La presenza della cultura siciliana nella vita culturale polacca. Due punti di vista e uno sguardo d’assieme. “Per i Polacchi, Palermo è assolutamente e da sempre mitologica, è la personifïcazione del Sud, è il Mar Mediterraneo, spesso una qualche Ultima Thule italiana, con le sue numerose culture ed arti. Per gli Italiani, Varsavia è una cittá del Nord, come i Polacchi non direbbero mai di sé, una cittá dell’Est, e non dell’Europa centrale, come pensano di sé i Polacchi.”1 Il primo contatto con la cultura polacca. Come la cultura polacca viene vista dai siciliani? Cominciamo dalle parole e dalle espressioni che vengono subito in mente: vodka, na zdrowie, il comunismo. Gli altri studenti italiani mi rispondono di non avere una idea chiara del nostro paese. Dall’intervista fatta loro presso l’Università di Messina risulta che i nostri coetanei non hanno uno stereotipo preciso riguardante la Polonia: molto vagamente si pensa a una persona polacca sia bionda, chiara e che beve tanta vodka. “Così come nei tutto gli europei, esclusi gli italiani, abbiamo notato un modo di vestire differente - molto sportive”, “prima del vostro arrivo eravamo entusiaste di confrontarci con voi, realtà apparentemente cosi diversa dalla nostra; non abbiamo mai avuto pregiudizi nei vostri confronti perche crediamo che prima di poter giudicare una persona sia necessario conoscerla” – dicono gli studenti. Infatti, la Sicilia è da sempre un posto multietnico (influssi arabi, normanni e cosi via) ed i siciliani sono abituati ad incontrare le persone provenienti dai paesi diversi. Della cultura polacca gli intervistati non dicono niente. 1 M. Bristiger,Palermo-Varsavia, una lunga collaborazione in Diagonali I/2-12; http://www.demusica.pl/cmsimple/images/file/diagonali_1_bristiger(1).pdf La Sicilia conosciuta al mondo. Come viene vista invece la cultura italiana dagli occhi polacchi? A prima vista, si ripetono gli stereotipi di un italiano mammone o delle storie della mafia conosciuta tramite i film. Però, se andiamo più in profondità, troviamo la grande varietà culturale siciliana presente in Polonia. Di seguito ne vediamo alcuni esempi. Sulla lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO si trova famosa in tutto il mondo l’opera dei pupi che nacque all’inizio del XIX secolo in Sicilia e diventò molto diffusa fra gli abitanti dell’isola. I pupari raccontavano le storie basate nella maggior parte dei casi sulla letteratura medievale ma anche sulla poesia rinascimentale italiana e sulle vite sei santi. Durante le rappresentazioni i dialoghi erano in alto grado improvissati dai pupari. A Palermo ed a Catania ci furono due scuole importanti e si caratterizzavano per la grandezza e la forma dei pupi, le tecniche di muoverle o la diversità degli sfondi colorati. I teatri furono spesso a gestione familiare e le tecniche e le tradizioni passavano di generazione in generazione. I pupari hanno avuto un influsso profondo sull’opinione pubblica. Le rappresentazioni furono spesso occasione per un proficuo incontro fra le diverse classi sociali. La gente parlando delle cose normali e quotidiani rinforzava in questo modo il senso di comunità e identità siciliana. Il turismo in Sicilia come la via per conoscere la cultura; la percezione polacca. Le antichità siciliane come Segesta, Siracusa, Selinunte, Taormina, spingono tantissimi turisti a venire in Sicilia. Infatti, durante le nostre gite nei posti soprannominati abbiamo incontrato gente di tutto il mondo. Dei monumenti siciliani hanno scritto anche gli scrittori polacchi. Per esempio Iwaszkiewicz nel suo “Libro sulla