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C. C. con la Postu.
PAOLO VALERA
LUGLIO 1920 • H. 2
Gli uomini della "folla.,
Pubblicazione mensile.
L. 1.50
//.7 .
IL SECONDO RE D'ITALIA
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CASA EDITRICE "LA FOLLA,, - MILANO, Via Tarlino 1J
Tmminenle pubblicazione :
---,-ONDA/.IONh~ f)
'"nn:wtjRAwici
R I B EsT IA L I
61i Uom ini delle " Foll a,.
Pubbl icazione mensile
TTACOLOSAMENTE ILLUSTRATI
DlllUOTEC A
-md/da accresciuta di nuovi capitoli fastosi
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L.
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450.
4 .•
PAOLO VALERA
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:01 CADORNA
34~'?
ei suoi disastri militari
LA FIUMANA DI CAPORETTO
BASTONATORI E FUCILATORI
L. 1. -
Imminente pubblicazione :
IL RE ALLA GUERRA
Copertine illustrate - 64 pagine
Ball'eiordio a [aporeno - Dalla re~i~enla ~i fiuerra al ~uirinale
= = L. 1.50
11..t SECONDO RE D'ITAl..tlA
TRIONFO STREPITOSO
Giacinto Menotti Serrati
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Con autobiografia di Pagnacc1
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VITTORIO EMANUELE
NBLl.!.E BRACCIA DELLE SUE AMANTI
Illustrato
L. 1.so
C ASA EDIT RICE " L'A t- O LLA ,,
V ia Tadino N. 13
IL SECONDO RE D'ITALIA
Tipografia del Giornale
l A T'OLI.A• - MILA?\O
E.' nata il 14 marzo 1844, quando, secondo Ugo Pesci. nes·
·s uno pensava a predicare l'odio di classe e la guerra sociale.
In quei terrpi i cittadini si chiamavano sudditi. La futura maestà
è stata allevata come il figlio di una massaia bigotta. Sua madre.Maria Adelaide, chiamava Dio il re dei re e d;ceva ai monsjgnori che le staNanc1 alle gonne, che avrebbe preferito la mor~
le del figlio piulltosto che vederlo nel peccato. Lo ha veduto
così crescere in mezzo ai reverendi, alle preci, alle messe, alle
comun~oni , alle genufless;oni e ai baciucchiamenti dei cnsb
in croce e delle madonne dal cuore trafitto, Suo padre era trop
po occupato delle sue cacce e delle donne per occuparsi dell'educaz'one dei figli.
Tutte le sue preferenze erano per il camoscio o il daino.
S1 abbandonava alle cacce alpine come uno che avesse niente
da fare. Gli piaceva p.il; la colnzione con gli alpigiani di Cogne
e di Valsavaranche che quelle del Quirinale.
Umberto ed Amedeo, pon appena svezzati dalle mammelle
religiose, vennero affidati ai militari. Il loro governatore era un
generale e ili generale non ha saputo trc-vare maestr; per i principi che nei reggimentl. A quattordici anni, quando i figli di
tutte le classi sono in colleg10 o m ginnasio e sono quadriJingue
il principe di Piemonte era capitano Nessun sprone ai ~iglio­
ramenti intellettua),;. Il genitore doveva avere fiutato in )u1
una specie di Napoleone l., se nel decreto di nomina h a potuto
fare tanto scalpore sulle sue abilità m]itari. Più tardi, durante
la guerra del 66, non è stato ch e un ottimo generale cli mtirata.
li suo fatto d'anni s.i è limitato alla forrnazic le del quadrato
che h a subito la p1ima carica degli ulani infur ti dal Rodaksw
4
ski. Per questa Qravura che può essere <li un coma11daflte citiulunque e malgrado la d;daaa clamorooa di tutto l'esercito, gli
venve conferita la medagli;i al valore mil:tare e s1 ebbe la strét~'<·t
di mano da Nino Bixio - il secccndo dci mil'e diYenulo generale regio.
Ci sono due opinion3 su lutti g'i avvenin,enli. Taluni, per
esempio, piangono a vedere un re sui campi dél dolore o !lui
h.1ogh1 delle catastrofi umane. lo, net lo, se piango, p:ango
daJ la df speraz.ione di non poterlo t raltencre Nt-1 discorsi il
cciraggio di un sovrano è pu amentc decoratvo. Un re è ai
pinnacoli degli onon sociali Non può andare più in alto. Elogiar'o per un'azione civile è· d1minurlo. Peggio. qualche voltn
lo s 1 inganna, perchè la sua presenza nelle catastrofi fa più
male che bene. D-stoglie delle braccia utili cb ìuogh1 & soccorso, porta negli altri la &-.;lrazione e obbJ:ga, a sua insaputa.
la gente ad occuparsi di lui e non dei sepolti vivi o dei colerosi.
Tuttavia, merito o dcrr.~rito, io lo regiF.tro. Il coraAAio dC"Jl'infermiere o del medico o della mc\naca cl'ollpt•dale e la bontà dcl
filantropo sono qualità sentite in t11tti i ~aba11d1, e~cluso Carlo
Alberto, s'intende. Eg'.1i non ha dato all'umanità che la &ua
boria djnastica, la sua bigotter'a stupida. la s11a profanazione
militare e la sua incivilità politica. l·:gli è rima.sto neila stona
una figura repu lsiva. V ttorio Emanuele non ha avuto nulla d1
comune col padre. Pur e-ssendo <lei periodo eroico, ha av11lo
impuÌsiviità di cuore che ritmpivano gli occhi d1 lagr.me delh1
buona gent~. Bruciava un teat rc1? Corr~ariva d. re galantuomo
Luii, b~sogn1sla eterno .. sempre alla nce;cA d1 denaro stat~e
per saziare le sue Rosme, era c:ap~ce. d1 ma11d~re somme 1Ln
genti dove si 5:<?ff nv~ e .si moriva. Cito .'1 te.rnporah. ~he 1 parevano
•scatenati dall ira d1 P10 IX pt-r p1111•re 1 brecc1a1uo,i che gli
aveivano invaso il territoriù. Col Tt•vere che aveva innondato
molti riom, Vittorio Emanu"le Il è: nndé!lo e.love erano maggior>i
i danni circonda•to dalla turba cle1 lacclw, a consolare, a lenire,
a inco·raggiare.
Ritomatcl alla reggia credo abl>1;a da.lo ordine di distribu... ie
in suo nome duecento mila lire. Erano elargizioni che g'.ova,.
vano alla sua cassetta privata. r~rchè dopo qualche mese il
sovrano alla ch.itchella, si f acevl:l. restitu.ire le ~len-.osine real.i
con mteress1 usuraliz1. La nota cli t'stors1om eh t'gh fc~ctva al
Pa'l"lamentC\ era sempre la stessa I consiglieri della Corona
dicevano alla Camera che la v?tal.i~n.e di un n:iilione e me~zo,
per esempio, per aurrenta~ la l 1~ la civ le, come 11 re mAgnan.•.mo
ha chiesto n~I 7?. er-a comig~iata da. v.iva e sincera riconoscenzi.
per j sacri~c1, .diiceva 0f'pret,;s. ~he yit!<?r o Emanuele li. aveva
fatto p1er I indapendenza e 1 umtà d Italia.
.
.
Vittorio Emanuele aveva molte tenerezze per 1 gdbbett1.
Gli rammentavano il s1...o povero Oddone l'iù di una volta gli è
toccato ferma re la cari ozza per dar loro gl; spiccioli del suo
vancioltq Il socco1b0 pt.r:.vna..t. 111 l_,uiberlo è noLevole m iUlta
I~ sua vita di pnnc1pe e di sovrano. Non c'è stata sc.;agura consndera~ nar.onale a cui non abbLa preso parte. E' stato fra i
i pnmi ad accorrere a Ì\apoli con cento mila l.re della sua cas
!;ett? privé:1ta non appena f4l è sviluppato il colera E.· stato primo
f 1.i. 1 pnm1 açl accorre a Palermo con dieci m.la he per i coleros1.
Lo si è veduto perfino all'incendio d1 un teatro. Era in lu.i l'iJ'ea fìs~a c~ il .capo di una rronarchia dovesse essere un d.spens ere d1 coraggio in mezzo alle afflizioni del u suo popolo n. Un
g>omc, egli si trovava a caccia ne le v~cinanze d.; Valdieri. LI
colera in u.sca, C?mune poco distante da Cuneo, faceva strage.
In meno. d1 ventiquattro ore il n •orbo aveva rovesciato per le;
stradeJ ci;:ca ~essanta persone morte. Più di una cinquantina
erano n~ letti del lazzare'.to imprctvvisato che morivano. Um·
berto ha sentito sub. lo il dovere dinastico di essere sul luo<Yo
u conso~are i superstiti. E' andato per i tuguri, ha d istribuito
parQJe d1 conf or~<>. ha datc.i denaro dove maggiore era il bisogno
e ha stretto la m.ano al parroco con una profusione di elogi per
la sua oi;>era.. cantate-voi~. I fìumJ del Veneto avevano rotto gli
arg1n1 L Adige conreva impe•.uoso e fracassava per le vie di Verona. Le case venivano travolte. Umberto non ha potuto trattenersi a Monza. All'indomani si fece vivo in mezzo al disasotro
Ji Bod~o. Egli fu accolto dalle frotte contadinesche con rr.os"che
e bandiere. li principe asciugava lagilme, diceva parole commoventi e metteva le nutorità sottosopra. Come sempre. La sua
era una beneficenza che costuva cara. S1 n uovevano con lui
s~ndaci, prefetti, ministri, gente del comune, e del ministero
lutto tempo sottratto agli avvenimenti luth1osi. La gente ;llustrè
è m.eg-l1io che sb:a a casa.
E' rimasto impopolare· Tutte le sue premure per lenire i
<lolori italiani non lo hanno m~~; reso simpatico. Cresciuto fra
preti e soldati è entrato nell'Italia fatta senz'anima. senza entusiasmi, senza genialità, senza neanche quelle turbolenze che
avevano reso popolare il padre. anche se le sue turbolenze
erano per fan:~ pagare un pÒ della solita un.tà itaJ.ana. Egli era
troppo impettito, troppo rigido, troppo meccanico, troppo dina&tico nei suoi movimenti. Ha preso n ogl e, per esempio, per
necessità dinastica. !\on si è democratizzato, nè ha dem-0crat1zzato la monarchia. Il suo s.ogno, se n~ ha avull, era quello cli
una monarchia assoluta, ma benefica. La ~uggestione a soccorrere la sventura gli è ~tata data dal DelfiM che fu poi Ltù.gi
XV I. Può dar&l che glielo abbia dato un altro prindpe o un
aJtro regnante . A quei temp·i la gente. del trono cercava con
avU.diità gli avven~menti che dessero loro modo di mettere in
vetrina i loro cuorj. Il Delfino di Francia che ha veduto la Delr
fìna austriaca accolta da tutte le classi di Parigi al gTido di viva
b
-7-
In Dclfình! si i'> ::.nche St'ntilu urlctr(• ,.i?!c11leme11t1~ d,dl~ folla
I.a polizi 11 110 11 ha n a.i q. iegala la. s1--int11 m;~asv no dei filou.'I
della <.:apit;1l 1• f~ ..11:cese. h1 tma spu:~ ,.. 01gamzzala t! premuta
da tutti 1 lall . V1 51 t:-ovarono .soff octi.1 ~OU p~n;o11e ~.se ne. tro:
varCW'O nella Sennp 1200. Cattivo presag:o, dicevano 1 C~gl~ostrt
dcl tempo . Fatto t che la lnrihi\:. bo11s~ou/ade avc':'a. impres!'.tiona~o il principi': fino alb comlllls<:rnzio1w delle• Vlttime. Ho
'léi[>Ulo, d1c1•va lui, . i . un 111atwt'g'.u'.1c .dl'lla. l~1·ncllcenza'. de)l~
iwenlut.t di lanlt: villrnw. 11 ~l! ~111 111\"ila tu.tL1 .1. n.ws1 p:-r l m1e:1
minul.t i ·i aeeti dnt:! Ili 1~1 scu.d~ Sol'C(J!rt•k 1 l?'ll rnf1·hc1 . .
Ali q>OCa d1•l nwtr1mo111u U111lit·rlo 1"Ta cli bl.<itur": 1-i;e1~1a, ro
busto, elegar\te. Capelli co~ti, labl?ra g10!:'.~e, ~affì f olt1i:.s1m1, voce
velala e stridente per un opera·11onc eh egli aveva subito alla
laringt.J, 1.:ome ~I padre di Cugliclmo li, l'imperatore dei 100
giorni. La principessa l\larghl'rtta, nd 68, era una bellczz~ fredda [si le, capelli di 110 bi~ndastr? cli stoppa c~me quelli ?e~a
De ftna di Francia, carnag orn• btancaslra, p11p1lle annegat~ J1\
un ,1aurro che clicev~1 n;~·nt~. Non. C:ern aff e:ao nè nel! uno
. m •ll'altra
N~1 cel:t n111101~ 1111 s1irrle matnmonto avrebbe
1l
e
lasciato
tutti md.fferenti .. N cl Ja Lona re.a I t' e' d.1venuto un avvenimentCJ strep1~·oso. ,;:. FH<:nz1', p~r .e~e~ ptQ, ancor~ capitale,
il matrimonio che g.~ i;lesst corl1g1C1tll ch1ama_vano_ d1 stato, ha
affollato le vi~ Gli c:;posi nella •upe1bn berlina brata da ot~o
. ))' e seguir.a da altre a qnallro e a seoJ, dal palazzo del.e
cava 1 al palaizo PtU.'.
. .
sono stall• e•po..o.;t1· come m un b ach eca
ascu"
I
·
· d'1 f este
t ·e me la follia fiorentina i- ne1 quali on ic1 g1om1
penlr,,.1 1 ~ Più di To1ino, dove i<Ì en1no celebrate le nozze con
CO dll\ <.
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,
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-ivile-i e relio.ioso . Più cli Tonno . ormo ne u saZJa m
l l rt o e
r
li'
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, A rirenzf" : Regalt.', C'OTS<: di cuva I, pranz.1 I ga a, u.ogporm.
·
·
· d'J con~
chi d'artifìzio, riviste militari, fn;~e J a 11;1a li o, nceVJment1
.
zi1-ni
doni
da
l11lte
le
parli,
qpec1almetut'
dalle
gentil
don·
c.ra l 11 I a . , •
.
]
· d. · · d
·
;~~ d'~!lustrc casato, epigr:-ifi. i1~ ~gm ango o. ~n mZZ1 . orat1 •.
. ~ 1 tricolorat 1 gonfiati, 1nv1alt da una molt1tudme d1 classi
I
e.o
• e rispettabili.
'
1 oraose
Pareva e he rossero o, et'ttad'm~. e h e aves
nanar
.
. .
h' · f i· ·
d
..
reso mogl:e mvece dd pttnc1pe. Are l lnon a 1, piogge 1
scro
p rr anlie naz•ona
.
11· .m parnta, I' eserc1.1to rappresen t a t o cl.i
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spada al princ;pe e via e via.
1 permetta go esci, <l
\111a · . e.lei- f11t11t1. S-Ovrant,
. e h e 10
. 1nan1·reslt. un <l u bb'10. I o ere J o
s lo r.1e 0
·
· 1e avveh gli allest,;tori della grande •carneval ala matnmoma
cnueta ~,,. •lla capitale
abbiano
carne
. . del regno
. d'allora, M
. A copiata
. la S
valata matrim011oale di Lu1g1 XVI e . ana . ntonietta: tess~
mp a etesse feste, stessi affollamenti, stess.1 applausi, stessi
po
· ·
evviva.' La differenza f u so1n llC' 11 a spicns1eratezza
concessa ai·
popol-i I principi franc~si che non ~vev~no ma•. pensa~o alla
ghigHottina'. F.urono larghi di beveraggi e cL1 tavole 1~~and~te pe1
le moltitud~m che dovevano pot svf'ntrarf' la Bast-igha. li Pal'-
lamento non è stato insensib:lc al giubilo cosi<ldello nazionale
Ha regalat0 loro, in nome nosho, nie11te1reno che la villa col
parco di Monza. ,:i!Ja che adesso il loro ngl:o ha restituito aJ
padrone naz~onale Una delle piìt bC'l)c ville di Lombard ia Ha
11n parco di dieci chilometri di c=conf crcnza con otto o d eci •
casc=rH' e 25 fabbricalJ sparsi qllil e la per le pra\ertC' cc)ne il
l\lirabello, il l\lerachc'lmo e la Cagnine.le. Poi c'è il Palazzo
Reale. immenso e maestoso, inquadralo d., altri cdifì('i per In
~ervitù, per le lavandaie', per i dignitar:i C' le rlame dì onore
antibol.scevichc Roba <la pazz.i. Il nuovo re p~ ha ringrazialo
I~ n.aztonc per la percl11a di una p1·c1prielà che ,·alev;;i sette
lton1 in len po cli pace e d1 bcne~sere. nH ttendO\; nello ~esso
parco, a fianco dell;;i reggia. la palazzin<• deliri duchessa Lilla.
d; fatHosa memo1 ia Non pa•lia1110 rii mo1ale. do buono, in
casa monarchica. Di tutti 1 sct-·iani che ho conosciuto nersonalrn~nte o nella stona non ho 1cir,i!>trnlo che il mar ilo rn0d Jlo che
rnt ha dato Lamart:ne. Luigr Filippo D'Orlcan ;, Il popolo lo
ha però scaccialo dalla reg~ia facendolo na"~tt•e d l una ,·.a
famosa che co11duce\'a al patibolo o all'e~:ilio Cli altri furono
c:~em11i di bagasc1tm1 l\'on ho "he d;i num111arJ:. 11 re del Bel
gto Leopoldo Il èo- slalo 11n 1narilt'> c1ud,,l1·. un pndre "Celle' ato, un pultamere di profel:'~:one. F clo;irdo \'Il (. ."t'llt:> lero.::
degli scandali d1 Parii:::i e di Londn1. nconr, n:11ocato•<', s:fìljz.
zato1e. Ha avute\ un Jiglto so1prt>~ > rra gli o~·ca1 \'\'ilclc di Cle
veland slrect: Sua n ad1C' (· ::tala l'a111asia del !"lt•' groom-John
Brown Gug) elmo Il, nm:cissimo di Um-berto. h"' c;rcondato il
i;uo nome di avventure r cli 1>cn:sion i i1110c•h1li NC1po'eon1> lii è
i·talo' 11n mantenuto 'olgme Cora Pf'ilrl lo ha mantenuto a Londra <' lo ha aiutato {.011 .i rte11ari dell'ako"a a fate il colpo di
;tato Le ricompen<:c furono il cakio e l'es•> tils.:one 1..l'll suo
11npcro. Ladro r \I d rivolo (;i m• ~al e e coloro eh,... l'lrn11110 in
vental a E.ssa r>on scn e che a (are dcli ';po.:-··ifia e a inacidire i
caratteri.
Lo .stesso Urrrberto era and<110 al matrimoP;o seguito dai
sottovoc1 del Gazzettmo Rcl'a. Nei sotto\ oci dcl !iornale in cui
collaborava Fe~;ce Cavallott i colla sua prosa ante~asa·t.:-a e con
s~a i;>rosa docu.mentale.' c;ra t'ata scio.rinata la palazz;na che
il pnnCJpe aveva m via Luciano l\lanara per il 1'ce,·imcnto d--1 lc ~uc dor<nc e delle sue dame, fra le quilli In duch('s!'a Litt<1
Il (,azzl'ilino Hosa era pieno di rispetto per le e'gPr>re. \vev,
per loi:o gl.i ettf umism:. Le diminava, gira\'a al la1~0. ,\chili"
BJZzo111, fìs1came111te ern superbo. 1\lto. formoso. con una bella
lcsla da ba.ci. Davanti alle Parnpadour si toglieva il cappello.
Pareva tm inglese. Non poteva vivere senza guanti. Ha avuro
t~nte avventure da superare quelle del principe. Le dc-01.ne si
d1speravano dei suoi abbandoni. Uomo cli ,~~p
è di spada.
Lascaava l'una per laltra. Con la penna ha fatto campagne mo-
m:-
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-1)
8rnli cln rcnrif'!rc orgoglrnsa la prolc.ss:one. In tempi miglio1i,
quando le as.soc li\ztoni cl<'ll!l stum~a .ces"-e:anno di essere ingra·
te con i pionien del coravg- o " dci giornali che hnnno avuto un
culto per la morale pubblica. Achille Rinoni che ha. molte pu~ ·
\..,licazion,; al suo clorf,o, gn~~, lC'v;1to dal pnntnno e d.11 FOspclt1 1n
cui la gloria elci n '1ng•a:ori alla h'TO:.:ppia real<· c d<'i vivacchia·
lori alla sr1cppin di Nato avrà l;i nirch;,1 drll'n111mira7:0l'e
Ur,o Pe.c;c1, \1no di quei ~iornalisli clw si lascerc-bbero fucilare pc-r df'litto cli f edclt~ alla monnrchia, era autore clell' u en·
fra/a 111 Homn " e di abi lihri ne" q11ali figurano ill11strnti i Savoia.
la t'.trn anclaturn di frrittO'Te ì· dcli'<'\ milit:wc: r'gida. dovuta
l\.l'a d;i<c.iplina Stile f rcddo. secco tortuoso. I .;i sua o rosa non
h"' trarnlrment;. E' sempre ravviala C:.c vi assale anche con Ùn
fendente. ton ~i scornoone. I .a l'tlH nt r orvi ri111anc nell'ntmo·
sf rra d<>1.di impl'rlurbah;li. Tra 11· lahhrn 11nn punt>1 di Mrc.n
., 1110 • Eii:li ~ ilpl'vn dw i gaudt in~lll' i r.1rno :;rapigl' nl i rhc pr1s
5 ;iv;rno clall'al'egrin nl rlurllo o dalla ccnri fra<'al"so~;i alla produ7ion,. rlell'rirfco 1o eh<". avrcbht• nwc;~o snllosop1n ; rlog;rnicri
della libertà politiC'a "l n7a rwrdt'w il buo11 un1o;e <" senza p<'i.;arr cli perQ<lnn j dr1nni dl'lla prPfc:'>Sionr \'C•gliRla da'I" ;i11tori1à
govcrn iti' ri Pure l11i h:i voluto vC"df'."' 1wi sottnvoci stl viii
J .ur:Ano l\1an;nr1 d~I 1:J,ellis1110 o dl'lla lih1·1l11!nria, come av1cb·
hr dl'Llo il nrofcssorl' Sb11rha-o '\011 r11 c;ltl'ic·o ct'm<' ptctenrlr-.
I ihclli~t;i? 11 lihc'lista ,· un d.iffarnalorc. Orn rgli <.:lesso negav;i
la d 1ff ama:zio1w q1111ndo amm<'lteva le- " t 1 illocilà éooanili del
principe
n.
rc-..
l ln iornalcllo librllo. rlicl'\'a
ci. eh(" s1Ì sb1111pava a l\lilnno non si trattenne clnl rlini11~r·e qtr'l-<i sr; n1folo•'c rd rnormi
rolnr akunr vivacità l!iovanili clrl pr ncipe. Non ~i diceva clir
fossero <>normi. Si cons 1atav.''· s1 n'1"ra;•a, s con' .ribuiva con
tm epi~odio a p•Pparar<' la bioe'rafìa drll \tOm? clcsttnalo a fare
~Idria. Non e 'era riien.'.c
rrialigt10 /\I m11ss11110 era una riveÌazione per coloro che non v.:vono in l\ltlano. "G li Hfficiali dcll;i
~ua casa (dcl principe) dovettero chiedere spien-azione con le
~rmi clcllc offese continuamente lo•o rivolte n. F' anch'esso' un
perodo sbairliato. Che c'entravano loro con le be'ghe del princine? Non vivevano nei tempi mediot>vali per nfc;urnere .il com
nilo di amrr·azzare- per cC\nto del padron<'. Achille Bizzoni non
),a c~ila•'o " rrcnderc la snada e- a r-re~ellta.r~i nello c;teccato di
11na C;'lf('rllla a ~o.:trne•e ra~salto fino alJ'ult.imo dei corazziC'"i
e hc ~li h;i cfato 11ri lrnvcrscnc "l collo l\1;i i coraZ7ieri non dovr~· ano avcrr nuestcl onor(' Nelln OUC'"-~ione df'1la palazzina
r«S; rnll'O dprr'li intn•!'Ì L11 verità è che il principe ru più sagr-io dii )o'ro. Saputo che il Bizroni. suo C'X coiraniere, r>on cm
rirco e aveva scritto un romanzo (aulonsia di un amore) in
cui l'autore Na un hchr.me c:hlle ··carne chl' riclev'1no. n-li Tl"an·
dò e i:enza intenzione di offenderlo, come mi disse lo stesso
1
rr
Bizzoni, un suo .inca:icato. con .un portafogl.o gon.fìo d 1 biglietti
con la s.1 gla U. Acn11Je B1zzcm1 era a letto che s1 curava della
gualc1lura del traversone. Ì\on diede pugni all'ambasciatore ma
gli additò l uscio con la correttezza del giornalista che non si
Jascaa abbon..re dai big1iet11 da mille. Uue parole ancora e poi
abbandono il signor Ugo !'esci. u I fo citato questo epJSodio
perchè h1 L~no dei pnrr- f enomeru d~·ll a~tazione dei pa11,it1
cost1luz.wnalo. 111 Italia, prodotto da rag1on11 assolutamente e,stranc1 alla politica, da r1p1egh1 per:;onafo e non da queslic1Jì,Ì di par~
tlio h . ~uesta è una vostra 1l.us1onc. Gli u ant.costituz..ona.1,,
erano de~ repubblicani. &zzoni non aveva rip icchi nè col prinCJpe nè con .i coraz.z.ierì della sua casa. Ha t.rato in scena la
palazzina di via Luciano l\lanara, come prima o dopo ha preso
per ti collo i maltattori parlamentatri deda regia cointeressata.
JVla Ugo Pesci che ha scn tto 11 re martire aveva una tesi da svJluppare, quedla di far risalire 1l reg;e1dio del 1900 ai « hbel.i milané&i dei tempi di Bizzoni ! reona bestiale. Chi sa dove ìo sto·
rtco milltare Ugo Pesci avrebbe messo Victc•r Hugo se dopo 1
suoi sublimi libe.li una mano reg1c1da avesse assa.ss.nato Napoleone Ili, infangato e rruulato da mucchi di aggettivi1 punitJvi
che r.imarranno nella letteraturn poi t1ca come lo sforzo mass.Ìr
mo cerebrale del genio che ha assunto le forme dt vendicatore
Jell'umanità mascherata. \, 1clor Hugo lo ha preso alla cuUa.
Lo ha portato jn piazza adultero. Lo ha fatto circolare per i po!lll'tboli di Londra e d1 New York, lo ha cdto mantenuto di
donne, gli ha r:messo mdo&:>o lo zimarrone ciel poltceman con il
lnmcheon o l'ammazzapopolo m mano, lo ha appeso spe1giuro
e assassino della repubblica, lo ha annegato nel sangue del
Due Dicembre. E nessuno ha mai ch.ianiato l'autore dei miserabili libellista. I:.' storia <le.i b1ontoloni del giornalismo che ncp1
Mi debba fare del personalismo
Intanto vorre<i sapere se c è un gio1n.a!ista v.vo o morto,
che non abbia fatto del personalismo. Il pcrscrnaltsmo è la nostra
vita. !:-.' la v.ta naz11onale. E' più di noi Se si è conquistato il
dintto di parlare bene, diciamo dcl generale t-och, si sarà conquistato .il diritto di parlar male dei generale Baratieri e <leJ
generale Cadoma, mi pare. Senza questa libertà di penna non
sapremmo più distinguere ha uomo pubblico e uomo privato.
La Convenzione che fa strappare c!.al Pantheon ~lirabeau per
butitarlo nella fogna ha fatto del personalismo prima che lo ere·
deva onesto e dopo che ha scop~lol che il grande oratore non
era che un ventraiuolo che si vendevo. al migliore offerente. I
Bizzoni, i Rochefort, i Zola sono i pionieri cli questa sventratura
individuale d' escludere dalla soc;eità sociale l'immondizia umana. Senza di ]oro noi vivremmo sommersi nella melm.a. Bar
sta di azii.one bnigantesche impurute. A voi che rincorrete l'uomo
avariato nel benessere delle sue truffe fatte al pubblico, la
penna.
