IMBALLAGGI & RICICLO - Anno 3 n. 3 Settembre 2012 periodico trimestrale di ConLegno e Rilegno - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. PrimaComunicazione Cesena - E3,00 11 IMBALLAGGI & RICICLO PACKAGING IN LEGNO DALLA CULLA ALLA CULLA EPAL E FITOK: INSIEME DALLA PARTE DELLA LEGALITÀ COME RIATTIVARE IL CICLO DEI BOSCHI PALLET: QUALI MATERIALI? QUALI UTILIZZI? QUALE GESTIONE È OTTIMALE? editoriale “aiutateci a salvare gli alberi” U no slogan ad effetto? Certamente. Uno slogan anche valido e condivisibile se portato avanti da una associazione ambientalista, che punta alla tutela delle foreste secolari e delle piante rare, oppure dei polmoni del pianeta come la foresta equatoriale, o amazzonica. Ma uno slogan che decisamente non si può condividere, se è portato avanti da chi di legno vive e il legno lo utilizza, seppur di risulta. è uno slogan fuorviante: parlare di salvataggio degli alberi rischia di creare un ‘cortocircuito’ mentale nell’utilizzatore finale, che sceglierà di non rifornirsi di prodotti di legno in un malinteso sussulto di coscienza ambientalista e becera. Diverso, e ben più consapevole, il discorso della gestione responsabile delle colture a rapido accrescimento che vengono piantate per utilizzarne il legname che diventerà imballaggio. Quelle piantagioni danno lavoro e mantengono il nostro ecosistema italiano in equilibrio, rinforzando la cura dei boschi, proteggendo l’ambiente, garantendo la pulizia degli argini (ricordiamo tutti che i pioppeti necessitano di acqua e che, quindi, i più rigogliosi si trovano in prossimità dei grandi fiumi. Con le radici, tra l’altro. mantengono coeso il terreno evitando smottamenti). Quelle piante, una volta trasformate in imballaggio, compiranno il loro ciclo di vita come supporto necessario nel trasporto e nel contenimento delle merci. Solo quando non saranno più in grado di soddisfare le richieste per cui sono stati creati potranno diventare rifiuto, essere raccolti in modo differenziato con il prezioso apporto di Rilegno e avviarsi a nuova vita legnosa, attraverso il riciclo. Arrivano a chi usa legno di risulta (o di riciclo che dir si voglia), per essere trasformato in pannello e poi in mobile, oppure in carta oppure ancora in materiale per l’edilizia. Un’ultima considerazione, provocatoria: non tagliare gli alberi e usare legno di risulta non vuol dire farsi anche pagare per ritirarlo... fausto crema, presidente Rilegno imballaggi & riciclo 4 editoriale insieme per noi stessi E ssere alla Presidenza di Assoimballaggi e di ConLegno è una responsabilità. In quest’epoca difficile perché di crisi, ma senz’altro anche di grandi trasformazioni, ci troviamo a essere alla presidenza di Assoimballaggi e di ConLegno, organismi con funzioni diverse, ma che interessano lo stesso settore, e non possiamo fare a meno di riflettere su come interpretiamo il nostro ruolo. Molto ci differenzia: impresa dove lavoriamo, regione dove operiamo, cultura industriale e aziendale dove siamo cresciuti, tuttavia ci sentiamo in sintonia nel voler esprimere un concetto guida per il periodo di presidenza che voi, associati e consorziati, ci avete affidato. Ci accomuna un’unica visione del fare presidenza: il nostro obiettivo non è solo far crescere quantitativamente né Assoimballaggi né ConLegno. A entrambi interessa che alla fine del nostro mandato ciascuno di voi, o almeno la maggior parte, dica spontaneamente “Ho trovato supporto nei servizi, ho risolto con l’aiuto delle competenze dei gruppi e dei comitati tecnici, ho potuto delegare compiti e funzioni che da solo non avrei potuto sostenere, ho evitato rischi, ma ho anche trovato soluzioni per la crescita e l’evoluzione della mia impresa, ho conosciuto altri colleghi e con loro ho trovato intese, ho modificato la mia gestione migliorandola, ho cambiato punto di vista e modo d’agire”. Se avverrà questo, allora Associazione e Consorzio saranno cresciuti davvero. All’interno di questo numero della rivista c’è un articolo che ricorda il presidente dell’americana NWPCA, mancato lo scorso luglio. Di lui si dice “restituiva le quote agli associati”. Beh, condividiamo questo risultato, che non era ovviamente il suo obiettivo, ma il bilancio, l’evidenza della sua azione di guida dell’associazione. In fondo però non è tanto il nostro ruolo che può segnare percorsi vincenti per i nostri associati e consorziati, quanto piuttosto il vostro atteggiamento verso l’Associazione e il Consorzio. Aspettatevi molto da voi stessi: domandatevi “Cosa posso fare io per il gruppo? Quale contributo di azione, pensiero, sostegno, partecipazione posso dare?”. Sarà la risposta a queste domande che permetterà ad Assoimballaggi e a ConLegno di fare molto per voi, giorno dopo giorno. fausto iaccheri, presidente ConLegno ettore durbiano, presidente Assoimballaggi 5 imballaggi & riciclo nuovo presidente conlegno Fausto Iaccheri è dal luglio il nuovo Presidente di ConLegno. Classe 1953, dal 1982 opera come imprenditore nella produzione e, recentemente, nel noleggio di pallet e dal 2007 ha ricoperto diverse cariche associative e consortili. 11 imballaggi & Riciclo Rivista trimestrale del packaging in legno dalla culla alla culla Reg. Trib. di Forlì n. 20/2010 Settembre 2012 - Anno 3 n. 3 proprietà ConLegno Consorzio Servizi Legno Sughero Foro Buonaparte 65 - 20121 Milano Rilegno Consorzio Nazionale per la raccolta il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno Via Aurelio Saffi 83, 47042 Cesenatico FC direttore responsabile Maurizio Magni capo redattore Luca Maria De Nardo comitato di redazione Sebastiano Cerullo, Davide Paradiso, Diana Nebel, Andrea Brega, Marco Gasperoni, Monica Martinengo, Carlotta Benini, Eliana Macrì 18 13 24 progetto grafico Silvia Zoffoli Prima Comunicazione - Cesena redazione via Sacchi 31, 47521 Cesena FC [email protected] Pubblicità Media ADV via Panizzi 15, 20146 Milano t 02 43986531 / 45506260 [email protected] Virginio Zanni 335 6693128 [email protected] editore Prima Comunicazione via Sacchi 31, 47521 Cesena FC stampa Graph snc. - Pietracuta di San Leo (RN) 29 42 Tiratura: 4.500 copie hanno collaborato Claudio Garrone, Silvia Padoa, Elisa Pasolini, Silvia Sandri referenze iconografiche Archivio ConLegno, Archivio Rilegno, Archivio Conai, Archivio Minitalia Leolandia, Piattaforma Il Truciolo, CGF Recycle 36 abbonamenti Abbonamento annuale: 10 euro Abbonamento per i consorziati ConLegno - Rilegno: 4 euro Questa rivista è stata prodotta con carta certificata per un corretto e massimo rispetto della natura 62 50 imballaggi & riciclo 6 IMBALLAGGI & RICICLO SOMMARIO 8 news normativa 13 Nuove delibere a tutela di prodotti, processi e imprese 16 Professione ‘imballatore’: tutto in una guida 18 Epal e Fitok: insieme dalla parte della legalità SOSTENIBILITà 21 Clima alterato? Una corretta filiera del legno genera benefici immediati 24 L’eccellenza italiana nella gestione del recupero 26 Prevenire i rifiuti migliorando la riciclabilità dell’imballaggio 29 Perchè riattivare il ciclo dei boschi RICICLO E RECUPERO 32 Carta e bioedilizia, le altre strade del legno 36 Piattaforme in crisi: crolla il mercato dei rifuti di legno 40 Olimpiadi del riciclo: Rilegno premia i Comuni Ricicloni 7 imballaggi & riciclo mercati 42 Mercati in sofferenza, dal bosco ai prodotti finiti 50 Conoscere è crescere SICUREZZA E PRESTAZIONI 53 Documenti fitosanitari più sicuri 54 Un safari con tanto di cani contro gli insetti killer degli alberi economia e logistica 56 Assemblea generale EPAL 57 Ikea-italia, un binomio di qualità e logistica 58 Non esistono verità assolute MARKETING & DESIGN 60 Che faccia da riciclo sei? 62 Pioppo, materia prima del futuro 64 Recupero a tutto tondo 66 ConLegno diventa social imballaggi & riciclo è lo strumento di informazione trimestrale congiunto di ConLegno e Rilegno. Notizie, analisi e approfondimenti riguardano i vincoli normativi e ambientali del contesto nazionale e comunitario, le tendenze dei mercati, i temi connessi a sicurezza, prestazioni, economia e logistica, recupero e riciclo, marketing e design e tutti i fattori che determinano la progettazione di prodotti e servizi. Imballaggi & Riciclo valorizza, promuove e difende il ruolo degli imballaggi in legno nei tre contesti economico, ambientale e sociale, lungo tutta la catena di fornitura dalla produzione al riciclo. Considera anche materiali diversi dal legno quando offrono esempi, situazioni e opportunità capaci di determinare sviluppo, miglioramento, competitività, sprone economico e organizzativo alle imprese. Imballaggi & Riciclo è l’unica rivista tecnica che raggiunge la totalità delle imprese della filiera degli imballaggi in legno (aziende di produzione di pallet, imballaggi industriali e ortofrutticoli, bobine, cassette di legno per enologia e confezioni regalo, tappi in sughero, servizi di riparazione per pallet e bobine, …). La diffusione è estesa ad aziende pubbliche e private specializzate in raccolta, riciclo, recupero dei rifiuti da imballaggio in legno; la rivista arriva ad organismi internazionali di settore (CT EPAL internazionale e tutte le sedi FEFPEB d’Europa); raggiunge istituzioni pubbliche e private coinvolte nel mondo dell’imballaggio, come le associazioni di categoria degli utilizzatori di imballaggi. news & agenda news & agenda Riparazione epal Nel giugno 2012 la State Enterprise for Forest and Timber North Rhine-Westphalia (SEFT-NRW) ha richiesto a un gran numero di imprese di riparazione EPAL di registrarsi ufficialmente per quanto riguarda la riparazione di imballaggi in legno in conformità con gli standard IPPC ISPM n. 15. La riparazione o la revisione del materiale da imballaggio in legno prodotto in conformità con lo standard IPPC è considerata una riparazione se al massimo un terzo del legno viene sostituito, mentre è considerata una rilavorazione se viene sostituito oltre un terzo del legno. La valutazione della SEFT-NRW sulla necessità di registrare le officine di riparazione EPAL è quindi corretta nella misura in cui ciò vale anche per la riparazione di pallet EPAL/ EUR con marchio IPPC sul blocco centrale. La SEFT-NRW, apparentemente in modo erroneo, presuppone che tutti i pallet EPAL/EUR in circolazione e di nuova fabbricazione a partire da gennaio 2010 siano stati prodotti e codificati secondo lo standard IPPC. Ma si tratta di un’affermazione che non può essere accolta in quanto ciò significherebbe che la riparazione dei soli pallet EPAL/EUR, senza il marchio IPPC su di essi possa continuare a essere effettuata senza la registrazione ufficiale. Invece, poiché il requisito per la produzione esclusiva di pallet EPAL/EUR in conformità con lo standard IPPC è stato applicato per più di due anni, e anche prima di allora un numero non trascurabile di pallet EPAL/EUR era già stato prodotto secondo lo standard IPPC, si può supporre senza ulteriori indugi che un numero sempre maggiore di pallet EPAL/EUR dovranno essere riparati in conformità con lo standard IPPC. Questo - come la SEFT-NRW sottolinea correttamente - richiede la registrazione ufficiale delle imprese di riparazione all’NPPO competente. Un anno di lavori In occasione dell’assemblea Assoimballaggi tenutasi lo scorso 4 giugno a Milano (con 30 aziende associate presenti) si è tenuto il bilancio delle attività svolte nel 2011. Numerose le azioni condotte: sostegno all’Anno Internazionale delle Foreste, alle attività di FEFPEB per promuovere gli imballaggi in legno, e ancora supporto ai CT FITOK ed EPAL; sviluppo dei progetti per gli imballaggi industriali (Cassa OK-IWP Box e creazione delle linee guida per tutti gli industriali); campagne promozionali per il sughero, sostegno ai lavori del progetto CAST (contatto con gli alimenti) e al grande evento Il Filo Verde di Firenze. “Un anno denso e ricco di azioni a vantaggio delle imprese e dei loro clienti”, ha sottolineato il presidente Durbiano, che oltre il prosieguo dei progetti in corso ha esortato a continuare le azioni di tutela e promozione di imprese e prodotti. Assoimballaggi conta oggi 262 imprese (tendenza stabile) così suddivise: imballaggi industriali (56), imballaggi ortofrutticoli (35), produttori di pallet (74), riparatori di pallet (70), produttori di sughero (16) e prodotti speciali (11). Furti di pallet Non solo case, ville e appartamenti ma anche aziende: e nel mirino dei ladri anche i pallet. Il recente furto di 400 bancali a Susegana (TV) nella ditta Bruno Zaramella & C. è l’ennesimo di una scia crescente di episodi analoghi che si ripetono in continuazione in tutta la penisola, presso produttori, riparatori, manifatture e supermercati. Le sottrazioni alimentano le attività di ricettazione e rivendita con fatture false, ma le autorità non restano a guardare: in agosto pizzicato un ladro a Tortona, a luglio la Guardia di Finanza di Perugia ha individuato e fermato una banda specializzata. imballaggi & riciclo 8 in agenda per ConLegno una campagna verde e sostenibile Affermare la propria identità e il proprio impegno a tutela dell’ambiente attraverso la ‘comunicazione sostenibile’. Questo l’obiettivo della nuova campagna di comunicazione del Consorzio Servizi Legno Sughero (ConLegno), che si è assunto la responsabilità della salvaguardia ambientale favorendo i molteplici utilizzi del legno: dalla materia prima al legno strutturale, fino all’imballaggio. ConLegno, che quest’anno celebra il decimo anno di attività, ha appena pubblicato su riviste di settore la nuova campagna stampa ‘green’ dal titolo ‘Proteggiamo i capolavori della natura’, che sintetizza bene la mission del Consorzio. Alberi stilizzati, raffigurati con un trattamento acquerellato, rappresentano le opere d’arte della natura, mentre l’attività di ConLegno è illustrata da ‘velvet rope’ che ha il preciso compito di protegge i capolavori nei musei. Un vero esempio di buona comunicazione. Creativa e sostenibile. Convegno nazionale a Salerno Riscatto della materia prima legno, sostegno ai nuclei imprenditoriali locali intesi come giacimenti di competenze, 9 imballaggi & riciclo storia e cultura, coinvolgimento dei giovani e motivazione a proseguire o investire nelle professioni del legno sono fra gli obiettivi del Convegno Nazionale del Legno che si terrà a Salerno il 21 e 22 settembre prossimi. Organizzato da Assolegno in collaborazione con Assopannelli, Assoimballaggi, Fedecomlegno, Rilegno, ConLegno, A.I.E.L. e Associazione Italiana Pellets, è sponsorizzato da Made Expo e prevede il 21 visite a importanti realtà produttive campane; il 22 è dedicato a sviluppare i seguenti temi: il mercato internazionale e nazionale del legno, le risorse forestali nel sud Italia, le imprese del legno nel sud Italia, la filiera delle biomasse, imballaggi e riciclo, strutture multipiano in legno, due diligence, associazionismo. Il convegno sarà concluso da Stefano Caldoro, presidente di Regione Campania. Per info: www.federlegnoarredo.it I Big della logistica Centro Studi Confetra ha elaborato, su dati 2010, la classifica (disponibile on line) dei primi 500 operatori logistici per importanza di fatturato (autotrasporto, logistica e multimodalità). In testa è la tedesca DHL (un miliardo e mezzo, 3.784 dipendenti, utile ante imposte di 24 milioni e valore aggiunto di 284 milioni), seguita dall’italiana Bartolini (927 milioni, valore aggiunto di 95). In terza posizione si colloca TNT (890 milioni, valore aggiunto di 218 circa). Sette gli stranieri e solo tre le imprese nostrane nella top ten: Savino del Bene in quarta posizione e Arcese alla nona. Stop imballi ‘eco’ Il Comitato di gestione Ocm (Organizzazione Comune Mercati Agricoli) Unica ha approvato il progetto di modifica al Regolamento di esecuzione (Ue) n.543/2011 della Commissione che determina la cessazione del sostegno delle azioni ambientali dei programmi 21-22 settembre 2012 salerno, grand hotel benvenuti al sud Il Convegno Nazionale del Legno organizzato da FederlegnoArredo : al centro della discussione le diverse strategie utili a fare del legno la materia prima del futuro. www.federlegnoarredo.it 26-28 settembre 2012 cesena fiera MACFRUT Un punto di incontro e di confronto per i professionisti dell’ortofrutta, da coloro che si occupano di produzione, logistica e commercio, a chi è impegnato nella logistica, nel packaging, nei macchinari e nella distribuzione. www.macfrut.com 3-5 ottobre 2012 Valencia (Spagna) 63° congresso FEFPEB L’appuntamento annuale dell’industria europea del pallet e degli imballaggi in legno www.fefpebcongress2012.es 17-20 Ottobre 2012 milano, Fiera di Rho Made Expo Il salone di riferimento per l’architettura, il design, l’edilizia www.madeexpo.it 25-29 ottobre 2012 torino, lingotto fiere salone del gusto Un evento che ogni anno si è arricchito sempre più, offrendo una panoramica importantissima sulle tipicità alimentari nazionali e internazionali. L’edizione 2012 vede l’unione con l’altro grande evento rappresentato da Terra Madre. www.salonedelgusto.it news & agenda news & agenda operativi delle organizzazioni dei produttori (Op) ortofrutticoli per gli imballaggi ecologici. La Commissione ha proposto questa modifica, valutando non quantificabili i benefici ambientali, oltre a poter essere potenzialmente distorsivi della concorrenza. In sede di votazione contrarietà è stata espressa solo da pochi paesi, tra cui l’Italia. La modifica è stata quindi approvata con 237 voti favorevoli, 95 contrari, 13 astensioni. Non sarà più possibile finanziare gli imballaggi ecologici attraverso i piani operativi delle Op, mentre quelle che hanno in corso un piano operativo approvato che prevede tale misura potranno portala avanti fino al termine del piano operativo stesso. Cordoglio nel mondo dell’imballaggio industriale Lo scorso mese d’agosto Fratelli Ballardini di Bolbeno (TN), da 130 anni operante nell’imballaggio industriale, ha salutato uno dei suoi protagonisti: Giancarlo Ballardini di 82 anni ha concluso il suo percorso umano e professionale lasciando a un’estesa famiglia il compito di proseguire l’attività imprenditoriale nel solco della tradizione storica. PIU’ SPAZIO A IMPRESE E SERVIZI Dal 1° ottobre 2012 ConLegno-Consorzio Servizi Legno Sughero si trasferisce nella nuova sede di Foro Bonaparte 12, a pochi passi dalla vecchia sede, il palazzo di Federlegno Arredo dove è nato 10 anni fa. Il trasferimento è funzionale a mettere a disposizione dello staff attuale, degli incaricati dei Comitati Tecnici e delle aziende consorziate uno spazio più ampio e razionale. La nuova sede, di oltre 200 mq di uffici, permetterà anche lo sviluppo dei nuovi servizi, offerti dai Comitati Tecnici di più recen- te creazione, ed anche l’acquisizione di nuove risorse professionali, necessarie per rispondere alla crescente domanda di assistenza da parte delle aziende. Restano invariati sia i recapiti telefonici e digitali, sia l’accessibilità, tramite gli stessi servizi di trasporto pubblico locale utilizzati per raggiungere la vecchia sede. rilegno cambia sede Nuova sede anche per Rilegno, che dal 1° settembre 2012 si è trasferito in via Luigi Negrelli 24/A, nella zona commerciale a poca distanza dalla stazione di Cesenatico. Nuovo edificio e nuovo look per gli uffici, più spaziosi e luminosi, dal design moderno. Qui