Il testo poetico - Forme metriche e figure retoriche La forma metrica combinazione di rime e strofe modello che stabilisce la forma complessiva di un componimento poetico ogni forma metrica ha i suoi esempi illustri, la sua storia, i suoi periodi di massima diffusione e prestigio e quelli di minore fortuna o di decadenza Le forme metriche: sonetto caratteristiche 14 versi endecasillabi, divisi in: • 2 quartine a rima alternata (ABAB, ABAB), oppure incrociata (ABBA, ABBA) • 2 terzine a schema più libero (CDE, CDE; CDE, EDC; CDC, DCD ecc.) esempio Ed amai nuovamente; e fu di Lina dal rosso scialle il più della mia vita. Quella che cresce accanto a noi, bambina dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita. Trieste è la città, la donna è Lina, per cui scrissi il mio libro di più ardita sincerità; né dalla sua fu fin’ ad oggi mai l’anima mia partita. Ogni altro conobbi umano amore; ma per Lina torrei di nuovo un’altra vita, di nuovo vorrei cominciare. Per l’altezze l’amai del suo dolore; perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra, e tutto seppe, e non se stessa, amare. U. Saba, Il Canzoniere Le forme metriche: canzone caratteristiche • forma polistrofica, (fatta di più strofe di endecasillabi o settenari, o stanze) con la medesima struttura rimica ripetuta • ogni stanza è divisa in: - fronte, la prima parte, a sua volta divisa in piedi - sirma o coda, la seconda parte, divisa in volte oppure indivisa • concatenazione: rima di collegamento • congedo: ultima strofa più breve (non sempre presente) esempio Chiare fresche e dolci acque ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; herba e fior’ che la gonna leggiadra ricoverse co l’angelico seno; aere sacro sereno ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: date udïenza insieme a le dolenti mie parole estreme. F. Petrarca, Chiare fresche e dolci acque A B C A B C C D E E D F F piede fronte piede concatenazione sirma o coda Le forme metriche: canzone libera caratteristiche • detta anche “leopardiana” dal nome di Leopardi che per primo nel 1828 la sperimentò nella canzone A Silvia • versi endecasillabi e settenari • strofe con schemi rimici diversi e variabili • assenza di suddivisioni tra fronte, sirma, piede • possibili versi non rimati esempio Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi? G. Leopardi, A Silvia A B C D E D Le forme metriche: il verso libero caratteristiche • qualunque verso che non rispetti le norme consolidate della prosodia: quantità sillabica, posizione degli accenti, schemi ritmici, forme metriche • primi esempi tra Otto e Novecento esempio Scopro dalla finestra lo spigolo d’una gronda, in una casa invecchiata, ch’è di legno corroso e piegato da strati di tegoli. Rondini vi sostano qualche volta. Qua e là, sul tetto, sui giunti e lungo i tubi, gore di catrame, calcine di misere riparazioni. Ma vento e neve, se stancano il piombo delle docce, la trave marcita non la spezzano ancora. Penso con qualche gioia che un giorno, e non importa se non ci sarò io, basterà che una rondine si posi un attimo lì perché tutto nel vuoto precipiti irreparabilmente, quella volando via. F. Fortini, La gronda La metrica novecentesca Profonda metamorfosi della metrica classica Frequente utilizzo di versi tradizionali (definiti dalla quantità sillabica) mescolati a versi liberi Artifici tradizionali per strutturare il testo - lunghezza costante dei versi - mantenimento della suddivisione in strofe - corrispondenze ritmico-foniche che collegano un verso all’altro Perdita del valore strutturante della rima Le figure retoriche Che cosa sono Artifici stilistici utilizzati per ottenere particolari effetti espressivi Tipologie • di suono • basate sui rapporti tra i suoni delle parole • di significato • basate sui rapporti tra i significati delle parole • di ordine • basate sulla disposizione delle parole all’interno del testo Figure retoriche di significato allegoria metafora analogia successione di metafore e simboli tra loro collegati a costituire un’immagine o una narrazione Una favola similitudine abbreviata: trasferimento di significato da una realtà a un’altra che abbia con la prima un rapporto di somiglianza Erano i capei d’oro a l’aura sparsi tipo particolare di metafora: accostamento di immagini in apparenza prive di rapporto logico Balaustrata di brezza La Divina Commedia (F. Petrarca, Canzoniere) (G. Ungaretti, Stasera) Figure retoriche di significato antitesi accostamento di due immagini di significato opposto A torme, di terra passarono in terra, cantando giulive canzoni di guerra, ma i dolci castelli pensando nel cor (A. Manzoni, Adelchi) climax o «gradazione» iperbole o esagerazione disposizione di una serie di termini in ordine