Le tappe dello spettacolo futurista sono scandite da una prima fase in cui “tutto è spettacolo”,
ma non ancora teatro, ad un’altra in cui si comincia a sentire l’esigenza del testo come base della
performance.
Le “serate” rappresentano l’antefatto della drammaturgia futurista. In un’atmosfera
caratterizzata da passionalità politica e provocazione scandalistica, si mescolavano la lettura dei
Manifesti, la declamazione di testi poetici, esposizioni di quadri futuristi, avvenimenti mimico –
gestuali.
Le tre tappe principali della poetica teatrale del Futurismo negli anni Dieci sono:
I. Il Manifesto dei Drammaturghi futuristi, che avrà come titolo definitivo La voluttà d’esser
fischiati (11 gennaio 1911).
II. Il Teatro di Varietà pubblicato il 21 novembre 1913 sul “Daily-Mail”, già edito da “Lacerba”
il mese precedente.
III. Il Manifesto Il teatro futurista sintetico per una nuova drammaturgia, firmato da F. T.
Marinetti, Emilio Settimelli, Bruno Corra (11 gennaio – 18 febbraio 1915).
Il Manifesto sulla Scenografia e Coreografia futurista (1915) di Enrico Prampolini è un invito ad
abolire la scena dipinta e a creare “un’architettura elettromeccanica incolore, vivificata
potentemente da emanazioni cromatiche di fonte luminosa, generata da riflettori elettrici dai
vetri multicolori”. Egli ha sostenuto l’esigenza di una scena “dinamica” contrapposta alla
tradizionale scena “statica”.
Si può considerare conclusa la poetica
del teatro futurista nel 1933, quando,
in sintonia con la politica culturale del
fascismo e con l’idea di un “teatro di
massa”,
Marinetti
teorizza
nel
Manifesto Il teatro totale futurista una
struttura multimediale, un colossale
spettacolo in cui si svolgono
simultaneamente diverse azioni con
l’utilizzo di molti strumenti: cinema,
radio, televisione, telefono, luce
elettrica, suoni e rumori.
B. Munari, illustrazione per F. T.
Marinetti, Il teatro totale, in “Almanacco
letterario Bompiani”, Milano 1933
Nell’ambito del Teatro della sorpresa,
rappresentato l’11 gennaio 1924 al Teatro
Trianon di Milano dalla Compagnia “Il nuovo
teatro futurista”, Depero e Casavola mettono in
scena il balletto meccanico Anihccam 2000. La
grafica di Depero viene associata a una
spettacolarità di tipo teatrale. Nei manifesti
continua lo spettacolo teatrale, ricompaiono i
perosnaggi, si susseguono le cadenze del
balletto. La sua opera è caratterizzata dall’uso
di colori squillanti su fondi omogenei e da una
semplificazione geometrica delle sagome.
F. Depero, manifesto per il Nuovo Teatro Futurista,
1924
(Treviso, Museo civico, coll. Salce)
L’oceano del cuore e I prigionieri e l’amore di F.
T. Marinetti furono rappresentati al Teatro Eden
di Milano dal “Teatro futurista Marinetti”; il
primo il 24 novembre 1927, mentre il secondo
il 26 novembre dello stesso anno.
Alla fine degli anni Venti, risalgono alcune delle
più significative realizzazioni di Prampolini nel
campo della grafica. La capacità di fondere
immagine e testo rivela l’attenzione dell’artista
agli sviluppi del cartellonismo europeo, e in
particolare alla produzione dell’area franco –
belga. I connotati tipicamente futuristi sono la
silhouette del poeta declamante e il dinamismo
risultante dalla composizione condotta per
linee diagonali.
E. Prampolini, manifesto per il Teatro futurista
Marinetti, 1927
(Treviso, Museo civico, coll. Salce)
Il suggeritore nudo di F. T. Marinetti fu
rappresentato il 12 dicembre 1929 al Teatro
degli Indipendenti di Roma.
Tra i contributi più rilevanti della grafica
futurista figurano le realizzazioni di Bruno
Munari. I suoi referenti culturali sono
rintracciabili in una dimensione di respiro
europeo. Operando a Milano, Munari segue
con attenzione l’esperienza della rivista
“Campo grafico”, e si mantiene anche
aggiornato sulla produzione dell’area tedesca.
B. Munari, cartolina con robot della scenografia
dello stesso Munari per Il suggeritore nudo di F.
T. Marinetti, 1930 ca
Con le rappresentazioni di Simultanina si può
considerare definitivamente concluso il ciclo
del teatro futurista.
Simultanina fu rappresentato il 9 maggio 1931
al Teatro Manzoni di Milano dalla Compagnia
diretta dallo stesso autore. Lo spettacolo ebbe
numerose repliche in diverse piazze, tra le
quali Torino e Roma.
B. Munari, manifesto per la tournée del Teatro
futurista Marinetti, 1931 ca
(Treviso, Museo civico, coll. Salce)
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