IO
una coppia messr~ assieme. d,1 1ilgioni. <linasti~he, non
polt.:Vd nat><..l!'Te 1111a prole hvre1ilc d1 s11l~1le . e .d1 be.lle~za. ~lar­
gherila e Umberto non h._ann<? <lato che il pI1'n~1pc d1 Napoli, un
discen<lcntc della casa Savoia che manca fis1came':1te da tutte
le parli, ma che è r_:usc~lo a .conq1.1istarsi più simpatie del padre
t' ; 1 p1olilìcare q11as1 dei cap;l11vor1 11111ani.
.
\ 11 111 onnrch1a c ' t.· l'llh1tudmc cli 1><1ssan· 111 un secondo J~I
morto al vivo, dal do!ore 1dl'allq:,rrìa. li re è morto, viya il re! F.
11 n'abitu,line di tutti i paes i. No11 è ancor• freddo 1.l cadave-11>.
cli un regnante che t'i acclama al successore. Umberto non ha
avuto il tempo di piangere. l:.gli ha dctvuto wncere il dolore per
il dovece. 1\ll'indomani della morte di Vittorio, il manifesto
« ag!.i italiani » , red~tto dai ministri in suo nome, era s~ lu~te ~e
muraglie della penisola firmalo « Umberto 1 per grazia d1 010
e per volont~1 de:la Naz.'one, \{e d'Italia. In esso il defun::O e:ra
chiamato , il fondatore del R~gno <l'Italia e l'instauratore dell'l..Jni.tù Naz.ionale u Il bando real<', pieno zeppo di maiuscoli:-,
era firmalo da Depretis, da Crispi, da Ì\la1;c:ni, da ~lezz.acapo,
da Brin. da Coppino. da i\higliani e cb Bargoni 11.
Intorno al 1c morto e al re vivo profusione di stampati. C't·
stata una vera specula7,'.one i11 prosa e in poesia. Si 9ono ven<luti milioni d,j opuscoli 11110 più melenso dell'altro Nessllno
degno di vita.
.
.
Tulla roba <la macero. \ >tlono l'.mam1ele non e::ra ancoia
avvolto nf'I manto dr; gran maestro del'a san11ssima AnnunZlat11
che le vie echeggiavano C!lella sua rn1mcvtalità, strillata dapper
tutto come un· er:;altazionc naziomde.
Umbe1lo I. salito al trono, fra il principe Amedeo a destra
e il prmcipP. di Cangna110 a ~ :nislrn, ha ldto la pergamc::na del
gimamento.
. .
.
.
H In preser1n\ e.li l>.o g;uro di osservale lt:<cdmente lo Statu
to, di no11 esercitare l'a11to1r 1 t~ rc:ide che in virtù dP'.le kggi e m
conformità di esso. di far rendere ad ognuno, secondo le sue
ragion;. piena ed esalta giustizia, e <li condurmi in ogm cosa
con la $Ola mira (magnifico italiano) dell'interesse, della prospf'rità e dell'on~'1Te_ della Nazion~
.
.
li discorso a1 s< gnon senatori e a1 s16mon deputati. è stato
un'autoincensazione. !\on si parlava che «del rnio popolo u
"della mia Casa" u della bcnedettn mem-0ria del Re liberatore n,
della "Regina l\largherila », la quale nvrehbe educato «i\ no
stro amatiss.mo figlio nei gloriosi esempi del suo grande avo 11.
L ·ltaha che ha saputo comprendere V•ittorio Emanuele, mi
prova ciò (sup~rbo) che il mio grande Genitore non ha mancato
mai di insegnarmi, che la rdigio"a osservanza delle libere istituzioni è la p.iù sicura salvaguarclia contro i maggiori pellicoli
Urnberlo I che la tradizione stor'ca av1ebbe1 dovuto ch.iamaTe
IV, aggi.ungeva che alla hne dc·Pa cani<'!1a gi sarebbe meritato
questa lo<le . Egli fu degno cli lu1.
Da
-
11 -
U1nbe1lo, re, non e 111ai slalo felice nei i.uoi mov1mentJ . In
~n paese ant1austr:aco come il nostro, egli è andato a Vienna a
indossare la mont~ra d1 colonnello di un 1egg"mento di. F ran-
sco .~ius.e:.pr;>c. un 1~peratorc t h<' ha impiccato e galeottizzato
tanti 1taharn e che e stato tarito tiranno per una sequela cl'ann1
con. tull! i popoli del suo it!1pero. Così. non appena rimpatriato
lo s1 chiamava sottovoce <• ti colonnello austriaco 11 . L'irredentjsmo _diveniva sempre' _p1t1 vio'~nto, appunto perchè si diceva
che ti re, nel collcqu10 con I imperatore. avesse rinunciato a
T rcnto e a Trieste. Dimostrazioni e banchetti irredenti arresti
e< co~danne di irredenti, cose ~he lo in-1pop 0 Ja~1 zzavano.· Pareva
che il re ~acesse a posta a c.rcondarsi di avversioni popolari.
Certo Pavia, uno dei suoi guardacac~:a nella tenuta reale di
Tombolo. aveva arr mazzato un povero c;i.mpagnolo e stramaz·
zato. un altro s~o collega rer punirli di un pò di legna raccolta
per 1 loro f re.dcli foco 1ar1. Il 1e poleYa s edare il tumulto che correva per lo Stivale come un b»wdo d i <l i.::gusto c o n ul'a manata
di biglietti da mille. I cons;glio::n g]1 haPno chiuso il cuore e lui
ha P.referito pubb'1camenle rimanere un:i sfinge . Non ha pro·
11unc1ato una parola di nncrescimc11to. A P .i:;a. l'as~ass1Po aJfe
dipendenze d1 Cmberto I. è stato afsolto. rn;i l"anima. della de
~nocrazia pisana si è ammut~ nata. E' corsa disperatamente per
1 Lungarni e non s1 è fermata che al l)alavn Reale. dove r:s·edeva l'ammini~trazi~rne della L's.'.a Civile . E' s tato uno strep~to
L~~ ha echcgg1~to m tutte le 69 proviucie " Abbasso gli assass.m1 ! Abbasso 11 re! Abbasso il colonnello austriaco! Abbasso
1
le guardie de la casa reale! Abbasso Tommaso Villa (11 difensore del gt1ard;acaccia divenulo poi prc.1sidente della Camera)
Vogliamo g'ust1zia! u. L'effervescePza irnpetuosa. delle folle è
Rlata sedata con tante condanne d11i g'udici servili e abbominevoli.
Sul;if t~ dopo è cap_itata al re un'altra disgrazia che lo ha
r7so. P'U 1mpopo1are d1 quello che era Vittor o Emanuele li,
1 _ulbmo re personale che aveva voluto imitare ;1 p<1.z7esco Giorgio III del trono inglese senza riuscirvi. ha sollevai: o una tempesta piena di boat.1 r_nghiosi conllo la mon'trch1a. quarido ha
d;chiaralo l'impresa e•o:ca di !\1cntana un alto di ribellione· e
u.n attentalo contro la Patria. a. roli eh~ dovC'Vi'I divt>r.ta Y(' prc~:1cle11te dci Il' inistii dc; Savoia s ·era strappati i capelli. Il figlio
di VitLor'o ha superalo il padre Con la triplice alleanza ha sca
tenato uragani di fischi ,: n tuL·.i 1 c~c'i delle cento città italiane.
In verità nella costituzione il coronato non è o non dovrebbe
essere che un uomo di paglia, come il gerente de; viornali. Ma
Umberto I è stato un re direi quasi personnle. \'i metteva il suo
la. Aveva del pad•e sen?a la glorna ciel Genito1e. 11 personali.
smo umbe~nc1 fu sent~tis"irno. Un giorno ha tentato <..On una
e
12
13
1
cabaJa di Corte di ~es· ituirc a\1.1 cos1..ituz101H' bmg •cse una cnstituzione militare. Le ondate antimona1chiche &. sc~10 sfrenate
e la S\la drnastia è past-ata traverso l'eloquenza tribunizia che
voleva sradicarla dalla vita ;talinna.
;\11' esordio dcl rc~no rJ: Umb~orto. come ho detto, &i <la' a
una grande irnrpotanza al1'11omo che non era padrclne d1 prr-·
pararsi neanche un discorso senzfl la collabora7ÌOnC dl"1 ministri.
l\1a la simulaziione dC"i Crispi P d<'i Nicotera faceva attribuire i
mi.!<fotti politici al wvrano. I due 1inn~ati gli facevano fare cl A
irritato~e pubblco Cc1n N1cotera prima • e con Crispi po;, In
democrazia sovver::;.:va che non aveva voluto adagiarsi nel 1a
"democra7ia monarchica 11 . rapprcscntdta dall'opnortun;..,_mo e
dall'ind\viduaFsmo inte•e~ati, cm continuamente alle prese con
le éllltorit~ pubb1ichc i\r cs•i. conchnnt'. domicili coaU1 e randella•.e e scinbo1ate poliziesche. I soci;:ilisti. come Andna Costa
veni\'ano oersei..'ll lflti dall'am111onizio11e o chi dom~cilio coatto
o condannal·i ccr.nc malfélttori I rcpubb 1ican,;, come 17ralli e Albani. non pokvano andarC" in piazzn senza tirarsi dietro un
esercito di guardie. di ~oldati. di rnrabiri:cri. I dekgati scioglievctno i comiz;i a squill"l" cl; tromk1. a <l•gatc, a tcvolverate. Un
pazzoide qualunque, co•nc Davide I .azzarctt: .1111 profeta che
si cYa annunziato n•1ovo tNh•n'olt', inilH\''1 i 1ni1·1:.,ln firio nll'o m:ciclo.
Lo hanno ucciso come llJl bngi'ln~r o 1111 grand'uomo.
Il ca::10 meritn un nò di cronuca Cfl;1oli e 7.anardelli erano
divenuti due Coccanie 1ler di monarch;a Non capivano più che
l'ubbid~cnza e la cicca nmmirnzicnc. Ogni movimento spariva
con le loro fucilate .
Davide I .azzarelt.i non e-ra che un biroccia;o conosciuto nei
p11esi dcl monte' Amiata e in Maremma Egl'i era più un al111
cinato c he un riformatore di vita sooiale. La forma religios'\
attirél. ra proseliti, d1inma intorno a eè gli imbecilli, i riotto~I
della rnnser'a, coloro che non rinunciano a 1le promesse tness~e
nichc Lanaretti era un SOj!Tlatorc che! aveva veduto e parlato
con Cristo. eh· egli diceva di adorare come Dio e Redentore
Scriveva tutte queste sc;empiaggini in opuscoli. u li rescritto
nrofct=co Il, e• il r'sveglio dC'i ponoli, avvi!'<i e p,.ed17ionj di un
incogn:to profeta». La sua esaltazione mistica gli aveva procurato rrolti seguaci. Crist:o gli ;weva in~unto cli fondare le u sett~
città cterrali ». II papa stup.ido cc'me tutti i Lazza.retti. g]i f ecc
l'onore d:i una scomunica. Co-.ì f. divc-ntato il Coccapieller di
Cristo i>ulle altuire del m o nte Lab•o . Un giorno, annunciati e
slrombAna~; i suoi trionfi profet:oi. doveva discendere cctn. le
sue molritudini, con i suo~ kç;ìonnri, con i dodici apostoli con
una selva d~ insegne r.olcate rJ: motli religiosi el ccn IR ftfs.a~ione
che il 8 UO manto foderalo di ro~·o fo!>se un 0""'1't>n~imen•o cl1e
il suo sangu!" sa.rebbe. stato spnrso p<'r confondersi con il llnn·
0
gue ciel cibo1 io.
L'allesti~é:nto scu11co era t~~t.ra'e. 1 _I sette prin.:::•pi legionani >> • sc~lt1 a ~on ai:idare le rn1hz1e crocifere, con impesso al
petto la s1gl.a cli D1l.v1d, dalle maniche lunghe e strette, gallo·
rate doro a1 pols-1 come al collo. Lazzaretti 1.::ra nel n .ezzo , con
la croce. al centrn front~le che g:i ~v~va dato S. Pietro, perchè
testimoniasse alle genti la sua m1s.s1one . Egl~ era l'unto del
s-1gnore conda~natc' dall~ ch.esa papale che levava il popolo
alla sua salv.az1one ..I leg1om~.r1 erano pomposamente coperti dal
manto turch'no e g11 apostoli dal manto rosso.
D1scenc1evano fra caì i e T' eghie ' Sulla b'mdiera mass~ma s.i
leggeva . ."La repubblica è il regno di D 1o 1. LQ credete?
L~ nsposta fu una vociferazione d1 sì.
. V1c1no alla Ajole, presso Arcidosso, vennero incontrati dal
smdac~. da. ~n dele~at~ e da non pochi carabinieri con la baiq,.
netta a1 f uci!1, con I mg1unz.ione di d"sperders.
·
. Il profeta non era in grado di fare che della resi"t~nza relig_1osa. çon ca~ti e p_re~hiere si fece innanv con la fe<le nel diritto e 111 « Cns;o g1ud1ce 11 , additardo al delegato la bandiera
sulla ~ua!e era 11 redentcre. · Se vclete la pace, diceva il Lazzaretti, v1 porto la pace, se volete m1:sericordia, avrete rrise:ricord1a. se \'olete il sangue mio eccovelo, d:sse il Lazzarettì al·
IArgando le braccia
l I delegato \'Olle il sangue.
- 17uoco 1
I~ profeta hil; potuto per un attimo agitare il bastone p0j ::.tramazz;o. 1 pro1etl1ii conti~uarono. l\lolti caddero. La &trage ebbe
termm.c con la fu~a dei seguaci. G1'i uccisori si avviarono sul
ca.mmrno fatto. D~vide Lazz.aretli venne portato aJ rr.onte su
1111° sca la, dove .giunse spirando col petlo insanguinato.
.
Nei .banchetti repubblicani i nomi di Ca;roli e cli Zanardelli
mden~ornavano e venivano sbattuti via come <e 190vemanti es·
sass n1 n.
E :nentr~ De:pretis barzeL~ltando driceva a futl~ che la dina.s'ia dei. Sa.voia c=:ra la più antica e liberale de~l'Europa, in ogni
centlo italtai;o ,s.1 tumultuava e si gridava abbasso il re !
1 te poi .s~nza tatto. megalomane d; professione, come il
suo grande mm.1stro, passava da una gaffe all'altra. Non appena sul tr.ono gli è tc.cc_ato, lui grande fumatore di virginia, di
~rmare I.aumento sui s gari e sui tabacch.;. Nel piccolo episod'o
e la storia dei ministri dei Savoia. Ci tas..«erebbero i rantoli. Ci
tass.ere!;ibero. la respirazione. Cl,; jtalian; sono i p:ù tassati di
tutti gh stati. Umberto amava Sella
il famose( ministro del
fontat?re sul rra~inato L'uomo che aveva fatto premere dal
Tant_o 1? gover_nat1:-o i. v=Jlani che mangavano pane di miglio.
ll'lt1. i
bracc1ant:i fin;vano nei peJlagrosan. Il re aveva indubbiamente consiglieri nemic~ della sua fama. Con un popolo
11
poco relig·o~o o indiH1.. renlc d1 ogm 1t l.g:om>. ha in.iziato le sue
obla.nor e.un c111quantamiln lire al card;11al<' ''icario d. Roma
per i poveri. Non si poteva essere più mf clicn. E.gli aveva riba·
d"to il scttovoce del'.a bigottcr;i'I clomll!>i.ica
• . •
'on poteva darle al sindaco cl,, distribuire? No! B1sogn.i·
va propno che irritasse il pubblico che aCCIPHWa i Savoia di
··lericnl"smo I
PiC'no dell'orgoglio dcl suo a\'O 1 magnan.1110 e sventurato 11,
1•saltavu se stesso e la sua casa con le parole che pa1 C\ ano dì
u11 CoccapicJler dcl trono. Parlava di lei P. di lui con le grandi
maiu~cole dcllf! vencrnzioni e si serviva dei pit1 fervidi arcaisn~i
rnomnchici per incensare luna e l'alt re\ La sua casa inch:udeva
la magnanimità, la grandezza, leroismo. il sacr:fìcio, la glo11ia.
I sudc.Jil i erano niente. Zavorro per lt> tasse. Se il sovrano
fosst• &lato 1rn iettato:c che f acessc correre k dita al corno dello
scong' mo, non pote' a far peggio. La iettatura lo perseguitava.
Il n10 primo d,:scor:;o ai rappresentanti della nazione è stato
regi~trato dn tulta la &lé:1111pa pe'r un Ct->11~onc messo ris:>ierr<e dn
ce1ve.lli l'uno più sganghe-rato dell'<iltro \lu<Jlo, rl'torjco decla·
malorio, manchevole di logica l' di forrnn.
Dalla sua ascensione t11tto gli anda,·a 11.ale. Piogge torren.tiali che facevano straripare i fiumi coml' in Pii 111ont1~ 11 sul veronese. terremoti sciagurati com<> quelli di Cai;amiccio1a. omicid: di caserma come quello clc·I t\]~o;dca, Assassinii polJtici come
quello dcl Lana retti. Con lui, re. il clericalismo eh 'egli proteg·
gicva di sottomano con l"aiuto c.lclla sua signorn biv<Y.ta, eta
clivenuto spavalc.lo, aulo1itario. minaccioso. Leone Xlii cont;.
llltava con !!lii istinti perversi ciel mestiere e.lei prcdccessorc.
Peg~io ! Pcrchè Pio IX turbinoso, tempestoso aveva se non aTt10 l'onore del pdtere. r: morto inflc~sibile. /\gli spogliatori del
papnto ha dato il s110 sdegno. Leone Xlii. alin seconda ena;clin1, era genuflesso al lenocinio. Poteva chiamare il figlio del
detronizzatore 11 la \'eneranda maestà del Re 11. li prcte omici
diario per odio alla torb:da 11 plebe u s1 era brutta•.o di sangue
umano come de~egato papale. A Benevento a Spoleto e a Perugia il nome d; Pecci terrorizzaYa. E.gli non ha saputo sbrigliare
i suoi odi di classe che conl;ro le moltitudini sccialiste, nichiliste,
nvversiste
c.:oè contro coloro che volevano 11 di~acrarc n il matr,:monio. abolire la proprietà e portare la pace socia1e fra gli
uomini . Questo trucidatore di poveraglia ha lascialo dovunque.
frn preti e laici, 1;cordi c!t iena. Veduto alto, scarn.o con gli
occh i del gesuita protetti dad; occhia li. nel paludamento pa·
pale, faceva venir freddo anche se aveva in mano l'aspersorio
per benedire Gioacchino Preci. nato nel 1810 da gente pitcrca
è 1fo!"cito il rovescio, a non amare che i ricch~ e le ricchezze
che g].i ha dato il clero, la cui maggiornnza è r,;masta nella penuria pi1rngl"vole in tutto il §UO regno crndele. Esercitava sugli
-15-
scogr.ozzi un'influenz" terroristica P1onto a proslarsi a tutte le
?utcn.tà rct,rie. aizzava i preti contro gli « usurpa•.o...i u e contro
1 cler.calot_o.b1 che vo!ev.ano ~omc il l~icotera rovesc:are il papato nel l evere. \! 1sc1do, mccstanle. Ì\c elert1 nè elettori
ma lasciava che i clericaloidi lavorassero con la chiesa per
IPzione dt. i i\ leda chr avrebbero pci indossato l'unifom1e di
Corte J\\on aveva concetti moderni. Non fiutava la bufera antic~e ricalt> 1-,er farsi sentire potente mandava m pubbl.co le funz1on1 ora per commemorare le vcrgllli na'e senza macchia origi·
nale, o~a per cantare le• Laudi alle Ma,ie concepite anch'esse
per essere del'o spirito sante•. FunZ.:oni indecenti che altiravano
in Homa molte generazior1i di idioti a portare oboli per la sconr
eia person~ del papa e a diffondere una sp"rc1z1a anl.g ernca.
Altre Junz1om che tu_i ~avano e dovrebbero turbare la quiete
pubblica erano 1 \'1at,·c1 che p1ovc~avano le sassate di coloro
che non potevano tollerarli. lJato che lo ~i.ato permetta simili
buffonate, il prete vada dai mor bondi con il santissimo sacran·ento in saccoccia e con esso il piviale sgargiante e accompagnato dal .campanello che m·,·crte la gente che passa per
le strade il sedicente corpo del S;gnore. Cose da negri, da
ottentotti, da gente a neo ·a dedita ali· antropofagia. Con
Leone XIII fu come con Pio IX. Fra b gotti e cittadini non c'erano che pugni, ~assale, bastonate, collutazioni, arresti. Si
sono dovuti sopprimere e chiudere 1 perturbatori in »Oltana,
negli ambienti eh esaiuo li per dare ti-egua agli um e agli altri,.
l p1cti con Leone \lii erano più furiosi che con il
Marat della ~iara .non app~na adag1:ato nella cripta ad aspettare la mumm1ficaz1one per il funerale. Con la loro raL;.anza inve.!en~vano I° opinione pubbl ca. Gli 11 aki ll che si erano costituiti
m una formidabi.c aosociazione comiziavano e riversavano sui
ne11 tutto il volterrismo violento chi'.' suggeriva la mos~ruosa
c~1csa che i sovvcrs5v1 volevano abbattere o bruc:are viva come
ai tempi di '\ero11e. I più audaci comizianti incitavano il pubbli·
co a passa•e sul papato coi pie.:!i e calpestarlo. Nessuno Yoleva
più le guar<:!ntig<e. Lt; v:e ri~uonavano degli abbasso! Abbasso
le gua: e. t gie ! Francesco Ci ispi che avl:!va prote".to indfretta·
mente la gentaglia del Vaticano, \"enne smascherato. Dietro la
sua larva era il farabutto. il delittuoso poliziot.o, lo speculatore
~olga e dr do:·ne Il Bel-1\mi che si lasciava mettere il denaro.
1~ tasc;a dalle femmine, il turpe organizzatore d.i commedie ma·
tnmon!al1, cadde L'opinione pubblica gli inflisse l'ostrac.:smo.
Lo mise al bando con una car. ata di roba fecdosa Con la
~terra alla religione s1 era rav\":vata !"agitazione per la libera
z10ne delle provincie irrt::denti, d~ ·1 rento e di Trieste.
. L'agitatore massimo era !\latteo lm briani. I republ.icani
d allora e1Tano molti. Tenevano banchetti e Cc ingressi che duravano due o tre giorni, sotto il n'.\so della monarch~a in piena
re'
0
16 -
capita\:. Piantavano ,,.ui palcoscen1ci e sulle piazze vess1li rossi.
1 pesci grossi, fra i quali, Carducci, anzi fra i più collerici antimonarchici, si radunavano in via Due i\lacelli, dove jj voc.ionc
di Bovio faceva tremare il soffitto, a tramare contro la rr anarchia d~ Umbe~to I. A quel tempo, in mezzo a loro, la rivoluzione
non era un vccabdo elastico venuto dalln Francia . Part'va un
"deale cli bronzo La fiacca <' 1.1 gen•ilome1i.1 di Albnto i'liHio
non aveva ~r;cora prostrat'.' 1.- ui11111e. Il d.11'ttorc dt·ll., Leg;;i
non voleva nl1 fra monarchi e repubbl~ca. L"i111.i devi: <ispt'ttart:
la ma.tllrazione cldl altra t: a processo campiu1o dovevano acpararsi con una stretta cLl mano. L"inglcsofilo \·ol1·va magnanjmità
e. ?ignità dall"una e ~all"altra. I volta faccio Eono serrpre i più
v'l1. .Una v.olt.a c.ar:nb.rata casacca non sanno più occuparsi che
Jegli as.<:oc1at1 di 1en. Al potere non vedC'Tlo eh.: loro. Li c;r.
condano cl; pollziotti. Li fanno pedinare, tc•nerc d'occhio La
persecuzione nei bifronti J,;venta una malattia. Diventano .cupi
per un. gnd~>. ljerdono la te.sta. Vivono di spaventi. A cgni
moto d1 rossi fanno ammanettare, condannare. coPfinare chiudere nc:P: zo_ne ?ei clelinq.t!enti. Ciov.anni Nicotera, il co~de~to
eroe ~1 Sapri, drve:iut? ptu monarchico dcl rel, dal giorno che
la rf'gma. lo aveva mv ta~o a danzare con I~;. fu pi1'1 cortigiano
del Cr sp_L Lg 1 ha osato mterrogarf! con la parola tc:rva il gov<:rno del Cal!oh
sapere se ~le deliber~zioni e i discorsi repubblrcarn del comn!O di porta :S. Pancra.-10 fcssero in armonia con
le leggi de:i Savoia Fuori della Carn<!ra la gente si teneva il
venire. Rabagas che .aveva. preso iu1!. ~erio il suo corr1Pito d1
vandeano I f-u un subu~so d1 1mpropem. Il ciP]o dell' It alia rossa
s.i er.a osc~rato. Non s1 avevano più che palate e uova I racide
per il sedicente eroe del Borbone. À cgr,: com1z: o lo si scon
ciava con i voltacasacca e gfo s1 rompeva la faccia La dina.'llia
er!l ~1scu~sa 1 .suoi m!njstn avevano av11to t11tt.1 un 1)assato vcr·
m1gho. t.rano 1 maudrts del pa~.,alo Le loro i<lee ::si trovavatio
m conflitto c~KI le i.dee del p~sto monarch 'co che occupavano.
Con questo di peggio, che il I aese con !oro fu disilluso Invece
cl.egli amici che aveva applaudilo tante volte come tanti Danton
s,; è trovato di fronte a un mucchio di versipeil.i e di giullari
~ C~rtc, pau~osi .di loro steS&', venali più di prima. [rano par
tnott1 repubblicani che avevano mandato come Cesare Correnti
i conti da pagare alla monarchia.
li re intanf.o si impau•1va e sognava come rl ?anardelli altro
scellerato puzzo'ente come una carogna, l'ora di st111 n~ere i
freni. Dovun9ue. la. voce del!a demc)::razia ingrossava ed esigeva. Le assoc1~ziom repubblicane aumentavano. 1 circoli Bar
santi si moltipl·cavano.
L'.Jnt.e~azionale ru~giva. lesi, il centro del rivoluzionari~mo, s1 d1~h·arava pubbli~amen.te devo~o a queH'ideale al quale
il Barsan~t aveva offerla 1mpav:do la vita. Pronto ad affrontare
r:e:
-
17 -
con le armi quella realtà che esso intendeva e sperava. Pronto
a rr.nnifestare a viso aperto la venerazione' profonda per tutti i
martiri dell'idea repubblicana.
Una fortuna monarchica come il voltafaccia del Carducci
che aveva indossato il frak per i reall e cantato· per la regina
non capita nè tutti .i giorni nè tutti gli anni. L'inversione del
grande poeta ancora nelle liste repubblicane con i Giovanni
Bovio, con gli Agostino Bertani, con i Federico Campanella, con
gli Aurelio Saffi, con gli Alberto: Mario, tutta gente che poi
ha seguito il Carducci - aveva sollevato collere, compiacimenti ,
grida. colluttazioni fra un cervello e r altro.
Gli studenti repubblicani lo circondavano e! lo seguivano
con gli abbasso il pceta ! abba.<>SO anche quando il professore
andava in cattedra. Era un casaldiavalo
- - E inutile che gridiate abbasso! risponrleva Card11cci,
la natura mi ha messo in alto.
- Ma non al disopra del disgusto !
L'avverumento passato nei g:ornali ha aggiunto combustibile all'~ncendio. Polemiche. esaltazioni mctnarchiche, demo·
nzioni repubblicane, plehischo carducciano di tutta la gente
per bene. Coloro che ere-devano che un professore repubblicano
d.i una cattedra monarch;ca fosse un'anorralia, uno scar..dalo
una indecenza applaudivano il passa~s;(io del ponte di Carducci a
ciuattro mimi Eg-li era finalmente nella cderenza .
Onde venisti? cn1ali a 11oi secoh
1
si mite e bella ti tramandarono?
li V'ag1210 delle maestà continuava. Non si nuò dire tr1onf <wle. Fuori di Bologna non c 'è stato che l'apolauso fragoroso
della borghesia. Gli estremisti non s~ fecero vedere che qua e
l~1. in lontananza. come osservatori.
L'incidenA:e di Nanoli è stata una sororesa Nessuno aveva
pensato al regic:dio. Era il solito Ravaillac. delle solite feste
monarch11che, il solito sconosciuto che viene come !<U dagli ah:ssi
umani a ricordare ai festaiuoli che c'è aente che soffre e patisce.
