La Redazione
a Pietra Angolare delle SFI è una “buona samaritana”
sollecita nel curare le ferite materiali e spirituali, si
pone al servizio di Cristo con creatività ed entusiasmo. La Parola, che la Terziaria francescana annuncia
è credibile perché si incarna in comportamenti di
condivisione, di solidarietà in gesti, che lasciano trasparire il volto di Gesù come autentico Amico dell'uomo. Quella di Teresa è
silenziosa quotidiana testimonianza di carità; essa vive
«l'essenza del sacramento che è proprio ciò che si tocca nel visibile l'invisibile, che il visibile toccabile apre la porta apre la porta a Dio stesso» (BenedettoXVI).
La missione della “Maestra contadina” di Montefusco è affidata anche a noi oggi, in situazioni diverse dove molti smarriscono la strada e non conoscono la Bellezza della fede. Teresa modello di laica impegnata, matura, si nutre della Parola
di Dio, non ingabbia il vissuto religioso in una formale, ripetitiva precettistica arida. Per Teresa la fede è relazione profonda con Dio e ha come componente fondamentale quella
comunitaria.
La nostra francescana non vive dunque la solitudine
dell'individualismo. La Chiesa, per Teresa, come per il Pontefice Benedetto XVI: «non è il risultato di una somma di individui, ma un'unità fra coloro che sono nutriti dall'unica Paro-
la di Dio e dall'unico pane di vita». Teresa con la sua azione consente
un respiro missionario largo, fa comprendere che il mandato di evangelizzazione non tocca solo alcuni, ma tutti i battezzati.
La “Maestra Contadina” attua così con letizia la “norma” francescana, che consiste nel tenere «aperte a tutti le proprie abitazioni e accogliere con semplicità amici o nemici, buoni o briganti». Teresa vive
per l'altro, realizza così la carità di Dio. Le doti di questa donna sono
straordinarie, eroiche.
Le strutture costitutive del suo essere sono: l'accoglienza, la lealtà come fedeltà a Dio, l’onestà costantemente associata a franchezza. Essa sente compassione verso ogni forma di debolezza umana, sia
verso i sani, che gli ammalati, sia verso i peccatori.
Ma ciò che rende unica la nostra Francescana è la dolcezza, che è
anche mitezza, spirito di pace, comprensione affabile e garbata derivante da quel saper fondere gli orizzonti. Dote di Teresa è larghezza,
generosità d'animo: offrire l'amore di Dio in cambio dell'elemosina.
Altro tratto significativo di questa fisionomia spirituale è il lasciarsi vilipendere e umiliare a motivo della sua condizione di mendicante. Il digiuno di Teresa è la fame di Dio.
Teresa è la donna che “rischia” per Gesù: si assume interamente
la responsabilità del gesto. Si espone al rischio del contagio della malattia, ma non si lascia contagiare dal mondo. Mette a repentaglio lasua esistenza. Non le interessano le cattive voci, non arretra davanti
alle situazioni difficili e pericolose. Anzi le cerca, le affronta armata
di fede, con un apostolato aperto, itinerante. Ma tutto con gentilezza, finezza, scevra da ogni tipo di affettazione. La sua vita è canto di
grazie con tutte le creature. E' zelo ardente, coraggio, anticonformismo. Teresa è veramente libera perché è contro ogni forma di mediocrità. La francescana non si lascia contaminare dalla mentalità
dell'accumulo del denaro in un'epoca che vedeva il passaggio dal ducato alla lira. Per Teresa la vera unità di misura è Dio. Solo Lui è peso
di misura vera. “La vera misura dell'amore è amare senza misura”.
Questo di Teresa è gettito di carità. Teresa è luce che brilla in un
momento in cui si accentua il fascino
del denaro, insieme alle nuove possibilità di arricchimento in un contesto
post-unitario che vede apparire i primi
segni di una rivoluzione industriale anche nelle nostre zone. Teresa conosce i
meccanismi anti umani che innesca il
denaro. Come per S. Francesco così
per Teresa il denaro è «serpente velenoso, diavolo in persona» in quanto
spinge l'uomo a ricercare la ricchezza
staccandosi da Dio, inquinando così
cuore e mente e accecando lo spirito. L'uomo diventa cieco, col denaro nei riguardi di Dio e come «pietra» davanti alla sua parola; il denaro per Teresa è radice della superbia, strumento di dominio e di sopraffazione generante divisioni, inimicizie e guerre.
Teresa non presta ascolto al vanto dell'ereditiera, a coloro
che sono destinati ad ereditare patrimoni cospicui. Quando è
al mercato o pesa vendendo i prodotti della terra con una bilancia umana senza trucchi e alterazioni di misure, è sempre
ispirata alla giustizia divina. Teresa sa che il vero tesoro è nei
cieli, non quello narrato dagli esseri umani, ma quello raccontato da Dio. Per lei non si eludono le leggi divine né quelle umane. Non ci deve essere artificio o astuzia, ma purezza.
Tutti i giochi d'azzardo come quello del lotto, così praticato a Montefusco, sono vincite effimere. Vera scommessa
è la vita eterna. Lì bisogna puntare. Teresa al mercato vende
al prezzo giusto, è contro chi è dominato da sordida avarizia.