continuano a lavorare i 13 membri dello staff che compongono l’area tecnica e l’area amministrativa, la direzione e l’area comunicazione. Nessuna variazione, invece, per quanto riguarda i recapiti telefonici e gli indirizzi di posta elettronica dello staff. CPR System: allarme sul sistema trasporti italiano L’amministratore delegato di CPR System, Gianni Bonora, analizza la situazione della logistica in Italia, sottoline- imballaggi & riciclo 10 ando come - in un momento in cui il settore è colpito da un forte calo dei consumi, aggravato dagli aumenti del costo dei carburanti – essa possa essere uno degli elementi su cui fare leva per ridare slancio al mercato. Secondo Bonora, il sistema trasporto merci in Italia è un anello della catena produttiva e distributiva fondamentale: attualmente la situazione è in stallo e servono misure e soluzioni urgenti. Dovranno, secondo l’amministratore delegato di CPR System, essere prioritarie le azioni volte a sostenere il trasporto integrato. Si dovranno inoltre creare percorsi privilegiati ed esclusivi per i camion e orari differenziati di viaggi a seconda della tipologia di merce trasportata. Meno mezzi, più efficienti, più sicuri e rapidi grazie alla razionalizzazione dei percorsi e degli orari di viaggio. Andrea Gava tra i migliori ‘fabbricatori di idee’ del N. e. ‘Green economy e green thinking’ sono stati i vincitori ideali del Premio Città Impresa, il riconoscimento promosso nell’ambito della quinta edizione dell’omonimo Festival che si è svolto in contemporanea in 35 località nelle Tre Venezie, da marzo a maggio scorso. I premiati sono stati in larga parte imprenditori, ma anche giovani emergenti, politici e volontari, che nelle loro peculiari attività rappresentano, da Verona a Trieste, da Bolzano a Rovigo, il nuovo volto progettuale dell’economia e della società nordestine. Tra i premiati c’è il trevigiano Andrea Gava della Gava Imballaggi, fondata dal Cavalier Giuseppe, che guida insieme al fratello Massimo l’azienda specializzata nella produzione di eco-pallet. “In passato, a parlare o a realizzare prodotti ecocompatibili, si rischiava di essere considerati dei visionari, e spesso i costi non erano 11 imballaggi & riciclo sostenibili sotto il profilo economico”, ha dichiarato Gava. Oggi il ‘green thinking’ della loro missione li ha premiati e l’azienda di Godega di Sant’Urbano ha conquistato nicchie di mercato, passando ora dall’eco-pallet all’eco-arredo, ottimizzando la produzione e creando una nuova linea di oggetti in legno certificato (che evita taglio illegale e deforestazione), lavorati in impianti a energia rinnovabile, senza prodotti chimici nelle finiture. un ‘meeting’ di sostenibilità Dal 19 al 25 agosto Conai, insieme al sistema dei consorzi di filiera, è stato presente al Meeting di Rimini, nello spazio ‘(H)earth’, una nuova sezione dedicata all’ambiente. Nel padiglione C3, un’area espositiva di circa un chilometro quadrato ha ospitato spazi interattivi per il pubblico, workshop tematici e attività ludico-creative rivolte ai visitatori: da notare gli allestimenti in chiave green, realizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Design, con bobine di legno di recupero a fare da tavolini. Il messaggio di sostenibilità è evidente: quello che la fiera, con questo nuovo spazio, ha voluto comunicare è l’importanza dell’impegno di tutti nell’attuazione di comportamenti più responsabili e rispettosi nei confronti dell’ambiente. E di ambiente sì è parlato anche con il ministro Clini nell’in- contro di lunedì 20 agosto, mentre mercoledì 22 agosto Conai ha promosso il workshop dal titolo “Dal recupero degli imballaggi un’opportunità di crescita sostenibile”. Da oggi l’acciaio si... Ricrea Ricreare materia prima dai contenitori di acciaio sottratti a cave e discariche e avviati a nuova vita: questo, fin dalla sua nascita, è lo scopo ambientale del Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Imballaggi Acciaio, il riferimento per la filiera dell’acciaio all’interno del Conai. Se fino a oggi con il vecchio e semplice acronimo CNA questo obiettivo non era ancora stato esplicitato al meglio, ora il consorzio cambia nome e diventa ‘Ricrea’, una sigla che sposa in pieno la sua missione storica, ovvero quella di fornire alle acciaierie – attraverso la raccolta differenziata degli imballaggi d’acciaio - la possibilità di ‘ricreare’ materia prima. Nuovo look anche per il sito del consorzio e per il logo, che ora raffigura una foglia di lamierino che incastona al suo interno un cerchio semi aperto raffigurante la sagoma di un barattolo visto dall’alto. Cac ridotto PER ACCIAIO, CARTA E PLASTICA Il Consiglio di Amministrazione Conai ha deliberato la diminuzione del Contributo Ambientale per gli imballaggi in acciaio, carta e plastica e, di conseguenza, per le procedure forfettarie. La riduzione sarà operativa a partire dal 1° ottobre 2012. Il Contributo per l’acciaio passerà dagli attuali 31 euro/ton a 26 euro/ton, quello per la carta da 14 euro/ton a 10 euro/ton e quello per la plastica da 120 euro/ton a 110 euro/ton. Resta invece invariato quello per il legno, che è di 8 euro/ton. news & agenda news & agenda Puliamo il Mondo Oltre 1.600 organizzazioni e più di 700.000 volontari che affolleranno le piazze, i parchi e le spiagge di tutta Italia, per fare un gesto concreto e salvare dal degrado e dall’incuria migliaia di aree del nostro Bel Paese. è tutto pronto per la nuova edizione di Puliamo il Mondo, la manifetsazione promossa a livello nazionale da Legambiente che quest’anno si appresta a superare anche i numeri del 2011. Il 28, 29 e 30 settembre i cittadini e i volontari che amano il proprio paese e l’ambiente si incontreranno insieme per ripulire un’area per ogni città che aderisce all’iniziativa, muniti di kit fornito da Legambiente. Anche le scuole partecipano e anche quest’anno avranno la possibilità di avere un ‘buono’ gratuito per ricevere il materiale di adesione al progetto Classi per l’Ambiente, in modo da poter proseguire durante tutto l’anno scolastico l’impegno di Puliamo il Mondo. la raccolta differenziata si fa anche in vacanza Un’estate da ricordare e da... riciclare. Si conclude con numeri record la settima edizione di Riciclaestate, iniziativa organizzata da Legambiente con il contributo e la partecipazione del Conai, che da luglio a settembre ha visto coinvolte oltre 60 località turistiche in Campania. Per tutta l’estate negli stabilimenti balneari e nelle strutture ricettive – dalla costiera amalfitana al Parco del Cilento e al Vallo di Diano - erano in distribuzione due contenitori (uno per la carta e l’altro per il multimateriale) per la raccolta differenziata di plastica, alluminio, acciaio e vetro, per un totale di oltre 500 postazioni dove poter depositare i rifiuti da riciclare. Inoltre la campagna è stata supportata da circa 60 mila opuscoli informativi e 2 mila locandine distribuite presso gli stabilimenti balneari e gli approdi grazie alla collaborazione delle Capitanerie di Porto. Durante l’estate si sono tenute anche tappe di animazion e laboratori di riciclo per i più piccini. Riciclo... da Formula 1 Un’auto di Pininfarina in scala 1:1 realizzata integralmente in legno massello riutilizzando le briccole, cioè i pali della laguna di Venezia, era esposta al Meeting di Rimini, nello spazio (H) earth; l’autore è Maurizio Riva, titolare insieme ai due fratelli dell’impresa Riva 1920, con sede a Cantù (Como). “Porterò un grande cuore verso il legno e verso il prossimo. è un valore sempre più decisivo in un Paese come l’Italia”: questo ha dichiarato il designer presentando il suo progetto per la fiera di Rimini. Oltre alle briccole, la sua opera si basa sul riutilizzo di altro legno di recupero, come parti di tronco d’albero che normalmente diventano scarti e il legno delle botti: con quest’utlimo ha sviluppato un progetto di design che ha coinvolto la comunità di San Patrignano. imballaggi & riciclo 12 normativa nuove delibere a tutela di prodotti, processi e imprese i principali provvedimenti estivi deliberati da fitok tendono a garantire la conformità dei trattamenti fitosanitari, a chiarire dubbi interpretativi, ad aiutare le aziende a fare chiarezza, a evitare ostacoli commerciali di luca m. de nardo Igrometro o non igrometro ConLegno specifica che il metodo di accettazione con igrometro su semilavorato dichiarato HT e KD non sostituisce l’accettazione con il grafico del trattamento, ma è un altro metodo per l’accettazione del semilavorato trattato HT e che sia anche KD. Quindi l’azienda può operare come sempre fatto (senza igrometro), oppure (se vuole) per semilavorato HT e KD si può utilizzare l’igrometro. L o scorso 1 luglio era il termine ultimo per iscriversi in maniera da adeguarsi alle modalità operative per il riutilizzo (selezione e riparazione) di imballaggi in legno finiti e usati recanti il marchio ISPM n. 15, mentre l’effettiva operatività partirà dal 1° ottobre. Tali modalità sono contenute nella delibera n. 15, disponibile presso il CT FITOK in ConLegno, emanata lo scorso mese di marzo e che ottempera alle indicazioni del regolamento per l’utilizzo del marchio fitosanitario volontario FITOK del marzo 2011. La premessa della delibera precisa che l’imballo utilizzato all’interno del mercato UE non necessita del marchio FITOK e che nessun soggetto autorizzato FITOK immette nel mercato extraUE imballi in legno finiti e usati non conformi allo standard in modo consapevole. Usato da riparare Fatto salvo ciò, le modalità operative prevedono che imballi, in genere pallet, che entrano in azienda necessitano di un’area di scarico dedicata e identificata in planimetria e nel sito produttivo. La cernita va eseguita a pile (i pallet rotti a marchio ISPM n. 15 vanno in un’area normativa Commercio pallet IPPC/FAO e/o FITOK e rintracciabilità In merito alla circolare prot. 31712 dell’08/06/12 (Integrazione dell’Autorizzazione FITOK per la commercializzazione di imballaggi a marchio IPPC/FAO finiti nuovi) si specifica che nel registro Carico/Scarico, oltre al codice fitosanitario di chi ha effettivamente trattato l’imballaggio, non deve obbligatoriamente seguire il Riferimento di Rintracciabilità Fitosanitaria (R.R.F). In caso di più passaggi di imballaggi finiti a più soggetti serve solo riceverli da Soggetti Autorizzati. Acquisto semilavorati (trattati solo da commercianti autorizzati o da soggetti autorizzati) Dal 1° luglio 2012 tutto il materiale acquistato da un commerciante italiano NON AUTORIZZATO FITOK è da considerarsi NON TRATTATO e quindi NON CONFORME. Verificate sempre l’autorizzazione del vostro fornitore italiano sul sito www.conlegno.eu, alla voce ‘Imprese Autorizzate’. apposita per la riparazione). Se il manufatto richiede la sostituzione fino a 1/3 degli elementi, vanno utilizzati semilavorati conformi; il processo segue i criteri di una specifica Scheda di riparazione che prescrive il controllo per singolo pezzo; ogni pezzo riparato va marchiato secondo diciture precise. Se gli elementi da riparare sono più di 1/3, è imposta la smarchiatura e il manufatto va ritrattato. Dopo la riparazione, va apposta un’etichetta fornita da FITOK e collocata in modo visibile. Ogni lavorazione segue precise notifiche on line (fitokweb. it) e collocazione in registri prima dello scarico, che avverrà solo alla vendita previa prassi specifica. Usato pronto alla vendita Per il flusso di selezione (non di riparazione) si prevedono due situazioni. La prima riguarda i pallet destinati al mercato intra-UE, dove vanno suddivisi per tipologia e occorre adempiere ad atti di notifica, registrazione, emissione di documenti di vendita e trasporto dove sia sempre indicata la destinazione d’uso. Se invece il mercato è extra UE, la selezione va fatta seguendo la Scheda di Selezione prevista che richiede controlli singoli; alla fine, va apposta l’etichetta fornita dal Consorzio, con numerazione progressiva, in area ben visibile. Seguono le procedure di notifica, registrazione, scarico ed emissione di documenti di vendita e trasporto specifici. Si ricorda che quest’attività è concessa a seguito di corsi di formazione obbligatori per gli addetti. Qualunque impresa non iscritta a FITOK come soggetto 7.2 RP deve smarchiare tutto prima di vendere pallet riparati o selezionati; le imprese iscritte come soggetto 7.2 RP non devono smarchiare, ma adeguarsi alla delibera. I pallet presenti in magazzino prima dell’1 luglio 2012 non rientrano nelle procedure descritte, che i questo caso sono valide per un periodo transitorio di soli sei mesi. Trattamenti di semilavorati Lo scorso 25 maggio il CT FITOK ha deliberato le Linee Guida di carico e listellatura per le imprese con impianti di trattamento termico che trattano semilavorati (segati). La delibera n. 8-bis vuole garantire la diffusione corretta del calore nelle cataste all’interno degli impianti e si basa sugli esiti delle ricerche condotte a tal proposito da IVALSA-CNR di S. Michele all’Adige (TN) e Agroselviter dell’Università di Torino. A partire dal primo luglio 2012 le procedure corrette prevedono che, se lo spessore complessivo dei semilavorati è pari o inferiore a 120 mm, occorre separare le tavole di almeno 12 mm con appositi listelli; se invece i semilavorati hanno spessori superiori ai 120 mm, lo spazio minimo di listellatura dev’essere almeno di 20 mm. Il tutto s’intende al netto di flessioni delle cataste. Nel punto più freddo dell’impianto vanno gli elementi con gli spessori maggiori. Per materiali non listellati o non correttamente listellati, si considera la catasta imballaggi & riciclo 14 come un unico blocco, quindi la temperatura al cuore va misurata al centro geometrico della stessa. Chi non effettua la listellatura deve dichiararlo; metodi differenti da quelli indicati vanno autorizzati dal consorzio. Applicazione del metodo francese Sempre a proposito del trattamento di semilavorati, lo scorso 25 maggio il CT FITOK ha emesso la delibera n. 16 che si applica a partire dal ricevimento della delibera e limitatamente alla categoria dei segati destinati a produrre imballaggi a marchio IPPC/FAO FITOK. Il CT, viste le specifiche tecniche adottate nei paesi d’oltralpe (A, F, D, S e CH), ha deciso che tutti i soggetti autorizzati in Italia al trattamento fitosanitario del semilavorato potranno effettuare i trattamenti utilizzando il metodo indiretto di monitoraggio della temperatura del cuore del legno, attraverso l’applicazione di un apposito schema tempo-temperatura, come indicato nella specifica tecnica francese. Tale metodo potrà essere utilizzato per la sola categoria dei semilavorati (travi, tavole e listelli). Per lo schema tempo-temperatura da adottare, contattare l’area tecnica FITOK. La questione KD Sempre il CT FITOK ha indicato nella recente delibera n. 17 le prescrizioni relative all’acquisto di semilavorati da Paesi UE e destinati alla vendita per produrre imballaggi conformi all’ISPM n.15 o destinati a produrre im15 imballaggi & riciclo ballaggi conformi allo standard che provengono da un processo di trattamento denominato KD. La delibera indica i requisiti di accettazione prescritti alle aziende classificate come soggetti autorizzati che acquistano tali materiali semilavorati: a) copia dell’autorizzazione del soggetto che ha eseguito il trattamento (rilasciata dall’NPPO competente del Paese in cui si effettua il trattamento); b) marchio dei pacchi di semilavorato conforme allo standard ISPM n. 15 apposto direttamente sul legname o su etichetta fissata sui singoli pacchi; c) attestazione di trattamento fitosanitario secondo i requisiti dello standard ISPM n. 15 di tipo HT e di essiccazione KD con dichiarazione del contenuto di umidità del materiale consegnato, uguale o inferiore al 22% riferito alla sostanza secca; d) documenti commerciali riportanti la dettagliata descrizione dei materiali oggetto di consegna, indicanti un riferimento identificativo del materiale in grado di permettere il collegamento con i documenti attestanti il trattamento (ad es. lotto di produzione o progressivo del trattamento, giorno dell’anno ecc.). La delibera indica, poi, una serie di prescrizioni per la misurazione dell’umidità tramite igrometri specifici, da effettuare a cura dell’acquirente dei segati, i controlli degli enti ispettivi, i prelievi, le azioni a seguito del riscontro di non conformità, le documentazioni ulteriori comprovanti i trattamenti. Area operativa FITOK Da maggio è attiva all’interno dell’Area Tecnica FITOK l’Area Operativa per il controllo e l’interpretazione dei tracciati grafici relativi ai trattamenti termici in conformità all’ISPM n.15. Se hai dubbi di interpretazione dei grafici allegati ai tuoi semilavorati, invia tutta la documentazione a fitok@ conlegno.eu per un’analisi; nel minor tempo possibile l’Area Operativa ti risponderà puntualmente in merito. Selezione e riparazione ISPM N.15 Leggi le risposte alle domande più frequenti (FAQ) attinenti alla selezione e riparazione in conformità all’ISPM n.15, nella pagina dedicata ‘Riparat-OK’ sul sito del Consorzio. normativa professione ‘imballatore’: tutto in una guida il riferimento alle norme tecniche per la progettazione, il dimensionamento, la costruzione dei contenitori e l’imballaggio del prodotto da spedire è condizione indispensabile per garantire che il processo produttivo operi in un contesto di qualità a cura della redazione ‘apriti packaging!’ Al Museoscienza di Milano è la nuova esposizione che approfondisce i temi tecnologici legati alla realizzazione e all’uso del packaging. Questa immagine a stata ripresa in quest’area presso una delle installazioni. N ei numeri precedenti di Imballaggi&Riciclo abbiamo annunciato l’impegno del Gruppo Imballaggi Industriali di Assoimballaggi verso la professionalizzazione del ‘fare’ imballaggi industriali, e l’avvenuta pubblicazione delle Linee Guida e del Sistema Terminologico e Gestionale. In questo numero concludiamo la presentazione dei contenuti, curati da Gianfranco Mainardi, proponendo una sintesi delle Linee Guida per invitare gli operatori ad acquisire le indicazioni come supporto alla normale attività progettuale e produttiva. UN PERCORSO PER TAPPE Il volume inizia definendo il percorso formativo della Guida che si articola in cinque punti: sistema imballo, quadro normativo, esigenze, requisiti, applicazioni tecniche. Il percorso intende soddisfare le esigenze connesse all’imballaggio e alla spedizione di macchinari, impianti, materiali e manufatti in genere, di piccole e grandi dimensioni; il testo sviluppa i temi più importanti connessi alle normative tecniche settoriali, nazionali e internazionali, perché l’adeguarvisi possa gradualmente qualificare il Sistema Imballo. Il punto di partenza dell’imballo industriale è la normativa: l’obiettivo di questo prodotto/servizio deve essere quello di soddisfare i requisiti e le prestazioni derivanti dalle esigenze connesse alla spedizione: stabilità e sicurezza, mantenimento dell’integrità del contenuto, fruibilità e requisiti relativi a esigenze particolari (merci pericolose, utilizzo di prodotto per uso strutturale certificato ‘CE’, trattamento fitosanitario a norme FAO ISPM n.15 e altre eventuali). “Da un punto di vista assicurativo - precisa Mainardi - la normativa diventa lo strumento indispensabile per una corretta collocazione del prodotto nella realtà gestionale della componente trasporti: ecco uno dei motivi di insistenza sulla parte delle norme”. IL CUORE DEL SISTEMA La Guida passa poi all’analisi della presa in consegna del prodotto da imballare: tema delicato, dal momento che il produttore ha un controllo scarso o nullo su come le merci sono manipolate, trasportate e immagazzinate. Segue il capitolo dedicato all’ipotesi progettuale, dove vengono considerate le sollecitazioni legate all’ambiente logistico, le caratteristiche del prodotto da imballare, quelle dell’imballaggio e il Paese di destinazione. Dalle regole per il dimensionamento dei contenitori di legno si passa a imballaggi & riciclo 16 trattare degli elementi in materiale ferroso utilizzati per il fissaggio (chiodo, graffa, vite, bullone, cavo, fune, tirante e angolare metallico). Inizia poi il cuore della guida, dedicata all’analisi di tutti i componenti costruttivi del contenitore (base, fianchi, testate, coperchio e relativi sopporti). Il passo successivo comprende i calcoli del carico di accatastamento e di sovrapposizione e si conclude con aspetti relativi all’impermeabilizzazione del coperchio, al profilo di carico e alla sua stabilizzazione e protezione, con strutture lignee e con prodotti e materiali anti-umidità e anticorrosione. A conclusione della fase progettuale, arriva il capitolo dedicato alla marcatura, seguito da quello specifico delle movimentazioni, differenti a seconda del tipo di strumenti e considerando anche le responsabilità del trasportatore. La guida si chiude con la parte dedicata alla costruzione delle casse pieghevoli. Lungo la Guida ricorre più volte l’espressione ‘Sistema Imballo’, un’indicazione necessaria “Perché se ci riferiamo ai soli ope17 imballaggi & riciclo ratori che intervengono direttamente sul packaging industriale in legno - spiega Mainardi - dobbiamo considerare il committente, l’imballatore, il progettista, il costruttore, il coordinatore del sistema, e il trasportatore: si tratta di un insieme di figure professionali che deve avere dei punti di riferimento comuni”. Il volume promosso da Assoimballaggi e ConLegno punta proprio a questo obiettivo. normativa epal e fitok: insieme dalla parte della legalità scoperta maxitruffa sui pallet: i due comitati tecnici di conlegno attuano la tutela legale degli imballaggi in legno con 3.500 controlli annuali sulla qualità ogni anno e denunciano le imprese che fanno concorrenza sleale di silvia padoa U na maxi frode fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza di Cesena ha prodotto in tre anni fatture false per oltre 15 milioni di euro, con un’evasione dell’Iva di 3 milioni, oltre a favorire il riciclaggio di pedane rubate. In tutto sono coinvolte 18 società operanti nel settore degli imballaggi di legno in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia. Il meccanismo si basava su imprese intestate a prestanome, senza alcuna capacità di gestione e potere decisionale, che avevano recapiti nominali o addirittura inesistenti e non avevano alcuna struttura produttiva, commerciale o logistica. In pratica, l’unica attività era produrre un giro di false fatture per ottenere crediti Iva per circa tre milioni di euro. Gli unici pallet fisici che erano coinvolti nella frode provenivano da furti o da sottrazioni effettuate all’interno della filiera logistica (attraverso la sostituzione di pallet buoni con unità di scarsa qualità o la falsa dichiarazione di rottura). A causa di questa provenienza illecita, le società incriminate potevano rivendere le pedane sul mercato a prezzi più bassi di quelli dei produttori regolari. Il ruolo del consorzio “I pallet in legno sono beni durevoli con un proprio mercato gestito da aziende specializzate e ampiamente sviluppato nelle più importanti zone industriali del territorio nazionale, dove si movimenta il 90% delle merci. Ringrazio la Guardia di Finanza per l’attività che svolge quotidianamente a tutela delle aziende che operano sul mercato in modo corretto” dichiara Sebastiano Cerullo, segretario generale di ConLegno (Consorzio Servizi Legno Sughero) che in Italia è il Soggetto Gestore dei marchi EPAL e FITOK e ha il compito di tutelarli contro qualsiasi tentativo di contraffazione e abuso. EPAL, certificato da importanti società di controllo, garantisce l’affidabilità secondo gli standard di qualità su tutto il territorio europeo. Emanuele Barigazzi, Coordinatore del Comitato Tecnico EPAL, dichiara: “Pochi sanno che solo comprando da imprese autorizzate e regolari si rispettano i requisiti di sicurezza e di portata che il pallet EPAL deve mantenere negli anni. Sarei curioso di sapere se le imprese coinvolte nella maxitruffa erano a posto con le leggi ambientali e con i contributi al Conai”. “Il Comitato Tecnico EPAL - prosegue Barigazzi - da sempre auspica interventi del legislatore che possano mettere un freno ai fenomeni di evasione e probabilmente nei prossimi giorni avanzerà una proposta di imballaggi & riciclo 18 reverse charge sui pallet: l’nversione contabile anche per il pallet è l’unico modo per non far incassare in modo fraudolento l’Iva”. La sicurezza prima di tutto FITOK, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, attesta i trattamenti fitosanitari sugli imballaggi in legno che sono sotto lo stretto controllo dei servizi fitosanitari nazionali e sono la condizione necessaria per il trasporto mondiale. Secondo Michele Ballardini, Coordinatore del Comitato Tecnico FITOK, “queste imprese dovevano obbligatoriamente essere iscritte al soggetto gestore del marchio IPPC/FAO e gestire questi pallet secondo regole e procedure specifiche. Non essendo iscritte, per i dettami del Decreto del Ministero delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali del 4 marzo 2011 erano tenute alla smarchiatura di tutti i pallet con il marchio IPPC/FAO, cioè la maggior parte degli imballaggi rubati”. “Oltre agli aspetti fiscali - prosegue Cerullo - non vanno trascurati gli aspetti fitosanitari, ambientali e sulla sicurezza. Occorre un maggiore controllo sui trasportatori che, se consegnano dei pallet a imprese di questo tipo, dovrebbero avere le giuste autorizzazioni ambientali e dovrebbero essere ‘gestiti’ dalla propria direzione logistica. Qui il problema non è del pallet, ma della sua gestione, punto e basta”. “Al di là dei proclami - prosegue Cerullo - a breve presenteremo le linee guida sulle autorizzazioni comunali alle imprese del commercio pallet e speriamo che i Comuni 19 imballaggi & riciclo facciano il loro dovere, ma sono sicuro che lo faranno”. L’attività di tutela legale viene costantemente svolta dal Consorzio e ha consentito in questi ultimi anni la realizzazione di importanti azioni congiunte con la Guardia di Finanza e la società di ispezione SGS Italia contro ogni forma di abuso e contraffazione commessa da operatori che cercano, illegalmente, di trarre profitti dalla notorietà dei marchi. Il sistema dei controlli “Il mercato degli imballaggi in legno è in netta espansione - sostengono Barigazzi e Cerullo - ciò spiega l’alto numero di controlli al quale questo sistema è sottoposto: ben 3.500 l’anno. Purtroppo persiste tuttora un circuito parallelo con furti e danneggiamenti che genera sacche di inefficienza in una rete di libero mercato. È sempre più importante, infatti, impiegare prodotti di qualità, nel nuovo e nell’usato, per non avere brutte sorprese su aspetti fondamentali quali la portata, essenziale soprattutto all’interno dei magazzini automatici”. “Tutte le imprese che commercializzano materiale a marchio IPPC/ FAO - conclude Ballardini - in base al D.M. del 4 marzo 2011 per il settore degli imballaggi in legno, sono obbligate fin da subito ad adempiere alle prescrizioni fitosanitarie nazionali aderendo ad uno dei Soggetti Gestori riconosciuti dal Decreto”. Un decreto decisivo che stringerà il giro di traffici illeciti e consentirà maggior sicurezza per le aziende che già lavorano nel settore degli imballaggi in legno. sostenibilità clima alterato? una corretta filiera del legno genera benefici immediati l’unione europea approva una proposta di decisione che rilancerà a livello mondiale il ruolo delle attività agricole e forestali, ma anche i settori industriali legati ai prodotti legnosi, dall’edilizia all’imballaggio L e attività umane legate all’uso del suolo, ai cambiamenti d’uso del suolo e alla silvicoltura (LULUCF - Land Use, Land Use Change and Forestry) possono emettere o assorbire gas a effetto serra? Se sì, queste emissioni e assorbimenti si possono contabilizzare e come? E infine, se correttamente conteggiati, possono fornire un fondamentale contribuito nel determinare la politica climatica dell’Unione Europea, attraverso la riduzione delle emissioni di carbonio e l’aumento dell’assorbimento dall’atmosfera con funzione di pozzo o serbatoio? Economia sostenibile Il ruolo dell’agricoltura e delle attività agroforestali è universalmente riconosciuto come fattore climatico altamente positivo e il relativo profilo sostenibile è evidenziato nel Protocollo di Kyoto (articolo 3.4) attraverso la possibilità di contabilizzare emissioni e assorbimenti di carbonio, a condizione che essi siano originati da attività intenzionali dell’uomo, dal 1990 in poi. Questi potenziali crediti di carbonio sono riconosciuti solamente quando modificano una situazione preesistente: l’esistenza di una foresta è un fatto positivo in sé, ma è il suo sviluppo intenzionale voluto dall’uomo (e non la sua ‘crescita spontanea’) a generare una variazione positiva in termini di bilancio del carbonio. Ogni nazione aderente al protocollo di Kyoto si impegna a ridurre il bilancio netto delle proprie emissioni di gas a effetto serra e mira a emettere crediti di carbonio per raggiungere tale obiettivo; le attività LULUCF diventano in tal senso strategiche, sebbene gli accordi fra stati indichino precisi tetti di crediti massimi (caps), definiti sulla base di specifici registri dei Serbatoi Forestali di carbonio in base ai quali determinare la variazione positiva o negativa e, di conseguenza, emettere o meno crediti. Definire le attività, compilare i registri, misurare le variazioni di carbonio ed emettere crediti ha senso solamente in presenza di regole di contabilizzazione armonizzate, affidabili e confrontabili. A dicembre 2011, al termine della 17ª Conferenza delle Parti (COP 17) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e del settimo incontro delle Parti del Protocollo di Kyo- 21 imballaggi & riciclo di claudio garrone Una buona partenza, ma … Le foreste e i terreni agricoli, ricoprendo più di ¾ del territorio dell’Unione Europea, sono degli ingenti serbatoi naturali di carbonio, irrinunciabili strumenti di politica climatica per prevenire l’emissione di CO2 e di altri gas a effetto serra in atmosfera. Eppure, fino ad oggi, i notevoli e diversi sforzi compiuti dagli agricoltori e dai proprietari di foreste attraverso le loro buone prassi volte a trattenere il carbonio presente nelle foreste e nei suoli, non hanno ricevuto riconoscimento o, solamente, in misura molto parziale. Ciò è dovuto alle difficoltà di ottenere dati affidabili sul carbonio presente nelle foreste e nei suoli e alla mancanza di norme comuni sulla contabilizzazione delle emissioni e degli assorbimenti. sostenibilità Legno o altri materiali? Diversi studi dimostrano che, per ogni tonnellata di carbonio contenuto in prodotti del legno che sostituiscono prodotti diversi dal legno, è possibile ottenere una riduzione media delle emissioni di gas a effetto serra pari a quasi due tonnellate di carbonio. Incrementando solo dello 0,1% la CO2 immagazzinata dalle foreste, dalle coltivazioni e dai pascoli, si otterrebbe un’immediata riduzione pari alle emissioni provocate da 100 milioni di automobili. Sulla base di queste considerazioni, la Commissione intende ‘imporre’ agli Stati membri, non solo la contabilizzazione delle emissioni/crediti di CO2 derivanti dal settore del settore LULUCF, ma anche l’elaborazione di specifici Piani d’azione per migliorare l’assorbimento della CO2, pur non avendo previsto obiettivi nazionali vincolanti. to (CMP 7), cui hanno preso parte oltre 12 mila partecipanti, si è giunti a un accordo tra tutti i Paesi presenti circa nuove, rigorose e armonizzate norme per la contabilizzazione del settore LULUCF, come strumenti di lotta ai cambiamenti climatici. Sulla base di questa decisione, la Commissione Europea ha presentato una proposta di decisione, avente carattere legislativo, relativa alle “Norme di contabilizzazione e ai piani di azione relativi alle emissioni e agli assorbimenti di gas a effetto serra”, che verranno esaminate in modo approfondito in un successivo articolo. In questo si offre un inquadramento generale dei notevoli benefici di tipo ambientale che una corretta gestione delle attività di LULUCF è in grado di dare, cercando poi di sintetizzare i principi cardine di tale Proposta di Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio. Queste norme introducono inoltre, per la prima volta in assoluto, specifiche indicazioni per contabilizzare anche i benefici dei prodotti legnosi direttamente connessi alle attività LULUCF: sono i HWP (Harwested Wood Product. Agricoltura, selvicoltura, industrie correlate ed energia sono i settori economici più rilevanti per le attività LULUCF e possono contribuire, in vario modo, a ridurre le emissioni e a potenziare i pozzi di assorbimento della CO2. In particolare, una corretta selvicoltura offre varie possibilità per favorire la mitigazione dei sempre più problematici e complessi cambiamenti climatici attraverso: imboschimenti, limitazione della conversione delle superfici forestali in altri tipi di terreni, limitazione/abolizione del taglio raso, ricorso generalizzato a misure di prevenzione volte a limitare gli impatti di eventi perturbanti come gli incendi, gli attacchi di parassiti e le calamità climatiche naturali, ecc. Una filiera da ottimizzare Anche le industrie correlate al settore selvicolturale (pasta e carta, trasformazione del legno ecc.) offrono possibilità di mitigazione nel caso in cui la gestione delle superfici forestali sia finalizzata alla produzione di legno ed energia. Il carbonio, infatti, oltre che negli alberi e nei suoli, rimane immagazzinato per vari decenni in diversi prodotti legnosi (es. il legname da costruzione). L’industria e le politiche orientate ai consumatori possono offrire un importante contributo per aumentare l’uso prolungato e il riciclaggio del legno e/o la produzione di pasta, carta e altri prodotti del legno in sostituzione di prodotti equivalenti a più alta intensità di emissioni (es. cemento, acciaio, plastica, ecc.). imballaggi & riciclo 22 sostenibilità l’eccellenza italiana nella gestione del recupero conai e sistema dei consorzi chiamati dal ministero dell’ambiente a rio+20 per una testimonianza di eccellenza nello sviluppo sostenibile. ma il bilancio della conferenza di giugno non è condiviso da tutti di monica martinengo conai a rio+20 Walter Facciotto, direttore generale di Conai, nello stand che il consorzio aveva alla Conferenza Mondiale sullo Sviuppo Sostenibile che si è tenuta a giugno a Rio De Janeiro. C ’è un fronte che l’ha soprannominata ‘Rio-20’, parlandone come del summit della sottrazione e della mancanza degli impegni concreti. Ma c’è anche un fronte opposto, indubbiamente numeroso, che vede in Rio+20 comunque un passo avanti importante, e che riconosce alla Conferenza il merito di aver per la prima volta evidenziato, in un meeting sovranazionale, come la green economy equa e solidale debba avere il ruolo di fondamento necessario al futuro del Pianeta. Tuttavia bisogna ammettere che una serie di inconvenienti, o di eventi dal peso politico rilevante, hanno minato il rilievo che avrebbe potuto e dovuto avere la Conferenza di giugno, vertice mondiale della Terra organizzato dalle Nazioni Unite a 20 anni dal primo ‘Earth Summit’ (Rio de Janeiro, 1992). La congiuntura politico-economica ha deviato leader come Barack Obama e David Cameron da Rio a Los Cabos, in Messico, dove negli stessi giorni di Rio si riunivano i leader del G20 per parlare di finanza e rigore. E per lo stesso motivo sono mancati anche altri nomi illustri travolti dalla crisi che attanaglia l’area Euro. Il ministro italiano dell’Ambiente Corrado Clini ha dichiarato, a margine della chiusura della Conferenza, che “in un momento di crisi economica così profonda, che la comunità internazionale si ritrovi su un unico documento è davvero un fatto storico. C’è la convergenza dei Paesi cosiddetti maggiormente sviluppati come Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone e delle grandi economie emergenti, a cominciare dal Brasile. Quello che abbiamo fatto a Rio è la base per cominciare un lavoro nei prossimi mesi, proprio per far diventare la green economy l’infrastruttura della crescita del pianeta. L’opzione era avere un accordo a Rio per lanciare la green economy a livello globale, oppure non avere alcun accordo”. E sulla questione del calendario per la definizione dei tempi di attuazione del programma, il ministro ha concluso “non era previsto che concordassimo dei tempi. Non c’era questo impegno e lo sapevamo già”. Clini fa riferimento al documento di chiusura, 49 pagine di dichiarazioni di intenti che si possono trovare in rete nella versione inglese e nella traduzione italiana. Un documento che traccia ancora linee di indirizzo, ma che non detta calendari e non fornisce paletti troppo rigorosi entro i quali muoversi, proprio perché tiene conto, tra le altre cose, della congiuntura economica globale. Ed è dal Ministero che è arrivato l’invito per la partecipazione di Conai alla Conferenza, quale esempio di eccellenza nella gestione di rifiuti di imbal- imballaggi & riciclo 24 laggio (aspetto sottolineato anche dal ministro nel corso del convegno organizzato dal Ministero italiano alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni brasiliane). I punti essenziali che fanno del sistema Conai - Consorzi un elemento di eccellenza sono diversi. “In primo luogo rispetto ad altri Paesi europei - ha dichiarato Walter Facciotto, direttore generale di Conai - in Italia vi è l’adozione di un modello basato sulla responsabilità condivisa, che vede il coinvolgimento di cittadini, comuni e imprese che avviano a riciclo e recupero il materiale. Inoltre il modello italiano si occupa di tutti gli imballaggi (domestici ma anche di provenienza industriale), mettendo a disposizione una rete di piattaforme per le imprese che possono avviare a riciclo i propri rifiuti senza alcun costo aggiuntivo (fatta eccezione per quello del trasporto). Il terzo punto riguarda invece lo sviluppo”. Facciotto, nel suo intervento a Rio, ha fatto riferimento ai cosiddetti giacimenti metropolitani, cioè alla possibilità di rimettere nel ciclo produttivo i materiali di imballaggio che hanno esaurito il loro compito principale invece che mandarli in discarica senza nessun altro tipo di vantaggio. RIciclo in italia e nel mondo Rio de Janeiro, scelta per la Conferenza, è del