Raffaele Talamo — VIA CRUCIS VIVENTE alla frazione Monticelli di Olevano sul Tusciano
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Raffaele Talamo — VIA CRUCIS VIVENTE alla frazione Monticelli di Olevano sul Tusciano
PRESENTAZIONE
Ho l'onore e il piacere di presentare ai lettori di questo pregiatissimo opuscolo l'Autore Sig. Raffaele TALAMO, al quale sono legato
da cordiale affezionata sincera amicizia per cui sento di esprimergli
brevemente il mio pensiero, il mio sentimento devoto.
Raffaele TALAMO, oltre ad essere coadiutore ai pionieri della VIA
CRUCIS VIVENTE che si effettua ogni anno per le vie di MONTICELLI , lo si può definire artista dalla sensibilità profonda, uomo di belle arti figurative, quale egli è, (pittura e scultura) e di
componimenti lirici con cui esprime i suoi nobili sentimenti e
manifesta i suoi gentili pensieri.
Per queste sue caratteristiche o qualità, che sono virtù preclari innate e che, posso dire, lo renderanno certamente immortale, egli
gode nel pubblico e fra gli amici ammirazione, apprezzamento e
stima.
Per il suo costume virtuoso e per la sua semplicità di animo, egli
non ha mai aspirato a gloria imperatura, ma ora confida che la pubblicazione di questo opuscolo trovi consenso unanime, trovi accoglienza cordiale e gentile che sarà il suo maggiore premio.
Ed è per questo che mi sono accinto a tributargli le meritate lodi,
i miei dovuti omaggi di cui tanto è degno.
(Pasquale Cicatelli)
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PREFAZIONE
Una schiera di giovani e di uomini anziani, abilmente
istruiti dai Signori: Raffaele Talamo e Pasquale Cicatelli,
promuovono ed attuano con pura fede, fin da molti anni, alla
frazione MONTICELLI di Olevano sul Tusciano (Sa) la
solenne VIA CRUCIS VIVENTE.
Essi intendono intensificare il loro sforzo sempre più
con sacrificio e con fatica affinché la splendida funzione
religiosa, si rinvigorisca, si diffonda e sia il richiamo dei
fedeli di tutti i paesi vicini e lontani.
Il SIGNORE benedica profusamente questo Pio Esercizio
da essi praticato con amore e con Fede la quale è forza viva
che si manifesta allo esterno ed è fondamento di vita, luce che
illumina, forza che rianima, segreto di progresso nel bene .
L'Autore
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PERC HE' LA VIA CRU C I S
-- CRONOLOGIA -Il sottotitolo in copertina è la risposta più autentica di questo opuscolo che
non vuole essere il vanto di una o più persone per le loro capacità organizzative, ma "servizio" per la maggior gloria di DIO.
L'idea di questa funzione religiosa, intesa come pura e semplice preghiera
esterna, maturò nell'anno 1960.
A quell'epoca il giorno di VENERDI' SANTO, con una rudimentale
CROCE di legno addossata al CRISTO, simboleggiato dal Sig. Eugenio Di
Lascio, si percorrevano le vie del paese.
Molto suggestive erano le ombre e le luci dei ceri che si creavano lungo le
strade delle contrade CORTILE, COSTA e CAPPELLA. L'affluenza dei fedeli
era discreta ma non totale per la solennità del giorno. Si lasciava intendere il
desiderio di rendere viva quella realtà dolorosa.
I1 credente voleva entrare nei personaggi, voleva confrontarsi con loro, ed
cerco la necessità di dover rendere "vivente", come in effetti si rese, la "VIA
CRUCIS".
Nel 1961 si ebbero i primi personaggi. Essi erano tre: il CRISTO raffigurato
dallo stesso Di Lascio, e due soldati. I vestiti erano rudimentali, le lance dei
soldati erano state ricavate dalle aste delle bandiere delle Associazioni cattoliche, le tuniche degli stessi erano formate dalle sottane dei chierichetti, ed il
CRISTO vestiva una tunica bianca della frateria di SANTA REGINA. Dei
fogli di latta argentata bardavano i descritti vestiti.
Un fatto sensazionale si evidenziò quando il personaggio del CRISTO, nel
passare attraverso la folla che poi lo seguiva in processione, alcuni si
commossero fino alle lacrime.
Nella semplicità dei gesti emergeva la partecipazione più viva di
quell'antico dolore.
Nel 1962 i soldati da due divennero quattro. Il CRISTO venne raffigurato
dal Sig. Ettore Forte al quale fu messa una corona di spine in testa ed al corteo
processionale vennero distribuite fiaccole di cera.
Nel 1963 il lettore delle quattordici "STAZIONI" della VIA CRUCIS fu il
Sig. Gaetano Talamo in sostituzione del sacerdote, ed un tocco di scenografia
si ebbe con una bellissima CROCE in legno illuminata con bengali ed
installata sulla sommità della CHIESA MADRE di Monticelli.
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Nel 1964 e nel 1965 si ebbero dei piccoli ritocchi.
Nel 1966 la partecipazione alla processione fu particolarmente sentita per
l'affluenza numerosa di volontari al "servizio" sia nella preparazione che nel
suo svolgimento programmato.
Furono accantonate le sottane dei chierichetti, si fecero le prime tuniche
di stoffa e, sempre in forma artigianale, molte donne si offrirono per la cucitura delle stesse. Per la cronaca, c'erano anche gli addetti al trucco. L'elemento
maschile si adoperò ad operazioni più confacenti: dipingeva le corazze,
preparava le aste delle lance che erano di canna, rintagliava gli scudi di
latta.
Al CRISTO vennero aggiunti i due LADRONI che per tutto il percorso
della VIA CRUCIS portavano sul dorso dei pesanti legni.
Nel 1967 il CRISTO venne rappresentato dal giovane Antonio D'Angelo.
Constatato il grande entusiasmo manifestato per la partecipazione in massa
della popolazione, non solo locale, quanto limitrofa, le cose si fece- ro in forma più verosimile lasciando al lettore il giudizio di valore.
Le comparse aumentarono di numero, gli accorgimenti più numerosi, e mai
venne meno la Provvidenza nell'arginare le innumerevoli spese sostenute. Il
corteo si apriva con due insegne dell'epoca: I.N.R.I. ed S.P.Q.R. - il suono di
un tamburro scandiva il passo dei soldati.
Il CRISTO era vestito con una bellissima tunica rossa e dietro di Lui
c'erano:
— la SANTA MADRE rappresentata dalla Sig.na Annamaria D'Alessio, ora
insegnante e bravissima pittrice, che durante il percorso sulla via del dolore,
asciugava il viso di Gesù, intriso di sudore e di sangue, con un candido
panno di lino. Ella, nel vedere impresso su questo panno il Sacro Volto,
gridava: - Miracolo! . . .
— Seguivano ancora i LADRONI rappresentati dai fratelli Bubbolo;
— Le PIE DONNE, dalle Suore protempore del nostro Asilo;
— Il CIRENEO, e tante altre comparse.
