Anno VII Numero 10
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Periodico mensile dell’oratorio S. Tarcisio – Carnate (MB)
Editoriale 3
Sei Tu, Signore, Tu, l’autore della vita, Tu, l’amante della vita. Tu, così
intimo alla nostra vita finché la vita ci sorride e ci regala tutta la sua
pienezza. Tu, così estraneo, sconosciuto e percepito da noi distante,
assente, quando il dono della vita si ritira con prepotenza, lasciandoci
senza parole. Signore, questi sono i momenti in cui la nostra fede in Te è
messa duramente alla prova. Signore, questi sono i momenti in cui, con
il tuo aiuto, la nostra fede paradossalmente può fare un passo in più nella
conoscenza di Te e della tua Buona Notizia per la nostra vita.
Ti chiediamo di sostenere la nostra fede, ma
soprattutto di venire Tu a rispondere alle
nostre domande di senso, al nostro bisogno di
capire come la pensi Tu e a quale speranza
possiamo aggrapparci in questi momenti. Ti
chiediamo il dono di ascoltare quello che Tu
hai da dirci, a cominciare dall’ascoltare,
prendere sul serio e dare voce a tutte le
domande che abbiamo nel cuore.
Donaci di rivolgerle tutte a Te, in attesa di conoscere come la Buona
Notizia del tuo amore incondizionato, gratuito e fino alla morte è la
risposta per la vita di ogni uomo, l’unica risposta a questi interrogativi
seri e profondi del nostro vivere e morire di ogni giorno.
Mettici, Gesù, in ascolto di come sei vissuto, morto e risorto… per
scoprire insieme con Te e per dono tuo il senso del nostro vivere ogni
giorno, il senso del nostro morire ed aprire i nostri cuori a quella
promessa di vita piena che Tu hai in serbo per ciascuno di noi.
Così sia, nel nome di Gesù, Signore Nostro.
Amen.
Ester
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Viaggi
SUI LUOGHI SALESIANI
24 gennaio 2010: sono ritornata da qualche ora dai “luoghi salesiani” e ho nel cuore la
gioia di condividere e di consigliare un bellissimo itinerario. Non si tratta di un
semplice percorso artistico, ma ha anche un grande significato religioso. Per questo
numero de “Il Bagliore” vorrei proporvi un virtual-tour sui luoghi che hanno visto
nascere e vivere San Giovanni Bosco.
Le località da visitare sono principalmente due:
Colle don Bosco, frazione di Castelnuovo, e
Torino, in particolare la zona di Valdocco.
Partiamo dall’inizio: come prima cosa, arrivati al
Colle, si nota che c’è un’atmosfera veramente
particolare; ci si trova immersi nel silenzio, un
silenzio carico di emozione. Al Colle ci sono
alcuni luoghi simbolo che non possono non
essere visitati e sono: il Tempio Maggiore, la
Casetta di don Bosco, il Santuario dedicato a
Maria Ausiliatrice, la casa del fratello Giuseppe e la Cappella del Rosario.
Il Tempio di don Bosco è di nuova costruzione, risale agli anni sessanta e viene
restaurato nel 1999 per volere di un benefattore. Quello che colpisce di questa
bellissima chiesa sono il richiamo alla forma dell’Arca dell’Alleanza e il grande Cristo
Risorto, che campeggia sopra l’altare. Il Cristo Risorto è imponente: è alto 8 metri,
l’ampiezza delle braccia è di 6 metri ed è interamente realizzato in legno. Uscendo dal
Tempio si nota un immenso affresco raffigurante l’incontro dei Discepoli di Emmaus
con il Signore Risorto.
La Casetta di don Bosco è molto semplice; al suo interno si possono vedere tre stanze:
la cucina, la camera di mamma Margherita e la cameretta di don Bosco.
Un ultimo luogo che potete vedere, e vi consiglio di non perdere, è la Cappella del
Rosario che don Bosco fece costruire appositamente per quando, a settembre, si recava
al Colle con i suoi ragazzi. È una cappella molto bella e semplice sul cui soffitto sono
riprodotti i 15 misteri del Santo Rosario; questo luogo, oltre allo scopo religioso, aveva
anche una funzione pedagogica.
Spostandovi a Torino in zona Valdocco potete ammirare alcuni luoghi che furono
significativi nella vita di don Bosco e che ora fanno parte del grande complesso
dell’Oratorio di Valdocco. Al tempo di don Bosco quegli stessi luoghi erano punto di
ritrovo e di accoglienza per tutti. La prima cosa che potete visitare è la bellissima
Cappella Pinardi: questo è uno dei primi luoghi dove don Bosco creò l’oratorio.
Altri due luoghi imperdibili sono la Chiesa di San Francesco di Sales e la Basilica
dedicata a Maria Ausiliatrice. Sono due chiese entrambe molto belle e ricche di
affreschi.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio!!!
