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COMUNE DI
SANTA LUCIA DI PIAVE
Provincia di TREVISO
ORIGINALE
Deliberazione n.° 3
in data 15/03/2010
Prot.
Data Prot.
Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale
OGGETTO: REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE NEL
TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI;
L’anno 2010, addì quindici del mese marzo di alle ore 18.30 nella Sala Consiliare della Residenza Municipale, per determinazione del
Sindaco con avvisi scritti, recapitati nei tempi e nelle forme di legge, si è riunito in seduta Pubblica sessione Ordinaria ed in seduta di 1a
convocazione, il Consiglio Comunale.
Eseguito l’appello, risultano:
N.
COGNOME E NOME
Presenti
Assenti
N.
COGNOME E NOME
1
FANTINEL FIORENZO
X
9
PUCCI PASQUALE
X
2
SZUMSKI RICCARDO
X
10
SOSSAI ENEA
X
3
PELLEGRINI FRANCESCA
X
11
ZAGO SERGIO
X
4
NADAL ALBERTO
X
12
ZANETTE DENIS
X
5
CIULLO GIANCARLO
X
13
BERNARDI ARTURO
X
6
TONON MONICA
X
14
BARIVIERA LUIGI
X
7
FOSSALUZZA ROBERTA
15
GRANZOTTO ALDO
X
8
SANTIN STEFANO
16
DAL BIANCO EUGENIO
X
17
BARO SILVIA
X
X
X
TOTALI
Presenti
Assenti
16
1
Assiste alla seduta il Sig. GIUSEPPE MUNARI Segretario del Comune.
Assume la presidenza il Sig. FANTINEL FIORENZO nella sua qualità di Sindaco il quale constatato il numero legale degli intervenuti,
dichiara aperta la seduta per la discussione e deliberazione sugli oggetti iscritti all’ordine del giorno.
Scrutatori: TONON MONICA, DAL BIANCO EUGENIO, ZANETTE DENIS
PARERI DI COMPETENZA
(art. 49 D.Lgs. 267/2000)
Si esprime parere FAVOREVOLE in ordine alla Regolarità Tecnica
Si esprime parere Favorevole in ordine alla Regolarità Contabile
ed alla Copertura Finanziaria
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
ILVA ZANARDO
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO
DOTT. GIUSEPPE PASIN
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
(art. 124 D.Lgs. 267/2000)
Si certifica che copia del presente verbale viene affissa in data odierna all’Albo Pretorio del Comune per 15 giorni consecutivi.
Addì
IL MESSO COMUNALE
Con l’insediamento del nuovo consigliere , Silvia Baro,
i consiglieri presenti diventano n. 16
IL CONSIGLIO COMUNALE
SENTITA la relazione del Sindaco e la discussione che ne è seguita, il cui testo è riportato in allegato;
PREMESSO che con l’introduzione della attesa legge quadro sui Servizi Sociali, Legge 8 novembre
2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali",
sono stati introdotti o riconfermati importanti principi e finalità, quali:
assicurare alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali,
promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e
diritti di cittadinanza, prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di
disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni
di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione;
realizzare degli interventi e dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, attraverso il metodo
della programmazione degli interventi e delle risorse, l’operatività per progetti, la verifica
sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonché attraverso la
valutazione di impatto di genere;
PRESO ATTO che il Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003 (a norma
dell’art. 18, comma 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328), specifica che:
“La legge 328/2000 propone un sistema in cui: il cittadino non è solo utente, le famiglie non
sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi (o ai penultimi), l’assistenza
non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo
economico, il sapere non è solo professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. Al
contrario, il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a
livello locale: promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le
esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i
servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi,
valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali, valorizzando
il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema
allargato di governo, più vicino alle persone. In altri termini, il sistema integrato di interventi e
servizi sociali si sviluppa lungo una direttrice di riforma che può essere così delineata: da
interventi categoriali ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie, da interventi
prevalentemente monetari ad un insieme (integrato) di trasferimenti monetari e servizi in rete, da
interventi disomogenei a livello inter e intra regionale, a livelli essenziali su tutto il territorio
nazionale, da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate, basate su
progetti personalizzati, dal riconoscimento del bisogno d’aiuto all'
affermazione del diritto
all'
inserimento sociale, da politiche per contrastare l'
esclusione sociale a politiche per
promuovere l'
inclusione sociale.”;
CONSIDERATO che per le suddette ragioni le prestazioni e i servizi sociali vanno regolamentati,
quindi, non in modo segmentato e parcellizzato, ma bensì entro una cornice normativa, di principi e di
senso che favorisca l’omogeneità e l’universalità del servizio, giacché ciò rappresenta una maggiore
garanzia soprattutto per i cittadini più fragili che manifestano disagi psicologici, familiari, sociali e/o
economici;
RICHIAMATA la deliberazione del Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005 di approvazione del
“Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel
territorio comunale di Santa Lucia di Piave;
RICHIAMATA altresì la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 39 del 17 gennaio
2006, con la quale la Regione Veneto ha richiesto a tutte le Conferenze dei Sindaci di redigere il Piano
Locale per la Domiciliarità a favore di persone anziane;
PRECISATO che il succitato Piano è stato redatto da un gruppo di lavoro istituzionale ed è stato
approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 4 ottobre 2006 e successivamente confermato anche dalla
Regione Veneto;
APPURATO che il Piano Locale per la Domiciliarità di persone anziane ha come obiettivo lo
sviluppo dei servizi a favore degli anziani, in particolare, non autosufficienti e si propone il
rafforzamento della presa in carico unitaria da parte dei servizi territoriali, con particolare attenzione al
miglioramento della trasparenza, dell’equità e della accessibilità ai servizi domiciliari nei 28 Comuni
del territorio dell’A. Ulss n. 7 di Pieve di Soligo, per garantire ai cittadini livelli essenziali di assistenza
indipendentemente dal luogo di residenza o domicilio;
PRESO ATTO che nei primi mesi del 2007, dopo una attenta analisi dei regolamenti in vigore presso
le 28 Amministrazioni comunali, il Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali è giunto alla
stesura dei criteri minimi di accesso ai Servizi di Assistenza Domiciliare;
PRESO ATTO inoltre che, nella seduta del 24 maggio 2007, la Conferenza dei Sindaci ha approvato
i criteri minimi di accesso ai servizi di Assistenza Domiciliare proposti dal Coordinamento dei Servizi
Sociali Professionali;
VISTA la nota n. 5256 del 10 febbraio 2009 con cui l’Azienda Ulss 7 ha trasmesso alle
Amministrazioni Comunali il documento contenente i livelli minimi di accesso ai servizi sociali
domiciliari con richiesta di adottarli, rivisitando ed integrando i regolamenti in essere, e trasmetterli
alla Direzione Servizi Sociali, al fine di poter provvedere poi all’invio della comunicazione di
congruità alla Regione del Veneto;
EVIDENZIATA, dunque la necessità di procedere alla modifica del Regolamento in essere
(approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005) adeguandolo ai criteri di
minimi di accesso ai Servizi Sociali Domiciliari approvati dalla Conferenza dei Sindaci;
ESAMINATA la proposta di modifica al regolamento predisposta dai Servizi Sociali così come
dettagliatamente riportata nel documento allegato sub A), quale parte integrante e sostanziale del
presente atto, e ritenutala meritevole di accoglimento;
RITENUTO, dunque, di riapprovare il Regolamento comunale per gli interventi di assistenza sociale
e di servizio sociale professionale nel territorio comunale di Santa Lucia di Piave , nel testo modificato
ed integrato conformemente ai requisiti proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali,
approvati dalla Conferenza dei Sindaci e, successivamente anche dalla Regione Veneto;
VISTO l’art 42 comma 2, lett. a), del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267;
PRESO ATTO dell'
acquisizione dei pareri di cui all'
articolo 49 del T.U. delle Leggi sull’Ordinamento
degli Enti Locali approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267;
CON VOTI favorevoli n. 11, contrari n. 0, astenuti n. 5 (i consiglieri della Lista Progetto Santa Lucia,
Arturo Bernardi, Luigi Bariviera ed Aldo Granzotto ed i Consiglieri della Lista Santa Lucia
Sostenibile, Eugenio Dal Bianco e Baro Silvia), resi per alzata di mano
DELIBERA
1. Di modificare ed integrare il vigente Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza
sociale e di servizio sociale professionale nel territorio del Comune di Santa Lucia di Piave con
le modifiche ed integrazioni predisposte conformemente ai requisiti proposti dal
Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali e approvati dalla Conferenza dei Sindaci e
dalla Regione Veneto;
2. Di precisare che, per effetto di tali modifiche ed integrazioni, il Regolamento in parola assume
il contenuto della parte innovata del testo allegato sub A) al presente atto quale sua parte
integrante e sostanziale;
1. Di precisare altresì che il suddetto Regolamento, così come modificato ed integrato, entrerà in
vigore ad intervenuta esecutività della presente deliberazione nel rispetto di quanto disposto
dall’art. 78, comma 3, dello Statuto Comunale.
