lo scacchista senza qualità
numero trentasei – marzo 2009
Editorialino
“Credo che il gioco degli Scacchi sia magico per la
vecchiaia. Una partita fa dimenticare i reumatismi
al ginocchio, ed altri eventi diventano
insignificanti, paragonati ad una catastrofe sulla
scacchiera. Una visita al circolo di scacchi
mantiene la vivacità, ed il contatto con i giovani , in
particolare dona nuovi impulsi” Sono parole di
Vlastimil Hort, che di scacchi se ne intendeva.
Vogliamo parlare di scacchi e terza età (il termine
“vecchiaia” oggi sa di malaugurio).
E’ un argomento fuori luogo? In un paese dove
stiamo tutti diventando più vecchi, e dove la durata
media della vita è tra le maggiori al mondo, gli
“over” hanno bisogno di (ri)scoprire attività che
tengono allenata la mente, oltre che il corpo. Una di
queste è il gioco degli scacchi.
E’ recente la notizia che uno studio di ricercatori
svedesi1, ha inserito gli scacchi tra le attività che
possono allontanare il pericolo di forme di demenza
senile. Riportiamone uno stralcio: “Valgeir
Thorvaldsson, uno degli autori, dice che occorre
dedicarsi a giochi che richiedono fantasia,
ragionamento, bisogno d’improvvisazione veloce.
Può far bene anche imparare una lingua difficile,
studiare musica, o dedicarsi a qualche attività
particolare, come la giocoleria. Anche un caffè in
compagnia può essere utile per mantenersi
giovane.”
Anche se l’apprendimento del giapponese può
sembrare azzardato, non ce la sentiamo di
scoraggiare chi, giunto alla soglia della pensione,
vuole impiastricciarsi i pensieri con Torri, Cavalli e
Pedoni. Specialmente se un simile esercizio viene
svolto con altri coetanei in un parco.
L’ovvietà del detto “mens sana in corpore sano”
deve essere dimostrata con una vita senza fumo,
dieta vegetariana e un’attività sportiva. E fin qui
niente di nuovo. Ma soprattutto, afferma lo studioso
svedese, da un atteggiamento attivo e positivo. Un
atteggiamento che deve accantonare l’idea che dopo
qualche annetto “non si ha più l’età” per fare certe
cose. Anzi: ad una certa età si ha finalmente il
tempo per farle. Tra queste, gli scacchi, in quanto
ginnastica cerebrale che richiede ragionamento
autonomo e fantasia. Da abbinare a passeggiate
(magari con i nipotini, ai quali si può insegnare il
gioco…), e all’apprendimento musicale.
Troppo? Riportiamo i consigli di Thorvaldsson
sotto forma di “decalogo”:
1) non fumare;
2) non mangiare carne (o consumarne poca);
3) dedicarsi ad un'attività sportiva quattro volte la
settimana;
4) controllare la pressione;
5) non considerare l'invecchiamento come un
processo deteriorativo;
6) Giocare a scacchi (ma non a cruciverba);
7) Imparare il giapponese o una lingua esotica;
8) Svolgere esercizi particolari (ad esempio la
giocoleria o simili);
9) Studiare musica e uno strumento in particolare;
10) Non rinunciare ad un caffé con gli amici.
Tutto qui. Ma non è poco! Per finire, non possiamo
impedirci di riportare le parole dell’autore di un
blog, certamente non più ragazzino, che aggiunge, a
mò di deliziosa chiusura: “a proposito, secondo me
il neurologo si e' dimenticato qualcosa... che
dite...?”
1
Neurology, Aug 27, 2008, Thorvaldsson et al.,
“La Repubblica”, 8 sett. 2008
1
1.d4 Cf6 2.Ag5 Ce4 3.h4 d5 4.Cd2 Dd6 5.c3 Cg3
cinquina… e tombola!
Qui sembra ancora di udire le parole del nero: “Ah,
c’era la Donna dietro?”
Le Bellac (2215) – H. T.Trang (2300) Budapest IM-A, 1993
1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cc3 Cf6 4.Ag5 Cfd7 5.Axd8
Questo è birichino: ha mosso due volte lo stesso
pezzo…
Non sono miniature. Dopo cinque mosse una partita
di scacchi non è nemmeno cominciata. Eppure, c’è
chi, dopo una cinquina di mosse, ha dovuto
rovesciare il suo Re sulla scacchiera. Come?
Vediamolo. Il bello della questione è che i giocatori
non sono proprio degli NC. E’ proprio il caso di
dirlo: c’è speranza per noi tutti…
Cominciamo da quella forse più famosa, citata
anche in “Scaccomania”:
Farago (2515) - Bliumberg (2360) Budapest FS06 GM, 1994
1.d4 d5 2.c4 dxc4 3.Cf3 c6 4.e3 Ae6 5.Cg5 Da5+
Stesso tema del precedente, impreziosito
dall’eliminazione del difensore (un concetto che si
apprende dopo tre mesi di gioco):
Frosch (2500) - Peisser (2205) Leiner op, 1996
Amillano - Loeffler Mar del Plata op, 1972
1.d4 d6 2.Cf3 Ag4 3.Ag5 c6 4.e3 Axf3 5.Dxf3
Da5+
1.e4 e5 2.Dh5 Cc6 3.Ac4 g6 4.Df3 Cd4 5.Dxf7#
Proseguiamo con un gambetto che non lo
giocherebbe nemmeno un orango con la dissenteria:
Il nero avrà esclamato: “accidenti, non era quello il
pezzo da muovere!”
Kahn (2270) - Karatorossian (2335) Budapest FS11IM,1997
Rigaud,(2200) - Cooper (2215) Olimpiadi Nizza 1974
1.e4 e5 2.f4 d5 3.fxe5 Dh4+ 4.g3 Dxe4+ 5.Rf2
Ac5+
Anche questa merita
“Scaccomania”:
un
posto
d’onore
1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cc3 Ab4 4.Dg4 dxe4 5.Dxg7
Ce7 1-0
in
Shirazi,K (2465) - Peters,J (2500) USA-ch Berkeley , 1984
1.e4 c5 2.b4 cxb4 3.a3 d5 4.exd5 Dxd5 5.axb4
De5+
Ed ora un raro esempio di apertura naif:
Jahn,O (2105) - Kauschmann,H (2250) Berlin op, 1988
2
Da vinto a perso
psicologico (la Torre che entra nelle retrovie e fa
strage di Pedoni).
Con ciò vogliamo ribadire che spesso le mosse più
semplici sono anche quelle giuste. Vediamo questa
presa di Pedone:
31.Txa5 Tc8
a questo punto ci sono a disposizione due mosse:
a) 32.b4 e b) 32. Re5.
a) 32.b4 Txc2 33.Re5 ed ora:
a1) 33...Txf2 34.b5 Txg2 35.Rd6 minacciando
addirittura matto 35...g6 (35...Tg3??
36.Ta8#) 36.b6 Rg7 37.b7 Tb2 38.Tb5;
a2) 33...Tc3 34.Ta8+ Re7 35.Ta7+ Re8 36.Rd6
minacciando ancora matto;
A volte basta un niente. Soprattutto nei finali.
Posizione vinta, mossa, posizione persa. Tuttavia
qui il bianco, che doveva vincere, ha fatto di tutto
per non portarsi a casa quel punticino che forse si
sarebbe meritato. Vediamo come:
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PLLLLLLLLO
Muove il bianco
3r1k2/5ppp/4p3/p3R3/P2p1K2/1P1P4/2P2PP1/8 w - - 0 29
Qui il finale è vinto per il bianco. Il nero ha un
Pedone isolato che può saltare subito e il Re
lontando dal centro. Il Bianco ha una Torre attiva e
il Re centralizzato.
b) 32.Re5 più conseguente ai dettami di un buon
finale: centralizza il Re, limita il Re avversario,
entra in azione direttamente attaccando il Pedone
d4. 32...Txc2 33.Ta8+ Re7 34.Ta7+ ed ora se il Re
si allontana saltano i Pedoni in settima.
Torniamo alla partita:
31...f6 32.Re4 e5 (diagramma):
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PLLLLLLLLO
Muove il bianco
3r1k2/6pp/5p2/p1R1p3/P2pK3/1P1P4/2P2PP1/8 w - - 0 31
31.Tc5?
eseguita sicuramente per timore di 31... Tc8, che
mira al Pedone debole c2. Ma il bianco, se voleva
vincere, doveva semplicemente catturare il Pedone
a5.
33.Rf3?
non è una buona mossa, in quanto decentralizza il
Re. Era meglio (a parte la cattura del Pedone in a5),
spingere i Pedoni arretrati. Ad esempio 33.f4 exf4
34.Txa5 Tc8 35.Rxd4 Txc2 36.Ta8+ Re7 37.Ta7+
come nella variante principale.
