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Periodico dell’ Associazione Volontari Assistenza Pazienti Oncologici
anno 7 n. 34 - dicembre 2012
Un successo il concorso nazionale promosso da AVAPO
”TENENDOCI PER MANO”,
POESIA E NARRATIVA PER LA SOLIDARIETA’
La premiazione si è tenuta
il 24 novembre al Centro Candiani
S
abato 24 novembre presso il Centro Culturale
Candiani di Mestre ha avuto luogo la cerimonia
conclusiva della prima edizione del Concorso
nazionale di poesia e narrativa indetto da
AVAPO-Mestre in collaborazione con l’Assessorato
alle Attività Culturali del Comune di Venezia, la
Municipalità di Mestre-Carpenedo ed il Gruppo
Poesia Comunità di Mestre.
Il tema da sviluppare riguardava la solidarietà
in un ambito specifico e delicato quale quello
caratterizzato dalla patologia oncologica; il titolo
prescelto era: TENENDOCI PER MANO. Se ti
ammali di tumore, io sono vicino a te.
L’obiettivo che ci si è posti nel promuovere questa
iniziativa è stato quello di sottolineare per chi è malato
e per chi vive accanto a lui, l’importanza di poter contare
sulla vicinanza umana, sul calore, la comprensione ed il
sostegno di familiari, amici, di persone comuni ma al tempo
stesso “speciali” quali i volontari, presenze che diventano
“linfa vitale” per poter affrontare un percorso spesso spinoso
connotato da tante paure, ansie e da una continua trepidazione.
Sentimenti questi che spesso impediscono di guardare ai
giorni a venire con quella serenità d’animo necessaria per
superare anche i momenti più delicati e difficili. Sapere quindi
che non si è e non si sarà mai lasciati soli nel vivere questa
esperienza, che ci sarà sempre qualcuno pronto a sorreggere
e a tenere per mano, è determinante per ritrovare in se stessi
quella forza che induce a reagire, ad apprezzare piccoli gesti
e momenti di tenerezza, a godere degli effetti benefici di un
sorriso strappato alle lacrime.
La scelta di bandire questo concorso ed il successo riscosso in
termini di adesione sembra abbiano colto un bisogno spesso
sopito, di “ritrovare e rileggere dentro se stessi” esperienze personali anche
dolorose, in una sorta di percorso rievocativo che diventa terapeutico e
liberatorio per chi lo compie e assume al tempo stesso per il lettore, il valore
della testimonianza; ognuno può ritrovare all’interno di questa “particolare
antologia”, un testo in cui riconoscersi.
La partecipazione al concorso ha superato le aspettative: i testi pervenuti in
totale sono stati 187 dei quali 44 per la sezione narrativa e143 per la sezione
di poesia. Circa il 50% di essi appartiene ad autori provenienti da regioni
diverse dal Veneto.
Buona anche l’adesione da parte di giovani studenti, elemento questo di
particolare soddisfazione che fa ben sperare
per il futuro, in una
sorta di “passaggio del testimone” alle nuove
segue a pag. 2
ALL’ INTERNO
“Tenendoci per mano”,
i componimenti premiati
a pagina 4
Ai nostri sostenitori:
grazie di cuore!
a pagina 6
dalla prima
segue dalla prima
generazioni che accanto alla freschezza e
spensieratezza che generalmente connotano l’età giovanile,
hanno dimostrato di saper dare voce a valori universali quale
quello della solidarietà.
La giuria, costituita da esperti in ambito letterario, ha
sottolineato la qualità, la pregnanza e la forza che traspaiono
dai testi pervenuti: molti di essi “narrano” un dolore personale
che è stato difficile racchiudere in un voto. Significative pure
alcune delle metafore che si sono ritrovate tra le righe e che in
molti casi hanno sottolineato i colori ed i ritmi che avvolgono
chi si trova a vivere l’esperienza di malattia.
