25 giungo 2015
In occasione della messa in rete di Goingreen, la piattaforma informativa e
collaborativa lanciata dal Cesvitec, abbiamo realizzato un’intervista al dott. Antonio
Pizzo, Engineering & Maintenance Director presso ROYAL GROUP Hotels & Resorts.
Tale complesso turistico “d’eccellenza”, traghettando quotidianamente tutte le
scelte verso “il Green”, si pone come interfaccia tra un’offerta turistica innovativa ed
una nuova domanda di Sostenibilità.
ing., lei definirebbe il Royal Continental Hotel un’impresa “green”?
Certamente. E in quanto impresa che si pregia di essere “Green”, non mi riferisco
soltanto a quelle innovazioni di carattere prettamente tecnico- strutturale, quanto
piuttosto ad una filosofia “Green” che parte dalle origini.
si spieghi meglio.
Vede, la nostra è una struttura che utilizza l’acqua marina per produrre aria
condizionata e per alimentare la piscina da sempre. In buona sostanza, ritenendoci
estremamente sensibili a questo tema e a tutto ciò che una discussione sui possibili
scenari del green potrebbe generare, ci definiamo assolutamente “Green”.
Quali sono a suo giudizio quegli elementi che caratterizzano un’impresa Green?.
Guardi, ritengo che al di là di tutti quegli elementi, essenziali per definire i parametri
di un orientamento verde quali possono essere le certificazioni, altri aspetti
dell’essere Green credo riguardino tutte quelle azioni che l’offerta turistica
dovrebbe mettere in campo quotidianamente per la costruzione di un benessere
“Sostenibile”. Quindi volendo dare una risposta più dettagliata, direi che un’impresa
è Green quando accanto alle certificazioni concorrono simultaneamente dei requisiti
tecnici.
Che tipo di innovazioni green, in termini di processo, di prodotto ed organizzative
avete introdotto nella vostra azienda?
A tal proposito vorrei approfittare per mostrarle il nostro Mister royal: ovvero un
fumetto che racconta, simpaticamente, tutto ciò che il Royal ha fatto per
minimizzare il proprio impatto ambientale. Nel fumetto vengono raccontate alcune
nostre innovazioni, la cui finalità volge tendenzialmente al risparmio energetico ed
al problema dello smaltimento rifiuti. Nella definizione di quelle best practice volte
ad alimentare atteggiamenti Sostenibili, siamo partiti dalla considerazione che noi,
in quanto struttura alberghiera di notevoli dimensioni, abbiamo un livello di
“energivorità” elevatissimo: ovvero consumiamo circa tre giga di kilowatt annue. Se
noi potessimo dotarci di un cogeneratore, potremmo abbattere i consumi di energia
elettrica del venti per cento l’anno. L’idea è quella di realizzare accanto al
cogeneratore anche un nostro impianto di compostaggio. Il nostro obiettivo resta
quello di minimizzare l’impatto ambientale dei nostri hotel, continuando però ad
offrire un servizio de lux.
Ingegnere quali criteri vengono adottati per contestualizzare macchinari ecologici
all’interno di strutture già esistenti?
Di solito introdurre questi macchinari parecchio invasivi come i cogeneratori o gli
impianti di compostaggio nell’ambito di una struttura alberghiera già esistente,
richiede una procedura complessa. Spesso le prime resistenze sono riscontrabili
nell’atteggiamento degli stessi imprenditori che destinerebbero sempre determinati
spazi ad attività diverse.
ing. questo è il futuro. Ma al di là di questi nobili propositi, che tipo di azioni avete
messo in campo per supportare l’applicazione dei metodi ecologici?
In primis, abbiamo introdotto, per limitare l’enorme consumo di plastica, degli
sterilizzatori/sanificatori per depurare l’acqua. Abbiamo introdotto tale sistema nel
Bar e negli ambienti destinati al personale dell’Hotel. Abbiamo introdotto delle
stampanti condivise per ridurre lo speco di carta; distributori per i detersivi
centralizzati ricaricabili, in modo da ridurre al minimo i prodotti impiegati nella
pulizia oltre che il consumo di prodotti da smaltire. Utilizziamo esclusivamente
lampade a led. Queste sono solo alcune delle innovazioni apportate all’azienda.
