Servizio di Prevenzione e Protezione
SICUREZZA E PREVENZIONE IN OSPEDALE
GUIDA PER GLI OPERATORI
DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S. GERARDO DI MONZA
SPP-DA-113 REV. 02 Aggiornamento Luglio 2010
pag. 1 di 31
Azienda Ospedaliera S. Gerardo – MONZA
Servizio Prevenzione e Protezione – U.O. Medicina Occupazionale ed Ambientale
Sicurezza e Prevenzione in Ospedale
A CHI CHIEDERE PER SAPERNE DI PIÙ
Le strutture ospedaliere di riferimento:
SPORTELLO SICUREZZA
Presso l’Ospedale S. Gerardo è stata decisa l’apertura di uno “sportello” di consultazione da
parte dei lavoratori su tutte le problematiche connesse alla prevenzione e sicurezza del lavoro.
Orari di apertura e modalità di accesso sono pubblicizzate presso i punti informazione
dell’azienda ospedaliera.
SPP – Servizio di Prevenzione e Protezione
Villa Serena – 5° piano – tel. 039.233.9723
Responsabile:
ing. Antonino Arduca
Unità Operativa di Medicina Occupazionale ed Ambientale
Villa Serena – 6° piano – tel. 039.233.3328
Responsabile:
dott. Raffaele Latocca
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)
Sig. Filippo Anelli
Sig. Amedeo Messina
Sig. Alfredo Bifulco
Sig. Giuseppe Porzelluzzi
Sig. Pasquale Bonuomo
Sig. Calogero Progno
Sig. Mauro Borgonovo
Sig. Felice Squitieri
Sig. Luigi Giulio Bovati
D.ssa Libera Maria Vaira
Sig. Alessandro Ceglia
Sig. Carlalberto Valzacchi
Sig.ra Daniela Cogliati
Sig.ra Silvia Virdis
Sig. Mario Corno
D.ssa Valeria Vitullo
Sig.ra Patrizia Di Salvo
Sig.ra Patrizia Lucia Zaneletti
Sig. Eugenio Gautiero
Sig.ra Domenica Zizzi
Il presente opuscolo vuole fornire le informazioni generali per tutti i fattori di rischio
presenti in ospedale.
Per i rischi principali sono disponibili i seguenti opuscoli monotematici:
• rischio biologico
• movimentazione dei pazienti
• tutela delle lavoratrici madri
• stress e lavoro
• manuale sicurezza nei laboratori clinici
• lavoro al VDT
• indicazioni per l’utilizzo sicuro della glutaraldeide
• opuscolo informativo per personale non sanitario e ditte appaltatrici di servizi
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SOMMARIO
L'INFORTUNIO NELL'AMBIENTE SANITARIO..........................................................11
I RISCHI NELL'AMBIENTE SANITARIO .......................................................................13
Rischio biologico..................................................................................................................13
Rischio chimico.....................................................................................................................15
Gas anestetici .................................................................................................................................... 16
Farmaci ................................................................................................................................................ 16
Agenti antineoplastici ..................................................................................................................... 17
Rischio di poliesposizione chimica a dosi minime................................................................ 18
Allergia da lattice ............................................................................................................................. 18
Rischio fisico ..........................................................................................................................23
Radiazioni ............................................................................................................................................ 23
Radiazioni ionizzanti........................................................................................................................ 23
Radiazioni non ionizzanti............................................................................................................... 24
Sforzo fisico ............................................................................................................................25
Rischi di natura infortunistica .....................................................................................26
Rischio elettrico................................................................................................................................. 26
Gas compressi, bombole ............................................................................................................... 27
Sicurezza antincendio..................................................................................................................... 27
Altri rischi ................................................................................................................................28
Sicurezza dei laboratori ................................................................................................................. 28
Eliminazione di rifiuti a rischio .................................................................................................... 28
Utilizzo di attrezzature munite di VDT ..................................................................................... 28
Stress.................................................................................................................................................... 28
Indicazioni in merito alla tutela della salute delle lavoratrici madri...29
PROCEDURA GENERALE DI EMERGENZA/EVACUAZIONE................................31
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PRESENTAZIONE
La sicurezza è possibile
L’ospedale è il luogo ove il problema della sicurezza è, forse, più sentito e complesso: vi
lavorano tantissime persone che fanno le cose più diverse, vi si curano molte persone
temporaneamente o permanentemente non autosufficienti, si usano impianti e tecnologie
semplici ed estremamente complesse.
Questo problema è così grande ed impegnativo che si può cadere nella tentazione di ignorarlo
completamente, sperando nel “fato benevolo”: questo sarebbe molto, molto pericoloso per chi
lavora o è ospite in ospedale.
È invece necessario scegliere e seguire una filosofia positiva, che si basa su pochi capisaldi:
•
Conoscenza e consapevolezza: è indispensabile studiare e diffondere a tutti
indistintamente e continuativamente, senza allarmismi, le conoscenze dei rischi presenti
in ospedale, per chi lavora e per chi lo usa.
Bisogna accettare di imparare e di essere verificati, sempre!
•
Esercizio solidale delle responsabilità: la qualità degli atti professionali, delle tecnologie
impiegate, degli impianti in funzione richiedono a chi opera di essere totalmente
consapevole ed autosufficiente in materia di sicurezza, attuando una continua azione di
autodisciplina e richiamando colleghi e collaboratori alle regole stabilite, prima che si
possano creare situazioni acute o ripetute di rischio.
La vigilanza ed i controlli interni devono essere articolati e a più livelli, in modo che
siano reali e frequenti.
Le responsabilità distribuite sono più gestibili e creano una cultura della sicurezza
concreta, tangibile, diffusa e permanente.
•
Convergenza di interessi: il lavoro in equipe impone una “attenzione allargata” alla
sicurezza dei colleghi e una costante attenzione alla persona che si affida alle nostre
cure. Chi ha a cuore la propria salute e sicurezza, saprà certamente tutelare quella delle
altre persone: non è vero in contrario!
•
“Fare subito”: chiunque nota una situazione di rischio deve intervenire
immediatamente: non c’è “qualcun altro che ci penserà”, potrebbe essere troppo tardi!
Le leggi ed i regolamenti non hanno il potere di cambiare e migliorare lo stato delle cose, se
non cambiano e migliorano le persone.
L’augurio è che questo “manualetto da tasca” possa aiutare in questo cambiamento e
miglioramento quotidiano.
Buon lavoro insieme!
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L’ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE
SICUREZZA NELL’AZIENDA OSPEDALIERA S. GERARDO
E
PRINCIPI GENERALI DELLA SICUREZZA
LA NORMA DI RIFERIMENTO: IL DECRETO LEGISLATIVO 81/08
La salute e la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro rientrano fra le garanzie fondamentali
che,in uno stato civile, devono essere riservate ad ogni persona: per questo motivo nel nostro
paese la salute e la sicurezza dei lavoratori sono tutelate da un poderoso sistema di leggi e
norme tecniche.
La norma italiana fondamentale in tema di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro è
il Decreto Legislativo 81/08, con le successiva modificazioni e integrazioni. Questa legge trova
applicazione in tutte le imprese sia pubbliche che private, qualunque sia il numero dei
lavoratori impiegati in azienda e per qualunque rapporto di lavoro.
Il Decreto Legislativo 81/08 detta la modalità con la quale deve essere organizzato il sistema di
prevenzione dai rischi lavorativi, indicando quali sono i soggetti obbligati alla sua realizzazione
e le responsabilità ad essi demandate.
Gli obiettivi che si pone il Decreto Legislativo 81/08 sono quelli dell’individuazione e
valutazione dei rischi, della loro eliminazione o, quanto meno, del loro contenimento.
Il Datore di Lavoro deve valutare i rischi presenti in azienda e predisporre ed attuare il
programma degli interventi migliorativi necessari per garantire il massimo grado di sicurezza
concretamente attuabile in ogni ambiente lavorativo.
Le figure coinvolte nella realizzazione della sicurezza sono le seguenti:
il Datore di Lavoro, i Dirigenti, i Preposti ed i Lavoratori, il Servizio di Prevenzione e Protezione,
il Medico Competente, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.
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IL REGOLAMENTO AZIENDALE DEL SISTEMA DI GESTIONE
SICUREZZA DEL LAVORO
La modalità di attuazione, nell’Azienda Ospedaliera S. Gerardo, delle azioni a tutela della
sicurezza e della salute dei lavoratori, in ottemperanza al D.L.vo 81/08, sono riportate nel
regolamento del “sistema gestione sicurezza del lavoro” ricompresso nelle procedure del
sistema qualità aziendale (procedura aziendale SPP-PA-001).
Nello stesso regolamento sono riportate le responsabilità dei diversi attori della prevenzione.
Di seguito si richiamano i contenuti essenziali del regolamento che è integralmente reperibile
presso gli uffici aziendali preposti alla sicurezza ed alla qualità.