L · avven;mento c'he ha funestato il viai;rlio re<" lf> fu del 17
novembre 1878. I reali erano scesi aJla stazione addobbata con
rragnificenze re~ali. acclamati dalla folla che aveva potuto penc-trarv1. Una volta ,;n carrozza il cortegQ;io si era messo in moto
ed era giunto in via Carbonara. Un 1ndividuo si precipitò sulla
carrozza reale tentando di colI?ire il re con un' anna foggiata
a pugnale. Il sovrano si sottrasse al tentativo del reicida con
1111a sciabolata alla testa dcl giustiziere popolare. La regina si·
multaneamente gridava:
- Cairolj, sahJi il rei
Il presdente del consi~Eo lo aveva acciuffato per i capelli
e consegnato al capitano dei corazzioni acccrlrso allo sportello.
Non ci furono che delle scalfiture, ma l'uragano dei con-
lt) -
18
sorti della politica e del giornalismo non fece meno fracasso.
Cora:!ro al solito sistema del di'sscppellimcn1o. I rigu1gili di penna
e di piattaforma furono raccolti com<.' <locumen~. Cc ne furono
per tutti. Tutti erano colpevoli. TutL1 avevano lavoralo di istiga·
ziionc. Il re crn la corsa. Tutti gl llll•Ì111onarchiCJ avevano gareggiato per raggiungere il oovra110.
Il regicida è stato mc..sso i11 ci1cole1z10Pe lelt•gralica. Giovarmi PassananH, d1 prof es-,ione cuoco, d 'a nni 29, nativo di
Salvia - provincia d1 Potenza. S1111"i111pugn11lura del cdtellaccio
erano queste parole
u Viva la repubblica inl em,1zionalc !
Non erano ancora sedate lt: dimostrazioni di rc\·crr>nza e:
di simpatia per i sovrani e i pergarni rnanifcsta,·ano ancora
l'esecrazione clericale per il Passnnanle e l"esaltazione per
L.:mbertol e :\largheritn che il re t• la rt•gi11a sono stati atterriti
da una bomba alrOrs,:ni, gettata da unn mano i~nota all'incro·
cia.rr.ento di v:a Guelfo, in Firenze, nella calca della processio·
ne. Il telegrafo ha dichiarato clw il " delitto a~1ocissimo era
opera della setta delrlnternazionale ,,.
Due friorni dop.o i reali erana '<lati fcsteggialii dai pisani.
Il cortegg:o era avvialo alla prdettur,1. Si acc-lnn 'Iva al re alla
regina e al principe di Napoli. Giunto in piazza dei Cav~lieri
il prefetto si presenta al halcon<' " r" ngrnziarl' per i sovrani.
Altra detonazione. Altra bomha a!l"Orsil'ci. Il bombardiere
\'Cnne agguantalo da uno ~luclcnlt' P coni;egnato alla polizia.
Prima dii sera la u sella >1 andò al caffè dell'Usscro, ( requentato
dagli studeni i. Nacquero zuffe frei reaiis{ i e irtemazionalisti.
Cinque dei zuffanti ferii.- e altri minacciati. Il pubb~ico è un
grande ironista. Cairoli. salvi il re! fu 1m imperativo naturale
che' nasce in S>imili. frangenti. La gcntt' ha tramutata la frase
m un rnmprovero. E divenuta una disapprova7.ione contro il
presidente del Consiglio~ L'opinione pubblica interpretava !"incitamento regale corr·e un Cairoli, salvi il re, lasc1ando il rniniistero !
Egli era biasimato dai ressi perchè s~ serviva della polizia e dai
consortl, perchè non trattava i rofsi con1e r.emici dello Stato. Il
solft:ovoce lo accusava. di non c~sere al suo posto. Poi si aggi un.
geva che dove era lui accorrevano le sette di tutti i sottosuoli.
I repubblicani erano d;venuti audac,:. La polizia con lui al
potere era impotente. Non agiva. Non massacrava. Ai nemici
della monarchia eTa stata data una libertà intollerabile. Si diceva che i c:.tta.dirn; Carlo ~antini, Barr'•clomeo 17i'ipperi, Tancredi .Li-yeran1, Fede~co Zuccar i e !\n~onio 1:ratli avessero pot~lo mv.'8:'.e una s~ttnn;an.~ ~rima ddl avvcn1me!1 lo di Napoli.
a1 soda!~z11 repubbbcarn, I mc1tanic11lo a una "a7lone n più viva
e defìnrit!va e che .Carib~ldi avesse propalato per i gio'nali il
12 novembre c he I avvcmrc del mondo ~;uebbc s' atei repubhli1
cano. Sfì<lucia in Cafroli. Caduta dt>l ministero Cairoli t La
Hagione, repubblicana, cli Cavallotti, occupandosi delravvemmento ministeriale, diceva che cc monarchia e l~bertà erano inr
compacibili fra loro >1.
La Cap:tale, diretta dal reppublicano Dobelli, aggiungeva
parole più gravi. Essa stampava '' che gli auton dei doilici miliardà di debiti, d~ massacri di Teano, della Convenzione di
settembre che vietava alrltalia di andare a Roma, delle manette
c.l:i villa Ruffi (fra gJ,i arrestati di Viilla Ruffi era un futuro p·residcntc del Consialio ministeriale) non devono avere il dii.tto
d'interpellare gli :ornrni onesti che sono al ministero e che spero sapranno riparare alle sventure cagionate dai suddetti.
Fra i difensori del trono non e· erano figure rispettab~li. Il
Bonghi si era dato alla gioia dei banchetti monarchici e alla
crapula giornalistica. Cl<i altri valevano poc~. Si sarebbe de~to
che la monarchia fosse nel per.odo della discesa morale e intellettuale. Si moltiplicavano i pazzotici. Era uscito dalla oscUr
rtlà uno scozzane. Il Coccapieller pieno di vanteria e di presunzio'ne. Era un mattoide. Con uno s14ile mattesco elogiava se
stesso e la casa regnante. Aveva iniziato la sua carriez-a giornalistica con il Carro di Checco, l'aveva continuato con l'Ezio I. e
finita con L'Ezio li., pubblicazioni clamorosè che avevano raggiunte tirature fortunate. Direttore smargiass~me che voleva
che la gente giurasse di idolatrare la monarch~a. Con un passo di dragone papalino andava in giro con i capelli oleosi
ammucchiati sul baveto, con 1 baffoni arricciah e impomatati,
con gli stivaloni sperc<nati e lo scudiscio in mano del domatore
cl~ serraglio, del direttore di scuderie di qualche pljinc1pe dello
sport Oratore & sprcipos1ti enfat.c1 pareiVa un uomo che avesse
molLi plichi da aprire per stordire il P':bbl!co.
.
Sedicente adoratore di Casa Savoia, rncensava il re e la
regma in ogni pericJ:lo col torpiloquio del lei:ione. 1.1 <1 tribuno''
come lo s1 chiamava, era un mangia rrassoin1. Lo s1 supponeva
un idiota con al dorso chi g1i correggeva la prosa asmatica.
Era vero Dietro lui era la nota spia Davide Besana. Parecchi
altri fì.lribustieri prezzol~ti dalle liste ?olitiche face:vano ~ rest;o~
La sua oratoria era un accozzaglia d1 parole. Il giorno m cui 1
framassoni si accorsero delle sue commed1e terroristiche specialmente degli straf alcion:i che diceva alla Camera - fecero salire le sue azioni. Cli avevano fatt~ assumere un att~g.­
giamento di guardia naz:onale ;~giuri?sa. Fr~ncesco Coccap.Jc::ller che non aveva saluti e batt1mam banal1 che per i Savoia
entrò nella Camera come rappresentante di Roma. La sua
elezione fece scolorire molta gente!. Il collegio che lo aveva
eletto e rieletto era quello che aveva mandato ala Can:iera Giuseppe Caribald~. Pareva anche .a coloro eh~, I<;> applaudiv~no per
'encle1'ta che non si potesse discende-re p-·u m bai,so. L ammu.-
-
..:i
20
tinatore reale si pavone~g1ava. Non lo si ,incontrava .:.he
per acclamarlo. La sera in cui il re, la regina, e il principe di
Napoli si erano presentati al balcone per curvarsi a~ dimostranG, la dimostrazione dal Quir:nale si avviò all"abitazione dei
6"fande scozzane con la grida di • Viva CoccapiC'lleT ! viva la Ji.
bertà ! n. Il deputalo d; Roma era divenuto sinon~mo di l:.berti1 !
Giunti agli uffici cieli E.zio Il ci fu pit1 baldor:a clw davanti al
Quirinale E' qui Checco, gridavano gli sccdmnnat1, evviva Chev
co ! parli Ch\;cco ! Si spalancò una finestra dcl primo piano C"
Checco protese la testa e si f,~ce vedere con i saluti, con i rin·
graziamenli, con le rr,ani che a~·tava110 l'arii1, dicendo ch'egli
vegliava su quelln Roma sern.inata d1 cadave>zi schiacciati dal
suo Carro. I traditori avevano i giorni contati. Li pregò di sciogiliers1 e di rispettare la legge come la rispettava il loro d<.:putato Checca. Poi, dopo un po' d1 pausa, riprese a dire che i
nemici di Rcirna erano i suoi nemici alla Camera, ma che lui
avrebbe smascherati tutti i farabulli ,. tulli i ladri, pt:n.;hè 1( io
andrò alla Camera dove difenderò il Re. il quale coll'essere
mJO assicurerà la felicità alrl~ara dai birri cli Napoleone lll.
li vostro Checca non si compra, perchè non si vende. Vi saluto. Gridiamo " Viva Roma! Vivc1 il R1· ! 11.
La legis'atura che accolse questo ciarlJ.tano della. politica
italiana fu la XV li re, inaugur.rndola, circondato Ja tu!t] i
principi della C:asa Savoia. terminò il discorse scialbo con questo annuncio a. rappresentanti della nazione: u Il matrimonio
del mio arr at1ss1mo cugino il duca dr Genova con una principessa che appartiene ad una delle più ant'.iche e più illustri
dina.stie della Germania, sarà nU'Ovo pegno di amicizia fra i
due paesi >1.
Non si capisce perchè le Camere Je,i Tdppresentanti contmuino l'andazzo di occuparsi degli affari domestici dei sovrani. E. affar loro. A noi fanno nè caldo nè. freddo i loro
matrimoni, come non fanno nè caldo nè freddo le loro mé/ail.
liane es.
Poca ca.sa per un pennaiuolo che vo!eva essere un demo.litore della democrazia anl.imonarchica, ma abbastanza per ~
serie qualiifìcato dalla legge diffamatore degno di tre anni e mez·
zo di carcere, con ragg;:unta di una mulra cli 1400 lire.
E siccome gh attaccati dall'Ezio Il inchiudevano sover1te deì
hubi e deg~i affaristi dei partit~, il pubblico diventava co.npletamente suo. La sua prosa diffamatoria passava per vangelo I suoi
delirii megalomaniaci delle cos';! sensate ì\.Ia il pazzo~ co rimane
sempre tale. Il giorno dopo usciva a documentare se s•esso.
Cito I~ petrzi~ne· ch\egli ha a~borracciat~ in una giornata negra
perche essa r·vela la sua bona monarchica, la sua deficenza 0
il suo squilibrio mentale.
<e
Sacra Reale Maeatà.
H Roma gloriosa da seco!.!, pacl.!'ona del mondo, ha voluto
tiamontare r antico splendore.
1< Risorta nel I 8ì0 per essere del vostro immortale SuQcerQ che ha succhiato la libertà dai rrembri della Dinast1a ma
vive da doclici ?-nn.i una v~la di sussuJto. .. Non è questo' che
ocr.orre a.la citta eterna la quaJe, <leve esse;re la Pi'Ù gloriosa
Jelle 1m tropoli capitali e invece è affet: a da lenta consunzione per f aria ri:;orgere nuovamente alla sua grandezza occorrcmo miracob. Sietei Voi il nodo Gordiano fra il vecchio e il
nuovo. Il culto della pa1.na vuole l'esposizione mondiale, ma
occorrono anche altri grandi lavori. Lanciate dunque ali 'Italia
lappello per una sottoscrizione nazionale coa.c:Euvata dal Vostro glorioso marito e l'Italia risponderà unanime al vostro appello dando mano così a fare di Rc•na la piu grande capitale
fra le rr.etropolt.
u Per il popolo di Roma il suo rappresen~an.te
Francesco Coccapieller ,, .
Imbecille! è caduto da stupido. Venne condannato per
nvolta ad un pretore ad altri sei mes1. Dal carcere n-0n uscì
che rielellto e graziato, perchè a Coccapieller non bastava l'amnistia propot>ta dai ministri. voleva anche la grazia sovranJ. !
E.g'.~ scomparl dalla perturbaz:one pubblica per sempre per)oteguitano dall'opuscolo di Lombroso, i due tribuni. Ho dato
importanza a Coccapieller, perchè na&;umeva i tempi ti:ann.1c1 della pulitica del Oeprel s, bar:.c.cllettista, che ha potuto es::.e11e pres:ctente del consiglio dei ministri, di Francesco Crispi, che
ha potuto essere ministro delJ'intemo, di Zanardelli, uomo d 1
basi'.!\ levatura, che ha potuto p11ssare da un gabinetto ministenale ali' altro, esalta!JO come. pen;onaggio cc intemerato» Più
tardi, pur la :ciandosi regalare la villa di Maderno ammobjg[ata
con tanta eleganza, doYe è poi morto come un santone della
democrazia! Coccapieller con un cel'Vello arretratista e bU>ogn~sta d'intelligenza ha potuto far,,i credere, aiutante< cli carr.po
di Garibaldi. ainico di Vir,onrio Emanue!e II e pubblllcista influente di Casa Savoia I Idolo dei f ognisti. 1 :torna aJla fogna!
Un altro in<liz;o di decadèti.<.a fu la sbardareide. P1etro
Sba:rbaro, insegnante Ji diritto nell'Uniyers~tà di Parma, s~ è
messo a bucare l.'on il mir.istr,) dell mdustrid pubblica Guido
Baccelb, em"nente medico di celebrità mondiale. La bega se la
5tudçnl·.:sccl d::v~~e fare gL• esa>t1 i allLl fine è.i OSCTli anno o dopo
due anm non ci interessa L'importante per noi è l'.ilnrnondizia
sociale che lo Sbarbaro contmunva a royesciare in pubblico
sulle! Forche Caudine e no libri che gli pubblicava la Casa Som.
rnarugo1 , ;n·"Ja eh pubbl1ca21 •ni clamorose. L'mizio plateale è
- 2~ stai.a t1na sputacchiat a d Sharh.1rc. in f11cci,t a l rnir"l(slro che lo
aveva sospe~o dalla cattedra per le sue rodomontatt! a favore
d<•lla stuclt>ntc.cca. f>ossesso11· di 11 n 111aUc>ri7dl~ li ngu "stiico estJ.bc1 <rntc pl'J tutl)• I<! pol~·michc, teneva tcsta a t11tt1 gli attacchi
attaccando lui stcsso a fondo e s~nza risparmiare le adulter""
dci suoi ncn~ici m-in'steriali. Così è capitata al prof e.~ore cli
esse rt' preso " p11g11a <lai figlio <li 8accPl!i, q11a11do cosl11i non en1
che pc'cla. La polemica era strari;pat.i. H.icc<1 di aggettivi j 11 ,.. 11 j_
t,~t1v1 1 co11lctH.lenLÌ si sca10:fìe<iva11() e :;i in~u<liciavano.
Le Forche CaudiT";e diven"vano i:;cmpre più aspre, sempre
p_iù _vetimcnlJ C:on l'ana di Ecarnific_<1;c Tizio a:;scs!ava colp·1 fu.-nos1 a Caio. L atmosfera era propizia. La ge1ntc viveva in un
v:ivaio cLi sospetti. Certi numeri ven~vano comperati dagli specu!ato~i che li vendeva:1o a venti lire la copta Erano aspetrt.ate
ali uscita della stampena come pubblicazi~n<." sensazjonaJe. Pareva un selciato di Borsa. 51 scommetteva sulla veemenza e
sug!i ind1v1du1 appesi alla corda sbarbaresca. Giungeva e solle·
vava ~ar_idemoni Tutti volevan_o C<;st:r1e ,i primi a impadronirsi
delle v1~time della ~nom 1ta infunata dalla fraseologia virulenta e
squo:atrice del prof c-ssore che avtva molta feJicità nella i.celta
della f>TOSH abbietta.
I e Forche rivelavan~>, snudavano, fustigavano, aggancia.vano al gancio della stona dcl loro tempo . La sbarbareide infe1 ociva sovente in un modo ccenvulsionario. Il grande professore ~apeva di tu~o e d.• tutlt f>ar~va avcssl~ vissuto nelle pieghe
delle pctson~.' in m~zzo. a1. rnoV'.men•1 e 11dle intin 1ità di:: i libri
Co11osce'va g.1 orrori soc1al1 com~ un Maral dei 11cr1tri giorni
5ventravu. Domandava tes te. Circolava nelle rivoluz oni Ne
con.o!>cev.i gli eroi come se fo,~ e stu.to d1 casa loro ì\.le~oria
c.h Pico della l'vlirandola. Al lavoro d• chirurgia sociale incide~a
".'enza pietà. Non aveva bisogno ch0 gli strumenti del mestiere
per st:de1e a tavolino La s ua penna-bisturì l'affcrndava nelle
CéHOJ e togLieva i pezz,; malati per metterli al sole dava.nt:.i al
gran pubbl,;co. Stile senza le11ocini. Periodi prolissi e periodi
brevi e asciutti.Ora pareva u11 puritano che avt'sset paura di
offendere l'orecchio della vergine e ora pareva uno scrib!vendq..
laccio da suburra che non sapesse scriver ... eh{· con vocaboli
postribo•'ari e maialeschi. Le sue figure anche quando diceva
1
H non toccate la 1egina
'" o la "mia n:gm.1 I "· uscivano dalle
sorciaie. dagli ergastoli._ dalle case tollerate. Nei suoi giorni
c'e·ra la maggioranza de~ letton che non tollerava il personaJ,1.
sm~. Date addosso al_ ':1z1_0 e non al .~zrn..o r Dice\ ano 1 colli
torb .c~e avrebbero .stit~m_to una '?oli:i:1a .c~n.tro 1 pornografi.
Jpocr1~ia t'norrne, tnconc 1habJI,• 1j~1 g1orn1 111 c111 tutti peccavano.
Crispi era bigamo. Le alte signqre avevano la moralrità de!le
Lucrezie 8org1e. Donne adultere perfino nei sogn.i. Il nepQtiismc:.
-
23 -
era fondato dalle donne che non avevano p1u 1';lcgm per contentare i ministri troppo compiacenti. Tuttc;i era v1olah;le. Il
professore si reggeva sulle punte d ~i:fli stivali.~ diceva al n:iondo
che lo ascoltava che di pun non c erano p1u che la reQ'na e
il re. Il figl1io del min:stro 8acccll1 dcll;.i f az1one liberticida non
appe'na vide Sbarbare per le strade, scese dalla canctzza e lo
prese a pugnj e a schiaffi.
u Questo è per m;a madlre, que:-to è per mio padre e
questo è per me"
.
.
.,
Sbarbaro collarone. modcr;ito di sei colle. dispotico ptu di
Guizol che trascinava le mcnarchic alla fuga, non aveva idolatria
che per i sovrani. Due libri dedicò loro rre.gnificandoli. esaltandoli. presentandoli come emblemi di tutta lé;l m?ra~ità e di tutt~ I~
virtuos~:à naz:onali Gli a1tri. i repubblicani. 1 fram asso!11, 1
sovversivi 1 rivoluzicJnari erano porci innominabili. Scar·cava
:rn loro c~tcrve di plebeisrni e gerlate di° vocabili scurrili I suoi
libri rii polemica erano di.z:ionari di_ porcag~ni . .li prof~ssor.i:
11sciva da loro come un p dr,·ere dai costumr soc1al1 punfican
dal !<UO sc11d~scio. Come Coccapiellcr. non s propo;1c,·a che di da·
re scopate u sulla faccia d1 quanr.i biechi v"rtui<';ri. <l1 qi:aPl1 fT\<1·
cc;ilzom si atten~avano di penetrare nella Regg·a per disonorarla, per renderla ridicola e disprezzabile a~'·i o~~hi dei p1u ''·
E.gli voleva il popolo de,voto al!~ aut<;>r~ta .. le doni;e ali.a
castità e alla virtù di famiglia e g\1 uorrnnn ai costumi san1.
Non badava a nomi. La sua penna era libera. A chi toccava
toccava. Biasiimava anche la maestà della rcg-ina se lo melr tava Così una volta non l'ha risparmiata quandcl _è a.i;data _alla
rappresentazione della l\le~salàna del. ~os~a. Tro1aggin_e piena
di suburra Il peccato veruale non d1mtnuiva la d~vozione del
professore. Al contrario. La fu sov_rana. per lui, nmam::va .u la
perla 11 Cc~e ~ cavalieri del l\led10 Evo scendevano m lizza
portando i colori le le ;rnprcse della donn.'l adorata suPo scudo .
!<e.endo. diceva, aPch 'io. rw.r lé1 CJllnr~a volta nello ~teccato n.:;l
nome della regina Margherita a spczza>re la lancia contro 11
i-istema. la vaccaU"g:ne. l'incarraz10ne del vizio
.
.
.
La monarchia vi pone al vertice della sociale p1rarn•dc
'111a Famiglia. che è lo specchio lucei;te e la p1ù a\ta espressione della vita naz;onale. u O Ma-ghenta o mor.te 11. esclamava
il professore che vo'eva che .il re iniziasse la d·ttat~na n:o:ak.
O Margherita o la metropoli della fede Se nella hsta_. ~e: ~"'~
na.tori Sbarbaro trovava un conoscente st\1 ava lll"'t bc;it.1~l~a cl.i
inchiostro e dava !od•· al Re di aYcrlo in;ilzato ,Ila cl i;:n1t_a sc;natoria il marchese. ecc. Il prdfessore aveiva d~ qnest1 ticchi:
In tani.i guazz,i dh porcagginii, in me zzo a u~a _1rt0nt.::gna dli
melma sbarbaresca la regina rimaneva donna col~1~s1:na. vutuosa,
caritatevole, regina dei miseri e degli affl~tti, ~l cui r,·tratt_o_ avreb.:
be doVU1to splendere in ogrù famiglia. u Fate che penetn m ogm
1
1
-
2-1
ca<1a I' effige della sua anima purn. Sen·pre avanti Sav01a I t1J hai
per simbolo la più immacolnla do11na d'Italia n.
Come quello dj Coccapicller il peni.c!ro d1 questo fanfarone
della monarchia va e viene da un r.>oJo all'altro. Chi nasceva
al suo\ tempo, diceva, era rcpubblicirno per disgusto alla uni~
versale società. Più tardi ass;curava i )<:\tori che la repubblica
sarebbe sl<lta inevitabile, se si f o.ssc ;innoiula Non- mai per un
mutamento, per 1111 "dcalc. Lo Stato che ave&<;C. favorito il professore' san:bbc malo composto dei più illuminati statisti. Quello
che conteneva i Baccelli era uno Stato bagasciere. podagroso.
vivente sotto una vecchiaia deforme d.i una corruùela spudorata dell'incesto al sc'rnmo della porta, dell'adulterio minister.ial~. dc.:la prost~tuzionc amministrativn. Pitocco, costretto a
mandare la moglie a batter<:' le dure illustri porle, non sapeva
ringraziare la reggia che con fiotti di vol~arità cortigiane. elc
vnndo i sct.rrani alle più LCcelsc cinw dell'ingegno, delle gra·
7jc, della mo~ale, della b ellezza, d,.ll.1 fortezza. Per loro non
cercava che denari "Accrescete, scriveva. la dote della R1·
gina, allargate la dotazio11~ della corona e d'l.ietc la feliciti.i
,,tg]r ital,:;in• 11. I:. <:Tir 1tali1rni soffrivu110 delle t~<". ,. si lament;i
vano dei quattordici e più milioni che cotltava il 111on.nrca. se11·
za pensare agli appannaggi che venivano C-l1stribuiti alla tribù
regia e senza pensare ;i1 venti ca~l<~1 li, ai gnrnd1i palazzi, ali"
immense tenute che la monarchw occupav.i se nza pagate ,,;.
;lffitti. nè tasse
manutenzione
Pietro Sbarbare fii un buffone che ha d1ivertito i lettori
c-0n Jazzi volga.ni, da ciarlatano, da pagEaccio. cc'n il C-Rppe]lo
a ~ 011 agli. A questo professore prosaico e ~pido, saluto Tha
ckeray che rd ha dato i Giorgi d'Jng-h;ltc~r'a nei loro costumi.
nella loro morale, nelle loro buaggini. Tirnckerav è stato sincero.
Di domestici al tavoJìr>o del giornalista sono stufo. P~toccone. h1
haç mangiato troppo alla greppiél dei cor'.ig'°;w ' I Al letame!
Il sf'condo attenta~o centro Umberto è stato quello di Pietro Accia'rito. del 22 an.rile1 1807 Secondo lui non c'erano
compl'ci. Egli aveva voluto co.'pire il re per la << ribelllone n
clic aveva provata davanti ane atrocità dell'umana miseria)),
Ma la regina che ha sempre creduto ci crede ancora ad un
complotto, ha fatto delinquere giudici e alti f umionari della
,J.:rezione del' e carceri per indurre il condannato a vita a fard
1 onfessioni La sto~a delle ff'roci<:sim,.. rafhnatc:zze c.111 Angdelli.
l'trumen':"o e· intern iediario del Cannvelli <' dcl Doria,. è are:.
not<'. La lettc•a Pass;ona 1e cli Paso1u \ f'n<1mha ..~111anlp di Ac
cirit-o, ne1la quale gli arinunciava che era f)ad~·::-, <'ra slal:a sc~·t·
ta dal comm. Doria. fimat.a per b Venan1ba. dal comm. Cana
velli e iridirizzata al cav. Angclelli, direttore del penitenziario
dti Santo Stefano. La grazia promessa era <l~venut..a, per · Acciarito, un· ossessione. L · aspeittava di cha in ora Ossessionato fece
1
a;
25 -
akurù nomi che cLe<lero luogo •.ld un altro praces<10. l pre~i
corr1plici hanno potuto dimQstrare la loro jnnocenza. La regina
che aveva is';galo a delinquere avrebbe .dovuto .~ere proces·
~la coi suoi complici. Ma anche i suoi complici se la se.no
cavata con un po· cLl scalpore. Giolitti ha co~.r:va.to al suo.po·
sto il Dctria, dcich!arandolo un perfetto ed ab1hssuno f unzma:
') utli i re e lUf.te le regine che hanno sub1to le ventate d1
1 io
coÙern dei f anat1C1 del fatto non sono sempre stali implacabili.
•::t:ii loro esecutori altruistici. Qualche volta è stato p1etc~
perfino quell'impiccatore eteirno di gente politica che fu F rancesco Giuseppe.
Umberto I che aveva la prerogativa della grazia, non ha
mai provate I~ consolaz10111i del perdono. li cuoco di Salvia
che non rappresentava che la propri.a imbecil~agme, non è stato
graziato neppure negli anni in cui non era p1ù che.~ galeotto
(nfracid~lo. La p;età è stata per la rradre del regicida. Le ha
assegnala sulla prop1.a cassetta una pensione vita naturale durante d: lire venticinque al m::;se.
ti 1900 resterà naia storia. Più si predica che i re devon~
essere sirnbcli e non idee, cerimon;eri e non principii, figurano
dinastici e non teste direttive, e più la gente si ostina a ingros,.~arli, a incarnare in loro tutt? quello che _si svolge nel regno a metterli negli avveruiment1 come auton del bene e del
mal~ per dar !oro modo <li gcJvem~ .e regnare d~vvero. La
gente idiota non si è accorta dt tutl:l. gli strnnpamen.t1 democra,.
tici internazionali che hanno t·ravolta ~ portata ~l d1avol~ tutta
lè:t pol'sanza regia degli antichi scpvrai:i es'.en. E . gente n~ast~
.. !lu concezione politica chei i popob_ dev?no nrranere m ginocchio e i re in piedi come loro l"'ran;in. . .
.
..