Per la prima volta fu allestito un palco sotto Monticelli, di fronte alla
Chiesa Madonna delle Grazie, per la crocifissione. Faceva da sfondo un
drappo rosso e nero; al centro una enorme CROCE di legno, ed ai laterali due
grandi cipressi dipinti dallo scrivente su compensato, in sostituzione dei
LADRONI che vennero crocifissi solo nell’anno 1974.
Per la prima volta una comparsa dal vivo veniva innalzata sulla croce.
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Gli accorgimenti tecnici furono molteplici, le prove di stabilità del tutto
empiriche. La commozione fu grande quando il CRISTO spirò.
L'effetto luce portò al massimo il livello allora desiderato, e quando il
CRISTO poggiò il suo Corpo morto sulle gambe, furono attimi di lungo
silenzio per la solennità del momento.
Era presente alla rappresentazione anche un corrispondente del quotidiano
"Il Mattino" che riportò nella cronaca un bellissimo articolo con la pubblicazione di una foto: quella della Crocifissione.
Dal 1967 al 1970 il passo fu breve perché non vi furono cambiamenti nei
costumi e nel programma; cambiò solo la comparsa del CRISTO.
Nel 1971 e 1972, per l'improvvisa morte del Parroco Don Angelo
Del Grosso, la VIA CRUCIS fu interrotta.
Nel 1973, due ragazzi a nome Pasquale Cicatelli e Carmine Attanasio,
allora sedicenni, giocando nel salone parrocchiale, scorsero l'esistenza dei
vestiti, già accantonati dai vecchi organizzatori, e così vollero riproporre alla
comunità, con l'aiuto dello scrivente, la sentita VIA CRUCIS VIVENTE che
fu realizzata con ottima riuscita e che suscitò, come sempre, entusiasmo e
commozione. Furono riportate anche modifiche ai costumi.
Nel 1974 gli stessi organizzatori provvedettero a crocifiggere anche i
LADRONI.
Nel 1975 portò un valido aiuto il Sig. Enrico Coscia che. assieme agli altri
organizzatori (Raffaele Talamo, Pasquale Cicatelli e Carmine Attanasio) rese
più spettacolare la s'aera funzione. Egli rimase in carica fino a tutto l'anno
1982.
Nello stesso anno 1975 lo scrivente pubblicò un volantino col quale
descrisse tutte le fasi della VIA CRUCIS.
Nel 1976 e nel 1977 gli stessi organizzatoli espletarono il loro compito
con il valido aiuto fisico dei giovani del CIRCOLO GIOVANILE PARROCCHIALE. Da ricordare che nell'anno 1976 al CRISTO, raffigurato dal
giovane Antonio D'Angelo, successe il Sig. Carmine Attanasio che tutt'ora
interpreta e personifica con eccellente abilità la figura di GESU' calcando,
con la CROCE del CALVARIO sulle spalle, le orme del NAZARENO, i suoi
dolori ed il suo martirio.
Nel 1978 furono creati importanti dialoghi che animavano dei plastici viventi quali: il "SINEDRIO" - il "PRETORIO" - la "FLAGELLAZIONE",
suscitando nel popolo una sempre più crescente FEDE e commozione.
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In quest'anno vi fu anche la ripresa di un filmato che tutt'oggi si conserva
negli archivi parrocchiali.
Nel 1979 e nel 1980 gli stessi organizzatori si adoperarono alla creazione
ed esecuzione di nuovi vestiti.
Nel 1981 si ricordarono gli effetti disastrosi prodotti dal terremoto del 23
novembre 1980 che sconvolse la Campania. Fu il più grande terrore che si
possa provare! Case crollate e inagibili, paesi rasi al suolo, molti altri semidistrutti, migliaia di nostri fratelli morti in un solo minuto, cioè strappati alla vita
senza 'avere il tempo di ricevere soccorso. Ovunque distruzione, ovunque
dolori e miseria, ovunque lacrime di chi pianse inconsolabile la perdita di
persone care.
A questo punto riporto lo stralcio in versi di quella infausta giornata
pubblicati sul giornalino "L'Eco" del Santuario dei s.s. Cosma e Damiano:
Calma e tranquillità la serata andava
verso la notte placida stellata,
domenica, fatidica giornata,
del mese di novembre ventitrè.
Alle ore diciannove e trentadue
La forte scossa sismica trabocca,
scuote violenta e già tutto dirocca,
tutto sconvolge in un minuto solo.
Vortici d'aria con boati e crolli,
trema sconvolto il suolo, tutto freme,
ondulatorio e sussultorio insieme
struggendo case, masserizie e beni.
E' stato un cataclisma allucinante,
grande terrore, grida disperate,
un fuggi fuggi e masse incontrollate
in cerca d'uno scampo e sicurtà.
Questa scrollata, causa di dolori,
che durerà nel tempo anni ed anni
pei lutti, le rovine ed i malanni,
memore resta per la gravità.
Nonostante tutto; nonostante la paura così largamente diffusa; nonostante lo
sbigottimento e le scene di panico, si sentì il bisogno di vedersi, di incontrarsi,
di raccontarsi i giorni di terrore, e fu l'occasione propizia di un maggiore
amore fra gli uomini.
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Gli organizzatori della VIA CRUCIS, anche se scossi dal sisma,
continuarono in quest'anno a riproporla ed a rifarla perché la Fede non conosce ostacoli.
Nel 1982 la VIA CRUCIS suscitò l'interesse della TV "Telelibera Battipaglia" che riprese tutta la funzione religiosa.
Nel 1983 ricorreva il DECENNALE della VIA CRUCIS VIVENTE
(1973 - 1983), però i festeggiamenti furono rinviati all'anno successivo.
Gli organizzatori furono: Raffaele Talamo, Pasquale Cicatelli e Carmine Attanasio i quali fecero davvero una VIA CRUCIS spettacolare con la
pubblicazione da parte dello scrivente di una locandina.
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UN PARTICOLARE DELLA VIA CRUCIS
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FESTA DEL DECENNALE
Nel 1984 gli stessi organizzatori progettarono di fare la festa del
DECENNALE nel "Circolo Sociale S.O.S." (Società opere di Soccorso) con
l'intervento del Parroco Don Silvio Capone, dei vecchi e nuovi organizzatori,
dei collaboratori e di tutti i partecipanti alla VIA CRUCIS.
In un clima veramente di giubilo aprì la cerimonia Don Silvio che passò poi
il microfono allo scrivente per il discorso ufficiale.
Dissi tra l'altro:
La celebrazione del DECENNALE della VIA CRUCIS VIVENTE, che si è
concluso con l'apertura dell'ANNO SANTO STRAORDINARIO della REDENZIONE (avvenimento importante per la vita della Chiesa e per la santificazione delle anime) è la nostra festa: festa nel nome della Fede; festa
espansiva e piena di gaudio. Noi non lasceremo mai cadere la pratica del
PIO ESERCIZIO sia per la fedeltà alla tradizione sia per la sua portata
educativa, in quanto è un pio esercizio del popolo cristiano vivamente
raccomandato dalla Chiesa, ed è anche un completamento della LITURGIA
perché ha sempre alimentato la pietà dei fedeli chiamandoli alla
conversione.
