ISERNIA E PROVINCIA
Giovedì 6 dicembre 2012
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Sotto attacco i vertici Asrem e il collegio professionale. L’interrogativo: «Chi ci guadagna?»
Infermieri precari, nuove
ombre sulla graduatoria
Il coordinamento pentro dei sanitari contro il «silenzio omertoso» della classe politica
I
SERNIA. L’ultima
volta, qualche settimana fa, avevano
buttato il sasso nello stagno Attaccando il metodo
di reclutamento del personale nel settore Sanità,
da parte di un’agenzia interinale che “non rispetterebbe la graduatoria
esistente”. Ora, la denuncia del coordinamento
degli infermieri professionali della provincia di
Isernia si fa più precisa.
“Si è appreso – scrivono in
una nuova nota di protesta - che il piano di rientro
ha bloccato il turnover.
Infermieri precari in protesta davanti all’ospedale Veneziale
Questo, però, è inesatto
perché i trecento infermieri che hanno lavorato
diversi anni per l’Asrem,
con contratti a tempo
determinato, acquisendo
esperienza e professionalità, punteggi più alti nella
graduatoria stilata a seguito dell’avviso pubblico
per titoli del 2010, sono
stati sostituiti da colleghi
che hanno punteggi inferiori. Certo – continuano
- tutti devono poter lavorare, ma non a scapito di
chi, per anni ha ricoperto
quel ruolo che ora gli è
stato portato via per motivazioni che non reggono, avverso le quali è stata
intentata azione legale”.
Dunque sono tanti gli interrogativi aperti: “Quali
sono le ragioni che hanno
spinto i vertici dell’Asrem
a intraprendere la strada
dello scorrimento della
graduatoria? – si chiedono i precari - Perché la
politica ha avallato tale
scelta? Perché il nostro
collegio professionale ha
taciuto sul problema del
precariato? Cosi come se
lo è chiesto Iorio, anche
noi ci chiediamo: chi ci ha
guadagnato in tutto ciò’?”.
Poi un passaggio sulla cosiddetta ‘guerra’, in atto
con gli infermieri che lavorano fuori dal Molise e
che vorrebbero rientrare.
“Nessuna guerra con i colleghi – precisano – ma la
certezza che il lavoro che
abbiamo ricoperto per
anni non siamo disposti a
cederlo a nessuno, e lo difenderemo con ogni mez-
zo. Molte delle nostre famiglie vivevano con quel
solo stipendio ed ora non
sanno come tirare avanti”.
Dunque, nell’occhio del
ciclone finisce ancora una
volta la classe politica, rea
di “un silenzio omertoso
e colpevole”. Rea “di aver
finora dimostrato la più
totale indifferenza”. Politici, proseguono le accuse,
che “dopo essersi limitati
ad esprimere solidarietà
hanno sfruttato il precariato degli infermieri solo
per farsi campagna elettorale”.
RedIs
Il Piano della prevenzione entra nel vivo
No agli incidenti stradali e domestici. Asrem in cattedra
I
SERNIA. Per cominciare alcuni dati. Gli incidenti stradali hanno un rilevante impatto epidemiologico, soprattutto nelle fasce d’età giovanili. Queste morti premature, oltre a rappresentare un’indubbia tragedia sotto il profilo umano, determinano costi elevati per la società (2.3 per cento del prodotto
interno lordo) in termini di perdita di produttività, trattamenti sanitari e assistenza necessaria per le
invalidità riportate. In Italia sono la prima causa di morte e disabilità nella popolazione sotto i 40 anni
e gli incidenti stradali causati dall’assunzione di alcol e droghe sono la prima causa di morte fra i 18 e i
26 anni. Con queste premesse nasce il progetto voluto dall’Asrem insieme alla direzione generale per la
Salute che hanno messo a punto un Piano finalizzato all’informazione e formazione di dirigenti scolastici,
docenti e alunni delle scuole sulla prevenzione di incidenti stradali e domestici. Il primo momento di formazione del ‘Piano regionale della prevenzione 2010-2012’, partito giorni fa a Isernia, è stato pianificato
con il supporto organizzativo e logistico dell’ufficio scolastico regionale, e destinato ai docenti referenti
per l’educazione stradale e la salute. L’incontro ha visto gli interventi degli esperti Asrem sulla prevenzione di incidenti stradali e domestici: Roberto Patriarchi, Sergio Rago e Vanna Antonelli Che hanno presentato diverse relazioni in tema e proiettato spot di sensibilizzazione. Il tutto per favorire un secondo
step di studi con la collaborazione di Maria Antenucci. Previsti in questo senso, un articolo scientifico
sull’impatto epidemiologico degli incidenti stradali, diversi opuscoli e un cd rom informativo. Il Piano
prevede due concorsi destinati agli alunni molisani di scuola primaria e secondaria di primo e secondo
grado. I concorsi dai titoli: ‘Io non ci casco.. e tu?’ e ‘Casa sicura’ prevedono la produzione di temi, fotografie, disegni, pitture, dvd, video e altro, inerenti alla prevenzione degli incidenti. I lavori saranno premiati
a maggio 2013.