1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
Il regolamento descrive l’assetto organizzativo e le specifiche responsabilità per il
miglioramento continuo della prevenzione e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro
all'interno dell'azienda ospedaliera.
In particolare specifica:
• le competenze del datore di lavoro;
• le specifiche competenze e funzioni delegate ai “dirigenti”, “preposti” e “lavoratori”;
• le procedure operative per la gestione del sistema aziendale di prevenzione e sicurezza.
2. LE RESPONSABILITÀ AZIENDALI IN TEMA DI SALUTE E SICUREZZA DEL LAVORO
Il datore di lavoro
È il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore
Il “datore di lavoro” dell’Ospedale S. Gerardo – Azienda Ospedaliera, è il Direttore Generale
coadiuvato dal Direttore Amministrativo e dal Direttore Sanitario, ciascuno secondo le proprie
attribuzioni e responsabilità.
Quali sono le responsabilità del Datore di Lavoro?
• Svolge l’alta vigilanza sulle attività di protezione e prevenzione dai rischi sui luoghi di
lavoro dell’Azienda Ospedaliera S. Gerardo e ha compiti di direttiva, di indirizzo e
coordinamento nei riguardi dei dirigenti, dei preposti e di tutto il personale;
• nomina il Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e designa gli addetti
al Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP);
• nomina il Medico Competente (MC);
• nomina le altre figure specialistiche del sistema prevenzione e sicurezza: esperto
qualificato, medico autorizzato, ecc.;
• elabora, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione ed il Medico Competente, il
documento di “valutazione dei rischi”
• elabora, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione ed il Medico Competente, il
programma delle azioni di miglioramento secondo le procedure operative riportate nel
“regolamento sicurezza”;
• convoca, attraverso il SPP, le riunioni periodiche di prevenzione e protezione dei rischi;
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I “dirigenti” ed i “preposti”
Sono i soggetti che, per le rispettive attribuzioni responsabilità di direzione e coordinamento,
sono corresponsabili col datore di lavoro nell’applicazione e controllo delle misure di
prevenzione e protezione dai rischi occupazionali sul luogo di lavoro.
N.B.: non bisogna confondere le figure del “dirigente” e del “preposto” come definite nella
legislazione in tema di salute e sicurezza del lavoro con le qualifiche di dirigente, coordinatore
ecc. relative all’inquadramento contrattuale dei dipendenti.
Nella situazione di una grande azienda sanitaria pubblica appare difficile distinguere con
esattezza i “dirigenti” dai “preposti”.
Per tale motivo nell’Ospedale S. Gerardo sono generalmente identificati come “dirigenti e
preposti" i responsabili di presidio, di dipartimento, di servizio, di unità operativa, di ufficio o
sua articolazione, ciascuno secondo le rispettive attribuzioni e responsabilità.
Quali sono le responsabilità dei “dirigenti” e dei “preposti”?
I dirigenti e preposti, concorrono alla gestione del processo di miglioramento delle condizioni di
salute e sicurezza del lavoro nell'Azienda Ospedaliera S. Gerardo attuando, per quanto di
competenza, i provvedimenti riportati nel Documento di valutazione dei rischi e successivi
aggiornamenti loro comunicati secondo le procedure operative riportate nel “regolamento
sicurezza”.
Sono in particolare delegati ai dirigenti e preposti i seguenti compiti in materia di prevenzione,
sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, in quanto costituenti l’esplicitazione organica di funzioni
comunque già intrinseche alle suddette figure:
• l’individuazione dei potenziali rischi specifici interni all’area diretta;
• l’adeguata informazione a tutto il personale afferente all’area diretta;
• l’identificazione per ogni Reparto o Servizio dei soggetti esposti ai rischi specifici;
• la vigilanza ed il controllo nella attuazione dei principi di sicurezza relativi ai seguenti
aspetti:
−
adeguatezza del livello di formazione di ogni addetto in materia di sicurezza e di salute;
−
informazione al personale esterno al reparto che deve operare all’interno dello stesso
(personale delle pulizie, personale addetto alla manutenzione ecc.);
−
presenza di idonea segnalazione dei rischi delle sostanze chimiche;
−
presenza di idonee precauzioni nella preparazione e somministrazione di chemioterapici;
−
adozione di precauzioni nel contatto con fluidi biologici e scarti potenzialmente infetti;
−
presenza e corretto uso di contenitori rigidi per rifiuti costituiti da aghi ed altri oggetti
acuminati e/o taglienti;
−
presenza di procedure/attrezzature di emergenza in caso di spargimenti accidentali o
fughe di sostanze biologiche e chimiche;
−
disponibilità ed uso corretto dei dispositivi di protezione personale (DPI);
−
controllo del buon funzionamento della strumentazione di qualsiasi tipo, i macchinari ed
gli impianti (elettrico, idraulico, gas medicali ecc.) che devono essere in buono stato, e
non danneggiati;
−
le vie e uscite di sicurezza devono essere lasciate sgombre da qualsiasi tipo di materiali;
−
divieto, all’interno dei reparti e servizi, di formazione di depositi di materiali e/o
sostanze di consumo infiammabili o combustibili in quantità rilevante;
−
divieto di cambio di destinazione d’uso degli ambienti senza preventive verifiche di
sicurezza.
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Diritti e obblighi di tutto il personale dipendente
All’interno dell’ospedale si identifica come lavoratore ogni persona che presta il proprio lavoro
alle dipendenze di un datore di lavoro (personale sanitario medico, infermieristico e ausiliario,
personale tecnico e personale amministrativo dipendente dell’azienda ospedaliera o personale
dipendente da altre aziende operanti dentro l’ospedale). Sono equiparati ai lavoratori gli
studenti delle facoltà universitarie di base e specialistiche che svolgono nell’ambito dell’azienda
ospedaliera attività di formazione professionale e/o tirocinio nella quale si faccia uso di
laboratori, macchine, apparecchi ed attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e
biologici.
Le disposizioni relative ai lavoratori in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro, previste
dalla normativa e dal regolamento sicurezza, si applicano a tutto il personale operante presso
l’Azienda Ospedaliera, compreso quello non dipendente a qualsiasi titolo presente nell’Azienda
stessa (specializzandi, studenti, borsisti, volontari, manutentori ecc.).
Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella
delle altre persone presenti sulle quali possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni,
conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
I lavoratori:
a) osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai
preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale;
b) utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i
preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi
di sicurezza;
c) utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
d) segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei
mezzi e dispositivi di cui alle lettere b) e c), nonché le altre eventuali condizioni di pericolo
di cui vengono a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito
delle loro competenze e possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli,
dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
e) non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione
o di controllo;
f) non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
g) si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti;
h) contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento di
tutti gli obblighi imposti dall'autorità competente o comunque necessari per tutelare la
sicurezza e la salute dei lavoratori durante il lavoro.
Il Servizio di Prevenzione e Protezione
Il SPP è l’insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati
all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell'azienda, ovvero unità
produttiva.
Compito del Servizio è di promuovere l’attività di prevenzione e protezione dai rischi
professionali all’interno dell’azienda, svolgendo una funzione di consulenza e di ausilio per il
Datore di Lavoro, per i dirigenti, per i preposti e per i lavoratori.
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I Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza
I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) sono persone elette o designate per
rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e sicurezza durante il
lavoro.
In tale contesto il RLS:
• partecipa alla riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi ex art. 35 D.L.vo
81/08
• raccoglie le osservazioni, le richieste e le proposte formulate dai lavoratori in materia di
prevenzione e sicurezza del lavoro;
• sensibilizza i lavoratori sulle iniziative relative al Sistema Prevenzione;
• accede alle informazioni inerenti la valutazione dei rischi;
• è consultato dal datore di lavoro in tutti i casi per i quali la disciplina legislativa prevede un
intervento consultivo dello stesso.
Il Medico Competente
Il Medico Competente collabora con il Datore di lavoro per garantire la sorveglianza sanitaria
dei lavoratori ai sensi della normativa vigente in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, e
partecipa al Sistema Prevenzione mettendo a disposizione dei soggetti coinvolti le sue
conoscenze specialistiche.
Il Medico Competente:
• effettua accertamenti sanitari preventivi e periodici per:
- constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono destinati,
- controllare lo stato di salute dei lavoratori,
- esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica,
• informa:
- i lavoratori e, su richiesta, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, sul
significato degli accertamenti sanitari cui sono sottoposti,
- ogni lavoratore interessato dei risultati degli accertamenti sanitari e, a richiesta dello
stesso, gli rilascia copia della documentazione sanitaria;
• elabora, di concerto con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, i piani di
formazione e informazione del personale per quanto riguarda il Sistema Prevenzione;
• collabora alla valutazione dei rischi ed alla elaborazione del relativo documento;
• collabora con il Direttore Sanitario alla realizzazione dei provvedimenti necessari in materia
di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza.
