Piazza 28 Ottobre 1918 nr. 1 Telefono (0438) 466111 Telefax (0438) 466190 Codice fiscale: 82002770269 Partita Iva: 00670660265 COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE Provincia di TREVISO ORIGINALE Deliberazione n.° 3 in data 15/03/2010 Prot. Data Prot. Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale OGGETTO: REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI; L’anno 2010, addì quindici del mese marzo di alle ore 18.30 nella Sala Consiliare della Residenza Municipale, per determinazione del Sindaco con avvisi scritti, recapitati nei tempi e nelle forme di legge, si è riunito in seduta Pubblica sessione Ordinaria ed in seduta di 1a convocazione, il Consiglio Comunale. Eseguito l’appello, risultano: N. COGNOME E NOME Presenti Assenti N. COGNOME E NOME 1 FANTINEL FIORENZO X 9 PUCCI PASQUALE X 2 SZUMSKI RICCARDO X 10 SOSSAI ENEA X 3 PELLEGRINI FRANCESCA X 11 ZAGO SERGIO X 4 NADAL ALBERTO X 12 ZANETTE DENIS X 5 CIULLO GIANCARLO X 13 BERNARDI ARTURO X 6 TONON MONICA X 14 BARIVIERA LUIGI X 7 FOSSALUZZA ROBERTA 15 GRANZOTTO ALDO X 8 SANTIN STEFANO 16 DAL BIANCO EUGENIO X 17 BARO SILVIA X X X TOTALI Presenti Assenti 16 1 Assiste alla seduta il Sig. GIUSEPPE MUNARI Segretario del Comune. Assume la presidenza il Sig. FANTINEL FIORENZO nella sua qualità di Sindaco il quale constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta per la discussione e deliberazione sugli oggetti iscritti all’ordine del giorno. Scrutatori: TONON MONICA, DAL BIANCO EUGENIO, ZANETTE DENIS PARERI DI COMPETENZA (art. 49 D.Lgs. 267/2000) Si esprime parere FAVOREVOLE in ordine alla Regolarità Tecnica Si esprime parere Favorevole in ordine alla Regolarità Contabile ed alla Copertura Finanziaria IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO ILVA ZANARDO IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO DOTT. GIUSEPPE PASIN REFERTO DI PUBBLICAZIONE (art. 124 D.Lgs. 267/2000) Si certifica che copia del presente verbale viene affissa in data odierna all’Albo Pretorio del Comune per 15 giorni consecutivi. Addì IL MESSO COMUNALE Con l’insediamento del nuovo consigliere , Silvia Baro, i consiglieri presenti diventano n. 16 IL CONSIGLIO COMUNALE SENTITA la relazione del Sindaco e la discussione che ne è seguita, il cui testo è riportato in allegato; PREMESSO che con l’introduzione della attesa legge quadro sui Servizi Sociali, Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", sono stati introdotti o riconfermati importanti principi e finalità, quali: assicurare alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione; realizzare degli interventi e dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, attraverso il metodo della programmazione degli interventi e delle risorse, l’operatività per progetti, la verifica sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonché attraverso la valutazione di impatto di genere; PRESO ATTO che il Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003 (a norma dell’art. 18, comma 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328), specifica che: “La legge 328/2000 propone un sistema in cui: il cittadino non è solo utente, le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi (o ai penultimi), l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. Al contrario, il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a livello locale: promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali, valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema allargato di governo, più vicino alle persone. In altri termini, il sistema integrato di interventi e servizi sociali si sviluppa lungo una direttrice di riforma che può essere così delineata: da interventi categoriali ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie, da interventi prevalentemente monetari ad un insieme (integrato) di trasferimenti monetari e servizi in rete, da interventi disomogenei a livello inter e intra regionale, a livelli essenziali su tutto il territorio nazionale, da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate, basate su progetti personalizzati, dal riconoscimento del bisogno d’aiuto all' affermazione del diritto all' inserimento sociale, da politiche per contrastare l' esclusione sociale a politiche per promuovere l' inclusione sociale.”; CONSIDERATO che per le suddette ragioni le prestazioni e i servizi sociali vanno regolamentati, quindi, non in modo segmentato e parcellizzato, ma bensì entro una cornice normativa, di principi e di senso che favorisca l’omogeneità e l’universalità del servizio, giacché ciò rappresenta una maggiore garanzia soprattutto per i cittadini più fragili che manifestano disagi psicologici, familiari, sociali e/o economici; RICHIAMATA la deliberazione del Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005 di approvazione del “Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel territorio comunale di Santa Lucia di Piave; RICHIAMATA altresì la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 39 del 17 gennaio 2006, con la quale la Regione Veneto ha richiesto a tutte le Conferenze dei Sindaci di redigere il Piano Locale per la Domiciliarità a favore di persone anziane; PRECISATO che il succitato Piano è stato redatto da un gruppo di lavoro istituzionale ed è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 4 ottobre 2006 e successivamente confermato anche dalla Regione Veneto; APPURATO che il Piano Locale per la Domiciliarità di persone anziane ha come obiettivo lo sviluppo dei servizi a favore degli anziani, in particolare, non autosufficienti e si propone il rafforzamento della presa in carico unitaria da parte dei servizi territoriali, con particolare attenzione al miglioramento della trasparenza, dell’equità e della accessibilità ai servizi domiciliari nei 28 Comuni del territorio dell’A. Ulss n. 7 di Pieve di Soligo, per garantire ai cittadini livelli essenziali di assistenza indipendentemente dal luogo di residenza o domicilio; PRESO ATTO che nei primi mesi del 2007, dopo una attenta analisi dei regolamenti in vigore presso le 28 Amministrazioni comunali, il Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali è giunto alla stesura dei criteri minimi di accesso ai Servizi di Assistenza Domiciliare; PRESO ATTO inoltre che, nella seduta del 24 maggio 2007, la Conferenza dei Sindaci ha approvato i criteri minimi di accesso ai servizi di Assistenza Domiciliare proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali; VISTA la nota n. 5256 del 10 febbraio 2009 con cui l’Azienda Ulss 7 ha trasmesso alle Amministrazioni Comunali il documento contenente i livelli minimi di accesso ai servizi sociali domiciliari con richiesta di adottarli, rivisitando ed integrando i regolamenti in essere, e trasmetterli alla Direzione Servizi Sociali, al fine di poter provvedere poi all’invio della comunicazione di congruità alla Regione del Veneto; EVIDENZIATA, dunque la necessità di procedere alla modifica del Regolamento in essere (approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005) adeguandolo ai criteri di minimi di accesso ai Servizi Sociali Domiciliari approvati dalla Conferenza dei Sindaci; ESAMINATA la proposta di modifica al regolamento predisposta dai Servizi Sociali così come dettagliatamente riportata nel documento allegato sub A), quale parte integrante