Il clima sulla Terra sta cambiando. Tuttavia, tardano decisioni condivise
ed efficaci per contrastare questa emergenza planetaria. Spetta dunque a
noi sollecitarle e soprattutto operare una conversione di civiltà che fermi la
febbre del Pianeta. Possiamo farlo ripensando il modo di produrre energia e
di consumarla, per muoverci, abitare, lavorare. La rivoluzione che vogliamo
lanciare ha degli obiettivi precisi: si propone subito, in tutta Europa e nel
mondo, di arrivare in dieci anni a ridurre del 20% i consumi energetici, di
incrementare del 20% l'utilizzo di risorse rinnovabili e di ridurre di almeno il
20% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra. Dobbiamo pertanto
impegnarci tutti, cittadini e governi, ad adottare stili di vita meno energivori
e a ricorrere a forme di energia pulita e rinnovabile. Per raccogliere questa
sfida Legambiente e ARPA Puglia, con il contributo di Sorgenia Spa, hanno
promosso un Laboratorio Didattico sui temi dell’energia, del risparmio energetico
e dei mutamenti climatici rivolto ai cittadini ma soprattutto alle scuole.
La scuola infatti può fare molto, sia in senso culturale, perché l’educazione
è uno dei principali nodi per il cambiamento dei comportamenti in chiave
sostenibile, sia in senso materiale, perché è essa stessa un luogo fisico di
consumo e di gestione delle risorse. Il percorso didattico, che ben sintetizza
lo storico slogan di Legambiente “Pensare globalmente, agire localmente”,
si sviluppa in due aule e comprende anche una sala di “ecolettura”, in
collaborazione con la rivista La Nuova Ecologia, dove saranno consultabili
riviste e saggi sull’ambiente. La prima aula è stata allestita con pannelli
illustrativi e modellini esemplificativi inerenti: i cambiamenti climatici, la
produzione energetica, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, la casa
ecologica e gli stili di vita. Mentre la seconda aula costituisce la parte
multimediale del laboratorio, ed è stata attrezzata con apparecchiature
audiovisive e giochi interattivi. Il programma didattico del Laboratorio sarà
legato a “Stop the fever – Effetto Serra la cura sei tu”, la campagna nazionale
di Legambiente che si propone di mobilitare istituzioni e cittadini intorno al
comune obiettivo della riduzione dei gas serra. Con questa iniziativa, Legambiente
continua la sua battaglia per un mondo più pulito e per convincere sempre
più cittadini che “cambiare si può”. Dobbiamo volerlo, essere consapevoli dei
problemi e delle opportunità e agire di conseguenza.
La sfida che il nostro tempo ci impone in questi ultimi anni è una delle più
impegnative per tutti i soggetti che lavorano per la sostenibilità ambientale.
I cambiamenti climatici rappresentano un terreno di lavoro molto impegnativo
che deve vedere tutti i nostri sforzi convergere verso un obiettivo comune:
quello della tutela degli ecosistemi e della prevenzione delle mutazioni che
possono essere generate dalle pressioni antropiche. ARPA Puglia è impegnata
in questa sfida non solo svolgendo il compito che le è proprio e naturale,
quello del monitoraggio e controllo, ma anche agendo nella direzione della
governance ambientale. Le emergenze ambientali non devono essere solo
rincorse o gestite, ma soprattutto prevenute.
Per far questo riteniamo che l’Educazione orientata alla sostenibilità rappresenti
uno strumento di straordinaria importanza ed efficacia da mettere in campo
in questa sfida. ARPA Puglia ha quindi progettato insieme a Legambiente e
realizzato con il contributo di Sorgenia spa, un laboratorio didattico all’interno
della propria sede dedicato alla questione dei cambiamenti climatici. Due aule
distinte, una allestita con pannelli illustrativi e modellini esemplificativi su
cambiamenti climatici, produzione energetica e fonti rinnovabili, casa ecologica
e stili di vita; l’altra attrezzata con apparecchiature audiovisive e giochi
interattivi. Questo laboratorio permanente rappresenterà una sede speciale
per le attività di educazione alla sostenibilità che ARPA svolge sistematicamente
nelle scuole della Regione Puglia. Qui gli studenti sperimenteranno, attraverso
la strumentazione a disposizione, percorsi di acquisizione di competenze sui
temi legati al clima e a tutte le sue implicazioni. Ma sarà soprattutto il gioco
lo strumento basilare dell’educazione, che accompagnerà gli ospiti del laboratorio
in un percorso che delineerà il loro livello di coinvolgimento nelle questioni
legate alla sostenibilità e all’assunzione di responsabilità nei confronti delle
dinamiche socio-ambientali. La riflessione sugli stili di vita, sui comportamenti
e sulle dinamiche della quotidianità completerà un piccolo viaggio che consentirà
di costruire un altro tassello dell’ambizioso progetto della diffusione della
cultura ambientale.
Il tema dell’energia
riguarda il nostro futuro
per molti motivi:
perché per produrre energia si consumano
grandi quantitativi di risorse ambientali; perché oggi gran parte del
fabbisogno energetico è soddisfatto dall’energia prodotta dalla combustione
di fonti fossili (petrolio, carbone e gas naturale) responsabile
dell’inquinamento atmosferico, delle piogge acide, dell’effetto serra e
dei mutamenti climatici del pianeta. Nel terzo rapporto sul clima,
l'Ipcc (l’organizzazione promossa dalle Nazioni Unite e dall'Organizzazione
meteorologica mondiale) stima che entro il 2100 vi sarà un aumento
della temperatura media terrestre compreso tra 1,4 e 5,8 gradi. Gli effetti
negativi di questo processo di riscaldamento globale (alluvioni, uragani,
desertificazione) interesseranno tutto il pianeta, ma con fenomeni e
intensità differenti. Le conseguenze più rilevanti si vedranno nelle regioni
tropicali e subtropicali dell’Africa e dell’America Latina, dell’Asia, proprio
le aree dove si concentrano i Paesi in via di sviluppo che hanno minori
responsabilità nei confronti dell’aumento delle emissioni. Tra le regioni
più sensibili agli effetti dei mutamenti climatici vi è anche il bacino del
Mediterraneo, dove già oggi si registrano fenomeni molto preoccupanti:
perdita di biodiversità e desertificazione di aree fertili. Rispetto a questo
scenario il protocollo di Kyoto rappresenta la prima risposta a livello
internazionale all’aumento dei gas climalteranti. In Italia siamo ancora
in ritardo nella definizione di una efficace politica energetica.