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 3 DEL 15.03.2010 AD OGGETTO:
REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO
SOCIALE PROFESSIONALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI
PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI.
TESTO DELLA RELAZIONE E DELLA DISCUSSIONE
RELAZIONE:
IL SINDACO: Questo, diciamo così, opuscolo che è stato allegato agli atti prevede
una modifica, alcune modifiche che vengono al nostro Regolamento su richiesta
della Regione Veneto. Vi leggo un passaggio che, secondo me, sintetizza molto
bene, perché poi di fatto questi passaggi che voi vedete, avete visto evidenziati
e che vanno a togliere una parte vecchia e a istituire una parte nuova, sono
prevalentemente aspetti tecnici. Qui presente fra il pubblico abbiamo la
dottoressa Dall’Anese Elda, che è la nostra assistente sociale che ha curato tutti
questi aspetti, peraltro di un Regolamento che già Santa Lucia deteneva, come
tutti i Comuni. Perché si è cercato di fare tutto questo? Perché la legge 328, che
è un po’ la madre che ispira questo Regolamento, ci invita ad omogeneizzare un po’
gli interventi, i criteri.
Cioè, per fare un esempio molto semplice, non è giusto, non è corretto, non è
virtuoso il fatto che un Comune rispetto ad un altro facente parte della stessa
ULSS, quindi dello stesso territorio e quindi votando gli stessi documenti,
Conferenza dei Sindaci per quanto riguarda i Piani di Zona, attui delle politiche
diverse sul campo sociosanitario rispetto ad altri Comuni.
Questo si rifà ovviamente a delle azioni programmate e preventive sul territorio a
favore delle fasce più deboli, così come si può parlare magari di contributi, di
assistenza domiciliare e di tante altre cose che magari voi avete già sentito
nominare, per chi è appena arrivato, conosce già invece chi da tempo frequenta gli
ambienti a carattere politico.
Però questa presa d’atto del Consiglio Comunale volevo un po’ leggerla perché mi
pare che dia il segno più importante dello spirito che si va a votare questa sera.
Dice che “la legge 328 propone un sistema in cui il cittadino non è solo utente,
le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli
ultimi o i penultimi, l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non
è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo
professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. È il contrario. Il
sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e
realizzato a livello locale, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le
persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali
in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la
diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le
esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali,
valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie,
prevedendo un sistema allargato di governo più vicino alle persone. In altri
termini, il sistema integrato di interventi ai servizi sociali si sviluppa lungo
una direttrice di riforma che può essere così delineata: da interventi categoriali
ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie; da interventi prevalentemente
monetari ad un insieme integrato di trasferimenti monetari e servizi in rete; da
interventi disomogenei a livello inter a intraregionali a livelli essenziali su
tutto il territorio nazionale; da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni
flessibili e diversificate basate su progetti personalizzati dal riconoscimento
del bisogno d’aiuto, all’affermazione del diritto all’inserimento sociale; da
politiche per contrastare l’esclusione sociale e politiche per promuovere
l’inclusione sociale”.
Questo è un tema ripeto molto caro all’interno della Conferenza dei Sindaci della
nostra ULSS. È finito un po’ l’ambito se volete dove la politica governava
all’interno del proprio campanile anche nel sistema sociosanitario. Ora i
cosiddetti Piani di Zona, che sono un po’ la nostra Bibbia, dove ci si confronta
su tematiche importanti, tematiche che voglio sottolineare spesso, anzi quasi mai
non vanno nei giornali, non che ce ne sia bisogno, spesso non fanno parte delle
discussioni politiche, spesso anche i Sindaci in generale a volte snobbano la
stessa Conferenza a dispetto di altre Conferenze dove la salute dei cittadini
dovrebbe essere posta, secondo me, ma secondo tanti altri, al primo posto
nell’Agenda. Invece ci si affida magari all’ULSS solo per una questione a livello
psicologico, quando si vede lo stemma ULSS si guarda più all’idea di un ospedale
piuttosto che di una politica, di un sistema di rete all’interno e dentro il
nostro territorio che favorisca ovviamente progettualità importanti a favore della
salute e delle persone che hanno bisogno.
L’Amministrazione Comunale in questo, quella di Santa Lucia, attraverso una rete
di sistemi di collaborazione con le scuole, con le stesse parrocchie che sono
anche un centro di aggregazione, è inutile nasconderlo, con i medici di base, con
la nostra assistente sociale favorisce una serie di politiche di questo tipo, che
sono anche di prevenzione. Il fatto di attivarsi al meglio, si cerca ovviamente
nell’applicazione del Regolamento, che non è soltanto un contributo economico, è
capire l’evolversi di una certa situazione, vi posso garantire che il lavoro
dell’assistente è certosino in questo senso anche per capire che, purtroppo, in
certi ambiti qualcuno fa il furbo.
