ao lo ll e i ns Cari amici, in questi primi mesi di vita al Centro, insieme all’equipe, tra i vari lavori di organizzazione per vivere ed attuare al meglio le attività pastorali, abbiamo svolto il grande impegno di ricercare, riordinare ogni documento, testimonianze o scritture private di chi mi ha preceduto e di alcuni ex direttori del SNPG (Servizio nazionale di pastorale Giovanile) che oggi sono “eccellenze” e che hanno visto il Centro dal suo nascere e che ad esso hanno amorevolmente dato l’importanza che gli spetta realmente. Da ciò, tenendo conto dell’idea originaria di Giovanni Paolo II per questa “casa”, dello storico ricostruito e degli obiettivi a cui tale servizio deve tendere e conseguire, è nato il Documento di intenti per la realizzazione del Progetto Pastorale e la gestione del Centro Giovanni Paolo II – “Ecco la vostra casa”. Non è un progetto ma delle linee guida per arrivare, dialogando con la Chiesa delle Marche e in modo particolare con quella Nazionale, a concretizzare nel tempo progetti che corrispondano alle finalità proprie e peculiari di quest’opera che la Provvidenza ha ispirato papa Woytjla ed essere così davvero la CASA DEL PAPA PER I GIOVANI. «… “Da Loreto questa sera abbiamo compiuto un singolare pellegrinaggio dall’Atlantico agli Urali, in ogni angolo del Continente, dovunque si trovano giovani in cerca di una “casa comune”. A tutti dico: ecco la vostra Casa, la Casa di Cristo e di Maria, la Casa di Dio e dell’uomo! Giovani dell’Europa in marcia verso il 2000, entrate in questa casa per costruire insieme un mondo diverso, un mondo in cui regni la civiltà dell’amore!”. Era il 9 settembre del 1995. Giovanni Paolo II era venuto a Loreto in occasione del pellegrinaggio dei giovani d’Euro- i Ce dal EDITORIALE Don Paolo Volpe, Direttore del Centro Giovanni Paolo II an g r to i ov nt ro G anni P iov “Ecco la vostra casa, la casa di Cristo e di Maria, la casa di Dio e dell’uomo” pa. In quest’occasione definiva Loreto “capitale spirituale dei giovani d’Europa” consegnando, di fatto, il mandato per sviluppare un progetto che vedesse sin da subito come protagonisti i giovani. L’idea di rispondere all’appello del Papa iniziò a rendersi concreto pensando, sin da subito, a una struttura di pastorale giovanile di respiro nazionale e con orizzonti europei. La zona individuata è di proprietà della Delegazione Pontificia, come a tutt’oggi, situata in una locazione denominata «Montorso di Loreto» sovrastante la grande spianata che accolse lo stesso Papa Wojtyla dalla quale pronunciò le parole rivolte ai giovani sopra citate… Dalla sua ideazione a oggi il Centro si è caratterizzato come un luogo (una casa concreta), un tempo organizzato e un laboratorio pastorale per l’accompagnamento umano, spirituale e vocazionale di giovani. Supportati dalla maternità della Chiesa e in un confronto con l’esperienza di Maria di Nazareth, i giovani che passano per il Centro possano esprimere liberamente il proprio “si” a Dio e all’uomo in un’esperienza di vita modellata su Gesù Cristo e la sua sequela». È un piccolo stralcio dei paragrafi del Documento che riguardano la premessa e la natura del Centro: è da qui che vogliamo partire ed è qui che, con voi volgiamo arrivare! Buon cammino a voi! Buon cammino a tutti coloro che ci hanno dato fiducia! Buon cammino a coloro che ce la daranno e un grazie anche a chi, può darsi, non ce la darà mai! In Gesù, per Maria! Preghiera e formazione Da Lunedì al Venerdì Ore 8,00 Lodi Ore 19,00 Eucarestia Ore 19,30 Vespri Ogni Giovedì Ore 19,30 Adorazione e Vespri Sabato Ore 8,00 Eucarestia e Lodi Domenica Ore 11,00 Eucarestia I° Martedì ore 21,15 Adorazione Eucaristica Vocazionale II° e IV° Venerdì del mese ore 21,15 Lectio divina sul Vangelo di Luca III° Martedì del mese ore 21,15 Preghiera Mariana dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2015 IL NUOVO TEAM Cari amici ed amiche lettrici del Messaggio della Santa Casa, è con immensa gioia che il Centro Giovanni Paolo II. Ecco la vostra casa, torna ad aprire la sua finestra su questa rivista Ci racconteremo, insieme rifletteremo soprattutto in quello spazio delicato ed affascinante che è la vita dei giovani. Io sono il direttore nuovo del centro e mi voglio subito presentare attraverso un’intervista che appena uscita la nomina, il settimanale Emmaus della diocesi di Macerata mi ha rivolto e che, gentilmente, mi concede di girare anche ad ognuno di voi per farmi conoscere… Sono don Paolo Volpe, nato e cresciuto a Loreto; ho 36 anni e da 9 sono prete della Prelatura di Loreto. Dall’ordinazione (2005) ad oggi ho svolto l’incarico di