L’unico segnale positivo viene dallo sviluppo delle rinnovabili grazie al
Conto Energia ed agli altri sistemi incentivanti per l’efficienza energetica,
mentre forti restano i ritardi sul fronte dei trasporti, dove nulla è stato
fatto per riequilibrare il sistema in favore del ferro e del cabotaggio, e
sul fronte della ricerca e dell’innovazione basti pensare ai ritardi in tema
di idrogeno e di solare termodinamico. È a questi problemi e alle
conseguenze dello scenario in corso che occorre trovare una risposta,
promuovendo un modello alternativo, che escluda qualsiasi ipotesi di
ritorno al nucleare, e che sia capace di disegnare una prospettiva di
sviluppo delle fonti rinnovabili e di riduzione dei consumi, di rilanciare
innovazione e ricerca al fine di poter uscire dall’economia del petrolio.
è il fenomeno determinato dalla capacità dell’atmosfera di trattenere,
sotto forma di calore, parte dell’energia termica che proviene dal
sole. Come aveva intuito Fourier, il fenomeno è dovuto alla presenza
di alcuni gas, detti gas serra, che intrappolano la radiazione emessa
dalla superficie terrestre riscaldata dal sole. Proprio come vetri di
una serra, infatti, l’atmosfera è trasparente alla radiazione solare,
mentre è parzialmente opaca a quella termica emessa dalla superficie
terrestre. Grazie a questo fenomeno la temperatura media della terra
si mantiene intorno ai 15° contro i -19° che si avrebbero in assenza
di gas serra. Le attività umane però, con l’emissione in atmosfera
di grandi quantità di gas serra, stanno generando un effetto serra
aggiuntivo a quello naturale, chiamato
che tende ad alterare tutti gli equilibri del sistema climatico.
L’uomo infatti modifica costantemente la composizione dell’atmosfera
introducendo nuove sorgenti di gas serra, le cui emissioni sono
dovute principalmente all’uso di combustibili fossili (petrolio, gas
e carbone), impiegati nella produzione di energia elettrica e calore,
e nel settore dei trasporti. L’eccessiva presenza di gas serra crea
una sorta di pellicola che non permette ai raggi solari arrivati sulla
Terra di uscire dall’atmosfera, provocandone il surriscaldamento.
Questa è la causa dell’aggravarsi di fenomeni già in atto quali la
desertificazione, lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai,
l’innalzamento del livello dei mari, l’aumento dell’intensità di eventi
estremi come uragani, alluvioni e ondate di calore. Per fermare questa
spirale disastrosa e contenere l’aumento della temperatura sotto i
2°C è imperativo diminuire drasticamente le emissioni di gas serra
con l’obiettivo della riduzione dell’80% entro il 2050.
Per fronteggiare il pericoloso aumento di gas serra e per
frenare l’aumento della temperatura terrestre 169 Paesi
hanno sottoscritto il “Protocollo di Kyoto”, che è uno
dei più importanti documenti internazionali sulle
problematiche ambientali. Firmato nel dicembre del
1997, ratificato da 190 stati nel mondo, è entrato in
vigore il 16 febbraio 2005 e obbliga i paesi firmatari
a ridurre progressivamente le emissioni di gas a
effetto serra, responsabili dei cambiamenti climatici.
Nonostante tutto, le emissioni non accennano
a diminuire. I paesi industrializzati che secondo
quanto stabilito dal protocollo dovranno ridurre
del 5% entro il 2012 le proprie emissioni
rispetto ai livelli del 1990, nel 2006 hanno
fatto registrare un aumento del 33% di
emissioni rispetto ai livelli del 1990.
L’Unione Europea, dopo Kyoto, ha avviato
il programma “Energia Intelligente per
L’Europa”, per favorire la riduzione del consumo
di energia. In Italia, i decreti del 20 luglio 2004
emanati dal Ministro per le Attività Produttive, di
concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela
Territorio, riformano profondamente la politica di promozione del
risparmio energetico, introducendo un sistema molto innovativo anche
nel panorama internazionale. Intanto nella nostra vita quotidiana aumenta
sempre più la richiesta di energia e questo comporta la necessità di
utilizzare fonti energetiche pulite e rinnovabili e l’urgenza di risparmiare
energia attraverso comportamenti consapevoli e responsabili. Nel dicembre
del 2009 a Copenaghen i governi di tutto il mondo dovranno approvare
un nuovo accordo sul clima in modo da sostituire il Protocollo di Kyoto.
Qust’ultimo scade infatti nel 2012 ed è solo un timido passo nella lotta
ai cambiamenti climatici. Se si vogliono evitare conseguenze irrimediabili
sul Pianeta, è necessario che la temperatura globale non aumenti oltre
i 2°C di media. Per fare questo, a Copenaghen i Paesi industrializzati
dovranno sottoscrivere l’impegno a tagliare le emissioni almeno del 30%
entro il 2020, e dell’80% entro il 2050.
Le fonti rinnovabili si formano naturalmente in un tempo minore
di quello impiegato per consumarle. Sono rinnovabili l’energia
solare e quella eolica, ma anche il piccolo idroelettrico, il
geotermico(suolo) e le biomasse: fonti non solo ambientalmente
pulite, ma anche economicamente convenienti, soprattutto se si
considerano i costi legati ai danni prodotti all’ambiente a al clima
dall’utilizzo delle fonti fossili inquinanti.
Lo sviluppo delle energie
rinnovabili, insieme al risparmio
energetico, è l’unica risposta
ef ficace all’esigenza di ridurre
sensibilmente l’uso del petrolio e
degli altri combustibili fossili.
Puntare sull’energia rinnovabile è
anche una straordinaria occasione
per creare nuova occupazione.
I raggi del sole hanno un alto contenuto energetico che può essere
sfruttato: le piante, ad esempio, utilizzano l’energia solare per
realizzare la fotosintesi clorofilliana. Grazie alle tecnologie moderne
anche l’uomo può utilizzare l’energia “contenuta” nei raggi solari
oppure immagazzinarla per usi successivi. Con i pannelli solari
termici (collettori) si può sfruttare il sole per produrre acqua calda
per le esigenze igienico-sanitarie, per gli elettrodomestici o per il
riscaldamento. Oppure attraverso i pannelli solari fotovoltaici si può
produrre direttamente energia elettrica. L’impatto ambientale dei
pannelli è praticamente nullo, anche dal punto di vista visivo.
La loro silenziosità, l’assenza di qualsiasi emissione e lo sfruttamento
diretto dell’energia solare hanno contribuito alla diffusione di questa
fonte energetica.
