Salone dell’Arte del Restauro e
della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali
26-27 MARZO
ROMA
Forum della Comunicazione
11-14 MAGGIO
ROMA
Forum P.A. Il Forum della Pubblica Amministrazione
22-23 OTTOBRE
LUCCA
Lu.Be.C. Digital Technology
3-5 NOVEMBRE
MILANO
Com-pa Salone Europeo della Comunicazione Pubblica
dei Servizi al Cittadino e alle Imprese
11-13 NOVEMBRE
GENOVA
ABCD - Salone italiano dell’educazione
19-22 NOVEMBRE
PAESTUM
XI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
3-6 DICEMBRE
20
09
FERRARA
VENEZIA
Restaura - V Salone del Restauro dei Beni Culturali
Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica,
la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
Direttore Generale: Maddalena Ragni
Servizio IV - Promozione e Comunicazione
Responsabile: Antonella Mosca
Via del Collegio Romano, 27 - 00187 Roma
Tel. 06.6723.2441 - Fax 06.6723.2538
[email protected]
Pr
og
ra
mm
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25-28 MARZO
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico
Tel. 06.6723.2980-2990 - Fax 06.6798.441
[email protected]
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
Il Patrimonio culturale
un’opportunità
per superare la crisi
Forum P.A.
20^ Mostra Convegno
dell’Innovazione nelle
Pubbliche Amministrazioni
e nei Sistemi Territoriali
ROMA
11-14 Maggio 2009
Nuova Fiera di Roma
Via Portuense, 1455
Ingresso Porta Nord
Edizioni MP MIRABILIA
La Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure svolge funzioni e compiti in materia di bilancio e programmazione delle
risorse finanziarie, di qualità e standardizzazione delle procedure; cura, previa istruttoria degli istituti culturali
interessati, la promozione della conoscenza e dell’immagine dei beni e delle attività culturali in ambito nazionale
ed internazionale. Uno dei compiti istituzionali della Direzione è il coordinamento delle politiche
comunicative che costituisce l’elemento centrale del programma di Comunicazione, ed è svolto nell’ambito
di un sistema integrato, fondato sull’uniformità delle basi informative e dei linguaggi e su strategie di comunicazione e marketing. Questo sistema di comunicazione opera come momento di coesione e sviluppo
per dar vita ad una strategia unitaria che punti all’efficienza, ai risultati e ad offrire un servizio di sempre maggiore
qualità, utilizzando un progetto organico di iniziative visibile, trasparente, coordinato ed efficace, rivolto
ad un’utenza più ampia.
ROMA FORUM P.A. 2009 - Il Patrimonio culturale un’opportunità per superare la crisi
Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica,
la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
Il Patrimonio culturale
un’opportunità
per superare la crisi
Forum P.A.
20^ Mostra Convegno
dell’Innovazione nelle
Pubbliche Amministrazioni
e nei Sistemi Territoriali
ROMA
11-14 Maggio 2009
Nuova Fiera di Roma
Via Portuense, 1455
Ingresso Porta Nord
Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica,
la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
Direttore Generale Maddalena Ragni
FORUM P.A.
XX Mostra Convegno dell’innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni
e nei Sistemi Territoriali
Il programma di partecipazione, progettazione e realizzazione opuscolo, materiali grafici e stand,
organizzazione convegno e incontri allo stand, è stato organizzato dal:
Servizio IV - Comunicazione e Promozione
Responsabile Antonella Mosca
con Costanza Barbi, Monica Bartocci, Antonella Corona, Francesca D’Onofrio, Rossella Flenghi,
Maria Cristina Manzetti, Anna Napoleoni, Maria Tiziana Natale, Amedeo Natoli, Simona Pantella,
Susanna Puccio, Maria Siciliano
Rapporti con i media
Vassili Casula
Comunicazione multimediale
Alberto Bruni, Renzo De Simone, Francesca Lo Forte, Emilio Volpe
Amministrazione
Laura Petracci
Supporto operativo allo stand
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici de Lazio
Referente Anna Maria Romano
Sommario
Presentazione
Maddalena Ragni
7
Le Pubblicazioni degli Archivi di Stato: l’Agenda 2009
Elena Lume, Maria Teresa Piano Mortari
9
La banca dati delle rappresentazioni teatrali nel periodo fascista
Antonella Ottai, Carla Maria Ricci con Maria Angela Arceri, Gianni Pingue e Gilda Signoretti
11
Archiviazione, protocollo informatico e conservazione del digitale: un laboratorio didattico
Paolo Franzese
12
L’attività didattica negli Istituti archivistici: il progetto “Cinema e archivi” presso l’Archivio
di Stato di Roma
Michele Di Sivo, Elvira Grantaliano con Emanuela Pistilli, Patrizio Scopino
13
Archeologia Subacquea e Archeologia Preventiva
Luigi Fozzati, Claudio Moccheggiani Carpano
16
Concorso fotografico - Strade, Piazze e Monumenti
Isabella Cianfarani
17
Percorsi di ricerca fra i capolavori delle gallerie fiorentine. Nuove modalità di fruizione
Maria Sframeli, con la collaborazione di Parallelo sas di Filippo Fineschi
19
Valorizzazione e fruizione del patrimonio
23
La promozione culturale in tempo di crisi nell’esperienza della Biblioteca nazionale centrale
di Roma
Adriana Martinoli, Alfredo Esposito
Angelina De Salvo
24
Banca dati: “Immagini della Grande Guerra”
Stefania Murianni
25
I progetti dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane
e per le informazioni bibliografiche
Rosa Caffo
32
Progetti Europei. I musei europei in rete: il progetto ATHENA
Marzia Piccininno
34
MICHAEL
Giuliana De Francesco
36
Attività di Programmazione del Ministero per I Beni e le Attività Culturali per l’anno 2008
Paolo D’Angeli
38
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici. Il MiBAC dialoga con il cittadino:
un’iniziativa di “qualità”
Mariantonietta Leone
41
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici. “Metti le ali” alla Comunicazione
Antonio Piscitelli, Angelina Travaglini
43
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici. Qualità e soddisfazione dell’utenza
Anna Maria Stramondo
45
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici. Una sinergia di intenti
Maria Laura Bacci, Antonio Guglielmi
47
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici. Progettazione ed elaborazione questionari per archivi,
biblioteche e musei/monumenti/aree archeologiche
Stefania Mileto, Nadia Tamasi
49
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici. Giornata nazionale di formazione per la rilevazione
sul campo
Anna Maria Trimarchi
51
Progetto “Cultura a Porte Aperte”
Antonella Mosca
55
2012: l’Innovazione Tecnologica come leva per la Gestione, Fruizione e Conservazione
dei Beni Culturali
Antonia Pasqua Recchia
59
Programma Operativo Nazionale 2000-2006
“Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”
Misura 1.3 “Tecnologie per la tutela delle risorse culturali e ambientali”
Maria Concetta Cassata, Gabriella Cetorelli Schivo
67
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico: “Continuità ed innovazione”
Gaspare Carlini
68
CulturaItalia, un patrimonio da esplorare
69
Museo & Web: l’esperienza del Progetto MINERVA per i musei e le altre istituzioni culturali
71
Aperti al territorio. VADEMECUM
Sara Di Giorgio
Maria Teresa Natale
Fabio De Chirico
73
La collezione dei dipinti della Banca Carime: dal caveau alla Galleria Nazionale di Cosenza
Giuseppina Mari
75
Parla con noi… I nuovi strumenti di comunità della Biblioteca Universitaria di Napoli
77
Concorso nazionale Premiamo i risultati. Progetto Estensione dei Circoli d’Ascolto Organizzativo
a tutte le sedi dell’Amministrazione. Idee progetto per recuperare efficienza
Raffaele De Magistris
Stefania Ugatti, Sara Roberto
80
Progetto di Valorizzazione del Museo “Naborre Campanini” e del Castello di Canossa (RE)
Lorella Alderighi
83
Il futuro dei Beni Culturali: comunicare e promuovere
Luciano Marchetti
84
Al Forum P.A. in mostra una città per tutti: MILANO SULLE DITA
Cristina Ambrosini, Manuela Rossi
91
Navigare in Sias e nel Mediterraneo On-Line
Pamela Galeazzi
93
Cantieri Aperti
Emilio Izzo
95
Il patrimonio culturale, un’opportunità per superare la crisi
Marco Carassi
96
Rassegna prospettiva delle mostre istituzionali
Clara Vitulo
97
101
102
104
CCTPC - Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
106
PIS n. 11 - Progetto [email protected]
Call Center
ALES - Arte Lavoro e Servizi S.p.A.
Cofathec Servizi S.p.A.
L
a crisi economica mondiale che stiamo attraversando chiede a tutti, e in particolare alle Pubbliche Amministrazioni, di mettere in campo nuove ed efficaci strategie per far fronte alle difficoltà del momento con una progettualità che guardi al futuro.
L’edizione 2009 di FORUM P.A. raccoglie con coraggio la sfida puntando sull’unica carta sempre vincente nei momenti di crisi: la forza delle idee. Il tema di quest’anno, infatti, si propone di mettere
in luce come la PA e i sistemi territoriali possano recuperare efficienza attraverso le idee e l’innovazione per una pubblica amministrazione che funzioni meglio e costi meno.
Già l’edizione dello scorso anno aveva messo in evidenza alcune criticità della P.A. e aveva annunciato una serie di cambiamenti possibili. Oggi è necessario fare il punto su quanto è stato
realizzato e quanto c’è ancora da fare, dando conto delle iniziative annunciate e del loro stato
di avanzamento.
Il MiBAC partecipa quest’anno con lo slogan Il patrimonio culturale un’opportunità per superare la crisi nella convinzione che il Patrimonio culturale costituisca un’inestimabile ricchezza che
può rappresentare la fonte principale di una crescita sociale ed economica diffusa. La cultura, infatti, è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale: le attività culturali stimolano
l’economia e le attività produttive, con ricadute positive su scambi, redditi e occupazione.
Tuttavia, l’attuale periodo di crisi e i pesanti tagli che le risorse destinate alla cultura hanno subito,
rendono indispensabili alcune azioni rapide ed efficaci che possano affiancarsi a quelle già sperimentate. E’ importante puntare l’attenzione su alcuni criteri sui quali è necessario lavorare per una
migliore gestione e fruizione del Patrimonio: dall’impiego delle nuove tecnologie e di abilità professionali elevate e certificate, al coinvolgimento delle Università nelle attività didattiche e di ricerca e nella definizione di profili professionali, percorsi formativi e forme di accreditamento degli
addetti del comparto; dal riordino dei processi di crescita territoriale e nazionale, alla qualificazione
delle risorse umane impegnate nel settore; dalla riorganizzazione delle relazioni amministrative, all’introduzione di incentivi fiscali e al rafforzamento delle relazioni con le imprese private.
Nell’ottica dunque di migliorare il funzionamento della Pubblica Amministrazione per renderla
sempre più al servizio del cittadino, quale fruitore di beni e servizi, e per testimoniare come le
amministrazioni possano essere orientate verso comportamenti più trasparenti, in grado di instaurare rapporti fiduciari con gli utenti, il MiBAC ha avviato una serie di progetti.
Tra questi si segnala “Cultura a porte aperte”, che è nato con il duplice intento di dare la massima
trasparenza all’organizzazione istituzionale del MiBAC in sette regioni del Mezzogiorno e di creare
un momento di confronto-incontro con le istituzioni pubbliche e private che operano nel settore
dei beni culturali per la loro tutela, conservazione e valorizzazione.
In un’ottica simile va letta la partecipazione del MiBAC a “Premiamo i Risultati”, concorso promosso
dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione - Dipartimento della Funzione Pubblica, finalizzato a premiare i risultati e a valorizzare gli esempi di buona amministrazione. Il MiBAC
concorre con il progetto Indagine sui servizi culturali pubblici. Il progetto conduce la prima indagine nazionale sulla soddisfazione dell’utenza nei luoghi statali della cultura e ha come obiettivo
il miglioramento della qualità dell’offerta dei servizi culturali, attraverso la conoscenza delle differenti tipologie di utenza e la maggiore attenzione alle loro richieste diversificate. La ricerca si svolge
con la partecipazione della Facoltà di Sociologia dell’Università “La Sapienza” di Roma e l’Ufficio
di Statistica del MiBAC. L’indagine sulla rilevazione della soddisfazione degli utenti negli Istituti territoriali aperti al pubblico rappresenta un importante momento di verifica dell’operato della pubblica amministrazione e nasce da un’esigenza di confronto con l’utenza, sempre più consapevole
del suo ruolo di stimolo all’efficacia dell’azione amministrativa.
Va, infine, ricordato che le potenzialità economiche e occupazionali offerte dall’industria del
tempo libero e del turismo appaiono ancora in parte inespresse e richiedono la messa a punto di
una strategia in grado di integrare i settori cultura, ambiente e turismo anche attraverso la concertazione degli interventi tra tutte le componenti che concorrono al governo del territorio: Stato, Regioni e Enti locali.
A questa va comunque affiancato il sostegno che può offrire il mondo del privato, con la consapevolezza che la cultura non può essere considerata avulsa dal sistema socio-economico, di cui,
anzi, le “risorse culturali” sono una specifica potenzialità di sviluppo.
Il messaggio che il MiBAC vuole, quindi, lanciare al FORUM P.A. 2009 è che, pur in un periodo di
crisi economica generale nel quale viene avvertita, in maniera sempre più pressante, la necessità
di contenere i costi pubblici, non bisogna dimenticare che investire sul Patrimonio culturale rimane
una scelta vincente, in quanto portatrice di notevoli potenzialità economiche e sociali.
Maddalena Ragni
Direttore Generale per i bilancio e la programmazione economica,
la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
La Direzione Generale per gli archivi cura l’edizione della «Rassegna degli Archivi
di Stato», periodico quadrimestrale nato nel 1955 in prosecuzione delle «Notizie
degli Archivi di Stato», il cui primo numero risale al 1941; attende pure alla pubblicazione di sei collane: “Strumenti”, “Saggi”, “Fonti”, “Sussidi”, “Quaderni della
Rassegna degli Archivi di Stato”, “Archivi italiani”, e anche di volumi “Fuori collana”.
Il catalogo delle edizioni è giunto a contare circa 600 titoli relativi a inventari di
fondi archivistici, guide di archivi, edizioni di fonti, regesti, cataloghi di mostre
documentarie, scritti di archivistica e saggi di storia istituzionale.
Dal 2007 è stata avviata la pubblicazione on line, a testo pieno e scaricabile gratuitamente, dei volumi editi nelle collane degli Archivi di Stato e dei fascicoli
della «Rassegna degli Archivi di Stato». Attualmente sono inseriti in linea i testi
editi a partire del 2000, ma si intende rendere consultabile l’intera produzione
editoriale (www.archivi.beniculturali.it/pubblicazioni-free.html).
Su una via intermedia tra Collane degli Archivi di Stato e volumi fuori collana, ha
preso il via dal 1989 la pubblicazione dell’Agenda degli Archivi di Stato, con fini
promozionali e divulgativi. L’iniziativa editoriale costituisce ormai un appuntamento
fisso per i collezionisti e per una vasta utenza. Risponde a un duplice intento: promuovere la conoscenza dell’attività istituzionale svolta a livello centrale e periferico
dall’Amministrazione archivistica (fornendo anche una serie di informazioni pratiche, come indirizzi e numeri di telefono) ed esemplificare, attraverso le immagini
dei documenti tratti dagli Archivi di Stato - dedicate ogni anno ad un tema specifico - le inesauribili potenzialità del patrimonio archivistico italiano.
Per l’ampiezza dell’indagine e per la varietà degli argomenti di volta in volta trattati, le Agende si sono gradualmente trasformate nel corso del tempo in strumenti autonomi di ricerca, delineando con le immagini e relative didascalie
percorsi spesso imprevedibili e dimostrando come il documento, anche quando
si caratterizza per una forma dimessa, priva di qualsiasi fascino estetico, o per un
contenuto apparentemente anonimo, riesce a schiudere - a chi sappia leggerlo
con la dovuta attenzione - prospettive inedite e interessanti.
Servizio III - Valorizzazione, promozione,
formazione e rapporti internazionali
Elena Lume, Maria Teresa Piano Mortari
DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI
Le Pubblicazioni degli Archivi di Stato: l’Agenda 2009
Direzione Generale
per gli Archivi
Direttore Generale:
Luciano Scala
Coordinamento per la
comunicazione: Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8/A
00185 ROMA
Tel. 06 492251
Fax 06 4882356
[email protected]
Servizio III - Valorizzazione,
promozione, formazione e
rapporti internazionali
Dirigente: Patrizia Ferrara
Tel. 06 49225277
Fax 06 49225284
[email protected]
7
I temi trattati dalle 20 edizioni passate hanno riguardato argomenti sia di tipo
strettamente archivistico, come la cartografia, l’iconografia araldica, la sigillografia, la miniatura, sia storici e sociali come la scoperta del Nuovo Mondo, la II
guerra mondiale, lo sport, la donna, la musica, l’acqua; senza tralasciare quello,
sempre attuale, della nascita e formazione dell’Europa unita.
Il tema prescelto per l’anno 2009 è stato quello dell’infanzia: ancora oggi uno
degli ambiti di maggiore criticità in tutto il mondo, come attesta il Rapporto Unicef redatto sull’infanzia nel 2008.
Nella documentazione conservata dagli Archivi di Stato i fanciulli sono poco
presenti, con la sola eccezione del periodo fascista, quando le organizzazioni
giovanili rappresentano un pilastro del sistema politico, educativo e sociale del
regime.
Per i figli delle elite politico-culturali ed economiche la documentazione presente negli archivi privati di famiglie e persone contribuisce ad evidenziare i più
vari aspetti della loro esistenza; per i bambini della piccola e media borghesia
e delle classi disagiate sussistono invece tracce nella sola documentazione pubblica per lo più inerente a criticità sociali, quali abbandono, emigrazione, problemi sanitari, sfruttamento del lavoro minorile.
Lungo e impegnativo, pertanto, il lavoro di ricerca per tracciare un quadro equilibrato tra “criticità” e “normalità” dell’infanzia. Sono state individuate, nelle fonti
archivistiche più disparate, immagini e documenti dello stesso genere per ceti
sociali diversi e utilizzate cartoline d’epoca, illustrazioni tratte dall’editoria scolastica e di svago, fotografie, immagini pubblicitarie, materiale preparatorio per
cartoni animati, disegni realizzati da bambini, modelli e marchi di fabbrica e
molto altro ancora.
La ricerca ha coinvolto tutti gli Istituti archivistici, i cui funzionari hanno saputo con
sensibilità individuare e costruire i percorsi di ricerca più interessanti e significativi per avvicinare, ancora una volta, il pubblico - non solo di addetti ai lavori alla scoperta della storia raccontata in modo leggero e scientifico grazie alla multiforme potenzialità della documentazione archivistica.
8
Il progetto, frutto di una convenzione fra Direzione Generale per gli Archivi (DGA)
e Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo dell’Università “Sapienza” di
Roma, nasce dall’elaborazione di due database già esistenti eseguiti dall’Archivio centrale dello Stato (ACS) e dal Dipartimento appena citato. Il primo - relativo ai copioni sottoposti al nulla osta per la rappresentazione e per la
trasmissione via radio, tratti dall’ archivio dell’Ufficio Censura Teatrale (conservato presso l’ACS) - fornisce dati inerenti a: nomi degli autori e delle opere, dei
registi, dei riduttori, dei traduttori, dei musicisti; destinazione (T/R); compagnie
teatrali, anno e luogo di rappresentazione. Va detto che i copioni teatrali e radiofonici cui è riferito il database sono 13.000, rispetto ai 18.000 originari per
una dispersione avvenuta prima dell’acquisizione da parte dell’ACS.
Il secondo database, invece, implementato con i dati tratti dallo spoglio delle riviste “Il Dramma” e “Radiocorriere” e dal quotidiano “Il Messaggero”, riunisce, in
particolare, i dati relativi a: nomi degli autori e delle opere pubblicate, nomi e
biografie dei relativi attori, nomi degli autori e titoli delle recensioni sulle opere,
saggi critici, analisi drammaturgica delle opere e trame dei lavori; date e orari
delle trasmissione su reti radiofoniche locali e nazionali e della rappresentazione
nei teatri romani.
Fine primario del progetto è stato quello di produrre un’unica banca dati, ricca
degli elementi forniti da entrambi i database appena illustrati, integrando le informazioni e moltiplicando le prestazioni. Ad esempio la banca dati dell’Università va a colmare le lacune dei circa 5000 fascicoli mancanti nella banca dati
ACS, fornisce il riassunto della trama di tutti i lavori e le biografie degli attori e così
via, mentre quella dell’ACS fornisce i dati sui copioni respinti, dunque non pubblicati, o rimanda ai testi nella stesura pre-censura (che non compare nelle riviste), fornisce i dati sulle compagnie teatrali che hanno interpretato i copioni e
così via.
Il progetto si è articolato in due fasi. La prima ha comportato:
• correzione e implementazione della banca dati dell’ACS con relativa ricerca
archivistica presso l’Istituto
• correzione e implementazione della banca dati dell’Università con ricerche e
riscontri bibliografici
• ulteriore spoglio di testate giornalistiche per arricchire i dati già esistenti nella
banca dati dell’Università
• creazione di un software per la ricerca e per la possibilità di incrociare i dati
delle due banche dati e per la loro conservazione
• ottimizzazione per la pubblicazione delle banche dati sui siti della Direzione
Generale per gli Archivi e dell’Università
Servizio III - Valorizzazione, promozione,
formazione e rapporti internazionali
Antonella Ottai, Carla Maria Ricci, con Maria Angela Arceri, Gianni Pingue e Gilda Signoretti
DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI
La banca dati delle rappresentazioni teatrali nel periodo
fascista
Direzione Generale
per gli Archivi
Direttore Generale:
Luciano Scala
Coordinamento per la
comunicazione: Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8/A
00185 ROMA
Tel. 06 492251
Fax 06 4882356
[email protected]
Servizio III - Valorizzazione,
promozione, formazione e
rapporti internazionali
Dirigente: Patrizia Ferrara
Tel. 06 49225277
Fax 06 49225284
[email protected]
Archivio centrale dello Stato
Soprintendente: Aldo G. Ricci
Piazzale degli Archivi, 27 A
00144 Roma
Tel. 06 545481
Fax 06 5413620
[email protected]
È stato così prodotto un primo database che raccoglieva e metteva a disposizione i dati relativi al periodo 1931-1944, quali risultano dalle seguenti fonti:
1) Ufficio Censura Teatrale del Ministero della Cultura Popolare presso l’Archivio centrale dello Stato (oltre 12.000 occorrenze)
2) Programmazione teatrale romana rilevata dal quotidiano “Il Messaggero” (oltre
14000 occorrenze)
3) Programmazione della prosa radiofonica, rilevata dal “Radiocorriere” (oltre
3000 occorrenze)
4) Opere pubblicate nella rivista specializzata quindicinale “Il Dramma” (550 titoli)
9
Si trattava di archivi testuali tra loro connessi attraverso i nomi degli autori e i titoli delle opere, che rendevano possibili le seguenti interrogazioni:
• Anagrafica degli autori (suddivisa in categorie: autori e tipologie dei collaboratori, più la categoria “Compagnia”, che indica i nomi degli attori e gli eventuali “cast” delle opere rappresentate e radiotrasmesse.
• Titolo delle singole opere
• Anno e, dove possibile, giorno di presentazione delle opere all’Ufficio Censura, di pubblicazione, di rappresentazione o di radiotrasmissione
A complemento dei dati e della loro nuda ossatura, si è prodotto un primo corpo
testuale, che lavorava intorno a due delle tre tipologie di interrogazione e che ha
costituito una prima modellizzazione di quello che sarebbe diventato il database
nella seconda fase di lavoro:
- Titolo delle singole opere: a partire dal titolo delle singole opere era possibile, per le opere pubblicate nella rivista “Il Dramma”, consultarne le trame e
per le più importanti, anche le recensioni. Era possibile inoltre sapere quali di
questi titoli fossero presenti in video negli archivi della Rai, in edizioni videoregistrate negli anni della televisione.
- Anno di presentazione delle opere alla Ufficio censura, di pubblicazione, di
rappresentazione o di radiotrasmissione: A partire dai singoli anni presenti nel
database era possibile consultare le tavole sinottiche relative agli eventi politici, culturali, teatrali e cinematografici in Italia e nel mondo.
Proprio l’esigenza di allestire un corpo consistente che attestasse la vita dello
spettacolo negli anni presi in considerazione e che ne restituisse al meglio la cultura e la storia, in un’ottica di “archeologia della vita quotidiana” non solo del
teatro, ma della società italiana di quegli anni, ha portato ad integrare - sempre
in regime di convenzione tra DGA e Università - la struttura appena descritta procedendo, nella seconda fase del progetto, all’acquisizione ulteriore dei seguenti
elementi:
• Iconografia relativa agli autori, alle opere e agli attori presente nelle diverse riviste dell’epoca, teatrali e non.
• Abstract di tutti gli articoli delle riviste specializzate, in modo da restituire i
temi del dibattito e le notizie teatrali (“Scenario” e “Il Dramma”)
• Ritratti degli attori, non solo nell’iconografia, ma nei saggi che la critica del
tempo ha loro dedicato (articoli integrali, formato immagine)
• Aneddotica di autori e attori (tratti dalla rubrica Termocauterio, regolarmente
pubblicata su “Il Dramma”, articoli integrali, formato immagine)
• Biografie degli autori, tratte dalla comparazione di diverse pubblicazioni.
Si è inoltre provveduto, sulla base di queste ulteriori acquisizioni, ad istituire una
nuova e diversa consultazione per soggetti tematici, correlata e corredata dalla possibilità di istituire alcuni Forum sugli argomenti maggiormente dibattuti (nascita del
radiodramma; la regia; i rapporti fra cinema e teatro, ecc..) nei quali immettere gli
articoli integrali che li trattano acquisiti dalle diverse fonti (formato immagine).
Tutto questo consentirà, in un momento successivo caldamente auspicabile, un
rapporto di scambio e di reciproca integrazione con gli archivi della stessa tipologia di altre istituzioni (Istituto Luce, Rai, archivi privati, ecc..) in un modello
comune rete informativa.
Dal punto di vista della progettazione informatica, lo sviluppo di base è continuato in ambiente Access, con la possibilità di migrazione verso un sistema di
database con pagine web dinamiche.
10
Registrare e classificare i documenti in arrivo e in partenza è un’attività di grande
importanza e delicatezza dalla quale possono dipendere il buon funzionamento
e l’efficienza degli uffici e la qualità e la rapidità dei procedimenti amministrativi
e quindi i servizi resi al cittadino utente. A queste operazioni infatti sono legate
sia la possibilità di accertarsi che i documenti siano arrivati o partiti, sia l’effettiva
disponibilità dei fascicoli necessari per svolgere le attività e per supportare le
decisioni. Quanti problemi e ritardi possono derivare dalle difficoltà di identificare e di ritrovare agevolmente un fascicolo o un documento necessario per stabilire il rilascio di un’autorizzazione, per sviluppare un progetto, per attribuire un
incarico o per versare contributi!
Strumento indispensabile per evitare il verificarsi di queste quotidiane emergenze
e garantire efficienza e speditezza al disbrigo dei procedimenti amministrativi, il registro di protocollo, in uso presso le pubbliche amministrazioni sin dal secolo XIX,
è spesso corredato da titolari di classificazione che permettono di inquadrare tutta
la documentazione di competenza di un ufficio o di un’area di uffici in un sistema
logico di categorie e di classi. I documenti, registrati con la rilevazione dell’oggetto
che ne sintetizza il contenuto, del nome del mittente o del destinatario e della data
dell’arrivo o della partenza, entrano a far parte dell’archivio, ma hanno un loro posto
determinato e rintracciabile solo se sono anche classificati.
L’adozione del protocollo informatico, che ha segnato il non facile passaggio
dalle tradizionali procedure cartacee e quindi manuali a modalità di lavoro fondate sull’uso di apparati tecnologici, ha condizionato il pieno utilizzo delle funzionalità offerte dall’informatica all’applicazione di nuovi criteri con cui affrontare
i problemi legati all’attività di protocollazione.
Ampliando infatti la possibilità di condividere le informazioni e di accedervi, il
protocollo informatico ha integrato le attività di registrazione dei documenti in un
sistema in cui diventa indispensabile applicare e rispettare gli standard della descrizione archivistica e regole di comportamento conformi a schemi predefiniti.
Difformità, errori e particolarismi non solo sono enfatizzati dai nuovi strumenti, ma
comportano seri rischi di malfunzionamento dell’intero sistema, a cui è affidato
il delicato compito di gestire i documenti e i flussi documentali fra aree e fra titolari di responsabilità.
Le risorse informative che contiene il protocollo vanno anche attentamente tutelate e quindi conservate secondo criteri e procedure via via standardizzate.
Questi temi intende mettere a fuoco il seminario-laboratorio organizzato dalla Direzione Generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali in occasione
del Forum della Pubblica Amministrazione 2009. L’iniziativa ha anche la finalità di incontrare operatori e responsabili della gestione documentale, prospettando loro adeguate soluzioni e suscitando un positivo scambio e confronto di esperienze.
Servizio II - Tutela e conservazione
Paolo Franzese
DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI
Archiviazione, protocollo informatico e conservazione del
digitale: un laboratorio didattico
Direzione Generale
per gli Archivi
Direttore Generale:
Luciano Scala
Coordinamento per la
comunicazione: Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8/A
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882356
[email protected]
Servizio II
Tutela e conservazione
Dirigente: Maria Grazia Pastura
Tel. 06 44361416
Fax 06 44361851
11
Michele Di Sivo, Elvira Grantaliano, con Emanuela Pistilli, Patrizio Scopino
Archivio di Stato di Roma
DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI
L’attività didattica negli Istituti archivistici: il progetto
“Cinema e archivi” presso l’Archivio di Stato di Roma
Direzione Generale
per gli Archivi
Direttore Generale:
Luciano Scala
Coordinamento per la
comunicazione: Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8/A
00185 Roma
Tel. 06 4992251
Fax 06 4882356
[email protected]
www.archivi.beniculturali.it
Archivio di Stato di Roma
Dirigente: Anna Pia Bidolli
Corso del Rinascimento, 40
00186 Roma
Tel. 06 68190866
Fax 06 68190871
[email protected]
www.archivi.beniculturali.it/AS
RM/index.html
12
L’iniziativa è nata nell’ambito della Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Roma (cattedre di Istituzioni del periodo giacobino
e della restaurazione e Tribunali pontifici di antico regime) nel corso del biennio
2007-2009. Partendo dalla visione del film Nell’anno del Signore, realizzato nel
1969 da Luigi Magni, è stato ricostruito il contesto e le vicende storico-istituzionali che fanno da sfondo alla storia narrata dall’opera cinematografica, analizzando la documentazione archivistica corrispondente al tema e al periodo,
conservata dall’Istituto. Si è guardato in particolare al processo ai carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari – protagonisti nel film - condannati alla decapitazione nel 1825, consultando il fascicolo processuale, il diario del conforto ai
condannati a morte, gli editti e i bandi. Si è guardato, inoltre, ai temi della condizione della minoranza ebraica nello Stato pontificio, dell’amministrazione della
giustizia, della leggendaria “maschera” di Pasquino.
Il progetto didattico, che ha anche prodotto una video-intervista al regista Luigi
Magni sulle curiosità, vicende e modalità realizzative del film, è articolato in due
parti la prima: la storia “nel” film, dedicata agli eventi e ai personaggi rappresentati nell’opera, affronta il rapporto tra fonte, tradizione e invenzione artistica attraverso la presentazione, la lettura e il commento di brani tratti dalla
documentazione. In particolare, vengono associate alcune scene del film molto
significative, alla presentazione e alla lettura di brani tratti dalla documentazione
storica, offrendo spunti di riflessione sui diversi piani di lettura degli eventi: dall’interpretazione cinematografica alla “verità” rilevabile nei documenti originali.
La seconda parte: la storia “del” film, ripercorre le tappe del progetto cinematografico, dall’elaborazione della sceneggiatura, alla
messa a punto del cast, alla scelta dei protagonisti,
all’ambientazione in esterno e in interno, alla retribuzione degli autori e del personale tecnico fino alla
completa realizzazione, basandosi sulla documentazione dei fascicoli cinematografici conservati dall’Archivio centrale dello Stato.
1. L’introduzione delle norme sull’archeologia preventiva ha sancito di fatto quella
che era già prassi consolidata nella maggior parte delle Soprintendenze per i
Beni Archeologici: il controllo preventivo sul tracciato e nelle aree d’intervento
delle grandi opere pubbliche programmate. Si trattava di autostrade, ferrovie,
linee tranviarie, metropolitane, aeroporti, etc. In qualche caso, anche aree sommerse: nuovi porti o manutenzione straordinaria di quelli esistenti, grandi opere
come il MOSE a Venezia, dragaggio di corsi d’acqua, opere idrauliche per la
messa in sicurezza del territorio, etc.
Le nuove norme, espressamente riprese nel Decreto Legislativo n.42 del 2004
(Codice dei Beni Culturali), hanno pertanto consolidato una linea dettata dal buon
senso e dalla cultura -è il caso di dirlo- di numerosi dirigenti della pubblica amministrazione: posti davanti all’esigenza di tutelare la propria azienda dall’incognita rappresentata dalla scoperta archeologica, hanno spesso anticipato lo stesso
desiderio dei funzionari delle Soprintendenze territoriali in continua apprensione
per un territorio vieppiù aggredito e digerito da infrastrutture di ogni tipo. La valutazione dell’impatto archeologico con l’individuazione delle aree critiche immediatamente sottoposte a verifica e l’assistenza specializzata a tutte le opere
movimento terra hanno per alcuni decenni risolto nella pratica il problema della
tutela archeologica di tipo preventivo.
2. L’approvazione di norme specifiche in materia di archeologia preventiva non
ha pertanto colto di sorpresa il variegato mondo delle pubbliche amministrazioni né il settore privato più sensibile, bensì il mondo dell’archeologia italiana: sia i funzionari delle Soprintendenze sia le Università. I primi hanno
sorriso, gradendo un’iniziativa che si ricordava “stranamente” di loro e del loro
oscuro operato; i secondi hanno colto solo l’aspetto economico dell’innovazione normativa, trascurando il lato più importante: quello della formazione accademica, tuttora, perlopiù, disattesa. Pertanto, nelle more che vengano
stabilite nuove regole in relazione a chi possa professionalmente procedere ad
effettuare validazioni procedurali su progetti di varia entità territoriale, tutto
continua utilizzando il buon senso, come dimostra la recentissima avventura
del Consorzio Galsi per la posa del gasdotto dall’Algeria alla Toscana. Questo
progetto mediterraneo ha saggiamente dato luogo in prima battuta ad una
serie di verifiche del tracciato sottomarino: le moderne tecnologie hanno consentito di scoprire il relitto dell’incrociatore francese Danton della Seconda
Guerra Mondiale, naufragato su attacco tedesco a sud della Sardegna.
Sezione Tecnica per l’Archeologia Subacquea
Luigi Fozzati, Claudio Moccheggiani Carpano
DIREZIONE GENERALE PER I BENI ARCHEOLOGICI
Archeologia Subacquea e Archeologia Preventiva
Direzione Generale
per i Beni Archeologici
Direttore Generale:
Stefano De Caro
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434700
Fax 06 58434750
[email protected]
www.archeologia.beniculturali.it
Sezione Tecnica per
l’Archeologia Subacquea
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 5843 4768/4769/4767
Fax 06 5843 4722
[email protected]
www.archeomar.it
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3. Proprio l’archeologia subacquea italiana sembra dover godere dei maggiori risultati positivi dall’approvazione delle nuove norme sull’archeologia preventiva. Infatti, porti industriali e porti turistici, modifiche alla linea di costa, posa
di condutture e reti tecnologiche, etc., sono oggi sistematicamente sottoposti a valutazione di impatto archeologico: ciò vale per mari, lagune, fiumi, laghi.
O, meglio, dovrebbe valere, perché in realtà quello che spesso manca è il metodo della ricerca preventiva. Il Progetto Archeomar ha messo a punto in proposito un metodo che può funzionare.
Il Mar Mediterraneo è un immenso museo subacqueo: migliaia e migliaia di relitti, dalla preistoria alla modernità; strutture portuali; abitati, ville, peschiere,
cave. La storia dell’uomo che ha scelto il mare come luogo del proprio vivere,
lavorare e commerciare ha trovato nell’acqua salata del Mare nostrum quell’ambiente favorevole alla conservazione delle proprie vestigia che oggi ritroviamo sotto l’acqua delle nostre coste e dei nostri fondali.
Se l’avventura dell’archeologia subacquea è cominciata già nel XV secolo con
i vari tentativi di recupero delle famose navi romane del Lago di Nemi vicino
a Roma, è solo dall’ultimo dopoguerra in poi che si è via via affermata con l’invenzione dell’autorespiratore ad aria la moderna e attuale archeologia subacquea o archeologia delle acque con le sue varie articolazioni ambientali:
archeologia marina, archeologia lacustre, archeologia lagunare, archeologia fluviale, archeologia ipogeica e archeologia navale.
Da sempre messa in crisi dai numerosi clandestini, l’archeologia subacquea ha
bisogno di precisi strumenti per la tutela dei siti sommersi.
La tutela archeologica presuppone la conoscenza del territorio. Nonostante
l’ovvietà di questa affermazione, l’Italia non possiede una mappa dei propri siti
sommersi. L’autunno del 2002 ha quindi riservato una sorpresa per l’archeologia subacquea italiana: i mari italiani avranno la prima cartografia scientifica dei
siti archeologici sommersi, operazione per la quale è stato varato il Progetto Archeomar.
Archeomar scaturisce dalla legge n. 264 dell’8 novembre 2002, che all’articolo
13 recita: “Censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini. È
autorizzata la spesa di 3.751.825 euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 a
favore del Ministero per i beni e le attività culturali per la realizzazione del censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini delle coste delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria”.
La legge 264 stabilisce pertanto una priorità chiara e precisa: la necessità di realizzare un censimento. Poiché ogni censimento, secondo i moderni criteri topografici, ha come sede naturale di destinazione la cartografia archeologica, il
progetto Archeomar è stato concepito con questa specifica funzione pratica. In
altre parole, l’obiettivo del progetto consiste nel superamento della scoperta casuale mirando alla ricerca programmata, attraverso una metodologia interdisciplinare finalizzata a realizzare una moderna cartografia vettoriale e una banca dati.
4.-Per un’archeologia preventiva in archeologia subacquea:
il metodo Archeomar
Il metodo “Archeomar” prevede quattro fasi distinte di attuazione. La prima
consiste nella raccolta dei dati informativi derivati da progetti vari sviluppati
precedentemente: Rilevamento dei reperti archeologici e altri beni giacenti sul
fondo marino prospiciente la costa calabra e Maratea (1987-1988); Porti e approdi nell’antichità dalla preistoria all’alto medioevo (I Fase 1990); Porti e approdi nell’antichità dalla preistoria all’alto medioevo (II Fase 1991-1993); Siti e
relitti antichi sommersi nei mari italiani (1991-1992). La raccolta attingerà inoltre a tutti i dati utili reperibili nelle più diverse sedi; non solo ovviamente le di-
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verse Soprintendenze coinvolte nel territorio, ma anche altre amministrazioni,
nonché privati cittadini come pescatori e operatori di diving centers. Per questa prima riorganizzazione è stata studiata una "scheda di sito archeologico
subacqueo". I materiali, attentamente verificati, serviranno anche come orientamento per la ricerca in acqua.