Teresa nella società in cui vive non accetta la concezione di
quei commercianti che vedono nel denaro non un mezzo ma
un fine. Ne comprende di quest'oggetto - denaro - l'illusione e
il pericolo. Inoltre per la Venerabile
una virtù importante è l'amore al lavoro in cui ella scorge anche un criterio
per valutare la qualità della sua devozione a Dio.
La nostra francescana sa che l'essere umano tramite il lavoro arricchisce l'identità ed è più vicino a Dio. Spirito di rinuncia, di povertà, capacità di
dominio di se stessi, umiltà ed obbedienza contro la spregiudicata affermazione della propria volontà, che logora
il tessuto della società e annienta la pace interiore, fanno parte del corredo
delle virtù di Teresa.
La Pietra angolare delle S.F.I. coniuga lavoro spirituale e materiale. Noi oggi che siamo immersi nell'acquisto di oggetti prodotti in serie, nel facile e immediato contatto con il denaro tramite bancomat,
computers, carte varie di credito, non riusciamo a comprendere a
pieno il valore della povertà e della ricchezza che la gente dell'epoca
di Teresa attribuiva alle cose. Al tempo della Venerabile bastava un
qualcosa per sentirsi diversi, al di sopra dell'altro: ricchi. E' rispetto a
questo “qualcosa”, che oggi è nulla, che la nostra Francescana prende
distacco, si distanzia e abbraccia Madonna Povertà: Povertà scelta,
voluta, non subita. Per questo Teresa resta scolpita nella memoria di
chi l'ha conosciuta, l'ha stimata e ne ha tramandato il ricordo. Di Teresa non restano solo gli occhi rivolti al cielo, ma quelli rivolti alla terra:
ai poveri. Resta quel tendere gioiosa la mano verso l'altro: altro mai
percepito come straniero, mai come ospite inquieto e ingombrante,
ma provvidenziale occasione di nobile esercizio di virtù. La mano di
Teresa è delicata, soccorritrice, caritatevole: protegge, cura, salva.
Quel passare e ripassare del pettine tra i capelli degli ammalati: quel
liberare la testa dalla quantità e varietà di insetti e dal male.
li elementi portanti della spiritualità di Teresa sono la
preghiera e l'offerta. Ella ama pregare in tutti i modi e
in tutti i luoghi. Spazia dalla preghiera in chiesa e quella a casa, da quella davanti al Santissimo Sacramento a
quella mariana, da quella vocale a quella del cuore. La preghiera è
il cuore della sua vita, è il fulcro di tutta la sua vita spirituale. Ella
ama pregare continuamente ed ovunque, in modo particolare in
chiesa, dove ha la possibilità di sostare nel tempio di Dio e di
partecipare con devozione e fervore alla Santa Messa. Teresa ha
un grande trasporto per la Vergine Maria che invoca continuamente e particolarmente nei momenti cruciali della sua vita.
Nella sua esperienza di preghiera non mancano momenti di
unione mistica con Cristo, suo sposo.
Anche l'offerta riveste un ruolo importante della spiritualità
della giovane di Montefusco. Ha spesso sofferto nel fisico,
ma ha sempre offerto ogni dolore a Gesù, ha saputo immolarsi per Lui e come Lui giorno per giorno. Non si è lasciata
vincere dal dolore, ma ha saputo unire ogni sua croce a quella di Cristo. L'obbedienza a Dio attraverso il Padre Spirituale costituisce un altro elemento importante nella spiritualità
della Manganiello. In tutto ha obbedito al P. Ludovico Acernese, fino alla volontaria mortificazione per amor di Dio. Dalla preghiera e dall'offerta di Teresa, nascono le Suore Francescane Immacolatine.
Teresa possiede un candore dell'anima inusuale, che diventa carismatico nel momento in cui chi vuole scoprirla nella sua dimensione,
resta affascinato dalla trasparenza, dalla limpidezza, dalla purezza
del suo vissuto interiore, non pianificato ma di totale, fiducioso abbandono alla volontà del Signore. Un candore dell'anima che è anche
espressione della semplicità di questa ragazza, una semplicità che ha
radici profonde, che attingono forza nella rinuncia di quella parente
stretta che si chiama povertà, che ha segnato la vita della sua famiglia
di origine .
E'straordinario constatare come, dinanzi alle tante difficoltà che
le si presentano, non perda il controllo di sé, anzi mostrando segnali
di apertura verso tutto e tutti, sentendosi sul serio sorella dei suoi interlocutori. E' una forza che le proviene dal profondo dell'anima, anzi dal candore della sua anima, che ha alla tutela, alla protezione del
suo Signore, così come sottolineano i suoi biografi. Teresa non ama
apparire, non compie gesti per essere protagonista, anzi pone tutto
nel silenzio e nella contemplazione .
La figura della Manganiello è attuale, soprattutto per i giovani.