12 Isernia e provincia
ISERNIA. Alla fine è sucI professionisti si sono rivolti alla
cesso: nessuna azione concreta e i 300 infermieri precari che lavoravano nelle
strutture della provincia e di
buona parte della Regione
sono finiti a casa. Il loro
contratto, scaduto, non è stato rinnovato. Tocca risparmiare, dirà qualcuno. Il coordinamento dei 300, però, spiega che la situa- titoli del 2010, sono stati sostituiti da colleghi
zione è diversa: “I posti stanno lì, sono stati af- che hanno punteggi inferiori. Certo, tutti devofidati a colleghi che hanno minor punteggio”. no poter lavorare, ma non a scapito di chi, per
E giù la protesta, formalizzata con una pioggia anni ha ricoperto quel ruolo che ora gli è stato
portato via per motivazioni che non reggono,
di ricorsi alla magistratura e di denunce.
“Si è appreso – dicono gli infermieri del coor- avverso le quali è stata intentata azione legale
dinamento dei precari - che il piano di rientro i cui esiti si vedranno nelle prossime settimaha bloccato il turnover. Questo, però, è inesat- ne”. Gli ospedali, quindi, sono sempre più nelto perché i trecento infermieri che hanno lavo- la bufera, con carenza di personale e con la
rato diversi anni per l’Asrem, con contratti a protesta dei collaboratori che ha appena mantempo determinato, acquisendo esperienza e dato a casa. I precari, poi, si pongono alcune
professionalità, punteggi più alti nella gradua- domande. “Quali sono le ragioni che hanno
toria stilata a seguito dell’Avviso Pubblico per spinto i vertici dell’Asrem a intraprendere la
Giovedì 6 dicembre 2012
guerra che ci vedrebbe contrapposti agli infermieri che
vorrebbero rientrare a lavorare in Molise e noi precari
rimasti invece in regione.
Nessuna guerra con i colleghi – tengono a precisare –
ma la certezza che il lavoro
che abbiamo ricoperto per
anni non siamo disposti a
cederlo a nessuno, e lo difenderemo con ogni
mezzo. Una classe politica – accusano poi –
che non ha saputo risolvere questo nostro problema non è dignitosa, ancor meno lo è quando cerca di strumentalizzare la problematica
solo per fini elettorali. Ebbene, si sappia che
non siamo più disposti a farci prendere in giro
e nessun precario è più propenso a farsi strumentalizzare. La giustizia, spesso indicata come lenta e farraginosa – concludono i precari –
questa volta sarà più veloce della politica e siamo certi ci restituirà ciò che ci è stato ingiustamente tolto”.
magistratura per riavere il posto
Infermieri, in 300 mandati a casa
Pioggia di denunce per l’Asrem
strada dello scorrimento della graduatoria?
Perché la politica ha avallato tale scelta? Perché il nostro Collegio professionale ha taciuto
sul problema del precariato? Cosi come se lo è
chiesto il Presidente Iorio recentemente, anche
noi ci chiediamo: chi ci ha guadagnato in tutto
ciò’? Certo non lo hanno fatto i trecento infermieri precari molisani che hanno perso il lavoro.