La seconda fase riguarda l’acquisizione di dati geomorfologici (ricostruzione
delle linee di costa per il mare, delle linee di costa e del livello dell’acqua per i
laghi, delle aste fluviali per i corsi d’acqua di superficie, della dinamica morfologica per le lagune), di dati dalla letteratura greca e latina e di dati archivistici
(per le epoche post-classiche)
La terza fase, più impegnativa, comprende prospezioni e rilevamenti subacquei, con l’impiego di archeologi subacquei e navali e di sofisticate attrezzature. Occorre disporre di una appropriata piccola flotta composta da navi
oceanografiche, attrezzate con laboratori in grado di effettuare analisi di geologia marina e apparecchiature per la prospezione strumentale (Side Scan
Sonar, Sub-bottom Profiler, magnetometri e ecoscandagli tipo MULTIBEAM; sistemi topografici satellitari DGPS; 3 ROV filoguidati e eventualmente imbarcazioni minori di appoggio). Inoltre è consigliato l’impiego di mini sommergibili
di ultima generazione, che consentono agli archeologi la prospezione fino a
500 metri di profondità.
La quarta fase è mirata all’interpretazione finale dei dati, alla schedatura e all’eventuale nuova documentazione (recupero di reperti). I risultati vengono raccolti in un
database territoriale integrato, organizzato su una piattaforma informatica GIS (Sistema Informativo Territoriale), utile anche per la messa a punto di piani di tutela.
Questa quarta fase consente di fornire una valutazione d’impatto archeologico
molto attendibile, sulla quale monitorare le opere in progetto, orientando le
eventuali scelte territoriali da compiere in fase definitiva e pre-esecutiva. Resta
sempre, comunque, nella fase esecutiva, la possibilità di richiedere un’assistenza
specializzata durante l’intervento per una garanzia ottimale di rispetto di aree
potenzialmente a rischio archeologico.
Quali sono gli handicap di questo rigoroso metodo? L’interdisciplinarietà dell’èquipe di ricerca, i costi e, soprattutto, i tempi, che comunque sono relativi all’estensione del territorio interessato: non meno di 6 mesi.
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DIREZIONE GENERALE PER I
BENI ARCHITETTONICI, STORICO ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI
Direzione Generale per
i Beni Architettonici, Storico
Artistici ed Etnoantropologici
Direttore Generale:
Roberto Cecchi
Coordinatore per la
comunicazione:
Isabella Cianfarani
Via di S. Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434401
Fax 06 58434404
[email protected]
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Concorso fotografico - Strade, Piazze e Monumenti
Isabella Cianfarani
Tra le finalità condivise da questa Direzione Generale e il mondo della scuola vi
è essenzialmente quella di educare alla frequentazione e alla conoscenza del
patrimonio culturale aumentandone le occasioni di godimento, accrescendo le
facoltà critiche dei giovani per abituarli ad una consapevolezza del valore e dei
significati del “Bene Culturale” patrimonio collettivo da tutelare e conservare,
forma di comunicazione e di espressione, strumento essenziale per la decodificazione di una realtà sempre più variegata e multiforme.
È nato da queste considerazioni il concorso fotografico: Strade, piazze e monumenti, giunto alla sua quarta edizione, che ha dimostrato ancora una volta
come una stretta collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’Università
della Ricerca (Agenzia Nazionale Autonomia Scolastica) riesca a produrre risultati molto interessanti e a suggerire dei percorsi didattici inusuali e ricchi di prospettive innovative sia per la nostra missione istituzionale che si fonda sulla
valorizzazione dei beni culturali, patrimonio collettivo da tutelare e conservare,
sia per l’attivazione di nuove forme di conoscenza finalizzate al raggiungimento
di una percezione più mirata e consapevole del Patrimonio Architettonico, Storico, Artistico ed Etnoantropologico.
Il concorso fotografico ha visto quest’anno la partecipazione di 29 scuole di ogni
ordine e grado, evidenziando un percorso di educazione al patrimonio oramai
consolidato e che a pieno titolo fa parte dei piani di offerta formativa, inserendolo in itinerari didattici, secondo una prospettiva interculturale finalizzata ad
una analisi o artistica o antropologica di ciò che veniva proposto dalla fotografia. Infatti il linguaggio fotografico è uno strumento efficace per educare lo
sguardo, per sviluppare le capacità di osservazione e per imparare a selezionare
criticamente sia l’oggetto da fotografare, sia il punto di vista dell’osservatore.
Altro elemento interessante, emerso dalla selezione dei contributi fotografici che
hanno partecipato al concorso e tratto comune a tutte le scuole è la evidente
potenzialtà immaginativa, espressiva e creativa che è stata “maieuticamente” evocata dal rapporto con un nuovo strumento espressivo .
Nella scuola e nella società multiculturale nella quale operiamo,la pedagogia al
patrimonio assume una nuova centralità: Impegnarsi nell’educazione ad una fruizione più diretta del “bene culturale” significa agire non solo sui contenuti didattici ma anche sulle emozioni e motivazioni, sulle relazioni, sui significati e sui
valori contribuendo a formare una consapevolezza della propria identità culturale e allo stesso tempo abituare alla comprensione della diversità.
Gli stili e le tecniche fotografiche, che si possono ammirare nel DVD che abbiamo realizzato, sono variegate, ma comunque è impossibile non farsi catturare
dal fascino magnetico di queste fotografie che ci raccontano di piazze, di palazzi di chiese, di mercati, di caseggiati, ma anche di scene di vita quotidiana e
di persone la cui storia è colta nella sintesi dell’immagine fotografica.
L’entusiasmo dimostrato da coloro che hanno partecipato a questa iniziativa (allievi e docenti) ha mostrato come sia possibile creare un “approccio al bene culturale” più attento e consapevole differenziando le categorie dei fruitori.
Occorre infatti modulare delle occasioni multiformi per avvicinare un pubblico
sempre più vasto ed eterogeneo al nostro Patrimonio anche utilizzando strumenti inusuali o sperimentali.
Le Gallerie Fiorentine possiedono oltre 300.000 opere conservate nei musei che
costituiscono il ‘Polo Museale’ (dagli Uffizi all’Accademia, dalla Palatina a San
Marco, dal Bargello ai Cenacoli e alle Ville medicee), nei depositi degli Uffizi, di
San Salvi e di Pitti, oltre una consistente parte dislocata in chiese e istituzioni statali (Camera e Senato, Prefetture e Ambasciate) in Italia e all’estero.
A offrire una completa documentazione storica e iconografica delle opere d’arte
delle Gallerie è l’Ufficio Ricerche della Soprintendenza che conserva i principali
inventari, tiene la documentazione cartacea e fotografica delle opere, ne registra
la movimentazione, riceve e dà informazioni a studiosi di tutto il mondo.
L’avvio dei processi di informatizzazione delle opere d’arte ha reso necessario un processo di aggiornamento nelle modalità di lavoro dell’Ufficio. Allo
scopo di una migliore tutela, conoscenza e gestione del patrimonio, l’Ufficio
Ricerche ha già realizzato il catalogo elettronico delle opere contenute nell’Inventario Generale dei dipinti, universalmente conosciuto come “Inventario
1890” (10.513 opere inventariate), che comprende la maggioranza dei dipinti
che si trovano nei musei del Polo, strumento indispensabile per le ricerche
sulle opere delle Gallerie Fiorentine e frequentemente consultato da studiosi e
ricercatori di tutto il mondo. Successivamente è stata completata l’informatizzazione delle opere dell’inventario della Galleria Palatina (887 voci), dell’inventario delle Sculture, 1914 (1779 opere fra le quali i capolavori archeologici
della Galleria degli Uffizi), dell’Inventario delle Robbiane (95 opere) del Museo
del Bargello e di quello delle Gemme (2753 voci che spaziano dagli antichi tesori di Casa Medici – vasi, cammei e gioielli – fino alle recenti acquisizione del
Museo dei gioielli contemporanei).
Con questo progetto si è inteso creare uno strumento nuovo per la gestione del
patrimonio. La conversione in uno strumento informatico degli inventari e degli
altri documenti dell’Ufficio semplifica e arricchisce le possibilità delle ricerche e
facilita il confronto tra le opere d’arte e la documentazione di riferimento, ag-
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico
Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale
della città di Firenze
Maria Sframeli, con la collaborazione di Parallelo sas di Filippo Fineschi
DIREZIONE GENERALE PER I BENI
ARCHITETTONICI, STORICO ARTISTICI
ED ETNOANTROPOLOGICI
Percorsi di ricerca fra i capolavori delle gallerie fiorentine.
Nuove modalità di fruizione
Direzione Generale per i Beni
Architettonici, Storico
Artistici ed Etnoantropologici
Direttore Generale:
Roberto Cecchi
Coordinatore per la
comunicazione:
Isabella Cianfarani
Via di S. Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434401
Fax 06 58434404
[email protected]
Soprintendenza Speciale per
il Patrimonio Storico Artistico
ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale
della città di Firenze
Soprintendente: Cristina Acidini
Ufficio Catalogo, Ufficio
Ricerche e Archivio Storico
Direttrice: Maria Sframeli
Via della Ninna 5
50122 Firenze
Tel. 055 23885
Fax 055 2388699
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giungendo nuove informazioni relative alle attribuzioni più recenti, ai passaggi di
collocazione, ai restauri, ai precedenti inventari, alle mostre (dal 1865 ad oggi)
e naturalmente alla documentazione fotografica digitale: è dunque una importante occasione di aggiornamento e verifica dei dati e delle conoscenze su
ognuna delle opere.
L’opportunità di utilizzare le tecnologie offerte dall’informatica è stata colta senza
dimenticare l’importanza degli inventari originali che sono stati completamente
digitalizzati per permettere il confronto tra la voce inventariale e la sua nuova
rappresentazione elettronica sfruttando tutte le potenzialità dell’ipertestualità e
aprendosi anche al di fuori degli uffici istituzionali per essere consultabile sul
sito internet del Polo Museale Fiorentino.
Attualmente l’Ufficio sta procedendo all’informatizzazione degli altri inventari
delle Gallerie fiorentine, e in particolare degli Inventari delle Sculture, delle Maioliche e delle Medaglie del Museo del Bargello, dell’Inventario San Marco e Cenacoli, San Marco e Comune, e dell’Inventario degli Arazzi.
Per quanto riguarda l’Archivio Storico delle Gallerie Fiorentine sono già consultabili sul sito della nostra Soprintendenza gli indici delle filze che contengono il
materiale documentario relativo alle opere e all’amministrazione granducale
prima, poi sabauda e infine dello Stato Italiano e i documenti prodotti da tutti gli
Uffici e Istituzioni del Polo. Gli indici delle filze dal 1738 al 1940 possono essere
quindi consultati in rete attraverso due modalità: la prima per anno, con una struttura ‘ad albero’, la seconda mediante ricerca libera sui termini presenti negli indici. Terminata questa fase di completamento degli indici, verrà avviata
l’informatizzazione dei contenuti dei fascicoli, che permetterà anche il collegamento con gli altri database (Inventari, Catalogo, Archivio Fotografico).
18
Adriana Martinoli, Alfredo Esposito
La Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore
promuove e aderisce al progetto relativo alla “Valorizzazione degli itinerari storici, culturali e religiosi”.
Tra i programmi ed i progetti in corso, quello inerente la “Via Francigena” riveste
un ruolo determinante in termini di recupero storico, culturale e religioso nonché
un ruolo strategico nella promozione turistico-culturale.
La Via Francigena, che collega Canterbury con Roma, dichiarata dal Consiglio
d’Europa “Grande Itinerario Culturale”, si estende in cinque stati Europei ovvero
Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Italia e Stato Vaticano e rappresenta un modello
di riferimento nell’ambito del progetto riguardante la “Valorizzazione degli itinerari storici, culturali e religiosi”. La Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore, nell’ambito delle attività connesse a tale
progetto ha incaricato l’azienda ItinerAria di effettuare il rilevamento dei dati cartografici e la messa appunto del percorso pedonale della via Francigena.
Il 31 luglio 2008 i pellegrini sono stati accolti e ricevuti presso la sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal Ministro, Sen. Sandro Bondi per testimoniare l’autentico valore di tale iniziativa che rientra a pieno titolo nell’obiettivo
di valorizzazione degli itinerari storici, culturali e religiosi. Per l’occasione è stato
realizzato un video multimediale con immagini significative del percorso:
www.francigenalibrari.beniculturali.it/video.html
DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI,
GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE
Valorizzazione e fruizione del patrimonio
Direzione Generale per i
Beni Librari, gli Istituti Culturali
ed il Diritto d’Autore
Direttore: Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 06 36216300
Fax 06 3216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
Il progetto ha alla base le premesse di voler:
• stabilire e seguire una metodologia comune nelle linee di intervento;
• valorizzare le proprie risorse e competenze tecnico-scientifiche acquisite nell’ambito delle tecnologie per i beni culturali, della ricerca bibliografica ed archivistica, della catalogazione, delle applicazioni multimediali e della
tecnologia digitale;
• incentivare nuove soluzioni ICT (Information, Communication & Technology) per
la valorizzazione del patrimonio culturale per il marketing turistico-territoriale;
• rivolgere l’attenzione ai giovani Europei;
• diffondere la conoscenza sugli “Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa”.
E si prefigge molteplici obiettivi tra i quali:
• stendere la mappatura dei beni culturali nei luoghi interessati dal percorso,
che, con continuità storica e attraverso un tracciato articolato, ha unito l’Europa alla capitale della cristianità ed è stato riconosciuto dal Consiglio d’Europa
nel 2004, Grande Itinerario al pari del Cammino di Santiago;
• coinvolgere Regioni, Enti pubblici locali, associazioni, operatori sul territorio,
Diocesi, Consiglio d’Europa, anche per ciò che attiene all’offerta culturale e
turistica nei luoghi di interesse (ricettività, enogastronomia, feste e ricorrenze
religiose, folklore, tradizioni popolari, ecc.);
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• individuare, proporre e condividere linee guida e standard operativi;
• rendere fruibili, in formato digitale, contenuti di interesse culturale e turistico;
• creare un Portale che renda visibili e accessibili le singole basi-dati collegate
con gli altri soggetti che formano un unicum, una rete informativa condivisa e
aggiornata.
Le attività che la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore intende sviluppare e condividere rientrano nei seguenti cinque
ambiti:
• la conoscenza (attraverso la documentazione, la ricerca storica ed archivistica,
la catalogazione, qualora non fosse già effettuata, e la digitalizzazione);
• la condivisione delle risorse in un sistema tecnologico interoperabile;
• lo sviluppo e l’offerta di servizi integrati tramite il Portale;
• la traduzione delle pagine del Portale in più lingue;
• il dialogo con il Consiglio d’Europa.
La prima fase riguarderà l’immissione in rete del materiale individuato e selezionato
dalle singole biblioteche, dagli archivi ed enti ecclesiastici invitati a fornire la descrizione base (scheda) già presente o da creare per il materiale attinente la specificità dei luoghi del tracciato della Via Francigena (questo obiettivo porterà già al
censimento del materiale archivistico- bibliotecario presente nel territorio).
L’individuazione di materiale ancora non trattato catalograficamente comporta la
possibilità di far emergere altre importanti fonti documentali.
La messa in rete dei documenti e/o degli oggetti digitali metterà in circolazione
le banche-dati e permetterà l’integrazione delle risorse.
La fruizione da parte del pubblico delle banche-dati disponibili tramite il Portale coronerà l’interesse per molteplici ambiti di ricerca: storico-documentale, archivistica,
paesaggistico-territoriale, storico-religiosa, iconografica, museale e sonora.
In linea con la missione istituzionale attribuita la Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore intende costruire un valido punto
di riferimento per le istituzioni italiane coinvolte e costituire una “cerniera” tra il
sistema della ricerca della documentazione, il sistema riferito agli enti locali operanti nel territorio e il sistema delle imprese che operano nell’ambito dell’innovazione tecnologica per il patrimonio culturale.
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Alla base dell’attività primaria relativa alla conoscenza, la Direzione Generale,
manterrà rapporti di dialogo, di comunicazione e di collaborazione con: gli Archivi di Stato, le Soprintendenze archivistiche, le Biblioteche pubbliche statali,
gli Istituti culturali, l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) e l’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro (ISCR).
Iniziative ulteriori vengono intraprese per valorizzare le Vie Francigene del Sud,
ovvero le vie che da Roma portavano nel Medioevo i pellegrini verso le coste
pugliesi per raggiungere Gerusalemme.
In riferimento alla valorizzazione e al potenziamento di importanti progetti realizzati di recente che hanno tutt’oggi un forte impatto sul territorio rivestono un
particolare significato i seguenti tre progetti: Mediateca 2000, Mediateca Centro-Nord, Libro Parlato Lions.
L’infrastruttura di base e di riferimento è il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)
che connette in rete circa 4.000 biblioteche pubbliche statali, universitarie, ecclesiastiche, di enti locali, di archivi, di conservatori, di istituti di ricerca e di cultura. Le biblioteche sono raggruppate in 66 Poli locali collegati all’Indice SBN,
gestito dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per
le Informazioni Bibliografiche (ICCU), che costituisce il nodo centrale della rete.
Nell’ambito dell’uso delle nuove tecnologie della comunicazione l’obiettivo del
piano d’azione Mediateca 2000 che nacque grazie ad una delibera CIPE del novembre 1998 e che ha consentito l’avvio di 66 mediateche, è stato lo sviluppo dell’infrastruttura della conoscenza, attraverso la costituzione di una rete di servizi
integrati.
La mediateca - o biblioteca multimediale - si propone come naturale evoluzione
della biblioteca tradizionale e si caratterizza come sportello di accesso ad un’informazione estremamente differenziata: documenti e servizi on line, banche dati,
testi on-line o su CD-Rom, VHS, DVD, musei virtuali, accesso a Internet.
La progettazione e la realizzazione delle mediateche ha comportato fasi di analisi, di valutazione, di implementazione tecnologica, di progettazione e di assistenza per i servizi di gestione.
Beneficiarie del finanziamento sono state la regione Sicilia, Puglia, Calabria, Molise, Sardegna, Campania e Basilicata che hanno avviato e reso operative sul territorio sessantasei mediateche. Sono state costituite venti cooperative di giovani
formati durante la prima fase del progetto.
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L’obiettivo di estendere al centro nord d’Italia l’esperienza maturata per il progetto Mediateca 2000, è confluito nel progetto Mediateca Centro-Nord finanziato da questa Direzione Generale con un Decreto del dicembre 2001.
Sono state realizzate 67 mediateche di enti locali sulla base di progetti presentati e gestiti dalle regioni Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana,
Umbria, Marche e Lazio, e 9 progetti nelle biblioteche pubbliche statali. Le mediateche presenti nel territorio nazionale finanziate interamente o in parte dalla
Direzione Generale sono in totale 142.
Progetto Libro Parlato nelle Biblioteche Pubbliche Statali
Il progetto “Libro Parlato Lions per non vedenti, ipovedenti, dislessici: la rete
delle biblioteche statali” nasce da una collaborazione tra la Direzione Generale
per i Beni Librari e gli Istituti Culturali e diverse associazioni facenti capo al Lions
Club, con l’obiettivo di sostenere, promuovere e diffondere la lettura tra le persone con difficoltà visive.
Il programma si inserisce nell’ambito delle iniziative a favore dei non vedenti,
ipovedenti e dislessici, promosse dai Lions Club, già a partire dal 1975, con il
progetto Libro Parlato Lions, che ha portato alla costituzione di un ricco archivio
di testi e documenti riprodotti sotto forma di audiolibri. Con l’avvento delle
nuove tecnologie informatiche e della rete WEB il progetto ha trovato una nuova
dimensione e una più ampia diffusione attraverso il portale.
Questa Direzione Generale, valutando positivamente tali iniziative, ha deciso di
appoggiarle e di offrire il proprio contributo concreto. Inizialmente testando
nuovi spazi di accesso e consultazione dedicati ai diversamente abili all’interno
della Biblioteca Statale di Cremona (2004), poi, a seguito del successo di tale collaborazione, stipulando una Convenzione con i Lions Club (19 dicembre 2006)
grazie alla quale l’esperimento è stato esteso a 24 Biblioteche Pubbliche Statali
su tutto il territorio nazionale.
Il progetto è stato avviato ufficialmente il 2 marzo 2007 con l’istallazione della prima
postazione informatica presso la Biblioteca Braidense di Milano (nei locali della Mediateca di Santa Teresa), e dal 30 giugno 2007 il servizio è attivo in tutte le biblioteche aderenti al programma. Al loro interno, le persone con difficoltà visive, possono
disporre di assistenza e postazioni informatiche dedicate dalle quali è possibile
accedere gratuitamente ai servizi di consultazione, download e prestito di audiolibri (circa 7.000 titoli) in diversi formati (audio cassette, CD, Mp3/WMA).
Usufruire del servizio è semplice: le persone con difficoltà visive possono recarsi in
biblioteca, registrarsi al servizio con l’aiuto e la collaborazione del personale bibliotecario e scegliere il libro da leggere. La traccia audio, con la relativa licenza di ascolto,
sarà caricata su una memoria (simile a quelle impiegate per ascoltare musica in formato mp3), che gli utenti potranno portare a casa. Allo scadere dei giorni stabiliti, il
file non può essere più ascoltato e il supporto sarà restituito alla biblioteca.
Sono allo studio nuove strategie di condivisione di questo programma con
l’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti – ONLUS.
Siti web di riferimento:
- Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore:
www.librari.beniculturali.it
- SBN: www.sbn.it e www.internetculturale.it/moduli/opac/opac.jsp
- Progetto “Via Francigena”: www.francigenalibrari.beniculturali.it
- Progetto Libro Parlato: www.libroparlatolions.it
- Mediateca 2000: www.mediateca2000.net
22
La Biblioteca nazionale di Roma è da tempo orientata ad affermare una strategia
di promozione culturale e valorizzazione del patrimonio librario che consente di
allargare e diversificare il suo pubblico. Il contributo ormai affermato, del mondo
della musica, del cinema o del teatro nell’organizzazione delle attività culturali
risponde a questa esigenza e a rendere più interessante e appetibile la realtà
della Biblioteca per i soggetti esterni che vogliono investire in cultura.
Come è ormai noto, i finanziamenti istituzionali non consentono una costante e
intensa politica e strategia di promozione culturale. La situazione economica impone quindi la scelta di creare rapporti e collaborazioni e di raccordarsi con altri
soggetti che sono interessati a produrre cultura. L’offerta culturale nazionale e locale cresce continuamente, così come contemporaneamente si riducono le risorse finanziarie e umane; in questo contesto è necessario agganciare altri
soggetti istituzionali o privati che consentano apporti esterni. La strategia di coinvolgere realtà esterne per collaborare alla realizzazione delle attività culturali della
Biblioteca (da sempre percepita nella sua duplice funzione: istituzionale di tutela e conservazione e di realtà locale al servizio del territorio), ha il suo punto
di forza anche negli spazi estesi e rinnovati, adatti alle più diverse tipologie di
eventi e quindi interessanti per le istituzioni esterne pubbliche e private. Nel
biennio 2006-2007 la Biblioteca nazionale ha realizzato circa 126 eventi culturali:
letture, concerti, convegni, incontri e soprattutto importanti mostre cui è stato
affidato il principale compito di valorizzazione e comunicazione delle raccolte.
Le stanze di Elsa che ruotava intorno ai manoscritti di Elsa Morante è stata allestita
anche a Napoli ed è anche una mostra multimediale (http://www.bncrm.librari.beniculturali.it/); Cara Cina e Mal di Russia, amor di Roma hanno permesso
al grande pubblico, attraverso un percorso divulgativo di far conoscere i fondi
orientali della Biblioteca; Un laboratorio per la musica che ha costituito un percorso di studio e approfondimento dell’attività e della biblioteca del maestro
Francesco Siciliani, è stata allestita anche a Perugia in occasione della Sagra Musicale Umbra e anche questa mostra è multimediale; Erbe e speziali è stata un’occasione per riscoprire gli antichi tesori nascosti della scienza botanica teorica e
pratica; L’ultimo cavaliere, la mostra dedicata a Giuseppe Garibaldi in occasione
del bicentenario della sua nascita, ha documentato, attraverso le tappe più importanti della vicenda garibaldina, i modi e le forme della fortuna del mito di
Garibaldi nel XX secolo; fino all’ultima mostra organizzata a cavallo tra il 2008 e
il 2009, La strada che parte da Roma: un percorso storico-didattico realizzato
con i preziosi documenti della Biblioteca nazionale e di altre prestigiose istituzioni scientifiche, che vanno dalla antiche raffigurazioni delle vie romane nella
loro uscita dalle porte di Roma, fino alle rappresentazioni delle strade di oggi. Significativo è stato il sostegno degli sponsor privati che hanno fornito il loro contributo a diversi livelli e dei partner individuati nelle istituzioni pubbliche.
Quest’ultimo canale è infatti una risorsa importante, sia per il finanziamento di
eventi culturali comuni, sia per l’erogazione a titolo gratuito di sevizi. Per citarne
alcuni: il Comune e la Provincia di Roma, diverse Università, enti culturali ed Ambasciate, l’ANAS, il Ministero dei trasporti e quello degli Interni, senza dimenticare che la Biblioteca in questi ultimi due anni, ha direzionato le proprie attività
culturali puntando sulla comunicazione e sul rapporto con il territorio: è infatti entrata a far parte del polo culturale creato dal Municipio di appartenenza, con il
quale sono state già avviate e sono in programma una serie di iniziative culturali.
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Angelina De Salvo
DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI,
GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE
La promozione culturale in tempo di crisi nell’esperienza
della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Direzione Generale per i
Beni Librari,gli Istituti Culturali
ed il Diritto D’Autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 0636216300
Fax 063216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
Biblioteca Nazionale Centrale
di Roma
Direttore: Osvaldo Avallone
Ufficio Stampa:
Angelina De Salvo,
Maria Grazia Villani
Viale Castro pretorio, 105
00185 Roma
Tel. 06 49891
Fax 06 4457635
[email protected]
www.bncrm.librari.beniculturali.it
23
Stefania Murianni
Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea
DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI,
GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE
Banca dati: “Immagini della Grande Guerra”
Direzione Generale per i
Beni Librari,gli Istituti Culturali
ed il Diritto D’Autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 06 36216300
Fax 06 3216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
Biblioteca di Storia Moderna
e Contemporanea
Direttore: Stefania Murianni
Via M. Caetani, 32
Tel. 06 6828171
Fax 06 68807662
[email protected]
www.bsmc.it
24
Durante la Prima Guerra Mondiale illustrazione e fotografia rivestono particolare
importanza: esse infatti avevano un potere di suggestione e di presa su un pubblico, in larga misura illetterato, che la parola scritta o parlata non aveva.
Si tratta di un patrimonio ricchissimo al quale i nuovi indirizzi della ricerca storica si rivolgono con sempre maggiore interesse perché offre uno spaccato dei
cambiamenti della società, della cultura e della mentalità dell’epoca che altri documenti colgono con minore immediatezza.
La Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea ha realizzato, in collaborazione con il Museo Centrale del Risorgimento, la Biblioteca Nazionale Centrale di
Roma e la Biblioteca Universitaria Alessandrina, una banca dati on line contenente 52.000 documenti italiani e stranieri (fotografie, periodici e giornali di trincea) sulla guerra 1914-1918.
Si è così costituito un grande archivio di immagini, poco conosciute ma di assoluta rilevanza qualitativa, se non di vero e proprio valore artistico, e, nel suo insieme, di straordinario interesse storico e documentario, che consente la
conoscenza e la valorizzazione di collezioni documentarie possedute da istituti diversi.
Il progetto “Immagini della grande guerra”, disponibile all’indirizzo www.1418.it., ha suscitato grande interesse a livello nazionale da parte di istituzioni pubbliche e private, archivi storici e musei, rappresentando uno dei primi esempi di
collaborazione nei settori bibliografici, archivistici e di musei. Infatti nella compilazione delle schede catalografiche sono stati rispettati gli standard di descrizione sia bibliografici che archivistici. Inoltre è stata elaborata una lista controllata
di termini di soggetto per la catalogazione semantica sia delle fotografie che
delle immagini contenute nei periodici.
Infatti ciò che contraddistingue questo progetto è la possibilità di individuare e
recuperare, attraverso una ricerca per parole chiave, per soggetto o per lista, le
immagini fotografiche pubblicate dai giornali altrimenti difficilmente reperibili.
È stata quindi realizzata una applicazione che importa schede catalografiche e
metadati descrittivi-gestionali di foto e immagini concernenti il tema della Prima
Guerra Mondiale, da più sorgenti e le rende disponibili sul web in maniera semplice e facilmente usabile.
A tale scopo è stato adottato un applicativo di Data providing compatibile al
protocollo PMH dell’Open archives (OAI-PMH 2.0) con metadati DC e MAG 2.0.1
(di cui si è attivata la sezione stru., tag element). L’applicativo è stato realizzato
modificando un progetto open source disponibile, sulla base del modello di
dati forniti dalla biblioteca e configurato sulla infrastruttura software esistente.
L’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) promuove ed elabora, per l’intero territorio nazionale, programmi, studi ed iniziative scientifiche in tema di catalogazione,
inventariazione e digitalizzazione del patrimonio bibliografico e documentario
conservato nelle biblioteche appartenenti allo Stato e ad altri Enti pubblici e privati italiani.
L’Istituto svolge inoltre funzioni di coordinamento, nel rispetto delle autonomie
locali, nell’ambito della documentazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale posseduto dalle biblioteche al fine della definizione di un sistema nazionale di servizi.
L’ICCU:
– coordina, promuove e gestisce il catalogo e la rete del Servizio Bibliotecario
Nazionale (SBN) e i servizi di prestito interbibliotecario e fornitura documenti;
– coordina, promuove e gestisce le basi dati nazionali relative al censimento dei
manoscritti e alla loro bibliografia, al censimento e bibliografia del libro antico e all’Anagrafe delle biblioteche italiane;
– gestisce i procedimenti di conformità al Servizio Bibliotecario Nazionale degli
applicativi di gestione delle biblioteche;
– promuove e coordina l’elaborazione di normative nazionali e diffonde norme
e standard internazionali, garantendo l’uniformità del catalogo e la produzione
di strumenti bibliografici di controllo;
– partecipa a livello internazionale alla produzione e aggiornamento di norme e
di formati bibliografici;
– promuove e coordina l’elaborazione di standard e linee guida relativi alla digitalizzazione del patrimonio bibliografico e documentario nelle fasi di archiviazione, gestione, conservazione e accesso alle risorse digitali;
– coordina il monitoraggio dei progetti di digitalizzazione e cura la pubblicazione e fruizione delle risorse digitali, integrandole con il catalogo SBN;
– cura l’attività di formazione nei vari settori di competenza, elaborando prodotti didattici tradizionali e a distanza;
– partecipa a progetti internazionali in materia di diffusione dell’informazione e
di digitalizzazione quali CERL, DPE, Michael, TEL, Europeana;
– esplica attività editoriale.
Le attività, le linee di ricerca e gli indirizzi tecnici sono promossi e realizzati in coerenza con le direttive generali del Ministero per i Beni e le attività culturali e della Direzione Generale per i beni librari, gli istituti culturali ed il diritto d’autore.
Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche
italiane e per le informazioni bibliografiche
Rosa Caffo
DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI,
GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO D’AUTORE
I progetti dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle
biblioteche italiane per le informazioni bibliografiche
Direzione Generale per i
Beni Librari,gli Istituti Culturali
ed il Diritto D’Autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 0636216300
Fax 063216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
Istituto Centrale per il
Catalogo Unico delle
biblioteche italiane e per le
informazioni bibliografiche
Direttore: Rosa Caffo
Viale Castro Pretorio, 105
00185 Roma
Tel. 06 49210425
Fax 06 4959302
www.iccu.sbn.it
Normative catalografiche e standard
L’interesse trasversale dell’informazione da parte degli utenti necessita dell’applicazione di metodologie e criteri omogenei di descrizione per l’accesso ai documenti e ai servizi offerti dalle varie istituzioni.
In tale ottica assume particolare rilevanza il lavoro promosso dall’Istituto nella
predisposizione e diffusione di normative catalografiche e standard.
La Commissione per la revisione delle RICA, istituita, su richiesta dell’ICCU dalla
Direzione Generale per i beni librari, gli istituti culturali ed il diritto d’autore, ha
prodotto un nuovo codice di regole di catalogazione (REICAT) alla luce dei nuovi
standard in ambito internazionale e delle mutate esigenze delle biblioteche e
dell’utenza. La documentazione è consultabile sul sito dell’ICCU all’indirizzo
http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=94.
25
Specifici gruppi di lavoro hanno prodotto manuali catalografici per SBN (Libro
moderno, libro antico, manoscritti), e relativi anche alla catalogazione dei materiali speciali (risorse elettroniche, video, musica, bandi, manifesti e fogli volanti).
Sul fronte della digitalizzazione l’Istituto ha promosso gruppi di lavoro specifici
che hanno elaborato linee guida che forniscono strumenti metodologici e indicazioni tecniche per la digitalizzazione di materiali fotografici, cartografici, bandi,
manifesti e fogli volanti.
Il Comitato interistituzionale (Comitato MAG) è la struttura nazionale di riferimento
per le attività connesse alla promozione, gestione ed evoluzione dei Metadati
Amministrativi e Gestionali nell’ambito dei progetti nazionali di digitalizzazione.
Il Comitato ha prodotto lo standard MAG ed è impegnato nell’aggiornamento
ed evoluzione dello standard stesso e della relativa documentazione, consultabile all’indirizzo http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=99.
Il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)
Il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), la rete delle biblioteche italiane, è un’infrastruttura di servizi nazionali per l’utenza, promossa dal Ministero per i beni e
le attività culturali, coordinata dall’ICCU e in cooperazione con le Regioni e le
Università. Ad esso sono collegate Biblioteche statali, di Enti locali, universitarie
e private operanti in diversi settori disciplinari.
Partecipano a SBN circa 4.000 biblioteche raggruppate in 65 poli locali che sono
a loro volta collegati al sistema Indice SBN che contiene il catalogo collettivo del
patrimonio posseduto dalle biblioteche aderenti al servizio.
Nel 2002, con l’avvio del progetto di evoluzione dell’Indice, oltre alla razionalizzare,
integrazione e ristrutturazione della base dati centrale dell’Indice, è stata prevista
l’apertura ad altri sistemi e la gestione di livelli di cooperazione diversificati.
Gli obiettivi principali del progetto sono stati:
– il rinnovamento tecnologico dell’hardware e del software;
– l’apertura dell’Indice SBN a sistemi di gestione della biblioteca non SBN che
utilizzino i più diffusi formati bibliografici (UNIMARC, MARC21);
– la gestione di livelli di cooperazione diversificati;
– lo sviluppo di nuove funzionalità quali ad esempio la catalogazione derivata,
la catalogazione di materiali speciali;
– lo sviluppo di funzioni di governo e monitoraggio sia delle prestazioni del sistema sia dell’incremento delle basi dati.
Distribuzione dei poli SBN in Italia
26
Biblioteche
enti locali
1%
universitarie
5% 0%
8%
statali
ist. culturali
11%
46%
6%
enti pubblici
scolastiche
ecclesiastiche
23%
altre tipologie
OPAC
Dal 1997 l’Indice è disponibile all’utenza mediante il sistema OPAC (On-line Public Access Catalog) che permette di accedere al contenuto informativo del catalogo, con modalità di ricerca al tempo stesso amichevoli e articolate e di
usufruire dei servizi connessi.
La base dati OPAC contiene attualmente dieci milioni di notizie e trenta milioni
di localizzazioni, ed è consultabile tramite due interfacce (http://opac.sbn.it e
http://www.internetculturale.it) con circa 20 milioni di ricerche annuali.
La base dati, riferita a pubblicazioni moderne, antiche e materiali speciali, presenta diverse tipologie di ricerca (semplice, base, avanzata, tematica per materiali specifici). Per gestire i risultati delle ricerche sono disponibili una serie di
servizi, quali la creazione e la gestione di un segnalibro, la spedizione via e-mail
dei risultati di una ricerca, il salvataggio della impostazione di una ricerca, e in
particolare la prospettazione di oggetti digitali disponibili nei repository NTC
(Network Turistico Culturale).
Altre caratteristiche significative del sistema OPAC SBN via web sono:
- l’aggancio al servizio di prestito interbibliotecario ILL SBN
- l’integrazione con i singoli OPAC locali;
- l’accesso alle schede anagrafiche delle biblioteche individuate;
- la prospettazione dei risultati di una ricerca in diversi formati tra quali i formati
UNIMARC e USMARC;
- l’export UNIMARC di singole notizie bibliografiche;
- la possibilità di ricerca e prospettazione per le voci di autorità relative agli autori lavorati nell’Indice SBN (attualmente 36.000);
- la possibilità di operare come client Z39.50 e quindi di interrogare altri cataloghi Z39.50 a livello nazionale e internazionale.
L’interfaccia http://opac.sbn.it soddisfa i criteri sull’accessibilità dei siti web previste dalla normativa vigente.
L’OPAC SBN è basato sullo standard Z39.50 (ISO 23950), e pertanto risulta accessibile da qualsiasi client Z39.50.
La base dati EDIT16
La base dati EDIT16 (http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/ihome.htm) è stata realizzata per la gestione sia del materiale bibliografico e dei prodotti editoriali sia
delle procedure del Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo.
EDIT16 consente:
– agli utenti la possibilità di effettuare ricerche sulla produzione editoriale italiana
del Cinquecento e di inviare segnalazioni sulle notizie bibliografiche via email;
– alle biblioteche partecipanti la possibilità di recuperare le loro notizie e di avviare nuove forme di collaborazione, di inserire o cancellare in linea localizzazioni e di segnalare proposte di correzione, previa abilitazione dell’ICCU;
27
– agli operatori del Censimento la gestione delle descrizioni bibliografiche, di
archivi collaterali quali le fonti bibliografiche e gli authority file di autori, editori/tipografi, luoghi di stampa, marche editoriali.
Le notizie bibliografiche attualmente presenti in base dati sono 64.595 e comprendono descrizioni definitive, descrizioni parzialmente elaborate suscettibili
di aggiornamenti e modifiche e descrizioni provvisorie.
A completamento delle descrizioni catalografiche si è avviato il recupero delle
immagini di frontespizi e colophon, a oggi 29.290 relative a 16.896 titoli.
EDIT16 gestisce inoltre i seguenti archivi:
– autori: 24.996 voci di cui 12.527 forme accettate; le voci sono corredate da
note informative e riferimenti bibliografici;
– editori/tipografi: 5.512 voci, di cui 2.502 forme accettate; anche in questo caso
le voci sono corredate da note informative e riferimenti bibliografici;
– luoghi: 531 voci, di cui 203 forme accettate, relative a denominazioni di luoghi di stampa di edizioni italiane del Cinquecento;
– marche tipografiche: 2.225 schede descrittive (tutte associate alle rispettive
immagini) di cui 863 relative a marche non censite in precedenza;
– titoli uniformi: 323 schede descrittive relative a titoli uniformi e di raggruppamento;
– bibliografia: 2.349 schede descrittive di altrettante fonti bibliografiche.