Ella invita i ragazzi ad ergersi dal pantano delle attrattive mondane e
a rendere la propria vita un dono per Dio e per i fratelli. La vera felicità non è nel chiasso del mondo e nella frenesia del vivere quotidiano, ma nel silenzio del raccoglimento, nella preghiera, nel donare il
proprio amore ai fratelli e le sorelle che incontriamo. La spiritualità
di Teresa è, dunque, molto attuale ed è fatta conoscere in modo ammirevole dalle Suore Francescane Immacolatine alle quali va uno speciale encomio per questa loro opera.
Ci auguriamo che non solo le suore ma anche i giovani possano
ammirare e nutrirsi della spiritualità della piccola-grande Teresa
Manganiello. Ella vive una comunione profonda con Gesù tale da conoscere il Lui la piena felicità, la gioia che deriva dall'incontro con
Lui e dalle grazie che Egli dona. Per la nostra Diocesi Teresa rappresenta un gran dono di Dio poiché la sua bellezza interiore è modello
di santità per tanti fedeli.
uanti hanno studiato un po' di storia della letteratura italiana conoscono Emilio ZOLA, uno dei più
grandi romanzieri del naturalismo francese (1840
- 1902). Hanno letto qualche suo romanzo; in particolare “ La faute de l'abbè Mouret”, scritto nel
1875, del ciclo dei “Rougon Macquart.” Di questo scrittore francese tutti sanno quanto sia stato lontano dalla fede e dalla vita cristiana. Pochi, però, sanno del suo ritorno a Dio e alla Chiesa cattolica, per intervento della Vergine Maria. Alcuni suoi romanzi,
scritti quando ancora irrideva la fede, rivelano una nascosta nostalgia di una fede perduta. E non mancano tratti mariani che fanno riflettere.
Aveva circa 56 anni quando lo scrittore si fratturò un piede.
La ferita peggiorava di giorno in giorno. Constatata l'aggravarsi
della frattura il medico valutò l'opportunità di amputare l'arto
quando si verificò un evento straordinario. Alla vigilia di Natale del 1896, egli si vide in sogno entrare in una chiesa. Entrato
vide, sempre in sogno, sul muro una Signora che reggeva in
braccio un Bambino. Nel sogno intona un canto religioso dal
contenuto mariano. L'indomani sente la moglie “canticchiare”
lo stesso canto. Scosso le chiede di andare in chiesa ad accendere una candela davanti all'altare della Madre di Dio. Ella,
meravigliata, conoscendo la miscredenza del marito, si reca in
chiesa ed accende la candela. Nello stesso momento egli avver-
te insoliti stiramenti al piede malato. Si alza involontariamente: con grande meraviglia non sente più
alcun dolore o fastidio al piede. Era guarito miracolosamente per l'amoroso intervento della Vergine
Maria. Emilio Zola non solo mise per iscritto
l'avvenuta guarigione, ma insieme si convertì a quella fede che aveva tanto denigrato. Il 18 aprile 1898
pubblicò un documento, una sorta di confessione
pubblica in cui scrisse: “Oggi, io sono pienamente
convinto di essere stato per trent'anni nell'errore.
Conosco bene su quale base poggia tutto il sistema
della frammassoneria, di cui ho diffuso la dottrina,
inducendo anche altri a diffonderla. Di tutto mi
pento con sincerità. Illuminato da Dio, mi rendo
conto di tutto il male che ho così commesso. Pertanto, io respingo la frammassoneria e me ne dissocio, confessando i miei errori dinanzi alla Chiesa.
Chiedo perdono a Dio di tutto il male che ho fatto
con il mio cattivo esempio… e invoco il perdono dal
nostro Sommo Pastore, Sua Santità il Papa Leone
XIII”. Il primo libro del romanzo “La faute de
l'abbè Mouret” è tutto incentrato sulla devozione
dell'Abbè Mouret alla Vergine Maria. Dal contesto
si rileva che l'autore del romanzo nasconde nell'animo un segreto rimpianto della fede perduta e un sopito affetto di pietà filiale verso la Madre di Dio. Il
capitolo XVII si chiude con una lunga e accesa preghiera dell'abbè Mouret all'Immacolata Concezione: una preghiera che andrebbe purificata da talune
crude espressioni e pronunciata con fede umile e
sincera. Peccato che Zola abbia scritto queste pagine soltanto come romanziere naturalista, anche se
nascondono quella segreta inquietudine che traspare anche nel romanzo “Lourdes” (1894).
a tempo ho spento i termosifoni.
Spento anche il focolare. Due calori diversi.
Spesso mi fa balzare dal letto non il suono della
sveglia, ma il canto degli uccelli insieme al raggio
di sole, che penetra nella stanza. Il tempo è mite:
gradevole. Sono circondato dalla natura. Il biancospino.
I fiori bianchi del pero, quelli del pesco di color roseo chiaro.
Il ciliegio con foglie ovali e il rosso vivo dei frutti.
La natura è vestita di un verde intenso. I prati verdeggiano
sulla collina. La natura mi è amica, consola.
Appena sentono il rumore della macchina vengono a farmi
visita tre gatti: uno bianco, uno nero, l'altro grigio marrone.
Dopo il pasto la gattina bianca assume una posa scultorea:
eleganza naturale.
A questi animali in corteo si aggiunge anche il cane.
La sera; il cielo stellato. Anche le lucciole visitano la casa.