Sicilia” scrive del tempio di Segesta. Il compositore Karol Szymanowski si ispirò ai monumeti antichi siciliani e scrisse l’opera “Re Ruggero” o le composizionie “Mity e Metopy” (nella quale troviamo specialmente Siracusa e la cattedrale di Monreale dei quali mosaici normanni si innamorò). Per di più, quest’opera e stata allestita al Teatro Massino in piazza Verdi a Palermo. Per la prima arrivo anche Iwaszkiewicz. Questo fatto è stato per lui una grande esperienza perché fu lui a scrivere il libretto dell’opera. Iwaszkiewiecz, uno dei più grandi poeti contemporanei, “ha dedicato molti dei suoi lavori alla Sicilia, alla sua poesia e prosa, e ha anche avvicinato Palermo ai Polacchi.” 2 Entrando nel dettaglio vorrei aggiungere il fatto che il museo dell’Università di Varsavia insieme con gli studenti dell’istituto dell’archeologia dell’Universita di Varsavia e con il club “Hortensja” hanno organizzato la mostra “Fra la Polonia, la Sicilia e l’antichità”3. Tramite i punti in comune che legano la cultura polacca e siciliana si voleva far vedere i profondi legami fra questi mondi diversi. Nella mostra c’erano esposte le opere di Igor Mitoraj e Karol Szymanowski per i quali il punto base fu la cultura antica. C’erano rappresentate le fotografie con le sculture di Mitoraj collocate fra i tempi greci in Agrigento. Le sculture di Mitoraj mettono gli elementi antichi nell’arte contemporanea. Le tradizioni dei templi che risalgono al V s.a.C. legati alle sculture moderne creano una sorte di dialogo fra antichità e modernità. Mitoraj è uno degli scultori più stimati in Polonia e in tutto il mondo. L’altra parte della mostra è stata dedicata a Szymanowski. La Sicilia fu per lui il posto di ispirazione magico e affascinante. Michał Bristiger, il musicologo polacco, lo commenta cosi: “Król Roger” ha introdotto nella musica e nella cultura la Sicilia, facendone una questione polacca, un tratto della spiritualità polacca, e insieme ha reso la mitologia mediterranea una materia familiare, e non dimentichiamo che in Szymanowski abbiamo ancora i “Miti” e le “Metope” senza le quali la musica polacca non è più immaginabile.” 4 Spesso succede anche che durante i festival di musica classica ci sono i gruppi che eseguono l’arte siciliana o addirittura vengono gli stessi artisti siciliani. L’anno scorso durante il Festiwal "Pieśń naszych korzeni" (Il canto delle nostre radici) si è presentato il gruppo „Graindelavoix”5 (il seme della voce) e infatti il concerto è stato sottotitolato “La 2 L’opuscolo del concerto Didaskaloi; Recital in due tempi in occasione della nomina di professore emerito Paolo Emilio Carapezza e Salvatore Nicosia; Musiche elleniche e rinascimentali a cura di Paolo Eilio Carapezza; Palermo, 12 giugno 2012. 3 La mostra era aperta dal 19 aprile 2012 al. 14 maggio 2012 presso Palazzo Kazimierzowski dell Universita di Varsavia, via Krakowskie Przedmieście 26/28. 4 M. Bristiger, Palermo-Varsavia, una lunga collaborazione, http://www.demusica.pl/cmsimple/images/file/diagonali_1_bristiger(1).pdf 5 www.Polskieradio.pl in Diagonali I/2012; musica siciliana del XII sec.”: guarda caso, la musica del periodo di Ruggero II presente nell’opera di Szymanowski! La scultura di I.Mitoraj, ispirata ai monumenti antichi. Cracovia, Piazza del Mercato. Fot.aut. La cultura siciliana nella vita artistica polacca: i festival. „Malavita. Ballata della mafia” e la storia musicale che tratta della mafia però in lingua polacca. È stata allestita da attori polacchi nel Teatr Słowacki a Cracovia l’anno scorso. La storia che ci porta nel mondo dove regna il crimine, la