L’Esperto Qualificato
L’Esperto Qualificato collabora col datore di lavoro per garantire la sorveglianza fisica relativa
al rischio da radiazioni ionizzanti. Nell’espletamento dei compiti attribuiti dalla legge, l’Esperto
qualificato opera nell’ambito del sistema di prevenzione e sicurezza collaborando col
responsabile del servizio di prevenzione e protezione partecipando anche alla riunione
periodica prevista dall’art. 35 del D.L.vo 81/08.
Il Medico Autorizzato
Il Medico Autorizzato collabora con il Datore di lavoro per garantire la sorveglianza sanitaria dei
lavoratori esposti al rischio da radiazioni ionizzanti classificati in categoria A, e partecipa al
Sistema Prevenzione mettendo a disposizione dei soggetti coinvolti le sue conoscenze
specialistiche.
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Consultazione dei lavoratori
Per tutti le scelte e le modifiche dell’ambiente e dei cicli di lavoro che hanno riflessi sulla salute
e sicurezza del lavoro, il datore di lavoro deve preventivamente consultare i rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza.
La modalità di consultazione dei lavoratori nell’A.O. S. Gerardo avviene secondo la procedura
del sistema qualità aziendale SPP-PA-002.
Le modalità operative con le quali si esplica l’attività partecipativa mediante la consultazione
del RLS nell’A.O. S. Gerardo sono:
•
gli “incontri di lavoro azienda – RLS” effettuati con cadenza mensile sui seguenti temi:
attività di formazione e informazione su specifici argomenti, consultazione nei casi previsti
dalla normativa;
•
le “riunioni periodiche” di prevenzione e sicurezza ex art. 35 del D.Lvo 81/08: alla riunione
partecipa il Datore di Lavoro o un suo Rappresentante, il RSPP, il Medico Competente
l’Esperto Qualificato ed i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Durante la riunione
vengono esaminati il documento della valutazione dei rischi, i piani di prevenzione e
protezione ed i programmi di formazione ed informazione dei Lavoratori. Viene infine
redatto un verbale che rimane a disposizione dei partecipanti per eventuali ulteriori
consultazioni.
•
l’attività dello “sportello sicurezza e salute sul luogo di lavoro” di seguito descritta.
Sportello sicurezza e salute sul luogo di lavoro
Presso il SPP è istituito lo “sportello sicurezza e salute sul luogo di lavoro” al quale, in giorni e
orari prestabiliti, possono accedere tutti i lavoratori operanti presso l’azienda ospedaliera per
presentare istanze e richiedere informazioni inerenti la prevenzione e sicurezza all’interno
dell’azienda stessa. Mediante lo “sportello sicurezza” è espletata l’attività di informazione dei
lavoratori e dei RLS nonché l’attività di consultazione dei RLS per i casi previsti dalla
normativa.
Lo “sportello sicurezza e salute sul luogo di lavoro” è gestito dal SPP congiuntamente al Medico
Competente e dai RLS. L’attività dello “sportello sicurezza” è regolamentata da specifico
regolamento (SPP-PA-003).
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L'INFORTUNIO NELL'AMBIENTE SANITARIO
In ambiente ospedaliero gli infortuni sul lavoro costituiscono un fenomeno non trascurabile.
Le tipologie di infortunio più frequenti sono quelle legate alle punture d’ago, alle lombalgie da
sforzo, alle scivolate e cadute in piano e agli urti contro mobili, apparecchiature, suppellettili,
alle violenze messe in atto da pazienti o loro parenti o accompagnatori.
Diverse indagini di settore hanno stabilito che la maggior parte degli infortuni sono lesioni
localizzate per lo più alle mani conseguenti a punture con aghi ed oggetti taglienti e appuntiti
(ferri chirurgici, vasellame).
Tale tipo di infortunio, che molte volte non prevede assenze dal lavoro, comporta per
l’operatore il rischio di contrarre malattie professionali soprattutto se lo strumento è
contaminato con sostanze organiche infette.
La prevenzione varia in relazione alla tipologia di infortunio.
Per quanto attiene le punture d’ago e taglienti si attua soprattutto attraverso la
sensibilizzazione degli operatori ed in particolare occorre:
•
•
•
•
evitare cali di attenzione durante la pratica iniettiva;
disinfettare lo stumentario prima di procedere al lavaggio;
evitare di reincappucciare l’ago dopo l’uso;
utilizzare correttamente i contenitori rigidi a perdere
smaltimento degli aghi e dei materiali taglienti;
• organizzare efficacemente gli spazi e gli strumenti di lavoro.
per
lo
Per quanto attiene la prevenzione dai rischi da movimentazione dei carichi
occorre:
• eseguire la mobilitazione dei pazienti con manovre
corrette ed eventualmente con l’uso di appropriati
ausili meccanici;
• adottare confezioni di materiali di consumo di minor
peso e volume ed utilizzare carrelli di trasporto
funzionali e sicuri;
• organizzare in modo adeguato i servizi che
prevedono sforzi fisici notevoli.
Per quanto attiene la prevenzione dei rischi di scivolamento e cadute in piano e di urti
contro mobili, apparecchiature, suppellettili occorre:
• adozione da parte del personale di corsia di scarpe chiuse ben calzanti e con
suola in gomma;
• evitare l’uso di scarpe con tacchi troppo alti;
• evitare l’uso di zoccoli per gli operatori costretti a spostamenti su
lunga distanza;
• usare per la pulizia dei pavimenti appropriate cere antisdrucciolo;
• evitare gli affollamenti e l’ingombro eccessivo delle scale di
degenza e di assistenza.
Per quel che riguarda il problema di violenze occorre specificare che molte volte queste sono
involontarie in quanto dipendenti dall’insufficiente autocontrollo dei pazienti riconducibile a
specifiche patologie, mentre altre volte (accompagnatori e parenti) assume importanza il livello
di tensione in cui si svolge la vita ospedaliera con particolare riferimento a strutture critiche
come il pronto soccorso.
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La prevenzione si attua attraverso la tempestiva identificazione dei pazienti che possono
assumere involontari comportamenti aggressivi (pazienti psichiatrici, etilisti, ecc.) e attraverso
la pianificazione dell’assistenza ovvero organizzando la vita ospedaliera in modo da ridurre i
motivi di attrito tra operatori sanitari e pubblico.
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I RISCHI SPECIFICI NELL'AMBIENTE SANITARIO
Si illustrano sinteticamente di seguito i rischi ai quali possono essere esposti gli operatori
dell'Azienda Ospedaliera in funzione della specifica mansione svolta.
Rischio biologico
I rischi biologici più importanti per gli operatori sanitari sono quelli associati con il virus
dell'epatite B (HBV), con il virus dell’epatite C (HCV) e con quello della sindrome da
immunodeficienza acquisita (HIV). La trasmissione occupazionale di questi virus, avviene
soprattutto attraverso l'inoculazione parenterale di sangue, o di altri liquidi organici contenenti
sangue potenzialmente infettivi, per punture di ago o altre lesioni da strumenti appuntiti e da
taglio. La trasmissione delle infezioni può anche avvenire attraverso la contaminazione delle
mucose (congiuntiva, mucosa orale, ecc.) e sebbene raramente attraverso la cute non intatta.
Al fine di evitare le conseguenze, eventualmente molto gravi, delle infezioni professionali da
HBV, HCV e HIV, il datore di lavoro e i responsabili di reparto favoriscono l'adesione dei
lavoratori alla scrupolosa osservanza delle precauzioni generali ("precauzioni universali") da
osservare in tutte le operazioni con rischio di esposizione anche potenziale ad agenti biologici.
Tali suggerimento è diffuso nell'Ospedale S. Gerardo mediante una continua e costante attività
di formazione (corsi rivolti sia alla generalità degli operatori sanitari che a gruppi omogenei) e
informazione (predisposizione e diffusione capillare di opuscoli informativi sui rischi, le cautele
e le procedure di sicurezza ed emergenza).
Particolari e specifiche situazioni di rischio biologico sono chiaramente
evidenziate e rese riconoscibili mediante apposito segnale di rischio biologico
(fig.1): laboratori, ambienti in cui vengono comunque manipolati campioni
biologici, superfici esterne di contenitori usati per il trasporto di campioni
biologici.
Gli interventi di prevenzione attivati nell'Azienda Ospedaliera S Gerardo per gli esposti al
rischio biologico sono:
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controlli preventivi/periodici mirati
campagne di vaccinoprofilassi
sensibilizzazione per l’effettuazione della denuncia in caso di infortunio biologico
messa a punto di procedure di lavoro in sicurezza specifiche per area
messa a punto di procedure di emergenza
iniziative formative all’assunzione e periodiche
distribuzione a tutti i lavoratori di strumenti informativi specifici sul rischio biologico e
sulle misure di prevenzione e protezione applicate in ospedale.
Per ulteriori e più approfondite informazioni sul rischio biologico e sulle
misure di prevenzione e protezione adottate si rimanda allo specifico
opuscolo informativo (SPP-DA-107 Il rischio biologico nelle mansioni
sanitarie) scaricabile dal Serverquality.