Alcune posano sui libri, sulle pareti. Dicevano che erano
scomparse, invece ritornano.
Buon segno: l'uomo si riconcilia con la natura.
La lucciola forse è scheggia della vera luce. Questi insetti
con i loro riflessi luminosi verdi, tremolanti, intermittenti
forano il buio, con delicatezza, con leggerezza sembrano
accarezzare le siepi e le foglie degli alberi. Le lucciole sono di
buona compagnia.
Caro Francesco, quando avevo la tua età, restavo
incantato dinanzi a questo mistero della natura, volevamo
allora noi fanciulli imprigionare questi insetti per carpire e
trattenere la luce.
Non sapevamo che la luce non si lascia catturare. Scivola sulle
cose, è labile, sfugge. Essa ci consente di vedere, l'attraversiamo, ma
non sappiamo cos'è. La luce naturale, artificiale sono ben poca cosa
rispetto alla Luce divina. Sono mistero.
Caro Francesco dobbiamo saper cogliere dentro di noi la luce
vera, portarla a coloro che sono nelle tenebre dell'odio.
Tutti abbiam bisogno di luce. Siamo viandanti nella notte oscura.
Ricordo come ti incantava la favola di Pollicino. Che per non
smarrire la strada lasciava cadere briciole di pane. Anche le nostre
strade un giorno dovranno incontrarsi.
Caro Francesco ti hanno reso privo di guida, di sostegno.
Tu chiedi dov'è papà? Perché non viene?
Pensi che il tuo papà non ti pensa.
Sono sempre con te.
Il mio affetto è tesoro di amore, depositato nel mio cuore: cresce
di giorno in giorno. Sta li, saldo, puro.
Quando ci vedremo sarai accolto a braccia aperte.
Non si può cancellare dalla vita il figlio.
Un figlio come te! ... caro Francesco.
Con infinito amore di padre.
e ci guardiamo intorno ci accorgiamo che tante persone hanno nel loro cuore il desiderio di aiutare gli altri
ma spesso si pensa che è necessario andare in missione
per farlo, non ci accorgiamo che dietro l'angolo c'è
qualcuno che aspetta proprio noi. Madre Teresa di Calcutta ripeteva spesso che oggi il mondo è “un Calvario aperto”;
dappertutto, sofferenza fisica e mentale. Pene e sofferenze sono
inevitabili nella tua vita, ma ricorda che pene e sofferenze non sono altro che il bacio di Gesù: indicano che tu ti sei così avvicinato a Lui che può baciarti. Accoglili come un dono: tutto per Gesù. Tu stai effettivamente rivivendo la Passione di Cristo: accogli perciò Gesù così come si presenta nella tua vita: piagato,
spezzato, pieno di dolori e di ferite.
E' questa l'esperienza che facciamo ogni domenica con il
nostro apostolato. Ad aspettarci con tanta gioia sono anziani
soli nel cui volto scorgiamo la sofferenza, ma anche tanto entusiasmo nel pregare. È Gesù in loro e sono superflue le nostre tante parole. Quei malati sono felici solo perché si sentono amati. E' Gesù stesso che distende le sue braccia dalla
croce e abbraccia ogni tristezza.
Il papa dice, incontrando il mondo della sofferenza: “Voi
sapete di non essere soli nella vostra sofferenza perché Cristo stesso è solidale con coloro che soffrono. Egli rivela ai malati e agli infermi il posto che hanno nel cuore di Dio. Nel Vangelo Gesù ci rivela anche, con gesti concreti, la sua tenerezza
e la benevola attenzione verso tutti quelli che hanno il
cuore spezzato e il corpo ferito. In presenza di sofferenze atroci noi ci sentiamo sprovveduti e non troviamo le
parole giuste. Davanti ad un fratello o una sorella immerso nel mistero della croce, il silenzio rispettoso e
compassionevole, la nostra presenza sostenuta dalla preghiera, un gesto di tenerezza e di conforto, uno sguardo,
un sorriso, possono fare più che tanti discorsi. Questa
esperienza è stata vissuta da un piccolo gruppo di uomini e donne tra le quali la Vergine Maria e l'apostolo Giovanni, che hanno seguito Gesù al culmine della sofferenza nella sua passione e morte sulla Croce”.
E' questa l'esperienza che cerchiamo di fare con
l’apostolato agli anziani. Ci fermiamo un'ora in loro compagnia per la celebrazione eucaristica o la preghiera del
Santo Rosario, ma più di tutto portiamo loro il sorriso e
la gioia di Gesù e l'abbraccio della Madonna.
È veramente questa un'esperienza forte.
Costa portare la croce di un altro.
Nel soffrire, con e per gli altri, Cristo ci è accanto anche se noi fatichiamo a crederlo. Solo la vittoria finale
del Signore svelerà il senso definitivo delle nostre prove.