La realizzazione di questa importante iniziativa, è stata
resa possibile grazie alla collaborazione di molte persone:
ciascuna di esse di fondamentale importanza perché pur se
con compiti diversi, ognuno ha contribuito alla buona riuscita
della manifestazione stessa. Alla cerimonia di premiazione
erano presenti: l’assessora alle Attività Culturali del Comune
di Venezia Tiziana Agostini nella veste di Presidente di giuria,
i componenti delle giurie suddivisi in sezione prosa e poesia.
I giurati della sezione prosa erano Stefania Bullo, Federico
Moro, Chiara Puppini e Carla Zancanaro, mente la giuria che
ha esaminato i componimenti poetici era costituita da Antonella
Barina, Andreina Corso, Tony Marra, Laura Pierdicchi e Giorgia
Pollastri. Luciana Castagnaro, segretaria del premio, durante
l’assegnazione dei riconoscimenti ai vincitori ha rivestito il
ruolo di voce narrante con il suggestivo accompagnamento
musicale di Charly Bertolotto che ha reso ancora più struggenti
le emozioni suscitate dai testi letti.
I premi sono stati così assegnati: per la sezione narrativa il
3° premio è andato al racconto “L’ultimo anello” di Annalisa
Pasqualetto Brugin di Mestre che ha trattato il tema del
2
Vita dell‛Associazione
concorso in modo originale sottolineando l’importanza di un
“mediatore per attivare la catena della solidarietà; il 2° premio è
stato attribuito al racconto “Nella stanza” di Renata Di Sano di
Caserta. Come recita la motivazione, “il tema della solidarietà è
vissuto nel rapporto madre/figlia, anche in maniera conflittuale:
verità e poesia in una storia dove il dramma si consuma
nell’apparente assenza di azione”. Vincitore del concorso a
cui è andato il 1° premio, il racconto “Jack Sparrow” scritto da
Carlo Cascone di Treviso che si è aggiudicato un motoscooter
elettrico. Il suo racconto ha affrontato il tema della solidarietà
attraverso gli occhi di un bambino. Nel testo non mancano
sfumature di ironia che alleggeriscono il dolore vissuto da tutta
la famiglia.
Per la sezione poesia è stato assegnato un 3° premio exaequo al componimento “Sentire la vita” di Umberto Antonioli
di Casalfiumanese in provincia di Bologna e a “Il pagliaccio”
di Maria Elsa Scarparolo di Vicenza rispettivamente con le
seguenti motivazioni:”Lirica che inizia con lenta tristezza
come un canto silenzioso che va, gradualmente, verso una
chiusa di grande impatto emotivo che cerca di trasformare
l’essere umano in un essere capace di redimersi, superando
le sofferenze del mondo con il coraggio delle proprie lacrime”;
“ Non sono nati per caso i medici pagliaccio; la poeta narra
il mondo del dolore dell’infanzia tinteggiato dalla presenza
di uno di loro che illumina il reparto pediatrico, restituisce
il sorriso ai bambini, rilancia il gioco della speranza, in uno
stile scorrevole che come l’allegria del pagliaccio rotola
verso il lettore.” Il 2° premio è stato riconosciuto alla poesia
“Nell’abbraccio sconfinato di Dio” di Patrizia Cozzolino di
Napoli che nonostante la distanza ha voluto essere presente
alla cerimonia di premiazione testimoniando la propria
soddisfazione per aver potuto partecipare a quella che ha
definito una sorta di sfida derivante dalla difficoltà del tema
del concorso. La motivazione addotta dalla giuria riconosce
la “valenza di un messaggio universale che ricongiunge
l’abbraccio del sentire, la forza del dolore e la consolazione
dell’immenso”. Vincitore del concorso per questa sezione a
cui è stato attribuito il 1° premio, è risultato il componimento
“Cosa mi serve” di Renato Omacini del Lido di Venezia.
