Il clima sulla Terra sta cambiando. Tuttavia, tardano decisioni condivise ed efficaci per contrastare questa emergenza planetaria. Spetta dunque a noi sollecitarle e soprattutto operare una conversione di civiltà che fermi la febbre del Pianeta. Possiamo farlo ripensando il modo di produrre energia e di consumarla, per muoverci, abitare, lavorare. La rivoluzione che vogliamo lanciare ha degli obiettivi precisi: si propone subito, in tutta Europa e nel mondo, di arrivare in dieci anni a ridurre del 20% i consumi energetici, di incrementare del 20% l'utilizzo di risorse rinnovabili e di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas che alterano il clima sulla terra. Dobbiamo pertanto impegnarci tutti, cittadini e governi, ad adottare stili di vita meno energivori e a ricorrere a forme di energia pulita e rinnovabile. Per raccogliere questa sfida Legambiente e ARPA Puglia, con il contributo di Sorgenia Spa, hanno promosso un Laboratorio Didattico sui temi dell’energia, del risparmio energetico e dei mutamenti climatici rivolto ai cittadini ma soprattutto alle scuole. La scuola infatti può fare molto, sia in senso culturale, perché l’educazione è uno dei principali nodi per il cambiamento dei comportamenti in chiave sostenibile, sia in senso materiale, perché è essa stessa un luogo fisico di consumo e di gestione delle risorse. Il percorso didattico, che ben sintetizza lo storico slogan di Legambiente “Pensare globalmente, agire localmente”, si sviluppa in due aule e comprende anche una sala di “ecolettura”, in collaborazione con la rivista La Nuova Ecologia, dove saranno consultabili riviste e saggi sull’ambiente. La prima aula è stata allestita con pannelli illustrativi e modellini esemplificativi inerenti: i cambiamenti climatici, la produzione energetica, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile, la casa ecologica e gli stili di vita. Mentre la seconda aula costituisce la parte multimediale del laboratorio, ed è stata attrezzata con apparecchiature audiovisive e giochi interattivi. Il programma didattico del Laboratorio sarà legato a “Stop the fever – Effetto Serra la cura sei tu”, la campagna nazionale di Legambiente che si propone di mobilitare istituzioni e cittadini intorno al comune obiettivo della riduzione dei gas serra. Con questa iniziativa, Legambiente continua la sua battaglia per un mondo più pulito e per convincere sempre più cittadini che “cambiare si può”. Dobbiamo volerlo, essere consapevoli dei problemi e delle opportunità e agire di conseguenza. La sfida che il nostro tempo ci impone in questi ultimi anni è una delle più impegnative per tutti i soggetti che lavorano per la sostenibilità ambientale. I cambiamenti climatici rappresentano un terreno di lavoro molto impegnativo che deve vedere tutti i nostri sforzi convergere verso un obiettivo comune: quello della tutela degli ecosistemi e della prevenzione delle mutazioni che possono essere generate dalle pressioni antropiche. ARPA Puglia è impegnata in questa sfida non solo svolgendo il compito che le è proprio e naturale, quello del monitoraggio e controllo, ma anche agendo nella direzione della governance ambientale. Le emergenze ambientali non devono essere solo rincorse o gestite, ma soprattutto prevenute. Per far questo riteniamo che l’Educazione orientata alla sostenibilità rappresenti uno strumento di straordinaria importanza ed efficacia da mettere in campo in questa sfida. ARPA Puglia ha quindi progettato insieme a Legambiente e realizzato con il contributo di Sorgenia spa, un laboratorio didattico all’interno della propria sede dedicato alla questione dei cambiamenti climatici. Due aule distinte, una allestita con pannelli illustrativi e modellini esemplificativi su cambiamenti climatici, produzione energetica e fonti rinnovabili, casa ecologica e stili di vita; l’altra attrezzata con apparecchiature audiovisive e giochi interattivi. Questo laboratorio permanente rappresenterà una sede speciale per le attività di educazione alla sostenibilità che ARPA svolge sistematicamente nelle scuole della Regione Puglia. Qui gli studenti sperimenteranno, attraverso la strumentazione a disposizione, percorsi di acquisizione di competenze sui temi legati al clima e a tutte le sue implicazioni. Ma sarà soprattutto il gioco lo strumento basilare dell’educazione, che accompagnerà gli ospiti del laboratorio in un percorso che delineerà il loro livello di coinvolgimento nelle questioni legate alla sostenibilità e all’assunzione di responsabilità nei confronti delle dinamiche socio-ambientali. La riflessione sugli stili di vita, sui comportamenti e sulle dinamiche della quotidianità completerà un piccolo viaggio che consentirà di costruire un altro tassello dell’ambizioso progetto della diffusione della cultura ambientale. Il tema dell’energia riguarda il nostro futuro per molti motivi: perché per produrre energia si consumano grandi quantitativi di risorse ambientali; perché oggi gran parte del fabbisogno energetico è soddisfatto dall’energia prodotta dalla combustione di fonti fossili (petrolio, carbone e gas naturale) responsabile dell’inquinamento atmosferico, delle piogge acide, dell’effetto serra e dei mutamenti climatici del pianeta. Nel terzo rapporto sul clima, l'Ipcc (l’organizzazione promossa dalle Nazioni Unite e dall'Organizzazione meteorologica mondiale) stima che entro il 2100 vi sarà un aumento della temperatura media terrestre compreso tra 1,4 e 5,8 gradi. Gli effetti negativi di questo processo di riscaldamento globale (alluvioni, uragani, desertificazione) interesseranno tutto il pianeta, ma con fenomeni e intensità differenti. Le conseguenze più rilevanti si vedranno nelle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa e dell’America Latina, dell’Asia, proprio le aree dove si concentrano i Paesi in via di sviluppo che hanno minori responsabilità nei confronti dell’aumento delle emissioni. Tra le regioni più sensibili agli effetti dei mutamenti climatici vi è anche il bacino del Mediterraneo, dove già oggi si registrano fenomeni molto preoccupanti: perdita di biodiversità e desertificazione di aree fertili. Rispetto a questo