“La sofferenza è un regalo di Dio se di essa sappiamo
servirci correttamente. La croce è inseparabile dalle nostre vite, cosicché ringraziamo Dio per essa”.
uando Suor Daniela ci invitò a partecipare, come volontari, al pellegrinaggio che l'Unitalsi organizzava a
Lourdes con il famoso “treno bianco”, io non ero molto convinta di parteciparvi; ma quando lo seppe mia
madre lei pretese che io ci andassi dicendomi: “vedrai che cos'è la sofferenza e il dolore e maturerai
molto!” Io non le credevo e all'inizio diedi a Suor Daniela la mia adesione senza molto entusiasmo. Man mano che si avvicinava il giorno della partenza il mio entusiasmo iniziò a crescere, anche
perché avrebbero partecipato compagni della mia classe e quindi non
mi sarei trovata da sola, in una situazione del tutto nuova per me.
Il 25 aprile ci siamo ritrovati tutti alla stazione, noi ragazzi eravamo tutti vestiti di blu, ognuno aveva il suo compito: il mio era quello
di dover preparare i cestini sul treno e, una volta arrivati a Lourdes,
facevo parte dell'equipe piano terra. Suor Daniela ci aveva preparato e spiegato cosa avremmo dovuto fare, ma il viverlo è stato tutto
diverso. Quando sentivo dire: “Lourdes è un'esperienza da vivere
ed è difficile da raccontare” non riuscivo a capire cosa volessero dire quelle persone, ma al mio ritorno, quando mi è stato chiesto come è stata l'esperienza a Lourdes, mi sono ritrovata a dire le stesse
parole. Ero partita piena di paure che si sono dissolte appena scesa dal treno, avevo detto che mai avrei fatto il bagno nelle piscine,
ma quando mi sono ritrovata lì con l'ammalata che mi era stata affidata e mi è stato chiesto se volessi fare il bagno ho risposto immediatamente di si.
E' incredibile ed indescrivibile l'atmosfera che si respira a Lourdes, cammini in un'oasi di pace e di spiritualità, in mezzo a migliaia di persone dalle nazionalità e dalle lingue più svariate, ti rendi conto che la fede non ha età, non ha lingua, non ha nazione, è
universale. Ogni giorno mi toccava accompagnare con la carrozzella una persona diversa, ma tutte erano animate dallo stesso spi-
rito, dalla stessa voglia di vivere la fede.
Senza dubbio tra tutte le funzioni quella che più mi ha colpito è il flambeux. Il flambeux è una fiaccolata che si snoda lungo il tracciato della Basilica e che arriva proprio davanti ad essa formando una grande “M”, aiutiamo i malati ad accendere le candele e quando si fa buio lo spettacolo è da
rimare senza fiato, siamo talmente tanti che sembra un fiume di luce, si
prega in tutte le lingue, non c'è razza, non ci sono differenze, siamo tutti
uniti in una cosa sola: una grande luce.
Tutte le funzioni condivise con gli ammalati o con una persona anziana
trasmettono più emozioni: il semplice spingere una carrozzella o tenere
una mano o scambiare due chiacchiere con una persona anziana ti riempie
il cuore se pensi che, al loro ritorno, alcune di loro saranno nuovamente
“persone sole”!
Si va a Lourdes per chiedere una grazia, nella speranza che la Madonna
ti aiuti a risolvere un problema che per te è enorme, ma poi quando vedi
gente che davanti alla grotta prega e spera di alzarsi dalla carrozzella, anziani che piangono o assisti alla scena a cui ho assistito io nelle piscine e
cioè quella di una ragazza giovane, completamente paralizzata, che è stata
posta su un lettino, circondata da volontari e c'era chi la spogliava e chi pregava per lei, immersa poi nella piscina con tutto il lettino, ti vergogni quasi
di aver desiderato di distogliere l'attenzione della Madonna da queste persone per poter vedere realizzato un tuo “inutile” desiderio o risolto un tuo
“piccolo” problema. Ripeto Lourdes è un'esperienza da vivere ed è difficile da raccontare; si può provare a raccontare le impressioni e i sentimenti
che provi, ma non è facile esternare quello che ti lascia dentro, come testimonia la mia voglia di ripetere nuovamente questa esperienza.
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l giornale Sannio Sport diretto da Nicola Russo sta pubblicando, a firma di P. Domenico Tirone ofm, delle brevi biografie dei santi beneventani e dei fedeli che si avviano alla santità, per i quali è iniziato il processo canonico. Il giornale Sannio Sport è indirizzato prevalentemente agli sportivi e viene distribuito gratuitamente davanti allo stadio S. Colomba di Benevento quando la squadra del
Benevento Calcio gioca in casa. Siamo lieti che la figura della nostra Serva di Dio Teresa Manganello sia stata presenatata anche
agli sportivi sperando che in loro susciti il desidero di conoscere
sempre di più questa nostra santa sorella.
Sulla collina a messa costa salendo a Montefusco, il possente centro irpino vedetta dell'intera valle solcata dai fiumi
Sabato e Calore, mentre ferve la ribellione verso i re Borbone
ed il sentimento risorgimentale si diffonde anche nelle contrade irpine, nasce in un casale di campagna di proprietà della famiglia Manganiello, Teresa undicesima di dodici figli di
Romualdo e Rosaria Lepore. Nessuno immaginava, portando la piccola al battesimo nella chiesa di S. Maria del Vaglio
in Montefusco, che Teresa avrebbe conservato nei suoi soli
pochi anni di vita la veste candida battesimale. I suoi biografi ci informano che Teresa era “bella di aspetto, sorridente e
affabile con tutti, parlava e agiva con soavità e mitezza”. Fin
da bambina si innamorò di Gesù, che finì per scegliere come
suo unico sposo, anche se non mancarono proposte di matrimonio.