All’autore è stato consegnato il premio messo a disposizione
dall’Associazione Veneziana Albergatori consistente in un
soggiorno a Roma. Il componimento “con sinteticità e senza
retorica, ha affrontato il momento della consapevolezza della
malattia, di uno spazio temporale limitato e della necessità
di sentirsi appoggiato. Tempi e rumori si smorzeranno sino a
chiudersi in un grazie all’altro e comunque alla vita”.
Un premio speciale volto a sottolineare l’importanza della loro
partecipazione, è stato attribuito per entrambe le sezioni, ai
giovani. Questo riconoscimento è andato ad Alvise Canal di
Mestre che ha presentato il racconto “L’ultima speranza”e ai
componimenti poetici di Elisa Florian, la più giovane partecipante
in assoluto di 16 anni, di Marghera con “La solidarietà”, di Elisa
Matteligh di Marcon con la poesia “Passaparola” ed infine a
Valentina Trezzi di Portogruraro che ha composto “In memoria
di L., con affetto”.
Proprio per la significatività e la pregnanza dei testi pervenuti
si è scelto di racchiuderli in un DVD che è stato donato a tutti
i partecipanti e che è possibile richiedere alla sede di AVAPOMestre.
Stefania Bullo
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Tenendoci per mano
Da questo numero iniziamo a pubblicare alcuni dei racconti e dei componimenti poetici che ci sono pervenuti nell’ambito del
concorso letterario “Tenendoci per mano: se ti ammali di tumore, io sono vicino a te”. Iniziamo dai vincitori per la sezione
narrativa e poesia.
JACK SPARROW
di Carlo Cascone
o zio s’è dato una smagrita e la zia secondo me
lo invidia da morire. È abbastanza cicciona la zia,
non obesa come dice papà, ma cicciona sì. È un
fatto.
Un altro fatto è che ieri siamo stati a festeggiare il mio
compleanno, da loro, dagli zii, nella casa campagnola.
«Marcello hai voglia se quest’anno lo facciamo da zio il
tuo compleanno?» mi ha chiesto la mamma la settimana
passata, «Puoi chiamare anche la Ester se vuoi.»
«La Ester innanzitutto è una femmina e io le femmine al
mio compleanno non ce le voglio.»
«Pensavo che la Ester fosse la tua fidanzatina.»
«La Ester È la mia fidanzatina. Ma purtroppo è
principalmente una femmina, quindi si attacca al tram.
E comunque fare la festa dagli zii va bene, credo.»
È stato un compleanno ingiallito dall’autunno che
arrivava, molto bello però. Con le caldarroste e il chinotto,
e il mago incapace che io ho dovuto fingere di ammirare
altrimenti deludevo la Francesca che si era data tanta
preoccupazione per ingaggiarlo sotto indicazione della
zia. La zia la Francesca la mamma non erano che tre
delle innumerevoli femmine presenti al mio compleanno
nonostante le mie istruzioni a riguardo fossero state ben
precise. Ma comunque sono stato felice.
Nella casa campagnola ci sono tanti ospiti oltre zio, e tanti amici di questi ospiti, e delle volte anche amici degli amici.
Tantissimi. Infatti ieri a soffiare sul salame di cioccolata secondo me eravamo un milione di persone.
«Esprimi un desiderio» dice la Francesca.
«L’ho espresso l’ho espresso.»
In cortile le sedie con le ruote se ha piovuto s’impantanano, quindi in questo periodo in linea di massima meglio non forzarle.
Ma ieri siccome era la mia festa Ettore (La Manna Dal Cielo lo chiama la zia, «È femminello, sì, però è una manna» dice)
e insomma con Ettore anche se non si potrebbe abbiamo fatto la gara con le sedie, da un muro all’altro del cortile. Niente
niente sarà un chilometro secondo me. Ho vinto.
Ettore ha detto che vuole assolutamente la rivincita, ma un’altra volta perché adesso doveva andare a fare il giro degli ospiti
che per via della debolezza era meglio se rimanevano coricati. Vuole bene a tutti quanti, e loro a lui, più di tutti la Giada, che
ha un anno più di me e con Ettore insieme si leggono ogni pomeriggio un po’ di Harry Potter, il due: La Camera Dei Segreti.