Per esempio, faccio riferimento alla legge 130, che è una legge che noi stiamo
cercando di combattere a tutti i livelli, e cioè riferito all’integrazione di una
retta per la quota alberghiera. Sappiate che la legge 130 prevede che ai
civilmente obbligati, di fatto anche di fronte ad una persona abbiente il Comune
debba di fatto integrare la retta. È una grandissima ingiustizia che noi abbiamo
sollevato da tempo, ed è sul tavolo del Ministro competente. La sola Regione
Toscana in questo momento ha cercato di ostare questo passaggio, che potrebbe
essere diabolico perché toglieremo risorse a chi ha meno, o meglio daremo risorse
a chi ha più per togliere di fatto a chi ha più bisogno. E sotto questo profilo io
penso che gli interventi anche di perequazione, per esempio, del fondo dei
trasferimenti dai vari distretti, voi sapete che la nostra ULSS è divisa dal
Distretto sud e Distretto nord, per dire Vittorio è un Comune del Distretto nord,
Santa Lucia è un Comune del Distretto sud, dove gli interventi della Regione
Veneto per una fotografia fatta modello spesa storica, quindi tipo dopo il decreto
Stammati del 1973, ebbene considera che Moriago della Battaglia, con tutto
rispetto, possa prendere il doppio, a metà di utenti che fruiscono dell’assistenza
domiciliare, del Comune di Susegana che ha quattro volte i suoi abitanti.
Quindi, anche su questo lavoreremo proprio perché all’inizio del mio intervento ho
detto
che
è
importantissimo
omogeneizzare
gli
interventi
a
carattere
sociosanitari, e che qualsiasi intervento, anche economico, abbia un senso logico.
Noi peraltro a Santa Lucia non sfruttiamo l’erogazione del contributo tout court,
ma cerchiamo ovviamente di dare un sostegno alla persona che chiede un bisogno più
che altro attraverso il conferimento di un buono o di un qualcosa che gli risolve
il problema, non consegnando soldi perché, ovviamente, la persona che riceve soldi
potrebbe essere tentata di spenderli non per il motivo per il quale si è
avvicinata all’ufficio dell’assistente sociale.
Così come, e termino, l’idea della Fondazione di comunità che è partita proprio
dal Sindaco di Santa Lucia quattro anni fa, e che ora a pieno titolo fa parte dei
Piani di Zona, è uno strumento tanto ambizioso quanto ancora non conosciuto ai
più. Voglio ricordare che tutti i Sindaci dei 28 Comuni hanno aderito a quella che
è una Fondazione che oggi, assieme alla sola ULSS 4, detiene un primato se
vogliamo, che è quello di essersi insediata per prima nei territori, per fare che
cosa? Perché se a noi capitano situazioni particolari come, per esempio, la tutela
dei minori che esploderà sicuramente come il tema centrale del futuro e che mina
anche la tenuta del nostro sistema sociale, noi dobbiamo cercare di calare sul
territorio dei progetti, delle progettualità e delle risposte concrete perché i
bilanci dei Comuni sono ridotti all’osso.
La Fondazione è ed è molto altro, non sto certo qui però a tediarvi in questa
serata per quanto riguarda questo argomento, perché informeremo, spero al meglio,
i 220.000 abitanti della nostra ULSS 7. Tutto ciò serve, ripeto, a far sì che i
Comuni abbiano un sistema virtuoso del dispendio delle risorse, anche economiche,
per favorire il sistema che è più debole all’interno del nostro territorio,
ricordando però, e questo non è certo merito di chi vi sta parlando, che nelle
nostre realtà comunali l’impegno della spesa sociale dei Comuni che caratterizzano
questa ULSS vale il doppio della media della spesa nazionale. Ciò a dire che,
storicamente, abbiamo e divulghiamo un impegno forte, compatto, coeso sul
territorio a favore delle persone che hanno maggiormente bisogno. Ripeto, dentro
questo Regolamento vengono segnalati tutti. È un po’, diciamo così, la nostra
Bibbia su quelli che sono gli interventi di carattere di assistenza domiciliare e
di servizio sociale professionale.
Ci sarebbero tante altre cose, stiamo valutando ovviamente insieme alla nostra
dottoressa Dall’Anese una serie di interventi anche, per esempio, con la nostra
struttura della Casa di Riposo perché abbiamo scritto ufficialmente, pensiamo che
questa Casa possa davvero aprirsi ulteriormente al territorio per favorire una
gestione integrata dei servizi; è quello che proveremo a fare attraverso le nostre
idee e il nostro impegno. Certo in un campo un po’ minato, dove le risorse
purtroppo vengono meno, ma non per questo non ci sarà.., e ci dovrà essere
sicuramente l’impegno di tutti per favorire chi magari nella vita è stato meno
fortunato, situazioni che possono accadere anche nei nostri territori cosiddetti
ricchi dove spesse volte ci distraggono altre situazioni ma anche qui, come ho
citato poc’anzi la questione dei minori, sarà una situazione che dovremo prendere
per mano al più presto perché non è solo un’aggravante, vogliate capirlo, dal
punto di vista economico, ma è un problema sociale forte che coinvolge le nostre
famiglie, e le forti tensioni che si possono creare anche per situazioni di questo
tipo all’interno della nostra famiglia possono minare davvero il tessuto e la
tenuta del sistema sociale. Se qualcuno ha qualche intervento. Dal Bianco.
DISCUSSIONE:
IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “SANTA LUCIA SOSTENIBILE”, EUGENIO DAL BIANCO: Premetto
che l’analisi del Sindaco è più che condivisibile anche da parte nostra, i
problemi sociali, è inutile ripetere, li ha già descritti, sono un problema che va
affrontato seriamente. Quindi, condivido la sua analisi. Il problema però è un
altro, il problema che ci porterà all’astensione è un altro. Ne approfitto
dell’occasione anche, visto che entrerò poi a parlare di questo, lei prima ha
fatto l’esempio che in altri Comuni non ci sono questi toni, in altri Comuni c’è
più calma, tranquillità. Io sono andato a vedere diversi Consigli Comunali e non
mi sembra che siano molto diversi da questo.
IL SINDACO: Che non siano diversi..
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Che non siano molto diversi da questo. Mi stupisce ad
esempio che lei, signor Sindaco, si scandalizzi che una minoranza trovi…
IL SINDACO: Dal Bianco, si attenga all’ordine del giorno.
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Sì, infatti.
IL SINDACO: Prosegua sull’ordine del giorno che siamo…
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Altrimenti mi toglie la parola. Tranquillamente mi può
togliere la parola…
IL SINDACO: Gliela
Regolamento…
tolgo
se
lei
parla
di
altre
cose.
Lei
deve
rispondere
a
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Se lei mi lascia finire la frase magari vedrà che
rientrerò. Se le dispiace quello che le dico…
IL SINDACO: No, non mi dispiace, è che mi dà la possibilità di risponderle anche
in maniera un po’ più energica, ma non lo voglio fare. Quindi prosegua nella
discussione dell’ordine del giorno.
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così!
IL SINDACO: Prego?
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così!
IL SINDACO: Prego Dal Bianco.
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Grazie. Come dicevo mi sembra strano che un Sindaco si
scandalizzi che una minoranza trovi magari poco competente il lavoro che fa una
maggioranza. Pensavo che il lavoro della minoranza fosse anche questo. Comunque
tornando, perché ci asteniamo su questo punto? Perché se lei parla tanto degli
altri Comuni si sarà accorto che negli altri Comuni esistono anche le Commissioni
Regolamento. Noi abbiamo chiesto più volte che venissero formate delle Commissioni
per poter discutere e apportare il nostro contributo su questi temi che sono anche
di una certa gravità. Ma voi continuate ad eludere su queste problematiche.
Quindi, visto che non siete disposti ad accettare i nostri consigli, ci adeguiamo
alla vostra scelta, però anche di fronte a dei cambiamenti regolamentari che
possono essere nel merito condivisibili, nel metodo non lo sono. Quindi ci
asteniamo.