Amante della penitenza e della mortificazione macerò il suo corpo
con cilizi e supplizi. Amò la sua famiglia dedicandovi tutte le sue forze. Nonostante la sua giovane età esercitò la carità al servizio dei poveri e dei sofferenti che curava con le erbe nella sua casa.
Determinante nella sua vita fu l'incontro con P. Ludovico Acernese, frate cappuccino, che la iniziò al Terz'ordine Francescano e su
di lei ripose le speranze per la fondazione di un gruppo di anime consacrate, che dopo la morte della Serva di Dio presero il nome di Istituto delle Francescane Immacolatine. Teresa al grande amore per la
vita semplice e povera di S. Francesco d'Assisi univa la devozione alla passione del Signore ed alla vergine Immacolata.
Si portò addirittura a Roma dal papa Pio IX,
ricevuta in udienza privata, per avere
l'approvazione per la nuova famiglia
religiosa.
Gli stenti, le penitenze e la
malattia a soli ventisette anni la
fecero incontrare con il suo Signore. Iniziando dalla sua morte in tanti vollero testimoniare
sulle sue virtù eroiche.
Dopo il processo diocesano in Benevento, conclusosi positivamente, ora si aspetta dalla
S. Congregazione per
le Cause dei santi di
poterla venerare beata. In Pietradefusi ed
in Montefusco rimangono le memorie
della Serva di Dio.
uesti ultimi mesi sono stati ricchi di avvenimenti e di
grazie per la Congregazione delle Suore Francescane
Immacolatine.
19 - 28 Marzo
Missione popolare ad Afragola - NA. 10 giorni di
missione popolare presso la Parrocchia S. Maria delle Grazie.
Tema: «Organizziamo “insieme” la Speranza». Le attività
proposte sono state diverse: adorazione eucaristica prolungata,
confessioni, centri di ascolto nelle famiglie, visita a famiglie
con congiunti ammalati, visita a luoghi pubblici quali strade,
centri commerciali, negozi e attività diverse scuole, giro per le
strade con un “camper” appositamente abbellito e attrezzato… cercando in ogni modo di incontrare tutti: giovani e anziani, vicini e lontani, istruiti e non, perché in qualche maniera Dio possa far breccia nel cuore di ognuno.
Nel girovagare per le strade accompagnati da solleciti e
disinteressati volontari i missionari hanno potuto toccare
con mano: il dolore di ogni ammalato e di chi lo assiste; la disperazione di chi non trova speranza in un futuro migliore; la
paura di chi ha perso fiducia in una società aggressiva e in continua evoluzione; le difficoltà di famiglie vittime della crisi
economica mondiale, e delle crisi di sempre; di giovani che
non trovano il senso della vita perché lontani da Dio; di coloro
che patiscono la solitudine. Nello stesso tempo però, e in maniera
molto più intensa l'incontro con persone dal cuore aperto; mani generose e pronte per ogni circostanza finanche nell'emergenza; anime
conquistate da Dio che danno un'efficace testimonianza in questo
mondo che ha messo ormai Dio da parte. Numerosi sono intervenuti
sulle proposte: l'incontro genitori - figli guidato da P. Luigi d Palma,
frate cappuccino e psicologo. Significative la serata vocazionale con
San Francesco e S. Chiara, la testimonianza su Chiara Luce Badano,
la “passeggiata” con Maria per le vie della città, i centri d'ascolto previsti e improvvisati nei diversi punti del territorio. A coronare la missione la sistemazione dell'albero d'ulivo in segno di pace, riconciliazione, risanamento da impurità, augurio di portare frutto in futuro.
Infine la collocazione della statua della Madonna in un giardino oasi vicino la strada perché sia Maria Santissima a proteggere, guidare i figli in questo mondo caotico offrendo - come in un'oasi - riposo,
ristoro e consolazione.
Il parroco don Enzo Polito, pronto e sempre disponibile, ha
accolto gioiosamente i missionari, il lavoro di ognuno e prima
di tutto del lavoro di Dio in ognuno. Grazie, don Enzo,
dell’esempio, affetto e della tua capacità organizzativa efficace svolta nella massima semplicità e tranquillità.
I missionari sono partiti portando in cuore il volto e le speranza di ogni persona incontrata affidandoli, nella preghiera,
al buon cuore di Dio per le mani della Madonna.
20 - 26 Marzo
Incontro di formazione permanente con il rev.do P. Biagio Bonasso Cappuccino.
13 - 14 - 15 Maggio
Triduo di preghiera in preparazione alla commemorazione della
Professione nel TOF della Venerabile Teresa Manganiello.
13 - Tradizionale raduno delle “Peregrinatio Mariae” provenienti
dai paesi vicini, al Sagrato Teresa Manganiello. Presiede il rev. Do
mons. Pasquale Mainolfi che con la sua parola infuocata accende i
cuori dei fedeli spronandoli a cercare in Maria Santissima una madre
attenta e premurosa che ci conduce al Signore.