La vita comunitaria è bella. Essa cresce nella Fede che rappresenta il
fermento per costruire una società nuova fondata sulla civiltà dell'amore.
A conclusione di questa memore giornata celebrativa che riconosciamo di
essere preziosa e storica per il suo valore spirituale e impegnativo, porgo a
tutti l'espressione del mio compiacimento ed il mio grazie; ma un grazie
sentito lo rivolgo principalmente a DIO che ci ha dato la forza e la Fede di
realizzare per tanti anni la celebrazione dei Santi MISTERI, sperando che
presto si possano vedere i luminosi frutti per tutti: i frutti dell'amore, i frutti
del giubilo, t frutti della dolcezza e della pace operosa.
Io sono infinitamente riconoscente al Signore che mi ha consentito di
lavorare accanto ad amici così generosi, così sensibili, così zelanti, ben
preparati e pieni di sacrificio. A questi fraterni giovani collaboratori, ed
agli anziani misti ad essi, va la mia profonda gratitudine, la mia
ammirazione ed i miei larghi elogi del loro apostolato di cui tanto son
degni. Bisogna essere persuasi che in questi dieci anni di attività
comunitaria sono state consolidate le fondamenta di una manifestazione
meravigliosa quale quella della VIA CRUCIS VIVENTE tanto
raccomandata a tutto il laicato da Sua Santità il PAPA GIOVANNI PAOLO
II perché, egli ha detto: — è un Pio Esercizio del popolo cristiano. —
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Ai personaggi, agli organizzatori ed ai collaboratori rivolgo le parole di
GESU': "Amatevi l'un l'altro, come io vi ho amato; da questo, tutti
riconosceranno che siete miei discepoli".
E rivolgo anche le parole di PAPA GIOVANNI di venerata memoria che
disse: - Ut unum sint - siamo tutti una sola cosa.
L'uomo non ha soltanto il dovere di credere le Verità della religione e di
osservare i precetti, ma ha anche quello di compiere atti di culto, cioè
venerazione a GESU', non solo con la mente ma pure con atti esteriori in
modo che il Suo REGNO si diffondi sempre più.
Ed è questo che maggiormente conta - .
Si passò quindi a premiare gli organizzatori e tutti i collaboratori con un
bellissimo documento-ricordo, dal titolo "DIPLOMA DI MERITO" scritto a
caratteri d'oro su carta pergamenata.
In quest'anno fu fatta anche una mostra fotografica sulla VIA CRUCIS
(operatore Carmine Delli Bovi).
Nel 1985 gli stessi organizzatori portarono un'altra innovazione: la presenza
nel corteo di un cavallo, già tanto desiderato dagli stessi.
L'interessamento costante e tenace per tale innovazione e sua realizzazione
lo si deve al giovane Cosimo Bassi il quale, col suo indicibile entusiasmo,
nella sua spiccata qualità di Vice Procuratore, e col suo olimpico mantello
bianco sulle spalle, inforcava con fierezza e con sentimento di giusto orgoglio,
il cavallo da lui ornato di lussuosa gualdrappa, e, schioccando la frusta, lo
faceva scalpitare, lo faceva trottare in lungo e in largo durante tutto il percorso
del corteo processionale di via Mensa.
A vederlo mi saltavano in mente le parole del baritono ALFIO nella terza
scena della "Cavalleria Rusticana" di Mascagni. La funzione religiosa di
quest'anno venne ripresa dalla TV (teleoggi di Napoli).
Gli effetti luce furono meravigliosi, anzi spettacolari come non mai, ed
altrettanto lo furono l'amplificazione vocale e sonora.
Questa nostra pratica religiosa è prova di amore ed anche opera di sublime
apostolato che infiamma l'anima di chi sa comprenderlo, apre magnifici
orizzonti e muove i cuori a sentimenti di contrizione e di pace.
Essa è un'attività costruttiva sotto l'influsso della grazia di Dio, per cui
vogliamo e dobbiamo continuare a svolgerla perché è nostra missione:
missione di laici ed anche missione della Chiesa; è prova tangibile della nostra
sensibilità religiosa; è nostro cammino d'impegno, di testimonianza e di Fede.
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La nostra volontà ad operare viene certamente spronata dal Signore perché
l'anima, contemplando i patimenti di GESU', si sente presa dal desiderio di
fare qualcosa per mostrargli il suo amore.
A venticinque anni dall'ideazione della sacra funzione, oggi per allora possiamo affermare che mai è stata palesata l'idea di strumentalizzare ciò che è
sacro. Noi siamo tutt'oggi consapevoli delle nostre incapacità e chiediamo
scusa a quanti hanno sminuito o disprezzato la nostra opera intesa come
"servizio" per la Chiesa.
Al contrario però, siamo convinti che non per caso, non per facile motività,
qualche lacrima sia scesa a bagnare il viso di chi ha costatato che c'è stato
"UNO" che ha pagato per tutti.
La nostra non è un'illusione se questa "VIA CRUCIS" ha suscitato e può
ancora suscitare la conversione del cuore.
A Dio nulla è impossibile. E se questa sacra rappresentazione dura
ancora, non è certo per nostro merito. lI messaggio che questa "VIA CRUCIS"
lascia lungo le strade del nostro paesello si può racchiudere in queste
parole: - A tutti è dato il dono della Riconciliazione; a tutti è dato sperare in
una vita diversa, più cristiana, più fraterna, e questo messaggio è diretto a
quanti sono consapevoli della loro pochezza, convinti di non essere migliore
degli altri.
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DECENNALE DELLA VIA CRUCIS VIVENTE 1973-83
IL PARROCO DON SILVIO CAPONE PREMIA GLI ORGANIZZATORI E PARTECIPANTI
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PERCHE' LA COMPILAZIONE DI QUESTO OPUSCOLO
Scrivo questo opuscolo con chiara scorrevolezza sperando che sia gradevole
per tutti e che verrà accolto dai lettori, specie dai personaggi e dai
collaboratori che compongono la VIA CRUCIS in MONTICELLI, con
entusiasmo e con gioia confidando che il tempo non lo appanni perché sarà
un vivo ricordo e passerà ai posteri per dimostrare l'intensa attività di questi
fiorenti e baldanzosi giovani, nobili di sentimenti e fecondi di spirito
fattivo in onore di GESU'.
Penso che anche la Chiesa docente sia riconoscente ed apprezza altamente il
nostro operato di laici per l'apostolato della VERITA'.
Nessun tempo fu come questo lontano da CRISTO e tanto bisognoso di
CRISTO. Per trovare l'equilibrio è necessario illuminare l'ignoranza e far
ritrovare agli uomini GESU' VIA, VERITA' e VITA.
