NOVEMBRE/DICEMBRE 2013
storie del mondo bio
per un’agricoltura
sana e indipendente
cuorebio
magazine
Azienda Agricola in trasparenza
Fattoria Di Vaira
terapie naturali
l’osteopatia
attualità
la cura della salute
e la medicina
antroposofica
contie
l‘opusc ne
o lo
riso
sommario
3
editoriale
il nostro
respiro vitale
5
14 storie del mondo bio
per un’agricoltura
sana e indipendente
12 mesi di trasparenza
la sfida
biodinamica
della Di Vaira
9
12 il lunario di cuorebio
dall’orto con amore
la zucca
10 la qualità risponde
11 azienda del mese
Villa Lanfranca:
aceto per
tradizione
16 oggi in cucina
Stelle di Natale
18
Patto per la Terra
20 salute e benessere
inverno e difese
immunitarie
23 il valore della qualità
pubblicità leale
24 il gesto quotidiano
contiamoci
25 angolo delle buone
pratiche
inverno: riduciamo
i consumi
e gli sprechi
26 turismo sostenibile
un modo diverso
per festeggiare
l’anno nuovo
27 l’angolo dei più piccoli
gnomo di Natale
28 terapie naturali
l’osteopatia
29 attualità
la cura della salute e la medicina
antroposofica
32 oggi leggiamo...
33 l’angolo del giardino
il cumulo: dalla
teoria alla pratica
34 vivere ad impatto
quasi zero
la storia di
Graziella Fanti Ra
cuorebio
magazine
Pubblicazione gratuita
per i clienti Cuorebio
editoriale
news
il nostro
respiro vitale
opuscolo riso
Art Direction
www.metalli-lindberg.com
Impaginazione
Ecocomunicazione.it
Ecomondo
Cuorebio è amico
dell’ambiente
Per il MAGAZINE
utilizziamo inchiostri vegetali
e carta Lenza Top Super
riciclata 100%
Stampa
Graficart
Questo è il momento in cui,
qualunque sia il suo ruolo, un
uomo deve fare quello che è giusto
e non quello che gli conviene.
Tiziano Terzani
E questo è anche il momento dell’anno in cui
forte si fa sentire il passaggio dall’espansione
dell’estate, all’intimità dell’autunno e dell’inverno. Le giornate sono più corte da vivere,
viene buio presto, le piante stesse e la natura
intorno a noi si rivolgono verso un periodo
di sonno, in attesa del risveglio primaverile.
Noi ci prepariamo al Natale, soprattutto
durante le settimane dell’Avvento, anche
quest’anno cercando di recuperare un modo
vero e autentico di celebrare le festività, con
un atteggiamento più sobrio e consapevole,
senza lasciarsi tentare da luccicanti e ostentati festeggiamenti.
Anche nei negozi Cuorebio l’atmosfera si
fa luminosa e calda. Ma con la moderazione
di chi sceglie la semplicità per esprimere la
bellezza, nonostante il periodo inviti a condividere con le persone care anche una tavola
eccezionalmente imbandita. E in questo si
fa ancora più importante la provenienza del
cibo che utilizziamo per preparare il menù
delle feste, il lavoro e la fatica di chi ne ha
avuto cura per farlo arrivare sano e buono
fino a noi.
Così noi, anche in questo numero quasi
natalizio, continuiamo a raccontarvi le storie
2
cuorebio magazine
Tornano gli opuscoli ideati da Ecor per
far conoscere i propri prodotti a marchio.
Scopri all’interno di questo Cuorebio
Magazine quello dedicato al riso, con
tante interessanti informazioni e ricette
originali e gustose.
Da staccare e conservare.
di coltivatori, allevatori e artigiani, per farvi
arrivare puntualmente il loro instancabile
impegno e la loro fatica. E non attraverso
un’immagine fiabesca o “country” del produttore biologico, ma parlando di vite semplici
e oneste, di lavoratori che, nonostante le mille difficoltà economiche e la durezza del momento, continuano a credere in un’agricoltura
che rispetti la Natura, non inquini l’ambiente
e conservi la fertilità della Terra.
Vorremmo continuare a condividere pensieri concreti e fiduciosi, rivolti a scenari e
stili di vita più consapevoli che non necessariamente saranno peggiori, ma sicuramente
diversi. Magari attraverso una spesa quotidiana più attenta, imparando a “fare da sé
in casa” (pane, yogurt, germogli ecc), e comperando ciò che ci serve veramente per non
buttare via l’eccesso oramai scaduto.
In questo modo riusciremo a recuperare
il senso della sacralità del cibo e della sua
provenienza, condividendone il valore con
l’agricoltore che lo produce.
L’augurio per tutti è, perciò, quello di continuare ad andare avanti apprezzando quello
che abbiamo (che non è poco), dedicandoci
ad attività che fanno crescere anche spiritualmente, ritagliandoci momenti di una serenità
semplice e dignitosa senza perdere il contatto
con il nostro respiro vitale: la natura che ci
circonda. Perché solo così, possiamo rispettare e proteggere la Vita.
Dal 6 al 9 novembre torna a Rimini
ECOMONDO, la 17° Fiera Internazionale
del Recupero di Materia ed Energia
e dello Sviluppo Sostenibile, importante
evento per la valorizzazione e il riuso
dei materiali e per la Green Economy.
Tra le aree di interesse per l’edizione 2013
troviamo, ad esempio, caratterizzazione,
gestione, riciclo e valorizzazione dei
rifiuti, città sostenibili, monitoraggio
e bonifica di siti, suoli e sedimenti
contaminati. Per ulteriori informazioni
sulla manifestazione visita il sito
www.ecomondo.com
settimana
del baratto
Volete trascorrere una vacanza diversa?
Volete sperimentare il baratto?
Lo potete fare dal 18 al 24 novembre
in occasione della quinta settimana
del baratto. Visitando il sito
www.bed-and-breakfast.it
potrete scoprire i bed and breakfast
che aderiranno all’iniziativa barattando
un soggiorno in cambio di beni e servizi,
come servizi fotografici o piccoli lavori
di manutenzione delle strutture.
Per ulteriori informazioni
www.settimanadelbaratto.it
bazar di Natale
Scopri sul sito www.rudolfsteiner.it
qual è la scuola Waldorf più vicina
a te e le date del tradizionale bazar di
Natale. Potrai scoprire giochi e oggetti
in materiale naturale e vedere il risultato
del lavoro di genitori e allievi: corone
d’avvento, bambole di stoffa, dipinti,
sculture, ricami e tanto altro ancora.
Lo staff di Cuorebio
cuorebio magazine
3
12 mesi di trasparenza
la sfida
biodinamica
della Di Vaira
Il primo obiettivo è
ripristinare la fertilità
della terra, secondo gli
insegnamenti di Rudolf
Steiner, mantenendo
in equilibrio tutte le
componenti dell’azienda
agricola - terra, piante,
animali e uomo
È una sfida tosta, quella che si gioca alla Fattoria biodinamica Di Vaira, sulle colline del
Molise: rilanciare un’antica azienda agricola
con un progetto-pilota che prevede di farne
anche un luogo di incontro, di cultura e di
sperimentazione.
Sono 530 ettari tra vigneti, oliveto, coltivazioni miste, stalla di vacche da latte e capre,
probabilmente la più grande azienda agricola
del Molise, incastonata sulle colline a pochi
chilometri dal mare - quindi con un microclima unico - nel comune di Petacciato, in
provincia di Campobasso.
Certo, una volta che uno è arrivato in questi luoghi, che ha incontrato la loro bellezza
unica, è difficile non farsi imprigionare da
questo progetto per farlo diventare, con fatica,
tenacia e passione, una realtà.
È stato così anche per Fabio Brescacin,
presidente di EcorNaturaSì, la prima volta
che ha visitato la fattoria. Era il 2007 e la
4
cuorebio magazine
tenuta era allora gestita dalla proprietà, un
ente di beneficienza presieduto per statuto
dal vescovo di Termoli-Larino, con lo scopo
non solo di svolgervi l’attività agricola, ma
anche di educare i giovani al lavoro in
campagna. Già nel secolo scorso, in effetti,
la Fattoria Di Vaira rappresentava uno dei
più ammirati esempi di azienda agricola del
Mezzogiorno: il suo fondatore, il cavalier
Francesco Di Vaira, la gestì per decenni con
grande lungimiranza e utilizzando tecniche
d’avanguardia. Alla sua morte, fu la moglie a
scegliere di istituire un ente benefico che ne
proseguisse l’attività. L’ente Di Vaira portò
avanti i suoi intenti fino al 2007, quando il
consiglio decise di affidare l’azienda a una
struttura esterna che ne rispettasse le finalità
originarie.
È stato allora che il destino ha incrociato
la storia di Valter Desiderio, un agricoltore
bio locale, con quella di EcorNaturaSì e di
una rete di realtà vicine per valori e filosofia:
Banca popolare etica, la Banca di credito
cooperativo locale, alcuni negozi specializzati
del settore biologico e semplici cittadini,
tutti accomunati dalla volontà di prendere
in gestione l’intera azienda e creare un vero
e proprio organismo agricolo secondo i principi dell’agricoltura biodinamica.
Fu da questa unità di intenti che nacque
nel 2007 l’Opera società agricola biodinamica
Di Vaira srl, una sfida favorita dalle condizioni ottimali che caratterizzavano la tenuta, che
manteneva ancora un’impostazione tradizionale (che unisce allevamento e agricoltura),
non deturpata dall’indirizzo monocolturale
e dall’uso esasperato della chimica, che nel
frattempo aveva caratterizzato molte aziende
di analoghe dimensioni.
In cinque anni in tanti hanno contribuito
a dar vita a un’azienda agricola dove coltivare,
educare e sperimentare secondo la filosofia
steineriana. Dal 2007 hanno così aderito al
progetto - caratterizzato da un azionariato
diffuso - numerose realtà rappresentative
di tutti gli anelli della filiera, dal produttore,
al distributore, al negoziante, al semplice
consumatore di prodotti biologici che conoscendo questa esperienza si è convinto della
sua valenza. Si è costruito così un patrimonio
condiviso da tutti.
A coordinare la Fattoria con tenacia e
passione da un paio di anni c’è Paola Santi,
dottore in agraria con più di 10 anni di esperienza nel settore del biologico. Accanto a lei,
una squadra affiatata e ben nutrita. Ognuno
con il suo compito: chi segue le capre, chi il
vigneto, chi le piantagioni, chi le mucche, chi
il caseificio, chi l’agriturismo, chi i macchinari e gli impianti, chi i cumuli e il letame.
La Di Vaira dà oggi lavoro a una cinquantina di persone, più altre in periodi particolari
di raccolta. “Questa esperienza ha solo 6 anni
di vita e la situazione economica è ancora
precaria. La non specializzazione produttiva spiega Paola - è la sua bellezza, ma rappresenta anche la maggior difficoltà nella gestione.
L’azienda infatti è storica, ma anche obsoleta
e necessita ancora di molti investimenti nei
diversi settori in cui si compone la nostra atticuorebio magazine
5
vità agricola. A spingerci avanti è l’idea di fare
qualcosa per chi verrà dopo di noi”.
Il primo obiettivo, infatti, è ripristinare la fertilità della terra, secondo gli insegnamenti di
Rudolf Steiner, mantenendo in equilibrio tutte le componenti dell’azienda agricola - terra,
piante, animali e uomo - e usando compost
aziendale, preparati biodinamici, rotazioni e
sovesci (l’interramento di apposite colture),
con una minuziosa selezione delle sementi.
La terra così non viene sfruttata e impoverita e le coltivazioni non hanno bisogno di
essere “spinte” con sostanze chimiche. Fanno
il resto il lavoro delle persone, il sole che
scalda questi campi, il clima e il vento tipici
di queste zone.
I benefici, ovviamente, ricadono tutti sui
prodotti di queste terre: la Di Vaira produce
conserve, latticini, caprini, olio, miele, vino
e ortaggi di ottima qualità.
cosa significa “12 mesi
di trasparenza”?
“12 mesi di trasparenza” è il nostro
modo per raccontarti l’essenza del
nostro lavoro, a sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e a
tutela dell’attività dei produttori, vero
patrimonio culturale, da rispettare e
valorizzare.
Il giusto prezzo è quello che garantisce
una remunerazione equa, senza costare
alla natura e alla salute dell’uomo,
in termini di inquinamento e spreco
di risorse.
E facciamo di più: potrai acquistare
i prodotti selezionati in 12 mesi di
trasparenza con il 10% di sconto.
Fattoria Di Vaira: percepiamo il “giusto prezzo” per il nostro lavoro ed è
pari, nel caso del pomodoro, al 56,6%
sul prezzo finale al consumatore.