È consultabile da settembre del 2008 un nuovo archivio riservato alle dediche
contenute nelle edizioni dei più significativi autori italiani del Cinquecento. Attualmente l’archivio comprende 808 descrizioni bibliografiche e 2.625 immagini, con i relativi metadati.
Nel sito di EDIT16 è anche possibile consultare i numeri de Il Corsivo, notiziario
del Censimento, i manuali sul rilevamento dell’impronta, con la serie di Nouvelles des empreintes, e una rassegna bibliografica su EDIT16.
La base dati offre inoltre la possibilità di collegarsi ad altri siti relativi al libro antico.
È stato da ultimo realizzato un nuovo servizio che assicura l’accesso alla documentazione digitale in rete, collegando le descrizioni alla riproduzione dell’opera in web tramite la localizzazione dell’edizione.
Le basi dati BIBMAN e MANUS
Le basi dati BibMan (http://217.133.174.163/webbibman) e Manus
(http://manus.iccu.sbn.it) si propongono di offrire un servizio di informazione e
documentazione sui manoscritti conservati nelle biblioteche italiane.
BibMan – Bibliografia dei manoscritti in alfabeto latino – raccoglie i dati bibliografici che citano manoscritti posseduti da biblioteche italiane e si avvale della
cooperazione di quaranta istituti bibliotecari che partecipano al progetto.
La bibliografia attualmente disponibile è quella corrente (dal 1990) ed è il prodotto dello spoglio di 7864 tra monografie, poligrafie e periodici realizzato dai
bibliotecari degli enti partecipanti.
L’arco temporale che documenta è molto vasto: va dal V sec. ai nostri giorni. Attualmente la base dati contiene ca. 52.000 manoscritti citati, ca. 72.000 citazioni
di manoscritti, più di 5.000 autori e ca. 13.000 schede.
L’attività di implementazione della base di dati avviene anche on-line.
Manus è una base di dati e immagini realizzata nell’ambito del progetto di censimento del patrimonio librario manoscritto conservato nelle biblioteche italiane.
Contiene descrizioni catalografiche di manoscritti che, cronologicamente, vanno dal
medioevo all’età contemporanea, comprendendo anche i carteggi e gli epistolari.
Recentemente si è realizzata, grazie anche alla collaborazione del Dipartimento
di Informatica e Comunicazione dell’Università degli studi di Milano, una nuova
versione del software Manus che consente la catalogazione on-line.
28
Oggi nell’archivio Manus sono presenti circa 1.000 immagini, 50.898 segnature,
50.763 titoli, 34.940 nomi, che nella nuova versione vengono controllati da uno
specifico authority file.
L’anagrafe delle biblioteche Italiane e la bibliografia romana
La base dati Anagrafe (http://anagrafe.iccu.sbn.it/index.html, www.internetculturale.it/genera.js ?s=7) nasce dal progetto di censimento delle biblioteche avviato agli inizi degli anni ‘90 con l’obiettivo di creare uno strumento
d’informazione generale, unitario ed aggiornato, sulla realtà bibliotecaria in Italia
mediante la realizzazione di una base dati integrata nei servizi della rete del Servizio Bibliotecario Nazionale e finalizzata anche alla pubblicazione del repertorio a stampa Catalogo delle biblioteche d’Italia (completato nel 2004). Al
progetto aderiscono Regioni, Università e Istituzioni culturali.
Nella base dati sono presenti più di 16.000 indirizzi (16.401) e sono state raccolte le informazioni di circa 12.371 biblioteche.
Sulle informazioni più significative e più stabili si svolge il lavoro di elaborazione
statistica.
Per non disperdere il cospicuo patrimonio informativo gestito dall’anagrafe biblioteche ed assicurare ai suoi numerosi utenti un servizio efficace ed affidabile, è necessario garantire un aggiornamento continuo e regolare tramite una sempre più
stretta collaborazione con le istituzioni che finora hanno collaborato con l’ICCU per
la realizzazione della base dati (Regioni, Università, Istituzioni culturali, ISTAT).
A tal fine l’ICCU ha realizzato una procedura di importazione ed esportazione dei
dati, secondo un formato di scambio standard (XML) concordato con i partner,
che permette:
– l’acquisizione di dati dalle fonti di informazioni istituzionali (basi dati delle
Regioni, Università, e di altre istituzioni) che possono correttamente fornire
l’aggiornamento relativo alle biblioteche di loro competenza;
– lo scarico dei dati dall’Anagrafe verso altre basi dati (delle Regioni, delle Università, e di altre istituzioni).
Il progetto di una bibliografia romana (http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=86,
host.uniroma3.it/progetti/bibliografiaromana/Pag1.htm, http://www.bibliografiaromana.it) corrente e retrospettiva è nato a seguito della cooperazione tra varie
istituzioni scientifiche e culturali e della Convenzione stipulata tra l’ICCU, il Centro interdipartimentale di ricerche per lo studio di Roma moderna e contemporanea della Terza Università (CROMA) e il Comune di Roma – Archivio Capitolino.
È stata recentemente creata una base dati Bibliografia romana on-line, che segnala i documenti pubblicati dal 1999 riguardanti Roma dal Medio Evo ai nostri
giorni; su questa base dati sono state riversate le notizie relative al decennio19891998 precedentemente pubblicate in un volume a stampa. I documenti segnalati sono monografie, articoli, contributi di opere poligrafiche, spoglio di
pubblicazioni periodiche e di banche dati bibliografiche.
Il servizio di prestito interbibliotecario e la fornitura di documenti ILL SBN
ILL SBN (InterLibrary Loan) è un servizio di prestito interbibliotecario e fornitura
documenti accessibile liberamente su Internet (http://prestito.iccu.sbn.it/ILLWeb/servlets/ILL) e rivolto ai bibliotecari e agli utenti finali. È nato con la finalità
di creare un servizio nazionale in grado di rendere più veloce e amichevole l’accesso ai documenti e di semplificare la gestione delle richieste da parte delle biblioteche.
Permette la comunicazione tra le biblioteche partner ed i loro utenti attraverso un
unico strumento di colloquio ed è in grado di dialogare, anche a livello internazionale, sulla base di un linguaggio standard comune: Interlibrary loan applica-
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tion service definition (ISO ILL 10160) e Interlibrary loan protocol specification
(ISO ILL 10161).
I bibliotecari lo utilizzano per ottenere servizi per conto dei loro utenti e per gestire le transazioni con le biblioteche partner; gli utenti finali per richiedere personalmente un servizio e per seguirne l’iter in modo trasparente.
La partecipazione a ILL SBN è aperta a tutte le biblioteche che vogliono aderire
e si impegnano a definire il proprio ruolo (biblioteca richiedente e/o prestante)
e a garantire i tempi di risposta e fornitura dei documenti.
ILL SBN è un sistema aperto, attualmente integrato con il Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale, con il Catalogo nazionale dei periodici (ACNP) e con il
catalogo di spoglio di periodici ESSPER ed è in grado di integrarsi con altri cataloghi e di interoperare con i sistemi locali di gestione di biblioteca e con altri
servizi di prestito interbibliotecario.
Grazie all’utilizzo di un unico sistema da parte di biblioteche di diversa tipologia amministrativa ILL SBN consente di avere una visione globale del prestito interbibliotecario a livello nazionale ed ottenere statistiche omogenee utili a
indagini e valutazioni a livello internazionale. Sulla base delle caratteristiche di interoperabilità e conformità agli standard internazionali può costituire un polo di
riferimento anche per la gestione delle richieste con l’estero, facilitando l’accesso
degli utenti al prestito internazionale.
Il portale Internet Culturale
Internet Culturale (http://www.internetculturale.it) è un portale multilingue – italiano, inglese, francese, spagnolo – che permette agli utenti di accedere ai documenti e alle risorse digitali delle biblioteche italiane e di trovare informazioni
riguardanti le loro attività; permette inoltre, consultando il sito Italia Pianeta Libro
(http://www.ilpianetalibro.it), di ottenere notizie sul libro e l’editoria.
Attraverso il portale, l’utente può:
– effettuare ricerche nell’ambito del Catalogo collettivo della rete SBN;
– visualizzare ed effettuare il download delle immagini delle Collezioni digitali
collegate;
– accedere direttamente al Servizio di prestito interbibliotecario;
– effettuare ricerche nei Cataloghi storici digitalizzati di istituzioni pubbliche italiane;
– interrogare l’Anagrafe delle Biblioteche Italiane.
Nella sezione relativa ai cataloghi speciali l’utente può svolgere ricerche:
– sulle edizioni italiane del XVI secolo (Edit16);
– sui manoscritti in alfabeto latino posseduti dalle biblioteche che partecipano
al censimento nazionale Manus;
– sulla bibliografia dei manoscritti realizzata dagli enti partecipanti al progetto
BibMan;
– sulla descrizione e riproduzione digitale dei palinsesti greci.
Il portale Internet Culturale consente inoltre di navigare, con l’ausilio di tecnologie tridimensionali, animazioni, ipertesti, fra mostre virtuali dedicate a differenti
personalità nell’ambito delle attività artistico-culturali (per es. Svevo, Verdi, Totò).
Il Portale Internet Culturale riserva anche un ampio spazio al patrimonio musicale
consentendo la ricerca per Istituti e progetti, per Fondi, per autori e pezzi rari
come gli autografi (si contano ad esempio 272 pezzi per Donizetti, 70 per Puccini, 25 per Bellini); per Percorsi musicali.
Hanno contribuito le Biblioteche statali (Torino, Venezia, Modena, Roma) e Monumentali (Montecassino e Girolamini), Biblioteche dei Conservatori “S. Pietro a
Majella” di Napoli e “Luigi Cherubini” di Firenze, Musei, Istituzioni Civiche, Archivi di Stato (Trento, Bergamo, Bologna, Lucca, Perugia), istituzioni musicali pre-
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stigiose come l’Archivio di Casa Ricordi, la Fondazione Rossini di Pesaro, la Fondazione Accademia nazionale di S. Cecilia di Roma, la Casa della Musica di
Parma. Gli oggetti digitali risiedono quasi interamente presso la Teca dell’ICCU per
circa un milione e mezzo di immagini che costituiscono una delle più ricche
banche dati presenti in rete.
La digitalizzazione dei cataloghi storici delle biblioteche si colloca nell’ambito
del Progetto Biblioteca Digitale Italiana e comprende la scansione, in formato immagine, di oltre 200 cataloghi di biblioteche pubbliche italiane, rendendo accessibili in Internet un totale di 6.843.454 di immagini.
Tale collezione riunisce riproduzioni digitali di cataloghi, a schede o a volume,
organizzati in diversi modi (alfabetici, topografici, sistematici, misti) e relativi a diversi materiali (edizioni a stampa, manoscritti, materiali speciali). Le intestazioni
sono state riprese nella forma in cui si presentano nel catalogo (senza normalizzazioni), per rispettare la “storicità” dei cataloghi stessi.
Sono inoltre disponibili informazioni sulle biblioteche e sui singoli cataloghi digitalizzati (storia, organizzazione, modalità particolari di ricerca).
I cataloghi storici, oltre che attraverso il Portale, sono consultabili in Internet agli
indirizzi http://cataloghistorici.bdi.sbn.it/code/index.asp e http://www.bibliotecadigitaleitaliana.it/genera.jsp. Internet culturale è integrato con il portale CulturaItalia aggregatore di contenuti e punto di accesso a basi dati, siti web e
collezioni digitali che vede coinvolti tutti i settori del patrimonio culturale.
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Progetti Europei
I musei europei in rete: il progetto ATHENA
Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle
biblioteche italiane e per le informazioni
bibliografiche
DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI,
GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO
D’AUTORE
Marzia Piccininno
Direzione Generale per i
Beni Librari,gli Istituti Culturali
ed il Diritto D’Autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 0636216300
Fax 063216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
Osservatorio Tecnologico per
i Beni e le Attività Culturali
Coordinamento: Rossella Caffo
Viale Castro Pretorio 105
00185 Roma
Tel. 0649210426
Fax 0649599302
www.athenaeurope.org
[email protected]
www.otebac.it/prototipo.html
32
ATHENA, acronimo di Access to cultural heritage networks across Europe, è un
progetto europeo finanziato nell’ambito del programma eContentplus e sviluppato a seguito dei risultati del progetto MINERVA; il suo obiettivo principale è
quello di facilitare l’accesso dei musei degli Stati membri in Europeana, la Biblioteca Digitale Europea, attraverso l’elaborazione di linee guida e strumenti tagliati sulle loro specifiche esigenze.
Nel consorzio sono rappresentati ben 20 paesi dell’Unione europea e 3 stati
extra-europei in qualità di osservatori; oltre 100 tra musei di grande rilievo e altre
istituzioni culturali sono direttamente associati al progetto. Il coordinamento di
ATHENA è stato affidato al Ministero per i beni e le attività culturali.
Il progetto ATHENA è nato nell’ambito del dibattito avviatosi tra gli esperti europei di digitalizzazione della rete MINERVA in merito alle problematiche connesse all’interoperabilità delle banche dati di oggetti museali. Rispetto al settore
dei beni librari, tradizionalmente più strutturato e più uso all’applicazione di standard, catalografici e di metadati, quello dei musei presenta, nonostante alcune
significative proposte, un approccio molto disomogeneo rimettere in cui non vi
è una condivisione, e talvolta applicazione, di standard che facilitino l’interscambio dei dati digitalizzati.
Sulla base di queste considerazioni si sta sviluppando il lavoro di ATHENA. Le
oltre 100 istituzioni europee coinvolte, che saranno circa 200 alla fine del progetto, costituiscono un nucleo significativo per:
• verificare l’impiego di standard di metadati per la gestione e la descrizione
delle risorse;
• identificare gli standard tecnici e i protocolli per lo scambio dei dati più diffusi;
• esaminare l’uso del multilinguismo, dei thesauri e dei vocabolari controllati in
ambito museale;
• analizzare come le istituzioni hanno affrontato (ed eventualmente risolto) le
questioni legate al diritto di proprietà intellettuale, al copyright e al DRM.
I risultati attesi:
• sviluppare uno strumento capace di integrare i diversi standard, tecnologie e
mezzi utilizzati dai musei e dialogare con la struttura semantica di Europeana;
• produrre raccomandazioni e linee guida per i musei affinché possano sostenere progetti interni di digitalizzazione e integrarli in un’ottica europea;
• promuovere tra i musei l’uso degli standard e la cultura dell’accesso aperto e
della condivisione delle risorse.
Tutte le informazioni sul progetto ATHENA sono disponibili all’indirizzo web
www.athenaeurope.org.
ATHENA
Coordinamento: Rossella Caffo
Viale Castro Pretorio 105
00185 Roma
Tel. 0649210426
Fax 0649599302
www.athenaeurope.org
[email protected]
33
MICHAEL
Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle
biblioteche italiane e per le informazioni
bibliografiche
DIREZIONE GENERALE PER I BENI LIBRARI,
GLI ISTITUTI CULTURALI ED IL DIRITTO
D’AUTORE
Giuliana De Francesco
Direzione Generale per i
Beni Librari,gli Istituti Culturali
ed il Diritto D’Autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 0636216300
Fax 063216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
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MICHAEL, Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe, e il suo sviluppo
MICHAELplus, progetti finanziati dal programma eTEN della Commissione Europea, hanno creato una rete di 19 portali nazionali che danno accesso integrato
all’insieme del patrimonio e dell’informazione culturale digitale attraverso il catalogo delle collezioni digitali. Il portale europeo, online alla url http://www.michael-culture.org, consente la navigazione multilingue nell’insieme delle
informazioni messe a disposizione dalle banche dati nazionali. Oggi il servizio
europeo consente di reperire oltre 10.000 collezioni digitali provenienti dai 19
paesi partner, corrispondenti ad aggregazioni di milioni di oggetti digitali, corredate da informazioni di contesto relative alle istituzioni responsabili, ai servizi
di accesso, alle collezioni fisiche digitalizzate. Il catalogo di MICHAEL include
inoltre informazioni importanti ai fini dell’interoperabilità tecnica e semantica,
come l’indicazione degli standard descrittivi e terminologici adottati dalle banche dati descritte, i formati digitali, i protocolli per la trasmissione dei dati.
La connessione di nuove banche dati nazionali (a breve è previsto il collegamento alla banca dati israeliana) e l’integrazione progressiva dei dati costantemente in corso di immissione nei diversi paesi andranno estendendo la copertura
del servizio, che già offre un canale di accesso semplice e veloce all’insieme del
patrimonio culturale europeo.
La manutenzione del servizio MICHAEL Culture, conclusosi il progetto europeo,
è attualmente sotto la responsabilità dell’associazione internazionale MICHAEL
Culture AISBL, che aggrega gli ex partner del progetto e ha la finalità generale di
promuovere la conoscenza del patrimonio culturale europeo tramite i canali digitali, e specificamente di garantire la sostenibilità del servizio europeo.
Il successo di MICHAEL è anzitutto dovuto al suo fondarsi su standard internazionali condivisi e su una organizzazione distribuita. Nato dai risultati e dall’affiatata partnership del progetto MINERVA, MICHAEL si basa infatti interamente
su standard internazionali aperti (tecnici, terminologici, descrittivi, per la gestione
dei diritti) e software open source, ovvero a codice sorgente aperto. L’organizzazione del censimento è distribuita e vede una ripartizione sul territorio dei
compiti e delle responsabilità, con l’obiettivo principale di coinvolgere in modo
capillare istituzioni e organizzazioni culturali di ogni settore e dimensione.
Punti di forza determinanti ai fini dell’efficacia e della sostenibilità del servizio
sono l’integrazione dell’azione di MICHAEL nell’ambito delle strategie nazionali
per la digitalizzazione e l’accesso al patrimonio culturale della maggior parte dei
paesi partner, nonché la rete di migliaia di istituzioni mobilitate in tutta Europa intorno a una finalità comune.
Il lancio di Europeana, il progetto di biblioteca digitale europea che ha l’ambizioso obiettivo di dare accesso al patrimonio culturale mirando a raggiungere il
livello del singolo oggetto (item), ha favorito il concentrarsi dell’attenzione internazionale su MICHAEL. Il catalogo tendenzialmente esaustivo delle collezioni
digitali europee di interesse culturale infatti è una risorsa preziosa per perseguire
l’obiettivo di Europeana, poiché agevola l’identificazione e la localizzazione
delle risorse cui dare accesso e delle organizzazioni responsabili. Nelle Conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea sulla digitalizzazione e l'accessibilità online del materiale culturale e sulla conservazione digitale, adottate all’unanimità
nella seduta del 13 novembre 2006, MICHAEL viene infatti riconosciuto come
uno dei due pilastri su cui erigere Europeana ( http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2006:297:0001:0005:IT:PDF)
L’associazione MICHAEL Culture, presieduta fino al 2010 dal Ministero francese
per la cultura e la comunicazione, è parte attiva nel processo di costruzione di
Europeana, in quanto membro del Consiglio direttivo della Fondazione EDL che
ne gestisce e orienta lo sviluppo. MICHAEL Culture è inoltre partner di vari progetti che contribuiscono allo sviluppo di Europeana fra cui, ultimo in ordine di
tempo, ATHENA, Access to cultural heritage networks across Europe (www.athenaeurope.org).
In Italia MICHAEL ha potuto contare sulla partecipazione attiva ed entusiasta di
migliaia di organizzazioni pubbliche e private, giungendo a descrivere circa 3800
collezioni digitali create e gestite da quasi 2000 istituzioni. La banca dati (accessibile alla url http://www.michael-culture.it) offre dunque un catalogo esaustivo delle collezioni digitali di interesse culturale e scientifico create o gestite da
istituzioni italiane. Le tipologie istituzionali più rappresentate sono musei e pinacoteche (28%) seguiti da biblioteche (13%) enti di ricerca (13%) e archivi
(12%). I temi più diffusi sono le arti figurative (20%), architettura e paesaggio
(17%), archeologia (8%), informazione e comunicazione (7%). I servizi che
danno accesso alle collezioni sono online in circa il 60% dei casi.
I risultati del censimento sistematico svolto da MICHAEL offrono al portale della
cultura italiana CulturaItalia, che ne condivide l’approccio orientato agli standard
internazionali aperti, un valido strumento per l’identificazione di potenziali fornitori di contenuti appartenenti ai più diversi domini: pubblici e privati, di rilievo
nazionale, regionale o locale, responsabili di attività culturali quali la lettura, il cinema o lo spettacolo dal vivo o della tutela e valorizzazione di beni archivistici,
librari, archeologici, architettonici, storico-artistici, etnologici, multimediali, enti
di ricerca o per la formazione di base e permanente.
La banca dati italiana MICHAEL è stata resa interoperabile con CulturaItalia attraverso la mappatura del modello dei dati e di alcune terminologie nel profilo di
applicazione PICO e la cattura automatica dei metadati MICHAEL da parte del
Portale.
Michael
Coordinamento:
Rossella Caffo
Viale Castro Pretorio, 105
00185 Roma
Tel. 06 49210426
Fax 06 4959302
www.michael-culture.org
(portale europeo)
www.michael-culture.it
(portale italiano)
35
Paolo D’Angeli
Servizio II - Programmazione
DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO
E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA,
LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA
STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURA
Attività di Programmazione del Ministero per I Beni
e le Attività Culturali per l’anno 2008
Direzione Generale per il
Bilancio e la Programmazione
Economica, la Promozione,
la Qualità e a
Standardizzazione delle
Procedure
Direttore Generale:
Maddalena Ragni
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma
Tel. 06 67232841/2276
Fax 06 67232644
[email protected]
Servizio II - Programmazione
Nel quadro della finalità di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione sancita dall’articolo 9 della Costituzione, il Ministero per i
beni e le attività culturali provvede alla tutela del patrimonio culturale mediante
attività dirette a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica
fruizione. A questo scopo il Ministero si avvale dello strumento della programmazione annuale e pluriennale per razionalizzare l’uso delle risorse disponibili
oltre che per conferire unitarietà di indirizzo agli interventi sull’intero territorio
nazionale. In particolare l’assegnazione delle risorse tiene conto della consistenza
del patrimonio culturale presente sul territorio, dello stato di conservazione, dell’urgenza e delle intese istituzionali stipulate tra Ministero, Regioni ed autonomie
locali.
Nel corso dell’esercizio finanziario 2008 sono state programmate risorse pari ad
€ 242.257.383,90 di cui:
• € 99.543.800,48 relative al programma dei lavori pubblici approvato con DM
16 luglio 2008;
• € 89.228.322,42 dal programma dei proventi derivanti dal gioco del Lotto rimodulato con DM 25 settembre 2008 a seguito degli effetti prodotti dall’articolo 2, commi 615, 616 e 617 della legge finanziaria 2008;
• € 21.985.261,00 concernenti la programmazione dei contributi in conto capitale ai sensi degli articoli 35, 36 e 37 del decreto legislativo 22 gennaio 2004,
n. 42 (codice dei beni culturali e del paesaggio) approvata con DM 3 aprile
2008;
• € 31.500.000,00 dalle risorse stanziate dall’art. 1, comma 1138 della legge finanziaria 2007 e finalizzate con DM 3 aprile 2008 e DM 12 novembre 2008.
L’apporto di ogni fonte di finanziamento può essere, sinteticamente, rappresentato nel grafico seguente:
Responsabile: Paolo D’Angeli
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma
Tel. 06 67232828
Fax
[email protected]
Principali programmazioni delle risorse di bilancio del MIBAC
Totale esercizio finanziario 2008 euro 242.257.383,90
art. 1 comma 1138. LF 2007;
31.500.000,00 ; 13,00%
programma LL.PP.;
99.543.800,48 ; 41,09%
contributi in c/capitale;
21.985.261,00 ; 9,08%
Fondi LOTTO; 89.228.322,42 ;
36,83%
programma LL.PP.
Fondi LOTTO
contributi in c/capitale
art. 1 comma 1138. LF 2007
L’ammontare complessivo delle risorse programmate può anche essere distinto
per settore di intervento del Ministero come segue:
36
Principali programmazioni delle risorse di bilancio del MIBAC per settore intervento
Totale esercizio finanziario 2008 euro 242.257.383,90
Spettacolo; 21.087.620,00;
8,70%
Cinema; 11.136.040,00;
4,60%
Regioni autonome
6.527.700,00 ; 2,69%
SG/DGOIF/DGBIL
25.643.744,05 ; 10,59%
Beni librari ; 14.597.050,06 ;
6,03%
Paesaggio,
architettura e arte
contemp.; 1.266.702,66;
0,52%
Archivi; 11.688.146,10;
4,82%
Beni archeologici
36.481.468,79 ; 15,06%
Beni storico-artistici
ed etnoantropologico
23.424.386,78 ; 9,67%
Beni architettonici
90.404.525,46 ; 37,32%
SG/DGOIF/DGBIL
Archivi
Beni architettonici
Paesaggio, architettura e arte contemp.
Spettacolo
Beni librari
Beni archeologici
Beni storico-artistici ed etnoantropologico
Cinema
Regioni autonome
Come è facile constatare l’attività del Ministero può essere ricondotta a tre aree
principali di intervento e ad un settore trasversale. In articolare alle arti, caratterizzate da interventi su beni architettonici, storico-artistici, archeologici del paesaggio e dell’arte contemporanea, sono state destinate risorse per €
151.577.083,69 pari al 62,57 % del totale; al settore degli archivi e dei beni librari
sono stati assegnate risorse per € 26.285.196,16 pari al 10,85 %; al settore del cinema e dello spettacolo dal vivo sono stati attribuiti € 32.223.660,00 pari al 13,30
%. Infine al settore trasversale sono state destinate risorse per € 25.643.744,05
pari al 10,59 % del totale.
Il Ministero per i beni e le attività culturali esercita anche attività di sostegno, promozione e vigilanza delle attività di spettacolo ai sensi di quanto previsto dal
combinato disposto dell’articolo 2 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n.
368 e dell’articolo 156 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
A tale scopo la principale fonte di finanziamento disponibile è rappresentata
dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), che per l’anno 2008, è stato pari ad
€ 471.339.084,99.
Nella grafico seguente è rappresentata la ripartizione del Fondo nei diversi settori di intervento del Ministero nell’ambito del cinema e dello spettacolo dal
vivo:
Ripartizione del Fondo UNico per lo Spettacolo (FUS) per settori di intervento
Totale FUS 2008 euro 471.339.084,99
Osservatorio dello Spettacolo;
661.691,67; 0,14%
Attività cinematografiche;
90.986.121,57; 19,30%
Spese funz. Comitati e Comm.;
205.352,59; 0,05%
Fondazioni liriche;
215.488.448,41; 47,72%
Attività Circensi Spettacolo
Viaggiante; 6.945.998,96
1,47%
Attività teatrali di Prosa;
84.256.408,59 ;
17,88%
Attività di danza;
9.586.771,50; 2,03%
Fondazioni liriche
Attività teatrali di Prosa;
Osservatorio dello Spettacolo
Attività Musicali; 63.208.291,70;
13,41%
Attività Musicali
Attività Circensi e Spettacolo Viaggiante
Spese funz. Comitati e Comm.
Attività di danza
Attività cinematografiche
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Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure
DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO
E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA,
LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA
STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Direzione Generale per il
Bilancio e la Programmazione
Economica, la Promozione,
la Qualità
e la Standardizzazione
delle Procedure
Direttore Generale:
Maddalena Ragni
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma
Tel. 06 67232841/2276
Fax 06 67232644
[email protected]
Servizio III
Qualità e standardizzazione
delle procedure
Dirigente: Mariantonietta Leone
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232169
Fax 06 67232513
[email protected]
[email protected]
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici.
Il MiBAC dialoga con il cittadino: un’iniziativa di “qualità”
Mariantonietta Leone
Il MiBAC, con il progetto “Indagine sui servizi culturali pubblici”, partecipa al
concorso Premiamo i risultati indetto dal Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione, in collaborazione con il Formez, finalizzato a valorizzare,
diffondere e premiare i risultati raggiunti dalle Amministrazioni pubbliche nel migliorare le performance.
La selezione delle Amministrazioni partecipanti al concorso è stata particolarmente rigorosa: hanno presentato la propria candidatura al premio 797 Amministrazioni e solo 430 sono state ammesse alla fase finale di realizzazione della
progettazione esecutiva. Fra queste c’è anche il MiBAC.
Il progetto “Indagine sui servizi culturali pubblici”, elaborato dal Servizio III - Qualità e Standardizzazione delle procedure, della Direzione Generale per il bilancio, la programmazione economica, la promozione, la qualità e la
standardizzazione delle procedure realizza la prima indagine nazionale sulla
soddisfazione dell’utenza nei luoghi statali della cultura di media affluenza ed ha
come obiettivo il miglioramento della qualità dell’offerta dei servizi culturali, attraverso la conoscenza delle differenti tipologie di utenza e la maggiore attenzione e ascolto alle esigenze diversificate dei portatori di interesse.
Nel mese di aprile 2009, in 36 istituti, archivi, biblioteche, musei, monumenti ed
aree archeologiche del nord, centro e sud Italia sono stati somministrati agli utenti
n.2200 questionari tradotti anche in lingua inglese e francese.
Gli istituti partecipanti, selezionati per area geografica e tipologia, sono i seguenti:
• per gli archivi: l’Archivio di Stato di Savona, di Modena, di Piacenza, di Cremona, di Vicenza, di Lucca, di Pisa, di Cosenza, di Avellino, di Brindisi;
• per le biblioteche: la Biblioteca Universitaria di Pavia, la Biblioteca Statale di
Trieste, la Palatina di Parma, la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea
di Roma, la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, la Biblioteca Universitaria di Napoli;
• per i musei: la Galleria Nazionale di Parma, il Teatro Farnese di Parma, il Museo
Pomposiano e l’Abbazia di Pomposa a Codigoro (Ferrara), la Galleria Giorgio
Franchetti di Venezia, il Museo di San Marco di Firenze, la Cappella Bacci della
Basilica di San Francesco di Arezzo, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, la Rocca Roveresca di Senigallia, il Museo Archeologico Nazionale delle
Marche ad Ancona, la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, la Necropoli della Banditaccia a Cerveteri, la Necropoli di Tarquinia, la Galleria d’Arte Antica di Roma, Villa Lante
della Rovere a Bagnaia, il Palazzo Farnese a Caprarola, il Museo Archeologico
dei Campi Flegrei, il Palazzo di Tiberio e Villa Jovis a Capri, Castel del Monte
ad Andria e la Certosa di Padula.
Il progetto si caratterizza, in primo luogo, per la particolarità del criterio di scelta
adottato, che prende in esame le classifiche annuali di gradimento dei luoghi
della cultura aperti al pubblico, definite sulla base dell’afflusso numerico dei visitatori e all’interno delle quali gli istituti selezionati si attestano su posizioni di “livello medio”. Si è ritenuto interessante concentrare l’attenzione non, ancora una
volta, sugli istituti posti al vertice delle classifiche di gradimento dell’utenza,
quanto piuttosto su quella fascia di medio livello nella quale si trovano siti di eccellenza e dunque certamente meritevoli di riconoscimenti ben più ampi.
38
Conoscere le cause di un “successo parziale” e individuare i possibili interventi
migliorativi potrebbe consentire anche agli istituti di medio livello finalmente di
“decollare”.
Il secondo aspetto di interesse del progetto è rappresentato dal fatto che la rilevazione della soddisfazione dell’utenza ha abbracciato le differenti tipologie
di istituti alle quali si ricollegano categorie ampie e differenziate di utenti, in un
panorama altamente variegato di esigenze, richieste e aspettative. L’Amministrazione, in tal modo, ha voluto mettersi in gioco a tutto campo, nello sforzo e nell’impegno di migliorare in ogni settore la propria offerta culturale.
Sono state, a tal fine, somministrate, negli istituti sopraelencati, tre distinte tipologie di questionari contenenti domande chiuse, articolate in cinque sezioni,
con le quali si è cercato di ricomprendere nella misura più ampia e completa la
gamma dei servizi offerti, in rapporto alle possibili richieste, aspettative ed esigenze degli utenti.
Le attività relative alla realizzazione del progetto sono state articolate in fasi individuate e definite dal gruppo di lavoro costituito ad hoc. Sono stati previsti momenti di formazione dei referenti, costituzione di focus group, elaborazione di
tre tipologie di questionari, di cui si è già detto, acquisizione di dati attraverso
la somministrazione e la raccolta dei questionari, costituzione di un data base
con caricamento e controllo dei dati raccolti, elaborazione e analisi degli stessi,
definizione di proposte di interventi correttivi e migliorativi delle criticità individuate, presentazione e pubblicazione dei risultati finali.
Ha collaborato alla definizione delle metodologie dell’indagine e affiancato
l’Amministrazione nelle fasi di maggiore criticità, la Facoltà di Sociologia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Ha inoltre partecipato alla realizzazione del
progetto, l’Ufficio di Statistica del MiBAC.
In data 18 marzo 2009, si è tenuta a Roma, presso la ex chiesa di S.Marta, una giornata nazionale di formazione riservata ai referenti degli istituti selezionati, nel
corso della quale è stato consegnato agli stessi,un kit contenente,tra l’altro, i questionari e le linee guida (le c.d. 7 regole 7) relative alle modalità di svolgimento
dell’indagine. In particolare, sono state fornite indicazioni sull’ampiezza
e caratteristiche del campione da analizzare, sul passo di campionamento da
osservare e sul form da utilizzare per l’inserimento dei dati raccolti a conclusione
della somministrazione dei questionari.
L’obiettivo dell’indagine è indirizzato principalmente all’area del risultato: controllare i risultati, valutarne gli effetti, consolidare e diffondere le buone pratiche.
In particolare, il risultato che si intende raggiungere con il progetto è conoscere
in maniera più approfondita le differenti tipologie e categorie di utenti degli istituti e luoghi della cultura coinvolti nell’indagine, ottenere risposte in merito alla
valutazione dei sevizi culturali offerti, con riferimento alla loro regolarità, all’accoglienza e al dialogo, per migliorarne la qualità.
Il progetto è, infatti, chiaramente riconducibile al tema della qualità dei servizi e
della soddisfazione dell’utenza, tema sempre in auge e mai abbandonato all’interno di quel processo di modernizzazione delle pubbliche amministrazioni
che nasce negli anni ‘90 e che sempre di più ha puntato al miglioramento dell’offerta dei servizi pubblici.
In tale contesto e con analoga finalità si colloca anche la Direttiva del 24 marzo
2004 del Ministro della Funzione Pubblica sulla rilevazione della qualità percepita dai cittadini, con la quale il progetto “Indagine sui servizi culturali pubblici”
è pienamente in linea. La Direttiva citata esalta il ruolo centrale e partecipativo del
39
cittadino, che non è più il semplice destinatario di un servizio, ma colui con il
quale l’Amministrazione dialoga, interagisce e si confronta.
In tal modo, l’Amministrazione esce dalla propria autoreferenzialità e impara
sempre di più a relazionarsi con l’utente, per meglio conoscere e comprendere
le aspettative e i bisogni.
Tutto ciò è stato attentamente analizzato e considerato con l’indagine in corso,
che ambiziosamente vuole anche essere il momento iniziale e di avvio di un percorso costante di attenzione e di ascolto dell’utente che l’Amministrazione si
impegna a proseguire.
È importante, infatti, verificare in maniera costante e non episodica o occasionale,
il punto di vista del cittadino. Monitorare il grado di soddisfazione consente all’Amministrazione di tenere il passo con l’evoluzione dei bisogni e delle richieste dell’utente, anche a condizione di dover ripensare o mettere in discussione
la propria organizzazione.
Pertanto, l’obiettivo dell’indagine in esame è di analizzare la soddisfazione dell’utente intesa come distanza tra la qualità percepita e quella attesa e, quindi,
come misura dell’impatto dell’offerta sull’utente.
Il passo successivo e necessario è l’utilizzo dei risultati dell’indagine, correlati
agli esiti della loro analisi, alle strategie di intervento ed ai piani di miglioramento.
La fase conclusiva del progetto prevede l’organizzazione di un convegno con il
quale saranno presentati, sia all’interno che all’esterno dell’Amministrazione, i risultati raggiunti, in relazione alle proposte di interventi migliorativi da attuare.
Particolare attenzione verrà data alla fase della comunicazione, che offrirà all’utente un ulteriore momento di partecipazione.
Attraverso un’azione di trasparenza, verrà rafforzata la credibilità dell’Amministrazione e ancora più chiaramente manifestato l’impegno profuso in un processo costante di crescita e miglioramento continuo della qualità.
40
Il metodo richiesto per la partecipazione al concorso “Premiamo i risultati” prevede
la presenza di varie professionalità e costituisce una caratteristica distintiva della
strategia di lavoro. Al fine di realizzare quanto definito dai programmi, il progetto è
stato sostenuto da un’attività strategica nella comunicazione che ha promosso la
partecipazione come obiettivo consapevole di comunicazione, al cui raggiungimento hanno concorso diverse azioni e strumenti opportunamente pianificati.
Pertanto, è stata necessariamente elaborata una puntuale ed attenta strategia di
comunicazione integrata: ovvero, rendere più snella e puntuale la comunicazione interna fino a raggiungere il confine con la comunicazione esterna per arrivare fino agli operatori, ed attivare tutti i canali della comunicazione esterna
per recepire le esigenze dei clienti.
La nota del Capo Dipartimento della Funzione Pubblica, del 24 settembre 2008
con la quale si portava a conoscenza della nostra Amministrazione il concorso
“Premiamo i risultati”, ha costituito l’avvio dell’attività di comunicazione istituzionale.
Il Segretariato Generale, con apposita circolare (n. 230 del 2 ottobre 2008) ha comunicato a tutti gli uffici del Ministero la predetta iniziativa, indicando il Servizio III
– Qualità e Standardizzazione delle procedure, quale fonte di eventuali chiarimenti.
Si è ritenuto, quindi, necessario organizzare gli aspetti della comunicazione
come uno strumento fondamentale per incidere sull’aspetto operativo e identitario dell’organizzazione.
Il Servizio III, quindi, ha emanato la circolare n. 12 del 26 gennaio 2009, a firma
del Direttore Generale Maddalena Ragni, di individuazione degli Istituti, effettuata con metodologie di ordine statistico e sociologico, e di comunicazione
della loro la partecipazione al concorso “Premiamo i risultati”.
In effetti, il messaggio doveva raggiungere un pubblico composto sia dai membri
interni e collaboratori dell’organizzazione che dal pubblico esterno, cioè tutti coloro che hanno o potrebbero avere rapporti- target potenziale - con l’organizzazione.
Si è così deciso che la promozione della partecipazione venga attivata in modi
e con intensità diverse, sia presso i soggetti direttamente coinvolti, che rivestono
un ruolo attivo nel processo di elaborazione dei contenuti del progetto, sia
presso l’intera collettività, attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Nel primo caso si è provveduto a persuadere una serie di interlocutori (i referenti
degli istituti individuati) a prendere parte ad un processo di attuazione di un intervento pubblico (somministrazione di questionari): in questo senso la comunicazione ha avuto una finalità strumentale, rendendo possibile il coinvolgimento
dei partners nell’esecuzione della strategia di comunicazione; nel secondo caso
invece si è resa necessaria la partecipazione, come scelta politica, che l’amministrazione compie in modo consapevole ed innovativo rispetto al consueto.
