“Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo
verrà su voi, e mi sarete testimoni”.
“E come il giorno della Pentecoste fu giunto...
tutti furono ripieni dello Spirito Santo”.
(Atti 1:8; 2:1-4).
VOCE PENTECOSTALE
Periodico trimestrale di edificazione
Spedizione in A.P. Art. 2 Comma 20/c
Legge 662/96 - Filiale di Milano
ANNO XXXV - N. 1-2
GENNAIO / GIUGNO 2015
IMPARA AD ASCOLTARE LA VOCE DI DIO
Rifiuta di vivere una vita mediocre, di
camminare per visione, di avere una bassa pianificazione, di pregare casualmente
e dare in modo limitato. Dio ti ha scelto
per essere grande. Isaia 6:8.
Imparare ad ascoltare la voce di Dio è
imperativo se tu e io vogliamo mantenere
il fuoco del nostro risveglio personale.
Gesù ci ha insegnato che ascoltare la
sua voce è uno dei principi fondamentali
del discepolato. Egli ha definito Se stesso
come il Buon Pastore, e te e me come la
Sua pecora quando insegnava:
“Le pecore ascoltano la sua voce [la
voce del Pastore], ed egli chiama le
proprie pecore per nome e le conduce
fuori. Quando ha messo fuori tutte le sue
pecore, va davanti a loro, e le pecore lo
seguono, perché conoscono la sua voce”
(Giovanni 10:3-4).
Nella civiltà occidentale, il concetto di
un pastore è relativamente privo di significato. Quando qualche anno fa fu riportata
la notizia di un’epidemia di afta epizootica,
abbiamo visto apparire sulle prime pagine
dei quotidiani mattutini articoli e foto di
allevamenti di pecore, che informavano
il pubblico di questa industria poco nota,
ma di vitale importanza.
Oggi le pecore pascolano in pascoli accuratamente recintati, sono sorvegliate da
cani addestrati apposta e sono identificate
da un numero tatuato sui loro orecchi.
CULTI ONLINE
www.livestream.com/chiesabethel
SOMMARIO
• Impara ad ascoltare la voce di Dio
• I segreti del carisma di Billy Graham
• Testimonianza
• Dalle nostre Comunità
• Dalle nostre Comunità
• Ricordo del pastore Roberto Bracco
• Un vento impetuoso
• The Gideons International Italia
• Impact Lugano
• Conferenze e Seminari
pag. 1
pag. 2
pag. 3
pag. 4
pag. 5
pag. 7
pag. 8
pag. 10
pag. 11
pag. 12
sulla sua voce, che conoscevano e di cui
si fidavano.
In questa parabola [Giovanni 10:3-4],
tu ed io siamo le pecore, il Buon Pastore
è Gesù, e la voce del Buon Pastore è la
Parola di Dio. Il nostro Pastore ci parla
per mezzo delle parole scritte nella nostra
Bibbia e le Sue parole sono personali.
Le Sue parole sono personali
Anne Graham Lotz
I computer registrano la loro nascita e il
momento in cui sono pronte per la tosatura o per essere portate al macello. Non
c’è un pastore personale. A meno che le
pecore non siano in una piccola azienda,
anche il loro proprietario non è in grado
di distinguere una pecora dall’altra. Ma
il pastore orientale era, e lo è ancora in
molte parti del mondo, molto diverso. Egli
allevava le sue pecore fin da quando erano agnelli e aveva la responsabilità su di
loro ventiquattro ore al giorno, sette giorni
alla settimana, anno dopo anno, per il loro
intero ciclo di vita. Non c’erano cani o recinzioni o tatuaggio o computer. Il pastore
orientale ai tempi di Gesù allevava le sue
pecore principalmente nelle zone montagnose della Giudea. La campagna era
rocciosa, collinosa, e piena di profonde
fessure e burroni. Gli spiazzi erbosi erano
scarsi. Così, il pastore doveva stabilire un
rapporto di lavoro personale con ogni
pecora, sviluppando il suo amore e la sua
fiducia con essa allo scopo di condurla
dove il percorso era più piano, il pascolo
più verde, l’acqua più pulita e le notti più
sicure. Il pastore conduceva sempre le pecore. Egli conosceva i loro nomi, e quando
lui le chiamava, esse riconoscevano la sua
voce, e lo seguivano come uno sciame di
pulcini segue la chioccia.
Quando lui si fermava, le pecore si
stringevano strettamente intorno a lui,
premendo contro le sue gambe. La loro
relazione personale con lui era basata
Diversi anni fa, per festeggiare l’ottantaduesimo compleanno di mio padre, il
Presidente George W. Bush invitò Papà e
i suoi parenti più stretti, insieme ad amici
speciali, alla Casa Bianca per la cena.
Ebbi il privilegio di essere inclusa in tale
occasione davvero speciale. Ero seduta
a una tavola rotonda che comprendeva
mio padre, la signora Bush, Steve Case,
Cliff Barrows, mio fratello Ned, e altri.
Con una conversazione amichevole, mio
padre raccontò una storia per l’intera tavola. Ognuno di quelli che erano a tavola
sapeva che egli stava parlando a loro. Ma
poi egli si voltò, guardò verso di me e mi
disse: “Anne...”, e io sapevo che stava
parlando personalmente a me.
Quando apro la mia Bibbia, so che Dio
parla a me, perché Dio parla a tutti per
mezzo della Sua Parola. Ma ci sono stati
momenti in cui ho aperto la mia Bibbia
e un versetto o un brano sembrava saltar fuori dalla pagina con il mio nome.
Quindi so che Dio sta parlando a me,
personalmente.
Questo mi è accaduto di recente mentre
stavo tenendo il seminario di “Una ricerca
appassionata”.
Una ricerca appassionata
“Una ricerca appassionata”è il mio
seminario per donne, progettato per
farle approfondire nella Parola di Dio ed
equipaggiarle a guidare altre, aiutandole
anche a mantenere il fuoco del risveglio
nei loro cuori.
(Continua a pag. 2)
Anne Graham Lotz
I SEGRETI DEL CARISMA DI BILLY GRAHAM
Introduzione
Perché il carisma di Billy ci ha confusi e
intrigati, e poi ci ha sospinti ad esplorarne le
esperienze ed i principi che possono guidare
tutti noi?
Quando si sente il nome Billy Graham,
la prima cosa che vi viene in mente è il suo
carisma? Per molti non è così. Ci vengono
piuttosto in mente le sue predicazioni di fronte
ad enormi folle raccolte negli stadi. Ci vengono
in mente le sue cortesi apparizioni televisive,
in qualità di ospite di nomi come Johnny
Carson e David Frost, Larry King e Barbara
Walters e le sue risposte sempre caratterizzate
da educata sapienza, le sue spiegazioni del
Vangelo accompagnate dall’umile ammissione
dei propri limiti. Ricordiamo il suo ruolo di
guida della nazione in periodi drammatici di
dolore, o l’aiuto fornito ai presidenti neo-eletti,
ma lo ricordiamo sempre più come pastore
nazionale che come leader.
Tuttavia Billy inizia la sua autobiografia
dicendo: “Le mie responsabilità come
(Segue dalla prima pagina)
I tre giorni di insegnamento sono
intensi; essi mettono a dura prova i limiti
delle mie capacità spirituali, fisiche,
emotive e mentali. Lo scorso anno, nei
I tre giorni immediatamente precedenti
il seminario “Una ricerca appassionata”,
mi sono ritrovata nel mio terzo caso di
influenza-polmonite. Sono andata nella
città ospitante, prendendo antibiotici e
manciate di vitamina C e di echinacea.
Dopo quasi tre decenni di insegnamento, sapevo che Dio sarebbe stato fedele
nel farmi venir fuori dalla malattia, ma
mi sentivo ancora così malata e stanca...
La mattina del primo giorno del ritiro,
ho aperto Daily Light [Luce d’Oggi], un
volumetto di versetti biblici scelti che ho
letto ogni giorno della mia vita da quando
avevo dieci anni.
Questo è il modo in cui ho “udito” le
Scritture quella mattina: “Sii forte... e
lavora; perché io sono con te, Anne, dice
l’Eterno degli eserciti”. “Signore, vuoi dire
che io posso fare ogni cosa per mezzo di
Cristo che mi fortifica?” “Sì, Anne, [Sii]
forte nel Signore e nella forza della Sua
potenza... La gioia del SIGNORE è la tua
forza... Il Signore si voltò verso Anne e
disse: “Va’ con questa tua forza...” “Se
Dio è con te, Anne, chi potrà essere contro
di te?... Perciò, Anne, tu hai ricevuto
misericordia, perciò non scoraggiarti ...
Non scoraggiarti di fare il bene; perché
se non ti stanchi, mieterai a suo tempo”.
“Grazie... Grazie... Ringraziato sia Dio
che ci dà la vittoria per mezzo del nostro
Signore Gesù Cristo”. (Ho inserito il mio
nome nei versetti e cambiato i pronomi
allo scopo di farvi “udire” il modo in cui
il Pastore mi parlò quella mattina). Mentre
2
presidente esecutivo dell’Associazione
Evangelistica Billy Graham mi hanno sempre
richiesto un’enorme quantità di tempo e la
necessità di operare delle scelte”.
Cosa? Presidente esecutivo? Scelte operative? Non ci sono uomini d’affari preposti che si
occupano di questo al posto di Billy Graham?
È difficile rendersi conto che sia stato presidente esecutivo per oltre cinquant’anni.
Generazioni intere lo hanno conosciuto come
icona nazionale, una figura paterna piena di
convinzioni e di compassione.
È stato amico intimo di presidenti statunitensi,
ed il Congresso lo ha premiato con la Medaglia
d’Oro. Ma non pensiamo a lui come ad una
guida di leader, un uomo che ha guidato un
movimento, influenzando in modo significativo
la storia. Leader efficienti in Asia, Europa,
America Latina in tutto il mondo parlano di
Billy dicendo che ha infiammato il loro modo
di condurre e modellato per loro princìpi vitali.