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Sicurezza e Prevenzione in Ospedale
Rischio chimico: le sostanze pericolose
Una sostanza pericolosa è una sostanza che presenta una o più di una delle seguenti
caratteristiche:
• Può provocare incendi o esplosioni
Sostanze infiammabili, comburenti, esplosivi
• È pericolosa per la salute (1)
Sostanze tossiche, nocive, irritanti, corrosive, cancerogene, mutagene, teratogene
• È pericolosa per l’ambiente
Le vie di accesso nell’organismo dei prodotti chimici pericolosi sono:
• Ingestione per via orale (apparato digestivo)
• Assorbimento attraverso la pelle (via cutanea)
• Inalazione attraverso le vie respiratorie
Le indicazioni fondamentali di prevenzione dei rischi di esposizione a sostanze pericolose sono
le seguenti:
• dare priorità alla misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione
individuale: ventilazione degli ambienti, aspirazione localizzata, organizzazione del ciclo
lavorativo, adeguata configurazione del luogo e posto di lavoro;
• utilizzare i dispositivi di protezione individuali: per la pelle (guanti, grembiuli), per le vie
respiratorio (maschere idonee), per gli occhi (occhiali, maschere, schermi);
• leggere e capire l’etichettatura presente sul contenitore della sostanza o preparato
pericoloso: questa è la prima fonte di informazione ed è stata appositamente ideata per
consentire all’utilizzatore di identificare il prodotto e la sua pericolosità all’atto
dell’utilizzazione. L’etichetta consente di evitare malintesi, aiuta l’organizzazione della
prevenzione, rappresenta una guida per l’acquisto dei prodotti, aiuta le operazioni di
stoccaggio/deposito dei prodotti;
• acquisire la scheda di sicurezza della sostanza o preparato pericoloso, che il produttore o
chi immette in commercio il prodotto, deve obbligatoriamente predisporre. La scheda di
sicurezza contiene in forma più estesa tutte le informazioni di sicurezza sul prodotto
(richiederla sempre e tenerla a disposizione in reparto!!!). La scheda di sicurezza consente
di manipolare le sostanze chimiche in sicurezza, permette di decidere se la sostanza debba
e possa essere sostituita con un’altra meno nociva, permette di predisporre le necessarie
misure di prevenzione, offre indicazioni sul comportamento da osservare in caso di
infortunio, fornisce consigli sulla gestione dei residui e la protezione dell’ambiente.
Tutte le sostanze e i preparati pericolosi sono etichettati.
Da pag. 19 pag. 22 sono riportate le codifiche delle “frasi di rischio R” e delle “frasi di sicurezza
S” che corrispondono alle sigle stampate sulle etichette delle sostanze pericolose.
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(1)
Gli effetti delle sostanze pericolose sulla salute si distinguono in:
effetti acuti: es. ustione, corrosione, asfissia, intossicazione
effetti dell’esposizione a lungo termine (intossicazione cronica): l’esposizione
frequente o prolungata ad un prodotto pericoloso può, nel tempo, dopo l’assorbimento
lento nel corpo e le successive trasformazioni, pregiudicare progressivamente il
sistema nervoso, i polmoni, il fegato, reni, vescica, ecc. la comparsa dei disturbi non fa
immediatamente seguito all’uso del prodotto
Gas anestetici
Il rischio da gas anestetici è dovuto in genere a perdite negli impianti, inadeguata ventilazione,
non idoneità dei dispositivi di evacuazione del gas anestetico, nelle sale operatorie e negli
ambienti in cui si effettuano trattamenti che richiedono anestesia del paziente con utilizzo di
gas anestetici. Gli effetti acuti, per il personale sanitario esposto, sono simili a quelli del
paziente anestetizzato: sonnolenza, affaticamento, irritabilità, cefalea nausea e deficit di
coordinazione. Gli effetti cronici, per esposizioni in tracce, sono discussi e comunque non
provati, riferiti a possibile l riduzione delle funzioni cognitive e della performance lavorativa.
La prevenzione del rischio si ottiene agendo contemporaneamente sui seguenti fattori:
- idoneità dal punto di vista impiantistico e della manutenzione;
- pieno rispetto, da parte degli operatori sanitari addetti, delle procedure di sicurezza da
osservare nell'utilizzo degli impianti e delle attrezzature;
- monitoraggio ambientale e/o biologico sulla eventuale diffusione di gas anestetici;
- sorveglianza sanitaria.
L'Azienda Ospedaliera attua un programma di monitoraggio periodico dei gas anestetici nelle
sale operatorie di tutti i Presidi Ospedalieri.
Farmaci
(2)
Il personale sanitario può essere esposto a specifici rischi quando, per motivi professionali,
viene a contatto con farmaci durante il loro immagazzinamento e la fase di preparazione e
somministrazione.
I possibili effetti conseguenti all’esposizione professionale a farmaci possono essere di tipo
irritativo o di tipo allergico (principalmente dermopatie a carico delle mani, orticarie, riniti,
asma bronchiale) e sono legati essenzialmente alla manipolazione di antibiotici.
Per quel che riguarda le manifestazioni allergiche a farmaci, la prevenzione si attua
essenzialmente evitando l’esposizione al rischio dei soggetti suscettibili a reazioni avverse ai
farmaci riscontrabili sia in fase di assunzione che periodicamente attraverso un’attenta
anamnesi lavorativa e personale.
Nella manipolazione di farmaci gli addetti devono prevenire il contatto con gli stessi mediante
l’uso di guanti di protezione ed evitarne la dispersione in ambiente operando in modo da
minimizzare la produzione di polveri e aerosol.
(2)
I farmaci contenenti sostanze pericolose non sono etichettati in quanto non rientrano nella
normativa che prescrive l’etichettatura delle sostanze pericolose, tuttavia informazioni sulla
pericolosità per gli operatori sono desumibili dalla documentazione di accompagnamento del
farmaco.
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Agenti antineoplastici e antivirali
Il loro uso negli operatori può produrre effetti acuti e cronici. I primi
possono essere localmente irritativi della cute, occhi e mucose o
sistemici. Questi ultimi includono arrossamento del volto, tosse,
cefalea, vertigini, dolori addominali, nausea e vomito. Gli effetti più
importanti sono comunque quelli mutageni, teratogeni e cancerogeni.
Le preparazioni devono avvenire sotto cappa a flusso laminare e con
utilizzo di indumenti protettivi. Risultano a disposizione degli operatori
protocolli scritti circa le procedure di uso di questi agenti. E’ indicato
un programma di sorveglianza sanitaria; inoltre le operatrici che
segnalano lo stato di gravidanza debbono essere immediatamente
allontanate dalla esposizione.
Gli interventi di prevenzione attivati nell'Azienda Ospedaliera S
Gerardo per gli esposti al rischio sono:
attuazione di un programma di sorveglianza sanitaria
messa a punto di procedure di lavoro in sicurezza specifiche;
distribuzione strumenti informativi e iniziative formative periodiche per i lavoratori
esposti;
in tutti i presidi ospedalieri aziendali è stata effettuata una specifica valutazione del
rischio connesso all'uso di agenti antineoplastici.
Formaldeide
In ospedale la formaldeide si incontra come conservante tissutale, nella forma di formalina
diluita al 10%. La formaldeide è un irritante delle congiuntive e del tratto respiratorio.
Esposizioni ripetute possono produrre fenomeni di sensibilizzazione.
La formaldeide era classificata fino al giugno 2004 come probabile cancerogeno per l’uomo
(classe 2A). Le informazioni provenienti dai nuovi studi disponibili hanno rafforzato le prove a
favore della sua cancerogenicità. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha dunque
classificato l’agente chimico formaldeide come “cancerogeno per l’uomo” (classe 1) sulla base
della acquisizione e della valutazione di nuovi studi.
La formaldeide risulta essere classificata in categoria 3 di cancerogenicità secondo la Direttiva
67/548/CEE (fino al 21° adeguamento), con frase di rischio associata R40 “Possibilità di effetti
irreversibili”.
Il controllo della esposizione a formaldeide è legato all’organizzazione del lavoro volta alla
restrizione dell’uso della sostanza ai casi strettamente necessari, ad una adeguata aspirazione
localizzata, all’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie ed all’adozione di idonee
procedure di lavoro, alla misurazione analitica dei livelli di esposizione del personale
interessato. I lavoratori esposti a questa sostanza sono sottoposti a sorveglianza sanitaria.
Agenti sterilizzanti (Glutaraldeide)
Il rischio di esposizione è connesso all’utilizzo di glutaraldeide in soluzione acquosa come
sterilizzante a freddo per strumenti a fibre ottiche (reparti con utilizzo intensivo di endoscopi).
Le esposizioni professionali ad aldeidi per via inalatoria e per contatto cutaneo possono
provocare irritazioni acute per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie ed in alcuni casi
sensibilizzazione con manifestazioni allergiche (asma, DAC)
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Date le caratteristiche tossicologiche di queste sostanze chimiche si
suggerisce cautelativamente di evitare alle lavoratrici in gravidanza, a
partire dai primi tre mesi, l’esposizione giornaliera protratta ad aldeidi.
