Il Paese delle slot machine, ...
(continua da pag. 1)
Aveva fatto molto scalpore e tanta simpatia la
tabaccaia di Cremona, che per prima ha deciso
di togliere le macchinette, stufa di vedere
persone rovinarsi sotto i suoi occhi. Oggi non ha
più voglia di parlarne, impegnata come è a
fronteggiare le penali dei gestori del sogno
tintinnante. Se non possiamo fare molto per chi
ha imboccato questa via, possiamo aiutare, chi
vorrebbe intraprenderla, a non farlo. Cercando
di ragionare sul lungo periodo e svelando le
false promesse di arricchimento facile. Come
per buona parte della finanza odierna tutto è
basato sulla catena di Sant’Antonio e chi entra
per ultimo ha sempre meno probabilità di
trovare un posto al sole, dato che i posti sono
limitati e probabilmente esauriti.
Chi decide per le slot oggi, farà parte del
gioco, non nel ruolo del banco, come si vuole
far credere, ma come semplice giocatore. In
pratica scommette che altri continuino a
giocare. Nuovi rischi si aggiungono, il numero
di bar svaligiati è in crescita e gli assalti ai
portavalori pure, oltre alla fisiologica perdita di
clienti non ludopatici. Forse questo ragionare
non serve, serve di più, l’azione di qualche
sindaco che si oppone tenacemente al concedere
licenze per nuove sale da gioco, o propone
esenzioni fiscali per chi decide un’altra strada, o
la scelta di quanti frequentano solo bar no-slot, o
ancora le parole della tabaccaia di Cremona, che
vuole veder tornare gente sorridente nel suo
locale, seduta in santa pace, magari con i
bambini, a consumare un caffè, in un bar
normale e non in una bisca di Stato.
di Bruno Contigiani
Il personaggio
Hendrik Johannes Cruijff,
detto Johan
E’ spesso scritto Cruyff al di fuori dei Paesi
Bassi, Amsterdam, 25 aprile 1947), ex
allenatore di calcio ed ex calciatore olandese,
nonché ex dirigente sportivo.
Considerato uno dei migliori giocatori della
storia del calcio e da alcuni il migliore in
assoluto fu l'interprete più emblematico del
calcio totale con cui l'Ajax e l'Olanda di Rinus
Michels rivoluzionarono la storia del calcio tra
la seconda metà degli anni sessanta e la prima
metà dei settanta.
Nel corso della carriera gli sono stati affibbiati
diversi soprannomi: il più famoso è Profeta del
gol, che ispirò il titolo del film-documentario
sulle gesta di Cruijff diretto da Sandro Ciotti.
Il giornalista Gianni Brera lo ribattezzò il Pelé
bianco.
Ha vinto il Pallone d'oro per tre volte come
Michel Platini e Marco van Basten: nel 1971,
nel 1973 e nel 1974. Fra Nazionale olandese e
squadre di club segnò da professionista 402 gol
in 716 partite ufficiali. È stato eletto secondo
miglior calciatore del XX secolo (dietro Pelé)
nella classifica stilata dall'IFFHS.
E’ uno dei sei allenatori ad aver vinto la
Coppa dei Campioni dopo averla vinta da
giocatore: detiene il record con Miguel Muñoz,
Giovanni Trapattoni, Josep Guardiola, Frank
Rijkaard e Carlo Ancelotti.
legalizzazione della droga e lo sfruttamento
della prostituzione, due attività molto redditizie
e gestite principalmente dalle varie associazioni
a delinquere: italiane e no.
Anche queste due sono questioni morali, oltre
che un businnes, ma mentre la prima è una piaga
da estirpare (a esempio eliminando fisicamente
alla fonte spacciatori e grandi distributori) e non
da sfruttare, una buona gestione della seconda
porterebbe solo vantaggi. I bordelli del passato
o ancor meglio le attuali case di appuntamento
svizzere ci mostrano la giusta via. Le prostitute
diventerebbero lavoratrici a tutti gli effetti con
relativi diritti e doveri. La loro salute e quella
dei clienti sarebbe salvaguardata. Qui la solita
Chiesa cattolica non mi venga a raccontare,
ipocritamente, le solite “balle” sulla falsa
morale: è forse “morale” prostituirsi per strada,
è forse “morale” farlo ad alto livello per vip e
personaggi pubblici, che poi in privato morali
non sono? Che la Chiesa finalmente taccia, si
preoccupi maggiormente dei sui numerosi preti
pedofili e smetta di difenderli a spada tratta!
Atalanta – Sampdoria 3-0
L’Atalanta vince una partita probabilmente
condizionata da diversi errori arbitrali a suo
favore, poi i blucerchiati ci mettono molto del
loro.
Cagliari – Lazio 0-2
Sull’0-1 il Cagliari sbaglia un rigore e poco
dopo subisce il gol dello 0-2. Solito “culo” di
una modesta Lazio.
Fiorentina – Chievo 3-1
I Viola vanno sul 2-0, poi nella ripresa sale in
cattedra il Chievo fino al 2-1. La Fiorentina
sbaglia un rigore con Pizarro ed i clivensi
sfiorano il pareggio. Non c’è serrate perché il
sestetto di buffoni arbitrali non vede un
colossale fuorigioco di Gomez che segna il 3-1.
Genoa – Juventus 0-1
Una sola parola di 4 lettere: “CULO”.
- Gol di Osvaldo annullato per netto fuorigioco;
- Rigore non concesso al Genoa;
- Subito dopo altro gol annullato ad Osvaldo
parso però in posizione regolare;
- Rigore fallito dal genoano Calaiò;
- Rete di Pirlo su punizione.
I gobbi potevano perdere e hanno vinto, non
meritando, col solito “culo”.
Livorno – Bologna 2-1
Colpo di coda del Livorno che inguaia ancor
di più un derelitto Bologna che io vedrei bene in
serie B, proprio al posto del Livorno e non è
detto che non ci vada ...
Milan – Parma 2-4
Pronti via, lancio di Cassano in una metà
campo deserta di milanisti, Schelotto vola verso
la porta e Abbiati, che non esce mai quando
serve, questa volta esce: espulsione, rigore e rete
del Parma. Il fantasma di Balotelli si divora il
pareggio, palo esterno, e nella ripresa 2-0.
Il Milan, pur se in 10 contro 11, rimonta fino al
2-2, ma poi crolla per la stanchezza, prima 3-2
con Amelia che prende un gol in mezzo alle
gambe (degno sostituto di Abbiati) e infine 4-2.
Roma – Udinese 3-2
Una Roma non più brillante come all’inizio
del campionato, almeno in difesa, soffre fino
alla fine. Totti segna l’1-0, illumina il gioco ed
entra nell’azione del 2-0. Poi 2-1 e 3-1 mentre il
portiere giallorosso, De Sanctis, compie almeno
quattro parate decisive durante la partita. Il 3-2
mette un po’ di pepe al finale ...