Conto energia: un nuovo vantaggio
per gli impianti fotovoltaici
Il Decreto Ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 181 del
05.08.2005 successivamente modificato ha istituito il cosiddetto
“Conto Energia”, che stabilisce una rendita garantita per 20 anni
a chi decide di installare un impianto fotovoltaico per la produzione
di energia elettrica. L'incentivo viene pagato dal GSE, Gestore dei
Servizi Elettrici, con tariffe che variano in base alla potenza
dell’impianto e in base alla sua integrazione nelle abitazioni.
Le tariffe variano da 0,36 kWh, per gli impianti installati al suolo
a 0,49 kWh per quelli ben integrati in elementi di arredo urbano.
L’accesso è consentito a tutti e non serve la partecipazione ad un
bando, basta farne richiesta al GSE.
L’energia solare ha molti VANTAGGI:
• è inesauribile: durerà fino a quando ci saranno sole e terra;
• è una risorsa di immediata reperibilità;
• è pulita, perché ci arriva attraverso i raggi del sole;
• in termini di consumi, è conveniente in quanto la materia
prima non costa nulla.
Gli unici SVANTAGGI all’utilizzo dell’energia solare vengono
dagli impianti fotovoltaici a terra di grossa taglia:
• minore efficienza energetica dell’impianto;
• costi eccessivi per la costruzione anche in termini di
infrastrutture necessarie per il trasporto di tutta l’energia
prodotta (grossi elettrodotti);
• consumo di suolo agricolo.
L’uomo usa la forza del vento da migliaia di anni. L’energia prodotta
dal vento è detta anche energia eolica dal mitologico Eolo, re dei
venti. Gli impianti eolici sono costituiti da aerogeneratori che
raccolgono il vento, trasformando l’energia cinetica in energia
meccanica. L’energia meccanica del vento si trasforma in energia
elettrica sfruttando lo stesso principio di funzionamento delle comuni
dinamo delle biciclette. L’energia eolica è una fonte rinnovabile,
gratuita, che non provoca emissioni dannose per l’uomo e per
l’ambiente. Possono essere realizzati impianti eolici di varie dimensioni
organizzati in parchi con aerogeneratori di altezza o potenza
differente. Quando le potenze elettriche degli aerogeneratori sono
inferiori a 20 kW si parla di mini-eolico.
Negli ultimi dieci anni la produzione eolica nel mondo ha avuto uno
straordinario sviluppo, con una diffusione della potenza installata
e della produzione. In Germania sono installati oltre 22mila MW,
in Spagna 15mila, in Danimarca l’eolico copre il 20% dei consumi
elettrici. In Italia sono attualmente installati oltre 2700 MW.
Tre elementi giocano, in particolare, a favore di questo tipo di
energia:
• è una fonte di energia pulita;
• è una fonte di energia rinnovabile;
• i consumi sono contenuti, in quanto il costo della materia
prima è nullo.
Tuttavia, l’uso dell’eolico deve intendersi all’interno dell’applicazione
rigorosa e puntuale dell’attuale normativa in materia di tutela
paesistica e ambientale e solo dopo un attento percorso di
studio e programmazione del singolo progetto locale.
Inoltre non tutti i luoghi del pianeta risultano idonei all’installazione
di impianti eolici, per l’irregolarità dei venti, oppure per la loro
debolezza (per essere sfruttabili devono soffiare a una velocità
non inferiore ai 3 m/s e per almeno un centinaio di giorni
all’anno). Questa forma di energia, comunque, risulta senz’altro
competitiva, sia dal punto di vista economico che dal punto di
vista ambientale.
L’energia idroelettrica sfrutta la forza dell’acqua
in movimento che viene trasformata,
mediante un apposito macchinario (turbina),
in energia elettrica.
La produzione di energia dall’acqua può avvenire in due modi:
• attraverso la creazione di un una diga
• sfruttando i salti naturali dell’acqua stessa.
Nel primo caso si parla di grande idroelettrico, nel secondo caso
di mini-idroelettrico. Il grande idroelettrico è sicuramente molto più
impattante sull’ambiente richiedendo la costruzione di grandi bacini
idrografici attraverso la costruzione di dighe, delle condotte di
caduta dell’acqua e della costruzione della centrale elettrica vera
e propria che contiene il macchinario di conversione e generazione
e un’opera di restituzione. Diversamente, il mini-idroelettrico, che
di solito ha una potenza inferiore a 3 MW, sfrutta i salti naturali
dell’acqua per azionare le turbine della centrale elettrica riducendo
così di molto l’impatto sull’ambiente.
L’energia idroelettrica è:
• rinnovabile;
• non comporta emissioni di CO2
(ad eccezione dell’accumulo con pompaggio);
• disponibile: la possibilità di immagazzinarla
garantisce l’approvvigionamento energetico
per tutto l’anno;
• comoda per far fronte alle punte di richiesta.
Di contro, l’energia idroelettrica viene contestata per l’impatto
ambientale, in quanto:
• i bacini artificiali alterano il bilancio idrico naturale e l’ecosistema
fluviale e generano serie ripercussioni sul microclima;
• si possono verificare “effetti piena” e depositi di spessi strati
di sedimenti in seguito ai rapidi svasi dei bacini delle centrali;
• le dighe spesso sono causa di deturpamento del paesaggio
e di modifiche irreversibili dell’uso del suolo e del territorio.
L’energia geotermica è una forma di energia che utilizza le sorgenti
di calore (soffioni o geyser) che provengono dagli strati profondi
del sottosuolo.
È naturalmente legata a quei territori dove vi sono
fenomeni geotermici nei quali il calore che si propaga
fino alle rocce prossime alla superficie può essere sfruttato
per produrre energia elettrica attraverso una turbina a
vapore, ma anche utilizzato per il riscaldamento per gli
usi residenziali e industriali.
In Italia lo sfruttamento della risorsa geotermica riguarda
soprattutto la Toscana e l’Alto Lazio.
Esistono anche tecnologie (le pompe di calore a sonda
geotermica) in grado di sfruttare l’energia latente del suolo,
in questo caso si parla di geotermia a bassa temperatura.
Queste pompe sono dei sistemi elettrici di riscaldamento (e
anche raffrescamento) che traggono vantaggio dalla temperatura
relativamente costante del suolo durante tutto l'arco dell'anno
e possono essere applicati ad una vasta gamma di costruzioni,
in qualsiasi luogo del mondo, abitazioni residenziali,
villette, edifici commerciali, scuole, piscine,
serre e capannoni, hotel e uffici.