Crediamo che la trentunesima sia la “mossachiave” di questo finale. Non è un errore tattico, ma
sottintende un ragionamento che, in fondo, è errato
e che in buona parte deriva da un timore
33...Ta8 34.Re4
confermando la perdita di tempo della mossa
precedente.
3
34...Re7 35.Rd5
si poteva costringere il Re nero sull'ultima traversa
con 35.Tc7+ ed ora se 35…Rd6 segue 36.Txg7.
Da perso a vinto
35...Rd7 (diagramma):
MKKKKKKKKN
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I@?@7@?$#J
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I@!@!@?@?J
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PLLLLLLLLO
Muove il bianco
r7/3k2pp/5p2/p1RKp3/P2p4/1P1P4/2P2PP1/8 w - - 0 34
36.Rc4?
così permette al Re nero di entrare nella zona delle
operazioni. Noi consigliamo ancora 36.f4 exf4
37.Rxd4 g5 38.Tf5 Ta6 39.Re4 con un finale tutto
da giocare.
36...Rd6 37.b4??
questo è l'errore che perde, perchè il bianco non ha
previsto il semplice tatticismo di deviazione che
segue. L'ultima speranza era 37.Td5+ Re7 (37...Re6
38.Tc5 Rd6 39.Td5+; 37...Rc6 38.f4 exf4 39.Tf5)
38.Rb5 etc.
37...axb4 38.Rxb4 Txa4+ 39.Rxa4 Rxc5
E qui il finale è perso.
Non poteva mancare il contrario. Quando tutto
sembra ormai perduto, quando ormai l’avversario
sta piegando il suo formulario, la partita
improvvisamente cambia canale, e da film
drammatico si trasforma in una commedia a lieto
fine. Per voi. Come? Vediamolo:
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I?@?@?@?8J
I@?@?@?,#J
I?@?$?@'@J
I@?$?@?@?J
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I-@?@?@?"J
I@?@?@?6?J
PLLLLLLLLO
Muove il nero
7k/6bp/3p2n1/2p5/P7/8/R6P/6K1 b - - 0 36
Non è un finale facile. Il nero ha un certo vantaggio,
ma è tutto da dimostrare, soprattutto per la presenza
del pericoloso Pedone passato bianco (che
promuove in una casa bianca, mentre l'Alfiere del
nero è su case nere).
37...Ad4+
una mossa istintiva, che centralizza l'Alfiere, anche
se dà uno scacco che porta verso il centro il Re
avversario.
38.Rf1 Rg7 (diagramma):
4
MKKKKKKKKN
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PLLLLLLLLO
Muove il bianco
8/6kp/3p2n1/2p5/P2b4/8/R6P/5K2 w - - 0 37
42.Tc2
e adesso la sorpresa: il bianco può permettersi di
perdere impunemente la Torre, Perchè se l’Alfiere
nero cattura in c3 perde. Assistiamo all'impotenza
dei pezzi del nero.
42...Rf6
l'ultima speranza era 42...Ce5 43.Txc3 Cc4 (non
facile a vedersi) 44.Tg3+ Rf6 45.Tf3+ Re6 46.Th3
imbrogliando le acque.
43.Txc3 Re5 44.Th3
ed ora il bianco si crea un altro Pedone passato.
Solo dopo aver visto lo svolgimento di questo finale
ci siamo resi conto che questa mossa, che in altre
circostanze sarebbe buona (centralizza il Re), in
realtà qui non va bene. Era migliore 38...Ce7 che
avvicina il Cavallo al Pedone passato, e se 39.a5
Cc6 40.a6 c4 41.Td2 Ac5.
44...Ce7 45.Txh7 Rd6 46.h4
i due Pedoni passati, sulle opposte ali, diventano
delle armi formidabili.
39.a5
il bianco continua nel suo semplice piano:
promuovere un Pedone.
47.h5 Af6 48.h6 Rc5 49.Tc7
49.a7 era più sbrigativa.
39...c4
Ancora, 39...Ce7 era meglio.
40.a6 d5 41.Td2 (diagramma):
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I?@?@?@?@J
I@?@?@?8#J
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I@?@?@5@?J
PLLLLLLLLO
46...Cc6
cercando di fermarne almeno uno.
49...Rb6 50.Td7 d4 51.h7 Ae5 52.a7 Cxa7 53.Te7
(diagramma):
MKKKKKKKKN
I?@?@?@?@J
I(?@?.?@!J
I?8?@?@?@J
I@?@?,?@?J
I?@?$?@?@J
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I@?@?@5@?J
PLLLLLLLLO
Muove il nero
8/n3R2P/1k6/4b3/3p4/8/8/5K2 b - - 0 52
Muove il nero
8/6kp/P5n1/3p4/2pb4/8/3R3P/5K2 b - - 0 40
ora i problemi del nero si cominciano a delineare
chiaramente. L'Alfiere attaccato non può lasciare la
diagonale g1-a7, e non può difendere il Pedone d5.
Il Re e il Cavallo, in lontananza, assistono
impotenti.
53...Cc6
perdendo l'unico pezzo che era in grado di fermare
il Pedone. Era da giocare 53...Ah8 54.Te8 Ag7, con
un finale comunque tutto in salita per il nero.
54.Txe5 Cxe5 55.h8D
fine del gioco.
41...c3
unica. Se 42.Txd4, il nero risponde 42…c2 e vince.
5
Spinte sbagliate
Ce7 13.c4?
Il bianco non fa nulla per quell'Alfiere. Era
necessaria 13.a4, seguita da a5 etc.
13...Cg4
ed ecco che il nero ne approfitta. Ora per sventare
la minaccia su f2 il bianco deve cambiare il suo
Alfiere, sebbene cattivo, e finire in posizione
inferiore.
14.Axg4 Axg4
14...Dxg4 era più incisiva.
15.Dd3 f5
il nero sta meglio.
I Pedoni, prima o poi, vanno spinti. Questa è una
verità scacchistica. Da ciò scaturisce un duplice
interrogativo: quando, e come. Soprattutto nel
mediogioco la scelta del “come”, anzi del “quale”,
può cambiare radicalmente l’andamento della
partita. Sembra una verità lapalissiana, ma i Pedoni
non indietreggiano, e una volta avanzati possono
creare debolezze.
Di seguito illustreremo alcuni esempi nei quali le
spinte di Pedone non erano giuste, o non andavano
effettuate.
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PLLLLLLLLO
Muove il nero
r4r2/1bqnppkp/p2p1np1/1ppP4/4P3/P1N5/1PPQBPPP/3RNRK1 b - 0 13
14...c4?
la spinta di questo Pedone cede il controllo
dell'importante casa d4 al bianco. Questa casa potrà
essere utilizzata dal primo giocatore per piazzarci
impunemente i suoi pezzi. Inoltre permette al
bianco di utilizzare la grande diagonale dove è
piazzato il Re nero. La spinta giusta era b4.
Es. 14...b4 15.axb4 cxb4 16.Ca2 Cxe4 17.Dxb4
Cef6 18.Cc3 con posizione pari.
15.f4 Db6+ 16.Rh1 a5
Se 16...Cc5? 17.Dd4 ed ecco che il bianco usa
subito la casa d4.
2kr3r/pppq1pp1/1bnp1n2/4p2p/3PP2P/2P2BPb/PP2NP2/RNBQR1K
1 w - - 0 10
17.Cf3
anche 17.Dd4. Sempre la casa d4! 17...Dxd4
18.Txd4 b4 19.Cb5 e vediamo meglio il bianco.
2.d5?
Con questa mossa il bianco ridà vita all'Alfiere b6,
pericolosamente puntato verso il Re non arroccato.
17...Cg4
ora la spinta in b4 non va più: 17...b4 18.Ca4 Dc7
(18...Db5? 19.b3 Cxe4 20.Dd4+) 19.Dd4
Muove il bianco
6
18.Cd4
oplà!
18...Cdf6 19.h3
migliore di 19.Cdxb5 Cf2+ 20.Txf2 Dxf2 21.Axc4
Cg4 22.h3 etc.
19...Ch6 20.g4 e5?
Un’altra spinta sbagliata. Permette al bianco di
aprire tutte le linee: colonna 'f', diagonale c1-h6;
inoltre la coppia di Cavalli neri "chiama" la
forchetta in g5. Con una sola mossa il nero ha fatto
un disastro. A questo punto era meglio 20...b4
21.g5 bxc3 22.Dxc3 Chg8 23.gxf6+ Cxf6 24.Axc4
(anche se il bianco rimane in vantaggio).
21.fxe5 dxe5 22.g5 Cxe4
22...exd4?? 23.gxf6+ Rg8 24.Dxh6 etc.
23.gxh6+ Rg8 24.Cxe4
Vincendo.