26,4%
56,6%
17%
produttore
trasporto, immagazzinamento e distribuzione
punto vendita ed eventuali scarti
6
cuorebio magazine
il giusto prezzo 12 mesi di trasparenza
alcune immagini della raccolta dei pomodori alla Fattoria di Vaira.
Le foto di queste pagine e l’immagine di copertina sono di Colin Dutton
il pomodoro
A Petacciato, quest’anno, le coltivazioni a
pomodoro coprono circa 30 ettari. Vengono coltivati pomodori, pomodori da pelati,
pomodorini e datterini. Il terreno è argilloso
e non permette rese molto alte per ettaro:
nell’agricoltura convenzionale si ricorre ai
concimi chimici, ma alla Di Vaira da sei anni,
quando è stata avviata la conversione all’agricoltura biodinamica, si è scelto di accompagnare e favorire in modo naturale i processi
vitali del terreno.
La produzione è di circa 400 quintali
di pomodori per ettaro. Per un confronto,
si pensi che nell’agricoltura convenzionale si
arriva a 1.300, e anche l’agricoltura biologica
in pianura può arrivare a 800 quintali per ettaro. La scelta di rinunciare a una produttività più spinta fa ovviamente parte della scelta
del metodo di coltivazione biodinamico.
Le risorse umane e la manodopera qui
sono particolarmente preziose: è infatti
necessario il lavoro dell’uomo per alcune
operazioni supplementari, tipiche dell’agri-
coltura biodinamica: dal trapianto con il
bagno in preparato 500 (detto cornoletame,
a base di letame bovino), ai trattamenti
biodinamici (oltre al bagno delle piantine, in
campo si deve passare per almeno due volte il
cornoletame e per almeno due il cornosilice;
quest’ultimo è a base di quarzo macinato e
agisce sulla fotosintesi per stimolare nelle
piante una crescita equilibrata e per favorire
una maturazione armoniosa dei frutti), alle
sarchiature, fino alla zappatura manuale.
I trapianti delle piantine vengono effettuati in primavera, mentre i pomodori maturi
vengono raccolti - in parte a macchina e in
parte manualmente - dalla fine di luglio ad
agosto, seguendo l’andamento della stagione.
Anche la difesa dagli insetti, dalle malattie e dalle muffe avviene secondo il metodo
biodinamico, ma è molto limitata: l’agrosistema, rispettato come avviene qui a Petacciato,
svolge già di per sé un controllo e una prevenzione efficace di questi problemi. “Non sempre fila tutto liscio”, spiega Paola: “Quest’an-
no la produzione di tutto il pomodoro italiano,
bio e non bio, è stata difficile a causa di due
insetti voracissimi: la Tuta absoluta e la nottua gialla. Anche i pomodori della Di Vaira
sono stati visitati da questi insetti in modo
pesante e abbiamo ottenuto rese sotto i 400 q
per ettaro. Ogni anno è sempre una stagione
a sé, puoi aver fatto bene per tutto il ciclo di
vita della pianta e poi magari un acquazzone
pregiudica il raccolto. Ricordiamoci che i
prodotti ottenuti in modo rispettoso dell’ambiente non sono sempre uguali nel tempo, di
anno in anno il sapore può cambiare, anche
se non cambia lo sforzo dell’agricoltore che li
ha curati, sempre con un occhio di riguardo
alla salute del consumatore”.
I frutti di questo lavoro sono la passata di
pomodoro, quella di pomodorini e quella di
pomodoro al basilico, i pomodori pelati o il
pomodorino in salsa e, infine gli ultimi nati:
la passata di datterino e il datterino in salsa.
Il loro sapore è intenso, perché frutto di
coltivazioni che avvengono in un microclima
vocato e con metodi rispettosi delle piante
e della terra.
I prodotti sono certificati dal marchio
internazionale di garanzia Demeter, che contraddistingue i prodotti frutto di agricoltura
biodinamica.
La trasformazione dei pomodori, raccolti
sempre al giusto grado di maturazione, viene
effettuata poco lontano, presso il laboratorio “Orto d’Autore”. La lavorazione avviene
in tempi stretti, per preservare le qualità
organolettiche della materia prima. La sola
aggiunta è sale e basilico, a seconda delle
ricette e la lavorazione permette di conservare al meglio la ricchezza dei sapori dell’estate,
per gustarli poi durante tutto l’anno.
“I datterini sono più dolci dei normali
pomodori – spiega Emanuela Zamberlan
Feruglio, responsabile dell’agriturismo della
Fattoria – e sono ottimi se usati a crudo sulle
bruschette o in preparati senza cottura, come
accade negli sformati freddi a base di ricotta
o formaggi freschi. Per mantenerne intatto il
sapore, meglio usarli solo in preparazioni che
richiedono una cottura velocissima”.
La salsa realizzata con i datterini è in
genere più dolce di quella con i normali
pomodori e offre anch’essa il meglio se usata
senza cottura o passata sul fuoco solo per
pochi minuti.
Scegliere le conserve della Fattoria Di Vaira, insomma, significa portarsi a casa il sole
dell’estate e contribuire a preservare la fertilità e la biodiversità. Tutti alla Di Vaira sono
consapevoli di quanto la scelta di produrre
ortaggi biodinamici sia un gesto di grande
responsabilità verso Madre Terra e verso
il futuro. Una responsabilità che diventa
condivisa quando una persona sceglie questi
prodotti per nutrire se stesso e i propri cari.
FATTORIA DI VAIRA
Contrada Colle Calcioni
Comune di Petacciato (Campobasso)
www.fattoriadivaira.it
cuorebio magazine
7
notizie dal mondo bio
CAPRE FELICI
CASCINA MANA
caciottone
affinate in
foglie di noce,
nel fieno
e nel pepe
uova bianche
Ingredienti:
Mezza zucca pulita, privata della buccia;
4/5 cucchiai di farina grano duro
o semintegrale di grano tenero;
3 cucchiai generosi di prezzemolo tritato;
3 spicchi aglio spremuti;
5 cucchiai olio extravergine d’oliva;
sale e pepe.
Procedimento:
Dopo aver tagliato la zucca a cubetti
di circa 3 cm metterla in una ciotola,
infarinarla per bene ed eliminare la farina
in eccesso. Preparare una farcia con olio,
aglio, prezzemolo, sale e pepe.
In una pirofila da forno mettere prima
2 cucchiai di farcia sul fondo e spargerla
con un cucchiaio, poi i cubetti di zucca
infarinati e infine far sgocciolare con un
cucchiaino la restante farcia sulla zucca.
Infornare a 180° per 30 minuti.
dado vegetale
Il dado da brodo
vegetale Alce Nero è
un alimento buono e
rispettoso dell’ambiente,
prodotto senza olio di
palma. La ricetta è stata
appositamente realizzata
con quattro verdure
(cipolla, sedano, carota
e prezzemolo) ed è
particolarmente delicata.
olio extravergine
d’oliva
Un olio extravergine d’oliva,
di colore verde con riflessi
dorati, ottenuto da spremitura
meccanica a freddo. Con il suo
gusto intenso, con sentori di
mandorle fresche, è perfetto
per condire ed esaltare i sapori
di verdure, pasta e pesce.
BIOVEGAN
WEISSENOHE
scorzette di
arancia e limone
grattugiate
birra bionda
multipack
cuorebio magazine
la zucca
cubetti di zucca
saporiti al forno
con prezzemolo
ALCE NERO
BIONATURAE
8
la ricetta
Cascina Mana alleva le sue
galline fin dal primo giorno
di vita, lasciandole libere di
razzolare all’aperto e nutrendole
con i cereali coltivati nei propri
terreni. Deposte da galline
di razza bianca livornese,
queste uova hanno l’insolito,
ma caratteristico guscio
bianchissimo.
Il marchio Capre Felici
della Latteria Perenzin
propone una linea creativa,
ma legata alla tradizione.
Nell’affinamento il formaggio
acquisisce un sentore di
noce, di fieno e di pepe,
percepibile sin dal primo
assaggio.
Queste scorzette grattugiate
sono perfette per dare una nota
agrumata ai vostri piatti dolci e
non solo. Non appena sminuzzate,
le scorzette vengono liofilizzate e
confezionate in atmosfera protettiva
per preservarne al meglio sapore e
profumo.
dall’orto con amore
Un’export lager corposa, dal colore
ambrato, con aromi luppolati e note
di caramello. Perfetta con la pizza,
è ottima anche per accompagnare
pasta, carni rosse e bianche, salumi,
verdure e formaggi stagionati,
per cene piacevoli in compagnia
degli amici.
Ricetta tratta da www.disanapianta.net
Il nome zucca pare abbia avuto origine dal
latino cocutia, ovvero testa, che poi nei secoli
si è trasformato in cocuzza, cozuccae e, infine,
in zucca. Appartenente alla famiglia delle
Cucurbitacee, la stessa di cetrioli, zucchine,
cocomeri e meloni, è un ortaggio originario
dell’America centrale, dopo la cui scoperta
è arrivata in Europa, così come la patata e il
pomodoro; in principio era considerata un
cibo povero. Ne esistono più varietà che, in
generale, si possono distinguere in zucche da
inverno e zucche da zucchini. Esistono poi le
zucche ornamentali (della specie Lagenaria)
con poca polpa, dura come la buccia: cave al
loro interno, in passato venivano utilizzate
per contenere acqua o vino.
La piante della zucca è annuale, con fusto
rampicante, grandi foglie e fiori caratterizzati
da una corolla gialla; il frutto (la zucca) è di
dimensioni variabili; può avere una superficie
più o meno liscia e un colore che va dal verde
al giallo fino all’arancione. Il clima mite è
favorevole alla coltivazione della pianta, che
si adatta bene a tutti i terreni, anche se predilige quelli freschi e soffici, di medio impasto,
ricchi di sostanza organica e senza ristagni
d’acqua. È esigente in termini di concima-
zione, ma per il resto la coltivazione richiede
poche cure; le sue esigenze idriche crescono
in seguito alla fase di germogliazione.
La zucca da inverno si semina nei mesi
di aprile-maggio e si raccoglie dalla fine
dell’estate fino all’inizio dell’autunno: dopo
la raccolta, la maturazione viene completata
esponendola al sole, su tavole di legno.
La zucca ha una polpa arancio brillante,
morbida e dolce, che contiene numerosi semi
piatti e di forma ovale. Se nella favola di Cenerentola una zucca si trasforma in carrozza,
in cucina può trasformarsi in tante gustose
pietanze anche perché della zucca si può
mangiare quasi tutto: i fiori, la polpa e i semi,
da cui si ricava anche un olio. Fritti, i fiori
diventano una vera prelibatezza, ma sono
anche un ottimo ingrediente per preparare
squisiti risotti. Privata della scorza, anche
la polpa si presta a molteplici usi in cucina:
può essere cotta a vapore, oppure bollita
per preparare zuppe o arricchire passati di
verdura. Tagliata a cubetti può essere stufata,
passata in padella oppure fritta e insaporita
con un condimento a piacere (sale, pepe, olio
extravergine d’oliva, eventualmente rosmarino o sesamo). Inoltre può diventare l’ingre-
diente per torte, dolcetti e pane; con l’ausilio
di una centrifuga, se ne può anche ricavare
un succo. Tagliata a metà e privata dei semi,
la zucca può infine essere cotta in forno.
Oltre che usati per ricavarne l’olio, i semi
possono essere tostati, eventualmente salati e
consumati come snack. Forse non tutti sanno
che la zucca viene utilizzata anche in cosmesi
per preparare maschere per il viso, anche in
abbinamento all’olio di semi di zucca.
Al momento dell’acquisto la zucca deve
presentarsi integra, senza ammaccature e
con il picciolo sodo e ben attaccato; “bussando” sulla sua buccia deve emettere un suono
sordo. La si può trovare in vendita anche già
tagliata; in questo caso è facile accertarsi che
sia matura al punto giusto, non troppo asciutta e con i semi ancora umidi.
Una volta a casa, la zucca intera si conserva a lungo, basta avere l’accortezza di riporla
in un ambiente buio, fresco e asciutto; se
invece la si acquista già tagliata si può conservare in frigorifero, ma solo qualche giorno,
per evitarne la disidratazione.
Nei negozi Cuorebio potete trovare
la zucca delica verde (hokkaido), la violina
e la butternut.
cuorebio magazine
9
di colore e sapore. Il grado A,
per esempio, ha un aroma fine
e delicato e un colore ambrato
chiaro, mentre il grado C ha un
colore più scuro e un sapore
più intenso e caramellato.
la qualità
risponde
Ho visto in alcuni punti
vendita i semi di chia:
di cosa si tratta? Come
si possono utilizzare?