No ! 1 popcll i dovrebbero essere !loro m pi:d1 e 1 ~e. su~dltJ
Jidk volontà naz:onali riassunte in un consiglio d1 m~rustr~ re_.sposanbilii davanti_ le Ca.me!e: S'i~1e1nde per popoli, c,:ie. v1_vano d~ monarchie. li privilegio, rega_l~ i:'er i mod~m1 e:
una finz.ione che costa e c<?sèera rr._nhoni fino a . q_uand?
gli elettori non ~ambiera~n? ~p:n.one. C1 sono i;ic:menh 1:i ~u1
i re si ritirano d1etro :i mm1str1. Ed e nelle ore: .oe1 d_;.s~stn. Al·
)ora s.i salvano facendo.si credere irresponsabili e ".iltlme dell'altri dabbenaggine. Se Umberto 1 fosse stato ritenuto responsabile della storia del suo tempo, nessuno che n?.n fosse
degeneirato 0 incretinito lo ayrebb~ toU~rato sul tron<;> 11 giorno
del dipa.stro africano e il giorno m cm h~ ~rmato m fretta. e
· f · ·1 tra!Jtato di pace con un re abJssmo che aveva '~
in una 1
. f
"
fr J d
flitto all'esercito italiano la dis atta y1u ve~gognosa_ ~ e
s.fatte. 1 risultati di questlo atroce ~sast~o i.tahano mfìittct agi
italianà era dovuto al sistema degli amvat1 a! g~ande albt;-ro
monarchico. Francesco Crispj con il suo ~utoritarismo era. nusaitcl a crearsi gli uomini. E' bas>tato un fabro stampato, pieno
I:
-
20 -
di anticaglie t' di mc'neghi1lir.n.o, pL'I f.u e di C'..arlo Dossi un segretario p1iv.1to al minist~10 t• 11n purista d1 lingua minister.i<tle.
Così è av\'enuto di Oreste Bcualic1i . l>E1 u11 pa~rio•..a vestilo da
militare, ha tiralo fuori un generale, un organi:uatorc di eserciti, un direttore di battaglie. lui cred:..va. nelle sue infatun.z]oni. che i \lapoleoni o i soldati con il baslon<.'I di maresci;Jlo
11i:llo zaino fos~'.·ro di ~tu ti i s<'lcc:,di . Bar....Ìc1 i em subdolo, per1r1,ilc1So, sospel.toso. !· orse crcJt•,·a u.: sortilegi. Prirna di rispo11clt:re a u11 telcgraminu rui1~islC'rial(· di.,v~·va c o r ultarc le carte
o la sonnambula africana. li ministero per le risposte doveva
spronarlo. Con la s~a. i11.sinccrilà aveva spinto l\lenelik a prepararsi la guer~. ~nsp1 lo avt'va e: levalo alla rr ass:ma potenza
militare e B<l:ra!l'1en lo compe11~<1.va tc:ne1.c.1cl o al. buoi, face•ndoglj
c rcd1.•re lucciole per lan!eme, 1wclandos1 adagio adagio un suo
nemico 1mplacahile. Se gli m:mclav;.1110 uo111 ni e generali che
egli sospettava, aveva dci verbi clic iufast:<livano il rninjslero
Invece di esse re c o'11tenlo che il ~lcccn11i gli mandava
~rc:v s1onc dei rinfc•r.zi preavvisandolo, il gcneréllc g:oppincsco
r;sponckv,t con degli « a~cetto :>. che f~cevano e redere eh· egli
Id sub s e. Il ge11crale Anmon<l1 fu fra 1 suoi 111tollerabili Con
un \1on •.> _.~in_1ile l'ansiic_( à .govelna~iva d :vcnt?~a sempr~ pitì
sentila CrJspr che sentiva tuLta la respon.'iab~lili1 della i;celta
dcl u gra11dl·" generale, gli inviò e onfìclen;>.ia lmene questo! telt:gramma
(( Il momenl.o è (,7ritico per te (' per noa. Ti abb1aP10
.
' d'
ha1 dorr andato Se per' insuffi
.. ,,..n dato e 11_1amJ1amo
p1u.
1 qua.nto
cienza ~· mezzi, per 1mpre,v1denza avveng~no danni, la colpa
non sara nostra Il Paese e pronto a vendicare le• vittime del
7 <liice1nbre. (Allllrn Ala1?.1) ed a 1er1n s ,dclo il pw 1J 10 dt;]J-1
nostra ba11d1era
" l 11 chiedi 11uovi 1i11fo17i senza s pc•cifìcarli, aspettando al..
l'uopo che la s1tuaz1ore sia ddineata.
u Le distanz~ dall' l~alia a Massaua e da l\lassaua a ll' Abiss inia sono talr che giova sapc>1 p1ccede1e il bisogne.
Sµ:'!gati subilo. t1 va dell'onor tuo e dell'onore d 'It alia n
Si capisce Crisp1 ha moh i torti Quello di affermare u~a
~osa . e . farne. un ' altra. Egli lavorava sempre al d<?rso degli
md1v1du1 che in apparen:t:a godevanc1 della sua fiducia Oreste
Baratieri era un u~mo sbagliato 17orse ero in lui t1n filosofo.
Lomo tetro. Non s~ confìdav:1 co~ alcu_no., Diffidava, sospetta·
va, te~.eva, n~n ~redeva. Il ;iem1co el~OPJ'CO aveva già a sua
cl)sposmonc piu d1 95.000 f ucd1 e Baral'leri si cullava nelle vittorjc· e ~re~e~a utile, p~r d_elle operazioni a fondo, qualche rinforzo a1 seimila uom~m. s1 e· no preparati a uno scontro
·
. NCJ~ aveva ca.za,ure.
I '
Non ne f aceva venire. Mancava CO!
nen.,
di
!'°urnz1on.1 .. Nor: .ne domandava. ~':'evn d e i vecchi fucil~ Non
incalzava 11 minis tro a mandargli 1 moderni. Con le app<ren,
ii;
h'M
-
-
27 -
s'.oni di future sconfitte sparse in tutte le provincie italiane, con
la resa del forte di f\lakallè. resa concessa dalla benevolenza
del Negus che non voleva la guerra, con gli onc~·i rrilitari,
con il Parlamento che vc'ava venti milioni per abbattere l'impero abissino, 11-0n c'era da esitare. O infilzare i ~o~orati _con
la baionetta o tornare indietro in tC'mpct Il Barat:ert lasciava
ancora credere al trionfo dei bianchi. Egli v:veva nel suo sciocchetzzaio. li dilemma O pace vergognosa o v1ia dall'Eritrea.
Non era nella sua lesta. Oreste Baratieri rimaneva per tutti
un'emgma. Come ai tempi del Depretis col Persano, si è volutct fare lo stesso. Invece' di strappargli il c?rraI?-d<? p_er la
sua incapacità militare lo s1 è lasciato fare. Cli ott:Jm1sm1 non
e~rstevano più m nes!'Un amb'. enl e T u~tavia si av~vc;i p~ura
d 1 dare pretesti al grande gene.raie. Pe~fino gli sp~rt~st1 punta:
vano contro di lui. Dal cavallo prefcnto era prec1p1talo fra i
menagrami Barallev nor <iveva più puntatori. Il. rn;nistro
non aveva più scelta. O richiamarlo d'urgenza d subire la sua
!;Orto Ma i ministri italiani hanno sen pre la rnal"chera. Da Ca·
~our a Depretis, da Lanza a Cri!Opi Non ~on-0 m~i leali Alla
v1g1ha del disastro hanno inv;ato il sostituto ~me m una ':'Mta
~busta per .i mpedire che lo si vedesse, lo s1 fiutasse. e s1 _sa~
pcssc de'la sua venuta. Ne·s suno doveva s~pere che B~at1en
era sta·'.o destituito segretamente. Che Balcl1..-scra aveva m sac·
coccia il mandai-.>0 di fiducia. L'ufficio govcrna_lora 1e di ~'la.:>saua
era inca11icato di trattenere tutti i lelc~amn:1 al. ~arat1en eh~
avessero lasciato trapelare della sua d1sgraz'a mihtare. E cosi
l'uolT'o che avrà saputo tuttt'a lo s~esso, si è. affre~tato, no.n ha
veduto ragioni di indugio, ha movimentato l esercito, ha messo
m marcia gli uomini. ha commesso e ha fatto commettere erron sopra errori e lui, il grande gene~ale, fc•-~e con l;;i me1:lt~
piena dJ sarcasrro. con la bocca atteggiata al riso sé!:taruco. si e
seduto sotto un albero fron~oso ad. aspetta~el eh~ il _su<? _esercito venisse decimato e fìrnt'cf negli avvolgimenti et1op<c1.
Questa è po~itica italiana !
Questa è guerra italiana!
.
.
.
Se la letteratura del pennelllo. fosse sta·t~ in .gue:ra a.1 temp~
di Menelick avremmo a~to ~h 1 ss_à 9uant1 ep1sod1 nei. c?lon
dell'arte. Immaginatevi I esercito 1ta!.1ano rottk?, scomp1ghato,
disperso, in fuga. ccin i neri ~lle reni che _contmuavan<? a raggiungere, ad abbat.~ere. a mietere. Co_n. l_I g~ne:8:le. in capo
che 5; supponeva un po' dapp_ertut1t'o. V1s1_bile, mVlSJbiie, rrorto
0 viivo ne lla c 11onaca della giornata o visto su ui: cocuzzolo
di mdntagna, in fondo a una valle. sullo sperone d1 un m<?nte.
d~ uno svolto, con il guidone ora avvolto lato e ~ra con i co-.
lori nazionali al vento come per a~trarre ]~ frotte in fug~ ve_rso
quel punto. Con uno spettacolo d.1 una cnco!lferenz.a. d1 ch~lor
metri che• aveva per conca Adua come abisso m11htare, sol-
cato
ovunque di scene fin a )'1 • tr.igic
· · Iw. d't gntpp1· ro11tro
·
j
d1 orde nere che serpcggia\•1rno 1e avvolgcv•no ~ b'
pp '
.,. . r·
d'
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inne
per
Soiparar 1'd e
1strugger 11 · ·senza• eh""
'·
·
·
"'' aJct.mo
mHJ scopnsse 1il
capo gu1 _atore e orditore della battaglia. C'era da d'
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Le batterie non cs1stc,·ano riù che con rrl'1 : . .f!sperarsi.
sléltcl preso I q d
·
. .., sc..oam. utto era
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. . ~a .11.Jdpe0 ' erano mort1. La muni7..ione era fi
ni~ a. L cannomen. ca
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·
·
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·.
.
en o in uga o ne Il e ventate dcl
n: co. e tnippc 11:d1gene s~nza capi, S"nza quelle
t P?
massa. paurose" di essere aggunntn'e da r
. . scappa e .m
vano loro il piede
la
g;
.r<cioai;1 ~hc tagha0
ditori che sa erano \'Cndun:1.nnoj. con:IC pun1z.1one mfhtln a1 tra~
~ a lle'TlYCO d..,.) I
U
r:or~ma. s~r~rante. Il buffone- della d. f ~tt oro P()!-'c.. n pa·
ben. T:.gli e rimasto il rnodt•llo dci is.a n era . rcs.c Bara-.
avventura dci fug"'ia~chi I·!· · l t ~t.upcrcvoli. Solda"to d1
•
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•
<l VIII O
ul'~
d s·I ,.• orC'CI·
·
pttalo. Ha scavalc"'to "1 _11 l
.. i recor s.
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nsci a i.ire h·1 svolt l
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per le vaJl.i, ;. r:~lito pe-r I" ·IL. ' .
a o monti. e isceso
roni. sostando di tanto in ta~n~' urc, t'l,an?uto pC'r frane e bur·
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i1,li atto rn.1htarc che d~vc aver f.
sen.<:ato
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e piangere coloro cht cleJI-.
'1110 ndcn· anche· bli abissini.
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r h<' due o I re ufficiali' e
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ri ~rno D <l maa pc-r!<Dna
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•
11:'1· }ur1go
I;:i . f urra Sfo de ·ai . t>crivcva con l ·1' 'su e uorn 111 . racco
l
·11·
c h """~a sfodPrai la sciabol
h. • . a mano 1m )ec1 ita an·
w:dcl V'iva l'Italia 1 feci aa. ~Il lam:ii a i:nc gl_i ufficiali e col
nemico incalzava dapprc.ss~p d 0 . ai se~.t 1 n:ien11 dci soldati. Il
largo per le ali. Ncndim .
cl 1 . cava 1<,;n galla g-iravano in
J'
•
eno
a
cuni' "oldat
. d la . Vlta.
.
o hl •<'n1rono all appel'o e• .,;
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e J, sprcs;ran o
'n
. .•
.
~ corono per t 1n
v 1 n 1 )')'l'.J non seg1 rrcJno I'
.
.
morrcn t o l' a l ~ura.
Generale be..i.ia!
esempio p1tr nspondcndo al grido 11.
1\ggiungete·b che j sol-'~h·
l t'
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anc u 1 si1I
· . 1a al·
tura non avrcb ero potutoa;, L'r
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l cig1·10 .cl e li aI picco
1 are sui "'fl I
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pa~nt 111 f ucra
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<L paz~t !
lo non !'<O
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rni1 11t •1 ~('
. come la ·slor:a
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.giu 1c i era a
gura d1.
O re s.'c Rarat1en al tnbunal d .1
al.~m1a favi lla napoleoniica. \: ~ pct~tcn. C~rl'? non era i~ lui
p 1u vendette che vin"r.ie Il p, era un sol1tano c h e mcld1tava
.
" ·
gover o d'1
I
.
~
rsp 1 e 1e gl i aveva
cfa'o u n sostituto a ini:aputa d'1
della fucilaz:one nella sch'
er? certamente meritevole
un:i campagna rrii!'tare eh iena.
on ~ 1 tratta così i l capo <li
I 1·
(" avev,1 • h'
CO'l'l" d.' .
e!'1sp1,
. . 11 .in
•
m.cinc 1 onore ta ia e clella
· ·
C"Vil
mona rc ia >1 O lo Ili manda :il
g
. r u• h . i
ht:t·
e· ·
muro con un ordine speditivo o lo s1 destituisce telegraficamente, ordinando a un altro generale' di interrompere i movimenl~ rrmtari fino ali' arrivo del comandante in capo Baldis.scra
altro t!pcl di memoria infame.
Tipo che si confonde col LiVTaghi. nella soppressione se·
greta degli indigeni. Tipo che ha fatto trucidare otto persone
importanti: cioè otto abissini, nch so se per depredarli o per
rancore di razza. sotto la sua dominaz:one carceraria - de1;tto
che invece di farlo respingere come un at.roce assass'Ìno - lo
ha invece elevato al pct.to di ~ovematore er:treo e caoo dell'eselrc.ito I Non si ouò essere più canaglie. La moraFtà politica
del Cr:spi non gli era ~uperiore.
All'Asmara si svolse l'ultirro atto di una risevole commedia '\Jon si tenne conto di nullél. L'uomo: che aveva inirata
la batta1:tlia per non essere obbliga':o a cedere il comando a
Badisscra. è sfato assolto come Livraghì. il terribile soppressore di ind,i geni per derubarli che ha dovute t'-alvarsi. asso'to.
du 11' onda delr esecrazione nazionale che lo voleva linc:ato al
pr;mo albero con la fuga in S\~zzera. Fu un verdetto di solidariet~ militare. Come non aveva trovate! colpevole Livra~hi
e Balcl.issera. noP ha trovato reati nell' an~oscioso l;bro della
vigliaccheri;i baTatieresca. I mOrl·i non l10tevano ri~uscìtare. Gli
l'TTOri commessi pon s i potevano rimediare. l\1enelik. spre$?iato,
rlìsmezrnto. considerato un impe"a"ore di straccioni o di la·
droni colorati. aveva curvata la cervici?' al napoleonismo italiano
C'd era tr:onfantc. Il Ne"ITTJS POTI era più sotto ;1 pro~ettorato
italiano che voleva tenerlo aggion:ato al carro d Uccialli. La
lezione era stata inAitta. « Per questi mctivi dichiara non constare dci rea~ asc~itti al s;:enerale Baratieri nel sovraesteso capo
dF accnPa, e visti gli articoli 485 e 486 del codice penale per
l'esercite. dichiara non far'Si luo1{o a procedimenti contro il genrrn/,, tier inesisl<"n:-n d: rerr+c < nr orrlin, 1' immediato rilascio
in lihertà. se nc11 è per altre cause delenuto 11.
Oreste Barat:eri fu il Persano di terra Senza audacia, senza fantasia. senza prontezza. Non prevedeva lndu~ava. procrastinava, trovava sempre ra~ioni per non affrontare il nomico nero Quelkl che avveniva era spor>'aT"eo Il fatto andava a lu· senza che ne avesse sentore. Ras Alula, ras IVlangascÌà. e Lu.tti altri ras. erano nella sua testa come « infidi
e traditori'" Era come dire che un .;tahano che difenèt".sse la
propria terra dovesse credersi o essere co~ider~tc;> un. d~lin~
quen.tc adatto alla corda del boia. Nonsensi o m·sbficaZ'lom dii
linguaggio. Ras Alula. ras Mangasc;à, rns Makonnen erano patriottissimi. Tutto ci1 clic c'era di natriottismo puro. Avevano
preso le armi per salvarsi dagli invaso~ Corroe h~:io fatt~
piì1 tardi gli arabi della Tripolitania. Francesco Cnsp1 .che st
r..onflider;:1vn come un condotti~ro romano non aveva capito che
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30 -
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della no•.1·t ica
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~11 sm1s~n om <'rrt in pwd1
spi· 1 mass1.1cr·1tor • d
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fu gatore di denaro delle banch
Crispi dei Mille e:
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• ~ di t>rnissiorn i.:-ovemative Il
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ra n orente 1·orse Pr·
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garibaldini dessero <·1! Bar.i. t"-.
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ICrJ Vl'llll'O 111 lt )"
{ a tore africano per dut' se
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a. m · come d tnon·
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· · aranu1cce ,1 lt• qu J
pure ass1sl1to. un banchetto
é\ I ,'1~11 aveva nepgaribaldinÌsmO I C ed
. Tctlldl fanc-•ulJont I SUpCrsti..; dc)
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. r evano a tulio. Hn . ,
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tonJ. li elevavano con le rida ,. .
Cl~\ ani;> R r ex comnuhstro ! Quando Cri"pi .,j
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d! batit ma1-r.
Bnrntien è no·
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lente e un odiatore d'
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• re t o J\•ato un unpo'
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I CO Or<1 e H" lo "' ' 1 .
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~1mo gra o era troppo tard' I .
. '! va!lO <, cvato al mas.1 soldat.l italiani e 1ndigeP·1 '.1·d i\;oldl at1 sc1o?rn aveva già distrutto
. . d e Il a lopografièt . •l>".< · "' mTe
,., Al·a g1 • 11110 el e1· tanh monti·
CONcr
kallè. l'ex rocca resid~ln:~as1lna. j. roppCo tmdi r li forte d1 i\la.•
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e ( I rc>
IO
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1\1 angas.c1a,
era già in dissoJ ·
CJ" van~1,. pa 'rC' di ras.
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Va no d r [ame e d 1 sete
. l•Z'.!011... · , I •·t.Ss e·dia L1 r Il l ' v1. 1non·
·1.. cc"'"
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Quand'? giunse la notizia che r~ da. rns11.lt1 melmosi e plateali.
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sailvo la gherba (la pelle) e cl correva a precipiz·io per mettere in
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O bè, di ras J\ Jikae/ • non er''.ano
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31 -
talia non ha vcluto altro. Ha fiutato il disastro, ha subodorato
runbl.. cdlilà di Baratieri, è scesa jn strada 1:vida, concitata,
satura di rancori per il vecchio Crisp' che aveva voluto chiudere la sua esistenza minister!ale con un ciclone d• abbasso
Crispi l Via Crispi ! ì\lorle a Crispi I
Giunto Antonio Baldissera
il soppressore degli indigeni
sotto la sua prc.jtezione giudiziaria a fvlassaÙa - la catastrofe
era compiuta e l'ltaJia non era tranquilla. Per lei l'uno valeva.
laltro Baratieri, pusillo, vanitoso, vigliacco. Baldissera, uomo
che considerava gli abissini torme di semibarbari degni della
sua corda assassina. L'uno valeva l altro.
Se Baratieri avesse avuto il cc.-agg10 di farsi vedere nellel
vie italiane, subito dopo il disastro, c:U lui non sarebbe rimasto
un capello. Così si rannicchiò a Trieste a scrivere le sue me~
morie, come prim.a si era ritirato l'ammiraglio Persano a nar·
rarci le menzogne della sua campagna navale. Tutti i deficicn1i e le canaglie militari scrivono le loro memorie . Bisogne..
rebbc tagliar loro le mani per proteggere i lettori dalla eruzione :
delle loro miserie intellettuali. l\o, invece permettiamo loro di
preparare rrateriale che confonda e susciti dubbi nei critici de!Ja
posterità. Così la Francia ha permesso a Bazaine d'infestare lei
biblioteche con le sue memorie. Gli timpotentii che scrivono un
libro carico di melensaggiru, disgustanct. !\la gli impotenti che
conducono miharmeme o navalrr ente al macello e alla disfatta
suscitano nausea e orrore.
I matrimoni dei regnanti sono farse più risevoLi di quelli
Jella borghesia. Sono pieni di convenzional1ism.i. 1 due si apr
paiono, soven!e senza conoscersi. senza vedersi che in foto·
grafia o nella cerimonia di presentazione. Gli sposalizi delle
reggie avvengono quasi tutti in queste condizioni. Sono sposa·
liLi.i politici, ff•ess1 assieme dai pad'Q; della coppia per il benessere
delle monarchie. Sctno trait d'umon dinastici. E' avvenuto così
con lo czarevitch, morto imperatore. A lessandro III ha voluto
che '\icola sposasse Dagmar di Dan.irnarca, pur sapendo che
,i.J figi o si era fatto una famiglia m margine al palazzo imperfale. Così è avvenuto di Vittorie( Emanuele Il. L'austriaca
del Raineri non era di suo gulito. Lo ho valuto il suo genitore.
E lu~ s1 è ~tto un Jaux menage. Di Rosina si fece una
mantenuta e poi una mogl~e morganatica. Il re galantuornq non
h a stroncato l'andazzo monarchico. Peggio, Lo ha seguito. Il
matrimonio fra Umberto e l\largherita è uscito dal gabinetto
della diplomazia. Due Savclia. Due consangunei. Urnb C!rto ha
lasciato fare Ha ubbidito. Egli viveva p er la duchessa Lltta.
Lo scandalo dei suoi amori gliela aveva $Sa p iù cara. Lo
scandalo fu che un giorno tutta ltaha seppe che il pnin cipe
32
una palazzma in '\IU Lucw.no :\lannra. I. che la favorita
era un mal maritata del patriziato milanese. Un· asta dj donna
superba. Nessuna comparilZlone fm le due donne. L'amante
era un capolavoro ducale. :'\1ueblosa, austera, :>ensua.e. f e.sia
meravigliosa. ~focchi & capeUi d'oro che s: levav,mo dalla nuca
come una mezza corona di bnillanh che facevano chiudere gÌi
occhi. I monzesi che la \edevano n p1c-dJ e a cavallo si feir·
rnavano esta•.ici. La guardav,mo eo11 gli occlu del! an11111raz.ionc.
Nessuna laso..\na in lei. f"accn1 pe11sarc alla gr.rndJ0::>1tit pl.isl!ca
ddlt: donne dei Cesnri. l:..ra i11 lei il genio Jell,1 toilettt:, Un
abito qualunque mciddlavn la f~r<1zia dcl suo corpo.
L'attrazione di sua maestà la r~g:ll<l l\larghenta fu di un'aL
tra specie. Non era b1ulta. 'J utt'altro. l:.ra bclln, ore.bella per
le ,immaginaz.oni ::.ur1ecc1tate che poètiz.zano In donna o la
spingono t1 ionfalrr ente nel r-ogno f:.lla è ancora vi \'él e tutti· po::.
:;ono gettarsi sulla sua fc1 ograha 'cndib1lc in tutte le botteghe.
Bassotta, pienotta, cappelli b1ondastr1, educati daila pettinatr:ce
all'ode barbara dc:l'entus asmo. Punto difetti fisici, salvo quello
del collo leggcnnente piegalo c~ome se la sun testa fosse tratte11uta dr; u11 nervo poco duttile. Archi sopracciliari wtt1li, 1r.a::.o
<:1<1u1,i110 è pronunciato. bocca sen.ai r:lie\'o salvo il sorriso dcl
niestiert~ di sovrana. Guance latt1g:nosc. La rivale? Nc1n fu ri·
va~c:-. Ella era entrata prima nel c:uort• d1 Umlwrto. La Lilli!
fu un morceau du 10.. & nz.11 gL ablJrtg1.i •. le profusioni del
Quirinale. Matura per una passione che s'mcatna nell"uomo
senza l'e('chetla dei personaggi di Corte. Fisicamt!nle e spiri·
tuaJmente alta. l'ion una hnciola di scctt1cisrr:o in lei. Il ma·
rulo non l'aveva deLurpata. Ella si era disfatta e.li lui senza discen·
dere dalle alture del Lète·à-tàte glorioso. IJ pemtllnge, il paradosso
il sottinteso 11 mol che sopprime la ga~zu.t in ch1 ascolta erano
della sovrana che aveva ragione di non essere proruga con chi le
era stato taccagno. La duchessa aveva qualche anno più della
sovrana, ma l 'arr ante non aveva cessato di essere la donna che
andava incontrd alla vita a braccia aperte con ,il v:iso deUa gio·
vine aV:da d'amore. Ella è divenuta madre Umberto ha avuto
da lei un figlio che più tard1 egli ha d~vuto accompagnare
al cin:itero~ d.ietro jl c8:rro con la gola rasa di lagrime. Più
tard~ i coniugi_ dleg t'.11;i1. s::condo la legge, ne eternarono la
memona con il padiglione Litta ne.li 'angolo dei padiglioni mi·
~
j
lanC$Ì.
J padri non sono mai saggi. Essi esigono dai figli quello
che loro non hanno saputo fare. VitLorio E.manueJe Jl che
ha dovuto passa:e. ,su tutte le convenzioni real.i e sociali per
sal".'are la su,a fel1clla co~ la fumna del suo cuor~. ha poi per~
s1st1to peiche Umberto rirr.anc::.se nella zona degli sposj che si
lasciano imporre una moglie dal gen:tore per la consorvazione
della ipocrisia mrnionale Gli ha date• una donna dal sangue
HVlWa
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3-t -
. ff .
.r nhile ali" amore " alla devo·
reale. ma vuo!a d1 a .el z;f·otne. !mbèrto I fu un,1 mogl:e polirvlarghenta, per 1 li uro
.
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none.
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l i\1e.nn brea
tica, scelta 1· a gg)e.nd~a
e •a un' gion~o il gran re. asso'utamente
1
-. Vog 10,
ice\
LJ I
Elln 111 ,. ne risponde.
h. ella mi trov.i una sposa p<-r rn )e:riO.
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Bisogna trovarglie la.
I
C>S
l'ho trc:n"ab.
.
l\'l·1està
rispose il ge11c111lc
n '>P • "
I bella e e pronta: l.,,1sta .i I :volcrn ùell11 n •1es1:, vost r.1. e, El
.. t ·n<lc il consenso del pr111c1pc
in <• ual. è dunque qucs t a .spos·a ). .
Q
. · , a li o1ccc Iu 0 della 111ae!ità e con la
Il generale si avvicino
mano a tubq rispose:
E' ....
Parli, in nome del suo cl o !
E' la figl"c1 <lei fratello di V. i\h.csti\; ~·
maest~1.•·
J••
nipote di
\'O·
. <l" I
1\1" ' J b • arso di
a tc7.h1. i\ 1 sare) e .P ·.
o sar:c1
lio in mezzo all'incesto e avrei detto; n•ca nipote
buttare ,m.10 g. o lie di mio figlio. L'l11gh:lterra purildna non
non puo ehe1f '~ejova si nmariti con il frntcllo ciel defunt~ c.
.
permclte e e "
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· ·
? ;\ n voglio 1
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cl"l ' r
devo dare mio ng 1.o a mia 111pote . o .
.
io,. re l t~ S~vo· a per un SavÒia. Sit'le pano? Dategli liii. in
re51c~u1
con un'estranea
\"1go1c ae1
un sangut' cl.verso
•
. della felicit;\
.
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eroe ;
letc ma r~parmiategli la n.oia cli a > nacc1a1e pcrrosa, se vo
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. .
