ilCilento A n Editore: Calore s.r.l. n o V I I I n ° 1 3 1 4 a p r i l e 2 0 0 6 € 1 , 0 0 Sede Legale: Via S. Giovanni, 50 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 117 - Capaccio-Paestum (Sa) — Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Direzione Commerciale Business Salerno — Abbonamento annuale 20,00 € CILENTO I sindaci e la nuova provincia pagina 2 La mediterraneità nei riti della settimana santa di Giuseppe Liuccio Domenica e lunedì si vota per il rinnovo del Parlamento. E’ l’epilogo di una lunga campagna elettorale, che spesso ha assunto toni da rissa e qualche volta da “giorno dell’Apocalisse”. L’argomento meriterebbe un editoriale a tutto tondo. Ma mi astengo, non perché mi illuda che la mia opinione posso influenzare l’orientamento dei lettori, ma semplicemente per corretta deontologia professionale. Mi auguro, però, che tutti esercitino il diritto-dovere del voto in serena e meditata convinzione. Ciò premesso, passo ad altro tema. Con la Festa delle Palme comincia una settimana importante per le comunità del Cilento. Le chiesette dei centri storici, belle nella essenzialità delle linee architettoniche, e quelle di campagna, dove penetrano fiotti di sole tiepido e folate di profumi primaverili, sono teatro di ritualità ricche di fascino e cariche di messaggi e simboli. Sullo schermo della memoria danzano fotogrammi di vita e mi rivedo bambino festante con il mio ramo di ulivo, carico di mandorle e fichi secchi, che ondeggia tra cento mani a cogliere gocce d’acqua lustrale dal celebrante benedicente. Ed il pensiero corre, per immediata ed istintiva correlazione di immagini, alle colline dell’interno e ai terrazzamenti a pendio della costa, dove ulivi secolari s’inargentano alla brezza e cantano al vento storie di lavoro paziente e di saggezza e di sapere di antichi mestieri. Ed il paesaggio rurale della mia terra si dilata al Mediterraneo e alla Grecia e parla di leggende e miti, interiorizzati nel rigore degli studi classici. E sull’Acropoli di Atene campeggia bella e possente la dea protettrice con il suo dono di vita e di lavoro: l’albero forte e fronzuto con radici profonde e rami sempreverdi per corone di feste e di vittoria e frutti generosi per sapori di alimenti, unguenti di atleti nelle gare e profumi di donne nei ginecei. E l’eco rimbomba nelle arringhe dei tribunali (“Per l’ulivo sacro” di Lisia) o nelle platee dei teatri (“Edipo a Colono” di Sofocle). E canti di antichi poeti e salmi di sacerdoti officianti si fondono in un superiore concetto di cultura, che trascende la ritualità religiosa e si sublima nell’eternità della cultura mediterranea. Dall’oscurità di vecchie casse o continua a pagina 14 EBOLI La politica in passerella ECONOMIA Bcc di Aquara utile record pagina 3 pagina 12 DIANO VALLO DELLA LUCANIA Sicignano-Lagonegro riparte... il treno Asl, Saracino striglia i dipendenti pagina 8 pagina 7 SENZA ICI, SINDACI AL VERDE Sica ci sta. Capuano dipende. Gli altri per niente Giuseppe Capuano, sindaco di Roccadaspide ed esponente di Forza Italia ha accolto la “notizia” con un certo umorismo che subito si è tradotta in concretezza: “Per scherzo abbiamo subito chiamato il ragioniere del comune chiedendogli come avremmo potuto fare nel caso la proposta divenisse effettiva. Si è messo le mani nei capelli! A parte lo scherzo, la proposta è condivisibile a condizione che venga indicato come sostituire le risorse che verrebbero a mancare, altrimenti è pura demagogia.” Tutto Ok per Enzo Sica, sindaco di Capaccio – Paestum che è stato uno degli ultimi comuni in Italia ad introdurre l’imposta sulla prima casa prevedendo uno sbarramento all’incontrario: paga solo chi ha case di lusso e molto grandi: “La promessa fatta da Berlusconi in relazione all’eliminazione dell’Ici sulla prima casa degli è Italiani è percorribile. Si tratta di toglierla solo sulle abitazioni dei meno abbienti e lasciandola sulle abitazioni più grandi e lussuose. D’altro canto, noi a Capaccio Paestum siamo già su questa strada perchè, pur introducendo per la prima volta l’imposta, abbiamo già escluso dall’obbligo di pagare chi ha un’abitazione modesta ponendo una franchigia di 200 Euro. Le risorse necessarie possono essere recuperate eliminando gli sprechi, riducendo le convenzioni e amministrando con oculatezza le risorse pubbliche.” Insomma Capaccio – Paestum ha già applicato il “dettato” berlusconiano con la variante della “modica quantità”: chi è povero è esente. L’Ici la paghino solo i ricchi! B.S. II romanzo di Liuccio Amarcord della madre Dalla poesia al romanzo: il passo di Giuseppe Liuccio era atteso e lo ha compiuto con questa “Lettera alla madre” che è un lirico abbraccio alla donna che non c’è più e che non potrà leggere ciò che, le ha dedicato, ma che è presente quasi in tutte le pagine di questo racconto che si svolge tra gli anni dell’infanzia del suo autore, la sua maturità , l’incipiente meriggio di una vita che da un piccolo paese del Cilento lo ha portato in giro per il mondo. Un romanzo corale nel quale compaiono tutti i personaggi con cui la sua vicenda umana ha avuto a che fare e che rappresentano uno spaccato interessantissimo dei tanti eventi di cui è stato talvolta protagonista, a volte spettatore. Ma è il ricordo della madre ad essere pressante nella scrittura di questo libro che vale la pena di leggere fino infondo perchè capace di recuperare gente e fatti sui quali si attarda una narrazione viva e addirittura travolgente. Compare di tanto in tanto il poeta, lo fa con le sue descrizioni di ambienti e di paesaggi che gli sono più cari e quando, appunto egli racconta di sua madre, del modo come gli apriva la pista detta vita, dei costumi del suo tempo giovanile, dette abitudini del paese natale, si intravede già quanto essa sia stata determinante lungo tutto l’arco degli anni trascorsi lontano. E, pur se scrive di esperienze vissute altrove, il ritorno è sempre un viaggio verso quei luo- ghi che gli furono e gli sono più cari e dove, tra l’affettuosa ricerca di ricordi in un vecchio cassetto tra i lini ingialliti di un corredo matrimoniale , la figura della madre è presente, vigile ancora, sorridente e gioiosa. Un transfert d’amore per la sua terra che è immanente amarcord non solo per quella di origine, il Cilento pietroso, ma anche per quella che si è scelta perchè‚ l’adottasse e si facesse amare, la costa d’Amalfi dove Liuccio si sente come a casa propria, inutilmente surrogate dal lungo vagabondare in ogni parte del mondo. Gli manca però in ogni momento la donna che gli ha dato i natali ed egli ne cerca l’ideale presenza fin dove la dura pietra ne nasconde i resti terreni, in un canto appassionato con il quale si chiudono le pagine di questo libro pensato e sofferto. Nicola Fruscione PRIMO PIANO n°13 14 aprile 2006 2 I pro e i contro della nuova provincia del Cilento e del Diano Sì da Piaggine, “freddi” a Sicignano e Controne. De Rosa e Sica: idea interessante Una provincia del Cilento. L’idea appare affascinante quanto difficile da porre in essere. A parlarne, in modo anche efficiente, alcuni noti personaggi, del territorio e non. A questo punto è sembrato giusto interpellare degli amministratori locali, con i quali l’argomento è stato affrontato in modo del tutto ufficioso. Più che altro c’è la curiosità di comprendere se sono orientati per una ipotesi del genere e come stanno operando in tal senso. Da Padula il primo cittadino, Giovanni Alliegro, fa sapere che “vale la pena approfondire l’iniziativa. Innanzitutto deve essere valutata a pieno, in tutti i suoi lati. Non è auspicabile come proposta secca, ma studiare bene le mosse per realizzare questa nuova provincia”. Praticamente non deve risultare un vociferare e basta, fino ad ora secondo il sindaco non si è giunti mai ad “un fine, credo si tratti sempre del frutto di un momento di euforia. Un discorso di qualcuno che ha una proposta esclusivamente personale, o magari per una forma di propaganda elettorale. Il tutto, poi, va a cadere, non si va oltre”. Quel che maggiormente si cerca di precisare è la necessità di mettere in atto un’accurata valutazione per meglio comprendere se sia o meno fattibile, così come conveniente. “Non sono da sottovalutare le difficoltà economiche del governo quindi sembra sia difficile formare nuove province, non è che Sopra: Donato De Rosa, Guglielmo Storti, Domenico Pizzicara Sotto: Giovanni Alliegro, Angelo Pipolo e Vincenzo Sica si può parlare di un parere preciso, non sono contro ma nemmeno favorevole. Non so se sia una proposta seria o meno o se realizzabile, non si può entrare nel merito e per quanto riguarda un capoluogo, certo è che ognuno cercherebbe di proporre il proprio territorio. Bisogna auspicarsi un serio approfondimento, ma le evoluzioni vere e proprie si dovrebbero attendere dopo le elezioni. Capire quindi quale strategia adottare per raggiungere questo obiettivo”. Molto più deciso si mostra il sindaco di Piaggine, Angelo Pipolo: “Si può fare! Ci vuole un maggiore interessamento da parte di tutti gli addetti. Dal canto nostro, più volte abbiamo trattato questa tematica con delibere di Consigli comunali. Ci sono state, inoltre, anche delle proposte di legge, poi non passate. Dal mio punto di vista sarebbe l’ideale una provincia del Cilento, in virtù della vastità del territorio, però penso sia difficile perché il governo sta vivendo dei problemi economici. Comunque le proposte dovrebbero essere fatte dai paesi più popolosi della zona comprendente il Vallo di Diano fino a Vallo della Lucania”. Da Sicignano, invece, non ci si pone affatto il problema perché come Ai sindaci non piace l’idea di abolire l’Ici sulla prima casa Pizzicara: “È una bufala”. Storti: “Inventerà un’altra tassa” “Tagliamo l’imposta dell’Ici sulla prima casa”, questa la promessa di Silvio Berlusconi alla vigilia delle elezioni. Il premier del Paese cala l’asso al termine del faccia a faccia, andato in onda qualche sera fa sulla prima rete della Rai, al cospetto del suo rivale politico Romano Prodi. Sembra quanto mai inutile riferire delle polemiche scaturite, anche perché non si fa altro che parlare di ciò. I sindaci sottolineano come i Comuni risentirebbero economicamente del taglio di una tassa, ma come si può comprendere non si tratta di un’abolizione netta dell’imposta. A giovarne sarebbero soltanto i possidenti di una sola casa e, così, non scialando dal punto di vista economico si ritengono soddisfatti di una simile realtà. In effetti i tagli non si verificherebbero nell’intera entrata della stessa tassa, visto che questa non si paga solo perché c’hai una dimora, ma comprende anche altri immobili: seconda casa, terreni, negozi. Insomma un settantacinque per cento di introiti che non verrebbe affatto compromesso. Eppure alcuni sindaci si chiedono come devono fare per sopperire all’ammanco. Il diessino Pizzicara, da Sicignano degli Alburni dice che “si tratta dell’ennesima bufala. Se fosse vero i Comuni in che modo dovrebbero provvedere? Già ci sono mille disagi per far quadrare i bilanci! Noi contiamo su queste entrate, invece ci vediamo tagliare una voce così importante; dobbiamo vendere i boschi all’asta. E se non li vendessimo, come faremmo? A questo punto saremmo costretti ad aumentare altre imposte, come ad esempio quella sulla spazzatura. Berlusconi offende l’intelligenza di tutti, anche la sua. Inoltre noi sindaci nel Mezzogiorno ci ritroveremmo molto più in difficoltà, perché non abbiamo grandi imprese, così risulteremmo impopolari visto che potremmo essere costretti a tagliare dei servizi quali la illuminazione pubblica”. Nelle fila della Margherita il primo cittadino di Controne, Guglielmo Storti e, manco a dirlo, si presenta pure lui scontento di questa probabilità: “Berlusconi ci deve dire come si devono reggere i Comuni dopo i tagli operati anche in virtù dei trasferimenti. Abbiamo grosse difficoltà nel mantenere un equilibrio nel bilancio. Secondo me comunque si tratta solo di manovre elettorali e certamente si opterà per qualche alternativa che non si chiamerà Ici; si inventeranno qualche altra cosa”. Della Margherita anche Angelo Pipolo, a capo della giunta di Piaggine: “Togliere l’Ici ai Comuni è una follia. Come si può fare a meno di un introito certo e sicuro? Questa è una penalizzazione, non sappiamo così da dove devono arrivare i soldi, quindi dobbiamo aumentare le tasse per coprire l’ammanco”. Stessa corrente politica del collega di Piaggine per Alliegro. Il sindaco di Padula ritiene la proposta in questione “ridicola; credo che i Comuni dovrebbero chiudere solamente, non si sa come possiamo compensare. In pratica o assicuriamo i servizi o aumentiamo le tasse, insomma siamo maltrattati anche se potrebbe essere solo una tattica politica la sua. Una stoccata finale cercando di entrare nella psicologia del non pagare; perché non lo ha fatto prima?”. Da più parti, insomma, si fa un gran parlare dell’abolizione dell’Ici, esclusivamente sulla prima casa, e a chi si chiede dove devono recuperare i soldi, c’è chi ha paventato l’ipotesi di vigilare maggiormente sull’evasione fiscale o magari riducendo alcuni sprechi. MaMi conferma lo stesso sindaco, Domenico Pizzicara, “il paese gravita su Salerno, non conosco bene la realtà cilentana e non abbiamo interesse a realizzare la indicata provincia”. Dello stesso avviso il primo cittadino di Controne, Guglielmo Storti: “Noi non siamo collegati con il Cilento. Nemmeno con mezzi pubblici, siamo vicino a Battipaglia, Eboli, dunque resteremmo nella provincia di Salerno”. Eppure i vantaggi si potrebbero avere e lo dice con piena convinzione il presidente della Comunità Montana Calore Salernitano, Donato De Rosa: “Ci sarebbe uno sviluppo migliore. Una provincia del Cilento gioverebbe al territorio. Spesso leggo sulle pagine di questo giornale gli articoli del professor Liuccio e concordo con lui. Per poter maturare l’idea ci vorrebbe un’unica proposta degli Enti pubblici e di tutti quanti gli organi preposti. Certamente se ne potrebbe discutere”. Probabilità positiva pure per il sindaco di Capaccio-Paestum, Vincenzo Sica: “Sarebbe un bene per il nostro territorio che è tanto vasto, noi effettivamente non abbiamo nulla a che fare con l’Agro nocerino sarnese. E nell’ottica di un decentramento, una provincia così diffusa come si presenterebbe quella del Cilento non farebbe altro che avvicinare lo Stato alle realtà più marginali della Regione”. Marita Miano Anche Quaglia è della partita Pasquale Quaglia, geometra di professione, vivaista di riconosciute capacità, è il presidente del consorzio di bonifica Sinistra Sele, con sede a Paestum. Consigliere comunale, è anche candidato nelle liste Udeur per la Camera dei Deputati. Capaccese di Ponte Barizzo è da sempre un protagonista di primo piano della politica locale, con un’attenzione particolare al mondo dell’agricoltura. La sua visione della politica è sempre stata molto pragmatica, tesa alla risoluzione dei tanti problemi della comunità locale. Un’agricoltura moderna, sufficientemente industrializzata, che difende l’ambiente circostante, è la sua linea di politica agraria. (o.m.) 3 EBOLI n°13 14 aprile 2006 Ds, Forza Italia e Margherita si fermano ad Eboli Quando ad Eboli arriva una personalità politica, con il nome da giornale nazionale e la faccia da tivù, la gente si ferma appena appena disorientata, a guardare i manifesti che annunciano la sortita famosa. Alle auto con i megafoni della campagna elettorale non credono: pensano di aver capito male e cercano conferma sui giornali. Ad assicurazione ricevuta, l’ebolitano medio, resta appena appena interdetto. C’è il cittadino “amante d’o stranio”, che, da esterofilo, sente riconosciuta l’esistenza della propria città: la presenza del esponente politico di primo livello rinforza l’idea che Eboli è ed esiste ed ha un futuro prossimo, oltre la cartina geografica. C’è, poi, il cittadino spacenziuso. Dalla prospettiva obliqua della sua memoria storica, ironizza e s’arrabbia, con i pugni chiusi, che della sua città si ricordano solo quando ci stanno le votazioni. Entrambi, però, s’appuntano la data, l’ora e il luogo dell’evento. Sabato 1 aprile, Sala Prove Comunale, ore 18. Manifestazione della Sinistra Giovanile. Presente, fra gli altri, il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, Ds. Dinanzi alla stazione, c’è una parvenza di festa estiva: sarà il caldo primaverile, la bella sfera di sole, il caffè con i tavolini, la verandina e la musica a palla. Sarà anche la presenza di mamme e papa con carrozzine, giovanotti dai lunghi capelli che fanno suonare Smells like teen spirit dei Nirvana. Il Presidente della Giunta Regionale è in ritardo, ma, l’ebolitano, si gode il fresco e la musica, trova il tempo pure per il caffè. Poi Bassolino arriva. Veloceveloce a tempo record scende dall’auto e la folla si apre in due grosse ali che costeggiano la camminata, lunga lunga, fino agli scalini della Sala Prove. Dentro c’è chi spinge e chi scatta foto, la musica è lontana, mentre, sindaco e governatore prendono posto dietro il tavolino. Non si siedono neppure. Bassolino si presta a due pose fotografiche e poi, nell’odine, riconferma l’insediamento del Polo Agroalimentare, rimarca il legame strettostretto con la cittadina, spiega di sentire Eboli più vicina di altre realtà della Piana del Sele, sprona l’amministrazione e il partito alla rivalutazione dei giovani come risorsa portante della Campania e saluta. Ci sono 5 secondi di applausi. Poi, la folla si apre di