Sassuolo – Catania 3-1
Il Catania si illude andando sull’1-0. Ma nella
ripresa il Sassuolo dilaga ed i siciliani tornano
ultimi.
Torino – Napoli 0-1
Ennesimo scandalo arbitrale ai danni del Toro.
Il precedente, in ordine di tempo, è stato quello
subito nel derby contro i “gobbi”: rigore non
concesso e mancata espulsione di Vidal. Lunedi
nel posticipo serale contro il Napoli tutti e sei i
buffoncelli dello staff arbitrale non vedono il
fallo di Iguain (furbo) su Glik (pollo), poi fuga
verso la porta e rete. Si capisce in quel momento
che il Napoli “deve” andare in Champions.
Visto che la Juve è ormai imprendibile la classe
arbitrale per mantenera alta la propria fama di ...
deve servire ben qualcun altro padrone ...
Verona – Inter 0-2
Un Verona alla frutta, disattento in difesa e
spuntato all’attacco si fa superare da un’Inter
per nulla trascendentale.
V. R.
a cura di V. R.
Internet
fonte Wikipedia
Lo Stato ha legalizzato il gioco
d’azzardo quando si è accorto
che era diventato un business.
Ora tocca alla droga!
E la prostituzione?
Per quella se ne deve
accorgere il Papa.
Commento
A leggere questo articolo nasce in me uno
spontaneo senso di schifo per questa classe
politica di gaglioffi che ha in mano le sorti
dell’Italia. L’aver legalizzato le scommesse non
è senz’altro uno dei crimini più grandi
commessi dalla Stato che dopo aver combattuto
(male e solo per una finta questione morale) le
scommesse clandestine gestite da clan di tipo
mafioso ha finito invece per favorirne l’attività
criminosa con la legalizzazione, anzi si è messo
in concorrenza con gli stessi. I milioni di euro
che lo Stato lucra sugli idioti che si rovinano è
di per se stesso idiota, si creano nuovi poveri
sempre più assuefatti al demone del gioco e il
danno alla società civile diventa più costoso del
guadagno, con la differenza che mentre gli
introiti finiscono nelle tasche dei soliti noti, le
immani perdite sono invece a carico della
collettività. Lo Stato gestisce anche il
monopolio delle sigarette e incassa altri milioni
sull’alcool, sostanze che non possono
certamente essere definite medicinali.
All’appello della sua gestione mancano solo la
Commento al campionato di calcio 2013–2014
28° giornata
IO NON VOTO NEWS
e se proprio devo … Voto Beppe Grillo
[email protected]
Savona Giovedì 20 Marzo 2014
Fondato nel 2012 – Anno III NUMERO 82
http://www.iononvotonews.altervista.org/
Pubblicato prima della scissione del PDL e della cacciata di S. Berlusconi dal Senato
Uomini senza dignità
fanno purtroppo temere un possibile e indegno
Il conflitto eversivo che Silvio Berlusconi ha
ingaggiato contro lo stato di diritto, e che lui
stesso ha correttamente definito come un
“tentativo di colpo di stato”, ha reso palese una
caratteristica che accomuna il capobanda ai
membri della sua banda: cioè, la completa
mancanza di dignità di tutti i protagonisti della
vicenda.
E’ senza dignità Silvio Berlusconi, che di
fronte a una sentenza definitiva fortunosamente
sfuggita al fuoco di fila dei suoi prezzolati
avvocati, e alla litania di pregiudiziali, ricorsi,
appelli, ricusazioni, occultamenti di prove e
compravendita di giudici, invece di ringraziare
la sorte per non essere stato condannato a secoli
di carcere per le malefatte provate nei vari gradi
di giudizio, ma cadute in prescrizione, rifiuta di
accettare le regole elementari della democrazia,
e pretende salvacondotti come un caudillo
sudamericano.
Berlusconi non ha la dignità di un Andreotti,
che ha combattuto la sua battaglia secondo le
regole del gioco del diritto e dei tribunali. Non
ha la dignità di un Forlani, che ha accettato la
sentenza e i servizi sociali. Non ha neppure la
dignità di un Craxi, che scappando in esilio ha
almeno ammesso implicitamente la sua colpa,
dopo averla rivendicata esplicitamente con una
generalizzata chiamata di correo. In una parola,
non avendo neppure la dignità di un esponente
del Caf, Berlusconi non ha proprio nessuna
dignità.
Naturalmente, non hanno dignità i suoi
portavoce, da Schifani a Brunetta alla
Santanché, tutti pronti a ripetere affermazioni
che anche un bambino riconosce come
assurdità: “camere a gas”, “esecuzioni
sommarie”, “persecuzioni giudiziarie”, sono
solo alcuni tra gli insulti che il tragicomico trio
del Pdl ha gettato in faccia agli italiani, che
speriamo un giorno correranno loro dietro per le
strade, come ai tempi felici di Mani Pulite.
Non hanno dignità i ministri del governo e i
parlamentari del Pdl, che in spregio alla
Costituzione e al mandato elettorale hanno
costretto il proprio libero arbitrio ad abdicare in
favore dell’arbitrio del capobanda, prendendo
ordini come mercenari al servizio di un
signorotto, o picciotti al soldo di un boss.
E, naturalmente, non hanno dignità i milioni di
elettori del Pdl, ai quali vent’anni di
malversazioni e di sovversioni non sono bastati
per accorgersi di essere passati dallo status di
cittadini a quello di sudditi. E accettano di venir
ora usati come scudi umani dal capobanda, che
pretende di non essere giudicato e condannato
proprio perché loro l’hanno votato, e lui li
rappresenta.
Speriamo che la dignità di non cedere ai ricatti
della banda eversiva del Pdl ce l’abbiano
almeno i parlamentari del Pd e il presidente
della Repubblica, le cui ultime dichiarazioni
colpo di spugna all’insegna della “furbata”. Ma,
soprattutto, speriamo che la dignità la
mantengano i cittadini della parte sana del
paese. E che siano pronti a scendere in piazza
come ai tempi di Mani Pulite, se ce ne fosse
bisogno, per salvare la dignità dello Stato dagli
attacchi eversivi di coloro che la minano, e
anche di coloro che potrebbero non sminarla.
Ps. A proposito di mancanza di dignità,
l’onorevole soubrette Mara Carfagna, nota per i
suoi trascorsi di “signora del Bocchino”, ha
fatto gli auguri di compleanno a Silvio
Berlusconi citando le parole di Albert Einstein
in difesa di Bertrand Russell. Ora che si è
toccato il fondo del ridicolo, non si potrà che
risalire: auguri, Italia!