scenario il protocollo di Kyoto rappresenta la prima risposta a livello internazionale all’aumento dei gas climalteranti. In Italia siamo ancora in ritardo nella definizione di una efficace politica energetica. L’unico segnale positivo viene dallo sviluppo delle rinnovabili grazie al Conto Energia ed agli altri sistemi incentivanti per l’efficienza energetica, mentre forti restano i ritardi sul fronte dei trasporti, dove nulla è stato fatto per riequilibrare il sistema in favore del ferro e del cabotaggio, e sul fronte della ricerca e dell’innovazione basti pensare ai ritardi in tema di idrogeno e di solare termodinamico. È a questi problemi e alle conseguenze dello scenario in corso che occorre trovare una risposta, promuovendo un modello alternativo, che escluda qualsiasi ipotesi di ritorno al nucleare, e che sia capace di disegnare una prospettiva di sviluppo delle fonti rinnovabili e di riduzione dei consumi, di rilanciare innovazione e ricerca al fine di poter uscire dall’economia del petrolio. è il fenomeno determinato dalla capacità dell’atmosfera di trattenere, sotto forma di calore, parte dell’energia termica che proviene dal sole. Come aveva intuito Fourier, il fenomeno è dovuto alla presenza di alcuni gas, detti gas serra, che intrappolano la radiazione emessa dalla superficie terrestre riscaldata dal sole. Proprio come vetri di una serra, infatti, l’atmosfera è trasparente alla radiazione solare, mentre è parzialmente opaca a quella termica emessa dalla superficie terrestre. Grazie a questo fenomeno la temperatura media della terra si mantiene intorno ai 15° contro i -19° che si avrebbero in assenza di gas serra. Le attività umane però, con l’emissione in atmosfera di grandi quantità di gas serra, stanno generando un effetto serra aggiuntivo a quello naturale, chiamato che tende ad alterare tutti gli equilibri del sistema climatico. L’uomo infatti modifica costantemente la composizione dell’atmosfera introducendo nuove sorgenti di gas serra, le cui emissioni sono dovute principalmente all’uso di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone), impiegati nella produzione di energia elettrica e calore, e nel settore dei trasporti. L’eccessiva presenza di gas serra crea una sorta di pellicola che non permette ai raggi solari arrivati sulla Terra di uscire dall’atmosfera, provocandone il surriscaldamento. Questa è la causa dell’aggravarsi di fenomeni già in atto quali la desertificazione, lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai, l’innalzamento del livello dei mari, l’aumento dell’intensità di eventi estremi come uragani, alluvioni e ondate di calore. Per fermare questa spirale disastrosa e contenere l’aumento della temperatura sotto i 2°C è imperativo diminuire drasticamente le emissioni di gas serra con l’obiettivo della riduzione dell’80% entro il 2050. Per fronteggiare il pericoloso aumento di gas serra e per frenare l’aumento della temperatura terrestre 169 Paesi hanno sottoscritto il “Protocollo di Kyoto”, che è uno dei più importanti documenti internazionali sulle problematiche ambientali. Firmato nel dicembre del 1997, ratificato da 190 stati nel mondo, è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 e obbliga i paesi firmatari a ridurre progressivamente le emissioni di gas a effetto serra, responsabili dei cambiamenti climatici. Nonostante tutto, le emissioni non accennano a diminuire. I paesi industrializzati che secondo quanto stabilito dal protocollo dovranno ridurre del 5% entro il 2012 le proprie emissioni rispetto ai livelli del 1990, nel 2006 hanno fatto registrare un aumento del 33% di emissioni rispetto ai livelli del 1990. L’Unione Europea, dopo Kyoto, ha avviato il programma “Energia Intelligente per L’Europa”, per favorire la riduzione del consumo di energia. In Italia, i decreti del 20 luglio 2004 emanati dal Ministro per le Attività Produttive, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela Territorio, riformano profondamente la politica di promozione del risparmio energetico, introducendo un sistema molto innovativo anche nel panorama internazionale. Intanto nella nostra vita quotidiana aumenta sempre più la richiesta di energia e questo comporta la necessità di utilizzare fonti energetiche pulite e rinnovabili e l’urgenza di risparmiare energia attraverso comportamenti consapevoli e responsabili. Nel dicembre del 2009 a Copenaghen i governi di tutto il mondo dovranno approvare un nuovo accordo sul clima in modo da sostituire il Protocollo di Kyoto. Qust’ultimo scade infatti nel 2012 ed è solo un timido passo nella lotta ai cambiamenti climatici. Se si vogliono evitare conseguenze irrimediabili sul Pianeta, è necessario che la temperatura globale non aumenti oltre i 2°C di media. Per fare questo, a Copenaghen i Paesi industrializzati dovranno sottoscrivere l’impegno a tagliare le emissioni almeno del 30% entro il 2020, e dell’80% entro il 2050. Le fonti rinnovabili si formano naturalmente in un tempo minore di quello impiegato per consumarle. Sono rinnovabili l’energia solare e quella eolica, ma anche il piccolo idroelettrico, il geotermico(suolo) e le biomasse: fonti non solo ambientalmente pulite, ma anche economicamente convenienti, soprattutto se si considerano i costi legati ai danni prodotti all’ambiente a al clima dall’utilizzo delle fonti fossili inquinanti. Lo sviluppo delle energie rinnovabili, insieme al risparmio energetico, è l’unica risposta ef ficace all’esigenza di ridurre sensibilmente l’uso del petrolio e degli altri combustibili fossili. Puntare sull’energia rinnovabile è anche una straordinaria occasione per creare nuova occupazione. I raggi del sole hanno un alto contenuto energetico che può essere sfruttato: le piante, ad esempio, utilizzano l’energia solare per realizzare la fotosintesi clorofilliana. Grazie alle tecnologie moderne anche l’uomo può utilizzare l’energia “contenuta” nei raggi solari oppure immagazzinarla per usi successivi. Con i pannelli solari termici (collettori) si può sfruttare il sole per produrre acqua calda per le esigenze igienico-sanitarie, per gli elettrodomestici o per il riscaldamento. Oppure attraverso i pannelli