e sostanziale del presente atto, e ritenutala meritevole di accoglimento; RITENUTO, dunque, di riapprovare il Regolamento comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel territorio comunale di Santa Lucia di Piave , nel testo modificato ed integrato conformemente ai requisiti proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali, approvati dalla Conferenza dei Sindaci e, successivamente anche dalla Regione Veneto; VISTO l’art 42 comma 2, lett. a), del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267; PRESO ATTO dell' acquisizione dei pareri di cui all' articolo 49 del T.U. delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267; CON VOTI favorevoli n. 11, contrari n. 0, astenuti n. 5 (i consiglieri della Lista Progetto Santa Lucia, Arturo Bernardi, Luigi Bariviera ed Aldo Granzotto ed i Consiglieri della Lista Santa Lucia Sostenibile, Eugenio Dal Bianco e Baro Silvia), resi per alzata di mano DELIBERA 1. Di modificare ed integrare il vigente Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel territorio del Comune di Santa Lucia di Piave con le modifiche ed integrazioni predisposte conformemente ai requisiti proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali e approvati dalla Conferenza dei Sindaci e dalla Regione Veneto; 2. Di precisare che, per effetto di tali modifiche ed integrazioni, il Regolamento in parola assume il contenuto della parte innovata del testo allegato sub A) al presente atto quale sua parte integrante e sostanziale; 1. Di precisare altresì che il suddetto Regolamento, così come modificato ed integrato, entrerà in vigore ad intervenuta esecutività della presente deliberazione nel rispetto di quanto disposto dall’art. 78, comma 3, dello Statuto Comunale. DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 3 DEL 15.03.2010 AD OGGETTO: REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI. TESTO DELLA RELAZIONE E DELLA DISCUSSIONE RELAZIONE: IL SINDACO: Questo, diciamo così, opuscolo che è stato allegato agli atti prevede una modifica, alcune modifiche che vengono al nostro Regolamento su richiesta della Regione Veneto. Vi leggo un passaggio che, secondo me, sintetizza molto bene, perché poi di fatto questi passaggi che voi vedete, avete visto evidenziati e che vanno a togliere una parte vecchia e a istituire una parte nuova, sono prevalentemente aspetti tecnici. Qui presente fra il pubblico abbiamo la dottoressa Dall’Anese Elda, che è la nostra assistente sociale che ha curato tutti questi aspetti, peraltro di un Regolamento che già Santa Lucia deteneva, come tutti i Comuni. Perché si è cercato di fare tutto questo? Perché la legge 328, che è un po’ la madre che ispira questo Regolamento, ci invita ad omogeneizzare un po’ gli interventi, i criteri. Cioè, per fare un esempio molto semplice, non è giusto, non è corretto, non è virtuoso il fatto che un Comune rispetto ad un altro facente parte della stessa ULSS, quindi dello stesso territorio e quindi votando gli stessi documenti, Conferenza dei Sindaci per quanto riguarda i Piani di Zona, attui delle politiche diverse sul campo sociosanitario rispetto ad altri Comuni. Questo si rifà ovviamente a delle azioni programmate e preventive sul territorio a favore delle fasce più deboli, così come si può parlare magari di contributi, di assistenza domiciliare e di tante altre cose che magari voi avete già sentito nominare, per chi è appena arrivato, conosce già invece chi da tempo frequenta gli ambienti a carattere politico. Però questa presa d’atto del Consiglio Comunale volevo un po’ leggerla perché mi pare che dia il segno più importante dello spirito che si va a votare questa sera. Dice che “la legge 328 propone un sistema in cui il cittadino non è solo utente, le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi o i penultimi, l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. È il contrario. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a livello locale, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali, valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema allargato di governo più vicino alle persone. In altri termini, il sistema integrato di interventi ai servizi sociali si sviluppa lungo una direttrice di riforma che può essere così delineata: da interventi categoriali ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie; da interventi prevalentemente monetari ad un insieme integrato di trasferimenti monetari e servizi in rete; da interventi disomogenei a livello inter a intraregionali a livelli essenziali su tutto il territorio nazionale; da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate basate su progetti personalizzati dal riconoscimento del bisogno d’aiuto, all’affermazione del diritto all’inserimento sociale; da politiche per contrastare l’esclusione sociale e politiche per promuovere l’inclusione sociale”. Questo è un tema ripeto molto caro all’interno della Conferenza dei Sindaci della nostra ULSS. È finito un po’ l’ambito se volete dove la politica governava all’interno del proprio campanile anche nel sistema sociosanitario. Ora i cosiddetti Piani di Zona, che sono un po’ la nostra Bibbia, dove ci si confronta su tematiche importanti, tematiche che voglio sottolineare spesso, anzi quasi mai non vanno nei giornali, non che ce ne sia bisogno, spesso non fanno parte delle discussioni politiche, spesso anche i Sindaci in generale a volte snobbano la stessa Conferenza a dispetto di altre Conferenze dove la salute dei cittadini dovrebbe essere posta, secondo me, ma secondo tanti altri, al primo posto nell’Agenda. Invece ci si affida magari all’ULSS solo per una questione a livello psicologico, quando si vede lo stemma ULSS si guarda più all’idea di un ospedale piuttosto che di una politica, di un sistema di rete all’interno e dentro il nostro territorio che favorisca ovviamente progettualità importanti a favore della salute e delle persone che hanno bisogno. L’Amministrazione Comunale in questo, quella di Santa Lucia, attraverso una rete di sistemi di collaborazione con le scuole, con le stesse parrocchie che sono anche un centro di aggregazione, è inutile nasconderlo, con i medici di base, con la nostra assistente sociale favorisce una serie di politiche di questo tipo, che sono anche di prevenzione. Il fatto di attivarsi al meglio, si cerca ovviamente nell’applicazione del Regolamento, che non è soltanto un contributo economico, è capire l’evolversi di una certa situazione, vi posso garantire che il lavoro dell’assistente è certosino in questo senso anche per capire che, purtroppo, in certi ambiti qualcuno fa il furbo. Per esempio, faccio riferimento alla legge 130, che è una legge che noi stiamo cercando di combattere a tutti i livelli, e cioè riferito all’integrazione di una retta per la quota alberghiera. Sappiate che la legge 130 prevede che ai civilmente obbligati, di fatto anche di fronte ad una persona abbiente il Comune debba di fatto integrare la retta. È una grandissima ingiustizia che noi abbiamo sollevato da tempo, ed è sul tavolo del Ministro competente. La sola Regione Toscana in questo momento ha cercato di ostare questo passaggio, che potrebbe essere diabolico perché toglieremo risorse a chi ha meno, o meglio daremo risorse a chi ha più per togliere di fatto a chi ha più bisogno. E sotto