Rispondono poi anche agli infermieri di fuori
regione che speravano in un avvicinamento a
casa: “Nei giorni scorsi, inoltre, abbiamo appreso, senza esserne sorpresi, dell’inizio di una
Termoli
Giovedì 6 dicembre 2012
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: termoli@primopianomoli
A seconda delle responsabilità dipendenti condannati a restituire tra i 78 e i 2.500 euro
Assenteisti, arrivano le sanzioni
La Corte dei conti ha stabilito i risarcimenti
TERMOLI. Grane senza soluzione di continuità per i dipendenti Asrem del Basso
Molise accusati di assenteismo. I contenuti dell’attività
d’indagine che a febbraio
compirà due anni e che ha
portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 52 persone e la sospensione per tre
mesi (due disposte dalla magistratura e uno dalla commissione disciplinare interna)
sono stati ovviamente ritenuti
di grande interesse anche dalla Procura regionale della
Corte dei Conti Molise, che
sta notificando in questi gior-
Il blitz del 15 marzo scorso
ni i provvedimenti per la richiesta di risarcimento danni
per i ‘disagi’ arrecati alla pubblica amministrazione. I ma-
gistrati contabili stanno richiedendo come indennizzo
una somma che equivale al
grado di responsabilità e al
numero delle volte in cui il
comportamento infedele sarebbe stato reiterato, prendendo come base per questo calcolo l’informativa realizzata
dal Nas di Campobasso e contenuta nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari sottoscritta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Larino Aldo Aceto. A vario titolo, i risarcimenti richiesti dalla Corte dei Conti vanno da 78 a 2.500 euro.
Al San Timoteo tecniche moderne per risolvere patologie ginecologiche
TERMOLI. Dopo l’attivazione dell’ambulatorio dedicato alla Uroginecologia e al Trattamento Riabilitativo del Pavimento Pelvico, il dottor Molinari, ha inteso proseguire sulla strada dell’impegno e dell’innovazione in questo settore promuovendo l’introduzione di
nuove tecniche chirurgiche per la risoluzione di patologie diffuse nella popolazione femminile, quali il prolasso di utero, vescica e retto sia isolati che concomitanti e il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo. La seduta operatoria di venerdì scorso è stata dedicata alla correzione del prolasso genitale con l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche grazie alla collaborazione con Francesco Deltetto e grazie all’intervento della sua collaboratrice Emanuela Mistrangelo.
Molinari, referente regionale per l’Abruzzo e il Molise dell’Aiug, ci spiega che l'Uroginecologia è un branca in cui si sente in modo particolare la necessità di aggiornamento. L'approccio al prolasso genitale femminile e all'incontinenza urinaria si è radicalmente modi-
ficato negli ultimi anni con l'introduzione delle reti
sintetiche e degli slings medio-uretrali. Si può dire che
la tecnologia ha preso il sopravvento sulla chirurgia
tradizionale che spesso è gravata da insuccessi a breve, medio e lungo termine con conseguente e preponderante affermazione della nuova chirurgia protesica,
facendola diventare argomento cult della uroginecologia di oggi. L’idea di utilizzare delle reti di rinforzo per
la chirurgia del prolasso deriva dall’osservazione che
le riparazioni in chirurgia generale delle ernie addominali con un rete sintetica (in prolene) hanno tassi di
guarigione molto più alti. La chirurgia del prolasso ha
molte sfaccettature tra cui una delle più importanti è
proprio il tentativo di limitare il numero degli insuccessi; la principale causa di insuccesso delle tecniche
chirurgiche cosiddette "tradizionali" è che cercano di
“riparare" i tessuti di sostegno degli organi genitali ma
che spesso questi sono troppo deteriorati o geneticamente insufficienti; si utilizzano cioè dei tessuti debo-
li per riparare un tessuto indebolito che ha prolassato,
il che va contro tutti i principi di base della chirurgia.
Non c'è da meravigliarsi quindi che i tassi di recidiva
con questa chirurgia classica siano alti!. Questa tecnica permette una ricostruzione totale del pavimento
pelvico senza alcun danno estetico per la paziente; e
inoltre può essere eseguita in anestesia spinale con un
indubbio vantaggio soprattutto per le pazienti più anziane che speso sono portatrici di altre patologie (sistemiche o metaboliche). Come per ogni procedura chirurgica, anche per questa esistono tuttavia dei rischi,
sia generici che specifici. Si deve sempre valutare i
vantaggi di utilizzare reti sintetiche con i rischi connessi. In realtà le complicanze sono molto rare e i materiali utilizzati oggi hanno dimostrato di essere molto
ben tollerati con rischio minimo di complicanza.In
ogni caso è sempre bene ricordare che al di là della
tecnica o del materiale molto rilievo ha la preparazione specifica dell'operatore e la sua esperienza.
