Anno IV - Numero 186 - Sabato 8 agosto 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Brasile Sport Marò: l’India non molla la presa Cronista scomodo eliminato in diretta Con Juve-Lazio sfida planetaria Traboni a pag 3 A pag 6 Colosimo a pag 12 VIENE A GALLA L’IPOCRISIA DEL GIORNALISMO NOSTRANO CHE TENTA DI COPRIRE IL PD CON UN GARANTISMO SU MISURA. EVITARE CONFUSIONE TRA PERSONE PERBENE E MASCALZONI di Francesco Storace mprovvisamente, finiscono le certezze. Il rossume nostrano, quello che si esibisce ogni giorno sulle gazzette che ne ospitano le opinioni lautamente retribuite, ha smesso di prendere per oro colato ogni virgola proveniente dal fantastico mondo di Mafia capitale. Ora che il fango prende alla gola nel mondo di mezzo la sinistra per le rivelazioni di Salvatore Buzzi, ecco il fiorire dei distinguo. “E’ un delinquente”, si strilla. Vero, però la sinistra lo frequentava e si faceva foraggiare e assumere. Non andavano troppo per il sottile, i compagni di Buzzi. La cooperativa 29 giugno era una miniera. Ora non più. Finora era toccato ad ambienti di destra penare per le accuse, pesantissime. Ma se gli schizzi lambiscono il potere rosso, ecco riemergere l’afflato garantista. Due pesi e due misure, questa è la verità nei commenti, nelle opinioni, nel saccheggio delle notizie. Abbiamo vissuto con angoscia la stagione aperta il 2 dicembre dell’anno scorso, quando abbiamo visto cadere sul campo per le legnate giudiziarie e di stampa, figure importanti per il nostro mondo, a partire da Gianni Alemanno. Se l’inchiesta riguarda questa parte del campo, si trattava di mafiosi acclarati, ci veniva detto, ammonito, sventolato sotto il naso. E noi lì a cercare giustificazioni, difese, incredulità da diffondere. Invece, se riguarda loro, a partire da Marino e Zingaretti, che pure da Buzzi i contributi li hanno ricevuti eccome, I che non quadra c’è. Aiutare una persona a trovare lavoro sembra essere diventato un reato. Cosa dovremo rispondere ai tanti disperati che si rivolgono a ciascuno di noi? Certo, se per dare lavoro trucchi un appalto, il reato è un altro; ma il semplice sostegno ad un disoccupato non può rappresentare un fatto criminale. Poi ci sono tanti politici, soprattutto a sinistra, che hanno preso da Buzzi un fiume di denaro. Costoro - se non sono condannati - farebbero bene comunque a donare altrettanti quattrini in beneficenza se intendono ricandidarsi; e a spiegare come mai era così facile, nelle loro frequentazioni capitoline, non accorgersi del motivo per cui Buzzi elargiva quattrini con tanta facilità. L’inchiesta Mondo di mezzo non riguarda solo una meta’ del mondo... Comunque, arriveranno presto i processi, spero. E tra quello che riguarderà la sola gara Cup della regione Lazio - l’appalto da 60 milioni di euro nella sanità - e quello che riguarderà poi (se abbiamo capito bene dalle parole di Pignatone dello scorso primo luglio in Parlamento) più vastamente Mafia capitale, si leggeranno i nomi degli imputati. E si capirà chi rischia e deve difendersi; e chi non è stato nemmeno sfiorato, anche se ne parla Buzzi. Contano le indagini, per mettere spalle al muro chi sbaglia; e le sentenze, per deciderlo. In mezzo, la politica. Che si deve rigenerare, evitando confusioni interessate tra persone perbene e mascalzoni. E non tra destra e sinistra, che è solo ipocrita. MEZZO MONDO Mafia capitale scopre le responsabilità della sinistra e solo ora tutti a maledire Buzzi. Ma accettavano soldi e assunzioni da lui tutti a giurare che i compagni sono diventati vittime del delinquente. Che, appunto, non era però uno sconosciuto per loro. Se da questa parte del campo c’è chi è stato al suo gioco facendosi finanziare e assumere elettori, sono piovuti arresti e denunce per mafia e condanne a mezzo stampa. Quando Buzzi lo ha fatto per la sinistra, una spruzzata di corruzione, un po’ di domiciliari, e inni al garantismo che non IL LEADER COMUNISTA COREANO ORDINA: LANCETTE INDIETRO DI TRENTA MINUTI si ascoltavano da anni. In realtà, Buzzi ha prosperato in un sistema che lo ha favorito smodatamente e non solo dal 2008 al 2013, quando in Campidoglio regnava Alemanno. Un sistema che ora scarica, come fa anche con Carminati. “Buzzi è stato una colonna della sinistra romana”, disse più o meno in una coraggiosa intervista Goffredo Bettini, padre politica della covata RECORD DI EMENDAMENTI A PALAZZO MADAMA, LA NON ELETTIVITÀ ADESSO TRABALLA Senato: il Pd vede le streghe di Robert Vignola I IL DITTATORE CHE FERMA IL TEMPO Di Giorgi a pag 5 ingrata che governa comune di Roma e regione Lazio. Dice Umberto Marroni, che nell’epoca Alemanno era il capogruppo Pd un po’ consociativo, di aver difeso la 29 giugno alla luce del sole, a viso aperto. Ed è vero, mentre altri compagni trescavano, assumevano, incassavano. Poi, certo, c’è anche il capitolo a destra, triste e vergognoso se provato. Da provare, appunto, perché qualcosa l Senato elettivo val bene mezzo milione di emendamenti? Evidentemente sì. Li ha presentati da sola la Lega, che evidentemente non teme di perdere la voce per spiegare a Palazzo Madama che le riforme di Renzi vanno stoppate. Sfidando così le “tagliole” che già in passato sono state utilizzate per troncare il dibattito. Ma la sfida arriva pure da sinistra verso destra, perché se i grandi numeri sono della Lega, quelli da tenere d’occhio sono gli emendamenti presentati dal Pd. Che stavolta si è portato il lavoro avanti e infatti si presenta spaccato già al traguardo degli emendamenti: 31 sono della fazione più fe- dele a Renzi, il cui contenuto, se non si tratta di sesso degli angeli, poco ci manca; 17 invece quelli della minoranza, tutti volti invece a rendere di nuovo elettiva la Camera alta del Parlamento italiano. Una sfida verso destra, si diceva: in particolare verso Forza Italia. I dietrologi hanno avuto ampia sponda nei fatti degli ultimi giorni, con quell’accordo sotto il tetto della Rai in nome del quale si vorrebbe risorto il Patto del Nazareno. Sicuramente non ne fanno parte i verdiniani, anche loro fautori di un Senato elettivo (con alcune eccezioni personali). Che Il senatore Vannino Chiti, animatore degli oppositori interni al Pd, legge possibili scossoni:“Importanti le parole del senatore Buemi sull’emendamento di 12 componenti del gruppo Autonomie per un Senato eletto direttamente dai cittadini. 28 senatori Pd e 12 del gruppo delle Autonomie in maggioranza - Sel e M5S, Lega e Fi si ritrovano su questa impostazione.Vi sarebbero dunque le condizioni per un’intesa ampia”. Il Pd vede le streghe e Renzi manda i due vicesegretari a recitare un classico copione. Il poliziotto buono lo fa Debora Serracchiani (“siamo impegnati su un cammino di riforme talmente importante che se le altre forze politiche vorranno discutere saremo sempre disponibili. Se vorranno, parteciperanno”), quello cattivo Lorenzo Guerini (“siamo sempre disponibili a confrontarci e portare miglioramenti al testo ma diciamo che sono possibili cambiamenti purché non riportino al punto zero il cammino della riforma”). Non resta che attendere il finale… 2 Sabato 8 agosto 2015 ATTUALITA’ L’EUROPA ASSEDIATA DAGLI IMMIGRATI L’accoglienza fa corto circuito L’Alto commissariato Onu per i rifugiati si scaglia contro Gran Bretagna e Francia per il “ghetto” di Calais, ma censura anche la Grecia. Tsipras scarica la colpa sull’Ue. Intanto emergono nuove crudeltà degli scafisti arrestati in Sicilia di Robert Vignola un corto circuito che attraversa la spina dorsale della Vecchia Europa: dal Mar Egeo alla Manica, dalle Colonne d’Ercole al Canale di Sicilia, con ormai ben poche distinzioni. È quello dei cosiddetti migranti, che al netto del lessico buonista imposto dal Pensiero (debole) Unico e accettato di buon grado da larga parte della stampa. Ed è un corto circuito la cui causa è facilmente ascrivibile ad un fenomeno: quando c’è da mettersi in mostra nella gara a soccorrere i poveri immigrati sui barconi, le marinerie di mezza Europa sono in prima fila a scaricare in Sicilia i naufraghi. Quando però quelle stesse persone bussano ai confini della nazione la cui bandiera batteva sotto il sole degli eroici soccorsi, le porte si chiudono in maniera implacabile. Ecco così le ire dei professionisti dell’accoglienza concentrarsi su Francia e Gran Bretagna per il blocco dell’Eurotunnel, ma anche fissarsi sulla Grecia, come se non avesse abbastanza guai per conto suo. Da Ginevra il direttore per l’Europa dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Vincent Cochetel, ne ha un po’ per tutti. “Lavoro per l’Unhcr da 30 anni ho visitato Paesi in Africa e in Asia e non ho mai visto qualcosa di simile. Questa è l’Unione europea ed è totalmente vergognoso”, ha detto Cochetel in riferimento a una È sua missione sulle isole di Lesvos, Kos e Chios. Le autorità greche devono “guidare e coordinare la risposta”, ha proseguito Cochter. L’Ue deve inoltre supportare la Grecia finanziariamente e tecnicamente e l’Unhcr è pronto a fare la sua parte. “Non dobbiamo lasciare che si sviluppino altri Calais in Europa”, ha aggiunto, insistendo sulla natura di rifugiati, e non di migranti economici, che arrivano nel Paese ellenico. Alexis Tsipras ha puntualmente incassato lo schiaffo e lo ha rigirato verso l’Europa. “Adesso è il momento di vedere se è l’Ue della solidarietà o l’Ue dove ognuno cerca di proteggere i suoi confini”. D’al- tronde il premier nelle ore precedenti era pure stato informato che il mezzo miliardo di aiuti promessi da Bruxelles sono a rischio. Un appello all’accoglienza è arrivato anche dal Vaticano: rispondendo alla domanda di un giovane indonesiano, Papa Francesco ha fatto riferimento “a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese a un altro” e quando “arrivano a un porto, a una spiaggia, gli danno un po’ d’acqua, un po’ da mangiare e li cacciano via sul mare. Questo è un conflitto non risolto, questo è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere”. Matteo Salvini (Lega Nord) non ha perso l’occasione di prendere le distanze, seppure con poche parole (su Twitter ha scritto “Respingere i clandestini un crimine? No, un dovere. Sbaglio?”) che hanno immediatamente acceso un dibattito. Intanto le testimonianze di chi arriva dai barconi diventano un altro chiaro segnale che alimentare questo traffico sul Mediterraneo significa anche e soprattutto arricchire personaggi senza scrupoli. Sui cinque presunti scafisti arrestati a Palermo dopo l’ennesima tragedia del mare grava l’accusa di omicidio plurimo per aver provocato la morte accertata di 26 migranti e quella presunta di circa 200 persone che mancherebbero all’appello. Il viaggio sarebbe stata un’odissea da subito, con la chiusura nella stiva degli immigrati africani (perché avevano pagato meno), nonostante una falla l’avesse allagata. Inoltre secondo le testimonianze gli scafisti avrebbero marchiato con i coltelli la testa di coloro che non obbedivano agli ordini, specie quelli di etnia africana; gli arabi, invece, sarebbero stati picchiati con cinture e gli uomini sposati con calci e pugni. I sopravvissuti dicono di aver pagato il viaggio con cifre che vanno dai 1.200 a 1.800 dollari a persona. IL CENTRO ABRUZZESE IL PROSSIMO 20 AGOSTO SALUTERÀ CON UNA MANIFESTAZIONE POPOLARE L’UOMO “DEL POPOLO E DELLE ISTITUZIONI” Carunchio rende omaggio a Teodoro Buontempo i sarà un vicolo dedicato a un grande uomo. E il vicolo sarà nel paese dal quale è partita la sua parabola nel cielo politico, ma soprattutto umano, di una nazione che questo grande uomo ha profondamente amato. Il cielo di Carunchio d’altronde è spesso limpido, eppure vicino alle montagne d’Abruzzo, quelle che sono un po’ la spina dorsale dello Stivale. Qui Teodoro Buontempo, il 21 gennaio del 1946, vide la luce, all’alba di un’esistenza che avrebbe dedicato a una C idea. Con fedeltà e realismo, fermezza e semplicità, ostinazione tutta abruzzese e aspirazione senza confini ad un mondo più giusto e più libero. Da Carunchio andò via presto, Buontempo, eppure quella vita di paese così poco generosa di agi lasciò un’impronta indelebile nel suo carattere, che mantenne anche nell’impatto con la grande città. E che anzi gli diede una benevola mano nel renderlo presto un punto di riferimento per una comunità che cresceva, dibat- teva e, nei ritagli di tempo di una militanza straordinariamente inebriante e feconda di proposte innovatrici per l’ingessato mondo politico di allora, doveva penare anche alla propria sopravvivenza. Quel figlio di Carunchio, dedalo di vie abbracciate alla montagna abruzzese che pare essere sfuggito all’era moderna, fu anche un figlio dei nostri tempi. E tra i migliori interpreti di essi, grazie a un’intelligenza sicuramente non consueta. Che fosse la sua voce roca a dif- fondersi nell’etere romano sulle frequenze della Radio Alternativa, quando questo incredibile esperimento prese le mosse, la dice lunga. Poi il popolo seppe riconoscergli la sua vicinanza, eleggendolo più volte a una serie di cariche che impiegò sempre per dare ancora più peso alla parola data. Fino al 24 aprile di due anni fa. Ricordarlo è quindi un dovere per la sua comunità ideale, ma anche per quella di provenienza, alla quale tornava appena poteva. E Carunchio lo farà il 20 ago- sto con una manifestazione davvero meritevole di essere segnalata. Grazie all’ampia partecipazione e l’impegno costruttivo del sindaco Gianfranco D’Isabella, e con il sostegno della famiglia, “la Festa del Vicolo di Teodoro Buontempo” vedrà i suoi concittadini ricordarlo con un evento gioioso e popolare, proprio come quelli che organizzava lui, quando tornava in paese. Per l’occasione è stato indetto un Consiglio Comunale in piazza con la partecipazione della gente di Ca- runchio,ospiti e autorità locali. A seguire un brindisi con prodotti locali per inaugurare la targa della piazzetta dedicata a Buontempo e una targa di riconoscimento che lo raffigura e recita così: “Una voce libera, Teodoro Buontempo, uomo del popolo e delle istituzioni”. Una “foto” quanto mai fedele. R. V. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte CATANIA, L’ADDIO A GEMMA TRANTINO S i sono tenuti ieri a Catania i funerali della signora Gemma Albo Trantino, moglie del più volte parlamentare (per l’Msi prima, per An poi) Enzo e mamma di Maria Novella ed Enrico, presidente della Camera Penale di Catania e candidato capolista per La Destra al Senato della Repubblica. Alle esequie ha partecipato tantissima gente, a testimonianza della forte presenza della signora Gem- ma, donna mite ed elegante, nella società catanese e siciliana. Presenti alle esequie anche il segretario de La Destra, Francesco Storace, e i parlamentari all’assemblea regionale siciliana Nello Musumeci e Gino Ioppolo. Tante le esperienze nella vita sociale della signora Trantino che, sempre accanto al marito e ai figli, ha dedicato sempre grande attenzione al mondo del volonta- riato sociale. Lei ed Enzo, a Catania e non solo nella città dell’Elefante, sono stati “la” coppia perfetta: sessant’anni sempre insieme, entrambi provenienti da Licodia Eubea, un piccolo centro di campagna del Calatino. Alla famiglia sono giunti i messaggi di cordoglio delle istituzioni siciliane, ai quali vogliamo fare seguire quelli della redazione del Giornale d’Italia. Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 8 agosto 2015 ATTUALITA’ DA LUNEDÌ PROSSIMO IL VIA ALLE UDIENZE AL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MARE DI AMBURGO Marò: l’India affila le armi contro l’Italia New Delhi ha ingaggiato due esperti di diritto internazionale per contrastare le richieste di Roma di Igor Traboni VOGLIONO ANCHE ENTRARE NEL NOSTRO ESERCITO i avvicina l’ora di una prima, possibile svolta nel caso dei Marò, i due soldati italiani da tre anni tenuti in scacco dall’India (con l’accusa di aver ucciso due pescatori mentre facevano da scorta ad un cargo), ‘grazie’ soprattutto all’insipienza dei vari governi Monti, Letta e Renzi. L’Italia ha infatti presentato ricorso al Tribunale internazionale dei diritti del mare e lunedì prossimo inizieranno le udienze, che andranno avanti almeno per un paio di settimane. E sarà soprattutto una lunga battaglia legale tra alcuni dei massimi esperti di diritto internazionale quella che andrà in scena ad Amburgo per stabilire la sorte dei due Fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a partire dalla possibilita’ che il primo possa rimanere in Italia (dove ora si trova per delle cure) e il secondo possa almeno tornarvi (da tempo si trova bloccato a New Delhi, impossibilitato a lasciare il perimetro della nostra ambasciata in India) in attesa che l’arbitrato internazionale stabilisca a chi spetti la giurisdizione sul caso. La vicenda, infatti, andrà poi a finire davanti alla Corte permanente di arbitrato (Cpa) che ha sede nella città olandese dell’Aja. Per tornare invece alla vicenda processuale E la comunità Sikh di Forlì tifa per la liberazione dei due soldati S arà triplice quest’anno l’appello che lancerà la Comunità Sikh oggi a Forlì, in occasione della cerimonia di ricordo dei Caduti nella seconda Guerra mondiale. Al tradizionale richiamo alla pace se ne abbineranno infatti altri due: per la liberazione e perché sia fatta giustizia vera per i due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone; e poi per potere fare parte dell’Esercito italiano come soldati Sikh, e dunque senza elmetto ma con il turbante. A spiegare il programma della tre giorni di festa e preghiera, in municipio a Forlì, è stato il rappresentante della comunità Setnam Singh. La tensostruttura di fronte al cimitero militare britannico che nella sezione in- S di Amburgo, l’India ha intanto affidato a due esperti stranieri, Alain Pellet e di Rodman Bundy, il compito di contrastare le richieste italiane di misure provvisorie riguardanti Latorre e Girone. L’India ha già preannunciato una dura battaglia legale, potendo peraltro far leva sul dato di fatto – purtroppo abbastanza incontrovertibile proprio per l’inerzia dei nostri governi di cu si diceva all’inizio – che l’Italia in questi tre anni non si è neppure degnata di presentare un ricorso interna- zionale per cercare di riportare a casa in maniera definitiva i due soldati. Per quanto riguarda invece l’Italia, è Francesco Francioni, docente di diritto internazionale, il giudice ad hoc designato al Tribunale internazionale sul diritto del mare di Amburgo in vista delle udienze. In base allo statuto del Tribunale, un Paese coinvolto in una controversia può nominare un giudice ad hoc della propria nazionalità, se non ne ve ne è già uno tra i membri della Corte. dian army “ospita” su 1.400 caduti 700 Sikh, è già stata montata. E per la cerimonia sono attese almeno 1.000 persone, con rappresentanze da varie parti d’’Europa. Ci sarà anche il presidente della commissione Difesa della Camera, Francesco Saverio Garofani, che potrà dunque ascoltare in diretta gli appelli, e una delegazione dell’’Ambasciata britannica in Italia. “La Romagna deve loro molto”, ha detto il sindaco di Forlì, Davide Drei. La loro comunità, aggiunge, basa l’’integrazione con l’Italia sui valori della libertà e della democrazia. Al termine della cerimonia la comunità Sikh si metterà ai fornelli per fare assaggiare le sue specialità strettamente vegetariane. MA DA RENZI SONO ARRIVATE LE SOLITE PAROLE, COMPRESE QUELLE SUL ‘PIAGNISTEO’ Il Pd adesso fa finta di scoprire che esiste il Sud Il portavoce del coordinamento dem per il Mezzogiorno è Cracolici, primo nemico di Crocetta IL PRESIDENTE, ICONA DELLA SINISTRA, DIMENTICATO DAI SUOI La casa di Pertini cade a pezzi? Ci pensa la giunta di centro-destra gni tanto – soprattutto in questi tempi di magra morale - lo ritirano fuori dalla naftalina, dopo averne fatto un’icona della ‘superiorità morale’ della sinistra. Ma poi, ‘il presidente con la pipa’ torna nel dimenticatoio, comprese le sue memorie. Succede anche a Stella, nel Savonese, il paese natale di Sandro Pertini: dalla casa-museo dell’ex presidente socialista cadono infatti calcinacci e un po’ tutto l’edificio, non solo la facciata, versa in uno stato di semi-abbandono. Un andazzo denunciato più volte anche nel recente passato, ma che ha trovato sostanzialmente fredde le istituzioni liguri. Adesso però ci pensa la nuova amministrazione regionale (di centro-destra) a dare una mano O alla casa-museo di Sandro Pertini: “Sono pronti 100mila euro, la salveremo in tempo per il 120esimo anniversario dalla nascita del presidente”, ha detto Ilaria Cavo, assessore regionale alla Cultura, preventivando quindi un intervento per l’edificio che ospita centinaia di cimeli pertiniani, che raccontano anche un po’ della storia d’Italia, anche se di parte, fino alla collezione delle famose pipe. “Abbiamo scoperto che la casa era in cattive condizioni – ha aggiunto l’assessore in una dichiarazione resa a La Stampa -. Allora è nata l’idea di una legge regionale ad hoc per creare un progetto Pertini 25/09/2016. A bilancio abbiamo già 100mila euro per i lavori”. Ig. Tr. di Giuseppe Sarra opo averlo messo in ginocchio, i dem hanno istituito un coordinamento per “un confronto sul Sud e per intraprendere un percorso comune tra le singole Regioni perché il Mezzogiorno è una delle priorità nell’agenda del Partito Democratico”. Un’ idea, sicuramente tardiva, a cui hanno partecipato i capigruppo Antonello Cracolici (Sicilia), Pietro Rocco (Sardegna), Sebastiano Romeo (Calabria), Mario Casillo (Campania), Roberto Cifarelli (Basilicata), Michele Mazzarano (Puglia), Sandro Mariani (Abruzzo), Francesco Totaro (Molise). L’incontro è stato promosso da Cracolici, nemico numero uno del governatore Rosario Crocetta all’interno del Pd. Tantissimi gli altolà e le accuse rivolte nei primi tre anni e mezzo della legislatura all’amministrazione Crocetta, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Oggi, purtroppo, la Sicilia è la regione italiana con il più alto rischio di povertà, pari al 41,8%. “La sregolatezza di Crocetta ha avuto un fascino iniziale, ma la luna di miele è finita presto”, disse Cracolici un anno fa, aggiungendo: “Ci raccontano una Sicilia che non c’è”. Dalla Sicilia alla Campania, una terra martoriata da corruzione e malaffare, che deve fare i conti ancora con la pesante eredità e la “mala amministrazione” dell’ex presidente Antonio Bassolino, predecessore di Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca. Fino alla Puglia, dove l’amministrazione di Nichi Vendola, con il Pd, non ha certamente brillato. Ma i compagni sembrano avere la memoria corta e lanciano la sfida: D “Questo coordinamento – ha detto Cracolici - deve servire a confrontarci e mettere a punto un’iniziativa comune nelle singole Regioni, nei confronti del governo nazionale e del Pd. Il Mezzogiorno deve recuperare la sua ‘unicità’ che in questi anni è stata in parte vanificata da localismi e dalla velleitaria interpretazione della coesistenza di ‘tanti Sud’”. Dimenticando i guai causati, il capogruppo dem all’Assemblea siciliana ha annunciato: “E’ ora che il Sud si svegli: adesso è il tempo di far sentire la nostra voce”. E di Sud ieri ha parlato anche Matteo Renzi, nel corso della direzione Pd, ripetendo però gli stessi concetti dei giorni scorsi, senza aggiungere elementi nuovi: “Il problema del sud oggi non è la mancanza dei soldi. E’ la mancanza della politica. Non riapriamo la discussione se oggi i soldi sono troppi o troppo pochi”, ha aggiunto. “Rottamare il piagnisteo non vuol dire non denunciare ciò che non va, ma ricordarsi che ti pagano per risolverlo il problema. Non è vero, secondo un cliché prestabilito, che il Mezzogiorno è la cosa peggiore in Europa: dirlo è un elemento anticrescita per lo stesso Sud. Se non archiviamo il racconto di noi stessi basato sulla pigrizia intellettuale di chi non sa riconoscere le cose che stiamo facendo, non saremo mai credibili”. 