Serena, (MO)
Come si ottiene lo sciroppo
d’acero? Che differenza
c’è tra i vari gradi riportati
in etichetta? Anna, (VR)
Lo sciroppo d’acero è un
dolcificante naturale e viene
utilizzato per bevande e dolci.
Si ottiene dalla linfa dell’acero
da zucchero (Acer saccharum),
pianta originaria del Nord
America. La raccolta della
linfa è concentrata nei mesi di
marzo e aprile, a seconda delle
condizioni climatiche in quanto
sono proprio gli sbalzi termici a
permetterne l’estrazione (sotto
lo zero durante la notte sopra
durante il giorno). La raccolta
avviene attraverso alcuni fori
nel tronco collegati da piccoli
tubicini che convogliano tutta la
linfa nelle “Sugar house” dove
la linfa viene concentrata prima
per osmosi inversa poi facendola bollire, con l’obiettivo di
creare uno sciroppo che abbia
un brix, ovvero un grado zuccherino, con un valore medio
di 66 °Brix. Esistono 3 diverse
categorie di sciroppo di acero
che si differenziano per colore
e per gusto. Questa classificazione non è di natura qualitativa
perché la diversa gradazione
indica soltanto una differenza
La Chia, botanicamente nota
come Salvia hispanica, è una
pianta erbacea estiva annuale,
originaria dell’America Centro
Meridionale e appartenente
alla famiglia delle Labiatae (la
stessa famiglia della menta).
In azteco, il termine “chia” ha
assunto il significato di “forza”:
già gli Aztechi, infatti, ne apprezzavano proprietà e caratteristiche nutrizionali. Ancora
oggi, i semi di chia sono molto
utilizzati in Messico e Guatemala. Hanno un sapore neutro
che li rende adatti per diversi
utilizzi. Si possono consumare
crudi, aggiungendoli al muesli
della colazione o come snack
nel corso della giornata, magari
accompagnandoli a cereali e ad
altri semi come quelli di zucca
o di girasole. Si possono usare
per arricchire frullati, macedonie e insalate, ma anche per
insaporire primi piatti, magari
saltandoli in padella. Si raccomanda, comunque, di non
superare la dose giornaliera
di 15 grammi.
lo sapevi che…
la quinoa e l’amaranto,
non sono graminacee, ma
chenopodiacee (la stessa
famiglia degli spinaci),
sono dette pseudo cereali
e sono naturalmente prive
di glutine.
SCRIVETE A:
Qualità, Cuorebio
Casella Postale 31020 Zoppè (Tv),
[email protected]
I tanti gusti del cioccolato
Il seme del cacao è un prodigio di sapori. Contiene più di 1000 diversi
aromi! Le varianti di Krunchy al cioccolato disponibili sono due: fondente
nocciole e al latte. Provalo, è una vera delizia!
Dal 1979 Barnhouse produce cereali per la colazione con passione ed
esperienza. Propone un ampio assortimento di croccanti granole, disponibili in tanti gusti diversi per accontentare le esigenze più disparate.
La granola al cioccolato è un goloso classico: è perfetta a colazione, con
yogurt, latte o bevande vegetali.
„Krunchy bio dal 1979. La Barnhouse Naturprodukte è
stata fondata nel 1979 come azienda esclusivamente
biologica. Ad oggi siamo uno dei pochi produttori di
cereali per la prima colazione bio.“
10
cuorebio magazine
Bio dal 1979
www.barnhouse.de
azienda del mese
Villa Lanfranca:
aceto per tradizione
L’aceto, a Mantova, è una tradizione che si
perde nel tempo e che veniva tramandata di
padre in figlio. Villa Lanfranca, marchio del
gruppo diretto dalla famiglia Mengazzoli, tramanda la produzione iniziata due secoli fa nel
nord d’Italia dal casato Lanfranchi e conservata nel tempo attraverso fusioni di aziende,
affrontando mutamenti politici, evoluzioni
sociali e cambiamenti commerciali. Custodisce quella tradizione, rispettando la filosofia
di qualità e sviluppo del fondatore Giorgio
Mengazzoli che aveva un sogno: prendere
le redini della tradizione artigianale secolare
di Mantova e farla conoscere e apprezzare
al di fuori dei confini della città, in Italia
e nel mondo. È così, semplicemente e spontaneamente come tutte le migliori cose, che
l’Acetificio Mengazzoli, che produce i prodotti
a marchio Villa Lanfranca che potete trovare
sugli scaffali dei negozi Cuorebio, ha intrapreso un percorso di crescita di cui
va orgoglioso.
Collocato nella zona tipica degli aceti
italiani, oggi produce nelle aree di Mantova e
Modena, mantenendo la direzione nella sede
di famiglia, promuovendo e sviluppando gli
aceti nel rispetto delle antiche metodologie
di lavorazione con particolare attenzione alle
richieste di ogni mercato. Le nuove tecnologie hanno permesso di aumentare la quantità
e il raggio di diffusione dei prodotti Villa
Lanfranca rimanendo attenti al reperimento
delle migliori materie prime come in una produzione artigianale, sana e controllata come
quella degli albori dell’azienda.
Il sogno non si è ancora arrestato e conti-
nua a crescere con l’acetificio, con la passione
di chi ci lavora e soprattutto con la fiducia
e il gradimento riscontrati negli anni nei
clienti abituali e nuovi.
ACETIFICIO MENGAZZOLI SNC
Via Della Costituzione 41/43
46010 Levata di Curtatone (Mantova)
tel 037647444
www.lanfranca.it
www.mengazzoli.it
prodotto del mese
originalità e carattere
per i vostri piatti
Ecco i prodotti Villa Lanfranca
che potete trovare sugli scaffali
dei negozi Cuorebio.
La crema di aceto di mele
è ideale per decorare
e insaporire le pietanze salate
e dolci. Densa e corposa, rimane
ben salda al piatto: dal sapore
dolce e dall’aspetto scintillante,
è ottenuta mediante preparazione
a freddo per evitare il gusto amaro
che deriverebbe dall’eccessiva
caramellizzazione.
La crema di aceto balsamico
è un prodotto a base di aceto
balsamico di Modena biologico,
capace di insaporire, farcire
e decorare pietanze.
La sua composizione densa e aggrappante permette una decorazione precisa, omogenea
e duratura.
Anche questa crema viene prodotta mediante preparazione a
freddo, evitando così l’eccessiva
caramellizzazione e il gusto amaro
che ne deriverebbe.
Dall’esperienza maturata con
l’aceto balsamico di Modena, un
prodotto nuovo, fresco e dolce, di
gusto pulito: il condimento agrodolce bianco. Dal miglior mosto
bianco biologico di uve Trebbiano
sapientemente lavorato e affinato
al fine di mantenerlo chiaro e
limpido.
Aceto balsamico di Modena:
il metodo biologico ne esalta
la genuinità e le caratteristiche,
rispondendo alle esigenze di tutti
coloro che sono attratti da questa
filosofia di consumo. È un prodotto ambizioso, realizzato seguendo
metodi tramandati nei secoli.
Oltre ai prodotti a marchio Villa
Lanfranca, l’acetificio Mengazzoli
produce anche l’aceto balsamico
di Modena, l’aceto di vino bianco
e quello di vino rosso a marchio
Ecor.
cuorebio magazine
11
il lunario
La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze
che si manifestano nel comportamento
degli organismi viventi.
In agricoltura biodinamica, le stesse
favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta.
Agiscono in modo analogo sul corpo
umano, in particolare sulla crescita
di capelli e unghie. Ogni nove giorni
circa la luna, nel medesimo trigono
di forze, favorisce o “ostacola” alcune
parti della pianta o del corpo.
notizie dal mondo bio
novembre
dicembre
LUGLIO
LUGLIO
IN
CUCINA
CURA
PERSONA
PIANTE
DI CASA
IN
CUCINA
1 ven
1 dom
2 sab
2 lun
3 dom
3 mar
4 lun
4 mer
5 mar
5 gio
6 mer
6 ven
7 gio
7 sab
8 ven
8 dom
9 sab
9 lun
10 dom
10 mar
11 lun
11 mer
12 mar
12 gio
13 mer
13 ven
14 gio
14 sab
il pane
15 ven
15 dom
lo yogurt
16 sab
16 lun
le conserve
17 dom
17 mar
18 lun
18 mer
19 mar
19 gio
20 mer
20 ven
21 gio
21 sab
22 ven
22 dom
23 sab
23 lun
24 dom
24 mar
25 lun
25 mer
26 mar
26 gio
rinvaso
27 mer
27 ven
potatura
28 gio
28 sab
concimazione
29 ven
29 dom
30 sab
30 lun
legenda
Luna
piena
nuova
In cucina:
Cura della persona:
taglio ritardante capelli/unghie
massaggi
attività fisica
giornata di relax
Piante di casa:
CURA
PERSONA
PIANTE
DI CASA
PERLAGE
BIOHOMBRE
prosecco
spumante
superiore di
Valdobbiadene
Animae Brut
DOCG senza
solfiti aggiunti
parmigiano
reggiano DOP
grattugiato
Un vino di colore giallo
paglierino intenso e
dall’eccezionale persistenza.
Ottimo come aperitivo,
è indicato anche a tutto
pasto per accompagnare
risotti, pesce e dessert.
Si consiglia di servirlo
a una temperatura di 8-10°C.
Solo le forme selezionate di
Parmigiano Reggiano BioHombre
sono destinate alla grattugia.
Il formaggio così ottenuto
viene in seguito confezionato
in atmosfera protettiva,
naturalmente senza aggiunta di
conservanti e senza processi di
essicazione. In bustine da 45g.
NATURATTIVA
bevanda di
soia con calcio
ANDECHSER
latti fermentati
fragola/mango
e vaniglia
Naturattiva propone un
ampio assortimento di
dessert e bevande vegetali.
La bevanda di soia viene
proposta nella versione al
naturale, light e con calcio.
Quest’ultima si caratterizza
per un gusto gradevolmente
dolce che la rende perfetta
anche per essere consumata
da sola.
L’ampia gamma di latti
fermentati Andechser si amplia
con i due gusti fragola e mango/
vaniglia, adatti per soddisfare i
palati più diversi. Il primo, infatti,
incontra i gusti più classici,
mentre il secondo è perfetto
per chi cerca sapori più esotici.
LA SPIGA BIO
ECOR
ravioli di farro
vegetariani
pane azzimo
di farro
Un morbido impasto di farina di farro
racchiude al suo interno un gustoso
ripieno vegetariano: questo è il segreto
di questi ravioli. Un primo piatto che
si prepara in poco tempo, adatto per
pasti veloci, senza rinunciare a sapore
e qualità.
Il pane azzimo ha una storia antica:
un tempo si preparava cuocendolo
sulle pietre o sulla cenere roventi.
Si ottiene con farina e acqua, senza
lieviti né processi di fermentazione.
Ecor lo propone in diverse varietà,
come quella a base di farina di farro.
31 mar
12
cuorebio magazine
cuorebio magazine
13
storie del mondo bio
per un’agricoltura
sana e indipendente
foto di Sebiana Gaiotto
14
cuorebio magazine
In questa rubrica di Storie del mondo bio,
abbiamo parlato finora di chi, con il proprio
esempio e passione, ha dato, e continua a dare,
un importante contributo per lo sviluppo e la
diffusione dell’agricoltura biologica e biodinamica. Parliamo di persone che si sono dedicate
alla realizzazione di un ideale in cui credono
da sempre, con l’obiettivo di lavorare per il
bene dell’Uomo e degli Animali e per la fertilità
della Terra. Nel 2013 vi abbiamo raccontato di
Massimo Santinelli di Biolab, della cooperativa
Gino Girolomoni, di Anito Bonadio della Società agricola San Michele, di Franco Dal Piccol
di Aries e del negozio Contrà del Sole.
Questa volta, però, al centro della storia abbiamo messo un nuovo e importantissimo progetto che ha come protagoniste le sementi non
ibride Sativa-Rheinau, azienda svizzera che
si occupa da tempo della selezione di sementi
per l’agricoltura biodinamica. I semi non ibridi
sono stati utilizzati per le carote che potrete
trovare nell’assortimento ortofrutta dei negozi
Cuorebio verso la fine di novembre, coltivate
con il metodo biologico dall’Azienda agricola
Naldi nei propri terreni, nella zona di Comacchio e Pomposa, in provincia di Ferrara. Come
sempre, siamo partiti per andare a conoscere
da vicino la realtà di cui volevamo raccontarvi; questa volta, oltre a scattar foto, abbiamo
girato un piccolo video, che potete guardare su
www.cuorebio.it/it/produttori/sementi-nonibride. In una ventosa giornata di fine agosto
siamo arrivati all’azienda in tempo per l’inizio
del primo raccolto, accompagnati dal titolare
Giuliano Naldi e da Friedemann Ebner, che
in Sativa-Rheinau è responsabile del miglioramento genetico degli ortaggi. L’incontro è
avvenuto proprio “sul campo” e l’esperienza
vissuta e raccontata quasi in diretta.