Come ha fatto questo presidente esecutivo con
una grande visione e una straordinaria forza
imprenditoriale non solo a coinvolgere milioni
leggevo quei versetti, io udii chiaramente
e distintamente il mio Pastore che mi parlava con un cuore pieno di compassione,
sensibile alla sfida che mi stava davanti e
con la comprensione genuina della mia
debolezza. Sono stata così incoraggiata
e fortificata dalle Sue parole che fui in
grado di compiere il mio compito in modo
trionfale.
Nessuna delle donne che venne al ritiro
sospettò mai di quanto io avessi lottato.
Quando il nostro Pastore parla, Egli ci
parla personalmente - per nome. Egli
conosce i nostri pensieri prima che siano
nella nostra mente, e le nostre parole
persino prima che siano formate sulla
nostra lingua, e le nostre emozioni prima
che siano avvertite nei nostri cuori, e le
nostre azioni prima che ci sia qualsiasi
movimento. Egli parla proprio nella lingua delle nostre vite personali. Quando
avete udito la voce del vostro Pastore
che vi parlava? Quando Lo avete udito
chiamarvi per nome? Quando leggete la
vostra Bibbia, vi concentrate solo sui fatti e
sull’informazione, i comandi e le promesse, gli avvertimenti e l’incoraggiamento,
gli esempi e le esortazioni? Quando sono
state aperte le vostre orecchie alla Sua
voce dentro le pagine, che vi chiamava
per nome...?
Anne Graham Lotz
(Estratto dal libro di prossima
pubblicazione “I Saw the Lord” [Ho visto
il Signore]. Per gentile concessione della
casa editricePublielim).
di individui, ma allo stesso tempo ad aiutare a
costruire istituzioni forti e floride?
Billy stesso direbbe che è stato semplicemente lo strumento che Dio ha scelto di usare.
Tuttavia le sue regole di conduzione multipla
generano una serie di domande. La rivista
Life lo ha definito uno dei cento americani
più importanti del ventesimo secolo, ma non
si riferivano forse al suo ruolo ispirato e pastorale? Come può rientrarci anche il ruolo di
dirigente esecutivo? E come è riuscito a svolgere entrambi? Durante la sua lunga carriera,
è stato attaccato impietosamente da molti,
eppure è riuscito a conquistarsi la stragrande
maggioranza di coloro che lo avevano criticato
e trattato in maniera ostile in passato, man
mano che la sua organizzazione si poneva
nuovi e maggiori obiettivi di conduzione non
avente scopo di lucro. Come ha fatto un uomo
ad indossare così tanti abiti diversi e vedere
comunque dei risultati straordinari?
***
Ebbi per la prima volta una vaga idea di
tutto ciò a metà degli anni ‘70, quando il
comitato di Christianity Today mi nominò suo
presidente e dirigente esecutivo. Billy aveva
fondato la rivista circa venti anni prima. Harold
Ockenga, studioso, pastore della storica chiesa
bostoniana di Park Street, primo presidente
del Fuller Seminary ed in seguito del GordonConwell Seminary, ne era stato dirigente, ma
aveva riconosciuto con piacere che il CT era
“la rivista di Billy” e quindi lui si sottoponeva
alla guida di Graham.
Prima di unirmi a Christianity Today avevo
di Billy un’impressione tipica: grandissimo,
straordinariamente efficiente, un cappellano
per la nazione, una stella polare per i credenti.
Non avevo mai pensato a lui come
presidente esecutivo imprenditoriale. Infatti,
quando mi si presentò davanti questa realtà,
rimasi sconcertato.
Sherwood Wirt era l’editore della rivista
Decision di Billy, e servivamo insieme nel comitato dell’Associazione Stampa Evangelica.
Una volta si riferì a Billy come al “boss”.
Ne rimasi sbigottito. Billy, “il boss”? Non
era l’amato evangelista? Alle mie orecchie
quella definizione suonava grossolana ed
inappropriata. Eppure a “Woody”, un brillante
professore che aveva di Billy una concezione
alta, quella definizione uscì spontanea.
Pochi anni dopo, quando mi unii a CT, iniziai a capire che Billy non solo era presidente
esecutivo dell’Associazione Evangelistica Billy
Graham, ma influenzava in maniera enorme
anche molte istituzioni. Incoraggiava, consigliava, spronava e infondeva una visione più
ampia. Dopo aver osservato Billy durante
una delle riunioni del comitato di CT, pensai:
“Non solo fa tutte le cose che vediamo in TV e
leggiamo sui giornali, ma dietro le quinte ispira
(Continua a pag. 6)
Traduzione di Giuseppe Piccolo
Harold Myra e Marshall Shelley
TESTIMONIANZA
IO CI CREDO!
Il mio percorso di fede è iniziato nel
2007. Prima di allora ero un ragazzo
piuttosto apprensivo, che cercava di
controllare la propria vita in modo molto razionale, come se essa dipendesse
esclusivamente da me. Pian piano,
però, ho cominciato a capire che la
soluzione ai miei problemi non era
tanto in me stesso, in altre persone o in
qualunque altra cosa, quanto in Dio.
Affidare la mia vita a Lui, nonostante
le difficoltà di ogni giorno, mi dava una
serenità mai provata.
Ho trascorso molti mesi in un costante, anche se altalenante, crescendo di
fede che tre anni dopo mi ha portato
a sentirmi pronto per cambiare e
“rinascere” cristiano. Proprio in quel
periodo, però, la mia fede è stata messa
alla prova come mai avrei immaginato.
Una mattina di agosto del 2010, mio
papà è stato colpito da una gravissima
ischemia cerebrale. Entrato in coma ed
operato d’urgenza, a detta dei medici
non aveva alcuna speranza di recupero.
Tutto sembrava finito. Durante le prime
giornate dopo l’intervento, potevo
vederlo solo pochi minuti al giorno nel
reparto di terapia intensiva. Non c’era
niente che potessi fare, e questa mia
impotenza mi ha portato a pregare il
Signore in modo sempre più forte ed
umile. Non dimenticherò mai le parole
che pronunciavo nel mio cuore stringendo la mano di mio papà: usami,
Gesù. Usa le mie mani, il mio cuore, le
mie preghiere, ed intervieni. Sei l’unico
a poterlo fare. Tutto quello che potrò
fare io è testimoniare il Tuo amore, la
Tua presenza ed il Tuo miracolo. Io ci
credo.”
Lì per lì non è successo nulla. Nonostante il dichiarato scetticismo degli
stessi dottori, però, mio papà non è
peggiorato. Un paio di settimane dopo,
pur non potendo vedere, ha riaperto gli
occhi. Alla fine del mese è uscito prima
dal reparto di terapia intensiva e poi,
anche se molto lentamente, dal coma.
Purtroppo non poteva mangiare, né
parlare, né leggere, né vedere come
avrebbe voluto. Le sue condizioni sembravano non migliorare, e per mesi le
giornate che trascorrevamo in ospedale
parevano non finire mai.
In realtà però mi sbagliavo. Durante
la settimana di Natale, la situazione è
iniziata a migliorare davvero. In seguito
ad un piccolo intervento, papà ha ini-
Andrea Franceschini
Andrea Franceschini è nato a Trento nel
1982. Ottenuta la laurea ed il dottorato in
comunicazione presso la IULM di Milano ed
il diploma in sceneggiatura presso la Scuola
Nazionale di Cinema, dal 2008 lavora come
videomaker a progetti musicali per fondazioni,
teatri ed orchestre nazionali e internazionali.
Alcuni suoi lavori sono visibili sul sito internet
andrea-franceschini.org.
Andrea fa parte del Gruppo Bethel e suona
la batteria.
ziato a mangiare, a recuperare peso e
buonumore, a fare progressi durante le
sedute di fisioterapia, e anche a poter
parlare e leggere.
A fine febbraio 2011, dopo sette,
difficilissimi mesi di ospedale, è tornato
a casa.
Dopo altri lunghi mesi di fisioterapia
ha anche ripreso a scrivere musica
(sono cresciuto in una meravigliosa
famiglia di musicisti) e ad insegnare,
superando di gran lunga qualunque
aspettativa. Oggi vive vicino a Trento
assieme a mia mamma, roccia insostituibile e testimone come me di un
miracolo che queste parole possono
raccontare soltanto in modo molto
superficiale.
Sarò per sempre grato ai dottori degli
ospedali che hanno curato mio papà.
Sono stati tutti straordinari esempi di
umanità, professionalità e fede. Io però
so che a salvare la sua vita è stato il Signore, non grazie a ciò che sono o che
siamo, ma grazie a ciò che è Lui. Non
grazie a ciò che abbiamo fatto per Lui,
ma grazie a ciò che Lui ha fatto per noi.
Quello che è accaduto non mi ricorda la
paura, la solitudine, il dolore. Mi ricorda
la potenza di Gesù, della Verità, della
Vita. Desidero incoraggiare chiunque
stia attraversando periodi bui, in cui
sembra non esserci più speranza, ad
avere fede. I miracoli non sono frutto
del caso. Sono opera del Signore.
Egli non ci obbliga a seguirLo, non ci
costringe a farlo entrare nella nostra
vita. AscoltarLo bussare, ammettere i
miei errori ed il mio bisogno di Lui, ed
aprirGli la porta sono state però le scelte
migliori che potessi fare.