Sam
Libri 5
ASSAPORARE EMOZIONI
Mi è capitato molte volte di leggere libri di ogni genere ed immaginare ogni volta
le scene, i personaggi, i luoghi narrati; mi permette ogni volta di sentirmi un po'
parte della storia. Talvolta spero che ne traggano dei film (anche se al 90% ne
rimango delusa) solamente per vedere se il regista è riuscito a scegliere gli attori
che io mi immaginavo fossero quelli “ideali”, quelli che avessero la faccia giusta, il
giusto carisma. Ok, forse sono un po' troppo esagerata, ma mi diverto un mondo,
stimola la mia fantasia.
C'è poi un altro tipo di libri che ho
avuto il piacere di leggere e che
questa volta si possono contare
sulle dita di “mezza mano”: sono
quei libri in cui sono stata in grado
di assaporare vere e proprie
emozioni e sensazioni, facendole
mie e desiderando fortemente, più
di tutte le altre volte, di essere
partecipe di quelle storie. Il primo libro lo lessi molti anni fa, forse durante i primi
anni delle superiori, il secondo l'ho appena terminato nel corso dei miei quotidiani
spostamenti da pendolare. Il primo è “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, il
secondo “Il giorno in più” di Fabio Volo. Due autori di due diverse generazioni,
due storie diverse, ma stesso pregio: essere in grado di dispensare emozioni.
Quello che ho desiderato durante la lettura di “Sostiene Pereira” è stato bere una
limonata ghiacciata seduta al tavolino di un piccolo bar durante una caldissima
giornata d'estate a Lisbona. La stessa limonata, lo stesso tavolino, lo stesso bar, la
stessa città di Pereira, protagonista del romanzo. Tabucchi mi ha dato
involontariamente la possibilità di provare le stesse emozioni e sensazioni del suo
protagonista: che soddisfazione, come mi ha dissetato la limonata ghiacciata di
Pereira! Qualche anno dopo sono andata a Lisbona ma quella limonata non l'ho
mai presa. Forse mi era bastata quella che avevo bevuto immaginando.
“Il giorno in più”, ricordo molto più vivido, mi ha fatto immaginare New York e
mi ha fatto venire voglia di andarci, per visitare i luoghi descritti, respirare le
emozioni di cui ognuno di essi era impregnato. Con Giacomo e Michela,
protagonisti del romanzo, ho bevuto caffè e mangiato muffins deliziosi al Doma
Cafè, passeggiando per le vie e i parchi più belli: sono stata proprio bene, Giacomo
e Michela sono stati degli ottimi compagni di viaggio.
Con Lisbona mi sono fatta scappare un'occasione...spero di non fare lo stesso con
New York...mai dire mai.
Bea
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Fumetto
Fumetto
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Cultura
STEVE McCURRY
Che siate esperti del settore o no, le sue stampe cattureranno senza dubbio la vostra
attenzione. Sarete stupiti dai colori. I soggetti e il contesto in cui essi sono stati
“intrappolati” vi faranno riflettere, fantasticare, sorridere.
Queste potrebbero essere le qualità che rendono speciale la fotografia di Steve
McCurry, americano, i cui scatti più significativi sono in mostra a Palazzo della
Ragione a Milano fino al 28 febbraio 2010. Vari sono stati i riconoscimenti dell’attività
del fotografo in tutto il mondo. Non da ultimo l’Ambrogino d’Oro, assegnatogli dal
capoluogo lombardo nell’ottobre 2009.
Steve McCurry ha iniziato la sua attività di fotografo freelance negli anni Ottanta con
un lungo soggiorno in India. Durante questa esperienza è maturata in lui l’idea che,
prima di iniziare a scattare, sia necessario trascorrere del tempo coi soggetti della
propria fotografia: se questi si sentono a proprio agio, tenderanno a dimenticarsi della
macchina fotografica, svelando all’altro una parte di sé. Molti sono stati i viaggi che
hanno portato il fotografo in Medio Oriente ed Asia, non solo in tempo di pace, ma
anche di guerra. Egli è stato infatti testimone dell’occupazione sovietica
dell’Afghanistan, e ha svolto la sua attività di documentazione
anche durante la Guerra del Golfo e il conflitto Iran-Iraq. Le
foto scattate in tali occasioni hanno la particolarità di mostrare
la guerra non solo nelle sue conseguenze macroscopiche, ma
anche nella dimensione in cui essa colpisce il singolo cittadino,
la popolazione civile, i bambini. Quello che probabilmente
colpisce l’osservatore, però, è che in alcuni degli scatti oltre
all’orrore della distruzione si può intravedere la speranza della
rinascita. Quest’ultima è racchiusa in piccoli gesti di normalità,
che spesso stridono col contesto in cui sono inseriti: un
fruttivendolo che ha sistemato le cassette delle arance nel
cofano di un’auto distrutta, due tecnici che cercano di riparare
il
loro
laboratorio
completamente
devastato
dai
bombardamenti.
