“Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni”. “E come il giorno della Pentecoste fu giunto... tutti furono ripieni dello Spirito Santo”. (Atti 1:8; 2:1-4). VOCE PENTECOSTALE Periodico trimestrale di edificazione Spedizione in A.P. Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Milano ANNO XXXV - N. 1-2 GENNAIO / GIUGNO 2015 IMPARA AD ASCOLTARE LA VOCE DI DIO Rifiuta di vivere una vita mediocre, di camminare per visione, di avere una bassa pianificazione, di pregare casualmente e dare in modo limitato. Dio ti ha scelto per essere grande. Isaia 6:8. Imparare ad ascoltare la voce di Dio è imperativo se tu e io vogliamo mantenere il fuoco del nostro risveglio personale. Gesù ci ha insegnato che ascoltare la sua voce è uno dei principi fondamentali del discepolato. Egli ha definito Se stesso come il Buon Pastore, e te e me come la Sua pecora quando insegnava: “Le pecore ascoltano la sua voce [la voce del Pastore], ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce” (Giovanni 10:3-4). Nella civiltà occidentale, il concetto di un pastore è relativamente privo di significato. Quando qualche anno fa fu riportata la notizia di un’epidemia di afta epizootica, abbiamo visto apparire sulle prime pagine dei quotidiani mattutini articoli e foto di allevamenti di pecore, che informavano il pubblico di questa industria poco nota, ma di vitale importanza. Oggi le pecore pascolano in pascoli accuratamente recintati, sono sorvegliate da cani addestrati apposta e sono identificate da un numero tatuato sui loro orecchi. CULTI ONLINE www.livestream.com/chiesabethel SOMMARIO • Impara ad ascoltare la voce di Dio • I segreti del carisma di Billy Graham • Testimonianza • Dalle nostre Comunità • Dalle nostre Comunità • Ricordo del pastore Roberto Bracco • Un vento impetuoso • The Gideons International Italia • Impact Lugano • Conferenze e Seminari pag. 1 pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 7 pag. 8 pag. 10 pag. 11 pag. 12 sulla sua voce, che conoscevano e di cui si fidavano. In questa parabola [Giovanni 10:3-4], tu ed io siamo le pecore, il Buon Pastore è Gesù, e la voce del Buon Pastore è la Parola di Dio. Il nostro Pastore ci parla per mezzo delle parole scritte nella nostra Bibbia e le Sue parole sono personali. Le Sue parole sono personali Anne Graham Lotz I computer registrano la loro nascita e il momento in cui sono pronte per la tosatura o per essere portate al macello. Non c’è un pastore personale. A meno che le pecore non siano in una piccola azienda, anche il loro proprietario non è in grado di distinguere una pecora dall’altra. Ma il pastore orientale era, e lo è ancora in molte parti del mondo, molto diverso. Egli allevava le sue pecore fin da quando erano agnelli e aveva la responsabilità su di loro ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana, anno dopo anno, per il loro intero ciclo di vita. Non c’erano cani o recinzioni o tatuaggio o computer. Il pastore orientale ai tempi di Gesù allevava le sue pecore principalmente nelle zone montagnose della Giudea. La campagna era rocciosa, collinosa, e piena di profonde fessure e burroni. Gli spiazzi erbosi erano scarsi. Così, il pastore doveva stabilire un rapporto di lavoro personale con ogni pecora, sviluppando il suo amore e la sua fiducia con essa allo scopo di condurla dove il percorso era più piano, il pascolo più verde, l’acqua più pulita e le notti più sicure. Il pastore conduceva sempre le pecore. Egli conosceva i loro nomi, e quando lui le chiamava, esse riconoscevano la sua voce, e lo seguivano come uno sciame di pulcini segue la chioccia. Quando lui si fermava, le pecore si stringevano strettamente intorno a lui, premendo contro le sue gambe. La loro relazione personale con lui era basata Diversi anni fa, per festeggiare l’ottantaduesimo compleanno di mio padre, il Presidente George W. Bush invitò Papà e i suoi parenti più stretti, insieme ad amici speciali, alla Casa Bianca per la cena. Ebbi il privilegio di essere inclusa in tale occasione davvero speciale. Ero seduta a una tavola rotonda che comprendeva mio padre, la signora Bush, Steve Case, Cliff Barrows, mio fratello Ned, e altri. Con una conversazione amichevole, mio padre raccontò una storia per l’intera tavola. Ognuno di quelli che erano a tavola sapeva che egli stava parlando a loro. Ma poi egli si voltò, guardò verso di me e mi disse: “Anne...”, e io sapevo che stava parlando personalmente a me. Quando apro la mia Bibbia, so che Dio parla a me, perché Dio parla a tutti per mezzo della Sua Parola. Ma ci sono stati momenti in cui ho aperto la mia Bibbia e un versetto o un brano sembrava saltar fuori dalla pagina con il mio nome. Quindi so che Dio sta parlando a me, personalmente. Questo mi è accaduto di recente mentre stavo tenendo il seminario di “Una ricerca appassionata”. Una ricerca appassionata “Una ricerca appassionata”è il mio seminario per donne, progettato per farle approfondire nella Parola di Dio ed equipaggiarle a guidare altre, aiutandole anche a mantenere il fuoco del risveglio nei loro cuori. (Continua a pag. 2) Anne Graham Lotz I SEGRETI DEL CARISMA DI BILLY GRAHAM Introduzione Perché il carisma di Billy ci ha confusi e intrigati, e poi ci ha sospinti ad esplorarne le esperienze ed i principi che possono guidare tutti noi? Quando si sente il nome Billy Graham, la prima cosa che vi viene in mente è il suo carisma? Per molti non è così. Ci vengono piuttosto in mente le sue predicazioni di fronte ad enormi folle raccolte negli stadi. Ci vengono in mente le sue cortesi apparizioni televisive, in qualità di ospite di nomi come Johnny Carson e David Frost, Larry King e Barbara Walters e le sue risposte sempre caratterizzate da educata sapienza, le sue spiegazioni del Vangelo accompagnate dall’umile ammissione dei propri limiti. Ricordiamo il suo ruolo di guida della nazione in periodi drammatici di dolore, o l’aiuto fornito ai presidenti neo-eletti, ma lo ricordiamo sempre più come pastore nazionale che come leader. Tuttavia Billy inizia la sua autobiografia dicendo: “Le mie responsabilità come (Segue dalla prima pagina) I tre giorni di insegnamento sono intensi; essi mettono a dura prova i limiti delle mie capacità spirituali, fisiche, emotive e mentali. Lo scorso anno, nei I tre giorni immediatamente precedenti il seminario “Una ricerca appassionata”, mi sono ritrovata nel mio terzo caso di influenza-polmonite. Sono andata nella città ospitante, prendendo antibiotici e manciate di vitamina C e di echinacea. Dopo quasi tre decenni di insegnamento, sapevo che Dio sarebbe stato fedele nel farmi venir fuori dalla malattia, ma mi sentivo ancora così malata e stanca... La mattina del primo giorno del ritiro, ho aperto Daily Light [Luce d’Oggi], un volumetto di versetti biblici scelti che ho letto ogni giorno della mia vita da quando avevo dieci anni. Questo è il modo in cui ho “udito” le Scritture quella mattina: “Sii forte... e lavora; perché io sono con te, Anne, dice l’Eterno degli eserciti”. “Signore, vuoi dire che io posso fare ogni cosa per mezzo di Cristo che mi fortifica?” “Sì, Anne, [Sii] forte nel Signore e nella forza della Sua potenza... La gioia del SIGNORE è la tua forza... Il Signore si voltò verso Anne e disse: “Va’ con questa tua forza...” “Se Dio è con te, Anne, chi potrà essere contro di te?... Perciò, Anne, tu hai ricevuto misericordia, perciò non scoraggiarti ... Non scoraggiarti di fare il bene; perché se non ti stanchi, mieterai a suo tempo”. “Grazie... Grazie... Ringraziato sia Dio che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo”. (Ho inserito il mio nome nei versetti e cambiato i pronomi allo scopo di farvi “udire” il modo in cui il Pastore mi parlò quella mattina). Mentre 2 presidente esecutivo dell’Associazione Evangelistica Billy Graham mi hanno sempre richiesto un’enorme quantità di tempo e la necessità di operare delle scelte”. Cosa? Presidente esecutivo? Scelte operative? Non ci sono uomini d’affari preposti che si occupano di questo al posto di Billy Graham? È difficile rendersi conto che sia stato presidente esecutivo per oltre cinquant’anni. Generazioni intere lo hanno conosciuto come icona nazionale, una figura paterna piena di convinzioni e di compassione. È stato amico intimo di presidenti statunitensi, ed il Congresso lo ha premiato con la Medaglia d’Oro. Ma non pensiamo a lui come ad una guida di leader, un uomo che ha guidato un movimento, influenzando in modo significativo la storia. Leader efficienti in Asia, Europa, America Latina in tutto il mondo parlano di Billy dicendo che ha infiammato il loro modo di condurre e modellato per loro princìpi vitali. Come ha fatto questo