Non posso dare lezioni di vita a
nessuno, perché ho molto rispetto per
le persone, soprattutto per chi soffre
e per chi ha molta più esperienza di
me. Quello che però mi sento di dire,
perché è quello che sento nel cuore
ogni giorno, è: abbi fede. Custodisci ed
ascolta il tuo cuore, ringrazia Dio per la
tua vita, la tua famiglia e chi ti ama, per
i momenti di felicità che ti ricordano la
Sua esistenza e per le difficoltà che rafforzano la tua fede. Dio ci ha creati per
un motivo ed ha un piano per ciascuno
di noi. LasciamoLo operare. Se ti chiedi
“Dio è la risposta?”, non devi far altro
che togliere il punto di domanda.
Sono stato battezzato presso la chiesa
evangelica Bethel di Milano il 25 gennaio di quest’anno, e oggi il mio desiderio
è questo: ringraziare, onorare, seguire
Dio in tutto ciò che faccio e che farò.
Andrea Franceschini
***
E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.
Chi avrà creduto e sarà stato battezzato
sarà salvato; ma chi non avrà creduto
sarà condannato. Questi sono i segni che
accompagneranno coloro che avranno
creduto: nel nome mio scacceranno i
demòni; parleranno in lingue nuove;
prenderanno in mano dei serpenti;
anche se berranno qualche veleno, non
ne avranno alcun male; imporranno le
mani agli ammalati ed essi guariranno».
Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro
parlato, fu elevato in cielo e sedette alla
destra di Dio. E quelli se ne andarono a
predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i
segni che l’accompagnavano.]
Marco 16:15-20.
3
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BATTESIMI A MILANO
Domenica 25 gennaio 2015 è stato
celebrato un servizio battesimale nella
Chiesa Bethel con quattro battezzandi.
Ecco i loro nomi: Maria Majela Zamora,
suo figlio Giosuè Pacenza, Andrea Franceschini e Vanessa Ania.
Prima di scendere nelle acque battesimali, le due sorelle e i due fratelli hanno
raccontato la loro testimonianza rallegrando i cuori di tutte le persone presenti, tra
cui diversi visitatori.
Ringraziamo il Signore per la conversione di queste care anime e continuiamo a
pregare perché rimangano fedeli e fermi
nelle vie del Signore.
NOZZE
Il 7 giugno 2015 si sono uniti in matrimonio nella Chiesa Bethel Davide Agati
e Gessica Passè, due giovani cresciuti in
chiesa e attivi nel Gruppo musicale.
Alla cerimonia ha partecipato il pastore Giacomo Loggia, che ha portato il
messaggio della Parola di Dio, mentre il
rito nuziale è stato officiato da Giuseppe
Piccolo.
Ai felici sposi gli auguri più sinceri perché abbiano un’unione felice e benedetta
dal Signore.
I quattro fratelli battezzati insieme all’anziano Franco Palmisano e al pastore Giuseppe
Piccolo.
NASCITE
Il 19 marzo 2015 è nata Sephora,
primogenita di Anna Tramontano e
Davide Esposito.
Alla felice coppia i nostri migliori
auguri!
VISITE
Il 26 aprile 2015 abbiamo avuto la
gradita visita del pastore Dong Hoon
Lee e della corale della chiesa coreana di
Milano, formata da soprani e tenori che
hanno studiato al Conservatorio Musicale.
Siamo stati grandemente benedetti dal
messaggio del pastore Lee e dai canti ispirati della Corale. Ringraziamo il Signore
per la forte amicizia che ci lega a questi
cari fratelli, sempre disponibili a darci una
mano nelle nostre attività evangelistiche.
Dio continui a benedire la loro chiesa
e e le loro vite per la grande opera che
stanno compiendo in Italia alla gloria del
Signore!
G. P.
Davide e Gessica con Antonietta e
Giuseppe Piccolo.
l giovani della Corale Coreana.
RITIRO SPIRITUALE A BOBBIO
PELLICE
Nei giorni 22 e 23 maggio 2015 un
gruppo composto da 25 fratelli e sorelle
della Chiesa Bethel si sono recati a Forterocca per un ritiro spirituale.
Gli studi sono stati tenuti da Giuseppe
Piccolo, Marco Piccolo e Valerio Piccolo.
A giudicare dai commenti di chi vi ha
partecipato, è stata un’ottima esperienza
da ripetere quanto prima. L’ambiente
del centro Roccaforte è ideale per ritiri
spirituali, il trattamento dello staff è stato
eccellente e il luogo è già saturo della
presenza di Dio
4
Il pastore Dong Hoon Lee mentre predica interpretato da Dongmi Grace Lee.
Uno dei momenti di intensa preghiera durante il ritiro di Bobbio Pellice.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
94 anni e non li dimostra!
È bello trovarsi in gruppo a pregare.!! La
preghiera è il miglior modo di preparare la
nostra vita alle azioni quotidiane. È l’elemento
necessario per condividere idee, pensieri
e desideri d’amore fraterno; dà una spinta
positiva alla nostra vita comunitaria.
Con questo scopo è nata l’idea di festeggiare
la persona più anziana (d’età ma non di
spirito) della nostra chiesa di Como. Stiamo
parlando di “Zia” Carmela Caruso. Lei è
l’espressione vivente della forza, costanza e
fedeltà che ci viene dal nostro Signore.
“Giovane” di 94 anni che, ogni domenica
onora e loda il Signore nella nostra chiesa
dimostrando con la sua costante, festosa e
gioiosa presenza ad ogni culto di essere una
colonna della nostra comunità!
Sì, “Zia Carmela” è la donna che martedì
2 giugno 2015 abbiamo festeggiato dando la
gloria a Dio che con la Sua potenza cambia
la vita delle persone e trasforma i momenti
tristi in gioiosi.
A “Zia Carmela” auguriamo ancora lunghi
giorni benedetti nel nome del Signore Gesù
perché possa essere d’esempio alle nuove
generazioni.
In conclusione: “Insegnaci dunque a
contare i nostri giorni per acquistare un
cuore saggio” (Salmo 90:12).
Guido Moretti
(Anziano della Chiesa Emmanuel di
Como)
Il pastore Giuseppe Carlucci mentre
predica nella Chiesa Bethel.
In primo piano a sinistra la sorella Carmela Caruso, circondata con affetto dal pastore Di
Giandomenico e da alcuni membri della Chiesa Emmanuel di Como..
ALTRA VISITA NELLA
CHIESA BETHEL
Il 14 giugno 2015 abbiamo ricevuto la
gradita visita del pastore Giuseppe Carlucci
unitamente alla bella corale della Chiesa ADI
di Reggio Emilia, composta da una trentina
di membri.
Il pastore Carlucci ha predicato un potente
messaggio e sua figlia ha diretto la corale che
ha cantato diversi inni edificando e ispirando
i nostri membri di chiesa.
Al termine del culto mattutino abbiamo
consumato insieme il pasto, preparato da un
gruppo di sorelle.
Siamo grati al Signore per questi preziosi
momenti di comunione fraterna.
La corale della Chiesa Adi di Reggio Emilia, diretta da Milena Carlucci.
SALMO 133 - CANTO DEI PELLEGRINAGGI.
1 Ecco quant’è buono e
quant’è piacevole
che i fratelli vivano insieme!
2 È come olio profumato che,
sparso sul capo,
scende sulla barba, sulla
barba d’Aaronne,
che scende fino all’orlo dei
suoi vestiti;
3 è come la rugiada
dell’Ermon,
che scende sui monti di
Sion;
là infatti il SIGNORE
ha ordinato che sia la
benedizione,
la vita in eterno.
5
(Segue da pag. 2)
la conduzione di un intero movimento”. Organizzazioni giovanili come Young Life, Campus
Crusade, Youth for Christ, InterVarsity. istituzioni accademiche come il Wheaton College,
i seminari Fuller e Gordon-Conwell. Missioni
umanitarie come World Vision, World Relief,
l’Esercito della Salvezza. Ministeri di comunicazione di massa come Transworld Radio e
Christianity Today.
Appresi in seguito che Christianity Today
era nato dalle sue stesse mani. I risultati di
Billy derivavano da un’integrazione fra la sua
capacità dirigenziale ed imprenditoriale e la
sua instancabile vitalità spirituale. Ciò che
solitamente viene ignorata, e che è pur tuttavia
importante nei suoi successi, è la sua visione
imprenditoriale, la sua forza come conduttore e
uomo ispirato nello svolgere il ruolo di dirigente
esecutivo, la sua continua crescita come uomo
di stato.
Realizzai tutto questo quando lessi il capitolo intitolato: “Conduzione di quinto livello”,
nell’eccellente libro di Jim Collins Good to Great. Collins, insieme ad un gruppo di ricercatori,
aveva studiato un gruppo sceltissimo di società
che per anni avevano sperimentato dei “risultati
straordinari” compagnie che avevano dato
vita a star come Intel, General Electric e Coca
Cola. I suoi studi avevano rivelato qualcosa
di inaspettato. “Fummo sorpresi”, scriveva
Collins, “scioccati nel vero senso della parola,
nello scoprire il genere di conduzione richiesto”.
Collins scoprì che i dirigenti esecutivi che avevano avuto “risultati straordinari” quelli che
il suo libro Good to Great definiva “leader di
quinto livello” non erano sospinti dall’egoismo,
ma “cancellavano il proprio io”. Riuscivano ad
amalgamare “un’umiltà personale estrema”
con “una grintosa fermezza”. Invece di diventare “io-centrici”, allontanavano da sé i propri
desideri egoistici e li incanalavano verso un
obiettivo maggiore. Durante le interviste, questi
leader parlavano del contributo altrui. Collins
scriveva che dicevano cose del tipo: “Non
penso di potermi attribuire molto successo.
Siamo stati benedetti da persone meravigliose”.
Poco dopo aver studiato Good to Great,
contattai Billy e gli espressi la mia intenzione
di scrivere un libro che aiutasse a convogliare
i princìpi della sua capacità di conduzione.
Quando ricevetti la sua lettera di risposta, chiusi
gli occhi e sorrisi leggendo le parole:
“Mi sembra che il Signore abbia preso diversi
giovani inesperti e li abbia usati in una maniera
così inaspettata che non avrebbero mai immaginato”, scriveva Billy. “Il ministero è sorto in
noi ed è partito da tutti noi! Sembravamo far
tutti parte di un movimento incredibile dello
Spirito di Dio, e molte delle nuove organizzazioni cominciavano ad interagire o nascevano
man mano che noi parlavamo e pregavamo
insieme durante i nostri viaggi. È stato naturale
incoraggiarle ed aiutarle nel cammino”.
Leggendo queste parole, scossi la testa e dissi
ad alta voce: “Incredibile! Proprio come tutti
quei leader di quinto livello!”.
Il tono della sua lettera, come al solito, era
di abnegazione, dava credito agli altri. Mi
spingeva addirittura a scegliere “qualcuno che
abbia delle capacità di leader maggiori delle
mie…”. Benché Billy mi avesse dato poco dopo
6
la sua benedizione per scrivere questo libro,
la sua riluttanza iniziale ed il suo spirito umile
hanno affermato fortemente i fattori chiave
che hanno creato gli “straordinari risultati”
del suo servizio di tutta una vita.
Tuttavia, ciò che era nato nella mia mente,
per quanto fosse un compito ben delineato
attingere dalle esperienze di Billy i suoi principi guida divenne un complesso viaggio
esplorativo, pieno di scoperte. Nonostante il
confronto con il quinto livello andasse bene e
gettasse una luce significativa, non risolveva
altri misteri. Sì, Billy era stato un presidente
esecutivo efficiente per oltre mezzo secolo.
Ma come era riuscito contemporaneamente a
stare in prima linea e ad essere consulente dei
presidenti? Com’era riuscito a fare breccia nel
campo dei media e ad espandersi globalmente
al di là dei limiti culturali? Quale alchimia di
Spirito e di carattere era riuscita a compiere
tutto ciò?
Nonostante siano stati scritti centinaia di
libri e migliaia di articoli su Billy, il suo ruolo
di presidente esecutivo non è stato esplorato
a fondo. Il processo di scoperta di questo libro,
avrebbe dovuto quindi attingere in quattro
profondi pozzi:
Primo, i collaboratori più stretti di Billy. A
cosa avrebbero attribuito questo fenomeno?
Questi leader attenti e molto qualificati
avevano lavorato per decenni accanto a
Billy nell’“arena del sudore”. Cosa significava
avere Billy Graham come capo? O come
lo consideravano i presidenti delle grandi
imprese che lavoravano come membri del suo
consiglio di amministrazione? Cosa accadeva
in realtà dietro le quinte?
Secondo, libri, articoli, lettere originali e altre risorse contenute nei nostri files del CT, nel
Centro Billy Graham ed altrove. Sapevamo
che l’autobiografia di Billy e l’esaustivo Prophet with Honor di William Martin sarebbero
stati essenziali. In che modo questo materiale
ci avrebbe aiutato a rispondere alle domande?
Terzo, libri sulla conduzione come Good
to Great di Collins e le opere essenziali di
Peter Drucker, Warren Bennis ed altri, uniti
agli studi biografici di grandi leader. La mia
biblioteca era colma di questi testi, ma in realtà
Billy praticava i talenti che essi predicavano?
E quanto era uguale ai grandi della storia e
quanto diverso da essi?
Quarto, le risorse che lo sfidavano, gli davano
energia e lo sostenevano. Lui attingeva non
solo dalla Bibbia, che citava costantemente,
ma anche dalle ricche tradizioni di studiosi e
teologi cristiani appartenenti a molte correnti.
In che modo avevano formato la sua capacità
di condurre?
Marshall Shelley, direttore della rivista
Leadership, acconsentì ad inserirsi in questa
“grandissima opportunità” e a collaborare con
me in qualità di co-autore del libro. Insieme
all’editorialista Collin Hansen iniziammo a
selezionare, a scegliere nell’abbondanza delle
risorse e a intervistare personaggi importanti,
sperando di riuscire a mettere a fuoco in
qualche modo l’immagine ancora indistinta
della conduzione di Billy.
Avevamo centinaia di domande. Per esempio, come faceva Billy ad avere una grande
reputazione in quanto ad umiltà pur essendo
così tanto sotto i riflettori e ricevendo così tanti
riconoscimenti? Perché la stampa lo cercava
così tanto? Durante la sua carriera aveva usato
i princìpi che vediamo in Drucker e Bennis
e in altri scrittori, ma probabilmente aveva
letto pochi, o nessuno, di quei libri. Da dove
provenivano le sue capacità? E come aveva
fatto a sopportare anno dopo anno tutte le
critiche più dure, e il tradimento di Nixon, pur
mantenendo il suo ottimismo? Inoltre, come
aveva fatto a creare il suo inconsueto rapporto
con i modelli imprenditoriali?
Speravamo di giungere a rispondere alle
domande e a mettere a posto i pezzi del
puzzle ottenendo una guida coerente ed
utile. La capacità di condurre è un soggetto
affascinante, delizioso e vitale per tutti noi.
Questo libro non ha intenzione di trattare Billy
come un idolo, tuttavia ne traccia un elogio
positivo per via del suo scopo. Ci chiedevamo:
come possiamo far sì che questo libro non solo
informi, ma ravvivi ognuno di noi e ci aiuti a
guidare altri? Per questo decidemmo di fare
delle sezioni riepilogative, attingendo da tutte
e quattro le nostre categorie di ricerca.
Il mosaico che ne emerse era complesso.
Scoprimmo un Billy Graham molto umano e
fummo sorpresi dal mix di candore, stupore e
amore che aleggiava fra quelli che servivano
insieme a lui. Non abbiamo cercato di fare
un’analisi erudita dell’eredità di Billy; abbiamo
provato semplicemente a trarne dei princìpi
trasferibili ad altri.
***
Billy insiste sempre a farsi chiamare semplicemente “Billy”. Ha intitolato la sua autobiografia Così qual sono, una descrizione
perfetta del suo spirito umile, tratta dall’inno
che viene cantato quando invita persone a fare
un passo di fede avvicinandosi al palco durante
gli incontri evangelistici e a ricevere l’amore di
Dio. Con umile audacia ed “enorme fermezza”
Billy ha guidato con piena, e a volte persino
dolorosa, consapevolezza delle proprie forze
e dei propri limiti.
I chiamati a qualsiasi tipo di conduzione
realizzano che “Così qual sono” descrive
ciascuno di noi nel momento in cui si trova
di fronte a delle sfide esigenti e complesse.
Nella fornace purificatrice della conduzione,
sentiamo di aver bisogno di potenza dall’alto.
E sappiamo di dover semplicemente fare del
nostro meglio con quello che abbiamo e con
quello che siamo.
Billy Graham l’ha fatto. Qualunque siano
state le sfide e le difficoltà, qualunque siano
stati i suoi limiti, si è arreso completamente
ai valori biblici. La sua esperienza di leader
energico ci invita ad assumere lo stesso spirito,
a considerare il suo esempio e a spingerci,
come ha fatto lui, verso le ricche risorse della
letteratura specifica per i leader, che risuonano
di princìpi scritturali.
Harold Myra e Marshall Shelley
(Dal libro The Leadership Secrets of Billy
Graham). Per gentile concessione).
Traduzione di Susanna Giovannini
RICORDO DI ROBERTO BRACCO
Roberto Bracco nacque a Roma il 27
maggio del 1915, quarto figlio maschio
di una giovane coppia che viveva in
modeste condizioni economiche; la
madre morì a 33 anni e lui a 11 anni
cominciò a lavorare preferendo lasciare gli studi. Tuttavia, impiegato presso
una nota libreria antiquaria di Roma,
coltivò letture e amicizie che gli permisero di dotarsi di una buona cultura da
autodidatta. Intorno ai 17 anni (marzo
1932), mentre attraversava una crisi
esistenziale piuttosto significativa, una
donna di umili condizioni che prestava
servizio per alcune ore al giorno in casa
sua, gli annunciò l’Evangelo; le semplici
parole ascoltate gli sembrarono utili a
dare risposte alle molte domande che
affollavano la sua mente e così chiese
di poter conoscere l’indirizzo del luogo
dove si radunavano le persone come
lei. L’incontro fu decisivo: si convertì e
cominciò il suo cammino nel mondo
pentecostale. Ma di lì a qualche anno
le avverse condizioni politiche e sociali
che scatenarono la persecuzione contro
i pentecostali in Italia (1935-1943) misero alla prova la forza e la saldezza della
sua conversione; una prova dalla quale
uscì più che temprato: innumerevoli
arresti, diffide, rimpatri e processi ne
fecero uno dei predicatori più significativi e un punto di riferimento sicuro
per tanti altri in quegli anni difficilissimi,
nonostante la giovane età. Diventò una
delle anime della resistenza passiva che
i pentecostali attuarono in quegli otto
anni eroici nei confronti del regime
fascista, tanto da essere definito dai
funzionari governativi un “irriducibile
pentecostiere che svolge attività contrarie al regime”.
Il suo impegno nel ministero cristiano
fu rivolto in varie direzioni; nel mondo
pentecostale fu pastore, insegnante,
predicatore itinerante, scrittore e cronista. Un impegno poliedrico e complesso
che lo portò a fare anche scelte a volte
dirimenti dal punto di vista ecclesiastico
in nome di una libertà spirituale che rivendicò sempre con decisione quando,
a suo avviso, la vedeva messa in discussione. Così, nel 1943 lasciò la chiesa di
Domenico Zaccardi che rappresentava
l’ala più rigorista e intransigente del
pentecostalesimo italiano per aderire
all’altra chiesa pentecostale di Roma
(1945) che poi avrebbe avuto un ruolo
determinante nell’avviare il processo
che portò alla creazione delle Assemblee di Dio in Italia; a questo processo
Bracco partecipò attivamente dando un
Il pastore Roberto Bracco
contributo significativo. In questa chiesa
rimase fino al 1960; da quell’anno in
poi i suoi rapporti con le ADI furono
altalenanti perché aprì un nuovo locale
di culto in via Prenestina e poi una vera
e propria chiesa indipendente denominata ‘Assemblea Cristiana Evangelica’
in via Anacapri: entrambe a Roma.