Proprio in un contesto di guerra McCurry ha scattato nel 1984 il ritratto che lo ha reso
celebre: quello di una bambina afgana dai magnetici occhi verdi, proveniente da un
campo profughi. La foto è stata pubblicata sulla copertina del numero di giugno 1985
di National Geographic e ha fatto rapidamente il giro del mondo, consacrando
McCurry alla critica internazionale. Questo è uno dei tanti ritratti che fanno parte del
portfolio del fotografo americano. E’ veramente come se si potesse leggere sui volti un
messaggio che ha a che fare con l’anima delle persone, quasi come uno specchio.
Le stampe sono raggruppate per temi (gioia, guerra, infanzia, silenzio, bellezza), e
ciascuna di esse ha molto da dire. Una mostra così ricca lascia veramente senza parole.
Per saperne di più: www.stevemccurry.com & www.stevemccurrymilano.it
Noe
Attualità
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Un fatto strano è accaduto a Parigi. Una storia d’amore imprevista – e fin qui niente di
strano, dopotutto sempre di Parigi si tratta; lui e lei si conoscono su Internet, e anche
qui nulla di sconvolgente, dato che gli appuntamenti on-line sono diventati sempre più
frequenti nell’ultimo decennio. La particolarità di questo rapporto emerge quando
scopriamo chi sono i protagonisti.
Lui, Thierry, un liceale sedicenne; lei, invece, una donna di 36 anni portatrice di un
grave handicap: a causa di un farmaco assunto dalla madre durante la gravidanza, è
nata senza braccia e senza una gamba. Tuttavia, nonostante questo, tra loro è nata una
storia intensa e duratura.
I due, infatti, si sono conosciuti nel 2008, su un forum dedicato a
Sophie Marceau, di cui entrambi sono fedeli fan, e da allora
hanno continuato a scriversi e poi, col tempo, ad incontrarsi. La
relazione è diventata pubblica, con lo sconcerto che era
comprensibile aspettarsi da parte delle rispettive famiglie. Il
padre del ragazzo lo ha cacciato di casa, non sopportando l’idea
che avesse una relazione con una donna tanto più grande di lui e
afflitta da un handicap di tale portata. Lei, invece, ha divorziato
dal marito e nell’ottobre del 2008 ha comprato un appartamento
a Brest, che da allora condivide con il giovane compagno.
Ad aumentare lo scandalo, è intervenuta anche la giustizia. Ai danni della donna è stato
intentato un processo che è risultato in una condanna a due mesi di carcere con la
condizionale, per sottrazione di minore. Il procuratore generale ha definito la relazione
ambigua, chiedendo che i due innamorati non potessero più vedersi; non solo: ha anche
imposto al ragazzo di proseguire i propri studi in collegio e di trascorrere tutti i fine
settimana in una famiglia affidataria.
Sicuramente le argomentazioni della procura, secondo cui Thierry ha bisogno di
crescere prima di intraprendere una vita a tutti gli effetti “adulta”, hanno fondamento.
Tuttavia, sembrerebbe un errore catalogare frettolosamente questa storia come un
errore o uno scandalo. Il giovane e la sua innamorata hanno dimostrato di saper
affrontare insieme qualsiasi problema che sia loro capitato finora, andando oltre i
pregiudizi e le apparenze, che tendono a farci etichettare come “diverse” le persone
affette da handicap. “Io la aiuto a lavarsi, a vestirsi, a mangiare. Lei ha bisogno di me.
E io con lei sto bene” ha dichiarato l’adolescente al quotidiano Le Parisien. E persino
sua madre si è dovuta ricredere: “Mi sembra che la loro sia una vera storia d’amore”.
Il ricorso presentato dalla donna ha avuto effetto sospensivo sulla condanna per
sottrazione di minore, ed il nuovo processo sarà celebrato a Rennes entro la fine del
2010. Fino ad allora, lei e il giovane staranno insieme, continuando a difendere la loro
fin troppo criticata relazione.
AMBRA
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Curiosità
OcchIO & cROcE
Su per giù questa stanza sarà lunga 4 metri,… sarà accaduto più o meno tre anni
fa,… ad occhio e croce saremo in viaggio da circa 30 minuti. Ad occhio e croce: un
comune modo di dire, ma qualcuno si è mai chiesto da dove derivi? A pensarci su
un po’ riesco a legare solamente l’occhio con l’idea di qualcosa di approssimativo:
quando dobbiamo stimare la lunghezza/larghezza/altezza di un oggetto ci
affidiamo quasi esclusivamente ai nostri occhi. Ma allora la croce cosa c’entra?