resto, dal punto di vista della raccolta differenziata e del recupero degli imballaggi, una realtà multiforme e articolata, con una serie di servizi di raccol- 25 imballaggi & riciclo ta e valorizzazione dei rifiuti. Va riconosciuta alla metropoli brasiliana una complessità di gestione decisamente maggiore rispetto a quella che si può incontrare in Italia, anche nelle città più popolose. Rio de Janeiro, infatti, oltre a essere una metropoli di 6 milioni di abitanti, contiene la più grande foresta esistente all’interno di un’area urbana. L’adozione di un modello come quello proposto dal Conai e sistema dei consorzi, per la gestione dei rifiuti di imballaggio e la loro trasformazione in rinnovata risorsa, presenta rilevanti vantaggi rispetto all’utilizzo delle materie prime vergini. “Secondo lo studio commissionato alla società Althesys - continua Facciotto - è risultato che il beneficio netto in dieci anni di attività del Conai è stato di oltre 9,3 miliardi di euro. La raccolta e il riciclo dei rifiuti di imballaggio hanno permesso inoltre di evitare emissioni di CO2 in ambiente pari a 63,3 milioni di tonnellate”. Lo studio evidenzia anche come, per alcuni tipi di materiali, il risparmio dal punto di vista energetico nel caso del riciclo sia significativo, a volte notevole. Il caso più eclatante è l’alluminio: produrre nuovi manufatti con alluminio riciclato permette di risparmiare il 95% di energia rispetto alla produzione partendo dalla materia prima e non dalla materia rinnovata. “è innegabile, quindi, che il riciclo delle materie prime costituisca un beneficio ambientale da un lato ed economico dall’altro, soprattutto per un Paese come il nostro, privo di materie prime vergini”. COS’è RIO+20 L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 64/236 del 2009, ha definito il ruolino di marcia per Rio+20, ovvero la Conferenza Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, chiamata Rio+20 poiché calendarizzata esattamente a 20 anni di distanza dal Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992. La conferenza - svolta a inizio estate, dal 20 al 22 giugno a Rio de Janeiro - si poneva l’obiettivo generale di rinnovare l’impegno politico per lo sviluppo sostenibile, verificando lo stato di attuazione degli impegni internazionali assunti negli ultimi due decenni. Nel corso delle precedenti conferenze delle Nazioni Unite tutti i governi hanno sottoscritto alcune importanti dichiarazioni sullo sviluppo sostenibile: la Dichiarazione di Stoccolma (1972), la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo (1992), la Dichiarazione di Johannesburg (2002). I documenti programmatici adottati, l’Agenda 21 di Rio de Janeiro (1992) e Il Piano d’azione di Johannesburg (2002), hanno dato percorsi e indicazioni per i governi, chiamati a definire scelte programmatiche verso la sostenibilità dello sviluppo. sostenibilità prevenire i rifiuti migliorando la riciclabilità dell’imballaggio identificare iniziative e pratiche che puntano a migliorare la riciclabilità del packaging nelle filiere di carta, plastica e legno: questo è il tema del gruppo di lavoro prevenzione in conai P arlare di prevenzione nella filiera dell’imballaggio significa affrontare complessità non immediatamente evidenti: difficile infatti è trovare di elisa pasolini un linguaggio univoco che evidenzi le peculiarità della prevenzione e le applichi al comparto del packaging, rispettando le diversità dei materiali di base. Altrettanto difficile è trovare una via di comunicazione chiara, per trasmettere agli utenti finali le possibilità di riciclo del packaging usato, di qualsivoglia materia prima. A livello europeo esiste una piattaforma di conwww.proeurope4prevention.org divisione, che ha anche un sito internet, dove ogni utente può consultare le iniziative che sono state attivate da ciascun paese in termini di prevenzione o di best practices. “Affrontare la filiera dell’imballaggio, osservando e fotografando le iniziative e i documenti esistenti in tema di riciclabililtà”: questa la via scelta e sviscerata nel recente incontro del gruppo di lavoro Prevenzione. La panoramica delle iniziative ha svilppato, o quanto meno iniziato ad affrontare, tre delle filiere coinvolte, ovvero quelle degli imballaggi in carta, plastica e legno. Davide Paradiso di ConLegno ha illustrato e presentato il sistema EPAL quale esempio di attività di prevenzione applicata al settore degli imballaggi in legno. Nella filiera legnosa, infatti, più che la riciclabilità in sé è centrale il tema del riutilizzo e della preparazione o predisposizione dell’imballaggio per un suo successivo riutilizzo. Il sistema EPAL, infatti, consente di ridurre la produzione di rifiuti di imballaggi in legno attraverso operazioni di riparazione dei pallet standard circolanti, grazie a un network di imprese a livello europeo. EPAL è uno strumento reale e operativo a fianco di imprese e società e sostiene le imprese per il raggiungimento di obiettivi economi e ambientali in linea con le priorità delle leggi regionali, nazionali e comunitarie in tema di prevenzione degli imballaggi e dei rifiuti da imballaggio. Mercato e vantaggi Solo sul mercato italiano, almeno 400 milioni di movimenti di merci vengono realizzati non con soluzioni monouso, ma attraverso l’utilizzo di strumenti logistici “ritornati, riutilizzati e riparati”: l’imballaggio riutilizzabile può essere identificato come un prodotto con risorse rinnovate e rinnovabili. In particolare, si pensi allo stoccaggio di anidride carbonica che ogni pezzo di legno offre fino alla sua conversione o fine vita definitive. Impedire la dispersione in atmosfera della CO2 stoccata nell’imballaggio, o almeno imballaggi & riciclo 26 ritardarla, è di certo un vantaggio ambientale, che si somma ai vantaggi condivisi da tutti gli operatori (produttori e riparatori, aziende di marca, logistiche, grande distribuzione, comuni, municipalizzate e cittadini). La valutazione di questo indubbio merito dell’imballaggio riutilizzabile giustifica l’attivazione di una maggiore attenzione da parte di produttori e associazioni nel promuovere e proteggere i sistemi codificati di riutilizzo e riparazione, come il caso di EPAL. Ancora Davide Paradiso, in chiusura di intervento, dichiara che “promuovere EPAL come sistema di prevenzione e riutilizzo significa tutelare non un sistema privato, ma una rete di utilità pubblica che già oggi funziona attraverso l’interscambio e una struttura consortile aperta”. Le filiere carta e plastica Nel caso degli altri materiali il focus si è incentrato invece sulla riciclabilità dell’imballaggio usato. Per questo i due interventi, tenuti rispettivamente da Comieco per la carta e Corepla per la plastica, hanno evidenziato i metodi attivati per verificare il livello di riciclabilità di materiali giunti a fine vita, anche con test nella fase sperimentale di produzione di un nuovo pack. Va detto che entrambi i casi presentano caratteristiche comuni, e che anche gli aspetti secondari, che puntano comunque al miglioramento in termini di impatto ambientale (dal punto di vista della riciclabilità), sono catalogabili come interventi che mirano alla prevenzione dell’impatto ambientale. 27 imballaggi & riciclo “Le analisi sono necessarie per ottenere indicazioni sulla riciclabilità e per raccogliere suggerimenti che puntano a rendere ancora più riciclabile il manufatto (ad esempio tramite la variazione dei materiali impiegati)”, dichiara Eliana Farotto di Comieco. Un committente può chiedere le analisi e, sulla base dei risultati ottenuti, può ottimizzare il pack e indicare - se lo desidera e sotto la propria responsabilità - che l’imballo è riciclabile con gli altri materiali cartacei. L’azienda di produzione dell’imballaggio è quella che maggiormente ha margini di azione e di lavoro sul packaging: può renderlo più riciclabile, più leggero, meno impattante. L’azienda di riciclo invece, alla fine della filiera, non ha molte possibilità di manovra, perché ricicla ciò che trova sul mercato. Il suo intervento può focalizzarsi invece sui metodi di riciclo. prevenzione in gruppo Il gruppo di lavoro Prevenzione è coordinato da Conai. Ad esso partecipano - oltre ai consorzi di filiera (Rilegno compreso) - anche le associazioni e i consorzi di categoria (Assoimballaggi e ConLegno, tra gli altri) e rappresentanti di grandi gruppi di produzione e distribuzione (Ferrero, Lavazza, Barilla, Coop, Autogrill…): il gruppo è nato per identificare e promuovere tutte quelle iniziative e attività che fanno della prevenzione uno dei punti di forza per la riduzione a valle, oltre che a monte, dei rifiuti e degli scarti. Compito del gruppo è anche sollecitare la sensibilizzazione degli utenti finali, attraverso iniziative di divulgazione e comunicazione. è iniziativa del gruppo di lavoro Prevenzione, per esempio, la promozione dell’Oscar dell’imballaggio, dell’I.I.I. e la pubblicazione triennale del Dossier Prevenzione Conai che indica i migliori esempi di imballaggio sostenibile. sostenibilità perchè riattivare il ciclo dei boschi è un investimento che va fatto per il futuro ma anche per il presente: un esempio da un nostro collega che spiega le possibilità dei fondi europei e i vantaggi diretti e indiretti che ne derivano C i sono due verità a proposito dei boschi italiani. La prima è positiva e sempre più conosciuta: crescono, anche a scapito di aree prima agricole, al punto che rispetto a 25 anni fa gli ettari sono aumentati del 20%. La seconda verità è negativa, poco conosciuta e scomoda da ammettere: più della metà sono abbandonati e sulla via del degrado. “Ma la natura si autoregola, fa il suo corso: perché intervenire?” A questa obiezione spontanea e diffusa occorre argomentare una risposta economica, ambientale e sociale. La prima considerazione riguarda l’Italia: il nostro Paese non è caratterizzato da un paesaggio naturale. è da 2.500 anni che l’Italia si caratterizza per un paesaggio artificiale, costruito dall’uomo lungo i secoli, che fa della penisola il paesaggio più bello del mondo. Non a caso l’epiteto coniato dai popoli europei era ‘il giardino d’Europa’. Dalle colline toscane alla pineta del Cansiglio, dalle coste liguri di Levante alla laguna di Venezia, fino alle malghe alpine: non c’è nulla di naturale! Eppure sono bellissime! Di questo giacimento paesaggistico fanno parte anche i boschi: legno, animali, frutti, prevenzione dei danni da dilavamento, fatto- 29 imballaggi & riciclo di luca m. de nardo sostenibilità ri coadiuvanti del clima, turismo, sport e l’indotto a essi collegato. Bosco, quindi, significa risorsa paesaggistica, economica, sociale, perché crea occupazione e benessere. Ora si comprende perché bosco abbandonato equivalga a impoverimento diffuso. AZIENDA SPECIALIZZATA IN PRODOTTI DI NICCHIA Cremona Pallet è uno dei primi operatori che ha attivato la registrazione come selezionatore e commerciante di pallet a marchio FITOK. UN ESEMPIO DA SEGUIRE Le Normative Comunitarie sullo sviluppo rurale e il Piano Strategico Nazionale 2007-2013 puntano, offrendo interessanti agevolazioni finanziarie agli operatori interessati, al miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale. In altre parole, le finalità si traducono nei seguenti obiettivi operativi: - il miglioramento dei boschi con la specifica finalità di aumentarne il valore economico nonché favorire lo sbocco commerciale ai loro prodotti; - il rafforzamento delle aziende nei settori forestali tramite l’acquisto di macchine e attrezzature idonee all’abbattimento dei costi operativi; - la realizzazione di impianti di cippatura che consentono la valorizzazione dei sottoprodotti forestali (ramaglie, cimali, necromassa, piante di pino) e contemporaneamente la riduzione dei costi energetici. In luglio si è conclusa la prima tappa di un percorso di valorizzazione sostenuto proprio con fondi europei in un’area del piacentino: si tratta del comprensorio di Morfasso, nella zona appenninica alle spalle di Fiorenzuola d’Arda. Boschi privati per circa 104 ettari (14 collinari e 90 montani); per circa la metà si tratta di boschi cedui, l’altra metà è di pinete e castagneti. Con la supervisione di tecnici della Provincia di Piacen- imballaggi & riciclo 30 za e sotto il controllo del Corpo Forestale dello Stato, le aziende boschive incaricate dalle cooperative montane eseguono svariati interventi di miglioramento forestale che vanno dalla conversione in alto fusto dei cedui ai diradamenti delle pinete, fino al recupero e al mantenimento dei castagneti. Uno dei protagonisti dell’operazione è Cremona Pallet, che tramite una sua società collegata slovacca, specializzata in attività agroforestali, ha trasferito per circa tre mesi una ventina di esperti boscaioli. “Il lavoro delle nostre squadre spiega l’ingegner Massimo Agosti di Cremona Pallet - non è volontariato, ma viene remunerato dalle cooperative montane, beneficiarie dei fondi messi a disposizione per il Progetto di Filiera. L’obiettivo di questo complesso intervento non è certamente esboscare materia prima per le nostre attività manifatturiere, ma il recupero e il miglioramento del nostro patrimonio boschivo”. Agosti racconta che il graduale abbandono del bosco genera conseguenze a volte reversibili ma più spesso irreversibili. Fra le prime, rientrano il controllo della diffusione dei parassiti, come la vespa cinese che colpisce da qualche anno i castagneti piacentini, nonché la riduzione dell’espansione del cancro corticale attraverso coraggiosi tagli di ringiovanimento e asportazione della necromassa legnosa. Fra le seconde, invece, la fine dell’attività produttiva dei castagni. 31 imballaggi & riciclo “Fino a qualche decina di anni fa - spiega Agosti - queste piante producevano frutti, oggi non più”. C’è poi da considerare che l’abbandono delle attività boschive genera la diffusione massiva di specie meno pregiate (pioppo tremolo, nocciolo), a discapito di essenze di maggior valore. Senza dimenticare che il degrado dei nostri boschi è la causa principale del dissesto idrogeologico del territorio. RISULTATI I fondi europei hanno fatto da volano a questo notevole intervento di riattivazione della filiera forestale, con alcuni vantaggi: le cooperative montane potranno disporre di sottoprodotti boschivi per la produzione di cippato e hanno potuto acquistare mezzi meccanici e attrezzature che hanno contribuito a rendere il bosco fruibile alle attività connesse all’agriturismo locale. Tuttavia è fondamentale che il lavoro prosegua. “Il progetto si sviluppa in un arco temporale di cinque anni - conclude Agosti - è importante che tutti i soggetti interessati cooperino: Regione, Provincia, comuni montani, cooperative agricole, imprenditori del nostro settore; invito quindi i colleghi ad attivarsi in questa direzione. Come utenti della risorsa legno, siamo i primi a dover condividere una responsabilità verso il patrimonio forestale, a prescindere se, in futuro, da questa rivalutazione arriveranno o meno risorse legnose locali”. CREMONA PALLET Iniziativa nata nel 1993 dalla visione di un giovane imprenditore proveniente dal settore delle tecnologie, l’azienda è specializzata in prodotti destinati a nicchie di mercato: pallet a perdere speciali, non standard, ma su capitolati dei clienti. Cremona Pallet conta circa 800 clienti attivi, più di 400 distinte base, 12 collaboratori e una sola linea automatica per assemblaggio pallet. Opera anche nell’imballaggio industriale, su misura e di piccole dimensioni. Di recente si è qualificata come nuovo soggetto FITOK ‘commerciante e selezionatore’ di pallet usati trattati. riciclo ricicloeerecupero recupero carta e bioedilizia, le altre strade del legno i percorsi del riciclo del legno viaggiano anche su carta e in casa: una panoramica sul lavoro della isotex (bioedilizia) e della sicem saga (paste cellulosiche per carte). di monica martinengo I l mercato è stanco. La congiuntura economica, certamente pesante e faticosa in questo periodo storico per l’Italia e per l’Europa tutta, non aiuta le industrie del riciclo. Eppure ci sono, nel variegato mondo del legno, soluzioni innovative di riciclo e recupero che viaggiano sulla linea della sostenibilità ambientale. Parliamo di una piccola nicchia nel mondo del riciclo, che occupa una percentuale davvero bassa (meno del 5% complessivo) della mole di rifiuti legnosi movimentata ogni anno. Eppure ci sono anche queste nicchie di eccellenza, che meritano di essere conosciute. Cominciamo con C&P Costruzioni, azienda leader in Italia (ma con un forte peso anche in Europa) per la produzione di blocco di legno cemento per l’edilizia: un materiale che non solo risponde alle richieste del mercato, ma lo fa anche riutilizzando i rifiuti di legno, con un occhio di riguardo per l’ambiente. I blocchi cassero in legno cemento sono utilizzati con successo da gran parte dei Paesi nordici di lingua tedesca ormai da oltre 60 anni. Da alcuni anni anche il mercato dei Paesi del Sud Europa, puntando alla sostenibilità ambientale come valore aggiunto nella produzione e costruzione edilizia, sceglie di edificare usando blocchi cassero in legno cemento. imballaggi & riciclo 32 Come entra il legno di riciclo in questo processo produttivo? Il legno utilizzato per la produzione è rigorosamente quello di abete, sia esso proveniente da scarti di lavorazione che da rifiuti di imballaggio quali pallet: dunque è nella cernita del materiale che il rifiuto legnoso si fa protagonista. Il procedimento subito dal legno che viene trasformato in blocco è semplice. Il rifiuto di legno che si utilizza deve essere cippato, pertanto ciò che proviene dalle piattaforme di conferimento viene macinato per ottenere la dimensione necessaria. Inoltre il materiale non ancora pronto subisce procedimenti di ripulitura dai chiodi prima (tramite deferrizzazione attraverso calamite) e di scarto di eventuali altri materiali per caduta. Il legno così trattato viene poi mineralizzato con un minerale naturale, che permette di mantenere inalterate nel tempo le proprietà di isolamento termo-acustico del legno. Il legno mineralizzato non ammuffisce, non viene intaccato da agenti esterni (quali insetti, parassiti, muffe), non marcisce e non subisce variazioni dimensionali. Perde, insomma, le sue proprietà organiche, assumendo quelle di un minerale: si potrebbe impropriamente dire che si tratta di legno pietrificato. L’impasto di legno mineralizzato, cemento, acqua e ossido di ferro (e in piccola parte anche scarto di produzione, come blocchi rotti e materiali di risulta) viene lavorato nel mescolatore: quello che si ottiene viene trasformato in blocchi solidi tramite uno strumento detto ‘blocchiera’. In questo modo la struttura porosa, che è molto importante 33 imballaggi & riciclo per la traspirazione della muratura, non viene distrutta. Il lavoro di trasformazione di quello che un tempo era un pallet o un imballaggio fatto in legno di abete non è ancora concluso: con un treno-tavole robotizzato, i blocchi vengono portati nelle celle di essiccazione, dove il calore prodotto dalla centrale termica a legna provvede a una prima fase di asciugatura dei blocchi. Successivamente, i blocchi cassero e i solai in legno cemento, ancora grezzi, vengono