BUONE PRATICHE PER UNA
CASA PIU’ SOSTENIBILE
LA CLASSE ENERGETICA DEGLI ELETTRODOMESTICI
I consumi domestici di energia risultano spesso difficili da monitorare. Un phon (1.000 – 1.500 watt) ci costa
un euro ogni 5 ore di funzionamento, così come il forno a microonde (800-1.200 watt). La radiosveglia in
stand-by consuma 6 watt all’ora, pari a circa 9 euro all’anno.
Nel caso di piccoli elettrodomestici la spesa è contenuta. Nel caso invece di grossi apparecchi, come frigorifero, lavatrice, lavastoviglie e asciugatrice (che, insieme, escludendo il riscaldamento, rappresentano quasi il
30% dei consumi elettrici domestici), i margini di risparmio iniziano a diventare consistenti.
Recenti normative hanno introdotto una serie di
obblighi in materia: dal 2010 è vietata la commercializzazione di elettrodomestici appartenenti alle
classi energetiche inferiori alla A e di motori elettrici appartenenti alla classe 3 e dal 2011 è vietata
la commercializzazione delle lampadine a incandescenza e degli elettrodomestici privi di interruttore
dell’alimentazione dalla rete elettrica (Legge Finanziaria 2008).
La Direttiva Europea 2010/30/UE concernente
“Norme sull’etichettatura del consumo energetico
degli elettrodomestici e di altri prodotti connessi
all’energia”, recepita in Italia dal decreto legislativo
28 giugno 2012, n. 104, prevede nuove etichette
energetiche: 3 nuove classi energetiche (A+, A++ e
A+++) da aggiungere a quelle già presenti (il numero complessivo delle classi indicate non potrà essere superiore a 7).
Le disposizioni della Direttiva 2010/30/UE si applicano a tutti i prodotti che consumano energia o che
sono connessi al consumo di energia: l’etichetta
energetica va dunque apposta non solo sui grandi e i piccoli elettrodomestici, ma anche su prodotti
come gli infissi.
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