·
'·!" ..
0'cr~rit·1• In lsua
<l" casa. Sugg~n'T/1.1
una cugina.1 '' 1 a\~ 1e f~ 1 ~
sone ~ La fig:•ia di mio frate Ilo? La mia nirote? I azza I l\ ancugi?a · e l tenga per _lei. lo veglio che la mi11 casa. pro<lu_ca
gdherl~ta ,de.1 achei i miei figli irrobustiscaPo il sangue dei Savorn.
cg 1 ere •
I I)
Il
·
re più
M a I .uom 0 che doveva correr·· e ·1 ,osm.i n'.>11dvoI e sciupa
ernie
Si acconciò al matr morno proposto a gcn e ••
tempo.
·
1:.· C_?SI' s1· e' ri"bad1to il
[' avvenuto, s'mten d e, il contrario.
f
J e i mat1imoni reali non hanno 1rnpc~tanzu alcuna
atltlacc1coeltca1 fi&:Ca o morale degli sposi. E' gid molro se si bada
suI a sso 0 se si procura che uno cle1. contraenti· ~Ja
· d"1 d"1ver~
·
~t lpO.sesCon Umberto e Nlargherita siamo rimast~
nel
sangue
d1
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&tessa stirpe. Ad ogni modo co11~l'nl1 oro, contento an-una Le m;e 0S6er\"az1on1
. . sono ele 11· uo1110 t 1·1 san~ue con.une e
h
c 10 prese· per quelle eI1e va Igono. ii\J a s1ccomt•
.
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noi. siamo
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· a slucEare i sovrani ne e oro a I ez1on1. cosi c )ene ve dere
qui· loro sistemi sono miglio1'1 dci nostri. E per quello che ne
se ~c' devo dire che il matrimonio tra il principe che doveva
so ,
.
t ato
diventare
re e Ia prmc pessa e I1e: ~. el'~vent::~la regina,
non e, ~:
.
asso;rtito comc speravano i cori 1g11an1 cd e r1usc1to fin _dagli 1.ruzii una vera pochade. lo ho un segreto da connd:irv1, ma in;
tendfarroci , voglio che resti fra no1, a pc~le chiuse. perche
stra
I
~alt.alo a due metri
fi
-
35 -
sono cose troppo ~ntime per lasciarle andare in giro senza
busta che le protegga dalla curiosità comune.
Il n·ntrimonio della 11 necc· sità dinastica n è avvenuto in
1:orino il 20 .aprile 1868. V~~ p_otete imn:iag'Ìn~re la dispera7-1one della S·gnora d1 :\lonza. Llla ha mmacc1ato, strepitato,
pianto, e non ha acconsenti lo alla unionei che quando il fidanzato dell'altra le ha promc!OSO che lungo il viaggio di nche
egli avrebbe rispettata la sposa eV'itando assolutamente di trovarsi nella stanza pericolosa con lei. E· stato uno scandalo
geneirale che ha fatto crepare dal ridere tutta la cliplomazia
e tutte le dame e i signori di Cctrte. Umberto - e questo è il
mio segreto - per paura di venir meno alla promessa. si faceva chiudere nella stanza da letto a chiave da un aiutante
del suo seguito.
Lo scandola di uno ~poso che si serve della resistenza
passiva per corr~)iacere l'amante lungo il viaggio cli nozze ncrn
varrebbe la pena di essere ricordato se la tresca tra il marito
reale e la s;gnora di !\'lonza non fosse stato un plagio della
trc~ca fra Vittorio Emanuele II e la bella Ro~ina. Come l\.laria
t\rlelaide avc,·a a~sistito all'appa~amento clandestino del marito
con una paesana • gravane bella e piacente n {v. autobiografia
dcl generale Enr co Della Rocca), così Lmberto nel riprodursi
nella C'~i9'enza il padre, ha n;dotto la principessa Margherita ad acconciarsi al falso ménage regale. Voialt11i trasalite pere hè non avete maç vissuto a Corte. E· tutta gente che non ha
le voslre abitudini \'oi avete una mentalità casareccia. Voi
sareste capaci di meravigliarvi se una rei:{na, per esempio, adorasse il proprio groom Il servidoramc dj Corte agiterebbe le mani
p<:'r dfrci. ne abbiamo vedute ben altre
A Corte si crede l'incredibile. A Corte se avviene lo si
~gnora. Ecco tutto. E' un semplice sottov<lce che passa da un
tubo auricolare ali" altro senza che diventi un cri-cti. Pari." \Vindsor. Al palazzo della sovrana chi torregg;ava e.ra il servant John
Brown I I buon Brown era divenuto così potente che r.essuno
poteva vedere sua maestà la regina Vittoria senza il suo consenso. Lo stesso principe di Galles, che fu più tardi Edoardo VII, per grazia di Dio e volontà della Naz=one,. ncln ha
mai potuto bussare agli appartamenti della madre, specialmente
quando era in bisogno di quel fottuto denaro per pagare i
debiti di giuoco. senza ingraziarsi il cerbero Brown. Il groom
scozzese impeirava sulla g-ra.ssona del trono.
Dicevo dunque che l\largherita s i è adattél;1a. corre _Ade:
lande. Adelaide ha giiustificéllt'o e perdonato gli amorazz.i e 1
concubinaggi del marito. per le esubc-ranza fisiche mentr~
l\hrghc1rita più giovane, d·i tan~o in tanto a\~-"va scatb1:
rivolte, parole incomposte contro il caro consorte. Quando tut1n
crede,·ano che la regina si fosse rassegnata a vedere il re a
36
-
tavoli\ con il parabnffi, ~cnza mnng;ar{' per J><'rbar<' lo tomnco
per il pranzo con la duchessa a due pa..."3i dalla re~a. prorompeva in lei la coliera, ritornava in lei l'indi~z'ooe e qual
t:.hc volta dava fuori come uno scandalo. Non c'f. che la
cameriera delle intirr ità perwna1i che pos<>a raccontarvi le tempeste della casa rec...le di Umberto e :\1argherita. Te-'Tllpeste senza furori verbali, senza chinmnte, senzn ira per le orecchie.
E.rane' tempeste che ~ svolgevano in lorn, con pcn<iier· cho
passavano da 11'uno nell'altra, accapigliandos1, buttandosi uno
sull'altro come per rovesciarci reciprocamente-. Pagine che sfuggono dove non c'è il gusto del dinrista di buttare giù, lì per ~ì.
sui pezz~ di carta che capitano, gli urrmi dei padroni. i\larghenta agitata, sconvolta, in uno di quei giorrii che non si è padroni dci proori nervi. abbandonata alla d;sperazion<' o al desiderio di vcndC'lta o alla suprem.a delizia di affr'T'llnrc con un
atto strep-Ìtcso la consapevolena dcl "UO misfatto coniu~alc.
U::ci dalla reg:tia di fianco ct(m .. 1.11i:1 donn,\ cht" va a prende~c
una hoccnta d'"ria. Umberto si Na alzato da tavola senza assaggiar<' vivand<1 per ;ncoratziare i commensali n mangiare.
Pcrcht· è- abiturlinc- di C'orle che quando il '"<." nnn m.lng:a, nessuno mangia. E' com<' un nranzo di parnt a. J... ,.:va11cJ,.. ··sco·
no C' ritornano in cucina. F.gli si c·r n n17..lllt) con la sul bella
faccia biancastra, er;i nndato nel ~abinr-tto n f nrs' P<'llinMc i
hafh <' a mettersi :ml braccio il pa lt0 di mezza stngionc. :--.'on
era s1111'crba che dn un m:nulo. giurto il te"'":><> r>Ar attravN·
sarei il viale ch e divirleva l"" due- cnsc cle! pnrco d' Morun rlcHc
rivali. Dico IT'alc. Maria Antoni<'tta 11on 1wrrnc>tt<·va nc>anche 11
sè i:t~sa d1 so"'pcttarc la Du Bnrrv, van··a di ! .u"t:i XV, sua
rivale d~ C..c~ Le. pur e!'sendo un11 domw chr 1,. con~c-ndcvn la
amm,;razionc dei co't~~iani. La donna ill<'cit i di un rer-nantf'
p\JÒ C'l'\erc una favori-a non una rivale. N"n c'è che un-i tf"..gina che possa Cs"erla. Breve. La muestù <1-!lla '"<'S?:~·a è.· usci'a
come ~ncalz..,ta da un so~no e sul partt"rrc. pP)l' 2 111"'.o!'fe~a !<>
pida. forse a sua ÌP"apula, scaricò 11 rt>vnlvc-r lél '<..1bile .;n direz1orie riel C;<'Jo. Nessuna ;nlcnzionc omic'd'ari·1. Ella ha volut.()
far l!apcrc che sane\•a. Umberto non ~: è n<:'anchc des:mato d;
vollar~i indietro Forse- non l•c ha 11ditn l'c<>plosionf" I Q sna·
'c-nto fu nitt dr:i f1?]j7;_?tt,i Pa<>co~;ti o app;attnti ri<."i b~scht>tti o
interno a1 cesnugh._ F~'>S1 cercarono con gli occhi il re~:;cid:i
sc117a v~id<'rlo._ li m 1El.cro è rimasto rnis'ero. Tranne rhc per ~
cocchieri f uor! dcllé~ can el,lala ciel parco. Fs<>i lo riclu~ero a
un sottovoce clic !'t oropnlò e fece pmte d<'lla con\'craziclnc
dei raffè- e delle1 osterie.
La Re2'.'ina Mars>:herita è :>l<:lln som,nterpn ÌP due chial'si:
uno per ~n'ode alc;.a'ca e uno per unn nre~hicra in morte del
marit.o. L ode alca?Ca aveva fat't'o scandalo. TJ pubblico rosso
non si c!ra ancor:t "ICCOrto dclrr-voluzionc- r;al'ib"1dina vcr.lo h
37 -
Monarchia. La gente che non conosceva Giosuè Carducci che
cc~ne 1epubbl:cano, che come demolitore di monarchie, che
come girond:no chf' a.ve\•a cantato il 93 ~n dodici sonetti non
voleva credere. Si era voltato indietro con dei frem~ti di fier-'\
Come? L'Enotrio Romano, l'autore dei giamb.: ed epodi, del' a
C"nsulta arald;ca e di Versa~fa ha pubblicato un'ode per esaltare fisicamente- e intellettualrr ente sua maestà la regina MargherÌ~il? I poeti ~no tutt'Ì così. Foscolo fu austriacal"!.te. Berchet
è divenuto poeta cesareo. Le scuse di Carducci di essersi ser
vito dcll'in1 estino cerebrale per pa.!-'Sare dal popolo alla monarch~a furono puerili. Il fatto rion i::i d:~fa. Edi aveva volt:a';:o
casacca. :\In il poeta massimo della Terza Italia non aveva voluto ar;conciarsi al verdetto popolare e sca.ldciva corre un mulo.
Insultava clù non Yo]eva sottornt"ttersi alle sue dichiarazioni
c1i avere cantato come si canta d~ una pae.sarellc che impre3
filoni. Ef."li vok\•a esserp educato. Non c'è dinastia nella sua
ode. Vo'c,.., o fingevè di credere chr nell'ode 1•on c'era co!'t;gianer:a. l\!a è passato di IT•'Jda ,mche lui L'ammicaz;cne per
l'ode akaic;• "Ila i\1ervhc•itn l'ha me~-"O nelle s:;.azie deJla borv.he.ia e la bon~he~;a gl; h.' elevato il monumeTJtO. Ma Carducci non fu ni\1 del :'o"'olo. Il nonolo cl-i:amnlo dn li.;.i in quel
pcriodr:~ et canag'ia e malt>d\1cato" non gli impedì di rontinu:ire
n d1inrn~rr.i gi;·ondino e rt>nubl-,l'cano. ma non lo volle più
~cald11•c ncll,. ~ur. pier:he Per il oopolo è rimnrto uno apostalc1 Pe7P.io. f.' rima.,to amico di Fra11ccS<:o Crispi. Ev.li è morto
neff onir>,ione pubblica cl.i· ep-lj aveva se more corrV><'.ttuta.
Chi ha tyuada!!nato fu la r ·<>ina. Da quel momento non' si
r'<• rlò più che della sua : n 1 r liii'! 'nza. F;glia c-J: un"' sassone
,'.. <;Inta nbitl.·ata a leggere la uoei:;;a ledesc~ E ne..,suno che
nop c::i ~a cibato d' pct:sia tcrlec;cé'l nuò cno1rc le odi barbare.
C'o.-ì ha !'C"itto il suo autore. Tutto fu inutile. Carducci è rimar • ' ) ltl' pcctn e un prosatore amm~rabile
un supcrnomo delJ'Jt:ilì., rrorarch;c., - p-n non !o ::;i ?- più la!"c:ato passare dalle
capcrllatc rc..,ubblicanf' ?11chc ('or-o che ha d~ch 'arato chf' l'ode
f"l1~ l 1 aveva sur,gerita Luigi f odi. 8<1:e I dir ., .,no coloro che no·1
; '.lvi't'O due rnan"erc d' vcdcre le cose
No"l c 'è amico. dice' '"O che pc:c:sa sreryubbl=canizzare e- m 'll l cliizz?rc s!multanea>n('nlc;- per lJra hell<!. do:111n. S. sì. G 1'C''!'ina, dice\'a il grarud'uomo. è ura bell:> e genti li"s.:ma Sig;nora. che parla mqlto
hcnc. e he , est e !'I uneridarrcnte (ou·111do si hanno le sue sarte
e- 1 ~uoi dPr,~1 r) Ora non sarà mai det•:o che un poeta greco
o giirondino passi inranzi alla grazia e alla bellezza senza saltitarc. Storie! La rernl"a non era una laYandaia. era sul trono.
Raoprcsentava il rovescio della ma ,. ita intellettuale. Curvandosi si è d'minuito. si è sconfessato. si è rinnegato, ha voltato
il d"'"'O alla rivolu7Ìonc
TI $ecomfo chiasso fu tutto clerir-8le. l\1asWiorita nelle dj.
- 39 -
~tretto d?pd una, vi.ta miserrima, ad emigrare. I fatti di Milano
- 38 ·
oteva dimenticare di essere una chiesaiuola e
sgrazie n~nt p Credendd d; poter confondere la politica con la
una papa.,s a
.
.
·•
1 · e ,.i è me,:;sa subito a ta\·ohno a tmir g1u una prerel... igion 1. il pop~l avrebbe dr(Vulo l(•cil<m· pit1 volto per la
gq1C~a e .iene dell'an~ma di suo marto. Il clero è rima&lO st\lpe
punncaz10
·
Il
·
11··
·
dI
f a~lo Non credeva eh 'cs;;a
> >C g1unla a .1~~as1o~e e
e
Gli
P.ccles1·1st1
cl
Cl'VilllO
che
i-<!!
1
cx
regina
po·
terreno papa l ·
.. '
·1 J f
teva mcttl'.!rC in circolazio1w una. prCCt' per 1 <e un~ ~nza
valers; della chiesa a loro non nmnncva che ~la spretarsi.
papil ha la~ciato fare. E.gli er~ un tollerato. !\on ".o!eva urt!
1 monarchia. Il Bonomell1 di Cremona. 1] corhgianol de!
Sa~oi:. ha sedato tutt.• Alla prc~ hier ~ :1u~ic~ egli ha me"SO il
sugge llo della .rna •ede arciv~·~co.v1 l'. ~ 1 par o re-a 1e raggiunse
tirature insuperate Le portmcnc ehh«'~o carta P~.r un mese.
Non c'è stata famiglia che non ne abbia avute ptu copie.
_s.ir:
I!
1 1 1
GJ 1 anarchici dcl fa',to credono nella v1·11dt~tt.a r.ociale e i
consc rvatori nella monarchia pc1~011cil<'.
11 '98 fu per tutti
un
avvenimento
i
cgio
.
Gli
1111i
e
gli
altr.i accusavano
1oro
. Agi1· anarch'JC1. 1·1 monarca
Umbe1to
come autore delle stragi.
è servito p<'r additarlo conw un re bcsLialc, assetalo d1 sangue
wnano, ai reazionari, per ~!oriars1 di un sovrano che aveva s~
puto tra1l'ta re i n.emici de!l'~rganismo mon<1rch1co co.n la bah·
stite e1 con la mitraglia f:,ssi avrebbero voluto m<1ggior_ furore.
,
Così per due anni ci siamo trovat.: davanti al rcgicid10. Gae·
tano Brcsci. il tessitore in seta, è stato terribilmente l.aconico ..Non
h a scio.rinato idee e non ha fatto sfoggi o di eloquenza. E nmasfo un uomo del fatto Non h<1 ventilai.o pe~ic11i . For.-e .non
ne aveva, o forse non sapeva esprimerli. Ha parlato la sua nvoltella. Tre colpi. Due avevano colpito il sovrano al petto e alla
gola. l\la dalla sua lacon~cità è uscita la fissazione di considerare
il re autore responsabile di tutto quello che s: faceva in suo no·
me. Aveva ragione, aveva torto? Ci furono due opinioni come
su tutti gli gli avvenimenti. C'era chi attribuiva tutto al coronato
e chi lo esonerava da ogni responsab;lità sociale. trattandolo
come un personaggio di lusso se nza responsabilità alcuna. . .
- Perchè, gli ha domandato il pre.~idente delle ASSJSJ,
avete ammazzato i.I re?
- Formai il divisamento dopo gli s tati d'assedio di Sicilòa e di Milano, illegalmente stabiliti con decreti reali. Allora
io pensai clJi uccidere ·i l re per vendicare le vill11ne.
- Ma il re non era responsabile dei decreti, ha soggiunto
il presidente.
Ma li aveva firmab1 tutti
- Continuate.
- Oltre vendicare gli altri volevo vendicare anche me, cd
in cui. si adope10 il cannone, mi fecero piangere di rabbia e
pensa1 ~la ve~detta . . Pensai al re, perchè costui, oltre firmare
1 docrel1, premiava gli scellerati.che a~evano compiuto le stragi.
~mberto .1 ~~ vo.luto yremiare .gl,1. ~SSi'.~1m dei cento e più
~1101t1. e del ~u~liaLO ~i ferlli e del nng.ia10 d1 imprigionati del '98
Hl 1\lilano. l:.gl1 fu 11 lieto n L "orgoglioso di onorare la loro virtù
<.: il loro valore: 11 t:. più che lieto di 11 coi ferire motu proprio la
(.TOCt.! Ji wan~ ufficiale a sua eccellenza Bava Beccaris, il generult. omic1diano ele:valo a Senatore.
I na~onalisti monarchici sono stati al livello del Re. Non han.
no n~ag~1:ficato nel '98 che l'ese1cito regio, i decreti regi, le
ucc1s1oni rege. ~ loro gazzett.e, rrorto il re, non hanno pensalo chl~ alla. ~1surez1one r~a. Avrebbero vQluto prima d'i
tutto lo stermm10 reg10 del sovvers~vtsmo Bresci è vostro dic~vèu1<;> costoro ai socialisti
Ripetevano la stupidità dei 'rea·
z1omir1 francesi ai tempi di Vaillant e di Henry.
I social:sti erano gf 1 allevato1 i degl: anarchiicJ. Con le loro
mostniosc concezioni sulla miseiia 1..: sulla opulenza nascevano
i lancia bombe. i g:orificatori di Ravachol, come Octave Mir~.!!~.!-1· Noi, per j reazionari eravamo una setta sanguinaria.
Pegg-io ! I conservatori avrebbero voluto . che il proclama del
nuovo sovrano fosse stato scritto da lui, con I' mch.;ostro de.Ila
vendet,a e non dai ministri. Lo stesso Duca d'Aosta ha con,..
lubuito .t rib<~di;re nel cen:ello dei reazionari che àl re regna
e governa, proprio quando ha sfidato gli anarch.ici dicendo che
loro e rana ancora in dodici pronti a succedersi nella rappresentan za d111astica. Spacconata regia che ha fatto inorgoglùe tutti i
v1li ~j quel tempo Come parlano I
voia ! è stato il terra regio,
prc.dileWo da lutti 1 gazzettieri del bulismo a pagamento.
Erano tutfi per d re personale. Se Gaetano Bresci avesse
Potuto vivere nei mesi in cui non si è parlato che, della sua
t;aged;<.1 si sarebbe acco1to dell'accresciuta vigliaccheria e del·
I albag.ia regia. I monarchici c:l1dla penna, della parola e del
fatto erano più regi del re. Parlavano de l nuovo sovrano cQ•
nie <li cosa propria Gli attribuivano tutto quello che il tempo
aveva c:fi•strulto. lJna sovranità che non poteva essere eh~
htt1 z1a. I· ra i vari giornali c he· si sono distinti nel ma:>.s~cro dei sovversivi ci specialmente dei socialisti registro il Co,..
rr cre della Sera, la Sera, la Gazzetta di Parma, l'Arena di Ve~na. la Provincia di Padova e la Gazzetta d1 Venezia. Fra quelli che non hanno avutq che prosa impregnata di cortig:anerria,
come se f06sero divenuti tanti lacchè d1 Corte dall ogg., a ll'i11d o.rrun1, noto il G,omo, la Tribuna, il Mattino, la Lombardia,
~ il T e mpo dell'avvocato Raffaele Gianderini, il quale pà.rlava
in nome della democra.ziia ital iana. Anche gli uomini parlamentari avevano perduta la testa. Non sapevano più jn che
s..
...1
e:mcrare la vittima nè come dt>cora1e In carr.ern pt!T
mou..o
. c&are Jn Ioro f e d e mon.urc h 1ca.
· I conim
J tto nè come man1f
vestir a a u - rcora
•
che taceva ·in un rnomentc1 co!li• terri·b"l
~ e si
I l\1
· ·· rcpu b I•ntorno
f t ·1a ar1ar ... n [\la anche I' cx presi"d ente d et· corr JZ.11
e at o i c ..._... .
.
I }
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La
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·
d'ilo che si gridava
abbasso l\1
1Y arcora.
11i paw1to.
_i:
·1
· Ilt', l O I1a f atto
bi 1can 1•. u cr;s;one del re CQffiC U:CCVa
I versipe
ne-f an d a1 u
""" · e telcgraf 'arc al presidenti: dcl l.on.s1g
•
· 1·lo c he d uI tetto
a Izare ']na · nrno era rimasto e p1C!l0 e1·1 cor clogI10 v1viss.11110
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. 1 nspre~o la SUH e prof on< a esecrazione Il pt•r Iui. natutu r d i la ·che'
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le sue ong>111
1na7.zininne
non g Li l1n11no 11u1.1. 1mraIe pet
.
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.
I
\f"
.
edito Cl di professare 11 p1u 1llun11tato r1~petto sia u re ittono
PE.
ele li nel cui nome aveva partecipato allt• campagne dcl
· manu
. al re Um I>erto, cl e I qua Ie J1a sem·
·59
del '60 • e del .66, sia
re' ammirato l_a ~nt~.
. .
.
.
p
Se i gic~·nali regi di queJ _g1orn1 avessero rap~n·sen~la I o;
· · ne pubblica, non è dubbio che si sarebbero npcluti da noi
pinio
·
L!
d Cl· tempi· d.I ar 1O li •
!' ace.idi della r~surrezione
monarcn.'ca
gOi "'.a· od assa&iinati. Non si volevano stonatun•. O monar·
.
.re.,1
i· impiccati. ! I cocco d.rill"1 popo Ian. pmn.gevano
.' fJ"1ange\'aJl.O,
0
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ehlC
este carogne ! dICevano.
opo avere uemm
.•1lo pc-r anni• e d anni'
~udisprei,o, !"odi~. la v_endetto: p"angC"vano dopo av'.•re ~rn~ata la.
. no del!'a&;a.ssmo: piangevano dopo ave-re nsserv1to I ari_,ma <l1
111
t~e1 pazzo fino al delitto! I::.' 111orto il r<' ! Preghiamo ;n ginocchio
inanzi la salma augusta, 11111 non dirnenlichi;uno l Il pa.zzo vada
pure al manicomio; ma i coccondrilli vadano in galera. li Vas11JJo diceva ai socialisti che- avevano il lingu~"ifil':'O <'<111agliesco
~lei Père Pcinard. '_J"ut_te k• aberrazion~ si so1.10 i:ianifen.state:
Raffaello Giovagnol1 diceva a Margl11..•rll<1 d1 Savota: ''Amavi
!dcli.o, amavi il. tuo Re. arr!avi la l"'.atriu, e f_ra i vetl~sti e gi.
ganteschi ru~e'r1 della. rr~gnllt~d~ :int1.ca t· I rél: , suntu.os1 ~ veHe
rati simulacri della cnst1ana c.vilt<.1, npensast1 la stona d1 trent11
s-ecoli e, mentre aspiravi I' aurn sacra dei settt• colli e ti aggiravi per il Foro, la polvere di no,•antn. ~~<;nc;raz:oni. avvol-.
gendosi fra le aurate trecce della tua cop1os1.ss1rn~ <=;h:oma. t1
baciava sulla h1a fronte sabauda e nellr1 tua amrna ~tahana. Salve Regina 11 !
La regina per lui aveva ' le estetiche intuizioni, la luce delle parde amorose, la regia virtuosa bellezza. Il re era <<il suo
sposo regjo e dignitoso negli atti, marziale ncll' aspetto, prod~
e Jeale sempre ». Il Bresci era cc una bes&.ia monstruosa, uscita
da.i più cal~nosi e cupi abissi delle umatle generazioni, con
l'ossea a.~tigb~t~ sua brar:.c?, lacera !e1 fibre ~; qud cuore intessuto d1 carita e spense 11 magnamrrl:l l~e. che si :i.bbandcnava alle festev?li a~c!arnazioni del popolo ... >i. I partiti es~
mi, dicevano gli scnbivendoli regi dèlla Gazzetta di Venezia,
han.no per pr~gr'.'lmm~ la rivolta. Schiacciwno i rivoltosi In
Qualcuno cons1ghava 1! prc.cesso a porte chiuse:· per sopprimere
e
-
41 -
al re~cida
· Ite Il A. e11. Bresc1. con la quale ave. il la réclame · La nvo
va uIJ1T
re con tre ~a~le aveva res~ tutti idrofob:
rroll d em~o - quot:i1uu·~.o della democrazia italiana - fu
~ - UTdn e. 1e aggressoni <lei molossi del giornalismo de lt
avariali e. degli uonùn1 che avevano perduto il pudore. delÌa lo;o
degrhdaziont>. Invece di buttarsi s111lc illustr· ferocie e-0n la pen
na c. e rompi~ c. fracass.1 ,: negatori dei diritti popolari le lascio
fuggtre. t': ~>ermise: !oro ~he s,; ctcassero un "opinione
ubblica
alla. di aristocrallc1 e dJ plutocratici e di fanatici d1 pmonal'chia
· · ·
L 'Ache domandavano
·
.ad alte gr:da Ia t est a d e1· sovvers1VJ
. rc.na. si era !:Cagliata come una ti2Te sui cc maschera'ti
· tta~o. giorno
·
·
<lde Il a rivo1uz.•one . cLe
n ·ime
l?er"' giorno,
nel sangue
c:J pColo i:if<:r:ore. la bestiale barattena delle dottrine infa·
mi 11 • h ol!iutt1 s1 <:>ra piantalo n,..IJ'Alba cctn il suo archibuio di
<:Uiere ~ome ~n df'li"an\..e che 1 on avesse fatto altro che
1 maNmo dei. Savoia. PareYa che il potere dei priv1legi fosse
;;io.
on. capiva che l"ic oligarchj~ . T ruculcnto, convuls:iona~· _ pleb.J~oro, 1d~ofobo . ì\ulh1 di natwale e di 'ipontaneo. Si
5 ~ r.
di uno .:;!lle che pareva del ferrt1cào rovesciato 11el
~o~nd ll:fal Ji;rore. Il ~u'? giornalismo e·;i und indisposizione riot·
05 j e op1mone pubLl1ea. A1T1ico <li:-i ~uperstiti di un mondo
::t-ll 1ato .. \:eement~ nel_le ore lrag;che dei rivolgimenti protettJ
a ~ polme. F.nJd;to. citava sempre la filata dei reicidi che ave
vRano _osato levare il hraccio contrci if proprio sovrnno : Damiens.
avadlac, ecc.
. Per me in quel momento trnsrico non aveva diritto di
piangere c he la moglie del sovrano~ A lei tutte le concessioni.