4 Sabato 8 agosto 2015 ATTUALITA’ BEN 200 GIUDICI ONORARI ACCUSATI DI AVERE INTERESSI NELLE STRUTTURE A CUI AFFIDANO BAMBINI Quel business da oltre 1 miliardo di euro, ignorato dalla giustizia, sulla pelle dei minori Incompatibilità evidenziate pure dal Csm, ma il Guardasigilli ancora non interviene di Marcello Calvo C’ è chi lo ha definito come “lo scandalo giudiziario più sommerso d’Italia”. E chi, invece, ha parlato di un “meccanismo perverso” che rappresenta un “vergognoso business”. A tenere banco, gli affidamenti minorili. Secondo il sito Linkiesta, il caso è prossimo ad arrivare sul tavolo del Csm. In un dossier ci sarebbero tutte le incongruenze dei presunti rapporti tra i giudici onorari minorili e le case famiglia. Circa un migliaio di “arbitri” che si trovano all’interno dei 29 tribunali minorili di tutto il Paese così come nelle Corti d’Appello predisposte. Figure che hanno certamente un peso determinante nell’ambito dei procedimenti che riguardano i “più piccoli” e gli affidamenti. A decidere, in tribunale, due togati e altrettanti onorari. Mentre in corte d’appello sono tre i giudici e due gli onorari. Con l’aspirante magistrato che per essere insignito di tale onorificenza deve avere la cittadinanza italiana e una condotta incensurabile oltre che essere un cultore di biologia, psichiatria, pedagogia e psicologia. Requisiti che non possono vantare tutti, certamente. Ma neanche poi così difficili da possedere per decisioni veramente delicate come quelle in questione. Per via di una legge discussa che risale al 1956 e che da quel momento in poi non ha avuto praticamente variazioni. Manca però un “titolo” fondamentale: quello dell’imparzialità (o terzeità) di questi “giudici”. Nonostante i tanti, troppi buchi neri, almeno 200 di questi sarebbero incompatibili con la carica. Dunque, il 20% sul totale. Questi, sono i dati contenuti in un dossier che l’associazione “Finalmente Liberi Onlus” presenterà presto al Consiglio Superiore della Magistratura. I nomi che fanno parte della “lista nera”, oltre ad avere grande peso specifico su affidamenti a casa famiglia e centri protezione dei minori, secondo gli esponenti dipenderebbero dalle strutture stesse. Sono accuse pesanti, tutte da accertare. Tant’è, che “NON ANDATE IN PENSIONE A 20 ANNI” Il Papa esorta i ragazzi: “No ai giovani… vecchi” n giovane deve avere questa virtù del coraggio. Un giovane senza coraggio è un giovane annacquato, è un giovane vecchio. Alcune volte mi viene di dire ai giovani: Per favore, non andare in pensione!, perché ci sono giovani che se ne vanno in pensione a 20 anni: hanno tutto nella vita, tutto tranquillo e non hanno la tensione. Come si risolve una tensione? Con il dialogo. Così Papa Francesco si è rivolto, incontrandoli nell’aula Paolo VI in Vaticano, ai circa 1500 ragazzi del Meg, il Movimento Eucaristico Giovanile promosso dai Gesuiti nel centenario della fondazione. “Quando in una famiglia c’è il dialogo, quando in una famiglia c’è questa capacità di dire spontaneamente cosa uno pensa, le tensioni si risolvono bene”, ha aggiunto Bergoglio. Papa Francesco ha quindi esortato i giovani a “non avere paura delle tensioni. Ma anche, essere furbi, eh?, perché se tu ami la tensione per la tensione, questo ti farà male e tu sarai un giovane che ama sempre essere in ten- U sione. La tensione viene per aiutarci a fare un passo verso l’armonia, ma l’armonia pure provoca un’altra tensione per essere più armonica. Per dirlo in modo chiaro: primo, non avere paura delle tensioni perché ci fanno crescere; secondo, risolvere le tensioni con il dialogo, perché il dialogo unisce, sia in famiglia sia nel gruppo di amici e si trova una strada per andare insieme, senza perdere la propria identità. Terzo, non attaccarsi troppo a una tensione perché questo ti farà male. Ho detto che un giovane senza tensione è un giovane in pensione, un giovane ‘morto’; ma un giovane che soltanto sa vivere in tensione, è un giovane ammalato. Questo lo si deve distinguere”. Rispondendo poi alla domanda di un giovane, il Papa ha detto: “In questo mondo ci sono tante guerre. Siamo in una guerra: io mi ripeto dicendo che questa è la terza guerra mondiale, a pezzi. Ma siamo in guerra. E questo è negativo. Ma ci sono segni di speranza e ci sono segni di gioia…”. meritano indagini concrete. A vario titolo ci sarebbe chi ha contribuito a fondarle, chi ne è azionista e chi ancora farebbe parte dei Consigli di Amministrazione. L’incompatibilità di questi soggetti sembrerebbe evidente, con le prove schiaccianti. Con questi “arbitri” che vengono retribuiti in base all’attività che svolgono: camere di consiglio, udienze camerali e chi più ne ha ne metta. Per un presunto business che sarebbe davvero notevole: uno o due miliardi di euro l’anno. Tra i giudici onorari i casi di conflitto di interessi paiono davvero troppi. Eppure nessuno sembra accorgersene. Le circolari più volte emanate dal Csm, dove si indicano criteri di incompatibilità, continuano a restare inascoltate. Quegli stessi tribunali che dovrebbero sorvegliare, non sempre lo fanno. Il tutto mentre il ministero della Giustizia assiste impassibile a uno scandalo che sta assumendo proporzioni gigantesche. Al Guardasigilli, il compito di mettere fine a una vicenda davvero vergognosa. PRESSIONE FISCALE IN AUMENTO La denuncia di Unimpresa: meno detrazioni, più tasse l taglio delle detrazioni tributarie a cui sta lavorando il governo si traduce in un aumento secco delle tasse, se non è contestualmente accompagnato dalla riduzione della pressione fiscale attraverso una diminuzione delle aliquote relative alle imposte sui redditi sia delle società sia delle persone fisiche. L’eliminazione degli sgravi comporta di fatto una maggiore spesa sul versante tributario che finirebbe con incrementare le entrate nelle casse dello Stato. E’ quanto dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, in relazione alle ipotesi di intervento sulle detrazioni fiscali allo studio del governo. “Ecco perché - aggiunge Longobardi - abbiamo chiesto al governo di varare immediatamente l’annunciato I piano di riduzione delle tasse promesso a piú riprese dal premier Matteo Renzi in modo da assicurare certezza e possibilità di pianificazione”. Per ora si parla di un taglio lineare a quasi tutti i settori: verrebbero perciò colpiti anche aiuti fiscali decisivi per alcuni comparti dell’economia. In totale per il prossimo anno potrebbero essere varati interventi di tagli per complessivi 1,6 miliardi: si parla di riduzioni per 330 milioni all’agricoltura, 9,5 milioni all’edilizia, 222 milioni alle famiglie con la riduzione delle detrazioni delle spese sanitarie, 180 milioni in meno all’autotrasporto, 97 milioni alle imprese armatoriali, 11 milioni alla pesca, 276 milioni alle pompe funebri, 55 milioni all’editoria e via di questo passo. Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. 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E a proteggere il membro delle forze dell’ordine, che rischiava di essere colpita, non sono stati i suoi connazionali ma due appartenenti al popolo considerato dagli israeliani il nemico per eccellenza. Uno dei difensori dell’agente è Zakaria Sadah, che collabora con un’associazione umanitaria israeliana: “Pur essendo normale che le forze dell’ordine si identifichino più con i propri connazionali, le procedure che riguardano l’applicazione della legge in situazioni L di Cristina Di Giorgi G li orologi in Corea del Nord non segneranno più l’ora indicata fino ad oggi. Lo ha deciso il leader Kim Jong-un, che con tale provvedimento di cambio del fuso orario ha inteso celebrare la liberazione dall’occupazione giapponese dopo la fine della Seconda Guerra mondiale. Una nota dell’Agenzia di stampa statale Kcna ha infatti parlato di “imperialisti giapponesi malvagi che hanno privato la Corea anche del suo tempo standard, modificando gli orologi durante l’occupazione”. Ed è proprio per questo che Pyongyag cambierà l’orario. Se fino adesso dunque l’ora locale della Corea del Nord e di quella del Sud è stata la stessa (quella di Tokyo), a breve non sarà più così. Pyongyang infatti, a partire sembra dalla prossima settimana, porterà le lancette indietro di trenta minuti. La questione rischia però di creare non pochi problemi nei rapporti già non molto distesi tra le due metà del Paese: da Seoul sono arrivati infatti commenti piuttosto critici a questa decisione: “E’ probabile che tale cambiamento possa provocare, a breve termine, disagi a quelle persone che fanno avanti e indietro dalla zona industriale di Kaesong (l’area a sviluppo congiunto situata nel Nord alla quale collaborano entrambi i Paesi)” ha dichiarato Jeong Joon-hee, portavoce del ministero dell’Unificazione. Che ha aggiunto che secondo lui tale cambiamento “a lungo andare potrebbe avere qualche ricaduta anche sugli sforzi per unificare gli standard e ridurre le differenze tra le due Coree”. Quanto alle motivazioni (l’idea di Kim Jong-un è come detto quella di “sradicare la memoria del passato coloniale” della Corea) Jeong ha contestato il principio della riforma di Pyongyang, osservando che la prassi standard peri Paesi situati tra due fusi orari contigui è scegliere “quello a est” che per la penisola coreana è lo “standard time” nipponico. “Non ha niente a che fare - ha concluso - con il residuo di imperialismo. Piuttosto, è utile per l’uso della luce solare e da un punto di vista strettamente pratico”. E se è vero, come sottolinea la BBC, “non vi è alcun organismo internazionale che approva il cambiamento di fuso orario di un Paese, potendo ciascuno Stato decidere per sé”, va anche ricordato che la Corea del Nord non è l’unico Stato ad aver deciso di spostare le lancette degli orologi. Prima di Pyongyang lo hanno fatto nel 2011 Samoa (per facilitare le comunicazioni con le vicine Australia e Nuova Zelanda) e, nel 2007, il Venezuela di Hugo Chavez, per “avere una distribuzione più equa del sorgere del sole”. che coinvolgono israeliani violenti devono essere definite con chiarezza ed implementate con coerenza” ha commentato l’organizzazione Rabbis for Human Rights. Resta, nel guardare la foto, l’idea che “a volte la solidarietà delle persone – commenta Huffington post – va decisamente al di là dei conflitti tra le nazioni di appartenenza”. L’immagine simbolo di una pace possibile dunque? Forse. Ad essa però, per rendere la speranza davvero concreta, andrebbe aggiunta un po’ di giustizia. E anche di obbiettività nel trattare un conflitto che, anche sui media internazionali, spesso non viene raccontato con la necessaria attenzione alla verità. CdG DONBASS: FALLITI I TENTATIVI DI GIUNGERE AD UN ACCORDO La parola passa ancora alle armi Le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk contro Kiev: “Hanno avanzato troppe pretese” di Tatiana Ovidi nuovi scontri scoppiati in questi giorni non hanno certo aiutato i processi di pace in atto nel Donbass. Che non sembrano quindi aver ottenuto alcun risultato quanto al ritiro dei carri armati e dell’artiglieria. Non fidandosi l’una dell’altra infatti, le parti in conflitto si sono riservate di tenere sotto il proprio controllo le posizioni conquistate, soprattutto quelle che assicurano loro un I vantaggio tattico. E questo anche perché sono proprio i nuovi confini a costituire il cuore del dibattito. Che sembra essersi arenato anche su altri punti, tra cui tempi e zone di applicazione dello statuto speciale del Donbass e elezioni locali nei territori delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Entrando nello specifico, va ricordato che le trattative cosiddette Minsk 3 si sono svolte mediante incontri trilaterali tra OSCE, Russia e Ucraina, a cui si sono aggiunti i rappresentanti delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Inoltre, sempre a Minsk, si sono tenuti anche diversi incontri di gruppi di lavoro su argomenti specifici, composti dai partecipanti alle consultazioni. Vladislav Deynego e Denis Pushilin, che hanno rappresentato rispettivamente gli interessi di Donetsk e Lugansk, hanno attribuito la responsabilità per il fallimento dei negoziati alla delegazione ucraina, che a loro dire avrebbe avanzato la richiesta di introdurre nella discussione ulteriori punti oltre a quelli già concordati. Il 21 luglio scorso, seppure in termini generali, sembra si fosse giunti ad un accordo di massima sul ritiro dei mezzi militari. In quell’occasione infatti, il presidente dell’OSCE Ivica Dačić aveva dichiarato che era stato concordato un piano sugli armamenti. Nella stessa occasione DNR (Repubblica popolare del Donetsk) e LNR (Repubblica popolare di Lugansk) avevano annunciato di essere disponibili a ritirare unilateralmente i propri mezzi militari fino a tre chilometri di distanza dalla linea di contatto. I documenti però non erano stati firmati. Il nocciolo della questione, per la controparte ucraina, secondo quanto fatto trapelare da fonti interne al quartier generale di Kiev, è l’avamposto di Shirokino. Più precisamente le alture che circondano questa città situata sulla costa del Mare d’Azov. Se infatti i ribelli, sfruttando il ritiro delle truppe, riuscissero a conquistare questo territorio – altamente strategico – riuscirebbero a tenere sotto tiro la città di Mariupol (area che di fatto congiunge il Donbass con la Crimea). E potrebbero anche bombardarla e distruggerla. Si tratta insomma di zone di importanza strategica notevolissima per entrambe le parti. Che ovviamente “non si fidano categoricamente l’una dell’altra”, come afferma anche il colonnello in congedo dell’esercito russo Dmitry Murakhovsky, analista militare dell’agenzia di stampa russa RBC, che sottolinea anche che nell’area sono ancora in corso scontri, seppure a livello di compagnie e plotoni. Su questa stessa linea anche le dichiarazioni del rappresentante dell’amministrazione presidenziale ucraina Alexander Motuznyak. Al di là di tutto, una cosa sembra comunque ormai certa: la guerra ha di nuovo sostituito la diplomazia. Dal canto suo Kiev continua ad accusare Mosca di appoggiare e sostenere i ribelli e nel farlo arriva addirittura a smentire un rapporto OSCE che nega la presenza di soldati russi nel Donbass. Secondo il presidente Petr Poroshenko, nelle ultime settimane le forze nemiche hanno usato contro l’esercito ucraino carri armati e cannoni di calibro 100 mm, mentre “questa settimana hanno iniziato ad usare l’artiglieria di grosso calibro”. Dichiarazioni di parte chiaramente, tutt’altro che in linea con quelle di chi sostiene che invece ad intensificare il ricorso alle armi è stato proprio il governo di Kiev. Che, stando alle dichiarazioni di esponenti del governo della DNR, ha pesantemente bombardato il territorio della Repubblica. E anche a Lugansk i filorussi hanno segnalato che le forze di sicurezza ucraine hanno ripreso a far parlare le armi. Nessuna speranza dunque, almeno per ora, di raggiungere una pace che, purtroppo, sembra sempre più lontana. 