€0
L’ANGOLO DEL RELAX
a.
Indovinello figurato
b.
c.
A quale dei tre capi di stato
si adatta meglio l’immagine
riportata a destra?
Soluzione a fondo pagina
Se a maggio niente
soldi io buffone!
Piergiorgio Ofifreddi
Indovinate un po’ cosa gli ho
regalato per il suo compleanno?
... il costume
già ce l’hai!!!
Eh, eh! L’unica cosa che
sa far bene! Eh, he!!!
I sindacati confederali si sono
dichiarati soddisfatti per le
proposte del governo Renzi.
Il Paese delle slot machine, la ludocrazia conviene?
A Cipro dopo il fallimento di un’isola pensata
come cassetta di sicurezza, il nuovo modello di
sviluppo prospettato da alcuni politici è la sua
trasformazione in un casinò in mezzo al mare.
Una ludocrazia basata sulla ludopatia. In una
periferia, nemmeno tanto romantica di Milano,
via Morgantini, una gelateria di quartiere
chiude, non è per la crisi, di gelato se ne
vendeva. Al posto delle vaschette con tanti
gusti, gli abitanti della zona trovano ora tante
slot machine ben allineate pronte a
inghiottire euro e illusioni.
Continua così l’invasione del gioco d’azzardo
che cambia il volto e l’umore delle nostre
città. Se chiedete al gestore di un bar perché ha
deciso di installare le macchinette, vi dirà che ci
paga l’affitto o lo stipendio dei dipendenti.
Quanto durerà questo gioco? Secondo un detto
popolare, poco. Ma questo purtroppo non è un
bel gioco. Interrogati dai ragazzi di Libera a
Pavia, i baristi dichiarano di non volerci
rinunciare, una slot ogni 110 abitanti. Chi ci ha
provato si è trovato in un mare di guai con
pesanti cause legali e un debole sostegno delle
amministrazioni locali (alcune cointeressate)
strette tra rigore di bilancio, una legge molto
permissiva di uno Stato che in prima persona ci
guadagna, con le organizzazioni mafiose che
svolazzano macabramente.
(continua a pag. 2)
Dobbiamo cominciare a
preoccuparci seriamente?
Soluzione: a
a pag. 2
· Continua a pag. 2
· Il personaggio
· Commento al campionato di calcio ...
a pag. 3
· La fisica in casa
a pag. 4
· Una canzone per voi
· Vocabolario del calcio
· L’angolo del Dottor A. C.
· L’angolo della cucina
· Rassegna di Fantascienza
a pag. 5
· In difesa della scuola pubblica
· Storie di ordinaria follia ...
a pag. 6
· In morte della sinistra
· L’idiozia al potere
La fisica in camera da letto
aumentare la temperatura all'interno della serra.
Viaggio stanza per stanza, tra fenomeni inaspettati e ingegnose scoperte
Un processo analogo accade al nostro pianeta. La
superficie
terrestre, infatti, assorbe dal Sole
Emiliano Ricci - Edizioni “Giunti”
radiazione visibile che poi riemette sotto forma di
10b – Di materassi a molle, orologi, calendari e borse dell'acqua calda
radiazione infrarossa, raffreddandosi. Le molecole dei
Termocoperte, scaldini
e borse dell'acqua calda
Se non vogliamo affrontare la sensazione di freddo
del letto appena cambiato, è sempre possibile
riscaldarlo prima di entrarci. Uno degli strumentiti più
efficaci in tal senso è sicuramente la termocoperta:
due strati sovrapposti di lana, nell'intercapedine dei
quali scorre un resistore che, al passaggio di corrente
elettrica, si riscalda. Oppure si può usare la versione
moderna del vecchio scaldino a brace, impiegato in
passato per scaldare il letto in ambienti privi di
riscaldamento. Anche nel caso dello scaldino
moderno, detto "scaldino elettrico", si ha a che fare
con una resistenza elettrica in grado di riscaldarsi al
passaggio di corrente.
Ma in mancanza di corrente elettrica ci si può
anche accontentare di una bella borsa piena di acqua
calda da mettersi sotto i piedi che, insieme alle mani,
sono fra le zone più fredde e più soggette a
raffreddamento del nostro corpo.
Spesso, per motivi di sicurezza, ma anche per
evitare che la temperatura del letto aumenti
eccessivamente, termocoperte e scaldini elettrici
sono dotati di un termostato, un apparecchio tanto
semplice quanto efficace.
In generale, la funzione del termostato è quella di
mantenere costante la temperatura di un sistema. Nel
caso che stiamo considerando si tratta di fissare la
temperatura a cui vogliamo trovare il letto e impedire
alla termocoperta o allo scaldino di superarla. Molti
termostati si basano sul principio della dilatazione
termica: tutti i materiali, infatti, quando vengono
riscaldati si dilatano, allungandosi e aumentando di
volume.
Accoppiando due lamine di metalli diversi - ovvero
con coefficienti di dilatazione differenti - si ottiene
come risultato che, all'aumentare della temperatura,
uno dei due metalli si allunga più dell'altro,
costringendo la lamina bimetallica a incurvarsi. In
questo modo essa può attivare un interruttore che,
collegato al sistema di controllo della temperatura,
interrompe il passaggio di corrente attraverso il
resistore. E la temperatura resta costante.
Naturalmente, se la temperatura per qualche
motivo torna ad abbassarsi troppo, la lamina
bimetallica perde la sua curvatura e torna diritta,
chiudendo di nuovo il circuito elettrico: la corrente
torna a scorrere fino a quando la temperatura non
rientra nell'intervallo di valori prestabilito.
In realtà sono tantissime le proprietà dei materiali
che dipendono dalla temperatura. E’ possibile quindi
ideare termostati basati su altre caratteristiche,
piuttosto che sulla dilatazione termica.
Attualmente,
i
termostati
usati
nelle
apparecchiature elettroniche sono appunto quelli
elettronici, basati sulla dipendenza dalla temperatura
della conducibilità elettrica dei metalli, molto più
precisi di quelli meccanici a lamina bimetallica.
Dispositivi di questo tipo trovano largo impiego in tutti
i settori in cui è importante controllare la temperatura
di un sistema o di un ambiente: dai computer, ai
condizionatori, dai forni agli scaldabagno, ai
frigoriferi, ai congelatori. Chissà quanti termostati
avete in casa senza saperlo!
Il trasporto del calore
Termocoperte, scaldini elettrici e borse dell'acqua
calda trasferiscono calore alle coperte e alle lenzuola
del letto perché sono a contatto con esse. Fin qui
abbiamo quindi parlato di trasferimenti di calore da un
corpo più caldo a un altro più freddo quando questi
sono a contatto.