L’energia geotermica è:
• pulita e sostenibile, con un importante potenziale
per il futuro;
• una fonte energetica a erogazione continua;
• indipendente da condizionamenti climatici.
Di contro, se per la geotermia di grossa taglia lo svantaggio
è dato dalla difficoltà di trasporto dell’energia, per cui
è inevitabile un utilizzo prevalentemente locale, per la
geotermia a bassa entalpia, oggi, la difficoltà maggiore
proviene dalla scarsità di informazione sulle potenzialità
di utilizzo di questa fonte energetica.
Con il termine biomassa si designa ogni sostanza organica
di origine vegetale o animale, da cui sia possibile ottenere
energia attraverso processi di tipo termochimico
(combustione diretta, carbonizzazione) o biochimico
(digestione anaerobica, fermentazione alcolica).
Le biomasse, quindi, hanno origini differenti:
• da boschi e foreste naturali;
• da piante coltivate appositamente
per scopi energetici;
• dai residui altrimenti inutilizzabili di
produzioni destinate all’alimentazione
umana o animale;
• da rifiuti biodegradabili.
• da scarti di lavorazione del
legno (non trattato) come
le segherie.
Ad oggi, le biomasse soddisfano il 15% circa degli usi energetici
primari nel mondo. Nel quadro europeo, l’Italia si pone in una
condizione di scarso sviluppo, nonostante l’elevato potenziale di
cui dispone. Infatti, in Italia le biomasse coprono circa il 2,5%
del fabbisogno energetico con un apporto di anidride carbonico in
atmosfera che può essere considerato virtualmente nullo, poiché
la quantità di CO2 rilasciata durante la combustione è equivalente
a quella assorbita dalla pianta durante il suo accrescimento.
Perché questo processo sia effettivamente considerabile neutro in
termini di produzione di gas serra, deve essere mantenuta la ciclicità
del processo riproducendo sempre la biomassa utilizzata.
Le biomasse possono essere utilizzate in impianti di produzione
termica di dimensioni diverse, dimensioni strettamente legate alle
caratteristiche del territorio e alla reperibilità del suddetto combustibile
in zone limitrofe.
L’energia da biomasse è:
• economica, abbondante e disponibile ovunque;
• rinnovabile, pulita e facilmente convertibile in combustibili
ad alto potere energetico (alcool, gas);
• ambientalmente sostenibile solo se di origine locale;
• con la sua produzione si possono rigenerare terre desolate
(aree disboscate);
• può sfruttare le zone inutilizzate dall’agricoltura e
creare occupazione nelle comunità rurali;
• emette pochissimo zolfo, riducendo così la produzione di
piogge acide.
Di contro:
• per ottenere alta qualità e buon rendimento, è necessario
l’utilizzo di tecnologie avanzate che ancora scarseggiano;
• manca ancora una precisa programmazione
in materia e persiste una certa difficoltà
nelle procedure autorizzative;
• gli attuali strumenti di mercato sono
inadeguati;
• l’opinione pubblica non è ancora
informata correttamente;
• mancano strutture di collegamento
tra ricerca, industria e Pubblica
Amministrazione.
L’ u s o d e l l e
energie rinnovabili è
sicuramente una risposta
efficace per ridurre l’utilizzo del petrolio
e altri combustibili fossili. Ma anche il
risparmio energetico lo è. Quasi un terzo della quantità di energia
prodotta viene impiegato per usi civili e domestici. Ogni volta che
accendiamo la luce, ascoltiamo la radio, usiamo un elettrodomestico,
ci laviamo o guardiamo la televisione consumiamo elettricità.
Bastano poche semplici abitudini per ridurre i
consumi di energia in casa e non solo.
Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare grandi
cose per l’ambiente e consegnare un pianeta vivibile
alle generazioni future.
Risparmiare energia è un bene per tutti,
anche per te.
Nelle pagine seguenti troverai alcuni piccoli
suggerimenti per essere più attento ai tuoi consumi.
Una risorsa preziosa, indispensabile per la vita sul nostro pianeta
eppure non rispettata, sfruttata, sprecata: l’acqua è l’elemento
maggiormente compromesso dall’inquinamento e dai cambiamenti
climatici. Più di 1,2 miliardi di persone (quasi un quinto della
popolazione mondiale) non ha accesso all’acqua potabile,
mentre in Italia si calcola che ogni cittadino consumi circa 300 litri
d’acqua al giorno. Ecco perché è indispensabile ridurre i consumi
e limitare il più possibile gli sprechi.
• Se lasci il rubinetto aperto mentre ti insaponi o ti lavi i denti,
sprechi ogni volta fino a 10 litri d’acqua al minuto.
• Un rubinetto che perde una goccia ogni 5 secondi, a fine anno avrà
sprecato fino a 2.000 litri di acqua.
• Una perdita in uno sciacquone può sprecare inutilmente 250 m3 d’acqua.
• Se usi l’acqua piovana e quella di lavaggio di frutta e verdura per
innaffiare le piante e i fiori puoi recuperare oltre 6.000 litri di acqua
potabile l’anno.
• Se fai la doccia invece del bagno puoi risparmiare fino a 150 litri d’acqua.
Basti pensare che una vasca di medie dimensioni contiene acqua a
sufficienza per fare una doccia di un quarto d’ora.
• Se sostituisci gli erogatori tradizionali della doccia, che consumano
circa 20/25 litri di acqua calda al minuto, con quelli con riduttori di
flusso (miscelatori aria-acqua), i consumi scendono fino a
9 litri al minuto.
• Se usi la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico, puoi risparmiare tra
gli 8.000 e gli 11.000 litri d’acqua all’anno.
• Cambia le guarnizioni dei rubinetti che perdono.
• Utilizza l’acqua di cottura della pasta (soprattutto se ancora bollente)
per lavare i piatti.
• Installa i riduttori di flusso (miscelatori aria-acqua) ai rubinetti per un
risparmio fino al 40% di acqua.
• Adotta il pulsante a doppio tasto per lo scarico del WC, infatti il 30%
dell’acqua usata in casa è per il gabinetto.
• Controlla periodicamente il contatore di consumo dell’acqua: nel caso
in cui, con tutti i rubinetti chiusi, il contatore continui a girare, chiama
un tecnico per controllare e riparare eventuali guasti o perdite dell’impianto.