nuovo. E Bassolino va via dritto, verso l’auto con i lampeggianti. Il tutto è durato si e no dieci minuti. Sabato 1 aprile, Auditorium Salita Ripa, ore 19,30. Manifestazione di Forza Italia. Presente, fra gli altri, Mara Carfagna. Mentre le auto di Bassolino lasciano la città, nell’auditorium, prende posto la bruna presentatrice tv, candidata alla camera e responsabile di Azzurro Donna Campania. Alla presenza del senatore Gaetano Fasolino, del presidente di collegio, Rosario Catarozzi e del candidato alla camera Vincenzo Inverso, consigliere di Battipaglia, sotto i suoi occhi scuri, si sono delineate, le nuove linee guida del partito - spazio ai giovani e alle donne - e la condizione cittadina. Due i fronti di discussione: la situazione ebolitana e la sezione ebolitana. Per la prima: Antonio Corsetto, capogruppo, ha spiegato che, durante il dibattito si è discusso di coloro che, “eletti nel centro-destra, stanno reggendo la maggioranza di sinistra che, altrimenti, sarebbe caduta, dopo la fuoriuscita dei socialisti dalla maggioranza, venendo a mancare il numero sufficiente senza i trasformisti a caccia di poltrone”. Lo stesso ha dichiarato anche Fausto Vecchio: “oggi, l’aministrazione comunale, eletta appena un anno fa, è già in crisi. Il Sindaco non vuole più governare con persone che hanno sposato il suo programma perchè il loro leader è candidato nelle liste della Cdl e, intanto, aministra con i trasformisti”. Sulla seconda, invece, vi è un po’ di confusione, a partire dalla segreteria cittadina, sino all’organizzzione stessa del dibattito: “ non c’era il coordinatore regionale Cosentino e la Carfagna è arrivata in ritardo - spiega Fausto Vecchio - siamo riusciti ad essere produttivi ma la manifestzione doveva essere organizzata meglio”. “La manifestazione è stata organizzata unicamente dai due consiglieri Corsetto e Morrone, con i tesserati Carmine Sorvillo, An- tonio Russo, Maria Rosaria Pagnani eFabrizio Violante.Erano presenti circa 300 persone. Si è approfondito il Tema “Eboli e la Piana del Sele”, ricordando che alle ultime governative ForzaItalia ad Eboli ha avuto il 50 % circa dei consensi”, puntualizza Corsetto. Intanto, discussioni a parte - sarà tutto chiarito dopo le elezioni, spiegano - ieri pomeriggio è partito “l’autobus della libertà” per raggiungere Napoli, il dibattito di chiusura della Campagna Elettorale della Casa delle Libertà, e Silvio Berlusconi. Domenica 2 aprile,Cinema Teatro Italia, ore 10,30. Manifestazione elettorale della Margherita. Presente, fra gli altri, Ciriaco De Mita. In via Nobile regalano ramoscelli di ulivo in composizione nature con spiga di grano e margheritone. Qualcuno, preso il floreale omaggio, domanda: “ ma Le Palme non sono la settimana prossima?”. Intanto, sul palco, nella sala con i tendoni rossi pesanti e i sediolini, salgono l’assessore Luigi Morena, il consigliere regionale Antonio Cuomo e il presidente della Provincia di Salerno, Angelo Villani. Un balzo, ed ecco anche l’ex Presidente del Consiglio. Prende parola e avvisa i suoi accompagnatori: “a che ora dobbiamo andare via? Io, comun- que, resto qui finchè non ho finito questa riflessione”. L’osservazione in oggetto, oltre ad attestarsi su possibilità ebolitane, affronta ribaltoni, passaggi e forfait vari: “quello che certe persone dicono è fuori dall’ordine naturale delle cose . Sono disperati che tentano di sopravvivere: ci vuole comprensione umana perchè la loro dialettica politica non è fondata su centrodestra e centrosinistra : quelli sono gusci vuoti, che fanno solo rumore fra loro. Lo scontro avviene fra la logica della democrazia e quella della conquista del potere. E’ questa la spiegazione di certi comportamenti. C’è chi si allea con i Ds e una settimana dopo va nel centrodestra ma non c’è da stupirsi: sarebbe come meravigliarsi che d’inverno faccia freddo”. Poi ha spiegato: “quelli che vengono con noi non vengono per promesse, adulazioni o scambi, anche perchè non sarebbe utile, ma perchè accogliamo e diamo forza ad esigenze politiche. La Margherita è la novita politica del paese”. Presente, fra il pubblico, il primo cittadino. Martino Melchionda, avvocato, diessino, spiega, ha un auspicio, una speranza: “ mi auguro che il partito democratico rappresenti un nuovo inizio: nè ex democristiani nè ex comunisti”. Raffaella Rosaria Ferrè La Virtus Altavilla torna alla vittoria La ventesima giornata del campionato di calcio a 5 femminile di serie B ha visto il ritorno alla vittoria delle ragazze di Altavilla. La risposta alla bruciante sconfitta subita con il Belvedere è arrivata subito ed è stata una risposta perentoria. Le streghe, dopo una decina di minuti di riscaldamento, strapazzavano letteralmente le atlete del Vigor Velina infilando uno dietro l’altro ben tredici gol. Doppietta per Viscito e Panico, un gol testa per le “ragazzine terribili” Di Matteo e Caputo e ben sette reti della bomber Barone che riagguanta la vetta della classifica cannonieri, fanno ben capire che praticamente non c’è mai stata partita se non nelle battute iniziali. Le ragazze del Velina sono comunque riuscite a infilare per tre volte la rete delle streghe ma si è trattato solo di momentanei lampi dovuti anche a disattenzioni delle silentine che avevano già acquisito un largo vantaggio. Le casalvelinesi vanno comunque applau- dite perché malgrado il deludente campionato non hanno mai mollato e stanno onorando l’impegno preso all’inizio. Il risultato finale è stato di 13 reti a 3 per la Virtus Altavilla Donne. Con questo risultato e con la sconfitta del Belvedere a Poggiomarino contro l’Isef, le streghe si portano a sette punti di di- stacco dalla terza in classifica e a sole due giornate dalla conclusione del campionato raggiungono la certezza matematica del secondo posto e questa non è poca cosa. Infatti il regolamento dei play off per l’accesso alla serie A prevede che le squadre seconde classificate accedano di diritto alla semifinale play off e abbiano anche altri due vantaggi. Primo è quello di giocare in casa la partita di semifinale e il secondo è quello di poter chiudere l’incontro anche con il risultato di parità che gli consentirebbe comunque di andare a giocare la finalissima. Ma le ragazze della Virtus devono adesso pensare a chiudere in bellezza questo campionato andando a giocare le ultime due partite con la stessa determinazione con la quale hanno giocato quella contro il Velina. Ottenere due successi sarebbe fondamentale sotto il profilo psicologico e della carica emotiva. Ci proveranno già nel prossimo turno, quando affronteranno l’Oratorio Psg di Agropoli squadra quarta in classifica e già matematicamente anch’essa ai play off. Davide Pacifico Agape di preghiera Castelcivita. Dal 23 al 25 aprile p.v. il paese della grotte sarà sede della 24^ Agape. Il tema dell’incontro è “L’amore, centro della vita cristiana.”Il movimento “La vita dell’amore” fondato nell’agosto del 1975 da Paolo Ferri da Tricarico in provincia di Matera. L’associazione ha otto sedi sparse in Italia e, per la prima volta, si affaccia in provincia di Salerno. I cento anni di Concetta Concetta Izzo Palladino. È nata un secolo fa a Campagna, l’8 aprile 1906, da Domenico Izzo e Rachele Schiamone. A sei anni perde la madre. Qualche tempo dopo il padre si risposa, ma, a causa della morte prematura anche della seconda moglie, per la Spagnola, all’età di dodici anni si ritrova a dover sbrigare le faccende di casa e ad accudire i due fratellini nati dal secondo matrimonio. Un destino segnato quello di Concetta perché pochi anni dopo, essendosi il padre risposato per la terza volta, è costretta a prendersi cura anche dei cinque figli della terza moglie. Nel 1930, all’età di 24 anni, sposa Giovanni Palladino, giovane meccanico ebolitano, e, dopo la nascita dei primi due figli, Nicola e Luigi, si stabilisce a Eboli in via Giovanni Amendola, nel vano adiacente all’officina del marito. Appena il tempo di gioire per la na- scita di mario, Domenico e Francesco, quando un destino crudele dà una brusca accelerata alla sua vita già sacrificata: nel 1941, muore improvvisamente Mario, di appena quattro annni e, un anno dopo, in piena guerra, quando è incinta di Giovanna, per una disgrazia sul lavoro, perde anche il marito. Negli anni del dopoguerra ha fatto da padre e madre ai suoi figli, mandando avanti l’officina, governando la casa e preoccupandosi, insieme, della loro crescita, in un momento tanto difficile per i giovani, facilmente esposti ai rischi della strada e della delinquenza. A chi le consigliava , a lei così giovane, di risposarsi soleva rispondere con fierezza “Un solo Dio, un solo uomo!”. In possesso di una semplice licenza elementare, ha curato la loro educazione con pochi, ma validi principi basilari: 1) fede in Dio; 2)rispetto e tolleranza per gli altri; 3) impegno e successo negli studi. Oggi, amorevolmente assistita per far fronte agli acciacchi dell’età, è al centro delle ansie, le sofferenze, i sacrifici, le gioie e le soddisfazioni familiari e professionali dei figli e dei nipoti che, nel frattempo, le hanno già regalato cinque pronipoti, in attesa degli altri…… in gestazione. SELE Oliveto n°13 14 aprile 2006 4 Il sindaco rende conto del suo operato I primi diciotto mesi dell’amministrazione Lullo “L’Italia è il paese dove si è sempre verificato questo fenomeno curioso: gli uomini politici, arrivando al potere, rinnegano immediatamente le idee e i programmi d’azione propugnate da semplici cittadini”. Antonio Gramsci. Queste le riflessioni perplesse del grande intellettuale comunista che tuonavano dalle pagine dell’ “Avanti!” nel 1918. E ad Oliveto Citra cosa accade? È tempo di bilanci, trascorsi ormai diciotto mesi dall’insediamento della nuova squadra di governo capitanata da Italo Lullo. Oliveto si propone di smentire con i fatti le consuetudini della cattiva politica. È il giovane sindaco che, con una punta di orgoglio, si accinge a rendere conto dell’operato del suo staff. E lo fa con “Detto, fatto” un fascicolo di sedici pagine che racchiude la sintesi di un anno e mezzo di attività. Realizzato dal Comune, in collaborazione con la Banca di Credito Cooperativo di Aquara, l’opuscolo sarà presto tra le mani di tutti gli olivetani. “Detto,fatto” dipinge l’immagine di una cittadina che cresce, che programma, che concretizza uno sviluppo tangibile in molti campi della vita amministrativa e sociale, ma anche in opere infrastrutturali e culturali, nei settori dell’ambiente e della salute. ”Questo opuscolo – spiega Lullo – non racconta chiacchiere, contiene fatti! Leggendolo, voi tutti potrete prendere atto dei progressi compiuti dal nostro paese nell’ultimo anno e mezzo. Non l’abbiamo realizzato per fare propaganda, ma per confrontarci con voi. Abbiamo lavorato con dedizione e caparbietà. Oliveto mette le basi per un nuova crescita, grazie a circa 15 milioni di euro di interventi in opere, alcune appena avviate, altre programmate. Significativa, poi, l’attenzione ai servizi sociali, ai bambini e alle scuole, al lavoro, ma anche all’innovazione tecnologica, che ci porterà, ad esempio, ad avere la carta d’identità elettronica, ma anche a migliorare i servizi per il Comu- Campagna ne, in rapporto con le altre amministrazioni dei Comuni limitrofi, con una serie di servizi associati, come la polizia municipale”. Il libretto si compone di due sezioni, l’una evidenzia i traguardi già tagliati, l’altra i progetti in fieri. “Abbiamo fatto” è il capitolo dedicato allo sviluppo di una cittadina che vuole crescere in armonia, puntando sui progetti di servizio civile, sull’istituzione di un Centro di aggregazione per anziani e sulla proroga delle attività del Centro di aggregazione per i giovani; c’è la realizzazione di un mercatino del biologico (ogni primo sabato del mese), un cen- Candidati di bandiera Anche Campagna ha i suoi candidati, quasi tutti di bandiera o di testimonianza. Alcuni abituati ormai ad essere sempre e comunque presenti. Questa volta, però, qualcuno, che certamente idiota non è, ha capito il gioco e si “muove poco”, né spende soldi inutilmente. Due spiccano in modo particolare ed appartengono alla stessa lista, collocabile nello Schieramento di Centro-Destra, quella degli “Autonomisti - Democrazia Cristiana e Nuovo Psi”. Sono Gennaro Rizzo (Candidato Campania 2 al terzo posto dopo Stefano Caldoro, Ministro per l’Attuazione del Programma di Governo dal 2005, e l’on. Lorenzo Montecuollo), fedele seguace di Gianni De Michelis, che a tutti i costi, mortificando e stravolgendo la storia, vuole i “suoi socialisti” a Destra, e Pasquale Russo della “piccola” DC di Gianfranco Rotondi, che è tutt’altra cosa rispetto alla grande DC di Alcide De Gasperi ed Aldo Moro. Pasquale Russo è medico di professione, ha un centro, “Star bene” al Quadrivio, ed è stato socialista ai “tempi d’oro” di Rizzo. Piuttosto attivo e tenace, ha fondato, al Quadrivio, l’Associazione “Club Giuseppe Mazzini-Giovane Italia” e ad ogni competizione cerca sempre e comunque una candidatura. Negli ultimi anni ha cambiato diverse tabelle davanti alla sua sede (Fi, Democrazia Europea, Udc, Dc, “Tradizione e Progresso”, …). La penultima, in ordine di tempo, è quella del Partito Repubblicano di La Malfa-figlio, collocato nel Centro-Destra. L’anno scorso è stato candidato al consiglio comunale nella Lista “Campagna si Rinnova” a sostegno, assieme a “Rinnovato Impegno”, di Rago-Sindaco (in quota “Margherita”). Gennaro Rizzo, classe 1935, proprio non riesce a stare lontano dalla “politica”. È stato più volte sindaco di Campagna (nel 75, nell’88 e nei primi anni 90), amministratore e consigliere comunale (consigliere anziano per oltre 25 anni) per lungo tempo, dai primi anni sessanta fino al 1995 (nel 1993, quando iniziò la stagione dell’elezione diretta dei sindaci, si presentò con “Le Tre Rose”, prevalse “Il Ponte” e consumò la sua esperienza come consigliere di minoranza). È stato (e lo è tuttora) presidente del Consorzio di irrigazione Tenza per lunghi anni. Ha iniziato la sua esperienza con liste civiche nel 1963, 68 e 1972, ma dopo poco aderì col suo gruppo di sei consiglieri al Psi, diventandone, poi, il punto di riferimento. Nel 78, 82 ed 88 ha portato quel partito a livelli mai raggiunti prima. Oggi è Presidente Provinciale del Nuovo-Psi, un partito collocato contraddittoriamente nella Casa delle Libertà. Ecco perché quella “socialista” è una questione da affrontare con serietà una volta per tutte, perché la diaspora di questa grande forza storica della democrazia italiana e del mondo del lavoro non fa bene a nessuno, soprattutto alla sinistra nella sua interezza. Primo dei non eletti al Consiglio provinciale nel 1975, entrò in quel consesso nel 1977, diventandone subito capogruppo ed assessore ai LL. PP. Rieletto nell’80, ne diventa il Presidente nell’84, mentre nell’85 viene eletto Consigliere Regionale, ricoprendo, a Palazzo Santa Lucia, la prestigiosa carica di Assessore all’Industria, Artigianato e Commercio. Inoltre, è Presidente del Consiglio comunale, votato dalla Maggioranza di Centro-Sinistra del Sindaco Biagio Luongo, appoggiato dalla sua lista, quella del Nuovo-Psi, nel ballottaggio di Giugno 2003. Candidato poi, sempre per il Nuovo-Psi al Consiglio Provinciale del 2004 e presente nel “Listino di Italo Bocchino del Centro destra alle Regionali del 2005. Mario Onesti Valva tro di educazione ambientale; poi ci sono le opere pubbliche in corso di finanziamento: il museo di S. Gerardo, il parcheggio di via Cavallotti, alcune strade rurali, il completamento di edifici e di aree, ma anche una scuola di giornalismo che nascerà in seno al Sele d’Oro. Già finanziati sono, tra gli altri, l’asilo nido-ludoteca, opere fognarie, la stazione ecologica integrata, un laboratorio di reperti archeologici. E poi il lavoro, con un nuovo bando per le imprese per 4 lotti del Pip, con il Progetto Lei, che ha avviato al lavoro 20 donne disoccupate. “Stiamo facendo”, invece, è la sezione che guarda al futuro. Innanzitutto la sanità: dal sostegno all’ospedale San Francesco d’Assisi alla nascita di un servizio di telemedicina. Poi i nuovi servizi, come il prolungamento della rete del metano, un servizio gratuito di trasporto per anziani, l’introduzione del catasto elettronico; quindi la nascita del “Territorio dei saperi”: una struttura che ospiterà fiere, eventi culturali e formativi. Quella di capitan Lullo, dunque, vuole essere una squadra dinamica, moderna e competitiva, pronta al dialogo ed al confronto con i cittadini: “Su questa strada, fatta di continuità e di rinnovamento, andremo ancora avanti. Sempre pronti ad accogliere le vostre sollecitazioni e i vostri suggerimenti. Ci riconoscerete e ci giudicherete dalla concretezza con la quale avremo saputo rispondere ai veri bisogni del nostro paese”. Manuela Cavalieri Quel groviglio dell’acqua Non accenna a placarsi a Valva la polemica innescata dalla mancanza d’acqua nel centro storico protrattasi per oltre quattro giorni e di cui abbiamo già dato notizia nel numero scorso della nostra rivista. Il sindaco Michele Cuozzo, infatti, dopo che molti cittadini si erano rivolti al Prefetto chiedendone l’intervento, si è recato di persona presso il Palazzo di Governo ed ha a sua volta, nel corso di un incontro, chiesto al Prefetto Meoli l’istituzione di una commissione per accertare le modalità con cui la precedente amministrazione aveva realizzato i lavori della condotta dell’acqua. Ad un quotidiano, che ha riportato la notizia dell’incontro, il sindaco ha dichiarato: “ Il problema resta grave ed è dovuto a come sono stati realizzati i lavori. C’è un groviglio di tubi (dell’acqua e del metano) e di fili d’elettricità: questo rappresenta un serio pericolo per l’intera comunità valvese. La denuncia fatta dai miei concittadini al Prefetto di Salerno è stata opportuna…in quanto credo che sia ora che si faccia luce sulle tante ombre lasciate da chi ha realizzato i lavori a Valva e che continua a chiedere soldi dalle casse comunali nonostante le tante opere lasciate incompiute.” La reazione dell’opposizione non si è fatta attendere ed, infatti, il capogruppo della stessa, Fiorenza Volturo, ha scritto immediatamente una nota al prefetto in cui sottolinea il comportamento contraddittorio del Sindaco che solo qualche mese prima aveva convocato il consiglio comunale, mettendo all’ordine del giorno l’istituzione di una commissione di indagine sull’appalto dei lavori eseguiti nel centro storico di Valva dal Consorzio Cooperative Costruzioni. “Ebbene,” scrive la Volturo “a quella seduta inopinatamente non parteciparono né il sindaco, né il vice sindaco, né altri quattro consiglieri di maggioranza, impedendo così di fatto l’istituzione della commissione stessa, sulla quale si era dichiarato favorevole l’intero gruppo di minoranza.” La Volturo fa presente, inoltre, “…che tra il Comune di Valva e il Consorzio Cooperative è in corso da molti anni un contenzioso. Il gruppo di minoranza ha richiesto più volte al Comune di avere copia dei documenti relativi…senza avere alcun riscontro positivo. Al momento il Consiglio Comunale non è stato portato a conoscenza dell’andamento del contenzioso e degli eventuali esiti. Pertanto, i Consiglieri Comunali non sanno se il Comune ha prodotto idonee perizie tecniche per contestare le pretese del Consorzio. Da tali perizie, infatti, si sarebbe dovuto evincere da tempo la sussistenza di quello che oggi il Sindaco definisce < …un serio pericolo per l’intera comunità valvese.