violenza, la forza e il tradimento, e dove ogni giorno qualcuno muore e si organizzano ”più funerali che i tramonti del sole” 6. Lo spettacolo si ispira alle canzoni mafiose tradotte per la prima volta in polacco da Gabriela Buzzi e Paweł Szumc. La storia tratta dei gangster siciliani, delle loro vicende di omicidi e reati. Lo sfondo musicale che gli attori creano sono melodie tristissime che toccano il cuore, ma anche ritmi vivaci e allegri. La fabula si basa sulla storia di due famiglie: Turicchi e Santini. La musica siciliana, eseguita dal vivo con mandolino, contrabbasso e fisarmonica cromatica, diventa il protagonista più importante. In un’altra occassione (durante il festival “Gorzkie Zale”)7 si potevano anche ascoltare le canzoni tradizionali della Corsica, della Sardegna e della Sicilia, cantate dal gruppo dei sette cantanti provenienti dai diversi paesi: Francia, Polonia, Italia e Ucraina (Alessandro Curti, Jean-François Favreau, Marta Grundwald Wilantewicz, Marie-Geneviève L’Her, Orest Sharak, Piotr Górka, Adam Skobliński). Il concerto è stato basato sulle canzoni per le feste religiose del Mediterraneo durante la Settimana Santa. Il programma è stato il risultato della ricerca diretta da Jean-François Favreau durante il programma “In medias res” patrocinato da Istituo Grotowski do Wroclaw e di Site de pratiques théâtrales Lavauzelle (Limousin, Francia). La Settimana Santa è nella cultura cattolica del Mediterrano un tempo particolare, da passare insieme con la famiglia e le persone care. Di fatto, la tradizione del mediterraneo ha creato tantissime feste e in particolar modo le si celebra in Italia. La settimana sacra ha una struttura precisamente drammaturgica. Ci sono gli aspetti sia teatrali sia di carattere religioso: la Via Crucis, La domenica delle Palme o della prima messa della Pasqua. La musica, che è una parte importante di questo percorso, è cresciuta sulla base della cultura gregoriana e finora vive nei canti anonimi trasmessi di generazione in generazione.8 Vorrei mettere in rilievo il fatto che in Polonia sono presenti i festival di folclore. In particolare, voglio sottolineare uno di questi, che quest’anno ha festeggiato la 45° edizione: 6 7 8 www.slowacki.krakow.pl www.gorzkiezale.pl http://www.e-teatr.pl/pl/artykuly/158335.html Międzynarodowy Festiwal Folkloru Ziem Górskich, cioè Internazionale Festival dei Montanari, a Zakopane. In questa occasione si possono sentire dal vivo i gruppi folcloristici provenienti da tutto il mondo. C’e il concorso con la giuria creata da antropologi, musicologi e i professori dei conservatori. 9 Succede anche che vengono gruppi siciliani. Per esempio: Gruppo Folklorico "I Picciotti da Purtedda" (Villaggio Mose), nato nel 2002 ad Agrigento per la promozione delle tradizioni siciliane in Europa e nel mondo. Si è specializzato nell’insegnare a suonare tamburini, friscaletto, drumli, chitarre, mandoline, batterie, fisarmonica cromatica. Durante il festival montanaro di quest’anno il gruppo ha presentato la ricchezza dei balli siciliani: „Etta la Riti” (il ballo del pescatore che torna dopo la pesca di notte a casa), „Nicuzza” (serenada grazie alla quale l’uomo acquista il cuore della donna amata) „Tarantella” (lo sterotipico ballo siciliano, molto vivace che mostra la gioia della vita). Alcuni spunti di riflessione. La Sicilia presente in diversi punti della vita culturale polacca. Sembra chiaro che ci sono molti compositori italiani che si ispirano alla musica siciliana popolare. Anche in Polonia li ascoltiamo. Uno di questi è Luciano Berio. Alla Sicilia si riferisce specialmente