presidente esecutivo con una grande visione e una straordinaria forza imprenditoriale non solo a coinvolgere milioni leggevo quei versetti, io udii chiaramente e distintamente il mio Pastore che mi parlava con un cuore pieno di compassione, sensibile alla sfida che mi stava davanti e con la comprensione genuina della mia debolezza. Sono stata così incoraggiata e fortificata dalle Sue parole che fui in grado di compiere il mio compito in modo trionfale. Nessuna delle donne che venne al ritiro sospettò mai di quanto io avessi lottato. Quando il nostro Pastore parla, Egli ci parla personalmente - per nome. Egli conosce i nostri pensieri prima che siano nella nostra mente, e le nostre parole persino prima che siano formate sulla nostra lingua, e le nostre emozioni prima che siano avvertite nei nostri cuori, e le nostre azioni prima che ci sia qualsiasi movimento. Egli parla proprio nella lingua delle nostre vite personali. Quando avete udito la voce del vostro Pastore che vi parlava? Quando Lo avete udito chiamarvi per nome? Quando leggete la vostra Bibbia, vi concentrate solo sui fatti e sull’informazione, i comandi e le promesse, gli avvertimenti e l’incoraggiamento, gli esempi e le esortazioni? Quando sono state aperte le vostre orecchie alla Sua voce dentro le pagine, che vi chiamava per nome...? Anne Graham Lotz (Estratto dal libro di prossima pubblicazione “I Saw the Lord” [Ho visto il Signore]. Per gentile concessione della casa editricePublielim). di individui, ma allo stesso tempo ad aiutare a costruire istituzioni forti e floride? Billy stesso direbbe che è stato semplicemente lo strumento che Dio ha scelto di usare. Tuttavia le sue regole di conduzione multipla generano una serie di domande. La rivista Life lo ha definito uno dei cento americani più importanti del ventesimo secolo, ma non si riferivano forse al suo ruolo ispirato e pastorale? Come può rientrarci anche il ruolo di dirigente esecutivo? E come è riuscito a svolgere entrambi? Durante la sua lunga carriera, è stato attaccato impietosamente da molti, eppure è riuscito a conquistarsi la stragrande maggioranza di coloro che lo avevano criticato e trattato in maniera ostile in passato, man mano che la sua organizzazione si poneva nuovi e maggiori obiettivi di conduzione non avente scopo di lucro. Come ha fatto un uomo ad indossare così tanti abiti diversi e vedere comunque dei risultati straordinari? *** Ebbi per la prima volta una vaga idea di tutto ciò a metà degli anni ‘70, quando il comitato di Christianity Today mi nominò suo presidente e dirigente esecutivo. Billy aveva fondato la rivista circa venti anni prima. Harold Ockenga, studioso, pastore della storica chiesa bostoniana di Park Street, primo presidente del Fuller Seminary ed in seguito del GordonConwell Seminary, ne era stato dirigente, ma aveva riconosciuto con piacere che il CT era “la rivista di Billy” e quindi lui si sottoponeva alla guida di Graham. Prima di unirmi a Christianity Today avevo di Billy un’impressione tipica: grandissimo, straordinariamente efficiente, un cappellano per la nazione, una stella polare per i credenti. Non avevo mai pensato a lui come presidente esecutivo imprenditoriale. Infatti, quando mi si presentò davanti questa realtà, rimasi sconcertato. Sherwood Wirt era l’editore della rivista Decision di Billy, e servivamo insieme nel comitato dell’Associazione Stampa Evangelica. Una volta si riferì a Billy come al “boss”. Ne rimasi sbigottito. Billy, “il boss”? Non era l’amato evangelista? Alle mie orecchie quella definizione suonava grossolana ed inappropriata. Eppure a “Woody”, un brillante professore che aveva di Billy una concezione alta, quella definizione uscì spontanea. Pochi anni dopo, quando mi unii a CT, iniziai a capire che Billy non solo era presidente esecutivo dell’Associazione Evangelistica Billy Graham, ma influenzava in maniera enorme anche molte istituzioni. Incoraggiava, consigliava, spronava e infondeva una visione più ampia. Dopo aver osservato Billy durante una delle riunioni del comitato di CT, pensai: “Non solo fa tutte le cose che vediamo in TV e leggiamo sui giornali, ma dietro le quinte ispira (Continua a pag. 6) Traduzione di Giuseppe Piccolo Harold Myra e Marshall Shelley TESTIMONIANZA IO CI CREDO! Il mio percorso di fede è iniziato nel 2007. Prima di allora ero un ragazzo piuttosto apprensivo, che cercava di controllare la propria vita in modo molto razionale, come se essa dipendesse esclusivamente da me. Pian piano, però, ho cominciato a capire che la soluzione ai miei problemi non era tanto in me stesso, in altre persone o in qualunque altra cosa, quanto in Dio. Affidare la mia vita a Lui, nonostante le difficoltà di ogni giorno, mi dava una serenità mai provata. Ho trascorso molti mesi in un costante, anche se altalenante, crescendo di fede che tre anni dopo mi ha portato a sentirmi pronto per cambiare e “rinascere” cristiano. Proprio in quel periodo, però, la mia fede è stata messa alla prova come mai avrei immaginato. Una mattina di agosto del 2010, mio papà è stato colpito da una gravissima ischemia cerebrale. Entrato in coma ed operato d’urgenza, a detta dei medici non aveva alcuna speranza di recupero. Tutto sembrava finito. Durante le prime giornate dopo l’intervento, potevo vederlo solo pochi minuti al giorno nel reparto di terapia intensiva. Non c’era niente che potessi fare, e questa mia impotenza mi ha portato a pregare il Signore in modo sempre più forte ed umile. Non dimenticherò mai le parole che pronunciavo nel mio cuore stringendo la mano di mio papà: usami, Gesù. Usa le mie mani, il mio cuore, le mie preghiere, ed intervieni. Sei l’unico a poterlo fare. Tutto quello che potrò fare io è testimoniare il Tuo amore, la Tua presenza ed il Tuo miracolo. Io ci credo.” Lì per lì non è successo nulla. Nonostante il dichiarato scetticismo degli stessi dottori, però, mio papà non è peggiorato. Un paio di settimane dopo, pur non potendo vedere, ha riaperto gli occhi. Alla fine del mese è uscito prima dal reparto di terapia intensiva e poi, anche se molto lentamente, dal coma. Purtroppo non poteva mangiare, né parlare, né leggere, né vedere come avrebbe voluto. Le sue condizioni sembravano non migliorare, e per mesi le giornate che trascorrevamo in ospedale parevano non finire mai. In realtà però mi sbagliavo. Durante la settimana di Natale, la situazione è iniziata a migliorare davvero. In seguito ad un piccolo intervento, papà ha ini- Andrea Franceschini Andrea Franceschini è nato a Trento nel 1982. Ottenuta la laurea ed il dottorato in comunicazione presso la IULM di Milano ed il diploma in sceneggiatura presso la Scuola Nazionale di Cinema, dal 2008 lavora come videomaker a progetti musicali per fondazioni, teatri ed orchestre nazionali e internazionali. Alcuni suoi lavori sono visibili sul sito internet andrea-franceschini.org. Andrea fa parte del Gruppo Bethel e suona la batteria. ziato a mangiare, a recuperare peso e buonumore, a fare progressi durante le sedute di fisioterapia, e anche a poter parlare e leggere. A fine febbraio 2011, dopo sette, difficilissimi mesi di ospedale, è tornato a casa. Dopo altri lunghi mesi di fisioterapia ha anche ripreso a scrivere musica (sono cresciuto in una meravigliosa famiglia di musicisti) e ad insegnare, superando di gran lunga qualunque aspettativa. Oggi vive vicino a Trento assieme a mia mamma, roccia insostituibile e testimone come me di un miracolo che queste parole possono raccontare soltanto in modo molto superficiale. Sarò per sempre grato ai dottori degli ospedali che hanno curato mio papà. Sono stati tutti straordinari esempi di umanità, professionalità e fede. Io però so che a salvare la sua vita è stato il Signore, non grazie a ciò che sono o che siamo, ma grazie a ciò che è Lui. Non grazie a ciò che abbiamo fatto per Lui, ma grazie a ciò che Lui ha fatto per noi. Quello che è accaduto non mi ricorda la paura, la solitudine, il dolore. Mi ricorda la potenza di Gesù, della Verità, della Vita. Desidero incoraggiare chiunque stia attraversando periodi bui, in cui sembra non esserci più speranza, ad avere fede. I miracoli non sono frutto del caso. Sono opera del Signore. Egli non ci obbliga a seguirLo, non ci costringe a farlo entrare nella nostra vita. AscoltarLo bussare, ammettere i miei errori ed il mio bisogno di Lui, ed aprirGli la porta sono state però le scelte migliori che potessi fare. Non posso dare lezioni di vita a nessuno, perché ho molto rispetto per le persone, soprattutto per chi soffre e per chi ha molta più esperienza di me. Quello che però mi sento di dire, perché è quello che sento nel cuore ogni giorno, è: abbi fede. Custodisci ed ascolta il tuo cuore, ringrazia Dio per la tua vita, la tua famiglia e chi ti ama, per i momenti di felicità che ti ricordano la Sua esistenza e per le difficoltà che rafforzano la tua fede. Dio ci ha creati per un motivo ed ha un piano per ciascuno di noi. LasciamoLo operare. Se ti chiedi “Dio è la risposta?”, non devi far altro che togliere il punto di domanda. Sono stato battezzato presso la chiesa evangelica Bethel di Milano il 25 gennaio di quest’anno, e oggi il mio desiderio è questo: ringraziare, onorare, seguire Dio in tutto ciò che faccio e che farò. Andrea Franceschini *** E disse loro: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno». Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano.] Marco 16:15-20. 3 DALLE NOSTRE COMUNITÀ BATTESIMI A MILANO Domenica 25 gennaio 2015 è stato celebrato un servizio battesimale nella Chiesa Bethel con quattro battezzandi. Ecco i loro nomi: Maria Majela Zamora, suo figlio Giosuè Pacenza, Andrea Franceschini e Vanessa Ania. Prima di scendere nelle acque battesimali, le due sorelle e i due fratelli hanno raccontato la loro testimonianza rallegrando i cuori di tutte le persone presenti, tra cui diversi visitatori. Ringraziamo il Signore per la conversione di queste care anime e continuiamo a pregare perché rimangano fedeli e fermi nelle vie del Signore. NOZZE Il 7 giugno 2015 si sono uniti in matrimonio nella Chiesa Bethel Davide Agati e Gessica Passè, due giovani cresciuti in chiesa e attivi nel Gruppo musicale. Alla cerimonia ha partecipato il pastore Giacomo Loggia, che ha portato il messaggio della Parola di Dio, mentre il rito nuziale è stato officiato da Giuseppe Piccolo. Ai felici sposi gli auguri più sinceri perché abbiano un’unione felice e benedetta dal Signore. I quattro fratelli battezzati insieme all’anziano Franco Palmisano e al pastore Giuseppe Piccolo. NASCITE Il 19 marzo 2015 è nata Sephora, primogenita di Anna Tramontano e Davide Esposito. Alla felice coppia i nostri migliori auguri! VISITE Il 26 aprile 2015 abbiamo avuto la gradita visita del pastore Dong Hoon Lee e della corale della chiesa coreana di Milano, formata da soprani e tenori che hanno studiato al Conservatorio Musicale. Siamo stati grandemente benedetti dal messaggio del pastore Lee e dai canti ispirati della Corale. Ringraziamo il Signore per la forte amicizia che ci lega a questi cari fratelli, sempre disponibili a darci una mano nelle nostre attività evangelistiche. Dio continui a benedire la loro chiesa e e le loro vite per la grande opera che stanno compiendo in Italia alla gloria del Signore! G. P. Davide e Gessica con Antonietta e Giuseppe Piccolo. l giovani della Corale Coreana. RITIRO SPIRITUALE A BOBBIO PELLICE Nei giorni 22 e 23 maggio 2015 un gruppo composto da 25 fratelli e sorelle della Chiesa Bethel si sono recati a Forterocca per un ritiro spirituale. Gli studi sono stati tenuti da Giuseppe Piccolo, Marco Piccolo e Valerio Piccolo. A giudicare dai commenti di chi vi ha partecipato, è stata un’ottima esperienza da ripetere quanto prima. L’ambiente del centro Roccaforte è ideale per ritiri spirituali, il trattamento dello staff è stato eccellente e il luogo è già saturo della presenza di Dio 4 Il pastore Dong Hoon Lee mentre predica interpretato da Dongmi Grace Lee. Uno dei momenti di intensa preghiera durante il ritiro di Bobbio Pellice. DALLE NOSTRE COMUNITÀ 94 anni e non li dimostra! È bello trovarsi in gruppo a pregare.!! La preghiera è il miglior modo di preparare la nostra vita alle azioni quotidiane. È l’elemento necessario per condividere idee, pensieri e desideri d’amore fraterno; dà una spinta positiva alla nostra vita comunitaria. Con questo scopo è nata l’idea di festeggiare la persona più anziana (d’età ma non di spirito) della nostra chiesa di Como. Stiamo parlando di “Zia” Carmela Caruso. Lei è l’espressione vivente della forza, costanza e fedeltà che ci viene dal nostro Signore. “Giovane” di 94 anni che, ogni domenica onora e loda il Signore nella nostra chiesa dimostrando con la sua costante, festosa e gioiosa presenza ad ogni culto di essere una colonna della nostra comunità! Sì, “Zia Carmela” è la donna che martedì 2 giugno 2015 abbiamo festeggiato dando la gloria a Dio che con la Sua potenza cambia la vita delle persone e trasforma i momenti tristi in gioiosi. A “Zia Carmela” auguriamo ancora lunghi giorni benedetti nel nome del Signore Gesù perché possa essere d’esempio alle nuove generazioni. In conclusione: “Insegnaci dunque a contare i nostri giorni per acquistare un cuore saggio” (Salmo 90:12). Guido Moretti (Anziano della Chiesa Emmanuel di Como) Il pastore Giuseppe Carlucci mentre predica nella Chiesa Bethel. In primo piano a sinistra la sorella Carmela Caruso, circondata con affetto dal pastore Di Giandomenico e da alcuni membri della Chiesa Emmanuel di Como.. ALTRA VISITA NELLA CHIESA BETHEL Il 14 giugno 2015 abbiamo ricevuto la gradita visita del pastore Giuseppe Carlucci unitamente alla bella corale della Chiesa ADI di Reggio Emilia, composta da una trentina di membri. Il pastore Carlucci ha predicato un potente messaggio e sua figlia ha diretto la corale che ha cantato diversi inni edificando e ispirando i nostri membri di chiesa. Al termine del culto mattutino abbiamo consumato insieme il pasto, preparato da un gruppo di sorelle. Siamo grati al Signore per questi preziosi momenti di comunione fraterna. La corale della Chiesa Adi di Reggio Emilia, diretta da Milena Carlucci. SALMO 133 - CANTO DEI PELLEGRINAGGI. 1 Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme! 2 È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d’Aaronne, che scende fino all’orlo dei suoi vestiti; 3 è come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno. 5 (Segue da pag. 2) la conduzione di un intero movimento”. Organizzazioni giovanili come Young Life, Campus Crusade, Youth for Christ, InterVarsity. istituzioni accademiche come il Wheaton College, i seminari Fuller e Gordon-Conwell. Missioni umanitarie come World Vision, World Relief, l’Esercito della Salvezza. Ministeri di comunicazione di massa come Transworld Radio e Christianity Today. Appresi in seguito che Christianity Today era nato dalle sue stesse mani. I risultati di Billy derivavano da un’integrazione fra la sua capacità dirigenziale ed imprenditoriale e la sua instancabile vitalità spirituale. Ciò che solitamente viene ignorata, e che è pur tuttavia importante nei suoi successi, è la sua visione imprenditoriale, la sua forza come conduttore e uomo ispirato nello svolgere il ruolo di dirigente esecutivo, la sua continua crescita come uomo di stato. Realizzai tutto questo quando lessi il capitolo intitolato: “Conduzione di quinto livello”, nell’eccellente libro di Jim Collins Good to Great. Collins, insieme ad un gruppo di ricercatori, aveva studiato un gruppo sceltissimo di società che per anni avevano sperimentato dei “risultati straordinari” compagnie che avevano dato vita a star come Intel, General Electric e Coca Cola. I suoi studi avevano rivelato qualcosa di inaspettato. “Fummo sorpresi”, scriveva Collins, “scioccati nel vero senso della parola, nello scoprire il genere di conduzione richiesto”. Collins scoprì che i dirigenti esecutivi che avevano avuto “risultati straordinari” quelli che il suo libro Good to Great definiva “leader di quinto livello” non erano sospinti dall’egoismo, ma “cancellavano il proprio io”. Riuscivano ad amalgamare “un’umiltà personale estrema” con “una grintosa fermezza”. Invece di diventare “io-centrici”, allontanavano da sé i propri desideri egoistici e li incanalavano verso un obiettivo maggiore. Durante le interviste, questi leader parlavano del contributo altrui. Collins scriveva che dicevano cose del tipo: “Non penso di potermi attribuire molto successo. Siamo stati benedetti da persone meravigliose”. Poco dopo aver studiato Good to Great, contattai Billy e gli espressi la mia intenzione di scrivere un libro che aiutasse a convogliare i princìpi della sua capacità di conduzione. Quando ricevetti la sua lettera di risposta, chiusi gli occhi e sorrisi leggendo le parole: “Mi sembra che il Signore abbia preso diversi giovani inesperti e li abbia usati in una maniera così inaspettata che non avrebbero mai immaginato”, scriveva Billy. “Il ministero è sorto in noi ed è partito da tutti noi! Sembravamo far tutti parte di un movimento incredibile dello Spirito di Dio, e molte delle nuove organizzazioni cominciavano ad interagire o nascevano man mano che noi parlavamo e pregavamo insieme durante i nostri viaggi. È stato naturale incoraggiarle ed aiutarle nel cammino”. Leggendo queste parole, scossi la testa e dissi ad alta voce: “Incredibile! Proprio come tutti quei leader di quinto livello!”