Questa attività di comunicazione ha determinato riflessi positivi sul clima interno, in
sostanza, grazie a questa iniziativa persone lontane dal punto di vista fisico, anche
centinaia di chilometri, si sono scoperte legate tra loro dal sottile ed impalpabile filo
dell’appartenenza, condividendo oltre la mission, valori, obiettivi e comportamenti.
Il ruolo della comunicazione nell’ambito dell’Indagine è stato subito oggetto di programmazione e di pianificazione: questo è stato possibile grazie alla sensibilità e alle
competenze emerse nel Gruppo di lavoro costituito ad hoc. Nel progetto esecutivo
(o documento di partecipazione al Concorso) sono state delineate le modalità di comunicazione interna ed esterna, previste per far conoscere il progetto ed i suoi esiti.
Alla comunicazione tradizionale in senso stretto (circolari, comunicazioni tele-
Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure
Antonio Piscitelli, Angelina Travaglini
DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO
E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA,
LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA
STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici.
“Metti le ali” alla Comunicazione
Direzione Generale per il
Bilancio e la Programmazione
Economica, la Promozione, la
Qualità
e la Standardizzazione
delle Procedure
Direttore Generale:
Maddalena Ragni
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma
Tel. 06 67232841/2276
Fax 06 67232644
[email protected]
Servizio III
Qualità e standardizzazione
delle procedure
Dirigente: Mariantonietta Leone
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232169
Fax 06 67232513
[email protected]
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foniche, incontri) si è scelto di affiancare anche un tipo di informazione e di comunicazione organizzativa che tenesse conto delle innovazioni tecnologiche
più recenti, della posta elettronica soprattutto: strumento formidabile per tempestività ed economicità in un’Amministrazione ormai cronicamente carente di
risorse economiche.
La comunicazione organizzativa si pone infatti come un sistema di processi
caratterizzati per la loro importanza strategica e per l’alto grado di operatività,
creatività, scambio e condivisione di messaggi.
L’attivazione di una casella postale dedicata a Premiamo i Risultati, l’uso del logo
del MiBAC e di quello della Pubblica Amministrazione di Qualità in tutte le attività di comunicazione ci hanno resi destinatari e mittenti di comunicazioni immediatamente identificabili, formalizzando il nostro canale di comunicazione
per eccellenza anche all’interno della strategia di comunicazione più ampia della
Pubblica Amministrazione.
La creazione e la gestione di una mailing list comprendente i nominativi dei referenti
e poi, in una fase successiva, anche dei collaboratori dei 36 Istituti oggetto dell’Indagine, hanno permesso la gestione puntuale ed efficace delle informazioni e delle
comunicazioni in ogni fase di avanzamento del progetto. La firma, a volte collettiva
(Il Gruppo di lavoro dell’Indagine sui servizi culturali pubblici), a volte singola, ha
permesso di articolare gli ambiti, le competenze e gli obiettivi che la comunicazione voleva raggiungere. Fondamentale è stato l’avvio di una campagna di informazione e di comunicazione con la redazione puntuale di comunicati stampa sui
momenti più importanti del progetto. La caratteristica fondamentale per rendere la
comunicazione più efficace per gli Enti e le Amministrazioni consiste nel trovare
una notizia facilmente comprensibile dal numero più alto possibile di utenti
e un mezzo semplice ed economico per divulgarla.
Con il primo comunicato, “Parte in aprile la prima indagine nazionale del MiBAC
sulla soddisfazione dell’utenza nei luoghi della cultura di media affluenza”, pubblicato il 12 marzo sul sito web del MiBAC, venivano delineate le linee guida
dell’Indagine, le collaborazioni, gli Istituti partecipanti, gli obiettivi ed i risultati attesi annunciando al contempo la Giornata nazionale di formazione per la rilevazione sul campo riservata ai referenti. Il secondo comunicato, “Premiamo i
risultati: pronto il kit per la rilevazione sul campo. 2200 questionari per ascoltare
e dialogare con l’utenza e rafforzare l’identità sociale e culturale dei luoghi della
cultura”, pubblicato il 20 marzo sul nostro sito web, dava conto dei risultati raggiunti nella Giornata formativa, della presentazione del kit per la rilevazione sul
campo, delle 7 regole 7 per la somministrazione dei questionari e delle dichiarazioni del Direttore generale Maddalena Ragni.
Il terzo comunicato stampa informerà della conclusione della somministrazione
dei questionari e dell’ulteriore allargamento del progetto ad altri Istituti che, non
compresi nel Concorso, hanno voluto comunque aderire all’iniziativa.
Gli Istituti hanno risposto in modo eccellente inviando ai media locali il comunicato stampa per la pubblicazione della notizia dell’evento ed estendendo la
campagna di informazione agli utenti con l’affissione di locandine o di elaborati
relativi all’evento nei propri locali: in soli 2 mesi gli Istituti più radicati nel territorio, come gli Archivi e le Biblioteche, hanno risposto massicciamente alla nostra
sollecitazione, inviando i comunicati stampa ai quotidiani, alle radio ed alle televisioni locali, sicché la rassegna stampa sull’Indagine è già notevolmente cospicua, con la pubblicazione di 4 od anche 5 articoli dello stesso Istituto.
È stata attivata anche una campagna di marketing e per promuovere la compilazione dei questionari ai visitatori è stato promesso un piccolo gadget del MiBAC
in regalo alla restituzione del questionario compilato: penne, matite, bloc notes
e pubblicazioni o piccole guide sono stati distribuiti ai visitatori intervistati.
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La decisione di impegnarsi in un’indagine sulla soddisfazione dell’utenza dei servizi
culturali pubblici scaturisce da un contesto di politiche di qualità che vede le amministrazioni pubbliche impegnate in un lungo processo di modernizzazione e di
attenzione al cittadino cui si intende riconoscere un ruolo centrale.
La partecipazione e l’ascolto dei cittadini vengono considerati strumenti di verifica della qualità e dell’efficacia dei servizi prestati e acquistano dignità di misure
di controllo dell’efficacia dell’azione amministrativa in modo palese con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici”. La direttiva del ‘94 prescrive per le
Amministrazioni che erogano servizi al pubblico l’obbligo di dotarsi di carte dei
servizi e quindi di esplicitare i propri impegni come patto con i cittadini.
Seguono da quella data in poi altre disposizioni e molteplici direttive mirate a disciplinare la comunicazione istituzionale pubblica e a garantire trasparenza, chiarezza e dialogo. Vengono istituiti gli URP - Uffici relazioni con il pubblico (1994),
si riordinano gli strumenti di monitoraggio dei costi dei rendimenti e dei risultati
dell’attività della P.A (1999), si disciplina l’attività di comunicazione, si diramano
indicazioni sulla semplificazione del linguaggio (2002).
La direttiva del 19 dicembre 2006 del Ministro per le riforme e le innovazioni
nella pubblica amministrazione “per una pubblica amministrazione di qualità”
affronta organicamente le metodologie da seguire per valutare i livelli qualitativi
dei servizi resi dalle pubbliche amministrazioni.
Guida preziosa per le indagini analoghe a quella di cui si tratta è la Direttiva sulla
rilevazione della qualità percepita dai cittadini del Ministro della funzione pubblica del Ministro della funzione pubblica del 24 marzo 2004.
Questa direttiva riporta in modo esaustivo tutto ciò che un’Amministrazione Pubblica deve fare per valutare il proprio operato attraverso lo sguardo dell’utente
e introduce nelle amministrazioni pubbliche metodi di rilevazione sistematica
della qualità percepita, basati sull’ascolto e sulla partecipazione.
La direttiva del 2004 è anche un ottimo esempio di tecnica legislativa e di semplificazione del linguaggio perché descrive con puntualità adempimenti, fasi,
attori e competenze del processo di indagine e valutazione.
Secondo la direttiva le indagini devono essere pianificate, organizzate e devono
seguire fasi ben distinte:
1. definizione di campo d’indagine e verifica delle informazioni disponibili
2. progettazione degli strumenti di rilevazione
3. somministrazione degli strumenti individuati
4. raccolta dei dati
5. interpretazione dei dati
6. diffusione dei risultati
Le indagini devono verificare gli scostamenti tra le attese del cittadino e i livelli
di servizio previsti, tra le prestazioni effettivamente erogate e la percezione del
cittadino, rilevando eventuali disservizi. Si deve sempre aver ben presente che
non si sta effettuando un sondaggio d’opinione, che non ci si può limitare ad
una distribuzione di un questionario, che l’indagine non è una misura di controllo del personale a diretto contatto con l’utente ma che deve misurare la capacità di tutta l’organizzazione e che si deve guardare a tutti gli aspetti del
servizio, che non si sta raccogliendo un dato statistico fine a sé stesso ma che i
dati rilevati devono condurre ad azioni positive di miglioramento.
La direttiva individua tre obiettivi da raggiungere:
Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure
Anna Maria Stramondo
DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO
E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA,
LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA
STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici.
Qualità e soddisfazione dell’utenza
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Qualità e standardizzazione
delle procedure
Dirigente: Mariantonietta Leone
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• definire o migliorare le modalità di erogazione dei servizi;
• favorire il coinvolgimento e la partecipazione dell’utente nelle fasi di accesso,
di fruizione e di valutazione del servizio;
• rafforzare il rapporto di fiducia tra amministrazione e cittadino.
Considerando che il cittadino ha sempre delle personali attese che incidono direttamente sulla percezione che avrà del servizio l’indagine sulla soddisfazione
potrà essere compresa guardando a “scostamenti” tra:
• i bisogni da esaudire e il punto di vista dell’amministrazione (amministrazione
e cittadini possono attribuire un ordine di priorità diverso ai bisogni);
• le attese e i livelli di servizio definiti, (l’insoddisfazione del cittadino è causato dal disallineamento tra le proprie attese e i livelli di prestazione previsti
dall’amministrazione);
• tra i livelli di servizio definiti (e promessi) e le prestazioni effettivamente fornite, a causa di disservizi;
• tra le prestazioni effettivamente erogate e la percezione del cittadino, il cui
grado di soddisfazione dipende anche da aspetti soggettivi e relativi alla propria personale esperienza di fruizione del servizio (pensiamo alle attese dei
nostri musei dove le aspettative sono alte e ci si confronta con altre realtà).
Condurre quindi una seria indagine sulla soddisfazione del cittadino impone di
seguire un percorso che ha la sua origine in un momento diverso e lontano dall’incontro diretto tra l’amministrazione e l’utente e che deve trovare la sua conclusione in momenti formalizzati di comunicazione e di concrete azioni di
miglioramento. Ma come si è visto vi sono strumenti anche normativi a disposizione di chi voglia confrontarsi con tali argomenti ed è sempre più possibile usufruire della collaborazione tra amministrazioni pubbliche, condividendo un
patrimonio di esperienze e di conoscenze.
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Le trasformazioni in corso a carico delle pubbliche amministrazioni per realizzare
un’amministrazione sempre più al servizio del cittadino e una crescente pressione sociale sempre più consapevole della propria posizione di fruitori di beni
e servizi pubblici hanno indotto le amministrazioni a comportamenti più trasparenti, creando le condizioni per una maggior attenzione ai rapporti fiduciari tra
cittadini-utenti e pubblica amministrazione.
Anche se in una forma imposta dalla legislazione i cittadini sono chiamati ad un
diverso tipo di collaborazione con i poteri pubblici
Dalla partecipazione attiva del cittadino all’azione amministrativa nascono le premesse per un rapporto virtuoso tra domanda e offerta di servizi.
L’indagine sulla rilevazione della soddisfazione degli utenti negli Istituti territoriali
aperti al pubblico rappresenta uno dei momenti di verifica dell’operato della
pubblica amministrazione.
La partecipazione del Servizio III – Qualità e standardizzazione delle procedure,
della Direzione Generale per il Bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure del Ministero per i
beni e le attività culturali, al progetto “Premiamo i risultati” nasce dall’esigenza
del MiBAC di confrontarsi con una utenza sempre più consapevole del suo ruolo
di stimolo all’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa.
Attraverso la compilazione di questionari da parte degli utenti e la rielaborazione
dei dati sulla base degli standard di funzionamento e degli indicatori di performance stabiliti dal Ministero, erogatore dei servizi, i cittadini sono posti nella
condizione di poter valutare la qualità del servizio offerto.
La ricerca si sta svolgendo con la partecipazione della Facoltà di Sociologia dell’Università “La Sapienza” di Roma e l’Ufficio di Statistica del MiBAC. L’azione si-
Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure
Maria Laura Bacci, Antonio Guglielmi
DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO
E LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA,
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STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici.
Una sinergia di intenti
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Bilancio e la Programmazione
Economica, la Promozione,
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Qualità e standardizzazione
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nergica di questi due Istituti ha permesso nella fase iniziale di selezionare gli istituti oggetto dell’indagine, Istituti che hanno una fascia media di utenza, e di
estrarne un campione rappresentativo per il buon esito della ricerca nonché di
predisporre un questionario, uno per ogni tipologia di Istituto (museo, biblioteca
e archivio) strutturato in cinque sezioni, che si sta rilevando uno strumento agile
e specifico per l’indagine che ci siamo proposti di effettuare.
I 2200 questionari da somministrare e raccogliere, dovranno riferirsi alle giornate
di apertura previste dall’Istituto e nelle fasce orarie ritenute più rappresentative
dell’affluenza nell’arco della giornata.
La somministrazione del questionario, rigorosamente anonimo, è curata dal personale che ha partecipato alla “Giornata di formazione per la rilevazione sul
campo”, tenutasi a Roma il 18 marzo scorso.
Il referente dell’Istituto spiega all’utente lo scopo dell’indagine e chiede la disponibilità alla auto-compilazione del questionario affiancando il visitatore per
fornirgli eventuali chiarimenti pur lasciandogli libertà di espressione e riservatezza nella compilazione. Il tempo di compilazione è di circa 15 minuti.
Al questionario raccolto dall’intervistatore è apposto un numero progressivo accanto al numero di codice della struttura/denominazione dell’Istituto.
I questionari saranno raccolti dal coordinatore dell’indagine che li verificherà, selezionerà quelli completi e ne curerà l’imputazione nel Form messo a disposizione dall’Ufficio di Statistica del Ministero che dovrà ricevere tutti i dati entro il
15 maggio.
Il Form consente l’acquisizione automatica delle informazioni che saranno elaborate dal SISTAN.
La loro successiva analisi sarà curata dal gruppo di lavoro guidato dal Prof. Nocifora della Facoltà di Sociologia nel periodo immediatamente successivo e fornirà utili elementi per migliorare la conoscenza delle criticità ricorrenti.
L’indagine ha lo scopo di migliorare il rapporto con l’utenza, farla partecipare attivamente, stimolare una crescita professionale degli operatori del settore nonché accrescere la fruizione attraverso la verifica e definizione di proposte per
interventi di miglioramento della qualità dei servizi culturali dei beni conservati
negli Istituti del Mibac.
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Il Progetto “Indagine sui servizi culturali pubblici” presentato dalla Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità
e la standardizzazione delle procedure – Servizio III alla Funzione Pubblica ha richiesto la preparazione di un documento di partecipazione nel quale è stato pianificato il progetto esecutivo del piano di miglioramento.
Il progetto esecutivo descrive lo scenario di riferimento, dà l’indicazione degli
attori coinvolti e la definizione del problema da affrontare attraverso un’analisi di
dati preesistenti, definisce gli obiettivi generali e specifici, presenta le attività
previste (articolate in otto fasi), le indicazioni degli output attesi e i relativi indicatori di ciascuna attività.
L’obiettivo generale è quello di dialogare con gli utenti attraverso un’indagine
che possa valutare la percezione, le aspettative e la soddisfazione per i servizi
culturali messi a loro disposizione, e di utilizzare le risposte per definire modalità di intervento al fine di migliorare l’offerta culturale.
Nelle attività previste la progettazione dei questionari, la presentazione e il training dei referenti è inserita nel secondo e terzo step del progetto.
È evidente che l’elaborazione e la formulazione di questionari rappresenta un
obiettivo specifico ed un punto focale affinché tutto il progetto possa aver una
sua concreta realizzazione.
La progettazione dei questionari è partita dall’analisi di un modello già utilizzato
dall’Amministrazione ed ha portato alla realizzazione di un nuovo modello utile
all’indagine.
Le attività necessarie hanno compreso:
• un focus group realizzato tra i componenti coinvolti nel progetto, l’Ufficio di
Statistica del Ministero ed il consulente della facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, al fine di elaborare e definire le domande del questionario;
• la somministrazione delle bozze di questionari negli Istituti campione di Roma
rappresentativi delle tre tipologie (Archivio di Stato di Roma, Biblioteca Alessandrina, Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Museo Nazionale etrusco di
Villa Giulia e Galleria d’arte antica Palazzo Barberini), fase di “pre-testing”, tesa a raccogliere informazioni sulla efficacia delle domande e sulla loro comprensione, testando un numero di utenti utile alla validazione del modello di questionario;
• un successivo focus group durante il quale si sono analizzati tutti gli aspetti
emersi dal pre-testing, la formulazione delle domande efficaci o critiche, le
aspettative e i comportamenti degli utenti, diversi a seconda della fruizione
che essi fanno dell’offerta culturale;
• la formulazione del modello definitivo di questionario frutto delle analisi successive al pre-testing e della trasformazione delle domande inserite inizialmente come aperte in chiuse, realizzata con la consulenza della facoltà di
Sociologia.
L’esperienza del pre-testing ha evidenziato differenze nella tipologia di utenza,
specializzata in archivi e biblioteche, generica nei musei, e, in alcuni casi, ha
fatto emergere aspetti sulla fruizione non presi in considerazione quali, per esempio, l’utilizzo delle biblioteche universitarie non solo per la loro funzione istituzionale di consultazione dei libri conservati ma come luogo di incontro degli
studenti.
Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure
Stefania Mileto, Nadia Tamasi
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STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici.
Progettazione ed elaborazione questionari per archivi,
biblioteche e musei/monumenti/aree archeologiche
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Bilancio e la Programmazione
Economica, la Promozione,
la Qualità
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delle Procedure
Direttore Generale:
Maddalena Ragni
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Qualità e standardizzazione
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Dirigente: Mariantonietta Leone
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Ne è derivata una diversa attenzione agli aspetti organizzativi degli Istituti: in archivi e biblioteche maggiore nei confronti di orari, costi e procedure, essenziali
per l’attività dello studioso che li frequenta, mentre nei musei l’attenzione si è focalizza quasi totalmente sull’importanza e la bellezza delle collezioni e meno
sulla organizzazione delle esposizioni.
I questionari realizzati, in lingua italiana, inglese e francese, sono tre, specifici per
ciascuna tipologia di Istituto, ciascuno diviso in 5 sezioni che rappresentano rispettive aree di valutazione:
• La 1° sezione riguarda l’area conoscitiva degli interessi, le preferenze, le aspettative dell’utente.
• La 2° sezione riguarda l’area della valutazione dei servizi erogati con l’assegnazione di un punteggio da 1 a 4 dove 1 esprime la valutazione più bassa e
4 la più alta, la presenza di due indicazioni sulla non fruizione e sulla non presenza del servizio, introdotti per l’esigenza di acquisire altre informazioni sia
sull’organizzazione dell’Istituto che sull’utente;
• La 3° sezione riguarda la valutazione del confort degli ambienti e dei servizi di
assistenza del personale degli Istituti.
• La 4° sezione riguarda la valutazione più generale di aspetti positivi e negativi
riscontrati negli Istituti attraverso le domande aperte nella fase di pre-testing.
• La 5° sezione riguarda la conoscenza dell’utenza sotto il profilo anagrafico e
culturale.
Nella successiva fase 3 del Progetto, prima della somministrazione vera e propria
dei questionari, è stato necessario definire, con i referenti degli Istituti oggetto di
indagine, modalità uniformi e verificarne l’applicabilità.
È stata, quindi, organizzata una giornata di lavoro per presentare le tre tipologie
di questionari predisposte (archivi, biblioteche, musei/monumenti/aree archeologiche), trovare insieme soluzioni alle difficoltà organizzative ed operare scelte
operative.
Il livello di interesse dimostrato dagli Istituti e l’attivazione immediata, anche nella
diffusione dell’iniziativa attraverso i media (stampa e televisione), ha dimostrato
una partecipazione perfino superiore alle aspettative.
Le fasi successive del progetto prevedono la somministrazione e raccolta dei
questionari, nel mese di aprile, l’immissione, il controllo e l’elaborazione dei dati
raccolti e l’interpretazione e l’analisi dei risultati al fine di giungere alla fase finale
della definizione di possibili operazioni migliorative.
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Il progetto “Indagine sui servizi culturali pubblici” ha previsto un importante momento di informazione e formazione riservata ai referenti dei 36 Istituti partecipanti concretizzatosi nella “Giornata nazionale di formazione per la rilevazione
sul campo” tenutasi a Roma il 18 marzo scorso.
Filo conduttore dell’incontro è stata la presentazione e la descrizione dell’intero
progetto, iniziato nel mese di settembre 2008, con la candidatura al concorso
“Premiamo i risultati” e la successiva preparazione del documento di partecipazione che ha avuto come oggetto la progettazione esecutiva del piano di miglioramento gestionale, nato dall’esigenza di migliorare l’offerta dei servizi
culturali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso la conoscenza
delle differenti tipologie dei visitatori dei musei, archivi e biblioteche, con particolare attenzione ed ascolto alle diverse richieste dei portatori di interesse.
L’incontro si è aperto con l’indirizzo di saluto del Direttore Generale per il bilancio, la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure Dott.ssa Maddalena Ragni e con il successivo intervento
della dott.ssa Mariantonietta Leone, Dirigente del Servizio III - Qualità e Standardizzazione delle procedure - che ha descritto gli obiettivi e le modalità di attuazione del progetto “Indagine sui servizi culturali pubblici”. In particolare, è
stata sottolineata l’importanza della conoscenza delle criticità ricorrenti, attraverso nuovi strumenti d’indagine, allo scopo di migliorare il rapporto con
l’utenza, sia attraverso una maggiore professionalità da parte degli operatori, sia
attraverso un rafforzamento del rapporto di fiducia tra amministrazione e cittadini.
Successivamente il Prof. Vincenzo Nocifora, docente della Facoltà di Sociologia
dell’Università La Sapienza di Roma, ha illustrato le tecniche di rilevazione e la metodologia di analisi per un’indagine esplorativa, a carattere sperimentale, sulla
soddisfazione dell’utenza.
L’indagine, come giustamente rilevato dal docente, si articola in tre distinte ricerche
in quanto rivolta a tre differenti luoghi di cultura: musei, monumenti ed aree archeologiche, archivi, biblioteche, frequentati da utenti con esigenze diversificate.
Il momento centrale della Giornata è stata la presentazione del Kit per la rilevazione sul campo.
Servizio III - Qualità e standardizzazione delle procedure
Anna Maria Trimarchi
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STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Indagine sui Servizi Culturali Pubblici.
Giornata nazionale di formazione per la rilevazione
sul campo
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Il kit è composto da:
• linee guida “7 regole 7” informazioni e suggerimenti per la somministrazione
dei questionari;
• tre tipologie di questionari in italiano, inglese e francese per le tre differenti tipologie di istituto. Il questionario si articola in 5 sezioni dedicate alle motivazioni che hanno portato il visitatore alla scelta di quel luogo di cultura, ai canali
di informazione, ai tempi di durata della visita, alle valutazioni dei servizi offerti ecc. con un punteggio da assegnare in base a proprie valutazioni; oltre ad
informazioni su orari, segnaletica, confort degli ambienti, disponibilità del personale, e, per ultimo ad informazioni anagrafiche;
• criterio di selezione dei soggetti da intervistare, secondo il metodo del campionamento casuale sistematico (uno ogni k ingressi/uscite);
• data base in access per l’imputazione e l’analisi dei dati.
Il progetto ha previsto la somministrazione di oltre 2200 questionari che sono
stati distribuiti negli istituti selezionati per ciascuna area geografica (nord, centro
e mezzogiorno) e per ciascuna tipologia di istituto, estratti con il criterio della
proporzionalità in base all’affluenza, e caratterizzati, nella stessa area, da un livello
“medio” di utenza.
La successiva analisi dei questionari permetterà di acquisire una conoscenza più
completa degli utenti in modo da calibrare l’offerta dei servizi, migliorandone la
qualità attraverso l’individuazione di interventi correttivi da realizzare in loco.
Nella seconda parte della Giornata, infine, è stato ritenuto utile anzi indispensabile organizzare tre distinti gruppi di lavoro per musei, archivi e biblioteche, nei
quali si è aperto un confronto attivo e partecipato con i referenti degli istituti e
dal quale sono emersi importanti suggerimenti e consigli per una migliore riuscita dell’indagine.
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L’attuale periodo di incertezze pone il tema della riforma della Pubblica Amministrazione al centro del dibattito politico. È sempre più diffusa l’esigenza di efficienza, trasparenza ed efficacia per migliorare il rapporto tra cittadino e Stato.
La trasparenza amministrativa, in particolare, nella sua accezione più ampia, assicura la massima circolazione possibile delle informazioni sia all’interno del sistema amministrativo, sia fra quest’ultimo e il mondo esterno.
A seguito della riforma del titolo V della Costituzione, la Legge 241/90 (modificata e integrata dalla Legge 15/2005) si pone come legge quadro, dettando i
principi essenziali del rapporto tra P.A. e cittadino.
Come enuncia l’art. 1, “L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla
legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza, secondo le modalità previste dalla Legge nonché dai principi dell’ordinamento comunitario”.
È evidente come questi provvedimenti abbiano prodotto importanti modifiche
nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini. Infatti, non solo è previsto il diritto di prendere visione degli atti di un procedimento, ma anche il diritto all’accessibilità alla documentazione amministrativa e la possibilità, da parte
dei cittadini, di partecipare ai procedimenti. Ciò consente di creare un impatto
positivo sul rapporto tra cittadino e P.A.
Tra le innovazioni introdotte, di particolare rilievo, è la creazione dell’URP - Ufficio
Relazioni con il Pubblico che permette, attraverso i suoi sportelli, un dialogo continuo, dando piena visibilità all’attività delle pubbliche amministrazioni e garantendo
al cittadino la possibilità di partecipare ed accedere all’attività delle stesse.
Successivamente, la legge 150/2000 fa dell’URP uno dei principali strumenti organizzativi attraverso cui le amministrazioni pubbliche, possono assolvere ai loro
compiti di comunicazione e relazione con il pubblico e ne stabilisce le funzioni.
La strategia è quella di offrire informazione e consulenza trasversale in grado di
soddisfare tutte le necessità di conoscenza e di comunicazione degli utenti, permettendo un miglioramento della vita sociale attraverso l’aumento delle conoscenze, delle possibilità e potenzialità individuali e collettive, nell’interazione
con la pubblica amministrazione e la realtà circostante.
Servizio IV - Comunicazione e Promozione
Antonella Mosca
DIREZIONE GENERALE PER IL BILANCIO
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LA PROMOZIONE, LA QUALITÀ E LA
STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE
Progetto “Cultura a Porte Aperte”
Direzione Generale per il
Bilancio e la Programmazione
Economica, la Promozione,
la Qualità
e la Standardizzazione
delle Procedure
Direttore Generale:
Maddalena Ragni
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Tel. 06 67232841/2276
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Servizio IV
Comunicazione e
Promozione
Responsabile: Antonella Mosca
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Tel. 06 67232441
Fax 06 67232538
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Oggi il problema più importante è la definitiva affermazione degli standard qualitativi ed organizzativi ed in particolare lo sviluppo del concetto di “rete di servizi” che interagendo e collaborando tra loro, secondo procedure e strumenti
comuni, riescano nell’intento di coniugare alte prestazioni di servizio ad un’efficiente sistema di comunicazione e di informazione.
Uno dei problemi di maggior rilievo che si riscontra in questo ambito, infatti, risulta
essere una comunicazione inefficace o quantomeno fuorviante fra amministratore e
utente il quale talvolta non riesce ad accedere neanche alle informazioni più semplici perché non ha conoscenza delle modalità con le quali approcciarsi alla Pubblica Amministrazione. La scarsa conoscenza da parte dei cittadini dei servizi erogati
determina la limitata utilizzazione degli stessi da parte dei destinatari, i quali non conoscono la varietà e la quantità di prestazioni offerte che potrebbero essere utili
per risolvere problemi e intraprendere attività di vario genere.
Negli ultimi anni l’Amministrazione, in particolare quella centrale, ha assunto
quindi, tendenze volte a rompere il muro di impenetrabilità che la caratterizzava
nella percezione dei cittadini e delle parti economiche e sociali.
Ci sono stati progressi consistenti e, tuttavia, si è trattato il più delle volte di tentativi non sistematici oppure (come nel caso della legge 241) di “aperture” dell’amministrazione collegate ad esigenze di singoli cittadini e a richiesta di questi
nell’esercizio di tutela di loro diritti.
L’iniziativa “cultura a porte aperte” si inquadra in questa tendenza verso una progressiva maggiore trasparenza ma lo fa attraverso un approccio del tutto innovativo, e in particolare:
a) “rovesciando” il principio di accesso”: non è il cittadino che chiede di partecipare ma è l’amministrazione che si apre autonomamente ed è lei che
chiede ai cittadini di partecipare per farsi conoscere e per far sì che attraverso questa conoscenza i cittadini sappiano di quali servizi sono beneficiari,
come vengono spese le loro risorse, cosa chiedere all’amministrazione perché quest’ultima possa migliorarsi ;
b) rendendo la partecipazione un fatto collettivo e quindi dando luogo all’esercizio
della partecipazione secondo un modello di offerta organizzato dell’amministrazione che lavora per farsi conoscere piuttosto che rispondere di volta in volta;
c) aprendo l’amministrazione e il suo modello di lavoro (ma anche le persone che
ne sono responsabili) alla conoscenza dei cittadini non limitata alle questioni
amministrative ma soprattutto allargata alla missione tecnica dell’amministrazione,
a cosa fa sul territorio e come lo fa, con quali risorse e con quali risultati.
È questa una iniziativa particolarmente rilevante per un’amministrazione come
quella dei beni culturali che rimane centrale sotto il profilo istituzionale ma che
opera invece in modo pervasivo sul territorio, a contatto con le sue espressioni,
culturali, sociali ed economico-produttive.
Il progetto, avviato quest’anno, si propone di rafforzare il dialogo con tutte le
Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni), con il mondo della scuola e
con quello universitario, con gli ordini professionali e le associazioni pubbliche
e private che operano nel settore, le strutture preposte alla promozione del turismo e gli stessi cittadini che si vogliono rendere consapevoli delle opportunità
che l’interazione con la Pubblica Amministrazione, sempre più attenta alle esigenze dell’utenza, può offrire attraverso l’erogazione di servizi.
La collaborazione
I rapporti con le autorità regionali e locali rappresentano comunque uno dei problemi più rilevanti dell’organizzazione periferica del MiBAC. Le soluzioni possibili sono molteplici e possono variare tra il modello del "federalismo duale" e
quello del "federalismo cooperativo".
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Il primo enfatizza la distinzione-separazione di competenze tra lo Stato e le unità
politico-amministrative sub-statali, mentre il secondo pone l’accento sulla costruzione di un sistema di relazioni basato sull’integrazione funzionale e organizzativa tra i differenti livelli territoriali di governo.
Alla luce del d.lg. 112/1998, si è optato per un sistema di relazioni tra Stato, Regioni ed Enti Locali che fa coesistere i due principi della separazione e della
cooperazione, applicandoli a campi materiali distinti.
Da una parte, infatti, c’è la funzione di tutela dei beni culturali che è riservata integralmente allo Stato, dall’altra parte, il decreto ha individuato altri campi materiali,
come la gestione, la valorizzazione, la promozione dei beni e delle attività culturali,
materie a “metà strada” tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali. In queste materie il decreto legislativo, invece di fissare un preciso criterio di ripartizione dei compiti tra i
diversi livelli territoriali di governo, ha posto l’accento sul principio di collaborazione,
come d’altronde stabilito dalla Corte Costituzionale che nella materia dei beni culturali ha sempre insistito sulla necessità di una collaborazione tra strutture statali e locali, per “il perseguimento di un grande obiettivo di civiltà” (sentenza 921/1988).
Più in generale, la collaborazione del MiBAC con gli Enti Locali e l’Associazionismo in genere si regola attraverso una serie di Convenzioni che possono essere
impiegate per disciplinare una vasta gamma di attività, e in particolare:
- il prolungamento degli orari di apertura dei musei, siti archeologici, biblioteche e archivi;
- il miglioramento del grado di sicurezza;
- l’ampliamento della gamma dei servizi culturali;
- il potenziamento e la qualificazione dei servizi di accoglienza;
- la realizzazione di un maggior grado di flessibilità dell’offerta nei grandi musei;
- il superamento delle difficoltà legate ai fattori di ordine stagionale;
- la promozione dello sviluppo delle attività didattiche rivolte alla scuola dell’obbligo;
- il supporto per la sistemazione di materiale di archivio e dei cataloghi;
- la realizzazione dei circuiti di tutela e fruizione del patrimonio diffuso, impropriamente definito marginale, perché escluso dai percorsi universalmente
conosciuti e penalizzato dall’assenza di circuiti organizzati in grado di offrire
supporti adeguati alla fruizione, e da orari di apertura ristretti, quando non addirittura dalla totale chiusura per assenza di sorveglianza;
- pubblicazione e divulgazione di materiali di informazione, promozione e didattici (stampati, video, CD-ROM, siti Internet,ecc.);
- organizzazione di campagne di informazione sui beni culturali ed ambientali
rivolto al grande pubblico;
- organizzazione di eventi di valorizzazione dei beni stessi, anche tramite l’intervento finanziario di soggetti privati.
Il Progetto
Nello specifico, è necessario anche rendere consapevoli i cittadini del fatto che il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali non è un mero contenitore di bellezze architettoniche e paesaggistiche, archivi, siti archeologici, musei ma una compagine
eterogenea che dà vita ed esalta la cultura attribuendole grande valore comunicativo e rendendola parte integrante del sistema produttivo ed economico del Paese.
Per accrescere tali potenzialità si devono mettere in atto politiche e strategie capaci di esprimere tale valore, affinché diventi veicolo dinamico di promozione
dell’immagine con cui un territorio si presenta, nel complesso delle sue caratteristiche economiche, sociali, urbanistiche.
Il progetto nasce, quindi, con il duplice intento di dare la massima trasparenza
all’organizzazione istituzionale del MiBAC, in linea con le attuali tendenze di
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massima visibilità delle strutture pubbliche e di avvicinamento dei cittadini al
loro funzionamento e di creare un momento di confronto-incontro con le istituzioni pubbliche e private che operano nel settore dei beni culturali per la loro
tutela, conservazione e valorizzazione.
Il progetto interessa sette regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,
Molise Puglia, Sardegna) ed è coordinato a livello nazionale dalla Direzione Generale per il Bilancio e la Programmazione economica, la Promozione, la Qualità e la
Standardizzazione delle procedure. Il coordinamento a livello territoriale è svolto
dalle Direzioni Regionali per i Beni Culturali e Paesaggistici di competenza, con il
coinvolgimento di tutti gli Istituti territoriali. Al progetto collaborano altri soggetti
istituzionali, enti e associazioni nonché rappresentanti dell’imprenditoria nazionale.
Le tematiche affrontate dal progetto, in stretta collaborazione tra Amministrazione Centrale e Direzioni Regionali, il cui apporto è imprescindibile, sono differenti da regione a regione poiché evidenziano le necessità di cui il territorio ha
bisogno, nel particolare momento storico che viviamo.
Le istituzioni che hanno aderito al progetto sono:
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento del Turismo; Ministero dell’Interno
- FEC - Fondo Edifici di Culto; ICOM - International Council of Museums, Regioni, UPI
– Unione delle Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, UNPLI
– Unione Nazionale Pro Loco Italia, Confindustria, Confartigianato, ANA – Associazione Nazionale Archeologi, FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, AIPAI – Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale, ANAI
– Associazione Nazionale Archivistica Italiana, ANISA - Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte, Archeoclub, Società Protezione Beni culturali, Federculture,
Touring club italiano, Mecenate 90, Società Invitalia, Formez, Consiglio Nazionale degli
Ingegneri, Consiglio Nazionale Architetti, Istituto italiano dei castelli.
Il programma
In questo scenario, il progetto “Cultura a porte aperte” prevede, in ogni regione, convegni, tavoli tecnici, aperture straordinarie gratuite di luoghi istituzionali, laboratori e seminari, visite guidate volte a far conoscere ai cittadini le attività degli uffici tecnici e
amministrativi e a richiamare l’attenzione su quanto il Ministero ha da offrire.
L’articolazione del programma, suddiviso in ogni regione in tre giorni consecutivi di attività, consiste in un convegno ed un tavolo tecnico che vedono coinvolti rappresentanti istituzionali. Fra gli obiettivi dell’incontro c’è quello di far
scaturire le proposte e le istanze del territorio in base alle quali elaborare le strategie di sviluppo territoriale condivise.
Nei giorni successivi verranno aperti al pubblico gratuitamente, gli istituti ed i
luoghi d’arte del MiBAC per far conoscere le attività degli uffici tecnici e amministrativi mettendo in evidenza i servizi che tali uffici erogano e dei quali sia il singolo cittadino che l’Ente possono e devono usufruire.
In questo modo il cittadino sarà in grado di avvalersi delle opportunità che il Dicastero mette a disposizione. Chiunque potrà, quindi, conoscere le giuste modalità con cui rivolgersi alla Pubblica Amministrazione riuscendo così a districarsi
fra i tanti uffici e dipartimenti ministeriali a cui si viene costantemente rimandati.
Il progetto è realizzato dal Servizio IV - Comunicazione e Promozione.
Responsabile Antonella Mosca.
In collaborazione con Monica Bartocci e Simona Pantella.
Hanno inoltre collaborato Costanza Barbi, Vassila Casula, Antonella Corona,
Francesca D’Onofrio, Rosella Flenghi, Maria Cristina Manzetti, Maria Tiziana Natale, Amedeo Natoli, Susanna Puccio, Maria Angela Siciliano.
54
Antonia Pasqua Recchia
Il patrimonio culturale è un settore trainante dell’economia, sia direttamente,
per la capacità di attivare una filiera produttiva specifica (conoscenza, diagnostica, conservazione, valorizzazione, fruizione) sia in quanto costituente fondamentale dell’offerta turistica (con un’incidenza valutata intorno al 23-25%
dell’intero comparto turistico). È anche indiscusso il fatto che il patrimonio culturale rappresenti la componente di maggior prestigio di quell’insieme che abitualmente si definisce “made in Italy”, ma che è molto più che un insieme di
prodotti “fatti in Italia”, includendo anche servizi, organizzazione, modo di essere, attenzione alla qualità.
Gli obiettivi sono l’aumento dell’efficienza in un quadro di maggiore economicità, maggiore qualità ed efficacia nei servizi erogati - sia amministrativi che culturali -, innovazione nei sistemi della conoscenza, innovazione nei sistemi della
tutela e della conservazione, rafforzamento delle strutture e delle relazioni territoriali, anche con l’individuazione e o la creazione di centri di eccellenza, correlato all’identificazione di ruoli più efficaci e di riferimento nazionale per le
strutture centrali.