solari fotovoltaici si può produrre direttamente energia elettrica. L’impatto ambientale dei pannelli è praticamente nullo, anche dal punto di vista visivo. La loro silenziosità, l’assenza di qualsiasi emissione e lo sfruttamento diretto dell’energia solare hanno contribuito alla diffusione di questa fonte energetica. Conto energia: un nuovo vantaggio per gli impianti fotovoltaici Il Decreto Ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 181 del 05.08.2005 successivamente modificato ha istituito il cosiddetto “Conto Energia”, che stabilisce una rendita garantita per 20 anni a chi decide di installare un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. L'incentivo viene pagato dal GSE, Gestore dei Servizi Elettrici, con tariffe che variano in base alla potenza dell’impianto e in base alla sua integrazione nelle abitazioni. Le tariffe variano da 0,36 kWh, per gli impianti installati al suolo a 0,49 kWh per quelli ben integrati in elementi di arredo urbano. L’accesso è consentito a tutti e non serve la partecipazione ad un bando, basta farne richiesta al GSE. L’energia solare ha molti VANTAGGI: • è inesauribile: durerà fino a quando ci saranno sole e terra; • è una risorsa di immediata reperibilità; • è pulita, perché ci arriva attraverso i raggi del sole; • in termini di consumi, è conveniente in quanto la materia prima non costa nulla. Gli unici SVANTAGGI all’utilizzo dell’energia solare vengono dagli impianti fotovoltaici a terra di grossa taglia: • minore efficienza energetica dell’impianto; • costi eccessivi per la costruzione anche in termini di infrastrutture necessarie per il trasporto di tutta l’energia prodotta (grossi elettrodotti); • consumo di suolo agricolo. L’uomo usa la forza del vento da migliaia di anni. L’energia prodotta dal vento è detta anche energia eolica dal mitologico Eolo, re dei venti. Gli impianti eolici sono costituiti da aerogeneratori che raccolgono il vento, trasformando l’energia cinetica in energia meccanica. L’energia meccanica del vento si trasforma in energia elettrica sfruttando lo stesso principio di funzionamento delle comuni dinamo delle biciclette. L’energia eolica è una fonte rinnovabile, gratuita, che non provoca emissioni dannose per l’uomo e per l’ambiente. Possono essere realizzati impianti eolici di varie dimensioni organizzati in parchi con aerogeneratori di altezza o potenza differente. Quando le potenze elettriche degli aerogeneratori sono inferiori a 20 kW si parla di mini-eolico. Negli ultimi dieci anni la produzione eolica nel mondo ha avuto uno straordinario sviluppo, con una diffusione della potenza installata e della produzione. In Germania sono installati oltre 22mila MW, in Spagna 15mila, in Danimarca l’eolico copre il 20% dei consumi elettrici. In Italia sono attualmente installati oltre 2700 MW. Tre elementi giocano, in particolare, a favore di questo tipo di energia: • è una fonte di energia pulita; • è una fonte di energia rinnovabile; • i consumi sono contenuti, in quanto il costo della materia prima è nullo. Tuttavia, l’uso dell’eolico deve intendersi all’interno dell’applicazione rigorosa e puntuale dell’attuale normativa in materia di tutela paesistica e ambientale e solo dopo un attento percorso di studio e programmazione del singolo progetto locale. Inoltre non tutti i luoghi del pianeta risultano idonei all’installazione di impianti eolici, per l’irregolarità dei venti, oppure per la loro debolezza (per essere sfruttabili devono soffiare a una velocità non inferiore ai 3 m/s e per almeno un centinaio di giorni all’anno). Questa forma di energia, comunque, risulta senz’altro competitiva, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ambientale. L’energia idroelettrica sfrutta la forza dell’acqua in movimento che viene trasformata, mediante un apposito macchinario (turbina), in energia elettrica. La produzione di energia dall’acqua può avvenire in due modi: • attraverso la creazione di un una diga • sfruttando i salti naturali dell’acqua stessa. Nel primo caso si parla di grande idroelettrico, nel secondo caso di mini-idroelettrico. Il grande idroelettrico è sicuramente molto più impattante sull’ambiente richiedendo la costruzione di grandi bacini idrografici attraverso la costruzione di dighe, delle condotte di caduta dell’acqua e della costruzione della centrale elettrica vera e propria che contiene il macchinario di conversione e generazione e un’opera di restituzione. Diversamente, il mini-idroelettrico, che di solito ha una potenza inferiore a 3 MW, sfrutta i salti naturali dell’acqua per azionare le turbine della centrale elettrica riducendo così di molto l’impatto sull’ambiente. L’energia idroelettrica è: • rinnovabile; • non comporta emissioni di CO2 (ad eccezione dell’accumulo con pompaggio); • disponibile: la possibilità di immagazzinarla garantisce l’approvvigionamento energetico per tutto l’anno; • comoda per far fronte alle punte di richiesta. Di contro, l’energia idroelettrica viene contestata per l’impatto ambientale, in quanto: • i bacini artificiali alterano il bilancio idrico naturale e l’ecosistema fluviale e generano serie ripercussioni sul microclima; • si possono verificare “effetti piena” e depositi di spessi strati di sedimenti in seguito ai rapidi svasi dei bacini delle centrali; • le dighe spesso sono causa di deturpamento del paesaggio e di modifiche irreversibili dell’uso del suolo e del territorio. L’energia geotermica è una forma di energia che utilizza le sorgenti di calore (soffioni o geyser) che provengono dagli strati profondi del sottosuolo. È naturalmente legata a quei territori dove vi sono fenomeni geotermici nei quali il calore che si propaga fino alle rocce prossime alla superficie può essere sfruttato per produrre energia elettrica attraverso una turbina a vapore, ma anche utilizzato per il riscaldamento per gli usi residenziali e industriali. In Italia lo sfruttamento della risorsa geotermica riguarda soprattutto la Toscana e l’Alto Lazio. Esistono anche tecnologie (le pompe di calore a sonda geotermica) in grado di sfruttare l’energia latente del suolo, in questo caso si parla di geotermia a bassa