6 Sabato 8 agosto 2015 ESTERI Omicidio in diretta BRASILE: GIORNALISTA RADIOFONICO UCCISO MENTRE ERA IN ONDA Gleydson Carvalho aveva ripetutamente denunciato le malefatte della classe politica locale BANGLADESH: LA RETE NEL MIRINO DEI MILITANTI ISLAMICI Blogger laico eliminato a colpi di machete E’ il quarto assassinio del genere dall’inizio dell’anno di Cristina Di Giorgi tava parlando in diretta dall’emittente radiofonica presso cui lavorava e di cui era direttore (Radio Liberdade FM). Durante la trasmissione, due uomini non identificati sono entrati degli studi della stazione radio, chiedendo di fare un annuncio (secondo fonti citate dai media locali, i due si erano finti inserzionisti). Quelli che si sono poi rivelati killer, dopo aver fatto irruzione nel locale da cui stava andando in onda la trasmissione in diretta, hanno intimato al tecnico del suono di ripararsi dietro un tavolo e hanno aperto il fuoco su Gledyson Carvalho, sparandogli contro diversi colpi di pistola: due lo hanno raggiunto alla testa e uno allo stomaco. Subito dopo sono riusciti ad allontanarsi indisturbati a bordo di una moto. E’ accaduto a Camocin, una citta- S dina brasiliana distante poco meno di 400 chilometri da Fortaleza, nello Stato nord-orientale di Ceara. Secondo il sito Globo.com, il giornalista, gravemente ferito, è stato immediatamente caricato su un’ambulanza diretta all’ospedale Deputao Murilo Aguiar, ma è deceduto prima di arrivarci. Dopo la sua morte, un collega del giornalista ha interrotto la programmazione musicale per dare la notizia. Carvalho era molto conosciuto in città per essere il conduttore di un programma di denuncia, che ogni mattina metteva ripetutamente in luce le malefatte e la corruzione dilagante tra politici ed amministratori locali, con accuse esplicite, circostanziate e dirette. Ed è forse proprio in questa sua attività che risiede il movente dell’omicidio, anche se sul punto non vi è ancora alcuna certezza. Il primo agosto il giornalista aveva pubblicato un post sul suo profilo facebook per denunciare di essere stato offeso, insultato e minacciato. Dalle parole ai fatti dunque, a quanto pare. “Oggi è stata fatta tacere una delle voci più importanti della nostra regione, in un modo tragico ed inutile” ha scritto in un comunicato pubblicato sul sito web il comune di Camoncin. E Carvalho non è purtroppo l’unico reporter ad essere stato assassinato negli ultimi mesi in Brasile: “negli ultimi cinque anni – scrive Articolo21 – sono stati addirittura trentadue i cronisti uccisi. Quattro già quest’anno”. A maggio 2015 infatti, la stessa sorte di Carvalho era toccata a due colleghi (uno di loro, Evany Josè Metzker, aveva denunciato Narcos e pedofilia), uccisi in meno di una settimana. Fatto che aveva indotto la National Newspaper Association a denunciare il “clima di impunità” che regna nel Paese per quanto riguarda le violenze di cui sono continuamente vittime i rappresentanti della stampa. L’ostaggio francese Isabelle Prime, rapita nello Yemen il 24 febbraio scorso da alcuni uomini in uniforme della polizia mentre si recava al lavoro, è stata liberata nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 agosto. Lo ha annunciato il presidente della Repubblica transalpina in un comunicato: “La Francia ha fatto ogni sforzo per raggiungere il lieto fine in questa vicenda. Isabelle Prime – si legge nella nota – è attualmente sotto la protezione dei servizi francesi e tornerà a casa nelle prossime ore”. Hollande ha poi voluto personalmente ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla liberazione dell’ostaggio. Una fonte diplomatica ha inoltre fatto sapere che la donna – che lavorava per la Ayala Consulting Corporation, specializzata nella protezione sociale, ed era giunta nello Yemen nel 2013 – è in buone condizioni. Presidenziali americane: Donald Trump domina il dibattito tra i repubblicani Il primo dibattito della campagna elettorale per le primarie dei repubblicani, andato in onda su Fox News, ha visto la partecipazione di dieci dei diciassette candidati (scelti dall’emittente di Rupert Murdoch sulla base dei risultati di recenti sondaggi nazionali). Tra loro sembra aver decisamente prevalso Mr. Donald Trump, che ha dominato con le sue provocazioni e i suoi attacchi agli altri candidati, affermando tra l’altro che non sosterebbe i repub- U che la donna si è accorta di quel che stava accadendo e ha chiesto aiuto, ma nessuno ha risposto. Neel probabilmente sapeva a cosa andava in contro: in un post su facebook del 15 maggio aveva infatti scritto che, dopo aver partecipato ad una manifestazione di protesta per l’uccisione di un collega, era stato seguito da due giovani. Il blogger ha anche scritto di aver denunciato l’episodio alla polizia, che però non avrebbe voluto registrare la denuncia e gli avrebbe consigliato di lasciare il Paese. Dopo l’omicidio – riporta la stampa – gli attivisti laici hanno organizzato una manifestazione nella piazza principale della cittadina: “Stiamo protestando contro la cultura dell’impunità in Bangladesh. Uno dopo l’altro – ha dichiarato uno dei partecipanti – i blogger vengono uccisi senza che si faccia nulla per fermare gli assassini”. CdG STATI UNITI E SICUREZZA DELLA RETE DAL MONDO Libera la donna francese rapita nello Yemen n gruppo di persone armate di machete ha ucciso un blogger nella sua casa di Dhaka. Niloy Neel – questo il nome dell’uomo – era molto impegnato sul fronte della battaglia per la laicità dello Stato. Il suo è il quarto omicidio di questo tipo in Bangladesh dall’inizio dell’anno. “Sono entrati nel suo appartamento dopo aver spinto un suo amico da parte e lo hanno colpito a morte. Era un bersaglio dei militanti islamici” ha dichiarato alla stampa il responsabile del sito con cui Neel collaborava. La polizia ha poi confermato che il blogger è stato assassinato da un gruppo composto da una mezza dozzina di persone, introdottisi nel palazzo con la scusa di cercare una casa in affitto. In casa pare ci fosse anche sua moglie, che però si trovava – per fortuna - in un’altra stanza”. Un esponente delle forze dell’ordine ha detto ai giornalisti blicani se non dovesse vincere le primarie. Nel caso quindi in cui non dovesse diventare il candidato ufficiale del Partito per la corsa alla Casa Bianca, il miliardario newyorkese potrebbe dunque presentarsi come indipendente. Kabul: attentato ad un palazzo dei servizi segreti, 10 morti e 120 feriti Poco dopo la mezzanotte di ieri, un autobomba è esplosa nel quartiere Shah Shaeed di Kabul, nei pressi di un palazzo sede dei servizi segreti militari. L’attentato, riferiscono i media locali, ha provocato oltre 10 morti e almeno 120 feriti, ma il bilancio sembra sia purtroppo ancora provvisorio. Secondo alcune testimonianze di residenti della zona, la deflagrazione è tata enorme. “Il terreno ha tremato. Ho pensato si trattasse di un terremoto. E’ stato orribile” ha riferito un testimone. E sulla situazione generale, un altro cittadino commenta: “Siamo tutti terrorizzati qui. La sicurezza peggiora di giorno in giorno”. Dall’inizio del progressivo ritiro delle truppe straniere, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, l’Afghanistan è tornato ad essere terra di nessuno, di nuovo in preda a violenti scontri tra le fazioni locali. “Appena un paio di giorni fa – scrive Euronews - 15 soldati erano morti nello schianto di un elicottero che potrebbe essere stato abbattuto dai talebani che hanno rivendicato l’attacco, smentito dalle autorità locali”. Hacker all’attacco del Pentagono I pirati informatici, secondo quanto riferito dal canale televisivo NBC, sarebbero di nazionalità russa I l dipartimento della difesa degli Stati Uniti ha bloccato il suo sistema interno di posta elettronica dopo aver subito, circa due settimane fa, un “sofisticato attacco informatico”. I responsabili, secondo quanto riferito dal canale televisivo NBC, sarebbero un gruppo di hacker russi, che sarebbero riusciti ad introdursi negli account di circa quattromila dipendenti del dipartimento, sia militari sia civili. E a leggere la loro posta “non riservata”. Secondo l’emittente statunitense l’intrusione cibernetica non ha riguardato documenti e comunicazioni riservate e sarebbe avvenuta intorno al 25 luglio. Quanto ai dettagli, pare che gli hacker abbiano utilizzato un qualche tipo di sistema automatizzato in grado di raccogliere rapidamente enormi quantità di dati, rendendoli disponibili su internet. I funzionari del dipartimento hanno poi dichiarato che non è ancora chiaro se chi ha condotto l’attacco ha agito da solo o con l’appoggio di strutture statali, anche se quest’ultima ipotesi, data la portata dell’azione, è ritenuta alquanto probabile. La stessa fonte ha poi sottolineato che nessuna delle informazioni acquisite dai pirati della rete è appartenente ad account “classificati” (di rilievo). E questo, probabilmente, perché quasi immediatamente dopo l’intrusione, il Pentagono ha preso la drastica decisione di chiudere, a scopo precauzionale, l’intero sistema interno di posta elettronica. Che dovrebbe essere di nuovo on line entro la fine di questa settimana. I responsabili del Pentagono, infine, non hanno escluso la possibilità di lanciare in futuro una rappresaglia: a tal fine sembra sia stato messo al lavoro un team di esperti in grado di sviluppare una cyber arma in grado di fare da deterrete nei confronti di eventuali ulteriori attacchi. CdG 7 Sabato 8 agosto 2015 STORIA COMIZI ACCESI, ARTICOLI ENEREGICI, STUDIO FORSENNATO: COSÌ BENITO TRASCORRE QUESTO PERIODO Mussolini a Trento: mesi intensissimi Emerge un profondo e sentito nazionalismo: “La patria comune del genio fu ed è l’Italia” di Emma Moriconi enito Mussolini così giunge a Trento e anche questo periodo della sua vita è estremamente interessante. Su Il Popolo dell’11 febbraio 1909 scrive di Marx e di Darwin, definendoli “i pensatori più importanti del secolo XIX”. Di questo periodo si ricordano i molti interventi di Mussolini in comizi pubblici, un confronto con Alcide De Gasperi, che dopo le parole di Mussolini però si limita a “giustificare - come scrisse un cronista e come riportano Pini e Susmel - l’atteggiamento dei cristianosociali nella presente lotta operaia, fa appello alla concordia, gratifica di signori i presenti e di onorevoli i socialisti; ammette che gli intervenuti sono socialisti quasi tutti e rinuncia a discutere col compagno Mussolini, traendo a pretesto la solita partenza per affari urgentissimi [...] I commenti ironici si convertono in una sonorissima fischiata che saluta la fuga del campione del cristianesimo sociale”. Aggiungono poi Pini e Susmel che “attraverso la Lega per la cultura sociale in Trento, egli creò una scuola di propaganda del partito”. La sua azione è sempre potente, conduce a buon fine una battaglia