L'umanità è smarrita e chiede più luce.
La Chiesa, con la sua dottrina, porge all'umanità la lampada della salvezza,
e noi laici siamo chiamati ad essere i portatori di questa lampada a cui tutti gli
uomini possono guardare come a una luce che splende in mezzo al buio. Noi
corriamo verso una città che è Patria, e portiamo non in mano, ma nel cuore,
una fiamma e una luce. Che questa fiamma non si spenga mai! Gli uomini
hanno tanto bisogno di questa luce per cui spetta a noi di accenderla,
difenderla, tramandarla. Spetta a noi dimostrare al mondo moderno che
CRISTO GESU' è il Signore che non tramonta mai, così l'intera nostra vita
diventerà atto di pietà filiale verso Dio e di fraterna pietà verso il prossimo.
La nostra attività si arricchirà sempre di nuovi meriti perché quanto
facciamo e continueremo a fare saranno attestati di devozione al Signore per il
quale lavoriamo senza tentennamenti e senza cedimenti che assicurano negli
anni a venire la continuità della splendida funzione religiosa e sono la base per
un sempre maggiore sviluppo e per l'attrazione di un maggiore richiamo di
fedeli.
E' tanto breve la vita, spendiamola bene!
Si dice che la vita è solo un passaggio, e questo è segno che il fine non si
raggiunge qui sulla terra dove siamo come forestieri, come pellegrini, ma
dobbiamo proseguire il viaggio senza restare incantati davanti a sirene
ingannatrici.
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Noi crediamo ai valori della vita e della Fede troppo facilmente derisi e
calpestati ai nostri giorni, e sentiamo di essere chiamati a far qualcosa di
concreto e di valido anche perché la buona volontà ci aiuta.
Attraverso il nostro esempio e la nostra testimonianza, la luce di GESU' e il
suo amore, che sono splendore eterno, penetrino in questo mondo moderno
scardinato interiormente e di conseguenza disumano, per trasformarlo in
Regno di Dio. Possano queste modeste semplici pagine servire a qualche cuore
amante del Signore per unirci insieme in un amore sempre più grande nel
Cuore di GESU'.
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LA VIA CRUCIS
Il nostro programma di laici prevede per la sera di VENERDI' SANTO una
solenne VIA CRUCIS VIVENTE, ordinatamente e interamente commentata
dallo scrivente per le vie del paese.
Si tratta di una manifestazione cristiana di Fede e di amore che ha raggiunto
una notevole efficacia ed è tra le più suggestive delle funzioni religiose in
Olevano.
A questo punto sento il dovere di ricordare ai lettori che la splendida
funzione venne instaurata in tempo remoto per un sincero bisogno dello animo
credente, dai Signori: Gaetano Talamo, Enrico Coscia e Antonio Nicolino,
coadiuvati dallo scrivente. Essi furono i pionieri ed ai quali va la riconoscenza
nostra e dei cittadini, nonché l'ammirazione per la loro Fede.
Ai predetti organizzatori successero quelli attuali nelle persone di Raffaele
Talamo, Pasquale Cicatelli, Carmine Attanasio e Cosimo Bassi che preparano
la funzione con molto fervore e la dirigono con entusiasmo e spirito di
iniziativa portandola sempre più a nuovi suggestivi splendori scenografici.
All'orario e alla data fissati per le prove gli interpreti si presentano impeccabilmente, tranne qualche inconveniente che sempre accade, e così il programma si sviluppa rigoroso e austero, e si afferma nella luce di Dio.
E' questo il modo con cui nasce e si organizza un serio lavoro di apostolato.
Noi sappiamo che la VIA CRUCIS viene fatta anche in molti altri paesi d'Italia, però quella che si svolge alla nostra frazione è davvero imponente per la
ricchezza dei costumi e per la partecipazione di personaggi distinti come
appresso:
Un manipolo di soldati in uniforme dell'epoca romana; il Vice Procuratore
QUINTILIO che durante il percorso processionale cavalca un grosso cavallo
tra il trotto e il galoppo; il Capo Centurione; i1 Cristo; la Madonna; la Veronica; la Maddalena; le Pie Donne; il Cireneo; i Ladroni; i componenti il Sinedrio
con a capo il grande Sacerdote Caifa; quelli del Pretorio con a capo Pilato;
Barabba; i portatori d'insegna con la scritta S.P.Q.R.; due tamburini; una
grande croce illuminata d'ambo i lati, e tanti altri ancora con mansioni
sussidiarie.
La mesta processione che conserva tutto il suo fascino e la sua
efficacia purificatrice, si svolge per le vie del paese trasformato nell'antica
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GERUSALEMME, secondo un itinerario prestabilito, tra una moltitudine di
fedeli provenienti da ogni dove.
E' una manifestazione di fede davvero straordinaria che ripropone ogni
anno il tema della penitenza nel suo aspetto più appariscente, ed invita a
sentimenti di contrizione, di rettitudine e di pace per l'umana società. Non vi è
nulla di più solenne della VIA CRUCIS.
Essa è senza dubbio il migliore ossequio e la migliore adorazione che si
possa fare a GESU' ed alla sua CROCE che è fonte di benedizione e di grazie,
è fiaccola della nostra speranza, è fortezza, e rifugio, è la nostra vita eterna,
è luce che risplende fra le tenebre.
Dice Dante nel 22° canto del Paradiso:
— E' Lui la VERITA' che tanto ci sublima! —
La folla in processione e quella accalcata ai margini della strada assiste ai
vari Misteri della Passione, detti comunemente "STAZIONI" che appresso
specifico.
— I' Stazione:
GESU' CONDANNATO A MORTE
Alle ore 19 del Venerdì, dopo il pauroso supplizio della flagellazione avvenuto senza limitazioni di colpi, e dopo la coronazione di spine e !'esecran- do
grido di condanna a morte risuonato nel PRETORIO di PILATO che ancora
oggi viene ripetuto da individui, famiglie e popoli interi, GESU' denudato, dilaniato e ridotto come un verme stritolato nel fango, accetta la sentenza per la
salvezza del genere umano.
— II' Stazione:
GESU' CARICATO DELLA CROCE
GESU' abbraccia la CROCE e si avvia per il CALVARIO, però in questo
momento pare che dica a ciascuno: — chi vuol venire con me, rinneghi se
stesso, prenda la sua CROCE e mi segua.
— III' Stazione:
GESU' CADE LA PRIMA VOLTA
Sotto il peso insopportabile della CROCE, GESU' cade una prima volta al
suolo per sollevare l'umanità decaduta dall'originale grandezza e gravata dalle
conseguenze del peccato. Egli è umiliato e sopraffatto da tante iniquità oltre
che dai patimenti della flagellazione e della coronazione di spine.