>. Sembra strano, paradossale e incredibile che questo pericolo venga paventato solo oggi!” Il capogruppo di minoranza punta il dito contro il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, ritenendo che, in occasione della vicenda della mancanza d’acqua, si sia dimostrato “…del tutto incompetente a fronteggiare la grave situazione di disagio determinatasi in danno di centinaia di cittadini.”. Come abbiamo già scritto, l’ipotesi più accreditata resta quella che a causare l’interruzione dell’acqua sia stata una errata manovra di chiusura di una chiavetta. Si può stare certi, però, che la storia, che abbiamo cercato di illustrare, non finirà qua! Anche perché l’allarme lanciato dal sindaco di Valva circa la sussistenza di un serio pericolo per l’intera comunità valvese non può essere in ogni caso preso sottogamba. Delle due l’una: o il Sindaco ha detto il vero ed allora bisogna prendere urgentissimi provvedimenti a tutela della incolumità di un intero paese; oppure ha detto cose non vere ed è il caso di tranquillizzare quanto prima i cittadini di Valva. fili 5 Altavilla ALBURNI n°13 14 aprile 2006 “Sarò un sindaco soldato semplice e padre di famiglia” Spunta il terzo incomodo fra Cembalo e Di Feo: è Rosario Gallo Dare visibilità esterna al paese. Ridare umiltà ed operatività ad una classe dirigente che sappia far risultato. Che porti fieno in cascina e scommetta sui giovani. Questi i messaggi, semplici semplici, che Rosario Gallo, fa irrompere nella campagna elettorale altavillese. Concetti centristi, per aggregare intorno alla sua Udeur quella parte di paese che si ritrova a disagio con il centrosinistra di Cembalo ed il centrotavola di Di Feo. Gallo lo fa a modo suo, annunciando che il 29 maggio ci sarà anche lui, terzo incomodo e terzo polo della politica locale. E’ alle nozze d’argento con il ruolo di protagonista nella politica altavillese. Semplice consigliere comunale per pochissimo tempo, sindaco quasi sempre, per più di un decennio. Oppure è stato fuori dall’aula consiliare sì, ma sempre alle prese con una campagna elettorale. Politiche, amministrative o per il consorzio di bonifica che fosse. Non c’è un appuntamento che abbia saltato. Gli studiosi di marketing elettorale dovrebbero studiarlo. E’ costantemente alla guida di una macchina che produce voti di lista e preferenze. Alle primarie dell’Unione ancora non si sa se il comune che in Italia ha dato la più alta percentuale a Mastella sia stata Altavilla oppure Ceppaloni. Ora è di fronte ad uno dei passaggi più difficili della sua carriera. Dopo 14 anni torna a proporsi in prima persona . Una sanzione amministrativa l’aveva “squalificato” e così gli altri (Cammarano e Di Feo, in primis) avevano potuto pascere come volevano. Sì, Rosario Gallo sarà candidato a sindaco di Altavilla Silentina, il prossimo 29 maggio. Alla “Brace d’Oro” va al podio del palco e comincia con il ringraziare “Giovanni Paolo II, un grande papa” e poi continua coi giovani, i bambini e gli anziani. Il suo è un discorso da democristiano a tutto tondo. Gli appelli “ai liberi ed ai forti” e le citazioni di Sturzo si sprecano. La lista si chiamerà “Progetto per Altavilla”, un nome evoca- Albanella Sopra: La pianta di olivo, simbolo della lista di Gallo. A destra Rosario Gallo, già sindaco di Altavilla dal 1981 al 1993 con delle brevi interruzioni. Al “Gallo Verde” è l’agriturismo di famiglia. tivo dei suoi fortunati slogan a cavallo degli anni Ottanta. “Il mio impegno politico è un dovere”, ripete spesso. “La mia candidatura attuale è sofferta, molto meditata e travagliata”, dice. Spiega così alla “sua gente” perchè è costretto a questa scelta. “Una cosa è la visibilità che posso avere come cittadino come voi, un’altra cosa è essere rappresentante istituzionale comunale presso le istituzioni provinciali e regionali: aumenterà il mio potere contratturale”. Traduzione: non mi basta più poter portare in dote il mio pacchetto di preferenze elettorali da spendere ma devo avere in mano le leve del potere municipale sennò a Salerno e Napoli non mi danno il peso che merito. “Ci sono troppi problemi irrisolti di questa collettività che mi spingono a fare questa scelta”, racconta alla platea che lo ascolta interessata. Più volte Gallo si rivolge alla “sua” gente per dirgli che “se troviamo ancora ascolto, e risolviamo pure qualche problema, è grazie a voi”. Nota esplicativa: voi mi date i vostri voti, io riesco a “renderveli” in favori. Gallo più volte evoca la sua squadra. Le colonne sono Arduino Senatore, Edi Cembalo e Pasqualino Perillo, ma il resto viene dal circondario, da Postiglione con Carmine Cennamo e a Capaccio con Pasquale Quaglia. Nessun cenno a Donato De Rosa, presidente della comunità montana ed esponente di primo piano dell’Udeur: con Gallo non si “prende” proprio. Una squadra che è prima altavillese, e poi diventa comprensoriale. “Carmine Cennamo raro esempio di attaccamento ai valori che contano, è dinamico e concreto”, è la gratifica di un Gallo in vena di epigrafi al sindaco di Postiglione ed assessore provinciale. Poi racconta dello stupore dei nuovi addetti alla manutenzione delle strade provinciali quando hanno verificato lo stato della nostra viabilità. “Cosa è stato fatto negli ultimi dieci anni?”, si è chiesto Gallo. Una piccola stilettata ad Antonio Di Feo, che pure il medico di Galdo contribuì pesantemente a mandare a Palazzo S. Agostino. Gallo fa poi il modesto. “Bisogna conservare l’umiltà ciò che siamo”. “Non perdere la dignità delle nostre origini”. “Espressione di una squadra che vive tra la gente e non espressione del Palazzo, ramificata sull’intero territorio comunale”. Poi, in conclusione d’intervento, indica il sindaco che lui sarà: “Intendo la carica di Ecco il Puc La prima volta del piano regolatore generale Dopo 23 anni l’amministrazione comunale di Albanella può comunicare ai cittadini l’avvenuta approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale. Lo ha fatto attraverso manifesti affissi per le strade del paese,. L’importante strumento di riqualificazione urbana era stato reso esecutivo nel 2004 dal placet della Provincia di Salerno, ma solo nei giorni scorsi il comune ha ottenuto il nulla osta finale. Ora l’attenzione degli amministratori è verso la pianificazione di nuovi interventi. Zona Pip, area commerciale e centro storico saranno le grandi aree sulle quali vigilerà l’amministrazione retta da Giuseppe Capezzuto, sindaco da meno di due anni, e verso le quali tenterà di operare un’azione di tra- sformazione, senza mai trascurare l’obiettivo della tutela e della qualificazione ambientale. “Con l’approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale - afferma Giuseppe Capezzuto – finalmente possiamo guardare allo sviluppo di Albanella, mettendo ordine nel governo del territorio ed elaborando proposte che incideranno positivamente sul futuro del comune”. L’approvazione del Prg offre la possibilità di dare risposta alle istanze dei cittadini, scongiurando il pericolo di nuove speculazioni, di nuova invasione di cemento, privilegiando invece la politica del recupero e della valorizzazione del patrimonio esistente. Costruzione di strutture sportive, come l’impianto sportivo di Santa Sofia, appena ultimato, parcheggi, parchi, ma anche e soprattutto una nuova cultura del rispetto del contesto urbano e naturale e di salvaguardia dell’edilizia esistente: questa l’intenzione degli amministratori. Attenzione massima sul centro storico: “La mia intenzione – continua Capezzuto - resta quella di realizzare nel nostro centro storico l’albergo diffuso”. E’ - quest’ultima - un’iniziativa che consente di utilizzare le abitazioni site nella parte antica del paese a scopi ricettivi e turistici, offrendo ai visitatori la possibilità di godere delle bellezze architettoniche, del patrimonio culturale e delle innumerevoli risorse ambientali di cui il paese dispone. sindaco non come una medaglia da apporre all’occhiello e da mostrare nelle occasioni importanti in senso di autoesaltazione”. Toni alti e poi il messaggio da fare arrivare agli elettori più di bocca buona. “Io farò come il padre di famiglia che ogni mattina esce di casa per procurare il reddito ai propri cari”. L’ultima battuta sembra poter essere distribuita equamente fra Di Feo e Cembalo: “Incarnano un modello di classe dirigente fatto solo di generali, che sentendosi già appagati, non hanno dato e non daranno alcun contributo alla collettività. Io – ha chiuso Gallo - voglio un esercito di volontari...”. Postiglione In scena il dramma di Nicola Trotta «Fu arrestato mentre era in rianimazione, il 25 agosto del ‘92. Aveva appena subito una delicata operazione per un grave distacco di peritonite ed era in pericolo di vita. La stanza d’ospedale di Eboli, dove operava il chirurgo amico, fu piantonata da due poliziotti e i familiari tenuti alla larga. Non potevano assisterlo. E neppure sapere sue notizie». È il racconto drammatico che Monica Trotta, figlia dell’allora potente socialista, Nicola, «nato a Postiglione, molto popolare a Salerno», affida alle pagine del libro che Stefania Craxi dedica alle donne di Tangentopoli: «Nella buona e nella cattiva sorte. Mogli, madri, figlie, compagne degli uomini bersaglio della malagiustizia». Dal libro è nato anche un atto unico, concerto per voci e ombre, dal titolo Nella buona e nella cattiva sorte, messo in scena da Stefania Fusco, in prima nazionale a Napoli. La storia di Nicola Trotta si conclude con la morte: distrutto da un cancro due anni dopo «questo arresto disumano». Racconta ancora la figlia Monica: «Mio padre era cosciente. Era in rianimazione, soffriva, ma si accorgeva di quello che stava succedendo. A un certo punto hanno preteso d’interrogarlo. Aveva un sondino in gola e non poteva parlare. Aveva un filo di voce, respirava a fatica». Arriva la tac della mozzarella Oreste Mottola Altavilla, la margherita contesa Gentile direttore chiedo la cortesia di poter ospitare sul Vostro giornale, una breve nota di precisazione ad alcune affermazioni fatte dall’ing. Di Feo nell’intervista pubblicata nel n. 12 del 07/4/2205 di “Unico”. Nonostante il tono corrivo e liquidatorio una qualche forma di buona fede è da presumere. Quando l’ing. Di Feo dichiara: “l’unico circolo ufficiale (della Margherita) è coordinato da Sandro Giardullo”, patisce un evidente difetto di informazioni. Non può sapere che ad Altavilla Silentina c’è il circolo “La Margherita Alburni – Calore”, semplicemente perchè lui non appartiene, non è iscritto al movimento politico della Margherita. Pertanto quanto affermato nell’intervista suddetta non corrisponde al vero. Il portavoce Sabato Di Lucia L’Istituto di chimica biomolecolare di Pozzuoli (NA) ha messo a punto un sistema per smascherare le sofisticazioni. La Tac alla mozzarella. l progetto è stato portato a termine poco più di un anno fa dai ricercatori dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli ( Icb) ed è già in corso di sperimentazione in diverse aziende. Lo ha raccontato il direttore, Guido Cimino. Ultimamente siete riusciti a mettere a punto anche un sistema per riconoscere il vero latte di bufala. « La vera mozzarella di bufala campana, per legge, è solo quella prodotta esclusivamente con latte di bufala, ma può capitare di trovare in commercio prodotti ottenuti con miscele di latte bufalino e vaccino o addirittura con tipi di latte completamente diversi, di pe cora o capra. Per evitare questo rischio, utilizziamo la risonanza magnetica nucleare e l’analisi statistica dei suoi dati. Così si ottiene un’informazione rapida e completa con poche manipolazioni chimiche. CALORE n°13 14 aprile 2006 Fra Capuano e Pignataro c’è una Mucciolo di troppo L’intervento dell’avvocatessa provoca Capuano Succede quello che non t’aspetti e, soprattutto, in un contesto dove la polemica è fuori luogo. Ad innescarla è l’avv. Esterina Mucciolo, relatrice di un incontro, a Roccadaspide, promosso dal gruppo “Alba”, il 2 aprile. Si dibatte sul ruolo delle donne, di pari opportunità e delle problematiche sociali. Attimi di silenzio per ricordare Papa Giovanni Paolo II e il piccolo Tommaso e, poi, il colpo di scena fuori programma. L’avvocato comincia il suo intervento senza scossoni: “Io ho un sogno che riguarda un nuovo metodo di fare politica, basato sulla serietà. Cosa che si è sempre detta, ma mai attuata. In questo campo, sono sempre stata tradita dalle amicizie”. Per proseguire con il perentorio affondo nei confronti del sindaco Giuseppe Capuano (nella prima foto). “Senza fare polemiche, sono delusa da te, Peppino Capuano. Nel 2001, avevo un’opinione diversa. Pensavo che avessi la capacità di tradurre in modo concreto i fabbisogni della gente, anche tenendo conto della professione medica, insieme ad un nuovo metodo di fare politica. Tutto ciò, purtroppo non si è avverato”. Il sindaco, visibilmente scosso, è scattato in piedi tra il folto pubblico. “Non è giusto offendere una persona in un incontro dove non c’è diritto di replica”. E la Mucciolo (nella seconda foto): “Come non c’è diritto di replica? Noi siamo amici”. “Non c’è il diritto di intervenire dottoressa Mucciolo”, la smentisce Antonella Caiazzo, moderatrice del convegno. Seguono momenti concitati: il pubblico, solidale con Capuano, chiede che possa replicare, ma non è previsto. Il sindaco lascia l’aula consiliare e buona parte della platea lo segue, in segno di protesta. “La verità non vuole essere ascoltata, ringrazio le persone che sono rimaste, tra cui i ragazzi di Leonardo”, continua la Muc- ciolo, che si scusa più volte per l’accaduto con Claudio Pignataro, il capogruppo di “Alba”. Eppure la serata era partita all’insegna della solidarietà. La testimonianza di Francesco Minella, studente universitario disabile, aveva impressionato la platea. “Non ho nessuna fede politica e parlo per esperienza personale. Non c’è proprio niente, a Roccadaspide, per il reinserimento psicofisico dei diversamente abili nel tessuto sociale. Si continua ad essere emarginati, se non ci si allontana. Io ho trovato sostegno sia nei servizi sociali a Napoli, dove studio, che in un’ Associazione lontana da Roccadaspide, grazie alla quale pratico sport in strutture idonee. Spero che, in futuro, ci sia almeno un miglioramento nelle nostre politiche sociali per garantire l’assistenza minima alle persone in sedia a rotelle, senza l’obbligo di allontanarsi”. Le parole del ragazzo erano suffragate da immagini che lo riprendevano in attività sportive. Sul tema delle donne, è stato apprezzato per la spontaneità, l’intervento dell’imprenditrice Maria Gorrasi. “Non ho avuto aiuti economici per la mia azienda a conduzione familiare che pro- duce miele perché, all’epoca, non c’erano fondi regionali. Noi puntiamo sulla qualità e facciamo conoscere le nostre produzioni tramite i mercatini. Senza che qualcuno me lo abbia imposto, specifico la provenienza dei prodotti da Roccadaspide, perché ne sono orgogliosa. Occorrerebbe che il comune organizzasse un percorso per visitare le nostre aziende e gustarne i prodotti”. Sulla tipicità delle nostre produzioni, Claudio Pignataro ha individuato sbocchi lavorativi per i giovani. “L’intento è quello di recuperare i mestieri tipici in disuso, attraverso tecniche moderne e corsi di formazione professionale”. Il gruppo “Alba” ha donato delle rose alle donne presenti e le relatrici hanno portato una “ventata” di femminilità. “La vita è donna, ma non contro l’uomo, insieme all’uomo”, ha esclamato Maria