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I.?@?@?6?J
PLLLLLLLLO
Muove il nero
rn3rk1/p4ppp/2p1p3/1p1nP1q1/2pBR3/P1P2B1P/2Q2PP1/R5K1 b - 0 16
17...f5?
il nero fa sì che l'Alfiere, che era miseramente
bloccato dai suoi Pedoni, rinasca a vita nuova.
Inoltre crea una debolezza insanabile nel Pedone e6.
Il bianco ne approfitterà subito.
(era da giocare 17...Cd7).
18.exf6 Cxf6 19.Te5
o anche subito 19.Txe6.
19...Dg6 20.Dxg6 hxg6 21.Txe6
il nero è un colabrodo.
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PLLLLLLLLO
Muove il nero
r1bqk2r/pppnb1pp/3ppn2/8/2P1P3/2N3P1/PP2NPBP/R1BQK2R b
KQkq - 0 7
8...e5?
Questa mossa in sé non è un errore. Tuttavia,
perchè indebolire le case f5 e d5, quando si può
benissimo arroccare?
9.Cd5
Infatti il bianco ne approfitta subito.
9...c6?
e il nero, anziché sviluppare, pensa bene di crearsi
altre debolezze. Noi consigliamo 9...Cxd5 10.cxd5
0-0.
MKKKKKKKKN
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PLLLLLLLLO
Muove il nero
rnbqkb1r/pp2ppp1/2pp1n1p/8/2BPP3/5P2/PPP1N1PP/RNBQK2R b
KQkq - 0 4
5...g5?
spingere cosi i Pedoni quando non si è ancora
sviluppato è un errore grave. Il bianco non tarderà a
castigare il nero.
6.0-0 g4
il nero è proprio convinto di riuscire a combinare
qualcosa con queste spinte di Pedone.
7
7.Cg3 gxf3 8.Dxf3 Ag4
una tipica mossa di attacco con lo sviluppo
arretrato. Il bianco non deve temere nulla, anzi...
Dove andare?
9.Db3
Castigava subito il nero 9.Axf7+ Rd7 (9...Rxf7
10.Dxg4) 10.Db3
9...Db6 10.Axf7+
E così via.
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PLLLLLLLLO
Muove il nero
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1 b - - 0 12
13...c5?
Questa spinta è un errore (era da giocare 13...d5
subito, oppure dopo la preparatoria 13...Te8),
perchè permette la mossa seguente:
14.d5
che impedisce al nero ogni attività al centro. Inoltre
l'Alfiere in g7 è "murato" dai suoi stessi Pedoni.
Dopo:
14...c4 15.Ac2
con il centro bloccato, il bianco potrà
tranquillamente iniziare ad attaccare sull'ala di Re.
E sì, alle volte ci troviamo di fronte ad un bivio.
Quale delle due (a volte tre) strade prendere, ci
porta su un diverso ramo, dell’albero o della partita.
Dovrete scegliere la giusta mossa tra quelle
proposte. Soluzioni alla fine.
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I?@?@?@?@J
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PLLLLLLLLO
1N
8/8/5p2/4k2p/5P1P/4K3/8/8 b - - 0 54
il re nero è sotto scacco. Dove muovere?
a) 55…Rf5, b) 55…Rd5, c) 55…Re6.
MKKKKKKKKN
I?@?@?@?@J
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PLLLLLLLLO
2B
8/6k1/3p4/4p1pP/2p1P3/2P2K2/1P6/8 w - - 0 42
8
Dove muovere il Re?
a) 44.Rg4, b) 44.Rg3.
La variante Shining
MKKKKKKKKN
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I?"?@?@?@J
I@?@?@?@?J
PLLLLLLLLO
3B
8/3k1pp1/7p/ppp1PP2/6PP/P3K3/1P6/8 w - - 0 33
Il bianco deve muovere. Scegliete dove:
a) 35.Re4, b) 35.f6, c) 35.g5.
Abbiamo preso una difesa del Gambetto di Re
molto usata dal nero, una risposta che se ben
condotta può spegnere l’iniziativa del bianco. E
infatti, in questa partita, a parte un errore di
entrambi i giocatori alla trentaquattresima mossa, il
finale che ne scaturisce è apparentemente patto. Ma
il nero ha un Alfiere cattivo, mentre il bianco
dispone di un Pedone passato. Una dimostrazione
che non sempre con il gambetto di Re si vince in
venti mosse.
Sirena,G (1806) - Fasiello,A (1906)
X Festival di S.Anna - Vernole 10.08.2007
1.e4 e5 2.f4 d6
una sorta di difesa Fischer senza la presa in f4. Una
risposta generica ma molto usata.
3.Cf3 Cc6 4.Ac4 Ae7
evitando le taglienti linee derivanti da 4...Ag4. Es.
4...Ag4 5.0-0 Cf6 6.Cc3 a6 7.h3 se l'Alfiere
indietreggia in h5 e poi in g6 il bianco lo puo'
intrappolare con g4 e quindi f5.
7...Ah5 8.g4 Cxg4 9.hxg4 Axg4
c'e' la configurazione per il matto di Legal: Alfiere
in c4, il Cavallo in e5, la casa pronta per Cd5, il Re
chiuso: 10.fxe5 Cxe5 11.Cxe5 Axd1 12.Axf7+ Re7
13.Cd5# 1-0 Blackburne,-Amatore,Manchester
simultanea, 1885
5.0-0 Cf6 6.Cc3
Il naturale sviluppo e difesa di e4. E' possibile
anche 6.c3.
9
6...0-0 (diagramma):
MKKKKKKKKN
I/@+4?07@J
I$#$?,#$#J
I?@'$?(?@J
I@?@?$?@?J
I?@)@!"?@J
I@?&?@%@?J
I!"!"?@!"J
I.?*1@-6?J
PLLLLLLLLO
Muove il bianco
r1bq1rk1/ppp1bppp/2np1n2/4p3/2B1PP2/2N2N2/PPPP2PP/R1BQ1R
K1 w - - 0 5
Fin qui niente da dire. I due giocatori hanno
sviluppato in maniera coerente. E’ il momento che
il bianco si pronunci al centro, disponendosi ad una
mossa tematica del Gambetto di Re.
7.d4
Solitamente tale mossa viene effettuata dopo che il
nero ha preso in f4. Ma, dato che il nero non l’ha
fatto, il primo giocatore fa di necessità virtù.
interessante è l’omissione della spinta in d4 nella
seguente variante:
7.f5!? Cxe4 8.Cxe4 d5 9.f6 gxf6 10.Ad3
(10.Axd5 Dxd5 11.d3 Rh8 12.Ch4 Tg8 13.Dh5 etc.
Cordover-Kovalenko, AUS-ch U18 1995)
10...dxe4 11.Axe4 Ac5+ 12.Rh1 Ce7 13.Ch4 Cg6
14.Dh5 etc. Trunk-Reiter, Baden-ch AT 2003
7...exd4
naturalmente 7...exf4 farebbe il gioco del bianco.
8.Cxd4 Cxd4 9.Dxd4 Cd7
9...Ae6 è favorevole al bianco: 10.Axe6 fxe6 11.f5
e5 12.Dc4+ d5 13.Cxd5 Cxd5 14.Td1.
10.Rh1
liberando i pezzi leggeri dal compito di controllare
eventuali incursioni dell’Alfiere case nere o della
Donna sulla diagonale g1-a7. Può darsi che il
bianco abbia vagheggiato l’idea, poi non attuata, di
un attacco all’arrocco con il piazzamento delle Torri
sulla colonna ‘g’1.
1
10...Af6 11.De3 Cb6 12.Ab3 De7 13.Cd5 Cxd5
14.Axd5 Te8
in queste ultime mosse il nero ha conquistato un po’
d’iniziativa, e le risposte del bianco devono essere
precise ed energiche.
15.Te1 c6 16.Ab3 g6
non è un errore, tuttavia non è proprio così attiva.
Diamo la preferenza a 16...Ae6 17.Axe6 Dxe6 etc.
17.c3
sganciando l'Alfiere di Donna dalla difesa di b2
(rendendolo quindi libero per lo sviluppo) e la
Donna dal controllo della casa d4.
17...Ae6 18.Ac2 Ag7 19.Ad2 a6
forse predisponendo un eventuale avanzamento
nell'ala di Donna. Tuttavia questa mossa crea una
pericolosa debolezza in b6.
20.Df3 Ah6 21.Tf1 Df8 22.Dg3 f5 23.Ae3
Non va 23.exf5 Axf5 24.Axf5 Dxf5 25.Tae1 Txe1
26.Txe1 Tf8 e il bianco ha qualche problema.
23...Ag7
anche 23...fxe4 24.f5 Ac4 (24...Axe3? 25.fxe6)
25.Axh6 Dxh6 26.Tf4 d5 27.f6.
24.exf5 Axf5 25.Ab3+ Rh8 26.Tae1 d5 27.Df2
Ad3 28.Tg1 Te4 29.Ad1 a5?!