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— IV' Stazione:
GESU' INCONTRA LA SUA SS. MADRE
GESU' ridotto tutto una piaga, incontra sua MADRE che vuole portargli
conforto. E' stato un incontro dolorosissimo e penoso. Ella si unisce a GESU';
soffre profondamente con Lui; condivide la sua PASSIONE e lo segue sulla
via della CROCE.
— V' Stazione:
GESU' AIUTATO DAL CIRENEO
GESU' non c'è la fa più a portare il pesante legno della CROCE. Egli è
stremato di forze e le ginocchia non lo reggono. Allora il CENTURIORE
costringe un certo SIMONE, detto il "CIRENEO", a caricarsi della CROCE di
GESU' per portargli aiuto, ma questi trova ben presto difficoltà e si arrende.
GESU' riprende la CROCE e s'incammina per il CALVARIO.
— VI' Stazione:
GESU' INCONTRA LA VERONICA
Il volto di GESU' è tutto intriso di sangue, di sudore e di polvere. I patimenti
subiti lo hanno sfigurato, ma gli uomini lo disprezzano, lo bestemmiano, lo
insultano ancora e godono a vederlo ridotto in quel modo.
Lo spettacolo commuove un'umile donna del popolo a nome VERONICA che
sfidando soldati e autorità si avvicina a GESU' e gli asciuga il sacro Volto con
un candido panno di lino su cui resta impressa la sacra immagine. Ella ci
ammonisce a non aver paura di schierarci dalla parte del giusto che soffre e del
poveri che vive abbandonato ai margini della strada.
— VII' Stazione:
GESU' CADE LA SECONDA VOLTA
GESU' è talmente sfinito che cade una seconda volta al suolo. La sua anima è
triste fino alla morte. La sua caduta ci sottolinea la profondità della sua
sofferenza, l'immensità del suo dolore.
— VIII' Stazione:
GESU' INCONTRA LE PIE DONNE
Le PIE DONNE vanno incontro a GESU' per portargli conforto. Esse
piangono nel vedere GESU' ridotto a larva di uomo. GESU' accetta il loro
pianto, ne apprezza i sentimenti, ma richiama l'attenzione alla radice del male
che è il peccato. Poi dice: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
su voi stesse e sui vostri figli!...”
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— IX' Stazione:
GESU' CADE LA TERZA VOLTA
GESU' cade una terza volta al suolo sotto il peso della CROCE. Egli è sfinito,
accasciato e privo di forze. Il suo corpo è tutto una piaga e gronda sangue. La
bellezza del suo volto è sfigurata dalle indicibili sofferenze ed obbrobri cui è
stato sottoposto.
Sotto i duri colpi inferti dalle belve umane, la pelle si è lacerata, le ferite si
sono aperte una ad una. Ed ecco giunti al luogo del supplizio dove lo attende
una orribile morte, quella di essere denudato, inchiodato, trafitto sulla
CROCE, quella CROCE che gli è stata addossata come segno d'infamia e che
diverrà il segno della speranza.
E' questo l'atto che GESU' vuole compiere per salvarci e per prepararci un
posto nella vita eterna. Egli si offre vittima al sacrificio per la Redenzione del
mondo e per la gloria di DIO-PADRE al quale rivolge parole di tristezza e di
angoscia:
— PADRE, i mali si stringono su di me, e sono senza numero;
— Ascolta i miei gemiti, ti prego;
— Il mio cuore più non regge;
— Si spegne nella miseria la mia forza;
— Sono dimenticato dai cuori come un morto;
— Sono disprezzato dal popolo;
— Sono il rifiuto della società;
— Mi hanno ridotto a polvere di morto;
— La mia anima è triste;
— Dammi conforto, Signore;
— Non mi abbandonare mentre sono in angustie;
— Non tardare a soccorrermi;
— Mio DIO! . .. Mia salvezza! ...
GESU' è triste fino alla morte. Egli è entrato definitivamente nel mistero della
CROCE che troneggia sul CALVARIO come l'antenna dell'umanità e che per i
fedeli è la pedana di lancio verso l’ETERNO.
Su quella CROCE innalzerà il suo pensiero verso l'alto: innalzerà il suo spirito e protenderà le mani dall'oriente all'occidente per donare bontà e pace,
quella pace che l'umanità desidera e che questo mondo ancora non sa dare.
La scena del CALVARIO si fa terrificante.
Il Centuriore ordina di crocifiggere i LADRONI.
Le PIE DONNE offrono vino aromatizzato a GESU' che non lo beve.
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Raffaele Talamo — VIA CRUCIS VIVENTE alla frazione Monticelli di Olevano sul Tusciano
GESU', spogliato delle vesti, viene beffato e deriso, poi viene inchiodato mani
e piedi sulla CROCE e dai soldati innalzata.
Fissando lo sguardo su CRISTO, sentiamo un irresistibile movimento
interiore che ci porta a Lui, e risuona solenne alle nostre orecchie il suo invito:
- Convertitevi e credete alle immutabili parole del VANGELO - .
Egli, dall'alto della CROCE rivolge al PADRE commosse parole che
formano per i fedeli oggetto di altissima devozione.
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PADRE, perdona loro perché non sanno quello che fanno;
Sono stato messo nel numero dei malfattori;
Hanno forato, le mie mani e i miei piedi;
Mio DIO, perché mi hai abbandonato;
Vieni in mio aiuto;
Ma ora vengo a te perché non sono del mondo;
O MARIA, è grande come il mare la tua ferita;
Spargi lacrime come un torrente;
Guardami! ...Rispondimi! ...(Figlio! ...Figlio mio! ...)
Ecco tuo Figlio!
GIOVANNI, ecco tua MADRE!
Ho sete! ...
Tutto è compiuto!
PADRE, nelle tue mani depongo il mio spirito!...
GESU', vittima dell'odio, vittima della furia e della violenza, spira fra due
condannati, in mezzo alle incomprensioni, in mezzo all'abbandono e al
rifiuto. Come non sentirsi profondamente commossi fino alle lacrime?
Cadono le tenebre. Sulla terra si scatena un'immane tempesta; il velo del
TEMPIO cade; MARIA piange lungamente un pianto di dolore e il suo cuore
si spezza con quello del FIGLIO ai piedi della CROCE.
Il Centurione esclama: — Ma veramente quest'uomo era il FIGLIO di DIO! …
E' una scena sconvolgente, la più drammatica di tutte!... Si ode un fremito
nell'aria come qualcosa di sovrumano si stesse compiendo. Difatti, si è
compiuta l'opera di Redenzione di tutta l'umanità. Però, come se non fossero
bastati i tormenti e il martirio, come se non fosse bastata la spaventosità della
flagellazione, della coronazione di spine e della crocifissione, si è aggiunto
anche un colpo di lancia al costato per l'accertamento dell'avvenuta morte
dalla cui ferita è uscito acqua e sangue.
Egli è stato trasferito per i delitti e le iniquità degli uomini.
Il potere delle tenebre ha trionfato, ma è stato travolto dal sacrificio
dell'amore, di DIO-AMORE, per cui un'ebbrezza d'immortalità certa, un aria
di PARADISO pervade il genere umano.