Per capire bene che cosa si intende con “sementi non ibride”, dobbiamo prima aver chiaro
… cosa sono le sementi ibride. La maggior parte dei semi utilizzati in agricoltura sono ibridi,
ovvero sono il risultato di una selezione volta a
garantire una certa costanza di caratteristiche
e una resa per ettaro che consenta una sostenibilità economica all’azienda agricola.
“Dal punto di vista tecnico” spiega Friedemann Ebner, “il seme ibrido è un seme di alta
qualità tecnica per conformità, rendimento
e aspetto esteriore, che permette di ottenere
un prodotto molto uniforme. Ma la sua altra
caratteristica principale è che non può essere
riprodotto: si compra, si usa, ma non se ne
può metter da parte il seme; si è costretti ogni
volta a ricomprarlo dalle aziende sementiere”.
“Chiariamo, con “seme ibrido” non si intende
un seme geneticamente modificato”, continua
Naldi, “ma soltanto un seme ottenuto tramite
incroci tra diverse linee. I semi di una pianta
ibrida, in realtà, sono riproducibili, ma non
li si risemina, dato che darebbero piante con
le caratteristiche dei diversi genitori (e nonni
nelle foto: Friedemann Ebner e Giuliano Naldi
dell’azienda agricola Naldi
e bisnonni), con caratteristiche di pezzatura,
maturazione, esigenze idriche e sensibilità alle
avversità troppo disomogenee, casuali e ingestibili. Un seme come quello di Sativa, invece
permette la riproduzione: si acquista il seme,
si pianta, si produce l’ortaggio, se ne fa andare
a seme qualche pianta, si risemina per realizzare una nuova coltura”.
L’azienda agricola Naldi ha avviato questo
progetto con Sativa decidendo di dedicarsi alla
carota, un prodotto di punta nel biologico.
Durante la visita abbiamo messo a confronto un mazzo di carote provenienti da sementi
ibride e uno da sementi Sativa. A livello visivo
le carote non sono molto diverse (forse quelle
da semente ibrida sono più regolari come calibro e forma). Uno dei rischi insiti negli ibridi,
spiega Friedemann, è che se la ditta sementiera
decide di non produrre più quel determinato
seme, la varietà viene completamente persa,
perché i semi utilizzati fino a quel momento
rimangono di sua proprietà. Possiamo dire che
i semi non ibridi sono dunque più “liberi”. Dal
punto di vista gustativo, le carote coltivate da
Naldi da sementi Sativa hanno un grado Brix
(zuccherino) di qualche punto superiore rispetto alla media delle carote da sementi ibride.
Le abbiamo assaggiate e il gusto ci è parso più
intenso. “Per quanto riguarda la resa, aspetto
importantissimo per noi agricoltori” aggiunge
Naldi “anche se gli ibridi rimangono sempre
superiori, è anche vero che con semi non ibridi
di buona qualità il differenziale è contenuto”.
Vantaggi delle sementi non ibride
• Riproducibilità: dopo il primo raccolto,
l’agricoltore può ricavare da solo sementi
della stessa varietà.
• Capacità di miglioramento: attraverso
le selezioni in campo, queste varietà possono
essere adattate alle diverse caratteristiche
climatiche e del terreno.
• Coerenza col metodo di coltivazione
biologico e biodinamico: non utilizzando
pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici,
è importante avere piante con forti difese
naturali, favorendo la biodiversità.
Sapore: a maturazione, queste carote hanno
un grado Brix (zuccherino) migliore rispetto
a quello delle carote da seme ibrido.
• Resa per ettaro: gli ibridi danno sempre
una resa superiore, ma con semi non ibridi
di buona qualità il differenziale è contenuto.
•
L’azienda svizzera Sativa Rheinau, che lavora sulla selezione di
sementi per l’agricoltura biodinamica, è stata fondata nel 1999
nei pressi di Zurigo, ma proviene
da esperienze che risalgono agli
anni ’60. Suo obiettivo è garantire semi non OGM, adatti per
l’agricoltura biologica e biodinamica, anche grazie al coinvolgimento diretto di agricoltori,
giardinieri e consumatori.
cuorebio magazine
15
foto e styling di Sabrina Scicchitano
oggi in cucina
Ingredienti 6 persone:
Stelle di Natale con
salmone e robiola
o uova e agrumi
16
• 200 g di salmone selvaggio
• 210 g di robiola di capra
• 125 g di yogurt bianco
• 100 g di maionese
• 4 uova
• erba cipollina
• buccia grattugiata
di limone e arancia
• succo di mezza arancia
Per realizzare con facilità questa ricetta,
è preferibile avere a disposizione un tagliabiscotti e uno stampino, entrambi
a forma di stella ma di diverse dimensioni.
Tritate l’erba cipollina lavata e asciugata
e amalgamatene una parte con la robiola
e le scorze degli agrumi. Fate asciugare
in un pentolino a fuoco basso il succo
d’arancia e, quando sarà ristretto e freddo,
miscelatelo con lo yogurt e tenete da parte
in una ciotola.
Mescolate la maionese con una manciata
dell’erba cipollina rimasta e passate
al setaccio schiacciando bene. Adagiate
il salmone nello stampino, quel tanto
da coprire tutta la superficie; riempite
con la robiola e richiudete con il salmone.
Tenete in frigo fino al momento di servire.
Ponete la stella nel piatto, appoggiatevi
bene il tagliabiscotti, che riempirete con
la salsa di yogurt, decorando con le scorze
d’agrumi e l’erba cipollina. Togliete con attenzione il taglia biscotti, altrimenti si perde
la forma a stella.
Ora lessate le uova per 7 minuti in acqua
leggermente salata. Una volta fredde,
sgusciatele, passatele al setaccio e aggiustate di sale. Aggiungete un cucchiaio di
salsa allo yogurt e un po’ di bucce d’agrumi
sottilissime. Ponete il salmone rimasto e
tagliato a pezzi nello stampino e riempite
con l’impasto livellando bene con le mani.
Lasciate riposare coperto in frigorifero.
Guarnite con la salsa verde di maionese
ed erba cipollina.
Nota: la combinazione alimentare degli
ingredienti è stata eccezionalmente creata
per questa ricetta di Natale.
SCANDIA
CAPRE FELICI
AZ. AGRICOLA MORINI
MACHANDEL
carpaccio di salmone
reale selvaggio
robiola di latte
di capra
uova
maionese
Pescato al largo delle coste dell’Alaska,
viene pulito e surgelato non appena issato
a bordo nave per preservarne al meglio le
caratteristiche organolettiche e nutrizionali.
Scandia propone fette di Salmone Reale
crudo al naturale, senza additivi aggiunti.
Un formaggio dal delicato sapore leggermente acidulo e dal lieve sentore caprino,
prodotto in piccoli stampini, senza impasto
del coagulo. Ottima da sola, è un ingrediente che si presta perfettamente all’abbinamento con spezie ed erbe aromatiche.
Le uova dell’azienda agricola Morini provengono da galline nutrite con alimenti
prodotti nel mangimificio aziendale,
senza l’aggiunta di alcun colorante.
Danno una pasta fatta in casa meno gialla
della pasta ottenuta con le uova convenzionali, ma eccellente.
Dall’esperienza di Machandel arriva questa
maionese già pronta, ma buona come fosse
fatta in casa perché frutto dell’esperienza
che l’azienda mette in ogni suo prodotto.
La potete trovare in barattolo di vetro nei
due formati da 250 e da 500 g e nel pratico
formato squeeze.
cuorebio magazine
cuorebio magazine
17
Patto per la Terra
Vi ricordate? Nello scorso numero
del magazine abbiamo messo
in evidenza il progetto “Patto
per la Terra”, avviato nei negozi
Cuorebio, pubblicando un articolo
di Fabio Brescacin, presidente
di EcorNaturaSì.
Gli abbiamo rivolto qualche
domanda per approfondire
un argomento così importante:
una nuova forma di relazione
tra agricoltori, negozianti
e consumatori.
Qual è il significato del Patto
per la Terra?
Il Patto per la Terra è un patto, quindi
un accordo, che è stato sancito tra alcuni
produttori biologici, EcorNaturaSì come
azienda di distribuzione e i negozianti del
biologico. L’accordo prevede che ognuno si
assuma un impegno nei confronti dell’altro:
il produttore si impegna a produrre un
determinato prodotto, per un certo periodo
e con un certo criterio di qualità adatto anche
alle esigenze del consumatore.
Il negoziante, dal suo canto, si impegna
ad acquistare questo prodotto e a garantirne
un giusto prezzo. Qual è il giusto prezzo?
È il prezzo che mette l’agricoltore nelle
condizioni di continuare a produrre. Il Patto
per la Terra è il tentativo di creare un nuovo
tipo di rapporto economico, uscendo dal
concetto di liberismo o di libertà economica,
perché nel momento in cui ci prendiamo un
impegno lo dobbiamo mantenere. Questo
è molto importante per l’agricoltore che,
per produrre, è costretto a programmare
con largo anticipo, visto che una coltura ha
bisogno di mesi prima di essere pronta, se
non di anni, se parliamo di frutta o di altre
18
cuorebio magazine
colture arboree. Il dramma dell’agricoltore
di oggi è che produce e poi non sa se venderà,
a chi venderà e a quanto venderà. Noi
vorremmo che questo concetto del patto fosse
esteso a tutti i clienti dei negozi bio, perché il
consumatore è colui che realmente mette in
moto il processo economico, che in pratica
rende possibile l’economia. Un consumatore
consapevole è colui che conosce i presupposti
di questo processo; ed è proprio a lui che noi
vogliamo parlare, perché è grazie alle sue
scelte d’acquisto che alla fine tutto questo
diventa possibile.
Quale altro messaggio vuole essere
trasmesso attraverso il Patto?
Un altro concetto importante che vogliamo
far arrivare a tutti è la massima trasparenza.
Ogni prodotto locale, per esempio, viene
indicato con un apposito bollino.
Ci sono prodotti di varietà antiche,
particolari, che sono fuori dello standard del
mercato, che indichiamo come “Scelti per
voi”. E poi indichiamo anche la qualità e le
caratteristiche del prodotto. Abbiamo delle
aziende che sono particolarmente legate a
noi, che abbiamo identificato come “Terre
di Ecor”, con cui abbiamo stretto un patto
particolarmente forte. Noi comunichiamo
sempre anche il nome dell’azienda e del
produttore, accanto al marchio Terre di Ecor,
perché è importante che il consumatore
sia veramente il più consapevole possibile,
che capisca dove viene fatto quel prodotto,
e possa avere l’opportunità di visitare
quell’azienda, così il rapporto tra produttore
e consumatore diventerà sempre più stretto,
più cosciente.
Il consumatore come può fare
la sua parte?
Il consumatore può essere partecipe di questo
patto acquistando i prodotti, venendo nei
nostri negozi, chiedendo il più possibile,
anche insistendo fortemente, per informarsi,
cercando di acquisire sempre maggiore
consapevolezza e coscienza nei confronti
dell’agricoltura biologica e biodinamica e,
soprattutto, per conoscere cosa c’è veramente
dietro a un prodotto della Terra.
Che cosa sono i prodotti presenti
nel reparto ortofrutta evidenziati
dal cartellino “buono dentro”?
Noi produciamo bio e abbiamo dei prodotti
che non sono tutti uguali: alcuni saranno più
piccoli o difformi. Il mercato generalmente
li elimina. In realtà questo è un prodotto
buono, di eccellente qualità che a livello
nutrizionale ha le stesse qualità dell’altro,
magari è solo un po’ bruttino, più piccolo
o un po’ più storto. Li abbiamo chiamati
“Buono dentro” e il consumatore è molto
contento, perché apprezza e comprende che
quando parliamo di biodiversità, significa che
ogni prodotto naturale, ogni prodotto vivente
è diverso. L’ importante non è la sua forma,
ma che sia un prodotto sano. E poi nessun
prodotto alimentare dovrebbe essere
buttato via.
i negozi cuorebio
ti augurano buone Feste!
www.cuorebio.it
Per le vostre feste, un cremoso fine pasto
Mousse di zucca alla
mandorla e cioccolato
Ingredienti:
• 250 g di zucca pulita
• 4 cucchiai di crema di mandorle (50 g)
• 50 g di malto di riso
• 2 cucchiaini di polpa di zenzero
fresco grattugiato
• 1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere
• 60 g di bevanda di soia
• 70 g di olio di mais spremuto freddo
• 2 cucchiai di sciroppo d’agave
• 20 g di cioccolato fondente al 70%
Tagliare la zucca a cubetti e metterla in un
piccola pentola con il malto, lo zenzero e la
vaniglia. Far cuocere coperta a fuoco basso
per dieci minuti, mescolando ogni tanto.