Io ho visto il film. Fa schifo. Molto ma molto meglio Jack Sparrow I Pirati
Dei Caraibi, nemmeno parlarne.
Credo che con l’età che ho compiuto adesso, da ieri, ho acquisito delle
responsabilità. Un bel momento la zia mi prende in parte, già era venuta
sera e quasi tutti i miei amici erano andati a casa. Giocavo a calcio da
solo, difatti.
«Marcello, lo vai a salutare lo zio in camera?»
Non è un volontariato smielato
«Io da solo, zia?»
«Tu da solo, Marcello.»
che mi serve:
Il corridoio della casa campagnola è tiepido e i muri sembrano colorati
nel tunnel in cui sono,
con i pastelli azzurri. La porta dello zio è socchiusa, allora busso.
abbassate i rumori delle parole vacue,
«Avanti» dice Ettore, da dentro.
«Marcello, vieni a salutare» mi fa Ettore, poi si china e dà un bacino in
accendete le luci dell’intelligenza;
fronte allo zio. Una smanceria che zio, son sicuro, se gliela facevano
poiché non so quanto duri,
l’anno scorso avrebbe tirato giù il finimondo, sicuro avrebbe invocato il
buttate l’orologio.
suo amato Benito e se ne sarebbe uscito con una delle sue, del tipo «Va’
de retro! Lazzarone d’un invertito!»
In una mano tenete un placebo
E invece dovevate vederlo. Mentre Ettore gli dava il bacino in fronte zio
e
con l’altra stringete le mie dita.
aveva gli occhi chiusi e un sorriso straordinario e mansueto. E quando ha
Grazie
fatto per uscire e lasciarci soli, zio, sempre con gli occhi chiusi e il sorriso,
gli ha tenuto la mano più che ha potuto, non forte, in modo
Cosa mi serve
di Renato Omacini
4
Testimonianze
grazioso, finché le dita non son scivolate via naturalmente, ricadendogli sul letto.
«E allora Marcello?»
«Tutto bene zio. Se anche tu mi dici che Oramai sono un ometto faccio tombola.»
«Ah! Che canaglia che sei!»
«Molto bene. Canaglia me l’han detto solo in tre, Delinquente sette. Ma con Ometto non c’è storia: minimo trenta, me l’han
detto.»
E nulla, va là. Il resto che ci siamo detti sono abbastanza affari miei. E me li custodisco.
Quando poi la festa è finita ci son tanti sorrisi. Bisogna incartare i tramezzini restati, e c’è fretta di andare a fare le docce e
vedere i telegiornali.
Io naturalmente non son mica nato l’altro ieri. Andare su e giù su internet è un po’ il mio mestiere, alla mia età. Allora lo
so molto bene che lo zio manca poco e andrà in cielo. La zia papà la mamma la Francesca pensano che non lo so, e io,
il mio compito in questa situazione difficile, è fargli credere che è vero e che loro in definitiva mi stan proteggendo bene
dall’asprezza della verità.
La verità? Ci son certi momenti che, ometto o no, vorrei piangere tanto come quando ET va via sull’astronave.
Un’alta verità: il capitano Jack Sparrow è super, sì, non si discute, però anche Ettore non è male.
Cos’ho espresso quando ho spento il salame: ho espresso che un giorno anch’io comunque vada, dovunque sarò, in
astronave o anche a letto, anch’io voglio qualcuno che mi fa le carezze alla mano. E che mi dice che va tutto bene. Perché
anche se poi non è vero, un bacio una mano una carezza son le cose che fan sentire a casa, e se proprio devi partire, se
proprio non se ne può fare a meno, prima che tu lo faccia, fino all’ultimo, sentirti a casa più che puoi, è bello e importante
secondo me.