IL SINDACO: Grazie. Ci sono altri interventi? Bernardi.
IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “PROGETTO SANTA LUCIA”, ARTURO BERNARDI: Noi
sottoscriviamo la dichiarazione fatta da “Santa Lucia Sostenibile” perché è la
stessa opinione che abbiamo noi, che conferma che questa maggioranza agisce come
una oligarchia ignorando completamente la presenza delle altre forze politiche che
pure hanno, secondo quanto richiamato anche dalla neo eletta Silvia Baro, delle
funzioni che si possono anche sottrarre, ma queste sono azioni che disturbano il
buon andamento del confronto democratico e non migliorano il risultato
complessivo.
IL SINDACO: Va bene, grazie. Ci sono altri interventi? Volevo dire ai Consiglieri
più giovani di non preoccuparsi perché questo è un altro evidente segnale che, di
fronte ad un Regolamento peraltro tecnico, perché non si vuole magari ragionare su
altre questioni, si cerca, ed è un metodo preciso, di mettere in difficoltà
l’Amministrazione di non far passare, voi non procedete a un intervento
democratico, e quindi non votiamo questo. Vedete la tipologia è questa. Mi sforzo
di non dire altro.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Avete … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Ma lei cosa vuole dibattere su questo tema, che in due anni e mezzo
non ne ha mai parlato lei. Cosa vuole dibattere su questa cosa? Si vergogni
invece. Dopo due anni e mezzo lei del sociale non sa neanche cos’è.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Moderi il suo linguaggio… (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Io modero il mio linguaggio! Io modero. Ho imparato purtroppo da lei.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Se c’è qualcuno che ha qualcosa di cui vergognarsi non
sono io, signor Sindaco.
IL SINDACO: Ci mancherebbe!
Il CONSIGLIERE BERNARDI: E quindi prima di fare questi richiami si guardi allo
specchio.
IL SINDACO: Certo, certo, e sì. Benissimo, questo è il tono, questo è il livello.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Certo, va benissimo, andiamo avanti così. Vergognarsi c’è qualcun
altro che deve vergognarsi. Stia attento a quello che dice. Stia attento a quello
che dice!
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Io non ho … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Stia attento.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Stia attento a quello che dice! Stia attento a quello che dice. Stia
attento a quello che dice. Stia attento.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … Patetico! (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Patetico! Lei che parla anche per niente e fa il giro otto volte di
quello che dice non è patetico.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Vai, vai, vai Szumski.
L’ASSESSORE RICCARDO SZUMSKI: Allora, un benvenuto alla Silvia tra i banchi di
questo primo argomento che affronti il sociale, mi pare si richiama anche alla tua
introduzione molto bene per due motivi: primo perché come hai ben spiegato sei
mamma, sei casalinga, sei lavoratrice e quindi avresti avuto tutte le opportunità
per dire “grazie, io ho già da fare”. Quindi lo apprezzo doppiamente, e poi per
conoscenza che abbiamo da tanti anni. Quindi, mi fa veramente piacere personale e
per il gruppo che rappresenti.
Sull’argomento esprimiamo ovviamente il voto favorevole della maggioranza perché,
al di là di metodo e di forma devo dire che il lavoro che viene fatto da parte
della struttura, da parte del Sindaco che segue il Servizio sociale, ma anche da
tutti gli Assessorati che in qualche modo sono collegati, per lo sport, per le
politiche giovanili, per la famiglia, determina un’azione in questo caso che fa
squadra. E anche per il fatto che questo poi è diventato un metodo su cui Santa
Lucia, attraverso il Sindaco, nell’assemblea dei Sindaci ha un ruolo preminente
propositivo, non di facciata ma di sostanza. Moltissime delle cose che sono state
sollevate hanno visto un forte apprezzamento. Non l’ho sentito nelle sedi
dell’ULSS, ma in altre sedi da parte di altri Sindaci, e questo non può che far
piacere.
Di fronte ad una problematica, che non sto a rinverdire, quello che ha detto il
Sindaco, sta diventando veramente importante, io lo vedo dal punto di vista del
mio lavoro nel territorio, ed è una questione estremamente complessa, a cui le
risposte non sono solo di risorse che ahimè scarseggiano, ma di idee, di
riproposizioni. Da questo punto di vista quello che è stato introdotto di nuovo,
al di là del lavorare con i Piani di Zona che erano previsti dalla legge, è stata
la Fondazione di comunità che è un elemento che ci ha messo un po’ a partire,
perché la maggior parte non ci credeva, ma porterà risorse per progetti, non
risorse per risorse. Ha fatto bene a dire il Sindaco prima che non dobbiamo dare
interventi finalizzati economici a risolvere il momentaneo bisogno, senza che la
persona che ha bisogno capisca che è in un sistema di aiuto, è in un sistema in
cui deve metterci del suo per risolvere i problemi, perché questo è il segnale che
troppo spesso ultimamente si è fatto largo, non tra tutti per fortuna ma tra
parecchia gente nel dire che, insomma, “tanto basta andare in Comune!”
D’altronde, e qui lo devo dire amaramente, se la legge 130 prevede che sia
comunque sempre il Comune in questo Stato a dover far fronte ai bisogni, alle
problematiche, vuol dire che siamo veramente messi male nelle valutazioni che
vengono fatte in sede centrale. Lo dico ahimè amaramente rispetto a quella che è
l’organizzazione di uno Stato. Ognuno dovrebbe fare la sua parte, qui invece alla
fine si chiede a colui che è più vicino al cittadino, il Comune, di farsi carico
di tutto. E questo non è ammissibile e non è più pensabile che sia sostenibile
anche in termini di risorse, non solo economiche ma delle persone, di coloro che
si impegnano in questo settore. Quindi, le modifiche del Regolamento sono
concertate e credo che vadano in questo senso.
Una piccola indicazione, che nel fare il Regolamento ci sia quel minimo di
flessibilità che non faccia vedere che la linea è questa, di fronte al bisogno,
che spesso non può essere letto con una chiave che guarda dall’esterno in maniera
asettica, ma ha delle componenti psicologiche, ha componenti complesse. Quindi,
questo Regolamento non le può prevedere, questo sì le persone lo possono capire.
Parlo ovviamente degli operatori e non dei politici, ma di coloro che poi le
applicano.
IL SINDACO: Grazie. Mettiamo quindi in votazione la voce 3. Chi è d’accordo?
Il presente verbale viene letto e sottoscritto come segue
IL PRESIDENTE
FANTINEL FIORENZO
IL SEGRETARIO COMUNALE
GIUSEPPE MUNARI
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che la presente deliberazione:
È stata pubblicata all’Albo Pretorio del Comune a norma delle vigenti disposizioni di legge;
La presente deliberazione è divenuta ESECUTIVA il giorno _____________________
Decorsi 10 giorni dalla pubblicazione (art. 134 – comma 3° - D. Lgs. 18.08.2000 n. 267).
Lì, ___________________
IL FUNZIONARIO INCARICATO
Piazza 28 Ottobre 1918 nr. 1
Telefono (0438) 466111
Telefax (0438) 466190
Codice fiscale: 82002770269
Partita Iva: 00670660265
COMUNE DI
SANTA LUCIA DI PIAVE
Provincia di TREVISO
COPIA
Deliberazione n.° 3
in data 15/03/2010
Prot.
