Anno VII Numero 10 ______________________________________________________________________ __________________________________________________________ Periodico mensile dell’oratorio S. Tarcisio – Carnate (MB) Editoriale 3 Sei Tu, Signore, Tu, l’autore della vita, Tu, l’amante della vita. Tu, così intimo alla nostra vita finché la vita ci sorride e ci regala tutta la sua pienezza. Tu, così estraneo, sconosciuto e percepito da noi distante, assente, quando il dono della vita si ritira con prepotenza, lasciandoci senza parole. Signore, questi sono i momenti in cui la nostra fede in Te è messa duramente alla prova. Signore, questi sono i momenti in cui, con il tuo aiuto, la nostra fede paradossalmente può fare un passo in più nella conoscenza di Te e della tua Buona Notizia per la nostra vita. Ti chiediamo di sostenere la nostra fede, ma soprattutto di venire Tu a rispondere alle nostre domande di senso, al nostro bisogno di capire come la pensi Tu e a quale speranza possiamo aggrapparci in questi momenti. Ti chiediamo il dono di ascoltare quello che Tu hai da dirci, a cominciare dall’ascoltare, prendere sul serio e dare voce a tutte le domande che abbiamo nel cuore. Donaci di rivolgerle tutte a Te, in attesa di conoscere come la Buona Notizia del tuo amore incondizionato, gratuito e fino alla morte è la risposta per la vita di ogni uomo, l’unica risposta a questi interrogativi seri e profondi del nostro vivere e morire di ogni giorno. Mettici, Gesù, in ascolto di come sei vissuto, morto e risorto… per scoprire insieme con Te e per dono tuo il senso del nostro vivere ogni giorno, il senso del nostro morire ed aprire i nostri cuori a quella promessa di vita piena che Tu hai in serbo per ciascuno di noi. Così sia, nel nome di Gesù, Signore Nostro. Amen. Ester 4 Viaggi SUI LUOGHI SALESIANI 24 gennaio 2010: sono ritornata da qualche ora dai “luoghi salesiani” e ho nel cuore la gioia di condividere e di consigliare un bellissimo itinerario. Non si tratta di un semplice percorso artistico, ma ha anche un grande significato religioso. Per questo numero de “Il Bagliore” vorrei proporvi un virtual-tour sui luoghi che hanno visto nascere e vivere San Giovanni Bosco. Le località da visitare sono principalmente due: Colle don Bosco, frazione di Castelnuovo, e Torino, in particolare la zona di Valdocco. Partiamo dall’inizio: come prima cosa, arrivati al Colle, si nota che c’è un’atmosfera veramente particolare; ci si trova immersi nel silenzio, un silenzio carico di emozione. Al Colle ci sono alcuni luoghi simbolo che non possono non essere visitati e sono: il Tempio Maggiore, la Casetta di don Bosco, il Santuario dedicato a Maria Ausiliatrice, la casa del fratello Giuseppe e la Cappella del Rosario. Il Tempio di don Bosco è di nuova costruzione, risale agli anni sessanta e viene restaurato nel 1999 per volere di un benefattore. Quello che colpisce di questa bellissima chiesa sono il richiamo alla forma dell’Arca dell’Alleanza e il grande Cristo Risorto, che campeggia sopra l’altare. Il Cristo Risorto è imponente: è alto 8 metri, l’ampiezza delle braccia è di 6 metri ed è interamente realizzato in legno. Uscendo dal Tempio si nota un immenso affresco raffigurante l’incontro dei Discepoli di Emmaus con il Signore Risorto. La Casetta di don Bosco è molto semplice; al suo interno si possono vedere tre stanze: la cucina, la camera di mamma Margherita e la cameretta di don Bosco. Un ultimo luogo che potete vedere, e vi consiglio di non perdere, è la Cappella del Rosario che don Bosco fece costruire appositamente per quando, a settembre, si recava al Colle con i suoi ragazzi. È una cappella molto bella e semplice sul cui soffitto sono riprodotti i 15 misteri del Santo Rosario; questo luogo, oltre allo scopo religioso, aveva anche una funzione pedagogica. Spostandovi a Torino in zona Valdocco potete ammirare alcuni luoghi che furono significativi nella vita di don Bosco e che ora fanno parte del grande complesso dell’Oratorio di Valdocco. Al tempo di don Bosco quegli stessi luoghi erano punto di ritrovo e di accoglienza per tutti. La prima cosa che potete visitare è la bellissima Cappella Pinardi: questo è uno dei primi luoghi dove don Bosco creò l’oratorio. Altri due luoghi imperdibili sono la Chiesa di San Francesco di Sales e la Basilica dedicata a Maria Ausiliatrice. Sono due chiese entrambe molto belle e ricche di affreschi. Non mi