VOLONTARI AD EMATOLOGIA
D
al mese di aprile la nostra associazione è presente con
due volontari il lunedì e il giovedì mattina presso il Reparto
di Ematologia dell’Ospedale dell’Angelo. La richiesta
caldeggiata dal Primario del Reparto è stata accolta in un primo
momento con un po’ di timore ma anche con molto entusiasmo da
parte sia dell’Associazione sia dei due volontari che si sono resi
disponibili. Non è mai facile iniziare un servizio da zero e tante sono
state le domande che ci siamo posti: “Cosa dobbiamo fare? Che tipo
di aiuto possiamo offrire a questi pazienti e ai loro parenti? Di che
cosa abbiamo bisogno?” … e tante altre. Settimana dopo settimana
ci siamo resi conto che per il momento era necessario “ascoltare
e farci conoscere con discrezione”. Soprattutto era necessario
conoscere i problemi che questi pazienti dovevano affrontare giorno
dopo giorno a causa della loro malattia e ogni volta che venivano in
ospedale. Abbiamo potuto così tra l’altro, constatare i disagi di molti
che venivano da lontano (San Donà di Piave – Jesolo – Portogruaro
etc), nonché cogliere il timore e l’ansia di chi veniva per la prima
volta a contatto con il reparto. Abbiamo cercato di renderci disponibili
al massimo, anche solo con la nostra presenza silenziosa. Un po’
alla volta abbiamo allestito un piccolo punto informativo mettendo
a disposizione di tutti i nostri depliants, i “libretti verdi” e da ultimo
dei piccoli coloratissimi bigliettini nei quali offriamo la possibilità di usufruire dei servizi di sostegno psicologico, prestito
parrucche, accompagnamento per raggiungere l’ospedale. In altri opuscoli invitiamo a visitare la “Casa delle farfalle”, la
sede succursale della nostra Associazione in via Giusti 11, per ammirare i prodotti realizzati amorevolmente dal gruppo
“Fa e desfa”. Ci rendiamo conto che il cammino è ancora tutto in salita e benchè consapevoli di avere l’appoggio della
nostra Associazione, sentiamo l’esigenza di sottoporre all’attenzione di tutti la necessità di venire affiancati da altri volontari
disponibili ad offrire il loro tempo per meglio organizzare il servizio in ospedale. Un particolare ringraziamento va rivolto alla
signora Lucia, caposala del reparto, che non ha mai smesso di appoggiarci ed incoraggiarci:
Franco Bigaglia e Cornelia Mori
UNA GIORNATA AL “FA E DESFA”
F
inalmente arriva mercoledì, vado a far dei lavoretti in via Giusti. Vado a prendere l’autobus, ma c’è lo sciopero, così
torno a casa a prendermi la bicicletta, devo stare attenta a correre solo sulla pista ciclabile e attraversare quanto il
semaforo è verde, altrimenti i miei figli sono in pensiero per me. Arrivo alla Casa delle farfalle, trovo la “maestra” Paola
e le volontarie, che mi accolgono a braccia aperte, con un largo sorriso, questo per me vuol dire tanto. Ci scambiamo saluti
e com’è andata la settimana; se manca qualcuna la “maestra” ci chiede se abbiamo notizie, perché lei ci tiene a vederci,
oppure ci telefona. Dopo un po’ di chiacchiere e consigli ci mettiamo a lavorare (non è proprio
segue a pag. 6
5
Vita dell‛Associazione
UN GRAZIE DI CUORE A CHI CI SOSTIENE
C
ome ogni anno sono riprese dal mese di settembre le attività promozionali svolte in prevalenza presso le parrocchie che ospitano
i volontari della nostra Associazione. Più che di un’ospitalità si tratta di un’accoglienza nel corso della quale i parroci sottolineano
ai propri fedeli l’importanza di realtà come la nostra. In varie occasioni è stata ribadita l’unicità di questa presenza nel nostro
territorio, di cui ognuno deve essere orgoglioso contribuendo a mantenerla viva attraverso l’impegno diretto o il sostegno a distanza. La
generosità con cui le persone hanno risposto a tale invito nonostante il periodo di forte difficoltà economica, è stato significativo di una
sensibilità ed attenzione verso AVAPO-Mestre che si va progressivamente estendendo ad un numero sempre maggiore di persone. Un
grazie quindi a questi “speciali promotori” unitamente ai volontari che sfidando condizioni meteorologiche avverse, alla domenica mattina,
lasciano il calore delle proprie abitazioni per informare, raccogliere fondi e contribuire a diffondere il nostro messaggio di solidarietà. Alle
persone che avviciniamo vengono offerti dei gadgets realizzati da operose “mani di fata”, persone che all’interno dell’Associazione hanno
costituito un gruppo di auto-mutuo-aiuto all’interno del quale dare libero spazio alla creatività e ad abilità manuali personali in un clima
gioioso ed amichevole: anche questo è un modo di porsi al servizio degli altri!!!!