la composizione Folk Songs II – per la viola e due gruppi degli strumenti, composte negli anni 1963-64.10 La musica ispirata al folclore, sopratutto siciliano è una grande parte delle composizioni di Berio, che nacque e crebbe in Liguria. Berio non conserva le autentiche melodie siciliane, ma fa delle trascrizioni vere e proprie che possiamo definire come una sorta di analisi e reinterpretazione perchè le sviluppa, cambia, ornamenta cambiando lo stile totalmente del folclore nella musica contemporanea. Usa anche delle pratiche originali che sono una sfida vera e propria per i musicisti, soprattutto per quanto riguarda la loro raffinatezza della intonazione. La musica popolare è presente soprattutto nei cambiamenti del ritmo e della melodia e nell’uso delle scale autentiche. 9 http://www.mffzg.pl/index.php 10 Da raccomadare il cd: „Voci, sycylijskie pieśni ludowe, Naturale”, Kim Kashkashian, Robyn Schulkowsk, Radio Symphonieorchester Wien, dir. Dennis Russell Davies, ECM 1735 (2002). La Sicilia è presente anche nelle strategie promozionali delle grandi case di moda. La nuova collezione primavera-estate 2013 Dolce & Gabbana si è ispirata appunto al folclore dell’isola e alla promozione (Domenico Dolce è nato in Sicilia), con diversi spot, filmati; e le immagini sono ovviamente arrivate anche in Polonia. Anche questo può essere un modo efficace per conoscere la cultura straniera. Alla fine, sono rimasta abbastanza sorpresa quando ho scoperto che la Sicilia è presenta anche nella tv polacca. Infatti, nel serial televisivo “Samo życie” (“Solo la vita”) due dei protagonisti – un italiano (Stefano Terazzino) e una polacca si sposano e per il matrimonio vanno ad Agrigento. La cerimonia viene animata con la romantica canzone “sempre con te” eseguita dall’attore. Guardando questa puntata troviamo tante cose stereotipiche dell’immaginario siciliano, come, per esempio, le donne anziane vestite di nero sedute davanti alle case, oppure, onnipresente, la bella vista sul mare. Tornando al prima paragrafo, vorrei concludere il mio testo con una sorte di cornice. Ho chiesto ai ragazzi se l’immagine dei polacchi era confermata oppure si era cambiata durante il progetto Erasmus IP. Gli studenti hanno risposto: „non molto, ci aspettavamo persone meno precise e meno diligenti nel loro lavoro” oppure “l’incontro con voi e stato proficuo, siamo molto soddisfatte del progetto a cui dobbiamo aderito e ci auguriamo di potervi rincontrarvi un giorno”. Anche noi siamo molto soddisfatti e ci auguriamo di rivedere presto tutte le persone incontrate durante il corso, per cui invitiamo tutti a Varsavia per scoprire la cultura polacca perché. come ha detto Bristiger Polonia, è “[…]storicamente imprevedibile, geograficamente facoltativa, cioè tanto più eccezionale [...]”11. BIBLIOGRAFIA M. Bristiger,Palermo-Varsavia, una lunga collaborazione in Diagonali I/2-12; http://www.demusica.pl/cmsimple/images/file/diagonali_1_bristiger(1).pdf 11 M. Bristiger,Palermo-Varsavia, una lunga collaborazione in Diagonali I/2-12; http://www.demusica.pl/cmsimple/images/file/diagonali_1_bristiger(1).pdf A. Czekanowska, Etnografia muzyczna: metodologia i metodyka, PWN, Warszawa 1971, r. I, II oraz s. 85-105 J. Iwaszkiewicz, Książka o Sycylii, w: tegoż, Podróże, t. II, Czytelnik, Warszawa 1977, s. 374-375. L. Masini, Bestemmia. La religione dell’amore in Karol Szymanowski, in Diagonali I/2-12; http://www.demusica.pl/cmsimple/images/file/diagonali_1_bristiger(1).pdf S. Żerańska-Kominek – Muzyka w kulturze. Wprowadzenie do etnomuzykologii, Wydawnictwo Uniwersytetu Warszawskiego, Warszawa 1995.