Questa modalità di trasporto è nota con il nome di
conduzione del calore, ma non è l'unica in cui il
calore stesso può trasferirsi fra due corpi a
temperature diverse. Esistono infatti anche
l'irraggiamento e la convezione.
Il primo consiste nell'emissione di onde
elettromagnetiche, le quali viaggiano a velocità della
luce, propagandosi anche nel vuoto. Questo significa
che un corpo caldo che perde calore per
irraggiamento può arrivare a riscaldare anche un altro
corpo molto distante. In effetti è questo il caso del
Sole con la Terra.
La luce della nostra stella - composta da onde
elettromagnetiche distribuite su un ampio spettro di
frequenze - riscalda il nostro pianeta per
irraggiamento. Quando è attivo questo meccanismo
di trasporto del calore, la quantità di calore scambiata
fra il corpo caldo e i corpi freddi che lo circondano è
direttamente proporzionale alla quarta potenza della
temperatura. L'irraggiamento, quindi, è un
meccanismo molto efficace per sottrarre calore dai
corpi, i quali possono restare caldi solo se hanno una
sorgente di energia al loro interno, come accade
appunto al Sole - nel cui nucleo si verificano reazioni
di fusione termonucleare - e a noi che, come detto
poco sopra, restiamo approssimativamente sempre
alla stessa temperatura grazie al metabolismo.
Anche noi, perciò, perdiamo calore per
irraggiamento, emettendo onde elettromagnetiche.
Tuttavia, a differenza del Sole che ha il suo
massimo di emissione nella banda visibile dello
spettro (in particolare nel giallo), noi emettiamo
essenzialmente radiazione infrarossa, ovvero molto
meno energetica. Questo dipende in ultima analisi
dalla temperatura superficiale dei corpo emittente:
maggiore quella, minore la lunghezza d'onda della
radiazione emessa. E la radiazione visibile, infatti, è a
lunghezza d'onda minore di quella infrarossa.
Fra parentesi, i vecchi scaldini a brace riscaldavano
il letto per irraggiamento, non per conduzione:
la brace calda, infatti, emette radiazione
elettromagnetica prevalentemente nella zona rossa
dello spettro visibile e, soprattutto, nell'infrarosso
vicino.
Il fatto che noi emettiamo radiazione infrarossa
viene proficuamente sfruttato nei visori notturni.
Questi dispositivi infatti sono dotati di sensori termici
che evidenziano i corpi caldi, rendendoli facilmente
riconoscibili sullo sfondo scuro di corpi generalmente
molto più freddi dei nostri corpi (alberi, muri ecc.). La
radiazione infrarossa non sarebbe altrimenti visibile,
in quanto i nostri occhi non sono sensibili a essa.
Naturalmente esiste anche il modo di ridurre le
perdite di calore per irraggiamento. Uno dei metodi
più semplici ed efficaci è quello impiegato per
riscaldare le serre. La radiazione solare filtra infatti
attraverso i vetri (o comunque i materiali trasparenti),
andando a cedere energia alle piante e comunque a
tutti i corpi che si trovano all'interno della serra.
A un certo punto, però, la temperatura interna della
serra arriverà a essere maggiore di quella esterna.
Per raggiungere nuovamente l'equilibrio termico, i
corpi all'interno della serra dovrebbero cominciare a
irraggiare, in virtù del fatto che sono più caldi
dell'ambiente esterno e devono quindi cedergli parte
della loro energia interna. E questo è proprio ciò che
accadrebbe... se non fosse che il vetro è opaco alla
radiazione infrarossa. Così, mentre la radiazione
visibile proveniente dal Sole può entrare nella serra
indisturbata, quella infrarossa riemessa dai corpi
al suo interno resta intrappolata dentro, facendo
gas presenti nell'atmosfera, in particolare quelle di
anidride carbonica e vapor d'acqua, bloccano questa
radiazione infrarossa assorbendola; in tal modo
aumentano la loro energia, contribuendo al
riscaldamento globale del pianeta.
Ecco perché il fenomeno climatico che consiste nel
riscaldamento degli strati inferiori dell'atmosfera per
effetto della schermatura che offrono alcuni gas in
essa contenuti prende il nome di effetto serra.
Infine abbiamo la convezione, che è un modo di
propagazione del calore, attivo specialmente nei
fluidi, attraverso spostamenti di massa all'interno
dell'intero volume del fluido riscaldato.
Un esempio di convezione lo abbiamo
quotidianamente sotto gli occhi quando riscaldiamo
l'acqua per il tè o per la pasta. L'acqua in basso che
riceve calore dal fondo della pentola direttamente a
contatto con la fiamma si riscalda di più di quella che
sta in alto. All'aumento di temperatura corrisponde
una diminuzione di densità, così che l'acqua calda
inizia a salire facendosi strada in mezzo agli strati
superiori, più freddi. Questi, più pesanti, scendono
verso il basso, dove, una volta riscaldati, risaliranno
nuovamente e così via, in un ciclo continuo che
riesce rapidamente a portare alla stessa temperatura
tutta l'acqua della pentola.
Moti convettivi si osservano, per esempio, anche
nell'atmosfera terrestre, dove l'aria in prossimità della
superficie è più calda di quella in quota (grazie
all'irraggiamento di cui sopra) e pertanto tende a
salire. Un altro esempio interessante di trasporto del
calore per convezione è quello che si osserva sulla
superficie luminosa del Sole, la fotosfera, che
fotografata ad alta risoluzione mostra una
granulazione dovuta proprio ai moti convettivi. Bolle
di gas caldo provenienti dall'interno, infatti, affiorano
in superficie, mostrandosi più brillanti degli strati
circostanti, più freddi, i quali a loro volta sono spinti
verso il basso dal processo di convezione che riesce
a distribuire il calore fra i diversi strati in maniera
molto più efficiente di quanto farebbe il solo trasporto
per conduzione.
A differenza di quanto accade nell'irraggiamento,
nel trasporto del calore per convezione e per
conduzione, la quantità di calore scambiata è
direttamente proporzionale alla differenza di
temperatura fra i due corpi (o fra le due estremità
dello stesso corpo).
Chiudiamo questo paragrafo ricordando che, in
generale, a causa della loro particolare struttura
atomica, i metalli sono buoni conduttori di calore
(argento, rame e oro, in particolare), mentre vetro,
legno, carta e materie plastiche hanno conducibilità
termiche molto basse e sono quindi cattivi conduttori
di calore.