Controllare che la zucca sia morbida e ben
asciutta e far raffreddare.
Nel bicchiere del frullatore a immersione
mettere la zucca cotta, la crema di mandorle,
lo sciroppo d’agave e la bevanda di soia.
Frullare per amalgamare gli ingredienti, poi
aggiungere a filo l’olio di mais e far montare
per cinque minuti almeno.
Ridurre in scaglie a coltello il cioccolato.
Distribuire la mousse in piccoli bicchieri
cospargendone la superficie con le scaglie di
cioccolato. A piacere si possono fare più strati
alternando mousse e scaglie di cioccolato.
Coprire con pellicola e raffreddare in frigo
per almeno due ore.
A cura delle sorelle disanapianta
www.disanapianta.net
cuorebio magazine
19
salute e benessere
inverno e difese
immunitarie
Con l’arrivo dell’inverno, negli studi medici
viene posta sempre più spesso la domanda:
cosa si può prendere per rafforzare il sistema
immunitario? L’accresciuta consapevolezza
dei pazienti e il desiderio di godere di una
medicina preventiva e non solo sintomatica
rappresentano sicuramente un elemento positivo e importante sulla strada di una vera
alleanza terapeutica tra medico e paziente.
Spesso, tuttavia, questa richiesta si risolve
solamente nell’aspettativa di un prodotto o
di un medicamento che “faccia il lavoro” per
noi, in modo tale che le fastidiose malattie
invernali non ci disturbino nel nostro “funzionare a mille” quotidiano.
Un sistema complesso
Il nostro sistema immunitario rappresenta un meccanismo complicatissimo e
altamente differenziato: ci permette di mantenere i confini tra noi e il mondo, evitando
che determinati agenti patogeni possano
proliferare e scatenare una malattia. L’attenzione per il sistema immunitario è enormemente cresciuta negli ultimi anni, sia perché
- giustamente - si dà sempre più importanza
alla prevenzione, sia perché le patologie di
questo apparato, immunodeficienze e patologie autoimmuni, o anche solo allergie e intolleranze alimentari, sono drammaticamente
aumentate. Con l’approssimarsi dell’inverno,
l’aumentato stress lavorativo e le più rigide
condizioni climatiche favoriscono l’indebolimento delle difese dell’organismo, il che
apre la strada alle comuni, ma comunque
fastidiose e spesso sottovalutate, infezioni
virali acute invernali. Queste malattie posso-
no interessare ogni distretto dell’albero
circolatorio (dal rino-faringeo ai bronchi)
fino a degenerare in patologie più severe
o generalizzate, come l’influenza, le bronchioliti, le polmoniti.
La gravità di queste patologie può essere
molto varia ed è presumibilmente dipendente dal grado d’immunità dell’individuo.
Come si può fare dunque a mantenere questo
sistema difensivo in buono stato?
Come mantenerlo “in salute”
Premesso che studi sempre più numerosi
di psico-neuro-endocrino-immunologia
(disciplina che studia le correlazioni tra la
nostra vita interiore e il sistema nervoso,
ormonale e immunitario) mostrano come il
sistema immunitario sia sensibile allo stile
di vita e all’atteggiamento interiore
(positività, motivazioni e ideali ci mantengono più forti), troviamo un primo aiuto nel
regolare l’alimentazione: gran parte del sistema immunitario si trova a livello dell’apparato digerente. Una digestione efficiente
evita una fatica inutile al sistema immunitario quindi, salvo patologie gastriche e
con un’alimentazione sana ed equilibrata,
ricca di verdure, frutta e cereali, si possono
assumere alcune gocce amare (per esempio
di genziana e imperatoria combinate assieme) in acqua prima dei pasti come tonico
digestivo. Tonici ad azione più ampia, che
svolgono una funzione stimolante diretta
sul sistema immunitario e/o immunomodulante, ci vengono per lo più dalla tradizione
orientale. Ve ne cito qui solamente due tra
i tanti: l’astragalo cinese (Astragalus
membranaceus) ed il ginseng (Panax
ginseng). Ambedue si possono assumere a
scopo profi lattico per periodi limitati, sempre però sotto controllo medico, perché non
sono privi di controindicazioni (soprattutto
l’abusato ginseng). Per giungere alle nostre
longitudini, meritano di essere menzionati
come possibilità profi lattiche la propoli e
l’echinacea. La propoli svolge nel mondo
dell’alveare una funzione analoga al nostro
sistema immunitario: “Verso la fine della
bella stagione e in vista dei rigori invernali,
le api bottinatrici iniziano la raccolta della
resina dai germogli di foglie e dalle cortecce di varie specie di alberi. Questa resina
è trasformata in propoli e impiegata come
materiale da costruzione e da difesa per l’alveare. Tutte le fessure e i buchi dell’alveare,
inferiori a 4,5 mm, vengono sigillati con la
propoli. Al fine di mantenere l’alveare libero
da microbi, la propoli viene anche impiegata
come materiale di rivestimento delle pareti,
soprattutto quelle della camera della regina.
Anche i resti di eventuali insetti che si siano
introdotti nell’alveare vengono ricoperti di
propoli per evitare pericolose proliferazioni
di batteri”. (da “Manuale di fitoterapia” di F.
Perugini Billi, Edizioni Junio). Accanto alle
ben note proprietà antibatterica, antisettica,
antivirale e antielmintica, molti autori le attribuiscono anche un’azione immunomodulante che, associata alle altre, conferirebbe
una maggiore resistenza alle infezioni.
Forse non tutti sanno che l’echinacea
(Echinacea angustifolia DC), invece, è una
pianta che veniva comunemente utilizzata
dagli uomini-medicina delle tribù indiane
del Nord America per molte affezioni (ascessi, morsi di animali, avvelenamenti, crampi
di stomaco) e che poi venne studiata in modo
molto approfondito dai medici della Scuola
di medicina eclettica (una corrente che si
rifaceva a un’antica corrente medica greca).
Attualmente l’echinacea è ritornata in auge
proprio per la sua attività immunostimolante (aumenta in vitro la fagocitosi e ha
un’azione antivirale-antinfiammatoria).
Sia la propoli che l’echinacea possono
dare, raramente, problemi in soggetti allergici. L’echinacea, in particolare, dovrebbe
essere usata sotto controllo medico nelle
patologie autoimmuni.
i nostri consigli
1 Cannella in canna
Giardino Botanico dei Berici
Pungente e calda, la cannella dona a tutte
le pietanze un aroma inconfondibile.
Può essere utilizzata per tante ricette ed
è l’ideale per arricchire i dessert: celebre
è per esempio l’abbinamento con la mela.
Perfetta per i piatti per le feste, viene utilizzata
anche per tisane e infusi.
2 Balsamo labbra in stick
Italchile
Un balsamo labbra che, grazie alla rosa mosqueta, al burro di karitè e alla calendula, contribuisce a mantenere la naturale idratazione
e morbidezza delle labbra. La particolare texture ne favorisce l’applicazione, lasciando un
leggero film protettivo che aiuta a proteggere
la pelle dalle aggressioni climatiche.
Perfetto per il freddo ormai alle porte.
3 Tisana ai frutti rossi
Valverbe
Una tisana dissetante, ma perfetta anche
per riscaldarsi nelle fredde giornate invernali.
Nasce dalla combinazione di frutti di rosa canina, fiori di karcadè, bacche di sambuco, foglie
di fragola, lampone e ribes nero che maturano
lungo i sentieri di campagna, nei boschi ombrosi e nelle fitte siepi. È infine arricchita
con aroma naturale di lampone.
4 Tisana al melograno
Valverbe
Tutte le virtù del melograno per un infuso gradevole, dal gusto pieno e naturalmente dolce.
Accanto al melograno, tra gli altri ingredienti
troviamo frutti di rosa canina, foglie di fragola,
arancio, karkadè e aroma naturale di arancio.
5 Crema mani al melograno
Weleda
Questa crema mani fa parte della linea al melograno di Weleda. È una crema mani con olio
di sesamo burro di karitè. Stimola la rigenerazione delle cellule, contribuisce a contrastare
l’invecchiamento e a trattare la pigmentazione
cutanea. Si assorbe facilmente, lasciando sulle
mani una piacevole profumazione speziata.
A cura della redazione di Valore Alimentare
www.valorealimentare.it
20
cuorebio magazine
cuorebio magazine
21
il valore della qualità di Roberto Pinton
notizie dal mondo bio
LA SPIGA BIO
ANTICO MOLINO ROSSO
gnocchi
biopizza
istantanea
Dall’esperienza e dalla
passione de La spiga bio
nella produzione di pasta,
gnocchi e spätzle arrivano
questi squisiti gnocchi di
patate la cui ricetta non
prevede l’uovo.
Da novembre disponibili
nel nuovo formato da 400g.
Per un’ottima pizza di farro,
grano tenero e grano khorasan
KAMUT®. La confezione,
riciclabile 100%, contiene la
farina miscelata con lievito
istantaneo che fa lievitare la
pizza in cottura, riducendo
i tempi di preparazione.
Adatto agli intolleranti
al lievito Saccharomyces
cerevisiae.
pubblicità leale
RAPUNZEL
burro di cacao
porzionato
Proveniente dal progetto
“Hand in Hand” di Rapunzel,
è un’alternativa vegetale al
classico burro. Può essere
impiegato per torte e glasse
ed è l’ideale per preparare
in casa il cioccolato.
Si presenta in dischetti da
sciogliere a bagnomaria a
30-35°C prima di mescolarlo
con altri ingredienti.
ALCE NERO
LINEA BABY FOOD
omogeneizzato
pera
Questo omogeneizzato è
prodotto solo con pere italiane.
La ricetta, studiata per lasciare
inalterato il gusto della frutta,
permette di nutrire i bambini
senza l’utilizzo di aromi, amidi
e coloranti, ed è dolcificata solo
con gli zuccheri della frutta.
La Soil association (l’organizzazione biologica britannica) ha concordato con l’authority
nazionale per la vigilanza sulla corretta pubblicità una serie di dichiarazioni utilizzabili
nell’informazione sul bio.
La Commissione europea dichiara che la
produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di
produzione agroalimentare che combina le
migliori pratiche ambientali, un alto
livello di biodiversità, la salvaguardia
delle risorse naturali, l’applicazione di
criteri rigorosi di benessere degli animali e
una produzione in linea con le preferenze di
alcuni consumatori per prodotti ottenuti con
sostanze e procedimenti naturali. Il metodo
biologico fornisce beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere
degli animali e allo sviluppo rurale. Nessun
sistema di allevamento ha livelli di benessere
animale superiori a quelli delle aziende agricole che seguono gli standard biologici.
Gli animali sono allevati senza l’uso di routine di farmaci, antibiotici e antiparassitari,
il mangime è OGM-free, il pollame è libero.
• Gli standard biologici proibiscono piante
e ingredienti OGM, grassi idrogenati
e additivi discussi (aspartame, coloranti,
glutammato).
• Gli agricoltori biologici lavorano con
la natura, costruendo la fertilità del suolo
con la rotazione delle colture e seminando
leguminose come il trifoglio.
• Un ettaro biologico rilascia meno gas serra
di uno convenzionale. Scegliendo prodotti
biologici locali e di stagione riduci fortemente la tua impronta ecologica.
•
L’agricoltura biologica crea un suolo vivente
e in salute.
• L’agricoltura biologica è più resistente alla
siccità e quindi più resiliente all’impatto
dei cambiamenti climatici.
• L’agricoltura biologica è migliore per la
salute a lungo termine del suolo, le aziende
biologiche hanno suoli più sani.
• L’agricoltura biologica può aiutare a combattere i cambiamenti climatici perché sequestra anidride carbonica del suolo.
• Biologico significa lavorare di più con
la natura e non contro di essa.
• Gli standard biologici evitano la maggior
parte dei trattamenti con sostanze chimiche
e promuovono la biodiversità.
•
Le aziende agricole biologiche sono un rifugio
per animali e piante spontanee e ospitano api,
uccelli e farfalle; globalmente, piante, insetti
e uccelli sono più abbondanti del 50% e con
il 30% di specie in più.
Il governo britannico ha dichiarato
che l’agricoltura biologica è migliore
per flora e fauna selvatiche, riduce
l’inquinamento da sostanze chimiche
di sintesi, produce meno CO2 e meno
rifiuti pericolosi.
Ma non occorre andare a Londra, abbiamo
44.000 aziende biologiche anche qui in Italia!