• Bevi acqua potabile del rubinetto: l’acqua pubblica è più controllata,
più fresca, molto meno costosa, non viene trasportata per
centinaia di chilometri e non produce rifiuti (ogni anno usiamo 9 miliardi
di bottiglie di plastica).
La spesa per l’elettricità e per il riscaldamento assume un peso
sempre più rilevante nei bilanci familiari e spesso non capiamo
neanche cosa stiamo pagando, viste che le uniche voci comprensibili
in bolletta sono le tasse. Scaldabagno, frigorifero, lavatrice e
lavastoviglie sono tra gli apparecchi più energivori e più impattanti
per le conseguenti maggiori emissioni di CO2. È necessario, quindi,
adottare alcuni accorgimenti per risparmiare energia:
lampadine ad alta efficienza, elettrodomestici di classe A o superiore
e, soprattutto, un uso razionale di tutti gli apparecchi presenti in
casa. La sola illuminazione domestica può incidere fino al 15-20%
dei consumi elettrici in un’abitazione: secondo i dati ENEA dei circa
7 miliardi di kWh annui consumati in Italia per illuminare le nostre
case se ne potrebbero risparmiare ben 5 utilizzando semplicemente
lampadine a risparmio energetico. Dal 2007 possiamo scegliere il
nostro fornitore di energia elettrica così come è possibile fare
con i telefoni. Esistono già tariffe elettriche differenziate:
si paga meno la notte e la domenica. Sul mercato sono già disponibili
apparecchi e programmi che serviranno per azionare automaticamente
gli elettrodomestici quando l’elettricità costerà meno,
evitando il sovraccarico.
Il prezzo d’acquisto degli
elettrodomestici è talvolta
decisamente inferiore al costo
dell’elettricità necessaria per farlo
funzionare per tutti gli anni del ciclo
di vita utile. Per questa ragione una
maggiore spesa d’acquisto può essere
più che compensata nel tempo.
L’Unione Europea ha reso obbligatoria
l ’ e t i c h e t t a e n e rg e t i c a s u g l i
elettrodomestici, che contiene tutte
le informazioni utili ad una scelta
attenta. In essa, il produttore è tenuto
a indicare alcuni dati relativi al
consumo energetico e alle principali
caratteristiche dell’apparecchio.
Ma vediamo nei dettagli l’etichetta
per riconoscere tutte le informazioni
utili ad una scelta attenta.
Contiene informazioni sulla “classe di efficienza energetica” espressa con
una lettera dell’alfabeto (A, B, C, D, E, F, G), secondo una progressione
crescente di consumi: alla lettera A corrispondono quelli più bassi, alla G
quelli più alti. La “classe A” è quella che garantisce maggior risparmio di
elettricità. Ma sono in commercio ormai elettrodomestici A+ e A++ che
assicurano un ulteriore risparmio energetico. A fianco della classe energetica,
si trova talvolta il simbolo del fiore dell'ecolabel, il marchio europeo dei
prodotti ecologici: gli elettrodomestici che lo esibiscono possiedono una
qualità ambientale e prestazionale superiore.
Appena sotto le frecce che indicano
la classe energetica, l'etichetta
chiarisce anche il consumo di energia
in chilowattora in un anno di utilizzo
“medio” e corretto dell'apparecchio.
Dalla propria bolletta elettrica è facile
controllare il costo medio del
chilowattora: si può così stimare, per
ogni elettrodomestico, la spesa
energetica annuale.
Nel settore ancora più in basso
l'etichetta indica le caratteristiche
prestazionali fondamentali
dell'apparecchio, ad esempio il volume
di frigoriferi e congelatori o il consumo
d'acqua per le lavatrici. Segue infine
il livello di rumorosità, spesso molto
importante per convivere con
l'apparecchio.
Lo stand-by è quella lucina rossa sempre accesa del televisore, del
videoregistratore, del lettore dvd, del personal computer.
Anche se riteniamo che gli elettrodomestici in stand-by siano
completamente spenti, così non è: infatti il loro consumo è solo
inferiore rispetto a quello di pieno funzionamento, ed è sicuramente
uno spreco inutile. Per esempio spegnendo lo stand-by del televisore
in un anno potrai risparmiare fino a 32 euro e ben 79 Kg di CO2.
• Se sostituisci 5 lampadine da 100 W a incandescenza con altrettante a
basso consumo da 20 W, in un anno avrai risparmiato 70 euro in bolletta
e 175 kg di CO2.
• Se utilizzi una lampadina a risparmio energetico potrai risparmiare 35 euro
durante la sua vita utile.
• Se abbassi la temperatura dell’acqua calda sanitaria da 60°C a 50°C,
risparmierai almeno 30 euro all’anno.
• Se fai 2 cicli di lavatrice a settimana a 40°C invece che a 90°C in un anno
avrai risparmiato 50 euro in bolletta e 125 kg di CO2.
• Se scegli una tinteggiatura scura per i tuoi muri interni, essa può arrivare
ad assorbire anche il 70% di luce. Ciò significa che saranno necessarie più
lampadine per illuminare bene i locali, con un sostanziale aumento dei
consumi elettrici.
• Nella scelta degli apparecchi di illuminazione prendi in considerazione
non solo l’aspetto estetico, ma anche il loro rendimento luminoso.
• Sostituisci le lampadine tradizionali con quelle fluorescenti
compatte, cominciando dai locali in cui restano accese di più:
hanno un costo superiore di circa 8-10 volte rispetto a quelle
tradizionali, ma garantiscono una durata di circa 10 volte
superiore e, soprattutto, consumando fino al 80% in meno.
• Utilizza lampade alogene solo per illuminare punti ben precisi,
altrimenti, per il tipo di luce che emanano, perdono il 20% di
luminosità.
• Lava lampadine e corpi luminosi: polvere e vapori riducono la
luce erogata.
• Studia i punti luce necessari, prevedendo interruttori indipendenti.
Inoltre, negli ambienti in cui si ha bisogno della massima
illuminazione, sostituisci i comuni interruttori con i regolatori di
intensità luminosa; esistono anche interruttori automatici che
azionano l’illuminazione solo in presenza di persone, per poi
interromperla a passaggio avvenuto.
• Le lampade a fluorescenza sono veri e propri apparecchi elettronici
che non vanno gettati con gli altri rifiuti ma consegnati in maniera
differenziata ai servizi comunali.
• Prima dell’acquisto, controlla l’etichetta che indica la classe di
efficienza energetica e il consumo di energia per ogni ciclo di
lavaggio (espresso in kWh/ciclo) e scegli un apparecchio a basso
consumo, classificato vicino al livello A. Sull’etichetta energetica
trovi anche altre informazioni utili (capacità di carico, efficacia
di lavaggio e centrifugazione) che possono aiutarti a scegliere
il modello più adatto alle tue esigenze.