. Il tono della sua lettera, come al solito, era di abnegazione, dava credito agli altri. Mi spingeva addirittura a scegliere “qualcuno che abbia delle capacità di leader maggiori delle mie…”. Benché Billy mi avesse dato poco dopo 6 la sua benedizione per scrivere questo libro, la sua riluttanza iniziale ed il suo spirito umile hanno affermato fortemente i fattori chiave che hanno creato gli “straordinari risultati” del suo servizio di tutta una vita. Tuttavia, ciò che era nato nella mia mente, per quanto fosse un compito ben delineato attingere dalle esperienze di Billy i suoi principi guida divenne un complesso viaggio esplorativo, pieno di scoperte. Nonostante il confronto con il quinto livello andasse bene e gettasse una luce significativa, non risolveva altri misteri. Sì, Billy era stato un presidente esecutivo efficiente per oltre mezzo secolo. Ma come era riuscito contemporaneamente a stare in prima linea e ad essere consulente dei presidenti? Com’era riuscito a fare breccia nel campo dei media e ad espandersi globalmente al di là dei limiti culturali? Quale alchimia di Spirito e di carattere era riuscita a compiere tutto ciò? Nonostante siano stati scritti centinaia di libri e migliaia di articoli su Billy, il suo ruolo di presidente esecutivo non è stato esplorato a fondo. Il processo di scoperta di questo libro, avrebbe dovuto quindi attingere in quattro profondi pozzi: Primo, i collaboratori più stretti di Billy. A cosa avrebbero attribuito questo fenomeno? Questi leader attenti e molto qualificati avevano lavorato per decenni accanto a Billy nell’“arena del sudore”. Cosa significava avere Billy Graham come capo? O come lo consideravano i presidenti delle grandi imprese che lavoravano come membri del suo consiglio di amministrazione? Cosa accadeva in realtà dietro le quinte? Secondo, libri, articoli, lettere originali e altre risorse contenute nei nostri files del CT, nel Centro Billy Graham ed altrove. Sapevamo che l’autobiografia di Billy e l’esaustivo Prophet with Honor di William Martin sarebbero stati essenziali. In che modo questo materiale ci avrebbe aiutato a rispondere alle domande? Terzo, libri sulla conduzione come Good to Great di Collins e le opere essenziali di Peter Drucker, Warren Bennis ed altri, uniti agli studi biografici di grandi leader. La mia biblioteca era colma di questi testi, ma in realtà Billy praticava i talenti che essi predicavano? E quanto era uguale ai grandi della storia e quanto diverso da essi? Quarto, le risorse che lo sfidavano, gli davano energia e lo sostenevano. Lui attingeva non solo dalla Bibbia, che citava costantemente, ma anche dalle ricche tradizioni di studiosi e teologi cristiani appartenenti a molte correnti. In che modo avevano formato la sua capacità di condurre? Marshall Shelley, direttore della rivista Leadership, acconsentì ad inserirsi in questa “grandissima opportunità” e a collaborare con me in qualità di co-autore del libro. Insieme all’editorialista Collin Hansen iniziammo a selezionare, a scegliere nell’abbondanza delle risorse e a intervistare personaggi importanti, sperando di riuscire a mettere a fuoco in qualche modo l’immagine ancora indistinta della conduzione di Billy. Avevamo centinaia di domande. Per esempio, come faceva Billy ad avere una grande reputazione in quanto ad umiltà pur essendo così tanto sotto i riflettori e ricevendo così tanti riconoscimenti? Perché la stampa lo cercava così tanto? Durante la sua carriera aveva usato i princìpi che vediamo in Drucker e Bennis e in altri scrittori, ma probabilmente aveva letto pochi, o nessuno, di quei libri. Da dove provenivano le sue capacità? E come aveva fatto a sopportare anno dopo anno tutte le critiche più dure, e il tradimento di Nixon, pur mantenendo il suo ottimismo? Inoltre, come aveva fatto a creare il suo inconsueto rapporto con i modelli imprenditoriali? Speravamo di giungere a rispondere alle domande e a mettere a posto i pezzi del puzzle ottenendo una guida coerente ed utile. La capacità di condurre è un soggetto affascinante, delizioso e vitale per tutti noi. Questo libro non ha intenzione di trattare Billy come un idolo, tuttavia ne traccia un elogio positivo per via del suo scopo. Ci chiedevamo: come possiamo far sì che questo libro non solo informi, ma ravvivi ognuno di noi e ci aiuti a guidare altri? Per questo decidemmo di fare delle sezioni riepilogative, attingendo da tutte e quattro le nostre categorie di ricerca. Il mosaico che ne emerse era complesso. Scoprimmo un Billy Graham molto umano e fummo sorpresi dal mix di candore, stupore e amore che aleggiava fra quelli che servivano insieme a lui. Non abbiamo cercato di fare un’analisi erudita dell’eredità di Billy; abbiamo provato semplicemente a trarne dei princìpi trasferibili ad altri. *** Billy insiste sempre a farsi chiamare semplicemente “Billy”. Ha intitolato la sua autobiografia Così qual sono, una descrizione perfetta del suo spirito umile, tratta dall’inno che viene cantato quando invita persone a fare un passo di fede avvicinandosi al palco durante gli incontri evangelistici e a ricevere l’amore di Dio. Con umile audacia ed “enorme fermezza” Billy ha guidato con piena, e a volte persino dolorosa, consapevolezza delle proprie forze e dei propri limiti. I chiamati a qualsiasi tipo di conduzione realizzano che “Così qual sono” descrive ciascuno di noi nel momento in cui si trova di fronte a delle sfide esigenti e complesse. Nella fornace purificatrice della conduzione, sentiamo di aver bisogno di potenza dall’alto. E sappiamo di dover semplicemente fare del nostro meglio con quello che abbiamo e con quello che siamo. Billy Graham l’ha fatto. Qualunque siano state le sfide e le difficoltà, qualunque siano stati i suoi limiti, si è arreso completamente ai valori biblici. La sua esperienza di leader energico ci invita ad assumere lo stesso spirito, a considerare il suo esempio e a spingerci, come ha fatto lui, verso le ricche risorse della letteratura specifica per i leader, che risuonano di princìpi scritturali. Harold Myra e Marshall Shelley (Dal libro The Leadership Secrets of Billy Graham). Per gentile concessione). Traduzione di Susanna Giovannini RICORDO DI ROBERTO BRACCO Roberto Bracco nacque a Roma il 27 maggio del 1915, quarto figlio maschio di una giovane coppia che viveva in modeste condizioni economiche; la madre morì a 33 anni e lui a 11 anni cominciò a lavorare preferendo lasciare gli studi. Tuttavia, impiegato presso una nota libreria antiquaria di Roma, coltivò letture e amicizie che gli permisero di dotarsi di una buona cultura da autodidatta. Intorno ai 17 anni (marzo 1932), mentre attraversava una crisi esistenziale piuttosto significativa, una donna di umili condizioni che prestava servizio per alcune ore al giorno in casa sua, gli annunciò l’Evangelo; le semplici parole ascoltate gli sembrarono utili a dare risposte alle molte domande che affollavano la sua mente e così chiese di poter conoscere l’indirizzo del luogo dove si radunavano le persone come lei. L’incontro fu decisivo: si convertì e cominciò il suo cammino nel mondo pentecostale. Ma di lì a qualche anno le avverse condizioni politiche e sociali che scatenarono la persecuzione contro i pentecostali in Italia (1935-1943) misero alla prova la forza e la saldezza della sua conversione; una prova dalla quale uscì più che temprato: innumerevoli arresti, diffide, rimpatri e processi ne fecero uno dei predicatori più significativi e un punto di riferimento sicuro per tanti altri in quegli anni difficilissimi, nonostante la giovane età. Diventò una delle anime della resistenza passiva che i pentecostali attuarono in quegli otto anni eroici nei confronti del regime fascista, tanto da essere definito dai funzionari governativi un “irriducibile pentecostiere che svolge attività contrarie al regime”. Il suo impegno nel ministero cristiano fu rivolto in varie direzioni; nel mondo pentecostale fu pastore, insegnante, predicatore itinerante, scrittore e cronista. Un impegno poliedrico e complesso che lo portò a fare anche scelte a volte dirimenti dal punto di vista ecclesiastico in nome di una libertà spirituale che rivendicò sempre con decisione quando, a suo avviso, la vedeva messa in discussione. Così, nel 1943 lasciò la chiesa di Domenico Zaccardi che rappresentava l’ala più rigorista e intransigente del pentecostalesimo italiano per aderire all’altra chiesa pentecostale di Roma (1945) che poi avrebbe avuto un ruolo determinante nell’avviare il processo che portò alla creazione delle Assemblee di Dio in Italia; a questo processo