DATA NEWS
NOTIZIARIO DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI
CENTRO DOCUMENTAZIONE BENI CULTURALI -
on line
Organo di informazioni culturali del
Sezione Archivistica Luigi Ceci
Centro Studi Cistercensi - Centro Documentazione Fortificazioni
PALERMO - Aperto il Museo della Martorana
News...dal MiBACT
I VASSALLI DEI PRINCIPI
DI BISIGNANO
FRANCESCHINI
RIVOLUZIONA IL
PIANO
TARIFFARIO DEI
MUSEI
Le
“critiche”
su
FACEBOOK
Anno XXIII - Nuova serie
6
sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 Roma - Tel/fax 06 5084493
[email protected] - [email protected]
[email protected] - [email protected]
2014
Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci
Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001
GIUGNO
www.centrodocumentazionebeniculturali.it
/centro documentazione beni culturali
News...dal MiBACT
FRANCESCHINI RIVOLUZIONA IL
P I A N O TA R I F F A R I O D E I M U S E I
A pa g a me n to per t ut t i s opr a i 2 5
anni e i n g r e sso gr at ui t o l a pr i ma
d o me n i ca di ogni m e s e
"Così come viene rafforzata l’iniziativa ‘Una notte
al museo’ prevedendo, almeno due volte l’anno,
l’apertura notturna de musei e dei siti archeologici
al costo di un euro."
4) TUTTI I VENERDÌ MUSEI APERTI FINO ALLE 22.
"Anche sugli orari ci sono importanti novità: tutti i
venerdì, i grandi musei (compresi Colosseo, Pompei
ed Uffizi) prolungheranno l’apertura di due ore e saranno visitabili fino alle 22”.
5) PER IL GOVERNO PRIORITARIO VALORIZZARE LA
RETE MUSEALE.
“Questo intervento sugli orari e sulle tariffe – ha
detto Franceschini - si somma agli altri significativi
provvedimenti che il governo sta mettendo in campo
per valorizzare il sistema museale italiano: dalla recente norma del decreto ArtBonus, che introduce
l’autonomia finanziaria e la figura del manager nei
grandi musei; fino alle nuove modalità di trasferimento delle risorse che supera il versamento degli
incassi da biglietti in un unico fondo nazionale e
attribuisce invece ai singoli musei gli importi in misura corrispondente ai biglietti effettivamente venduti. Un meccanismo che responsabilizza e spinge
a comportamenti attivi e virtuosi.
“Dal p rimo luglio cambierà il sistema tariffario dei
musei statali e dei siti archeologici” lo ha detto
questa mattina, nel corso della terza edizione degli
‘Stati generali della cultura’, il Ministro dei beni e
delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini annunciando il contenuto di un decreto ministeriale che prevede “musei gratis ogni prima
domenica del mese”, “sopra i 25 anni pagano tutti",
“due notti ad un euro nel corso dell’anno”,“apertura
serale dei grandi musei ogni venerdì”.
LE RAGIONI DELL'INTERVENTO.
“ L’ a n a l i s i d e i d a t i s u g l i i n g r e s s i n e i n o s t r i m u s e i ,
dove ogni anno più di un terzo dei visitatori non
paga il biglietto, impone una svolta ‘europea’. E’ per
questo che ho deciso di mettere mano al sistema tariffario per renderlo più equo e in linea con quanto
avviene negli altri paesi Ue".
1) GRATUITA' SOTTO I 18 ANNI E SCONTI FINO A 25
"Dal primo luglio – ha detto il ministro – le gratuità
riguarderanno solo i giovani sotto i 18 anni e alcune
categorie (es. insegnanti); resteranno le riduzioni
fino ai 25 anni; mentre scomparirà la gratuità per gli
over 65 che, tuttavia, potranno visitare i musei
senza pagare il biglietto ogni prima domenica del
mese".
2 ) M U S E I G R AT I S O G N I P R I M A D O M E N I C A D E L
MESE.
" Vi e n e i n f a t t i i s t i t u i t a l a ‘ D o m e n i c a a l m u s e o ’ n e l
corso della quale, ogni prima domenica del mese,
tutti i luoghi della cultura statali saranno visitabili
gratuitamente. In questo modo si rende più equa la
gratuità, non legandola, ad eccezione che per gli
under 25, ad anacronistiche fasce d'età che peraltro
non corrispondono più alle effettive differenze di
reddito. Poi si evita,in questo modo, l'assurdità che
anche facoltosi turisti stranieri over 65 non paghino
il biglietto, come avviene oggi.
Roma, 19 giugno 2014
Ufficio Stampa MiBACT
*
*
*
Questa è la comunicazione ufficiale del MiBACT,
mentre di seguito riportiamo i commenti “del popolo di FACEBOOK”, scelti tra quelli
“meno violenti e volgari” (N.d.R.)
Miretta Filos Di Martino Quel che mi fa ridere è aver addotto come
scusa per aver introdotto il pagamento per gli over 65 che l'età non costituisce più un criterio valido per individuare fasce di redito
differenti...quindi ci sarà un'ottimistica previsione circa il futuro nostro
sistema pensionistico in più il fatto che si sia detto che molti over 65
sono ricchi stranieri! Non sarebbe stato più semplice dire pagano solo
gli over 65 ricchi stranieri!?...paese complicato il nostro...Immagino le
file di pensionati ogni prima domenica del mese.....Ora mi pongo anche
un altro problema: secondo Franceschini ci saranno maggiori entrate.mettiamo sia vero. ma le aperture straordinarie e le lunghe file in
queste domeniche gratuite...chiederanno sicuramente maggiori controlli ergo....un personale più numeroso...Che non sia un modo per arrivare ad infornate di clienti!?------- Ai posteri l'ardua sentenza!
Dario Banaudi ma bravoo ! provvedimenti idioti e da ragioniere incompetente... dice: ma i visitatori ultra sessantacinquenni sono soprattutto
stranieri e in genere facoltosi... ma è mai entrato in un Museo questo
..MInistro della Cultura?) ...e lo avevano presentato come un uomo di
Cultura...sempre e solo parole e poi non ha visto mai che l'elenco di
chi entra gratis comprende Militari, tessere Touring Tessere ATm , Biglietti del Tram, e altre assurdità..per non parlare di Parlamentari , ministri e politici vari che non ho mai visto pagare...ma che schifo!
Ettore Angiò mai una norma che dice che i politici devono pagare più
degli altri cittadini...Renzi vai a casa al piu presto, c'hai già rotto.
3) OGNI ANNO 2 NOTTI AL MUSEO AD 1 EURO.
s e g u e a pa g.2 6
S o m m a r i o
* CECI Arch.
Mauro, Direttore
Centro
Documentazione Beni
Culturali - Roma
* CHIUMENTI
Arch. Luisa,
giornalista pubblicista
e scrittrice, Roma
* MICCIULLO
Dr.ssa. Concetta,
Responsabile Sezione
Archivistica di
Castrovillari
N° 6 - giugno 2014
Hanno collaborato a questo numero:
* SERANGELI
Roberto,
Webmaster del CDBC,
Ministero per i Beni
Culturali, Roma
con CONTRIBUTI
di:
- Marco CARASSI;
- Maria Rosaria
SPADACCINO;
- Giuseppe
LOMBARDO;
- Fabio ISMAN;
Normative tecnico - professionali & interventi pubblici
-
a cura di Mauro Ceci
14
News dal MiBACT
Centro Studi Cistercensi
- FRANCESCHINI RIVOLUZIONA IL PIANO TARIFFARIO DEI
MUSEI
2
- I commenti “del popolo di FACEBOOK”
2
- CONCLUSA LA CONSULTAZIONE ON LINE “CULTURA
SENZA OSTACOLI”. Vince Cagliari
26
- 9 luglio 2014: presentazione progetto "Museo Facile"
27
- Le notti dei musei
27
- Restaurata la Crocifissione e Santi del Beato Angelico. 15
- Nella sacrestia ritrovata la «Gloria degli Angeli con strumenti della
Passione»
di Maria Rosaria Spadaccino
16
- Chiesa S. Filippo Neri nel degrado, la Soprintendenza: "Non è
colpa nostra"
16
- Palermo: restaurata chiesa secentesca vicino al Massimo 17
- Incredibile a Messina, distrutta per sbaglio a picconate la
statua di San Paolo al Duomo? Cos’è successo ieri sera?
di Giuseppe Lombardo
17
Notizie dalla Sezione Archivistica “Luigi Ceci”
- CONTARSI PER CONOSCERSI. CONTARSI PER CONTARE
CAMPAGNA DI RILEVAZIONE SULLO STATO DELLA
PROFESSIONE ARCHIVISTICA
4
- La riflessione dell'Anai sul Comitato tecnico-scientifico per
gli archivi del MIBACT
di Marco Carassi
4
- ART BONUS: le riflessioni del MAB
4
- ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA
5
- ARCHIVIO DI STATO DI UDINE
5
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L’EMILIA
ROMAGNA
5
- ARCHIVIO DI STATO DI FERRARA
6
- ARCHIVIO DI STATO DI MODENA
6
- ARCHIVIO DI STATO DI PARMA
6
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LA TOSCANA
7
- ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE
7
- SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER LE MARCHE
8
- Manuale per uccidere una biblioteca nazionale
8
- ARCHIVIO DI STATO DI RIETI
10
- ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO
10
- ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA Sezione di CASTROVILLARI
I Vassalli dei principi di Bisignano: i Baroni Todaro Belluscio,
i Baroni de Benedictis Toscano, I Baroni Marsico, I Sanseverino
di Cassano e di Castrovillari tra articolazioni di potere rotture
epistemiche e strategie parentali. di Concetta Micciullo
11
- ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI
13
- ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO
13
- ARCHIVIO DI STATO DI ENNA
13
- BIBLIOTECA UNIVERSITARIA - SASSARI
14
Restauri
- SCAVI DI OSTIA ANTICA. GOLF CAR
FOTOVOLTAICHE PER VISITARE LA CITTA' SENZA ETA'
17
- Ventidue mausolei scoperti sull’antica via Prenestina
18
- La Villa perduta di Nerone, devastato da mareggiate e incuria il
complesso di Anzio sta scomparendo
di Fabio Isman
18
- L’opera restaurata sarà ricollocata sulla facciata del Collegio
dei Gesuiti di Noto
19
- Soprintendenze: presenza, funzione, ruolo
19
Mostre, Convegni & Musei
- ROMANTICISMO TRA GUERRA E PACE
20
- Il museo e i suoi gioielli: alla scoperta della
Lex Rubria de Gallia Cisalpina
20
- IL MINISTRO FRANCESCHINI A IMT INTERVIENE SU
FORMAZIONE E BENI CULTURALI
20
- “Siria Splendore e Dramma” Campagna per la salvaguardia
del patrimonio culturale in Siria
21
- Tuscania patrimonio d’arte
21
- ADRIANO E LA GRECIA. VILLA ADRIANA
TRA CLASSICITÀ ED ELLENISMO
22
- SANTUARI MEDITERRANEI TRA ORIENTE E OCCIDENTE
INTERAZIONI E CONTATTI CULTURALI
22
- II FORUM PRETIANO
23
- Chiesa della Martorana, aperti museo e coro
23
- Appello per la salvaguardia dell’Istituto Gramsci Siciliano24
- Programma estivo luglio - agosto 2014 dell’Ente Morale
Autonomo “Liceo Convitto”
24
- Perugino, Maestro di Raffaello
25
* * *
D A T A N E W S - Notiziario per i Beni Culturali e Ambientali
Direttore Responsabile: Luisa Chiumenti - Editore: Mauro Ceci
Registrazione Tribunale di Roma n°53/2001 dell’8/2/2001
00128 Roma - Via Ettore Arena, 19 - Tel/fax 06 5084493
Il Notiziario è consultabile gratuitamente sul sito: www.centrodocumentazionebeniculturali.it
4
DATA NEWS
on line
- Giugno 2014
Notizie dal.......
Sezione Archivistica
Luigi Ceci
Dich iarazione di “N otevole Interesse Storico” del 25 febbraio 1995
D ire ttore : M auro C E C I
C ura tore : B r uno FOR A ST I E R I
Sede legale: Via Ettore Arena, 19 - 00128 ROMA
[email protected]
tel / fax 06 5084493 - e-mail:
CONTARSI PER CONOSCERSI
CONTARSI PER CONTARE
CAMPAGNA DI RILEVAZIONE SULLO
STATO DELLA PROFESSIONE
ARCHIVISTICA
Perché politici, giornalisti e colleghi di altre professioni hanno difficoltà
a capire potenzialità ed esigenze della professione archivistica?
Una delle ragioni è che non disponiamo di dati precisi su quanti siamo,
dove e come lavoriamo e quali difficoltà incontriamo nel rendere ai nostri
committenti e in generale alla comunità i servizi che diamo e potremmo
dare.
La professione sta cambiando a seguito dell’evoluzione normativa, sociale e tecnologica ed è sfidata ad assumere nuovi compiti di tutela, di
formazione e aggiornamento, di difesa della qualità professionale, di interazione con altri ambiti lavorativi. Per far fronte con efficacia a questa
situazione, l’ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana ha elaborato un questionario per conoscere la reale situazione dei professionisti degli archivi con particolare attenzione verso gli operatori che
normalmente sfuggono a qualunque rilievo statistico perché non incardinati stabilmente in nessun ufficio, ente o azienda.
L’iniziativa si rivolge a qualunque persona operi in ambito archivistico,
in qualsiasi contesto (archivi correnti, di deposito e storici) e in qualsiasi
forma (strutturati e non), vuole coinvolgere i soci ma soprattutto i non
soci ANAI e intende far emergere consistenza, livello e tipologia di percorso formativo, tipologia e ambiti di attività professionale, modalità di
accesso al lavoro, quantità e forme retributive della nostra professione.
Il questionario si può compilare facilmente collegandosi alla piattaforma
web messa a disposizione dall’Università di Macerata, che generosamente ha offerto sostegno tecnico all’iniziativa. Il sito istituzionale
anai.org fornisce informazioni sull’iniziativa e alcune istruzioni per la
compilazione.
Le risposte sono anonime e tali rimarranno: il data base non collega le
risposte agli indirizzi individuali di provenienza.
La compilazione può richiedere circa venti minuti, ma può essere sospesa e ripresa prima di essere conclusa con l’invio. Ci sembra che
l’obiettivo generale meriti questo piccolo impegno individuale.
Gli archivisti sono invitati a diffondere quanto più possibile la notizia del
censimento attraverso la rete delle loro conoscenze, a persone che svolgono o hanno svolto, anche parzialmente, attività di archivista. Chi desidera collaborare al censimento fornendo ulteriori informazioni e
suggerimenti o essere informato direttamente dei suoi sviluppi può scrivere una mail a: “[email protected]”.
*
La riflessione dell'Anai sul Comitato
tecnico-scientifico per gli archivi del
MIBACT
di Marco Carassi
L'ANAI esprime soddisfazione perché tre archivisti di valore, P. Carucci,
M. Guercio, G. Penzo Doria, tutti dotati di lunga esperienza professionale, due designati dal Ministro ed uno eletto dal CUN, siano membri
del Comitato tecnico-scientifico per gli archivi, dove potranno elaborare
i pareri tecnici di cui l'amministrazione avrà bisogno per affrontare nel
modo migliore i tanti e complicati problemi del prossimo futuro.
I comitati sono stati finalmente ricostituiti dopo essere stati improvvidamente soppressi nel 2012 dal decreto della c.d. "spending review", in
una frenesia demolitoria incurante delle conseguenze operative di decisioni neppure produttive di effettivi risparmi.
Per il completamento dei comitati mancano tuttavia ancora i membri
eletti dal personale scientifico del MIBACT, ma il D.L. 91/13, come conseguenza del taglio lineare del 10% dei membri dei comitati, avrebbe
ridotto il numero di tali membri elettivi a soli 4 in totale.
Sarebbe grave se il Ministero rinunciasse a fruire per tutti i comitati dell'esperienza dei propri tecnici, forse anche per poter confermare l'esistenza di un non indispensabile comitato di recente istituzione e di
vaghe competenze.
L'ANAI denuncia dunque in particolare il rischio che il Comitato tecnicoscientifico per gli archivi sia ridotto a soli tre membri, rinunciando all'indispensabile apporto del membro rappresentante i funzionari e dirigenti
del settore archivistico, che operano quotidianamente sul campo.
Il Consiglio Direttivo dell'Associazione Nazionale
Archivistica Italiana
* * *
Venerdì, 20 Giugno 2014
ART BONUS: le riflessioni del MAB
Misure inadeguate per l’occupazione professionale accanto a segnali
positivi nel decreto sui Beni Culturali.
Il Decreto Legge “Art Bonus” (DL 31 maggio 2014, n. 83, G.U.
31/5/2014) propone misure significative e importanti per la conservazione e la fruizione del patrimonio culturale e per lo sviluppo del turismo
in Italia.
Le norme a favore del mecenatismo culturale (particolarmente innovative), la tutela del decoro dei siti culturali, la previsione dell’autonomia
dei grandi musei e il ritorno delle risorse derivanti dai biglietti d’ingresso
agli stessi istituti che le hanno generate produrranno sicuramente effetti
benefici sui beni culturali e la loro gestione, mentre le misure urgenti a
favore del turismo potranno favorire l’attrattività e l’accessibilità ai siti
meno visitati, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia.
Non pare invece condivisibile il contenuto all’art. 8 che propone alcune
Misure urgenti per favorire l'occupazione giovanile presso gli istituti e
luoghi della cultura di appartenenza pubblica e che appare peraltro in
contrasto con la proposta di legge Madia sul riconoscimento dei professionisti dei beni culturali, già approvata dal Senato (S. 1249 “Disposizioni recanti modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio”), un
provvedimento di grande importanza per migliaia di operatori del patrimonio culturale che sta per completare il suo iter con l’approvazione definitiva della Camera.
Le intenzioni del legislatore paiono quelle da una parte di garantire professionalità alla cura dei Beni Culturali e dall’altra di favorire l’occupazione giovanile nel settore, anche facendo fronte ad esigenze
temporanee degli istituti e dei luoghi di cultura.
In realtà, dopo decenni di sistematico depauperamento, la scarsità di
risorse e di personale di biblioteche, archivi e musei non è temporanea,
ma cronica. A questa debolezza si deve far fronte organicamente, non
con incarichi a scadenza e - in ogni caso - senza il discriminante limite
di età dei 29 anni ma riprendendo a finanziare il settore dei beni culturali
e a bandire concorsi per titoli ed esami.
Il primo e importante passaggio può essere proprio il varo della legge
Madia sugli operatori del patrimonio culturale che prevede l’istituzione
di elenchi di professionisti presso il Ministero dei beni e attività culturali
e turismo ai quali lo stesso Ministero e altre amministrazioni centrali e
locali, pubbliche e private, statali, Regioni e Comuni, nonché privati,
possano attingere in modo affidabile per assegnare incarichi e commesse.
Le risorse destinate all’occupazione giovanile previste nel decreto “Art
Bonus”, nella loro esiguità (150 tirocinanti per sei mesi, pagati 1.000
DATA NEWS
on line
- Giugno 2014
euro lordi al mese), rischiano di non avere nessuna efficacia, creando
solo altri precari in un settore in cui si contano a centinaia i quarantenni
con alta esperienza e specializzazione, disoccupati o vergognosamente
sottopagati.