Data Prot.
Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale
OGGETTO: REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE NEL
TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI;
L’anno 2010, addì quindici del mese marzo di alle ore 18.30 nella Sala Consiliare della Residenza Municipale, per determinazione del
Sindaco con avvisi scritti, recapitati nei tempi e nelle forme di legge, si è riunito in seduta Pubblica sessione Ordinaria ed in seduta di 1a
convocazione, il Consiglio Comunale.
Eseguito l’appello, risultano:
N.
COGNOME E NOME
Presenti
Assenti
N.
COGNOME E NOME
1
FANTINEL FIORENZO
X
9
PUCCI PASQUALE
X
2
SZUMSKI RICCARDO
X
10
SOSSAI ENEA
X
3
PELLEGRINI FRANCESCA
X
11
ZAGO SERGIO
X
4
NADAL ALBERTO
X
12
ZANETTE DENIS
X
5
CIULLO GIANCARLO
X
13
BERNARDI ARTURO
X
6
TONON MONICA
X
14
BARIVIERA LUIGI
X
7
FOSSALUZZA ROBERTA
15
GRANZOTTO ALDO
X
8
SANTIN STEFANO
X
X
16
DAL BIANCO EUGENIO
X
17
BARO SILVIA
X
TOTALI
Presenti
Assenti
16
1
Assiste alla seduta il Sig. GIUSEPPE MUNARI Segretario del Comune.
Assume la presidenza il Sig. FANTINEL FIORENZO nella sua qualità di Sindaco il quale constatato il numero legale degli intervenuti,
dichiara aperta la seduta per la discussione e deliberazione sugli oggetti iscritti all’ordine del giorno.
Scrutatori: TONON MONICA, DAL BIANCO EUGENIO, ZANETTE DENIS
PARERI DI COMPETENZA
(art. 49 D.Lgs. 267/2000)
Si esprime parere FAVOREVOLE in ordine alla Regolarità Tecnica
Si esprime parere Favorevole in ordine alla Regolarità Contabile
ed alla Copertura Finanziaria
Fto IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
ILVA ZANARDO
Fto IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO
DOTT. GIUSEPPE PASIN
REFERTO DI PUBBLICAZIONE
(art. 124 D.Lgs. 267/2000)
Si certifica che copia del presente verbale viene affissa in data odierna all’Albo Pretorio del Comune per 15 giorni consecutivi.
Addì
IL MESSO COMUNALE
Con l’insediamento del nuovo consigliere , Silvia Baro,
i consiglieri presenti diventano n. 16
IL CONSIGLIO COMUNALE
SENTITA la relazione del Sindaco e la discussione che ne è seguita, il cui testo è riportato in allegato;
PREMESSO che con l’introduzione della attesa legge quadro sui Servizi Sociali, Legge 8 novembre
2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali",
sono stati introdotti o riconfermati importanti principi e finalità, quali:
• assicurare alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali,
promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e
diritti di cittadinanza, prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di
disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni
di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione;
• realizzare degli interventi e dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, attraverso il metodo
della programmazione degli interventi e delle risorse, l’operatività per progetti, la verifica
sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonché attraverso la
valutazione di impatto di genere;
PRESO ATTO che il Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003 (a norma
dell’art. 18, comma 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328), specifica che:
“La legge 328/2000 propone un sistema in cui: il cittadino non è solo utente, le famiglie non
sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi (o ai penultimi), l’assistenza
non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo
economico, il sapere non è solo professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. Al
contrario, il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a
livello locale: promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le
esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i
servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi,
valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali, valorizzando
il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema
allargato di governo, più vicino alle persone. In altri termini, il sistema integrato di interventi e
servizi sociali si sviluppa lungo una direttrice di riforma che può essere così delineata: da
interventi categoriali ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie, da interventi
prevalentemente monetari ad un insieme (integrato) di trasferimenti monetari e servizi in rete, da
interventi disomogenei a livello inter e intra regionale, a livelli essenziali su tutto il territorio
nazionale, da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate, basate su
progetti personalizzati, dal riconoscimento del bisogno d’aiuto all'
affermazione del diritto
all'
inserimento sociale, da politiche per contrastare l'
esclusione sociale a politiche per
promuovere l'
inclusione sociale.”;
CONSIDERATO che per le suddette ragioni le prestazioni e i servizi sociali vanno regolamentati,
quindi, non in modo segmentato e parcellizzato, ma bensì entro una cornice normativa, di principi e di
senso che favorisca l’omogeneità e l’universalità del servizio, giacché ciò rappresenta una maggiore
garanzia soprattutto per i cittadini più fragili che manifestano disagi psicologici, familiari, sociali e/o
economici;
RICHIAMATA la deliberazione del Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005 di approvazione del
“Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel
territorio comunale di Santa Lucia di Piave;
RICHIAMATA altresì la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 39 del 17 gennaio
2006, con la quale la Regione Veneto ha richiesto a tutte le Conferenze dei Sindaci di redigere il Piano
Locale per la Domiciliarità a favore di persone anziane;
PRECISATO che il succitato Piano è stato redatto da un gruppo di lavoro istituzionale ed è stato
approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 4 ottobre 2006 e successivamente confermato anche dalla
Regione Veneto;
APPURATO che il Piano Locale per la Domiciliarità di persone anziane ha come obiettivo lo
sviluppo dei servizi a favore degli anziani, in particolare, non autosufficienti e si propone il
rafforzamento della presa in carico unitaria da parte dei servizi territoriali, con particolare attenzione al
miglioramento della trasparenza, dell’equità e della accessibilità ai servizi domiciliari nei 28 Comuni
del territorio dell’A. Ulss n. 7 di Pieve di Soligo, per garantire ai cittadini livelli essenziali di assistenza
indipendentemente dal luogo di residenza o domicilio;
PRESO ATTO che nei primi mesi del 2007, dopo una attenta analisi dei regolamenti in vigore presso
le 28 Amministrazioni comunali, il Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali è giunto alla
stesura dei criteri minimi di accesso ai Servizi di Assistenza Domiciliare;
PRESO ATTO inoltre che, nella seduta del 24 maggio 2007, la Conferenza dei Sindaci ha approvato
i criteri minimi di accesso ai servizi di Assistenza Domiciliare proposti dal Coordinamento dei Servizi
Sociali Professionali;
VISTA la nota n. 5256 del 10 febbraio 2009 con cui l’Azienda Ulss 7 ha trasmesso alle
Amministrazioni Comunali il documento contenente i livelli minimi di accesso ai servizi sociali
domiciliari con richiesta di adottarli, rivisitando ed integrando i regolamenti in essere, e trasmetterli
alla Direzione Servizi Sociali, al fine di poter provvedere poi all’invio della comunicazione di
congruità alla Regione del Veneto;
EVIDENZIATA, dunque la necessità di procedere alla modifica del Regolamento in essere
(approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005) adeguandolo ai criteri di
minimi di accesso ai Servizi Sociali Domiciliari approvati dalla Conferenza dei Sindaci;
ESAMINATA la proposta di modifica al regolamento predisposta dai Servizi Sociali così come
dettagliatamente riportata nel documento allegato sub A), quale parte integrante e sostanziale del
presente atto, e ritenutala meritevole di accoglimento;
RITENUTO, dunque, di riapprovare il Regolamento comunale per gli interventi di assistenza sociale
e di servizio sociale professionale nel territorio comunale di Santa Lucia di Piave , nel testo modificato
ed integrato conformemente ai requisiti proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali,
approvati dalla Conferenza dei Sindaci e, successivamente anche dalla Regione Veneto;
VISTO l’art 42 comma 2, lett. a), del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267;
PRESO ATTO dell'
acquisizione dei pareri di cui all'
articolo 49 del T.U. delle Leggi sull’Ordinamento
degli Enti Locali approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267;
CON VOTI favorevoli n. 11, contrari n. 0, astenuti n. 5 (i consiglieri della Lista Progetto Santa Lucia,
Arturo Bernardi, Luigi Bariviera ed Aldo Granzotto ed i Consiglieri della Lista Santa Lucia
Sostenibile, Eugenio Dal Bianco e Baro Silvia), resi per alzata di mano
DELIBERA
1. di modificare ed integrare il vigente Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza
sociale e di servizio sociale professionale nel territorio del Comune di Santa Lucia di Piave con
le modifiche ed integrazioni predisposte conformemente ai requisiti proposti dal
Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali e approvati dalla Conferenza dei Sindaci e
dalla Regione Veneto;
2. Di precisare che, per effetto di tali modifiche ed integrazioni, il Regolamento in parola assume
il contenuto della parte innovata del testo allegato sub A) al presente atto quale sua parte
integrante e sostanziale;
1. Di precisare altresì che il suddetto Regolamento, così come modificato ed integrato, entrerà in
vigore ad intervenuta esecutività della presente deliberazione nel rispetto di quanto disposto
dall’art. 78, comma 3, dello Statuto Comunale.