resta che augurarvi buon viaggio!!! Sam Libri 5 ASSAPORARE EMOZIONI Mi è capitato molte volte di leggere libri di ogni genere ed immaginare ogni volta le scene, i personaggi, i luoghi narrati; mi permette ogni volta di sentirmi un po' parte della storia. Talvolta spero che ne traggano dei film (anche se al 90% ne rimango delusa) solamente per vedere se il regista è riuscito a scegliere gli attori che io mi immaginavo fossero quelli “ideali”, quelli che avessero la faccia giusta, il giusto carisma. Ok, forse sono un po' troppo esagerata, ma mi diverto un mondo, stimola la mia fantasia. C'è poi un altro tipo di libri che ho avuto il piacere di leggere e che questa volta si possono contare sulle dita di “mezza mano”: sono quei libri in cui sono stata in grado di assaporare vere e proprie emozioni e sensazioni, facendole mie e desiderando fortemente, più di tutte le altre volte, di essere partecipe di quelle storie. Il primo libro lo lessi molti anni fa, forse durante i primi anni delle superiori, il secondo l'ho appena terminato nel corso dei miei quotidiani spostamenti da pendolare. Il primo è “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, il secondo “Il giorno in più” di Fabio Volo. Due autori di due diverse generazioni, due storie diverse, ma stesso pregio: essere in grado di dispensare emozioni. Quello che ho desiderato durante la lettura di “Sostiene Pereira” è stato bere una limonata ghiacciata seduta al tavolino di un piccolo bar durante una caldissima giornata d'estate a Lisbona. La stessa limonata, lo stesso tavolino, lo stesso bar, la stessa città di Pereira, protagonista del romanzo. Tabucchi mi ha dato involontariamente la possibilità di provare le stesse emozioni e sensazioni del suo protagonista: che soddisfazione, come mi ha dissetato la limonata ghiacciata di Pereira! Qualche anno dopo sono andata a Lisbona ma quella limonata non l'ho mai presa. Forse mi era bastata quella che avevo bevuto immaginando. “Il giorno in più”, ricordo molto più vivido, mi ha fatto immaginare New York e mi ha fatto venire voglia di andarci, per visitare i luoghi descritti, respirare le emozioni di cui ognuno di essi era impregnato. Con Giacomo e Michela, protagonisti del romanzo, ho bevuto caffè e mangiato muffins deliziosi al Doma Cafè, passeggiando per le vie e i parchi più belli: sono stata proprio bene, Giacomo e Michela sono stati degli ottimi compagni di viaggio. Con Lisbona mi sono fatta scappare un'occasione...spero di non fare lo stesso con New York...mai dire mai. Bea 6 Fumetto Fumetto 7 8 Cultura STEVE McCURRY Che siate esperti del settore o no, le sue stampe cattureranno senza dubbio la vostra attenzione. Sarete stupiti dai colori. I soggetti e il contesto in cui essi sono stati “intrappolati” vi faranno riflettere, fantasticare, sorridere. Queste potrebbero essere le qualità che rendono speciale la fotografia di Steve McCurry, americano, i cui scatti più significativi sono in mostra a Palazzo della Ragione a Milano fino al 28 febbraio 2010. Vari sono stati i riconoscimenti dell’attività del fotografo in tutto il mondo. Non da ultimo l’Ambrogino d’Oro, assegnatogli dal capoluogo lombardo nell’ottobre 2009. Steve McCurry ha iniziato la sua attività di fotografo freelance negli anni Ottanta con un lungo soggiorno in India. Durante questa esperienza è maturata in lui l’idea che, prima di iniziare a scattare, sia necessario trascorrere del tempo coi soggetti della propria fotografia: se questi si sentono a proprio agio, tenderanno a dimenticarsi della macchina fotografica, svelando all’altro una parte di sé. Molti sono stati i viaggi che hanno portato il fotografo in Medio Oriente ed Asia, non solo in tempo di pace, ma anche di guerra. Egli è stato infatti testimone dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan, e ha svolto la sua attività di documentazione anche durante la Guerra del Golfo e il conflitto Iran-Iraq. Le foto scattate in tali occasioni hanno la particolarità di mostrare la guerra non solo nelle sue conseguenze macroscopiche, ma anche nella dimensione in cui essa colpisce il singolo cittadino, la popolazione civile, i bambini. Quello che probabilmente colpisce l’osservatore, però, è che in alcuni degli scatti oltre all’orrore della distruzione si può intravedere la speranza della rinascita. Quest’ultima è racchiusa in piccoli gesti di normalità, che spesso stridono col contesto in