temperatura. Queste pompe sono dei sistemi elettrici di riscaldamento (e anche raffrescamento) che traggono vantaggio dalla temperatura relativamente costante del suolo durante tutto l'arco dell'anno e possono essere applicati ad una vasta gamma di costruzioni, in qualsiasi luogo del mondo, abitazioni residenziali, villette, edifici commerciali, scuole, piscine, serre e capannoni, hotel e uffici. L’energia geotermica è: • pulita e sostenibile, con un importante potenziale per il futuro; • una fonte energetica a erogazione continua; • indipendente da condizionamenti climatici. Di contro, se per la geotermia di grossa taglia lo svantaggio è dato dalla difficoltà di trasporto dell’energia, per cui è inevitabile un utilizzo prevalentemente locale, per la geotermia a bassa entalpia, oggi, la difficoltà maggiore proviene dalla scarsità di informazione sulle potenzialità di utilizzo di questa fonte energetica. Con il termine biomassa si designa ogni sostanza organica di origine vegetale o animale, da cui sia possibile ottenere energia attraverso processi di tipo termochimico (combustione diretta, carbonizzazione) o biochimico (digestione anaerobica, fermentazione alcolica). Le biomasse, quindi, hanno origini differenti: • da boschi e foreste naturali; • da piante coltivate appositamente per scopi energetici; • dai residui altrimenti inutilizzabili di produzioni destinate all’alimentazione umana o animale; • da rifiuti biodegradabili. • da scarti di lavorazione del legno (non trattato) come le segherie. Ad oggi, le biomasse soddisfano il 15% circa degli usi energetici primari nel mondo. Nel quadro europeo, l’Italia si pone in una condizione di scarso sviluppo, nonostante l’elevato potenziale di cui dispone. Infatti, in Italia le biomasse coprono circa il 2,5% del fabbisogno energetico con un apporto di anidride carbonico in atmosfera che può essere considerato virtualmente nullo, poiché la quantità di CO2 rilasciata durante la combustione è equivalente a quella assorbita dalla pianta durante il suo accrescimento. Perché questo processo sia effettivamente considerabile neutro in termini di produzione di gas serra, deve essere mantenuta la ciclicità del processo riproducendo sempre la biomassa utilizzata. Le biomasse possono essere utilizzate in impianti di produzione termica di dimensioni diverse, dimensioni strettamente legate alle caratteristiche del territorio e alla reperibilità del suddetto combustibile in zone limitrofe. L’energia da biomasse è: • economica, abbondante e disponibile ovunque; • rinnovabile, pulita e facilmente convertibile in combustibili ad alto potere energetico (alcool, gas); • ambientalmente sostenibile solo se di origine locale; • con la sua produzione si possono rigenerare terre desolate (aree disboscate); • può sfruttare le zone inutilizzate dall’agricoltura e creare occupazione nelle comunità rurali; • emette pochissimo zolfo, riducendo così la produzione di piogge acide. Di contro: • per ottenere alta qualità e buon rendimento, è necessario l’utilizzo di tecnologie avanzate che ancora scarseggiano; • manca ancora una precisa programmazione in materia e persiste una certa difficoltà nelle procedure autorizzative; • gli attuali strumenti di mercato sono inadeguati; • l’opinione pubblica non è ancora informata correttamente; • mancano strutture di collegamento tra ricerca, industria e Pubblica Amministrazione. L’ u s o d e l l e energie rinnovabili è sicuramente una risposta efficace per ridurre l’utilizzo del petrolio e altri combustibili fossili. Ma anche il risparmio energetico lo è. Quasi un terzo della quantità di energia prodotta viene impiegato per usi civili e domestici. Ogni volta che accendiamo la luce, ascoltiamo la radio, usiamo un elettrodomestico, ci laviamo o guardiamo la televisione consumiamo elettricità. Bastano poche semplici abitudini per ridurre i consumi di energia in casa e non solo. Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può fare grandi cose per l’ambiente e consegnare un pianeta vivibile alle generazioni future. Risparmiare energia è un bene per tutti, anche per te. Nelle pagine seguenti troverai alcuni piccoli suggerimenti per essere più attento ai tuoi consumi. Una risorsa preziosa, indispensabile per la vita sul nostro pianeta eppure non rispettata, sfruttata, sprecata: l’acqua è l’elemento maggiormente compromesso dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Più di 1,2 miliardi di persone (quasi un quinto della popolazione mondiale) non ha accesso all’acqua potabile, mentre in Italia si calcola che ogni cittadino consumi circa 300 litri d’acqua al giorno. Ecco perché è indispensabile ridurre i consumi e limitare il più possibile gli sprechi. • Se lasci il rubinetto aperto mentre ti insaponi o ti lavi i denti, sprechi ogni volta fino a 10 litri d’acqua al minuto. • Un rubinetto che perde una goccia ogni 5 secondi, a fine anno avrà sprecato fino a 2.000 litri di acqua. • Una perdita in uno sciacquone può sprecare inutilmente 250 m3 d’acqua. • Se usi l’acqua piovana e quella di lavaggio di frutta e verdura per innaffiare le piante e i fiori puoi recuperare oltre 6.000 litri di acqua potabile l’anno. • Se fai la doccia invece del bagno puoi risparmiare fino a 150 litri d’acqua. Basti pensare che una vasca di medie dimensioni contiene acqua a sufficienza per fare una doccia di un quarto d’ora. • Se sostituisci gli erogatori tradizionali della doccia, che consumano circa 20/25 litri di acqua calda al minuto, con quelli con riduttori di flusso (miscelatori aria-acqua), i consumi scendono fino a 9 litri al minuto. • Se usi la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico, puoi risparmiare tra gli 8.000 e gli 11.000 litri d’acqua all’anno. • Cambia le guarnizioni dei rubinetti che perdono. • Utilizza l’acqua di cottura della pasta (soprattutto se ancora bollente) per lavare i piatti. • Installa i riduttori di flusso (miscelatori aria-acqua) ai rubinetti per un risparmio fino al 40% di acqua. • Adotta il pulsante a doppio tasto per lo scarico del WC, infatti il 30% dell’acqua usata in casa è per il gabinetto. • Controlla periodicamente il contatore di consumo dell’acqua: nel caso in cui, con tutti i rubinetti chiusi, il contatore continui a girare, chiama un tecnico per controllare e riparare eventuali guasti o perdite dell’impianto. • Bevi acqua potabile del rubinetto: l’acqua pubblica è più controllata, più fresca, molto meno costosa, non viene trasportata per centinaia di chilometri e non produce rifiuti (ogni anno usiamo 9 miliardi di bottiglie di plastica). La spesa per l’elettricità e per il riscaldamento assume un peso sempre più rilevante nei bilanci familiari e spesso non capiamo neanche cosa stiamo pagando, viste che le uniche voci comprensibili in bolletta sono le tasse. Scaldabagno, frigorifero, lavatrice e lavastoviglie sono tra gli apparecchi più energivori e più impattanti per le conseguenti maggiori emissioni di CO2. È necessario, quindi, adottare alcuni accorgimenti per risparmiare energia: lampadine ad alta efficienza, elettrodomestici di classe A o superiore e, soprattutto, un uso razionale di tutti gli apparecchi presenti in casa. La sola illuminazione domestica può incidere fino al 15-20% dei consumi elettrici in un’abitazione: secondo i dati ENEA dei circa 7 miliardi di kWh annui consumati in Italia per illuminare le nostre case se ne potrebbero risparmiare ben 5 utilizzando semplicemente lampadine a risparmio energetico. Dal 2007 possiamo scegliere il nostro fornitore di energia elettrica così come è possibile fare con i telefoni. Esistono già tariffe elettriche differenziate: si paga meno la notte e la domenica. Sul mercato sono già disponibili apparecchi e programmi che serviranno per azionare automaticamente gli elettrodomestici quando l’elettricità costerà meno, evitando il sovraccarico. Il prezzo d’acquisto degli elettrodomestici è talvolta decisamente inferiore al costo dell’elettricità necessaria per farlo funzionare per tutti gli anni del ciclo di vita utile. Per questa ragione una maggiore spesa d’acquisto può essere più che compensata nel tempo. L’Unione Europea ha reso obbligatoria l ’ e t i c h e t t a e n e rg e t i c a s u g l i elettrodomestici, che contiene tutte le informazioni utili ad una scelta attenta. In essa, il produttore è tenuto a indicare alcuni dati relativi al consumo energetico e alle principali caratteristiche dell’apparecchio. Ma vediamo nei dettagli l’etichetta per riconoscere tutte le informazioni utili ad una scelta attenta. Contiene informazioni sulla “classe di efficienza energetica” espressa con una lettera dell’alfabeto (A, B, C, D, E, F, G), secondo una progressione crescente di consumi: alla lettera A corrispondono quelli più bassi, alla G quelli più alti. La “classe A” è quella che garantisce maggior risparmio di elettricità. Ma sono in commercio ormai elettrodomestici A+ e A++ che assicurano un ulteriore risparmio energetico. A fianco della classe energetica, si trova talvolta il simbolo del fiore dell'ecolabel, il marchio europeo dei prodotti ecologici: gli elettrodomestici che lo esibiscono possiedono una qualità ambientale e prestazionale superiore. Appena sotto le frecce che indicano la classe energetica, l'etichetta chiarisce anche il consumo di energia in chilowattora in un anno di utilizzo “medio” e corretto dell'apparecchio. Dalla propria bolletta elettrica è facile controllare il costo medio del chilowattora: si può così stimare, per ogni elettrodomestico, la spesa energetica annuale. Nel settore ancora più in basso l'etichetta indica le caratteristiche prestazionali fondamentali dell'apparecchio, ad esempio il volume di frigoriferi e congelatori o il consumo d'acqua per le lavatrici. Segue infine il livello di rumorosità, spesso molto importante per convivere con l'apparecchio. Lo stand-by è quella lucina rossa sempre accesa del televisore, del videoregistratore, del lettore dvd, del personal computer. Anche se riteniamo che gli elettrodomestici in stand-by siano completamente spenti, così non è: infatti il loro consumo è solo inferiore rispetto a quello di pieno funzionamento, ed è sicuramente uno spreco inutile. Per esempio spegnendo lo stand-by del televisore in un anno potrai risparmiare fino a 32 euro e ben 79 Kg di CO2. • Se sostituisci 5 lampadine da 100 W a incandescenza con altrettante a basso consumo da 20 W, in un anno avrai risparmiato 70 euro in bolletta e 175 kg di CO2. • Se utilizzi una lampadina a risparmio energetico potrai risparmiare 35 euro durante la sua vita utile. • Se abbassi la temperatura dell’acqua calda sanitaria da 60°C a 50°C, risparmierai almeno 30 euro all’anno. • Se fai 2 cicli di lavatrice a settimana a 40°C invece che a 90°C in un anno avrai risparmiato 50 euro in bolletta e 125 kg di CO2. • Se scegli una tinteggiatura scura per i tuoi muri interni, essa può arrivare ad assorbire anche il 70% di luce. Ciò significa che saranno necessarie più lampadine per illuminare bene i locali, con un sostanziale aumento dei consumi elettrici. • Nella scelta degli apparecchi di illuminazione prendi in considerazione non solo l’aspetto estetico, ma anche il loro rendimento luminoso. • Sostituisci le lampadine tradizionali con quelle fluorescenti compatte, cominciando dai locali in cui restano accese di più: hanno un costo superiore di circa 8-10 volte rispetto a quelle tradizionali, ma garantiscono una durata di circa 10 volte superiore e, soprattutto, consumando fino al 80% in meno. • Utilizza lampade alogene solo per illuminare punti ben precisi, altrimenti, per il tipo di luce che emanano, perdono il 20% di luminosità. • Lava lampadine e corpi luminosi: polvere e vapori riducono la luce erogata. • Studia i punti luce necessari, prevedendo interruttori indipendenti. Inoltre, negli ambienti in cui si ha bisogno della massima illuminazione, sostituisci i comuni interruttori con i regolatori di intensità luminosa; esistono anche interruttori automatici che azionano l’illuminazione solo in presenza di persone, per poi interromperla a passaggio avvenuto. • Le lampade a fluorescenza sono veri e propri apparecchi elettronici che non vanno gettati con gli altri rifiuti ma consegnati in maniera differenziata ai servizi comunali. • Prima dell’acquisto, controlla l’etichetta che indica la classe di efficienza