Bracco partecipò attivamente dando un Il pastore Roberto Bracco contributo significativo. In questa chiesa rimase fino al 1960; da quell’anno in poi i suoi rapporti con le ADI furono altalenanti perché aprì un nuovo locale di culto in via Prenestina e poi una vera e propria chiesa indipendente denominata ‘Assemblea Cristiana Evangelica’ in via Anacapri: entrambe a Roma. Come tutti i pionieri e i fondatori di opere, Bracco era insofferente rispetto alle regole troppo rigide e agli schemi ecclesiastici dove necessariamente in qualche caso prevalevano calcoli politici o di convenienza circostanziale. Era uno spirito libero che, sia pure con qualche contraddizione, ben rappresentava l’anima intraprendente e anticonformista del pentecostalesimo delle origini. Nonostante l’attaccamento a concettiguida fondamentali del mondo pentecostale, come la guida dello Spirito e la fiducia nel suo intervento in ogni situazione, Bracco capì e sostenne l’importanza della formazione caldeggiando la fondazione della prima scuola biblica pentecostale in Italia (1954) per la formazione dei pastori e di quanti volevano impegnarsi nel servizio cristiano; ne fu il direttore per undici anni. Fondò e diresse, dal 1946 al 1949, il primo periodico pentecostale in Italia (Il Risveglio Pentecostale); inoltre, fondò la casa per anziani ‘Bethel’. Scrisse molti libri e opuscoli che affrontavano i temi più diversi in concomitanza con le esigenze del momento. Alcuni conservano ancora oggi una sorprendente attualità per la lucidità delle analisi, altri rimangono inevitabilmente consegnati al momento storico in cui furono concepiti e alla mentalità che vi si malcelava dietro. Altri, invece, costituiscono fonte preziosa per la cronaca e la ricostruzione di momenti di storia pentecostale avendo consegnato alla memoria fatti e notizie difficilmente reperibili in altro modo. Negli ultimi anni della vita la sua attenzione fu rivolta al mondo pentecostale che era cresciuto fuori dal circuito delle ADI e di cui per tanti anni lui non aveva avuto notizie fondate; fu questo interesse che lo portò in contatto prima con le Congregazioni Cristiane (l’ala pentecostale che non aveva accettato il modello ADI nel dopoguerra) e poi con quel movimento che nel 1983 a Massafra (TA) avrebbe dato vita al Raduno dei Ministri Pentecostali, primo nucleo di quel processo che molti anni dopo condurrà alla creazione della Federazione delle Chiese Pentecostali. A quella riunione avrebbe dovuto esserci anche lui, ma non fece in tempo, perché a Roma il 25 luglio del 1983 il suo cuore, che tanto generosamente lo aveva sostenuto in mille battaglie, cessò all’improvviso di battere. Bracco è stato modello e punto di riferimento per generazioni di pastori e predicatori pentecostali; tutt’oggi il suo nome viene pronunciato con rispetto e ammirazione anche da chi non sempre ha condiviso le sue scelte e il suo pensiero. La chiesa che lui aveva fondato in via Anacapri oggi è ubicata in via De Chirico, dopo aver costruito una bella struttura su un’area concessa dal comune di Roma a seguito di una richiesta fatta molti anni prima dallo stesso Bracco; è curata dal past. Agostino Masdea ed è membro della Federazione. Carmine Napolitano Preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose (Tratto dal sito www.fcpitalia.it. Per gentile concessione). *** “Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch’è in me, benedica il suo santo nome. 2 Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. 3 Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; 4 salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni; 5 egli sazia di beni la tua esistenza e ti fa ringiovanire come l’aquila”. Salmo 103 7 UN VENTO IMPETUOSO Voglio condividere con voi come il Signore ha operato. Forse questo vi aiuterà a capire quello che il Signore può fare in questi ultimi giorni. Inoltre, sarà per voi una prova che tutta la Bibbia è vera, anche per coloro che stanno vivendo oggi. Spesso le persone parlano della Bibbia come del “vecchio libro nero”. Credono che gli avvenimenti scritti nella Bibbia siano soltanto accaduti secoli fa e non hanno importanza per noi in questa generazione. Posso provare, però, che questa Bibbia è più importante del giornale del mattino. Il giornale ci riporta solo notizie di crimini e di guerre, di terremoti e di ribellione. La Bibbia, invece, spiega la volontà di Dio e ci parla del cuore del Padre, del Suo amore e della Sua potenza. Quando noi crediamo nella Bibbia così com’è, vedremo la potenza di Dio muoversi nella nostra vita e nella nostra comunità così come avvenne secoli fa nei tempi biblici. Prima di parlarvi del risveglio indonesiano e di come sia accaduto, vorrei condividere con voi i versetti di Romani 15:15,16: “Ma vi ho scritto un po’ arditamente su alcuni punti, per ricordarveli di nuovo, a motivo della grazia che mi è stata fatta da Dio, di essere un ministro di Cristo Gesù tra gli stranieri, esercitando il sacro servizio del vangelo di Dio, affinché gli stranieri diventino un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo”. In questi versetti, Paolo non solo raccontò della precisa chiamata che Dio gli aveva data, ma anche del suo ministero. Egli esercitò il ministero ai Gentili non solo a parole, ma anche con grandi segni e prodigi per mezzo della potenza dello Spirito Santo (Romani 15:18-19). Credo che questo sia il modo in cui lo Spirito Santo voglia lavorare oggi tramite la vita di un servo di Dio. Nella nostra chiesa in Indonesia sapevamo di Dio lo Spirito, di Dio il Padre e di Suo Figlio, Gesù Cristo. Conoscevamo la Bibbia molto bene. Imparavamo a memoria i versetti. Ma non avevamo mai sperimentato l’azione dello Spirito Santo nel modo descritto da Paolo. Paolo spiegò molto chiaramente che con parole e opere e con la potenza di segni e di prodigi andò di villaggio in villaggio e di luogo in luogo predicando il Vangelo di Gesù. Egli non soltanto condivideva con loro la vivente Parola di Dio vivendola con la sua stessa vita, ma anche con grandi segni e prodigi. Lo Spirito Santo usa la sacra Parola per raggiungere le persone ai nostri giorni. Ma Egli vuole anche servirsi di noi. Vuole che viviamo il Vangelo e desidera operare tramite la nostra vita con miracoli, segni e prodigi. In 2 Timoteo 1:7 leggiamo che Dio non ci ha dato uno spirito di paura, ma di potenza, di amore e di autocontrollo. In 1 Corinzi 12 leggiamo dell’azione dello Spirito Santo che si manifesta con potenza. In 1 Corinzi 13, lo Spirito Santo è descritto come lo Spirito d’amore. Ma non è tutto. Lo Spirito di Dio è anche lo spirito di autocontrollo. Questo lo troviamo in 1 Corinzi 14. In greco, “spirito di autocontrollo” significa disciplina o ordine. Io credo che nelle chiese, come Paolo disse in Romani 15, lo Spirito Santo abbia sempre lavorato in questo modo con potenza. Ma oggi ci sono molte chiese e molte persone sparse nel mondo che non credono più che i doni spirituali possano manifestarsi in mezzo 8 La copertina del libro di Mel Tari da cui è estratto questo capitolo. a noi. Come è triste ciò! Da quando il risveglio indonesiano è iniziato nel 1965, il Signore ha restaurato i doni spirituali nelle nostre chiese e io ringrazio Dio per questo. Molti affermano che poiché la chiesa è stata stabilita a Pentecoste noi non abbiamo più bisogno dei doni spirituali. Ma io non lo credo. Perché? Perché Pietro, Paolo e Giovanni, duemila anni fa, avevano bisogno del movimento e dell’opera dello Spirito Santo nel loro ministero. Quanto più ne abbiamo bisogno noi in questa generazione! Il diavolo sa che il tempo a sua disposizione è ancora poco e che Gesù torna presto. Il diavolo sta combattendo in un modo tremendo in questo tempo, molto più di quanto abbia fatto nel primo secolo. Credo che l’unico modo in cui oggi i Cristiani possono combattere queste potenze demoniache sia attraverso la potenza dello Spirito di Dio. L’unica speranza per la chiesa è che noi permettiamo ai doni spirituali di manifestarsi nuovamente. La potenza in una scatola “Signore”, noi confessiamo, “Tu dici nella Bibbia che puoi farlo, ma questo versetto biblico era per coloro che sono vissuti duemila anni fa. Questo versetto non è pertinente, perché la chiesa non era ancora stata fondata”. Oggi abbiamo troppe scatole nelle nostre chiese in cui mettiamo le varie Scritture. Una scatola è per un versetto che racconta ciò che è accaduto vari secoli fa. Un’altra scatola è per i versetti che affermano ciò che può accadere oggi, ma solo se ci sono alcune circostanze favorevoli. Questi versetti sono solo per i Giudei, quindi vanno messi in un’altra scatola. Abbiamo chiuso la Bibbia in così tante scatole che