Gli interventi di prevenzione attivati nell'Azienda Ospedaliera
S Gerardo per gli esposti al rischio sono:
− valutazione specifica del rischio;
− controlli preventivi/periodici mirati;
− effettuazione di iniziative formative periodiche per i lavoratori
esposti;
− messa a punto di procedure di lavoro in sicurezza per la
sterilizzazione a freddo;
− distribuzione strumenti informativi.
Rischio di poliesposizione chimica a dosi minime
In ambito sanitario i laboratori biomedici rappresentano ambienti di lavoro ove l’evoluzione e la
specializzazione delle tecniche analitiche configura situazioni diverse dal punto di vista tecnico
ed organizzativo e quindi di rischio. L’utilizzo di numerosi prodotti chimici (reagenti, solventi,
ecc.) con presenza di principi attivi tossico-nocivi a basso dosaggio, rende difficoltoso un
inquadramento del rischio data la polverizzazione delle situazioni pericolose.
Ai fini di un miglior inquadramento del rischio l'azienda effettua:
− un censimento di tutti i prodotti chimici utilizzati ed immagazzinati;
− l'acquisizione delle schede di sicurezza dei prodotti chimici con indicate le caratteristiche
tecniche/tossicologiche, i limiti di esposizione, le modalità corrette di manipolazione e
gli interventi in caso di emergenza.
Sulle base delle informazioni raccolte vengono attivati gli interventi preventivi e protettivi
ritenuti più idonei; per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria è attivato un controllo clinico
periodico e controlli mirati più ravvicinati con valutazione dei parametri ematochimici di base.
Allergia da lattice
L'estensione dell'utilizzo dei guanti medicali in lattice per la prevenzione delle infezioni ha
determinato un sensibile incremento delle allergie; altri strumenti fatti con prodotti del latice
sono tubi per anestesia, sacche di ventilazione e cateteri intravenosi. E' stimato che tra gli
utilizzatori di guanti, il 3-5% sviluppi reazioni di ipersensibilità, con quadri locali (rossore,
eruzioni cutanee con prurito prevalentemente alle mani) ma anche in forme sistemiche (asma)
o anafilattoidi; è possibile inoltre lo sviluppo di altre allergie di tipo ritardato da uso di guanti
medicali (dermatiti allergiche da contatto), connesse al contatto con additivi della gomma
(stabilizzanti, accelleranti) E’ da notare comunque che quadro clinico più frequentemente
legato all’uso di guanti in lattice è la dermatite irritativa.
Nei casi riscontrati la conferma della diagnosi può avvenire mediante specifiche indagini
cliniche disposte dal medico competente dell’azienda ospedaliera.
I soggetti affetti da allergia da lattice devono preferibilmente essere dotati di guanti anallergici
(vinilici, in nitrile) o ipoallergici (guanti privi di polvere).
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SIGNIFICATO DEI SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
Significato
Simbolo
Tossico
(T)
Molto tossico
(T +)
Nocivo
(X n)
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Descrizione dei rischi
Esempi di prodotti
Precauzioni da
osservare
• Sostanze e preparati tossici e nocivi − Metanolo, alcool combuche comportano un rischio per la
stibile, smacchiatori, spray
salute anche in piccole quantità
impermea-bilizzanti
− Disinfettanti (creolina)
− Vernici
spray
per
• Quando la gravità dell’effetto sulla
autovetture
salute si manifesta con piccole
quantità, il prodotto e’ segnalato dal
simbolo tossico
• Per
evitare
qualsiasi
contatto con la pelle,
utilizzare
i
mezzi
di
protezione:
guanti,
schermo, tuta, ecc.
• Lavorare preferibilmente
all’esterno o in un locale
ben ventilato
− Smacchianti, tricloroetilene
• Tali prodotti penetrano nell’organismo − Solventi per vernice
per inalazione, ingestione o attraverso
− Prodotti per la pulitura
la pelle
− Prodotti per la protezione e
il trattamento del legno
− Decapanti per vernici
• Osservare
le
norme
igieniche: lavarsi le mani,
non mangiare o fumare
durante il lavoro
• I piu’ pericolosi sono i
prodotti sotto forma di
aerosol (inalazione!)
• Conservare fuori portata
dei minori!
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Significato
Facilmente
infiammabile
(F)
Estremamente
infiammabile
(F +)
Comburente
(O)
Simbolo
Descrizione dei rischi
Esempi di prodotti
(F) I prodotti facilmente infiammabili si
innescano in presenza di una fiamma, di
una fonte di calore (superficie riscaldata)
− Petrolio, benzina
o di scintille.
− Alcool
combustibile
o
metanolo
(F +) Prodotto in grado di infiammarsi
molto facilmente per azione di una fonte − Essenza di trementina, white
spirit
di energia (fiamma, scintilla, ecc.) anche
a temperature inferiori a 0 °C
− Acetone,
detersivi
per
spazzole, solventi per vernici
− Verniciatura con aerosol,
vernici metalliche
• Per la combustione e’ necessaria la
presenza
di
una
sostanza − Antigelo per vetri
combustibile, dell’ossigeno e di una − Autocollanti,
colle
fonte
di
infiammazione;
la
(neoprene)
combustione
e’
notevolmente − Purificatori d’aria
accelerata in presenza di un prodotto
comburente
(sostanza
ricca
in
ossigeno)
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Precauzioni da
osservare
• Conservare i prodotti in un
locale ben ventilato
• Mai utilizzarli vicino ad una
fonte di calore, ad una
superficie
calda,
in
prossimità’ di scintille o di
fiamma non protetta
• Vietato fumare!
• Non indossare indumenti di
nylon e tenere sempre a
portata
di
mano
un
estintore durante il periodo
di utilizzazione di prodotti
infiammabili
• Conservare
i
prodotti
infiammabili lontano dai
prodotti comburenti
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Significato
Simbolo
Descrizione dei rischi
Corrosivo
(C)
• Le sostanze corrosive danneggiano
gravemente
i
tessuti
viventi
e
attaccano anche altre sostanze. La
reazione può verificarsi in presenza di
acqua e umidità
Irritante
(X i)
• Il contatto ripetuto con prodotti
irritanti
provoca
reazioni
di
infiammazione della pelle e delle
mucose
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Esempi di prodotti
Precauzioni da
osservare
• Conservare
i
prodotti
− Sostanze
per
disintasare
nell’imballaggio
originale
condotte
(recipienti
perfettamente
− Soda caustica, decapanti
chiusi, tappo di sicurezza)
− Acidi,
acido
solforico • Conservare i prodotti fuori
(batterie)
portata dei minori
− Detersivi per forni e toilette
• Curarne la disposizione.
Non depositarli mai sui
− Prodotti per lavatrici (allo
davanzali di finestre, ecc.
stato umido)
(rischio di caduta!)
• Proteggere gli occhi, la
pelle,
ecc.
contro
le
proiezioni. Fare attenzione
quando si travasa o si
spande
il
prodotto.
Utilizzare sempre guanti e
occhiali protettivi
− Varechina
• L’igiene
e’
molto
− Essenza di trementina
importante:
dopo
l’uso
lavarsi perfettamente la
− Ammoniaca
faccia e le mani
− Mastici poliestere
• Quale intervento d’emergenza
e’
efficace
la
risciacquatura abbondante
per 10 minuti
• I prodotti corrosivi sotto
forma di aerosol sono
pericolosi
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Significato
Simbolo
Descrizione dei rischi
Esempi di prodotti
− Gli aerosol di qualsiasi tipo • Evitare il surriscaldamento,
(anche vuoti) sono vere e
gli urti, proteggere contro i
proprie bombe potenziali al
raggi solari
di
sopra
dei
50
°C:
• Non conservarlo mai vicino
purificatori d’aria, lacche per
a fonti di calore, lampade,
capelli, tinte, vernici, antigelo
radiatori
per parabrezza, ecc.
• Divieto assoluto di fumare!
Esplosivo
(E)
• L’esplosione e’ una combustione
estremamente
rapida,
dipendente
dalle caratteristiche del prodotto, dalla
temperatura (fonte di calore), dal
contatto con altri prodotti (reazione),
dagli urti, da attriti, ecc.