cui sono inseriti: un fruttivendolo che ha sistemato le cassette delle arance nel cofano di un’auto distrutta, due tecnici che cercano di riparare il loro laboratorio completamente devastato dai bombardamenti. Proprio in un contesto di guerra McCurry ha scattato nel 1984 il ritratto che lo ha reso celebre: quello di una bambina afgana dai magnetici occhi verdi, proveniente da un campo profughi. La foto è stata pubblicata sulla copertina del numero di giugno 1985 di National Geographic e ha fatto rapidamente il giro del mondo, consacrando McCurry alla critica internazionale. Questo è uno dei tanti ritratti che fanno parte del portfolio del fotografo americano. E’ veramente come se si potesse leggere sui volti un messaggio che ha a che fare con l’anima delle persone, quasi come uno specchio. Le stampe sono raggruppate per temi (gioia, guerra, infanzia, silenzio, bellezza), e ciascuna di esse ha molto da dire. Una mostra così ricca lascia veramente senza parole. Per saperne di più: www.stevemccurry.com & www.stevemccurrymilano.it Noe Attualità 9 Un fatto strano è accaduto a Parigi. Una storia d’amore imprevista – e fin qui niente di strano, dopotutto sempre di Parigi si tratta; lui e lei si conoscono su Internet, e anche qui nulla di sconvolgente, dato che gli appuntamenti on-line sono diventati sempre più frequenti nell’ultimo decennio. La particolarità di questo rapporto emerge quando scopriamo chi sono i protagonisti. Lui, Thierry, un liceale sedicenne; lei, invece, una donna di 36 anni portatrice di un grave handicap: a causa di un farmaco assunto dalla madre durante la gravidanza, è nata senza braccia e senza una gamba. Tuttavia, nonostante questo, tra loro è nata una storia intensa e duratura. I due, infatti, si sono conosciuti nel 2008, su un forum dedicato a Sophie Marceau, di cui entrambi sono fedeli fan, e da allora hanno continuato a scriversi e poi, col tempo, ad incontrarsi. La relazione è diventata pubblica, con lo sconcerto che era comprensibile aspettarsi da parte delle rispettive famiglie. Il padre del ragazzo lo ha cacciato di casa, non sopportando l’idea che avesse una relazione con una donna tanto più grande di lui e afflitta da un handicap di tale portata. Lei, invece, ha divorziato dal marito e nell’ottobre del 2008 ha comprato un appartamento a Brest, che da allora condivide con il giovane compagno. Ad aumentare lo scandalo, è intervenuta anche la giustizia. Ai danni della donna è stato intentato un processo che è risultato in una condanna a due mesi di carcere con la condizionale, per sottrazione di minore. Il procuratore generale ha definito la relazione ambigua, chiedendo che i due innamorati non potessero più vedersi; non solo: ha anche imposto al ragazzo di proseguire i propri studi in collegio e di trascorrere tutti i fine settimana in una famiglia affidataria. Sicuramente le argomentazioni della procura, secondo cui Thierry ha bisogno di crescere prima di intraprendere una vita a tutti gli effetti “adulta”, hanno fondamento. Tuttavia, sembrerebbe un errore catalogare frettolosamente questa storia come un errore o uno scandalo. Il giovane e la sua innamorata hanno dimostrato di saper affrontare insieme qualsiasi problema che sia loro capitato finora, andando oltre i pregiudizi e le apparenze, che tendono a farci etichettare come “diverse” le persone affette da handicap. “Io la aiuto a lavarsi, a vestirsi, a mangiare. Lei ha bisogno di me. E io con lei sto bene” ha dichiarato l’adolescente al quotidiano Le Parisien. E persino sua madre si è dovuta ricredere: “Mi sembra che la loro sia una vera storia d’amore”. Il ricorso presentato dalla donna ha avuto effetto sospensivo sulla condanna per sottrazione di minore, ed il nuovo processo sarà celebrato a Rennes entro la fine del 2010. Fino ad allora, lei e il giovane staranno insieme, continuando a difendere la loro fin troppo criticata relazione. AMBRA 10 Curiosità OcchIO & cROcE Su per giù questa stanza sarà lunga 4 metri,… sarà accaduto più o meno tre anni fa,… ad occhio e croce saremo in viaggio da circa 30 minuti. Ad occhio e croce: un comune modo di dire, ma qualcuno si è mai chiesto da dove derivi? A pensarci su un po’ riesco a legare solamente l’occhio con l’idea di qualcosa di approssimativo: quando dobbiamo stimare la lunghezza/larghezza/altezza di un oggetto ci affidiamo quasi esclusivamente ai nostri occhi. Ma allora la croce cosa