REDORO
22
vecchio cacio
di Pienza
olio extravergine
d’oliva da 3 lt
Dai verdi pascoli della Val D’Orcia,
in Toscana, arriva il latte di pecora
utilizzato per produrre questo
formaggio dal gusto dolce e
delicato. Stagionato 120-150
giorni in apposite celle, è un
formaggio a pasta morbida
e compatta, perfetto con
le verdure di stagione.
Un olio estratto a freddo, di
colore giallo oro con riflessi verdi,
confezionato in latta da 3 lt. Il suo
gusto delicato lo rende perfetto
per esaltare i sapori di tutti i piatti
della dieta mediterranea, sia caldi
che freddi.
cuorebio magazine
cuorebio magazine
23
il gesto quotidiano di Marco Geronimi Stoll
contiamoci
Sarà perché a Natale si è buoni di default,
ma qualcosa di inaspettato sta succedendo
sul pianerottolo tra la signora A ( quella così
attenta all’etica e all’ambiente) e la signora B,
attenta piuttosto all’ammirazione altrui (per
auto, vestiti, gingilli elettronici...) e decisamente propensa al consumismo.
Di solito sono le tipiche dirimpettaie di
pianerottolo che si incontrano pochissimo
pur vivendo così vicine. Questa arte del
non-incontrarsi è tipica della dimensione
urbana, non siamo né “prossimo” né “estranei”, ma “condòmini”, una terza condizione
in cui l’individualità spesso per sopravvivere
diventa nevrotica: lo zerbino diventa un Muro
di Berlino e in ascensore ci si saluta senza
guardarsi e poi si sta zitti.
Non ora, nel periodo di Natale, a quanto
pare; anzi le due signore si invitano reciprocamente a prendere un caffè. E con la tazzina
in mano eccole a raccontarsi rilassate le proprie aspirazioni per il 2014 in modo sincero,
finalmente senza che B debba troppo darsi
le arie per apparire superiore e senza che A
faccia troppo proselitismo per convertirla
alla Causa.
È il momento dei buoni propositi: A si
entusiasma per qualche idea etica o ambientale che faccia meno male al Pianeta e B le
risponde che secondo lei “ purtroppo siete
così in pochi che il vostro sforzo non riuscirà
a cambiare il mondo neanche di un pelino”.
Attenti, non è detto che la signora B abbia
torto, la questione non è banale né retorica:
come si fa a sapere davvero l’efficacia di ciascuna delle nostre buone pratiche? Occorre
sapere quanti siamo effettivamente: a usare
la bici, a chiudere il rubinetto mentre ci si
lava i denti, a lasciare aperto il freezer meno
tempo possibile, eccetera. Questi piccoli gesti
apparentemente banali e poco influenti sono
migliaia e spesso sono inediti.
E fanno la differenza. Davvero possiamo
coltivare pomodori sul balcone? Davvero
quelle imbarazzanti coppette funzionano
meglio degli assorbenti? Davvero i pannelli
di canapa alle pareti fanno risparmiare così
tanto sul riscaldamento?
Ci sono migliaia di buone pratiche possibili,
occorre scoprirne alcune, collaudarle, migliorarle, diffonderle e infine contarsi, per sapere
in quanti siamo noi che le applichiamo. Ieri
sarebbe stato difficile, oggi c’è internet.
E c’è un social network apposta, dove ci
si conta per contare: www.contiamoci.com
Lì la signora A ha scoperto cose che
interessano anche a B, o almeno la incuriosiscono: come usare l’olio invece delle creme
idratanti, come dimezzare il detersivo, come
stirare senza ferro da stiro, come cuocere
il pesce mettendolo in un vasetto ermetico
in lavastoviglie... Migliaia di gesti quotidiani
per migliorare il mondo. Anche voi: provateci
e ci riuscirete, contateci.
terapie naturali
l’osteopatia
L’osteopatia è l’espressione di una filosofia
che riconosce nell’individuo un’unità funzionale nella quale non è possibile separare le
strutture psichiche, viscerali e somatiche.
È in questa visione di insieme che il
fondatore della pratica Andrew Taylor Still
(1828-1917) e i suoi successori giungono alla
conclusione che molte malattie possono
essere trattate correggendo o semplicemente
inducendo al cambiamento mal posizioni
anatomiche che interferiscono con la circolazione sanguigna, l’attività neurologica
e neurovegetativa.
Qualunque sia il disturbo presentato,
l’osteopata lavora, servendosi delle mani,
sull’integrità della struttura che supporta la
funzione compromessa, così come sulle relazioni con le strutture e le funzioni circostanti,
attraverso manovre dette manipolazioni.
Il concetto di movimento è il cardine della
24
cuorebio magazine
filosofia osteopatica e condiziona ogni ragionamento clinico dell’osteopata, che, quindi,
ricerca nel paziente ciò che è bloccato o
ipermobile, una restrizione o una lassità, ciò
che non scorre bene rispetto a una struttura
contigua. Questa alterazione della “libertà
di movimento” spesso origina una catena di
scompensi (posturali, organici, nervosi…) con
relativi tentativi di compensazione (strutturali, viscerali, neuro-emozionali).
È in questo quadro olistico, unito alla convinzione che il corpo possiede meccanismi di
autoregolazione e autoguarigione,
che il lavoro osteopatico trova la sua validità
terapeutica.
L’approccio si caratterizza nel seguire
il senso della natura umana, aiutando il
paziente a guarire, senza fermarsi ai sintomi,
che spesso evocano un linguaggio di mancata
adattabilità sia intracoporea che ambientale.
Le manipolazioni osteopatiche si avvalgono
di metodiche che vanno dalle più comuni
tecniche strutturali, come il thrust (rumore),
a tecniche miotensive (muscolari), fasciali,
viscerali, neurovegetative, fino alle manovre
dette cranio-sacrali, che interagiscono con
ritmi corporei che ci contraddistinguono sin
dallo stato embrionale.
Le indicazioni terapeutiche per rivolgersi a
un osteopata sono le più disparate, dai disturbi muscolo-scheletrici fino alla qualità dello
stare bene con se stessi.
Si differenzia dalla chiropratica sia
nell’approccio, che per quest’ultima risulta
più rivolto allo specifico e meno d’insieme,
sia nelle tecniche, che nella chiropratica sono
prevalentemente correzioni di aggiustamento
tramite thrust, tese a condizionare la funzionalità articolare e neurofisiologica.
Claudio Peloso Osteopata D.O.
Dottore in Osteopatia
Diplomato presso il C.E.R.D.O. Centre pour
l’etude, la recherche et la diffusion osteopathiques con sede a Roma nell’anno 2006
Iscritto al Registro Osteopati d’Italia (R.O.I.)
tessera n.1492
Svolge la sua attività a Verona.
email: [email protected]
cuorebio magazine
25
la camminata nel labirinto, una delle attività proposte
durante il soggiorno in Abruzzo
l’angolo dei più piccoli
creatività e gioco
gnomo
di Natale
tradizioni
di Natale
In Francia.
Babbo Natale non lascia i suoi
regali sotto l’albero di Natale,
ma dentro le scarpe dei bimbi.
Il presepe, chiamato creche,
è molto popolare. Si brucia il
“Legno di Natale”, un grande ceppo che deve ardere durante tutto
il giorno di Natale, dopodiché
si mangia la “Buche de Noel”,
una torta al cioccolato che
assomiglia a un piccolo tronco.
cappello
turismo sostenibile
un modo diverso
per festeggiare
l’anno nuovo
A Capodanno è possibile vivere un’esperienza
fatta anche di consumi sobri, cucina biologica
e vegetariana, tempi lenti, disintossicazione
tecnologica (i cellulari durante il giorno vanno tenuti rigorosamente spenti) trascorrendo
quattro giorni in Abruzzo. Con sede in un
casale a 770 metri di altitudine, il Casale Le
Crete a Tagliacozzo, nella Marsica, propone
escursioni sempre affascinanti e selvagge –
anche se c’è molta neve, con le ciaspole.
I luoghi sono quelli di un’Italia “minore”, poco conosciuta, ma ricca di paesaggio
e natura. Le montagne sono tra le più alte
dell’Appennino, parliamo del Parco regionale
Sirente-Velino, la cui cima più alta, appunto
il Velino, raggiunge i 2.489 metri. Paesini
26
cuorebio magazine
caratteristici (Tagliacozzo, Scurcola, Rosciolo), siti archeologici (Alba Fucens), chiese
romaniche di rara bellezza (Santa Maria in
Valle Porclaneta, San Pietro in Albe). E alla
sera tutti vicino al camino, nello spirito della
condivisione, oppure all’aperto a osservare le
stelle.
Organizza il viaggio la Compagnia dei
Cammini, associazione che promuove il
turismo responsabile attraverso esperienze
di cammino in Italia e all’estero con guide
professioniste. Attenti alla salute, anche della
madre terra, durante i viaggi a piedi si punta
alla valorizzazione dell’alimentazione bio e
naturale - a base di prodotti locali - e vegetariana. Fondamentale, inoltre, è l’incontro
con chi vive nei luoghi in cui si organizzano
i cammini, nello spirito di un vero turismo
consapevole e a sostegno di territori meravigliosi e, in alcuni casi, dimenticati. I colori
solari e luminosi scelti per l’ometto di pietre
del logo, simbolo per eccellenza del cammino, sottolineano i valori della Compagnia dei
Cammini che lavora con gioia e impegno per
un mondo migliore.
Sono circa 100 i viaggi a piedi della durata
di una settimana che ogni anno vengono
organizzati per tutti i gusti e tutte le tasche.
Si va dal trekking classico, anche in
compagnia degli asinelli, dalla barca a vela
con trekking, al cammino profondo (Deep
walking) con esperienze di meditazione
camminata. Deep Walking è un modo nuovo
di meditare e di camminare. Una camminata
profonda, in cui si parte presto la mattina, si
fanno esercizi di Qu Gong prima di colazione
per preparare i muscoli e la mente, poi, invece di fermarsi a meditare, lo si fa camminando in silenzio in luoghi dalla forte carica
energetica.
Questo progetto è stato ideato da Luca
Gianotti, guida di montagna da vent’anni,
che ha descritto la sua esperienza in un libro
che ha avuto un buon riscontro (L’arte del
camminare, Ediciclo 2011) e che, da studioso
di filosofia e praticante di arti orientali, ha
miscelato le sue esperienze in una formula
nuova che trova le sue radici nel buddismo
zen e nello sciamanesimo tolteco.
PER INFORMAZIONI:
www.cammini.eu
In Germania.
Qui si utilizzano moltissimo il calendario e la ghirlanda dell’Avvento
per indicare quanti giorni mancano
al Natale. I bimbi ricevono i doni
da San Nicola (St. Nicholas).
collo
corpo per 2
Materiale
Ciniglia color rosso
Lana da imbottire
Tricot (maglina)
Cartoncino rigido
Procedimento
Corpo: tagliate due pezzi di ciniglia seguendo il carta modello, cuciteli a punto macchina,
anche detto punto filza, avendo l’accortezza
di lasciare un’apertura sul bordo superiore
per infilare la testa. A questo punto potete
imbottire il corpo con della lana cardata o
con del cotone.
Testa: prendete della lana da imbottire e fate
una pallina della grandezza desiderata per la
testa del vostro gnomo. Fate attenzione che
la lana sia ben compatta e uniforme e che la
testa sia ben proporzionata al corpo. Lasciate
che un po’ di lana avanzi alla base della testa,
avvolgetela per qualche giro su se stessa, così
da creare un piccolo collo. A questo punto ri-
vestite completamente la testa con la maglina
per il viso (tricot). Chiudete alla base della testa con diversi giri di filo, facendo un piccolo
cappio. Inserite la testa nell’apertura del collo
e fissatela al resto del corpo con dei punti nascosti. Ricordate che la testa deve essere ben
salda per evitare che possa ciondolare.
Cappello: Tagliate un altro pezzo di ciniglia
rosso seguendo sempre il carta modello, cucitelo a punto macchina, imbottitelo con la lana
e posizionatelo sulla testa dello gnometto.
Fissatelo con dei punti nascosti sia alla testa
sia alla parte posteriore del corpo.
Rifiniture: sbizzarritevi con la fantasia facendo delle decorazioni natalizie con del filo
dorato (ad esempio delle stelline). Se volete,
potete anche fa passare il filo dorato sulla
sommità del cappello così da poter appendere
lo gnometto.
A cura del Gruppo lavori manuali
della scuola Steiner Waldorf di Verona
www.scuolawaldorfverona.it
In Finlandia.
Oltre al classico albero di Natale,
viene preparato all’esterno delle
case un secondo alberello per gli
uccellini. Si tratta, infatti, di un
covone di grano legato a un palo
e addobbato con semi appetitosi. Anche in altri paesi c’è questo
simpatico pensiero verso i piccoli
volatili che riempiono con il loro
cinguettio le ore della giornata.