• Leggi la parte dell’etichetta energetica che indica la quantità
d’acqua consumata per ogni ciclo di lavaggio e scegli un modello
che ne consuma meno. Scaldando meno acqua si consuma meno
energia e si risparmia sul detersivo.
• Se la biancheria da lavare è poca, aziona il tasto “mezzo carico”.
• Separa il bucato in base al tipo di tessuto
e al grado di sporco e scegli il programma
di lavaggio più indicato.
• Per la biancheria non molto sporca,
evita il prelavaggio.
• Pulisci periodicamente il filtro e le
vaschette: aiuta a consumare meno.
• Non esagerare con il detersivo:
un buon lavaggio non dipende tanto dalla
quantità di detergente, quanto dall’uso
corretto della macchina, dalle sue
prestazioni e dalla durezza dell’acqua
(semmai aggiungi un prodotto anticalcare).
Risparmiare sul detersivo vuol dire
inquinare di meno fiumi e mari.
• Almeno nella bella stagione, evita di
usare il programma per l’asciugatura.
• Verifica sull’etichetta energetica il consumo di energia elettrica
(espresso in kWh/ciclo) e quello dell’acqua (espresso in litri per
ogni ciclo di lavaggio) e scegli un modello che consuma meno
energia e minori quantità d’acqua.
• Acquista la lavastoviglie con la capienza (numero di coperti)
più adatta alle esigenze della tua famiglia.
• Evita di utilizzare l’apparecchio per poche stoviglie ed escludi
dal programma la fase di asciugatura: aprendo lo sportello
e lasciando circolare l’aria si ottengono gli stessi risultati con
il 45% in meno di consumi.
• Per le stoviglie poco sporche utilizza il ciclo economico,
riservando il ciclo intensivo e temperature più alte solo a carichi
con pentole, padelle o pirofile particolarmente sporche.
• Sciacqua le stoviglie prima di metterle nei cestelli e caricale in
modo da non impedire il movimento rotatorio degli spruzzatori.
• Usa detersivi specifici per le lavastoviglie e non eccedere nel
dosaggio.
• Pulisci regolarmente il filtro e gli ugelli degli spruzzatori e lava
periodicamente con detersivo la guarnizione in gomma dello sportello.
• Prediligi nell’acquisto un forno ventilato perché mette subito in
movimento aria calda, determinando una temperatura uniforme
all’interno e quindi consumi più ridotti. Inoltre, la possibilità
di cottura simultanea di cibi diversi, dovuta alla ventilazione
interna, consente economia di tempo e di elettricità.
• Durante la cottura, apri lo sportello del forno solo se è indispensabile:
il forno si raffredda e consuma più energia.
• Spegni il forno qualche minuto prima che la cottura
sia completa, in modo da sfruttare il calore residuo.
• Effettua il preriscaldamento solo quando è necessario,
cioè quando è richiesto in modo specifico dalle ricette
(ad esempio per la cottura di dolci).
• Sostituisci lo scaldabagno elettrico con uno a gas o a
collettori solari termici.
• Fai verificare e pulire periodicamente la serpentina per
eliminare i depositi calcarei, che riducono la trasmissione
del calore aumentando i consumi.
• Regola il termostato a 45°C in estate e a 60°C in inverno.
• Installa un timer che accenda lo scaldabagno 3-4 ore prima
del suo utilizzo, per evitare che l’apparecchio entri in funzione
durante la giornata, anche quando non si preleva acqua.
• Evita la posizione di stand-by,
almeno là dove si può.
Lo stesso vale per gli hi-fi.
• Non lasciare acceso l’aspirapolvere “a vuoto”: prima di
aspirare provvedi a mettere ordine nell’ambiente per
rendere più agevole e veloce la pulizia.
• Se l’aspirapolvere è di quelli a vapore, con consumo
maggiore rispetto a quelli tradizionali e con necessità di un
tempo di riscaldamento, cerca di dedicarti a questo compito
quando tutta la casa è in ordine e pronta per essere
“vaporizzata”.
• Sempre nel caso di aspirapolvere a vapore, fai attenzione
alla manutenzione: il grande nemico è il calcare.
• Non aprire le finestre mentre il
condizionatore è in uso: il meccanismo
di funzionamento del condizionatore, infatti,
è molto simile a quello di un normale frigorifero
e il dispendio di energia avviene a ogni sbalzo di temperatura.
• Non superare i 6-7°C di differenza tra temperatura esterna
e interna: una temperatura interna di 27°C con una bassa
umidità (40-50%) può considerarsi ottimale.
• Evita di esporre il condizionatore ai raggi diretti del sole,
per non ridurne l’efficienza.
• Se possibile, procurati un timer in modo da poter programmare
il funzionamento solo in determinate ore e per il tempo
necessario a rinfrescare la casa.
• Esegui una corretta manutenzione delle apparecchiature:
pulisci frequentemente i filtri e, se necessario, sostituiscili.
Si mantiene così l’efficienza dell’impianto e si previene la
formazione di muffe durante le ore notturne.
Nei mesi freddi dell’anno i maggiori consumi energetici nelle
abitazioni provengono dagli impianti di riscaldamento.
Ogni anno, con l’arrivo dell’inverno, torna puntuale il problema
di come scaldare la casa cercando di ottimizzare il consumo
di energia e di ridurre i costi sempre molto onerosi per le
famiglie. Per evitare sprechi energetici ed economici,
impianti di riscaldamento hanno bisogno di una costante
manutenzione: è per questo che la normativa nazionale
ha reso obbligatori controlli periodici sulla sicurezza e
sull’efficienza degli impianti.
Ma un contributo deve venire anche da noi.
L’eccessivo tepore domestico, al quale siamo abituati,
non solo produce grosse dispersioni di energia e quindi
di anidride carbonica, ma non fa neanche bene alla
salute. Le temperature consigliate dai medici sono
infatti di 20° C durante il giorno e di 16° C durante
le ore notturne.
• Se abbassi di un grado la temperatura del tuo appartamento,
risparmierai il 7% sulla bolletta.
• Se chiudi le imposte quando inizia a imbrunire, eviterai notevoli perdite
di calore attraverso i vetri e la sensazione di freddo diminuirà.
• Se adotti un termostato d’ambiente dotato di timer, la spesa verrà
eguagliata dai risparmi in meno di due anni.
