Domenica 11 ottobre 2015
“ La giornata Nazionale del Camminare” promossa dalla Federtrek
L'Associazione Il Nostro Quartiere San Giovanni che ha aderito
all'iniziativa ha approntato questo opuscolo
San Giovanni dei gelsi: la Chiesa, Il Convento, Il Parco
BREVI NOTE
La tradizione narra che, in tempi a noi ignoti nella contrada dei Gelsi ad un
miglio circa da Campobasso,fu dedicata tra folti boschi di quercia,una chiesa in
onore di San Giovanni Battista presso la quale presero dimora alcuni poveri
eremiti dediti alla penitenza e alla contemplazione delle celesti cose.
Prima del 1000, i Benedettini che possedevano nell’agro di Campobasso i
monasteri di S. Maria di Camposenarconi, S.Maria di Fuori, S.Martino ed in
città gli ospizi di S.Antonio Abate e S. Croce fecero costruire, attigua alla
chiesa di S. Giovanni dei Gelsi, un monastero in cui nel 1222 si ricoverò S.
Francesco d’Assisi quando andò a visitare il Gargano e i Santuari della Puglia.
Dopo il terremoto del 1348, i Benedettini abbandonarono l’agro di
Campobasso e cedettero il monastero dei Gelsi ai monaci Olivetani,
appartenenti ad una congregazione del loro ordine i quali vi rimasero fino al
1403. Nel 1405 Il beato Giovanni da Stronconio, commissario generale dei
Minori osservanti francescani, fondò in Campobasso due conventi, il primo
presso la chiesa di San Giovanni dei Gelsi e l’altro a pochi passi da questa città
con il nome di S.Maria delle Grazie che venne ampliato con la sua Chiesa nel
1510 dal Conte di Campobasso Andrea de Capoa”(Arciprete Nicola Tarantino)
Particolare importanza aveva l'attività che si svolgeva nell'officina del
convento di San Giovanni, Pannifica Officina, in cui si lavava, cardava e
colorava la lana, utilizzata dai monaci per realizzare gli abiti di tutti i frati
dell'intera provincia monastica, attività in voga fino ai primi anni dell'800
La Chiesa è dedicata a S. Giovanni Battista, la denominazione dei Gelsi è
probabilmente dovuta ad una corruzione del vocabolo cercua: quercia.
In origine era di piccole dimensioni e adiacente ad un piccolo eremo, entrambi di
epoca medievale. Essa ha subito nel corso dei secoli ampliamenti e ristrutturazioni,
tra cui quelli più significativi sono riferibili al 1845 - 1854, come attesta la lapide
documentaria che si trova sul portale principale. Sono gli anni questi in cui la chiesa
prese le caratteristiche che ancora oggi possiamo ammirare, più lunga di ben sette
metri rispetto all'originaria e con facciata neoclassica.
Divenuta parrocchia nel 1970, oggi è ripartita all'interno in tre navate, senza transetto;
la divisione è stata realizzata mediante archi sorretti da pilastri;
Nel Maggio 2014 È stata restituita al suo antico splendore la ‘pala’ raffigurante la
Madonna delle Grazie. Dopo il restauro, durato due mesi, la suggestiva opera, di
autore ignoto, ha recuperato la sua naturale collocazione, tra le canne del maestoso
organo che occupa tutto il presbiterio.
La pala d’altare della Madonna delle Grazie fu recuperata tra le macerie del Convento
omonimo, ex ospedale “Cardarelli”, attuale sede degli uffici amministrativi della
Asrem di Via Ugo Petrella, dopo il tremendo terremoto del 1805. La pala, alta circa
due metri, stretta, terminante arcuata, è di robusta quercia con orlatura dorata. Non
c’è firma d’autore e si fa risalire – secondo quanto sostenuto in una pubblicazione di
p. Eduardo Di Iorio – alle fine del 1300 con riferimenti alla scuola senese.
Rappresenta la Madonna assisa in maestà col Bambino sulle ginocchia. La parte
centrale è occupata dalla figura maestosa della Vergine seduta su di uno scranno
lavorato e vestita di rosso-scuro con manto verde-nero, che gli copre anche la testa in
modo monacale, ma con orlatura di velo. La mano destra poggia sul petto e la sinistra
regge delicatamente il robusto Bambino nudo che sull’indice della manina sinistra
sostiene un uccello e con la destra si aggrappa ad una delle dita affusolate della
madre. L’atteggiamento di Gesù è di timore, che trova sicurezza con lo stringersi a
Maria. È un invito – afferma ancora p. Eduardo – a ricorrere a Lei, Madre delle
grazie. Due Angeli, nella parte superiore, uno con le vesti azzurre-nere a destra e con
le ali in rosso, e l’altro coperto di veste rosso-densa con ali azzurre-dense, sostengono
la corona, incisa su legno in campo d’oro, con dipinte pietre preziose di rubini e
smeraldi, da poggiarsi sul capo di Maria. Sono in ginocchio e in atto di venerazione.