c’entra? Facendo un po’ di ricerche si trovano diverse teorie sull’origine di questo modo di dire. Quella che secondo me riesce a spiegarne meglio la nascita ci porta in un tempo indefinito antecedente al servizio ferroviario e posteriore alla diffusione del cristianesimo (proprio POCHI secoli di intervallo temporale!). Una volta per spostarsi da un paese all’altro le persone dovevano servirsi delle carrozze e dei relativi cocchieri. Quando ci si avvicinava ad un villaggio si distingueva, per prima cosa, il suo campanile (al tempo era certamente l’edificio più alto) e il cocchiere doveva stimare la distanza tra il suo occhio e la croce del campanile per poter fornire al passeggero un’idea di quanto mancasse alla meta. Quando si usa la parola croce ci si può riferire a diversi tipi di oggetti o simboli: in generale due linee che si intersecano tra loro formano una croce. Per questo le altre teorie non si riferiscono affatto alla croce cristiana. Per esempio un’altra croce è quella che si forma durante l’attività di tessitura. Nel telaio si ha una base di tanti fili di stoffa paralleli e con un altro filo si passa sopra e sotto ai primi, in modo da formare tante piccole croci. Mentre si tesseva era, quindi, fondamentale avere l’occhio attento per formare delle belle croci. Vi è una terza teoria che associa l’occhio e la croce del detto con il muovere gli occhi prima dal basso verso l’alto e poi da sinistra verso destra (ovviamente è valida qualsiasi altra combinazione: l’importante è tracciare due linee perpendicolari tra di loro). Se non vi viene in mente alcuna situazione in cui muovete gli occhi in questo modo provate ad immaginare quando appendete un quadro in una stanza. Di solito prima si muovono gli occhi orizzontalmente per vedere se è dritto e poi anche verticalmente per vedere quanto abbellisce la stanza stessa. Ogni volta che si cerca il significato di qualcosa si trovano sempre diverse teorie alcune molto credibili altre un po’ meno. Credo che per i modi di dire ognuno si possa inventare la sua spiegazione, l’importante è essere il più coerenti e convincenti possibile. Robi 12 Giochi 1 2 3 4 9 6 7 8 10 13 11 14 17 15 18 25 26 21 16 22 27 30 23 28 29 31 33 34 36 12 19 20 24 5 37 32 35 38 ORIZZONTALI: 1. Il giorno degli scherzi – 9. 3600 secondi – 10. È nominata con Sidone – 11. Prima di tac – 13. Reggio Calabria sulle auto – 14. Incorporea, immateriale – 16. Il nobelio del chimico – 17. Col nero in un romanzo di Stendhal – 19. De Paperis e della Mirandola – 20. Dispari in Lepanto – 23. Si ripetono nell’oppio – 24. La provenienza di un San Benedetto – 27. Con air in una compagnia aerea – 30. Lo era il dado, secondo Cesare – 31. Triste, malinconico – 33. Il libro di Esdra (abbr.) – 34. Orlo senza eguali – 35. Quello celeste sta nello spazio – 36. I confini dell’Oceania – 37. Fonte d’acqua nel deserto – 38. La prima persona. VERTICALI: 1. D’acqua o elettrica – 2. Abbinato alle frecce – 3. Le iniziali del cantante Arbore – 4. 100 litri – 5. I fiumi cittadini – 6. Marrano senza limiti – 7. Dispari in Lionel – 8. Sensazionale notizia giornalistica – 12. Riunione, match – 14. Iniziali dell’attore Solfrizzi – 15. Iniziali del calciatore Pirlo – 18. Per arrivare, spesso ne hai più di una – 21. Il nome della Barale e della Perego – 22. A questo punto – 25. Lo è Yoghi – 26. Lippi lo è dell’Italia – 28. Affermazione di Londra – 29. Provincia piemontese – 32. Un tipo di farina. ANDREA Mondo quiz 13 TROVA IL NUMERO Esistono 4 numeri interi e positivi formati da tre cifre, ognuno dei quali è uguale alla somma dei cubi delle sue cifre. Tre di essi sono: 153 = 1 + 125 + 27 370 = 27 + 343 + 0 407 = 64 + 0 + 343 Qual è il quarto? Non serve fare tentativi, basta un po’ di ragionamento. L’OROLOGIO PARLANTE È l’una di notte. Isacco porta gli amici in una stanza del suo nuovo appartamento e mostra loro un grande gong: “Ecco qui il mio orologio parlante!”. Un suo amico replica: “Qui vedo solo il gong! Come fa a parlare?”