Il nero avrebbe dovuto piazzare l’altra Torre sulla
colonna aperta.
30.Af3
Dd2 creava più problemi al nero.
Tee8 31.Ad4?!
Cedendo il Pedone f4 per quello b7. Ma il calcolo,
come vedremo, è errato.
Dxf4 32.Axg7+ Rxg7 33.Db6
occupando la casa debole
diciannovesima mossa.
generata
dalla
33...Aa6
Il bianco deve aver analizzato fino a questa mossa e
non oltre, altrimenti non avrebbe eseguito la
seguente…
34.Dxa5?? (diagramma):
In questa posizione non sembra molto indicato, data la
presenza di un centro fluido e dell’Alfiere case nere che può
controllare la grande diagonale.
10
MKKKKKKKKN
I/@?@/@?@J
I@#@?@?8#J
I+@#@?@#@J
I2?@#@?@?J
I?@?@?4?@J
I@?"?@)@?J
I!"?@?@!"J
I@?@?.?.5J
PLLLLLLLLO
Muove il nero
r3r3/1p4kp/b1p3p1/Q2p4/5q2/2P2B2/PP4PP/4R1RK b - - 0 33
Come esercizio, coprite il testo che segue e provate
a dire perché questa mossa è sbagliata. La soluzione
al commento della mossa seguente.
34...Rh6?
il nero non vede nulla e, forse nel timore di uno
scacco in c7, che obbligherebbe il suo Alfiere alla
difesa di tale casa, sistema il suo Re al sicuro.
Dopo la trentaquattresima mossa del bianco (che
sarebbe corretta premettendo la cattura della Torre
in e8), il nero vinceva con 34...Ae2, un colpo secco
che fredda il primo giocatore. A 35.Db4 seguirebbe
il matto in poche mosse: 35...Dxf3 36.gxf3 Axf3+
37.Tg2 Txe1#.
35.Dc5 Rg7
ma poi, misteri di Caissa, rimette il Re dov’era
prima. Tuttavia non è cambiato nulla: anzi, ora
nell’aria c’è puzza di patta.
36.Te7+ Txe7 37.Dxe7+
il bianco si impadronisce di un pizzico d'iniziativa.
37...Df7 38.Te1
avremmo preferito una mossa più attiva, impedendo
al nero di cambiare i pezzi.
38...Tf8 39.Rg1 Dxe7
avviandosi verso un finale patto.
40.Txe7+ Tf7 41.Txf7+ Rxf7
in questo momento diamo la preferenza al bianco,
perchè l'Alfiere del nero è decisamente cattivo.
Dato che i Pedoni neri non tarderanno a distribuirsi
nelle giuste case, il bianco deve approfittare subito
a prendersi un pò di vantaggio.
42.Rf2 Rf6 43.Re3 Re5 44.b4 b6 45.a4 c5 46.bxc5
bxc5 47.Ae2
Possiamo immaginare che dopo questa mossa il
bianco abbia chiesto la patta, anche perchè dopo il
cambio degli AA non vediamo come il primo
giocatore possa sperare in qualcosa di più.
47...c4?
il nero però ha intenzioni più bellicose. Ma evitando
la patta peggiora la sua posizione. Il suo Alfiere
continua a rimanere cattivo.
48.Ag4 (diagramma):
MKKKKKKKKN
I?@?@?@?@J
I@?@?@?@#J
I+@?@?@#@J
I@?@#8?@?J
I!@#@?@)@J
I@?"?6?@?J
I?@?@?@!"J
I@?@?@?@?J
PLLLLLLLLO
Muove il nero
8/7p/b5p1/3pk3/P1p3B1/2P1K3/6PP/8 b - - 0 47
il piano del bianco è chiaro: i PP dell'ala di Re
stanno bene così, dato che sono 2 contro 2. Quelli
centrali, dove c'è la maggioranza nera, saranno
tenuti a bada dal Re. Non resta che appoggiare
l'avanzata del Pedone passato in a4 con l'Alfiere.
48...h6 49.Ad7 Ab7 50.g3 g5 51.Ab5 h5 52.a5 h4
53.a6 Ac8
l'Alfiere nero ha ripreso un pò di vita, ma può ben
poco contro i PP bianchi, sistemati su case nere. E il
Re nero non può allontanarsi dai PP centrali. Ora il
vantaggio del bianco è tangibile.
54.gxh4 gxh4 55.h3 (diagramma):
MKKKKKKKKN
I?@+@?@?@J
I@?@?@?@?J
I!@?@?@?@J
I@)@#8?@?J
I?@#@?@?$J
I@?"?6?@!J
I?@?@?@?@J
I@?@?@?@?J
PLLLLLLLLO
Muove il nero
2b5/8/P7/1B1pk3/2p4p/2P1K2P/8/8 b - - 0 54
11
ben giocata! il Pedone h3 è tabù: se 55...Axh3 segue
56.a7.
55...d4+
tra le due mosse a disposizione del nero, questa è la
peggiore, perchè perde il Pedone senza compenso.
L'altra strada lasciava spazio alla speranza: 55...Rd6
56.Rd4 Rc7 57.Rc5, ed ora il nero poteva sperare in
questo errore del bianco: 57.Rxd5?? Axh3 e vince.
56.cxd4+ Rd5 57.a7 Ab7
Non c’è altro.
58.Aa4 Aa8
Dopo 58...c3 il bianco semplicemente risponde con
59.Ac2.
59.Ad1
il nero abbandona. Non c'è difesa contro la
minaccia Af3.
Intervista al Custode
Il Custode, oltre che caro amico, è un noto
collezionista di libri scacchistici e profondo
conoscitore di fantascienza. Ci basti citare il suo
intervento “Scacchi e fantascienza” nell’ambito del
Simposio e Fiera del libro di scacchi tenutosi a
Cesenatico1 Ma è di più: è un “collezionistascacchista”, con titolo di Prima Nazionale. SQ lo ha
intervistato.
Quando hai iniziato a collezionare libri di scacchi?
Come ti è venuta l‘idea?
Il mio primo libro di scacchi fu una pena. Dopo un
po’ pensai di non aver capito niente, sugli scacchi.
E così decisi di comprarne un altro. Ecco, quello fu
l’inizio! Pensavo confusamente che “possedere”
implicava sapere.
Poi mi corressi. Era “leggere”, che implicava
sapere. Quanta ingenuità…
Man mano che compri libri s un argomento, la
volontà di collezionare emerge dall’ombra e si
rafforza. E più tendi “alla completezza” più ti trovi
nei guai, perché sei sempre più obbligato a
perseguire in quello scopo. Alla fine, forse, giunge
la stanchezza; e con essa, la saggezza.
La tua è una collezione notevole. Ne esistono, in
Italia, di più grandi?
Non so con precisione quanti pezzi possiedo.
Contando tutto ciò che “ha l’aspetto di volume” sto
attorno ai 1300 libri; poi ci sono centinaia di
opuscoli, fumetti, riviste, stampati, spillati… Ma
non credo -ahimé- che sia una collezione tanto
“notevole”, dal punto di vista storico, pur avendo
qualche pezzo pregiato.
Esistono certamente collezioni più importanti della
mia. Potrei menzionare una quindicina di nomi di
privati. Stimo comunque che le collezioni di libri “a
quattro cifre” siano almeno il doppio, in Italia;
alcuni collezionisti sono molto schivi, e non ci
tengono a mettersi in mostra.
Molti hanno collezioni tematiche (solo cinema, solo
problemistica…) di centinaia di esemplari ma più
complete della mia, se ci riferiamo alla quantità
relativa di libri su un certo argomento.
Il più autorevole collezionista italiano è comunque
il dr. Alessandro Sanvito a Milano, autore di un
repertorio indispensabile2.
E nel mondo?
So che in Germania, Inghiltera e Olanda esistono
grandissime collezioni. Si favoleggia su quella del
GM tedesco Lotar Schmidt, a cinque cifre… mentre
la grande biblioteca del defunto Alvise Zichichi
(più di 3000 libri) è stata acquistata in blocco da un
collezionista di Amsterdam.
Il “pezzo” più raro della tua collezione.
Un libro che trovai alla Galleria Gilibert di Torino,
e che conservo avvolto in carta velina al buio, al
fresco e al chiuso. Ogni tanto lo sfoglio reverente:
2
1
BIBLIOGRAFIA ITALIANA DEGLI SCACCHI (Sylvestre-Bonnard).
“Gli Scacchi tra Agonismo e Cultura” - 4 Settembre 2005.
12
LE JEU DES ESCHETS - Traduit de l’italien de
Gioacchino Greco, calabrois. PARIS 1714.
Tuttavia, i grandi bibliofili c’insegnano che
“antichità” non coincide necessariamente con
“rarità”.