energetica e il consumo di energia per ogni ciclo di lavaggio (espresso in kWh/ciclo) e scegli un apparecchio a basso consumo, classificato vicino al livello A. Sull’etichetta energetica trovi anche altre informazioni utili (capacità di carico, efficacia di lavaggio e centrifugazione) che possono aiutarti a scegliere il modello più adatto alle tue esigenze. • Leggi la parte dell’etichetta energetica che indica la quantità d’acqua consumata per ogni ciclo di lavaggio e scegli un modello che ne consuma meno. Scaldando meno acqua si consuma meno energia e si risparmia sul detersivo. • Se la biancheria da lavare è poca, aziona il tasto “mezzo carico”. • Separa il bucato in base al tipo di tessuto e al grado di sporco e scegli il programma di lavaggio più indicato. • Per la biancheria non molto sporca, evita il prelavaggio. • Pulisci periodicamente il filtro e le vaschette: aiuta a consumare meno. • Non esagerare con il detersivo: un buon lavaggio non dipende tanto dalla quantità di detergente, quanto dall’uso corretto della macchina, dalle sue prestazioni e dalla durezza dell’acqua (semmai aggiungi un prodotto anticalcare). Risparmiare sul detersivo vuol dire inquinare di meno fiumi e mari. • Almeno nella bella stagione, evita di usare il programma per l’asciugatura. • Verifica sull’etichetta energetica il consumo di energia elettrica (espresso in kWh/ciclo) e quello dell’acqua (espresso in litri per ogni ciclo di lavaggio) e scegli un modello che consuma meno energia e minori quantità d’acqua. • Acquista la lavastoviglie con la capienza (numero di coperti) più adatta alle esigenze della tua famiglia. • Evita di utilizzare l’apparecchio per poche stoviglie ed escludi dal programma la fase di asciugatura: aprendo lo sportello e lasciando circolare l’aria si ottengono gli stessi risultati con il 45% in meno di consumi. • Per le stoviglie poco sporche utilizza il ciclo economico, riservando il ciclo intensivo e temperature più alte solo a carichi con pentole, padelle o pirofile particolarmente sporche. • Sciacqua le stoviglie prima di metterle nei cestelli e caricale in modo da non impedire il movimento rotatorio degli spruzzatori. • Usa detersivi specifici per le lavastoviglie e non eccedere nel dosaggio. • Pulisci regolarmente il filtro e gli ugelli degli spruzzatori e lava periodicamente con detersivo la guarnizione in gomma dello sportello. • Prediligi nell’acquisto un forno ventilato perché mette subito in movimento aria calda, determinando una temperatura uniforme all’interno e quindi consumi più ridotti. Inoltre, la possibilità di cottura simultanea di cibi diversi, dovuta alla ventilazione interna, consente economia di tempo e di elettricità. • Durante la cottura, apri lo sportello del forno solo se è indispensabile: il forno si raffredda e consuma più energia. • Spegni il forno qualche minuto prima che la cottura sia completa, in modo da sfruttare il calore residuo. • Effettua il preriscaldamento solo quando è necessario, cioè quando è richiesto in modo specifico dalle ricette (ad esempio per la cottura di dolci). • Sostituisci lo scaldabagno elettrico con uno a gas o a collettori solari termici. • Fai verificare e pulire periodicamente la serpentina per eliminare i depositi calcarei, che riducono la trasmissione del calore aumentando i consumi. • Regola il termostato a 45°C in estate e a 60°C in inverno. • Installa un timer che accenda lo scaldabagno 3-4 ore prima del suo utilizzo, per evitare che l’apparecchio entri in funzione durante la giornata, anche quando non si preleva acqua. • Evita la posizione di stand-by, almeno là dove si può. Lo stesso vale per gli hi-fi. • Non lasciare acceso l’aspirapolvere “a vuoto”: prima di aspirare provvedi a mettere ordine nell’ambiente per rendere più agevole e veloce la pulizia. • Se l’aspirapolvere è di quelli a vapore, con consumo maggiore rispetto a quelli tradizionali e con necessità di un tempo di riscaldamento, cerca di dedicarti a questo compito quando tutta la casa è in ordine e pronta per essere “vaporizzata”. • Sempre nel caso di aspirapolvere a vapore, fai attenzione alla manutenzione: il grande nemico è il calcare. • Non aprire le finestre mentre il condizionatore è in uso: il meccanismo di funzionamento del condizionatore, infatti, è molto simile a quello di un normale frigorifero e il dispendio di energia avviene a ogni sbalzo di temperatura. • Non superare i 6-7°C di differenza tra temperatura esterna e interna: una temperatura interna di 27°C con una bassa umidità (40-50%) può considerarsi ottimale. • Evita di esporre il condizionatore ai raggi diretti del sole, per non ridurne l’efficienza. • Se possibile, procurati un timer in modo da poter programmare il funzionamento solo in determinate ore e per il tempo necessario a rinfrescare la casa. • Esegui una corretta manutenzione delle apparecchiature: pulisci frequentemente i filtri e, se necessario, sostituiscili. Si mantiene così l’efficienza dell’impianto e si previene la formazione di muffe durante le ore notturne. Nei mesi freddi dell’anno i maggiori consumi energetici nelle abitazioni provengono dagli impianti di riscaldamento. Ogni anno, con l’arrivo dell’inverno, torna puntuale il problema di come scaldare la casa cercando di ottimizzare il consumo di energia e di ridurre i costi sempre molto onerosi per le famiglie. Per evitare sprechi energetici ed economici, impianti di riscaldamento hanno bisogno di una costante manutenzione: è per questo che la normativa nazionale ha reso obbligatori controlli periodici sulla sicurezza e sull’efficienza degli impianti. Ma un contributo deve venire anche da noi. L’eccessivo tepore domestico, al quale siamo abituati, non solo produce grosse dispersioni di energia e quindi di anidride carbonica, ma non fa neanche bene alla salute. Le temperature consigliate dai medici sono infatti di 20° C durante il giorno e di 16° C durante le ore notturne. • Se abbassi di un grado la temperatura del tuo appartamento, risparmierai il 7% sulla bolletta. • Se chiudi le imposte quando inizia a imbrunire, eviterai notevoli perdite di calore attraverso i vetri e la sensazione di freddo diminuirà. • Se