. Allora Isacco glielo mostra, ed effettivamente ha ragione. Come fa? _______________________________________________________________ Soluzioni dei numeri scorsi: Da un affezionato lettore mi è stato segnalato che non è mai stata data la soluzione del dilemma È nato prima l’uovo o la gallina?. Mi scuso per questo inconveniente e vi dico che la soluzione è l’uovo, infatti ai tempi dei dinosauri le uova c’erano, ma le galline non esistevano ancora! La ghigliottina: La risposta è PANE. PANE degli angeli (famoso lievito)- PANE del cielo (canzone della messa)- PANE, amore e fantasia (titolo di un film)- PANE e acqua (modo di dire)-il forno serve a fare il PANE. Catena spezzata: Scheletro-osso-seppia-nero-mercato-bancarella-premio-trofeo-caccia-battutatennis-racchetta-sci-fondo-caffè. Disinnesca la bomba: Partendo dall’alto, i fili da tagliare sono il secondo e il terzo. Davide 14 Riflessioni MORIRE PER VIVERE Dedicato a Debora e Raffaele Morire per vivere. Questa sembra essere l’unica soluzione. Morire non in senso stretto, reale, ma in un senso più astratto, sottile, che solo pochi hanno la forza e il coraggio di cogliere. Penso che alla base di questa fatica ci sia la paura. La paura di riflettere sulle cose, sul senso della vita, poiché tale riflessione spesso implica l’infelicità, la debolezza, la depressione... e così andiamo avanti senza pensare, senza riflettere, seguendo la torbida fiumana di persone che, come noi, si sono viste buttate in una società che non gli appartiene, disumana e innaturale. Svegliarsi la mattina tutti i giorni, alla stessa ora, per fare sempre le stesse cose, per portare a casa quei soldi che poi ci servono per essere rispesi ed essere dati a qualcun’altro che come noi si alza tutte le mattine sempre alla stessa ora, per fare sempre le stesse cose, che prima o poi stancano e perdono il senso che inizialmente sembravano avere. Sposarsi, fare una casa, avere dei figli, accudirli, per poi mandarli in un mondo che altro non offre se non una serie di copioni prestabiliti, di professioni preimpostate, di modi di vivere la vita preconfezionati e distribuiti a livello di massa che a pochi piacciono ma che tutti accettano silenziosamente fino a farseli piacere. Mi chiedo dove sia finita la nostra umanità. Mi chiedo dove sia finita la nostra testa, la nostra mente, quella caratteristica che ci rende unici rispetto a tutto il resto del creato. Forse sarà finita in quello che tanti chiamano progresso, tecnologia, civiltà, dove alla base di tutto sta la presunzione della supremazia dell’uomo sulla natura, supremazia che ha come conseguenze principali la distruzione del pianeta e delle sue risorse. Forse sarà finita nelle “tette” e nei “culi” della televisione mostratici così spesso e così a lungo tanto da farci credere che l’unico modo per realizzarsi sia andare nudi davanti ad una telecamera. Riflessioni 15 Forse sarà finita nel gregge di persone che vanno a vedere un film solo perché tutti lo vanno a vedere, senza neanche porsi la domanda: “ma a me questo film interessa?”. Forse sarà finita nei politici del nostro paese che vogliono cambiare la legge senza neanche conoscere i primi due articoli della costituzione. Forse sarà finita in tutte quelle persone che si sposano con l’idea che la famiglia sia la cosa più bella della loro vita, quella che riempirà i loro vuoti, quella che li realizzerà completamente per poi ritrovarsi separati solo perché si sono accorti che matrimonio non vuol dire solo gioia e passione, ma anche sofferenza, fatica, impegno e pazienza. Forse sarà finita in tutti quei bambini che fin da piccoli vengono così bombardati di informazioni dai mass media, dai videogiochi, dagli insegnanti, dai genitori, da ritrovarsi a 12 anni a non voler più andare a scuola e a bigiare le lezioni del lunedì mattina per andare in discoteca a fumare hashish. Forse… Sta di fatto che quando mi ritrovo di fronte a persone che hanno ancora una testa, che la fanno lavorare, che ragionano sulle cose, sul senso della vita, rimango veramente commossa, quasi sconvolta. La cosa che mi da veramente fastidio, però, è che queste persone siano quelle più fragili, quelle più tristi, quelle più afflitte, sconsolate e infelici. Perché una via d’uscita da questa società fatta di burocrazia, di cartellini da timbrare, di personaggi da interpretare, di vite mai vissute sembra non esistere… e allora veramente c’è da chiedersi: che senso ha tutto questo? Che senso ha questa famigerata civiltà che con le sue leggi, le sue abitudini, le sue prescrizioni, i suoi obblighi latenti annichilisce l’uomo e la sua mente, ci rende tutti uguali, ci fa vivere in un mondo privo di libertà di pensiero e di opinione? Siamo più schiavi degli schiavi… e la cosa pazzesca è che non ce ne accorgiamo e siamo convinti di essere liberi. Sembra