Vicidomini, presidente della commissione pari opportunità di Capaccio. “Se le cose che diciamo risultano scontate, è perché da tanto predichiamo senza risvolti che ci abbiano mai dato soddisfazione”, ha evidenziato la professoressa Carmela Migliorino. Francesca Pazzanese 6 Roscigno Vecchia Al via i lavori di messa in sicurezza della parte est del borgo Il 2006 potrà essere considerato un anno storico per Roscigno e certamente il più fortunato per Armando Mazzei che si accinge ad iniziare il suo ultimo anno da sindaco del paese alburnino. Aver finalmente visto iniziare i lavori di messa in sicurezza di un’importante ala di quella che Onorato Volzone, compianto giornalista del Mattino, ribattezzò la Pompei del ‘900, è certamente motivo di contentezza ed orgoglio per il primo cittadino e la comunità da lui amministrata. Dopo una prima fase di ripulitura da fango e detriti che si erano accumulati nelle case tra i vicoli dall’abbandono ad oggi, la fase successiva è ora quella di mettere in sicurezza le abitazioni per rafforzare le mura che risultano pericolanti. Inoltre è stata completata anche la facciata anteriore della cosiddetta Casa dell’ar- Centrodestra o Centrosinistra a Roccadaspide è un’altra storia Gennaro Cavallo e Tanino Tabano le prede più ambite In teoria, basterebbe guardare i risultati delle elezioni di domenica 9 e lunedì 10 per capire le chance dei singoli candidati alle elezioni comunali rocchesi. In pratica la cosa è molto più complicata e cerco di spiegare perchè. Sicuramente il risultato della Margherita sarà positivo e il partito di Auricchio(nella foto), Miano, Tabano e Ricco conquisterà il primato. Alleanza Nazionale, guidata a Claudio Pignataro, avrà una buona affermazione anche se sarà difficile bissare i risultati delle provinciali e regionali scorse. In quella occasione la presenza del candidato locale mise le ali al partito di Fini. In base a questi, presunti, dati non ci dovrebbe essere storia che gli schieramenti si presentassero con alleanze chiare e delimitate dai confini politici nazionali. Invece, la realtà è diversa e persone che fino al 9 aprile corrono a votare e chiedono di votare lo stesso partito, si troveranno su barricate opposte a combattersi senza esclusioni di colpi. Auricchio contro Ricco; Ricco contro Pignataro; Pignataro contro Capuano. Tutti gli altri, in attesa che si aprano brecce negli schieramenti già in campo, provano a rilanciare con aperture di improbabili tavoli di confronto. Comunque, qualche elemento di “chiarezza” si incomincia ad intravedere all’orizzonte. L’episodio che ha visto protagonisti Esterina Mucciolo e Giuseppe Capuano, durante la manifestazione organizzata dal gruppo Alba, potrebbe aver tranciato in modo netto le possibilità di portare a termine le trattative avviate tra Claudio Pignataro e lo stesso Capuano. Auricchio e Miano stanno facendo pressioni di due “prede” ambite che continuano a sfuggire all’abbraccio fatale: Gennaro Cavallo e Tanino Tabano. Il primo, in privato, il secondo in pubblico, fanno analisi dei bisogni del paese ma non assumono decisioni definitive. La novità del momento è la nuova aggregazione di “volontà” guidata da Franco D’Angelo che è attesa alla seconda uscita pubblica per capire se è riuscita ad aggregare nuovi elementi o constatare che ne ha perso qualcuno per strada. In ogni caso, la prossima sarà la settimana decisiva per la definizione dei nuclei forti intorno ai quali gli altri si accoderanno. B.S. ciprete, mentre entro la fine dell’anno un ulteriore finanziamento aprirà un altro significativo cantiere. Il borgo fantasma, dunque, inserito nel novero dei beni di interesse mondiale, ha ripreso definitivamente a vivere, scongiurando sia il pericolo di abbandono che il rischio di definitivo decadimento. Tuttavia, molto resta ancora da fare per Mazzei e l’amministrazione, che vigila sulla salvaguardia del borgo da sempre; il problema sicuramente più immediato è quello della cessione delle case di proprietà Roscigno Vecchia, alle quali i proprietari si ostinano a non voler rinunciare, forse non del tutto consapevoli dell’enorme vantaggio che deriverebbe da un recupero totale del borgo. 7 CILENTO n°13 14 aprile 2006 Asl Sa/3 Sferzata di Saracino ai dipendenti “Bufala connection”, ausiliari in agitazione, veterinari sballottati e buco di bilancio preoccupano il direttore Qualcuno racconta che il direttore generale dell’Asl SA-3 sia molto arrabbiato. E non lo ha mandato a dire ai suoi sottoposti. I motivi sono da ricercare in una serie di fatti che hanno condizionato l’avvio del suo mandato a capo dell’azienda sanitaria del Cilento e Vallo di Diano che, di fatto, gli hanno negato i cento giorni di “luna di miele” che di solito accompagna tutti i protagonisti della vita pubblica all’inizio del proprio lavoro. I fatti sono noti: Scoperta di un buco (circa 60 milioni di Euro) lasciatogli in eredità dal suo predecessore Claudio Furcolo, che addita nel mancato trasferimento dalla regione delle risorse. Promesse, all’atto dell’apertura dell’ospedale di Agropoli. “Bufala connection” che ha posto nell’occhio del ciclone il servizio veterinario dell’Asl con arresti e indagini a tutto campo. Il precipitoso dietro front sul trasferimento, appena effettuato, degli uffici dell’Asl nella struttura privata in località Rettifilo di Capaccio a seguito di un intervento della magistratura che ha posto sotto sequestro l’im- mobile scelto. Proteste degli ausiliari assunti da cooperative che svolgono funzioni superiori. A questo va aggiunto il fatto che non è ancora completata la ricognizione sulle esigenze del territorio per approntare un piano d’intervento che dia risposte tranquillizzanti agli utenti, cioè i malati, e agli amministratori. L’Asl è l’unica, vera grande azienda del Cilento in grado di dispiegare e spalmare un potenziale di svariati milioni di Euro in termini di spesa corrente (stipendi e appalti dei servizi) e di investimenti in strutture sanitarie che diano sedi adeguate ai tanti uffici sparsi negli oltre ottanta comuni di competenza. Sono molti i sindaci e i cittadini che stanno con il “fucile puntato” per sparare a zero contro ogni eventuale riduzione dei servizi (soppressione di alcune Guardie mediche) o declassamento di strutture ospedaliere (Roccadaspide Agropoli, Polla e Sapri). C’è poi da dare un senso (aprire) ad alcune strutture costruite e mai rese operative come la casa per anziani non autosufficienti co- struita in località Pazzano di Capaccio. S’immagina che chi ha voluto, progettato e realizzato una struttura con le caratteristiche descritte, abbia anche avuto in mente un suo possibile utilizzo in quello specifico campo. S’immagina anche che all’interno siano stati sistemati macchinari adeguati alla bisogna che, se non utilizzati, diventino obsoleti senza mai utilizzarli. Lo stesso vale per l’edificio in sé: qualsiasi edificio che resta chiuso e non utilizzato deperisce e al momento dell’apertura, si rende necessario di ulteriori e non poche risorse! E’ realtà, invece, che gli ospedali di Roccadaspide e Agropoli, aperti, siano costati tre volte tanto solo per il fatto che sono stati, più volte, oggetto d’interventi di adeguamento strutturale e di manutenzioni straordinarie. Non siamo all’anno zero in tema di gestione della nostra Asl. Certamente, però, è importante che Donato Saracino, il direttore generale, si apra di più al territorio, comunichi più di quanto hanno saputo fare i suoi predecessori. Si presume che stia predisponendo il bilancio preventivo dell’azienda, lo renda pubblico e si assuma la responsabilità delle sue scelte. Solo così potrà camminare a testa alta di fronte ai cittadini che si aspettano servizi e di fronte agli amministratori che gli chiedono indotto economico. Ha un ottimo addetto stampa! Bartolo Scandizzo Felitto, più casa e meno albergo al Giovanni XXIII di Santo Ianni” De Leo punta a creare una casa famiglia aperta al territorio che l’ha voluta E’ domenica pomeriggio quando arrivo Felitto, in località Santo Ianni per toccare con mano com’è organizzata la nuova struttura di accoglienza che vede ospiti le persone anziane. C’è movimento: il parroco ha appena finito di celebrare la S. Messa e i familiari ancora si attardano con i loro cari a conclusione della visita domenicale. La giornata è piacevole e la maggior parte degli ospiti è all’aperto per assaporare il dolce tepore del sole primaverile. Incrocio una collaboratrice del centro e le chiedo di poter parlare con un responsabile e lei con un sorriso me lo indica. Nicola De Leo legale rappresentate dell’Ente gestore, sta accompagnando fuori uno degli ospiti, mi saluta ed è subito disponibile alla chiacchierata. La società che ha vinto la gara di appalto per la gestione della struttura di Felitto è di Mercato San Severino, i componenti sono specializzati nel settore della formazione e dell’assistenza agli anziani, nella gestione di centri polivalenti e della case famiglia. Hanno lavorato soprattutto in Costiera Amalfitana. La casa-albergo di Felitto è operativa dal 15 dicembre del 2005 e ad oggi ospita 9 persone anziane originarie della Valle del Calore. “Pensavo, vista la mentalità dei piccoli paesi, - dice De Leo – che non sarebbe stato facile convincere i Cilentani e invece, per il momento, si è verificato l’opposto e le persone ospiti sono solo delle OFFERTE DI LAVORO -RESORT ( HOTEL – RESIDENCE- VILLAGGIO CLUB) DI PAESTUM ricerca: un maître, titolo preferenziale la conoscenza almeno della lingua inglese; un barman, titolo preferenziale la conoscenza almeno della lingua inglese; un capo ricevimento, esperienza nel settore, titolo preferenziale conoscenza della lingua tedesca ed inglese; una governante. Inviare CV fax 0828 851730 o telefonare 0828 851876 -ATTIVITÀ TURISTICA DI PAESTUM Seleziona una barman ed un’addetta alle pulizie. Titoli preferenziali: eventuale esperienza nel settore. Telefonare al numero: 3336611430. -HOTEL 3 STELLE ANNUALE prossima apertura seleziona: chef, aiuto chef, cameriere,maitre,addetta pulizie, receptionista, no alloggio. Dott.ssa Anna Serpe Russo tel.3382084407 -AGRIOIL SPA, ricerca: Numero 1 addetto ufficio vendite estero. Requisiti minimi necessari: Età max 34 anni. Co- zone interne e non delle città”. La retta è di 900 euro al mese ed è stabilita da una legge regionale. “Se l’ospite non ce la fa integra la famiglia o interviene il comune ma non si dice mai di no”. L’albergo può ospitare fino a 48 persone, c’è un’assistenza continua, 24 ore su 24, con personale qualificato con una particolare predisposizione verso l’anziano. Tutte persone del posto tra i 30 e i 40 anni. “Sono otto, scelte per titolo attraverso un bando di selezione –dice ancora De Leo - Angela Quaglia, sociologa, è la coordinatrice del centro ed è lei che programma le varie attività”. E’ tutto a norma, c’è la consulenza della psicologa, dell’assistente sociale e la dieta è controllata dall’Asl. Gli ospiti della casa-albergo sono nove simpatici vecchietti vivaci e sereni. La giornata per loro è programmata da una serie di attività che li vedono anche protagonisti: uncinetto, giardinaggio e c’è anche chi si diverte a colorare e disegnare. In un angolo del salone c’è, infatti, una parete piena di disegni colorati a mano e l’artista in questione ne è fiera. “Ho in mente di fare una serra di frutti di bosco, di utilizzare le loro capacità e le loro esperienze al meglio, per farli sentire importanti. – ribadisce De Leo – Il nostro obiettivo è assicurare serenità e tranquillità agli ospiti”. Il sindaco di Felitto, Maurizio Caronna, ha fortemente voluto che questa struttura dive- noscenza lingua straniera: inglese livello min. 8. Titolo di studio: Laurea. Esperienza nel settore vendite. Disponibilità a viaggiare all’estero, conoscenza dei sistemi informatici e capacità a relazionarsi. Numero 1 responsabile del magazzino. Requisiti minimi necessari: Età max 36 anni. Conoscenza lingua straniera: inglese livello min. 4. Titolo di studio: diploma di scuola media superiore. Conoscenza dei sistemi informatici e capacità a relazionarsi. Inviare curriculum vitae a [email protected] oppure a Agrioil Spa, via Seude, 84069 – Roccadaspide – SA. VENDESI -Roccadaspide zona Carpine, VENDESI villetta su due livelli al rustico con 1350 mq di terreno così divisa: 160 mq zona giorno, 90 mq zona notte più ampio garage. Per informazioni telefonare al 333 565 13 03 – 0828 941877 orario negozio. -VENDESI CAVALLA. Bellissima puledra, padre salernitano, madre sella francese. Prezzointeressante. Per informazioni tel. 338 8617461. -VENDESI TERRENO AGRICOLO (5 ettari circa) con casa, vigneto (500 piante) oliveto (600 piante) e mezzi agricoli. Località Roccadaspide, zona Carretiello basso. Telefonare ore serali allo 0828 941761 -3333 945970. Chi cerca... trova nisse operativa. E’ il fiore all’occhiello della Valle del Calore e potrà offrire sicurezza e benessere agli utenti ed ai suoi abitanti: la struttura è aperta anche ai cittadini. Progetti futuri? “In collaborazione col Piano di zona, abbiamo presentato alla regione Campania un progetto sperimentale di casa-famiglia che coniuga l’integrazione dell’anziano con il bambino. Prevede l’ospitalità di 6 bambini + 2 di pronta accoglienza”. In questo momento è ospite della casa-albergo una ragazza madre, Teresa con la sua bambina di pochi mesi, Elena. Ben nove nonni l’hanno adottata! E’ la mascotte del centro. In cambio di qualche servigio e tanti sorrisi ricevono amore, attenzione e coccole. “Abbiamo intenzione di incrementare il numero degli ospiti: 36 adulti e 6 bambini in vista della chiusura degli orfanotrofi. Pensiamo che l’abbinamento bambini anziani sia senz’altro vincente”. La signora Elena è di Aquara, parla volentieri e dice di trovarsi bene al centro. “Mi piace stare in compagnia di amici e condividere con loro esperienze e rivisitare ricordi. Mi piace l’idea di fare l’orto e di coltivare fiori”. La veterana del gruppo è la signora Angelina di Piaggine che ha 98 anni. Poi c’è Annina ancora di Piaggine e Antonio di Villa Littorio, Teresa è di Laurino... La signora Linda Corrente lavora al centro da quando questo è stato aperto, si rivolge agli ospiti con un sorriso rassicurante che mette a proprio agio. “Sono contenta di questo lavoro, avevo già esperienza nel settore perchè facevo assistenza a domicilio. Mi piace stare con gli anziani perchè danno molto ma, soprattutto, sono affettuosi. Sono cresciuta con i nonni e con loro ho imparato come farsi amare da una persona anziana”. Gina Chiacchiaro DIANO n°13 14 aprile 2006 Sicignano - Lagonegro: riparte la speranza del treno L’assessore Cascetta per la prima volta nel Vallo di Diano Dopo la conferma del finanziamento del Cipe e del Ministero per le Infrastrutture di 15 milioni di euro da destinare alla tratta ferrata Sicignano-Lagonegro, dopo la recente decisione da parte della Provincia di Salerno e dell’assessorato provinciale ai trasporti, di inserire la tratta nel Piano territoriale regionale (Ptr), che in un primo tempo la escludeva,. un nuovo importante tassello si compirà per il ripristino della Sicignano-Lagonegro, con la visita a Polla dell’assessore regionale ai trasporti Ennio Cascetta. Un sopralluogo che Cascetta ha deciso di tenere personalmente lungo il percorso ferroviario, per verificare e constatare come inserire il tragitto Sicignano-Lagonegro all’interno della Metropolitana leggera regionale che da Napoli raggiungerà Battipaglia. Un’ipotesi per la quale è stato affidato uno studio di fattibilità che sarà pronto nelle prossime settimane. Ennio Cascetta accompagnato dall’assessore provinciale ai trasporti Rocco Giuliano, incontrerà il Presidente della Comunità Montana del Diano, Vittorio Esposito e gli amministratori locali, per vagliare quanto gli enti locali potranno e vorranno collaborare nel ripristino del percorso. “Per la prima volta – spiega Rocco Giuliano, assessore provinciale ai trasporti - dopo sette anni da quando è assessore, Ennio Cascetta viene nel Vallo di Diano. Un dato che ci dice quanto sia significativa la sua visita. Il mio assessorato ha recuperato 15 milioni di euro del Ministero che sembravano ormai perduti. Altri 5 milioni di euro sono stati previsti nel Piano triennale della Provincia. Abbiamo inoltre inserito la tratta nel Ptr. Il Vallo di Diano diventa finalmente centrale per la Campania e la Regione vuole domani te- stimoniare il suo impegno come del resto ha già confermato il presidente Antonio Bassolino due giorni fa. Adesso sarà necessario continuare su questa linea, uniti per volere il ripristino della ferrovia ed è necessario la volontà di tutti gli amministratori locali e delle parti già coinvolte”. E il Vallo di Diano riscoprì l’emigrazione Tremila persone sono andate via negli ultimi 12 anni. Tanti giovani in fuga Ivan e Diomeda sono due ragazzi come tanti, sono lo sguardo positivo di chi crede nel futuro, l’immagine dell’impegno volto a far fruttare le aspirazioni ed i progetti per un roseo avvenire. Ivan e Diomeda vivono a Buccino, periferia estrema della Campania, lontana, troppo lontana dai grandi centri attrattori del lavoro e dei servizi, benché la formazione universitaria a Potenza garantisca, in prospettiva, ampie potenzialità nel mondo del lavoro. E i due ragazzi, come tanti altri, vogliono andare via: non hanno certamente torto, pensando alle possibilità di impiego che questa terra offre. Tutti questi giovani, tanto negli Alburni, quanto nel Vallo di Diano, non hanno più intenzione di restare