Agostinucci, tipografo e gran collezionista di
francobolli. Durò pochi anni, attorno al 1950: ci fu
un piccolo scisma nella FSI, che poi rientrò.
Agostinucci faceva da solo la rivista del suo
gruppetto, il Circolo Scacchistico Ambrosiano.
Ed ora il libro che è stato più difficile da trovare.
Nel mio piccolo (dedicato alla ricerca di libri
italiani dal dopoguerra in poi) il più difficile da
trovare fu GLI SCACCHI di Remo Amerini
(Sanvito n° 251). Per me, un mito! Uscì
sull’entusiasmo per il match Fischer - Spassky.
Tecnicamente non è niente d’eccezionale. Però io di
collezioni italiane ne ho rilevate molte… e nessuna
che ce l’avesse mai! Poi, finalmente, su una
bancarella…
Ti giriamo una domanda già rivolta al M. Leoncini.
Fantascienza e scacchi: un connubio felice e
fruttuoso o problematico?
Felice e fruttuoso. La letteratura si è occupata da
sempre delle passioni generate dal gioco. Gli
scacchi, quando sono stati chiamati in causa, hanno
dimostrato alla grande il loro potere sull’uomo.
Potere che può arrivare fino all’ossessione
(NOVELLA DEGLI SCACCHI di Zweig, LA
DIFESA di Nabokov).
In letteratura poliziesca gli scacchi sono asserviti
all’uomo tramite i simbolismi della lotta e della
logica.
Nella letteratura SF gli scacchi hanno mantenuto
tutti questi ruoli. Ad esempio, il tema
dell’ossessione umana è stato sviluppato da Fritz
Leiber in molti racconti, e il tema degli scacchi
come dispensatori di inferni di dolore e piacere da
Iain Banks ne L’IMPERO DI AZAD.
Tuttavia, gli scacchi hanno un ampio spettro di
valenze simboliche, e ciò permette al gioco di
percorrere, nel genere fantascienza e fantastico,
tutta una serie di scalini al di fuori della portata
degli altri generi letterari. Simbologie che possono
raggiungere l’universale: bene-male, yin e yang,
vita-morte, creazione-distruzione.
La marcia in più che ha il connubio scacchifantascienza (rispetto es. a scacchi-letteratura o
scacchi-poliziesco) è dovuta alla struttura logica
intrinseca del gioco. Grazie ad essa, gli scacchi
possano essere gestiti non solo da esseri umani, ma
da tutta una serie di personaggi tipici del mondo
fantascientifico che è abilitata a interagire con la
logica più dell’uomo stesso. Possono dunque
giocare a scacchi robot, androidi, alieni, computer,
entità intelligenti, entità superiori, entità
metafisiche, entità creatrici.
In definitiva è l’unione di “ampio spettro di
simbologie” con “struttura logica intrinseca” che
porta all’esplosione delle prospettive letterarie degli
scacchi nei generi fantascienza e fantastico, incluso
naturalmente il fumetto.
E il libro tutti i collezionisti cercano?
Esistono circuiti di collezionisti internazionali…
KWA (Ken Whyld Association)… CCI (Chess
Collectors International)… che possono dare
risposte più autorevoli della mia. Ognuno ha in
mente il suo!
Restando in ambito italiano, e del Novecento, credo
che sia affascinante la magnifica pentalogia di
Salvioli-Stalda LA PARTITA D’OGGI. È
abbastanza antico da ammaliare come cimelio,
abbastanza moderno da serbare a tutt’oggi un
rispettabile contenuto tecnico e storico. Io feci
rilegare tutti e cinque i volumi con rispetto, ed è
venuto fuori un volumone fitto fitto, come un
vocabolario! Ci sono molto affezionato.
Quali sono a tuo parere i libri più didattici per un
novizio?
Oggi il novizio gioca su Internet, fa analizzare le
proprie partite da Fritz e dice sempre “Ecco, vedi?
Qua mi dava +0,52, avevo vinto. Ma come ho fatto,
a perdere!”
A questa persona consiglierei senza dubbio
CAPIRE GLI SCACCHI MOSSA DOPO MOSSA
di John Nunn (Caissa). Un must! Ah, se fosse stato
lui il mio primo libro di scacchi…
Il miglior libro sulla storia degli scacchi?
A me è piaciuto moltissimo STORIA DEGLI
SCACCHI IN ITALIA di Chicco e Rosino
(Marsilio). E non l’ho neanche letto tutto! È scritto
con passione e competenza. Non dovrebbe mancare
nella biblioteca di ogni scacchista italiano.
E la migliore rivista (non più in commercio)?
Non nomino “Scacco!” di Giorgio Porreca perché è
confluita nell’ottima Torre&Cavallo di Roberto
Messa. Direi LA SCACCHIERA di Ariodante
Internet e il collezionismo: è stato un salto di
qualità?
Vorrei vedere un solo campo dove NON è stato
fatto un salto di qualità! Abbiamo vissuto una
rivoluzione culturale senza precedenti in mezza
generazione. Possiamo buttare tutte le enciclopedie,
13
c’è Wikipedia. E per i collezionisti c’è eBay,
oppure i meta-siti come Maremagnum. Senza
contare tutte le Fantabancarelle di questo mondo ☺
Ecco, forse l’unico guaio di Internet è che puoi far
tutto senza alzare il culo dalla sedia. E questo
t’impigrisce! Mai, però, il popolo dei collezionisti –
come del resto l’Umanità intera - era stato così…
connesso, ecco.
Affermazioni come questa, ora, sembrano acqua
calda. Ma vent’anni fa io giravo per la “Rete” (non
si chiamava ancora Internet) col mio terminale
aziendale. E non cliccando col mouse, ma scrivendo
stringhe di testo in strani linguaggi… DCL…
VMS… Scoprii che c’era una specie di Agorà
pullulante di gente, là fuori (o là dentro, da qualche
parte) e mi parve una finestra sull’Universo. Ne
parlavo in giro con entusiasmo, ma mi guardavano
come un marziano. Ed era solo il 1991!
Poi vennero Netscape ed Explorer, e tutti capirono.
Una domanda d’obbligo: Quali libri di scacchi
consiglieresti ad un principiante?
Ad un principiante assoluto un evergreen della
Hoepli: BOBBY FISCHER INSEGNA GLI
SCACCHI.
Non insegna gli scacchi, ma a cercare attivamente i
“pattern” di alcuni semplici matti, magari
accompagnati da sacrifici. Non si dimenticano più!
Ma basta così. Non si impara a giocare a scacchi
leggendo un libro, così come non si impara a
giocare a tennis guardando un DVD di tennis. Gli
scacchi sono per il 99% calcolo, disse Botvinnik. E
s’impara a calcolare… calcolando.
Il Fischer e il “Polgarone” (di cui parlerò) sono due
esempi di tutorial, cioè “libri-che-fanno-progredirestudiando-da-soli”. Per il resto, Internet offre
moltissime risorse di training. E bisogna giocare
con umani.
Con umani! Non contro un programma, che vince
senza spiegare perché.
Tu
sei
il
“Custode”
dell’ottimo
sito
“fantabancarella”1, dedicata al collezionismo di
libri di scacchi e di fantascienza. Nella home page è
citato un bellissimo passo di Michele Mari sul
collezionismo tra cui si legge: “…oggi il nostro
compito è ricordare”. Crediamo che questa sia una
frase da meditare per orizzonti ben più spaziosi di
una scacchiera. Tuttavia, cosa dovremmo ricordare
degli scacchi di questi anni?
Una frase suggestiva! Il professor Mari, persona di
grande spessore culturale, dev’essere sia scacchista
1
http://www.fantabancarella.com/
che amante di SF. Fra i tantissimi miti del
Novecento citati nel suo magnifico “Tutto il Ferro
della Torre Eiffel” compaiono sia Alekhine che
Capablanca; d’altra parte, su Urania 1322 c’è un
suo pezzo magnifico, dedicato a quanto fossero
evocativi i titoli e le copertine di Urania.
Restando agli scacchi tecnici, senz’altro è da
tramandare ai posteri l’impulso tecnico dato da
Kasparov.
Sto leggendo L’EREDITÀ SCACCHISTICA DI
KASPAROV di Stohl e non mi stanco di scoprire le
qualità eccezionali di questo giocatore (per quello
che mi è dato capire, naturalmente!)
Se tu guardi una delle sue sua partite più
strabilianti, la Kasparov-Shirov (Horgen 1994)
potresti scambiarla per una partita da caffè. Il
Bianco non arrocca, muove sette volte i Cavalli, poi
trascura tutto il resto e si accanisce a far giocare una
delle sue Torri. Ma non al centro, “come si
conviene a una Torre”, ma con l’assurdo itinerario
Ta1-a4-b4… e per proseguire in bellezza va a
mangiare un Alfiere nero in b7. E tutto questo con
Shirov eh, non con uno spingilegno qualunque!