La differenza si nota benissimo se si confronta
la sensazione di calore che proviamo nelle mani
quando usiamo le posate di plastica o quelle
interamente di metallo. In questo secondo caso, se la
pietanza è particolarmente calda, rischiamo anche di
bruciarci. Ecco perché spesso le posate di metallo
hanno l'impugnatura di legno o di plastica: non è un
fatto puramente estetico, serve soprattutto a evitare
che le nostre mani siano piene di ustioni!
Cribbio amici, ecco il
mio scaldino personale!
Il mio canto libero – Lucio Battisti 1972
Vocabolario del calcio 6
Calcio di rigore
La luce dell’est
Massima punizione inflitta dall’arbitro per i
(Lucio Battisti, Mogol)
La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est.
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est.
Piccoli stivali e sopra lei,
una corsa in mezzo al fango e ancora lei,
poi le sue labbra rosa e infine noi.
Scusa se non parlo ancora slavo
mentre lei che non capiva disse bravo
e rotolammo fra sospiri e "da".
Poi seduti accanto in un'osteria,
bevendo un brodo caldo che follia,
io la sentivo ancora profondamente mia.
Ma un ramo calpestato ed ecco che
ritorno col pensiero.
E ascolto te, il passo tuo,
il tuo respiro dietro me.
A te che sei il mio presente,
della mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Le foglie ancor bagnate
lascian fredda la mia mano e più in là
un canto di fagiano sale ad est,
qualcuno grida il nome mio,
smarrirmi in questo bosco volli io
per leggere in silenzio un libro scritto ad est.
Le mani rosse un poco ruvide
la mia bocca nell'abbraccio cercano,
il seno bianco e morbido tra noi.
Dimmi perché ridi amore mio
proprio così buffo sono io,
la sua risposta dolce non seppi mai.
L'auto che partiva e dietro lei
ferma sulla strada lontano ormai,
lei che rincorreva inutilmente noi.
Un colpo di fucile ed ecco che
ritorno col pensiero
e ascolto te, il passo tuo,
il tuo respiro dietro me.
A te che sei il mio presente
della mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Nannanana nananana .....
come un sole rosso acceso
arde per me.
Nannanana nananana .....
falli commessi nella propria area di rigore dalla
squadra che difende. E’ fatto singolare che,
come sostiene Conte (allenatore dei gobbi),
queste infrazioni non sono mai rigore se
commesse dalla Juve, lo sono sempre se dai loro
avversari.
Calciopoli
Uno dei recenti e massimi scandali, scoppiato
nel 2006, che ha coinvolto il calcio italiano ed è
costato alla Juventus, solo, la retrocessione in
serie B a fronte dei gravissimi reati commessi
dai alcuni suoi dirigenti: il club, giustizia non
volle, doveva essere radiato.
Molti juventini hanno ritenuto la punizione
inflitta ingiusta ed io sono d’accordo con loro: la
Juventus infatti, come detto prima, andava
semplicemente ... radiata.
Classifica avulsa
In caso di arrivo a pari punti di due o più
squadre si ottiene contando solo i risultati
ottenuti fra di loro differenza reti compresa. E’
discriminante per la classifica finale.
Media inglese
Particolare classifica che attribuisce nel
seguente modo i punti nelle partite giocate:
♦ +2 punti vittoria in trasferta
♦ 0 punti vittoria in casa e pareggio in trasferta
♥ -1 punti sconfitta in trasferta
♦ -2 punti pareggio in casa
♥ -3 punti sconfitta in casa
Questo metodo per compilare una classifica è
assolutamente senza alcun senso, come d’altra
parte è assolutamente senza senso tutto ciò che
è inglese, fatta qualche rara e doverosa
eccezione.
Procuratore di un calciatore
Sciagurato intermediario che permette alle
società di calcio di pagare un giocatore molto di
più di quello che sarebbe costato prima della
comparsa di questa figura. Spesso anche
intrallazzatore.
Telecronisti
Incaricati di descrivere gli eventi di una partita
ormai vanno di copia così che invece di un
incompetente di solito se ne hanno due. Il più
delle volte il secondo commentatore, ex
calciatore, raramente conosce la lingua italiana,
mentre il primo spesso è semianalfabeta per cui
i dialoghi che ne derivano sono allucinanti ed il
duo, tutto fa, tranne la cronaca delle partite e
forse questo è un bene, basta togliere l’audio ...
a cura di V. R.
Rassegna di fantascienza
1. Baby killer
con Giorgio Napolitano
2. L'ultimo uomo della Terra
con Nichi Vendola
3. La rivincita dell'uomo invisibile
con Giuliano Ferrara
4. Il mostro del pianeta perduto
con Renato Brunetta
5. Erik il vichingo
con Enrico Letta
6. Storie incredibili
con I Senatori italiani
7. Aracnofobia
con M. Gasparri, I. La Russa, F. Storace
8. Arrivano i mostri
con M. Borghezio, R. Calderoli, R. Brunetta
a cura di V. R.
L’angolo del Dottor A. C.
Ma dov’e
Dopo alcuni risultati che, con incredibile
fortuna, ci hanno portati ad una salvezza
anticipata che ai più competenti sembrava
all'inizio del campionato, una chimera i soliti
tifosi con gli occhi foderati di prosciutto ed i
soliti giornalisti prezzolati hanno cominciato a
parlare di Europa. Qualcuno ha visto la partita
(di ieri) con il Chievo di Verona? Spero che
almeno costoro abbiano capito che....... e poi lo
volete accettare che il delinquente scemo non ci
vuole, comunque andare? E le svendite estive?
$
A consolazione dell’amico A. C. affermo che
pur essendo milanista preferisco come gioca il
Genoa. In oltre noto come il tifoso interessato
sia spesso critico con la propria squadra, che
spesso tende ad accusare, per troppo amore,
anche eccessivamente, io compreso.
Fanno eccezione i gobbi che non si sono arresi
neanche di fronte all’evidenza (leggete, o gobbi,
se sapete leggere), ad esempio, di “Calciopoli”.
V. R.
Un po’ di cocktail
Classici
Campana
♣ Gin 3,5/10
♣ Campari 2/10
♣ Vermouth dolce 2/10
♣ Succo di lime 1/10
♣ Sciroppo di zucchero 1,5/10
♣ Fettine di lime per guarnire
Shakerare tutti gli ingredienti e servire
nella coppetta da cocktail precedentemente
raffreddata, guarnire con le fettine di lime.
$
Misty Bitcjh
♠ Vodka 5/10
♠ Campari 5/10
♠ Lime qualche goccia
♠ Pompelmo rosa q. b.
Versare la vodka ed il Campari nei tumbler,
mescolare, aromatizzare con qualche goccia di
succo di lime e riempire il bicchiere con il
pompelmo.
da “Cocktail”,
di Jane Rocca
Edizione De Vecchi
Per 4 persone
Patate fritte con l’agliata
(Patatte frïte con l’agiadda)
Agliata
Due o tre spicchi d’aglio, due cucchiai di
aceto bianco, olio di oliva in abbondanza.