Pericoloso
per
l’ambiente
(<< N)
• Sostanza:
• molto tossica per gli organismi − Prodotti attivi presenti
pesticidi
presenti nelle acque
• tossica per la fauna
− Clorofluorocarburi
• pericolosa per lo strato di ozono
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Precauzioni da
osservare
• Eliminare il prodotto o i
residui analogamente ai
nei
rifiuti pericolosi
• Evitare la contaminazione
dell’ambiente grazie ad un
immagazzinaggio adeguato
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Rischio fisico
Radiazioni
Le radiazioni possono essere divise in due categorie in dipendenza del loro contenuto di
energia. Le radiazioni ionizzanti (particelle alfa e beta, raggi gamma e X, neutroni) hanno
sufficiente energia per ionizzare gli atomi causando danni tissutali gravi e irreversibili. Le
radiazioni non ionizzanti (radiofrequenze, microonde, infrarosso, luce visibile, ultravioletto)
hanno una energia che è in grado di produrre vibrazioni molecolari, i cui effetti biologici
dipendono principalmente dalla frequenza, dalla lunghezza d’onda e dalla durata di
esposizione. Gli effetti biologici acuti, causati in prevalenza da infrarossi e ultravioletti, si
riducono in genere a produzione locale di calore con eventuale irritazione degli occhi e della
cute. Tali radiazioni possono anche produrre effetti irreversibili, rispettivamente cataratta e
neoplasie cutanee, per esposizioni in genere protratte e a dosi non usuali nell’ambito sanitario.
Radiazioni ionizzanti
Nell'ospedale l'esposizione a radiazioni ionizzanti è dovuta alla occasionale e rara dispersione di
raggi X dalle specifiche apparecchiature diagnostiche e terapeutiche e alla emissione di raggi
gamma da pazienti trattati con radionuclidi. E' importante comunque l'educazione a evitare
esposizioni non necessarie e la sorveglianza sanitaria di possibili effetti da esposizione cronica:
alterazioni cromosomiche, cancro, cataratta, anemia aplastica, fibrosi polmonare e renale,
sterilità, invecchiamento precoce.
L'ambiente ospedaliero è protetto con sistemi tecnologici e dosimetria personale. Gli operatori
sanitari sono attualmente esposti a basse dosi di radiazioni ionizzanti incapaci di provocare
effetti graduati, nella maggior parte dei casi sono esposti a livelli di radiazioni molto inferiore
alla dose massima ammissibile.
L’azione intesa a garantire che le attività che espongono a rischio di radiazioni ionizzanti si
svolgano in condizioni di sicurezza e di protezione sanitaria degli individui è fondata su un
duplice aspetto:
• la sorveglianza fisica affidata agli esperti qualificati comprendente la delimitazione delle
zone lavorative a rischio, l’esame e il controllo dei mezzi di protezione sia nelle fasi di
progetto che nelle fasi di inizio e normale funzionamento degli impianti, la valutazione delle
esposizioni e delle contaminazioni dei lavoratori mediante effettuazione di misure ambientali
e controllo delle dosimetrie individuali;
• la sorveglianza medica affidata ai medici autorizzati (radioesposti di Categoria A) ed al
Medico Competente (radioesposti di Categoria B) comprendente visite mediche ed esami
integrativi, provvedimenti e disposizioni sanitarie (giudizi di idoneità), tenuta di un
documento personale per ogni lavoratore in cui devono essere raccolti i dati clinici e le
informazioni utili alla definizione del rischio quali la mansione, l’ambiente di lavoro, i risultati
delle dosimetrie.
La prevenzione si attua soprattutto attraverso l’applicazione di procedure operative variabili in
funzione del tipo di attività.
I coordinamento dell'attività di prevenzione e protezione dei lavoratori nell'Azienda Ospedaliera
S. Gerardo è svolta dall'Esperto Qualificato operante presso il reparto di fisica sanitaria.
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Radiazioni non ionizzanti
L’ambiente sanitario è quello che presenta la più grande varietà di applicazione di radiazioni
non ionizzanti (NIR):
a) sorgenti di luce ultravioletta, come lampade germicide, incubatrici e alcuni filtri dell'aria;
b) radiazioni infrarosse da apparecchiature per la produzione di calore;
c) microonde da apparecchiature di diatermia, sterilizzatrici e per la preparazione dei cibi;
d) campi elettromagnetici;
e) laser.
Gli addetti ad apparecchiature generanti radiofrequenze (marconi terapia) e microonde (radar
terapia) devono ridurre al minimo il tempo necessario a posizionare gli elettrodi di applicazione
e devono seguire la sorveglianza del paziente attraverso oblò di controllo oppure permanendo
a distanza di due/tre metri dallo stesso. Gli elettrodi e gli applicatori vanno posizionati sui
pazienti ad apparecchiature spente e con il regolatore di potenza sul valore zero della scala
graduata.
Gli addetti ad apparecchiature a radiazioni ultraviolette usate in campo sanitario per
disinfettare l’aria con lampade germicide, disinfezione di liquidi, fototerapia (malattie della
pelle, ittero neonatale), indurimento di gessi in ortopedia e resine in odontoiatria, devono
mantenere le schermatura delle sorgenti UV previste dal costruttore, segnalare la presenza
delle radiazioni UV limitando l’accesso e i tempi di permanenza, usare, in funzione del tipo di
mansione, idonei mezzi di protezione personale quali occhiali a lenti polarizzate scure, camici
impermeabili alle radiazioni UV e creme barriera. I responsabile devono porre attenzione
nell'adibire a mansioni che espongono alle radiazioni UV soggetti sensibili con cute molto chiara
o affetti da particolari malattie tipo la porfiria, lo xeroderma pigmentoso o soggetti
fotoallergici: in questi casi consultare il Medico Competente.
Gli addetti ad apparecchiature a laser usate in campo sanitario (in chirurgia per microincisioni,
in oftalmologia e dermatologia come fotocoagulanti, nella terapia del dolore per l’accelerazione
delle cicatrizzazioni) devono accertarsi, mediante il manuale e la documentazione tecnica
dell'apparecchiatura, del tipo di classe di laser e della potenziale pericolosità, usare occhiali
protettivi specifici per la lunghezza d’onda utilizzata, evitare l’uso di anestetici e solventi
infiammabili. Le porte di accesso ai locali in cui si impiegano apparecchiature laser devono
rimanere chiuse durante il loro funzionamento ed all’esterno della sala deve essere posta la
segnalata la presenza del laser in funzione. Il fascio laser non deve mai essere rivolto fuori dal
punto di applicazione, ne deve essere impiegata una potenza superiore a quella necessaria.
Particolare attenzione va posta nel non dirigere il fascio laser su parti metalliche o tubi di
plastica.
Presso l'ospedale S. Gerardo è installato un impianto di risonanza magnetica da 0,5 T. Si
segnala che è stato predisposto un regolamento interno relativo alla sicurezza del paziente,
degli accompagnatori e del personale addetto al servizio in relazione alla potenziale
esposizione a campi elettromagnetici.
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Movimentazione manuale dei pazienti
Le operazioni di movimentazione manuale dei carichi (principalmente dei degenti) sono
responsabili di una elevata frequenza di disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico nel
personale sanitario: ausiliari, infermieri, inservienti, magazzinieri, addetti alle lavanderie e alla
manutenzione. Le infermiere sono particolarmente esposte: vari studi hanno rilevato una
prevalenza dei disturbi a carico del rachide (cervicale, dorsale e soprattutto lombare) che va da
un 17% “puntuale”, a un 40-50% annuale, a un 60-80% nel corso di tutta la vita. Ciò fa del
“low back pain” il problema forse più rilevante del lavoro infermieristico, che nei reparti di
lungo-degenza si presenta con una media 6 volte superiore a quella di tutte le occupazioni
dell’industria messe insieme.
In generale, la mancanza di allenamento, la fissità posturale e l'esecuzione di compiti che
richiedono sforzi fisici necessari ad assistere e spostare pazienti infermi, sono i fattori decisivi
nello sviluppo di disturbi a carico del rachide lombosacrale, la cui percezione è notevolmente
influenzata dalla stress psicosociale e lavorativo. Particolarmente a rischio risulta essere la
manovra di sollevamento dei pazienti (che nei nostri ospedali interessa soprattutto le
infermiere professionali) che prevede lo spostamento di un carico pesante senza la possibilità
di mantenerlo vicino al corpo (come sarebbe richiesto). Le strategie per la prevenzione della
sintomatologia e delle lesioni a carico del rachide includono interventi organizzativi,
l'addestramento a pratiche corrette di sollevamento dei pesi e l'uso di idonei ausili maggiori
(sollevatori meccanici, bagni attrezzati) e minori (cinture, teli antiattrito ecc.).
La valutazione specifica della movimentazione manuale carichi è stata effettuata nei reparti a
maggior rischio dell'Azienda Ospedaliera e risultano in corso di adozione i provvedimenti
conseguenti. È inoltre stata attivata l'attività di formazione e informazione mediante lo
svolgimento di corsi aziendali permanenti e la diffusione di uno specifico opuscolo informativo.
Per quanto attiene la sorveglianza sanitaria è presente presso l’Unità di Medicina del Lavoro un
ambulatorio per la valutazione clinica dei disturbi osteomuscolari e per il relativo indirizzo
terapeutico.
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Rischi di natura infortunistica
Rischio elettrico
L’esposizione a rischio elettrico può avvenire quando c’è una mancanza di manutenzione ad
una qualsiasi delle attrezzature elettriche, in caso di abuso e di mancanza di conoscenza
dell’attrezzatura e/o dei suoi controlli.