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GIUSEPPE di ARIMATEA, benchè membro del SINEDRIO, non si è
associato agli altri per condannare a morte GESU' e, con l'aiuto del discepolo
NICODEMO, depone GESU' dalla CROCE e lo mette tra le braccia della
Santa MADRE che piangendo lungamente, lo accoglie rinnovando nel suo
cuore i dolori della PASSIONE.
Col sacrificio della CROCE si è adempiuta la Scrittura.
GESU' ci ha donato la sua vita fino all'ultima goccia di sangue; ci ha donato
l'amore infinito; ci ha donato la Redenzione.
La sua CROCE si è mutata da CROCE d'infamia a CROCE di onore; essa è
il premio della santità; è il vessillo della pace; è fonte di benedizioni e di
grazie, ed è nostra certezza e nostra forza nel navigare della vita.
I soldati adagiano con cura, sulla barella, il Corpo di GESU' morto. Il sacro
corteo si ricompone e si avvia per il rientro in Parrocchia tra una imponente
fiaccolata, seguito da migliaia di fedeli in un clima veramente penitenziale
perché sentono compassione per GESU', ma la vera compassione non è
tristezza: è sorgente d'immenso gaudio.
Così ha termine la edificante funzione della VIA CRUCIS VIVENTE
facendo comprendere che attraverso la sofferenza si giunge alla vittoria finale.
Difatti, il terzo giorno GESU' risuscita da morte ed è il trionfatore eterno.
La pietra rotolata dal SEPOLCRO è diventata sorgente d'ineffabile gioia e
certezza di speranza. Il potere delle tenebre è vinto; le porte del PARADISO si
spalancano dinanzi al genere umano che potrà finalmente vedere la gloria di
DIO-PADRE ed avere la sua stessa vita nella grazia.
Ma GESU', spinto dall'amore, è rimasto con noi. Per nostro bene ha scelto
lo stato Eucaristico di perpetuo sacrificio: il sacrificio della CROCE che
continua in maniera incruenta su tutti gli ALTARI della terra portando il suo
messaggio di perdono, di pace e di amore.
Noi sappiamo per esperienza che la vita presenta sempre delle pene da
soffrire, sia fisiche che morali, sia leggere che gravi, ma la bontà di DIO è così
grande e il suo amore così intenso che Egli interviene sempre per consolare il
prossimo.
Auguro ad ogni lettore di essere come GIOVANNI, come la MADDALENA e come !'ADDOLORATA nel dolore della PASSIONE e nel gaudio della
RISURREZIONE.
Porgo un grazie sincero ai Signori: Saverio Delli Bovi, Mattia Carfagno,
Primo Campione, Giovanni Molinaro, Cosimo Di Feo, Carmine Provenza,
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Umberto Delli Bovi, Arnaldo Malzone, Angelo Di Lascio e Lauretino
Manzillo che hanno collaborato con gli organizzatori con dignità e con Fede,
per lo spazio di dieci anni continui, allo svolgimento e la buona riuscita della
sacra funzione.
Del pari porgo un grazie ai personaggi e collaboratori attuali che destano
ammirazione e sono un cuore solo, un'anima sola. Che il Signore mantenga
sempre acceso in essi il fuoco del suo amore, nonché quello di MARIA,
MADRE di GESU', stella fulgente del firmamento, nostra salvezza ancora di
speranza e nostra guida, centro dell'universo, fine ultimo di tutte le cose.
Il Signore accresca a questi suoi figli la Fede, affinché non si smarriscano
nel deserto impervio di questo mondo e vedano e sentino il Suo amore.
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PARTICOLARE DELLA VIA CRUCIS VIVENTE «IL CALVARIO»
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PASQUA
Per tutta l'umanità PASQUA è RISURREZIONE: è il ritorno in vita di
GESU', ed è una delle grandi solennità che la Chiesa celebra e commemora.
CRISTO, al terzo giorno dalla sua morte, ribaltò la pietra del SEPOLCRO,
infranse i sigilli, le guardie fuggirono ed egli risuscitò glorioso e trionfante
come aveva promesso: "Non abbiate paura, io ho vinto il mondo, e sarò con
voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli".
Se GESU' non fosse risorto, sarebbe crollata tutta la sua credibilità, specie
quando affermò agli ebrei, parlando del suo Corpo: "Voi distruggete questo
TEMPIO ed io lo riedificherò in tre giorni". CRISTO, il BUON PASTORE di
tutti gli uomini, è risorto ed anche noi risorgeremo.
Così la PASQUA è diventata per tutti speranza di gloria. Ce lo insegna
la storia e ce lo dice la Fede che fa piovere sull'umanità un lavacro di
misericordia infinita.
Noi vogliamo vivere la PASQUA, il che significa convertirci a vita nuova,
a mentalità nuova, a comportamento nuovo nella Verità che elimina ogni
forma di ipocrisia.
CRISTO non muore più perché la morte non ha più potere su di Lui, ciò
significa che è sempre vivo: ieri, oggi, domani e nei secoli eterni.
Il suo Regno non avrà fine. Egli è la nostra PASQUA, la nostra salvezza,
la nostra speranza, la nostra immagine che nessuno potrà mai cancellare dalla
terra.
Esprimiamogli in questo santo giorno tutta la nostra gioia e cantiamo con la
Chiesa il gloria e alleluia tra il suono festoso delle campane e lo sbocciar dei
fiori.
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CAMPANE DI PASQUA
O campane di PASQUA festose
ch'oggi a gloria sublime suonate,
e con note squillanti, armoniose,
il risorto GESU' annunciate,
dite al mondo con voci serene:
non più guerre, ma pane e lavoro;
non più sangue, vogliatevi bene,
nell'amor troverete ristoro!
Deh, tendete le mani al fratello,
ed aprite le braccia al perdono;
d'una guerra evitate il flagello,
ed ognuno risorga più buono.
Pasqua santa è la vera letizia,
ed è fonte d'amore beato,
nostra Via è GESU' e giustizia,
e bandisce da noi il peccato.
Alleluia ci canta la Chiesa
in quest'ora tremenda che vaga
per il mondo e si resta in attesa
della pace di bene presaga.
Certamente GESU' non ci lascia
prigionieri di tanta tristezza,
ma rincuora e dilegua l'ambascia
perché LUI è la VITA, è FORTEZZA.
Nostra speme è che tutti gli Stati
si decidino a fare l'accordo
sul disarmo e vivremo placati
riserbando il più vivo ricordo.