questo profilo io penso che gli interventi anche di perequazione, per esempio, del fondo dei trasferimenti dai vari distretti, voi sapete che la nostra ULSS è divisa dal Distretto sud e Distretto nord, per dire Vittorio è un Comune del Distretto nord, Santa Lucia è un Comune del Distretto sud, dove gli interventi della Regione Veneto per una fotografia fatta modello spesa storica, quindi tipo dopo il decreto Stammati del 1973, ebbene considera che Moriago della Battaglia, con tutto rispetto, possa prendere il doppio, a metà di utenti che fruiscono dell’assistenza domiciliare, del Comune di Susegana che ha quattro volte i suoi abitanti. Quindi, anche su questo lavoreremo proprio perché all’inizio del mio intervento ho detto che è importantissimo omogeneizzare gli interventi a carattere sociosanitari, e che qualsiasi intervento, anche economico, abbia un senso logico. Noi peraltro a Santa Lucia non sfruttiamo l’erogazione del contributo tout court, ma cerchiamo ovviamente di dare un sostegno alla persona che chiede un bisogno più che altro attraverso il conferimento di un buono o di un qualcosa che gli risolve il problema, non consegnando soldi perché, ovviamente, la persona che riceve soldi potrebbe essere tentata di spenderli non per il motivo per il quale si è avvicinata all’ufficio dell’assistente sociale. Così come, e termino, l’idea della Fondazione di comunità che è partita proprio dal Sindaco di Santa Lucia quattro anni fa, e che ora a pieno titolo fa parte dei Piani di Zona, è uno strumento tanto ambizioso quanto ancora non conosciuto ai più. Voglio ricordare che tutti i Sindaci dei 28 Comuni hanno aderito a quella che è una Fondazione che oggi, assieme alla sola ULSS 4, detiene un primato se vogliamo, che è quello di essersi insediata per prima nei territori, per fare che cosa? Perché se a noi capitano situazioni particolari come, per esempio, la tutela dei minori che esploderà sicuramente come il tema centrale del futuro e che mina anche la tenuta del nostro sistema sociale, noi dobbiamo cercare di calare sul territorio dei progetti, delle progettualità e delle risposte concrete perché i bilanci dei Comuni sono ridotti all’osso. La Fondazione è ed è molto altro, non sto certo qui però a tediarvi in questa serata per quanto riguarda questo argomento, perché informeremo, spero al meglio, i 220.000 abitanti della nostra ULSS 7. Tutto ciò serve, ripeto, a far sì che i Comuni abbiano un sistema virtuoso del dispendio delle risorse, anche economiche, per favorire il sistema che è più debole all’interno del nostro territorio, ricordando però, e questo non è certo merito di chi vi sta parlando, che nelle nostre realtà comunali l’impegno della spesa sociale dei Comuni che caratterizzano questa ULSS vale il doppio della media della spesa nazionale. Ciò a dire che, storicamente, abbiamo e divulghiamo un impegno forte, compatto, coeso sul territorio a favore delle persone che hanno maggiormente bisogno. Ripeto, dentro questo Regolamento vengono segnalati tutti. È un po’, diciamo così, la nostra Bibbia su quelli che sono gli interventi di carattere di assistenza domiciliare e di servizio sociale professionale. Ci sarebbero tante altre cose, stiamo valutando ovviamente insieme alla nostra dottoressa Dall’Anese una serie di interventi anche, per esempio, con la nostra struttura della Casa di Riposo perché abbiamo scritto ufficialmente, pensiamo che questa Casa possa davvero aprirsi ulteriormente al territorio per favorire una gestione integrata dei servizi; è quello che proveremo a fare attraverso le nostre idee e il nostro impegno. Certo in un campo un po’ minato, dove le risorse purtroppo vengono meno, ma non per questo non ci sarà.., e ci dovrà essere sicuramente l’impegno di tutti per favorire chi magari nella vita è stato meno fortunato, situazioni che possono accadere anche nei nostri territori cosiddetti ricchi dove spesse volte ci distraggono altre situazioni ma anche qui, come ho citato poc’anzi la questione dei minori, sarà una situazione che dovremo prendere per mano al più presto perché non è solo un’aggravante, vogliate capirlo, dal punto di vista economico, ma è un problema sociale forte che coinvolge le nostre famiglie, e le forti tensioni che si possono creare anche per situazioni di questo tipo all’interno della nostra famiglia possono minare davvero il tessuto e la tenuta del sistema sociale. Se qualcuno ha qualche intervento. Dal Bianco. DISCUSSIONE: IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “SANTA LUCIA SOSTENIBILE”, EUGENIO DAL BIANCO: Premetto che l’analisi del Sindaco è più che condivisibile anche da parte nostra, i problemi sociali, è inutile ripetere, li ha già descritti, sono un problema che va affrontato seriamente. Quindi, condivido la sua analisi. Il problema però è un altro, il problema che ci porterà all’astensione è un altro. Ne approfitto dell’occasione anche, visto che entrerò poi a parlare di questo, lei prima ha fatto l’esempio che in altri Comuni non ci sono questi toni, in altri Comuni c’è più calma, tranquillità. Io sono andato a vedere diversi Consigli Comunali e non mi sembra che siano molto diversi da questo. IL SINDACO: Che non siano diversi.. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Che non siano molto diversi da questo. Mi stupisce ad esempio che lei, signor Sindaco, si scandalizzi che una minoranza trovi… IL SINDACO: Dal Bianco, si attenga all’ordine del giorno. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Sì, infatti. IL SINDACO: Prosegua sull’ordine del giorno che siamo… Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Altrimenti mi toglie la parola. Tranquillamente mi può togliere la parola… IL SINDACO: Gliela Regolamento… tolgo se lei parla di altre cose. Lei deve rispondere a Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Se lei mi lascia finire la frase magari vedrà che rientrerò. Se le dispiace quello che le dico… IL SINDACO: No, non mi dispiace, è che mi dà la possibilità di risponderle anche in maniera un po’ più energica, ma non lo voglio fare. Quindi prosegua nella discussione dell’ordine del giorno. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così! IL SINDACO: Prego? Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così! IL SINDACO: Prego Dal Bianco. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Grazie. Come dicevo mi sembra strano che un Sindaco si scandalizzi che una minoranza trovi magari poco competente il lavoro che fa una maggioranza. Pensavo che il lavoro della minoranza fosse anche questo. Comunque tornando, perché ci asteniamo su questo punto? Perché se lei parla tanto degli altri Comuni si sarà accorto che negli altri Comuni esistono anche le Commissioni Regolamento. Noi abbiamo chiesto più volte che venissero formate delle Commissioni per poter discutere e apportare il nostro contributo su questi temi che sono anche di una certa gravità. Ma voi continuate ad eludere su queste problematiche. Quindi, visto che non siete disposti ad accettare i nostri consigli, ci adeguiamo alla vostra scelta, però anche di fronte a dei cambiamenti regolamentari che possono essere nel merito condivisibili, nel metodo non lo sono. Quindi ci asteniamo. IL SINDACO: Grazie. Ci sono altri interventi? Bernardi. IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “PROGETTO SANTA LUCIA”, ARTURO BERNARDI: Noi sottoscriviamo la dichiarazione fatta da “Santa Lucia Sostenibile” perché è la stessa opinione che abbiamo noi, che conferma che questa maggioranza agisce come una oligarchia ignorando completamente la presenza delle altre forze politiche che pure hanno, secondo quanto richiamato anche dalla neo eletta Silvia Baro, delle funzioni che si possono anche sottrarre, ma queste sono azioni che disturbano il buon andamento del confronto democratico e non migliorano il risultato complessivo. IL SINDACO: Va bene, grazie. Ci sono altri interventi? Volevo dire ai Consiglieri più giovani di non preoccuparsi perché questo è un altro evidente segnale che, di fronte ad un Regolamento peraltro tecnico, perché non si vuole magari ragionare su altre questioni, si cerca, ed è un metodo preciso, di mettere in difficoltà l’Amministrazione di non far passare, voi non procedete a un intervento democratico, e quindi non votiamo questo. Vedete la tipologia è questa. Mi sforzo di non dire altro. Il CONSIGLIERE BERNARDI: Avete … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Ma lei cosa vuole dibattere su questo tema, che in due anni e mezzo non ne ha mai parlato lei. Cosa vuole dibattere su questa cosa? Si vergogni invece. Dopo due anni e mezzo lei del sociale non sa neanche cos’è. Il CONSIGLIERE BERNARDI: Moderi il suo linguaggio… (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Io modero il mio linguaggio! Io modero. Ho imparato purtroppo da lei. Il CONSIGLIERE BERNARDI: Se c’è qualcuno che ha qualcosa di cui vergognarsi non sono io, signor Sindaco. IL SINDACO: Ci mancherebbe! Il CONSIGLIERE BERNARDI: E quindi prima di fare questi richiami si guardi allo specchio. IL SINDACO: Certo, certo, e sì. Benissimo, questo è il tono, questo è il livello. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Certo, va benissimo, andiamo avanti così. Vergognarsi c’è qualcun altro che deve vergognarsi. Stia attento a quello che dice. Stia attento a quello che dice! Il CONSIGLIERE BERNARDI: Io non ho … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Stia attento. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Stia attento a quello che dice! Stia attento a quello che dice. Stia attento a quello che dice. Stia attento. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … Patetico! (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Patetico! Lei che parla anche per niente e fa il giro otto volte di quello che dice non è patetico. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Vai, vai, vai Szumski. L’ASSESSORE RICCARDO SZUMSKI: Allora, un benvenuto alla Silvia tra i banchi di questo primo argomento che affronti il sociale, mi pare si richiama anche alla tua introduzione molto bene per due motivi: primo perché come hai ben spiegato sei mamma, sei casalinga, sei lavoratrice e quindi avresti avuto tutte le opportunità per dire “grazie, io ho già da fare”. Quindi lo apprezzo doppiamente, e poi per conoscenza che abbiamo da tanti anni. Quindi, mi fa veramente piacere personale e per il gruppo che rappresenti. Sull’argomento esprimiamo ovviamente il voto favorevole della maggioranza perché, al di là di metodo e di forma devo dire che il lavoro che viene fatto da parte della struttura, da parte del Sindaco che segue il Servizio sociale, ma anche da tutti gli Assessorati che in qualche modo sono collegati, per lo sport, per le politiche giovanili, per la famiglia, determina un’azione in questo caso che fa squadra. E anche per il fatto che questo poi è diventato un metodo su cui Santa Lucia, attraverso il Sindaco, nell’assemblea dei Sindaci ha un ruolo preminente propositivo, non di facciata ma di sostanza. Moltissime delle cose che sono state sollevate hanno visto un forte apprezzamento. Non l’ho sentito nelle sedi dell’ULSS, ma in altre sedi da parte di altri Sindaci, e questo non può che far piacere. Di fronte ad una problematica, che non sto a rinverdire, quello che ha detto il Sindaco, sta diventando veramente importante, io lo vedo dal punto di vista del mio lavoro nel territorio, ed è una questione estremamente complessa, a cui le risposte non sono solo di risorse che ahimè scarseggiano, ma di idee, di riproposizioni. Da questo punto di vista quello che è stato introdotto di nuovo, al di là del lavorare con i Piani di Zona che erano previsti dalla legge, è stata la Fondazione di comunità che è un elemento che ci ha messo un po’ a partire, perché la maggior parte non ci credeva, ma porterà risorse per progetti, non risorse per risorse. Ha fatto bene a dire il Sindaco prima che non dobbiamo dare interventi finalizzati economici a risolvere il momentaneo bisogno, senza che la persona che ha bisogno capisca che è in un sistema di aiuto, è in un sistema in cui deve metterci del suo per risolvere i problemi, perché questo è il segnale che troppo spesso ultimamente si è fatto largo, non tra tutti per fortuna ma tra parecchia gente nel dire che, insomma, “tanto basta andare in Comune!” D’altronde, e qui lo devo dire amaramente, se la legge 130 prevede che sia comunque sempre il Comune in questo Stato a dover far fronte ai bisogni, alle problematiche, vuol dire che siamo veramente messi male nelle valutazioni che vengono fatte in sede centrale. Lo dico ahimè amaramente rispetto a quella che è l’organizzazione di uno Stato. Ognuno dovrebbe fare la sua parte, qui invece alla fine si chiede a colui che è più vicino al cittadino, il Comune, di farsi carico di tutto. E questo non è ammissibile e non è più pensabile che sia sostenibile anche in termini di risorse, non solo economiche ma delle persone, di coloro che si impegnano in questo settore. Quindi, le modifiche del Regolamento sono concertate e credo che vadano in questo senso. Una piccola indicazione, che nel fare il Regolamento ci sia quel minimo di flessibilità che non faccia vedere che la linea è questa, di fronte al bisogno, che spesso non può essere letto con una chiave che guarda dall’esterno in maniera asettica, ma ha delle componenti psicologiche, ha componenti complesse. Quindi, questo Regolamento non le può prevedere, questo sì le persone lo possono capire. Parlo ovviamente degli operatori e non dei politici, ma di coloro che poi le applicano. IL SINDACO: Grazie. Mettiamo quindi in votazione la voce 3. Chi è d’accordo? Il presente verbale viene letto e sottoscritto come segue IL PRESIDENTE FANTINEL FIORENZO IL SEGRETARIO COMUNALE GIUSEPPE MUNARI CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’ Si certifica che la presente deliberazione: È stata pubblicata all’Albo Pretorio del Comune a norma delle vigenti disposizioni di legge; La presente deliberazione è divenuta ESECUTIVA il giorno _____________________ Decorsi 10 giorni dalla pubblicazione (art. 134 – comma 3° - D. Lgs. 18.08.2000 n. 267). Lì, ___________________ IL FUNZIONARIO INCARICATO Piazza 28 Ottobre 1918 nr. 1 Telefono (0438) 466111 Telefax (0438) 466190 Codice fiscale: 82002770269 Partita Iva: 00670660265 COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE Provincia di TREVISO COPIA Deliberazione n.° 3 in data 15/03/2010 Prot. Data Prot. Verbale di Deliberazione del Consiglio Comunale OGGETTO: REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI; L’anno 2010, addì quindici del mese marzo di alle ore 18.30 nella Sala Consiliare della Residenza Municipale, per determinazione del Sindaco con avvisi scritti, recapitati nei tempi e nelle forme di legge, si è riunito in seduta Pubblica sessione Ordinaria ed in seduta di 1a convocazione, il Consiglio Comunale. Eseguito l’appello, risultano: N. COGNOME E NOME Presenti Assenti N. COGNOME E NOME 1 FANTINEL FIORENZO X 9 PUCCI PASQUALE X 2 SZUMSKI RICCARDO X 10 SOSSAI ENEA X 3 PELLEGRINI FRANCESCA X 11 ZAGO SERGIO X 4 NADAL ALBERTO X 12 ZANETTE DENIS X 5 CIULLO GIANCARLO X 13 BERNARDI ARTURO X 6 TONON MONICA X 14 BARIVIERA LUIGI X 7 FOSSALUZZA ROBERTA 15 GRANZOTTO ALDO X 8 SANTIN STEFANO X X 16 DAL BIANCO EUGENIO X 17 BARO SILVIA X TOTALI Presenti Assenti 16 1 Assiste alla seduta il Sig. GIUSEPPE MUNARI Segretario del Comune. Assume la presidenza il Sig. FANTINEL FIORENZO nella sua qualità di Sindaco il quale constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta per la discussione e deliberazione sugli oggetti iscritti all’ordine del giorno. Scrutatori: TONON MONICA, DAL BIANCO EUGENIO, ZANETTE DENIS PARERI DI COMPETENZA (art. 49 D.Lgs. 267/2000) Si esprime parere FAVOREVOLE in ordine alla Regolarità Tecnica Si esprime parere Favorevole in ordine alla Regolarità Contabile ed alla Copertura Finanziaria Fto IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO ILVA ZANARDO Fto IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO FINANZIARIO DOTT. GIUSEPPE PASIN REFERTO DI PUBBLICAZIONE (art. 124 D.Lgs. 267/2000) Si certifica che copia del presente verbale viene affissa in data odierna all’Albo Pretorio del Comune per 15 giorni consecutivi. Addì IL MESSO COMUNALE Con l’insediamento del nuovo consigliere , Silvia Baro, i consiglieri presenti diventano n. 16 IL CONSIGLIO COMUNALE SENTITA la relazione del Sindaco e la discussione che ne è seguita, il cui testo è riportato in allegato; PREMESSO che con l’introduzione della attesa legge quadro sui Servizi Sociali, Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", sono stati introdotti o riconfermati importanti principi e finalità, quali: • assicurare alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuovere interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione; • realizzare degli interventi e dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, attraverso il metodo della programmazione degli interventi e delle risorse, l’operatività per progetti, la verifica sistematica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni, nonché attraverso la valutazione di impatto di genere; PRESO ATTO che il Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003 (a norma dell’art. 18, comma 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328), specifica che: “La legge 328/2000 propone un sistema in cui: il cittadino non è solo utente, le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi (o ai penultimi), l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. Al contrario, il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a livello locale: promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali, valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema allargato di governo, più vicino alle persone. In altri termini, il sistema integrato di interventi e servizi sociali si sviluppa lungo una direttrice di riforma che può essere così delineata: da interventi categoriali ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie, da interventi prevalentemente monetari ad un insieme (integrato) di trasferimenti monetari e servizi in rete, da interventi disomogenei a livello inter e intra regionale, a livelli essenziali su tutto il territorio nazionale, da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate, basate su progetti personalizzati, dal riconoscimento del bisogno d’aiuto all' affermazione del diritto all' inserimento sociale, da politiche per contrastare l' esclusione sociale a politiche per promuovere l' inclusione sociale.”; CONSIDERATO che per le suddette ragioni le prestazioni e i servizi sociali vanno regolamentati, quindi, non in modo segmentato e parcellizzato, ma bensì entro una cornice normativa, di principi e di senso che favorisca l’omogeneità e l’universalità del servizio, giacché ciò rappresenta una maggiore garanzia soprattutto per i cittadini più fragili che manifestano disagi psicologici, familiari, sociali e/o economici; RICHIAMATA la deliberazione del Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005 di approvazione del “Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel territorio comunale di Santa Lucia di Piave; RICHIAMATA altresì la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 39 del 17 gennaio 2006, con la quale la Regione Veneto ha richiesto a tutte le Conferenze dei Sindaci di redigere il Piano Locale per la Domiciliarità a favore di persone anziane; PRECISATO che il succitato Piano è stato redatto da un gruppo di lavoro istituzionale ed è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 4 ottobre 2006 e successivamente confermato anche dalla Regione Veneto; APPURATO che il Piano Locale per la Domiciliarità di persone anziane ha come obiettivo lo sviluppo dei servizi a favore degli anziani, in particolare, non autosufficienti e si propone il rafforzamento della presa in carico unitaria da parte dei servizi territoriali, con particolare attenzione al miglioramento della trasparenza, dell’equità e della accessibilità ai servizi domiciliari nei 28 Comuni del territorio dell’A. Ulss n. 7 di Pieve di Soligo, per garantire ai cittadini livelli essenziali di assistenza indipendentemente dal luogo di residenza o domicilio; PRESO ATTO che nei primi mesi del 2007, dopo una attenta analisi dei regolamenti in vigore presso le 28 Amministrazioni comunali, il Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali è giunto alla stesura dei criteri minimi di accesso ai Servizi di Assistenza Domiciliare; PRESO ATTO inoltre che, nella seduta del 24 maggio 2007, la Conferenza dei Sindaci ha approvato i criteri minimi di accesso ai servizi di Assistenza Domiciliare proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali; VISTA la nota n. 5256 del 10 febbraio 2009 con cui l’Azienda Ulss 7 ha trasmesso alle Amministrazioni Comunali il documento contenente i livelli minimi di accesso ai servizi sociali domiciliari con richiesta di adottarli, rivisitando ed integrando i regolamenti in essere, e trasmetterli alla Direzione Servizi Sociali, al fine di poter provvedere poi all’invio della comunicazione di congruità alla Regione del Veneto; EVIDENZIATA, dunque la necessità di procedere alla modifica del Regolamento in essere (approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 52 del 18.11.2005) adeguandolo ai criteri di minimi di accesso ai Servizi Sociali Domiciliari approvati dalla Conferenza dei Sindaci; ESAMINATA la proposta di modifica al regolamento predisposta dai Servizi Sociali così come dettagliatamente riportata nel documento allegato sub A), quale parte integrante e sostanziale del presente atto, e ritenutala meritevole di accoglimento; RITENUTO, dunque, di riapprovare il Regolamento comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel territorio comunale di Santa Lucia di Piave , nel testo modificato ed integrato conformemente ai requisiti proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali, approvati