Ammodernare un’Amministrazione così complessa (17 Direzioni generali regionali, 230 organi periferici, 161 sedi staccate, 607 sedi dipendenti dagli organi
periferici), tenendo insieme le varie componenti, settoriali, centrali e territoriali,
garantire coerenza tra le diverse iniziative e progetti, sviluppando tutte le possibili sinergie, mantenere tempi certi e presidiare l’innovazione. questi sono stati
gli obiettivi operativi per realizzare finalità strategiche come maggiore qualità dei
servizi, efficienza amministrativa e lotta agli sprechi, semplificazione e trasparenza; quindi fornire ai cittadini e alle imprese servizi migliori, fornire al personale
gli strumenti adeguati per l’incremento dell’efficienza, della trasparenza e della
qualità, realizzando, nel contempo, una progressiva riduzione dei costi.
Il Ministero ha comunque realizzato una progressiva azione di ammodernamento
attraverso una capillare distribuzione degli strumenti tecnici necessari per dare
sistematicità al vasto processo di informatizzazione e digitalizzazione in atto,
volto ad erogare i servizi on-line e a rendere disponibile il maggior numero di informazioni possibili attraverso la rete.
La sostanza del programma di innovazione del MiBAC (ICT – CULTURA) si è collocato dunque tra l’e-government e la Società dell’Informazione ed è stato impostato nella logica dell’integrazione, trasversale e verticale, per raggiungere
l’obiettivo fondamentale di migliorare l’efficienza nella gestione e l’efficacia nella
missione istituzionale. Da un lato, pertanto, si sono sviluppati progetti che mirano
a facilitare l’approccio dei cittadini all’Amministrazione, utilizzando strumenti di
interoperabilità e cooperazione applicativa con le altre Amministrazioni; dall’altro si è arricchita l’offerta di contenuti digitali e, contemporaneamente, si è rafforzata la sostenibilità della politica di digitalizzazione italiana del patrimonio
culturale nel contesto europeo, in cui l’Italia svolge un ruolo di Paese guida.
Il riferimento principale è stata l’analisi dei fabbisogni del cittadino/utente e di
quelli della stessa amministrazione.
Il Programma di innovazione si è dunque articolato in due grandi assi:
- asse dell’innovazione amministrativa e strumentale;
- asse dell’innovazione nei processi di conoscenza e di valorizzazione, mediante
la digitalizzazione dei contenuti culturali (archivi, biblioteche, musei) e la diffusione sulla rete.
DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE,
L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE,
LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
E LE RELAZIONI SINDACALI
2012: L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA COME LEVA
PER LA GESTIONE, FRUIZIONE E CONSERVAZIONE
DEI BENI CULTURALI
Direzione Generale per
l’Organizzazione,
l’Innovazione, la Formazione,
la Qualificazione
Professionale
e le Relazioni Sindacali
Direttore Generale:
Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232007
Fax 06 67232106
[email protected]
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Per quanto riguarda il primo asse si ritiene che siano stati già raggiunti importanti
risultati nel rafforzamento delle infrastrutture ICT e delle applicazioni di back office, senza peraltro trascurare l’attenzione all’aspetto attuativo e al costante “presidio” di ogni innovazione introdotta, sia di processo che di prodotto che di
organizzazione.
Il Ministero è però anche fortemente consapevole della necessità di modificare
radicalmente le funzioni di front office: occorre diventare quindi un’”amministrazione amica”, che eroga servizi di qualità e che, attraverso una maggiore efficienza, è anche più autorevole e più efficace nell’esercizio delle funzioni
istituzionali di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio.
E’ questo l’obiettivo del Programma “CulturAmica” che si sta costruendo proprio
per rispondere alla domanda di maggiore efficienza e minori costi. La componente
fondamentale di tale programma è l’accessibilità on line non solo alle informazioni
ma anche ai servizi. Sono state già avviate, alcune già completate, tutte le attività infrastrutturali, sistemistiche ed applicative previste dal Codice dell’Amministrazione
Digitale (CAD) e dal Piano di azione per la semplificazione. È necessario tradurle in
prassi organizzative nuove attraverso la realizzazione di progetti mirati volti a trasformare le innovazioni di back office in benefici del front office.
Per quanto riguarda il secondo asse occorre partire da alcune considerazioni di
base.
Dalla “parte dei cittadini” emergono fabbisogni più complessi e diversificati, soprattutto con l’arricchimento e il miglioramento dei servizi culturali e una leva
fondamentale in questa direzione sono le ICT.
È evidente che la cultura, intesa come risorsa fondamentale di una società che riconosce all’informazione e alla conoscenza ruoli fortemente positivi e trainanti,
è un ambito in cui, più che in altri, possono svilupparsi al meglio le immense potenzialità delle ICT, considerando sia gli aspetti legati alla produzione e al “consumo” (fruizione) sia quelli connessi alla conoscenza e conservazione del
patrimonio culturale.
Non basta il riconoscimento dottrinale che il bene culturale è motore di sviluppo,
che la cultura è risorsa fondamentale di una società avanzata; non basta che
l’esperienza culturale sia ormai correttamente intesa come accrescimento del valore del capitale umano, che costituisce una delle risorse più importanti di ogni
processo di sviluppo: occorre abbassare la soglia di accessibilità per tale tipo di
fruizione, anche mediante le ITC.
Nonostante gli indubbi miglioramenti esiste ancora oggi, infatti, un forte deficit
d’informazione, un gap di conoscenza che si allarga tra un’utenza sempre più
ampia, in crescita esponenziale in quanto collegata alle potenzialità tecnologiche, e le informazioni detenute nell’amministrazione.
Investire in ICT applicate al patrimonio culturale significa sia ridurre il deficit di informazione che colmare tale divario.
Dalle strategie complessive dell’Amministrazione esposte nei documenti di Pianificazione annuali e triennali e dai numerosi progetti avviati, si deducono tre
obiettivi immediati e prioritari:
Rendere disponibili, immediatamente, i dati concernenti il patrimonio già organizzati per essere accessibili via web
Avviare il circolo virtuoso della produzione di dati digitali e recuperare progressivamente le banche dati ancora cartacee o, se digitali, non allineate con gli
standard più attuali
Migliorare i processi interni dell’amministrazione che supportano le aree di attività suddette (già compreso nel programma CulturAmica)
Soprattutto nell’ambito della Conoscenza e della Digitalizzazione occorre un impulso decisivo in termini di investimento, nella logica dell’integrazione verticale
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tra tutti gli ambiti sopraelencati, impulso che sia anche indicativo del riconoscimento del ruolo centrale, strategico, trainante che l’informazione culturale (il
“dato” culturale) riveste nell’ambito della Società dell’Informazione e della conoscenza, in coerenza con la Strategia di Lisbona.
Tale consapevolezza è condivisa a livello europeo, dove l’Italia sta svolgendo
un ruolo di primo piano nel campo dell’IS, con il contributo fondamentale nella
costruzione della Digital Library europea.
Quindi, a livello nazionale ed internazionale, è riconosciuta l’enorme potenzialità per lo sviluppo della conoscenza e della consapevolezza della diffusione sul
web delle memorie culturali digitali. Ogni strategia per sviluppare la produzione
di nuovi contenuti digitali o la digitalizzazione di contenuti già esistenti, al fine
di implementare lo sviluppo della rete delle nuove tecnologie e dei nuovi consumi, si rafforza enormemente in qualità se prevede l’integrazione dei contenuti
culturali. Il ruolo delle istituzioni in quest’era digitale è quello di popolare di contenuti e di qualità la rete internet, rafforzare la specificità culturale contro l’omologazione.
I progetti di quest’asse, avviati e da avviare, sono ricompresi nel programma
InDiCI – Infrastruttura Digitale culturale italiana.
PROGRAMMA CULTURAMICA
Certificazioni on-line - Accesso on line alla banca dati del patrimonio vincolato
e possibilità di ottenere certificazioni on line. Il progetto si basa sulla realizzazione Vincolinrete, già in esercizio per alcune categorie professionali (notai) ma
attualmente limitata alla sola “visura”.
ESPI 2 - evoluzione del protocollo informatico (applicazione ESPI, di proprietà
del Ministero) verso un sistema di erogazione di servizi on line per la presentazione di istanze di autorizzazione.
DICI - Dorsale Digitale Culturale Italiana – dalla connettività ai servizi.
Il Ministero ha aderito al Sistema pubblico di connettività (SPC) per il collegamento in banda larga dei suoi uffici amministrativi (Uffici dell’amministrazione
centrale, uffici territoriali come Soprintendenze, archivi, biblioteche, uffici amministrativi distaccati). Per ampliare i vantaggi operativi derivanti dalla connettività garantita dal SPC è stato avviato il progetto “Rete Fonia-Dati-Immagini” che,
mediante l’infrastrutturazione adeguata delle sedi, permette la fruizione di tutti i
servizi dell’Intranet del Ministero, in assoluta coerenza con le direttive in tema
di innovazione tecnologica e di e-government. L’infrastruttura sfrutta appieno i vantaggi tecnologici e economici della soluzione di VoIP e Internet
e offre altresì al personale interno e al pubblico servizi di comunicazione
avanzati, per l’erogazione dei servizi on-line, per la piena valorizzazione
del patrimonio informativo contenuto nelle basi dati e per accrescere l’efficienza dell’Amministrazione. Sono previste tutte le nuove tecnologie: teleconferenza, tele-lavoro, Contact Center, IVR, operatore automatico, etc.
La Rete e il connesso servizio di videoconferenza diventano lo strumento
principale per l’erogazione dei servizi del Ministero. Queste tecnologie, infatti permettono di aggiungere alla semplice comunicazione vocale le potenzialità offerte dal video e dal desktop-sharing per realizzare servizi
evoluti di on-line collaboration e di e-learning, in modo da migliorare l’efficienza e l’efficacia della formazione. Il progetto prevede l’estensione a
tutte le strutture e luoghi della,cultura collegati al Ministero.
PROGRAMMA INDICI – INFRASTRUTTURA DIGITALE CULTURALE ITALIANA
Implementazione del Portale della Cultura – CulturaItalia- CulturaItalia è il primo
portale in Italia ad offrire un punto di accesso unico alle risorse culturali on line
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del Paese. Gli obiettivi complessivi e le linee di attività che ne scaturiscono sono
condivisi con le Regioni, che svolgono un ruolo importante nella loro realizzazione. Il progetto, promosso dal MiBAC e finanziato con risorse CIPE e con risorse
del CMSI, permette la fruizione in rete del patrimonio culturale italiano, attraverso
un unico punto di accesso, per conoscere le risorse – digitali e non – dei vari settori culturali italiani. In primo luogo il portale rende accessibile il vasto patrimonio di risorse e documenti, provenienti da archivi, musei, biblioteche, fondazioni,
regioni, enti locali, altri enti pubblici e privati dei vari settori della cultura italiana,
descrivendone le informazioni secondo la struttura tipica dei metadati. Occorre
arricchire di contenuti il portale e ampliarne la condivisione, mediante bandi per
la digitalizzazione.
Musei D’Italia – Cultura per tutti. Il progetto prevede la digitalizzazione del patrimonio, la comunicazione sul web, l’e-commerce, la realizzazione di “Musei impossibili”, attraverso la ricomposizione, all’interno dello stesso ambiente virtuale,
di opere (di uno stesso autore, di una corrente artistica, di una determinata tipologia) situate realmente in diverse istituzioni e in differenti paesi; la realizzazione di “Mostre impossibili” attraverso le riproduzioni digitali dei capolavori dei
grandi artisti italiani, che non sarebbe mai possibile spostare dalle sedi originarie, per evidenti motivi legati alla sicurezza e ad altre motivazioni di carattere
scientifico. Si parte da una base conoscitiva di assoluta qualità, da banche dati
già disponibili, dai siti web realizzati, ma occorre uno scatto dimensionale che
consenta anche di rendere i musei erogatori di servizi nuovi, nonché di diventare,
soprattutto i musei più piccoli, terminali e centri di produzione culturale innovativa. Il progetto ha infatti l’obiettivo di migliorare l’offerta culturale nelle sedi
espositive e, di trasformarle in erogatori di servizi ad alto valore aggiunto, di farne
il centro di raccolta per la valorizzazione del patrimonio diffuso nel territorio,
rafforzando così il tema della integrazione territoriale delle risorse culturali musealizzate. In linea con le esperienze straniere più innovative, i luoghi della cultura devono saper sviluppare servizi aggiuntivi (gestione di punti vendita, servizi
di ristorazione, iniziative promozionali) ed una collaborazione o integrazione
con le attività riferite ad emergenze culturali presenti sul territorio e con la filiera
delle imprese coinvolte nel supporto della domanda dei fruitori/utenti. Secondo
questa logica, è possibile strutturare e consolidare in modo adeguato l’offerta in
termini di accessibilità, fruibilità interna ed esterna, unicità, notorietà, sostenibilità economica, aspetti accessori integrativi. Al fine di elevare la produttività e
accrescerne il valore aggiunto si dovrà puntare a creare un’immagine viva e dinamica dell’attrattore attraverso azioni di comunicazione con i diversi pubblici
(visitatori, finanziatori, residenti sul territorio) in grado, ad esempio, di rendere un
museo non solo contenitore e deposito di reperti. A tale scopo, lo spazio esistente, al di là della sua consistenza assoluta, potrà essere reso fruibile e vivibile
e più facilmente “vendibile”.
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IL PROGETTO
Con il Programma Operativo “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, per il periodo 2000-2006, si è finanziato l’avvio di un nucleo di interventi selezionati in base alla considerazione dell’urgenza prioritaria di circoscritte realtà
territoriali, nella fattispecie, per quanto attiene il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, finalizzate al recupero e alla messa in sicurezza di aree archeologiche
e storico artistiche, sedi archivistiche e museali di rilevante interesse nell’ambito
del Patrimonio nazionale.
In tal senso l’attuazione del PON si è rivelata decisiva nel consentire un concreto
risanamento e rafforzamento del sistema socio/economico, in particolare proprio nelle zone motivatamente scelte quali “aree campione” (Regioni Obiettivo
1: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) e, specie relativamente
al Patrimonio culturale, mediante un innovativo rapporto con le comunità residenti, il mondo dell’imprenditoria e del lavoro, le organizzazioni sindacali, gli
Enti locali e tutte le altre realtà operanti sul territorio.
L’iniziativa è sorta dalla considerazione che il legame negativo fra criminalità e
crescita economica e culturale, con particolare riferimento alle Regioni economicamente meno sviluppate, potesse essere convenientemente contrastato attraverso un cospicuo investimento in termini di sicurezza, intesa quale stabile
componente di un equilibrato sviluppo socioeconomico, come pure culturale.
Alla luce di tali presupposti, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di concerto con il Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza –, con
il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e il Ministero dell’Economia e Finanze, ha presentato il Progetto “Tecnologie per la tutela delle risorse culturali
ed ambientali” al fine di conseguire l’obiettivo globale di “determinare, nel
tempo, su tutto il territorio del Mezzogiorno italiano, a partire dalle aree più sensibili, condizioni fisiologiche di salvaguardia, quantomeno pari a quelle sussistenti nel resto del Paese”.
Servizio I – Affari Generali, Sistemi Informativi,
Tecnologie innovative
Maria Concetta Cassata, Gabriella Cetorelli Schivo
DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE,
L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE,
LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
E LE RELAZIONI SINDACALI
Programma Operativo Nazionale 2000-2006
“Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”
Misura 1.3 “Tecnologie per la tutela delle risorse culturali
e ambientali”
Direzione Generale per
l’Organizzazione,
l’Innovazione, la Formazione,
la Qualificazione
professionale
e le Relazioni sindacali
Direttore Generale:
Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma
Servizio I – Affari Generali,
Sistemi Informativi,
Tecnologie innovative
Direttore ad interim:
Maria Concetta Cassata
Via del Collegio Romano 27
00186 Roma
Tel 06.67232277
Fax 06 67232499
[email protected]
Programma Operativo
Nazionale per la Sicurezza e
lo Sviluppo del Mezzogiorno
d’Italia – Misura 1.3
Programma Comunitario
2000-2006
Responsabile del Progetto:
Maria Concetta Cassata
[email protected]
Programma Operativo
Nazionale per la Sicurezza e
lo Sviluppo del Mezzogiorno
d’Italia – Misura 1.3
Programma Comunitario
2000-2006
Coordinatore scientifico
del Progetto:
Gabriella Cetorelli Schivo
[email protected]
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Con tale Programma il Ministero BAC, in sinergia con gli altri Enti coinvolti, ha evidenziato il concetto di “sicurezza” come “bene pubblico” con caratteri di relativa originalità rispetto al passato, ponendo l’accento sulla necessità di un
maggiore coinvolgimento delle molteplici realtà territoriali, in particolar modo le
Regioni, i Comuni e le altre articolazioni delle Istituzioni sul territorio, nella tutela
di un Bene che sempre più viene individuato come fattore di crescita civile, sociale e di sviluppo economico.
Tale Patrimonio, costituente il “Museo Italia” ha rappresentato, per alcuni “progetti pilota”, anche la possibilità di valorizzare il territorio nazionale attraverso lo
sviluppo del turismo culturale.
Inoltre sono state realizzate pubblicazioni, prodotti multimediali, campagne
pubblicitarie, convegni, conferenze, seminari e tavole rotonde, nella consapevolezza che “comunicare sicurezza significa attuare lo sviluppo” attraverso attività di sensibilizzazione.
MISURA I.3 – TECNOLOGIE PER LA TUTELA DELLE RISORSE CULTURALI
Il progetto ha avuto la finalità di potenziare il sistema per il controllo tecnologico del territorio attraverso l'adozione di strategie per il miglioramento della
protezione e vigilanza nelle grandi aree archeologiche e museali, nonché dei
complessi monumentali, anche adibiti ad archivi del Mezzogiorno, per corrispondere non solo alle esigenze dell’utenza europea, ma anche alle raccomandazioni di Organismi sopranazionali, quale l’UNESCO, in termini di corretta
gestione e tutela del patrimonio artistico.
Tali progetti, incentrati su interventi di mappatura e monitoraggio del territorio, protezione passiva e televigilanza dei siti di interesse, si sono integrati con
gli eventuali sistemi/organismi di vigilanza esistenti, interagendo con le centrali
operative delle Forze dell’Ordine, realizzando un valore aggiunto in termini di
sicurezza.
Nello specifico, le azioni di intervento sono state principalmente:
• Potenziamento del sistema per il controllo tecnologico del territorio, attraverso l’adozione di sistemi informativi geografici in cui si sono localizzati,
con opportune basi di dati a carattere settoriale, gli ambiti del patrimonio diffuso, suscettibili di rischio (trafugamento in aree di scavo, manomissione del
contrasto ambientale, furto di oggetti d’arte, etc.).
• Protezione da azioni criminose di siti di particolare rilevanza, con elevata esposizione al rischio, tramite il miglioramento della protezione e vigilanza nelle grandi aree archeologiche e museali, nonché dei complessi
monumentali adibiti a diverse destinazioni d’uso nel Mezzogiorno, per corrispondere alle esigenze di conservazione, valorizzazione e fruizione.
• Recupero di beni confiscati alle organizzazioni criminali e destinati alla
fruizione e conservazione dei beni archeologici.
Il Progetto, avviato negli anni 2000-2006 , affidato nel 2006 al Servizio III - Ufficio
Tecnico del Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici, è proseguito nel
corso negli anni 2007- 2008 nell’ambito dell’Ufficio del Segretario Generale e
indi presso la Direzione Generale per l’Organizzazione, l’Innovazione, la Formazione, la Qualificazione professionale e le Relazioni sindacali del MIBAC.
Va rilevato che il Progetto iniziale prevedeva 21 interventi nelle seguenti Regioni
e Ambiti:
• Basilicata: Val d’Agri - Valle del Sinni - Bernalda Metapontino - Policoro
• Calabria: Vibo Valentia - Sibari - Crotone - Locri
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• Campania: Ercolano - Reggia di Caserta - GIS Campania
• Puglia:
Arpi - Copertino - Otranto - Bari
• Sardegna: Caprera - Nora - Tharros - Barumini
Progetto “I Sentieri della memoria”
• Sicilia:
Archivio di Stato di Palermo
I PROGETTI “PILOTA”
A questi Progetti si sono aggiunti, utilizzando le somme derivanti dai ribassi
d’asta, altri 6 interventi risultati particolarmente significativi per l’impiego di modelli culturali e organizzativi, mezzi tecnologici e strumenti operativi d’ avanguardia.
Questi progetti, nel loro insieme, hanno permesso di favorire la diffusione della
cultura dell'innovazione nel campo della salvaguardia e della tutela del territorio,
consentendo di promuovere situazioni “di eccellenza”, all’interno del più ampio
concetto della “sicurezza partecipata”, obiettivo conseguito attraverso strategie
integrate e concertate tra tutti gli Enti attori .
Si riportano, di seguito, le situazioni di maggiore rilievo emerse nelle varie Regioni coinvolte.
• Sardegna: Progetto “I sentieri della memoria”
• Campania: Progetto “Sistema Informativo Geografico della Campania” (GIS)
• Campania: Reggia di Caserta e Parco Vanvitelliano
Area Archeologica di Ercolano
• Puglia:
Area Archeologica e Ipogeo ellenistico della Medusa di Arpi
• Calabria: Museo Civico Archeologico e Polo Culturale di Cirò
Museo del Parco Archeologico di Capo Colonna a Crotone
• Basilicata: Progetto Museo Archeologico Nazionale di Metaponto
• Basilicata - Sardegna: “Progetto Sistema Informativo Archeologico” (SIA)
• SARDEGNA
Progetto:“I Sentieri della Memoria”- Carte e guide di accesso al territorio
Curato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna in collaborazione con tutte e 4 le Soprintendenze di Settore e del Nucleo
Tutela dei Beni Culturali del Comando dell’Arma dei Carabinieri, l’intervento si è
avvalso anche della collaborazione degli Enti locali e Territoriali, con il coinvolgimento di circa 150 Comuni.
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Il progetto ha avuto come scopo la realizzazione di un modello di conoscenza
del territorio, attuato principalmente mediante la rilevazione e la schedatura dei
beni artistici e naturalistici, per un ammontare complessivo di circa 3.000 beni
censiti e attraverso la creazione di un sistema informativo geografico.
Ciò ha consentito la pubblicazione di carte e guide dettagliate in quattro lingue
(italiano- inglese- francese- tedesco) realizzate da un consorzio di imprese con
a capo l’Istituto Geografico De Agostini di Novara.
Il lavoro ha inteso coniugare sicurezza, accessibilità e fruizione, presentando e
valorizzando la Sardegna e il suo patrimonio archeologico, monumentale e paesaggistico e sviluppando un turismo alternativo alla Sardegna “mare e spiagge”.
Il progetto, infatti, si è rivolto a dieci ambiti territoriali presi a campione tra quelli
più distanti dalle rotte turistiche, spesso accessibili con difficoltà e sottratti al
controllo degli Enti preposti a vario titolo alla tutela,e delle popolazioni locali e,
pertanto, esposti maggiormente al rischio ambientale e antropico.
Sono stati realizzati convegni, giornate di studio ed apposite conferenze di presentazione del Progetto, che è stato, inoltre, espressamente citato quale “realizzazione particolarmente significativa nell’ambito del rapporto annuale 2007 di
esecuzione del programma PON”.
Importanti interventi di salvaguardia, tutela e messa in sicurezza di ulteriori siti
archeologici e storico artistici della Sardegna sono stati realizzati anche nelle aree
archeologiche di Nora, Tharros e Barumini, e presso il Compendio garibaldino di
Caprera/ La Maddalena.
• CAMPANIA
Progetto GIS – “Sistema Informativo Geografico” della Campania
Il Progetto ha previsto come obiettivo comune primario l’identificazione e il posizionamento georeferenziato sulla carta tecnica regionale vettoriale in scala
1:5.000 e su carte topografiche in formato digitale in scale 1:25.000,1:50.000,
1:100.000 di aree , siti e monumenti di interesse archeologico, architettonico e
paesaggistico vincolati, noti ed emergenti, ovvero individuati mediante ricognizioni sul campo come di interesse culturale, sottoposti a rischio.
Sono stati inoltre individuati alcuni sottoprogetti particolari, per alcune aree di interesse, selezionate in base ai tipi di rischio presenti e a precise caratteristiche
geo-morfologiche, ambientali e paesaggistiche, storico culturali, amministrative,
quali modelli del territorio regionale, ed in particolare:
- Studio del rischio ambientale ed antropico
- Studio del fenomeno delle persistenze/interferenze insediative
- Studio del paesaggio storico
- Studio di sistemi di salvaguardia e sviluppo turistico culturale.
Tali modelli interpretativi sono stati applicati a specifiche aree campione del territorio campano, in modo da costituire altrettanti modelli applicativi replicabili
in contesti simili ed integrabili tra loro. Attraverso tali modelli si è intrapresa, al-
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tresì, una analisi sistematica del territorio campano, da analizzare nelle varie manifestazioni singole e macroscopiche ad un livello di maggiore approfondimento,
sintetizzabili in carte tematiche e “storicizzate” a scala di dettaglio, insieme alle
basi di dati documentarie e catalografiche che le sottendono e ne costituiscono
il presupposto scientifico e conoscitivo. Tali strumenti appaiono dunque indispensabili, nelle attività di tutela, controllo, valorizzazione e progettazione ordinarie e straordinarie, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, gli Enti
Pubblici e i soggetti cointeressati in ambito regionale e nazionale.
Progetto Reggia di Caserta
Il Progetto è consistito precipuamente nell’allestimento di impianti antieffrazione,
anti-intrusione e antivandalismo con apparato televisivo a circuito chiuso e sistema di supervisione, realizzati all’interno della Reggia mediante interventi di
alta specializzazione tecnologica.
Progetto Parco Vanvitelliano di Caserta
L’intervento ha visto l’estensione e l’implementazione dei lavori di protezione
anti-intrusione, antivandalismo e video-controllo dei varchi di accesso al Complesso Vanvitelliano.
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Progetto Area Archeologica di Ercolano
L’alto tasso di criminalità presente a ridosso della zona archeologica di Ercolano rileva un comparto sociale con forte degrado urbano, economico e culturale di cui
risente l’Istituzione dedicata agli scavi. Per tale ragione l’area archeologica di Ercolano, nell’ambito del Progetto PON 2000-2006, è stata sottoposta ad interventi di
messa in sicurezza, tutela e salvaguardia dell’intero perimetro degli scavi, con impianti di videosorveglianza ad alto profilo tecnologico, ed è stato inoltre realizzato
il potenziamento del sistema di protezione ed anti- intrusione dell’intero perimetro dell’area per contrastare gravi fenomeni connessi alla criminalità organizzata.
• PUGLIA
Area archeologica ed Ipogeo Ellenistico della Medusa di Arpi
L’area antica di Arpi ha costituito negli ultimi decenni il campo di una delle devastazioni del patrimonio archeologico italiano più capillare e selvaggia di tutti i
tempi, rendendo questo inestimabile patrimonio della Puglia “il simbolo della
tutela archeologica negata” (M. Mazzei).
Per tale motivo il Progetto PON 2000-2006 ha previsto l’adozione di misure di salvaguardia tecnologicamente avanzate, atte a garantire e preservare il sito in cui
sorge il monumentale ipogeo ellenistico “della Medusa”.
La messa in sicurezza del parco archeologico è intervenuta anche sulle strutture
realizzate a copertura dell’ipogeo, onde evitarne il degrado e preservarlo da atti
criminosi che ne danneggino ulteriormente le pregevoli strutture.
• CALABRIA
Museo Civico Archeologico e Polo Culturale di Cirò
Il progetto ha previsto l’adeguamento di un immobile confiscato alla criminalità
organizzata da destinare alla fruizione e alla conservazione di beni archeologici.
L’idea progettuale è stata dettata dalla volontà di porre in sicurezza e garantire una
corretta fruibilità del patrimonio archeologico rinvenuto nel territorio di Cirò (KR).
I reperti sono di provenienza protostorica e greco arcaica, oltre che inerenti a
sporadici elementi di materiale italico di IV- III secolo a.C., connessi agli insediamenti brettii lungo la costa. Il progetto è stato finalizzato alla musealizzazione
di questo cospicuo patrimonio, attraverso interventi conservativi, di protezione
e valorizzazione, anche mediante la realizzazione di attività culturali complementari, mirate alla rivalutazione delle risorse locali e all’ interazione tra le stesse.
Museo del Parco Archeologico di Capo Colonna a Crotone
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Il Museo, che presenta una ricca collezione pertinente i pregevoli materiali del
santuario di Hera Lacinia - il più importante santuario della Magna Grecia- e contiene al suo interno anche una interessante sezione dedicata “all’archeologia del
mare”, ha visto la messa in sicurezza dell’edificio e dei rilevanti reperti in esso
conservati, grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia nel settore della tutela
e della prevenzione del patrimonio culturale.
• BASILICATA
Progetto Museo Archeologico Nazionale di Metaponto
I lavori effettuati nel Museo di Metaponto (Comune di Bernalda MT) e nell’area antistante sono stati tutti finalizzati al potenziamento delle misure di sicurezza passiva ed elettronica, alla riqualificazione degli accessi e della zona verde, al
miglioramento delle condizioni di visita, ed alla costituzione di un autonomo
impianto di produzione di energia.
A tali progetti si coordina, infine, per le sue caratteristiche di “trasversalità”:
Il Progetto Sistema Informativo Archeologico (SIA) proposto dalla Direzione
Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione del MiBAC
Tale progetto è nato dalla constatazione che la peculiare diffusione territoriale del
patrimonio archeologico ne comporta una particolare vulnerabilità rispetto alle
trasformazioni che investono il territorio, specie per quanto attiene la realizzazione delle grandi infrastrutture (lineari, areali, portuali, terrestri e marittime) e
delle microtrasformazioni su scala urbana e/o periurbana.
L’obiettivo del progetto è stato quello di contribuire alla creazione di un grande
sistema integrato per la conoscenza del patrimonio culturale ai fini della prevenzione e della tutela, ma anche come strumento basilare per la conoscenza e
la valorizzazione delle risorse culturali sul territorio.
In particolare il progetto, che è stato avviato operativamente nel dicembre 2007,
si è proposto come obiettivo specifico quello di creare due sottosistemi dipartimentali, uno presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari (Sardegna), l’altro presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Potenza
(Basilicata), alimentati con fonti documentarie riguardanti il patrimonio sedente
nelle Regioni Obiettivo 1, ad esclusione della Sicilia.
Tali risultati sono stati conseguiti attraverso:
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• nuove forme documentarie riguardanti le medesime Regioni
• il controllo dei dati sulla piattaforma tecnologica
• l’approvvigionamento di hardware e software per la correlazione delle basi
di dati
• l’interpolarità con il Sistema Informativo per la Tutela del Patrimonio Culturale
del Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Sassari
• l’interrelazione con gli altri sistemi informativi del Ministero BAC, al fine di restituire una conoscenza integrata del territorio, da condividere con le Forze
dell’Ordine per la vigilanza e la tutela del patrimonio archeologico
• la realizzazione di un modello di distribuzione dei servizi informativi, attraverso un nuovo modello di integrazione dei dati e della loro consultazione
• la verifica dei dati delle schede compilate dalle Soprintendenze Archeologiche coinvolte nel progetto SIA nell’ambito delle regioni Obiettivo 1 e l’installazione delle stesse su una piattaforma informatica, effettuata dall’Istituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiBAC.
CONCLUSIONI
Alla luce dei risultati ottenuti - che si ritiene possano contribuire attraverso la valorizzazione del territorio al più generale processo di recupero e rafforzamento
del sistema economico, di relazione e di cooperazione sociale del Meridione intento del MiBAC è stato quello di conseguire l’obiettivo globale di adeguare
importanti aree archeologiche e storico-artistiche del Mezzogiorno italiano alle
condizioni fisiologiche di salvaguardia comuni al resto del Paese, specie in relazione alle molteplici possibilità di sviluppo prodotte da una offerta culturale
ampia e integrata.
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Sono trascorsi sei anni dalla istituzione dell’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico presso il Segretariato Generale del Ministero e nonostante vicissitudini non
sempre positive per la ottimale gestione della struttura, possiamo dire che l’entusiasmo non è mai venuto meno nelle persone che sono chiamate a condurlo.
Ne sono una prova:
• il numero dei contatti intervenuti con i cittadini e le risposte fornite
• la collaborazione con il CNR
• gli incontri promossi su materie riguardanti la comunicazione e la cultura
• la consulenza fornita a studenti laureandi in Scienza delle Comunicazioni
• la promozione tendente ad avviare la creazione di URP in altre dipendenze
MIBAC
• la cortesia, la professionalità e la disponibilità del personale (in gran parte,
purtroppo, ancora precario).
Nei giorni che vedono l’insediamento del nuovo Governo della Repubblica ci auguriamo che la valorizzazione della Comunicazione Istituzionale e di settore trovi
la giusta rispondenza nei nuovi responsabili.
Riportiamo, a titolo indicativo, alcuni dati sulla entità del lavoro svolto:
- 43.088 sono i contatti intervenuti dalla istituzione dell’URP al 31 marzo 2008;
- i contatti telefonici gestiti dal personale adibito al servizio del numero verde
(800991199) sono stati 998.277.
L’Ufficio Relazioni con il Pubblico, attraverso il suo responsabile e su incarico del
Capo dell’Area Ricerca, Innovazione e Organizzazione, partecipa al progetto del
CNR denominato “URPINSIEME”, collaborazione tra Amministrazioni Pubbliche
nel campo della comunicazione e dei servizi resi al cittadino.
Nell’edizione del COM.P.A. di Bologna 2005, nel corso di un affollato convegno,
è stato presentato il portale www.urpinsieme.it che riporta, in maniera agile ed
accattivante, quanto di meglio ed aggiornato figura nelle seguenti aree:
- Programmazione e finanziamenti
- Formazione
- Lavoro
- Internazionale
- Documentazione
- Servizi e appalti
- Manifestazioni ed eventi
Partecipano al portale:
- Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR
- Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente - ENEA
- Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori - ISFOL
- Ministero dell’università e della ricerca
- Ministero dell’economia e delle finanze
- Ministero della pubblica istruzione
- Ministero delle infrastrutture
- Ministero per i beni e le attività culturali
- Università La Sapienza di Roma
- Università degli Studi di Tor Vergata
- Università di ROMA TRE.
URP - Ufficio Relazioni con il pubblico
Gaspare Carlini
DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE,
L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE,
LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
E LE RELAZIONI SINDACALI
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico:
“Continuità ed innovazione”
Direzione Generale per
l’Organizzazione,
l’Innovazione, la Formazione,
la Qualificazione
Professionale e
le Relazioni Sindacali
Direttore Generale:
Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232007
Fax 06 67232106
[email protected]
URP
Ufficio Relazioni con il
pubblico
Servizio I
Affari generali, sistemi
informativi, tecnologie
innovative
Responsabile: Gaspare Carlini
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232980 - 2990
Fax 06 6798441
[email protected]
orario di apertura
lunedì-venerdì
9.00-14.00/14.30-17.30
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DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE,
L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE,
LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
E LE RELAZIONI SINDACALI
Direzione Generale per
l’Organizzazione,
l’Innovazione, la Formazione,
la Qualificazione
Professionale
e le Relazioni Sindacali
Direttore Generale:
Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232007
Fax 06 67232106
[email protected]
CulturaItalia
Responsabile del progetto:
Rossella Caffo
Viale Castro Pretorio 105
00185 Roma
Tel. 06 49210402
Fax 06 4959302
www.culturaitalia.it
[email protected]
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CulturaItalia, un patrimonio da esplorare
Sara Di Giorgio
CulturaItalia, in Rete da aprile 2008, è promosso e finanziato dal Ministero e gestito in collaborazione con le Regioni, e permette la fruizione online del patrimonio culturale italiano fornendo un punto di accesso integrato e multilingue
per la conoscenza delle risorse digitali dei musei, delle biblioteche, degli archivi e degli istituti di ricerca e di formazione del nostro Paese.
Il Portale, in linea con i progetti europei per la conoscenza e fruizione del patrimonio in Rete, ha la missione di divenire aggregatore nazionale di contenuti e
principale fornitore italiano verso Europeana, la biblioteca digitale europea, che
riunisce contributi già digitalizzati da istituzioni di tutti i settori del patrimonio culturale dei 27 paesi membri dell’Unione Europea, in 23 lingue.
Il Ministero ha lanciato la campagna “Aderisci a CulturaItalia” rivolta ai responsabili per la gestione di contenuti culturali, come musei, archivi, biblioteche, mediateche, ma anche editori, fondazioni private affinché partecipino alla rete dei
partner di CulturaItalia, condividendo le risorse per moltiplicare gli accessi.
Per segnalare i contenuti organizzati in banche dati è possibile utilizzare il questionario pubblicato su CulturaItalia, nella sezione “Aderisci al portale”.
Lo staff tecnico del portale offre supporto per tutte le attività tecniche necessarie per rendere interoperabili con CulturaItalia le banche dati selezionate e per
pubblicare, se il fornitore lo desidera, le risorse su Europeana.
In questo modo partecipare alla rete dei partner di CulturaItalia significa aumentare la visibilità e la ricercabilità delle proprie risorse, non solo a livello nazionale
ma anche europeo.
La progettazione di “Museo & Web: kit di progettazione di un sito di qualità per
un museo medio-piccolo” ha costituito l’occasione per trasporre molte delle
esperienze maturate nell’ambito del Progetto MINERVA: in particolare, si sono
seguite le linee guida contenute nel Manuale per la qualità dei siti web culturali
pubblici e sono stati applicati i dieci Principi europei per la qualità di un sito
web culturale. Circa l’accessibilità, si è tenuto conto, a seguito di quanto prescritto dalla legge n. 4 del 9 gennaio 2004 Disposizioni per favorire l’accesso dei
soggetti disabili agli strumenti informatici (c.d. Legge Stanca), dei ventidue requisiti per l’accessibilità, così come definiti nel Decreto Ministeriale che stabilisce le linee guida recanti i requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità e le
metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità dei siti Internet, nonché i
programmi di valutazione assistita utilizzabili a tale fine, firmato dal Ministro per
l’innovazione e le tecnologie l’11 luglio 2005, dopo che il 6 luglio la Commissione
europea, ai sensi della direttiva 98/34/CE, aveva dato il via libera all’adozione del
provvedimento.
In una prima fase, il progetto era destinato ai musei medio-piccoli, basandosi
sulla constatazione che in Italia, e in genere in Europa, i musei locali e territoriali
sono molto diffusi, ma spesso sono privi di siti web propri. Infatti, trattandosi di
piccole istituzioni, sono molte volte carenti di risorse economiche e umane. Si
è voluto perciò offrire uno strumento che potesse essere utilizzato dai musei sia
come guida nella progettazione dell’architettura del sito web, sia nella realizzazione pratica.
In una seconda fase, il kit di progettazione è stato adattato ad altre categorie di
soggetti culturali pubblici, come archivi, biblioteche, direzioni regionali, soprintendenze, scuole.