qui, sentono la necessità di fuggire verso la grande città, il luogo che può fornire loro una sicurezza socio-economica indiscutibile e definitiva. Negli ultimi 12 anni, tremila cittadini del Vallo di Diano hanno abbandonato il loro paese, lasciando tutti i problemi della realtà d’origine per gettarsi a capofitto nella frenesia delle piccole e grandi metropoli moderne. Questi ragazzi sono gli interpreti di un pensiero non sempre comune: si pensi a tanti altri esponenti della realtà giovanile che, in tutti i modi, non cedono alla tentazione dell’emigrazione in città e che si ostinano a dare un tangibile contributo alla loro zona di nascita o di residenza. E’ comunque difficile trovare una soluzione di fronte a quest’emorragia, che sta lentamente spopolando i nostri comuni e che determina, inevitabilmente, l’impossibilità di pianificare azioni d’interesse per le giovani generazioni. Il segno di questa contingenza storico-sociale nasce dalla mancanza di un vero avvicinamento alle famigerate politiche di sviluppo e cooperazione rivolte agli adolescenti, futuri adulti: secondo l’immaginario di amministratori e gente comune, appare evidente nella gioventù un carattere scioperato, indifferente ed incapace di avvicinarsi ai temi di impatto dei picco- sto caso, la ricerca sul territorio avvierebbe la grande progettazione di un impegno virtuoso rivolto a biologi e ricercatori, i quali potranno studiare i fattori climatici ed ambientali con cui prospettare un migliore rapporto con la natura circostante. Le proposte succitate devono diventare la certezza per impedire che l’emigrazione si porti via l’ultimo brandello di speranza da consegnare ai giovani e per inibire la fuga di quei ragazzi, come Ivan e Diomeda, che non sono più disposti ad illudersi. Carmine Marino li centri del Vallo di Diano. Ma ciò costituisce solo una motivazione che fa parte di una diffusa e incoerente opinione. Sappiamo benissimo che i ragazzi, se messi in condizione di agire e lavorare bene, possono dare moltissimo alla propria comunità, attraverso progetti ed ambizioni concrete. E chi scrive, giovane interprete di quest’area, vuole lanciare due proposte per non vedere il nostro “Titanic” colare a picco, senza neanche l’ausilio di una scialuppa di salvataggio: una concreta valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico che - non ci stancheremo mai di ripeterlo - è probabilmente ignoto anche agli abitanti di questa zona. Quale migliore occasione per realizzare un progetto di riscoperta artistica che può garantire un afflusso turistico continuo e intenso nel corso dei dodici mesi dell’anno? Un simile lavoro consisterebbe nel restauro e nella conservazione dei beni che la storia ci ha consegnato, pensando quindi all’inserimento del patrimonio architettonico e culturale nei circuiti dell’arte regionale. L’altra proposta parte in una direzione ambiziosa ma percorribile: la ricerca e l’analisi, con adeguate azioni di crescita tecnologica sul territorio, sugli elementi tipici del parco nazionale. Questa operazione prende avvio in termini di scoperta e conoscenza delle caratteristiche che rendono unico il panorama vegetale ed animale dell’area protetta. In que- Laurea Pessolano Raccogliere la gioia e concentrarla nell’impatto di un attimo è una sensazione che vive nel cuore di chi raggiunge un traguardo. In questo senso, per Maria Teresa Pessolano, questa meta ha il sapore della laurea. La giovane ragazza di Atena Lucana ha conseguito il massimo traguardo nel campo degli studi a Napoli, presso l’università Suor Orsola Benincasa, all’interno del corso di laurea in Conservazione dei beni culturali, nella giornata del 22 marzo. La studentessa di Atena ha conseguito il voto di laurea di 110 e lode, discutendo una tesi su “Nuovi percorsi di conoscenza per l’archeometria della ceramica: il caso delle ceramiche preistoriche campane da piroclastiti alterate”. La felicità della famiglia, dei genitori, della sorella Concetta e la soddisfazione di parenti ed amici riflette lo spirito di una vittoria immensa, di una gloria infinita come lo spettacolo della gioia di chi guarda al mondo con gli occhi della speranza. 8 Vigilare sui dispositivi medici? I dispositivi medici, sono apparecchi o impianti impiegati nell’uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo… sembra una definizione di difficile comprensione ma, avete presente i pannoloni per incontinenti, le bombole di ossigeno, i sacchetti per le feci e le urine, i dispositivi per le medicazioni, i cateteri e le sonde per l’alimentazione forzata, le siringhe monouso? Ecco questi e molti altri sono i dispositivi medici. E’ consentita l’immissione in commercio e la messa in servizio nel territorio italiano solo dei dispositivi medici recanti la marcatura CE. Tale marcatura dimostra da un lato la conformità al decreto legislativo 46/97 per attuazione della direttiva 93/42/CEE, dall’altro garantisce utilizzatori e pazienti circa l’utilizzo del dispositivo stesso. L’apposizione della marcatura CE può avvenire solo se il dispositivo rispetta i requisiti essenziali di sicurezza. La conformità a tali requisiti può essere raggiunta dal fabbricante attraverso un ciclo produttivo che rispetti le norme armonizzate emanate in materia a livello europeo tra cui le norme della serie EN-ISO 9000 sui sistemi di qualità aziendali. Nonostante la sicurezza garantita dalla marcatura CE nell’utilizzo di un dispositivo medico è comunque possibile qualche imprevisto definito dal punto di vista legislativo con il termine di incidente. Per incidente si intende una condizione in cui qualsiasi disfunzione o deterioramento delle caratteristiche delle prestazioni, nonché qualsiasi carenza dell’etichettatura o nelle istruzioni per l’uso di un dispositivo medico o qualsiasi reazione avversa abbiano causato un peggioramento dello stato di salute o la morte del paziente o di un utilizzatore. Vi è mai capitato di utilizzare un contenitore sterile a tenuta non perfetta? Oppure, avete mai eseguito una iniezione e l’ago si è piegato? Occorre quindi vigilare e segnalare! L’obiettivo del sistema di vigilanza è quello di incrementare la protezione della salute e la sicurezza dei pazienti, degli utilizzatori e di altri riducendo la possibilità che lo stesso tipo di incidente dannoso si ripeta in luoghi diversi in tempi successivi. A tal fine è stata redatta un’apposita scheda di segnalazione anche sui dispositivi medici che deve essere compilata a cura degli operatori sanitari. E’ è importante perciò che gli utilizzatori riportino al medico o al farmacista qualsiasi segnalazione di incidente o mancato incidente relativo ai dispositivi medici al fine di aumentare il grado di vigilanza sui dispositivi stessi. Alberto Di Muria [email protected] 9 CAPACCIO n°13 14 aprile 2006 Il capoluogo s’interroga. Quale futuro? Incontro tra gli amministratori e i cittadini Capaccio. Capoluogo: Quale futuro? E’ questo il titolo di un volantino, firmato comitato cittadino, che invita la cittadinanza “per Capaccio, per la sua dignità e la sua storia “ ad un incontro con gli amministratori residenti nel capoluogo domenica 2 aprile 2006 presso la casa canonica. Dietro il tavolo l’architetto Massimo Sabia, moderatore, i consiglieri di minoranza Piero Cavallo, Nicola Ragni, Paolo Paolino e l’assessore Fabio Scariati. Piero Cavallo, consigliere di minoranza, esprime delusione per i muri e le segnaletiche imbrattate con pennarelli e soprattutto ultimo sfregio in ordine di tempo due secchi della spazzatura buttati nella fontana dei delfini, opera di figli di Capaccio. Deluso anche per l’assenza dei giovani afferma che dobbiamo chiederci se ci crediamo veramente, solo allora potremo perorare le nostre cause e realizzare “il sogno” di un recupero del centro storico, di piccole botteghe artigianali, di spostare migliaia di turisti da Paestum al Capoluogo. Non ci sta Nicolina Di Gregorio che sottolinea “E’ inutile che vieni a fare simili discorsi a noi che abbiamo ancora un po’ di cultura e dignità, se i giovani non sono qua perché non chiedersi che cosa hai fatto dove hai creato una coscienza politica? Dove sono le istituzioni? Stasera qui non c’è cultura, mancano gli insegnanti, non ci sono i vigili, non ci sono i vecchi perché sono stanchi. A Capaccio non c’è un gabinetto di analisi e gli anziani devono andare a Capaccio – Scalo…. Ci vuole economia e cultura. Inoltre non c’è una navetta.(Nicolina è una pendolare che ogni giorno raggiunge Salerno con il treno) … Rimboccatevi le maniche, fate quel che dovete fare, perché le istituzioni formano la coscienza”. Fabio Scariati, assessore al bilancio, sostiene che alcune cose sono state fatte, giuste o sbagliate, per le scuole saranno spesi 160 mila euro per la messa in sicurezza dell’attuale sede (questa è la sconfitta di cui parlava il sindaco, perché si tratta dell’orribile corpo annesso al vecchio palazzo vescovile, che taglia la piazza panoramica, ciò significa rinunziare ad un progetto serio di recupero del centro storico ndr) “si sta costruendo la nuova rete idrica, gli uffici resteranno al capoluogo – afferma - se spostano gli uffici io mi incateno sul comune, inoltre si farà l’allaccio della rete fognaria al depuratore, a giorni la gara di appalto per la via del cimitero con la provinciale. Dopo un anno e mezzo sto incominciando a capire come fare l’assessore e l’amministratore, lo faccio con il cuore. Per qualsiasi cosa sono disposto a ricevere i vostri consigli”. Nicola Ragni, consigliere di minoranza, vuole la rivalutazione del capoluogo che purtroppo dalla maggioranza viene trattato come una semplice contrada. Delinea come risolvere i problemi del centro storico e delle scuole, ma per creare una vera inversione di tendenza Capaccio dovrebbe divenire sede di una facoltà universitaria, progetto da lui avviato ma non portato a termine. Fabio Scariati, dopo aver aggiunto che si è occupato di un progetto per recuperare la piazzetta antistante la chiesa, per impegni è costretto ad andare via. Paolo Paolino relaziona con precisione e puntualità, con documenti datati alla mano su tutti gli atti personali e della minoranza relativi ai problemi del Capoluogo: il problema degli uffici, che resteranno nel capoluogo; il dissesto della Capaccio Paestum risolto in parte; lo spostamento di 316 mila euro destinati ad un serbatoio in località Cannito per la costruzione della rete idrica di Capaccio Capoluogo; lo stanziamento di 30 mila euro per il collegamento con la rete fognaria, l’inserimento in bilancio di 10 mila euro per una navetta che collegherà il capoluogo con Capaccio Scalo. Si è inoltre impegnato per chiedere la realizzazione di un parcheggio pubblico, creare un polo di attrezzature recettive per il tempo libero attigue al campo sportivo, raccordi stradali in punti pericolosi, il recupero del vecchio serbatoio a Monteoliveto, l’ubicazione del distretto sanitario nel Capoluogo. Si è opposto alla chiusura del passaggio a livello, che ha causato inflessione del turismo del 30%. In quanto alla questione morale invita il sindaco, visto che percepisce uno stipendio di tre mila euro, ad essere presente sempre come amministratore, ponendosi in aspettativa come medico. Egli stesso, pensionato non ricco, nel proporsi come sindaco, avrebbe esercitato tale funzione gratuitamente. Intervengono i cittadini. Antonio Granato si compiace dell’iniziativa ma aveva notato l’assenza nell’elenco del problema della chiusura del passaggio a livello che rischia di strangolare quel minimo di economia del paese. Pasquale Galardi vorrebbe capire chi fa parte di questo comitato, ricorda la storia dei diversi comitati cittadini, dagli anni settanta e del loro contributo alla vivibilità del paese. Ricorda a Paolo Paolino, che è stato sindaco e a Nicola Ragni di aver amministrato come assessore per nove anni. Angelo Fasano intende sottolineare che da circa dieci anni nel paese non esiste più dialogo tra i cittadini e gli stessi amministratori si sono staccati dalla base, per questo ha fondato un’associazione Agorà che vuole essere un luogo di cultura dove rivivere la piazza, come gli antichi greci. Precisa di non sapere chi siano i componenti del comitato, ma è bene poter finalmente parlare dei problemi, che da sempre sono risolti in maniera approssimativa e incompleta. In relazione alle più recenti opere amministrative che riguardano il Capoluogo sottolinea “Nella messa in opera della rete idrica si nota che non sono stati inseriti derivazioni per allacciamenti, sfiati e scarichi nei punti dovuti, per cui saremo sempre noi cittadini a pagarne le conseguenze. Tutti i paesi, grazie al Pit parco, hanno avuto stanziamenti per recuperare i loro centri storici, piazze e monumenti, Capaccio ha presentato un progetto per il recupero del convento ed ha perso un milione di euro, perché il Comune non è proprietario ma lo sono francescani. Inoltre con la chiusura del passaggio a livello hanno diviso da Paestum e dal mare tutto il retroterra: Spinazzo, Capaccio Capoluogo, Trentinara …, con risvolti economici negativi già avvertiti nell’estate scorsa”. Francesco Patella ex sindaco vuole ricordare il lungo travaglio per riuscire a realizzare la Capaccio – Paestum, ora invita a battersi per la realizzazione del sottopasso. Pinello Castaldo lamenta la mancanza di continuità tra un’amministrazione e la successiva. Nei sei mesi in cui è stato consigliere ha avviato non poche attività per portare al capoluogo uno sviluppo turistico culturale: la sistemazione dell’asilo dato come sede all’Agorà dei Liberi, l’acquisto della casa di Carducci, ignorato dall’attuale amministrazione, la nascita di un’associazione di 25 artigiani per dar vita alla zona artigianale, inoltre l’avvio della soluzione del problema idrico con uno stanziamento di 316 mila euro, che rischiano di finire lasciando i lavori incompleti. (A quanto pare i cittadini non sanno più chi ringraziare per una rete idrica che tra l’altro risulterà incompleta e inefficace ndr).Gaetano Puca non vuole ricordare il passato, si chiede se un bambino che nasce oggi avrà un futuro a Capaccio “Al turismo culturale, si deve aggiungere un turismo religioso. “Tra poco sarà pubblicato un altro mio libro storico sulla Madonna del Granato, come altri miei libri tutti sulla storia di Capaccio”. Concludiamo con Nicolina Gregorio “Noi vi abbiamo eletto, a voi la responsabilità di governare, il paese ha bisogno di economia e cultura, altrimenti avremo solo “munnezza” e cimitero”. Enza Marandino Il Comune chiede alle Ferrovie la gestione della vecchia stazione La struttura diventerà un centro artistico-culturale Il Consiglio comunale di Capaccio, all’unanimità dei presenti, venerdì scorso ha approvato la delibera che dispone di chiedere alle Ferrovie dello Stato la gestione dell’ex stazione di Paestum, situata a poche centinaia di metri dalle mura della città antica, con tutto ciò che essa comprende: il Casello 21, la sala buffet e la sala d’attesa che conserva ancora i mobili antichi con i quali venne allestita quando nel 1936 fu costruita in occasione della visita del Re e di Mussolini. Abbandonata a sé stessa da anni, la struttura che sorge a poca distanza dalla stazione oggi funzionante, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale ospiterebbe un punto informazioni e una sala per l’accoglienza dei turisti che arrivano a Paestum in treno. Per la sala buffet s’intende accogliere la proposta dell’artista capaccese Sergio Vecchio di creare un centro artisticoculturale che possa raccogliere le opere che l’artista donerà al Comune e quelle degli altri artisti che chiederanno di potere esporre a Paestum. Il recupero della stazione storica, attraverso un preciso progetto, punta anche ad evitare lo sgombero che le Ferro- vie dello Stato stanno gradualmente attuando, e a potenziare i servizi di assistenza ai viaggiatori. Alla sua base c’è l’idea di un riferimento artistico-culturale che a 100 metri dai templi di Paestum può diventare un sicuro richiamo per iniziative di tale genere. «L’amministrazione comunale ha già inoltrato la richiesta un anno fa – spiega il sindaco Enzo Sica – con la nuova ri- chiesta intendiamo sollecitare una risposta da parte delle Ferrovie dello Stato con la speranza che si possano accorciare i tempi per il trasferimento della gestione dei locali e possano iniziare le opere per il loro recupero». Dal 22 aprile al 1° maggio Festa del Carciofo Per il decimo anno Paestum ospiterà l’ormai consolidata manifestazione dedicata ad uno dei suoi prodotti di eccellenza: il carciofo. Dal 22 aprile al 1° maggio si svolgerà la Festa del Carciofo, nel campo di fronte all’ex Cirio, nei pressi della zona archeologica. Ogni giorno, durante la manifestazione, sarà possibile gustare il pregiato prodotto cucinato in molti modi (arrostito, al forno oppure dorato e fritto) e come ingrediente principale di altre specialità: tortiglioni ai carciofi, lasagna con carciofi con sfoglia di pasta fresca, arrosto al forno con carciofi, parmigiana di carciofi, frittata di carciofi, pizza ai carciofi, salsiccia con crema di carciofi arrostiti, misti di ravioli ripieni con crema di carciofi e cavatelli fatti a mano ai carciofi con pasta fresca. La festa inizierà sabato 22 aprile con l’inaugurazione, alle 18. Ogni sera, fino al 1° maggio, la manifestazione sarà animata da gruppi che si esibiranno in musiche e balli tradizionali. Martedì 25 alle 10, presso lo stand Regione Campania-Ersac avrà luogo il convegno-dibattito “Il Carciofo