abbiamo perso gran parte dei suoi messaggi e del suo significato. La Bibbia è semplice. È per noi oggi ed è vera così come lo era per coloro che sono vissuti duemila anni fa. Dio vuole confermarlo oggi tramite la nostra vita. Se tutto quello che è scritto nella Bibbia non fosse vero, allora niente è vero. Ringrazio Dio che quando il risveglio è iniziato, Egli ci ha aiutati a vedere la Bibbia in un modo semplice. I nostri guai oggi derivano dal fatto che cerchiamo di spiegarci tutto con le nostre menti, coi nostri piccoli computer, invece che con i nostri cuori. Quando leggiamo in Marco 16:9-20 riguardo a questi segni e prodigi, molti dicono: “Oh, ma non abbiamo trovato questi versetti in tutti gli antichi manoscritti. Poiché non sono presenti in tutti gli antichi manoscritti, dobbiamo metterli in un’altra scatola chiudendola bene. Che dire di 1 Corinzi 12? “Paolo ha scritto tutto questo perché la chiesa era ancora molto piccola ed era stata appena fondata”, molti dicono. “Essi erano deboli e avevano bisogno di questi doni. Oggi noi abbiamo grandi chiese con grandi uomini e tutto funziona bene, perciò non abbiamo bisogno dei doni soprannaturali”. Così, mettiamo questo capitolo in un’altra scatola. Poi leggiamo 1 Corinzi 13 e diciamo: “Oh, sì, questo è ciò di cui abbiamo bisogno: l’amore. L’amore è il miglior dono”. Successivamente, però, arriviamo a 1 Corinzi 14 e decidiamo che queste cose non sono molto importanti. Finché abbiamo l’amore, abbiamo ogni cosa e non abbiamo bisogno di nient’altro. Così, mettiamo 1 Corinzi 14 in una scatola. Tuttavia, la Bibbia non lo spiega in questa maniera. La Bibbia afferma che lo Spirito di Dio è lo Spirito di potenza, di amore e di ordine. Lo Spirito Santo opera in tutti e tre i modi. Lo Spirito di Dio non lavora soltanto in potenza o solo in amore o esclusivamente in ordine, ma in tutti e tre i modi, così come sta scritto in 1 Corinzi 12, 13 e 14. Non possiamo eliminare nessuno di questi tre capitoli. La ripetizione di Atti 2 Appartenevo alla Chiesa Presbiteriana, qui tutto era in perfetto ordine. Quando andavamo in chiesa, ogni cosa era scritta su carta. Il pastore ne leggeva una parte e noi leggevamo il resto. Sapevamo quand’era il tempo di alzarsi, di sedersi, di pregare e di cantare. Rignraziavo molto Dio per quest’ordine che tanto apprezzavo. Inoltre, avevamo amore. Oppure dovrei dire, avevamo un po’ d’amore! Quando qualcuno ci sorrideva, noi sorridevamo. Avevamo imparato ad amare le persone se esse ci amavano. Se non ci amavano, allora non le amavamo neanche noi. Nella mia chiesa, però, non avevamo per nulla potenza. Quando arrivò il risveglio, Dio diede ad ognuno di noi il dono dello Spirito Santo, così come la potenza, l’amore e l’ordine. Ricordo bene quella sera del 26 settembre 1965. Circa 200 persone di ogni età erano radunate nella nostra chiesa pregando insieme. Mentre pregavamo, accadde improvvisamente qualcosa di strano. Se leggi nella tua Bibbia, in Atti 2, scoprirai esattamente ciò che accadde nella mia chiesa. Conoscevamo questa parte della Bibbia da molti anni. In effetti, molti l’avevano anche imparata a memoria. Ma non avevamo mai sperimentato nulla di simile nella nostra vita. Il nostro pastore diceva spesso: “Dio ha dato lo Spirito Santo alla chiesa duemila anni fa e, se tu sei un membro della chiesa, allora ricevi automaticamente il battesimo dello Spirito Santo”. Quella sera il Signore cominciò ad (Continua a pag. 9) Mel Tari (Segue da pag. 8) aprire i nostri occhi mostrandoci che non è qualcosa di automatico. Leggiamo in Giovanni 3:16 che “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio”. Dio ha dato Suo Figlio al mondo intero. Ciononostante, non vuole dire che tutte le persone che sono nel mondo andranno in cielo. Anche se Egli ha dato Suo figlio al mondo, ogni individuo che andrà in cielo deve prima venire dal Figlio per la salvezza. Lo stesso principio vale per la venuta dello Spirito Santo. Gesù ha dato lo Spirito Santo a chiunque Lo abbia accettato come proprio personale Salvatore ed è diventato, perciò, un membro del corpo di Cristo. Dopo aver fatto questa scelta, deve ancora crescere e fare un’esperienza personale con Gesù per essere riempito dello Spirito Santo. Questo non accade automaticamente. Ognuno deve rispondere per sé. Noi lodiamo Dio perché in quella sera speciale Dio iniziò ad aprire i nostri occhi e mise nei nostri cuori una fame per essere riempiti dello Spirito Santo. Ci ricordavamo delle parole di Giovanni Battista: “Io ... vi battezzo con acqua ... ma Colui che viene dopo di me ... vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco” (Matteo 3:11). Per molti anni, la gente si è fatta beffe di noi. Dicevano: “Voi siete costretti a dipendere dall’esperienza di persone vissute duemila anni fa”. Quella sera il Signore parlò ai nostri cuori dicendo che il cristianesimo non è dipendere dall’esperienza altrui. Si tratta di un’esperienza personale con un Dio vivente. Ringrazio Gesù per questo! Un vento impetuoso e fuoco Quella sera, mentre pregavamo insieme, improvvisamente lo Spirito Santo venne proprio come fece nel giorno di Pentecoste. In Atti 2 leggiamo che Egli venne dal cielo come un vento impetuoso. Quella sera, mentre ero seduto accanto a mia sorella, udii questo suono di vento impetuoso. Era come se ci fosse un piccolo tornado dentro la chiesa. Mi guardai intorno, ma non vidi nulla. Così, mi volsi verso mia sorella: “Cara, senti anche tu questo strano rumore?”, chiesi. “Sì”, rispose, “lo sento. Ma lasciamo stare il rumore e preghiamo”. Lei cominciò a pregare e nello stesso tempo udii molti altri che iniziarono a pregare. Dovete sapere che nella nostra chiesa pregavamo sempre in assoluto ordine, uno alla volta. Era sufficiente che pregasse una sola persona nella nostra chiesa, dal momento che era tutto scritto davanti a noi. Se avessero dovuto pregare in molti, avremmo dovuto scrivere un intero gruppo di preghiere. Quella notte, però, quei presbiteriani cominciarono a dimenticarsi l’ordine prestabilito e le preghiere scritte davanti a loro e cominciarono a pregare nello Spirito - all’inizio uno alla volta e, prima che me ne rendessi conto, tutti iniziarono a pregare nello stesso tempo. “Oh, mio caro Gesù, cosa sta succedendo in questa chiesa? Si sono dimenticati dell’ordine scritto”, dissi. Mentre tutti pregavano, io osservavo i pastori. Avevano un volto estremamente ansioso. Erano seduti davanti all’assemblea, sulla piattaforma e non avevano la minima idea di come gestire quelle 200 persone. Anche loro udivano il vento impetuoso. Guardai attorno di nuovo e ancora niente si muoveva; c’era solo il rumore. Poi udii suonare l’allarme antincendio forte e rapido. Dall’altro lato della strada in cui si trovava la chiesa c’era la stazione della polizia e la campana dell’allarme antincendio. L’uomo nella stazione di polizia vide che il nostro edificio era in fiamme, perciò suonò la campana dell’allarme per avvertire la gente del villaggio di accorrere velocemente, perché c’era un incendio. In Indonesia, specialmente a Timor, non abbiamo delle autopompe. Noi suoniamo semplicemente la campana e le persone capiscono che c’è un incendio e vengono da tutto il villaggio con i propri secchi d’acqua e altri oggetti per aiutare a spegnere il fuoco. Quando arrivarono in chiesa, videro delle fiamme, ma la chiesa non stava bruciando. Non era un fuoco naturale, era il fuoco di Dio. A causa di questo fatto, molte persone ricevettero Gesù Cristo come proprio Salvatore e anche il battesimo dello Spirito Santo. Ovviamente, essendo presbiteriani, le espressioni “battesimo o riempimento dello Spirito Santo” non ci erano familiari. Era qualcosa di completamente nuovo per noi. Ma il Signore aprì i nostri occhi e ci disse che queste erano le esperienze che avevamo bisogno di fare nella nostra vita; non potevamo dipendere dalla Pentecoste di tanti anni fa. Voglio farvi un esempio. Forse un giorno ti innamorerai di una ragazza o di un ragazzo e tuo padre ti dirà: “Sembra che tu ti stia innamorando”. Tu potresti rispondere: “Sì, papà, mi sono innamorato della ragazza della porta accanto e, papà, sto progettando di sposarmi con lei quest’estate”. Tuo padre potrebbe dire: “Non farlo. Io e tua madre siamo sposati da 25 anni, puoi dipendere dalla nostra esperienza e puoi far finta nella tua mente di essere sposato”. Pensi che potresti mai essere d’accordo con la sciocca idea di tuo padre? Tu potresti dire: “Papà, tu puoi pure sposarti un milione di volte se lo vuoi, ma io stesso voglio sposarmi. Più mi parli del tuo matrimonio, più lo desidero anch’io. Quanto più il tuo matrimonio risulta stupendo, tanto più voglio anche