-•Un ringraziamento di cuore lo rivolgiamo quindi ai parroci e alle comunità parrocchiali che ci hanno ospitato nel corso dell’autunno:
-•• Don Gianpiero Lauro – Comunità parrocchiale S.Maria del Carmelo Favorita-Mestre;
-•• Don Alfredo Basso – Comunità parrocchiale S.Leopoldo Favaro;
-•• Don Gino Piazzon – Comunità parrocchiale S. Caterina Dese;
-•• Comunità parrocchiale di S.Liberale di Marcon;
-•• Don Lio Gasparotto – Comunità parrocchiale Madonna della Salute Marghera;
-•• Don Giovanni Frezzato – Comunità parrocchiale San Giovanni Evangelista Mestre;
-•• Don Gianfranco Pace – Comunità parrocchiale S. Barbara Mestre;
-•• Don Liviano Polato – Comunità parrocchiale S. Maria della Pace Bissuola-Mestre;
-•• Comunità parrocchiale di Gaggio di Marcon;
-•• Don Sandro Manfrè – Comunità parrocchiale Corpus Domini Quartiere Pertini-Mestre;
-•• Don Ottavio Trevisanato – Comunità parrocchiale S. Maria Ausiliatrice Gazzera-Mestre;
-•• Don Marco De Rossi - Comunità parrocchiale SS. Francesco e Chiara Marghera;
-•• Don Michele Somma-Comunità parrocchiale S. Andrea Favaro;
-•• Don Gianni Antoniazzi-Comunità parrocchiale SS. Gervasio e Protasio Carpenedo;
-•• Don Luca Biancafior-Comunità parrocchiale Gesù Lavoratore Marghera;
-•• Don Fabio Mattiuzzi-Comunità parrocchiale S. Lucia via Gatta Trivignano
R
icordiamo che presso la sede succursale di via Giusti 11 (2° laterale
di via Bissuola provenendo dal centro di Mestre) è possibile trovare
tante idee per un “REGALO SOLIDALE” sicuramente originale ed
unico. L’approssimarsi del Natale potrebbe essere un’ottima opportunità per
una visita… L’orario di apertura è: LUNEDI’ e MERCOLEDI’ dalle ore 15
alle 18,00; il MARTEDI’ dalle 9,30 alle 12. Se visitarlo in questi orari ti può
essere difficoltoso, telefona alla nostra sede (041 5350918) per fissare un
appuntamento in un altro pomeriggio, anche di sabato.