14 - Via Crucis sulle orme di Teresa attraverso la strada che ogni
giorno percorreva per l'incontro mattutino con il Signore nella S.
Messa, supremo sacrificio di Cristo. La Celebrazione è stata presieduta dal rev. P. Antonio Salvatore, cappuccino, Guardiano del Convento di S. Egidio, che nella riflessione omiletica, prendendo spunto
dalla liturgia del giorno, ha spiegato ai fedeli come il Signore abbia
scelto Teresa, un'umile contadina, per compiere attraverso di lei il
suo disegno di salvezza.
15 - Commemorazione della Professione di Teresa nel
Terz'Ordine Francescano. Il Rev.do Padre Cappuccino, P. Gianluca
Manganelli, ha presieduto l'Eucarestia: a Teresa, come ad Abramo è
stato chiesto di aver fede. Anche oggi il Signore ci invita a seguirlo rischiando tutto per Lui, somma ed eterna felicità.
13 Maggio
Inizio del Postulandato. La giovane Pina Bristot, dopo un
periodo di esperienza nella comunità, ha iniziato il Postulandato, tempo di grazia e di maggior discernimento della volontà di Dio.
17 Maggio
Onomastico della Madre Generale. Nel giorno della festa onomastica della Reverenda Madre Generale suor Pasqualina di Donato
Savino, le suore hanno pensato di farle un omaggio.
La sorpresa, ben riuscita, è stata accolta dalla Madre con commozione. Si tratta di una raccolta di pensieri tratti dagli scritti del fondatore, Padre Lodovico Acernese, che non poteva restare nascosta.
Fu realizzata nel 1997 dalle consorelle di Casa Madre e donata alla
Superiora Generale dell'epoca Madre Maria Giovanna Santedicola.
Così quell'unica copia ora moltiplicata, ampliata, corretta, rivisitata,
adattata in italiano corrente, è stata distribuita alle consorelle, alle autorità e agli amici della Congregazione in un comodo libro tascabile
che getta ancora una volta un seme nella storia del nostro carisma. La
Madre Generale ha ringraziato augurando a tutti di poter riscoprire
in quelle righe l'importanza di essere cristiani in questo mondo segnato dal relativismo, dalla confusione e dal malcostume, mali di cui
il Fondatore, con le sue intuizioni, già ne preannunziava il dilagare.
9 Giugno
Incontro di formazione permanente. Il rev.do mons. Luigi Porsi,
Postulatore della Causa di Canonizzazione della Venerabile Teresa
Manganiello, ha tenuto alle suore alcune conferenze sulla figura eccezionale soffermandosi in modo particolare a spiegare l'esercizio
delle virtù eroiche della giovane montefuscana.
21 Giugno
Sua Santità Benedetto XVI in visita apostolica a S. Giovanni Rotondo. Le suore della Fraternità “Pace e Bene”, in S.-Giovanni Rotondo, e di altre fraternità, insieme alla rev.da Madre Generale Madre Pasqualina Di Donato Savino, accolgono con gioia il S. Padre.
Suor Liliana Di Maio
Grazie santità, per il grandissimo dono
La sua venuta ci ottenga grazia e perdono
Lei è il nostro Pastore, il profeta di Dio
E noi l'umile e fedele schiera di San Pio
Chi nell'ospedale angelo dell'ammalato
Chi nell'ospitalità a Cristo celato
Oggi siamo qui per la sua presenza a
A ricambiare la sua dolce benevolenza
Vogliamo essere uniti
per il Papa e per la Chiesa
E formiamo una catena
di preghiera in sua difesa
Il Signore le conceda salute e longevità
Fermezza di guida e tranquillità
Santità come Giovanni Paolo II
ha canonizzato San Pio
Così lei possa santificare
i figli spirituali di S. Pio
24 Giugno
Commemorazione del 150° di sacerdozio del Fondatore P. Lodovico Acernese. Sembra proprio un segno del cielo che il 18 giugno,
150° di sacerdozio del Fondatore sia coinciso con l'apertura dell'anno
sacerdotale. Il 24 giugno la commemorazione dell'evento nella Chiesa Maria SS. Annunziata in Pietradefusi. Il Rito è stato presieduto
dal rev. Do Parroco don Gerardo De Corso e concelebrato da P. Romualdo Gambale e P. Fiorenzo Mastroianni, frati minori cappuccini
della Provincia di Napoli. Ha animato solennemente la liturgia il coro della Madonna della Neve di Morroni (BN).
A conclusione è stato presentato ed offerto ai presenti un opuscolo scritto dal succitato P. Fiorenzo Mastroianni in collaborazione
con Suor Daniela Del Gaudio. “La caratteristica di quest'opuscolo
consiste nella valorizzazione della Cronistoria di P. Gabriele Petrillo
nei suoi aspetti più positivi”, scrive P. Fiorenzo nella Presentazione.
I bambini della Scuola Materna “S. Chiara d’Assisi”
nella recita di fine anno scolastico
13 Giugno
Festa di Sant’Antonio di Padova. La statua del Santo, cara a
P. Lodovico Acernese, portata in processione per le strade di
Pietradefusi.