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TERMOLI - BASSOMOLISE
Giovedì 6 dicembre 2012
Vietri di Larino, il Tar fa sopravvivere l’ospedale
Il “Comitato civico frentano” è riuscito a sventare la chiusura della struttura facendo ricorso
L
ARINO ha ancora un ospedale,
lo ha sancito il Tar del
Molise con la sentenza
definitiva n. 628/2012.
L’Associazione “Comitato Civico Frentano” con
la collaborazione di centinaia di cittadini, la preziosa partecipazione del
dottore Michelangelo
Bonomolo e la lodevole
assistenza degli avvocati Salvatore Di Pardo
e Roberto Occhionero
è riuscita a sventare la
chiusura dell’ospedale
“G. Vietri” di Larino.
Con ricorso al Tar
del Molise n. 376/2011,
l’Associazione “Comita-
to Civico Frentano” ha
chiesto l’annullamento, previa concessione di idonee misure di
sospensione
cautelare degli atti impugnati: Decreto n. 20 del
30/06/2011, Decreto
n. 71 del 08/08/2011
nonché di tutti gli atti
presupposti,
consequenziali e/o comunque connessi ai suddetti
provvedimenti.
Il Tardel Molise ha
accolto l’istanza cautelare “in ragione dell’esigenza di mantenere, in
ogni caso, la res adhuc
integra, nelle more del
giudizio di merito.”
Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello
presentato contro l’Ordinanza Cautelare da
Presidenza del Consiglio
dei Ministri; Ministero
del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali; Ministero dell’Economia e delle Finanze;
Regione Molise; Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di
rientro dai Disavanzi del
settore sanitario, confermando la misura cautelare disposta in primo
grado. Prima ancora che
il Tar del Molise emettesse l’Ordinanza di esecuzione il Commissario
ad acta per l’attuazione
del Piano di rientro dai
Disavanzi del settore
sanitario ha disposto:
l’accorpamento funzionale dell’Ospedale “Vietri” di Larino con il “San
Timoteo” di Termoli; il
ripristino dell’organizzazione e dotazione di
posti letto e di personale dell’Ospedale “Vietri”
di Larino; ha disposto,
quindi che la dotazione
dei posti letto sia distribuita per ciascuna disciplina, per un totale di
64 distribuiti per i vari
reparti.
Nella
trattazione
del ricorso, avvenuta in
pubblica udienza il giorno 11 ottobre scorso, “le
parti hanno sostanzialmente convenuto che il
predetto decreto commissariale n. 8 del 2012
non è stato adottato sotto condizione dell’esito
del giudizio di merito e
deve pertanto ritenersi
definitivo, salvi gli ulteriori provvedimenti che
saranno adottati alla
luce delle sopravvenienze normative in materia.” che ad oggi non vi
sono.
Il Vietri, pertanto,
è un ospedale con una
dotazione di 80 posti letto- si legge nella
nota del comitato Civico Frentano- e non un
cronicario come molti lo
vorrebbero e come pensa di ridurlo anche il neo
Commissario ad acta Filippo Basso che, con la
sua elaborazione di Piano Sanitario, totalmente sbilanciato a favore
delle strutture private,
ha dato dimostrazione
di non avere alcuna cognizione di causa ed è
totalmente fuori strada
se pensa di lasciare il
Basso-Molise con soli
174 posti letto a fronte
degli oltre 100mila abitanti che popolano questo territorio”.