adotti un termostato d’ambiente dotato di timer, la spesa verrà eguagliata dai risparmi in meno di due anni. • Con una buona manutenzione la caldaia consuma di meno. Le verifiche effettuate da personale specializzato, almeno una volta l’anno, rendono l’impianto affidabile ed efficiente garantendo migliori prestazioni e minori consumi di combustibile. Il che si traduce in un notevole risparmio sui costi di riscaldamento. • Spegni il riscaldamento un’ora prima di andare a dormire o di uscire di casa: sfrutterai in questo modo il calore immagazzinato nei muri. • Elimina le fughe di calore da finestre, porte, cassettoni delle tapparelle. Utilizza materiali isolanti, guarnizioni, pannelli di materiale espanso e installa doppi vetri. • Se il calorifero è posizionato sotto una finestra o addossato a una parete esterna, fodera quest’ultima con pannelli isolanti. • Non mettere sui termosifoni panni ad asciugare o copricaloriferi e tieni le tende aperte che vanno benissimo davanti alle finestre, ma non di fronte ai radiatori perché impediscono all’aria calda di circolare in casa. • Fai sfiatare periodicamente l’aria attraverso le apposite valvole, affinché non venga ostruito il passaggio dell’acqua calda. • Applica delle valvole termostatiche che regolano il calore dei singoli termosifoni. Potrai ridurre la temperatura negli ambienti non utilizzati e risparmiare di conseguenza energia. L’automobile è, per le famiglie italiane, la seconda voce di spesa dopo l’abitazione sia per gli oneri legati all’acquisto che per i consumi. Rappresenta generalmente il più alto apporto i n d i v i d u a l e a l l’ i n q u i n a m e n t o ambientale, in quanto la combustione dei carburanti contribuisce pesantemente alle emissioni di CO 2 nell’atmosfera e quindi all’aggravamento dell’effetto serra. Si calcola che dal 1990 ad oggi le emissioni di CO2 prodotte dal settore trasporti sono aumentate del 28%. In Italia, il 90% delle merci viaggia su strada e nelle città dove si concentra oltre l’80% della domanda di spostamenti delle persone la mobilità è quasi tutta automobilistica. • Se usi l’aria condizionata, i consumi della tua vettura aumentano del 15%. • Mediamente un SUV consuma il 30% in più di un auto di cilindrata equivalente e il 70% di più di un auto di piccola cilindrata. • Una guida con brusche frenate e accelerazioni ha come risultato l’aumento del consumo di carburante e l’emissione di maggiore quantità di gas inquinanti. • I pneumatici sgonfi fanno aumentare i consumi fino al 10%. • Un motore ben regolato permette una diminuzione di consumi del 5%. • Per la trasformazione a gas di auto vecchie a benzina, la finanziaria 2007 prevede un contributo di 650 euro, attuato direttamente sulla fattura del concessionario o dell’autofficina. • Se per una volta a settimana rinunci all’automobile, in un anno (su una media di 10 Km a viaggio) risparmierai 60 euro di carburante e 83 Kg di CO2. • È possibile muoversi in modo alternativo attraverso il Car-sharing (auto in multiproprietà), Car-pooling (utilizzo condiviso dell’auto) e Taxi-collettivo. • Usa l’automobile solo quando è necessario e utilizza di più i mezzi pubblici e la bici. • Se proprio devi ricorrere all’automobile, scegli il car pooling organizzando spostamenti collettivi con colleghi, amici o vicini di casa che vanno nella stessa direzione. • Nella scelta di una nuova vettura tieni conto che gran parte della potenza di una macchina di grandi dimensioni non viene sfruttata nei centri urbani mentre aumenta sicuramente il consumo di carburante. • Evita, se è possibile, l’uso dell’aria condizionata perché fa diminuire la potenza del motore e aumenta il consumo di carburante; inoltre immette nell’atmosfera cloro-fluoroidrocarburi, il gas che distrugge lo strato di ozono. • Non sovraccaricare la macchina: 45 chili di carico fanno aumentare i consumi dell’1%. • Utilizza il portapacchi solo in caso di effettiva necessità: i consumi aumentano dell’8%. Anche i rifiuti in discarica contribuiscono all’effetto serra a causa delle emissioni di biogas costituiti fondamentalmente da anidride carbonica e metano. Nel 2004 le nostre discariche hanno emesso in atmosfera 20 milioni di tonnellate di CO 2 e di metano. Raccolta differenziata e riciclo permettono di abbattere notevolmente queste emissioni. Per esempio, per una tonnellata di carta riciclata si risparmiano 970 kg di CO2 e per produrre una tonnellata di alluminio da materiale riciclato invece di quello vergine si emettono in atmosfera 13.570 Kg di CO2 in meno. Se si considera che per produrre, assemblare e distribuire qualsiasi tipo di bene materiale si deve consumare energia, la riduzione di emissione di gas serra prodotti è assai rilevante. Oltre a differenziare i nostri rifiuti dobbiamo imparare a scegliere prodotti che abbiano minor imballaggio ed evitare materiali usa e getta. • Se in Italia il riciclo aumentasse del 15% rispetto agli attuali livelli, si otterrebbe un taglio delle emissioni di almeno 17 milioni di CO2, pari al 18% dell’obiettivo nazionale fissato dall’Unione Europea al 2020. • L’alluminio è totalmente riciclabile; il suo recupero e riciclo, oltre a evitare l’estrazione di bauxite e la sua esportazione all’estero, consente di risparmiare il 95% dell’energia richiesta per produrlo partendo dalla materia prima: per ricavare dalla bauxite 1 kg di alluminio sono necessari 14 kWh di energia, mentre per ottenere 1 kg di alluminio nuovo da quello usato ne servono solo 0,7. • La carta è un prodotto naturale e biodegradabile ricavato soprattutto dal legno. La sua produzione non solo intacca il patrimonio boschivo, ma comporta anche processi lavorativi che utilizzano enormi quantità di energia e di acqua. In più, il processo per sbiancare la carta richiede l’uso di cloro e di suoi derivati, cosa che contribuisce ulteriormente al degrado ambientale. Riciclare la carta quindi aiuta a ridurre i danni provocati dal disboscamento, riduce il tasso dell’inquinamento atmosferico, produce risparmio energetico: per produrre 1 kg di carta da un albero si consumano circa 6,7 kWh, se si utilizza carta da macero sono sufficienti 2,7 kWh. • La plastica, prodotto