di Paestum”. Sabato 29 aprile alle 19.30 saranno premiati i vincitori della sesta edizione del “Premio Fernando Russo”, concorso di disegno riservato agli alunni delle scuole elementari e medie del Comune di Capaccio. La festa si concluderà la sera del 1° maggio quando avverrà anche il sorteggio dei 20 premi della 1ª Lotteria di beneficenza. I premi sono messi in palio dall’Associazione permanente “Festa del Carciofo Paestum” che organizza la manifestazione. L’evento è patrocinato da: Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Paestum, Regione Campania, Provincia di Salerno, Comune di Capaccio, Camera di Commercio di Salerno e Comunità montana Calore Salernitano. CAPACCIO n°13 14 aprile 2006 10 “Costoso, lungo e inefficace” L’opposizione contesta l’appalto europeo per la raccolta dei rifiuti L’opposizione l’ha definita un “papocchio”. Un papocchio costoso, una “botta” da 14 milioni e 600 milioni di euro per avviare la raccolta differenziata dei rifiuti. La spesa sarà diluita sui prossimi sette anni. E poi ancora 700 mila euro per le convenzioni. “Sica: abbiamo eliminato gli sprechi” si legge sui giornali. L’opposizione consiliare ad Enzo Sica non ci sta ed ha commenti al fiele per l’ultima delibera comunale che “adegua” il paese alle nuove norme in materia di rifiuti. . PAOLO PAOLINO “Ci preoccupa come come minoranza, ma ancora di più come cittadini. Già quest’anno è stato operato un aumento del 2% sulle tariffe. Sica aveva promesso che non sarebbe avvenuto, poi all’ultimo momento è accaduto. Ma è ancora poca cosa. Ci aspetta dell’altro. Nelle pieghe dell’appalto c’è ben altro, nascosto nelle pieghe. E’ stato deliberato di contrarre un mutuo ventennale di di 850mila euro. Servirà per acquistare le necessarie attrezzature. La cifra, aggiungendovi gli interessi, nel corso degli anni arriverà a raddoppiarsi. Nel primo anno ci sarà un ulteriore impoverimento di 120 mila euro dalle casse comunali, poichè gli attuali automezzi saranno ceduti al vincitore dell’appalto. Io ho anche la sensazione che il loro valore sia superiore al prezzo di stima. Perchè la valutazione non è stata fatta fare all’ufficio tecnico erariale o a esperti? Tornando all’avvio della differenziata: pur con tutti questi artifici la copertura dei costi di quest’anno è all’87%. Già per il prossimo anno la copertura scenderà al 74% e squilibrerà il bilancio del comune ed occorrerà, per mantenere l’equilibrio, varare un aumento di almeno il 15%. Siamo arrivati all’indizione della gara disattendendo quanto disposto dalla delibera consiliare del 25 ottobre del 2005 dove si raccomandava di avviare la raccolta differenziata già a partire dall’inizio del 2006. Invece ecco arrivare altri quattro mesi di proroga alla Sarim, circostanza che ha permesso al sindaco di emettere una nuova ordinanza appellandosi ad una supposta emergenza!. Più che altro si è trattato di emergenza da incapacità amministrativa”. Riferite di atti che violano le normative.. Accusa grave. “Quello della Sarim non era un appalto ma un affidamento. S’individua una ditta e gli si chiede di svolgere un compito giustificandosi con una pretesa emergenza. Ma è ormai storia passata”. Passiamo al nuovo appalto... “Ci sono degli aspetti delicatissimi nella nuova gara. Cominciamo dal fatto che si indice una gara per 6 anni ed 8 mesi. Perchè questa lunghezza? Per noi è ingiustificabile, perchè siamo vicini all’istituzione degli Ato, ambiti territoriali ottimali, destinatari del compito da parte della provincia, sarebbe stato molto più prudente indire per non più di due anni. Si è andati oltre la delibera di indirizzo”. La base d’asta è di... “Due milioni 146 mila euro all’anno. Con tale cifra siamo a 900 mila euro oltre il costo della raccolta e smaltimento assicurato dall’Helenia Paestum spa. Tutta questa costruzione servirà solo ad incrementare di quasi due miliardi delle vecchie lire i costi!. Ho motivo di nutrire dubbi e preoccupazioni. Proviamo a vedere le cifre: 1 milione 304.824.42 euro per il personale; costo degli automezzi, euro 469.073,64, per arrivare così a 1 milione e 773.848 euro. Più le spese generali al 10%, l’intera operazione costerà 2 milioni 146.416 euro. Insomma abbiamo fatto in modo da incrementare il costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti”. Pagheranno i contribuenti... “E chi sennò? Ma le sorprese non finiscono qui. Trovo poi scritto che qualora il comune sarà costretto, magari per l’entrata in vigore degli Ato, a recedere dall’appalto, previa la quantificazione degli oneri ancora da sostenere per l’ammortamento degli automezzi. Sai che ciò può accadere e porti a 7 gli anni dell’appalto. Perchè?....Mi sembra follia pura. Oppure devo pensare che in questa maniera si stanno aiutando le ditte che non dispongono di idonei mezzi. Vincono l’appalto e poi, con i soldi del comune, compreranno camion e compattatori. Sono quarant’anni che faccio l’amministratore pubblico e non ho mai visto una cosa simile. Poi si da la facoltà di poter utilizzare questi mezzi anche in altri cantieri . Noi li paghiamo e poi li mettiamo a loro disposizione...”. NICOLA RAGNI “Non sono d’accordo che siamo di fronte ad un episodio di incapacità amministrativa. Il comune di Capaccio diventa così magnanimo da dare due mesi di tempo per comprare i camion, con i soldi di Capaccio, e poi l’appaltatore ne farà l’uso che vuole. E’ incredibile. Allora passi per sindaco ed assessori, tutti giovani ed inesperti, ma poi ci sono dei dirigenti che percepiscono fior di quattrini di stipendio. Ed è a questi ultimi che mi rivolgo: ad ottobre noi rischiamo di dover aderire agli Ato e a rescindere il contratto. Nel frattempo abbiamo speso tre milioni di euro....senza avere nulla in cambio. Poi estremamente aleatoria è l’ipotesi di poter accedere ai “bonus” definiti per legge per chi raggiunge certe soglie di riciclaggio. Si dice che dovremmo arrivare ad avere 500 mila euro di ipotetico guadagno. E se non ci arriviamo? La cosa più probabile è che sicuramente il comune spenderà il doppio di quanto ogni anno ci costava l’Helenia Paestum. Se c’era questa intenzione di spesa questi soldi potevano essere girati alla nostra società mista. Anche i privati dovevano partecipare alla spesa e tutto il parco macchine sarebbe stato di proprietà pubblica, salvaguardando i livelli occupazionali ed assumendo anche altre 3040 persone utili per gestire la differenziata. Come la si gira gira siamo davanti ad un papocchio brutto assai!”. PIERO CAVALLO “E’ mancata una campagna di sensibilizzazione per i cittadini. C’è evidente carenza culturale da parte dell’amministrazione. Io penso che così non potremo avere una percentuale significativa e accedere al bonus di 500 mila euro”, ANGELO VALLETTA “Mi sembra un’ulteriore gaffe di quest’amministrazione comunale che non riesce a scegliere al meglio per questa comunità”. UNA STANGATA PER LO STANGATORE “E se Nicodemo ammirasse Fede e votasse Berlusconi?” Oscar Nicodemo ricopre, per questo giornale, il difficile ruolo dello stangatore. Ci sembra, pertanto, che possa accettare, in questo caso, di essere a sua volta oggetto di qualche critica. Ma procediamo con ordine. E’ stato appena pubblicato un libretto dal titolo L’inFede-le-Emilio il cui autore, appunto il nostro Nicodemo, si esercita nell’argomentazione, a suo dire molto azzardata, di un paradosso : Emilio Fede non vota Forza Italia e non è tifoso del Milan. La dirompenza di questo assunto dovrebbe consistere nella sorpresa del lettore per tale affermazione. Per sostenere la sua tesi Oscar az- zarda un paragone fra Fede e la Gioconda sostenendo che la rivelazione sia il punto di contatto. Di quale rivelazione si tratta? Dell’identità di Monnalisa e del nostro Emilio. Lei una demente, lui un antiberlusconiano! Ora, ammesso che sia un’operazione di grande interesse culturale approfondire la personalità di Emilio Fede, l’esercitazione avrebbe potuto trovare dei riferimenti sicuramente più confortanti. Intanto la cosa non ci sconvolge affatto perché da sempre il rapporto servo- padrone si è basato sull’idea di una dose di utilità reciproca. Aristotele sosteneva, infatti, che essendoci chi è naturalmente disposto al comando e chi naturalmente disposto ad essere comandato, la loro unione è ciò per cui entrambi possono sopravvivere. Identica conferma di qualche utilità nella relazione servo-padrone arriva anche da S.Tommaso. Ma qui, mi direbbe il nostro autore parliamo di un eccesso di servili- smo, parliamo del leccaculo del secolo! Ma di cosa ci dovremmo sorprendere? Tutta la commedia dell’arte è piena di questi servi eccessivi, tanto eccessivi da danneggiare i loro padroni. Arlecchino e Pulcinella non sono servi furbi e un po’ imbroglioni, pieni d’arguzia e di talento? Non si sa che detestano i loro padroni? Hanno un tornaconto, quello di saziare i propri appetiti. E’ tanto improbabile che Fede sia un moderno personaggio da commedia dell’arte, considerato lo stile del suo padrone? Si dice che sia un bravo giornalista, ma non si dice che solo Berlusconi abbia saputo offrirgli il ruolo di primo giullare. Non credo che altri politici, anche vanesi e narcisi, avrebbero mai potuto accettare un servo così infedele. Queste sono cose che fanno solo i principi o i monarchi e il Cavaliere nazionale è un promettente monarca con mausoleo annesso in villa reale. Vorrei a questo punto raccogliere la sfida dell’autore e sostenere questo interessante paradosso: Oscar Nicodemo ha sentito l’urgenza di scrivere un libro sulla relazione Fede-Berlusconi perché ammira Fede e vota Berlusconi. Alla prossima le argomentazioni! Cristina Di Geronimo CONSIDERAZIONI DELL’AUTORE: Il libro mi ha fatto guadagnare apprezzamenti entusiasmanti della gente di Sinistra. Spero tanto che la critica della gentile signora, decisamente pertinente ed interessante solo nel paradosso finale, allorquando la Di Geronimo, per sua stessa ammissione, decide di Nicodemizzarsi, possa risultare altrettanto efficace, originale e convincente da farmi guadagnare gli stessi consensi anche da parte della gente di destra. (o.n.) 11 CAPACCIO n°13 14 aprile 2006 Portatori di notizie tra toponomastica in continua evoluzione e mittenti distratti Alla parola postino riaffiora alla mente di tutti la celebre scena: Massimo Troisi con la sua giacca nera il berretto in testa e la borsa a tracolla che in sella alla sua bicicletta si inerpica sulla collina per consegnare la esigua corrispondenza al poeta Neruda. Il grande Massimo aveva il tempo, nel film, di fermarsi ad ascoltare le poesie e i pensieri politici del solitario poeta, per i portalettere capaccesi ciò non è possibile. Il berretto e la giacca nera hanno lasciato il posto ad una fluorescente casacca gialla e ad un casco che consente loro di diventare centauri in tutta sicurezza alle nove di mattina per raggiungere la casa più sperduta di questo sconfinato comune. La vecchia “Vespa” di Angelo Adinolfi, veterano ormai in pensione, ha lasciato il posto a nuovi fiammanti scooter marchiati “PT”. Ma i problemi non sono risolti. Essi, se da un lato consentono di muoversi più agilmente nel traffico ottimizzando il servizio, dall’altro non proteggono dal freddo, dalla pioggia o dal sole cocente. E di inverno il giallo dei nostri postini ci ricorda i pulcini bagnati. Mai mancano, però, di assolvere al loro compito. Ma le intemperie non sono le uniche difficoltà da superare. Una toponomastica più volta rivisitata ha gettato nello sconforto gli operatori postali che hanno dovuto fronteggiare la propria iniziale difficoltà a ricordare i nuovi nomi e la continua ed esasperante abitudine dei cittadini di utilizzare i vecchi. Senza contare la “dimenticanza” dei numeri civici che spesso vengono scambiati per informazioni aggiuntive e superflue. Ciò costringe i postini a cercare più volte i destinatari non di certo aiutati da un comune in continua crescita anagrafica e a vocazione turistica. Il numero dei cittadini da servire è un altro cruccio. Vent’anni fa Capaccio vantava 17.000 illustri cittadini che erano serviti dallo stesso numero di portalettere che oggi soddisfa 25.000 abitanti che in estate triplicano. Questa estate in aiuto è stato chiamato un ragazzo della Calabria. Poverino, ha impiegato due dei suoi tre mesi di lavoro ad imparare una piccola parte dei domicili. Forse l’Ente Poste potrebbe pensare, per la prossima estate, di assumere a tempo determinato almeno qualcuno residente nel nostro comune risparmiando difficoltà sia a chi deve espletare il servizio, sia a chi deve fungere da “insegnante” sia chi ne deve usufruire. Il nostro territorio diventa un labirinto per chi non è nativo di esso. Ne sanno qualcosa i portalettere veterani come Mi- chele Bonora, Giuseppe Polito, Ercole Candreva, Vito di Stasi. Bisogna avere capacità mnemoniche fuori dal comune per riuscire a ricordare tutte le strade della zona ad ognuno assegnata. La loro giornata lavorativa comincia, infatti, nell’ufficio postale di Paestum che è centro di smistamento per l’intero comune, dove la corrispondenza viene dapprima “lavorata”. E’ qui che si rovesciano i sacchi di corrispondenza sui tavoli e la si suddivide per zona. Dopo che ognuno ha raccolto le missive, di solito in due ore, comincia la distribuzione che di solito dura circa quattro o cinque ore. Nel rispetto delle pari opportunità, unica donna presente nel gruppo dei portalettere è Rosa Tesauro che serve la zona di Capaccio Capoluogo. «Mi piace molto questo lavoro che mi permette di incontrare tanta gente. Il fatto di essere l’unica donna non mi pesa perché i miei colleghi mi trattano bene e se ho qualche difficoltà non esitano a darmi una mano», dice Rosa prima di partire per il suo giro di consegne, dando l’ultimo morso ad un panino diviso con i suoi colleghi, gli stessi che si salutano con battute, soprannomi e un sorriso prima di correre a portare lettere d’amore, poche in quest’era di sms, e bollette da pagare, ahi noi, troppe. Marianna Matrone INVERSIONE DI ROTTA, UN SINDACO DONNA Sempre più le amministrazioni politiche dei nostri comuni sembrano essere il risultato di una vecchia ed insana abitudine: quella del voto clientelare, dato per rimediare ad un piccolo favore avuto o per nutrire la speranza di riceverne uno. Risulta abbastanza evidente che una siffatta maniera di concepire e di propagandare la politica, allontani da questa chiunque ne abbia una concezione diversa. Che l’arte o la scienza del governare sia un terreno dove non necessariamente emergono i migliori è ormai risaputo e le nostre realtà locali lo dimostrano ampiamente. Ma che fosse una esclusiva riserva dove zotici alfabetizzati e professionisti lacunosi sguazzano e si ingrassano in virtù di una deforme concezione delle relazioni sociali, è uno stato di fatto inaccettabile. Penso che chiunque abbia da considerare come, ad esempio, a Capaccio-Paestum, molta parte della gente onesta, discreta e culturalmente adeguata, si tenga ben lontana dalla bagarre politica. E non certo per un indolente disinteresse, quanto, piuttosto, per una sorta di repulsione morale dovuta alla valutazione che si dà alle classi dirigenti. Quando l’operato di un amministratore lascia a desiderare, quando chi gli si oppone, istituzionalmente, non è da meno, quando chi si agita pavonescamente per acquistare visibilità e farsi spazio come politicante è una persona che dimostra una disonestà intellettuale nauseante, come possono le persone per bene avvicinarsi alla politica? A soffrire di più questo andamento da ribaltare, forse sono soprattutto le donne. Mi è capitato, talvolta, di ascoltare le argute opinioni, a riguardo, delle pestano-capaccesi e resto più che mai convinto, data la loro notevole intelligenza naturale e l’affabilità che ne consegue, che solo queste possano invertire una tendenza noiosa e demoralizzante. Mi auguro, con tanta convinzione, che una di loro possa finalmente essere sindaco di Capaccio-Paestum! Questo Comune ha bisogno di freschezza, di novità, di intelligenze fervide, nonché di brillanti intuizioni e di esemplari dimostrazioni di lealtà. O T T I C A Tutte prerogative che le donne possono assicurare se il volgare intreccio dei poteri forti non fustigherà sul nascere il loro entusiasmo per una consistente adesione alla vita politica. La mia speranza reale e la mia immaginifica visione tracciano già un identikit del primo sindaco donna di questa cittadina. Avrà poco più di quarant’anni, intelligenza vivace, carattere dolce ma fermo e deciso all’occorrenza, fascino discreto da donna dirigente, madre amorevole di più bambini e laurea in legge conseguita studiando. Non mi resta che proporre, dunque, ai futuri potenziali sindaci maschi, un patto di desistenza secondo il quale, questi, decideranno di candidarsi in veste di consiglieri, oppure, se preferiscono, di abbandonare definitivamente la politica prima che la lucidità mentale abbandoni loro. In tal modo, le possibilità di essere eletta sindaco per la fantomatica donna di cui si narra, possono notevolmente aumentare. Chissà che questa non prenda forma e diventi reale? Nell’attesa, le donne che già partecipano alla politica e alla vita sociale potrebbero mentalmente disporsi a dare il benvenuto alla futura Prima Cittadina. Mostra fotografica “Segni del tempo” nell’ex tabacchificio Bonvicini -Cafasso...un binomio assai noto a chi agli inizi del ‘900 abitava la Piana del Sele. Proprietari terrieri originari di Massa Lubrense, i Bonvicini insediarono la frutticoltura industriale nella loro terra e furono i pionieri in Italia dei succhi di frutta ed oggi a testimonianza del loro lavoro vi è il Museo della Frutticoltura di Massa Lubrense, dedicato appunto ad Adolfo Bonvicini. “La leggenda narra che...” l’Ufficiale Bonvicini, passando con il treno in prossimità dell’attuale area della contrada Cafasso vide un pesco sevlatico fiorito quaranta giorni prima del tempo e valutando il clima favorevole decise di impiantare un’azienda frutticola in quella zona. Quel pesco segnò la “fioritura” del commercio della Piana del Sele...la creazione di un acquedotto, scambi commerciali con i paesi d’oltralpe e lavoro per tutti. Quando la fortuna dei Bonvicini iniziò a venir meno, lo stabilimento fu rilevato da De Martino che puntando sull’aumento della produzione del tabacco e l’istituzione delle Concessioni Speciali lo trasformò in Tabacchificio. A distanza di anni chi in quella contrada ci è nato e cresciuto, come Massimo Voria e Mariettina Vicidomini, ha pensato di immortalare la storia di quel luogo con l’allestimento nell’area dell’ex stabilimento STIV di una mostra fotografica dal titolo “SEGNI DEL TEMPO...”