per la categoria del falegnami che lo festeggiano: è il 5 giugno 1909. Parla a loro e dice: “Un giornale di Trento ci ha chiamati violenti. Se l’anonimo scrittore fosse qui, dovrebbe convincersi di aver mentito. Fummo altra volta chiamati malfattori. Ebbene, se violenti e malfattori sono tutti quelli che hanno in odio le bassezze, le iniquità, le ingiustizie; se malfattori e violenti sono tutti quelli che tendono gli sforzi alla realtà dell’ideale, noi siamo allora malfattori e violenti e siamo fieri di esserlo”. Ancora a giugno, per essere esatti il 12 del mese, pubblica su Il Popolo un’intervista alla “Santa di Susà”: l’articolo viene pubblicato anche in un opuscolo in vendita a 6 centesimi “pro L’Avvenire del Lavoratore”. Si tratta della vicenda di una donna che viene usata da un sacerdote il quale pretende che lei si finga B una santa che fa miracoli: Benito si reca a Susà, un villaggio alpestre, e la intervista. È della fine di agosto - siamo costretti a procedere a passi lunghi - un pezzo in cui analizza il fenomeno della disoccupazione: “Questo fenomeno, che costituisce una specie di malattia incurabile della società capitalistica, si verifica in tutti i paesi”. Una statistica precisa sul tema - dice, prendendo spunto da Vilfredo Pareto - è impossibile, e ricerca la ragione di questo fenomeno “nella imperfetta ed ingiusta organizzazione produttiva della società borghese, nella quale capitale e lavoro sono divisi e nemici fra loro, e la produzione è fatta per il lucro individuale del capitalista, non già in vista della necessità sociale o della utilità pubblica”. Come sottolineano Pini e Susmel, “Il suo lavoro fu così intenso che la somma degli scritti e discorsi da lui prodotti negli otto mesi di soggiorno a Trento occupa oggi un intero volume dell’Opera Omnia”. Proprio per questa ragione è impossibile dettagliare qui questo periodo: in realtà tutta la sua vita è talmente densa che racchiuderne un solo frammento in una pagina di giornale è un’impresa impossibile. Anche il sentimento nazionalista emerge nei suoi scritti di questo periodo: “L’Italia attuale va perdendo le caratteristiche di un cimitero. Dove un tempo sognavan gli amanti e cantavan gli usignoli, oggi fischiano le sirene delle officine. L’italiano accelera il passo nello stadio dove le nazioni corrono la grande Maratona della supremazia mondiale. Gli eroi hanno lasciato il posto ai produttori. Dopo aver combattuto si lavora. L’aratro feconda la terra e il piccone sventra le vecchie città. L’Italia si prepara a riempire di sé una nuova epoca nella storia del genere umano. La patria comune del genio fu ed è l’Italia”. Estremamente interessante il punto di vista sull’emigrazione italiana all’estero: “Un giornale di Innsbruck - scrive - s’occupa dell’emigrazione italiana europea e transoceanica e afferma fra l’altro che i 60.000 italiani che lavorano in Germania devono essere riconoscenti ai tedeschi per il lavoro, l’ospitalità, il pane. È una cosa stomachevole! Sembra che gli italiani vadano in Germania ad esercitare l’accattonaggio, mentre sono gli italiani che non solo in Germania, ma in tutta l’Europa centrale rappresentano la civiltà del lavoro. È alla mano d’opera italiana che si devono i grandi esercizi pubblici di molte città: le strade, i canali, le gallerie perigliose e meravigliose, come quelle del Sempione o l’altra del Jungfrau. L’operaio italiano ha qualità che mancano agli operai di altre operai di altre nazionalità: è tenace, coraggioso, sobrio e spesso si lascia docilmente sfruttare. Se vi sono debiti di riconoscenza fra italiani e tedeschi, non possono essere che reciproci!”. IL 2 AGOSTO VIENE CHIAMATO DA CESARE BATTISTI A DIVENTARE CAPO REDATTORE DE “IL POPOLO” Polemista vigoroso “Uomo di un sol pezzo, che nell’opera giornalistica sa portare tutta l’esuberanza del sentimento, tutta la fierezza del carattere romagnolo, temperato da una cultura multiforme e moderna” un periodo fervidissimo in termini di produzione scritta: pubblica tra l’altro una serie di quattro racconti a sfondo cupo “che risentivano - scrivono Pini e Susmel - della tragica immaginazione di Poe ma insieme anticipavano certo surrealismo moderno ed alcune impostazioni alla Bontempelli e alla Pirandello. Sfogava così in prosa commentano ancora gli studiosi - il fantastico lirismo che aveva cessato di esprimere in versi”. Innumerevoli sono i suoi scritti, anche su Pagine Libere, la rivista di cui abbiamo mostrato copia nello speciale dedicato lo scorso anno alla mostra sul giovane Mussolini a Predappio. Il 2 agosto Benito viene assunto da Battisti come capo redattore: “Egli è noto - dice Battisti - ai nostri lettori, come scrittore agile, incisivo, come polemista vigoroso, come uomo di un sol pezzo, che nell’opera giornalistica sa portare tutta l’esuberanza del sentimento, tutta la fierezza È del carattere romagnolo, temperato da una cultura multiforme e moderna”. Così il ventiseienne Benito sale al primo piano di un palazzo di via Torre Verde, a Trento, e prende il suo posto a fianco di Battisti. Al piano terra c’è la tipografia dove si stampa il giornale. La sua cultura è vastissima, al punto che tutti si rivolgono a lui con mille domande. Battisti è costretto ad affiggere questo avviso in bacheca:“I signori redattori e i signori collaboratori sono pregati di far meno domande e di avere più fiducia nelle loro individuali possibilità”. Il lavoro lo assorbe quasi totalmente. Quasi, già, perché il tempo per il “sesso gentile” lo trova sempre:“Ebbi diverse relazioni - scriverà - Non faccio nomi perché sono troppo recenti”. Si sa, fa parte della sua personalità. Tra queste storie, si conosce quella con Fernanda Oss Fachinelli, dalla quale ha un figlio che muore dopo pochi mesi. Anche la donna, che gestì la sua relazione con Benito con estrema discrezione, muore poco tempo dopo: era ammalata di tubercolosi. Mussolini non ha mai dimenticato nessuno, lo abbiamo detto e ripetuto più volte, e il lettore dovrà tenere a mente questo importante aspetto del suo carattere perché ci tornerà utile a breve. Non ha mai dimenticato nessuno e a nessuno è mai mancato il suo aiuto: quando sarà Duce degli italiani non esiterà ad aiutare la madre di Fernanda, Virginia Facchinelli, che abitava in vicolo Rogge 1, nel 1935 in via del Suffragio 9 (Pini e Susmel, informazione riservata, in “Mussolini l’uomo e l’opera”), anziana e bisognosa di cure. Fernanda era morta da un pezzo, eppure Benito non fece mancare il suo sostegno all’anziana madre. Ricordiamocene perché a breve questo concetto tornerà in merito ad una vicenda sulla quale ci soffermeremo per un po’. Una vicenda che svelerà aspetti - documenti alla mano, come sempre - che faranno saltare dalla sedia qualcuno che nel tempo ha osato un po’ troppo in termini denigratori. Ma facciamo un passo alla volta e restiamo ancora per un poco sul tema odierno. La polemica anticlericale gli crea non pochi problemi, anche con la giustizia. È un contraddittorio quotidiano, quello di Benito e dei rappresentanti della Chiesa. Si vocifera in breve di uno “sfratto”: “dichiaro altamente che me ne infischio”, risponde. Abbiamo parlato del rapporto di Benito con la Fede (e presto torneremo anche su questo in maniera chiara e completa): qui vale appena riferire un passaggio:“Noi siamo gli ‘anarchici’ e i ‘desperados’, ma anche per i patrizi di Roma pagana ‘desperados’ eran gli umili che alla parola di Gesù vibravan di speranze e di fede. E pure il mite apostolo di Galilea diceva ai ‘desperados’: ‘Voi siete il sale della terra’”. Anche questo va segnato tra gli appunti delle cosine da ricordare per il nostro futuro ragionamento sulla religione e sulla spiritualità di Benito Mussolini. Il lettore ricorderà che già in passato, e più volte, abbiamo trovato indizi interessanti in merito. [email protected] 8 Sabato 8 agosto 2015 DA ROMA E DAL LAzIO LA LINEA A È RIMASTA CHIUSA FINO ALLE 14. SOSPESA UNA PARTE DELLA METRO B PER IL ROGO SULLA TIBURTINA Un venerdì nero, tra sciopero e incendio Ridotta la Roma-Lido, nonostante le insurrezioni dei residenti nelle scorse settimane n altro venerdì nero per i romani, i turisti e i pendolari, vittime dell’ennesimo sciopero e di un incendio scoppiato sulla Tiburtina nel tardo pomeriggio, costringendo alla chiusura metà della metro B. Un’astensione dal lavoro, questa volta, solo di quattro ore, dalle 8 e 30 alle 12 e 30, che ha creato comunque non pochi disagi agli utenti, nonostante la fascia oraria ridotta. La Metro A è stata chiusa, colpendo in particolare i tantissimi turisti diretti in centro, mentre il servizio delle linee B e C, dei bus e dei tram è stato sostanzialmente regolare, al di là di qualche ritardo. Un’adesione di oltre il 40%, secondo l’Unione sindacale di base. Solo del 7,5%, ha replicato l’Atac, spiegando che “altri dati sullo sciopero diffusi da terzi sono da considerarsi privi di fondamento”. Qualche disagio si è verificato anche per il trasporto su gomma, a seguito del secondo sciopero di quattro ore, dalle ore 8 e 30 alle 12 e 30, indetto da Cgil, Cisl e Uil solo per la rete dei bus gestita da Roma Tpl. Attive con riduzioni di corse la Roma-Viterbo e la Termini-Centocelle, mentre altri disagi si sono verificati sulla Roma-Lido, dove sono sfociate le insurrezioni degli utenti nelle scorse settimane, che ha viaggiato con treni ridotti e una frequenza di 30 minuti, gravando ulteriormente le criticità della linea sui residenti. Per far defluire il traffico, il Comune di Roma U ha previsto la disattivazione dei varchi delle Ztl per tutto il giorno, consentendo la circolazione anche ai veicoli privi di permesso. Mentre la linea A della metropolitana è stata riattivata intorno alle 14, in anticipo rispetto ai tempi tecnici stimati. Al centro della protesta, “la disdetta da parte di Atac degli accordi sindacali siglati dal 1962 ad oggi, contro il piano industriale, che chiede un aumento dell’orario di lavoro trasformando lo straordinario in ordinario; per la sicurezza e contro il nuovo “Manuale dell’operatore” e contro la limitazione del diritto di sciopero”, ha spiegato il sindacato di base. L’Usb se l’è presa anche con i sindacati maggiori, Cgil-Csil-Uil, rei di aver sottoscritto “l’accordo sul nuovo piano industriale, legittimando di fatto Atac ad operare tagli sul salario” peggiorando così “le condizioni di lavoro” e spianando “la strada al processo di privatizzazione”. L’assessore ai Trasporti e alla Mobilità, Stefano Esposito, ha risposto per le rime alle critiche del sindacato: “Mi dispiace per i disagi causati ai romani e turisti da uno sciopero incomprensibile e strumentale, come sempre di venerdì, dall’Usb”, ha scritto il neo assessore su Twitter. “La strumentalità è proprio questa: utilizzare i cittadini come scudo contro i lavoratori, che nella maggior parte dei casi, e questa volta in Atac ancor di più, difendono soprattutto il ser- vizio pubblico, attaccato da avvoltoi pronti a privatizzare tutto, a depauperare il patrimonio pubblico, a ridurre conseguentemente la qualità dei servizi e, se possibile, anche i livelli di sicurezza”, ha replicato l’Usb all’assessore alla Mobilità. Nel tardo pomeriggio, però, la metro B è stata chiusa a metà per un incendio in via Tiburtina, all’angolo con via Palmiro Togliatti. E’ stata così sospesa la tratta da Tiburtina a Rebibbia. Il fumo sprigionatosi dal rogo - ha spiegato Atac - è finito all’interno della stazione Ponte Mammolo, che è stata chiusa. Anche gli autobus nella zona hanno registrato ritardi e deviazioni. IL CAPOGRUPPO DE LA DESTRA STANA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO “Zingaretti chiude il Consiglio, ma fa nomine ad agosto” E’ la denuncia di Francesco Storace, che ha presentato un’interrogazione sul conferimento della direzione dell’Area “Pianificazione” dell’Agenzia di Protezione civile Nottetempo, in modo quasi carbonaro e clandestino, viene sconvocato e poi chiuso per l’estate il Consiglio, ma intanto vengono fatte nomine agostane con bandi quanto meno raffazzonati”. E’ la denuncia di Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario nazionale de La Destra, che ha presentato, ieri, un’interrogazione urgente a risposta scritta sull’avviso pubblico del 31 luglio scorso concer- “ nente il conferimento dell’incarico di direzione dell’Area “Pianificazione” dell’Agenzia di Protezione civile. “Nell’avviso - scrive Storace - si legge che “i dirigenti