C
ome annunciato anche nello scorso numero, il 30 agosto si è costituita
la Fondazione A.V.A.P.O. ONLUS. Ci si potrebbe chiedere il senso che
sottostà la costituzione di una Fondazione rispetto alla già esistente
Associazione. Come è consuetudine di ognuno all’interno del proprio bilancio
familiare, si cerca di accantonare una parte delle entrate per costituire una
sorta di fondo di garanzia per eventuali imprevisti. La Fondazione in modo La firma della costituzione della Fondazione AVAPO
molto semplice, ha la stessa finalità: accantonare
segue a pag. 7
ONLUS presso lo studio del notaio dott.ssa Rolando
segue da pag. 5
un lavoro, è un dolce stare assieme): ognuna fa quello che si sente di fare, è bello perché la
maestra ci insegna a fare tante cose carine, e se non è fatto bene ci fa disfare (per questo si chiama Fa e Desfa); a volte
ci racconta delle barzellette, così facciamo qualche risata. Queste poche ore che passiamo assieme corrono in fretta,
chiacchieriamo, ci scambiamo qualche idea, lavoriamo, ognuna di noi fa una cosa diversa, e quello che si sente di fare, la
“maestra” ci segue una per una, è molto brava, ha delle idee meravigliose, sempre varie. I lavoretti che facciamo servono
per le promozioni AVAPO e qui in via Giusti c’è un tavolo con la mostra di tutti o quasi i nostri lavori, chi vuole può venire
e magari acquistare. Stiamo facendo un bellissimo pannello, sempre ideato dalla nostra maestra, ma di questo ve lo dirò
la prossima volta, alla prossima puntata. Arrivano le 18, abbiamo terminato le nostre chiacchiere, i lavoretti, ci salutiamo,
chiudiamo la porta, lasciamo dentro le nostre ore passate serenamente e ci avviamo alla solita routine sperando che arrivi
presto mercoledì. Ciao
Una volontaria
6
Ringraziamenti
INCONTRI PER VOLONTARI
N
el
mese
di
ottobre ha preso
l’avvio il corso di
formazione per nuovi
volontari. Una ventina di
persone si sono iscritte
e stanno frequentando
gli incontri così da
conoscere la realtà della
nostra Associazione, il
suo ambito di intervento
e valutare, alla fine del
percorso di formazione,
se prendervi parte
attivamente.
Porsi
a
servizio
delle
persone
malate
e
dei loro familiari è un
compito
certamente
impegnativo
anche
perché
induce
a
riflettere sulle proprie
fragilità e a confrontarsi
con la sofferenza e il
senso di impotenza
derivanti dall’incontro con un nemico che ognuno di noi teme di dover affrontare. Al tempo stesso però, consente di
cogliere a piene mani la gioia derivante dall’aver aiutato a superare piccole e grandi difficoltà caratterizzate dallo stesso
denominatore comune: l’incontro con una malattia che ha sconvolto i ritmi familiari e fa sentire “confuso”, impaurito,
soverchiato da un peso immane chi si trova ad affrontare tale esperienza. L’augurio è quindi che questi nuovi volontari a
conclusione della prima parte del corso, possano entrare a far parte del “piccolo esercito di volontari AVAPO” che con la
loro presenza contribuiscono a questa realtà di operare in modo sempre più capillare e significativo. Sono ripresi inoltre, gli
incontri mensili rivolti ai volontari già operativi. E’ evidente infatti, l’importanza di trovare momenti in cui tematiche specifiche
legate alle cure palliative vengano approfondite in un contesto relazionale che favorisca sotto la guida di persone esperte,
uno scambio di opinioni, esperienze e perché no … una condivisione di eventuali criticità che ci si è trovati ad affrontare. Il
tema portante scelto per il presente anno è legato ai “bisogni spirituali” del malato e a problematiche di tipo etico connesse
con il fine vita al fine di fare chiarezza su argomenti riportati dai media spesso in maniera impropria. E’ importante anche
per chi da tempo appartiene all’Associazione, fermarsi, interrompere temporaneamente il “fare” per dedicare alcuni spazi
alla crescita personale in consapevolezza e competenza che contribuiscono a diventare volontari che “sanno essere”. Le
tematiche che si è scelto di approfondire si sono concentrate principalmente sui bisogni di tipo spirituale troppo spesso
confusi o identificati con scelte personali di tipo religioso. Anche per dipanare questi fraintendimenti gli incontri programmati
hanno previsto la presenza di relatori che hanno sviluppato queste tematiche così da poter realizzare “insieme”, in un
contesto di comunicazione e condivisione delle esperienze, un cammino di crescita continua necessario per poter operare
in un settore che richiede sensibilità, preparazione e l’umiltà di sapersi confrontare con chi opera accanto a noi.
segue da pag. 6
un fondo da mettere a disposizione per coprire le spese straordinarie legate sempre alla propria mission:
“assistere e sostenere sotto ogni forma, gli ammalati di tumore ed i propri familiari”.