Facendo un po’ di ricerche si trovano diverse teorie sull’origine di questo modo di
dire. Quella che secondo me riesce a spiegarne meglio la nascita ci porta in un
tempo indefinito antecedente al servizio ferroviario e posteriore alla diffusione del
cristianesimo (proprio POCHI secoli di intervallo temporale!). Una volta per
spostarsi da un paese all’altro le persone dovevano
servirsi delle carrozze e dei relativi cocchieri.
Quando ci si avvicinava ad un villaggio si
distingueva, per prima cosa, il suo campanile (al
tempo era certamente l’edificio più alto) e il
cocchiere doveva stimare la distanza tra il suo occhio
e la croce del campanile per poter fornire al
passeggero un’idea di quanto mancasse alla meta.
Quando si usa la parola croce ci si può riferire a
diversi tipi di oggetti o simboli: in generale due linee
che si intersecano tra loro formano una croce.
Per questo le altre teorie non si riferiscono affatto alla croce cristiana. Per esempio
un’altra croce è quella che si forma durante l’attività di tessitura. Nel telaio si ha
una base di tanti fili di stoffa paralleli e con un altro filo si passa sopra e sotto ai
primi, in modo da formare tante piccole croci. Mentre si tesseva era, quindi,
fondamentale avere l’occhio attento per formare delle belle croci.
Vi è una terza teoria che associa l’occhio e la croce del detto con il muovere gli
occhi prima dal basso verso l’alto e poi da sinistra verso destra (ovviamente è
valida qualsiasi altra combinazione: l’importante è tracciare due linee
perpendicolari tra di loro). Se non vi viene in mente alcuna situazione in cui
muovete gli occhi in questo modo provate ad immaginare quando appendete un
quadro in una stanza. Di solito prima si muovono gli occhi orizzontalmente per
vedere se è dritto e poi anche verticalmente per vedere quanto abbellisce la stanza
stessa.
Ogni volta che si cerca il significato di qualcosa si trovano sempre diverse teorie
alcune molto credibili altre un po’ meno. Credo che per i modi di dire ognuno si
possa inventare la sua spiegazione, l’importante è essere il più coerenti e
convincenti possibile.
Robi
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Giochi
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ORIZZONTALI:
1. Il giorno degli scherzi – 9. 3600 secondi – 10. È nominata con Sidone – 11. Prima
di tac – 13. Reggio Calabria sulle auto – 14. Incorporea, immateriale – 16. Il nobelio
del chimico – 17. Col nero in un romanzo di Stendhal – 19. De Paperis e della
Mirandola – 20. Dispari in Lepanto – 23. Si ripetono nell’oppio – 24. La provenienza
di un San Benedetto – 27. Con air in una compagnia aerea – 30. Lo era il dado,
secondo Cesare – 31. Triste, malinconico – 33. Il libro di Esdra (abbr.) – 34. Orlo
senza eguali – 35. Quello celeste sta nello spazio – 36. I confini dell’Oceania – 37.
Fonte d’acqua nel deserto – 38. La prima persona.
VERTICALI:
1. D’acqua o elettrica – 2. Abbinato alle frecce – 3. Le iniziali del cantante Arbore –
4. 100 litri – 5. I fiumi cittadini – 6. Marrano senza limiti – 7. Dispari in Lionel – 8.
Sensazionale notizia giornalistica – 12. Riunione, match – 14. Iniziali dell’attore
Solfrizzi – 15. Iniziali del calciatore Pirlo – 18. Per arrivare, spesso ne hai più di una
– 21. Il nome della Barale e della Perego – 22. A questo punto – 25. Lo è Yoghi –
26. Lippi lo è dell’Italia – 28. Affermazione di Londra – 29. Provincia piemontese –
32. Un tipo di farina.
ANDREA
Mondo quiz
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TROVA IL NUMERO
Esistono 4 numeri interi e positivi formati da tre cifre,
ognuno dei quali è uguale alla somma dei cubi delle sue
cifre. Tre di essi sono:
153 = 1 + 125 + 27
370 = 27 + 343 + 0
407 = 64 + 0 + 343
Qual è il quarto? Non serve fare tentativi, basta un po’
di ragionamento.
L’OROLOGIO PARLANTE
È l’una di notte. Isacco porta gli amici in una stanza del suo nuovo
appartamento e mostra loro un grande gong: “Ecco qui il mio orologio
parlante!”. Un suo amico replica: “Qui vedo solo il gong! Come fa a parlare?”.
Allora Isacco glielo mostra, ed effettivamente ha ragione. Come fa?
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Soluzioni dei numeri scorsi:
Da un affezionato lettore mi è stato segnalato che non è mai stata data la
soluzione del dilemma È nato prima l’uovo o la gallina?. Mi scuso per questo
inconveniente e vi dico che la soluzione è l’uovo, infatti ai tempi dei dinosauri
le uova c’erano, ma le galline non esistevano ancora!