Viceparroco prima e parroco fino ad un mese fa nella Parrocchia del sacro Cuore di Gesù in Loreto e, sempre dall’Ordinazione, sono stato responsabile diocesano di Pastorale Giovanile. Oggi – su accordo dei vescovi delle Marche e per nomina del mio vescovo Giovanni Tonucci – continuo a servire la Chiesa come Direttore del Centro Giovanni Paolo II di Montorso Dalla parrocchia Sacro Cuore in centro città al Centro Giovanni Paolo II a Montorso: cosa porta in questa nuova avventura dell’esperienza maturata in questi anni come parroco (e come responsabile della pastorale giovanile della prelatura di Loreto)? Porto con me innanzitutto il sostegno e la preghiera di una comunità che per 8 anni ho guidato e che con una forte fede ha capito questa nuova scelta avvenuta da parte dei superiori: l’affetto e l’amore fraterno costruito attorno a Gesù condivisi in questi anni li sento fortemente oggi. Da quella esperienza a questa nuova porto un giovane diventato nel tempo uomo, un prete secondo manuali e libri di teologia ad un prete che ha la voglia di sporcarsi le mani fino ad arrivare ad odorare di gregge (per usare un’espressione forte di papa Francesco). Porto, inoltre, l’amicizia, la gioia, le paure, le insicurezze e le speranze dei giovani che ho affiancato in parrocchia e in PG pronto a costruire con tutti quelli che stabilmente o no arriveranno al Centro o che incontrerò fuori di qui. Accoglienza, spiritualità mariana e vicinanza ai giovani sono i tre aspetti principali che caratterizzano il Centro. E’ una realtà articolata e viva quella che va a dirigere: quali sono, secondo lei, gli aspetti da valorizzare e promuovere? A riguardo cito quanto ho scritto nella presentazione della pagina e del gruppo Face book del Centro: “Subito un grazie di cuore ai miei predecessori, don Francesco Pierpaoli (al quale succedo direttamente) e Padre Alfredo Ferretti, pioniere di questa magnifica opera che è il Centro, nato dal cuore e dall’anima del grande Santo Giovanni Paolo II; a tutti voi non posso far altro che ridire ancora ECCO LA VOSTRA CASA. Lo dico specialmente ai giovani, soprattutto a coloro che si percepiscono “timidi” nei confronti di Dio, diffidenti nei confronti della Chiesa... A chi non sa ancora, nella sua vita, che cosa vuole fare da grande... a chi ha bisogno di dialogo, di confronto, di una spalla per appoggiarsi e piangere, della complicità di un sorriso e perché no, anche di un calcio nel “di dietro” per essere dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2015 spronato a prendere in mano le redini della propria vita e della propria storia: una storia, sicuramente, intrisa di amore... dell’Amore di Dio che è di molto più buono dell’uomo e ancora più buono degli “uomini di Chiesa”, che a volte ne deturpano l’immagine autentica Siamo qui: tutta la comunità è al completo e tutti insieme ci facciamo vostri compagni di strada, sotto lo sguardo materno e benedicente di Maria e del Santo Papa di cui portiamo il nome. Buon cammino!!!”. Ecco: penso che renda bene l’idea… Eccomi! Questo sono io e questo in poche battute è lo spirito con quale inizio questo ministero che condivido con la comunità delle Figlie della Sapienza (o suore “Monfortane”). Anche loro hanno risposto alla chiamata e all’esigenza di accompagnare ed incontrare i giovani portando avanti il sogno di san Giovanni Paolo II su questa casa e su Loreto. “Ecco la vostra casa”, disse nel ’95 ai giovani d’Europa proprio qui a Montorso… LA CASA DEL PAPA PER I GIOVANI. Due di esse le avevate già conosciute ad ottobre dello scorso anno: la superiora della comunità, Suor dell’Incarnazione; valtellinese di origine che con la sua esperienza e creatività, con la sua gioia e il suo ardore accompagna, ascolta ed anima i giovani nell’incontro con Gesù e Maria. Poi c’è Suor Anna di origine marchigiana che dopo 53 anni ritorna nella sua regione (nativa di Ascoli Piceno); sempre disponibile e sorridente, con tanta esperienza di vita e che con la sua mansuetudine ci testimonia l’amore e la gioia con cui la vita va vissuta. E infine, la più giovane, la “new entry” del Team Montorso, Sr Marija, neo professa dal 7 maggio di quest’anno e di nazionalità Croazia. È lei stessa sa dirvi: sono contenta di stare nella casa dove i giovani di tutto il mondo si possono incontrare e poter far parte del sogno di tante persone che passano di qua”. Eccoci, quindi: tutta la famiglia al completo e tutti pronti a farci compagni di cammino a Montorso. E cos’è Montorso? Lo leggiamo da “Documento di intenti per la realizzazione del Progetto pastorale e la gestione del Centro Giovanni Paolo II – Ecco