interessati all’incarico devono inviare al Direttore della Direzione Risorse umane la loro candidatura, con allegato il curriculum aggiornato, entro e non oltre il 7/08/2015. E già sette giorni ad agosto sembrano davvero pochi. Inoltre, le caratteristiche del posto da ricoprire, contenute nell’avviso, appaiono troppo generiche e non sono rispondenti alle specifiche funzioni che il soggetto incaricato dovrà esercitare soprattutto dopo la nascita dell’Agenzia di Protezione civile che deve marcare una discontinuità funzionale e organizzativa rispetto al recente passato. Infatti, appare piuttosto chiaro che l’Avviso risente dell’assetto organizzativo precedente all’istituzione dell’Agenzia , quando le aree “Pianificazione di protezione civile”, “Vo- lontario ed enti locali – Sala operativa regionale” e “Centro funzionale regionale” erano incardinate all’interno della Direzione regionale “Infrastrutture”“. Storace ha quindi chiesto al presidente Zingaretti “se non sia il caso di annullare l’Avviso almeno per scriverne uno che abbia caratteristiche più specifiche”. Inoltre, aggiunge il capogruppo de La Destra, “voglio sapere se sono state date indicazioni strategiche da parte LO SCALO FERROVIARIO È SEMPRE PIÙ INSICURO, IN BALIA DI VERE BANDE CRIMINALI Termini: sputi a un operatore, Fs si ribella n’altra vile aggressione ai danni di un controllore di Ferrovie dello Stato è andata in scena alla stazione Termini, dove sono stati reintrodotti i varchi di accesso ai binari, al momento ancora mobili. Durante i consueti controlli, “i soliti malviventi che gravitano intorno alla stazione”, fa sapere Fs, hanno sputato in faccia a un addetto di protezione aziendale. Una situazione sempre più insostenibile, quella allo scalo romano, in balia di vere bande criminali. “Si fanno sempre più frequenti le molestie ai danni degli operatori: dalle percosse alla trasformazione U del look per mimetizzarsi con i lavoranti di stazione sino a quest’ultima tipologia di ‘aggressione’”, lamenta ancora Fs, ricordando che “lo sputo infatti non è solo una forma di disprezzo e un gesto ignobile, può anche essere un veicolo di infezioni o patologie gravi”. “Una nuova subdola modalità per scoraggiare il personale”, spiega ancora Fs, sottolineando che per l’ennesima volta un loro dipendente è dovuto ricorrere alle cure mediche all’ospedale Spallanzani per “la necessaria profilassi”. Anche in questo caso, l’aggressore è stato prontamente identificato dalla Polizia Ferroviaria. Purtroppo, però, il fermato tornerà ancora lì tra qualche giorno, vanificando il lavoro del personale di Fs e degli agenti che lo hanno foto segnalato. Una routine. “Tutto questo accade nonostante gli sforzi profusi da Polizia e Carabinieri che dall’inizio dell’anno - ricorda Fs - hanno già effettuato oltre 600 arresti e migliaia di denunce a piede libero per furti, borseggi, aggressioni e altri reati”. Una stazione sempre più insicura, a cui è stata una numerosa presenza di uomini delle forze di polizia per l’Expo di Milano. della Giunta al Direttore delle “Risorse Umane” per adeguare le declaratorie sui posti a bando da Dirigente che appaiono troppo generiche e non specialistiche per l’esercizio di competenze così puntuali e se non appaia poco congruo che si pubblichi un avviso ad agosto, con soli sette giorni di tempo per rispondere, quando molti dirigenti che potrebbero aspirare alla carica potrebbero trovarsi in ferie”. 9 Sabato 8 agosto 2015 DALL’ITALIA TERRORISMO A PERUGIA NAPOLI Erano “vicini a Jihad”: espulsi coniugi albanesi Immigrati in rivolta, letti e mobili in strada Per lamentarsi delle condizioni di vita devastano la strutture e bloccano la statale: traffico in tilt Il provvedimento è stato disposto dal ministero dell’Interno dopo le indagini della Digos I due cercavano di reclutare adepti attraverso internet: sono stati riaccompagnati a Tirana A givano indisturbati alla ricerca di nuovi adepti per la jihad. Per questo una coppia di coniugi albanesi, residenti in provincia di Perugia, è stata espulsa dal territorio nazionale in esecuzione di un provvedimento di prevenzione in materia di terrorismo disposto dal ministro dell’Interno. Entrambi erano da tempo monitorati dal personale della questura del capoluogo umbro. Secondo le prime indiscrezioni lui ha 32 anni e aveva un impiego da artigiano; lei ha 23 anni. Vivevano secondo i dettami della Shariʿah (in arabo la legge di Dio) e dalle indagini della Digos è emersa la loro vicinanza a posizioni jihadiste, per le quali la coppia avrebbe fatto attività di indottrinamento e proselitismo. È per questo che i poliziotti della Digos di Perugia hanno chiesto e ottenuto un provvedimento di espulsione, che giovedì è stato convalidato dal giudice di pace di Perugia. I due, con regolare permesso di soggiorno e dunque apparentemente insospettabili, sono stati rintracciati nella loro abitazione e quindi scortata in Albania dai poliziotti della questura. A dare la comunicazione alla stampa è stato il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Gianpiero Bocci che ha espresso “apprezzamento e soddisfazione” VENEZIA Non ha una casa, tenta di darsi fuoco Tragedia evitata grazie all’intervento del sindaco. L’uomo vive da mesi in barca ragedia evitata per un soffio a Venezia. Un uomo ha minacciato di darsi fuoco in Municipio, ma l’intervento del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, lo ha convinto a desistere dal gesto. Dietro la protesta ci sarebbe un problema di assegnazione della casa. Francesco Eurisiol, 53enne veneziano, invalido al cento per cento, lamentava il fatto di vivere da dicembre in barca, e protestava per lo slittamento in graduatoria della sua domanda per un alloggio. Per questo ieri mattina si è presentato nell’atrio di Ca’ Farsetti con una tanica di benzina, l’ha sparsa a terra tenendo accendino in mano. L’intenzione era quella di darsi fuoco se non fosse stato accontentato. Il peggio è stato evitato solo grazie all’intervento delle persone presenti che si sono radunate attorno all’uomo (che T per il lavoro della Digos. “Dopo un anno di indagini - ha spiegato - sono state acquisite informazioni che hanno portato al provvedimento di espulsione per la coppia che era in regola con il permesso di soggiorno. Un’attività, quella degli investigatori, condotta con grande professionalità e riservatezza che dimostra come alta sia l’attenzione del governo sulla sicurezza nazionale attraverso un’opera prevalentemente di prevenzione oltre che di repressione. Bisogna esserne orgogliosi”. Rimane nel riserbo più assoluto su come marito e moglie siano entrati in contatto con determinati “ambienti” di matrice islamica. Complice potrebbe essere stato il web, dove ormai da tempo gli estremisti reclutano nuovi adepti. Ora la coppia, come previsto dalle nome anti terrorismo in caso di allontanamento per motivi di prevenzione, dovrà stare lontana dall’Italia per diversi anni (tra un minimo di cinque anni ed un massimo di dieci anni). L’espulsione della coppia albanese è solo l’ultimo episodio di una serie di provvedimenti che hanno colpito alcune cellule della Jihad sul nostro territorio. Lo scorso luglio un’imponente operazione della polizia di Stato contro il terrorismo internazionale (denominata “Martese!”) aveva portato a molti arresti e perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo, Grosseto e in una città dell’Albania. Barbara Fruch etti, materassi e mobili buttati in strada. È l’ennesima, clamorosa, protesta degli immigrati avvenuta venerdì mattina, verso le nove, a Giugliano, in provincia di Napoli: si lamentano delle condizioni di vita nei centri d’accoglienza della zona e al numero elevato di persone ospitato nelle strutture. La manifestazione è durata circa quattro ore ed è terminata alle 13, grazie all’intervento degli agenti del commissariato di Giugliano, coordinati dal primo dirigente Pasquale Trocino. Secondo quanto si è appreso i trecento stranieri, tutti provenienti dal centro di accoglienza denominato “ex ristorante di Francia”, hanno devastato la struttura, in cui sono ospitati, gettando dalle finestre e dai balconi materassi e mobili lungo la strada statale Domiziana. Oltre ad ostacolare l’accesso all’interno della struttura, inevitabili le conseguenze anche dal punto di vista della del traf- L LIVORNO Fugge con il figlio, ritrovato in un parco giochi L’uomo si era allontanato con il bambino, eludendo la sorveglianza degli assistenti sociali. Sono stati rintracciati all’Acquavillage di Cecina E pare non sia nuovo a gesti di quel tipo). Immediato anche l’intervento per primo cittadino che, informato del fatto, ha lasciato il suo ufficio incontrando il 53enne. I due hanno parlato per un po’ e alla fine il sindaco Luigi Brugnaro ha cercato di far ragionare il mal capitato e lo ha convinto a lasciar stare, promettendo di interessarsi del caso. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco e gli operatori del 118. Una tragedia, fortunatamente evitata, che evidenzia, ancora una volta, i grevi problemi che affliggono i cittadini, non solo occupazionali ma anche abitativi. B,F. fico con rallentamenti di quanti erano diretti verso il litorale. Gli immigrati scesi in strada si sono lamentati del trattamento loro riservato. Condizioni disumane, a loro dire, per il cibo, definito “cattivo”, e la scarsa igiene. Non solo: hanno manifestato anche perla mancata ricezione dei ticket money. I referenti dell’associazione che gestiscono il centro di accoglienza hanno letto loro i diritti degli accordi internazionali, assicurandoli che a breve gli verranno consegnati i ticket e alcuni di loro saranno spostati in altre strutture. Non è la prima volta che gli stranieri protestano per come vengono trattati. Extracomunitari che, una volta in Italia, pretendono vitto e alloggio, oltre a soldi in tasca. Il tutto, si ricorda, in un periodo storico in cui molte famiglie italiane faticano a mettere insieme il pranzo con B,F. la cena. ra fuggito giovedì sera con il figlio di 5 anni eludendo la sorveglianza degli assistenti sociali, da Livorno. Il padre è stato rintracciato ieri pomeriggio in un parco acquatico a Cecina. Secondo quanto reso noto l’uomo è costretto a vedere il bambino solo in presenza degli incaricati dell’Asl dopo la separazione dalla moglie e una durissima battaglia legale con la donna. L’uomo, 39 anni, era fuggito via a bordo di un furgone Nissan nv 200 grigio chiaro portandosi il piccolo durante un incontro protetto con gli assistenti sociali. Era riuscito a scappare dalla sua casa chiedendo al bimbo di seguirlo in una stanza per prendere un giocattolo. Subito dopo aveva chiuso la porta a chiave e si era allontanato da un ingresso secondario dell’abitazione. Non è chiaro se abbia potuto contare sull’appoggio di qualcuno che abbia dato loro ospitalità. La squadra mobile di Livorno lo ha cercato per tutta l’altra notte. Una caccia che è terminata nel pomeriggio di ieri. Il 39enne e il figlio sono stati ritrovati in un parco giochi acquatico, l’Acquavillage di Cecina, appena 50 chilometri lontano da casa. Aveva spento il cellulare e non aveva fatto prelievi ai bancomat. I due stavano giocando su uno scivolo, quando sono stati avvicinati da alcuni agenti in borghese. Gli agenti hanno chiesto loro di seguirli e tutti insieme si sono poi allontanati dal parco giochi. Il bambino sta bene. Il padre per il momento sarebbe rimasto in silenzio. Entrambi sono tornati a Livorno su un’auto della polizia. Da quanto appreso sembra che l’uomo sia stato visto, insieme al bambino, su uno dei giochi del parco. Ancora da chiarire se siano stati riconosciuti da qualcuno che ha poi allertato le forze dell’ordine. Secondo i servizi sociali che seguono la famiglia, l’uomo è una persona “molto tormentata e con rapporti conflittuali”. Secondo i vicini di casa era “un uomo molto taciturno e anche il figlio lo si vedeva molto di rado”. Il 39enne da tempo lamentava la sua condizione e aveva già messo in pratica una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica: lettere ai giornali, lunghi e amari post sulla sua pagina Facebook e, l’ultima in ordine di tempo, un volantinaggio sul litorale livornese solo pochi giorni fa. Accusava la ex moglie, le forze dell’ordine e annunciava che prima o poi avrebbe portato via con se il piccolo. B.F. 10 Sabato 8 agosto 2015 DALL’ITALIA SCONTRI TRA TIR E AUTO: E ANCHE I MAIALI INVADONO LA CARREGGIATA Venerdì