La ghigliottina:
La risposta è PANE. PANE degli angeli (famoso lievito)- PANE del cielo
(canzone della messa)- PANE, amore e fantasia (titolo di un film)- PANE e
acqua (modo di dire)-il forno serve a fare il PANE.
Catena spezzata:
Scheletro-osso-seppia-nero-mercato-bancarella-premio-trofeo-caccia-battutatennis-racchetta-sci-fondo-caffè.
Disinnesca la bomba:
Partendo dall’alto, i fili da tagliare sono il secondo e il terzo.
Davide
14
Riflessioni
MORIRE PER VIVERE
Dedicato a Debora e Raffaele
Morire per vivere. Questa sembra essere l’unica soluzione. Morire non in
senso stretto, reale, ma in un senso più astratto, sottile, che solo pochi hanno
la forza e il coraggio di cogliere. Penso che alla base di questa fatica ci sia
la paura. La paura di riflettere sulle cose, sul senso della vita, poiché tale
riflessione spesso implica l’infelicità, la debolezza, la depressione... e così
andiamo avanti senza pensare, senza riflettere, seguendo la torbida fiumana
di persone che, come noi, si sono viste buttate in
una società che non gli appartiene, disumana e
innaturale. Svegliarsi la mattina tutti i giorni, alla
stessa ora, per fare sempre le stesse cose, per
portare a casa quei soldi che poi ci servono per
essere rispesi ed essere dati a qualcun’altro che
come noi si alza tutte le mattine sempre alla stessa
ora, per fare sempre le stesse cose, che prima o poi
stancano e perdono il senso che inizialmente
sembravano avere. Sposarsi, fare una casa, avere
dei figli, accudirli, per poi mandarli in un mondo
che altro non offre se non una serie di copioni
prestabiliti, di professioni preimpostate, di modi di
vivere la vita preconfezionati e distribuiti a livello
di massa che a pochi piacciono ma che tutti
accettano silenziosamente fino a farseli piacere. Mi
chiedo dove sia finita la nostra umanità. Mi chiedo
dove sia finita la nostra testa, la nostra mente,
quella caratteristica che ci rende unici rispetto a
tutto il resto del creato. Forse sarà finita in quello
che tanti chiamano progresso, tecnologia, civiltà,
dove alla base di tutto sta la presunzione della supremazia dell’uomo sulla
natura, supremazia che ha come conseguenze principali la distruzione del
pianeta e delle sue risorse. Forse sarà finita nelle “tette” e nei “culi” della
televisione mostratici così spesso e così a lungo tanto da farci credere che
l’unico modo per realizzarsi sia andare nudi davanti ad una telecamera.
Riflessioni 15
Forse sarà finita nel gregge di persone che vanno a vedere un film solo
perché tutti lo vanno a vedere, senza neanche porsi la domanda: “ma a me
questo film interessa?”. Forse sarà finita nei politici del nostro paese che
vogliono cambiare la legge senza neanche conoscere i primi due articoli
della costituzione. Forse sarà finita in tutte quelle persone che si sposano
con l’idea che la famiglia sia la cosa più bella della loro vita, quella che
riempirà i loro vuoti, quella che li realizzerà completamente per poi
ritrovarsi separati solo perché si sono accorti che matrimonio non vuol dire
solo gioia e passione, ma anche sofferenza, fatica, impegno e pazienza.
Forse sarà finita in tutti quei bambini che fin da
piccoli vengono così bombardati di informazioni
dai mass media, dai videogiochi, dagli
insegnanti, dai genitori, da ritrovarsi a 12 anni a
non voler più andare a scuola e a bigiare le
lezioni del lunedì mattina per andare in
discoteca a fumare hashish. Forse… Sta di fatto
che quando mi ritrovo di fronte a persone che
hanno ancora una testa, che la fanno lavorare,
che ragionano sulle cose, sul senso della vita,
rimango veramente commossa, quasi sconvolta.
La cosa che mi da veramente fastidio, però, è
che queste persone siano quelle più fragili, quelle più tristi, quelle più
afflitte, sconsolate e infelici. Perché una via d’uscita da questa società fatta
di burocrazia, di cartellini da timbrare, di personaggi da interpretare, di vite
mai vissute sembra non esistere… e allora veramente c’è da chiedersi: che
senso ha tutto questo? Che senso ha questa famigerata civiltà che con le sue
leggi, le sue abitudini, le sue prescrizioni, i suoi obblighi latenti annichilisce
l’uomo e la sua mente, ci rende tutti uguali, ci fa vivere in un mondo privo
di libertà di pensiero e di opinione? Siamo più schiavi degli schiavi… e la
cosa pazzesca è che non ce ne accorgiamo e siamo convinti di essere liberi.