Al fine di garantire un idoneo contenimento del rischi per il personale utilizzatore di impianti e
attrezzature elettriche, lo stesso personale deve porre particolare attenzione a che la
strumentazione di qualsiasi tipo, i macchinari e gli impianti siano in buono stato, perfettamente
funzionanti e non danneggiati: ogni situazione ritenuta non idonea, deve essere segnalata
tempestivamente all’Ufficio Tecnico per le verifiche del caso; allo stesso Ufficio deve essere
segnalata tempestivamente ogni “scossa elettrica”, anche se di modesta entità, proveniente da
qualsiasi tipo di attrezzatura elettrica.
È opportuno che l’allacciamento di nuovi apparecchi elettrici alla rete ospedaliera, a qualsiasi
titolo, sia preceduto da una verifica degli stessi da parte degli uffici preposti (Ufficio Tecnico,
Servizio Elettromedicali), per accertarne la rispondenza alle norme di sicurezza vigenti e la
compatibilità con rete elettrica ospedaliera.
È quindi da evitare l’uso di apparecchi che non siano stati preventivamente autorizzati e
soprattutto deve essere controllato e ridotto al minimo l’allacciamento alla rete elettrica di
apparecchi ad uso personale dei pazienti.
Particolare attenzione va posta all’eventuale utilizzo di apparecchiature o utensili elettrici in
prossimità di punti di erogazione gas medicali a motivo dell’aumentato rischio di incendio; in
questi casi è sempre necessario accertare che non sussistano dispersioni o situazioni di
pericolo, chiedendo informazioni al responsabile del reparto/servizio in cui si opera.
Ai fini della riduzione dei rischi di infortunio di tipo elettrico occorre che il personale di
assistenza segua precise norme di sicurezza atte ad evitare un uso improprio di
apparecchiature elettriche ed in particolare occorre:
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evitare di collegare le apparecchiature elettriche a parti metalliche presenti in reparto
tipo termosifoni e condotti dell’acqua;
evitare di voler a tutti i costi inserire forzatamente una spina nella presa sbagliata;
evitare l’estrazione delle spine dalle prese agendo sul cavo anziché sulla spina stessa;
fare attenzione a non rovesciare liquidi su apparecchiature elettriche;
non toccare il paziente e le parti metalliche (es. il letto) durante manovre di
defibrillazione;
considerare sempre il paziente vulnerabile alle correnti elettriche e ricordarsi che un
apparecchio elettrico innocuo per un soggetto normale può risultare fatale se toccato
dal paziente;
per eseguire la manovra o l’aggiustaggio di elettrodi intercardiaci nelle giunzioni
intermedie o nei morsetti di ingresso dell’apparecchio usare se possibile guanti in
gomma;
evitare assolutamente di entrare in contatto con masse metalliche o apparecchi elettrici
mentre si tocca un paziente;
non eseguire collegamenti elettrici volanti;
non introdurre nell’area dei pazienti apparecchi elettrici estranei, cioè non collegati al
nodo equipotenziale (come potrebbe accadere per esempio per un aspirapolvere
alimentato con un lungo cavo flessibile dalle prese nel corridoio);
seguire le indicazioni d’uso e le misure di sicurezza indicate nel libretto d’istruzioni
rilasciato dal fornitore;
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avvisare il personale tecnico competente per qualsiasi alterazione individuata nel
funzionamento degli apparecchi elettrici ed evitare assolutamente di eseguire
riparazioni di fortuna;
non eseguire l’attivazione di un elettrobisturi o di un defibrillatore prima di stabilire il
contatto degli elettrodi;
non usare mai un’apparecchiatura se non la conosci, prima leggi il libretto d’uso e
manutenzione;
non usare adattatori, spine multiple, cavi di prolunga senza terra;
non usare simultaneamente materiale elettrico e materiale infiammabile in ambienti
saturi di ossigeno;
non usare piastre di elettrobisturi ed elettrodi di defibrillatori in condizioni di scarsa
pulizia.
Gas compressi, bombole
I gas compressi sono utilizzati in molti ambienti sanitari. Si possono trovare in contenitori
(bombole) di varie dimensioni e allo stato puro o composto (esempi: ossigeno, anidride
carbonica e azoto).
I gas compressi possono essere tossici, infiammabili ed esplosivi. Tali effetti derivano dalla
compressione del gas e dagli effetti sulla salute che possono avere i prodotti chimici stessi.
Il controllo di questo fattore di rischio comporta essenzialmente l’adozione di cautele in tutte le
fasi di utilizzo dei gas compressi e manipolazione dei relativi recipienti; queste cautele sono
essere oggetto di specifica formazione e informazione degli operatori sanitari esposti a questo
fattore di rischio.
La stretta osservanza delle cauteli di cui sopra, unitamente al rispetto dei principi generali
comportamentali dei lavoratori, contenuti in particolare nell’art. 20 del D.Lvo 81/08, sono tali
da ridurre al minimo l’incidenza di questo fattore di rischio nei confronti del personale di ditte
esterne e/o del personale comunque non sanitario chiamato ad operare nelle aree nelle quali lo
stesso rischio è presente.
Sicurezza antincendio
Le seguenti osservazioni di carattere generale valgono
sia per gli addetti interni che per tutto il personale
esterno operante a qualsiasi titolo all’interno degli
ambienti ospedalieri.
Particolare attenzione viene posta al rischio di incendio
nel normale svolgimento di tutte le attività sanitarie. In
generale vengono adottate dall’Azienda Ospedaliera le
misure di prevenzione (atte a limitare la possibilità di
insorgenza dell’incendio) e le misure di protezione (atte
a proteggere le persone in caso di incendio: impianti di
rilevazione, impianti e dispositivi di spegnimento,
definizione del piano di emergenza).
Ai fini del contenimento del rischio di incendio le vie e le uscite di sicurezza devono essere
lasciate sgombre da qualsiasi tipo di materiali; i dispositivi antincendio devono essere
correttamente ubicati ed in buono stato: ogni situazione ritenuta non idonea deve essere
segnalata tempestivamente all’Ufficio Tecnico per le verifiche del caso.
In caso di emergenza il comportamento che ogni lavoratore operante a qualsiasi titolo
all’interno degli ambienti ospedalieri deve tenere è riportato nella "procedura generale di
emergenza" riportata nel presente opuscolo.
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Altri rischi
Sicurezza dei laboratori
I laboratori dell'ospedale sono notoriamente i luoghi a più elevato rischio biologico, chimico e
fisico. Particolare importanza riveste il rispetto delle procedure di sicurezza, l'informazione dei
lavoratori, l'etichettatura dei contenitori, il facile accesso alle schede di sicurezza degli agenti
utilizzati.
Nell'Azienda S. Gerardo i laboratori sono stati oggetto di specifica valutazione dei rischi ed i
principi di cautela sopra richiamati sono stati raccolti nel "Manuale della sicurezza per il
personale addetto ai laboratori biomedici" al quale si fa rimando.
Eliminazione dei rifiuti ospedalieri
L'ospedale moderno produce una quantità crescente oltre che di rifiuti assimilabili agli urbani,
anche di rifiuti pericolosi (rifiuti derivanti da attività preventive e di diagnosi, sostanze
chimiche e medicinali, oggetti da taglio tipo bisturi, ecc.) e di rifiuti radioattivi. Tutti questi
rifiuti debbono essere adeguatamente raccolti in idonei contenitori, trasportati ed eliminati in
modo da proteggere sia gli operatori sanitari che l'ambiente. A tal proposito sono stati
predisposti e diffusi nell'Azienda Ospedaliera S. Gerardo specifici protocolli per mettere a
conoscenza operatori e responsabili delle procedure necessarie.
Utilizzo di attrezzature munite di VDT
Il personale amministrativo degli Ospedali, ma non solo
questo, può essere esposto per periodi prolungati a lavoro su
videoterminali. I disagi connessi con l’uso di VDT sono in
prevalenza di tipo oculo-visivi (astenopia); si segnalano
inoltre disturbi del rachide (algia e rigidità del rachide
cervicale e lombo-sacrale), dell’estremità degli arti superiori
(tenosinoviti) e collegati allo stress (cefalea, astenia
generalizzata, insonnia, irritabilità, ansia, depressione).
L’intensità di luce emessa dal video non è in grado di
produrre lesioni oculari; i sintomi sopracitati sono per lo più
dovuti alla fatica accomodativa e alle alterazioni precoci
dell’insorgente presbiopia soprattutto negli operatori con età
superiore a 45 anni. Un ruolo non indifferente giocano poi le
posture fisse, a volte incongrue e l’organizzazione del lavoro. Indagini recenti sembrano
escludere altri disturbi da VDT, in particolare quelli riproduttivi. Da punto di vista sanitario il
D.L.vo 81/08 prevede la sorveglianza sanitaria obbligatoria per i lavoratori che utilizzano i VDT
in modo sistematico ed abituale per almeno 20 ore settimanali.