Agnone Alto Molise 13
Giovedì 6 dicembre 2012
Nel piano sanitario si prevede l’ultimazione della struttura incompiuta che sovrasta Agnone
AGNONE. Nel nuovo piano
sanitario regionale reso noto
dai commissari ad acta Filippo Basso e Nicola Rosato, si
parla anche di quaranta posti
di Rsa per le strutture di
Agnone, Venafro e Larino e di
“adeguamento sismico” per
tutti gli ospedali. “Relativamente al presidio ospedaliero
di Agnone - si legge nel documento
- considerata l’obsolescenza del fabbricato, difficilmente adeguabile
funzionalmente, la presenza di una
nuova struttura ospedaliera, realizzata negli anni ’80 e mai ultimata, la
differenza minima tra i costi di adeguamento della vecchia struttura e
quelli necessari per il completamento di quella in corso di costruzione ,
oltre alla possibilità di alienazione
della struttura esistente, si prevede
Quindici milioni di euro per
terminare l’ospedale nuovo
l’ultimazione della nuova struttura
con una previsione di spesa di circa
15 milioni di euro”. Avevamo annunciato a fine ottobre, su Primo
Piano Molise, dell’ipotesi di completamento dell’ospedale nuovo, che
troneggia incompiuto nella zona alta
della cittadina. Un mese e mezzo fa,
dopo la visita di due tecnici manutentivi dell’Asrem ad Agnone, era
trapelata la notizia: non essendo il
Caracciolo a norma per ospitare
l’eventuale RSA, qualcuno avrebbe
pensato di completare la cattedrale
nel deserto della cittadina e di costruire lì la residenza sanitaria assistenziale. Ricapitoliamo. Il “nuovo
ospedale”, ormai sommerso dalla
vegetazione, ma ben visibile ad occhio nudo da vari punti della cittadina altomolisana, è stato costruito intorno agli anni Ottanta con un finanziamento della Regione Molise e
della vecchia Asl. Miliardi di vec-
chie lire consumati per lo scheletro
di una struttura, mai ultimata. Sembra che ad un certo punto, ci si rese
conto che il denaro non sarebbe bastato per terminare il nosocomio e si
pensò di ristrutturare quello vecchio,
cioè il Caracciolo. Poi, gli anni sono
passati, il calo demografico ha dato
la mannaia definitiva alla necessità
di avere una nuova costruzione sanitaria, e il grande organismo edilizio
è rimasto inerme sulla collina. Sono
cominciate, in seguito, le proposte. L’ex sindaco, Gelsomino De Vita, parlò di un carcere minorile, ma i cittadini
non accolsero di buon occhio
l’iniziativa. Il gruppo Pd, ai
tempi in opposizione (tra cui
l’attuale sindaco Michele Carosella e il vice Maurizio
Cacciavillani), parlarono di
un centro di ricerca per il territorio,
un centro geospaziale o un luogo di
servizi destinati al terziario. Ma non
se ne è mai fatto nulla. Qualcuno
suggerì persino di realizzare una
specie di base per l’addestramento
militare. Adesso, si aprono nuovi
spiragli per la struttura. E pare che
paradossalmente, come ha commentato qualcuno “ci siano quasi più soldi per l’edilizia sanitaria, che per i
servizi”.
Adelina Zarlenga
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Attualità
ISERNIA
tidiano del Molise
Il Quo
Quotidiano
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Gio
Il personale interessato: avviata un’azione legale contro la decisione di procedere al turn over
Infermieri, i precari tornano a casa
Con lo scorrimento della graduatoria 300 operatori saranno rimpiazzati
Sanità, torna alla ribalta
la vicenda degli infermieri
precari che, tramite una
nota inviata agli organi
d’informazione da firma
del ‘Coordinamento degli
infermieri precari della
provincia di Isernia’, puntano il dito contro “la classe politica – si legge nel
comunicato – rea di aver
finora dimostrato indifferenza verso la problematica sollevata da oltre 300
professionisti che, malgrado abbiano assicurato
l’operatività nelle strutture pubbliche molisane,
adesso si ritrovano disoccupati”.
Gli autori della nota sottolineano: “Si è appreso
che il piano di rientro ha
bloccato il turnover. Questo, però, è inesatto perché i trecento infermieri
che hanno lavorato diver-
L’ospedale di Isernia
si anni per l’Asrem, con
contratti a tempo determinato, acquisendo esperienza e professionalità,
punteggi più alti nella graduatoria stilata a seguito
dell’avviso pubblico per titoli del 2010, sono stati
sostituiti da colleghi che
hanno punteggi inferiori.
Certo, tutti devono poter
lavorare, ma non a scapito di chi, per anni ha ricoperto quel ruolo che ora gli
è stato portato via per motivazioni avverso le quali è
stata intentata azione legale”. I precari, poi, chiedono: “Quali sono le ragioni che hanno spinto i vertici dell’Asrem – viene precisato nel documento inviato alla stampa – a intraprendere la strada dello
scorrimento della graduatoria? Perché la politica ha
avallato tale scelta? Perché il nostro Collegio professionale ha taciuto sul
problema del precariato?”. Inoltre, fa sapere tramite la nota il Coordinamento degli infermieri precari della Provincia di Isernia, “abbiamo appreso,
senza esserne sorpresi,
dell’inizio di una guerra
che ci vedrebbe contrapposti agli infermieri che
vorrebbero rientrare a lavorare in Molise e noi precari rimasti invece in regione. Nessuna guerra con i
Inf
ermieri al la
o (f
oto arc
hivio)
Infermieri
lavvor
oro
(fo
archivio)
colleghi, ma la certezza
che il lavoro che abbiamo
ricoperto per anni non siamo disposti a cederlo a
nessuno, e lo difenderemo
con ogni mezzo. Molte delle nostre famiglie vivevano
con quel solo stipendio ed
ora non sanno come tirare avanti”. In coda al documento il commento del
Coordinamento degli infermieri precari, che afferma:
“La giustizia siamo certi ci
restituirà ciò che ci è stato ingiustamente tolto”.