Sembra veramente di vivere nel Matrix insieme a Neo e al suo coniglietto
bianco. E la cosa più assurda è che nessuno se ne accorge e nessuno fa
niente per cambiare questa situazione. Io voglio vivere! Sono stanca di
morire!
Vale
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Cultura
LA MADONNA DEL CARMELO
La nostra chiesa è dedicata, oltre ai santi Cornelio e Cipriano, alla Madonna del
Carmine. La sua ricorrenza liturgica è il 16 luglio, giorno in cui nel 1251 la
Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve sul Monte
Carmelo al primo Padre generale dell'Ordine Carmelitano, beato Simone Stock. In
questa apparizione gli diede lo «scapolare» col «privilegio sabatino». Il privilegio è
la promessa della salvezza dall'inferno per coloro che lo indossano, che sono
liberati dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte. Lo ‘scapolare’
detto anche ‘abitino’ è fatto da due pezzi di stoffa di saio uniti da una cordicella,
che si appoggia sulle scapole e sui due pezzi di stoffa vi è l’immagine della
Madonna. Lo scapolare o abitino non rappresenta una semplice devozione, ma è
una forma simbolica di ‘rivestimento’ con cui ci si vuole affidare alla Vergine per
vivere sotto la sua protezione, in ultima analisi è un’alleanza e una comunione tra
Maria ed i fedeli.
Il Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) è un
monte molto importante nella tradizione biblica e
spirituale. E’ una catena montuosa che si estende dal
golfo di Haifa sul Mediterraneo fino alla pianura di
Esdrelon. Il Monte è citato più volte nella Sacra
Scrittura ed era famoso per la sua vegetazione,
bellezza e fecondità.
Il più importante racconto biblico, riguardo il
Carmelo e Maria, lo ricaviamo dall’antico profeta
d'Israele Elia che, dimorando sul Monte Carmelo,
ebbe la visione della venuta della Vergine. In quella
immagine i cristiani hanno sempre visto Maria il più
bel fiore di quel giardino di Dio.
La Tradizione racconta che, già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo si
ritiravano degli eremiti ebrei per onorare il grande profeta Elia. Un gruppo di essi,
convertitosi al cristianesimo, costruì una cappella dedicata alla Vergine Santa.
Nella seconda metà del sec. XII arrivarono alcuni pellegrini occidentali,
probabilmente al seguito delle crociate; proseguendo la secolare devozione
mariana esistente, si unirono in un Ordine religioso: I Carmelitani, fondato in
onore e sotto la protezione di Maria. Costretti a lasciare la Palestina a causa
dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano,
fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri, diffondendo il culto
della Madonna.
Ste
Cultura
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La Rosa Bianca
Gli anni bui della seconda guerra mondiale e del Terzo Reich gravano come un
macigno sulla coscienza dell’intera Germania: infatti il regime nazista governava con
l’appoggio, o con il silenzio-assenso quasi totale, della popolazione. A differenza degli
altri Paesi, non ci fu in Germania un vero e proprio movimento organizzato di
Resistenza, anche a causa della feroce repressione politica e della propaganda
martellante che inquadrava la mentalità di tutti; ma ci furono anche persone che, pur
avendo pochi mezzi e ancora più scarse possibilità di riuscita, ebbero comunque il
coraggio di ribellarsi.
E’ l’esempio della Rosa Bianca, un gruppo di resistenza attiva composto da cinque
giovani studenti dell’Università “Ludwig Maximilian” di Monaco: i fratelli Sophie e
Hans Scholl, Alexander Schmorell, Christoph Probst e Willi Graf, tutti poco più che
ventenni, ai quali si unì successivamente il professor Kurt Huber. Molti di loro avevano
prestato servizio militare sul fronte russo, dove furono testimoni delle atrocità
commesse contro gli ebrei e dell’assurdità della guerra.
Spinti da uno spirito cristiano di tolleranza e giustizia e dalla comune passione per
l’arte, la filosofia e la letteratura, da un forte desiderio di libertà civile e intellettuale,
strinsero una forte amicizia e decisero di ribellarsi al regime.
Scelsero una via di opposizione non violenta: dal giugno del 1942 al febbraio 1943
stamparono sei volantini, con i quali esortavano il popolo tedesco a scuotersi dalla
fede cieca in Hitler, a risvegliare il dubbio nella propria coscienza, a rendersi conto
delle atrocità della guerra e attuare una resistenza almeno passiva e culturale.