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 3 DEL 15.03.2010 AD OGGETTO:
REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO
SOCIALE PROFESSIONALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI
PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI.
TESTO DELLA RELAZIONE E DELLA DISCUSSIONE
RELAZIONE:
IL SINDACO: Questo, diciamo così, opuscolo che è stato allegato agli atti prevede
una modifica, alcune modifiche che vengono al nostro Regolamento su richiesta
della Regione Veneto. Vi leggo un passaggio che, secondo me, sintetizza molto
bene, perché poi di fatto questi passaggi che voi vedete, avete visto evidenziati
e che vanno a togliere una parte vecchia e a istituire una parte nuova, sono
prevalentemente aspetti tecnici. Qui presente fra il pubblico abbiamo la
dottoressa Dall’Anese Elda, che è la nostra assistente sociale che ha curato tutti
questi aspetti, peraltro di un Regolamento che già Santa Lucia deteneva, come
tutti i Comuni. Perché si è cercato di fare tutto questo? Perché la legge 328, che
è un po’ la madre che ispira questo Regolamento, ci invita ad omogeneizzare un po’
gli interventi, i criteri.
Cioè, per fare un esempio molto semplice, non è giusto, non è corretto, non è
virtuoso il fatto che un Comune rispetto ad un altro facente parte della stessa
ULSS, quindi dello stesso territorio e quindi votando gli stessi documenti,
Conferenza dei Sindaci per quanto riguarda i Piani di Zona, attui delle politiche
diverse sul campo sociosanitario rispetto ad altri Comuni.
Questo si rifà ovviamente a delle azioni programmate e preventive sul territorio a
favore delle fasce più deboli, così come si può parlare magari di contributi, di
assistenza domiciliare e di tante altre cose che magari voi avete già sentito
nominare, per chi è appena arrivato, conosce già invece chi da tempo frequenta gli
ambienti a carattere politico.
Però questa presa d’atto del Consiglio Comunale volevo un po’ leggerla perché mi
pare che dia il segno più importante dello spirito che si va a votare questa sera.
Dice che “la legge 328 propone un sistema in cui il cittadino non è solo utente,
le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli
ultimi o i penultimi, l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non
è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo
professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. È il contrario. Il
sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e
realizzato a livello locale, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le
persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali
in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la
diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le
esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali,
valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie,
prevedendo un sistema allargato di governo più vicino alle persone. In altri
termini, il sistema integrato di interventi ai servizi sociali si sviluppa lungo
una direttrice di riforma che può essere così delineata: da interventi categoriali
ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie; da interventi prevalentemente
monetari ad un insieme integrato di trasferimenti monetari e servizi in rete; da
interventi disomogenei a livello inter a intraregionali a livelli essenziali su
tutto il territorio nazionale; da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni
flessibili e diversificate basate su progetti personalizzati dal riconoscimento
del bisogno d’aiuto, all’affermazione del diritto all’inserimento sociale; da
politiche per contrastare l’esclusione sociale e politiche per promuovere
l’inclusione sociale”.
Questo è un tema ripeto molto caro all’interno della Conferenza dei Sindaci della
nostra ULSS. È finito un po’ l’ambito se volete dove la politica governava
all’interno del proprio campanile anche nel sistema sociosanitario. Ora i
cosiddetti Piani di Zona, che sono un po’ la nostra Bibbia, dove ci si confronta
su tematiche importanti, tematiche che voglio sottolineare spesso, anzi quasi mai
non vanno nei giornali, non che ce ne sia bisogno, spesso non fanno parte delle
discussioni politiche, spesso anche i Sindaci in generale a volte snobbano la
stessa Conferenza a dispetto di altre Conferenze dove la salute dei cittadini
dovrebbe essere posta, secondo me, ma secondo tanti altri, al primo posto
nell’Agenda. Invece ci si affida magari all’ULSS solo per una questione a livello
psicologico, quando si vede lo stemma ULSS si guarda più all’idea di un ospedale
piuttosto che di una politica, di un sistema di rete all’interno e dentro il
nostro territorio che favorisca ovviamente progettualità importanti a favore della
salute e delle persone che hanno bisogno.
L’Amministrazione Comunale in questo, quella di Santa Lucia, attraverso una rete
di sistemi di collaborazione con le scuole, con le stesse parrocchie che sono
anche un centro di aggregazione, è inutile nasconderlo, con i medici di base, con
la nostra assistente sociale favorisce una serie di politiche di questo tipo, che
sono anche di prevenzione. Il fatto di attivarsi al meglio, si cerca ovviamente
nell’applicazione del Regolamento, che non è soltanto un contributo economico, è
capire l’evolversi di una certa situazione, vi posso garantire che il lavoro
dell’assistente è certosino in questo senso anche per capire che, purtroppo, in
certi ambiti qualcuno fa il furbo.