• Con una buona manutenzione la caldaia consuma di meno.
Le verifiche effettuate da personale specializzato, almeno una volta
l’anno, rendono l’impianto affidabile ed efficiente garantendo migliori
prestazioni e minori consumi di combustibile. Il che si traduce in un
notevole risparmio sui costi di riscaldamento.
• Spegni il riscaldamento un’ora prima di andare a dormire o di uscire
di casa: sfrutterai in questo modo il calore immagazzinato nei muri.
• Elimina le fughe di calore da finestre, porte, cassettoni delle tapparelle.
Utilizza materiali isolanti, guarnizioni, pannelli di materiale espanso e
installa doppi vetri.
• Se il calorifero è posizionato sotto una finestra o addossato a una
parete esterna, fodera quest’ultima con pannelli isolanti.
• Non mettere sui termosifoni panni ad asciugare o copricaloriferi e
tieni le tende aperte che vanno benissimo davanti alle finestre,
ma non di fronte ai radiatori perché impediscono all’aria calda di
circolare in casa.
• Fai sfiatare periodicamente l’aria attraverso le apposite valvole,
affinché non venga ostruito il passaggio dell’acqua calda.
• Applica delle valvole termostatiche che regolano il calore dei singoli
termosifoni. Potrai ridurre la temperatura negli ambienti non utilizzati
e risparmiare di conseguenza energia.
L’automobile è, per le famiglie italiane,
la seconda voce di spesa dopo
l’abitazione sia per gli oneri
legati all’acquisto che per i
consumi. Rappresenta
generalmente il più alto apporto
i n d i v i d u a l e a l l’ i n q u i n a m e n t o
ambientale, in quanto la combustione
dei carburanti contribuisce
pesantemente alle emissioni di
CO 2 nell’atmosfera e quindi
all’aggravamento dell’effetto serra.
Si calcola che dal 1990 ad oggi le
emissioni di CO2 prodotte dal settore
trasporti sono aumentate del 28%.
In Italia, il 90% delle merci viaggia
su strada e nelle città dove si concentra
oltre l’80% della domanda di
spostamenti delle persone la mobilità
è quasi tutta automobilistica.
• Se usi l’aria condizionata, i consumi della tua vettura aumentano
del 15%.
• Mediamente un SUV consuma il 30% in più di un auto di cilindrata
equivalente e il 70% di più di un auto di piccola cilindrata.
• Una guida con brusche frenate e accelerazioni ha come risultato l’aumento
del consumo di carburante e l’emissione di maggiore quantità di gas
inquinanti.
• I pneumatici sgonfi fanno aumentare i consumi fino al 10%.
• Un motore ben regolato permette una diminuzione di consumi
del 5%.
• Per la trasformazione a gas di auto vecchie a benzina, la finanziaria
2007 prevede un contributo di 650 euro, attuato direttamente sulla
fattura del concessionario o dell’autofficina.
• Se per una volta a settimana rinunci all’automobile, in un anno
(su una media di 10 Km a viaggio) risparmierai 60 euro di carburante
e 83 Kg di CO2.
• È possibile muoversi in modo alternativo attraverso il Car-sharing
(auto in multiproprietà), Car-pooling (utilizzo condiviso dell’auto)
e Taxi-collettivo.
• Usa l’automobile solo quando è necessario e utilizza di più i mezzi
pubblici e la bici.
• Se proprio devi ricorrere all’automobile, scegli il car pooling organizzando
spostamenti collettivi con colleghi, amici o vicini di casa che vanno
nella stessa direzione.
• Nella scelta di una nuova vettura tieni conto che gran parte della potenza
di una macchina di grandi dimensioni non viene sfruttata nei centri
urbani mentre aumenta sicuramente il consumo di carburante.
• Evita, se è possibile, l’uso dell’aria condizionata perché fa diminuire
la potenza del motore e aumenta il consumo di carburante; inoltre
immette nell’atmosfera cloro-fluoroidrocarburi, il gas che distrugge lo
strato di ozono.
• Non sovraccaricare la macchina: 45 chili di carico fanno aumentare i
consumi dell’1%.
• Utilizza il portapacchi solo in caso di effettiva necessità: i consumi
aumentano dell’8%.
Anche i rifiuti in discarica contribuiscono all’effetto serra a causa
delle emissioni di biogas costituiti fondamentalmente da anidride
carbonica e metano. Nel 2004 le nostre discariche hanno emesso
in atmosfera 20 milioni di tonnellate di CO 2 e di metano.
Raccolta differenziata e riciclo permettono di abbattere notevolmente
queste emissioni. Per esempio, per una tonnellata di carta riciclata
si risparmiano 970 kg di CO2 e per produrre una tonnellata di
alluminio da materiale riciclato invece di quello vergine si emettono
in atmosfera 13.570 Kg di CO2 in meno.
Se si considera che per produrre, assemblare e distribuire qualsiasi
tipo di bene materiale si deve consumare energia, la riduzione di
emissione di gas serra prodotti è assai rilevante. Oltre a differenziare
i nostri rifiuti dobbiamo imparare a scegliere prodotti che abbiano
minor imballaggio ed evitare materiali usa e getta.
• Se in Italia il riciclo aumentasse del 15% rispetto agli attuali livelli,
si otterrebbe un taglio delle emissioni di almeno 17 milioni di CO2, pari
al 18% dell’obiettivo nazionale fissato dall’Unione Europea al 2020.
• L’alluminio è totalmente riciclabile; il suo recupero e riciclo, oltre a evitare
l’estrazione di bauxite e la sua esportazione all’estero, consente di risparmiare
il 95% dell’energia richiesta per produrlo partendo dalla materia prima:
per ricavare dalla bauxite 1 kg di alluminio sono necessari 14 kWh di energia,
mentre per ottenere 1 kg di alluminio nuovo da quello usato ne servono
solo 0,7.
• La carta è un prodotto naturale e biodegradabile ricavato soprattutto dal
legno. La sua produzione non solo intacca il patrimonio boschivo,
ma comporta anche processi lavorativi che utilizzano enormi quantità di energia
e di acqua. In più, il processo per sbiancare la carta richiede l’uso di cloro e
di suoi derivati, cosa che contribuisce ulteriormente al degrado ambientale.
Riciclare la carta quindi aiuta a ridurre i danni provocati dal disboscamento,
riduce il tasso dell’inquinamento atmosferico, produce risparmio energetico:
per produrre 1 kg di carta da un albero si consumano circa 6,7 kWh, se si
utilizza carta da macero sono sufficienti 2,7 kWh.