I loro primi volantini furono spediti a indirizzi scelti a
caso, o lasciati in locali pubblici, alle fermate degli
autobus, nelle cabine telefoniche; dipinsero vari slogan
anti-hitleriani sui muri di Monaco e sui cancelli
dell’università. Il sesto opuscolo venne distribuito
nell'università il 18 febbraio 1943, quando Sophie Scholl
prese la coraggiosa decisione di salire in cima alle scale
dell'atrio e lanciare da lì gli ultimi volantini sugli studenti
sottostanti. Venne individuata da un inserviente che era
anche membro del partito nazista ed arrestata assieme al
fratello. Gli altri membri attivi vennero subito fermati e
sottoposti a interrogatorio da parte della Gestapo. Gli Scholl si assunsero
immediatamente la piena responsabilità degli scritti sperando, invano, di proteggere i
rimanenti membri del circolo; i funzionari della Gestapo che li interrogarono rimasero
stupiti per il coraggio e la determinazione dei due giovani. Hans, Sophie e Cristoph
furono condannati a morte e ghigliottinati il 23 febbraio, e pochi giorni dopo la stessa
sorte toccò agli altri membri del gruppo. Le testimonianze riportano che fino all’ultimo
rimasero convinti che il loro sacrificio non era stato inutile, in quanto avrebbe
contribuito almeno in parte a evitare il massacro di migliaia di persone e a riscattare il
loro popolo.
Eli
Speciale - Giornata per la vita
19
Sola è anche quando i camici bianchi le raccontano che non avrà alcun problema, che
«basterà assumere due pillole, una per bloccare la gravidanza e l’altra per espellere il
feto, niente di complicato, al massimo quel piccolo fastidio come nelle giornate del
ciclo...». Sola quando imbocca il tunnel senza nemmeno far sapere a Roberto che tra
poche ore non sarà più padre. Un mare di carte da compilare per dichiarare che era
stata informata di tutte le conseguenze cui andava incontro, un colloquio frettoloso con
un’assistente sociale, una prescrizione medica e giù le pillole. «Eravamo in tante ricorda tormentandosi per tutte - e ci chiamavano per nome e cognome, senza alcun
rispetto della privacy. Quando toccò a me, nessuno in realtà mi disse nulla del pericolo
cui andavo incontro, così firmai e presi la prima pillola, che poi scoprii chiamarsi
Mifeprex. Due giorni dopo ritornai in ospedale, come mi aveva detto il medico, e presi
l’altra pillola, il Misoprostol. È stato tutto molto facile». Facile come bere quel bicchier
d’acqua con cui le manda giù.
Ma il dramma deve solo cominciare. «La mattina seguente ero sola in appartamento, le
mie due amiche erano uscite, il mio fidanzato neanche sapeva che stavo già mettendo
in pratica il mio intento abortivo. Iniziai ad avere dolori lancinanti all’addome, a fare
avanti e indietro dal bagno con una diarrea incontrollabile e una nausea terribile.
Pensavo di morire. Caddi in uno stato di semi incoscienza e dopo alcune ore mi
svegliai in un bagno di sangue. L’emorragia era inarrestabile, continuavo a perdere
sangue, sentivo la vita uscire dal mio corpo, non ero mai stata tanto male. Chiamai
aiuto e tornai in ospedale, dove mi fecero una nuova ecografia ed ebbi la notizia che
l’aborto era avvenuto "con successo". In realtà lì si celebrò il cuore vero del mio
dramma. Le mie convinzioni ad una ad una sono tutte crollate, sono caduta in uno stato
di depressione terribile, piango sempre e fatico a riprendere forza. Ora mi sento in
colpa verso il mio fidanzato, che peraltro ho anche perso, e soprattutto verso quella
creatura. Devo cominciare a ricostruire tutta la mia vita, ma so che questo ricordo non
mi abbandonerà».
Era una ragazza come tante, Anna, con quella voglia di vivere a volte irrefrenabile,
quella convinzione di avere il mondo in tasca e le certezze nel cuore, decisa a fare di
testa sua. «Anche in quell’occasione pensavo di aver scelto la via facile, così sui
giornali ti presentano la Ru486, credevo fosse una conquista della scienza, invece la
mia vita è finita con quella pillola, che ti dà l’illusione di non abortire mentre in realtà
rischia di uccidere te oltre a tuo figlio...». Ce la farà, Anna, la sua rinascita comincia da
qui, dal desiderio di raccontare la sua storia, rimasta sconosciuta anche ai genitori:
«Non voglio che altre ragazze imbocchino la mia strada, devono sapere a cosa si va
incontro. Vorrei dire solo questo: attente alle false libertà e soprattutto non decidete da
sole, la vita, sin dal suo sbocciare, anche nel dramma si può trasformare in un dono. Io
me ne sono accorta troppo tardi, ma per voi c’è ancora tempo».
Lucia Bellaspiga e Enzo Gabrieli
(A cura di Ciro e Raffaella)
20
Riflessioni
AVETE UN FIGLIO TROPPO BRAVO?
10 MODI PER ROVINARLO
CONSIGLI AI GENITORI E ESAME DI COSCIENZA PER FIGLI
1.Fin dall’infanzia date al bambino tutto
quello che vuole, così crescerà convinto
che il mondo abbia l’obbligo di
mantenerlo.