Se fosse invece acquisita negli istituti culturali la stabile disponibilità di
professionisti, questi potrebbero essere utilmente affiancati - in attività
di supporto non sostitutive - da volontariato e servizio civile, impiegato
in interventi sempre svolti sotto adeguato coordinamento e controllo di
professionisti esperti. Questo sì, sarebbe un buon modo per favorire
una positiva contaminazione di esperienze, capace di diffondere nei giovani una maggiore sensibilità per la tutela e la valorizzazione dei beni
culturali e una più matura conoscenza della cultura del nostro paese.
Roma - Milano, 19 giugno 2014
Marco Carassi, presidente ANAI - e-mail [email protected]
Alberto Garlandini, presidente ICOM-Italia e-mail [email protected]
Enrica Manenti, Presidente AIB - e-mail [email protected]
MAB – Musei Archivi Biblioteche –
Professionisti del patrimonio culturale
c/o Icom Italia - Palazzo Regione Lombardia 29° piano,
via Fabio Filzi 22 - 20124 Milano
www.mab-italia.org - [email protected]
5
al piano nazionale di digitalizzazione di tutti i documenti dello stato civile
dell’ Ottocento (atti di nascita, matrimonio, morte) e oggi si appresta a
creare la prima comunità locale di indicizzatori volontari che trarranno
dai documenti, già consultabili sul portale “ Antenati“ della Direzione Generale per gli Archivi (www. antenati.san.beniculturali.it) le informazioni
più importanti a servizio di chiunque nel WEB vorrà servirsene.
La piattaforma digitale fornita da Family Search, la società genealogica
residente nello Utah che da decenni coordina comunità di indicizzatori
volontari in tutto il mondo, verrà presentata il giorno 25 giugno alle ore
17,30 all’incontro che si terrà presso la Società Filologica Friulana.
Dopo i saluti del presidente prof. Vicario relazionano la dott. Roberta
Corbellini, Direttore dell’Archivio di Stato di Udine e gli esperti di Family
Search che illustreranno ai partecipanti le semplici operazioni attraverso
cui si diventerà indicizzatori dei documenti friulani pubblicati nel portale
Antenati.
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA
Presentazione del volume La vita degli esclusi. Pellagra e alcoolismo
nel Mantovano (1808-1930), Viadana (MN) 2013.
Si tratta di un progetto pilota nazionale che risponde a una crescente richiesta di accesso alle fonti per ricostruire la storia familiare e ad una
trasformazione profonda dei tradizionali studi genealogici.
Infatti, soprattutto in Italia, lo studio dei nuclei parentali utilizza metodologie e visioni largamente collegate alla demografia storica. I genealogisti hanno abbandonato il vecchio abito da eruditi per trasformarsi in
moderni utilizzatori delle fonti e della comunicazione. Li chiamano saldatori del tempo perché, come si fa nei laboratori che usano il laser, costruiscono ponti tra le generazioni utilizzando sofisticate strumentazioni
informatiche. Certo non possono fare a meno dei vecchi documenti d’archivio, ma gli svolazzi e i pretenziosi alberi genealogici si stanno trasformando in banche dati che immesse nel WEB stanno creando potenti
riserve per conoscere la storia della popolazione e in questa storia ritrovare le tracce lasciate dai nostri antenati.
Nuove risposte a vecchi passatempi? Niente affatto.
A giudicare da quanto sta accadendo nel mondo si tratta di un nuovo
uso della storia che sembra offrire agganci importanti alla comprensione
delle diversità, dell’appartenenza sociale, delle identità locali. Persino il
dialogo tra le generazioni, indebolito dalla modernizzazione, pare trarre
grandi vantaggi in termini di conoscenza interpersonale. C’è poi la partecipazione al lavoro di implementazione delle banche dati che si può
fare direttamente da casa propria e c’è la condivisione narrativa dei risultati. Nell’uso e nello scambio delle competenze informatiche e delle
notizie raccolte dalle fonti stanno nascendo nuove comunità e amicizie,
mentre il WEB collega mondi e persone. Per questi motivi l’Archivio di
Stato di Udine che ha già realizzato negli anni scorsi la banca dati Friuli
in prin, Anagrafe storica delle famiglie friulane, è stato coinvolto tra gli
istituti pilota nel programma nazionale promosso della Direzione Generale per gli Archivi.
Archivio di Stato di Udine
via F. Urbanis, 1 - 33100 Udine - tel. 0432 477245
[email protected]
* * *
Il volume narra storie di malattie sociali e di malati raccolte attraverso le
cartelle cliniche della "Sezione Maniaci" dell'Ospedale di Mantova, conservate nell'Archivio di Stato di Mantova.
Insieme agli autori Luciano Fornari, Francesco Paolella, Donatella
Zanoni, interverranno Eugenio Camerlenghi, Accademico Virgiliano e
Daniela Ferrari, Direttore dell'Archivio di Stato di Mantova.
L'iniziativa si terrà nella sala mostre e convegni dell'Archivio di Stato,
Sacrestia della SS. Trinità, via Dottrina Cristiana 4, giovedì 12 giugno
2014, alle ore 17,30
Via R. Ardigò, 11 I - 46100 MANTOVA
tel. +39 0376 324371 – Centr. +39 0376 324441
fax +39 0376 222554
* * *
SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER L’EMILIA ROMAGNA
ARCHIVIO DI STATO DI UDINE
"Indicizzazione dei registri dello Stato Civile
Napoleonico"
L’Archivio di Stato di Udine, che da anni lavora a fianco delle più avanzate applicazioni tecnologiche ai beni culturali, ha di recente collaborato
Il seminario di studio intende tracciare un primo bilancio dei progetti di
salvaguardia e valorizzazione del patrimonio documentario delle imprese in Emilia Romagna, e presentare in particolare le iniziative di tu-
6
DATA NEWS
tela realizzate negli anni scorsi dalla Soprintendenza archivistica per
l’Emilia Romagna attraverso l’emanazione della dichiarazione di interesse storico particolarmente importante, l’effettuazione di censimenti
di archivi d’impresa, la promozione e la direzione scientifica di importanti
lavori di inventariazione.
Il seminario sarà anche l’occasione per salutare Ingrid Germani, responsabile di questo settore d’intervento dal 2010 ad oggi, che sta per
accedere alla pensione.
10 – 10,30
Indirizzi di saluto
Guido Gambetta (Scuola di scienze politiche di Bologna)
Carla Di Francesco (Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna)
Stefano Vitali (Soprintendente archivistico per l’Emilia Romagna)
10,30 – 13,00
Relazioni
Coordina: Antonella Mulé (Direzione generale per gli archivi - Portale
archivi d’impresa)
Giorgio Bigatti (Fondazione ISEC di Sesto San Giovanni), Archivi di
industria meccanica in Italia: le “Reggiane”
Anna Casotto (Coop. Le Pagine), L’archivio delle “Reggiane”, dal recupero all’inventario
Silvia Crociati (Collaboratrice Soprintendenza archivistica Emilia Romagna), Gli archivi delle miniere di zolfo romagnolo-marchigiane presso
il Museo Sulphur di Perticara
Mirella Plazzi e Francesca Ricci (IBC - Soprintendenza per i beni librari e documentari regione Emilia Romagna), Carte d’impresa
Domande e dibattito
Pausa pranzo
14,30 – 17,00
Relazioni
Coordina: Armando Antonelli (Progetto “Una città per gli archivi”)
Maurizio Savoja (Soprintendente archivistico per la Lombardia), La salvaguardia degli archivi di impresa in Lombardia
Letizia Guidi (Collaboratrice Soprintendenza archivistica Emilia Romagna), Archivi di impresa in territorio bolognese
Salvatore Alongi (Collaboratore Soprintendenza archivistica Emilia Romagna), Archivi della cooperazione a Bologna
Luciano Ravaioli (Camera di commercio di Forlì-Cesena), Il Registro
delle ditte della provincia di Forlì (1911-1925) on line. Domande e dibattito
Ingrid Germani (Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna),
Conclusioni
Coordinamento scientifico
Ingrid Germani
Stefano Vitali
Segreteria organizzativa:
Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna
Bologna, Strada Maggiore 51
tel. 051-225748, 051-229148
e-mail: [email protected]
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI FERRARA
Giacomo Matteotti a Ferrara:
il deputato, il Segretario della Camera del
Lavoro, la vittima del Fascismo
on line
- Giugno 2014
Dal 7-29 giugno
Museo del Risorgimento e della Resistenza in collaborazione con Istituto
Nazionale per la Storia del Risorgimento (sezione di Ferrara) e Archivio
di Stato di Ferrara
Giacomo Matteotti Segretario della camera del lavoro di Ferrara
(1921) a cura di Davide Mantovani
Redattore: EMANUELE GRIGOLATO
Informazioni Evento:
Dal 09 giugno 2014 al 28 giugno 2014
Ferrara, Archivio di Stato
Orario: Lun - Sab: 9.30 - 13.00
Telefono: 0532206668
E-mail: [email protected]
Sito web: http://asferrara.beniculturali.it/index.php?it/22/moduloeventi/35/documenti-originali-su-giacomo-matteotti-dai-fondi-dellarchivio-di-stato-di-ferrara
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI MODENA
Archivio di Stato di Parma candidato al
premio "Oscar Green"
La candidatura dell'Archivio di Stato di Parma, all’edizione 2014 dell'
"Oscar Green" per la sezione “Paese Amico” con il progetto “Verdi Proprietario e Politico”, evento realizzato in collaborazione con Coldiretti
Parma ed inserito nelle celebrazioni per il Bicentenario Verdiano, è stata
accolta e quindi l'Istituto concorre per la selezione regionale e per accedere a quella nazionale.
"Oscar Green" è il premio dei giovani agricoltori, concorso promosso da
Coldiretti Giovani Impresa, attribuito a chi valorizza e promuove l'innovazione in agricoltura. I giovani di Coldiretti premiano chi sa mantenere
le proprie radici, con lo sguardo rivolto al futuro.
La categoria “PAESE AMICO” è rivolta a tutte le strutture pubbliche: Comuni, Province, Scuole, Istituzioni statali ed altre che si sono impegnate
in una collaborazione per l’attuazione del Progetto di Coldiretti di una
“Filiera Agricola tutta italiana”.
Nell'ambito della serata, che si svolgerà il 16 giugno a Modena, verrà
esposto il manoscritto, che risale al 1612, di proprietà dell'Archivio di
Stato, contenente il primo "Disciplinare" conosciuto attestante la zona
di produzione del Parmigiano Reggiano (esposto in occasione della mostra “Carte…in tavola”), come testimonianza storica dell’indiscusso valore di una delle massime produzioni agroalimentari del "Made in Italy".
Per informazioni:
dott. Marco Baldon – Segretario Regionale giovani Impresa Emilia-Romagna
cell. 335-1646274
[email protected]
Coldiretti Emilia-Romagna – Centralino: 051.2758811
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ARCHIVIO DI STATO DI PARMA
“Hebraica Parmensia. Da molti luoghi
e tempi: frammenti di memoria
ritrovata”
Mostra storica in due sezioni nel 90° anniversario dell’uccisione per
mano fascista di Giacomo Matteotti, Deputato socialista.
7 giugno ore 11.00 – inaugurazione al Museo Del Risorgimento e della
Resistenza della mostra
Dal 7 al 28 giugno
Saletta dell’Archivio di Stato di Ferrara
Mostra di documenti originali su Giacomo Matteotti dai fondi dell’Archivio di Stato di Ferrara a cura di Davide Guarnieri
L’esposizione sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 13.00
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- Giugno 2014
Programma del convegno
Convengo internazionale in memoria di Giuseppe Baruch Sermoneta
(15 giugno nella Sala Maria Luigia della Biblioteca Palatina di Parma) e
mostra di frammenti di antichi manoscritti ebraici recentemente scoperti
nell'Archivio di Stato cittadino, affiancati ai più significativi manoscritti
ebraici conservati alla Palatina.
Enti promotori, oltre all'Archivio di Stato di Parma, l'Associazione Amici
dell'Università di Gerusalemme, la Biblioteca Ambrosiana, la Biblioteca
Palatina e il Museo Bodoniano di Parma e la National Library of Israel Institute of Microfilmed Hebrew Manuscripts si terrà il 15 giugno 2014
al Palazzo della Pilotta di Parma.
Questa mostra resterà aperta e visitabile gratuitamente nella Galleria
Petitot della Biblioteca parmigiana dal 15 giugno al 14 agosto e dal
primo al 12 settembre 2014 (segreteria organizzativa: tel 02.76023369
- [email protected]).
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SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER LA TOSCANA
"Il Ponte a Santa Trinità, Dov'era e com'era"
tunosamente ritrovato – del fotografo Giulio Bencini, che tra il 2 agosto
e il 2 settembre descrive con registro popolare e quasi vernacolare, di
grande efficacia, la distruzione di Firenze e la dolorosa violazione della
sua bellezza.
La ricostruzione del ponte diventa così non solo una grandiosa opera
architettonica, una sorta di nuovo Rinascimento, ma una metafora potente della volontà di rinascita di tutta la nazione. Un messaggio forte e
particolarmente attuale, che parte da Firenze e assurge a significati ben
più generali.
PROGRAMMA
Saluti:
Diana Toccafondi, Soprintendente Archivistico per la Toscana
Sara Nocentini, Assessore alla Cultura della Regione Toscana
Cristina Giachi, Vicesindaco di Firenze
Introducono:
Simone Neri Serneri
Andrea Greco
Alessandra Marino
VOCI D’OLTRARNO. LA DISTRUZIONE
Letture dai diari di Nello Baroni e Giulio Bencini
Proiezione del film “Firenze 1944”, basato sul documentario sonoro di
Amerigo Gomez e Victor De Sanctis, regia di Massimo Becattini con la
consulenza storica di Renzo Martinelli
IL PONTE A SANTA TRINITA. LA RINASCITA
Proiezione del film “Dov’era e com’era. La ricostruzione del Ponte Santa
Trinità di Firenze”. Regia
di Riccardo Melani e Bernardo Seeber, testo di Riccardo Gizdulich.
Messa in scena a cura della Compagnia delle Seggiole, regia di Fabio
Baronti
Per informazioni e richiesta di immagini rivolgersi alla Segreteria organizzativa: Soprintendenza Archivistica per la Toscana - Silvia Baggio
Soprintendenza Archivistica per la Toscana
tel. 0552711120 055271111
[email protected]
[email protected]
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ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE
“Le donne di Savonarola”
di Tamar Herzig
Giovedì 12 giugno 2014 alle ore 16.00, a Firenze, presso l’Auditorium
dell’Archivio di Stato (Viale Giovine Italia, 6), si tiene la presentazione
del volume “Le donne di Savonarola. Spiritualità e devozione nell’Italia del Rinascimento” diTamar Herzig– Prefazione di Gabriella
Zarri (Carocci Editore, 2014).
Ingresso libero
La storia incredibile, gli eroi, le immagini mai viste della ricostruzione.
La volontà di rinascita di un’intera nazione.
A settant’anni dalla “battaglia di Firenze”, nel corso della quale avvenne
la distruzione dei ponti e di gran parte del centro storico della città, la
Soprintendenza Archivistica per la Toscana, insieme ad altre istituzioni
cittadine, vuole ricordare questi eventi proiettando un raro e pressoché
sconosciuto filmato girato tra il 1955 e il 1958, che documenta tutte le
fasi della ricostruzione del Ponte a Santa Trinita.
Questo straordinario documentario venne girato dai registi fiorentini Riccardo Melani e Bernardo Seeber, con il commento dello stesso architetto Riccardo Gizdulich, artefice della ricostruzione, letto dalla voce
di Riccardo Cucciolla.
Esso venne proiettato all’Odeon per l’intera giornata del 16 marzo 1958,
in occasione dell’inaugurazione del Ponte, dopo di che se ne sono perse
le tracce e nessuno ha più potuto vederlo. La pellicola originale, che abbiamo rivenuto all’interno dell’archivio Gizdulich, è stata digitalizzata e
restaurata e sarà riproposta ai fiorentini al Cinema Odeon il 27 giugno
alle ore 17.30, all’interno di una manifestazione intitolata “Dov’era e
com’era”, dal titolo del film, che è poi diventato una sorta di motto della
volontà dei fiorentini di riavere il loro ponte, impresa che fu fortemente
sostenuta dalla partecipazione popolare e dal Comitato per la ricostruzione del ponte.
Per meglio contestualizzare il documentario e dare il senso di quei tragici giorni faremo precedere la proiezione dalla lettura dialogante di
brani tratti da due diari, quello dell’architetto Nello Baroni, che racconta
i concitati momenti del ricovero dei cinquemila sfollati a Pitti e dell'esplosione dei ponti, e soprattutto quello – del tutto inedito e anch’esso for-
L'Archivio di Stato di Firenze in collaborazione con l’Associazione Ar-
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DATA NEWS
chivio per la memoria e la scrittura delle donne “Alessandra Contini Bonacossi”, presenta il volume di Tamar Herzig,“Le donne di Savonarola.
Spiritualità e devozione nell’Italia del Rinascimento”.
Il volume si struttura come un’indagine sulle reti delle seguaci di Girolamo Savonarola, numerose nelle due generazioni successive alla
morte del predicatore e leader politico, che fu figura di riferimento fondamentale nella Firenze di fine Quattrocento. Nel tentativo di rimanere
fedeli agli insegnamenti del loro capo spirituale, le seguaci di Savonarola
dovettero spesso fare i conti con l’ostilità dei superiori all'interno degli
ordini religiosi cui appartenevano, furono esposte a pressioni politiche
locali oltre a dover sopportare quell’avversità nei confronti del protagonismo femminile che era ben radicata nelle gerarchie cattoliche. Il libro
offre dunque un’importante ricostruzione della presenza femminile in
uno dei più significativi e controversi movimenti religiosi europei della
prima età moderna.
“Il volume suffragato da una ricca documentazione, fa uscire gli studi
savonaroliani dal circoscritto circuito fiorentino e in questa linea approfondisce la nostra conoscenza della intensa religiosità delle donne che
rifiutarono di ubbidire agli ordini del silenzio e della invisibilità imposta
dalle istituzioni ecclesiastiche, interpretando in forme originali i sermoni
e gli scritti del loro Maestro”(Dalla prefazione di Gabriella Zarri)
Programma
Saluti: Carla Zarrilli, Direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze,
Rosalia Manno, Presidente Associazione Archivio per la memoria e la
scrittura delle donne “Alessandra Contini Bonacossi”
Intervengono: Anna Scattigno (Università di Firenze) e Isabella Gagliardi (Università di Firenze)
Coordina: Gabriella Zarri (Università di Firenze)
Sarà presente l’Autrice
Tamar Herzigè Senior Lecturer nel Dipartimento di Storia dell’Università di Tel Aviv.
È autrice di articoli su argomenti di eresia e stregoneria, demonologia
nel Rinascimento, movimenti di riforma premoderne e sulla spiritualità
femminile. Nel 2012, Herzig è stata eletta membro della Young Academy
di Israele, fondata dalla Accademia Israeliana delle Scienze e delle Lettere.
Archivio di Stato di Firenze
Viale Giovine Italia, 6 (zona Piazza Beccaria)
50122 - Firenze (+39) 055.26.32.01 [6 linee r.a.]
[email protected]
(PEC) [email protected]
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SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA
PER LE MARCHE
Le pergamene della famiglia
Carpegna Falconieri Gabrielli
L'archivio della famiglia Carpegna Falconieri Gabrielli (1238 – sec. XX,
bb.; 1073 tra regg./voll. e cartelle e 292 pergg. circa) è stato dichiarato
di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per le
Marche con provvedimento dell' 8 ottobre 1971.
La famiglia Carpegna è di antica origine. Nobiltà dedita alle armi, attestata nelle fonti documentarie dal sec. XIII, i suoi membri ricoprirono in-
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- Giugno 2014
carichi di prestigio come podestà, capitani del popolo, vescovi e vicari
in molte località italiane almeno fino al sec. XVII.
Nel 1463 i conti di Carpegna si divisero in due rami, spartendosi gli otto
castelli rimasti sotto la loro giurisdizione, e governarono le due contee
di Carpegna-Castellaccia e Carpegna-Scavolino, stati feudali collocati
in una zona di confine di interesse tanto per la vicina Toscana che per
il Ducato di Urbino e per Roma. Francesco ottenne il dominio su Gattara, Scavolino, Bascio e Miratoio; al Conte Giovanni e al fratello Federico andarono Carpegna, Castellaccia, Torre Fossati e Palazzo
Corignano. Le due famiglie costituirono due distinti archivi, che furono
riunificati nel 1949.
Dal sec. XVI vissero quasi sempre lontano dal dominio fino ad assumere
definitiva residenza a Roma.
I Principi di Carpegna Scavolino si estinsero nei Marchesi Orsini de’ Cavalieri e all’estinzione di quest’ultima famiglia, nel 1817, il Principato di
Scavolino fu unificato con la Contea di Carpegna.
A seguito dell’abolizione dei feudi nel 1816, le pressioni papali indussero
i Carpegna a firmare nel 1819 un atto di devoluzione, con il quale tutti i
beni, i palazzi e i diritti di sovranità dei Conti furono ceduti alla Santa
Sede. I beni furono riacquistati nel 1851 dal Conte Luigi di Carpegna.
Nel 1865 la famiglia assunse anche il cognome e il patrimonio della famiglia Falconieri. Infatti alla morte dell'ultimo discendente maschio della
nobile famiglia, il Conte Luigi di Carpegna ricevette, per disposizione testamentaria di Orazio Falconieri, l'intero patrimonio e il titolo principesco.
L'archivio Carpegna Falconieri Gabrielli comprende i fondi propri dei
due rami principali della famiglia, Carpegna Castellaccia e Carpegna
Scavolino, documenti delle curie feudali, l'archivio della famiglia Falconieri l'archivio della famiglia cremonese Manna Roncadelli, confluito
nell’archivio Carpegna Falconieri per donazione di Nolfo di Carpegna
nel secolo scorso, documenti di diverse famiglie che a queste si sono
legate per varie vicende .
Nell’archivio si conservano due raccolte di pergamene:
1.
la prima, di circa 150 unità (1238 - secolo XX), comprende
documenti in prevalenza membranacei contenute nei tre complessi Carpegna-Castellaccia, Carpegna-Scavolino e, in minor parte, Falconieri
formata per iniziativa di Guidobaldo di Carpegna Falconieri (1922 1997), che decise di raccogliere tutte le pergamene in un unico fondo.
L'operazione è stata condotta sui complessi Castellaccia e Scavolino,
mentre le pergamene Falconieri sono tuttora conservate, in gran parte,
nel fondo di appartenenza. L’indicazione dei fondi di provenienza è stata
riportata sulle camicie di condizionamento delle singole unità. Le pergamene dei secoli XIII-XIV sono state pubblicate a cura di Tommaso di
Carpegna Falconieri e Sara Cambrini in Codice diplomatico dei Conti
di Carpegna (secoli XII - XIV), Società di Studi Storici per il Montefeltro,
2007.
2. la seconda raccolta, di circa 142 unità (1239 – sec. XVIII), comprende
le pergamene, relative a famiglie lombarde, provenienti dall’archivio
della famiglia cremonese Manna Roncadelli, confluito nell’archivio Carpegna Falconieri per donazione di Nolfo di Carpegna nel secolo scorso.
Il progetto prevede la riproduzione digitale e la regestazione delle pergamene, a partire dalla raccolta creata da Guidobaldo di Carpegna Falconieri.
Una prima fase dell’intervento ha riguardato n. 56 documenti, tra i quali
sono presenti alcune unità cartacee.
Di ciascun documento vengono indicati: data cronica completa (anno,
mese giorno) espressa nel computo moderno; data topica; regesto; sottoscrizione notarile; indicazione se originale/ copia; note dorsali; dimensioni (hxb), espresse in millimetri, lingua.
Nella compilazione degli indici sono stati seguiti i seguenti criteri:
• gli antroponimi latini sono riportati al nominativo; nei casi in cui la ricostruzione dell’antroponimo fosse dubbia si è lasciata la forma del nome
così come compare nel documento.
• I nomi dei conti di Carpegna e di altri personaggi noti sono dati nei regesti in traduzione italiana, utilizzando come lemma principale la forma
tradotta
• I nomi dei notai sono dati sulla base delle relative sottoscrizioni nella
forma latina, in corsivo.
L’indice dei luoghi include solo il toponimo espresso nella data cronica
del documento. Dove è stato possibile identificare il toponimo, alla forma
latina, in corsivo e attestata nei documenti, si fa seguire tra parentesi,
la forma attuale corrispondente e il nome del comune attuale in cui è o
era situato, seguito dalla sigla della provincia.
La digitalizzazione è stata eseguita in formato a bassa definizione per
la consultazione in remoto jpeg con livello di compressione massimo,
profondità colore 24 bit RGB con una risoluzione di 96 ppi.
Il progetto prevede inoltre la digitalizzazione in formato di conservazione
- TIFF non compresso, RGB a 24 bit con una risoluzione di 300ppi in
formato a media definizione per la consultazione locale jpeg con livello
di compressione massimo, profondità colore 24 bit RGB con una risoluzione di 300 ppi.
Fonte: SAN
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Manuale per uccidere una biblioteca
nazionale
Un colpo di grazia alla sopravvivenza della biblioteca nazionale di
Roma. Per i lavoratori della monumentale biblioteca a Castro Pretorio
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- Giugno 2014
non c’è dubbio: lo spostamento di un centinaio di addetti della direzione
generale per gli archivi al terzo piano della Nazionale, oggi ospitati in
un palazzo in via Gaeta distante pochi passi, sarà un evento catastrofico
per i delicati equilibri dell’astronave modernista progettata alla metà
degli anni Settanta. La spending review del governo Monti del 2011–
2012 ha tagliato le spese per gli affitti. Per risparmiare il ministero dei
beni culturali (Mibact) ha deciso di trasferire questi uffici nel cuore di un
edificio di 10 piani che ospitano 8 milioni di volumi a stampa, 2 mila incunaboli, 25 mila cinquecentine, 8 mila manoscritti, 10 mila stampe e
disegni, 20 mila carte geografiche, e 1.342.154 opuscoli.
La decisione del ministero comporterà lo spostamento della direzione,
della sala riunioni, degli uffici acquisti, quelli del personale amministrativo e della promozione culturale. L’operazione è allo studio del Mibact,
ma non è ancora esecutiva. Cento persone non entrano al terzo piano
della Nazionale ed è difficile spostare il laboratorio di restauro dei libri.
La sede per la direzione degli archivi resterà la biblioteca, non c’è dubbio. «In quale altro paese europeo si progetta un’operazione che rischia
di mettere a repentaglio la funzionalità di una biblioteca nazionale?» domandano i lavoratori. Non sarebbe una novità. Al terzo piano sono stati
già trasferiti gli uffici dell’Icar e del servizio per i diritti d’autore. Per la
Rsu il nuovo trasferimento «rappresenterebbe la fine di qualsiasi futura
prospettiva non solo di rilancio della Nazionale, ma di sopravvivenza di
uno dei pochi servizi pubblici ancora totalmente gratuiti».
Il risiko dei piani
Gli uffici estranei al ciclo di «lavorazione del libro» azionerebbero un risiko di spostamenti. I dipendenti del terzo piano verrebbero spostati al
secondo che ospita il servizio di catalogazione per autori. Gli uffici sono
disposti in stanze comunicanti come scatole cinesi. Dall’ultimo libro di
Alberoni alla monografia su Renzi, da un tomo di logica matematica all’ultimo romanzo di Carlotto, in questo mondo di carta dovranno trovare
uno spazio vitale almeno cinquanta persone. Tra pile di volumi in equilibrio sulle scrivanie oppure sul pavimento si intravede una bibliotecaria
che alza il capo con espressione rassegnata.
Fisso lo sguardo davanti allo schermo del computer cataloga uno dei
40 mila libri depositati in emergenza.
«Sono solo quelli che ci sono arrivati negli ultimi due anni – sostiene –
Per non parlare degli altri che arriveranno ». Ogni anno in queste stanze
passano circa 60 mila monografie. Una massa bibliografica sterminata
che dev’essere gestita da poco più di 20 persone. Ci sono anni di arretrati, perché il personale oggi non basta. E non basterà domani, quando
saranno andati in pensione, perché nessuno potrà essere assunto a
causa del blocco del turn-over. Il secondo piano è uno dei cuori pulsanti
della Nazionale. È qui che il ciclo del libro prende vita. Dietro le ampie
finestre a giorno, mani esperte e occhi dietro lenti spesse cercano un
ordine che verrà dato dalla catalogazione per soggetto e dalla decimalizzazione, fatta cioè su una base numerica decimale che rimanda ad
un soggetto specifico. Senza questo lavoro, nessuno potrà trovare un
libro o una rivista nei dieci piani di deposito. Domani, oltre ai libri, questo
piano diventerà un deposito anche di esseri umani. I lavoratori non lo
accettano e hanno scritto una lettera di protesta al ministro dei beni culturali Dario Franceschini che domani dovrebbe partecipare ad un’iniziativa alla Nazionale. Si dice che il trasloco sia stato deciso perché gli uffici
della biblioteca sono scarsamente occupati. «È vero – rispondono i lavoratori – ma perché negli ultimi 15 anni siamo stati dimezzati dai tagli».
Quando lo Stato affitta a se stesso
Il trasloco della Direzione generale per gli archivi nella biblioteca nazionale non è solo una questione di uffici. È una partita molto più ampia
che investe il mondo degli archivi e dei musei romani dell’Ente Eur, la
società per azioni che gestisce l’archivio centrale dello Stato, il Museo
dell’età preistorica Luigi Pigorini, il museo delle Arti e delle Tradizioni
popolari, quello dell’Alto medioevo a rischio chiusura. Il Mibact guidato
da Franceschini versa a questo ente, al 90% posseduto dal ministero
dell’Economia e al 10% dal Comune di Roma, 4 milioni e mezzo di euro
per mantenere aperti musei pubblici. È una carambola di partite contabili
che ha una sola morale: pur avendolo «privatizzato», lo Stato paga all’Ente Eur — cioè a se stesso — un affitto per ciò che in realtà possiede.
Senza contare che questi spazi sono semi-vuoti. «Perché allora si sceglie di lasciarli così, pagando 4 milioni all’anno, e di trasferire la direzione
generale per gli archivi alla Nazionale?» domandano i lavoratori della
Nazionale.
La beffa non finisce qui. Una volta trasferita la direzione alla Nazionale,
lo Stato continuerebbe a versare i 4 milioni all’Ente Eur s.p.a. Invece di
risparmiare, abolendo l’ente Eur e acquisendo i musei e gli archivi che
gestisce, lo Stato esporta il suo caos in una biblioteca già asfissiata dai
tagli. Dai 6 miliardi di lire versati nel 2000 dallo Stato per il suo funzionamento e l’acquisto dei libri, il fondo oggi è pari a 1,3 milioni di euro.
Quasi un milione viene impiegato per pagare le bollette, 230 mila per la
tassa sui rifiuti. Pagati al comune per un servizio che la biblioteca offre
alla città di Roma.
Se il sindaco Marino dispensasse la biblioteca, i soldi per la tassa servirebbero per acquistare qualche libro. Sarebbe un «risparmio» virtuoso.
Al momento per gli acquisti vengono impiegati 60 mila euro, il costo di
un database scientifico che la Nazionale non può permettersi.
Volontari in biblioteca
Domani Franceschini potrà verificare se quello dei lavoratori è allarmismo o una fondata preoccupazione per il destino della biblioteca. Se
accetterà l’invito avrà modo di notare un altro dei prodotti dell’austerità
nei beni culturali. Anche la Nazionale riesce a svolgere le sue attività
grazie ai volontari, l’ultima risorsa visto che non ci sono più soldi per pagare appalti o subappalti alle cooperative.
Alla Nazionale i dipendenti sono 203, in maggioranza 50-60enni. Sono
affiancati mediamente da 130 tra volontari e stagisti. Ventinove di loro
lavorano per la «A.v.a.c.a — associazione volontari attività culturali ed
ambientali». Dallo sportello telematico del volontariato della regione
Lazio, risulta che il responsabile legale è il vice segretario nazionale
della Filp-Cisl, Gaetano Rastelli.
Questa associazione impiega 72 volontari nelle biblioteche romane. Alla
Nazionale lavorano ad esempio nelle reception, nel grande atrio oppure
davanti alle sale di lettura, nei magazzini o in uno dei depositi dei libri.
Queste persone non possono essere pagate direttamente, sono volontarie appunto, ma ottengono un rimborso spese «a scontrino». Per mettere da parte 400 euro al mese per 24 ore di lavoro settimanale,
raccolgono tutti gli scontrini possibili, quelli del bar della biblioteca ad
esempio.
Li presentano a fine mese per ottenere in cambio il loro magro salario.
È la nuova frontiera del precariato: il lavoro a scontrino senza contributi.
Questo è un altro modo che lo Stato usa aggirare il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, e non solo nei beni culturali.
Il mondo che non c’è più
I tagli al personale hanno ridotto l’orario di distribuzione dei libri. Fino
alle 14,30 oggi è ancora possibile chiederne uno nelle sale, poi tutto si
ferma. Dopo la ristrutturazione della biblioteca nel 2000 il sistema delle
richieste e del trasporto dai piani dei libri è stato automatizzato. Il sistema è organizzato con i nastri trasportatori ai piani. A gestirli c’è solo
una persona che dovrebbe muovere centinaia di libri per 11 ore al
giorno, cinque giorni alla settimana. Un’impresa impossibile a cui si è
dedicata con dedizione, accumulando 3500 ore oltre il normale orario
di lavoro che recupererà prima di andare in pensione. Senza di lui, la
«cabina di regia» si ferma. E la biblioteca torna all’analogico: i libri vengono caricati sui carrelli, messi in un ascensore e arrivano al banco,
nella sala lettura dov’è stata fatta la richiesta.
Le ristrettezze hanno diminuito i controlli sulle porte tagliafuoco, due
ascensori sono stati fermati perché mancano i fondi per la manutenzione. Nei magazzini c’è un impianto anti-incendio che toglie l’ossigeno.
In caso di incendio, infatti, non si può gettare la schiuma chimica sui
libri. Per far funzionare l’antincendio, in queste stanze non dovrebbe circolare l’aria, ma gli ambienti non sono sigillati e le finestre vengono
aperte. In più ci dovrebbe essere il riscaldamento e raffreddamento 24
ore su 24 perché nei depositi c’è un’escursione termica che arriva a 20
gradi. Ma non ci sono i soldi per affrontare questi problemi elementari.
L’austerità non taglia solo le persone, mette a rischio la memoria dei
libri.
Corridoi scuri. Pavimenti scrostati. Umidità. Saliamo piano dopo piano
con gli ascensori-montacarichi. E i piani sembrano lunghi chilometri.
Dall’alto si vede la Sapienza, all’orizzonte i Castelli. Le finestre sono
ampie ma oscurate da coltri di polvere. La luce sporca lascia i piani nella
semi-oscurità quando il sole gira alle spalle della biblioteca. I lavoratori
che ci accompagnano in questo viaggio dicono che mancano i soldi per
cambiare neon e lampadine. Quando cala il giorno ai custodi capita di
usare le torce per vedere il numero della catalogazione sui libri. Ci sono
interi settori vuoti, in attesa che nuovi faldoni e libri vengano ricollocati.
Per i giornali italiani, stranieri, microfilmati oggi non c’è più spazio. Nel
flusso ininterrotto di pubblicazioni che entrano nella Nazionale ci sono
decine di edizioni locali della stessa testata. Moltiplicateli per 360 all’anno, tutti gli anni, e avrete un oceano di carta incontenibile. È uno
degli effetti dell’obbligo del deposito legale: una copia di qualsiasi scritto
pubblicato in Italia dev’essere archiviato nella biblioteca nazionale di
Roma o di Firenze. Per contenere questa marea di carta è stato scelto
di trasferirla in un deposito a Ciampino insieme agli elenchi telefonici,
uno per tutte le province, e gli atti parlamentari. Il costo dell’affitto è di
100 mila euro all’anno. A Castro Pretorio ci sono spazi che potrebbero
essere bonificati e funzionare come depositi. Costerebbe «solo» 300
mila euro che però non ci sono. Nulla di questo oceano di tomi, volantini,
manifesti, pubblicità dev’essere perduto. Oggi di scarsa consultazione,
domani potrebbe essere importante. È stato così, ad esempio, per gli
statuti delle società operaie di fine XIX secolo. Allora erano semplicemente carte. Oggi sono documenti di rilevanza eccezionale. Niente è
oggettivo in una biblioteca. C’è una vita segreta che con il tempo cambia
il valore delle carte. E il superfluo diventa oggettivo. Qualsiasi testo trova
il suo posto in questo mondo razionale. Bisogna archiviarlo, posizionarlo
e come il vino un giorno fermenterà, trovando un senso.
Un tempo c’erano gli ascensoristi. Lavoravano insieme agli addetti alle
caldaie. Era stato formato un gruppo operaio di falegnami, idraulici ed
elettricisti assunti a tempo indeterminato. Sono andati in pensione all’inizio degli anni Duemila e non sono stati sostituiti. «Tutto questo
mondo non c’è più», afferma un custode. Di loro sono rimasti due idraulici e un elettricista. Alcuni custodi si sono riciclati in ascensoristi o in
caldaisti, dopo un breve corso.
Alla Nazionale vige l’autogestione in attesa di una morte per causa naturale. Resteranno milioni di libri. Soli. Un tesoro che dovrà essere gestito. Dagli ex lavoratori in pensione che, un giorno, faranno i volontari?
04/06/2014 10:08 | CONOSCENZA - ITALIA | Fonte: Il Manifesto | Autore: Roberto Ciccarelli
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- Giugno 2014
ARCHIVIO DI STATO DI RIETI
ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO
“Resistenza e Liberazione tra Umbria e Sabina”
“70° Anniversario della Liberazione di
Teramo”
Si terrà giovedì 12 giugno il convegno di studi storici sul tema “Resistenza e Liberazione tra Umbria e Sabina”, l’iniziativa con cui si chiudono le iniziative dell’Archivio di Stato sul tema del settantesimo della
liberazione di Rieti.
Il convegno organizzato d’intesa tra l’Archivio di Stato e la Caserma Verdirosi si terrà in entrambe le sedi istituzionali, la mattina, dalle 9 alle 13
presso l’Archivio di Stato e il pomeriggio dalle 15 alle 18,30 presso la
Verdirosi. Al termine del convegno si terrà la visita al rifugio antiaereo e
alle altre bellezze della caserma Verdirosi come il chiostro di S. Agostino, l’oratorio di San Pietro Martire e il singolare museo militare.
Il convegno sugella la collaborazione istaurata tra i due enti dello stato,
l’Archivio di Stato e la Caserma Verdirosi. Grande soddisfazione è stata
espressa dal direttore dell’Archivio di Stato dott. Roberto Lorenzetti e
dal comandante della Verdirosi, gen. Giancarlo Villa che hanno sottolineato la straordinaria risposta che si è avuta dalla città con migliaia di
cittadini che stanno quotidianamente visitando la mostra e il rifugio della
Verdirosi.
Il convegno affronterà il tema della resistenza nell’area umbro-sabina
con un inquadramento generale sulla questione laziale che sarà fatto
nella prima relazione da Antonio Parisella, direttore del Museo della
Liberazione di Roma.
Saranno quindi affrontati aspetti specifici della guerra di liberazione nel
reatino (Antonio Cipolloni), con l’approfondimento sulle vicende della
brigata Gramsci (Tommaso Rossi), sulla battaglia di Poggio Bustone
(Marco Venanzi e Alessandro Portelli)
La questione della prima zona libera d’Italia sarà affrontata da Renato
Covino, professore all’università di Perugia, mentre la questione della
rappresaglia e della controrappresaglia è stata affidata ad Angelo Bitti.
Il ruolo del clero reatino ed in particolare del vescovo Migliorini, sarà affrontato da Ileana Tozzi mentre Luciano Sarego affronterà il tema della
resistenza nell’alta Sabina. Il governo alleato nella provincia di Rieti sarà
il tema affrontato da Marilena Giovannelli, mentre la questione delle
battaglie aeree sul cielo di Rieti saranno il tema dell’ultima relazione di
Edoardo De Santis Passarani, propedeutica alla successiva visita al
rifugio antiaereo.
L’Archivio di Stato e la caserma Verdirosi comunicano che per la visita
al rifugio antiaereo e alle altre strutture della caserma, in questa occasione non ci sarà bisogno di alcuna prenotazione. La visita avverrà al
termine del convegno al quale tutti i cittadini potranno liberamente partecipare.
Archivio di Stato di Rieti
indirizzo: viale L. Canali 7 - 02100 Rieti
tel. 0746 204297
[email protected]
La Sezione di Teramo "Manfredo Mobilj" dell'ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, in collaborazione con il Comune di Teramo, la
Provincia (Medaglia d’Oro della Resistenza), l’Archivio di Stato di Teramo e l’Associazione Culturale “Teramo Nostra” organizza le Celebrazioni Ufficiali del 70° anniversario della Liberazione della Città di Teramo.
Le Celebrazioni avranno inizio venerdì 13 giugno, alle ore 17.30, in via
Cesare Beccaria, nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie,
con la Commemorazione dei Martiri uccisi dai nazi-fascisti il 13 giugno
1944: Bruno Chiavone (20 anni) , Antonio Cipro (16 anni) , Antonio Di
Bernardo (46 anni) , Mauro D’Intino (22 anni), Carlo Durante (16 anni),
Luigi Marcozzi (48 anni), Amedeo Parabella (33 anni) , Aldo Quarchioni (15 anni). Gli otto teramani, furono catturati ed uccisi dai nazi-fascisti nei pressi dell’ex Caserma Rossi, alla Madonna delle Grazie,
l’ultimo giorno di guerra a Teramo.
Per commemorare le giovani vittime interverranno il Segretario Provinciale dell’ANPI Mirko De Berardinis e il Presidente di Teramo Nostra
Piero Chiarini.
A seguire, alle ore 18.00, nella sede di “Teramo Nostra”, in Via Fedele
Romani 1, sarà ricordato il poeta e scrittore teramano, scomparso lo
scorso anno, Lucio Cancellieri, autore dei libri “ Teramo, 13 Giugno
1944, l’eccidio” e “Momenti di Guerra” con un recital di poesie a cura
della Sezione Letteraria di “Teramo Nostra”. Alle ore 19, sarà invece
proiettato, il docu film “I Gigli del ‘44” realizzato dall’associazione per ricordare l’orrenda strage avvenuta a Teramo il 13 Giugno 1944.
Le Celebrazioni Ufficiali del 70° Anniversario della Liberazione di Teramo
riprenderanno nella giornata di sabato 14 giugno, alle ore 10, in Piazza
Ercole Vincenzo Orsini, con la deposizione di una corona d'alloro sulla
lapide dedicata ai Partigiani caduti nella resistenza teramana.
A seguire, alle ore 10.30, presso l’Archivio di Stato di Teramo in Via Cesare Battisti 55 , si terrà un convegno per ricordare la Liberazione della
Città di Teramo dal nazi-fascismo (14 giugno 1944) con l’inaugurazione
di una mostra documentaria.
Dopo i saluti del Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, del Presidente
della Provincia Valter Catarra e della Direttrice dell’Archivio di Stato
Carmela Di Giovannantonio, interverranno il Presidente della Sezione
ANPI di Teramo Antonio Topitti, la Docente dell’Università degli Studi
di Teramo Maria Gabriella Esposito e il Presidente Provinciale dell’ANPI Antonio Franchi.
Al termine, sarà presentato il libro “La Resistenza a Teramo” di Sandro
Melarangelo.
Redattore: CATIA D'ANNUNZIO
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ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA - Sezione di CASTROVILLARI
I Vassalli dei principi di Bisignano: i Baroni Todaro Belluscio,
i Baroni de Benedictis Toscano, I Baroni Marsico,
I Sanseverino di Cassano e di Castrovillari
tra articolazioni di potere rotture epistemiche e
strategie parentali.
di Concetta Micciullo
Esposizione di documenti conservati presso la
Sezione di Castrovillari documentazione quadri
gentilmente concessi dall’Archivio Storico Gentilizio
Dei ‘Jrene in Francavilla Marittima
I documenti, esposti, che abbracciano i secoli XVI -XIX sono una fonte
importante per la realizzazione della mostra e sono stati collocati in
modo da indicare e seguire una scansione, per così dire, periodizzante
e per famiglia: prima i documenti del XVI sec. che riguardano i grandi
feudatari (investitura di sovrano, testamento di Irina Scanderbergh, principessa di Bisignano moglie di Pietro Antonio Sanseverino, antichi atti
relativi al passaggio del feudo Cicirello), poi quelli relativi ai Todaro Belluscio, ai de Benedictis Toscano, ai Marsico ed agli stessi Sanseverino
di Castrovillari.
Dopo un’attenta analisi di fattori che hanno portato alla straordinaria affermazione ed alla irreversibile caduta di principi di Bisignano nel loro
ramo primigenio, in una lineare progressione storica, quattro famiglie
nobiliari vengono prese in considerazione, i baroni di Todaro Belluscio
(direttamente imparentati con i baroni Campolongo ed i Castriota Scanderbech, principi sovrani d’Albania), i baroni de Benedictis Toscano, i
baroni Marsico e gli stessi principi Sanseverino nel ramo ultragenito di
Castrovillari: ramo di Pomponio di Carlo di Francesco.
Si tratta di quattro Case che nel bene e nel male percorrono la stessa
ascesa e la stessa caduta dello Stato di Bisignano intorno al quale continuano a gravitare più o meno direttamente insieme ai propri feudi
spesso ricevuti dagli stessi Sanseverino: un esempio per tutti è la gabella della seta, la quale si lega al massimo benessere raggiunto dal
principato ma anche alla diretta influenza esercitata verso uno straordinario scenario di vita in Francavilla Marittima attraverso il moltiplicarsi
di filande e l’incremento di una vasta imprenditorialità settoriale.
attraverso un’articolazione capace di strutturare la narrazione su assi
ben definiti al fine di agevolare la comprensione della progressione dei
processi riferiti. Da questo punto di vista viene in essere i rapporti del
principi di Bisignano con i baroni di Todaro Belluscio di Francavilla Marittima, i più antichi vassalli nel tenimento di Francavilla tanto che il
feudo di Cicireello è loro consesso dal principe di Bisignano dietro regio
assenso dei sovrani spagnoli e viene fatto coincidere con il feudo di
Pampanea.
Dai documenti e dai quadri, messi in mostra, si evidenziano gli stemmi,
investiture feudali ed atti pubblici, modelli diplomatici, stati delle anime,
rettorati e patronati nelle chiese, visite pastorali, protocolli notarili di varia
natura, capitoli dotali, testamenti, donazioni, contese giudiziarie diversamente esperite, imposte e tasse feudali di varia natura, gabelle. Testimoniano i moduli oligarchici attraverso cui i principi ed i loro notabili
hanno creato le loro Case.
I fatti rappresentati esprimono il dominio della libertà, anche quando si
tratta di determinazioni condizionate dal pensiero che ogni struttura appartenga al sistema che la accoglie.
L’allontanamento arbitrario da certi fattori (e nella storia dei Sanseverino
ne rimane più di un esempio) porta irrimediabilmente disfatta e rovina.
Ma non si è voluto dare giudizi; né si è voluto giudicare le grandi figure
del ramo principale (alcune straordinariamente forti come Pietrantonio
altre più fragili come Berardino Nicolò) o quelle minori dei loro familiares
(Donna Anna di Todaro Belluscio, Don Delio de Benedictis Toscano, Don
Cesare Marsico, Don Giacomo Marsico, Donna Lucrezia Sanseverino,
Donna Aurelia Marsico Pagliaminuta, Donna Clelia Pagliaminuta Marsico Salmena, Donna Irene Nemoyanni Salmena, Donna Rosa Cordasco di Todaro Salmena), che hanno creato la fortuna delle proprie Case
e conservato le proprie.
Ciascuna Casa abbraccia un arco temporale individuato sulla base dei
fenomeni storici che ne hanno segnato una svolta o una censura nel
campo politico, istituzionale, economico, sociale, religioso e culturale
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Lo stesso stemma di Francavilla Marittima esibito nell’originale rintracciato presso l'Archivio di Stato di Napoli mostra nel suo blasone la torre
dei Belluscio di Todaro, sulla quale sovrasta la corona dei principi di Bisignano a testimonianza della loro opera nel ripopolare il tenimento
stesso.
Attraverso gli atti del catasto onciario, gli atti dell’archivio dei duchi Serra
di Cassano conservati a Napoli nel palazzo a via Monte di Dio, e negli
atti dell’Archivio dei Jrene in Francavilla Marittima viene evidenziata la
vita di questi vassalli, i quali vivono nella Torre di Belluscio nel centro di
Francavilla. Posseggono il feudo di Cicirello e il santuario di Sant’Antonio già maniero di caccia dei Sanseverino e successivamente la cappella di Sant’Antonio e il Santuario della Madonna degli Infermi,
sottratto dai Serra.
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Con l’avvento dei Serra dopo la caduta dei principi di Bisignano, le cose
cambiano radicalmente. Già nel 1634 i Serra espropriano i baroni di Todaro Belluscio del feudo di Cicerello con la motivazione che gli stessi
non avevano pagato i diritti feudali, e poi una seconda volta ai baroni
de Benedictis Toscano succeduti a questi per via femminile, con la
scusa di essersi estinta la linea di Belluscio e quindi di non potersi questa consolidare “iure successorio” in quella dei de Bendedictis Toscano.
Ai baroni de Benedictis a Francavilla Marittima prende vita la linea dei
Irene da donna Irene Nemojanni Salmena, la celeberrima buona signora
che morendo nel 1895 ha dato il suo nome soprannome a tutti gli eredi
della sua famiglia e a numerosi luoghi della sua comunità.
I documenti sono stati collocati in modo da indicare e seguire una scansione, per così dire, periodizzante e per famiglia: prima i documenti che
riguardano i grandi feudatari (investitura di sovrano, antichi atti relativi
al passaggio di Cicirello), poi quelli relativi ai di Todaro Belluscio, ai de
Benedictis Toscano, ai Marsico ed agli stessi Sanseverino di Castrovillari. Ciascuna Casa abbraccia un arco temporale individuato sulla base
dei fenomeni storici che ne hanno segnato una svolta o una censura
nel campo politico, istituzionale, economico, sociale, religioso e culturale
attraverso un’articolazione capace di strutturare la narrazione su assi
ben definiti al fine di agevolare la comprensione della progressione dei
processi riferiti.
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ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI
"Pizzofalcone tra le pietre e i demoni
di Napoli"
Accompagnamento musicale alle percussioni con Alfredo Munoz Rivas
Si tratta di un progetto itinerante che da giugno a dicembre 2014 Massimiliano Finazzer Flory, metterà in scena in tutte le 20 regioni italiane
con oltre 40 spettacoli. Dopo Roma il 20 giugno alla Biblioteca Angelica,
e Napoli il 24 giugno alla Biblioteca Nazionale, l’Archivio di Stato di Palermo ospita la rappresentazione, ideata dal regista e attore e realizzata
in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo, la Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il
diritto d’autore, la Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo, con il
patrocinio del Centro Nazionale Studi Manzoniani e con il sostegno di
Banca Mediolanum.
Attraverso la letteratura come spettacolo dal vivo, nelle più belle Biblioteche e negli Archivi più significativi di ogni regione italiana, si intende
valorizzare e sostenere il patrimonio culturale del nostro Paese
* * *
ARCHIVIO DI STATO DI ENNA
"Mostra in arte storica, contemporanea
e documentale"
Martedì 24 giugno 2014 alle ore 11,00, presso la Sezione militare, in via
Egiziaca a Pizzofalcone,44, l'Archivio di Stato di Napoli ha organizzato
nell'ambito del programma "Forum delle Culture - Palazzi degli Spiriti
Fantasmi a Napoli", l'iniziativa "Pizzofalcone tra le pietre e i demoni di
Napoli", a cura di Marina Azzinnari.
Interverranno:
Imma Ascione direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli
Maria Roccasalva autrice del volume “Le pietre e i demoni di Napoli” e
Mario Iuliano Archivio di Stato di Napoli
Indirizzi
Sede centrale: piazzetta del Grande Archivio, 5
Sede sussidiaria: via Egiziaca a Pizzofalcone, 44
Centralino: tel. 0815638111
[email protected]
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ARCHIVIO DI STATO DI PALERMO
Mostra d'arte contemporanea
Dal 24 maggio al 7 giugno l'Archivio di Stato di Palermo ospita nelle
Sale espositive e nell'atrio della sede Catena:
2+2 Mostra di due artisti della ceramica contemporanea, Mario Lo
Coco e Giovanni Russo, e di due pittori,Giuseppe Simonetti e Umberto Signa, a cura di Anna Maria Ruta; progetto espositivo e allestimento a cura di “Lo Stato dell’Arte” arch. Fosca Miceli.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e
dalle 15.00 alle 17.00, il sabato dalle 9,00 alle 13,00, su prenotazione
*
I N VI A G G I O CO N A LE SSA ND O MA NZO NI
Venerdì 27 e sabato 28 giugno 2014, alle ore 20:30 nell'atrio della Sede
Catena dell'Archivio di Stato di Palermo in Via Vittorio Emanuele, 31
sarà in scena:
I Promessi Sposi
da Alessandro Manzoni
Spettacolo teatrale tratto dall'omonimo romanzo diretto e interpretato
da Massimiliano Finazzer Flory
In occasione della ricorrenza del bicentenario della fondazione dell’Arma
dei Carabinieri è stata realizzata una mostra dal Comando Provinciale
di Enna con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Enna che ha fornito la documentazione storico-archivistica, il patrocinio del Comune di
Enna che ha messo a disposizione i locali e l’ Associazione Nazionale
Carabinieri.
La mostra avrà luogo presso la Galleria Civica, Piazza Scelfo a Enna
dal 11 giugno al 15 giugno 2014 e sarà aperta al pubblico dalle 9:00 alle
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13:00 e dalle 15:00 alle 17:00 con ingresso gratuito e senza prenotazione.
Per maggiori informazioni:
Archivio di Stato di Enna
Indirizzo: via Angelo Tranchida, c.da S.Lucia - 94100 Enna Bassa
Tel.: 0935 37347
email: [email protected]
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BIBLIOTECA UNIVERSITARIA - SASSARI
IN A U GU RA ZI O NE NUO VA SE D E D E L L A
B I B L IO T E C A U NI V E R SI TA R I A D I SA SSA RI
Alla cerimonia interverranno:
* Francesca Barracciu, Sottosegretario al Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo;
* Attilio Mastino, Rettore dell’Università degli studi di Sassari;
* Rossana Rummo, Direttore generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d’autore;
* Maria Assunta Lorrai, Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardigna;
* Maria Rosaria Manunta, Direttore della Biblioteca.
Dopo un articolato e complesso intervento di restauro promosso e finanziato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, si
restituisce alla piena funzionalità e alla collettività il Monumento della
città, voluto dal principe Carlo Alberto negli anni '20 del 1800 e poi realizzato tra il 1843 e il 1848, su progetto dell’ingegnere piemontese Carlo
Berio, per assistere la comunità locale e portare soccorso alla popolazione che versava in una generalizzata condizione di miseria.
Si tratta di uno dei più importanti esempi dello straordinario patrimonio
culturale nazionale così come rappresentato dalla magnificenza dell’intera struttura, in particolare, dalle peculiarità dell’atrio, del maestoso
Scalone, del vestibolo dei benefattori che con il loro generoso contributo
resero possibile l'attività e lo sviluppo dell'ospedale, nonchè della Cappella della Santissima Annunziata, legata al nome di Simone Manca di
Mores, primo sindaco post-unitario di Sassari, che eseguì il disegno dell’
altare.
È da sottolineare il valore simbolico insito anche nel restauro della Cappella che originariamente comunicava, tramite una monumentale porta
vetrata realizzata nel 1878, con le camerate di degenza, consentendo
agli ammalati di assistere alle funzioni religiose, e che ora adorna le sale
di lettura e consultazione della Biblioteca, depositaria di una collezione
di oltre 300.000 volumi alla quale ha contribuito significativamente la
Soppressione delle Corporazioni religiose a seguito delle disposizioni
legislative del 1855 e del 1866.
Durante l’evento si esibiranno il Coro “Duennas” di Villanova Monteleone, composto esclusivamente da voci femminili, diretto dal Maestro
Andrea Zinchiri, il Coro “Su Cuncordu Codronzanesu”, composto da
quattro voci maschili espressione della antichissima tradizione musicale
sarda, diretto dal Maestro Luigino Cossu, e l’Associazione culturale “Ittiri
cannedu” presieduta da Piero Simula, aderente alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari che propone musica e danze popolari della Sardegna e, in particolare, del Logudoro.
Redattore: RENZO DE SIMONE
Informazioni Evento:
8 luglio 2014
Sassari, Complesso monumentale dell’ex Ospedale della Santissima
Annunziata
Orario: 11.30
Telefono: 079235179
E-mail: [email protected]
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N O R M AT I V E T E C N I C O - P RO F E S S I O NA L I
& I N T E RV E N T I P U B B L I C I
a cura di Mauro Ceci - RSPP
A P PA LT I P U B B L I C I .
ECCO LE NOVITÀ IN ARRIVO
Il D.L. Semplificazioni appena approvato dal Governo e in attesa di
pubblicazione in Gazzetta prevede numerose novità anche in tema di
lavori pubblici.
Ecco le novità più interessanti previste dalla bozza del 12 giungo 2014.
SOPPRESSIONE AVCP
La bozza di D.L. prevede la soppressione dell’AVCP entro l’anno.
Il Presidente dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione (ANAC) viene nominato Commissario straordinario dell’AVCP.
Sul piano delle competenze e funzioni, si prevede il trasferimento all’ANAC dei poteri di vigilanza propri dell’AVCP
(art. 6 del D.Lgs. n.163/2006), ovvero:
• vigilanza sul rispetto delle regole della concorrenza e dei principi di
correttezza e trasparenza delle procedure di gara, nonchè di economica ed efficiente esecuzione dei contratti;
• segnalazione al Governo e al Parlamento dei fenomeni particolarmente gravi di inosservanza o di applicazione distorta della normativa
sui contratti pubblici;
• proposte al Governo delle modifiche occorrenti in relazione alla disciplina sui contratti pubblici;
• accertamenti ispettivi;
• erogazione di sanzioni pecuniarie ed interdittive.
SOPPRESSIONE DEL 2 % AGLI UFFICI TECNICI DELLE PA
Il D.L. prevede l’abrogazione del comma 5 dell’articolo 92 del Codice
Contratti e quindi l’eliminazione dell’incentivo del 2% dell’importo a base
di gara di un’opera da ripartire tra il responsabile del procedimento e gli
incaricati della redazione del progetto, del piano di sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo. Inoltre, con l’abrogazione del comma 6
viene eliminata la possibilità di ripartire il 30% della tariffa professionale
per la redazione di un atto di pianificazione tra i dipendenti dell’amministrazione aggiudicatrice che lo abbiano redatto.
RIDUZIONE DEI REQUISITI PER LE GARE DI PROGETTAZIONE
Prevista una sensibile riduzione dei requisiti relativi alle gare di progettazione con la modifica dell’articolo 263 del Regolamento Appalti (D.P.R.
270/2010):
• il fatturato globale passa da un importo variabile tra 2 e 4 volte l’importo
a base d’asta ad un importo variabile tra 1,4 e 3 volte l’importo a base
d’asta, con la precisazione che il periodo di riferimento passa dagli ultimi
5 esercizi agli ultimi 7 esercizi antecedenti la pubblicazione del bando;
• l’importo globale relativo all’espletamento di lavori appartenenti alle
classi e categorie dei lavori cui si riferiscono i servizi da affidare passa
da un importo variabile tra 1 e 2 volte l’importo stimato dei lavori ad almeno unavolta l’importo;
• il numero di servizi appartenenti ad ognuna delle classi e categorie
dei lavori cui si riferiscono i servizi da affidare passa da 2 a1;
• il numero medio annuo del personale tecnico utilizzato passa dalla misura variabile da 2 a 3 volte le unità stimate nel bando per lo svolgimento dell’incarico ad una misura variabile da 1 a 1,5 volte con la
precisazione che il periodo di riferimento passa dagli ultimi 3 anni agli
ultimi 5 anni.
VARIANTI IN CORSO D’OPERA E AUTORITÀ NAZIONALE ANTI
CORRUZIONE
Le varianti in corso d’opera di cui al comma 1 lettere b). c) e d) dell’articolo 132 del decreto legislativo 12 aprile 2006. n. 163 dovranno essere
trasmesse, unitamente al progetto esecutivo, all’atto di validazione e ad
apposita relazione del responsabile del procedimento, all’Autorità Nazionale Anti Corruzione entro 30 giorni dall’approvazione da parte della
Stazione Appaltante per le valutazioni e gli eventuali provvedimenti di
competenza.
COSTO DEL PERSONALE
Prevista l’abrogazione del comma 3-bis dell’articolo 82 del Codice dei
Contratti, con cui viene cancellata la norma relativa alla determinazione
del prezzo più basso al netto delle spese relative al costo del personale.
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CONTROLLO DEI REQUISITI DEL SOLO VINCITORE
L’accertamento dei requisiti di partecipazione di cui agli articoli da 38 a
44 del Codice dei Contratti è operato dalla stazione appaltante nei confronti del concorrente che, all’esito dell’esame dell’offerta tecnica e dell’offerta economica, risulta collocato al primo posto in graduatoria per
aver presentato le condizioni più vantaggiose per le amministrazioni e i
soggetti aggiudicatari.
ABROGAZIONE DELLA NORMA SULLA RESPONSABILITÀ SOLIDALE
Prevista l’abrogazione dei commi da 28 a 28-ter dell’articolo 35 del Decreto Legge 223/2006, con cui viene soppressa la cosiddetta responsabilità fiscale dell’appaltatore, che prevede che l’appaltatore risponda
in solido con il subappaltatore, nei limiti dell’ammontare del corrispettivo
dovuto, del versamento all’erario delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro
dipendente dovute dal subappaltatore all’erario in relazione alle prestazioni effettuate nell’ambito del rapporto di subappalto.
* * *
Nuove modifiche al Codice dei Contratti
pubblici (D.Lgs. 163/2006), ecco la
versione aggiornata ad oggi!
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2014 è stato pubblicato il Decreto Legge 24 aprile 2014, n. 66, recante "Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale", in vigore dal 24 aprile scorso.
Il D.L. denominato "Decreto Spending Review" introduce alcune novità
relative al settore dei lavori pubblici, modificando il D.Lgs. 163/2006 (Codice Appalti).
Di seguito una sintesi delle novità e il Codice Contratti aggiornato ad
oggi.
Notizie dal...
Centrali di committenza
Il D.L. 66/2014 introduce una modifica al comma 3-bis dell'art. 33 del
Codice dei Contratti, relativo alle centrali di committenza dei piccoli Comuni.
La nuova formulazione prevede che i Comuni non capoluogo di provincia debbano procedere all'acquisizione di lavori, beni e servizi nell'ambito delle unioni di Comuni esistenti, ovvero costituendo un apposito
accordo consortile e avvalendosi dei competenti uffici, oppure ricorrendo
ad un soggetto aggregatore o alle Province.
In alternativa, gli stessi Comuni possono effettuare i propri acquisti attraverso gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip S.p.A. o
da altro soggetto aggregatore di riferimento.
Pubblicazione telematica dei bandi
La pubblicazione dei bandi avverrà solo telematicamente sui siti della
Stazione Appaltante, del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dell'Osservatorio sui contratti pubblici e sulla Gazzetta Ufficiale.
Viene eliminata la previsione di pubblicazione per estratto degli avvisi e
dei bandi su almeno due dei principali quotidiani a diffusione nazionale
e su almeno due a maggiore diffusione locale nel luogo ove si eseguono
i contratti.
* * *
Responsabile sicurezza, la Pubblica
Amministrazione può decidere che sia un
ingegnere o un architetto!
Per la scelta del responsabile della sicurezza, una Pubblica Amministrazione nella procedura di selezione può preferire un laureato in ingegneria, anche se questo compito può essere svolto da altre figure
professionali.
Lo ha precisato il Consiglio di Stato con la Sentenza 399/2014.
Nel caso in esame, la Corte d'Appello di Lecce aveva indetto una procedura di selezione per affidare l'incarico di responsabile della sicurezza
degli uffici giudiziari, restringendo la ricerca ai laureati in ingegneria.
Il CNAPPC, (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) aveva però presentato ricorso contro il vincitore.
Il TAR aveva dato ragione al CNAPPC, sostenendo che si trattava di
una prestazione non strettamente attinente ai servizi di ingegneria, ma
che poteva essere effettuata da qualsiasi soggetto in possesso dei requisiti previsti dal D.Lgs. 81/2008 (frequenza di un corso professionalizzante).
Il Consiglio di Stato ha in seguito ribaltato tale decisione, sostenendo
che, il Decreto Legislativo 81/2008 seppur non imponga titoli di studio
al responsabile per la sicurezza, lascia comunque alle amministrazioni
la possibilità di valutare in modo discrezionale i requisiti da chiedere agli
eventuali candidati.
Pertanto, scegliere come criterio di selezione il possesso di una laurea
anziché un'altra equivalente, non implica nessuna discriminazione.
* * *
Centro Studi Cistercensi
Istituito il 12 luglio 1994
Presidente: Dom Federico Farina
Direttore: Arch. Mauro Ceci
se d e: Abba zi a d i Ca s a ma ri (F R) - Tel / fax 0 7 7 5 - 2 8 3 4 3 0
em a i l : cen t ro s t u d i ci s t ercen s i @ g ma i l . co m
Restaurata la Crocifissione e Santi
del Beato Angelico.
Presentato nel Museo di San Marco il restauro dell’affresco raffigurante
la Crocifissione e Santi, dipinto dal Beato Angelico nella Sala Capitolare
tra il 1441 e il 1442. L’intervento, realizzato grazie alla Fondazione non
profit Friends of Florence condotto da Giacomo Dini di Dini Restauri nel
2013-2014, occupa un posto speciale nella storia del restauro. Su questo affresco, infatti, che nel 1967 si presentava fortemente degradato,
con il fondo completamente ridipinto e la superficie attaccata da sali e
muffe, tra il 1967 e il 1974 fu sperimentato un nuovo metodo di intervento, detto dell’ammonio-bario, frutto della ricerca, dello studio e della
collaborazione del restauratore Dino Dini e di Enzo Ferroni, illustre docente di Chimica presso l’Università di Firenze, due personaggi straordinari che hanno lasciato un segno indelebile nell’evoluzione del
restauro. Con tale metodologia, capace di trasformare i sali solubili in
sali insolubili e inerti, si rese possibile mantenere il grande affresco sulla
parete originale, restituendogli la coesione senza dover ricorrere
allo”strappo”, tecnica che all’epoca era considerata l’unica capace di
salvare le pitture murali degradate. “Contribuire alla conservazione di
un’opera così importante è per noi un grande onore - aggiunge Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente della Fondazione non profit Friends
of Florence. La Sala Capitolare di San Marco potrà quindi tornare a raccontare l’eccellenza artistica del Beato Angelico attraverso questo meraviglioso affresco. Quest’opera stupisce per la maestria con la quale è
stata realizzata. Siamo rimasti affascinati dalla modernità del Beato Angelico che descrive ogni singola figura con una dovizia di particolari incredibile. L’artista realizza veri e propri ritratti dei personaggi ai quali
attribuisce non solo gesti, ma anche una profondità espressiva di grande
rilevanza, continua la Presidente della Fondazione. Moltissimi dei nostri
donatori si sono appassionati a quest’opera anche perché l’affresco celebra l’armonia fra gli ordini religiosi e l’equilibrio dello spirito, un tema
questo di grande attualità in un’epoca come la nostra”.
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Recuperati affreschi del Baciccio
Nella sacrestia ritrovata la «Gloria degli
Angeli con strumenti della Passione»
Lotta all’incuria
Dopo l’intervento sugli interni e la cupola, ecco dunque un altro gioiello
della celebre chiesa progettata dal Bernini strappato all’incuria del
tempo. I lavori sono stati eseguiti (in stretto contatto con tutti gli enti
competenti) da un team specializzato dell’azienda Pantone Restauri,
che ha consolidato tutta la superficie della volta della Sacrestia, la quale
presentava ampie aree compromesse, con il rischio di distacco in alcune
zone, mirando poi a ripristinare le cromie originarie ormai erose e opacizzate. Operazione perfettamente riuscita, come quella che ha ricostruito tutte le cornici ornamentali in gesso, rendendo così ulteriormente
ben definito e omogeneo il dipinto. Del resto, proprio attraverso l’accurata pulizia generale preliminare all’intervento erano infatti emerse, negli
angoli, le tracce dei dipinti delle finestre che, in accordo con la Soprintendenza, sono state riprese dai restauratori decoratori.
Contesto pittorico
Questo ha permesso di rivedere quasi al 100% il contesto pittorico che
era stato realizzato nel XVII secolo. Il restauro ha dunque riguardato
per prima cosa la messa in sicurezza di frammenti pittorici e in stucco
delle superfici pericolanti. Il cattivo stato di conservazione, hanno spiegato gli esperti, era dovuto prevalentemente a precedenti lesioni strutturali e alla presenza di sostanze inquinanti trasportate dall’acqua a
causa di infiltrazioni. Quindi, oltre ad una ricca documentazione fotografica e grafica, le prime operazioni sono consistite nel consolidamento e
nell’adesione di strati d’intonaco dipinto mediante iniezioni di malte
idrauliche a basso peso specifico. La pellicola pittorica che tendeva a
staccarsi è stata invece ripristinata grazie all’uso di resine acriliche,
mentre la pulitura chimica è stata eseguita con «saliva artificiale» (triammonio citrato) e resine applicate per mezzo di tamponcini. Le ridipinture
esistenti sono state rimosse con solventi organici e agenti meccanici
(specilli e bisturi). Sia il dipinto centrale sia le decorazioni laterali sono
state fissate con uno specifico consolidante, mentre le lacune e le lesioni
sono state risarcite con uno stucco appositamente ideato. Gli stucchi
antichi mancanti (o molto danneggiati) sono stati ricostruiti ex novo per
mezzo di calchi adoperati direttamente sul posto.
Finte finestre
Le finte finestre sono state oggetto di studio e di stratigrafie, che hanno
consentito di scoprire le originali finte finestre che imitavano quelle reali,
successivamente ricoperte con tinte di varia natura e colore. L’intervento
di recupero ha avuto termine con la reintegrazione cromatica delle abrasioni e delle lacune con colori reversibili, ma con differenti tecniche esecutive. Per il dipinto centrale si è adoperato il tratteggio verticale, data
la presenza di iconografia figurativa; le decorazioni ornamentali, invece,
sono state ritoccate con tecnica mimetica. Il programma di restauro della
- Giugno 2014
Chiesa degli Artisti, che ha segnato l’esordio del progetto «Gli Orti per
l’Arte», si concluderà definitivamente con una terza fase riguardante la
pavimentazione della stessa sacrestia. Lo scopo è di eliminare il pavimento attuale.
11 maggio 2014 - Corriere.it
di Maria Rosaria Spadaccino
ROMA - Prosegue il recupero degli affreschi della Sacrestia, prosegue
secondo i tempi, parte centrale del programma di restauro della chiesa
romana di Santa Maria in Montesanto, più conosciuta come la Chiesa
degli Artisti, promosso e finanziato da Bonduelle Italia in collaborazione
con Fondaco, società veneziana impegnata nella valorizzazione dei beni
culturali attraverso il coinvolgimento dei privati. In meno di un anno, è
tornata all’originario splendore la grande raffigurazione della «Gloria di
angeli con strumenti della Passione», attribuita al Baciccio, che per diverse ragioni denunciava ormai un avanzato stato di deperimento.
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Chiesa S. Filippo Neri nel degrado, la
Soprintendenza: "Non è colpa nostra"
Un funzionario interviene dopo la denuncia di Massimo La Rocca sullo
stato di abbandono in cui versa da troppo tempo la storica chiesa salernitana
21 Giugno 2014
Chiesa San Filippo Neri nel degrado, interviene la Soprintendenza per
i Beni Storici e Artistici di Salerno. Dopo la denuncia di Massimo La
Rocca, in merito allo stato di abbandono in cui si trova ormai da diverso
tempo la storica chiesa salernitana, arriva una nota di chiarimento da
un funzionario Soprintendenza. "Ho interessato la Curia di Salerno, la
quale già mesi fa ha provveduto a chiudere le porte della chiesa su nostra segnalazione. Evidentemente è stata fatta un'altra intrusione. Per
le sculture purtroppo non abbiamo notizie. Già nel 2000, è stata redatta
una scheda da un funzionario della nostra Soprintendenza, per il volume
Il Centro Storico, laddove la statua di san Filippo risultava trafugata e
l'altra è stata menzionata come da fonti di archivio".
Poi aggiunge: "Per il degrado sono d'accordo con lei e con quanti ne rimangono delusi, purtroppo noi del Ministero possiamo poco per ragioni
che credo conosciate. Questi sono monumenti che andrebbero segnalati ad eventuali sponsor, lo Stato aiuta pochissimo i Beni Culturali e noi
fatichiamo moltissimo a gestirli. Siamo pochi ormai, senza nessuna
nuova assunzione, e per andare sul territorio provinciale, (noi di Salerno
arriviamo fino a Sapri e all'interno del Cilento) ci dobbiamo arrangiare.
Non abbiamo più l'auto di servizio, siamo fortunati se ci arriva il treno,
gli autobus nemmeno a parlarne, se ci sono hanno orari infelici e tragitti
non consoni. Non per fare piagnistei, ma noi tanto vituperati funzionari
delle Soprintendenze che secondo alcuni rubiamo lo stipendio, quando
andiamo in missione ci andiamo senza guadagnare niente, anzi spesso
ci rimettiamo anche le spese dei mezzi pubblici".
Di qui l'amara considerazione del funzionario salernitano: "Questo glielo
segnalo signor La Rocca perchè troppo spesso veniamo additati come
dei fannulloni rubastipendi. Anche noi come tanti cittadini, amiamo i nostri monumenti, e cerchiamo di fare il possibile, purtroppo quando facciamo bene il più delle volte non ci viene riconosciuto. Non fa niente,
per quanto mi riguarda lavoro con passione e dedizione e non mi interessano i gossip e apparire a tutti i costi".
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DATA NEWS
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17
- Giugno 2014
Palermo: restaurata chiesa secentesca
vicino al Massimo
Conclusi i lavori di restauro della chiesa della “Madonna della mazza”,
in via Maqueda, a poche decine di metri dal Teatro Massimo. I restauri,
per un importo di 457 mila euro, iniziati due anni fa, su progetto dell’architetto Francesco Corallo, sotto la direzione dell’architetto Lina Bellanca, della Soprintendenza, hanno permesso di restituire la primitiva
bellezza del prospetto. La chiesa fu costruita tra il 1603 e il 1606 su probabile progetto di Mariano Smiriglio. Nell’edicola sopra il timpano è la
statua della Madonna della Mazza, nome popolare con il quale si intende la Beata Vergine Maria del Soccorso. E’ un culto che risale al
1306, in seguito all’apparizione della Vergine a Palermo al padre agostiniano Nicola La Bruna. Il monaco – si narra – era in fin di vita, ma fu
guarito per intercessione della Madonna. Il culto della Madonna si diffuse rapidamente in tutta Europa ma fu a San Severo che si radicò maggiormente, tanto che i pugliesi la elevarono a patrona del paese. La
chiesa presenta a sinistra un piccolo campanile. L’impianto interno è
con tre navatine divise da pilastri binati. In origine essa fu decorata come
un Ecce Homo e due tele dello Zoppo di Gangi, un San Girolamo (1609)
e un San Giuseppe.
di MARIO PINTAGRO
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Incredibile a Messina, distrutta per
sbaglio a picconate la statua di San Paolo al
Duomo? Cos’è successo ieri sera?
4 giugno 2014 di Giuseppe Lombardo
Cos’è successo ieri sera a Messina, durante la processione della Madonna della Lettera? Perché la Santa Patrona ha dovuto ritardare il rientro al Duomo? I dubbi attorno alle circostanze che hanno dilatato i tempi
della manifestazione religiosa sono tanti. Le certezze, invece, risultano
essere di meno. Una su tutte è inoppugnabile: il danno c’è.
La colonnina alla destra del portone principale della Cattedrale, quella
raffigurante San Paolo e risalente addirittura al 1518, è stata oggetto di
un intervento di manutenzione da parte dei Vigili del Fuoco. I pompieri,
nella fattispecie, sarebbero stati sollecitati ad un intervento diretto per
via della segnalazione di alcuni fedeli presenti alla funzione religiosa.
Questi, uscendo dalla Chiesa, avrebbero notato delle crepe lungo la
suddetta colonnina, indicando uno sbriciolamento della struttura nella
parte antistante l’ingresso.
I vigili del fuoco, di conseguenza, avrebbero atteso il momento propizio
per operare, “mettendo in sicurezza” la struttura e rimuovendo la parte
pericolante destinata a cedere da un momento all’altro. Tuttavia alcuni
testimoni presenti in loco hanno fortemente ridimensionato l’entità del
pericolo, evidenziando come non vi fossero – al momento dell’intervento dei Vigili – segni tangibili di un crollo repentino, e denunziando,
anzi, una certa incuria nell’operato degli uomini del 115. “Non c’era
niente. Stavano sistemando la parte di sopra e gli è scappata la mano,
questa è la verità” afferma a denti stretti P.T. Di più: “E’ un fatto inaudito:
l’hanno presa proprio a picconate!”, rincara A.L.
Di là dalle illazioni, francamente ci rifiutiamo di credere che persone preparate, consce del servizio che rendono alla città, possano aver leso in
qualunque modo l’integrità di un monumento di così ampio rilievo architettonico. Se un intervento c’è stato, siamo certi che esso sia stato “proporzionato” al danno eventuale che la cittadinanza avrebbe potuto patire
nelle ipotesi peggiori. Cionondimeno, un intervento chiarificatore del
corpo stesso, della soprintendenza o della Curia sarebbe auspicabile,
fosse anche solo per censurare le eventuali diffamazioni.
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R E S T A U R I
SCAVI DI OSTIA ANTICA
GOLF CAR FOTOVOLTAICHE PER VISITARE
LA CITTA' SENZA ETA'
A bordo, si parte alla volta delle Case Dipinte. Da sabato 21 giugno i
quartieri più lontani di Ostia Antica saranno raggiungibili su quattro ruote
dai visitatori anziani a disagio con le lunghe distanze.
Un passaggio gratuito su una delle due golf-car, guidate dal personale
della Soprintendenza speciale ai beni archeologici di Roma, per coprire
una distanza di oltre 1.000 metri. Il servizio è disponibile su prenotazione
e, in via sperimentale, si svolgerà il sabato con un turno al mattino e
uno al pomeriggio. Tre i posti disponibili su ogni vettura, oltre a quello
per l'autista, 24 al giorno gli individui trasportati nella fase iniziale del
progetto.
Si segue un tragitto confortevole, affacciato prima sul Tevere e poi sul
quartiere occidentale dell'antica città portuale romana. Il percorso presenta supporti informativi espressamente predisposti. L'approdo alle insulae della III Regione e all'area della Case Giardino (la domus delle
Muse, la domus delle Pareti Gialle, la domus delle Ierodule) permette
di visitare abitazioni che presentano raffinati dipinti murali, con raffigurazioni a tema dionisiaco, floreale o fantastico, e mosaici con decorazioni geometriche.
La palma dell'area archeologica italiana più hi-tech non può ora sfuggire
agli Scavi di Ostia: è una tettoia fotovoltaica a ricaricare le due golf car,
assicurando una gestione prossima al costo zero, e a fornire alimentazione elettrica agli uffici della Soprintendenza. La produzione elettrica
immessa in rete è assoggettabile agli incentivi previsti dal GSE, come il
rimborso ventennale a tariffa ordinaria, mentre i costi sostenuti possono
usufruire di agevolazioni pari al 55%. Criteri di fruizione degli Scavi che
dialogano con l'ambiente e con il risparmio e che hanno aperto la strada
al progetto "Ostia città senza età", di Marco Sangiorgio, Chiara Belfiore
e Fabio Pandolfi, vincitore del concorso di idee bandito nel 2011 e finanziato nel 2013 dalla Direzione generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale con 80 mila euro. Partner del progetto sono stati il
Centro Anziani di Ostia Antica ed il Touring Club Italiano.
"La città antica di Ostia garantisce un viaggio nel tempo" - spiega il Soprintendente Mariarosaria Barbera - "ti trovi circondato da 33 ettari di
panorama urbano dell'impero romano, tra case, botteghe, monumenti,
affreschi e mosaici, in un parco naturale meraviglioso sulla riva del
fiume.
Ora, con l'aiuto della Direzione generale per la Valorizzazione, possiamo
invitare anche le persone che affronterebbero con disagio la lunga passeggiata verso le propaggini più distanti dall'ingresso.
Ma si tratta di luoghi eccezionali che meritano una visita".
"Il servizio per ora è disponibile solo una volta a settimana" fa sapere il
Soprintendente. "Sarà esteso non appena avremo un incremento di personale che consenta di dedicare stabilmente due unità per turno al trasporto su gomma".
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Le prenotazioni nominative, specificando l'eventuale presenza di accompagnatori, dovranno pervenire allo 06 56358044, ufficio di Ostia antica della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma.
Il progetto sarà attivo a decorrere da sabato 21 giugno 2014. Le visite,
accompagnate dal personale interno della Soprintendenza, saranno effettuate il sabato su due turni: uno a.m. dalle 10.00 alle 12.00 ed uno
p.m. dalle 16.00 alle 18.00, per un massimo di 12 persone per turno
(orario estivo sino al 31 agosto, con anticipo progressivo del turno pomeridiano dal 1° settembre).
Fonte:SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I
BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA - info 338.8878816
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Ventidue mausolei scoperti sull’antica
via Prenestina
Ventidue mausolei monumentali, lungo un tracciato di 50 metri di antico
basolato perfettamente conservato. Una vera e propria necropoli romana risalente al periodo compreso fra la fine del II secolo a.C. e la fine
del II d.C. È la via Prenestina antica, venuta alla luce tra via Tor Tre
Teste e l’attuale via Prenestina durante gli scavi preventivi della Soprintendenza archeologica per la costruzione di due ristoranti Road House
Grill del gruppo Cremonini.
«Fanno parte della necropoli anche 105 tombe a fossa e diverse olle
con resti di incinerazioni — spiega Stefano Musco, archeologo respon-
La Villa perduta di Nerone, devastato da
mareggiate e incuria il complesso di Anzio
sta scomparendo
di Fabio Isman
Poche immagini di tempi diversi bastano a dimostrare che ad Anzio non
c’è (o c’era) una villa antica e certamente assai importante; esiste invece
un paradigma: la dimostrazione di come vanno perduti i tesori d’Italia.
La villa è famosa con il nome di Nerone: era qui quando Roma bruciava
(Tacito), e vi è nata anche la figlia. La città ha ospitato l’esilio di Coriolano; dà i natali a Caligola e a Nerone; Cicerone vi riorganizza le sue
biblioteche; parecchi romani insigni vi erigono ville splendide in riva al
mare: una, ne possedeva Mecenate. Vi si innalzavano ninfei, terme,
giardini, tante terrazze panoramiche; si leggono ancora le rovine del
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sabile dello scavo — Mentre in due mausolei sono stati rinvenuti circa
800 frammenti di osso e avorio riferibili a due letti funerari, ritualmente
bruciati e deposti unitamente alle ceneri dei defunti. Alcuni dei frammenti
(almeno cinque) presentano decorazioni con volti umani in alcuni casi
ornati da ghirlande composte da foglie di vite e grappoli d’uva».
Sono state inoltre rinvenute 4 epigrafi e, all’interno di uno dei mausolei,
è stato trovato anche il bustum, ovvero la fossa appositamente destinata
alla combustione del cadavere.
Le scoperte «di eccezionale valore » coprono un’area di 5 mila metri
quadrati, che potrebbe ora diventare un parco archeologico. Il gruppo
Cremonini, proprietario del terreno, ha proposto infatti di finanziare gli
scavi e il restauro, il cui progetto (al vaglio della Soprintendenza) è stato
presentato in commissione Cultura capitolina.
Se verrà approvato, anche la Prenestina antica avrà il suo sponsor,
come il Colosseo. «Il rapporto tra archeologia e imprenditoria — commenta il soprintendente Mariarosaria Barbera — può concretamente
contribuire a riqualificare le periferie della capitale [...] Una lezione per
chi si ostina a vedere nelle soprintendenze un ostacolo per lo sviluppo».
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porto fondato da Nerone.
L’edificio chiamato con il suo nome è forse lo stesso dove, ci racconta
Svetonio, Augusto nel 2 a.C. riceve il titolo di padre della Patria. E’ certamente di età repubblicana (II sec. a.C.), ampliato poi in quella imperiale, con altri interventi sotto Domiziano, Adriano, Settimio Severo.
I GROTTONI
Vi sono stati ritrovati degli autentici tesori d’archeologia, oggi sparsi nei
musei. Ma a guardarlo dalla spiaggia, ora sembra poco più di un informe
montarozzo divorato dalle mareggiate. La villa possedeva un fronte sul
mare di 500 metri, e alto 15. Ne sopravvive solo una pallida ombra; e il
degrado si è accelerato proprio negli ultimi anni. La stessa soprintendenza parla di un «pessimo stato di conservazione», e di «fortissimo rischio di totale perdita» per parte del complesso, i cosiddetti “grottoni”,
che erano poi dei magazzini sul mare.
Si vedono ancora resti delle murature; mosaici pavimentali nella parte
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- Giugno 2014
superiore; i ruderi di un criptoportico che si chiama Biblioteca di Domiziano. Sotto la terra, anche vasti ambienti, però inaccessibili: un po’ perché i custodi sono pochi, ma molto perché non sono in ottima salute.
Rischiano anche di collassare; manca ovviamente l’impianto elettrico,
l’illuminazione. Abbondanti anche i rifiuti. Da qui vengono degli affreschi
esposti nel museo della città. Ma i più notevoli ritrovamenti sono altrove.
L’Apollo del Belvedere, alto due metri e venti, ha dato addirittura il nome
a uno tra i più bei cortili vaticani; secondo Johann Joachim Winchelmann, è «l’ideale più alto dell’arte nelle opere antiche»: recuperato nel
XV secolo, è una copia in marmo di un bronzo greco di Leocares, del
325 a. C.. E’ invece greco, del I a.C., il Gladiatore Borghese, scavato
nel 1609 in 17 frammenti, ora al Louvre.
I TESORI
La Fanciulla di Anzio, ritrovata nel 1878 tra le rovine della Villa presso
l’“Arco muto”, è esposta al Museo nazionale romano: una tra le più singolari statue dell’antichità; alta un metro e 70, è un’offerente con un
piatto in mano su cui «sono una benda arrotolata, un ramo di alloro, una
piccola zampa anteriore di leone, tutti elementi votivi», dice Licia Vlad
Borrelli; i capelli annodati sulla fronte, un chitone dappreggiato cade
sulla spalla e scopre il petto: infinita la dolcezza. Un appassionato locale,
Claudio Tondi, figlio archeologo, è andato a recuperare un librino di Clemente Marigliani, “Il fascino delle rovine”, che riproduce delle cromolitografie del 1866; e con l’architetto Paolo Prignani, ha fotografato quegli
scorci, dall’angolatura con cui erano stati ripresi.
Il paragone impressiona: al posto di arcate alte tre metri, sono rimasti
muretti di decine di centimetri. Per carità: l’autore avrà forse “inventato”
qualcosa, o ricostruito; ma il raffronto con oggi è disastroso. Anche foto
più recenti lasciano capire quanto se ne è andato in malora per sempre.
Maria Antonietta Lozzi Bonaventura, docente in pensione, è in un Comitato civico per la salvezza della villa, e fa da memoria storica: «Mezzo
secolo fa, c’erano più parti della struttura che non oggi; me le ricordo.
Verso il 1970, una mareggiata scoprì un muro totalmente affrescato. I
dipinti furono staccati, e dimenticati decenni in due magazzini. Quando
arrivarono i fondi del Giubileo, si scoprì che, in buona parte, erano svaniti: quanto rimane, è al museo».
Grosse lacune nella manutenzione? Forse. Nei progetti della soprintendenza dal 2012 al 2015, nemmeno un euro. «Qualcosa è stato fatto appunto con le risorse per il Giubileo», dice la professoressa. Poi, l’inverno
scorso un’altra mareggiata. E in gran corsa, spunta una specie di molo
perpendicolare, a pelo d’acqua, 660 mila euro di spesa; però, a difesa
“dell’antico porto neroniano”, spiega un cartello, e non della Villa.
«Opere con il consenso della soprintendenza, però non eseguite da lei».
Una colata di cemento a ridosso del ruderi. Il primo passo per un futuro
ed eventuale grande porto, che da tempo il Comune chiede: questo te-
mono al Comitato per la difesa della Villa. «Rodolfo Lanciani, che scoprì
la statua della Fanciulla a fine ’800, descriveva il porticato a mare nella
zona dell’Arco muto; lo ricordo ancora, un po’ diroccato». Ormai è del
tutto sparito. Del sogno di Nerone e altri tre imperatori, resta il ricordo.
«E la rabbia per le occasioni perdute, per il passato lasciato svanire».
Messaggero.it
10 Maggio 2014
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L’opera restaurata sarà ricollocata sulla
facciata del Collegio dei Gesuiti di Noto
Il busto di S.Ignazio di Loyola torna alla sua sede naturale
Sarà ricollocato sulla finestra del primo ordine della facciata del Collegio
dei Gesuiti di Noto, il busto mutilo in pietra raffigurante il fondatore dell’Ordine, S.Ignazio di Loyola. A curare i lavori l’architetto Aldo Spadaro,
dirigente dell’Unità Operativa VI Beni architettonici dellaSoprintendenza
di Siracusa. Il busto mutilo del Santo, originariamente collocato sul timpano della finestra sinistra del primo ordine della facciata di Piazza XVI
Maggio, a seguito dai danni provocati dal sisma del ’90 alle strutture
dell’ex Collegio dei Gesuiti, è stato preso in consegnata dalla Sezione
operativa di Noto della Soprintendenza, che ha curato i lavori di restauro
dei prospetti del pregevole monumento.
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DATA NEWS
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- Giugno 2014
M O S T R E M U S E I & CON V EGN I
FESTIVAL
ROMANTICISMO
T R A G U E R R A E PA C E
contenuto della Lex Rubria de Gallia Cisalpina.
Gli articoli conservati trattano i temi della regolamentazione e difesa dei
diritti proprietari, e attribuiscono ai magistrati locali poteri e competenze
particolari.
27 settembre – 11 dicembre 2014
Venezia, varie sedi
bru-zane.com
In occasione del centenario della Prima Guerra mondiale, il Palazzetto
Bru Zane propone una variegata retrospettiva di un secolo di conflitti armati messi in musica.
Questo festival dedicato alla storia musicale dei grandi conflitti porterà
lo spettatore dai salotti napoleonici (Montgeroult, Jadin, Baillot…) a
quelli della Terza Repubblica (Fauré, Godard, Dubois…), alternando repertorio lirico e strumentale.
Sarà inoltre reso omaggio al compositore Albéric Magnard, morto nel
1914, con l’esecuzione del Quartetto per archi e del Quintetto per fiati e
pianoforte.
Si potranno ascoltare e scoprire giovani talenti, come il Quatuor Giardini,
il Trio Karénine, il Quatuor Ellipse o il tenore Cyrille Dubois, e per riascoltare grandi artisti che amano i percorsi inconsueti, come Christophe
Coin con il Quatuor Mosaïques, Jean-Efflam Bavouzet o François-Frédéric Guy…
Ideato dal Palazzetto Bru Zane con la collaborazione di artisti curiosi e
impegnati, il programma “Au pays ou se fait la guerre” – spettacolo dell’anima – fa entrare lo spettatore nello spirito di un soldato della Grande
Guerra. Tutti i compositori qui interpretati hanno vissuto i conflitti del
1870 e del 1914 con un fervore artistico che li ha profondamente segnati.
Per tutte le informazioni vi invitiamo a visitare il sito bru-zane.com
NOTIZIE UTILI
Info e Biglietteria
dal lunedì al venerdì 14.30 - 17.30
San Polo 2368 – 30125 Venezia
Tel: +39 041 52 11 005
Fax: + 39 041 52 42 049
[email protected]
bru-zane.com
Ufficio Stampa: StudioBegnini - Tel. +39 349 5512059 +39 348 4105409
[email protected] - studiobegnini.it
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Il museo e i suoi gioielli: alla scoperta della
Lex Rubria de Gallia Cisalpina
Duemila anni e non sentirli. Sabato 21 giugno (ore 17) lo storico Roberto Spaggiari illustra al pubblico l'importante frammento di legge rinvenuto nell'aprile 1760 durante gli scavi di Veleia. Curiosità e confronti
tra reati, procedure e pene di età romana e quelli dei giorni nostri
Quello noto come “Lex Rubria de Gallia Cisalpina” è un reperto rinvenuto nell’aprile del 1760 durante gli scavi archeologici nel municipium
romano di Veleia, nel piacentino. Si tratta di un frammento di iscrizione
su lastra bronzea che riporta il testo di cinque articoli di legge -tre completi e due parziali- che gli studiosi hanno identificato come parte del
Il frammento esposto nel Museo Archeologico Nazionale di Parma è di
piccole dimensioni (cm 54 x 72) e ha avuto minor fama rispetto alla più
grande e celebre Tabula alimentaria. È stato comunque oggetto di attenzione da parte di storici e studiosi di diritto che ne hanno variamente
trattato non solo il contenuto ma la stessa denominazione.
Il testo giuridico riportato dal frammento veleiate pone vari problemi interpretativi sul piano del diritto romano: alcuni di questi verranno esposti
nell’incontro con Roberto Spaggiari in un linguaggio accessibile anche
ai non giuristi, per consentire al vasto pubblico di entrare nel cuore delle
questioni che regolavano tra l’altro il diritto di proprietà.
L'incontro è gratuito, l'ingresso al museo e di € 4,00 (intero), ridotto €
2,00 (cittadini UE tra 18 e 25 anni), gratuito (minori 18 e maggiori 65
anni ed altre gratuità di legge)
info [email protected] Tel. 0521.233718 - 0521.282787
PARMA - Museo Archeologico Nazionale
Palazzo della Pilotta (primo piano)
piazza della Pilotta
Tel. 0521 233718 – 0521 282787
Orario di apertura al museo:
Martedì-Venerdì: 9:00-16:30 (chiusura biglietteria 16:00)
Sabato e Domenica: 13:00-19:00 (chiusura biglietteria 18:30)
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Venerdì 20 giugno ore 15.30, Cappella Guinigi del Complesso di San
Francesco
IL MINISTRO FRANCESCHINI A IMT
INTERVIENE SU FORMAZIONE E BENI
CULTURALI
Tra i relatori presenti alla conferenza anche Sabino
Cassese e Salvatore Settis
Lucca. Formazione universitaria, Beni Culturali, Pubblica Amministrazione, modelli di sviluppo in Italia e all’estero.
Ecco i temi della conferenza in programma il prossimo 20 giugno dalle
15.30, presso la Cappella Guinigi del Complesso di San Francesco a
Lucca, organizzata dall’Istituto IMT Alti Studi e dalla Fondazione Cassa
di Risparmio di Lucca, alla presenza di Dario Franceschini, Ministro
dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che visiterà anche il
nuovo campus di IMT.
Intervengono: Sabino Cassese, Giudice della Corte Costituzionale, Lorenzo Casini, Docente di Diritto Amministrativo presso La Sapienza di
Roma, Maria Luisa Catoni, Docente di Storia dell’Arte Antica e Archeologia presso IMT, e Salvatore Settis, Presidente del Consiglio Scientifico del Musée du Louvre, già Direttore della Scuola Normale Superiore
di Pisa.
Sempre più attuale il tema della formazione nell’ambito dei beni culturali,
per un rinnovo della classe dirigente nelle istituzioni preposte alla gestione del patrimonio artistico e ambientale. Di recente Salvatore Settis
ha dichiarato che «la vera urgenza è assumere giovani esperti, competenti, entusiasti», pronti a districarsi nelle numerose riforme attivate a
partire dal 1975, anno di nascita del Ministero dei Beni Culturali.
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- Giugno 2014
Il punto di partenza dev’essere la funzione civile del patrimonio culturale
secondo la Costituzione, ecco perché ad aprire i lavori del convegno
sarà Sabino Cassese, Giudice della Corte Costituzionale e Professore
Emerito alla Scuola Normale, già docente di diritto pubblico e amministrativo alla Sapienza di Roma, e Ministro della Funzione Pubblica per
il Governo Ciampi (1993-94). Il suo intervento sarà incentrato proprio
sulla formazione amministrativa in Italia.
Lorenzo Casini, Docente di Diritto Amministrativo presso l’Università di
Roma “La Sapienza”, dove insegna anche diritto urbanistico e legislazione dei beni culturali e ambientali, e docente presso IMT Lucca, si
concentrerà invece sulla formazione nelle istituzioni della tutela.
Maria Luisa Catoni, docente di Storia dell’arte antica e Archeologia
presso IMT, dove è responsabile del Programma di dottorato in “Gestione e sviluppo del patrimonio culturale”, già docente di Iconografia
dell'arte antica presso l’Università degli Studi di Pisa e ricercatrice di Archeologia classica presso la Scuola Normale, si ricongiungerà al tema
della formazione a livello universitario. La prospettiva è multidisciplinare,
come l’approccio didattico dell’istituto lucchese, e unisce gli aspetti relativi alla tutela e alla legislazione, con quelli di management e di Storia
dell’Arte e analisi delle immagini, fino all’intreccio con le scienze sociali
e le tecnologie per la valorizzazione.
Salvatore Settis, Presidente del Consiglio Scientifico del Musée du Louvre di Parigi, Accademico dei Lincei, direttore della Scuola Normale dal
1999 al 2010 e Consigliere di Amministrazione di IMT Lucca, affronterà
il ruolo dei beni culturali dal punto di vista dei modelli formativi e dei modelli di sviluppo.
A suggellare l’interdisciplinarietà del suo Ministero, l’on. Franceschini in
chiusura presenterà alcuni aspetti della sua azione di governo, partendo
dal presupposto, come ha dichiarato sin dal suo insediamento, che si
tratta di “un ministero economico e non solo culturale”.
Fabiana Campanella Marcello Petrozziello
Ufficio stampa e comunicazione Ufficio Stampa
IMT Institute for Advanced Studies Lucca Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
Tel: +39 0583 4326 742 - Fax: +39 0583 4326 565 Tel. +39 0583
976.679 – Mobile 340.6550425
E-mail: [email protected] E-mail: [email protected]
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Mostra
diretta da Paolo Matthiae, (in collaborazione con l'Institute for Cultural
Diplomacy di Berlino), con questa esperienza vogliono, da un lato, illustrare lo straordinario ruolo che le culture millenarie della Siria hanno
avuto nello sviluppo storico dell’umanità in ogni epoca dall’altro, mettere
in luce i danni già avvenuti e i rischi in corso subiti dal patrimonio culturale della Siria in una fase di tragica crisi politica, in cui non può essere
trascurata la cultura, secondo il principio che umanità, paesaggio e cultura sono elementi inscindibili di una catena che deve essere protetta e
salvaguardata.
Un’iniziativa ‘abbracciata’ con entusiasmo dal Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo, organizzata d'intesa con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della città di Roma presso il Museo Nazionale
del Palazzo di Venezia e patrocinata dall’UNESCO, che ne ha riconosciuto l'alto valore morale, e che rappresenta solo il primo tassello di un
progetto più ampio.
Ufficio Stampa SSPSAE e per il Polo Museale della Città di Roma
Anna Loreta Valerio, responsabile
Davide Latella
06 69992418 – 3282496726 [email protected]
Ufficio Stampa Associazione Priorità Cultura
Roberta Costantini, 338 7726934, [email protected]
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OLTRE ROMA NEL LAZIO
I luoghi del sacro
Arte e ritualità nel Lazio segreto
16 giugno
Stefano Brachetti presenta gli Atti del Convegno
Tuscania patrimonio d’arte
Intervento di Enrico Parlato
Modera Giannino Tiziani
“Siria Splendore e Dramma”
Campagna per la salvaguardia del
patrimonio culturale in Siria
Giovedì 19 giugno 2014, ore 12.00
Sala Altoviti, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Via del Plebiscito,118
Roma
Giovedì 19 giugno alle ore 12.00 il Soprintendente Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della
città di Roma Daniela Porro, Francesco Rutelli e Paolo Matthiae, promotori della Campagna Internazionale per la salvezza del patrimonio
culturale siriano, presenteranno alla stampa “Siria splendore e dramma”:
non solo una mostra, ma un’esperienza che lascerà il segno.
Una Mostra/verità fuori dagli schemi sulla Siria, che intende parlare alla
mente e al cuore per innescare nel pubblico una reazione costruttiva e
partecipata. Una mostra non solo da ‘guardare’, ma che vuole rendere
attivi i visitatori attraverso esperienze che coinvolgeranno oltre lo
‘sguardo’, le emozioni e le sensazioni del toccare con mano anche la
tragedia. Video Shock e le musiche donate da Ennio Morricone accompagneranno gli spettatori in questo viaggio tra “splendore e dramma”.
L’Associazione Priorità Cultura, presieduta da Francesco Rutelli, e la
Missione Archeologica Italiana in Siria – Sapienza Università di Roma,
Con il convegno Tuscania patrimonio d’arte ci si è proposti di dare nuova
luce ad alcuni aspetti storici ed artistici di Tuscania; i contributi inediti
dimostrano come larga parte del nostro patrimonio sia sconosciuto, o
perché conosciuto da pochi, o perché se ne ignora l’altissima qualità ed
il valore. La prima conseguenza immediata di questa disattenzione è la
lenta emorragia che ha portato alla dispersione di moltissime opere
d’arte. A supporto del convegno, e a corredo dei contributi qui presentati,
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è la campagna fotografica appositamente realizzata dal fotografo Marco
Scataglini per illustrare molte delle opere.
Sala della Crociera
presso il MIBACT
Via del Collegio Romano, 27 – 00187 Roma
16 giugno 2014 ore 17,00 II piano
E' necessario munirsi di documento di riconoscimento da consegnare
all'entrata del MIBACT
I RELATORI
Enrico Parlato, Professore di Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte
dei paesi europei all’Università della Tuscia (Viterbo).
La cultura figurativa del Quattrocento romano, l’antiquaria e la riscoperta
dell’antico costituiscono il nucleo originario dei suoi interessi di ricerca
dedicata all’attività romana di Filippino Lippi e di Antonio Averlino, detto
il Filarete. Nel corso degli anni, si è altresì occupato di argomenti medievistici, dell’uso rituale e liturgico delle immagini, di questioni cinquecentesche tra Roma e Venezia, del libro illustrato, di aspetti della pittura
romana a cavallo tra Cinque e Seicento, di problemi relativi alla cultura
figurativa del primo Ottocento.
Stefano Brachetti, Architetto.
Si avvicina alla ricerca storica sull’architettura ed all’indagine archivistica
che lo porta a considerare, in maniera più generale, il contesto storico
e ad intraprendere l’attività di saggista.
Inizia a lavorare assai presto presso il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, nei servizi museali ma, considerando i suoi studi, viene anche
chiamato a collaborare con la direzione dell’importante sito museale di
Castel Sant’Angelo.
Dalle due esperienze nasce un interesse più generale per la “cultura”,
la conservazione e lo studio dei beni storico-artistici ma anche la comunicazione e la fruizione del bene culturale. In quest’ultimo ambito si collocano le pubblicazioni divulgative e l’organizzazione di convegni.
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- Giugno 2014
'Adriano e la Grecia. Villa Adriana tra classicità ed ellenismo' crea un
inedito gioco di specchi fra le testimonianze presenti in Grecia e le rielaborazioni che Adriano propone di esse nella sua residenza alle porte
della capitale.
La mostra, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Lazio con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del
Lazio e la Direzione Generale per le Antichità, si avvale della collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene e la Direzione Musei,
Mostre e Programmi Educativi del Ministero della Cultura e dello Sport
della Grecia.
L’esposizione, curata da Elena Calandra e Benedetta Adembri, è ambientata nell’Antiquarium del Canopo dal 9 aprile al 2 novembre 2014,
e comprende più di cinquanta opere, tra cui oltre venti provenienti da
Atene, Loukou, Maratona, Pireo e Corinto.
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ADRIANO E LA GRECIA.
VILLA ADRIANA TRA
CLASSICITÀ ED ELLENISMO
Prestiti eccezionali concessi dai musei greci, e per la maggior parte mai
visti al di fuori dei confini della stessa Grecia, arrivano a Villa Adriana.
La coincidenza che vede la Grecia alla presidenza europea nel primo e
l'Italia nel secondo semestre del 2014 ha offerto lo spunto per questa
mostra, che mette in luce il rapporto tra Adriano e la Grecia, letto sotto
la particolare angolazione di Villa Adriana, luogo che rispecchia la Grecia come la vede e la conosce l’imperatore.
Cura della Mostra: Elena Calandra, Benedetta Adembri
Guida alla Mostra (italiano/inglese): a cura di Elena Calandra e Benedetta Adembri, edizione Electa
Antiquarium del Canopo - Tivoli, Area Archeologica di Villa Adriana Largo Marguerite Yourcenar, 1
ORARIO MOSTRA:
10.00 - 18.30 (aprile e settembre)
10.00 - 19.00 (maggio, giugno, luglio, agosto)
10.00 - 18.00 (dal 1° ottobre all’ultimo sabato di ottobre)
10.00 - 16.30 (dall’ultima domenica di ottobre al 2 novembre)
Apertura Area Archeologica ore 9.00; chiusura 30’ dopo la chiusura della
mostra
La biglietteria chiude un'ora e mezza prima della chiusura dell’Area Archeologica
BIGLIETTI: 11 € intero; 7 € ridotto, fatte salve le agevolazioni previste
dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani. Prenotazione
obbligatoria gruppi scolastici € 1,00 ad alunno.
INFORMAZIONI: +39 0774382733 + 39 06 39967900 – www.coopculture.it
Redattore: ANNAMARIA STEFANI
Informazioni Evento:
Dal 09 aprile 2014 al 2 novembre 2014
Costo del biglietto: € 11,00 ; Riduzioni: € 7,00 fatte salve le agevolazioni
previste dal regolamento di ingresso ai luoghi della cultura italiani. Prenotazione obbligatoria gruppi scolastici € 1,00 ad alunno; Per informazioni +39 0774382733
Tivoli, Antiquarium del Canopo - Area Archeologica di Villa Adriana
Telefono: +39 0774530203 - Fax: +39 0774531979
E-mail: [email protected]
Sito web: http://www.villaadriana.beniculturali.it http://
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SANTUARI MEDITERRANEI TRA ORIENTE
E OCCIDENTE INTERAZIONI E CONTATTI
CULTURALI
Civitavecchia Autorità Portuale - Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia - Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell'Etruria meridionale
18-22 giugno, 2014 - convegno
Si svolgerà a Roma, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e a Ci-
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vitavecchia, nella sede dell'Autorità Portuale di Civitavecchia-FiumicinoGaeta, il Convegno internazionale Santuari mediterranei tra Oriente e
Occidente. Interazioni e contatti culturali.
Il convegno è ideato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di
Studi sul Mediterraneo Antico e dalla Escuela Española de Historia y
Arqueología en Roma-CSIC ed è realizzato in collaborazione con l'Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta e la Port Mobility. Riunisce studiosi di fama internazionale provenienti da paesi europei e dal
bacino del Mediterraneo e presenta i risultati delle più recenti ricerche
archeologiche sui santuari a valenza multi-culturale, frequentati nel I
millennio a.C.
La presenza di specialisti di aree di studio diverse e del Mediterraneo
costituisce un'occasione privilegiata per analizzare comparativamente
le aree sacre in tutte le loro componenti e manifestazioni. Lo scopo è
quello di mettere in evidenza le caratteristiche comuni e le differenze,
evidenziando l'importanza dei santuari nella formazione di una cultura
mediterranea ed europea.
Il convegno si svilupperà in cinque giornate, dal 18 al 22 giugno, organizzate in quattro sessioni: "Luoghi di culto nel mondo etrusco ed italico"
e "Santuari fenici tra Oriente e Occidente" che si svolgeranno a Civitavecchia e "Novità dalla Grecia e dall'Italia meridionale" e "Il Nordafrica
dai Fenici ai Romani" che si terranno a Roma. Contestualmente allo
svolgersi del convegno e in parallelo con le sue tematiche, il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia ospiterà una mostra sul santuario
di Gravisca dal titolo "Gravisca santuario mediterraneo. Il mare che
univa".
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I I F O RUM PRET IA NO
L’altare di San Giovanni Battista
Chiesa Monumentale di San Domenico
Taverna (Catanzaro)
Nei giorni scorsi a Taverna (Catanzaro), in occasione delle celebrazioni
del IV Centenario della nascita di Mattia Preti, si è svolto il II Forum Pretiano che ha visto operatori e istituzioni a confronto per la salvaguardia
del patrimonio artistico della cittadina che ha dato i natali al grande artista calabrese.
In particolare l’iniziativa ha presentato l’intervento di manutenzione straordinaria condotto sull’altare gentilizio di San Giovanni Battista realizzato su progetto di Mattia Preti e custodito nella chiesa di San Domenico
di Taverna.
Indetto dal Comune di Taverna e dal Polilaboratorio per l’Arte, la Con-
servazione e il Restauro “Mattia Preti”, l’importante appuntamento ha
visto, fra gli altri, la partecipazione di Nella Mari, storico d’arte della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, responsabile del Laboratorio di Restauro e dei Servizi Educativi
della Soprintendenza, che ha svolto un’attenta relazione sulla storia e
sulla cultura della manutenzione e della conservazione programmata
dei Beni Culturali. Caterina Bagnato, restauratrice e responsabile del
Polilaboratorio, ha poi illustrato le fasi dell’intervento conservativo sul
prezioso manufatto.
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria
Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria:
Francesco Prosperetti
Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone – Patrizia Carravetta
Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246
E-mail: [email protected]
* * *
Chiesa della Martorana,
aperti museo e coro
La storia di uno dei più celebri edifici monumentali di Palermo e alcuni
dei suoi ambienti più suggestivi diventano nuovamente accessibili con
il riadattamento e l'apertura al pubblico di un nuovo spazio museo.
PALERMO - La storia di uno dei più celebri edifici monumentali di Palermo e alcuni dei suoi ambienti più suggestivi diventano nuovamente
accessibili con il riadattamento e l'apertura al pubblico di un nuovo spazio museo. Il 18 giugno 2014 alle ore 17 il Prefetto di Palermo Francesca
Cannizzo, il Cardinale Paolo Romeo arcivescovo di Palermo, il Viceprefetto Ugo Righini responsabile dell'Ufficio pianificazione e affari generali
della Direzione Centrale per l'amministrazione del Fondo Edifici per il
Culto del Ministero degli Interni, Papàs Giovanni Pecoraro vicario dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, Papàs Nicola Cuccia, parroco della
Martorana e il Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Palermo
Maria Elena Volpes inaugureranno il Museo della Martorana, che verrà
in tale occasione aperto ufficialmente al pubblico.
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L'appello vale anche per tutti gli uomini di cultura e di
buon senso. Non cancelliamo la nostra memoria e il
nostro passato perché se no non sapremo vivere il
presente e il futuro
AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA, ALLA GIUNTA DI
GOVERNO E AI DEPUTATI DELL'ASSEMBLEA REGIONALE
SICILIANA
APPELLO per la sopravvivenza dell’ISTITUTO GRAMSCI SICILIANO
Nel corso dei suoi quasi 40 anni di esistenza l’Istituto Gramsci
Siciliano onlus ha realizzato:
a) uno straordinario ARCHIVIO STORICO, “preziosa fonte per la
conoscenza della storia moderna e contemporanea della Sicilia”
(a giudizio della Soprintendenza archivistica), comprendente fra
l’altro le carte di Pio La Torre, Pompeo Colajanni, Girolamo Li
Causi, Vittorio Nisticò, Andrea Finocchiaro Aprile, ed altri protagonisti della storia e della politica siciliane.
b) una BIBLIOTECA aderente al Servizio Bibliotecario Nazionale
(SBN), specializzata in storia del Mezzogiorno d’Italia e della Sicilia in particolare, dotata di 35.000 volumi, di una preziosa collezione di quotidiani e rare riviste nazionali e locali, di 60 posti e
postazioni internet per i lettori.
c) la PUBBLICAZIONE di oltre 120 volumi di storia, politica, sociologia, attualità, che nei limiti delle disponibilità vengono inviate gratis a chi ne faccia interessata richiesta.
Il percorso espositivo, dai locali annessi alla chiesa, prima casa del parroco, farà raggiungere il coro dell'ex Monastero delle Benedettine, reso
prezioso dai celebri affreschi del fiammingo Guglielmo Borremans (1717
ca.) e da un pavimento maiolicato, di maestranze napoletane, della seconda metà del settecento. Da lì si potrà quindi raggiungere la cima del
campanile, uno dei gioielli dell'architettura palermitana.
Il Museo espone materiali, prevalentemente lapidei, che documentano
le vicende costruttive della Chiesa, oggetto dal Medioevo (fu fondata
nel 1143) al Novecento di frequenti rifacimenti e restauri. Si tratta di manufatti che i diversi interventi hanno staccato dalla sede originaria e che
sono stati via via esclusi dall'assetto della chiesa. Oggi i più significativi
tra loro sono nuovamente visibili in questa nuova collocazione museale,
che compendia la storia dell'edificio e, con essa, quella del gusto architettonico a Palermo lungo otto secoli.
d) una intensa ATTIVITÀ DI RICERCA E DI PROMOZIONE
CULTURALE sotto forma di seminari, convegni, dibattiti, mostre,
spesso in collaborazione con prestigiose istituzioni culturali italiane e straniere. Storia, politica, economia, letteratura, urbanistica, antropologia, beni culturali, sociologia costituiscono i
campi più frequentati da iniziative tutte accomunate dalla costanza dello sguardo rivolto alla società, alle sue tradizioni, ai
suoi fermenti innovativi, alle sue svolte epocali.
Alla realizzazione pratica di tutte queste attività collaborano TRE
SOLE PERSONE (una bibliotecaria, una archivista e un segretario amministrativo) che assicurano l’apertura dell’Istituto alla cittadinanza
DAL LUNEDI' AL SABATO per 40 ore settimanali.
A causa delle scelte di bilancio della Regione siciliana, che hanno
gravemente penalizzato i beni e le istituzioni culturali con drastici
tagli già nel 2013, e appaiono ancora del tutto aleatorie per il
2014, l'Istituto Gramsci è minacciato di inesorabile chiusura. La
conseguenza sarà la dispersione di un inestimabile patrimonio,
la sottrazione allo studio e alla ricerca di materiali documentari
e bibliografici unici e l'eliminazione di uno spazio aperto alla
città.
Questo gravissimo rischio impone una mobilitazione per il salvataggio di una istituzione che opera al servizio della conoscenza,
degli studi, dello sviluppo culturale e democratico della società
siciliana.
INVITIAMO
pertanto quanti non si rassegnano ad una irresponsabile politica
di declino culturale a SOTTOSCRIVERE questo appello che vuole
assicurare ad un importante istituto lo spazio di operatività certa
e programmabile che gli compete per l’attività che ha svolto finora, e deve continuare a svolgere.
L'ISTITUTO GRAMSCI SICILIANO NON DEVE
CHIUDERE
Dacia Maraini
Luciano Canfora
Tullio De Mauro
Giuseppe Giarrizzo
Gioacchino Lanza Tomasi
Antonio Sellerio
Marcello Sorgi
Giuseppe Tornatore
Palermo 17.06.2014
L'inaugurazione è il punto di arrivo di un progetto di intervento avviato il
27.7.2011 e terminato il 7.11.2013. Esso è stato finanziato dal Fondo
Edifici per il Culto del Ministero degli Interni con fondi della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, ripartizione della quota dell'8 per mille, per un
importo di circa 480.000,00 euro. Il progettista è stato l'architetto Giovanni Di Fisco. La Soprintendenza di Palermo ha svolto le funzioni di
stazione appaltante dei lavori, aggiudicati alla I.RE.MA. di Blundo Antonio di Siracusa. Direttore dei lavori è stata l'architetto Lina Bellanca,
RUP l'ingegnere Giuseppe Comparetto, entrambi della Soprintendenza
di Palermo. Scelta dei materiali da esporre e allestimento sono stati curati in collaborazione con la Unità operativa per i Beni storico-artistici
della Soprintendenza, guidata dalla dott.ssa Maddalena De Luca.
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P r o g r am m a e s t i vo Lu g l i o - A g o s t o 2 0 1 4
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- Giugno 2014
Scuola di Studi cinematografici – Corso estivo di Storia del
cinema
Terrazza delle Contesse: ogni Martedì, alle ore 20.30, a cominciare da Martedì 8 Luglio e fino al 19 Agosto:
IL COMICO NEL CINEMA
martedì 8 luglio: LA FEBBRE DELL’ORO (1925), di Charlie Chaplin
martedì 15 luglio: IL SORPASSO (1962), di Dino Risi
martedì 22 luglio: PRIMA PAGINA (1974), di Billy Wilder
martedì 29 luglio: GATTO NERO, GATTO BIANCO (1998), di
Emir Kusturica
martedì 7 agosto: LA MALEDIZIONE DELLO SCORPIONE DI
GIADA (2001), di Woody Allen
martedì 12 agosto: LITTLE MISS SUNSHINE (2006), di Jonathan
Dayton e Valerie Faris
Poiché la prospettiva, secondo cui l’Ente ‘Liceo Convitto’ propone le varie iniziative, resta caratterizzata da motivazioni culturali, le proiezioni dei films saranno precedute da introduzione
e concluse dalla lettura e valutazione in comune delle opere
Si riserva di apportare modifiche al programma
*
Visita notturna al Palazzo S. Anna
Giovedì 17 Luglio, 31 Luglio, 7 Agosto, 21 Agosto, alle ore 20.30:
visita guidata
del Palazzo S. Anna (chiostro, chiesa-auditorium, aula magna,
terrazza con vista sulla Città).
Erano presenti Fabio De Chirico, soprintendente per i beni storici, artistici ed etno-antropologici dell’Umbria e direttore della Galleria Nazionale dell'Umbria, Vittoria Garibaldi, commissario generale della
mostra, Tom Henry, storico dell’arte, Nicolas Sainte Fare Garnot, conservatore delle collezioni del Museo Jacquemart-André e commissario
della mostra, e Sophie Aurand- Hovanessian, amministratrice del
museo Jacquemart-André e direttrice della programmazione culturale
di Culturespaces.
Realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni storici,
artistici ed etnoantropologici dell’Umbria la mostra si fregerà di numerose opere che provengono dall'Umbria.
La Galleria Nazionale dell'Umbria presta sette opere, dalle Tavolette di
San Bernardino all'Angelo del polittico di Sant'Agostino. La Pinacoteca
Comunale di Deruta ha concesso il prestito dell'affresco staccato di Perugino con San Romano e San Rocco, la Fondazione Cassa di Risparmio concederà la preziosa tavola del Vannucci con la Madonna con il
Bambino ed angeli.
E' stata firmata una convenzione che vede la Galleria Nazionale dell'Umbria e il Museo Jacquemart-André collaborare per la valorizzazione
dei rispettivi patrimoni. Alla luce di questo accordo la Galleria Nazionale
dell'Umbria otterrà in prestito per tutta la durata della mostra due importanti vedute del grande pittore veneziano Canaletto. Le tele si potranno
ammirare nel percorso museale arricchendo così la proposta culturale
della Galleria e della città di Perugia.
Alla mostra saranno esposte cinquantatre opere fondamentali della produzione di Perugino e dei suoi contemporanei, di cui una ventina provenienti dall’Italia.
In questo modo saranno ripercorse le grandi tappe della carriera del
maestro umbro, dalla sua formazione, segnata dalla pittura fiorentina
della seconda metà del XV secolo, ai i grandi successi di Roma e Perugia, interrogandosi sull'influenza del Vannucci sul giovane Raffaello.
La mostra beneficia del patrocinio di Giandomenico Magliano, Ambasciatore d’Italia in Francia, e del sostegno dell’Istituto di Cultura italiano.
Grandi istituzioni italiane, fra le quali i Poli Museali di Firenze, Roma e
Napoli, i Musei Vaticani e la Galleria Borghese di Roma, la Galleria degli
Uffizi e l’Accademia di Firenze e la Galleria Nazionale delle Marche
hanno concesso prestiti notevoli.
Eccezionalmente le tavole della Pala di San Nicola di Tolentino, tra i
primi lavori del giovane Raffaello, provenienti dalla Pinacoteca Tosio
Martinengo di Brescia, dal Museo di Capodimonte di Napoli e dal Museo
del Louvre di Parigi, saranno riuniti per l’occasione.
«Questa presentazione in Francia del Perugino assume particolare significato in un museo
come lo Jacquemart-André che
possiede una notevole collezione di capolavori italiani»,
commenta Fabio De Chirico, soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici
dell’Umbria.
«Siamo lieti di contribuire a questa riscoperta del grande maestro del Rinascimento italiano
creando per l’occasione un
ponte fra la Francia e l’Umbria
attraverso
la
nostra
partnership.»
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Perugino, Maestro di Raffaello
Il 3 giugno scorso, in un'affollata conferenza stampa presso il museo
Jacquemart-André di Parigi è stata presentata la mostra Il Perugino,
Maestro di Raffaello che si terrà al museo parigino dal 12 settembre
2014 al 19 gennaio 2015.
Fabio De Chirico, soprintendente per
i beni storici, artistici ed etnoantropologici dell’Umbria
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- Giugno 2014
continua da pag. 2
News...dal MiBACT
Elio Guardascione Ma che idioti 'sti governanti...e poi, qualcuno, afferma, ancora, che questo è un governo di centro-sinistra!!!!!
Ma andassero a prenderlo nel...Fermate questo "ministro", spiegategli
che gli ultrasessantacinquenni, a parte il pedo-porno-pregiudicato e
qualche altro, in maggioranza vivono una situazione economica di disagio ed il poter visitare gratuitamente siti di proprietà statale, rappresentava, per molti, l'unico svago che si potevano permettere. Mi rendo
conto che definirli idioti sia uno sconto rispetto al loro reale stato.
Patrizio Tancredi Noi facoltosi...ultrasessantacinquenni pagheremo, ma non credo risolveremo i problemi economici
dei musei, come non li risolverà il manager, adesso in arrivo. In tutti i
musei i costi di conservazione e restauro (enormi) non li sostiene chi
paga i biglietti, neppure nei musei più affollati, in compenso l'affollamento (le giornate ad ingresso gratuito, che si moltiplicano) moltiplicano i rischi per il patrimonio, e ne riducono la godibilità : provate a
partecipare ad un qualunque vernissage, non vedrete niente. Il giorno
dopo la mostra sarà vuota e perfettamente apprezzabile. Temo proprio
che abbia ragione Diego Della Valle
Pasquale Cirillo Come al solito le classi più disagiate sono
le più colpite, dal 1 luglio gli over 65 anni pagheranno l'intero
ingresso ai Musei e siti archeologici. Per fare un esempio 11,00 euro a
Pompei ed Ercolano. E' giusto dare un valore ad un museo o uno scavo
archeologico ma metti solo per i pensionati un biglietto pari ad 1/4 dell'importo. Inoltre prevedi un biglietto minimo per le scuole, che sono
più del 50% dei visitatori, anche l'ingresso di 1,50 a studente per esempio, questo è il modo per responsabilizzare un ragazzo. Ma dai pensionati caro Franceschini cosa vuoi prendere più, dici che ci sono ricchi
stranieri dell'Unione Europea che non pagano, e lasci gratuito l'ingresso per i docenti, giornalisti, politici, militari ed etc etc. . Non è questo il modo per attingere soldi caro Ministro, la cultura diventa ancora
di più strumento per i ricchi.
talia Bisogna recuperare il costo degli 80 euro ,niente più
settimana in oasi estive per anziani almeno nel comune di
Roma , fino allo scorso anno era concesso, ll biglietto per
i Musei, dopo i 60 anni, era gratis. E' aumentato il costo
della marca per passaporto, aumento bollo auto. Ridotte
le detrazioni che si recuperavano dal 730, e non è finita !
miki2012 bravo, ministro....tu siiiiiiiii che hai capito tutto
Mi sembri però molto (in)competente in materia, non sai
neanche le tariffe del settore di tua competenza.....
gli "over 65 anni" NON sono mai entrati Gratis nei musei,
ma hanno una riduzione di (circa) 2 euro sul biglietto d'ingresso, che costa normalmente circa 12 E.
e comunque...quanti sono i "facoltosi" over '65 stranieri ai quali fai l'elemosina dell'ingresso RIDOTTO (mai gratis!!!) che ti hanno tanto scandalizzato, te, devoto praticante e osservante, quanti?? pubblica per
favore dei dati, smettila con la zizzania che mettete fra la gente.
ti sembrava proprio una regalìa (2 E. di sconto) a chi, ancora vivo e in
salute a 65 anni e oltre, dopo una vita di lavoro e impegni (culminata
con la pensione di solito sui 1000E) desidera, ed ha le gambe ancora
buone che li permettono di visitare i musei ??? quale sarà il vostro
prossimo passo, per i ricchi "over '65" ??? resto terrorizzata....
* * *
CONCLUSA LA CONSULTAZIONE ON
LINE “CULTURA SENZA OSTACOLI”.
Vince Cagliari
Si è conclusa il 20 giugno scorso la consultazione on line "Cultura senza
ostacoli”, il progetto ideato e curato dalla Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale teso a finanziare, in un museo statale, la realizzazione di un percorso di accessibilità fisica e sensoriale.
In soli 14 giorni hanno visitato il sito istituzionale oltre 35.000 persone
ed hanno votato il “loro” museo 18.679 utenti.
sandra La prima cosa concreta che fa il ministro della cultura: come disincentivare ulteriormente l'accesso ai nostri
splendidi musei. In tutti gli altri Paesi civili l'ingresso ai musei, così
come i trasporti e altri servizi sono gratuiti o a tariffe agevolate già per
gli over 60, e la misura è estesa anche ai turisti stranieri. Franceschini
è il ministro della cultura, beh in effetti da lui non mi aspettavo nulla di
meglio.
EllenSi bene, finalmente il governo è stato chiaro, i veri nemici sono i pensionati: togliete loro la cultura, fate pagare i
trasporti e le medicine, almeno muoiono d'inedia e l'INPS finisce di pagare quelle pensioni inutili!
Francovalente gli anziani pagheranno;i politicanti continueranno ad entrare a scrocco. sei forte franceschetti!
illuso ROBA DA MATTI...DOVREBBERO INCENTIVARE
GLI STRANIERI OVER 65 A VENIRE IN ITALIA E NON PAGARE NEI
MUSEI, PER IL SOLO FATTO CHE POTREBBE ESSERE L'UNICA
ATTRAZIONE TURISTICA CHE CI RIMANE....QUEL POCO CHE è RIMASTO IN BUONO STATO, LO DOVREBBERO USARE COME LEVA
INCENTIVA. MAGARI NE VENISSERO 2 MILIONI IN PIU DI OVER
65 IN ITALIA...NON SI VIVE DI SOLO MUSEO...IL TURISTA SPENDE
IN ALTRO....NEI SUPERMERCATI, FANNO LE PROMOZIONI....I COMUNISTI STUPIDI, DISINCENTIVANO GLI OVER 65....HAHAHHAHA
MI FATE RIDERE.
Il più votato è stato il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, grazie anche ad una intensa campagna di promozione avviata sul territorio,
che ha visto anche la partecipazione del celebre jazzista Paolo Fresu.
Molti i voti anche per il Castello Miramare a Trieste, per la Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino, per il Museo Archeologico Nazionale
di Napoli, per la Pinacoteca Nazionale di Bologna.
“Siamo davvero soddisfatti del risultato di questa iniziativa che ben si
colloca nell’ambito del processo democratico avviato dalla Direzione
Generale con le precedenti consultazioni, volte all’ascolto dei fruitori del
patrimonio, in un rapporto condiviso e partecipato del servizio pubblicoha dichiarato Anna Maria Buzzi, Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale.
Intendo ringraziare quanti hanno partecipato al progetto -ha proseguito
il Direttore Buzzi- dagli Uffici territoriali del Ministero, ai social network,
agli Enti Locali, alle Associazioni culturali e sociali che hanno operato
in sinergia tra loro, avviando una competizione virtuosa tra i luoghi interessati dall’iniziativa.
L’impegno della Direzione Generale non si esaurisce qui, ha continuato
Anna Maria Buzzi. Per gli altri importanti siti coinvolti nel progetto, in
linea con il Decreto Legge “Turismo e Cultura” promosso dal Ministro
Franceschini, si cercherà di attivare ulteriori forme di finanziamento attraverso il crowdfounding".
fonte dati: www.valorizzazione.beniculturali.it
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- Giugno 2014
9 luglio 2014: presentazione
progetto "Museo Facile"
Mercoledì 9 luglio alle ore 11.30 presso il Museo Hendrik
Christian Andersen sarà presentato "Museo Facile. Progetto
Sperimentale di Comunicazione e Accessibilità Culturale".
analfabetismo funzionale, persone con disabilità visive o uditive, comunità straniere di immigrati ovvero tutti coloro che
presentano difficoltà specifiche nella partecipazione attiva
alla conoscenza del patrimonio culturale nazionale.
Il luogo di sperimentazione del progetto è la casa-museo
Hendrik Christian Andersen di Roma, struttura satellite della
Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea. L’attenzione del gruppo di lavoro è stata indirizzata esclusivamente su un complesso scultoreo: la Fontana della Vita,
cuore del Centro Mondiale di Comunicazione, il progetto al
quale Andersen dedicò quasi tutta la sua vita senza riuscire
a realizzarlo. Il Centro di produzione del materiale tiflodidattico della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi
ONLUS ne ha prodotto un prototipo basandosi essenzialmente sull’utilizzo di plotter elettronici tridimensionali, gestiti
da software dedicati (CAD - CAM). Tali strumentazioni hanno
consentito di progettare e realizzare il modello della Fontana
della Vita operando, attraverso una fresa, su un blocco
grezzo (lastra di ABS) e lasciando in rilievo le forme che facilitano la corretta lettura tattile da parte delle persone non
vedenti. Gli apparati comunicativi progettati riguardano
esclusivamente quest’opera, ma lo stesso metodo utilizzato
sarà applicabile in futuro a qualsiasi altra struttura espositiva.
“Siamo molto soddisfatti di questo progetto-pilota – ha dichiarato il Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, Anna Maria Buzzi – che potrà contribuire,
in modo efficace, a favorire l’ampliamento dell’ accessibilità
al patrimonio culturale e l’esperienza del museo come luogo
di comunicazione ed integrazione sociale; temi strategici per
una più incisiva valorizzazione del patrimonio culturale italiano e per questo al centro dell’attività della Direzione Generale. La cultura come diritto di tutti i cittadini ed
espressione forte dell’identità nazionale".
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Museo Facile è un progetto didattico-sperimentale di comunicazione e accessibilità culturale volto a rendere fruibili le
collezioni da chi finora rischiava di esserne escluso. Nasce
nel 2012 da una collaborazione fra il Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale per
la Valorizzazione e la Promozione del Patrimonio Culturale
cui afferisce il Centro per i Servizi Educativi del Museo e del
Territorio, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e la Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte
moderna e contemporanea-Museo Hendrik Christian Andersen. Partners del progetto sono: il Centro Universitario Diversamente Abili Ricerca Innovazione dell’Università degli
Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, la Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi Onlus, l’Istituto Statale
Sordi di Roma e l’Unione Nazionale per la Lotta contro
l’Analfabetismo.
Il progetto ha previsto un tirocinio formativo e coinvolto studenti universitari dell’ateneo di Cassino, provenienti dai corsi
di studio in Lettere, Scienze della Comunicazione e Beni
Culturali.
Museo Facile ha come principale obiettivo la sperimentazione di un sistema di comunicazione dinamica e comprensibile, che possa rendere piacevole, e allo stesso tempo
efficace, l’esperienza e l’apprendimento all’interno del
museo. Questa sperimentazione è volta a soddisfare le diverse esigenze del pubblico, fornendo strumenti didattici innovativi per una larga accessibilità, anche per non udenti e
non vedenti, funzionali alla comprensione delle collezioni e
all’utilizzo del museo come luogo di incontro che favorisca
l’integrazione sociale.
I principali destinatari del progetto sono adulti con aspetti di
Le notti dei
musei
Torna venerdì 11 luglio, e
così per tutti i venerdì,
l'apertura serale dei principali musei ed aree archeologiche statali dalle 20 alle
22. Saranno così eccezionalmente aperti al pubblico nelle ore serali le eccellenze della cultura italiana,
come le Gallerie dell'Accademia a Venezia, la Galleria
degli Uffizi a Firenze, il Colosseo e gli scavi di Pompei.
Per l'occasione sono stati organizzati alcuni eventi speciali, che nelle prossime edizioni saranno molto più numerosi, grazie alla collaborazione che la Direzione
Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale
ha richiesto, con un avviso pubblico, alle associazioni culturali e agli artisti, per favorire un legame sempre più
stretto tra la creatività italiana e i luoghi della cultura del
Ministero.
"Si tratta, dichiara il Ministro Franceschini, di un'iniziativa
che avvicina ulteriormente i musei italiani agli standard
europei. L'invito è, in primo luogo, per i giovani, ma anche
per tutti i cittadini e per i turisti curiosi di vivere l'arte anche
di notte: un'esperienza imperdibile che diventerà un appuntamento fisso con la cultura".
L’elenco dei musei aperti di notte è consultabile sul sito
www.beniculturali.it e www.valorizzazione.beniculturali.it.
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