io sposarmi al più presto possibile”. Com’è vero che non possiamo dipendere dall’esperienza dei nostri genitori, ma dobbiamo fare la nostra personale esperienza, così credo che questa sia certamente una verità, non solo per quanto riguarda la salvezza in Gesù Cristo, ma anche riguardo al battesimo dello Spirito Santo. Non puoi dipendere dall’esperienza di Giovanni e di Pietro e di altri uomini della Bibbia. Quanto sono state grandiose le loro esperienze! Eppure sentiamo ancora il bisogno di fare nostra la stessa esperienza di Pietro e di Giovanni. È come se quel ragazzo restasse soddisfatto del fatto che suo padre si era sposato. Molte persone non si rendono conto della potenza, dell’amore e della gioia che si perdono non essendo riempite dello Spirito Santo. Un nuovo stile di adorazione Ringrazio il Signore che quella sera ci ha perdonati della nostra ignoranza e lo Spirito Santo si è mosso in un modo potente. Ero seduto vicino al fondo della chiesa e, perciò, potevo ben vedere tutto ciò che stava accadendo. Improvvisamente una sorella che sedeva appena di fronte a me balzò in piedi e alzò le mani verso il cielo. “Signore, questa sorella sta violando l’ordine della nostra chiesa”, dissi. “Non ci è permesso di alzare le mani in chiesa”. Quando andavamo in chiesa, pregavamo e ci ponevamo in uno stato di “santità”. Quella sera, invece, quella donna si mise in piedi alzando le mani a Dio! “Signore, cosa c’è di sbagliato in questa donna?”, dissi. “Questo non deve verificarsi nella nostra chiesa, non è il nostro stile”. Il Signore mi ricordò il versetto della Bibbia che dice: “Alzate le vostre mani verso il santuario” (Salmo 134:2). No, lei non stava seguendo lo stile della nostra chiesa, ma stava seguendo quello della Bibbia! Be’, se questa è la spiegazione, la lascerò continuare, pensai. I due pastori davanti erano talmente spaventati che non sapevano cosa fare. In tutta la chiesa la gente cominciò ad alzare le proprie mani e ad adorare il Signore. Intanto io continuavo a domandarmi cosa stesse succedendo. Mi girai per chiederlo a mia sorella e vidi che anche lei aveva le proprie mani alzate e lodava Dio. Poi, notai bene la signora davanti a me. Era una persona senza istruzione tanto che neanche sapeva la nostra lingua ufficiale indonesiana usata in tutta la nazione. Lei sapeva solo il suo linguaggio tribale, il Timorese. Naturalmente, non conosceva l’inglese. A quel tempo, invece, io sapevo qualcosa d’inglese poiché l’avevo studiato a scuola. Quella signora di colpo cominciò a pregare in un perfetto e bellissimo inglese. “Oh, Gesù, Ti amo”, diceva. “Oh, voglio prendere la mia croce e seguirTi. Oh, Ti amo, Gesù”, e continuò ad andare avanti adorando il Signore. I miei due pastori, che non conoscevano una parola d’inglese, pensarono che lei stesse facendo il verso del cavallo. Corsero sul pulpito e gridarono: “Oh, Signore, se questo non è da parte Tua ma è dal diavolo ed è il diavolo che sta facendo questo strano suono, per favore falla smettere”. Più pregavano, però, più lo Spirito di Dio riversava le Sue benedizioni. Poi, un uomo nella parte opposta della sala cominciò a pregare in tedesco. Era lì e le parole di lode e di adorazione che uscivano dalla sua bocca erano semplicemente bellissime. Dopo questo, altre persone sparse in tutto l’edificio adoravano il Signore in lingue differenti. Il cielo scese quella sera e fu meraviglioso. Alcuni parlavano in francese. Altri in alcune lingue tribali. E una signora continuava a ripetere “Shalom, Shalom”, anche se non aveva la minima idea di parlare in ebraico. Quando tutte quelle centinaia di persone che erano venute per spegnere il fuoco raggiunsero la chiesa, udendo le voci che innalzavano preghiere ad alto volume, dissero: “Che cosa sta succedendo alle persone di questa chiesa? Non sono mai state rumorose, non hanno mai pregato gridando così forte”. Entrarono nella chiesa per vedere cosa stesse accadendo e, invece di 200 persone, quella sera c’erano più di 1.000 persone nella nostra chiesa venute da tutta la città. Mentre lo Spirito Santo si muoveva, le persone nel locale furono convinte di peccato dallo Spirito di Dio e accettarono Gesù come (Continua a pag. 10) Mel Tari 9 (Segue da pag. 9) proprio personale Salvatore. Si pentirono, corsero alle loro case, presero gli oggetti di magia e di astrologia, i loro feticci, i loro libri osceni, i manuali su come interpretare i sogni e portarono tutto in chiesa, accesero un fuoco e vi bruciarono tutto quanto. Nessuno predicò quella sera, ma lo Spirito Santo si mosse a Suo modo. Il culto andò avanti fino a mezzanotte. Il Signore cominciò a rivelare peccati nascosti e le mancanze di diverse persone. Raccontando ciò che Dio aveva mostrato loro, si parlava ai cuori delle altre persone presenti. Oh, quanto fu prezioso il Signore nel togliere via la confusione dalla nostra vita! THE GIDEONS INTERNATIONAL IN ITALIA Un sermone insolito Improvvisamente, uno degli uomini si mise sul pulpito. Questo era molto insolito. Persone senza un incarico nella chiesa non dovevano stare sul pulpito. Quel posto era riservato ai pastori e agli anziani. Questo fratello, invece, davanti a tutti, aprì la Bibbia. Risi dentro di me perché quest’uomo si era pentito pochi giorni prima di questo fatto. Oh, questo povero fratello, pensai. Si è appena pentito e ora vuole già predicare. Dev’essere matto. A lui, però, non importava ciò che noi pensavamo; aprì la Bibbia e disse: “Fratelli e sorelle, il Signore mi ha detto che questa è l’opera dello Spirito Santo”. Poi, aprì le Scritture in Atti 2 e cominciò a leggere dal versetto 17: “Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno,i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni”. Dopo aver letto questo versetto, cominciò a predicare. Dopo circa mezz’ora, il Signore gli disse che l’indomani noi laici dovevamo andar fuori a predicare il Vangelo. A questo punto, non fui in grado di rimanere zitto. “Oh, questo è incredibile”, dissi. “Come possono dei laici andar fuori a predicare il Vangelo? Non siamo mai stati alla scuola biblica o a un seminario. Ci siamo soltanto pentiti. Come possiamo predicare il Vangelo? Questo è impossibile”. “Fratello Mel”, mi rispose quel fratello, “il Signore mi ha detto che dobbiamo andar fuori a predicare il Vangelo, questo è il dovere del cristiano. Non è il compito esclusivo dei pastori e degli anziani, ma ogni cristiano è chiamato a vivere per Gesù Cristo”. Ora io credo che questo è ciò che abbiamo abbandonato nelle nostre chiese. E penso che questo sia stato il nostro errore. Rimaniamo seduti per anni cercando di spiegarci ogni cosa, tralasciando completamente la semplicità della Parola e così non facciamo nulla. Ringrazio il Signore che quella notte Egli iniziò a parlarci e ci disse: “Domani dovete andar fuori a predicare il Vangelo”. Nei primi tre mesi avemmo circa 70 gruppi di laici che uscirono e predicarono il Vangelo di villaggio in villaggio. E quando andavano fuori, grandi segni li accompagnavano e così ebbe inizio il risveglio in Indonesia. Mel Tari Traduzione di Simone Giandolfi (Dal libro Come un vento impetuoso, Milano, 2015, pag. 160, Euro 13,00. Per gentile concessione). 10 I responsabili italiani della “Gideons International” (Foto a cura di Marcello De Bonis). Cinquantenario (1965-2015) Cari fratelli e sorelle in Cristo, È con grande gioia che vorrei annunciarvi la celebrazione del 50° Anniversario dei Gedeoni in Italia! In questo anno, e precisamente nel mese di luglio (3-5), a Roma si terrà la celebrazione del cinquantenario della The Gideons in Italia. Infatti, il 4 giugno del 1965, nella città di Roma fu fondato il primo campo ad opera dei fratelli Dick Holzwart e P. J. Zondervan, incaricati dalla sede centrale degli Stati Uniti. Fu una pietra miliare in un paese profondamente cattolico. Infatti, lo stesso fratello incaricato si esprime con una frase che mette in evidenza lo stato religioso dell’epoca scrivendo in un suo articolo: “Il 4 di giugno un campo dei Gedeoni è stato organizzato all’ombra del Vaticano, nell’antica Roma”. Ci vollero però altri dieci anni per vedere i frutti delle preghiere e del lavoro di questi fratelli. Nel 1975 fu rifondato il campo di Roma e subito dopo nacquero i campi di Milano e Modena. Ormai l’opera era partita e si proiettava verso altre città. Alla fine degli anni 80, e precisamente dall’8 al 10 settembre 1989 a Rimini, quando i campi erano diventati ormai 19, si pensò di organizzare la 1° Conferenza Nazionale Italiana e da allora, con cadenza biennale, sono state organizzate nelle diverse città d’Italia. Negli anni 90 alcuni incaricati inviati dagli USA, (L. Brownsworth, P. Corkery