dalla Conferenza dei Sindaci e, successivamente anche dalla Regione Veneto; VISTO l’art 42 comma 2, lett. a), del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267; PRESO ATTO dell' acquisizione dei pareri di cui all' articolo 49 del T.U. delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267; CON VOTI favorevoli n. 11, contrari n. 0, astenuti n. 5 (i consiglieri della Lista Progetto Santa Lucia, Arturo Bernardi, Luigi Bariviera ed Aldo Granzotto ed i Consiglieri della Lista Santa Lucia Sostenibile, Eugenio Dal Bianco e Baro Silvia), resi per alzata di mano DELIBERA 1. di modificare ed integrare il vigente Regolamento Comunale per gli interventi di assistenza sociale e di servizio sociale professionale nel territorio del Comune di Santa Lucia di Piave con le modifiche ed integrazioni predisposte conformemente ai requisiti proposti dal Coordinamento dei Servizi Sociali Professionali e approvati dalla Conferenza dei Sindaci e dalla Regione Veneto; 2. Di precisare che, per effetto di tali modifiche ed integrazioni, il Regolamento in parola assume il contenuto della parte innovata del testo allegato sub A) al presente atto quale sua parte integrante e sostanziale; 1. Di precisare altresì che il suddetto Regolamento, così come modificato ed integrato, entrerà in vigore ad intervenuta esecutività della presente deliberazione nel rispetto di quanto disposto dall’art. 78, comma 3, dello Statuto Comunale. DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 3 DEL 15.03.2010 AD OGGETTO: REGOLAMENTO PER GLI INTERVENTI DI ASSISTENZA SOCIALE E DI SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SANTA LUCIA DI PIAVE: MODIFICHE ED INTEGRAZIONI. TESTO DELLA RELAZIONE E DELLA DISCUSSIONE RELAZIONE: IL SINDACO: Questo, diciamo così, opuscolo che è stato allegato agli atti prevede una modifica, alcune modifiche che vengono al nostro Regolamento su richiesta della Regione Veneto. Vi leggo un passaggio che, secondo me, sintetizza molto bene, perché poi di fatto questi passaggi che voi vedete, avete visto evidenziati e che vanno a togliere una parte vecchia e a istituire una parte nuova, sono prevalentemente aspetti tecnici. Qui presente fra il pubblico abbiamo la dottoressa Dall’Anese Elda, che è la nostra assistente sociale che ha curato tutti questi aspetti, peraltro di un Regolamento che già Santa Lucia deteneva, come tutti i Comuni. Perché si è cercato di fare tutto questo? Perché la legge 328, che è un po’ la madre che ispira questo Regolamento, ci invita ad omogeneizzare un po’ gli interventi, i criteri. Cioè, per fare un esempio molto semplice, non è giusto, non è corretto, non è virtuoso il fatto che un Comune rispetto ad un altro facente parte della stessa ULSS, quindi dello stesso territorio e quindi votando gli stessi documenti, Conferenza dei Sindaci per quanto riguarda i Piani di Zona, attui delle politiche diverse sul campo sociosanitario rispetto ad altri Comuni. Questo si rifà ovviamente a delle azioni programmate e preventive sul territorio a favore delle fasce più deboli, così come si può parlare magari di contributi, di assistenza domiciliare e di tante altre cose che magari voi avete già sentito nominare, per chi è appena arrivato, conosce già invece chi da tempo frequenta gli ambienti a carattere politico. Però questa presa d’atto del Consiglio Comunale volevo un po’ leggerla perché mi pare che dia il segno più importante dello spirito che si va a votare questa sera. Dice che “la legge 328 propone un sistema in cui il cittadino non è solo utente, le famiglie non sono solo portatrici di bisogni, la rete non si rivolge solo agli ultimi o i penultimi, l’assistenza non è solo sostegno economico, l’approccio non è solo riparatorio, il disagio non è solo economico, il sapere non è solo professionale, gli interventi sociali non sono opzionali. È il contrario. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve essere progettato e realizzato a livello locale, promuovendo la partecipazione attiva di tutte le persone, incoraggiando le esperienze aggregative, assicurando livelli essenziali in tutte le realtà territoriali, potenziando i servizi alla persona, favorendo la diversificazione e la personalizzazione degli interventi, valorizzando le esperienze e le risorse esistenti, valorizzando le professioni sociali, valorizzando il sapere quotidiano, promuovendo la progettualità verso le famiglie, prevedendo un sistema allargato di governo più vicino alle persone. In altri termini, il sistema integrato di interventi ai servizi sociali si sviluppa lungo una direttrice di riforma che può essere così delineata: da interventi categoriali ad interventi rivolti alla persona e alle famiglie; da interventi prevalentemente monetari ad un insieme integrato di trasferimenti monetari e servizi in rete; da interventi disomogenei a livello inter a intraregionali a livelli essenziali su tutto il territorio nazionale; da prestazioni rigide, predefinite a prestazioni flessibili e diversificate basate su progetti personalizzati dal riconoscimento del bisogno d’aiuto, all’affermazione del diritto all’inserimento sociale; da politiche per contrastare l’esclusione sociale e politiche per promuovere l’inclusione sociale”. Questo è un tema ripeto molto caro all’interno della Conferenza dei Sindaci della nostra ULSS. È finito un po’ l’ambito se volete dove la politica governava all’interno del proprio campanile anche nel sistema sociosanitario. Ora i cosiddetti Piani di Zona, che sono un po’ la nostra Bibbia, dove ci si confronta su tematiche importanti, tematiche che voglio sottolineare spesso, anzi quasi mai non vanno nei giornali, non che ce ne sia bisogno, spesso non fanno parte delle discussioni politiche, spesso anche i Sindaci in generale a volte snobbano la stessa Conferenza a dispetto di altre Conferenze dove la salute dei cittadini dovrebbe essere posta, secondo me, ma secondo tanti altri, al primo posto nell’Agenda. Invece ci si affida magari all’ULSS solo per una questione a livello psicologico, quando si vede lo stemma ULSS si guarda più all’idea di un ospedale piuttosto che di una politica, di un sistema di rete all’interno e dentro il nostro territorio che favorisca ovviamente progettualità importanti a favore della salute e delle persone che hanno bisogno. L’Amministrazione Comunale in questo, quella di Santa Lucia, attraverso una rete di sistemi di collaborazione con le scuole, con le stesse parrocchie che sono anche un centro di aggregazione, è inutile nasconderlo, con i medici di base, con la nostra assistente sociale favorisce una serie di politiche di questo tipo, che sono anche di prevenzione. Il fatto di attivarsi al meglio, si cerca ovviamente nell’applicazione del Regolamento, che non è soltanto un contributo economico, è capire l’evolversi di una certa situazione, vi posso garantire che il lavoro dell’assistente è certosino in questo senso anche per capire che, purtroppo, in certi ambiti qualcuno fa il furbo. Per esempio, faccio riferimento alla legge 130, che è una legge che noi stiamo cercando di combattere a tutti i livelli, e cioè riferito all’integrazione di una retta per la quota alberghiera. Sappiate che la legge 130 prevede che ai civilmente obbligati, di fatto anche di fronte ad una persona abbiente il Comune debba di fatto