veramente di vivere nel Matrix insieme a Neo e al suo coniglietto bianco. E la cosa più assurda è che nessuno se ne accorge e nessuno fa niente per cambiare questa situazione. Io voglio vivere! Sono stanca di morire! Vale 16 Cultura LA MADONNA DEL CARMELO La nostra chiesa è dedicata, oltre ai santi Cornelio e Cipriano, alla Madonna del Carmine. La sua ricorrenza liturgica è il 16 luglio, giorno in cui nel 1251 la Vergine, circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve sul Monte Carmelo al primo Padre generale dell'Ordine Carmelitano, beato Simone Stock. In questa apparizione gli diede lo «scapolare» col «privilegio sabatino». Il privilegio è la promessa della salvezza dall'inferno per coloro che lo indossano, che sono liberati dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte. Lo ‘scapolare’ detto anche ‘abitino’ è fatto da due pezzi di stoffa di saio uniti da una cordicella, che si appoggia sulle scapole e sui due pezzi di stoffa vi è l’immagine della Madonna. Lo scapolare o abitino non rappresenta una semplice devozione, ma è una forma simbolica di ‘rivestimento’ con cui ci si vuole affidare alla Vergine per vivere sotto la sua protezione, in ultima analisi è un’alleanza e una comunione tra Maria ed i fedeli. Il Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) è un monte molto importante nella tradizione biblica e spirituale. E’ una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo fino alla pianura di Esdrelon. Il Monte è citato più volte nella Sacra Scrittura ed era famoso per la sua vegetazione, bellezza e fecondità. Il più importante racconto biblico, riguardo il Carmelo e Maria, lo ricaviamo dall’antico profeta d'Israele Elia che, dimorando sul Monte Carmelo, ebbe la visione della venuta della Vergine. In quella immagine i cristiani hanno sempre visto Maria il più bel fiore di quel giardino di Dio. La Tradizione racconta che, già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo si ritiravano degli eremiti ebrei per onorare il grande profeta Elia. Un gruppo di essi, convertitosi al cristianesimo, costruì una cappella dedicata alla Vergine Santa. Nella seconda metà del sec. XII arrivarono alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle crociate; proseguendo la secolare devozione mariana esistente, si unirono in un Ordine religioso: I Carmelitani, fondato in onore e sotto la protezione di Maria. Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri, diffondendo il culto della Madonna. Ste Cultura 17 La Rosa Bianca Gli anni bui della seconda guerra mondiale e del Terzo Reich gravano come un macigno sulla coscienza dell’intera Germania: infatti il regime nazista governava con l’appoggio, o con il silenzio-assenso quasi totale, della popolazione. A differenza degli altri Paesi, non ci fu in Germania un vero e proprio movimento organizzato di Resistenza, anche a causa della feroce repressione politica e della propaganda martellante che inquadrava la mentalità di tutti; ma ci furono anche persone che, pur avendo pochi mezzi e ancora più scarse possibilità di riuscita, ebbero comunque il coraggio di ribellarsi. E’ l’esempio della Rosa Bianca, un gruppo di resistenza attiva composto da cinque giovani studenti dell’Università “Ludwig Maximilian” di Monaco: i fratelli Sophie e Hans Scholl, Alexander Schmorell, Christoph Probst e Willi Graf, tutti poco più che ventenni, ai quali si unì successivamente il professor Kurt Huber. Molti di loro avevano prestato servizio militare sul fronte russo, dove furono testimoni delle atrocità commesse contro gli ebrei e dell’assurdità della guerra. Spinti da uno spirito cristiano di tolleranza e giustizia e dalla comune passione per l’arte, la filosofia e la letteratura, da un forte desiderio di libertà civile e intellettuale, strinsero una forte amicizia e decisero di ribellarsi al regime. Scelsero una via di opposizione non violenta: dal giugno del 1942 al febbraio 1943 stamparono sei volantini, con i quali esortavano il popolo tedesco a scuotersi dalla fede cieca in Hitler, a risvegliare il dubbio nella propria coscienza, a rendersi conto delle atrocità della guerra e attuare una resistenza almeno passiva e culturale. I loro primi volantini furono spediti a indirizzi scelti a caso, o lasciati in locali pubblici, alle fermate degli autobus, nelle cabine telefoniche; dipinsero vari slogan anti-hitleriani sui muri di Monaco e sui cancelli