• La plastica, prodotto derivante dal petrolio, è un materiale particolarmente
resistente e poco costoso e per questo viene ampiamente usato per la
fabbricazione di una grande varietà di manufatti. Tuttavia, gli oggetti di plastica
non possono essere facilmente smaltiti dato che la loro decomposizione
richiede circa 450 anni. È quindi molto importante il recupero di questi materiali
con il riutilizzo (rigenerazione dello stesso prodotto) e con il riciclaggio
(produzione di manufatti diversi rispetto a quelli di partenza).
• Il vetro è il materiale riciclabile per eccellenza perché mantiene intatte le sue
qualità anche dopo numerosi trattamenti di riciclo. Se ricicliamo il vetro
risparmiamo risorse (materie prime) ed energia (quella necessaria per produrre
nuovo vetro). Una curiosità: riciclare una bottiglia di vetro significa risparmiare
una quantità di energia equivalente a quella consumata durante il funzionamento
di una lampadina di 100 Watt per 1 ora.
• Fai la raccolta differenziata a casa, a scuola, a lavoro.
• Non buttare subito il vetro: riutilizzalo più volte e poi depositalo nelle campane
di raccolta.
• Utilizza sacchetti di carta e di stoffa al posto di quelli di plastica.
• Usa il più possibile la carta riciclata.
• Scegli prodotti con marchi ecologici, biodegradabili e con confezioni riciclabili
o riutilizzabili.
• Usa le pile ricaricabili, eviterai così di doverti disfare delle vecchie batterie
pericolose ed inquinanti e risparmierai il costo delle nuove ogni volta
che si esauriscono.
www.legambiente.eu
www.legambientepuglia.it
www.arpa.puglia.it
www.sorgenia.it
www.agenziacasaclima.it
www.azzeroco2.it
www.ecosportello.org
www.ecosportellopuglia.it
www.enea.it
www.fire-italia.it
www.fonti-rinnovabili.it
www.lanuovaecologia.it
www.kyotoclub.com
www.qualenergia.it
www.viviconstile.org
LEGAMBIENTE è un’associazione di liberi cittadini e cittadine che si battono per
migliorare la vivibilità dell’ambiente, per garantire la salute della collettività,
per un mondo diverso, più giusto e più felice. Più di venticinque anni di storia
fatta di 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, più di 30.000 classi che partecipano
a programmi di educazione ambientale. Impegnata contro l’effetto serra, l’inquinamento, le
ecomafie e l’abusivismo edilizio, Legambiente ha aperto la strada a un forte e combattivo
volontariato ambientale. Con le sue campagne di monitoraggio scientifico e informazione
Legambiente ha raccolto migliaia di dati sull’inquinamento del mare, delle città, delle acque,
del sistema alpino e del patrimonio artistico, sviluppando un’idea innovativa delle aree protette.
Sostiene le energie rinnovabili e un’agricoltura libera da ogm e di qualità; è attiva nel mondo
della scuola; con Volontariambiente offre a migliaia di ragazzi opportunità di partecipazione.
Con La Nuova Ecologia svolge un’opera quotidiana di informazione sui temi della qualità
ambientale. Con i progetti di cooperazione, si batte per un mondo dove le persone, le comunità,
i popoli siano davvero i protagonisti del futuro.
www.legambientepuglia.it
L’ARPA, Agenzia Regionale di Prevenzione e Protezione Ambientale, è l’organo
tecnico della Regione Puglia che ha il compito di tutelare l’ambiente in cui vivono
i cittadini pugliesi, promuovendone lo stato di salute. Ad esempio, nei nostri
laboratori misuriamo le sostanze chimiche nocive, gli agenti fisici e microbiologici. Tutte le
matrici ambientali sono costantemente monitorate e i risultati sono disponibili sul sito
www.arpa.puglia.it come per la rete di rilevamento della qualità dell’aria, il monitoraggio continuo
dei campi elettromagnetici, le acque di transizione o la balneazione. Inoltre, annualmente ARPA
pubblica la Relazione sullo Stato dell’Ambiente che restituisce una fotografia dello stato di
salute della nostra regione. L’Agenzia è strutturata con una Direzione Generale che ha sede a
Bari e cinque Dipartimenti Provinciali. ARPA Puglia ospita questo laboratorio didattico, realizzato
con la collaborazione di Legambiente Puglia e con il contributo di Sorgenia, proprio perchè
tra i suoi compiti istituzionali c’è anche l’educazione ambientale.
www.arpa.puglia.it
SORGENIA, tra i primi operatori nazionali del mercato dell’energia elettrica e
del gas naturale, ha scelto di investire sulle tecnologie di produzione più
innovative, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, e sulla tutela del territorio per offrire ai
suoi clienti un’energia sempre più conveniente, responsabile e pulita. Nata nel 1999 con il nome
di Energia e divenuta in pochi anni uno dei principali protagonisti nel settore energetico italiano,
Sorgenia opera con la consapevolezza della rilevanza etica e sociale dello sviluppo energetico,
perseguendo una crescita orientata verso l’efficienza produttiva e verso soluzioni ad alta
compatibilità ambientale. Sorgenia si rivolge al mercato italiano con offerte e prodotti differenziati
per i diversi segmenti di clienti, puntando all’innovazione dei prodotti e a proposte di soluzioni
dedicate all’efficienza energetica. Sorgenia, inoltre, con la propria Divisione di Efficienza Energetica
supporta quotidianamente i clienti nella realizzazione di misure per il miglioramento dell’efficienza
energetica aziendale, con servizi e prodotti erogati direttamente o tramite accordi di partnership
con fornitori specializzati. La divisione è anche impegnata nella continua ricerca di strumenti,
prodotti e tecnologie più innovative per la riduzione dei prelievi energetici e l’ottimizzazione
dei consumi (è proprio grazie all’attività di scouting internazionale, che Sorgenia ha acquisito
l’esclusiva per il mercato italiano dei dispositivi TV e PC Standby Stop, che permettono la
riduzione dei consumi derivanti dagli stand-by). Conciliare produttività e rispetto per l’ambiente,
scegliendo soluzioni tecnologiche innovative, accrescendo la produzione da fonti rinnovabili e
promuovendo il risparmio energetico negli usi finali, rappresenta l’impegno di Sorgenia per
una nuova cultura dell’energia. Perchè dare il giusto valore all’energia è la forma più intelligente
di rispetto verso l’ambiente e verso tutta l’umanità.
www.sorgenia.it
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