integrare la retta. È una grandissima ingiustizia che noi abbiamo sollevato da tempo, ed è sul tavolo del Ministro competente. La sola Regione Toscana in questo momento ha cercato di ostare questo passaggio, che potrebbe essere diabolico perché toglieremo risorse a chi ha meno, o meglio daremo risorse a chi ha più per togliere di fatto a chi ha più bisogno. E sotto questo profilo io penso che gli interventi anche di perequazione, per esempio, del fondo dei trasferimenti dai vari distretti, voi sapete che la nostra ULSS è divisa dal Distretto sud e Distretto nord, per dire Vittorio è un Comune del Distretto nord, Santa Lucia è un Comune del Distretto sud, dove gli interventi della Regione Veneto per una fotografia fatta modello spesa storica, quindi tipo dopo il decreto Stammati del 1973, ebbene considera che Moriago della Battaglia, con tutto rispetto, possa prendere il doppio, a metà di utenti che fruiscono dell’assistenza domiciliare, del Comune di Susegana che ha quattro volte i suoi abitanti. Quindi, anche su questo lavoreremo proprio perché all’inizio del mio intervento ho detto che è importantissimo omogeneizzare gli interventi a carattere sociosanitari, e che qualsiasi intervento, anche economico, abbia un senso logico. Noi peraltro a Santa Lucia non sfruttiamo l’erogazione del contributo tout court, ma cerchiamo ovviamente di dare un sostegno alla persona che chiede un bisogno più che altro attraverso il conferimento di un buono o di un qualcosa che gli risolve il problema, non consegnando soldi perché, ovviamente, la persona che riceve soldi potrebbe essere tentata di spenderli non per il motivo per il quale si è avvicinata all’ufficio dell’assistente sociale. Così come, e termino, l’idea della Fondazione di comunità che è partita proprio dal Sindaco di Santa Lucia quattro anni fa, e che ora a pieno titolo fa parte dei Piani di Zona, è uno strumento tanto ambizioso quanto ancora non conosciuto ai più. Voglio ricordare che tutti i Sindaci dei 28 Comuni hanno aderito a quella che è una Fondazione che oggi, assieme alla sola ULSS 4, detiene un primato se vogliamo, che è quello di essersi insediata per prima nei territori, per fare che cosa? Perché se a noi capitano situazioni particolari come, per esempio, la tutela dei minori che esploderà sicuramente come il tema centrale del futuro e che mina anche la tenuta del nostro sistema sociale, noi dobbiamo cercare di calare sul territorio dei progetti, delle progettualità e delle risposte concrete perché i bilanci dei Comuni sono ridotti all’osso. La Fondazione è ed è molto altro, non sto certo qui però a tediarvi in questa serata per quanto riguarda questo argomento, perché informeremo, spero al meglio, i 220.000 abitanti della nostra ULSS 7. Tutto ciò serve, ripeto, a far sì che i Comuni abbiano un sistema virtuoso del dispendio delle risorse, anche economiche, per favorire il sistema che è più debole all’interno del nostro territorio, ricordando però, e questo non è certo merito di chi vi sta parlando, che nelle nostre realtà comunali l’impegno della spesa sociale dei Comuni che caratterizzano questa ULSS vale il doppio della media della spesa nazionale. Ciò a dire che, storicamente, abbiamo e divulghiamo un impegno forte, compatto, coeso sul territorio a favore delle persone che hanno maggiormente bisogno. Ripeto, dentro questo Regolamento vengono segnalati tutti. È un po’, diciamo così, la nostra Bibbia su quelli che sono gli interventi di carattere di assistenza domiciliare e di servizio sociale professionale. Ci sarebbero tante altre cose, stiamo valutando ovviamente insieme alla nostra dottoressa Dall’Anese una serie di interventi anche, per esempio, con la nostra struttura della Casa di Riposo perché abbiamo scritto ufficialmente, pensiamo che questa Casa possa davvero aprirsi ulteriormente al territorio per favorire una gestione integrata dei servizi; è quello che proveremo a fare attraverso le nostre idee e il nostro impegno. Certo in un campo un po’ minato, dove le risorse purtroppo vengono meno, ma non per questo non ci sarà.., e ci dovrà essere sicuramente l’impegno di tutti per favorire chi magari nella vita è stato meno fortunato, situazioni che possono accadere anche nei nostri territori cosiddetti ricchi dove spesse volte ci distraggono altre situazioni ma anche qui, come ho citato poc’anzi la questione dei minori, sarà una situazione che dovremo prendere per mano al più presto perché non è solo un’aggravante, vogliate capirlo, dal punto di vista economico, ma è un problema sociale forte che coinvolge le nostre famiglie, e le forti tensioni che si possono creare anche per situazioni di questo tipo all’interno della nostra famiglia possono minare davvero il tessuto e la tenuta del sistema sociale. Se qualcuno ha qualche intervento. Dal Bianco. DISCUSSIONE: IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “SANTA LUCIA SOSTENIBILE”, EUGENIO DAL BIANCO: Premetto che l’analisi del Sindaco è più che condivisibile anche da parte nostra, i problemi sociali, è inutile ripetere, li ha già descritti, sono un problema che va affrontato seriamente. Quindi, condivido la sua analisi. Il problema però è un altro, il problema che ci porterà all’astensione è un altro. Ne approfitto dell’occasione anche, visto che entrerò poi a parlare di questo, lei prima ha fatto l’esempio che in altri Comuni non ci sono questi toni, in altri Comuni c’è più calma, tranquillità. Io sono andato a vedere diversi Consigli Comunali e non mi sembra che siano molto diversi da questo. IL SINDACO: Che non siano diversi.. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Che non siano molto diversi da questo. Mi stupisce ad esempio che lei, signor Sindaco, si scandalizzi che una minoranza trovi… IL SINDACO: Dal Bianco, si attenga all’ordine del giorno. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Sì, infatti. IL SINDACO: Prosegua sull’ordine del giorno che siamo… Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Altrimenti mi toglie la parola. Tranquillamente mi può togliere la parola… IL SINDACO: Gliela Regolamento… tolgo se lei parla di altre cose. Lei deve rispondere a Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Se lei mi lascia finire la frase magari vedrà che rientrerò. Se le dispiace quello che le dico… IL SINDACO: No, non mi dispiace, è che mi dà la possibilità di risponderle anche in maniera un po’ più energica, ma non lo voglio fare. Quindi prosegua nella discussione dell’ordine del giorno. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così! IL SINDACO: Prego? Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Più energica di così! IL SINDACO: Prego Dal Bianco. Il CONSIGLIERE DAL BIANCO: Grazie. Come dicevo mi sembra strano che un Sindaco si scandalizzi che una minoranza trovi magari poco competente il lavoro che fa una maggioranza. Pensavo che il lavoro della minoranza fosse anche questo. Comunque tornando, perché ci asteniamo su questo punto? Perché se lei parla tanto degli altri Comuni si sarà accorto che negli altri Comuni esistono anche le Commissioni Regolamento. Noi abbiamo chiesto più volte che venissero formate delle Commissioni per poter discutere e apportare il nostro contributo su questi temi che sono anche di una certa gravità. Ma voi continuate ad eludere su queste problematiche. Quindi, visto che non siete disposti ad accettare i nostri consigli, ci adeguiamo alla vostra scelta, però anche di fronte a dei cambiamenti regolamentari che possono essere nel merito condivisibili, nel metodo non lo sono. Quindi ci asteniamo. IL SINDACO: Grazie. Ci sono altri interventi? Bernardi. IL CAPOGRUPPO DELLA LISTA “PROGETTO SANTA LUCIA”, ARTURO BERNARDI: Noi sottoscriviamo la dichiarazione fatta da “Santa Lucia Sostenibile” perché è la stessa opinione che abbiamo noi, che conferma che questa maggioranza agisce come una oligarchia ignorando completamente la presenza delle altre forze politiche che pure hanno, secondo quanto richiamato anche dalla neo eletta Silvia Baro, delle funzioni che si possono anche sottrarre, ma queste sono azioni che disturbano il buon andamento del confronto democratico e non migliorano il risultato complessivo. IL SINDACO: Va bene, grazie. Ci sono altri interventi? Volevo dire ai Consiglieri più giovani di non preoccuparsi perché questo è un altro evidente segnale che, di fronte ad un Regolamento peraltro tecnico, perché non si vuole magari ragionare su altre questioni, si cerca, ed è un metodo preciso, di mettere in difficoltà l’Amministrazione di non far passare, voi non procedete a un intervento democratico, e quindi non votiamo questo. Vedete la tipologia è questa. Mi sforzo di non dire altro. Il CONSIGLIERE BERNARDI: Avete … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Ma lei cosa vuole dibattere su questo tema, che in due anni e mezzo non ne ha mai parlato lei. Cosa vuole dibattere su questa cosa? Si vergogni invece. Dopo due anni e mezzo lei del sociale non sa neanche cos’è. Il CONSIGLIERE BERNARDI: Moderi il suo linguaggio… (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Io modero il mio linguaggio! Io modero. Ho imparato purtroppo da lei. Il CONSIGLIERE BERNARDI: Se c’è qualcuno che ha qualcosa di cui vergognarsi non sono io, signor Sindaco. IL SINDACO: Ci mancherebbe! Il CONSIGLIERE BERNARDI: E quindi prima di fare questi richiami si guardi allo specchio. IL SINDACO: Certo, certo, e sì. Benissimo, questo è il tono, questo è il livello. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Certo, va benissimo, andiamo avanti così. Vergognarsi c’è qualcun altro che deve vergognarsi. Stia attento a quello che dice. Stia attento a quello che dice! Il CONSIGLIERE BERNARDI: Io non ho … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Stia attento. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Stia attento a quello che dice! Stia attento a quello che dice. Stia attento a quello che dice. Stia attento. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … Patetico! (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Patetico! Lei che parla anche per niente e fa il giro otto volte di quello che dice non è patetico. Il CONSIGLIERE BERNARDI: … (Intervento senza microfono) IL SINDACO: Vai, vai, vai Szumski. L’ASSESSORE RICCARDO SZUMSKI: Allora, un benvenuto alla Silvia tra i banchi di questo primo argomento che affronti il sociale, mi pare si richiama anche alla tua introduzione molto bene per due motivi: primo perché come hai ben spiegato sei mamma, sei casalinga, sei lavoratrice e quindi avresti avuto tutte le opportunità per dire “grazie, io ho già da fare”. Quindi lo apprezzo doppiamente, e poi per conoscenza che abbiamo da tanti anni. Quindi, mi fa veramente piacere personale e per il gruppo che rappresenti. Sull’argomento esprimiamo ovviamente il voto favorevole della maggioranza perché, al di là di metodo e di forma devo dire che il lavoro che viene fatto da parte della struttura, da parte del Sindaco che segue il Servizio sociale, ma anche da tutti gli Assessorati che in qualche modo sono collegati, per lo sport, per le politiche giovanili, per la famiglia, determina un’azione in questo caso che fa squadra. E anche per il fatto che questo poi è diventato un metodo su cui Santa Lucia, attraverso il Sindaco, nell’assemblea dei Sindaci ha un ruolo preminente propositivo, non di facciata ma di sostanza. Moltissime delle cose che sono state sollevate hanno visto un forte apprezzamento. Non l’ho sentito nelle sedi dell’ULSS, ma in altre sedi da parte di altri Sindaci, e questo non può che far piacere. Di fronte ad una problematica, che non sto a rinverdire, quello che ha detto il Sindaco, sta diventando veramente importante, io lo vedo dal punto di vista del mio lavoro nel territorio, ed è una questione estremamente complessa, a cui le risposte non sono solo di risorse che ahimè scarseggiano, ma di idee, di riproposizioni. Da questo punto di vista quello che è stato introdotto di nuovo, al di là del lavorare con i Piani di Zona che erano previsti dalla legge, è stata la Fondazione di comunità che è un elemento che ci ha messo un po’ a partire, perché la maggior parte non ci credeva, ma porterà risorse per progetti, non risorse per risorse. Ha fatto bene a dire il Sindaco prima che non dobbiamo dare interventi finalizzati economici a risolvere il momentaneo bisogno, senza che la persona che ha bisogno capisca che è in un sistema di aiuto, è in un sistema in cui deve metterci del suo per risolvere i problemi, perché questo è il segnale che troppo spesso ultimamente si è fatto largo, non tra tutti per fortuna ma tra parecchia gente nel dire che, insomma, “tanto basta andare in Comune!” D’altronde, e qui lo devo dire amaramente, se la legge 130 prevede che sia comunque sempre il Comune in questo Stato a dover far fronte ai bisogni, alle problematiche, vuol dire che siamo veramente messi male nelle valutazioni che vengono fatte in sede centrale. Lo dico ahimè amaramente rispetto a quella che è l’organizzazione di uno Stato. Ognuno dovrebbe fare la sua parte, qui invece alla fine si chiede a colui che è più vicino al cittadino, il Comune, di farsi carico di tutto. E questo non è ammissibile e non è più pensabile che sia sostenibile anche in termini di risorse, non solo economiche ma delle persone, di coloro che si impegnano in questo settore. Quindi, le modifiche del Regolamento sono concertate e credo che vadano in questo senso. Una piccola indicazione, che nel fare il Regolamento ci sia quel minimo di flessibilità che non faccia vedere che la linea è questa, di fronte al bisogno, che spesso non può essere letto con una chiave che guarda dall’esterno in maniera asettica, ma ha delle componenti psicologiche, ha componenti complesse. Quindi, questo Regolamento non le può prevedere, questo sì le persone lo possono capire. Parlo ovviamente degli operatori e non dei politici, ma di coloro che poi le applicano. IL SINDACO: Grazie. Mettiamo quindi in votazione la voce 3. Chi è d’accordo? Il presente verbale viene letto e sottoscritto come segue IL PRESIDENTE Fto FANTINEL FIORENZO IL SEGRETARIO COMUNALE Fto GIUSEPPE MUNARI CERTIFICATO DI ESECUTIVITA’ Si certifica che la presente deliberazione: È stata pubblicata all’Albo Pretorio del Comune a norma delle vigenti disposizioni di legge; La presente deliberazione è divenuta ESECUTIVA il giorno _____________________ Decorsi 10 giorni dalla pubblicazione (art. 134 – comma 3° - D. Lgs. 18.08.2000 n. 267). Lì, ___________________ IL FUNZIONARIO INCARICATO Copia conforme all’originale in carta libera per uso amministrativo. Lì, .................... IL FUNZIONARIO INCARICATO