dell’università. Il sesto opuscolo venne distribuito nell'università il 18 febbraio 1943, quando Sophie Scholl prese la coraggiosa decisione di salire in cima alle scale dell'atrio e lanciare da lì gli ultimi volantini sugli studenti sottostanti. Venne individuata da un inserviente che era anche membro del partito nazista ed arrestata assieme al fratello. Gli altri membri attivi vennero subito fermati e sottoposti a interrogatorio da parte della Gestapo. Gli Scholl si assunsero immediatamente la piena responsabilità degli scritti sperando, invano, di proteggere i rimanenti membri del circolo; i funzionari della Gestapo che li interrogarono rimasero stupiti per il coraggio e la determinazione dei due giovani. Hans, Sophie e Cristoph furono condannati a morte e ghigliottinati il 23 febbraio, e pochi giorni dopo la stessa sorte toccò agli altri membri del gruppo. Le testimonianze riportano che fino all’ultimo rimasero convinti che il loro sacrificio non era stato inutile, in quanto avrebbe contribuito almeno in parte a evitare il massacro di migliaia di persone e a riscattare il loro popolo. Eli Speciale - Giornata per la vita 19 Sola è anche quando i camici bianchi le raccontano che non avrà alcun problema, che «basterà assumere due pillole, una per bloccare la gravidanza e l’altra per espellere il feto, niente di complicato, al massimo quel piccolo fastidio come nelle giornate del ciclo...». Sola quando imbocca il tunnel senza nemmeno far sapere a Roberto che tra poche ore non sarà più padre. Un mare di carte da compilare per dichiarare che era stata informata di tutte le conseguenze cui andava incontro, un colloquio frettoloso con un’assistente sociale, una prescrizione medica e giù le pillole. «Eravamo in tante ricorda tormentandosi per tutte - e ci chiamavano per nome e cognome, senza alcun rispetto della privacy. Quando toccò a me, nessuno in realtà mi disse nulla del pericolo cui andavo incontro, così firmai e presi la prima pillola, che poi scoprii chiamarsi Mifeprex. Due giorni dopo ritornai in ospedale, come mi aveva detto il medico, e presi l’altra pillola, il Misoprostol. È stato tutto molto facile». Facile come bere quel bicchier d’acqua con cui le manda giù. Ma il dramma deve solo cominciare. «La mattina seguente ero sola in appartamento, le mie due amiche erano uscite, il mio fidanzato neanche sapeva che stavo già mettendo in pratica il mio intento abortivo. Iniziai ad avere dolori lancinanti all’addome, a fare avanti e indietro dal bagno con una diarrea incontrollabile e una nausea terribile. Pensavo di morire. Caddi in uno stato di semi incoscienza e dopo alcune ore mi svegliai in un bagno di sangue. L’emorragia era inarrestabile, continuavo a perdere sangue, sentivo la vita uscire dal mio corpo, non ero mai stata tanto male. Chiamai aiuto e tornai in ospedale, dove mi fecero una nuova ecografia ed ebbi la notizia che l’aborto era avvenuto "con successo". In realtà lì si celebrò il cuore vero del mio dramma. Le mie convinzioni ad una ad una sono tutte crollate, sono caduta in uno stato di depressione terribile, piango sempre e fatico a riprendere forza. Ora mi sento in colpa verso il mio fidanzato, che peraltro ho anche perso, e soprattutto verso quella creatura. Devo cominciare a ricostruire tutta la mia vita, ma so che questo ricordo non mi abbandonerà». Era una ragazza come tante, Anna, con quella voglia di vivere a volte irrefrenabile, quella convinzione di avere il mondo in tasca e le certezze nel cuore, decisa a fare di testa sua. «Anche in quell’occasione pensavo di aver scelto la via facile, così sui giornali ti presentano la Ru486, credevo fosse una conquista della scienza, invece la mia vita è finita con quella pillola, che ti dà l’illusione di non abortire mentre in realtà rischia di uccidere te oltre a tuo figlio...». Ce la farà, Anna, la sua rinascita comincia da qui, dal desiderio di raccontare la sua storia, rimasta sconosciuta anche ai genitori: «Non voglio che altre ragazze imbocchino la mia strada, devono sapere a cosa si va incontro. Vorrei dire solo questo: attente alle false libertà e soprattutto non decidete da sole, la vita, sin dal suo sbocciare, anche nel dramma si può trasformare in un dono. Io me ne sono accorta troppo tardi, ma per voi c’è ancora tempo». Lucia Bellaspiga e Enzo Gabrieli (A cura di Ciro e Raffaella) 20 Riflessioni AVETE UN FIGLIO TROPPO BRAVO? 