Come tutti i pionieri e i fondatori di
opere, Bracco era insofferente rispetto
alle regole troppo rigide e agli schemi
ecclesiastici dove necessariamente in
qualche caso prevalevano calcoli politici o di convenienza circostanziale.
Era uno spirito libero che, sia pure
con qualche contraddizione, ben rappresentava l’anima intraprendente e
anticonformista del pentecostalesimo
delle origini.
Nonostante l’attaccamento a concettiguida fondamentali del mondo pentecostale, come la guida dello Spirito
e la fiducia nel suo intervento in ogni
situazione, Bracco capì e sostenne l’importanza della formazione caldeggiando la fondazione della prima scuola
biblica pentecostale in Italia (1954) per
la formazione dei pastori e di quanti volevano impegnarsi nel servizio cristiano;
ne fu il direttore per undici anni. Fondò
e diresse, dal 1946 al 1949, il primo
periodico pentecostale in Italia (Il Risveglio Pentecostale); inoltre, fondò la casa
per anziani ‘Bethel’. Scrisse molti libri
e opuscoli che affrontavano i temi più
diversi in concomitanza con le esigenze
del momento. Alcuni conservano ancora oggi una sorprendente attualità per
la lucidità delle analisi, altri rimangono
inevitabilmente consegnati al momento
storico in cui furono concepiti e alla
mentalità che vi si malcelava dietro.
Altri, invece, costituiscono fonte preziosa per la cronaca e la ricostruzione di
momenti di storia pentecostale avendo
consegnato alla memoria fatti e notizie
difficilmente reperibili in altro modo.
Negli ultimi anni della vita la sua
attenzione fu rivolta al mondo pentecostale che era cresciuto fuori dal circuito
delle ADI e di cui per tanti anni lui non
aveva avuto notizie fondate; fu questo
interesse che lo portò in contatto prima
con le Congregazioni Cristiane (l’ala
pentecostale che non aveva accettato
il modello ADI nel dopoguerra) e poi
con quel movimento che nel 1983 a
Massafra (TA) avrebbe dato vita al Raduno dei Ministri Pentecostali, primo
nucleo di quel processo che molti anni
dopo condurrà alla creazione della
Federazione delle Chiese Pentecostali.
A quella riunione avrebbe dovuto esserci anche lui, ma non fece in tempo,
perché a Roma il 25 luglio del 1983 il
suo cuore, che tanto generosamente lo
aveva sostenuto in mille battaglie, cessò
all’improvviso di battere.
Bracco è stato modello e punto di
riferimento per generazioni di pastori
e predicatori pentecostali; tutt’oggi
il suo nome viene pronunciato con
rispetto e ammirazione anche da chi
non sempre ha condiviso le sue scelte
e il suo pensiero. La chiesa che lui
aveva fondato in via Anacapri oggi è
ubicata in via De Chirico, dopo aver
costruito una bella struttura su un’area
concessa dal comune di Roma a seguito
di una richiesta fatta molti anni prima
dallo stesso Bracco; è curata dal past.
Agostino Masdea ed è membro della
Federazione.
Carmine Napolitano
Preside della Facoltà Pentecostale di
Scienze Religiose
(Tratto dal sito www.fcpitalia.it. Per
gentile concessione).
***
“Benedici, anima mia, il SIGNORE;
e tutto quello ch’è in me, benedica il
suo santo nome.
2 Benedici, anima mia, il SIGNORE
e non dimenticare nessuno dei suoi
benefici.
3 Egli perdona tutte le tue colpe,
risana tutte le tue infermità;
4 salva la tua vita dalla fossa,
ti corona di bontà e compassioni;
5 egli sazia di beni la tua esistenza
e ti fa ringiovanire come l’aquila”.
Salmo 103
7
UN VENTO IMPETUOSO
Voglio condividere con voi come il Signore
ha operato. Forse questo vi aiuterà a capire
quello che il Signore può fare in questi ultimi
giorni. Inoltre, sarà per voi una prova che tutta
la Bibbia è vera, anche per coloro che stanno
vivendo oggi.
Spesso le persone parlano della Bibbia
come del “vecchio libro nero”. Credono
che gli avvenimenti scritti nella Bibbia siano soltanto accaduti secoli fa e non hanno
importanza per noi in questa generazione.
Posso provare, però, che questa Bibbia è
più importante del giornale del mattino. Il
giornale ci riporta solo notizie di crimini e
di guerre, di terremoti e di ribellione. La
Bibbia, invece, spiega la volontà di Dio e
ci parla del cuore del Padre, del Suo amore
e della Sua potenza. Quando noi crediamo
nella Bibbia così com’è, vedremo la potenza di Dio muoversi nella nostra vita e nella
nostra comunità così come avvenne secoli fa
nei tempi biblici.
Prima di parlarvi del risveglio indonesiano e
di come sia accaduto, vorrei condividere con
voi i versetti di Romani 15:15,16: “Ma vi ho
scritto un po’ arditamente su alcuni punti, per
ricordarveli di nuovo, a motivo della grazia che
mi è stata fatta da Dio, di essere un ministro di
Cristo Gesù tra gli stranieri, esercitando il sacro
servizio del vangelo di Dio, affinché gli stranieri
diventino un’offerta gradita, santificata dallo
Spirito Santo”. In questi versetti, Paolo non
solo raccontò della precisa chiamata che Dio
gli aveva data, ma anche del suo ministero.
Egli esercitò il ministero ai Gentili non solo a
parole, ma anche con grandi segni e prodigi
per mezzo della potenza dello Spirito Santo
(Romani 15:18-19).
Credo che questo sia il modo in cui lo Spirito
Santo voglia lavorare oggi tramite la vita di un
servo di Dio.
Nella nostra chiesa in Indonesia sapevamo
di Dio lo Spirito, di Dio il Padre e di Suo Figlio,
Gesù Cristo. Conoscevamo la Bibbia molto
bene. Imparavamo a memoria i versetti. Ma
non avevamo mai sperimentato l’azione dello
Spirito Santo nel modo descritto da Paolo.
Paolo spiegò molto chiaramente che con
parole e opere e con la potenza di segni e di
prodigi andò di villaggio in villaggio e di luogo
in luogo predicando il Vangelo di Gesù. Egli
non soltanto condivideva con loro la vivente
Parola di Dio vivendola con la sua stessa vita,
ma anche con grandi segni e prodigi.
Lo Spirito Santo usa la sacra Parola per
raggiungere le persone ai nostri giorni. Ma
Egli vuole anche servirsi di noi. Vuole che
viviamo il Vangelo e desidera operare tramite
la nostra vita con miracoli, segni e prodigi. In 2
Timoteo 1:7 leggiamo che Dio non ci ha dato
uno spirito di paura, ma di potenza, di amore
e di autocontrollo. In 1 Corinzi 12 leggiamo
dell’azione dello Spirito Santo che si manifesta
con potenza. In 1 Corinzi 13, lo Spirito Santo
è descritto come lo Spirito d’amore. Ma non
è tutto. Lo Spirito di Dio è anche lo spirito di
autocontrollo. Questo lo troviamo in 1 Corinzi
14. In greco, “spirito di autocontrollo” significa
disciplina o ordine. Io credo che nelle chiese,
come Paolo disse in Romani 15, lo Spirito
Santo abbia sempre lavorato in questo modo
con potenza.
Ma oggi ci sono molte chiese e molte persone sparse nel mondo che non credono più che
i doni spirituali possano manifestarsi in mezzo
8
La copertina del libro di Mel Tari da cui è
estratto questo capitolo.
a noi. Come è triste ciò! Da quando il risveglio
indonesiano è iniziato nel 1965, il Signore ha
restaurato i doni spirituali nelle nostre chiese
e io ringrazio Dio per questo.
Molti affermano che poiché la chiesa è
stata stabilita a Pentecoste noi non abbiamo
più bisogno dei doni spirituali. Ma io non lo
credo. Perché? Perché Pietro, Paolo e Giovanni, duemila anni fa, avevano bisogno del
movimento e dell’opera dello Spirito Santo
nel loro ministero. Quanto più ne abbiamo
bisogno noi in questa generazione! Il diavolo
sa che il tempo a sua disposizione è ancora
poco e che Gesù torna presto. Il diavolo sta
combattendo in un modo tremendo in questo
tempo, molto più di quanto abbia fatto nel
primo secolo.
Credo che l’unico modo in cui oggi i Cristiani possono combattere queste potenze
demoniache sia attraverso la potenza dello
Spirito di Dio. L’unica speranza per la chiesa
è che noi permettiamo ai doni spirituali di
manifestarsi nuovamente.
La potenza in una scatola
“Signore”, noi confessiamo, “Tu dici nella
Bibbia che puoi farlo, ma questo versetto biblico era per coloro che sono vissuti duemila anni
fa. Questo versetto non è pertinente, perché la
chiesa non era ancora stata fondata”.
Oggi abbiamo troppe scatole nelle nostre
chiese in cui mettiamo le varie Scritture. Una
scatola è per un versetto che racconta ciò che
è accaduto vari secoli fa. Un’altra scatola è per
i versetti che affermano ciò che può accadere
oggi, ma solo se ci sono alcune circostanze
favorevoli.