Il kit si articola in diverse parti:
1) “struttura e contenuti del prototipo”: contiene modelli di riferimento per l’organizzazione dei contenuti e dei servizi, corredati da numerosi esempi relativi a siti italiani e stranieri:
Archivi
www.otebac.it/siti/realizzare/direttive/modelli/archivio.html
Biblioteche
www.otebac.it/siti/realizzare/direttive/modelli/biblioteca.html
Musei
www.otebac.it/prototipo.html
Direzioni Regionali
www.otebac.it/siti/realizzare/direttive/modelli/direzioneregionali.html
Soprintendenze
www.otebac.it/siti/realizzare/direttive/modelli/soprintendenze.html
Scuole
www.otebac.it/siti/realizzare/direttive/modelli/soprintendenze.html
2) “tutorial”: si offrono suggerimenti per la costruzione delle pagine web sulla
base delle regole dell’accessibilità e dell’usabilità e si forniscono informazioni pratiche relative all’architettura, alla gestione, all’interoperabilità, ai problemi legati al copyright, al multilinguismo ecc.;
3) “verifica della qualità”: si forniscono degli strumenti pratici per la valutazione
dell’applicazione al proprio sito web;
Osservatorio Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali
Maria Teresa Natale
DIREZIONE GENERALE PER L’ORGANIZZAZIONE,
L’INNOVAZIONE, LA FORMAZIONE,
LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
E LE RELAZIONI SINDACALI
Museo & Web: l’esperienza del Progetto MINERVA
per i musei e le altre istituzioni culturali
Direzione Generale per
l’Organizzazione,
l’Innovazione, la Formazione,
la Qualificazione
Professionale
e le Relazioni Sindacali
Direttore Generale:
Antonia Pasqua Recchia
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232007
Fax 06 67232106
[email protected]
Osservatorio Tecnologico per
i Beni e le Attività Culturali
Coordinamento: Rossella Caffo
Viale Castro Pretorio 105
00185 Roma
Tel. 0649210426
Fax 0649599302
www.athenaeurope.org
[email protected]
www.otebac.it
[email protected]
www.otebac.it/prototipo.html
Informazioni e richiesta codici CMS
www.minervaeurope.org/
structure/workinggroups/
userneeds/prototipo/cms.html
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4) strumenti pratici: modelli di pagine XHTML e il Content Management System messo
a disposizione in open source dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Michael
Coordinamento:
Rossella Caffo
Viale Castro Pretorio, 105
00185 Roma
Tel. 06 49210426
Fax 06 4959302
www.michael-culture.org
(portale europeo)
www.michael-culture.eu
(sito web del progetto)
www.michael-culture.it
(portale italiano)
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Museo&Web CMS Open Source
Il modello Museo & Web è stato adattato a un sistema integrato di Content Management (CMS) per la gestione e il controllo di documentazione informativa
multi-formato ed eterogenea, da pubblicare in rete.
Con questo CMS, che consente anche di gestire il multilinguismo, è possibile
creare, modificare, controllare tanto le singole pagine che intere sezioni logiche
della propria documentazione web, stabilendo regole, ruoli e livelli di accesso
secondo le proprie specifiche esigenze.
Il sistema consente, anche a personale non esperto, di partecipare attivamente
al processo di creazione e pubblicazione dei contenuti, apportando in tempo
reale il proprio contributo, secondo la propria qualifica e competenza.
Il CMS può essere utilizzato GRATUITAMENTE dai musei ma anche dalle altre istituzioni culturali, pubbliche e private, adattandolo alle proprie esigenze.
Con questo CMS si ampliano le classiche funzionalità di editing di testi e immagini web: vengono, infatti, resi disponibili strumenti che consentono il mantenimento di strutture gerarchiche fra le pagine, link incrociati, menu, formattazione
di testi, gestione di news, eventi, rassegna stampa, normativa, bandi e concorsi,
pubblicazioni e molte altre funzionalità aggiuntive (come il catalogo degli oggetti
del museo e la possibilità di pubblicare percorsi tematici), perfettamente integrabili con il sistema di base e realizzate secondo le esigenze specifiche.
Il CMS sviluppato si compone di tutte le funzionalità, di base e accessorie, atte
a garantire rigore architetturale e semplicità d’uso nelle fasi d’implementazione
e aggiornamento dei contenuti.
Il sistema è fornito con licenza Open Source. Per ogni versione pubblicata sono
disponibili il codice sorgente, il manuale di utilizzo, la licenza d’uso, una demo
online.
È inoltre attiva una lista di discussione per condividere dubbi, suggerimenti e informazioni sul CMS e sulle attività correlate.
L’Osservatorio tecnologico per i beni e le attività culturali organizza periodici
corsi di formazione e aggiornamento su Museo & Web, anche in collaborazione
con altre istituzioni culturali.
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito dell’Osservatorio tecnologico per
i beni e le attività culturali.
Il progetto dal titolo “Aperti al territorio. Vademecum della Soprintendenza BSAE
della Calabria”, in linea con lo slogan proposto dal Forum P.A. “Recuperare efficienza attraverso le idee: la P.A. che ci fa uscire dalla crisi”, intende offrire una
guida agile e di facile consultazione, con comunicazioni e informazioni chiare,
efficaci e precise sui compiti istituzionali e sull’articolazione degli uffici della Soprintendenza calabrese.
La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, consapevole del ruolo sempre più incisivo assunto da un corretto sistema
di informazione, si è posta l’obiettivo strategico di migliorare il processo di comunicazione interno ed esterno.
In questo contesto, si inserisce la redazione del presente vademecum progettato
con forte determinazione per inserire la cultura della comunicazione nell’ambito
dei compiti della Soprintendenza BSAE della Calabria.
La sua realizzazione è stata possibile grazie all’impegno dei funzionari tecnici e
amministrativi che in essa prestano servizio e che hanno condiviso l’obiettivo di
avvicinare sempre più i linguaggi “istituzionali” al linguaggio “quotidiano” del
pubblico esterno.
L’iniziativa di realizzare questa guida nasce inoltre sia dalle prescrizioni della
legge 150/2000 e da successive norme tendenti a favorire lo snellimento dei linguaggi e delle procedure nella Pubblica Amministrazione, sia dalla conseguente
necessità di trasparenza ed efficacia dell’azione amministrativa che è alla base
del buon funzionamento dell’apparato statale.
Per questo motivo il progetto è indirizzato alla creazione di un manuale di facile
comprensione e agevole lettura che dia agli utenti un messaggio di apertura capace di porre al centro dell’attività il cittadino e il suo diritto all’informazione.
Grande attenzione si è posta, durante la stesura del vademecum, alla descrizione
del lavoro degli uffici e all’organizzazione dei servizi della Soprintendenza come
percorsi accessibili e controllabili.
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Calabria
Fabio De Chirico
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA CALABRIA
Aperti al Territorio.
Vademecum
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
della Calabria
Direttore Regionale:
Raffaele Sassano
Coordinatore per la
comunicazione:
Maria Teresa Sorrenti
Via Scylletion, 1
88021 Roccelletta di Borgia
Tel. 0961 391087/48/89
Fax 0961 391033
[email protected]
Soprintendenza per i
Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici
della Calabria
Soprintendente:
Fabio De Chirico
Coordinatore per la
comunicazione:
Nella Mari
Via Gian Vincenzo Gravina
Palazzo Arnone
87100 Cosenza
Tel. 0984 795639/5556
Fax 0984 71246
[email protected]
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Si è stabilito che i disservizi o quanto segnalato dal cittadino siano fenomeni da
verificare, riesaminare e, se il caso, da riorganizzare.
Alla luce delle considerazioni sin qui illustrate, l’analisi del Vademecum, di cui
questa prima edizione vuole sperimentare la validità e verificare l’efficacia può
ricondursi ad alcuni concetti ‘chiave’ previsti dalla normativa sulla comunicazione pubblica: partecipazione, semplicità e trasparenza amministrativa.
Da questi concetti è derivata una divisione della guida in due parti: una meramente descrittiva; la seconda più operativa, in cui sono indicati l’accesso agli uffici, i servizi disponibili al pubblico, gli orari, le modalità e i comportamenti
richiesti.
In tal modo, interpretando nel senso più alto lo spirito della legge si è voluta sovvertire una certa tradizionale cultura del controllo ossessivo dell’apparato burocratico a favore di una cultura di servizio e supporto, nella quale sia preminente
la capacità di fornire risposte ai bisogni.
Ci si augura con questo lavoro che si attivino con il pubblico quelle sinergie comunicative che legittimando l’azione amministrativa possano diventare parte integrante di tutti i servizi ugualmente prestati a utenze differenziate, piuttosto che
un segmento aggiuntivo degli stessi. L’organizzazione pubblica, infatti, deve la
sua ragion d’essere alla cura degli interessi della comunità di cui è essa stessa
l’emanazione.
Si auspica in tal modo che il vademecum possa essere anche un mezzo per confermare o affermare la visibilità dell’Amministrazione e contribuisca ad avvalorarne l’identità e l’immagine sul territorio calabrese, e più in generale del rapporto
tra Soprintendenza e territorio. Ciò anche nella convinzione che l’attività di tutela,
conservazione e valorizzazione del patrimonio passa necessariamente attraverso
la conoscenza, non solo del patrimonio stesso, ma anche dei mezzi e delle
forme attraverso cui esercitare queste funzioni.
Questa pubblicazione, del resto, si pone in linea con le norme di tutela nell’agevolare quel processo di crescita civile per cui ciascuno – dal singolo fino alle
istituzioni territoriali, siano esse laiche o ecclesiastiche - possa consapevolizzarsi
e divenire attore responsabile nel garantire la conservazione e la trasmissione alle
generazioni future dei beni che sono appunto <<testimonianze aventi valore di
civiltà>>.
72
Dopo anni di lunghe trattative si è giunti alla fase conclusiva della concessione in
comodato gratuito della prestigiosa collezione di dipinti della Banca Carime di
Cosenza alla Soprintendenza BSAE della Calabria, da esporre nelle sale espositive di Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza.
L’acquisizione è occasione straordinaria di rilancio culturale del territorio calabrese poichè riporta alla pubblica fruizione le trentotto opere da anni in deposito nel caveau della banca.
La prestigiosa collezione della Banca Carime, formatasi negli anni Settanta e nei
primi anni Ottanta del Novecento, documenta, attraverso l’opera di autori di gran
rilievo, un’area artistica prevalentemente meridionale e si compone di un cospicuo corpus di dipinti del Sei e del Settecento riferiti all’area centro-meridionale,
napoletana in special modo, nonchè di un’interessante sezione dedicata all’arte
moderna e contemporanea.
L’allestimento seguirà un criterio cronologico e il percorso avrà inizio con la tempera su tavola, attribuita a Giovanni Bellini, con la collaborazione del fratello Gentile, raffigurante Cristo al Calvario e il Cireneo, presumibile frammento di uno
scomparto di predella eseguito intorno al 1460; seguono la monumentale pala
d’altare raffigurante Santa Caterina d’Alessandria di recente attribuita a Innocenzo
Tacconi, tra i più fedeli allievi di Annibale Carracci e ancora, nell’ambito classicista, il dipinto raffigurante La Pietà attribuito alla scuola dei Carracci.
La raccolta si arricchisce con opere di Andrea Sacchi, Battistello Caracciolo, Jusepe
de Ribera, degli olandesi Gerrit van Honthorst e Dirk van Baburen, di Frans Wouters,
collaboratore di Rubens, di Massimo Stanzione, Francesco Guarino, del celebre artista calabrese Mattia Preti, fino ad arrivare a Boccioni, Savinio e Ortega.
Si tratta dunque di una collezione straordinaria, sia per quantità che per qualità
delle opere raccolte.
Esse, integrate nel percorso espositivo della Galleria Nazionale di Cosenza, saranno esposte con un criterio museologico complesso, che sarà ulteriormente
sottolineato da un progetto allestitivo che farà della Galleria Nazionale uno dei
capisaldi dell’offerta museale statale nel meridione d’Italia.
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Calabria
Nella Mari
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA CALABRIA
La collezione dei dipinti della Banca Carime:
dal caveau alla Galleria Nazionale di Cosenza
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
della Calabria
Direttore Regionale:
Raffaele Sassano
Coordinatore per la
comunicazione:
Maria Teresa Sorrenti
Via Scylletion, 1
88021 Roccelletta di Borgia
Tel. 0961 391087/48/89
Fax 0961 391033
[email protected]
Soprintendenza per i
Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici
della Calabria
Soprintendente:
Fabio De Chirico
Coordinatore per la
comunicazione:
Nella Mari
Via Gian Vincenzo Gravina
Palazzo Arnone
87100 Cosenza
Tel. 0984 795639/5556
Fax 0984 71246
[email protected]
Foto di Attilio Onofrio
Soprintendenza BSAE Calabria
73
È in questo aspetto, infatti, che risiede la singolarità del progetto: un Museo statale si arricchisce di una collezione privata, acquisita nella forma del comodato,
offrendo l’opportunità della fruizione di un patrimonio, altrimenti segreto e inaccessibile, in tempi in cui sempre più raramente si assiste all’incremento di collezioni pubbliche.
Questa iniziativa, che si configura come un esempio raro – non solo nell’intero
territorio nazionale, ma, ciò che è ancor più degno di rilievo, in contesti complessi e problematici, sia per la mancanza di politiche adeguate che di strategie
programmatiche, come nelle regioni meridionali – sta a significare una capacità
di incidere nella struttura e nell’organizzazione sociale per garantire una scientificità e un intervento di salvaguardia e tutela delle opere altrimenti difficili da
conseguire.
Sulla scorta di quello che è il progetto museale della Galleria Nazionale di Cosenza,
che si appresta ad accogliere i disegni di Boccioni e le opere già restaurate provenienti dal territorio regionale, la determinazione di un soggetto privato a consegnare
le opere ad una pubblica raccolta, perché diventino patrimonio comune e fruito
dall’intera collettività, non può che rappresentare il segnale tangibile di una progettualità ampiamente condivisa, dove ancora una volta, in carenza di ulteriori occasioni di ampliamento, considerando le difficoltà del momento, la pubblica
amministrazione si pone come garante di continuità e di scientificità.
In tal senso, il nuovo allestimento della Galleria Nazionale calabrese, inaugurato
il 27 settembre 2008, ha funzionato come elemento propulsore per consolidare,
anche nei confronti di altri soggetti, come la Banca Carime, la convinzione di una
solidità scientifica ed istituzionale, facilitando l’azione di apertura e fiducia che
consentirà di acquisire al patrimonio ben trentotto dipinti, finora sottratti alla pubblica fruizione, che saranno inseriti in un progetto di valorizzazione, basato sui
più moderni criteri museografici e sugli standard già sanciti dalle norme ministeriali e dalle direttive europee.
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“Centralità degli utenti”. Questa la parola chiave con cui la Biblioteca Universitaria di Napoli ha affrontato, da gennaio 2009, il percorso di ridefinizione del suo
sito web. Una “centralità” declinata in tutte le sue implicazioni: come rispetto
dei principi e della normativa in materia di accessibilità e usabilità (anche mediante tecnologie assistive per talune disabilità), come ricerca costante di un’architettura e di un linguaggio semplici e intuitivi (“amichevoli” si usa dire), ma
anche come orientamento all’ascolto e all’interlocuzione con il pubblico, grazie
alla creazione di spazi dove questo possa esprimere i propri bisogni, avanzare
proposte, discutere su progetti e attività in corso; trasmettere, in definitiva, la
propria “idea” di biblioteca e di servizio.
Dal 2002 si registra un processo di radicale trasformazione rispetto al modello del
broadcast con cui negli anni Novanta venivano veicolate le informazioni nella
rete, tanto da indurre a parlare di una “versione web 2.0”. Nel “web 2.0” l’attenzione è prioritariamente focalizzata sul lato utente, gli ambienti diventano sempre più partecipativi, e sempre maggiori opportunità vengono offerte agli utenti
di far sentire la propria voce e dare un proprio contributo.
In linea con l’evoluzione tecnologica e i paradigmi di utilizzo della rete tipici dei
nostri giorni, l’obiettivo che la Biblioteca Universitaria di Napoli si è posto è stato
di passare da un sito web statico e puramente informativo ad un sito web dinamico, la cui vocazione prioritaria fosse rappresentata dalla interattività e dall’offerta di servizi.
A questo scopo la Biblioteca ha provveduto a dotarsi di una piattaforma adeguata,
installando, prima in Italia, la versione più recente, la 1.4.1 (ancora dichiarata allo
stato “beta”), di Museo&Web CMS, modello di architettura di un sito web per biblioteche medio-piccole supportato da un Content Management System, sviluppato nell’ambito dell’attività del WP5 Italia “Identificazione dei bisogni degli utenti
e dei criteri di qualità per un accesso comune” del Progetto Minerva.
Di particolare rilievo le nuove potenzialità di “comunità” attivate nell’ultima versione, grazie soprattutto a strumenti quale il blog, e l’opportunità di utilizzarle in
maniera integrata sia con gli strumenti di informazione e discussione già presenti,
come forum e newsletter, o i feed rss, ora perfezionati e potenziati, sia con altri
moduli documentari quale quello dei percorsi tematici.
Biblioteca Universitaria di Napoli
Raffaele De Magistris
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA
Parla con noi… I nuovi strumenti di comunità
della Biblioteca Universitaria di Napoli
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
della Campania
Direttore Regionale: Pio Baldi
Coordinatore per la
comunicazione:
Maria Rosaria Nappi
Castel dell’Ovo
Via Eldorado, 1
Tel. 081 2464209
Fax 081 764 5305
Direzione Generale per i
Beni Librari,gli Istituti Culturali
ed il Diritto D’autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 0636216300
Fax 063216437
[email protected]
www.librari.beniculturali.it
Biblioteca Universitaria di
Napoli
Direttore: Ornella Falangola
Referente per la
comunicazione: Chiara Masiello
Referente del progetto:
Raffaele De Magistris
Via Paladino, 39
80138 Napoli
Tel. 081 5517025/5514484
Fax 0815528275
[email protected]
[email protected]
[email protected]
www.bibliotecauniversitarianapoli.beniculturali.it
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L’impiego degli strumenti di comunità è stato sperimentato dalla Biblioteca nell’ambito del progetto “Napoli da Serao a Saviano: racconto o cronaca?”, elaborato in occasione della campagna “Ottobre piovono libri 2008” promossa dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il progetto si è articolato, tra l’altro, in
una serie di incontri con alunni e docenti nelle scuole partecipanti, e prevede
due prodotti finali: la realizzazione, da parte degli alunni, di elaborati multimediali sulle tematiche proposte; la costituzione, a partire da tali elaborati, del
primo nucleo della “biblioteca degli studenti”, biblioteca sia fisica che digitale.
Specialmente il blog e il forum hanno permesso di creare la nostra prima, embrionale, ma non per questo meno significativa, “comunità di utenti” che ha avuto
a disposizione uno “spazio comunicativo paritetico”, in cui tutti, studenti, docenti
e bibliotecari, sono stati, insieme e a pari grado, riceventi e emittenti di informazioni, scambiandosi impressioni, giudizi e suggestioni in modo libero e anticonvenzionale, fuori dagli schematismi spesso imposti dai rispettivi ruoli.
Il progetto è servito naturalmente anche a testare le varie funzionalità, il che consentirà opportune implementazioni e miglioramenti informatici. Tuttavia ancor
più prezioso si è rivelato il suo contributo dal punto di vista gestionale, in quanto
da questa esperienza sono emerse indicazioni importanti su come strutturare
strategie e piani mirati di comunicazione e sensibilizzazione all’uso degli strumenti di comunità della Biblioteca.
Sulla scorta dei feedback ottenuti, si sta ragionando per il prossimo futuro ad
un’ipotesi di lavoro particolarmente intrigante, dove strumenti come il blog assumono una valenza decisiva: articolare un progetto di BookCrossing che veda
il coivolgimento non solo degli utenti, ma anche di altre categorie di stakeholder
afferenti al mondo del libro, librai e biblioteche in primo luogo.
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In occasione del Concorso Premiamo i risultati, promosso dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e finalizzato a premiare i risultati e l’impegno rivolto a migliorare le performances nonché a valorizzare gli esempi di
buona amministrazione, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino ha deciso di candidare il progetto
Estensione dei Circoli d’Ascolto Organizzativo a tutte le sedi dell’Amministrazione.
Il progetto, destinato a tutti i dipendenti della Soprintendenza, nasce dall’esigenza di migliorare il clima organizzativo attraverso una gestione innovativa di funzioni per valorizzare le risorse umane e per sviluppare una
cultura organizzativa orientata ai risultati ed al recupero dell’efficienza attraverso idee progetto.
I Circoli dell’Ascolto Organizzativo, infatti, prevedono dieci incontri in cui uno
degli obiettivi centrali è la creazione di una comunità di facilitazione che possa
diventare il luogo di condivisione di esperienze, attività, informazioni e risultati.
A conclusione degli incontri ogni singolo Circolo, per realizzare concretamente
il processo di ascolto organizzativo all’interno della Soprintendenza, si concentra sulla definizione di idee progetto che prevedono sia un piano di sviluppo dei
Circoli sia un piano di miglioramento volto ad eliminare parte delle criticità
emerse all’interno di essi.
Il progetto, come previsto nel piano di miglioramento gestionale presentato in
occasione della fase di selezione dei finalisti del Concorso, ha avuto inizio il 7
gennaio 2009 con l’attivazione di tre Circoli per la Soprintendenza e un Circolo
per la sede museale di Padula.
Le attività relative alla Soprintendenza sono state suddivise tra la sede di Salerno
e la sede di Avellino.
Sede di Salerno
Per la sede di Salerno, le finalità e le modalità di svolgimento del progetto sono
state illustrate in ogni singolo ufficio dalla referente del progetto, che ricopre
anche il ruolo di facilitatore all’interno dei Circoli, e dalla stagista che collabora
con la referente.
Il ruolo della stagista è stato fondamentale perché la sua preparazione universitaria ha potuto confermare quanto il progetto sia attinente alle nuove teorie di organizzazione e gestione delle Amministrazioni Pubbliche sempre più vicine ad
un approccio di tipo manageriale.
Gli incontri, che hanno avuto inizio il 24 gennaio con il primo Circolo, hanno
luogo ogni venerdì, giorno in cui l’Amministrazione non riceve pubblico.
In base alle adesioni sono stati attivati tre Circoli: uno concluso il 27 marzo e due
ancora in corso.
L’idea progetto elaborata dal Circolo concluso è nata dall’esigenza di potenziare
l’efficienza interna.
L’imminente utilizzo del Protocollo ESPI ha spinto il gruppo ad esprimere la propria disponibilità ad un breve pre-corso di formazione propedeutico a quello
che l’Amministrazione predisporrà successivamente. Questo sarà possibile grazie alla disponibilità della Responsabile del Protocollo Informatico che ha partecipato al Circolo d’Ascolto.
Soprintendenza per i Beni Architettonici
e Paesaggistici per le Province di Salerno e Avellino
Stefania Ugatti, Sara Roberto
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA
Concorso nazionale: Premiamo i risultati
Progetto Estensione dei Circoli d’Ascolto Organizzativo
a tutte le sedi dell’Amministrazione.
Idee progetto per recuperare efficienza
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
della Campania
Direttore Regionale: Pio Baldi
Coordinatore per la
comunicazione:
Maria Rosaria Nappi
Castel dell’Ovo
Via Eldorado, 1
Tel. 081 2464209
Fax 081 764 5305
Soprintendenza per i Beni
Architettonici e Paesaggistici
per le Province
di Salerno e Avellino
Soprintendente:
Giuseppe Zampino
Settore Promozione
e Attività Culturali
Coordinatore: Maria Pasca
Ufficio Comunicazione
Referente: Stefania Ugatti
Via Botteghelle, 11
84100 Salerno
Tel. 089 2573245
Fax 089 251727
[email protected]
www.ambientesa.beniculturali.it
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Sulla base delle riflessioni emerse durante i dieci incontri sul lavoro di squadra e
sul senso di appartenenza e coesione, uno dei partecipanti al Circolo ha, inoltre, progettato il logo del Settore Promozione e Attività Culturali (SPAC). Il logo
è composto da un quadrato contenitore che rappresenta tutte le attività del settore (Servizio educativo, Didattica, Ufficio Promozione, Ufficio Comunicazione,
Museo della Scuola Medica Salernitana) e da un triangolo sovrapposto che fuoriesce con il vertice verso l’alto per indicare la ricerca costante di un miglioramento continuo e da un lato con la base che termina con una freccia ad indicare
l’esigenza di comunicare.
Sede di Avellino
Per la sede di Avellino il progetto relativo ai Circoli è stato presentato il giorno 13
gennaio in collaborazione con il coordinatore del Settore Biblioteca e Attività
Culturali che ha predisposto un incontro tra la referente del progetto e i dipendenti di questa sede allo scopo di illustrare le finalità e le modalità di svolgimento dei Circoli d’Ascolto Organizzativo.
Il personale ha mostrato notevole interesse per l’iniziativa: infatti, sono stati attivati due Circoli, attualmente già conclusi, e due in corso di attivazione.
Il giorno stabilito per gli incontri è il giovedì in quanto la giornata lunga permette
di articolare meglio la partecipazione degli impiegati senza recare disagio al normale andamento lavorativo.
I Circoli hanno una durata di due ore e per questo motivo si è stabilito di organizzare gli incontri con i due gruppi nella stessa giornata in modo tale da ottimizzare i tempi.
I due Circoli già conclusi hanno alternato l’orario di inizio degli incontri per consentire la partecipazione degli addetti alla vigilanza e all’accoglienza soggetti a
variazioni di turni settimanali.
Si è, inoltre, preferito suddividere gli impiegati di uno stesso ufficio in gruppi diversi in modo tale da non creare disservizio lasciando postazioni scoperte.
I colleghi hanno mostrato un discreto spirito di collaborazione: hanno dato, infatti, la loro disponibilità a sostituirsi in situazioni di emergenza per consentire a
tutti di partecipare agli incontri.
Anche per uno dei Circoli già conclusi l’idea progetto elaborata è relativa al precorso di formazione per avere una prima informazione sul funzionamento del
protocollo ESPI che permetterà di seguire più agevolmente le lezioni previste
dall’Amministrazione.
L’altro Circolo si è concentrato, invece, sulle problematiche emerse relative alla
mancanza di coesione, di collaborazione e di senso di appartenenza. La proposta è stata quella di organizzare incontri per far conoscere ai partecipanti del
Circolo le varie attività degli uffici tecnici e amministrativi affinché ognuno possa
essere consapevole del lavoro degli altri colleghi.
Sede di Padula
Per la sede museale Certosa di San Lorenzo il primo incontro si è tenuto il 27
gennaio.
Grazie alla disponibilità degli addetti alla sorveglianza ed alla biglietteria, che
pur di partecipare hanno scelto di rinunciare al loro giorno di riposo, si è deciso
di attivare i Circoli il martedì, giorno di chiusura della Certosa, in modo tale da non
creare disservizi.
Ogni Circolo, qui attivato, prevede cinque incontri della durata di circa quattro
ore per evitare che gli impiegati rinuncino a troppi giorni di riposo.
Quest’inizio è sembrato molto lusinghiero, anche in considerazione dell’adesione di buona parte degli impiegati della Certosa.
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Le idee progetto finora proposte sono:
- un corso di formazione per l’apprendimento della lingua inglese per poter comunicare con i visitatori stranieri;
- un corso di formazione per assistere i visitatori portatori di handicap.
Infine, tutti i Circoli attivati a Salerno, Avellino e Padula hanno previsto come sviluppo futuro del progetto una serie di incontri volti ad individuare le criticità che
potrebbero emergere durante lo svolgimento del proprio lavoro e le possibili soluzioni, coinvolgendo la maggior parte dei funzionari.
Alcuni partecipanti, inoltre, hanno deciso di collaborare al progetto, impegnandosi nell’organizzazione e nel coordinamento dei gruppi attuali e futuri nelle
sedi di Avellino e Padula.
79
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELL’EMILIA-ROMAGNA
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
dell’Emilia-Romagna
Direttore Regionale:
Carla di Francesco
Coordinatore per la
comunicazione: Paola Monari
Via S. Isaia, 20
40123 Bologna
Tel. 051 3397011
Fax 051 3397077
80
Progetto di Valorizzazione del Museo “Naborre Campanini”
e del Castello di Canossa (RE)
Lorella Alderighi
Il Museo ed il Castello
Il museo “Naborre Campanini”, situato sulla sommità della rupe di Canossa, è
stato interessato nel 2002 dalla revisione dell’allestimento espositivo a cura della
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di
Bologna, Modena e Reggio Emilia con la collaborazione scientifica della Società
di Archeologia Reggiana.
L’ambiente espositivo, suddiviso in tre sale, ospita reperti provenienti in massima
parte dagli scavi del castello eseguiti negli anni 1877 e 1893 ad opera di don
Gaetano Chierici e poi di Naborre Campanini.
I reperti abbracciano un ampio arco cronologico: dal periodo romano (tegole
manubriate, tessere di mosaico) all’età dell’ultimo rifacimento del castello, in
epoca estense. Predominanti sono i reperti medievali e rinascimentali; di particolare rilievo il fonte battesimale, proveniente forse dalla chiesa di Sant’Apollonio, e resti di stucchi, oltre a frammenti di sarcofagi romani riutilizzati come
sepolture per i propri avi da Matilde di Canossa.
Completano l’esposizione una ricostruzione ipotetica del castello al tempo di
Matilde e manichini con abiti ispirati all’epoca.
Accanto alle sale espositive è anche una saletta adibita ad aula didattica.
Il museo è alloggiato in un edificio sorto alla fine dell’Ottocento ed inaugurato nel
1893, in quella che fu la sede del C.A.I. Reggiano di cui don Gaetano Chierici era
presidente.
Al museo e ai resti del Castello si accede mediante un percorso abbastanza agevole ma, per il momento, non accessibile per i portatori di handicap fisico grave.
Il percorso non rispecchia quello originario, ubicato, probabilmente, dalla parte
opposta della rocca, laddove è oggi presente un fronte franoso che ha cancellato parte degli edifici, oltre alla struttura originaria della chiesa di Sant’Apollonio che, durante la propria vita, vide una riduzione dei propri spazi con la
ricostruzione dei muri perimetrali.
A seguito degli scavi di fine ‘800 fu possibile ipotizzare una ricostruzione grafica
dell’originario complesso fortificato.
Delle strutture originarie del castello rimangono in vista pochissimi resti; gran parte
degli ambienti relativi al palazzo dovrebbero situarsi al di sotto dell’edificio mo-
derno che li ha obliterati, mantenendone, forse, l’orientamento e le partizioni.
Non è, inoltre, ad oggi possibile attribuire i resti delle mura all’una o l’altra delle
tre cinte murarie citate dalle fonti archivistiche e storiche che ricordano per il castello una prima edificazione al tempo di Atto, progenitore di Matilde, alla fine
del X sec., fino all’ultima modifica in epoca estense, al tempo in cui ospitò l’Ariosto. Dette fonti attestano anche la presenza di un borgo ad oggi scomparso, probabilmente nel fronte di frana che interessa la rupe, ultimo scoglio arenaceo,
gradualmente eroso dai venti, dal quale, ogni tanto, precipitano a valle dei sassi.
Quel calcare bianco che probabilmente diede nome a Canossa, in quanto in origine privo di vegetazione, si mostra ad oggi in parte ricoperto da un manto verde
con piante che contribuiscono con le loro radici a scalzare le pietre ancora in
piedi e a danneggiare i consolidamenti che si sono succeduti negli ultimi decenni per arginare i continui crolli.
Se poco rimane dell’originario baluardo del potere matildico, imperituro è il ricordo
dell’evento che vide nel 1077 il soggiacere, anche se temporaneo, dell’impero,
nella figura di Enrico IV, al papato di Gregorio VII per intercessione di Matilde di
Canossa, la cui vita e le cui estreme volontà di lasciare i propri beni alla chiesa continuano a rendere il personaggio esempio di religiosità da Dante ai giorni nostri.
Se alla fine ‘800 il sito era meta preferita delle escursioni del C.A.I. (Relazione
delle gite fatte a Canossa da soci del Club Alpino sezione dell’Enza nei giorni 31
maggio e 10 giugno 1877 e proposta di scavi, Reggio nell’Emilia 1877), ancor di
più, oggi, il castello e il museo sono interessati da flussi turistici provenienti non
solo dall’Italia, ma anche dall’estero, in particolar modo dalla Germania sulla scia
delle origini della Contessa.
Ed i visitatori, di fronte ai resti ancora visibili, ritrovano il fascino della storia, grazie anche al piccolo museo, ma, soprattutto, grazie al paesaggio visibile dalla
rupe, quasi immutato dall’epoca matildica e che, nei giorni sereni, offre la vista
sul vicino fronte erosivo dei calanchi, e, più oltre, sulle alture con i resti dei castelli di Rossena e della torre di Rossenella, e, ancora lontano, verso le remote
cime delle Alpi innevate. Se poi sale la nebbia, la suggestione del luogo assale
il visitatore, quasi isolandolo nel tempo.
Il progetto di valorizzazione
La rupe ed i resti del castello, acquisiti dallo Stato nel 1878 e dichiarati “Monumento nazionale”, sono stati interessati solo saltuariamente da episodi di valorizzazione. Da qui la necessità di un progetto, che si è definito col tempo, in
accordo tra Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia e Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Emilia-Romagna, in seguito a studi preliminari che hanno visto
indagini archivistiche interessanti l’età matildica e il periodo degli scavi archeologici di fine ‘800, dal punto di vista storico, e la possibilità di rendere il sito accessibile per ogni tipo di visitatore, dal punto di vista tecnico.
Per mezzo di tali studi preliminari è stato possibile evidenziare quanto necessario per una valorizzazione del luogo e per una migliore fruibilità dei suoi resti e
del suo museo. Il Progetto, pur conservando una distinzione nelle sue componenti dal punto di vista amministrativo, distinzione dovuta alla presenza di due
diversi finanziamenti (Fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Fondi
ARCUS), è stato impostato in modo omogeneo nella sua globalità, dal momento
che ogni singola parte, interagendo con gli altri settori, risponde al fine ultimo
della valorizzazione.
Oggi, interamente finanziata con fondi ARCUS, è ultimata la parte relativa alla valorizzazione del luogo mediante visite guidate, spettacoli ed eventi per il pub-
81
blico, attività didattiche per le scuole, utilizzo di guide multimediali appositamente realizzate, attivazione del sito web www.castellodicanossa.it.
Il progetto dà ampio spazio alle attività di didattica in vari settori, col supporto
della strumentazione multimediale, in quanto, non risultando disponibili ulteriori
spazi oltre alla sede museale e, nello stesso tempo, non essendo opportuno intervenire se non in minima parte sull’assetto espositivo del Museo, per altro,
come già ricordato, di recente allestimento, l’intervento si è indirizzato verso le
modalità di presentazione agli utenti delle strutture del castello, della raccolta di
reperti archeologici e degli approfondimenti sulla figura di Matilde di Canossa e
la sua epoca.
Il Museo, pertanto, è stato dotato di strumentazione multimediale comprendente, oltre ad una postazione portatile, una postazione interattiva tipo totem
con funzionalità touch screen, dove il sistema di guida viene presentato al visitatore; di quindici dispositivi palmari interattivi con funzionalità audio e video
che permettono di effettuare la visita guidata ai punti di interesse all’interno del
museo e ai resti architettonici mediante cartografia con indicazione dei punti associati a liste di testi informativi in più lingue (italiano, inglese e tedesco) e con
modalità di fruizione adeguate alle scelte dell’utente e diversificate tra utente
adulto e bambino. Un chiosco bluetooth permette di distribuire la guida anche
sui telefoni cellulari dei visitatori.
I contenuti vertono su più temi, dalla figura di Matilde e la sua epoca alla storia
degli scavi e del castello, al percorso naturalistico, e si trovano replicati anche sul
sito web www.castellodicanossa.it con l’aggiunta di una bibliografia di approfondimento.
La parte prettamente didattica del progetto di valorizzazione consiste nella realizzazione di visite guidate, spettacoli ed eventi nella sede del Castello e del
Museo, e di attività didattiche per le scuole.
In particolare, fino al primo novembre 2009 verranno effettuate, durante l’orario
di aperture del complesso (orario estivo: 9.00-12.30; 15.00 – 19.00; orario invernale: 9.00 – 16.30; giorno di chiusura: lunedì ma aperto il lunedì di Pasqua, il
primo maggio, il 15 agosto ed il primo novembre) visite guidate, in italiano o, su
richiesta, in inglese e tedesco, ad orari prestabiliti in numero di quattro dal lunedì
al venerdì e cinque il sabato e festivi. Ulteriori visite guidate sono disponibili, su
prenotazione, per altri cento gruppi nel periodo sopra citato.
Sono state, inoltre, ideate e saranno realizzate attività didattiche differenziate
per scuole di vario ordine e grado con un’ampia scelta di percorsi per cinquanta
gruppi classe nel periodo primavera – autunno 2009, da effettuarsi presso la saletta didattica del Museo e negli spazi della rocca di Canossa.
Sono stati, poi, programmati spettacoli ed eventi in rassegne che offrono un programma di intrattenimento con connotazione educativa e culturale, essendo i
contenuti strettamente legati alle caratteristiche storiche del complesso. Il cartellone prevede, infatti, due calendari riservati l’uno ad un pubblico di bambini,
con quattro appuntamenti nel pomeriggio del sabato, l’altro per un pubblico
più adulto, con sei appuntamenti nei pomeriggi domenicali.
Tutte le iniziative prevedono la realizzazione e la distribuzione di materiale didattico ed informativo .
Mentre le attività previste dal progetto si concluderanno, per il 2009, il primo di
novembre, in seguito rimarranno attivi il sito web e il sistema di guide multimediali presso il punto d’accoglienza del Museo “Naborre Campanini”.
Non resta che invitare i visitatori a venire a Canossa in un periodo in cui le iniziative legate al progetto di valorizzazione possono costituire un valore aggiunto al
luogo in cui la bellezza ed il fascino della natura gareggiano con la memoria degli
eventi e dei loro protagonisti.
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Luciano Marchetti
Il tema trattato quest’anno dal Forum della Comunicazione appare particolarmente interessante considerato l’obiettivo di dare rilievo alle eccellenze italiane.
Naturalmente un’assoluta eccellenza nazionale è costituita dal patrimonio culturale del Paese che si confronta, in questo caso, con il mondo della comunicazione che costituisce una delle tracce future per la promozione e valorizzazione
dei Beni Culturali.
Solo da pochi anni, ma con grande impegno da parte del MiBAC, la comunicazione è diventata fondamentale per assicurare il futuro dei Beni Culturali.
Comunicare significa promuovere la conoscenza del Bene e , dunque, la trasmissione futura di uno straordinario patrimonio, spesso poco noto e di conseguenza trascurato.
La partecipazione del MIBAC e della Direzione Regionale, come coordinamento
degli Istituti territoriali, significa riconoscere alla comunicazione un ruolo fondamentale nel trasmettere la conoscenza dei Beni ad una platea più ampia rispetto
ai fruitori abituali.
Peraltro il patrimonio culturale ha un’enorme portata comunicativa che stimola la
ricerca di metodi nuovi e sperimentali da applicare sul campo permettendo così
di ampliare e diversificare il numero dei destinatari della comunicazione.
In quest’ottica si pone l’intervento della Biblioteca Nazionale di Roma, vedi pag.
23, che presenta il suo progetto di comunicazione “in tempo di crisi” testimoniando l’esigenza di ospitare musica, teatro e cinema per poter rendere interessante la fruizione di uno dei luoghi della cultura per eccellenza, anche per
recepire finanziamenti e sponsorizzazioni.