E’ possibile contribuire a sostenerla attraverso:
IBAN: IT11 L033 5901 6001 0000 0069 145
• Destinazione del 5 per mille indicando sulla Dichiarazione dei redditi il Codice Fiscale che è 90159680272
• Bonifico Bancario presso Banca Prossima con il seguente
L’atto notarile necessario per procedere alla costituzione della Fondazione si è svolto presso lo studio del notaio Rolando di Mestre la
quale ha messo gratuitamente a disposizione le proprie competenze professionali divenendo in questo modo particolare, sostenitrice
della Fondazione stessa. Un GRANDISSIMO GRAZIE DI CUORE quindi alla dott.ssa Rolando che nel corso degli anni ha condiviso con
noi il desiderio di poter giungere a questo significativo momento e alla formalizzazione di questa operazione alla quale ha sovrinteso con
molta precisione e dedizione.
7
IL 5 PER MILLE ALL’AVAPO Mestre
un aiuto concreto all’Avapo non costa nulla!
Basta una semplice firma nella prossima
dichiarazione dei redditi scrivendo il seguente
Codice Fiscale: 90028420272
Come sostenere AVAPO Mestre
• Come volontario, donando il tuo tempo
• Con una offerta libera, presso la sede AVAPO Mestre
• Effettuando un Bonifico bancario su conto corrente presso:
Banco San Marco intestato a AVAPO Mestre Onlus
IBAN IT33 M050 3402 0720 0000 0070 040
• Effettuando un versamento su c/c postale n. 12966305
• Scegliere di fare testamento a favore di AVAPO Mestre Onlus
L’A.V.A.P.O. MESTRE E I SUOI SERVIZI
L’obiettivo dell’A.V.A.P.O. Mestre è:
• diffondere la filosofia delle Cure Palliative volte ad evitare ogni sofferenza inutile
al malato oncologico così da migliorare la sua qualità di vita e quella dei familiari
• sostenere gli interventi di carattere sanitario ed umanitario a favore delle persone
in fase avanzata di malattia oncologica, e delle loro famiglie
AVAPO GARANTISCE GRATUITAMENTE:
• assistenza medica ed infermieristica domiciliare gratuita, con una reperibilità di 24
ore su 24 per 365 giorni all’anno;
• sostegno psicologico per il sofferente ed i suoi congiunti;
• affiancamento delle famiglie nell’assistenza al malato;
AVAPO
mestre
• consegna domiciliare di farmaci e presidi sanitari;
ONLUS
• disbrigo di pratiche burocratiche;
• accompagnamenti
dal
domicilio
all’ospedale, con automezzi privati,
NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2012
di pazienti deambulanti che devono
sottoporsi a cure o visite;
PERSONE SEGUITE
488
• sostegno ai familiari nella fase di
elaborazione del lutto, grazie anche alla ACCOMPAGNAMENTI DOMICILIO OSPEDALE 1.019
costituzione di gruppi di mutuo aiuto.
CONSEGNA/RECUPERO FARMACI
ATTIVITÀ EFFETTUATE
Comitato di redazione: Franco Bigaglia, Stefania Bullo, Giusto
Cavinato, Franca Gazzoli, Antonino Romeo, Roberto Vitelli
Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.9/06 Registro Stampe
Proprietario: AVAPO MESTRE ONLUS - Editore: AVAPO MESTRE ONLUS
Direttore Responsabile: Don Armando Trevisiol
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PUBBLICATO IL MESE DI DICEMBRE 2012
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