Per esempio, faccio riferimento alla legge 130, che è una legge che noi stiamo
cercando di combattere a tutti i livelli, e cioè riferito all’integrazione di una
retta per la quota alberghiera. Sappiate che la legge 130 prevede che ai
civilmente obbligati, di fatto anche di fronte ad una persona abbiente il Comune
debba di fatto integrare la retta. È una grandissima ingiustizia che noi abbiamo
sollevato da tempo, ed è sul tavolo del Ministro competente. La sola Regione
Toscana in questo momento ha cercato di ostare questo passaggio, che potrebbe
essere diabolico perché toglieremo risorse a chi ha meno, o meglio daremo risorse
a chi ha più per togliere di fatto a chi ha più bisogno. E sotto questo profilo io
penso che gli interventi anche di perequazione, per esempio, del fondo dei
trasferimenti dai vari distretti, voi sapete che la nostra ULSS è divisa dal
Distretto sud e Distretto nord, per dire Vittorio è un Comune del Distretto nord,
Santa Lucia è un Comune del Distretto sud, dove gli interventi della Regione
Veneto per una fotografia fatta modello spesa storica, quindi tipo dopo il decreto
Stammati del 1973, ebbene considera che Moriago della Battaglia, con tutto
rispetto, possa prendere il doppio, a metà di utenti che fruiscono dell’assistenza
domiciliare, del Comune di Susegana che ha quattro volte i suoi abitanti.
Quindi, anche su questo lavoreremo proprio perché all’inizio del mio intervento ho
detto
che
è
importantissimo
omogeneizzare
gli
interventi
a
carattere
sociosanitari, e che qualsiasi intervento, anche economico, abbia un senso logico.
Noi peraltro a Santa Lucia non sfruttiamo l’erogazione del contributo tout court,
ma cerchiamo ovviamente di dare un sostegno alla persona che chiede un bisogno più
che altro attraverso il conferimento di un buono o di un qualcosa che gli risolve
il problema, non consegnando soldi perché, ovviamente, la persona che riceve soldi
potrebbe essere tentata di spenderli non per il motivo per il quale si è
avvicinata all’ufficio dell’assistente sociale.
Così come, e termino, l’idea della Fondazione di comunità che è partita proprio
dal Sindaco di Santa Lucia quattro anni fa, e che ora a pieno titolo fa parte dei
Piani di Zona, è uno strumento tanto ambizioso quanto ancora non conosciuto ai
più. Voglio ricordare che tutti i Sindaci dei 28 Comuni hanno aderito a quella che
è una Fondazione che oggi, assieme alla sola ULSS 4, detiene un primato se
vogliamo, che è quello di essersi insediata per prima nei territori, per fare che
cosa? Perché se a noi capitano situazioni particolari come, per esempio, la tutela
dei minori che esploderà sicuramente come il tema centrale del futuro e che mina
anche la tenuta del nostro sistema sociale, noi dobbiamo cercare di calare sul
territorio dei progetti, delle progettualità e delle risposte concrete perché i
bilanci dei Comuni sono ridotti all’osso.
La Fondazione è ed è molto altro, non sto certo qui però a tediarvi in questa
serata per quanto riguarda questo argomento, perché informeremo, spero al meglio,
i 220.000 abitanti della nostra ULSS 7. Tutto ciò serve, ripeto, a far sì che i
Comuni abbiano un sistema virtuoso del dispendio delle risorse, anche economiche,
per favorire il sistema che è più debole all’interno del nostro territorio,
ricordando però, e questo non è certo merito di chi vi sta parlando, che nelle
nostre realtà comunali l’impegno della spesa sociale dei Comuni che caratterizzano
questa ULSS vale il doppio della media della spesa nazionale. Ciò a dire che,
storicamente, abbiamo e divulghiamo un impegno forte, compatto, coeso sul
territorio a favore delle persone che hanno maggiormente bisogno. Ripeto, dentro
questo Regolamento vengono segnalati tutti. È un po’, diciamo così, la nostra
Bibbia su quelli che sono gli interventi di carattere di assistenza domiciliare e
di servizio sociale professionale.
Ci sarebbero tante altre cose, stiamo valutando ovviamente insieme alla nostra
dottoressa Dall’Anese una serie di interventi anche, per esempio, con la nostra
struttura della Casa di Riposo perché abbiamo scritto ufficialmente, pensiamo che
questa Casa possa davvero aprirsi ulteriormente al territorio per favorire una
gestione integrata dei servizi; è quello che proveremo a fare attraverso le nostre
idee e il nostro impegno. Certo in un campo un po’ minato, dove le risorse
purtroppo vengono meno, ma non per questo non ci sarà.., e ci dovrà essere
sicuramente l’impegno di tutti per favorire chi magari nella vita è stato meno
fortunato, situazioni che possono accadere anche nei nostri territori cosiddetti
ricchi dove spesse volte ci distraggono altre situazioni ma anche qui, come ho
citato poc’anzi la questione dei minori, sarà una situazione che dovremo prendere
per mano al più presto perché non è solo un’aggravante, vogliate capirlo, dal
punto di vista economico, ma è un problema sociale forte che coinvolge le nostre
famiglie, e le forti tensioni che si possono creare anche per situazioni di questo
tipo all’interno della nostra famiglia possono minare davvero il tessuto e la
tenuta del sistema sociale. Se qualcuno ha qualche intervento. Dal Bianco.
DISCUSSIONE:
IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “SANTA LUCIA SOSTENIBILE”, EUGENIO DAL BIANCO: Premetto
che l’analisi del Sindaco è più che condivisibile anche da parte nostra, i
problemi sociali, è inutile ripetere, li ha già descritti, sono un problema che va
affrontato seriamente. Quindi, condivido la sua analisi. Il problema però è un
altro, il problema che ci porterà all’astensione è un altro. Ne approfitto
dell’occasione anche, visto che entrerò poi a parlare di questo, lei prima ha
fatto l’esempio che in altri Comuni non ci sono questi toni, in altri Comuni c’è
più calma, tranquillità. Io sono andato a vedere diversi Consigli Comunali e non
mi sembra che siano molto diversi da questo.
IL SINDACO: Che non siano diversi..
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Che non siano molto diversi da questo. Mi stupisce ad
esempio che lei, signor Sindaco, si scandalizzi che una minoranza trovi…
IL SINDACO: Dal Bianco, si attenga all’ordine del giorno.
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Sì, infatti.
IL SINDACO: Prosegua sull’ordine del giorno che siamo…
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Altrimenti mi toglie la parola. Tranquillamente mi può
togliere la parola…
IL SINDACO: Gliela
Regolamento…
tolgo
se
lei
parla
di
altre
cose.
Lei
deve
rispondere
a
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Se lei mi lascia finire la frase magari vedrà che
rientrerò. Se le dispiace quello che le dico…
IL SINDACO: No, non mi dispiace, è che mi dà la possibilità di risponderle anche
in maniera un po’ più energica, ma non lo voglio fare. Quindi prosegua nella
discussione dell’ordine del giorno.
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così!
IL SINDACO: Prego?
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così!
IL SINDACO: Prego Dal Bianco.
Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Grazie. Come dicevo mi sembra strano che un Sindaco si
scandalizzi che una minoranza trovi magari poco competente il lavoro che fa una
maggioranza. Pensavo che il lavoro della minoranza fosse anche questo. Comunque
tornando, perché ci asteniamo su questo punto? Perché se lei parla tanto degli
altri Comuni si sarà accorto che negli altri Comuni esistono anche le Commissioni
Regolamento. Noi abbiamo chiesto più volte che venissero formate delle Commissioni
per poter discutere e apportare il nostro contributo su questi temi che sono anche
di una certa gravità. Ma voi continuate ad eludere su queste problematiche.
Quindi, visto che non siete disposti ad accettare i nostri consigli, ci adeguiamo
alla vostra scelta, però anche di fronte a dei cambiamenti regolamentari che
possono essere nel merito condivisibili, nel metodo non lo sono. Quindi ci
asteniamo.