Il lavoro presentato dalla Nazionale testimonia di un impegno straordinario nella
programmazione di eventi di vario genere dalle letture ai concerti, ai convegni,
incontri e mostre tutti organizzati allo scopo di valorizzare e comunicare i beni
di pertinenza della Biblioteca.
Ma tutto il territorio di Roma e del Lazio, le Soprintendenze, i Musei e le aree archeologiche, è impegnato in progetti che hanno questo target e spesso attuati
in collaborazione con gli Enti Territoriali.
I Grandi Eventi, promossi dal MiBAC, testimoniano dell’impegno di tutti i funzionari preposti alla comunicazione e alla valorizzazione, che ospitano nei rispettivi istituti eventi di grande rilievo, sicuramente utili alla comunicazione
allargata, aiutata anche dalla fruizione multimediale.
L’auspicio è una sempre più ampia forma di promozione dei Beni da parte degli
Istituti territoriali attraverso la comunicazione che potrà servire in "tempo di crisi"
a divulgare la conoscenza e a sostenerne il recupero.
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DEL LAZIO
Il futuro dei Beni Culturali: comunicare e promuovere
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
del Lazio
Direttore Regionale:
Luciano Marchetti
Coordinatore per la
Comunicazione:
Anna Maria Romano
Piazza di Porta Portese, 1
00153 Roma
Tel. 06 5810565
Fax 06 5810700
83
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
della Lombardia
Direttore Regionale:
Mario Turetta
Coordinatori per la
Comunicazione:
Cristina Ambrosini,
Manuela Rossi
Corso Magenta, 24
20123 Milano
Tel. 02 80294 1
Fax 02 802 94 232-3
[email protected]
www.lombardia.beniculturali.it
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Al Forum P.A. in mostra una città per tutti:
MILANO SULLE DITA
Cristina Ambrosini, Manuela Rossi
In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità indetta
dall’ONU per il 3 dicembre 2008 a Palazzo Litta la Direzione Regionale per i Beni
Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha presentato MILANO SULLE DITA - in
mostra una città per tutti, un libro e una mostra tattili dei monumenti milanesi restaurati da TMC Pubblicità per il progetto “Spazi per l’Arte”.
Al Forum P.A., presso lo stand del MiBAC, viene riproposta una selezione dell’allestimento originario di MILANO SULLE DITA, con l’obiettivo di dimostrare
come le risposte di fruibilità allo specifico di non vedenti e ipovedenti, possano
fornire l’opportunità ai vedenti di sviluppare forme ulteriori di conoscenza del
mondo sensibile.
La mostra è pensata e realizzata per offrire un suggestivo viaggio a occhi aperti
e a occhi chiusi tra alcuni significativi monumenti di Milano. Nella Stanza della
suggestione è possibile “vedere” sia con gli occhi che con le mani; le tavole
esposte rappresentano le opere restaurate e un apposito percorso allestito a pavimento - corredato di ausili per non vedenti e ipovedenti - delinea le strade
della città da percorrere e collega le varie tappe.
Vedere con le mani è un’esperienza sensoriale, che permette di riscoprire un senso
e una sensibilità che, nel nostro quotidiano legato al materiale e alla fisicità, spesso
tralasciamo. La mostra, attorno al tema dell’accessibilità, coniuga fruizione culturale
e sensibilità sociale stimolando la sorpresa e la meraviglia nel non vedente o ipovedente che può così accedere ai monumenti di Milano e offre, nel contempo, una
straordinaria opportunità di forme di conoscenza non abituali per i vedenti.
Il libro tattile, realizzato da Tactile Vision onlus, annunciato a gennaio 2008 in occasione dell’avvio dei lavori di restauro della facciata di Palazzo Litta, è un agile
strumento di conoscenza per non vedenti, ipovedenti e vedenti che, grazie al
rilievo e al Braille, possono accedere alla conoscenza di importanti monumenti
di Milano quali la Colonna del Verziere, il Pozzo e le Lapidi della Loggia dei Mercanti, il Monumento a Giuseppe Parini, il Monumento a Carlo Cattaneo, la Fontana
del Verziere, le facciate di Santa Maria delle Grazie e di Palazzo Litta, il restauro
delle Mura Spagnole e, prossimamente, l’Università degli Studi di Milano.
Un’esperienza progettata e realizzata anche con il contributo dell’Istituto dei Ciechi
di Milano per favorire l’ampliamento e il miglioramento della fruizione dei beni attraverso un approccio di sensibile sostenibilità anche dei servizi culturali e turistici.
Significativa la collaborazione fra Istituzioni e settori privati specializzati con cui
si è operato in sinergia per raggiungere un più vasto pubblico, senza esclusioni
né discriminazioni. Una strada di coinvolgimento che nel futuro dovrà essere
percorsa sempre più frequentemente per ottimizzare i risultati di valorizzazione
e promozione del nostro patrimonio culturale.
Crediti
Intervento di restauro
conservativo dei primi sei
monumenti descritti
Proprietà Comune di Milano –
Settore Arredo Urbano
Committente e sponsor TMC
Pubblicità S.r.l.
Progettazione preliminaredefinitiva, esecutiva: Amedeo
Bellini - Stefano Della Torre Paolo Gasparoli Lorena Bauce Rebecca Fant
Direzione dei Lavori: Amedeo
Bellini - Stefano Della Torre Lorena Bauce - Rebecca Fant
SCHEDA 1 - I monumenti in mostra, gli interventi di restauro realizzati da
TMC Pubblicità srl
Fontana del Verziere
L’intervento conservativo si è articolato attraverso operazioni di pulitura, stuccatura e sigillatura, consolidamento e protezione. Le singole lavorazioni sono state
calibrate e messe a punto in funzione dei differenti materiali presenti nel monumento e delle relative patologie di degrado riscontrate. In particolare la fase di
pulitura dai depositi umiferi e dalle incrostazioni calcaree ha reso possibile la rilettura dei dettagli del gruppo scultoreo.
Pozzo Piazza Mercanti
All’interno di un intervento conservativo, articolato attraverso operazioni di pulitura, stuccatura e sigillatura, consolidamento e protezione, si è proceduto con
un nuovo elemento a copertura della bocca del Pozzo. Il coperchio, su modello
dello scultore Loris Ribolzi, è stato realizzato in bronzo, con la tecnica della “fusione a cera persa”, reinterpretando i principali stemmi comunali che hanno condiviso la lunga storia del manufatto (stemma attuale del Comune di Milano, quello
ambrosiano e quello sforzesco).
Lapidi Commemorative
Data la specificità delle lastre bronzee, all’interno dell’intervento conservativo è
stata data particolare attenzione alle fasi di pulitura e di protezione; pur mantenendo le disomogeneità cromatiche delle “patine nobili” presenti tra lapide e
lapide, in pochi casi si è reso necessario un intervento di parziale patinatura “pittorica”, al fine di attenuare la forte ed estesa disomogeneità di cromia all’interno
della singola lapide commemorativa. Le lettere mancanti sono state integrate pittoricamente per consentire la completa lettura dei nomi dei Caduti.
Monumento a Carlo Cattaneo
L’intervento conservativo si è articolato attraverso operazioni di pulitura, stuccatura e sigillatura, consolidamento e protezione dei materiali lapidei (granito rosa
di Baveno, pietra di Salerno) e metallici (statua di Carlo Cattaneo, bassorilievi e
corona in bronzo, cancellata in ferro). L’intervento di protezione ha compreso
anche l’installazione di un impianto elettrostatico antivolatile.
Indagini Diagnostiche Referente
Scientifico Giovanna
Alessandrini C.S.G.
Palladio S.r.l.
Rilievi fotogrammetrici e
topografici Referente
Scientifico Carlo Saibene
Geosigma S.r.l.
Coordinamento Sicurezza
Gabriele Gotti
Imprese esecutrici Gasparoli
S.r.l. (monumenti a Carlo
Cattaneo, a Giuseppe Parini, la
Fontana e la Colonna del
Verziere); Coop. ACEP a.r.l.
(Lapidi Commemorative e
Pozzo)
Scultore Loris Ribolzi
(copertura in bronzo per la
bocca del Pozzo)
Esecuzione dei lavori
2003-2004
Restauro delle facciate
esterne della Basilica di Santa
Maria delle Grazie
Committente e sponsor T.M.C.
Pubblicità S.r.l.
Alta Sorveglianza Libero Corrieri
Soprintendenza per i Beni
Architettonici e per il Paesaggio
di Milano e Marta Ragozzino
con il supporto della
restauratrice Mari Mapelli,
Direzione Regionale BCP
Lombardia
Direzione lavori Luigi Piantanida
Direttore operativo Paolo Elli
Progetto a cura della Direzione
Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Lombardia
Ditta esecutrice per tutte le
superfici di facciata Gasparoli
Srl Restauri e Manutenzioni di
Gallarate (Va), per il portale la
restauratrice Barbara Ferriani.
Esecuzione dei lavori 2007
Monumento a Giuseppe Parini
L’intervento conservativo ha riguardato sia il piedistallo che sorregge la statua
bronzea di Giuseppe Parini che l’esedra di forma ellittica, con pavimento lapideo a tessere di mosaico e la relativa balaustra, articolandosi attraverso operazioni di pulitura, stuccatura e sigillatura, consolidamento e protezione dei
materiali, caratterizzandosi in funzione dello stato di degrado presente nel monumento. L’intervento di protezione ha compreso anche l’installazione di un impianto elettrostatico antivolatile.
85
Restauro conservativo e
consolidamento delle
Mura Spagnole, tratti
compresi tra Viale Caldara,
Piazza Medaglie d’Oro,
Viale Filippetti e Viale Beatrice
d’Este
Proprietà Comune di Milano
Responsabile del
procedimento Pasquale Mariani
Orlandi - Area Tecnica - Settore
Tecnico Cultura e Beni Comunali
Diversi
Committente e sponsor T.M.C.
Pubblicità S.r.l.
Alta sorveglianza Libero Corrieri
– Soprintendenza per i Beni
Architettonici e per il Paesaggio
di Milano
Coordinatore per la sicurezza in
fase di esecuzione G. Gotti
Progettazione esecutiva e
direzione lavori: Amedeo
Bellini, Stefano Della Torre,
Valerio di Battista, Lorena
Bauce, Rebecca Fant, Paolo
Favole
Ditta esecutrice Opere di
restauro: Gasparoli S.r.l. Restauri
Responsabile di cantiere
Marco Gasparoli
Esecuzione dei lavori
2006-2009
Restauro conservativo
dell’Arco Di Porta Romana
Proprietà Comune di Milano
Responsabile del
procedimento Pasquale Mariani
Orlandi - Area Tecnica - Settore
Tecnico Cultura e Beni Comunali
Diversi
Committente e sponsor T.M.C.
Pubblicità S.r.l.
Alta sorveglianza Libero Corrieri
– Soprintendenza per i beni
architettonici e per il paesaggio
di Milano
Coordinatore per la sicurezza in
fase di esecuzione G. Gotti
Progettazione definitiva ed
esecutiva, direzione lavori:
Amedeo Bellini, Stefano Della
Torre, Valerio di Battista, Lorena
Bauce, Rebecca Fant, Paolo
Favole
Rilievo con scanner laser
tridimensionale e fotopiano
digitale Sat Survey S.r.l. di
Mestre (Ve)
Indagini diagnostiche eseguite
nel 2008 dalla sezione
“Gino Bozza” di Milano
dell’Istituto per la
Conservazione e la
Valorizzazione dei Beni
Culturali CNR sotto la
responsabilità di Marco Realini
Ditta esecutrice Opere di
restauro: Gasparoli S.r.l. Restauri
Responsabile di cantiere:
Marco Gasparoli
Esecuzione dei lavori
2008-2009
86
Colonna del Verziere
L’intervento di conservazione ha riguardato operazioni di pulitura, stuccatura e sigillatura, consolidamento e protezione dei materiali, compresa l’installazione di
un impianto elettrostatico antivolatile. Per la varietà dei materiali costituenti il monumento, lapidei a composizione calcarea e silicatica e metallici, sono stati campionati e successivamente eseguiti, durante il cantiere, metodi e prodotti di
intervento differenti, pur mantenendo un analogo criterio conservativo. La presenza di tracce di lamina d’oro sulla croce in ferro della statua bronzea del Redentore, documentata negli archivi e confermata dalle analisi microstratigrafiche
e morfologiche, ha portato a scegliere una finitura ad effetto dorato quale trattamento protettivo finale.
Santa Maria delle Grazie
Pulitura e ristilatura delle murature in laterizio; estrazione sali solubili con impacchi di acqua distillata, protezione superficiale. Revisione degli intonaci a contorno dei serramenti, riadesione e integrazione delle lacune.
Mura Spagnole
La peculiarità di quanto oggi è ancora esistente del sistema di fortificazione urbana cinquecentesco ha portato ad un approccio conservativo che, pur nella
regolamentazione del rapporto tra costruito e vegetazione, ha trattato le Mura
come “resto archeologico”. L’intervento, ancora in corso, ha previsto l’eliminazione sia della vegetazione erbacea che di quella arbustiva e ad alto fusto, operazioni di pulitura, stilatura del paramento murario, sigillature e consolidamento
della struttura muraria e protezioni, soprattutto attraverso la realizzazione di copertine sommitali. L’attuale fase conclusiva interessa gli ambienti voltati all’interno
dei due fianchi del cavaliere di viale Filippetti, “scoperti” dopo la rimozione della
vegetazione e saggi ispettivi e la modellazione delle aree a verde limitrofe al manufatto e creazione di una “zona di rispetto” in ghiaia.
Arco di Porta Romana
L’intervento ha come obiettivo fondamentale la conservazione del manufatto
nella sua consistenza materiale ed è finalizzato all’eliminazione di quanto nel
tempo, sovrapponendosi, ha costituito fattore di degrado e soprattutto costituisce veicolo per ulteriori azioni patogene. Il cantiere in corso, sulla base conoscitiva di rilievo, indagini e campionature, prevede operazioni di pulitura,
stuccatura e sigillatura, consolidamento e protezione del monumento.
Palazzo Litta
L’intervento realizzato per Palazzo Litta attraverso indagini stratigrafiche condotte
sui prospetti principali ha evidenziato come il complesso sia stato oggetto, nei
passati interventi di restauro, di un diffuso processo di rimozione degli intonaci
storici e di sostituzione con nuove finiture. Ove la rimozione degli intonaci è
stata resa più difficoltosa dalla morfologia della superficie, è stato possibile documentare esigue tracce di intonaci e coloriture precedenti a quelle attuali, le
quali non forniscono informazioni sufficienti a documentare i palinsesti cromatici e materici delle finiture antiche. Sono inoltre stati prelevati alcuni campioni
per effettuare una caratterizzazione petrografia e mineralogica degli elementi lapidei presenti nelle facciate e una valutazione del loro stato di conservazione. Attraverso una serie di indagini di laboratorio è stato possibile riconoscere, nelle
modanature e nelle decorazioni attorno alle finestre del corpo principale, la pietra di Viggiù (calcare arenaceo); nelle finestre dei corpi laterali, il Ceppo lombardo (conglomerato arenario); nella zoccolatura del prospetto su corso
Magenta, granito rosa di Baveno.
SCHEDA 2 - Istituto dei Ciechi di Milano
L’Istituto dei Ciechi di Milano
promuove l’indipendenza e l’autonomia dei non vedenti, favorendo la scelta
delle più appropriate possibilità formative e culturali dei disabili visivi attraverso
la ricerca, lo studio e l’offerta di servizi necessari per l’educazione, l’organizzazione della vita quotidiana e la crescita professionale.
L’Istituto dei Ciechi venne fondato a Milano nel 1840 per volontà di Michele Barozzi che, facendo proprie le istanze della società milanese ottocentesca, seppe
adeguatamente rispondere alle esigenze di educazione e istruzione dei non vedenti. Grazie alla lungimiranza del fondatore e dei direttori che gli succedettero,
l’Istituto adotta fin dall’inizio metodi educativi e formativi all’avanguardia, introducendo per primo in Italia il sistema di scrittura Braille. L’attività dell’Ente, dapprima svoltasi presso le Pie Case d’Industria di via San Vincenzo e poi in
un’autonoma sede in corso di Porta Nuova (1855), prosegue dal 1892 nel prestigioso edificio di via Vivaio, progettato dall’architetto Giuseppe Pirovano.
Un’Istituzione storica che lavora per il futuro:
l’informatica, una nuova frontiera
Fin dagli esordi, nell’anno 1840, l’Istituto dei Ciechi di Milano si assume il compito di assistere e istruire i non vedenti. Il suo lungo e proficuo cammino è andato di pari passo con i mutamenti della società, seguendo le evoluzioni culturali,
pedagogiche e tecnologiche che hanno coinvolto il mondo della formazione e
dell’educazione. In tal senso l’Istituto ha saputo usufruire appieno delle nuove
possibilità fornite dall’informatica e, in particolare, si è impegnato nel potenziamento dei dispositivi hardware e software adatti alle specifiche esigenze dei
ciechi. L’utilizzo del computer amplia, infatti, le possibilità formative e professionali del non vedente ma soprattutto garantisce l’opportunità di comunicare facilmente con gli altri, come mai in passato era accaduto. L’Ente si propone,
quindi, come centro risorse in grado di rispondere alle esigenze poste dai ciechi sul piano educativo, professionale e dell’autonomia personale.
Un servizio rivolto al territorio: Centro risorse per la scuola
L’Istituto dei Ciechi di Milano offre un servizio di consulenza tiflologica che svolge
un costante lavoro a supporto dell’integrazione sociale ed educativa di non vedenti, ipovedenti e soggetti disabili visivi con handicap aggiuntivi. L’obiettivo
primario è quello di offrire la possibilità, a tutte le componenti coinvolte nel pro-
Istituto dei Ciechi di Milano
Via Vivaio 7
20122 Milano
Tel. 02 772261
Fax 02 76022158
Ufficio Segreteria di
Presidenza
[email protected]
Ufficio Segreteria di Direzione
[email protected]
www.istciechimilano.it
87
cesso educativo del cieco, quali insegnanti, educatori, assistenti sociali, genitori, famigliari, di conoscere e acquisire metodologie, tecniche e materiali indispensabili per garantire un positivo sviluppo e una consapevole integrazione del
non vedente. L’attività di consulenza, rivolta alle istituzioni educative e formative, è supportata da interventi peculiari da svolgere presso i laboratori allestiti all’interno dell’Istituto dotato, inoltre, di un Centro Trascrizione Braille e a caratteri
ingranditi e di un Centro Materiale Didattico tattile. L’équipe tiflopedagogica, costituita da personale specializzato, interviene sul territorio della Provincia di Milano, in diverse altre province lombarde e nelle regioni limitrofe.
La vocazione formativa dell’Istituto dei Ciechi:
l’interazione con le istituzioni pubbliche
Tra le finalità primarie dell’Istituto vi è quella di fornire al non vedente la possibilità di svolgere un’attività professionale e acquisire così il più alto grado di autonomia. Fu con la nascita nel 1884 del Laboratorio Zirotti che si aprirono nuove
prospettive di inserimento nel mondo del lavoro. Per tutto il Novecento le attività lavorative si adeguano costantemente ai cambiamenti in atto nella società. In
un momento come quello odierno, di puntuale riflessione sulle problematiche
legate all’assistenza, le istituzioni civili stringono rapporti di collaborazione e sostegno fattivo per favorire nuove opportunità e offerte formative ai ciechi. I rappresentanti delle Istituzioni più volte hanno espresso il loro impegno con visite
e riconoscimenti all’Ente e all’Unione Italiana dei Ciechi che, dal 1920, persegue
con ferma determinazione la piena integrazione sociale dei non vedenti.
I servizi
Servizio di Consulenza Tiflopedagogica
Centro di Valutazione Tiflopedagogica e intervento precoce
Centro Materiale Didattico
Centro Trascrizione Braille e a Caratteri Ingranditi
Seminari Tiflopedagogici per Insegnanti ed Educatori
Servizio di Consulenza Informatica
Corsi per Centralinisti Telefonici
Corsi di Formazione al Lavoro per Allievi Minorati della Vista
Residenza Sanitaria Assistenziale “Casa Famiglia”
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SCHEDA 3 - Tactile Vision onlus
Comunicare con tutti
Da più di dieci anni Tactile Vision onlus progetta e realizza soluzioni per aiutare
chiunque soffra di una debolezza visiva ad avere con facilità informazioni chiare
e accessibili in tutti gli ambiti della vita quotidiana.
Gli strumenti realizzati sinora sono vari e versatili in grado di adattarsi a qualsiasi
situazione. Si rivolgono a tutti, venendo incontro nello stesso tempo alle esigenze dei ciechi, di chi ha una vista fragile per ragioni più o meno temporanee,
di chi vede bene ma aspira ad un’informazione nitida ed essenziale. La loro efficacia dipende dall’uso combinato di immagini in nero e in rilievo, di testi appositamente studiati in nero, in Braille e su supporto audio. Il loro obiettivo è di
valorizzare al massimo le capacità percettive di chiunque li utilizzi e di potenziare il più possibile l’uso dei sensi nel rapporto con il mondo circostante. La
loro utilità e la loro maneggevolezza non pregiudicano in nessun caso il loro
aspetto gradevole, per evitare qualsiasi occasione anche involontaria di discriminazione.
Mappe visivo-tattili
Offrono rappresentazioni topografiche essenziali, utili a favorire la conoscenza
dei luoghi e l’orientamento. Il disegno in rilievo trasparente è stampato sopra il
disegno in bianco e nero o a colori. Anche le scritte in Braille trasparenti non pregiudicano in alcun modo la lettura degli stessi testi stampati in nero per vedenti
e ipovedenti. Le mappe possono essere collocate in ambienti chiusi (edifici
pubblici, stazioni ferroviarie o di metropolitane, ecc.) e in esterni (piazze, parchi, ecc.). Esse possono servire a tutti: utenti e visitatori più o meno occasionali,
turisti, giovani e anziani, vedenti e disabili visivi, ecc.
Cartelli illustrativi
Collocati in loco e dotati di legende esplicative, consentono una visione d’insieme, essenziale e a portata di mano, di monumenti, edifici di interesse artistico, vedute, paesaggi, ecc. La tecnica di realizzazione e il pubblico cui si
rivolgono sono analoghi a quelli descritti per le mappe.
Tactile Vision onlus
C.so San Maurizio 25
10124 Torino
Tel. 3336134548
[email protected]
www.tactilevision.it
Percorsi di visita illustrati con cartelli e guide, all’interno di musei, parchi,
città
I cartelli in loco – in un luogo di esposizione, in un giardino - possono essere accompagnati da un libro dotato di disegni in nero o a colori per vedenti e ipovedenti, disegni tattili per ciechi e testi di descrizione in nero, in Braille e su
supporto sonoro. I cartelli consentono uno studio ravvicinato degli oggetti di
maggiore interesse posti sul percorso, facilitando – dove possibile – un approccio diretto attraverso l’uso di tutti i sensi (il tatto, l’odorato, l’udito e l’eventuale residuo visivo). Il libro-guida consente di preparare la visita e, dopo, di
consolidarne il ricordo.
Guide di città
Volumi con immagini e testi accessibili nello stesso tempo a vedenti, ipovedenti
e ciechi possono favorire la conoscenza della topografia e dei monumenti di
importanti città d’arte.
Libri e strumenti per la scuola
Per varie materie di studio sono stati realizzati libri di immagini in nero e in rilievo
abbinabili a qualsiasi manuale, in grado di offrire i riferimenti “visivi” essenziali.
89
Ognuno di quei libri è dotato di un testo sonoro che garantisce al lettore una
piena comprensione dei disegni in assoluta autonomia: strumenti che possono
essere utilizzati dagli allievi con gravi problemi visivi insieme ai loro compagni vedenti; ma, oltre a favorire l’integrazione fra i ragazzi in classe, essi facilitano la relazione educativa fra professori o i genitori vedenti da un lato e i ragazzi disabili
dall’altro.
MINISTERO PER I BENI
E LE ATTIVITA’ CULTURALI
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA
MILANO SULLE DITA
IN MOSTRA UNA CITTÀ PER TUTTI
PALAZZO LITTA
Corso Magenta 24, Milano
3 dicembre 2008 - 9 gennaio 2009
10.00 -19.00 esclusi i festivi
0$5,$ '(//( *5$=,( f 32==2 ,1 3,$==$ '(, 0(5&$17, f 02180(172 $ &$5/2 &$77$1(2
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Manuali
Nella complessa realtà di oggi è sempre più necessario per tutti impadronirsi di
nuove tecniche utili a rendere più facile e sicura la vita di tutti i giorni. L’acquisizione di quelle tecniche richiede la partecipazione a corsi specifici e la disponibilità di manuali appositi. Anche i disabili visivi possono accedere a quelle
conoscenze, a condizione di poter disporre di corsi adeguati e di manuali appositamente studiati.
Biglietti, segnalibri
Le informazioni devono poter giungere direttamente alle singole persone anche
per iscritto, in modo chiaro, individualizzato e facilmente memorizzabile. I biglietti di auguri, i biglietti da visita, i segnalibri contenenti brevi promemoria: sono
tutti strumenti normalmente a disposizione di chi vede, ma che fino a poco
tempo fa sono stati largamente preclusi ai disabili visivi. Ora invece ci sono i
mezzi per farne strumenti a disposizione di tutti.
Cresce la domanda di accessibilità
La crescente integrazione dei disabili nella vita di tutti e, nello stesso tempo, la
sempre maggiore sensibilità alle difficoltà che molti vedenti incontrano nel recepire le informazioni provenienti dal mondo circostante hanno moltiplicato le
situazioni in cui si manifestano i bisogni di accessibilità. Chiunque produca informazioni può migliorare la propria comunicazione: le industrie che espongono
i prodotti nei supermercati, le aziende di trasporto urbano ed extraurbano, gli
enti pubblici che offrono servizi o curano l’arredamento delle città, le banche,
gli istituti di educazione, ecc.
Consulenza
Tactile Vision onlus è disponibile a mettere la propria esperienza a disposizione
di chiunque voglia garantire una migliore accessibilità dell’informazione ai disabili visivi. La consulenza potrà riguardare, la individuazione di strumenti più adatti
ad una comunicazione fondata su una diversa capacità percettiva, il tipo di informazioni e il modo di strutturarle più adeguati agli approcci cognitivi delle diverse categorie di possibili interlocutori.
Progettazione e realizzazione
Tactile Vision onlus può progettare soluzioni adeguate alle singole situazioni. Può
anche realizzare gli strumenti più adatti per comunicare le informazioni in forme
adeguate alle esigenze dei disabili visivi.
Corsi
Tactile Vision onlus organizza corsi per fornire le conoscenze di base utili ad affrontare correttamente il problema dell’accessibilità delle informazioni. I corsi
sono destinati agli insegnanti, agli operatori museali e ad altre categorie di tecnici che operano sul territorio.
90
L’Archivio di Stato di Ancona, come tante altre realtà periferiche, si è reso partecipe negli ultimi anni dei progetti che hanno permesso di incrementare la visibilità e, quindi, la conoscenza del patrimonio documentario conservato nei diversi
Archivi italiani.
Sistema Informativo degli Archivi di Stato (Sias)
La partecipazione al Sistema informativo degli Archivi di Stato ha, infatti, consentito di riversare in una grande banca dati on-line molti degli inventari, fino ad
allora consultabili solo in sede. In particolar modo nell’ultimo anno si è aggiunto
a questi l’inventario del fondo diplomatico del Comune di Ancona le cui 570
pergamene sono state regestate e schedate secondo quanto previsto dalla
scheda SIAS nel rispetto degli standards per la descrizione archivistica ISAD(G)
e ISAAR(CPF), allegando ad ogni scheda le immagini delle pergamene; consentendo in tal modo di far conoscere agli studiosi, che non hanno la possibilità di
essere in sede, la preziosa documentazione di questo fondo costituita di bolle
e brevi pontifici.
Archivio Storico Multimediale del Mediterraneo (ASMM)
A tale iniziativa si affianca la partecipazione al progetto “Archivio Storico Multimediale del Mediterraneo (ASMM)”, ideato da Aldo Sparti, direttore dell’Archivio di Stato di Catania: un’iniziativa molto importante al fine di
diffondere la conoscenza del prezioso patrimonio documentario conservato
nelle diverse realtà archivistiche italiane e degli altri paesi che si affacciano sul
bacino del Mediterraneo.
Il progetto si è espletato attraverso la creazione di una grande banca dati che raccoglie la documentazione concernente la storia dei paesi coinvolti con lo scopo
di metterla a disposizione del ricercatore ovunque egli si trovi.
Per quanto riguarda il nostro Paese questo grande archivio virtuale è nato dalla
collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e le varie istituzioni
archivistiche presenti sul territorio: questa cooperazione ha permesso la raccolta
di tutte le fonti documentarie dalle quali è possibile attingere informazioni utili
alla comprensione dei rapporti sociali, economici e politici che l’Italia -o almeno
alcune sue realtà- ha intrattenuto con gli altri paesi del Mediterraneo dall’alto medioevo all’età moderna.
Il lavoro si è svolto attraverso la regestazione e la digitalizzazione dei documenti
conservati negli Archivi di Stato italiani per l’epoca che va dal VII secolo al 1499.
Tutto questo materiale è, oggi, visionabile e studiabile attraverso un portale Internet
che permette l’accesso anche alle immagini collegate alla documentazione.
L’acquisizione dei documenti è avvenuta nel rispetto degli standards internazionali per la descrizione archivistica ISAD(G) e ISAAR(CPF), nello stesso tempo, il
software è abbastanza flessibile per cui diventa possibile descrivere le diverse
tipologie documentarie e renderlo compatibile con i diversi sistemi di gestione
della documentazione archivistica (SIAS e SIUSA) e di altri beni culturali.
In questo grande progetto si è inserito nell’estate del 2007 l’Archivio di Stato di
Ancona, il quale ha schedato, regestato e digitalizzato circa 1200 documenti
inerenti il periodo di interesse. Dopo un’attenta analisi della documentazione si
è scelta quella che meglio poteva rappresentare la città ed i suoi rapporti commerciali e politici con i paesi che affacciano sul Mediterraneo; perciò la parte
più antica del fondo Atti dei notai del distretto di Ancona, le pergamene turche
del fondo diplomatico del Comune di Ancona ed il fondo Statuti.
Archivio di Stato di Ancona
Pamela Galeazzi
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DELLE MARCHE
Navigare in Sias e nel Mediterraneo On-Line
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
delle Marche
Direttore Generale: Paolo Carini
Coordinatore per la
comunicazione:
Sebastiano Girlando
Via Birarelli, 35
60121 Ancona
Tel. 071 50294
Fax 071 50294226
[email protected]
Archivio di Stato di Ancona
Direttore: Giovanna Giubbini
Via Maggini, 80
60127 Ancona
Tel. 071 2800356
Fax 071 2818785
[email protected]
91
In quest’ultimo sono, infatti, conservati i quattrocenteschi Statuti del Mare e della
Dogana e gli Statuti della città di Ancona intorno alla Dogana, ai dazi, alla gabelle, con in fine gli Statuti del mare, attraverso i quali si ha la possibilità di conoscere le norme che la città si era data per gestire i molteplici rapporti
economici, sociali e politici con le altre popolazioni, in particolar modo con Venezia e con le città dell’altra sponda dell’Adriatico.
La partecipazione ai progetti SIAS e “Archivio Storico Multimediale del Mediterraneo (ASMM)” e, quindi, l’utilizzazione delle nuove tecnologie, hanno permesso all’Archivio di Stato di Ancona di rivolgersi, seppur in modo virtuale, ad
un pubblico sempre più vasto che può fruire della documentazione ivi conservata, ed arricchire così la propria conoscenza della storia di una zona, forse periferica, ma indubbiamente molto importante del nostro Paese.
92
Emilio Izzo
Autentica scommessa ed innovazione è il progetto “Cantieri Aperti”, fiore all’occhiello
dell’attività dell’Ufficio Studi, Promozione e Comunicazione delle Attività Culturali e
Didattiche della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise,
che, di fatto, sta permettendo ai cittadini, seppur in mancanza dell’ultimazione dei
lavori, di visitare e fruire di diversi luoghi del patrimonio culturale statale molisano, da
molto tempo chiusi alle visite a causa di lunghi restauri. L’operazione, resa possibile
previa realizzazione di opere per la messa in sicurezza dei siti, ha anticipato le linee
di indirizzo manifestate dal Ministro in carica nell’ottica di una effettiva e sempre
maggiore attuazione di una corretta comunicazione amministrativa.
Presso il Castello di Bagnoli del Trigno (IS), nell’agosto del 2008, è avvenuta la
“prova generale” della fattibilità del progetto, nella quale in seguito alla messa in
sicurezza di alcuni spazi del tragitto d’ingresso e della corte interna ed alla presentazione ai media del particolare evento, si sono svolte due serate di musica
classica con la partecipazione dell’Orchestra Regionale del Molise su sollecitazione di un’importante associazione culturale con sede in Roma e con forti legami
col territorio molisano, alla presenza di un folto pubblico sapientemente collocato secondo il rispetto della normativa vigente.
Ma il più significativo riscontro della validità ed attualità dell’idea di “Cantieri Aperti”
c’è stata con la messa in sicurezza (con intervento su una pregressa situazione
molto critica) e la successiva apertura al pubblico, dal 1° novembre 2008, dell’area monastica altomedievale di San Vincenzo al Volturno (IS), sito di straordinario interesse internazionale con rilevanti presenze archeologiche, architettoniche e
storico-artistiche, inserite in un contesto ambientale-paesaggistico di rara bellezza.
L’iniziativa, ad oggi, ha incontrato il favore di centinaia di visitatori, attratti dal bene
ed entusiasti per l’iniziativa, tra l’altro largamente sottolineata dalla stampa. Il successo è assicurato anche dall’impegno e dalla disponibilità di alcuni funzionari che
garantiscono le aperture andando oltre i propri compiti ordinari.
Sull’onda dell’entusiasmo, per quanto gravoso, per la vigilia di Natale, si è riusciti
ad aprire al pubblico la chiesa di San Francesco a Venafro, oggetto di lavori di
restauro da oltre un quarto di secolo in seguito al terremoto del 1984. In questo
caso gli stessi funzionari dell’Ufficio Studi si sono offerti di porre in essere la
messa in sicurezza e l’allestimento senza far ricorso a maestranze esterne, fornendo un’ulteriore occasione di risparmio per l’amministrazione e l’iniziativa ha
riscosso ancora una volta successo di pubblico e di stampa che ha avuto modo
di apprezzare, parallelamente e sempre come “cantiere aperto”, l’apertura del
castello D’Evoli di Castropignano (CB).
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DEL MOLISE
Cantieri Aperti
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
del Molise
Direttore Regionale:
Ruggero Pentrella
Coordinatore per la
comunicazione: Emilio Izzo
Responsabile del progetto
“Cantieri Aperti”
Piazza Vittorio Emanuele, 9
Campobasso
Tel. 0874 43131
Fax 0874 91054/412403
[email protected];
[email protected]
wwwmolise.beniculturali.it
Bagnoli del Trigno (IS),
Castello San Felice, lavori di
messa in sicurezza.
93
San Vincenzo al Volturno (IS).
Area dopo la messa in
sicurezza.
In occasione dell’appuntamento del MiBAC “Cultura a Porte Aperte”, l’Ufficio Studi
sta fortemente impegnando le proprie energie al fine di rendere fruibile il parco antistante Villa Zappone di Larino (CB) anch’esso chiuso da diversi anni e di aprire,
dopo trent’anni dalla scoperta dello straordinario sito preistorico paleolitico di “Isernia La Pineta” e venticinque dall’inizio della costruzione ancora in corso del relativo
museo, l’importantissima area archeologica. Questo intervento rappresenta la sfida
più ambiziosa dei “Cantieri Aperti” e certamente la più attesa dai molisani e da tutta
la comunità scientifica mondiale. Appare giusto ricordare il gruppo di lavoro per la
messa in sicurezza dei siti summenzionati: coordinati da Emilio Izzo, Nicandro Brusello, Fiorentino Colantuono, Silvio Di Fabio, Benedetto Giovinazzi, Giovanni Iacovone, Emidio Tagliente e Benedetto Zullo.
In occasione del progetto nazionale “Cultura a Porte Aperte”, inaugurato proprio
dalla Direzione Regionale Beni Culturali del Molise, viste la particolarità e la rilevanza
del programma dell’Ufficio Studi, sarà presentato un logo ed uno slogan che renderanno immediatamente riconoscibili i “Cantieri Aperti” e che, comunque, costituiranno veicolo comunicativo nelle più diverse occasioni. Il simbolo FOTO (non
allegata in quanto reperibile presso le colleghe del progetto “Cultura a Porte Aperte”
e già corredata di didascalie e scheda autori) è stato individuato pensando alle diverse peculiarità dei siti culturali del territorio, che spaziano tra le più diverse epoche. Il carosello delle possibili immagini da utilizzare ha visto passare il guerriero
sannita di Pietrabbondante, un monaco benedettino di San Vincenzo al Volturno,
un gregge richiamante le antiche vie dei tratturi, un cavallo come quelli raffigurati
nel castello Pandone di Venafro o sepolti nelle necropoli di Vicenne (CB), la Venere
conservata nel Museo Archeologico di Venafro ed altre ugualmente significative. La
giostra si è fermata sull’elefante antico del sito paleolitico La Pineta di Isernia, non solo
per la simpatia dell’animale ma e soprattutto per l’importanza mondiale rappresentata da giacimento preistorico, già di per sé veicolo comunicativo di massa. La
sagoma dell’elefantino, rappresentato in posa serena e rilassata, accoglie il visitatore infondendo la tranquillità della consapevolezza di trovarsi in luoghi finalmente
messi in sicurezza nonostante i lavori in corso, richiamati dal caschetto e dal cartello
sottostante con la dicitura “Cantieri Aperti”. Lo slogan “Stiamo lavorando con voi!” è
l’opposto del consueto messaggio “stiamo lavorando per voi”, che al contrario giustifica la non frequentazione di cantieri in opera. I colori utilizzati per lo sfondo, richiamano il blu del logo MiBAC.
94
L’Archivio di Stato di Torino ha presentato il 6 marzo 2009 il volume Un lungo
cammino per diventare liberi. La Costituzione Italiana, traguardo e punto di partenza. I suoi principi fondamentali visti attraverso emozionanti documenti storici,
a cura di Marco Carassi, Hapax Editore, Torino 2009. Il libro nasce dall’omonima
mostra allestita presso l’Istituto archivistico torinese nel febbraio - marzo 2009, in
occasione del 60° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, in cui
sono stati presentati, in un viaggio ideale partito dall’anno 1039 fino ai nostri
giorni, documenti che per assonanza o per contrasto richiamassero i princìpi
fondamentali espressi nei primi undici articoli.
L’intento della mostra e del libro che ne ha tratto origine è quello di mettere a disposizione dei cittadini, attraverso le testimonianze dei nostri archivi, qualche
spunto di riflessione sul valore e le potenzialità della nostra Costituzione. Lo
sguardo al passato serve per arricchire la consapevolezza di quanta fatica, quanti
ritorni all’indietro e quanto coraggio e intelligenza ci siano voluti per accumulare
man mano un patrimonio di conquiste civili che hanno trovato nella nostra carta
fondamentale un riconoscimento prezioso.