. Una raccolta di immagini già note, come le fotografie scattate dagli aerei degli americani in ricognizione prima dello sbarco o quelle che immortalano Eisenhover nel tabacchificio il 17 settembre del 1943, quando esso fu sede del quartier generale del Generale Clark; ma anche immagini inedite come le tabacchine al lavoro o fotografate durante la pausa pranzo, foto di prime comunioni e matrimoni che si celebravano nella chiesetta adiacente lo stabilimento, momenti di vita quotidiana raccolti per ricordare tutte le fatiche, i sacrifici, le speranze di chi quel periodo lo ha vissuto e lo ricorda come un momento di forzato cambiamento. Questo è quello che è stato del Tabacchificio, ma in un futuro prossimo cosa ne sarà? Anna Caramante EONOMIA n°13 14 aprile 2006 Bcc di Aquara, un utile record La banca verso il suo mercato. Il 4 giugno festa dei Cilentani in Lombardia a Porto Ceresio Antonio Marino, per tutti Tonino, è uno che ti chiama a qualsiasi ora. Quanto meno te lo aspetti entra a “bomba” nei tuoi tempi e ti investe con idee nuove e proposte che tira fuori dal cilindro come un prestigiatore d’altri tempi. La sua capacità di cogliere elementi utili al suo progetto aziendale è universalmente riconosciuta e non perde occasione di confermarla con il suo modo, originale, di interpretare il ruolo di direttore di banca. Lontano da una scrivania ma sempre presente nei problemi che affronta il modo scrupoloso. Lo incontro per la consueta intervista di primavera che fa l’analisi della situazione economica della Bcc di Aquara al termine di una lunga giornata spesa tra la Valle del Calore e la piana del Sele. Direttore, non è il caso di accorciare le distanze tra il cervello della banca e il suo mercato? “L’argomento non è stato ancora posto negli organismi decisionali della banca. Però, ogni impresa che si rispetti va incontro al suo mercato perché è molto difficle che possa avvenire il contrario. Aquara incide per il 10% sul totale delle attività della nostra banca. Il resto è dislocato tra Roccadaspide, Castel San Lorenzo, Capaccio, Eboli e Oliveto Citra. La sede legale sarà sempre ad Aquara, almeno finché sarò vivo io. Gli uffici amministrativi potrebbero traslocare in una sede che abbia centralità rispetto al territorio di riferimento.” La consorella di Roscigno l’ha già fatto! “Infatti, anche loro hanno avvicinato la struttura operativa nel Vallo di Diano dove è cresciuta e ha assunto un ruolo primario.” A proposito della Bcc Monte Pruno di Roscigno e Laurino. E’ risaputo che avete la stessa identità di vedute e non fate mistero di una collaborazione intensa in vari settori. Non è ipotizzabile una fusione? “Anche in questo caso devo dire che non c’è niente all’orizzonte. Però il fatto in sé potrebbe essere interessante perché sarebbe la prima fusione in Campania tra due realtà in salute e non frutto di scelte obbligate da necessità di assistenza da parte di una più forte rispetto ad un’altra in stato di bisogno. Ad avvantaggiarsene sarebbero solo gli utenti che vedrebbero diminuire i costi e aumentare i servizi in quantità e qualità.” Avete già pubblicato i dati relativi all’esercizio 2005. Quali sono i numeri più significativi? “E’ cresciuta la raccolta: più 27,2%; Sono aumentati gli impieghi: più 13,1%. Anche l’utile netto d’esercizio ha battuto tutti i reSuccesso oltre i confini regionali per due brillanti e promettenti ballerini salernitani, che a Foligno, pochi giorni fa, si sono aggiudicati un ambito quarto posto in occasione dei campionati italiani di Liscio Unificato di Classe B1. Valentina Cortese e Germano Saponara, rispettivamente 11 e 12 anni, sono due piccole stelle nel firmamento di questa affascinante danza che a Foligno hanno espresso al meglio le proprie abilità artistiche e la grazia innata dei movimenti. I due piccoli artisti hanno gareggiato insieme ad altre 40 cop- cord: è il migliore risultato di sempre: 1.283.000 Euro.” Il 2005 è stato l’anno dell’apertura della filiale di Oliveto Citra. Come vanno le cose? “In sei mesi, oltre ad aver centrato tutte le previsioni operative, siamo riusciti anche ad entrare in sintonia con il territorio diventando punto di riferimento decisivo per molti operatori economici e sociali.” Qual è stata la strategia? “I nostri interventi nel sociale sono stati decisivi. Abbiamo accompagnato, con il nostro sostegno economico, decine di iniziative che sono un segnale di vitalità di un territorio. Ne segnalo solo tre: Il sorteggio di Natale che ha visto il coinvolgimento di 95 commercianti e una distribuzione di oltre 100 mila biglietti; il restauro di un quadro della chiesa di Oliveto e la sponsorizzazione della gara nazionale di enduro. Inoltre siamo a fianco ai produttori del “fagiolo Occhio nero” garantendo la rimessa dei corrispettivi della vendita con un prestito per tre mesi a tasso zero. Questo vuol dire che chi produce potrà disporre immediatamente del frutto del proprio lavoro e poterlo investire nella propria azienda.” Anche nella Valle del Calore c’è un’azienda in crisi, La Cooperativa Val Calore. Cosa ha intenzione di fare la Banca per aiutarla? “La “cantina” è in una situazione critica! I Castellesi la smettano di litigare e ritornino allo spirito di collaborazione che ha fatto grande la cooperativa. Prendano anche coscienza che in un mondo globalizzato non si può ancora arroccarsi sotto il campanile del paese. Così facendo farebbero un buon servizio a loro stessi e all’intera Valle del Ca- lore. Il fallimento della “Cantina” sarebbe il fallimento di un’intera generazione!” D’accordo. Ma la Banca cosa può fare? “Per l’ennesima volta la Bcc di Aquara sarà a fianco della Coop Val Calore per cercare di risolvere i problemi che l’assillano. La Regione Campania, grazie all’opera di Gennaro Mucciolo, ha individuato uno strumento finanziario che può essere un’ancora solida a cui legare le speranze di rilancio. Un esperto esterno sta facendo una ricognizione dello stato di salute dell’azienda, dopo di che sarà stilato un programma di risanamento e rilancio. A quel punto ci sarà bisogno di della nostra banca e non ci tireremo indietro. Sarà dura perché si tratterà anche di riconvertire molti vigneti ma, come è già successo in altre realtà, ce la può fare anche la Val Calore.” Ho letto su “Bancainforma” che la sua banca organizzerà l’incontro dei Cilentani a Milano il prossimo 4 giugno a Porto Ceresio sul lago di Lugano. Perché? “ <<La mia banca è differente, non mi lascia mai solo>> recita una nostra pubblicità televisiva. Noi non vogliamo lasciare soli quelli che, per vari motivi, hanno lasciato la terra dei padri. Dieci anni fa già organizzammo un evento: fu un successo strepitoso. Parteciparono oltre quattrocento persone. Oggi lo scenario Nord-Sud dell’Italia è cambiato. Si vanno affievolendo i rapporti tra i figli degli emigranti e la terra d’origine. Noi coltiviamo la speranza che tanti possano tornare e compiere il percorso inverso. Sarebbe un segnale importante che ci farebbe capire che anche qui sono migliorate le condizioni di vita con buone prospettive di sviluppo per il futuro.” Bartolo Scandizzo Ballerini nostrani campioni a Foligno pie; tra di esse erano presenti tre coppie di provetti ballerini ai quali li accomuna il fatto di frequentare a Paestum la stessa scuola di ballo, la “Top Dance Paestum”, dei maestri Maria Iuliano e Giovanni Matrone. Buona anche la posizione degli altri concorrenti: Fabio Palo e Maria Irene Panariello si sono classificati alla tredicesima posizione riscuotendo ammirazione ed orgoglio nei compaesani di Capaccio-Paestum, mentre Sabrina Matrone ed Antonello Ricco hanno conquistato la semifinale classificandosi all’undicesimo posto; infine Concetta Ciullo e Pasquale Di Dario, insieme nel ballo da soli quattro mesi, 12 Il bello della democrazia è quando ti fa arrabbiare Il bello della democrazia è quando ti fa arrabbiare.Cioè quando ti consente di vedere come è cieca la forma che conficca nella carne viva il pungiglione insostenibile di un elemento estraneo. Ecco che, da un giorno all’altro, un signore entra con prepotenza nella tua vita e si fa gioco di tutti i luoghi comuni e le certezze che ti sei costruito. Ecco che, da un momento all’altro, ti trovi a combattere con una fastidiosissima zanzara che ti ronza intorno ma non ha il coraggio di posarsi sul tuo braccio perchè percepisce che per lei sarebbe la fine. Ecco che, tra un comizio e l’altro, ti aprono una sede della Lega Nord nel tuo comune e ti chiedi: “chi è questo marziano che osa sfidare le leggi “gravitazionali della politica?” E’ un fastidio che ti provoca, ma non ti ferisce. E’ una frustata di cui senti lo schiocco, ma non ti colpisce. E’ una meteora che brilla, ma non lascerà segni perchè passa ad anni luce lontano dai problemi che assillano il nostro mondo. E’ un fuoco pirotecnico che, lontano, illumina, ma non percuote i timpani. E’ una canzone che di cui si percepiscono le parole, ma manca la melodia. ... Allora perché fa male, anzi perchè fa arrabbiare il fatto che degli individui ritengano utile appoggiarsi al partito più antisistema che c’è per ottenere visibilità e soluzioni ai secolari problemi del nostro territorio? La risposta è nelle loro teste, ovviamente. Probabilmente nel loro vissuto. Eventualmente nel loro inconscio. A noi non resta altro che prendere atto del fatto in sé. Augurarci che il segnale venga raccolto dai sedicenti politici locali e attendere, con la pazienza dei forti, che la voglia di partecipare s’incanali per sentieri meno tortuosi di quelli percorsi dal kamikaze secessionista Roberto Calderoli. A volte, anche gli “utili idioti” possono essere utili a far capire, ai più, che anche il sistema democratico ha bisogno di essere accudito per evitare che frani portando con sé, nel baratro del qualunquismo, tutto il buono che è riuscito a creare in sessant’anni di democrazia che è ancora viva perchè l’antipolitica dei leghisti ti fa ancora arrabbiare. moncil hanno conquistato il sesto posto.Valentina Cortese e Germano Saponara non sono, tuttavia, al primo successo in comune: compagni di ballo da appena cinque mesi, sono stati già campioni regionali ad Eboli, lo scorso febbraio, successo che, unitamente a questo di Foligno, ha fatto loro ottenere l’ambizioso passaggio nell’affermata classe A. Un successo per la scuola di ballo Top Dance Paestum, ed un orgoglio per la provincia, che esprime il meglio di sé attraverso le innumerevoli capacità artistiche del talento targato Salerno. 13 AGROPOLI n°13 14 aprile 2006 Benvenuti ad Agropoli: con il permesso di “Nettuno” ci riprendiamo la nostra spiaggia Le porte d’ingresso di una città sono il biglietto da visita, e ad Agropoli la zona che accoglie chi viene da fuori è il Lungomare San Marco, un lunghissimo rettilineo, che costeggia con le sue palme una delle spiagge più frequentate del paese. Il lungomare, per definizione, è una zona molto sfruttata nei posti di mare, offre tanto e anche per questo, ha bisogno di continue attenzioni e valorizzazioni. Il Lungomare agropolese dà il benvenuto, ogni stagione estiva, ad una folla di vacanzieri che aumentano di quasi il doppio la popolazione; è la zona più affollata, di giorno e di notte. Tutte le case e le villette che sorgono alle sue spalle sono affittate o di proprietà di turisti fissi ed occasionali; i bar aumentano vertiginosamente il loro giro economico. La strada di giorno dà spazio ad un continuo via vai di persone che raggiungono la spiaggia e di sera il marciapiede del lungomare diventa passeggio frequentatissimo. Insomma con il centro, il Lungomare è il fulcro della città, e proprio per questo è un continuo cantiere aperto. Tempo fa, per ovviare a file interminabili di auto, che si riversavano sulla strada del litorale, è stato creato un percorso alternativo, per permettere di transitare agli abitanti e anche ai turisti in maniera più fluida; oggi si pensa addirittura di creare un senso unico, in modo tale da permettere solo l’entrata in città e l’uscita invece alle spalle del lungomare. Ma non finisce qui, se si cerca di risolvere problemi logistici, non bisogna dimenticare il lato estetico; il lungomare di Agropoli offre una veduta spettacolare a chi entra nel paese, una passeggiata, il mare vicino, e in fondo il piccolo promontorio della città vecchia con il castello; per dar risalto a tutto questo però, c’è bisogno di qualche intervento, e così è stato, qualche anno fa, il via a marciapiedi nuovi, e piccole palme schierate una dopo l’altra, nonché nuova illuminazione. Se c’è chi ha avuto da ridire sulla pavimentazione della piazza, si è poi ricreduto vedendo i quadratini azzurri del litorale. Questa parziale rivalorizzazione è servita ad incentivare anche le attività commerciali che fronteggiano il lungomare, molti bar hanno rimesso a nuovo i propri locali attirando così più clientela e creando particolare movimento notturno e diurno. Per finire, l’attenzione degli abitanti proprio in questi giorni è rivolta all’apertura di un nuovo cantiere, nella piazzetta Gallo del lungomare S.Marco; di fatto sono cominciati dei lavori per il rifacimento del litorale. L’occhio più attento di alcuni agropolesi aveva notato come la spiaggia sembrava esser stata dimezzata dal costante avanzamento del mare. E’ pronta quindi, per ovviare a questo problema, la realizzazione di una barriera sottomarina; si apriranno dei cantieri in mare aperto, dove verranno trasportati massi depositati poi ad una profondità di 70 metri. Insomma un intervento, come pochi in Italia e che riuscirà a ridare il giusto spazio al mare, e a rilanciare un luogo fondamentale come il lungomare in un paese che ha bisogno in generale di rinvigorire l’intero settore turistico. Daniela de Martino Valle del Calore Giornalismo ambientale: importante sostegno per lo sviluppo Il 2 aprile si è svolta a Campora la consegna degli attestati di partecipazione ai giovani aspiranti giornalisti che si sono incontrati nel mese di dicembre, a Laurino, nel corso del III seminario di giornalismo ambientale. L’incontro, svoltosi in tre giornate, ha rappresentato un fondamentale momento di riflessione su molte rilevanti questioni ambientali e sociali del nostro territorio cilentano ed ha visto la partecipazione di molte giovani “menti campane” e una folta rappresentanza di giovani provenienti da altre regioni. Questo è quanto mai significativo perché indice di un grande, e forse rinnovato, interesse per la carta stampata che, pur do- vendo lottare contro il costante sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione, resta sempre il miglior mezzo di comunicazione in quanto “fonte di riflessione”. Il seminario, così come la consegna degli attestati, ha beneficiato della presenza di figure dal grandissimo spessore umano e culturale che hanno certamente dato un contributo formativo molto importante ai giovani seminaristi. Basti pensare a Ermanno Corsi, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, un volto noto del Tg3 ma soprattutto un “saggio pensatore” in grado di catturare su di sé l’attenzione di tutti, semplicemente con la forza della parola: una parola decisa, pensata, ma soprattutto vissuta. Alla consegna erano, inoltre, presenti Natalino Barbato vice-presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il sindaco di Laurino Gaetano Pacente, il sindaco di Campora Giuseppe Vitale, l’assessore al turismo del Comune di Campora Angelo Rizzo, il sindaco di Stio Pasquale Caroccia e l’assessore alla Comunità Montana Giovanni Ver- lotta Nel corso del dibattito, moderato da Bartolo Scandizzo, colui che più di tutti ha creduto nel valore di questo seminario ed ha fatto sì che questo non fosse solo un’idea ma una realtà concreta, sono emersi temi di grande spessore e attualità. Si è a lungo discusso della possibile nascita della “provincia del Cilento” quale sesta della regione Campania, dei suoi tanti vantaggi e delle innumerevoli opportunità lavorative che questa può portare ai giovani del territorio. Molti altri temi sono stati trattati, quali: i problemi della legislazione nel Parco Nazionale del Ci- lento e Vallo di Diano, l’Unione dei Comuni “Alto Calore”, con tutti i vantaggi che questa porta alla qualità dei servizi offerti alle popolazioni locali e il contributo del giornalismo nello sviluppo del turismo nel Cilento. L’informazione costituisce, dopo le vie di comunicazione