Pestare gli ingredienti nel mortaio
Patate fritte
Da 8 hg a 1 kg di patate, q. b. di olio per
friggere, q. b. di agliata, sale e pepe.
Fare friggere in padella nell’olio le patate,
tagliate a bacchetti, salare e pepare.
La scelta del vino è condizionata dal secondo
piatto.
Ricavate da:
“Pesto e mortâ”
Il grande libro della cucina ligure
Aidano Schmuckher
Guido Mondano Editore
a cura di V. R.
«UMANITA’ NOVA» 26 maggio 2013
In difesa della scuola pubblica
Raziocidio
Sono tornato a casa da Bergamo euforico
Sabato 30 Novembre. Tornavo da una
"conferenza", o forse "dibattito", o forse "serata
in memoria di" - in ogni caso una festa per le
mie orecchie - dedicata ai 160 anni dalla nascita
di Errico Malatesta. L'intervento di Goffredo
Fofi mi aveva galvanizzato: resistere, studiare,
rompere le scatole. Le sue tre parole mi
saltellavano in testa senza tregua. Neanche il
tempo di sedermi, e vengo a sapere dei tagli
proposti da Maroni ai fondi per il sostegno degli
studenti in difficoltà economiche. Ovviamente,
mentre per gli studenti non agiati di scuole
pubbliche i fondi passano da 24 milioni a 5
milioni, i 30 milioni consacrati alle scuole
private rimangono candidamente invariati.
Quei 30 milioni sono totalmente assorbiti
come buoni scuola; sussidiati dalla regione,
sotto il nome di "Dote per la libertà di scelta"
indirizzati alle famiglie con necessità che
"liberamente scelgono" di mandare i propri figli
in una scuola paritaria. Che a quanto pare
dev'essere proprio il top del top del best of the
best, per meritarsi tutti quei soldi. Dicono ma
che diavolo ti hanno fatto di male le scuole
private? Esistono.
Applicare le logiche del mercato all'istruzione
è un abominio. Come è un abominio applicarle
alla salute, alla cultura, alla scienza ... in fin dei
conti, alla vita stessa. Ma io credo che l'atto
dell'imparare sia qualcosa di potenzialmente
sovversivo. Un atto che può sfociare
nell'anarchismo. L'informarsi, il conoscere, il
capire, non può che generare il rigetto per il
Potere, in qualsiasi forma e declinazione esso
si manifesti. Ovviamente non sostengo che
l'anarchismo si possa insegnare. Non ci sono
dogmi, principi, regole o dettami da sapere. In
fondo anche il solo voler definire l'anarchia è
un po' come tentare di calcolare il volume
dell'infinito. Ma leggere del Golpe finanziario,
del Potere delle banche, dello sfruttamento dei
lavoratori, dei danni congeniti in società
verticali e gerarchiche ecc. (e chi più ne ha più
ne metta) non può che generare il voltastomaco
a chiunque abbia non due dita, ma anche solo
una falange di cervello.
E questo allenamento alla curiosità non
si impara che a scuola. Quest'affermazione
potrebbe sembrare, per così dire, poco
anarchica. Ma non lo è.
Più soldi alla
scuola privata!
Storie di ordinaria follia ...
Sono convinto che, come faceva notare
Micheal Foucault, il potere si sia reso volatile.
Una fitta trama di controllo, che non solo ci,
contiene, ma ci attraversa. E che detta spesso i
nostri comportamenti, l'abitudine cela tutto ciò,
ma non c'è niente di più mortifero per lo spirito
critico delle abitudini. L'etica del giudizio
che ci rende pronti a scagliarci uno contro l'altro
appena qualcosa viola anche la consuetudine più
banale, e a controllare gli altri continuamente; la
panacea della burocrazia e delle leggi, che
nascondono l'incapacità patologica dell'uomo
moderno di rendersi solidale con chi gli è
accanto, o di riuscire a comprendere i bisogni e i
limiti dell'altro (e pure di sé), l'agonismo che
ci vuole tutti sciacalli ... La lista sarebbe
tristemente lunga. E allora, come battere questo
stato di cose? Questa forma sociale che non
giova che a un ristretto ed esclusivo club di
persone? Io credo, con qualcosa di altrettanto
capillare e imprendibile: con un'educazione alla
libertà. E bisogna, a costo forse di ricominciare
a scrivere opuscoli da disseminare ovunque
come faceva Malatesta, spiegare cosa sia questo
grande (e scomodo) fine: l'Anarchia. Questo si
può fare solo con chi non ragiona per stereotipi,
rigetta l'idea di comprare un'istruzione migliore,
ha un grado di istruzione che non dipende da
finanziatore alcuno, nè dalle idee di questo, ed è
abituato all'idea di avere un cervello e di
conseguenza ad usarlo, in poche parole, con chi
crede che lo studio sia un diritto da pretendere e
non un privilegio da comprare. In poche parole,
non con chi compra un'istruzione chic d'èlite.
Dunque 900 mila studenti delle scuole
pubbliche, dei quali chissà quanti in difficoltà
economiche, si dovranno spartire 5 milioni di
euro, mentre il restante, esclusivo e pagante 6%
degli studenti lombardi potrà tranquillamente
usufruire della "Dote perla libertà di scelta".
Loro nei bagni potranno permettersi sapone,
balsamo e dopobarba, mentre noi è già tanto che
i bagni li troviamo senza i rotoli di carta igienica
in sciopero o le tubature de gabinetti in rivolta.
Ma rispetto al preventivo dei bilancio proposto
da Maroni, un water intasato è quasi un dipinto
di Raffaello.
In difesa della scuola pubblica, perché
l'ignoranza è un favore al Potere.
Sinidio
Perché di questo
accanimento contro
la scuola pubblica a
favore della privata?
Non devi mai
dimenticare che le
scuole private ...
Caro Maroni, anch’io ho
sempre detto che la scuola
privata è un’altra cosa!!!
Continuano i miei racconti sugli abusi nel
sistema commerciale. Questa volta l’episodio
coinvolge la COOP di Savona, ma la morale
vale per tutti gli altri operatori del commercio.
Sotto Natale ho acquistato un registratore,
Humax, l’ultima meraviglia della tecnologia nel
campo, infatti registrava due programmi alla
volta, permetteva il collegamento ad internet,
era dotato di altre funzioni sofisticate che per
semplicità non sto ad elencare, e soprattutto era
in grado di registrare i programmi criptati, o
almeno così mi avevano garantito in prima
istanza. Registratore più Hard Disk specifico per
una modica spesa di 258,90 €. L’unica riserva
espressa era quella sull’utilizzo di un Modulo
CAM non specifico per la visione e la
registrazioni dei programmi a pagamento.