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LA FEDE
Ho detto in prefazione che questi attivi volenterosi giovani promuovono ed
attuano la VIA CRUCIS con pura Fede. Ebbene, debbo confermare che la
Fede è necessaria; lo asserisce categoricamente GESU': - Senza la Fede non è
possibile piacere a DIO. —
La Fede è forza viva che tende a diffondersi ed a manifestarsi all'e- sterno; è
realtà di cose sperate e convincimento di cose che non si ve- dono; è adesione
al disegno di Dio. —
Quando si coltiva la Fede, l'entusiasmo si eccita, la generosità si esalta, gli
ardori si moltiplicano. La Fede è luce, e bisogna fame tesoro per la vita presente e per la vita futura. Essa dà sicurezza di camminare per la via buona verso la meta sicura in questo mondo in declino dove abbonda- no gli sbandati,
gli sperduti, i disorientati, i disperati, i falliti.
La fede è infusa nell'anima che è inclinata ad aderire a DIO di cui sente un
imprescindibile bisogno. Per la Fede anche la tomba ci parla di vita eterna e
non di morte, perciò non resta che di chiederla così come
fecero gli APOSTOLI:
" SIGNORE, accresci la nostra Fede! "
Noi laici vogliamo corazzarci di Fede; vogliamo coprire il nostro capo
con l'elmo della Fede perché, così equipaggiati, non temeremo né fortezza
né insidia avversaria.
A questo punto mi piace di portare a conoscenza dei lettori una lirica in
rima Dantesca intitolata precisamente "LA FEDE".
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LA FEDE
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai in un grandioso bosco
che la dritta via era smarrita.
Dinanzi a me tutt' era cupo e fosco,
e nel pensier rinnova la paura
tant'era fitto il loco ed anche losco.
Se vuoi saper chi c'era è cosa dura,
né ti dirò come colà v'entrai,
ma, dammi ascolto, non aver paura,
ed ora accenno a quel che vi trovai.
Una vecchietta cieca e vacillante
mi disse: — se la strada non la sai
te la posso additare in questo istante
perché già fin da tempo la conosco,
tu vieni dietro ed io vado avanti;
però, non sbigottir se tetro è il bosco,
che nel cammino ti darò la voce,
signore egregio dall'aspetto fosco!
Vedi colà, in fondo, quella CROCE?
ebbene, ognuno lì dovrà arrivare
come d'un fiume l'acqua va alla foce,
per cui ti esorto e dico: non sostare.
Ed io ad ella: — parmi alquanto strano
che chi non vede mi possa guidare ...
La cieca allora mi pigliò per mano
e sospirò: — cammina! ... - Era la Fede
credenza in DIO d'ogni buon cristiano.
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LA PACE
GESU' dopo la sua morte apparve agli APOSTOLI e disse:
"La Pace sia con voi"
Ai nostri giorni l'onda della barbarie, il bestiale gusto di sangue e della
morte, l'esaltazione della violenza e dello spirito travolgono il vivere civile:
sembra che nessuno possa salvarsi da questa alluvione di sporco fango del
mondo. Però, accanto alla schiuma dell'odio che galleggia sulla superficie
delle realtà apparenti, vi sono milioni di cuori che difendono la propria
purezza e castità, che donano sacrifici di amore per il bene altrui preghiere e
sofferenze per la pace.
Già da tempo i giornali parlano di negoziati tra RUSSIA e AMERICA sulle
armi nucleari, però, mentre si tesse la paziente tela, ognuno delle parti
continua abilmente a studiare, a provare ed a produrre nuovi ordigni di guerra.
Gli arsenali si gonfiano sempre più e sono un pericolo per l'umanità. Basta un
minimo errore e le armi entrano in funzione.
Io sono del parere che questi cantieri di morte si dovrebbero abbandonare e
aprire invece i cantieri di vita .
Se Dante tornasse a rivedere la sua "Divina Commedia" credo che dovrebbe
aggiungere un particolare girone a quelli dell'Inferno per riservarlo ai
responsabili di questa corsa sfrenata agli armamenti.
Il SIGNORE disse agli APOSTOLI:
" Vi dò la mia pace, vi lascio la pace "
e noi vogliamo sperare che questa pace si ristabilisca e risplenda finalmente
perché fondata sulla giustizia, sulla carità e sulla giusta libertà dei popoli .
Intanto, mentre oggi si parla come non mai di giustizia sociale, c'è chi
sciupa il superfluo e chi patisce la fame.
A questo proposito voglio citare un brano famoso dei Promessi Sposi del
Manzoni: Quando Renzo e Lucia s'incontravano nel Lazzaretto con Padre
Cristoforo, questi, porgendo un frusto di pane dice: "serbatelo; fatelo vedere ai
vostri figliuoli; verranno in un triste mondo e in tempi tristi, in mezzo ai
superbi e ai provocatori! Dite loro che perdonino sempre sempre!".
Queste parole tramandateci dal Manzoni sono un insegnamento evangelico.!
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Con tutta la miseria e la fame che c'è nel mondo, è una vera ingiustizia
impiegare ingenti capitali in armi che sono apportatrici di morte; potrebbero
invece essere spesi per dare pane e lavoro ai milioni di persone bisognose e
oppresse da tante calamità.
Vi sono tanti Premi Nobel per la pace. Si predica la pace. Si dice pace,
pace, ma la pace esula dai cuori ed è diventata una preoccupazione maggiore
per le gravi minacce che continuano a pesare nel mondo.
Ma noi ci affidiamo alla protezione della VERGINE MARIA che è nel
trionfo dei cieli, che è MADRE, sorella e figlia del genere umano alla quale
sale il nostro grido invocante:
- O REGINA della Pace, prega per noi! ...
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LA PIETA' dipinta dall'Autore Raffaele Talamo
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ANNIVVERSARIO DELLA ESPLOSIONE
DELLA BOMBA ATOMICA
Ai primi di agosto del decorso anno 1985 il GIAPPONE ha commemorato
il 40° anniversario dell'esplosione della bomba atomica, la prima della
storia dell'umanità, che fu sganciata da una fortezza volante americana
su HIROSHIMA.
Hanno fatto suonare a martello per sette volte la campana della pace che
ricorda le 140.000 vittime di quella strage.
Il Premier Giapponese ha detto:
— Abbiamo la grande responsabilità di proteggere la nostra terra dalla
tragedia della guerra, e in particolare dagli orrori delle armi atomiche.
STATI UNITI e UNIONE SOVIETICA, che hanno nelle loro mani il destino
del genere umano, devono immediatamente sospendere tutti gli esperimenti
atomici e decidere, senza indugi, di bandire tutte queste armi.Altrettanto diciamo noi! ...
La guerra è il mezzo più barbaro per risolvere i contrasti.
La guerra è una forma di rivoluzione oppressiva e devastatrice, e perciò si
ha bisogno di pace, non però di una pace malata di cui oggi go- diamo e che ha
l'inestimabile valore di non essere la guerra, però bisogna curarla risolvendo i
più gravi problemi che determinano il suo stato di infermità.
Noi abbiamo bisogno di collaborazione con gli altri popoli, quale prima
condizione necessaria, e questa reciproca collaborazione si chiama "pace".
La pace è l'avvenire della civiltà. La pace viene da Dio. La pace è un
dono di DIO. La pace è un bene di ordine essenzialmente umano e perciò
bisogna ricercarla, bisogna sforzarsi di stabilirla con impegno personale
e comunitario lungo tutto il percorso della storia per intraprendere un cammino
di vera fraternità universale.