Ll1ttc
· · tl: t1'1 g 1·1 ·improperi· per maIe cl"ire ]" uomo o
I' le .esas
·. P e rnz10N,
g 1 uom~m _che le avevano soppre&."-0 .il marito con la brutalità di
tr.c colpi d1 rivoltella. 1\ lei. disperala, trarr basciata. immersa nel
pianto tutta la compassione della gente, ma gli altri che hanno
tssunto la difesa del morto come se si fosse trattato di un
ro coi:giunto, niente. F.rano usurpazioni spavalde. Jlidicole. !\la
dE re, nsr;iondevano i ma1a:nald.i. ~lei partiti che non potevano
. fenders1 che per andare 111 png1one o per essere massacrati.
impe'rSonava tutta l'Italia, tutte le sue istituzior.i, tutte le classi
meno quella orn.icìdiaria.
Simulta_neamente che usciva il proclama il Vittorio ErraSucl<; III ClrcolaYa r orazione messn a~·; eme d'l. \ largherita di
... av~la, accompagnata da una sua le-.ttera a monsignor Bonomclh. ':escovo di CrPmmrn. 11 prete , 1-ie aveva applaudite' due
" 111 I prnn;i alla sopprrssionc <1ell .Ossc1 calore Cattolico 11 e alla
d~ndanna del _suo d:'rc~!ore Il procla~1rn. di sua rr·~està noi;
d
essere. d1~cusso ne dal punto d: vista della lmgua. ne
.a punto eh v1s'a dei concett,i. Era il centone di una testa rewa eh~ non aveva tempo di martellare e fond.el"e pensieri in
una m1le Non discutiamo. Lo scolaro d: Luigi l\Jorandi, nella
;TOSC
ivl.
!'"
- 43
-
d
°
42 -
1 zione. non ha prodotto che un c1bo1to. clrn rob,1 secca.
~~°z.: la firma dci ministri avrebbe pot.ut~
c;ssca: ~~11tcstilto. dal-
In un momento di cmoz10111 111dJc1 b~h lrn taciuto.
. .
·
·
I
·
Lasciamolo dunque arch1v1n~oficomc 'nco~t1 t 11z.1<ì1-lll e e P':5Slilrno
]a
· one
na Z 1
·
1 1
da una colonna di prosa in on•ttatii ( J uog 11 com11111 co!re
.. "ri~chi
affrontati 11 - "al1oce1· 1111sfatto 1 . '' lrnnqtldla.
q uestl .
~
e balda coscienza JI
1~ ra.ccogli< ·rc • l"Strl'lll,° IC'SJ}lrO 11
r" 1111
soccorre la forza che 1i;1 viene e1ag 11 eselmp1 11
1 11 11 cod~ '?rta
11o 1 ila-.
la forza che ricevo dal! amori": 11
u e per èlllH>!l. ca<
li ano"
"protetto con mano f l'llT" t•d m1erg1c;1 11
così .rn
aiuti ldd10 L mi consoli l'amor~ d~d !ni~ pope.lo !'
" \'oi chr
l'amaro lutto 11 - " codci:;ta _so_Jular <'la d1 P'.'11~1cn 11 - " il ba·
luardo più ~icuro 11
"la 1111gl1ore1 i.,•11a1cnl1g·.1 11 , .~.e~ .. cx:r.
Si è detto allora che è stato rNh1t10 rial 111111151 ro del te:
soro H.uhini, e varato dai Sarur.co, d;i Vi~wont~ V<'nosla. d;i1
Ch muri. dai Galli. dfl Carcano, ~C'lltt'I cJ,,. non 1111 111ai saputo
scrivere nè per loro nè pl'r In m1ziorw. Il proclan '' f11 <' rinrnsc
del re.
La prooa di !\larghc·rita d1 S;n·o~a 11011 rivPl.1 c:c1lélnl'•ntc 111
lettrice della prosa e d<>i \'Prsi c;11ducc.iani. I·: prosacci11 chi~ non
fa impallidire' quella dci R u hi111 . l\ J,, io 111 i t r,ttt1•11go dal :;otloli
ncarc anche le frasi eh<' rlovn:bbt•ro 1~11· correllc, con1pf<'S"
quelln del trafiletto 11 dri tre p<dlc tira te pt•r m;uLO italiana 11,
perchè in momcnl~ com<; C'Jll<'lli ella ;wcv;i dirillo di perdere
la tesla e di credere che i citt<Hlin.i fo:;scro sudditi ;rnche più
cretini di lei .
Ad ogni modo è un documento della :;ua religiosità che
riproduco per la storia.
0
A1onsignorc,
"So eh 'Ella col cuore e col p<'n.-.1c1n ;.._ ncmo a me. in
queslo) momento terribi le , in cui 11 Signor<· vi1ol provare tutta
l'Italia. e che nello stesso tempo 11 ncn~'i<'ro t• le sue pre~hiere
sono per Lui, per il povero nostro Re, che amava tanto il suo
pooolo. e che è caduto vittima dcl suo ;in10re, trafitto1 da tre
palle tirate per mano 1tal ana l
"Che orrore! il Signore ha voluto, nella :::ua misericordia,
rtspanniargli quella suprC'ma a.nHHczza che per Lui sarebbe
stata terribile e troppo dolorosa, di sapc'rc che la mano pani·
c~da era italiana c che i col11i tirati a lla sua sacra persona erano
d'un suo i:uddito
.
H Ho pensalo (c'!'edo cllC' lddio 111i abh1a a'utata) d1 scrive1e
una preghiera in m<"rnoria del nostro povere< Re, che tutti pos
s-0n.o dire, per il riposo dell'anima sua. L'ho scntta come l'ho
p<'n.cala, col ;uore ~ piana pcrchè tutti la possélnO capire.
" Ora pr'.ma dJ tut' o credo c1 vog1ìa il pcrmcssct e I' ap1
prov..iz.ionc1 d 'un VeECovo per cl'' 11 I I
cl h
Lei che venero dal prof~ndo de/' gara - e
pensato a
L;i prego di vcier far copiare - stcuore e spero 1o vorrà fare.
cl' I I
. e ampare quella clivo
ivu ga,r a e ra~comandarla, in memoria del mio S1 ior z1onR e
affìnchc tutto il popolo preghi pe L . 1
f
&'I
e e e,
clw _l'ho sc.ritta io,
forse, per l':mo~~
acCJa pur S?Pe~e
mt:~tto, mii pq la hil_ popolo, la si recittrà vol~n~.~~troE?~~ mR10
!>ano co11 .1 preg .era.
·
o.
Haccon ranJi la memoria dc:I nodro buon R
il He reg11ante mio fic1lio e la nostr f . 1· e, me stessa,
h
. \I
.
,., ,
a am1g •a tutta, alle sue
prt..y •e.re,
ons1.gnore; e ldd o la esaudirà.
. « Colla 121ass•ma stima e vera e profonda
<lico1 d1 V i._cc ma Rev.ma
venerazione mt
e
.eh
Devma Alargher1'/a d· S
' avoia "·
I r\gost.o 1900 - !\lonza.
ii
P~tc o iti non _accogliere questa preghiera dell"Augusta e
0
P .6&imah. onna, scr1tta col cadavere del Re suo marito sotto
g 1I OCC I?
'
'
. . Sarebbe st~a un~ è~d~ltà e un sottrarre al popolo relitr<;>~ un e~nip10 l~mmos1ss-;mo di fede, d1 pietà e d 1 fotezza
~~~l1<rna p•mtosto singolare che raro Chiesto consiglio a chi oa. d.irlo e av1ito pinerc favorevole, pubblico le orazioni depll
R f'R'na.
a
DIVOZIONE
In memoria di Rs UmbBrto I mio Signore e amatissimo Consorti
ROSARIO
ve . Credo_. Pater, De profundis
Perchè fu misericordioso
ricnsod tulli, secondo la vostra legge, o Signore, siategli mise..
orp ioso e dategli la pace!
Le Dieci Ave J\laria.
at~~· D~ Profund.s
Perchè egl; non vqlle mai altro che
la
t1 2.'a· siate pietoso verso d1 Lui, o Signore -- Le dieci
A vegi~s
h ana
1
Pe dPater, De Profundis
Perchè Egli pe<rdonò sempre a tutti
r onategl1 Vo~ gli erron inevitabili alla natura umana, 0 Si~
gnorp !
Le dieci Ave J\laria.
nor b~er, De Prcfon~;s.
Perchè Egli amò il suo popolo e
nellae P e ~he un _pensiero._ il bene della P~tn~. l"Ìcevetelo Voi
p atr'!a Clonosa, o Signore I
Le d1ec1 Ave l\ laria.
su
ate;. De Profund1s. - Perchè Egli fu buono fino all'ultimo
ete~i respi:o • e c;adde vitt;rr a della sua bontà, dategli la corona
Pr /a dde1 l\.lartin, o Signorie!
dieci Ave Maria - Pater De
o,un 1s.
•
4·1
~s
Preghiera
O Signore. E.gli fece del bene in ques1A? 1n~inclo, non ebbe
rancore yerso alcuno; perdonò sempr<' a cli; G~· fece del. m?lr..
sacrificò la vita al dovere e4 al ~ene della. f ~ìtna fino ull ultm10
respiro si studiò di ademp.cre. ~ Sua m1SSl.'!_nc.
. •
•
Pe'r quel Suo sangue vermiglio che sgc:rgo. da tr_e f1.:utc I'?e.
le operi! di bcmtà e di giustizia che compì lr:1 v1la, S1g11~re, p:cto.:-0 e giusto ,ricevetelo . nelle Vost~e brac?a e dateGh .1 pn•
111io ~kmo.
StabHl 1\later, Dc- r rofond1s.
( '•'S<.:0 t>O,
Cren ona, 3
Ago~o
1900.
Casi Diversi
11 regnante si stanca di. tutto: l\lou è che ~n donna eia~ lo
lasci sempre insqddisfatto. L1ccn.~iata una, .ne ncc\'e ~ m..' .1.cerca un'a!Lra. Egli è incquieto. I·. sempre .m a:;p.ettat.1va .d1 una
conquista. Con lui ~on <:"è ?e~lczza. eh~ r~s·sta. s_. snz.a ci.i q':1~1la
di ieri. di queJla di oggi. Sara Sa7.IO d1 quella d1. domani. E la
storia. di tutti i sovrani. La moglie, sia pure fascinosa e decorativa non vive a lungo nella fantrisia cJal marito. Goduta e. rigo,
dut~ tramonta. 0.°apclleone I. i,,rrande in tutto, ha do\'uto :;tonare
lc.1. &i~fonia rn:..trimoniale come tutti gli ,.Itri. Lu sua Giusepp1na
era buona per i Barras. Il suo spirito gcnié.dc nveva altre ascensioni. Viene il giorno in cui la moglie del sovrano rimane la
figurante della :egg•a. Diventa la con"'.°rtc .uffici.alt. Lu. r:gi!1~
che assiste sorridente a tutte le ~;rand1 ccnmoa1e. Le 11.L m1ta
affettuose. hanno• un pcr:odo Noli tull1 i pi::riu<l1. Suon_.t .. l'ora
i coniugi diventano aegli <Jmic.i. Il t1ig11ore non .in rnim più delld
:signora che le toilc/l'!S. Il gentiluomo 1..he si cu1vaVi.1 alle sue
meraviglie fì:.'.che, scompare. L',lmfil\l•· pnssi per le slesse fasi
deJla moglie. Si chiami Pa.mpadour o Du 13.1rry, i<.uttazzi o Litta,
Vercellana o Laura Bon.
Gli spasimi o i trionfi della carne n~n le imped,scono di
Nea.1 re 0 nell 'ìmperalore non e ridpctlalc . C!:.>t.!re collocata fra le
è mai la passio:r.e. E' il fanat=smo che dura quanto la tempesta.
E' il viizlo. l'abitudine, la crapula, l'orgia Sono i suoi ritorni
di foia. Un giorno '\!apoleone. superrbo in tutto, ha sentito il
bisogno di inaffiare la veste di una signom aJ!,, sua tavo!a per
obbligarla a ricornporre la toilette nelle sue st~tllze a1Ia presenza dell"imperatore. E' l'esuberanza dei piaceri che rinnova nel
sovrano le delizie de~le sorprese dcl nuovo letto. Ci 5t.l10 giorni
m cui egli non può più tollerare gli amori di ieggia. Edoardo
V II si salvava sui boulevards parig1n;. Il defunto sovrano belga
prefe1iva la vita del borghese che raccattava la fanciulla per la
-
vfa o la trovava r,ei mez:zanin. dei reetaurants a:!e dcnne d.e
gli procuravano i lenoni o le megere al suo servizio. La sùburra
per colui che non può muoversi senza diventare un a·.v:~c :T:urale è l'ucc.ellenda dl.!le sue gozzoviglie carnali. Vi si sente l~­
be.ro, vi si crede sottratto ag~1 spiatovi. Umberto 1 ha avuto i
buffoni che gli hanno impedito d~ fare il vulvivago con le vav
che dc-i inerenti intemaz.ionali. Gli è sempre- toccato servirsi dei
11 1 zumi e di conl-::ntard delJ,~ avventizie nei gicrr.1 m. cui se~iva
;rL lui n1ggire t1 best:ia.
Le avventizie sono qua ,j in delibate o bellez_e d1 f<lma mcndialc, come ai suoi tempi C.loe de Merodc del re ciel Belgio.
Duchesse del marciapiede o pnncipesse delle aiccve o corpi
dalJc cam.\ reali scovati dai regi lenonii nelle stamberghe, negli
angiporti, nelle soffitte. Capilavori degli uteri pOJ101an. Fra le
molte avventizie che popolano la biografia del re martire è una
stiratrice, figlia di una lavandaia di colore milanese e sorella di
una ragazzona che scialacquava il corpd magn:fico con i figli
di papà che se la palleggiavano. Con.servo le iniziali delle due
sorelle· che furono prima del sindaco di Roma conte Ronciani.
Due aste di carne marmorea. Superbe, divine. L'una la G.,
l'allra, J'f\ .. esib.;,,an.o gli splendori delle loro fonne à la honte.
~In prirna di dormi>:<' nei letti dalle lenzuola di Fiand~a sono pasi;ut\I nella oohèmc La G., era meno prodiga. A vent'anni aveva
incominciato a e:.ngen-. Considerava luomo la sua marcita, la
sua rendita, la sua v:ta I capricci non le duravanQ più di una
notte. Pur essendo stata del re, più di una volta, è discesa a
sdruccioloni, è andata fino alli'mmondez.zajo di mutare gli osp~­
ti di casa eua auasi tutte le notti. Enormemente ingrossata non
ha pt.!rd11to le forme. Ha figurato come prd~c1.gonista più di una
volt;a nei processi della pornografia scandalosa
L 'A. è ,,.~ata più sobria, più ambiziosa, piu donna. Senza
!cl spinta della sorella avrebbe finito nelle braccia di qualche
Armando. Fra un amore pecuniario e l'altro eUa ha avute! soste
d'indifferenza monetaria. E' stata girovaga con un fotografo
ambulante che le offriva il pranzo della troupe alle fiere. C'è
stato un momento in cui i suoi ammiratori credevano di averla
perduta. Le era dato di volta il cervello. Voleva farsi massaia.
Divenire una buona donna di casa. Furono le risate che la distolsero. Più tardi è capitata nelle mani di 1.m giornalista d'ambi7ione, di un futuro ~brivendolo. editore. di una celebrità che
ha fatto molto à;ar!:o fra gli scrittori carducciani. L'A è stata
un po' sua e l'n po' degli altri, Lui la lasciava andare, la rip11endeva, si ~erviva di lei per att:rare nella sua orbita le persone
che dovevano giovare alla sua azienda giornalistica e libraria e
la faceva circolare m Roma come una réclame altezzosa. A
Milano. ella contava fra le ragazze dagli splendori plastici. Goffo, fatua, sbadigliava, diceva salute a chi stamutava, non si
- 4b ..
.
za le unghie rosee d~lle man_i bi~nche, carpul:va mai abbastan i vedevi le tracce della sllra~nce. Il suo
nosette, affus<;>latc dV I b· c1:, mi Ella era tuttavia un pezzo
italiano era pieno i o]' ar .• di. scultura viva. Un moulag,•.
di statuaria
un capo ~vo~? te di rosa Capelli fluenti, morb
~ leggermcn.e m
. .
. Se' lt' dive·
Guance ~n . hi 1111 metro e ottanta ct•nllrr•e:n.
io l,
•
bjdi ca~.tan1. lung
h
d .
Ile eminenze della sua vita
n.iv~no un man~el1? c .e .a f~1~boiati voluttuosi. con le palpeflessuosa. Occh1on1. ncrh1, tlm J0 mbreg«Ti~vano le occhiaie t" le d.1e
,..,
'"
·
1·
bre fi n1· come la .seta .c e ·1·t~
ducale
Sdcnzwsa
a ~1• pote_v. 'I.
. o una s1gnon
l a
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. , e d'i mi') anes
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vano a I v.s
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na artstocra ica usa .
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. Ali .
scambiare per li
I
)· statua andava in rantui:1J
ora
Se si rruoveva o par ava!' a. .
Le'' toilettes eJegant1 non ba·
. I
stessa
ongme.
. G .I
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essa rive ~~a se cond~re la figlia della lavan?aia.
u1c at<;
stavano
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tavola
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cc)nmcnsali.
.
1
. .
ditore m1g 11orava
.
· lasuo g1ov•.ne er e di. ' essere una donna che aveva
oz.1ato
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ro.
sciava SUPP'? r
. olo centrale della sua es!Stenza era semprt:
manzi Ma il cap1t
st ssa Il suo corpo era tutte/ una
L
forza era se es
.
r
il letto
a sua I , on naufragava mai. E.Ila era co111e que.g t
battagli~ ..L~ rcb~~a h'~st:.· che lasciano sempre sentire la casta
ex ufficiali m
~ bb . se41suali u~civa la parola banale. come
miJitarcl. D~lld sl)f :ffic1r~Ji esce quella della caserma. Per fa!la
Jalle labbra. <:g t re gli episodi. E.Ila ha '1,vt1to, per esempio,
vivere cJovret nC1~1esd a ."
il barbarcj at1torP ha VUOléltO alh1 ~ua.
d b le per ar ucc i e .
•
. .
.
b ette 1
nnll e o i' di un calicei. Ella a un conv1V10, m uni~ uv ·1 • s
be ezza p u
f le meraviglie dei commcn.sa l, con I c 11
e levata posÌ1:nts:1::e del grande poeta. Scoppiaron.o gli entuhce alzato a
sto matronale E' parsa a tutlJ una Cle.o.siasmn. I la avuto~ In ~ivaggio mare ~on è rimasto seduto I-I.i
patra. li po1.:ta e a . s
1
lei una tigre rea e.
1 •
d
ve uto m
d
degli amori che vuoi,
la g ona tu a me_
"dL1bera ed:;~~ Ta gloria dei sorrisi tuoi, o tigre, la.sciati
puoi are,
amare ,,
d' mo così carducciana l'A aveva un album ma·
AJ)'epoca I ir_e o' ospiti lasciavano un pensiero! o un distico.
'fi
el qua e i su 1
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gm co la
" P Ieia
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scrittori intorno alla casa eu.·tona e 0
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amoso.
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h a i·11 1:1s.t ra to cle reso
che a furia d1 andare al mulino I 'A s1. era m _an·
51 mten e
avuta una bimba che prometteva d1 sbocciare
nata. Elladalvleva
ma R;caclcle nel concetto di farsi una fortu.' b I'
e a mam
.
d'
piu e al fi ha Senza rctnpere le amicizie e senza lst~gg~re
a d~ : zza d.i Spaana ella si concesse a un prmc1pe
·1na per
'nage ' pJa
"'
b
I
~ me
er 2 000 lire al me~.e - somma che non le astava per a
romano P.
:
ti · marron glacès e le corse nelle botti della
profumenaN ,1 guan hai mai capito l'amore del giovine editore.
1
caP ;tale h essuno
!te fosse sua e che avo )te Ia b uttasse ne Ile b racPareva cl. e ia .voMa sua o non sua J'A. non cessava di esseire
Cla deg t a tn.
-
47
~
con lui .. La creatura dell'A. si svi luppava plasticamente e gli
a.dorat~m della. madri: se ne contendevano la patern:tà 0 il dir!Lto d1 pr~e~1on7 .. f· u. in quei giom: d1 saggezza materna che
l A . . accetto 1 biglietti da , mille dal personagg;io baffuto del
Quinnale.
Urrberto non 7ra un taccagno. I capricci d'alcova li pagava
con ~n? bus~a cha~sa che consegnava lui stesso all'avvenbizia
con I ringraziamenti e una curva. Le avventi:GÌe non venivano
accettatJe che precedute dalla fotografia Una voltla accettate il
sovrano mandava la carrozza chjusa a prenderle Ho assistito
a questa volgarità reale due o tre volte Di sol~to il domestico
soleva premere il bottone al di lei u;,cio qu~do si stava per
andare •a pranzo. Il gusto dcl regnante che ha tentato d.i mili!arizzare la monarchia con la complicità de~ ministri, era eh fare
)) porco quando tutti gli altri anda\•ano a ,tavola L ·A. mi
diceva che :J moment<;> ~siol.ogico era il suo aperitivo. La pn·
ma \'olta le ha dato se1m1la lire. i\'le le sono guadagnate, rr.~ ha
detto l'avventizia. Tu non puoi immaginare il tempo che sì sciupa prima dj giungere a lui. T1 si chiude in un salotto dove
è: un grande album pieno di fotografie di donne godute E'
tutta una esposizione femminile. Ha il gusto di Guglielmo II.
Lo s tesiso suo gabinetto pareva la studio di un g-rande fotografo
Questo fatto senza importanza n·i ha così djsgustata che
sarC'Ì scappata via, mi diceva l'avventizia reale. Ce'Ta tutto il
marciapiede nazionale e internazionale. Alcune le avevo conosciute. Fra quelle fotografie h~ trovato mia sorella. Se è vero
quello chei mi ha raccontato lei stessa, un giorno il personaggio
del trono. è andato a ì\lonz" md tie110 reale solo per abbrac·
ciarla. Capricci. Ritorna a mc. mi disse. Non ha avuta tempo
che di fare il bagno. Il tempo di un re non è suo. C'è sempre
qualcuno che lo trattiene. Ci sono i min;stri che hanno il diritto
di precedenza. C'è il presidente dei ministri che può veder!o
quando vuole. Ci sono persone inaspettate che gli fanno pea;dere più tempo degli altri. Se si è for~unate, s: è ricevute dopo
pochi minuti di attesa. Se POn lo si è, come è capitato a me la
pnma volta, si perdono delle ore~ lc 1 non sono rincasata che alle
nove e mezzo . .-\1 sovrano devo aver dato il mio broncio. Il
sovrano non mr, ha trattenuta che una ventina di minuti. Dopo
la prima volta nclrl mi ha dato che una bus ta con due mila lire.
QuHndo sono però in bol'et•a gli scrivo e lo supplico di aiutarmi.
Edi non mi ha mai detto di no. Oggi sono in quelle condizion1,
mi diceva indossando una toilette dai cdori sobrii. Ecco. senti
che suona il campanelfo. \'ai ad apnrgli. E' uno dei suoi servitoti. Digli che vengo subito. Di là n~lla sala da pranzo c 'erano parecchi invitati che 'gn0ravano il dramma male che si
consuma\·a alle loro spalle e :\spettavano la signora fumacchia:i,·
do una siiraretta dopo l'altra. Tra un aperitivo e l'altro io entrai e dissi loro.
-
-48 _ Signori. mett1a.m~ci a tavola perchè l'A è ~tata ,ch1ai:natR
.
. E· lei ohe .,,·1 prega di non aspettc1rla. Sara qui fra
d
UJ"gerua.
I b
d'
'I ]'
un 'ora. E· ritomata dop? 1ue con a dust!l 1 ilquatttrod m1 a ire.
_ Scusale tanto, diss e 11a entran o lrl to et e a pranzo.
Ha avuto qualche co.~a da fare.
Dopo non l'ho ,.:.sta pjù. f In preso il mare •' nel paene di
1 ·one deve c~ere morta. l'vll'l mortn o v;va. nessuno di coloro
~he:1l'hanno conosciuta l'hanno dimentjcotn. Ellri a.spt"l.±a il r;uo
bicJgrafo.
Dal punto di \•ista giornalistico i re piemontesì sono anl5·
paticissimi. I regnanti delle altre nazioni, an.ch<.' quelli perduti
nella vita lussu~iosa, .hanno ci.~condat<_> <: ci~condan? le . lor~
vventu~~ dinastiche d1 note. e.I urprc-ss.·01u, di avvcmmenl1, di
~~ervazicJJi. Fra i morti cito la reginn Vittora e fra i vivi Gu~giielmo 11. Tanto l'una che l'alt~o sono due c~rv~JI~ spn!ancati.
La loro esistenza che non smaga JI lettore e.on mt1m1tà d alcova
;. cliarzzata. I piemontesi invece hanno ripugnanza per la penna Non è in loro il gusto .intellettuale dei Goncou.rt di profila~ cei ella re. i~famare, .immortalare e riassumere. un'epoca in
quattro righe fucinate al fornello cerebrale. La reimia del nostro
Paese è come un terreno in'ccondo e proibito. Non ha g'USLO!
por la spalancatura delle porli'. I .'aria fresca del puhhlico ;.
l.Joppa forte pet le;i. Non :i nai:cc· n~lla r::.: tn•a r·Ft!.a falla c~1
armadi di retrro
rutlo VIVC sollo ! (' 1i~av1stcll1. In casa dei
Savoia non vi s; trova neanche il cortigiano cbme 11 Cctlstant
france11e che abbia la voluttà di p1l'parare p<•r i nostt:ri il dossier dei re. Così i sovrani della monarcf1ifl sabauda sono si>nza
aneddoti, o se ne. hanno li trafut;"11no con le loro man;. Intorno
loro non c'è che 11 5ollovc>..:c. Nelle> vite' dl"'gli ecrih~venrloli più
realisti del re ,i Savoia non sono vi\ i Sembrano figur("' di cera
vestite per la parata pubblka come nei rnu<- i r!.; ~nadame
Taussant. Non soro mai in vc>"te da camc>ra Non c'è mai l'uomo. Non c'•'; mai la reina donna Non c t' cl-<' I r>oc it.ore per
la vctnna pubblica. I Giuseppe l\1lassara e i Cappelletti non
hanno raccolto dei monarchj che hanno venduto a un tanto
al volume che la noia infarcita in uno stjJe pieno di sbadigli.
l_ intimità è anche per lorcl un campo chiuso. Gli Ugo Pe-.ci
"ono migliori dei l\Ia~c;a?'i per uno spirito giornalistico, più moderno. La loro prosa è ffeno afosa, ma il loro inchiostrc' è
troppo mon;irr.h.izzato perchè sia d:gcribile Nei libri del71i uni
<' ne1 libri rkgh altri i lettori non rc~.pirano nÌ! latmosfera cli
Corte nè l'atmo5fera nazionale. !\!anca in loro l'ambiente Non
vi sq trova che il racimolatorel dr giornali.
Dove invece i regnanti d Ila terrn !tal';\ si confond-0110 coi
monarchi inrfo!"i e tedeschi è nella réclame. In questa invrn
zione del secolo ~corso es~i ~ono1 assolutamente mncstri. Barm1m
0
0
49
deve ave1e imparato da loio a<l amggere gli avvisi elefante.:chi
per 11 suo i1nme11:.cr serrélgJlo. Le l1c 111011<uc111~· così d1ffc1c1,".1
nelle concezioni dina.slichc sor.o &pnJnatc da uno s~esso ideàlC
nel mantent:r~i ca.de nelte pieghe della vita naziona 1e. Tutto è
per loro un avv·Ìso sesqu:pcdah.: :.ullt: 1111..ragiic e 11dlt quie~e
~-ag ne <lei giornali dci loro r1.gni. i\lhiattie, atten:alt, nce.vi
111enl1, corse speaucolose a1 luoghi dtl ddlo1e e Jelle catastrofi
u 1na11t', 111olllenti <li lutto, vit Lorie strepitos", Jisf at, e:: me mora
!.,ili l.ét 1na'c1tli1:1 <li [cloardo \' li, quando non era che pnn ... 1pc
di Callc.os, ~ 1>tala una 111agn1fìc4:1 e in<l1menticabile affissione
n onurc.:.liica in casa e.li .John 13uil. 1 ,..uddi·li nc~11 esistevano p.Ù
che per it::ggere 1 boliettftit ufhc.iuli e.lei su c g ù della sua salute.