di intensità crescente o decrescente Ogni stento, ogni danno, ogni estremo timor subito scordi (G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia) espressione di un Ho sceso, dandoti il braccio, almeno concetto in maniera un milione di scale esagerata e inverosimile, spesso in funzione ironica (E. Montale, Satura) Figure retoriche di significato eufemismo ironia sostituzione di un’espressione troppo cruda o spiacevole con un’altra di significato attenuato. È certo uno spirito insonne, e forte e vigile e scaltro…» «È bello?» – «Non bello: tutt’altro.» affermazione del contrario di ciò che si intende dire Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande, che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande! (G. Gozzano, L’amica di Nonna Speranza) (Dante, Divina Commedia) litote affermazione espressa in maniera attenuata mediante la negazione del contrario e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde (U. Foscolo, A Zacinto) Figure retoriche di significato metonimia e sineddoche Sostituzione di una parola o un’espressione con un’altra che abbia con la prima un rapporto di contiguità logica o di quantità: •il concreto per l’astratto •la materia per l’oggetto •il contenitore per il contenuto •la parte per il tutto - avere del fegato = del coraggio - snudare il ferro = la spada - bere una bottiglia = un litro di vino - avere un tetto [= una casa] sopra la testa ossimoro unione di due termini di significato opposto Vergine madre (Dante) tacito tumulto (G. Pascoli) autunnale maggio (P.P. Pasolini) Figure retoriche di significato perifrasi giro di parole attraverso la città che ’l freno allenta e stringe il quale si indica una a’ magnanimi Toschi (= Firenze) persona o una cosa o un (A. Poliziano, Stanze) fatto personificazione attribuzione di carattere a te d’intorno volano di personaggio a entità invidïate l’Ore astratte (sentimenti, (U. Foscolo, All’amica risanata) sensazioni, idee) simbolo un oggetto o un personaggio che incarna alcune qualità o alcune entità astratte ’l pianeta che mena dritto altrui per ogne calle (= il sole, simbolo di Dio) (Dante, Divina Commedia) Figure retoriche di significato similitudine il paragone tra due immagini, situazioni, avvenimenti, introdotto da espressioni quali «come, tale, similmente» Come d’autunno si levan le foglie l’una appresso de l’altra, fin che ’l ramo vede a la terra tutte le sue spoglie, similemente il mal seme d’Adamo gittansi di quel lito ad una ad una (Dante, Divina Commedia) sinestesia metafora basata sull’unione di campi sensoriali diversi mi ripigneva là dove ’l sol tace (Dante, Divina Commedia) Figure retoriche di suono allitterazione la ripetizione dello stesso suono (o degli stessi suoni) all’inizio o all’interno di parole vicine Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscìo che fan le foglie del gelso (G. D’Annunzio, La sera fiesolana) fonosimbolismo espressione che imita un suono naturale Un don don di campane (G. Pascoli, Nebbia) Il tuono rimbombò di schianto (G. Pascoli, Il tuono) paronomasia bisticcio basato Trema un ricordo nel ricolmo secchio sull’accostamento di parole (E. Montale, Cigola la carrucola del pozzo) simili per il suono, ma La luce si fa avara - amara l’anima diverse per il significato (E. Montale, I limoni) Figure retoriche di ordine anafora la ripetizione di una o più parole all’inizio di versi o di strofe Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente (Dante, Divina Commedia) asindeto accostamento dei diversi elementi di un’elencazione senza usare congiunzioni Corre via, corre, anela varca torrenti e stagni, cade, risorge (G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia) chiasmo disposizione incrociata (secondo uno schema ABBA) di diversi elementi, tra loro collegati per ragioni semantiche o grammaticali Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori (L. Ariosto, Orlando furioso) Figure retoriche di ordine Inversione (anastrofe e iperbato) disposizione delle parole in ordine diverso rispetto a quello normale: - Anastrofe: ordine capovolto rispetto all’uso normale - Iperbato: distanza tra due termini normalmente vicini per l’inserimento di altri elementi Anastrofe il gran sepolcro liberò di Cristo (= liberò il gran sepolcro di Cristo) (T. Tasso, La Gerusalemme liberata) Iperbato l’ira de’ greci petti e la virtute (= l’ira e la virtute de’ petti greci) (G. Leopardi, All’Italia) parallelismo disposizione simmetrica di diversi elementi della frase Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno (A. Manzoni, Il cinque maggio) polisindeto elenco di più elementi uniti da una congiunzione ’Vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri e l’erme torri (G. Leopardi, All’Italia)