Questi versetti sono solo per i Giudei, quindi
vanno messi in un’altra scatola. Abbiamo chiuso la Bibbia in così tante scatole che abbiamo
perso gran parte dei suoi messaggi e del suo
significato.
La Bibbia è semplice. È per noi oggi ed è
vera così come lo era per coloro che sono
vissuti duemila anni fa. Dio vuole confermarlo
oggi tramite la nostra vita. Se tutto quello che
è scritto nella Bibbia non fosse vero, allora
niente è vero. Ringrazio Dio che quando il
risveglio è iniziato, Egli ci ha aiutati a vedere
la Bibbia in un modo semplice. I nostri guai
oggi derivano dal fatto che cerchiamo di
spiegarci tutto con le nostre menti, coi nostri
piccoli computer, invece che con i nostri cuori.
Quando leggiamo in Marco 16:9-20 riguardo
a questi segni e prodigi, molti dicono: “Oh,
ma non abbiamo trovato questi versetti in tutti
gli antichi manoscritti. Poiché non sono presenti in tutti gli antichi manoscritti, dobbiamo
metterli in un’altra scatola chiudendola bene.
Che dire di 1 Corinzi 12? “Paolo ha scritto
tutto questo perché la chiesa era ancora molto
piccola ed era stata appena fondata”, molti
dicono. “Essi erano deboli e avevano bisogno
di questi doni. Oggi noi abbiamo grandi chiese con grandi uomini e tutto funziona bene,
perciò non abbiamo bisogno dei doni soprannaturali”. Così, mettiamo questo capitolo in
un’altra scatola. Poi leggiamo 1 Corinzi 13 e
diciamo: “Oh, sì, questo è ciò di cui abbiamo
bisogno: l’amore. L’amore è il miglior dono”.
Successivamente, però, arriviamo a 1 Corinzi
14 e decidiamo che queste cose non sono
molto importanti. Finché abbiamo l’amore,
abbiamo ogni cosa e non abbiamo bisogno
di nient’altro. Così, mettiamo 1 Corinzi 14 in
una scatola.
Tuttavia, la Bibbia non lo spiega in questa
maniera. La Bibbia afferma che lo Spirito
di Dio è lo Spirito di potenza, di amore e di
ordine. Lo Spirito Santo opera in tutti e tre i
modi. Lo Spirito di Dio non lavora soltanto in
potenza o solo in amore o esclusivamente in
ordine, ma in tutti e tre i modi, così come sta
scritto in 1 Corinzi 12, 13 e 14. Non possiamo
eliminare nessuno di questi tre capitoli.
La ripetizione di Atti 2
Appartenevo alla Chiesa Presbiteriana, qui
tutto era in perfetto ordine.
Quando andavamo in chiesa, ogni cosa era
scritta su carta. Il pastore ne leggeva una parte
e noi leggevamo il resto. Sapevamo quand’era
il tempo di alzarsi, di sedersi, di pregare e di
cantare. Rignraziavo molto Dio per quest’ordine che tanto apprezzavo.
Inoltre, avevamo amore. Oppure dovrei
dire, avevamo un po’ d’amore! Quando
qualcuno ci sorrideva, noi sorridevamo. Avevamo imparato ad amare le persone se esse
ci amavano. Se non ci amavano, allora non
le amavamo neanche noi.
Nella mia chiesa, però, non avevamo per
nulla potenza. Quando arrivò il risveglio,
Dio diede ad ognuno di noi il dono dello
Spirito Santo, così come la potenza, l’amore
e l’ordine.
Ricordo bene quella sera del 26 settembre
1965. Circa 200 persone di ogni età erano
radunate nella nostra chiesa pregando insieme.
Mentre pregavamo, accadde improvvisamente
qualcosa di strano. Se leggi nella tua Bibbia, in
Atti 2, scoprirai esattamente ciò che accadde
nella mia chiesa. Conoscevamo questa parte
della Bibbia da molti anni. In effetti, molti l’avevano anche imparata a memoria. Ma non
avevamo mai sperimentato nulla di simile nella
nostra vita.
Il nostro pastore diceva spesso: “Dio ha dato
lo Spirito Santo alla chiesa duemila anni fa e,
se tu sei un membro della chiesa, allora ricevi
automaticamente il battesimo dello Spirito
Santo”. Quella sera il Signore cominciò ad
(Continua a pag. 9)
Mel Tari
(Segue da pag. 8)
aprire i nostri occhi mostrandoci che non è
qualcosa di automatico.
Leggiamo in Giovanni 3:16 che “Dio ha
tanto amato il mondo, che ha dato il suo
unigenito Figlio”. Dio ha dato Suo Figlio al
mondo intero. Ciononostante, non vuole
dire che tutte le persone che sono nel mondo
andranno in cielo. Anche se Egli ha dato Suo
figlio al mondo, ogni individuo che andrà in
cielo deve prima venire dal Figlio per la salvezza. Lo stesso principio vale per la venuta
dello Spirito Santo. Gesù ha dato lo Spirito
Santo a chiunque Lo abbia accettato come
proprio personale Salvatore ed è diventato,
perciò, un membro del corpo di Cristo. Dopo
aver fatto questa scelta, deve ancora crescere
e fare un’esperienza personale con Gesù per
essere riempito dello Spirito Santo. Questo
non accade automaticamente. Ognuno deve
rispondere per sé.
Noi lodiamo Dio perché in quella sera speciale Dio iniziò ad aprire i nostri occhi e mise
nei nostri cuori una fame per essere riempiti
dello Spirito Santo. Ci ricordavamo delle
parole di Giovanni Battista: “Io ... vi battezzo
con acqua ... ma Colui che viene dopo di me
... vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il
fuoco” (Matteo 3:11).
Per molti anni, la gente si è fatta beffe di
noi. Dicevano: “Voi siete costretti a dipendere
dall’esperienza di persone vissute duemila
anni fa”. Quella sera il Signore parlò ai nostri cuori dicendo che il cristianesimo non è
dipendere dall’esperienza altrui. Si tratta di
un’esperienza personale con un Dio vivente.
Ringrazio Gesù per questo!
Un vento impetuoso e fuoco
Quella sera, mentre pregavamo insieme,
improvvisamente lo Spirito Santo venne
proprio come fece nel giorno di Pentecoste.
In Atti 2 leggiamo che Egli venne dal cielo
come un vento impetuoso. Quella sera, mentre
ero seduto accanto a mia sorella, udii questo
suono di vento impetuoso. Era come se ci
fosse un piccolo tornado dentro la chiesa. Mi
guardai intorno, ma non vidi nulla. Così, mi
volsi verso mia sorella:
“Cara, senti anche tu questo strano rumore?”, chiesi.
“Sì”, rispose, “lo sento. Ma lasciamo stare
il rumore e preghiamo”.
Lei cominciò a pregare e nello stesso tempo
udii molti altri che iniziarono a pregare. Dovete
sapere che nella nostra chiesa pregavamo
sempre in assoluto ordine, uno alla volta. Era
sufficiente che pregasse una sola persona nella
nostra chiesa, dal momento che era tutto scritto davanti a noi. Se avessero dovuto pregare
in molti, avremmo dovuto scrivere un intero
gruppo di preghiere. Quella notte, però, quei
presbiteriani cominciarono a dimenticarsi l’ordine prestabilito e le preghiere scritte davanti
a loro e cominciarono a pregare nello Spirito
- all’inizio uno alla volta e, prima che me ne
rendessi conto, tutti iniziarono a pregare nello
stesso tempo.
“Oh, mio caro Gesù, cosa sta succedendo in
questa chiesa? Si sono dimenticati dell’ordine
scritto”, dissi.
Mentre tutti pregavano, io osservavo i pastori. Avevano un volto estremamente ansioso.
Erano seduti davanti all’assemblea, sulla
piattaforma e non avevano la minima idea di
come gestire quelle 200 persone. Anche loro
udivano il vento impetuoso. Guardai attorno
di nuovo e ancora niente si muoveva; c’era
solo il rumore.
Poi udii suonare l’allarme antincendio forte
e rapido. Dall’altro lato della strada in cui si
trovava la chiesa c’era la stazione della polizia
e la campana dell’allarme antincendio. L’uomo
nella stazione di polizia vide che il nostro edificio era in fiamme, perciò suonò la campana
dell’allarme per avvertire la gente del villaggio
di accorrere velocemente, perché c’era un
incendio. In Indonesia, specialmente a Timor,
non abbiamo delle autopompe. Noi suoniamo semplicemente la campana e le persone
capiscono che c’è un incendio e vengono da
tutto il villaggio con i propri secchi d’acqua
e altri oggetti per aiutare a spegnere il fuoco.
Quando arrivarono in chiesa, videro delle
fiamme, ma la chiesa non stava bruciando.
Non era un fuoco naturale, era il fuoco di Dio.
A causa di questo fatto, molte persone ricevettero Gesù Cristo come proprio Salvatore e
anche il battesimo dello Spirito Santo.
Ovviamente, essendo presbiteriani, le
espressioni “battesimo o riempimento dello
Spirito Santo” non ci erano familiari. Era qualcosa di completamente nuovo per noi. Ma il
Signore aprì i nostri occhi e ci disse che queste
erano le esperienze che avevamo bisogno di
fare nella nostra vita; non potevamo dipendere
dalla Pentecoste di tanti anni fa.
Voglio farvi un esempio. Forse un giorno ti
innamorerai di una ragazza o di un ragazzo e
tuo padre ti dirà: “Sembra che tu ti stia innamorando”. Tu potresti rispondere: “Sì, papà,
mi sono innamorato della ragazza della porta
accanto e, papà, sto progettando di sposarmi
con lei quest’estate”. Tuo padre potrebbe
dire: “Non farlo. Io e tua madre siamo sposati da 25 anni, puoi dipendere dalla nostra
esperienza e puoi far finta nella tua mente di
essere sposato”.