IL SINDACO: Grazie. Ci sono altri interventi? Bernardi.
IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “PROGETTO SANTA LUCIA”, ARTURO BERNARDI: Noi
sottoscriviamo la dichiarazione fatta da “Santa Lucia Sostenibile” perché è la
stessa opinione che abbiamo noi, che conferma che questa maggioranza agisce come
una oligarchia ignorando completamente la presenza delle altre forze politiche che
pure hanno, secondo quanto richiamato anche dalla neo eletta Silvia Baro, delle
funzioni che si possono anche sottrarre, ma queste sono azioni che disturbano il
buon andamento del confronto democratico e non migliorano il risultato
complessivo.
IL SINDACO: Va bene, grazie. Ci sono altri interventi? Volevo dire ai Consiglieri
più giovani di non preoccuparsi perché questo è un altro evidente segnale che, di
fronte ad un Regolamento peraltro tecnico, perché non si vuole magari ragionare su
altre questioni, si cerca, ed è un metodo preciso, di mettere in difficoltà
l’Amministrazione di non far passare, voi non procedete a un intervento
democratico, e quindi non votiamo questo. Vedete la tipologia è questa. Mi sforzo
di non dire altro.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Avete … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Ma lei cosa vuole dibattere su questo tema, che in due anni e mezzo
non ne ha mai parlato lei. Cosa vuole dibattere su questa cosa? Si vergogni
invece. Dopo due anni e mezzo lei del sociale non sa neanche cos’è.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Moderi il suo linguaggio… (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Io modero il mio linguaggio! Io modero. Ho imparato purtroppo da lei.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Se c’è qualcuno che ha qualcosa di cui vergognarsi non
sono io, signor Sindaco.
IL SINDACO: Ci mancherebbe!
Il CONSIGLIERE BERNARDI: E quindi prima di fare questi richiami si guardi allo
specchio.
IL SINDACO: Certo, certo, e sì. Benissimo, questo è il tono, questo è il livello.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Certo, va benissimo, andiamo avanti così. Vergognarsi c’è qualcun
altro che deve vergognarsi. Stia attento a quello che dice. Stia attento a quello
che dice!
Il CONSIGLIERE BERNARDI: Io non ho … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Stia attento.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Stia attento a quello che dice! Stia attento a quello che dice. Stia
attento a quello che dice. Stia attento.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … Patetico! (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Patetico! Lei che parla anche per niente e fa il giro otto volte di
quello che dice non è patetico.
Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono)
IL SINDACO: Vai, vai, vai Szumski.
L’ASSESSORE RICCARDO SZUMSKI: Allora, un benvenuto alla Silvia tra i banchi di
questo primo argomento che affronti il sociale, mi pare si richiama anche alla tua
introduzione molto bene per due motivi: primo perché come hai ben spiegato sei
mamma, sei casalinga, sei lavoratrice e quindi avresti avuto tutte le opportunità
per dire “grazie, io ho già da fare”. Quindi lo apprezzo doppiamente, e poi per
conoscenza che abbiamo da tanti anni. Quindi, mi fa veramente piacere personale e
per il gruppo che rappresenti.
Sull’argomento esprimiamo ovviamente il voto favorevole della maggioranza perché,
al di là di metodo e di forma devo dire che il lavoro che viene fatto da parte
della struttura, da parte del Sindaco che segue il Servizio sociale, ma anche da
tutti gli Assessorati che in qualche modo sono collegati, per lo sport, per le
politiche giovanili, per la famiglia, determina un’azione in questo caso che fa
squadra. E anche per il fatto che questo poi è diventato un metodo su cui Santa
Lucia, attraverso il Sindaco, nell’assemblea dei Sindaci ha un ruolo preminente
propositivo, non di facciata ma di sostanza. Moltissime delle cose che sono state
sollevate hanno visto un forte apprezzamento. Non l’ho sentito nelle sedi
dell’ULSS, ma in altre sedi da parte di altri Sindaci, e questo non può che far
piacere.
Di fronte ad una problematica, che non sto a rinverdire, quello che ha detto il
Sindaco, sta diventando veramente importante, io lo vedo dal punto di vista del
mio lavoro nel territorio, ed è una questione estremamente complessa, a cui le
risposte non sono solo di risorse che ahimè scarseggiano, ma di idee, di
riproposizioni. Da questo punto di vista quello che è stato introdotto di nuovo,
al di là del lavorare con i Piani di Zona che erano previsti dalla legge, è stata
la Fondazione di comunità che è un elemento che ci ha messo un po’ a partire,
perché la maggior parte non ci credeva, ma porterà risorse per progetti, non
risorse per risorse. Ha fatto bene a dire il Sindaco prima che non dobbiamo dare
interventi finalizzati economici a risolvere il momentaneo bisogno, senza che la
persona che ha bisogno capisca che è in un sistema di aiuto, è in un sistema in
cui deve metterci del suo per risolvere i problemi, perché questo è il segnale che
troppo spesso ultimamente si è fatto largo, non tra tutti per fortuna ma tra
parecchia gente nel dire che, insomma, “tanto basta andare in Comune!”
D’altronde, e qui lo devo dire amaramente, se la legge 130 prevede che sia
comunque sempre il Comune in questo Stato a dover far fronte ai bisogni, alle
problematiche, vuol dire che siamo veramente messi male nelle valutazioni che
vengono fatte in sede centrale. Lo dico ahimè amaramente rispetto a quella che è
l’organizzazione di uno Stato. Ognuno dovrebbe fare la sua parte, qui invece alla
fine si chiede a colui che è più vicino al cittadino, il Comune, di farsi carico
di tutto. E questo non è ammissibile e non è più pensabile che sia sostenibile
anche in termini di risorse, non solo economiche ma delle persone, di coloro che
si impegnano in questo settore. Quindi, le modifiche del Regolamento sono
concertate e credo che vadano in questo senso.
Una piccola indicazione, che nel fare il Regolamento ci sia quel minimo di
flessibilità che non faccia vedere che la linea è questa, di fronte al bisogno,
che spesso non può essere letto con una chiave che guarda dall’esterno in maniera
asettica, ma ha delle componenti psicologiche, ha componenti complesse. Quindi,
questo Regolamento non le può prevedere, questo sì le persone lo possono capire.
Parlo ovviamente degli operatori e non dei politici, ma di coloro che poi le
applicano.
IL SINDACO: Grazie. Mettiamo quindi in votazione la voce 3. Chi è d’accordo?
Il presente verbale viene letto e sottoscritto come segue
IL PRESIDENTE
Fto FANTINEL FIORENZO
IL SEGRETARIO COMUNALE
Fto GIUSEPPE MUNARI
CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’
Si certifica che la presente deliberazione:
È stata pubblicata all’Albo Pretorio del Comune a norma delle vigenti disposizioni di legge;
La presente deliberazione è divenuta ESECUTIVA il giorno _____________________
Decorsi 10 giorni dalla pubblicazione (art. 134 – comma 3° - D. Lgs. 18.08.2000 n. 267).
Lì, ___________________
IL FUNZIONARIO INCARICATO
Copia conforme all’originale in carta libera per uso amministrativo.
Lì, ....................
IL FUNZIONARIO INCARICATO
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