Questo cammino virtuale attraverso i secoli, che le belle immagini del libro vividamente restituiscono, senza sminuire la gravità oggettiva di certi problemi attuali
del nostro Paese, ci consente forse di ricordare l’utilità dell’impegno collettivo e
personale e di misurare, con qualche filo di speranza, le nostre preoccupazioni
di cittadini su quanto la realtà sia ancora distante da ciò che vorremmo che fosse.
Archivio di Stato di Torino
Marco Carassi
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DEL PIEMONTE
Il patrimonio culturale, un’opportunità per superare la crisi
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
del Piemonte
Direttore Regionale:
Liliana Pittarello
Coordinatore per la
comunicazione:
Emanuela Zanda
Piazza San Giovanni, 2
10122 Torino
Tel. 011 5220411
Fax 011 5220433
[email protected]
www.piemonte.beniculturali
Direzione Generale
per gli Archivi
Direttore Generale:
Luciano Scala
Via Gaeta, 8a
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882358
Archivio di Stato di Torino
Direttore: Marco Carassi
Piazza Castello, 209
10124 Torino
Tel. 011 540382, 011 5624431
Fax 011 546176
[email protected]
www.archiviodistatotorino.beniculturali.it
95
Clara Vitulo
Biblioteca Reale di Torino
DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI
E PAESAGGISTICI DEL PIEMONTE
Rassegna prospettiva delle mostre istituzionali
Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici
del Piemonte
Direttore Regionale:
Liliana Pittarello
Coordinatore per la
comunicazione:
Emanuela Zanda
Piazza San Giovanni, 2
10122 Torino
Tel. 011 5220411
Fax 011 5220433
[email protected]
www.piemonte.beniculturali
Direzione Generale per i Beni
Librari, gli Istituti Culturali e il
Diritto d’autore
Direttore Generale:
Maurizio Fallace
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 06 362161
Fax 06 3216437
www.librari.beniculturali.it
Biblioteca Reale di Torino
Direttore: Clara Vitulo
Piazza Castello, 191
10123 Torino
Tel. 011543855
Fax 0115178259
www.bibliotecareale.beniculturali.it
[email protected]
www.bibliotecareale.beniculturali.it
96
Nell’ambito del Concorso “Premiamo i risultati” la Biblioteca Reale ha previsto,
tra le altre iniziative, di pubblicare sul proprio sito la “Rassegna retrospettiva
delle mostre istituzionali” realizzate negli ultimi vent’anni.
Saranno pubblicate le immagini (a 72 dpi, per evitarne l’uso a scopi commerciali) delle illustrazioni dei cataloghi delle mostre, corredate dalle relative didascalie. Le immagini saranno precedute da una breve scheda introduttiva che
riassumerà contenuti e significato delle rispettive iniziative.
Il progetto, promosso dalla Direzione della Biblioteca, è coordinato per gli
aspetti informatici da Gaetano Di Marino; i testi sono curati da Antonietta De Felice. Collabora al progetto, per le rispettive competenze, su adesione volontaria, buona parte del personale dell’Istituto.
L’iniziativa ha lo scopo di valorizzare il patrimonio della Biblioteca, facendo conoscere a livello mondiale, non solo i beni posseduti, riprodotti nelle immagini
digitali, ma anche l’intensa attività promozionale realizzata nel tempo dalla Biblioteca e incrementata dal 1998 grazie alla realizzazione della sala espositiva
“Sala Leonardo”, che permette di esporre a rotazione le opere più prestigiose
delle collezioni.
In occasione del Forum della Pubblica Amministrazione sono state scelte, tra le
molte iniziative realizzate, le mostre “Terrae cognitae. La cartografia nelle collezioni sabaude” e “L’età di Rembrandt. I disegni olandesi della Biblioteca Reale di
Torino” in considerazione della rarità, dell’importanza e della bellezza delle
opere esposte e riprodotte.
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è stato istituito nel 1969, precedendo in tal modo di un anno la Convenzione Unesco di Parigi del 1970, con
la quale si invitavano, tra l’altro, gli Stati Membri ad adottare le opportune misure
per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero
di quelli trafugati, nonché a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato.
Il Comando, inserito funzionalmente nell’ambito del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali quale Ufficio di diretta collaborazione del Ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso
la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni
culturali e paesaggistici. Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che
è stato affidato in via prioritaria all’Arma con Decreto del Ministero dell’Interno del
12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del
medesimo Ministero, che, nel confermare il ruolo di preminenza dell’Arma nello
specifico settore, ha attribuito al Comando CC TPC la funzione di polo di gravitazione
informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia.
Il Comando è composto da militari in possesso di qualificata preparazione, acquisita con la frequenza di specifici corsi in materia di “Tutela del Patrimonio Culturale”, organizzati d’intesa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’attuale
articolazione del Comando Carabinieri TPC prevede a livello centrale un Ufficio Comando, quale organo di supporto decisionale del Comandante nell’azione di comando, controllo e coordinamento delle attività di istituto in Patria ed all’estero, un
Reparto Operativo con una competenza territoriale areale, nonché di coordinamento operativo sull’intero territorio nazionale per le indagini di più ampio spessore
(a sua volta suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte
Contemporanea) e, a livello periferico, 12 nuclei, con competenza regionale o interregionale, ubicati a Bari, Bologna, Cosenza, Firenze, Genova, Monza, Napoli, Palermo, Sassari, Torino, Venezia ed Ancona, ed una Sezione a Siracusa, di recente
istituzione, alle dipendenze del Nucleo TPC di Palermo.
Reparto
Indirizzo
Telefono/Fax
e-mail
Competenze
territoriali
Comando CC
TPC Roma
Tel.06.6920301 [email protected]
Roma
Piazza di Sant’Ignazio, Fax 06.69203069
152
Reparto CC TPC
Roma
Roma,
Via Anicia, 24
[email protected]
Tel.06.585631
Fax 06.58563200
Lazio
Abruzzo
Nucleo CC TPC
Torino
Torino,
Via XX Settembre, 88
Tel.011.5215636 [email protected]
Fax 011.5170000
Piemonte
Valle D’Aosta
Nucleo CC TPC
Monza
Monza,
Via Brianza, 2
Tel.039.2303997 [email protected] Lombardia
Fax 039.2304606
Nucleo CC TPC
Venezia
Venezia
P.zza S. Marco, 63
Tel.041.5222054 [email protected]
Fax 041.5222475
Veneto
Trentino A. A.
F. V. Giulia
Nucleo CC TPC
Genova
Genova,
Via S. Chiara, 8
Tel.010.5955488 [email protected]
Fax 010.5954841
Liguria
Nucleo CC TPC
Bologna
Bologna,
Via Castiglione, 7
Tel.051.261385
Fax 051.230961
Emilia
Romagna
Nucleo CC TPC
Ancona
Tel.071/201322 [email protected]
Ancona,
Via Pio II - Pal. Bonarelli Fax 071/2076959
Nucleo CC TPC
Firenze
Firenze,
Via Romana, 37/a
Tel.055.295330
Fax.055.295359
[email protected]
[email protected]
CCTPC
COMANDO CARABINIERI
TUTELA PATRIMONIO CULTURALE
Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
CCTPC - Comando Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale
Comandante
Gen. Giovanni Nistri
Piazza Sant’Ignazio, 152
00186 Roma
Tel. 06 6920301
Fax 06 69203069
[email protected]
www.carabinieri.it
Marche
Toscana
Umbria
97
Nucleo CC TPC
Napoli
Napoli,
Via Tito Angelici, 20
Tel.081.5568291 [email protected]
Fax.081.5784274
Campania
Nucleo CC TPC
Bari
Bari,
P.zza Federico II, 2
Tel.080.5213038 [email protected]
Fax.080.5218244
Puglia
Molise
Basilicata
Nucleo CC TPC
Cosenza
Cosenza,
Via Colletriglio, 4
Tel.0984.795548 [email protected]
Fax.0984.784161
Calabria
Nucleo CC TPC
Palermo
Palermo,
C.so Calatafimi, 213
Tel.091.422825
Fax.091.422452
Sezione CC TPC Siracusa,
P.zza Federico di
di Siracusa
Svevia snc
c/o Castello Maniace
Nucleo CC TPC
Sassari
Sassari,
Strada Prov.le
La Crucca, 3
[email protected]
Sicilia prov. di:
Agrigento
Caltannisetta
Enna
Palermo
Trapani
Tel.0931.463418 [email protected]
Fax.0931.461256
Sicilia prov. di:
Siracusa
Ragusa
Messina
Catania
Tel.079.3961005 [email protected]
Fax.079.395654
Sardegna
Il Comando CC TPC espleta i suoi compiti per la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale attraverso molteplici modalità operative che possono riassumersi in:
- controlli di aree archeologiche e di attività commerciali, fisse e ambulanti;
- attività investigativa specialistica volta al recupero di beni culturali e oggetti
d’arte, anche attraverso il monitoraggio di siti web dedicati;
- gestione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti (art.85 D.Lgs.
42/2004);
- consulenza specialistica a favore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e dei suoi organi territoriali.
In particolare, le attività condotte sono indirizzate principalmente a:
- individuare i responsabili dei reati perpetrati in danno dei beni culturali (quali
furti, ricettazioni, scavi archeologici illegali, falsificazioni) e deferirli all’Autorità
Giudiziaria;
- recuperare i beni culturali sottratti o esportati illecitamente dal territorio nazionale, estendendone le ricerche anche all’estero, nei limiti stabiliti dalle diverse
convenzioni e nell’ambito della cooperazione giudiziaria tra gli Stati, attraverso
i Ministeri degli Affari Esteri e della Giustizia, nonché, mediante INTERPOL, con
le Forze di Polizia delle altre Nazioni;
- contribuire all’individuazione di violazioni alle norme di tutela paesaggistica;
- effettuare controlli in occasione di mostre e di mercati d’antiquariato, sui cataloghi delle più importanti case d’asta, anche on-line, nonché presso antiquari
e presso laboratori di restauro e di altri operatori del settore;
- effettuare servizi di prevenzione dei reati in aree archeologiche particolarmente
sensibili, in cooperazione con l’Arma territoriale, il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri, le pattuglie a cavallo ed altri mezzi dell’Arma, anche navali.
Il Comando CC TPC conduce attività all’estero, non solo nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, ma anche per:
- supporto specialistico a operazioni di peace-keeping, come in Iraq dal 2003
al 2006;
- attività di formazione di operatori di polizia e delle dogane di Stati che lo richiedano;
- consulenza al Ministero per i Beni e le Attività Culturali per le attività volte alla
98
restituzione di reperti archeologici appartenenti al patrimonio nazionale ed
esposti in Musei e collezioni private stranieri.
Nel 1980 il Comando Carabinieri TPC qualificava ulteriormente l’attività investigativa predisponendo uno strumento informatico che si sarebbe rivelato, nel
tempo, un supporto investigativo di straordinaria utilità ed efficacia, indispensabile per la lotta al particolare crimine: la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, ora normativamente prevista dall’art. 85 del Codice dei Beni
Culturali e del Paesaggio. In essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare che pervengono al Comando dalle numerose Stazioni dell’Arma distribuite sul territorio
nazionale, dalle altre Forze di polizia, dalle Soprintendenze del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali o dagli Uffici doganali. Attraverso INTERPOL giungono
altresì le informazioni riguardanti i beni sottratti all’estero.
La Banca Dati, quindi, proprio in ragione dell’utilizzo di una sofisticata tecnologia informatica e delle numerose informazioni in essa contenute (circa 126.000
eventi e 5.000.000 di oggetti, con oltre 354.000 immagini informatizzate), costituisce un punto di riferimento per tutti i Reparti dell’Arma dei Carabinieri e per
le altre Forze di Polizia italiane ed estere e consente, tra l’altro, di elaborare una
attenta analisi del fenomeno “furti di beni culturali”, così come di altre tipologie
delittuose, fornendo indicazioni idonee ad indirizzare con maggiore precisione
l’attività preventiva e investigativa dei vari reparti. La stessa, alimentata giornalmente:
- è strutturata in moduli che consentono da un lato, l’inserimento e la ricerca di
eventi, persone, oggetti e le loro relazioni, dall’altro l’elaborazione di statistiche;
- è impostata su interfaccia WEB e supporto multilingua, consente modalità di ricerca visuale e capacità di georeferenziazione degli eventi;
- interagisce in tempo reale con palmari e personal computer portatili, agevolando la redazione di rapporti/schede sul luogo dell’intervento e la consultazione e l’alimentazione diretta.
Per quanto attiene specificatamente alla funzione di comparazione delle immagini,
un software di indicizzazione le analizza assegnando loro un’“impronta” sulla base
di definite informazioni, quali il colore, il contrasto, la forma e la trama. Relativamente alla georeferenziazione degli eventi, un apposito programma consente:
- il posizionamento delle entità sul territorio in base al collegamento tra dati alfanumerici e geografici, nonché l’individuazione di zone a rischio e dei percorsi
legati alla criminalità;
- la rappresentazione grafica di tutte le connessioni logiche tra le informazioni
censite, integrandole con dati locali e remoti attinti per fini investigativi e tabulati telefonici (società italiane).
La complessa architettura del sistema consente altresì una concreta interoperabilità con le altre Forze di Polizia ed Enti della Pubblica Amministrazione, quali
le Soprintendenze e gli Uffici Esportazione, e la Conferenza Episcopale Italiana
(CEI), che ha concesso un accesso privilegiato al suo database informatizzato.
Nel lungo periodo, la gestione, la conservazione e l’aggiornamento della Banca
Dati, le tecniche di ricerca avanzate e l’interazione con i sistemi di altri Enti istituzionali consentiranno di valorizzare ulteriormente il patrimonio di conoscenza
acquisito durante lo svolgimento delle attività investigative.
L’assenza di barriere doganali nell’ambito dell’Unione Europea, seguita da una sempre maggiore facilità di movimento di persone e merci a livello transnazionale, ha
suggerito al Comando di sfruttare, in affiancamento al proprio sistema informatico,
le eccezionali potenzialità offerte dalla rete Internet per diffondere in qualsiasi parte
del mondo le informazioni relative ai beni culturali sottratti, indicazioni utili alla cittadinanza, attraverso il sito istituzionale www.carabinieri.it. In quest’ultimo, alla se-
99
zione “Banche Dati”, è presente un efficace motore di ricerca attraverso il quale possono essere consultati circa 14.900 oggetti estratti dalla Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando tra quelli più significativi ed importanti. Nello
stesso database i cittadini possono accedere ad un cospicuo elenco di immagini
e di descrizioni di beni archeologici saccheggiati durante i due conflitti bellici avvenuti negli ultimi anni in IRAQ, oltre che avvalersi di “link” diretti alle pagine del sito
UNESCO dedicate alle “Red list” di Paesi a rischio.
Per facilitare la consultazione di tali informazioni e favorire il recupero dei beni
culturali da ricercare, il data-base e le pagine web del Comando sono in corso
di duplicazione in lingua inglese, nonché è in atto una loro ulteriore implementazione per offrire al cittadino e alle associazioni di categoria la possibilità di
consultare un sempre maggior numero di beni culturali.
Nell’apposita sezione tematica del sito www.carabinieri.it (Beni d’interesse culturale) sono disponibili “consigli” per orientare gli utenti che intendano avvicinarsi
al mercato dell’arte (tra cui un “decalogo” contro gli incauti acquisti di opere
d’arte contemporanea, redatto con la collaborazione della Galleria Nazionale
d’Arte Moderna) o che subiscano furti di beni culturali.
Dal sito è inoltre possibile scaricare un modulo “Documento dell’opera d’arte Object ID” (vedasi foto) che peraltro può essere richiesto presso qualsiasi comando dell’Arma. Compilando questa “scheda preventiva”, ciascuno può costituirsi un archivio fotografico e descrittivo dei propri beni d’arte, utile, in caso
di furto, per una loro ottimale descrizione al momento della denuncia, così da
consentire la puntuale comparazione con quanto giornalmente sia oggetto di
controllo all’interno della Banca Dati e, quindi, favorire il riconoscimento del bene
in caso di individuazione. Un’opera rubata, infatti, se fotografata ed adeguatamente descritta, può essere recuperata più facilmente.
Inoltre, per evitare di acquistare un bene culturale trafugato, ovvero per conoscere l’eventuale illecita provenienza di uno posseduto, il cittadino può richiedere al Comando o ai Nuclei dislocati sul territorio un controllo presso la Banca
Dati dei beni culturali illecitamente sottratti. In caso di riscontro negativo il Comando rilascerà un’attestazione in cui è indicato che in quel momento il bene
controllato non risulta segnalato tra le opere da ricercare presenti in Banca Dati.
Un eventuale esito positivo dell’accertamento darà luogo ai dovuti riscontri di
polizia giudiziaria.
Esempio di modello “Documento dell’opera d’arte - OBJECT ID”
100
Nell’ambito delle competenze del Ministero per i Beni e le Attività Culturali si
colloca il servizio di call center atto a migliorare l’accesso alla fruizione del patrimonio culturale nazionale da parte dei cittadini italiani e stranieri nonché dei
turisti in visita nel nostro Paese, per fornire informazioni (in lingua italiana, inglese
e spagnola) inerenti le attività di pertinenza del Ministero, su musei, mostre temporanee, archivi, biblioteche attraverso il numero verde 800 99 11 99.
Il Servizio è interamente affidato alla Società Omnia Network*, che gestisce le
chiamate tramite il numero verde attivo tutti i giorni, compreso i festivi, dalle 9 alle
19. L’operatore di front office, mediante la consultazione di Banche Dati ed un costante collegamento al sito Internet del Ministero, è in grado di fornire tutte le informazioni richieste, ivi comprese quelle relative alla struttura organizzativa del
Ministero ed alle competenze istituzionali dello stesso.
L’operatore ha a disposizione anche un banca dati integrata curata dal personale
di back office di Omnia Network contenente le informazioni relative a manifestazioni, beni, musei, eventi di pertinenza non statale (comunali, privati, etc.).
Nello specifico, il front office svolge:
• un servizio di ricezione reclami da parte del Cittadino e di segnalazione all’Amministrazione;
• un servizio di supporto all’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP);
• un servizio di supporto al Servizio IV Comunicazione, promozione della Diirezione Generale per il Bilancio la Programmazione Economica la Promozione
la Qualità la Standardizzazione delle procedure.
• un servizio di segnalazioni al Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale;
CALL CENTER
Il Call Center del MiBAC
Omnia Network S.p.A.
Referente del Servizio:
Stefania Subinaghi
L’attività di back office consiste in:
• attività di verifica e segnalazioni delle necessità di aggiornamento dei dati presenti sul sito del Ministero dei Beni culturali;
• acquisizione di informazioni sulle iniziative culturali in essere su tutto il territorio
nazionale con partecipazione diretta o indiretta del Ministero;
• acquisizione di informazioni al servizio del cittadino sui principali siti non statali mediante la creazione di un Data Base interno a favore del Front office;
• diffusione di informazioni mirate nei confronti di soggetti terzi quali scuole,
università, organismi culturali secondo valutazioni di opportunità da parte del
Ministero. Tali informazioni sono fornite sul numero complessivo di 10.000
contatti annui.
Via Cristoforo Colombo, 6
20094 Corsico MI
Tel. 335 7742381
Fax 06 784417333
[email protected]
A fronte delle suddette attività, vengono prodotti periodicamente report statistici
quantitativi e qualitativi, che consentono una continua analisi e monitoraggio dei
servizi resi.
*Omnia Network S.p.a., gestore del servizio, è uno dei principali operatori italiani nel settore della progettazione, realizzazione e gestione dei servizi di outsourcing alle imprese.
101
ALES - ARTE LAVORO E SERVIZI S.P.A.
L’ampliamento dei servizi e l’incremento della qualità
ALES arte lavoro e servizi, S.p.A. attualmente cura, per conto del MiBAC, ventidue progetti localizzati sul territorio del Lazio e della Campania, garantendo la
conservazione e incrementando la fruibilità dei beni appartenenti al patrimonio
culturale del nostro Paese, nonché migliorandola qualità dei servizi offerti. Supporta, inoltre, le strutture del MiBAC con un servizio qualificato di assistenza tecnico-amministrativa.
I ventidue progetti attuati da ALES riguardano:
La gestione di musei ed aree archeologiche
Servizi di accoglienza, biglietteria, informazione e sorveglianza hanno consentito
la fruizione di importanti siti e spazi museali rimasti a lungo inutilizzati quali il
Parco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale a Napoli, il Museo Narrante di Hera Argiva alla foce del Sele, l’area archeologica di Cuma, e di Villa dei
Quintili e Villa Capo di Bove a Roma, il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, la Villa
di Orazio a Licenza ed il Museo H.C. Andersen a Roma.
La manutenzione del verde e delle strutture museali e archeologiche
Servizi relativi alla bonifica e alla conservazione di parchi,giardini e aree verdi
annesse o limitrofe a siti archeologici e strutture museali altrimenti soggette ad eccessiva crescita vegetativa.
Le attività sono garantite presso il Santuario di Ercole Vincitore e il Tempio della
Tosse a Tivoli, la Villa di Orazio a Licenza, la Villa di Nerone a Subiaco, le aree archeologiche di Ostia Antica, Veio, Atripalda, Avella, Cuma, Paestum e Mirabella
Eclano, il Santuario di Hera Argiva,
il Museo Archeologico Nazionale, le Terme di via Terracina, il Teatro di Teano e
l’Archivio di Stato di Napoli.
Referente:
Nicla Loiudice
Via Cristoforo Colombo, 98
00147 Roma
Tel. 06 70450922
Fax 06 77591514
Via S. Brigida, 51
80133 Napoli
Tel. 081 7810701
Fax 081 4206001
www.ales-spa.it
La manutenzione ordinaria di siti di interesse culturale, storico
ed architettonico
Servizi relativi alla verifica periodica dello stato di conservazione dei beni, all’identificazione di eventuali anomalie e alla definizione di piani di ripristino e di
mantenimento delle strutture.
Il servizio è garantito a Napoli presso Palazzo Reale, Castel Sant’Elmo, Villa Floridiana, Villa Pignatelli, Certosa di S. Martino, Museo di Capodimonte, Palazzotto Borbonico a Capodimonte e Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”.
La manutenzione ordinaria di strutture archeologiche
Servizi relativi alla bonifica degli edifici mediante interventi mirati alla conservazione di murature, pavimentazioni ed intonaci (superfici non decorate). Il servizio è garantito presso Avella, Atripalda, MirabellaEclano.
Il supporto al funzionamento di Archivi e Biblioteche
Servizi di movimentazione, spolveratura, ordinamento dei volumi mirano a maggiore tutela e migliore conservazione del materiale archivistico e librario. Il servizio viene garantito a Roma presso la Biblioteca di Palazzo Venezia e quella della
GNAM; a Napoli presso l’Archivio di Stato, la Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”, la biblioteca specialistica di storia dell’arte “Bruno Molajoli; a
Caserta presso l’Archivio di Stato.
102
Il supporto tecnico-amministrati vo agli uffici del MiBAC
Attività relative a specifici servizi resi presso gli uffici delle Direzioni generali e alcune strutture periferiche del MiBAC con l’obiettivo di migliorare la qualità dei
servizi istituzionali offerti al pubblico e di agevolare e snellire le procedure amministrative, tecniche e logistiche degli uffici. Il servizio viene garantito presso lo
Sportello Informa e gli uffici della Soprintendenza BAPPSAE di Napoli e provincia a Palazzo Reale di Napoli, gli uffici della Soprintendenza Speciale per il Polo
Museale Napoletano, gli uffici dei Dipartimenti e le Direzioni Generali del MiBAC
e gli Uffici della Soprintendenza BAPPSAE di Caserta e Benevento presso la Reggia di Caserta.
Attività di assistenza tecnico amministrativa alle strutture del MiBAC
Consiste in un servizio qualificato di supporto alle professionalità esistenti nelle
strutture del MiBAC per lo svolgimento delle attività, al fine di sopperire alle carenze di personale tecnico ed amministrativo, oltreché per ridurre i tempi di
espletamento dei processi in atto.
Il servizio viene garantito attualmente presso la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il polo museale della città
di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare.
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COFATHEC SERVIZI SPA
Il progetto per la sicurezza e la tutela del patrimonio
culturale
Sergio Tomasino
Cofathec è parte della branche GDF SUEZ Energies Services del gruppo GDF
SUEZ, un leader mondiale dell’energia costituitosi a luglio 2008, a seguito della
fusione di Gaz de France e SUEZ
Leader europeo dei servizi energetici integrati, GDF Suez Servizi Energia è uno dei
6 rami di attività del Gruppo energetico mondiale GDF SUEZ, con 76 000 collaboratori.
All’interno di GDF SUEZ Servizi Energia, Cofathec occupa un posto di primo
piano: è presente in otto Paesi europei e si avvale della professionalità di 8.000
collaboratori, che lavorano in tutte le aree attinenti la gestione e l'ottimizzazione
dell'energia.
In Italia Cofathec, con i suoi oltre 2.000 dipendenti, le sue filiali presenti ovunque
sul territorio nazionale ed oltre 500 Milioni di € di fatturato annuo, è oggi uno
degli operatori leader nel settore dei servizi energetici, nella realizzazione di
progetti complessi ad alto contenuto tecnologico e nell’erogazione di servizi di
Facility Management e rappresenta pertanto il partner più qualificato nella strategia di sviluppo intrapresa dal MiBAC.
Cofathec Servizi SpA
Direttore Generale Aggiunto
Sergio Tomasino
Via Ostiense, 333
00146 Roma
Tel. 06 549231
[email protected]
L’ingresso di Cofathec nel settore dei Beni Culturali avviene nel 1990, con la convenzione con il Comune di Roma per il recupero funzionale, l’adeguamento tecnologico e la gestione integrata del Palazzo delle Esposizioni, proseguendo sino
alla sua temporanea chiusura nel 2002.
A questa prima, importante esperienza fanno immediatamente seguito altre, analoghe ed importanti, a Genova per il Palazzo Ducale, a Venezia per il complesso
de Le Zitelle, ad Orvieto per il Pozzo di S. Patrizio ed il Museo Emilio Greco.
Questi interventi anticiperanno nelle modalità e negli obbiettivi alcuni contenuti
della legge Ronchey e, per un più spinto orientamento verso il pubblico, l’attenzione per i concetti di fruizione, valorizzazione e promozione dei beni culturali, poi compiutamente e sistematicamente espressi nel Nuovo Codice dei
B.B.C.C. del 2004 .
Il know how e la sensibilità acquisite nel corso dell’esecuzione di tali contratti costituiscono il presupposto naturale e necessario per la realizzazione del “Progetto per la sicurezza e la tutela del patrimonio culturale”, iniziato nel 2000 con
la sottoscrizione di una convenzione quinquennale tra Cofathec ed il MiBAC,
proseguito con aggiudicazione in gara d’appalto nel triennio 2006-2008, e tuttora in corso a seguito di nuova aggiudicazione.
Il progetto, come è noto, nel primo quinquennio ha previsto sia un piano complesso di progettazione ed esecuzione di 200 interventi di adeguamento impiantistico di insediamenti MiBAC, sia la realizzazione di una Banca Dati sulla
sicurezza dell’intero patrimonio immobiliare culturale gestito dal ministero, interessante più di 1.000 siti, con rilievo ed analisi di oltre un milione di dati sui sistemi di protezione e gli impianti tecnologici di servizio. Ciò ha portato alla
creazione del Sistema Informativo della sicurezza denominato SecurArt, realizzato su database Oracle e utilizzante sofisticate applicazioni appositamente sviluppate ai fini del progetto.
104
Negli anni seguenti è stato avviato, ed è tuttora in corso, un processo di ulteriore
sviluppo, arricchimento e aggiornamento del Sistema.
Securart è infatti oggi disponibile in modalità web e accessibile tramite la rete Intranet del ministero, per una platea, in continua crescita, di centinaia di utenti
autorizzati.
Sono stati sviluppati nuovi potenti strumenti di analisi: report di sintesi e statistici, modulo di supporto alla gestione della sicurezza degli impianti, applicativi
per l’analisi dei rischi, modulo per la gestione dei cantieri, un sofisticato motore
di ricerca per dati tecnici capace di utilizzare fino a 500 chiavi differenti, funzione di archiviazione digitale delle planimetrie degli insediamenti.
Lasciando intatta la specifica vocazione tecnica del sistema Securart, sono stati
inoltre sviluppati nuovi strumenti per l’archiviazione e la valutazione tecnica dei
costi di gestione degli insediamenti, ad uso delle strutture MiBAC che sono state
direttamente coinvolte nell’attività di inserimento dei dati economici.
La banca dati è stata nel contempo arricchita con l’inserimento delle planimetrie
in CAD degli insediamenti, per un totale attuale di 1.500.000 mq di immobili; la
banca dati viene anche costantemente aggiornata con l’inserimento dei siti
MiBAC di nuova istituzione. È stata inoltre avviata, relativamente alla regione Calabria, un’attività straordinaria di aggiornamento completo dei dati rilevati, destinata a proseguire per regioni su tutto il territorio.
L’attenzione e la sensibilità innovativa del Segretariato Generale, unitamente alla
competenza professionale dei tecnici dell’Ufficio per la Sicurezza del Patrimonio Culturale ed Emergenze, vanno a comporre, con l’esperienza ed il know how
tecnico maturato da Cofathec in anni di fattiva collaborazione con le Pubbliche
Amministrazioni, un articolato mosaico di competenze integrate, in grado di assecondare e garantire un forte e qualificato sviluppo nell’ambito della sicurezza
dei Beni Culturali e nella gestione del relativo patrimonio, rafforzando gli strumenti finalizzati alla qualità e all’efficienza della pianificazione tecnica ed economica.
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PIS. N.11 “BAROCCO PUGLIESE”
AREA CENTRO MERIDIONALE
COMUNE CAPOFILA MARTINA FRANCA (TA)
Intervento finanziato dall’U.E. - F.E.S.R. sul POR
PUGLIA 2000-2006 MISURA 6.2 - Azione C PIS
n.11 “BAROCCO PUGLIESE AREA
CENTRO MERIDIONALE”
Ufficio PIS
Referente: Gianni Trono
Palazzo Ducale
Piazza Roma
Comune di Martina Franca (TA)
Tel. 080 4836252
[email protected]
Redazione del portale:
[email protected]
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PIS n. 11 - Progetto [email protected]
I PIS (Progetti Integrati Settoriali) si concentrano sullo sviluppo dei sistemi turistico-culturali locali attraverso un insieme di azioni settoriali variegate ma interconnesse. Gli interventi sono rivolti al recupero, valorizzazione e gestione dei
beni storico-culturali e al potenziamento della ricettività.
Il territorio di riferimento del Progetto [email protected]
Il Barocco rappresenta uno degli aspetti più significativi dell’identità del patrimonio artistico della Puglia; il Seicento e il Settecento sono stati secoli di intensa
produzione edilizia e artistica che hanno lasciato traccia evidente nelle numerose
chiese, palazzi, residenze diffuse in alcuni importanti centri della Regione.
Il progetto [email protected] interessa tre provincie della Regione Puglia dove sono
presenti numerosi testimonianze del Barocco. In particolare le provincie di riferimento
sono quella di Taranto, di Brindisi e di Bari e coinvolge complessivamente 19 Comuni:
Alberobello (BA)-Avetrana (TA)- Castellana Grotte (BA)- Cisternino (BR)- Ceglie Messapica (BR)-Fasano (BR)-Francavilla Fontana (BR)-Locorotondo (BA)- Manduria (TA)Martina Franca (TA)- Mesagne (BR)- Monopoli (BA)- Noci (BA)- Ostuni (BR)- Polignano
a Mare (BA)- Putignano (BA)- SanPancrazio Salentino (BR)- Turi (BA)-Villa Castelli (BR)
La mission del progetto
L’idea forza alla base del progetto è consistita nel voler costruire un sistema turistico
integrato (connubio fra mare e collina, enogastronomia, arte e cultura) basato sulla valorizzazione e fruizione del patrimonio storico-culturale, sul recupero di beni contenitori da destinare ad attività turistico culturali e su una più ampia qualificazione
dell’offerta complessiva a livello turistico, artigianale ed ambientale attraverso la realizzazione di un portale dedicato in grado attraverso le sue funzionalità integrate di fornire ai viaggiatori ed alla popolazione e più in generale ad i turisti le motivazioni per:
• Effettuare soggiorni e visite nei luoghi dotati di patrimonio artistico, storico,
culturale e paesaggistico
• Partecipare ad eventi e manifestazioni organizzati sul territorio
• Fidelizzare il visitatore soprattutto per attrarlo in periodo oltre la tipica stagione estiva
La mission quindi favorisce lo sviluppo di un sistema multicanale di fruizione dell’
offerta turistico-culturale che, facendo leva sulle tipicità dell’area, integra le diverse
risorse territoriali esistenti e valorizza anche le strutture ricettive, che diventano modelli originali di ospitalità per la riqualificazione dell’offerta complessiva.
Gli obiettivi generali
Facendo leva sui punti di forza e sui principali caratteri distintivi presenti sul territorio l’obiettivo prioritario Progetto [email protected] è stato quello di qualificare
ulteriormente gli investimenti di promozione e valorizzazione dell’area di riferimento, in modo da rafforzare il suo potere di attrazione e consolidare così l’offerta
complessiva integrata nel più ampio mercato nazionale e internazionale.
Lo scopo realizzativo è stato quello di creare un contenitore turistico-culturale
multicanale, in cui i visitatori possano conoscere l’area, fruire di dati ed informazioni dettagliate utili per pianificarsi un proprio percorso di visita, conoscere
dettagli multimediali ed ipermediali fruibili in loco anche attraverso i Centri Visita,
partecipare virtualmente a percorsi e costruzioni virtuali centrati sulle tipologie
più peculiari dei singoli Comuni sia dell’intera Area, quali ad esempio:
• Visitare virtualmente alcuni elemenpi più caratteristici dei centri storici
• Entrare virtualmente in chiese o luoghi di particolare prestigio
• Partecipare virtualmente alla costruzione o alla scoperta dei manufatti caratteristici delle aree di riferimento
I prodotti realizzati
Il Portale
Il progetto si prefigge di essere la prima rassegna, sistematica, monumentale,
nonché informatica, dedicata ad una grande civiltà, rilanciata negli ultimi decenni, attraverso una serie di studi che consentono una nuova interpretazione.
Così finalmente è possibile rileggere il Barocco Pugliese in tutte le proprie manifestazioni: architettura, scenografia, effimero, grandi complessi decorativi.
La struttura editoriale del portale è dal generale al particolare ed “atomica”, vale
a dire evidenziando le relazioni esistenti fra i Comuni dell’Area .
Il portale contiene informazioni divise per tematismi, ogni tematismo a sua volta contiene delle classi di riferimento e queste ultime sono sottodivise in oggetti. (Esempio: arte, storia e cultura (tematismo), i luoghi sacri (classe), chiese (oggetti). È
strutturato in Italiano ed Inglese ed è raggiungibile all’indirizzo www.itriabarocco.net
Centri Visita
Sono stati realizzati dieci centri visita di cui tre principali nei Comuni di Martina
Franca, Monopoli ed Ostuni, attrezzati con totem multimediali, schermi olografici e postazioni per l’accesso ad internet.
I Centri Visita rappresentano il biglietto da visita del territorio in quanto raccolgono e mettono a disposizione tutte le informazioni necessarie a coloro che intendono conoscere e vivere questa realtà. Come una vetrina sul territorio,
contribuiscono a delinearne l’immagine nei confronti dei visitatori e rappresentano il luogo ideale dove svolgere azioni di informazione, divulgazione per indirizzare il turista alla scoperta del territorio. Elemento portante del Centro Visita
è la Teca Multimediale che consentirà di erogare in modalità condivisa i servizi
di fruizione delle informazioni, permettendo operazioni di montaggio multimediale dei contenuti digitali. L’utente quindi oltre a visionare i contenuti in maniera
statica sarà libero di crearsi i propri percorsi di conoscenza o i contenuti digitali
attraverso il montaggio di quelli esistenti, percorrendo “vari oggetti” che vanno
dalle zone geografiche ai monumenti.
Completano l’offerta la possibilità di accedere ad un Contact Center per ricevere
informazioni sugli eventi in corso o programmati oltre al noleggio di audio guide.
I Centri visita integrano quindi la dimensione fisica e quella virtuale in un’unica
struttura dove si fondono anche tecnologie e strumenti della comunicazione
avanzate, fruibili anche dai diversamente abili.
Il progetto è stato
realizzato dall’ATI:
Ised S.p.A.
MP Mirabilia Srl
Cooperativa Theutra scarl
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Salone dell’Arte del Restauro e
della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali
26-27 MARZO
ROMA
Forum della Comunicazione
11-14 MAGGIO
ROMA
Forum P.A. Il Forum della Pubblica Amministrazione
22-23 OTTOBRE
LUCCA
Lu.Be.C. Digital Technology
3-5 NOVEMBRE
MILANO
Com-pa Salone Europeo della Comunicazione Pubblica
dei Servizi al Cittadino e alle Imprese
11-13 NOVEMBRE
GENOVA
ABCD - Salone italiano dell’educazione
19-22 NOVEMBRE
PAESTUM
XI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
3-6 DICEMBRE
20
09
FERRARA
VENEZIA
Restaura - V Salone del Restauro dei Beni Culturali
Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica,
la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
Direttore Generale: Maddalena Ragni
Servizio IV - Promozione e Comunicazione
Responsabile: Antonella Mosca
Via del Collegio Romano, 27 - 00187 Roma
Tel. 06.6723.2441 - Fax 06.6723.2538
[email protected]
Pr
og
ra
mm
az
io
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25-28 MARZO
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico
Tel. 06.6723.2980-2990 - Fax 06.6798.441
[email protected]
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
Il Patrimonio culturale
un’opportunità
per superare la crisi
Forum P.A.
20^ Mostra Convegno
dell’Innovazione nelle
Pubbliche Amministrazioni
e nei Sistemi Territoriali
ROMA
11-14 Maggio 2009
Nuova Fiera di Roma
Via Portuense, 1455
Ingresso Porta Nord
Edizioni MP MIRABILIA
La Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica, la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure svolge funzioni e compiti in materia di bilancio e programmazione delle
risorse finanziarie, di qualità e standardizzazione delle procedure; cura, previa istruttoria degli istituti culturali
interessati, la promozione della conoscenza e dell’immagine dei beni e delle attività culturali in ambito nazionale
ed internazionale. Uno dei compiti istituzionali della Direzione è il coordinamento delle politiche
comunicative che costituisce l’elemento centrale del programma di Comunicazione, ed è svolto nell’ambito
di un sistema integrato, fondato sull’uniformità delle basi informative e dei linguaggi e su strategie di comunicazione e marketing. Questo sistema di comunicazione opera come momento di coesione e sviluppo
per dar vita ad una strategia unitaria che punti all’efficienza, ai risultati e ad offrire un servizio di sempre maggiore
qualità, utilizzando un progetto organico di iniziative visibile, trasparente, coordinato ed efficace, rivolto
ad un’utenza più ampia.
ROMA FORUM P.A. 2009 - Il Patrimonio culturale un’opportunità per superare la crisi
Direzione Generale per il bilancio e la programmazione economica,
la promozione, la qualità e la standardizzazione delle procedure
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Pubblicazione opuscolo - Ministero dei Beni e le Attività Culturali