Nella parte inferiore, vi sono dipinte, tra le fiamme, sei anime purganti in atto di
implorazione per essere liberate dai tormenti della divina Giustizia. Il quadro è
racchiuso in una grandiosa cornice lignea, di forma floreale e di oro zecchino. Si
ritiene che il dipinto fosse stato commissionato dal duca di Termoli Andrea di Capua
che fece costruire il convento di Santa Maria delle Grazie a Campobasso.
Da notare ancora all’interno della chiesa:
1) La cappella e l’altare di S. Giovanni; la statua del santo del 1770 è opera di
Francesco Saverio Di Zinno. Ai lati dell’altare vi sono due stemmi della
famiglia Salottolo.
2) Nelle lunette della cupola della cappella troviamo alcuni dipinti ad olio a firma
di Corrado Carano.
3) Importante è l’Altare dei Beati; in un’urna bronzea avente in rilievo i beati
francescani e sormontata dallo stemma francescano, sono custodite le ossa di
molti Beati.(Francesco d’Aragona, Marco da Bologna, Arcangelo da
Campobasso, Silvestro da Gildone, Paolo da Pietraroia e Ambrogio da
Civitella)
4) Statua dell’Addolorata, settecento Napoletano, al di sotto la statua di Gesù
morto.
5) Statua settecentesca della Madonna Immacolata Opera del Di Zinno.
Dall’interno si accede alla sacrestia ed alla Cripta.
La Biblioteca è intitolata a Padre Dionisio Piccirilli da S Giovanni in galdo che,
proprio in questo luogo, scrisse le sue opere filosofiche e giuridiche. Essa è stata
incrementata da libri offerti, tra l’altro, dai conventi di Sepino, Toro, Casacalenda e
Ielsi.
Biblioteca «Dionisio Piccirilli» di Campobasso. La Biblioteca consta di cinque
sezioni con volumi di argomento francescano (Sala San Francesco), teologico,
filosofico e storico (Sala “P. Dionisio Piccirilli” e Sala “P. Anselmo da Sassinoro”)
molisano (Sala “P. Agostino Cimino”) riviste e volumi di classici cristiani (Sala “P.
Umile Ferrara”). Il numero di volumi è di oltre 25.000, di cui la maggioranza è
costituita da testi del novecento, seguiti da quelli editi nell’Ottocento. Tra i testi più
antichi sono 9 incunaboli, 71 cinquecentine, 314 secentine e 1.400 del settecento. I
periodici sono 219. I testi sono prevalentemente di argomento ecclesiastico, anche se
compaiono, sia pure sporadicamente, libri di diverso contenuto; si citano a mo’ di
esempio quelli di medicina (secenteschi), di diritto feudale (settecenteschi), di musica
(settecenteschi),di teatro(ottocenteschi).
È una delle biblioteche più antiche costituitasi, nel primo nucleo, sin dagli inizi
dell’Ottocento, con testi provenienti dal Convento di Santa Maria delle Grazie
distrutto dal terremoto del 1805. Passò oltre un secolo prima che la biblioteca
ricevesse una sistemazione: fu Padre Umile da Toro che fece riordinare il materiale e
inaugurò nel 1969 la biblioteca intitolandola a Padre Dionisio Piccirilli. Ancora oggi
la biblioteca è annessa al Convento francescano di San Giovanni dei Gelsi. (Sito
Internet Provincia CB)
Il Parco San Giovanni
Il parco San Giovanni è uno degli spazi verdi più belli e meglio tenuti dell’intera
città. Otto giovani hanno creato un’impresa per la gestione e la manutenzione del
verde e delle aree attrezzate e migliorando le condizioni di vivibilità.
La costituzione della Cooperativa ha assunto particolare rilevanza in funzione del
recupero sociale e lavorativo di giovani in condizione di disagio.
Infine, la Cooperativa può, a ragione, essere considerata anche un esempio di “buona
prassi”, nel senso che è riuscita a innescare meccanismi attraverso i quali ha
raggiunto l’obiettivo di una sana gestione ed un corretto utilizzo delle risorse umane
ed economiche(nazionali ed europee) impegnate.
Vi sono numerose essenze arboree: cedro, abete, eucalipto, tasso, pioppo, quercia,
ippocastano, leccio, prugnolo ed altre.
Uno spazio importante è riservato al “Teatro Greco”, nel periodo estivo vi si svolge
il”Festival del teatro popolare e della tradizione”che annovera ben 19 edizioni e
richiama un pubblico di oltre 15.000 persone.
Molto frequentata è anche la Palestra intitolata a Prospero Musacchio medico
sportivo e storico delegato CONI.
Opere di arte urbana abbelliscono e valorizzano il parco, all’interno sono state
collocate le opere di Vuoto immanente-Moneta unica dell'artista Paolo Borrelli e
Labirinto-monumento dell'artista Michelangelo Janigro
In un’altra area del quartiere, non molto distante è situata la scultura intitolata
“Gentilezze tardo-gotiche dell'artista Dante Gentile Lo Russo, l’opera d’arte
dell’architetto Marco Felice intitolata” Architettura - scultura è collocata nel Piazzale
dell’Istituto scolastico dedicato a Francesco Jovine.
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Domenica 11 ottobre 2015 - Associazione "Il Nostro Quartiere S