stoccati nel piazzale dove stazionano per la maturazione per un minimo di 28 giorni. In questo modo si consente ai blocchi e ai solai di raggiungere la loro massima resistenza meccanica e soprattutto, grazie al completo ritiro del cemento, la loro stabilità per quel che riguarda le dimensioni. A maturazione raggiunta, i blocchi e i solai in legno cemento vengono prelevati da navette e treni robotizzati e avviati alla fase di rifinitura, fresati e rifiniti con l’isolante, pallettizzati e resi pronti per la spedizione. riciclo e recupero Legno cemento: solidi contro il terremoto La struttura Isotex in legno cemento ha, a parità di spessore rispetto a pareti e solai tradizionali, un isolamento acustico di 2-3 volte superiore e l’isolamento termico si è dimostrato del 50% più efficiente, confrontato alle costruzioni tradizionali, con un bassissimo punto di dispersione (un vantaggio sia nel periodo estivo che in quello invernale). Ma la prova della maggiore efficienza viene dalla reattività alle scosse sismiche, dimostrata davvero eccellente nei mesi scorsi, quando il terremoto in Emilia ha colpito duramente anche zone che avevano fatto uso di questo materiale. Gli edifici costruiti in legno cemento hanno mostrato un’ottima resistenza, senza alcun danno a seguito del sisma: durante i terremoti infatti, la struttura a pareti armate e portanti Isotex si comporta come un unico blocco annullando gli effetti devastanti che si hanno sulle pareti a travi e pilastri con tamponatura in laterizio tradizionale. Con i blocchi di legno cemento si costruiscono edifici residenziali, ma anche strutture di bioedilizia pubblica (scuole, uffici) prevalentemente in Italia, soprattutto a causa dell’alto costo del trasporto del materiale. Tuttavia i blocchi in legno cemento sono venduti anche in diversi Paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Grecia). Legno e carta: un binomio quasi naturale La Sicem Saga è la destinataria del legno proveniente dalle piattaforme che viene usato per la produzione cartaria. L’azienda da 50 anni ha esperienza nella produzione di paste cartarie, ed è stata la prima a produrre pasta chemimeccanica da chips con l’impiego di raffinatori a disco. Se per la bioedilizia il legno più ricercato è quello di abete, per ottenere carte di alta qualità invece si parla di pioppo: la Sicem Saga utilizza legno di pioppo di scarto, già scortecciato, proveniente dalle numerose segherie e fabbriche di compensato presenti nel Nord Italia, e usa anche tronchi con corteccia (va segnalato che tutto il pioppo utilizzato dall’industria in Italia è di piantagione). L’organizzazione di approvvigionamento provvede anche all’acquisto diretto di pioppeti in piedi, curando le successive operazioni di abbattimento ed eventuale commercializzazione. Anche il rifiuto di legno entra in questo processo produttivo: da alcuni anni si è infatti sviluppata una logistica dedicata, con un centinaio di cassoni scarrabili che permettono di ritirare direttamente pallet e cassette per imballaggio, rifiuti di legno post consumo di provenienza industriale. Scarti in qualche modo già selezionati, dunque, per garantire la resa nella pasta cellulosica e non danneggiare il lavoro. Il procedimento di produzione delle paste con legno di riciclo non differisce da quello che si segue per le paste ottenute con legno non di scarto, fatta eccezione per la prima fase di pulizia della materia prima, che come negli altri casi del riciclo va divisa da elementi estranei (prevalentemente di provenienza ferrosa), sminuzzata e ripulita. Il metodo applicato dalla Sicem Saga, continuamente modificato e perfezionato con successivi brevetti, si è dimostrato la chiave per la produzione di nuove paste per carta ad alta resa, di notevole finezza e qualità costante. L’estrema versatilità dell’impianto consente di produrre paste personalizzate. Il processo chemimeccanico e in particolare la tecnologia sviluppata da Sicem Saga, è considerato ‘environmentally friendly’, amico dell’ambiente. I suoi punti di forza sono alta resa del legno per unità di pasta prodotta, basso utilizzo di acqua per la produzione e alta percentuale di riutilizzo dopo la depurazione, sbiancamento senza l’utilizzo di composti clorurati, bassi carichi inquinanti nelle acque da depurare. Se dunque si osserva il vasto panorama delle possibilità di utilizzo del rifiuto legnoso, vanno aggiunti al pannello truciolare anche la carta, e il blocco per la costruzione edilizia. Carta, e cemento, che sposano il legno di rifiuto: ovvero, un altro modo per trasformare il rifiuto in risorsa. imballaggi & riciclo 34 riciclo e recupero piattaforme in crisi: crolla il mercato dei rifiuti di legno la congiuntura economica soffoca tutta la filiera. e dal sud cresce il ricorso alla termovalorizzazione di maurizio magni D a Nord a Sud il core business per i rifiuti di legno rimane ancora il riciclo a pannelli. Ma la crisi che in Italia ha messo in sofferenza la filiera del mobile fa paura e orienta gli operatori verso via alternative. E, soprattutto a Sud - complice il drastico ridimensionamento della capacità di ritiro da parte dei pannellieri, le lunghe distanze dalla centrali del riciclo e l’aumento esponenziale dei costi del trasporto - il ricorso alla termovalorizzazione comincia ad aumentare sensibilmente. è questo, in sintesi, il messaggio che arriva forte dalle piattaforme di riciclo convenzionate Rilegno che in generale soffrono il forte calo di richiesta di materiali da riciclo da parte delle industrie pannelliere e il conseguente crollo dei prezzi. “Al 31 luglio scorso abbiamo ritirato 85.000 tonnellate di rifiuti di legno, contro le 170.000 dello stesso periodo del 2011, cioè esattamente la metà!” A parlare è Giorgio Del Curto, titolare della piattaforma Del Curto di Lecco, una delle principali realtà di settore della Lombardia. Con 40 dipendenti, 35.000 mq di superficie operativa, 7.000 mq coperti esclusivamente dedicati allo stoccaggio, alle lavorazioni e all’insaccaggio delle maimballaggi & riciclo 36 terie prime, 60 automezzi speciali, autotreni scarrabili con relativi container per il ritiro del materiale legnoso, cisterne per trasporto dei prodotti fini, la Del Curto può infatti essere definita a buon diritto una struttura industriale per la raccolta del legno da riciclo. “Ma - specifica Giorgio del Curto - paradossalmente in questo momento di crisi, è proprio la nostra dimensione aziendale a penalizzarci. Con le quantità di materiali ritirate che si dimezzano e i fatturati che crollano diventa infatti complicatissimo spalmare i costi aziendali di un’impresa strutturata come la nostra”. Operativamente alla Del Curto i processi di lavorazione avvengono seguendo vari passaggi. In un primo tempo i rifiuti legnosi stoccati vengono prelevati e gettati in un frantumatore che taglia e separa le parti ferrose più grossolane, per poi essere scaricati in un macchinario munito di griglia per la cippatura. A questo punto del ciclo di lavorazione il cippato viene caricato su un nastro trasportatore munito di calamite in grado di catturare i corpi ferrosi più piccoli. Il ciclo permette una lavorazione di circa 750 quintali all’ora che consentono il carico di 3/4 autotreni, in cui i rifiuti di legno vengono adeguatamente pressati e schiacciati per poi essere coperti dai teloni. Anche alla piattaforma convenzionata Rilegno Il Truciolo, altra significativa realtà lombarda con raggio d’azione concentrato sulla Brianza, le preoccupazioni sull’andamento del mercato sono in primo piano. “Stiamo vivendo 37 imballaggi & riciclo il momento peggiore degli ultimi 10 anni - commenta dall’azienda il direttore generale Carlo Cattaneo - a causa di una crisi senza precedenti che interessa tutta la filiera”. Nata nel 1989 ad Albavilla (CO), Il Truciolo condivide con la Del Curto l’impostazione industriale della struttura aziendale. Oltre 40 dipendenti, spazi operativi per 27.000 mq di cui 12.000 al coperto e un parco automezzi adatti a ogni esigenza fanno della piattaforma un punto di riferimento per le molte industrie mobiliere concentrate in Brianza. “La stragrande maggioranza del legno che raccogliamo - precisa Carlo Cattaneo - viene stoccato sui nostri piazzali che, essendo così ampi, permettono di fare da ‘polmone’ per i pannellieri che rappresentano il nostro mercato assolutamente principale. Poi, compatibilmente con le richieste che in questi mesi purtroppo sono decisamente rallentate, avviene il processo di lavorazione fino al punto di riferimento per le industrie mobiliere della brianza Nelle foto alcune fasi di raccolta e stoccaggio del legno nella piattaforma Il Truciolo di Albavilla, in porovincia di Como. riciclo e recupero carico dei ‘cippati’ sui nostri automezzi e al trasporto che per la nostra azienda si concentra verso il Gruppo Frati”. “Con buona approssimazione argomenta Cattaneo - possiamo considerare che i rifiuti legnosi ritirati provengono per un buon cinquanta per cento dagli scarti della filiera del mobile brianzola, mentre il restante cinquanta per cento dalla raccolta differenziata arriva dalla raccolta differenziata nei comuni. Significativa è anche la percentuale di imballaggi ritirata, sia dal circuito urbano, sia da quello industriale”. “Ovviamente - conclude Cattaneo - a una decisa riduzione delle richieste da parte dei riciclatori, corrisponde un minor ritiro di rifiuti dai vari circuiti, motivato dal generale stato di crisi che ha ridotto sensibilmente il quantitativo di legno di scarto circolante”. Dalla Lombardia alla Puglia la destinazione dei rifiuti di legno cam- bia sensibilmente. Se, infatti, il riciclo a pannelli rimane il punto di riferimento di tutte le piattaforme convenzionate Rilegno, mutano però le percentuali di collocamento. Alla CGF Recycle di Monopoli il riferimento per l’invio a riciclo dei rifiuti di legno è il Gruppo Saviola di Viadana, con cui la piattaforma pugliese ha recentemente sottoscritto un accordo per l’avvio di procedure intermodali di trasporto. “La nostra azienda raccoglie rifiuti di legno dal settore degli imballaggi, dai circuiti urbani e dal comparto del mobile, sia in Puglia che nelle regioni limitrofe”, afferma Gianluca Leoci socio e responsabile tecnico della CGF Recycle, azienda nata a Monopoli negli anni ’50 e da allora condotta dalla famiglia Leoci. “Oggi - argomenta Leoci - la nostra capacità annuale di stoccaggio e movimentazione di rifiuti di legno è pari a circa 95.000 tonnellate. Di queste il cinquanta per cento circa viene convogliata al riciclo, mentre l’altro cinquanta per cento al recupero energetico”. “Negli anni - spiega Gianluca Leoci - con il progressivo aumento della raccolta urbana la qualità dei rifiuti che arrivano nei piazzali è decisamente scaduta. Questo naturalmente rappresenta un problema, perchè richiede ulteriori passaggi e una grande attenzione nei processi di separazione dei rifiuti legnosi e un grande impiego di risorse umane”. Interessanti le nuove modalità di trasporto inaugurate quest’anno dall’azienda, che puntano con decisione sull’intermodalità. Operativamente - continua Leoci - dai nostri piazzali carichiamo contaiimballaggi & riciclo 38 ner che sono trasportati su gomma a Giovinazzo di Bari dove la Lugo Terminal Spa, una società privata autorizzata al trasporto dei rifiuti, ha in Puglia il suo centro intermodale. Dalla stazione di Giovinazzo, poi, i container, caricati sui carri ferroviari, arrivano a Lugo in provincia di Ravenna, dove la società romagnola ha il suo principale centro di smistamento. Da lì il rifiuto legnoso viene caricato sugli autotreni del Gruppo Saviola e prosegue via gomma fino a Viadana”. La Patruno Ecoservice di Mola di Bari condivide con la CGF Recycle la destinazione dei rifiuti di legno che vengono inviati al Gruppo Mario Saviola. “Noi - argomenta Nicola Patruno, titolare dell’azienda - destiniamo circa il 70 per cento dei nostri rifiuti lignei al riciclo a pannelli, mentre l’altro 30 per cento viene convogliato alla termovalorizzazione”. Piattaforma multimateriale, la Patruno Ecoservice dispone di una piattaforma ecolo- 39 imballaggi & riciclo gica di 22.000 mq dove si attuano essenzialmente la raccolta e il riciclaggio di materiali recuperabili come carta, plastica, vetro, materiali ferrosi e soprattutto legno, per il quale è attivo uno specifico ciclo di lavorazione che ne consente l’avvio al riciclo. “Per ottimizzare le lavorazioni precisa Nicola Patruno - sarebbe importante agire sui Comuni perché incentivassero una miglior divisione dei materiali all’interno della raccolta differenziata. Con l’aumentare della percentuale dei rifiuti legnosi proveniente dalle raccolte urbane, infatti, la qualità del legno di scarto che arriva sui nostri piazzali è decisamente peggiorata”. “Per noi - conclude - il deciso incremento della percentuale di impurità nel legno verificatosi negli anni significa maggiori problemi e maggiori costi nei processi di lavorazione ,che progressivamente hanno reso più complesso e oneroso il nostro servizio”. 95 mila tonnellate di rifiuti di legno gestite ogni anno La CGF Recycle di Monopoli raccoglie rifiuti di legno dal settore degli imballaggi, dai circuiti urbani e dal comparto del mobile, sia in Puglia che nelle regioni limitrofe riciclo e recupero olimpiadi del riciclo: rilegno premia i comuni ricicloni nel corso della manifestazione promossa da legambiente, che si è svolta il 10 luglio scorso a roma, il consorzio ha premiato i tre comuni più virtuosi nella raccolta differenziata del legno per l’area nord, centro e sud di carlotta benini Comuni ricicloni del legno Monica Martinengo, responsabile comunicazione Rilegno, premia i comuni di Bellizzi e Pergine Valsugana. Nella pagina accanto il premio al comune di Recanati. P ergine Valsugana, Recanati e Bellizzi: sono questi i tre comuni italiani vincitori delle Olimpiadi ‘green’ di Legambiente, sul podio per il maggiore impegno profuso nel corso del 2011 nella raccolta differenziata del legno non di provenienza industriale. A premiarli è stato Rilegno, il consorzio nazionale per la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero degli imballaggi e dei rifiuti di legno, nel corso della manifestazione Comuni Ricicloni promossa da Legambiente, che si è svolta a Roma, all’Hotel Quirinale, e che premia i migliori sistemi di gestione dei rifiuti comunali. A consegnare i premi, il 10 luglio scorso, è stata Monica Martinengo, responsabile comunicazione di Rilegno che, in quanto partner dell’evento, ogni anno individua i tre comuni più virtuosi dell’area Nord, Centro e Sud d’Italia. Per l’area Nord la medaglia d’oro va quest’anno a Pergine Valsugana, il terzo comune per dimensione in provincia di Trento, che nel corso del 2011 ha raccolto in modo differenziato 314 tonnellate di materiale legnoso proveniente dal circuito urbano (15,70 kg di rifiuti legnosi pro caimballaggi & riciclo 40 pite). Nel comune trentino - 20 mila abitanti - la raccolta differenziata è gestita da Amnu, convenzionato con Rilegno. Il legno usato viene consegnato al centro di raccolta di via Petrarca, aperto tutti i pomeriggi da lunedì a sabato dalle 13.30 alle 18.30, e al mattino del mercoledì, venerdì e sabato dalle 8 alle 12. A ritirare il premio è stato il presidente di Amnu Francesco Pergher. Il comune più riciclone del legno nell’area Centro è stato invece Recanati, in provincia di Macerata, che si è distinto per una pratica virtuosa che ha permesso di raccogliere in un anno oltre 257 tonnellate di materiale legnoso. La cittadina marchigiana - 21.830 abitanti - è nota per aver dato i natali a Giacomo Leopardi. La raccolta differenziata dei rifiuti sul territorio è gestita da Cosmari, che su Recanati ha un centro di raccolta esclusivamente comunale in via Ceccaroni, aperto dalle 9 alle 13 di lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, e nei pomeriggi del martedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 15 alle 19. Il Premio come comune riciclone del Centro è stato assegnato da Rilegno a Recanati per l’impegno profuso nel corso del 2011 nella raccolta del legno, non di provenienza industriale, che, nello specifico, ha permesso di raccogliere e avviare a recupero 11,79 kg di rifiuti legnosi pro capite. Ha ritirato il premio Donatella Latora, funzionaria del Comune di Recanati, Ufficio Ambiente. Infine il premio come comune più virtuoso dell’area Sud è andato 41 imballaggi & riciclo a un comune campano, Bellizzi (Sa), che ha raccolto nel corso del 2011 oltre 140 tonnellate di rifiuti legnosi in modo differenziato (10,77 kg pro capite). Il comune in provincia di Salerno conta 130 mila abitanti ed è già attivo da tempo nel miglioramento dell’indice di gestione della raccolta differenziata dei rifiuti. La raccolta del legno usato è gestita direttamente dal Comune (come il resto del servizio). La consegna dei rifiuti da parte dei cittadini presso il centro di raccolta comunale di via Bellini è possibile il giovedì dalle 15 alle 18 e il sabato mattina dalle 9 alle 13. Esiste anche un servizio di raccolta a domicilio, attivabile telefonando all’Ufficio Relazioni con il Pubblico. Nel corso della cerimonia all’Hotel Quirinale di Roma Monica Martinengo ha premiato l’assessore all’Ambiente del Comune di Bellizzi Giovanni Di Feo e Alessandro Paolillo, delegato alle Relazioni Istituzionali del Comune. come il legno si trasforma da rifiuto in risorsa Legno, ovvero il materiale dalle mille vite. Il suo ciclo vitale può durare praticamente all’infinito, con benefici ecologici ed economici. Riciclare il legno, infatti, significa risparmiare energia, migliorare lo stato qualitativo dell’aria e al contempo evitare gli sprechi. Per questo è molto importante evitare che questo materiale, una volta terminato il suo uso, finisca in discarica: meglio raccoglierlo, recuperarlo e farlo rinascere a nuova vita. A fare tutto ciò ci pensa Rilegno - consorzio della filiera legno all’interno del sistema Conai - che ogni anno firma convenzioni con comuni, gestori dei servizi di igiene urbana e raccoglitori privati per organizzare il recupero del legno in maniera capillare sul territorio nazionale, garantendo il recupero dei rifiuti legnosi e sostenendo economicamente il sistema. Con 2.275 consorziati a fine 2011, fra produttori, importatori e fornitori di materiale per gli imballaggi di legno, nonché imprese che riciclano il legno, nel 2011 Rilegno ha continuato il buon lavoro di recupero del legno di rifiuto, impedendo che quasi 1.800.000 tonnellate di rifiuti di legno finissero in discarica. mercati mercati in sofferenza, dal bosco ai prodotti finiti tronchi, segati, pannelli e pallet: i venti della recessione investono un po’ tutti, a volte anche intere foreste, come in polonia lo scorso luglio di andrea brega L a produzione europea di pallet EPAL (destinati prevalentemente ai mercati interni) ha visto il 2011 chiudersi con 68.332.122 pezzi prodotti, equivalente a una crescita rispetto all’anno precedente del 2,3%. Osservando invece il primo trimestre di quest’anno vediamo che la produzione è calata del 2,5% attestandosi a 16.280.363 pezzi (16.694.905 nei primi tre mesi del 2011). In crescita (+6,8%) i pallet riparati che hanno raggiunto i 6.269.184 pezzi. La