevenire gli episodi e insieme per invitare a fornire al 112 eventuali informazioni, anche se non sembrano di particolare importanza». «Sono indicati alcuni comporta- menti che aiutano a prevenire eventuali furti - ha aggiunto il maggiore Giovanni Cuccurullo, comandante del reparto operativo - e invitiamo tutti a non pensare che accada sempre e solo agli altri. Ci sono indicazioni classiche, come quella di chiudere sempre a chiave le porte, di non lasciare le finestre aperte, di avvisare i condomini se si va via per giorni, evitando di isolarsi. Si trova anche un elenco dei segnali che i nomadi sono soliti utilizzare per compiere successivi furti». Per ulteriori informazioni www.carabinieri.it/cittadino/consigli. Trento, quello nel bar Stop Caffè di Calavino (2 mila euro spariti), all’Hockey Club Fiavé (3.000 euro fra denaro e attrezzatura). E poi ci sono stati i furti alla Famiglia Cooperativa di Stenico e Villa del Monte, agli istituti scolastici di Fiavè, Comano Terme e Campo Lomaso (telecamere e pc oltre al denaro dei distributori automatici), nei comuni di Comano Terme e Caderzone Terme, quelli ai danni di slot machine e Villa Rendena, Vigo Rendena, Fiavè, Calavino e Pietramurata. E ancora, i distributori di benzina di Zuclo, Aldeno e Vigolo Vattaro, gli uffici postali di Bondo e Spiazzo Rendena (preso di mira le cassette di si- curezza), la farmacia di Fiavé, i depositi di bombole gpl di Bleggio Superiore, e i tentati furti all’ospedale di Tione (il bancomat) e ai danni di una pizzeria di Roncone. Il valore totale del bottino è sui 150 mila euro e molto più alto è il costo della riparazione dei danni provocati - secondo la ricostruzione dei carabinieri - dalla banda. Che agiva vicino ai luoghi di residenza e quindi Comano (dove una parte della famiglia viveva in una casa data loro in affitto a titolo gratuito da un anziano della zona) e Madonna Bianca dove invece altri componenti vivevano in una casa Itea. Tutti risultano nullatenente e disoccupati.