10 MODI PER ROVINARLO CONSIGLI AI GENITORI E ESAME DI COSCIENZA PER FIGLI 1.Fin dall’infanzia date al bambino tutto quello che vuole, così crescerà convinto che il mondo abbia l’obbligo di mantenerlo. 2.Se impara una parolaccia, ridetene, crederà d’essere divertente. 3.Non dategli alcuna educazione spirituale. Aspettate che abbia 18 anni e lasciate che decida “da sé”. 4.Mettete in ordine tutto ciò che lascia in giro. Fate voi quello che dovrebbe fare lui in modo che si abitui a scaricare sugli altri tutte le sue responsabilità. 5.Litigate spesso in sua presenza così non si stupirà troppo se a un certo momento vedrà disgregarsi la famiglia. 6.Date al ragazzo tutto il denaro che vi chiede e non lasciate mai che se lo guadagni. Perché dovrebbe faticare per avere quello che vuole come avete fatto voi? 7.Soddisfate ogni suo desiderio. Negargli qualche cosa potrebbe dargli pericolosi “complessi”. 8.Prendete le sue parti contro i vicini di casa, gli insegnanti, i sacerdoti, la polizia, sono tutti prevenuti contro vostro figlio. 9.Quando si mette in un guaio serio scusatevi con voi stessi dicendo: “Non sono mai riuscito a farlo rigare dritto”. 10.Preparatevi ad una vita di amarezze, non vi mancheranno. La redazione Per gentile concessione tratto da “L’Orizzonte” – Gennaio 1997 22 Sport GENTE DI DUBLINO: Gli Azzurri del Rugby e il Sei Nazioni Da circa un paio d’anni, il popolo italiano si è accorto che oltre al calcio esiste anche uno sport chiamato “Rugby”. Portato alla ribalta dalla tv satellitare, che nel 2003 ha trasmesso in diretta la Coppa del Mondo, il rugby si è fatto strada poco a poco fino a sbarcare sulla tv nazionale. A questo si aggiunge la popolarità di alcuni giocatori, come i fratelli Bergamasco, diventati testimonial di note marche di abbigliamento nonché invitati a posare per il famoso calendario francese “Dieux du Stade”. Uno sport apprezzato soprattutto per i valori che lo contraddistinguono: la forza, il coraggio, l’onore; ma anche per l’idea di fair play, vale a dire il rispetto dell’avversario, cosa quasi sconosciuta nell’ambiente del nostro calcio… Proprio in questi giorni cade l’annuale appuntamento con il “Sei Nazioni”, torneo nato nel 2000 a cui partecipano le nazionali di Italia, Francia, Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda. La prima partita vedrà la nostra nazionale fronteggiare l’Irlanda, grande favorita e unica imbattuta nel torneo dello scorso anno. L’incontro si disputerà il 6 febbraio al Croke Park di Dublino. Gli italiani giocheranno in casa, allo Stadio Flaminio di Roma, il 14 febbraio, contro l’Inghilterra, e il 27 febbraio, contro la Scozia. Se è inverosimile pensare di poter battere Francia e Irlanda, l’Italia cercherà comunque di strappare una vittoria alla Scozia o all’Inghilterra, contando anche sulla nuova mentalità voluta dall’allenatore Mallet che punta alla semplificazione del gioco azzurro. Il Sei Nazioni si concluderà il 20 marzo, quando l’Italia si confronterà con il Galles a Cardiff. L’interesse degli italiani per il rugby sarà sicuramente una marcia in più per i nostri giocatori, che come sempre ci regaleranno momenti di grande sport. Se poi dovessero portare a casa l’ennesimo “cucchiaio di legno”, beh, per questa volta glielo perdoneremo… Alessia Calendario 23 APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO INCONTRI FORMATIVI Venerdì 12-19-26 alle 18.00: Percorso B2 Venerdì 12-19-26 alle 20.45: Percorso B1 Sabato 13 alle 15.30: Percorso A1 e A2 Giovedì 18-25 alle 20.30: Percorso A2 Giovedì 18-25 alle 21.30: Percorso A1 Percorso A1: GIOVANI Percorso A2: II-III-IV-V SUPERIORE Percorso B1: III MEDIA e I SUPERIORE Percorso B2: II MEDIA PER TUTTI -Sabato 20, dalle ore 14.30 circa si terrà la consueta sfilata di Carnevale per le vie del paese. -Domenica 21, alle ore 18.30 in oratorio, si terrà un momento comune per l’inizio della Quaresima tra i ragazzi delle superiori di tutta la Comunità Pastorale della Madonna del Carmelo (Ronco, Usmate, Velate, Carnate). Soluzione del cruciverba dello scorso numero: G I U S E P P E L E T E S T E R R E T I C H E O O C O T T O E L T R A N E V R O T I O N I Z N O A S I N G I G M A N T O R R O E N R O E V C I G A T I M A U M N N E I C O C O B S La redazione Per commenti e osservazioni scrivete alla casella e-mail de “Il Bagliore”: [email protected] Visitate il nostro sito: www.ilbagliore.it “Il Bagliore” esce in collaborazione con: