Il Paese delle slot machine, ... (continua da pag. 1) Aveva fatto molto scalpore e tanta simpatia la tabaccaia di Cremona, che per prima ha deciso di togliere le macchinette, stufa di vedere persone rovinarsi sotto i suoi occhi. Oggi non ha più voglia di parlarne, impegnata come è a fronteggiare le penali dei gestori del sogno tintinnante. Se non possiamo fare molto per chi ha imboccato questa via, possiamo aiutare, chi vorrebbe intraprenderla, a non farlo. Cercando di ragionare sul lungo periodo e svelando le false promesse di arricchimento facile. Come per buona parte della finanza odierna tutto è basato sulla catena di Sant’Antonio e chi entra per ultimo ha sempre meno probabilità di trovare un posto al sole, dato che i posti sono limitati e probabilmente esauriti. Chi decide per le slot oggi, farà parte del gioco, non nel ruolo del banco, come si vuole far credere, ma come semplice giocatore. In pratica scommette che altri continuino a giocare. Nuovi rischi si aggiungono, il numero di bar svaligiati è in crescita e gli assalti ai portavalori pure, oltre alla fisiologica perdita di clienti non ludopatici. Forse questo ragionare non serve, serve di più, l’azione di qualche sindaco che si oppone tenacemente al concedere licenze per nuove sale da gioco, o propone esenzioni fiscali per chi decide un’altra strada, o la scelta di quanti frequentano solo bar no-slot, o ancora le parole della tabaccaia di Cremona, che vuole veder tornare gente sorridente nel suo locale, seduta in santa pace, magari con i bambini, a consumare un caffè, in un bar normale e non in una bisca di Stato. di Bruno Contigiani Il personaggio Hendrik Johannes Cruijff, detto Johan E’ spesso scritto Cruyff al di fuori dei Paesi Bassi, Amsterdam, 25 aprile 1947), ex allenatore di calcio ed ex calciatore olandese, nonché ex dirigente sportivo. Considerato uno dei migliori giocatori della storia del calcio e da alcuni il migliore in assoluto fu l'interprete più emblematico del calcio totale con cui l'Ajax e l'Olanda di Rinus Michels rivoluzionarono la storia del calcio tra la seconda metà degli anni sessanta e la prima metà dei settanta. Nel corso della carriera gli sono stati affibbiati diversi soprannomi: il più famoso è Profeta del gol, che ispirò il titolo del film-documentario sulle gesta di Cruijff diretto da Sandro Ciotti. Il giornalista Gianni Brera lo ribattezzò il Pelé bianco. Ha vinto il Pallone d'oro per tre volte come Michel Platini e Marco van Basten: nel 1971, nel 1973 e nel 1974. Fra Nazionale olandese e squadre di club segnò da professionista 402 gol in 716 partite ufficiali. È stato eletto secondo miglior calciatore del XX secolo (dietro Pelé) nella classifica stilata dall'IFFHS. E’ uno dei sei allenatori ad aver vinto la Coppa dei Campioni dopo averla vinta da giocatore: detiene il record con Miguel Muñoz, Giovanni Trapattoni, Josep Guardiola, Frank Rijkaard e Carlo Ancelotti. legalizzazione della droga e lo sfruttamento della prostituzione, due attività molto redditizie e gestite principalmente dalle varie associazioni a delinquere: italiane e no. Anche queste due sono questioni morali, oltre che un businnes, ma mentre la prima è una piaga da estirpare (a esempio eliminando fisicamente alla fonte spacciatori e grandi distributori) e non da sfruttare, una buona gestione della seconda porterebbe solo vantaggi. I bordelli del passato o ancor meglio le attuali case di appuntamento svizzere ci mostrano la giusta via. Le prostitute diventerebbero lavoratrici a tutti gli effetti con relativi diritti e doveri. La loro salute e quella dei clienti sarebbe salvaguardata. Qui la solita Chiesa cattolica non mi venga a raccontare, ipocritamente, le solite “balle” sulla falsa morale: è forse “morale” prostituirsi per strada, è forse “morale” farlo ad alto livello per vip e personaggi pubblici, che poi in privato morali non sono? Che la Chiesa finalmente taccia, si preoccupi maggiormente dei sui numerosi preti pedofili e smetta di difenderli a spada tratta! Atalanta – Sampdoria 3-0 L’Atalanta vince una partita probabilmente condizionata da diversi errori arbitrali a suo favore, poi i blucerchiati ci mettono molto del loro. Cagliari – Lazio 0-2 Sull’0-1 il Cagliari sbaglia un rigore e poco dopo subisce il gol dello 0-2. Solito “culo” di una modesta Lazio. Fiorentina – Chievo 3-1 I Viola vanno sul 2-0, poi nella ripresa sale in cattedra il Chievo fino al 2-1. La Fiorentina sbaglia un rigore con Pizarro ed i clivensi sfiorano il pareggio. Non c’è serrate perché il sestetto di buffoni arbitrali non vede un colossale fuorigioco di Gomez che segna il 3-1. Genoa – Juventus 0-1 Una sola parola di 4 lettere: “CULO”. - Gol di Osvaldo annullato per netto fuorigioco; - Rigore non concesso al Genoa; - Subito dopo altro gol annullato ad Osvaldo parso però in posizione regolare; - Rigore fallito dal genoano Calaiò; - Rete di Pirlo su punizione. I gobbi potevano perdere e hanno vinto, non meritando, col solito “culo”. Livorno – Bologna 2-1 Colpo di coda del Livorno che inguaia ancor di più un derelitto Bologna che io vedrei bene in serie B, proprio al posto del Livorno e non è detto che non ci vada ... Milan – Parma 2-4 Pronti via, lancio di Cassano in una metà campo deserta di milanisti, Schelotto vola verso la porta e Abbiati, che non esce mai quando serve, questa volta esce: espulsione, rigore e rete del Parma. Il fantasma di Balotelli si divora il pareggio, palo esterno, e nella ripresa 2-0. Il Milan, pur se in 10 contro 11, rimonta fino al 2-2, ma poi crolla per la stanchezza, prima 3-2 con Amelia che prende un gol in mezzo alle gambe (degno sostituto di Abbiati) e infine 4-2. Roma – Udinese 3-2 Una Roma non più brillante come all’inizio del campionato, almeno in difesa, soffre fino alla fine. Totti segna l’1-0, illumina il gioco ed entra nell’azione del 2-0. Poi 2-1 e 3-1 mentre il portiere giallorosso, De Sanctis, compie almeno quattro parate decisive durante la partita. Il 3-2 mette un po’ di pepe al finale ... Sassuolo – Catania 3-1 Il Catania si illude andando sull’1-0. Ma nella ripresa il Sassuolo dilaga ed i siciliani tornano ultimi. Torino – Napoli 0-1 Ennesimo scandalo arbitrale ai danni del Toro. Il precedente, in ordine di tempo, è stato quello subito nel derby contro i “gobbi”: rigore non concesso e mancata espulsione di Vidal. Lunedi nel posticipo serale contro il Napoli tutti e sei i buffoncelli dello staff arbitrale non vedono il fallo di Iguain (furbo) su Glik (pollo), poi fuga verso la porta e rete. Si capisce in quel momento che il Napoli “deve” andare in Champions. Visto che la Juve è ormai imprendibile la classe arbitrale per mantenera alta la propria fama di ... deve servire ben qualcun altro padrone ... Verona – Inter 0-2 Un Verona alla frutta, disattento in difesa e spuntato all’attacco si fa superare da un’Inter per nulla trascendentale. V. R. a cura di V. R. Internet fonte Wikipedia Lo Stato ha legalizzato il gioco d’azzardo quando si è accorto che era diventato un business. Ora tocca alla droga! E la prostituzione? Per quella se ne deve accorgere il Papa. Commento A leggere questo articolo nasce in me uno spontaneo senso di schifo per questa classe politica di gaglioffi che ha in mano le sorti dell’Italia. L’aver legalizzato le scommesse non è senz’altro uno dei crimini più grandi commessi dalla Stato che dopo aver combattuto (male e solo per una finta questione morale) le scommesse clandestine gestite da clan di tipo mafioso ha finito invece per favorirne l’attività criminosa con la legalizzazione, anzi si è messo in concorrenza con gli stessi. I milioni di euro che lo Stato lucra sugli idioti che si rovinano è di per se stesso idiota, si creano nuovi poveri sempre più assuefatti al demone del gioco e il danno alla società civile diventa più costoso del guadagno, con la differenza che mentre gli introiti finiscono nelle tasche dei soliti noti, le immani perdite sono invece a carico della collettività. Lo Stato gestisce anche il monopolio delle sigarette e incassa altri milioni sull’alcool, sostanze che non possono certamente essere definite medicinali. All’appello della sua gestione mancano solo la Commento al campionato di calcio 2013–2014 28° giornata IO NON VOTO NEWS e se proprio devo … Voto Beppe Grillo [email protected] Savona Giovedì 20 Marzo 2014 Fondato nel 2012 – Anno III NUMERO 82 http://www.iononvotonews.altervista.org/ Pubblicato prima della scissione del PDL e della cacciata di S. Berlusconi dal Senato Uomini senza dignità fanno purtroppo temere un possibile e indegno Il conflitto eversivo che Silvio Berlusconi ha ingaggiato contro lo stato di diritto, e che lui stesso ha correttamente definito come un “tentativo di colpo di stato”, ha reso palese una caratteristica che accomuna il capobanda ai membri della sua banda: cioè, la completa mancanza di dignità di tutti i protagonisti della vicenda. E’ senza dignità Silvio Berlusconi, che di fronte a una sentenza definitiva fortunosamente sfuggita al fuoco di fila dei suoi prezzolati avvocati, e alla litania di pregiudiziali, ricorsi, appelli, ricusazioni, occultamenti di prove e compravendita di giudici, invece di ringraziare la sorte per non essere stato condannato a secoli di carcere per le malefatte provate nei vari gradi di giudizio, ma cadute in prescrizione, rifiuta di accettare le regole elementari della democrazia, e pretende salvacondotti come un caudillo sudamericano. Berlusconi non ha la dignità di un Andreotti, che ha combattuto la sua battaglia secondo le regole del gioco del diritto e dei tribunali. Non ha la dignità di un Forlani, che ha accettato la sentenza e i servizi sociali. Non ha neppure la dignità di un Craxi, che scappando in esilio ha almeno ammesso implicitamente la sua colpa, dopo averla rivendicata esplicitamente con una generalizzata chiamata di correo. In una parola, non avendo neppure la dignità di un esponente del Caf, Berlusconi non ha proprio nessuna dignità. Naturalmente, non hanno dignità i suoi portavoce, da Schifani a Brunetta alla Santanché, tutti pronti a ripetere affermazioni che anche un bambino riconosce come assurdità: “camere a gas”, “esecuzioni sommarie”, “persecuzioni giudiziarie”, sono solo alcuni tra gli insulti che il tragicomico trio del Pdl ha gettato in faccia agli italiani, che speriamo un giorno correranno loro dietro per le strade, come ai tempi felici di Mani Pulite. Non hanno dignità i ministri del governo e i parlamentari del Pdl, che in spregio alla Costituzione e al mandato elettorale hanno costretto il proprio libero arbitrio ad abdicare in favore dell’arbitrio del capobanda, prendendo ordini come mercenari al servizio di un signorotto, o picciotti al soldo di un boss. E, naturalmente, non hanno dignità i milioni di elettori del Pdl, ai quali vent’anni di malversazioni e di sovversioni non sono bastati per accorgersi di essere passati dallo status di cittadini a quello di sudditi. E accettano di venir ora usati come scudi umani dal capobanda, che pretende di non essere giudicato e condannato proprio perché loro l’hanno votato, e lui li rappresenta. Speriamo che la dignità di non cedere ai ricatti della banda eversiva del Pdl ce l’abbiano almeno i parlamentari del Pd e il presidente della Repubblica, le cui ultime dichiarazioni colpo di spugna all’insegna della “furbata”. Ma, soprattutto, speriamo che la dignità la mantengano i cittadini della parte sana del paese. E che siano pronti a scendere in piazza come ai tempi di Mani Pulite, se ce ne fosse bisogno, per salvare la dignità dello Stato dagli attacchi eversivi di coloro che la minano, e anche di coloro che potrebbero non sminarla. Ps. A proposito di mancanza di dignità, l’onorevole soubrette Mara Carfagna, nota per i suoi trascorsi di “signora del Bocchino”, ha fatto gli auguri di compleanno a Silvio Berlusconi citando le parole di Albert Einstein in difesa di Bertrand Russell. Ora che si è toccato il fondo del ridicolo, non si potrà che risalire: auguri, Italia! €0 L’ANGOLO DEL RELAX a. Indovinello figurato b. c. A quale dei tre capi di stato si adatta meglio l’immagine riportata a destra? Soluzione a fondo pagina Se a maggio niente soldi io buffone! Piergiorgio Ofifreddi Indovinate un po’ cosa gli ho regalato per il suo compleanno? ... il costume già ce l’hai!!! Eh, eh! L’unica cosa che sa far bene! Eh, he!!! I sindacati confederali si sono dichiarati soddisfatti per le proposte del governo Renzi. Il Paese delle slot machine, la ludocrazia conviene? A Cipro dopo il fallimento di un’isola pensata come cassetta di sicurezza, il nuovo modello di sviluppo prospettato da alcuni politici è la sua trasformazione in un casinò in mezzo al mare. Una ludocrazia basata sulla ludopatia. In una periferia, nemmeno tanto romantica di Milano, via Morgantini, una gelateria di quartiere chiude, non è per la crisi, di gelato se ne vendeva. Al posto delle vaschette con tanti gusti, gli abitanti della zona trovano ora tante slot machine ben allineate pronte a inghiottire euro e illusioni. Continua così l’invasione del gioco d’azzardo che cambia il volto e l’umore delle nostre città. Se chiedete al gestore di un bar perché ha deciso di installare le macchinette, vi dirà che ci paga l’affitto o lo stipendio dei dipendenti. Quanto durerà questo gioco? Secondo un detto popolare, poco. Ma questo purtroppo non è un bel gioco. Interrogati dai ragazzi di Libera a Pavia, i baristi dichiarano di non volerci rinunciare, una slot ogni 110 abitanti. Chi ci ha provato si è trovato in un mare di guai con pesanti cause legali e un debole sostegno delle amministrazioni locali (alcune cointeressate) strette tra rigore di bilancio, una legge molto permissiva di uno Stato che in prima persona ci guadagna, con le organizzazioni mafiose che svolazzano macabramente. (continua a pag. 2) Dobbiamo cominciare a preoccuparci seriamente? Soluzione: a a pag. 2 · Continua a pag. 2 · Il personaggio · Commento al campionato di calcio ... a pag. 3 · La fisica in casa a pag. 4 · Una canzone per voi · Vocabolario del calcio · L’angolo del Dottor A. C. · L’angolo della cucina · Rassegna di Fantascienza a pag. 5 · In difesa della scuola pubblica · Storie di ordinaria follia ... a pag. 6 · In morte della sinistra · L’idiozia al potere La fisica in camera da letto aumentare la temperatura all'interno della serra. Viaggio stanza per stanza, tra fenomeni inaspettati e ingegnose scoperte Un processo analogo accade al nostro pianeta. La superficie terrestre, infatti, assorbe dal Sole Emiliano Ricci - Edizioni “Giunti” radiazione visibile che poi riemette sotto forma di 10b – Di materassi a molle, orologi, calendari e borse dell'acqua calda radiazione infrarossa, raffreddandosi. Le molecole dei Termocoperte, scaldini e borse dell'acqua calda Se non vogliamo affrontare la sensazione di freddo del letto appena cambiato, è sempre possibile riscaldarlo prima di entrarci. Uno degli strumentiti più efficaci in tal senso è sicuramente la termocoperta: due strati sovrapposti di lana, nell'intercapedine dei quali scorre un resistore che, al passaggio di corrente elettrica, si riscalda. Oppure si può usare la versione moderna del vecchio scaldino a brace, impiegato in passato per scaldare il letto in ambienti privi di riscaldamento. Anche nel caso dello scaldino moderno, detto "scaldino elettrico", si ha a che fare con una resistenza elettrica in grado di riscaldarsi al passaggio di corrente. Ma in mancanza di corrente elettrica ci si può anche accontentare di una bella borsa piena di acqua calda da mettersi sotto i piedi che, insieme alle mani, sono fra le zone più fredde e più soggette a raffreddamento del nostro corpo. Spesso, per motivi di sicurezza, ma anche per evitare che la temperatura del letto aumenti eccessivamente, termocoperte e scaldini elettrici sono dotati di un termostato, un apparecchio tanto semplice quanto efficace. In generale, la funzione del termostato è quella di mantenere costante la temperatura di un sistema. Nel caso che stiamo considerando si tratta di fissare la temperatura a cui vogliamo trovare il letto e impedire alla termocoperta o allo scaldino di superarla. Molti termostati si basano sul principio della dilatazione termica: tutti i materiali, infatti, quando vengono riscaldati si dilatano, allungandosi e aumentando di volume. Accoppiando due lamine di metalli diversi - ovvero con coefficienti di dilatazione differenti - si ottiene come risultato che, all'aumentare della temperatura, uno dei due metalli si allunga più dell'altro, costringendo la lamina bimetallica a incurvarsi. In questo modo essa può attivare un interruttore che, collegato al sistema di controllo della temperatura, interrompe il passaggio di corrente attraverso il resistore. E la temperatura resta costante. Naturalmente, se la temperatura per qualche motivo torna ad abbassarsi troppo, la lamina bimetallica perde la sua curvatura e torna diritta, chiudendo di nuovo il circuito elettrico: la corrente torna a scorrere fino a quando la temperatura non rientra nell'intervallo di valori prestabilito. In realtà sono tantissime le proprietà dei materiali che dipendono dalla temperatura. E’ possibile quindi ideare termostati basati su altre caratteristiche, piuttosto che sulla dilatazione termica. Attualmente, i termostati usati nelle apparecchiature elettroniche sono appunto quelli elettronici, basati sulla dipendenza dalla temperatura della conducibilità elettrica dei metalli, molto più precisi di quelli meccanici a lamina bimetallica. Dispositivi di questo tipo trovano largo impiego in tutti i settori in cui è importante controllare la temperatura di un sistema o di un ambiente: dai computer, ai condizionatori, dai forni agli scaldabagno, ai frigoriferi, ai congelatori. Chissà quanti termostati avete in casa senza saperlo! Il trasporto del calore Termocoperte, scaldini elettrici e borse dell'acqua calda trasferiscono calore alle coperte e alle lenzuola del letto perché sono a contatto con esse. Fin qui abbiamo quindi parlato di trasferimenti di calore da un corpo più caldo a un altro più freddo quando questi sono a contatto. Questa modalità di trasporto è nota con il nome di conduzione del calore, ma non è l'unica in cui il calore stesso può trasferirsi fra due corpi a temperature diverse. Esistono infatti anche l'irraggiamento e la convezione. Il primo consiste nell'emissione di onde elettromagnetiche, le quali viaggiano a velocità della luce, propagandosi anche nel vuoto. Questo significa che un corpo caldo che perde calore per irraggiamento può arrivare a riscaldare anche un altro corpo molto distante. In effetti è questo il caso del Sole con la Terra. La luce della nostra stella - composta da onde elettromagnetiche distribuite su un ampio spettro di frequenze - riscalda il nostro pianeta per irraggiamento. Quando è attivo questo meccanismo di trasporto del calore, la quantità di calore scambiata fra il corpo caldo e i corpi freddi che lo circondano è direttamente proporzionale alla quarta potenza della temperatura. L'irraggiamento, quindi, è un meccanismo molto efficace per sottrarre calore dai corpi, i quali possono restare caldi solo se hanno una sorgente di energia al loro interno, come accade appunto al Sole - nel cui nucleo si verificano reazioni di fusione termonucleare - e a noi che, come detto poco sopra, restiamo approssimativamente sempre alla stessa temperatura grazie al metabolismo. Anche noi, perciò, perdiamo calore per irraggiamento, emettendo onde elettromagnetiche. Tuttavia, a differenza del Sole che ha il suo massimo di emissione nella banda visibile dello spettro (in particolare nel giallo), noi emettiamo essenzialmente radiazione infrarossa, ovvero molto meno energetica. Questo dipende in ultima analisi dalla temperatura superficiale dei corpo emittente: maggiore quella, minore la lunghezza d'onda della radiazione emessa. E la radiazione visibile, infatti, è a lunghezza d'onda minore di quella infrarossa. Fra parentesi, i vecchi scaldini a brace riscaldavano il letto per irraggiamento, non per conduzione: la brace calda, infatti, emette radiazione elettromagnetica prevalentemente nella zona rossa dello spettro visibile e, soprattutto, nell'infrarosso vicino. Il fatto che noi emettiamo radiazione infrarossa viene proficuamente sfruttato nei visori notturni. Questi dispositivi infatti sono dotati di sensori termici che evidenziano i corpi caldi, rendendoli facilmente riconoscibili sullo sfondo scuro di corpi generalmente molto più freddi dei nostri corpi (alberi, muri ecc.). La radiazione infrarossa non sarebbe altrimenti visibile, in quanto i nostri occhi non sono sensibili a essa. Naturalmente esiste anche il modo di ridurre le perdite di calore per irraggiamento. Uno dei metodi più semplici ed efficaci è quello impiegato per riscaldare le serre. La radiazione solare filtra infatti attraverso i vetri (o comunque i materiali trasparenti), andando a cedere energia alle piante e comunque a tutti i corpi che si trovano all'interno della serra. A un certo punto, però, la temperatura interna della serra arriverà a essere maggiore di quella esterna. Per raggiungere nuovamente l'equilibrio termico, i corpi all'interno della serra dovrebbero cominciare a irraggiare, in virtù del fatto che sono più caldi dell'ambiente esterno e devono quindi cedergli parte della loro energia interna. E questo è proprio ciò che accadrebbe... se non fosse che il vetro è opaco alla radiazione infrarossa. Così, mentre la radiazione visibile proveniente dal Sole può entrare nella serra indisturbata, quella infrarossa riemessa dai corpi al suo interno resta intrappolata dentro, facendo gas presenti nell'atmosfera, in particolare quelle di anidride carbonica e vapor d'acqua, bloccano questa radiazione infrarossa assorbendola; in tal modo aumentano la loro energia, contribuendo al riscaldamento globale del pianeta. Ecco perché il fenomeno climatico che consiste nel riscaldamento degli strati inferiori dell'atmosfera per effetto della schermatura che offrono alcuni gas in essa contenuti prende il nome di effetto serra. Infine abbiamo la convezione, che è un modo di propagazione del calore, attivo specialmente nei fluidi, attraverso spostamenti di massa all'interno dell'intero volume del fluido riscaldato. Un esempio di convezione lo abbiamo quotidianamente sotto gli occhi quando riscaldiamo l'acqua per il tè o per la pasta. L'acqua in basso che riceve calore dal fondo della pentola direttamente a contatto con la fiamma si riscalda di più di quella che sta in alto. All'aumento di temperatura corrisponde una diminuzione di densità, così che l'acqua calda inizia a salire facendosi strada in mezzo agli strati superiori, più freddi. Questi, più pesanti, scendono verso il basso, dove, una volta riscaldati, risaliranno nuovamente e così via, in un ciclo continuo che riesce rapidamente a portare alla stessa temperatura tutta l'acqua della pentola. Moti convettivi si osservano, per esempio, anche nell'atmosfera terrestre, dove l'aria in prossimità della superficie è più calda di quella in quota (grazie all'irraggiamento di cui sopra) e pertanto tende a salire. Un altro esempio interessante di trasporto del calore per convezione è quello che si osserva sulla superficie luminosa del Sole, la fotosfera, che fotografata ad alta risoluzione mostra una granulazione dovuta proprio ai moti convettivi. Bolle di gas caldo provenienti dall'interno, infatti, affiorano in superficie, mostrandosi più brillanti degli strati circostanti, più freddi, i quali a loro volta sono spinti verso il basso dal processo di convezione che riesce a distribuire il calore fra i diversi strati in maniera molto più efficiente di quanto farebbe il solo trasporto per conduzione. A differenza di quanto accade nell'irraggiamento, nel trasporto del calore per convezione e per conduzione, la quantità di calore scambiata è direttamente proporzionale alla differenza di temperatura fra i due corpi (o fra le due estremità dello stesso corpo). Chiudiamo questo paragrafo ricordando che, in generale, a causa della loro particolare struttura atomica, i metalli sono buoni conduttori di calore (argento, rame e oro, in particolare), mentre vetro, legno, carta e materie plastiche hanno conducibilità termiche molto basse e sono quindi cattivi conduttori di calore. La differenza si nota benissimo se si confronta la sensazione di calore che proviamo nelle mani quando usiamo le posate di plastica o quelle interamente di metallo. In questo secondo caso, se la pietanza è particolarmente calda, rischiamo anche di bruciarci. Ecco perché spesso le posate di metallo hanno l'impugnatura di legno o di plastica: non è un fatto puramente estetico, serve soprattutto a evitare che le nostre mani siano piene di ustioni! Cribbio amici, ecco il mio scaldino personale! Il mio canto libero – Lucio Battisti 1972 Vocabolario del calcio 6 Calcio di rigore La luce dell’est Massima punizione inflitta dall’arbitro per i (Lucio Battisti, Mogol) La nebbia che respiro ormai si dirada perché davanti a me un sole quasi bianco sale ad est. La luce si diffonde ed io questo odore di funghi faccio mio seguendo il mio ricordo verso est. Piccoli stivali e sopra lei, una corsa in mezzo al fango e ancora lei, poi le sue labbra rosa e infine noi. Scusa se non parlo ancora slavo mentre lei che non capiva disse bravo e rotolammo fra sospiri e "da". Poi seduti accanto in un'osteria, bevendo un brodo caldo che follia, io la sentivo ancora profondamente mia. Ma un ramo calpestato ed ecco che ritorno col pensiero. E ascolto te, il passo tuo, il tuo respiro dietro me. A te che sei il mio presente, della mia mente e come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri per lasciar solo posto al tuo viso che come un sole rosso acceso arde per me. Le foglie ancor bagnate lascian fredda la mia mano e più in là un canto di fagiano sale ad est, qualcuno grida il nome mio, smarrirmi in questo bosco volli io per leggere in silenzio un libro scritto ad est. Le mani rosse un poco ruvide la mia bocca nell'abbraccio cercano, il seno bianco e morbido tra noi. Dimmi perché ridi amore mio proprio così buffo sono io, la sua risposta dolce non seppi mai. L'auto che partiva e dietro lei ferma sulla strada lontano ormai, lei che rincorreva inutilmente noi. Un colpo di fucile ed ecco che ritorno col pensiero e ascolto te, il passo tuo, il tuo respiro dietro me. A te che sei il mio presente della mia mente e come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri per lasciar solo posto al tuo viso che come un sole rosso acceso arde per me. Nannanana nananana ..... come un sole rosso acceso arde per me. Nannanana nananana ..... falli commessi nella propria area di rigore dalla squadra che difende. E’ fatto singolare che, come sostiene Conte (allenatore dei gobbi), queste infrazioni non sono mai rigore se commesse dalla Juve, lo sono sempre se dai loro avversari. Calciopoli Uno dei recenti e massimi scandali, scoppiato nel 2006, che ha coinvolto il calcio italiano ed è costato alla Juventus, solo, la retrocessione in serie B a fronte dei gravissimi reati commessi dai alcuni suoi dirigenti: il club, giustizia non volle, doveva essere radiato. Molti juventini hanno ritenuto la punizione inflitta ingiusta ed io sono d’accordo con loro: la Juventus infatti, come detto prima, andava semplicemente ... radiata. Classifica avulsa In caso di arrivo a pari punti di due o più squadre si ottiene contando solo i risultati ottenuti fra di loro differenza reti compresa. E’ discriminante per la classifica finale. Media inglese Particolare classifica che attribuisce nel seguente modo i punti nelle partite giocate: ♦ +2 punti vittoria in trasferta ♦ 0 punti vittoria in casa e pareggio in trasferta ♥ -1 punti sconfitta in trasferta ♦ -2 punti pareggio in casa ♥ -3 punti sconfitta in casa Questo metodo per compilare una classifica è assolutamente senza alcun senso, come d’altra parte è assolutamente senza senso tutto ciò che è inglese, fatta qualche rara e doverosa eccezione. Procuratore di un calciatore Sciagurato intermediario che permette alle società di calcio di pagare un giocatore molto di più di quello che sarebbe costato prima della comparsa di questa figura. Spesso anche intrallazzatore. Telecronisti Incaricati di descrivere gli eventi di una partita ormai vanno di copia così che invece di un incompetente di solito se ne hanno due. Il più delle volte il secondo commentatore, ex calciatore, raramente conosce la lingua italiana, mentre il primo spesso è semianalfabeta per cui i dialoghi che ne derivano sono allucinanti ed il duo, tutto fa, tranne la cronaca delle partite e forse questo è un bene, basta togliere l’audio ... a cura di V. R. Rassegna di fantascienza 1. Baby killer con Giorgio Napolitano 2. L'ultimo uomo della Terra con Nichi Vendola 3. La rivincita dell'uomo invisibile con Giuliano Ferrara 4. Il mostro del pianeta perduto con Renato Brunetta 5. Erik il vichingo con Enrico Letta 6. Storie incredibili con I Senatori italiani 7. Aracnofobia con M. Gasparri, I. La Russa, F. Storace 8. Arrivano i mostri con M. Borghezio, R. Calderoli, R. Brunetta a cura di V. R. L’angolo del Dottor A. C. Ma dov’e Dopo alcuni risultati che, con incredibile fortuna, ci hanno portati ad una salvezza anticipata che ai più competenti sembrava all'inizio del campionato, una chimera i soliti tifosi con gli occhi foderati di prosciutto ed i soliti giornalisti prezzolati hanno cominciato a parlare di Europa. Qualcuno ha visto la partita (di ieri) con il Chievo di Verona? Spero che almeno costoro abbiano capito che....... e poi lo volete accettare che il delinquente scemo non ci vuole, comunque andare? E le svendite estive? $ A consolazione dell’amico A. C. affermo che pur essendo milanista preferisco come gioca il Genoa. In oltre noto come il tifoso interessato sia spesso critico con la propria squadra, che spesso tende ad accusare, per troppo amore, anche eccessivamente, io compreso. Fanno eccezione i gobbi che non si sono arresi neanche di fronte all’evidenza (leggete, o gobbi, se sapete leggere), ad esempio, di “Calciopoli”. V. R. Un po’ di cocktail Classici Campana ♣ Gin 3,5/10 ♣ Campari 2/10 ♣ Vermouth dolce 2/10 ♣ Succo di lime 1/10 ♣ Sciroppo di zucchero 1,5/10 ♣ Fettine di lime per guarnire Shakerare tutti gli ingredienti e servire nella coppetta da cocktail precedentemente raffreddata, guarnire con le fettine di lime. $ Misty Bitcjh ♠ Vodka 5/10 ♠ Campari 5/10 ♠ Lime qualche goccia ♠ Pompelmo rosa q. b. Versare la vodka ed il Campari nei tumbler, mescolare, aromatizzare con qualche goccia di succo di lime e riempire il bicchiere con il pompelmo. da “Cocktail”, di Jane Rocca Edizione De Vecchi Per 4 persone Patate fritte con l’agliata (Patatte frïte con l’agiadda) Agliata Due o tre spicchi d’aglio, due cucchiai di aceto bianco, olio di oliva in abbondanza. Pestare gli ingredienti nel mortaio Patate fritte Da 8 hg a 1 kg di patate, q. b. di olio per friggere, q. b. di agliata, sale e pepe. Fare friggere in padella nell’olio le patate, tagliate a bacchetti, salare e pepare. La scelta del vino è condizionata dal secondo piatto. Ricavate da: “Pesto e mortâ” Il grande libro della cucina ligure Aidano Schmuckher Guido Mondano Editore a cura di V. R. «UMANITA’ NOVA» 26 maggio 2013 In difesa della scuola pubblica Raziocidio Sono tornato a casa da Bergamo euforico Sabato 30 Novembre. Tornavo da una "conferenza", o forse "dibattito", o forse "serata in memoria di" - in ogni caso una festa per le mie orecchie - dedicata ai 160 anni dalla nascita di Errico Malatesta. L'intervento di Goffredo Fofi mi aveva galvanizzato: resistere, studiare, rompere le scatole. Le sue tre parole mi saltellavano in testa senza tregua. Neanche il tempo di sedermi, e vengo a sapere dei tagli proposti da Maroni ai fondi per il sostegno degli studenti in difficoltà economiche. Ovviamente, mentre per gli studenti non agiati di scuole pubbliche i fondi passano da 24 milioni a 5 milioni, i 30 milioni consacrati alle scuole private rimangono candidamente invariati. Quei 30 milioni sono totalmente assorbiti come buoni scuola; sussidiati dalla regione, sotto il nome di "Dote per la libertà di scelta" indirizzati alle famiglie con necessità che "liberamente scelgono" di mandare i propri figli in una scuola paritaria. Che a quanto pare dev'essere proprio il top del top del best of the best, per meritarsi tutti quei soldi. Dicono ma che diavolo ti hanno fatto di male le scuole private? Esistono. Applicare le logiche del mercato all'istruzione è un abominio. Come è un abominio applicarle alla salute, alla cultura, alla scienza ... in fin dei conti, alla vita stessa. Ma io credo che l'atto dell'imparare sia qualcosa di potenzialmente sovversivo. Un atto che può sfociare nell'anarchismo. L'informarsi, il conoscere, il capire, non può che generare il rigetto per il Potere, in qualsiasi forma e declinazione esso si manifesti. Ovviamente non sostengo che l'anarchismo si possa insegnare. Non ci sono dogmi, principi, regole o dettami da sapere. In fondo anche il solo voler definire l'anarchia è un po' come tentare di calcolare il volume dell'infinito. Ma leggere del Golpe finanziario, del Potere delle banche, dello sfruttamento dei lavoratori, dei danni congeniti in società verticali e gerarchiche ecc. (e chi più ne ha più ne metta) non può che generare il voltastomaco a chiunque abbia non due dita, ma anche solo una falange di cervello. E questo allenamento alla curiosità non si impara che a scuola. Quest'affermazione potrebbe sembrare, per così dire, poco anarchica. Ma non lo è. Più soldi alla scuola privata! Storie di ordinaria follia ... Sono convinto che, come faceva notare Micheal Foucault, il potere si sia reso volatile. Una fitta trama di controllo, che non solo ci, contiene, ma ci attraversa. E che detta spesso i nostri comportamenti, l'abitudine cela tutto ciò, ma non c'è niente di più mortifero per lo spirito critico delle abitudini. L'etica del giudizio che ci rende pronti a scagliarci uno contro l'altro appena qualcosa viola anche la consuetudine più banale, e a controllare gli altri continuamente; la panacea della burocrazia e delle leggi, che nascondono l'incapacità patologica dell'uomo moderno di rendersi solidale con chi gli è accanto, o di riuscire a comprendere i bisogni e i limiti dell'altro (e pure di sé), l'agonismo che ci vuole tutti sciacalli ... La lista sarebbe tristemente lunga. E allora, come battere questo stato di cose? Questa forma sociale che non giova che a un ristretto ed esclusivo club di persone? Io credo, con qualcosa di altrettanto capillare e imprendibile: con un'educazione alla libertà. E bisogna, a costo forse di ricominciare a scrivere opuscoli da disseminare ovunque come faceva Malatesta, spiegare cosa sia questo grande (e scomodo) fine: l'Anarchia. Questo si può fare solo con chi non ragiona per stereotipi, rigetta l'idea di comprare un'istruzione migliore, ha un grado di istruzione che non dipende da finanziatore alcuno, nè dalle idee di questo, ed è abituato all'idea di avere un cervello e di conseguenza ad usarlo, in poche parole, con chi crede che lo studio sia un diritto da pretendere e non un privilegio da comprare. In poche parole, non con chi compra un'istruzione chic d'èlite. Dunque 900 mila studenti delle scuole pubbliche, dei quali chissà quanti in difficoltà economiche, si dovranno spartire 5 milioni di euro, mentre il restante, esclusivo e pagante 6% degli studenti lombardi potrà tranquillamente usufruire della "Dote perla libertà di scelta". Loro nei bagni potranno permettersi sapone, balsamo e dopobarba, mentre noi è già tanto che i bagni li troviamo senza i rotoli di carta igienica in sciopero o le tubature de gabinetti in rivolta. Ma rispetto al preventivo dei bilancio proposto da Maroni, un water intasato è quasi un dipinto di Raffaello. In difesa della scuola pubblica, perché l'ignoranza è un favore al Potere. Sinidio Perché di questo accanimento contro la scuola pubblica a favore della privata? Non devi mai dimenticare che le scuole private ... Caro Maroni, anch’io ho sempre detto che la scuola privata è un’altra cosa!!! Continuano i miei racconti sugli abusi nel sistema commerciale. Questa volta l’episodio coinvolge la COOP di Savona, ma la morale vale per tutti gli altri operatori del commercio. Sotto Natale ho acquistato un registratore, Humax, l’ultima meraviglia della tecnologia nel campo, infatti registrava due programmi alla volta, permetteva il collegamento ad internet, era dotato di altre funzioni sofisticate che per semplicità non sto ad elencare, e soprattutto era in grado di registrare i programmi criptati, o almeno così mi avevano garantito in prima istanza. Registratore più Hard Disk specifico per una modica spesa di 258,90 €. L’unica riserva espressa era quella sull’utilizzo di un Modulo CAM non specifico per la visione e la registrazioni dei programmi a pagamento. Passato il Natale mi sono apprestato a studiare l’apparecchio. Faceva tutto quello detto, si vedevano i programmi Mediaset Premium anche con la CAM vecchia, ma ... non li registrava e il messaggio non era incoraggiante, un lapidario: “Proibita la registrazione”, inoltre non si vedevano i programmi in HD. Tornato alla COOP il giorno successivo e riferito l’evento negativo, dopo un simposio dei “tecnici” la sentenza è stata: «Necessita il modulo specifico HD di Premium». Detto fatto altri 79,90 € per un totale di 338,80 €. Tornato a casa ho ripreso le prove: i programmi in HD si vedevano ma per la registrazione nulla era cambiato. Ennesimo ritorno alla COOP e dopo mille prove e innumerevoli contatti gli esperti si sono rassegnati all’evidenza: il registratore della Humax, collegato a Premium, registrava tutti i programmi tranne che i suoi. “Complimenti al cuoco!”. Ma la farsa continuava perché non era previsto il rimborso della spesa ma l’equivalente in tre buoni acquisto: 179 € per il registratore, 79,90 per l’hard disk e 79,90 per il modulo CAM. Fosse finita qui, al punto clienti, preparati i buoni mi avevano detto che la loro validità era di un mese, ma immediatamente, forse visto il mio sguardo leggermente omicida, l’operatrice aveva subito aggiunto: «Se non li consuma tutti venga qui che li proroghiamo». Dimenticavo di dire che i tre buoni andavano consumati per intero quindi senza resto. In quel momento i miei pensieri erano corsi alla varie “Leghe Consumatori” e non solo quelli: anche una serie di maledizioni per una congrega di buffoni che gli unici diritti che protegge sono quelli dei loro “finanziatori”. La morale dovrebbe essere molto semplicemente questa: “Se per mala informazione acquisto un oggetto che non soddisfa le mie esigenze la logica vorrebbe che avrei diritto al rimborso della cifra spesa, non all’obbligo di spenderla in altro modo e con numerose limitazioni” invece è: “Ancor grazie che mi hanno ritirato il prodotto e mi hanno rimborsato in qualche modo!”. Grazie, ma io volevo un registratore, non nell’ordine: una scopa a vapore, una macchina fotografica digitale con accessori, un cuffia audio, una giacca a vento, tre bottiglie di Calvados, una di Campari bitter, una di gin, vari utensili per la cucina in legno e in metallo e altri oggetti per fare tornare i conti. In realtà il consumatore è calpestato come un tappeto visto che anche le associazioni addette alla difesa dei sui diritti, sono difensori sì, ma di quelli dei suoi “nemici”. R. V ... sono quasi tutte gestite da associazioni cattoliche!!! IPERCOOP: L’incompetenza regna sovrana. In morte della sinistra: GLI AUTODAFÉ DEI DEMOCRATICI Barbara Spinelli 19 febbraio 2014 Per il modo in cui è stata congegnata, per le doppiezze che l’hanno contraddistinta, per i regolamenti di conti con cui s’è conclusa, l’ascesa di Matteo Renzi alla guida del governo ha il sapore di certi cambi di guardia al Cremlino. Un esorbitante partito-Stato si fa macchina di potere, usa i propri uomini come pedine, li uccide politicamente se ingombrano, tradisce la parola data senza spiegazioni. Il tutto avviene «a porte chiuse», come nel dramma claustrofobico di Sartre: lontano dal Parlamento, dalla prova elettorale che era stata assicurata, da una società che il partito-Stato non sa più ascoltare senza vedere, dietro ogni cittadino, l’inferno molesto di qualche populismo. La liquidazione di Enrico Letta è avvenuta in streaming, ma sostanzialmente fuori scena: secondo Carmelo Bene, questa è l’essenza dell’osceno. Non sarà forse così, Renzi riuscirà forse a realizzare quel che promette: un piano lavoro entro marzo, soprattutto. Ma l’inizio incoraggia poco. Per la terza volta, in un Parlamento di nominati, il Pd designa per Palazzo Chigi un nominato. È già accaduto in passato: basti ricordare il sotterraneo lavorio contro il governo Prodi, nel ‘98. E più di recente, in aprile, il tradimento di 101 parlamentari Pd che avevano giurato di votare Prodi capo dello Stato e in un baleno l’affossarono. Colpisce la coazione a ripetere il gesto violento, e a scordare subito i traumi lasciati dalle coltellate. Una famosa giornalista francese, Françoise Giroud, scrisse una volta: «Ogni capo politico deve avere l’istinto dell’assassino». Il coltello non è più un incidente. S’è fatto istinto, tendenza innata. La cosa straordinaria, e solo in apparenza paradossale, è che la macchina del Pd cresce in potenza, man mano che organizza autodafé e perde i contatti con la società. Già da tempo ha smesso di identificarsi con la sinistra: parola da cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e incenerisce. Già da tempo non si preoccupa di parlare in nome degli oppressi, degli emarginati, ed è mossa da un solo obiettivo: il potere nello Stato, attraverso lo Stato. Letta ha preparato il terreno, ma non guidava il Pd. Ora è un capopartito a ultimare la metamorfosi: l’abbandono della rappresentatività, la governabilità che diventa movente unico, l’oblio della sinistra e della sua storia. Ovvio che l’istinto a tradire si tramuti in normalità. Può darsi che Renzi cambi l’Italia in meglio, che renda lo Stato addirittura più giusto. Che non si spenga in lui la memoria del consenso popolare ottenuto alle primarie. Ma il come ancora non lo sappiamo, la coalizione è quella di ieri, e la macchia della defenestrazione di Letta gli resta appiccicata al vestito. Difficile dimenticarla. Difficile dimenticare le parole carpite lunedì a Fabrizio Barca. Il quale grosso modo ha detto questo: «C’è chi mi vuole ministro dell’Economia. Ma per fare che? Per imporre una patrimoniale di 400 miliardi di euro, cosa che secondo me va fatta e però non è nei piani? ». Questo svanire della sinistra è un fenomeno europeo diffuso, ma in Italia è particolarmente accentuato. Nell’Unione sono ormai undici i Paesi governati da Grandi Coalizioni, in teoria non siamo molto diversi. Quel che è anomalo, nei connubi ideologici italiani, è il discredito profondissimo gettato sulla stessa parola sinistra, l ’annebbiarsi della sua storia, del suo patrimonio, della sua vocazione alla rappresentanza. Altrove la sinistra classica, quella che dà voce ai deboli, possiede ancora uno spazio. Perfino laddove ha le tenebre alle spalle, come in Germania (la Linke è erede di un regime totalitario, nell’Est tedesco) non cancella d’un colpo quel che la lega alla società. Nel Congresso sull’Europa dello scorso fine settimana la Linkeha provato a cambiare la propria storia evolvendo, ha aperto all’Unione che esecrava. Ma il nome che porta non lo cambia. Non così in Italia, dove la sinistra precipita dalle scale e si ritrova vocabolo non grato. È la vittoria postuma di Bettino Craxi ed è il lascito di Berlusconi, con cui il Pd di Renzi intende riformare la Costituzione. Della grande idea avanzata da Prodi negli anni Novanta — unire il solidarismo universalista cristiano e quello comunista — non resta che brace spenta. La scomparsa della sinistra non significa tuttavia che siano scomparsi i mali che la giustificarono in passato: la questione sociale è di ritorno, la disuguaglianza di redditi e opportunità s’è estesa in questi anni di crisi, nessun Roosevelt è in vista che la freni. E la riduzione della disuguaglianza, secondo la classificazione di Norberto Bobbio, rimane il più antico e vivo retaggio della sinistra. È sperabile che il piano-lavoro di Renzi non sacrifichi per l’ennesima volta una lotta che deve essere di rottura, e non per motivi ideologici ma perché l’Italia è rotta da sofferenze e avvilimenti. Che non lasci il proprio elettorato inerme, senza rappresentanza, e non ascolti solo quegli economisti politici che Marx chiamava «bravi sicofanti del capitale», dediti «nell’interesse della cosiddetta ricchezza nazionale a cercare mezzi artificiosi per produrre la povertà delle masse». Quel che sconcerta, nella presunta ansia modernista di Renzi, è la formidabile vecchiezza dei modelli prescelti: rifarsi oggi a Tony Blair vuol dire correre a ritroso nel tempo, mettere i piedi su orme che sette anni di crisi hanno coperto di sabbia. Se le disuguaglianze sono aumentate vertiginosamente, se si parla oggi di un 1% della popolazione che continua imperturbato ad arricchirsi e di un 99% di impoveriti (classi medie comprese), lo si deve alle destre più legate ai mercati ma anche alla Terza Via di Blair. Le ricette di Margaret Thatcher non morirono con il Nuovo Labour, e sopravvissero nella battaglia accanita contro un’Europa più unita e solidale. L’idea thatcheriana che «la società non esiste se non come concetto», che esistono «solo individui e famiglie con doveri e convinzioni», è interiorizzata dal Pd nel preciso momento in cui la realtà l’ha smentita e sconfitta. L’homo novus di Firenze suscita grandi aspettative, ed è vero quel che dice: leadership non è una parolaccia. Ma fin dalla prime sue mosse, negoziando con il pregiudicato Berlusconi la legge elettorale, il leader ha fatto capire che la rappresentatività è un bene minore. Il suo Pd stenta a mediare fra società e Stato. È degenerato in «cartello elettorale statocentrico», sostiene Piero Ignazi: è parte dello Stato anziché controparte; ha un potere che tanto più si dilata al centro, quanto più si sfilaccia il legame con gli iscritti, le periferie, la democrazia locale (Ignazi, «Forza senza legittimità», Laterza 2012). Per questo l’odierno sviluppo partitocratico è solo in apparenza paradossale. Mandare in fumo l’eredità della sinistra — la lotta alla disuguaglianza, la difesa del bene pubblico — induce il Pd a trascurare l’arma principale evocata da Barca: la tassazione progressiva dei patrimoni più elevati (articolo 53 della Costituzione). L’economista Joseph Stiglitz fa calcoli più che plausibili, anche per l’Italia: «Se chi appartiene al primo 1 per cento incassa più del 20 per cento del reddito della nazione, un incremento del 10 per cento dell’imposta sul reddito (senza possibilità di sfuggirvi) potrebbe generare entrate pari a circa il 2 per cento del Pil del Paese». Renzi punta sulla propria lontananza dai giochi partitici, sul successo che gli ha garantito la base. Ma quel che avviene nelle ultime ore rischia di vanificare la sua diversità: il Parlamento costretto a tacere sulle modalità bolsceviche della liquidazione di Letta, il cambio deciso «fuori scena», sono segnali nefasti. Torna alla ribalta la politica, ma impoverita democraticamente. Tornano i partiti; mentre i cittadini coi loro rappresentanti stanno a guardare. Come meravigliarsi che la società si radicalizzi, quando è la realtà a farsi sempre più radicale? Soldi nelle tasche degli italiani!!! Hai dimenticato di precisare: «Dati in quella di destra, presi da quella sinistra!» L’idiozia al potere Qui il potere e l’idiozia sono manifeste. Purtroppo se il modo di agire dei ministri del PD del nascente Governo Renzi è da immensi idioti come lo è stato, prima dell’incarico e fin dalla prime sue mosse, il negoziare con il pregiudicato Berlusconi la legge elettorale che è essa stessa una dimostrazione palese di idiozia, non altrettanto sono idiote le nostrane “forze politiche” che come esecutrici fedeli degli ordini dei loro “padroni-mandanti” riempono i propri conti correnti di sonanti euro sulla pelle dei cittadini continuamente vessati. Fra queste possiamo ormai tristemente annoverare anche questo miserrimo PD, che pure ci ha preso gusto, e che, dimentico del proprio credo, ovvero quello di “contestare e combattere queste abominevoli azioni”, è diventato ormai complice attivo della feccia della politica e ha sposato principi che sono sempre stati della peggior destra. Per completare l’opera di tal vassallaggio anche la carta stampata tradizionale (rumenta in genovese), non certo «UMANITA’ NOVA», mai sazia dei finanziamenti del governo tace, e quindi acconsente o peggio scrive, anch’essa complice, come il PD, di questi “crimini” che il nostro governo commette quotidianamente, e notate, i marrani affermano pure: «Tutto in nome della equità e della giustizia sociale!». Questi sciacalli della politica, con Matteo Renzi in testa, andrebbero spazzati via ... V. R.