~ parlrtvii di lui e si singhiozzava ~e:;inrno ricordava le sue
h11ich,•11:.tlc, i suoi trav1<1mt-11li, le Fortune che aveva sprecato
con li:: dounc degli alui, lt> sllt! in pruc.ltnze a i\lontecarlo, al
l<ovolo irnprudcnti~.;mo Jel baccarat, il suo bagascismo parigi1•0, i suoi sca11dali LOntro i costumi naz.ionali. 0!on cera più
clie il mubto reale. Egli era stato per qualche mese ;J r rotagonist;1 di tutte le chiese. Non si pregava che per l'erede del LTO:lO.
A prt:gttrc il ~1gncre della sua gudr1g1c~1e sono andati al a cat
tt!cl11tlt• di S. P1.1olo, in Lodra, in 500 000 persoi.e. l'r:ma di morire ì.· stato lo stcs:;o. E.' sl&!o il suo cameva:1· La sua opera;,oio1tt' chirn•gica ha temilo il lì .. to della 1ia:ttont: [' morto ccm~
il Bétrnl1111 i111pe1iale, con un funerale di otto c.nall1 bardati e
co 1crl1 Ji gualdrappe ucca111enle ricamale, con uno spdtacolo
d t se:-1 nud:oni Ji persone p1giC1tl' nc.:lle ar'.erie del passag~o. Le
malatt.e di Vittorio [mam1ele 11011 :;0110 state inondate di tan!o
pianlo p<:r i confl tti fra chi sa e: Stat0. La Ll!scussione <li qu<>ste
lin.t.10111 sttcta\i e ~empre un J,s;.i1nq. Pio I\. negandogli pe'l'
riualch<.' i.:iorno k consolazioni religios-:: ufficialmente per pu11w
lo d1 av1·rgl. carpito 11 potere ternpc ré.c le con una miserabile brecc1<1, ~li h<1 sor,prt'S o d;,lia 1:-c·lan.>.C" il CUll 1)1t11ltO clc.-ricale. Il
gros.;o Jei 1no11giaton di ostie r<'l.giost· ha saputo che- frn i due
regnanti non cera buon sanvu':' Nei:lnche quando il g'an rt•
era in uno stato agonico è ,·erw o IT •·no l'odio pap'1it. i\011
voleva via!'car!o. Lo yoJe,·a <•Il'infe-rno . :"-on lo l1a la"'c.a!o \;al1c .. re che supplicato dcli cappella110 di C)•tc . l\la anche morto
1.011 ha ::.uonato le campone e lia ia.:.<·iate ::.ilenz'ose le bigonce.
~ove 1 sacerdoti spargono sui chiesa.uoli le loro melensaggini
.n memoria e.lei defunti che hanno fatto storia.
. Tuttav:a il primo re <l'Italia non ha perduto che le preci
c.11 un clero ribelle Il pana era clcl'ato alla sua volta da tu tta La
popolazione laica Perchè ave\'a chiamato nello stato po ntifi cio
!? st~aniero, perchè aveva manJflto al patibolo i sognatori de 1I It.alta una e perchè era autore di viltà chiesa~tiche e tempo·
rali mostruose. Non per nulla più Ji centomila persone hanno
ce rcato di bullarlo. morto , nel T evere, di n~tte, al te mpo del
suo passaggio.
51
S:J
Hitorno al gnin re. li re, malgrado le n ormoruz.'oni J,,j bigotti, è passato alla scconcln vita c.0111e Pc1drC' della Patria. Il
cadavert: dcl d··funtc è <;lato urw enon1w c1lfìssiont> di olio giorni consecutivi per dar modo a tutt..i 1 sudclit1 di accorrere alla
capitale a vederlo nella tm.fonnl' d<'I primo re J'ltal1a, con la
gran spadH delle 'lle vitto1 e al linnco. l't'r otto giorni i! re magna11im•>
chinmatcmi pure laccl11'. di Corte, io non r·nuncio
ui tito'li coi quali lo li anno i11co1111c1<ito j perwivL'ndoli d 1·Casa
reale
l1a occupato lut1i i g1or11nli e tutte il! conversazioni, t11tll
i parlamentari, tutti i lìli lclcg1al1ci, tutti i lacllori di b ografìe
della spec11lazio11e co1tig1ana, tutti gli uom'ni eminenti. J suoi
f uncrali hanno dit\o da fa1c a pili cl, J00,000 persone. Con
tanti C!mitcri non si sapeva dove1 scppelliilo. 51 voleva un posto
consacrato che non fosse n ai &lato d. 1w~uno. I torine...,i in
nome del loro diritto dinastico, lo volevano nella basilica di 'superga. I patriotti, - - in nc~nc d1•I loro diritto tmJtario, lo volevano a Horna. L<1 monarchia in grnmngF1· i! slatél abiliss-.ma. E'
rimasta ueulra. l In lasc.ato che ~ p.111 ti o le regioni si conte11dcssero il cndavere e che il p11bblico magn'fica'-Se l'importanza
della tomb.1. Do\'e dcpor~o? E' sl,1to un .affissione chP- potrebbe
essere paragnnata, :;ernpre tent>ndo calcolo che la monarch:a
ingle~c è circond.ata d.nl'o sf?ler1do1t• impc;inle, Et quella d1 E1
doarcJo .\Il,.
dc~lt ~rnrn scorsi .. I. slfd<> un apoteosi. Il pcn$cro
:;ovverSrvo .si era r rn~anato nei cupi rec1••;si della dispNazione.
Di1pperl11tto !",ignoreggrava il p<'n~ic10 dt 11<1 rrnH:.st:.i .
. · N<'ll'ottanlaquattrr., .so1 a~111i dopo il pa!:sagg10 dc:I r.<i.rro
trion fale, quando la 11<1z1one 81 e111 tworclata che il suo monarca
era al l'antlH!o.n. la. n1011arc:liia !,,, 1i111o\'Ìn1t•ntato t11tto i( regno
c'?n ,un pellc){11nagg10 1H1nclnale i.dia ~.1111 \omba. Altro rigurgito
d1 n:clarne. P~r un. mcr.e non s1 <.· prulato che cli lui, della aua
grandezza, dei suor fa.st1, dei :-.uoi eroismi, ck·llc !!Ue virtù, de:le
sue benemere~ze. dei s~10, .mpc.ti rnarz.inl , cJ,..j uio dialetto t'
d.t>lla sun. l;onta p1t:f!lonte~1 1 Il 1e è stato il tot di quei giorni.
I ~c. co1t.c1 p.ttores;hr dnlla fJl,1Zza di rcnni11i al Pantheon, mifrllala d1 stenda~d!. frotte di v<>tcrnni n 11tilat1, costumi cli tutti
1 tem~r. concer:t1. rn ogni i;iiazza,. ~c 11 d, stemm~. insegne, motti
celebri yer t.utt1 _1 pan11c-ggtamLnt1 1· !H'r tutti i diappelloni. Corone_ d1 fiori,. ~1 b-ro;i2~ .. d'al!o!o, cl'11rgento, d'o.ro. :\ledaglie.
c.rOCI pe_r ll~·tll I pelli. S! mar:~lll\'n, si !>t'VeYa, :;i p1nngeva, ::-i
ncordava, ~1 .esnl.tava, s1 glo,n(1c;n,,,1 • L 1101110 clelln fR:Ornata fu
sempre \. 11tor10 Lmanuele 11.
Il sec~:mdo re della. terza Italia, pt•r il riuale più tardi si
affr~glva il p~llegnnagg10 che doveva rappresentare la de ficazionc ,non t; stato popolare come- il primo, ma è stato un
grandi reclatrtsta. L idea dcl funcrnle·apoteosi è uscita dal
suo. cervellq, come dal suo C'!'rvè''lo è u"cito il pellegrnao-gio
Scriveva • come monarca • da cane. ì\l a m
· quei giorni
·
· 1· anima
"·
monarchica è sfata così espans'va per wo padre eh 'egli ha ringraziato tutti con unn lettera ~crilla con !a sua penna reale e
inviata al sindaco di Roma.
.
. .
Il "olenne tributo, scriveva Umberto I. d1 nffelto e d1 neo·
nosce nza che per libera i11 iz; al iva di pri\'ati o~ttad!ni .venne
clfferlo d"lla intera nazione alla venerai?- yne~ona d1 mio pa:
dtf" mi ha compreso (!>ono -io rhe ~ottolrneo l rtalia!1o reale) d1
tanta gra<titudine che de_;-:d~ro far !?alesi j sentimenti dèslati nel
n,io animo da così patnott1ca mamfesla.2rone u.
.
Umberto I ha attirato ;n Roma tanta gente cc~me 11 padre.
La riduzione del biglietto ferroviar'o del 75 per cenl<;> ai peJl~~
grini è co~a che ha fatto gola anche a me eh~ sono il rovescio
della medaglia. Come re 11011 ha nella storia ,h~ un p_osto
mediocre. i\la la sua fine tragica che lo ha fatto eh amare;: ;I re
martire metteYa tanta gente in treno: Chiam.a~emi c<?rtlg~ano
rra io mi sono cacciato nel vagone coi pelle~nnJ. La nduz1one
del 75 pC'r cl'nlo non pc•.eva etis~re d; l~1tti i .g1orn1
.
L'ep,iscopato fu m<"no tirch:o con 1l ~glto di \ tt'ono ,E.m.a11uele. li. J7orsP. fu la fin<> d~vctsa. çerlo ~l papa lia contnbt~1to
con !'1ncitame11lo segrt.'lo ;.illa 11rnmft:1>laz1<;>ne che ~c~:e\'a ::,alvario dall";g 11 ominia laica Tutti t ,-,,:;covi hanno. mv1ato alla
n1sa P.ditrice Cagliati. iniziatrice del dl)Jore ch('s1m1olo, pa•olc:
pi1·11e ~i l 0 g1ime.: Dal1'1\lpi ;~I I .ilibco. non fu c:hc L!.n gn~o dr
rsccra71n1c clcncak. Solc·nn1 s11ffrag1 e P.reghrere 1.n ~u.le le
chics<'. ~alto tutte le sciocchezze del cano111co prefaz1 omsta per
11011 far ridere laici e reliiosi. L'arcivesc~vo di Genova: '.'Il
111ite e buo11 sovrano. che due volle sfuggia p~i:;nale assassmo
non fu questa volta risnarn1iatc dal pi<?mbo r~g-c.rda. Onta. obbrobrio, esecrazione alla mnno che 1~pugno l_ arma fat.ale .>~.
" D'ora innanzi nell'oraz one pro Rege s1 pon~a il nome. di V1,t01io Crranuelc 111 Dopo le consuete preghiere e pnma del
tantum ergo, si canti il \' eni qrea~or SJ?'_:ritus col!' ai:ialoga or.::izione. e l'altra pro Rege
Tc~nno per I m:imane deltto ch e h'.1funestato la diletta nostra patr.a. e; ne fa piangere a .calde 1agr1me il dolore profondo che sentiamo per I.a mo~e immatura _e
repentina d.el nostro amato Sovrano. 1-\goslino R chelrr'I)'. cardi.nale abbiamo dato ordine che questa sera c\:a110 col suono .h~­
gul.nc delle campane il segno del puhbl"co h~tlo u: Scal:ibrim.
vescovo di Piacenza ha te!CT!'rafato alla moglie d1 t e Cmbcrlo: " Celebrati com111ozione .~•era cittndi!1F1nza fune,rn 1i .solenni
s11ff1ag10 m nome la~rirrato :X,vrano u. L la nu1r,.«ta. gli ha ni:;nosto
Grazie a lei delle Sante t' dolci parole, grazie al clero
delle fen 1de pregh;ere. e grazie al popolo pie'oso che sa pianger<> ed amare. Margherita .
.
.
Il cardinale cacone di l\ lilano. quello che ha piantato 1]
c-l<>ro della provincia nelle ma11i di Bava Becca11;s. per mettersi
in salvo. ha scritto peggio di tutti i <>uoi co!!cg'11 < ProfondR -
-
51
5'.?
mente costei nato per J' ~CCI a11do delitto COO&Ulllillo 11elJ'Augusta Persona di S. l\l., il Nostro He . q11~sta sern si suonino
le c<irnpane e si canti quanto prim" si possa, unn l\ lessa da r~
quiem 11. Non si può cs:;erc• più banali. ~on ha trovato 11el suo
c:<'rvello contadi11esco una fra$e che 11011 fos<.c comune a tutl.J
i pievani della :ma dic/ce..=, l.he creti110 questo affl'lmatore d'
prrti ! La circolare di Bonomelli incominciAva cooì. (( Sventur" e
delitto, dolore e vergogna gravano og~i 1111ll'1rni1110 degli ita!iani.
Il He prode c buono è caduto, non lo calsc la morte quando
cgl i ccfrnbat teva sì valoro~amcPI t• le bn'.tnglic• della liberti'.!: lo
colse ora miseramente, nt·lla sict1n:'7.Za d; u11a festa, in mezzo
al "uo popolo. nella sua città pn·dilt!tta, u pochi passi dal suo
palazzo. dove l'augusta consorte lo nttendcv;i <' lo riebbe cadavere, portato a braccia dai Mtoi, lllcnlrc il popolo ltl~briva di dolore e di indigrrnz.ione. Piangiamo o figliuo}i, ccc. u. Il vescovo di
Basa diceva : 11 II secolo eh(• agoniza1 aon (· secondo al pi ù scellerato che e.i dt.-scrÌYe la stori;1 En <f,. dellt• do•t r ine ;Pcrerlule e1
~owcrsive dcl s~colo XVIII, che 1r.1.rt :tiZ7ò Lui~i X\'1. colla corrotta morale ne imitò i oiù esecrati delitt' I cnpi t:bercdi dottrinarJ;
s1 credono irrespons:ibili d0i disord.;ui , d11· rc11do110 f'lta~;u il proverbio inf;unc delle nazioni. c1i: atl;lllll il brnc1• r, de!i sicari sono
le- dottrine così dette lihcralr che s 'i11"eg11n11n " 1111(' cattedre e
llt>llt' scuole, donde vollero sbn11rlito IXo 1• la ~11"' chiesa . ~e
11on si c:ambiR v'R !=!Ì nrriverfi sempre ;iJ 11ir,de,;111<1 precipizio
!ipfllattcato da; famosi pri11cÌpii rlcll"otta11tn11ov<'
Non e:'( mai slata rcsiste11za cnltolic:11. i\'cl ct1ttol'.co JJon è
chC' il rc!' 1duo di una rec;istcnzn ntnvica. La resi:;tcnza rl U'lnr~
lutti ass1en-~. di pr.cgarc. di and;irc nrngnri ai ~llppFz11 impC'Tiali
con la Caccia illurnrnala dallR f,·d~. Tutti <lso:.icmt' 00110 un gregge' gongolato d11i pastn>i. Con Pio IX, contro In monarchia e~r>ronriat.icc, flvcvano la resistenza passivfl - quella dcl mlii<>
eh<• s~ pianta con le zampe sulla strada - queJla irnilatr ice dcl
propno so:"'rano che si chiamava prigioniero nelle und:ci mila
stanze va'll_canesche con un superbo g:ardino di sei miglia con
le passeggiate papali. Il cattolico non crede nella forza fisic'l
f'.i tempi del papa re - erano gli svi neri che gli difendevano
rl regnC( - salariati di tuth i troni
esercito che :=-i decompone
con una cannonata di polvere Vedi la breccia d; Porta Pia.
I r~a no!'l potev.a ets.ere p'ù vcrgogy1osa. IJ cattolico è irifido_
Non e mai con I opinione pubb!rici\. Coloro che non credono
nella sua reli~io,ne è g<:nte senzi'I t;~mcnza celeste, senza posto
nella I.oro s_oc~7'la. I_preti. sono della stessa categoria.
~int~:mr. -:1 lasi::rano ~Ham:ue dnlle curie anche ,: n q1Jesti momenti d1 lerrrbrle carestie governative senza uscire dalle mor~'Or~71<:>rvi I tt rivolta non è in loro. Clii !':i rivolta (. ~pre'ato Lo
s2, ~h~~na com~ ttn rogncro Il prete rinl':h1a ma in sacre...'tia .
E il nriesso dei suoi papi. I suoj conflitti di c hiesa sono delle
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stc.:marsi Preso in rna~sa e, r es!(Cllllfless1onr . I .on :-iii e ir; prt? . cu'1 \':1,·iamo Sa male il Ialino., .
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I a ~' elrnena. J~?s."tma~~llr;c s~~sss~ direttive non è i~~e~1c'
rlr tutto il clero. ita i~n<;. ,. . I non avevar:o che il suic1d10 o
/\Ila 111orte tragica dli dLnl1b i lo
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gna pru . .ima 'o . , '. iati italiano in morte di s m.
'!1ln tutto rl lrbro cieli cp- . c:o/ .
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un nanot1co coro11alo che an 1m a . g d1o era p:Ù ,,,:!;tare eh~
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di Wind.,or Vitto-io Emam!e e a f e~;; la piazza d'armi. Alla
re CO$tituziorale . .:\Ila _reggia. P.re cr.\ ·i Il generale Ramorino
d;sciplina ha d?to i s.uo~ masmdi pePi•elu.i ha dato la preferenza
non •era più colpe.-:-ole .di stb~df!ad rGen:va. Ha dato nnno libera
al moschetto Cost rei tor 1 1
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1 pum 1 "lllle masse real !ler;erale Alfonc;o La~:ian:nora.n urmf~ziosi d;ll; monarchia.
nuhhl1cane.
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con lui era un nn
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pos.1Z1011e li Mlo verbo p1ef erito c·n il 'ole1t . Si tit'rviva dd
voglio a lutti i pasti. Burbanzoso il sovrano, burbanzoso• il min.istro. Lui e Ca\'OUr volevano date unn pnt1ia .1gL; italiani. Per
loro due la patrna era l'unico bene. Il 1J1:11istro ha lnvorato
per il re e il re ha pre--~alo il no111C" ,d rninistro. Così Vittorio
Emanllelc è monumentizzalo su tultt• le piaz.z~ com •• un pc·r·
sonaggio fiero che si inmone, chet i11giu1Jge. r.hc 11011 tran.~i~e.
che ciuello che ha cl~tto ha detto. In 111armo è- lnnbero, è rnarziale, è autocrntico. Con lui la costituzione è rimasta una ditta
di parala La stampa ha provalo il havagl;o e non fu n1a1 sbavagJ.iata. L'opinione pubb 1ica fu un lw;sÒ rettorico. La Carnera
ch,. non si fosse arre~;i ;;ille volo11Li1 dei due c:ollaboralon massimi _ven_iva disper"a. I ceti supcrio~i andavano ai collegi con-e
cand1dat1 drl sclvrano. Un orron·! I rossi t•rano ccn·cl li ri.«caldati.
~~m t\gos~:no _Deprctis non e·(· clw una l,.ggcrn differ~nza.
T.1no flosci~. t_rpo ?i. ~erviton· di monarchia. Tipo che credeva
cl1 or~orarr i c1tladrn1. !{Ove•nandoli cori lt> lt>ggi d1 coerciz.Ìone.
111 !u1 .non _era orgoglio parlamentare. l·:g! i ha ;inzi lrivcrato alla
s;lnn·1zz<17:.101H!. Sotto di lui tuli o si ~1mlciva . L'o 111 pr.i c cose.
I ~·rso11a r~1 ge:>:.o .. f:am~1 u~urpala . '\cm fu eh" u11 a:.1·oce 11e·
1J~1<.:o degli P~lre~1st1 eh c~lr '' f n•n •n·a n con Il• ;igg1e&sioni poli7l<'H'he e eh egli ahbatteva crJn lr l<•gl.!i eccezio11;di ~ con con ·
dnnn<• s~avenlosc. '-" sue faCC'7i<' polr7.°i•sdw f! parlamentari
<'rilr~o 111aca.bre. Non lo hanno F.alvato dalle maledizioni dei po"terr · r:u bif ron_te . Prod"1 latore in Palermo ai tempi dci l\lille
aveva 111 tasca il decreto reale pcrchè in clat<' cirrostanze assu·
mes·,e I~ suprcn a autoritit in Sicilia col Litolol di luogotenente
i.:-encralc> del re.
I I Lui, ~igricol.tor": ha aS<>unlo nel 66 il norlufoglio di mini'-'l.ro
''' /" n.1 a,.11~a e l Italia chbe il rovescio di I issa. Si H!rvì cli tut1,; i
~fl. zdlr .di luttc le violenze. di tutt i gli slrnmenti di tortura
11s1ca c> mornle.
,
Con il rC' fu cortigiano Per lui nc•1 ebbe negazioni 51
e prostrato a tutte le volontà d'nastichr . Lo Statuto era lui.
La ~tampa che ~on era prezzolata, venduta al min;stero della
n:ediocraz1a nutrlla dai fondi se1treti. era insegtrita pedinata.
vrole~tata .. perseguitata La ..,i clC"cimav;i coi ... equ~~t!'i cogli
arrC'st1 CO 1 r r
.
I . .
.
·
P .' essi. on u1 s1 agguant<1vano IC' <'<lizioni che sta.
' ano per
ll"Crre
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: · . · mponcvano 1 artico 1 < 1 slampena
Ie 111an1. e ~coi. p1ed
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!!J?:na 11'11 < <rncl tempo non avevano
patce ..• rabno degli atrrmomt1. Sorvegliati da frotte' di mardochci
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. ru•t1. a e a. pc,sta
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secuz1one politica v1olen•a non
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scrilVerc in red .
D
po .vano ?rm~re I;\ ?~1c1 io o
l, ]'
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ovevano invola r"-1, nfug11ars1 m casa
e l'P'dl arntcl 0 11.1 _luoghi ignorati dnll.a quc·slnrn . I mas;i::.Lrali che
rcn evano serv1z.1 Ja naf>'ament"
I 1111 d r011,. m1n-c;IC'11a
· ·
· I<' comp re
,. FI
t ilVflllO t I cl ISfl<>.110 nella
libertà dti stampa
e
- 55 Agostino Depretis fu una sentimi. polizie9<:a. L.a sua morte
è &lc1la un sollievo italia110. Fu accompagnato al cun tero dalle
bP.stemmie di 11'1!.Eoni e milio!1i di ci~tadini .che a~·eva.no dovuto
subir.e le sue tracotanze d1 vecchio servitore lll livrea. c.0 11
una popolaz.ione meno quieta, .Agostino Depretis avrebbe ~mto
1,r111ulrnentl' in una fogna . [p taffio: fu una carogna dell ?-rnbienlt" legislativo. Puah ! Va alla fogna. Eg:i fu tutto uno sc101clwzzaio e.li politica delittuosa
.
.
I'rancesco Crispi, uscito dagli strati nvoluz1onan fu una per0onalista di stato . Fisicamente ha mighorat~ I~ classe mu:nscc;·
nale. Ha f alto dimenticare i ventri cavounanr, le. fac.ce poli~
ziesche dei Lanza, i piedi provcrbiah è malsagomab dei Sella, i
tipi puzz.olent1 dei Zanardelli.
.,
.
.
I· rancesco Crispi fu una figura piu che sirrp~tlca. ~lto, ben
pian(ato, cc?'l gesti rapidi e f requentr Sono n?ti .1 pugni che ac-.
compagnavano la sua orat~ria. Occlù' pieni d_ vrve~za, celebrati
da tutte ]e penne giornalistiche. A vent1cmque anni erano granr
df, ardenti, espressivi. t\ sessa.nta mut.a~ano. A. volte· erano
dolci e carezzevcli e a volte dun, metallrci, fìen d1 una fierezza
brigantesca . I suoi capel!i erano un'altra attrattiva per5;0nale.
Da g1ovaneJ li aveva neriss.mi, folti ~ ondeggia.ti, co~ ciocche
che facevano delirare le donne. \ ecch10, erano divenuti a poco a
poc.o bianchissimi, senza perdere di vigoria. I ~affi. gli ~i era;io
( onservati grandi e candidi e davano alla su.a fa~1a s:~orile un a.
na n 0rz.iale come a C•èrti vecchi generali dei tempi napoleonici. Si rur~va le mani con la diligenza del m~nicur~. Erano
!;elle, b.'anche, g1ass0Ltelle, pu 1ite fino .all'ungh;a lucida . ~e
gantt-. Con"umava cinque o se1. abiti. ali a.nno Si fac~".a venire
ogni anno due doz7.ine di c'.1mlZlC. di bat:sta d.a Pangi e dava
la ptef erenza éll pancicHo b·anco rn ogni stagione ..
Sobrio. Cli p'.uc-. vu il lusso dell~ tavola, ma s~ acconten·
t<..va e.Jr un piatto d 1 rr accherorn e di una sleppa dt carne le&
salt1 o arrostita, o manipolala dal suo cuoco Non. beveva.' sal.
vo un po · di Champagne al!e mense sctntuose dei sov:aru, dei
min·s tri 0 degli amba'-ciatori. \on fumava._ Ha avuto mtervall1
di adorazjone in cui tutti lo amavano, tutti. gli volevano bene,
tutti lo consideravano un semidio. Dietro lui erano ~e speranze
di ventotto milioni d5 abitanti. Era il Crispi dei ?\hlle.
Con un temperamento mafìo~o. aut~rit~rio, prepoten.te, violento, capace di cd i tenaci e d1 affezioni che sopravv~ve.vano
alla bufere polit. che, Crisp• discende.va, smagav8:· rrol~pltcava
gli iconoclasti che rompevano, frantumavano la immagine che
avevano appeso alla parete della ca.~a o sul cuore come una
reliquiu A poco a poco si è iniziata ~ma camf?agna ~he ncn
ha vuto .fine che con la scomparsa dell uomo. E nato 11 susurro Più ascendeva con la prepotenza ministeriale e più d1·
scendeva dalla stima degli uomini Il martello della critica inco-
~
J
57
minciava a sgreto~arlc Si è ch1to nano nlla biancheria sporca
della sua vitu <li e:.uLe e dt pu .1iolld. Lo si 1· t1ovc1to <lopµ 1o,
1
subdolo, insincero, Lapétce d1 111euti1t'. Per giustiht.:è!Te li suo•
voltafaccia politico aveva Jich:arato che b rnorunchi<1 un•va e
la repubblica d.suniva.
.
l ~r~ na~urul~ ..Ciispi. er;1 in c.111.tlc1t•. El{li lll J1 1'ri1 più il
11vuluz•onano. l·.gl1 era il rnolo:-.so della 111011arcl1i11. SlnallétVd i
r<'pubblicani, t:h1<i11ia\'a rnalfotton 1 o< 1alis li 1• co11w tali li dL·
b;mclonava ui lacchè della giustizia Gli <iunrehici f t110110 111 sua
;rnvorra. Li faceva nzasl:>acrarc e < ·JU t1zzare qu <1 udu 11011 li fi:iceva finire .dai ques1't1rini e dai b'111dicj ciel sistema. I 'oi? Il
grande niinrsl ro alla cheticheliu si lasciava supporre nella corrrsp<?n.den7:a privata vittima Je1 Savoia che gli infliggevano la
~a'!11crn .dr I.orza ~lclla rr.onarchia da 25 a1111i. Smargiassone !
C-:h1 tn1d1va il m1n1-,tro? Casa :>a\'oin che lo aveva rimpann11cc1ato o c<?loro che le 1dol11tnw1ino 1• eh<! si tc11evano vrncolati
~I p~opon11ne11to delle alhc e dei lllt>riggi mazzinirrni? Egli eru
111 pieno fasto. momuch1co I· 1cqucntava 111 Cori<! co11 Lina i3<1r·
~agallo, la chtasso~ia dagli arnan!i cliinssosi. Al C..rispi è -capilat? adcl?Sso l{os;~b.1 l\lont<1111sso11 cotH' 1111 riclorlC'. 111 u 11 ,1 ma·
K 11 rfi.c~ g1o~nuta cli soll', rnf'ntre il suo io po!ir•c<> era allo zenit
lo s1 è 11d1to per h.: ~ll'adi· come un J, l{i111 .:J , co111e 1111 cii cri
osceno. Le, eatt"ratte ~lcgli irnp1operii t'rn110 apertt'. Nessuno
10 potevo p1.u salvare. l.:.gl1 t'ra 1111 criminali·. Cr11111ni11a\a nell' .. tm<?sfern sociale come 1111 offesa al pudore L<i n•gina ;n·eva fatto
ch1t~der1~ 11· t•nlratf' ai coningi Crisr>i p<'r paur,1 di es:.ere c:oHt'.1.rrnna ta. l parlamentari non lo rie1'VC'Vuno piì1 c h e cfi l'lbieco.