e i servizi, un elemento fondamentale alla nascita di un turismo di qualità, mentre l’ospitalità e l’accoglienza riservata all’incontro è stata dettata da un grande entusiasmo e voglia di farsi conoscere. Quest’ultimo è un motivo in più per visitare tutti quei piccoli centri che, chiusi nel loro verde e nelle loro fortificazioni, si sono dimostrati molto aperti al dialogo e al confronto. Campora, Laurino, Piaggine, Valle dell’Angelo, e tanti altri, hanno saputo fare un vero turismo di qualità nel rispetto della loro bellezza autentica. Verena Nigro Oliveto Natura salvata dai Rangers Era il 1973 quando in Veneto un gruppo di appassionati ambientalisti fondarono un gruppo per la salvaguardia dell’ambiente denominato “Rangers d’Italia”. L’Associazione Nazionale fu costituita, poi, nel 1977. Nel 1982 il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste ha riconosciuto i Rangers come Associazione di volontariato con personalità giuridica, per la salvaguardia dell’ambiente naturale e per la protezione civile con decreto del Presidente della Repubblica. E’ Attilio Guidetti, coordinatore della delegazione locale dell’associazione e presidente provinciale che ci illustra scopi e finalità: “Nella provincia di Salerno abbiamo sezioni a Vallo della Lucania, a Tramonti, a Cava de’Tirreni e a Mercato San Severino. Ad Oliveto i “Rengers” si sono costituiti nel 1999. Da allora le attività del gruppo si svolgono in stretta collaborazione con gli enti pubblici e privati e le Forze dell’Ordine. I “Rangers d’Italia” trovano la loro naturale collocazione nel quadro generale delle attività promosse per la salvaguardia della natura e per la protezione civile.” Ad Oliveto i Rangers sono ormai radicati nel territorio. È assai variegato il ventaglio di attività svolte da questi volontari. Sono loro che raccontano con coinvolgente entusiasmo il loro servizio civile svolto con grande passione. Tra gli interventi più significativi dell’anno in corso vi è certamente il ritrovamento del cadavere di Elisa Vuocolo. La donna, cinquantenne collianese, si era tolta la vita lo scorso 5 gennaio lanciandosi in una scarpata. Anche alluvioni, precipitazioni atmosferiche e incendi nel curriculum dei Rangers. Ben due i focolai divampati quest’anno, che hanno seriamente messo in pericolo le famiglie Coglianese e Palcera. Una delle ultime operazioni risale al 13 marzo. Un gruppo di temerari escursionisti era salito sui rilievi rocciosi siti tra San Gregorio Magno e Colliano, non curante delle proibitive condizioni atmosferiche. Sorpresi dalla neve gli otto malcapitati sono rimasti bloccati in montagna chiedendo subito soccorso ai carabinieri. Allertati dal comando di Colliano, i Rangers olivetani hanno subito portato in salvo gli sprovveduti gitanti. “È stata un’operazione complessa- ci spiegano i volontari- la neve era alta e tra gli escursionisti vi era anche un disabile. Una grande soddisfazione. Ancora una volta è stato possibile mettere gratuitamente al servizio della comunità le nostre competenze e la nostra professionalità”. CULTURA n°13 14 aprile 2006 L A K ORA dalla prima Giuseppe Liuccio L IUCCIO La santa mediterraneità dalla penombra di cantine sotterranee emerge il miracolo del grano pallido figliato e cresciuto per incanto nei reticoli di stoppa inumidita e riempie di vita tenera piatti di ruvida creta e con la civetteria di grappoli screziati di violaciocche adorna il “Sepolcro” di Cristo ed esalta il Sacramento dell’Eucarestia. Quel pane che, nel miracolo della transustanziazione, si fa corpo e quel vino che pulsa sangue nelle vene del “Redentore” riaccendono nostalgie per tovaglie di candido lino e cesti stracolmi di pane croccante sul lungo tavolo al centro della chiesa madre. E il sacerdote in camice bianco e stola violacea rinnova il fascino del mistero del Giovedì Santo. E ancora una volta la mediterraneità trionfa nel fasto dei suoi alimenti. E pane e vino celebrano la ricchezza delle tavole imbandite dei ricchi e il desco modesto ma dignitoso dei poveri. E le campagne biondeg- 14 DI ... giano dell’oro del frumento e s’ingravidano degli umori e dei profumi dei vigneti. E libri di scuola e reperti di musei rovesciano nell’immaginario collettivo scene di conviti e quadri di vita agreste e dei e ninfe popolano templi e campagne, fiumi e boschi. E Demetra e Cibele, Hera ed Iside, Bacco e Pan, Priapo e Sileno occhieggiano dal pantheon del passato; e cristianesimo e paganesimo, fede e superstizione, storia e mito si mescolano e si fondono nel superiore concetto di cultura; ed il razionalismo laico spesso si appanna e, a volte, si arrende alla inaccessibilità del mistero della religione per rinascere, poi, nella fecondità del dubbio e ritrovare equilibrio e serenità nell’esaltazione del libero pensiero. Comunque, ogni giorno di questa settimana, per quanti, come me, vivono nella sospensione della nostalgia della lontananza, riannoda i fili della memoria e ripete il miracolo della trasmigrazione fantastica; e ci confonde con la folla festante dei paesi ad agitare il nostro ramo di ulivo nello splendore della primavera, a portare contriti al Sepolcro il grano pallido cresciuto tra letti di stoppa in piatti rozzi nell’ombra dei ripostigli segreti, a seguire processioni di incappucciati nel variopinto rituale delle congreghe, a sottolineare con il frastuono delle raganelle (in qualche angolo remoto della mia casa paterna ci sarà ancora lo “zerre”- esempio di magica sonorità onomatopeica del mio dialettoche comprai in cambio di un paio d’uova dal vecchio falegname ingegnoso) il calvario di Cristo dall’orto del Getsemani ai supplizi della Crocifissione, a registrare il lutto degli altari spogli e delle nicchie coperte, a salutare i bagliori del fuoco nel falò acceso nel crepuscolo del Sabato, a gioire dalla ritrovata abbondanza nella profumata pastiera g.liuccio@ libero.it della Pasqua. Hanno una loro logica queste mie divagazioni di uomo greco del XX secolo che ritrova nel rito delle Palme le sacre radici dell’olivicoltura ateniese, nel grano del “sepolcro” e nel pane e nel vino dell’Eucarestia la fecondità della terra mediterranea e in quella madonna nera che dispensa sorrisi di maternità sulla collina del Calpazio la statuaria maestosità della “Magna Mater”, che fu Cibele e Demetra, Iside ed Hera e, con nomi diversi, perpetuò il miracolo della vita, quella che rinasce e si perpetua ad ogni primavera e celebra il suo trionfo e si sublima nella ritualità della Pasqua di Resurrezione. Anche la lettura laica del mistero della vita ha una sua profondità religiosa, la religiosità della Cultura, quella con la C maiuscola che è saldamente ancorata nel bacino del Mediterraneo. I PAESI DELL’ANIMA Castel San Lorenzo, la toponomastica penetra nella storia Il Castello è lassù, in cima. e latifondi con l’imprimatur privilegiano la cronaca, più Vanta storia antica, a parti- di bolla pontificia. o meno recente, alla storia re dal 1272, data della co- Il popolo anonimo confidò antica e l’oggi all’ieri, Castruzione, e, via via, nel e confida i tanti dolori, le stel San Lorenzo è, sopratcorso dei secoli, attraverso poche gioie e le molte spe- tutto, terra di vini, il vanto l’alternarsi di casate nobi- ranze alle preghiere flebili del paese con quella gloria li, che ebbero il dominio del nel chiuso delle chiese, di “Cantina sociale”, mirafeudo. Baroni e qualche quella antica di San Gio- bile esempio della intraprincipe, sazi di potevanni Battista, di stile ro- prendente imprenditoria lore e boria, spaziacale. Ed i coltivi, rono con lo sguarfrutto di lavoro do sulle povere paziente e saA ciottoli di valle si frantuma abitazioni ad intripiente, danno l’eco della campana che dal monte cato arabesco di frutti generosi e trasmigra dolce a transito di vigne. collina e a scivoreddito a centiEd è memoria dell’Abate colto lo di fiume e, timonaia di famiglie, che invitava, devoto a San Lorenzo, rosi di rivolte imche, nella coopeall’obolo, al lavoro, alla preghiera. provvise, spiavano razione, hanno Il passero alle mura del Castello fin nella mente e trovato la strada becca segreti ai buchi della storia: nel cuore dei congiusta per esaltatadini pressati dai re e lanciare sui i “signori” del feudo alla guerra balzelli nella loro mercati nazionadi averi, terre e titoli contesi; tormentata esili ed esteri il mefecondi di mestieri i contadini stenza di privazioglio dei loro prosoddisfatti a boccali di barbera. ni e sudori. dotti. Fosse nato Lassù è anche il da queste parti Municipio, dove i Nico Orengo ne nuovi feudatari della politi- manico, spalancata sul- avrebbe tratto un bel roca, spesso comprensivi e l’ariosa vallata da uno slar- manzo, del tipo “Di viole e tolleranti, qualche volta ar- go ardito del centro storico liquirizia” (Einaudi), che roganti, prepotenti e vendi- e quella più raccolta e meno esalta le zone vitate del cativi, ostentano titolo e po- pretenziosa dei SS.Cosma e Monferrato e delle Langhe. tere conquistati nel confron- Damiano, che fu ed è meta Ma da quelle parti è passato democratico in elezioni di pellegrinaggi di fedeli da ta la grande letteratura di libere, anche se qualche tutta la Valle nell’ultima de- Fenoglio e Pavese, i cui volta passionali oltre il li- cade di settembre. L’una e testi hanno fatto la fortuna mite. San Lorenzo (de Stric- l’altra conservano tele di turistica di zone di collina e tus) fu monastero con abati pregevole fattura. di montagna che nulla influenti a governo di anime Ma per i tanti, troppi, che hanno da invidiare alle no- stre. Qui, quando va bene, C’è, invece, chi con la culci si deve accontentare di un tura crede, o si illude, di Liuccio, che si sforza e, progettare il futuro, nella qualche volta ci riesce, di consapevolezza che, come dare dignità letteraria al autorevolmente scriveva Cilento Carlo Levi, “le parole sono Qui imprenditori e politici pietre”. E le parole, sopratnon investono in cultura. tutto quelle letterarie, colGli intellettuali non porta- piscono, fanno male e lano voti e, oltrettutto, con la sciano il segno nel profonfissa dei discorsi impegna- do. E, quel che più conta, ti, mettono a nudo la co- durano a lungo, qualche scienza dei tanti, troppi, la volta per l’eternità, in prosa cui ultima lettura di un libro e in poesia. risale ai tempi A SANTOMENNA lontani della Se perdi un figlio scuola. puoi venire qui a dormire in macchina Meglio alle due del pomeriggio, le feste puoi sentire il tremore del tuo corpo di mezzo come un cespuglio sente una formica. Agosto non disturberai nessuno con il binon sarai disturbato nel tuo lutto vacco di nella tua voglia di stare lontano frotte dall’usura degli impicci vocianti, anche quella minima tra cui, che viene dal restare in casa. spesso, ora sei qui di passaggio si aggira ancora non sai come accantonarti il politicome accantonare il mondo guasto. co poma guardali, alcuni già lo fanno, tente e di magari a quest’uomo rango in che ti sta di fronte è già capitato prolunqualcosa di simile, gata ha già chiuso la bocca passealla sua vita. rella di Franco Arminio vanità. 15 LA SETTIMA ANA n°13 14 aprile 2006 A Paestum, “Ricordi e Sapori” cilentani a prezzo onesto Cercate un prodotto tipico cilentano o, in generale, della provincia di Salerno? Un vino da regalare? O qualcosa di particolare della nostra gastronomia? Ecco il posto giusto con il prezzo onesto. È noto che dove ci sono i turisti il prezzo lievita, spesso (ingiustamente) i venditori ne approfittano. Qui no! Ho trovato specialità nostrane vendute a prezzi accettabili. Dove? Semplicissimo: venendo da nord (Capaccio Scalo) andate verso l’ingresso della zona archeologica di Paestum, appena entrate nell’antica città, il negozio, piccolo e accogliente, è sulla destra, praticamente a ridosso delle mura. Il nome è “Ricordi e Sapori”, dal nome s’intuisce che si vuol far conoscere e scoprire le nostre cose buone che in tanti abbiamo dimenticato. A riceverci troviamo Alfonsina Giuliano (nella foto) che gestisce il posto dal giugno 2005. In una breve chiacchierata ci racconta la sua storia: «Lavoravo in un posto dove si commercializzavano unicamente prodotti tipici e mi resi conto che la cosa “tirava”. La gente, soprattutto quella che veniva da fuori, cercava prodotti particolari. Così, appena saputo che questo negozio, che prima era un “genere alimentari”, veniva dato in gestione e notando che a Paestum mancava un posto simile, mi sono fatta avanti. Poiché la proposta di fitto era onesta, eccomi qua…». È stata veramente una buona intuizione. I turisti sono stanchi di acquistare le solite cianfrusaglie e portano volentieri con loro prodotti tipici e gastronomici. Tra le tante cose al “Ricordi e Sapori” troviamo: i fagioli di Controne del “contadino” Michele Ferrante, i ceci di Cicerale coltivati nell’azienda agricola biologica di Michele Palumbo e i fagioli “occhio nero” di Oliveto Citra dell’azienda di Insalata Teresa; poi, praticamente tutta la gamma della Masseria Maida di Paestum che produce sott’oli, confetture, salse, marmellate, creme e sughi, prelibatezze che sono richiestissime in tutt’Italia; come nettare di Bacco abbiamo la scelta tra i vini delle aziende: Marino di Agropoli, i “Vini del Cavaliere” di Paestum, De Conciliis di Prignano Cilento e la Val Calore di Castel San Lorenzo; come pasta, quella di Giovanni Palma (tagliatelle, fusilli, spaghetti alla chitarra, cavatelli, ecc.), l’artigiano di Vallo della Lucania e la Vicidomini (pennoni, candele, paccheri) di Castel San Giorgio; l’olio extravergine d’oliva: Marino dal Cilento e Val Calore dalle Colline Salernitane; i liquori nostrani come il limoncello, il finocchietto ed altri, commercializzati in bottiglie particolari, delle aziende “Antiche Fattorie Cilentane” di Patrizia Postiglione, Di Biasi di Paestum, l’“Altro Cilento” di San Mauro Cilento e il Melanù, l’ormai noto liquore prodotto a Salerno con la mela annurca; in dolcezza ci sono i calzoncelli, le freselle al cioccolato, i morzelletti e tante altre leccornie delle “Delizie di Maria” di Roccadaspide, oppure, il miele nelle versioni più originali come quello agli agrumi o al castagno prodotto dall’“Alveare del Cilento” di Stefania Postiglione; come stuzzicheria salata ci sono i tarallucci al peperoncino o i codini alle mandorle del “Pan & Biscotti” di Miele Maria Antonietta di Roscigno oppure i biscotti di grano prodotti dalla stessa azienda; la lista potrebbe continuare ancora per molto, mi soffermo sui salumi tipici cilentani come la soppressata e la salsiccia, sui salumi di bufala, sull’origano di montagna della Bottega dei Golosi di Sapri, sulle mozza- Al Tre Olivi il “Carciofo a tavola” È tempo di Vinitaly, le aziende vinicole sono impegnate a Verona per promuovere i propri prodotti. Al ristorante Tre Olivi, del Savoy Beach Hotel di Paestum, hanno messo momentaneamente “Vinigustando” da parte e, per due settimane da lunedì 10 a domenica 23 aprile, sarà protagonista il carciofo, “Re dell’Orto” della Piana del Sele, che dal 2004 è stato riconosciuto IGP (Indicazione Geografica Protetta). Lo chef Matteo Sangiovanni, che ricordiamo è anche uno dei responsabili della Nic (Nazionale Italiana Cuochi), proporrà durante questo periodo un menu tutto al “carciofo” dall’antipasto al dessert. Quindi, il Savoy continua la sua opera di valorizzazione dei prodotti tipici nostrani, e in un prossimo futuro sono previsti anche menu a base di mozzarella di bufala, pesce azzurro, fagioli di Controne e di Gorga (Stio Cilento), ceci di Cicerale e addirittura dei gemellaggi con la gastronomia di altre regioni italiane. Questo il menu “carciofo” che sarà prepa- rato: Letto di carciofi con gamberi gratinati e vellutata di patate; Scialatielli con carciofi e scorfano; Trancio di dentice in guazzetto di pomodorini del Vesuvio e carciofi trifolati; Tortino di mirtilli con cantuccini e marmellata di carciofi. Il prezzo è di 30 euro a persona (vini esclusi). Per informazioni e prenotazioni: 0828.720023 Ristorante Tre Olivi. Dibbì relle di Paestum, sui caciocavalli stagionati o affumicati, sul formaggio di capra dell’azienda di Nicola Calmieri, sul pecorino di Colliano, sul caffè Cilento di Laurito; per la chiusura in dolcezza alla “Ricordi e Sapori” trovate anche le uova di Pasqua di svariate misure della ditta Torre di Torchiara. Penso che tutte queste notizie faranno sì che prossimamente farete una visita alla gentile Alfonsina…alla prossima. Recapito: Ricordi e Sapori, Via Magna Grecia 572, 84063 Paestum (SA). Tel. 338.9540435. Sito web: www.ricordiesapori.com La Ricetta Carciofi di Paestum con uvetta sultanina e pinoli Ingredienti per 4 persone: 8 carciofi di Paestum Igp - mollica di pane - 6 acciughe dissalate - 1 ciuffo di prezzemolo - 4 spicchi d’aglio - uvetta sultanina - pinoli formaggio pecorino grattugiato vino bianco - olio extravergine d’oliva - sale – pepe Procedimento: preparare un composto con mollica di pane, acciughe, un trito d’aglio e prezzemolo, uvetta ammorbidita, pinoli, pecorino, sale, pepe. Riempire i carciofi mondati precedentemente e adagiarli in una pirofila coperti per tre/quarti di vino. Irrorare con olio e infornare a 190 gradi. Vino consigliato: Radicato 2003, Castel San Lorenzo Doc, Val Calore Tel 0828.720114 Fax 0828.720859 e-mail: [email protected] url: www.unicosettimanale.it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola [email protected] In Redazione Vincenzo Cuoco, Enza Marandino Corrispondenti: Eboli: Raffaella R. 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