Ad esempio in Germania, soprattutto nel sud, la gente sparge dei
grani sul tetto delle case affinché
anche gli uccellini possano far festa
il giorno di Natale.
In Polonia
La vigilia di Natale è chiamata Festa della Stella e la tradizione vuole
che, sino a quando non compare in
cielo la prima stella, non si debba
iniziare la cena. Le famiglie polacche celebrano il Natale con un pasto di 12 portate. Si lascia sempre
un po’ di spazio in tavola, in caso
arrivi un ospite inatteso. In molte
case ancora oggi si mettono dei
covoni di grano nei quattro angoli
della stanza, in memoria della stalla
dove nacque Gesù Bambino.
cuorebio magazine
27
angolo delle buone pratiche
inverno: riduciamo
i consumi
e gli sprechi
Ottobre è stato il mese in cui abbiamo messo
in funzione gli impianti di riscaldamento.
Si accendono le caldaie e insieme a loro gli
aumenti delle bollette e gli sprechi. Le dispersioni hanno conseguenze sia sull’ambiente,
con l’aumento di emissioni di CO2, che direttamente sulle spese di riscaldamento. È però
possibile contenere tali costi risparmiando
tra il 20% e il 40% semplicemente correggendo alcune abitudini sbagliate o con interventi
poco invasivi sugli edifici esistenti.
Cambiare le cattive abitudini
Il comfort è ottenibile attraverso una serie di
accorgimenti rivolti al corretto uso della casa
28
cuorebio magazine
e dei suoi sistemi di riscaldamento.
La temperatura interna dei locali deve
essere mantenuta il più possibile costante
nell’arco della giornata e non superare i 19°C;
questo permette alla caldaia di evitare sprechi di accensione e spegnimento. In tal modo
si evitano i consumi necessari per portare
alla temperatura desiderata gli ambienti
della casa. È importante, inoltre, mantenere
al minimo il riscaldamento durante le ore
notturne, evitando così accensioni superflue
dell’impianto.
Gli errori più comuni che causano sprechi
sono: la copertura dei termosifoni con copricaloriferi e l’asciugatura di panni bagnati sui
radiatori; ogni tipo di ostacolo non permette
la corretta circolazione dell’aria calda, riducendo così l’efficienza dell’impianto.
La prestazione dei caloriferi migliora se si
esegue lo spurgo degli elementi a ogni inizio
stagione. Si eliminano così eventuali bolle
d’aria che sono la causa del raffreddamento
degli elementi radianti.
Anche l’areazione degli ambienti può
essere fonte di spreco se fatta nelle ore diurne
in cui l’impianto è in funzione; è consigliabile
un buon ricambio d’aria il mattino, quando il
riscaldamento è spento. È sempre bene ricordasi che al tramonto del sole è utile chiudere
persiane o tapparelle per evitare che il calore
raggiunto negli ambienti sia dissipato
dalle superfici vetrate.
attualità
Piccole migliorie
Per migliorare le prestazioni dei singoli
termosifoni è possibile porre tra il muro e
il calorifero dei pannelli isolanti riflettenti
che indirizzino il calore nell’ambiente senza
dissiparlo verso il muro esterno. È possibile
inoltre montare delle valvole termostatiche
che, abbinate ad una caldaia a condensazione,
permettano di controllare la temperatura in
modo diverso stanza per stanza.
Interventi di maggiore impegno economico possono essere considerati la sostituzione
dei serramenti con infissi di legno a taglio
termico con doppio/triplo vetro o la posa di
un isolamento esterno ai locali d’abitazione,
che rende l’involucro edilizio uniforme e compatto a livello termico. Il cosiddetto cappotto
può essere realizzato con pannelli di sughero
naturale in lastre, da applicare direttamente
sulle superfici esterne.
Tutti gli interventi che portano un miglioramento energetico possono godere di detrazioni fiscali previste per legge. È evidente che
l’investimento economico iniziale sarà ripagato sia con un risparmio considerevole sulle
bollette energetiche che fiscalmente, attraverso le detrazioni. Non è trascurabile, inoltre,
l’evidente guadagno in termini di comfort
riscontrabile in una abitazione correttamente
riscaldata.
Tutti gli accorgimenti che possiamo adottare per migliorare le nostre case entrano
d’obbligo nella costruzione di un nuovo edificio o nella ristrutturazione di edifici esistenti.
È bene sapere che questi tipi d’interventi
implicano dei costi sicuramente maggiori
poiché nella progettazione ecocompatibile i
materiali utilizzati sono più onerosi rispetto
all’edilizia tradizionale, ma che il benessere
di cui l’utente potrà beneficiare risulterà
sicuramente più elevato.
Pubblichiamo volentieri questo contributo
trasmessoci dalla dottoressa Laura Borghi,
membro del Comitato scientifico di Aipma
(Associazione italiana pazienti della medicina antroposofica) e presidente di Sima
(Società italiana di medicina antroposofica).
Gianluca Carcano, architetto
Milena Dipalma, ingegnere
“La cura della salute è insieme interesse
sociale e individuale e la libertà di scelta
del malato e del medico dovrebbero essere
la cura della salute
e la medicina
antroposofica
Il quadro odierno e le prospettive future
rispettate, tenendo conto delle differenziazioni possibili nella scelta di un metodo
diagnostico-terapeutico piuttosto che di un
altro, nella complementarietà di più approcci,
nell’integrazione di diverse possibilità adatte
e sinergiche. Molto dipende dalla nostra
concezione di vita, dalle scelte professionali
o famigliari, dalla concezione che abbiamo di
uomo, donna, bambino, anziano e mondo, nei
risvolti pratici quotidiani oltre che nelle scelte
di base esistenziali.
La medicina antroposofica rientra nel quadro delle cosiddette medicine non convenzionali (Mnc); trova la sua origine nel centro Europa, quasi un secolo fa, come ampliamento
della medicina convenzionale. Quest’ultima
limita il suo interesse allo studio dei complessi meccanismi attivi nel corpo fisico dell’uomo, cercando di ripristinarne le funzioni
quando sono fuori uso; l’ampliamento introdotto dalla medicina antroposofica si riferisce
alla costituzione dell’uomo dotato di funzioni
vitali che mantengono le sostanze del corpo
fisico entro l’ambito adatto alla vita umana.
La vita umana si svolge come biografia, tra
nascita e morte, con un filo continuo segnato
da eventi individuali sperimentati nella propria interiorità in modo soggettivo ed espressi nelle relazioni sociali e nel comportamento. La complessità della vita può portare a
riconoscere piani diversi che si intersecano e
interagiscono. Le medicine non convenzionali
portano caratteristiche diverse: tutte cercano
di considerare l’uomo nella sua integrità, secondo caratteristiche individuali, nel rispetto
dell’ambiente e dei rapporti sociali e naturali.
Importante suona qui il rispetto della scelta
di cura che dipenderà dalla concezione che
il paziente ha di sé o delle persone vicine. La
libertà di scelta terapeutica, per i cittadini e
per i medici, è fondamentale. È bene che ci
cuorebio magazine
29
siano delle linee guida per la prescrizione di
cure e per le indicazioni degli iter diagnostici.
Vorremmo, però, che fossero, appunto, linee
guida mediche, integrabili da una medicina
complementare.
Il corpo è tenuto in vita da forze che non
sono solo quelle meccaniche e fisiche, ma che
sono ugualmente quantomeno fisiologiche,
per il funzionamento di una vita psichica e
spirituale. Rispettiamo la scelta di chi preferisce o accetta di curare un “male” cercando
di contenerlo, reprimendolo o annullandolo.
Lenire la sofferenza e rendere sopportabile il
dolore mentre si avvia il processo di guarigione è il primo atto medico, ma vorremmo poterlo fare scegliendo, di volta in volta, i mezzi
più adeguati. Rispettiamo e collaboriamo con
la medicina accademica che fa questo con
mezzi talvolta dai risultati sorprendenti, così
come collaboriamo e rispettiamo i colleghi
delle diverse Mnc.
Nel 2002 la Federazione degli ordini dei
medici e odontoiatri riconobbe 7 + 2 medicine
e pratiche non convenzionali, tra cui la medicina antroposofica, pienamente riconosciuta
in Germania (paese dell’Unione Europea) e in
Svizzera a tutti gli effetti per quanto riguarda
i medicinali antroposofici; ma questo riconoscimento ordinistico non poteva avere valore
di legge. In quegli anni una commissione mi-
nisteriale aveva anche cercato di caratterizzare e trovare parametri di riferimento validi
per l’omeopatia e la medicina antroposofica,
ma senza giungere a conclusioni. Rimane
così che una decisione assunta dagli Ordini
professionali non ha valore di legge.
In Italia, in assenza di una legge sulle Mnc,
un accordo tra Stato Regioni del febbraio
2013, non ancora entrato nella fase di recepimento, dovrebbe avere comunque valore
di legge per garantire la qualità della formazione e il conseguente censimento dei professionisti di Mnc tramite gli ordini dei medici.
La medicina antroposofica rientrerebbe nella
pratiche affini all’omeopatia. Nell’attuale
situazione di estrema labilità politica si sono
inoltre riattivate proposte di legge che, in teoria, potrebbero risolvere la carenza in questo
ambito.
Dopo anni di lavoro per l’affermazione del
diritto di esistere, riusciremo a non scomparire in Italia?
Al paziente e al medico forse può importar
poco di un riconoscimento di un indirizzo
terapeutico, quando il medico può esercitare
la professione già in quanto tale. Ma a parte
l’importanza di chiamarsi con il proprio
nome, e non è secondario, una problematica
urgente riguarda i medicinali. La direttiva
europea del 2001 viene recepita in Italia nel
2006 per il medicinale omeopatico e antroposofico. I Paesi che aderiscono all’Unione
Europea hanno l’obbligo di recepire le direttive, ma possono legiferare direttamente sulle
materie ivi disciplinate, pur se in accordo
con il testo di Bruxelles. Per gocce, diluizioni, triturazioni in formulazione di efficacia
consolidata negli anni, per le fiale e diverse
preparazioni che il farmacista non è in grado
di preparare in laboratorio, non è accettabile
perdere la formulazione industriale.
Se scomparissero i medicinali antroposofici, se la professionalità dei medici a indirizzo
antroposofico non fosse riconosciuta, noi
rimarremmo medici di professione, ma senza
la libertà di curare. Il sistema della medicina
antroposofica necessita, invece, di professionisti esperti che possano anche trasmettere le
conoscenze e l’esperienza maturate. Necessita
di medicinali che curano rispettando l’uomo
nelle sue componenti costitutive, garantendone l’integrità. Non è questione di sopravvivenza, è questione di qualità di vita, e dignità
umana da poter offrire ai pazienti.”
notizie dal mondo bio
CUOR DI MIELE
GALLONI
miele di acacia
squeeze
speck Alto Adige
IGP
Cuor di miele seleziona,
nelle regioni più vocate,
i mieli biologici italiani.
Dalle fioriture di Emilia
Romagna e Toscana nasce
il miele di acacia, ideale per
addolcire dolci e bevande.
È disponibile nella pratica
confezione da 250 g con
dosatore antigoccia.
Lo speck Alto Adige IGP è il
fiore all’occhiello di Galloni.
Viene proposto in trancio
da 1 kg sottovuoto.
Ciò vi consentirà di gustarlo
affettandolo al momento.
Tagliato a dadini è un ottimo
aperitivo e un ingrediente
perfetto per tante gustose
ricette.
CASCINA BIANCA
Per ulteriori informazioni
www.medicinaantroposofica.it
www.aipma.it
yogurt magro
alla nocciola
IGP Piemonte
CANSIGLIO
scandola
per piastra
Uno yogurt denso e
cremoso, il cui sapore
delicato è arricchito dal
gusto unico della nocciola
Piemonte IGP. Coltivata
tra le province di Cuneo,
Asti e Alessandria questa
nocciola si contraddistingue
per le eccellenti qualità
organolettiche.
Un formaggio a pasta
semipressata la cui forma ricorda
la “scàndola” ovvero, in veneto,
l’assicella di legno usata per
la copertura dei tetti. Si può
affettare e cuocere alla piastra
senza colature perché la crosta
edibile ne mantiene la forma.
CA’ VERDE
scamorza
affumicata
Un formaggio a pasta filata con
un gusto dolce e aromatico, una
pasta di colore bianco ambrato
e un buccia dorata. Infatti, dopo
un breve periodo di maturazione,
questa scamorza viene esposta per
l’affumicatura, come da tradizione,
al fumo sprigionato da trucioli
di faggio.
30
cuorebio magazine
novità
Pain d’epices
al Cranberry
Ispirato alla tradizionale ricetta
nord-europea, il Pan speziato
Baule Volante è prodotto con miele
e senza olio di palma o altri grassi.