2.Se impara una parolaccia, ridetene,
crederà d’essere divertente.
3.Non dategli alcuna educazione
spirituale. Aspettate che abbia 18 anni e
lasciate che decida “da sé”.
4.Mettete in ordine tutto ciò che lascia in
giro. Fate voi quello che dovrebbe fare
lui in modo che si abitui a scaricare sugli
altri tutte le sue responsabilità.
5.Litigate spesso in sua presenza così
non si stupirà troppo se a un certo
momento vedrà disgregarsi la famiglia.
6.Date al ragazzo tutto il denaro che vi
chiede e non lasciate mai che se lo
guadagni. Perché dovrebbe faticare per
avere quello che vuole come avete fatto
voi?
7.Soddisfate ogni suo desiderio. Negargli
qualche cosa potrebbe dargli pericolosi
“complessi”.
8.Prendete le sue parti contro i vicini di
casa, gli insegnanti, i sacerdoti, la
polizia, sono tutti prevenuti contro vostro
figlio.
9.Quando si mette in un guaio serio
scusatevi con voi stessi dicendo: “Non
sono mai riuscito a farlo rigare dritto”.
10.Preparatevi ad una vita di amarezze, non vi mancheranno.
La redazione
Per gentile concessione tratto da “L’Orizzonte” – Gennaio 1997
22
Sport
GENTE DI DUBLINO:
Gli Azzurri del Rugby e il Sei Nazioni
Da circa un paio d’anni, il popolo italiano si è accorto che oltre al calcio esiste
anche uno sport chiamato “Rugby”. Portato alla ribalta dalla tv satellitare, che
nel 2003 ha trasmesso in diretta la Coppa del Mondo, il rugby si è fatto strada
poco a poco fino a sbarcare sulla tv nazionale. A questo si aggiunge la
popolarità di alcuni giocatori, come i fratelli Bergamasco, diventati testimonial
di note marche di abbigliamento nonché invitati a posare per il famoso
calendario francese “Dieux du Stade”.
Uno sport apprezzato soprattutto per i valori che lo contraddistinguono: la
forza, il coraggio, l’onore; ma anche per l’idea di fair play, vale a dire il
rispetto dell’avversario, cosa quasi sconosciuta nell’ambiente del nostro
calcio…
Proprio in questi giorni cade l’annuale
appuntamento con il “Sei Nazioni”, torneo
nato nel 2000 a cui partecipano le
nazionali di Italia, Francia, Inghilterra,
Galles, Scozia e Irlanda.
La prima partita vedrà la nostra nazionale
fronteggiare l’Irlanda, grande favorita e
unica imbattuta nel torneo dello scorso
anno. L’incontro si disputerà il 6 febbraio
al Croke Park di Dublino. Gli italiani giocheranno in casa, allo Stadio Flaminio
di Roma, il 14 febbraio, contro l’Inghilterra, e il 27 febbraio, contro la Scozia.
Se è inverosimile pensare di poter battere Francia e Irlanda, l’Italia cercherà
comunque di strappare una vittoria alla Scozia o all’Inghilterra, contando anche
sulla nuova mentalità voluta dall’allenatore Mallet che punta alla
semplificazione del gioco azzurro.
Il Sei Nazioni si concluderà il 20 marzo, quando l’Italia si confronterà con il
Galles a Cardiff.
L’interesse degli italiani per il rugby sarà sicuramente una marcia in più per i
nostri giocatori, che come sempre ci regaleranno momenti di grande sport. Se
poi dovessero portare a casa l’ennesimo “cucchiaio di legno”, beh, per questa
volta glielo perdoneremo…
Alessia
Calendario
23
APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO
INCONTRI FORMATIVI
Venerdì 12-19-26 alle 18.00: Percorso B2
Venerdì 12-19-26 alle 20.45: Percorso B1
Sabato 13 alle 15.30: Percorso A1 e A2
Giovedì 18-25 alle 20.30: Percorso A2
Giovedì 18-25 alle 21.30: Percorso A1
Percorso A1: GIOVANI
Percorso A2: II-III-IV-V SUPERIORE
Percorso B1: III MEDIA e I SUPERIORE
Percorso B2: II MEDIA
PER TUTTI
-Sabato 20, dalle ore 14.30 circa si terrà la consueta sfilata di Carnevale per le
vie del paese.
-Domenica 21, alle ore 18.30 in oratorio, si terrà un momento comune per
l’inizio della Quaresima tra i ragazzi delle superiori di tutta la Comunità
Pastorale della Madonna del Carmelo (Ronco, Usmate, Velate, Carnate).
Soluzione del cruciverba dello scorso numero:
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La redazione
Per commenti e osservazioni scrivete alla casella e-mail de “Il Bagliore”: [email protected]
Visitate il nostro sito: www.ilbagliore.it
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"Il Bagliore" - Febbraio 2010