derivante dal petrolio, è un materiale particolarmente resistente e poco costoso e per questo viene ampiamente usato per la fabbricazione di una grande varietà di manufatti. Tuttavia, gli oggetti di plastica non possono essere facilmente smaltiti dato che la loro decomposizione richiede circa 450 anni. È quindi molto importante il recupero di questi materiali con il riutilizzo (rigenerazione dello stesso prodotto) e con il riciclaggio (produzione di manufatti diversi rispetto a quelli di partenza). • Il vetro è il materiale riciclabile per eccellenza perché mantiene intatte le sue qualità anche dopo numerosi trattamenti di riciclo. Se ricicliamo il vetro risparmiamo risorse (materie prime) ed energia (quella necessaria per produrre nuovo vetro). Una curiosità: riciclare una bottiglia di vetro significa risparmiare una quantità di energia equivalente a quella consumata durante il funzionamento di una lampadina di 100 Watt per 1 ora. • Fai la raccolta differenziata a casa, a scuola, a lavoro. • Non buttare subito il vetro: riutilizzalo più volte e poi depositalo nelle campane di raccolta. • Utilizza sacchetti di carta e di stoffa al posto di quelli di plastica. • Usa il più possibile la carta riciclata. • Scegli prodotti con marchi ecologici, biodegradabili e con confezioni riciclabili o riutilizzabili. • Usa le pile ricaricabili, eviterai così di doverti disfare delle vecchie batterie pericolose ed inquinanti e risparmierai il costo delle nuove ogni volta che si esauriscono. www.legambiente.eu www.legambientepuglia.it www.arpa.puglia.it www.sorgenia.it www.agenziacasaclima.it www.azzeroco2.it www.ecosportello.org www.ecosportellopuglia.it www.enea.it www.fire-italia.it www.fonti-rinnovabili.it www.lanuovaecologia.it www.kyotoclub.com www.qualenergia.it www.viviconstile.org LEGAMBIENTE è un’associazione di liberi cittadini e cittadine che si battono per migliorare la vivibilità dell’ambiente, per garantire la salute della collettività, per un mondo diverso, più giusto e più felice. Più di venticinque anni di storia fatta di 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, più di 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale. Impegnata contro l’effetto serra, l’inquinamento, le ecomafie e l’abusivismo edilizio, Legambiente ha aperto la strada a un forte e combattivo volontariato ambientale. Con le sue campagne di monitoraggio scientifico e informazione Legambiente ha raccolto migliaia di dati sull’inquinamento del mare, delle città, delle acque, del sistema alpino e del patrimonio artistico, sviluppando un’idea innovativa delle aree protette. Sostiene le energie rinnovabili e un’agricoltura libera da ogm e di qualità; è attiva nel mondo della scuola; con Volontariambiente offre a migliaia di ragazzi opportunità di partecipazione. Con La Nuova Ecologia svolge un’opera quotidiana di informazione sui temi della qualità ambientale. Con i progetti di cooperazione, si batte per un mondo dove le persone, le comunità, i popoli siano davvero i protagonisti del futuro. www.legambientepuglia.it L’ARPA, Agenzia Regionale di Prevenzione e Protezione Ambientale, è l’organo tecnico della Regione Puglia che ha il compito di tutelare l’ambiente in cui vivono i cittadini pugliesi, promuovendone lo stato di salute. Ad esempio, nei nostri laboratori misuriamo le sostanze chimiche nocive, gli agenti fisici e microbiologici. Tutte le matrici ambientali sono costantemente monitorate e i risultati sono disponibili sul sito www.arpa.puglia.it come per la rete di rilevamento della qualità dell’aria, il monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici, le acque di transizione o la balneazione. Inoltre, annualmente ARPA pubblica la Relazione sullo Stato dell’Ambiente che restituisce una fotografia dello stato di salute della nostra regione. L’Agenzia è strutturata con una Direzione Generale che ha sede a Bari e cinque Dipartimenti Provinciali. ARPA Puglia ospita questo laboratorio didattico, realizzato con la collaborazione di Legambiente Puglia e con il contributo di Sorgenia, proprio perchè tra i suoi compiti istituzionali c’è anche l’educazione ambientale. www.arpa.puglia.it SORGENIA, tra i primi operatori nazionali del mercato dell’energia elettrica e del gas naturale, ha scelto di investire sulle tecnologie di produzione più innovative, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, e sulla tutela del territorio per offrire ai suoi clienti un’energia sempre più conveniente, responsabile e pulita. Nata nel 1999 con il nome di Energia e divenuta in pochi anni uno dei principali protagonisti nel settore energetico italiano, Sorgenia opera con la consapevolezza della rilevanza etica e sociale dello sviluppo energetico, perseguendo una crescita orientata verso l’efficienza produttiva e verso soluzioni ad alta compatibilità ambientale. Sorgenia si rivolge al mercato italiano con offerte e prodotti differenziati per i diversi segmenti di clienti, puntando all’innovazione dei prodotti e a proposte di soluzioni dedicate all’efficienza energetica. Sorgenia, inoltre, con la propria Divisione di Efficienza Energetica supporta quotidianamente i clienti nella realizzazione di misure per il miglioramento dell’efficienza energetica aziendale, con servizi e prodotti erogati direttamente o tramite accordi di partnership con fornitori specializzati. La divisione è anche impegnata nella continua ricerca di strumenti, prodotti e tecnologie più innovative per la riduzione dei prelievi energetici e l’ottimizzazione dei consumi (è proprio grazie all’attività di scouting internazionale, che Sorgenia ha acquisito l’esclusiva per il mercato italiano dei dispositivi TV e PC Standby Stop, che permettono la riduzione dei consumi derivanti dagli stand-by). Conciliare produttività e rispetto per l’ambiente, scegliendo soluzioni tecnologiche innovative, accrescendo la produzione da fonti rinnovabili e promuovendo il risparmio energetico negli usi finali, rappresenta l’impegno di Sorgenia per una nuova cultura dell’energia. Perchè dare il giusto valore all’energia è la forma più intelligente di rispetto verso l’ambiente e verso tutta l’umanità. www.sorgenia.it