nero sulle strade: morti e code Due incidenti sull’A1, deceduti una donna e un uomo. Sei i feriti. Traffico in tilt S contri, code e disagi. Comincia in modo tragico il week end di esodo estivo sulle autostrade italiane. Due persone sono morte e sei sono rimaste ferite in tre incidenti, due sull’A1 e l’altro sull’A14. Sull’Autostrada del Sole, nel tratto da Piacenza e Parma in direzione Sud, le code sono arrivate sino a 13 km. Il tratto è stato riaperto intorno alle 12, dopo ore di blocco. Scontro auto-Tir, un morto - Una persona è morta nel primo dei due gravi incidenti che, dalle 2 circa dell’altra notte, hanno provocato la chiusura dell’A1 in direzione di Bologna tra Piacenza sud e Parma. Avvenuto poco prima delle 24 all’altezza del km 102, ha coinvolto un’auto e due tir: è stato necessario chiudere il tratto tra l’allacciamento con la A15 e Parma. Per liberare gli occupanti della vettura (una Citroen Picasso), marito e moglie, sono intervenuti i vigili del fuoco. Sonia Baiocchi, impresaria edile di 52 anni residente a Sorbolo (Parma), sarebbe morta sul colpo; il marito Mauro Mora è ferito e ricoverato in Ortopedia al Maggiore di Parma. Il secondo scontro è avvenuto circa un’ora dopo al chilometro 100 sempre in carreggiata sud. Si tratta di un tamponamento in coda con il coinvolgimento di tre mezzi pesanti e un’auto: il mezzo pesante che trasportava maiali vivi si è ribaltato occupando gran parte della carreggiata con dispersione del carico. Nella vettura viaggiava una famiglia lombarda, con una bimba di 5 anni: la piccola ha riportato lesioni non gravi, la mamma è stata ricoverata in ortopedia per fratture, più serie le condizioni del padre, in osservazione nel reparto di medicina d’urgenza. strada, 118, vigili del fuoco, protezione civile e polizia municipale parmigiana sono stati impegnati anche veterinari dell’Ausl e personale del Comune di Parma per la “caccia” ai suini che vagavano in strada e nei campi vicini. Un morto ad Ancona, coinvolto mezzo disabili - Un incidente mortale è avvenuto anche sulla A14 Bologna-Taranto, ad Ancona Sud, dove si contano una vittima e due feriti. Coinvolto un furgone attrezzato per il trasporto dei disabili, sul quale viaggiava una famiglia di tre persone, originaria della provincia di Pesaro Urbino: padre, madre e figlio. La vittima è il padre, che era alla guida e che avrebbe perso il controllo del mezzo, uscito di strada. I percorsi alternativi – All’interno del tratto chiuso si è formata una lunga coda, mentre la società Autostrade ha suggerito percorsi alternativi. Chi era in viaggio verso Bologna è stato dirottato sulla A21, per poi proseguire per A7, A12, A11, con rientro in A1 all’altezza di Firenze. A chi non era ancora in viaggio è stato consigliato di ritardare le partenze, o di percorrere la A4 fino al bivio con la A22, per poi proseguire fino al bivio con la A1. Con Pol- Le code - Code chilometriche si sono formate lungo la A1, dove molti sono stati gli interventi del 118 dovuti a malori e colpi di sole. La riapertura del tratto è stata annunciata alle 12.12 di ieri dalla società Autostrade per l’Italia che, poco dopo le 15, segnalava sul proprio sito una situazione traffico in via di normalizzazione con code a tratti tra Piacenza Nord e bivio A1diramazione Fiorenzuola e fra Terre di Canossa e il bivio A1-A22 per traffico intenso. Per lo stesso motivo, traffico intenso, code a tratti anche tra Modena sud e il bivio A1-A14. Ieri mattina nel tratto chiuso, tra Piacenza sud e Parma, ci sono stati ben 13 km di coda. Un’altra coda di 7 km si era formata sulla carreggiata nord dell’Autosole, tra Parma e Fidenza verso Milano, per curiosi che rallentavano all’altezza degli incidenti che hanno bloccato la circolazione. Verso sud, tra Fiorenzuola e il bivio A15-A1 la coda attorno alle 11 era di undici chilometri. La Protezione civile e personale Aspi, sottolinea la società Autostrade che ha messo in strada tutto il personale disponibile, hanno cominciato appena possibile la distribuzione di acqua fresca alle persone in sosta sotto il sole, anche se molti automobilisti hanno lamentato di non essere stati raggiunti dai soccorsi. Fermi, con temperature percepite di oltre 40 gradi, anche bambini e anziani. In mattinata i sanitari del 118 sono intervenuti per soccorrere persone colpite da lievi malori, complici il grande caldo e l’afa. Barbara Fruch DA NORD A SUD L’ONDATA DI CALORE UCCIDE Caldo killer: sette le vittime Il caldo killer continua a mietere vittime. Due vittime in Liguria – Due anziane sono decedute in spiaggia. La prima, ottantacinquenne milanese, è stata colta da un malore intorno alle 12 di ieri mentre camminava in riva al mare di Marinella di Sarzana, in provincia di La Spezia. Subito è intervenuto un medico che si trovava lì in vacanza, ma i soccorsi sono stati vani. L’altra anziana è morta poco dopo le 13, a Spotorno, provincia di Savona, colta da un malore mentre faceva un bagno. Il bilancio delle vittime per malori legati all’afa in Liguria sale così a sette. Un morto in Toscana – Un uomo 72enne è deceduto ieri pomeriggio sul litorale del parco di San Rossore, allo Gombo. Si è sentito male mentre stava nuotando verso la spiaggia, dopo essersi tuffato da una barca su cui era in compagnia di moglie e fi- gli. Inutili i soccorsi. Due annegati in Abruzzo – Due turisti sono morti annegati ieri mattina in Abruzzo in due distinte località. A Silvi Marina (Teramo) è deceduto un 85enne dell’Aquila, l’uomo stava facendo il bagno gli investigatori stanno cercando di accertare le cause del decesso, non è escluso un malore. Il corpo è stato rinvenuto in acqua, davanti allo stabilimento balneare “Lido La Perla” e un bagnino è subito intervenu- to, ma è stato inutile anche il tentativo dei medici di rianimare l’anziano. L’altro decesso è avvenuto sulla costa di Ortona (Chieti), dove a perdere la vita è stato un 56enne di Pianella (Pescara), che a quando pare non sapeva nuotare. L’uomo stava passeggiando in acqua da solo in località Ghiomera, una frazione del Comune teatino, e si sarebbe spinto un po’ al largo, dove l’acqua superava la sua altezza, ed in un tratto di mare privo dell’assistenza ai bagnanti. Gli incidenti nel Cilento – Ancora morti sulle spiagge salernitane. A perdere la vita sono stati due cittadini, uno di 25 anni e l’altro ultrasettantenne, entrambi presenti nel comune di Casal Velino, in località Marina. Il primo, morto nel pomeriggio di mercoledì, era un ragazzo bulgaro che lavorava presso una struttura balneare della zona. Dopo aver mangiato all’ora di pranzo, si è tuffato in piscina. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo: il giovane è morto quasi certamente per una congestione. Sul posto, oltre ai sanitari del 118, sono giunti i carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania. Nella mattinata di mercoledì deceduto anche un ex dipendente delle Poste, residente a Vallo della Lucania, A.G le sue iniziali, che si trovava nel mare della nota località cilentana. Quando, all’improvviso, è stato colto da un infarto davanti agli occhi degli altri bagnanti. Per lui non c’è stato nulla da fare. B.F. RIMINI – IL TAR HA RIGETTATO L’ISTANZA DI SOSPENSIVA Il Cocoricò resta chiuso: respinto il ricorso I Intanto sono state registrate una cinquantina di minacce al questore che ha deciso lo stop l Cocoricò resterà chiuso. Il Tar dell’Emilia Romagna ha infatti rigettato l’istanza di sospensiva presentata dagli avvocati della discoteca di Riccione contro lo stop di quattro mesi imposto dal Questore Maurizio Improta. “Ritenuto che l’afflittività della misura cautelare preventiva con riferimento al principio ordinamentale, anche Comunitario, di proporzionalità meglio potrà essere apprezzata in sede di esame collegiale – si legge nel dispositivo del Tar – quando poco più di un quarto del periodo di interdizione dell’attività sarà trascorso”. “Rilevato che l’affermazione di una gestione (rinnovatasi da appena cinque mesi) fortemente impegnata in una importante opera di prevenzione e di contrasto del c.d. ‘sballo’, mal si concilia con l’adombrato conflitto di interessi dell’Autorità emanante e con la chiamata in causa dei ‘genitori’, fermo restando che il grado di coinvolgimento dei suddetti soggetti esula completamente dagli apprezzamenti giuridici da formulare in questa sede processuale”, scrive il giudice decidendo di respingere l’istanza di sospensiva. Va ricordato che il Cocoricò è stato chiuso dopo che un ragazzo di 17 anni di Città di Castello è morto in discoteca per aver assunto Mdma. In base alla conferma di chiusura da parte del Tar tutto viene rimandato alla trattazione collegiale nel merito, per la quale la camera di consiglio è stata fissata per il 10 settembre. Sulla questione il Codacons ha richiesto un incontro al Tar, al quale prenda parte anche il questore Improta, e invitato il tribunale am- ministrativo a non prendere decisioni prima di aver ascoltato le parti. Intanto proprio colui che ha decretato la chiusura del locale, il questore di Rimini Improta, ha ricevuto minacce di morte. Sono una cinquantina, soprattutto su internet e social network, gli “avvertimenti” già raccolti dalla polizia postale e consegnate in un’informativa alla Procura. 11 Sabato 8 agosto 2015 CULTURA AL DI FUORI DEGLI SCHEMI LINGUISTICI E CULTURALI LA PROPOSTA “LA LINGUA NON SI LEGA”, IN COLLABORAZIONE CON LA FITA REGIONALE Teatro alle Ville Venete Tre appuntamenti nel calendario del Festival: agli eventi gratuiti si potrà fare una donazione volontaria per le vittime del tornado di Emma Moriconi l via è per martedì 11 agosto a Quinto di Treviso con “El Garofalo Rosso”, poi venerdì 28 sarà la volta di Gambellara (Vi) con “I Promessi “Sposi”, infine il 29 a Vazzola (Tv) va in scena “Un ragazzo di campagna”. Sono questi i tre appuntamenti del Festival delle Ville Venete che vede la collaborazione della FITA regionale, la Federazione Italiana Teatro Amatoriale del Veneto, una realtà da anni impegnata nella promozione e tutela del teatro amatoriale che conta oltre 20.300 soci in tutta Italia e oltre 1.200 associazioni artistiche federate. Il Veneto ne ha ben 224, con quasi quattromila soci ed è la regione in cui la Federazione registra il più alto numero di aderenti. Basti pensare che nel 2014 gli spettacoli messi in scena da compagnie FITA sono stati 988: di questi 440 in dialetto veneto e 548 in italiano. Oltre un milione di spettatori hanno assistito lo scorso anno alle rappresentazioni. “Il rapporto con l’Istituto Regionale Ville Venete fa sapere Mauro Dalla Villa, consigliere FITA Veneto e referente per il Festival delle Ville Venete - parte da collaborazioni attivate in passato”. E aggiunge: “Ringraziamo l’IRVV per aver riconosciuto come valida e seria la nostra proposta teatrale, che quest’anno si caratterizza per tre appuntamenti molto diversi fra loro che vedono coinvolte altrettante as- I sociazioni artistiche, tra le più attive del mondo FITA Veneto, di comprovata esperienza e capaci di rappresentare opere di alta qualità, interpretandole in maniera eccellente. Sono tre realtà nate e cresciute in luoghi diversi del Veneto: La Trappola a Vicenza, Teatro Immagine a Venezia e Teatro Insieme a Rovigo, ma tutte radicate nell’intero territorio del Veneto”. Riguardo alla “amatorialità” di questo tipo di teatro, Mauro Dalla Villa dice: “Non si pensi al termine amatoriale come sinonimo di bassa qualità e approssimazione, lo si leghi piuttosto all’amore e alla passione incondizionata per il teatro che caratterizza le compagnie FITA e che rende impressionante la potenza artistica delle loro produzioni teatrali”. L’appuntamento di martedì 11 agosto alle 20:45 è con la compagnia teatrale “La Trappola”, che mette in scena “El garofalo rosso” a Villa Memo Giordani Valeri, Quinto di Treviso, diretto da Alberto Bozzo. Si tratta di una pièce in lingua veneta di Antonio Fogazzaro incentrata attorno alle vicende della contessa Marieta, astiosa cieca che vive in un ospizio per nobili decaduti. Nobiltà e popolo, sentimenti ed affetti, in un contesto caratterizzato da una scenografia naturale, quella di Villa Memo – Giordani. La compagnia Teatro Immagine venerdì 28 agosto alle 21, al Palazzo Cera di Gambellara (VI), propone “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, sarà una rivisitazione di Benoit Roland: “non uno spettacolo recitato - dice il comunicato - bensì giocato, dove l’attore non