7
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GIOVEDÌ
VEDÌ 6 DICEMBRE 20
GIO
RED
AZIONE ISERNIA
REDAZIONE
Apre un nuovo laboratorio: è il primo del genere in Europa
Tumori cerebrali, al Neuromed
nuove speranze di guarigione
POZZILLI. Al Neuromed
apre il primo laboratorio in
Europa sul trattamento di
tumori cerebrali.
La cerimonia di inaugurazione del Laboratorio radioisotopi si terrà il 14 dicembre a partire dalle ore
15.00, presso la Sala Conferenza del Parco Tecnologico – Neuromed, Via dell’Elettronica, a Pozzilli Il
nuovo Laboratorio sarà il
primo in Europa ad effettuare ricerche sull’utilizzo
di radioisotopi alfa emittenti su modelli animali sperimentali, in grado di identificare nuove strategie tera-
omed
Il Neur
Neuromed
peutiche per il trattamento
dei tumori cerebrali. L’iniziativa si inserisce nel quadro della collaborazione tra
il Neuromed e l’Institute for
Transuranium Elements
(ITU) della Commissione
Europea, partner del Centro Comune di Ricerche. Al
termine della cerimonia di
inaugurazione seguirà il seminario dal titolo “Nuove
frontiere per il trattamento
delle neoplasie cerebrali”.
Ancora una volta, il Neuromed di Pozzilli, si pone al
centro di importanti progetti di ricerca sulla diagnosi
e cura di molte patologie
che colpiscono il sistema
neurologicoo ancora più
spesso il cervello. Attraverso questo nuovo laboratorio si spera che sarà possibile diagnosticare e curare
tutte le persone che purtroppo sono colpite da queste malattie. Ancora una
volta Il Neuromed potrà
rappresentare la speranza
di guarire
Attualità
tidiano del Molise
Il Quo
Quotidiano
Gio
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Una seduta interamente
dedicata al prolasso genitale femminile con l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche e la collaborazione di
esperti del settore quella che
si è svolta venerdì 30 novembre nella sala operatoria di
Ginecologia del San Timoteo
di Termoli. Dopo l’attivazione
dell ambulatorio dedicato
alla Uroginecologia e al Trattamento Riabilitativo del Pavimento Pelvico, il dottor Bernardino Molinari, direttore
f.f. dell’U.O.C. di Ginecologia
e Ostetericia del San Timoteo ha inteso proseguire sulla strada dell’impegno e dell’innovazione in questo settore promuovendo l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche per la risoluzione di
patologie diffuse nella popolazione femminile, quali il
prolasso di utero, vescica e
retto sia isolati che concomitanti e il trattamento
dell incontinenza urinaria
da sforzo. La seduta operatoria di venerdì scorso è stata dedicata alla correzione
del prolasso genitale con l’introduzione di nuove tecniche
o
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Nuo
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prolasso
chirurgiche grazie alla collaborazione del Professor
Francesco Deltetto, primario
della Clinica Cellini di Torino
(convenzionata per l’uroginecologia con la ASL 1) e referente regionale per il Piemonte dell AIUG (Associazione Italiana di Uro-Ginecologia e del Pavimento Pelvico) e grazie all intervento
della sua collaboratrice la
Dottoressa Emanuela Mistrangelo. Il Dottor Molinari,
referente regionale per
l’Abruzzo e il Molise
dell AIUG, ci spiega che
l’Uroginecologia è un branca
in cui si sente in modo particolare la necessità di aggiornamento. L’approccio al prolasso genitale femminile e all’incontinenza urinaria si è
radicalmente modificato negli ultimi anni con l’introduzione delle reti sintetiche e
degli slings medio-uretrali. Si
può dire che la tecnologia ha
preso il sopravvento sulla
chirurgia tradizionale che
spesso è gravata da insuccessi a breve, medio e lungo
termine con conseguente e
preponderante affermazione
della nuova chirurgia protesica, facendola diventare argomento cult della uroginecologia di oggi. L’idea di utilizzare delle reti di rinforzo
per la chirurgia del prolassoderiva dall osservazione
che le riparazioni in chirurgia