e C. Lucas) uno dopo l’altro visitarono il nostro paese cogliendo ogni opportunità per lo sviluppo e la creazione di nuovi campi. In Italia trovarono un valido collaboratore (A. Greco, nominato National Field Officer) che attraverso un lavoro oculato e continuo, negli anni 2000 portò ben presto il numero dei campi a 50. Successivamente, dobbiamo arrivare al 2005 per avere 80 campi ed un nuovo responsabile nazionale (G. Bruno, anch’egli nominato National Field Officer) che sostituisce il precedente, passato a differenti incarichi in Europa. Il 2007 fu un altro anno storico e memorabile per la nostra associazione, infatti, potemmo celebrare la nascita del 100° campo in Italia, gloria a Dio per questo primo traguardo. Grazie alla crescita rapida dell’opera in Italia, la sede centrale di Nashville stabilì che le nazioni aventi almeno 100 campi dovevano dotarsi di una struttura appropriata per il coordinamento nazionale. Fu così costituito uno Staff Nazionale, con l’inserimento di altri collaboratori: il fratello Gianni Bruno fu nominato Direttore Nazionale, mentre i due nuovi collaboratori (Siro Marangoni e Samuele Russo), furono nominati Field Representative. Oggi in Italia abbiamo circa 1200 Gedeoni e 600 Ausiliarie (mogli dei Gedeoni) membri di questa associazione, che ha come unico scopo la salvezza delle anime mediante la diffusione della Parola di Dio attraverso un lavoro costante, amorevole e dedito, nelle aree di competenza: alberghi, scuole, ospedali, carceri e caserme. Il nostro ringraziamento va alle tante Chiese e Conduttori che, credendo in quello che facciamo, hanno preso a cuore di aiutarci, pregando per questa opera e mettendo a disposizione membri delle loro comunità per portare avanti questo straordinario strumento di evangelizzazione con un concreto ritorno anche per le comunità locali. Il nostro desiderio è che proprio in occasione del nostro anniversario si possa raggiungere il numero di due miliardi (2.000.000.000) di copie distribuite in questi 116 anni di attività. L’Italia in questi 50 anni ha fatto la sua parte, distribuendo circa 10 milioni di copie e, con l’aiuto di Dio, continueremo ad operare. Il vostro aiuto è fondamentale e la vostra collaborazione è essenziale per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, sapendo che tutto quello che facciamo (insieme) è per l’avanzamento del Regno di Dio e lascerà traccia nella storia del mondo evangelico italiano. Dio ci benedica! Gianni Bruno IMPACT LUGANO 2015 Dopo Palermo nel 2013 e Bratislava nel 2014, quest’anno è stata la volta di Lugano! Impact, un evento evangelistico che la PEF (Pentecostal European Fellowship) organizza tutti gli anni ed in nazioni sempre diverse, ha visto la Svizzera e precisamente la città di Lugano, quale prescelta per l’anno 2015. Da martedì 23 giugno a sabato 27, circa 50 giovani provenienti da molte nazioni europee, si sono ritrovati nella città di Lugano ed insieme ai giovani delle 7 Chiese Pentecostali del Luganese, hanno dato vita a questo riuscitissimo evento evangelistico! Da giovedì 25 giugno, infatti, circa un centinaio di credenti, tra giovani e meno giovani, hanno letteralmente invaso Lugano distribuendo inviti, volantini e letteratura cristiana nelle strade, nelle piazze e nei parchi, utilizzando i modi più svariati, dai flashmob, ai mimo, alla musica, nei parchi di Skate, di calcio o con attrazioni per bambini, affermando che “DIO AMA LUGANO” e invitando tutti all’evento tenutosi in Piazza Dante sabato pomeriggio e agli incontri serali di venerdì e sabato presso il centro fieristico di Lugano nel padiglione Conza. Grande presenza di pubblico in Piazza Dante, dove i giovani si sono alternati in canti, mimo, danze, testimonianze, insieme a brevi interventi del predicatore ufficiale dell’evento, l’evangelista internazionale Siegfried Tomazsewski. Molto benedetti gli incontri serali al “Conza” dove la Band “Sorgente di Vita” di Sesto San Giovanni ha guidato magistralmente i momenti di lode e Siegfried Tomazsewski, tradotto da Daniel Costanza, Direttore Esecutivo della PEF e da Timo Anzalone, ha predicato efficacemente la Parola di Dio, con appelli ai quali hanno risposto decine di persone. Gradita quanto efficace la testimonianza di Nicola Legrottaglie, special Guest della serata di sabato. Ad evento concluso, possiamo dire che il Signore ha benedetto ogni aspetto di questo intervento evangelistico, non ultima, la collaborazione delle sette chiese di Lugano. Non è cosa di tutti i giorni riuscire a far collaborare 7 chiese della stessa città! Lo Spirito Santo ha meravigliosamente guidato, creando molta armonia ed unità, e questo ci incoraggia a proseguire con altri eventi, sui quali inizieremo presto a lavorare. Sia benedetto il nostro onnipotente Signore! All’appello fatto dall’evangelista Siegfried Tomazsewski diverse persone hanno risposto e si sono fatte avanti. Un gruppo di fratelli subito dopo l’incontro tenuto in Piazza Dante a Lugano. Pietro Lamanna Diversi giovani si sono alternati nell’incontro tenuto in Piazza Dante. Nicola Legrottaglie mentre dà la sua testimonianza interpretato da Timo Anzalone. La band “Sorgente di Vita” di Sesto S. Giovanni ha condotto la lode e l’adorazione. 11 CONFERENZE E SEMINARI Conferenza EPTA 2015 A FIRENZE L’EPTA (European Pentecostal Theological Association) ha tenuto la sua Conferenza annuale a Firenze dal 29 giugno all’1 luglio u.s. La scelta dell’Italia come nazione ospitante non è stata un caso, infatti, la conferenza è stata organizzata su invito della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose. L’incontro, svoltosi presso la sede della Facoltà Avventista di Teologia, è stato un importante momento di scambio, di relazioni oltre che un importante momento di alta formazione nella interazione con studiosi pentecostali provenienti da molti paesi europei. Il tema affrontato è stato “Transizione e Successione”. Il Movimento Pentecostale ha quasi 100 anni; in questi anni sono state create chiese, denominazioni, scuole, organizzazioni para ecclesiali, agenzie missionarie e così via. Questa conferenza ha voluto affrontare il tema della transizione e cioè in che modo le denominazioni cambiano la loro leadership; le chiese si adattano nel loro quotidiano ai cambiamenti sociali; come avviene la transizione da una forma sociale e/o ecclesiale ad un’altra; cosa ha da dire la Bibbia sulle transizioni e come devono intendere i pentecostali l’opera dello Spirito nei processi di transizione. L’incontro ha visto una buona partecipazione, 70 gli iscritti, tra i presenti il preside della Facoltà Carmine Napolitano, il vice preside Paolo Mauriello ed il coordinatore didattico Stefan Bachmann, oltre ai pastori Emanuele Campo, Gianni Aiello, Franca Ezia Di Milia, Giuseppe Piccolo e altri. (Trattto dalla Newsletter FCP n. 3. Per gentile concessione). CONFERENZA PEF 2015 AD AMSTERDAM “MOSSI DALLO SPIRITO SANTO, UNITI PER SERVIRE” Nei giorni dal 4 al 6 marzo 2015, si è tenuto ad Amsterdam (Olanda), presso la Chiesa LEG, la Conferenza i15 Leadership Summit, Foto ricordo dei partecipanti alla Conferenza EPTA. Un momento durante la presentazione di uno degli interessanti argomenti trattati. Carmine Napolitano, Paolo Mauriello e Giuseppe Piccolo durante una pausa della Conferenza. organizzata dalla PEF. Come ha affermato nel suo discorso di benvenuto il dottor Arto Hämäläinen, presidente della PEF, questa è stata la prima volta in assoluto che “un evento come questo è stato tenuto in questo formato per il Pentecostalismo europeo”. La possima Conferenza PEF 2016 si terrà a Zagabria (Croazia) dal 2 al 4 marzo. In conformità al D Lgs. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Voce Pentecostale garantisce l’assoluta riservatezza dei dati di cui è in possesso. Inoltre, assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del giornale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa a Voce Pentecostale. In ogni momento, sarà possibile essere rimossi dall’elenco dei destinatari scrivendo a: Voce Pentecostale Via Biella, 17 - 20143 Milano. Voce Pentecostale Trimestrale di edificazione dell’Assemblea Cristiana Evangelica Via Biella, 17 - 20143 Milano Tel. 02 - 810 366 - Fax 02 - 810 233 E-mail: [email protected] Web: www.bethel-milano.org Associato all’Eppa (European Pentecostal Press Association). Distribuzione gratuita ai membri di chiesa e simpatizzanti. Offerte e contributi volontari possono essere inviati sul c.c.p. n. 16366205 intestato a Voce Pentecostale - Milano. Direttore responsabile: Dr. Giuseppe Piccolo I membri del Presidium PEF. Stampa: INGRAF-Industria Grafica S.r.l.- Milano Aut. Trib. di Milano n. 136 del 4/4/1981