Germania si è confermata il primo produttore europeo con 6.362.588 pezzi nuovi (+0,3%) e 2.700.070 riparati (-1,9%). Ben distanziata troviamo la Polonia che ottiene comunque un risultato interessante: +5,2% nei pezzi nuovi (4.290.839) e +19,2% nell’usato (1.090.208). Per quanto riguarda il mercato italiano osserviamo che la produzione di pallet EPAL nel primo trimestre dell’anno si è attestata a 1.205.185 pezzi pari a un calo del 17,9, mentre la riparazione ha visto un sostanziale equilibrio (-0,9%) con 722.001 pezzi. Semilavorati Sempre in Italia, analizzando i dati delle importazioni di segati di conifera (materia prima utilizzata per la produzione di pallet), emerge che i primi imballaggi & riciclo 42 mercati Quotazioni del pioppo Camera di Commercio di Mantova (quotazioni 26 luglio 2012 t/€) In piedi da pioppeto 40-75 In piedi da ripa 20-32 Tronchi da sega per imballo 40-45 Camera di Commercio di Alessandria (quotazioni 27 luglio 2012 t/€) Di bosco 59-83 Di ripa 30-40 quattro mesi di quest’anno si sono chiusi con un vistoso calo (-16,%) pari a 856.801 m3. Diversa invece la situazione sul fronte prezzi dove, considerando le rilevazioni del CRIL (Centro Ricerche Imballaggi Legno e Logistica), risulta invece un leggero incremento per quasi tutte le sezioni di segati di conifera utilizzate nella produzione di pallet: a giugno le sezioni 13x70 mm hanno fatto registrare un incremento dello 0,5% rispetto a marzo 2012. In salita anche le sezioni 17x75 mm (+1,7%) e 22x143 mm (+1,1), mentre risultano in leggero calo le sezioni 75x95 mm (-0,9%). Il Superindice CRIL, che si basa sulla media aritmetica dei quattro dati precedenti, indica a sua volta un incremento delle quotazioni dello 0,6% rispetto al marzo scorso. “Il dato EPAL è sicuramente allarmante - spiega Emanuele Barigazzi, Coordinatore Comitato Tecnico EPAL di ConLegno - per questo, come Comitato, stiamo lavorando su più fronti per risolvere i problemi che affiggono il sistema d’interscambio. Già da tempo operiamo in sintonia con gli enti preposti affinché l’adozione di sistemi di imballaggio riutilizzabili come l’EPAL venga incentivata, tant’è che a breve chiederemo l’introduzione del regime Iva del reverse charge per evitare fenomeni evasivi”. Commentando la non facile situazione dei prezzi, Barigazzi è altrettanto chiaro: “Le segherie hanno la necessità di aumentare la marginalità, in quanto stanno ancora lavorando sottocosto, ma la domanda di segati per imballaggio resta bassa. Per la fine dell’estate si capirà se la contrazione di produzione dei segati, conseguente alla riduzione dei turni lavorativi e alla pausa estiva, porterà a un ulteriore incremento dei semilavorati per imballo o se la scarsa richiesta terrà comunque i prezzi ai livelli di giugno”. Conifere: le reazioni austriache Continua il momento difficile del mercato del legname in Italia in quanto, a fronte di consumi ancora ridotti, ci si ritrova con produttori in forte difficoltà di approvvigionamento della materia prima, con la curva tra stock e acquisti di tronchi a fine maggio pericolosamente vicina ai dati medi di luglio che, storicamente, è il mese che registra il livello più basso della stagione. Ma se i nostri commercianti soffrono, al di là del Brennero le segherie austriache sicuramente non si rallegrano; la maggior parte degli stabilimenti sta infatti lavorando a un turno unico (con il conseguente forte calo della produzione) a eccezione, confidano gli analisti, del Gruppo Pfeifer, che nei suoi stabilimenti in Germania è passato da tre a due turni di lavoro. è una situazione negativa che conferma dunque quanto paventato a febbraio in occasione dell’ultimo Comitato Misto Italo-Austriaco e cioè che la riduzione delle importazioni italiane sarebbe stata a due cifre e che alla scarsa richiesta da parte del mercato si sarebbe accompagnata la difficoltà di aumentare i prezzi sul mercato italiano. imballaggi & riciclo 44 Tendenze emergenti Ecco che, con la produzione ridotta e la crescente richiesta di merce da parte di Nord Africa e Medioriente, i grandi gruppi austriaci stanno riducendo le forniture ai clienti storici italiani rivolgendosi a nuovi mercati, come Libia e Marocco (dove nel 2012 è previsto un ‘piano casa’ da 200.000 unità, cifra superiore alla stessa Germania), disponibili a pagare la merce franco segheria fino all’8% in più rispetto al mercato italiano. “Se si considera che questi incrementi valgono anche per le prismature da 22 mm di spessore in larghezze 100-120-150 mm da 4 metri per le gettate di cemento - spiega Roberto Tengg, vicepresidente di Fedecomlegno di FederlegnoArredo - non c’è da rimanere sorpresi che anche il fornitore più refrattario ad abbandonare la clientela italiana alla fine decida di guardare altrove”. Diversa la situazione delle segherie austriache di dimensioni piccole e medio-piccole che, a causa delle difficoltà del mercato italiano, hanno pressoché sospeso gli acquisti di tronchi, in quanto il differenziale tra costo-ricavo è talmente ridotto da suggerire l’interruzione dell’attività per un certo periodo. Le cose non vanno meglio nemmeno per il lamellare, che fino a marzo aveva registrato livelli di tenuta interessanti. Aprile e maggio hanno infatti visto il vistoso calo delle importazioni italiane. Tale situazione ha ovviamente influito sulle speranze da parte dei fornitori di ritoccare adeguatamente i listini; rispetto al +5/8% 45 imballaggi & riciclo preventivato qualche mese fa, agli inizi di maggio sono riusciti a ottenere aumenti non superiori al 3%. Pannelli: tiene l’export Primo trimestre 2012 in sofferenza per il settore dei pannelli a base legno: questo il messaggio emerso dall’ultima assemblea annuale della European Panel Federation (EPF), il più importante evento continentale dedicato a questa tipologia di prodotto strettamente legata al settore dell’arredo e delle costruzioni. Osservando l’andamento dei pannelli truciolari vediamo infatti che la produzione è diminuita del 7% (totale 5,4 milioni di m3), mentre per i pannelli MDF (Medium density fibreboard) la produzione è sostanzialmente invariata (+0%, 2,4 milioni di m3) rispetto ai primi tre mesi del 2011. In forte calo, infine, il mercato dell’OSB (Oriented strand board) che nel primo trimestre ha visto chiudere la produzione a -14% (550.000 m3). “Questi dati - ha sottolineato il presidente di Assopannelli, Paolo Fantoni - evidenziano chiaramente il rallentamento dell’edilizia, ma richiedono di scindere l’andamento dell’Europa centrorientale (in crescita) da quello dell’Europa sudoccidentale e periferica che, in questo momento, segna un ulteriore ribasso del 10%”. E il nostro Paese non fa eccezione. Osservando infatti le importazioni italiane nel periodo gennaio-marzo, i pannelli MDF hanno raggiunto i 129.274 m3, pari a un rallentamento del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con Tornado in Polonia Un morto, dieci feriti e più di 100 abitazioni e almeno 650 ettari di foresta distrutti, case scoperchiate, automobili sollevate e spazzate via come fuscelli e pali della luce divelti: questo è il primo bilancio di una serie di tempeste culminate con violentissimo tornado verificatesi a fine luglio nel nord della Polonia. Secondo fonti locali, il tornado è stato classificato come F2 dai meteorologi, con venti fino a 200 Km/h, che hanno abbattuto le linee elettriche, bloccando arterie stradali e linee ferroviarie. I tornado non sono un fenomeno sconosciuto in Polonia (come dimostra il tornado classificato come F4 della scala Fujita che tra il 15 e il 16 agosto del 2008 provocò la morte di altre quattro persone), ma i fenomeni meteorologici di questi giorni sono stati di certo tra i più distruttivi che la Polonia possa ricordare. Il tornado ha colpito una striscia di bosco con una lunghezza di più di nove chilometri e una larghezza di 300-400 metri (in alcuni punti anche un chilometro). Tra le migliaia di alberi sradicati dalla furia del vento e dell’acqua (400 ettari di bosco completamente rasi al suolo nella sola foresta di Tucholskie), le specie forestali maggiormente colpite dall’evento catastrofico sono state, principalmente: pino, abete rosso, betulle e querce (con età comprese tra i 20 e gli 80 anni e fino anche a 100 anni). Complessivamente, in tutte le aree colpite (oltre 615 ettari di foresta) la quantità di legname abbattuta - secondo una prima stima di larga massima - ammonterebbe a più di 100 mila m3. Il portavoce della Direzione Regionale delle Foreste dello Stato (RDSF), Matthew StopińSki, ha affermato: “Vogliamo provvedere alla rimozione di alberi caduti e rotti dalla fine dell’inverno. Dobbiamo fare in fretta per evitare che il legname vanga danneggiato da insetti e funghi che possono causare macchie blu”. Si stima che l’azione di pulizia delle aree colpite durerà almeno fino a gennaio 2013, per recuperare la maggior quantità di legname, prima di iniziare con i programmi di rimboschimento”. (di Claudio Garrone) mercati Germania (20.119 m3) e Austria (18.326 m3) primi Paesi fornitori. Per quanto riguarda le nostre esportazioni vediamo invece una crescita del 59,7% grazie all’ottimo risultato della Turchia (41.410 m3, +485,6%). Segno più anche per le importazioni di truciolare che hanno raggiunto i 163.001 m3, pari a un incremento del 28,8%. Romania e Repubblica Ceca guidano la classifica dei fornitori con 45.028 m3 (+49,3%) e 34.561 m3 (+52,8%). Buono anche l’andamento dell’export con vendite pari a 49.863 m3 (+14,1%). Difficoltà si registrano per le importazioni dei compensati di conifera che si sono fermate a 56.387 m3 (-10,2%): in questo settore troviamo Brasile (29.874 m3, -0,4%) e Cile (10.195 m3, -16,5%) ai primi posti come fornitori. In calo anche le esportazioni: 8.389 m3, -22,8%. In crescita, infine, i compensati di altre specie: l’import ha sfiorato i 50.000 m3 (49.759 m3, +12%) con una forte crescita di Russia (16.962 m3, +892,6%) e Gabon (6.286 m3, +11.366,74%); l’export italiano ha anch’esso fatto registrare un incremento grazie a vendite per 41.389 m3 (+8,1%). Stagione difficile, con segnali positivi Il mercato del legno è stato al centro della recente Giornata Internazionale del Legno che ha riunito a Klagenfurt i principali attori europei per analizzare lo stato dell’arte del settore. Per quanto riguarda l’Italia è emerso un quadro piuttosto incerto che sta influenzando le importazioni di segati di conifera dall’Austria (nostro principale partner commerciale) calate al 31 maggio 2012 del 18,6% (totale 1.093.662 m3). “Stiamo attraversando un momento difficile - spiega Domenico Corà, membro del Comitato Misto Italo-Austriaco - ma sono certo che sapremo reagire, come dimostrano i dati delle esportazioni di prodotti in legno per l’edilizia, cresciute l’anno passato del 15%”. Sul fronte interno del mercato si segnalano stock di segati ridotti al minimo, con la conseguenza che poche aziende potranno mantenere programmi di acquisto a medio e lungo termine. Per far sì che il mercato mantenga un certo equilibrio è stato chiesto ai fornitori austriaci di impostare un servizio di consegna ancora più rapido e preciso, meglio se supportato da un magazzino in loco. Negativo anche l’andamento di lamellare X-Lam che, se saranno confermati i dati dei primi cinque mesi dell’anno, ha fatto segnare un brusco rallentamento: -21,3% per un totale di 221.522 m3. Difficile, dunque, prevedere come andranno i prossimi mesi, anche se un cauto ottimismo è emerso, grazie soprattutto al forte sviluppo del social housing che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese, e all’andamento delle ristrutturazioni (il 33% dell’edilizia totale) che ha chiuso il 2011 con un incoraggiante +0,8%. Si tratta di piccoli segnali positivi, ma che dovrebbero anticipare un cambio di tendenza a partire dall’anno prossimo. imballaggi & riciclo 46 mercati i numeri della filiera gennaio-giugno 2011 1.301.923 Produzione totale gennaio-giugno 2012 (dato stimato) 1.221.156 Var.% -6,20% produzione totale 2011-2012 - statistiche rilegno in ton. 700.000 673.746 625.000 628.177 598.536 600.000 609.696 500.000 1 trim 2011 2 trim 2011 596.156 3 trim 2011 4 trim 2011 1 trim 2012 2 trim 2012 (dato stimato) produzione totale 2011-2012 - statistiche rilegno in ton. 720.000 660.000 600.000 628.177 540.000 596.158 480.000 609.696 673.746 625.000 598.536 420.000 360.000 300.000 240.000 180.000 120.000 00.000 0 1 TRIM 2 TRIM 2 trim 2012 dato stimato 4 TRIM 3 TRIM 2011 2012 produzione totale 2011-2012 suddivisa per tipologia - in ton. 1.000.000 876.952 900.000 809.443 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 274.184 267.024 200.000 111.806 110.512 100.000 38.981 34.568 industriali pallet nuovi e riparati 1 semestre 2011 Fonte: Rilegno ortofrutticoli + sughero materiale per imballaggi 1 semestre 2012 - 2 semestre 2012 dato stimato imballaggi & riciclo 48 ‘I Numeri della Filiera’: in sole due pagine la sintesi trimestrale dei dati relativi al contributo ambientale CONAI, ai dati FITOK e a quelli EPAL. Per maggiori dettagli si invita il lettore a fare riferimento ai documenti pubblicati nei siti internet di Assoimballaggi, ConLegno e Rilegno. 2° trimestre 2012: statistiche di produzione fitok e epal 2° trimestre 2011 2° trimestre 2012 Variazione % Produzione a marchio FITOK (m ) 500.635 m 530.651 m 6,0 % Produzione pallet EPAL (dati epal italia) pezzi 1.598.424 1.295.473 -19,0% Riparazione pallet EPAL (dati epal italia) pezzi 913.134 893.600 -2,1% 3 3 3 Fonte: ConLegno andamento della produzione trimestrale fitok m3 600.000 500.000 18% 17% 16% 400.000 16% 15% 300.000 16% 12% 16% 12% 18% 20% 13% 15% 18% 12% 12% 16% 12% 11% 72% 73% 72% 72% 71% 70% 69% 65% 66% 2° trim 2010 3° trim 2010 4° trim 2010 1° trim 2011 2° trim 20101 3° trim 2011 4° trim 2011 1° trim 2012 2° trim 2012 13% 200.000 72% 100.000 0 1° trim 2010 andamento trimestrale della produzione e riparazione epal n° pezzi 3.000.000 NUOVO RIPARATO 1.295.473 893.600 722.116 728.501 699.862 780.170 825.116 865.703 913.134 841.542 2° trim 2012 1° trim 2012 1° trim 2011 4° trim 2011 4° trim 2010 3° trim 2011 3° trim 2010 49 imballaggi & riciclo 2° trim 2011 2° trim 2010 0 1° trim 2010 500.000 766.529 1.000.000 1.207.794 1.353.135 1.362.736 1.598.424 1.469.731 1.491.193 1.226.213 1.500.000 1.500.921 2.000.000 1.725.978 2.500.000 Fonte: ConLegno mercati conoscere è crescere i giovani imprenditori di hpe in visita presso aziende di fornitori di tecnologie, produttori italiani di imballaggi in legno e utilizzatori di luca m. de nardo viaggio studio nell’universo legno L’incontro dei giovani produttori tedeschi presso le officine bergamasche Corali D al 16 al 20 maggio scorso, 50 giovani della HolzPackMittel-Paletten Exportverpackung, l’Associazione nazionale tedesca dei produttori di imballaggi in legno, pallet e imballaggi industriali, hanno dedicato il loro 68° incontro annuale a un viaggio-studio nel Nord Italia, accompagnati da Ullrich Wild, dirigente dell’Associazione. Tecnologie al mattino, applicazioni al pomeriggio La prima tappa del primo giorno è avvenuta presso le officine bergamasche Corali (Carobbio degli Angeli), che in 55 anni, e accanto a poche altre aziende italiane e straniere, sono state fra le protagoniste dell’evoluzione delle macchine automatiche e delle linee per la produzione di pallet, nonché di imballaggi ortofrutticoli. Corali, tramite la tedesca Boeltzig, fa parte anche di HPE. Ad accoglierli, Grazia Corali, che ha accompagnato i 50 giovani tedeschi a visitare l’area di montaggio delle linee e la zona dove avvengono i test e i collaudi prima delle consegne. Sempre durante il primo giorno, nel pomeriggio si è tenuta la visita presso imballaggi & riciclo 50 Scaroni a Montichiari, in provincia di Brescia. Presso lo stabilimento il gruppo ha verificato un modello di impresa dedicata a riparazione, recupero e trattamenti sanitari del pallet che vanta un elevato livello di automazione. Forte l’interesse per la linea di trattamento dei pallet a microonde, una tecnologia innovativa dell’italiana Emitech (MolfettaBA) che permette sia essiccazione sia trattamento fitosanitario; quest’ultimo, tramite microonde, è il primo esempio di applicazione industriale automatica e, quando sarà accettato il trattamento MW come alternativa all’HT, sarà il primo al mondo in funzione. Voglia di automazione Il 17 maggio scorso i giovani imprenditori sono stati ospiti di Storti e di Palm: presso le due aziende hanno potuto prima conoscere le varie tecnologie automatiche per la lavorazione del legno, poi vederne una in funzione presso il produttore di pallet viadanese: alle officine Storti (Motta Baluffi, CR), leader mondiale del settore con oltre 50 anni di storia, il presidente Giancarlo insieme al figlio Gianluca, direttore generale, hanno guidato il gruppo alla visita di tutto il processo progettuale, di produzione, assemblaggio e controlli; poi, per vedere una delle più recenti linee automatiche di assemblaggio pallet e chiodatura, si sono trasferiti presso Palm, dove Primo Barzoni ha presentato questo recente investimento e durante la pausa di mezzogiorno ha illustrato le attività della cooperativa sociale Work & Project, dove con l’ausilio anche di per51 imballaggi & riciclo sone disabili vengono realizzati arredi e complementi d’arredo ottenuti con elementi costruttivi dei pallet stessi. Il secondo giorno si è concluso presso Bedogna, sempre nel comprensorio viadanese, dove grazie a tecnologie fornite da Corali vengono prodotti due milioni di pallet l’anno con un elevato grado di automazione: nata nel 1965, oggi infatti Bedogna si avvale della collaborazione di soli 20 addetti. Il terzo e ultimo giorno è stato dedicato agli imballaggi industriali e alla logistica: visita agli stabilimenti Ducati Motor Holding, dove si arriva a una punta di produttività di 240 moto al giorno, in determinati periodi dell’anno; poi, visita a Chimar Imballaggi Industriali (200 addetti su sei unità produttive), che negli ultimi anni si è evoluta sviluppando, accanto alla produzione di imballaggi industriali standard e su misura, le produzioni di imballaggi in cartone, i servizi evoluti di logistica, magazzinaggio ed esportazione per importanti aziende emiliane, quali appunto Ducati ma anche Lamborghini Automobili. é presso quest’ultima che si è concluso il tour dei giovani tedeschi di HPE. L’ultima giornata, quella di sabato, è stata dedicata ad alcune brevi conferenze: la prima sulla situazione di mercato del settore, caratterizzata da prezzi del legname stabili su valori alti, prezzi del compensato in aumento e scarsità di personale tecnico; altre conferenze sono state dedicate alle possibili campagne per rafforzare e promuovere il ricorso alla materia legno nell’industria dell’imballaggio. visite in azienda Nelle foto, dall’alto, presso Scaroni, la delegazione HPE visita l’impianto Emitech per sanitizzare i pallet con le microonde. Presso Storti tecnologia italiana e futuro mercato tedesco si incontrano; l’azienda è specialista in automazione nel settore degli imballaggi in legno. Da Palm i giovani di HPE in Italia visitano lo showroom di W&P, la cooperativa sociale creata da Palm per sviluppare percorsi di sostenibilità intorno ai manufatti in legno, dopo la