generale delle ernie addominali con un rete sintetica (in
prolene) hanno tassi di guarigione molto più alti. La chirurgia del prolasso ha molte
sfaccettature tra
cui una delle più
importanti è proprio il tentativo di limitare il numero
degli insuccessi; la
principale causa di
insuccesso delle
tecniche chirurgi-
che cosiddette “tradizionali”
è che cercano di “riparare” i
tessuti di sostegno degli organi genitali ma che spesso
questi sono troppo deteriorati o geneticamente insufficienti; si utilizzano cioè dei
tessuti deboli per riparare un
tessuto indebolito che ha
prolassato, il che va contro
tutti i principi di base della
chirurgia. Non c’è da meravigliarsi quindi che i tassi di
recidiva con questa chirurgia
classica siano alti! D’altro
canto l’introduzione del materiale protesico garantisce
più efficacia e durata del sostegno ma ha introdotto al-
TERMOLI
cune nuove complicanze legate alle caratteristiche del
materiale “estraneo”. Al momento quindi si ritiene
senz’altro indicato l’impiego
della chirurgia protesica nelle recidive di prolasso (dove
la chirurgia tradizionale abbia già fallito) o in prima
istanza in pazienti anziane
con tessuti deboli e pazienti
con prolassi di alto grado, o
laddove ci siano presenti
chiari fattori di rischio. Questa tecnica permette una ricostruzione totale del pavimento pelvico senza alcun
danno estetico per la paziente; e inoltre può essere eseguita in anestesia spinale
con un indubbio vantaggio
soprattutto per le pazienti
più anziane che speso sono
portatrici di altre patologie
(sistemiche o metaboliche).
Come per ogni procedura
chirurgica, anche per questa
esistono tuttavia dei rischi,
sia generici che specifici.
Si deve sempre valutare i
vantaggi di utilizzare reti sintetiche con i rischi connessi.
In realtà le complicanze sono
molto rare e i materiali utilizzati oggi hanno dimostrato di
essere molto ben tollerati
con rischio minimo di complicanza. In ogni caso è sempre bene ricordare che al di
là della tecnica o del materiale molto rilievo ha la preparazione specifica dell’operatore e la sua esperienza.
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Teatrino
elettorale
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di Enzo Di Gae
Gaetano
Un’occasione d’oro. È
quella che il commissario
Basso sta offrendo su un
piatto d’argento a Michele
Iorio. Il piano sanitario presentato dal commissario è un
vero e proprio insulto per il Molise e i molisani. Ci stanno facendo passare per trecentomila idioti che possono permettere a un Mister X nominato
dall’alto, come Basso, di stravolgere impunemente il risultato di decenni e decenni di
miglioramenti lenti e progressivi dell’assistenza sanitaria
regionale. Decenni di sacrifici,
di tutti, che hanno consentito
ai molisani di arrivare al livello degli altri italiani, quelli di
regioni spesso più fortunate.
Per preparare il taglio, hanno
rovesciato per anni valanghe
di fango sulla nostra sanità,
pubblica e privata. Non saranno tutte rose e fiori, ma ancora oggi il Molise è la regione
del Sud con il migliore bilancio per la mobilità. Il che vuol
dire che sono di più quelli che
vengono a curarsi in Molise, rispetto a quelli che vanno fuori. Ora, grazie alla miopia burocrate di Mister Basso, corriamo il rischio di tornare indietro di un secolo, con tutto l’Altomolise – per fare un esempio – che viene privato di un
reparto di chirurgia funzionale ed efficiente, come quello
di Agnone. Un vero
e proprio attentato.
E qui spunta l’occasione d’oro per Iorio. Il presidente deve
fare di tutto, mobilitando
l’intera regione, per impedire che il piano di Basso
vada in porto. I molisani, in
cabina elettorale, non potranno dimenticarlo.
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TIDIANO DEL MOLISE + IL MESSA
* IL QUO
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MESSAGGER
QUOTIDIANO
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