Pensi che potresti mai essere d’accordo con
la sciocca idea di tuo padre? Tu potresti dire:
“Papà, tu puoi pure sposarti un milione di volte se lo vuoi, ma io stesso voglio sposarmi. Più
mi parli del tuo matrimonio, più lo desidero
anch’io. Quanto più il tuo matrimonio risulta
stupendo, tanto più voglio anche io sposarmi
al più presto possibile”.
Com’è vero che non possiamo dipendere
dall’esperienza dei nostri genitori, ma dobbiamo fare la nostra personale esperienza, così
credo che questa sia certamente una verità,
non solo per quanto riguarda la salvezza in
Gesù Cristo, ma anche riguardo al battesimo
dello Spirito Santo. Non puoi dipendere
dall’esperienza di Giovanni e di Pietro e di
altri uomini della Bibbia. Quanto sono state
grandiose le loro esperienze! Eppure sentiamo ancora il bisogno di fare nostra la stessa
esperienza di Pietro e di Giovanni. È come se
quel ragazzo restasse soddisfatto del fatto che
suo padre si era sposato.
Molte persone non si rendono conto della
potenza, dell’amore e della gioia che si perdono
non essendo riempite dello Spirito Santo.
Un nuovo stile di adorazione
Ringrazio il Signore che quella sera ci ha
perdonati della nostra ignoranza e lo Spirito
Santo si è mosso in un modo potente. Ero
seduto vicino al fondo della chiesa e, perciò,
potevo ben vedere tutto ciò che stava accadendo. Improvvisamente una sorella che
sedeva appena di fronte a me balzò in piedi
e alzò le mani verso il cielo.
“Signore, questa sorella sta violando l’ordine della nostra chiesa”, dissi. “Non ci è
permesso di alzare le mani in chiesa”.
Quando andavamo in chiesa, pregavamo e
ci ponevamo in uno stato di “santità”. Quella
sera, invece, quella donna si mise in piedi
alzando le mani a Dio!
“Signore, cosa c’è di sbagliato in questa
donna?”, dissi. “Questo non deve verificarsi
nella nostra chiesa, non è il nostro stile”.
Il Signore mi ricordò il versetto della Bibbia che dice: “Alzate le vostre mani verso il
santuario” (Salmo 134:2). No, lei non stava
seguendo lo stile della nostra chiesa, ma stava
seguendo quello della Bibbia! Be’, se questa è
la spiegazione, la lascerò continuare, pensai.
I due pastori davanti erano talmente
spaventati che non sapevano cosa fare. In
tutta la chiesa la gente cominciò ad alzare le
proprie mani e ad adorare il Signore. Intanto
io continuavo a domandarmi cosa stesse succedendo. Mi girai per chiederlo a mia sorella e
vidi che anche lei aveva le proprie mani alzate
e lodava Dio.
Poi, notai bene la signora davanti a me. Era
una persona senza istruzione tanto che neanche
sapeva la nostra lingua ufficiale indonesiana
usata in tutta la nazione. Lei sapeva solo il suo
linguaggio tribale, il Timorese. Naturalmente,
non conosceva l’inglese. A quel tempo, invece,
io sapevo qualcosa d’inglese poiché l’avevo studiato a scuola. Quella signora di colpo cominciò
a pregare in un perfetto e bellissimo inglese.
“Oh, Gesù, Ti amo”, diceva. “Oh, voglio
prendere la mia croce e seguirTi. Oh, Ti amo,
Gesù”, e continuò ad andare avanti adorando
il Signore.
I miei due pastori, che non conoscevano
una parola d’inglese, pensarono che lei stesse
facendo il verso del cavallo. Corsero sul pulpito
e gridarono: “Oh, Signore, se questo non è da
parte Tua ma è dal diavolo ed è il diavolo che
sta facendo questo strano suono, per favore
falla smettere”. Più pregavano, però, più lo
Spirito di Dio riversava le Sue benedizioni.
Poi, un uomo nella parte opposta della sala
cominciò a pregare in tedesco. Era lì e le parole
di lode e di adorazione che uscivano dalla sua
bocca erano semplicemente bellissime. Dopo
questo, altre persone sparse in tutto l’edificio
adoravano il Signore in lingue differenti.
Il cielo scese quella sera e fu meraviglioso.
Alcuni parlavano in francese. Altri in alcune
lingue tribali. E una signora continuava a ripetere “Shalom, Shalom”, anche se non aveva
la minima idea di parlare in ebraico.
Quando tutte quelle centinaia di persone
che erano venute per spegnere il fuoco
raggiunsero la chiesa, udendo le voci che
innalzavano preghiere ad alto volume, dissero: “Che cosa sta succedendo alle persone di
questa chiesa? Non sono mai state rumorose,
non hanno mai pregato gridando così forte”.
Entrarono nella chiesa per vedere cosa stesse
accadendo e, invece di 200 persone, quella
sera c’erano più di 1.000 persone nella nostra
chiesa venute da tutta la città.
Mentre lo Spirito Santo si muoveva, le
persone nel locale furono convinte di peccato
dallo Spirito di Dio e accettarono Gesù come
(Continua a pag. 10)
Mel Tari
9
(Segue da pag. 9)
proprio personale Salvatore. Si pentirono,
corsero alle loro case, presero gli oggetti di
magia e di astrologia, i loro feticci, i loro libri
osceni, i manuali su come interpretare i sogni
e portarono tutto in chiesa, accesero un fuoco
e vi bruciarono tutto quanto.
Nessuno predicò quella sera, ma lo Spirito
Santo si mosse a Suo modo. Il culto andò
avanti fino a mezzanotte. Il Signore cominciò
a rivelare peccati nascosti e le mancanze di
diverse persone. Raccontando ciò che Dio
aveva mostrato loro, si parlava ai cuori delle
altre persone presenti.
Oh, quanto fu prezioso il Signore nel togliere
via la confusione dalla nostra vita!
THE GIDEONS INTERNATIONAL IN ITALIA
Un sermone insolito
Improvvisamente, uno degli uomini si mise
sul pulpito. Questo era molto insolito. Persone
senza un incarico nella chiesa non dovevano
stare sul pulpito. Quel posto era riservato ai
pastori e agli anziani. Questo fratello, invece,
davanti a tutti, aprì la Bibbia. Risi dentro di me
perché quest’uomo si era pentito pochi giorni
prima di questo fatto.
Oh, questo povero fratello, pensai. Si è
appena pentito e ora vuole già predicare.
Dev’essere matto.
A lui, però, non importava ciò che noi
pensavamo; aprì la Bibbia e disse: “Fratelli e
sorelle, il Signore mi ha detto che questa è l’opera dello Spirito Santo”. Poi, aprì le Scritture
in Atti 2 e cominciò a leggere dal versetto 17:
“Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io
spanderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno,i
vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri
vecchi sogneranno dei sogni”.
Dopo aver letto questo versetto, cominciò
a predicare. Dopo circa mezz’ora, il Signore
gli disse che l’indomani noi laici dovevamo
andar fuori a predicare il Vangelo. A questo
punto, non fui in grado di rimanere zitto.
“Oh, questo è incredibile”, dissi. “Come
possono dei laici andar fuori a predicare il
Vangelo? Non siamo mai stati alla scuola
biblica o a un seminario. Ci siamo soltanto
pentiti. Come possiamo predicare il Vangelo?
Questo è impossibile”.
“Fratello Mel”, mi rispose quel fratello, “il
Signore mi ha detto che dobbiamo andar fuori
a predicare il Vangelo, questo è il dovere del
cristiano. Non è il compito esclusivo dei pastori
e degli anziani, ma ogni cristiano è chiamato
a vivere per Gesù Cristo”.
Ora io credo che questo è ciò che abbiamo
abbandonato nelle nostre chiese. E penso che
questo sia stato il nostro errore. Rimaniamo seduti per anni cercando di spiegarci ogni cosa,
tralasciando completamente la semplicità della
Parola e così non facciamo nulla.
Ringrazio il Signore che quella notte Egli
iniziò a parlarci e ci disse: “Domani dovete
andar fuori a predicare il Vangelo”.
Nei primi tre mesi avemmo circa 70 gruppi
di laici che uscirono e predicarono il Vangelo
di villaggio in villaggio. E quando andavano
fuori, grandi segni li accompagnavano e così
ebbe inizio il risveglio in Indonesia.
Mel Tari
Traduzione di Simone Giandolfi
(Dal libro Come un vento impetuoso, Milano, 2015, pag. 160, Euro 13,00. Per gentile
concessione).
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I responsabili italiani della “Gideons International” (Foto a cura di Marcello De Bonis).
Cinquantenario
(1965-2015)
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
È con grande gioia che vorrei annunciarvi
la celebrazione del 50° Anniversario dei
Gedeoni in Italia!
In questo anno, e precisamente nel mese
di luglio (3-5), a Roma si terrà la celebrazione del cinquantenario della The Gideons
in Italia. Infatti, il 4 giugno del 1965, nella
città di Roma fu fondato il primo campo
ad opera dei fratelli Dick Holzwart e P. J.
Zondervan, incaricati dalla sede centrale
degli Stati Uniti. Fu una pietra miliare in un
paese profondamente cattolico. Infatti, lo
stesso fratello incaricato si esprime con una
frase che mette in evidenza lo stato religioso
dell’epoca scrivendo in un suo articolo: “Il 4
di giugno un campo dei Gedeoni è stato organizzato all’ombra del Vaticano, nell’antica
Roma”. Ci vollero però altri dieci anni per
vedere i frutti delle preghiere e del lavoro
di questi fratelli. Nel 1975 fu rifondato il
campo di Roma e subito dopo nacquero i
campi di Milano e Modena. Ormai l’opera
era partita e si proiettava verso altre città. Alla
fine degli anni 80, e precisamente dall’8 al
10 settembre 1989 a Rimini, quando i campi
erano diventati ormai 19, si pensò di organizzare la 1° Conferenza Nazionale Italiana e
da allora, con cadenza biennale, sono state
organizzate nelle diverse città d’Italia.