…e poi, Kasparov comincia a giocare. Solo che usa
solo mezza scacchiera: le case bianche. E Shirov,
nullo sulle case chiare, viene lentamente
strangolato. Un sacrificio finale (su casa bianca) gli
dà il colpo di grazia.
Ma che sia andata veramente così, uno come me lo
capisce solo riguardando per la terza volta la partita.
Ecco, nell’itinerario bizzarro, assurdo di quella
Torre per me c’è il distillato, il simbolo di quel che
si dovrebbe ricordare del contributo di Kasparov.
L’interpretazione nuova di dogmi vecchi, l’uso
innovativo e geniale di tecniche consolidate (in
questo caso il sacrificio di qualità) per dare nuove
prospettive a questo gioco infinito.
Da dimenticare, invece, sono alcune severità
eccessive, come il controllo antidoping obbligatorio
per gli scacchisti; lo squillo del cellulare che fa
perdere la partita; o certe assurde prese di posizione
dell’attuale presidenza FIDE. L’ultima è che il
ritardo di un minuto dalla partenza dell’orologio
dovrebbe costare, sempre e dovunque sull’orbe
terracqueo, un punto al colpevole.
“Ma mi faccia il piacere...” direbbe Totò.
Sei sul bordo di un dirupo. Dicci tre libri di scacchi
da salvare e tre da buttare.
Salverei: I MIEI GRANDI PREDECESSORI di
Garry Kasparov (Ediscere)
Sto imbrogliando. Il libro è così grosso che l’hanno
dovuto suddividere in sei tomi! Non era stato mai
14
scritto niente di simile, da un solo autore. Garry ha
esaminato, con rispetto ma senza pietà, tutti gli stili
di gioco dei grandissimi. Ha selezionato il meglio di
tutti i Campioni, fornito biografie, narrato fatti e
retroscena… un’opera gandiosa!
ZURIGO 1953, IL TORNEO INTERNAZIONALE
DEI GRANDI MAESTRI (Caissa). Il summa di
David Bronstein. Un grandissimo, che ho
conosciuto personalmente e del quale ho già narrato
con affetto (su T&C) un fatterello che ci coinvolse,
in occasione delle Giornate Scacchistiche del 90.
Zurigo 1953 veniva sempre consigliato, dalla
buonanima di Alvise Zichichi, ai Nazionali che
ambivano a diventare Maestri. Io ci ho trovato,
semplicemente, grandi dissertazioni in apertura,
mediogiochi stupefacenti, finali raffinati. E che
prosa ironica ed ammiccante!
MIDDLEGAMES di Laszlo Polgar (Konemann).
Come non salvare il Polgarone! Immaginate un
volume della Treccani. Lo aprite, e trovate “solo”
sei diagrammi per pagina, di grafica eccezionale.
Moltiplicateli per alcune migliaia di pagine, ed
avrete quattromila e passa posizioni. In realtà
Polgar non ha scritto praticamente una mazza, di
testo. Ci ha messo solo la collezione dei diagrammi
che ha amorevolmente raccolto per il training della
figlia Judith. È venuto fuori un magnifico anti-libro.
Col suo gemello ENDGAMES, da soli, “fanno
biblioteca”… e allora?
Allora questo: da solo, mi ha fatto guadagnare 350
punti Elo.
Tre da buttare!
Ah ecco, il mio primo libro: Padulli - GLI
SCACCHI. Traumatico, penoso. Quanti disgraziati
sono stati costretti a leggerselo, che non c’era altro!
Il peggio del peggio come didattica, scelte tecniche,
più una grande prosopopea. Per giunta, con più di
venti ristampe! Fortunatamente, oggi l’editoria è
lontana anni luce, da quell’obbrobrio.
Obsoleto e discutibile in parecchi punti anche GLI
SCACCHI RESI FACILI di Ramini. Una chicca
straordinaria è poi il libro di Guido Forno GLI
SCACCHI DIVINATORI, che cerca di insegnare la
Scaccomanzia, ovvero quella ehm, scienza, che
insegna come predire il futuro usando gli scacchi a
mo’ di Tarocchi. Tapiro, Tapiro.
Ed ora lo stesso, ma con libri di fantascienza.
Tre libri di fantascienza eccezionali. Eccoli:
IL GIOCO DI ENDER di Orson Scott Card. La
storia del giovane Ender, un misto fra vari classici
di guerra, con sprazzi filosofici. Un romanzo della
formazione perfetto, ma anche trattato affilatissimo
di psicologia del comando. Il mio soprannome
Democrito fu influenzato dal “Demostene” del
romanzo. E che colpi di scena magistrali!
I REIETTI DELL’ALTRO PIANETA di Ursula K.
leGuin. Un novello Einstein concepisce - fra storie
d’amore e disavventure politiche - una teoria
matematica grandiosa (il seguito della Relatività) e
la consegna in regalo alla razza… umana.
Magnifico!
L’ORLO DELLA FONDAZIONE di Isaac Asimov.
Stavolta non dico “la saga di Hari Seldon e R.
Daneel Oliwaw” perché questo me l’hai fatto già
passare con Kasparov… ma è il romanzo della Saga
che amo di più. Il mio personaggio preferito?
L’Oratore Gendibal. Quello che più ho odiato? La
Delarmi. Intrigante, cattiva, meschina…
Da gettare? Non saprei, molti li ho dimenticati…
certi li ho persino rivalutati. Ma quando lo
scivolone proviene da un grande come RAH…
come, chi è RAH? Ma è Robert Anson Heinlein,
quello di capolavori come Fanteria dello Spazio…
La Luna è una Severa Maestra… allora io non
perdono. E così, nel dubbio fra il grottesco NON
TEMERÒ ALCUN MALE e lo sconclusionato IL
NUMERO DELLA BESTIA, scelgo entrambi.
E facciamoli accompagnare pure dal noioso e
insensato
“…E LA BESTIA SORSE
DALL’ABISSO” di John Crowley (MEB).
Sappiamo che hai sperimentato un metodo di studio
tattico che ti ha permesso un veloce progresso nel
gioco. Vorresti parlarcene?
Languivo da tempo come Seconda Nazionale.
Superati i 45, stavo cominciando a rassegnarmi.
Credevo di aver raggiunto il mio limite personale, il
mio asintoto.
E invece… mi son detto “ma è mai possibile che
devo perdere tutte quelle partite in modo così
stupido, nonostante io abbia una conoscenza del
gioco superiore a quella del mio avversario?”
Ecco, una buona domanda contiene sempre parte
della risposta. La colpa non era della conoscenza
del gioco. E la risposta era sparsa qua e là, fra le
righe dei commenti di Dvoretskij, di Kotov, di
Soltis, di Nunn, di Aagard, di Lasker, di Zichichi, e
di molti altri. Bisognava solo metterla a fuoco.
Un giorno scriverò un articolo, su questo. Devo solo
trovare il tempo… sintetizzo il metodo.
Per un anno ho smesso di leggere tutti i libri di
scacchi che stavo continuando a comprare man
mano. E che mi stavano facendo, da un certo punto
di vista, perdere tempo.
Ho lavorato solo sul punto in cui io ero più debole:
l’analisi delle varianti, o meglio il calcolo mentale
15
delle varianti. Ho preso il Polgarone e ho
cominciato a lavorarci seriamente. Sessioni di
mezz’ora, un’ora al massimo (non si deve
pretendere di più).
Prima fase: analisi e calcolo mentale. Stai là, guardi
il diagramma e cerchi la soluzione. Poi scrivi quello
che hai visto.
Seconda fase: controllo della soluzione. Controlli se
hai visto il tema, se hai calcolato tutte le varianti
giuste, quali varianti difensive hai trascurato. Tutti
trascurano delle varianti. Se no, nessuno perderebbe
mai.
A questo punto tutti si fermano, e dicono “OK l’ho
trovata” oppure “mannaggia non l’ho trovata” e
passano avanti.
NO! Terza fase, e negletta. Si ripercorre la
soluzione integrale della posizione. Sempre a
mente, senza toccare i pezzi. Si ri-visualizzano tutte
le varianti. Guardando il diagramma, soluzione alla
mano.
In questo modo non solo si memorizza il pattern
trovato; non solo si memorizzano la tecnica
d’attacco trovata e il comportamento da tenere in
determinate posizioni; ma si rinforza il potere di
visualizzazione stesso.
È l’atto del calcolare, che fa migliorare nel calcolo.
Non tanto il trovare o meno la soluzione.
Dopo un anno di questo lavoro, non hai più paura di
nessun sacrificio.
Col senno di poi, posso aggiungere che va bene una
qualunque raccolta di temi tattici, meglio se divisa
per gruppi di posizioni. Esistono in commercio
decine, di questi libri!