I·. cacl uto 111 nwzzo allo strepi to nazionale dw urlava µer la
sna tcslu. Horna era divt·nula p111i1.111 11 , No 11 vo l,·va pn'i potei
ne 1 s1 10 ~eno.
/\bb<1sso il lJigamo ! Vi.i <il l1u11Jo il com1ttor<" dei co·
stunii. Pe r die;i, anru 11011 sL~ ne seppi: pit'1 nulla. Ta luni lo
ere( 1e".ano .1 N1s.da o a .Sartio Stdano.
. Lbex dn .1iiisht~o non s 1.•era s~oltqnato rht' co11 qualche amico
J~.e li a anl u e ramata
r l 1 u Lua1H I,,
.
. l>IU t-<1.c
risp! u. ·.g1·1 non era
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• I 1:natnrno11Jo con la 1\ lontmasson non h1 che una f 1H
s~:
gr'7~d uomo aveva ~posata la "' tiratrici! clw g li portava la
b1ancl1ena al carcere tonr.ese nel 1855
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e c e t cong:unse, falsa la c<•ri1nonia. La
rvlontmasson che aveva comballuto fra · J\•!'1 1 I
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1 1 e, c ie era 1 u,s r a a con H · utc:: Maro nel J,:bro d' G· ' I Jd'
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·presentat
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I, c e era stata
)Ort d ali a
il ono. · manuele Il a Corte, era stata messa alla
1
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e a ca"a Cnspi con l' ing-iun.ziione di non lameintarsr
mai se noln voleva essere espulsa da l l<'rri torio ital iano d a ll a
q_uestur~.
a. I? 0 ve ra donna aveva paura de l suo ex uomo U n
gi.~rnl.
C~t 10 _avevo incominciato la su a d ifesa venni su~pli­
1 iln piace o di preparai mi per il TQibuna le A 'lre.i
ca lc.1 d~scb1al ~<la.
vo u o 1s11 >I 11 e. nvece tacqui.
e. .
»'gjr
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I a u lianda C:rispi n, ,·asta. composta rli a1ri\isti. d1 antb'lc:cintori. rli prdetti. di g;ornaljsti, d; capi di ~ab=nello, di q11e:;tori, di conrn'i. di genNali. d' professori. di S"gr<' 1 ar:. di sotto.'legretari di Sta~o. tutti allevati nella fede del suo avveni•e,
delln :rna f orluna. dl'i rnoi trictifi. La b1rnda che la\'Orava per
la gloria d<'ll' ;i lto pe~onaggio aveva un quotid' ano che serviva
;, (J'elevaziorw del crispismo e alla demolizioni" dell'anticrispi~mo
I a R ifornma era un giornale formidahile per le ~ue ramifica zioni , per i ~11oi contatti statali. per le su:> infonnazior~; di sentina Coloro che attaccnvano rrancesco Crispi venivano azzanna ti e scuoiat.; in pubblico. con materiale che le veniva dai
c11Scllarii i:ei;.?rcti dell'alta quPstura politica. La Riforma subiva
i s11 e i giù· del padrone. Con Crispi al potere i suoi ammini"lrnlc~ i non face,·ano a tempo a r<'gistrare gli abbonati. C.on
Ct~"-pi mi11:strrialmc11te cli~occupalo bisognava soccorrerla Conl'OITt'\'ano ;i) n10 m1111t<'nim<'nlo h;inchieri, appaltatori, affaristi
•melati ;illn ricch"7.7a con ciualch" impresa. persone salite al la
ticlavio, ai Lit0li di caval;erÌ, di <'Ommendatore, <i di onon e
grndi importanti. I. a collaboruione della Ri/01ma era tutta gra·
tis. Nec:...uno "";geva o dorrandava o \·eniva pagato Ern tin"
collnboraz:one per lol pit'1 le~ionaria Scalfiva. spellava . guale\·;1, 1c·11dc\·a impotent<' il hraggadocio rhe aveva osalo assalir<' il vrand 'uomo. I redat 101 i dell'o1gano crispino cran~ somlllarinmenle conosciuti come t1111t,: 11 wttili della stampa
rngrassati <' tenuti in \'ila rfoi fon<li sqrrcli. dai prcsl;li c\elle banche che
s-i lasciavano s\'illigi<ir<' per S\'illigiarc nll<i l~ro vol~a lo ~'ato.
\lcll'cnoca rlc'lla -.:urér cris11i11a ci sono slal1 ncnp.•v,·ndoli a11·
cl;1l1 alla proprietà dc!Ji.1 , illa. con tutto il confc1t. !\'on c:Lo no·
111i l)C1chè 111i ci \'Orrrbhcro molte pngine. I a Banca Romana
d i Tanlo1w·o f11 1111 c"cmnio I .ri si noff'\'a dire 1111<1 Banca crisnina. Ne ... ha dato a tutt;. Da Crisl)i nl "en·itore di Francesco
Crispi. Dal';, moglie cli l.risui ai hu 1i della banda c.rispina o
agli amici degli anrici cli CTiso;, agli ult.in i. a;rivati a veder~
la serie donnia dei big)jeti,; de1li1 Ihnca d emt.<:s1one Ouando si
è aper to il libro dc!lli scandali la sottoscrizione compiuta dalle
mani più a11torevoli fareva strabiliare. Cifre fantastiche. cifre
da Vanderbilt. da P \lorc-é\n.
Anche i:nr lfe rive del Te\' ere c.' era gente che si frega,·a
~j , oc.rhi. La Banca Romana - la p;Ìt grossa d~lle ~e~ banche
d 1 e-missione
rra ~té\tél rre~a d'assalto da lutti i bari intorno
nl m' nistro. Sval igiala e 1ic-mpita r!.,i map-giori bari e.on llll~
dopl'ia :icrie rii ciuarnnta m:!ioni. Crispi nC?n poteva vivere d1
miseria co n una tavola cli Yenti coperti al p;1orno. con una cai<a
alla diable piena della ric:rhczza della donna di alto bordo.
Lina. che ~pendeva e ~n11nclevA. chf' farC\'é\ cle1 h1!'SO e disse..
mrinav a la lussuria. che arn?v'l ~li 11011 in:. cCllì tutta una caterva
di giornalistj c h e andava dé\ Peppino T ureo a Rocco De Zer
- ss
bi. al ?ac&rdo.te,. a Luigi Perelli. a Primo I..:C'\'i, a Paronc)Jj,
con dei pranzi d1 gal~. con delle soirécs faslose e: opulente.
La Banca Romana lasciava attingere ai proprii pdzz:i colmi d'oro. Essa era la borsa ignota dei min;steriali. I Crispi e i crispim vi in~~ergevano le ma.ni e lraf ugavano con ingord gia, dal
grande mmistro al maneggione di casa. Da Hocco De Ze.rbi
~ll'ultimo de~la banda che "cribucchiavu in qualche pRrte Se
I avvocato Viola. amante della madre ddPa i11oglic di u11 gra n
de poeta, non avesse speso una noHe nella cernita dei do·
c;umenti che. "!i riferivano ai Cri'-pi in casa Tatilon{ro. prÌ1nio1 del! arresto, ch•ssà quai:ite altre sovvenzioni ~enza restiluzionc avrebbe avuto la s~ona. Con i Crspi che divoravano la B<1nca
Romana non sono c..tati fortunati che i crispini.
.
C~n. In han.da intorno al grande min;stro avvenivano cose
mcred btl1. Tuth se ne valevano. Intorno al Crispi era un mer
catcl. 51 negoziava al dori;o, all'orecchio, con i movimenti delle
di~a. I su~i pen_n~vendoli ottenevnno da lui tutta la chinea·
ghena degli onori monarchici pc,r i paltonieri del crispismo che
cre~evar.10 d" ria~>ilitar;i fra. i cavalieri, i commendatori, i sin
dacr e 1 senatori e s1 ,lasciavano sula'-sare de.Ife sanguisughe
?e'lu cl~qu: del grand u?!110: OuCJ.nle bricconate durante gli
interregn! .dr Fran:esco Crts1_>1 ! LH stan pa crn quas.; tutta al
suo serv1z10. La S<'ra manl{Java alla greppia. La Tribuna vi'e"a della sua b iad<1. L'ha sbrattata dai debiti e la ha sovvenuta
con un mensile di 15 mila lire <liventtlo ~ubito di \enti. li
Don r:.tarzio, al ~c-rviz10 di Ciccio, aveva arricchito il suo d1reltore fì1.10. a cadere ncll.'inchicsta parlamentare dei cinque, con
d?n Gi_cc10 ~tesse. li g'lom~le dr Scarfoglio, d più formidabile
g1ornal1sta d1 quel tempo. 1ngras~ava· con le sovvenziom 111in1steri?li anche se face' a qualche volta della opposizione. Leone
F orl1s., del def.unto ~ungo lo di I\ lii ano, da anticrispino nell 'lllus/1 azrone lia~•an?, sr è ~ottomcsso nll 'oHa dcl suo avversario,
e assunse la direziclne della Cozze/la Ufficiale circondata di luc_rose inserzioni. Il "iciliano fu sempre per la' vcmdetta. Chi gli
SJ. voltavél; contro .intisichi,_·;va. Prima. anche se elevato · da lui, veniva pui;1to .con il trasloco o con la soppressione della sinecura .
se era 1~np1e~a.to. ? allc~1tanato dalla sfera òegli affari NeI!a
bu~ocraz1a rrim1ster1a1e non ci sono mai !'lati tanti alti impieg?-l~ come al. suo tempo che riscuotessero senza prestare serv1z10. Non 'vi :3-ndavano che alla fine del m~e con le quitani
ze. fr~ l?ro so ccntano ancora dci vivi. Ne conosco. Ne ho
con~scrut 1 L~ lo!o. sc_u~a era negli articoli c he difendevano il
presrd.en~e dei m101s~rr. I grandi ( acito ri dell'opinione pubblica
che &1 rnv o.Jtavan~, 1 man~girioni e'lettornli dei collegi eh 'egli
faceva cct.t1va_re, 1. c:leputat1 che passavano ai gruppi che votavano con.tiro 11 mtnrstero, se facevano chiasso, venivano sbra1
1
./
nat; con lt• r.vditz1oni Jc:J loro pas&ato cu~todito dalle polizie
d"I rt:~no o d<tl gabinetto nero del ministero degli interni.
Ai fedeli non mancava la sua gratitudine. Ricordo per
tutti il Do~si, lo scavatore di arcaismj da infarcire nella sua
prosa infestata di milanesismi. Con i suoi ;:,perticati aggettivi
laudativi Ì: <.i venuto primo segrt•tn1 io d. sua eccellenza e poi 111JJnaslro pfen1potenzjaria in pari>cchi pat:si es~eri. S1 c!ice che il
grosso voh1111e dei d i=:torsi dl"f pmno 111ini-.tro sia stato puhto
t- IJIOlldttlO clt1 f11i.
Come l101110 di .St<:ito mh h.i uvuto 11~ co11cezio11i alte nè
rnod<·rnc:. i\011 ha capito la libertà di :;('ampa, pur t:1SSendo
stato un giornalista cht: una volta urlava per le libertà politiche. E.gli lt! è andato sopra coi pied• . L'ha in.suJ.·ciata. Non ha
caprta la libertà delJe organizzazioni operaie. Le ha stroncate,
vituperate. assassinate. Ì\on ha capito i part;ti che non fossero in i;inocchio per lui. Gli altri li ha affidati alle nerbate,
.tilt> µerst•ctiz=oni pofizie,:che, al codice dc.Ile clegradaz oni ci
vili. Egli ha lavo1etto tutti co11 let t1irbole1va de-i ntgriero m1steriak I la <limiuuito ia gt!nt•'. ha deci111ato la gente, ha an·
negato fu gente nel di lei sa11gue .. Ha v;clentato tutti L1:1 gente,
f•• per-.orwlità. i lavoratori. ~on ha avuto che aggres:;:oni. Ha
fdtlo aggredire gli anarchin. I socialrst1 sono :stati la sua bestia
i1e 1a Turati è stato confinato. L1zz<Hi è stato confinato. Croce
e stato corifinato E via e via . Ha nedu 1.o d1 soHocare le idee
dt.gli alt1i con i dorr-icilii coatti I la dominato le provincie con
glr stati J'c.ssedio E' stato iniquo Ha pdrtato la de-:olazione
dovunque con .i tribunali militari
11ltimi avanzi di barbarie.
l1iln111ali spietati che cf=stribuivano sentenze che fanno rabhnv1dire n tanti anni di distanza. Le folle, le moltitud•ni, 1
prolPtm i ciel suo t.:-mpo non ha111°10 potuto rn1llrig,ue, p1ocessio111;re, orate che circonclrtti da nug0li di questurini e carabinieri.
Una parola o 11n gesto o u11 fisch;v, produceva il casadalviolo.
Aggre!'sioni, squilli d1 tromba, piattonatt", pugi1ij, mesi dr con·
danne, per 1rottos;tà e rivolta agli agenti. Ha fatto versare
P•t1 sangue France-sco Cr1spi che tutti i ministri del Barbe.ne
Basterebbe citare i fa~i:-.t.i siciliani durante la carestia infltta
loro a beneficio dei latifondisti ru una strage. De felice
~mo dei cap1
per volontà di Cnspt
avrebbe dovuto morire
in pngione come un Cagliostro dell'ag·taz1ctne l\laria, la figlia
del condannato a diciotto anni. è stata mc:ssa sulla p:atta.forrra ·
preSJ:den~iale come una perduta. Cri.spi non è che nella can·lg~ieria. La Banca Tiberina, impegnata con i grossi intraprc:nd1tori dell'edilizia romana !'tava per fallire. Nella stessa Banca
erano investiti vent~ mi!.1oni di Umberto I. Che cosa ha fatto
Francesco Crispi per salvarli e ingraziarsi sempre più il secondo
re d'Italia? Ha oirdinato al ministro delle finanze, Giolitti, di
indurre la Banca Nazionale a soccorrerla fino a quando la Casa
•
61
LU
u• .. lc avesse rit1ratn 1,, somma irivc.stit,1: C...>~t' da gdlt·.ra t L~
giupu del processo Tanlongo, davu11 1 <~ Ul l•• ~<..llraz;one d1
ttenta o quaranta m1lion1, ha assolto tutti. ~on h~ voluto. nrr.orsi di conscienza. Ha veduto che i ladroni 111 giubba m.n1steriale sfuggivano al verd1,tto cd ha ap< rto le peli-te ai fara
li11tti che aveva"no trnffato il denaro pubblico 1· lo H\TV<ino lasciato truffa1c per salvar..,i.
.
.
l·ranccsco Crispi f11 sfrontato, nw il <••1v.dlott s n1u gli fect•
Lerc il bllO calice alla belktta. 1-..i,:li t• sua 111o~lie, L111u,
hanno dovuto subire la vc·rgogna del 1t1andato di compariz.i0ne
per !'affare della .ban~·· d'e111:ssiom: a ~3olog.ri.1: 1:-ui e. lei furon.o
immelmati nelle 111ch1este parlamcnlarr. Cr1sp 1 e ~la.o un fili·
bust.cre o meglio un grassatc re della \;la pubblica italiana. lnr
vece di chinfettare l'ambiente itali.mo, lo lrn infettato. La
Ccila fu migliore cli lui. La ca"il cli Cri~pi fu Llll covo di ladri
t': dr depravati. Lina BarbaR'allo altllq~i·va alle oa11che senza IC·
!!lituire. Il figlio di Crrspi ha u1vol;1lo i gio'<·lli dcli« contt-s:;a
C:t'lll·re L' invece c.11 farsi 'ttltari• Il• c1·rveil.1 hi. prc·so lcl vin de:l'Atlantico La figlia "1narrt11ta e'
l'opulenza dei ,.,.rsi Ctirduc
<'lé1rt1 .s1 ;. smar'tata.
1
•1
Ma 11011
sollo la slrid11la
pwrelia J' 011/c che i1011
,,,.., 11C111 sicana J1 ergin<'
f111 (J11Ì
nw ·,
Pna che Sll 1osea /1..rc1 •ia
tu la s/Jlcnclido front<' uhbassc•rni
am<>r li ,hiami, innalza, o l1clla I 11Jl "·
111naJ:.a a: fJadrC' lf1 f acciu
gli occhi st·11· ri1 ,. le s/el/1111ti ciglia.
F.i m I do cc monile>
cle le tue brac<.:ia al liiant o e apo •11to1 no
sco1di il motnl"n/o vile
e de la patria il l<'neb1oso giorno.
Ne l"an1oros0 e f.110 folgorc1u!:wc
dc gli O(t hi in 111: l1.wuli
l'ampio r1so 1ivegga e1 J1>/ suo mar<'
ne' J pieni di fati;
quando novella Procida
e più l ero e maggiore, innnn::.i c ind el1 o
arava e( l'onda :.1cula:
srlenz1'0 inloino, a ìui su 'I c.apo il tetro
de le bo1bonie scuri
balenar nei crepuscoli fiammanti,
in cuore i dì futuri,
Gun baldi e /'ltalia · avanti, avanti I
O i'ioìa del sole
ci 1~ola J' eroi madre, S cilia,
Jausta accog:; la prole
d1 lur che la tirannica 1;1grl:a
ta'accorc10. Seco venga at lidi tuoi
t'accorc1ò. Seco venga u. lidi l11oi
o isola d e l sole, o 111 d'c roì
S l'ilia, antica madie.
Nt ~;una legge be1wfìca del suo tempo ha temperato 1 costumi, rabbonita la società, elevata la nazione. <...on lui non
hanno t:rionf a(o che; il polrz otto e il giudice malvagiu. Ha coat·
Lizzato la democrazia, imbavag;iala la stampa, che non ha
voluto vendersi ai fondi segreti, ha inasprita la 3:us~ zia contro
il pubblico, ha con..:ervatot la coscrizione, ha combattuto il dir
vorz10, ha allargato le zone dell'analfabetisrr.o per deprimere la
na.cionc. :\'on ha dato modo .di assmgere che a1 s.gnon credenti
nelle ~ue baratterie ed è morto nell'immondizia d tuttei le pre·
v11ricazica1i, di tutte le convulsioni, di tutte le esplos1onr setlarÌt:<. Lu sua politica estera e coloniale è riassunta nella veemenza dd piantatore americano che voleva l'atterramento dei
colorati e I umiliazione delle nazioni confinanti
Fu lu1, Crispi, che stava per metterci con i coltelli alla gola
con la f. iancia per T unis1. Fu luj che ci ha f attcl sconfiggere
dia11'1mperato1e etiopico. f.u lui che ha spolpato gli italiani
per mantenere l'ltalra nella galera della triplice di Gugl"eln-o li
e eh J7ran<:esco Giuseppe
le figure· più fet;de che furono sui
l1om d'E.uropa.
- Ah, vrn. vit1, da questa condensazione di
ft•ccia mmisteriale.
11 saluto di C.osu~ Carducci noi hu potuto suscitare intorno alla ~ua oara cordoglio o compianto. Fgl è s.ato un po·
perr, lutti un anticristo politico, un coltiva-°C~t: d1 dissolutezze
e J.i delitt 1 Uno sfruttatore di amicizie·. per mungerle alLn·
~osso, un clown di Corte e liii ladro em nente dd tesoro pub.
blico.
La poster:là ha il compito dii sopprime:rlo ~nche dal!ei
piazze. Alla dcmolizrone I Egli f 11 un fam."gerato che non deve
~opravvivere neppure in effige ai :;uoi delitti. Alla fogna I
Il ribaldo è morto con rantoli caverncsi a!le diciannove e
quaranta dell' l I agosto del 190 I. nella villa Lina, n :entre erano
intorno al letto, moglìe, figlia. il pubblic si a Eugenio Sacerdoti, l'avv. Gianpietro, l'avv. Paratore, i deputati Lauren.zon1 e Calli. Tutti erano inginocchiati Non -.j udiva che il rantolo roco del mcrente che affievoliva Dopo tre sussulti Cr:Spi
espiava i suoi de:itti fuggendo dal popolo ch'egll aveva tanto
torturato.
La vi lla Lina, dove è morto l'uomOI che tassava la na-
- 63 o'..!
z1one
con i dec1et" reuli, che sospende\ a lo Statuto quondo
gli piaceva, c1a in for~do alla bel}a .via. Amedeo di !\'apoli. La
costruzione è stata c1rdmflta da Cnsp1, I uomo che se fo::-se nato
111 Inghilterra non •'.l~e~be ~tato r~cpp~rc eletto ~cpu~ato ~"f?er le
sue modeste capacita intellettuali. L idea non e mia. E Cu·
gliclmo Fcrrcro - . pandc ~toiri.co
che lo. ha. detto. Per me
il Cr.ispi ha nmmrnistrato I ltnha come" un 1ntnii(anlt>, un paz,ooiclc, un cr !minaloide e un f11rnb11tto.
Alla fogna! alla fogna!
.
. .
l·u 1ir1 rq.:no Ji orrori parh1111l'lllari e d1 11111lv1ve111.11 ulfìc1ak.
Lo spa;r)o mi obbliga a riassurnert·, Furono ve11t1clue ann.i di
malvagitì1 statali. La l:>orghesia fu vile. Non ha registra.to che
nefandezze e arrivismi. Ncs:>una gcnil\l.Li1. Rabagas o Giboyer.
La Camera fu un truogolo soc~ale dove tutti gi immelmarono.
Tutti caddero, tutti si vendettero, tutti presero parte alla corsa
regia. Da Depretis, a Crisp1, dn Cairoli a Zanardclli. da Saracco
a Di Rudinì, non trovate che maS:ini rt•gi. Pelloux s1 è creduto
il genernle cli un casermone. Ha tentato d: livragare il Parla·
mento. Ha fatto nascere l'ostrn1ionismo pMlamentare. Ha giuocata la corona e ha fatto gridare " abbasso il re ! » a Leonida Bis
solati Si sono rove~ciate le urne per salvare il diritto d1 rappre·
sentenza. Conspuez Pelloux ! Si so110 trafugati cinquanta milioni
senza controllo parlamentare. L 'eserc1to e la marina durante la
dominazione di Umberto I nove e più miliard· con un
risultato di sconfitte. Presidenti dclii\ Carr 1cra vigliacch1 come il
Palbert;, il Chinarglia, il Colombo i quali hanno tentato dci imbavagliare la rappresentanza naz.ionale contro la sedizione regia.
Fu un rf:gno di n 1-.lversazioni. Rigurgiti di commendatori. Tutti
ladri, Tutte figure vituperevoli. Le banche d'emiss;one affollate
daii Tanlongo. dai Giuseppe i\larchiori, dtii Luigi Ca,·allini ·discesi fino alle mi-J:ificazfoni dei bilanci, fino al torchietto delle
serie false, fino alla vendibilità del mascalzone in frack . Giornalismo f dente. Ci sono inchieste parlamentari piene di sbruf·
fati. Al p1oletar1;ato fu negato ,il diJilto e.li sciopero, il diritto di
<.(rganizzazione, il diritto cli cornh.iare. Solo il vacchismo fu libero.
EdoarJo Scarfoglio, il diretr.ore del /\!altino di Napoli, h1 un
giorno così esasperato contro la monarchia di Umberto l Lhe
annunziò per la suie appendici il re di C1licia, fatto di scene d1
corte contro Umberto. Non lo si vide. ma si sa che il rrater1ale in gran parte gli era stato confidato da Francesco Crisp1.
Pour la bonne bout::he, ha scritto .\rlmo l.abriola ora ministro d'2lla C<isa ricorderò che gl,; ultimi annj del regno di Umberto furono contrassegnati da violenti rintrighi f errminil1 Il vecchio elemento cliinas,t~co faceva senbire la sua ,infh~enza sul Sovrano per mezzo della duchc5sa Litta . L'elemento rndiniano per
mezzo e.le.Ha marchesa Santafìora..
Avemmo. ha detto Scarfoglio, unn l\ladon11a l\lain~enon e
una marche.sa Pompadour.
La duchessa Litta fu <li tant;. Fr" tanti figurano Napoleone lii e Vittorio Emanuele II.
B"sta. Fu un regno d'istrioni !
Il socialisll 10 non ha potuto avere residenza nel regno di
Umberto I che come delinquente. Al suo inizio è stato trattato
da rnalf attore. Lo si è ammonito, coatlizzalo, insanguinalo, trasc111ato ai tribunali per delle sentenze di vent'anm, o a vita con
la cntrna di trenta maglie alla gamba destra. I suoi propagandisti
:;ono 1 ci registri del regno coff,e malv:venti. Andrea Costa è capolisln come malfatlor<>. Ha suhito · domiciJ,ii coatti, è passato
per l'Italia ammanC'tlato. Si è salvato all'esllero come imbianchino e ~i è sbrattalo dei t:toli polizieschi con !"elezione a deputato. Orrore!
Le n >0 ltitudini sono state decimate, imprjgionate come vagahondi, massacrale per le strade come riottose. Tutta Massa
C:arrarn fu ammonticchiata di cadaveri. La Lombardia ha chiuso
le scr;c degli omicidi statali in blocco nel '98. '\on c~ fu città
o paes<' che non abbia avuto nei ventidue anni il suo ecoi.dio prolc:ario. Neppure 1 deputati del partito furono protetti dalle 1mn .\mÌtà paTlame.ntari. De FeFce fu uno dei primi sobillatori del
malandrinaggio siciliano im~ato all'ergastolo per diciotto anni.
L'ultjmo degli onorevoli galeott;zzati dal governo dei degenerati
di Umberto I fu FiEppo Turati ,l'onorevole meno turbolento dei
gruppi alla Camera. I giornali socialisti subirono stragi. Non urfo
fu salvo La Critica Sociale non è stata risparmiata d°'; socialisrivon dell'epoca.
Per ventidue anm la penis.ola è stata brigantiizata. V1 s1gno
1egg1ava il delitto, i suo1i m nislri non furono superiori ai Cipriani.
La Cala. Il la di tutte le aggressioni. di lutti i i;accheggi, di tutte le
ladrerie è negli scandali bancari. Per anrn vj furono veri assalti
al denaro statale. Centosettantanove persone. fra deputati, gior·
nalist1, e uorr~ni politici. carpirono alle Banche e\; emissione. rn
lante cambiali lasciate in sofferenze, ottantre milioni! Era tutti\
gente sbruffata, perchè mascherasg~ i bilanci e tacesse.
li deputato \Vollemborg-, eletto perchè andasse alla Camera
con glj scandal-i a fare scandalo, tacque. Le ladrerie collettive salirono a centinaia di milioni. La sola Banca ~azionale vi era per
100. La Banca Romana per un son ma su per giù ident;ca. La
Tiberma ha dovuto essere soccorsa per salvare i venti milioni di
Umbt:irto.
. ru l'epoca dei plichi. dei llipo!·age~. delle \"ergcgnie, dell<:
\ .• ltà come ai tempi di Cr'stiano Lobbia. Inorridiamo.
Ciascuno dei direttori delle banche .d'ern:ssione aveva il torchietto per la fabbricazione dei b~glietti di banca cl,; tutti i tagli.
. Anche in mezzo agli eccidii proletari quotidiani dei mesi di
N1t1,;i si rimane trasecolati. Che tempi ~ tempi di Umberto I. di
r1ancesco C11;spi, di Giosuè Cruducci e dei mfoistri che chial!Hr
vano il re « il mio rie I »
La storia non ha per loro che della corda. Tutti alla corda r
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Pubblicazioni della Casa Editrice "LA FOLLA
11
Via Tadino, 13 - MILANO
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Loria, fondatore dell'Umanitaria
L.
Sciara-Sciai, illustratissimo
" 0.50
O. M. Serrati, direttore dell'Avanti l Con autobiografia di • Pagnacca,, .
,, 1.--
Luigi Cadorna nei suoi disastri militari. La
fiumana di Caporetto
La catastrofe degli czar
frane esco Nitti
,,
1.-
Il
1. 75
,, 1.-
Il padre della patria, I. Re d'Italia, con le sue amanti, riveduto ne,l chiasso e nell'apoteosi
Le terribili giornate del '98
Il diario di un condannato
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Don Romolo Murri .
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Lo Czar viene .
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I Moribondi di Montecitorio
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L'Uomo più rosso d'Italia
PAOLO VAI..ERA Ocrenle Responsabile
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PAOLO VALERA