visita alla nuova linea automatica Storti presso gli stabilimenti produttivi. imballaggi & riciclo 52 sicurezza e prestazioni documenti fitosanitari più sicuri grazie a un accordo tra fitok e cra, contraffare le dichiarazioni sarà più difficile a cura della redazione Incontro Conlegno-FITOK e C.R.A Pio Federico Roversi, coordinatore di progetto, illustra le attività di analisi presso i laboratori del centro. ConLegno e C.R.A. (Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia) hanno stipulato un’intesa che prevede un sistema di campionamento e analisi in grado di verificare la veridicità delle informazioni prodotte e contenute nei documenti di accompagnamento dei manufatti in legno destinati all’export extra UE. Già ConLegno gestisce e controlla i prodotti a marchio FITOK con 1.500 verifiche ogni anno tramite organi ispettivi indipendenti, ma l’accordo con C.R.A. prevede che verranno inviati campioni di semilavorato o di imballaggi di legno sospetti al Centro di Ricerche per le analisi di controllo, che fornirà in soli cinque giorni un risultato sull’effettivo trattamento in conformità all’ISPM n. 15. In tal modo il controllo non sarà solo di tipo documentale, ma anche oggettivo. L’iniziativa rappresenta un traguardo sostanziale per il Comitato Tecnico FITOK di ConLegno in quanto è l’unico sistema di certificazione ISPM n.15 a livello europeo e mondiale che ha introdotto le prove di laboratorio come ulteriore supporto per la verifica dell’affidabilità di questo sistema. “La nuova alleanza con il C.R.A. - sottolinea Michele Ballardini, Coordinatore del Comitato Tecnico FITOK - aumenta l’affidabilità del marchio IPPC/ FAO-FITOK, dal momento che gli ulteriori controlli effettuati dal Centro di Ricerca per verificare l’avvenuto trattamento termico HT in base alla norma ISPM-15 riguarderanno non solo i pallet e gli imballaggi in legno con provenienza italiana ed estera, ma anche i semilavorati che vengono utilizzati per la loro produzione”. SOSTENIBILITà Proprio attraverso i marchi, ConLegno ha avviato un’azione coordinata di servizi mirati allo sviluppo di una vera e propria cultura dell’utilizzo del legno a livello nazionale e internazionale; tali servizi favoriscono un ricorso sempre più ampio e una corretta utilizzazione di questa risorsa naturale e rinnovabile, che durante tutto il suo ciclo di vita assorbe CO2 dall’atmosfera e la trasforma in ossigeno. “Il legno che le imprese aderenti a FITOK ed EPAL utilizzano cresce in boschi europei gestiti in maniera sostenibile - sottolinea Fausto Iaccheri, neo Presidente del Consorzio - In Europa i boschi crescono più velocemente di quanto siano piantati. Il patrimonio forestale europeo è aumentato di 13 milioni di ettari negli ultimi 15 anni: un’area grande come tutta la Grecia. Ogni anno nel mondo si utilizzano circa 60 milioni di m3 di legname per costruire pallet e imballaggi. Maggiore è la quantità di legno usato, maggiore è il numero di alberi piantati e la CO2 assorbita”. 53 imballaggi & riciclo sicurezza e prestazioni un safari con tanto di cani contro gli insetti killer degli alberi al simposio organizzato da regione lombardia contro i tarli asiatici, discusse metodiche e tecnologie. poste le basi per le linee guida per combattere la loro diffusione di luca m. de nardo N essun insetto ha mai ricevuto così tanta attenzione a livello mondiale come l’Anoplophora, nelle due varianti Chinensis e Glabripennis. Un nome tanto insolito e non facile da pronunciare che tuttavia, in virtù dei danni che questa specie sta creando al patrimonio forestale e al verde urbano, è entrato nel lessico quotidiano di molti professionisti e tecnici dei settori più disparati: dai commercianti di legname ai produttori di manufatti legnosi, imballaggi compresi, dai trasportatori alle dogane, dalla polizia municipale agli assessori degli enti pubblici che sostengono spese ingenti per l’abbattimento degli alberi infestati e il ripristino del verde urbano, senza contare il fronte più caldo e difficile: le foreste. LO STATO DELL’ARTE Non è dunque insolito che oltre 200 tecnici e professionisti provenienti da 14 paesi diversi, Usa compresi, si ritrovino a convegno e vengano accolti da un assessore: è successo a Milano, lo scorso mese di maggio, quando Giulio De Capitani, assessore della Regione Lombardia per l’Agricoltura, ha dato il benvenuto ai partecipanti al simposio dedicato ai ‘Nuovi strumenti di previsione, rilevamento e contrasto’ dei due parassiti. Tre giorni dedicati a individuare le tecniche più efficaci per proteggere il patrimonio boschivo rurale e urbano dai due voraci insetti: la Chinensis arriva in Europa viaggiando allo scoperto sui bonsai e sulle giovani piante destinate alla piantumazione, mentre la Glabripennis è più insidiosa: si nasconde dentro le tavole e le travi; casse e pallet sono i suoi vettori preferiti. Fino al 2000 queste due specie vivevano in un habitat circoscritto e, non potendo spostarsi troppo dalle zone asiatiche, il loro danno era limitato. Ma dall’inizio del terzo millennio, complice la rapida evoluzione del commercio internazionale e la noncuranza di molti operatori della filiera legno asiatica, i due insetti hanno avuto il tempo di espatriare, entrando nella prima posizione della top ten mondiale delle specie economicamente più dannose. Al simposio, presentato da Roberto Arletti, presidente di ERSAF, e da Hans Weigel, coordinatore dell’OCSE Cooperative Research Programme che ha finanziato l’incontro, si sono tenute quattro sessioni dedicate a quattro temi: le soluzioni per prevenire la diffusione e rilevarne la presenza in breve tempo, le possibilità di controllo della diffusione, le ricerche e le tecniche di contrasto e infine il documento di sintesi finale: le Linee Guida. imballaggi & riciclo 54 ITALIA IN PRIMA FILA Il programma si è aperto col racconto di Matteo Maspero della Fondazione Minoprio, lo scopritore del primo esemplare europeo di Anoplophora Chinensis nel giardino di un asilo a nord di Milano nel 2000; Maspero ha spiegato come riconoscere le due specie e i danni che generano. Beniamino Cavagna ha presentato i dati raccolti in 10 anni di osservazioni, che permettono di indicare le specie di piante maggiormente preferite dai due insetti. Fra gli strumenti di rilevamento, il più promettente si è rivelato il cane annusatore, addestrato a individuare piante e manufatti che li ospitano (vedi box). Dagli Stati Uniti arriva l’esperienza di successo delle trappole sessuali a base di feromoni, come illustrato da Maya E. Nehme dell’Entomology Department of Pennsylvania. Tre ricercatori hanno trattato del problema della datazione dei fori di fuoriuscita degli adulti, aspetto critico utile per determinare le aree di riproduzione e per intervenire tempestivamente: sono l’olandese Paul Copini della Wageningen University e due esperti italiani del CRA di Firenze e dell’Università di Padova. Fra i più recenti strumenti di contrasto, i cui effetti sono in fase di studio, vi sono il naso elettronico, i rilevatori acustici e l’atmosfera controllata. Guglielmo Cavalieri della Fondazione Minoprio ha illustrato i risultati lusinghieri ottenuti con i trattamenti chimici, mentre Mariangela Ciampitti di ERSAF e Silvio Anderloni del Centro di Riforestazione urbana di Italianostra hanno affrontato il 55 imballaggi & riciclo problema di come mitigare gli effetti dei prodotti chimici sull’ambiente e la biodiversità. Il francese Franck Herard dell’USDA-EBCL di Montpellier ha realizzato in Lombardia, in collaborazione con la Regione Lombardia e la Fondazione Minoprio, il più efficace agente biologico oggi disponibile: è l’imenottero Aprostocetus anoplophorae. Interessanti i contributi di Maria Rosselli, del Servizio Fitosanitario Nazionale della Regione Lazio, e di Anne Sophie Roy di EPPO, European Plant Protection Organization, che ha illustrato le attività in corso per la definizione di uno standard sui due insetti. Durante i tre giorni sono stati distribuiti i documenti preparatori per le Linee Guida; molteplici le domande e le risposte, i contributi e i suggerimenti che, a fine simposio, hanno permesso di redigere una seconda bozza, sottoposta ai partecipanti in vista di ulteriori contributi post congresso. Una bozza sarà inclusa negli atti, ma i lavori per le Linee Guida proseguiranno per manifesto interesse condiviso da tutti. Il più fedele amico degli alberi I cani addestrati agli odori sono in grado di rilevare di tutto: droga, esplosivi, acceleranti del fuoco, tartufi, esseri viventi nascosti, esseri morti in putrefazione… perché non insetti, se questi emettono odori? La risposta è arrivata dalle ricerche e dalle applicazioni del Dipartimento di Protezione delle Foreste del Centro Federale di Ricerca e Formazione per le Foreste, i Rischi Ambientali e il Paesaggio del governo austriaco (BFW). Gabriele Sauseng e Ute Hoyer-Tomiczek hanno addestrato quattro unità cinofile a riconoscere adulti, larve e pupe dei due parassiti nascosti in manufatti, semilavorati, piante giovani, alberi alti fino a sei metri e radici anche sotto terra. Presentati nel 2009 a un simposio a Vienna, i quattro protagonisti del nuovo metodo hanno debuttato in Olanda nel 2010 intercettando insetti infestanti in una partita di 40 mila alberi pronti alla piantumazione provenienti dall’Asia. Fra il 2010 e il 2011 il team ha lavorato in Lombardia e in Veneto, evidenziando infestazioni nascoste che il metodo autoptico non è in grado di rilevare. Ultimi due successi in Svizzera, nel cantone di Friburgo, e in Germania, in Baviera. Sempre nel 2011 altri 5 cani sono stati preparati da Ute Hoyer-Tomiczek e dal suo collega Gabriele Sauseng, disponibili ad aiutare nella preparazione e nell’addestramento enti e istituzioni che intendano avvalersi degli ‘sniffer dog’. economia e logistica assemblea generale epal il comitato nazionale epal italia si contraddistingue come uno dei più attivi e dinamici a livello europeo di diana nebel All’annuale evento EPAL, i rappresentanti dei Comitati Nazionali, della UIC, Presidente e Ceo si sono incontrati il 14 e15 giugno scorso a Praga per il doppio appuntamento: board e assemblea generale. Il Presidente Robert Holliger, nella sua sintesi delle numerose attività svolte, ha manifestato ottimismo e fiducia: nonostante la crisi economica, che purtroppo coinvolge ormai quasi tutti i Paesi, l’analisi statistica di produzione e riparazione a marchio EPAL non giustifica il pessimismo. Il 2011 si è concluso con una crescita del 7,5% nella riparazione, e dello 2,3% nella produzione; sono stati complessivamente prodotti 68.332.122 pallet e ne sono stati riparati 24.628.743. Il primo trimestre del 2012 evidenzia un leggero calo nella produzione del 2,5%, mentre la riparazione è in crescita del 6,8 %. L’operato del board per l’anno 2011 è stato approvato dai membri dell’assemblea; ciascun Comitato Nazionale ha preso la parola per illustrare le singole attività svolte e condividere la situazione del mercato nel proprio paese. Le attività italiane Il Comitato Nazionale EPAL Italia si è contraddistinto come uno dei più attivi a livello europeo, grazie soprattutto a una intensa attività di comunicazione a sostegno del valore del marchio e a supporto delle aziende licenziatarie. è stata particolarmente apprezzata la realizzazione dell’evento ‘Speciale Premiazione Epal’, rivolto agli utilizzatori, e la conclusione della ricerca Lca sul pallet EUR-EPAL. Il Comitato Nazionale tedesco, in stretta collaborazione con quello polacco, ha partecipato al salone Transport Logistic, e ha generato un elevato numero di recensioni sulla stampa di settore. Per entrambi le cifre di produzione e riparazione sono in crescita, ma il Paese che spicca maggiormente è il Belgio, che chiude il 2011 con una crescita del 18,5 % nella produzione. La Francia, ma soprattutto la Spagna, si trovano in difficoltà; nel 2011 la riparazione in Spagna è calata del 23,4 % e l’anno in corso è iniziato con un -9,2%. Continua a calare il dato relativo alla produzione nel mercato francese dove, dopo essere diminuita del 9,1% nel precedente anno, il 2012 segna un –24,9%. Infine, anche il Comitato Svizzero manifesta il suo allarmismo dovuto alla discesa, nel 2011, del 24,8% nella produzione e del 10,2% nella riparazione. L’Italia chiude il 2011 con un leggero calo, tuttavia il primo trimestre del 2012 rileva un preoccupante -17,9% nella produzione. L’obiettivo dei prossimi incontri sarà quello di definire una comune strategia a difesa del marchio, al fine di supportare quei Pesi che risentono maggiormente della crisi generale del mercato, che si ripercuote direttamente sul mercato dell’imballaggio. imballaggi & riciclo 56 economia e logistica ikea-italia, un binomio di qualità e logistica logistica, investimenti, pallet: le strategie del colosso svedese nel nostro paese spiegate da lars petersson, amministratore delegato di ikea italia di andrea brega Ikea ha deciso di investire in Italia (l’ultimo caso in ordine temporale è quello di Electrolux). Cosa vi ha spinti a prendere questa decisione? “Ikea ha deciso di investire in Italia non da ora ma dalla fine degli anni ‘70 , quando cioè ha allacciato i primi rapporti di fornitura con aziende localizzate nel nord-est del paese. Il rapporto tra il Gruppo Ikea e il comparto produttivo italiano dell’arredo legno è stato caratterizzato da continuità e crescita sia quantitativa sia qualitativa, grazie all’investimento che i fornitori italiani hanno fatto sulla qualità dei materiali e dei processi, all’estrema capacità di reazione e all’impegno profuso su un tema importante come quello della sostenibilità”. Quanto pesa la logistica in questa decisione? “La logistica ha ovviamente un suo peso. L’aumento del costo dei carburanti per trazione, e quindi dei costi di trasporto, unitamente ad alcune sacche di inefficienza relative al trasporto intermodale, spingono il Gruppo ad avvicinare alcune produzioni al principale mercato finale di distribuzione che è l’Europa. E all’interno dell’Europa i mercati principali di approvvigionamento di Ikea sono fondamentalmente Polonia, Italia e Germania”. Il Gruppo Ikea ha deciso di optare per i pallet di cartone al posto di quelli di legno. Potreste tornare indietro da questa decisione? “La decisione di adottare, a livello globale, pallet in cartone e loading ledge (angolari) in plastica in sostituzione dei pallet in legno, fino ad oggi si è dimostrata complessivamente positiva. Gli investimenti (scaffalature appropriate, attrezzature per la movimentazione, formazione del personale, eccetera) proseguono e dunque al momento non pensiamo di tornare indietro su questa decisione”. LARS PETERSSON, amministratore delegato di Ikea Italia. 57 imballaggi & riciclo economia e logistica non esistono verità assolute quali materiali? quali utilizzi? quale gestione è ottimale per il pallet? dalla ricerca di una rivista americana, un quadro flessibile e mutevole che invita a stare lontani dai dogmi di luca m. de nardo N egli USA la gestione del pallet è sempre più presente nella valutazione degli operatori di filiera (che ricercano efficienza e riduzione dei costi) e risulta non come un problema ma come un’opportunità di miglioramento dell’intero ciclo produttivo, logistico e distributivo: è quanto emerge dalla ricerca annuale della rivista Modern Materials Handling, che ha coinvolto i lettori e i destinatari della sua e-newsletter. Hanno risposto in 594 da vari settori: il food & beverage per il 16%, altri beni di largo consumo per il 12%, il commercio all’ingrosso con il 10% e l’area trasporti e magazzini con l’8%, un insieme che rappresenta circa il 46% delle risposte. Condotta ad agosto 2011 e pubblicata a ottobre 2011, la sintesi è stata curata dalla redattrice Lorie King Rogers, la quale ha coinvolto con commenti a caldo Bruce N. Scholnick, presidente della NWPCA (National Wood Pallet & Container Association). Bruce Scholnick è mancato il 9 luglio scorso ed è con la sintesi dell’inchiesta della rivista MMH che vogliamo ricordarlo. I punti salienti dell’indagine La ricerca statunitense conferma il profilo degli operatori del settore: dirigenti, responsabili di magazzini, delle spedizioni e degli acquisti specifici nella logistica: il 52% di loro compra a livello locale per la sede operativa locale, mentre solo il 15% per la sede locale e per altre; il 18% compra a livello di divisione per una o più sedi. L’83% dichiara che gli acquisti sono finalizzati a usi misti, stoccaggio e spedizione, mentre solo il 17% per uno solo degli ambiti d’uso. Interessante è la gestione di White Castle di Covington (Ky), specializzata in surgelati per l’omonima catena di ristorazione di hamburger: i distributori si presentano al deposito portuale con i propri pallet, ognuno si porta circa imballaggi & riciclo 58 30 bancali e prima di caricare li dà come interscambio alla pari. Un altro dato interessante che emerge è l’indice di rotazione: l’anno precedente era di 7,5 utilizzi, nel 2011 è sceso a 5,6: una variazione non significativa secondo Scholnick, perchè il settore del pallet è ciclico e il dato non rivela necessariamente una crisi strutturale. Di grande interesse invece è il fenomeno dei pooling: l’indagine mostra che la percentuale di intervistati che gestiva un pool in proprio è scesa da 48 a 35. La propensione a chiedere aiuto a terzi per gestire e riparare aumenta, ma la motivazione appare strana: il motivo è lo stesso che li porta a gestirli direttamente (efficacia in termini di costi e di semplicità organizzativa). I principali partner per chi sceglie il noleggio sono CHEP, IFCO, PECO, iGPS e Ongweoweh; il maggior incremento è di CHEP. Fra le ragioni potrebbe prevalere l’imposizione della catena Costco di ipermercati che ha chiesto di adottare pallet a blocchetti a quattro vie, diversi da quelli più diffusi, oltretutto più costosi e riparabili ma con tecniche e strumenti differenti. Un intervistato ha commentato dicendo che “la riparazione non è il nostro business”, e quindi che i maggiori costi sarebbero da condividere con i rivenditori. Quindi, per evitare costi aggiuntivi per un nuovo tipo di pallet, scegliere pooler privati genera, ma solo in questo scenario, dei risparmi. In generale, tuttavia, riferendosi ai tipi di pallet prevalenti negli USA, 2/3 delle imprese ricorrono a riparatori e/o riciclatori, mentre il 28% li seleziona e li ripara internamente. 