Ho poi scoperto che tutto ciò era stato proposto in
maniera molto simile da qualcuno che spergiurava
“400 punti Elo in un anno!” Non è un vanto, si può
fare. E si può fare anche se i tuoi neuroni sono in
fatale fase discendente; anche se sei attorno ai
cinquanta, come me; anche se eri da vent’anni
fermo a meno di 1600 punti. Adesso sono a 1900.
Vuol dire che dovrò lavorare su altre debolezze, ma
non più su quella tattica. Il nostro punteggio è
limitato, sostanzialmente, dal fattore più debole. E
per tanti, questo fattore è il calcolo mentale delle
varianti.
Ed ora, quasi a dimostrazione dei risultati di questo
metodo di studio, pubblichiamo una recente partita
di Giuseppe, con i commenti dell’autore. Oltre ad
essere istruttiva, è stata premiata come miglior
partita del Torneo “I Like Elo” presso il Circolo
L’Arrocco di Roma1.
1
14.1.2009 – 25.2.2009.
Arabito-Boccardi – Torneo “I Like Elo”, Roma,
febbraio 2009
1. e4 c5 2. Cf3 Cc6 3. d4 cd4 4. c3
Il Gambetto Morra. Il B prende il toro per le corna e
sfida il bellicoso giocatore di Siciliana ad entrare in
una partita difensiva.
4. …dc3 5. Cc3 e6 6. Ac4 Dc7 7. 0-0 Cf6
Al modico prezzo di un pedone il B ottiene vari
compensi.
Psicologico: impone al N quanto di più sgradito,
una condotta di gioco guardinga e passiva.
Pratico: risparmia tempo-orologio. Il primo
giocatore raggiunge rapidamente il set up tipico,
mentre il N deve perdere tempo di riflessione per
seguire una china erta, nella quale può mettere
facilmente il piede in fallo.
Strategico: il gambetto da’ alcuni vantaggi
posizionali e delle possibilità tattiche. Naturalmente
non sono tutte rose e fiori, come spiega benissimo
Attilio Sacripanti, autore del libro “Il Gambetto
Morra” (Mursia). Anche se è di alcuni anni fa, a
mio avviso questo è il miglior testo in circolazione
sull’argomento.
8. Ag5
Dimenticavo. Il Gambetto Morra tiene svegli! Con
la sua sequenza, il N ha appena teso la graziosa
Trappola Siberiana. Se adesso il B giocasse
meccanicamente ciò che deve giocare nel 99% dei
casi, ovvero la normale Donna in e2, potrebbe
seguire 8. De2 Cg4 9. h3 (pare naturale…) Cd4 e il
N vince al colpo!
La mossa d’Alfiere prepara il vis-à-vis fra Dc7 e
Tc1 (una delle risorse del B) e mantiene la Donna a
vegliare su d4.
8. …Ce5 9. Ab3 Cc6?
Una grave perdita di tempo. S’imponeva il cambio
col Cf3.
10. Tc1 Db8 11. Cd5?!
Uno dei temi tattici a disposizione del B. Qui però è
prematuro, perché il N potrebbe non essere
compiacente, e non giocare 11. …Cxe4 12. Tfe1
Cxg5 13 Cxg5 Ae7 14. Cxf7 Rxf7 15 Df3+, ma
bensì - come mi ha mostrato l’inflessibile Fritz - 12.
f5, e il B resta con un pugno di mosche.
11. … Ae7?!
Fortunatamente per me, il N non viene a vedere il
bluff. In torneo si gioca contro un essere umano, il
quale si spaventa, o si preoccupa, molto più del
16
necessario di un sacrificio. Ma quando una mossa
debole non viene punita, è il momento che diventa
forte.
12. Te1
Il B avrebbe dovuto giocare prima questa mossa di
Torre, e poi il salto in d5; in tal modo non avrebbe
dato al N l’opportunità di prendere in e4, e di
giocare …f5 alla dodicesima. Adesso il Cavallo in
d5 è davvero tabù.
Una possibilità che ho invece scartata è il cambio
12. Cxe7. Se il N prendeva di Re, allora via col
sacrificio di qualità in c6 e poi spinta in e5,
guadagnando il Cavallo inchiodato; ma perché mai
il N deve prendere di Re? Riprende con l’altro
Cavallo, e il B si è privato di un forte attaccante
senza concludere niente.
12. … Cxd5?
Il N non regge alla tensione, e sbaglia. Io gli avrei
suggerito 12. … h6, mentre Fritz propone una
difesa da computer, 12. … e5. Per un umano è
difficile trovare una mossa del genere, che
contravviene a una disposizione scontata in base a
dei principi: “il pedone e6 ormai era stato spinto;
non aprire diagonali all’Alfiere bianco; non creare
debolezze sulla colonna d”.
13. exd5 Axg5 14. Cxg5
La presenza attiva di un pedone che sta effettuando
la rottura in d5 sancisce il vantaggio decisivo del B.
14…Ca5 15. dxe6 dxe6 (diagramma):
è arroccato, e c’è un’abbagliante convergenza di
pezzi bianchi sulle case antistanti. Sacrificare si
deve!”
L’intuito suggerisce che il difensore di e6
dev’essere eliminato con la forza.
16. Aa4+ b5 17. Txc8+
Primo: il difensore di e6 è eliminato. Si poteva
sacrificare anche alla mossa precedente.
17. … Dxc8
…E di colpo la presa in b5 con scacco non mi è
sembrata più attraente, a causa della salita del Re
Nero in e7. Eppure si vinceva lo stesso, anche se
con la seguente manovra, che non ho vista: 18.
Axb5+ Re7 19. Df3 e poi Da3+.
In compenso ho avuto un’idea elegante, e che
probabilmente resta impressa a chi legge.
18. Dd6!
Coglie in pieno il senso del sacrificio di Torre, il
quale non solo ha eliminato il difensore di e6, ma
anche quello di d6! Piccolo particolare: si costringe
letteralmente il N a prendere l’attivissimo, “inutile”
Alfiere. E sono due…
18. …bxa4 19. Cxe6
… ma adesso cominciano i sacrifici con obiettivo
semplice e brutale. E tre…
19. …Dxe6
il N è costretto a cedere subito la Donna. Non
cambiava le cose 19.… fxe6 20.Txe6+ Rf7 21.Te7+
Rf8 e il RN va sotto il plotone d’esecuzione.
20. Txe6+ fxe6
Prima di giocare la 18esima avevo visualizzato
questa posizione, e mi son detto: “a questo punto è
impossibile che il N non perda altri pezzi: ha due
Torri scollegate e un Cavallo sospeso. Con uno
scacco
di
Donna,
qualcos’altro
cadrà”.
E quindi non ho analizzato oltre. Per inciso, la
tecnica pratica di sfoltire e semplificare l’albero
delle varianti grazie a valutazioni generali è
suggerita da molti GM (Nunn, Tisdall, Aagard…)
nei loro ottimi libri.
Come si valutano queste posizioni? Un principiante
direbbe:” il N ha un pedone in più”.
Un giocatore da caffè - più furbo! - sacrificherebbe
il Cavallo in f7 per poi ricatturare meschinamente il
Cavallo in a4 con uno scacco di Donna. Un pezzo è
un pezzo!
Uno un po’ più esperto non conta, ma pensa: “In
questo momento il N ha tre pezzi fuori gioco (2
Torri, Cavallo; Donna a mezzo servizio). Il RN non
21. Dxe6+ Rd8 23. Dd5+ Re7 23. Dxa5 Thd8
Di norma chi ha la Donna deve temere le due Torri
coordinate; ma questo finale è vinto per il B a causa
della presenza di pedoni sparsi.
24. Dxa4 Td6
Problema: si può guadagnare materiale con uno
scacco ben dato?
17
Certamente. L’ottima 25. De4+ Te6 26. Dxa8
guadagna trionfante una Torre.
Ma becca la fulminea 26. … Te1 matto.
Quante partite vinte sono state perse in questo modo
banale, addirittura “ingiusto”, per qualcuno. Ma a
scacchi non c’è ingiustizia. Le cose sono lì, visibili,
evidenti! Parare il matto in ottava è cosa da
ricordare. Bisogna averne preso almeno uno, nella
vita; poi non si scorda più. Per inciso, la presa di
pedone a4 serviva solo a controllare d1.
Quella sporca decina
25. g3 Tad8 26. Dxa7+ Rf6 27. h4
Un’utile base d’appoggio per gli attacchi della DB.
Non c’è fretta, per avanzare i pedoni.
27. …Te6 28. Dc5 Td8d6 29. b4 Tc6 30. Dg5+
Rf7 31. b5 Tg6?
Accelera la fine.
32. bxc6!
Forse per qualcuno è inaspettata. Però non bisogna
lasciarsi prendere dal pathos della lotta DonnaTorri… ma vigilare per entrare, se e quando si può,
in un finale semplicissimo e vincente.