la vostra casa, 21 ottobre 2014”: “Un luogo - una casa concreta -, un tempo e un laboratorio pastorale per l’accompagnamento umano, spirituale e vocazionale di giovani. Supportati dalla maternità della Chiesa e in un confronto con l’esperienza di Maria di Nazareth, i giovani che passano per il Centro possano esprimere liberamente il proprio si a Dio e all’uomo in un’esperienza di vita modellata su Gesù Cristo e la sua sequela”. Don Paolo Volpe e Suor Marija I Volete scriverci? Volete mettervi in comunicazione coi vostri coetanei attraverso questo giornale? Allora mettetevi in contatto con noi. Don Paolo Volpe [email protected]. Centro Giovanni Paolo II Via Montorso n.3 - 60025 Loreto (AN) tel. 071.7501552 [email protected] Centro Giovanni Paolo II – Loreto Per saperne di più, visitate il sito www.giovaniloreto.it dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2015 UN PERCORSO DELL’UNITÀ… Un pozzo pieno d’acqua SIl tema della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno è: “Gesù disse: «Dammi da bere»”. (Gv 4,7) L’opuscolo annuale preparato e congiuntamente con il Consiglio pontificio per l’unità dei cristiani, la Congregazione per la Dottrina della Fede e Concilio Mondiale delle Chiese offre un commento molto interessante. Sottolinea innanzitutto l’aspetto dialogico dell’incontro, e la reciprocità del dono interpretandolo come invito a cercare l’acqua anche da pozzo diverso dal nostro e nel contempo a offrirne un po’ della nostra, arricchendoci reciprocamente nella diversità. Invita poi a fare della settimana di preghiera un’occasione per riconoscere la ricchezza e il valore che sono presenti nell’altro, nel diverso, e chiedere a Dio il dono dell’unità. E’ il cammino di ecumenismo che ci viene proposto ed è particolarmente bello ritrovare negli aspetti evidenziati le caratteristiche del cammino che il Campo Giovani Ecumenico Europeo sta facendo. Credo sia impossibile, per chi ha vissuto l’ottobre scorso l’incontro di preparazione del prossimo Campo che si terrà al Centro Giovanni Paolo II di Montorso dal 29 luglio al 5 agosto 2015, non sentire riecheggiare l’augurio fatto da Mons. Virgil Bercea, Vescovo di Oradea (Romania): “Approfondite le vostre convinzioni, i vostri valori, la vostra fede, solo in questo modo realizzare un vero dialogo e un arricchente scambio”. In questa nostra società così globalizzata, dove tutto sembra debba essere omologato, il cammino ecumenico ci invita al dialogo schietto, allo scambio fiducioso nella verità e ricchezza della propria identità, non mascherata, né ostentata, ma disponibile al confronto. L’episodio dell’incontro di Gesù con la Samaritana ci vien detto afferma l’importanza per ogni persona di conoscere e capire la propria identità affinché l’identità dell’altro non sia vista come una minaccia. Se non ci sentiamo minacciati, saremo in grado di fare esperienza della complementarità degli altri: da sola, una persona o una cultura non è sufficiente! “Dammi da bere” è un’immagine di complementarità: bere acqua da qualcun altro; un primo passo verso un altro modo di essere. Lo scambio dei doni arricchisce; dove i doni degli altri sono rifiutati molto danno è fatto alla società e alla chiesa. “Dammi da bere” presuppone che sia Gesù e la Samaritana chiedano dal Centro Giovanni Paolo ll • Gennaio 2015 ciò di cui hanno bisogno gli uni dagli altri. “Dammi da bere” ci costringe a riconoscere che persone, Comunità, culture, religioni ed etnie hanno bisogno dell’altro. Possiam ben dire che anche questo scambio si sta intensificando, richieste e offerte avvengono con estrema semplicità. Anche nel soggiorno in Romania è venuta spontanea una richiesta di conferenza presso il Collegio Nazional Traian Lalescu sul tema “Amarsi e cercare la propria vocazione è il modo per trovare la felicità”. Marco Sanchioni, Don Giorgio Paolini ed Elena Ranocchi hanno dato una bella ed apprezzata testimonianza, forti della loro competenza, ma anche arricchiti dall’aver approfondito e fatto proprio il messaggio di Papa Francesco ai giovani “Abbiate il coraggio della vera felicità! Dite no alla cultura del provvisorio, della superficialità e dello scarto, che non vi ritiene in grado di assumere responsabilità e affrontare le grandi sfide della vita!” Che la settimana di preghiera renda tutti più disponibili perché come ha detto Papa Benedetto XVI: «Il dialogo ecumenico avanza non solo mediante uno scambio di idee ma condividendo doni che ci arricchiscono mutuamente. Un’idea è finalizzata al raggiungimento della verità; un dono esprime l’amore. Ambedue sono essenziali al dialogo. Suor Dell’Incarnazione