59 imballaggi & riciclo C’è posto per tutti! Il legno, secondo Scholnick, resta il materiale prevalente: dei due miliardi di bancali in circolazione, l’80% è in legno e 1/3 degli intervistati ha dichiarato di aver comprato più pallet usati, quindi riparabili e ovviamente in legno. Ma la plastica non dorme: il 39% ammette di utilizzare bancali in plastica, mentre il 21% di chi non li usa è disposto a usarli in futuro. Pare che resistenza e durata fossero le motivazioni prevalenti al ricorso nel 2010 ma nel 2011 questi fattori hanno perso di interesse. Certamente la durata è apprezzata: per alcuni un pallet in plastica dura di più di uno in legno, ma sembra l’aspetto sanitario quello più seducente. Altri materiali risulterebbero residuali, ma le risposte si riferiscono solo alla presenza nel parco pallet senza indicazioni sul numero di pezzi: il 14% usa pallet in legno composito, l’8% in cartone ondulato, il 7% in metallo. Il legno resta leader nelle preferenze: ecco la classifica delle motivazioni: 95% prezzo d’acquisto e resistenza, 93% disponibilità, 92% durata. L’amico e collega Scholnick conclude i suoi commenti con l’invito a leggere le tendenze secondo il criterio della relatività: “Tutti i pallet hanno un posto sul mercato”. Non è una considerazione banale, perché significa che, di conseguenza, ogni materiale, produttore, riparatore, pooler pubblico o privato che sia ha una sua possibilità sul mercato. Per leggere l’articolo originale: http://www.mmh.com/images/ site/MMH1110_SpRpt_Pallet.pdf RESTITUIVA LE QUOTE AGLI ASSOCIATI! Bruce N. Scholnick, presidente della National Wood Pallet & Container Association è morto lo scorso 9 luglio nella sua casa di Alexandria, in Virginia. Entrato in associazione nel 2000, non generò subito simpatia: il suo modo di lavorare era focalizzato su obiettivi da raggiungere per risolvere un problema, con uno stile apparentemente impersonale, ma che nascondeva sotto le apparenze quelle tenacia, astuzia e costanza tipiche del guerriero. Presto gli associati gli riconobbero il valore e capirono il senso vero del suo motto: “Aiutare i nostri associati nel loro lavoro e-o a risparmiare denaro”. Come dire che restituiva le quote associative ai membri. marketing e design che faccia da riciclo sei? a minitalia un sorriso premia l’ambiente. un concorso fotografico ha coinvolto per tutta l’estate i piccoli visitatori del parco. le premiazioni si sono tenute sabato 22 settembre in occasione dell’iniziativa puliamo il minimondo di monica martinengo I l riciclo come gioco, e un concorso per giocare: a Minitalia Leolandia, il parco tematico di divertimenti che si trova a Capriate, in provincia di Bergamo, l’estate è trascorsa all’insegna della sensibilizzazione al riciclo dei materiali. ‘Che faccia da riciclo sei?’ è il titolo scelto per il concorso indetto da Minitalia in collaborazione con Cial, Comieco, Corepla, Coreve, Ricrea, Rilegno e con il supporto tecnico di Panasonic: una competizione che ha fisicamente occupato uno spazio tra un gioco e una riproduzione di monumenti italiani in miniatura, divertendo e intrattenendo i piccoli e grandi ospiti del parco. Dal 1 agosto al 16 settembre i visitatori infatti hanno avuto l’opportunità di osservare e ‘riempire’ con i loro volti sei coloratissime photolocation, una per ciascun materiale. Dalla bottiglia di vetro alla cassetta per la frutta in legno, dal giornale alla scatoletta di metallo, fino alla bottiglietta di plastica: ciascun imballaggio, inserito nel contesto artistico-cultural-vacanziero del periodo estivo, cercava una nuova destinazione. Possibilmente riciclata. Gli ospiti, prima di scattarsi una foto, avevano la possibilità di completare la photolocation con una frase, breve o lunga, possibilmente spiritosa (ma anche seria, o impegnata, o frutto di riflessioni profonde: ognuno ha scelto la cifra stilistica preferita), che avesse come tema chiave proprio l’importanza di un corretto riciclo dei materiali. Ogni location era attrezzata con una postazione fotografica e, per imballaggi & riciclo 60 ognuna di queste, una giuria rappresentativa degli ideatori del concorso h scelto le cinque foto più divertenti in base all’espressione assunta dal protagonista e alla creatività della sua frase nel fumetto. Le cinque foto più divertenti di ogni location (e dunque di ogni materiale) hanno ricevuto il premio - che attiene proprio al mondo del materiale scelto - dal consorzio di riferimento, sabato 22 settembre, durante l’evento Puliamo il MiniMondo. puliamo il minimondo Secondo anno dedicato da Minitalia alla replica in miniatura dell’evento promosso da Legambiente in tutta la penisola: anche per il 2012 è arrivato Puliamo il MiniMondo, l’evento dedicato al riciclo che il parco ha organizzato sabato 22 settembre in collaborazione con Legambiente, con il patrocinio della Regione Lombardia e la partecipazione tecnica dei sei consorzi per il riciclo degli imballaggi. è stat un’occasione preziosa, anche per le insegnanti che sono potute andare al parco gratuitamente per conoscere in anteprima le proposte didattiche 2013 e passare una giornata divertente in famiglia. Puliamo il Minimondo è una simulazione divertente e istruttiva di Puliamo il Mondo, organizzata da Legambiente sulla Minitalia: sebbene cambino le proporzioni, il messaggio resta lo stesso, e a farsi portavoce della campagna a tutela del patrimonio naturalistico e ambientale sono, in questo caso, oltre 300 bambini provenienti dalle scuole del territorio. I bimbi, divisi in squa61 imballaggi & riciclo dre capitanate ognuna da due insegnanti, hanno a disposizione i kit di Legambiente (cappellino, guanti, pettorine, bandiera e alcuni gadget) e il loro compito è quello di ripulire la Minitalia dai rifiuti sparsi precedentemente da un gruppo di adulti irresponsabili. Una volta raccolta tutta la spazzatura, i piccoli amici dell’ambiente, con l’aiuto di Rilegno e degli altri Consorzi nazionali della filiera dell’imballaggio, imparano a differenziare i rifiuti e scoprono come, da oggetti che non servono, più possono nascere nuovi materiali utili alla vita di tutti i giorni. Quest’anno il parco ha presentato anche alle insegnanti le proposte e i laboratori che animeranno lo spazio di Minitalia, all’interno del progetto scuole 2013. Il parco Minitalia Leolandia Il parco offre cinque aree tematiche: la Riva dei Pirati, novità dello scorso anno, è dedicata al mondo piratesco e ispirata alle pagine di Salgari. Cowboy Town è una città in autentico stile Spaghetti Western con carovane, treni, miniere abbandonate e cercatori di pepite. Per ritrovare tutta l’atmosfera della Belle Epoque, c’è Expo 1906: l’area dedicata all’esposizione di Milano di inizio ‘900, con curiosi prototipi di macchine volanti e l’adrenalinico cannone umano. Il Rinascimento rivive nelle Terre di Leonardo: il luogo in cui i bozzetti del grande genio Da Vinci si trasformano in fantastiche attrazioni, anche grazie al curatissimo Museo Interattivo di Leonardo. Infine, il grande classico che rende unico il parco: l’area Minitalia & Animali, la zona in cui sorgono la storica Minitalia completamente restaurata, la fattoria, l’acquario e il rettilario. marketing e design pioppo, materia prima del futuro a made expo, prove d’orchestra per il rilancio della filiera su scala europea: uno stand compartecipato da sette istituzioni pubbliche e private, e realizzato sul progetto di giovani studenti, parla di prestazioni e tecnologia ma anche di emozioni di luca m. de nardo I PARTNER DEL PROGETTO ‘MONA LISA’ - Assopannelli–FederlegnoArredo www.federlegno.it - Associazione Europea Pro-populus Istituto C.R.A.-PLF di Casale Monferrato www.populus.it - Politecnico di Torino-FABLAB www.woodlab.polito.it . Dipartimento Agroselviter dell’Università di Torino www.unito.it/agroselviter - ConLegno-CT Pioppo OK www.conlegno.it il progetto vincitore ‘Pop for Pav’ è il nome del progetto di stand per promuovere la coltura e la cultura tecnica del pioppo. Nato al Wood Lab del Politecnico di Torino, è stato selezionato fra altri numerosi progetti per diventare area espositiva a Made Expo, con il contributo di ConLegno. P ollini, allergie, boschi artificiali sulle rive dei fiumi: è questa in estrema sintesi l’associazione spontanea che il cittadino medio fa del pioppo. Ovviamente diversa è la percezione del valore della pianta presso pioppicoltori, aziende di lavorazione e trasformazione in pannelli, produttori di manufatti quali mobili e imballaggi in legno. Fra questi due estremi, i cittadini e le imprese, si trovano due soggetti: gli enti pubblici, dai ministeri agli enti locali, e i progettisti-architetti; mentre i primi hanno spesso dimenticato l’importanza economica del pioppo per il territorio e la sua economia, i secondi hanno perso la conoscenza delle opportunità tecniche del pioppo, vuoi perché la trasmissione della cultura tecnica si è interrotta fra una generazione e l’altra, vuoi perché se ne parla poco nei corsi universitari di architettura. Una proposta culturale e tecnica Il nuovo progetto ‘Mona Lisa Workshop’, promosso dagli studenti della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, vuol essere appunto un’azione di raccordo fra i soggetti che compongono la filiera del pioppo in Italia: l’obiettivo è restituire conoscenze, opportunità, vantaggi e mercato a un materiale del futuro. Ecco che sette fra associazioni, istituti, consorzi ed enti pubblici di formazione (vedi box a lato) si sono riuniti per sostenere la sperimentazione di un percorso di ricerca progettuale finalizzato alla realizzazione di un’architettura-manifesto mirata al imballaggi & riciclo 62 compensato di pioppo e che viene presentata in questi giorni presso il Made Expo 2012. Fra i progetti partecipanti, sette hanno passato lo scorso 12 giugno la prima selezione e sono stati premiati in vista poi dell’elezione del progetto che è diventato Pavillion, uno stand collettivo per cinque aziende del settore pioppo che hanno esposto a Fiera Milano-Rho dal 17 al 20 settembre. Emozioni e spunti costruttivi “Il nostro obiettivo è stato proprio quello di restituire ai progettisti e agli architetti, che sono i visitatori di Made Expo, le conoscenze, e le possibilità fornite dal pioppo come materiale da costruzione”, spiegano dal Comitato Tecnico Pioppo OK che opera dall’interno di ConLegno per valorizzare la filiera del pioppo, in stretto coordinamento con Assopanelli di Federlegno Arredo. ConLegno e Pioppo OK hanno sostenuto parte dei costi di esecuzione e messa in opera dello stand realizzato partendo dal progetto vincitore Pop for Pav. Il team progettuale si compone di Andrea Alliata, Gianluca Amodeo, Tiziana Borgia, Gloria Ferrarotti, Giuseppe Groppo, Riccardo Manitta, Giulia Mazza e Alejandra Olvera Madrid. L’evocazione del naturale Lo stand trae ispirazione dai volumi spontanei generati da un pioppeto: le ramificazioni tendono infatti a creare uno spazio interno coperto dall’intrecciarsi delle fronde, quasi fossero dita di una mano, alla sommità; ai lati viene 63 imballaggi & riciclo lasciata la possibilità di guardare verso l’esterno e dall’esterno di vedere cosa avviene all’interno. A differenza dei pioppeti artificiali, dove lo spazio geometrico è molto regolare a corsie, il progetto Pop for Pav permette invece di percepire la progressione della crescita del pioppeto dalle piante più giovani a quelle adulte, grazie a elementi sagomati di dimensioni crescenti disposti in ordine progressivo ma non rettilineo. Ne deriva una sensazione strutturale stabile, ma al tempo stesso dinamica nello spazio e nel tempo. “Rinnovabilità della materia prima, che genera economia sostenibile per tutti gli attori della filiera, a partire dai pioppicoltori fino all’utente finale attraverso aziende di trasformazione, architetti e aziende committenti: questi sono i valori del progetto che abbiamo sostenuto - ribadiscono da ConLegno - per un materiale trasversale: dall’edilizia all’arredo, fino al packaging”. GLI OBIETTIVI DI PRO POPULUS L’associazione riunisce operatori di Francia, Italia, Spagna e Belgio e si propone di: 1. affermare il pioppo come materia prima strategica 2. riunire, promuovere, difendere e rappresentare la produzione e l’uso del pioppo 3. creare una piattaforma per lo scambio di informazioni 4. studiare tutte le questioni d’interesse per il settore 5. diffondere una materia prima multifunzione per l’industria 6. contribuire all’equilibrio ecologico 7. valorizzarne l’uso anche per le energie rinnovabili 8. farne strumento di regolazione idrogeologica 9. contribuire a un’economia sostenibile e durevole architettura in chiave green Il progetto Pop for Pav permette di percepire la progressione della crescita del pioppeto dalle piante più giovani a quelle adulte grazie a elementi sagomati di dimensioni crescenti disposti in ordine progressivo ma non rettilineo. marketing e design recupero a tutto tondo una cooperativa di utilità sociale raddoppia: non solo recupero di bancali e di abilità di persone emarginate che vi lavorano, ma anche produzione di arredi e complementi d’arredo ottenuti dal riuso di componenti e strutture del pallet di luca m. de nardo www.ilmaggiociondolo.it nuova vita ai pallet La Cooperativa Avanguardia il 3 giugno 2012, a Legnago (VR), ha presentato la propria produzione al festival ecologico Differenziati, organizzato dall’associazione culturale White Rabbit. L’evento ha coinvolto la cittadinanza sui temi del riciclo e dell’ecologia: i prodotti Avanguardia sono creati solo con il recupero di bancali ricondizionati o di altri oggetti dismessi. Nelle foto, il letto realizzato con listelli di bancale recuperato e un vecchio baule restaurato. I l Maggiociondolo è una cooperativa sociale onlus che dal ‘93 si occupa di produzione, recupero e vendita di pallet (autorizzati EPAL I-456) e genera una duplice utilità sociale: recupera il bancale usato e offre impiego a persone in difficoltà impegnate nel recupero di se stessi (lotta alla dipendenza da sostanze, detenuti in pena alternativa, ecc.). Dal 2010 la cooperativa svolge anche piccoli interventi edili, manutenzione del verde e di manufatti in legno, realizza opere di falegnameria personalizzate (mobiletti, scarpiere, comodini, cassette per le lettere). Infine, in collaborazione con l’architetto veronese Giuseppe Padovani che da due anni guida la cooperativa, Il Maggiociondolo offre anche progettazioni tecniche e consulenza per opere edilizie. Evoluzione del progetto “Siamo partiti da questo impegno sociale ed economico sul pallet - spiega Padovani - ma lentamente e insieme abbiamo scoperto che se da un lato affrontiamo e risolviamo problemi per le persone, dall’altro abbiamo creato un modello di piccola impresa alternativa, capace di affrontare l’attuale crisi che non è congiunturale, ma strutturale”. Insomma, una sorta di medicina del lavoro e di medicina per il lavoro. La vocazione al recupero ha portato infatti la cooperativa a un nuovo percorso: trasformare i bancali non più recuperabili in complementi di arredo, come tavoli, scatole per il vino, giochi per bambini, ecc... “In pratica si tagliano i pallet in listelli, si piallano e si combinano tra loro in modo listellare, ottenendo effetti cromatici naturali - racconta imballaggi & riciclo 64 Padovani - Questo progetto di evoluzione aziendale ha preso forma di cooperativa distinta ed è stato chiamato Avanguardia proprio perché la nuova e seconda cooperativa, attraverso la creatività, vuole diventare un punto di ascolto per il territorio e un punto di comunicazione culturale per tutti coloro che sono interessati all’impegno civile: quindi, idee come luogo, e prodotti come memoria di un agire sociale”. La cooperativa ha dato inizio inoltre alle attività di certificazione ambientale ISO 14001 e della sicurezza per i lavoratori ISO 18001. No all’assistenzialismo “Molti tipi di sofferenza trovano nel lavoro un potente rimedio sostiene Padovani - E se questo lavoro poi consiste nel recuperare i pallet, i loro componenti in legno e le forme degli imballaggi per riproporre pallet riutilizzabili, oppure creare nuovi oggetti in legno, ecco che in simultanea si riescono a recuperare anche sere- nità, equilibrio, salute per persone afflitte da diverse forme di disagio, emarginazione e sofferenza”. Prioritaria è tuttavia l’autodeterminazione economica della cooperativa: deve saper produrre quel valore aggiunto che remunera l’attività dei soci. Un’operazione relativamente semplice finché si tratta di attività di recupero, riparazione e riutilizzo di bancali, soprattutto a marchio EPAL, con qualche difficoltà invece se si tratta di recuperare componenti, forme e strutture del pallet in una prospettiva di design industriale. Per questo motivo si è preferito mantenere distinte le attività e iniziare il progetto relativo al design con attività di coinvolgimento di enti locali, comunità, cittadinanza e tutte le componenti territoriali: una prova del nove, per verificare concretamente l’interesse per manufatti che non devono colpire solo per la loro origine di bene di recupero materiale e sociale, ma per la loro utilità, sia funzionale sia estetica. eco design Giuseppe Padovani di Il Maggiociondolo a destra e Nicola Semeraro, consigliere Conai, giocano la partita della sostenibilità economica, ambientale e sociale su una postazione esterna per il gioco ottenuta dal recupero dei bancali. In alto, una sedia a listelli evoca le traverse del pallet: il suo schienale è mobile e può diventare tavolino a due ripiani. Queste e altre soluzioni hanno animato la visita della delegazione HPE in Italia, lo scorso maggio, presso Scaroni Pallets di Montichiari (BS). 65 imballaggi & riciclo marketing e design conlegno diventa social attraverso la rete il consorzio amplia le possibilità di condivisione, oltre che di promozione, dei valori di sostenibilità di silvia sandri U n consorzio particolarmente social-friendly, una community ancora piccola ma molto vivace, un concentrato di argomenti che spaziano dalla normativa ISPM n. 15 all’arredamento ecologico: ecco gli ingredienti che hanno permesso di dare vita alla pagina Facebook di ConLegno, uno spazio dedicato a tutta la filiera degli imballaggi in legno e aperto a tutti coloro che, più in generale, hanno a cuore l’ambiente e la sua tutela. Quando è stato inventato il pallet? Quali sono le fasi che caratterizzano un trattamento fitosanitario FITOK? Cosa si può creare con un vecchio pallet non più adatto al trasporto merci? Per scoprire le risposte a queste domande basta collegarsi all’indirizzo www.facebook.com/conlegno, la pagina Facebook ufficiale del Consorzio Servizi Legno Sughero che ospita curiosità e informazioni sul mondo della logistica, sui pallet e su tutto ciò che riguarda i marchi EPAL e FITOK. ambiente e natura Aperta a gennaio 2012, la pagina Facebook di ConLegno è riuscita a conquistare molti fan, non tutti appartenenti alla filiera degli imballaggi in legno, ma comunque in possesso di uno spiccato interesse per le tematiche ambientali e per la salvaguardia delle foreste. Lo spazio dedicato a ConLegno all’interno del social network più famoso del mondo, così come quello presente su Twitter e Google+, viene aggiornato settimanalmente e fornisce costantemente contenuti interessanti da guardare e commentare. Obiettivo del Consorzio è quello di creare uno spazio aperto e informale all’interno del quale gli operatori della filiera del legno possano confrontarsi scambiandosi informazioni, pareri, consigli ed esperienze vissute personalmente. È su questo spazio, inoltre, che vengono pubblicate in anteprima tutte le novità di Conlegno e, in particolare, le foto degli eventi a cui il Consorzio partecipa, dalle assemblee generali alle giornate di formazione, passando anche attraverso le fiere e le manifestazioni. Per poter accedere alla pagina Facebook del Consorzio non occorre essere iscritti al social network, basta collegarsi a internet da un computer o da un dispositivo mobile e digitare l’indirizzo www.facebook.com/conlegno. imballaggi & riciclo 66