Intervento in occasione dell’inaugurazione della nuova capanna sull’alpe Tomeo il 17 agosto 2014. Autorità comunali e patriziali, Rappresentanti delle società escursionistiche e alpinistiche e delle sezioni UTOE, Gentili signore, Egregi Signori, è con grande piacere che vi porto il mio saluto e quello dei colleghi di Municipio. Oggi per me non è facile scegliere se essere qui in veste di sindaco o montanaro, ho lasciato al cuore decidere. Saluto con piacere la presenza dei nostri rappresentanti in GC Dadò e Garzoli, l’amico Giorgio Matasci presidente SEV e FAT, il sindaco di Maggia Aron Piezzi, il vice sindaco di Cerentino Maggi Mario, il presidente di Vallemaggia Turismo Renzo Piezzi, il presidente dell’ALPA Tiziano Zaninetti e l’ispettore dei Patriziati Fornera Fausto. Tomeo, un’alpe povero, per gente povera, poca erba e molti sassi e nemmeno quelli erano buoni per fare i muri delle cascine. Una valle impervia e tenebrosa, non so con quale sentimento salissero gli alpigiani di una volta, ma certamente molto diverso dal nostro di questa mattina. Ultimo alpigiano fu Isidoro Donati e le sue sorelle, il destino vuole che tra di loro c’era la mamma di Gabi e Remo che molto hanno fatto per questa nuova struttura. Nel 1951, dopo quel terribile inverno, a causa della molta neve ancora presente un po’ ovunque sui pascoli, Isidoro aveva chiesto all’amministrazione patriziale una riduzione dell’affitto, la risposta fu negativa “ per non creare un precedente, gli fu detto” e quello fu l’ultimo anno in cui a Tomeo risuonarono i campanacci delle mucche al pascolo. Da allora Tomeo è caduto nell’oblio privo di ogni interesse, abbandonato a se stesso – come se la gente di Broglio volesse esorcizzare le fatiche e i patimenti subiti. Fin quassù solo qualche sporadico escursionista alla ricerca di territori selvaggi o qualche pescatore con la speranza di una pesca miracolosa, ma che il più delle volte si deve accontentare dello stupendo ambiente alpino. E poi, dieci anni fa, una svolta. Con Efrem e alcuni amici abbiamo iniziato un’avventura che ci ha portato a disegnare una via in quota che da Locarno porta a Fusio, un’idea partita così, senza nemmeno renderci conto delle conseguenze. La Via Alta è stata certamente determinante per la nuova capanna che oggi inauguriamo. All’escursionista che arriva a Tomeo viene messa a disposizione una struttura moderna e confortevole, una struttura che ha preso il posto della vecchia stalla oramai in cattivo stato e destinata a diventare, come molte altre cascine sparse un po’ ovunque sulle nostre montagne, solo un ricordo. Ma la rinascita di Tomeo non termina qui. Dal prossimo anno inizieranno i lavori che permetteranno di utilizzare le acque del riale Tomeo. Proprio qui sotto la nuova capanna verrà realizzata la presa di captazione. L’acqua di Tomeo sarà dunque trasformata in preziosa energia elettrica permettendo al patriziato di Broglio e al comune di Lavizzara di beneficiare di introiti finanziari non indifferenti. Anche l’interessante opuscolo, realizzato da Mario e Bruno Donati, che oggi potete acquistare rende un po’ di giustizia a questa valle e alle generazioni che ci hanno preceduto. Tomeo si prende così la sua rivincita, da alpe misero e territorio di scarso valore, dimenticato e abbandonato, a luogo valorizzato e certamente in futuro molto ben frequentato. E’ questa la riflessione che condivido con tutti voi, rivolgendo un pensiero di riconoscenza e gratitudine alle donne, agli uomini, e ai bambini che nel secolo scorso con grandi sacrifici e fatiche sono saliti quassù permettendo a noi di essere qui oggi. Grazie e buona giornata a tutti. Rotanzi Michele, sindaco Piano di Peccia, 17 agosto 2014