Passato il Natale mi sono apprestato a studiare
l’apparecchio. Faceva tutto quello detto, si
vedevano i programmi Mediaset Premium anche
con la CAM vecchia, ma ... non li registrava e il
messaggio non era incoraggiante, un lapidario:
“Proibita la registrazione”, inoltre non si
vedevano i programmi in HD. Tornato alla
COOP il giorno successivo e riferito l’evento
negativo, dopo un simposio dei “tecnici” la
sentenza è stata: «Necessita il modulo specifico
HD di Premium». Detto fatto altri 79,90 € per
un totale di 338,80 €. Tornato a casa ho ripreso
le prove: i programmi in HD si vedevano ma per
la registrazione nulla era cambiato. Ennesimo
ritorno alla COOP e dopo mille prove e
innumerevoli contatti gli esperti si sono
rassegnati all’evidenza: il registratore della
Humax, collegato a Premium, registrava tutti i
programmi tranne che i suoi. “Complimenti al
cuoco!”. Ma la farsa continuava perché non era
previsto il rimborso della spesa ma l’equivalente
in tre buoni acquisto: 179 € per il registratore,
79,90 per l’hard disk e 79,90 per il modulo
CAM. Fosse finita qui, al punto clienti, preparati
i buoni mi avevano detto che la loro validità era
di un mese, ma immediatamente, forse visto il
mio sguardo leggermente omicida, l’operatrice
aveva subito aggiunto: «Se non li consuma
tutti venga qui che li proroghiamo».
Dimenticavo di dire che i tre buoni andavano
consumati per intero quindi senza resto. In quel
momento i miei pensieri erano corsi alla varie
“Leghe Consumatori” e non solo quelli: anche
una serie di maledizioni per una congrega di
buffoni che gli unici diritti che protegge sono
quelli dei loro “finanziatori”. La morale
dovrebbe essere molto semplicemente questa:
“Se per mala informazione acquisto un oggetto
che non soddisfa le mie esigenze la logica
vorrebbe che avrei diritto al rimborso della cifra
spesa, non all’obbligo di spenderla in altro
modo e con numerose limitazioni” invece è:
“Ancor grazie che mi hanno ritirato il prodotto e
mi hanno rimborsato in qualche modo!”. Grazie,
ma io volevo un registratore, non nell’ordine:
una scopa a vapore, una macchina fotografica
digitale con accessori, un cuffia audio, una
giacca a vento, tre bottiglie di Calvados, una di
Campari bitter, una di gin, vari utensili per la
cucina in legno e in metallo e altri oggetti per
fare tornare i conti. In realtà il consumatore è
calpestato come un tappeto visto che anche le
associazioni addette alla difesa dei sui diritti,
sono difensori sì, ma di quelli dei suoi “nemici”.
R. V
... sono quasi tutte gestite
da associazioni cattoliche!!!
IPERCOOP: L’incompetenza
regna sovrana.
In morte della sinistra: GLI AUTODAFÉ DEI DEMOCRATICI
Barbara Spinelli
19 febbraio 2014
Per il modo in cui è stata congegnata, per le
doppiezze che l’hanno contraddistinta, per i
regolamenti di conti con cui s’è conclusa,
l’ascesa di Matteo Renzi alla guida del governo
ha il sapore di certi cambi di guardia al
Cremlino. Un esorbitante partito-Stato si fa
macchina di potere, usa i propri uomini come
pedine, li uccide politicamente se ingombrano,
tradisce la parola data senza spiegazioni.
Il tutto avviene «a porte chiuse», come nel
dramma claustrofobico di Sartre: lontano dal
Parlamento, dalla prova elettorale che era stata
assicurata, da una società che il partito-Stato
non sa più ascoltare senza vedere, dietro ogni
cittadino, l’inferno molesto di qualche
populismo. La liquidazione di Enrico Letta è
avvenuta in streaming, ma sostanzialmente fuori
scena: secondo Carmelo Bene, questa è
l’essenza dell’osceno. Non sarà forse così,
Renzi riuscirà forse a realizzare quel che
promette: un piano lavoro entro marzo,
soprattutto. Ma l’inizio incoraggia poco. Per la
terza volta, in un Parlamento di nominati, il Pd
designa per Palazzo Chigi un nominato.
È già accaduto in passato: basti ricordare il
sotterraneo lavorio contro il governo Prodi, nel
‘98. E più di recente, in aprile, il tradimento di
101 parlamentari Pd che avevano giurato di
votare Prodi capo dello Stato e in un baleno
l’affossarono. Colpisce la coazione a ripetere il
gesto violento, e a scordare subito i traumi
lasciati dalle coltellate. Una famosa giornalista
francese, Françoise Giroud, scrisse una volta:
«Ogni capo politico deve avere l’istinto
dell’assassino». Il coltello non è più un
incidente. S’è fatto istinto, tendenza innata.
La cosa straordinaria, e solo in apparenza
paradossale, è che la macchina del Pd cresce in
potenza, man mano che organizza autodafé e
perde i contatti con la società. Già da tempo ha
smesso di identificarsi con la sinistra: parola da
cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e
incenerisce. Già da tempo non si preoccupa di
parlare in nome degli oppressi, degli emarginati,
ed è mossa da un solo obiettivo: il potere nello
Stato, attraverso lo Stato. Letta ha preparato il
terreno, ma non guidava il Pd. Ora è un capopartito a ultimare la metamorfosi: l’abbandono
della rappresentatività, la governabilità che
diventa movente unico, l’oblio della sinistra e
della sua storia.
Ovvio che l’istinto a tradire si tramuti in
normalità. Può darsi che Renzi cambi l’Italia in
meglio, che renda lo Stato addirittura più giusto.
Che non si spenga in lui la memoria del
consenso popolare ottenuto alle primarie. Ma il
come ancora non lo sappiamo, la coalizione è
quella di ieri, e la macchia della defenestrazione
di Letta gli resta appiccicata al vestito. Difficile
dimenticarla. Difficile dimenticare le parole
carpite lunedì a Fabrizio Barca. Il quale grosso
modo ha detto questo: «C’è chi mi vuole
ministro dell’Economia. Ma per fare che? Per
imporre una patrimoniale di 400 miliardi di
euro, cosa che secondo me va fatta e però non è
nei piani? ».