Negli anni 90 alcuni incaricati inviati dagli
USA, (L. Brownsworth, P. Corkery e C.
Lucas) uno dopo l’altro visitarono il nostro
paese cogliendo ogni opportunità per lo
sviluppo e la creazione di nuovi campi. In
Italia trovarono un valido collaboratore (A.
Greco, nominato National Field Officer) che
attraverso un lavoro oculato e continuo, negli anni 2000 portò ben presto il numero dei
campi a 50. Successivamente, dobbiamo
arrivare al 2005 per avere 80 campi ed un
nuovo responsabile nazionale (G. Bruno,
anch’egli nominato National Field Officer)
che sostituisce il precedente, passato a differenti incarichi in Europa.
Il 2007 fu un altro anno storico e memorabile per la nostra associazione, infatti,
potemmo celebrare la nascita del 100°
campo in Italia, gloria a Dio per questo
primo traguardo.
Grazie alla crescita rapida dell’opera in
Italia, la sede centrale di Nashville stabilì che
le nazioni aventi almeno 100 campi dovevano dotarsi di una struttura appropriata per il
coordinamento nazionale. Fu così costituito
uno Staff Nazionale, con l’inserimento di
altri collaboratori: il fratello Gianni Bruno
fu nominato Direttore Nazionale, mentre
i due nuovi collaboratori (Siro Marangoni
e Samuele Russo), furono nominati Field
Representative.
Oggi in Italia abbiamo circa 1200 Gedeoni e 600 Ausiliarie (mogli dei Gedeoni)
membri di questa associazione, che ha
come unico scopo la salvezza delle anime
mediante la diffusione della Parola di Dio
attraverso un lavoro costante, amorevole e
dedito, nelle aree di competenza: alberghi,
scuole, ospedali, carceri e caserme.
Il nostro ringraziamento va alle tante
Chiese e Conduttori che, credendo in quello
che facciamo, hanno preso a cuore di aiutarci, pregando per questa opera e mettendo
a disposizione membri delle loro comunità
per portare avanti questo straordinario strumento di evangelizzazione con un concreto
ritorno anche per le comunità locali.
Il nostro desiderio è che proprio in occasione del nostro anniversario si possa
raggiungere il numero di due miliardi
(2.000.000.000) di copie distribuite in
questi 116 anni di attività. L’Italia in questi
50 anni ha fatto la sua parte, distribuendo
circa 10 milioni di copie e, con l’aiuto di Dio,
continueremo ad operare. Il vostro aiuto è
fondamentale e la vostra collaborazione è
essenziale per raggiungere gli obiettivi che
ci siamo prefissati, sapendo che tutto quello
che facciamo (insieme) è per l’avanzamento
del Regno di Dio e lascerà traccia nella storia
del mondo evangelico italiano.
Dio ci benedica!
Gianni Bruno
IMPACT LUGANO 2015
Dopo Palermo nel 2013 e Bratislava nel 2014,
quest’anno è stata la volta di Lugano!
Impact, un evento evangelistico che la PEF
(Pentecostal European Fellowship) organizza
tutti gli anni ed in nazioni sempre diverse, ha visto
la Svizzera e precisamente la città di Lugano,
quale prescelta per l’anno 2015.
Da martedì 23 giugno a sabato 27, circa 50
giovani provenienti da molte nazioni europee,
si sono ritrovati nella città di Lugano ed insieme
ai giovani delle 7 Chiese Pentecostali del Luganese, hanno dato vita a questo riuscitissimo
evento evangelistico! Da giovedì 25 giugno,
infatti, circa un centinaio di credenti, tra giovani
e meno giovani, hanno letteralmente invaso
Lugano distribuendo inviti, volantini e letteratura
cristiana nelle strade, nelle piazze e nei parchi,
utilizzando i modi più svariati, dai flashmob, ai
mimo, alla musica, nei parchi di Skate, di calcio
o con attrazioni per bambini, affermando che
“DIO AMA LUGANO” e invitando tutti all’evento
tenutosi in Piazza Dante sabato pomeriggio e
agli incontri serali di venerdì e sabato presso il
centro fieristico di Lugano nel padiglione Conza.
Grande presenza di pubblico in Piazza Dante,
dove i giovani si sono alternati in canti, mimo,
danze, testimonianze, insieme a brevi interventi
del predicatore ufficiale dell’evento, l’evangelista
internazionale Siegfried Tomazsewski.
Molto benedetti gli incontri serali al “Conza”
dove la Band “Sorgente di Vita” di Sesto San
Giovanni ha guidato magistralmente i momenti
di lode e Siegfried Tomazsewski, tradotto da
Daniel Costanza, Direttore Esecutivo della PEF
e da Timo Anzalone, ha predicato efficacemente
la Parola di Dio, con appelli ai quali hanno risposto decine di persone. Gradita quanto efficace
la testimonianza di Nicola Legrottaglie, special
Guest della serata di sabato.
Ad evento concluso, possiamo dire che il
Signore ha benedetto ogni aspetto di questo
intervento evangelistico, non ultima, la collaborazione delle sette chiese di Lugano. Non è cosa
di tutti i giorni riuscire a far collaborare 7 chiese
della stessa città! Lo Spirito Santo ha meravigliosamente guidato, creando molta armonia
ed unità, e questo ci incoraggia a proseguire con
altri eventi, sui quali inizieremo presto a lavorare.
Sia benedetto il nostro onnipotente Signore!
All’appello fatto dall’evangelista Siegfried Tomazsewski diverse persone hanno risposto e
si sono fatte avanti.
Un gruppo di fratelli subito dopo l’incontro tenuto in Piazza Dante a Lugano.
Pietro Lamanna
Diversi giovani si sono alternati nell’incontro tenuto in Piazza Dante.
Nicola Legrottaglie mentre dà la sua testimonianza interpretato da Timo Anzalone.
La band “Sorgente di Vita” di Sesto S. Giovanni ha condotto la lode e l’adorazione.
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CONFERENZE E SEMINARI
Conferenza EPTA 2015
A FIRENZE
L’EPTA (European Pentecostal Theological Association) ha tenuto la sua Conferenza annuale a Firenze dal 29 giugno all’1
luglio u.s. La scelta dell’Italia come nazione
ospitante non è stata un caso, infatti, la conferenza è stata organizzata su invito della
Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose.
L’incontro, svoltosi presso la sede della
Facoltà Avventista di Teologia, è stato un
importante momento di scambio, di relazioni oltre che un importante momento
di alta formazione nella interazione con
studiosi pentecostali provenienti da molti
paesi europei.
Il tema affrontato è stato “Transizione e
Successione”. Il Movimento Pentecostale
ha quasi 100 anni; in questi anni sono
state create chiese, denominazioni, scuole,
organizzazioni para ecclesiali, agenzie missionarie e così via. Questa conferenza ha
voluto affrontare il tema della transizione e
cioè in che modo le denominazioni cambiano la loro leadership; le chiese si adattano
nel loro quotidiano ai cambiamenti sociali;
come avviene la transizione da una forma
sociale e/o ecclesiale ad un’altra; cosa ha da
dire la Bibbia sulle transizioni e come devono intendere i pentecostali l’opera dello
Spirito nei processi di transizione. L’incontro
ha visto una buona partecipazione, 70 gli
iscritti, tra i presenti il preside della Facoltà
Carmine Napolitano, il vice preside Paolo
Mauriello ed il coordinatore didattico Stefan Bachmann, oltre ai pastori Emanuele
Campo, Gianni Aiello, Franca Ezia Di Milia,
Giuseppe Piccolo e altri.
(Trattto dalla Newsletter FCP n. 3. Per
gentile concessione).
CONFERENZA PEF 2015
AD AMSTERDAM
“MOSSI DALLO SPIRITO SANTO,
UNITI PER SERVIRE”
Nei giorni dal 4 al 6 marzo 2015, si è tenuto
ad Amsterdam (Olanda), presso la Chiesa
LEG, la Conferenza i15 Leadership Summit,
Foto ricordo dei partecipanti alla Conferenza EPTA.
Un momento durante la presentazione di uno degli interessanti argomenti trattati.
Carmine Napolitano, Paolo Mauriello e Giuseppe Piccolo durante una pausa della
Conferenza.
organizzata dalla PEF.
Come ha affermato nel suo discorso di
benvenuto il dottor Arto Hämäläinen, presidente della PEF, questa è stata la prima volta
in assoluto che “un evento come questo è
stato tenuto in questo formato per il Pentecostalismo europeo”.
La possima Conferenza PEF 2016 si terrà
a Zagabria (Croazia) dal 2 al 4 marzo.
In conformità al D Lgs. 196/2003 sulla tutela
dei dati personali, la Redazione di Voce Pentecostale garantisce l’assoluta riservatezza dei dati
di cui è in possesso. Inoltre, assicura i lettori che
i loro dati personali sono custoditi in un archivio
elettronico presso la sede del giornale e verranno
utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza
relativa a Voce Pentecostale. In ogni momento,
sarà possibile essere rimossi dall’elenco dei destinatari scrivendo a: Voce Pentecostale Via Biella,
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Associato all’Eppa (European Pentecostal Press
Association).
Distribuzione gratuita ai membri di chiesa e simpatizzanti. Offerte e contributi volontari possono
essere inviati sul c.c.p. n. 16366205 intestato a
Voce Pentecostale - Milano.
Direttore responsabile: Dr. Giuseppe Piccolo
I membri del Presidium PEF.
Stampa: INGRAF-Industria Grafica S.r.l.- Milano
Aut. Trib. di Milano n. 136 del 4/4/1981
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