Delizioso a colazione, è ideale per
il tè del pomeriggio o con il gelato.
Disponibile nei tre gusti Cranberry,
Miele, Uvetta.
cuorebio magazine
31
l’angolo del giardino
oggi leggiamo...
Una zucchina
non fa primavera. Guida alla
Andare a piedi.
Filosofia del
camminare
il cumulo: dalla teoria alla pratica
Salviamo il
paesaggio!
frutta e alla verdura
(e non solo) di
stagione
Io lo so fare.
Piccola guida
all’autoproduzione
manuale, creativa
ed ecologica. Far
da sé, non sprecare,
risparmiare
ROBERTA FERRARIS
FRÉDÉRIC GROS
LUCA MARTINELLI
DI MARINELLA CORREGGIA
Terre di Mezzo Editore
Garzanti
Altreconomia edizioni
Altreconomia Edizioni
Quando si raccolgono i carciofi?
E le rape? E qual è la stagione di
melanzane, zucche, fave, taccole e
albicocche? E con i cardi che piatto
si può preparare? Domandarsi qual
è il tempo giusto in cui maturano frutti e ortaggi consente di
portare in tavola i sapori migliori
dell’anno, risparmiando.
Una guida pratica per riconoscere
la stagionalità, con cento ricette.
Un libro originale che ci fa riscoprire la bellezza e la profondità del
camminare e il senso di libertà, di
crescita interiore e di scoperta che
può suscitare in noi. Attraverso la
riflessione e il racconto delle vite
di grandi camminatori del passato,
che in questo modo hanno costruito
e perfezionato i propri pensieri,
l’autore propone un percorso ricco
di curiosità, capace di far pensare.
“Fermare il cemento e il consumo
di suolo fertile è una delle priorità
di un Paese che si voglia chiamare
civile”, scrive Carlo Petrini nella
prefazione. Questo manuale insegna
a resistere e passare all’azione: 25
storie di comitati e tutte le risorse pratiche e giuridiche - per far valere
i diritti dei cittadini e del paesaggio.
Un dizionario per la difesa del territorio in 10 parole chiave.
Vi capita di regalare gioielli vegetali?
Questo manuale è la fucina da cui
nascono idee ecologiche e fai-da-te
sempre nuove: dal pane cotto al sole
ai germogli in cucina, dalle soluzioni
naturali (e profumate) per l’igiene
personale o domestica agli oggetti
quotidiani, dalla toilette compostante alle vernici al caffè.
E allora, il potere a mani e piedi.
Ma soprattutto al cervello!
In questo numero di Cuorebio
Magazine, abbiamo deciso di non
darvi nozioni teoriche, ma di raccontarvi un’esperienza concreta
vissuta da alcuni collaboratori
di EcorNaturaSì, protagonisti di
un weekend biodinamico, da cui
prendere spunto per le attività di
giardinaggio o per l’orto di casa.
Equipaggiati con stivali di gomma e guanti da lavoro, guidati da
Paolo Pistis (agricoltore, tecnico
agricolo esperto di biodinamica
e collaboratore di Valore Alimentare) e da Erich Vill (melicoltore biodinamico), gli aspiranti
agricoltori biodinamici hanno
messo in pratica gli insegnamenti
cimentandosi nell’elaborazione
del “cumulo” o compost biodinamico. Dopo aver preso del letame
di vacca, lo hanno accumulato
in vari strati secondo una forma
regolare di tipo trapezoidale,
pressandolo per dargli compattezza. Vi hanno quindi aggiunto
i preparati biodinamici, ovvero erbe che, opportunamente
elaborate in modo naturale,
vengono utilizzate per rafforzare
il lavoro di ciò che è già nella
terra, stimolandone una sorta di
“sistema immunitario” e generando fertilità e vitalità. Come
ha spiegato Paolo Pistis, infatti,
il valore aggiunto dell’agricoltura
biodinamica è che non solo esclude le sostanze chimiche di sintesi
come fertilizzanti, diserbanti,
anticrittogamici e altri pesticidi,
ma si occupa anche dell’arricchimento della fertilità della terra,
per migliorare poi la vitalità della
pianta e dei suoi frutti. In seguito
all’aggiunta dei preparati, il cumulo è stato quindi coperto con
del fieno essiccato. Dopo circa 6
mesi il compost biodinamico si
presenterà come del terriccio simile a quello del sottobosco, ricco
di forze vitali e con un profumo
gradevole. A questo punto potrà
essere utilizzato come nutriente
del suolo e delle piante.
Buon cumulo a tutti!
Custodiamo la semplicità
di tanti sapori.
Ecor, per la Vita dell’uomo e della terra.
www.ecor.it
32
cuorebio magazine
cuorebio magazine
33
vivere ad impatto quasi zero
la storia di Graziella Fanti Ra
a cura di verdementaverde
Con l’arrivo dell’inverno, mi è
venuto in mente un ricordo che
ha in sé tutto il sapore delle calde
serate d’estate: saranno le giornate
decisamente più corte, il freddo
che avanza, la nebbia che avvolge
ogni cosa la mattina presto, ma
in un attimo sono stata proiettata
in una notte speciale, quella del
29 giugno. Mi trovavo a Isola del
Piano, un piccolo comune della
provincia di Pesaro e Urbino, nelle
Marche, per la Notte bio. Tra i
molti eventi che hanno animato
il centro, vi è stata anche l’inaugurazione di una statua denominata Idolino Graziella Ra di Pino
Mascia, raffigurante “Il figlio del
grano”, un amorino con arco e
frecce e i capelli fatti di spighe, ed
è stato anche consegnato il premio
Idolino Graziella Ra. Avevo già
sentito parlare di Graziella Ra, ma
più che altro come denominazione
di una varietà di grano antico,
conosciuto addirittura come “il
grano dei faraoni”. Sono tornata a
casa con la curiosità di saperne di
più e ho fatto una ricerca in rete
per scoprire chi era davvero Graziella Ra: ho scoperto così la storia
di una ragazza uccisa dai nazisti
e di un padre che non l’aveva mai
conosciuta, ma che aveva voluto
dedicare a lei quel grano così
speciale che veniva da lontano,
addirittura da una tomba egizia.
Una storia intensa, che ho deciso
di condividere con voi attraverso il
racconto della giornalista Raethia
Corsini che era presente alla Notte
bio ed è stata premiata proprio con
l’Idolino Graziella Ra, in concomitanza con l’uscita del racconto
su Graziella Fanti Ra in un libro
di racconti pubblicato e distribu-
appuntamenti
BIOLIFE 2013
Dal 22 al 24 novembre torna a Bolzano Biolife, fiera dell’eccellenza
regionale biologica. Nata nel 2004 come mostra mercato dedicata
alla produzione biologica, alimentare e cosmetica e alla sostenibilità, è diventata un importante momento di informazione sul
biologico e un evento di promozione della piccola produzione di
eccellenza alimentare italiana, biologica certificata. A margine della
manifestazione si terranno alcuni eventi culturali e informativi.
In particolare, sono previsti incontri dedicati alla salute alimentare e
al consumo sostenibile e sessioni di approfondimento su tematiche
enogastronomiche. www.fierabolzano.it/biolife
34
cuorebio magazine
ito in Francia dalla casa editrice
Elocoquent.
“Un giorno in una cattedrale ho
letto questa frase: “il chicco di grano se non muore non porta frutto”.
Mi è parsa bella, ma ho faticato a
capirne il senso. Poi ho ritrovato la
storia che sto per raccontare e un
raggio di sole mi ha illuminata.
Il 21 settembre 1944 Graziella
Fanti aveva diciassette anni ed era
bella, di una bellezza delicata, mi
hanno sempre detto mio padre e
mia madre: Graziella era una loro
compagna di scuola. Aveva capelli
biondi, occhi chiari, sorrideva
poco. Era figlia di contadini
comunisti: sua madre e il suo patrigno, che poi era lo zio, dato che
Graziella era figlia di padre ignoto.
Sua mamma, Bruna, faceva la cameriera in una casa di aristocratici
che per la villeggiatura estiva andavano a Le Piastre, sull’ Appennino sopra Pistoia. Si spettegolava
in giro che il padre di Graziella
fosse il padrone. La storia, però,
ha smentito le malelingue. Le Piastre si trova su quella che all’epoca
era la Linea Gotica e che, ormai
quasi 70 anni fa, fu assediata dai
nazisti. Giorni terribili. Gli alleati
si battono, ma perdono, i contadini
appoggiano i partigiani, i tedeschi
e i fascisti reprimono la resistenza:
4400 morti in tre mesi. La piccola
Graziella il 21 settembre 1944 era
in riva a un ruscello dove andava
a lavare i panni. Cantava e la sua
esile voce attirò dei soldati nazisti.
La aggredirono, la umiliarono
e mentre Graziella faceva la
sua personale resistenza, quelli
posero fine alla sua vita. Da quel
giorno, e per molti anni, nessuno
si è ricordato di Graziella Fanti,
tranne il cuore ferito di sua madre,
morta non molto tempo dopo. Solo
dopo molti anni di distanza un suo
compagno di scuola - mio padre
- è riuscito a far mettere una
lapide nella piazza del paese, alla
memoria. È successo nel 2006.
Dopo le celebrazioni, però, è acca-
duto qualcosa di imprevedibile.
In uno stabilimento che produce
pasta biologica, a Isola del Piano
in provincia di Urbino, qualcuno
dice di sapere chi era il padre di
Graziella. Sta tutto in un chicco di
grano di grande valore nutrizionale e storico: un frumento che viene
da una tomba egizia. In Italia è
stato portato, verso la fine degli
anni Settanta, da un archeologo,
che lo consegnò a Ivo Totti socio
di una cooperativa di pastai.
Consegnò a Ivo quei chicchi di
frumento con un mandato: se
riuscirete a moltiplicarlo dovete
chiamarlo Graziella, il nome di
mia figlia morta tragicamente durante la seconda guerra mondiale.
Dopo varie traversie sono riusciti
a moltiplicarlo e a ottenerne le
prime produzioni di pasta. Così
nella cooperativa oggi si produce una pasta con questo grano
chiamato Graziella Ra. Il cognome
è stato scelto dall’allora presidente
della cooperativa, Gino Girolomoni, scomparso alcuni anni fa.
Girolomoni, non conoscendo il
nome del padre di Graziella (Fanti
era il cognome della madre),
pensò di donargliene uno dal
forte contenuto simbolico: Ra, in
egiziano, significa sole. Sono i suoi
raggi caldi a maturare le spighe
bionde, come le trecce di Graziella.
E dalle spighe cadono i chicchi di
grano. Si disperdono, ma, come la
storia di Graziella pare insegnarci,
mai inutilmente. Solo per portare
frutti”.
Valore Alimentare
Scopri il secondo dei
Quaderni di Valore
Alimentare: “Allergie e
intolleranze alimentari.
I consigli, le diete
e il cibo di qualità”.
Redatto da Matteo Giannattasio, direttore scientifico
della rivista online www.
valorealimentare.it, si
pone l’obiettivo di far luce
sulla differenza tra allergie
e intolleranze alimentari,
fornendo una guida semplice, ma approfondita, a chi si
avvicina per la prima volta a
questa tematica e in particolare alla persona che scopre
di avere questi disturbi. Partendo dalle cause all’origine
del fenomeno, si parla poi di
celiachia, cui viene dedicato
un capitolo; di test allergologici, in particolare quelli
alternativi; di prevenzione
perché fin dalla vita prenatale le scelte alimentari della
madre possono proteggere il
nascituro. La seconda parte
del quaderno offre consigli
alimentari, riportando per
ciascun tipo di allergia o
intolleranza uno schema dietetico, con gli alimenti consentiti e da evitare. Il nuovo
quaderno di Valore Alimentare sarà disponibile
nei negozi Cuorebio da
fine novembre.
Per leggere questo e altri scritti
di Raethia Corsini visitate il sito
www.zippora.it
Se vuoi contribuire a questa
rubrica invia i tuoi suggerimenti
e consigli all’indirizzo
verdementaverde@hotmail. it
cuorebio magazine
35
IL BIO
TI VUOLE
BENE
E DA OGGI
CONVIENE
Tanti prodotti biologici d’uso quotidiano
ad un prezzo vantaggioso.
Per te, dal 1 settembre al 31 dicembre
@EFJKI@ELFM@
GIF;FKK@
D`jZ\c\[``e]lj`Z_\d`^c`f$
iXef`cklfldfi\\[\c`q`Xef
`klf`j\ej`[fdXe[Xe[f$
HlXekfY\e\glf`j\ek`ik`6
www.yogitea.eu
Scarica

Fattoria Di Vaira