Questo svanire della sinistra è un fenomeno
europeo diffuso, ma in Italia è particolarmente
accentuato. Nell’Unione sono ormai undici i
Paesi governati da Grandi Coalizioni, in teoria
non siamo molto diversi. Quel che è anomalo,
nei connubi ideologici italiani, è il discredito
profondissimo gettato sulla stessa parola
sinistra, l ’annebbiarsi della sua storia, del suo
patrimonio,
della
sua
vocazione
alla
rappresentanza. Altrove la sinistra classica,
quella che dà voce ai deboli, possiede ancora
uno spazio. Perfino laddove ha le tenebre alle
spalle, come in Germania (la Linke è erede di un
regime totalitario, nell’Est tedesco) non cancella
d’un colpo quel che la lega alla società. Nel
Congresso sull’Europa dello scorso fine
settimana la Linkeha provato a cambiare la
propria storia evolvendo, ha aperto all’Unione
che esecrava. Ma il nome che porta non lo
cambia.
Non così in Italia, dove la sinistra precipita
dalle scale e si ritrova vocabolo non grato. È la
vittoria postuma di Bettino Craxi ed è il lascito
di Berlusconi, con cui il Pd di Renzi intende
riformare la Costituzione. Della grande idea
avanzata da Prodi negli anni Novanta — unire il
solidarismo universalista cristiano e quello
comunista — non resta che brace spenta.
La scomparsa della sinistra non significa
tuttavia che siano scomparsi i mali che la
giustificarono in passato: la questione sociale è
di ritorno, la disuguaglianza di redditi e
opportunità s’è estesa in questi anni di crisi,
nessun Roosevelt è in vista che la freni. E la
riduzione della disuguaglianza, secondo la
classificazione di Norberto Bobbio, rimane il
più antico e vivo retaggio della sinistra. È
sperabile che il piano-lavoro di Renzi non
sacrifichi per l’ennesima volta una lotta che
deve essere di rottura, e non per motivi
ideologici ma perché l’Italia è rotta da
sofferenze e avvilimenti. Che non lasci il
proprio elettorato inerme, senza rappresentanza,
e non ascolti solo quegli economisti politici che
Marx chiamava «bravi sicofanti del capitale»,
dediti «nell’interesse della cosiddetta ricchezza
nazionale a cercare mezzi artificiosi per
produrre la povertà delle masse».
Quel che sconcerta, nella presunta ansia
modernista di Renzi, è la formidabile vecchiezza
dei modelli prescelti: rifarsi oggi a Tony Blair
vuol dire correre a ritroso nel tempo, mettere i
piedi su orme che sette anni di crisi hanno
coperto di sabbia. Se le disuguaglianze sono
aumentate vertiginosamente, se si parla oggi di
un 1% della popolazione che continua
imperturbato ad arricchirsi e di un 99% di
impoveriti (classi medie comprese), lo si deve
alle destre più legate ai mercati ma anche alla
Terza Via di Blair. Le ricette di Margaret
Thatcher non morirono con il Nuovo Labour, e
sopravvissero nella battaglia accanita contro
un’Europa più unita e solidale. L’idea
thatcheriana che «la società non esiste se non
come concetto», che esistono «solo individui e
famiglie con doveri e convinzioni», è
interiorizzata dal Pd nel preciso momento in cui
la realtà l’ha smentita e sconfitta.
L’homo novus di Firenze suscita grandi
aspettative, ed è vero quel che dice: leadership
non è una parolaccia. Ma fin dalla prime sue
mosse, negoziando con il pregiudicato
Berlusconi la legge elettorale, il leader ha fatto
capire che la rappresentatività è un bene minore.
Il suo Pd stenta a mediare fra società e Stato.
È degenerato in «cartello elettorale statocentrico», sostiene Piero Ignazi: è parte dello
Stato anziché controparte; ha un potere che tanto
più si dilata al centro, quanto più si sfilaccia
il legame con gli iscritti, le periferie, la
democrazia locale (Ignazi, «Forza senza
legittimità», Laterza 2012).
Per questo l’odierno sviluppo partitocratico è
solo in apparenza paradossale. Mandare in fumo
l’eredità della sinistra — la lotta alla
disuguaglianza, la difesa del bene pubblico —
induce il Pd a trascurare l’arma principale
evocata da Barca: la tassazione progressiva dei
patrimoni più elevati (articolo 53 della
Costituzione). L’economista Joseph Stiglitz fa
calcoli più che plausibili, anche per l’Italia: «Se
chi appartiene al primo 1 per cento incassa più
del 20 per cento del reddito della nazione, un
incremento del 10 per cento dell’imposta sul
reddito (senza possibilità di sfuggirvi) potrebbe
generare entrate pari a circa il 2 per cento del Pil
del Paese».
Renzi punta sulla propria lontananza dai
giochi partitici, sul successo che gli ha garantito
la base. Ma quel che avviene nelle ultime ore
rischia di vanificare la sua diversità: il
Parlamento costretto a tacere sulle modalità
bolsceviche della liquidazione di Letta, il
cambio deciso «fuori scena», sono segnali
nefasti. Torna alla ribalta la politica, ma
impoverita democraticamente. Tornano i partiti;
mentre i cittadini coi loro rappresentanti stanno
a guardare. Come meravigliarsi che la società si
radicalizzi, quando è la realtà a farsi sempre più
radicale?
Soldi nelle tasche
degli italiani!!!
Hai dimenticato di precisare:
«Dati in quella di destra,
presi da quella sinistra!»
L’idiozia al potere
Qui il potere e l’idiozia sono manifeste.
Purtroppo se il modo di agire dei ministri del
PD del nascente Governo Renzi è da immensi
idioti come lo è stato, prima dell’incarico e fin
dalla prime sue mosse, il negoziare con il
pregiudicato Berlusconi la legge elettorale che è
essa stessa una dimostrazione palese di idiozia,
non altrettanto sono idiote le nostrane “forze
politiche” che come esecutrici fedeli degli ordini
dei loro “padroni-mandanti” riempono i propri
conti correnti di sonanti euro sulla pelle dei
cittadini continuamente vessati. Fra queste
possiamo ormai tristemente annoverare anche
questo miserrimo PD, che pure ci ha preso
gusto, e che, dimentico del proprio credo,
ovvero quello di “contestare e combattere
queste abominevoli azioni”, è diventato ormai
complice attivo della feccia della politica e ha
sposato principi che sono sempre stati della
peggior destra.
Per completare l’opera di tal vassallaggio
anche la carta stampata tradizionale (rumenta in
genovese), non certo «UMANITA’ NOVA»,
mai sazia dei finanziamenti del governo tace, e
quindi acconsente o peggio scrive, anch’essa
complice, come il PD, di questi “crimini” che il
nostro governo commette quotidianamente, e
notate, i marrani affermano pure: «Tutto in
nome della equità e della giustizia sociale!».
Questi sciacalli della politica, con Matteo
Renzi in testa, andrebbero spazzati via ...
V. R.
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Numero 82 - IO NON VOTO NEWS