Brasile
La missione Maria SS. Immacolata in Brasile ha avuto la gioia di
celebrare la professione temporanea delle due novizie Carla Dos
Santos e Fabrine Ferreira nelle mani della superiora della Missione
suor Concetta Resta Zaccaria, delegata dalla Madre Generale.
Il suggestivo rito è stato presieduto dal rev. Do Padre Francisco
Barbosa nella Cappella dell'Istituto “Frei Ludovico” in SalvadorBahia.
Nelle foto alcuni momenti del rito e della gioia fraterna.
Festa della mamma: i bambini della Scuola INSA e
dell’Istituto assistenziale offrono un omaggio alle mamme.
Le neoprofesse suor Juciara de Cassia P. dos Santos, suor Alda Cristina Costa De Mello, suor Edelaine Araujo Moraes, suor Silvaney de
Oliveira Conceção e suo Monica Ferreira Do Carmo rinnovano la
professione religiosa facendo un ulteriore passo verso la consacrazione totale e perpetua.
India
Dal 15 al 30 aprile le due Consigliere Generali, suor Maria Matilde Napoletano e suor Felicetta Bianco, delegate dalla Madre Generale suor M. Pasqualina Di Donato Savino, con grande gioia hanno
fatto visita alle comunità della Missione in India condividendo nella
letizia, momenti di preghiera, fraternità, di apostolato. La Missione
dell'India sta vivendo un momento di fioritura vocazionale. Molte ragazze bussano alla porta del nostro convento in Eda Cochin, chiedendo di seguire Gesù. Nonostante le piccole e, grandi difficoltà, le
suore francescane immacolatine della missione indiana portano avanti l'apostolato dell'educazione affidato da P. Lodovico, nelle scuole e
nelle parrocchie attraverso l'insegnamento e la catechesi.
Lodevole è anche l'impegno con cui le missionarie si adoperano
nel soccorrere ai bisogni della popolazione, spesso povera e carente,
provvedendo, specialmente per i bambini, alle prime necessità e
all'occorrente per la scuola: cartelle, penne quaderni ecc. Tutto ciò si
può realizzare grazie alla generosità di tanti italiani che danno il loro contributo attraverso le adozioni a distanza. I giorni trascorsi in
india sono stati intensi e ricchi di emozioni.
Una delle grazie più grandi è stata quella della professione perpetua di cinque suore: suor Mary Gracy, suor Mary Clarish, Suor
Amalothbavam, suor Mary Grace, suor Eliswa Leema. La celebrazione, svoltasi nella parrocchia di Eda Cochin, st. Mary's
Suor Maria Matilde Napoletano, delegata dalla Madre Generale, accoglie i voti perpetui delle neoprofesse. Testimoni suor Felicetta Bianco, consigliera generale, e suor Maria Mini
Kannamali, superiora della Missione Indiana.
Church, è stata presieduta dal Vescoco Joseph Kariyil Punalloor.
Con la presenza numerosa di sacerdoti e religiosi concelebranti. Ha
onorato con la sua presenza anche il rev. Provinciale dei frati minori
cappuccini, p. John Baptist.
Dopo il rito vi è stato un momento di agape fraterna.
Le due consigliere hanno avuto l'opportunità di visitare le
tre fraternità. La fraternità che risiede a Quilon è impegnata
nell'aposto-lato educativo nelle scuole e anche nella visita alle
famiglie. Le suore si recano periodicamente nelle famiglie per
Fort-Chochin: sulle orme di Teresa le suore spendono la vita a
servizio del Vangelo.
Suore e novizie preparano il kit scolastico per i bambini poveri
portare una buona parola di incoraggiamento, di sostegno.
A Vayalar la comunità è impegnata nella scuola materna ed elementare. Le suore abitano nella canonica ma è in progetto la costruzione di una casa con la scuola. Per ora c'è solo il muro di cinta e si spera nell' aiuto della Provvidenza per iniziare la costruzione.
Nella comunità di Eda-Cochin c'è la sede della Missione e la casa
di formazione. Attualmente vi sono 8 novizie e più di 20 ragazze tra
aspiranti e postulanti. Auguriamo che la Missione possa crescere
sempre più per la gloria di Dio e la diffusione del Vangelo.
I membri della Missione accolgono con gioia le Consigliere offrendo loro una ghirlanda di fiori profumati e danze spettacolari, tipiche del posto.
Andate in tutto il mondo, annunciate il mio Vangelo…
Le giovani vocazioni indiane alle prese con la pulizia del pesce.
Si diceva fra noi precarietà della vita,
nostro essere come foglie,
un soffio del vento più forte,
porta lontano a morire.
Hai toccato con mano
abbandono disorientamento.
Sperimentato è il dolore, forte la fede.
Un cuore ha mosso
la mano del Padre ti ha ridato vita,
vita mille volte più bella
di quella di sempre…
Sapori di campi di grano,
colore del cielo d'estate
profumo dei fiori al mattino
incanto di notti stellate!
Rinasci, amico, nel tempo di grazia,
nel fuoco d'amore gusta con gioia
ciò che ieri appena sfioravi.
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Magnificat n. 96 - Suore Francescane Immacolatine