è uno strumento di un testo, di un regista, d’una scenografia, ma di se stesso. Perché I Promessi Sposi non hanno mai varcato le Alpi? continua - Cosa rinchiude di speciale questo romanzo, che da quasi due secoli fa parte della coscienza collettiva di tutto un popolo? Tante sono le domande che hanno alimentato il lavoro della com- pagnia teatrale veneziana”. Infine sabato 29 agosto alle 20:45 al Palazzo Tiepolo di Vazzola (TV) andrà in scena “Un ragazzo di campagna, una commedia di Peppino De Filippo. La regia è di Barbara Grande, che dice: “Peppino De Filippo aprì la strada ad un teatro di farsa e di comicità, utilizzando un linguaggio vivo ed attuale nel quale lo spettatore ritrova quella verità di espressione che è abituato ad ascoltare tutti i giorni in famiglia, al lavoro e nella vita quotidiana”. In scena la compagnia Teatro Insieme di Sarzano (RO). In questo contesto è bene ricordare che continuano le azioni di solidarietà nei territori veneti colpiti dal tornado dello scorso 8 luglio che ha causato enormi danni al territorio e ad alcune Ville Venete: la presidente dell’IRVV Giuliana Fontanella ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per raccogliere fondi a sostegno delle strutture colpite e anche il Festival rientra in questo progetto: nel corso degli eventi gratuiti, infatti, si potrà donare un contributo a sostegno delle vittime colpite dagli eventi atmosferici. Nel corso delle serate saranno allestiti punti di raccolta per chi volesse donare qualcosa, anche il governatore Zaia si è mosso in questo senso aprendo un conto corrente sul quale possono essere effettuati versamenti, ecco i dati: “Emergenza tornado in Veneto 8/7/2015” Iban: IT 57 V 02008 02017 000103827353. L’OBIETTIVO È AIUTARE GLI STUDENTI DI ARCHITETTURA A SVILUPPARE NUOVE SOLUZIONI SOSTENIBILI PER AMPLIFICARE IL SUONO NEI TEATRI INAGIBILI Villa Pennisi in musica: ecco LEGO Architecture Il nuovo contest #FillTheTheatre nell’antico Teatro Bellini di Acireale l nuovo contest di LEGO Architecture, che ha l’obiettivo di aiutare gli studenti di architettura a sviluppare nuove soluzioni sostenibili per amplificare il suono nei teatri inagibili, si svolgerà nell’antico I Teatro Bellini di Acireale durante Villa Pennisi in Musica. Si chiama #FILLTHETHEATRE ed è una sfida agli studenti di architettura partecipanti al workshop di Villa Pennisi in Musica “a progettare strut- ture interne che permettano al teatro di assolvere di nuovo alla sua funzione di sala da concerti, usando più di 1.200 mattoncini compresi nel set di LEGO Architecture Studio”. Un workshop di architettura davvero unico nel suo genere: si tratta della progettazione architettonica di una struttura che amplifichi il suono e reinserisca la musica nei teatri inagibili. L’Antico Teatro Bellini di Acireale è un teatro barocco, un tempo cuore della musica e della cultura della città, distrutto da un incendio negli anni Cinquanta e ricostruito solo parzialmente. Le strutture di si sicurezza inserite in seguito all’incendio lo hanno reso inutilizzabile per i concerti: ed ecco la sfida, recuperarlo alla musica e dunque alla cultura nel senso più pieno del termine. Saranno gli studenti di architettura a dover studiare strutture interne che consentano al teatro di tornare ad essere anche una sala da concerto: gli strumenti sono appunto i 1.200 mattoncini del set di LEGO Architecrture. Pennisi in musica è l’occasione giusta: esibisce l’eccellenza della musica classica, dell’architettura e del performance design. Quindici giorni di performance live, mostre, presentazioni, workshop e conferenze dei maggiori esperti di musica classica e dei migliori professionisti del suono, del design e dell’architettura. LEGO Architecture Studio è stato lanciato lo scorso anno a livello mondiale e ha riscosso notevole successo: infinite sono le possibilità di sperimentazione nei settori dell’architettura e del design, con un set che fornisce l’opportunità di creare attraverso il molteplice utilizzo di oltre 1200 mattoncini LEGO e grazie ad un manuale da cui trarre ispirazione e consigli lasciando ampio spazio alla fantasia. Villa Pennisi in musica è stata selezionata come partner tra diversi studi di architettura e di eventi “perché condivide i valori LEGO, secondo cui la creatività stimola l’apprendimento, e mira allo stesso obiettivo, ovvero ispirare e sviluppare i costruttori del domani”. La LEGO Group è un’azienda privata a conduzione familiare che ha sede in Danimarca e uffici in tutto il mondo, si tratta com’è noto di una delle più grandi case produttrici di giochi utili anche per l’apprendimento. L’evento a Pennisi in musica si protrae fino al 14 agosto. E.M. Siena, la “Divina Bellezza” Fino al 30 settembre il progetto di History Telling in Italia, 800 mq di proiezione frontale sul Duomo i chiama “La Divina Bellezza - Discovering Siena” ed è il progetto di History Telling iniziato a luglio e che si protrarrà fino al 30 settembre: uno show di video proiezioni in 3D che racconta la storia di Siena, 800 mq di proiezione frontale sul Duomo con musiche originali in cui ogni immagine proiettata pesa 6 milioni di mega pixel. L’iniziativa è del Comune di Siena e dell’Opera della Metropolitana della città in collaborazione con Filmmaster Events e Opera Gruppo Civita che oggi fanno parte di IEN – Italian Entertainment Network. L’innovativa iniziativa è un progetto che spazia dall’arte alla cultura S in generale, dalla storia alla tecnologia. La tendenza di video mapping in 3D ha assunto valenza internazionale e sono molti i siti storici che propongono iniziative di questo genere nel mondo: è il caso, per esempio, del cortile interno del Palazzo dei Papi ad Avignone che con “Luminessences D’Avignon ha registrato 75mila spettatori. O de “La nuit aux invalides” a Parigi, con i suoi 166mila spettatori andata onair lo scorso anno e che riprenderà nell’estate 2016. E poi ancora “Osaka Castle 3D” in Giappone, “Royal Garden of Lights” presso Wilanow, il Palazzo reale di Varsavia. A Siena l’appuntamento è in piazza Jacopo della Quercia, per una “esperienza visiva in 5 atti che permetterà di ripercorrere la storia di un luogo unico al mondo, ma soprattutto di conoscere la storia del Duomo e del Duomo Nuovo, un’occasione per raccontare l’intera città, i suoi luoghi, la sua gente, la sua storia. Un evento che punta alla spettacolarizzazione dell’arte per trasmettere valori, messaggi e rievocazioni storiche e che rappresenta una tendenza a livello mondiale: quella di far vivere i monumenti, raccontarne la storia e l’identità. Un progetto pilota che aspira a dare immagini e raccontare le bellezze di tutta Italia come patrimonio da vivere dai milioni di turisti ma anche dagli stessi italiani”. Dunque c’è, naturalmente, il Palio, ma anche il passaggio tra Medioevo e Rinascimento, e poi la tragedia della peste, il Duomo Nuovo. Ogni giorno, con due proiezioni al giorno. Il progetto è stato scritto e ideato da Alfredo Accattino, Direttore Creativo & Partner Filmmaster Events, che ha legato il suo nome all’ideazione e pro- duzione di importanti eventi internazionali come le Cerimonie dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Torino 2006, lo spettacolare show di lancio di Fiat 500 e le Cerimonie per Giochi del Mediterraneo. Nel 2014 firma il permanent Show Enigma e nel 2015 la Cerimonia di Apertura dell’Expo 2015. E’ stato eletto per due volte Direttore Creativo dell’anno al Best Events Award. E.M. 12 Sabato 8 agosto 2015 SPORT ALLO SHANGAI STADIUM (14 ORA ITALIANA) SI ASSEGNA IL PRIMO TROFEO DELLA STAGIONE Dallo scudetto del 2000 alla finalissima del 2015: Amarcord Lazio-Juve, in palio c’è la Supercoppa Allegri sceglie Dybala accanto a Mandzukic, Pioli affida l’attacco alla leggenda Klose In Cina è in arrivo un forte tifone che potrebbe portare all’annullamento del match di Federico Colosimo er spiegare bene il significato della finalissima che oggi pomeriggio alle 14 (ora italiana) andrà in scena allo Shangai Stadium tra Juventus e Lazio per il primo trofeo della stagione 2015-2016, quando si assegnerà la Supercoppa italiana, occorre tornare indietro di 15 anni. E più precisamente al 14 maggio del 2000. Per rievocare alla mente quello stranissimo, convulso, certamente indimenticabile pomeriggio che assegnò ai biancocelesti il secondo scudetto della propria storia. 14 maggio 2000 - Il campionato di Serie A si appresta a disputare la sua ultima giornata. E’ bel tempo ovunque nella Pensiola. Solo sulla zona di Perugia, dove i bianconeri si apprestano a sfidare il Grifone per portare a casa lo scudetto, si addensano nuvole minacciose. In contemporanea, allo stadio Olimpico di Roma, scendono in campo la Lazio e la Reggina. La partita non ha storia e i padroni di casa vincono per 3-0 con gol di Inzaghi, Veron e Simeone. Il tutto mentre sopra al “Renato Curi” si scatena un temporale fortissimo che rende il campo ai limiti del praticabile. Prima la sospensione e poi la ripresa: Alle 17:11, quando P i capitolini hanno già archiviato la pratica calabrese, a Perugia inizia il secondo tempo. Giocatori e tifosi biancocelesti in campo, seduti sul manto erboso con la radiolina accesa. Un’attesa interminabile, infinita. Nel momento in cui la palla viene portata a centrocampo, Lazio e Juve hanno entrambe 72 punti e solo lo spareggio potrebbe dare un nome alla squadra campione d’Italia. Ma al 4° minuto, arriva la svolta grazie al gol di Calori che insacca in rete l’unica conclusione indirizzata nello specchio di Van der Sar in tutta la partita. La Vecchia Singora, gelata, tenta l’assalto finale e con Inzaghi, all’ultimo minuto di gioco, fallisce il gol del pareggio. Triplice fischio finale, la Lazio è campione d’Italia. All’Olimpico è tripudio biancoceleste. Tutto questo è Lazio-Juventus. Un grande classico del calcio italiano, sempre emozionante. E’ il remake della sfida del 2013, quando i bianconeri espugnarono l’Olimpico con un secco 0-4 che non lasciò spazio a repliche. Gli aquilotti non festeggiano dal 2009, quando proprio in Cina (a Pechino), arrivò una vittoria meravigliosa quanto inaspettata contro la grande Inter di Mourinho. Allegri, che deve rinunciare a Khedira, Chiellini e Morata (tutti infortunati), opterà per la difesa a 4 con Pereyra dietro le punte Dybala (ma occhio a Zaza) e Morata. Nessun dubbio per Pioli. Con la Lazio che si disporrà con il 4-3-3. Assenze pesanti pure in casa biancoceleste, con Lulic e Parolo out per squalifica. A centrocampo Onazi è favorito su Morrison, mentre il neo acquisto Milinkovic-Savic potrebbe debuttare nella ripresa. Il tridente sarà composto da Candreva e Felipe Anderson larghi e Klose terminale offensivo. Tutto pronto, anzi no. Perché a Shangai è in arrivo un forte tifone che potrebbe portare a un clamoroso annullamento del match. Con lo spostamento della sfida a dicembre a Doha (negli Emirati). Dal Renato Curi di Perugia passando per l’Olimpico, fino ad arrivare a Shangai. E’ sempre Lazio-Juve, una sfida che non finisce mai. Tempo permettendo. PL AY-OF F CHAMPIONS , E VITAT E L E INS IDIE UNIT E D E VAL E NCIA I biancocelesti pescano il Bayer Leverkusen arà il Bayer Leverkusen l’avversario della Lazio nei play off di Champions League. L’urna di Nyon mette di fronte biancocelesti e tedeschi. Un sorteggio complicato, ma certamente poteva andare peggio ai capitolini. Evitata la super potenza Manchester United e l’insidia Valencia. La gara di andata si giocherà all’Olimpico il 18 o il 19 agosto, quella di ritorno alla BayArena il 25 o il 26 dello stesso mese. Gli aquilotti ripartono da dove avevano cominciato la grande avventura europea. D’altra parte, le i teutonici sono stati la prima squadra che ha incontrato la Lazio nel suo percorso Champions nel ‘99. S Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio Quella allenata da Roger Schmidt è arrivata quarta nella scorsa Bundesliga giocando a tratti il miglior calcio di Germania. Tra le sue fila fuoriclasse del calibro di Bellarabi e l’ariete Kiessling. Una formazione insidiosa che il tecnico dei biancocelesti, Stefano Pioli, ha detto di conoscere alla “perfezione”. La testa ora è tutta alla Supercoppa, ai i play off di Champions si penserà da domani. Sfida affascinante tra Monaco-Valencia. Sorridono i Red Devils che pescano il Club Brugge. Lo Sporting Lisbona di Aquilani trova il Cska Mosca, mentre il Rapid Vienna se la vedrà con lo Shakhtar Donestk. F.Co.