Nell'Azienda Ospedaliera S. Gerardo il personale che risulta esposto a VDT nella misura sopra
richiamata viene sottoposto a programma di sorveglianza sanitaria. L'Azienda ha inoltre
prodotto e diffuso uno specifico opuscolo informativo recante indicazioni sui rischi presenti nel
lavoro al VDT e sulla modalità di controllo degli stessi.
Stress
Nel mondo del lavoro esistono accanto a fattori di rischio specifici numerosi altri agenti capaci
di turbare l'equilibrio e il benessere dell'uomo, creando fenomeni di disadattamento e reazione
di stress, da cui possono derivare malattie, non specifiche, diffuse cioè anche nella popolazione
generale non professionalmente a rischio, ma certamente collegate alla professione. Nella
genesi di tali disturbi un ruolo fondamentale è rivestito dalle caratteristiche sociali ed
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organizzative del lavoro che interagiscono con attributi psicologici e di personalità dei singoli
individui.
Ogni agente stressante che colpisce un individuo può provocare due reazioni, una positiva
(detta eustress), rigenerativa, ed una negativa (detta distress) che può sfociare in patologie
psichiche o psicosomatiche, a seconda della capacità dell'individuo di trovare in se stesso le
risorse necessarie ad affrontare una situazione di emergenza. In sostanza lo stress è la
risposta ad una situazione in cui l'individuo è consapevole di una discrepanza tra le domande
che l'ambiente esterno gli pone e le sue caratteristiche soggettive ed oggettive.
I fattori comunemente associati con lo stress del lavoro in ospedale sono sostanzialmente
collegati con l’organizzazione del lavoro stesso:
a) eventuale carenza di personale;
b) ambiguità di ruolo;
c) conflitti interprofessionali e interpersonali;
d) trasferimenti ad aree di lavoro sgradite o di cui non si ha competenza;
e) lavoro a turni;
f) ambiente fisico.
Le reazioni individuali derivanti da una condizione di distress sono variabili tra individuo e
individuo, essendo determinate soprattutto dalla tipologia psicologica del soggetto ma in ogni
caso si possono delineare tre tipi di risposta frequentemente osservate negli operatori sanitari:
disordini comportamentali, disordini psicofisiologici, sindrome del burn out.
I disturbi comportamentali comprendono l'abuso di alcool, il tabagismo ed un aumento dei
disturbi del comportamento alimentare (anoressia e/o bulimia).
Tra le reazioni psicofisiologiche si riscontrano più frequentemente un aumento dei disturbi del
sonno, un aumento dei sintomi cardiovascolari connessi con i disordini d'ansia (palpitazioni,
ipertensione, dispnea, iperidrosi), una tensione muscolare generalizzata connessa ad
irrequietezza psicomotoria ed incapacità a rilassarsi.
Il burn out è una sindrome di esaurimento emotivo caratterizzata da sentimenti di
insoddisfazione e di incompetenza professionali; atteggiamenti apatici e depersonalizzati nei
confronti degli altri. Il soggetto in questi casi si sente svuotato delle risorse emotive e personali
che lo avevano guidato e sostenuto nella scelta professionale e pervaso dalla sensazione di
“non avere più niente da offrire”.
Nell’ambito dell’attività della valutazione dei rischi è necessario approfondire la valutazione
dello stress finalizzata all’istituzione di programmi per il controllo dello stress che comportino
anche la revisione dell'organizzazione del lavoro, l’aumento della sua flessibilità, incontri
periodici di staff, la possibilità di consultazione personale/di gruppo e l’adeguata formazione del
personale.
Presso l’Unità di Medicina Occupazionale ed Ambientale dell’A.O. San Gerardo è attivo un
centro per la valutazione dei disturbi associati allo stress, struttura di riferimento regionale per
questa problematica.
Indicazioni in merito alla tutela della salute delle lavoratrici madri
Nell’introduzione della Comunicazione CEE (2000) 466 si legge:
“La protezione della salute e della sicurezza delle gestanti può essere adeguatamente
affrontata applicando le procedure e regole esistenti nei rispettivi ambiti. Molte donne lavorano
durante la gravidanza e molte ritornano al lavoro quando stanno ancora allattando. Alcuni
fattori di rischio presenti sul posto di lavoro possono influire sulla salute e la sicurezza delle
nuove madri e di quelle che stanno per diventarlo come anche dei loro bambini. Una
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gravidanza comporta notevoli cambiamenti d'ordine fisiologico e psicologico. L’equilibrio
ormonale è molto sensibile e l’esposizione a fattori suscettibili di turbarlo può determinare
complicazioni tali ad esempio da produrre aborti. Condizioni suscettibili di essere considerate
accettabili in situazioni normali possono non esserlo più durante la gravidanza.”
“Poiché il primo trimestre di gravidanza è il periodo di maggiore vulnerabilità in termini di
possibili danni permanenti al nascituro, tutte le necessarie misure di protezione della madre e
del nascituro dovrebbero iniziare il più presto possibile.”
Le norme legislative sulla tutela delle “lavoratrici madri” fissano i principi per garantire la tutela
della salute della madre e del figlio; fra questi, il principio fondamentale indicato nelle norme
più recenti è:
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la valutazione di tutti i rischi potenzialmente teratogeni,
la definizione delle misure di prevenzione e protezione da adottare.
Oltre al principio della valutazione dei rischi, da effettuarsi in ogni specifica situazione
lavorativa, le norme riportano una serie di elenchi di attività, mansioni, agenti chimici, fisici e
biologici, già valutati come rischiosi dal legislatore e quindi incompatibili con lo stato di
gravidanza e/o allattamento al seno: l’esposizione della lavoratrice madre a queste mansioni o
agenti di rischio è vietata.
Le norme indicano inoltre il periodo di astensione obbligatoria da qualsiasi lavoro, periodo che
si estende dalla fine del settimo mese di gravidanza alla fine del terzo mese dopo il parto: in
questo periodo tutte le lavoratrici (indipendentemente dal tipo di contratto lavorativo –
dipendenti, studenti, borsisti, volontari ecc. – non possono esercitare alcuna forma di lavoro in
ospedale).
L'Azienda Ospedaliera S. Gerardo, ai sensi dell'art. 11 del D.L.vo 26/03/2001 n. 151, ha
predisposto lo specifico documento di valutazione dei rischi per le “lavoratrici gestanti,
puerpere o in periodo di allattamento” –denominate “lavoratrici madri” – in servizio presso il
l'Azienda stessa. Nello stesso documento vengono riportate le mansioni e gli agenti di rischio
pertinenti il settore sanitario, compresi negli elenchi dei lavori incompatibili.
Si ricorda in particolare la necessità che le lavoratrici venute a conoscenza del loro stato di
gravidanza diano tempestiva notizia al responsabile del Servizio, alla Direzione Sanitaria ed
alla U.O. di Medicina Occupazionale ed Ambientale; eventi sfavorevoli manifestatisi in
dipendenza di omissioni o ritardi nella comunicazione non ricadranno a carico dell’Ente.
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PROCEDURA GENERALE DI EMERGENZA/EVACUAZIONE
Comportamento di qualsiasi lavoratore comunque operante all’interno dell’ospedale
Circostanza
SEMPRE
SE SI SCOPRE
UN PRINCIPIO
DI INCENDIO
SE SI È
COINVOLTI IN
UNA
EMERGENZA
Azioni
Ogni lavoratore deve prendere attenta visione dei dispositivi di prevenzione
e protezione antincendio (estintori, idranti, pulsanti di allarme ecc.) e delle
norme di comportamento specifiche (indicazioni, planimetrie con percorsi di
fuga e luoghi di ritrovo) del luogo in cui è chiamato ad operare.
Ogni lavoratore che si accorge di un principio di incendio o di un pericolo in
genere, è tenuto ad intervenire immediatamente con la seguente modalità:
• ricercare se nella zona in cui ci si trova è presente un pulsante
antincendio e premerlo, oppure:
• contattare telefonicamente il centralino telefonico dell’ospedale al n.
2525 comunicando il posto ed il tipo di evento;
• se si tratta di principio di incendio ed il lavoratore è stato addestrato,
intervenire utilizzando l’estintore più vicino;
Seguire le indicazioni degli addetti alla gestione emergenza (addetti di
reparto, gruppo di primo intervento, squadre di emergenza, VVFF);
se richiesto:
• fornire aiuto per lo spostamento ed evacuazione dei pazienti;
• contribuire a mantenere la calma, non correre, non urlare, evitare
situazioni di panico;
negli altri casi:
• uscire dal reparto seguendo le segnalazioni delle uscite di sicurezza e
dirigersi verso il punto di raccolta indicato nella planimetria affissa alle
pareti del luogo in cui vi trovate e attendere istruzioni;
è vietato ritornare negli ambienti in emergenza fino a comunicazione di
cessato allarme.
Il piano di emergenza/evacuazione è riportato per intero fra le procedure del sistema qualità
aziendale, scaricabile dal serverquality aziendale. Ad esso si rimanda per le ulteriori
informazioni.
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