Tutto il resto lo troverà documentato nel nostro opuscolo Mister Royal.
Avete mai pensato, nell’ambito delle innovazioni di prodotto, di sostituire un certo
oggetto diciamo “standard” con il suo complementare “Green”?
Certo, ma questo tipo di innovazione ha un costo insostenibile. Basti pensare che
per il classico kit da camera, il suo complementare “Green” costa esattamente il
doppio. Per la carta igienica è lo stesso. Insomma finché questa tipologia di prodotto
“Green” non diviene più accessibile, difficilmente qualche imprenditore potrà
utilizzarlo nella sua struttura.
Essere diventati “green” ha
aumentato la vostra redditività?
In un certo senso si. Nel caso
specifico, atteggiamenti volti alla
riduzione dei consumi e dei rifiuti ci
hanno procurato un notevole
risparmio di danaro, che in pratica è
divenuto profitto. Come le dicevo però il costo enorme per sostituire il prodotto
esistente con il suo complementare green, ci ha delineato perfettamente i limiti
strettamente legati ai costi del green. In pratica questo forte impatto sul “costo
camera”, non ci ha consentito di introdurre ulteriori innovazioni. Inoltre aggiungo
che non si può nemmeno rientrare con i costi pensando di addebitare questa qualità
sul prezzo della camera, poiché questo per noi significherebbe perdita di clienti,
essendo il prezzo un elemento troppo sensibile.
Riguardo invece ai famosi comportamenti “green”, voi cercate in qualche modo di
educare la vostra clientela orientandola in tal senso?
Su questo aspetto andiamo sempre cauti, poiché atteggiamenti volti ai criteri della
sostenibilità, del risparmio energetico, e più in generale della riduzione degli sprechi,
se troppo “forzati” vengono fraintesi dal cliente. Le spiego: se cerchiamo di far
capire che bisogna limitare il ricambio delle asciugamani o delle lenzuola, qualcuno,
specialmente chi non è sensibile a certi argomenti, potrebbe ridurre il tutto al nostro
servizio inefficiente, alla nostra disattenzione per la pulizia delle camere. Insomma
dobbiamo essere discreti e non dimenticare che in primis offriamo un servizio
cercando di accontentare la nostra clientela.
Siete già in possesso di qualche certificazione ambientale?
Si, possediamo la certificazione 9001 e la Iso 14001.
Lei crede nelle certificazioni?
A mio avviso sono fondamentali per la manutenzione e la tracciabilità dei processi.
Sono convinto che se non avessimo un sistema certificato non potremmo garantire
qualità.
Quanto costa una certificazione?
Averla costa intorno ai diecimila euro. Per mantenerla occorrono almeno due o
tremila euro annue. Vede noi siamo sensibili a questo discorso relativo alla qualità.
Tant’è abbiamo costituito una Commissione di valorizzazione turistica, con lo scopo
di garantire accanto ad una qualità dei prodotti e dei servizi offerti, una gestione
degli stessi altamente professionale. Giacché a nostro avviso, gli attuali modelli
informativi non sono adeguati alla domanda turistica emergente, vogliamo costruire
con la nostra Commissione di valorizzazione turistica, figure professionali ad hoc.
Tornando a Goingreen: che cosa si aspetta da questa piattaforma?
Vorrei trovare delle esperienze certificate, tangibili. Sarebbe interessante che ci
venissero proposte delle esperienze significative non soltanto sui temi dell’
efficientamento ed il risparmio energetico, ma su qualunque aspetto del Green.
Vede, l’imprenditore cerca soluzioni innovative e rapide. Queste soluzioni devono
essere poste sotto forma di servizio. È questo che vedo in Goingrenn: un contenitore
in grado di fornire soluzioni fruibili.
Goingreen è soprattutto un momento di condivisione, un momento atto a favorire
il Networking con altre imprese. Lei cosa ne pensa?
Da questo punto di vista sono scettico; a dire il vero non ci credo. Pensandoci, in
passato abbiamo fatto qualcosa del genere ma non è durato. Sono convinto che in
questi casi ognuno persegue il proprio obiettivo, a discapito di quello comune. Fare
sistema in modo orizzontale non è semplice. Quando ciò avviene, diventa più
semplice cercare un dialogo con i fornitori, piuttosto che con i competitor.
Maria Carmen de Angelis
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