Intanto si appura che nel LIBANO, in SUD AFRICA, in INDIA, in CILE,
in IRLANDA, senza dire poi dell'AFGANISTAN e del Sud-Est ASIATICO,
il cannone spara ancora, la bomba esplode, il mitra uccide ogni giorno.
Ma sarebbe ora di finirla! …
Anche se c'è una MADRE TERESA di CALCUTA che prega notte e giorno
per la salvezza dell'umanità, noi confidiamo nella buona volontà e nella
saggezza di coloro che presiedono ai destini dei popoli nell'evitare conflitti e
salvaguardare la pace il cui impegno è nobile ed è lo scopo tanto necessario.
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SIA PACE NEL MONDO
Perchè mai tant'odio fecondo,
tanti atroci ed iniqui delitti?
Perchè viver fra tanto terrore
e contese che recan conflitti?
Ma pensate, ci grida il SIGNORE,
alla vita per voi elargita,
al Creato che ho fatto per voi
con amore e con gioia infinita!
Orsù, dunque, bandiamo la guerra,
ritorniamo agli antichi splendori;
non si bagni di sangue la terra,
e la pace ci regni nei cuori!
Noi non siam che granelli di sabbia,
siamo un nulla rispetto al Creato,
e perciò, deh, vogliamoci bene,
di quel bene che fu predicato.
Di grandezza ed umana ingiustizia
rifugiamo l'umana apparenza
con vigore cosciente, sereno,
perchè tale è la nostra esigenza.
Diamo pane ai fratelli affamati,
liberiamo ogni oppressa creatura,
distruggiamo le avvinte catene
di tirannica amara sventura.
Ti preghiamo, eterno SIGNORE,
pria che il mondo sia tutto dannato,
fa sparire tant'odio e dolore,
e ciascuno da Te sia salvato!
Questo scorcio di lotta terrena,
questa breve durata di vita,
ci sia monito e faccia capire
che a suo tempo il verdetto verrà.
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PARTECIPANTI ALLA VIA CRUCIS 1980
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CONCLUSIONE
Il motivo della compilazione di questo modesto opuscolo è stato quello di
aver voluto immortalare con le sue pagini che sono pagini di storia, i tanti
ricordi sempre vivi dentro di me e che come tali resteranno anche agli amici
coi quali ho trascorso momenti davvero gioiosi.
Mi sembra di ripetere nel salone della Parrocchia le prove attitudinali.
Mi sembra di riudire il chiasso, il richiamo all'attenzione, le voci alte e forti,
il ridere sommesso e, a volte, anche qualche rabbiosa inquietudine la cui
atmosfera si placava come avviene dopo un temporale.
Nella speranza di avere assolto questo mio compito secondo il desiderio dei
simpatici amici Cicatelli Pasquale e Bassi Cosimo, che insistentemente e
soverchiamente mi hanno invogliato a doverlo vergare, prego i lettori di
serbarlo gelosamente perché un dì potrà rimembrare un volto, un nome, un
attimo vissuto, nello scrigno dei ricordi, in quanto lui solo rimane testimone
del nostro fervore, delle ore più entusiaste, del sacrificio e del lavoro compiuto
a prò del SIGNORE.
Noi siamo povera cosa, e con la nostra spoglia si disperderà tutto se non
lasciamo in ricordo la bontà del nostro cuore.
Io in particolare sono un uomo già gravato dagli anni.
E sì! ... Il veloce passar del tempo purtroppo logora implacabile le stagioni
della vita, e mi allontano piano piano, lentamente, e, salutando gli amici, lascio
ed essi questo pugno di pagine ed il mio amore.
Sappiano che dopo la mia scomparsa sarò ancora di guida così come diceva
il poeta romagnolo BENTINI:
— Il carro oltre passò, d'erbe ripieno,
e par che odora la silvestre via.
Possa fare anche tu come quel fieno,
lasciare un buon ricordo anima mia!... —
A questo punto dichiaro ultimato questo mio opuscolo nella certezza di aver
impresso un'orma indelebile nella storia civile e religiosa del paese.
Frattanto colgo l'occasione di rinnovare ancora una volta il mio grazie ed i
miei fervidi voti augurali a tutti i componenti della VIA CRUCIS VIVENTE
la cui collaborazione generosa, intelligente e appassionata ho avuto modo di
apprezzare fin dal primo momento del mio inserimento in mezzo a dessi.
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Spero che siano sempre più il modello o lo stampo su cui si martella
e si forgia il futuro umano; che si ravvivi in essi la Fede ed accresca la
speranza di un mondo migliore nella pace, nella libertà, nella giustizia;
giustizia che vuol dire lavoro per tutti, casa per chi non ce l'ha, assistenza a
chi necessita, libertà e politica per tutti, vocazione artistica e spirituale.
Ed ora non mi resta che di chiudere l'opuscolo in maniera a me
piacevole, invocando su tutti l'onnipotenza divina coi celebri ed illustri
versi del Manzoni:
— Vieni, o Signor; riposati,
regna nei nostri petti,
sgombra dai nostri affetti
ciò che immortal non è. —
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ELENCO NOMINATIVO:
delle persone che hanno preso parte alla «VIA CRUCIS VIVENTE»
nell'anno 1985.
ORGANIZZATORI :
Raffaele Talamo - Pasquale Cicatelli - Carmine Attanasio
CRISTO :
Carmine Attanasio
MADONNA : Giulia Delle Donne
VERONICA : Vincenza Tortorella
MADDALENA: Maria Lucia Carleo
PIE DONNE :
Serafina Vece, Annamaria Mazzarini, Anna Pastorino
CIRENEO:
Giampiero Carucci
CAPO CENTURIORE : Saverio Delli Bovi
SOLDATI:
Luciano Di Matteo, Damiano Bassi, Arnaldo Malzone,
Angelo Di Lascio, Michele Carbone, Giuseppe Provenza,
Francesco Rio, Massimo Avallane, Michele De Vita,
Umberto Delli Bovi, Vincenzo Bubbolo, Salvatore Ruberto
LADRONI:
Egidio Calabrese, Vincenzo Palmieri
PORTA INSEGNE :
Mario De Sio, Aniello La Francesca
PORTA CROCE ILLUM.: Gerardo Bassi
TAMBURINO :
Franco Malzone
FRUSTATORE :
Pasquale Attanasio
SINEDRIO:
CAIFA :
GIUSEPPE:
I° SACERDOTE:
2° SACERDOTE:
NICODEMO :
ZERA :
Mattia Carfagno
Cosimo Di feo
Pasquale Cicatelli
Primo Campione
Aldo Poppiti
Mario Pagano
PRETORIO:
PILATO :
QUINTILIO :
BARABBA :
Mario Grippo
Cosimo Bassi
Carmine Germano
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Stampato nell’anno 1985
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