32. …Txg5 33. hg5 Re7 34. Rg2 Rd6 35. Rf3
(diagramma):
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w kq - 0 9
il bianco si trova in una posizione delicata. La scelta
è tra 11.hxg4 e 11.dxe5. Qual è la mossa giusta?
Osservate la disposizione dei pedoni bianchi, e
capirete che sancisce l’ineluttabile vittoria del B.
Anche N è persuaso, e abbandona.
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KQ - 0 16
dopo 17...exd4 il bianco come deve catturare, con il
Pedone o con l’Alfiere?
18
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- - 0 15
se il nero cattura il Pedone d4 con la Donna,
segue...
continuate l'attacco.
3N
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17
Il bianco dispone di uno “spot” tattico irresistibile.
Trovatelo.
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11
cosa succede dopo la mossa 12...Td8 del nero?
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la Donna è attaccata. Fa bene il nero a ritirarla in
c7?
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K1 w - - 0 19
date un giudizio sull'attacco del bianco inaugurato
con 21.g5.
19
Soluzioni di “Dove andare?”
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9N
8/4kpp1/7p/3p4/pp1PP1P1/5P1P/P1K5/8 b - - 0 37
il nero deve catturare il Pedone e4 oppure no?
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10 N
2n3rr/1p1k1p1p/2pbpP2/p2pB1P1/3P4/1PP2NP1/P7/R3K2R b KQ 0 22
il nero effettuò la mossa 23...b5. Perchè è sbagliata?
1) 55...Rf5 non va bene per 56.Rf3 conquistando
l'opposizione, il bianco costringe il nero a
indietreggiare.
Non va bene nemmeno 55...Re6 per 56.Re4.
La mossa giusta è quindi 55...Rd5.
Vediamo come è continuata la partita:
56.Rd3
56.f5? Re5; 56.Rf3? f5.
56...f5
costringendo il bianco nell'unica casa.
57.Re3 Rc4
conquistando una casa critica (SQ n.10)
58.Re2
58.Rf3 Rd3.
58...Rd4 59.Rf3 Rd3 60.Rf2 Re4
la caratteristica triangolazione per la cattura del
Pedone.
61.Rg3 Re3 62.Rh3 Rxf4 vincendo.
2) 44.Rg4 è sbagliata per 44...Rh6 45.Rf5 Rxh5
etc.
È giusta 44.Rg3. A 44...Rh6 segue (se 44...Rh7
45.Rf3 conduce alla patta.) 45.Rg4 e cade il Pedone
g5.
3) E’ giusta la prima: 35.Re4 ed ora:
a) 35...a4 36.Rd5 b4? (36...c4 37.Rc5) 37.Rxc5;
b) 35...g6 36.Rd5 ed il bianco controlla tutto.
E’ disastrosa 35.f6 g5 36.hxg5 hxg5 37.Re4 Re6.
35.g5 la mossa giocata in partita. Vediamo come è
andata:
35...hxg5 36.hxg5 g6 37.e6+
(se 37.fxg6 fxg6 38.Re4 Re6 ed ora decide la
maggioranza ad ovest.)
37...fxe6 38.fxg6 Re7 39.Re4 a4 40.Rd3 Rf8
41.Re4 Rg7 42.Re5 b4
ora il problema del bianco si evidenzia chiaramente:
il Re può controllare la situazione ad est, ma gli
sfugge il problema ad ovest: la maggioranza di PP
neri produrrà un P passato.
43.axb4 cxb4 44.Rd4 e5+ 45.Rc4 a3 46.bxa3
il bianco abbandona.
20
Soluzioni di “Quella sporca decina”
1) la mossa giusta è 11.dxe5.
In partita il bianco giocò 11.hxg4 a cui seguì
11...hxg4 12.Ch2 Cxg2 (ecco la mossa che il
bianco non si aspettava) 13.Rxg2 Txh2+ 14.Rxh2
Dxf2+ 15.Rh1 g3 16.De2 g2+ 17.Rh2 g1D+ .
Il nero doveva invece catturare l’Alfiere! A
22...Rxh7, dopo 23.Dh5+ Rg8 24.g6 (se 24.Dxh4 il
bianco ha sempre un pezzo in meno.) 24...Tf5
25.Dh7+ Rf8 26.Dh8+ Re7 27.Dxg7+ Re8
l’attacco del bianco evapora e il nero si difende.
Ciò evidenzia come il difendente deve valutare
bene tutte le varianti, perché spesso i sacrifici
d’attacco (ai bassi livelli) non sono corretti. Un
altro breve esempio, tratto da una partita tra NC:
2) con il Pedone. Dopo 17...exd4 se cattura con
l’Alfiere, segue 18.Axd4 Cxd4 19.cxd4 Axc5 e se
il bianco cattura l'Alfiere, segue Te8.
3) A 8...Dxd4 segue 9.Axf7+ Rd8 10.Cxc6+.
4) 19.Txd7
20.Cxf6+.
Dxd7
[se
19...Cxd7
20.Ch6#]
Muove il nero
5) La prima mossa si vede subito, ma bisogna
calcolare anche le varianti. Dopo 12...Td8 si ha
13.Txg7+ ed ora, se:
a) 13...Rh8 14.Txh7+ Rxh7 15.Dh5+ Rg7 16.Dxf7+
Rh8 17.Cg6#;
b) 13...Rf8 14.Txf7+ Re8 15.Dh5 etc.
c) Rxg7 (la mossa giocata in partita) 14.Dg4+ Ag5
15.Axg5 f5 16.Ah6+ Rf6 17.Dg7# .
6) 17.Txd7 Rh8 [se 17...Dxd7 18.Axe6+] 18.Axe6
Ac8 19.Dh3 h6 20.Dxh6+.
il nero inaugura un attacco su Re con:
22...Cf4 23.gxf4 Th6
il nero ha puntati sul Re l'Alfiere, la Donna, la
Torre. Inoltre la Donna bianca è attaccata. Ma se il
bianco mantiene la calma, si rende conto di avere
più di una mossa per mandare a vuoto questo
attacco avventato.
24.Dg5
oppure 24.Df3 exf4 25.Td3
24...Axh3 25.Td3 Axg2+ 26.Rxg2 Df7
il nero minaccia Tg6. Ma niente paura!
7) No. A 10...Dc7 segue 11.Cxd6 Dxd6 12.c4.
27.f5
Oppure 27.Dxd8 Dg6+ 28.Tg3 Dh5 29.f5 Dh2+
30.Rf3 Dh5+ 31.Re3
8) Vediamo l’attacco: 21.g5 fxe5 22.Axh7+ A
questo punto al nero si presenta il dilemma:
catturare l’Alfiere o no?
27...Td7 28.Th1 Txh1 29.Rxh1 Cf6 30.Txd6
e il bianco vinse facilmente.
In partita il nero ha giocato 22…Rh8, giustificando
così l'attacco del bianco. Infatti è seguito 23.Dh5
Axg5 24.fxg5 Cf7 25.Ag6+ Ch6 26.gxh6 Tf6
27.hxg7+ e il nero ha abbandonato.
9) No. In partita fu giocato:
38...dxe4 39.fxe4 Rd6 40.Rd3
solo adesso il nero si deve essere reso conto che il
suo Re è bloccato a tenere al guinzaglio i due
21
Pedoni centrali, mentre il bianco può fare quello
che vuole.
40...f6 41.Rc4
ed infatti il Re bianco non si fa pregare e procede
con lo smantellamento della maggioranza pedonale
ad ovest.
41...b3 42.axb3 a3
serve a ben poco. Il Re bianco entra tranquillamente
nel quadrato.
43.Rc3
la partita a questo punto è finita.
Torniamo alla posizione inziale. Le mosse che
potevano essere giocate sono a) 38…g5,
b)
38…Rd6, c) 38…Rd7.
a) 38...g5 ed ora:
a1) 39.Rd3 Rd6 40.Rd2 (40.Re3?? b3) 40...Re6
41.Rc1 Rd6 patta;
a2) 39.exd5 Rd6;
a3) 39.e5 Rd7 40.Rd2 Rc6 41.Rd3 Rb5 42.Rd2
Rc4;
b) 38...Rd6 39.h4 (39.e5+ Re6 etc.) 39...g6 40.h5
gxh5 41.gxh5 Re6 42.Rd2 f5 43.e5 f4 44.Rc2 Rf5
45.a3 b3+;
c) 38...Rd7 39.h4 g5 40.h5 f6 41.Rd3 Rc6 42.Rc2.
10) 23...b5 è sbagliata perchè il nero perde un
Pedone: 24.a4 bxa4 (se 24...b4 25.Axd6 Cxd6
26.cxb4; se 24...Af8 25.axb5 cxb5 26.Txa5)
25.Txa4.
22
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SQ_36